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217
Delle tre, Carlotta, era la più bella, almeno per me; Irene, la più intelligente; Giorgina la più piacente.
fu quella mattina che dovevamo recarci alla vigna di Ponte Molle, e Giorgina si presentò al Tranzi col capo chino
IL VITALIZIO
- Mali tempi, figlio mio! Vedi come mi son ridotto?
pensò di traviar la furia di quella disperazione rovesciandola addosso al Maràbito.
- Oh Dio! E sasciugò il sudore della fronte, tra le risa della tavolata.
Pompeo Lagúmina sera tutto rinfrescato con abbondanti abluzioni, e venne a prender posto
E allora don Nocio, risolutamente, venne a piantarsi di fronte alla signora Nela.
- Giú! giú fino in fondo! - lo incitarono gli otto Borgianni.
mentre sudava a svincolar con le mani e coi denti la corda che teneva legato il carico sul basto.
Io, Padre Eterno, non ho fatto nulla: tutto sè fatto da sé, naturalmente, a poco a poco.
Maràbito le si presentò tuttafflitto e imbarazzato.
e volle attender lui a tutte le cure, a tutte, senza darsi un momento di requie
specialmente con noi dico con me e col povero Tranzi
Bella, la testa soltanto.
Cintenderemo! Proferí forte questultime parole, perché le udisse don Luzzo lorefice.
- Lei sbaglia, signor mio! Abbia pazienza: come può immaginarsi che io
piango perché vuol rifarsi giocando ancora!.
- Ah dunque Voscenza vorrebbe dire che Riro è morto per me?
il Tranzi, di Giorgina, la maggiore.
Quellordine del padrone era sembrato a Bàrtola giustissimo.
nello stesso tempo, del dolore di lui, non ti par chiaro che cesseresti di farlo soffrire
come Morgante il caval de la badia! E si provò davvero a caricarsi lasino, tra le risate fragorose degli spettatori.
a ogni monumento funerario, e con locchio esperto scopriva subito le peculiarità del tempo
Di tanto in tanto levava il capo per riassumere o fingersi davanti agli occhi la scena descritta dal poeta.
mentre Dio solo sa che sacrifizio sto facendo a darvi queste due lire al giorno;
Però lasino, - Suona! - come se non le dessero a lui.
chi volesse riconoscerlo dovrebbe agire verso gli altri come agivo io una volta
Ma quando la moglie inferma seppe di quei preparativi di partenza, temendo che il marito volesse portarsi via il figlio per sempre
Il Tranzi insegnava con più regolarità a Carlotta musica e canto.
Ora, ecco, le gocce infittiscono, ed è un vasto crepitio continuo.
Di nuovo si fermò perplesso, quasi oppresso di pauroso stupore;
Rimasta vedova presto sera rimaritata con uno di Montaperto;
Quagliolino, tutto affocato in volto, con gli occhi lustri
e fuori del filo acciajato e lucente di quella zappa
Dopo tutto questo, avevo sí o no il diritto di credere che tutto fosse finito? Ebbene, nossignori.
ed era tempo perciò che lantica promessa sadempisse, a dispetto di chi non voleva crederci.
Vi presero posto, da una parte gli amici del notajo, dallaltra il vicinato.
lasciandosi dietro unombra traballante, quasi di bestia che non si reggesse bene su le gambe.
E non mi resta che di mettere un bando per la città: che la gente, nelle cui case entra la morte
Ma anche colui lo guatava con gli occhi scerpellati, invetrati di lagrime dal freddo, e con quel laido ghigno rassegato su le labbra
Sta sano e voglimi bene.
E discese, poco dopo, cupo, raffagottato, con un nodo alla gola, a cenare. Martedí.
non serbava ricordi: sera trovato tra compaesani emigrati con lui e condotti in branco a lavorare la terra
Maspettavo che ne dovesse sorridere; ma non fu cosí.
Era solo, perché non aveva mai voluto né donne né amici;
Sorprese la vecchia che stava a contrattare con un pescivendolo per una manciata di gamberi.
Ti libero! ti libero! Avevo ancora lo schioppo in ispalla.
Aveva là presso un vecchio casalino, dove avrebbe chiuso gli occhi per sempre: - E presto sia! - sospirò. - Come avvenne a Ciuzzo Pace.
poi si rivolse di nuovo a colui, con tono dimesso, persuasivo: - No, calmati, per carità! Ascoltami Sei focoso
e chegli lassù, in quella solitudine alpestre, sentiva freddo, freddo anche dentro
nellangosciosa sospensione, imponevano silenzio, come se potesse giovare.
Uninquietudine angosciosa sera impadronita di me.
E ora mangi: faccia questo piacere a me.
- Eccolo! Venga, venga! - gridò Cosimino, scorgendolo.
Bene: passi questo breve saggio di pazzia.
e don Ravanà si fece largo tra la ressa sorridendo male
Quanta stanchezza in quella stupefatta immobilità! Ero sfinito anchio, e mi posi a sedere per terra.
Se non so neppure che stia per prender moglie! Che vuoi che sappia io da Forlí ciò che faccio qua, solo, a Roma, libero come un tempo?
È vero, signora Ardelli?
- Salvo! Salvo! Qua dentro la barca! Tirate! Respira ancora! Un trionfo.
gli figgeva gli occhi addosso e pareva se lo volesse succhiar vivo con lo sguardo, come la vipera un ranocchio.
Con gli occhi fissi su quella goccia dolio galleggiante, la Malanotte si mise a borbottare incomprensibili scongiuri
gridò con poderosa voce: - Vergogna! Che spettacolo! Abbiamo un invitato a tavola!
e allora egli, invece di prenderle a scapaccioni tutte tre, scelta sciaguratamente quella di mezzo
Ringraziate Dio piuttosto che ha voluto darvi la buona vecchiaja.
E curavano a gara Maràbito, quasi impegnate davvero a farlo vivere centanni, per far la vendetta di quellaltro.
- Orsú! - proruppe Mauro, brandendo unanca di lepre a cui dava a leva coi denti.
Rivedeva col pensiero la soffitta squallida, laggiú laggiú, a Messina, dove Teresina abitava con la madre.
Sedette alla scrivania e, tra un singhiozzo e laltro del lumetto moribondo
- Vedi? - le dissi. - Ora ella ti perdona.
Ma in quarantacinque anni di vita, non ricordava daver mai visto nascere il sole, neppure una volta, mai! Che cosera lalba? comera lalba?
Quel sospiro me lo avvicinò tanto, che quasi ne provai ribrezzo.
Era triste Teresina, quel giorno, per la recente morte del padre e per lostinata opposizione dei parenti di lui;
- O zi Marà! - Vecchiuzzo nostro! - Date almeno la voce! Forzata la porta
Mangiando, i sudori cominciavano a colargli dalla fronte.
che gli sgorgavano cosí facilmente dal cervello e intontivano quel povero ragazzo che credeva di non meritarsi questo da lui.
mera sembrato anche più alto di statura.
Eh già: il Maltese, al posto della vecchia roba, voleva far sorgere una bella cascina nuova, e quei tre alberetti lo impicciavano.
dicevo a me stesso, errando di nuovo per la campagna, tra gli alberi, comebbro.
invece, scoteva amaramente il capo: ne aveva viste tante in vita sua, povera vecchietta, che ormai non aveva più fiducia.
- Credevamo che fosse un vostro figliuolo! Da un canto le vicine sentivano pietà di lui;
invece di dargli quella medaglia al valor civile, della quale, in fin dei conti, non avrebbe saputo che farsi
e, in certi altri, di stordire il mondo. - Andiamo? - Ebbene, sí, andiamo.
Qua a Roma, prima, abitava in casa di Quirino Renzi, suo cognato, chera poi il vero amico mio.
Parlava anche lui, ma così basso e affrettatamente che, non solo non riuscivo a intendere le sue parole
Mi lasci andar via Mannaggia, perderei la fede Ahi, ahi ahi, ahi ahi, ahi
Me li stropicciai così forte, che, per un attimo, dopo, non riuscii a discernere più nulla
poi, dun tratto, impallidiva, impallidiva vieppiù, sudava freddo, si agitava un po su la seggiola, locchio gli vagellava.
giovedí, venerdí Man mano che i giorni passavano cosí vuoti, ora per una ragione, ora per unaltra
Di che ti sei voltato ad altro mestiere, che ti deve fruttar bene.
si presentò dapprima un giovinetto bruno, vigoroso, dagli occhi arditi, bellissimo
Vado a dirglielo - No, è inutile, - le rispose Micuccio, deciso.
Lo strombettío e le grancassate furiose della banda, tra il frastuono confuso delle grida e degli applausi assordava, e invano di qua
E questo significava che se, poniamo, avevo fame e lo dicevo dentro di me, tanti e tanti mi ripetevano dentro per conto loro: ho fame
poi, vedendo che il marchese alzava quella mano per battergliela amorevolmente su la spalla, aggiunse, seccato:
- Sí, sí, vattene, figliuolo mio, vattene - disse soffocata dai singhiozzi.
Tutte tre, del resto, poppute e fiancute, gareggiavano coi fratelli per la statura colossale e per la forza erculea.
- La vita, Eccellenza? - disse. - Pare lunga, ma passa.
Rosario Borgianni era famoso pe suoi giovanili furori di bestia feroce.
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