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Magnitudine apparente
La '''magnitudine apparente''' di un corpo celeste è una misura della sua luminosità rilevabile da un punto di osservazione, di solito la Terra. Il valore della magnitudine è corretto in modo da ottenere la luminosità che l'oggetto avrebbe se la Terra fosse priva di atmosfera. Maggiore è la luminosità dell'oggetto celeste minore è la sua magnitudine. La magnitudine, misurata mediante fotometria, generalmente viene rilevata nello spettro visibile all'uomo , ma a volte possono essere utilizzate altre regioni dello spettro elettromagnetico, come la banda J nel vicino infrarosso. Sirio è la stella più luminosa del cielo notturno nello spettro visibile, ma nella banda J la stella più luminosa risulta Betelgeuse. Poiché ad esempio un oggetto estremamente luminoso può apparire molto debole se si trova a una grande distanza, questa misura non indica la luminosità intrinseca dell'oggetto celeste, che viene invece espressa con il concetto di magnitudine assoluta.
Visibileall'occhio umano Magnitudineapparente Luminositàrelativaa Vega Numero di stelle più luminosedella magnitudine apparente Sì −1,0 250% 1 0,0 100% 4 1,0 40% 15 2,0 16% 48 3,0 6,3% 171 4,0 2,5% 513 5,0 1,0% 1 602 6,0 0,40% 4 800 Solo cieli particolarmente bui 7,0 0,16% 14 000 8,0 0,063% 42 000 No 9,0 0,025% 121 000 10,0 0,010% 340 000 La scala con cui sono misurate le magnitudini affonda le sue radici nella pratica ellenistica di dividere le stelle visibili a occhio nudo in sei ''magnitudini''. Le stelle più luminose erano dette di prima magnitudine (''m'' = +1), quelle brillanti la metà di queste erano di seconda magnitudine, e così via fino alla sesta magnitudine (''m'' = +6), al limite della visione umana a occhio nudo (senza un telescopio o altri aiuti ottici). Questo metodo puramente empirico di indicare la luminosità delle stelle fu reso popolare da Tolomeo nel suo ''Almagesto'', e si pensa che sia stato inventato da Ipparco. Il sistema prendeva in considerazione solo le stelle, e non considerava la Luna, il Sole o altri oggetti celesti non stellari. Nel 1856, Pogson formalizzò il sistema definendo una stella di prima magnitudine come una stella che fosse 100 volte più luminosa di una stella di sesta magnitudine. Perciò, una stella di prima magnitudine si trova a essere 2,512 volte più luminosa di una stella di seconda, come si deduce dal seguente calcolo: La radice quinta di 100 (2,512) è conosciuta come ''rapporto di Pogson''. La scala di Pogson fu fissata in origine assegnando alla stella Polare una magnitudine di 2. Gli astronomi hanno in seguito scoperto che la Polare è leggermente variabile, pertanto viene usata come riferimento la stella Vega. Si è deciso di adottare una scala logaritmica perché nel XIX secolo si credeva che l'occhio umano non fosse sensibile alle differenze di luminosità in modo direttamente proporzionale alla quantità di energia ricevuta, ma su scala logaritmica. In seguito si scoprì che ciò è solo approssimativamente corretto, ma la scala logaritmica delle magnitudini rimase ugualmente in uso. Il sistema moderno non è più limitato a sei magnitudini. Oggetti molto luminosi hanno magnitudini ''negative''. Per esempio Sirio, la stella più brillante della sfera celeste, ha una magnitudine apparente posta tra -1,44 e -1,46. La scala moderna include la Luna e il Sole. La prima, quando è piena, è di magnitudine -12, mentre il secondo raggiunge la magnitudine -26,8. Il Telescopio spaziale Hubble e il Telescopio Keck hanno registrato stelle di magnitudine +30. La Nebulosa Tarantola nella Grande Nube di Magellano. Immagine ottenuta mediante il telescopio VISTA dell'ESO. Questa nebulosa ha magnitudine apparente 8. Poiché la quantità di luce ricevuta da un osservatore dipende dalle condizioni dell'atmosfera terrestre, il valore della magnitudine apparente viene corretto in modo da ottenere la luminosità che un oggetto avrebbe in assenza di atmosfera. Quanto più un oggetto è debole, tanto più elevata è la sua magnitudine. La magnitudine apparente di un oggetto non è una misura della sua luminosità intrinseca: quanto un oggetto appaia luminoso dalla Terra dipende infatti, oltre che dalla sua luminosità assoluta, anche dalla sua distanza. Un oggetto molto distante può apparire molto debole, anche se la sua luminosità intrinseca è elevata. Una misura della luminosità intrinseca dell'oggetto è la sua magnitudine assoluta (''M''), che equivale alla magnitudine che l'oggetto avrebbe se si trovasse alla distanza di 10 parsec dalla Terra (~32,6 anni luce). Per i pianeti e gli altri corpi del sistema solare la magnitudine assoluta equivale alla magnitudine apparente che il corpo avrebbe se si trovasse alla distanza di 1 UA sia dal Sole che dalla Terra. La magnitudine assoluta del Sole è 4,83 nella banda V (giallo) e 5,48 nella banda B (blu). Poiché , la magnitudine apparente ''m'' nella banda ''x'' può essere definita come: : dove è il flusso astrofisico osservabile nella banda ''x'' e e sono rispettivamente la magnitudine e il flusso di un oggetto di riferimento, ad esempio la stella Vega. L'incremento di una magnitudine corrisponde a una diminuzione di un fattore di . Per le proprietà dei logaritmi una differenza di magnitudini di può essere convertita in un rapporto tra flussi mediante la seguente formula: : === Esempio: il Sole e la Luna === Si supponga di voler conoscere il rapporto fra la luminosità del Sole e quello della Luna piena. La magnitudine apparente media del Sole è -26,74, quella della Luna piena mediamente è -12,74. Differenza di magnitudine: Rapporto fra le luminosità: Visto dalla Terra il Sole appare volte più luminoso della Luna piena, ma il nostro Astro è quasi 400 volte più lontano dal nostro pianeta rispetto alla distanza media della Luna la quale ovviamente riflette, in piccola parte, la luce ricevente. === Addizione === Qualche volta può essere necessario sommare magnitudini, per esempio, per determinare la magnitudine combinata di una stella doppia, quando la magnitudine delle due componenti è conosciuta. Ciò può essere fatto utilizzando la seguente equazione: ove è la magnitudine combinata e e le magnitudini delle due componenti. Risolvendo l'equazione per si ottiene: Si noti che vengono utilizzati i numeri negativi di ogni magnitudine perché luminosità maggiori equivalgono a magnitudini minori. La natura logaritmica della scala è dovuta al fatto che ai tempi di Pogson si pensava che l'occhio umano avesse esso stesso una risposta logaritmica (si veda per esempio la legge di Weber-Fechner). Tuttavia si è poi scoperto che l'occhio umano segue in realtà leggi di potenza, come quelle espresse dalla legge di Stevens. La misura della magnitudine viene complicata dal fatto che gli oggetti celesti non emettono radiazione monocromatica, bensì distribuita su un proprio caratteristico spettro. Per questo è importante sapere in quale regione di tale spettro stiamo osservando. A tal fine è utilizzato il sistema fotometrico UBV nel quale la magnitudine viene misurata a tre differenti lunghezze d'onda: U (centrata attorno a 350 nm, nell'ultravioletto vicino), B (circa 435 nm, nel blu) e V (circa 555 nm, nel mezzo dell'intervallo di sensibilità dell'occhio umano). La banda V è stata scelta perché fornisce magnitudini molto simili a quelle viste dall'occhio umano, e quando un valore di magnitudine apparente è fornito senza altre spiegazioni, si tratta in genere di una magnitudine V, chiamata anche ''magnitudine visuale''. Tuttavia le stelle più fredde, come le giganti rosse e le nane rosse, emettono poca energia nelle parti blu ed UV del loro spettro, e la loro luminosità viene spesso sotto-stimata nella scala UBV. In effetti, alcune stelle di tipo L e T avrebbero una magnitudine UBV superiore a 100 perché emettono pochissima luce visibile, ma sono molto più luminose nell'infrarosso. L'originario sistema UBV è stato quindi integrato con due nuovi "colori", R ed I, centrati rispettivamente a 797 e 1220 nm (sistema di ''Johnson-Morgan-Cousins''). Una volta scelta la banda su cui osservare, bisogna anche ricordare che ogni rivelatore utilizzato per raccogliere la radiazione (pellicole, sensori CCD, fotomoltiplicatori..) ha una diversa efficienza al variare della frequenza del fotone incidente: dovremo quindi tenere conto anche di queste caratteristiche ''curve di risposta'' quando vogliamo risalire alla luminosità di un oggetto osservato. Le pellicole fotografiche utilizzate all'inizio del XX secolo erano molto sensibili alla luce blu e, di conseguenza, nelle fotografie prese a quell'epoca la supergigante blu Rigel appare molto più luminosa della supergigante rossa Betelgeuse di quanto non appaia ad occhio nudo. Di conseguenza le magnitudini ottenute a partire da queste fotografie, conosciute come magnitudini fotografiche, sono considerate obsolete. Nella pratica il passaggio dalle magnitudini ''strumentali'' a quantità di effettivo significato astrofisico avviene attraverso il confronto con opportune ''stelle standard'', oggetti scelti come riferimento di cui si conosce la luminosità e la distribuzione spettrale. +'''Magnitudine apparente di alcuni oggetti celesti noti''' Mag. App. (V) Oggetto celeste −38,00 La magnitudine di Rigel vista da una distanza di 1 UA. Apparirebbe come una sfera di colore blu avente un diametro apparente di 35°. −30,30 Sirio vista da una distanza di 1 UA −29,30 Il Sole visto da Mercurio al perielio −27,40 Il Sole visto da Venere al perielio −26,74 Il Sole visto dalla Terra −25,60 Il Sole visto da Marte all'afelio −23,00 Il Sole visto da Giove all'afelio −21,70 Il Sole visto da Saturno all'afelio −20,20 Il Sole visto da Urano all'afelio −19,30 Il Sole visto da Nettuno all'afelio −18,20 Il Sole visto da Plutone all'afelio −16,70 Il Sole visto da Eris all'afelio −14 Flusso luminoso di 1 lux −12,92 Massima luminosità della Luna piena (la media è −12,74) −11,20 Il Sole visto da Sedna all'afelio −10 La cometa Ikeya-Seki (1965), la più luminosa cometa dei tempi moderni −8,50 Luminosità massima di un Iridium flare −7,50 La supernova SN 1006 osservata nell'anno 1006, il più brillante evento stellare di cui si abbia testimonianza scritta −6,50 La magnitudine integrata del cielo notturno della Terra −6,00 La supernova del Granchio (SN 1054) osservata nell'anno 1054 (distante 6500 anni luce) −5,2 La Stazione Spaziale Internazionale quando è al perigeo ed è completamente illuminata dal Sole −4,89 Massima luminosità di Venere −4,00 Luminosità del più debole corpo celeste visibile di giorno a occhio nudo quando il Sole è alto nel cielo −3,99 Picco di luminosità di , verificatosi 4,7 milioni di anni fa. Si tratta della stella più luminosa degli ultimi cinque e dei prossimi cinque milioni di anni −2,94 Massima luminosità di Giove −2,91 Massima luminosità di Marte −2,50 Luminosità del più debole corpo celeste visibile a occhio nudo quando il Sole è meno di 10° sopra l'orizzonte −2,50 Luminosità minima di una Luna nuova −2,45 Massima luminosità di Mercurio durante la sua congiunzione inferiore −1,61 Luminosità minima di Giove −1,47 Sirio, la stella più luminosa nella banda del visibile, eccetto il Sole −0,83 La magnitudine apparente di durante l'esplosione dell'aprile del 1843 −0,72 Canopo, la seconda stella più luminosa del cielo −0,49 Luminosità massima di Saturno, in opposizione e quando i suoi anelli sono massimamente visibili (2003, 2008) −0,27 Il sistema , la terza stella più luminosa −0,04 Arturo, la quarta stella più luminosa −0,01 , la principale del sistema di +0,03 Vega, che fu originariamente scelta come definizione della magnitudine zero +0,50 Il Sole visto da 1,47 Luminosità minima di Saturno 1,84 Luminosità minima di Marte 3,03 La supernova SN 1987A, esplosa nella Grande Nube di Magellano a una distanza di 160 000 anni luce da 3 a 4 Le stelle più deboli visibili nei centri urbani 3,44 La galassia di Andromeda (M31) 4,38 Massima luminosità di Ganimede, un satellite naturale di Giove, il più grande del sistema solare 4,50 M41, un ammasso aperto che potrebbe essere stato osservato da Aristotele 5,20 Massima luminosità dell'asteroide Vesta 5,32 Massima luminosità di Urano 5,72 La galassia a spirale M33, usata come test per la visione a occhio nudo sotto cieli bui 5,73 Luminosità minima di Mercurio 5,8 Picco di luminosità del gamma ray burst GRB 080319B osservato dalla Terra il 19 marzo 2008 dalla distanza di 7,5 miliardi di anni luce (si tratta del più lontano oggetto visibile a occhio nudo finora registrato) 5,95 Luminosità minima di Urano 6,49 Luminosità massima dell'asteroide Pallas 6,50 Limite approssimativo medio delle stelle visibili ad occhio nudo in condizione di cielo ottimali. Circa 9 500 oggetti hanno luminosità inferiore o uguale a 6,5 6,64 Luminosità massima del pianeta nano Cerere, il corpo più massiccio della fascia principale 6,75 Luminosità massima dell'asteroide Iris 6,90 La galassia di Bode (Messier 81), un oggetto che si pone ai limiti della scala del cielo buio di Bortle e quindi della visibilità a occhio nudo nelle condizioni di cielo più scuro verificabili sulla Terra da 7 a 8 Limiti estremi della visibilità a occhio nudo nelle condizioni di cielo più scuro verificabili sulla Terra (classe 1 della scala del cielo buio di Bortle) 7,78 Luminosità massima di Nettuno 8,02 Luminosità minima di Nettuno 8,10 La luminosità massima di Titano, il più grande dei satelliti naturali di Saturno. La luminosità media in opposizione è 8,4 8,94 Luminosità massima dell'asteroide 10 Hygiea 9,50 I più deboli oggetti visibili utilizzando un comune binocolo 7x50 in condizioni normali 10,20 Luminosità massima di Giapeto, il terzo satellite naturale di Saturno 12,91 3C 273, il quasar più luminoso del cielo, avente una distanza di luminosità di 2,4 miliardi di anni luce 13,42 Luminosità massima di Tritone, il principale satellite naturale di Nettuno 13,5 Luminosità massima del pianeta nano Plutone 15,40 Luminosità massima dell'asteroide centauro Chiron 15,55 Luminosità massima di Caronte, il principale satellite naturale di Plutone 16,80 Attuale luminosità massima del pianeta nano Makemake, quando è in opposizione 17,27 Attuale luminosità massima del pianeta nano Haumea, quando è in opposizione 18,73 Attuale luminosità del pianeta nano Eris, quando è in opposizione 20,70 Calliroe, un piccolo satellite naturale (~8 km) di Giove 22,00 Limite approssimativo di un telescopio Ritchey-Chrétien di 24" accoppiato con un CCD, quando l'oggetto viene osservato per 30 minuti 22,91 Massima luminosità di Idra, satellite naturale di Plutone 23,38 Massima luminosità di Notte, satellite naturale di Plutone 24,80 Luminosità del più debole oggetto ripreso in una immagine amatoriale: il quasar CFHQS J1641 +3755 25,00 Fenrir, piccolo (~4 km) satellite naturale di Saturno 27,00 I più deboli oggetti osservabili nello spettro visibile tramite i telescopi terrestri di 8 metri di diametro 28,00 Giove se fosse distante 5000 UA dal Sole 28,20 La cometa di Halley nel 2003 quando era a 28 UA dal Sole 31,50 I più deboli oggetti osservabili nello spettro visibile mediante il telescopio spaziale Hubble 34,00 Gli oggetti più deboli osservabili nello spettro visibile dal progettato European Extremely Large Telescope 35,00 Magnitudine stimata nel visibile di LBV 1806-20, una luminosa ipergigante blu, distante dal Sole, che appare estremamente debole a causa della estinzione (vedi anche la stelle più brillanti del cielo notturno osservabile) Alcune delle magnitudini riportate sopra sono solo approssimative. La sensibilità di un telescopio dipende dal tempo di osservazione, dalla lunghezza d'onda e da interferenze atmosferiche come lo scattering o l'airglow.
Mitologia
Viracocha, una divinità della mitologia inca. '''Mitologia''' è il termine con cui si indica sia lo studio – riferito di frequente alle singole religioni – dei miti, sia il complesso delle credenze mitiche. Queste concernono principalmente tre argomenti: a) l'origine del mondo; b) l'origine dell'uomo; c) l'origine del popolo privilegiato rispetto alla divinità Disciplina considerata fenomeno culturale assai complesso, la mitologia può essere analizzata sotto diverse prospettive; il suo ''corpus'' è comunque dato dall'insieme di narrazioni – quasi sempre orali, spesso letterarie – e da drammatizzazioni e rappresentazioni di tipo figurativo che mettono a fuoco le vicende di personaggi esterni al tempo inteso in senso storico. L'intersecarsi, il comporsi – ed anche lo scomporsi ed il successivo ricomporsi – delle vicende mitologiche – che è possibile vedere sotto una diversa prospettiva a seconda di una narrazione o rappresentazione rispetto ad un'altra – costituiscono il patrimonio fondativo di una determinata cultura e di un popolo. Ciò è sempre in qualche modo in rapporto con la sfera del sacro e del divino, per questa ragione il confine tra mitologia e teologia è molto labile e talvolta indistinguibile.
Può darsi che le civiltà antiche abbiano considerato i loro miti come la memoria di avvenimenti ''realmente accaduti'', spesso legati all'origine stessa del mondo e dell'uomo. Di certo, le culture storiche molto spesso (o quasi sempre) hanno messo in dubbio la verità letterale dei miti, interrogandosi sulle ragioni e sui modi della nascita di questi antichi racconti strettamente connessi al pensiero del divino. Un celebre tentativo di rispondere a questo genere di domande si deve a Evemero, filosofo greco vissuto tra il IV e il III secolo a.C. Nell'interpretazione cosiddetta ''evemeristica'', i miti sono in effetti resoconti di avvenimenti storici, che però, nel loro essere tramandati di generazione in generazione, sono stati via via sottoposti ad un insensibile procedimento fantastico, cristallizzando dettagli inverosimili e assumendo specifiche peculiarità simboliche. Secondo questa tesi (che ha sostenitori anche in tempi moderni), gli dèi del mito sono in realtà antichi re e guerrieri che col tempo sono diventati leggendari o sono stati divinizzati. Sempre fra i filosofi greci, altri (per esempio Plotino) sostennero invece l'infondatezza storica del mito, asserendo che la mitologia andava considerata come un ''corpus'' di insegnamenti morali espresso in forma metaforica. Anche questa posizione generale ha ancora i propri sostenitori, sebbene in genere gli studiosi moderni concordino sul fatto che ''non tutti'' i miti abbiano un significato morale. Nel XVII secolo, il filosofo Giambattista Vico suppose che il mito fosse nato dalle caratteristiche proprie dei primi uomini: simili a "fanciulli", i nostri progenitori, anziché formulare concetti astratti, avrebbero espresse la loro visione del mondo mediante immagini poetiche. Si tratta di una concezione di cui sarebbe davvero imprudente sottovalutare l'importanza: se ne ritrovano tracce, di segno peraltro opposto, in quasi tutte le teorie antropologiche successive, sia in quelle che vedono nell'ipotetica "fantasia" primordiale null'altro che un'incapacità razionale, sia in quelle che all'opposto ritengono quel pensiero "poetico" (di cui si parla per via ipotetica, occorre ricordarlo) come superiore a quello fondato sul principio di non contraddizione e su altri protocolli della Ragione. Un primo contributo importante si deve al filologo Max Muller nel XIX secolo, il quale affermava che i miti avevano avuto origine nel linguaggio, dunque il mito nella sua interezza era, semplicisticamente parlando, una descrizione poetica degli eventi naturali, e i nomi degli dei che venivano dati a tali fenomeni. In questo però Muller non faceva che riprendere quanto già sostenuto nella Scienza Nuova da Vico. Ma un'interpretazione di tipo completamente differente ci viene dallo studio di Sigmund Freud e dei suoi seguaci ed allievi. Tra questi Carl Gustav Jung, tra la fine del XIX secolo e i primi anni del XX secolo è sicuramente colui che si è occupato maggiormente del mito, ma con un'interpretazione spiritualistica che finisce per confliggere con quella materialistica del maestro. Jung apre, a tutti gli effetti, una via alla psicanalisi su presupposti molto differenti da quelli di Freud. Secondo gli psicanalisti in genere, il mito nasce in seguito a due processi: il primo si può definire come un affacciarsi alla mente dell'uomo delle attività intellettive fondamentali, ossia la ricerca delle cause, i sentimenti contrapposti, le intuizioni, attività che prendono piede contemporaneamente. Il secondo processo opera una fusione della vita cosciente con la vita inconscia, ossia avviene un meccanismo simile a quello che avviene nei sogni. Questi due processi si integrano e si completano vicendevolmente: infatti, mentre il primo porta alla formazione di immagini ''"sintetiche"'', ossia immagini non direttamente stampate sulla retina dell'occhio, che racchiudono tutto quello che concerne una determinata idea, il secondo interviene, attingendo alla capacità di correlazione e sincretismo tra le varie attività del pensiero, per organizzare il primo processo, dando così origine al mito. Ad esempio, l'idea di ''"acqua"'' riunisce le idee di necessità, di causa prima, di fecondità, e di conseguenza il secondo processo interviene per creare la figura di un essere che ne rappresenti gli attributi e che operi di conseguenza. Nel momento in cui nasce il mito, la potenza diventa atto. Naturalmente questo non esclude il fatto che molti personaggi mitologici potrebbero essere realmente esistiti, anzi in alcuni casi ne abbiamo la quasi certezza: quello che è vero, è che probabilmente le loro imprese raccontate dai miti siano state romanzate, per i motivi di cui sopra, ed è certo che la mitologia è stata, specie nel passato, fonte di ispirazione nell'arte, sia in letteratura come nella pittura e nella musica. Gli aspetti fondamentali del mito sono simili in ogni parte del mondo. Ad esempio Giorgio De Santillana ed Herta Von Dechend (in ''Il mulino di Amleto'') affermano che la complessità della descrizione mitologica non ha nulla da invidiare alla complessità della scienza attuale. Attraverso il mito si scopre un messaggio importante per l'umanità che solo ora è possibile e necessario decifrare. L'autore afferma infatti che sia necessario affrontare una lettura "su più livelli" del mito. Ad esempio il Diluvio universale è un mito che si trova dovunque, in quasi tutte le antiche mitologie, anche in popoli geograficamente molto distanti. La prima ipotesi che si affaccia alla mente è che questo mito sia la descrizione di un'alluvione avvenuta in tempi remotissimi, il cui racconto fu tramandato oralmente e poi trascritto. Alcuni studiosi tuttavia credono che un mito come quello del ''Diluvio'' potrebbe essere molto più semplicemente nato dall'idea che le antiche popolazioni potevano avere dell'acqua: è innegabile che molte immagini risultano avere la stessa valenza in luoghi diversi (il fuoco e l'acqua la purificazione, il fulmine l'ira divina e così via), pertanto è possibile che l'idea di un'alluvione talmente devastante da costringere gli uomini a ricominciare da zero sia nata nelle diverse culture per diverse esigenze. Secondo questa ipotesi, piuttosto che un evento reale raccontato in modi diversi, le culture antiche avrebbero adattato una identica idea ai loro interessi, ai loro scopi; bisogna considerare che anticamente gli uomini erano molto più vulnerabili agli eventi naturali, e potrebbero aver scelto quasi indipendentemente un'inondazione come evento catastrofico. D'altra parte il primo Diluvio, raccontato nell'Epopea di Gilgamesh fu ripreso nell'Enuma Elish, e da qui si diffuse nella cultura greca e in quella ebrea, e da lì in tutto il mondo indoeuropeo. I racconti mitologici di pressoché qualsiasi popolo tradiscono un sentimento profondo per gli organismi vegetali che spesso venivano analizzati con cura, e di cui ci si serviva per comunicare significati allegorici a mezzo di un linguaggio simbolico. Inoltre laddove si analizzino alcuni racconti mitologici in relazione al culto è possibile riconoscere un nesso di ordine tradizionale tra la flora e il divino; basti pensare all'uso diffuso nelle celebrazioni che già in tempi remoti si faceva dell'incenso, e ad alcuni racconti mitologici che vedono protagonisti la pianta (''mito di Leucothoe''), ovvero un giovane che porta il nome della pianta (''Libanotis''). Non esiste cultura antica senza una propria mitologia. Le aree interessate comprendono tutti i continenti: Africa, Americhe, Asia, Europa ed Oceania. Di seguito una lista non esaustiva delle principali mitologie: * Mitologia aborigena australiana * Mitologia albanese * Mitologia anglosassone * Mitologia armena * Mitologia azteca * Mitologia babilonese * Mitologia baltica * Mitologia bantu * Mitologia basca * Mitologia careliana * Mitologia celtica * Mitologia cinese * Mitologia ciuvascia * Mitologia coreana * Mitologia cristiana * Mitologia ittita * Mitologia dei Nativi Americani * Mitologia ebraica * Mitologia egizia * Mitologia etrusca * Mitologia fenicia * Mitologia finnica * Mitologia gallese * Mitologia giapponese * Mitologia greca * Mitologia hawaiana * Mitologia inca * Mitologia induista * Mitologia inuit * Mitologia irlandese * Mitologia islamica * Mitologia lituana * Mitologia maya * Mitologia mesopotamica * Mitologia mongola * Mitologia norrena * Mitologia nuragica * Mitologia persiana * Mitologia romana * Mitologia scintoista * Mitologia scozzese * Mitologia slava * Mitologia sumera * Mitologia turca * Mitologia ugro-finnica * Mitologia yoruba
Napoli
'''Napoli''' è un comune italiano di abitanti, terzo in Italia per popolazione, capoluogo della regione Campania, dell'omonima città metropolitana e centro di una delle più popolose e densamente popolate aree metropolitane d'Europa. Fondata dai cumani nell'VIII secolo a.C., fu tra le città più importanti della Magna Grecia e giocò un notevole ruolo commerciale, culturale e religioso nei confronti delle popolazioni italiche circostanti. Dopo il crollo dell'Impero romano, nell'VIII secolo la città formò un ducato autonomo indipendente dall'Impero bizantino; in seguito, dal XIII secolo e per più di cinquecento anni, fu capitale del Regno di Napoli; con la Restaurazione divenne capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbone fino all'Unità d'Italia. Sede della Federico II, la più antica università del mondo ad essere nata attraverso un provvedimento statale, ospita, altresì, l'Orientale, la più antica università di studi sinologici e orientalistici del continente, e la Nunziatella, una delle più antiche accademie militari al mondo, eletta patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo da parte dell'Assemblea parlamentare del Mediterraneo. Luogo d'origine della lingua napoletana, ha rivestito e riveste tuttora un forte peso in numerosi campi del sapere, della cultura e dell'immaginario collettivo. Protagonista dell'umanesimo e centro illuminista di livello europeo, è stata a lungo un punto di riferimento globale per la musica classica e l'opera attraverso la scuola musicale napoletana, dando tra l'altro origine all'opera buffa. Città dall'imponente tradizione nel campo delle arti figurative, che affonda le proprie radici nell'età classica, ha dato luogo a movimenti architettonici e pittorici originali, quali il rinascimento napoletano e il barocco napoletano, il caravaggismo, la scuola di Posillipo ed il liberty napoletano, nonché ad arti minori ma di rilevanza internazionale, quali la porcellana di Capodimonte ed il presepe napoletano. È all'origine di una forma distintiva di teatro, di una canzone di fama mondiale e di una peculiare tradizione culinaria che comprende alimenti che assumono il ruolo di icone globali, come la pizza napoletana, e l'arte dei suoi pizzaioli che è stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio immateriale dell'umanità. Nel 1995 il centro storico di Napoli è stato riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio mondiale dell'umanità, per i suoi monumenti, che testimoniano la successione di culture del Mediterraneo e dell'Europa. Nel 1997 l'apparato vulcanico Somma-Vesuvio è stato eletto dalla stessa agenzia internazionale tra le riserve mondiali della biosfera.
=== Territorio === Camaldoli. Napoli sorge quasi al centro dell'omonimo golfo "dominato" dal vulcano Vesuvio e delimitato ad est dalla penisola sorrentina con Punta Campanella, ad ovest dai Campi Flegrei con Monte di Procida, a nord ovest-est dal versante meridionale della piana campana che si estende dal lago Patria al nolano. Il territorio di Napoli è composto da molti rilievi collinari (la collina dei Camaldoli, il più alto, raggiunge i ), ma anche da isole e penisole a strapiombo sul Mar Tirreno. Il territorio urbano, limitato a occidente dal vulcano Campi Flegrei, ed a oriente dal Somma-Vesuvio ha una storia geologicamente complessa. Il substrato su cui poggia la città ha origine eminentemente vulcanica, ed è il prodotto di una serie di eruzioni dei due complessi. Secondo la classificazione sismica nazionale, Napoli è ubicata in zona 2 (sismicità media). === Clima === Napoli gode di un clima mediterraneo, con inverni miti e piovosi ed estati calde e secche, ma comunque rinfrescate dalla brezza marina che raramente manca sul suo golfo. Secondo la classificazione Köppen, Napoli, nella sua fascia costiera, appartiene alla zona ''Cfa'' e ''Csa'', perché un mese di estate riceve una quantità di precipitazioni superiore a 40 millimetri. Il sole splende mediamente per 250 giorni l'anno. La particolare conformazione morfologica del territorio del capoluogo, comunque, è tale da fare in modo che la città possieda al suo interno differenti microclimi, con la possibilità quindi di incontrare variazioni climatiche anche significative spostandosi di pochi chilometri. Secondo la classificazione climatica italiana, Napoli è ubicata nella zona C. Statere del 275 a.C. L'etimologia del nome «Napoli» deriva dal termine greco ''Neapolis'' () che significa «città nuova», mentre la sua radice fa riferimento all'arrivo di nuovi coloni, dunque ad una ''epoikia''. In realtà fu un vero e proprio tratto distintivo dell'epoca greca. La città assorbiva nuove componenti e ogni volta rinasceva come Neapolis, la "Città Nuova" appunto: dopo la sua rifondazione, l'insediamento ribadì il proprio nome col sovrapporsi della componente ateniese, pithecusana, cumana (i profughi scampati, intorno al 421 a.C., alla presa della città da parte dei Campani) e osca. === Evo antico === civiltà del Gaudo. Veduta dell'area dove sorse la polis greca. Partenope, mitica fondatrice e prima eponima della città di Napoli. Il sito esatto in cui si è sviluppata la città, ossia la collina di Pizzofalcone e le aree limitrofe, risulta frequentato e occupato quasi ininterrottamente dal Neolitico medio. Parthènope venne fondata come ''epineion'' (approdo e caposaldo) cumano alla fine dell'VIII secolo a.C. (anche se la più antica documentazione archeologica risale alla seconda metà dell'VIII secolo), a guardia dell'accesso meridionale del golfo. Nel VI secolo a.C. la città venne rifondata come ''Neapolis'' (nuova città), diventando progressivamente una delle città più importanti della Magna Grecia e costituendo la fonte principale tramite la quale la "grecità" alimentò la nascente cultura romana. La Nuova Città, infatti, seppe immediatamente sia sostituirsi alla città madre nei commerci marittimi, sia assumere il controllo sul golfo che da Cumano divenne Golfo Neapolitano, mentre con l'arrivo del navarca ateniese Diotimo inaugurò il suo ruolo sempre più egemone su tutto il litorale campano ed "internazionale" nel Mediterraneo. Nel 326 a.C. venne conquistata dai Romani, conservando però l'eredità civile dei suoi fondatori fino nel Medioevo, tanto da poter essere definita «la metropoli dell’ellenismo d’Occidente». Distrutta nell'82 a.C. dai partigiani di Silla, nel corso dell'ultimo secolo della Repubblica e durante l'Impero Neapolis si trasformò gradatamente da città mercantile a città degli ''otia'' per l'alta società romana e per gli imperatori. Fu sede di importanti scuole, come quella di Filodemo di Gadara e Sirone ove studiarono Virgilio e Orazio, e dei giochi Isolimpici che si svolgevano ogni quattro anni in concomitanza con i giochi di Olimpia. Con l'ulteriore processo di latinizzazione promosso dall'imperatore Claudio passò da uno statuto di municipio a quello più prestigioso di colonia. === Età medievale === ==== Il Ducato di Napoli ==== ducato autonomo di Napoli, formalmente provincia bizantina sopravvissuta fino al 1139. Nel 536 Napoli fu conquistata dai bizantini durante la guerra gotica e rimase saldamente in mano all'impero anche durante la susseguente invasione longobarda, divenendo in seguito ducato autonomo. Il primo duca, secondo la tradizione, sarebbe stato Basilio, nominato nel 660-61 dall'Imperatore bizantino Costante II, anche se è probabile che egli fosse stato preceduto da altre persone con stesse mansioni, le quali erano comunque espressione delle cosiddette "famiglie magnatizie" cittadine. La vita del ducato fu caratterizzata da continue guerre, principalmente difensive, contro i potenti principati longobardi vicini e i conquistatori musulmani (genericamente definiti Saraceni), provenienti per lo più dal Nordafrica o dalla Sicilia, che era stata conquistata dagli Arabi-Aghlabidi a partire dall'827. Celebre è a tal proposito la battaglia navale di Ostia dell'849, mentre Abu l-'Abbas Muhammad I tentò di impadronirsi della città nell'846. L'avversione tra il cristianesimo e l'islam, tuttavia, intravide già a Napoli ampi spazi di convergenza in vista di una proiezione più mediterranea che continentale del ducato. I comuni interessi commerciali determinarono di fatto una sostanziale amicizia tra Napoli e il mondo arabo, tanto che si verificò il disinvolto impiego da parte napoletana (ma campana in genere, dovendosi comprendere in questo discorso anche Amalfi) di mercenari, per lo più assoldati nell'insediamento del Traetto (in arabo ''ribāṭ''). Prolungato artefice di questa politica fu il vescovo di Napoli e duca Attanasio II, a dispetto della scomunica inflittagli da papa Giovanni VIII. Il X secolo fu caratterizzato da una politica di neutralità, che mirò a tener fuori Napoli dai giochi che si svolgevano intorno a lei. Da ciò trassero giovamento sia l'economia, che la cultura, consentendo da un lato lo sviluppo delle industrie tessili e della lavorazione del ferro; dall'altro, un proficuo scambio di materiale letterario e storico - sia religioso sia profano, sia greco sia latino - tra la città e Costantinopoli, da cui provenne ad esempio il greco ''Romanzo di Alessandro''. Lo sviluppo del movimento iconoclasta da parte di Leone III l'Isaurico, e la conseguente disputa teologica tra quest'ultimo e Papa Gregorio II, ebbe come conseguenza il passaggio formale delle diocesi dell'Italia bizantina sotto l'autorità del patriarcato di Costantinopoli. Nei fatti, tuttavia, la disposizione di Leone III rimase inapplicata, e Napoli restò fedele all'autorità del Papa. Come ricompensa per la posizione assunta nella disputa, la città fu elevata al rango di provincia ecclesiastica intorno al 990, e Sergio II ne fu il primo arcivescovo. Nel 1030 il duca Sergio IV donò la contea di Aversa alla banda di mercenari normanni di Rainulfo Drengot, che lo avevano affiancato nell'ennesima guerra contro il principato di Capua, creando così il primo "ufficiale" insediamento normanno nell'Italia meridionale. Dalla base di Aversa, i normanni acquisirono una propria struttura sociale ed organizzativa e nel volgere di un secolo furono in grado di sottomettere tutto il meridione d'Italia, dando vita al Regno di Sicilia. ==== Il periodo normanno-svevo ==== Statua marmorea di Federico II di Svevia, posta all'ingresso del palazzo Reale di Napoli. Nel 1139 i normanni di Ruggero II d'Altavilla conquistarono la città, ponendo fine al ducato: Napoli entrò così a far parte del territorio del Principato di Capua, nel neonato Regno di Sicilia, con capitale Palermo; ciononostante la città, già un centro di spessore sin dal VII secolo (a quest'ultimo periodo si collega la sua funzione di vicecapitale dell'Esarcato d'Italia sotto Costante II), si affermò come una grande piazza commerciale. Passato il Regno di Sicilia in mano agli svevi sotto gli Hohenstaufen, Napoli fu compresa nel giustizierato di Terra di Lavoro. L'imperatore Federico II di Svevia preferì sempre come sua residenza Palermo così come anche la Capitanata in Puglia, ma a Napoli decise di istituire l'Università da cui trarre un ceto di funzionari fedeli istruiti all’interno dei confini. Essa, il più antico istituto europeo del suo genere, fu concepita come scuola indipendente dal potere papale. La città si ribellò più di una volta ai figli del defunto imperatore, Corrado IV e Manfredi, tanto che Corrado decise di diroccare parte delle mura e di spostare la sede dell'università a Salerno. La fedeltà al papato fu ricompensata con l'ultimo soggiorno di Innocenzo IV nel 1254, da ottobre a dicembre, prima della sua morte. ==== Il periodo angioino ==== ''San Ludovico di Tolosa che incorona il fratello Roberto d'Angiò'' (dipinto di Simone Martini). Napoli divenne parte del regno angioino in seguito alle vittorie di Carlo I d'Angiò su Manfredi di Svevia nel 1266 a Benevento; e su Corradino di Svevia a Tagliacozzo nel 1268. Sotto il regno di Carlo II d'Angiò, furono istituiti formalmente i ''Sedili'', organi amministrativi ripartiti per aree della città. Essi traevano la propria origine dalla fratrie dell'epoca greca e dalla ''Magna cura Regis'' e sarebbero rimasti in piedi fino al XIX secolo. In seguito alla rivolta scoppiata in Sicilia nel 1282 (Vespri siciliani, causati anche dalla promozione ufficiale della città a capitale del regno) e il passaggio dell'isola al dominio aragonese, Napoli, divenne la capitale del Regno di Napoli. Succede a Carlo d'Angiò il figlio Carlo II ed in seguito il nipote, Roberto d'Angiò, detto "il Saggio", che rende ulteriormente Napoli uno dei più influenti centri culturali dell'Europa e del Mediterraneo. A questo periodo risalgono i soggiorni in città di Francesco Petrarca, Simone Martini, Giotto (che vi fonderà una scuola pittorica giottesca fra le più importanti d'Italia) e di Boccaccio, che nella basilica di San Lorenzo Maggiore conoscerà Fiammetta, ovvero Maria d'Aquino ed in seguito rimpiangerà i piacevoli anni trascorsi alla corte napoletana. Succederà al re Roberto, la nipote Giovanna I di Napoli nel 1343 e poi sarà il momento dei d'Angiò di Durazzo nel 1382 con Carlo di Durazzo, Ladislao I di Napoli e Giovanna II di Napoli. Tra gli avvenimenti celebri verificatesi nel periodo della dinastia angioina: la decapitazione del giovane Corradino di Svevia nel 1268, il maremoto del 1343 (lo stesso che diede il colpo di grazia ad Amalfi), il primo tentativo di riunificazione politica d'Italia sotto Ladislao di Durazzo e gli assedi alla città nelle lotte per la successione di Giovanna II d'Angiò fra Renato d'Angiò e Alfonso V d'Aragona finché quest'ultimo, dopo essere penetrato nella città attraverso un acquedotto, nel 1442 poté occupare definitivamente Napoli. === Età moderna === ==== Il Regno aragonese ''Utriusque Siciliae'' ==== Dipinto di Alfonso il Magnanimo. Il sovrano Alfonso il Magnanimo privilegiò la città, facendone la capitale del suo Impero mediterraneo. Nonostante alcuni episodi di insofferenza come la Congiura dei Baroni, il regno di Alfonso fu caratterizzato dall'ampliamento del perimetro della città e dalla costruzione di una possente cinta muraria con ventidue torri cilindriche. In questo periodo furono anche costruiti importanti monumenti cittadini, come l'Arco del Maschio Angioino (iniziativa che diede origine al cosiddetto Clima dell'Arco), Palazzo Filomarino, Porta Capuana e Palazzo Como. Anche il clima culturale conobbe un notevole incremento, grazie al grande impulso dato da Alfonso alla biblioteca cittadina ed alla fondazione dell'Accademia Pontaniana. Le grandi somme profuse nella promozione della cultura diedero impulso ad un fiorire di attività, che resero Napoli protagonista dell'Umanesimo e del Rinascimento. ==== Il Viceregno spagnolo ==== Pedro Álvarez de Toledo. Dipinto di Tiziano. A partire dal 1501, in conseguenza delle Guerre d'Italia che stravolsero la geopolitica europea, Napoli perse la sua indipendenza. Dopo la marcia su Napoli di Carlo VIII di Francia e la nuova occupazione francese, nel maggio del 1503 passò sotto la dominazione spagnola, e per oltre due secoli il regno fu governato da un viceré per conto di Madrid. Il lungo dominio spagnolo viene generalmente considerato dalla storiografia, specie di stampo crociano, un periodo oscuro e di regresso. In effetti però, la città in questo periodo non cadrà mai in una condizione provinciale (le dimensioni ''monstre'', la vivacità interculturale e l'anticurialismo della Napoli spagnola), divenendo uno dei massimi centri dell'Impero; chiamata a contrastare tra l'altro l'espansionismo dell'Impero ottomano nel Mediterraneo centro-occidentale e ancor più importante a fungere da retrovia dell'azione spagnola nella valle padana. Del suddetto periodo è possibile riscontrare prestiti lessicali di adstrato nella lingua napoletana, nonché ampliamenti relativi all'assetto urbanistico della città, la quale raddoppiò il proprio perimetro ed assistette all'apertura di via Toledo e alla costruzione dei cosiddetti quartieri spagnoli, ad opera degli architetti Giovanni Benincasa e Ferdinando Manlio, su richiesta dell'allora viceré Pedro de Toledo. Nel corso della guerra di successione spagnola l'Austria conquistò Napoli (1707), ma la tenne per pochi anni, fino al 1734, anno in cui il regno fu occupato da Carlo di Borbone, che vi ricostituì uno Stato indipendente che comprendeva tutto il sud Italia e la Sicilia. ==== Il periodo borbonico e la parentesi francese ==== Ferdinando II re delle Due Sicilie; metà del XIX secolo. Sotto Carlo III di Borbone, la città sancì definitivamente il suo ruolo di grande capitale europea, soprattutto con una serie di grandi iniziative urbanistiche ed architettoniche; inoltre si affermò come grande centro illuminista. Con la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, Napoli vide la nascita di una repubblica giacobina affogata nel sangue dalla successiva restaurazione borbonica. Nel 1806 fu conquistata dalle truppe francesi condotte da Napoleone Bonaparte che affidò il regno a suo fratello Giuseppe e in seguito a Gioacchino Murat, che non riuscì ad unificare prematuramente la penisola ma risvegliò il sentimento nazionale attraverso il Proclama di Rimini. Nel 1815 con la definitiva sconfitta di Napoleone e il Congresso di Vienna Napoli ritornò nuovamente ai Borbone. Durante il periodo francese, numerose furono le spoliazioni napoleoniche di opere d'arte a Napoli. Il 1820 in Europa fu l'anno delle agitazioni contro l'assolutismo monarchico, e a Napoli queste si manifestarono nella rivolta capitanata dal generale Guglielmo Pepe. Intimorito da ciò, Ferdinando I acquisì un comportamento ambiguo, elargendo dapprima la Costituzione, e chiedendo poi l'aiuto austriaco, per poterla ritirare e reprimere l'opposizione. Tale atteggiamento si ripeté nei moti del 1848 quando, dopo l'ennesima insurrezione, Ferdinando II concesse una carta costituzionale, per poi sciogliere il Parlamento e reprimere la rivolta nel sangue, ripristinando l'assolutismo. Altresì, in questo periodo la città vide numerosi impulsi in molti settori. La città fu colpita, come il resto d'Europa, da epidemie di colera che falcidiarono la popolazione nel 1835-37 e nel 1854-55; determinando anche tumulti e sommosse. Nel 1860 il Regno delle Due Sicilie fu oggetto della spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi e successivamente invaso dal Regno di Sardegna. Francesco II di Borbone abbandonò Napoli ripiegando a Gaeta insieme a parte dell'esercito borbonico per «garantirla dalle rovine e dalla guerra… risparmiare a questa Patria carissima gli orrori dei disordini interni e i disastri della guerra civile», e fu tentata una prima difesa con la battaglia del Volturno e quindi con l'assedio di Gaeta. A seguito della sconfitta delle truppe borboniche, Napoli fu annessa al nascente Regno d'Italia. === Età contemporanea === Nel 1864 il Regno d'Italia fu forzato dalla Convenzione di settembre con il Secondo Impero francese di Napoleone III a spostare la capitale da Torino. Tra i motivi dello spostamento vi furono quelli militari: Napoli venne ritenuta la favorita assieme a Firenze (la prima era "protetta" dall'Appennino e la seconda dal Mar Tirreno). La città partenopea, per ragioni politiche, venne considerata dalla maggioranza del gabinetto una candidata particolarmente adatta, ma non ottenne l'appoggio del re che ritenne Firenze una città più consona ad un ruolo di capitale temporanea, scelta confermata dal comitato di cinque generali chiamato a decidere, in quanto Napoli non sarebbe stata sufficientemente difendibile con la flotta italiana che non era ai livelli di quella francese o inglese. Lo smantellamento soprattutto delle precedenti strutture di governo seguito all'unificazione della penisola, unito al nuovo sistema fiscale e doganale nazionale ereditato da quello piemontese, determinò una profonda crisi sociale ed industriale (denunciata anche dalla scrittrice Matilde Serao ne ''Il ventre di Napoli'' e ''Il paese di cuccagna''). Le condizioni critiche della Napoli post-unitaria furono all'origine, a fine secolo XIX, di una profonda trasformazione urbanistica che le darà vaghe assonanze con la Parigi di Haussman. In questo periodo furono demoliti numerosi fabbricati e monumenti, costruiti nuovi quartieri, edifici ed aperte le arterie di via Duomo, del Rettifilo, di via Francesco Caracciolo e viale Gramsci. Questo frangente storico coincise oltremodo con la nascita di numerosi ''café-chantan'' e di un dinamico ambiente culturale e sociale. L'11 marzo 1918 nel corso del primo conflitto mondiale, pur trovandosi molto distante dalla zona di conflitto, la città fu bombardata dal dirigibile tedesco L.58 o LZ 104 partito da una base bulgara, causando 16 vittime tra la popolazione civile. Mussolini sul palco delle autorità. Nei primi anni venti del XX secolo, Napoli fu sede di uno dei più importanti Fasci di Combattimento italiani con a capo Aurelio Padovani; il 24 ottobre 1922 la città fu teatro della grande adunanza di camicie Nere che fu la prova generale della Marcia su Roma. Uno «scugnizzo» armato durante le Quattro giornate di Napoli. Con lo spostamento del baricentro politico ed economico del paese verso il Mezzogiorno, Mussolini riservò a Napoli il ruolo di città Porto dell'Impero coloniale italiano, motivo per cui vide di nuovo un profondo rinnovamento urbanistico. Casi emblematici sono la costruzione della Mostra d'Oltremare e del primo passante ferroviario di penetrazione urbana sotterraneo d'Italia, noto come "metropolitana FS", con la tratta Napoli-Pozzuoli. Proprio per il suo ruolo Napoli fu, durante la Seconda guerra mondiale, la città italiana che subì il numero maggiore di bombardamenti (circa 200). Dopo la resa del Regno d'Italia agli Alleati, avvenuta l'8 settembre 1943, Napoli fu teatro di una storica insurrezione popolare nota come le 4 Giornate (27-30 settembre 1943) che, coronata dal successo, diede impulso alla Resistenza italiana dei partigiani contro i nazifascisti. Durante il secondo dopoguerra, vi fu il referendum per decidere tra monarchia e repubblica, e nella circoscrizione di Napoli ben furono a favore della prima. Pochi giorni dopo, fu Enrico De Nicola, napoletano, ad essere eletto primo presidente della Repubblica. Negli anni 50, nel pieno di quel fenomeno politico-sociale detto laurismo, nacque la grande speculazione edilizia che fu simbolicamente descritta nel film ''Le mani sulla città'' di Francesco Rosi. La città in questo periodo si espanse in tutte le direzioni, creando quelle che oggi sono le sue sterminate periferie che gravitano sul piccolo «distretto» centrale. Nello stesso periodo la città, che andava riprendendosi lentamente dagli scempi del secondo conflitto, vide nascere un'attività cinematografica molto intensa, sia a livello nazionale che internazionale. Il terremoto dell'Irpinia del 1980 fece sentire i suoi effetti anche a Napoli: nella zona orientale crollò un palazzo mal costruito causando la morte di 52 persone ed il settore turismo subì un'ulteriore flessione. Da una situazione economica e sociale così difficile, fu la camorra a proliferare. Nel 1994 la città ospitò il G7 e la conferenza mondiale dell'ONU per la lotta contro la criminalità organizzata, iniziando così un periodo di relativa rinascita. Nel 1995, dopo circa dieci anni di cantieri, venne completato il Centro Direzionale di Napoli, il primo cluster di grattacieli dell'Europa meridionale. Gli anni successivi vedranno la città divenire sede della Apple Developer Academy (2016), della XXX Universiade (inaugurata il 3 luglio 2019), dopo la rinuncia della capitale brasiliana, ed ospitare il vertice del G20 su ambiente, energia e clima (2021). === Simboli === Logo della città di Napoli, con lo stemma rosso e oro posto in alto. Lo stemma si compone di uno scudo sannitico diviso in due parti orizzontali di uguale altezza, quella superiore colorata d'oro e l'altra di rosso («troncato d'oro e di rosso»), sormontato da una corona turrita con cinque bastioni merlati visibili, di cui solo uno, quello centrale, dotato di porta d'ingresso. Secondo un'ipotesi, già dichiarata infondata dallo storico Bartolomeo Capasso, l'oro simboleggia il sole, mentre il rosso la luna. Il gonfalone riprende i due colori dello stemma, oro e rosso, che occupano rispettivamente la metà superiore e la metà inferiore dell'intero drappo («troncato»), riprendendo simmetricamente la disposizione dei colori dello scudo araldico cittadino. === Onorificenze === Napoli è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione; è stata, infatti, la prima grande città europea a liberarsi dall'occupazione nazi-fascista e quindi insignita della medaglia d'oro al valor militare per i sacrifici della popolazione e per le attività nella lotta partigiana durante la rivolta detta delle Quattro giornate di Napoli. centro storico. In evidenza, il monastero di Santa Chiara, Spaccanapoli e il centro direzionale. La storia di Napoli si presenta come un microcosmo di storia europea fatta di diverse civiltà, popoli e culture che hanno lasciato tracce anche nel suo eminente patrimonio artistico e monumentale. Napoli è in assoluto una delle città mondiali a maggior densità di risorse culturali, artistiche e monumentali, definita dalla BBC come la città italiana con troppa storia da gestire. Il suo centro storico, frutto di storia, arte ed espressione urbanistica lungo un arco di circa tremila anni, ha esercitato una profonda influenza sull'Europa sin dall'Evo Antico. === Architetture religiose === Cattedrale di Santa Maria Assunta. Certosa di San Martino. Gli edifici religiosi costituiscono una parte essenziale del patrimonio monumentale cittadino. La certosa di San Martino, realizzata su imponenti fondamenta gotiche che già da sole costituiscono una notevole opera architettonica, è uno dei più riusciti esempi del barocco; mentre la cattedrale è quella di Santa Maria Assunta, anche se ne esistono molte altre degne di nota: la chiesa dei Girolamini, la basilica reale pontificia di San Francesco di Paola, la chiesa della Trinità Maggiore, la basilica di San Domenico Maggiore, la basilica dello Spirito Santo, la basilica di Santa Chiara con la navata in stile gotico provenzale lunga 130 metri ed alta 45, la basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore, la basilica di San Paolo Maggiore, la basilica di Santa Maria della Sanità, la chiesa di Sant'Agostino Maggiore, la basilica di San Lorenzo Maggiore, ecc.. Chiesa della Trinità Maggiore. Basilica di Santa Chiara. Le chiese di Napoli si aggirano intorno al migliaio di unità, il che ne fa probabilmente la città con più chiese al mondo. Nel centro antico, da non confondersi con il centro storico, vi si concentrano circa 300 chiese dall'enorme valore storico, artistico ed architettonico. Nel XVIII secolo la metropoli partenopea era soprannominata la "città delle 500 cupole". Nonostante i vari restauri portati a termine nell'ultimo lustro (chiesa di San Carlo alle Mortelle, chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, complesso dei Cinesi, chiesa di Santa Maria Assunta dei Pignatelli, chiesa di Santa Maria della Colonna, ecc.) e nonostante quelli in corso (basilica di San Giacomo degli Spagnoli, complesso dei Girolamini, chiesa di Santa Maria di Portosalvo, ecc.) sono ancora molte le chiese chiuse ed in cattivo stato di conservazione, anche di notevole valore come ad esempio: la chiesa di Santa Maria delle Grazie Maggiore a Caponapoli, la chiesa della Santissima Trinità alla Cesarea o la chiesa di Santa Maria in Cosmedin. Innumerevoli anche le edicole sacre di Napoli, i chiostri monumentali e le aree cimiteriali, come il cimitero di Poggioreale, uno dei più vasti d'Europa. === Architetture civili === Per il suo clima mite e per la sua felice posizione al centro di una baia di indiscusso fascino, Napoli ed i suoi dintorni nel corso del tempo sono stati scelti anche come luogo di villeggiatura. Per tale ragione sono alcune centinaia le ville presenti in città e a tal proposito si ricordano: villa Pignatelli, villa Carafa di Belvedere, villa Doria d'Angri, villa Rosebery, villa Floridiana, villa Rocca Matilde e villa Visocchi. Palazzo Reale. Reggia di Portici. Edificio della stazione di Napoli Afragola; di Zaha Hadid. L'edilizia civile in epoca altomedievale risentì ampiamente delle numerose guerre e dell'incertezza politica del periodo; successivamente, con l'ascesa della città a capitale, si iniziarono ad edificare dimore e palazzi nobiliari anche con l'intento di prender parte alla vita di corte. La Reggia di Capodimonte. L'Obelisco dell'Immacolata. La Fontana del Gigante. Galleria Umberto I. Riguardo l'Umanesimo numerose furono le testimonianze di palazzi lasciate in città, in particolare da artisti catalani e, a partire dal XV secolo, più marcata fu invece l'impronta toscana caratteristica dell'edilizia civile rinascimentale riletta in chiave locale. Furono gli anni in cui si ebbe la fioritura più cospicua di palazzi nobiliari, soprattutto grazie alle espansioni a ovest che portarono alla nascita di via Toledo. Al particolarmente prolifico periodo barocco risalgono invece le grandi residenze regie (quella di piazza del Plebiscito, quella di Capodimonte, quella di Portici e quella di Caserta, costruita a circa a nord di Napoli per motivi di sicurezza ma facente parte anch'essa del grande piano urbanistico napoletano di stampo illuminista sotto Carlo di Borbone) e il teatro di San Carlo (il più antico al mondo ancora in attività ed il più capiente in Italia). Ancora, sempre nel corso della metà del XVIII secolo, fu costruito il real Albergo dei Poveri, paragonabile in dimensioni alla Reggia di Caserta. Dopo l'unità d'Italia, sul finire del XIX secolo, si avviò il grande progetto del risanamento di Napoli, che prevedeva l'abbattimento di intere zone e l'edificazione di nuovi edifici, anche di notevole pregio come la galleria Umberto I. Dopo il razionalismo italiano, che vide nascere importanti strutture come il nuovo palazzo delle Poste o il teatro Mediterraneo della Mostra d'Oltremare, negli anni novanta venne inaugurata un'intera cittadella di grattacieli, la prima d'Italia e dell'Europa meridionale, ossia il centro direzionale di Napoli di Kenzō Tange, alla cui realizzazione parteciparono architetti di fama internazionale come Renzo Piano. In anni più recenti si ricorda invece l'imponente stazione di Napoli Afragola di Zaha Hadid, considerata dalla BBC tra le migliori costruzioni al mondo del 2017. Gli obelischi della città, i più famosi dei quali sono il grande obelisco dell'Immacolata, quello di San Domenico e di San Gennaro, risalgono al periodo tra il medioevo e il barocco e derivano grossomodo sia dalle pratiche della chiesa di assegnare a un importante edificio di culto un elemento riconoscibile ai pellegrini, sia dalle feste pubbliche, quando si usava costruire torri lignee portate a spalla e fortemente decorate con cartapesta (cosa che avviene tuttora con la Festa dei Gigli di Nola). Napoli, sebbene molto meno rispetto al passato, è inoltre ricca di fontane: la fontana del Gigante, la fontana del Sebeto e la fontana del Nettuno sono importanti esempi di epoca barocca, mentre la più vasta è la fontana dell'Esedra (900 m²) di Carlo Cocchia e Luigi Piccinato che si sono ispirati alla settecentesca fontana della Reggia di Caserta. Molto numerose invece le scale storico-monumentali della città (più di 200). Esse costituiscono un vero e proprio elemento distintivo dell'urbanistica partenopea, ve ne sono di varie forme e dimensioni disseminate su tutto il territorio del centro storico: la Pedamentina a San Martino, la scalinata del Petraio, la monumentale scalinata di Montesanto, ecc. === Architetture militari === Port'Alba. Castel dell'Ovo. Maschio Angioino. Sin dall'epoca greca le mura cittadine si estendevano su un tracciato quadrangolare delimitato a nord sull'odierna via Foria, a sud dal corso Umberto I, ad ovest su via San Sebastiano e ad est su via Carbonara. Queste saranno poi riprese anche in epoca romana, costituendo quindi il centro antico della città. Delle modifiche furono compiute per accogliere i profughi dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e sotto Valentiniano III. Napoli ha visto l'avvicendarsi di diverse dinastie straniere, motivo per cui ha dovuto dotarsi di poderose fortificazioni: il Castel dell'Ovo, direttamente sul mare, costruito sulle vestigia della Villa di Licinio Lucullo, con funzione prettamente difensiva delle coste cittadine data la sua posizione pressoché centrale; il Castel Capuano, costruito nel 1153 per volere di Guglielmo I di Sicilia, con lo scopo di proteggere l'entroterra ma anche di fungere da residenza reale. In epoca angioina le mura si estendevano per circa comprendendo un'area di circa 200 ettari e circa abitanti. Il fossato a nord fu denominato ''carbonarius publicus'' in quanto vi venivano bruciati i rifiuti, quello a ovest ''Lavinaius'' in cui fluivano le acque piovane prima di gettarsi in mare. Ulteriori modifiche furono effettuate nel XIII secolo da Carlo I d'Angiò in direzione della marina fino ad includere il Castel Nuovo; e nel 1484 dagli aragonesi in direzione del Carmine fino ad includere l'omonimo castello. In questa fase furono edificati altri tre castelli: il Maschio Angioino, che assunse il ruolo di residenza reale, il Castel Sant'Elmo, che aveva una funzione di controllo della città grazie alla sua favorevole posizione in altura, ed il Castello del Carmine. Durante il vicereame spagnolo furono intrapresi nuovi lavori di murazione. Nonostante il divieto di estendersi fuori le mura, nel 1656 la città contava abitanti (compresi i casali). Al periodo del viceregno invece, risalgono il Castello di Nisida ed il forte di Vigliena. La caserma Garibaldi infine, rappresenta l'ultima fortificazione, sorta poco prima l'unità d'Italia. Altri castelli, per lo più palazzi o monasteri fortificati, sono locati oltre le mura e nel suo circondario. Da segnalare anche i piccoli fortini daziari del muro finanziere (come quello in stile neogreco del ponte dei Granili), l'ultima cinta muraria che circondava la città ottocentesca. Con lo sviluppo delle tecnologie belliche, le mura persero via via valore fino a scomparire del tutto. La cinta muraria originale era intervallata da una serie di torri, dapprima erette in tufo e poi in piperno e pietra lavica, accompagnate lungo il percorso da una serie di portali dei quali sono ancora visibili testimonianze: porta Medina (1640) nell'attuale Montesanto, porta San Gennaro (1573) nell'attuale piazza Cavour, porta Capuana di vetuste origini, port'Alba (1625) nell'attuale piazza Dante. Per quanto concerne le torri ne sono sopravvissute varie e si ricordano torre Ranieri e torre San Domenico. === Siti archeologici === Il parco archeologico di Posillipo. Galleria Borbonica. L'attuale forma del centro antico rispecchia ancora la rielaborazione dell'antico tracciato viario, costituendo il più importante sito archeologico greco presente a Napoli ed ancora in uso da 2600 anni circa. La Napoli greca, oltre al prezioso impianto urbano, ci ha lasciato altri resti del suo passato come ad esempio mura, torri di difesa, templi (compresa la tazza di porfido proveniente dal tempio di Era di Poseidonia), cunicoli ed ambienti vari del sottosuolo. Più numerosi i resti del periodo romano e possiamo trovare: resti di mercati come quello di San Lorenzo Maggiore, aree termali come quella di Santa Chiara, cryptae, mura, acquedotti, passaggi sotterranei (iniziati dai greci ma ampliati dai romani) e reperti di vario genere. Napoli sotterranea occupa una enorme estensione (circa 900.000 mq di cavità artificiali). Tra gli stessi ambienti del sottosuolo, è possibile inoltre vedere anche i resti del teatro romano di Neapolis in cui si esibiva Nerone. Altri frammenti dello stesso teatro invece, possono essere visti dall'esterno lungo i decumani. Come testimonianza della Napoli antica vi sono anche le sepolture sotterranee: le più famose sono le catacombe cristiane, ma ne esistono esempi legati anche al periodo greco e preellenico. Immediatamente fuori dalla città vi è l'area archeologica dell'antica Ercolano, ritenuta dagli archeologi un suburbio dell'antica Neapolis. === Aree naturali === La baia di Trentaremi lungo la costa di Posillipo. Il parco nazionale del Vesuvio. Veduta del parco regionale dei Campi Flegrei (in evidenza Nisida, Capo Miseno, Procida e Ischia). Napoli, oltre a possedere un patrimonio storico, monumentale, artistico, archeologico e culturale di livello mondiale, conta anche un patrimonio naturalistico paragonabile a quello di Rio de Janeiro, tanto che su tale elemento distintivo è nato il celebre detto popolare «''Vedi Napoli e poi muori''». La città possiede una moltitudine di aree verdi libere: il parco di Capodimonte, una vasta distesa di verde che circonda diversi fabbricati settecenteschi ed in particolare l'omonima reggia, la Villa Reale (oggi meglio conosciuta come ''Villa Comunale''), un giardino urbano di circa un chilometro e mezzo opera di Carlo Vanvitelli, il parco Vergiliano a Piedigrotta, una piccola area verde in cui secondo la tradizione popolare è custodito il sepolcro di Virgilio, o ancora la villa Floridiana, il real orto botanico e il parco regionale dei Campi Flegrei. Una veduta particolarmente suggestiva è offerta dal parco Virgiliano a Posillipo, posizionato su uno punto che permette di osservare contemporaneamente tutta la baia di Napoli. Sulla collina dei Camaldoli inizia invece il parco Metropolitano delle colline di Napoli (2215 ettari), il quale occupa un quinto dell'intera superficie comunale fino al parco del Poggio ai Colli Aminei. Oltre agli spazi verdi Napoli è caratterizzata anche da aree marine protette, come Nisida, cala Badessa e la Gaiola, quest'ultima un raro esempio nel Mediterraneo di parco archeologico sommerso a causa del fenomeno del bradisismo. Posto a pochissima distanza dalla zona est, si ricorda infine il vulcano Vesuvio, simbolo per eccellenza della città, il cui parco è stato inserito dall'UNESCO tra le riserve mondiali della biosfera. === Evoluzione demografica === Nel primo censimento dello Stato unitario (1861), Napoli era il comune più popoloso d'Italia e tra i primi in Europa. Cedette all'inizio degli anni 30 del 900 il primato a Milano e poi a Roma. Annoverando anche i pendolari (circa 200.000, ben il 20% in rapporto alla popolazione residente), i militari, ecc. che ogni giorno si riversano in città, il numero degli abitanti all'interno del comune cambia considerevolmente. Al 31 dicembre 2016, ci sono 55.652 stranieri che vivono nel territorio comunale, a maggioranza singalese. === Etnie e minoranze straniere === Al 31 dicembre 2020, a Napoli risultavano residenti cittadini stranieri (6,2% della popolazione complessiva). Le nazionalità principali sono: * Sri Lanka: * Ucraina: * Cina: * Pakistan: * Romania: * Filippine: * Bangladesh: * Nigeria: * Polonia: === Lingue e dialetti === Giambattista Basile, uno dei primi scrittori e letterati in lingua napoletana. La lingua napoletana è un idioma neolatino appartenente al gruppo italo-romanzo ed al subgruppo meridionale intermedio, e diffuso a Napoli nella variante diatopica locale nota come dialetto napoletano (''napulitano''). Il napoletano, come qualsiasi altro idioma, ha inoltre subìto, nel corso della sua storia, influenze e "prestiti" di adstrato dai vari popoli che hanno governato la Campania e l'Italia centro-meridionale a partire dal Medioevo: dai funzionari e i mercanti bizantini nell'epoca del Ducato di Napoli, passando per i duchi e i principi longobardi di Benevento, giungendo infine ai sovrani normanni, francesi e spagnoli. Le prime testimonianze scritte si hanno già nel 960 con il famoso ''Placito di Capua'', mentre la prima opera in prosa è stata considerata per secoli un testo di Matteo Spinelli, i ''Diurnali'', un presunto ''cronicon'' degli avvenimenti più importanti del regno di Sicilia dall'XI secolo fino al 1268; nel XIX secolo si accese una diatriba tra vari studiosi sulla veridicità o meno di questo scritto, oggi considerata definitivamente risolta con l'accettazione dell'inautenticità della cronaca di Matteo Spinelli. A partire dal 1442, per volontà di re Alfonso V d'Aragona, il suddetto idioma, nella sua forma letteraria andò a costituire la lingua ufficiale della cancelleria del regno, sostituendo in alcuni contesti il latino, e conservando tale funzione per un periodo relativamente breve, fino al 1501, quando, per volere degli stessi letterati locali dell'Accademia Pontaniana, venne progressivamente sostituito (e dal 1554, per volontà del cardinale Girolamo Seripando, in maniera definitiva) dal ''volgare toscano'', ossia dall'italiano, il quale, proprio dal XVI secolo, e in concomitanza con la trasformazione in viceregno del reame di Napoli, è usato come lingua ufficiale e amministrativa di tutti i regni e gli Stati italiani preunitari (con l'unica eccezione del Regno di Sardegna insulare, dove l'italiano assunse tale posizione a partire dal XVIII secolo), fino ai giorni nostri. Tuttavia, se le due principali lingue di cultura del tempo sono l'italiano e il latino, sul versante della comunicazione orale il napoletano —e più precisamente la sua variante dialettale cittadina, nel caso specifico della città Napoli— conservava senz'altro un proprio primato, coesistendo in forma di diglossia con l'italiano fino all'attualità. Il più celebre poeta napoletano d'Età Moderna è Giulio Cesare Cortese, di cui si ricorda la ''Vaiasseide'', mentre, la prosa in volgare napoletano, diviene celebre grazie a Giambattista Basile, vissuto nella prima metà del Seicento e autore di un'opera famosa come ''Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille'', tradotta in italiano da Benedetto Croce, la quale ha regalato al mondo la realtà popolare e fantasiosa di quelle che sono oggi universalmente conosciute come "fiabe classiche". Saranno proprio Cortese e Basile a porre le basi per la dignità letteraria ed artistica della lingua napoletana moderna. Negli ultimi tre secoli, infatti, il napoletano è stato utilizzato con una certa frequenza e con notevoli risultati anche nell'arte. Nella letteratura e poesia, con Salvatore di Giacomo, Edoardo Nicolardi, Libero Bovio; nel teatro, che ha dato luogo al teatro napoletano; nella lirica, che tra il XVII e XVIII secolo (durante il periodo di maggior fulgore della scuola musicale napoletana) ha prodotto interi libretti di opere; nella musica, con la canzone classica napoletana; e nel XX secolo, anche nel cinema. === Religione === Basilica reale pontificia di San Francesco di Paola. Luogo di approdo dell'apostolo Pietro in Italia, Napoli fu uno dei primi luoghi del Cristianesimo in Occidente. Le prime catacombe partenopee, risalenti al II ed al III secolo d.C., non furono adibite al culto, ma utilizzate solo per usi funebri, secondo quanto stabiliva la legge romana. L'evangelizzazione della città si sviluppò nei primi secoli dell'era cristiana, e la latinizzazione dei riti avvenne nel XII secolo, soprattutto ad opera di Ruggero II il normanno. Per molti secoli le basiliche maggiori ospitarono i sedili di Napoli, organi amministrativi cittadini cui si deve, tra l'altro, l'opposizione all'istituzione del locale tribunale dell'Inquisizione (1547). La città, tranne i quartieri occidentali afferenti alla diocesi di Pozzuoli, appartiene all'arcidiocesi di Napoli, retta dall'arcivescovo cardinale Crescenzio Sepe. È organizzata in base a 13 decanati, con 500 luoghi di culto di cui 189 parrocchiali. In ambito islamico, presenze musulmane all'interno della città partenopea, anche se sporadiche, si ebbero fin dal IX secolo, in quanto essenzialmente avevano instaurato rapporti commerciali con i napoletani. La diffusione dell'islam come chiesa organizzata, invece, avvenne in concomitanza con i flussi migratori degli anni ottanta del Novecento, quando sorsero le prime due moschee rispettivamente a piazza Garibaldi e piazza Municipio. Successivamente, un'altra moschea venne aperta in piazza Mercato e, all'indomani degli attentati delle Torri Gemelle del 2001, la stessa moschea e la Diocesi di Napoli redassero una dichiarazione comune ''Salam alaikum – Pax Vobiscum'' nella quale si confermano i principi di reciproco rispetto e buona convivenza. Ad oggi la presenza islamica in città registra una precoce evoluzione, come attesta il docufilm ''Napolislam'' del 2015 vincitore del Biografilm Festival. Infine, sono presenti anche una chiesa evangelica, una basilica anglicana e una comunità ebraica. === Tradizioni e folclore === Un vicolo tipico del centro storico di Napoli. La ricca e storica tradizione popolare di Napoli e la sua cultura millenaria hanno determinato nel corso del tempo un sentimento di ''napoletanità'' che sintetizza diverse abitudini e credenze del popolo locale. Questi elementi, alcuni dei quali anche pittoreschi e talune volte caricaturizzati, determinano così, nel napoletano, l'acquisizione di un'identità solida ed una forte appartenenza alla città, riassumendo addirittura il contesto folcloristico e culturale dell'intera regione ed in alcuni casi anche dell'Italia. sangue di San Gennaro. Il bagaglio culturale, che va dalla musica alla cucina, dai riti sacri alle credenze mistiche, fa sì che alla città vengano associati diversi stereotipi che, in alcuni casi, vengono anche allargati al contesto nazionale. Pizza, sole, tarantella e mandolino, quattro simboli di Napoli, sono infatti annoverati e riconosciuti come i più classici simboli (utilizzati alcune volte con accezione dispregiativa) dell'Italia nell'immaginario collettivo internazionale. Tante altre invece sono le parole o le immagini che sintetizzano e rappresentano l'identità stereotipata napoletana: come il Vesuvio; il corno o il munaciello, che testimoniano la superstizione popolare; la mozzarella, simbolo assieme alla pizza della cucina napoletana e italiana; la tombola tipico gioco natalizio che viene accompagnato alla smorfia napoletana, altra invenzione popolare napoletana quest'ultima usata anche per il gioco del lotto, molto diffuso in città; c'è poi Pulcinella, una delle maschere italiane più famose e spesso usata per rappresentare l'italiano; infine vi è l'iconografia classica del vicolo napoletano, dominato dai bassi e dai panni stesi lungo la strada. Tra i riti religiosi, invece, dominano la storica arte presepiale napoletana per rappresentare la scena della Natività; il miracolo di San Gennaro, testimonianza della devozione religiosa popolare e dell'amore verso questo santo; ed infine il culto della Madonna dell'Arco. === Istituzioni, enti ed associazioni === Il polo universitario di San Giovanni a Teduccio che ospita la Apple Developer Academy e la Cisco Networking Academy. Napoli, in quanto capoluogo della città metropolitana e della regione Campania, ospita, oltre alle sedi comunali, gli organi di governo della città metropolitana e della regione; inoltre, è sede di organismi nazionali come l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e di villa Rosebery, la residenza ufficiale estiva del presidente della Repubblica. Il ruolo della città è tuttavia più ampio: Napoli è sede del comando integrato delle forze NATO per l'Europa meridionale (con l'aggiunta di altre basi minori: Capodichino, Camaldoli ed Agnano), dell'Hub di Direzione Strategica per il fronte sud (Nord Africa, il Sahel e il Medio Oriente) dell'Alleanza Atlantica, della Apple Developer Academy, della Cisco Networking Academy e co-innovation Hub, dell'Osservatorio internazionale per l'Economia del mare e della Lazarus Union Italia, un ramo diretto della ONG internazionale. Per quanto concerne gli ospedali, la città ne ospita innumerevoli sia pubblici che privati, solo per citarne alcuni: l'ospedale Antonio Cardarelli, l'Ospedale del Mare, l'azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, l'ospedale Monaldi, il Pascale, l'ospedale pediatrico Santobono e l'ospedale Domenico Cotugno. === Istruzione === ==== Archivi e biblioteche ==== Complesso claustrale dei Girolamini, sede della biblioteca omonima. Napoli possiede un Archivio di Stato istituito nel 1808 al fine di concentrare presso un'unica sede tutti gli antichi archivi del Regno di Napoli. Sul territorio del comune sono attive 14 biblioteche comunali. La biblioteca più antica della città —e seconda in Italia per nascita, dopo quella Malatestiana di Cesena— è la biblioteca dei Girolamini, aperta al pubblico nel 1586. La più grande —e terza nel paese per dimensioni— è invece quella Nazionale, aperta nel 1804 come "reale biblioteca di Napoli", nel palazzo degli Studi. Le collezioni librarie ivi ubicate vi furono trasferite dalla reggia di Capodimonte per volontà reale. Divenuta "reale biblioteca borbonica" nel 1816, nel 1860, con l'unità d'Italia, fu poi denominata biblioteca Nazionale. Altre biblioteche, archivi o raccolte della città sono quelle dell'Università di Napoli (BUN), del conservatorio di San Pietro a Majella, della raccolta appartenente dell'archivio di Stato, della Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici, della Società Napoletana di Storia Patria, della biblioteca Tarsia, della biblioteca del MANN, della biblioteca di storia dell'arte Bruno Molajoli e di molte altre ancora. ==== Ricerca ==== La Stazione zoologica Anton Dohrn, a Mergellina, comprende l'acquario più antico d'Italia. La città ospita numerosi centri di ricerca di notevole importanza, di seguito alcuni tra i più rilevanti: * La Stazione zoologica Anton Dohrn sita all'interno della villa Comunale, che comprende anche l'acquario più antico d'Italia e secondo più antico d'Europa (primo tra quelli ancora esistenti). * L'European Marine Biological Resource Centre; * L'Istituto Nazionale Tumori Pascale; * SDN, Istituto di Ricerca Diagnostica e Nucleare; * La sede operativa dell'Osservatorio Vesuviano (quella storica è invece adibita a museo e si trova nei pressi del Vesuvio), il più antico osservatorio vulcanologico del mondo; * Il ''Tigem'' (Telethon Institute of Genetics and Medicine), il Ceinge-Biotecnologie avanzate, l'Istituto di Ricerche sulla Combustione presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università degli studi di Napoli Federico II e diversi istituti del CNR; * L'Osservatorio astronomico di Capodimonte; * La Sezione di Napoli dell'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) con sede presso il complesso universitario di Monte Sant'Angelo; * Center for Advanced Biomaterials for Healthcare dell'IIT; * L'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, accademia culturale e scientifica di rilevanza internazionale con sede nello storico palazzo Serra di Cassano; * L'Istituto Italiano per gli Studi Storici, fondato da Benedetto Croce, ha sede a palazzo Filomarino; * L'Accademia Pontaniana, sorta nel XV secolo a Napoli come libera iniziativa di uomini di cultura. Riconosciuta con il regio decreto n. 473 del 10 ottobre 1825, si propone di coltivare le scienze, le lettere e le arti; * La Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti. * La Stazione Sperimentale per l'Industria delle Pelli e delle Materie Concianti, fondata nel 1885 per dare supporto tecnologico all'industria guantaria napoletana ed oggi centro di ricerca riconosciuto a livello internazionale per la chimica e la tecnologia conciaria. * Il Centro Studi "Gaetano Salvemini", istituto di ricerca storica e sociologica. ==== Scuole ==== Complesso della Nunziatella, prima scuola militare al mondo tra quelle ancora operative senza soluzione di continuità. Vista l'origine greca della città, la scuola napoletana ha radici illustri e molto antiche. Durante l'epoca romana alquanto rinomata era la sua scuola di osservanza epicurea. Uno degli istituti più importanti a Napoli è senza dubbio la scuola militare "Nunziatella", la più antica tra le scuole militari al mondo ancora attive, nonché il più antico istituto italiano di formazione militare. Nata nel 1787 ad opera di Ferdinando IV di Borbone sotto la denominazione di Real Accademia Militare, è stata eletta nel 2012 patrimonio culturale dei Paesi del Mediterraneo da parte dell'Assemblea parlamentare del Mediterraneo. Situata a Pizzofalcone in via Generale Parisi 16, è stata fin dalle origini luogo di elevata formazione militare e civile, ed ha avuto tra i suoi professori ed alunni personalità del calibro di Francesco De Sanctis, Mariano d'Ayala, Carlo Pisacane, Enrico Cosenz e persino un re d'Italia, Vittorio Emanuele III. Tra i numerosissimi ex-allievi di prestigio, figurano altissimi gradi delle forze armate, Presidenti del Consiglio, ministri, senatori e deputati del Regno delle Due Sicilie, del Regno d'Italia e della Repubblica Italiana, un presidente della Corte Costituzionale, nonché esponenti di assoluto rilievo del mondo culturale, politico e professionale italiano ed internazionale, tra cui un vincitore del premio Sonning. La bandiera della scuola è decorata da una croce d'oro al merito dell'Arma dei carabinieri (2012) e da una medaglia di bronzo al valore dell'esercito (2008). I suoi ex-allievi hanno meritato 38 medaglie d'oro, 490 medaglie d'argento e 414 medaglie di bronzo al valor militare, 1 al valor civile e numerosissimi altri riconoscimenti al valore. Altri istituti storici napoletani di particolare importanza sono il Liceo scientifico Giuseppe Mercalli, Liceo scientifico Tito Lucrezio Caro, liceo classico Umberto I, il Sannazaro, il Genovesi, il liceo Vittorio Emanuele II, il Liceo Statale Giuseppe Mazzini, il Liceo classico statale Adolfo Pansini, il Liceo scientifico Leon Battista Alberti, il liceo Giambattista Vico, l'istituto Statale d'Arte "Filippo Palizzi", il Liceo scientifico Elio Vittorini, l'Istituto tecnico Enrico De Nicola, il Liceo statale Margherita di Savoia ed il complesso del Convitto Nazionale. ==== Istituti per l'alta formazione ==== ===== Conservatorio musicale ===== Storica è la tradizione del conservatorio di San Pietro a Majella, fondato nel 1826 come "Regio conservatorio di musica" a seguito della fusione di altri quattro precedenti istituti, su volontà di Francesco II. Oggi si tengono insegnamenti per tutti gli strumenti musicali ed è ospitato al suo interno un notevole museo della musica. ===== Accademia di belle arti ===== L'accademia di belle arti di Napoli è nata nel 1752 per volere di Carlo di Borbone. Ha ricoperto un ruolo molto importante nello sviluppo della pittura napoletana del XIX e XX secolo e, più nello specifico, nella formazione della scuola di Posillipo. ==== Università ==== Federico II. A Napoli è stata fondata l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", la prima università del mondo nata attraverso un provvedimento statale, e l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", la prima università di studi sinologici ed orientalistici del continente. La città conta su 8 atenei. Le università pubbliche di Napoli sono: * l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" (ex ''"Università degli Studi di Napoli"''); * l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" (ex ''"IUO - Istituto Universitario Orientale"''); * l'Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli" (ex ''"SUN - Seconda Università degli Studi di Napoli"''); * l'Università degli Studi di Napoli "Parthenope" (ex ''"IUN - Istituto Universitario Navale"''). * Scuola Superiore Meridionale. Università private: * Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale (PFTIM); * Università degli Studi "Suor Orsola Benincasa". Università private telematiche: * Università telematica "Pegaso". ==== Musei ==== Museo archeologico nazionale, collezione Farnese. Napoli, tra le grandi città d'arte europee, vanta un'abbondante offerta museale. Il salone da ballo della reggia di Capodimonte. I più importanti in assoluto sono il museo archeologico nazionale, ritenuto uno dei più importanti al mondo sia per la qualità che per la quantità delle opere esposte, principalmente quelle di epoca greco-romana; il museo nazionale di Capodimonte, nell'omonima reggia, che custodisce opere pittoriche dei più grandi maestri italiani dal Rinascimento al Barocco; il museo nazionale di San Martino, che raccoglie reperti relativi alla storia di Napoli, e il palazzo Reale di Napoli. palazzo Reale. Oltre a questi, altri musei rilevanti a livello nazionale, sono: quelli del Pio Monte della Misericordia, dei Girolamini (prima quadreria pubblica della città), del tesoro di San Gennaro, della ceramica "duca di Martina", del conservatorio di San Pietro a Majella, il MEMUS del teatro di San Carlo, la galleria di palazzo Zevallos, quelli dell'Opera di San Lorenzo Maggiore e Santa Chiara, il diocesano, il museo di villa Pignatelli, i civici Gaetano Filangieri e di Castel Nuovo, il museo di Pietrarsa, la galleria dell'Accademia, la cappella Sansevero, il palazzo delle Arti di Napoli (PAN) ed il museo d'Arte Contemporanea Donnaregina (M.A.D.R.E.). Da segnalare anche le Stazioni dell'arte, in cui le stazioni della metropolitana cittadina non vengono concepite come semplici luoghi di transito, ma come un vero e proprio spazio espositivo con opere di artisti di fama mondiale (come Joseph Kosuth, Mimmo Rotella, Mario Merz) o di artisti emergenti. Chiostro maiolicato, parte del complesso del museo dell'Opera di Santa Chiara. Tra i musei scientifici, oltre alla Stazione zoologica Anton Dohrn, di particolare interesse sono quelli che fanno parte del Centro musei delle scienze naturali. Vi sono inoltre l'Osservatorio astronomico di Capodimonte, e, presso la Seconda Università di Napoli, il museo di anatomia umana. === Media === ==== Stampa ==== Napoli, città dove nacque nel 1759 il primo quotidiano italiano (il ''Diario Notizioso''), è sede di alcuni tra i più importanti giornali nazionali: il ''Roma'' (il più antico quotidiano italiano post-unitario), ''Il Mattino'' (il quotidiano più diffuso del Mezzogiorno), il ''Corriere del Mezzogiorno'' (la versione meridionale del ''Corriere della Sera''), ''Il Denaro'' (quotidiano economico del sud Italia) e ''Il Giornale di Napoli'' (fondato nel 1985). Tra le numerose case editrici, le Edizioni Scientifiche Italiane, la Guida Editori, la Pironti e la Casa Editrice La Canzonetta. ==== Radio ==== A Napoli, tra le emittenti radiofoniche nazionali, ha la sua sede centrale Radio Kiss Kiss, che è settima tra le radio nazionali più ascoltate. ==== Cinema ==== I primi tentativi di produzione cinematografica risalgono al 1904, ma è dal 1905 che si cominciarono a girare film a Napoli con una certa regolarità, grazie ai fratelli Troncone. Nel 1924-25 più di un terzo dei film prodotti in Italia proveniva da Napoli, con soventi espressioni dialettali. I tempi pioneristici dell'industria cinematografica napoletana presero termine durante il ventennio fascista: l'enfasi posta sullo sviluppo della capitale e l'abbassamento dei costi dovuti alla centralizzazione fecero sì che la produzione dei film italiani venne trasferita a Roma, dove vennero costruiti gli stabilimenti di Cinecittà. La città partenopea è da sempre considerata anche un importante set cinematografico sia a livello nazionale che internazionale (oltre 500 pellicole girate nel triennio 2016-2017-2018): numerosi registi si sono succeduti negli anni, a partire dai Fratelli Lumiere che nel 1898 effettuarono alcune delle loro prime riprese sul lungomare di Napoli (rendendola di fatto una delle città con la testimonianza cinematografica più antica), passando attraverso gli anni sessanta e settanta con i film di Mario Monicelli, Roberto Rossellini, Francesco Rosi, Pier Paolo Pasolini, Vittorio De Sica, Ettore Scola, Nanni Loy, Dino Risi e tanti altri, fino ad arrivare ai giorni nostri con Massimo Troisi, Giuseppe Tornatore, Gabriele Salvatores, Matteo Garrone, John Turturro e Ferzan Özpetek. Tra i più importanti film ambientati a Napoli vi sono: ''Paisà'', ''Viaggio in Italia'', ''L'oro di Napoli'', ''Il giudizio universale'', ''La baia di Napoli'', ''Matrimonio all'italiana'', ''Ieri, Oggi, Domani'' e ''Carosello napoletano'', vincitore del Prix International 1954 al festival di Cannes. ==== Televisione ==== A Napoli ha sede uno dei quattro centri di produzione televisiva e radiofonica della Rai. Il centro Rai, sito in via Guglielmo Marconi 9, ospita numerosi programmi televisivi e diverse produzioni televisive legate alla città, tra cui la soap opera italiana più longeva, nonché la soap più seguita al mondo, ''Un posto al sole''. === Arte === Napoli ha ancor oggi un ruolo centrale nell'arte e nell'architettura italiana ed europea, essendo sede di eventi e mostre internazionali ==== Architettura ==== Basilica di San Lorenzo Maggiore, abside con deambulatorio in gotico francese. La storia dell'architettura medievale napoletana, nelle sue forme più significative e ancora oggi visibili, ha inizio sostanzialmente sotto la dinastia degli Angioini, grazie alla quale nascono le prime chiese in stile gotico della città, prevalentemente di matrice italiana seppur, in taluni casi —come in quello della basilica di San Lorenzo Maggiore, ''unicum'' in Italia— anche di stampo francese. Lo scalone monumentale a "ali di falco" del palazzo dello Spagnolo, architettura tipica del barocco napoletano. Dopo un successivo periodo rinascimentale, si entra nell'età dello sfarzoso barocco napoletano, periodo forse in cui l'architettura cittadina assume maggior consapevolezza di sé e che tutt'oggi mostra i suoi maggiori punti di spessore qualitativo, grazie ai rifacimenti delle facciate dei palazzi preesistenti o alle nuove edificazioni che vedono nei portali d'ingresso e negli scaloni monumentali i massimi punti caratterizzanti dello stile architettonico locale. Uno degli elementi distintivi dei palazzi napoletani è infatti che —data la particolare conformazione urbanistica della città, caratterizzata da strette vie che non davano la possibilità di edificare facciate di ampie vedute— il gusto artistico-architettonico locale si è focalizzato in particolari dell'edificio, come il portale d'ingresso o lo scalone monumentale, elementi questi tipici proprio dell'architettura rinascimentale e barocca napoletana. Palazzo Donn'Anna a Posillipo. Se gli stili rinascimentali e barocchi sono stati comunque due riletture locali di movimenti più ampi, seppur raggiungendo livelli molto alti, nel corso del XVIII secolo la città di Napoli si è mostrata all'avanguardia nel campo dal momento che contribuì alla costituzione del modello neoclassico, nato grazie agli scavi archeologici di Ercolano e di Pompei e alle relative scoperte. Le nuove correnti industriali di fine Ottocento ed inizio Novecento portarono ad elaborazioni eclettiche, sfociando in delicate maniere ''floreali'' e innovazioni moderne che assumono identità locali, caratterizzanti in particolar modo le nuove ville vomeresi. Successivamente a questa fase, nei primi decenni del XX secolo nasce il liberty napoletano, mentre gli anni trenta furono il periodo del razionalismo italiano. Una delle ultime grandi realizzazioni architettoniche, invece, fu la Mostra d'Oltremare, un complesso di ; fu inaugurata nel 1940 e ripristinata negli anni cinquanta dagli stessi progettisti. Tra gli architetti più rilevanti che hanno lavorato in città vi sono: Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga, Domenico Fontana, Cosimo Fanzago, Ferdinando Sanfelice, Domenico Antonio Vaccaro, Antonio Niccolini e Buono di Napoli. ==== Pittura ==== L'arte pittorica, a Napoli, risale al periodo della sua fondazione. Tuttavia, non sono rimaste tracce apprezzabili né del periodo greco, né di quello romano, né dell'epoca normanna, sveva e bizantina. Le continue dominazioni straniere dei secoli successivi non consentirono il formarsi di una vera e propria scuola pittorica locale. Tuttavia, i frequenti arrivi in città di artisti forestieri, principalmente di stampo toscano, come Pietro Cavallini, Giotto, Simone Martini e Giorgio Vasari consentirono, tra il XIV ed il XVII secolo, l'emersione di una serie di personalità autoctone. Tra tutti, si ricordano Colantonio, Fabrizio Santafede e Giovanni Antonio Amato. La Scuola pittorica napoletana in senso stretto nacque solo nel XVII secolo con l'arrivo in città di Caravaggio, sul solco del quale un attento e cospicuo gruppo di pittori locali diede origine alla corrente del caravaggismo. Si crearono le prime botteghe, dove operarono artisti come Jusepe de Ribera, Artemisia Gentileschi ed altri. Napoli divenne così molto ricettiva alla pittura, tanto da attirare l'attenzione anche degli esponenti del rinascimento emiliano come Domenichino, Guido Reni e Giovanni Lanfranco. ''Castel dell'Ovo dalla spiaggia'', Anton Sminck van Pitloo (Scuola di Posillipo). Il Settecento napoletano vide una continuazione del tardo-barocco e un maggiore interesse verso la decorazione. In particolare si ammirano le opere di Francesco Solimena e Francesco De Mura, mentre Fedele Fischetti fu chiamato per affrescare numerosi palazzi nobiliari. Nel XIX secolo la pittura napoletana abbandonò i movimenti del passato e, dietro l'eco delle innovazioni di artisti quali John Constable e William Turner, divenne scuola di un più vasto movimento artistico, paesaggistico e in parte romantico, che assunse connotati propri. Tra il 1820 e il 1850 nacque così la scuola di Posillipo, i cui più alti esponenti furono Anton Sminck van Pitloo e Giacinto Gigante. L'Accademia di belle arti di Napoli divenne il centro propulsore dell'attività della scuola e fu alla base della nascita di un altro filone di artisti, quali Francesco Saverio Altamura, Gioacchino Toma, Domenico Morelli e Vincenzo Petrocelli. Gli anni ottanta del Novecento videro infine la nascita della Transavanguardia. ==== Scultura ==== L'arco trionfale del Castel Nuovo, simbolo della scultura del rinascimento napoletano. Il Quattrocento e il Cinquecento furono periodi floridi per la scultura napoletana. A partire dalla realizzazione dell'arco trionfale del Castel Nuovo ad opera di Francesco Laurana, tra il 1452 e il 1471, si vide la fioritura di un vero e proprio laboratorio di formazione di vari artisti rinascimentali che riproporranno innovazioni artistiche in tutto il regno. Si parlò allora di ''"clima dell'arco"'' per indicare questa prima diffusione dei nuovi modi artistici. Diversi esempi di scultura del Cinquecento napoletano sono visibili nella chiesa di Santa Maria delle Grazie Maggiore a Caponapoli, definita come il ''museo della scultura napoletana del Cinquecento''. Tra gli scultori principali di questo periodo si annoverano Giovanni da Nola, Giovanni Domenico, Girolamo D'Auria e Gian Lorenzo Bernini che fu però attivo soprattutto a Roma. Meritano poi citazione anche i lavori riguardanti le fontane di Napoli che hanno visto le mani di Pietro Bernini. Nel Seicento la scultura si manifesta nella realizzazione degli obelischi di San Domenico e San Gennaro e nelle figure di Francesco Antonio Picchiatti, Cosimo Fanzago e Dionisio Lazzari, quest'ultimo che eseguì per le chiese napoletane diversi altari maggiori. Tra gli scultori del Settecento invece spiccano su tutti Domenico Antonio Vaccaro e Giuseppe Sanmartino, quest'ultimo forse il più grande scultore napoletano, abilissimo a plasmare figure in terracotta e che diede inizio ad una vera scuola di artisti del presepio. Il Sanmartino è inoltre l'autore di quello che è considerato uno dei maggiori capolavori della scultura mondiale, il ''Cristo velato'' (1753), scultura marmorea conservata nella cappella Sansevero in cui sono presenti anche altre pregevoli opere marmoree di Antonio Corradini (''Pudicizia'') e Francesco Queirolo (''Disinganno''). Nel corso del XIX secolo dominano la scena le sculture bronzee e i busti di Vincenzo Gemito e Tito Angelini. Celebre all'estero è la Fonderia artistica Chiurazzi per le sculture in bronzo, alle quali si aggiunsero dopo sculture pure in marmo e ceramica. Al giorno d'oggi invece si ricorda la presenza in città di Jago, che ha scelto il rione Sanità come sede del suo laboratorio. ==== Altre arti ==== Tra le numerose arti praticate in città, la porcellana di Capodimonte e il presepe napoletano emergono per tradizione storica e rinomanza internazionale. L'origine della prima va fatta risalire al 1743, quando Carlo di Borbone fondò la Real Fabbrica di Capodimonte, con l'intento di affrancarsi dalle produzioni straniere. I modellatori napoletani raggiunsero presto livelli di assoluta eccellenza. Tradizione viva ancora oggi. L'origine del secondo è ancora più antica, in quanto il ''presepio'' a Napoli era già citato in un documento del 1025, conservato nella chiesa di Santa Maria del Presepe; molto anteriore, quindi, alla leggenda che vorrebbe il primo presepe realizzato da Francesco d'Assisi nel 1223. Nel corso dei secoli, l'arte del presepe si è intrecciata strettamente con il vissuto e l'immaginario napoletano sia colto, che popolare. Il periodo di massimo splendore va fatto risalire al periodo borbonico, quando raggiunse le più alte vette artistiche. Luogo focale della tradizione presepiale è via San Gregorio Armeno, dove a tutt'oggi si tiene il mercato del presepe a partire dall'8 dicembre. Da ricordare come importante esponente di ambedue le arti, il pittore e modellatore Francesco Celebrano. Arte antica tramandata da sapienti artigiani è quella della cartapesta. I burattini napoletani sono apprezzati e ricercati dai collezionisti del mondo intero. Altra arte, inventata e insegnata dai maestri napoletani agli stranieri, fu quella di trasformare il carapace delle tartarughe in un materiale pregiato perché decorato con oro, argento, avorio, madreperla, lacca e smalto. L'artista più celebrato e ammirato fu Giuseppe Serao, che lavorò per la famiglia reale borbonica. Le opere d'arte napoletane in carapace sono esposte in molti musei e la collezione più importante è conservata nella Galleria Kugel di Parigi. === Teatro === ==== Opera napoletana ==== Teatro di San Carlo. Il teatro è una delle più antiche e conosciute tradizioni artistiche della città; già l'imperatore Nerone si esibiva, nel I secolo d.C., sul palco del teatro romano di Neapolis. Il secolo d'oro per il teatro napoletano moderno fu il Settecento, quando si edificarono numerosi teatri, tra i quali il già menzionato real di San Carlo. Erano quelli gli anni della Napoli capitale della musica con lo straordinario fermento dato dal conservatorio cittadino che contribuiva allo sviluppo della scuola musicale napoletana. Oggi Napoli vanta un'ampia offerta teatrale potendo annoverare, oltre al San Carlo, anche il Mercadante, il San Ferdinando, l'Augusteo, il Sannazaro, il teatrino di corte, il teatro Bellini e numerosi altri. Grazie a questa secolare e duratura tradizione e al cospicuo numero di teatri in città, Napoli è stata scelta come sede di importanti eventi, quale il Festival Nazionale del Teatro. ==== Teatro napoletano ==== Il teatro napoletano in senso stretto nasce con le opere celebrative alla corte aragonese di Jacopo Sannazaro, a cavallo tra XV e XVI secolo. I principali attori ed autori teatrali del XIX e XX secolo sono Antonio Petito, Raffaele Viviani, Vincenzo Torelli, Roberto Bracco, Eduardo Scarpetta (ideatore della "mezzamaschera" di Felice Sciosciammocca) ed i figli naturali di quest'ultimo, i fratelli De Filippo: Eduardo, Titina e Peppino. Eduardo è senza dubbio il più rilevante di tutti, in quanto padre di una tradizione divenuta universale. Intraprese un'originale attività di scrittura e recitazione teatrale, volta a portare sul palcoscenico l'anima di Napoli e dei suoi abitanti, la "napoletanità", attraverso cui evidenziare i caratteri fondamentali dell'umanità e della società contemporanea. Tra le sue commedie più importanti ricordiamo ''Napoli milionaria!'', ''Il sindaco del rione Sanità'', ''Gli esami non finiscono mai'', ''Natale in casa Cupiello'', ''Filumena Marturano'' e ''Questi fantasmi!''. Le opere di Eduardo sono riportate in chiave moderna tutt'oggi, attraverso le riproposizioni cinematografiche o teatrali. Tra gli autori ed attori contemporanei, notevoli Roberto De Simone e il trio comico cabarettistico de ''La Smorfia'' composto da Enzo Decaro, Lello Arena e Massimo Troisi. === Musica === ==== Composizione ==== Originata da una tradizione orale secolare, la musica napoletana assunse forma aulica nell'ambito della polifonia sacra e profana, a partire dal XV secolo e fino al XVII secolo. L'evoluzione fu possibile grazie ai quattro prestigiosi conservatori di Santa Maria di Loreto, della Pietà dei Turchini, di Sant'Onofrio a Capuana e dei Poveri di Gesù Cristo, dai quali uscirono importanti compositori del panorama europeo, i quali contribuirono considerevolmente allo sviluppo dell'opera e diedero origine alla scuola musicale napoletana. Quest'ultima si espresse in musicisti di grande livello come Alessandro e Domenico Scarlatti, Giovanni Battista Pergolesi, Nicola Porpora, Domenico Cimarosa e Giovanni Paisiello. La qualità e la quantità della musica prodotta a Napoli durante il periodo del classicismo è esemplificata da una lettera che il padre Leopold scrisse al figlio Wolfgang Amadeus Mozart nel 1778, nella quale egli comparava favorevolmente la scena operistica di Napoli rispetto a quella di Parigi circa le possibilità di emergere per un giovane compositore. I quattro conservatori della città furono unificati nel 1808 portando alla nascita il conservatorio di San Pietro a Majella dal quale passarono personalità quali Ruggero Leoncavallo, Riccardo Muti, Sergio Fiorentino, Vincenzo Bellini, Saverio Mercadante, Aldo Ciccolini, Salvatore Accardo, Bruno Canino, Nicola Antonio Zingarelli e Roberto De Simone. Tra i librettisti sono notevoli le figure di Salvadore Cammarano, il più importante del periodo romantico, e Andrea Leone Tottola. Tra i direttori d'orchestra di rilievo, spicca il già citato Riccardo Muti. Fra i cantanti lirici si ricordano Maria Borsa ed Enrico Caruso, considerato uno dei più grandi tenori di tutti i tempi. ==== Canzone napoletana ==== La canzone napoletana si fonda su diversi secoli di storia, legata per lo più ad una diffusa tradizione orale. Tra le manifestazioni più antiche si annoverano i balli popolari della tarantella napoletana, e più genericamente campana, nata nel corso del XVII secolo e denominata ''Tammurriata''. Il mandolino napoletano, appartenente alla famiglia dei cordofoni, è uno strumento musicale spesso associato a Napoli. Negli ultimi due secoli prende spazio la cosiddetta canzone classica napoletana, assurta a grande notorietà nel corso delle annuali feste di Piedigrotta tra l'Ottocento e la prima metà del Novecento e con i successivi festival della canzone napoletana. La canzone classica napoletana, repertorio musicale avente come esponenti compositori come Ernesto Murolo, Libero Bovio, Vincenzo Russo e Salvatore Di Giacomo, divenne uno dei simboli della musica italiana. In questo contesto, il tenore Enrico Caruso emerse come l'interprete più noto, ed un'icona della musica napoletana nel mondo. Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, alcuni autori ed interpreti continuarono nel solco della tradizione classica, come ad esempio Roberto Murolo, ed Aurelio Fierro. Altri iniziarono invece a dare luogo a contaminazioni tra canzone napoletana ed italiana, avendo in Peppino di Capri e Massimo Ranieri alcuni tra i maggiori rappresentanti. Infine, il contatto dei musicisti napoletani con quelli americani, avvenuto a partire dall'occupazione americana, diede origine ad un ramo musicale a sé stante il cui padre fu Renato Carosone. È vasta la schiera di cantautori e musicisti che hanno dato e danno il loro contributo alla continuazione della tradizione musicale partenopea; in particolare, si ricordano Giuseppe Di Stefano, Domenico Modugno e Dalida. Attivo da vari anni, presso la sede RAI di Napoli, è invece l'Archivio Sonoro della Canzone Napoletana. In epoca moderna la canzone napoletana ha visto mutare il proprio genere aprendo le porte ad altri generi musicali. Dal progressive rock degli Osanna a James Senese e i Napoli Centrale, Pino Daniele, Edoardo ed Eugenio Bennato, sono solo alcuni dei musicisti "moderni" più famosi e apprezzati. Da menzionare nella musica partenopea degli ultimi vent'anni sono anche il reggae/dub degli Almamegretta, i 99 Posse e Clementino. A partire dagli anni ottanta si è affermato inoltre il genere "neomelodico", il cui precursore è Nino D'Angelo. Altro fenomeno musicale storico di particolare interesse e protratto fino ai giorni nostri è infine la cosiddetta sceneggiata napoletana. Furono determinanti nel suo sviluppo le rappresentazioni di Nino Taranto e, più recentemente, di Mario Merola. === Letteratura === Nell'era dell'Impero romano, a Napoli, vi studiano rilevanti personalità come Orazio e Virgilio. Quest'ultimo, in particolare, vi compose alcune delle sue più importanti opere: le ''Bucoliche'', le ''Georgiche'' e l''Eneide''. Il Trecento è invece il periodo dell'Umanesimo; questa corrente partì dall'Italia e proprio in Napoli ebbe uno dei suoi maggiori centri, diffondendosi poi in tutto il continente. Vi risiedettero e vi realizzarono feconde produzioni Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio. In Giovanni Pontano fu riconosciuta una delle più rilevanti personalità dell'Umanesimo napoletano, definizione questa attribuitagli da un altro illustre umanista partenopeo, Jacopo Sannazaro. Quest'ultimo, nel corso del Quattrocento e fino ai primi decenni del Cinquecento, fu protagonista nella scena letteraria italiana ed europea con importanti opere, su tutti il poema dell''Arcadia'', da cui successivamente prese il nome l'omonima accademia romana. L'epoca barocca, a cavallo tra il XVI e XVII secolo, fu invece il periodo di Giambattista Basile e Giulio Cesare Cortese, i quali posero le basi della letteratura in lingua napoletana. Nella prima metà del Seicento fu altresì istituita l'Accademia degli Oziosi, luogo di incontro tra intellettuali napoletani e spagnoli, fra i quali si annoverano Francisco de Quevedo e Tommaso Campanella. L'Ottocento fu caratterizzato da un altro illustre arrivo in città, quello di Giacomo Leopardi, che qui compose, poco prima di morire, alcuni dei suoi più celebri poemi: ''La ginestra'' e le ''Paralipomeni della Batracomiomachia''. Tra l'Ottocento ed il Novecento, intanto, nascono le prime poesie in napoletano, utilizzate spesso come testi di canzoni, dando luogo alla canzone classica napoletana. Furono infatti gli anni di E.A. Mario, Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Ernesto Murolo. Tra i poeti vi furono anche Eduardo De Filippo e Totò. Nell'epoca moderna, tra i più importanti scrittori napoletani si ricordano Luciano De Crescenzo, Erri De Luca ed Elena Ferrante, ritenuta dal Time tra le 100 persone più influenti al mondo. === Filosofia === Fra l'80 ed il 40 a.C. Napoli era un importante centro culturale della civiltà romana. L'epicureismo trovò la sua sede più adatta soprattutto in città, fuori dalla vita frenetica della capitale imperiale. Vi insegnavano il giordano Filodemo di Gadara e l'asiatico Sirone (che vi ebbe come allievi anche il giovane Publio Virgilio Marone e Quinto Orazio Flacco). Il più importante pensatore medioevale operante a Napoli fu il teologo san Tommaso d'Aquino, il quale visse nel convento di San Domenico. San Tommaso fu in particolare esponente di primissimo piano della filosofia scolastica ed elaboratore della visione tomistica. Punto focale della filosofia napoletana del XVI secolo fu invece Giordano Bruno, il quale elaborò una teologia dove Dio è intelletto e ordinatore di tutto ciò che è in natura, ma è nello stesso tempo Natura stessa divinizzata, in un'inscindibile unità panteistica di pensiero e materia. Nel vivace ambiente culturale napoletano del XVIII secolo emerse invece la personalità di Giambattista Vico, esponente di spicco dell'Accademia degli Investiganti. Egli delineò i tratti di una nuova attività culturale basata non soltanto sulla ragione, ma anche sull'estro, sui sentimenti e l'ingegno, del tutto in contrasto col pensiero cartesiano. Sulla stessa linea si muoverà il suo sodale Antonio Genovesi, il quale successivamente divenne titolare della prima cattedra di economia politica al mondo. Il giurista lucano Mario Pagano, personalità di spicco dellilluminismo italiano, sarà invece l'iniziatore della «scuola storica napoletana del diritto», nonché un precursore del positivismo. Il più alto esponente del pensiero a Napoli tra l'Ottocento ed il Novecento fu invece Benedetto Croce, abruzzese di origini ma napoletano di adozione, principale ideologo del liberalismo novecentesco italiano ed esponente di spicco dello storicismo. Espressione moderna dello studio della filosofia a Napoli è l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che raccoglie circa 300 000 volumi, tra cui numerosi originali, ed è stato definito dall'UNESCO come "senza pari al mondo". === Scienza === A Napoli ha avuto origine la moderna scienza della vulcanologia, grazie alla prossimità di vulcani. Nel solco delle prime osservazioni dell'inglese William Hamilton, e grazie all'opera del fisico Macedonio Melloni, nel 1841 fu costruito l'Osservatorio vesuviano, il primo istituto scientifico di questo tipo al mondo. Di notevole spessore la scuola matematica napoletana, che nel XVIII secolo ha annoverato nelle sue fila personalità come Nicola Fergola ed i suoi allievi Felice Giannattasio, Carlo Forti, Pietro Schioppa, Francesco Bruno, Luigi Telesio, Vincenzo Flauti, Giuseppe Scorza e soprattutto Annibale Giordano il quale giovanissimo, nel 1787, pubblicò una generalizzazione del "problema di Pappo" (o di Castillon). Nel XX secolo, la scuola è stata incentrata soprattutto intorno alla personalità di Renato Caccioppoli, il quale ha esercitato un'influenza decisiva sullo sviluppo della analisi matematica in Italia". Altri importanti studiosi di questa scuola sono i suoi allievi Carlo Miranda, Mario Curzio, Renato Vinciguerra, Donato Greco, don Savino Coronato. Facciata dell'Osservatorio astronomico di Capodimonte. L'astronomia napoletana ha raggiunto risultati di eccellenza soprattutto grazie all'Osservatorio astronomico di Capodimonte, fondato da Federico Zuccari. Contributi fondamentali a questa scienza sono venuti da Giovanni Battista Della Porta, il quale descrisse, circa vent'anni prima che Galileo Galilei lo costruisse, i principi del telescopio. Lo stesso Della Porta fu una delle figure scientifiche di maggior rilievo del XVI secolo, noto anche per i suoi studi di crittografia e scienze naturali. Francesco Fontana, costruttore di telescopi kepleriani, fu invece il primo a tracciare disegni della Luna, di Marte (del quale scoprì e descrisse la rotazione) e degli altri pianeti maggiori. Di rilievo anche la scuola botanica rappresentata soprattutto da Michele Tenore con la sua ''Flora Napolitana'', ma anche da Domenico Cirillo, Vincenzo Petagna e Guglielmo Gasparrini. La scuola zoologica è invece rappresentata da Oronzo Gabriele Costa, la cui scoperta nel golfo di Napoli e corretta classificazione tra i cordati dell'anfiosso ''Branchiostoma lanceolatum'', consentì di individuare in questa categoria di animali l'anello di congiunzione tra invertebrati e vertebrati, avendo enorme influenza sulla formulazione della teoria dell'evoluzione darwiniana. Rilevante infine anche la scuola medica, che vide in Domenico Cotugno il suo più alto rappresentante. Rettore dell'Università di Napoli, fu protagonista soprattutto di importanti scoperte neurologiche, conseguite attraverso il metodo della dissezione. A Napoli è nata la scienza dell'anatomia comparata grazie al medico Marco Aurelio Severino, autore della ''Zootomia democritea'', primo trattato generale al mondo su questa materia. === Cucina === L'alimento napoletano più conosciuto nel mondo e simbolo della cucina italiana: la pizza. La cucina napoletana rappresenta un'identità culturale inconfondibile per la città partenopea ed è strettamente collegata alle vicende storiche e culturali della città. La stessa, infatti, rappresenta all'estero uno dei più conosciuti simboli del "made in Italy". Grazie alle varie dominazioni ricevute (e principalmente a quelle relative alle dinastie reali francesi e spagnole) si è delineata nel tempo una netta distinzione tra quella che è definibile come "cucina aristocratica", caratterizzata da piatti con ingredienti ricchi (questi i casi dei timballi, del sartù di riso, ecc.) ed una "povera", legata ad ingredienti come cereali, legumi e verdure (questi i casi della pasta e fagioli, degli spaghetti aglio e olio, spaghetti alla puttanesca, ecc.). Tra i piatti tipici vi sono la pizza napoletana, la pasta napoletana (spaghetti alle vongole, pasta al ragù napoletano), la parmigiana di melanzane, gli gnocchi alla sorrentina, la pastiera napoletana, il casatiello, i friarielli. In passato per le vie della città giravano degli ambulanti che commercializzavano una bevanda calda, oggi la chiameremmo "street food": l'acqua di polpo. === Eventi === Napoli è un importante centro congressuale e fieristico, che ospita ogni anno numerosi meeting e manifestazioni nazionali ed internazionali, concerti, spettacoli ed eventi. I più sentiti sono: * Il Maggio dei monumenti * Il Napoli Comicon e Napoli Gamecon * Il Napoli Film Festival * Il Nauticsud === Tessuto urbano e popolazione === Notturna dell'area metropolitana di Napoli. Napoli, dal Medioevo in poi ed in maniera particolare dal Cinquecento, è stata in assoluto una delle prime città d'Europa per popolazione. Durante la seconda metà del XVI secolo era probabilmente la città più popolosa del cristianesimo occidentale e la seconda del Mediterraneo dopo Istanbul. Dopo l'Unità d'Italia, se da un lato Napoli ha smesso di essere popolata alla stregua di città come Parigi o Londra, dall'altro è riuscita a conservare inalterate le caratteristiche demografiche tipiche di una metropoli europea. Il comune di Napoli con i suoi 961 000 abitanti è il terzo comune più popoloso d'Italia e uno dei primi in Europa per densità abitativa (8 193,29 ab./km²); tuttavia bisogna tener presente che la città è cresciuta nel tempo ben oltre i confini municipali e quindi per parlare di città in senso completo, significa considerare il dato demografico dell'intera città metropolitana, oggi caratterizzata da un forte fenomeno di urbanizzazione che ha dato vita ad una delle conurbazioni più vaste d'Italia; significativo è infatti il trasferimento di molti abitanti del capoluogo verso i comuni della ex provincia, che ha una densità abitativa di 2 672 ab/km², la più elevata tra le città metropolitane d'Italia e tra le prime del vecchio continente. Nella realtà, i limiti metropolitani ''napoletani'' sono più estesi comprendendo vaste aree delle province limitrofe, in primis quelle della provincia di Caserta, e gli urbanisti chiamano l'intero territorio urbanizzato ''Grande Napoli''. Esistono poi affinità storico-culturali, sociali, naturalistico-ambientali ed economiche che ne costituiscono, da secoli, un sistema strettamente interconnesso, anche se articolato. Alla luce di queste considerazioni e a seconda del "valore" che si attribuisce ai singoli parametri ricordati, i "confini" si allargherebbero ulteriormente in maniera significativa. In ogni caso, gli stessi studi pongono Napoli anche nelle posizioni più alte della graduatoria europea. Per il resto, il comune di Napoli è il più giovane d'Italia (7,65%), con un tasso di natalità più elevato rispetto ad altre zone del paese e con un numero di immigrati relativamente basso. I quartieri più popolosi sono quelli corrispondenti al territorio dei casali aggregati in epoca murattiana (Vomero, Arenella, Fuorigrotta, Bagnoli) e risorgimentale (Piscinola), e nel periodo fascista (Barra, Chiaiano, Marianella, Pianura, Soccavo, Ponticelli, Posillipo, San Giovanni a Teduccio, San Pietro a Patierno, Miano, Secondigliano e Scampìa). === Urbanistica === Piazza del Municipio verso il Palazzo Reale e la stazione marittima, una delle più grandi d'Europa. Piazza della Vittoria. Tra le strade e piazze principali della città, vi sono di certo quelle che caratterizzano l'area dei decumani di Napoli: Spaccanapoli (decumano inferiore), via dei Tribunali (decumano maggiore), via dell'Anticaglia (decumano superiore), via San Gregorio Armeno, piazza del Gesù Nuovo, piazza Bellini, piazza San Domenico Maggiore, largo Corpo di Napoli, piazza San Gaetano e diverse altre. Piazza del Plebiscito. Successivamente, voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga che la edificò nel 1536, fu pianificata via Toledo. A Napoli, fino al XVI secolo vigeva ancora il divieto assoluto di edificare nuove strutture al di fuori delle mura, pressoché delimitante l'odierna area del centro antico. Con la nuova strada, vi fu dunque un immediato sentimento di accaparramento dei nuovi spazi. Grazie alla pedonalizzazione, la strada è oggi uno dei fulcri dello shopping cittadino e del turismo. La stessa strada, sfocia infine su piazza Trieste e Trento e su piazza del Plebiscito, quest'ultima una delle più importanti d'Italia. Vi si affacciano due importanti monumenti: il palazzo Reale e la basilica di San Francesco di Paola. Il lungomare di Napoli prende il nome di via Caracciolo, in onore dell'ammiraglio Francesco Caracciolo fatto impiccare da Orazio Nelson sulla nave Minerva (già da lui comandata) nel golfo della città, per la sua adesione alla Repubblica Napoletana. La strada, in realtà, è relativamente recente e risale alla fine dell'Ottocento quando sostituì l'arenile che la villa reale (con l'Unità, "villa comunale") separava dalla riviera di Chiaia. Dal 2012 è diventato anch'esso un tratto interamente pedonale. Il piano banchine della stazione "Toledo" della metropolitana. Di notevole interesse le già menzionate scalinate storiche che costituiscono un elemento alquanto tipico dell'urbanistica partenopea. A partire dal 1996 e fino al secondo decennio degli anni Duemila, l'assetto e la fruizione della città sono cambiati radicalmente grazie alla costruzione delle cosiddette Stazioni dell'arte. Si tratta di un complesso logistico-monumentale in cui la funzione del trasporto urbano per via sotterranea si coniuga con la fruizione di numerose opere di arte moderna installate nelle stazioni. Alcuni punti di questa rete, come ad esempio la Stazione Toledo, considerata la più bella d'Europa, hanno conseguito una forte notorietà internazionale, diventando rapidamente una delle attrazioni della città. Durante gli scavi necessari per la loro realizzazione, inoltre, sono stati rinvenuti numerosi reperti storici ed archeologici. === Suddivisioni amministrative === Il comune di Napoli, precedentemente suddiviso in ventuno circoscrizioni, è oggi ripartito in 10 municipalità di circa centomila abitanti. Ogni municipalità ha un presidente eletto direttamente dal corpo elettorale, una giunta ed un consiglio di 30 consiglieri. ===Generalità=== Centro Direzionale (spesso abbreviato in CDN) è il maggiore centro d'affari e del terziario della città. Napoli, trovandosi al centro di alcune delle più importanti rotte del Mediterraneo e potendo disporre dell'entroterra fertile di due aree vulcaniche, già dall'età antica poté contare su una robusta economia legata soprattutto all'agricoltura, alle materie prime e all'artigianato. In epoca medievale e moderna la città divenne uno dei grandi centri italiani della protoindustria tessile, in particolare della lavorazione della seta. In età industriale, a Napoli nacque il primo grande complesso metalmeccanico del paese, ovvero quello di Pietrarsa, che conobbe un notevole sviluppo industriale ed economico nel successivo ventennio: nel 1860 contava una forza lavoro di circa 1200 unità. Tuttavia, dopo l'Unità, lo stabilimento conobbe una fase di lento declino sino alla cessazione dell'attività produttiva verso il 1880, mantenendo comunque, fino al 1975, l'attività di manutenzione e riparazione di locomotive e locomotori. Per sottolineare l'importanza economica della città basti pensare che la provincia di Napoli aveva ancora nel 1871, a 10 anni dall'annessione, un indice di industrializzazione superiore a quello di Torino. Napoli era inoltre sede della Borsa, della Zecca e del Banco delle Due Sicilie. Per sopperire alle emergenti situazioni critiche dell'economia e società napoletana, nel 1904, nell'ambito del Risanamento di Napoli, vennero creati ad est e ad ovest i grandi quartieri industriali: anche se un effettivo slancio del settore si avrà, escludendo l'effimero periodo fascista in cui Napoli poté considerarsi a tutti gli effetti una realtà industriale con circa il 14% della popolazione impiegata in tale settore, col boom economico. Napoli è la terza città in Italia dopo Milano e Roma per PIL; è inoltre ventiseiesima (su 115) in Europa (61,8 miliardi di dollari al 2014, superiore a paesi come la Slovenia e paragonabile a città come Zurigo o Copenaghen). Il capoluogo campano conta però anche un tasso di disoccupazione del 24,2% al 2019 e un reddito pro capite medio di 16.314 euro riferito allo stesso anno. Nonostante questi brevi periodi di miglioramenti, favoriti anche dalla presenza in città di un forte artigianato (l'arte presepiale, la lavorazione delle ceramiche e porcellane, la produzione di gioielli con corallo e cammei incisi su conchiglia di Torre del Greco e altro ancora), l'occupazione non ha mai raggiunto un livello adeguato, soprattutto a causa di investimenti statali insufficienti, ma anche a causa della presenza di infiltrazioni camorristiche che scoraggiano gli investimenti privati. Le attività illegali napoletane hanno un'ingente ripercussione sull'economia nazionale, non senza incidenze negative sulle strutture sociali e ambientali cittadine. La mancanza di un vero sviluppo industriale ha fatto di Napoli un importante centro del terziario (commercio, amministrazione, finanza, trasporti e turismo) e del terziario avanzato volto alla ricerca tecnologica (Apple e Cisco Systems Academy). Il porto di Napoli è da sempre un importante voce di reddito per la città mentre il più importante polo d'affari e del terziario è il CDN. ===Turismo=== Napoli è, con Firenze, Roma, Venezia e Milano, una delle principali mete turistiche italiane. Con circa quattro milioni di presenze nel 2019, la città è del tutto uscita dalla forte depressione turistica dei decenni passati (dovuta in primo luogo alla destinazione unilaterale a città industriale ma anche ai danni d'immagine provocati dai media italiani, dal terremoto dell'Irpinia del 1980 e dalla crisi dei rifiuti, a favore dei centri costieri della sua area metropolitana). Napoli è il decimo comune più visitato in Italia ed il primo del Mezzogiorno. Per valutare adeguatamente il fenomeno, è però da considerare che una grossa fetta di turisti all'anno visitano Napoli soggiornando nelle numerose località dei suoi dintorni, collegate alla città con linee dirette sia private che pubbliche. Visite giornaliere a Napoli vengono effettuate da diversi tour operator romani e di tutte le località turistiche principali della Campania. Il settore è oltremodo in continua ascesa e si prospetta nuovamente il raggiungimento delle città d'arte del suo livello, in tempi relativamente brevi. Il turismo sta assumendo sempre più un peso decisivo per l'economia della città motivo per cui, esattamente come già accaduto ad esempio nel caso di Venezia o Firenze, è ormai elevato il rischio di ''gentrificazione'' del centro storico. === Strade === Napoli è un importante nodo stradale ed autostradale del paese. Dalla città si dipartono l'autostrada del Sole (A1) verso nord, l'A3 verso sud e l'autostrada A16 verso l'Adriatico. La tangenziale di Napoli (ufficialmente autostrada A56), con i suoi 270.000 transiti al giorno, scorre lungo la parte interna della città, attraversandone le colline con varie gallerie; i collegamenti con il circondario avvengono tramite la Circumvallazione esterna, l'Asse Mediano, l'Asse Perimetrale di Melito-Scampia, la strada statale 162 dir del Centro Direzionale. === Ferrovie e tranvie === La stazione di Napoli Centrale. Napoli è il principale nodo ferroviario del Mezzogiorno, essendo raggiunta da alcune delle principali linee ferroviarie italiane: la Ferrovia Roma-Napoli (alta velocità), la Ferrovia Roma-Cassino-Napoli, la Ferrovia Roma-Formia-Napoli, la Napoli-Salerno e la Napoli-Foggia. La stazione ferroviaria di Napoli Centrale è il principale scalo ferroviario della città e del Meridione ed è la settima stazione italiana per flusso di passeggeri (150.000 utenze giornaliere, ma salgono a 200.000 se si include anche il Terminal bus in area Metropark e quello della Ferrovia Circumvesuviana pari a 73.000.000 di passeggeri annui). Posta in piazza Garibaldi, la prima stazione era stata costruita nel 1886 su progetto dell'urbanista Errico Alvino; la stazione ottocentesca, tuttavia, fu abbattuta nel secondo dopoguerra per far posto al nuovo fabbricato viaggiatori, arretrato di 250 metri rispetto all'originale, progettato nel 1954 da un team di architetti ed ingegneri, tra cui spicca la figura di Pierluigi Nervi. La stazione di Napoli Afragola, posta sulla linea ad alta velocità Roma-Napoli, costituisce un polo di interscambio macroregionale per la Puglia, il Lazio, la Basilicata, la Campania e la Calabria. Il passante ferroviario di Napoli, compreso in parte nel servizio ferroviario metropolitano della città denominato Linea 2, attraversa la metropoli da est a ovest. Le stazioni principali sono Napoli Campi Flegrei (ovest), Napoli Mergellina (centro) e Napoli Piazza Garibaldi (est) dove c'è uno scambio con la linea 1 dell'ANM e con più di 5 linee di ferrovie suburbane dell'EAV. Fra il 1881 e il 1960 l'estesa rete tranviaria urbana, che nel 1929 incorporò altresì le tranvie di Capodimonte, era integrata dalle tranvie extraurbane gestite dalla Société Anonyme des Tramways Provinciaux, che comprendeva le linee Napoli-Aversa/Giugliano, Aversa-Albanova, Napoli-Frattamaggiore e Napoli-Caivano. Ulteriori linee extraurbane, esercite direttamente dall'azienda di trasporto urbano, erano le tranvie Napoli-Portici-Torre del Greco e Napoli-Bagnoli-Pozzuoli. === Porti === Il porto di Napoli. Il porto di Napoli, posto al centro del Mediterraneo e attivo fin dall'età classica, svolge funzioni commerciali e di collegamento. Ha 12 km di banchine, ed estende la sua circoscrizione al porto di Castellammare di Stabia ed alla linea di costa da La Pietra (Bagnoli) a Pietrarsa (Portici). Con circa 7000.000 di traffico passeggeri nel 2019 e con 1.400.000 di passeggeri croceristi nello stesso anno, è uno dei più importanti porti sia a livello europeo che mediterraneo. La città è inoltre servita dal porto di Pozzuoli, dal porto di Mergellina e dal porto del Granatello di Portici (con funzioni di collegamento e turistiche). Altri porti, come quello di Nisida, quello di Posillipo, quello di Molosiglio ed il porticciolo di Santa Lucia hanno invece funzioni esclusivamente turistiche. === Aeroporti === Il sistema aeroportuale della città è formato attualmente da due aeroporti: l'aeroporto di Napoli-Capodichino e l'aeroporto di Napoli-Grazzanise. Il primo, collocato a circa 4,5 km dal centro della città, è al 2019 il quinto aeroporto d'Italia per numero di passeggeri (circa 11 milioni) ed il primo per crescita tra gli scali europei medi, definito dall'ACI EUROPE ''Fast and Furious'' (da 6.700.000 nel 2016 a 8.600.000 nel 2017, con un incremento del 26,6). L'aeroporto di Capodichino ha ricevuto il premio "Aci Europe Award" come migliore in Europa nella categoria 5-10 mln di passeggeri per l'anno 2017. Vista la sua esponenziale crescita e vista la sua impossibilità di un'espansione illimitata (trovandosi in una zona altamente antropizzata), nell'ottobre 2019 è avvenuta la definitiva fusione con l'aeroporto di Salerno-Costa d'Amalfi che vedrà i primi voli commerciali una volta terminati i lavori per l'allungamento della pista (nel 2024 circa). L'aeroporto di Napoli-Grazzanise, più volte presentato come possibile ''hub'' intercontinentale della città, è attualmente gestito dall'Aeronautica militare. === Mobilità urbana === Linea 1. Napoli dispone di una capillare rete di trasporti pubblici, la cui tariffazione è gestita dal Consorzio UnicoCampania, che serve non solo l'intera area urbana bensì anche gran parte dell'area metropolitana. La rete poggia innanzitutto su una rete metropolitana di 31 km (due linee propriamente urbane ed una interprovinciale detta linea Arcobaleno che collega la città con il resto della conurbazione a nord) e su 4 funicolari, gestite da ANM; a queste si aggiungono la storica ''Metropolitana FS'' dal 1997 denominata linea 2 e le tratte ferroviarie urbane di Circumvesuviana, Circumflegrea e Cumana gestite dall'EAV. Sono in corso di realizzazione i prolungamenti delle linee metropolitane, la costruzione della nuova linea ferroviaria denominata linea 7, nonché gli studi di fattibilità e progetti circa la creazione di nuove linee (come la linea 10 della rete metropolitana che dovrebbe risolvere l'"isolamento" della recente stazione di Napoli Afragola o la linea metropolitana Chiaiano-Licola che permetterebbe lo sviluppo del litorale), con parcheggi di interscambio nelle zone periferiche e comprensiva di più di 100 stazioni (al momento 64) su tutta la superficie comunale. Oltre alla rete su ferro, sono presenti tre ascensori (Chiaia, Sanità, Acton, Ventaglieri), una rete tranviaria (che mette in comunicazione il porto, la stazione Centrale e la periferia orientale), un Metrò del Mare (che collega la città con le principali località marittime della regione) ed un'estesa rete di autobus; riguardo quest'ultima, la flotta dell'ANM, conta più di 1 000 veicoli. Vi sono circa trenta tipologie di autobus. Ciò è dovuto alla particolare morfologia e struttura edilizia della città di Napoli, che spesso presenta vicoli stretti (soprattutto nel centro antico) e strade ripide. A questo proposito, sono state adottate soluzioni alternative come mini-bus, che riescono agevolmente ad accedere nei vicoli e nelle strade più strette, e bus con un punto di snodo al centro, capaci di portare il doppio dei passeggeri senza andare incontro a ostacoli dovuti all'eccessiva lunghezza del mezzo. La flotta effettua più di 500 000 passaggi giornalieri essendo in servizio su circa 130 linee. === Consolati === Nel 1796 a Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie, nacque la prima ambasciata americana nella penisola italiana (settima nel mondo). La città è sede di 87 consolati. === Gemellaggi === Napoli è gemellata con importanti città del globo, tra cui Atene, Budapest, Naples (FL) e Kagoshima. === Quadro generale === Diego Armando Maradona, ex calciatore argentino che ha militato nella S.S.C. Napoli dal 1984 al 1991. Oggi è considerato da molti esperti il più grande calciatore di tutti i tempi. Nel 2020 gli è stato intitolato lo stadio cittadino. Napoli ha ospitato diverse volte le regate dell'America's Cup World Series; nell'immagine, del 2012, sono state riprese le vele (tra le quali è ben evidente anche la ''Luna Rossa'' italiana), con il Castel dell'Ovo e il Vesuvio sullo sfondo. ==== Maggiori società sportive di Napoli ==== A Napoli vi sono diverse società sportive di rilievo: * Calcio maschile: :Società Sportiva Calcio Napoli, Serie A * Calcio femminile: :Napoli Calcio Femminile, Serie A (calcio femminile) * Calcio a 5 maschile: :Napoli Calcio a 5, Serie A * Calcio a 5 femminile: :Woman Napoli Calcio a 5 * Beach soccer: :Napoli Beach Soccer, Serie A (beach soccer) * Pallacanestro maschile: :Napoli Basket, Serie A (pallacanestro maschile) :Nuova Pallacanestro Napoli :Società Sportiva Basket Napoli :Partenope Napoli Basket, Serie C regionale * Pallacanestro femminile: :Dike Basket Napoli Serie A1 (pallacanestro femminile) * Pallanuoto maschile: :Circolo Nautico Posillipo, Serie A1 (pallanuoto maschile) :Circolo Canottieri Napoli, Serie A1 (pallanuoto maschile) :Rari Nantes Napoli, Serie A2 (pallanuoto maschile) :Associazione Sportiva Acquachiara, Serie A1 (pallanuoto maschile) * Pallanuoto femminile: :Associazione Sportiva Acquachiara, Serie A1 (pallanuoto femminile) * Pallavolo femminile: :Centro Ester Pallavolo, Serie B2 * Rugby Maschile: :Partenope Rugby, Serie C1 :Amatori Napoli, Serie B (rugby a 15) * Rugby femminile: :Old Napoli, Serie A femminile * Vela: :Reale Yacht Club Canottieri Savoia :Circolo del Remo e della Vela Italia ==== Impianti sportivi principali ==== * Stadio Diego Armando Maradona * Piscina Felice Scandone * PalaBarbuto * Ippodromo di Agnano * Sferisterio Partenopeo * Stadio Arturo Collana * Accademia Nazionale di Scherma * PalaVesuvio * Infrastrutture sportive militari del Velodromo generale Alberico Albricci * Impianti sportivi dell'Università degli Studi di Napoli Federico II * Stadio ex NATO
Nunavut
'''Nunavut''' è il territorio del Canada più settentrionale e più vasto. Si estende su una superficie di poco più di  km2, che corrisponde alla dimensione dell'Europa occidentale. Fu separato ufficialmente dai Territori del Nord-Ovest il 1º aprile 1999, per riconoscere l'identità di patria del popolo Inuit, dalla ''Legge sul Nunavut'' e il ''Nunavut Land Claims Agreement Act'', anche se i confini erano già stati tracciati nel 1993. La creazione di Nunavut ha portato al primo cambiamento nella mappa politica del Canada dopo l'incorporazione della provincia di Terranova e Labrador nel 1949. Nunavut comprende una parte importante del Canada settentrionale e la maggior parte dell'Arcipelago artico canadese. Il suo vasto territorio lo rende il quinto stato federale al mondo per ordine di grandezza, così come il secondo stato più grande del Nord America . Il centro abitato di Iqaluit , che si trova nella parte sud-orientale dell'Isola di Baffin, è stata scelta attraverso plebiscito come capitale dello stato nel 1995. Altre comunità importanti nella regione sono Rankin Inlet e Cambridge Bay. Nunavut comprende anche l'Isola di Ellesmere che si trova nella parte più settentrionale dello stato, così come le porzioni orientali e meridionali dell'Isola Victoria ad ovest e la più lontana Isola Akimiski nella Baia di James, che si trova nella parte sud-orientale dello stato. È l'unica regione geopolitica del Canada che non è collegata al resto dell'America del Nord con vie di comunicazioni stradali. È una delle regioni più remote e scarsamente popolate del mondo con una popolazione di , principalmente Inuit. Nunavut è anche sede del centro abitato più settentrionale al mondo, Alert. Eureka, una stazione meteo che si trova nell'Isola di Ellesmere, ha la temperatura media annua più bassa di qualsiasi altra stazione meteorologica canadese. Il motto dello stato è ''Nunavut sanginivut'' .
=== Territorio === Il territorio del Nunavut è esteso per circa 2,1 milioni di chilometri quadrati di terra e acqua, comprendente, oltre a una vasta parte continentale, anche gran parte dell'Arcipelago artico, e tutte le isole (fino al 1999 appartenenti ai Territori del Nord-Ovest) della Baia di Ungava, della Baia di Hudson e della Baia di James. La parte di terre emerse è grande  km², mentre  km² sono di Oceano Artico. Ciò fa del Nunavut la quinta più estesa entità regionale non indipendente nel mondo. Il Nunavut confina via terra coi Territori del Nord-Ovest ad ovest e il Manitoba a sud, inoltre l'isola di Killiniq, situata tra la Baia di Ungava e il mare del Labrador, è attraversata dall'unica frontiera terrestre tra il Nunavut e la provincia di Terranova e Labrador. Via mare, il Nunavut confina anche con Ontario e Québec, e con la Groenlandia a nord. ==== Fiumi ==== Tra i suoi fiumi si annoverano il Back, il Burnside ed il Dubawnt. Principale catena montuosa è la Cordigliera Artica che corre lungo le regioni nord-orientali. ==== Aree protette ==== Gran parte del territorio fa parte di zone protette tra cui vi sono il Parco nazionale Quttinirpaaq sull'isola di Ellesmere, il Parco nazionale Auyuittuq sull'isola di Baffin, il Parco nazionale Sirmilik sull'isola di Baffin e sull'isola di Bylot, il Parco nazionale Ukkusiksalik, il Queen Maud Gulf Migratory Bird Sanctuary che si trova sul continente e il Thelon Wildlife Sanctuary, condiviso con i Territori del Nord-Ovest. Il territorio di Nunavut ha un clima polare, a causa della sua elevata latitudine e della bassa influenza continentale rispetto alle aree che si trovano più ad ovest nel Canada. Possiede il clima più freddo del Canada. Le temperature possono scendere fino a -50 °C in alcune zone. La regione è soggetta alla quasi totale mancanza di luce per sei mesi all'anno e a quattro mesi in cui il sole non tramonta mai. L'estate dura solamente tre mesi mentre l'inverno addirittura nove. Nella stagione invernale si verifica il fenomeno dell'aurora boreale. === Temperature === Le temperature variano ampiamente da una comunità all'altra. La temperatura media di Kugluktuk è la più calda dello stato, talvolta sale fino a 30 °C in estate e varia dai -15 °C ai -40 °C in inverno. La comunità più fredda dello stato invece è Grise Fiord, dove le temperature estive possono a volte salire al di sopra dei 5 °C e le temperature invernali spesso scendono sotto i -50 °C. Le temperature durante la stagione primaverile sono omogenee in tutto il territorio, con valori medi tra i -20 °C e i -10 °C. In primavera a Nunavut si registrano già giorni con valori alti delle ore giornaliere di sole. Da fine marzo a fine maggio, la luce del sole riflessa dalla neve e dal ghiaccio può provocare scottature gravi. Il ghiaccio marino mostrato in questa foto nel Nunavut riflette i raggi solari accelerandone il congelamento. === Ore di luce === In inverno le temperature sono fredde a causa anche della brevità dei giorni. Nella giornata più breve ad Iqaluit, capoluogo dello stato, il sole sorge e tramonta in sole quattro ore. Più ci si spinge verso nord, più brevi saranno i giorni invernali. Le comunità a nord del Circolo Polare Artico a volte non vedono nemmeno sorgere il sole nei giorni invernali. Al contrario, al solstizio d'estate, il sole splende per 21 ore ad Iqaluit con alcune ore di crepuscolo intorno alla mezzanotte. Nelle zone più a nord dello stato il sole splende 24 ore al giorno nei mesi estivi. Il sole di mezzanotte brilla sullo stato di Nunavut. A seconda della zona in cui ci si trova, il sole potrebbe non tramontare completamente all'orizzonte fino a quattro mesi all'anno. === Precipitazioni e venti === La bassa umidità registrata nello stato contribuisce a ridurre l'impatto del freddo, rendendo un giorno con una temperatura di -20 °C come se se ne sentissero -5 °C. I venti, tuttavia, possono causare il congelamento. Molte comunità del Nunavut hanno venti giornalieri che si mantengono costantemente tra i 15 e i 20 km/h. Alcune comunità, come Pangnirtung, sono famose per i venti estremi occasionali che possono raggiungere i 100 km/h. Le precipitazioni a Nunavut tendono a scendere in senso laterale, in quanto quasi sempre accompagnate da venti tra i 30 e i 60 km/h. Il fenomeno windchill abbassa la percezione della temperatura effettiva dell'aria. Poiché la maggior parte dell'Artico è un deserto polare, sono comuni giornate senza nuvole o precipitazioni. Le precipitazioni annuali totali nella capitale, Iqaluit, sono di appena 430 mm, mentre la capitale del Canada Ottawa ha più del doppio dei fenomeni. Nel Nunavut, le temperature fredde indicano che in genere il manto nevoso rimane al suolo fino a giugno e il ghiaccio nei mari finisce per rompersi o sciogliersi solo dalla metà di luglio e per un brevissimo periodo. Le precipitazioni di carattere piovoso normalmente si verificano tra luglio e inizio settembre. === Primi insediamenti === La storia della regione è molto antica. Circa 5000 anni fa giunsero dalla Siberia delle popolazioni chiamate dagli archeologi "Paleoeschimesi", che nel giro di mille anni giunsero ad occupare tutta l'Artide nordamericana. Erano i primi a penetrare in questa regione, trascurata dai Paleo-indiani nella loro occupazione del continente americano tra il 40.000 e il 12.000 a.C. Questi Paleoeschimesi, che gli Inuit chiamano Tunit nelle loro tradizioni, portarono con sé dal Vecchio Mondo una tecnologia adatta a quelle regioni impervie (anche se a quel tempo il clima era più caldo), tra cui abiti di pelle confezionata e cucita con aghi d'osso, l'arco e le frecce, comparsi per la prima volta in America con le piccole tribù di Tunit. Circa 2000 anni fa il clima dell'Artico cominciò a raffreddarsi e diventò anche più freddo di oggi, costringendo i Tunit a modificare il loro sistema di vita. === La Cultura Dorset e i Nuovi Popoli === Il risultato fu la nascita della Cultura Dorset, molto più ricca e sicura della precedente cultura paleo-eschimese, con insediamenti più grandi e un aumento della dipendenza dalla caccia ai mammiferi marini, come dimostra l'uso di un nuovo tipo di arpione, le racchette da neve, i grandi coltelli e le lampade a olio di steatite. Le culture tradizionali dell'Artico vedevano il mondo come un luogo pieno di spiriti e di forze misteriose, che certi individui, gli sciamani, erano in grado di usare. I Dorset ci hanno lasciato splendidi esempi di arte sciamanica, che mostra anche la vastità dei rapporti tra le varie comunità Dorset, che restarono virtualmente isolate dal 500 a.C. al 1000 d.C. Intorno al 1000 il clima cambiò ancora e la temperatura aumentò, costringendo i Dorset a modificare il loro stile di vita, mentre nuovi popoli entravano nell'area. Tra questi gli indiani di lingua algonchina che si espandevano fino a Terranova e sulle coste boscose del Labrador, i vichinghi stabilivano colonie in Groenlandia e si spingevano talvolta nell'Artide orientale, mentre da ovest gli Inuit ancestrali della Cultura Thule si muovevano dall'Alaska fin nel cuore del territorio Dorset. Recenti scavi presso Cape Banfield hanno portato gli studiosi a considerare l'esistenza di contatti con europei durati a lungo, almeno fino al 1450, ma iniziati prima del 1000 e certamente prima dell'arrivo dei vichinghi in Groenlandia. === La fine dei Dorset e l'inizio dell'era Inuit === Mentre i vichinghi si limitavano a commerciare anche se occasionalmente si verificavano delle scaramucce con i Dorset gli Inuit giunsero per stabilirsi in comunità molto più numerose, portando con sé gli strumenti e le armi di una sofisticata cultura di caccia, che comprendeva anche animali di grossa taglia come la balena. Tra il 1200 e il 1500 i Dorset scomparvero, soppiantati dagli Inuit, a cui lasciarono in eredità alcuni elementi della loro cultura, come l'Inukshuk o costruzione di sassi utilizzata per dirigere i caribù verso l'area di caccia e l'abitazione invernale a cupola, l'igloo. Gli Inuit resero omaggio ai Dorset attraverso le loro tradizioni, «I Tunit resero questo paese abitabile», ma narrano anche che erano troppo timidi e miti e venivano subito sopraffatti. Donne Inuit ad Ashe Inlet, 1884. === Storia moderna e nascita dello Stato di Nunavut === Gli Inuit vissero più o meno indisturbati fino alla metà del XIX secolo, quando il governo canadese cominciò a incoraggiare gli insediamenti permanenti. I ''qallunaat'' (o ''quablunaaq''), cioè i bianchi, avevano visitato la regione dove erano transitati esploratori, geografi, antropologi e commercianti, ma furono i balenieri ad avere il maggior impatto sugli Inuit, cambiando gli schemi dei villaggi e portando armi, imbarcazioni baleniere e strumenti in metallo. La capitale dell'attuale Nunavut, Iqaluit, si trova sulla parte meridionale dell'Isola di Baffin di fronte a Frobisher Bay (dal nome dell'esploratore inglese che la visitò nel 1575). È una città di circa 7000 abitanti che deve la sua nascita allo sviluppo minerario del Grande Nord e alle basi militari durante la Guerra Fredda. Iqaluit è abitata per due terzi da Inuit. Villaggio Inuit vicino Frobisher Bay, 1865 Il 1º aprile 1999 la mappa del Canada cambiò per la prima volta dopo 50 anni, dal tempo in cui Terranova si era aggiunta alla federazione canadese. Il nuovo territorio istituito tramite il Nunavut Act e il Nunavut Land Claims Agreement Act, fu chiamato Nunavut, (ᓄᓇᕗᑦ), che significa “La Nostra Terra” in inuktitut, la lingua degli Inuit, e copre circa due milioni di km², più o meno le dimensioni dell'Europa occidentale e circa un quinto del Canada. Per l'occasione è stata coniata una nuova moneta canadese da 25 centesimi disegnata da artisti inuit con incisi un gufo e un orso. === Storia politica dello Stato === Allo scoccare della mezzanotte del primo aprile 1999, ad una temperatura di -45° gradi, Ottawa divise i Territori del Nord-Ovest in due stati distinti. Dal 60% della superficie orientale dei Territori del Nord-Ovest nacque lo stato di Nunavut. I negoziati per costituire lo stato erano cominciati ufficialmente nel lontano 1976 grazie ad una formazione politica Inuit: il Tapirisatche. Nel 1982 la maggioranza della popolazione dei Territori del Nord-Ovest votò un plebiscito per dividere la regione e in seguito approvò un confine che seguiva grosso modo le terre tradizionali degli Inuit escludendo la città di Yellowknife e la miniera di diamanti presso Lac de Gras. Dopo anni di negoziato nel 1993 venne firmato il più grande accordo territoriale della storia del Canada. Gli Inuit ricevettero chilometri quadrati di territorio, i diritti minerari su chilometri quadrati, una quota delle royalties federali sul petrolio, gas naturale, lo sviluppo minerario delle terre della Corona, il pagamento di 1 miliardo e 148 milioni di dollari canadesi (762 milioni di dollari americani) pagabili in 14 anni, il diritto di caccia su tutto il territorio, eguale rappresentazione nei governi territoriali e federali nei nuovi dipartimenti delle risorse ambientali e della fauna, opportunità di partecipare allo sviluppo minerario e commerciale della regione e la creazione di tre nuovi parchi nazionali. === Amministrazione politica dello Stato === Politicamente Nunavut ha il proprio parlamento, un gabinetto e un sistema giudiziario a un solo livello. Le prime elezioni per il parlamento, senza alcun tipo di partito, si tennero il 15 febbraio del 2000 e votarono l'88% degli aventi diritto, con i candidati che facevano campagna elettorale spostandosi con mezzi aerei per visitare le comunità. Vennero eletti una donna e diciotto uomini e scelto come premier Paul Okalik, 34 anni, avvocato e all'epoca unico laureato inuit. La legislatura, come vuole la tradizione, nel prendere le decisioni è basata sul consensus government e il tribunale dovrebbe applicare la legge secondo criteri legali multiculturali. L'applicazione della legge viene garantita da servizi di polizia della comunità supportati dalla Royal Canadian Mounted Police. Le tre lingue ufficiali sono l'inglese, il francese e l'inuktitut anche se si utilizza pure l'altra lingua Inuit, l'innuinnaqtun. Dal novembre 2008, il premier è Eva Aariak. Di fronte a delle pesanti critiche l'ex premier Paul Okalik ha creato un consiglio consultivo di undici anziani la cui funzione è quella di incorporare la cultura e le conoscenze tradizionali Inuit (“Inuit Qaujimajatuqangit“, spesso citato in inglese come “IQ”) nelle decisioni politiche del governo territoriale. Nunavut ha un Commissario Federale nominato dal ministro degli Affari Indiani e Sviluppo del Nord (DIAND), il cui ruolo è simbolico. Il Commissario Federale non rappresenta formalmente il capo dello stato canadese, ma è giunto ad avere un ruolo analogo a questo nella Corona britannica, che è a capo del Commonwealth di cui fa parte anche il Canada. Il vero potere a livello esecutivo è esercitato dal primo ministro, eletto dall'assemblea legislativa, a sua volta eletta dai cittadini. La lingua utilizzata dagli organi di stato è l'inuktitut, anche se sono utilizzati pure l'inglese e il francese. Nel settembre 2012 la premier Eva Aariak ha ricevuto il principe Edward e la consorte Sophie, Contessa di Wessex, in occasione delle celebrazioni a Nunavut in onore del Giubileo di Diamante della Regina Elisabetta II.Palazzo dell'Assemblea Legislativa di Nunavut a Iqaluit Il governo di Nunavut ha gli stessi poteri e responsabilità degli altri due territori canadesi, lo Yukon e i Territori del Nord-Ovest, ma, dato che mancava di amministratori Inuit competenti, dovette assumerne dei non Inuit. Nel 2009 i posti statali riservati agli Inuit aumentarono fino a raggiungere la quota dell’85%. In questo modo riflettevano la percentuale di composizione etnica della regione. Attualmente quasi tutti i posti di lavoro sono governativi e il budget di Nunavut proviene per il 90% dal governo federale. La scarsità di popolazione di Nunavut rende improbabile che al territorio in un futuro recente sia concesso lo status di provincia (più o meno equivalente a quello di uno stato americano), anche se la situazione potrebbe cambiare se lo Yukon, che è solo marginalmente più popolato, diventerà una provincia. La più grande risorsa economica di Nunavut è la sua ricchezza mineraria, che comprende riserve di oro, ferro, zinco, nichel, rame, diamanti, petrolio e gas naturale. Lo sfruttamento di tali risorse è tuttavia ostacolato da elevati costi di produzione e difficoltà di trasporto. Il governo federale ha partecipato allo sviluppo delle risorse soprattutto fornendo infrastrutture e aiutando nella ricerca di minerali. Inoltre, le agenzie governative producono e distribuiscono energia elettrica in tutto il territorio. Il governo e le sue agenzie sono una delle principali fonti di occupazione e di reddito per il territorio. La capitale di stato Iqaluit, ospita ogni aprile il Nunavut Mining Symposium, una fiera economica. La sola miniera operativa all'anno 2013 è la Agnico-Eagle Mines Ltd – Meadowbank Division. La Meadowbank è una miniera d'oro a cielo aperto, che dà lavoro a 678 persone. Il costo per produrre un grammo d'oro è di 32 dollari canadesi. Il tasso di disoccupazione a Nunavut è superiore a quello degli altri stati del Canada. Il turismo, incentrato soprattutto sulle attrazioni naturali del territorio e sulla cultura Inuit, costituisce una piccola ma significativa entrata per la popolazione. Il governo locale ha un budget annuale di 700 milioni di dollari canadesi, per la quasi totalità provenienti dal governo federale. === Pesca e caccia === Vengono pescati e esportati nei mercati del sud da diverse comunità nell'Artide orientale rombi, gamberetti e salmerini. Alcuni Inuit continuano a svolgere le attività in maniera tradizionale nella cattura di piccoli mammiferi, nella pesca e nella caccia agli animali acquatici per integrarli agli alimenti importati di cui dispongono. Vengono vendute alcune pelli di foca ai produttori di abbigliamento commerciale. La pesca sportiva e la caccia attirano turisti sul territorio. === Evoluzione demografica === Il Nunavut secondo il censimento del 2016 ha una popolazione di circa abitanti, di cui l'85% sono popolazione native principalmente di etnia Inuit. La maggior parte della popolazione è concentrata nelle 28 comunità principali del Territorio. Tale dato, facente riferimento ad una popolazione scarsissima distribuita in maniera sparsa in un territorio estremamente vasto (circa sette volte quello dell'Italia), fa del Nunavut una delle regioni meno densamente popolate nel mondo. Se il Nunavut fosse una nazione indipendente, essa sarebbe la meno densamente popolata in assoluto; da notare, inoltre, che la vicina Groenlandia, pur essendo estesa all'incirca quanto il Nunavut, ha il doppio della popolazione di questo territorio canadese. === Popolazione residente === === Comuni più popolosi === Comune 2016 crescita 2011 crescita 2006 crescita totale Iqaluit 7740 15,5% 6699 8,3% 6184 20,1% Arviat 2657 14,6% 2318 12,5% 2060 22,4% Rankin Inlet 2842 10,3% 2577 8,4% 2358 17.,0% Baker Lake 2069 10,5% 1872 8,3% 1728 16,4% Cambridge Bay 1766 9,8% 1608 8,9% 1477 16,3% Pond Inlet 1617 4,4% 1549 15,2% 1315 18,6% Igloolik 1682 15,7% 1454 -5,7% 1538 8,5% Kugluktuk 1491 2,8% 1450 11,4% 1320 11,4% Pangnirtung 1481 3,9% 1425 7,0% 1325 10,5% Cape Dorset 1441 5,7% 1363 10,3% 1236 14,2% Gjoa Haven 1324 3,5% 1279 20,2% 1064 19,6% === Lingue === Le lingue ufficiali dello stato sono l'inuit (inuktitut e inuinnaqtun), l'inglese e il francese. Il Dtt. Ian Martin dell'Università di York nella relazione che ha commissionato nel 2000 (''Aajiiqatigiingniq Language of Instruction Research Paper'') presso il Dipartimento dell'Istruzione di Nunavut, ha affermato che «l'inglese è una minaccia a lungo termine per le lingue inuit, e le attuali politiche e pratiche linguistiche scolastiche in inglese stanno contribuendo a quella minaccia» se le scuole di Nunavut seguono il modello dei Territori del Nord-Ovest. Ha fornito un piano linguistico di 20 anni per creare una società bilingue pienamente funzionale, in inuktitut e in inglese entro il 2020. Il linguaggio Inuit è in costante declino dalla metà del XX secolo. Ogni censimento fatto ha dimostrato che l'inglese viene sempre più utilizzato dalle famiglie dello stato di Nunavut e che i giovani dichiarano inuktut come loro madrelingua meno degli anziani. L'uso dell'inglese prevale nelle imprese, mentre i media del sud (televisione, internet, etc) sono un'influenza in continua crescita, specialmente nei giovani. In breve, anche se l'uso della lingua inuktut rimane diffusa, è meno certo che questa verrà trasmessa da una generazione all'altra. Il sistema scolastico è di notevole importanza nel piano d'azione del governo per preservare la lingua inuktitut. La ''Legge sulla protezione della lingua inuit'' garantisce ai genitori il diritto di educare i propri figli con l'uso di questa lingua. Kugluktuk Durante varie consultazioni, il governo ha ascoltato i propri cittadini, garantendo che i loro figli parlino la lingua madre inuktitut, ma volendo anche che diventino cittadini del mondo e conoscano l'inglese. Charlie Awa, un residente di 19 anni, di Iqaluit, dice che la prima lingua che ha imparato era l'inuktitut, ma ora parla inglese con i suoi amici e sul lavoro perché questo rende le cose più semplici. «In verità parlavo la lingua inuktitut perché ero cresciuto con gli anziani», dice Awa, originario del villaggio di Pond Inlet, che si trova nella punta settentrionale dell'isola di Baffin. Ma una volta entrato nella scuola superiore, l'inglese divenne la lingua che parlava ogni giorno con amici e insegnanti, la maggioranza dei quali erano anglofoni. «Parlo principalmente con i miei amici in inglese perché non riescono a capire il mio dialetto. Noi abbiamo tutti dialetti differenti.» La politica linguistica del territorio si basa su due leggi fondamentali approvate nel 2008: la ''Legge sulla lingua ufficiale'' e la ''Legge sulla protezione della lingua inuit''. Il primo ha concesso come lingua ufficiale l'inuit, l'inglese e il francese nelle istituzioni del territorio, nell'assemblea legislativa e nei tribunali di Nunavut. Consente inoltre a Nunavut di ricevere alcuni servizi dai comuni in lingua inglese, francese e la lingua inuit in conformità con le regole stabilite. La ''Legge sulla protezione della lingua inuit'' invece afferma che il governo deve adottare azioni positive a promuovere l'uso della lingua inuktut in tutti i settori della società nello stato di Nunavut. Nel rispetto dell'uguaglianza di tutte le lingue ufficiali, l'Inuit Language Protection Act dà alla lingua inuktitut una nuova rilevanza nell'istruzione, nel lavoro e nella vita quotidiana in tutto il territorio. Delle risposte alla domanda riguardante la lingua madre durante il censimento del 2006 le lingue più comuni sono state: Lingue Numero di Votanti Percentuale 1. Inuktitut 69,54% 2. Inglese 26,75% 3. Francese 370 1,27% 4. Inuinnaqtun 295 1,02% 5. Lingue maleo-polinesiache 65 0,22% ''Tagalog'' 45 0,16% 6. Cinese 40 0,14% ''Cantonese'' 10 0,03% ''Mandarino'' 10 0,03% 7. Tedesco 40 0,14% 8. Spagnolo 30 0,10% 9. Lingue algonchine 20 0,07% ''Cree'' 20 0,07% 9. Lingue athabaska 20 0,07% ''Dogrib'' 10 0,03% Nel censimento del 2006 è stato riferito anche che persone (7,86%) che abitavano lo stato di Nunavut non avevano alcuna conoscenza di una lingua ufficiale del Canada (inglese o francese). === Religione === I gruppi religiosi più rappresentativi secondo il censimento del 2001 erano la Chiesa anglicana del Canada con fedeli (58%), la Chiesa latina (Diocesi latina di Churchill-Hudson Bay) con 6205 fedeli (23%), e la pentecostale con 1175 fedeli (4%). Complessivamente, il 93,2% della popolazione era cristiana. Fino agli anni 1950 la maggior parte dei servizi educativi e sanitari della regione venivano forniti dai missionari. In seguito il governo canadese si assunse queste responsabilità. Oggi il Dipartimento dell'Istruzione di Nunavut sovrintende all'istruzione elementare e secondaria e il Nunavut Arctic College di Iqaluit offre programmi post-secondari e corsi. L'uso della lingua inuktitut è promosso nelle scuole e il Dipartimento Federale Indiano e degli Affari del Canada del Nord fornisce sostegno finanziario all'istruzione indigena. L'assistenza sanitaria viene fornita da centri sanitari regionali e da un ospedale che si trova ad Iqaluit. Vengono forniti piani assicurativi sanitari completi ai residenti. Gli sport invernali, come l'hockey e il curling, sono molti popolari a Nunavut, come anche la corsa con le slitte trainate da cani, le motoslitte e i giochi artici tradizionali. L'hockey nello stato di Nunavut ha due squadre maschili e una squadra femminile che partecipano agli Arctic Games. Le gare di hockey dei Giochi invernali del 2016 a Nuuk, in Groenlandia, vennero ospitate nella città di Iqaluit, a causa della mancanza di strutture nella sede principale. La squadra rappresentante dello stato è l'Hockey Nunavut fondato nel 1999 e concorrente nel Campionato Maritime-Hockey North Junior C. Attività all'aria aperta, tra cui la caccia, la pesca, l'escursionismo e il kayak, attirano visitatori nel territorio. La bandiera del Nunavut ha questo significato: il rosso si riferisce al Canada (che ha una foglia d’acero rossa nella bandiera federale), il blu e l’oro alle ricchezze della terra, del mare e del cielo, l’Inuksuk simboleggia la costruzione in pietra fatta dalle popolazioni native che guidano la gente sulla terra (come servivano a guidare i caribù verso i cacciatori) e segnano luoghi sacri o speciali. La Stella Polare sulla bandiera simboleggia la leadership degli anziani nella comunità.
Nuova Scozia
La '''Nuova Scozia''' è una provincia del Canada, affacciata sull'oceano Atlantico. Assieme al Nuovo Brunswick e all'Isola del Principe Edoardo è una delle tre province marittime. La capitale è Halifax. Altre città importanti sono Yarmouth, Sydney, e Antigonish.
300px === Geografia fisica === La provincia atlantica della Nuova Scozia ha una superficie di e solo abitanti. Il territorio della provincia è costituito in maggioranza dalla penisola della Nuova Scozia, che si estende a nord est dello Stato americano del Maine ed è connessa alla terraferma dall'istmo di Istmo di Chignecto, e dall'isola di Capo Bretone. La lunghezza totale di tutte le costa ammonta ad un totale di ben . Il mare è onnipresente, ed è proprio l'acqua a dare al paesaggio la sua caratteristica: insenature, fiumi, laghi sono numerosissimi. Sono presenti numerose aree boschive ed aree rimaste ancora allo stato naturale. === Geografia antropica === === Clima === Secondo la nota classificazione dei climi di Köppen, la Nuova Scozia appartiene alla fascia Dfb e Dfc ossia al clima freddo, nivale, a foresta, umido tutto l'anno, con estate calda o fresca, quest'ultima nelle zone più settentrionali della regione. La Nuova Scozia è una penisola, e quindi è in gran parte circondata dal mare, ma si trova anche ad Est dell'enorme massa continentale canadese che in inverno gela quasi per intero. Questi due fattori fanno sì che il clima di questa provincia del Canada abbia caratteri sia marittimi che continentali: marittimo per le temperature più contenute rispetto alle aree interne del paese, per le abbondanti precipitazioni, per la ventilazione sostenuta e le tempeste oceaniche che frequentemente spazzano questa regione, continentale per le forti escursioni termiche, tra la stagione estiva e quella invernale. Così, se d'estate la fredda corrente oceanica tiene relativamente basse le temperature superficiali dei mari più a Sud, contribuendo a rinfrescare le zone costiere, e limitando in tutta la provincia gli eccessi di calore tipici delle aree più interne del paese, d'inverno, quando le temperature dell'oceano e quelle della Baia di Fundy oscillano tra i e i , la Nuova Scozia vive stagioni meno rigide delle aree interne canadesi dove le temperature scendono frequentemente anche sotto i -40. Per altro, a fine agosto le temperature delle acque oceaniche che bagnano le coste raggiungono i , questo fattore rende attive le brezze marittime prolungando di un paio di settimane, rispetto alle regioni canadesi più interne, la stagione estiva. Solo d'inverno, quando il Golfo di San Lorenzo e lo Stretto di Northumberland ghiacciano completamente, nelle zone più settentrionali della Nuova Scozia l'influenza delle acque marine si annulla. Inoltre la stagione invernale tende a prolungarsi quando a inizio primavera le zone marittime settentrionali restano ancora bloccate dai ghiacci. Questa regione è anche l'area con i maggiori quantitativi pluviometrici di tutta la costa Nordorientale compresa tra gli Stati Uniti e il Canada. In effetti la Nuova Scozia ha medie pluviometriche annuali che non scendono sotto i , e gli stessi rilievi della regione, costituiti solo da modeste colline, la cui massima elevazione si trova nella zona più settentrionale, riescono a fare impennare ulteriormente le già consistenti precipitazioni, tant'è che nell'area compresa tra le coste dell'Oceano Atlantico e quelle di Cape Breton si superano i medi annui. Il resto della provincia viaggia oltre i , mentre la zona meno piovosa, intorno ai , è quella situata lungo lo stretto di Northumberland, che, ghiacciando in inverno, tende a rendere più estese e stabili le aree di alta pressione che si formano sopra le terre gelide del Canada. Le precipitazioni sono più abbondanti nel semestre invernale e relativamente meno cospicue in estate, ma nel mese meno piovoso i totali pluviometrici medi mensili non scendono sotto i circa. In media il 15% delle precipitazioni totali della Nuova Scozia cade sotto forma di neve, valore che sale a circa il 30% nella zona dell'isola di Capo Bretone. Le zone meno nevose sono, ovviamente, quelle costiere più meridionali a cavallo tra l'Oceano Atlantico e la Baia di Fundy, qui cadono poco meno di di neve all'anno. I cm superano i 300 nelle zone collinari più interne e nell'isola del Capo Bretone. Le abbondanti nevicate della Nuova Scozia sono anche il prodotto dello scorrimento dell'aria gelida artica o occidentale su superfici marine che generalmente anche nei mesi più freddi dell'anno tendono a non gelare. Fenomeno simile a quello, più famoso, che si verifica lungo le sponde dei Grandi Laghi del Nordamerica (" Lake effect snow "). Il periodo dell'anno in cui al suolo sono presenti almeno di neve varia dai 110 giorni lungo le coste meridionali ai 140 nelle zone interne e più settentrionali. Per il periodo 1979-1997 si ricava che: 1) su gran parte della Nuova Scozia, si rileva per la prima volta un periodo di almeno 14 giorni consecutivi con neve al suolo avente un'altezza minima di : avviene la seconda metà di dicembre, con un anticipo rispetto alla prima metà del mese, sulla parte Nordorientale di Capo Bretone, e un posticipo rispetto alla prima metà di gennaio, nell'estremo Sud della provincia, dove sorge Yarmouth. Al contrario, l'ultimo in cui mediamente si rilevano per l'ultima volta questi parametri sui due terzi della Nuova Scozia, è il periodo di metà di aprile con un anticipo rispetto all'ultima quindicina di marzo nelle zone meridionali della regione e un posticipo rispetto alla metà di aprile nella parte nordorientale di Capo Bretone. 2) In media l'altezza massima annuale che raggiunge la neve al suolo è di circa su gran parte della provincia, ma con valori inferiori sulle coste meridionali, e superiori, con punte fino ad un metro, sulle zone centro settentrionali di Capo Bretone, dove, tra l'altro, sorge Sydney, e alcune zone interne della Nuova Scozia a Sudest di Halifax. Cape Sable, punta Sudorientale della Nuova Scozia, è la zona più mite di tutta la provincia, con più di 6 mesi all'anno, senza temperature sotto lo zero. Ma la maggior parte delle zone agricole della Nuova Scozia registrano dai 120 ai 130 giorni senza gelo, da fine maggio ai primi di ottobre, che salgono fino a 140 nelle zone più meridionali, e scendono sotto i 100 nella zona dell'isola di Capo Bretone. I venti sono prevalentemente meridionali o sudoccidentali in estate, mentre si dispongono da Ovest-Nordovest in inverno. La Nuova Scozia esprime un clima molto ventoso e soggetto a frequenti e repentine variazioni, anche nell'arco delle 24 ore. In una stessa giornata invernale si può passare dal sole alla pioggia e infine alla neve, così come la neve può trasformarsi in pioggia, che subito dopo può ghiacciare o può tornare il sole. Caratteristica della regione sono le nebbie, a causa di una quasi costante ed elevata umidità nel corso dell'anno. Più frequente nella stagione estiva e lungo le coste, la nebbia è causata dalla differenza termica tra l'Oceano Atlantico e le più elevate temperature dell'aria, ma anche dallo scontro tra le acque più calde e quelle più fredde, la Corrente del Labrador e l'oceano. Spesso queste nebbie marittime tendono ad estendersi anche nelle zone più interne, soprattutto la notte. Infatti la Nuova Scozia è una delle regioni del pianeta con il maggior numero di giorni di nebbia. In alcune giornate si possono avere contemporaneamente veloci e densi banchi di nebbia, vento sostenuto e precipitazioni, che, nel periodo più freddo possono essere nevose. L'aeroporto di Halifax, essendo più interno rispetto alla città, ha una media di 122 giorni con almeno 1 ora di nebbia, Yarmouth 118, mentre Sydney, zona dell'isola di Capo Bretone, 80. I giorni senza Sole, giorni con meno di 5 minuti di Sole, sono circa 83 con un massimo tra novembre e febbraio. Questa regione atlantica, essendo spesso sede di scontro tra diverse e grosse masse d'aria, soprattutto tra quelle continentali che scendono dall'Artico canadese e quelle meridionali e calde che risalgono lungo le coste orientali, viene frequentemente battuta da forti tempeste oceaniche, profonde depressioni che provocano il crollo della pressione e scatenano venti sostenuti e piogge abbondanti e battenti. In effetti la Nuova Scozia non solo è la provincia con più tempeste di tutto il Canada, ma può anche essere interessata da tempeste di origine tropicale e addirittura da uragani caraibici che, soprattutto tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno, risalgono lungo la costa orientale del Nord America. Il più violento degli ultimi tempi è stato certamente l'uragano Juan che ha colpito in pieno la capitale Halifax del settembre del 2003. Nonostante ciò, la Nuova Scozia non ha, a causa delle estati relativamente fresche e di rilievi modesti che non favoriscono la termoconvezione, un numero elevato di giorni con temporali, circa 10 all'anno, mentre i tornado sono piuttosto rari. Tutte e quattro le stagioni della Nuova Scozia hanno caratteristiche ben precise. In autunno si passa facilmente da giornate ancora tiepide a periodi molto freddi, che, grazie alle correnti nordoccidentali, portano nella seconda parte della stagione nevicate anche lungo le coste. In genere la prima sporadica neve sulle zone costiere cade già a novembre. L'estate indiana, l'autunno caldo caratteristico del Nord America, qui è decisamente meno caldo e più raro di quello statunitense, e delle zone centrali del Canada. Questa è anche la stagione, in cui, grazie ai primi freddi, si verifica il fenomeno del ''foliage'', ossia l'esplosione di un'intensa colorazione dalle tonalità pastello, soprattutto rosso e marrone, delle foglie degli alberi decidui. L'inverno è molto nevoso, con temperature minime che possono scendere al di sotto dei -15º. In questa stagione il repentino cambiamento della direzione dei venti può far variare rapidamente le temperature nell'arco delle 24h, passando così, da rapidi disgeli a veloci congelamenti o viceversa. Nei mesi più freddi le medie delle temperature massime delle città costiere della Nuova Scozia sono sotto lo zero, o intorno a questo valore. Yarmouth, nell'estremo Sud e quindi nella zona meno fredda di tutta la penisola, ha una media termica assoluta, media tra minime e massime, di gennaio di . Ma anche in questa stagione, soprattutto quando soffiano le più tiepidi correnti sudoccidentali, le piogge si presentano frequentemente alternandosi con le nevicate. Ovviamente le piogge invernali sono sempre meno probabili man mano che ci si allontana dalla costa e si risale verso Nord. Nei mesi più freddi possono prodursi vere e proprie tormente di neve, almeno 1 o 2 ogni inverno, ossia tempeste che provocano accumuli notevoli in poche ore e venti violentissimi, anche oltre i , e temperature di parecchi gradi sotto lo zero. Tra le più imponenti serie di tormente che hanno colpito la Nuova Scozia sono certamente da ricordare quelle scaturite da un sistema depressionario Atlantico, ribattezzato, dal nome dell'uragano che aveva colpito la stessa regione nel settembre precedente, White Juan, e che, tra il 17 e il 20 febbraio del 2004, interessò le province Sudorientali del Canada causando nevicate eccezionali e continue. Infatti, alla fine della seconda decade del febbraio di quell'anno, una profondissima depressione atlantica salì verso Nord posizionandosi prima a Sud e poi Est delle coste della Nuova Scozia attivando così venti violenti da Nord-Nordovest. Nei giorni precedenti aria freddissima dal Labrador e dall'Artico orientale del Canada aveva fatto crollare di parecchi gradi sotto lo zero le temperature delle città della Nuova Scozia. L'arrivo della depressione innescò immediatamente intense tormente di neve che paralizzarono l'intera regione. In alcuni casi le tormente si trasformarono in veri e propri temporali di neve. Le copiose nevicate accompagnate da venti con forza da uragano, in alcuni casi si superarono i , bloccarono il sistema viario e causarono diverse interruzioni dell'energia elettrica, la chiusura di scuole, fabbriche e uffici, I danni furono enormi e incalcolabili, al largo alcune onde raggiunsero i 10/15 metri di altezza. Molte zone batterono i record di accumuli nevosi in un solo giorno. Ad Halifax la neve misurata arrivò all'altezza di , a Lower Sackville , a Yarmouth . Grazie agli accumuli eolici alcuni palazzi furono seppelliti dalla neve fino al 2º o 3º piano. Ci vollero diverse settimane per riportare la situazione alla normalità.. Altri fenomeni pericolosissimi, soprattutto per il traffico stradale, che si verificano nei mesi più freddi dell'anno sono la pioggia e la nebbia sopraffuse e le tempeste di ghiaccio. La primavera resta fredda, e, fino ad aprile si registra qualche nevicata, mentre da maggio in poi, fra l'alternarsi di piovose perturbazioni oceaniche e i primi calori pre-estivi, si assiste ad un progressivo aumento delle temperature con una vera e propria esplosione di colori grazie al risveglio della vegetazione. L'estate è tiepida e piovosa con medie massime che generalmente non superano i 22-23°. Di giorno le zone interne, lontane dall'effetto refrigerante del mare, tendono a registrare circa in più delle aree costiere. Sono pochi i giorni in cui si registrano valori termici oltre i 28° ma può capitare che aria molto calda dagli Stati Uniti centrali arrivi fin su queste coste facendo schizzare le massime oltre i 30° In questa stagione, soprattutto nelle prime ore del mattino, ma non solo, si formano frequenti, estesi e densi banchi di nebbia. Sable Island è un'isola appartenente alla Nuova Scozia ma situata a a sudest da Halifax. È spazzata frequentemente da violentissime tempeste e spesso coperta da spessi strati di nebbia. È l'unico luogo appartenente amministrativamente a questa provincia ad essere inclusa nella fascia climatica C; qui infatti il mese più freddo, febbraio, ha una media termica di . In compenso la stagione estiva è decisamente fresca. Le precipitazioni sono distribuite tutto l'anno ma con il 9% di neve sul totale delle precipitazioni annue è anche la zona meno nevosa di tutta la Nuova Scozia '''Fenomeni meteo pericolosi.''' In una regione come la Nuova Scozia dove gli elementi del tempo si esprimono in tutta la loro violenza, viene data molto importanza dai centri meteo regionali, ai fenomeni meteo più dannosi. Sotto un elenco delle manifestazioni meteo più pericolose che interessano questa provincia atlantica: * '''grandine''', per il servizio meteo canadese si parla di grandine quando il diametro del chicco di ghiaccio misura almeno . Le grandinate più violente possono essere molto dannose, sia per le proprietà, che per l'agricoltura. Rispetto alle zone interne canadesi e dei Grandi Laghi la Nuova Scozia è meno interessata dalla grandinate, comunque ogni anno questi fenomeni interessano, soprattutto in estate, la provincia atlantica e in particolare le zone interne e occidentali, molto colpita anche la zona di Half Island Cove. * '''Piogge violente e nubifragi''', in alcuni casi le piogge possono diventare molto intense e assumere forma di veri e propri nubifragi con danni alle colture, alluvioni lampo e frane. La zona centrale della Nuova Scozia, in particolare la zona di Halifax, e, in generale, le coste atlantiche sono quelle più soggette a questi fenomeni. * '''Piogge estive copiose''', nei mesi estivi possono manifestarsi forti precipitazioni che possono provocare, soprattutto se durano più giorni, vere e proprie alluvioni. Tra maggio e settembre la possibilità che si verifichino tre giorni di seguito di piogge sono tra il 7% e il 22%, mentre un periodo di piogge di 10 giorni è più probabile che si verifichi sulla parte Centrosettentrionale della penisola. * '''Piogge invernali copiose''', così come nei mesi più caldi pure in inverno, anche se le temperature invernali della Nuova Scozia sono mediamente sottozero, non sono rare perturbazioni foriere di piogge battenti. Sono soprattutto le zone atlantiche ad essere soggette a questi fenomeni che diventano ancora più pericolosi quando alle piogge si somma l'acqua delle neve in fusione su terreni precedentemente innevati. In questi casi possono esserci estesi allagamenti e veloci inondazioni. Considerando il periodo compreso tra il 15 dicembre e il 15 aprile i giorni con totali pluviometrici, sia sotto forma nevosa che liquida, superiori ai vanno da un massimo di 5-6 giorni sulla costa atlantica orientale, zona di Halifax, 4 su quella settentrionale, fino ad un minimo di 1 giorno, e anche meno, sulle aree al confine con il Nuovo Brunswick. Qui le precipitazioni liquide invernali sono meno probabili e abbondanti. * '''Pioggia sopraffusa''', in alcune condizioni possono verificarsi precipitazioni liquide ma a temperature sottozero. In questi casi le gocce di pioggia appena toccano una qualunque superficie si congelano all'istante con il risultato di formare pesanti e scivolosi strati di ghiaccio pericolosissimi per le persone e la circolazione viaria, aerea, ed anche per le linee elettriche, che possono essere abbattute dal peso ghiaccio, così come gli alberi, che possono crollare sotto il peso del ghiaccio, danneggiando auto e creare situazioni di pericolo. Nel novembre del 2004 molte zone della Nuova Scozia restarono al buio a causa di persistenti e cospicui fenomeni di piogge sopraffuse che distrussero molti pali elettrici. La frequenza annua di questi fenomeni varia dai 20 giorni, nelle zone costiere del Sud, 30-40 sulle altre zone marittime del Centrosud, fino ad un massimo di 50-60 giorni nella zona meridionale e costiera di Cape Breton Island (regione più settentrionale della Nuova Scozia). Se Yarmouth, città atlantica dell'estremo Sud, registra 5 ore all'anno di piogge sopraffuse, Halifax, sulla costa media atlantica, 20-23 ore, mentre Sydney, costa settentrionale, sale a 35 ore. * '''Nevicate copiose''', la serie di abbondantissime nevicate che nel febbraio del 2004 interessarono la Nuova Scozia, a causa del tifone "White Juan", si accumularono in un solo giorno fino a circa 1 metro di neve ad Halifax, evidenziano il pericolo derivante da abbondanti depositi nevosi che conducono alla chiusura di scuole, fabbriche e attività commerciali, al blocco del traffico, il crollo di tetti e altri danni. Annualmente il numero di tempeste di neve, con accumuli superiori ai , variano da un minimo di 7 sulle coste meridionali e Sudoccidentali, da Yarmouth ad Halifax, ad un massimo di 10-11 nella zona settentrionale della provincia, Cape Breton Island dove sorge la città di Sydney, e Nordorientale al confine con la provincia di Nuovo Brunswick, qui troviamo la città di Amherst. In generale le zone costiere orientali dell'Atlantico sono meno soggette a questi fenomeni rispetto alle zone costiere occidentali e settentrionali. * '''Tormenta''', nevicate abbondanti associate a venti violenti e temperature molto basse possono spazzare la Nuova Scozia. Sono tra i fenomeni meteo più pericolosi e possono causare l'abbattimento di linee telefoniche ed elettriche, vaste interruzione della corrente elettrica per diversi giorni, crollo di alberi e numerosi altri danni. Più precisamente, secondo i criteri utilizzati dai centri meteo della Nuova Scozia, si può parlare di tormenta di neve quando dura almeno 4 ore ed è accompagnata da venti oltre i , le temperature sono inferiori ai -3° e la visibilità non raggiunge . Adottando questi parametri si ricava che in questa provincia atlantica il numero di tormente varia da 3-4 all'anno nell'estremo Nord di Cape Breton Island, a poco meno di 1 sulle zone oceaniche. Yarmouth, nella costa estrema meridionale della regione, registra una media di 11 ore all'anno di tormente, Shearwater, situata a pochi km da Halifax, sulla media. Tuttavia, nei mesi più freddi dell'anno, tutta la Nuova Scozia, senza arrivare a vere e proprie tormente, viene frequentemente interessata da forti nevicate con venti sostenuti e visibilità ridotta che creano problemi alle attività umane. * '''Scaccianeve''', quando i suoli sono ricoperti di neve, il vento, se intenso, può sollevarne enormi quantità, rendendo la visibilità limitata e creando numerosi problemi al traffico. Su gran parte della Nuova Scozia si manifestano 3-4 episodi di scaccianeve, con punte di 6 su Cape Breton Island, mentre sulle coste più meridionali atlantiche si può scendere a 1-2 episodi. I giorni con scaccianeve variano da 20 all'estremo Nord, a poco più di 10 sulle coste meridionali atlantiche. * '''Freddo estremo''', in inverno periodi con temperature molto basse sono frequenti, ma in alcuni casi i valori termici possono sprofondare di alcune decine di gradi sotto lo zero creando pericoli alla fauna, la flora e alle persone, soprattutto i senzatetto e coloro che lavorano all'aperto. Considerando un periodo di 10 anni si possono registrare valori minimi assoluti fino a circa -20 sull'estrema punta costiera atlantica Sudorientale, valori tra i -25 e i -30 sulle altre zone costiere meridionali e, in genere, sulle aree marittime atlantiche affacciate a Est, temperature sui -30 sulle zone costiere settentrionali e occidentali, minime inferiori ai -30 sulle zone interne della penisola della Nuova Scozia e temperature al di sotto dei -35 in diverse aree interne occidentali al confine con il Nuovo Brunswick. Se però consideriamo i valori minimi assoluti mai registrati, troviamo minime intorno ai -25 sull'estremo Sud costiero, sotto i -35 sulle zone costiere centro-settentrionali fino a punte al di sotto dei -50-55 sulle aree interne occidentali della provincia. * '''Wind chill molto bassi''', la temperatura di raffreddamento è il valore termico, diverso da quello reale registrato dai termometri, avvertito dal corpo quando soffia il vento. Maggiore è la forza del vento e più bassa sarà la temperatura avvertita dall'organismo. In alcuni casi, quando le temperature sono molto fredde, il wind chill può risultare pericolosissimo per la vita umana e provocare veloci congelamenti. Animali, piante, lavoratori all'aperto e senzatetto sono i più esposti al pericoli di venti con temperature molto basse. Nei casi più estremi sono state calcolate temperature da wind chill inferiori ai -60° mentre anche nelle zone costiere meridionali le temperature percepite possono scendere intorno ai -35°. Spesso le zone più soggette ai wind chill più freddi sono proprio le zone costiere (soprattutto quelle settentrionali) perché più esposte ai venti più violenti. * '''Fulmini''', in genere, ma non sempre, associati a temporali i fulmini sono pericolosi, sia per le persone e gli animali che per gli incendi, soprattutto boschivi, che possono innescare. Sulla Nuova Scozia la maggior parte dei fulmini si genera nella stagione estiva, mentre sono rari nei mesi più freddi. Le zone più interessate da questi fenomeni sono quelle orientali al confine con il Nuovo Brunswick mentre le regioni settentrionali, soprattutto tra Sydney e la baia di Mira, sono quelle meno colpite. * '''Temporali violenti''', la Nuova Scozia non ha un numero elevato di temporali. Ma anche qui possono comunque colpire, anche con molta violenza, formandosi soprattutto nel corso della stagione estiva. I pericoli del temporali sono provocati dai forti venti, le piogge violente e concentrate in poco tempo, le grandinate rovinose, i fulmini e le trombe d'aria che producono. La zona centrale della Nuova Scozia, da Amherst, al confine con il Nuovo Brunswick, all'entroterra di Halifax e da Truro, sulla baia di Cobequid, a Middleton, la Baia di Fundy, è quella maggiormente interessata da questi fenomeni con circa 4 eventi violenti all'anno. L'estremo Sud costiero, tra Yarmouth e Clarks Harbour, la costa più orientale della penisola di Half Island Cove e le coste più settentrionali della Nuova Scozia, Baia di San Lorenzo, Ingonish e l'isola di Scatarie, sono le zone meno colpite da violenti temporali, solo 0,5 all'anno. Le coste della Baia di Fundy registra fino ad una dozzina di giorni di temporali all'anno. Luglio è il mese in cui sono più frequenti. * '''Uragani''', sicuramente i fenomeni meteo più pericolosi che possono interessare la Nuova Scozia sono gli uragani. Infatti ogni tanto, nonostante la latitudine settentrionale della regione, alcuni di essi risalgono pericolosissimi lungo la costa atlantica degli States colpendo la Nuova Scozia. In genere arrivano già declassati a "semplici" tempeste tropicali, ma a volte raggiungono le coste della provincia come veri e propri uragani. In ogni caso gli effetti sono disastrosi. L'uragano del settembre del 2003, di categoria 2 con raffiche fino a , ha causato sia onde fino a 20 metri in una zona poco fuori dal porto di Halifax che piogge battenti. Tutta la regione può essere interessata da questi venti, ma sono soprattutto le zone costiere atlantiche a subire i danni maggiori. Tra il 1901 e il 2000 hanno interessato la regione, 19 tempeste tropicali e 19 gli uragani veri e propri, tre dei quali di categoria 2. * '''Tornado''', fenomeni alquanto rari, ma non impossibili sono i tornado. La costa Nordoccidentale è quella più soggetta ai tornado. * '''Venti violenti.''' Abbiamo visto che la Nuova Scozia è una regione molto ventilata, soggetta a venti impetuosi e frequenti: tormenta, scaccianeve, uragani, tornado, tempeste, raffiche in seno a temporali ma anche venti intensi associati a normali depressioni creano numerosi problemi abbattendo alberi, scoperchiando tetti, rallentando il traffico, aumentando la sensazione di freddo. Greenwood poco distante dalla costa sulla Baia di Fundy registra 36 giorni con venti dai di cui 14 con venti a partire dai , Shearwater 16 e 4 giorni, Sydney 19 e 6 giorni, Yarmouth 13 e 2 giorni ma Sable Island ben 73 e 29 giorni. Raffiche record oltre i sono state registrate lungo tutte le zone costiere della provincia con punte, lungo la Baia di Fundy, oltre i . * '''Siccità''', la Nuova Scozia è una regione che gode in ogni periodo dell'anno di precipitazioni abbondanti. La Siccità, quindi, è un fenomeno molto improbabile ma non del tutto impossibile. Nell'estate del 2001 una prolungata carenza, rispetto alle medie, di precipitazioni colpì alcune zone della Nuova Scozia e del Nuovo Brunswick provocando un calo fino al 50% della produzione di patate, del 50-75% di quella di mirtillo e un calo netto di altri prodotti come il fieno, i fagioli e le mele. Il danno economico fu forte con consequenziale calo del Pil e aumento della disoccupazione. La possibilità che tra maggio e settembre si verifichi un periodo di 10 giorni consecutivi senza precipitazioni sono maggiori nelle zone centromeridionali della provincia atlantica dove è più facile che si propaghino campane di alta pressione provenienti dalle zone meridionali e interne degli Stati Uniti. In ogni caso le probabilità vanno da un massimo del 9-13% ad un minimo dello 0-3%. * '''Caldo intenso''', come per la siccità, la provincia atlantica è meno soggetta delle zone interne del Canada a forti ondate di caldo, ma anche qui, se in misura minore rispetto alle zone più continentali, non sono impossibili valori termici elevati. In questi casi aumentano, a causa dell'uso dei climatizzatori, i consumi di energia elettrica. In alcuni episodi i valori massimi termici mai registrati hanno superato i 40°, nell'arco di periodi superiori ai 50 anni, mentre di solito al di sotto di questo periodo temporale i valori assoluti non superano i 35°. I record più alti si sono registrati nelle zone più interne e in alcune zone costiere atlantiche orientali e settentrionali, mentre i valori più contenuti si sono rilevati nelle zone costiere più meridionali. * '''Indici di calore elevati''', ovviamente il caldo diventa ancora più fastidioso quando è associato a elevati indici di umidità. Questi due fattori, temperature e umidità elevate, possono rendere la temperatura percepita molto più alta di quella reale, anche oltre i 40°. Da qui fenomeni di afa. In queste situazioni si possono verificare gravi problemi come malattie cutanee e colpi di calore. Si tratta comunque di situazioni molto rare per la regione atlantica. Le zone più soggette a questi fenomeni sono quelle più occidentali e le aree tra il fiume St. Marys River e le basse colline di Cape George, vicino alla città di Antigonish; in queste zone sono state registrate temperature percepite, decisamente più alte di quelle realmente misurate, anche sopra i 45°. In generale i giorni in cui si registrano indici di calore oltre i 30° vanno dai 10, e anche meno, nelle zone costiere più meridionali, ai 30 nella regione occidentale a cavallo del Minas Bacin. * '''Nebbie''', la Nuova Scozia, soprattutto le zone costiere atlantiche, è una delle zone più nebbiose del mondo. In alcuni casi i giorni di nebbia all'anno possono superare i 130. Con una visibilità molto ridotta i problemi viari possono essere pesanti. * '''Alluvioni costiere''', in caso di forti venti e intensi cali di pressione le superfici marine possono gonfiarsi di diversi metri. Cicli di marea, configurazione della costa, e uso dei suoli, possono rendere ancora più dannose e pericolose le alluvioni costiere causate da invasioni di acque marine. Nel 1869 la tempesta tropicale "Saxby Gale", che coincise con una forte alta marea, colpì duramente la Baia di Fundy provocando un aumento eccezionale del livello marino con conseguenziali alluvioni in città come Sackville e Amherst. Anche la tempesta "Groundhog Day" provocò alluvioni costiere eccezionali la distruzione di pontili, edifici e barche per danni di decine di milioni di dollari. È soprattutto la zona costiera Nordoccidentale ad essere soggetta a questi fenomeni. === Dalle origini al primo contatto europeo === Circa anni fa, popolazioni paleoamericane raggiunsero e si accamparono nei luoghi appartenenti oggi alla Nuova Scozia. Si ritiene che in questa zona, tra i e i anni fa, fossero già state presenti popolazioni indiane arcaiche. I Mi'kmaq, la First Nations della provincia e della regione, sono la loro discendenza diretta. L'unico insediamento vichingo certo nel Nord America è quello di L'Anse aux Meadows, che dimostra il fatto che i Vichinghi esplorarono il continente 500 anni prima di Cristoforo Colombo. Vi è un certo dibattito su dove possa essere sbarcato l'esploratore veneziano Giovanni Caboto, ma i più sono concordi nell'individuare l'Isola del Capo Bretone nel 1497. Il primo insediamento europeo nella Nuova Scozia fu creato più di un secolo dopo, nel 1604. I francesi, guidati da Pierre Dugua, Sieur de Monts stabilì la prima capitale della colonia dell‘Acadia a Port Royal, spostata successivamente nella vicina Annapolis Royal dopo essere stata distrutta da un attacco inglese. Lo stesso anno pescatori francesi crearono un insediamento a Canso. === Il periodo coloniale === Nel 1620 il Plymouth Council for New England, sotto il re Giacomo IV, designò tutte le coste dell'Acadia e del medio-Atlantico a sud della Baia di Chesapeake come colonia della Nuova Inghilterra. Il primo insediamento scozzese documentato nelle Americhe fu nel 1621 in Nuova Scozia. Il 29 settembre 1621, la carta per la fondazione di una nuova colonia fu rilasciata da Giacomo VI a William Alexander, I conte di Stirling e nel 1622 i primi coloni lasciarono la Scozia. Nel 1627 scoppiò una guerra tra Inghilterra e Francia con i francesi che riconquistarono Port Royal, da loro fondato. Ma la risposta inglese, non si fece aspettare: nello stesso anno un contingente scozzese e inglese distrusse l'insediamento, costringendoli ad andarsene. Così nel 1629 venne edificato il primo insediamento scozzese a Port Royal. La carta della colonia di Charter definì come Nuova Scozia tutti quei terreni compresi tra Terranova e la Nuova Inghilterra. Tuttavia la situazione non durò a lungo: nel 1631, sotto il re inglese Carlo I, con il Trattato di Suza, la Nuova Scozia veniva restituita alla Francia. Gli scozzesi furono costretti ad abbandonare la colonia. Nel 1654 re Luigi XIV di Francia nominò governatore dell'Acadia l'aristocratico Nicholas Denys. Le forze coloniali inglesi ripresero l'Acadia nel corso della Guerra di Re Guglielmo, ma l'Inghilterra, alla fine delle ostilità e grazie al Trattato di Ryswick restituì il territorio alla Francia. Il territorio ritornò nuovamente sotto la corona inglese nel corso della Guerra della Regina Anna, e tale conquista fu confermata con il Trattato di Utrecht del 1713. La Francia mantenne solo il possesso dell'Île St Jean (l'Isola del Principe Edoardo) e l'Île Royale (l'Isola del Capo Bretone), in cui fu costruita la fortezza di Louisbourg a guardia delle rotte marittime verso il Québec. La fortezza fu catturata dalle forze coloniali inglesi e ceduta definitivamente con la Guerra franco-indiana del 1755. La regione continentale della Nuova Scozia divenne una colonia britannica nel 1713, sebbene Samuel Vetch fu governatore di un precario territorio ottenuto con la caduta di Port-Royal (l'odierna Annapolis Royal) nell'Acadia già nell'ottobre 1710. I governanti erano sempre più preoccupati riguardo alla scarsa volontà di far pegno di fedeltà alla Corona britannica da parte degli Acadiani di lingua francese e di fede cattolica romana (la maggioranza nella nuova colonia). La colonia rimase in gran parte acadiana nonostante la creazione della capitale provinciale ad Halifax, e l'arrivo a Lunenburg, nel 1753, di un gran numero di nuovi coloni stranieri protestanti (soprattutto tedeschi). Nel 1755, i britannici espulsero forzatamente più di Acadiani in quello che divenne noto come il Grand Dérangement, o Grande Espulsione. Nel 1763 l'Isola del Capo Bretone entrò a far parte della Nuova Scozia. Nel 1769, St. John's Island (ora Isola del Principe Edoardo) divenne colonia separata. La Contea di Sunbury fu creata nel 1765, e comprendeva il territorio dell'odierno Nuovo Brunswick e la parte orientale del Maine. Nel 1784 la porzione occidentale della Nuova Scozia continentale fu separata e divenne la provincia del Nuovo Brunswick, mentre il territorio del Maine passò sotto il controllo del nuovo Stato americano indipendente del Massachusetts. Capo Bretone divenne una colonia nel 1784, ma tornò alla Nuova Scozia nel 1820. Gran parte degli antenati dell'odierna Nuova Scozia giunsero nel periodo successivo all'espulsione degli Acadiani. Tra il 1759 e il 1768 circa coloni arrivarono dalla Nuova Inghilterra. Alcuni anni più tardi, circa lealisti, gli American Tories, si stabilirono nelle odierne Province marittime del Canada in seguito alla sconfitta della Gran Bretagna nella Guerra di indipendenza americana. Di questi , circa , si stabilirono nel Nuovo Brunswick e nella Nuova Scozia. Circa erano schiavi di origine africana, un terzo dei quali ben presto si trasferì nel 1792, in Sierra Leone. Un gran numero di scozzesi emigrò a Capo Bretone, o comunque nelle regioni occidentali della colonia, tra il tardo XVIII e XIX secolo. === Dalla Confederazione canadese ad oggi === La Nuova Scozia fu la prima colonia britannica del Nord America e dell'Impero britannico ad ottenere l'auto-governo nel gennaio-febbraio 1848 attraverso gli sforzi di Joseph Howe. La colonia e il suo premier Charles Tupper contribuirono alla creazione della Confederazione canadese nel 1867, insieme al Nuovo Brunswick e alla Provincia del Canada. Nel 1917 Halifax, la capitale della provincia, fu vittima di un evento tragico che è rimasto indelebile nella memoria dei suoi cittadini e di buona parte del Nord America. Nelle prime ore del mattino del 6 dicembre 1917, la nave militare francese "Mont Blanc" che trasportava decine di tonnellate di munizioni verso l'Europa in guerra, entrò in collisione con il cargo militare belga "Imo". L'equipaggio abbandonò la nave alla deriva nella Baia cittadina e nel frattempo la nave si incendiò richiamando l'attenzione di migliaia di persone verso i moli cittadini. Intorno alle ore 09.00, la nave esplose scatenando una potenza distruttiva tale che tutta la parte nord della città venne letteralmente spazzata via dall'onda d'urto. L'esplosione uccise quasi persone, ne ferì e lasciò persone senza una casa. Oltre il danno la beffa, il giorno dopo la città distrutta fu investita da una forte nevicata. Arrivarono aiuti da tutto il mondo ed in pochi mesi la città fu ricostruita. A tutt'oggi, l'Esplosione di Halifax detiene il negativo primato di "Più potente esplosione mai avvenuta prima della Bomba Atomica". L'ancora della nave "Mont Blanc" venne ritrovata a circa 10 km dal luogo dell'esplosione e il boato fu avvertito fino a di distanza. Per riferirsi a un abitante della Nuova Scozia in inglese si usa il termine ''Nova Scotian'', e in francese si usa il termine ''Néo-Écossais''. La Nuova Scozia, nota fino a ieri come la "provincia dimenticata" è una regione in rapida crescita economica. Da un'economia basata sulla pesca e la foresta si sta evolvendo in una dei servizi: il turismo, Information technology e industria aerospaziale. Inoltre le riserve di petrolio e gas individuate nell'atlantico ne fanno una regione strategica per l'energia. La capitale della provincia Halifax è una grande città moderna con un cuore storico. È caratterizzata da un grande porto, diverse università, filiali di numerose aziende importanti e un'intensa vita culturale. La Nuova Scozia ospita le città più antiche del Nord America e in ogni luogo viene celebrata una festa tradizionale. Famose sono le feste dei ''clan'' scozzesi, e i banchetti degli acadiani (francesi di origine). La presenza dei clan scozzesi è talmente radicata che in alcune zone si parla il gaelico scozzese, nella sua variante dialettale canadese. La cultura scozzese in Nuova Scozia (''Alba Nuadh'', nome gaelico) è particolarmente sentita, tanto che numerose feste di origine celtica sono tra le festività più sentite della regione. La Nuova Scozia possiede vaste aree rimaste allo stato naturale, nei boschi sono ospitati alci e aquile. Nelle acque salmoni, lucci e persici oltre alle trote sono un'attrattiva per i pescatori. Qui la tipica vegetazione che in Italia si trova in montagna si sviluppa lungo le coste. Nei mari circostanti sono numerosi i cetacei come balene e delfini per cui è molto praticata l'attività del ''whale watching'' da turisti ed appassionati. Inoltre non è raro incontrare foche e centrine. La Nuova Scozia è fra le parti del continente americano più vicina all'Europa e si raggiunge in sole 5 -6 ore di volo dall'Europa e 1 ora e mezza da New York. Voli diretti sono disponibili da New York, Boston, Toronto, Montréal, Amburgo, Francoforte, Monaco, Amsterdam e Londra per l'Aeroporto Internazionale di Halifax Stanfield, la capitale della provincia. Yarmouth nel Sud ha un aeroporto regionale nonché un porto con un collegamento veloce che in 3 ore porta a Portland negli Stati Uniti.
Netiquette
La '''netiquette''' è una parola macedonia che unisce il vocabolo inglese ''network'' e quello francese ''étiquette'' . È un insieme di regole informali che disciplinano il buon comportamento di un utente sul web di Internet, specie nel rapportarsi agli altri utenti attraverso risorse come newsgroup, mailing list, forum, blog, reti sociali o email in genere. Il rispetto della netiquette non è imposto da alcuna legge, ma sotto un aspetto giuridico, la netiquette è spesso richiamata nei contratti di fornitura di servizi di accesso da parte dei provider. Il mancato rispetto della netiquette comporta una generale disapprovazione da parte degli altri utenti della Rete, solitamente seguita da un isolamento del soggetto "''maleducato''" e talvolta dalla richiesta di sospensione di alcuni servizi utilizzati per compiere atti contrari a essa . In casi di gravi e continue violazioni l'utente trasgressore è punibile con il ban. Sono comportamenti contrari alla netiquette, e talvolta sanzionati dagli abuse desk: inviare spam, effettuare mailbombing e l'eccessivo cross-posting e/o multiposting sui newsgroup di Usenet. Anche l'invio di e-mail senza un oggetto è considerata una cosa poco rispettosa nei confronti del destinatario. Particolarmente scorretto è anche l'invio o l'inoltro di email a un gran numero di persone inserendone gli indirizzi nel campo "To:" . In questo modo tutti gli indirizzi, spesso privati, sono mostrati apertamente a tutti i destinatari, con una implicita violazione della privacy. Non solo: se un computer fra quelli dei destinatari è infettato da virus che utilizzano la posta elettronica per diffondersi, tutti gli indirizzi inseriti nel messaggio possono essere catturati dal virus e usati come destinatari di messaggi infettati. In realtà il concetto di netiquette con i suoi aspetti e contenuti è un concetto che si evolve lentamente nel tempo con il Web stesso.
I principi di base del galateo informatico sono, al pari dell'educazione quotidiana, quelli di essere il meno possibile invasivi e scortesi. === Le regole ufficiali === La normativa della ''netiquette'' è stata fissata in una forma definitiva dall'ottobre 1995 con il documento RFC 1855 che contiene tutte le regole ufficialmente e universalmente riconosciute dai netizen per un buon uso della rete e il documento RFC 2635 che riguarda le regole relative allo spam. La sigla RFC (Request for Comments), nel linguaggio di Internet, indica un documento formale che è il risultato del lavoro di una commissione di studio, accettato dalle parti interessate. Quando viene acquisito come standard diventa un documento definitivo e non più modificabile. Eventuali aggiornamenti, resisi necessari in tempi successivi, producono nuove RFC. Tuttavia molte delle regole possono avere serie ripercussioni: l'ingiuria e la diffamazione, pur per via telematica, o lo ''spamming'' possono, per esempio, costituire i reati di cui agli artt. 594 e 595 c.p. da un lato e 660 c.p. dall'altro. A ogni modo, pur mancando nella maggior parte dei casi un carattere giuridico, molti ambiti telematici prevedono un vero e proprio sistema sanzionatorio che può addirittura condurre all'esclusione da gruppi o liste. Una sorta di "codificazione" della ''netiquette'' si è formata negli Stati Uniti. Malgrado le apparenze, non costituisce soltanto una forma di "buona educazione" adattata al mezzo, ma trova spesso fondamento nelle peculiarità proprie del mezzo stesso. In sostanza dietro molte di queste regole si nascondono esigenze tecniche che impongono determinati comportamenti. La navigazione in senso stretto, vale a dire il semplice accesso a siti Internet, non necessita di queste norme essendo tale attività limitata, nella quasi totalità dei casi, all'informazione, al prelievo unilaterale di dati. La ''Netiquette'' ha quindi particolare rilevanza negli altri strumenti della Rete che consentono di comunicare con altri soggetti: posta elettronica (cui sono assimilabili le mailing list), newsgroup e chat. Altri punti si possono ricavare dal semplice buonsenso che, al di là dalle norme scritte, dovrebbe guidare gli utenti a rispettare gli altri. * Non essere intolleranti con chi dovesse commettere errori in una lingua straniera: se le circostanze lo consentono si possono fare notare gli errori, non con toni di rimprovero ma con educazione, allo scopo di aiutare nell'apprendimento della lingua. Ovviamente se un utente ha urgentemente bisogno di conoscere determinate informazioni, commentare i suoi errori, anche se con l'intenzione di aiutare, potrebbe risultare un atteggiamento fuori luogo. * Se si ha necessità di intervenire in un forum (o altro luogo virtuale di discussione), scrivere nella lingua utilizzata dagli altri membri della discussione. Se non la si conosce bisogna usarne un'altra conosciuta da tutti, o almeno dalla maggior parte dei partecipanti; al contrario, se ci si trova nella necessità di dovere scrivere con uno o pochissimi utenti in una lingua sconosciuta dai più, si può pensare a una discussione privata, specie se la gravità della situazione non è tale da richiedere un sacrificio di attenzione da parte di chi non può capire, e ciò indifferentemente dalla notorietà della lingua. * Se si interviene in una lingua che non è quella del luogo di discussione, e quindi nella propria lingua madre o un'altra lingua conosciuta sperando che qualcuno possa offrire il suo aiuto, è bene scusarsi per il fatto di chiedere temporaneamente di cambiare lingua. Ciò per fare capire che non si pretende di cambiare lingua, ma lo si sta chiedendo consapevoli dei sacrifici altrui. Invece si può leggere più spesso di persone che, cominciando a scrivere in una lingua che non è la loro, chiedono scusa per i loro errori. In entrambi i casi è segno di gentilezza, ma la differenza sta nel fatto che nel primo chiediamo a qualcuno di cambiare lingua per una lingua in cui siamo a nostro agio, mentre nel secondo, pur chiedendo un'informazione, siamo noi ad adattarci alla lingua altrui e facendo lo sforzo di cambiare lingua. * Rispettare le persone diverse da te per cultura, religione, ecc. Il razzismo, il sessismo, l'omofobia, ogni tipo di discriminazione sociale e l'apologia di certe ideologie politiche non sono quasi mai tollerati e possono comportare l'esclusione o il ban. * Non incitare o fornire informazioni su attività illegali, immorali o pericolose per chi le fa e per gli altri. * Non fornire informazioni errate, imprecise, incomplete, ambigue o obsolete. In caso di dubbio, verificarle prima. * Non postare immagini o video di carattere pornografico o cruente né link a essi. Se e solo se le norme del forum o del gruppo lo permettono, non pubblicarli direttamente ma sotto forma di link preceduto da un avviso sul tipo di contenuto presente. *Non violare la privacy pubblicando o diffondendo informazioni, immagini o video di terzi non consenzienti. *Rispetta le norme relative al copyright. Emoticon La regola d'oro dell'email: ''non inviare ad altri ciò che troveresti tu stesso sgradevole ricevere''. Un suggerimento da seguire: ''Quando scrivi un'email non guardarti allo specchio ma “guarda” intensamente il tuo lettore, è un atto di altruismo che ti verrà ripagato''. # Non usare l'e-mail per alcun proposito illegale o non etico. # Non diffondere né spam né messaggi appartenenti a catene di S. Antonio. # Includere sempre l'argomento del messaggio in modo chiaro e specifico. Quindi non inviare mai email prive del campo "oggetto". # Rispondere sempre alle email, se non altro per dare la conferma al mittente di presa visione. # Cercare di rispondere alle email mantenendo sempre lo stesso argomento (topic) per conservare una struttura storica ordinata dei messaggi inviati e ricevuti (storico discussione (thread)), "agganciandoli" uno dopo l'altro, evitando possibilmente di spedire un nuovo messaggio per un argomento già in corso di discussione. # Seguire le regole di citazione per scrivere la risposta a una email. # Mantenere la privacy dei mittenti/destinatari, cancellando dal testo l'eventuale indirizzo di posta elettronica del mittente (se si inoltra una email quando il destinatario non dovesse conoscere il mittente originale) e utilizzando la casella Bcc o Ccn (e non quella A o Cc) se si deve inviare a destinatari che non si conoscono tra loro. # Fare molta attenzione all'ortografia e alla grammatica del proprio messaggio. # Non insultare e non fare uso indiscriminato di parole scritte in maiuscolo (esse, infatti, corrispondono al tono di voce alto del parlato, e dunque denotano nervosismo o cattiveria). # Riflettere bene su come il destinatario possa reagire al proprio messaggio: valutare se può essere realmente interessato al contenuto e utilizzare eventualmente le emoticon per indicare il tono della conversazione, in particolare se scrivono battute (se è diverso da quello che potrebbe fare pensare la semplice lettura del testo). # La dimensione del messaggio da inviare non deve essere troppo grande (al posto di contenuti di grandi dimensioni - immagini, video, ... - si possono inserire nel testo del messaggio dei link a tali risorse reperibili in altro modo, per esempio via FTP o HTTP). #Gli allegati devono avere dimensioni non eccessive (molti provider pongono dei limiti, ad esempio 25 MB) ed essere di formati diffusi e aperti (come .pdf o .jpeg per le immagini) in modo da essere facilmente apribili con i dispositivi e i sistemi operativi più diffusi, già settati per la stampa, ed eventualmente compressi con programmi nativi del sistema operativo. # Non inviare messaggi privati da postazioni dalle quali possono essere letti da altri o se lo si fa ricordarsi di eliminare le tracce. # Citare il testo a cui si risponde il più brevemente possibile, ma in modo che risulti comunque chiaro in cima alla risposta. # Non richiedere indiscriminatamente, per qualsiasi messaggio, la ricevuta di ritorno da parte del destinatario. # Non allegare file di dimensioni eccessive senza avere prima contattato il destinatario. # Non allegare file con nomi eccessivamente lunghi o che contengono caratteri particolari come quelli di punteggiatura o lettere accentate, in quanto potrebbero creare problemi con alcune piattaforme. # Non impostare indiscriminatamente, per qualsiasi messaggio, il flag di importante e/o urgente (è come gridare "al lupo, al lupo" inutilmente): con il passare del tempo chi riceverà le tue e-mail ignorerà il flag. # Scrivere in modo semplice e diretto, con periodi brevi. Andare a capo spesso perché gli spazi bianchi delle interlinee aiutano la lettura. Fare una lista per punti se ci sono molte cose da dire: il testo così si leggerà facilmente anche su uno smartphone. # Salvare il proprio messaggio in bozza quando quest'ultimo viene scritto di getto. Rileggilo il giorno dopo: sicuramente cambierai opinione su quello che hai scritto. # Leggere il proprio messaggio almeno tre volte prima di inviarlo e dimostrare di avere almeno letto il messaggio del mittente approfonditamente prima di dare risposte senza pensare. #Se possibile prediligi i contenuti in formato testo selezionabile rispetto a quelli in formato immagine (ad esempio un testo scansionato o fotografato): renderai più facile il lavoro a chi ha la necessità di effettuare la ricerca di un termine nel testo, di fare copia-incolla o di usare un lettore di testo per non vedenti o ipovedenti. #Sembra una raccomandazione banale, ma non lo è: non dimenticare una formula di saluto al/alla destinatario/a all'inizio della email. Firmare sempre con il proprio nome alla fine del messaggio, a meno che la Firma non sia già inclusa nell'oggetto. Dal 2000 in poi si sono diffusi sempre di più i servizi di rete sociale, che danno la possibilità di accesso a servizi informatici e reti sociali che in modo più o meno specifico, a seconda degli obiettivi e delle tipologie di network, creano delle strutture di socializzazione (reti e relazioni sociali) online. Nati per comunicare e per scambiarsi opinioni e dati, le reti sociali mettono a disposizione strumenti vecchi e nuovi che assolvono a questo scopo. In linea generale valgono tutte le indicazioni appena definite relative al comportamento in rete e nelle e-mail. Alcune peculiarità delle reti sociali, tuttavia, possono richiedere qualche indicazione aggiuntiva: * Come impostazione generalmente predefinita, ciò che si scrive sul profilo o sulla bacheca di un utente rimane visibile a tutti gli amici di quell'utente (e talvolta anche ai non amici). Fare attenzione, dunque, a non confondersi con lo strumento di messaggistica privata, che quasi sempre questi strumenti offrono. * Non rispondere maleducatamente (o peggio generare flame) nello spazio pubblico di una persona, di una pagina o nel proprio. Oltre a diminuire il livello della discussione generale, comporta anche un risultato spesso offensivo o poco chiaro per chi legge. Per le diatribe personali è opportuno servirsi dei messaggi privati. * Mantenere un comportamento rispettoso della privacy, evitando di includere negli spazi pubblici di un profilo riferimenti a terze persone che non possono intervenire a meno che questi non abbiano dato l'assenso. Non pubblicare mai foto o filmati raffiguranti persone riconoscibili non consenzienti ad apparire sulla rete sociale. Tale accorgimento vale anche per YouTube, Flickr e tutti i siti web, forum inclusi. Eventualmente, si possono adoperare tecniche di elaborazione grafica per rendere irriconoscibili eventuali facce o targhe di veicoli. * Non iscriversi allo stesso gruppo con più nickname e/o profili (in gergo, ''morphing''): in molti gruppi è considerato un comportamento scorretto in quanto spesso genera il sospetto che si tenti di ingannare gli altri utenti sulla propria vera identità ed è, solitamente, punito con l'eliminazione dei nickname in eccesso. Non iscriversi con un falso nome o peggio fingendosi un'altra persona realmente esistente, in quanto reato di furto d'identità, e dunque penalmente perseguibile. * Rispettare l'obiettivo per cui il gruppo di discussione/forum è nato e scegliere di iscriversi a gruppi per i quali si manifesta il proprio interesse. Normalmente la scelta si fa sulla base del nome e/o della descrizione del gruppo. L'andare fuori tema (''OT'' o ''Off Topic'') è tollerato se la percentuale di tali messaggi (per gruppo e/o per utente) è minima rispetto al totale del gruppo/utente e se tale digressione fa nascere discussioni cui è interessata la maggior parte del gruppo . Se una discussione prendesse una piega che esulasse dall'argomento o dagli argomenti del gruppo/forum sarebbe meglio spostarla in un gruppo apposito o in una discussione privata a meno del consenso della maggior parte del gruppo. * Nella pubblicazione di un proprio annuncio far sì che risulti chiara l'attinenenza dello stesso con gli argomenti trattati nel gruppo. Con la sempre maggior partecipazione di persone di estrazione e classe sociale e/o ''background'' culturale diversi allo stesso gruppo ciò che potrebbe sembrare ovvio all'autore non potrebbe esserlo a tutti gli utenti del gruppo. * Applicare allo strumento posta, messaggi (o altri con denominazione simile ma identico funzionamento), le indicazioni viste per l'e-mail. Anche se possono sembrare simili a chat, queste applicazioni sono in realtà identiche alla posta privata, e quindi valgono per esse le indicazioni sull'uso delle emoticon e su tutti gli argomenti suddetti. * Utilizzare con parsimonia il servizio di ''tagging'' messo a disposizione di alcuni siti, evitare di effettuare un tag di una persona senza il consenso dello stesso in note, foto o video. * Evitare di effettuare tag pubblicitari su foto o video senza il consenso dell'interessato. * Evitare di pubblicare uno stesso post su tante pagine o su tanti gruppi per rimarcare le proprie idee. * Evitare la pubblicazione di foto o video in cui una persona appare particolarmente male o è ritratta in un momento imbarazzante; potrebbe risultare offensivo e avere ripercussioni sulla sua vita sociale, professionale e familiare. * ''Taggare'' sempre gli amici sulle foto o video che li ritraggono. In tal modo loro vengono a conoscenza della loro pubblicazione e possono richiederti di rimuoverle. Non pubblicare foto o video di persone non iscritte alla rete sociale senza il loro consenso. * Inviare richieste e inviti a eventi, gruppi, giochi, applicazioni e altro solo alle persone che ritieni realmente interessate e non a tutti gli amici o ad amici presi a caso. * Evitare di pubblicare in bacheca messaggi d'interesse unicamente privato (es. "vado a bere il caffè" o "vado a fare la spesa") perché occuperebbero spazio inutile nelle bacheche degli amici. * Se trovi un post interessante e lo vuoi pubblicare sulla tua bacheca, condividilo in modo che si possa risalire alla fonte oppure cita la fonte stessa. Non usare il copia/incolla facendo intendere che il post sia tuo. *Fai molta attenzione alle impostazioni della privacy: pensa sempre a chi potrebbe leggere il tuo post o commento. Nei siti in cui i contenuti sono modificabili da chiunque, come Wikipedia e le altre wiki, la netiquette è molto importante affinché tali luoghi informatici possano continuare a essere una fonte di informazioni affidabili. Vanno evitati assolutamente la modifica indiscriminata dei testi, le cancellazioni ingiustificate e l'inserimento di testi non consoni alle finalità del singolo progetto. Nel gergo dei progetti, l'esecuzione di queste azioni è chiamata vandalismo. Altre azioni deprecate sono la pubblicazione di ricerche originali e quella di testi copiati e incollati da altri siti: è meglio prendere spunto da varie fonti ed effettuare una rielaborazione personale. In ogni caso, le fonti vanno sempre citate a supporto del testo inserito. La netiquette di Wikipedia prende il nome di Wikiquette. Non bisogna assolutamente mettere in condivisione file con nomi che non rispecchiano i contenuti, così come bisogna evitare assolutamente quelli infetti. I file non funzionanti o con contenuto diverso dal nome dovrebbero venire segnalati come non validi in modo da avvertire gli altri utenti.
New Left
situazionista '''New Left''' è un termine utilizzato per indicare i movimenti della sinistra radicale che si svilupparono nel Regno Unito e negli Stati Uniti a partire dagli anni sessanta del XX secolo.
Le origini di questo movimento possono essere ricondotte ad una lettera aperta, scritta nel 1960 dal sociologo Charles Wright Mills, intitolata ''Letter to the New Left'' ("Lettera alla Nuova Sinistra"). Mills argomentò su una nuova ideologia di sinistra, focalizzata non sulle istanze riguardanti i problemi dei lavoratori, come aveva fatto la vecchia sinistra, ma piuttosto su istanze maggiormente personali riguardanti l'alienazione, il disagio, l'autoritarismo e altri mali della società moderna. L'organizzazione che rappresentò meglio la ''New Left'' fu lo Students for a Democratic Society (''SDS'', Studenti per una Società Democratica). Lo statuto di questa organizzazione, il ''Port Huron Statement'', che fu scritto da Tom Hayden nel 1962, richiedeva una democrazia molto più partecipata. La ''New Left'' si oppose al modo in cui il potere era organizzato e distribuito all'epoca, e lo denominò ''Establishment'' (il Sistema). La prima e più importante organizzazione che emerse dallo spirito di ribellione scatenato dalla ''New Left'' fu il Free Speech Movement (FSM, Movimento per la Libertà di Parola) nel 1964 nei campus dell'Università della California, a Berkeley. Questo movimento, che sorse in risposta alle restrizioni imposte alle attività politiche nei campus universitari, fu capeggiato da Mario Savio. L'SDS divenne l'organizzazione leader del movimento contro la guerra nei campus dei college durante la guerra del Vietnam. Quando l'opposizione alla guerra si fece più forte, l'SDS divenne un'organizzazione di primaria importanza negli USA, ma allo stesso tempo la contestazione della guerra costituì un argomento che superò ed oscurò tutte le altre istanze a cui la ''New Left'' si ispirava. Verso la fine degli anni sessanta, l'SDS iniziò a dividersi a causa del dissenso interno e dell'aumento della penetrazione dei teorici della ''Old Left'' (''Vecchia Sinistra'') e si dissolse nel 1969. Alcune sue piccole fazioni estremiste, come i Weather Underground e la Symbionese Liberation Army, emersero dopo la dissoluzione dell'SDS. Con la fine dell'SDS, la ''New Left'', intesa come movimento politico nei campus dei college, giunse alla sua vera fine. Questi movimenti differivano dalla sinistra tradizionale, che erano orientati prevalentemente all'attivismo sulle tematiche inerenti al lavoro e alla lotta di classe, in quanto adottarono una più larga visione dei campi di intervento dell'attivismo stesso, come ad esempio la difesa delle minoranze. Insieme di movimenti di matrice intellettuale, la ''New Left'' si propose di correggere quelli che erano da lei percepiti come gli "errori" dei precedenti movimenti di sinistra (''Old Left'') nel dopoguerra.
Numero perfetto
Illustrazione dello stato di numero perfetto del numero 6 In matematica, un '''numero perfetto''' è un numero naturale che è uguale alla somma dei suoi divisori positivi, escludendo il numero stesso. In termini formali, un numero naturale si dice perfetto quando , dove la funzione è la funzione sigma, cioè la funzione che fornisce la somma dei divisori positivi di . Ad esempio, il numero , divisibile per è un numero perfetto e lo stesso vale per che è divisibile per , e . : :
I numeri perfetti furono inizialmente studiati dai pitagorici. Un teorema enunciato da Pitagora e dimostrato da Euclide rivelò che se è un numero primo, allora è perfetto. Successivamente Eulero dimostrò che tutti i numeri perfetti pari devono essere di tale forma. I numeri nella forma che sono primi sono detti primi di Mersenne. Si dimostra facilmente che se non è primo allora non lo è neanche . Secondo Filone di Alessandria il Mondo era stato creato in 6 giorni e il mese lunare siderale è quasi di 28 giorni proprio perché 6 e 28 sono numeri perfetti. Le proprietà matematiche e religiose di questi numeri perfetti vennero sottolineate in seguito anche da alcuni commentatori cristiani. Nel suo trattato "''La Genesi alla lettera''", libro IV, par. 7,14, Sant'Agostino scrisse: «Sei è un numero perfetto in sé stesso, e non perché Dio ha creato tutte le cose in sei giorni. Anzi è vero l'opposto: Dio ha creato tutte le cose in sei giorni proprio perché questo è un numero perfetto». Ad oggi, si conoscono 51 numeri perfetti, il più grande dei quali ha cifre. Esempio: Per via dell'espressione , ogni numero perfetto pari è necessariamente: * un numero triangolare, visto che si può scrivere : : * un numero esagonale, visto che si può scrivere : : * è anche un numero pratico * ha come espressione binaria valori uguali a uno seguiti da zeri (con numero primo). Qui il pedice denota la base in cui il numero viene espresso: :610 = 1102 :2810 = 111002 :49610 = 1111100002 :812810 = 11111110000002 :3355033610 = 11111111111110000000000002. Questi numeri sono stati ottenuti per ''n'' = 2, 3, 5, 7, 13. Il caso ''n'' = 11 fornisce un valore di che non è primo. I primi 12 numeri perfetti sono: * 6 * 28 * 496 * 8 128 * 33 550 336 (8 cifre) * 8 589 869 056 (10 cifre) * 137 438 691 328 (12 cifre) * 2 305 843 008 139 952 128 (19 cifre) * 2 658 455 991 569 831 744 654 692 615 953 842 176 (37 cifre) * 191 561 942 608 236 107 294 793 378 084 303 638 130 997 321 548 169 216 (54 cifre) * 13 164 036 458 569 648 337 239 753 460 458 722 910 223 472 318 386 943 117 783 728 128 (65 cifre) * 14 474 011 154 664 524 427 946 373 126 085 988 481 573 677 491 474 835 889 066 354 349 131 199 152 128 (77 cifre) Il successivo numero perfetto, il tredicesimo, è composto da 314 cifre. Fino ad ora si conoscono solo 51 primi di Mersenne, e quindi 51 numeri perfetti. Il più grande tra questi è formato (in base 10) da cifre. I primi 47 numeri perfetti sono pari e quindi esprimibili come con: p = 2, 3, 5, 7, 13, 17, 19, 31, 61, 89, 107, 127, 521, 607, 1279, 2203, 2281, 3217, 4253, 4423, 9689, 9941, 11213, 19937, 21701, 23209, 44497, 86243, 110503, 132049, 216091, 756839, 859433, 1257787, 1398269, 2976221, 3021377, 6972593, 13466917, 20996011, 24036583, 25964951, 30402457, 32582657, 37156667, 42643801, 43112609. Si conoscono altri quattro numeri perfetti maggiori, con p = 57885161, 74207281, 77232917, 82589933 Tuttavia non si è ancora verificato se ve ne siano altri in mezzo, né si sa se i numeri perfetti continuino all'infinito e se esistano numeri perfetti dispari. Tutti i numeri perfetti pari terminano con un 6 oppure con un 8. :Infatti, da 2''n-1'' × (2''n'' − 1) si ha che: :* 2''n-1'' è pari e termina per 2, 4, 8, 6; :* (2''n'' − 1) è dispari e termina per 3, 7, 5, 1. :La cifra finale '5' va scartata perché sappiamo che (2''n'' − 1) dev'essere primo, quindi le coppie che rimangono sono (2,3), (4,7) e (6,1), i cui prodotti danno le cifre 6 e 8 come finali di ogni numero perfetto pari. Se la somma dei divisori di è maggiore di , il numero viene detto ''abbondante'', mentre se risulta minore di 2N esso viene chiamato ''difettivo''. Ogni numero che verifica viene detto ''lievemente abbondante, ''mentre un numero che verifica'' '' viene detto ''lievemente difettivo''. Finora nessuno è riuscito a trovare numeri lievemente abbondanti. D'altra parte, mentre è facile verificare che tutte le potenze di due sono numeri lievemente difettivi, non si sa ancora se esistono numeri lievemente difettivi diversi dalle potenze di due.
Nuovo Brunswick
Il '''Nuovo Brunswick''' è una provincia del Canada con capoluogo Fredericton. La sua popolazione, in lenta crescita, supera le 700.000 unità. Fa parte del cosiddetto Canada francese, e assieme alla Nuova Scozia e all'Isola del Principe Edoardo è una delle tre Province marittime.
=== 4000 a.C. – periodo pre-europeo === Distribuzione delle popolazioni indigene L'uomo, giunto probabilmente nel Nord America attraversando il ponte di ghiaccio creatosi con l'Asia, popolò l'emisfero settentrionale del nuovo continente dando vita a numerose civiltà, tra cui i Sáqwéjíjk, che si insediarono nei territori che oggi sono il Nuovo Brunswick a partire dal 4000 a.C. circa. I primi Sáqwéjíjk chiamavano se stessi con il nome di Mi'kmaq (Micmac), che significa “i miei amici-parenti”. Il tumulo di Augustine testimonianza di questa fase fu costruito vicino a Metepnákiaq (Red Bank First Nation) nel 2500 a.C. Le popolazioni indigene del Nuovo Brunswick comprendevano i Mi'kmaq (Micmac), Maliseet (Wolastoqiyik – "gente del fiume buono" il fiume Saint John) e Passamaquoddy (Panwapskewiyik). I Mi'kmaq erano situati maggiormente nella parte orientale della provincia. Il Maliseets si stanziarono lungo il Wolastoq (fiume Saint John) e la nazione Passamaquoddy nel sud-ovest, intorno a Passamaquoddy Bay. === Prime esplorazioni e epoca coloniale francese (1604-1759) === La prima esplorazione nota del Nuovo Brunswick risale al 1534 per opera dell'esploratore francese Jacques Cartier. Il successivo contatto francese risale al 1604, quando il partito guidato da Pierre Dugua de Mons e Samuel de Champlain istituì un campo invernale a St.Croix Island tra il Maine e il Nuovo Brunswick. La colonia fu trasferita l'anno seguente lungo la Baia di Fundy a Port Royal. Nel corso dei 150 anni seguenti, altri insediamenti francesi vennero fondati lungo il fiume Saint John, nell'alta Baia di Fundy e, infine, a Saint-Pierre (il sito dell'odierna Bathurst). L'intera regione marittima (così come parte del Maine) venne proclamata parte della colonia francese dell'Acadia. Una delle disposizioni del Trattato di Utrecht del 1713 fu la cessione della penisola della Nuova Scozia agli inglesi. La maggior parte della popolazione dell'Acadia si ritrovò così sotto la corona britannica. Il resto della Acadia (compresa la regione del Nuovo Brunswick) rimaneva scarsamente popolata e difesa, e per proteggere i propri interessi territoriali (quello che rimaneva della colonia dell'Acadia), la Francia nel 1750 fece costruire due forti (Fort Beausejour e Fort Gaspareaux) lungo la frontiera con la Nuova Scozia su ciascuna estremità dell'Istmo di Chignecto. Un grande fortificazione francese (Fortress Louisbourg) fu costruita sull'Ile Royale, ma la funzione di questo fortilizio fu soprattutto la difesa della colonia del Canada, non tanto dell'Acadia. Acadia (1754) Con la Guerra dei Sette Anni (1756-63), l'Inghilterra estese il suo controllo fino ad includere tutto il Nuovo Brunswick. Fort Beausejour (vicino a Sackville) fu catturato dalle forze britanniche comandate da Lt. Col. Robert Monckton nel 1755. Alcuni degli Acadiani della regione di Petitcodiac e Memramcook scappato e sotto la guida di Joseph Broussard continuarono a condurre azioni di guerriglia contro le forze britanniche per un paio di anni ancora. Altre azioni militari lungo il fiume Saint John si combatterono tra il 1758 e 1759. Fort Anne (Fredericton) cadde nel corso delle campagne del 1759 e in seguito a questo, l'odierno Nuovo Brunswick passò interamente sotto il controllo britannico. === L'epoca coloniale britannica (1759-1867) === Dopo la Guerra dei sette anni la maggior parte del Nuovo Brunswick e del Maine vennero annessi come Contea di Sunbury nella colonia della Nuova Scozia. La relativa distanza del Nuovo Brunswick dalla costa atlantica ostacolarono però gli insediamenti durante il periodo post-bellico, anche se con alcune eccezioni (l'arrivo della Pennsylvania dei coloni olandesi nel 1766). Una significativa crescita della popolazione non si verificò nella regione fino a quando la Gran Bretagna non convinse i profughi lealisti provenienti dagli Stati Uniti ad insediarsi nella zona in seguito alla guerra d'indipendenza americana. Con l'arrivo di questi profughi lealisti a Parrtown (Saint John) nel 1783, la necessità di organizzare politicamente il territorio divenne urgente e sentita anche dalle nuove popolazioni. L'amministrazione coloniale britannica con sede nella lontana Halifax ritenne che le regioni a ovest dell'Istmo di Chignecto erano troppo remote per consentirne un efficace governo. Come risultato, la colonia del Nuovo Brunswick fu creata da Sir Thomas Carleton il 16 agosto 1784. La nuova provincia prese il nome dal duca di Brunswick, figlio di re Giorgio III d'Inghilterra. Fredericton fu similarmente dedicata al principe di Galles, che morì prima di diventare Re. Tra la fine del XVII e l'inizio del XIX secolo, alcuni deportati Acadiani ritornarono dalla Nuova Scozia nei territori della vecchia "Acadia", dove si stabilirono soprattutto lungo la costa orientale e settentrionale della nuova colonia del Nuovo Brunswick. Qui vissero in un relativo (e in molti modi auto-imposto) isolamento. Altri immigrazione giunsero nel Nuovo Brunswick nella prima metà del XIX secolo provenienti da Inghilterra, Scozia e Irlanda, spesso dopo aver attraversato o aver vissuto a Terranova. Un grande afflusso di coloni arrivò nel Nuovo Brunswick dopo il 1845 dall'Irlanda a seguito della carestia (della coltivazione delle patate) che colpì l'isola. Molte di queste persone si stabilirono a Saint John e Chatham. La frontiera nord-ovest tra Maine e Nuovo Brunswick non era stata chiaramente definita dal Trattato di Parigi (1783), che aveva concluso la guerra rivoluzionaria. Entro la fine del 1830, la crescita demografica e gli interessi legati allo sfruttamento del legname imposero la necessità di una precisa delimitazione politica. Nell'inverno del 1838-39, la situazione rapidamente deteriorò, e sia il Maine che il Nuovo Brunswick fecero scendere in campo le loro rispettive milizie. La guerra di "Aroostook " fu comunque incruenta, e il confine fu tracciato dal Trattato di Webster-Ashburton nel 1842. Per tutto il XIX secolo la cantieristica navale, sia sulla Baia di Fundy che sul fiume Miramichi, fu l'industria dominante nel Nuovo Brunswick. Risorsa su cui si basò l'economia fu anche l'agricoltura. === Il Nuovo Brunswick nel Canada (1867-oggi) === Il Nuovo Brunswick è stata una delle quattro province ad entrare nella Confederazione canadese il 1º luglio 1867. Sul finire del XIX secolo la situazione economica segna il passo nel Nuovo Brunswick con il declino della cantieristica navale in legno. Lavoratori qualificati furono così costretti a trasferirsi in altre parti del Canada se non negli Stati Uniti in cerca di un lavoro. Con l'inizio del XX secolo le cose migliorano e l'economia provinciale inizia ad espandersi nuovamente. Il settore manifatturiero acquisita importanza con le costruzione di numerosi opifici nel campo tessile e nel cruciale settore forestale con nuove segherie che aprono in parecchie regioni dell'entroterra dando rilevanza al comparto della carta e della cellulosa. L'industria ferroviaria nel frattempo si sviluppa nella regione di Moncton. Tuttavia la disoccupazione rimane alta in tutta la provincia e la Grande depressione porterà un'altra battuta d'arresto. Due influenti famiglie, gli Irving ed i McCain, emergono dal periodo della depressione e iniziano a modernizzare e integrare verticalmente l'economia provinciale, in particolare nel vitale settore forestale, della trasformazione alimentare e dell'energia. Gli Acadiani nel nord del Nuovo Brunswick rimasero a lungo isolati geograficamente e linguisticamente dai più numerosi anglofoni del sud della provincia. I servizi governativi spesso non erano forniti in lingua francese, e le infrastrutture nelle aree prevalentemente francofone rimasero notevolmente meno sviluppate che nel restante Nuovo Brunswick. Questa situazione però cambiò con l'elezione del premier Robichaud Louis nel 1960 che intraprese l'ambizioso piano delle “pari opportunità” (nei campi dell'istruzione, della manutenzione delle strade rurali, l'assistenza sanitaria). I consigli di contea vennero aboliti, e le zone rurali passarono sotto la giurisdizione dalla provincia. Con l'Official Languages Act del 1969 il francese diviene lingua ufficiale. Il Nuovo Brunswick === Geografia fisica === Il Nuovo Brunswick è situato sulla costa orientale del Canada. Confina a nord con la Penisola Gaspé o de la Gaspésie (Québec) e la Baia dei Calori e ad est con il Golfo di San Lorenzo e lo Stretto di Northumberland. A sud, è bagnato dalla Baia di Fundy, ma una stretta penisola lo collega alla Nuova Scozia; a ovest confina con gli Stati Uniti d'America (più precisamente con lo stato del Maine). Il Nuovo Brunswick è posto ai limiti settentrionali dei Monti Appalachi, una catena di antiche montagne erose. Il territorio consiste principalmente di vallate fluviali e colline. Le Caledonia Highlands e le St Croix Highlands si estendono lungo la regione costiera della Baia di Fundy, e raggiungendo un'altezze di circa 300 metri. Nella parte nord-occidentale della provincia si trovano le Miramichi Highlands, così come le Chaleur Uplands e le Montagne di Notre Dame che trovano la loro cima più alta con il Monte Carleton a 820 metri. Il Nuovo Brunswick si differenzia dalle altre province marittime del Canada (le altre sono Nuova Scozia e Isola del Principe Edoardo) sia da un punto di vista fisico che climatico. Le vicine province di Nuova Scozia e Isola del Principe Edoardo sono completamente o quasi circondata da acque oceaniche e il loro clima ne è fortemente influenzato, così come l'economia e la cultura. Il Nuovo Brunswick, d'altra parte, pur possedendo una notevole linea di costa, è al riparo dagli effetti diretti dell'Oceano Atlantico soprattutto spingendosi verso l'entroterra. Il clima, pertanto, tende ad essere più a carattere continentale che marittimo. E così il tipo di insediamento e il modello economico a differenza delle vicine province marittime, è basato più sul suo sistema fluviale interno che sul suo mare. I principali sistemi fluviali della provincia includono i fiumi Saint Croix, Saint John, Kennebecasis, Petitcodiac, Miramichi, Nepisiguit e Restigouche. La superficie provinciale, acque interne comprese, è di 72.908 km², di cui oltre l'80% è coperta da boschi e foreste. I terreni agricoli si trovano in gran parte nell'alta valle del fiume Saint John, e in minore quantità nel sud-est della provincia, soprattutto nelle valli fluviali del Kennebecasis e Petitcodiac. I tre principali centri urbani si trovano tutti nella parte meridionale della provincia. Le popolazioni indigene del Nuovo Brunswick comprendono i Mi'kmaq (Micmac), i Malecite e i Passamaquoddy. === Geografia antropica – Le suddivisioni === Mappa stradale del Nuovo Brunswick Bisogna notare che prima del 1966, le contee del Nuovo Brunswick non avevano altra funzione che quella di giurisdizione giudiziaria e di indicazione geografica. Compaiono ancora sulla maggior parte delle carte geografiche. Prima dell'Equal Opportunity del 1966, le contee rappresentavano il vertice del complicato sistema amministrativo del Nuovo Brunswick, che si articolava su tre livelli. Ogni contea era suddivisa in ''parrocchie'' (''parishes''), e alcune parrocchie erano ulteriormente divise in municipalità. Tutte le municipalità facevano capo alla propria parrocchia e quindi alla propria contea, ad eccezione della Città di Saint John. Saint John faceva capo direttamente alla Contea di St. John. === Città === Le otto principali città del Nuovo Brunswick, elencate in ordine decrescente di popolazione, sono: * Moncton * Saint John * Fredericton * Miramichi * Edmundston * Dieppe * Bathurst * Campbellton Moncton (64.128 abitanti,126.424 nell'area metropolitana) è l'area urbana che sta crescendo più velocemente nella provincia e tra le prime dieci a livello federale. La sua economia è basata principalmente sui trasporti, il commercio e i servizi. La popolazione di Moncton è per circa il 62% anglofona e per il 38% francofona e la città ha ospitato nel 1999 l'ottavo summit dell'Organizzazione della Francofonia. Saint John (68.043 abitanti,122.389 nell'area metropolitana) è una città portuale, basata sull'industria pesante, principalmente carta, raffinerie e bacini di carenaggio. Saint John, viene sempre scritto per esteso, in modo da distinguere la città da St. John's, capitale di Terranova e Labrador, con la quale viene comunemente confusa. Fredericton, oltre ad essere la capitale della provincia, è una città universitaria, sede della Lord Beaverbrook Art Gallery, del Theatre New Brunswick, e di altri luoghi d'interesse, compresa la Christ Church Cathedral, che è la più antica cattedrale del Canada e degli Stati Uniti. === Altre suddivisioni === * Regioni naturali del Nuovo Brunswick * Municipalità del Nuovo Brunswick * Parrocchie del Nuovo Brunswick === Lingue e dialetti === Il Nuovo Brunswick è l'unica provincia ufficialmente bilingue del Canada. La popolazione è per il 64,7% di lingua inglese e per il 32,9% di lingua francese: i francofoni del Nuovo Brunswick prendono il nome di "Acadiani", da Acadia, il nome che aveva la regione durante il periodo coloniale francese, quando ci fu una forte migrazione proveniente dalla zona della Vienne. Il governo provinciale partecipa in qualità di membro sottonazionale all'Organizzazione Internazionale della Francofonia. === Religioni === (Dati relativi al censimento 2001) * Cristiani: 91,5% ** Cattolici: 53,7% ** Protestanti: 36,6% ** Ortodossi: 0,1% ** Altri Cristiani: 1.1% * Musulmani: 0,2% * Ebrei: 0,1% * Atei e agnostici: 8,0% L'economia del Nuovo Brunswick è composta principalmente dal terziario, dominato dai servizi finanziari, assicurazioni e altri servizi, ma è meglio conosciuta per la silvicoltura, l'industria mineraria, l'agricoltura e la pesca. La principale coltivazione è quella delle patate, mentre la pesca si rivolge principalmente alle aragoste. Il Nuovo Brunswick conta quattro università pubbliche, di cui tre anglofone (la ''University of New Brunswick'', fondata come King's College nel 1785, la St.Thomas University, una delle più antiche istituzioni accademiche del Nord America, e la Mount Allison University) e una francofona (l'Université de Moncton).
Nuoro
'''Nuoro''' è un comune italiano di abitanti, capoluogo dell'omonima provincia della Sardegna centro-orientale dal 1927.
=== Territorio === Centro storico di Nuoro La città si estende su un altopiano granitico a circa 554 m s.l.m. (le abitazioni si estendono tra i 450 e i 650  m s.l.m.), ai piedi del monte Ortobene alto 955 metri e tra i colli Ugolio, Biscollai, Cucullio, Sant'Onofrio. Ad ovest la città termina con il pianoro di Corte. Nuoro è il settimo capoluogo di provincia più elevato d'Italia, dopo Enna, Potenza, L'Aquila, Campobasso, Aosta e Caltanissetta. === Clima === Nuoro - Seuna Vista di Nuoro con la neve Nuoro gode, come quasi tutti i comuni della Sardegna, di un clima mediterraneo temperato dominato da un ricorrente maestrale, con estati moderatamente calde e inverni freschi, solo raramente gelidi. Tuttavia la quota relativamente elevata e la particolare posizione geografica della città favoriscono repentini cali di temperatura in occasione delle ondate fredde dal nord, soprattutto nord/est. Nuoro subisce periodicamente anche il caldo scirocco, che arriva dalla valle di Dorgali e spesso genera piogge molto intense. La temperatura media annua varia tra i 13 e i 15 °C, a seconda delle annate (Media 2004: +13,09 °C / Media 2005: +13,07 °C / Media 2006: +14,30 °C) e dei quartieri, avendo la città una discreta estensione geografica unita ad un notevole dislivello di 275 m tra il punto più alto e quello più basso. Durante l'inverno sono numerose le gelate (57 nel 2004) mentre in estate sono abbastanza rari i giorni con temperature superiori ai 35 °C; (neanche uno nel 2004), anche grazie al fatto che la brezza marina spesso riesce a giungere in città mitigando di qualche grado la temperatura. Nel decennio 1996-2006 la temperatura più bassa registrata a Nuoro è stata di -10,5 °C il 31 gennaio 1999, proprio in occasione di un'ondata fredda da N/E, con 40 cm di neve cumulati in circa 15 ore. Dal 2001 in poi invece non si sono superati i 38,1 °C (i dati sono riferiti a una precisa area della città, quella del Quadrivio). Il nome deriva dal medievale ''Nuor'', derivante dal più antico ''Nugor''; è stato sostenuto dallo Spano (1872) che questa a sua volta provenisse da una non precisata "voce orientale" dal significato "casa" o "luce" o "fuoco", quest'ultima intesa come "focolare domestico", stante il radicamento dell'uso fiscale del termine. La radice ha origine "prelatina, protosarda, non chiarita". Linguisti come Massimo Pittau e Benvenuto Aronne Terracini sostengono che la terminazione in ''-r'' rappresenti un'antica forma plurale. È frequente l'errata pronuncia del nome di questa città. Derivando da tre sillabe (Nù-go-ro), la pronuncia corretta mantiene l'accento iniziale sulla "u", ''Nùoro'', e non ''Nuòro''. La pronuncia con "o" tonica, molto frequente tra gli italiani continentali, è spiegabile con la rarità nella lingua italiana di una sequenza ''-ùo-'' rispetto al ben più comune dittongo ''-uò-''. Monte Ortobene - Pala 'e casteddu - antichi ripari sottoroccia Nuoro ed il suo circondario furono abitate da diversi millenni prima di Cristo. La ragione principale della frequentazione umana è da ricercare nella felice posizione geografica della città: Nuoro è infatti situata su un'altura al centro di uno snodo orografico che consente di controllare la comunicazione tra la valle del Tirso ed il bacino del Cedrino con le valli che conducono alle attuali baronie di Siniscola, Orosei e Galtellì e verso la Barbagia di Ollolai a sud e di Bitti a nord. La città ha vantato nelle diverse epoche un insediamento umano diffuso in tutto il territorio comunale. Ma per descrivere correttamente la storia nuorese non si può non evidenziare il rapporto con il vicino monte Ortobene che, sin dalle epoche più remote ha offerto, nelle diverse fasi storiche, rifugio alle popolazioni residenti a valle. Sono numerosi i resti di edifici nuragici, tombe prenuragiche e ripari sotto roccia riutilizzati per millenni (fino al Medioevo ed ai pastori dell'Ottocento). Questa presenza è evidente nella zona di Seuna nella quale si rinvengono tracce di muratura sparse in un'area di diverse decine di ettari ed ai piedi di ''punta Pala 'e casteddu'' (spalle al castello). Il legame della città con il "Monte" è pertanto fondante della storia e della cultura dei nuoresi, finendo per creare un sistema città-territorio da cui non si può prescindere. === Dal Neolitico alla Civiltà Nuragica === Il nuraghe Tanca Manna. Monte Ortobene - lecci e graniti Le tracce più antiche della presenza dell'uomo nel territorio nuorese (21 emergenze archeologiche del neolitico ed eneolitico) risalgono alle Domus de janas (in nuorese ''bìrghines'') del IV-III millennio a.C., tra la fine del Neolitico e l'inizio dell'età dei metalli. Vi sono infatti 10 necropoli ipogeiche: ''Borbore'', ''Janna Bentosa'', ''Balubirde'', ''Maria Frunza'', ''Su Cossu'', ''Molimentu'', ''Sa 'e Belloi'', ''Piras'', ''Su Puleu'' e ''Bortaleo''. Nei loro pressi sono state rinvenute asce in pietra e manufatti ceramici o in ossidiana. Numerose abitazioni preistoriche e ripari sotto roccia sono presenti nel monte Ortobene mentre si segnalano i resti di un villaggio prenuragico del 1.700-1.600 a.C. (appartenente alla cultura di Bonnannaro), posti ai piedi del nuraghe Tanca Manna, svettante su un affioramento roccioso prossimo al quartiere cittadino ''Su nurache''. Questo villaggio prenuragico, oggetto di scavi, è costituito, secondo una stima della Sopraintendenza Provinciale, da circa 200 capanne, alcune delle quali ricadono sotto le vicine abitazioni ed occupa un'estensione totale di oltre 3 ettari. Il villaggio era in grado di ospitare un considerevole numero di abitanti. Alcune delle capanne già oggetto di scavi, sia di pianta circolare che di pianta rettangolare, presentano tracce dell'originario pavimento costituito da un battuto di argilla e sughero per la riduzione dell'umidità nelle abitazioni. Nel versante a est del villaggio ''Tanca Manna'' erano presenti alcune Domus de janas, distrutte dalla cavazione del granito avvenuta nel XIX secolo. L'attività antropica recente ha anche cancellato una tomba dei giganti ed un pozzo sacro situato nella vicina via martiri della libertà. Il sito ha restituito fusaiole e pesi da telaio oltre a porzioni di tegami, olle, ciotole, vasi a bollitoio in terra cotta, per lo più inornate o con decorazioni a "pettine impresso" e frammenti di un tripode riferibile alla "Cultura di Bonnanaro". Tali resti lasciano immaginare un'intensa attività domestica, legata alla tessitura e a quella agropastorale. Presso ''Sedda Ortai'', nel monte Ortobene, sono presenti tracce di muratura probabilmente di una fortificazione dell'età del Rame. La Civiltà nuragica, a partire dal 1500 a.C. fino alla colonizzazione romana, ha lasciato una forte impronta sulla storia di Nuoro come dimostrato dai numerosissimi nuraghi presenti nella zona (32 nel territorio comunale oltre a 12 villaggi nuragici e 12 tombe dei giganti). Essi coronano quasi tutti i colli della città, risultando spesso assorbiti o inglobati nel tessuto urbano (nuraghi ''Tanca manna'', ''Ugolio'', ''Biscollai''), altri sono collocati nelle immediate periferie (''Corte'', ''Tigologoe'', ''Tèrtilo'', ''Tres Nuraghes'', ''Gabotèle''), spesso accompagnati da tombe dei giganti o da villaggi nuragici, per lo più da sottoporre ad operazioni di scavo. Di tanti nuraghi rimangono vaghe tracce, come nel caso del colle di ''Sant'Onofrio'', altri sono scomparsi come avvenuto per l'insediamento di ''Gurtei'' oramai sotto le abitazioni dell'omonimo quartiere. Si segnalano per la complessità costruttiva sia il nuraghe Nurdole (al confine tra i territori di Nuoro e Orani) che il nuraghe Noddule, nei quali sono presenti rispettivamente una vasca lustrale con incisioni decorative ed un pozzo sacro costituito da trachiti policromatiche. Il ritrovamento di oggetti di fattura non esclusivamente nuragica segnala la presenza di flussi commerciali anche extra insulari (come ad esempio un piccolo leone bronzeo di probabile fattura etrusca o le decine di perle di ambra baltica rinvenuti presso il Nurdole). I romani chiamarono la popolazione della zona Nuoro-Orotelli con il termine "''NURR''", iscritto in un cippo di confine situato tra i due comuni. === L'influenza romana === Cippo romano di confine con l'iscrizione FIN NURR - Sassari, Museo Sanna La penetrazione romana fu di grande efficacia in quest'area, come testimoniato dalla parlata del nuorese, la variante del sardo spesso ritenuta più vicina al latino, anche secondo il celebre linguista Max Leopold Wagner. Roma creò nella "provincia" sarda un sistema viario capillare. Le arterie stradali principali (''viae principales'') erano quattro, le strade antoniniane, tutte con direzione nord-sud: la litoranea occidentale (''a Tibulas-Karales''); l'interna occidentale (''a Turre-Karales''); l'interna orientale (''a Olbia-Karales per Mediterranea''); la litoranea orientale (''a Tibulas-Karales''). Nuoro sorge lungo l'antico percorso principale della ''per Mediterranea'', nello snodo con la ''via Transversae'' (la trasversale mediana) che attraversava la Sardegna lungo un asse est-ovest (con quattro stazioni nodali negli incroci con le 4 ''principales'': ''Cornus-Macopsissa-Nuoro-Dorgali/Orosei''). La ''Trasversale mediana'' era utilizzata per il trasporto del grano della valle del Tirso verso la costa di Orosei, per l'imbarco del prodotto destinato al porto di Ostia. Sempre a Nuoro terminava anche una strada vicinale Benetutti-Nuoro. Le prime fasi della dominazione romana furono sicuramente concitate e avversate in questa zona che, comprendendo tutta l'area del Gennargentu e del Goceano, essi definivano in età repubblicana delle "''Civitates Barbariae''" e dei "''Barbaricini''" in età tardo imperiale e poi nella breve età vandalica. Il ritrovamento soprattutto in Barbagia e nel Marghine di monete puniche con una raffigurazione taurina sembrerebbe indicare una fase storica in cui le "popolazioni sarde (legate al culto del toro) e puniche, si coalizzarono" inizialmente per reagire all'impatto della Repubblica. I romani reagirono sia militarmente che con una lenta e intelligente attività di "sedentarizzazione" dei clan locali, al fine di favorire lo sviluppo agricolo delle terre. Delimitarono dunque grandi latifondi da avviare alla coltivazione del grano che assegnarono a coloni o alle popolazioni locali. I confini erano segnalati da lapidi indicanti la proprietà. Un cippo terminale con la dicitura "''FIN NURR''", cioè ''fines nurritanenses'', (termine richiamato anche dal nome del vicino nuraghe Nurdole, il cui villaggio a una decina di chilometri da Nuoro e Orotelli era abitato sino al Medioevo), consente di identificare la localizzazione di quella popolazione che, semi-romanizzata, nel II secolo d.C. costituì un reparto militare imperiale assegnato alla Mauretania Cesariense: la "''Cohors I – Nurritanorum''". Secondo il linguista Massimo Pittau "''molto probabilmente esisteva un cippo terminale analogo, tra Nurdole e Nuoro, nel sito chiamato, in maniera del tutto trasparente, Preda Iscritta «pietra scritta», all'inizio della lunga salita di "su Berrinau", che porta a "Badu 'e Carros" «guado dei carri» di Nùoro''". In epoca tardo imperiale e alto medievale si svilupparono insediamenti militari e agricoli testimoniati da basamenti murari e manufatti romani rinvenuti ad esempio in località Noddule/Loddune, in località Saderi e in quelle di Ivana e Muru Apertu nella regione di Marreri e alle pendici del monte Ortobene. Secondo il Pittau la zona nuorese di Corte (dal lat. ''cohorte(m)'' «coorte militare»), sarebbe stata la sede di una guarnigione militare romana fortificata in un ''castrum''. Questa avrebbe mantenuto un collegamento logistico a nord con l'importante borgo romano di ''Sant'Efis'' situato nel territorio di Orune, mentre a sud con un ''castrum'' a Mamoiada ed uno a ''Sorabile'' (Fonni). Tutto ciò testimonia il profondo processo di romanizzazione dei barbaricini accompagnato dall'insediamento di cittadini romani, latifondisti, centurioni, pur nella permanenza del problema del ''brigantaggio'' ad opera di singoli clan razziatori che non accettavano la sottomissione all'autorità Imperiale. === Il Medioevo e l'Età Giudicale === Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente la Sardegna passò nel 476, con tutta la provincia d'Africa, sotto il dominio dei Vandali. Il loro regno durò fino al 548 quando, Giustiniano I, Imperatore d'Oriente, riuscì ad annettere la Sardegna all'Impero Bizantino. Le fonti storiche più importanti su quel periodo sono costituite dalle testimonianze dirette di Procopio e dalle 39 lettere di papa Gregorio I (590-604). Dalle lettere del Pontefice emerge l'esistenza di due Sardegne diverse: una romanizzata, cristianizzata e bizantina (quella dei ''Provinciales''), e una interna, costituita da aggregati cantonali, con popolazioni ''idolatre e pagane'', la ''Gens Barbaricina'' governata da un capo: "''Hospitoni duci Barbaricinorum''". Facendo seguito a una costante e tenace azione diplomatica (testimoniata nelle lettere succitate), nell'estate del 594 si concluse un patto tra Bizantini e Barbaricini e, tra i vari accordi, Ospitone accettò la conversione al Cristianesimo del suo popolo. Per evangelizzare a fondo la Corsica e la Sardegna, papa Gregorio I affidò le due isole ai Benedettini delle isole toscane, che vi rimasero per tutto il Medioevo, anche se la prima e profonda cristianizzazione avvenne ad opera degli ordini monastici greci (studiti, basiliani, ecc.) sotto l'egida bizantina. I Benedettini costruirono piccoli monasteri, detti abbadie e curarono la costruzione delle pievi, delle vie e la tenuta dei fondi agricoli. La presenza bizantina in epoca alto medievale a Nuoro è testimoniata presso il quartiere di ''San Pietro'', in via Brusco Onnis, dal rinvenimento di una tomba multipla bizantina (poliandro), dove all'interno vi erano resti umani, una cuspide di lancia e una fibbia (per i cinturoni in cuoio), vestiario ed equipaggiamento bellico tipico di una ''decarchia bizantina'', un corpo militare composto da soldati-coloni con famiglia al seguito, detti ''Kaballarioi'', l'élite militare ed agraria bizantina. Nel 1868 lo Spano riportava del ritrovamento di una moneta dell'imperatore Leone VI il saggio nei dintorni della città. Nuoro - i ruderi di "Sa Itria" Oltre ai resti militari e civili, si rinvengono antiche tracce legate al culto. I ruderi della chiesa di Nostra Signora d'Itria, con le adiacenti strutture murarie, sono collocati presso le pendici nord del monte Ortobene a circa 1 km da Nuoro. "Itria" è infatti un nome legato al culto di origine greca ed orientale per la Madonna Hodeghetria, di cui Itria è l'abbreviazione. Questo epiteto è formato dalle radici ''hodos'', strada, e ''hegheisthai'', condurre, pertanto ha l'accezione di ''Madonna del viandante, del pellegrino''. In Italia viene ufficialmente denominata Madonna "Odigitria". Le chiese a lei dedicate erano vicine agli antichi centri abitati e, spesso, erano collegate a questi da percorsi sacri di espiazione e pellegrinaggio. Il percorso e la strada erano pertanto vissuti come un'allegoria dell'adesione agli insegnamenti di Cristo, ''la Via'', sotto la protezione della ''Beata Vergine''. Buona parte delle numerose presenze cultuali legate a Nostra Signora d'Itria in Sardegna risalgono ai secoli VII-VIII e spesso hanno segnato un passaggio delle popolazioni locali accompagnate da monaci basiliani o comunque orientali, dall'antica religione pagana al Cristianesimo. Alcuni santuari sono infatti situati, come nel caso di Gavoi, nelle vicinanze di resti archeologici come menhir, nuraghi o luoghi comunque anticamente sacri, come spesso accade per il fenomeno del sincretismo religioso. La chiesetta del monte Ortobene ha resti murali che potrebbero risalire ad un antico insediamento di monaci basiliani. Sono infatti presenti tracce di terrazzamenti per produzioni orticole di sostentamento e nei dintorni nascono spontaneamente i gigli, simboli di ''purezza'', che venivano impiantati per le celebrazioni della festa dedicata alla Madonna d'Itria, che si tenevano ancora fino al XIX secolo presso una cappelletta della chiesa delle Grazie, in quanto la chiesa di Sa Itria venne sconsacrata già dalla metà del Settecento secondo quanto riportato nel dizionario Angius-Casaliis. Nelle immediate vicinanze del sito vi sono i resti della chiesetta di Santu Thomeu e di Santu Jacu. ==== La Curatoria turritana di Nugor ==== Con l'affievolirsi del controllo imperiale e l'affermazione della potenza islamica nel Mediterraneo occidentale la Sardegna si ritrovò, per la seconda volta dopo centinaia d'anni, a dover gestire il territorio in autonomia. Nacquero, a partire dal IX secolo, i Giudicati, quattro regni autonomi collegati dalla comune origine amministrativa bizantina. Di fatto essi spartirono territorialmente la Barbagia sotto la propria autorità, forse per condividere la gestione di un territorio difficile e bellicoso. Durante i "secoli bui" i confini delle curatorie giudicali erano estremamente variabili nel tempo, modificandosi per interventi militari, per le donazioni dei fondi agli ordini monastici o ai singoli ''donnichellos'' (signori feudali), o ancora per il passaggio da un Giudicato all'altro. Le popolazioni erano prevalentemente asservite alla coltivazione nelle curtis rurali, mentre i pastori usufruivano dei terreni dei demani giudicali (detti ''rennu''). Le prime fonti storiche documentali su Nuoro risalgono a quattro condaghi: quello di Bisarcio, quello di San Michele di Salvennor, quello di Silki e quello di Trullas; oltre che al ''Codex diplomaticus Sardiniae''. Dal ''Condaghe di Sant'Antioco di Bisarcio'' si evince la più antica prova (XI secolo) dell'esistenza della villa di Nugor: il vescovo Nicodemo fece iscrivere un atto di acquisto di un salto da ''Dorben Lizor de Nugor''. Ma assai più importanti sono i Condaghi di San Pietro di Silki e di San Michele di Salvennor. Nel primo, databile tra il 1065 e il 1180, in una causa riguardante alcune persone che si dichiarano liberi da qualsiasi diritto che il monastero intendeva reclamare verso di essi, viene chiamato come loro avvocato ''donnu Comita Pinna Curatòre de Nugor''. Il termine ''Curatòre'' attesta l'esistenza di una ''Curatoria'' giudicale con capoluogo Nugor, nel distretto sud orientale del Giudicato di Torres, comprendente probabilmente le sole ville di Nuoro, Lollove e Orgosolo, ma che in passato doveva essere più estesa. La ''cura de Nugor'' è citata anche nel secondo testo, il Condaghe di San Michele di Salvennor. Da ciò si evince l'esistenza di un ce ntro di rilevanti dimensioni ed uno snodo amministrativo giudicale. La ''Curatoria di Nugor'', estrema propaggine a sud est del giudicato di Torres, confinava a ovest con quella più conosciuta di Dore che ebbe alternativamente come capoluoghi ''Dore'', ''Orotelli'', ''Sarule'' e ''Othane'' (Ottana), citata nel Condaghe di San Pietro di Silki e ad est con quella di Orosei-Galtellì del Giudicato di Gallura. A sud vi era la curatoria arborense della Barbagia di Ollolai. Infine, anche la scheda 267 del condaghe di San Nicolò di Trullas (riportato qui a lato) cita un ''Gosantine de Nugor'' come ''mandatore'' di apposita ''Corona'' (cioè come procuratore nominato ad hoc per dirimere la controversia). Sulla questione è da sempre aperto un dibattito sulla coincidenza o meno di questo centro con l'attuale Nuoro, inaugurato dal Tola, che faceva coincidere ''Nugor'' con Nughedu, borgo vicino a Bisarcio. Tuttavia non conoscevano il Condaghe di San Michele di Salvennor che cita questo villaggio come ''Nuquetu'' e ''Nuguedu'' e non ''Nugor''. Nei pressi di Cossoine esisteva probabilmente una villa chiamata ''Nuor'', il che fa rimanere aperta la questione anche se recenti studi intendono porre fine al dibattito individuando in Nuoro la ''Nugor'' dei condaghi. Il borgo di Nugor nel secondo decennio del XII secolo venne assegnato alla diocesi di Ottana composta dalle ville di: "Macomerio, Virore, Gorore, Molaria, Orticalli, Sabuco, Silanos, Dualque, Nuracucuma, Lexay, Golossene, Otana, Ortilli, Univer, Orane, Suarell, Nuor, Noroloe, Gossilla, Sporlazo, Illortay, Bortiochoro e Su Burgu (solo a partire dal 16 agosto 1353)". ==== Le comunità monastiche ==== Bandiera di Girifai. Nel X-XI secolo, proprio nella parte sud-orientale del ghiandifero dell'Ortobene, potrebbe essere localizzata la chiesa di ''Santa Maria di Gultudolfe'', scomparsa, facente parte di un antico salto ecclesiale, detto di Girifai. Si trattava di una sorta di piccolo Stato cuscinetto, di circa 20.000 Ha, incastonato tra i quattro giudicati sardi: Arborea, Gallura, Torres e Cagliari e avente natura di "franca", fiscalmente autonoma, gestita probabilmente dai monaci greci-basiliani prima e donata da Costantino I de Lacon, Giudice di Gallura, in amministrazione extraterritoriale ai Benedettini dopo il 1060. Le date, le denominazioni e le fasi storiche sono comunque avvolte da grande incertezza a causa della scarsità delle fonti se non per il citato atto di donazione registrato dal giudice gallurese. La vasta area risultava inizialmente assegnata all'Abbazia cistercense continentale "''nullius dioeceseos''". La Franca era verosimilmente collocata nell'ansa fluviale dei fiumi Cedrino e Sologo, chiusa a occidente dal monte Ortobene e dal Montesanto (Dorgali) a oriente, con uno sbocco marittimo nella parte centrale del Golfo di Orosei (Cala Gonone – Portu Nonu). I territori del salto sarebbero parzialmente ricompresi nei Comuni di Dorgali, Galtellì, Irgoli, Loculi, Oliena, Orgosolo e Nuoro, con le pertinenze del borgo di ''Gurtuofe(ne)/Gortovene'', sul monte Ortobene, collegato a valle con i borghi di ''Locoe'' e ''Nothule''. Verso la fine del XII secolo si segnala la presenza dei monaci cistercensi e dei Cavalieri ospitalieri. Nel XIII secolo Gortovene avrebbe perso importanza o assunto una differente denominazione: Seuna, o Seuneddu per i locali. Nel salto ecclesiale di Girifai vi furono tre fondazioni monastiche: * il monastero di San Giovanni Battista "Su Lillu" (Il Giglio) annesso al borgo di Santa Maria Magdalena Thorpeiae ("S'Eremu" in Via Dante a Dorgali); * il monastero di San'Angelo e di Santa Maria annesso al Borgo di Gonarium (in epoca moderna Rione di Gonare in Via Gonare sempre a Dorgali), detta anche di Corte o Castro dal nome del centro più importante limitrofo a Gonare; * il Monastero di Santa Maria di Gultudolfe o ''Gortofe'', presso il borgo di ''Gortovene'' – Ortobene. Il "Monte" e Nùoro Questo antico monastero è di incerta localizzazione e costituiva una parrocchiale comprendente i territori montani nuoresi oltre a quelli di ''Nothule'' (forse Noddule) e ''Locoe'' (villaggio abbandonato, ora in territorio di Orgosolo). Essa era dedicata a San Mamiliano Vescovo di Palermo, perseguitato dopo il sacco di Roma nel V secolo dal re dei vandali Genserico. San Mamiliano e quattro discepoli, Santa Ninfa, San Eustazio, San Proculo e San Golbodeo, furono imprigionati in Africa, ma, evasi dalla prigione, fuggirono per mare e si fermarono prima in Sardegna, allora vandala, dove il culto è attestato oltre che a Nuoro a Oliena, Samassi e a Sestu (forse a segnare i passaggi del santo) e, successivamente, si recarono nelle isole dell'arcipelago toscano, dove San Mamiliano morì nel 460 sull'isola di Montegiove da lui ribattezzata Montecristo. Presso il monte Ortobene resta un'eco del nome del santo nella Fonte detta di "Santu Milianu". Il nome di Santu Milianu/Mamiliano è ricorrente nella storia di Nuoro in quanto testimonia il ritorno a valle, in prossimità di una ricca sorgente d'acqua detta ''Sa Bena'', della popolazione che risiedeva nel borgo presso il monte, lungo le rive del ruscello ''Ribu 'e Séuna''. Ciò avvenne forse per le condizioni di maggiore sicurezza e migliore possibilità di sostentamento a valle rispetto a quelle dei secoli precedenti, oppure per la probabile appartenenza del sito originario alla sgradita giurisdizione pisana. Il termine nuorese "Sèuna" è un sostantivo che potrebbe essersi originato dalla parola catalano-provenzale "''la Seu''", che significa ''la sede''. Santa Maria di Gultudofe poteva comunque essere ubicata presso la chiesa d'Itria sull'Ortobene, che aveva vicino una chiesa, quella di San Giacomo (località Santu Jacu). Nel XV secolo è molto probabile che siano proprio le chiese chiamate nella documentazione Santa Maria e San Giacomo di Lugula, dal nome del torrente Lucula, che scorre sotto le località di ubicazione di queste chiese. Non è da trascurare l'ipotesi che San Mamiliano sia stato venerato proprio come uno degli artefici delle prime fasi di cristianizzazione della Sardegna e della Barbagia del V secolo, benché nel VI secolo questa terra fosse considerata ampiamente pagana. I tre monasteri del salto ecclesiale tennero probabilmente i contatti marittimo con le altre sedi cistercensi e benedettine insulari quali Bonifacio, le isole toscane, Ponza, il monastero madre di San Giovanni dell'Isola del Giglio e Orbetello servendosi del porto di San Giovanni Portu Nonu (Gonone) e, in tutta probabilità, dei vascelli di proprietà degli ordini ospitalieri. Il salto di Girifai risentì nel tempo dell'ostile politica della Pisa ''Ghibellina'' che mal sopportava traffici direttamente non controllati. Nel 1160 il salto venne infatti in parte smembrato con assegnazioni alla nascente diocesi di Galtellì, sotto l'egida dell'Opera di Santa Maria di Pisa e, in particolare, dell'arcivescovo del comune toscano. ==== La Curatoria arborense di Dore ==== Con la caduta del Giudicato di Torres nella seconda metà del XIII secolo, i territori del nuorese andarono al Giudicato di Arborea che ridisegnò l'organizzazione territoriale di queste terre di confine sia per motivi di opportunità che di governo. Risulta che queste terre ex turritane furono assoggettate ad un regime giuridico di pertinenza privata (''Peculiares – ultra iudicatum'') della famiglia giudicale d'Arborea. Persi i territori di Bitti e Garofai andati al Giudicato di Gallura gestito dalle famiglie pisane dei Visconti, Nuoro, Lollove, Orgosolo, Ottana, Sarule, Orani, Oniferi e Orotelli confluirono nell'antica curatoria del Giudicato di Torres detta "''di Dore''" (villaggio scomparso situato tra i salti di Oniferi e Orani) che comprendeva i Paesi di Dore, Oddini, Orotelli, Oniferi, Orani, Sarule e Ottana e di cui furono capoluogo in primis la Villa di Dore e successivamente Sarule e poi Orotelli. ==== San Pietro e Sèuna ==== La quattrocentesca chiesa di Santa Croce Il villaggio medioevale di ''Nugor,'' secondo gli storici nacque dall'attuale quartiere di San Pietro e si uni', come detto, al vicino borgo di "''Sèuna''" probabilmente a partire dal XIII-XIV secolo. Come detto la nuova Sèuna sorgeva attorno alla chiesa scomparsa di ''"Santu Milianu"'' (''"Sant'Emiliano"'') e, secondo la tradizione locale, ebbe impulso dalla discesa a valle degli abitanti dell'antica Sèuna del monte Ortobene. Come avveniva in tutto il territorio della Sardegna medievale era rilevante la parcellizzazione delle popolazioni locali in una miriade di piccoli centri abitati (spesso poche case di pietra e fango) contigui alla villa. Alcuni villaggi furono abbandonati per la peste, per le guerre o per l'assorbimento da parte della villa principale. Attorno a Nugor si contavano: ''Lollove'' (ancora frazione), Noddule/Loddune (''Nothule''), ''Nurdole'' (o ''Nuroloe''), ''Occana'', ''Gortovene'', ''Gurtei'', ''Toddotana'', ''pranu 'e bidda'', ''Saderi/Sadiri'', ''Ivana'', ''Muruapertu'', ''Bidda 'e Macras'', la zona di ''Seuna-Sedda Orthai''; Ancora a inizio Ottocento erano vivi i ricordi di questi borghi abbandonati così nel ''Dizionario Angius Casalis'' vi è scritto: ''Vedonsi vestigie nel luogo detto ''Sedda Ortai'', e pajono essere d'un'antica fortezza. Alcuni pastori scavando nelle vicinanze, scoprirono alcuni cannoni di piombo, che furono per acquidotto, e varie altre anticaglie. In Sadìri, in Ivana, in Muruapertu, furono trovate fondamenta e medaglie romane. Più chiare sono siffatte orme alla falda dell'Ortovene, incontro al paese, nel luogo detto ''Sèuna''. È antica tradizione che ivi esistesse una popolazione, e si riferisce al tempo della regina Leonora (Eleonora d'Arborea), al giudizio della quale i vicini Seunesi e di Nuoro sottomisero i loro rispettivi diritti sul ghiandifero di ''Ortovene''. Si sa che la parrocchia di Seuna era dedicata a san Gemiliano. E continuando a considerare le tradizioni, diremo che forse è vero, che i seunesi concorressero poi per ricevervi i sacramenti nella chiesa di s. Leonardo, in epoca moderna chiesa del Carmelo, la quale resse poi gli onori di chiesa maggiore alla vecchia cattedrale presso una selva di lecci e la fontana detta di ''Logudore''; e potrebbesi da questo inferire, che i seunesi e nuoresi erano due frazioni d'un sol popolo, e i primi si confondessero poi coi secondi. Un altro popolo pare sia stato all'estremità de' salti di Nuoro con quelli di Orune, forse chiamata col nome che ritiene ancora il sito di ''Loddune''. In monte Burtei (Gurtei) a mezzo miglio di distanza dalla popolazione sono vedute fondamenta, e fu dissotterrata una campana. Una campana pure si trovò in Toddotana a circa 2 miglia e mezzo, palle di ferro, e varie altre cose. Finalmente in Baddimanna nel sito detto Planu de bidda fu già un popolo''. Nel XIV secolo l'importanza di "Nugor" ricrebbe insieme ai suoi abitanti, più di mille e, fra il 1341 e il 1342, viene indicato nei documenti contabili come uno dei villaggi che versavano maggiori tasse alla Diocesi di Ottana. Anche il ''Liber Fondachi'' (registro fiscale pisano) cita spesso negli atti persone il cui cognome attesta l'esistenza del villaggio di Nuoro. Nel 1322 Ugone II d'Arborea e Giacomo II d'Aragona stipularono un accordo che, confermando i diritti regali giudicali sull'Arborea, affermava i diritti del sovrano arborense anche sulle terre di Dore, ma con un'investitura extragiudicale, cioè come faudatario del re d'Aragona. Più precisamente nel 1339 il re di Sardegna e Corsica creò la Contea del Goceano, includendovi oltre al Goceano la curatoria Dore con le ville di Nuoro, Oniferi, Orani, Orgosolo, Orotelli, Ottana, Sarule, infeudandola al giovane ''donnikellu'' arborense che poi divenne Mariano IV d'Arborea, padre di Eleonora. Dalle ''Rationes Decimarum'' del vaticano si evince che già nel 1341 Nuoro vantava il titolo di ''Pievania, ''unica in tutta la diocesi.'' ''Era pertanto un centro di importanti interessi clericali. Seguì un periodo di guerra tra Arborea e Aragona fino al 1388 quando Nuoro figura tra le 8 ville della Curatoria Dore che firmano il trattato di pace fra sardi e catalani. Per la Villa di ''Nuor'' firmano il ''Majore'' Arçoco Carta e i ''Jurados'': Gunnario Asole, Mariano Chinnache, Raimondo De Serra, Nicola Tola, Barisone Matola. Nel 1414, dopo la vittoria degli aragonesi, la Contea del Goceano venne consegnata al conte Leonardo Cubello. === Il periodo aragonese e spagnolo === casa di San Pietro Dal quattrocento il borgo restò relativamente isolato e non rilevò per i conquistatori se non per la pesante imposizione fiscale. Fra le popolazioni era radicato un sentimento antiaragonese tant'è che, sia il Goceano che il Nuorese, vengono segnalati nel 1421 come zone ribelli al sovrano aragonese e fedeli al Cubello. Nel XV secolo si assistette alla restaurazione del sistema feudale. Questo sistema durerà fino al 1839, anno in cui il governo sabaudo riscattò i feudi. Nel 1481 la contea del Goceano venne assegnata al demanio reale e gli ''Acta curiarum regni Sardiniae'' del 1485 riportano che i territori della curatoria di Dore, benché fossero un settimo dei possedimenti reali in Sardegna, contavano un terzo dei fuochi fiscali. Lo spostamento della Sardegna verso l'asse spagnolo comportò alcuni importanti riflessi amministrativi e religiosi. Nel 1503 venne soppressa la Diocesi di Ottana e, assieme alle antiche diocesi di Bisarcio e di Castro, venne ricompresa nella nuova diocesi della ''catalana'' Alghero. Il 5 dicembre 1499 don Pero Maça de Liçana i Carroç d'Arborea, figlio di don Pero Maça de Liçana i Rocafull e doña Beatriz Carroç d´Aborea i Mur (figlia del viceré di Sardegna don Nicolás Carroç d'Arborea i Mur) divenne IV barone di Terranova, e signore delle curatorie di Dore, Nuoro, Bitti, Gallura Gemini, Seurgus, Seulo e Barbagia de Ollolai. Il feudo ricomprendeva anche le ville di ''Orani manno, Soubi, Orsana, Univelli, Orotelli, Orgosolo, Nuru et Locone''. Alla morte di don Pero, nel 1546, i territori del feudo passarono al suo figlio illegittimo Joan Maça de Liçana i Cascante, ma la sua morte improvvisa nel 1547 diede inizio a un lungo contenzioso fra la famiglia di sua moglie Guiomar de Portugal-Noronha y Fabra e sua zia (sorella di don Pero) doña Brianda Maça de Liçana i Carrós d’Arborea, che ne ottenne il possesso il 20 agosto 1547 dalla Real Audiencia de València. Il possesso durò per breve tempo, e doña Briança cedette tutti i diritti sul feudo a suo cugino Ramon Ladrón De Villanova y Rocafull, marito di Francisca Hurtado De Mendoza. D'altra parte, il 23 maggio 1548 la vedova Cascant cedette i suoi diritti sul feudo a suo fratello don Fadrique de Portugal. Negli anni della contesa il feudo, che nel frattempo iniziava a chiamarsi Baronia di Orani, fu retto prima da Baltasar Ladrón, figlio di Ramón e Francisca Hurtado de Mendoza, e poi dalla famiglia Aymerich. La causa si concluse solo il 27 agosto 1578, quando il Viceré di Sardegna assegnava i diritti sulle ex curatorie di Bitti, Dore e Gemini agli eredi di Fadrique de Portugal, mentre il resto del feudo (Terranova) a Don Pedro IV Maza Ladron de Rocafull Y de Mendoza, figlio di Baltasar Ladrón. Gli ultimi decenni del secolo furono caratterizzati da una certa vivacità culturale. Da un lato, la nascita di alcune confraternite tipiche dell'epoca diede una spinta importante alla vita religiosa del villaggio. La prima confraternita a essere istituita fu quella di Santa Croce, fondata dal gesuita sassarese Giuseppe Vargiu in missione a Nuoro nel 1579; il libro dei confratelli, basato su quello della confraternita di Nule, è il testo confraternale in sardo più antico che si conosca. La seconda è quella del Rosario, titolo sorto in seguito alla battaglia di Lepanto, che inizialmente aveva sede in una cappella della chiesa di San Paolo (sulla quale nel 1593 sorse il convento dei frati minori) e successivamente si spostò nella chiesa di San Pietro, nel centro cittadino. L'altro aspetto rilevante fu la nascita di illustri personaggi che, nel Seicento, diedero lustro al villaggio anche al di fuori dei confini della Barbagia. Fra essi vanno ricordati il prelato Melchiorre Pirella Satta: canonico della cattedrale di Cagliari con le prebende di Serramanna, Villacidro e Nuraminis dal 1608, fu nominato vescovo di Bosa nel 1631 e di Ales nel 1635. Giovanni Maria Marchi Pirella, nipote del precedente, fu giudice della reale Udienza e commissario straordinario per la grande peste del 1656. Alla stessa famiglia appartennero Salvador Mulas Pirella, vescovo di Alghero dal 1659 al 1661, e fra Bonaventura di Sardegna, frate cappuccino che nel 1645 si unì alla missione nel Regno del Congo. È ritenuto autore del primo dizionario in Kikongo della storia. Un altro importante nuorese fu Gavino Penducho Carta: nato a Nuoro intorno al 1588, fece la carriera di notaio a Cagliari per poi scalare la vetta sociale ed essere nominato, nel 1639, ''Receptor'' (tesoriere) del ''Consell d'Aragó''. Suo nipote Josep Antoni Valls i Pandutxo fu canonico di Tarragona e presidente delle Corti Catalane nel 1701. ==== L''Encontrada de Nuero'' nel Seicento feudale ==== ''l'Encontrada de Nuero'' con Nuoro-Orgosolo-Locoe-Lollove faceva parte del grande e ricco ''Marchesato di Orani'' comprendente anche le encontrade di Orani, Bitti e Gallura. Il Marchesato era feudo di Anna Portugal e Fernandez de Silva e confinava col feudo ''Barbagia di Ollolai'' costituito dai territori di Fonni-Gavoi-Mamojada-Ollolai-Ovodda-Lodine, col ''Marchesato del Marghine'', con la ''Curatoria di Dure'' (da non confondere con Dore) e con i centri della ''Baronia di Orosei-Galtellì'' (Orosei-Galtellì-Dorgali-Lula-Onifai-Irgoli-Loculi) e con quella di ''Posada o Mont'Albo'' (Posada-Thiniscola-Torpè). Oliena era invece nella ''Baronia d'Ogliastra''. La "casa dei contrafforti" nel quartiere di San Pietro La seicentesca Chiesa di N.S. delle Grazie La villa, pur se soggetta alle fluttuazioni dovute a carestie e pestilenze, era abbastanza popolosa. Negli atti del Parlamento del Viceré Geronimo Pimentel, si riportano due censimenti: il primo, quello effettuato durante il parlamento del viceré Moncada, e il secondo effettuato ad hoc, per adeguare il donativo. Nuoro, che nel censimento del 1592 contava 826 fuochi, che nel 1626 si erano ridotti (alla stregua di tutti i villaggi dell'Isola) a 608, per una popolazione stimabile in 1800 abitanti. In un testo del 1639 Francesco Angelo de Vico, Giurista e storico sardo reggente del supremo consiglio d'Aragona, probabile autore della ''Historia General de la Isla y Reyno de Cerdeña'', scriveva che ''"Nuero", per il suo cielo e per la sua terra e per altre qualità'' era segnalata ''fra tutte le ville di quel regno'' perché ''era molto grande e molto popolosa ed i suoi abitanti erano molto notabili, ricchi, di grande abilità e ingegno''. Il vescovo di Alghero, diocesi in cui era confluita la diocesi di Ottana, nel 1608 visita in città 8 chiese urbane, e 8 chiese rurali. Nel 1684, visita 10 chiese urbane e 4 rurali. Nel 1601 vi è la prima traccia di un ''síndico'', ossia di un rappresentante dei vassalli della comunità: Pedro Pablo Pirella, che sarà nuovamente in carica nel 1609 insieme a Juan Estevan Manca, fratello del barone Gabriel Manca. Nel villaggio era operativo, come su tutto il territorio sardo, il tribunale dell'inquisizione: nella relazione del visitatore Juan baptista Rincón de Ribadeneyra, effettuata a partire dal 1613, si legge che Nuoro contava su un commissario del Sant'Uffizio, il sacerdote Antonio Freso di Ozieri, e sei famigli: Jaime Manca, Juan Ángel e Pedro Pablo Pirella fratelli, Francisco Satta, Francisco Marcello e Francisco Del(edd)a. Fra gli inquisiti nuoresi, si registrano: Leonardo Cardona nel 1595, Pere Gual nativo di Marsiglia nel 1600, e le (probabili) sorelle Anna e Perdita Basigheddu nel 1605. Il caso di Perdita Basigheddu è uno dei più gravi, giacché la nuorese fu sul punto di essere condannata a morte, pena convertina nel carcere e sambenito a vita il 23 ottobre 1605. Rilasciata dopo qualche anno, nel 1622 fece realizzare la campana della chiesa della Solitudine. Si tratta dell'unica campana fatta realizzare da una vittima dell'inquisizione in tutta la Sardegna. Nell'ultimo decennio del Seicento Nuoro vide i natali di un illustre membro delle casate spagnole: ''donna Caterina di Sotomayor'', artista ; Caterina era sorella di Felice ''e'' Giacomo Masones, grandi diplomatici reali della corte di Spagna. La loro famiglia deteneva la Contea del Montalbo ma amministrava il feudo dalle loro numerose residenze, fra cui Nuoro, Cagliari e Siniscola. Gli antichi rioni di Nuoro erano allora quelli ancora noti come storici: * ''Santu Predu''; * ''Su Serbadore''; * ''Santa Ruche''; * ''Santu Càralu''; * ''S'Ispina Santa''; * ''Corte in susu''; * ''Sèuna''; * ''Sa corte de sos sette fochiles'' (grande cortile sul quale si affacciavano sette focolari, sette case); * ''Su puthicheddu'' (pozzo in epoca moderna essiccato); * ''Fossu Loroddu'' (letteralmente “fosso sporco” dove si era soliti buttare l'immondizia); * ''Santu Milianu''; * ''Santu Nicola'' (zona intorno all'antica chiesetta di San Nicolò, andata poi in rovina); * ''Sa Bena'' (fonte pubblica e abbeveratoio per il bestiame posto nell'attuale incrocio tra via Gramsci e via Manzoni); ==== I capitoli della villa di Nuoro nel parlamento sardo ==== Alla fine del XVII secolo a seguito di pestilenze e carestie si registra un crollo demografico. Dagli ''Acta Curiarum Regni Sardiniae'', gli atti del Parlamento del viceré Giuseppe De Solìs Valderràbano conte di Montellano del 1698, si registrano 936 Hombres y 1168 Mujeres ma Nuoro diventa il primo centro abitato delle zone vicine (Barbaja Ololay, Marquesado de Orani, Encontrada de Nuero) e versa al Regno di Spagna la maggiore quantità di tasse con 924,08 Libras. Costume maschile tradizionale di Nuoro Si apprende, inoltre, che l'allora ''Sindico'' di Nuoro, ''Mauro Quirigo Corda'', il ''publicus notarius Petrus Nieddu Guiso'' e i vassalli della villa, si rivolsero al re per un contrasto con il Capitolo della diocesi di Alghero, la quale intendeva appropirsi delle rendite della ''Plebania'', titolo detenuto dal XIV secolo dal centro barbaricino, al fine di destinarli al Capitolo della diocesi catalana, ''attendiendo solo a su combenençia''. Già nel 1614 ''Don Antonio Satta'' riuscì a vincere una causa contro il primo tentativo del Capitolo di Alghero, che portò ad un risarcimento di 14.000 lire. Un secondo tentativo di aggregazione venne sventato nel 1671 dai maggiorenti nuoresi che si rivolsero direttamente alla Curia romana, che giudicò il tentativo "nullo" e "simoniaco". Il Sindaco supplicò pertanto il sovrano Carlo II di Spagna affinché intercedesse con il Santo Padre per la trasformazione della parrocchia in abbazia, con l'obbligo per gli abati di risiedere nella villa, con le prerogative e i privilegi legati a tale onore per il paese. Chiese inoltre lo scorporo dalla diocesi di Alghero e l'unione con l'antica diocesi di Galtellì, in considerazione del fatto che Nuoro era contigua alle ville in passato ricadenti sotto quest'ultima diocesi (Posada, Orosei, Orgosolo, Oliena, Dorgali, Bitti, Galtellì) ed erano territori accomunati da simili interessi economici e commerciali legati ai frequenti contatti con il Capitolo di Cagliari piuttosto che con quello di Alghero. Segnalò infine, per rafforzare tale richiesta, le vessazioni doppie imposte ingiustamente dal Capitolo algherese con il pretesto del ''real donativo'', del ''sussidio alle galere'', del ''seminario'' (che peraltro non ammetteva, con varie scuse, seminaristi nuoresi), facendo abuso e grave torto ad una villa che vantava ''muchos hombres de señaladas prendas'' con importanti trascorsi al servizio del re. Tra i cittadini nuoresi vennero ricordati infatti: i fratelli ''Pirella'', ''don Pedro Paolo'' e ''don Juan Angel'', già alla guida delle truppe di cavalleria e fanteria del distretto in occasione di un tentativo di invasione francese; don ''Antonio Mulas Pirella'', ''auditor general'' nell'esercito di Lombardia; don ''Antonio Manca Penducho... regidor del Marquesado de Orany'' con grande ''confianças'' del viceré De Solìs e suo figlio don ''Salvador Angel Manca''; ''Diego Contena Pirella, ... capitan de campaña... y otros muchos de esta calidad''. La supplica venne rafforzata dal ricordo di ciò che avvenne per le ville di Ottana, Bisarcio, Castro, Santa Giusta, Terralba e Galtellì, già sedi vescovili poi ridotte a tristi borgate a seguito dell'aggregazione al Capitolo di Alghero, con grave nocumento per le entrate reali. === Il Regno di Sardegna dalla Spagna ai Savoia === La guerra di successione spagnola coinvolse tutte le potenze europee. Con la pace di Utrecht il Regno di Sardegna sembrava destinato a entrare nell'impero asburgico. Nel 1717, tuttavia, un corpo di spedizione spagnolo inviato dal cardinal Alberoni, occupò di nuovo l'Isola, cacciandone i funzionari asburgici. Tra il 1718 e il 1720 il Regno di Sardegna verrà definitivamente ceduto alla Casa dei Savoia, che acquisì così il titolo monarchico. Più estesa e popolata dei paesi del circondario, Nuoro consolidò un ruolo di riferimento per il territorio circostante. Nel 1777 il canonico Francesco Maria Corongiu scrive che Nuoro era ''"provvista di belle e ampie strade, deliziosa nella sua campagna ed abbondante altresì d´ogni genere di viveri, di buone carni, pane, circostanze tutte che rendono più grato il soggiorno"''. Nel 1779 il pievano don Salvatore Roig di Ozieri (catalano di origini) aspirava a diventare vescovo della mitra dell'antico vescovado di Galtellì, con sede a Nuoro, con l'emanazione della bolla ''Eam inter caeteras'' di Papa Pio VI. Nella bolla si legge che ''"... Nuoro conta 589 famiglie e 2782 abitanti, vi sono 5 case di cavalieri e oltre 30 di gente civile e benestante, qualche laureato e otto notai..."'' La diocesi assunse il nome ''Galtellinensis-Nuorensis''. Il primo vescovo fu monsignor Giovanni Antioco Serra Urru. Nuoro divenne sede del Tribunale di Prefettura (1807), città nel 1836, e sede di Divisione Amministrativa e di Intendenza nel 1848 (in pratica una terza provincia sarda, dopo Cagliari e Sassari); poi l'ultimo titolo fu ridotto nel 1859 a quello di sottoprefettura. Si sviluppò perciò come centro amministrativo a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, periodo in cui si aprì ad un rilevante insediamento di funzionari piemontesi del Regno di Sardegna e commercianti continentali. Così avrebbe in seguito descritto questo passaggio storico il Satta: "''In breve, i nuoresi si trovarono amministrati, rappresentati dagli estranei, e in fondo non se ne dolsero. Era un fastidio in meno''". ==== Rivolta "de su Connottu" ==== L'adozione della riforma agraria denominata Editto delle Chiudende del 6 ottobre 1820, provocò nell'intera Barbagia dei forti dissensi e disordini a causa dell'appropriazione selvaggia di terreni, sino ad allora adibiti ad uso comunitario (e giuridicamente anche ad uso civico). Ci furono rivolte sanguinose, faide e numerosi omicidi in una sempre più grave serie di tragedie, tali da sconsigliare il Valery, che nel 1834 stava realizzando il suo ''"Voyage en Sardaigne"'', dall'approssimarsi a Nuoro, solo lambita nel suo articolatissimo itinerario. Tuttavia il culmine del malcontento si raggiunse dopo che nel 1858 furono alienati anche i terreni demaniali, che sarebbe sfociato poi nei noti moti de ''su Connottu'', quando al culmine della tensione il 26 aprile 1868 diverse centinaia di persone assaltarono il palazzo del municipio e diedero alle fiamme gli atti di compravendita dei terreni del demanio.. Il banditismo, che dopo ''Su Connottu'' si pretese almeno in parte corroborato da sentimenti di ribellione al nuovo regime dei suoli, ebbe una recrudescenza e lo Stato rispose con l'invio di truppe di polizia, numerose quanto poco efficaci nel contrastare grassazioni e faide. Sul finire dell'Ottocento si fece più grave l'usura, i cui maggiori gestori erano dei "miserabili napoletani" ed anche la Deledda ebbe a citarla in una delle sue opere. Una singolare e copiosa aneddotica del periodo si ricava da un romanzo scritto da un carabiniere continentale, paracadutato dalla Firenze-bene alle scabre montagne del circondario della città, del quale vale riportare un brano: Il romanzo riporta incidentalmente ma con buona fedeltà il nuovo ruolo di Nuoro sede del tribunale penale, cui si traducevano gli imputati di un vastissimo mandamento, comprendente moltissimi paesi ad altissimo tasso di criminalità. Il secolo si chiuse con una rilevante partecipazione dei nuoresi all'emigrazione verso il continente americano e le miniere del Nord-Europa; fra le cause non vi era solo la povertà ma spesso anche il desiderio di sottrarre le famiglie all'implacabilità della vendetta od a diverse rischiosità sempre di versante criminoso. Sul finire del secolo gli abitanti erano circa 7.000. === Il Novecento === Con il Novecento il fermento culturale che avrebbe dato vita all'importante avanguardia artistica sarda si giovò del notevole miglioramento dei trasporti per la comunicazione col Continente, ed anzi prese proprio questa a suo obiettivo; pian piano, si fecero conoscere oltremare le opere della Deledda, dei pittori, dei poeti. Celebri per il notevole pregio le sculture di Francesco Ciusa. Nuoro divenne un centro culturale di grande rilievo. Con l'allargamento dei servizi e dei posti di lavoro amministrativi, iniziarono a trasferirsi a Nuoro molti abitanti dei paesi vicinanti e fra questi alcuni artisti. Un vicolo del centro L'edificio di epoca fascista delle Poste Vista del centro Uno scorcio da piazza San Giovanni Passate la guerra italo-turca e la prima guerra mondiale con un elevato numero di caduti, si ebbero in città i primi sviluppi delle sinistre. Uno dei principali attivisti fu l'avvocato Salvatore Sini (noto "Badore"), originario di Sarule, impegnato in molte campagne fra le quali una per la fondazione di una lega fra le donne operaie; è noto anche come autore del testo di "''A diosa''" (più conosciuta con il suo incipit ''Non potho reposare''), canzone amorosa in lingua sarda di grande successo nell'isola. Nel 1921 fu visitata da David Herbert Lawrence, il quale voleva conoscere i luoghi dove erano ambientati i romanzi della Deledda di cui egli stesso nel 1928 scriverà la prefazione della versione inglese della ''Madre''. Lawrence rimase a Nuoro per una sola notte, e di questa fugacissima tappa, restano alcune interessanti pagine di "Mare e Sardegna" nelle quali descrisse un'animatissima sagra in costume. Nel 1926 fu conferito il premio Nobel alla cittadina Grazia Deledda. Avendo già assunto almeno moralmente questo ruolo, ed essendola in pratica già stata nel secolo precedente, Nuoro ridivenne provincia durante il Fascismo, nel 1927. I rapporti del regime con la popolazione passarono attraverso la mediazione di alcuni artisti, i quali imposero il rispetto della cultura locale, nonostante le politiche nazionaliste fasciste. L'uso degli indumenti della tradizione fu tollerato e si giunse anzi ad avere diversi nuoresi in abiti sardi per le cerimonie del matrimonio di Umberto II. Notevole fu, tra gli artisti di punta, Remo Branca, preside del liceo ginnasio (succeduto al padre di Indro Montanelli, che in questa città trascorse l'infanzia) ed infaticabile animatore culturale. Nel 1931 raggiunse i 9.300 abitanti. La città contava oltre ai quartieri originari, ''Santu Predu'', dei pastori e dei proprietari terrieri e ''Sèuna'', dei contadini, dei braccianti e degli artigiani, con la ''bia Majore'' (attuale Corso Garibaldi, la via del passeggio), dei signori, altri dieci sub-rioni: ''S'Ispina Santa'' (via Sassari), ''Irillai'' (via della Pietà), ''Santu Càralu'' (via Alberto Mario), ''Su Serbadore'' (via Malta), ''Corte 'e susu'' (via Poerio), ''Santa Ruche'' (via Farina), ''Sette Fochiles'' (via Lamarmora), ''Fossu Loroddu'' (Largo Nino di Gallura), ''Su Càrmene'' (Piazza Marghinotti), ''Lollobeddu'' (via Guerrazzi). Vi è poi Lollobe, frazione che dista circa 15 chilometri dal capoluogo, piccolo centro rurale che mantiene un aspetto quasi incontaminato rispetto alle origini, nota nell'immaginario collettivo locale come una locazione vicina ed al contempo distante. La sua provincia è una delle meno popolose d'Europa, e raccoglie numerose bellezze paesaggistiche e naturali di grande rilievo, tra cui il Gennargentu ed il Golfo di Orosei, con un interesse particolare per le bellezze naturali che vengono offerte nel tratto di Sardegna, in particolar modo verso la costa tra Cala Gonone, nel Comune di Dorgali e l'Ogliastra. Stemma === Simboli === Lo stemma della città di Nuoro è risalente all'Ottocento e deriva dallo stemma di monsignor Giovanni Maria Bua, amministratore apostolico di Galtellì-Nuoro nel secolo XIX sotto il quale Nuoro divenne città nel 1836. Esso è composto da tre montagne simbolo delle tre regioni del Marghine, dell'Ogliastra e della Barbagia. Il bue, oltre a richiamare il cognome del vescovo, simboleggia la vocazione pastorale del territorio. Infine troviamo il sole e l'albero eradicato, simbolo del giudicato di Arborea, quest'ultimo rimosso dallo stemma nel 1945. === Architetture religiose === ==== La cattedrale di Santa Maria della Neve ==== Cattedrale La cattedrale di Santa Maria della Neve è un monumento del XIX secolo, in stile neoclassico. Eretta per volontà del vescovo Giovanni Maria Bua, nella prima metà del XIX secolo. Il progetto venne affidato all'architetto Antonio Cano. La posa della prima pietra risale al 12 novembre 1835. I lavori, che furono rallentati a causa della morte accidentale durante l'esecuzione dei lavori, dell'architetto Antonio Cano nel 1840, terminarono con la consacrazione del 29 giugno 1853. Oltre l'altare maggiore dedicato a santa Maria della Neve furono affrescati nel soffitto ed eretti nella navata sinistra gli altari: Vergine del Carmelo, Madonna della Salute, Sacro Cuore; nella navata destra gli altari: San Salvatore da Horta, Santa Lucia, Madonna di Lourdes. All'interno è presente una tela rappresentante la deposizione di Cristo, a lungo attribuita erroneamente al pittore bolognese Alessandro Tiarini. Questa nuova cattedrale prese il posto dell'antica pieve di Santa Maria ad Nives. Secondo l'Alberti essa doveva essere costruita nella maniera catalana. Durante il periodo di costruzione della nuova cattedrale, la Diocesi di Nuoro utilizzò come cattedrale la chiesa de "Sa Purissima". Un'antica chiesa oramai perduta situata nel Corso Garibaldi, dove successivamente fu costruito il municipio di Nuoro (demolito per costruire l'edificio di una banca). ==== L'antico santuario della Madonna delle Grazie (Nostra Segnora 'e sa Gràssia) ==== L'antica chiesa delle Grazie. Affreschi Nuoro - Antico santuario di Nostra Signora delle Grazie Il 22 ottobre 1679 il vescovo di Alghero Francesco Lopez de Urraca concedeva a Nicolau Ruju Manca la "permissione di poter fabbricare una chiesa in onore della Vergine delle Grazie di Nuoro". Comincia con quest'atto ufficiale la storia della chiesa delle Grazie, edificio che è da considerarsi tra i più rilevanti della città di Nuoro. La chiesa si trova nell'antico quartiere di Sèuna. È stata restaurata. Realizzata alla fine del Seicento in una foggia semplice, lineare, quasi rustica. La facciata presenta un portale centrale, con due semicolonne sulle quali poggia un doppio architrave modanato sormontato da un timpano triangolare in trachite. Gli stipiti ed i capitelli delle colonne sono decorati con figure zoomorfe e floreali che rimandano al linguaggio decorativo gotico-catalano. Al di sopra di esso, come unico elemento decorativo della facciata troviamo un più antico rosone in trachite di foggia gotico-catalana, incastonato nella facciata, che si dice provenisse dalla più antica chiesa di "Santu Milianu" (attribuita erroneamente dal clero spagnolo a san Giuliano era in realtà San Mamiliano) andata oramai in rovina. Al portale si accede tramite una scalinata in granito. Un secondo ingresso si apre nella fiancata laterale sinistra della chiesa, il quale si presenta con stipiti in trachite rossa e sovrastato da una nicchia, con logiche decorative tardo barocche. Sulla fiancata destra poi, il terzo ingresso al tempio, di nuovo con stipiti in trachite rossa, conduceva un tempo ad uno spazio esterno ampio e circondato da colonne, che fungeva da ostello per i pellegrini durante la festa della patrona di Nuoro. Questo genere di ostelli, noto come "cumbessias", sono tipici della Sardegna ed i più antichi risalgono al periodo della dominazione bizantina. Sulle fiancate vi sono infine loggette che interrompono, alleggerendolo, il volume massiccio della costruzione. L'edificio sacro ha pianta rettangolare e presenta un presbiterio quadrato. Il soffitto è costituito da una volta a botte. L'altare maggiore è sopraelevato di un metro e mezzo rispetto alla navata. Pregevoli dipinti, raffiguranti i 12 apostoli, i profeti, alcuni brani delle sacre scritture ed episodi dell'edificazione della chiesa, sono conservati nel santuario. Risalgono al XVIII secolo: sono stati realizzati su intonaco, poi imbiancato a calce fresca, con terre colorate, secondo una tecnica sarda molto peculiare anche nell'effetto. Nel 1720 l'area ecclesiale ospitò una residenza dei gesuiti. Sotto il pavimento venne ritrovata la sepoltura di una persona di sesso maschile, probabilmente il costruttore della chiesa Nicolau Ruju Manca. ==== Le altre antiche "''cresias''" ==== Tomba di Grazia Deleddanella Chiesa della Solitudine Dedica alla Vergine nella chiesa del Monte Nero (26 aprile 1608) di ''Giovanni Angelo, Pietro Paolo e Melchiorre Pirella'' * Chiesa del Rosario ''(Su Rosàriu) - ''Nel quartiere San Pietro, a due passi dalla casa di Grazia Deledda. Venne edificata di fronte all'antica chiesa di San Pietro che non esisteva già più all'epoca del Casalis. Nuoro, monastero delle Carmelitane Scalze e chiesa di Salvatoris Mater, opera di Savin Couëlle * Chiesa di Santa Croce (''Santa Ruche'') - del XV-XVI secolo, antica sede di una confraternita, prossima alla piazza Su Connottu nel quartiere di San Pietro. All'interno una piccola cupola, archi in trachite a sesto acuto, un Cristo di scuola fiorentina del Quattrocento, ed un Cristo in croce di fattura spagnola di probabile datazione cinquecentesca. * Chiesa del Salvatore (''Su Serbadore'') -edificata prima del XV secolo ha subito numerosi restauri che ne hanno stravolto gli esterni. Furono inoltre abbattute nel novecento le ''cumbessias'' che servivano come appoggio per i pellegrini della festa de ''Su Serbadore''. * Chiesa di San Giuseppe - facente parte del convento francescano dei Minori Osservanti (ordine soppresso nel 1866), intitolato a San Paolo e risalente al 1593 a seguito della donazione del Barone di Orosei don Gabriele Manca per una promessa al visitatore generale dell'ordine, P. Luigi de la Cruz. Il convento sorse in un'area periferica del borgo, vicino alla più antica chiesa di San Paolo . Il Convento divenne un centro culturale essendo accompagnato da una scuola che istruì alcuni giovani nuoresi nella retorica, filosofia e teologia. * Chiesa di San Carlo (''Santu Càralu'') -La semplice chiesetta, un oratorio in realtà, era frequentata dallo scultore Francesco Ciusa, la cui casa natale si trova proprio di fronte. All'interno del tempio si trova la tomba dell'artista, sopra la quale è collocata una delle copie della famosa scultura ''La madre dell'ucciso'', opera con la quale Ciusa partecipò alla Biennale di Venezia nel 1907. * Chiesa della Madonna della Solitudine (''sa Solidae) -'' cara al premio Nobel Grazia Deledda, che la cita nelle sue opere, si trova sulla strada che conduce al monte Ortobene, immersa nel verde. Di origine seicentesca, è stata demolita e ricostruita negli anni cinquanta; ospita la tomba della Deledda. * Chiesa di Santa Maria di Valverde (''N.S. de Balubirde'') * Chiesa della Madonna del Monte Nero (''Virgin 'e monte'') Come si legge su una lapide esposta sopra l'ingresso, fu costruita in soli 30 giorni e dedicata alla Madonna del Monte Nero dai Fratelli Pirella (Melchiorre, insegnante e canonico a Cagliari, successivamente vescovo di Bosa e Ales, e i suoi fratelli Giovanni Angelo e Pietro Paolo, tutti e tre nativi di Nuoro) il 26 aprile 1608; narra la leggenda (riportata anche nel romanzo "Cosima" di Grazia Deledda) che uno dei fratelli, di ritorno dal santuario della Madonna del Monte Nero vicino a Livorno, si trovò in mezzo a una tempesta, e promise di costruire una chiesa sulla prima cima dell'isola che avesse visto se si fosse salvato. È situata nel parco del Monte Ortobene a circa 900 metri d'altitudine. La chiesa nel 2002 è stata oggetto di un attentato dinamitardo che l'ha semidistrutta, a una decina d'anni di distanza da quell'attentato, nella chiesa stati completati i lavori di ricostruzione, perfezionato l'adeguamento statico delle strutture e rifatti gli infissi, i fregi architettonici, il piccolo campanile a vela e l'epigrafe in marmo (anch'essa distrutta dall'esplosione) sistemata nella ''cumbessia'' dove abitualmente la famiglia di Grazia Deledda trascorreva, in estate, un periodo di vacanze. La chiesa è stata riaperta al pubblico nel 2014. * Nostra Signora del Carmelo ''(Su Càrmene)'' - già San Leonardo (''Santu Lenardu'') in via Massimo d'Azeglio. ==== Chiese scomparse o diroccate ==== * San Mamiliano (''Santu Milianu'') - viene citata come chiesa di San Julian e Sant'Emiliano, diroccata già nel XVII secolo. * San Nicolò ''(Santu Nicola) - '' in via San Nicolò * Santa Maria Maddalena (''Sa Piedade'') - era in via della Pietà. * San Pietro e Lucas (''Santu Predu) - '' sorgeva in via Chironi di fronte alla nuova chiesa del Rosario. * San Lucifero (''Santu Luziferru'') - in via Roma, angolo via Marconi. La facciata in mattoni è stata rinvenuta sotto l'intonaco della casa in via Marconi. * San Giovanni (''Santu Jubanne'') - era presso piazza San Giovanni. * Sa Purissima (''de la Purisima Concepción'') - fu una delle antiche cattedrali di Nuoro, edificata presso Corso Garibaldi (''Bia Majore''). Nel XIX secolo al suo posto fu edificato il Municipio, poi sostituito dalla sede del Banco di Sardegna. * Sant'Elena (''Sant'Elene'') - presso via Mons. Bua (Bar Cambosu) * Santa Barbara - in via S. Barbara presso l'artiglieria. * Sant'Angelo - viene citata nel dizionario del Casalis, insieme con Santa Barbara * Santa Lucia (''Santa Luchia'') - era in Via Lamarmora. * Sant'Orsola (''Sant'Ùrsula'') - era in Via Irillai. * Santa Marina, più tardi cointestata a Sant'Onofrio ''(Santu Nofre)'' sul colle di Sant'Onofrio, ove c'è il chiosco. * Santa Maria del Monte, demolita per la costruzione del carcere "La Rotonda". Si trovava in via Carlo Cattaneo. * chiese campestri tra Balubirde e Marreri: N.S. de sa Ìtria, Santu Jacu, Santu Gabinzu, Santu Tèderu, Santu Tomeu, Santu Larentu. I ruderi si trovano alle pendici settentrionali del Monte Ortobene. * chiese campestri Prato Sardo: San Marco Evangelista; Santu Micheli, S'Ispiritu Santu. ==== Chiese moderne ==== * Chiesa della Madonna delle Grazie ''(Sa Gràssia Noba) - ''Si trova praticamente nel centro geometrico della città, proprio all'inizio del Corso Garibaldi. * Chiesa di San Giuseppe'' (Santu Zoseppe) - ''Costruita relativamente da poco (negli ultimi 50 anni), ha una caratteristica immagine data dall'intera struttura in mattoncini rossi sporgenti. * Chiesa di San Domenico Savio, gestita dai Salesiani di Don Bosco * Chiesa di Salvatoris Mater, - opera dell'architetto francese Savin Couëlle è gestita dalle carmelitane scalze dell'adiacente convento situato sulla collina di Cuccullio a circa 650 m s.l.m. * Chiesa di San Paolo - Da poco fuori questa chiesa si può vedere un bellissimo panorama verso i quartieri di Città Giardino e Città Nuova. * Chiesa del Sacro Cuore di Gesù * Chiesa della Beata Maria Gabriella - Situata nella periferia più estrema, a pochi passi dal Carcere di Badu 'e Carros e dalle difficoltà che esso porta, la parrocchia è stata completata appena nel 1999. È realizzata in stile moderno. La chiesa è dedicata alla Beata Maria Gabriella Sagheddu, nata a Dorgali. Nuoro e il monte Ortobene dal Nuraghe Tanca Manna Nuraghe "nord" dei "tres nuraghes": tre nuraghi ravvicinati che dominano la zona di Corte. === Nuraghi === * Nurache Biscollai * Nurache Corte * Nurache Costiolu * Nurache Curtu * Nurache Dèo * Nurache Durgulileo * Nurache Feghei * Nurache Fenole * Nurache Funtana 'e Littu * Nurache Gabotele * Nurache Gurturju * Nurache Jacupiu * Nurache Loghelis * Nurache Monte Gurtei * Nurache Murichessa * Nurache Murzulo * Nurache Noddule o Loddune * Nurache Nurdole * Nurache Nuschele * Nurache Orizanne * Nurache Pradu 'e Leo * Nurache Pedra Pertusa * Nurache S'Abba biba * Nurache Sa Murta * Nurache Tanca Manna * Nurache Soddu * Nurache Sodduleo * Nurache Su Ribu 'e su sàliche * Nurache Su Saju * Nurache Tertilo * Tres Nuraches * Nurache Tigologoe * Nurache Ugolio Nuoro - il Redentore - opera di Vincenzo Ierace === Monumenti === * Piazza Sebastiano Satta (Costantino Nivola); * Statua del Redentore, eretta nel 1901 (sul Monte Ortobene); * Scultura "Madre dell'ucciso" (Francesco Ciusa) (nella chiesa di San Carlo); * Porta della Città; * Porta della Barbagia con Madre mediterranea (Pietro Cascella); * Prefettura * Vecchio Ospedale San Francesco * Rifugi antiaerei nuoresi * Sa Conca, rifugio sotto roccia utilizzato come ovile (sul Monte Ortobene); * Rocciai del Monte Ortobene – monumenti naturali; * Omaggio a Grazia Deledda – monumento dell'artista Maria Lai, presso la Chiesa della Solitudine; La Piazza Sebastiano Satta con alcune delle sculture di Costantino Nivola ==== Piazza Sebastiano Satta ==== La piazza-monumento è posta al centro di Nuoro fra il corso Garibaldi e il rione di Santu Prédu. Si tratta di piazza ideata da un importante artista contemporaneo. L'idea di utilizzare questo spazio, la vecchia piazza Plebiscito, per onorare il "vate di Sardegna", Sebastiano Satta (1867-1914), venne infatti perfezionata nel 1967 con l'incarico allo scultore oranese Costantino Nivola (1911-1988), reduce dall'esperienza americana a contatto con architetti come Le Corbusier o Saarinen. Nivola iniziò ad eseguire una serie di schizzi e scelse la strada minimalista con l'inserimento di piccole rappresentazioni in bronzo in giganteschi massi granitici provenienti dal monte Ortobene, anche al fine di legare il paesaggio urbano e quello del Monte visibile sullo sfondo della piazza. La piazza è di forma irregolare e pavimentata da piccole pietre di granito bianco squadrate, da cui sembrano nascere panche formate da parallelepipedi regolari dello stesso materiale. Le indicazioni simboliche emergenti dalla piazza rimandano alla cultura sarda, antropologica e arcaica. Nelle cavità protettive e allusive delle rocce la figura del poeta, rappresentata da otto piccole statue in bronzo, vi trova accoglienza, esaltazione fantastica o riposo. Qui la personalità di Sebastiano Satta è ripresa nei suoi diversi aspetti, umani e artistici. Nivola ha preteso l'intonaco e il bianco calce negli edifici circostanti per dare ampiezza, luminosità e semplicità all'architettura casuale degli abitati, tra i quali si riconosce la stessa casa in cui visse il poeta. === Vie principali === Il corso Giuseppe Garibaldi Il Corso Garibaldi è la via principale di Nuoro ed è meta di nuoresi e turisti per via delle attività commerciali e bar presenti, tra cui lo storico ''Caffè Tettamanzi''. === Il colle di Sant'Onofrio === Il colle di Sant'Onofrio è meta dei nuoresi e dei turisti per la presenza di un parco e anche di Villa Antonietta, comunemente chiamata dai nuoresi ''Castello di Sant'Onofrio'', visitabile solo con il consenso dei proprietari in quanto è abitata. === Il borgo di Lollove === Si tratta di un borgo di origini medievali, isolato, abitato da poche decine di residenti, sospeso nel tempo e nel silenzio. Questo minuscolo gruppo pittoresco di case costruite all'autentica e antica "maniera sarda" regala un'atmosfera affascinante. Fra i ruderi abbandonati e le poche case abitate si erge la chiesetta seicentesca della Maddalena, in stile tardo-gotico, con archi a sesto acuto in trachite rossa. Nel villaggio non vi è alcun tipo di attività commerciale. Si tramanda la leggenda che il borgo venne colpito dalla maledizione di alcune suore fuggite a causa della relazione carnale di qualcuna di esse con i pastori: «Sarai come acqua del mare; non crescerai e non morirai mai». Dal Dizionario Angius Casalis si apprende che: «I lollovesi sono nella diocesi di Nuoro, e curati nello spirituale da un solo prete. La chiesa parrocchiale di antica struttura è sotto l'invocazione di s. Maria Maddalena. Il principale del paese la crede edificata da' goti, perché la campana ha una iscrizione in caratteri gotici! Le feste principali sono per la titolare, per s. Biagio, e per s. Eufemia. Come non hanno ospiti, così se la godono essi soli quasi in famiglia e ballano a coro di voci. Il cimiterio è contiguo alla chiesa e sta fuori dell'abitato a pochi passi. Quanti nascono, tanti muojono in questo paese. I numeri del movimento della popolazione sono nascite due, morti due, matrimonii due.» === Caffè storici === L'antico Caffè Tettamanzi Il principale caffè storico è il Caffè Tettamanzi, fondato nel 1875 e situato nel centro storico di Nuoro al Corso Giuseppe Garibaldi 71. Questo caffè è ancora oggi punto di ritrovo di nuoresi e turisti. Questo caffè anticamente si chiamava ''Bar Majore''. Un altro caffè storico di Nuoro è il ''Bar Cambosu'', fondato nel 1921 e anch'esso situato nel centro storico della città. === Il Monte Ortobene === Vista dei boschi La statua del Redentore - febbraio 2005 M. Ortobene - punta pala 'e casteddu Chiesa della Madonna del Monte Nero (Virgin 'e monte) L'Ortobene è il monte per eccellenza dei nuoresi. Accoglieva tra i suoi boschi e i suoi graniti antichi abitati medioevali come Gortove(ne) (Ortobene), e Séuna lungo le rive del ruscello "Ribu de Séuna". Luogo di grande pregio paesaggistico e naturalistico, le sue fresche foreste sono meta di escursioni ad un passo dalla città. Offre inoltre grandi suggestioni in occasione delle nevicate invernali. La vetta raggiunge i 955 m s.l.m. In cima si raggiungono diversi belvedere ampiamente panoramici sul Monte Corrasi di Oliena, verso il Supramonte, il Gennargentu ed il mare. Importante e suggestivo è quello che ospita la statua del Redentore, opera di Vincenzo Ierace, cui è ispirata l'importante sagra folkloristica di fine agosto. La flora e la fauna sono quelle tipiche della Sardegna centrale, con boschi di lecci, volpi, cinghiali, ghiri, falchi e persino una coppia di aquile reali. Di rilevante interesse turistico ed antropologico è la cosiddetta "sa conca", una residenza rurale suggestiva e unica ricavata all'interno di un enorme masso di granito cavo e di forma sferica, situato sul ciglio della strada che porta al parco di "Sedda Orthai". Sempre nella zona di "Sedda Orthai", si trovano le tracce di un antichissimo villaggio (e di fortificazioni) del periodo alto medioevale. Ai piedi del monte in località Borbore si trova un'interessante zona archeologica dove vi sono varie domus de janas (secondo la tradizione "case delle fate"), necropoli risalenti al Neolitico finale (cultura di Ozieri, 3200-2800 a.C.) ed Eneolitico (cultura Monte Claro, 2400-2100 a.C.). In cima si trova l'antica chiesa campestre di Nostra Signora 'e su Monte. Presso le pendici settentrionali del Monte vi sono ulteriori tracce del vissuto storico dell'uomo come il santuario di Valverde, i ruderi delle chiese di Sa Itria e di Santu Jacu, che presentano i muri perimetrali e le basi degli archi in granito, infine le tracce della Chiesa di Santu Tomeu. Queste strutture religiose, insieme al mulino ottocentesco sito in località "Caparedda", meriterebbero interventi di recupero e restauro. Interessanti, infine, i numerosi "rocciai", cumuli naturali di massi granitici, nati con l'erosione dei venti, che assumono spesso forme inusuali come ad esempio le rocce dell'Orco, o quella della spugna. === Evoluzione demografica === === Etnie e minoranze straniere === Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2016 la popolazione straniera residente era di persone, pari al 3,4% della popolazione totale. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: * Romania 539 * Senegal 288 * Cina 111 === Lingue e dialetti === La lingua sarda parlata a Nuoro è quella logudorese nella variante nuorese. ===Biblioteche=== ==== La biblioteca Sebastiano Satta ==== La Biblioteca Sebastiano Satta è la Biblioteca principale di Nuoro: La biblioteca “Sebastiano Satta” nasce nel 1933 su iniziativa del Comune e della Provincia di Nuoro, col supporto del Ministero della Pubblica Istruzione. I primi fondi librari furono acquistati anche grazie alla collaborazione del locale liceo ginnasio “G. Asproni”. Il Consorzio per la biblioteca “Sebastiano Satta” è stato costituito, con Decreto Prefettizio del 28 Dicembre 1945, dall’Amministrazione Provinciale di Nuoro e dal Comune di Nuoro, ai sensi della Legge n.393/1941 “Disposizioni concernenti le biblioteche dei Comuni capoluoghi di Provincia”. Nel 1980 vengono modificati lo Statuto, la composizione, nonché la denominazione del Consorzio, che diventa Consorzio per la Pubblica Lettura “Sebastiano Satta”. Ne fanno parte, inizialmente, oltre la Provincia e il Comune di Nuoro, anche le Comunità Montane n. 9 del Nuorese e n. 10 delle Baronie. Da allora inizia la creazione del Sistema Bibliotecario Territoriale del Nuorese e delle Baronie (che attualmente comprende 26 comuni ricadenti nel territorio delle due ex Comunità Montane) e viene istituito il Sistema Bibliotecario Urbano di Nuoro. Nel 2011, in seguito alla soppressione di due dei quattro enti consorziati, le Comunità Montane n. 9 del Nuorese e n. 10 delle Baronie, il Consorzio è stato commissariato. Dal 1º agosto 2019 è attivo il progetto finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, relativo al supporto della gestione dei servizi bibliotecari del Centro sistema e del Sistema Bibliotecario Urbano del Consorzio. La biblioteca è intitolata a Sebastiano Satta, un poeta, scrittore, avvocato e giornalista nuorese della seconda metà del Diciannovesimo secolo. === Università === Nuoro dal 1989 è sede di corsi di laurea delle Università di Cagliari e Sassari erogati in accordo con il Consorzio per la Promozione degli Studi Universitari nella Sardegna Centrale. === ISRE === Nel 1972 fu istituito l'Istituto superiore regionale etnografico (ISRE), annesso al preesistente ''Museo del costume'' ora Museo della vita e delle tradizioni popolari sarde. === Musica === Dal 1989 Nùoro è sede del Seminario di studio sulla musica Jazz ''Nuoro Jazz'' diretto dal trombettista Paolo Fresu dalla prima edizione sino al 2013, ora diretto dal pianista Roberto Cipelli ed organizzato dall'Ente Musicale di Nuoro. Il Seminario si tiene tutti gli anni fra l'ultima settimana di agosto e la prima di settembre. === L'Atene Sarda tra passato e futuro === La città ha avuto, a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, un forte fermento culturale che ha visto nascere e svilupparsi il talento di tanti artisti e personalità che attirarono l'attenzione nazionale ed internazionale, uscendo perciò dal ristretto ambito locale e facendo nascere per Nuoro l'appellativo di "Atene Sarda" (Elettrio Corda). A Nuoro è nata Grazia Deledda, scrittrice, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura nel 1926, nonché Salvatore Satta, grande giurista e scrittore di un noto romanzo. Si deve alla sua famiglia se Salvatore Satta è conosciuto anche come romanziere: infatti dopo la sua morte i familiari ripresero le vecchie carte, scoprendo, tra di esse, il dattiloscritto de ''Il giorno del giudizio'' (in seguito venne trovato, nelle pagine di una vecchia agenda, anche il manoscritto). Questo libro è un grande romanzo che lascia forse una delle testimonianze più profonde e intime della città e dei suoi abitanti, dei quali ritrae le famiglie più note nel primo Novecento sotto una labilissima copertura di nomi fittizi ma non troppo, simili ma non coincidenti, fedeli al vero nella narrazione come i veri personaggi furono fedeli al connotato medio del nuorese secondo questa visione: Altre personalità artistiche nate a Nuoro sono il poeta Sebastiano Satta (1867-1914); il pittore e fotografo Antonio Ballero (1864 -1932); lo scultore Francesco Ciusa (1883-1949), affermatosi alla Biennale di Venezia del 1907; il pittore Giovanni Ciusa Romagna (1907-1958). Peraltro, per tutto il corso del ventesimo secolo la città è stata attraversata da un grande fermento culturale in campo artistico, letterario, musicale e sociale con nomi, come quello della scrittrice Maria Giacobbe, Il pittore e accademico Giovanni Pintori, conosciuti a livello internazionale ed altri conosciuti solo a livello locale. Come da lui ricordato, a Nuoro si è formato il carattere di Indro Montanelli che qui frequentò le ultime due classi delle elementari e i primi tre anni del ginnasio, prima che fosse edificato l'attuale caseggiato di Via Dante. Nel 2017 il comune di Nuoro ha proposto la candidatura della città come Capitale Italiana della Cultura 2020 risultando tra le prime dieci finaliste. Il progetto, riguardante tutto il territorio provinciale e non solo, pur non essendo stato premiato dalla commissione ministeriale, è stato sostenuto a livello regionale. === Musei === * Museo Deleddiano ("Museo di Grazia Deledda") * Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari sarde'' ("Museo del costume" o Museo etnografico)'' * Museo nazionale archeologico - mostra reperti dal 500.000 a.C. sino al basso Medioevo. Vi si ritrovano anche varie ricostruzioni archeologiche tra cui la vasca lustrale di Sedda 'e sos carros di Oliena. * Museo d'arte della provincia di Nuoro (MAN) – ospita mostre temporanee internazionali oltre a una collezione permanente di importanti artisti sardi del XIX e XX secolo. * Museo Ciusa - Tribu - ospita la collezione di alcune tra le più famose sculture di Francesco Ciusa. Chiuso nel 2018. * Spazio Ilisso - Museo della scultura del Novecento e mostre temporanee. === Media === ==== Stampa ==== Vi è un'emittente televisiva, chiamata ''Telesardegna'' e due emittenti radiofoniche che sono Radio Barbagia e Radio Nuoro Centrale, che danno le notizie locali. Vi sono inoltre le sedi di corrispondenza delle TV e dei giornali regionali come Videolina, L'Unione sarda e La Nuova Sardegna. === Teatro === * Il cinema teatro Eliseo, aperto nel 2005, di proprietà comunale, ospita soprattutto spettacoli teatrali e concerti. È gestito da Sardegna Teatro per concessione del Comune di Nuoro. * Il cine-teatro dell'oratorio "Le Grazie", chiuso dopo l'apertura di un cinema multisala in località Pratosardo. * L'anfiteatro Fabrizio De Andrè, tra i teatri all'aperto più grandi della Sardegna; negli anni, durante l'estate, ha ospitato il ''festival regionale del folklore'' e numerosi concerti, poi è stato chiuso in attesa di lavori di consolidamento delle gradinate. * Il teatro del Museo Etnografico di Nuoro dove si svolgono conferenze, concerti e il ''festival internazionale di cinema etnografico''. * Auditorio della Biblioteca "Sebastiano Satta", ospita stabilmente presentazioni di libri, mostre e dibattiti. * Il teatro situato sotto la chiesa di San Giuseppe, inaugurato nel 2016 e dato in gestione alla compagnia Bocheteatro. === Cucina === Oltre ai prodotti della cucina sarda, pur nella tipica variante barbaricina comune a tutto il circondario, la gastronomia del capoluogo nuorese vanta la specificità di un tipo di pasta e di un dolce: * ''Su filindeu'' (''fili di Dio'') è una pasta per minestra formata da sottilissimi fili sovrapposti in tre strati incrociati, ricavati con abilità manuale da un impasto con semola di grano duro, che viene poi cotta nel brodo di pecora e condita con pecorino fresco. È nota per essere la pasta più rara del mondo. * ''S'aranzada nugoresa'' (''l'aranciata nuorese'') è un dolce preparato con scorza d'arancio candita nel miele e con mandorle, la cui ricetta fu messa a punto dal pasticcere nuorese Battista Guiso che, intorno al 1900, ottenne per questo importanti riconoscimenti in Italia e all'estero. === Eventi === Donna in costume nuorese Riveste enorme importanza, sia per l'attaccamento e devozione dei nuoresi sia come attrattiva turistica, la Sagra del Redentore che dura circa una settimana, all'interno della quale vi è anche la sfilata dei costumi della Sardegna. La sagra ha termine con la funzione religiosa che ha sede ai piedi della statua del redentore il 29 di agosto di ogni anno. Nel fine settimana tra la prima e la seconda metà di novembre c'è la manifestazione ''Mastros in Nugoro'', inserita nel circuito ''Autunno in Barbagia'', nel quale si aprono case storiche e i musei della città. Durante la manifestazione che si svolge nei quartieri di ''Santu Predu'' e ''Seuna'' e che richiama non solo i nuoresi, ma anche turisti e visitatori, vengono esposti prodotti tipici e artigianali. Dal 2014 inoltre è stato introdotto nell'evento ''Su Cojubiu Nugoresu'', un rito antico in cui si celebra il matrimonio in costume tradizionale. Fino al 2007 la manifestazione si chiamava ''Mastros in Santu Predu'', poiché era coinvolto solo l'omonimo quartiere. dopo due anni di pausa dal 2010 la manifestazione cambia nome in ''Mastros in Nugoro'' e da quest'anno coinvolge anche il quartiere di ''Seuna''. Un altro importante appuntamento è quello del 21 novembre per la festa della Madonna delle Grazie a carattere prettamente religioso, ma che coinvolge l'amministrazione comunale. Secondo la tradizione, un giovane pastore trovò, nel XVII secolo, una piccola statua lignea della Madonna che si dimostrò miracolosa. Fu così che nel 1812 la città fece voto alla Vergine per essere liberata dalla peste''.'' Per sciogliere il voto, da allora viene allestita una processione in cui 12 nuoresi col tradizionale costume, accompagnati dal sindaco e dal gonfalone, offrono 12 ceri alla Madonna in rappresentanza degli altrettanti rioni della città; nel tempo si sono aggiunti altri sette ceri, offerti dai membri della confraternita delle Grazie. Molto sentita è anche la festa di Sant'Antonio abate, il 16 e 17 gennaio, durante la quale, come in molti centri della zona, i vari quartieri organizzano grandi falò (''sos focos'') nelle piazze e offrono ai cittadini ''fava e lardu'' (fave con lardo), vino e pane carasau. È tradizione durante la festa fare il giro dei numerosi fuochi della città dove gli organizzatori fanno a gara per il fuoco più bello e l'ospitalità. Attorno al fuoco: canti, balli sardi e l'immancabile gioco della morra. I più frequentati sono solitamente quelli dei quartieri del centro storico, come quello di Santu Predu o della cattedrale. Per il carnevale si può assistere alla manifestazione del carnevale barbaricino, con le maschere provenienti dai centri vicini come i ''mamuthones'' di Mamoiada, ''boes e merdules'' di Ottana, ''turpos'' di Orotelli, ''su bundu'' di Orani ecc.; è stata riscoperta una delle caratteristiche maschere di Nuoro chiamata ''Bove'' o ''Boves'', simile ai boes di Ottana e citata dallo studioso Raffaello Marchi. Altre maschere tipicamente nuoresi, in fase di studio e ricostruzione, sono quelle di ''su turcu'' e quella di ''maschera a gattu'', molto simile a quella scoperta a Sarule, citate da Grazia Deledda in alcune sue opere. * Fino al 2009 Nuoro ospitava a fine estate la bella manifestazione della Notte Bianca, dove vari artisti si esibivano per le strade principali della cittadina, ed i commercianti potevano mantenere i negozi aperti fino a notte fonda. La manifestazione è stata reintrodotta nel 2014 dopo alcuni anni di pausa per mancanza di soldi da parte del comune. La stazione di Nuoro nel 2009 === Strade === La Strada statale 131 Diramazione Centrale Nuorese è la superstrada che collega Nuoro con Olbia e Cagliari. La circonvallazione sud è un'importante arteria che raccorda i quartieri di Mughina (tramite la galleria di Mughina), Badu 'e Carros e Città Giardino con la strada provinciale 58 per Orgosolo e la strada provinciale 22 per Oliena (quest'ultima arteria stradale parte dalla SP 58 a circa 1 km da Nuoro) e con la strada statale 389 var Nuoro-Lanusei per Orani, Sarule, Mamoiada, Lodine, Gavoi, Fonni e l'Ogliastra. È inoltre possibile raggiungere la strada statale 131 Diramazione Centrale Nuorese tramite la galleria di Prato Sardo. La galleria di Mughina dopo i fatti di cronaca del ciclone Cleopatra del 2013, in giornate di maltempo è stata spesso soggetta per precauzione alla chiusura al traffico veicolare per via degli allagamenti e di alcuni problemi strutturali. === Ferrovie === Installazione al neon con gli stemmi delle città gemellate con Nuoro, collocata all'ingresso della casa comunale. La stazione di Nuoro è capolinea della ferrovia ARST per Macomer, che collega il capoluogo con i paesi del Marghine e con l'altro capolinea di Macomer. Condivide con Andria e Matera essere capoluogo di provincia non servito dalla rete ferroviaria statale. === Mobilità urbana === Nuoro dispone di un sistema di trasporto pubblico, gestito dall'ATP. L'autobus a Nuoro viene comunemente chiamato postalino. === Gemellaggi === * * La principale squadra di calcio della città è la ''Nuorese Calcio 1930'' che, nel campionato di Serie D 1973-1974 ha raggiunto il suo miglior piazzamento arrivando terza a 4 punti dalla promozione in serie C, poi ha disputato il campionato di serie C2 2006/07, arrivando quarta e uscendo sconfitta in semifinale contro il ''Pergocrema'' nei play-off promozione per la serie C1. Inoltre Nuoro è rinomata per le partite di pallamano Star Solar Handball Atletic Club Nuoro o denominata anche H.A.C. Nuoro è una società di pallamano che milita in A1 (femminile) e serie B (maschile) con ottimi risultati disputò anche competizioni europee in passato. I settori giovanili hanno disputato partite di livello nazionale. Dalla 2014/2015 al 2017/2018 la Nuorese ha militato in Serie D mentre per l'anno 2018/19 disputerà il campionato di Eccellenza Regionale. Vi sono inoltre delle squadre di calcio giovanili: pol.ichnos 1999Nuoro, Atletico Nuoro, Puri e Forti, Sadosan, Sales, Santu Predu Polisport. La Nuoro Softball milita nel campionato italiano di softball di Serie A1 (prima stagionr nel 2003), il miglior piazzamento è stato il quinto posto. Sono presenti in città tre squadre di pallavolo che militano nel campionato regionale di serie D: Libertas Nuoro (femminile) e Pvn Nuoro (femminile/maschile). === Altre attività sportive === Altre attività sportive presenti in città: * atletica leggera (Circolo Sportivo Atletica Amatori Nuoro e l'Atletica Delogu Nuoro), * nella pallacanestro si può trovare la Pallacanestro Nuoro (maschile) in serie D riconosciuta anche col nome ''Sirbones'' (cinghiale in sardo nuorese e mascotte della squadra) e disputa le partite nel palazzetto del Coni situato in via Lazio. L'Ichnos Basket che milita in Promozione disputa le gare nel palazzetto dei Salesiani. * la pallamano Star Solar Handball Atletic Club Nuoro o denominata anche H.A.C. Nuoro è una società di pallamano che milita in A1 (femminile) e serie B (maschile) con ottimi risultati disputò anche competizioni europee in passato. I settori giovanili hanno disputato partite di livello nazionale. * nuoto e pallanuoto rappresentati dalla Rari Nantes Acquatica Nuoro, * la scherma è rappresentata dal Club Scherma Nuoro A.S.D, * bocce, * nel rugby è presente un sodalizio che partecipa al campionato di serie C, la Nuororugby. * arti marziali come judo, con lo storico club Judo Teiko, l'Osaka e la Polisportiva Gigliotti Team Nuoro, quest'ultima attiva anche nella lotta olimpica, nel sambo (di cui fu la prima e storica palestra in Sardegna) e nella lotta sarda "s'istrumpa"
Neve Shalom (villaggio)
'''Nevè Shalom''' , conosciuta anche come '''Wāħat as-Salām''' , entrambe le espressioni significano "Oasi della Pace", è un villaggio cooperativo abitato da Arabi palestinesi ed Ebrei israeliani. È stato fondato da Bruno Hussar a ovest di Gerusalemme nel 1972 su un terreno preso in affitto dal monastero di Latrun. Attualmente il villaggio è composto da una cinquantina di famiglie. Neve Shalom è nato da un progetto: dimostrare che è possibile la coesistenza pacifica tra Ebrei e Palestinesi sulla base di una mutua accettazione. Neve Shalom esprime praticamente questa visione attraverso varie attività.
L'idea di base è che l'educazione al rispetto reciproco deve cominciare prima possibile. Dopo alcuni anni di sperimentazione le strutture scolastiche furono aperte anche ai bambini dei villaggi vicini. Attualmente la scuola e l'asilo sono frequentati per il 90% da bambini non residenti provenienti da comunità arabe ed ebraiche. Gli insegnanti ebrei e palestinesi fanno lezione ognuno nella propria lingua ma si rivolgono a tutti gli scolari. I bambini prendono coscienza della propria cultura e delle proprie tradizioni; al tempo stesso imparano la lingua e la cultura dei loro compagni. Ne risulta un'atmosfera di apertura e rispetto La scuola ha uno staff composto in parti uguali da Arabi ed Ebrei, esperti in materie scientifiche o letterarie. I membri dello staff hanno superato un corso di sostegno al superamento dei conflitti. Dalla fondazione della scuola più di 25.000 tra Ebrei e Arabi hanno preso parte a svariate attività. I programmi coinvolgono studenti delle superiori e universitari, insegnanti, giornalisti, avvocati, medici e comunque sono aperti a chiunque voglia prendervi parte. Le attività della scuola si svolgono a Neve Shalom - Wāħat as-Salām o in altre località di Israele o della Palestina Il Centro dedicato a Bruno Hussar, fondatore di NSWAS, promuove quelle attività che abbiano una dimensione spirituale o che siano comunque in relazione con le identità religiose degli abitanti di Israele-Palestina. Appartata su una collina è la Casa del Silenzio (Beit Dumia - Bayt Sakina), un luogo di riflessione, meditazione e preghiera. La Casa è un santuario per tutti gli uomini di qualsiasi credo o cultura. === Gemellaggi === * * *
Nave
Immagine di una nave di medie dimensioni . La '''nave''' è un mezzo di trasporto concepito per lo spostamento di merci, persone o per fini bellici marittimi.
Nell'antico linguaggio della marineria, all'epoca della propulsione a vela, la nave era un veliero con tre alberi a vele quadre e bompresso. In presenza di un quarto albero a vele auriche veniva detta "veliero a palo". Analogamente, un veliero con due alberi a vele quadre era un brigantino, che se dotato di un terzo albero a vele auriche diventava "brigantino a palo". Poi la nomenclatura che una nave militare poteva avere dipendeva anche dalle funzioni che essa svolgeva. Per esempio, secondo il sistema di classificazione delle navi della Royal Navy, una nave con meno di 20 cannoni comandata da un tenente comandante (Lieutanant Commander) era una corvetta, indipendentemente che fosse armata a nave o brigantino a palo. Gli altri paesi non riconoscevano la classificazione britannica, per cui una nave francese da 22 cannoni poteva essere designata come corvetta pesante, mentre nella classificazione inglese sarebbe stata una fregata di sesto rango. Altri tipi di velieri erano, ad esempio, la polacca, il mistico, la tartana, lo sciabecco, per restare alla marineria europea, ma anche i dhow arabi e le giunche cinesi, alcune delle quali di dimensioni imponenti, con oltre 1000 tonnellate di stazza. Dal 1762 i britannici cominciarono a foderare le carene di lastre di rame per evitarne il deterioramento dovuto alle teredini. Nel 1821 l'inglese Aaron Manby progettò e fece costruire la prima nave con struttura interamente metallica: un piroscafo che prese il nome del suo progettista. L'''Aaron Manby'' fu varato nel 1822 nel Tamigi, ma navigò prima sulla Senna e poi sulla Loira, fino alla demolizione avvenuta nel 1855 Nel 1824 sir Humphry Davy inventò la protezione catodica che riparava lo scafo in metallo dalla corrosione. Quest'invenzione favorì il passaggio dai velieri in legno alle navi in metallo spinte dal motore a vapore. Dopo la seconda guerra mondiale i motori a vapore hanno lasciato il posto ai motori diesel. Le dimensioni esatte sopra le quali un'unità navigante diventa nave, è spesso definita in maniera diversa a seconda delle leggi e dei regolamenti nazionali. Nell'ordinamento italiano si parla di navi da passeggeri quando la stazza delle unità destinate a quel tipo di servizio raggiunge le 50 tonnellate. Unità di stazza più esigua al di sotto di questo limite vengono definite "mezzi nautici per il trasporto passeggeri". Se non per servizio passeggeri si parlerà di navi destinate a un particolare servizio quando la stazza lorda di queste unità sarà maggiore di 151 tonnellate. Il codice della navigazione divide le unità naviganti anche per tipo di navigazione alla quale esse sono destinate. Quindi, a seguito di quanto detto, annovera il naviglio maggiore, che è quello abilitato alla navigazione alturiera, e il naviglio minore, ovvero quello abilitato alla navigazione costiera. La teoria della nave è quella parte dell'architettura navale che ne studia la geometria, l'equilibrio e i movimenti. Pertanto, in base a tale premessa, per nave si intende: una costruzione che per forme, dimensioni e sistemazioni deve essere idonea a muoversi sull'acqua con i propri mezzi e con la necessaria sicurezza per trasportare persone e/o merci o per scopo di rimorchio, pesca, diporto o altro scopo. === Caratteristiche === right Una nave si compone dei seguenti elementi: * lo scafo, cioè il guscio della nave, composto dall'involucro esterno, che assicura il galleggiamento, e dalle strutture interne di rinforzo. È la parte della nave dotata di proprietà nautiche, distinto dalla linea di galleggiamento in: ** opera viva o carena, che è la parte immersa, a costante contatto con l'acqua; ** opera morta, che è invece la parte emersa, a contatto con l'acqua solo occasionalmente per effetto dei moti nave e delle onde; ** la zona compresa tra i galleggiamenti estremi (caratterizzati da diversi assetti e dislocamenti) prende inoltre il nome di bagnasciuga. * le sovrastrutture, cioè tutti gli elementi costruiti sullo scafo per gli scopi più svariati, come alberature, fumaioli, gru e locali destinati alla vita di bordo; * l'apparato propulsore, gli ''organi di governo'' e di stabilità, che spesso si possono trovare sommati in elementi polivalenti, che garantiscono la funzionalità marinara della nave; tra i principali abbiamo: il motore principale, timoni, eliche (''di propulsione'' e/o ''di manovra''), pod, vele, ''alette antirollio'', ''pinne girodinamiche antirollio''; * le attrezzature per la navigazione, la fonda e l'ormeggio, quali le ancore, i verricelli, la fanaleria, i radar, i sistemi di navigazione, cavi e cordame vario; * l'allestimento tipico, cioè l'insieme di impianti destinati alla funzionalità operativa per la quale la nave è stata destinata in esercizio, quali ad esempio gli impianti per il carico dei liquidi, delle merci o dei mezzi, gli alloggi e le aree ricreative per i passeggeri, e così via. Le unità naviganti di notevole grandezza, conducibili da una comunità più o meno grande chiamata equipaggio, assumono la denominazione di "nave". Si hanno quindi navi da passeggeri, motonavi, navi da crociera, navi traghetto, navi petroliere, navi da carico, navi portacontenitori e navi da diporto le quali a norma del regolamento per la nautica da diporto, sono quelle unità naviganti a scopo lussorio di lunghezza superiore ai 24 metri. Sono definite invece imbarcazioni i mezzi navali e/o nautici di esigue dimensioni conducibili anche se a motore da una sola persona (vedi imbarcazioni di salvataggio, imbarcazioni per il servizio per le navi in rada, imbarcazioni degli ormeggiatori, imbarcazioni da pesca, imbarcazioni da diporto le quali a norma del regolamento per la nautica da diporto sono quelle unità di lunghezza inferiore a 24 metri). In italiano nave è un termine generico, ed ha mutato il suo significato nel tempo, nel Cinquecento nave era un sinonimo di unità navigante complessa, ovvero bastimento, un termine generico riferibile a qualsiasi naviglio, nel Settecento invece erano definite "navi" solo i bastimenti, ovvero i vascelli, ovvero le unità naviganti di notevole grandezza dotate di tre alberi (trinchetto, maestra e mezzana, oltre ovviamente al bompresso) formati ognuno da almeno tre "pezzi", ovvero fuso maggiore, albero e alberetto; dalla metà dell'Ottocento invece si tende a distinguere le navi oltre che per tipo di armamento velico anche per la loro capacità commerciale nel caso di navi mercantili e per la loro capacità di fuoco per le navi da guerra. La capacità commerciale era espressa dalla stazza ovvero il volume degli spazi interni della nave espressi in tonnellate di stazza le quali erano a loro volta corrispondenti a 100 piedi cubi ed a 2,832 metri cubi. Per le navi da guerra erano in uso le definizioni vascello, fregata, corvetta, sloop, accompagnate dal numero dei cannoni trasportati. Per identificare una nave di linea si usava definirla nel modo seguente: Vascello con 112 pezzi d'artiglieria. === Navi mercantili === Una nave mercantile è una nave adibita al trasporto di merci e passeggeri, che quindi costituiscono il carico utile della nave stessa. === Navi da guerra === Nome Descrizione Immagine Aviso 100px Cacciamine Il cacciamine o dragamine è una nave militare appositamente progettata per localizzare e distruggere le mine navali. Talvolta la stessa nave può essere utilizzata per posizionare delle mine in acqua. 100px Cacciatorpediniere (DD) Un cacciatorpediniere è una nave da guerra veloce e manovrabile, dotata comunque di grande autonomia, progettata per scortare vascelli di dimensioni maggiori di una flotta o gruppo di battaglia e difenderli contro attaccanti più piccoli ed a corto raggio d'azione (originariamente le torpediniere, successivamente sottomarini e aerei). All'inizio del XXI secolo i cacciatorpediniere sono la nave di superficie di dimensioni maggiori in uso generale. 100px Cacciatorpediniere lanciamissili (DDG) Unità dotata di missili antinave che hanno dapprima affiancato e poi sostituito il cannone come arma principale antinave, entrate in servizio negli anni cinquanta 100px Cacciatorpediniere conduttore (DL) Unità più grossa dei normali cacciatorpediniere, con appositi locali in grado di ospitare lo stato maggiore di un comando di flottiglia, in uso fino agli anni cinquanta; molti esploratori negli anni trenta vennero riclassificati come caccia conduttori, ma in realtà essendo evidente la differenza diventavano un bersaglio privilegiato. 100px Cacciatorpediniere di scorta (DE) I cacciatorpediniere di scorta furono navi più piccole come dimensioni dei caccia di squadra (che scortavano appunto le squadre da battaglia) e più lente, adatte alla scorta delle navi mercantili o a compiti antisommergibili. Il nome era usato soprattutto nella US Navy, che distingueva queste unità con la sigla DE (Destroyer Escort) seguita dal numerale, mentre gli inglesi utilizzarono inizialmente in questo ruolo cacciatorpediniere obsoleti, per poi sostituirli con fregate e corvette. 100px Cannoniera Il termine cannoniera ha indicato diversi tipi di navi, secondo l'epoca in cui è stato usato: generalmente è una piccola imbarcazione armata con cannoni. nell'età della vela una cannoniera fu solitamente un piccolo vascello privo di ponte con un singolo cannone a canna liscia a prua. Durante la guerra civile americana indica un battello a pale, generalmente corazzato, armato con una dozzina o più di cannoni, a volte di grosso calibro. Alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX secolo venne usato per indicare i più piccoli vascelli armati. 100px Nave corazzata / Nave da battaglia Con nave da battaglia (o corazzata) si indicano le più potenti navi da guerra delle marine militari, dalla seconda metà del XIX secolo, protette da pesanti corazze in acciaio (o inizialmente ferro) che avevano come ruolo principale l'ingaggio di navi da guerra nemiche con il fuoco diretto o indiretto di un arsenale di cannoni. 100px Corazzata tascabile Definizione data dalla Royal Navy delle navi da battaglia tedesche classe Deutschland: la ''Admiral Graf Spee'', ''Admiral Scheer '' e ''Deutschland''. 100px Corvetta La corvetta è una piccola nave militare con elevate capacità di manovra e dotata di armamento leggero e di armamento antisommegibile, di dimensioni intermedie tra la fregata ed il pattugliatore. 100px Dragamine Il cacciamine o dragamine è una nave militare appositamente progettata per localizzare e distruggere le mine navali. Talvolta la stessa nave può essere utilizzata per posizionare delle mine in acqua. 100px Esploratore L'esploratore era una nave militare di medie dimensioni, generalmente più grande di un cacciatorpediniere e più piccola di un incrociatore, con caratteristiche di elevata velocità e manovrabilità e con una potenza di fuoco sufficiente a fronteggiare per breve tempo navi similari. Ruolo principale dell'esploratore era la ricognizione in avanscoperta alla flotta, in un'epoca in cui la ricognizione aerea ancora non esisteva o era inefficiente. Fu reso obsoleto e scomparve dalle flotte con l'affermarsi dell'aviazione negli anni venti. 100px Fregata (FF) Attualmente una nave da guerra destinata a proteggere altre navi da guerra o navi mercantili in ruolo di scorta (per esempio in ruolo antisommergibile). Nel periodo della vela fu una nave più piccola di un vascello utilizzata per compiti di pattuglia e scorta. 100px Fregata missilistica (FFG) 100px Incrociatore Storicamente il più piccolo tipo di navi da guerra capace di azioni indipendenti (i cacciatorpediniere richiedono solitamente l'appoggio di navi esterne), ma in epoca moderna questa differenza è scomparsa. Il termine inizialmente si riferiva al ruolo assegnato a una nave (compiti di pattuglia e missioni di durata prolungata), piuttosto che a un tipo specifico di nave. 100px Incrociatore corazzato Un incrociatore corazzato fu un tipo di incrociatore protetto da una corazzatura su tutti i fianchi, così come sui ponti e sulle postazioni dei cannoni. Questo tipo di navi fu utilizzata all'incirca a partire dal 1875 fino a metà della prima guerra mondiale ed in ruoli ausiliari negli trenta ed anche nella seconda guerra mondiale. 100px Incrociatore da battaglia Gli incrociatori da battaglia furono grandi navi da battaglia della prima metà del XX secolo, che occupano un'area intermedia tra gli incrociatori e le navi da battaglia. Generalmente sono di costruzione e armamento simile a quello di una nave da battaglia, ma dotati di una corazzatura inferiore, per essere più veloci. Furono progettati per dare la caccia a navi da guerra più piccole (che superavano in armamento) e sfuggire a quelle più grosse, troppo armate per essere affrontate. 100px Incrociatore leggero (CL) Con incrociatore leggero si indica una tipo di incrociatore, di grandi dimensioni, definito formalmente dal trattato navale di Londra come una nave dal dislocamento inferiore a 10.160 t e armato con cannoni dal calibro pari o inferiore a 6,1 pollici (155 mm). 100px Incrociatore missilistico (CG) 100px Incrociatore pesante Con incrociatore pesante si indica una tipo di incrociatore, di grandi dimensioni e ben armato, definito formalmente dal Trattato navale di Londra come una nave dal dislocamento inferiore a 10.160 t e armato con cannoni dal calibro superiore a 6,1 pollici (155 mm). 100px Incrociatore protetto Un incrociatore Protetto fu un tipo di incrociatore usato alla fine del XIX secolo. Il nome è dovuto all'ammontare minimo di corazzatura utilizzata in confronto agli incrociatori "corazzati" esistenti. Verso il 1910 quando le placche corazzate cominciarono a migliorare di qualità ed i motori divennero più leggeri furono sostituiti dagli incrociatori incrociatore leggeri e pesanti. 100px Landing Helicopter Assault (LHA) Nave con ampio ponte attrezzato per operazioni anfibie con sbarco di truppe e materiali da elicotteri. Come ruolo secondario, questa nave può eseguire limitate operazioni di proiezione della forza e controllo del mare 100px Landing Helicopter Dock (LHD) Nave con ampio ponte attrezzato per operazioni anfibie con sbarco di truppe e materiali da elicotteri ed un bacino di sbarco allagabile che contenga e permetta di operare con mezzi da sbarco. 100px Landing Platform Dock (LPD) 100px Landing Platform Helicopter (LPH) 100px Nave appoggio idrovolanti Nave dotata di installazioni per operare idrovolanti, furono il primo tipo di portaerei utilizzato e comparvero poco prima dell'inizio della prima guerra mondiale. 100px Nave d'assalto anfibio Termine generico che comprende navi anfibie con un ponte di grandi dimensioni, come le LPH, LHA e LHD. Questa terminologia non include le Landing Platform Dock (LPD) e le Landing Ship Dock (LSD) anche se colloquialmente usato per riferirsi ad esse. 100px Pattugliatore Unità leggera di dimensioni variabili, adatto a pattugliare spazi di mare in aree costiere o di altura, attualmente in ambito NATO contrassegnate dalla lettera P seguita da un numerale ma in uso sotto varie sigle in molte marine militari. 100px Portaelicotteri (CVH) Tipo di incrociatore ''non tutto-ponte'' capace di imbarcare più di 4 elicotteri ''medi''. 100px Portaerei (CV) Nave da guerra di grandi dimensioni il cui ruolo principale è il trasporto in zona di operazioni, lancio e recupero di aeroplani, agendo in effetti come una base aerea capace di muoversi sui mari. Si considerano ''portaerei'' quelle navi di oltre 40.000 ton capaci di missioni di ''proiezione di potenza''. 100px Portaerei di scorta (CVE) 100px Portaerei leggera (CVL) 100px Portaeromobili (CVS) Nave da guerra di medie dimensioni il cui ruolo principale è il trasporto in zona di operazioni, lancio e recupero di aeroplani, agendo in effetti come una base aerea capace di muoversi sui mari. Si considerano ''portaeromobili'' quelle navi di 12.000/20.000 ton capaci di missioni di ''difesa della forza navale''. 100px Posamine Il cacciamine o dragamine è una nave militare appositamente progettata per localizzare e distruggere le mine navali. Talvolta la stessa nave può essere utilizzata per posizionare (posamine) delle mine in acqua. 100px Sottomarino Un sottomarino è un mezzo navale adatto a navigare prevalentemente sott'acqua. 100px Sommergibile Un sommergibile è un mezzo navale in grado di compiere operazioni subacquee, ma che naviga prevalentemente in superficie. 100px Sommergibile portaerei 100px Torpediniere Il termine "torpediniera" ha identificato diversi tipi di navi, tutte create con lo scopo di contrastare corazzate e altre unità grandi, pesanti e potentemente armate, sfruttando la maggiore velocità ed agilità. Alla loro comparsa nel 1873 si trattava di navi relativamente piccole e veloci, progettate per lanciare siluri contro navi di superficie di dimensioni maggiori. Successivamente nei primi del novecento, in risposta alla comparsa dei primi cacciatorpediniere, le torpediniere aumentarono di dimensioni ed armamento, a scapito della velocità. Anche per questo motivo vennero affiancate da un secondo tipo di torpediniere, piccole e velocissime (MAS italiani, Schnell-boote tedeschi, MTB inglesi e PT-boats americani), più simili a grossi motoscafi e perciò note anche come "motosiluranti". 100px Nome Descrizione Immagine Brigantino Veliero con due alberi a vele quadre (di trinchetto verso prua e di maestra a poppa) e bompresso. Sull'albero di maestra era ordinariamente inferita anche una randa. Quando vi era un terzo albero (di mezzana con vele auriche) si parlava di brigantino a palo. 100px Caracca Grande veliero con tre o quattro alberi verticali e albero di bompresso inclinato che venne sviluppato nel Mediterraneo durante il XV secolo. 100px Caravella Tipo di nave in legno, introdotta nel 1441 dai portoghesi. Era più piccola della caracca, ma più robusta e veloce. Rimase in uso per tutto il XV secolo, e diede un grande impulso alla navigazione di quell'epoca. 100px Clipper I Clipper furono veloci navi a vela a tre alberi adibite al trasporto delle merci su rotte oceaniche che furono utilizzate sul finire del XIX secolo. Il nome in inglese indica andare veloci o andare di bolina. Il primo vascello di questo tipo ad essere varato è forse stato il ''Baltimore'', realizzato negli USA. Nella foto il ''Cutty Sark'', ormeggiato a Greenwich, nelle prossimità di Londra. 100px Cocca La cocca fu una grande nave medievale, di forma rotonda, che poteva raggiungere una stazza di 1.000 tonnellate. Essa può essere considerata la più importante delle grandi navi a vela che seguirono il periodo della navi a propulsione mista – remi e vele. 100px Corvetta La corvetta era una nave con un solo ponte di batteria, di piccolo tonnellaggio (da 150 a 400 tonnellate), usata per servizi di scorta ai convogli e incursioni contro il traffico costiero avversario. 100px Fregata Questo termine è stato utilizzato per una varietà di navi di ruoli e dimensioni differenti. Durante il periodo dell'utilizzo delle vele come mezzo di locomozione, è stato usato per una nave più piccola e più veloce di un vascello, dotata di un solo ponte di batteria e con un numero di cannoni fino a 44 per le più pesanti fregate costruite. In alcuni casi vascelli obsoleti vennero modificati eliminando i cannoni del ponte di coperta (tecnicamente ''rasate'') e trasformati in fregate pesanti. 100px Galea La galea o galera è un tipo di nave da guerra usata nel Mediterraneo per oltre duemila anni; il suo uso declinò a partire dal XVII secolo, quando venne soppiantata dal galeone. 100px Galeone Il galeone è un poderoso veliero da guerra progettato per affrontare la navigazione oceanica, molto diffuso nel XVI e XVII secolo. Rispetto alla caracca il galeone aveva dimensioni maggiori, in genere lunghezza tripla rispetto alla larghezza, la quale era doppia rispetto all'altezza. 100px Goletta La goletta è un'imbarcazione a vela, ovvero un bastimento, fornita di due alberi leggermente inclinati verso poppa ed armati con vele auriche; presenta il bompresso, ossia l'albero inclinato protendente dalla prua dell'imbarcazione. 100px Trireme La trireme era un'antica nave fenicia, greca e romana che utilizzava come propulsione, oltre alla vela, tre file di rematori disposti sulle due fiancate dello scafo. Vi era un solo albero e la vela era rettangolare (e qualche volta triangolare). 100px Vascello Nave da guerra sviluppata a partire dal XVII secolo e che divenne la principale nave da battaglia delle marine militari, unica a trovare posto nella linea di fila. Inizialmente soltanto su due ponti, verso la fine del XVIII secolo venivano costruiti vascelli a tre o quattro ponti, con 100 o più cannoni. Verso la fine del secolo cadde progressivamente in disuso a causa dei suoi costi di gestione e della maggiore flessibilità d'uso della più piccola ma agile fregata che man mano lo rimpiazzò nell'uso operativo, pur venendo questa dotata di un'artiglieria più potente, sull'esempio delle fregate pesanti statunitensi. 100px Nave a vapore o piroscafo Imbarcazione mossa da una macchina a vapore con trazione a ruota o a elica. 100px La nave da crociera ''Oceanic'' attraccata al molo Angioino di Napoli * ''Achille Lauro'' * ''Amerigo Vespucci'', nave scuola della Marina Militare * ''Amoco Milford Haven'' * ''Andrea Doria'' * ''Bismarck'' * ''Calypso'' (la nave di Jacques Costeau) * ''Cutty Sark'' * ''Destriero'' * ''Great Eastern'' * ''Elettra'' * HMS ''Endeavour'' * HMS ''Bellerophon'' * HMS ''Bounty'' * HMS ''Hood'' * HMS ''Victory'' * ''Knock Nevis'' * ''Michelangelo'' * Maersk Alabama * ''Mayflower'' * ''Moby Prince'' * ''Niña'', ''Pinta'' e ''Santa Maria'', le tre caravelle di Cristoforo Colombo * ''Principessa Mafalda'' * ''Raffaello'' * ''Rainbow Warrior'', l'ammiraglia di Greenpeace * ''Rex'' * RMS ''Lusitania'' * ''Roma'', nave da battaglia della seconda guerra mondiale * ''Thistlegorm'' * RMS ''Titanic'' * USS ''Constitution'' * ''Costa Concordia'' * ''Yamato'' * ''Musashi''
Nupedia
'''Nupedia''' è stato un progetto di enciclopedia in inglese sul Web scritta da esperti e pubblicata come contenuto libero, attiva dall'ottobre 1999 al settembre 2003. Il progetto, che fu fondato da Jimmy Wales e Larry Sanger , è noto principalmente come il predecessore di Wikipedia, nonostante ciò a differenza di esso Nupedia non era una wiki aperta alle modifiche pubbliche; bensì era caratterizzata da un esteso processo di revisione paritaria dei contenuti effettuato da esperti, pensato per rendere le voci di qualità comparabile a quello di enciclopedie professionali. Il progetto prevedeva che gli accademici lavorassero – in modo gratuito – come volontari ai contenuti. Proprio per questo motivo nel suo primo anno di vita il progetto contava soltanto 21 voci, a differenza di Wikipedia che soltanto nel primo mese contava ben 200 voci e nel primo anno di vita 18.000. Il progetto ha smesso di funzionare il 26 settembre 2003, con all'attivo soltanto 25 voci; ovvero quelle che avevano completato il processo di revisione, che furono assimilate all'interno dell'edizione in inglese di Wikipedia, che era nata due anni prima come ramo collaterale del progetto di Nupedia.
L'idea di fondare un'enciclopedia online costruita da volontari, venne introdotta per la prima volta da Jimmy Wales nell'ottobre 1999. Per procedere con la programmazione del progetto nel gennaio 2000, Wales assunse Larry Sanger per la supervisione di esso, che ebbe ufficialmente inizio il 9 marzo 2000. Fin dall'inizio, Nupedia era trattata come un'enciclopedia dal contenuto libero, questo perché Bomis aveva intenzione di generare entrate dagli annunci online su Nupedia.com. Nel gennaio 2001, il sito che fino ad allora usava una licenza interna, la Nupedia Open Content License, decise su sollecitazione di Richard Stallman e della Free Software Foundation di utilizzare la licenza GNU Free Documentation License; nello stesso mese a causa dei lenti progressi del sito, che fino ad allora aveva all'attivo soltanto due pagine complete, su richiesta di Sanger, venne avviata la creazione di un sistema wiki per rendere più dinamico lo sviluppo degli articoli, che portò alla nascita di Wikipedia, della quale lo stesso Sanger ideò il nome e gran parte delle politiche. La pubblicazione di questo nuovo progetto iniziò ad attirare sempre più gente portando anche coloro che fin a quel momento si occupavano di GNUpedia, ovvero un progetto per la creazione di un'enciclopedia a contenuto libero guidata dalla Free Software Foundation; inoltre il progetto iniziò anche a portare ad una graduale scomparsa della stessa Nupedia e a causa del crollo di essa il creatore Wales decise, nel dicembre 2001, di interrompere i finanziamenti adibiti per pagare il caporedattore, con Sanger che si dimise poco dopo. Dopo la partenza di Sanger e la continua progressione di inattività, Wales cercò di convertire il sito in una versione stabile di articoli di Wikipedia approvati, non riuscendoci e chiudendolo ufficialmente il 26 settembre 2003. Classicismo. Nupedia era caratterizzata da un processo editoriale diviso in sette passaggi: # incarico # ricerca di un revisore capo # revisione principale # revisione aperta # correzione delle bozze principale # correzione delle bozze aperta # approvazione finale e ritocchi La difficoltà nel diventare un contributore di Nupedia era piuttosto elevata, con una politica che dichiarava; "Vorremmo dei redattori che fossero dei veri esperti nel loro campo e (tranne poche eccezioni) in possesso di un Ph.D. dottorato." Nel suo insieme, Nupedia era alimentato da NupeCode, un software collaborativo open source (distribuito con la GNU General Public License) studiato per grandi progetti che prevedano un lavoro di revisione paritaria. Inoltre una sua nuova versione migliorata, detta NuNupedia, era in via di sviluppo (e in test su un altro sito web, SourceForge).
Nanotecnologia
Buckminsterfullerene C60 La '''nanotecnologia''' è un ramo della scienza applicata e della tecnologia che si occupa del controllo della materia su scala dimensionale nell'ordine del nanometro, ovvero un miliardesimo di metro e della progettazione e realizzazione di dispositivi in tale scala. Il termine "nanotecnologia" indica genericamente la manipolazione della materia a livello atomico e molecolare e, in particolare, si riferisce a lunghezze dell'ordine di pochi passi reticolari.
Rappresentazione al computer di un "ingranaggio" di dimensione nanometrica Il primo riferimento alla nanotecnologia (non utilizzando ancora questo termine) risale al discorso tenuto da Richard Feynman nel 1959, intitolato ''There's plenty of room at the bottom''. Feynman suggerì un modo per sviluppare l'abilità di manipolare atomi e molecole direttamente, il cosiddetto ''scale-down''. Il metodo consisteva nel progettare una serie di macchine utensili in scala 1:10, quindi utilizzarle per sviluppare e controllare la generazione successiva di utensili, in scala 1:100, e così via. Con il ridursi delle dimensioni, era necessario ridisegnare alcuni utensili, a causa del fatto che il rapporto tra le varie forze era cambiato (ovvero veniva meno la condizione di similitudine dinamica). Per dimensioni sempre minori, infatti, il contributo della gravità diventa sempre meno preponderante, mentre diventa determinante il contributo della tensione superficiale e delle forze di Van der Waals. Feynman tenne conto di tutti questi problemi di scala durante il suo discorso. Il termine ''nanotecnologia'' fu coniato da Kim Eric Drexler, che lo utilizzò nel suo libro del 1986 ''Engines of Creation: The Coming Era of Nanotechnology''. Nel quarto capitolo, Drexler introduce il concetto di autoreplicazione. Come le cellule costruiscono copie di sé per riprodursi, così anche i robot molecolari progettati dall'uomo potrebbero autoreplicarsi. Come conseguenza, si avrebbe che dopo gli investimenti iniziali sulla progettazione e costruzione del primo robot molecolare capace di auto-replicazione, i costi dei successivi robot sarebbero trascurabili. Questi stessi robot con capacità generiche (chiamati ''assemblatori'') potrebbero quindi costruire oggetti più specializzati, utilizzando come materie prime per la produzione: atomi, energia, il progetto software e il tempo. Comparazione a varie scale spaziali dei materiali in carbonio con altri oggetti fisici Ralph Merkle ha comparato l'approccio della chimica con le nanotecnologie al tentativo di manipolare dei mattoncini assemblabili indossando dei guanti da pugilato: infatti prima dell'avvento della nanotecnologia mancavano strumenti che permettessero di posizionare un particolare atomo in una determinata posizione (in modo da legarsi con un altro atomo scelto non a caso), per cui l'unica possibilità era nel processare un elevato numero di atomi, in modo che ci fosse una certa probabilità statistica di ottenere il risultato sperato. Infatti da una particolare reazione chimica, si ottengono in genere parecchie specie di prodotti atomici diversi. Una reazione chimica deve essere quindi seguita da un processo di filtraggio fisico, in modo da estrarre le specie a cui si è interessati, separandole dalle altre specie. Al contrario, i processi nanotecnologici presentano una selettività maggiore rispetto alle metodologie tradizionali. Lo sviluppo della nanotecnologia è legata al processo di scansione ad effetto di sonda, originariamente sviluppata come forma di microscopia avanzata sotto il nome di microscopio ad effetto tunnel, e successivamente affinata fino a produrre una gran varietà di strumenti che sono in grado di sondare la materia con risoluzioni superiori al miliardesimo di metro e con la possibilità di interagire con un singolo atomo (ad esempio traslandolo a piacere su una superficie o fissandolo ad essa). Nonostante i progressi svolti nella produzione di computer, nella miniaturizzazione dei circuiti e nella manipolazione di singoli atomi, la costruzione di nanomacchine rimane fino al 2009 allo stadio embrionale. Le ricerche in questo campo hanno portato allo sviluppo di software di simulazione (come NanoCAD). === Applicazioni === Microelettronica utilizzante elementi della nanotecnologia La nanotecnologia opera in un ambito d'investigazione multidisciplinare, coinvolgendo molteplici indirizzi di ricerca, tra cui: biologia molecolare, chimica, scienza dei materiali, fisica (sia applicata che di base), ingegneria meccanica, ingegneria chimica ed elettronica, bioingegneria. Può essere vista sia come un'estensione delle scienze esistenti sulla scala nanometrica, che come un loro "riadattamento". Due sono gli approcci principalmente seguiti in questo ambito: * approccio ''bottom-up'' (dal basso verso l'alto): i materiali e i dispositivi sono realizzati partendo da componenti molecolari che si auto-assemblano tramite legami chimici, sfruttando principi di riconoscimento molecolare (chimica supramolecolare); * approccio ''top-down'' (dall'alto verso il basso): i dispositivi sono fabbricati da materiali macroscopici attraverso un attento controllo dei processi di miniaturizzazione a livello atomico. === Nanomacchine realizzate === Il motore molecolare a luce più veloce esistente "Sunny", capace di giri al minuto, è stato progettato all'Università di Bologna dalla squadra del professore Vincenzo Balzani e pubblicato sulla rivista statunitense ''Proceedings of the National Academy of Sciences''. Il motore è composto da una molecola filiforme di circa , che funziona da asse di scorrimento per una molecola circolare del diametro di 1,3 nm. Alla messa a punto di Sunny hanno partecipato Alberto Credi, Margherita Venturi e lo ''staff'' di Fraser Stoddart dell'Università della California a Los Angeles. Più o meno lo stesso gruppo che già nella primavera del 2004 aveva annunciato un'altra nanomacchina, un ascensore chiamato "Nanospider" per la sua forma ad aracnide. === Evoluzione tecnologica dal 1995 al 2003 === Riguardo alle fonti dei dati fanno testo sia la rivista Nature Nanotechnology dell'anno 2006, sia le informazioni provenienti dall "''Office Européen des Brevets''" (EPO) sul numero di brevetti consegnati: Anno 1995 2000 2003 Numero di brevetti per l'anno 950 1600 2600 === Evoluzione delle conoscenze fondamentali tra il 1989 e il 2000 === Prendendo in esame l'evoluzione delle caratteristiche delle pubblicazioni scientifiche, un articolo utilizzante metodi descrittivi di processi a sfondo nanotecnologico consente di migliorare anche a livello divulgativo e conoscitivo la pubblicazione nanotecnologica e quindi l'opinione pubblica riceve un'informazione più corretta: Periodo 1989-1990 1991-1992 1993-1994 1995-1996 1997-1998 1999-2000 Pubblicazioni diffuse 1000 10000 20000 35000 55000 80000 Innovative pubblicazioni 1000 9000 10000 15000 20000 25000 === Ulteriori possibili impatti === Il possibile impatto della nanotecnologia sull'economia e sulla legge è stato ampiamente dibattuto. Le nanotecnologie presentano inoltre dei grossi rischi: infatti, potrebbero permettere di costruire armi convenzionali più distruttive ad un costo ridotto e armi di distruzione di massa che si auto-replicano (come fanno i virus e le cellule cancerose quando attaccano il corpo umano). Le nanotecnologie applicate alla medicina si occupano di tutte quelle conoscenze e applicazioni che abbiano un utilizzo medico e farmacologico nell'ordine di grandezza dei nanometri. Gli approcci nanotech, in questo settore, vanno dall'uso medico dei nanomateriali, alla formulazione di nuovi sistemi per la somministrazione dei farmaci, ai biosensori nanotecnologici, al possibile utilizzo, nel medio periodo, della nanotecnologia molecolare. Molte sono le ricerche sperimentali per la produzione e la caratterizzazione di nanoparticelle che ricoperte con polimeri biocompatibili possano diventare dei ''carrier'' efficienti da utilizzare nel ''drug delivery''. Il ''drug delivery'' è lo sviluppo di sistemi alternativi di indirizzamento dei farmaci nell'organismo, avente l’obiettivo di circoscriverne l'effetto biologico su una determinata tipologia di cellule, migliorando l'efficacia e riducendo la tossicità di una terapia. Un'altra possibile applicazione delle nanotecnologie è la ''utility fog'', nella quale una nuvola di microscopici robot connessi (più semplici degli assemblatori) cambierebbe la propria forma e le sue proprietà per formare oggetti o strumenti macroscopici diversi, rispondendo a comandi inviati da un software. Invece di modificare le attuali pratiche di consumare beni materiali in forme differenti, la ''utility fog'' sostituirebbe semplicemente la maggior parte degli oggetti fisici. Visti questi pericoli, il Foresight Institute (fondato da Drexler per preparare l'arrivo delle future tecnologie) ha realizzato una serie di principi per lo sviluppo etico della nanotecnologia. Essi includono la proibizione di pseudo-organismi autoreplicanti (perlomeno sulla superficie della Terra e forse anche in altri ambienti). Per l'Italia, si veda il documento approvato, nel 2006, dal Comitato nazionale per la bioetica. === Opinioni divergenti === Un'indagine condotta dall'Università del Wisconsin riguardante l'opinione che gli abitanti di 13 Nazioni hanno espresso sulle nanotecnologie ha suscitato interrogativi. Dall'indagine è emersa una evidente maggiore cattiva predisposizione da parte degli abitanti professanti una fede religiosa. . È da rilevare che le tematiche affrontate toccavano argomenti molto discussi come ad esempio l'OGM biologico, informazione e quindi anche le microapparecchiature informatiche e telematiche (internet) e così via. Indubbiamente sono state toccate questioni etiche e morali che influenzano in modo sempre più pervasivo molti aspetti della vita quotidiana. Secondo l'opinione di alcuni esperti, chiamati in causa, Carlo Bottani sostiene che «più che la fede ad agire è il substrato culturale, che conduce al rifiuto della scienza»; secondo Edoardo Boncinelli, invece l'Italia è sin troppo prudente e la scienza viene bistrattata e manca una cultura della ricerca e del brevetto; secondo il teologo Vito Mancuso il pericolo può nascere quando si voglia alterare anche "il nucleo minimo della personalità" a vantaggio di una maggiore efficienza fisica, con la conseguenza di essere più belli ma diversi dall'io originario. Drexler e altri hanno contribuito alle idee della nanotecnologia con altri due libri, ''Unbounding the Future: the Nanotechnology Revolution'' (''Liberare il futuro: la rivoluzione nanotecnologica'') e ''Nanosystems: molecular machinery, manufacturing, and computation'' (''Nanosistemi: macchine, fabbriche e computazioni molecolari''). Il primo è un libro divulgativo che introduce alle idee della nanotecnologia, in un modo non troppo tecnico. Il secondo è invece un'analisi dettagliata di numerosi possibili meccanismi nanotecnologici, con un'analisi scientifica della possibilità di costruirli e delle loro capacità. Un altro libro da segnalare nello stesso filone è ''Nanomedicine'' di Robert Freitas. La nanotecnologia è anche diventata un tema prominente nella fantascienza Tra gli esempi, si citano i Borg di ''Star Trek'', che utilizzano nanosonde per l'assimilazione; la nanomacchina a difesa di un tesoro nel film anime ''Lupin III - Dead or Alive: Trappola mortale'', anche in ''Cowboy Bebop - Il film'' si parla di un potente virus creato con nanomacchine; le nanomacchine sono utilizzate per la ricostruzione dei corpi nel manga"Alita" di Yukito Kishiro (1990); il protagonista del telefilm ''Jake 2.0'' che infettato dai ''naniti'' acquista dei superpoteri; i romanzi ''L'era del diamante (The Diamond Age)'' di Neal Stephenson, ''Microgenesi (Bloom)'' di Wil McCarthy, ''Preda'' di Michael Crichton. Tutta questa narrativa tratta dei pericoli potenziali dell'ingegneria molecolare, ma in modo più o meno rassicurante; ad esempio, persino l'ecofagia è considerata un evento a cui si può sopravvivere. Alcuni critici hanno comparato questi libri a quelli della cosiddetta fantascienza post apocalittica, che supponeva possibile o perfino desiderabile la sopravvivenza dopo una guerra nucleare globale. Nella serie ''Knight Rider'', KITT (''Knight Industries Three Thousand'') utilizza la nanotecnologia per autoripararsi e cambiare aspetto. Nel film ''Transcendence'' la nanotecnologia viene presentata come capace di ricomporre tanto edifici quando tessuti umani istantaneamente, al punto che, alla fine, i protagonisti decidono di rinunciare a questo tipo di progresso piuttosto che vivere in un mondo simile. Nel film ''Ultimatum alla Terra'' la distruzione del nostro pianeta avviene potenzialmente grazie a nanomacchine che possiedono una intelligenza "coloniale" (tèrmiti, formiche, etc) in grado non solo di sminuzzare qualsiasi materiale a livello molecolare ma anche di moltiplicarsi con un processo di automontaggio. Nel film ''Avengers: Infinity War'', la nuova armatura "Bleeding Edge" di Tony Stark, alias Iron Man, segue la meccanica dell''utility fog'' nel suo funzionamento.
Nadi (yoga)
'''Nadi''' è un termine tipico della fisiologia sottile nelle tradizioni indiane dello Yoga e del Tantra in generale. Alcune teorie considerano le '''nadi''' affini ai '''meridiani''' della medicina tradizionale cinese, dell'Agopuntura e nello Shiatsu nipponico, sebbene nella letteratura tradizionale questa identità non sia consapevolmente riconosciuta e i sistemi siano descrittivamente differenti. Il termine '''nadi''' proviene dal sanscrito e significa tubo, canale o vena. Tali canali sarebbero le vie attraverso le quali passa il ''prana'', inteso come energia vitale o soffio, identificato con il respiro, per alimentare tutte le parti del corpo.
Le tre nadi principali sono: *''sushumna'' è forse il più importante dei canali di energia. Si situa nel ''Merudanda'' (''Danda'': bastone; Meru: la montagna asse del mondo della mitologia Indu), ovvero nell'asse cerebrospinale che parte dall'estremità inferiore del tronco fino ad arrivare all'estremità della testa, la cosiddetta corona. Sushumna viene descritta come di colore rosso fuoco (Agni) *''Ida'', si avvolge intorno al ''sushumna'' trasportando le due polarità energetiche, che termina nella narice sinistra (parte del corpo a polarità negativo-femminile) ed è associata all'energia lunare *''Pingala'', si avvolge intorno al ''sushumna'' trasportando le due polarità energetiche, che termina nella narice destra (parte del corpo a polarità positivo-maschile) ed è associata all'energia solare. Quella positiva/maschile, è ascendente; l'altra, negativa/femminile, è rivolta verso il basso. Entrambe terminano nelle narici. All'interno di Sushumna scorre Vajra, luminosa come Sūrya (il Sole) mentre ancora più internamente splende Citrini pallida come Chandra (la Luna). Al centro il sottilissimo Brahmanadi: di qui Kundalini risvegliata passa dal Muladhara al Sahasrara. Questi ultimi individuano due dei molteplici "loti" o chakra lungo la spina dorsale, che Susumna attraversa. Le tre naḍi si diramano dal medesimo punto detto '' kanda'' e confluiscono poi nel chakra posto alla radice del naso, l'ājñā-chakra. La triplice confluenza in sanscrito è conosciuta come triveṇī. Il microcosmo delle tre naḍi corrisponde al macrocosmo dato dai tre fiumi più sacri dell'India: '' suṣumna'' corrisponde la fiumana sotterranea Sarasvati, '' pingala'' alla Yamuna ed ''iḍa'' alla Gaṅga che confluiscono tutte nella città di Allahabad.
Nuvolento
'''Nuvolento''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Brescia, in Lombardia. È situato all'ingresso della Valle Sabbia, 15 chilometri a est di Brescia, lungo una probabile diramazione dell'antica Via Gallica.
=== Territorio === Il territorio di Nuvolento si trova ad un'altitudine di 176 m s.l.m. e la sua superficie misura 7,45 km².Oltre due terzi del territorio sono collocati nell’area dell’alta pianura lombarda, mentre poco meno di un terzo appartiene all’area delle Alpi Meridionali; la zona collinare è formata da "corna", termine che indica un tipo di roccia di prevalente composizione calcarea (carbonato di calcio e meno frequentemente carbonato di magnesio) lasciata dagli immensi ghiacciai ritiratisi circa 14.000 anni fa. Sull’origine del nome di Nuvolento ci sono diverse ipotesi: * L'ipotesi avanzata da Dante Olivieri lo farebbe derivare da ''novulus'' o ''nuvola''. * Secondo Paolo Guerrini il nome deriverebbe invece dall’aggettivo latino ''novus'' (nuovo), nel senso di terreno bonificato (e per questo nuovo) in riferimento all'opera dei monaci benedettini sul territorio tra il V e il IX secolo d.C.. * Secondo un'altra ipotesi, l'origine del nome sarebbe addirittura antecedente e risalirebbe al V o IV secolo a.C., quando i Galli Cenomani nominarono semplicemente ''new land'' (leggibile come ''niùlent'') il nuovo insediamento designato per la sosta e il rifornimento lungo il loro passaggio. * Piero Simoni infine riconduce il nome dialettale ''Nigolènt'' alla presumibile forma originaria in latino volgare; nei testi ufficiali antichi sarebbe prevalsa l’esigenza di conferire maggiore formalità al nome volgare, riscrivendolo nei documenti come ''Nebulentum'' o ''Nubulentum'' e'','' per questa ragione, l'accostamento a ''novus'' o ''nebula'' risulterebbe linguisticamente incoerente. === Origini === Non ci sono prove relative ad una possibile origine preistorica di Nuvolento, tuttavia in epoca romana il territorio acquisì particolare rilevanza trovandosi lungo una diramazione dell'antica strada romana ''Brixia-Verona,'' ai cui lati sorse un tempio pagano con relativo ''pagus (''circoscrizione amministrativa, religiosa e commerciale); lo scavo archeologico condotto nel 1986 sul territorio del Comune ha riportato alla luce i resti di una villa e dodici epigrafi di epoca romana (di cui nove rinvenute nei pressi dell'antica pieve) i quali comproverebbero l’esistenza di un centro particolarmente importante. === Età medievale === Nei secoli IV-V d.C. al pagus romano si sostituì la pieve romanica, ossia un nucleo civile con valenza strategica militare e sociale, formato da popolazione cristiana insediata nella campagna, con annessi luoghi di culto e cimitero. Fu costituito così a Nuvolento uno dei centri più antichi e vasti della Diocesi di Brescia, il quale univa una porzione di territorio compresa tra Rezzato e Gavardo. Sul precedente tempio pagano sorse inoltre la chiesa plebanale dedicata dapprima a Santa Maria Assunta e successivamente a Santa Stefania, la quale però non compare nel Martirologio Romano e per questo si suppone che, per equivoco, il nome sia stato preso e riadattato da quello di Santo Stefano, al quale era già stata dedicata la festa parrocchiale della pieve stessa. La costruzione del monastero di Serle e la conseguente presenza dei monaci benedettini sul territorio fu strettamente legata alle vicende della Pieve e della comunità di Nuvolento per almeno quattro secoli, dal IX secolo al XV secolo. Dopo una lunga opera di bonifica e coltivazione dei terreni circostanti, i monaci si occuparono quindi di fondare la basilica avvalendosi probabilmente del supporto economico di un principe longobardo il cui dominio si estendeva da Rezzato alla Valle Sabbia. Qualche anno dopo la formazione del Comune nel 1204, un documento datato del 1215 registra la richiesta all'abate da parte del signore della corte e del castello di Nuvolento per il riconoscimento dei diritti del Comune. Non trovando un accordo le due parti, si svolse in Broletto a Brescia un processo che si concluderà con la riconferma dei poteri del monastero su quelli del castello. Il monastero, trovandosi già in uno stato di declino, non poté tuttavia arrestare il graduale passaggio di autorità dalle mani monastiche a quelle comunali e il Comune finì per acquisire successivamente sia i diritti che le proprietà ecclesiastiche; negli ultimi decenni del XIII secolo il monastero venne definitivamente abbandonato. === Età moderna === Continui passaggi di eserciti portarono la pieve ad uno stato di decadenza e la popolazione decise quindi di spostarsi ai piedi della strada di Serle, formando progressivamente il nucleo dell’attuale Comune. Nel nuovo centro, venne eretta una chiesa attorno al XIV secolo e inaugurata poi come nuova parrocchiale dedicata alla Madonna della Neve attorno al XVI secolo. Da quel momento, la nuova parrocchiale sostituì la basilica della pieve, sempre più abbandonata e percepita ormai lontana dal centro. Tra il 1483 e il 1529 la località di Nuvolento venne provata ulteriormente da ripetute ondate di pestilenza oltre che dal passaggio di truppe, tra i quali i lanzichenecchi che provocarono danni considerevoli. Disastrosa fu l’epidemia pestilenziale del 1630 e ulteriori danneggiamenti furono arrecati dal passaggio di altri eserciti tra il 1702 e il 1705. === Età contemporanea === Nel 1796 Nuvolento fu percorso dalle truppe napoleoniche e nel successivo periodo entrò a far parte del Distretto del Naviglio nella Quadra della Montagna. Eventi importanti inerenti la dominazione napoleonica furono la costruzione del nuovo cimitero tra il 1808 e il 1809 e la soppressione dei beni ecclesiastici. All'occupazione napoleonica seguì quella austriaca, i cui contributi principali furono la costruzione della pesa pubblica tra il 1831 e il 1834 e lo sviluppo dell’insegnamento pubblico. Diversi cittadini nuvolentesi parteciparono alle insurrezioni delle Dieci giornate di Brescia e per questo, nel 1849, il comune dovette subire gravose imposizioni militari da parte degli austriaci. In seguito all'indipendenza ottenuta dall'Austria e alla formazione del Regno d'Italia, si registra che per anni politicamente prevalsero gli zanardelliani e che nel 1904 venne aperta una scuola serale. Durante gli anni di dittatura fascista, si susseguirono sporadiche rappresaglie da parte dei fascisti nei confronti di cittadini dissidenti e nel 1927 Nuvolento venne accorpato con il comune Paitone. Nel periodo post bellico, dal 1946 al 1971, le principali azioni della nuova amministrazione democratica furono quelle di ampliare l’edificio scolastico, di costruire un nuovo acquedotto e infine di migliorare l’illuminazione elettrica in tutto il paese. Nel 1969 venne istituita una nuova scuola media presso l’edificio delle scuole elementari e solo nel 1984 fu trasferita in un edificio a sé stante. === Architetture religiose === ==== Pieve di Santa Stefania ==== In epoca medievale, è stata la chiesa plebana o matrice di riferimento per la pieve dalla quale si sono poi progressivamente distaccate le parrocchie dei paesi circostanti. Probabilmente edificata sulle rovine di un tempio pagano dopo il IV-V secolo d.C., la sua forma attuale viene fatta risalire da Gaetano Panazza al XI o XII secolo. Intitolata per un equivoco a Santa Stefania, figura non presente nel Martirologio Romano, ad oggi è l’unico edificio rimanente dell’antica pieve e l'attuale basilica ha assunto essa stessa per estensione il nome Pieve. Dal punto di vista architettonico, l'edificio presenta un'unica navata rettangolare suddivisa in tre arcate archiacute risalenti al XIV o XV secolo che ricalcano il nucleo presbiteriale più antico mentre l'abside e la parte inferiore del campanile risalgono ad un periodo antecedente compreso tra il XI e l'inizio del XII secolo; questi elementi appartengono allo stile lombardo-cluniacense tipico delle zone bresciane di quel periodo, mentre gli altari laterali e le cappelle sono stati aggiunti successivamente. ==== Chiesa di Santa Maria della Neve ==== Probabilmente costruita nel XIV secolo, la sua importanza crebbe gradualmente nei secoli, tanto che nel XVI secolo prese il posto dell'antica basilica plebana in qualità di parrocchia. La chiesa venne ricostruita verso la metà del XVIII secolo a causa di problemi dovuti al crollo di alcune parti e all’umidità che ne intaccò la conservazione; venne deciso inoltre di allungarla di un’arcata per collocare il battistero e l’altare del S. Cuore e di risistemare la facciata. La chiesa odierna si presenta con una facciata in stile neoclassico lineare e internamente ha una navata unica; le pareti sono decorate con affreschi raffiguranti santi della tradizione cattolica eseguiti in occasione del restauro del 1948 ad opera dei pittori Mario Pescatori e Giuseppe Simoni mentre l’opera pittorica di maggior rilievo contenuta al suo interno è la pala raffigurante ''La visione di S. Liberio papa sull’Esquilino'' ad opera del Pittore Andrea Celesti, realizzata nel 1695. ==== Chiesa di Sant'Andrea ==== Le origini di questa chiesa vengono collegate al monastero benedettino di Serle e la sua esistenza viene già attestata in un documento del 1138. Dedicata all'apostolo Andrea, la chiesetta romanica presenta una navata unica con tetto a capanna e abside semicircolare; solo il lato settentrionale è stato preservato sino ad oggi, gli affreschi originari son andati perduti nel corso dei secoli e sia la facciata sia il lato sud sono rifacimenti successivi. La chiesa è stata restaurata nel 1930. === Siti archeologici === ==== La villa romana della Pieve ==== La Villa Romana Il sito si trova poco distante dall’area dell’antica pieve romanica da cui prende il nome e, già individuato nel 1982, è stato scoperto nel 1986 durante uno scavo che portò alla luce resti di strutture murarie di età romana. Il complesso residenziale e produttivo fu edificato nella prima età imperiale in una posizione strategica di raccordo tra ''Brixia'' e Verona, lungo una probabile diramazione della Via Gallica che raccordava Brixia con la Val Sabbia e il Lago di Garda. La villa romana fu indagata nel corso di campagne di scavo tra il 1986 e 1987, le quali rivelarono un edificio databile al I-II secolo d.C. con corpo centrale absidato rettangolare privo di pavimentazione (eccetto qualche traccia di laterizio, cocciopesto e mosaico) e un cortile quadrato delimitato da una canaletta in marmo. Nel 1995 è stata effettuata un’ulteriore indagine nella stessa area la quale ha portato alla scoperta dell’edificio termale annesso fornito di ''calidarium'' e ''praefurnium'', ciò a riconferma del carattere residenziale dell’edificio in questione. Tra il 2011 e il 2012 è stato eseguito un intervento di restauro al fine di riportare a vista la struttura della villa romana e di conservarla all’aperto senza tettoia di copertura. === Evoluzione demografica === Nella tabella vengono elencati gli ultimi sindaci di Nuvolento. Posta lungo il fiume Chiese, la località poté avvalersi in passato di due importanti collegamenti su ferro per la mobilità delle persone e delle merci, la ferrovia Rezzato-Vobarno, attiva fra il 1897 e il 1968, e la tranvia Brescia-Vestone-Idro, operante fra il 1881 e il 1932.
Nilo
Il '''Nilo''' è un fiume africano lungo che attraversa otto stati dell'Africa. Tradizionalmente considerato il fiume più lungo del mondo, contende il primato della lunghezza al Rio delle Amazzoni. Possiede due grandi affluenti, il Nilo Bianco e il Nilo Azzurro; quest'ultimo contribuisce con un maggior apporto di acqua e di limo fertile, ma il primo è il più lungo. Il Nilo Bianco nasce convenzionalmente dal Lago Vittoria a Jinja in Uganda, ma le sue fonti si spingono fino al Ruanda ed al Burundi; scorre poi verso nord in Uganda e in Sudan meridionale. Il Nilo Azzurro invece nasce convenzionalmente dal Lago Tana in Etiopia, e scorre attraverso il Sudan sud-orientale. I due fiumi s'incontrano e si fondono presso la capitale sudanese Khartum. La sezione settentrionale del fiume scorre quasi interamente attraverso il Sahara, dal Sudan all'Egitto, un paese la cui civiltà è dipesa dal fiume fin dai tempi antichi e più remoti. La maggior parte della popolazione egiziana e tutte le sue città si trovano lungo la valle del Nilo a nord di Assuan, e quasi tutti i siti storici e culturali dell'Antico Egitto si trovano lungo le sponde del fiume. Alla fine il Nilo si dirama in un grande delta e sfocia nel Mar Mediterraneo. Il suo numero di Strahler è 10. Dalle sorgenti al delta il Nilo attraversa sette paesi africani: Burundi, Ruanda, Tanzania, Uganda, Sudan del Sud, Sudan ed Egitto, ma il suo bacino idrografico include porzioni della Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Etiopia ed Eritrea.
Nilo scritto in geroglifico La parola ''Nilo'' proviene dalla parola greca ''Nèilos'' (Νεῖλος), che significa valle del fiume. Nella lingua egizia, il Nilo è chiamato ''iteru'', che significa ''grande fiume'', rappresentato dai geroglifici mostrati a sinistra (letteralmente ''itrw''). In lingua copta, le parole ''piaro'' o ''phiaro'' che significano ''il fiume'' (lett. p(H).iar-o ''il.canale-grande'') provengono dallo stesso nome antico. Il bacino idrografico del Nilo copre una superficie di chilometri quadrati (quasi 11 volte l'Italia), circa il 10% della superficie dell'Africa. === Nilo Bianco === Burundi: il monumento alla sorgente del Nilo Tradizionalmente si considera che il Nilo sorga dal lago Vittoria in Uganda, anche se il lago stesso è alimentato da alcuni immissari, di cui il principale è il Kagera, lungo 690 km. ==== Le sorgenti del Nilo ==== Fino dai tempi del geografo greco alessandrino Claudio Tolomeo (II secolo d.C.) si conosceva come sorgente del Nilo il gruppo dei ''Lunae Montes ''(Monti della Luna), catena che attualmente prende il nome di Ruwenzori, presso l'Equatore, perennemente innevata. Pur essendo una delle principali fonti che contribuiscono al regime del fiume, il gruppo del Ruwenzori non è la sorgente più meridionale del Nilo. Le presunte sorgenti del Nilo sono state scoperte dall'esploratore tedesco Burkhart Waldecker nel 1937: si trovano nella parte meridionale dell'altopiano del Burundi a 45 km a est del lago Tanganica, sul versante nord del monte Kikizi (3°54'35" S - 29°49'38" E), in località Kasumo,  m, comune di Rutovu, provincia di Bururi. Sul luogo nel 1938 è stata eretta una piramide con una targa in latino in memoria di tutti i cercatori delle sorgenti del Nilo: La targa alla presunta sorgente del Nilo in Burundi Qui nasce il Kasumo, entra nel Mukasenyi, poi Kigira, affluente del Luvironza (o Ruvyironza) che alimenta il fiume Ruvubu; questo, così come il Nyabarongo confluisce nel Kagera. L'esploratore tedesco Richard Kandt nel 1898, tracciando il corso del Kagera è risalito al monte Bigugu in Ruanda attraverso un altro affluente, il Rukarara; la sorgente di questo si trova a  m, circa 58 km di corso in più (2°26'04" S - 29°15'25" E) del Kasumo e perciò è considerata la probabile sorgente del Nilo. Neil McGrigor nel 2006 dichiarò di aver scoperto una sorgente 107 km ancora più lontano in una foresta, risalendo profondamente il Kagera ed i suoi affluenti; in realtà la determinazione della sorgente del Nilo è problematica per la vastità del bacino dei suoi affluenti, e per il loro scorrere tra zone paludose, montagne e foreste di difficile accesso. L'uscita del Nilo dal Lago Vittoria a Jinja (Uganda) Uscendo dal lago Vittoria il fiume assume il nome di Nilo Vittoria e scorre per circa 500 km nel corso dei quali attraversa il lago Kyoga e raggiunge il lago Alberto; ne esce con il nome di Nilo Alberto ed entra nel territorio del Sudan, nel quale assume il nome di Baḥr al-Jabal (fiume delle montagne). Alla confluenza del Baḥr al-Jabal con il Baḥr al-Ghazal (fiume delle gazzelle), lungo 720 km, il fiume assume il nome Bahr al-Abyad, conosciuto più diffusamente come Nilo Bianco (in arabo ''al-Nīl al-Abyaḍ''). Da qui scorre verso la città di Khartum. === Nilo azzurro === Il percorso del Nilo ripreso dal satellite Le Cascate del Nilo Azzurro conosciute come '''Tis Issat''' o '''Tissisat''', situate nella prima parte del corso del fiume, circa 30 km dalla cittadina di Bahar Dar e dal Lago Tana. Il Nilo Azzurro (Bahr al-Azraq) esce invece dal lago Tana situato nell'altopiano etiopico, scorrendo per circa  km fino a Khartum dove si unisce al Nilo Bianco formando il Nilo vero e proprio. ==== Sorgenti ==== Il Nilo Azzurro nasce a Gish Abbai, un luogo sacro per la Chiesa etiope, con tre piccole sorgenti nel raggio di 20 metri, a metri di altezza (10°59'N - 37°13'E). Il primo europeo a visitare il luogo fu il missionario cattolico spagnolo Pedro Páez, il 21 aprile 1618. Vi sorge un venerato santuario. Questa sorgente si versa col nome di Lesser Abbai nel lago Tana ad 11°48'N - 37°07'E. Oltre ai due grandi affluenti che confluiscono presso Khartum, il Nilo Bianco e il Nilo Azzurro che si originano nella parte meridionale della Rift Valley, l'ultimo importante affluente è il fiume Atbara, che ha origine in Etiopia a nord del Lago Tana. Possiede una lunghezza di circa 800 km, ma riesce a scorrere per tutto il suo tratto solamente durante la stagione delle piogge in Etiopia e si prosciuga molto rapidamente. Confluisce nel Nilo circa 300 km a nord di Khartum. === Il corso finale del fiume === Il delta del Nilo visto dallo spazio Il corso del Nilo è caratterizzato dalla presenza di 6 gruppi di cateratte, la prima a Assuan, la sesta a Sabaloka (appena a nord di Khartum) e dopo la quale il fiume forma una grande ansa ripiegando verso sudovest, prima di ritornare a scorrere nuovamente verso nord. Il fiume prosegue in direzione nord attraversando una vasta zona desertica fino a raggiungere il lago Nasser, un bacino artificiale formato dallo sbarramento della diga di Assuan. Attraversa il confine fra Sudan ed Egitto. Nella zona desertica dell'alto Egitto il Nilo forma un'oasi fluviale larga dai 5 ai 20 km utilizzabile per la coltivazione. A nord del Cairo, il Nilo si divide in due rami che confluiscono nel Mediterraneo: il Ramo di Rosetta a ovest e il Ramo dell'albero giallo a est, che danno vita così a un Delta che si estende su  km² di superficie. La portata d'acqua del Nilo nel Sudan del Sud è costante durante quasi tutto l'anno e la media è di  m³/s. Passata la città di Mongalla il Nilo, che diviene noto con il nome di Bahr al-Jabal, entra in un'enorme regione paludosa chiamata Sudd nel Sudan del Sud. Più della metà delle acque del Nilo viene persa in queste paludi causa l'evaporazione e la filtrazione nel suolo. La portata d'acqua del Bahr al- Jabal scende drasticamente a circa 510 m³/s. Da qui ben presto incontrerà il fiume Sobat e darà forma al Nilo Bianco vero e proprio. Il Bahr al-Ghazal e il Sobat sono i due principali affluenti del Nilo Bianco, in termini di bacino idrografico e portata d'acqua. Il bacino idrografico del Bahr al-Ghazal è il più vasto fra tutti i sub-bacini del Nilo, e misura chilometri quadrati. Il fiume Sobat, che entra a far parte del Nilo poco distante dal Lago No, possiede un bacino idrografico grande la metà, circa  km², ma contribuisce mediamente con 412 metri cubi di acqua al secondo. Il flusso medio del Nilo Bianco a Malakal, a valle della confluenza con il fiume Sobat, è di 924 m³/s, con picchi nell'ordine di  m³/s ai primi di marzo e punte minime di circa 609 m³/s a fine agosto. La fluttuazione è dovuta alla sostanziale variazione della portata del Sobat che varia da un minimo di circa 99 m³/s nel mese di agosto, a un picco di oltre 680 m³/s all'inizio di marzo. Sahara Da qui il Nilo Bianco si dirige verso Khartum dove si fonde con il Nilo Azzurro dando vita al fiume Nilo. Più a valle il fiume Atbara, l'ultimo significativo affluente del Nilo, si fonde al corso d'acqua principale. Durante la stagione secca (da gennaio a giugno) il Nilo Bianco contribuisce tra il 70% e il 90% della portata d'acqua totale del Nilo. Durante questo periodo la portata del Nilo Azzurro può essere inferiore ai 113 m³/s, anche se le dighe a monte regolano il flusso del fiume. Durante la stagione secca non ci sono apporti da parte del fiume Atbara. Nei periodi di piena il Nilo Azzurro contribuisce con circa l'80-90% della portata del fiume Nilo. Il flusso del Nilo Azzurro varia notevolmente durante il ciclo annuale e di conseguenza influenza notevolmente il flusso del Nilo stesso. Durante la stagione umida il picco di flusso del Nilo Azzurro spesso supera i  m³/s verso fine agosto. Prima della costruzione delle dighe sul fiume, la portata poteva variare di 15 volte presso Assuan nel corso dell'anno. Il picco massimo poteva superare gli  m³/s tra fine agosto e inizio settembre, e il flusso minimo toccava i 552 m³/s tra fine aprile e inizio maggio. Resta il fatto che il bacino idrografico del Nilo rimane complesso, e molti fattori su un'area così vasta possono influenzare anche notevolmente la portata del fiume, come l'andamento meteo, deviazioni del corso d'acqua, l'evaporazione e filtrazione nelle falde acquifere. === Portate medie mensili in metri cubi al secondo (media mensile) === Tra le specie ittiche che risalgono questo fiume per riprodursi c'è la cheppia (''Alosa fallax''). La diga di Assuan ripresa dal Memoriale dell'amicizia egiziano-sovietica L'utilizzo del fiume Nilo è stato materia di discussione nelle politiche Mediorientali e del Corno d'Africa per molti decenni. Vari paesi, tra cui Uganda, Sudan, Etiopia e Kenya hanno spesso lamentato il dominio egiziano riguardo alla risorsa idrica Nilo. Il'' Nile Basin Initiative'' è stato uno dei più importanti programmi per promuovere la parità di utilizzo e cooperazione pacifica fra i membri del bacino del Nilo. Ma sono in molti a temere che il dominio egiziano delle acque possa essere fonte di ostacoli economici per l'area. Il Nilo sostiene ancora gran parte della popolazione che vive lungo le sue rive, specie in regioni altrimenti inospitali come nel deserto del Sahara. Il fiume straripava ogni estate, depositando il fertile limo nelle pianure. Il corso del fiume è ostacolato in diversi punti dalla presenza delle cateratte, che sono delle sezioni in cui l'acqua scorre più rapidamente e in cui possono trovarsi molte piccole isole, e rocce affioranti, che di fatto costituiscono un ostacolo alla navigazione delle imbarcazioni. Anche la regione umida del Sudd in Sudan è un formidabile ostacolo alla navigazione e al deflusso delle acque. Il Sudan aveva tentato di scavare un canale (il Canale Jonglei) per tentare di prosciugare questa stagnante massa d'acqua. Il Nilo è stato ed è tuttora utilizzato per il trasporto di merci lungo il suo percorso. Mentre la maggior parte degli egiziani vive ancora nella valle del Nilo, la costruzione della Diga di Assuan (terminata nel 1970) per fornire energia idroelettrica ha interrotto le inondazioni estive e il rinnovo del terreno fertile. Più di recente la siccità durante gli anni ottanta ha portato alla fame diverse popolazioni in Etiopia e in Sudan. L'Egitto è stato parzialmente protetto da questo processo tramite l'accumulo di acqua nel lago Nasser. Il Nilo (''iteru'' in Egiziano antico) è strettamente legato allo sviluppo dell'antica civiltà egiziana, con la maggior parte della popolazione e delle città situate nella valle a nord di Assuan. Il Nilo è stato vitale per la cultura egiziana sin dall'età della pietra. Il cambiamento climatico e il progressivo inaridirsi dei pascoli e di quelle terre d'Egitto che hanno dato vita al Sahara, già nell'8000 a.C. presumibilmente hanno spinto gli abitanti a migrare verso il fiume, dove poi hanno sviluppato un'agricoltura sedentaria basata sulla fertilizzazione del territorio grazie al limo e una società più centralizzata. === L'Eonilo === Il Nilo è almeno il quinto fiume che nei milioni di anni è disceso dagli altopiani etiopi attraversando questa immensa regione. Immagini satellitari sono state utilizzate per identificare antichi letti fluviali nel deserto ad ovest dell'odierno corso del Nilo. Una gola oggi totalmente ricoperta rappresenta il corso di un ancestrale Nilo chiamato Eonilo che scorreva nel tardo corso del Miocene (23-5,3 milioni di anni fa). Nel tardo Miocene durante la Crisi di salinità del Messiniano, quando il Mar Mediterraneo divenne un bacino chiuso e l'acqua evaporò, il Nilo incise il suo letto fino a trovarsi alcune centinaia di metri sotto il livello degli oceani nella regione di Assuan e metri al di sotto dell'attuale Cairo. Questo grande canyon si andò successivamente riempiendo. Il Lago Tanganica gettò le sue acque nel bacino idrografico del Nilo fino a quando i vulcani del Virunga non ne ostruirono il corso in Ruanda. All'epoca quindi le sorgenti si dovevano spingere fin nel nord dello Zambia. === La formazione del Nilo === Ci sono due teorie in relazione all'età di formazione dell'attuale Nilo. La prima è che la formazione dell'attuale bacino idrico del Nilo sia di età relativamente giovane, che il bacino del Nilo fosse precedentemente suddiviso in una serie di sotto-bacini separati e che solo il più settentrionale di questi bacini (il bacino del Proto Nilo) in seguito formò l'attuale corso del Nilo in Egitto e nel nord del Sudan. L'altra teoria è che le acque provenienti dall'Etiopia attraverso fiumi equivalenti agli attuali Nilo azzurro, Atbara e Tacazzè scorressero verso il Mediterraneo attraverso la regione egiziana del Nilo ben prima del Terziario. Salama (1987) suggerisce che durante il Terziario fossero presenti una serie di distinti bacini fluviali tra loro chiusi e indipendenti, ognuno dei quali occupava una delle principali fenditure del ''Sudanese Rift System'': Mellut Rift, Nilo bianco Rift, Nilo azzurro Rift, Atbara Rift e Sag El Naam Rift. I sedimenti del bacino del Mellut Rift sono stati stimati ad una profondità di 12 km nella sua parte centrale. Questa frattura è forse ancora attiva come suggerisce l'attività tettonica nei suoi confini nord e sud. Le paludi del Sudd che costituiscono la parte centrale del bacino sono forse ancora in fase di subsidenza. Il sistema del Rift del Nilo bianco è a 9 km di profondità. Prospezioni geofisiche del Nilo Azzurro Rift System stimano la profondità dei sedimenti tra i 5 e i 9 km. Questi bacini non sono stati collegati tra loro se non da quando è cessata l'opera di subsidenza e il tasso di deposizione dei sedimenti è stato sufficiente a riempire i bacini a un livello che consentisse la connessione dei vari sistemi fluviali. Il riempimento delle depressioni ha portato alla connessione del Nilo egiziano con il Nilo sudanese, che captava le acque nella regione etiope ed equatoriale durante le ultime fasi di attività tettonica del Sudanese Rift Systems. La connessione dei diversi Nilo si verificò durante periodi umidi ciclici. Il fiume Atbara traboccò dal suo bacino chiuso durante il periodo umido che si verificò circa tra i e i anni fa. Il Nilo azzurro si collegò al restante corso del (proto) Nilo nel periodo umido verificatosi tra i e gli anni fa. Il bacino idrico del Nilo bianco rimase un lago chiuso fino a quando non avvenne la connessione con il Nilo Victoria anni fa. === Ruolo nella fondazione della civiltà egiziana === Il Nilo giocò un ruolo cruciale nella fondazione della civiltà egiziana. Il Nilo fu (e lo è tuttora) un'importante fonte di sostentamento per le popolazioni lungo le sue sponde. Il Nilo rendeva il terreno circostante estremamente fertile dopo le annuali inondazioni. Gli egizi furono pertanto in grado di coltivare grano e altre colture, ricavandone cibo per supportare le esigenze alimentari della popolazione. Inoltre l'introduzione ad opera dei Persiani dei bufali nel VII secolo a.C. che ricercavano ambienti umidi e con presenza di acqua, in aggiunta ai cammelli, rappresentò un'eccellente fonte di carne. I bufali vennero inoltre addomesticati e utilizzati per l'aratura, mentre i cammelli come animali da soma. L'acqua fu pertanto di vitale importanza sia per le persone, che per il bestiame. Il Nilo permise inoltre un efficiente sistema di trasporto. Il Nilo ad Agilkia La società egiziana fu una delle più stabili nella sua storia. Questa stabilità fu una conseguenza diretta della fertilità del Nilo. Il Nilo forniva il prezioso limo in seguito alle sue inondazioni. Il grano fu una produzione cruciale nelle colture del Medio Oriente, dove la fame fu molto comune. La produzione agricola divenne strumento nei rapporti diplomatici tra Egitto e gli altri paesi, e spesso contribuì alla stabilità economica. Inoltre il Nilo, fornendo le risorse alimentari e finanziarie, contribuiva ad una rapida ed efficiente crescita di un esercito atto sia nel ruolo difensivo che di offesa. Il Nilo svolse un ruolo importante nella vita politica, sociale e spirituale. Il Nilo fu così significativo per la vita degli egiziani che essi crearono un dio dedicato al controllo delle inondazioni annuali. Il nome del dio fu ''Hapy'', e sia lui che il faraone sono ritenuti controllare le inondazioni del fiume Nilo. Inoltre, il Nilo veniva considerato come una via tra la vita, la morte e l'oltretomba. L'Est era visto come un luogo di nascita e crescita, l'ovest come il luogo della morte, così come il dio Ra, il dio del sole, che nasceva, moriva, e risorgeva ogni volta che attraversava il cielo. Tutte le tombe vennero situate pertanto ad ovest del Nilo, perché gli Egiziani credevano che, al fine di entrare nell'oltretomba, bisognasse essere sepolti sul lato che simboleggiava la morte. Lo storico greco Erodoto scrisse che 'l'Egitto fu il dono del Nilo', e in un certo senso può essere vero. Senza le acque del fiume Nilo per l'irrigazione la civiltà egiziana sarebbe stata probabilmente di breve durata. Il fiume fornì gli elementi per rendere vigorosa una civiltà, e ha contribuito molto alla sua durata che si snodò per anni. === Il Nilo nella mitologia greca === Secondo gli antichi mitografi greci, il Nilo, al pari di ogni altro fiume, aveva una divinità a esso collegata, di sesso maschile. Tra le Naiadi sue figlie, le più note sono Anchinoe e Menfi. * Il fiume viene attualmente molto sfruttato anche dal punto di vista del turismo con la proposta di innumerevoli tipi di crociere lungo il suo corso. Tra le imbarcazioni caratteristiche con cui vengono effettuate può essere citata la Dahabeya. * Nel 2013 il programma televisivo britannico ''Top Gear'' ha organizzato una spedizione per trovare la reale sorgente del fiume Nilo, dichiarandone la scoperta al termine del lungo viaggio di James May, Richard Hammond e Jeremy Clarkson. La sorgente si troverebbe a Sud Est del lago Vittoria nel parco del Serengeti e coinciderebbe con la sorgente del fiume Grumeti. * La diga di Assuan e il conseguente blocco del trasporto di sedimenti è una delle cause del progressivo erodersi dell'ampio delta del Nilo.
Novara
'''Novara''' è una città ed un comune italiano di abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Piemonte, seconda città della Regione per numero di abitanti dopo Torino. È crocevia di importanti traffici commerciali tra gli assi viari che congiungono il triangolo industriale Torino-Milano-Genova alla Svizzera. È un importante polo industriale e commerciale favorita dalla sua posizione strategica. Simbolo cittadino è la cupola della Basilica di San Gaudenzio di Alessandro Antonelli recentemente tornata visitabile sino in cima. A Novara ha sede l'Università degli Studi del Piemonte Orientale, struttura tripolare condivisa con Alessandria e Vercelli.
Risaie novaresi === Territorio === Novara dista 45 km da Milano (15 km dal confine con la regione Lombardia, ove il fiume Ticino segna il confine tra le due Regioni), 95 km da Torino, 30 km dal Lago Maggiore, dal Lago d'Orta, dal Lago di Varese. La città gravita maggiormente su Milano per via della vicinanza al capoluogo lombardo. La città sorge su una piccola collina ed è bagnata dai torrenti Agogna e Terdoppio che attraversano rispettivamente la periferia occidentale ed orientale della città. La zona nord-orientale è attraversata dal Canale Quintino Sella, emissario del Canale Cavour che a sua volta scorre al confine nord della città, nei pressi dei quartieri di Veveri e Vignale. Nei pressi del quartiere Bicocca ha le sorgenti il torrente Arbogna. Il paesaggio della piana irrigua novarese è caratterizzato e fortemente condizionato dalla risicoltura, profondamente antropizzato e regolato a fini produttivi, frutto della secolare opera di bonifica e trasformazione che ha determinato la semplificazione morfologica del territorio, livellato e terrazzato anche sui modesti rilievi, e la presenza di una fitta rete irrigua, con canali, rogge, fossi, fontanili. Il centro della città sorge in posizione sopraelevata di alcuni metri sul territorio circostante, nel punto più elevato di una dorsale di origine fluvio-glaciale, ultima propaggine morenica dei ghiacciai alpini, che digrada dolcemente verso sud fino a Vespolate (Valle dell'Arbogna). Oltre alla coltura del pioppo, prevalentemente a filare, vi sono residui di aree boscate lungo i corsi d'acqua. A differenza di altre città del Nord Italia, uscendo da Novara, lo stacco tra il termine dell'abitato e l'inizio della campagna è nettissimo. === Clima === Novara ha un clima temperato con inverni freddi (con temperature minime spesso sotto lo zero tra dicembre e febbraio) ed estati abbastanza calde (frequenti i 30 gradi). La piovosità è maggiore che nel resto delle pianure piemontesi (quasi 1.000 mm). Il regime pluviometrico è caratterizzato da due massimi (uno principale a novembre con 148,9 mm, uno secondario a maggio con 110,7 mm) e da due minimi (principale a luglio con 52,5 mm, secondario a gennaio con 56,5 mm). Le piogge estive e tardo primaverili tendono a essere più frequenti rispetto ai capoluoghi del Piemonte ubicati a sud della linea del Po, dato che Novara è leggermente più esposta alle instabilità atlantiche estive che percorrono regolarmente le Alpi. La media nivometrica stagionale della zona è di 35 cm durante la stagione invernale. Secondo i dati dell'Osservatorio geofisico di Torrion Quartara, il cui archivio meteorologico risale all'agosto 1999, la temperatura media annua del XXI secolo è attestata a 13,9 °C. Gli estremi sono stati registrati il 7 febbraio 2012 (-17,6 °C) e il 27 giugno 2019 (41 °C). Le precipitazioni medie annue (2000-2013) assommano a 965,4 mm; nel periodo, l'anno più siccitoso è stato il 2005 (641,0 mm), il più piovoso il 2014 (1.750 mm). I giorni di nebbia sono tendenzialmente meno frequenti che sul resto delle pianure nord-occidentali. Storicamente, la città fu fondata attorno all'anno 89 a.C. come colonia di diritto latino, in occasione della concessione della cittadinanza latina alle tribù celtiche della Gallia Transpadana. In età imperiale Novaria era un importante ''municipium'' ed era situata sulla strada tra ''Vercellae'' (Vercelli) e ''Mediolanum'' (Milano). La sua pianta a strade perpendicolari (rimasta intatta) risale all'epoca romana. Dopo che la città venne distrutta nel 386 da Magno Massimo per aver parteggiato per il suo rivale Valentiniano II, venne ricostruita da Teodosio I. In seguito venne saccheggiata da Radagaiso (nel 405) e da Attila (nel 452). Da ''Novaria'', nome latino di Novara, iniziava la ''via Novaria-Comum'', strada romana che collegava la città con ''Comum'' (Como) passando per ''Sibrium'' (Castelseprio). Da Novara, in epoca romana, passava anche la ''via delle Gallie'', strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia. Durante la dominazione dei Longobardi Novara fece parte del ducato di San Giulio. Con Carlo il Grosso il novarese divenne una contea. La città si sviluppò, diventando poi un libero comune. Nel 1110 venne conquistata da Enrico V e distrutta, nel 1167 fece parte della Lega Lombarda. Tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo il Comune di Novara si assicurò il controllo di buona parte del Novarese, con l'eccezione dell'enclave vescovile della Riviera di San Giulio. Alla fine del XII secolo accettò la protezione di Milano e divenne così dominio dei Visconti e poi degli Sforza. Nel 1706 Novara venne occupata dalle truppe dei Savoia. Con la Pace di Utrecht, la città, insieme a Milano, divenne parte dell'Impero Asburgico. Dopo l'occupazione del 1734 da parte di Carlo Emanuele III, passò, nell'anno successivo, a Casa Savoia. Dopo la campagna in Italia di Napoleone Bonaparte, Novara fu capitale del Dipartimento dell'Agogna, per poi essere riassegnata alla Casa Savoia nel 1814. L'8 aprile 1821 fu luogo di una battaglia in cui le truppe regolari sarde e austriache sconfissero i liberali costituzionali piemontesi; nell'ancora più tremenda Battaglia di Novara del 23 marzo 1849, l'esercito piemontese fu sconfitto dagli austriaci del maresciallo Radetzky; questo fatto portò all'abdicazione di Carlo Alberto di Savoia ed alla occupazione della città da parte degli austriaci. La sconfitta dei Piemontesi può essere vista come l'inizio del Risorgimento italiano. Con il regio decreto nº 3702 del 23 ottobre 1859 ("Decreto Rattazzi"), fu istituita la provincia di Novara, che comprendeva all'epoca anche le attuali province di Vercelli, di Biella e del Verbano-Cusio-Ossola. === Onorificenze === 253x253px L'antico nucleo cittadino di Novara, di forma pressoché pentagonale, è situato su un modesto rilievo collinare (oggi ''Centro Storico'', sede dell'omonima circoscrizione) e conserva ancora per gran parte, nonostante le pesanti manomissioni in chiave moderna e le molte architetture neoclassiche, l'antico impianto medievale con strade ciottolate e piccole piazze (piazza delle Erbe e piazza della Repubblica). Anticamente la città era dotata di una cinta muraria avente un perimetro di 2200 metri, innalzata alla fine del I secolo d.C. durante l'età imperiale. Parzialmente distrutte nel 1110 le mura furono successivamente ricostruite ed infine demolite agli inizi del Novecento per permettere lo sviluppo cittadino. Due tratti delle antiche mura romane, tornate alla luce a seguito di scavi archeologici, sono visibili oggi presso largo Cavour e nell'area verde alle spalle del Conservatorio Gallarini, tra via Solaroli e via Dominioni. Esse appaiono realizzate con la tecnica dell'opus mixtum utilizzando ciottoli di fiume legati tra loro con malta, posti di piatto e intervallati da basse fasce orizzontali in mattone. Dopo il loro abbattimento, le mura hanno lasciato posto agli attuali baluardi, grandi viali alberati che circondano il centro storico. Quale municipio romano, anche il reticolo stradale di Novara era caratterizzato da un cardo e da un decumano che corrispondono, il primo agli attuali Corso Cavour e Corso Mazzini (già ''Corso di Porta Sempione'') ed il secondo a Corso Italia (già ''Corso di Porta Torino'') e Corso Cavallotti (già ''Corso di Porta Milano''). Le due strade si incontrano nel cosiddetto ''Angolo delle Ore''. === Centro storico === Cupola e campanile della basilica di San Gaudenzio Il monumento più celebre di Novara è la basilica di San Gaudenzio, costruita tra fine Cinquecento ed inizio Seicento, e caratterizzata dall'imponente cupola neoclassica a pinnacolo (alta 121 metri) progettata da Alessandro Antonelli e aggiunta al corpo della chiesa nella seconda metà del XIX secolo, da molti considerata la più alta al mondo in mattoni. Di particolare interesse anche il campanile di Benedetto Alfieri (zio del più famoso Vittorio Alfieri) e soprattutto, all'interno della chiesa, il Polittico di Gaudenzio Ferrari. Porticato della piazza del Duomo di Novara Centro della vita religiosa cittadina è l'imponente Cattedrale, in stile neoclassico, progettata anch'esso da Alessandro Antonelli e costruita a metà del XIX secolo demolendo la preesistente cattedrale romanica (sorge infatti nello stesso punto in cui si trovava anticamente il tempio di Giove), della quale appartengono ancora la parte inferiore del campanile, il Chiostro della Canonica e l'Oratorio di San Siro. Di fronte al Duomo si trova il Battistero, il più antico edificio della città tuttora esistente e una delle più antiche architetture paleocristiane del Piemonte. L'Arengo del Broletto Poco distante dal Duomo è situato il cortile (o Arengo) del Broletto, antico centro della vita politica di ''Novara libero comune''. Esso è un complesso architettonico costituito da quattro palazzi storici disposti a quadrilatero, sorti in epoche diverse con materiali ed elementi decorativi non coerenti tra loro, che si affacciano sul cortile centrale: il palazzo del Comune (XII secolo) a nord, il palazzo dei Paratici (XII secolo) ad ovest, il palazzo del Podestà a sud e il palazzo dei Referendari ad est (entrambi fine XIV-inizio XV secolo).Il Broletto fu anche sede delle carceri, poi delle corporazioni artigiane e ospita oggi i musei civici, con collezioni d'arte e reperti archeologici della storia novarese e la ''Galleria d'arte moderna Giannoni'', da molti anni in restauro, raccolta di opere pittoriche e scultoree dell'Ottocento e del Novecento. Non lontano da piazza della Repubblica (già piazza Duomo) si trovano la triangolare e caratteristica piazza Cesare Battisti (meglio conosciuta dai novaresi come ''piazza delle Erbe''). Essa costituisce il centro perfetto della città di Novara che è indicato da una piccola mattonella triangolare sul selciato, riconoscibile perché differente dalla altre che costituiscono la pavimentazione della piazza. Lo stemma Visconteo-Sforzesco sopra l'arco d'ingresso del Castello. Nella piazza intitolata a Giacomo Matteotti è situato Palazzo Natta-Isola, sede della Provincia e della Prefettura, caratterizzato dalla bella Torre dell'Orologio, mentre nella vicina via Fratelli Rosselli si trova Palazzo Cabrino, sede degli uffici amministrativi del Comune. La piazza più grande è Piazza Martiri della Libertà (già piazza Castello, successivamente piazza Vittorio Emanuele II), dominata dalla statua equestre intitolata a Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia, incoronato proprio a Novara. Su piazza Martiri si affacciano poi il Castello Visconteo-Sforzesco, opera dei signori milanesi, sede attuale di eventi e mostre artistiche, e il Teatro Coccia, ''il teatro più storico del Piemonte''. Il Castello, un tempo molto più vasto del complesso oggi rimasto, è circondato ''dall'Allea, uno dei più grandi giardini pubblici di Novara.'' Altre piazze importanti sono: * piazza Cavour, dominata dalla statua omonima e restaurata fra gli anni 1990 e gli anni 2000. * piazza Garibaldi, la piazza della stazione di Novara, anch'essa restaurata, caratterizzata dalla statua omonima, da quella alla mondina e da una fontana. * piazza Gramsci, già piazza del Rosario, che ospita, dopo il restauro del 2005, la particolare statua ad Icaro. * piazza Puccini, situata tra il lato est del Teatro Coccia e l'entrata della Canonica. Ospita la statua a Carlo Emanuele III, primo sovrano sabaudo a governare Novara. === Architetture religiose === 255x255px Oltre al Duomo ed alla Basilica di San Gaudenzio, le principali chiese della città sono: * Chiesa di Ognissanti (inizio XII secolo), è l'unica chiesa romanica superstite della città, già citata nel 1124. Si tratta di una semplice costruzione a tre navate, con quattro campate ciascuna, un coro con abside semicircolare ed un elegante e pregevole tiburio ottagonale illuminato da monofore e bifore. All'interno sopravvivono tracce di affreschi del XV secolo tra i quali una Madonna del Latte attribuita a Giovanni de Campo. L'attuale aspetto è frutto dei restauri compiuti negli anni cinquanta che hanno eliminato i pesanti adattamenti di epoca barocca, riportando l'edificio al suo stile romanico originario. * Abbazia di San Nazzaro della Costa (1441-1470), complesso costituito dall'omonima chiesa insieme all'annesso convento, già documentato nel 1124 e rimaneggiato nel XV secolo per volere di San Bernardino da Siena. Sorge su un colle nei pressi del cimitero cittadino, oltre la cinta dei baluardi. * Chiesa di Santa Maria delle Grazie, meglio conosciuta come chiesa di San Martino (seconda metà del XV secolo), costruita a partire dal 1477 dai canonici lateranensi, è internamente costituita da una sola navata con cappelle laterali e pitture attribuibili ad artisti del XV secolo, tra i quali Tommaso Cagnola e Daniele De Bosis. In uno degli affreschi è rappresentato l'umanista Paolo Maffei. * Chiesa di San Pietro al Rosario (1599-1618), situata in piazza Gramsci fu la sede novarese dell'Ordine Domenicano prima delle soppressioni napoleoniche. Si presenta internamente a navata unica con sei cappelle laterali. Conserva alcune opere di rilievo come la statua della Madonna del latte, risalente al XV secolo ma ricavata da un preesistente monumento di epoca romana, la Vergine del Rosario di Giulio Cesare Procaccini (1625) ed il ciclo di affreschi sulla vita di San Pietro di Giovanni Mauro Della Rovere (1637). * Chiesa di San Marco (XVII secolo), costruita su disegno di Lorenzo Binago a partire dal 1607. Conserva all'interno importanti opere del XVII e XVIII secolo di artisti quali Giulio Cesare Procaccini, Daniele Crespi ed il Moncalvo, oltre a raffinate opere di intaglio quali sono i confessionali ed il pulpito. Nel 1634 le si affiancò un convento, attuale sede della Banca d'Italia. * Chiesa-Oratorio di San Giovanni Decollato (1637-1657), sede della confraternita di San Giovanni Battista Decollato. * Chiesa di Santa Maria della Salute (XVII secolo), in stile barocco è situata nel quartiere Bicocca. Ultimata nel 1658, fu costruita nel luogo in cui sorgeva una cappelletta dedicata alla Madonna col Bambino (detta "degli spagnoli") che oggi costituisce la pala d'altare. * Chiesa di Sant'Eufemia (1666-1698). * Chiesa del Carmine (XVIII-XIX secolo), situata nei pressi della basilica di San Gaudenzio, possiede il più antico campanile romanico della provincia. === Architetture civili === 256x256px Teatro Coccia Palazzo Natta Isola, sede della Prefettura di Novara * Arengo del Broletto (XII-XV secolo). * Casa Della Porta e Casa Rognoni (seconda metà del XV secolo), in stile gotico. * Palazzo Tornielli-Bellini (inizio XVI secolo), dal 1905 è la sede centrale della Banca Popolare di Novara. * Palazzo Natta (XVI secolo), costruzione attribuita a Pellegrino Tibaldi, ampiamente rimaneggiato nel XIX secolo con la sopraelevazione di un piano, ospita oggi gli uffici dell'amministrazione provinciale e della prefettura. Spiccano il grande scalone d'onore che porta al piano superiore, gli affreschi delle saloni del primo piano ed il cortile interno racchiuso da colonne d'ordine dorico. All'angolo sinistro si erge la torre civica dell'orologio di origine medioevale. * Ospedale Maggiore della Carità di Novara, edificato a partire dal 1628 ed ampliato nei secoli successivi ad opera di vari architetti tra i quali Alessandro Antonelli, a metà dell'Ottocento. * Palazzo Cabrino (1661-1664 e secoli successivi), oggi sede dell'amministrazione cittadina, era un palazzo nobiliare edificato in stile barocco dalla famiglia Cabrino. Alcune sale del primo piano sono decorate con affreschi settecenteschi di Giovanni Stefano Danedi. * Barriera Albertina (1837), complesso di due edifici neoclassici identici, ad un solo piano, posti simmetricamente l'uno di fronte all'altro. Si trova al termine dell'antica strada regia proveniente da Vercelli, l'attuale viale XX Settembre, e costituiva la porta occidentale d'ingresso alla città (già ''Porta Torino''). La costruzione fu realizzata abbattendo l'antico torrione d'ingresso. Gli edifici, destinati originariamente a sedi della guardia e del dazio, furono progettati da Antonio Agnelli ed inaugurati nel 1837; essi sono di forma quadrangolare arricchiti da un pronao con sei colonne di ordine gotico; il timpano è decorato con statue allegoriche, scolpite da Giuseppe Argenti, raffiguranti virtù o attività civiche. * Palazzo del Mercato (1817-1842), opera dell'architetto Luigi Orelli era sede del foro per la contrattazione dei grani ed oggi sede della Borsa dell'agricoltura. È un edificio a pianta quadrata di semplice architettura, arricchito da un loggiato che corre lungo tutti i lati. Sorge sul lato settentrionale di Piazza Martiri ma la facciata principale è quella rivolta su corso Italia, caratterizzata da due rampe di scale ed un frontone decorato con un altorilievo in arenaria e marmo. * Palazzetto del Corpo di guardia, situato sul lato occidentale di piazza della Repubblica, a lato del battistero del duomo, è così chiamato perché fu sede delle truppe della polizia urbana. Fu edificato a partire dal 1835, su progetto dell'Architetto Aresi, ed inaugurato il 4 novembre 1837. * Stazione ferroviaria di Novara (1854). * Casa Bossi (XIX secolo), grande casa padronale disegnata da Alessandro Antonelli. * Collegio Gallarini (XIX secolo), ospita il Conservatorio di musica “Guido Cantelli”. * Teatro Coccia (fine del XIX secolo), inaugurato il 22 dicembre 1888. L'attuale edificio sorge sulle spoglie del settecentesco teatro Morelli (poi dedicato a Carlo Coccia), abbattuto per permettere la nuova costruzione, opera dell'architetto Giuseppe Oliverio. Oltre a personaggi illustri come Arturo Toscanini e il compianto Guido Cantelli, in anni più recenti ha ospitato il programma televisivo ''Bravo Bravissimo'', condotto da Mike Bongiorno. Tutt'oggi è un apprezzato teatro di Tradizione, che ospita stagioni d'opera di alto livello. * Casa Quaroni. 1907.Casa Quaroni, realizzata tra il 1905 ed il 1907 su progetto dell'ingegnere Mario Rosina, parente di Otto Wagner. Emblematica testimonianza di architettura liberty a Novara. * Casa Fiorentini, edificata tra il 1907 ed il 1910 su progetto dell'ingegnere Roberto Passeri, sorge all'angolo tra via XX Settembre e via Dante Alighieri e rappresenta uno dei più interessanti esempi di architettura liberty novarese. La facciata, sormontata tre balconi ricchi di ornamenti, si trova nella zona d'angolo e segue un andamento curvilineo. Di notevole pregio ed impatto visivo è la decorazione esterna. * Palazzo "Renzo Piano", progettato dallo studio dell'architetto genovese e realizzato tra il 1985 e il 1987, si trova nel quartiere di Sant'Agabio, ad est del centro storico. Originariamente pensato come sede per l'Istituto Sperimentale Metalli Leggeri appartiene oggi alla Provincia di Novara ed è sede della Fondazione Novara Sviluppo ed ospita il Polo Scientifico Tecnologico novarese. Il complesso è costituito da due edifici: lungo la strada si eleva l'edificio principale di 3 piani destinato agli uffici che si sviluppa per una lunghezza di 85 metri; la struttura è composta da un profilo in alluminio irrigidito da elementi reticolari al fine di sfruttare al massimo le potenzialità di tale materiale; la facciata modulare continua è realizzata con le vetrate semplicemente incollate e non fissate meccanicamente alla struttura. Dopo il cortile interno si trova l'edificio secondario, destinato ad officina, rivestito frontalmente e sul lato nord con una lamiera d'acciaio nervato. === Architetture militari === Il 252x252px * Castello Visconteo-Sforzesco (XIII-XV secolo). * Castello di Casalgiate (XV secolo), sorge al centro dell'omonima località a ovest della città, fu costruito probabilmente nel 1470 sui resti di un precedente castello distrutto dalla Compagnia Bianca negli anni 1361-63. Ha pianta irregolare a quattro lati con cortile interno, è ancora parzialmente circondato da un fossato ed in parte da un giardino. L'ingresso è posto alla base di un torrione sul lato meridionale dove è visibile lo stemma della famiglia Avogadro, cui il castello appartenne per lungo tempo. La proprietà passò nel 1779 all'Ospedale Maggiore di Novara che ne detiene oggi la metà insieme ad un privato. Attualmente è in stato di abbandono. === Altri monumenti === Bicocca|243x243px * L'Ossario della Bicocca, con caratteristica forma piramidale, sorge nel quartiere omonimo in memoria dei caduti della storica battaglia del 23 marzo 1849 tra piemontesi ed austriaci. === Musei === 233x233px * Musei della canonica del duomo * Musei civici, ospitati presso il palazzo del Broletto * Museo di storia naturale Faraggiana Ferrandi * Museo del Risorgimento === Evoluzione demografica === Gonfalone municipale La più antica valutazione della popolazione cittadina risale al 1723, con un totale 8.963 abitanti censiti di cui 5.590 dentro le mura e 3.373 nei sobborghi. Nel 1776, la popolazione era salita a 11.092 abitanti di cui 7.003 dentro le mura e 4.089 nei sobborghi, si arriva poi a 12.465 abitanti nel 1804 ed a 14.021 nel 1826. Nel giro di un secolo si evidenzia un incremento di circa 5.000 persone, equivalente ad oltre il 50% in più. Nei 35 anni seguenti, fino alla data del primo censimento nazionale, si verificherà quasi un raddoppio della popolazione con un aumento di circa 11.000 residenti. La popolazione negli ultimi anni è sempre più in crescita e il mercato immobiliare novarese ha segnato un trend di crescita nel settore residenziale. === Etnie e minoranze straniere === Al 1º gennaio 2016, gli stranieri regolarmente residenti nel comune di Novara erano 14.795 corrispondenti al 14,2% degli abitanti totali. I principali gruppi etnici presenti (oltre 500 persone) sono: # Marocco, 2.329 # Albania, 1.790 # Ucraina, 1.164 # Romania, 1.087 # Pakistan, 945 # Nigeria, 764 # Perù, 706 # Cina, 600 # Tunisia, 590 Il quartiere con la maggior immigrazione straniera è Sant'Agabio con una quota pari a circa il 25% dei residenti, principalmente di etnie nordafricane. === Qualità della vita === Di seguito la qualità della vita a Novara negli ultimi 3 anni secondo il dossier de Il Sole 24 Ore ed il rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente sui 103 capoluoghi di provincia italiani. Anno Qualità della Vita (Sole 24 Ore) Rapporto Ecosistema Urbano (Legambiente) 2008 36º (+ 18) 69º (- 27) 2009 51º (- 15) 53º (+ 16) 2010 48º (+ 3) 56º (- 3) 2011 48º (=) 33° tra le città di medie dimensioni Nella classifica dei "Comuni Ricicloni" di Legambiente, Novara è stata premiata come "eccellenza nella raccolta differenziata" e figura al terzo posto tra i capoluoghi italiani con un indice di raccolta differenziata del 72%, prima tra le città sopra i . Dal punto di vista culturale Novara ha una lunga tradizione storica, rappresentata ancora oggi dalle riviste ''Bollettino Storico della Provincia di Novara'' e ''Novarien'' (Interlinea edizioni), ed editoriale con una realtà a livello internazionale: l'Istituto Geografico De Agostini, che ha festeggiato il centenario nel 2001. === Biblioteche === * Biblioteca Capitolare di Santa Maria * Biblioteca civica Carlo Negroni, ''seconda biblioteca civica del Piemonte'' * Biblioteca dell'Istituto geografico De Agostini, fondata nel 1977 * Biblioteca Seminario vescovile San Gaudenzio, fondata nel 1788 * Biblioteca dell'Archivio storico diocesano * Biblioteca d'arte dei musei civici, fondata nel 1874 * Biblioteca della Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università degli studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro, fondata nel 1993 * Biblioteca del Conservatorio statale di musica Guido Cantelli * Biblioteca Ascanio Sobrero del Dipartimento di scienze del farmaco dell'Università degli studi del Piemonte orientale Amedeo Avogadro * Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza Piero Fornara === Università === 285x285pxLa città è sede dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale insieme a Vercelli ed Alessandria. Cinque dei sette Dipartimenti che compongono l'Ateneo si trovano a Novara: * Dipartimento di Medicina Traslazionale * Dipartimento di Scienze del Farmaco * Dipartimento di Scienze della Salute * Dipartimento di Studi per l'Economia e l'Impresa * Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche Inoltre, è sede del ''Centro interdipartimentale di medicina d'emergenza'', dei disastri e informatica applicata alla pratica e alla didattica medica (CRIMEDIM) ed è attiva la Scuola di Medicina che ha l'obiettivo di coordinare l'attività didattica e di ricerca svolta dai dipartimenti di Scienze della salute e di Medicina Traslazionale presso l'azienda ospedaliero - universitaria "Maggiore della Carità". Nonostante sia di recente istituzione (1998), l'Università del Piemonte Orientale ha dimostrato in questi anni un notevole livello qualitativo: secondo la classifica annuale stilata dal Censis essa si colloca al ''terzo posto in Italia tra i piccoli Atenei''. Tutte e tre le facoltà novaresi rientrano nella ''top 15 italiana'' secondo i parametri di qualità della didattica, ricerca scientifica, rapporti internazionali e produttività. === Media === ;Stampa locale * ''Corriere di Novara'', bisettimanale indipendente di informazione locale * ''Il Venerdì di Tribuna Novarese'', settimanale di informazione locale via web * ''Novara Oggi'', settimanale di informazione locale * ''La Voce di Novara'' giornale on line (dal settembre 2017) * ''L'Azione'', settimanale della Diocesi di Novara ;Radio locali * Radio Azzurra FM * Radio Onda Novara Tv * RadioSpick ;Televisioni locali * Videonovara - Teleritmo === Cucina e prodotti agroalimentari === Il riso è l'elemento più importante della cucina novarese, utilizzato per cucinare numerose ricette dai primi ai dolci. La più classica delle ricette a base di riso è la paniscia, risotto condito essenzialmente con lardo, salam d'la duja, cipolla, verze e fagioli. Altro elemento tipico del territorio risicolo sono le rane, che possono essere cucinate con il riso, in brodo, fritte o in guazzetto. Tra i prodotti da forno si ricordano il "pane di riso" ed il "pane di mais", composti rispettivamente con farina di riso e di mais in aggiunta alla farina di frumento. ==== Formaggi e insaccati ==== Gorgonzola DOP Il principale formaggio è il Gorgonzola DOP, nelle versioni dolce e piccante, che seppure abbia origini lombarde è oggi prodotto principalmente a Novara e nei comuni limitrofi. La città è inoltre sede del " Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola ". Tra i salumi si ricordano: * il salam d'la duja, insaccato di carne di maiale conservato in recipiente (duja) riempito di strutto che conserva morbido il prodotto. * il Marzapane, un sanguinaccio a base di pane e sangue di maiale. * il "fidighin", crudo, a base di carne e fegato di maiale. * il Salame d'oca, a base di carne d'oca e maiale. ==== Dolci ==== I biscottini di Novara Il più tipico dolce locale è il "Biscottino di Novara", un biscotto di forma rettangolare con angoli arrotondati, molto leggero (8 grammi) e senza grassi, in quanto composto solo da farina di frumento (38%), zucchero (38%) e uova intere (24%). Divenuto famoso in anni recenti grazie ad una sua rivisitazione commerciale (il cosiddetto "Pavesino" prodotto dalla locale ditta Pavesi), il biscotto ha però origini molto più antiche; le prime notizie storiche risalgono infatti al 1500 quando veniva preparato dalle monache nei monasteri femminili. Il Biscottino di Novara dà anche il nome alla maschera tipica novarese: " Re Biscottino ". Altro dolce tipico novarese è il " Pane di San Gaudenzio "; si tratta di un dolce con un rivestimento esterno di pasta frolla ed un soffice ripieno composto da farina di frumento, zucchero, uva sultanina, burro, uova e limone. La superficie può essere cosparsa da granella di pinoli o di nocciole e zucchero a velo. Riso novarese L'Antico Dolce della Cattedrale ha antichissime origini, era infatti già prodotto nel 1200 quando veniva usato come omaggio dei feudatari ai canonici di Santa Maria che a loro volta lo ridistribuivano ai fedeli. Si presenta di forma rotonda ed è composto da farina di frumento, zucchero, burro, uova, lievito vanigliato, buccia di limone, grappa di Nebbiolo, latte e frutta (albicocche e prugne). Tutti questi prodotti sono inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali piemontesi. ==== Bevande ==== Novara è la patria dell'aperitivo Campari, famoso in tutto il mondo; fu infatti nel " Bar dell'Amicizia " (ora non più esistente) che Gaspare Campari, nel 1860, mise a punto la ricetta della bevanda alcolica che porta il suo nome. === Eventi === La "cerimonia del fiore" durante la festa patronale * Il 22 gennaio di ogni anno si celebra la festa patronale di San Gaudenzio. La celebrazione è un rito che risale al XV secolo: ha inizio con il corteo civico che sfila per le vie del centro fino alla Basilica di San Gaudenzio dove si svolge "cerimonia del fiore" e successivamente la solenne liturgia eucaristica. Durante la cerimonia del fiore viene calato dal soffitto della chiesa un grande lampadario e sostituiti i fiori in metallo che lo compongono con altri portati in corteo dai valletti comunali, a ricordo del miracolo compiuto da San Gaudenzio che per rendere omaggio a Sant'Ambrogio in visita avrebbe fatto sbocciare in gennaio i fiori del suo orto. Durante tutto il giorno è possibile visitare la tomba del santo nello scurolo della basilica ed acquistare i tipici "Marroni di Cuneo": castagne affumicate, bucate e legate insieme. Una scena della rievocazione storica della Battaglia della Bicocca * Il 23 marzo di ogni anno si svolge la rievocazione storica della Battaglia della Bicocca, combattuta nel 1849, con costumi e armi dell'epoca. * Gli Street Games, evento sportivo svolto tra le strade della città nel mese di giugno. Composto da tornei di Beach Volley, Basket, calcio e tanto altro. ==== Festival ==== * Novara Jazz, festival internazionale di musica jazz che ha luogo tra la fine di maggio e l'inizio di giugno, con la partecipazione di musicisti di fama internazionale (Michael Nyman, Dick Hyman, Trilok Gurtu, Paul D. Miller aka dj Spooky, Fabrizio Bosso, Gianluigi Trovesi, Ill Considerated, Enrico Rava, John Surman, Marcin Wasilewski Trio) ma anche di dj, artisti visivi e performer. * Novara Gospel Festival, si svolge ogni anno dal 2005 nel periodo settembre-ottobre, si compone di workshop, tour della zona e concerti. All'appuntamento partecipano noti artisti della musica gospel contemporanea tra cui Kirk Franklin, Donnie Mc Clurkin, Richard Smallwood. * " NovaAria ", festival celtico della città di Novara che dal 2008 si svolge ogni anno durante il mese di ottobre. Nell'edizione 2011 ha visto la partecipazione del noto arpista italiano Vincenzo Zitello. * Settimana novarese della lettura, promossa dalla Biblioteca Civica Negroni con la consulenza del Centro Novarese di Studi Letterari, porta l'attenzione sui libri attraverso temi o personaggi trattati da varie angolature (letteratura, arte, cinema, teatro): dalla guerra all'acqua, da Mario Soldati ad Emilio Salgari. * Scrittori&giovani, festival letterario internazionale avviato nel 2006 con l'originale formula di distribuire nelle scuole copie omaggio dei libri degli scrittori prima degli incontri. Nelle varie edizioni del festival sono stati ospiti autori come Luis Sepúlveda, David Grossman, Daniel Pennac, Adonis, Sebastiano Vassalli, Carlo Lucarelli. * Notte Bianca, organizzata dal 2006. L'anteprima, svoltasi il 23 settembre 2006, secondo le stime ha coinvolto circa persone. La prima edizione il 23 dicembre 2006. Anche la seconda edizione del 7 luglio 2007 ha avuto un imponente coinvolgimento di pubblico con grande apprezzamento dei media locali. Tra i partecipanti Elio e le Storie Tese, Le Vibrazioni, i Velvet, gli FSC e Giuliano Palma. * Novara Danza Festival, rassegna dedicata alla danza con artisti provenienti dal Nord Italia con esibizioni nelle principali piazze del centro cittadino, stages, incontri ;Festival passati * Tra il 2002 ed il 2008 si sono svolte 7 edizioni del Novara Street Festival, che vedeva la presenza di artisti di strada e musicisti provenienti da tutto il mondo, animare il centro storico della città lungo l'arco di alcuni giorni. * Tra il 2002 ed il 2007, durante il periodo estivo, si sono svolte 6 edizioni di Giovani Espressioni, festival musicale di giovani artisti emergenti. Parte integrante della manifestazione è stato l'Espressioni Contest", concorso per ''band'' emergenti. Tra gli artisti che hanno partecipato vi sono i Negramaro, Caparezza, Finley, Linea 77, Vallanzaska, Extrema, i Lacuna Coil e Nek. === Suddivisioni amministrative === Novara è divisa in 13 quartieri. Prima dell'entrata in vigore della legge 42/2010 tali circoscrizioni avevano un loro ruolo istituzionale. Num. Circoscrizione Abitanti 2010 Cittadini stranieri Aree comprese 1 Centro 7.605 1.401 Centro storico 2 Nord Est 8.739 1.546 Quartieri Sant'Andrea e San Rocco 3 Nord 11.546 768 Quartiere Sant'Antonio, Vignale e Veveri 4 Sant'Agabio 12.877 3.274 Quartiere Sant'Agabio 5 Porta Mortara 8.097 1.292 Quartiere Porta Mortara 6 Sacro Cuore 8.082 734 Quartiere Sacro Cuore 7 San Martino 9.505 1.391 Quartiere San Martino 8 Santa Rita 4.886 350 Quartiere Santa Rita e frazione Agognate 9 Ovest 9.654 720 Quartieri San Paolo e Zona Agogna 10 Sud 10.582 700 Quartieri Cittadella, Villaggio Dalmazia e frazione Torrion Quartara 11 Sud Est 7.849 512 Quartiere Bicocca e frazione Olengo 12 Lumellogno 1.983 174 Frazioni Lumellogno, Casalgiate, Pagliate e Gionzana 13 Pernate 3.619 248 Frazione Pernate Totale 105.024 13.110 La città è un importante centro commerciale gravitante nell'orbita della vicina Milano, da cui dista meno di 50 km; molte aziende meneghine hanno infatti filiali a Novara. Due sono le principali zone industriali della città: la prima a nord-est, tra i quartieri di Sant'Agabio e San Rocco e la seconda ad ovest, nel comune di San Pietro Mosezzo. Le più importanti attività economiche sono: * Agricoltura: riso e mais * Produzione elettronica (MEMC) * Prodotti chimici e biodegradabili (Novamont) * Prodotti farmaceutici * Alimentare (Pavesi, Pai) * Commercio intermodale e logistica (CIM) * Servizi bancari (Banca Popolare di Novara) * Borsa merci del riso * Editoria (De Agostini e Interlinea edizioni) * Distribuzione materiale elettrico (Comoli Ferrari) Il comune di Novara è uno dei membri del consorzio TOP-IX. === CIM - Centro Intermodale Merci === È il ''più importante centro di smistamento ferroviario' del Piemonte nord-orientale'', scalo o tappa di treni in arrivo o in partenza per il nord Europa, in particolare Belgio e Paesi Bassi. Il progetto del CIM nasce nel 1987 quale evoluzione dello scalo intermodale di Novara Boschetto, attivo dalla metà degli anni sessanta. Il terminal è divenuto operativo alle 5,30 del 17 ottobre 1995. il CIM di Novara vedrà raddoppiare la propria struttura in vista della costruzione del "CIM Est", il nuovo terminal intermodale evoluzione dell'attuale interporto, già in fase di progettazione con le seguenti caratteristiche: un milione di metri quadrati di estensione, 12 binari da 1.000 metri ciascuno, magazzini raccordati e maxi aree di stoccaggio. === Strade === Novara è collegata con Torino e Milano attraverso l'autostrada A4 (svincoli Novara Ovest e Novara Est). L'ex svincolo Novara dell'A4 è stato chiuso alla fine degli anni novanta, insieme a quello di Galliate, in concomitanza con l'apertura del casello di Novara Est, posto a metà strada dei precedenti e direttamente collegato con la tangenziale esterna della città. La città è inoltre dotata di un sistema parziale di strade tangenziali (SS 703). La Tangenziale Est inizia dalla strada statale 32 Ticinese a nord della città e termina al raccordo con la strada statale 211 della Lomellina a sud; la Tangenziale Sud prosegue fino alla SS 11 per Vercelli, a sud-ovest della città. === Ferrovie e tranvie === 294x294px La città è servita da tre stazioni ferroviarie: * Novara: gestita da RFI, la principale della città, in cui operano Trenitalia e Trenord (traffico regionale e internazionale); * Vignale: gestita da RFI, situata nell'omonimo quartiere (traffico regionale); * Novara Nord: gestita da FerrovieNord, la seconda della città, è la stazione di testa della Saronno-Novara, vi opera Trenord. Fra il 1884 e il 1934 presso la stazione ferroviaria era presente il capolinea delle tranvie per Biandrate e Ottobiano, gestite dalla Società anonima per le Ferrovie del Ticino. === Mobilità urbana === Il trasporto pubblico nella città è svolto mediante autoservizi operati dalla società SUN attraverso autobus e navette. === Aeroporti === Novara non dispone di un aeroporto dedicato al traffico cittadino, ma si serve dell'Aeroporto di Milano Malpensa distante dalla città solamente , raggiungibile attraverso collegamenti a disposizione dalla stazione ferroviaria di Novara. Dispone però di un aeroporto militare, gestito dall'aeronautica militare, situato nella vicina Cameri. È presente anche un piccolo aeroporto gestito da ''Aereoteam Novara''. === Gemellaggi === * * * Il Novara Calcio ha disputato per tredici volte il campionato di Serie A (l'ultima nella stagione 2011-2012). Nella stagione 2021–2022 è in attesa di iscrizione. Lo Sparta Novara è la seconda squadra di calcio della città. L'AGIL Volley è una società pallavolistica femminile italiana con sede a Novara: milita nel campionato di Serie A1. Nel suo palmarès vanta una Champions League conquistata nella stagione 2018-2019, una Coppa CEV, tre Coppe Italia, uno scudetto conquistato nella stagione 2016-2017 ed una Supercoppa italiana. L'Hockey Novara è una squadra di hockey su pista di Novara vincitrice di 32 scudetti. Il Baseball Novara 2000 fu una società italiana di baseball iscritta alla Italian Baseball League, il massimo campionato italiano di Baseball. Vinse due volte la Coppa Italia. I Lancieri Novara sono una squadra di football americano di Novara. Sono affiliati alla Federazione Italiana di American Football; partecipano alla Terza Divisione. === Impianti sportivi === * Impianto Sportivo Comunale del Terdoppio (ex Sporting Village Novara), inaugurato nel luglio 2007, rappresenta uno dei più grandi centri polifunzionali del Nord-Ovest. L'area, che comprende tre edifici, tra cui il Palazzetto dello Sport "Igor Gorgonzola" e una piscina olimpica, è posta all'interno del Parco del Terdoppio, copre una superficie di circa 140.000 metri quadrati, in dirittura dell'innesto viabilistico urbano con l'autostrada A4 ed in prossimità di uno degli insediamenti universitari cittadini, inserito perfettamente nel sistema viabilistico e dei pubblici trasporti urbani, dotato di un parcheggio di circa 4.000 posti auto. Il 18 novembre 2007 ha ospitato la Celebrazione della Beatificazione di Antonio Rosmini. * Stadio Comunale "Silvio Piola", inaugurato nel 1976 ha una capienza di quasi 18.000 posti. L'intitolazione al calciatore Silvio Piola è stata ufficializzata nel 1997 mentre prima era semplicemente noto come Stadio di Viale Kennedy, dove è ubicato. * Centro sportivo Lancieri Field, situato in Piazza Donatello. * Stadio "Enrico Patti", via Alcarotti. * Palazzetto dello Sport "Stefano Dal Lago", capienza massima 2.500 persone, in viale Kennedy. * Scuola di equitazione F.I.S.E. presso Società Ippica Novarese, zona Bicocca. * Palazzetto dello Sport "Celestino Sartorio", detto "PalaVerdi", viale Verdi. * Piscina Comunale scoperta, via Solferino. * Campo Atletica Leggera "Andrea Gorla", viale Kennedy, in cui hanno sede le società Team Atletico Mercurio e Atletica Trinacria. * Pista Hockey e Pattinaggio "Lino Grassi", viale Buonarroti. * Campo Hockey su prato "G. Gondo", zona Agogna. * Campo di Baseball "Marco Provini", Baseball Novara 2000, via Patti. * Campo di Baseball e Softball Porta Mortara, Porta Mortara Baseball Softball Novara a.s.d., in via Spreafico. * Campo di Softball Santa Rita, via Gerosa. * Campo di Rugby Sabbione, via Della Pace. * Bocciodromo coperto "A. Bermani", viale Kennedy. * Tiro a segno, Viale Curtatone. Quadriportico dell'Ospedale di Novara La città di Novara è servita principalmente dall'''Azienda Ospedaliero Universitaria Maggiore della Carità''. Nel 2017 l'Ospedale è stato premiato come uno dei migliori d'Italia ottenendo la menzione speciale ''"Score Positivo"'' per gli aspetti di management, utilizzo di risorse umane e produzione delle sale operatorie. La sede distaccata del Maggiore, ''l'Ospedale San Giuliano'', situato nel quartiere Porta Mortara, è ''il principale centro di riabilitazione della città''. Cliniche private: * ''Clinica San Gaudenzio''
Nonantola
'''Nonantola''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Modena in Emilia-Romagna, situato a circa 10 chilometri da Modena in direzione di Ferrara, lungo la Strada Statale 225 di San Matteo della Decima , fa parte dell'Unione del Sorbara.
I ritrovamenti più antichi nella zona nonantolana risalgono all'età del bronzo, XVI - XIII secolo a.C., quando nella zona padana si sviluppò la civiltà terramaricola. Civiltà in seguito sostituita nell'area da quelle villanoviana, etrusca e gallo-celtica. Infine i romani, nel 182 a.C., fondarono una colonia di novanta centurie (nonaginta, poi Nonatula, ed infine Nonantola). Nel 751 d.C. il duca del Friuli Anselmo ricevette dal re longobardo Astolfo le terre che erano state ai confini con l'Esarcato bizantino, con il compito di rafforzarle, creando vie di comunicazione da nord verso sud. Anselmo consacrò nel 752 una chiesa ai Santi Apostoli, fondando un monastero benedettino, quale saldo avamposto per consolidare la penetrazione longobarda ad est Panaro, controllando le comunicazioni tra Bologna e le direttrici di Piacenza e Verona. Nel 756 giunsero presso l'abbazia le spoglie di san Silvestro, che contribuirono alla crescita ed alla potenza del monastero, attorno al quale sorse il paese direttamente assoggettato all'abate. Con l'arrivo dei Franchi l'Abbazia di Nonantola si accrebbe con donazioni rilasciate dallo stesso Carlo Magno in persona, che fecero dell'abate un vero e proprio signore fondiario. Nonantola ebbe sempre una certa predilezione da parte degli imperatori, come Lotario I che vi soggiornò nell'837, o Carlo il Grosso che nell'883 la scelse per incontrarsi con papa Martino. Nell'885 vi venne sepolto papa Adriano III morto in zona mentre era in viaggio per recarsi a Worms. Tra il IX e il X secolo Nonantola raggiunse un'importanza culturale, una potenza ed una ricchezza che a livello europeo la mettevano al pari delle potenti abbazie benedettine di Cluny e Canterbury. La dotazione patrimoniale, pur concentrata particolarmente nell'area centropadana, si dilata con beni e dipendenze ecclesiastiche dall'Umbria a tutte le regioni settentrionali, culminando per ricchezza e prestigio nel secolo X; un'intensa attività culturale che porta ben presto la produzione del suo ''scriptorium'' a livelli di eccellenza grazie all'elaborazione di un particolare ed apprezzato tipo di scrittura libraria; una comunità numerosa, animata da centinaia di monaci ivi presenti contemporaneamente ed in stretti rapporti con le maggiori fondazioni europee, come il monastero tedesco di Reichenau e quello svizzero di San Gallo; legami diretti con la monarchia longobarda, prima, e con quella carolingia, poi, alle quali essa deve un'ampia serie di concessioni, privilegi e diritti; elementi, tutti, che danno la misura della grandezza cui assurge l'abbazia di Nonantola, neppure compromessa dalla devastazione causata dalle bande ungare all fine del secolo IX, diventando uno dei maggiori centri del monachesimo benedettino occidentale nell'alto medioevo. Nel 1058 l’abate Gotescalco, per difendere il proprio territorio e nel tentativo di creare un legame tra il popolo e il monastero, concesse agli abitanti di Nonantola diversi privilegi e una vasta estensione di boschi, paludi e prati da poter sfruttare per il pascolo e il legnatico. Da questo nacque un singolare istituto di origine medioevale: la Partecipanza agraria di Nonantola. A partire dal XII secolo iniziò un periodo molto difficile per l’abbazia poiché fu al centro di una serie di lotte tra i comuni di Modena e Bologna che si contendevano il suo territorio; Nonantola venne conquistata, a periodi alterni, sia dai Modenesi che dai Bolognesi che, a presidio del territorio, costruirono rispettivamente la Torre dei Modenesi nel 1261 e la Torre dei Bolognesi nel 1307. Nel 1412 Nonantola passò sotto il dominio estense. Nel XVI secolo i Benedettini vennero sostituiti dai Cistercensi. Tra XVIII e XIX secolo, l’abbazia fu assegnata al vescovo di Modena che ancor oggi ne è l’abate. Il centro di Nonantola conserva numerose tracce del passato medievale, tra le quali le due torri "dei Modenesi" e "dei Bolognesi", resti delle rispettive rocche, quattro piccole torri della cinta muraria (tre incluse in edifici successivi), la porta fortificata settentrionale (inclusa nel Palazzo della Partecipanza) e la pieve di San Michele Arcangelo, quest'ultima risalente al IX secolo. Ma la principale gloria di Nonantola è senza dubbio l'abbazia di San Silvestro, la cui basilica è monumento romanico innalzato a partire dall'VIII secolo quale parte del monastero benedettino. Del monastero romanico si sono conservati anche frammenti di affreschi nella sala identificata come refettorio, ora parte del Palazzo Comunale. Le decorazioni del portale, tra le quali i due leoni stilofori e una serie di formelle di marmo attribuite ad allievi di Wiligelmo, rivelano l'influenza esercitata dall'esempio del duomo di Modena. Particolarmente suggestiva è la cripta, sostenuta da 86 sottili colonne adornate con capitelli di stili diversi. Tradizionalmente costituita quale ''abbatia nullius'' dal 1986 è unita a Modena, formando l'Arcidiocesi di Modena-Nonantola. Il comune è stato colpito dal Terremoto dell'Emilia del 2012 e più recentemente da una violenta alluvione il 6 dicembre 2020. === Resistenza contro l'Olocausto === Degno di particolare nota è l'episodio di Villa Emma, villa del luogo nella quale venne ospitato e poi messo in salvo un gruppo di più di settanta ragazzi orfani ebrei di origine tedesca. I ragazzi erano giunti dai Balcani nel luglio del 1942 su iniziativa della DELASEM (Delegazione Assistenza Emigranti Ebrei) e del suo delegato bolognese Mario Finzi. Ospitati per un anno legalmente "alla luce del sole", i ragazzi e i loro accompagnatori avevano fraternizzato con la popolazione locale, potendo godere in particolare dell'amicizia del medico Giuseppe Moreali e dei sacerdoti don Arrigo Beccari e don Ennio Tardini. Con l'8 settembre 1943 e l'occupazione tedesca, la situazione divenne drammatica. Grazie al pronto intervento dei loro protettori locali, in meno di 36 ore i ragazzi furono dispersi in vari istituti religiosi o nascosti presso famiglie di Nonantola che li fecero passare per loro figli. Furono infine fatti fuggire a piccoli gruppi in Svizzera grazie a documenti falsi timbrati con lo stemma del comune di Larino, già liberato dagli Alleati e, quindi, non verificabile dai nazisti. Il timbro venne creato dal fabbro del paese Primo Apparuti. Nonantola continuò ad essere al centro di attività di resistenza per tutto il periodo dell'occupazione tedesca. Don Arrigo Beccari e don Ennio Tardini furono anche arrestati, duramente interrogati in carcere e condannati a morte, ma liberati con il ritiro dei nazisti il 21 aprile 1945. Per la loro azione, il 28 febbraio 1964, Giuseppe Moreali e Don Arrigo Beccari Sanzio sono stati insigniti dell'onorificenza di giusti tra le nazioni dall'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme. In qualche occasione particolare, alcuni "ragazzi di villa Emma" si ritrovano a Nonantola per ricordare quei lontani eventi e incontrare le persone che contribuirono a metterli in salvo. Villa Emma, per anni in stato di abbandono, è stata acquistata da privati e completamente restaurata. Da alcuni anni è attiva la Fondazione Villa Emma, dedicata alla pace tra i popoli. === Simboli === Il simbolo della Comunità di Nonantola appare in una minuta d'inventario del notaio Paolo Ponzio dal Monte, databile attorno al 1476, dove sono descritti diciannove codici liturgici dell'abbazia di Nonantola. Lo stemma comunale deriva da quello dell'Abbazia ed è stato concesso con Regio Decreto del 28 febbraio 1864: === Onorificenze === Nonantola è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignito della croce di guerra al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale: * Abbazia di Nonantola * Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo *Torre dei Modenesi (Nonantola) *Torre dei Bolognesi *Museo diocesano d'arte sacra e benedettino === Evoluzione demografica === === Etnie e minoranze straniere === Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di persone (9,80%). Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: * Marocco, 292 (1,84%) * Ghana, 228 (1,44%) * Ucraina, 162 (1,02%) * Romania, 145 (0,92%) * Tunisia, 104 (0,66%) Lo sport di punta della città è la pallamano. La squadra locale, la Pallamano Rapid Nonantola, milita infatti in Serie A1, la più importante categoria dopo la Serie A d'Elite. Negli altri sport nessuna squadra cittadina milita in categorie rilevanti. Le due squadre calcistiche sono la Polisportiva Nonantola e La Pieve Nonantola, che competono rispettivamente in seconda categoria e in promozione. Il paese vanta altresì una tradizione pallavolistica molto radicata con importanti riconoscimenti regionali e nazionali, soprattutto a livello giovanile gestiti dalla sezione pallavolo della Polisportiva Nonantola. Sono presenti anche società sportive che si dedicano all'atletica leggera, al pattinaggio artistico, all'arceria e allo judo.
Nuoto
Il '''nuoto''' è un'attività individuale che permette il galleggiamento e il moto del proprio corpo nell'acqua. Il nuoto coinvolge quasi tutti i muscoli del corpo. Oltre a essere uno sport olimpico è un'attività ricreativa. La storia del nuoto trova le sue origini sin dall'antichità, oltre 7 000 anni fa, come testimonia il rinvenimento di pitture rupestri rappresentanti uomini nell'atto del nuoto risalenti all'Età della pietra. È inserito nel programma olimpico fin dai Giochi della I Olimpiade. Il nuoto può essere praticato, a livello agonistico, comportando molti sacrifici per chi lo pratica a questo livello. Considerato uno sport completo e salutare, che distribuisce il movimento omogeneamente su tutto il corpo, favorisce la salute, la longevità e il benessere fisico e psicologico. Esso spesso comporta benefici estetici e fisici: solitamente si ottiene un aumento della massa magra e una riduzione di quella grassa, lo sviluppo dell'impalcatura ossea e l'espansione della gabbia toracica, il miglioramento della coordinazione motoria, respiratoria e la riduzione della spasticità.
Leandro nuota attraverso l'Ellesponto. Dettaglio da un dipinto di Bernard Picart Le prime testimonianze di una disciplina antenata del nuoto risalgono al periodo preistorico. Nella caverna dei Nuotatori, sull'altopiano del Gilf Kebir, sono state rinvenute delle pitture rupestri rappresentanti uomini che eseguono movimenti simili a quelli degli attuali stili del nuoto. Un sigillo di argilla egiziano datato tra il 9000 a.C. e il 4000 a.C. mostra quattro nuotatori durante quella che si ritiene sia una variante del crawl. Le notizie scritte risalgono fino al II millennio a.C., e comprendono il Gilgamesh, l'Iliade, l'Odissea, la Bibbia (Ezechiele 47:5, Atti 27:42, Isaia 25:11), Beowulf, e altre saghe. Nel 1538 Nicolas Wynman, un professore di lingue tedesco, scrisse il primo libro sul nuoto: "Colymbetes". Il nuoto competitivo in Europa incominciò attorno al 1800, principalmente con il dorso. Il tedesco Guts Muths organizzò nel 1833 le prime gare di nuoto e tuffi. Il crawl venne introdotto nel 1873 da John Arthur Trudgen, che lo copiò dallo stile degli amerindi. Il nuoto era già nel programma delle prime olimpiadi moderne, quelle di Atene 1896. Nel 1902 il crawl venne migliorato da Richard Cavill. Nel 1908, venne fondata la Fédération Internationale de Natation Amateur (FINA). La farfalla era inizialmente una variante della rana, e venne accettata come stile distinto nel 1952. La prima storica generazione italiana di campioni del nuoto moderno è rappresentata da Emilio Polli, il più carismatico e forte campione di nuoto in Italia fino al 1931. Il primo italiano a scendere sotto la barriera di 1' nei 100 m stile libero fu Carlo Pedersoli, meglio noto come Bud Spencer: più precisamente con il tempo 59.50 nel 1950, a Salsomaggiore in vasca da 25 m. Caeleb Dressel è il campione del mondo dei 100 m stile libero del 2019, la più rinomata specialità del nuoto. Illustrazione raffigurante i primi esperimenti di salvagente pubblicata sugli Acta Eruditorum del 1691 Il nuoto, e gli sport acquatici a esso correlati, vengono praticati per diversi scopi. Spesso questi scopi si sovrappongono e un nuotatore amatoriale, ad esempio, può nuotare anche per motivi di salute e benessere fisico. Il nuoto era indicato anche per la scoliosi ma recenti studi smentiscono questa affermazione, in particolare sconsigliano gli stili rana e delfino (che inducono la schiena a curvarsi) a livello agonistico. === Svago === Il motivo più comune per nuotare è probabilmente lo svago. Molti stili di nuoto sono adatti a questo scopo. La maggior parte dei nuotatori e delle nuotatrici per svago preferisce uno stile che gli consenta di tenere la testa fuori dall'acqua (ad esempio: dorso). Invece altre persone si svagano meglio facendo lo stile libero o la rana o il delfino. La piscina è un luogo popolare per il nuoto a livello ricreativo e sociale. In quasi tutte le piscine vengono organizzati corsi di nuoto a cui possono partecipare sia le persone che hanno una buona tecnica, sia le persone che la vogliono migliorare e persino chi ha paura dell'acqua. Anche i neonati possono andare in acqua nei loro primi sei mesi. === Salvamento === Il nuoto viene usato anche per soccorso e per evitare annegamenti. Molto spesso si tratta di autosoccorso, quando una persona, che è caduta involontariamente in acqua, nuota per restare a galla e per raggiungere la riva. In aggiunta il nuoto viene usato per soccorrere altri nuotatori in difficoltà. Esistono diversi stili di nuoto adatti a questo scopo. Tali tecniche sono studiate ad esempio dagli assistenti bagnanti, o da membri della Guardia costiera. I concetti base del primo soccorso e del salvataggio in acqua devono essere tuttavia apprese anche da istruttori di nuoto che, in Italia, devono essere tesserati F.I.N. La prima nozione da tener presente è che non si deve mai perdere il contatto visivo con la persona in difficoltà, e quindi le nuotate vanno eseguite con la testa fuori dall'acqua. Dopo aver avvicinato la persona in difficoltà, per trarla in salvo si possono usare varie tecniche. Come regola generale, possiamo dire che durante l'azione di salvataggio è necessario tenere ben salda e fuori dall'acqua la testa del bagnante, per evitare che beva e si creino situazioni di panico. Il soccorso in acqua, dapprima praticato solo per recare aiuto a nuotatori in difficoltà, è oggi diventato un vero e proprio sport detto nuoto per salvamento. Le competizioni di salvamento prevedono gare in acqua effettuate trasportando manichini, immergendosi in acqua sotto degli ostacoli per simulare il soccorso di persone già mezze affondate o simili. === Esercizio fisico === Il nuoto è un'ottima forma di esercizio. Poiché la densità del corpo umano è all'incirca simile a quella dell'acqua, il corpo viene sostenuto da questa e quindi meno stress viene posto su giunture e ossa. Inoltre, la resistenza al movimento dipende pesantemente dalla velocità del movimento, permettendo una calibrazione degli esercizi in base alle capacità di ciascuno. Per questo, il nuoto viene frequentemente usato come esercizio nella riabilitazione a seguito di incidenti o per i disabili. Il nuoto non solo viene usato per riabilitazione o per mantenere in forma fisica il corpo, ma anche per scaricare lo stress fisico e mentale. Per questo è utile soprattutto ai ragazzi giovani che vivono periodi di stress o di depressione. Con questo sport ogni essere umano riesce a sfogarsi e ad eliminare la rabbia, l'ansia o l'angoscia che lo perseguita. === Ginnastica prenatatoria === La ginnastica prenatatoria è un'attività motoria propedeutica del nuoto, sebbene sia limitatamente valutata rispetto all'attività natatoria propriamente detta, riveste aspetti di rilievo in quanto una buona ed equilibrata ginnastica, parametrata al livello di sviluppo fisiologico e all'età dell'allievo, consente all'organismo di aumentare la funzionalità dei sistemi organici centrali e di preparare adeguatamente le strutture muscolari e articolari alla successiva attività in acqua. Serve soprattutto agli atleti agonistici per allungare la muscolatura e evitare quindi eventuali infortuni come potrebbe essere uno strappo o una contrattura. Proprio per questo sopra tutto i nuotatori di alto livello la praticano per diversi minuti prima di iniziare l'allenamento. Finalità e scopi: * Riscaldamento muscolare Rappresenta la fase di transizione dal riposo all'attività, i cui principali obiettivi sono: aumentare la vasodilatazione, l'approvvigionamento di sangue ai muscoli e di conseguenza favorire l'apporto di nutrienti e lo scambio gassoso al muscolo in attività, aumentare gli impulsi nervosi al muscolo, migliorare lo smaltimento delle scorie e aumentare la temperatura corporea per fare in modo che l'attività degli enzimi responsabili della produzione di energia possa essere ottimizzata. * Apprendimento/padroneggiamento degli schemi motori di base Gli schemi motori di base sono gli elementi strutturali del movimento volontario e finalizzato. Nello sviluppo psicomotorio sono i primi a comparire spontaneamente e rappresentano le forme elementari di movimento, coordinazione e la prima applicazione delle capacità motorie. Gli schemi motori di base sono movimenti globali effettuati nella dimensione spazio-temporale e rappresentano il presupposto per il successivo sviluppo della motricità. Sono degli esempi: camminare, correre, saltare, strisciare, rotolare, equilibrarsi, lanciare, afferrare, arrampicarsi. * Favorire lo sviluppo/stimolare le capacità coordinative Le capacità coordinative consentono di progettare, organizzare, controllare e regolare il movimento nel tempo e nello spazio. Dipendono dal sistema sensopercettivo che è l'insieme delle strutture e dei processi attraverso cui il soggetto riconosce, acquisisce e discrimina le informazioni provenienti dall'esterno (ambiente circostante) o dall'interno (dal proprio corpo) prendendone coscienza (percezione). Le capacità coordinative sono state studiate da diversi autori e sono distinte in generali (capacità di apprendimento motorio, di controllo motorio e di adattamento e trasformazione) e speciali (capacità di equilibrio, di ritmo, di reazione, di orientamento, di differenziazione, di accoppiamento e combinazione, di trasformazione). * Favorire lo sviluppo/stimolare le capacità condizionali Le capacità condizionali dipendono da fattori anatomici e fisiologici dell'individuo in particolare discendono dal grado di efficienza e di sviluppo dell'apparato cardiocircolatorio, respiratorio, muscolare e sono influenzate dai processi metabolici che conducono alla produzione di energia. Le capacità condizionali sono distinte in forza, resistenza e velocità; le esercitazioni mirate al loro sviluppo servono a creare il patrimonio motorio di ciascun soggetto. === Altro === Diverse persone praticano il nuoto come parte del proprio lavoro. Ad esempio i pescatori di perle o di molluschi, nuotano e si tuffano per ottenere un guadagno economico. Il nuoto viene anche praticato per il progresso scientifico. Naturalmente, il nuoto viene studiato per migliorare le prestazioni dei nuotatori agonisti. Ma nuoto e tuffi vengono spesso usati nella biologia marina per osservare piante e animali nel loro habitat naturale. Altre scienze possono impiegare il nuoto. Konrad Lorenz ad esempio nuotava con le oche come parte dei suoi studi sul comportamento animale. Spesso il nuoto viene usato semplicemente come mezzo per spostarsi da un luogo all'altro. Oggigiorno ponti e traghetti vengono usati nella stragrande maggioranza dei casi, ma esistono occasioni in cui si nuota, ad esempio per attraversare fiumi o accedere a isole. Dei carichi possono essere trasportati dal nuotatore o spinti tenendoli su appositi apparati galleggianti. Le truppe militari a volte utilizzano il nuoto per attraversare corsi d'acqua. Il nuoto ha utilizzi militari che vanno oltre l'attraversamento di corsi d'acqua. Un nuotatore, in acqua o sott'acqua, può essere difficile da individuare, specialmente di notte. Questo tipo di operazioni vengono svolte di solito dalle Forze speciali, come ad esempio il G.O.I. o i Navy SEALS americani. Il nuoto viene utilizzato per avvicinarsi a una postazione, raccogliere informazioni, per sabotaggio o combattimento, e per lasciare una posizione. Questo può comportare il venire paracadutati in acqua o il lasciare un sottomarino in immersione attraverso una boccaporto o dai tubi dei siluri. Equipaggiamenti e tecniche speciali vengono impiegate per ingaggiare ostilità in e sott'acqua. Il nuoto esercita quasi tutti i muscoli del corpo. Tipicamente, le braccia e il tronco sono sollecitati più delle gambe, poiché la maggior parte del movimento in avanti viene generata dalle braccia. Nel nuoto agonistico, un'eccessiva muscolatura delle gambe può essere vista come uno svantaggio, in quanto esse consumano più ossigeno, che potrebbe essere necessario ai muscoli delle braccia. Comunque, questo dipende molto dallo stile. Mentre la rana genera circa il 50% del movimento con le gambe, il crawl propelle il corpo principalmente con le braccia. Nuotare è un esercizio aerobico, a causa dei tempi di esercizio relativamente lunghi che richiedono un costante apporto di ossigeno ai muscoli, con l'eccezione degli sprint brevi, dove i muscoli lavorano in maniera anaerobica. Come per molti altri esercizi aerobici, si ritiene che il nuoto riduca gli effetti dannosi dello stress. Mentre gli esercizi aerobici tipicamente bruciano grassi e aiutano a perdere peso, questo effetto è limitato nel nuoto, anche se stando nell'acqua fredda si bruciano più calorie per mantenere la temperatura corporea. Il motivo per cui nuotare non riduce significativamente il peso è ancora poco compreso, ma sembra legato alla migliore conduzione del calore dell'acqua. Si ipotizzano diverse ragioni. *Prima: l'acqua raffredda il corpo più rapidamente dell'aria, e molti ricercatori credono che di conseguenza il corpo tenda a mantenere uno strato di grasso sotto la pelle come isolante. *Seconda: si ritiene che l'appetito diminuisca con il salire della temperatura corporea, come ad esempio durante l'esercizio fisico. Comunque, durante il nuoto il corpo viene raffreddato quasi istantaneamente, poiché la temperatura dell'acqua circostante è di solito più bassa di quella del corpo. Alcuni ricercatori ritengono che questo possa aumentare l'appetito. Questa assunzione non è stata ancora provata dalle ricerche. *Terzo: alcuni ricercatori credono inoltre che il metabolismo del corpo aumenti a temperature corporee più alte, bruciando più calorie. Ancora una volta, durante il nuoto, il corpo viene raffreddato dall'acqua circostante, riducendo il metabolismo, e conseguentemente il numero di calorie bruciate. Anche questa assunzione non è stata ancora provata dalle ricerche. Il nuoto è considerato uno sport a basso rischio di infortuni. Ciò non di meno, è raccomandabile nuotare in aree sorvegliate da bagnini e di prestare attenzione alle condizioni dell'acqua. Di seguito vengono elencati i rischi in ordine decrescente di pericolosità. * Affogamento; può causare lesioni o morte. ** Affogamento a causa di avverse condizioni dell'acqua che possono costringere il corpo sott'acqua o forzare l'immissione di acqua nel corpo. ** Affogamento dovuto a galleggiamento negativo, ad esempio causato dall'essere attaccati a corpi più pesanti dell'acqua (l'essere intrappolati in un corpo più pesante dell'acqua, come una barca che affonda). ** Affogamento dovuto a influenze esterne, come ad esempio venire spinti sott'acqua da un'altra persona, accidentalmente o intenzionalmente. ** Affogamento causato dall'incapacità di nuotare, per esaurimento delle forze o mancanza di conoscenza o una combinazione delle due. A parte altri rischi per la salute elencati di seguito, questo può essere causato da effetti non correlati al nuoto, come per esempio un infarto. * Rischi dovuti agli effetti dell'acqua sul corpo umano. ** Affogamento secondario, nel quale l'acqua salata inalata dopo un quasi affogamento, incomincia a creare una schiuma nei polmoni che limita la respirazione. ** Lo shock termico dopo essere saltati in acqua può causare un arresto cardiaco. ** Passare del tempo in acqua fa raggrinzire la pelle delle dita, del palmo delle mani e della pianta dei piedi. Questo effetto sparisce rapidamente senza conseguenze negative. ** Le ferite si rimarginano più lentamente se vengono bagnate. * Rischi correlati a sostanze chimiche disciolte in acqua. ** Nelle piscine il cloro, soprattutto se legato con ammoniaca (NH4Cl), può far bruciare gli occhi. Il bruciore può smettere subito dopo aver lasciato l'acqua. In casi di persone più sensibili il bruciore può protrarsi anche per una o due ore. Effetti di visione offuscata, opalescenze e arcobaleni intorno alle sorgenti luminose sono riconducibili sempre al cloro. Altre tecniche di disinfezione, che usano, ad esempio, l'ozono, evitano questo effetto. ** Respirare piccole quantità di cloro dalla superficie dell'acqua, ripetutamente e per lunghi periodi di tempo, come accade ai nuotatori agonisti, può avere effetti avversi sui polmoni. Non si tratta di sintomi preoccupanti, ma per lo più temporanei, il più diffuso è una tosse secca e insistente che può durare fino a 20-30 min, a volte anche dei lievi giramenti di testa. Se inalato in quantità consistenti, provoca fitte all'altezza dello sterno durante la respirazione che possono durare anche un giorno intero. ** Il cloro ha anche un effetto cosmetico negativo sui capelli, dopo lunghe e ripetute esposizioni. * Rischi dovuti a batteri, funghi e virus presenti nell'acqua. L'acqua è un ambiente eccellente per molti batteri che possono affliggere gli esseri umani. I rischi e la severità dell'infezione variano con la qualità dell'acqua. Tuttavia al giorno d'oggi le tecniche di disinfezione sono largamente diffuse. Una selezione delle infezioni più comuni correlate al nuoto sono: ** Nuotare o farsi la doccia può causare il piede d'atleta. Il modo più semplice di evitarlo e di asciugare rapidamente la pelle tra le dita dei piedi dopo aver nuotato. ** Il nuoto può causare infezioni alle orecchie e al canale uditivo (Otitis externa). ** Casi di malattia del legionario sono stati trasmessi a causa di docce mal sterilizzate. Gli impianti sportivi di qualità riscaldano l'acqua delle docce a 60 °C durante i periodi di chiusura per disinfettare le tubature. * Rischi dovuti all'attività fisica in acqua, specifici del nuoto. ** I nuotatori agonisti possono avere dei danni alla salute causati dal sovrautilizzo. I farfallisti ad esempio possono sviluppare dolori alla schiena dopo lunghi anni di allenamenti, i ranisti possono avere dolori alle ginocchia, mentre dorsisti e liberisti possono sviluppare dolori alle spalle. ** Chi nuota da molto tempo può sviluppare delle escrescenze anormali nel canale uditivo, a causa dell'ingresso dell'acqua nelle orecchie. ** Il blackout da acqua poco profonda è una condizione in cui trattenere il respiro causa un'improvvisa perdita di conoscenza causata dalla mancanza di ossigeno (asfissia). ** La spossatezza causata da lunghe nuotate o una cattiva condizione fisica possono causare l'annegamento. * Rischi dovuti alle condizioni dell'acqua e del tempo atmosferico. ** Nuotando all'aperto si può essere colpiti da un fulmine durante un temporale. I fulmini solitamente colpiscono il punto più elevato di una data area, come può essere la testa di un nuotatore che emerge dalla superficie dell'acqua. ** Un forte vento può produrre delle onde che possono spingere il nuotatore lontano dalla riva. ** L'ipotermia dovuta all'acqua fredda può portare rapidamente alla spossatezza o alla perdita di conoscenza, a seconda della temperatura dell'acqua e alle condizioni fisiche. ** La corrente, le maree, vortici e mulinelli, possono provocare spossatezza, allontanare il nuotatore da una zona sicura o trascinarlo sott'acqua. ** A causa della riflessione sull'acqua, l'effetto della luce solare sulla pelle è più forte che sulla terra, e può provocare scottature. Inoltre, quando si nuota si espone al sole gran parte del corpo, specialmente zone che normalmente restano coperte (attorno ai bordi del costume) o in ombra (come dietro alle ginocchia). A lungo termine questo può incrementare i rischi di cancro alla pelle. * Rischi dovuti a oggetti presenti in acqua. ** Una collisione con un altro nuotatore, o altri oggetti, come il bordo della piscina, uno scoglio, un'imbarcazione (specialmente le eliche del motore), possono produrre ferite più o meno gravi. Queste sono possibili anche quando si colpiscono oggetti mentre ci si tuffa in acqua o camminando sopra oggetti taglienti presenti sul fondo (ad esempio vetri rotti). ** Forme di vita marina pericolose possono attaccare l'uomo per autodifesa o per scopi predatori, spesso usando un veleno. *** Creature marine che pungono come meduse e alcuni coralli. *** Creature marine che trafiggono, come il riccio di mare o le tracine. *** Creature marine che mordono: squali e altri pesci, serpenti, o aragoste e granchi. Il corpo umano, essendo composto in gran parte d'acqua, ne possiede all'incirca la stessa densità. Quindi, rimanere a galla richiede solo la spinta verso il basso di una piccola quantità d'acqua, rispetto alla massa complessiva del corpo, e il moto trasversale solo una leggera spinta dell'acqua in direzione opposta alla direzione del moto, a causa di una generalmente bassa resistenza idrodinamica. Tutti gli stili si compongono per la bracciata di due fasi alterne: la fase attiva e la fase passiva. La fase attiva dà propulsione, solitamente usando le mani come se fossero delle pale e sbattendo le gambe in modo da spingere l'acqua lontano dal corpo; la fase passiva serve a recuperare gli arti. La fase attiva si divide a sua volta in tre fasi: * L'appoggio o presa, dal momento in cui la mano entra in acqua fino a quando entra nella fase successiva; * La trazione, ovvero la fase in cui la forza esercitata dal nuotatore è prevalentemente orientata parallelamente al suo corpo; * La spinta, ossia la fase in cui si lascia indietro la massa d'acqua. La rana fa eccezione a questa suddivisione, in quanto è l'unico stile che non presenta la fase di spinta. Nella nuotata eseguita dagli agonisti, cosiddetta "nuotata tecnica", tali fasi sono ben individuabili, in quanto in trazione avviene una flessione del braccio per orientare la forza parallelamente al corpo (il cosiddetto ''movimento a "S"''); con tale tecnica si riesce a massimizzare la massa di "acqua ferma" all'interno del braccio, incrementando a parità di forza notevolmente la spinta, fase seguente, dove il braccio viene ridisteso completamente. Ottenere la massima efficacia propulsiva richiede un notevole impegno muscolare e sviluppate capacità coordinative. L'impiego delle tecniche agonistiche da parte dei principianti risulta pertanto controproducente: il più delle volte si manifesta una diminuzione dell'ampiezza della bracciata (minor propulsione), scoordinazione e movimenti inefficaci (esempio: fase d'ingresso con angoli tali da incrementare la massa d'acqua in maniera nettamente superiore a quella che si riesce a spingere). Inoltre la forza richiesta dai gesti tecnici la rende inappropriata quando l'apparato locomotore è in via di sviluppo (ad esempio per i bambini). Per ovviare a queste problematiche si insegna ai principianti una nuotata ''elementare'' che consente di nuotare in modo efficace pur non massimizzando le masse d'acqua spostate. Qualunque genere di allenamento tuttavia può tramutare un nuotatore lento o normale in uno moderatamente veloce; inoltre, poiché la velocità si tramuta direttamente in distanza, le stesse tecniche che migliorano la velocità possono essere di aiuto per percorrere una distanza maggiore a parità di sforzo. In particolare: * il dorso e le gambe devono essere tenute il più possibile parallele alla superficie dell'acqua. Gambe afflosciate e torso inclinato possono aumentare notevolmente la resistenza dell'acqua. * è bene cercare di avere sempre un braccio steso in avanti, oltre la testa, e cercare di estenderlo il più possibile. Questo accorgimento incrementa la lunghezza media alla linea di galleggiamento e, in sostanza, fa aumentare la velocità. Questo è un effetto da tempo sfruttato dai progettisti di barche, nonché utilizzato inconsciamente dai nuotatori naturalmente dotati. * è bene cercare di massimizzare il tempo passato sul fianco, poiché il torso è più stretto tra petto e schiena che tra i due lati. Questo accorgimento riduce la sezione frontale e, di conseguenza, la resistenza dell'acqua; inoltre incrementa il rapporto tra lunghezza e larghezza sulla linea di galleggiamento. Simili miglioramenti sono possibili orientando in modo corretto la parte più stretta di testa, braccia e gambe nell'acqua. Il dorso è comunque la parte più importante. * il movimento in avanti di mani, braccia e gambe, deve avvenire il più possibile fuori dall'acqua, mentre quando sono in acqua devono essere orientate nel miglior modo possibile. Questo perché gli arti devono muoversi a una velocità due volte superiore a quella del nuotatore e, in acqua, generano una resistenza otto volte superiore a quella della sezione frontale del torso (la resistenza incrementa con il quadrato della velocità). La "presa" base dell'acqua non è critica come gli accorgimenti innanzi descritti, nemmeno lontanamente. La gran parte dei nuotatori "afferra" l'acqua con la mano piatta, o con le dita leggermente divaricate, e la spinge dolcemente sotto il proprio corpo. A tal proposito sarebbe opportuno entrare in acqua con la mano "di taglio", impattando in acqua con pollice e indice (dita chiuse), a braccio quasi disteso completamente, per poi finire la distensione con la mano piatta (quindi facendo "toccare" gradualmente le altre tre dita); tale accorgimento evita del tutto di impattare sulla superficie dell'acqua con il gomito, fattore che qualora dovesse verificarsi finirebbe con l'incrementare notevolmente il coefficiente idrodinamico, facendo rallentare il nuotatore. Si noti che nessuna delle tecniche sopra citate richiede un aumento della forza fisica. Con un allenamento sulla forza, le mani e i piedi possono essere estesi maggiormente in acqua, guadagnando più velocità. Per i principianti, una maggiore forza porta solo a piccoli miglioramenti se le strategie riportate (minimizzare la resistenza e allungare la linea di galleggiamento) non sono attuate. === Partenza === La partenza da bordo vasca viene effettuata contemporaneamente da tutti gli atleti, indicata da un ausilio sonoro controllato dal giudice di partenza. Per gli stili delfino, rana e stile libero, la partenza viene effettuata da appositi blocchi situati poco sopra il livello dell'acqua dai quali l'atleta si tuffa, esegue una subacquea di lunghezza non superiore ai 15 metri e poi emerge incominciando a nuotare. Per lo stile dorso, invece, la partenza si esegue dall'interno della vasca, aggrappandosi ad apposite maniglie posizionate sui blocchi e spingendosi con i piedi dal bordo della vasca. Le partenze dal blocco si dividono ulteriormente in due tipi: # ''Grab start'': il nuotatore è posizionato generalmente con entrambi i piedi aggrappati al bordo anteriore del blocco, il bacino è alto e le mani poggiate al centro del bordo tra le gambe, oppure si può partire anche come nel Track start. # ''Track start'': il nuotatore è posizionato con un piede sul bordo anteriore del blocco e l'altro nella parte posteriore del blocco (dove da pochi anni è stato inserito un alettone per poterne sfruttare al meglio la spinta) e le mani si trovano sul bordo anteriore del blocco generalmente posizionate vicino agli angoli. Questa tecnica, che riprende la partenza dal blocco dell'atletica, è il metodo più utilizzato ad alti livelli perché ritenuto molto efficace e veloce. In ogni caso gli atleti possono partire nel modo in cui preferiscono a patto che almeno un piede sia a contatto con il bordo anteriore del blocco di partenza. === Virata === Il cambio di direzione che l'atleta deve eseguire una volta terminata la vasca prende il nome di virata. Essa prevede in ogni caso, con differenti modalità a seconda dello stile nuotato, che l'atleta tocchi il muro, pena la squalifica. Ciò avviene anche se, durante le fasi della virata, l'atleta si appoggia e si sostiene a frangiflutti o direttamente dal bordo della vasca, oppure se supera i 15 metri di subacquea. La virata stile-stile prevede un contatto con il muro con qualsiasi parte del corpo; solitamente, essa è effettuata sfruttando l'ultima bracciata per la spinta verso il basso per eseguire una sorta di capovolta che termina quando i piedi sono rivolti verso il muro; la rotazione del busto per ritornare in posizione "prona" può avvenire sia durante l'esecuzione della capriola, sia durante la fase di spinta. La virata dorso-dorso prevede anch'essa semplicemente un contatto con il muro con qualsiasi parte del corpo. È consentito, prima della virata, posizionarsi sul petto ed eseguire una singola trazione di un braccio o entrambe le braccia contemporaneamente. Una volta che ci si gira sul petto interrompere l'azione continua di virata eseguendo alcuni colpi di gambe per avvicinarsi alla parete comporta la squalifica. L'innovazione però è recente, in precedenza si usava toccare il bordo con una mano rimanendo sul dorso e effettuare una "capriola all'indietro", ruotando poi il busto quando i piedi erano ancora a contatto con il muro per ritornare in posizione supina. Per quanto riguarda il cambio di nuotata dorso-rana nelle gare miste si finisce la vasca a dorso e si tocca obbligatoriamente la parete con una parte qualsiasi del corpo in posizione sul dorso e senza che il corpo sia completamente immerso; una volta toccato il muro ci si gira semplicemente dalla posizione supina a quella prona; una variante della suddetta virata contempla la capriola all'indietro, affine alla vecchia virata a dorso: dopo aver toccato il bordo con una mano si effettua una capriola all'indietro che termina con una spinta dal bordo quando i piedi sono accostati al muro, questo per facilitare la parte subacquea (nella rana il primo movimento, ovvero bracciata, gambata e scivolamento, può essere effettuato completamente sott'acqua). Le virate rana-rana, farfalla-farfalla e i cambi rana-stile e farfalla-dorso, sono meno complesse, o meglio, differenti. In esse vale il "tocco e riparto" ovvero si tocca obbligatoriamente il bordo in modo simultaneo con entrambe le mani e si riparte nello stile prefissato. === Delfino/Farfalla === Lo stile a ''delfino'' è uno dei quattro stili ufficiali del nuoto e fa parte dello stile misto. Considerato da molti lo stile più spettacolare, ma allo stesso tempo difficile, richiede un notevole sforzo fisico e una perfetta coordinazione sia di gambe sia di braccia. Lo stile viene spesso denominato delfino (anche se il termine tecnico è farfalla) in quanto il tipico movimento ondulatorio delle gambe ricorda i movimenti della nuotata dei delfini. Il delfino è l'evoluzione della farfalla (nome che conserva a livello agonistico) e si differenzia soprattutto nell'azione della gambata. Il delfino fa la sua prima comparsa nel 1927, quando il nuotatore e pallanuotista tedesco Erich Rademacher nuota una gara a rana portando le braccia fuori dall'acqua. Sette anni più tardi, nel 1933, Henry Myers riprese lo stile utilizzato da Rademacher nuotando una gara a rana con le braccia fuori dall'acqua e l'anno successivo David Ambruster perfezionò la bracciata del nuovo stile che stava nascendo, dandogli il nome butterfly (''farfalla''). Jack Sieg nel 1935 elabora il colpo a gambe unite, detto ''a coda di pesce'', che però viene approvato dalla FINA solamente nel 1950. Nel 1953 viene ufficialmente riconosciuto il nuovo stile, che venne diviso dallo stile a rana e nel 1956 fa la sua prima comparsa ai Giochi olimpici. Bisogna notare che il regolamento FINA prevede che le gambate nella nuotata a farfalla siano eseguite contemporaneamente e sullo stesso piano, cioè si sfrutti il colpo a coda di pesce. Per quanto riguarda il settore di nuoto master è concesso invece il calcio a rana. === Dorso === Il ''dorso'', più raramente ''crawl sul dorso'' fa parte dello stile misto (inglese: ''backstroke'' o ''back crawl''); è uno dei quattro stili ufficiali del nuoto e l'unico dove il volto dell'atleta non è rivolto verso il fondo dell'acqua ma verso l'alto. Lo stile fa la sua prima apparizione in modo non ufficiale nel 1896, ai Giochi olimpici di Atene, quando Alfred Guttmann nuota i 1200 metri stile libero sul dorso, vincendo l'oro olimpico. Nel 1900, ai Giochi olimpici di Parigi, vengono inseriti nel programma olimpico i 200 metri dorso. Successivamente, con il passare degli anni, lo stile iniziale di Guttmann, che ricordava la nuotata a rana eseguita al rovescio, subì delle modifiche e dei perfezionamenti da vari atleti. === Rana === La ''rana'' è uno dei quattro stili ufficiali del nuoto e fa parte dello stile misto. Tra i quattro stili del nuoto, è il più lento. Lo stile, di origine orientale, fa la sua comparsa in Europa nel 1844 a Londra quando due nuotatori indiani, Fliyng Gull e Tobacco, nuotano una gara utilizzando uno stile antenato della rana. Gli inglesi, pur avendo avuto la possibilità di conoscere il nuovo stile, lo ritennero poco adatto agli standard europei. Lo stile viene ripreso dagli Stati Uniti d'America, dove tra il 1870 e il 1880 si disputano le prime gare a rana. Nei primi anni del Novecento vengono organizzate gare anche in Inghilterra e nel 1908 viene inserita la prima gara a rana, i 200 metri, ai Giochi olimpici di Londra. === Stile libero / crawl=== Lo ''stile libero'' o ''crawl'' è uno dei quattro stili ufficiali del nuoto e fa parte dello stile misto. Le norme FINA impongono pochissime restrizioni sull'azione natatoria dei nuotatori: sostanzialmente il nuotatore può nuotare in qualsiasi stile, usando teoricamente anche uno stile personale. Le uniche limitazioni sono l'impossibilità, durante i misti, di nuotare la frazione dello stile libero mediante uno degli stili già usati in precedenza e la necessità durante tutta la durata della gara di "rompere la superficie dell'acqua" ovvero una parte del corpo del nuotatore deve sempre emergere. A parziale deroga di quest'ultima regola, è possibile per il nuotatore stare in immersione, ma per non più di 15 metri, dopo il tuffo alla partenza e dopo ogni virata. Si impone inoltre che, qualora un atleta interrompa la nuotata, lo stesso non cammini sul fondo della vasca e non si tiri ai galleggianti delimitatori di corsia. Essendo uno stile non regolato da norme, nella storia varie sono state le tecniche utilizzate per gareggiare. Inizialmente gli stili utilizzati dai nuotatori erano l'''overarm'' e il ''trudgen'', che col passare del tempo hanno lasciato posto al ''crawl''. === Misti === I ''misti'' sono una specialità del nuoto, combinazione dei quattro stili ufficiali. In una gara vengono eseguiti dai nuotatori tutti gli stili, partendo con la farfalla (delfino), e successivamente in ordine dorso, rana e stile libero. Nelle staffette, l'ordine prefissato è dorso, rana, delfino e stile libero. Vi si possono eseguire i seguenti metri: * 100 misti, 200 misti, 400 misti. === Altri stili === Il ''crawl'' è uno degli stili non ufficiali del nuoto. Questo stile è il principale utilizzato nelle gare a stile libero. In uso fin dall'antichità, è considerato lo stile che garantisce all'essere umano di muoversi dentro l'acqua nel modo più efficace ed economico possibile (movimento quasi alternato delle braccia unito a una propulsione continua degli arti inferiori), definito anche il "principe degli stili". Fa la sua prima apparizione in Europa nel 1844 a Londra. A diffonderlo fu John Arthur Trudgen, il quale aveva appreso la tecnica del ''crawl'' dai nativi del Sud America durante un viaggio in Argentina nel 1873. === Staffette === Esistono cinque tipi di staffetta nel nuoto: * 4 per 50 stile libero, praticata solamente nelle gare delle categorie B1 e B2. * 4 per 50 misti, praticata solamente nelle gare delle categorie B1 e B2. * 4x100 stile libero, in cui 4 nuotatori percorrono la distanza di 100 metri ciascuno a stile libero, uno dopo l'altro; * 4x200 stile libero, in cui ciascuno percorre 200 metri a stile libero; * 4x100 misti, in cui ciascuno nuota uno stile diverso (che vengono nuotati nel seguente ordine: dorso, rana, delfino, stile libero) È possibile effettuare diverse partenze tra una frazione e l'altra, dalla partenza dal blocco standard alla circonduzione delle braccia in senso orario accompagnate da un passo in avanti delle gambe. Esiste inoltre la possibilità di eseguire le cosiddette staffette mixed miste in cui due atleti e due atlete per squadra effettuano una normale staffetta mista. Una esibizione di 250px === Nuoto sincronizzato === Il ''nuoto sincronizzato'' (inglese: ''synchronized swimming'') è uno sport acquatico nato nei primi anni del XX secolo derivato dal nuoto, dalla ginnastica e dalla danza. Esso consiste nell'eseguire esercizi coreografici in acqua accompagnati dalla musica. L'esibizione può essere eseguita da uno, due o più atleti, rispetto al tipo di competizione. Disciplina olimpica fin dai Giochi della XXIII Olimpiade, nel 1984, il nuoto sincronizzato riserva competizioni internazionali unicamente femminili. Il titolo di prima ''ballerina subacquea'' viene riconosciuto a Annette Kellerman, nuotatrice australiana che nel 1907 si esibì al New York Hippodrome in una vasca di vetro. Pochi anni più tardi, nel 1915, Katherine Curtis elaborò delle acrobazie da eseguire in acqua, fondando anche un club di ''danzatrici acquatiche''. === Pallanuoto === Una partita di pallanuoto La ''pallanuoto'' o ''palla a nuoto'' (inglese: ''water polo'' dalla pronuncia inglese della parola palla in lingua balti, ''pulu'') è uno sport di squadra acquatico nato nel XIX secolo in Inghilterra e in Scozia, le cui regole furono codificate per la prima volta nel 1887 da William Wilson, derivato dal nuoto. Una partita di pallanuoto vede affrontarsi due squadre, ognuna rappresentata in campo da sette giocatori, chiamati pallanuotisti, che possono essere sostituiti nell'arco della partita per un numero illimitato di volte, tranne nel caso commettano tre falli gravi, nel qual caso, viene decretata una espulsione definitiva con relativo obbligo di sostituzione. Nuotando in uno specchio d'acqua gli atleti devono scagliare con le mani (vige per tutto l'incontro, tranne che per il portiere, l'obbligo di toccare la palla obbligatoriamente con una mano sola) un pallone il maggior numero di volte possibile nella porta avversaria. Ogni volta che ciò avviene si effettua un punto (detto gol o rete). Al termine dei quattro tempi di gioco la squadra con il maggior numero di punti è proclamata vincitrice. === Altre varianti === Un'atleta durante un allenamento di nuoto pinnato Il ''nuoto pinnato'' (inglese: ''finswimming'') è uno sport acquatico nato a metà degli anni cinquanta derivato dal nuoto. Basato sullo sport originario, il nuoto pinnato permette di raggiungere velocità ben più elevate grazie ad attrezzature specifiche come le pinne. Testi scritti parlano di gare di nuoto pinnato in Francia nel 1920, in Italia tra il 1930 e il 1940, e nel Regno Unito nel 1950. Lo sport fa la sua prima comparsa internazionale ai World Games 1981 di Santa Clara dove vengono assegnati dodici titoli, sei maschili e sei femminili. Il ''nuoto per salvamento'' è uno sport acquatico derivato dal nuoto che richiede resistenza e maturità, fisica e mentale. Nato come una esibizione di tecniche di salvataggio, nel tempo il nuoto per salvamento è diventato un vero e proprio sport in cui i partecipanti devono percorrere il più velocemente possibile la prima vasca, immergersi per recuperare una zavorra che dovranno poi trasportare sul dorso per un'altra vasca. Il ''triathlon'' è uno sport multidisciplinare basato sul nuoto, sul ciclismo e sulla corsa. La nascita di questo sport è ritenuta da alcuni avvenuta in Francia nel 1920, anche se nel 1902 ci fu una competizione che univa tre sport: corsa, ciclismo e canoa. Esistono attrezzi molto utili e indispensabili per un buon allenamento di nuoto: * Pinne Corte: Ti aiutano nel rafforzare le gambe a livello muscolare e a fare un lavoro cardiovascolare. Aumentano la tua velocità e ti danno maggiore spinta, di conseguenza posizionano il corpo nel modo più corretto, sollevandoti e dandoti sostegno più della normale battuta di gambe. * Palette: Servono per aumentare il carico di lavoro muscolare su spalle e braccia. Hanno lo scopo di aumentare la velocità di bracciata e ne esistono diverse misure. * Tavoletta: Molto utile come supporto per le serie di tecnica o di gambe a patto che sia leggera e non sollevi troppo le spalle dal livello dell'acqua. *Pull Buoy: sono galleggianti (pezzi di schiuma o plastica) che vengono tenuti in mezzo alle gambe (cosce) mentre si nuota. Hanno la funzione di spingere in alto le gambe e i fianchi del nuotatore facendo in modo che esso non batta le gambe. Il nuotatore così facendo può concentrarsi sulla trazione degli arti superiori e sull'oscillazione.
Niels Bohr
Firma di Bohr Diede contributi fondamentali nella comprensione della struttura atomica e nella meccanica quantistica, per i quali ricevette il premio Nobel per la fisica nel 1922.
=== Famiglia e studi === Bohr nacque a Copenaghen il 7 ottobre 1885. Suo padre, Christian Bohr, era un fisiologo danese di religione luterana, docente alla facoltà di Fisiologia all'Università di Copenaghen e scopritore di un comportamento dell'emoglobina detto effetto Bohr. Henrik Bohr, suo nonno paterno, fu insegnante e successivamente preside del Westenske Institut di Copenaghen. Sua madre, Ellen Adler Bohr, era una ricca borghese danese di origine ebraica, la cui famiglia era assai importante nell'ambiente bancario e parlamentare danese. Il suo nonno materno, David Adler, morì nel 1878 e quindi Niels non riuscì mai ad incontrarlo, ma i suoi ideali a favore dei diritti umani furono tramandati allo stesso Niels attraverso la figlia Ellen, sua madre. Suo fratello, Harald Bohr, era un matematico e calciatore della nazionale danese, convocato alle Olimpiadi. Ebbe anche una sorella maggiore, nata nel 1883, divenuta poi un'insegnante nella scuola fondata dalla zia materna dei tre fratelli, Hanna Adler, conosciuta per essere la pioniera dell'introduzione dell'educazione mista in Danimarca. Niels era un calciatore come il fratello, ma dilettante, di ruolo portiere, e giocò nel 1905 insieme al fratello nell'Akademisk Boldklub, una delle squadre di Copenaghen. Non venne considerato adatto per vestire la maglia della nazionale danese perché si narra che in un incontro amichevole tra il suo club ed una rappresentativa tedesca, Bohr subì una rete su un facile tiro da lunga distanza, distratto, per sua stessa ammissione, da un problema matematico. Bohr si laureò all'Università di Copenaghen nel 1911 con una tesi sull'impossibilità di spiegare con la fisica classica i fenomeni magnetici; nel 1921, da questo lavoro la fisica olandese Hendrika Johanna van Leeuwen formulò il teorema che prende il nome di teorema di Bohr-Van Leeuwen. Si trasferisce prima a Cambridge grazie ad una borsa di studio, dove spera di collaborare con J. J. Thomson per continuare le indagini sulla teoria dei metalli. Non riuscendo a lavorare con il fisico britannico, si cimenta nello studio dell'elettromagnetismo seguendo le lezioni universitarie di James Jeans. Grazie alla borsa di studio che la Fondazione Carlsberg gli offrì per dargli la possibilità di studiare un anno all'estero, si trasferì poi all'Università di Manchester, in Inghilterra, dove studiò con Ernest Rutherford. Durante il suo periodo di studi con Rutherford, si occupa della riuscita di alcuni esperimenti sull'assorbimento da parte dell'alluminio delle particelle alfa, programma suggerito proprio da Rutherford. Questo progetto viene poi sospeso dallo stesso Bohr perché interessato al concetto teorico del suo nuovo modello atomico, originato dalla teoria orbitale dell'atomo scoperta da Rutherford. Dopo molti anni dalla morte di Rutherford, Bohr accetta di tenere il suo discorso commemorativo, conosciuto come il Rutherford Memorial Lecture, il 28 novembre 1958, all'Imperial College di Londra. Rutherford aveva proposto un modello in cui quasi tutta la massa dell'atomo è concentrata in una porzione molto piccola, il cosiddetto nucleo (caricato positivamente), mentre gli elettroni ruotano attorno ad esso con gusci concentrici detti orbitali. === Modello atomico di Bohr === Modello atomico di Bohr-Sommerfeld. Il nucleo al centro ospita protoni carichi positivamente e neutroni, mentre gli elettroni carichi negativamente ruotano intorno a esso su determinate orbite in dipendenza del livello di energia. In base alle teorie di Rutherford, Bohr pubblicò il suo modello della struttura atomica, introducendo la teoria degli elettroni che viaggiano in orbite ben definite, che corrispondono ai diversi stadi di energia intorno al nucleo dell'atomo. Bohr, inoltre, introdusse l'idea che un elettrone possa cadere da un'orbita di alta energia a una con energia più bassa, emettendo un fotone di energia definita. Questa teoria fu la base della teoria dei quanti. Niels Bohr divenne professore all'Università di Copenaghen e direttore "dell'istituto recentemente costruito della fisica teorica". Questo modello tuttavia non spiegava la stabilità degli atomi e la ragione per cui l’elettrone non “cade” nel nucleo ma mantiene sempre un livello minimo di energia. Il 27 aprile 1920, Bohr giunge a Berlino su invito di Max Planck. Essendo presente a Berlino anche Einstein, si colse l’occasione per un incontro a tre dei più importanti fisici dell’epoca. L’incontro fu estremamente cordiale, seppur diversi caratterialmente si trovarono a loro agio parlando per tutto il tempo di fisica, confrontando le loro idee. « poche volte, nella vita, una persona mi ha dato tanta gioia con la sua sola presenza come stato nel suo caso.» Scrisse successivamente Einstein a Bohr. ''The Theory of Spectra and Atomic Constitution (Drei Aufsätze über Spektren und Atombau)'', 1922 Nel 1922 Bohr ricevette il Premio Nobel per la fisica "per i suoi servizi nell'indagine sulla struttura degli atomi e della radiazione che emana da essi". L'istituto di Bohr fu il punto di riferimento per i fisici teorici negli anni venti e trenta. Stemma di Niels Bohr, riportante il motto "CONTRARIA SUNT COMPLEMENTA" e collare dell'ordine danese dell'elefante. Bohr sviluppò inoltre il principio di complementarità, che rese pubblico al Congresso internazionale dei fisici del 1927 (tenutosi a Como in occasione del centenario della morte di Alessandro Volta). Secondo il principio di complementarità nella descrizione della natura dei processi microfisici entrano in gioco aspetti complementari ma mutuamente esclusivi, come l'aspetto ondulatorio e corpuscolare della luce. L'impossibilità da parte dello sperimentatore di tenere conto simultaneamente, nell'atto della misura, delle proprietà quantistiche complementari, è all'origine del carattere aleatorio e probabilistico delle leggi della meccanica quantistica. Il principio di complementarità si propose fin dall'inizio come cornice concettuale della meccanica quantistica, al cui interno veniva inglobato il principio di indeterminazione di Heisenberg come caso particolare del generale carattere complementare dei processi della fisica atomica. Il principio di complementarità e il principio di indeterminazione sarebbero stati i pilastri portanti della grande interpretazione fisica "ufficiale" della meccanica quantistica, l'interpretazione di Copenaghen. L'interpretazione di Copenaghen fu attaccata da Albert Einstein, il quale non credeva in una natura intrinsecamente probabilistica dei processi fisici, anche su scala atomica. Egli pensava alla natura come a un sistema perfettamente ordinato di leggi naturali semplici e deterministiche. Per questo Einstein e Bohr ebbero vivaci discussioni sui fondamenti fisici e filosofici del mondo naturale. Il più famoso allievo di Bohr, Werner Karl Heisenberg, fu inoltre per due anni alla testa del programma nucleare tedesco, il progetto del regime nazista finalizzato alla costruzione della bomba atomica. Anche se il ruolo effettivamente avuto da Heisenberg nel programma nucleare tedesco è ancora oggetto di discussione, la sua presunta collaborazione con i nazisti incrinò temporaneamente l'amicizia con Bohr. Niels Bohr e la moglie Margrethe ebbero sei bambini. Due morirono giovani, a causa di un incidente in barca e di un attacco di meningite. Uno, Aage Niels Bohr (1922-2009), è stato un Premio Nobel per la fisica nel 1975. Nel settembre 1943, durante l'occupazione nazista della Danimarca, Niels Bohr fuggì in Svezia per evitare l'arresto da parte della polizia tedesca e da lì a Londra; si adoperò, riuscendovi, per convincere il governo svedese ad accogliere centinaia di ebrei danesi in fuga dalla deportazione. Nel novembre dello stesso anno, invece, Bohr e il figlio Aage si trasferirono negli Stati Uniti, prima a New York e poi a Los Alamos per collaborare al Progetto Manhattan, dove, oltre alla sua competenza in materia, risultò importante per informare gli altri scienziati del progetto sullo stato di avanzamento dei progetti nucleari tedeschi. Dopo la guerra tornò a Copenaghen e sostenne l'uso pacifico dell'energia nucleare. Nel 1957, su iniziativa sua e del politico svedese Torsten Gustafsson, nacque l'Istituto nordico per la fisica teorica (Nordita), con sede a Copenaghen. Morì nella capitale danese nel 1962. * * '' On the quantum theory of line spectra (v. 1)'', København: Z.F. Host, 1918. * '' On the quantum theory of line spectra (v. 2)'', København: Z.F. Host, 1918. * ''Essays 1958-1962: Atomic Physics And Human Knowledge'', Richard Clay And Company, Ltd., 1963. L'elemento chimico bohrio è così chiamato in suo onore. Gli è stato dedicato un asteroide, 3948 Bohr. Sulla Luna gli sono stati dedicati un cratere di 71 km di diametro e una valle di 80 km di lunghezza. Nel 1922 ha ricevuto il Premio Nobel per la fisica. Nel 1939 è stato eletto presidente dell'Accademia reale danese delle scienze. Nel 1947 ricevette l'ordine cavalleresco danese più importante, l'Ordine dell'Elefante. Nel 1965, tre anni dopo la sua morte, l'Istituto di Fisica all'Università di Copenaghen ha assunto il nome di "Istituto Niels Bohr". È ritratto sulla banconota da 500 corone danesi. A Niels Bohr la UAI ha intitolato il cratere lunare Bohr e la vallis lunare Bohr. Il lavoro teatrale ''Copenaghen'', rappresentato a Broadway e poi con successo in tutto il mondo, scritto da Michael Frayn, è un'interpretazione romanzata di quello che potrebbe essere accaduto nel 1941 durante l'incontro tra Heisenberg e Bohr. Niels Bohr è protagonista anche di un fumetto, il graphic novel ''Un pensiero abbagliante'' di Jim Ottaviani e Leland Purvis che ne ripercorre la vita ed espone le teorie sue e dei suoi contemporanei, con uno stile didattico e vivace. * Albert Einstein fu amico di Bohr, ed è in una lettera a lui indirizzata nel 1926, che Einstein fece la sua famosa osservazione sulla meccanica quantistica, spesso parafrasata come "''Dio non gioca a dadi con l'universo''", a cui lui rispose "Non dire a Dio come deve giocare". Più tardi, in una discussione dove John Wheeler proponeva la sua (e di Richard Feynman) interpretazione sui positroni, Einstein ripropose la famosa frase "''Non riesco ancora a credere che Dio giochi a dadi ''", aggiungendo anche "''Ma forse mi sono guadagnato il diritto di commettere degli errori''''. * Dopo aver vinto il Nobel, nel 1922 la Carlsberg gli regalò una casa adiacente ad una delle fabbriche in cui produceva la sua birra. La casa era dotata di una tubatura che permetteva a Bohr di servirsi di birra fresca qualora lo volesse e completamente gratis. * Bohr era noto, tra coloro che conoscevano il suo carattere, perché ogni qual volta gli veniva presentato un articolo o una nuova teoria ed egli rispondeva con un "interessante", quello era il modo più elegante che aveva per dire che non era d'accordo.
Necton
Il '''necton''' o '''nekton''' è la categoria ecologica che comprende gli organismi acquatici che nuotano attivamente. È uno dei tre grandi gruppi in cui si differenziano gli animali acquatici, insieme al plancton, costituito da organismi che fluttuano nella colonna d'acqua, incapaci di opporsi ai movimenti del mare quali onde e correnti, e benthos, che comprende tutti gli organismi adattati a vivere a stretto contatto con i fondali.
Una seppia Il necton abbraccia al suo interno un insieme molto eterogeneo di animali marini: ne fanno parte organismi appartenenti a phyla molto diversi tra loro. Fra i vertebrati si trovano ovviamente i pesci, sia ossei che cartilaginei, ma anche rettili come le tartarughe marine, mammiferi come i cetacei e i pinnipedi ed anche uccelli adattati al nuoto come i pinguini. Fra gli invertebrati, organismi nectonici d'elezione sono alcuni molluschi appartenenti alla classe dei cefalopodi: seppie e calamari. Per definizione, dal necton sono escluse le forme di vita vegetali, in quanto non capaci di movimenti propri (laddove esistono invece un fitoplancton e un fitobentos). squalo grigio del reef mostra la tipica colorazione differenziale degli animali nectonici, bianca sotto e scura sul dorso Gli organismi del necton, pur nella loro varietà, mostrano un insieme di adattamenti evolutivi comuni, che li rendono ben specializzati alla vita in ambiente acquatico. Dal punto di vista anatomico e morfologico, possiedono corpi adatti a vincere l'attrito derivante dell'elevata viscosità del mezzo acquatico: gli organismi nectonici sono caratteristicamente allungati, affusolati o siluriformi. Possiedono poi grandi strutture a forma di remo, o pala, come la pinna caudale dei pesci, i tentacoli dei cefalopodi o gli arti modificati dei cheloni e dei mammiferi marini, spinti da muscoli potenti e ben sviluppati. Al necton appartengono i grandi nuotatori, specie capaci di sviluppare velocità elevate, quali i tonni o di compiere migrazioni di migliaia di chilometri, come i capodogli. Un altro adattamento alla vita "in tre dimensioni" propria del necton è una caratteristica colorazione differenziale: praticamente tutti gli organismi nectonici possiedono una livrea chiara sul ventre e scura sul dorso. Ciò consente loro di mimetizzarsi efficacemente, in quanto la parte inferiore chiara, vista dal basso, si confonde sullo sfondo della luminosa superficie marina, e il dorso scuro, vista dall'alto, risulta difficilmente distinguibile dalle buie profondità abissali. Alcune specie nectoniche prediligono la vita sociale, e formano grandi banchi, all'interno dei quali gli individui si muovono in maniera coordinata e compatta; questo è un adattamento per proteggersi dai predatori. Gli organismi del necton vengono raggruppati in categorie in base alla profondità che assumono di preferenza nella colonna d'acqua. Si hanno così un epinecton, che predilige le acque illuminate dalla superficie fino a 200m di profondità; un mesonecton, da 200 a 600m, un batinecton, da 600 a 4000m di profondità; e un abissonecton oltre i 4000m di profondità. Dal punto di vista funzionale, e del posto occupato nelle reti trofiche, gli organismi del necton sono per lo più predatori, spesso capaci di inseguire e cacciare attivamente le loro prede costituite da altri organismi nectonici o bentonici. Non mancano però i filtratori, che si nutrono di plancton e materiale organico in sospensione: un esempio possono essere le balene con fanoni. Al necton appartengono molte specie di interesse alimentare e commerciale per gli esseri umani, quali i tonni, gli sgombridi, le sardine e via dicendo.
Nucleo cellulare
Il '''nucleo cellulare''' è un compartimento cellulare dotato di membrana contenente la maggior parte del patrimonio genetico. La presenza o meno del nucleo è alla base della classica distinzione degli organismi in procarioti, con cellule prive di nucleo ed evolutivamente più antichi, ed eucarioti, con cellule nella quasi totalità provviste di nucleo. La posizione nella cellula dipende dal contenuto e funzione della stessa: ad esempio cellule polarizzate, con una zona apicale deputata alla secrezione , o all'assorbimento , hanno il nucleo in posizione basale, mentre cellule molto "piene", come gli adipociti univacuolari o i miociti dei muscoli scheletrici, hanno il nucleo in posizione sublemmare . Anche la forma del nucleo cambia notevolmente, generalmente seguendo la geometria della cellula; dunque cellule cilindriche avranno nuclei oblunghi, mentre cellule sferiche avranno nuclei della stessa forma.
Il nucleo è una struttura che si trova all'interno della cellula ed è sede di importanti reazioni. Il suo scopo è quello di contenere gli acidi nucleici, provvedere alla duplicazione del DNA, alla trascrizione e alla maturazione dell'RNA. Il nucleo è presente solo negli eucarioti ed è delimitato da una doppia membrana fosfolipoproteica in continuità con il RER. Nel nucleo possono essere distinti: * una doppia membrana, che lo separa dal citoplasma della cellula e che è attraversata da pori, (ossia delle aree in cui le due membrane vengono a contatto e si crea un complesso macromolecolare di proteine che funge da sistema di controllo per l'entrata e l'uscita di materiale dal nucleo) * un materiale filamentoso, la cromatina, costituita da proteine ed acidi nucleici * i nucleoli, immersi nella sostanza nucleare. === Involucro nucleare === L'involucro nucleare è composto da due membrane fosfolipoproteiche concentriche, ciascuna di spessore di 8 nm circa, che delimitano il lume della ''cisterna perinucleare'' di 15-40 nm. Tale cisterna è in continuità con il RER. La cisterna è interrotta a livello dei pori dove le due membrane si fondono. La membrana esterna e quella interna, sebbene non contravvengano al principio di membrana unitaria hanno composizione differente sia in fosfolipidi che in proteine. La membrana interna è rivestita sul lato interno da una fitta maglia di proteine chiamata '''làmina nucleare''', composta da quattro tipi di lamìna nucleare o ''fibrosa'' (A, B1, B2, C) che identifica il filamento intermedio specifico per il ''nucleoscheletro'', il cui scopo è di fornire un sostegno per il nucleo e un ancoraggio per la cromatina. La lamìna viene trasportata qui grazie alla sequenza di indirizzamento nucleare e, all'inizio della mitosi, viene scomposta ad opera dell'enzima protein chinasi Cdc2, come anche alla morte cellulare (apoptosi). La lamina nucleare separa la cromatina (DNA non spiralizzato) dalla membrana nucleare interna, ed ha uno spessore che varia dai 10 ai 20 nm. La struttura a maglia, con cui è disposta, si interrompe in corrispondenza dei pori nucleari ed ha una forma simile in cellule dello stesso tessuto. La membrana esterna nucleare può invece presentare ribosomi (come facilmente immaginabile, a causa della continuità con il reticolo rugoso). === Pori nucleari === Sezione trasversa di un poro nucleare sulla superficie della membrana nucleare (1). (2) anello esterno del poro, (3) raggi, (4) canestro nucleare, (5) fibrille. La membrana nucleare non è continua, ma presenta dei fori, detti pori nucleari, il cui scopo è quello di permettere il passaggio delle molecole dal citosol al nucleoplasma. I pori nucleari sono composti da 8 proteine canale disposte ad ottamero e da centinaia di altre proteine che formano le diverse subunità, per un totale di 120 MDa di massa. Abbiamo le subunità ad anello, subunità a colonna, subunità laminare, subunità anulare, fibrille e canestro nucleare. Le molecole più piccole (fino a 5.000 Da) passano per diffusione, molecole più grandi (fino a 60.000 Da) prive di segnali di localizzazione nucleare (NLS, vedi sezione Trasporti nucleo-citoplasma) passano con velocità inversamente proporzionale alla loro massa. Dalle osservazioni del microscopio elettronico si ritiene che il poro sia formato da quattro anelli: 1.un anello citoplasmatico che presenta otto filamenti che si proiettano nel citoplasma; 2.un anello nucleare che proietta nel nucleoplasma un struttura a forma di canestro ( il canestro nucleare); 3. un anello di raggi interni che circonda la membrana interna e il trasportatore centrale; 4. un anello di raggi esterni che circonda le due membrane dell’involucro nucleare. I due ottameri sono collegati tra loro grazie a una struttura a raggiera, formata da proteine che delimitano il canale centrale che attraversa l'involucro. All'interno del canale sono state riscontrate altre proteine e trasportatori responsabili del movimento delle macromolecole attraverso la membrana nucleare. Le molecole più piccole non passano attraverso il canale centrale, ma attraverso canali più piccoli (9-10 nm) ricavati tra i "raggi". Mentre quelle più grandi necessitano di un segnale che permetta loro di allargare il canale. === Cromatina === Il nucleo cellulare ha una funzione essenziale nella trasmissione dei caratteri ereditari (meiosi, mitosi) e nel controllo del metabolismo cellulare. Il DNA che si trova nel nucleo non è sparso ma ben organizzato in un superavvolgimento dato dall'associazione del DNA stesso con 5 proteine istoniche: H2A; H2B; H3; H4; H1. Le prime quattro associate al DNA formano degli ottameri ricchi di DNA superavvolto detti nucleosomi. La proteina istonica H1 ha il compito specifico di mantenere collegati tra loro i diversi istoni. L'intera struttura è detta cromatina. La ''cromatina'', si suddivide in eucromatina ed eterocromatina (a seconda che si colori o meno), a sua volta suddivisibile in eterocromatina costitutiva (centromero e telomero) e facoltativa, ovvero quelle regioni di DNA silenziato in ragione della specificità cellulare dovuta al differenziamento, oppure ad una temporanea inattività di quei particolari geni. === Trasporti nucleo-citoplasma. Il ciclo delle importine === Macromolecole, come l'RNA e le proteine vengono attivamente trasportate attraverso la membrana nucleareMolecole con dimensioni superiori ai 60 kDa attraversano il poro nucleare con un metodo di trasporto attivo. Molte delle proteine e delle strutture utilizzate nel nucleo non vengono sintetizzate in loco ma nel citosol e importate successivamente all'interno. Basti pensare alla sintesi dei ribosomi, in cui le proteine ribosomali create nel citosol vengono portate all'interno del nucleo, complessate con rRNA e riesportate nuovamente. Tali molecole, essendo più grandi del poro nucleare (9nm) necessitano di particolari recettori proteici, detti ''Recettori di Importazione Nucleare'' (o Importine), e ''Recettori di Esportazione Nucleare'' (o Esportine), che indicano al poro di allargarsi ulteriormente (fino a 26 nm) per permetterne il passaggio. Il meccanismo dipende inoltre dalla GTPasi monomerica '''Ran''' che, come tutte le proteine G, è attiva quando legata a GTP, e inattiva quando legata a GDP. '''GAP''' (GTPase Activator Protein) è l'enzima che "spegne" Ran, attivandone l'attività GTPasica; la stimola cioè ad idrolizzare il GTP a GDP+Pi. '''GEF''' (Guanilic nucleotide Exchange Factor), al contrario, stimola Ran a scambiare GDP con GTP (GEF non è una chinasi, cioè non fosforila GDP, ma lo fa rilasciare e scambiare con un GTP). Poiché Ran-GAP si trova soprattutto nel citosol, mentre Ran-GEF si trova soprattutto nel nucleoplasma, si viene a creare un gradiente delle due forme conformazionali di Ran (Ran-GTP e Ran-GDP) tra interno ed esterno del nucleo. Questo gradiente spinge il trasporto nella direzione appropriata. 1) Le proteine citosoliche di nuova sintesi destinate al nucleo contengono una sequenza segnale (NLS, ''nuclear localisation signal''), che indica come destinazione il nucleo (solitamente questa sequenza consiste in residui carichi positivamente di Arg, Lys, Pro); 2) Un'importina (Recettore di Importazione Nucleare) lega la NLS di una proteina, formando un complesso di importazione; 3) I recettori di importazione si attaccano alle ''ripetizioni FG'' (cioè ricche di amminoacidi Fenilalanina e Glicina) delle fibrille del poro nucleare; 4) L'intero complesso, in un modo non del tutto chiaro, indica al poro di allargarsi e la struttura entra nel nucleo; 5) All'interno del nucleo, una Ran-GTP si lega all'importina, provocando il rilascio del cargo nel nucleoplasma; 6) Il gradiente di concentrazione di Ran-GTP/Ran-GDP che esiste tra l'interno e l'esterno del nucleo spinge il complesso Importina/Ran-GTP a fuoriuscire nuovamente attraverso il poro nucleare; 7) Nel citosol, Ran-GTP viene attaccata da due proteine: una ''Proteina che Lega Ran'' e una Ran-GAP (Proteina che Attiva la GTPasi dei Ran). La ''Proteina che Lega Ran'' sposta Ran-GTP dall'Importina, che può così riprendere il suo ciclo, mentre Ran-GAP stimola l'attività GTPasica di Ran; 8) Ran idrolizza quindi il suo GTP e rilascia il fosfato Pi, staccandosi infine dalla ''Proteina che Lega Ran''. === Modificazione del nucleo durante il ciclo cellulare === Immagine di una cellula di polmone di anfibio urodelo colorata con coloranti fluorescenti durante la metafase. Il fuso mitotico, visualizzato in verde, ha attaccati due set di cromosomi (in blu). Tutti i cromosomi tranne uno sono già allineati lungo la cosiddetta ''piastra metafasica''. Durante la '''profase''' i filamenti di cromatina si ripiegano e si compattano in lunghi cromosomi che continuano ad impacchettarsi diventando più corti e spessi (i cromatidi fratelli si appaiano longitudinalmente formando cromosomi dicromatidici dalla tipica forma a X). In seguito i cromosomi si accostano alla membrana nucleare e la parte centrale di nucleoplasma rimane relativamente vuota. Scompare il nucleolo, in risposta alla cessazione della sintesi di rRNA. La fine della profase è segnata dalla '''prometafase''', quando l'involucro nucleare si dissolve. Questo disassemblaggio è dovuto alla depolimerizzazione delle lamìne nucleari, a quella dei pori, e alla frammentazione della membrana fofolipidica in vescicole. * Le '''''vescicole di membrana''''' vengono riassorbite e fuse nel reticolo endoplasmatico circostante (tant'è che non si distinguono più visivamente, se non con metodi immunoistochimici) anch'esso in via di frammentazione; * I '''''filamenti di lamìna''''' nucleare vengono fosforilati dalla proteina chinasi CDK1 (Ciclin Dependent Kinasi), la fosforilazione porta alla dissociazione dei filamenti in dimeri di lamina; le ''lamine A'' e ''C'' si dissociano dalla membrana e vengono liberate come dimeri nel citosol, mentre le ''lamine B'' restano associate alle vescicole; * Anche varie proteine del '''''poro''''' vengono fosforilate inducendone il disassemblaggio in subunità. Il nucleo verrà ricostituito in '''telofase''', quando la cromatina comincerà a despiralizzarsi e numerose vescicole di reticolo endoplasmatico verranno a fondersi per ricostituire l'involucro nucleare; ricompariranno quindi i nucleoli attorno agli organizzatori nucleolari. Successivamente si riformeranno anche i pori. === Cellule con più nuclei === Normalmente le cellule eucariote sono mononucleate. Nei Ciliati sono presenti più nuclei ma uno solo (il ''micronucleo'') garantisce l'ininterrotta continuità del genoma, mentre i ''macronuclei'' sono delle "copie di lavoro" il cui genoma non si replica con accuratezza. I ''sincizi'' sono cellule polinucleate derivanti dalla fusione di cellule normali: un tipico esempio sono le fibre muscolari scheletriche degli animali. Altri sincizi che si possono citare nell'organismo umano sono: il sinciziotrofoblasto (necessario all'impianto della blastocisti nella decidua uterina), gli osteoclasti, le cellule giganti da corpo estraneo (non sono altro che numerosi macrofagi fusi, in grado di fagocitare corpi molto grandi estranei o di tessuti necrotici) I ''plasmodi'' sono cellule in cui le divisioni nucleari non sono state seguite dalla divisione cellulare. Nelle ife filamentose dei Funghi in genere la separazione tra le cellule è assente o incompleta. Nell'uomo si hanno plasmodi in alcuni epatociti e in alcune cellule degli epiteli di transizione (vescica), nonché durante la maturazione degli spermatozoi. === Cellule senza nucleo === Gli eritrociti umani, come quelli degli altri mammiferi, sono sprovvisti di nucleo. Questo rientra nel normale sviluppo della cellula. Vi sono cellule che non hanno nucleo, come nel caso dei globuli rossi dei mammiferi che perdono il nucleo in seguito al loro differenziamento, infatti il loro unico scopo è quello di trasportare i gas coinvolti nella respirazione. Si discute, comunque, se sia giusto chiamare l'eritrocita cellula o piuttosto derivato cellulare. I globuli rossi degli uccelli, degli anfibi, dei rettili e dei pesci sono invece provvisti del nucleo. Tra le altre cellule prive di nucleo si annoverano anche le piastrine e le squame cornee della pelle.
Nichel
Il '''nichel''' è l'elemento chimico di numero atomico 28 e il suo simbolo è '''Ni'''. Il nome deriva dallo svedese Nickel, diminutivo di Nicolaus, anticamente associato a persona da poco, folletto o ragazzo irrequieto, troppo pieno di vitalità. Esiste poi il derivato tedesco Kupfernickel , nome dato dai minatori che, cercando il rame, trovavano invece questo elemento e ne davano la colpa a un genio maligno.
Il nichel si usa almeno dal 3500 a.C.: alcuni bronzi provenienti da quella che è oggi la Siria contengono fino al 2% di nichel. Inoltre esistono alcuni manoscritti cinesi che suggeriscono che il "rame bianco" (''paitung'') fosse in uso in Oriente fra il 1700 e il 1400 a.C. Comunque, poiché i minerali di nichel possono facilmente essere confusi con minerali di argento, l'uso consapevole del nichel in quanto tale risale all'era contemporanea. I minerali che contengono nichel, come la niccolite o falso rame, erano apprezzati anticamente per il colore verde che conferivano al vetro. Nel 1751 il mineralogista svedese Axel Fredrik Cronstedt, tentando di estrarre rame dalla niccolite, ottenne invece un metallo bianco-argenteo che battezzò nickhel, dal tedesco ''Kupfernickel'' (falso rame) o da nickel (folletto, diavoletto). La prima moneta di nichel puro venne coniata nel 1881, mentre monete in nichel-rame vennero emesse da tre sovrani del regno indo-greco nel II secolo a.C. Il nichel è un metallo argenteo. Appartiene al blocco del ferro ed è duro, malleabile e duttile. Il nichel è uno dei cinque elementi ferromagnetici. Si accompagna molto spesso con il cobalto: entrambi si possono trovare nel ferro meteoritico. È assai apprezzato per le proprietà che conferisce alle leghe metalliche di cui fa parte. La moneta statunitense detta "nichelino" a causa della particolare lega usata non è ferromagnetica, mentre l'equivalente canadese lo era fino all'anno di conio 1958 compreso. Lo stato di ossidazione più comune del nichel è +2, ma sono stati osservati anche complessi di nichel in stati di ossidazione 0, +1 e +3. La maggior parte di tutto il nichel viene estratto da due tipi di deposito minerale; il primo tipo è costituito da lateriti in cui i minerali principali sono limonite nichelifera (Fe,Ni)O(OH) e garnierite (un silicato idrato di nichel). Il secondo tipo è costituito da depositi di solfuri di origine magmatica in cui il principale minerale è la pentlandite (Ni,Fe)9S8. Il nichel si trova anche nella kamacite, una lega naturale di ferro e nichel. Le riserve maggiori di nichel sono in Australia e Nuova Caledonia e ammontano a circa il 45% delle riserve totali note. Si stima che, a partire dalle zone emerse in cui si è osservato almeno 1% di concentrazione di nichel, le risorse di nichel disponibili siano almeno 130 milioni di tonnellate, circa il doppio delle riserve già note. Il 60% è in lateriti e il 40% in depositi di solfuri. Nel 2011 la Russia è stato il più grande produttore di nichel con circa il 20% della produzione mondiale seguito da vicino da Canada, Australia, Indonesia e Filippine, come riportato da "US Geological Survey". Produzione mondiale di nichel nel 2005. I maggiori produttori di nichel nel 2019 Posizione Paese Produzione (mille tonnellate) 1 853 2 323 3 279 4 208 5 181 6 159 7 120 8 60 9 57 Gli isotopi stabili esistenti in natura sono 5: 58Ni, 60Ni, 61Ni, 62Ni e 64Ni. 58Ni è il più abbondante (68,077%). Del nichel sono stati inoltre identificati 18 isotopi radioattivi, di cui il più stabile è 59Ni con un'emivita di 76.000 anni, seguito da 63Ni (100,1 anni) e da 56Ni (6,077 giorni). Tutti gli altri isotopi hanno un'emivita inferiore alle 60 ore e nella maggior parte di essi inferiore ai 30 secondi. 56Ni viene prodotto in grandi quantità nelle supernove di tipo II; lo spettro della luce di queste supernove corrisponde a quello atteso dal decadimento di 56Ni in 56Co e successivamente in 56Fe. 59Ni è un radionuclide di origine cosmica che grazie al suo tempo di dimezzamento trova impiego in geologia per eseguire datazioni. È stato usato per datare l'età delle meteoriti e per stimare l'abbondanza di pulviscolo cosmico nei ghiacci e nei sedimenti terrestri. 60Ni è il prodotto di decadimento dell'estinto radionuclide 60Fe (emivita: 2,6 milioni di anni). L'abbondanza di 60Ni presente in materiale di origine extra-terrestre può aiutare a far luce sull'origine e sulla storia del sistema solare. . Data la sua ottima resistenza all'ossidazione, il nichel è impiegato: * nella produzione di acciaio inossidabile e altre leghe resistenti alla corrosione; * nella produzione di acciaio al nichel, usato per impieghi a bassa temperatura; * nella produzione di alnico, una lega usata nei magneti; * nella produzione di mumetal, che ha una permeabilità magnetica particolarmente alta e si usa per schermare campi magnetici; * nella produzione di monel, una lega di nichel estremamente resistente alla corrosione usata per eliche di navi, attrezzature da cucina e tubature di impianti chimici industriali; * nella produzione di leghe a memoria di forma, come il nitinol, usate in robotica e in endodonzia, un ramo dell'odontoiatria; * nella produzione di batterie ricaricabili come le batterie al nichel-idruro metallico e al nichel-cadmio; * nella monetazione: negli Stati Uniti e in Canada il nichel è usato nelle monete da un centesimo; in Italia le monete da 50 e 100 lire erano fatte di acmonital o di cupronichel, due leghe di nichel. È contenuto nelle monete da 1 e 2 euro. Molti altri stati usano o hanno usato nichel nelle loro monete; * nell'elettrodeposizione; * nella realizzazione di crogiuoli per laboratori chimici; * nell'idrogenazione degli oli vegetali: il nichel finemente polverizzato è un catalizzatore; * nel rivestimento di ferro, ottone e altri materiali metallici; * nella produzione di certe leghe, come per esempio l'argento tedesco. File:Nickel2.jpg|Monete (Fiorino olandese) in nichel File:NiCd various.jpg|Batterie al nichel-cadmio File:Alloy valves.JPG|Valvola a sfera in monel File:Mu-metal cable.svg|Schema di un cavo in mumetal Molti degli enzimi del tipo idrogenasi contengono nichel in aggiunta agli aggregati ferro-zolfo. I siti nichel in queste idrogenasi hanno il compito di ossidarsi piuttosto che di sviluppare idrogeno: pare che il sito nichel cambi il suo stato di ossidazione durante l'azione dell'enzima e sono state presentate prove a sostegno dell'ipotesi che i centri nichel siano i reali siti attivi di questa classe di enzimi. Il Co-F430, un coenzima nichel-tetrapirrolo, è presente nella metil-CoM-riduttasi e nei batteri metanogeni. Il tetrapirrolo è un intermedio nella struttura fra porfirina e corrina. Di recente sono state osservate variazioni sia nello stato di ossidazione sia nel tipo di coordinazione del nichel all'interno di tale enzima. Esiste anche una carbonio-monossido-deidrogenasi contenente nichel della cui struttura si sa molto poco. La principale fonte di esposizione al nichel è l'assunzione per via orale, poiché questo metallo si trova sia nel cibo che nell'acqua ed è presente come elemento contaminante per cause antropiche. Alcuni esempi: rubinetti di nichel che contaminano le acque ed il suolo, sottoprodotti industriali dell'attività di miniere e fonderie, uso di pentole e tegami in leghe di nichel, uso di piatti dipinti con vernici contenenti nichel. Altre forme di esposizione sono quelle per via aerea: aria inquinata dalle raffinerie di nichel, combustione dei carburanti fossili, fumo di tabacco. Altra via di esposizione è il contatto della pelle con gioielli, monete, shampoo e detergenti. Infine una forma meno comune di esposizione cronica è l'emodialisi, poiché tracce di ioni nichel possono essere assorbiti nel plasma a causa dell'azione chelante dell'albumina. La quantità media a cui la maggior parte delle persone è esposta non rappresenta un pericolo per la salute umana. La maggior parte del nichel assorbito quotidianamente dagli umani è rimosso per via renale ed eliminato attraverso le urine, oppure passa non modificato attraverso il tratto gastrointestinale senza essere assorbito. Il nichel non è causa di intossicazioni da accumulo, tuttavia le dosi massicce o l'esposizione cronica possono rappresentare un rischio professionale a causa della sua tossicità acuta e della sua cancerogenicità. L'esposizione al nichel metallico e ai suoi sali solubili non dovrebbe superare (per la popolazione) il valore ematico di 13 micro grammi/litro, non esiste un (TLV-TWA); fumi e polveri di solfuro di nichel sono considerati cancerogeni; molti altri composti del nichel sono sospetti cancerogeni. Il nichel tetracarbonile (Ni(CO)4) è un gas estremamente tossico la cui tossicità è la combinazione della tossicità del metallo con la tendenza del composto a dissociarsi liberando monossido di carbonio, anch'esso molto tossico. Alcune persone possono mostrare ipersensibilità al nichel che si manifesta sulle zone della pelle esposte ad esso. L'Unione europea regola per decreto la quantità di nichel che può essere contenuta in prodotti che sono a contatto con la pelle. Nel 2002, in un articolo della rivista ''Nature'' alcuni ricercatori hanno dimostrato che le monete da 1 e 2 euro eccedono questi limiti. Il nichel è un elemento che presenta le seguenti caratteristiche * elevata duttilità * ottima resistenza alla corrosione in ambienti ricchi di cloruri * ottima resistenza meccanica ad alte temperature Con l'aggiunta di alcuni elementi di lega è possibile enfatizzare alcune di queste proprietà. Ad esempio l'aggiunta di molibdeno e cromo aumenta la resistenza alla corrosione della lega. Una comune applicazione delle leghe di nichel è nei materiali strutturali impiegati nella costruzione dei turbogas poiché in questi impianti coesistono condizioni molto avverse per i materiali quali: alte temperature, ambiente corrosivo ed alte sollecitazioni. Si evidenziano in particolare tre diverse leghe di nichel. # Nichel commercialmente puro # Leghe nichel-cromo # Leghe nichel-cromo-ferro Il nichel commercialmente puro è identificato solitamente con una numerazioni standard (Es: 200, 201, 270) . Queste leghe sono induribili mediante incrudimento, a queste leghe vengono spesso aggiunti particolari alliganti quali alluminio e titanio al fine di migliorare le capacità meccaniche. Le leghe di nichel-cromo, chiamate anche ''nimonic'', sono costituite generalmente da circa l'80% di nichel e da circa il 20% di cromo, più piccole percentuali di altri alliganti; sono leghe con le seguenti proprietà * Ottima resistenza alla corrosione dovuta anche alla presenza del cromo che ossidando genera una patina protettiva sulla superficie del pezzo * Basso carico di snervamento Le leghe nichel-cromo-ferro (''inconel'' o ''hastelloy'' a seconda degli elementi di lega disciolti) sono leghe solitamente composte da circa il 70% di nichel, il 20% di cromo, il 10% di ferro più piccole percentuali di altri alliganti. Il ferro in particolare serve a sostituire il nichel che risulta essere molto più costoso. In particolare le hastelloy (forte presenza di molibdeno) risultano particolarmente efficaci nella resistenza alla corrosione. I cupronichel sono le leghe di rame in cui il nichel è il principale elemento aggiunto. Sono caratterizzate da un'ottima resistenza alla corrosione in ambienti marini (si usano in impianti di dissalazione e condensatori marini); notevole è la resistenza meccanica, in particolare all'erosione. * Al nichel è dedicato uno dei racconti del ''Sistema periodico'' di Primo Levi.
Niobio
Il '''niobio''', noto in passato anche col nome di ''columbio'' perché scoperto insieme al tantalio nel minerale columbite, è l'elemento chimico di numero atomico 41 e il suo simbolo è '''Nb'''. È un metallo di transizione raro, tipicamente duttile, di colore grigiastro. È presente nella columbite, e viene principalmente impiegato nella produzione di leghe metalliche speciali e in saldature a elevata resistenza.
Il niobio è un metallo duttile grigio lucente che assume una sfumatura bluastra quando rimane esposto all'aria a temperatura ambiente per tempi prolungati. Le proprietà chimiche del niobio sono sostanzialmente simili a quelle del tantalio, che appartiene al suo stesso gruppo della tavola periodica degli elementi, questa somiglianza nella reattività di Nb e Ta è dovuta al fatto che le loro dimensioni sono per lo più identiche, fenomeno che è possibile spiegare con la contrazione lantanidica. Anche a temperature non elevate, viene lavorato in atmosfera inerte, dato che già a tende a subire ossidazione. I suoi stati di ossidazione più comuni sono +2, +3 e +5. Il niobio ha molteplici applicazioni: è un componente di alcuni acciai inossidabili e di leghe di metalli non ferrosi; molte di queste leghe sono contraddistinte da un'elevata robustezza e sono impiegate nella realizzazione di condotti. Tra gli altri usi rientrano: * l'impiego nell'industria nucleare, per via della sua bassa sezione d'urto con i neutroni termici; * la realizzazione di elettrodi per la saldatura ad arco di numerosi acciai speciali; * solitamente in lega, per via del suo colore blu è usato anche come motivo estetico in ''piercing'' e gioielleria. Nel 2003 è stato utilizzato nella coniazione della moneta bimetallica (argento e niobio) da , commemorativa dei 700 anni della città di Hall in Tirol, sede dell'antica zecca del Tirolo e poi dell'Impero austro-ungarico. Altri stati stanno seguendo l'esempio dell'Austria nell'uso del niobio in numismatica. La Münze Österreich, la zecca austriaca, nel 2006 ha usato questo metallo, in lega con l'argento, per una moneta da 25 €, commemorativa del sistema di posizionamento europeo; * in leghe ad alta purezza con ferro, nichel e cobalto viene impiegato in ambito aeronautico e aerospaziale per la realizzazione di parti di motori jet, parti di razzi e strutture resistenti alle alte temperature. Nelle missioni del Programma Gemini si è fatto ampio uso di questo materiale; * l'uso in alternativa al tantalio nei condensatori, ancora allo studio; * Il niobato di litio, cristallo uniassico, ha la proprietà elettroottica di cambiare il proprio indice di rifrazione in funzione della tensione a esso applicata. Questo effetto è sfruttato per costruire modulatori elettroottici per i trasmettitori di sistemi di telecomunicazioni in fibra ottica ad alta capacità ( e oltre). Il niobio diventa un superconduttore quando viene raffreddato al di sotto della sua temperatura critica, , che è la più alta tra i superconduttori elementari. Oltre a ciò, il niobio è un superconduttore di tipo II, per cui possiede un campo magnetico critico più elevato di altri metalli puri superconduttori. Leghe niobio-stagno e niobio-titanio sono usate per produrre gli avvolgimenti di magneti superconduttori capaci di produrre campi magnetici di elevatissima intensità. Il niobio di altissima purezza è impiegato nella realizzazione di cavità risonanti superconduttive per acceleratori di particelle. Per le sue proprietà di superconduttore, il niobio è stato utilizzato nel progetto della NASA ''Gravity Probe B'', che ha misurato per la prima volta gli effetti previsti dalla teoria della relatività generale di Einstein per la Terra. I catalizzatori contenenti niobio sono promettenti per la scissione dell'acqua in idrogeno, l'ossidazione selettiva di alcani e olefine, l'epossidazione e la conversione della cellulosa in sostanze chimiche preziose. Il niobio (dal personaggio della mitologia greca di ''Niobe'' (greco Νιόβη ''Nióbe''), figlia di Tantalo) è stato scoperto da Charles Hatchett nel 1801, che lo chiamò ''columbio''. Hatchett trovò il niobio nei minerali di columbite spediti in Inghilterra attorno al 1650 da John Winthrop, primo governatore del Connecticut. Per molto tempo fu difficile distinguerlo dal tantalio, fino a quando Heinrich Rose e Jean Charles Galissard de Marignac lo riscoprirono nel 1846. Dato che Rose non era al corrente del precedente lavoro di Hatchett, diede all'elemento il nuovo nome di niobio. Le differenze tra tantalio e niobio furono inequivocabilmente dimostrate nel 1864 da Christian Blomstrand, che fu il primo a ottenere il metallo in forma pura scaldando il suo cloruro in atmosfera di idrogeno, Henri Sainte-Claire Deville e Louis Joseph Troost, che determinarono le formule di alcuni composti nel 1865. Dopo circa un secolo di controversia sul nome, nel 1950 la IUPAC decise di adottare ufficialmente il nome di niobio. L'uso del vecchio nome è tuttavia occasionalmente usato nell'industria metallurgica statunitense ancora oggi. Il niobio non si trova mai allo stato nativo. I minerali in cui compare sono la niobite (Fe, Mn) (Nb, Ta)2O6, la niobite-tantalite (Fe, Mn) (Ta, Nb)2O6, il pirocloro NaCaNb2O6F e l'euxenite (Y, Ca, Ce, U, Th) (Nb, Ta, Ti)2O6. I minerali che contengono niobio contengono spesso anche tantalio. Grandi giacimenti di niobio sono stati trovati associati alle carbonatiti (rocce carbon-silicatiche) come costituenti del pirocloro. Brasile e Canada sono i principali produttori di minerali di niobio; altri siti con consistenti riserve di minerali di niobio sono in Nigeria, nella Repubblica Democratica del Congo e in Russia. I maggiori produttori di niobio nel 2019 Posizione Paese Produzione (Mille tonnellate) 1 88,9 2 6,8 Altri paesi 1,2 Il niobio che si trova in natura è composto da un solo isotopo, 93Nb. Il radioisotopo più stabile noto è 92Nb, che ha un'emivita di 34,7 milioni di anni. Seguono 94Nb (20 300 anni) e 91Nb (680 anni). Ne esiste anche un meta-stato avente energia di la cui emivita è di 16,13 anni. Del niobio sono stati identificati altri 23 isotopi radioattivi, la maggior parte di essi si dimezza in meno di due ore con l'eccezione di 95Nb (35 giorni), 96Nb (23,4 ore) e 90Nb (14,6 ore). Gli isotopi più leggeri dello stabile 93Nb decadono principalmente attraverso la cattura elettronica, quelli più pesanti invece preferiscono il decadimento beta. 104Nb, 109Nb e 110Nb decadono invece inizialmente tramite l'emissione di neutroni. I composti del niobio sono abbastanza rari da incontrare nella quotidianità; sono tuttavia tossici e dovrebbero essere maneggiati con la necessaria cautela. La polvere di niobio metallico irrita la pelle e gli occhi e può incendiarsi. Il niobio non ha un ruolo biologico conosciuto.
Neon
Il '''neon''' o '''neo''' è un elemento chimico della tavola periodica degli elementi, che ha come simbolo '''Ne''' e come numero atomico 10. È un gas nobile quasi inerte e incolore. Il neon possiede una distintiva incandescenza rossastra quando è utilizzato in un tubo a scarica o nelle lampade dette, appunto, "al neon". È presente in tracce nell'aria
Modellino di atomo di neon Il neon è il secondo per leggerezza tra i gas nobili, emette un'incandescenza rosso-arancio dentro a un tubo a scarica e possiede una capacità di refrigerazione 40 volte superiore a quella dell'elio liquido e 3 volte superiore all'idrogeno liquido (a parità di unità di volume). In molte applicazioni è un refrigerante meno costoso dell'elio. Il neon possiede la scarica più intensa tra tutti i gas rari. La luce rosso-arancio che il neon emette nelle lampade al neon è ampiamente usata nelle insegne pubblicitarie. Il termine "neon" viene normalmente usato per indicare questo tipo di luci, anche se in realtà diversi gas vengono utilizzati per ottenere diversi colori. Altri usi: * lampade al neon * parascintille * tubi a raggi catodici televisivi. Neon ed elio sono utilizzati nei laser a gas. Liquefatto il neon è utilizzato come refrigerante criogenico. Una fortuita scoperta del neon, avvenuta nel 1675, fu alla base delle lampade a scarica: l'astronomo francese Jean Picard osservò una debole luce alla sommità di un tubo di vetro che costituiva l'estremità di un barometro a mercurio. L'elettricità statica ionizzava le molecole di mercurio presenti nella cavità superiore, satura di vapori. Quando i fondamenti dell'energia elettrica furono scoperti, si poté dare una spiegazione al fenomeno e classificarlo come scarica in un gas ionizzato, da cui sarebbe discesa una intera tipologia di lampade ancora diffuse nel mondo della illuminazione. Il gas neon venne ufficialmente scoperto a Londra nel 1898 da William Ramsey e Morris Travers. Il termine neon deriva dal greco "neos", che significa "nuovo". L'ingegnere chimico Georges Claude espose al pubblico la prima lampada al neon nel 1910, a Parigi. In seguito, fu scoperto un metodo di estrazione economico del neon dall'aria che rese possibile la messa in commercio delle lampade su vasta scala. Nel 1912 Jaques Fonseque, socio di Claude, vendette la prima insegna ad un negozio di barbiere; nel 1913 l'insegna "CINZANO" – con lettere alte un metro ciascuna – fu posta in bella vista sugli Champs-Elysees. Il neon si trova usualmente in forma di gas monoatomico. Il neon è un gas raro che si trova nell'atmosfera terrestre in misura di 1 parte su 65 000 e viene prodotto attraverso il sopraraffreddamento e la distillazione frazionata dell'aria. Anche se ai fini pratici il neon è un elemento inerte, in laboratorio sono stati ottenuti suoi composti chimici con il fluoro. Non si sa se alcuni di questi composti esistano in natura, ma alcuni indizi suggeriscono di sì. Gli ioni, Ne+, (NeAr)+, (NeH)+, e (HeNe+) sono stati impiegati nelle ricerche nel campo dell'ottica e della spettrometria di massa. Inoltre il neon forma un idrato instabile. Il neon ha tre isotopi stabili: Ne-20 (90,48%), Ne-21 (0,27%) e Ne-22 (9,25%). L'Ne-21 e l'Ne-22 sono nucleogenici e le loro variazioni sono ben comprese. Per contro, l'Ne-20 non è ritenuto nucleogenico e le cause della sua variazione sulla terra sono state ampiamente discusse. Le principali reazioni nucleari che generano isotopi di neon sono l'emissione di neutroni, il decadimento alfa di Mg-24 e Mg-25, che producono rispettivamente Ne-21 e Ne-22. le particelle alfa sono derivate dalla catena di decadimento dell'uranio, mentre i neutroni sono prodotti principalmente da reazioni secondarie di particelle alfa. Il risultato netto porterebbe a una tendenza a rapporti più bassi per il Ne-20/Ne-22 e più alti per il Ne-21/Ne-22 di quelli osservati in rocce ricche di uranio quali il granito. L'analisi isotopica delle rocce terrestri esposte ha dimostrato una produzione cosmogenica di Ne-21. Questo isotopo viene generato da reazioni di spallazione di sodio, silicio e alluminio. Analizzando tutti e tre gli isotopi, la componente cosmogenica può essere ottenuta dal neon magmatico e da quello nucleogenico. Questo fatto suggerisce che il neon può essere utile nella determinazione dell'età di esposizione cosmica delle rocce superficiali. Similarmente allo xeno, i contenuti di neon osservati in campioni di gas vulcanici sono ricchi di Ne-20, così come di Ne-21 nucleogenico, relativamente al contenutodi Ne-22. I contenuti di detti isotopi in questi campioni rappresentano una sorgente non atmosferica di neon. I componenti ricchi di Ne-20 sono attribuiti alle componenti di gas rari primordiali sulla terra, probabilmente dovuti a neon solare. Un'elevata abbondanza di Ne-20 si è anche riscontrata nei diamanti, suggerendo ulteriormente una riserva di neon solare sulla terra.
Numismatica
Tavola tratta da ''Rivista italiana di numismatica'' del 1888 La '''numismatica''' è lo studio scientifico della moneta e della sua storia, in tutte le sue varie forme, dal punto di vista storico-geografico, artistico ed economico. Spesso anche il collezionismo di monete viene denominato numismatica.
L'oggetto più importante della numismatica è la moneta. Ma questa scienza si interessa anche di altre forme di denaro, come le banconote, i mezzi di pagamento pre-monetari e gli oggetti a forma di moneta come medaglie, medaglioni, gettoni e medagliette religiose. La numismatica può anche includere lo studio di molti differenti aspetti legati a monete, compresa la storia, geografia, economia, metallurgia, uso e processi di produzione. Anche altri metodi di pagamento, come assegni, banconote, carta moneta, scripofilia e carte di credito sono spesso oggetto di interesse numismatico. Anche le prime monete o pre-monete usate da popoli primitivi fanno parte dello studio della numismatica. Per epoche in cui esistono poche fonti scritte, le monete hanno un elevato valore come fonti sia per la cronologia che per la storia delle scienze, della cultura e dell'economia. Ciò si applica in particolare alle antichità greche e romane, ma anche per le aree al di fuori delle antiche culture del Mediterraneo (ad esempio per gli imperi dei Parti e degli Sciti) nonché per il primo e per l'Alto Medioevo. Per questi periodi i rinvenimenti monetari, (cioè le monete che vengono trovate in una sepoltura assieme ad altri oggetti o in qualche tesoro) sono importanti non solo per facilitare la datazione ma anche come fonti storiche. Si è sviluppata una vera e propria '''numismatica dei ritrovamenti''', che costituisce attualmente la parte più dinamica e metodologicamente più innovativa di questa scienza. A partire dal Medioevo, con l'incremento della frequenza delle fonti scritte, la numismatica è particolarmente legata con la storia del denaro, cui dà basi sia storiche che economiche. Nei periodi più recenti, con il forte aumento dell'importanza del denaro monetato, la numismatica diviene un punto fermo nella storia dell'economia. Oltre ad una disciplina ancillare altamente specializzata della storia e della archeologia, la numismatica ha anche numerose connessioni con discipline vicine come la storia economica, la storia sociale, la storia dell'arte o l'onomastica. I metodi della numismatica, nel senso più stretto, sono essenzialmente legati all'oggetto–moneta. Altri principi metodologici derivano dai problemi della storia del denaro. Le monete sono un prodotto di massa, con la stessa forma, eseguito in grande numero; tuttavia ogni singola moneta, anche a causa dei metodi di coniazione, è un individuo con caratteristiche speciali (errori di coniazione, variazioni dei materiali, irregolarità). Il più importante metodo numismatico, che serve alla ricostruzione della sequenza della coniazione, è la analisi dei conii. Si basa sull'osservazione, che ogni moneta (a due facce) è formata da un conio di incudine (al diritto) e da un conio di martello (al rovescio). I due conii, che nella monetazione martellata sono distinti in conio superiore – o conio di martello – o conio inferiore – e d'incudine – si usurano in tempi diversi. Il conio di martello deve essere sostituito più frequentemente di quello di incudine. Ciò porta alle cosiddette '''combinazioni di conii'''; le diverse combinazioni formano una catena di conii che corrisponde alla sequenza temporale con cui i singoli conii sono stati prodotti ed usati. L'analisi dei conii venne usata per la prima volta nel XIX secolo ed introdotta nella numismatica greca da Friedrich Imhoof-Blumer. Altri importanti metodi per determinare la cronologia reciproca o la contemporaneità sono lo studio della tipologia e l'analisi dello stile. I limiti di questi metodi si trovano nel fatto che solo un numero infinitamente piccolo delle monete originariamente coniate è sopravvissuto. Stime basate sui rinvenimenti monetari lasciano assumere che oggi abbiamo a disposizione non più dell'uno per mille delle monete originariamente battute. Un altro ruolo importante lo giocano ora anche le ricerche scientifiche come l'analisi dei metalli, che dà indicazioni sulla provenienza dei metalli monetari, ma che possono anche dare risposte a problemi di politica monetaria (variazioni del titolo di purezza dei metalli nel quadro di una svalutazione). La numismatica dei ritrovamenti si occupa meno della singola moneta e più con gruppi di monete che costituiscono le varie categorie di ritrovamenti monetari. Esamina la distribuzione nel territorio dei vari tipi di monete tenendo presente i problemi del corso delle monete, la storia dell'economia, dei traffici e dei commerci (area dei mercati, percorsi delle merci e dei commerci). La numismatica è una tipica scienza da museo (Bernd Kluge), giacché lavori significativi sono per lo più possibili solo presso le fonti materiali, cioè le monete. Le grandi collezioni numismatiche pubbliche sono state perciò anche centri di ricerca e sono tuttora i promotori di grandi opere di catalogazione e di compendi. Tra le più importanti collezioni numismatiche, ci sono quelle di Parigi (Biblioteca Nazionale), Londra (British Museum), New York (American Numismatic Society), Berlino (Münzkabinett), il gabinetto numismatico al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Per finire, ma non ultima per importanza, va citata l'ex collezione reale di Vittorio Emanuele III, il re numismatico, che, alla sua partenza per l'esilio, fu donata allo Stato italiano. Oggi si trova esposta a Roma, nel (Palazzo Massimo alle Terme). In Italia esistono diverse collezioni. Le più importanti sono a Napoli, Roma, Milano, Padova, Torino e Venezia. La numismatica non lavora intensivamente solo nei musei: la sua stessa genesi è legata al mondo del collezionismo che tutt'oggi riveste un ruolo fondamentale nell'ambito dello studio. I collezionisti stessi sono talvolta tra i migliori conoscitori dei loro rispettivi ambiti d'interesse e collaborano con importanti contributi alla ricerca, in forma di studi dettagliati o di cataloghi al progresso scientifico della materia. Nel sistema della formazione universitaria la numismatica è inserita tra le scienze ausiliarie della Storia e dell'Archeologia e in particolare opera essenzialmente nel campo della storia delle antichità classiche. === Inizi === Se dobbiamo credere alle descrizioni dello storico romano Svetonio (70-140 d.C.), l'imperatore Augusto è stato uno dei primi a collezionare "monete reali e straniere" più di 2000 anni fa. Sono riportati altri casi di collezioni e collezionisti nel periodo romano; a differenza di altre opere d'arte, nella collezione di monete il centro dell'attenzione non era sempre l'aspetto estetico. I primi tentativi ad occuparsi scientificamente delle monete si datano al XIV e XV secolo. Proprio in questo periodo compare un approccio scientifico con cui per primi Giovanni de Matociis e Francesco Petrarca affronteranno per la prima volta lo studio della moneta in senso moderno e con metodo storiografico. A partire dal rinascimento, all'interno di molte delle maggiori corti europee, nasceranno le collezioni numismatiche che in seguito confluiranno spesso nei grandi monetieri e ai gabinetti numismatici pubblici. === Sviluppo === Alla fine del XVIII secolo, si colloca la figura di Joseph Hilarius Eckhel, considerato il fondatore della numismatica come scienza. A cui vanno aggiunti, sempre dello stesso secolo, gli italiani Ludovico Antonio Muratori e Filippo Argelati. Il XIX secolo fu il più fecondo nella strutturazione delle collezioni nazionali e nella pubblicazione dei cataloghi. Theodor Mommsen supportò l'idea di un ''corpus'' generale di tutte le monete greche di tutte le collezioni, un'idea che non è ancora possibile realizzare. Nel 1931 la British Academy lanciò l'idea della Sylloge una sistematica serie di pubblicazioni delle singole collezioni di monete greche, in ordine di zecca e con la foto di ogni singola moneta. Sono già apparse un centinaio di volumi in molti paesi. L'idea è stata ripresa dagli studiosi della Gran Bretagna medievale e nel 1993 dagli esperti di numismatica Islamica. Nel XX secolo si rafforzò sempre più la consapevolezze dell'importanza delle monete come oggetti archeologici. Dopo la Seconda guerra mondiale in Germania è stato lanciato il progetto "Fundmünzen der Antike (Ritrovamenti monetari dell'antichità)", per registrare ogni ritrovamento effettuato in Germania. Questa idea ha trovato seguaci in molti paesi. Tavola illustrata pubblicata negli Acta Eruditorum del 1735 a complemento della recensione all'opera di Andreas Morell ''Thesaurus morellianus, sive familiarum romanarum numismata omnia...'' === Tradizione occidentale === Dal punto di vista storico, nella numismatica occidentale possono essere riconosciuti alcuni grandi periodi: * '''numismatica antica''' ** monetazione greca *** monetazione autonoma *** monetazione regale *** monetazione italiana antica ** monetazione romana *** monetazione romana repubblicana *** monetazione imperatoriale *** monetazione imperiale *** monetazione provinciale ** monetazione bizantina * '''monetazione medievale''' * '''monetazione moderna''' * '''monetazione contemporanea''' === Tradizione orientale === * monetazione musulmana * monetazione indiana * monetazione cinese
Nido di spie
'''''Nido di spie''''' è un film del 1981, diretto da Aleksandr Alov e Vladimir Naumov ed interpretato tra gli altri da Alain Delon, Claude Jade e Curd Jürgens. Frutto di una coproduzione multinazionale che coinvolse in piena guerra fredda l'allora maggiore impresa cinematografica dell'Europa Orientale, ovvero la sovietica Mosfil'm, la pellicola fece registrare uno degli incassi più alti della storia del cinema sovietico, con oltre 47,5 milioni di spettatori, mentre risultò un flop in Francia, con poco più di 94000 spettatori. All'edizione 1981 del Festival cinematografico internazionale di Mosca, si aggiudicò il Gran Premio.
1943. Nel corso della seconda guerra mondiale, durante la celebre conferenza di Teheran, dove per la prima volta si riunirono i capi delle tre potenze mondiali in lotta contro le forze dell'Asse, Josif Stalin, Winston Churchill e Franklin Delano Roosevelt, un gruppo di agenti segreti del regime nazista viene incaricato di assassinare i tre leader, per destabilizzare lo scenario sociopolitico e influenzare le sorti della guerra. 1980. Dopo circa quarant'anni, l'ufficiale sovietico Andrej Borodin partecipa a un'asta a Londra, dove vengono venduti documenti segreti risalenti alla seconda guerra mondiale da parte del collezionista Richard Max. Ciò che si cela dietro la figura del venditore è in realtà molto di più di quel che sembra: infatti Richard in passato era stato una spia nazista, uno degli uomini del commando che avrebbe dovuto attentare alla vita dei tre leader a Teheran, su ordine del suo superiore gerarchico Scherner, che ora gli sta dando la caccia, con l'intenzione di fagli pagare il fallimento dell'attentato di quarant'anni prima. Nel frattempo la storia si sofferma anche sulla storia d'amore tra Andrej e Marie, una bella ragazza francese di cui il sovietico si invaghisce. Il passato sembra alle spalle, ma un nuovo complotto è in atto, messo in moto da Scherner, oggi alla guida di un'importante quanto invisibile rete terroristica. Dirottando un aereo di una linea aerea parigina, il gruppo terroristico minaccia di eliminare tutti gli ostaggi se non verranno uccisi tutti i testimoni degli eventi del lontano 1943. Andrej assiste impotente alle azioni eclatanti di Scherner, ma la storia è ben più intricata di quanto sembri. Richard si nasconde in un vecchio appartamento, intuendo il pericolo per la sua vita rappresentato dall'ex nazista, ma non immagina che la sua giovane compagna Françoise è al soldo proprio di Scherner. Alla base dell'intera trama vi è la storia del fallito tentativo, da parte dello spionaggio nazista, di eliminare i tre leader governativi più importanti dell'epoca, Churchill, Roosevelt e Stalin, durante la conferenza di Teheran. Sebbene la sceneggiatura del film non descriva persone ed eventi reali, lo spunto narrativo fa riferimento al reale progetto attentatorio da parte di spie naziste, che fu sventato dai servizi segreti sovietici a Teheran nel 1943. La colonna sonora del film fu composta da Georges Garvarentz e Mieczysław Weinberg. La canzone tema del film, ''Une Vie D'Amour'' (''Вечная любовь,Vechnaya lyubov'') di Charles Aznavour fu eseguita nel film da Aznavour, che la registrò anche in duetto con Mireille Mathieu, e si espanse a macchia d'olio sia in Russia che nel resto del continente europeo. * 1981 - Festival cinematografico internazionale di Mosca ** Gran premio
Neodimio
Il '''neodimio''' è l'elemento chimico di numero atomico 60 e il suo simbolo è '''Nd'''.
Il neodimio è un metallo appartenente al gruppo delle terre rare, o lantanidi, presente nella lega chiamata mischmetal fino al 18%. È un metallo d'aspetto argenteo e lucente; tuttavia, essendo uno dei lantanidi più reattivi, si ossida rapidamente all'aria coprendosi di una patina di ossido che, desquamandosi, espone all'azione ossidante dell'aria nuovi strati di metallo. Tra gli usi del neodimio si annoverano: * Come componente del didimio, utilizzato per la colorazione degli occhiali e degli schermi per saldatori. * Negli auricolari ergonomici in cui la presenza di magneti in neodimio offre una qualità sonora eccellente. * L'utilizzo come colorante per vetri consente di ottenere delicate tonalità che variano dal violetto al rosso-vino sino a tonalità calde di grigio. L'assorbimento di tali vetri presenta picchi di assorbimento particolarmente stretti. Questi vetri sono utilizzati per produrre filtri per osservazioni astronomiche, calibrando le bande dello spettro di assorbimento. Il neodimio consente di compensare il colore verde dei vetri, impartito dal ferro come contaminante. * Come drogante viene utilizzato in alcuni materiali trasparenti impiegati nei laser all'infrarosso (); fra questi, il granato di ittrio e alluminio (Nd:YAG), il fluoruro di ittrio e litio (Nd: YLF), il vanadato di ittrio (Nd: YVO) e nei vetri al neodimio (Nd: glass). Questi ultimi sono usati per costruire i laser a impulsi più potenti del mondo, in grado di fornire potenze dell'ordine dei TW per ogni singolo impulso; gruppi di questi laser vengono usati negli esperimenti di fusione nucleare per ottenere il confinamento inerziale dell'idrogeno. * I sali di neodimio sono usati come coloranti per smalti. * Il neodimio viene utilizzato per produrre magneti permanenti Nd2Fe14B ad elevata coercitività. Questi materiali sono meno costosi dei magneti al samario-cobalto e vengono anche utilizzati nella produzione di auricolari. * Probabilmente a causa di affinità con Ca2+, è stato citato l'utilizzo di Nd3+ come agente di crescita per le piante: in Cina è frequente l'utilizzo di composti delle terre rare come fertilizzanti. * Viene utilizzato per la produzione di altoparlanti di qualità per riprodurre fedelmente le frequenze più alte, ad esempio i tweeter al neodimio si caratterizzano per l'elevata brillantezza del suono. * Viene utilizzato nella produzione di componenti magnetici di diversi tipi di microfoni professionali per la sua particolare struttura magnetica che assicura una maggiore sensibilità, un miglior rapporto segnale/rumore e una gamma estesa delle frequenze con "alti" limpidi. Il neodimio è stato scoperto dal chimico austriaco barone Carl Auer von Welsbach a Vienna nel 1885. Auer von Welsbach tramite un'analisi spettroscopica individuò il neodimio nel didimio insieme al praseodimio, tuttavia l'elemento non fu isolato in forma pura fino al 1925. Il nome deriva dalle parole greche ''neos'', nuovo, e ''didimos'', gemello. Oggi il neodimio viene ottenuto tramite un processo di scambio ionico dalle sabbie di monazite ((Ce,La,Th,Nd,Y)PO4), un minerale ricco di elementi appartenenti alla classe dei lantanidi, e per elettrolisi dei suoi sali alogenati. Il neodimio non si trova mai in natura allo stato nativo; si rinviene invece in minerali quali la sabbia di monazite ((Ce,La,Th,Nd,Y)PO4) e la bastnasite ((Ce,La,Th,Nd,Y)(CO3)F), nonché nel mischmetal. La sua separazione dalle altre ''terre rare'' è piuttosto difficoltosa. Tra i composti del neodimio si hanno Fluoruri * NdF3 Cloruri * NdCl2; NdCl3 Bromuri * NdBr2; NdBr3 Ioduri * NdI2; NdI3 Ossidi * Nd2O3 Solfuri * NdS; Nd2S3 Selenuri * NdSe Tellururi * NdTe; Nd2Te3 Nitruri * NdN Il neodimio in natura si presenta come una miscela di cinque isotopi stabili, 142Nd, 143Nd, 145Nd, 146Nd e 148Nd, di cui il 142 è il più abbondante (27,2%), e due isotopi radioattivi, 144Nd e 150Nd. Gli isotopi radioattivi del neodimio sono in totale 31 ed i più stabili sono 150Nd, con un'emivita di 144Nd e 147Nd (10,98 giorni). Gli altri isotopi hanno emivite inferiori a 3,38 giorni e la maggior parte di essi inferiore ai 71 secondi. Questo elemento presenta anche 4 metastati, i più stabili sono 139mNd (emivita di 5,5 ore), 135mNd (5,5 minuti) e 141mNd (62,0 secondi). La principale modalità di decadimento radioattivo degli isotopi fino a 142Nd è la cattura elettronica con trasformazione in isotopi del praseodimio; per gli isotopi di massa superiore è il decadimento beta con trasformazione in isotopi del promezio. La polvere di neodimio metallico è reattiva all'aria e può incendiarsi spontaneamente. Come per tutti i lantanidi, i composti del neodimio hanno una tossicità medio-bassa, tuttavia non sono stati condotti studi specifici sulla tossicità del neodimio. La polvere di neodimio ed i suoi sali sono molto irritanti per gli occhi e le mucose e moderatamente irritanti per la pelle. L'inalazione delle polveri può causare embolie polmonari ed un'esposizione prolungata danneggia il fegato. Il neodimio ha anche un effetto anticoagulante sul sangue, specie se somministrato per via endovenosa. Magneti al neodimio sono stati testati per la realizzazione di supporti per la riparazione delle ossa fratturate, ma problemi di biocompatibilità hanno impedito la diffusione della tecnica.
Number One (film 1973)
'''''Number One''''' è un film del 1973 diretto da Gianni Buffardi. Il noto night-club romano ''Number One'', al centro di un grosso scandalo nel 1971 per un giro di cocaina che coinvolse nomi del jet-set internazionale, offrì l'occasione a Buffardi per una radiografia della Roma segreta e notturna di quegli anni.
Il film inizia con la scoperta di un bellissimo cadavere femminile nudo. Un playboy americano (Paolo Malco) trova la moglie morta (Josianne Mariet) insieme al suo amico (Guido Mannari). È sdraiata sul letto, sembra molto sexy, con una mano su uno dei suoi bei seni e l'altra sulla vagina. Gli uomini e un terzo uomo si godono il bellissimo spettacolo, ma purtroppo la donna è già morta e si scoprirà che è morta per overdose. La polizia ha iniziato a indagare, perché poco dopo un'altra turista americana (Isabelle de Valvert) è stata uccisa a colpi di arma da fuoco sulle rive del Tevere. Viene quindi iniziata un'inchiesta, condotta da polizia e carabinieri insieme su un certo giro di persone il cui punto di ritrovo è un celebre locale notturno romano, il "Number One". Durante le indagini su un furto di quadri, gli inquirenti hanno ragione di sospettare che una banda di ladri di opere d'arte sia anche implicata nel traffico della droga. Gli uomini della polizia (tra cui Renzo Montagnani, Luigi Pistilli) stanno ora indagando su traffico di droga, traffico di donne e affari con le ragazze squillo. Una francese (Claude Jade) sta ora indagando anche nella "Number one", dove conquisterà la fiducia di altri playboy (Chris Avram, Venantino Venantini). Ma ogni volta che i testimoni si fanno avanti, scompaiono ... Racconta l'attrice Claude Jade nella sua autobiografia ''Baisers envolés'': ''"Ho iniziato la mia avventura a Roma, dove l'avvocato Claudio Giglioli, un agente dell'agenzia di Marceline Lenoir, mi avevo trovato due film da fare. Sono arrivata a Roma al mio hotel in via Sistina, ed ho chiesto a mia madre, che era già in pensione ed aveva molto tempo libero, di raggiungermi subito. Il mio primo film è stato "Number one", dal nome di una discoteca dove c'era stato un grosso scandalo, con diverse ragazze coinvolte in uno strano giro. Ma questo non è esattamente il ruolo che ho interpretato! Penso di aver interpretato una giovane detective, o qualcosa del genere. Molto presto mi sono chiesta cosa stessi facendo e perché Giglioli mi avesse trovato questo ruolo. Gianni Buffardi, il regista e produttore del film, aveva nel suo ufficio una bella raccolta di opere d'arte, ma mi ha fregato perché non sono mai stata pagata per intero. A quel punto il mio pseudo-agente, che era un suo amico e pensava soprattutto ai fatti suoi, non ha fatto nulla per me, così ho deciso di lasciare la sua agenzia."'' Il film è a tutt'oggi inedito nel circuito home video, non essendo mai stato pubblicato né in VHS né in DVD.
Nettunio
Il '''nettunio''' è un elemento chimico con numero atomico 93 e il suo simbolo è '''Np'''. È un elemento transuranico incluso nella serie degli attinoidi sulla tavola periodica. Possiede 19 isotopi, tutti instabili, e si presenta, allo stato solido, in 3 forme allotropiche. Il suo isotopo più stabile è un sottoprodotto di reazione nei reattori nucleari e trova impiego nella costruzione di rilevatori di neutroni. È presente, in tracce, nei minerali di uranio.
Il nettunio appartiene alla serie degli attinoidi e fu il primo elemento transuranico ad essere sintetizzato in laboratorio. Fu scoperto e battezzato ''«nettunio»'' (dal pianeta Nettuno, per analogia con l'uranio) da Edwin McMillan e Philip Hauge Abelson, nel 1940, all'interno del ''Radiation Laboratory'' (dal 1959, Lawrence Berkeley National Laboratory) dell'Università di Berkeley in California. I due fisici sintetizzarono l'isotopo 239Np (con un'emivita di 2,3 giorni) in un ciclotrone bombardando dell'uranio con neutroni lenti (ovvero con energia ). : Prima di tale data, sono menzionati in letteratura almeno tre annunci della scoperta dell'elemento 93 – con il nome di ausonio (Enrico Fermi et alii), di boemio nel 1934 e di sequanio nel 1939 – tutti smentiti da successive verifiche. Allo stato solido, il nettunio si presenta come un metallo di colore argenteo, discretamente reattivo e disponibile in tre forme allotropiche: * α-nettunio: ortorombico con densità 20,25 g/cm³ (20 250 kg/m³). * β-nettunio (oltre i 280 °C), tetragonale con densità 19,36 g/cm³ (19 360 kg/m³) a 313 °C. * γ-nettunio (oltre 577 °C), cubico con densità 18 g/cm³ (18 000 kg/m³) a 600 °C. Tracce di nettunio sono presenti, in natura, nei minerali di uranio come prodotto di decadimento radioattivo del 237U. L'isotopo 237Np si può sintetizzare per riduzione di NpF3 con vapori di bario o litio a circa , ma prevalentemente si ottiene come sottoprodotto di reazione dal combustibile nucleare esausto e/o durante la produzione di plutonio. 237Np viene prodotto anche per decadimento alfa di 241Am. Con la cattura di un neutrone termico, un atomo di 235U passa allo stato eccitato di 236''m''U, un isomero metastabile con un'emivita di . Escludendo gli atomi che decadono nuovamente in 235U per reazioni di scattering elastico e anelastico, circa l'84% dei nuclei eccitati subisce la fissione, mentre il restante 16% decade allo stato fondamentale di 236U cedendo sotto forma di radiazioni gamma. :: Un ulteriore cattura neutronica produce 237U che ha un'emivita di 7 giorni e decade rapidamente in 237Np. :: 237U viene prodotto anche tramite una reazione (n,2n) con 238U (ma solo se i neutroni hanno alta energia). Sono noti 19 radioisotopi del nettunio, i più stabili dei quali sono il 237Np con emivita di 2,14 milioni di anni, il 236Np con emivita di anni e 235Np con emivita di 396,1 giorni. Tutti gli altri isotopi radioattivi hanno emivite inferiori a 5 giorni e, per la maggior parte, inferiori ad 1 ora. Questo elemento ha anche 4 stati metastabili, di cui il più stabile è il 236mNp (t½ 22,5 ore). Gli isotopi di nettunio hanno un peso atomico variabile tra 225,034 u (225Np) e 244,068 u (244Np). Il principale modo di decadimento prima dell'isotopo più stabile (237Np) è la cattura elettronica (con un decadimento alfa significativo), mentre quello più comune dopo l'isotopo più stabile è il decadimento beta. I prodotti di decadimento prima di 237Np sono isotopi di uranio (mentre il decadimento alfa produce, invece, isotopi di protoattinio) e i prodotti principali dopo di esso sono isotopi di plutonio. Radionuclide Z(p) N(n)  Massa (u)  emivita spin nucleare energia di eccitazione 225Np 93 132 225,03391(8) 3# ms >2 µs 9/2−# 226Np 93 133 226,03515(10)# 35(10) ms 227Np 93 134 227,03496(8) 510(60) ms 5/2−# 228Np 93 135 228,03618(21)# 61,4(14) s 229Np 93 136 229,03626(9) 4,0(2) min 5/2+# 230Np 93 137 230,03783(6) 4,6(3) min 231Np 93 138 231,03825(5) 48,8(2) min (5/2)(+#) 232Np 93 139 232,04011(11)# 14,7(3) min (4+) 233Np 93 140 233,04074(5) 36,2(1) min (5/2+) 234Np 93 141 234,042895(9) 4,4(1) d (0+) 235Np 93 142 235,0440633(21) 396,1(12) d 5/2+ 236Np 93 143 236,04657(5) (6−) 236mNp 22,5(4) h 1 237Np 93 144 237,0481734(20) 5/2+ 238Np 93 145 238,0509464(20) 2,117(2) g 2+ 238mNp 2300(200)# keV 112(39) ns 239Np 93 146 239,0529390(22) 2,356(3) d 5/2+ 240Np 93 147 240,056162(16) 61,9(2) min (5+) 240mNp 20(15) keV 7,22(2) min 1(+) 241Np 93 148 241,05825(8) 13,9(2) min (5/2+) 242Np 93 149 242,06164(21) 2,2(2) min (1+) 242mNp 0(50)# keV 5,5(1) min 6+# 243Np 93 150 243,06428(3)# 1,85(15) min (5/2−) 244Np 93 151 244,06785(32)# 2,29(16) min (7−) Possiede vari stati di ossidazione, i più alti dei quali sono quelli ottenuti in soluzione acquosa come Np3+ (di colore purpureo analogamente allo ione Pm3+) che produce, per ossidazione all'aria, Np4+ (verde-giallo) e, successivamente, NpO (rosa pallido). Un altro stato di ossidazione conosciuto è NpO (verde bluastro in soluzione acquosa) ottenuto per ossidazione di Np4+ con acido nitrico caldo. I principali composti del nettunio sono gli alogenuri NpF6 (arancione), NpF4 (verde), NpF3 (viola-nero), NpCl4 (rosso-marrone), NpCl3 (bianco), NpBr4 (rosso-marrone), NpBr3 (verde), NpI3 (marrone) e gli ossidi Np3O8 e NpO2. Gli isotopi di nettunio più pesanti decadono rapidamente, mentre quelli più leggeri non possono essere prodotti per cattura neutronica; di conseguenza, la separazione chimica del nettunio dal combustibile nucleare esausto produce sostanzialmente il solo 237Np. Per tale motivo – e per la scarsa rilevanza come prodotto del decadimento naturale nei giacimenti di minerali uranili – questo radionuclide del nettunio si presta come indicatore dell'inquinamento di lungo periodo connesso con le attività nucleari umane. Come altri tre prodotti di fissione (99Tc, 129I e 234U) il radioisotopo 237Np possiede un'emivita molto lunga, è facilmente solubile in acqua e viene scarsamente assorbito dai minerali per cui, pur essendo un nuclide a bassa emissione radioattiva, potrebbe rappresentare, nel lungo periodo dallo stoccaggio) a causa del progressivo accumulo e dell'elevata mobilità, l'agente più significativo di inquinamento radioattivo per le falde acquifere e i bacini idrografici prossimali ai depositi di scorie se questi ultimi dovessero deteriorarsi. 237Np trova impiego nella costruzione di dosimetri di neutroni veloci e ad alta energia, anche per uso personale, in campo ospedaliero e industriale. Lo stesso radioisotopo del nettunio è anche un prodotto di decadimento dell'americio presente nei rivelatori di fumo a ionizzazione. L'irradiazione neutronica di 237Np origina 238Pu che è una sorgente di particelle α per i generatori termoelettrici a radioisotopi (RTG) utilizzati, prevalentemente, nel campo dell'esplorazione spaziale. 237Np cattura un neutrone per formare 238Np che decade – per emissione beta dopo un paio di giorni – in 238Pu. : Il nettunio è fissile e potrebbe teoricamente essere utilizzato come combustibile nei reattori a neutroni veloci o nelle armi nucleari. Nel 1992, il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti declassificò un documento che attestava la possibilità di impiego di 237Np nella costruzione di armi nucleari. Nel settembre 2002, alcuni ricercatori dell'Università della California hanno creato, presso il Los Alamos National Laboratory, la prima massa critica di nettunio utilizzando, per gli esperimenti, una sfera di 6 kg di 237Np circondata da un guscio di uranio arricchito. I risultati degli esperimenti hanno mostrato che la massa critica è compresa attorno ai .
Nobelio
Il '''nobelio''' è l'elemento chimico della tavola periodica che ha come simbolo '''No''' e come numero atomico il 102.
Il nobelio venne scoperto e identificato, in maniera non ambigua, nell'aprile 1958 a Berkeley, da Albert Ghiorso, Torbjørn Sikkeland, John R. Walton e Glenn Theodore Seaborg, che usarono una nuova tecnica a doppia ritrazione. Venne usato un acceleratore lineare di ioni pesanti (HILAC) per bombardare un sottile obiettivo di curio (95% 244Cm e 5% 246Cm) con ioni di carbonio-12 per produrre nobelio-102 in base alla reazione 246Cm(12C, 4n). Prende il nome da Alfred Nobel, scopritore della dinamite e fondatore del premio omonimo. Nel 1957 ricercatori di Stati Uniti, Gran Bretagna e Svezia annunciarono la scoperta di un isotopo dell'elemento 102 con emivita di 10 minuti a , come risultato del bombardamento di 244Cm con nuclei di 13C. Sulla base di questi esperimenti, il nome Nobelio venne assegnato e accettato dalla "Commissione sui pesi atomici" della IUPAC. L'accettazione del nome fu prematura perché sia i tentativi dei sovietici che degli statunitensi esclusero la possibilità di un isotopo dell'elemento 102 con emivita di 10 minuti in vicinità degli 8,5 MeV. I primi lavori del 1957 sulla ricerca di questo elemento, all'Istituto Kurčatov nell'Unione Sovietica, furono guastati dall'assegnazione di una radiazione alfa a 8,9 ± 0,4 MeV con emivita da 2 a 40 secondi, che era troppo indefinita per sostenere le pretese di scoperta. Esperimenti confermatori condotti a Berkeley nel 1966 hanno mostrato l'esistenza di 254-102 con emivita di 55 s, 252-102 con emivita di 2,3 s, e 257-102 con emivita di 23 s. Seguendo la tradizione di dare il diritto di assegnazione del nome agli scopritori, il gruppo di Berkeley nel 1967 suggerì che venisse dato il nome nobelio assieme al simbolo No. Sono conosciuti 10 isotopi del nobelio, uno dei quali ha emivita di 3 minuti.
Fattoriale
Grafico del logaritmo naturale del fattoriale In matematica, si definisce '''fattoriale''' di un numero naturale , indicato con , il prodotto dei numeri interi positivi minori o uguali a tale numero. In formula: : per la convenzione del prodotto vuoto si definisce inoltre . La generalizzazione analitica del fattoriale è nota con il nome di funzione gamma di Eulero. La notazione con il punto esclamativo è stata introdotta nel 1807 da Christian Kramp, mentre il nome ''fattoriale'' era stato coniato pochi anni prima, nel 1800 da Antoine Arbogast. La sequenza dei fattoriali compare nella On-Line Encyclopedia of Integer Sequences come sequenza A000142.
I valori dei primi numeri fattoriali sono riassunti nella seguente tabella: n n! 0 1 1 1 2 2 3 6 4 24 5 120 6 720 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 La funzione fattoriale può anche essere definita in modo ricorsivo: : Per questa ragione, viene spesso utilizzata nell'insegnamento dell'informatica per fornire il primo esempio di calcolo ricorsivo. Nella definizione come produttoria, la richiesta che sia pari a uno si accorda con la richiesta che il prodotto di zero fattori, il cosiddetto prodotto vuoto, come la potenza nulla di un intero positivo, sia uguale ad . Per convincersi ulteriormente di questo fatto, si può anche pensare di definire e osservare che : come si desume dalla definizione ricorsiva. I fattoriali innanzitutto sono importanti nel calcolo combinatorio. In particolare vi sono diverse sequenze formate da oggetti distinti, cioè vi sono permutazioni di oggetti; i fattoriali quindi enumerano le permutazioni. Data l'importanza delle permutazioni, segue che i fattoriali si incontrano in numerosissime espressioni. Ad esempio, rimanendo nel calcolo combinatorio, il numero di scelte di oggetti fra quelli che costituiscono un insieme di elementi, cioè il numero dei sottoinsiemi di elementi di un dato insieme di oggetti, è dato dal cosiddetto coefficiente binomiale: : I fattoriali si incontrano anche nel calcolo infinitesimale: innanzitutto va osservato che la -esima derivata di è ; una conseguenza di questo fatto è il teorema di Taylor che esprime una funzione come serie di potenze nella servendosi dei fattoriali e dei valori delle derivate. I fattoriali si incontrano spesso anche nelle espressioni delle funzioni speciali, nell'analisi numerica, nel calcolo delle probabilità, nella meccanica statistica e nella meccanica quantistica. Il fattoriale presenta numerose varianti e generalizzazioni. Tra le prime il multifattoriale e in particolare il '''semifattoriale''', il fattoriale crescente e il fattoriale decrescente. Tra le generalizzazioni ''discrete'' troviamo l'iperfattoriale e il superfattoriale. Molte di queste varianti nascono dal calcolo della cardinalità di alcuni insiemi nati dalla combinatoria. La funzione gamma è invece una generalizzazione ''continua''. === Funzione gamma === La funzione gamma è una funzione analitica definibile mediante l'integrale : per essa si dimostrano facilmente le proprietà : essa dunque estende la funzione fattoriale definita sugli interi naturali all'intero campo complesso (con la sola eccezione degli interi negativi): : Si dimostra inoltre che essa è l'unica estensione analitica del fattoriale. === Semifattoriale o doppio fattoriale === La notazione denota il '''semifattoriale''' (o ''doppio fattoriale'') di ed è definita ricorsivamente nel modo seguente: : per esempio e . La sequenza di semifattoriali per è la seguente: : Tra le identità che legano il fattoriale al doppio fattoriale, troviamo: : :La seconda identità risulta utile per i semifattoriali pari, mentre l'ultima identità per i semifattoriali dispari: è deducibile dalla constatazione che moltiplicare tra loro tutti i numeri dispari fino a equivale a moltiplicare tutti gli interi fino a per poi eliminare, ossia dividere, quelli pari, ossia ). Il valore numerico di può essere calcolato mediante ripetute moltiplicazioni fino ad un valore non eccessivo di ; questo è ciò che fanno le calcolatrici odierne. Al di sopra di un certo lo strumento di calcolo in uso cessa di dare risultati sensati per via dell'overflow. Ad esempio, una calcolatrice capace di operare su cifre decimali riesce a calcolare , ma non il fattoriale successivo, in quanto . Quando è molto grande in genere non serve conoscere il valore preciso di e può essere sufficiente stimarlo con una opportuna accuratezza. Per questo scopo in genere si usa l'approssimazione di Stirling: :
Notte dei cristalli
Con la locuzione '''Notte dei cristalli''' vengono indicati i pogrom antisemiti che scoppiarono su scala nazionale nella Germania nazista e in Austria nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938. L'episodio scatenante fu l'attentato condotto l'8 novembre dal diciassettenne ebreo-polacco Herschel Grynszpan contro il diplomatico Ernst Eduard vom Rath a Parigi. Fin dall'inizio dell'autunno 1938 la brutalizzazione dell'antisemitismo in Germania gravava pesantemente sull'atmosfera politica: crescevano le pressioni del regime e dei suoi più attivi sostenitori per il definitivo espatrio degli ebrei tedeschi e l'attentato fu subito strumentalizzato dal ministro della Propaganda Joseph Goebbels. Egli, con l'assenso di Adolf Hitler, imbastì rapidamente una imponente campagna propagandistica contro gli ebrei tedeschi e descrisse il fatto come un deliberato attacco del «giudaismo internazionale» contro il Terzo Reich, che avrebbe comportato le più «pesanti conseguenze» per gli ebrei tedeschi. La sera del 9 novembre quando giunse notizia della morte del diplomatico tedesco, scattò un vero e proprio attacco fisico contro gli ebrei e i loro beni in tutti i territori sotto il controllo tedesco, coordinato e ordinato da Goebbels. Al pogrom inizialmente parteciparono semplici membri del Partito nazionalsocialista e civili tedeschi, ai quali, via via che la notizia della morte del diplomatico si diffondeva, si aggiunsero membri delle ''Schutzstaffel'' , delle ''Sturmabteilung'' e della Gestapo spesso "privatamente", senza un ordine diretto dei superiori; indirettamente partecipò anche il ''Sicherheitsdienst'' di Reinhard Heydrich, che, informato successivamente di quanto deciso da Goebbels, diede ordine alle forze di polizia di non reprimere le sommosse. Durante i disordini e nei giorni successivi fino al 16 novembre furono arrestati indiscriminatamente circa ebrei maschi, poi condotti nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen. I rapporti ufficiali dei nazisti parlarono di 91 morti ebrei ma il numero effettivo fu in realtà di gran lunga più elevato , specie se considerati i maltrattamenti inflitti dopo gli arresti. Furono colpiti simboli, strutture comunitarie e i mezzi di sostentamento della comunità ebraica; oltre 520 sinagoghe vennero bruciate o completamente distrutte, centinaia di case di preghiera e cimiteri vennero demoliti, furono assaltate scuole e orfanotrofi e migliaia di luoghi di aggregazione ebraici, assieme a migliaia di esercizi commerciali e abitazioni private di cittadini israeliti. Nel linguaggio comune il ''Novemberpogrome 1938'' fu ribattezzato ''Reichskristallnacht'' o più semplicemente ''Kristallnacht'' , termini di una certa valenza derisoria in quanto richiamano le vetrine distrutte. Il pogrom diede un'accelerazione all'inasprimento della ''Judenpolitik'' nel territorio: in una riunione ministeriale del 12 novembre fu deciso di varare una serie di decreti che dessero forma concreta ai vari piani di esproprio dei beni ebraici discussi nei mesi precedenti. Una stretta sulla legislazione razziale che fu il preludio di una futura forzata emigrazione degli ebrei dalla Germania.
=== La macchina della persecuzione === Militi delle SA impongono il boicottaggio dei negozi ebraici, 1º aprile 1933 Nei primi anni di potere del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP) in Germania, i provvedimenti legislativi contro gli ebrei ebbero carattere asistematico e le brutalità non coordinate e selvagge antiebraiche provocarono disagio in molti tedeschi: alcuni erano contrari alla violenza gratuita, anche se molti all'interno e all'esterno del partito non avevano un'opinione certa sul tipo di disposizioni da prendere o tollerare nei confronti della minoranza etnica. Nel 1935 le leggi di Norimberga e i successivi decreti inquadrarono la discriminazione razziale nell'ordinamento giuridico della Germania nazista, definendo chiaramente chi dovesse essere considerato ebreo, o parzialmente ebreo, e imponendo un'ampia serie di divieti coerenti con il programma eliminazionista degli ebrei tedeschi. Queste leggi infatti furono emanate per codificare l'esclusione degli ebrei dalla vita sociale e civile della Germania e, più in generale, separarli dal ''Volk''. I provvedimenti che le componevano, ossia la Legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco e la Legge sulla cittadinanza del Reich, spogliavano gli ebrei della cittadinanza e proibivano i matrimoni misti e i rapporti sessuali al di fuori dei matrimoni già in atto. Furono norme molto ben accettate dai tedeschi, tanto che un rapporto della Gestapo di Magdeburgo riportava come «la popolazione considera la regolazione dei rapporti con gli ebrei un atto emancipatorio, che porta chiarezza e, nel contempo, maggiore fermezza nella tutela degli interessi razziali del popolo germanico». Dopo le leggi di Norimberga le violenze conobbero un deciso calo fino al 1937, sebbene aggressioni verbali e fisiche nei confronti degli ebrei continuassero e la Germania andasse avanti nella loro esclusione giuridica, economica, professionale e sociale. Lo stesso ministro dell'Economia Hjalmar Schacht, nonostante non si opponesse alla legislazione, riteneva inopportune le iniziative violente del partito e dei suoi militanti, che mettevano in cattiva luce la posizione della nazione nel mondo con conseguenze dirette nell'economia, : non a caso egli lamentò perdite di contratti esteri delle ditte tedesche per via dell'antisemitismo, consapevole che nell'immediato gli ebrei fossero indispensabili per il commercio, poiché avevano nelle loro mani l'importazione di alcuni prodotti rari di cui l'esercito aveva bisogno per il riarmo; Schacht preferì dunque una persecuzione per vie "legali". L'arianizzazione delle aziende ebraiche proseguì però inesorabile e anzi accelerò grazie alla promulgazione del piano quadriennale. Questa fu accompagnata da una nuova ondata di boicottaggi intimidatori in parecchie zone del paese, segno che molti clienti tedeschi continuavano a frequentare i negozi di proprietà israelita con conseguente esasperazione delle autorità naziste. Persino un fervente antisemita come Julius Streicher, nel 1935, aveva affermato che la questione ebraica era in via di risoluzione secondo metodi legali e che la popolazione avrebbe dovuto mantenere il controllo: «Noi non diamo in escandescenza e non aggrediamo gli Ebrei. Non abbiamo bisogno di farlo. Colui che si dedica a questo tipo di azioni isolate (''Einzelaktionen'') è un nemico dello Stato, un provocatore, forse anche un Ebreo». Da sinistra a destra: Artur Görlitzer, Joseph Goebbels, Adolf Hitler e Josef Dietrich allo ''Sportpalast'' di Berlino, 31 ottobre 1936 Nel 1938 tale "calma" fu interrotta da una ripresa delle istituzioni statali e del partito per trovare una "soluzione" alla «questione ebraica» (''Judenfrage''): l'anno fu caratterizzato da una recrudescenza di aggressioni fisiche, distruzione di beni, pubbliche umiliazioni e arresti cui faceva seguito l'internamento temporaneo nei campi di concentramento. Per gli ebrei divenne impossibile vivere al di fuori delle grandi città, gli unici luoghi in cui potevano sperare nell'anonimato; diventavano sempre più numerose le piccole località di provincia che si proclamavano libere dagli ebrei (''judenrein''). Alcune sezioni del partito cominciarono ad agitarsi e, secondo lo storico Raul Hilberg, ciò fu dovuto al fatto che alcuni membri, soprattutto le SA e l'apparato della propaganda, intesero le sommosse del 1938 come un mezzo con cui riconquistare prestigio e influenza. Perseguendo una linea sempre più aggressiva in politica estera e militare, il regime abbandonò dunque le remore riguardo alle possibili reazioni internazionali contro le iniziative antisemite: inoltre, sia pur condotta in modo discontinuo, l'arianizzazione dell'economia era stata quasi completata senza aver provocato alcuna catastrofe. Poiché la guerra si avvicinava, divenne essenziale per il regime la rimozione degli ebrei presenti nel paese sì da ridurre l'eventualità che si ripetesse quella «pugnalata alla schiena» che era costata alla Germania la prima guerra mondiale: una fantasia che, anche in seguito, avrebbe svolto un ruolo cardine nelle linee programmatiche di Hitler e dei suoi collaboratori. Il 28 marzo 1938, con effetto retroattivo dal 1º gennaio dello stesso anno, una nuova legge privò le associazioni culturali ebraiche del loro statuto di persona giuridica, eliminando così un'importante tutela ed esponendole a un più gravoso regime fiscale; poi, tra luglio e settembre, migliaia di medici, avvocati, dentisti, veterinari e farmacisti si videro revocare la licenza. Sempre in estate il ''Sicherheitsdienst'' di Reinhard Heydrich, assieme alla polizia di Berlino, diede inizio a una serie di retate e arresti in tutta la capitale con lo scopo di indurre gli ebrei ad abbandonare definitivamente la Germania. E in effetti furono rilasciati solo una volta che le associazioni ebraiche ebbero disposto i preparativi per la loro emigrazione. Per la base del partito, questo insieme di discorsi, leggi, decreti e azioni di polizia indicava che era tempo di scendere nuovamente in piazza. Gli episodi di violenza di massa avvenuti a Vienna in seguito all'Anschluss costituirono un ulteriore incentivo; aizzati da Joseph Goebbels e dal capo della polizia di Berlino Wolf-Heinrich von Helldorf, i nazisti della capitale tedesca dipinsero la stella di David sulle vetrine dei negozi di proprietà israelita, sulle porte degli ambulatori medici e degli studi degli avvocati ebrei della capitale, demolendo tre sinagoghe. Norimberga, ebrei polacchi in attesa di espulsione, 28 ottobre 1938 D'altronde questa nuova fase di violenze antisemite, la terza dopo quelle del 1933 e del 1935, era stata inaugurata dallo stesso Adolf Hitler il 13 settembre 1937 al tradizionale raduno del partito: egli dedicò gran parte del suo discorso a un attacco frontale agli ebrei, definiti «inferiori in tutto e per tutto», senza scrupoli, sovversivi, decisi a minare la società dall'interno, a sterminare chi era più bravo di loro e a stabilire un regime bolscevico fondato sul terrore. La nuova fase persecutoria portò con sé una nuova serie di leggi e decreti che peggiorò notevolmente la situazione degli ebrei tedeschi. Secondo lo storico Ian Kershaw, per stimolare l'impennata della campagna antisemita Hitler dovette fare poco o nulla; furono altri a prendere le iniziative e a incitare all'azione, sempre partendo dal presupposto che ciò fosse in linea con la grande missione del nazismo. Era, questo, un classico esempio di lavoro "verso il Führer", dando per scontata la sua approvazione a tali misure. Goebbels, uno dei principali fautori della radicale azione antisemita, non ebbe difficoltà nell'aprile 1938, sulla scia della feroce persecuzione inflitta agli ebrei di Vienna, a convincere Hitler ad appoggiare i suoi piani per ripulire Berlino, sede del suo Gau personale. Unica condizione posta dal Führer fu che nulla fosse intrapreso prima del suo incontro con Benito Mussolini agli inizi di maggio, in una serie di colloqui circa le mire della Germania in Cecoslovacchia. Nell'autunno 1937, ai datori di lavoro ariani era stato ordinato di licenziare i dipendenti ebrei: come conseguenza furono espulsi circa un migliaio di ebrei russi. L'anno successivo il ''Sicherheitsdienst'' rivolse la sua attenzione ai ebrei polacchi residenti nel paese; costoro, per Heydrich, erano un fastidio perché non erano sottoposti alla legislazione antiebraica. Preoccupata di un loro possibile rientro, la dittatura militare polacca di stampo antisemita promulgò il 31 marzo 1938 una legge che consentiva la revoca della cittadinanza a tali persone, le quali sarebbero così divenute apolidi. I negoziati fra la Gestapo e l'ambasciata polacca di Berlino non approdarono a nulla e, il 27 ottobre, la polizia tedesca cominciò ad arrestare i lavoratori polacchi, in certi casi insieme alle loro famiglie, stipandoli su vagoni piombati e accompagnandoli al confine. Circa persone vennero espulse senza preavviso, con appena il tempo di portarsi dietro qualche effetto personale; giunte alla frontiera, venivano fatte scendere dal treno e trascinate oltre confine. Le autorità polacche però sbarrarono il proprio lato della frontiera, lasciando gli espulsi a vagare senza meta in una "terra di nessuno", fino a quando non si risolsero a impiantare dei campi profughi subito a ridosso del confine. Il 29 ottobre 1938, quando il governo polacco ordinò l'espulsione dei cittadini tedeschi nella direzione opposta, la polizia del Reich portò l'operazione alla stretta finale. Da ultimo, dopo una serie di negoziati intergovernativi, fu consentito ai deportati di tornare in Germania a raccogliere i propri averi per poi ristabilirsi definitivamente in Polonia. === L'omicidio di vom Rath === Mentre le autorità polacche esitavano a emettere i permessi di entrata nel paese, migliaia di espulsi attendevano a Zbąszyń affamati e sofferenti; alcune persone si suicidarono. Una coppia di profughi, che aveva vissuto a Hannover per oltre ventisette anni, aveva un figlio diciassettenne, Herschel Grynszpan, che viveva a Parigi. Dal confine la sorella Berta gli inviò una lettera in cui raccontava dell'espulsione e chiedeva al fratello un piccolo aiuto in denaro per sopravvivere. L'angosciato messaggio giunse il 3 novembre a Herschel, il quale, la mattina del 6, comprò una pistola, deciso a vendicare l'oltraggio alla sua famiglia e a tutti gli ebrei ingiustamente espulsi. Il giorno seguente si recò all'ambasciata tedesca, e dopo aver detto al portiere che aveva un messaggio molto importante per l'ambasciatore, riuscì ad entrare nell'ufficio del terzo segretario dell'ambasciata, Ernst Eduard vom Rath, e sparò cinque colpi, centrando l'uomo due volte e procurandogli gravi ferite, ma senza ucciderlo. Ritratto di Joseph Goebbels Intanto, a Monaco di Baviera, erano in atto le celebrazioni del cosiddetto "putsch della birreria" del 1923, presiedute da Hitler. Questi, venuto a sapere dell'accaduto, ordinò al suo medico personale, il dottor Karl Brandt, di recarsi a Parigi assieme al direttore della clinica universitaria di Monaco. I due giunsero in città l'8 novembre, mentre in Germania la stampa tedesca lanciava accuse contro il popolo ebraico annunciando le prime misure punitive contro gli ebrei tedeschi; nel contempo fu bloccata la stampa di ogni quotidiano o periodico ebraico, vietato l'accesso dei bambini ebrei alle elementari e sospese a tempo indeterminato tutte le attività culturali ebraiche. Quello stesso giorno Goebbels riferì di manifestazioni spontanee di ostilità antisemite in molte città del Reich: una sinagoga fu incendiata a Bad Hersfeld, nell'Assia, a Kassel e Vienna sinagoghe e negozi ebraici furono assaltati da cittadini tedeschi, che danneggiarono vetrine e suppellettili. In realtà si trattava di precise direttive di Goebbels, il quale aveva ordinato al responsabile della Propaganda dell'Assia (coadiuvato in questo dalla Gestapo e dalle SS) di prendere d'assalto le sinagoghe della regione per tastare il polso dell'opinione pubblica in vista di un possibile allargamento del pogrom. A Kassel, invece, l'attacco alla sinagoga era stato effettuato dalle camicie brune. In serata Hitler tenne il suo discorso per l'anniversario del mancato golpe; tuttavia evitò di menzionare l'episodio del ferimento di vom Rath alla platea, avendo chiaramente in animo di passare all'azione subito dopo la morte del diplomatico, che sembrava imminente stando alle comunicazioni ricevute da Brandt. Riguardo gli atti di violenza registrati il giorno 8, Goebbels dichiarò alla stampa il giorno seguente che costituivano l'espressione spontanea della collera del popolo tedesco verso gli istigatori del vergognoso attentato di Parigi. Il contrasto con l'omicidio del funzionario regionale del partito Wilhelm Gustloff, perpetrato dall'ebreo David Frankfurter nel febbraio 1936 e che – dato l'interesse hitleriano a tenersi buona l'opinione pubblica internazionale nell'anno delle Olimpiadi – non aveva suscitato alcuna reazione violenta né dai vertici né dalla base del partito, non avrebbe potuto essere più evidente. Esso dimostrava, secondo lo storico Richard J. Evans, che l'attentato, «lungi dall'essere la causa di ciò che seguì, ne fu in realtà il semplice pretesto». La sera del 9 Hitler fu informato da Brandt che vom Rath era morto alle 17:30 ora tedesca. La notizia, pertanto, raggiunse non solo lui ma anche Goebbels e il ministero degli Esteri. Immediatamente, il Führer diede incarico a Goebbels di lanciare una massiccia e ben coordinata aggressione contro gli ebrei tedeschi, unitamente all'arresto e alla reclusione nei campi di concentramento di tutti gli israeliti adulti di sesso maschile che si fosse riusciti a catturare. Informò perciò Himmler del fatto che «Goebbels fosse il responsabile dell'intera operazione»; Himmler disse: Lo storico Saul Friedländer affermò che «Per Goebbels fu quella un'occasione per dimostrare le proprie capacità di leader come non gliene erano più capitate dal boicottaggio dell'aprile 1933. Il ministro della Propaganda desiderava ardentemente dimostrare le proprie capacità agli occhi del maestro. Hitler aveva espresso critiche sulla scarsa efficacia, nella stessa Germania, della campagna di propaganda durante la crisi dei sudeti. Inoltre Goebbels era parzialmente in disgrazia a causa della sua relazione con l'attrice ceca Lida Baarova e per la sua intenzione di divorziare dalla moglie, Magda, una delle più intime protégée di Hitler. Il Führer aveva messo fine alla storia e all'idea del divorzio, ma il suo ministro necessitava ancora di qualche iniziativa di peso. E adesso l'aveva a portata di mano.» Sussistono tuttavia delle dichiarazioni circa la diretta responsabilità di Hitler, riportate sempre da Friedländer: esemplificativo in tal senso un colloquio, tratto dai diari di Ulrich von Hassell, ex ambasciatore tedesco a Roma, fra Göring e Johannes Popitz, ministro delle finanze di Prussia, in cui questi protestò con Göring chiedendo che i responsabili del pogrom fossero puniti, ricevendo come risposta «Mio caro Popitz, lei desidera forse punire il Führer?» Poi secondo Hitler si era presentata l'opportunità ideale per indurre quanti più ebrei possibile a lasciare la Germania di fronte a una terribile esplosione di violenza e di distruzione, che sarebbe stata presentata dalla stampa di regime come «frutto della sgomenta reazione alla notizia della morte del diplomatico». Allo stesso tempo l'omicidio avrebbe fornito la propagandistica giustificazione alla completa e definitiva segregazione degli ebrei dall'economia, dalla società e dalla cultura. === I pogrom del 9 e 10 novembre 1938 === Verso le ore 21:00 del 9 novembre, durante la cena presso il municipio di Monaco, quando potevano essere osservati da buona parte degli invitati, Hitler e Goebbels furono avvicinati da un messaggero, il quale annunciò loro ciò che in realtà già sapevano sin dal tardo pomeriggio: il decesso di vom Rath. Dopo una breve e concitata conversazione, Hitler si congedò prima del solito per ritirarsi nei suoi alloggi privati. Verso le 22:00 fu Goebbels a prendere la parola innanzi ai ''Gauleiter'', annunciò che vom Rath era morto e che erano già scoppiate sommosse nei distretti di Kurhessen e di Magdeburgo-Anhalt. Il ministro aggiunse che, su suo suggerimento, Hitler aveva deciso che nel caso le sommosse avessero assunto proporzioni maggiori, non si sarebbe dovuto intervenire per scoraggiarle. Forse Goebbels rese edotto dei piani Hitler; nei suoi diari infatti ricordò: «Sottopongo la faccenda al Führer. Lui decreta: lasciare libero sfogo alle manifestazioni. Richiamare la polizia. Che una volta tanto gli ebrei sappiano cosa sia la rabbia popolare. Giusto. Trasmetto subito le necessarie direttive alla polizia e al partito. Poi ne parlo brevemente alla dirigenza del partito. Applausi scroscianti. Tutti si precipitano ai telefoni. Adesso le persone agiranno». Goebbels fece indubbiamente del suo meglio per assicurarsi il concreto intervento del popolo, comunicando dettagliate istruzioni su ciò che si doveva e non si doveva fare. Immediatamente dopo il suo discorso, la ''Stoßtrupp Hitler'', squadra d'assalto le cui tradizioni risalivano ai giorni delle risse da birreria antecedenti al ''putsch'', cominciava a seminare distruzione per le vie di Monaco; demolì quasi subito l'antica sinagoga della Herzog-Rudolf-Straße, rimasta in piedi dopo la distruzione, in estate, della sinagoga principale. A Berlino, nell'elegante viale Unter den Linden, una folla di persone si riunì all'Ufficio del turismo francese dove alcuni ebrei erano in fila in attesa di informazioni per emigrare: la folla costrinse l'ufficio a chiudere e disperse le persone in fila al grido «Abbasso gli ebrei! Vanno a Parigi per raggiungere l'assassino!». Poco prima della mezzanotte del 9 novembre, Hitler e Himmler si incontrarono nell'hotel Rheinischer Hof e dal colloquio scaturì una direttiva, inoltrata via telex alle 23:55 dal capo della Gestapo Heinrich Müller a tutti i comandanti di polizia del paese, che specificava: «Azioni contro i giudei, e in particolare contro le loro sinagoghe, si scateneranno a brevissimo in ogni parte del paese. Esse non devono essere interrotte. Occorre tuttavia provvedere, in collaborazione con le forze della ''Ordnungspolizei'', a che siano evitati episodi di sciacallaggio e altri eccessi particolari ... Preparare l'arresto di 20- ebrei sul territorio nazionale, prediligendo in particolar modo quelli abbienti». All'1:20 del 10 novembre Heydrich ordinò alla polizia e al ''Sicherheitsdienst'' di non impedire la distruzione delle proprietà ebraiche né violenze contro gli ebrei tedeschi; in compenso non dovevano essere tollerati atti di sciacallaggio né maltrattamenti a cittadini stranieri, anche se ebrei. Fu inoltre evidenziato che bisognava evitare danni alle proprietà tedesche contigue ai negozi e agli edifici di culto israeliti, nonché arrestare tanti ebrei da riempire completamente lo spazio disponibile nei campi. Alle 02:56 un terzo telex, trasmesso su ordine di Hitler dall'ufficio del suo vice, Rudolf Hess, rafforzò quest'ultimo punto aggiungendo che, «per ordini superiori, non dovevano essere appiccati incendi nei negozi ebraici per non mettere a repentaglio gli immobili tedeschi adiacenti». A quel punto il pogrom era in pieno svolgimento in molte località della Germania: tramite gli ordini inoltrati per via gerarchica a tutte le sedi del partito, squadre d'assalto e attivisti, che stavano ancora celebrando nei propri quartieri generali l'anniversario del 1923, diedero inizio alle violenze. Molti di loro erano ubriachi e poco inclini a prendere sul serio la prescrizione di astenersi da saccheggi e da violenze personali, «così bande di camicie brune fuoriuscirono da case e sedi del partito, quasi tutti in abiti civili, armati di taniche di benzina, e si diressero verso la sinagoga più vicina». La violenza si scatenò più o meno contemporaneamente da Berlino fino ai villaggi rurali e si registrarono eventi terribili nel cuore della notte, che al sorgere del sole non accennarono a placarsi. Nella capitale, alle prime ore del mattino, folle incontrollate distrussero circa 200 negozi di proprietà ebraica e sulla Friedrichstraße le persone si lasciarono andare al saccheggio dei negozi; a Colonia un giornale britannico riportò che: «le folle ruppero le vetrine di quasi ogni negozio ebraico, entrarono a forza in una sinagoga, ne rovesciarono sedili e ruppero i vetri delle finestre». A Salisburgo la sinagoga fu distrutta e i negozi ebraici sistematicamente saccheggiati; a Vienna, secondo i resoconti, almeno 22 ebrei si tolsero la vita durante la notte, mentre «autocarri carichi di ebrei furono portati a Doliner Straße dalle SA e costretti a demolire una sinagoga». Secondo i resoconti anche a Potsdam, Treuchtlingen, Bamberga, Brandeburgo, Eberswalde e Cottbus furono saccheggiate, demolite e infine date alle fiamme i luoghi di culto, senza tener conto della loro età: ad esempio quello di Treuchtlingen risaliva al 1730. Il console generale britannico a Francoforte sul Meno, Robert Smallbones, inviò a Londra una relazione sugli accadimenti avvenuti a Wiesbaden alle prime luci dell'alba: «la violenza era iniziata con l'incendio di tutte le sinagoghe» e durante il giorno «gruppi organizzati di entrambe le formazioni politiche SA e SS fecero visita a ogni negozio o ufficio ebraico, distruggendo vetrine, beni, attrezzature. ... Furono arrestati oltre duemila ebrei ... tutti i rabbini con altri leader e insegnati religiosi erano in stato di arresto». Delle 43 sinagoghe e case di preghiera di Francoforte, almeno ventuno furono distrutte o danneggiate dal fuoco. A Schwerin tutti gli esercizi ebraici furono contrassegnati con una stella di David alla sera, così da essere rapidamente riconosciuti e distrutti il giorno seguente; a Rostock fu appiccato un incendio alla sinagoga della città e a Güstrow, oltre al luogo di culto, vennero bruciati il tempio del cimitero ebraico e il negozio di un orologiaio ebreo. La totalità degli abitanti ebrei furono tratti in arresto, così come successe a Wismar, dove i maschi della comunità ebraica furono prelevati dalla polizia. Ad attestare la distruzione delle sinagoghe esistono molte testimonianze fotografiche, come quelle che ritraggono un enorme falò nella piazza centrale di Zeven, alimentato con gli arredi della vicina sinagoga e a cui furono obbligati ad assistere i bambini della vicina scuola elementare. A Ober-Ramstadt fu immortalato il lavoro dei pompieri impegnati a proteggere un'abitazione nelle vicinanze della sinagoga della città in fiamme, così come vennero fotografate in fiamme anche le sinagoghe di Siegen, Eberswalde, Wiesloch, Korbach, Eschwege, Thalfang e Ratisbona, città quest'ultima in cui furono immortalate anche colonne di ebrei maschi in uscita dal vecchio quartiere ebraico, costrette a marciare sotto la scorta delle SA e verso il campo di Dachau. A Brema, alle 2:00, tre autopompe dei pompieri presero posizione nella strada dove si trovavano la sinagoga e l'edificio amministrativo della comunità ebraica; tre ore più tardi erano ancora là mentre i due edifici venivano prima saccheggiati e poi bruciati. Un uomo delle SA costrinse inoltre un autista a schiantarsi con il proprio camion contro gli ingressi dei vari negozi ebraici, i cui beni furono confiscati. Sulle vetrine così danneggiate vennero apposte targhe preparate in precedenza, con frasi come "Vendetta per vom Rath", "Morte all'ebraismo internazionale e alla frammassoneria" e "Non si fanno affari con le razze legate agli ebrei". Il console britannico T.B. Wildman riferì che la sarta ebrea Lore Katz fu portata in strada in camicia da notte ad assistere al saccheggio della sua attività, oltre a riportare che «un uomo di nome Rosenberg, padre di sei figli» e costretto ad abbandonare la sua casa, «oppose resistenza e fu ucciso». Nelle stesse ore, alla notizia del primo ebreo morto durante le violenze, Goebbels osservò che è «Inutile sconvolgersi per la morte di un ebreo: toccherà a migliaia di altri nei giorni a venire» e, trattenendo a stento la soddisfazione per gli eventi, annotò sul proprio diario: Le notizie relative ad alcuni degli assassinii si devono ai rapporti di diplomatici e corrispondenti di nazioni estere. Un dipendente del ''The Daily Telegraph'' fece pervenire informazioni da Berlino: «... si ha notizia che il custode della sinagoga di Prinzregentstraße abbia perso la vita nell'incendio con tutta la sua famiglia», e che due ebrei erano stati linciati nella parte orientale della capitale; un suo collega riportò invece: «pareva che persone normalmente decorose fossero completamente in preda a odio razziale e isterismo. Ho visto donne elegantemente vestite battere le mani e gridare di gioia». Un corrispondente del ''News Chronicle'' vide saccheggiatori «rompere con particolare attenzione le vetrine delle gioiellerie e, ridacchiando, imbottirsi le tasche dei ninnoli e delle collane che cadevano sui marciapiedi»; in contemporanea, sulla Friederichstraße «un pianoforte a coda fu trainato sul marciapiede e demolito con accette, tra urla, esultanze e applausi». A Dortmund, città in cui la comunità ebraica era già stata costretta a vendere ai nazisti la sinagoga, un ebreo rumeno fu costretto a strisciare per quattro chilometri lungo le strade della città mentre veniva percosso; a Bassum la cinquantaseienne Josephine Baehr si suicidò dopo aver assistito all'arresto del marito e alla demolizione della casa; a Glogau, dove furono distrutte entrambe le sinagoghe, Leonhard Plachte fu gettato fuori dalla finestra della propria abitazione e perse la vita; a Jastrow l'ebreo Max Freundlich rimase ucciso nel corso dell'arresto e a Beckum (in cui sinagoga e scuola ebraica furono rase al suolo) fu ucciso a sangue freddo il novantacinquenne Alexander Falk. A Monaco di Baviera un inviato del ''The Times'' raccontò che i negozi ebrei furono attaccati «da folle istigate dalle camicie marroni, la maggior parte delle quali sembravano veterani del ''putsch'' che hanno marciato ieri a Monaco». Lo stesso quotidiano riportò come la Kaufinger Straße, una delle vie principali, sembrasse «devastata da un bombardamento aereo» e che «ogni negozio ebreo della città era parzialmente o completamente distrutto». Nella città furono arrestati 500 ebrei e tutti gli altri, secondo quanto annunciato dalle radio, avrebbero dovuto lasciare la Germania; molti di loro, in effetti, tentarono di dirigersi verso la frontiera svizzera, ma i distributori rifiutarono di vendere la benzina e la Gestapo requisì gran parte dei loro passaporti. Neppure Vienna, annessa alla Germania da appena otto mesi, sfuggì alla notte dei cristalli. «Vedere le nostre sinagoghe che prendevano fuoco» ricordò Bronia Schwebel, «vedere proprietari di attività commerciali passarvi di fronte con cartelli sulle spalle "Mi vergogno di essere ebreo", mentre i loro negozi venivano saccheggiati, faceva paura e spezzava il cuore. Non erano solo i negozi ad essere violati, erano le loro vite ...». La mattina del 10 novembre molti viennesi infatti, dopo aver letto della morte di vom Rath, se la presero con gli ebrei alle fermate dei tram e scoppiarono numerosi pestaggi; civili austriaci e SA si lanciarono contro le vetrine dei negozi e attaccarono addirittura un asilo ebraico. Il dodicenne Fred Garfunkel vide la drogheria sotto casa «frantumarsi in mille pezzi» mentre soldati a bordo di autocarri parcheggiati ad ogni angolo «vi tiravano su persone dalla strada». Intorno alle 09:00 le sinagoghe di Hernalser e Hietzinger furono date alle fiamme e verso mezzogiorno la folla irruppe nella Scuola rabbini di Große Schiffgaße, ne trascinò fuori il mobilio e ne fece un falò; pochi minuti più tardi si udì una forte esplosione provenire dalla sinagoga di Tempelgaße, dove le camicie brune avevano deliberatamente posto dei fusti di benzina prima di darle fuoco. Così come accaduto in Germania, ci fu anche un'ondata di arresti: solo il 10 novembre ben maschi ebrei furono imprigionati. In serata furono rilasciati, ma i restanti furono deportati a Dachau. Lo stesso Goebbels cominciò a consultarsi per telefono con Hitler su come e quando porre fine all'azione. Alla luce delle sempre più numerose critiche al pogrom mosse anche, seppure non certo per ragioni umanitarie, dagli alti comandi della dirigenza nazista, si optò per la sua conclusione. Successivamente il ministro della Propaganda abbozzò un ordine per fermare le violenze e lo portò di persona al Führer che stava pranzando all'osteria Bavaria: «Fatto rapporto al Führer all'Osteria, concorda su tutto. La sua posizione è improntata a radicalismo e aggressività assoluti. L'azione in sé si è svolta senza problemi di sorta ... Il Führer è determinato a varare severissime misure contro gli ebrei. Per i loro affari devono sbrigarsela da soli. L'assicurazione non gli rimborserà un soldo. Vuole passare quindi a una graduale espropriazione delle attività giudaiche». Hitler approvò dunque il testo di Goebbels, che fu letto alla radio quello stesso pomeriggio intorno alle 17:00 e stampato sulle prime pagine dei giornali del mattino dopo. La sinagoga di Chemnitz in macerie dopo la ''Reichspogromnacht'' La polizia e gli ufficiali del partito iniziarono a mandare a casa i dimostranti, ma gli arresti da parte della Gestapo erano appena iniziati. Sono rimaste tre testimonianze di altrettanti villaggi tedeschi in cui durante il pogrom i preti e le parrocchie si adoperarono per evitare il massacro: Warmsried, Derching e Laimering. Pare che quasi nessuna altra comunità ebraica residente nei villaggi fu risparmiata dalle violenze e dall'umiliazione. Secondo lo storico Daniel Goldhagen fu proprio nei piccoli villaggi rurali che le SA furono accolte con più favore, mentre nelle grandi città la popolazione preferì assistere indifferente, piuttosto che partecipare in modo attivo. Nelle piccole comunità la gente del luogo ne approfittò con «la consapevolezza che in quel giorno gli ebrei erano "caccia aperta" ''Vogelfrei'' ... e alcuni si lasciarono prendere la mano, accanendosi sugli ebrei tormentati e indifesi». La gente comune, se partecipò, lo fece spontaneamente senza essere provocata o incoraggiata e, in alcuni casi, i genitori portarono con sé i propri figli. Fu infatti registrato che in testa a molti attacchi contro gli ebrei e alle azioni vandaliche a danno dei negozi si trovavano ragazzi in età scolare. Il 15 novembre il diplomatico Ulrich von Hassell annotò sul proprio diario che gli organizzatori del pogrom erano stati «sufficientemente sfacciati da mobilitare classi di studenti»; un mese dopo scrisse che aveva avuto conferma da un membro del ministero degli Esteri della veridicità della storia secondo cui «gli insegnanti avevano armato gli studenti con dei bastoni, in modo che potessero distruggere i negozi ebraici». La distruzione di un così grande numero di sinagoghe, case di preghiera e centri culturali fu il più grave colpo inferto al patrimonio artistico e culturale ebraico d'Europa: tra gli edifici erano annoverati alcuni tra i monumenti più importanti e significativi dell'architettura sinagogale tedesca, come il Leopoldstädter Tempel di Vienna, la sinagoga maggiore di Francoforte sul Meno, la sinagoga nuova di Hannover, la sinagoga nuova di Breslavia e molte altre. L'11 novembre fu presentato a Heydrich un resoconto secondo cui erano state abbattute 76 sinagoghe e altre 191 incendiate, demoliti 29 grandi magazzini, devastati 815 negozi e 117 abitazioni private. Le stime successive indicano che durante il pogrom furono distrutte almeno 520 sinagoghe, ma la cifra totale in realtà supera il migliaio; anche i dati sui danni inferti ad attività e case, in realtà, ammonterebbero almeno a negozi e abitazioni distrutti e saccheggiati. Le vittime ufficialmente furono 91, ma il numero effettivo, destinato a rimanere ignoto, fu più verosimilmente compreso tra e , specie se si considerano i maltrattamenti subiti dagli ebrei maschi dopo il loro arresto (e protrattisi in alcuni casi per giorni) e i 300 suicidi almeno, causati dal panico e dalla disperazione del momento === Conseguenze immediate === Con la Notte dei cristalli, secondo lo storico Daniel Goldhagen, i tedeschi chiarirono in modo definitivo questioni che peraltro erano già sotto gli occhi di tutti: in Germania non c'era più posto per gli ebrei e per liberarsene i nazisti anelavano allo spargimento di sangue e alla violenza fisica; da un punto di vista psicologico, distruggere le istituzioni e i simboli di una comunità equivale a distruggere la sua gente, compiendo un «atto di pulizia generale» che sempre Goldhagen indica come un sostanziale presagio al genocidio che si sarebbe compiuto pochi anni dopo. Complessivamente, fra il 9 e il 16 novembre, circa ebrei maschi furono arrestati e condotti nei campi di Buchenwald, Dachau e Sachsenhausen; la popolazione di Buchenwald raddoppiò da circa internati alla metà di settembre a due mesi più tardi. Insieme alla maggior parte degli ebrei provenienti da Treuchtlingen, il noto pianista e accademico Moritz Mayer-Mahr fu prelevato a Monaco e condotto a Dachau, dove fu costretto a restare all'aperto e sull'attenti insieme agli altri per ore e ore nel freddo di novembre, con indosso solo i calzini i pantaloni, la maglietta e la giacca. I campi erano in situazione igieniche terribili, con poche latrine improvvisate per migliaia di uomini e nessuna possibilità di lavarsi; inoltre, la maggior parte dei detenuti fu costretta a dormire per terra. Fra il 1933 e il 1936 il tasso di mortalità a Dachau era compreso da un minimo di 21 a un massimo di 41 individui all'anno; nel settembre 1938 persero la vita dodici prigionieri e in ottobre altri dieci. Dopo l'arrivo degli internati ebrei a seguito della Notte dei cristalli, i morti salirono a 115 in novembre e a 173 in dicembre, a dimostrazione (secondo lo storico Richard J. Evans) del notevole inasprimento della brutalità nei confronti degli ebrei nei campi di detenzione durante e dopo i pogrom di novembre. Il ministero della Propaganda si affrettò a presentare al mondo tali episodi come una spontanea esplosione di legittima collera popolare: «Troppo duro è stato l'attacco sferrato contro di noi dal giudaismo internazionale perché fosse possibile reagire soltanto a parole» dichiarava l'11 novembre ai suoi lettori il ''Göttinger Tageblatt''. Lo stesso giornale dichiarò poi che «Dopo essere stata repressa per decenni, la furia antigiudaica si è finalmente scatenata. Per questo gli ebrei devono ringraziare il loro fratello Grünspan Grynszpan, i suoi mentori, spirituali o materiali che siano, e loro stessi». Il pezzo concludeva con l'oltremodo falsa assicurazione che gli ebrei «nel corso degli incidenti sono stati trattati abbastanza bene». Analogamente, con uno sprezzo per la verità che travalicava persino quello consueto, il principale quotidiano di propaganda nazista ''Völkischer Beobachter'' proclamò: L'11 novembre, ancora sul ''Völkischer Beobachter'', Goebbels attaccò la stampa straniera «prevalentemente giudaica», rea di essere ostile alla Germania. In un articolo apparso contemporaneamente su più periodici il ministro della Propaganda definì semplicemente menzogneri tali resoconti, affermando come la naturale reazione al vile assassinio di vom Rath fosse derivata da un «istinto sano» della società tedesca che Goebbels definì orgogliosamente «un popolo antisemita. Un popolo che non trae piacere né diletto a vedere limitati i propri diritti né a essere provocato, come nazione, dalla parassitaria razza ebraica»; in conclusione, egli asserì che la nazione tedesca aveva fatto tutto ciò che era in suo potere per mettere fine alle manifestazioni e che non aveva nulla di cui vergognarsi. L'opinione pubblica internazionale invece reagì con un misto di orrore e di incredulità al pogrom: per molti osservatori stranieri esso costituì, anzi, un punto di svolta al loro sguardo sul regime nazista. Il 12 novembre si tenne un incontro presso il ministero dei Trasporti aerei a Berlino, per discutere la «questione ebraica» sotto la presidenza di Hermann Göring e con la partecipazione dei ministri dell'Interno, della Propaganda, delle Finanze e dell'Economia. In quella riunione si decise di multare gli ebrei di un miliardo di marchi e di dare impulso decisivo ad «arianizzare» l'economia tedesca, tanto che il ministro dell'Economia Walther Funk stabilì che dal 1º gennaio 1939 nessun ebreo sarebbe più potuto essere a capo di un'attività commerciale. Già la sera dello stesso giorno fu annunciata la multa comminata agli ebrei tedeschi e la loro emarginazione totale dalla vita economica del paese entro il primo giorno del 1939. Quel giorno fu pure decisa la loro esclusione da tutti i luoghi di intrattenimento; il 13 Goebbels spiegò al popolo berlinese che «aspettarsi che un tedesco sieda accanto ad un ebreo in un teatro o in un cinema equivale a degradare l'arte tedesca. Se i parassiti non fossero stati trattati fin troppo bene in passato, non sarebbe stato necessario sbarazzarsene tanto rapidamente adesso». Il giorno successivo il ministro dell'Educazione, Bernhard Rust, emise un decreto che vietò a ogni ebreo di iscriversi a qualunque università tedesca o austriaca e ventiquattr'ore più tardi i figli degli ebrei tedeschi furono banditi dalle scuole nazionali con effetto immediato. Il 16 novembre il presidente degli Stati Uniti d'America Franklin Delano Roosevelt annunciò alla radio che egli riusciva «a stento a credere» che la campagna antisemita tedesca «potesse aver luogo nel ventesimo secolo della civiltà» e, sulla scia di questa indignazione, il sindaco di New York Fiorello La Guardia (la cui madre era ebrea) diede a tre capi ebrei della polizia l'incarico di proteggere il consolato tedesco della città. Colonna di ebrei arrestati nel Baden-Baden, diretti verso i campi di detenzione Sempre il 16 novembre Heydrich ordinò di porre fine all'ondata di arresti di ebrei maschi innescata dal pogrom, ma non con il semplice intento di restituirli alla vita di prima: tutti gli ebrei sopra la sessantina, quelli malati o handicappati e quelli coinvolti in una procedura di arianizzazione dovevano essere liberati immediatamente. Il rilascio degli altri era legato in molti casi a un loro impegno formale a lasciare il paese. L'emigrazione, peraltro, si era delineata come l'unica alternativa per loro, ma pochi erano gli stati esteri disposti ad accoglierli, contingenza che rese drammatica la loro situazione: il 15 novembre un inviato britannico scrisse da Berlino che «le voci che certi paesi abbiano allentato le restrizioni producono il risultato di centinaia di ebrei che accorrono ai loro consolati, solo per scoprire che le voci sono false». Ad esempio, oltre 300 ebrei si recarono al consolato dell'Argentina a Berlino, ma solo due riuscirono a esibire i requisiti necessari per presentare la domanda di entrata nel paese, mentre «folle di ebrei spaventati» continuavano ad apparire davanti ai consolati britannici e statunitensi «implorando di ottenere dei permessi di soggiorno ... tuttavia pochissimi di loro si assicurarono i permessi». La normalità per gli ebrei divenne impossibile e, a peggiorare il clima di terrore in cui vivevano, il quotidiano ufficiale delle SS ''Das Schwarze Korps'' affermò che in caso di qualsiasi tipo di "rappresaglia ebraica" al di fuori della Germania e in risposta ai fatti del 9-10 novembre, «noi useremo i nostri ostaggi ebrei in maniera sistematica, indipendentemente da quanto certa gente possa trovarlo scioccante. Seguiremo il principio proclamato dagli ebrei: 'Occhio per occhio, dente per dente'. Ma prenderemo migliaia di occhi per un occhio, migliaia di denti per un dente». Solo nel gennaio 1939 Heydrich ordinò alle autorità di polizia del paese di rilasciare dai campi di concentramento tutti gli internati ebrei in possesso dei documenti necessari per l'espatrio, notificando loro che vi sarebbero stati rinchiusi a vita se mai avessero fatto ritorno in Germania. Appena liberati, agli ex detenuti venivano concesse tre settimane per lasciare la nazione ma, paradossalmente, le politiche naziste stavano rendendo sempre più difficile l'espulsione. Le formalità burocratiche che accompagnavano le istanze per l'emigrazione erano infatti talmente complesse da rendere spesso insufficiente il tempo concesso. Inoltre, fintantoché le organizzazioni ebraiche ebbero a che fare con funzionari del ministero dell'Interno (ex nazionalisti o membri del Partito di centro) le cose funzionarono abbastanza bene, ma quando il 30 gennaio 1939 Göring passò l'intera incombenza burocratica al Centro nazionale per l'emigrazione ebraica sotto il controllo di Heydrich, emigrare per gli ebrei divenne sempre più complicato. Ancora, il blocco dei capitali impediva loro di pagare le spese per l'espatrio: difatti tra gli obiettivi del Centro vi era quello di «dare la priorità all'emigrazione dei giudei più indigenti» poiché, come si leggeva in una circolare del ministero degli Esteri del gennaio 1939, «ciò avrebbe alimentato l'antisemitismo dei paesi occidentali in cui essi trovano asilo... Va sottolineato come sia nell'interesse nazionale fare in modo che gli ebrei lascino i confini del paese da accattoni, perché più gli emigranti sono poveri, maggiore è l'onere che rappresentano per il paese che va a ospitarli». Secondo Richard Evans il pogrom può essere quindi compreso unicamente nel contesto dell'iniziativa del regime atta a costringere gli ebrei a emigrare e dunque ad eliminare totalmente la loro presenza in Germania. Non a caso in rapporto dell'SD fu osservato che l'emigrazione degli ebrei era: «notevolmente diminuita ... fin quasi a interrompersi a causa dell'atteggiamento di chiusura dei paesi stranieri e per le insufficienti scorte di valuta in loro possesso. Vi aveva poi contribuito l'atteggiamento di rinuncia degli ebrei, le cui organizzazioni si limitavano a tirare avanti nell'assolvere al proprio compito, viste le continue pressioni cui erano sottoposte da parte delle autorità. I fatti di novembre hanno profondamente modificato questa situazione». La «prassi radicale attuata contro gli ebrei in novembre», proseguiva il rapporto, aveva «accresciuto al massimo grado la volontà di emigrazione» e, sfruttando questa situazione, nei mesi seguenti furono presi vari provvedimenti per tradurre questa volontà in atto. === Reazioni internazionali === Nel discorso di apertura del Consiglio generale sionista a Londra dell'11 novembre 1938, Chaim Weizmann affermò: «Mentre milioni di persone in tutto il mondo oggi festeggiano l'Armistizio, non c'è pace per gli ebrei. Apriamo questa sessione alla luce degli incendi delle sinagoghe che bruciano in tutta la Germania, e delle urla di dolore delle vittime e del pianto di migliaia di ebrei nei campi di concentramento» Sei settimane prima della Notte dei cristalli si era svolta la cruciale conferenza di Monaco dalla quale il primo ministro britannico Neville Chamberlain era tornato proclamando «la pace per la nostra epoca». Il pogrom di novembre sortì un tale duro colpo a quella speranza che, il 18 novembre, il cancelliere dello Scacchiere Sir John Allsebrook Simon parlò di come la prospettiva di pace fosse «stata gettata via negli ultimi giorni, a fronte di uno sviluppo che aveva profondamente sconvolto e commosso il mondo»; il destino degli ebrei, aggiunse, «fa sorgere inevitabilmente forti sentimenti sia di orrore che di solidarietà». A tal proposito il 20 novembre, sulle pagine del ''The Observer'', fu scritto come ormai «i membri del ministero britannico non si fanno illusioni. Con loro immenso dispiacere riconoscono che tutto ciò che è accaduto in Germania negli ultimi dieci giorni significa un definitivo ritardo alle prospettive di pacificazione in Europa». Lo stesso giorno il presidente Roosevelt annunciò che avrebbe chiesto al Congresso di consentire a circa rifugiati tedeschi già presenti negli Stati Uniti di rimanere nel paese a «tempo indeterminato», in quanto sarebbe stato «crudele e disumano costringere i profughi, la maggior parte dei quali erano ebrei, a ritornare in Germania per trovarsi di fronte a un potenziale maltrattamento, campi di concentramento o altri tipi di persecuzione». Tuttavia non appoggiò la richiesta delle organizzazioni ebraiche statunitensi di unificare le quote di immigrazione dei successivi tre anni per il solo 1938, il che avrebbe permesso fino a ebrei di entrare nel paese in tempi brevi. Anche il governo britannico fu messo sotto pressione perché facesse di più per i rifugiati; in una seduta del 21 novembre alla Camera dei comuni, il laburista Alderman Logan affermò: «Parlo da cattolico, partecipando dal profondo del mio cuore alla causa degli ebrei. Ho udito menzionare la questione economica. Se non possiamo soddisfare i criteri di civiltà, se non riusciamo a portare la luce del sole nella vita della gente senza essere preoccupati dalla questione dei soldi, la civiltà è condannata. Oggi si offre alla nazione inglese un'opportunità di prendere un'adeguata posizione fra le nazioni del mondo». Al termine del dibattimento il governo annunciò che «a un larghissimo numero di bambini ebrei tedeschi sarebbe stato permesso di entrare in Gran Bretagna». Nel frattempo in vari paesi si alzarono voci di solidarietà per gli ebrei tedeschi e di riprovazione contro il governo nazista: a Washington fu proposto di rendere disponibile la fertile, ma quasi disabitata, penisola di Kenai in Alaska ad almeno rifugiati, «indipendentemente dalla loro religione e dalle loro disponibilità economiche», ma per varie resistenze politiche la proposta fu accantonata. Nei Caraibi, il 18 novembre, l'Assemblea legislativa delle isole Vergini votò a favore di una risoluzione che offriva ai rifugiati del mondo un posto dove «la loro cattiva sorte potesse aver fine», ma il segretario di Stato Cordell Hull bloccò l'iniziativa in quanto «incompatibile con la legislazione esistente». Due giorni più tardi il Consiglio nazionale ebraico della Palestina si offrì di accogliere bambini ebrei tedeschi: le spese per l'operazione sarebbero state sostenute dalla comunità ebraica palestinese e dai «sionisti di tutto il mondo». L'offerta fu discussa al Parlamento britannico assieme alla proposta successiva di accogliere anche adulti; il segretario delle Colonie Malcolm MacDonald menzionò l'imminente conferenza fra il governo britannico e i rappresentanti degli arabi palestinesi, degli ebrei palestinesi e degli stati arabi, facendo presente che se fosse stato concesso quanto il consiglio chiedeva, si sarebbe corso il rischio di creare forti tensioni. Pertanto la richiesta fu in ultimo respinta. Il giorno successivo, 21 novembre, Papa Pio XI stigmatizzò l'esistenza di una razza ariana superiore e insisté sull'esistenza di un'unica razza umana; la sua asserzione fu messa in discussione dal ministro del Lavoro nazista Robert Ley che, il 22, dichiarò a Vienna: «Nessun sentimento di compassione sarà tollerato nei confronti degli ebrei. Rifiutiamo l'affermazione del papa secondo cui non esisterebbe che un'unica razza. Gli ebrei sono parassiti». Sulla scia delle parole di Pio XI alcuni eminenti uomini di chiesa condannarono la Notte dei cristalli, come i cardinali Alfredo Ildefonso Schuster di Milano, il cardinale belga Jozef-Ernest Van Roey e il cardinale di Parigi Jean Verdier. Peraltro l'Italia fascista aveva promulgato le leggi razziali già in settembre, che impedivano agli ebrei impieghi statali, governativi o nell'insegnamento: molti ebrei italiani, tedeschi e austriaci tentarono dunque di accedere in Svizzera; ma fin dal 23 novembre il capo del dipartimento federale della Polizia svizzera Heinrich Rothmund protestò ufficialmente con il ministro degli Esteri a proposito dei rifugiati ebrei. Questo è solo un piccolo esempio di come, se da una parte si fossero alzate voci a favore degli ebrei, dall'altra le correnti innatiste e xenofobe stessero esercitando pressione sui rispettivi governi per arrestare il flusso di emigranti ebrei dalla Germania che, di fatto, videro chiudersi numerose vie di fuga e salvezza. In Polonia esisteva il partito furiosamente antisemita Endecja di Roman Dmowski che, durante gli anni trenta, aveva richiamato una vasta coalizione di classi medie attorno a un'ideologia dal profilo spiccatamente fascista. Dopo il 1935 la Polonia fu governata da una giunta militare e l'Endecja si trovò all'opposizione, il che non le impedì di organizzare in tutto il paese boicottaggi di negozi e aziende ebraiche, spesso con un buon contorno di violenze. Nel 1938 il partito al governo adottò un programma in tredici punti sulla questione ebraica, in cui si proponevano varie misure volte a consolidare l'estraneità istituzionale degli ebrei alla vita dello Stato; l'anno successivo essi erano ormai esclusi dagli albi professionali anche se in possesso dei previsti titoli universitari: la classe dirigente stava così adottando in misura sempre più massiccia una serie di politiche originariamente avanzate dai nazisti in Germania. Una proposta di legge per un equivalente polacco delle Leggi di Norimberga fu avanzata da un suo gruppo parlamentare nel gennaio 1939. Idee e iniziative analoghe si potevano osservare in questo periodo in altri paesi dell'Europa centrorientale in lotta per creare una nuova identità nazionale, in particolare Romania e Ungheria. Questi avevano i propri movimenti fascisti (rispettivamente la Guardia di Ferro e il Partito delle Croci Frecciate), entrambi caratterizzati da un fanatismo antigiudaico simile a quello nazista. Come in territorio tedesco, l'antisemitismo era strettamente legato a un nazionalismo radicale, all'idea che la presunta imperfezione dello Stato fosse da imputare in primo luogo all'influenza negativa dei giudei: tali stati seguirono l'esempio nazista e, dopo il pogrom del novembre 1938, inasprirono i loro provvedimenti antiebraici sulla falsariga tedesca e ne adottarono in gran parte i criteri razziali. Perciò la Germania, se fu il caso più eclatante di segregazione antisemita, non fu affatto la sola a puntare all'escissione totale e violenta delle minoranze ebraiche dalla propria società. ===Reazioni della Chiesa=== La notte dei cristalli venne pressoché ignorata dal clero del posto; l'unico riferimento, indiretto peraltro, all'evento venne fatto un mese dopo dalla Chiesa confessante: «dopo aver dichiarato che Gesù Cristo era "l'espiazione dei nostri peccati" e "anche l'espiazione dei peccati del popolo ebraico", il messaggio continuava con le seguenti parole : "Siamo legati come fratelli a tutti i credenti in Cristo della razza ebraica. Non ci separeremo da essi e chiediamo loro di non separarsi da noi. Esortiamo tutti i membri delle nostre congreghe a condividere il dolore materiale e spirituale dei nostri fratelli e sorelle cristiani di razza ebraica e ad intercedere per essi nelle loro preghiere a Dio". Gli ebrei in quanto tali erano esclusi dal messaggio di compassione e, com'è stato notato, "il solito riferimento al popolo ebraico nel suo complesso era una menzione dei loro peccati». A livello individuale, come riportano delle testimonianze della sorveglianza sul territorio nazista, alcuni pastori si espressero «in maniera critica riguardo alle azioni contro gli ebrei» Allo stesso modo il 10 novembre 1938 il preposto Bernhard Lichtenberg della Cattedrale di Sant'Edvige disse che «il tempio che è stato date alle fiamme è anch'esso la Casa di Dio» e «che in seguito avrebbe pagato con la vita i suoi sermoni pubblici in difesa degli ebrei deportati a Est». In un sermone per la vigilia di Capodanno di quell'anno, Michael von Faulhaber, cardinale e arcivescovo cattolico, disse invece: «Questo è uno dei vantaggi della nostra epoca; alla più alta carica del Reich abbiamo l'esempio di un modo di vita semplice e modesto, che rifugge l'alcol e la nicotina». Scritta antisemita sul muro della sinagoga di Düsseldorf, 1933 o 1934 Il pogrom del 9 e 10 novembre fu la terza ondata di violenza antisemita in Germania, ben peggiore di quelle del 1933 e del 1935 (coincidenti rispettivamente con il boicottaggio nazista del commercio ebraico e con l'emanazione delle leggi di Norimberga): iniziata nella primavera 1938, continuò e si ingigantì quale accompagnamento alla crisi diplomatica internazionale dell'estate-autunno che portò agli accordi di Monaco. Secondo lo storico Kershaw, «quella notte mise a nudo agli occhi del mondo la barbarie del regime nazista»; entro i confini tedeschi portò a immediate misure draconiane volte alla totale segregazione degli ebrei tedeschi e, inoltre, a una nuova elaborazione dell'indirizzo antisemita da quel momento in poi sotto il diretto controllo delle SS, per cui si costituì un percorso unico costituito dalle tappe della guerra, dell'espansione territoriale e dell'eliminazione degli ebrei. Kershaw sostiene che all'indomani del ''Novemberpogrome'' la certezza di tale collegamento si consolidò non solo nelle menti delle SS, ma anche in Hitler e nella cerchia dei suoi più stretti collaboratori: peraltro, fin dagli anni venti, il Führer non si era discostato dall'idea che la salvezza tedesca sarebbe dovuta necessariamente passare da una lotta titanica per la supremazia in Europa e nel mondo, contro il «nemico più potente di tutti, forse addirittura più potente del Terzo Reich: il giudaismo internazionale». La Notte dei cristalli ebbe su Hitler un profondo impatto: da decenni egli covava sentimenti che fondevano paura e avversione in una patologica immagine degli ebrei quale incarnazione del male che minacciava la sopravvivenza tedesca. Accanto alle ragioni concrete di accordo con Goebbels riguardo all'opportunità di dare una spinta alla legislazione antiebraica e alla forzata emigrazione, nella mente del Führer il gesto di Grynszpan fu la prova della "cospirazione mondiale giudaica" volta a distruggere il Reich. Nel prolungato contesto di crisi in politica estera, oscurato dallo spauracchio sempre presente di un conflitto internazionale, il pogrom aveva come rievocato le presunte connessioni - presenti nella distorta concezione hitleriana fin dal 1918-19 e formulate pienamente nel ''Mein Kampf'' - tra il potere degli ebrei e la guerra. Allo stesso tempo l'evento segnò, in Germania, l'ultimo eccesso di un antisemitismo violento assimilabile ai pogrom. Fin dal 1919 Hitler, che pure non era del tutto contrario a simili mezzi, aveva sottolineato che la «soluzione della questione ebraica» non sarebbe stata violenta. Furono soprattutto gli immensi danni materiali provocati, l'autentico disastro diplomatico riflesso nella pressoché universale condanna della stampa internazionale e in minor misura le critiche (ma non alla stringente legislazione antiebraica che fece loro seguito) di ampi settori della cittadinanza tedesca a consigliare l'abbandono di tali pratiche razziste. Al posto della brutale persecuzione subentrò sempre di più una coordinata e sistematica linea di condotta antiebraica, definita "razionale" e affidata alle SS: il 24 gennaio 1939 Göring creò un Ufficio centrale per l'emigrazione ebraica con sede a Vienna, sotto il comando di Reinhard Heydrich e che in linea di massima ebbe sempre come obiettivo l'emigrazione forzata, che dopo il ''Novemberpogrome'' ebbe nuovo e radicale impulso. Il passaggio di tale compito alle SS diede inoltre inizio a una nuova fase della politica antisemita, la quale compì un passo cruciale sulla strada che ebbe nelle camere a gas e nei campi di sterminio il suo punto d'arrivo. All'apertura della conferenza di Wannsee, nel gennaio 1942, Heydrich avrebbe fatto ricorso all'incarico ricevuto da Göring per varare i provvedimenti volti allo sterminio del popolo ebraico. La maggior parte dei dirigenti del partito nazista e della burocrazia fu contraria al pogrom organizzato da Goebbels, in quanto preoccupata delle reazioni all'estero e dei danni economici interni, e al termine della riunione del 12 novembre Göring dichiarò che avrebbe fatto di tutto per impedire nuove sommosse e azioni violente. I pogrom del novembre 1938 furono l'ultima occasione lasciata alla violenza antiebraica per scatenarsi nelle strade della Germania, sì che nel settembre 1941, quando Goebbels diramò il decreto che ordinava agli ebrei di portare la stella gialla, il capo della Cancelleria del partito Martin Bormann emanò ordini al fine di contenere qualsiasi smodata reazione popolare. In realtà l'indignazione dei vertici nazisti verso l'idea del pogrom e delle violenze per le strade era dettata dalla sola motivazione che quel genere di azioni sfuggiva al loro controllo ed erano fondamentalmente deleterie per l'immagine della Germania; viceversa, i membri del partito erano convinti che la «questione ebraica» andasse programmata in modo sistematico e razionale, non lasciata in mano alla furia popolare. Da allora ci si sarebbe occupati degli ebrei in ambito «legale» – vale a dire secondo metodi sperimentati di pianificazione e organizzazione dall'alto con il determinante concorso logistico della burocrazia, che ebbe parte importante nel genocidio. === Reazioni nel partito nazista === Alfred Rosenberg Gli alti comandi di polizia e SS, anch'essi riuniti a Monaco ma non presenti al discorso di Goebbels, seppero dell'azione antisemita quando già aveva avuto inizio. Heydrich, che si trovava all'Hotel Vier Jahreszeiten, ne fu informato verso le 23:20 dall'ufficio della Gestapo di Monaco, dopo l'inoltro dei primi ordini a partito e SA; cercò immediatamente Himmler per avere direttive in merito alla condotta della polizia. Il ''Reichsführer-SS'' fu contattato mentre si trovava a Monaco con Hitler, il quale, venuto a conoscenza della richiesta di ordini, rispose, con ogni probabilità su suggerimento dello stesso Himmler, che le SS dovevano restare fuori dalle violenze. Precisò altresì che qualsiasi membro delle SS fosse stato intenzionato a partecipare ai disordini, avrebbe dovuto farlo solo in abiti civili: i due gerarchi, infatti, preferivano un approccio razionale e sistematico nei confronti della «questione ebraica». Le SS e la polizia ufficiale tedesca si lamentarono di «non essere stati informati». Nella notte, come il capo dello stato maggiore generale di Himmler Karl Wolff ebbe notizie del pogrom, avvisò il suo superiore e si decise di entrare in azione «per evitare un saccheggio generalizzato». I commenti di Himmler in un memorandum destinato ai suoi archivi bollarono Goebbels come un «cervello vuoto» e «assetato di potere», che aveva dato il via a un'operazione in «un momento in cui la situazione in Germania è molto grave». Riportò anche il seguente commento: «Quando ho chiesto al Führer cosa ne pensasse, ho avuto l'impressione che non sapesse niente degli avvenimenti». Pure Albert Speer riferì di «un Hitler apparentemente dispiaciuto e quasi imbarazzato» che non avrebbe voluto quegli «eccessi». Dalle sue parole pare di intuire che, presumibilmente, fosse stato Goebbels a trascinare Hitler in quella situazione. Ancora qualche settimana dopo gli eventi Alfred Rosenberg non nutriva alcun dubbio sulle responsabilità del detestato ministro della propaganda «nell'ordinare un'azione a nome del Führer sulla base di una sua direttiva generale». Il ''Reichsminister'' Hermann Göring si recò da Hitler non appena allertato e apostrofò il ministro della Propaganda come «troppo irresponsabile» per non aver valutato gli effetti disastrosi sull'economia del Reich dell'iniziativa razziale; Göring sentiva infatti che era in gioco la sua credibilità quale plenipotenziario del piano quadriennale: egli si lamentò che, se da un lato si obbligava ai cittadini di non buttare via tubetti di dentifricio usati, chiodi arrugginiti e oggetti smessi di qualsiasi natura, dall'altro si lasciavano impunite sconsiderate devastazioni di beni di valore. Lo stesso ministro dell'Economia Walther Funk (subentrato all'inizio del 1938 a Hjalmar Schacht alla guida del ministero dell'Economia), subito dopo aver appreso dei fatti, telefonò irritato a Goebbels e iniziò un alterco: Funk, però, lasciò cadere ogni protesta quando si sentì rispondere che, presto, il Führer avrebbe inoltrato a Göring l'ordine di escludere gli ebrei dalla vita economica. I saccheggi compiuti per arricchimento personale crearono diversi problemi nel partito. Vi furono critiche in particolare per gli atti vandalici che avevano distrutto (invece di confiscare) beni patrimoniali e merci indispensabili di cui la Germania aveva bisogno, oltre a mettere le compagnie di assicurazioni tedesche in forte difficoltà, se si pensa ad esempio, che «i danni per la sola gioielleria Magraf completamente svuotata dai saccheggi erano valutabili in un milione e settecentomila Reichsmark». Lo storico Raul Hilberg, nella sua opera ''La distruzione degli Ebrei d'Europa'', rileva che tra gli estesi danni provocati dalla Notte dei cristalli i «più gravi furono le reazioni estere»: per quanto la censura tedesca si fosse adoperata perché non filtrassero immagini delle violenze, la notizia rimase per settimane sulle prime pagine della stampa estera. Oltre alle relazioni diplomatiche, ne risentirono i rapporti commerciali e il boicottaggio verso le forniture di ogni tipo di prodotti tedeschi «si intensificò». L'ambasciatore tedesco di Washington descrisse al ministro degli Esteri il clima ostile che aveva prodotto il pogrom: se fino a quel momento l'opinione pubblica americana era rimasta in silenzio, ora fra gli strati sociali era scoppiata la protesta aperta, anche fra i «tedeschi americanizzati»; aggiunse poi che quell'ostilità generalizzata aveva rivitalizzato «il boicottaggio dei prodotti tedeschi tanto che al momento, non si intravedono possibili scambi commerciali». Hilberg sottolineò il danno a tutto ciò che fosse «appannaggio degli esportatori, degli esperti in armamenti, e di tutto ciò che aveva a che fare con le valute estere»: con i soprusi del 9-10 novembre «per la prima volta, molti dettaglianti, grossisti e importatori si associarono nel boicottaggio». Furono annullati contratti in Stati Uniti, Canada, Francia, Regno Unito e Jugoslavia, con un calo del 20% e fino al 30% per le esportazioni tedesche; addirittura molte imprese tedesche "ariane" operanti all'estero optarono per rescindere accordi e collegamenti con quelle in Germania: «nei Paesi Bassi una delle maggiori società di import-export, la Stockies en Zoonen di Amsterdam, che fino ad allora aveva rappresentato marchi importanti come la Krupp, DKW, BMW e la filiale tedesca della Ford, mise fine a ogni suo contratto con la Germania e preferì vendere prodotti britannici». Secondo lo storico Kershaw, Hitler fu probabilmente preso alla sprovvista dall'entità della Notte dei cristalli, cui peraltro aveva dato via libera (come in numerosi altri casi di autorizzazioni di massima, in modo estemporaneo e privo di veste formale) durante la concitata conversazione con Goebbels nel municipio. Di sicuro il profluvio di critiche giunte da Göring, Himmler e da altri gerarchi nazisti gli fece capire che la situazione avrebbe potuto sfuggire di mano e che le violenze stavano diventando controproducenti; allo stesso tempo, però, Kershaw si chiede cosa Hitler avesse potuto aspettarsi di diverso, soprattutto in base alle informazioni sui primi incidenti registrati il giorno 8 e al fatto che egli stesso si era pronunciato contro un severo intervento del forze dell'ordine per frenare le violenze antisemite. Nei giorni successivi si premurò dunque di adottare una linea ambigua sulla vicenda. Evitò di lodare Goebbels, o di mostrare apprezzamento per i fatti accaduti, ma altresì si astenne dal condannare o prendere esplicitamente le distanze dall'impopolare ministro della Propaganda, in pubblico o nella cerchia più intima di collaboratori. Per Kershaw dunque «nulla di tutto questo depone a favore di un'aperta violazione o distorcimento dei voleri del Führer» da parte di Goebbels: più giusto sarebbe parlare di un senso di imbarazzo del Führer, che si rese conto come un'azione da lui approvata avesse suscitato una condanna quasi unanime persino nelle alte sfere del regime. Infatti Friedländer riportò come «Uno degli aspetti più rivelatori degli eventi del 7-8 novembre fosse il silenzio, in pubblico e finanche "in privato" (almeno a giudicare dai diari di Goebbels) mantenuto da Hitler e Goebbels». Anche i capi delle forze armate in certi casi si espressero scandalizzati dall"ignominia culturale" di quanto era avvenuto, evitando peraltro di muovere proteste ufficiali in tal senso. Il profondo antisemitismo che allignava tra le forze armate implicava che da quel lato non vi fosse da aspettarsi alcuna opposizione di fondo al radicalismo nazista. Tipica di tale mentalità fu una lettera scritta da uno stimato uomo d'armi come il colonnello generale Werner von Fritsch, a quasi un anno dalla sua forzata messa a riposo e passato solo un mese dal pogrom di novembre. A quanto risulta, la Notte dei cristalli lo aveva profondamente indignato, ma, al pari di molti altri, per questioni di metodo e non di merito. Egli considerava che dopo l'ultima guerra, per tornare nuovamente grande, la Germania doveva trionfare in tre distinte battaglie: quella contro la classe lavoratrice - secondo il generale già vinta da Hitler - quella contro l'ultramontanismo cattolico e quella contro gli ebrei, ancora in corso di svolgimento. «E la lotta contro gli ebrei» osservava Fritsch «è la più dura. È doveroso auspicare che tale difficoltà risalti ovunque». In ogni caso all'ora di pranzo del 10 novembre Hitler comunicò a Goebbels di voler introdurre misure economiche draconiane contro gli ebrei nel Reich: esse si basavano sull'idea perversa di presentare loro il conto delle proprietà israelite andate distrutte per mano nazista, risparmiando il gravoso risarcimento danni alle società assicurative tedesche; le vittime, in altre parole, furono riconosciute colpevoli di quanto subito e pagarono con la confisca dei beni, dato che non ebbero alcuna reintegrazione. Secondo Kershaw, la paternità di Goebbels, in seguito sostenuta da Göring, del progetto di infliggere alla comunità ebraica una multa di un miliardo di marchi non è sicura; più probabilmente fu Göring, in qualità di responsabile del piano quadriennale, a ventilare la proposta in colloqui telefonici avuti quel pomeriggio con Hitler e, forse, anche con Goebbels. Né si può escludere un'iniziativa del Führer, per quanto Goebbels non ne avsse fatto parola soffermandosi sulla volontà di «severissimi provvedimenti» manifestata dal cancelliere a pranzo: in ogni caso, il suggerimento dovette incontrare il favore di Hitler. Già nel suo memorandum del 1936 sul piano quadriennale aveva del resto affermato, vista la necessità di affrettare i preparativi economici in vista della guerra, l'intenzione di imputare agli ebrei qualsiasi guasto subito dall'economia tedesca. Con l'adozione di tali misure, Hitler decretava altresì «l'adempimento della soluzione economica» e ordinava in linea di massima ciò che era destinato ad accadere: forma concreta a questi piani fu data nel corso della riunione convocata da Göring per la mattina del 12 novembre al ministero dell'Aeronautica, cui presenziarono più di cento alti funzionari. === La conferenza del 12 novembre 1938 === Tra i principali convocati alla conferenza del 12 novembre 1938 vi furono Goebbels, Funk, il ministro delle Finanze Lutz Graf Schwerin von Krosigk, Heydrich, il luogotenente generale della polizia d'ordine (la principale forza di polizia della Germania nazista) Kurt Daluege, Ernst Wörmann per il ministero degli Esteri e Hilgard in qualità di rappresentante delle compagnie di assicurazioni tedesche, assieme a numerose altre personalità interessate. Göring avviò il suo intervento con un tono deciso e dichiarò di avere ricevuto da Hitler ordine scritto e verbale di provvedere alla definitiva espropriazione degli ebrei, rivendicando che l'obiettivo primario era la confisca e non la distruzione dei beni ebraici: Quindi si diede la parola a Hilgard, che affermò che le vetrine rotte erano assicurate per sei milioni di Reichsmark ma, poiché quelle più costose provenivano da fornitori belgi, «bisognava ripagarne almeno la metà in valuta estera»; c'era poi un fatto noto a pochi, ovvero che quelle vetrine «appartenevano non tanto a commercianti ebrei ma ai proprietari tedeschi degli immobili». Lo stesso problema si ripropose per i beni saccheggiati: «a titolo di esempio i danni per la sola gioielleria Magraf erano valutabili in un milione e settecentomila Reichsmark», facendo notare inoltre che il totale dei danni ai soli immobili ammontava a venticinque milioni di Reichsmark. Heydrich aggiunse che se si valutavano anche «le perdite dei beni di consumo, la diminuzione del gettito fiscale e altri svantaggi indiretti», il danno si aggirava sul centinaio di milioni, considerato che erano stati saccheggiati ben negozi; Daluege puntualizzò che in molti casi i prodotti non appartenevano ai negozianti ma erano di proprietà dei grossisti tedeschi; prodotti, aggiunse Hilgard, che bisognava rimborsare. Fu dopo questa analisi che Göring si rivolse con rammarico a Heydrich: Nella riunione furono quindi decise le modalità con cui ripagare i danni dividendo le parti in causa per categorie: Alcuni beni di un negozio ebreo a Monaco, distrutti * nessun compenso sarebbe stato devoluto per ripagare i beni degli ebrei non assicurati; questi, qualora ritrovati, non dovevano inoltre essere restituiti, bensì confiscati dallo Stato; * gli averi dei tedeschi assicurati (vetrine e merci) sarebbero stati rimborsati dalle assicurazioni nazionali; * infine, per i beni degli ebrei assicurati, le indennità dovute sarebbero state pagate dalle assicurazioni al Reich e non alla parte lesa. L'onere delle riparazioni alle proprietà immobiliari fu assegnato agli stessi proprietari ebrei «per riportare la via al suo aspetto abituale», e con un ulteriore decreto fu stabilito che gli ebrei potevano dedurre il costo di quelle riparazioni «dalla loro quota di ammenda di un miliardo di Reichsmark». Hilgard riconobbe che le compagnie tedesche avrebbero dovuto assolvere all'impegno, perché in caso contrario la clientela non si sarebbe più fidata delle assicurazioni tedesche, lamentandosi però di questo con Göring nella speranza che il governo avrebbe compensato tali perdite con versamenti segreti. Tuttavia Hilgard ottenne solo la promessa di un gesto, che sarebbe stato fatto nei confronti delle compagnie di assicurazione più piccole, ma solo in caso di «assoluta necessità». Una terza questione era rappresentata dalle sinagoghe distrutte: Göring le considerò un fastidio minore e tutti concordarono nel considerarle al di fuori della categoria "proprietà tedesca", così «lo sgombero delle macerie fu assegnato a carico delle comunità ebraiche». Il quarto problema affrontato fu l'eventualità di processare i tedeschi che si erano resi colpevoli degli atti vandalici; a questo proposito il ministero della Giustizia «decise per decreto che gli Ebrei di nazionalità tedesca non avevano alcun diritto a risarcimento nel complesso dei casi risultanti dagli incidenti dell'8-10 novembre». I partecipanti alla riunione parlarono pure degli ebrei stranieri, che avrebbero potuto usare la via diplomatica per far valere le proprie ragioni presso i rispettivi paesi (per esempio gli Stati Uniti) e far «attuare delle rappresaglie». Göring affermò che gli Stati Uniti erano uno «Stato gangster» e che da molto tempo si sarebbero dovuti ritirare tutti gli investimenti tedeschi laggiù effettuati, ma alla fine convenne con Wörmann che era un problema che meritava considerazione. Ultima questione da risolvere, la più complessa, era quella riguardante gli atti compiuti durante il pogrom che «il codice penale considerava come crimini»: ruberie, assassinii, stupri. La questione fu esaminata tra il 13 e il 26 gennaio 1939 dal ministro della Giustizia Franz Gürtner e i «giudici delle più alte corti», da lui convocati. Roland Freisler, il gerarca più importante dopo Gürtner al ministero, spiegò «che bisognava distinguere tra processi contro i membri del Partito e processi contro coloro che non lo erano»; per la seconda categoria egli pensava di procedere subito, mantenendo un basso profilo ed evitando azioni legali per «fatti minori». Come fece notare un procuratore, non si poteva processare alcun accusato affiliato al Partito se prima non fosse stato espulso, «a meno di non perseguire le gerarchie: non c'era forse la possibilità di presumere che avessero agito in seguito ad un ordine preciso?». Il Tribunale supremo del Partito si riunì in febbraio per decidere sui trenta nazisti che avevano commesso degli «eccessi». Ventisei di costoro avevano ucciso degli ebrei, ma nessuno di loro fu cacciato o processato, nonostante la preventiva individuazione da parte dell'istituzione giuridica, nei loro confronti, di motivazioni «ignobili». I restanti quattro che avevano violentato alcune donne ebree (contravvenendo così alle leggi razziali) furono privati della tessera di appartenenza e affidati a «tribunali regolari» per i processi. Si trattava di crimini di natura morale che non potevano trovare giustificazione nel pogrom: erano perciò individui che avevano visto nella sommossa solo un pretesto per compiere le loro azioni violente. === Inasprimento della ''Judenpolitik'' === Appena conclusa la riunione scattò una multa collettiva di 1 miliardo di marchi quale ammenda per l'omicidio di vom Rath. Il 21 novembre fu fatto obbligo ai contribuenti ebrei di cedere allo Stato entro il 15 agosto 1939 un quinto dei propri averi quali risultavano dalla registrazione dell'aprile precedente, in quattro rate; in ottobre la quota fu aumentata a un quarto, poiché fu spiegato che non era stata raggiunta la somma prevista – anche se la cifra raccolta la superava in realtà di almeno 127 milioni di marchi. Inoltre, fu loro imposto di ripulire a proprie spese le strade dalle sporcizie lasciate dal pogrom e di pagarsi da soli i danni provocati dall'assalto delle camicie brune. In ogni caso tutti i risarcimenti delle compagnie assicurative a proprietari ebrei (225 milioni di marchi) furono confiscati dallo Stato che, assieme alla multa e alle tasse contro la fuga di capitali, riuscì a estorcere alla comunità ebraico-tedesca ben più di 2 miliardi di marchi, prima ancora di mettere in conto i profitti dell'arianizzazione dell'economia. Al di là di qualche divergenza di dettaglio, Göring, Goebbels e gli altri partecipanti alla conferenza del 12 novembre 1938 convennero di spiccare una serie di decreti che dessero forma concreta ai vari piani di espropriazione discussi nelle settimane e nei mesi precedenti. Il Führer stabilì che agli ebrei dovesse essere negato l'accesso ai vagoni letto e carrozze ristorante sui treni a lunga percorrenza e confermò il diritto di vietare loro l'ingresso in ristoranti, alberghi di lusso, piazze pubbliche, strade frequentate e quartieri residenziali alla moda; frattanto era entrato in vigore il divieto di frequentare le lezioni universitarie. Il 30 aprile 1939 furono loro tolti i diritti di inquilinato, che di fatto fu un preludio alla ghettizzazione: il padrone di casa avrebbe potuto sfrattarli senza appello a patto di offrire una sistemazione alternativa, per quanto misera, mentre le amministrazioni comunali potevano ordinare loro di subaffittare parte delle proprie abitazioni ad altri ebrei. Dalla fine del gennaio 1939 furono loro revocate anche le agevolazioni fiscali, assegni familiari compresi. Da quel momento il regime di tassazione degli ebrei fu ad aliquota unica, la massima prevista. Un altro provvedimento emanato il 12 novembre, il «primo decreto per l'esclusione degli ebrei dalla vita economica tedesca», li estromise da quasi tutte le occupazioni remunerative rimaste, ordinando il licenziamento in tronco, senza liquidazione o pensioni di sorta, di quanti ancora le praticavano. Qualche settimana dopo, il 3 dicembre, un «decreto sullo sfruttamento dei beni ebraici» ordinava l'arianizzazione delle restanti aziende di proprietà israelita, autorizzando lo Stato, se necessario, a nominare degli amministratori fiduciari per completare il procedimento: già il 1º aprile 1939, quasi delle aziende ebraiche che risultavano ancora in attività un anno prima erano state messe in liquidazione, circa erano state arianizzate, poco più di erano in corso di arianizzazione e altre circa erano sotto inchiesta con lo stesso scopo. Sin dal 12 novembre la stampa ripeté senza soluzione di continuità che tale operazioni costituiva una «legittima ritorsione per il vile omicidio di vom Rath». sinistra Il 21 febbraio 1939 era stato fatto obbligo agli ebrei di depositare contanti, titoli e valori (con eccezione delle fedi matrimoniali) su speciali conti bloccati, da cui era possibile prelevare solo in virtù di un'autorizzazione ufficiale praticamente mai concessa. Quindi il governo tedesco si appropriò dei conti in questione senza alcun indennizzo per gli intestatari e, di conseguenza, quasi tutti gli ebrei ancora in Germania rimasero senza mezzi finanziari; si rivolsero in massa, per il sostentamento, all'Associazione nazionale ebrei tedeschi creata il 7 luglio 1938: fu lo stesso Hitler a ordinare di tenerla in vita onde evitare al Reich di accollarsi il sostegno degli ebrei in miseria. Tuttavia fu deciso che i giudei impoveriti e disoccupati che non avevano ancora raggiunto l'età pensionabile – circa la metà della popolazione residua – dovessero invece lavorare per il Reich; un piano ventilato già nell'ottobre 1938 e poi consolidato nel corso di una riunione convocata da Göring il 6 dicembre. Due settimane più tardi, alla luce del consistente aumento di disoccupati ebrei, l'ente nazionale del lavoro diede ordine ai vari uffici di collocamento sparsi per il paese di trovare un'occupazione agli ebrei, in modo tale da aumentare la disponibilità di manodopera tedesca per la produzione bellica. Il 4 febbraio 1939 Martin Bormann ribadì questa direttiva, assicurandosi però che i lavoratori ebrei fossero separati dagli altri: alcuni furono precettati in lavori agricoli, altri in occupazioni umili di vario genere; in maggio circa ebrei disoccupati erano già stati inseriti nei programmi di lavoro coatto, per mansioni quali raccolta di immondizie, nettezza urbana e costruzioni stradali. Per facilitarne la separazione dagli altri lavoratori, queste ultime divennero in breve il loro principale settore d'impiego. Nell'estate ben ebrei erano stati adibiti a lavori pesanti nei cantieri autostradali: un'occupazione per la quale molti di loro erano fisicamente del tutto inadatti. Benché su scala ancora relativamente ridotta, era già evidente nel 1939 che, una volta scoppiata la guerra, il lavoro coatto degli ebrei avrebbe raggiunto proporzioni ben più vaste e, già all'inizio dell'anno, erano stati elaborati progetti per la creazione di speciali campi di lavoro in cui sistemare i coscritti. Le intimidazioni e i provvedimenti legislativi sortirono il loro effetto: in seguito al pogrom e all'ondata di arresti, l'emigrazione ebraica dalla Germania s'impennò; ebrei terrorizzati affollavano le ambasciate e i consolati stranieri alla disperata ricerca di un visto. Il numero esatto di coloro che riuscirono nell'impresa è pressoché impossibile da accertare ma, secondo le statistiche delle stesse organizzazioni ebraiche, alla fine del 1937 si trovavano ancora nel paese circa tedeschi di fede giudaica, scesi a alla fine del 1938. Nel maggio 1939 erano calati sotto i , passando a all'inizio della seconda guerra mondiale. All'incirca lasciarono la Germania tra il 10 novembre 1938 e il 1º settembre 1939, portando il totale degli espatriati dall'avvento del nazismo a circa individui, la maggior parte dei quali si stabilì in paesi fuori dall'Europa continentale: si rifugiarono negli Stati Uniti, in Palestina, nel Regno Unito, in Brasile, altrettanti in Argentina, in Australia, in Sudafrica e nel porto franco di Shanghai. Agli innumerevoli emigranti si unirono anche molti altri tedeschi classificati come ebrei, che pure professavano la fede giudaica; erano talmente numerosi quelli che fuggivano in preda al terrore senza un visto o un passaporto, che gli Stati confinanti cominciarono ad allestire per loro dei campi profughi. Prima della Notte dei cristalli la questione della convenienza dell'emigrazione, in seno alla comunità tedesco-ebraica, era stata al centro di continui dibattiti, ma dopo il 10 novembre cadde ogni dubbio. Secondo lo storico Evans: Fu in questa fase (in seguito alle incontrastate violenze di massa del 9-10 novembre e alla reclusione nei campi di concentramento) che Hitler cominciò a minacciarne il definitivo sterminio. Nei due anni precedenti, sia per ragioni di politica estera, sia per prendere personalmente le distanze da quelli che sapeva essere gli aspetti meno popolari del regime tra la gran maggioranza del popolo tedesco, il Führer si era astenuto da pubbliche manifestazioni di ostilità contro gli ebrei. Ma, dopo la ''Kristallnacht'', Hitler era divenuto impaziente che le potenze riunitesi a luglio a Evian, proprio per discutere l'aumento di quote di rifugiati tedesco-ebrei, incrementassero ancor più il tetto massimo di accoglienze: a questo scopo lasciò intravedere a quale destino sarebbe andata incontro la comunità semita della Germania se fosse stato loro rifiutato l'ingresso in altri paesi; il 21 gennaio 1939 disse al ministro degli Esteri cecoslovacco: «Gli ebrei che vivono tra noi saranno annientati». Il 30 gennaio 1939 Hitler ripeté pubblicamente al Reichstag queste minacce e le allargò su scala europea: Il pogrom del novembre 1938 rifletté la radicalizzazione del regime nelle ultime fasi di preparazione alla guerra, le quali dovevano consistere, nella mente di Hitler, nella neutralizzazione della presunta minaccia giudaica: i nazisti erano convinti che gruppi di ebrei influenti stessero tramando perché il conflitto si diffondesse oltre l'Europa (dove sapevano che la Germania avrebbe trionfato) e coinvolgesse soprattutto gli Stati Uniti, la loro unica speranza di vittoria nella prospettiva antisemita del regime. Ma per allora la Germania sarebbe stata padrona del continente e avrebbe avuto in pugno la gran maggioranza degli ebrei ivi residenti. Il Führer annunciò che si sarebbe servito di quella contingenza come deterrente a un'entrata in guerra da parte degli americani; in caso contrario, i giudei di tutta Europa sarebbero stati sterminati. Il terrorismo nazista aveva così acquisito una nuova dimensione: la pratica di fare ostaggi su scala più vasta possibile. Profetico in tal senso il titolo di un articolo pubblicato sul numero del ''Los Angeles Examiner'' del November 23 1938: ''Nazis Warn World Jews Will Be Wiped Out Unless Evacuated By Democracies'' (ovvero, in italiano, "I nazisti ammoniscono il mondo che gli ebrei saranno spazzati via a meno che non sia evacuati dalle democrazie"). === Commemorazioni === Negli anni quaranta e cinquanta la Notte dei cristalli fu raramente ricordata dalle testate giornalistiche tedesche: la prima fu ''Tagesspiel'', quotidiano di Berlino Ovest, che richiamò l'evento per la prima volta il 9 novembre 1945 e poi nel 1948. A Berlino Est, similmente, la rivista ufficiale ''Neues Deutschland'' pubblicò degli articoli commemorativi nel 1947 e nel 1948 e, dopo diversi anni di silenzio, nel 1956. Il ventesimo anniversario non fu celebrato e solo il quarantesimo, nel 1978, fu commemorato da tutta la società. Nel 2008, durante le celebrazioni per il settantesimo anniversario della Notte dei cristalli, alla Sinagoga Rykestrasse di Berlino la cancelliera Angela Merkel lanciò un appello affinché «l'eredità del passato serva da lezione per il futuro», denunciò «l'indifferenza verso il razzismo e l'antisemitismo» e affermò che «troppo pochi tedeschi a quel tempo avevano il coraggio di protestare contro la barbarie nazista ... Questa lezione del passato vale oggi per l'Europa, ma anche per altre realtà, soprattutto i paesi arabi.». Nel 1998 lo United States Holocaust Memorial Museum rese disponibili sul proprio archivio online tutta la documentazione fotografica del ''Kristallnacht'', assieme ad altri reperti che testimoniano l'Olocausto durante il periodo nazista. In occasione dell'ottantesimo anniversario della Notte dei cristalli, la stessa Merkel tenne un discorso nella più grande sinagoga del paese a Berlino: ricordò che «lo Stato deve agire coerentemente contro l'esclusione, l'antisemitismo, il razzismo e l'estremismo di destra» e si scagliò contro coloro «che reagiscono con risposte apparentemente semplici alle difficoltà», un riferimento secondo ''Le Monde'' all'ascesa del populismo e dell'estrema destra in Germania come in Europa. Il presidente austriaco Alexander Van der Bellen dichiarò nel luogo dell'ex-sinagoga a Leopoldstadt «che dobbiamo guardare alla storia come un esempio di fino a dove possono portare le politiche di esclusione e incitamento all'odio» e aggiunse «di essere vigili in modo che il degrado, la persecuzione e la soppressione dei diritti non potrà mai essere ripetuta nel nostro paese o in Europa». Nel 2018 le comunità ebraiche europee lanciarono l'«Iniziativa in ricordo della Notte dei Cristalli»: le sinagoghe del continente restano illuminate durante la notte tra il 9 e il 10 novembre di ogni anno. Il rabbino della comunità ebraica triestina disse, a tal proposito: «L'8 novembre, il 30 di Cheshvan, a ottanta anni da quella tragica notte ... vorremmo ricordare questo momento assieme alle comunità ebraiche di molti altri Paesi e la World Zionist Organisation, con una risposta che segna l'esatto opposto: la celebrazione della vita e la vitalità del popolo ebraico ... Un inno alla vita e alla speranza, di fiducia nelle future generazioni, trasmettendo loro il messaggio che una luce eterna sarà accesa a garantire la continuità del popolo ebraico». Il 9 novembre 2020 aderì a tale progetto anche la Basilica di San Bartolomeo all'Isola di Roma, il cui rettore spiegò che «mentre in Europa tornano atti odiosi di intolleranza e antisemitismo, noi dobbiamo essere uniti nella memoria e far sentire la nostra voce». === Nelle arti e nel linguaggio comune === ''Leben? oder Theater? Ein Singspiel'' (1940-1942), guazzo su carta di Charlotte Salomon ispirato dalla Notte dei cristalli, custodito allo Joods Historisch Museum Il ''Novemberpogrome'' è stato ricordato in molteplici opere, da quelle musicali a quelle letterarie, passando per le arti figurative. Ad esempio il compositore britannico Michael Tippett realizzò tra il 1939 e il 1941 l'oratorio ''A Child of Our Time'', di cui scrisse musica e libretto, ispirandosi alle gesta di Grynszpan e alla conseguente reazione del governo nazista nei confronti degli ebrei; l'elaborato, riletto in un'ottica psicoanalitica fortemente ispirata a Carl Gustav Jung, fu poi sfruttato per trattare dell'oppressione dei popoli e per veicolare il messaggio pacifista di totale comunanza di tutti gli esseri umani. Il gruppo musicale tedesco kölschrock BAP registrò il brano ''Kristallnaach'', inserito come apertura dell'album ''Vun drinne noh drusse'' del 1982: il testo, scritto dal cantante Wolfgang Niedecken nel dialetto di Colonia, riflette il complesso stato d'animo dell'autore nei confronti del ricordo della Notte dei cristalli. Il chitarrista d'avanguardia statunitense Gary Lucas compose nel 1988 ''Verklärte Kristallnacht'', che giustappone, su un tappeto di effetti elettronici e ambientali, l'inno israeliano ''Hatikvah'' e alcuni versi di ''Das Lied der Deutschen'', al fine di creare una rappresentazione sonora dell'orrore della ''Kristallnacht''. Il titolo è un riferimento al lavoro pioneristico della musica atonale ''Verklärte Nacht'' del 1899 di Arnold Schönberg, austriaco ebreo emigrato negli Stati Uniti d'America per sfuggire alla persecuzione nazista. Nello stesso anno il pianista Frederic Rzewski scrisse per Ursula Oppens il pezzo ''Mayn Yngele'', basato sull'omonimo canto tradizionale ebraico: Il musicista John Zorn Nel 1993 il sassofonista e compositore americano John Zorn pubblicò l'album ''Kristallnacht'', sua prima esplorazione musicale delle proprie radici ebraiche: ispirato non solo all'omonimo evento, ma anche alla storia ebraica dalla diaspora alla creazione dello stato di Israele, venne interamente suonato da un gruppo di musicisti ebrei. La band power metal tedesca Masterplan inserì nel disco di debutto ''Masterplan'' (2003) una canzone antinazista intitolata ''Crystal Night''. Sempre nel 2003 la scultrice francese Lisette Lemieux creò ''Kristallnacht'', per il museo dell'olocausto di Montreal: un'opera costituita da una cornice nera che corre lungo le pareti dell'ingresso della struttura e che presenta la dicitura al neon "TO LEARN – TO FEEL – TO REMEMBER", scritta anche in francese, ebraico e yiddish, «una sequenza visiva continua da sinistra a destra e da destra a sinistra, rispettando l'ordine delle letture semitiche». Nel 1989 Al Gore, all'epoca senatore del Tennessee e non ancora vicepresidente degli Stati Uniti d'America, in un articolo sul ''The New York Times'' coniò la locuzione «Kristallnacht ecologica», riferendosi alla deforestazione e al buco nell'ozono come a eventi che prefigurerebbero una grande catastrofe ambientale, nello stesso modo in cui la Notte dei cristalli avrebbe preannunciato l'Olocausto. Il pogrom fu spesso citato, direttamente e indirettamente, in numerosi atti di vandalismo nei confronti di proprietà ebraiche: ne sono esempi esplicativi, negli Stati Uniti d'America, alcuni casi di danneggiamento di automobili, librerie e di una sinagoga avvenuti nel quartiere Mildwood di New York nel 2011 – giudicati come «un tentativo di ricreare i tragici eventi della Notte dei cristalli»– e degli avvenimenti similari del 2017, quali il vituperio di più di 150 tombe nel cimitero degli ebrei di Saint Louis (Missouri) e due danneggiamenti arrecati al New England Holocaust Memorial, riportati nel libro del fondatore Steve Ross ''From Broken Glass: My Story of Finding Hope in Hitler's Death Camps to Inspire a New Generation''. Sebbene gli storiografi concordino in linea di massima sul fatto che l'espressione "Notte dei cristalli" (''Kristallnacht'') sia un riferimento ai vetri infranti delle vetrine dei negozi ebraici che ingombravano i marciapiedi, tuttavia nel tempo ci fu un lungo dibattito terminologico, vertente soprattutto sull'origine dell'espressione e sulla sua reale connotazione. Infatti, se per lo storico Ian Kershaw essa, che diede origine al sarcastico appellativo di ''Reichskristallnacht'', deriverebbe dal modo in cui il popolo tedesco indicava le vetrate frantumate, per Karl A. Schleunes invece sarebbe una denominazione coniata da intellettuali berlinesi. Per Arno J. Mayer e Michal Bodemann, al contrario, sarebbe stata creata dalla propaganda nazista al fine di focalizzare l'attenzione dell'opinione pubblica sui danni materiali, nascondendo i saccheggi e le varie violenze fisiche: tale termine fu poi utilizzato con una connotazione sarcastica da un funzionario del ''Reichsgau'' di Hannover in un discorso tenuto il 24 giugno 1939. Lo storico ebraico Avraham Barkai affermò nel 1988 che: «è ora che questo termine, offensivo per la sua minimizzazione, scompaia quanto meno dalle opere storiche». Nel suo saggio del 2001 ''Errinern an den Tag der Schuld. Das Novemberpogrom von 1938 in der deutschen Geschiktpolitik,'' il politologo tedesco Harald Schmid sottolinea la molteplicità dei termini usati per designare la violenza antisemita del 9 e 10 novembre 1938 e la controversa interpretazione data al termine ''Kristallnacht''. Messo in discussione già a partire dal decimo anniversario dell'evento, fu sostituito, nel 1978, dalla denominazione (ritenuta meno offensiva) ''Reichspogromnacht'', che fu stabilmente usata nelle celebrazioni del cinquantesimo anniversario. Tuttavia alcuni storici tedeschi continuarono in alcuni casi a utilizzare l'espressione ''Kristallnacht''. A conferma di tale difformità, durante le commemorazioni per il settantesimo anniversario in Germania, la cancelliera Angela Merkel utilizzò il termine ''Pogromnacht'' mentre, a Bruxelles, il presidente del comitato di coordinamento delle organizzazioni ebraiche del Belgio Joël Rubinfeld scelse ''Kristallnacht''.
New General Catalogue
La galassia a spirale NGC 3982 nella costellazione dell'Orsa Maggiore, uno degli oggetti del profondo cielo catalogati dall'NGC. Il '''New General Catalogue''' è il più famoso e usato catalogo di oggetti del profondo cielo nell'astronomia amatoriale. Contiene circa 8.000 oggetti ed è uno dei cataloghi più completi di tipo generale, cioè contiene tutti i tipi di oggetti e non si specializza, per esempio, solo in galassie. L'NGC fu compilato negli anni 1880 da John Dreyer sulla base di osservazioni condotte per la maggior parte da William Herschel e da suo figlio John e fu successivamente espanso con due Index Catalogue , che aggiunsero più di 5.000 oggetti. Gli oggetti del cielo australe sono meno rappresentati, ma molti furono osservati da John Herschel. L'NGC originale conteneva molti errori, che furono in buona parte eliminati dal Revised NGC e poi ancora nel Revised New General Catalogue and Index Catalogue .
Il catalogo fu compilato negli anni 1880 da John Dreyer, sulla base di osservazioni condotte per la maggior parte da William Herschel e da suo figlio John. Dreyer aveva già pubblicato un aggiornamento del ''Catalogue of Nebulae'' di Herschel, ma la Royal Astronomical Society gli chiese invece di compilare un ''New General Catalogue'' che fu pubblicato nel 1888. L'NGC fu successivamente espanso in due riprese con i due Index Catalogue, l'IC I nel 1895 e l'IC II nel 1908, che aggiunsero 5.386 oggetti frutto di nuove scoperte rese possibili dallo sviluppo dell'astrofotografia. Gli oggetti celesti dell'emisfero australe sono rappresentati in modo meno completo e molti erano frutto delle osservazioni fatte da John Herschel o James Dunlop. L'NGC fu pubblicato nelle "Memoirs of the Royal Astronomical Society" come . L'NGC conteneva tuttavia una serie di errori che si è cercato di eliminare con il progetto NGC/IC, dopo i parziali tentativi fatti da Sulentic e Tifft nel 1973 con il ''Revised New General Catalog'' (RNGC) e da Sinnott nel 1988 con l'''NGC2000.0'' Il ''Revised New General Catalogue and Index Catalogue'' (RNGC/IC) è stato redatto da Wolfgang Steinicke nel 2009 e rinnovato nel 2019 con 13957 oggetti (13226 dal NGC/IC originale di Dreyer e 731 aggiuntivi). Nel 2021 è uscita una nuova versione con lo stesso numero di oggetti. NGC 224 – M31, la galassia di Andromeda. * NGC 224 - M31, la Galassia di Andromeda * NGC 598 - M33, la Galassia del Triangolo * NGC 891 - galassia spirale vista di taglio * NGC 1277 - galassia contenente il più grande buco nero finora mai osservato, grande fino a 17 miliardi di volte la massa solare * NGC 1952 - M1, la Nebulosa del Granchio * NGC 1976 - M42, la Nebulosa di Orione * NGC 2070 - la Nebulosa Tarantola * NGC 4321 - M100, una galassia a spirale nell'ammasso della Vergine * NGC 4486 - M87, una galassia ellittica gigante che domina l'ammasso della Vergine * NGC 6205 - M13, un ammasso globulare nella costellazione di Ercole * NGC 6334 - chiamata Nebulosa Zampa di Gatto * NGC 6720 - M57, chiamata la Nebulosa Anello * NGC 6946 - galassia spirale * NGC 7000 - chiamata la Nebulosa Nord America * NGC 7293 - chiamata la Nebulosa Elica * Catalogo NGC completo - 1-999 * Catalogo NGC completo - 1000-1999 * Catalogo NGC completo - 2000-2999 * Catalogo NGC completo - 3000-3999 * Catalogo NGC completo - 4000-4999 * Catalogo NGC completo - 5000-5999 * Catalogo NGC completo - 6000-6999 * Catalogo NGC completo - 7000-7840
Nebulosa Tarantola
La '''Nebulosa Tarantola''' è una vastissima regione H II situata nella Grande Nube di Magellano. È la più grande regione di formazione stellare conosciuta nel Gruppo Locale di galassie.
Questa nebulosa, di ottava magnitudine apparente, si osserva nella zona nord-orientale della Nube, ed è visibile in prevalenza dall'emisfero australe, dove si presenta circumpolare in tutte le regioni meridionali poste all'esterno della zona tropicale; dall'emisfero nord, al contrario, la nebulosa è visibile solo a sud del Tropico del Cancro. Impossibile da osservare ad occhio nudo, è individuabile senza difficoltà tramite un semplice binocolo, presentandosi come una macchia tondeggiante dai bordi molto sfumati; le sue ramificazioni luminose appaiono invece con un telescopio amatoriale, che consente di rilevare anche alcuni addensamenti di stelle e ammassi aperti. Foto della Nebulosa Tarantola ripresa dal Telescopio Spaziale Spitzer. La foto ritrae solo le regioni centrali. La nebulosità rossa si estende molto al di fuori dell'immagine, ma è piuttosto debole. La Nebulosa tarantola fu ritenuta in un primo tempo una stella, poi chiamata 30 Doradus; nel 1751, Nicolas-Louis de Lacaille riconobbe la sua natura nebulare. La Nebulosa Tarantola ha una magnitudine apparente pari ad 8; considerando la sua distanza di 160.000 anni luce, si tratta di un oggetto estremamente luminoso. Infatti, si tratta della regione di formazione stellare più attiva del Gruppo Locale di galassie; al suo centro, un ammasso estremamente compatto di stelle calde e giovani produce la maggior parte dell'energia che rende visibile la nebulosa. La reale dimensione della Nebulosa Tarantola è di circa 1.000 anni luce; se fosse posta alla stessa distanza della Nebulosa di Orione (un'altra regione di formazione stellare, visibile ad occhio nudo) sarebbe 60 volte più grande della luna piena. Nelle aree centrali della nebulosa si trova un ricchissimo e compatto ammasso di stelle, noto come R136a, il quale è il principale responsabile dell'illuminazione e dell'eccitamento dei gas della nebulosa. Un altro ammasso è Hodge 301. La Nebulosa Tarantola è stata la sede di un'esplosione di supernova, la cui luce è giunta a noi nel 1987: la supernova SN 1987a, una delle più studiate, data la sua relativa vicinanza (fu visibile anche ad occhio nudo, con una magnitudine apparente pari a 4,0).
Nebulosa di Orione
La '''Nebulosa di Orione''' è una delle nebulose diffuse più brillanti del cielo notturno. Chiaramente riconoscibile ad occhio nudo come un oggetto di natura non stellare, è posta a sud del famoso asterismo della Cintura di Orione, al centro della cosiddetta ''Spada di Orione'', nell'omonima costellazione. Posta ad una distanza di circa dalla Terra, si estende per circa 24 anni luce ed è la regione di formazione stellare più vicina al Sistema solare. Vecchie pubblicazioni si riferiscono a questa nebulosa col nome di ''Grande Nebulosa'', mentre più anticamente i testi astrologici riportavano lo stesso nome della stella Eta Orionis, ''Ensis'' , che però si trova in un'altra parte della costellazione. Si tratta di uno degli oggetti più fotografati e studiati della volta celeste, ed è sotto costante controllo a causa dei fenomeni celesti che hanno luogo al suo interno; gli astronomi hanno scoperto nelle sue regioni più interne dischi protoplanetari, nane brune e intensi movimenti di gas e polveri. La Nebulosa di Orione contiene al suo interno un ammasso aperto molto giovane, noto come Trapezio. Le osservazioni con i più potenti telescopi hanno rivelato molte stelle circondate da anelli di polveri, probabilmente il primo stadio della formazione di un sistema planetario. La nebulosa è stata riconosciuta come tale nel 1610 da un avvocato francese, Nicolas-Claude Fabri de Peiresc , anche se, date le dimensioni e la luminosità, era certamente conosciuta anche in epoche preistoriche. Tolomeo la identificava come una stella della spada di Orione, di magnitudine 3.
La Nebulosa di Orione è un oggetto dell'emisfero australe, ma è talmente prossimo all'equatore celeste da risultare visibile a tutti i popoli della Terra. Si presenta circumpolare solo in prossimità del polo sud, mentre appare visibile sopra l'orizzonte anche diversi gradi a nord del circolo polare artico. La nebulosa è ben visibile durante i mesi compresi tra novembre e marzo e può essere facilmente identificata grazie alla celebre sequenza di tre stelle nota come Cintura di Orione: a sud di quest'asterismo si nota un gruppo di stelle disposte in senso nord-sud (la ''Spada di Orione''), la cui "stella" centrale è in realtà proprio la Nebulosa di Orione. Ad occhio nudo ha un aspetto nettamente nebuloso, che continua a mostrarsi tale anche con piccoli binocoli; uno strumento più potente è sufficiente per individuare, al suo interno, un gruppo di stelline azzurre, quattro delle quali sono disposte a formare un trapezio. La costellazione di Orione, tagliata in due dall'equatore celeste (la linea orizzontale sopra le tre stelle della cintura); la linea verticale a sinistra di Betelgeuse corrisponde alle 6h di ascensione retta L'attuale posizione della Nebulosa di Orione fa sì che, come si è detto, sia visibile da tutte le aree popolate della Terra. Tuttavia è noto che, a causa del fenomeno conosciuto come precessione degli equinozi, le coordinate celesti di stelle e costellazioni possono variare sensibilmente, a seconda della loro distanza dal polo nord e sud dell'eclittica. L'ascensione retta attuale della Nebulosa corrisponde a 5h 35m, ossia relativamente prossima alle 6h di ascensione retta, che corrispondono, per la gran parte degli oggetti celesti, alla declinazione più settentrionale che un oggetto possa raggiungere (si noti come l'intersezione dell'eclittica con le 6h di ascensione retta corrisponda al solstizio d'estate); nel caso della Nebulosa di Orione, i 5° di declinazione sud. Nell'epoca precessionale opposta alla nostra (avvenuta circa anni fa), la Nebulosa di Orione aveva un'ascensione retta opposta a quella attuale, ossia prossima alle 18h; in quel punto, gli oggetti celesti raggiungono, tranne nelle aree più prossime al polo sud dell'eclittica, il punto più meridionale. Sottraendo agli attuali -5° un valore di 47° (pari al doppio dell'angolo di inclinazione dell'asse terrestre), si ottiene un valore di -52°, ossia una declinazione fortemente australe, che fa sì che la Nebulosa di Orione potesse essere osservata solo a sud del 38º parallelo nord (le coste tunisine); ne consegue che in tutta l'Europa, in parte dell'America Settentrionale e dell'Asia del nord la nebulosa restava sempre al di sotto dell'orizzonte. Fra circa 400 anni, la nebulosa raggiungerà le 6h di ascensione retta; dopo di che incomincerà a scendere a latitudini sempre più australi. === Le origini === Illustrazione della nebulosa di Orione ad opera di Messier nel 1771, ''Mémoires de l'Académie Royale'' Secondo un racconto popolare di origine Maya, l'area della costellazione di Orione era parte di un settore celeste noto come ''Xibalba'', l'oltretomba. Al centro includeva una macchia di fuoco ardente, che corrispondeva appunto alla Nebulosa di Orione. Appare dunque evidente che i Maya, senza l'uso di telescopi, notarono che quest'oggetto aveva caratteristiche diverse dalle stelle, la cui luce è scintillante, ma netta. Sebbene la nebulosa sia chiaramente visibile come tale anche senza l'ausilio di strumenti, sembra strano che non ci sia menzione di questa sua caratteristica nebulosità prima del XVII secolo. In particolare, né l''Almagesto'' di Claudio Tolomeo, né il ''Libro delle stelle fisse'' di Al Sufi cita questa nebulosa, nonostante altri oggetti più o meno apparentemente nebulosi e più o meno luminosi siano citati. Curiosamente, neppure Galileo Galilei la cita, nonostante le sue osservazioni condotte con il suo cannocchiale nel 1610 e 1617 proprio in quest'area di cielo. Questi fatti hanno dato luogo a delle speculazioni secondo cui la luminosità della nebulosa sarebbe aumentata notevolmente a seguito dell'aumento di luminosità delle sue stelle interne. La prima menzione della Nebulosa come tale risale solo al 1610, ad opera di Nicolas-Claude Fabri de Peiresc, come risulta dalle sue annotazioni. Johann Baptist Cysat di Lucerna, un astronomo gesuita, fu il primo a pubblicare delle note sulla nebulosa (sebbene con alcune ambiguità), in un libro sulle comete edito nel 1618. Fu scoperta indipendentemente negli anni successivi da alcuni astronomi importanti dell'epoca, come Christiaan Huygens nel 1656 (il quale pubblicò un primo abbozzo nel 1659). Charles Messier notò per la prima volta la nebulosa il 4 marzo del 1769, nella quale vide pure tre delle stelle del Trapezio. In realtà, la prima osservazione di queste tre stelle è ora accreditata a Galileo, che sembra le avesse osservate già nel 1617, mentre, come detto, non riportò nei suoi scritti notizia della nebulosa circostante; probabilmente ciò è dovuto al campo ristretto del suo cannocchiale. Il Messier pubblicò la prima edizione del suo famoso Catalogo nel 1774. La Nebulosa di Orione fu in questa lista identificata col numero 42, da cui deriva la sua sigla ben nota di M42. === Studi sulla nebulosità === Giovan Battista Hodierna Con l'introduzione della spettroscopia ad opera di William Huggins, fu appurata, nel 1865, la natura gassosa della nebulosa. Henry Draper scattò la prima astrofoto della Nebulosa di Orione la mattina del 30 settembre 1880, passata poi alla storia come la prima foto del cielo profondo della storia. Nel 1902, Vogel ed Eberhard scoprirono delle differenze di velocità all'interno della nebulosa e dal 1914 gli astronomi hanno utilizzato l'interferometro a Marsiglia per misurare i moti di rotazione e quelli irregolari. Campbell e Moore confermarono questi risultati tramite l'uso di spettrografi, dimostrando la presenza di turbolenze all'interno della nebulosa. Nel 1931, Trumpler notò che le stelle più luminose vicino al Trapezio formano un ammasso, e fu il primo a dare il nome "Ammasso del Trapezio" all'insieme. Basandosi sulla loro magnitudine e sul loro tipo spettrale, ipotizzò una distanza dell'oggetto di circa 1800 anni luce. Questo valore accorciò di tre volte le stime di distanza indicate all'epoca, sebbene fosse comunque ancora troppo elevato rispetto alle valutazioni moderne. Nel 1993, il Telescopio Spaziale Hubble fece la sua prima osservazione della Nebulosa di Orione: da allora, il telescopio ha condotto numerosi studi; le sue immagini sono state utilizzate per creare modelli dettagliati in tre dimensioni della nebulosa. Attorno alle stelle di nuova generazione sono stati osservati dei dischi protoplanetari, mentre venivano studiati gli effetti distruttivi degli alti livelli di ultravioletti originati dalle stelle più massive. Nel 2005 termina la campagna fotografica di immagini ad elevatissimo dettaglio mai prese prima della Nebulosa di Orione, ad opera del Telescopio Spaziale Hubble. Queste immagini sono state riprese durante 104 orbite del telescopio; rivelano oltre 3000 stelle di magnitudine apparente fino alla ventitreesima, incluse minuscole nane brune, delle quali alcune sembra siano doppie. Un anno dopo, gli scienziati del programma spaziale Hubble hanno annunciato la prima scoperta della massa di una coppia di nane brune che si eclissano a vicenda, catalogate come 2MASS J05352184 – 0546085. Le componenti della coppia, situata nella Nebulosa di Orione, hanno una massa di circa 0,054 M☉ e 0,034 M☉ rispettivamente, con un periodo orbitale di 9,8 giorni. Sorprendentemente, la stella più massiva delle due sembra essere anche la meno luminosa. Questa immagine in falsi colori ripresa dal Telescopio Spaziale Hubble mostra la grande varietà di sfumature della Nebulosa di Orione La Nebulosa di Orione fa parte di un vasto complesso di nebulosità noto come Complesso nebuloso molecolare di Orione. Il complesso si estende attraverso l'intera costellazione di Orione, includendo l'Anello di Barnard, la Nebulosa Testa di Cavallo, M43 e la Nebulosa Fiamma. Il forte processo di formazione stellare fa sì che questo sistema nebuloso sia particolarmente visibile nell'infrarosso. La nebulosa è visibile ad occhio nudo anche dalle aree urbane, in cui è forte l'inquinamento luminoso; appare come una "stella" un po' nebulosa al centro della spada di Orione, un asterismo composto da tre stelle disposte in senso nord-sud, visibile poco a sud della Cintura di Orione. Tale caratteristica nebulosità è ben accentuata attraverso binocoli o telescopi amatoriali. La Nebulosa di Orione contiene un giovanissimo ammasso aperto, noto come Trapezio a causa della disposizione delle sue stelle principali; due di queste possono essere risolte nelle loro componenti binarie nelle notti propizie. Il Trapezio potrebbe essere parte del grande Ammasso della Nebulosa di Orione, un'associazione di circa 2000 stelle con un diametro di 20 anni luce. Fino a due milioni di anni fa questo ammasso potrebbe aver ospitato quelle che ora sono note come le stelle fuggitive, ossia AE Aurigae, 53 Arietis e Mu Columbae, le quali si dirigono in direzioni opposte all'ammasso con una velocità superiore ai . Le osservazioni hanno permesso di scorgere sulla nebulosa una tinta di colore verdastro, che si aggiunge alle regioni di marcato colore rosso e blu-violetto. L'alone rosso è ben noto, essendo causato dalla radiazione H-alfa alla lunghezza d'onda di 656,39 nm. Il blu-violetto è dovuto invece alla radiazione riflessa proveniente dalle stelle di classe O, di grande massa e di colore blu. Il verde invece è stato un enigma per gli studiosi fino alla prima metà del XX secolo, poiché le cause delle linee spettrali sul verde non erano conosciute. Tra le varie speculazioni vi fu quella che affermava che le linee verdi sarebbero state causate da un elemento nuovo, a cui fu dato il nome di "nebulium". Con lo studio della fisica atomica fu in seguito determinato che lo spettro verde è causato da un fenomeno noto come "transizione proibita", ossia la transizione a bassa probabilità di un elettrone in un atomo di ossigeno doppiamente ionizzato. Questa radiazione è però impossibile da riprodurre in laboratorio, poiché dipende dall'ambiente peculiare possibile solo nello spazio profondo. Trapezio, con nuove stelle in formazione. Immagini NASA Una ripresa effettuata con filtri Halfa (Red), Oii (Green), Hbeta (Blu) L'intera area occupata dalla nebulosa di Orione si estende su una regione di cielo di 10° di diametro, includendo nubi interstellari, associazioni stellari, volumi di gas ionizzato e nebulose a riflessione. La nebulosa possiede una forma grosso modo circolare, la cui massima densità si trova in prossimità del centro; la sua temperatura si aggira mediamente sui , ma scende notevolmente lungo i bordi della nebulosa. Diversamente alla distribuzione della sua densità, la nube mostra una variazione di velocità e turbolenza in particolare nelle regioni centrali. I movimenti relativi superano i , con variazioni locali fino ai 50 km/s e forse superiori. Gli attuali modelli astronomici della nebulosa mostrano una regione grosso modo centrata sulla stella θ1 Orionis C, nell'ammasso del Trapezio, la stella responsabile della gran parte della radiazione ultravioletta osservata;. Questa regione è circondata da un'altra nube ad alta densità, di forma concava e irregolare, ma più neutra, con campi di gas neutro che giacciono all'esterno della concavità. A pochi primi in direzione nord-ovest da questa stella si trova uno dei complessi nebulosi molecolari più notevoli dell'intera Nebulosa; in quest'area, nota come OMC-1, il processo di formazione stellare è notevolmente accelerato, sia per la densità dei banchi di gas e polveri, sia per la radiazione ed il vento stellare di θ1 Orionis C. Gli studiosi hanno dato dei nomi alle varie strutture interne alla Nebulosa di Orione: la fascia scura che si estende da nord intorno alla brillante regione centrale è chiamata ''Bocca di pesce''; le regioni illuminate da entrambi i lati sono chiamate ''Ali''. I nomi di altre strutture sono ''La spada'', ''La Vela'' ed altri ancora. Dischi protoplanetari nella Nebulosa di Orione ripresi col Telescopio Spaziale Hubble La Nebulosa di Orione è un esempio di "fornace" in cui le stelle prendono vita; varie osservazioni hanno infatti rilevato all'interno della nebulosa circa 700 stelle in vari stadi di sviluppo. Recenti osservazioni col Telescopio Spaziale Hubble hanno scoperto un numero così elevato di dischi protoplanetari, che al giorno d'oggi la gran parte di quelli conosciuti sono stati osservati entro questa nebulosa. Il telescopio Hubble ha infatti rilevato più di 150 dischi protoplanetari, che sono considerati come lo stadio primario dell'evoluzione dei sistemi planetari. Questi dati sono utilizzati come evidenza che ogni sistema planetario ha origini simili in tutto l'Universo. Le stelle si formano quando nubi di idrogeno molecolare ed altri gas in una regione H II si contraggono a causa della loro stessa gravità. Come il gas collassa, la nube centrale cresce rapidamente e il gas interno si riscalda a causa della conversione dell'energia potenziale gravitazionale in energia termica. Se la temperatura e la pressione raggiungono un livello sufficientemente alto, inizia la fusione nucleare che dà origine alla protostella. Le immagini all'infrarosso del Telescopio Spaziale Spitzer rivelano aree non visibili nella banda del visibile Di solito, un'altra nube di materia resta al di fuori della stella prima dell'innesco del meccanismo di fusione; questa nube in avanzo, in parte formata anche dai getti del materiale del disco troppo veloce per essere catturato dalla protostella, va a formare il disco protoplanetario della medesima, al cui interno può avvenire la formazione di pianeti. Recenti osservazioni all'infrarosso hanno mostrato come i granuli di polvere di questi dischi possano accrescersi, diventando la base di formazione dei planetesimi. In particolare queste osservazioni all'infrarosso hanno condotto alla individuazione di una classe di dischi detti "Peter Pan". Una volta che la protostella entra nella fase di sequenza principale, è classificata come ''stella'' a tutti gli effetti. Le osservazioni mostrano che, sebbene la gran parte dei dischi planetari possa formare pianeti, l'intensa radiazione stellare dovrebbe distruggere tali dischi attorno alle stelle vicino al Trapezio, se questo gruppo fosse così vecchio quanto le stelle di massa inferiore presenti nell'ammasso circostante. Da quando sono stati scoperti dischi protoplanetari anche in stelle molto vicine all'ammasso del Trapezio, può esserne dedotto che queste stelle sono molto più giovani rispetto a quelle circostanti. === Effetti dei venti stellari === Un bow shock stellare ripreso dal telescopio Hubble all'interno della Nebulosa di Orione Una volta formate, le stelle all'interno della nebulosa emettono una corrente di particelle cariche nota come vento stellare. Le stelle più massicce del gruppo OB e le stelle più giovani hanno un vento stellare molto più forte di quello del nostro Sole. Il vento forma onde d'urto nel momento in cui incontra il gas della nebulosa, il quale quindi forma nubi intense di gas. L'onda d'urto derivata dal vento stellare gioca dunque un ruolo fondamentale nel fenomeno della formazione stellare, compattando le nubi di gas, creando densità non omogenee e causando infine il collasso della nube, in un effetto a catena che alla fine interesserà l'intera nebulosa. Ci sono tre differenti tipi di onde d'urto nella Nebulosa di Orione. Molti meccanismi sono spiegati alla voce Oggetto di Herbig-Haro. * Bow shock: sono fermi e hanno origine quando due correnti di particelle collidono tra loro; si rinvengono vicino alle stelle più calde della nebulosa, dove il vento stellare viaggia alla velocità di migliaia di km al secondo, e nelle regioni esterne della nebulosa, dove la loro velocità si aggira sulle decine di km al secondo. * ''Jet-driven shock'', letteralmente "urto provocato da un getto": si formano da getti di materiale che fuoriescono dalle neonate stelle T Tauri; questi getti ristretti viaggiano a centinaia di km al secondo, urtando il gas che si muove a velocità ridotta. * Urti distorti: appaiono a forma di arco e sono prodotti quando un ''jet-driven shock'' incontra gas che si muovono in direzioni diverse. Le dinamiche dei movimenti di gas in M42 sono dunque molto complesse; l'area intorno alle regioni ionizzate è attualmente in contrazione sotto l'effetto della sua stessa gravità. Immagine del centro della nebulosa, presa dal telescopio Hubble. L'immagine ricopre un'area di circa 2,5 anni luce. Il Trapezio sta poco a sinistra del centro. ''NASA/ESA'' Le nubi interstellari come la Nebulosa di Orione sono state scoperte in tutte le galassie come la Via Lattea. Esse nascono come piccole macchie di idrogeno neutro freddo intramezzato da tracce di altri elementi; la nube può contenere centinaia di migliaia di masse solari ed estendersi per centinaia di anni luce. La leggera forza di gravità che potrebbe portare al collasso della nube è controbilanciata da una debole pressione del gas nella nube. Sia a causa della collisione con i bracci di spirale, sia a causa delle onde d'urto causate dalle supernovae, gli atomi possono iniziare a precipitare in molecole più pesanti, producendo così una nube molecolare. Ciò preannuncia la formazione di stelle all'interno della nube, il che avviene entro un periodo di 10-30 milioni di anni all'interno di aree instabili, dove i volumi destabilizzati collassano in un disco; questo si concentra nelle regioni centrali, dove si formerà la stella, che potrà essere circondata da un disco protoplanetario. Questo è lo stato attuale della Nebulosa di Orione, con in più stelle nuove che si formano in un processo a catena come descritto sopra. Le stelle più giovani che ora sono visibili nella nebulosa si ritiene abbiano un'età inferiore ai anni, mentre la loro luminosità potrebbe essere iniziata da appena anni. Molti di questi collassi possono dare origine a stelle particolarmente massive, in grado di emettere grandi quantità di radiazione ultravioletta. Un esempio di questo fenomeno è dato dall'ammasso del Trapezio: la radiazione ultravioletta delle stelle massicce al centro della nebulosa allontana il gas e le polveri circostanti in un processo chiamato ''protoevaporazione''. Questo processo è anche responsabile dell'esistenza all'interno della nebulosa di aree "cave", che consentono alle stelle interne di essere vista dalla Terra. Le stelle più grandi del gruppo avranno una vita molto breve, evolvendo rapidamente ed esplodendo come supernovae. In circa anni la gran parte del gas e delle polveri saranno espulse. Ciò che rimarrà andrà a formare un giovane ammasso aperto, composto da stelle giovani e brillanti. Le Pleiadi sono un famoso esempio di questo tipo di ammasso.
Namespace
Un '''namespace''', o in italiano '''spazio dei nomi''', è - nella terminologia relativa all'informatica - una collezione di nomi di entità, definite dal programmatore, omogeneamente usate in uno o più file sorgente. Lo scopo dei namespace è quello di evitare confusione ed equivoci nel caso siano necessarie molte entità con nomi simili, fornendo il modo di raggruppare i nomi per categorie. Attualmente il concetto di namespace è presente esplicitamente nell'XML, nel linguaggio di programmazione C++ e nelle ultime versioni di PHP, ed implicitamente in altri linguaggi.
Un '''namespace''' in C++ è invece un insieme di nomi in senso matematico, non ha né un ordine né una struttura interna. Il programmatore può definire i suoi namespace dichiarandoli con l'istruzione ''namespace { ; ; ... }'' e richiamarli in uso al momento del bisogno con l'istruzione ''using namespace ;'' Tipicamente, nella programmazione C++ la necessità dei namespace si inizia ad avvertire per programmi di dimensioni medio-grandi, tuttavia utilizzare i namespace aiuta a strutturare il codice sorgente in modo migliore anche nei piccoli progetti. Il namespace più usato in ambiente C++ è il namespace std della libreria standard C++. Nelle wiki create con il software MediaWiki, i namespace si utilizzano come prefissi delle pagine, per delimitarne l'ambito. Un esempio è quello di Wikipedia in italiano, sulla quale sono attivi diversi namespace come: * Namespace ''principale'': è quello di ciascuna delle voci che compongono l'enciclopedia * Namespace ''Wikipedia:'' indica essenzialmente le pagine di servizio afferenti all'enciclopedia * Namespace ''Aiuto:'' raggruppa le pagine di aiuto utili sia per coloro che si avvicinano per la prima volta a Wikipedia sia per chi vi opera abitualmente * Namespace ''Portale:'' precede il nome dei portali attivi su Wikipedia * Namespace ''Progetto:'' precede il nome dei progetti attivi su Wikipedia * Namespace ''Utente:'' indica le pagine degli utenti di Wikipedia * Namespace ''File:'' precede il nome di un file multimediale (audio, video o immagine) caricato su Wikipedia * Namespace ''Categoria:'' indica il nome di una categoria * Namespace ''Template:'' identifica uno strumento specifico di lavoro su Wikipedia A tutti i namespace sopraelencati, incluso il namespace principale, è associato uno specifico namespace per le pagine di discussione (ad esempio ''Discussioni utente:'' è quello associato al namespace ''Utente:'')
Origini dell'opera
Orfeo ed EuridiceFrederic Leighton – 1864 Le '''origini dell'opera''' si collocano a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. La prima ''azione teatrale'' eseguita in pubblico della quale sono arrivate tracce complete fino ai nostri giorni fu l''Euridice'' composta da Jacopo Peri sul testo dell'egloga pastorale omonima del poeta fiorentino Ottavio Rinuccini. La struggente storia d'amore fra i personaggi mitologici di Orfeo ed Euridice fu rappresentata il 6 ottobre 1600, a Firenze, in occasione dei festeggiamenti per le nozze di Maria de' Medici con il re di Francia Enrico IV. Assistettero alla rappresentazione duecento invitati, molti dei quali, al termine, non mancarono – secondo le cronache dell'epoca – di manifestare una certa delusione. Tuttavia quella data era destinata a restare nella storia della musica.
Il tema di Orfeo fu al centro di quello che sarebbe stato il seme della moderna opera. La stampa della partitura dell''Euridice'' di Giulio Caccini (dicembre 1600) precedette di poco quella di Jacopo Peri (febbraio 1601), che corrisponde in misura più cospicua alla rappresentazione dell'ottobre 1602, mentre la partitura di Caccini era stata pubblicata senza che la sua versione fosse stata rappresentata interamente. Entrambe furono composte, non senza interferenze, sul medesimo libretto di Rinuccini. Caccini era il grande rivale di Peri alla corte fiorentina e parte delle sue musiche erano state utilizzate anche nella rappresentazione del 1600. Già un paio di anni prima – nel 1598 Peri aveva messo in musica assieme a Jacopo Corsi uno dei ''prodromi'' del melodramma, la ''Dafne'', anch'essa su libretto di Rinuccini: la musica di questo lavoro è andata però quasi del tutto perduta. Lo stesso libretto sarà musicato anche dal compositore tedesco Heinrich Schütz, ed anche in questo caso la partitura risulta a tutt'oggi perduta. Come si può notare, al centro dei primi tentativi di musicare i drammi dall'inizio alla fine vi sono storie mitologiche o pastorali. L'antico mito di Orfeo e di Euridice, oltre che nelle circostanze sopra citate, venne ripreso presto da diversi compositori (e lo sarà ancora, in futuro). Uno su tutti, Claudio Monteverdi, che nel 1607 musicò su apposito libretto di Alessandro Striggio, per il duca di Mantova (spettatore entusiasta a Firenze dell''Euridice'' di Peri), un proprio ''Orfeo'', ''favola per musica'' in un prologo e cinque atti. Caravaggio – ''Suonatore di liuto'' La stagione del ''madrigale'' tradizionalmente inteso stava per esaurirsi e i tempi erano maturi perché potesse prendere forma il progetto a lungo teorizzato alla fine del Cinquecento dalla Camerata fiorentina dei Bardi: quel ''"Recitar cantando"'' di cui aveva già scritto Baldassarre Castiglione nel Cortegiano (1528): ''"... parmi gratissimo il cantare alla viola per recitare; il che tanto di venustà ed efficacia aggiunge alle parole ..."''. In effetti, anche se il ''germe'' veniva da lontano, fu solo nel 1573 che un gruppo di nobili ed intellettuali fiorentini prese a riunirsi con assiduità per approfondire il rapporto tra poesia e musica. Più precisamente, scopo di quella che veniva chiamata Camerata de' Bardi (dal nome del conte Giovanni de' Bardi) era quello di ricostituire l'''"habitat"'' naturale delle antiche tragedie greche. Il contenuto di queste assemblee è ben riassunto nel ''"Dialogo della musica antica e moderna"'' scritto da Vincenzo Galilei, padre di Galileo, il quale dette subito prova pratica di tali principi musicando il canto dantesco riguardante il conte Ugolino. La teoria emergente voleva che si tenesse conto della semplicità della musica popolare per imitare i modelli naturali del discorso, osservando cioè come le persone parlavano a seconda dei differenti stati emotivi (appunto il ''recitar cantando''). Occorreva perciò abbandonare le antiche formule dei complessi contrappunti per riscoprire la funzione puramente ''affettiva'' della musica, giungendovi con uno stile monodico semplice e lineare. Tali teorizzazioni saranno riprese nel 1602 da Giulio Caccini ne ''Le nuove musiche'', ritenuto il vero e proprio ''manifesto'' della ''Camerata''.
Ontario
L''''Ontario''' è una delle tredici province del Canada, la più popolosa del paese . In questa provincia si trovano sia la più grande città del Canada, Toronto, che Ottawa, la capitale. È anche la seconda provincia in termini di superficie, subito dopo il Québec. La regione meridionale dell'Ontario è il punto più meridionale di tutto il Canada. La principale fonte di reddito è l'industria. Il valore della produzione industriale dell'Ontario è maggiore della somma del valore totale di quella di tutte le altre province e territori del Canada. La forza della sua industria manifatturiera le ha fatto guadagnare il nome di ''Cuore industriale del Canada''. La provincia si distingue per la sua forte industria automobilistica. Altre importanti fonti di entrate sono il turismo e i servizi finanziari e immobiliari. L'Ontario fu originariamente colonizzato dai francesi, diventando parte della colonia del Canada, una delle province coloniali della Nuova Francia, che successivamente incluse la parte meridionale delle attuali province canadesi dell'Ontario e del Québec. Nel 1763, il Regno Unito annesse il Canada. In tre decenni la regione sud-ovest divenne a maggioranza anglofona, motivo per cui il Regno Unito decise di dividere la colonia in due nel 1791. Entrambe le colonie si riunirono nuovamente nel 1840 nell'unica provincia del Canada. Con l'indipendenza, il 1º luglio 1867, la provincia del Canada venne definitivamente separata in due, nelle attuali province dell'Ontario e del Québec. Inizialmente provincia prevalentemente rurale ed agraria, l'Ontario divenne un importante centro industriale nei primi anni del XX secolo, assumendo il ruolo di principale centro economico del paese a partire dagli anni 1960. Nell'agosto 2006 risiedevano in Ontario 12.792.619 abitanti, che rappresentavano circa il 37,9% del totale della popolazione canadese, sparsi su una superficie di 1.076.395 km². La sua parte nord-orientale è inclusa nella regione territoriale detta del Canada francese.
L'origine del suo nome deriva dal Lago Ontario, nome dato dagli Uroni che significa "acque luminose". === Territorio === Il Niagara Escarpment sulla Penisola di Bruce.|sinistra Algonquin Provincial Park, Lago Cache nell'autunno del 2006. L'Ontario confina ad Est con il Québec, ad Ovest con il Manitoba, ed a Sud con gli stati statunitensi del Minnesota, Michigan, Ohio, Pennsylvania e New York a nord con la Baia di Hudson. La maggior parte della frontiera americana, in particolare, si trova a ridosso dei quattro laghi limitrofi, il ''Lago Superiore'', il ''Lago Huron'', il ''Lago Erie'' e il ''Lago Ontario'', che dà il nome alla provincia. La provincia è costituito da tre principali regioni geografiche: * Lo Scudo canadese, scarsamente popolato, nelle porzioni nord-occidentale e centrale, che comprende più della metà della superficie della provincia. Anche se questa zona per lo più non supporta l'agricoltura, è ricco di minerali e in parte coperto da foreste Midwest canadese scudo centrale e, costellato di laghi e fiumi. Nord Ontario è suddivisa in due sub-regioni: Northwestern Ontario e Northeastern Ontario. * La pianura della Baia di Hudson nell'estremo nord e nord-est, soprattutto paludosa e scarsamente foreste. * L'Ontario meridionale che è ulteriormente suddiviso in quattro regioni; Ontario centrale (anche se in realtà non centro geografico della provincia), Eastern Ontario, Golden Horseshoe e Southwestern Ontario. La maggiore metropoli, nonché capitale provinciale, è Toronto, posta all'estremità occidentale del lago Ontario. La capitale federale, Ottawa, è situata invece all'estremo est della provincia, sull'omonimo fiume che divide l'Ontario dal Québec in quella zona. L'Ontario è diviso in tre zone principali: la prima, l'Ontario centro-occidentale, una regione ricca di minerali ma sostanzialmente priva di laghi e fiumi; la seconda, a Nord-Est, lungo la Baia di Hudson; ed infine la terza, a Sud-Est, dei Grandi Laghi e del fiume Saint-Laurent, di gran lunga la più popolosa, ove circa il 90% degli abitanti dell'Ontario vivono, che è la più climaticamente temperata. Estate al Sandbanks Provincial Park sul lago Ontario === Clima === classificazione di Koppen +'''Temperature massime giornaliere e temperature minime di località selezionate in Ontario''' City July (°C) July (°F) January (°C) January (°F) Windsor (Windsor International Airport) 28/18 82/64 0/-7 31/19 Niagara Falls (NPCSH) 27/17 81/63 0/-8 30/18 Toronto (The Annex) 27/18 80/64 −1/−7 30/20 Midland (Water Pollution Control Plant) 26/16 78/61 −4/-13 25/8 Ottawa (Ottawa Macdonald–Cartier International Airport) 27/16 80/60 −6/−14 22/6 Sudbury (Sudbury Airport) 25/13 77/56 −8/−19 18/0 Emo (Emo Radbourne) 25/11 77/52 –9/–22 15/–9 Thunder Bay (Thunder Bay International Airport) 24/11 76/52 −9/−21 18/−5 Kenora (Kenora Airport) 24/15 76/59 −11/−21 12/−5 Moosonee (UA) 23/9 73/48 −14/-26 8/-15 === Evoluzione territoriale === File:Canada provinces evolution 2.gif|miniatura|alt=When Canada was formed in 1867 its provinces were a relatively narrow strip in the southeast, with vast territories in the interior. It grew by adding British Columbia in 1871, P.E.I. in 1873, the British Arctic Islands in 1880, and Newfoundland in 1949; meanwhile, its provinces grew both in size and number at the expense of its territories.|Evoluzione dei confini dell'Ontario. //upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9d/Canada_provinces_evolution_2.gif Cronistoria evolutiva per l'evoluzione e ritardi Prima dell'arrivo degli europei la regione dell'attuale Ontario era abitata da diverse tribù di nativi americani, principalmente appartenenti a tre famiglie. I chippewa che vivevano nei territori a Nord e Nord-Est del Lago Superiore, principalmente cacciatori; gli huroni, in prevalenza agricoltori nella regione del Lago Ontario e del Lago Huron; e gli irochesi composti da sei tribù nomadi e aggressive alleate tra loro che ripetutamente attaccavano huroni e chippewa. === Primi coloni europei === Statua dei Lealisti a Hamilton Il primo europeo ad esplorare la regione fu il francese Étienne Brûlé nel 1613 per ordine del fondatore del Québec, Samuel de Champlain. Brûlé raggiunse il fiume Ottawa, nell'area dove oggi sorge l'omonima città capitale del Canada, e successivamente le sponde del Lago Huron. Si scoprì un territorio ricco di animali dalla pelliccia molto apprezzata in Europa, quali i castori, e i francesi negli anni venti del Seicento iniziarono il commercio di pellami con i nativi huroni. Tutta la regione meridionale dell'Ontario entrò a far parte dei possedimenti coloniali francesi e più precisamente della Nuova Francia. I missionari francesi iniziarono ad insediarsi assieme a nuove famiglie fondando i primi villaggi, tra i quali Fort Sainte Marie, dove oggi si trova la città di Sault Sainte Marie. L'obbiettivo dei missionari era quello di convertire i nativi (soprattutto gli huroni) al Cristianesimo e di assimilarli alla cultura europea, ma questo progetto, come i villaggi fondati, dovettero essere abbandonati in conseguenza ai ripetuti attacchi degli irochesi. L'espansionismo francese e della Nuova Francia (comprendente già intorno al 1620 i territori dell'attuale Québec, Nuova Scozia e Nuovo Brunswick) verso l'ovest e verso il sud allarmò conseguentemente il Regno Unito e i suoi interessi. I britannici fondarono così nel 1670 la Compagnia della Baia di Hudson e successivamente si allearono con gli irochesi per attaccare i villaggi e interrompere i commerci della Nuova Francia. Nel 1754 scoppiò la guerra tra gli inglesi e i francesi, che si concluse con la sconfitta di questi ultimi. Con il Trattato di Parigi del 1763 la Francia cedeva tutti i territori a nord della regione dei Grandi Laghi, la colonia di Acadia (l'attuale Nuova Scozia e Nuovo Brunswick), e la colonia del Canada (la regione meridionale dell'attuale Ontario e il Québec). Se fino al 1784 la crescita demografica era stata tutto sommato debole, a partire da questa data, e con la fine della Rivoluzione Americana nel decennio precedente, circa 5000 coloni americani, fedeli alla corona inglese, emigrarono nella nuova colonia del Canada. Questa invasione ebbe come conseguenza non certo secondaria che il numero di canadesi anglofoni superò di gran lunga quello dei canadesi francofoni. === Canada Superiore === Il Tenente Governatore John Graves Simcoe Nel 1791 la Gran Bretagna divise la colonia in due parti, seguendo il corso del fiume Ottawa. Il Basso Canada (l'attuale Québec) e il Alto Canada (l'attuale Ontario). Niagara-on-the-Lake fu eletta capitale della neonata colonia e John Graves Simcoe eletto dalla corona primo Tenente Governatore del Canada Superiore. Sotto il governo di Simcoe vennero costruite nuove strade e si favorì il popolamento della colonia. Simcoe trasferì completamente nel 1797 la sede della capitale da Niagara-on-the-Lake a York. === 1800 - 1867 === William Lyon Mackenzie La popolazione iniziò così a crescere sulla spinta di nuovi coloni di origine europea (prevalentemente inglesi e scozzesi) e americana arrivati nell'Alto Canada con l'obiettivo e nel miraggio di fare fortuna. Ma fra loro vi erano anche ricchi americani pronti ad accaparrarsi ampi appezzamenti di terra. Un caso eclatante fu quello di un'intera cittadina della Pennsylvania che per intero emigrò nel Canada Superiore occupando quella che è oggi la città di Waterloo. Nel 1812 iniziò quella che venne chiamata la Guerra del 1812. Gli Stati Uniti invasero la colonia del Canada Superiore, occupando e bruciando la sua capitale, York. Nel 1814 le truppe inglesi con la milizia canadese contrattaccarono riuscendo a scacciare gli americani. In conseguenza all'invasione si acuirono i sentimenti anti-americani da parte delle popolazioni canadesi che divennero anche sentimenti antidemocratici (in relazione del fatto che all'epoca gli Stati Uniti erano anche l'unica potenza mondiale a dotarsi di una forma di governo di tipo democratico). Il risentimento iniziò a divenire palpabile anche verso la corona britannica, accusata di detenere troppo potere nella regione (essa continuava ad eleggere il Tenente Governatore della colonia) e sfociò nel 1837 nella Ribellione dell'Alto Canada, guidata da William Lyon Mackenzie. Si chiedeva maggiori poteri per il governo coloniale. Ma la rivolta fu presto sedata e Mackenzie riparò negli Stati Uniti. ==== Provincia del Canada ==== Nel 1841 il Regno Unito decise di riunire le due colonie del Alto e Basso Canada, fondando la colonia del Canada. Obiettivo era quello di cercare una più efficace assimilazione del Canada francofono al Canada anglofono. Venne donata alla nuova colonia il diritto di formare un governo fondato su un parlamento, all'Assemblea Legislativa le due ex colonie avrebbero contribuito con ugual numero di seggi. Nel corso del 1864, in tre incontri successivi, i politici della colonia del Canada si riunirono con i loro pari delle colonie britanniche dell'Isola del Principe Edoardo, Nuovo Brunswick, Nuova Scozia e Terranova e Labrador. Venne proposta alle altre colonie la formazione di una confederazione. Delle altre colonie solo Nuovo Brunswick e Nuova Scozia accettarono. L'ex colonia del Canada fu divisa in due: Ontario e Québec, che assieme a Nuovo Brunswick e Nuova Scozia il 1º luglio del 1867 fondarono la Confederazione canadese. === 1867 - 1939 === Oliver Mowat Figura politica chiave degli ultimi decenni del secolo XIX fu Oliver Mowat, secondo governatore dell'Ontario, che lottò nel Parlamento del Canada per ottenere maggiori diritti e poteri per le province. Assunse il governo dell'Ontario nel 1872 e lo conservò fino al 1896. Nei primi vent'anni dalla creazione della provincia dell'Ontario la popolazione riuscì a crescere solo debolmente, complice la delocalizzazione di alcune industrie e la maggiore appetibilità dei salari e delle condizioni di vita che si potevano ottenere negli Stati Uniti. L'impiego di tecniche più moderne consentiranno però all'agricoltura di diventare nel giro di pochi decenni un asse portante dell'economia, tanto da diventare la maggior fonte di reddito dell'Ontario nei primi anni del Novecento. Nel 1883 venne scoperta la più grande miniera di alluminio e zinco del mondo (dell'epoca), ma essa rimase pressoché inutilizzata per ben 9 anni, fino a che non si mise a punto un processo efficiente per poter separare i due minerali. Fu uno dei passi decisivi che consentirono all'economia di diversificarsi rapidamente. Successivamente vennero scoperte altre miniere, specialmente di oro e argento, e contemporaneamente iniziarono ad impiantarsi nuovi opifici e centrali idroelettriche che spinsero la crescita demografica. Dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale l'economia dell'Ontario crebbe rapidamente con la costruzione di nuove fabbriche. Fabbriche produttrici di armi e materiale militare che sarebbero state convertite a partire dal 1918 alla produzione di automobili, radio e telefoni. Il fervore economico attirò nuovi immigrati, soprattutto dalla Finlandia, Norvegia e Québec. La Grande depressione pose fine a questa corsa dell'economia e pesò fortemente per gli anni successivi creando fallimenti fra le imprese e file di disoccupati che raggiunsero punte del 30%. Però contemporaneamente non si arrestò il flusso di gente che continuò a raggiungere la provincia, nella speranza di trovar lavoro nelle grandi città. A questo si aggiunse a partire dal 1933 l'arrivo di emigranti ebrei, in fuga dalla Germania nazista. Per la seconda volta, l'economia di guerra rimise in moto le attività in tutto l'Ontario. === 1939 – oggi === Durante la Seconda guerra mondiale e nel periodo immediatamente successivo si innescò una fase di prosperità e crescita economica eccezionale. L'Ontario, e l'area della Grande Toronto in particolare, furono i destinatari di un grande flusso migratorio fra gli anni cinquanta e sessanta, in gran parte proveniente dall'Europa. In seguito alla modifica della legge federale in materia di immigrazione ci fu un massiccio afflusso anche di immigrati non-europei a partire dagli anni settanta. Da una provincia etnicamente britannica, l'Ontario si trasformò rapidamente in una provincia multietnica. I movimenti nazionalisti del Québec spinsero molte imprese a guida di lingua inglese a decidere di spostarsi verso l'Ontario, e la conseguenza fu la crescita dell'importanza economica di Toronto e discapito di Montréal, tanto che la superò sia in termini economici che demografici. Le stagnanti condizioni economiche che caratterizzarono le Province marittime in alcune fasi del XX secolo portò nuove migrazioni verso questa provincia. === Evoluzione demografica === Densità della popolazione dell'Ontario.|321x321px + '''Andamento demografico dell'Ontario''' +''Fonte: Statistics Canada'' Anno Abitanti 1871 1.620.851 1881 1.926.922 1891 2.114.321 1901 2.182.947 1911 2.527.292 1921 2.933.662 1931 3.431.683 1941 3.787.655 1951 4.597.542 Anno Abitanti 1961 6.236.092 1966 6.960.870 1971 7.703.106 1976 8.264.465 1981 8.625.107 1986 9.113.515 1991 10.084.885 1996 10.753.573 2001 11.410.046 Da un punto di vista demografico l'Ontario è la provincia canadese più popolata, con un tasso di popolazione urbana che sfiora l'80%. Al censimento del 2001 gli abitanti erano 11.410.046, confermando un trend di crescita (più 6% sul 1996) che è continuato ininterrotto da quando è stata fondata la confederazione del Canada nel 1867. Nonostante la vastità territoriale dell'Ontario (che supera il milione di chilometri quadrati, tre volte e mezzo l'Italia), il 92% della popolazione vive in una ristretta fascia fortemente urbanizzata che va da Windsor a Ottawa e che ricopre una superficie che è solo il 12% della provincia. La maggiore concentrazione è intorno alla città di Toronto che da sola conta 5,6 milioni di abitanti; la seconda regione metropolitana è quella di Ottawa con 1,1 milioni di abitanti. === Religione === I principali gruppi religiosi in Ontario nel 2011 sono stati: Religione Persone % Totale 12.651.795 100   Cattolici 3.976.610 31.4 non religiosi 2.927.790 23.1 Protestanti 2.668.665 21.1 altri cristiani 1.224.300 9.7 Musulmani 1.224.300 4.6 Hindu 366.720 2.9 Cristiani Ortodossi 297.710 2.4 Ebrei 195.540 1.5 Sikh 179.765 1.4 Buddisti 163.750 1.3 altre religioni 68.985 0.5 === Lingua === La lingua principale dell'Ontario è l'inglese, di fatto la lingua ufficiale della provincia. È la lingua madre di circa il 70 per cento della popolazione della provincia, secondo il censimento del 2011. === Le aree metropolitane === Popolazione delle principali aree metropolitane dell'Ontario. Area Metropolitana 1996 2001 2006 2011 Toronto (capoluogo provinciale) 2.385.421 2.481.494 2.503.281 2.615.060 Ottawa (capitale nazionale) 721.136 774.072 812.129 883.391 Mississauga 544.382 612.925 668.549 713.443 Brampton 268.251 325.428 433.806 523.911 Hamilton 467.799 490.268 504.559 519.949 London 325.669 336.539 352.395 366.151 Markham 173.383 208.615 261.573 301.709 Vaughan 132.549 182.022 238.866 288.301 Kitchener 178.420 190.399 204.668 219.153 Windsor 197.694 209.218 216.473 210.891 === Le città canadesi === Toronto Ottawa - La collina del Parlamento Canadese Hamilton * '''Toronto''' ** Mississauga ** Brampton ** Oakville ** Oshawa ** Markham ** Richmond Hill ** Vaughan ** Whitby ** Pickering ** Stratford * Ottawa * Hamilton ** Burlington * London * Windsor * Kingston * Kitchener – Waterloo – Cambridge * St. Catharines – Niagara Falls * Greater Sudbury * Thunder Bay * Sault Sainte Marie * North Bay * Timmins porto di Hamilton. Il settore manifatturiero è un importante datore di lavoro in Ontario. regione del Niagara pronta per la distribuzione, ca. 1914|sinistra L'Ontario produce oltre un terzo del reddito totale canadese, e il suo PIL pro capite è uno dei più alti del mondo. La sua economia poggia principalmente sull'industria, in particolare automobili, ferro, acciaio, nonché sull'alta tecnologia, soprattutto ad Ottawa e Waterloo. È estremamente rilevante anche l'apporto economico dei settori idroelettrico e minerario. === Energia === centrale nucleare di Bruce di tipologia CANDU sul Lago Huron è la più grande centrale nucleare del mondo. Storicamente, la provincia ha utilizzato due grandi assi est-ovest, sia a partire da Montréal nella vicina provincia del Quebec. La strada settentrionale, attraversa le città, da ovest, di Montréal lungo il fiume Ottawa, poi prosegue verso nord-ovest in direzione di Manitoba. Principali città o in prossimità del percorso comprendono Ottawa, North Bay, Sudbury, Sault Ste.. Marie e Thunder Bay. === Stradali === Le autostrade canadesi costituiscono la rete veicolare primaria nel sud della provincia, e si collegano a numerosi valichi di frontiera con gli Stati Uniti, il più attivo è il Tunnel Detroit-Windsor e l'Ambassador Bridge (via autostrada 401) e il Blue Water Bridge (via Highway 402). === Canali navigabili === Il Saint Lawrence Seaway, si estende per la maggior parte nella zona meridionale della provincia e si collega con l'Oceano Atlantico, è il principale canale navigabile della provincia per il trasporto di merci, in particolare minerale di ferro e grano. In passato, i Grandi Laghi e il San Lorenzo erano anche un importante via di trasporto di passeggeri, ma nel corso degli ultimo mezzo secolo è stata ridotta ai servizi di traghetti e crociere turistiche. === Linee ferroviarie === Via Rail gestisce il servizio interregionale dei treni per passeggeri tramite il Corridoio Québec-Windsor, insieme a ''The Canadian'', un servizio ferroviario transcontinentale dall'Ontario meridionale a Vancouver, e il Treno Sudbury-White River. Inoltre, il servizio ferroviario Amtrak collega l'Ontario con le principali città dello stato di New York tra cui Buffalo, Albany, New York. Ontario Northland fornisce il servizio ferroviario per le destinazioni a nord fino a Moosonee nei pressi di James Bay, collegandoli con il sud. Il '''servizio ferroviario suburbano''' (o "metropolitano") === Istruzione === === Sport === Le franchigie dell'Ontario che partecipano al ''Big Four'' (le quattro grandi leghe sportive professionistiche americane) sono: Club Sport Lega Città stadio '''Toronto Blue Jays''' Baseball MLB Toronto Rogers Centre '''Toronto Raptors''' Basketball NBA Toronto Air Canada Centre '''Ottawa Senators''' Hockey NHL Ottawa Canadian Tire Centre '''Toronto Maple Leafs''' Hockey NHL Toronto Air Canada Centre '''Toronto Wolfpack''' Rugby L1 Toronto Lamport Stadium '''Ottawa Fury''' Soccer NASL Ottawa TD Place Stadium '''Toronto FC''' Soccer MLS (lega non facente parte del circuito Big Four) Toronto BMO Field '''Ottawa Champions''' Baseball Can-Am Ottawa Raymond Chabot Grant Thornton Park '''Toronto Marlies''' Hockey AHL Toronto Ricoh Coliseum '''Toronto Rock''' Lacrosse NLL (lega non facente parte del circuito Big Four) Toronto Air Canada Centre '''Toronto Furies''' Hockey CWHL Toronto MasterCard Centre ==== Football canadese ==== Per quanto riguarda la CFL, la lega professionistica del Football canadese, le squadre dell'Ontario che ne fanno parte sono: Club Sport League City Stadium '''Hamilton Tiger-Cats''' Football CFL Hamilton Tim Hortons Field '''Ottawa Redblacks''' Football CFL Ottawa TD Place Stadium '''Toronto Argonauts''' Football CFL Toronto BMO Field
Cifrario di Vernam
Esempio di cifrario di Vernam Il '''cifrario di Vernam''' è un sistema crittografico basato sul cifrario di Vigenère, al quale aggiunge il requisito che la chiave di cifratura sia lunga quanto il testo e non riutilizzabile , letteralmente "taccuino monouso").
Il cifrario di Vernam è l'unico sistema crittografico la cui sicurezza sia comprovata da una dimostrazione matematica e per questo si è guadagnato il titolo di "cifrario perfetto". La prima dimostrazione della sua inviolabilità fu pubblicata nel 1949 da Claude Shannon nell'articolo ''La teoria della comunicazione nei sistemi crittografici''. Si può facilmente capire quanto sia scomodo distribuire in modo sicuro chiavi di tali dimensioni. Ciò nonostante il cifrario di Vernam è stato utilizzato per le comunicazioni con le spie, che venivano equipaggiate di taccuini (''pad'' in inglese) contenenti una lunga chiave per ogni pagina, da poter strappare e gettare una volta utilizzata (''one time'', ovvero "un solo uso"). La sua forma più classica è quella in cui la chiave ha la stessa forma del testo (a ogni lettera viene associato il numero corrispondente A=0 B=1 C=2) e che sfrutta l’aritmetica modulare per operare sulle lettere (quella per cui dopo la lettera Z c'è di nuovo la lettera A, quindi A+C=0+2=2=C, B+C=1+2=3=D, Z+C=25+2=27→1=B, Z+Z=25+25=50→24=Y). Testo in chiaro: C I A O Chiave: A J R F ------------------------ Testo cifrato: C R R T È tuttavia molto diffusa, specialmente nell'ambiente informatico, la forma che fa utilizzo dell'operazione logica XOR (disgiunzione esclusiva), che del resto non è altro che l'addizione circolare dei singoli bit. È importante ribadire che questo tipo di chiave deve essere lunga quanto il messaggio che cifra e può essere utilizzata una sola volta, pena la perdita della validità delle ipotesi iniziali e la riduzione da sistema "inattaccabile" a sistema "facilmente attaccabile" dal metodo Kasiski, una specializzazione del metodo crittanalitico di analisi delle frequenze. Probabilmente l'apice del modello di cifratura a chiave infinita è stato raggiunto durante la guerra fredda. Il sistema si basava su un cifrario di parole rappresentato da numeri a 4 cifre, accorpate poi in gruppi di cinque cifre e sommate ad un numero casuale. Se l'ultimo gruppo di accorpamento a cinque cifre non è completo (cioè ha meno di 5 cifre), la sequenza doveva essere completata a destra con degli zeri (es. 123 ⇒12300). Es 1. Cifrario 1024 = cane, 1056 = gatto, 2345 = lavoro, (spazio bianco) = 3000, (punto) = 4000, etc.. Il cifrario era a disposizione sia del ricevente che del mittente, così come la sequenza dei numeri casuali utilizzati (che venivano tabulati su pagine numerate e il primo gruppo di cifre del codice cifrato trasmesso rappresentava proprio i numeri di pagine e dunque la sequenza dei numeri casuali). In tutto il processo è fondamentale, come detto, utilizzare una ed una sola volta una data sequenza di numeri casuali per cifrare i messaggi. Es. del meccanismo di accorpamento da 4 a 5 cifre: # partiamo dalla frase "canegattolavoro" # trasformiamo la frase attraverso il cifrario: 10241056234530004000 # accorpiamo le cifre in gruppi di 5: 10241 05623 45300 04000 La sequenza dei numeri casuali utilizzata andrà sommata ai gruppi di 5 cifre precedentemente preparati partendo dal cifrario. Es. Ipotizziamo di avere la sequenza di numeri casuali: 45693, 89765, 77746, 93486 Riprendendo la sequenza dell'esempio precedente facciamo la somma dei numeri senza riporto: Derivato da cifrario 10241 05623 45300 04000 Numeri casuali 45693 89765 77746 93486 Risultato (somma senza riporto) 55834 84388 12046 97486 A questo punto il codice è cifrato, ma i sovietici fecero un passo ulteriore con il solo scopo di facilitarne la trasmissione via telefax, ovvero associarono una lettera ai numeri da 0 a 9. Dunque la forma finale del messaggio era una sequenza di gruppi di 5 lettere. È facile dimostrare che questo è un cifrario perfetto, quindi è matematicamente indecifrabile. In moltissimi anni di ricerca (all'incirca 20 – progetto Venona) gli americani riuscirono a decifrare solo una minima parte dei messaggi registrati (sino all'apertura degli archivi del Cremlino) e solo perché i mittenti utilizzarono per più di una volta le sequenze di numeri casuali, o perché sequenze delle stesse furono sequestrate a spie arrestate. I sovietici erano talmente sicuri di questo sistema che trasmisero i messaggi "in chiaro", ovvero senza sovracifrature. È proprio attraverso queste trasmissioni che i segreti della bomba atomica filtrarono dall'Ovest all'Est. La decifrazione del messaggio è semplicissima e si fonda sul processo inverso a quello sin qui presentato, ovvero si devono sottrarre i numeri cifrati alla sequenza casuale di numeri utilizzati nella cifratura e, nel caso la sottrazione dia un valore negativo, bisogna sommare il valore 10. Infine, bisogna riaggregare le cifre in gruppi di 4 per poi utilizzare il cifrario per identificare la parola. Es. Utilizziamo la cifratura della frase inizialmente proposta e la relativa sequenza di numeri casuali. Trattiamo singolarmente, come esempio, un paio di cifre: Numero di cifratura 5 5 8 3 4 Numero casuale 4 5 6 9 3 Primo Risultato Sottrazione 1 0 2 -6 1 Eventuale somma di 10 per valori negativi +10 Risultato finale 1 0 2 4 1 Numero di cifratura 1 2 0 4 6 Numero casuale 7 7 7 4 6 Primo Risultato Sottrazione -6 -5 -7 0 0 Eventuale somma di 10 per valori negativi +10 +10 +10 Risultato finale 4 5 3 0 0 Infine otteniamo di nuovo "10241056234530004000" che, suddiviso in gruppi di 4 cifre, diventa 1024 1056 2345 3000 4000. Dal cifrario si riottiene la frase completa. Per il meccanismo di riempimento di zeri a destra, di cui abbiamo parlato in precedenza (123 ⇒ 12300), nel ri-accorpamento a 4 cifre potrebbe capitare di avere una serie di zeri come ultima cifra. Si intende che questa va semplicemente ignorata.
Ora (Italia)
'''Ora''' è un comune italiano di abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige. È inoltre un comune mercato.
Situata in fondovalle, sulla sinistra orografica dell'Adige, presso la confluenza del rio Nero, circa 20 km a sud di Bolzano. Il toponimo è attestato come ''Aura'' nel 1190 e come ''Aewer'' nel 1288 e deriva probabilmente dal latino ''ora'' ("margine") o forse da un tema preromano ''aur-'' che ha una certa diffusione sull'arco alpino o anche da un alto tedesco medio ''ûr'' che significa "bue". L'antica chiesetta di San Pietro (''St. Peter in Auer''), incorporata assieme all'omonima parrocchia, almeno dal 1183 e fino nel primo Seicento, al convento di San Lorenzo in Trento, possiede un noto organo tardorinascimentale tuttora funzionante, di Hans Schwarzenbach, del 1599. Di particolare pregio architettonico è il maniero cinquecentesco ''Happacherhof'' che ospita la Scuola professionale dell'agricoltura. Negli ultimi anni il comune di Ora ha visto un forte incremento del numero di abitanti dovuto all'aumento delle industrie, il che ha comportato un notevole cambiamento nell'aspetto del comune stesso, che precedentemente basava il proprio sviluppo sulla frutticoltura. ===Stemma=== Lo stemma è troncato di argento e rosso sormontato da un capo azzurro. Un leone rampante di colore rosso e argento è posto sullo sfondo con colore invertito. È lo stemma della famiglia ''Khuen'' che prese possesso della località, dal 1397 fino al 1690, quando furono poi elevati a Conti Imperiali. Sul capo di azzurro sono raffigurate due chiavi d'oro decussate, in ricordo delle insegne di San Pietro, a cui è dedicata la chiesa parrocchiale. Lo stemma è stato adottato nel 1969. ===Ripartizione linguistica=== ===Evoluzione demografica=== === Artigianato === Per quanto riguarda l'artigianato, importante e rinomata è la produzione di mobili d'arte e di arredamenti tipici campagnoli. Dal 1917 al 1963 era in funzione la ferrovia della Val di Fiemme che collegava questa città con Predazzo passando appunto per la val di Fiemme e a Ora aveva una seconda stazione ferroviaria oggi in disuso e un'altra posta al centro della città. È servita anche da una stazione ferroviaria (fuori paese) appartenente alla ferrovia del Brennero. Per recarsi in val di Fassa o in val di Fiemme si passa solitamente da Ora (SS 48), anche venendo da Trento, in quanto le strade sono meglio percorribili che non quelle della val di Cembra. A Ora ha sede una squadra di hockey su ghiaccio, il SC Auer-Ora, vincitrice di tre titoli di serie C.
Ortisei
'''Ortisei''' è un comune italiano di abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige. È inoltre un comune mercato, nonché il centro abitato principale e più densamente popolato della Val Gardena.
Il centro abitato si estende ad un'altitudine media di ), dal fondovalle fin verso le pendici del Monte Rasciesa (), ed è situato sulla destra orografica del rio Gardena, che scorre da est a ovest e sfocia nell'Isarco presso Ponte Gardena. Il territorio comunale confina a nord con Funes, ad est con Santa Cristina Valgardena, a sud con la frazione Oltretorrente del comune di Castelrotto e a ovest confina con Laion. Il toponimo è attestato come ''Ortiseit'' nel 1288 e deriva dal latino ''urticetum'' (letteralmente "luogo delle ortiche"). Il nome tedesco ''Sankt Ulrich'' è documentato dal 1366 ed è la versione tedesca del santo patrono locale Sant'Ulrico di Augusta, la cui chiesa fu proprietaria di larghi appezzamenti terrieri nella zona durante tutto il Medioevo. === Stemma === Lo stemma comunale raffigura Sant'Ulrico bardato con i paramenti vescovili e una croce d'oro nella mano destra, in groppa a un cavallo con i finimenti d'oro, su tre cime di monti verdi e lo sfondo d'oro. Lo stemma è adornato da un capo azzurro con tre scudetti alternati a due api d'oro, che simboleggiano l'operosità degli abitanti del comune. Lo stemma è stato concesso nel 1907 e riconfermato nel 1970. Ortisei presenta sedici edifici riconosciuti come beni culturali e pertanto sottoposti a vincolo dalla provincia autonoma di Bolzano. === Architetture religiose === Chiesa di San Giacomo * Chiesa parrocchiale di Sant'Ulrico e dell'Epifania del Signore: realizzata in stile neoclassico con elementi barocchi nell'ultimo scorcio del XVIII secolo, contiene un ricco apparato pittorico e numerose statue lignee di artisti locali. * Chiesa di San Giacomo: di antica fondazione, fu rimaneggiata in stile tardogotico nel corso del Seicento. Conserva affreschi del secondo Quattrocento e copie delle originali suppellettili barocche. * Chiesa di Sant'Antonio: edificata nella seconda metà del XVII secolo, affianca alla semplice struttura di gusto rinascimentale un apparato decorativo prevalentemente barocco. * Chiesa di Sant'Anna: situata nel perimetro del cimitero comunale, è in stile tardogotico. All'interno conserva arredi barocchi. * Cappella di Santa Croce: eretta nel 1752 fu modificata più volte in seguito. La facciata presenta un portale ogivale tra due finestre a sesto acuto. L'abside è trilaterale. Conserva un crocifisso policromo del XVIII secolo. * Capela da Poz: costruzione a uso ibrido della metà dell'Ottocento, presenta un piano terra ad uso profano e un primo piano con volta a botte e abside semicircolare. Il tetto è a scandole. === Architetture civili === * Villa Rifesser Stufan: casa signorile a tre piani e sottotetto, ricostruita a fine Ottocento secondo lo stile del tardo eclettismo sul sito di un antico maso attestato sin dal 1515, e ampliata nel 1927. L'erker posto in posizione angolare reca quattro busti di Josef Rifesser raffiguranti i protagonisti della rivolta tirolese del 1809. L'intero conserva parte degli arredi del primo Novecento. * Costamula de sëura: abitazione realizzata a blockbau comprendente una stube con trave portante e un balcone con stenditoio, impiegato per l'asciugatura dei cereali. Vi è annessa una chiesa in muratura con volta a botte. * Costamula de sot: maso in pietra e legno, comprendente un'iscrizione datata 1608. La porta d'accesso ad arco a tutto sesto è raggiungibile da una piccola scala a doppia rampa. Il soffitto della stube è a scomparti in legno con cornici intagliate. * Kudan: edificio residenziale in muratura e a più piani con facciata barocca stube e cornici marmorizzate alle finestre. * Fëur: casa contadina, impiegata oggi come baita in malga, costruita a blockbau e con tetto a doppia falda. Il soffitto della stube è tra i più antichi dell'Alto Adige. * Janon: casa d'abitazione in muratura a un solo piano. Sulla chiave di volta della porta d'ingresso a tutto sesto sono scolpiti un paio di forbici, due teste e altre decorazioni. * Martin: edificio residenziale in pietra di epoca medievale. conserva un affresco della Madonna del Soccorso e una veduta di città. * Nevel: due masi abbinati della seconda metà del Settecento. Le paraste angolari e le cornici delle finestre recano incisioni dipinte. All'interno spiccano gli intagli particolarmente elaborati della stube barocca. * Peza in St. Jakob: fattoria a più piani in muratura e legno. La porta d'ingresso, con arco a tutto sesto ha un battente datato 1693. Il corridoio ha volta a crociera. * Pradatsch: Fattoria del 1772 con facciata barocca intonacata e dipinta di colore bruno, sulla quale spiccano gli elementi architettonici e decorativi bianchi. Il soffitto della stube è decorato con stucchi, mentre la colonna tortile della stufa è munita di un capitello. * Rovine del castello di Stetteneck, realizzato nel XIII secolo sul col da Pincan, in posizione elevata in prossimità di una ripida scarpata. ==== Musei ==== Nel centro di Ortisei ha sede il Museo della Val Gardena, che conserva reperti geologici, paleontologici e archeologici rinvenuti sul territorio, oltre ad una collezione di sculture e giocattoli di legno. La Casa della cultura Luis Trenker, ospitata in un edificio progettato dall'architetto Hubert Prachensky (1916-2009), conserva l'antica campana del Magister Manfredinus. Veduta del centro cittadino Ortisei nel 1856 in una litografia di Johann Burgauner (1812-1891) Il paese di Ortisei. La foto evidenzia l'incessante sviluppo urbanistico del centro abitato === Ripartizione linguistica === Ortisei è uno degli 8 comuni dell'Alto Adige la cui popolazione è in maggioranza di madrelingua ladina: === Evoluzione demografica === === Scuole === Ortisei ospita le scuole dell'obbligo e alcune scuole secondarie superiori e in particolare l'Istituto d'Arte (''Kunstschule / Scola d'ert''), facenti parte del sistema d'istruzione pubblica per le località ladine, nelle cui scuole l'istruzione avviene (in proporzione che cambia dalla prima elementare alle superiori) in ladino, tedesco e italiano. === Biblioteche === * Biblioteca civica ''San Durich'' * Biblioteca del Circolo degli artisti * Biblioteca ladina, presso la ''Cësa di Ladins'' L'economia locale si basa soprattutto sul turismo invernale ed estivo infatti Ortisei è una rinomata località di villeggiatura che d'inverno si trasforma in una mondana stazione sciistica delle Dolomiti. Molto noto è l'artigianato delle sculture di legno, che vanta un'antica tradizione, e quello dei giochi. Ortisei è collegata a Ponte Gardena e alla Valle Isarco dalla strada statale 242 di Val Gardena e Passo Sella; una diramazione di tale strada collega Ortisei anche con Chiusa, ove si trova uno svincolo dell'Autostrada A22. === Ferrovie === Per alcuni decenni del XX secolo Ortisei fu servita (tramite l'omonima stazione) dalla ferrovia della Val Gardena, una linea a scartamento ridotto che collegava Chiusa con Plan, che rimase in esercizio dal 6 febbraio 1916 al 28 maggio 1960, quando fu soppressa. Le tracce della ferrovia sono quasi tutte scomparse: nel 1970 il sedime tra Chiusa-Ortisei venne sfruttato per realizzare la strada statale 242dir, mentre la tratta Ortisei-Plan è stata trasformata in un sentiero pedonale. === Impianti di risalita === Il gruppo del Sella da Ortisei Un'ovovia a doppia fune collega Ortisei con l'Alpe di Siusi. Il monte ''Secëda'' si raggiunge con un'altra ovovia e una funivia. Una seggiovia ad un posto singolo portava al ''Rasciesa'' - ''Raschötz''. La funicolare Rasciesa, fra le più lunghe d'Europa ( metri), che sostituisce dall'estate del 2010 la vecchia seggiovia, porta al Rasciesa in 6 minuti. Altri impianti di risalita servono esclusivamente piste da sci e sono pertanto chiusi durante il periodo estivo. L'ovovia dell'Alpe di Siusi è conosciuta per la manifestazione ''Val Gardena Sky Dinner'', un'elegante cena gourmet, servita nelle singole cabine, che permette a circa 120 commensali di cenare godendo di una vista spettacolare sulle montagne. Un sentiero pedonale, ricalcante il vecchio tracciato della ferrovia della Val Gardena (Chiusa-Plan), collega Ortisei con il borgo confinante di Santa Cristina Valgardena. Il comune fa parte della comunità comprensoriale Salto-Sciliar. In occasione dei Mondiali di sci alpino 1970 Ortisei fu sede delle gare di slalom speciale, disputate sul pendio del ''Ronc''; la medesima pista nel 1975 ospitò un parallelo valido quale gara conclusiva della Coppa del Mondo, il quale si risolse in uno "spareggio" per il primato nella classifica generale tra Gustav Thoeni (poi vincitore) e Ingemar Stenmark. Il 21 maggio 2005 la 13ª tappa del Giro d'Italia si è conclusa ad Ortisei, con la vittoria del colombiano Iván Parra. In città aveva sede una storica squadra di hockey su ghiaccio, l'HC Ortisei, vincitrice di 4 scudetti. Nel 1999, a seguito del crollo del palazzo del ghiaccio di Ortisei (travolto da una frana), la squadra si fuse con il club di Selva di Val Gardena, cambiando nome in HC Gardena e trasferendo il proprio campo casalingo al Pranives. Nel film Fantozzi contro tutti, il ragionier Fantozzi insieme agli altri suoi colleghi di lavoro tra cui il ragionier Filini e il geometra Calboni si recano ad Ortisei per trascorrere una settimana bianca, passandone di tutti i colori e apostrofati con i classici stereotipi anti-italiani. Le riprese annoverano anche scene girate in una stazione ferroviaria che non è locata a Ortisei, nel film si parla infatti del Trenino della val Gardena, chiaro riferimento alla ferrovia della Val Gardena però già soppressa da anni ai tempi delle riprese, la stazione usata nel film è la Stazione di Acqua Acetosa che si trova a Roma, per la precisione nel quartiere Parioli. La serie TV Vite in fuga mandata in onda in prima visione il 22 Novembre 2020 su Rai 1, è ambientata a Ortisei.
Ordine alfabetico
L''''ordine alfabetico''' è una convenzione secondo cui un gruppo di nomi o, genericamente, di parole, viene messo in sequenza in base alla posizione che la lettera iniziale ha nell'alfabeto. Il solo ordine alfabetico, quello che costituisce l’ordine usuale per scrivere le lettere in modo isolato, fa parte di un sistema più complesso che permette di ordinare le parole o i nomi dei vocaboli. Anche se sembra sia stato inventato a Ugarit, nel XIV secolo a.C. non si sviluppa in Europa prima del Medioevo. Il primo esempio importante ne è la ''Suda'' a Bisanzio nel 900 . Nel 1286, diventa il metodo principale di classifica secondo Donald Knuth. L’ordine alfabetico era in uso quasi soltanto nel mondo occidentale e orientale greco e non si usava in Asia prima del Novecento dove i dizionari ed enciclopedie usavano altri criteri.
Nella lingua italiana, l'ordine alfabetico comprende le 21 lettere dell'alfabeto italiano: :A – B – C – D – E – F – G – H – I – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z Nella lingua greca, antica o moderna, l’ordine comprende le 24 lettere dell’alfabeto greco, ed è il seguente: :Α – Β – Γ – Δ – Ε – Ζ – Η – Θ – Ι – Κ – Λ – Μ – Ν – Ξ – Ο – Π –Ρ – Σ – Τ – Υ – Φ – Χ – Ψ – Ω Nelle lingue, slaviche e non slave, che utilizzano l’alfabeto cirillico, l’ordine generale è il seguente, dove sono indicate soltanto le 49 lettere usuali più 2 varianti del montenegrino, che sono quelle delle lingue slaviche: :А (A) – Б (Be) – В (Ve) – Г (Ge o He (Ghe)) – Ґ (Ghe capovolta) – Д (De) – Ђ (Dje) – Ѓ (Gje) – Е (Je) – Ё (Jo) - Є (Je ucraina) – Ж (Zhe) – З (Ze) – З́ (Zje) – Ѕ (Dze) – И (I) – І (I col puntino) – Ї (Ji) – Й (I breve) – Ј (Jé o I lunga) – К (Ka) – Л (El) – Љ (Lje) – М (Em) – Н (En) – Њ (Nje) – О (O) – П (Pe) – Р (Er) – С (Es) – С́ (Sje) – Т (Te) – Ћ (Tje) – Ќ (Kje) – У (U) – Ў (U breve) – Ф (Ef) – Х (Kha) – Ц (Tze) – Ч (Cié) – Џ (Dzhe) – Ш (Sha) – Щ (Shcha o Shtsha) – Ъ (Segno duro (jer duro)) – Ы (Jery) – Ь (Segno dolce (jer molle)) – Э (E capovolta) – Ю (Ju) – Я (Ja) L’ordine segue pressappoco quello del sistema di numerazione cirillico, che spiega che si parli ancora dello I ottavo (И) e dello I decimo (І o i col puntino). Quello più comunemente adottato è l'''ordine alfabetico internazionale'' con 26 lettere, che, seppure presentato in alcune varianti, è principalmente il seguente: :A – B – C – D – E – F – G – H – I – J – K – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – W – X – Y – Z In elenchi con nomi e cognomi di persone, si segue l'ordine alfabetico del cognome tenendo conto della particella nobiliare e della traslitterazione di cognomi stranieri. Nell'ordinamento delle parole: *l'apostrofo ha precedenza sulle lettere; in parole povere, l'apostrofo è equiparato allo spazio (tuttavia, lo spazio ha precedenza sull'apostrofo stesso) e le parole si considerano separate. Per esempio: **L'arancia. **L'olio. **La mela. **Un sogno **Un'idea *ogni accento o segno diacritico deve essere ignorato; le lettere ÁÀÂÄÃĀĂ..., ad esempio, devono essere considerate come lettera '''A''', e quindi si avrà: **E pensare che... **È proprio una bella giornata... **E se domani piovesse? *ogni segno di punteggiatura deve essere ignorato; ad esempio: **Arrivederci. **«Buonasera». **"Ciao!" **Salve. *ogni eventuale commento posto all'inizio delle citazioni deve essere ignorato; ad esempio: **Rivolgendosi a Pinco Arrivederci a domani. **Buonasera. **Agitando le mani Ciao! **Domani è un altro giorno. *ogni eventuale nome di personaggio posto all'inizio delle citazioni deve essere ignorato; ad esempio: **Riccardo: Arrivederci!Maria: Lo spero, mio caro. **Bella giornata d'inverno. **Joe: Come sai che ti ama?Bill: Perché conosce la parte peggiore di me e le sta bene.
Odontoceti
Gli '''odontoceti''' , detti anche '''cetacei dentati''' o meno comunemente '''denticeti''', sono un sottordine dei cetacei, contraddistinti dal possedere denti veri e propri, anziché fanoni come avviene nell'altro sottordine dei cetacei, i misticeti. Delfini, capodogli e orche appartengono a questo sottordine. Sono cacciatori attivi che si nutrono di pesci, cefalopodi, o, talvolta, di mammiferi marini.
Gli Odontoceti hanno un unico sfiatatoio sulla sommità della testa, a differenza dei Misticeti che ne posseggono in numero pari. Le narici non sono fuse: una di loro è diventata dominante sull'altra. Come adattamento per l'ecolocalizzazione, il cranio degli Odontoceti è diventato asimmetrico. Possiedono dei cervelli relativamente grandi, sebbene la loro crescita reale non cominci prima dello sviluppo dell'ecolocalizzazione. Il cervello presenta poche connessioni tra i due emisferi. Sul capo si trova un organo, chiamato melone, che ha il compito di concentrare le onde sonore, agendo come lente acustica. Le corde vocali sono assenti e i suoni vengono emessi mediante delle sacche aeree presenti sotto lo sfiatatoio. Hanno perso il senso dell'olfatto e mancano anche le ghiandole salivari Eccezion fatta per i Capodogli, gli Odontoceti sono generalmente più piccoli dei Misticeti. I denti differiscono considerevolmente tra le specie. Possono essere numerosi (in alcuni delfini superano il centinaio), assumere forme bizzarre come nel narvalo, che possiede una singola lunga zanna, o essere quasi totalmente assenti come negli zifidi, che presentano un solo dente nella mascella inferiore dei maschi. === Vocalizzazioni === Le vocalizzazioni sono di grande importanza per gli odontoceti. Molte specie mantengono una larga varietà di suoni per comunicare, e tutte le specie utilizzano suoni secchi per l'ecolocazione. I capodogli usano frequenze basse (forse meno di 50 kHz), mentre altri odontoceti utilizzano più suoni ad alta frequenza (come le focene o alcune specie di ''Cephalorhynchus''). La maggior parte dei delfini, comunque, usa suoni secchi a banda larga. Uno dei più antichi cetacei a usare l'ecolocazione fu ''Papahu'', un platanistoide del Miocene inferiore (circa 20 milioni di anni fa) della Nuova Zelanda. === Movimento === La maggior parte degli odontoceti nuota rapidamente. Le specie più piccole occasionalmente riescono a cavalcare le onde, e i delfini sono spesso visti affiancare le navi "accompagnandole" nuotando in superficie. I delfini sono anche famosi per le loro evoluzioni acrobatiche fuori dall'acqua (ad esempio ''Stenella longirostris''). === Comportamento sociale === Generalmente, gli odontoceti vivono in gruppi fino a una dozzina di animali. Questi gruppi occasionalmente si fondono con altri, dando vita a veri e propri "supergruppi", aggregazioni di centinaia di animali. Gli odontoceti sono capaci di interazioni complesse, come la caccia in cooperazione. In cattività alcune specie mostrano un alto potenziale di apprendimento; per questa ragione gli odontoceti sono considerati tra gli animali più intelligenti. Il capodoglio è stato cacciato commercialmente per lungo tempo; nonostante piccoli cetacei come i globicefali (gen. ''Globicephala'') sono cacciati ancora oggi, il principale pericolo per la maggior parte delle specie è la cattura accidentale nelle reti da pesca. Tenere in cattività cetacei di piccole e medie dimensioni (come il tursiope, il beluga ma anche l'orca) è una grande attrazione per i parchi acquatici e gli zoo. In ogni caso, questa situazione è causa di controversie, poiché i mammiferi marini hanno bisogno di grandi spazi per vivere. Anche altre attività umane hanno impatto su queste specie. Ad esempio, il Lipotes vexillifer si è estinto nel 2006 a causa della costruzione della Diga delle tre gole. * '''ORDINE CETACEA''' ** '''Sottordine Odontoceti''': cetacei con i denti *** Famiglia Delphinidae: delfinidi **** Genere ''Cephalorhynchus'' ***** Cefalorinco di Commerson, ''Cephalorhynchus commersonii'' ***** Cefalorinco eutropia, ''Cephalorhynchus eutropia'' ***** Cefalorinco di Heaviside, ''Cephalorhynchus heavisidii'' ***** Cefalorinco di Hector, ''Cephalorhynchus hectori'' **** Genere ''Steno'' ***** Steno, ''Steno bredanensis'' **** Genere ''Sousa'' ***** Susa atlantica, ''Sousa teuszii'' ***** Susa dell'Oceano Indiano, ''Sousa plumbea'' ***** Susa indopacifica, ''Sousa chinensis'' ***** Susa australiana, ''Sousa sahulensis'' **** Genere ''Sotalia'' ***** Sotalia, ''Sotalia fluviatilis'' ***** Sotalia marina, ''Sotalia guianensis'' **** Genere ''Tursiops'' ***** Tursiope, ''Tursiops truncatus'' ***** Tursiope indo-pacifico, ''Tursiops aduncus'' **** Genere ''Stenella'' ***** Stenella maculata pantropicale, ''Stenella attenuata'' ***** Stenella maculata atlantica, ''Stenella frontalis'' ***** Stenella dal lungo rostro, ''Stenella longirostris'' ***** Stenella climene, ''Stenella clymene'' ***** Stenella striata, ''Stenella coeruleoalba'' **** Genere ''Etruridelphis'' ***** Delfino Etrusco, ''Etruridelphis giulii'' (fossile, estinto) **** Genere ''Delphinus'' ***** Delfino comune, ''Delphinus delphis'' ***** Delfino comune dal lungo rostro, ''Delphinus capensis'' ***** (Delfino comune arabo, ''Delphinus tropicalis'') **** Genere ''Lagenodelphis'' ***** Lagenodelfino, ''Lagenodelphis hosei'' **** Genere ''Lagenorhynchus'' ***** Lagenorinco rostrobianco, ''Lagenorhynchus albirostris'' ***** Lagenorinco acuto, ''Lagenorhynchus acutus'' ***** Lagenorinco dai denti obliqui, ''Lagenorhynchus obliquidens'' ***** Lagenorinco scuro, ''Lagenorhynchus obscurus'' ***** Lagenorinco australe, ''Lagenorhynchus australis'' ***** Lagenorinco dalla croce, ''Lagenorhynchus cruciger'' **** Genere ''Lissodelphis'' ***** Lissodelfino boreale, ''Lissodelphis borealis'' ***** Lissodelfino australe, ''Lissodelphis peronii'' **** Genere ''Grampus'' ***** Grampo, ''Grampus griseus'' **** Genere ''Peponocephala'' ***** Peponocefalo, ''Peponocephala electra'' **** Genere ''Feresa'' ***** Feresa, ''Feresa attenuata'' **** Genere ''Pseudorca'' ***** Pseudorca, ''Pseudorca crassidens'' **** Genere ''Orcinus'' ***** Orca, ''Orcinus orca'' **** Genere ''Globicephala'' ***** Globicefalo, ''Globicephala melas'' ***** Globicefalo di Gray, ''Globicephala macrorhynchus'' **** Genere ''Orcaella'' ***** Orcella asiatica, ''Orcaella brevirostris'' ***** Orcella australiana, ''Orcaella heinsohni'' *** Famiglia Monodontidae **** Genere ''Monodon'' ***** Narvalo, ''Monodon monoceros'' **** Genere ''Delphinapterus'' ***** Beluga, ''Delphinapterus leucas'' *** Famiglia Phocoenidae: focene **** Genere ''Neophocaena'' ***** Neofocena, ''Neophocaena phocaenoides'' **** Genere ''Phocoena'' ***** Focena comune, ''Phocoena phocoena'' ***** Focena del Golfo di California, ''Phocoena sinus'' ***** Focena dagli occhiali, ''Phocoena dioptrica'' ***** Focena spinipinne, ''Phocoena spinipinnis'' **** Genere ''Phocoenoides'' ***** Focenoide, ''Phocoenoides dalli'' *** Famiglia Physeteridae **** Genere ''Physeter'' ***** Capodoglio, ''Physeter macrocephalus'' *** Famiglia Kogiidae **** Genere ''Kogia'' ***** Cogia di Owen, ''Kogia sima'' ***** Cogia di De Blainville, ''Kogia breviceps'' *** Famiglia Ziphidae: Zifidi **** Genere ''Ziphius'' ***** Zifio, ''Ziphius cavirostris'' **** Genere ''Berardius'' ***** Berardio australe, ''Berardius arnuxii'' ***** Berardio boreale, ''Berardius bairdii'' **** Genere ''Tasmacetus'' ***** Tasmaceto, ''Tasmacetus shepherdi'' **** Sottofamiglia Hyperoodontidae ***** Genere ''Indopacetus'' ****** Mesoplodonte di Longman, ''Indopacetus pacificus'' ***** Genere ''Hyperoodon'' ****** Iperodonte boreale, ''Hyperoodon ampullatus'' ****** Iperodonte australe, ''Hyperoodon planifrons'' ***** Genere ''Mesoplodon'', Mesoplodonte ****** Mesoplodonte di Hector, ''Mesoplodon hectori'' ****** Mesoplodonte di True, ''Mesoplodon mirus'' ****** Mesoplodonte di Gervais, ''Mesoplodon europaeus'' ****** Mesoplodonte di Sowerby, ''Mesoplodon bidens'' ****** Mesoplodonte di Gray, ''Mesoplodon grayi'' ****** Mesoplodonte pigmeo, ''Mesoplodon peruvianus'' ****** Mesoplodonte di Bowdoin, ''Mesoplodon bowdoini'' ****** ''Mesoplodon bahamondi'' ****** Mesoplodonte di Hubbs, ''Mesoplodon carlhubbsi'' ****** Mesoplodonte di Nishiwaki, ''Mesoplodon ginkgodens'' ****** Mesoplodonte di Stejneger, ''Mesoplodon stejnegeri'' ****** Mesoplodonte di Layard, ''Mesoplodon layardii'' ****** Mesoplodonte di De Blainville, ''Mesoplodon densirostris'' ****** Mesoplodonte di Perrin, ''Mesoplodon perrini'' ****** Mesoplodonte di Travers, ''Mesoplodon traversii'' *** '''Superfamiglia Platanistoidea''': delfini di fiume **** Famiglia Iniidae ***** Genere ''Inia'' ****** Inia, ''Inia geoffrensis'' ****** Delfino boliviano, ''Inia boliviensis'' ****** Delfino dell'Araguaia, ''Inia araguaiaensis'' ***** Genere †''Ischyrorhynchus'' (Miocene) ***** Genere †''Saurocetes'' (Miocene) **** Famiglia Lipotidae ***** Genere ''Lipotes'' ****** Lipote, ''Lipotes vexillifer'' **** Famiglia Platanistidae ***** Genere ''Platanista'' ****** Platanista, ''Platanista gangetica'' ****** Delfino dell'Indo, ''Platanista minor'' (da alcuni considerato sottospecie della specie precedente) ***** Genere †''Pomatodelphis'' (Miocene) ***** Genere †''Zarhachis'' (Miocene) **** Famiglia Pontoporiidae ***** Genere ''Pontoporia'' ****** Pontoporia, ''Pontoporia blainvillei'' ***** Genere †''Parapontoporia'' (Pliocene e Miocene) ***** Genere †''Pliopontos'' (Pliocene) ***** Genere †''Brachydelphis'' (Miocene) ***** Genere †''Pontistes'' (Miocene) *** Posizione sistematica discussa ***** Genere †''Eoplatanista'' (Miocene)
Oscines
Il raggruppamento degli '''Oscini''' , detti comunemente '''passeri''', costituisce il sottordine più numeroso dell'ordine dei passeriformi: con oltre 4700 specie viventi, comprende circa la metà degli uccelli esistenti. Gli oscini sono uccelli canori riconoscibili in quanto hanno una siringe più complessa, , una specifica forma dell'osso mediano dell'orecchio, e generalmente devono apprendere le vocalizzazioni più complesse del loro repertorio.
''Setophaga tigrina'' La classificazione degli uccelli di Sibley e Ahlquist (1990) suddivideva gli ''Oscines'' in due Infraordini: Corvida e Passerida. Studi successivi hanno tuttavia dimostrato il raggruppamento dei Corvida, così come definito da Sibley e Alquist, non era monofiletico ed alcune delle famiglie incluse tra i Corvida appartenevano in realtà a linee evolutive basali del raggruppamento dei Passerida. === Corvida === * Aegithinidae * Artamidae * Atrichornithidae * Campephagidae * Climacteridae * Corcoracidae * Corvidae * Dicruridae * Eulacestomidae * Ifritidae * Irenidae * Laniidae * Malaconotidae * Maluridae * Melampittidae * Meliphagidae * Menuridae * Mohouidae * Monarchidae * Neosittidae * Oreoicidae * Oriolidae * Orthonychidae * Pachycephalidae * Paradisaeidae * Paramythiidae * Pardalotidae * Pityriaseidae * Platysteiridae * Pomatostomidae * Prionopidae * Psophodidae * Ptilonorhynchidae * Rhagologidae * Rhipiduridae * Vangidae * Vireonidae === Passerida === *superfamiglia Callaeoidea ** famiglia Notiomystidae Driskell et al., 2007 (1 specie) ** famiglia Callaeidae Sundevall, 1836 (5 spp.) * superfamiglia Melanocharitoidea ** famiglia Melanocharitidae Sibley & Ahlquist, 1985 (10 spp.) *superfamiglia Cnemophiloidea ** famiglia Cnemophilidae Mayr, 1962 (3 spp.) *superfamiglia Petroicoidea ** famiglia Petroicidae Mathews, 1919 (47 spp.) *superfamiglia Picathartoidea ** famiglia Picathartidae Lowe, 1938 (2 spp.) ** famiglia Chaetopidae (2 sp.) ** famiglia Eupetidae Bonaparte, 1850 (1 sp.) *superfamiglia Hyliotoidea ** famiglia Hyliotidae (4 spp.) *superfamiglia Paroidea ** famiglia Remizidae Olphe-Galliard, 1891 (11 spp.) ** famiglia Paridae Vigors, 1825 (61 spp.) ** famiglia Stenostiridae Beresford et al., 2005 (9 spp.) * superfamiglia Sylvioidea ** famiglia Panuridae Des Murs, 1860 (1 sp.) ** famiglia Nicatoridae (3 spp.) ** famiglia Alaudidae Vigors, 1825 (98 spp.) ** famiglia Pycnonotidae Gray, 1840 (151 spp.) ** famiglia Hirundinidae Vigors 1825 (88 spp.) ** famiglia Pnoepygidae Gray, 1840 (5 spp.) ** famiglia Macrosphenidae Fregin, Haase, Olsson and Alström, 2012 (18 spp.) ** famiglia Cettiidae Alström, Ericson, Olsson & Sundberg, 2006 (32 spp.) ** famiglia Scotocercidae Fregin, Haase, Olsson and Alström, 2012 (1 sp.) ** famiglia Erythrocercidae Fregin, Haase, Olsson and Alström, 2012 (3 spp.) ** famiglia Aegithalidae Reichenbach, 1850 (13 spp.) ** famiglia Phylloscopidae Alström et al., 2006 (77 spp.) ** famiglia Acrocephalidae Salvin, 1882 (61 spp.) ** famiglia Locustellidae Bonaparte, 1854 (59 spp.) ** famiglia Donacobiidae Aleixo & Pacheco, 2007 (1 sp.) ** famiglia Bernieridae Cibois, David, Gregory & Pasquet, 2010 (11 spp.) ** famiglia Cisticolidae Sundevall, 1872 (159 spp.) ** famiglia Timaliidae Vigors & Horsfield, 1827 (56 spp.) ** famiglia Pellorneidae Delacour, 1946 (69 spp.) ** famiglia Leiothrichidae Swainson, 1832 (133 spp.) ** famiglia Sylviidae Vigors, 1825 (70 spp.) ** famiglia Zosteropidae Bonaparte, 1856 (128 spp.) ** ''incertae sedis'' (3 spp.: ''Graueria vittata'', ''Hylia prasina'', ''Pholidornis rushiae'') * superfamigla Reguloidea ** famiglia Regulidae Vigors, 1825 (6 spp.) * superfamiglia Bombycilloidea ** famiglia Dulidae Sclater, 1862 (1 sp.) ** famiglia Hypocoliidae Delacour & Amadon, 1949 (1 sp.) ** famiglia Hylocitreidae (1 sp.) ** famiglia Mohoidae Fleischer, James and Olson, 2008 † (5 spp.) ** famiglia Bombycillidae Swainson, 1831 (3 spp.) ** famiglia Ptiliogonatidae Baird, 1858 (4 spp.) * superfamiglia Certhioidea ** famiglia Certhiidae Leach, 1820 (10 spp.) ** famiglia Sittidae Lesson, 1828 (28 spp.) ** famiglia Troglodytidae Swainson, 1831 (84 spp.) ** famiglia Polioptilidae S.F. Baird, 1858 (17 spp.) ** famiglia Tichodromidae Swainson, 1827 (1 sp.) * superfamiglia Muscicapoidea ** famiglia Buphagidae Lesson, 1828 (2 spp.) ** famiglia Mimidae Bonaparte, 1853 (34 spp.) ** famiglia Sturnidae Rafinesque, 1815 (123 spp.) ** famiglia Cinclidae Borkhausen, 1797 (5 spp.) ** famiglia Turdidae Rafinesque, 1815 (171 spp.) ** famiglia Muscicapidae Vigors, 1825 (321 spp.) *superfamiglia Passeroidea ** famiglia Modulatricidae (3 spp.) ** famiglia Promeropidae Vigors, 1825 (2 spp.) ** famiglia Irenidae Jerdon, 1863 (2 spp.) ** famiglia Chloropseidae Wetmore, 1960 (11 spp.) ** famiglia Dicaeidae Bonaparte (48 spp.) ** famiglia Nectariniidae Vigors, 1825 (145 spp.) ** famiglia Passeridae Illiger, 1811 (43 spp.) ** famiglia Ploceidae Sundevall, 1836 (117 spp.) ** famiglia Estrildidae Bonaparte, 1850 (141 spp.) ** famiglia Viduidae Cabanis, 1841 (20 spp.) ** famiglia Peucedramidae Wolters, 1980 (1 sp.) ** famiglia Prunellidae Richmond, 1908 (13 spp.) ** famiglia Motacillidae Horsfield, 1821 (68 spp.) ** famiglia Urocynchramidae Domaniewski, 1918 (1 sp.) ** famiglia Fringillidae Leach, 1820 (228 spp.) ** famiglia Calcariidae Ridgway, 1901 (6 spp.) ** famiglia Rhodinocichlidae Ridgway, 1902 (1 sp.) ** famiglia Emberizidae Vigors, 1831 (44 spp.) ** famiglia Passerellidae Cabanis & Heine, 1850 (136 spp.) ** famiglia Calyptophilidae Ridgway, 1907 (1 sp.) ** famiglia Phaenicophilidae Sclater, 1886 (4 spp.) ** famiglia Nesospingidae Barker et al., 2013 (1 sp.) ** famiglia Spindalidae Barker et al., 2013 (4 spp.) ** famiglia Zeledoniidae Ridgway, 1907 (1 sp.) ** famiglia Teretistridae Baird, 1864 (2 spp.) ** famiglia Icteriidae Baird, 1858 (1 sp.) ** famiglia Icteridae Vigors, 1825 (109 spp.) ** famiglia Parulidae Wetmore et al., 1947 (119 spp.) ** famiglia Mitrospingidae Barker et al., 2013 (4 spp.) ** famiglia Cardinalidae Ridgway, 1901 (53 spp.) ** famiglia Thraupidae Cabanis, 1847 (384 spp.)
Organismo vivente
sequoia gigante. Un '''organismo vivente''' è un'entità, unicellulare o pluricellulare, soggetta alle leggi del mondo fisico ed al controllo da parte dei sistemi che esprimono l'informazione in esso contenuta. Tale informazione è codificata primariamente nel genoma e nel materiale genetico altrimenti veicolato, ad esempio negli organuli cellulari, ed è sottoposta a tutti i meccanismi tipici dell'espressione, compresi quelli evidenziati nell'epigenetica. Tale informazione, come descritto dalla genetica, viene ereditata verticalmente dagli organismi discendenti, o trasferita orizzontalmente.
acidi nucleici sono le molecole attraverso le quali gli organismi viventi conservano e trasmettono l'informazione Gli organismi risultano imparentati tra di loro. Ogni organismo vivente ad oggi conosciuto deriva da una rete, in prima approssimazione assimilabile ad una linea filogenetica arborescente, comune a tutti gli altri organismi, indipendentemente dal tempo di separazione fra le linee evolutive. Ogni forma di vita esistente deriva da uno o pochi antenati comuni, comparsi sulla Terra miliardi di anni fa, possiede vie metaboliche, si riproduce, trasmette informazioni alla propria discendenza e organizza le proprie strutture. Queste caratteristiche costituiscono il nucleo del concetto biologico di vita, peculiarità emergente che la distingue dalle entità non viventi. Tali peculiarità per convenzione sono rappresentate da alcuni aspetti comuni a tutti gli organismi viventi: * ''Evoluzione'': evolve, risultando imparentato con tutti gli altri organismi viventi. * ''Ordine'': risulta strutturato. * ''Codifica'': contiene al proprio interno l'informazione e le istruzioni che controllano e definiscono la sua struttura e funzione. * ''Regolazione'': risulta in grado di mantenere autonomamente l'omeostasi. * ''Crescita e sviluppo'': risulta autonomamente in grado di accrescersi. * ''Energia'': rappresenta un sistema termodinamico aperto, in grado di assimilare energia, incamerarla, trasformarla, e cederla all'ambiente. * ''Irritabilità'', ''Sensibilità'' o ''Motilità'': risulta autonomamente in grado di rispondere agli stimoli esterni. In senso più ampio, gli organismi possono essere anche in grado di possedere, e nel loro complesso possiedono: * ''Capacità di riprodursi'': in grado di dare origine a prole fertile la quale darà origine ad organismi simili all'adulto. * ''Capacità evolutiva'': può variare il proprio genotipo e fenotipo, dando origine a strutture anatomiche, vie fisiologiche e combinazioni genomiche nuove, mai comparse in precedenza all'interno della linea filogenetica alla quale appartiene (divergenza evolutiva) o già comparse all'interno di linee filogenetiche precedentemente separate (convergenza evolutiva). Queste caratteristiche sono la base della visione sufficientemente condivisa di essere vivente, in quanto organismo noto del biota terrestre. Altre definizioni si discostano in uno o più punti dalla precedente, generata dallo studio delle scienze naturali.La biologia di sintesi che può portare alla genesi di organismi dotati di vita cosiddetta sintetica, come il ''Mycoplasma laboratorium'', e i temi della esobiologia e delle biochimiche ipotetiche possono portare a definire il concetto di organismo vivente in maniera più generale.Gli organismi noti abbracciano un'estensione dimensionale e temporale che va dagli 80 000 anni e le oltre 6 600 tonnellate di un singolo, millenario genet di pioppi, ai minuscoli micoplasmi di 200 nanometri di diametro, che "vivono" (tempo di duplicazione) alcuni minuti, di massa inferiore al bilionesimo di grammo. Rappresentazione stilizzata degli elementi CHNOPS Sulla Terra i cicli vitali sinora conosciuti si sviluppano intorno agli elementi CHNOPS, ma ciò non implica, in linea di principio, che non possano esistere altre serie di elementi attorno alle quali possano crearsi sistemi di vita alternativi. La scoperta nel 2010 nel Lago Mono, in California, di un batterio in grado di utilizzare l'arsenico al posto del fosforo avrebbe mostrato l'esistenza di organismi con una biochimica completamente diversa da quella finora conosciuta, in particolare relativamente agli acidi nucleici, ma studi successivi ne hanno smentito i risultati. Gli esobiologi ipotizzano organismi basati sulla chimica del silicio al posto del carbonio. Per quanto riguarda il concetto biologico di vivente, gli studiosi ritengono che gli organismi viventi condividano alcune caratteristiche fondamentali comuni: Dalla proprietà di ''Ordine'' derivano le caratteristiche di: Immagine al microscopio ottico di un organismo vegetale. Sono visibili chiaramente le singole cellule * Cellularità: tutti gli esseri viventi sono costituiti da unità strutturali e funzionali elementari, chiamate cellule capaci di svolgere tutte le funzioni proprie dei viventi. Le cellule, infatti, nascono, si nutrono, crescono, si riproducono e muoiono. I più semplici organismi viventi sono costituiti da una singola cellula microscopica; così ad esempio, i batteri, molte specie di alghe e i lieviti. Altri organismi, come le piante, gli animali e quasi tutti i funghi, sono formati da un elevato numero di cellule. Le cellule che costituiscono un organismo pluricellulare possono essere strettamente saldate le une alle altre o essere relativamente libere e indipendenti. In ogni caso, sono in comunicazione chimica tra di loro, possono essere esse stesse a costituire l'organismo o possono essere aggregate a costituire una comunità di cellule definita organismo. * Complessità: i viventi sono esseri complessi e altamente integrati. Un batterio, che è una delle forme di vita più piccole, è fatto da circa 7000 sostanze chimiche diverse. Ognuna ha una sua funzione biologica ben precisa e deve essere sempre presente nella quantità “giusta” per il buon funzionamento del batterio. Se poi si considera l'uomo, si scopre che è costituito da almeno 10000 miliardi di cellule; queste, a loro volta, sono composte da decine di migliaia di sostanze chimiche diverse distribuite in numerose strutture microscopiche (organuli cellulari). Nel corpo umano le cellule sono differenziate in circa 200 tipi diversi. I vari tipi di cellule sono organizzati in tessuti che, a loro volta, formano gli organi. Gli organi costituiscono i sistemi e gli apparati e questi s'integrano a formare l'organismo. Dalla proprietà di ''Codifica'' derivano le caratteristiche di: * Informazione: il mantenimento e la trasmissione di generazione in generazione della complessità dei viventi richiedono una quantità d'informazioni che, anche per il più semplice di essi, è superiore a quella contenuta in una voluminosa enciclopedia. Ogni struttura e ogni attività, dalla singola molecola all'intero organismo, dalla nascita alla morte, sono codificate nel genoma. I primi elementi del genoma scoperti furono i geni che sono formati dalla molecola di DNA racchiusa nei cromosomi del nucleo cellulare. Ciascun gene “contiene” un'informazione che, di volta in volta, può essere modulata e coordinata con quella di altri geni. Ne risulta un armonico e complesso sistema che dirige le attività svolte dalle varie cellule non solo nell'organismo adulto, ma anche durante la sua crescita e il suo sviluppo. Dalla proprietà di ''Energia'' derivano le caratteristiche di: * Metabolismo: “Metabolismo” significa trasformazione. Infatti, ogni organismo va incontro a continue trasformazioni rese necessarie dal mantenimento della sua complessa struttura, dalla crescita e dai continui adattamenti all'ambiente. Più propriamente, per metabolismo s'intende quel complesso di ben organizzate reazioni chimiche capaci di sfruttare energia esterna per rinnovare, accrescere o riparare le strutture dell'organismo. Tutto ciò comporta, appunto, una continua trasformazione di numerose molecole. L'alimentazione, la respirazione e l'escrezione sono l'espressione più evidente e manifesta dei processi metabolici che si compiono in un organismo. Dalla proprietà di ''Capacità riproduttiva'' derivano le caratteristiche di: * Riproduzione: ciascun vivente deve essere in grado di riprodursi almeno in una fase del proprio ciclo vitale, con modalità e tempi spesso differenti e propri di ogni specie, cioè deve poter generare altri organismi simili a se stesso. Un organismo unicellulare duplica il proprio DNA, si accresce e si divide in due cellule figlie che erediteranno una delle due copie del DNA. In alcuni organismi pluricellulari, invece, la riproduzione avviene attraverso la fusione di due cellule (dette gameti), prodotte da due individui di sesso opposto. Il risultato di questa fusione si chiama zigote ed è una cellula che contiene metà del DNA proveniente dal padre, e metà proveniente dalla madre. L'individuo che si sviluppa dallo zigote assomiglia ai genitori, ma sarà diverso da tutti e due. In questo modo, a ogni generazione appariranno sempre nuove varianti della stessa specie. Un embrione animale in sviluppo Dalla proprietà di ''Crescita'' derivano le caratteristiche di: * Sviluppo: la crescita è una proprietà caratteristica degli organismi viventi. I batteri s'ingrandiscono, seppure di poco, dopo una divisione riproduttiva. Di norma, negli organismi a riproduzione sessuata lo zigote si divide più volte fino a formare miliardi di cellule. L'accrescimento può essere accompagnato dalla comparsa di nuovi tipi cellulari, di nuovi tessuti e di nuovi organi, può rappresentare un semplice ingrandimento od anche un drastico cambiamento anatomico e metabolico come nel caso della metamorfosi. Dalla proprietà di ''Evoluzione'' derivano le caratteristiche di: * Adattamento: Gli organismi viventi possono cambiare nel tempo la propria anatomia e fisiologia adattandola all'ambiente. Attraverso la riproduzione, i genitori trasmettono al figlio copia o parte dei propri geni, cioè una copia o una parte del proprio materiale ereditario. Per questo il figlio non risulta del tutto uguale al genitore ma possiede caratteri ereditari diversi. In più potrebbe possedere anche qualche caratteristica nuova che non esisteva nei suoi antenati. Un nuovo carattere, o mutazione, si origina in conseguenza del fatto che il materiale ereditario viene trasmesso lievemente alterato rispetto a quello originale. L'accumulo di tali variazioni nel tempo e nello spazio può condurre alla formazione di organismi con caratteristiche strutturali assai diverse. In tal modo, nel corso delle ere geologiche, hanno avuto origine le nuove specie di organismi viventi. Attente analisi e studi approfonditi testimoniano che l'attuale grande varietà degli organismi viventi si è originata attraverso un processo chiamato evoluzione. Esso altro non è che il risultato delle variazioni genetiche sommatesi nell'arco di tempo che divide le prime forme di vita da quelle attuali. Dalla proprietà di ''Irritabilità'' o ''Motilità'' derivano le caratteristiche di: * Interazione: tutti gli organismi viventi interagiscono con l'ambiente e tra di loro. Sappiamo che una pianta per crescere ha bisogno di acqua, di sali minerali, di anidride carbonica, di luce e di ossigeno: tutte queste “materie prime” essa le assorbe dall'ambiente fisico. La loro maggiore o minore disponibilità influirà sulla sua crescita e la sua moltiplicazione, inoltre sono in grado di rispondere a stimoli esterni orientando le proprie foglie e radici in risposta rispettivamente ai raggi solari ed alla forza di gravità. Anche la temperatura, la pioggia, il vento, la latitudine e l'altitudine influiscono sulla vita delle piante. Le piante stanno alla base dell'alimentazione per gli animali e per l'uomo, che da esse a loro volta ricavano “materie prime” ed energia. Anche i più semplici organismi quali batteri od alghe unicellulari posseggono recettori di superficie che gli permettono di distinguere fra i membri della propria specie, specie estranee, cibo, ecc. e rispondere adeguatamente a tali stimoli. Esistono molti casi non semplici da definire. I virus sono un caso limite, dal momento che non sono capaci di riprodursi autonomamente, ma hanno bisogno di una cellula ospite, spesso un batterio, sono cristalli molecolari in grado di replicarsi ma non possiedono un proprio metabolismo. Il dibattito coinvolge anche gli elementi trasponibili del genoma, unità costituite da sequenze a DNA, anche conosciute come parassiti endonucleari obbligati. Taluni autori ritengono si tratti di virus rimasti imprigionati nel genoma. Tali elementi, sebbene in grado di riprodursi generando copie di se stessi, sfuggono ai tentativi di classificazione, in quanto sono molecole parassite del DNA, che possono prosperare e riprodursi esclusivamente all'interno del nucleo cellulare. Un cladogramma che indica i "rapporti di parentela" fra i vari gruppi di viventi conosciuti Si possono sommariamente suddividere in organismi procarioti ed eucarioti, secondo alcune classificazioni i due Dominii della Vita. I procarioti, tutti unicellulari, possono essere suddivisi in due principali regni: Bacteria e Archea (nelle classificazioni più recenti gli Archea sono considerati un dominio anziché un regno). Gli eucarioti possono a loro volta essere suddivisi tra organismi unicellulari e pluricellulari in 4 o 5 regni, a seconda della classificazione utilizzata. Alcuni organismi, come diverse ''muffe melmose'' (in inglese ''Slime mold''), gruppo polifiletico comprendente tra gli altri i Myxomycetes, sfuggono a questo genere di classificazione. === Gli organismi unicellulari === Possono appartenere al gruppo dei procarioti, cioè con un nucleo primitivo (senza membrana nucleare), oppure al gruppo degli eucarioti, cioè con un nucleo cellulare separato dal citoplasma. Tra questi due gruppi di organismi unicellulari esiste una notevole distanza evolutiva, i secondi sono molto più recenti. È condivisa l'ipotesi che la cellula eucariota sia stata originata da una simbiosi tra organismi più semplici. Ad esempio alcuni organelli (come il mitocondrio e il cloroplasto) secondo la teoria dell'endosimbionte, derivano da originarie forme batteriche indipendenti. * unicellulari procarioti: archaea e batteri (eubatteri). Questi organismi costituiscono la maggior parte della vita microscopica, comprendono molti patogeni e alcuni organismi fotosintetici (cianobatteri, o alghe azzurre e altri phyla) * unicellulari eucarioti: protisti, gruppo polifiletico che comprende i protozoi, le alghe e alcuni miceti. === Gli organismi pluricellulari === Alcuni di essi sono formati da cellule non differenziate in organi, come le spugne. In quelli con differenziazione dei diversi tessuti in organi (Animali, Piante e Funghi) la struttura del corpo è organizzata in modo gerarchico, quindi possiamo distinguere: * cellula * tessuto * organo * sistema o apparato Vengono solitamente suddivisi in regni distinti a seconda delle loro capacità di aggregazione tra cellule: * Organismi che possono essere sia unicellulari che pluricellulari: ** Protisti cioè Protozoi e Alghe. ** Fungi: Esistono due differenti suddivisioni una accomuna Eumiceti e Rodofite allo stesso regno, l'altra pone le Rodofite nel regno vegetale. * Organismi sempre pluricellulari: ** Plantae che raccoglie tutti i vegetali fotosintetici pluricellulari dotati di tessuti e vascolarizzati. ** Animalia suddiviso in due sottoregni: Parazoi costituito esclusivamente dalle spugne, e Metazoi. === Dimensioni === General Sherman, un esemplare di ''Sequoiadendron giganteum'', è l'essere vivente conosciuto più grande in termini di volume Gli organismi viventi più piccoli sono i micoplasmi, un gruppo di batteri privi di parete cellulare il cui diametro varia tra 0,2 e 0,3 µm. In generale gli organismi unicellulari possono arrivare fino a 300 µm. Tuttavia l'aumento di dimensioni della cellula rende sempre più difficile il raggiungimento di tutte le zone della cellula stessa da parte dei nutrienti entrati attraverso la membrana cellulare. I nutrienti infatti si spostano per semplice diffusione, sistema che diventa inefficiente sulle distanze non sufficientemente piccole, in quanto il tempo di percorrenza di una certa distanza per diffusione cresce col quadrato della distanza stessa. Una cellula che cresce di dimensioni si trova ben presto a non avere sufficiente superficie rispetto al proprio volume (cioè un rapporto sfavorevole tra superficie e volume), in quanto, approssimando la cellula ad una sfera, la superficie cresce in base al quadrato del raggio: : mentre il volume cresce in base al cubo del raggio: : Dalla superficie dipende la quantità di nutrienti che possono entrare nella cellula, mentre il volume determina il tempo necessario affinché raggiungano tutte le zone. Di conseguenza il rapporto superficie volume pone i limiti della crescita di dimensioni degli esseri unicellulari. Per gli esseri pluricellulari il limite massimo di dimensione è dato dalla massa, in quanto un organismo eccessivamente grande non avrebbe strutture di sostegno in grado di reggere il suo stesso peso. La situazione è quindi diversa in acqua o sulla terra ferma. L'organismo più grande conosciuto per quanto riguarda il volume è un esemplare di sequoia gigante (Sequoiadendron giganteum) chiamato Generale Sherman, che ha un volume stimato di 1486 m³ L'organismo più grande conosciuto in base alla superficie è un fungo della specie ''Armillaria ostoyae'' trovato nello stato di Washington (USA) nella zona del Monte Adams. Questo esemplare ricopre un'area di oltre 600 ettari (6 km²). Sussistono tuttavia ancora dei dubbi sul fatto che si tratti di un unico organismo e non di una colonia di più individui. Dal punto di vista della massa il più grande organismo vivente risulta essere il Pando, un genet di Populus tremuloides situato nella foresta di FishLake, in Utah, che ha una massa stimata superiore alle 6 600 tonnellate. La biologia è la scienza che si occupa di studiare gli organismi viventi. Lo studio si può svolgere in base ai differenti livelli di organizzazione, dalle singole cellule che compongono un organismo (biologia cellulare ai sistemi complessi di più specie conviventi nello stesso ambiente (ecologia). Esempio di organizzazione gerarchica tassonomica. Sono indicate le categorie tassonomiche La biologia studia anche tutto ciò che è correlato agli organismi viventi, come le molecole che li compongono (biologia molecolare) e le reazioni chimiche su cui si basa la vita (biochimica). === Sistematica e tassonomia === Lo studio degli organismi viventi in biologia ed in anatomia comparata cerca le analogie tra i singoli individui e le singole specie operando sistemazioni e raggruppamenti secondo schemi organizzativi che permettano di partire da elementi di continuità per arrivare a categorie sempre più ampie e generali.
OOPArt
La cosiddetta "Colonna di Ferro" di Qutb è talvolta citata come un OOPArt '''OOPArt''' è un termine coniato dal naturalista e criptozoologo statunitense Ivan T. Sanderson per dare un nome a una categoria di oggetti che sembrerebbero avere una difficile collocazione storica, ossia rappresenterebbero un anacronismo. Vengono classificati come OOPArt tutti quei reperti archeologici o paleontologici che, secondo comuni convinzioni riguardo al passato, si suppone non sarebbero potuti esistere nell'epoca a cui si riferiscono le datazioni iniziali. Da questi ritrovamenti, è nato il filone dell''archeologia misteriosa'' o pseudoarcheologia. La comunità scientifica non ha mai ritrovato in tali oggetti elementi o prove che le facessero apparire come "fuori dal tempo", relegando le interpretazioni volte a sottolineare presunti anacronismi nell'ambito della pseudoscienza. Molti OOPArt hanno infatti ricevuto un'interpretazione del tutto coerente con le attuali conoscenze archeologiche e scientifiche. In tutti quei casi in cui non si è data una risposta, ciò si deve al fatto che non si è ancora capito il tipo di utilizzo che aveva l'oggetto o la descrizione dell'oggetto appare fumosa e inesatta oppure non si conosce il possessore dell'oggetto tanto da farne dubitare circa l'effettiva esistenza. Nel tempo gli OOPArt sono stati usati per supportare le più varie teorie pseudoscientifiche come quelle ufologiche e creazioniste.
Secondo le interpretazioni di alcuni sostenitori degli OOPArt alcuni di questi oggetti metterebbero in crisi le teorie scientifiche e le conoscenze storiche consolidate. Tuttavia solo in rari casi tali affermazioni hanno avuto il sostegno della scienza, ad esempio gli oggetti possono venire in seguito spiegati come appartenenti effettivamente all'epoca in cui sono stati fabbricati, senza che alcuna conoscenza dei fatti storici possa essere messa in discussione. Così è accaduto per la cosiddetta ''macchina'' (o ''meccanismo'') di Anticitera, un sofisticato calcolatore astronomico, generalmente considerato dai media e dall'opinione pubblica un oggetto tecnologicamente troppo avanzato per appartenere all'età ellenistica, ma che in realtà è perfettamente compatibile con le conoscenze tecniche e astronomiche degli antichi greci alessandrini, pur rimanendo un reperto unico per complessità e manifattura. Così anche può capitare che gli oggetti, dopo un'analisi iniziale fallace, vengano sottoposti a studi scientifici e ne viene riscontrata la loro appartenenza ad epoche più recenti o a contesti spiegabili: questo quindi li colloca fuori dall'ambito degli OOPArt, o li fa riconoscere come oggetti di moderna falsificazione (come il Martello di London), falsificazioni riscontrabili peraltro anche per reperti convenzionali. Non sono rari i casi in cui l'oggetto, dopo la pubblicazione iniziale, scompare o viene reso inaccessibile per le necessarie verifiche scientifiche, mantenendo quindi la fama di oggetto misterioso, ma senza possibilità di risolvere il "mistero". Altre volte invece gli OOPArt vengono identificati con un oggetto del tutto normale. Ad esempio, all'interno del Geode di Coso è stato ritrovato un oggetto metallico, in seguito riconosciuto da tecnici esperti come una candela di accensione di un motore a scoppio degli anni venti. === OOPArt che secondo i sostenitori sono ancora da verificare === Muro a secco in giganteschi blocchi di diorite nel sito di Hatun Rumiyoc, a Cusco. *Cusco (antica capitale del Perù) e alcuni siti in Perù: in una località chiamata Hatun Rumiyoc esistono enormi complessi edificati con blocchi di diorite, molti dei quali dal peso di diverse tonnellate, modellati con una precisione tale da sembrare a molti incompatibile con le tecnologie dell'epoca. Sebbene l'archeologia ufficiale attribuisca queste costruzioni agli Incas, la differenza tra le costruzioni "a misura umana" messe in opera con l'aiuto di malte, e le gigantesche composizioni a puzzle che sorgono nei paraggi fanno sorgere dei dubbi anche negli studiosi. Essendo però non suscettibili di datazione (è impossibile eseguire test precisi data la messa in opera delle pietre e la loro grandezza) non costituiscono per la comunità scientifica alcuna prova circa l'esistenza di altre civiltà. Nei diversi siti si notano, inoltre, alcune strutture realizzate con misure diverse dagli standard costruttivi. Le porte sono infatti di forma trapezoidale e con un'altezza che solitamente è intorno ai tre metri. La spiegazione ufficiale è che molte culture sovente costruivano porticati o strutture più grandi del normale per incutere un'impressione di solennità e grandezza. Alcuni sostenitori della cosiddetta pseudoscienza sostengono invece che siano una prova dell'esistenza di esseri diversi da noi, vissuti o passati dalla terra migliaia di anni fa. Puma Punku, nel sito di Tiwanaku, in Bolivia. *Puma Punku: "Puma Punku" significa "Porta del Puma". Molti i misteri che riguardano questo sito in Bolivia. Ma su un punto tutti gli archeologi sembrano concordare, la loro datazione. Le rovine, che si devono all'altrettanto misteriosa civiltà Tiahuanaco - sviluppatasi tra Bolivia, Cile e Perù - risalgono al 500-600 a.C. Si tratta di strutture megalitiche in arenaria. Inoltre, il trasporto di megaliti richiede sforzi sovrumani se non si è in possesso di apparecchiature tecnologiche (strumentazione che gli uomini del tempo, secondo i sostenitori degli OOPArt, non potevano possedere). Anche qui si trovano strutture costruite con standard metrici più grandi del normale, come i gradini che portano al tempio, alti 80 centimetri. Rovine di Nan Madol * Nan Madol e alcuni siti in Micronesia. Qui si trova ciò che si considera il reperto più importante tra quelli rinvenuti in tutta l'area dei Mari del Sud. Si tratta delle rovine di un grande tempio, una struttura che misura 90 metri di lunghezza e 18 di larghezza, con mura che nel 1874 erano alte nove metri e che a livello del suolo presentavano uno spessore di un metro e mezzo. Sulle pareti sono tuttora visibili i resti di alcune incisioni che rappresenterebbero molti simboli sacri di Mu. L'edificio presentava canali e fossati, sotterranei, passaggi e piattaforme, il tutto costruito in pietra basaltica. Non si riesce a risalire precisamente da quale popolo e con quali tecnologie sia stato costruito. * Il ''mortaio con pestello'' rinvenuto nella Table Mountain (California), nella contea di Tuolumne, in uno strato di roccia risalente al Terziario e datato tra i 33 e i 55 milioni di anni. Sull'oggetto tuttavia non ci sono segni di lavorazione umana ed è quindi plausibile che si tratti di semplici pietre elaborate dalla natura e che accostate tra loro fanno pensare a un mortaio con relativo pestello. * Gli ''oggetti microscopici'' (nanospirali) che sarebbero stati rinvenuti presso le rive del fiume Narada in Russia sulla catena degli Urali, costituiti, stando alle descrizioni, da elementi che si avvolgono a spirale, alcuni della grandezza di pochi millimetri, in rame, tungsteno e molibdeno, interpretati come antichi esempi di nanotecnologia. Tale interpretazione è stata messa in dubbio: come spesso accade per questi “oggetti impossibili,” è difficile dare una ricostruzione pacifica per la mancanza di informazioni dettagliate e attendibili. Nel caso di questi presunti oggetti microscopici, ad esempio, non si riesce nemmeno a sapere dove si trovino attualmente. * I ''tubi di Baigong'' in Cina, tubi metallici rinvenuti in una grotta nella provincia di Qinghai, e nelle vicinanze, interpretati variamente come manufatti artificiali, antiche condutture, o come formazioni naturali. Ulteriori studi sono oggi impediti dal fatto che le autorità cinesi usano il sito come attrazione turistica. * Una ''protesi metallica'', in ferro puro, lunga 23 cm presente nella gamba della mummia del sacerdote Usermontu risalente alla XXVI dinastia egizia (656 a.C. -525 a.C.). Si ritiene che la "protesi" sia stata messa nella fase di mummificazione del corpo in vista della resurrezione, si tratta quindi di una riparazione postuma. * Un giornale del 1891 riporta la notizia del ritrovamento di una ''catena d'oro'' a Morrisonville, nell'Illinois, rinvenuta, stando al racconto, in un pezzo di carbone e sempre secondo l'articolo, risalente a 300 milioni di anni fa, ritrovata da parte della moglie del direttore del giornale, S.W. Culp. Come per altri OOPArt non si hanno notizia della reale esistenza del monile e del suo possessore. * La ''tazza in ferro di Wilburton'' rinvenuta nel 1912 in una miniera di Wilburton, nell'Oklahoma, da parte di Frank J.Kenwood in un blocco di carbone. La classificazione come OOPArt si basa su racconti aneddotici e l'oggetto sin dagli anni '60 è stato usato come strumento di propaganda creazionista senza tuttavia che vi sia alcuna prova circa la reale antichità. * Il ''Fuente Magna'' un vaso ritrovato in Bolivia nel 1950 con presunte incisioni in cuneiforme sumero e proto-sumero. * La ''vite di Treasure City'', si dice scoperta nel 1869 negli USA a Treasure City (un paese di cercatori d'oro oramai abbandonato nello stato del Nevada) è uno di quei ritrovamenti classificati come OOPArt, ovvero "manufatti trovati fuori posto", dai sostenitori dell'archeologia misteriosa. In uno strato di roccia sarebbe stata trovata l'impronta apparente di una vite di 5,08 cm di lunghezza. La vite che si presuppone fosse stata di materiale ferroso si è ormai completamente perduta, ma impressa nella roccia vi si è trovata la forma fotografata dell'oggetto. Come per altri OOPArt non si hanno notizia della reale esistenza della roccia e del suo possessore. * I reperti di Hueyatlaco, sui quali esiste una controversia circa la datazione. === OOPArt sottoposti ad esami scientifici approfonditi === I componenti interni della Batteria di Baghdad. * La ''batteria di Baghdad'', datata tra il 250 a.C. e il 250 d.C., ne sono attualmente conservate circa una dozzina nel Museo Iracheno di Baghdad. È formata da una giara in ceramica contenente una guarnizione di metallo che avvolgeva un cilindro in ferro che a sua volta aveva un tappo in asfalto. Se riempita con del liquido a tendenza acida essa produrrebbe potenzialmente energia similmente al sistema della pila carbone-zinco. Tale processo si pensa venisse utilizzato solo per la placcatura dei pezzi di metallo, data la complessità dello sviluppo di un circuito elettrico. Molti altri invece considerano sia una casualità che i materiali utilizzati producano energia se sollecitati e che in realtà si tratti di un sistema per la conservazione di rotoli sacri di papiro. * il ''vaso di Dorchester'', Massachusetts (USA), ritenuto datato a 320 milioni di anni fa, in realtà non ha nulla di antico e plausibilmente si trattò di uno scherzo ad opera degli operai del cantiere dove è stato rinvenuto. * le ''pietre di Ica'', Perù, raffiguranti scene risalenti a 65 milioni di anni fa. Sono state ritrovate circa 15.000 pietre e si sono rivelate essere un falso moderno, prodotte dalla popolazione locale per venderle. * Il ''Teschio dello Zambia'', o "Teschio di Broken Hill", un cranio umano che si dice risalente a 150-300.000 anni fa (le prime datazioni lo ponevano a 38.000 o a 70.000 anni) che presenta sulla tempia sinistra un foro perfetto, privo di linee radiali, come quello lasciato da una ferita d'arma da fuoco. Il foro può essere spiegato più prosaicamente come una ferita dovuta al canino di un grosso predatore, o a una foratura artificiale del cranio, pratica rituale usata per scacciare gli spiriti maligni. === Oggetti scambiati per OOPArt oppure falsificati === * All'interno del ''geode di Coso'', inizialmente datato come antico di 500 000 anni, è stato trovato un oggetto metallico. Nonostante il nome, non si tratta di un vero geode ma di un grumo di creta in cui si è trovato anche un pezzo di chiodo. La presenza dell'oggetto è stata strumentalizzata da gruppi creazionisti americani (come "Creation Outreach" e "Institute for Creation Research"), che hanno aggiunto ai pochi dati divulgati dagli scopritori numerose informazioni fasulle, aumentando il mistero intorno all'oggetto. Nel 1999 l'oggetto è stato identificato in base alle prove portate da un gruppo di collezionisti: è senz'ombra di dubbio una candela per autocarro di marca Champion, di uso comune negli anni '20. Un teschio di cristallo. * I ''teschi di cristallo'', attribuiti a civiltà precolombiane, sono in realtà falsi fabbricati a partire dalla seconda metà del XIX secolo. * Le ''sfere metalliche di Klerksdorp'', Sudafrica, che alcuni pensano essere opera dell'uomo. I geologi concordano sul fatto che tali sfere non sono dei manufatti ma sono il risultato di processi naturali. * Il ''Martello di London'', Texas (USA), secondo certuni databile 115 milioni di anni come le rocce della zona in cui è stato rinvenuto, è un falso. Non sono presenti gli aloni di diffusione delle particelle metalliche che avrebbero dovuto prodursi nella roccia in milioni di anni, né si è verificata la pietrificazione del manico di legno del martello. Inoltre, dal momento che si tratta di una roccia metamorfica, sottoposta ad enormi pressioni e temperature, sia il manico che la testa del martello dovrebbero essere fortemente deformati. * Il presunto ''dito umano fossile'', risalente a 100 milioni di anni fa e ritrovato nella Walnut cretaceous formation del Comanche Peak situato in una riserva del Nuovo Messico, è di dubbia origine anche per gruppi creazionisti ed è ritenuto, a seconda delle opinioni, un carapace fossile o semplicemente una pietra con una forma interessante. * Il ''Papiro Tulli'', un falso documento egizio che descrive degli UFO. * La cosiddetta ''mappa del Creatore'' (nota anche come ''pietra di Daška''), ritrovata nella Baschiria, Russia. Erroneamente datata ad almeno 20 milioni di anni fa e raffigurante il territorio di 120 milioni di anni fa. In un'intervista rilasciata alla trasmissione ''Stargate - Linea di confine'', Čuvyrov, autore della scoperta, aveva affermato che la mappa rappresenta enormi canalizzazioni di cui si è cominciato a ricercare l'esistenza attraverso opportune prospezioni geologiche. Successive indagini hanno mostrato l'assoluta inconsistenza di tali ipotesi. * Le ''statuette di Acambaro'', cittadina nei pressi di Guanajuato nel Nuovo Messico, furono scoperte nel 1945 e raffigurerebbero dei dinosauri tra cui un brontosauro, un anchilosauro e un iguanodonte e datate da analisi scientifiche a circa 2.500 anni fa. Sono considerate dagli antievoluzionisti una prova della contemporanea esistenza di esseri umani e dinosauri, mentre gli archeologi le considerano dei falsi. * I ''dischi di Bayan Kara Ula'' (internazionalmente noti come dischi dei dropa), che si afferma ritrovati presso la località di Nimu, nella regione cinese del Sichuan, dischi di pietra bucati al centro e interpretati come manufatti extra-terrestri. In realtà furono inventati da David Gamon (che si firmava David Agamon) come parte di un più ampio falso contenuto nel proprio libro del 1978 intitolato Sungods in Exile. === Oggetti pienamente spiegati come appartenenti al loro tempo === Un frammento della Macchina di Anticitera * La ''macchina di Anticitera'', un meccanismo per il calcolo astronomico recuperato in un relitto al largo della Grecia e risalente all'87 a.C. Questo confermerebbe che la Grecia antica aveva una conoscenza tecnologica maggiore di quanto finora creduto, ma non in contrasto con le conoscenze generali su tale civiltà (vedasi la Macchina di Erone). * L''elicottero e il carro armato'' incisi su di un bassorilievo nel tempio di Abido, rivelatisi un'immagine "creata" casualmente dalla sovrapposizione di due strati di simboli. * La ''mappa di Piri Reis'' (1513), che secondo alcuni rappresenterebbe l'Antartide quando ancora non era conosciuta; è ormai accettato e accertato che raffiguri l'America. * La ''Colonna di Ferro'' in India, risalente almeno al 423, una colonna in ferro alta 7 metri dal peso di 6 tonnellate che non è arrugginita nonostante 1600 anni di esposizione al clima monsonico, a causa di una "pellicola protettiva" formatasi come conseguenza dell'uso di materiali con impurità nel processo di fusione. * Il modello di ''Aliante di Saqqara'' ritrovato in Egitto nella tomba di Pa-di-lmen, risalente al 200. È un oggetto molto leggero, presenta ali dritte, che sembrano disegnate aerodinamicamente. Ricostruzioni in scala reale hanno dimostrato che non sarebbe mai stato in grado di volare e nemmeno di planare. Si tratterebbe probabilmente di un giocattolo o di una decorazione riproducenti un uccello stilizzato, una figura classica dell'iconografia egizia. * La ''città sommersa'' di Bimini. Negli anni 1960 dei sommozzatori scoprirono al largo dell'isola di Bimini una zona apparentemente pavimentata, con colonne parzialmente abbattute, e si convinsero di aver scoperto Atlantide o un'altra città perduta. In realtà la pavimentazione non era altro che una formazione rocciosa di origine vulcanica simile a quella della Giant's Causeway irlandese, e i "pilastri" erano comuni bidoni riempiti di cemento indurito, usati come pesi nel vicino porto e in seguito scaricati in mare. I moai ovvero i "guardiani" dell'Isola di Pasqua * L'Isola di Pasqua. Ovvero il luogo abitato più lontano da qualsiasi altro insediamento della terra. I suoi giganteschi ed enigmatici “uomini di pietra” o moai, così come i massicci basamenti su cui venivano posti (chiamati in lingua locale ''ahu'') hanno ispirato molte ricostruzioni fantasiose, che continuano ad alimentare l'immaginario di molti. Grazie ai racconti orali tramandati dagli isolani ed alle ricerche degli etnoarcheologi, si è potuto ricostruire quasi in ogni dettaglio l'origine dei primi colonizzatori, i sistemi con cui vennero creati e messi in opera i manufatti megalitici dell'isola, e la successiva catastrofica decadenza di quella civiltà, legata ad uno sfruttamento intensivo delle risorse, fino al loro completo esaurimento. Rimane invece ancora piuttosto controversa l'origine ed il significato della scrittura isolana chiamata rongorongo, di cui esistono poche testimonianze affidabili. * I ''finti artefatti vichinghi in Nord America'': sull'onda di uno studio sulla storia scandinava pubblicato nel 1837 dallo storico Carl Rafn, in cui si affermava che i Vichinghi avessero colonizzato il Nord America, iniziò una vera e propria "caccia al reperto" in tutto il continente. Vennero rinvenute numerose presunte iscrizioni e reliquie antiche. Molte di queste risultarono dei falsi, mentre le restanti non erano altro che oggetti nativi americani scambiati per vichinghi. Addirittura, tumuli nativi americani furono scambiati per tombe monumentali, nativi americani sepolti con i loro averi divennero "vichinghi in armatura"; a costruzioni note di epoca coloniale vennero attribuite improbabili origini nordiche. Nessuno degli oggetti descritti nella lunga lista fatta realizzare dallo studioso risultò vero. * Le ''impronte del fiume Paluxy'', Texas: da alcuni interpretate come impronte umane contemporanee a quelle dei dinosauri, sono oggi accettate come impronte di dinosauri di vario tipo. * L''òmero di Kanapoi in Kenya'', ritrovato nel 1965 dagli antropologi Bryan Patterson e William W.Howells, datato a 5 milioni di anni fa. Gli scopritori sostennero che apparteneva a un uomo di tipo moderno, mentre analisi più approfondite hanno escluso questa ipotesi e attribuiscono l'omero a un ominide precedente. * Quattro ''scheletri fossili di Castenedolo'', Brescia, anatomicamente umani, in una formazione del Pliocene Medio risalente a quattro milioni di anni fa, sono stati rinvenuti attorno al 1920 dal geologo Giuseppe Regazzoni. Gli scheletri sono poi stati datati col radiocarbonio a un'epoca più recente. "lampada" di Dendera. * Le ''lampade di Dendera'', oggetti oblunghi nascenti da un fiore di loto e contenenti un serpente, raffigurati in un bassorilievo di un tempio dedicato alla dea Hathor a Dendera. Gli egittologi unanimemente interpretano il disegno come parte della mitologia egizia legata al djed e al fiore di loto. I sostenitori della pseudo-archeologia invece vi vedono grandi lampade collegate con dei cavi a un generatore elettrico. In base agli oggetti che alcuni ritengono siano degli OOPArt, sono stati sviluppati alcuni modelli teorici alternativi alla ricostruzione universalmente accettata di alcuni fatti preistorici: * La "teoria dell'alternanza delle civiltà evolute", o "Teoria catastrofista", ipotizza che sulla Terra possano essersi sviluppate in forme e caratteristiche diverse o analoghe a quella contemporanea, molte civiltà "tecnologicamente e/o spiritualmente evolute". I sostenitori di questa teoria pensano che le grandi estinzioni di massa documentate nella storia terrestre, in ognuna delle quali si è estinta una percentuale consistente delle specie allora viventi, possano aver distrutto civiltà già evolute. * La "teoria degli interventi alieni" o degli "antichi astronauti" ipotizza che la Terra sia stata visitata e/o colonizzata da una o più specie extraterrestri, in questo caso estremamente simili all'uomo, con tracce individuate in diversi siti geologicamente molto antichi. Secondo diverse interpretazioni di questa teoria, eventuali alieni sbarcati sulla Terra, pur senza lasciare tracce avrebbero potuto comunque influenzare indirettamente gli esseri umani preistorici, similmente a quanto accadde in tempi moderni col fenomeno del culto del cargo.
Ostellato
'''Ostellato''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Ferrara in Emilia-Romagna. Fa parte dell'Unione dei comuni Valli e Delizie.
Situato poco lontano dalla superstrada Ferrara-Mare, raccordata con l'Autostrada A13 (uscita sud di Ferrara) e la Romea, e posizionato sulla statale Ferrara-Comacchio, a 30 km sia da Ferrara che dal mare, a 60 km da Ravenna a 120 km da Venezia. === Simboli === Nella cattedra del coro della chiesa è scolpito il vecchio stemma comunale, rimasto in vigore dal 1200 circa fino al 1863, nel quale sono raffigurate tre stelle nella parte superiore ed una figura rotondeggiante in basso, simile ad una valle con piccole isole. Successivamente venne impresso sulla campana maggiore un nuovo stemma ufficiale che sostituì la presunta valle con tre ossa, probabile gioco di parole con "ossa" (in greco οστά) e "stelle". Questo nuovo stemma, divenne ufficiale in epoca napoleonica e fece la sua prima comparsa ufficiale sul gonfalone per i festeggiamenti in occasione della visita di Pio IX, nel 1857. Lo stemma attualmente in uso è stato concesso con il decreto del presidente della repubblica del 26 giugno 2008. === Architetture religiose === * Chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo * Pieve di San Vito dell'omonima frazione. * Chiesa di San Martino Vescovo nella frazione di Alberlungo. * Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo Apostoli nella frazione di Medelana. * Chiesa di Santa Maria Assunta e Santa Lucia nella frazione di Rovereto. === Oasi naturali === Museo del Territorio * Anse Vallive o vallette: oasi di protezione faunistica inserita nel Parco Naturale Regionale del Delta del Po. === Evoluzione demografica === === Frazioni === Dogato, Rovereto, San Giovanni, Libolla, Campolungo, Medelana, San Vito e Alberlungo. Oltre che dalle vie d'acqua, in virtù della collocazione all'interno del delta del Po, Ostellato è storicamente servita da alcune strade provinciali, cui nella seconda metà del Novecento si è aggiunto il Raccordo autostradale 8, che presenta un'uscita dedicata. Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, la stazione di Ostellato è posta lungo la linea Ferrara-Codigoro, servita da corse svolte da TPER nell'ambito del contratto di servizio con la Regione Emilia-Romagna. Il territorio comunale ospita inoltre la stazione di Dogato, la stazione di Rovereto-San Vito-Medelana e la stazione di Tresigallo-Correggi, ubicate nelle omonime frazioni. La stazione di Dogato è inoltre il capolinea della ferrovia Portomaggiore-Dogato. Fra il 1911 e il 1945 la località costituiva il capolinea occidentale della tranvia a vapore Ostellato-Porto Garibaldi, gestita dalla Società Anonima delle Ferrovie e Tramvie Padane (FTP), poi sostituita dall'attuale autoservizio. Tale infrastruttura proprio a Ostellato si diramava da un'altra tranvia della stessa amministrazione la linea Ferrara-Codigoro, attivata nel 1901 e nel 1931 trasformata in linea ferroviaria. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. * Classificazione climatica: zona E, 2270 GR/G
Ombrone
L''''Ombrone''' è uno dei fiumi più lunghi della Toscana. Nello specifico, con una lunghezza pari a 161 km e una estensione del bacino di 3.494 km², è il secondo fiume della Toscana dopo l'Arno. Come volume d'acqua risulta invece il terzo della regione dopo l'Arno e il Serchio.
Cippo posto alle sorgenti dell'Ombrone (San Gusmè) L''''Ombrone''' nasce nei pressi di San Gusmè (nel comune di Castelnuovo Berardenga) sul lato sud-orientale dei Monti del Chianti. Dopo un corso tortuoso e articolato, lungo il quale riceve importanti affluenti come l'Arbia, il Merse, l'Orcia e le Trasubbie, il fiume giunge in pianura presso Istia d'Ombrone, e il suo tracciato assume andamento meandriforme. Quindi, dopo aver lambito la periferia orientale della città di Grosseto, attraversa per 12 km circa il Parco naturale della Maremma e infine sfocia a delta (anche se la sua foce è talvolta, erroneamente, ritenuta del tipo ad estuario) nel Mar Tirreno, a Bocca d'Ombrone. Nel suo corso l'Ombrone attraversa i comuni di Castelnuovo Berardenga, Rapolano Terme, Asciano, Buonconvento, Murlo, Montalcino, Civitella Paganico, Cinigiano, Campagnatico, Scansano e Grosseto. Il letto dell'Ombrone è particolarmente sedimentoso a causa delle forte erodibilità delle formazioni plioceniche argilloso-sabbiose dei terreni su cui scorre, in particolare quelli costituenti le cosiddette "Crete senesi" (per lo più argille plioceniche glauconitiche sovraconsolidate): per questo stesso motivo, il suo deflusso torbido annuo (cioè la "portata" di sedimenti) è superiore addirittura a quello dell'Arno. In epoca granducale, questa caratteristica è stata sfruttata per bonificare in un tempo relativamente breve le paludi costiere che costituivano la Maremma toscana. L'Ombrone (pur a fronte di una portata media pari a 32 m³/s), specialmente nel tratto a monte dell'affluente Orcia, è un fiume dal regime estremamente torrentizio, che alterna periodi di magra estremi in estate e turbinose piene in autunno. Il 4 novembre 1966, a seguito di svariati giorni di violente precipitazioni, la portata crebbe sino a raggiungere l'eccezionale valore di 3.500 m³/s, così che il fiume invase gran parte delle campagne lungo il suo corso e la parte centro-meridionale della città di Grosseto. Il 9 dicembre 1995 ha registrato invece il culmine della magra invernale più intensa osservata nell'Ombrone in tempi storici, paragonabile addirittura alle magre estive. Si pensa che l'elevato arretramento dei lidi prossimali alla sua foce, rilevato a partire dagli anni trenta, e più accentuato lungo il lembo meridionale del delta, sia dovuto a un fenomeno di subsidenza legata al consolidamento dei depositi deltizi subattuali. Nel corso principale del fiume i salmonidi sono rari, anzi, a parte quelli immessi durante i ripopolamenti, si possono definire del tutto assenti; i ciprinidi invece, sono numerosi tanto come numero di specie che come densità di popolazione. Alcune specie ittiche, come il cavedano, il barbo, l'alborella sono comuni od abbondanti nel medio e basso corso del fiume. Altre specie sono molto rare, vivono in ristrette aree del bacino e necessitano di protezione assoluta: il cavedano etrusco, considerato da Bianco (1984) endemico dei bacini dell'Ombrone, del Tevere e dell'Arno e, nel medio-alto corso il vairone, il ghiozzo di ruscello e la rovella. Dalla fine del ventesimo secolo si è assistito ad una vera invasione di specie ittiche alloctone immesse per scopi sportivi o di specie da acquario rilasciate per abbandono come il carassio, il pesce gatto maculato, la pseudorasbora, la carpa, il pigo od il barbo spagnolo. Inoltre nelle acque del fiume e dei suoi affluenti sono presenti molte specie transfaunate dalla pianura Padana quali la lasca, la savetta ed il triotto. Specie di risalita sono il cefalo ed il muggine labbrone, oltre alla laccia o cheppia: popolazioni di quest'ultima si possono ancora osservare durante il loro periodo di risalita, stazionamento e discesa in mare (primi di aprile – seconda metà di maggio), ma il tragitto di risalita di queste specie si esaurisce in prossimità dello sbarramento realizzato in località Steccaia privo d'impianto di risalita, non lontano da Istia d'Ombrone. Notevole è stata la diminuzione (quasi sparizione) delle anguille, fatto del resto comune a tutto il bacino del Mediterraneo dal 1988 in poi. '''Ombrone''' è stato anche il nome di un dipartimento dell'Impero napoleonico con capoluogo Siena. Fu creato il 24 maggio 1808 dopo la conquista del Granducato di Toscana da parte dei francesi. Il fiume privo di argini fino alla fine del XVIII secolo, a seguito delle rovinose piene che distruggevano manufatti e bestiame, fu rettificato e irregimentato specie nel suo corso inferiore a valle di Istia, eliminando le ampie anse che ne rallentavano il corso (Poggio Cavallo, Volta di Sacco, Gorarella) e allontanandolo così anche dalla città di Grosseto. Vi si trovavano fino ai primi decenni del XX secolo anche alcuni traghetti, ove mancavano i ponti di barche, come quelli di S. Benedetto alla nave, presso Campagnatico, la barca di Istia, la barca di Grosseto alla Gorarella, la barca per la Grascia, la barca di Alberese, la barca della Torre della Trappola sulla strada per Talamone. Con il termine ''ombrone'' o ''l'ombrone'' è indicato in alcune zone del Montefeltro un fenomeno di brontide locale, facendo intendere che sia causato dall'ombrone. È possibile che il termine ''ombrone'' sia una onomatopea e solo successivamente sia stato collegato dalla tradizione popolare al vicino fiume.
Olbia
'''Olbia''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Sassari in Sardegna. Dal 2005 è stata capoluogo, insieme a Tempio Pausania, della provincia di Olbia-Tempio, soppressa nel 2016 e operativamente sostituita dalla "zona omogenea di Olbia-Tempio" per l'esercizio delle funzioni provinciali nell'ambito della provincia di Sassari. Con la riforma degli enti locali sardi del 2021, Olbia condividerà il capoluogo dell'istituenda Provincia del Nord-Est Sardegna con la città di Tempio Pausania. È stata l'antica capitale del Giudicato di Gallura e la prima sede vescovile della Gallura . La città, una delle principali della Sardegna, è una realtà industriale e commerciale, il suo porto costituisce uno dei principali punti di collegamento con la penisola italiana.
Golfo di Olbia === Territorio === La città di Olbia si affaccia sull'omonimo golfo e si estende nella pianura circostante (che prende anch'essa il nome dalla città), delimitata da una catena montuosa. Il territorio comunale, con una superficie di 383,64 km², si pone al 23º posto tra i comuni italiani per estensione. === Clima === La città è caratterizzata da un clima mediterraneo con inverni miti e umidi ed estati calde e secche. Le precipitazioni si concentrano soprattutto nei mesi invernali e autunnali. Il 18 novembre 2013 è stata oggetto di una violenta alluvione, dovuta al passaggio del ciclone Cleopatra, che ha causato la morte di 9 persone. Il ciclone ha colpito altre zone della Gallura orientale e della Baronia, causando in tutto 19 vittime. Tomba dei giganti di Su Mont'e s'Abe === Periodo prenuragico e nuragico === Frammenti di ceramica ritrovati a Porto Rotondo ed una caratteristica statuetta femminile rappresentante la Dea Madre trovata a Santa Mariedda, fanno risalire al neolitico medio (40003500 a.C.) le prime testimonianze dell'uomo in territorio olbiese. Successivamente, durante il periodo eneolitico, con ocra rossa furono raffigurate nelle pareti della grotta del Papa – sull'isola di Tavolara – delle figure umane schematizzate, risalenti al 2700 - 2500 a.C., mentre risale all'età del bronzo antico (1800 - 1600 a.C.) la tomba dei giganti di Su Mont'e s'Abe. A partire dalla media età del bronzo, in concomitanza della diffusione in tutta l'Isola della civiltà nuragica, anche nel territorio di Olbia si riscontrano insediamenti nuragici, man mano sempre più numerosi: sono più di 50 quelli attualmente conosciuti e vanno dai nuraghi monotorre, ai villaggi di capanne, ai pozzi sacri, alle sepolture megalitiche; tra questi i monumenti più importanti sono: il nuraghe Riu Mulinu a Cabu Abbas; il nuraghe Putzolu, nella omonima località, detto anche lu Naracu; il villaggio nuragico Belveghile, sul prolungamento della sopraelevata nord in direzione Arzachena; il nuraghe Mannazzu o Mannacciu, sulla statale 127 in località Maltana; il nuraghe Siana o Zucchitta, nelle vicinanze della stazione di Enas; il nuraghe Sa prescione 'e Siana, su una altura che domina la piana di Olbia, vi si accede dalla strada vicinale di Aratena; il pozzo sacro di Sa Testa, risalente al periodo compreso tra il 1200 e il 950 a.C., sulla strada per Pittulongu, la tomba di giganti di Su Monte 'e s'Abe, sepoltura megalitica collettiva ad ''allée couverte'', edificata nell'antica età del bronzo (1800 a.C.) ma rimaneggiata in periodo nuragico, mancante della stele centrale, lungo la strada per Loiri. Olbia, collana punica in pasta vitrea, IV secolo a.C. (Museo archeologico nazionale di Cagliari). === Periodo fenicio, greco e punico === Il sito fu frequentato dai fenici e poi nel VII secolo a.C., per un breve periodo, dai greci di Focea, secondo la tradizione greca citata da Diodoro, Strabone e Pausania e i nuovi dati emersi dagli scavi archeologici. L'origine del suo nome, Olbia, deriverebbe proprio dal greco ''ὄλβιος'' (ólbios), ossia "felice", "fortunato", "prospero". Successivamente si hanno le prime tracce dell'insediamento urbano punico, databile tra il V e il IV secolo a.C.. I cartaginesi la cinsero di mura e di torri, edificando nella parte più alta un'acropoli con un tempio dedicato a Melqart. La città punica occupava un'area ora compresa tra via Asproni e piazza Matteotti e parte delle antiche mura sono ancora visibili in via Torino. Negli scavi archeologici effettuati nell'aprile del 2007 è emerso parte dell'abitato punico nella centralissima via Regina Elena. Nel mese di luglio 2001, in via Nanni, era stato riportato alla luce parte del vecchio insediamento di epoca punico-romana, utilizzato dal IV al I secolo a.C. In quel periodo poi, nel 535 a.C., nelle acque comprese tra il golfo e la Corsica, una flotta di sessanta navi focesi della colonia di Alalia si scontrarono con una flotta di navi etrusche e puniche, coalizzatesi per sbarrare la strada alla penetrazione greca nel mar Tirreno. Il violento scontro, conosciuto come la battaglia del Mare Sardo (o battaglia di Alalia), è ritenuto da molti la prima grande battaglia navale nei mari dell'occidente. Tra i monumenti di questo periodo si possono ricordare i resti delle mura puniche in via Torino ed in via Acquedotto, queste ultime visibili attraverso due piramidi di vetro nella piazzetta di un complesso residenziale e i resti di un isolato punico in via Nanni e dell'acquedotto romano (I secolo); Busto di Nerone del 54/55-59 d.C. rinvenuto ad Olbia, conservato al museo archeologico nazionale di Cagliari. Scavi archeologici del foro romano nel centro storico di Olbia Architrave del tempio dedicato da Atte alla Dea Cerere proveniente dalla città di Olbia che, attualmente, si trova nel camposanto monumentale di Pisa. Resti dell'acquedotto romano di Olbia === Periodo romano === Quando i romani occuparono la Sardegna nel 238 a.C., la città non divenne solamente un centro commerciale, ma anche un'importante base navale militare. Fu collegata con il resto dell'Isola da tre importanti arterie stradali utilizzate dalle legioni ma anche per il trasporto di ogni mercanzia. Riorganizzata sull'impianto punico, la città divenne il più importante centro della costa orientale sarda e dal suo porto (il più vicino alla Penisola), partivano le navi cariche di materie prime verso la capitale. La città, il più importante avamposto romano della Gallura, fu minacciata nei primi anni della conquista romana dalle incursioni dei cosiddetti Corsi della Gallura e dai Balari del Monteacuto. L'Olbia romana (talvolta trascritta sui miliari nella forma "Olvia" o "Olbi") stimava una popolazione di oltre 5.000 abitanti ed era dotata di un foro, di strade lastricate, di terme pubbliche ed acquedotto (proveniente dal monte Cabu Abbas, dal latino ''caput aquarum''). Vi risiedeva, inoltre, e possedeva vasti latifondi e una fabbrica di laterizi (riportanti il bollo ''Actes Augusti liberta''), la liberta di Nerone, Atte, esiliatavi dopo il matrimonio dell'imperatore con Poppea. Al 304 d.C., sotto il regno dell'imperatore Diocleziano vi è attestato il martirio di san Simplicio, trafitto da una lancia e morto dopo tre giorni di agonia insieme ai suoi tre compagni Rosola, Diocleziano e Fiorenzo, e poi sepolto nella necropoli romana fuori dalle mura. In tale necropoli, durante gli scavi effettuati nel 1904, fu scoperto un tesoro contenente 871 monete d'oro di diverso taglio e portanti il marchio di 117 diverse famiglie romane. Da segnalare i ritrovamenti avvenuti nel 1999 nell'area del porto vecchio durante i lavori per la costruzione di un tunnel. In quell'occasione ritornarono alla luce 24 relitti di navi romane e medievali; furono i Vandali ad affondare alcuni dei relitti portando alla distruzione dell'abitato ed al crollo della città antica che comunque continuò a sopravvivere. Tra le vestigia del periodo romano sono importanti i resti dell'acquedotto in località Tilibbas, edificato tra il I e il II secolo per trasportare, su un percorso di 7 km circa, l'acqua delle sorgenti sulla montagna di Cabu Abbas alle terme della città antica; i resti della villa rurale romana di s'Imbalconadu, risalente al 150 a.C. circa nell'età repubblicana, lungo la strada per Loiri dopo il rio Loddone; il parco di villa Tamponi; il foro romano vicino al Municipio; i resti dell'acquedotto romano vicino al vecchio ospedale. === Periodo vandalico e bizantino === Relitto di nave romana esposta presso il Museo La caduta dell'Impero romano d'Occidente, nel V secolo, marca l'inizio di un lungo periodo di decadenza. La città romana cadde per un attacco compiuto dai Vandali dal mare; fu incendiata e distrutta insieme alle navi ormeggiate in porto. Il colpo subito fu terribile e alla fine del VI secolo la città appare con un nuovo nome: Phausiana (in greco bizantino Φαυσιανή); secondo alcuni storici questo nome è dovuto all'allontanamento dal nucleo originario verso la campagna, ma recenti studi ipotizzano che la Phausiana potesse essere ubicata nel colle di San Simplicio. Gli scavi e gli studi degli ultimi anni, fanno propendere, al contrario, per una continuità abitativa nel sito della attuale. La città non scomparve ma subì sicuramente una contrazione in termini demografici e nelle dimensioni come testimoniano i relitti dei recenti scavi del tunnel. Di notevole importanza per conoscere meglio la storia di quel periodo sono gli scavi, iniziati nel 2006 per il rifacimento delle reti idriche nella zona prospiciente il molo Benedetto Brin, da cui è emerso quello che presumibilmente doveva essere il foro, resti di templi monumentali e botteghe artigiane. Un tratto di selciato di epoca tardo imperiale verrà preservato e integrato nell'arredo urbano. In questo periodo il porto della città non cessa di vivere e continua a commerciare anche se in modo ridotto rispetto all'età romana e punica. Dall'VIII al XII secolo gli arabi tentano la conquista della Sardegna attratti dalle miniere d'argento, ed è proprio in questo periodo di perdurante allerta che la Sardegna si separa dall'impero bizantino e si divide in quattro parti chiamati Giudicati (Cagliari, Torres, Arborea e Gallura). A questo periodo risale il castello di Sa Paulazza, fortificazione sita in regione Monte a Telti, sulla statale 127 a circa 5 km dal centro abitato. === Periodo giudicale === Basilica di San Simplicio, antica cattedrale Sul periodo giudicale, dall'XI alla fine del XIII secolo, le fonti sono poche e frammentarie. Il primo giudice di Gallura di cui si hanno notizie certe è Manfredi di Gallura, forse di origine pisana, che regnò grosso modo alla metà dell'XI secolo. La corte era itinerante (i giudici dimoravano in estate, per il clima più fresco, nei castelli di Balaiana e di Baldu (Luogosanto), nel castello della Fava (Posada, tuttavia Civita (nome medioevale di Olbia) era la sede di residenza privilegiata. Civita in periodo giudicale venne cinta da mura (sulla porta principale vi campeggiava lo stemma giudicale) ed era il centro del potere religioso e civile del giudicato gallurese. Gli edifici più importanti erano la cattedrale ''extra-muros'' di San Simplicio, edificata tra la fine dell'XI e gli inizi del XII secolo dal giudice Costantino III di Gallura sull'antica necropoli punico-romana in cui erano sepolti i resti del santo martirizzato, il palazzo giudicale, situato probabilmente nei pressi dell'ex caserma della Guardia di finanza in corso Umberto, dove in una cripta della cappella palatina venivano tumulati i giudici e la chiesa di San Paolo. Il giudicato fu retto dalla famiglia dei Lacon-Gunale fino al 1218; l'ultima sovrana della dinastia fu Elena di Gallura (prima donna sovrana per proprio diritto su un trono sardo e una delle prime d'Europa). La giudicessa sposò il pisano Lamberto Visconti. Il loro figlio Ubaldo Visconti, primo marito di Adelasia di Torres, non ebbe eredi e designò come suo successore il cugino Giovanni Visconti. A questi subentrò il primogenito Nino Visconti che sarà l'ultimo sovrano di Gallura. Spesso a Pisa, il giudice nominò vicario il dantesco frate Gomita che poi farà giustiziare per le sue disoneste baratterie. Nel 1296, morto il giudice Nino, ricordato da Dante nella Divina Commedia come ''Giudice Nin gentil'', il territori del giudicato gallurese caddero in mano della repubblica di Pisa. Per iniziativa dei pisani a fianco all'antica Civita venne costruita una Terranova, ovvero una città di nuova fondazione, più vicina al porto. È probabile che Civita non venne subito abbandonata, considerando il fatto che il nome Civita rimarrà ad individuare amministrativamente la diocesi. Castello di Pedres Secondo il ''Repartiment de Sardenya del 1358'', Terranova, ex-capitale giudicale, dopo un lungo periodo di guerre, rivolte e pestilenze, contava 132 capifamiglia soggetti al testatico, tale dato riferito ai contribuenti fa desumere una popolazione di circa 800 abitanti, nello stesso periodo a Sassari erano attestati non più di 700 uomini in armi, circa 4000 abitanti. Alcune fonti riportano come parte della città fosse in rovina, vennero trafugati e portati a Pisa per adornare il complesso della piazza del Duomo, l'architrave di un tempio dedicato a Cerere e il portale della stessa cattedrale di San Simplicio. Il pesante vincolo pisano nella conduzione del giudicato ne limitava fortemente l'autonomia. A questo periodo risale comunque il fortilizio del castello di Pedres, di cui si hanno notizie tra il 1296 ed il 1388 realizzato probabilmente da maestranze pisane, un tempo costituito da due piazzali cinti da mura turrite, lungo la strada per Loiri. Altri importanti monumenti del periodo medioevale sono la già citata basilica di San Simplicio, eretta tra l'XI e il XII secolo, il monumento di maggior pregio della Gallura, al di fuori delle mura urbane, notevole testimonianza dell'architettura romanico-pisana e interamente realizzata in blocchi di granito da manodopera toscana e lombarda; l'edificio di culto era originariamente circondato da un'ampia necropoli, utilizzata fin dal periodo punico IV secolo a.C.; la chiesa di San Paolo Apostolo, probabilmente risalente all'epoca bassomedievale ma pesantemente rimaneggiata nel XVIII secolo (un'epigrafe all'interno riporta l'anno 1747), nella parte più alta del centro storico della città, sorta sui resti di quella che forse era l'antica cappella palatina del palazzo dei Giudici di Gallura e precedentemente su un tempio di epoca punica e romana forse dedicato alla divinità Melqart-Ercole; la cupola maiolicata risale alla metà del XX secolo. === Periodo catalano-aragonese === Nel 1324 la Sardegna viene conquistata dai Catalano-Aragonesi e sotto questa dominazione vi venne istituito il regime feudale che comportò la disgregazione del Giudicato di Gallura, con il solo mantenimento dell'organizzazione territoriale in curatorie (ribattezzate incontrade): Terranova fu prima nell'omonima signoria, poi della baronia di Terranova, e quindi marchesato dal 1579. Di fatto, dal XIII al XVI secolo la città decade lentamente per problemi legati alla mutazione dell'asse dei traffici marittimi, che spostandosi verso la Spagna, favoriva le città della costa occidentale sarda. L'insalubrità ambientale e la presenza della malaria, uniti all'esposizione a scorrerie piratesche ottomane (nel 1553 il corsaro Dragut ne devasta il centro), causano la decadenza della città. Nella seconda metà del Cinquecento la città è scarsamente abitata: nel 1559 a Olbia vengono attribuiti non più di 90 fuochi (circa 360-400 abitanti), alla fine del Seicento appena 240 abitanti. Il processo di spopolamento delle coste avviene in concomitanza con il ripopolamento delle zone interne della Gallura, che beneficiano, anche, delle migrazioni di popolazioni in fuga dalla Corsica. Il declino di Terranova comportò nel 1568 l'accorpamento della sede vescovile prima a Castellaragonese (oggi Castelsardo) con la denominazione di "Civita e Ampurias" sino alla soppressione che avvenne nel 1839, con la nascita della diocesi di "Tempio-Ampurias". Nel 1614 il vescovo Giacomo (Diego) Passamar ordina una ricognizione dei resti dei martiri Olbiesi (Rosola, Diocleziano, Fiorenzo e Simplicio) i cui resti vennero traslati dalla cripta presso la cattedrale (fuori le mura) al centro nella chiesa di San Paolo dentro le mura di Terranova. === Periodo sabaudo === Carta del Golfo di Olbia, allora Terranova, del 1739 opera del Craveri Ancora nel 1837 Antoine-Claude Pasquin Valéry nel suo ''Voyages en Corse, à l'île d'Elbe et en Sardaigne'' scriveva: « Il villaggio marittimo di Terranova, insalubre, spopolato, non ha duemila abitanti, occupa il sito dell'antica e celebre Olbia. L'aspetto delle case è quello delle grandi fattorie, ( ... ); Nella campagna, la chiesa di San Simplicio, che risale ai Pisani, è press'a poco abbandonata (...)», ma anche: «Questa bella pianura di Terranova, un tempo tanto fiorente da contare dodici città e settanta comuni, così felicemente situata in riva al mare, riparata dalle montagne e con un così buon clima, potrebbe nutrire più di 50.000 abitanti; infatti possiede ancora tutti gli elementi dell'antica prosperità ». Mentre il generale Alberto La Marmora, nel suo celeberrimo ''Itinerario dell'isola di Sardegna'' scriveva: «L'attuale paese di Olbia è costruito a filo, con una certa regolarità. Le strade sono parallele e tagliate ad angolo retto. Le case sono costruite come la chiesa di San Simplicio con cantoni di granito estratti sul posto o nei dintorni; questa roccia assume una colorazione rosata simile al più bel granito dei monumenti egizi.» Ai viaggiatori europei dell'Ottocento, tra i quali John Warre Tyndale, il paese di Terranova appariva così: «Le case, nessuna delle quali si presenta decente o pulita, sono per lo più fatte di granito ed imbiancate, quasi ad offrire un contrasto maggiore con la sporcizia generale ed il sudiciume che sta all'interno e attorno ad esse.» Il processo demografico sì invertì solo nella seconda metà dell'Ottocento: la città che nel 1799 contava appena 2000 abitanti, viene rinominata, con regio decreto nel 1862, in Terranova Pausania. Furono determinanti la riqualificazione del porto di Terranova (nel 1870, a cui contribuirono anche i comuni della Gallura) e l'arrivo della ferrovia (la linea Cagliari-Chilivani-Terranova venne inaugurata nel 1881, cui si aggiunse il prolungamento a Golfo Aranci), che portarono alla rinascita urbana del centro, che allora contava circa 3000 abitanti, in prevalenza pescatori (con una nutrita comunità di origine ponzese) e contadini. Tuttavia, le difficoltà dovute all'interramento della canaletta di accesso al golfo di Olbia, spinsero il generale La Marmora a proporre l'idea di costruire un nuovo porto presso Capo Figari, con la fondazione di un nuovo nucleo abitato chiamato Olbia Nova. Nel 1880 il servizio regolare di linea (passeggeri e postale) per Civitavecchia mediante piroscafi venne spostato da Terranova alla vicina Figari (oggi Golfo Aranci), prolungandovi la ferrovia, lasciando alla prima il solo traffico merci e militare. Solo nel 1920, a seguito di una insurrezione popolare e delle incessanti battaglie parlamentari del deputato Giacomo Pala, in seguito conosciuto come "onorevole Terranova" venne riattivato il servizio a Terranova, il che diede un impulso maggiore alla rinascita economica, commerciale e demografica del centro che era iniziata dagli ultimi anni del secolo precedente, mentre, a seguito dei lavori di ampliamento e banchinamento del porto, nel 1930 venne inaugurata la stazione marittima. A questo periodo risale la Villa Tamponi, edificata nel 1870 in forme neoclassiche con parco circostante; il complesso dello Scolastico (scuole elementari) in corso Umberto, realizzato nel 1911, nel quale ha sede il nuovo municipio di Olbia; il municipio, risalente all'inizio del XX secolo in forme liberty e neogotiche; Nella Prima guerra mondiale nel novembre 1917 nasce la 10ª Sezione FBA su 4 FBA Type H che nell'agosto 1918 diventa la 278ª Squadriglia. === Durante il ventennio === Nel 1922 il fascismo era ancora poco radicato in Sardegna, i fascisti nell'isola erano poche centinaia, concentrati a Cagliari e nelle zone minerarie dell'Iglesiente (dove il movimento si confondeva con i sorveglianti delle miniere), ma godeva dell'ampissima simpatia delle Guardie di Pubblica Sicurezza. La marcia su Roma non modificò radicalmente i rapporti di forza, anche se spinse il notabiliato, i funzionari pubblici e la borghesia ad avvicinarsi al regime, soprattutto dopo il ferimento del deputato antifascista Emilio Lussu ed i gravi incidenti del 27 novembre 1922 a Cagliari (con l'impunito omicidio dell'antifascista Efisio Melis), che chiarirono come stato e fascismo fossero ormai strettamente alleati. Olbia (o Terranova com'era nota al tempo), rimaneva una città sostanzialmente antifascista, con una maggioranza radicale, e forti presenze socialiste e democratiche, oltre ad una forte simpatia per l'azionismo nascente. I pochi fascisti della città organizzarono assieme a squadracce dell'Italia centrale un assalto a sorpresa: da Civitavecchia partirono alla volta della Sardegna circa 200 fascisti, con due mitragliatrici e armi leggere. Questi, nella luce dell'alba, "espugnarono" la città, radunando gli antifascisti più in vista, ancora seminudi, in una piazza e costringendoli a bere l'olio di ricino in una cerimonia del cosiddetto "battesimo patriottico". Fu la prima volta in Sardegna che i fascisti fecero uso dell'olio di ricino, già diffuso da 3 anni sul continente, Emilio Lussu, con ironia, commentò che "L'isola ha sempre seguito in ritardo i progressi della nazione". Solo uno dei prigionieri si rifiutò di bere, malgrado le minacce di morte, e venne duramente percosso, mentre un altro antifascista fu costretto ad inneggiare al fascismo. Fu una delle più gravi violenze politiche di quell'anno in Sardegna, avvenuta con la connivenza delle Guardie di Pubblica Sicurezza e delle altre forze di polizia. Nel corso del periodo fascista con regio decreto del 4 agosto 1939 viene ripristinato l'antico nome romano (Olbia), le viene inoltre aggregata la frazione di San Pantaleo staccata dal disciolto comune di Nuchis e vengono realizzati regolari collegamenti aerei con la penisola a mezzo di idrovolanti. Il 14 maggio 1943 Olbia viene duramente bombardata dagli alleati, almeno 22 persone muoiono sotto le macerie del municipio e del centro. Insieme a Cagliari la città paga un alto tributo di sangue alla seconda guerra mondiale. Piazza Regina Margherita === Periodo contemporaneo === Bonificato il territorio e debellata la presenza della malaria, nel corso della seconda metà del XX secolo e in particolare dagli anni sessanta la città è cresciuta economicamente e demograficamente sotto la spinta della scoperta turistica della costa nord orientale della Sardegna (Costa Smeralda, Arcipelago della Maddalena, Santa Teresa), della quale diviene il principale riferimento e centro di servizi. Il 31 agosto 2006 con delibera statutaria del Consiglio provinciale, è stata formalizzata la scelta definitiva del capoluogo della Provincia di Olbia-Tempio: "La Presidenza della Provincia, con il Presidente, la Giunta provinciale e il Consiglio provinciale con i propri organismi consiliari hanno sede in Olbia, ove vi è la sede legale, amministrativa principale ed operativa dell'ente. Il comune di Olbia nel 2006 ha ottenuto dall'Eurispes il riconoscimento come comune d'eccellenza del sistema amministrativo italiano per capacità amministrativa e gestionale. Olbia, Museo archeologico Tra le più importanti opere pubbliche realizzate in questo periodo si ricordano: gli uffici ITAV e caserma dei vigili del fuoco presso l'aeroporto di Olbia (1974), dell'arch. Francesco Cellini; la chiesa della Sacra Famiglia, dell'arch. Vico Mossa; il Teatro sul Golfo di Olbia, progettato dall'arch. Giovanni Michelucci con Quart Progetti e sua ultima opera (1990); il centro commerciale Terranova, progettato dall'arch. Aldo Rossi; il Museo archeologico, progettato dall'arch. Giovanni Maciocco; il complesso commerciale e residenziale Agorà in viale Aldo Moro, progettato dall'arch. Dante Benini (1995-2000); l'ampliamento dell'aeroporto Costa Smeralda (2004), progettato dall'arch. Willem Brouwer con la consulenza grafica del Bureau Mijksenaar. La città è dotata di due ospedali civili (nosocomio San Giovanni di Dio in viale Aldo Moro e nosocomio Giovanni Paolo II in via Bazzoni – Sircana) e di un Ospedale di eccellenza (Marter Olbia Hospital), è sede locale dell'Agenzia delle entrate, dell'azienda sanitaria locale (ASL) n. 2 di Olbia (che accorpa dal 1996 le precedenti ASL n. 3 di Tempio e n. 4 di Olbia e con competenza estesa all'intera provincia), della Capitaneria di porto, dell'Autorità del porto di Olbia-Golfo Aranci, dell'Area naturale marina protetta Tavolara - Punta Coda Cavallo (comprendente territori situati nei comuni di Olbia, Loiri Porto San Paolo e San Teodoro), nonché sede degli uffici previdenziali (INPS agenzia complessa) e del Pubblico registro automobilistico (PRA). Dal 2005 vi è stata insediata la sede provvisoria della Provincia di Olbia-Tempio (dapprima nella sede della Comunità montana "Riviera di Gallura" in via Nanni, quindi nella nuova sede, sempre in via Nanni), dove attualmente ha sede la presidenza e dove si riuniscono la Giunta e il Consiglio dell'Ente. Con DPR 11 settembre 2008, n. 161 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 248 del 22 ottobre 2008) è stata istituita la Direzione marittima di Olbia, inoltre sono stati elevati al rango di reparti territoriali le compagnie dei carabinieri e Guardia di finanza. chiesa di San Paolo === Architetture religiose === Le chiese storiche di Olbia sono la basilica di San Simplicio, uno dei più insigni monumenti romanici dell'isola, e la chiesa di San Paolo, barocca, con alto campanile e cupola maiolicata e con affreschi interni del pittore Alberto Sanna. Nelle campagne di Olbia si trovano la chiesa di San Vittore (con statua lignea del santo, primo vescovo di Fausania), di Nostra Signora di Cabu Abbas, di Santa Lucia, dello Spirito Santo, chiesa di Sant'Angelo, chiesa di Santa Mariedda. Fra le chiese moderne presenti in città si possono citare la chiesa della Sacra Famiglia, della Madonna de La Salette, chiesa di Sant'Ignazio, chiesa di Sant'Antonio, chiesa di San Ponziano a Poltu Cuadu e la parrocchia San Michele Arcangelo della zona ospedaliera. === Architetture civili === Il municipio di Olbia Villa Clorinda in un'immagine d'epoca * Palazzo Colonna, in corso Umberto (primi del Novecento, in stile liberty); * Palazzo comunale (primi del Novecento, liberty); * Villa Clorinda (primi del Novecento, già residenza signorile dei Colonna, liberty): adibita ad asilo infantile; * Teatro Michelucci (ultima opera del famoso architetto). === Architetture militari === Nei dintorni di Olbia svettano il castello di Pedres e il castello Sa Paulazza. Del periodo giudicale in città rimangono oggi pochi resti delle mura mentre fino ai primi dell'Ottocento erano ancora in buona parte visibili sia i resti della cinta muraria che del Palazzo giudicale. Del periodo pisano invece si conserva l'impianto urbanistico della città di tipo toscano, Terranova appunto, voluto dal Giudice Nino di Gallura e situata in un'area più prossima al porto romano, ristrutturato proprio dai Pisani, rispetto alla Civita giudicale. === Siti archeologici === ==== Età prenuragica ==== * Un dolmen nei pressi della frazione di Berchiddeddu avente schema classico; nelle vicinanze è presente anche un menhir; * il dolmen di Cabu Abbas, ormai completamente distrutto; * una tomba dolmenica è presente in località Contra de Oddastru, costituita da due massi e con doppio peristalite. In loco sono presenti anche 2 menhir aventi forma conica e punta arrotondata ed un'altra tomba simile è quella di S. Tommeo, nell'agro della frazione di Berchiddeddu; * una tomba del tipo allée couverte in località Chinzana; * il menhir di Puntiddone, realizzato in granito e noto soprattutto per la sua forma piatta; Di notevole importanza è il circolo megalitico a Pastricciali di Mezzu e quello in località San Pantaleo oltre ai ritrovamenti di altre tombe a circolo nel restante territorio comunale. Come in gran parte della Gallura, risultano invece del tutto assenti le domus de janas. ==== Età nuragica ==== Pozzo sacro di Sa Testa I nuraghi più importanti sono: * il nuraghe Riu Mulinu a Cabu Abbas; * il nuraghe Putzolu, nella omonima località, detto anche Lu Naracu; * il villaggio nuragico Belveghile, sul prolungamento della sopraelevata nord in direzione Arzachena; * il nuraghe Mannazzu o Mannacciu, sulla statale 127 in località Maltana; * il nuraghe Siana o Zucchitta, nelle vicinanze della stazione di Enas; * il nuraghe Sa prescione 'e Siana, su una altura che domina la piana di Olbia, vi si accede dalla strada vicinale di Aratena; Merita di essere menzionato anche il nuraghe Punta Nuraghe a Porto Rotondo il quale risulta essere oggetto di scavi; anche i resti del nuraghe Torra, che si affaccia ai confini meridionali dell'aeroporto Costa Smeralda, sono di grande interesse. Di enorme importanza è il singolare pozzo sacro di Sa Testa, risalente al periodo compreso tra il 1200 e il 1000 a.C. e situato nei pressi della strada per Golfo Aranci. Per via della sua struttura e della sua forma è continuo oggetto di studio per gli archeologici. Nei pressi del Castro Bizantino Sa Paulazza è presente una fonte nuragica chiamata Li Fitteddi e differenti sono le tombe dei giganti tra cui va menzionata quella di Tomba dei giganti di Su Mont'e s'Abe, situata lungo la strada per Loiri; risalente all'Età del Bronzo antico (1800 - 1600 a.C.) (Cultura di Bonnannaro) venne rimaneggiata e riadattata in età nuragica. ==== Età fenicio-punica e romana ==== Villa romana di S'Imbalconadu * Necropoli punico-romana e rampa d'accesso al tempio di Cerere sotto la basilica di San Simplicio * Mura puniche di via Torino * Resti dell'acquedotto romano (località Sa Rughittula, via Canova, via Nanni) * Villa rustica S'Imbalconadu * Abitato punico-romano e officine puniche di via Nanni * Resti del foro romano nei pressi del Comune Foce del rio Padrongianus. Sullo sfondo il nuovo ospedale San Raffaele === Aree naturali === * Parco Fausto Noce, con i suoi 18 ettari è il parco urbano più grande della Sardegna, classificatosi nel 2005 come secondo miglior progetto per il verde in Italia; * parco fluviale del Padrongianus (ca. 35 ettari), situato lungo parte del corso inferiore del Rio Padrongianus (noto anche come Rio Padrogiano), subito a sud dell'area urbana olbiese. Attualmente è chiuso al pubblico in attesa di nuovi progetti per la gestione; * foresta demaniale di Sorilis * area semi lagunare del golfo interno, ove vengono raccolte nelle apposite aree in concessione (stabulari) le pregiate cozze locali; * area marina protetta di Tavolara-Punta Capo Coda Cavallo (condivisa con Loiri-Porto San Paolo e San Teodoro); * monte Pinu (condiviso con altri comuni limitrofi); * monte Plebi (condiviso con Arzachena); * monte Cugnana. Olbia, spiaggia di Spalmatore di terra a Tavolara Appartengono al territorio di Olbia le isole: * isola dei Cavalli, * isola del Cavallo, * isola della Bocca, * isola di Barca Sconcia, * isola Gabbia, * isola di Leporeddu, * isola Manna, * isola di Mezzo, * isola di Molara * isola di Molarotto * isola di Patron Fiaso, * isola Piana, * isola dei Porri, * isola di Portisco, * isole di Portolucas, * isola di Tavolara, * scogli dei Tre Fratelli, * scogli di Mezzocammino, * scogli di Mortorietto, * scoglio dei Magroni, e gli stagni: delle Saline, di Cugnana, di Gravile e di Tartanelle. Porto Istana ==== Spiagge principali ==== A nord di Olbia, tra Porto Rotondo, Cugnana e Portisco si trovano le spiagge di: Cugnana, Rena Bianca, Razza de Juncu (condivisa con Arzachena), Marinella, spiaggia dei Sassi, spiaggia delle Alghe, spiaggia Ira. Nella frazione di Pittulongu: spiaggia della Playa, lo Squalo, il Pellicano, Mare e Rocce e Bados. A sud di Olbia si trovano: Lido del Sole, Le Saline, Marina Maria, Bunte, Porto Istana, Li Cuncheddi, capo Ceraso. === Evoluzione demografica === In base ai dati del censimento 2001 nel comune di Olbia sono stati rilevati 45.366 abitanti residenti, dei quali 37.694 abitanti (pari all'83%) nella città di Olbia. Le rimanenti località abitate del territorio comunale sono San Pantaleo con 680 abitanti, Berchiddeddu con 500, Pittulongu con 446, Murta Maria con 419, Rudalza con 364, Porto Rotondo con 337, Porto Istana con 150, e Li Cuncheddi con 49 abitanti, mentre la restante popolazione sparsa ammonta a 4.727 unità (di cui 2.627 nell'intorno di Olbia). === Etnie e minoranze straniere === Al 31 dicembre 2019 la popolazione straniera residente era di 6 484 persone, pari al 10,7% della popolazione totale. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano: # Romania 2 849 # Senegal 510 # Marocco 430 # Pakistan 361 # Polonia 284 === Lingue e dialetti === Mappa delle lingue parlate in Gallura La lingua più parlata in città è l'italiano. Accanto ad esso, la città rappresenta in Gallura una vera e propria isola linguistica sarda (logudorese), seppure con caratteristiche del tutto locali: infatti il logudorese locale, l'olbiese (''terranoesu''), vanta ad Olbia numerosi parlanti. In particolare, si presenta una continua interazione tra il dialetto logudorese locale e il dialetto gallurese, tanto che, negli anni, vi è stata una forte influenza del lessico gallurese su quello terranovese ("''la cuppulata''" in gallurese, "''su tostoine''" in olbiese e logudorese; italiano "''la tartaruga''". "''Su colzu''" in olbiese, "''lu colciu''" in gallurese, "''s' iscuru''" in logudorese; italiano "''poverino''" etc). Oltretutto le varie comunità di cittadini provenienti da altre parti della Sardegna, in particolar modo quelle buddusuine e bittesi, mantengono, soprattutto al livello familiare, l'uso del loro dialetto. Nonostante questa notevole ricchezza linguistica, gli abitanti di Olbia (specialmente le nuove generazioni) utilizzano sempre meno la lingua locale, risultando così monolingue italiani. Si è provveduto all'apertura di uno sportello linguistico (''Ufitziu de sa Limba Sarda''), allo scopo di rafforzare la conoscenza e la diffusione delle parlate locali anche tra le giovani generazioni esplicitamente interessate al recupero della lingua locale, la cui scomparsa sarebbe una sconfitta culturale irrimediabile. Questo tipo di uffici, finanziati dalla legge 482/99 sulla tutela della minoranze linguistiche, rappresentano attualmente un'importante realtà sulla valorizzazione della lingua sarda sia nelle sue varianti locali, sia nella variante sperimentale della "Limba Sarda Comuna" (LSC). Essi mirano ad un uso sempre maggiore della lingua sarda nella vita pubblica, nei mass-media, nella vita familiare, ma soprattutto nella scuola, dove oltretutto in altre zone della Sardegna è già stata avviata anche la sperimentazione dell'insegnamento come lingua veicolare. Riguardo a quale sia la causa dell'uso del logudorese in città, è molto probabile che, trovandosi Olbia durante il XVI e XVII secolo in stato di semi-abbandono a causa delle pestilenze che infestavano le zone costiere, l'isolamento dal resto della Gallura, dove andavano stanziandosi numerosissime famiglie provenienti dalla vicina Corsica, favorì il mantenimento del logudorese, che si è protratto fino ai nostri giorni. === Istituzioni, enti e associazioni === Le maggiori strutture ospedaliere presenti nell'area sono: * Ospedale "Giovanni Paolo II" - Olbia * Presidio Ospedaliero "Paolo Dettori" - Tempio Pausania * Ospedale "Paolo Merlo" - La Maddalena * Mater Olbia Hospital - Olbia Biblioteca comunale di Olbia === Istruzione === ==== Università ==== In città dal 2001 è attivo il corso universitario del Dipartimento scienze economiche e aziendali dell'Università degli Studi di Sassari in Economia e management del turismo. Nel 2020 nasce il Polo Universitario di Olbia, UniOlbia. ==== Musei ==== * Museo archeologico nazionale di Olbia * Museo-necropoli sotto la basilica di San Simplicio (necropoli composta da 450 tombe e numerosi corredi funerari risalenti al periodo tra il 750 a.C. e il 1300 d.C., i resti della rampa d'accesso al tempio di età romana dedicato alla dea Cerere che sorgeva nell'area che attualmente è occupata dalla basilica, due pozzi della fase greca della città che hanno restituito numerosi reperti (anfore, vasi per l'acqua e il vino), una fornace per la calce utilizzata per la costruzione dell'attuale Chiesa. Processione di San Simplicio durante la festa del 15 maggio Costume tradizionale femminile di Olbia === Eventi === ==== San Simplicio ==== La festa del santo patrono di Olbia e della Gallura, San Simplicio, si celebra il 15 maggio, seguendo il tipico programma delle feste paesane. Alle celebrazioni religiose che iniziano nove giorni prima, si affiancano varie iniziative culturali, sportive, e intrattenimenti profani (quali concerti, fuochi d'artificio e giostre). In questa occasione viene anche offerto un assaggio gratuito del principale prodotto tipico: i mitili. ==== San Giovanni e la Madonna del Mare ==== Un'altra festa facente parte delle tradizioni popolari cittadine è la festa di San Giovanni e della Madonna del Mare, celebrata il 24 giugno. In tale occasione si svolge una suggestiva processione a mare con i due simulacri, e viene gettata una corona di fiori in ricordo dei caduti. Di sera nei vari rioni della città si accendono i tradizionali fuochi di San Giovanni, in cui saltando per tre volte si diventa ''compari'' o ''comari''. === Suddivisioni storiche === I nomi delle principali zone di Olbia: * San Simplicio; * San Nicola; Sa Minda Manna * Zona Bandinu; * Ospedale; * Sa Minda Noa; * Poltu Cuadu; * Gregorio; * Centro Storico; * Biddanoa; * Putzolu; * Santa Mariedda; * Maltana; * Le Saline; * Osseddu; * Santa Lucia; * Pinnacula; * Santu Paulu; * Pinnàcula; * Zona Baratta; * Sacra Famiglia; * Sa Marinedda; * Isticadeddu; * Tilibbas; * Tannaule (Nuovo ospedale); * Olbia 2; * Sa Rughe; * Teggia 'e Sàmbene; === Frazioni === Poltu Cuadu La frazione di Pittulongu * Rudalza è un piccolo centro abitato di circa 700 abitanti situato nella costa Nord-orientale della Sardegna. Frazione del comune di Olbia sotto il nome di Rudalza-Porto Rotondo. Si estende tra la parte occidentale del golfo di Cugnana e il golfo di Marinella. Punto di passaggio lungo la via per il centro turistico di Porto Rotondo, il luogo è caratterizzato dalla mancanza di un vero e proprio centro, ma è dotato di scuole elementari, una chiesa, un supermercato, un'edicola, un distributore di benzina e diversi bar e ristoranti. Rudalza è raggiungibile anche con la ferrovia Cagliari – Golfo Aranci. Il piccolo centro gode di una posizione vicino al mare, in campagna, a 3 km dalla località turistica di Porto Rotondo, a 9 dalla città di Olbia e altrettanti dal paese di Golfo Aranci. * La frazione di Pittulongu, con 1.092 residenti (al 31 dicembre 2010), dista circa 10 chilometri dal capoluogo gallurese e si estende per circa 4 chilometri lungo la costa verso il territorio di Golfo Aranci. La Parrocchia Santa Maria del Mare, della Forania di San Simplicio, si trova a Pittulongu, in località Mare e Rocce, e comprende un territorio di 2.790 abitanti. Le sue spiagge di sabbia bianca finissima sono la Playa, lo Squalo, il Pellicano, Mare e Rocce e Bados. Importante centro turistico e naturale, è oggetto di investimento del comune per il suo sviluppo. Nei pressi si trova il Pozzo Sacro di Sa Testa. Altre frazioni di Olbia sono San Pantaleo, Berchiddeddu (quest'ultima isola amministrativa), Murta Maria, tutte di notevole interesse e sviluppo turistico. Appartengono anche al comune di Olbia l'isola di Tavolara e l'isola di Molara. Vista su Olbia e il suo porto Zona industriale cozze Oggi Olbia è il principale centro economico della Gallura e del nord-est della Sardegna, le attività principali includono l'allevamento di mitili, l'industria alimentare (A's Do Mar, anche se precedentemente si produceva tonno in scatola a marchio Palmera, rilevato dal Bolton Group e ora prodotto a Cermenate), l'estrazione e lavorazione del granito e il commercio (centri commerciali Auchan, Terranova e Gallura); da rilevare anche una notevole attività cantieristica navale, a supporto soprattutto di natanti da diporto di medio-grandi dimensioni. Ad Olbia hanno inoltre sede importanti aziende tra cui la compagnia aerea Air Italy, precedentemente Meridiana. La sua vicinanza alla Costa Smeralda, zona turistica conosciuta in tutto il mondo da cui dista meno di 30 km, ne fa il suo principale centro di servizi. Negli ultimi anni si è verificato un sostanziale incremento dell'offerta alberghiera, con la ristrutturazione, l'ampliamento o la creazione ex-novo di strutture alberghiere di media grandezza, alcune delle quali affiliate ad importanti catene alberghiere internazionali ITI (a capitale sardo, con hotel e resort in tutto il mondo), Hilton (con il brand Doubletree) e Mercure. === Turismo === Ricca di insediamenti turistici molto conosciuti, è dotata di infrastrutture che ne fanno un polo turistico molto importante per l'intera Isola. Olbia è un motore economico della provincia e uno dei più importanti della regione. I principali porti turistici nel comune di Olbia sono: Olbia, Porto Rotondo, Portisco, Poltu Cuadu, Marina di Olbia. Strada statale 131 DCN === Strade === Olbia è collegata al resto dell'Isola da alcune importanti strade statali: * Strada statale 729 Sassari-Olbia * Strada statale 127 Settentrionale Sarda * Strada statale 125 Orientale Sarda * Strada statale 131 Diramazione Centrale Nuorese La strada Statale 131 dcn (due corsie per senso di marcia) la collega a Nuoro e a Cagliari via Abbasanta, la Strada statale 729 E840 (in fase di realizzazione a due corsie per senso di marcia) la collega a Sassari. I collegamenti per Tempio Pausania (SS127) e Palau passando per Arzachena (SS125 Orientale Sarda), tutti a una sola corsia per senso di marcia, collegano la città con il resto della Gallura e del nord Sardegna. === Ferrovie === Stazione ferroviaria di Olbia Il comune è servito dalla Stazione di Olbia, posta sulla Ferrovia Cagliari-Golfo Aranci Marittima. === Porti === Stazione marittima nel porto Isola Bianca Il porto Isola Bianca assicura i collegamenti quotidiani con la Penisola ed è il primo porto italiano per traffico passeggeri (escludendo porti con tratte a breve raggio). Grazie alla sua posizione geografica che ne fa uno dei punti più vicini alla Penisola, costituisce il principale punto di collegamento con il continente italiano dal quale dista meno di 300 km. Il porto è collegato alla rete viaria extraurbana con un tunnel e strade sopraelevate. L'autorità portuale comprende anche lo scalo di Golfo Aranci e Porto Torres. === Aeroporti === Terminal DL2A dell'aeroporto di Olbia. Ha sede nel comune l'aeroporto di Olbia-Costa Smeralda, inaugurato nel 1974. Ampliato e riammodernato nel 2004,. Fino alla fine degli anni sessanta l'infrastruttura aeroportuale a servizio della città era l'aeroporto di Olbia-Venafiorita. === Mobilità urbana === Il trasporto pubblico cittadino e i collegamenti con le frazioni sono assicurati dall'ASPO (azienda dei servizi pubblici di Olbia), mentre i collegamenti automobilistici con gli altri centri del territorio sono effettuati dall'ARST (azienda regionale sarda trasporti). Altri operatori privati operano con linee in concessione. === Calcio === La formazione calcistica dell' nella stagione 1985-1986 La squadra di calcio più antica della città è l'Olbia Calcio 1905, che nella stagione 2020-21 partecipa al campionato di Serie C, girone A. Le altre squadre maschili sono il Porto Rotondo, militante nel campionato sardo di Eccellenza e il Rudalza partecipante al campionato di Seconda Categoria girone H. === Basket === Per il basket la Santa Croce Basket Olbia milita in C regionale (in passato ha militato costantemente in campionati come B1 e B2), mentre la Pallacanestro Olimpia in D. Olbia è anche la città di adozione del cestista Luigi Datome che ha militato nella Mens Sana Basket 1871, nella Virtus Roma, nei Detroit Pistons e nei Boston Celtics nel campionato statunitense della NBA e che milita dal 2015 al 2020 tra le file del Fenerbahçe, nel campionato turco. Nel 2020 fa il suo ritorno in Italia e precisamente all'Olimpia Milano sotto la corte di Ettore Messina. Ricopre il ruolo di capitano nella Nazionale italiana. === Bocce === Circolo Bocciofilo Gallura Olbia. Vista interna campi da gioco In città è attiva L'ASD Circolo Bocciofilo Gallura di Olbia, fondata nel 1978 e aderente alla FIB. === Ciclismo === La squadra ciclistica più importante di Olbia è la Società Ciclistica Terranova che, dal 1951, ha conquistato centinaia di vittorie e decine di campionati regionali. Il Gruppo Sportivo Fancello Cicli Terranova ha conquistato nella Categoria Master il Campionato del Mondo 2006 con Nico Mu e il Campionato Italiano della Montagna 2006 con Alessandro Fancello. === Pallavolo === In città militano 2 società pallavolistiche di livello nazionale: la Pallavolo Olbia fondata nel 1978 e che per 16 anni negli ultimi 20 ha militato nel campionato nazionale di serie B maschile e la pallavolo Volley Hermaea Olbia. Per il settimo anno consecutivo nella stagione 2020-21, la squadra di pallavolo Volley Hermaea Olbia partecipa al campionato nazionale di serie A2 femminile. === Scacchi === La squadra del Circolo Scacchi di Olbia milita attualmente (2014) in serie A2. Tra i giocatori di punta, ricordiamo uno su tutti Giampaolo Buchicchio, due volte campione italiano under 20 (2002; 2004) e Maestro FIDE, titolo raggiunto solo da un altro sardo, Gianlazzaro Sanna di Cagliari. Il circolo Scacchi Olbia, ha visto la squadra arrivare a giocare, prima tra le sarde, nella serie A1 del Campionato Nazionale a Squadre nel 2005 === Tennis === Nel 2005 il Geovillage Tennis Team ha vinto lo scudetto di Serie A. Prima volta per una società sarda. ===Sport Acquatici=== La spiaggia di Multa Maria ospita di anni il windsurf come sport principale, la spiaggia Le Saline invece ospita oltre al windsurf anche il Kitesurf. === Arti marziali === Per la prima volta nella storia della Federazione Italiana Taekwondo, la Sardegna ospita un Campionato Italiano Cadetti, proprio nella città di Olbia, nell'edizione del 2016. === Eventi sportivi === Aquabike danno il benvenuto al Veliero Amerigo Vespucci a Olbia, 2019 Dal 2018 è tornato e si svolge ogni anno ad Olbia il mondiale di Aquabike (moto d'acqua). In occasione della tappa svolta dal 1 al 2 giugno 2019 gli organizzatori hanno approfittato della concomitanza con la festa della Repubblica per dare il bentornato alla nave scuola della Marina Militare Amerigo Vespucci attraverso una parata in mare aperto con i concorrenti del Mondiale. La tappa italiana è stata la più partecipata del mondiale con 128 atleti iscritti provenienti da 28 nazioni diverse. Questo sport era già stato svolto precedentemente negli anni 2003 e nel 2004 nelle acque prospicienti il molo Benedetto Brin, nel golfo interno. Rally di Sardegna 2006 Dal 2004 e per 9 anni consecutivi ha ospitato il quartier generale del Rally d'Italia - Sardinia, prova valida per il campionato mondiale Rally WRC. Il rally, molto spettacolare, percorre gli sterrati galluresi e del Monteacuto. L'edizione del 2008 ha preso il via il 15 e si è conclusa il 18 maggio con la vittoria di Sébastien Loeb. L'edizione 2009 si è svolta dal 21 al 24 maggio, con la cerimonia di partenza che si è tenuta, dopo una breve sfilata in città, davanti al palazzo municipale di Olbia. Nel 2014 la sede principale si è trasferita ad Alghero. Dal 1978 negli sterrati intorno alla città si corre il Rally Costa Smeralda. Sempre nell’hinterland cittadino si corre il Rally Città di Olbia, giunto nel 2009 alla sua quinta edizione, avente validità per il trofeo delle isole (Sardegna-Corsica). Il 2 maggio 2007 ha ospitato la partenza della prima tappa del Mondiale di cross-country, con partenza dalla piazza Crispi. Il 13 luglio 2009 ha ospitato il Gran Premio di Sardegna di Supermotard, quarta prova del Campionato del Mondo Supermoto S1, disputatosi al Porto industriale. Dal 30 settembre 2013 al 5 ottobre 2013 ha ospitato la 100ª edizione del ISDE, International Six Days of Enduro. Il 9 febbraio del 2005, lo stadio Bruno Nespoli di Olbia ha ospitato l'incontro di calcio tra le nazionali Under 21 di Italia e Russia, gli azzurrini hanno sconfitto i pari età Russi per 2 a 1. Philippe Casado vince la tappa di Olbia del Giro d'Italia 1991. Il 26 maggio 1991 la 1ª tappa del Giro d'Italia è partita e si è conclusa ad Olbia con la vittoria del francese Philippe Casado. Nel 1992 si è disputato il campionato italiano di ciclismo con la vittoria di Marco Giovannetti. Nel 2005 la palestra del Maestro Mario Rama ha riportato il primo posto, categoria principianti, ed il secondo ed il terzo categoria esperti nel Campionato italiano di difesa personale svoltosi nella città di Alessandria. Il 21 luglio 2007 allo stadio Angelo Caocci si è svolto, per la prima volta in città, il 21º meeting di Atletica Leggera Terra Sarda. Tra il 5 e il 6 maggio 2017 la città è stata sede rispettivamente di arrivo e partenza delle prime due tappe del Giro d'Italia: la prima con partenza da Alghero e la seconda con traguardo a Tortolì. Dal 30 settembre al 7 ottobre 2017, Olbia ha ospitato il 9º Campionato Mondiale Veterani di Judo & Kata, presso il PalAltoGusto del GeoVillage, che ha visto la partecipazione di oltre 1.300 atleti di 60 paesi. Durante questo evento sportivo, i gemelli olbiesi Francesco e Raimondo Degortes hanno conquistato entrambi la medaglia d'oro rispettivamente nelle categorie M1 60 kg e M1 66 kg. I gemelli Degortes si sono poi ripetuti l'anno successivo in Messico, conquistando una medaglia d'oro (Francesco) e una d'argento (Raimondo) nella decima edizione della competizione.
Oracle Database
'''Oracle Database''' è uno tra i più famosi software di database management system sviluppato da Oracle Corporation. Scritto in linguaggio C, che fa parte dei cosiddetti RDBMS ovvero di sistemi di database basati sul modello relazionale affermatosi come standard di riferimento dei database dell'ultimo decennio.
La società informatica che lo produce, la Oracle Corporation, è una delle più grandi del mondo, fondata nel 1977 da Lawrence J. Ellison (attuale amministratore delegato, ''Chief Technology Officer'' ed importante azionista), Bob Miner e Ed Oates, con sede centrale in California. La prima versione del database disponibile pubblicamente risale al 1979, da allora sono state introdotte numerose modifiche e miglioramenti per seguire gli sviluppi tecnologici, fino ad arrivare alla versione 12c R2. === Struttura del database === Una base di dati Oracle comprende ''istanze'' e ''dati memorizzati''. Un'istanza è costituita da un insieme (''set'') di processi di sistema e strutture di memoria che interagiscono con i dati memorizzati. Tra questi processi i seguenti sono necessari per il funzionamento dell'istanza: * SMON (monitor di sistema) * DBWR (scrive nei datafile) * LGWR (scrive nei logfile) * CKPT (scrive i checkpoint controllandone la consistenza) * ARCH (archiviatore dei log delle transazioni per il DB in modalità archive log mode) Un compito importante è svolto dalla ''System Global Area'' (SGA), una regione di memoria condivisa che contiene dati ed informazioni per il controllo di un'istanza Oracle. La SGA si occupa della cache, i dati bufferizzati, i comandi SQL e informazioni sull'utente. Le strutture fisiche fondamentali per un'istanza sono: * ''control files'': qui sono memorizzate informazioni essenziali al corretto funzionamento del database. Tra queste il DBID identificativo dell'istanza, il valore di CKPT per la sincronizzazione dei datafile e dati relativi ad alcune viste V$ da interrogare quando il DB stesso non è in stato di Open. È necessario averne almeno uno associato all'istanza; per maggior sicurezza possono esserne creati più di uno, il database stesso si occuperà della loro sincronizzazione, in modo da poter avviare il DB anche in stato di mount ed avviare un recovery. * l'''archivio delle transazioni'' (online redo logs): i redo logs sono necessari per il funzionamento del Db stesso, il numero minimo di redo logs è 2. * i ''rollback/undo segments'' * il ''tablespace system'' * un tablespace di tipo "temporaneo" Oracle memorizza i dati sia logicamente, sotto forma di tablespace, sia fisicamente, sotto forma di file (datafile). Un tablespace, formato da uno o più datafile, contiene vari tipi di ''segment''; ogni ''segment'' a sua volta si suddivide in uno o più ''extent''. Ogni ''extent'' comprende gruppi contigui di blocchi di dati (''data block''), questi ultimi sono la più piccola informazione memorizzabile da Oracle. A livello fisico, i file comprendono almeno due o più extent. Fino alla versione 8i la dimensione del blocco di dati era stabilita alla creazione del database e non poteva più essere modificata; dalla versione 9i in poi i blocchi di dati possono essere di dimensione variabile, sebbene ogni tablespace debba necessariamente essere costituita da datafile con la stessa dimensione di blocco dati. Oracle tiene traccia dei dati memorizzati tramite l'aiuto di informazioni presenti nelle tabelle di sistema. Esse contengono il dizionario dei dati e se presenti indici e cluster. Un dizionario dati consiste di una collezione di tabelle che contengono informazioni riguardo a tutti gli oggetti del database. Se un amministratore della base di dati ha attivato la funzione RAC (''Real Application Clusters''), allora istanze multiple, solitamente su server differenti, si collegano ad una Storage Area Network o sistema similare i cui dischi sono visibili e utilizzabili da tutti i nodi del cluster. Questo scenario può offrire numerosi vantaggi, tra cui maggiori performance, scalabilità e ridondanza. Comunque, il supporto e la gestione diviene più complesso e molti siti evitano di usare RAC. Tra le varie potenzialità possiamo memorizzare ed eseguire ''stored procedure'' e funzioni. Grazie al PL/SQL, un'estensione procedurale del linguaggio SQL, sviluppato da Oracle, e a Java possiamo scrivere funzioni, procedure, trigger e package. Oracle è un RDBMS che se configurato e gestito in maniera appropriata, garantisce una sicurezza dei dati molto elevata. È possibile attivare a questo proposito la modalità detta ARCHIVING (o ARCHIVELOG MODE). Essa consiste nel registrare tutte le transazioni che avvengono nel DB anche in file di sistema operativo che dovranno essere utilizzati in caso di DB RECOVERY dovuta a crash totale o parziale del sistema. In questa modalità è possibile sfruttare l'HOT BACKUP ossia il salvataggio dei dati a sistema acceso senza effettuare fermi. Le modalità per il backup a caldo (''hot backup'') sono diverse. Quella standard Oracle è denominata RMAN ossia Recovery Manager. Nulla vieta comunque all'amministratore del DB di gestire il backup/restore delle istanze Oracle in maniera manuale o automatica tramite scripting. === Edizioni === * ''Express Edition'' (XE) 18 è totalmente ''gratuito'', orientato a studenti e programmatori. Ha alcune limitazioni: l'ultima versione, 18, disponibile da ottobre 2018, può salvare al massimo 12 Gb dati, usare al massimo 2 Gb Ram, 2 CPU Thread, un solo host client. * ''Standard Edition'' (SE) è l'ideale per le medie aziende. * ''Standard Edition One'' (SEO) progettato per le medie imprese e dipartimenti aziendali (funziona su server a due processori). * ''Enterprise Edition'' (EE) è l'ideale per le industrie e grandi aziende. === Piattaforme supportate === Prima del rilascio di Oracle9i, Oracle Corporation ha adattato il motore del proprio database ad una vasta gamma di piattaforme. Recentemente il supporto è stato consolidato ad un piccolo numero di piattaforme / sistemi operativi: * Linux x86 * Linux x86-64 * Linux POWER * Linux zSeries * Linux Itanium * Microsoft Windows x86 * Microsoft Windows x86-64 * Microsoft Windows Itanium * Sun Solaris x86 * Sun Solaris x86-64 * Sun Solaris SPARC * HP HP-UX PA-RISC * HP HP-UX Itanium * HP Tru64 UNIX Alpha * HP OpenVMS Alpha * IBM AIX5L POWER * IBM z/OS zSeries * Apple Inc. macOS Server PowerPC * Apple Inc. macOS Server x86-64 Le vecchie versioni di Oracle, precedenti alla 10g, avevano uno ''schema'' di default chiamato ''scott''. Una volta completato il processo di installazione, l'utente può collegarsi al database con lo username ''scott'' e password ''tiger''. L'idea di chiamare uno schema scott è dovuta a Bruce Scott, uno dei primi impiegati alla Oracle; sua l'idea anche della password: Tiger era, infatti, il nome del suo gatto.
Omologia (biologia)
Si dicono '''omologhi''' tra loro organi di specie diverse derivanti dalla stessa porzione dell'embrione. Normalmente si può riconoscere l'omologia di organismi dallo stesso ''phylum''. Solo strutture particolari sono certamente omologhe in organismi filogeneticamente più lontani . Più in generale, si dicono omologhi tra loro organi che hanno la stessa origine ma svolgono funzioni diverse, come la pinna di un pesce e la zampa di un gatto, o l'ala di un uccello e il braccio di un uomo. Si dicono invece analoghi organi che svolgono la stessa funzione ma provengono da origine diversa, come le ali di uccelli e insetti.
Un importante contributo è venuto verso la fine del XVIII secolo dalla ''Metamorfosi delle piante'' di Goethe, col quale questi mostrò la natura omologa delle componenti di piante diverse, e soprattutto quella di fasi successive della vita di una stessa pianta (petali e foglie). La portata scientifica dell'opera deve essere inquadrata nella storia dello sviluppo del concetto di "omologia" in biologia. Benché alcuni concetti risalgano ad Aristotele, i primi studi di anatomia comparata furono sviluppati da Pierre Belon per gli uccelli nel 1555. Ai primi dell'Ottocento diversi studiosi in Germania e in Francia portarono avanti studi di morfologia comparata, ma il concetto di omologia (e il vocabolo stesso applicato alla biologia) culminarono nel 1843 con gli studi di Richard Owen. Owen trasse ispirazione da Goethe nei suoi studi sulle piante. Secondo Goethe l'infinita varietà delle piante diffuse sulla terra non sarebbe apparsa di getto, ma sarebbe l'espressione di un'unica «pianta-tipo» originaria ("die urpflanze"), che egli contrapponeva alla rigida suddivisione in generi e specie imposta dai botanici del suo tempo.
Vestigia (biologia)
Sono considerate '''vestigia''' quegli elementi di un organismo che in esso persistono, ma che hanno perso del tutto la funzionalità che invece avevano in un antenato o nell'embrione. Si possono individuare due tipi di vestigia: filogenetico e ontogenetico. Nel primo caso un esempio classico è l'appendice vermiforme, residuo intestinale erbivoro, nel secondo l'ombelico. Un elemento vestigiale può non aver alcun ruolo nell'organismo, come l'epooforon nella donna, oppure può avere ancora qualche funzione, come i denti del giudizio, o ancora aver cambiato funzione, come il sacco vitellino nell'embrione umano.
Verso la fine del XIX, nel contesto dell'affermarsi della teoria evoluzionistica, vennero definiti vestigiali diversi organi umani cui più tardi venne invece riconosciuta una funzione effettiva, come il timo. Tra gli ultimi elementi che si consideravano vestigia nell'uomo, ma ne è stata dimostrata una funzione, vi sono: Plica semilunare, residuo della membrana nittitante che in altri mammiferi, negli uccelli, nei rettili e negli anfibi è molto più sviluppata e può essere distesa sull'occhio, a palpebra aperta, svolgendo una funzione di protezione e lubrificazione. * I muscoli erettori del pelo. Negli animali con pelo folto permettono di aumentare la capacità coibentante della pelliccia e, in certi casi, di apparire più massicci ai nemici. * i peli folletto, ossia peli atrofizzati (che ricoprono quasi tutta la superficie del nostro corpo) che una volta formavano una folta pelliccia. Essi sono difficili da notare perché estremamente fini e non pigmentati. * la plica semilunare della congiuntiva dell'angolo interno dell'occhio, residuo della membrana nittitante * il coccige residuo della coda. * l'organo vomeronasale attualmente scollegato dall'encefalo, in passato serviva ad avvertire i feromoni sprigionati da altri individui. * tubercoli di Darwin (in una piccola percentuale della popolazione): residuo dell'articolazione grazie alla quale gli animali possono muovere e orientare i padiglioni auricolari. * l'appendice vermiforme residuo di una parte ancestrale di intestino. * il gene che codifica per l'enzima L-gulonolattone ossidasi: è presente nel genoma umano e degli animali superiori ma nell'uomo e nella cavia non codifica per nessun enzima. È definito pseudogene. * la dentatura eterodonte. In virtù delle moderne abitudini alimentari non è più necessaria la differenziazione funzionale tra i denti (in particolare i canini). * il muscolo palmare lungo, un muscolo residuale dell'avambraccio, incostante o assente negli umani moderni, la cui presenza non sembra apportare funzionalità articolare né forza fisica. * gli abbozzi di ossa degli arti posteriori dei cetacei; * le ali degli uccelli non volatori. * il cinto pelvico nei serpenti * occhi rudimentali non funzionanti e ricoperti di tegumento nei pesci di fondale della famiglia Amblyopsidae Oggi gli organi vestigiali sono interpretati come ''"relitti evolutivi"'' che erano funzionali negli antenati. Poiché la loro esistenza sarebbe difficilmente spiegabile nell'ipotesi di fissità delle specie, essa costituisce una prova dell'evoluzione.
Operone
In biologia si definisce '''operone''' un insieme di geni che vengono regolati in modo strettamente coordinato. L'organizzazione dei geni in operoni è un elemento fondamentale nella regolazione genica dei procarioti: gli operoni contengono infatti, oltre ai geni che devono essere trascritti, sequenze particolari, denominate siti di controllo, che con vari meccanismi regolano l'espressione dei geni dell'intero operone. Gli operoni sono comuni alla maggior parte dei procarioti, ma sono raramente trovati negli eucarioti , che possiedono meccanismi di regolazione diversi. Gli operoni vennero studiati per la prima volta nel 1961 dai biologi francesi François Jacob e Jacques Monod.
Un operone contiene sempre i seguenti elementi: * uno o, di solito, più geni strutturali, ovvero geni che codificano per determinati enzimi o proteine necessari alla cellula. * un promotore, situato a monte dei geni, ovvero una sequenza di DNA che, legandosi all'RNA polimerasi, permette l'inizio della trascrizione. L'RNA polimerasi ha infatti bisogno di riconoscere la sequenza del promotore per iniziare il processo. * un operatore, un frammento di DNA, che può essere situato a monte, a valle o anche lontano dal promotore, che regola l'espressione dei geni strutturali. L'operatore svolge questa funzione interagendo con una specifica proteina chiamata proteina repressore o proteina attivatore, a seconda che, appunto, impedisca o stimoli l'espressione. Inoltre, l'operone può anche contenere un gene regolatore, che codifica appunto per la proteina regolatrice. Questo gene, tuttavia, non viene normalmente considerato parte integrante dell'operone, in quanto in alcuni casi può essere dislocato in un punto del genoma anche molto lontano dall'operone stesso. Il controllo genico degli operoni è un tipo di regolazione genica che permette alle cellule, specialmente i procarioti, di regolare l'espressione a seconda delle condizioni dell'ambiente in cui vivono. Si distinguono due tipi di regolazione: regolazione positiva e regolazione negativa. La regolazione negativa coinvolge il legame di una proteina repressore all'operatore per impedire la trascrizione. Gli operoni sottoposti a regolazione negativa si distinguono in operoni inducibili o reprimibili, a seconda del tipo di feedback. * Negli operoni inducibili negativi, una proteina repressore si trova legata, in condizioni normali, all'operatore, impedendo così la trascrizione dei geni dell'operone. Se però nella cellula è presente una particolare molecola, detta induttrice, essa si lega alla proteina repressore, cambiandone la conformazione e rendendola incapace di legare l'operatore e permettendo così la trascrizione. * Negli operoni reprimibili negativi, la trascrizione dei geni dell'operone avviene regolarmente in condizioni normali. La proteina repressore, infatti, pur essendo attivamente prodotta dal gene regolatore, è incapace di legarsi all'operatore nella sua conformazione normale. Tuttavia, alcune molecole chiamate corepressori possono legarsi alla proteina repressore, e cambiarne la conformazione in modo da renderla capace di legarsi all'operatore, e di impedire così la trascrizione. Gli operoni possono anche essere sottoposti a regolazione positiva. In questo tipo di regolazione, una proteina attivatore si lega al DNA (normalmente ad un sito diverso dall'operatore) stimolando la trascrizione. Anche gli operoni sottoposti a controllo positivo si suddividono in operoni inducibili o reprimibili. * Negli operoni inducibili positivi, la proteina attivatore è normalmente incapace di legarsi all'operatore. Certe molecole, tuttavia, possono legarsi alla proteina attivatore e cambiare la sua conformazione in modo da renderla capace di legarsi al DNA e incentivare, così, la trascrizione. * Negli operoni reprimibili positivi, la proteina attivatore si trova legata all'operatore in condizioni normali, e la trascrizione avviene perciò regolarmente. Determinate molecole però possono legarsi all'attivatore e impedirgli, cambiandone la conformazione, di legarsi all'operatore. In questo modo, la trascrizione viene inibita. Il primo operone a essere studiato fu l'operone lattosio, o operone lac, del batterio ''Escherichia coli''. Questo operone è un buon modello per illustrare la struttura e il funzionamento generale di una grande maggioranza di operoni. === Struttura dell'operone lac === Disegno schematico dell'''operone lac'' L'operone lac produce gli enzimi necessari per l'utilizzo del lattosio da parte del batterio E. coli; tali enzimi vengono codificati da tre geni strutturali adiacenti: ''LacZ'', ''LacY'' e ''LacA'', anche chiamati più semplicemente ''z'', ''y'' e ''a''. * ''LacZ'', o semplicemente z, codifica per l'enzima β-galattosidasi, che ha due funzioni: scinde il lattosio (ma agisce anche con qualsiasi altra molecola che abbia un legame β-galattosidico), un disaccaride, in due monosaccaridi più semplici, il glucosio e il galattosio, che possono essere utilizzati dal batterio, e guidano la conversione del lattosio in allolattosio, il vero induttore delle produzioni fatte dall'operone lac. * ''LacY'', o semplicemente Y, codifica per la lattosio permeasi, un enzima che permette al lattosio di attraversare la membrana cellulare del batterio. * ''LacA'', o semplicemente ''a'', che codifica per l'enzima transacetilasi, enzima che aggiunge gruppi acetili al lattosio non appena entrato nella cellula.Tale funzione di acetilazione del lattosio ha un ruolo ancora ignoto nella cellula di E.coli. Questi geni sono adiacenti all'interno dell'operone e vengono trascritti in un solo mRNA, detto mRNA poligenico o policistronico, che viene poi tradotto nei tre enzimi. I geni strutturali sono poi preceduti, nell'ordine, dalle sequenze p1, p2 e o, e queste sono precedute a loro volta dalla sequenza LacI. * p1 viene chiamato anche sito CAP, ed è il luogo in cui la proteina CAP, detta anche CRP, si lega (vedi sotto). * p2 è il promotore dell'operone: il sito a cui si lega la RNA polimerasi, l'enzima che effettua la trascrizione. * LacO, o semplicemente o, è definito gene operatore e ha la capacità di legare una particolare proteina, detta proteina repressore, che impedisce la trascrizione dell'operone. * LacI, o semplicemente i, è il gene regolatore: esso sintetizza la proteina repressore, che legandosi al gene operatore impedisce la trascrizione dell'operone. Questi elementi interagendo tra di loro permettono la regolazione della trascrizione dei geni dell'operone, permettendo in definitiva alla cellula batterica di controllare l'espressione dei propri geni. === Regolazione dell'operone lac === ''E. coli'' è un batterio capace di utilizzare come fonte di carbonio sia il glucosio che il lattosio. Tuttavia, lo zucchero più adatto al suo metabolismo è il glucosio, tanto che se il batterio cresce in un substrato che presenta entrambi gli zuccheri, utilizza dapprima unicamente il glucosio, e solo successivamente il lattosio. Tuttavia, se il batterio si trova a crescere in un ambiente in cui è presente unicamente il lattosio, immediatamente sintetizza gli enzimi necessari a metabolizzarlo. Il batterio possiede perciò un meccanismo di controllo che consente l'espressione di alcuni geni solo quando ne avverte il bisogno, e impedisce la produzione di enzimi e proteine non strettamente necessarie. La proteina repressore si lega all'operatore o, impedendo l'espressione dei geni dell'operone Il lattosio inibisce, tramite l'induttore allolattosio, l'azione della proteina repressore, consentendo l'espressione Mancando il glucosio, il complesso CAP-cAMP si lega alla sequenza p1, stimolando la trascrizione Le sequenze p1, p2, o e i dell'operone di ''E. coli'' hanno un ruolo fondamentale in questo processo. La sequenza p2 serve per l'attacco della RNA polimerasi, l'enzima che effettua la trascrizione. Questa, dopo essersi legata, scorre a valle e, giunta all'inizio del gene z, comincia a trascrivere i tre geni strutturali in un mRNA. In assenza di lattosio, tuttavia, la trascrizione non avviene: il gene i (che non è adiacente) produce a ritmo costante una proteina, il repressore, che quando si lega al gene operatore impedisce alla polimerasi di trascrivere l'operone. Quando però nell'ambiente è presente lattosio, l'allolattosio derivatone si lega alla proteina repressore, così da impedirne il suo legame con l'operatore, e ciò rende possibile la trascrizione dell'operone. Anche in presenza di lattosio, la trascrizione dell'operone è scarsa finché è presente in quantità il glucosio, lo zucchero più facilmente utilizzabile da parte di ''E. coli''. Invece, qualora il glucosio scarseggi, nella cellula è prodotto AMP ciclico (cAMP), una molecola che in tutti gli organismi funge da segnale di carenza energetica. Il cAMP, legandosi alla CRP (proteina recettrice del cAMP) - chiamata in inglese proteina CAP (Catabolite Activator Protein) -, rende questa in grado di legarsi, fra l'altro, alla sequenza p1, stimolando notevolmente la trascrizione dell'operone. Riassumiamo le situazioni possibili: * In presenza di glucosio e lattosio, il repressore è inattivo ma lo è anche la CRP, per cui vi è una trascrizione ridotta - è una repressione da catabolita (il glucosio). * In presenza di glucosio ma non di lattosio, il repressore è attivo e la CRP inattiva, per cui non vi è trascrizione. * In assenza di glucosio e di lattosio, il repressore e la CRP sono entrambi attivi e non vi è trascrizione. * In presenza di lattosio e assenza di glucosio, il repressore è inattivo e la CRP è attiva, per cui l'operone viene espresso al massimo. La regolazione dell'operone lac, in cui la presenza di una determinata sostanza induce la produzione di determinati enzimi in risposta è detta regolazione positiva, o a feedback positivo. Altri operoni sono regolati in modo più o meno diverso. Ad esempio, l'operone istidina, che contiene i geni degli enzimi per la biosintesi dell'amminoacido in questione, ha un repressore che viene attivato dal legame con l'istidina: in questo modo non viene sintetizzata una sostanza quando è già presente in quantità adeguata (anche in questo caso vi è retroazione negativa). Infine la regolazione in base alla presenza di lattosio è negativa-induttiva mentre in base alla presenza del glucosio è positiva. Si ha una doppia regolazione.
Ossigeno
L''''ossigeno''' è un elemento chimico con numero atomico 8 . Fa parte degli elementi del gruppo 16 sulla tavola periodica ed è un agente non metallico altamente reattivo che forma facilmente ossidi e altri composti con la maggior parte degli elementi. Per massa, è il terzo elemento più abbondante dell'universo dopo l'idrogeno e l'elio. Il suo isotopo più stabile ha numero di massa 16. A temperatura e pressione standard due atomi dell'elemento si legano per formare una molecola di diossigeno , un gas incolore e inodore che costituisce il 20,8% dell'atmosfera terrestre ; legato ad altri elementi, è l'elemento chimico più comune della crosta terrestre, rappresentandone circa il 47% della massa, ed entra inoltre nella molecola dell'acqua. L'ossigeno è essenziale per la vita della maggior parte degli esseri viventi in quanto necessario alla respirazione; inoltre, le principali classi di molecole organiche presenti negli organismi viventi, come le proteine, gli acidi nucleici, i carboidrati e i lipidi, contengono ossigeno. Nelle attività umane viene comunemente utilizzato per l'ossigenoterapia, il sistema di supporto vitale degli aeromobili, dei sottomarini e dei veicoli spaziali, per le attività subacquee ricreative, come propellente per i razzi. Entra inoltre nei processi di produzione dell'acciaio e della plastica, nella brasatura, saldatura e il taglio di alcuni metalli.
L'ossigeno venne scoperto dal farmacista svedese Carl Wilhelm Scheele nel 1771, ma la scoperta non venne immediatamente riconosciuta; invece quella fatta nel 1774 da Joseph Priestley ricevette subito riconoscimento pubblico. Nel 1777 Antoine-Laurent de Lavoisier diede il nome all'elemento, che deriva dal greco ὀξύς, ''oxýs'', "acido" (letteralmente: "appuntito") e la radice γεν-, ''ghen-'', che significa "generare". Questo perché al momento della denominazione si riteneva erroneamente che entrasse nella composizione di tutti gli acidi. Nello stesso anno Scheele lo riconobbe come un componente dell'aria. Nel 1781 Lavoisier ne accertò la funzione per i fenomeni di respirazione e combustione. L'ossigeno ha tre isotopi stabili con numero di massa 16, 17 e 18, e dieci isotopi radioattivi. Tutti i radioisotopi hanno tempi di decadimento inferiori a tre minuti. La massa atomica dell'ossigeno è però inferiore a 16, nonostante l'isotopo 16O sia presente per circa il 99%, perché come riferimento per il calcolo delle masse è stato scelto il carbonio-12 e per motivi relativistici si ha un difetto di massa nella sintesi degli elementi più pesanti. Infatti la formazione del nucleo avviene con una diminuzione di massa e una liberazione di energia, causata dalla fusione nucleare. === Ossigeno biatomico === A temperatura e pressione standard, l'ossigeno si trova in forma di gas costituito da due atomi (ossigeno biatomico). Si indica come: O2 (numero CAS: ). Questa sostanza è un importante componente dell'aria, venendo costantemente prodotta nella fotosintesi clorofilliana delle piante dall'acqua e dall'anidride carbonica, ed è necessaria per la respirazione degli esseri viventi. La specie O2 viene frequentemente e impropriamente chiamata "ossigeno" per sineddoche; per una nomenclatura univoca non ambigua si possono utilizzare, oltre a ossigeno biatomico, anche i seguenti termini: ossigeno molecolare, ossigeno diatomico e di ossigeno L'ossigeno biatomico O2, allo stato liquido e a quello solido, ha colore azzurro ed è altamente paramagnetico. La teoria degli orbitali molecolari ha spiegato il fenomeno del paramagnetismo e ha confermato che il legame è da considerarsi doppio: i due elettroni meno legati in O2 occupano orbitali degeneri di simmetria π ed hanno spin paralleli. Ciò porta ad uno stato fondamentale di tripletto che ha come conseguenza una straordinaria inerzia cinetica nelle reazioni di ossidazione di molecole organiche diamagnetiche perché queste reazioni avvengono senza la conservazione del numero quantico totale di spin. === Ozono === Un altro allotropo dell'ossigeno è l'ozono (O3), un gas in grado di assorbire notevolmente le radiazioni ultraviolette. Per questa sua proprietà lo strato di ozono presente ad alta quota aiuta a proteggere la biosfera da queste radiazioni. Tuttavia vicino alla superficie terrestre l'ozono, che è un sottoprodotto dello smog, è considerato un inquinante essendo un gas serra. === Tetraossigeno === Il tetraossigeno è una delle forme allotropiche nelle quali può essere trovato l'ossigeno. La molecola del tetraossigeno (O4) era stata teorizzata nel 1924 da Gilbert Lewis, che la propose come una spiegazione al fatto che l'ossigeno liquido non obbedisce alle Legge di Curie. Oggi si è scoperto che Lewis si sbagliava, sebbene non si fosse allontanato molto dalla realtà: le simulazioni al computer mostrano che benché non vi siano molecole stabili di O4 nell'ossigeno liquido, le molecole di O2 tendono ad associarsi in coppie con spin antiparallelo, formando molecole temporaneamente stabili di O4. Nel 1999 i ricercatori pensarono che l'ossigeno solido esistesse alla fase-ε come O4, scoprendo solo nel 2006 che in realtà è una forma di ossigeno octamolecolare. La struttura del tetraossigeno non è ancora del tutto chiarita. Anche un gruppo di studio della Sapienza Università di Roma ha condotto nel 2001 studi per investigare la struttura dell'O4. L'ossigeno è l'elemento più abbondante della crosta terrestre. L'ossigeno forma l'87% degli oceani in quanto componente dell'acqua (H2O) e il 20% dell'atmosfera terrestre come ossigeno molecolare O2 o come ozono O3. I composti di ossigeno, in particolare ossidi metallici, silicati (SiO) e carbonati (CO), si trovano comunemente nelle rocce e nel terreno. L'acqua ghiacciata è un solido comune sui pianeti e le comete. I composti di ossigeno si trovano in tutto l'universo e lo spettro dell'ossigeno è spesso rintracciabile nelle stelle. Di solito l'ossigeno è molto scarso nei pianeti gassosi. solubilità inversa).|alt=|331x331px Oltre che nella molecola O2, l'ossigeno si può trovare in natura sotto forma di ozono (O3): esso viene formato da scariche elettrostatiche in presenza di ossigeno molecolare. Un dimero della molecola di ossigeno (O2)2 si trova come componente minore nell'O2 liquido. === Preparazione in laboratorio === La preparazione dell'ossigeno biatomico O2 in laboratorio avviene attraverso reazioni endotermiche che coinvolgono composti ossigenati, ad esempio: :2KClO3 -> 2KCl + 3O2 questa reazione ha carattere esplosivo per cui viene condotta a bassa temperatura su catalizzatore a base di biossido di manganese (MnO2). Si ha inoltre produzione di ossigeno biatomico durante il processo di elettrolisi dell'acqua da cui si ottiene anche idrogeno biatomico gassoso H2. === Preparazione industriale === A livello industriale è possibile ottenere ossigeno biatomico attraverso: * separazione criogenica dell'aria; * separazione dell'aria per adsorbimento; * separazione dell'aria per filtrazione a membrana. Il processo di separazione criogenica dell'aria, messa a punto tra il 1901 e il 1910 dall'ingegnere tedesco Carl von Linde, prevede la distillazione frazionata dell'aria liquida che è costituita principalmente da azoto molecolare N2 e ossigeno molecolare O2. Questa operazione unitaria viene svolta intorno a , in quanto a questa temperatura l'ossigeno biatomico è liquido mentre l'azoto molecolare è gassoso per cui è possibile separarli. alt= A causa della sua elettronegatività l'ossigeno forma legami chimici con quasi tutti gli altri elementi e questa è l'origine della definizione di ''ossidazione''. Gli unici elementi che sfuggono l'ossidazione sono elio, neon e argon. I minerali sono sempre composti da silicio e ossigeno, eccetto alcuni minerali come la magnetite e la siderite Entra nella composizione di sostanze organiche e inorganiche. L'ossigeno può fare al massimo 2 legami covalenti. Gli ossidi, come la ruggine, si formano quando l'ossigeno reagisce con altri elementi. L'ossigeno si lega in modi diversi a seconda dell'elemento e delle condizioni: crea infatti ossidi, perossidi, superossidi o idrossidi. L'ossido più comune è il monossido di diidrogeno, l'acqua (H2O). Altri esempi includono i composti di carbonio e ossigeno quali: il biossido di carbonio (CO2), gli alcoli (R-OH), le aldeidi (R-CHO), e gli acidi carbossilici (R-COOH). Anioni ossigenati, quali i clorati (ClO), i perclorati (ClO), i cromati (CrO), i dicromati (Cr2O), i permanganati (MnO) e i nitrati (NO), sono forti agenti ossidanti. Molti metalli si legano ad atomi di ossigeno generando vari composti, per esempio il ferro dà luogo all'ossido di ferro(3+) (Fe2O3), comunemente chiamato ruggine. L'ossigeno trova un impiego considerevole come ossidante e comburente; solo il fluoro possiede un'elettronegatività superiore.L'ossigeno biatomico O2 è utilizzato in forma liquida come ossidante nella propulsione dei razzi; è essenziale per la respirazione e quindi viene utilizzato in medicina; viene utilizzato come riserva d'aria negli aeroplani o per le ascensioni alpinistiche ad alta quota; è usato nella saldatura e nella produzione di acciaio e metanolo. Per la sua proprietà di rimanere allo stato liquido se mantenuto a una pressione blanda (), può venire stoccato in grandi quantità in bombole opportunamente predisposte; attraverso un corpo vaporizzante (o riscaldatore), viene poi gassificato per essere immesso in linee di distribuzione in forma gassosa. Una delle applicazioni più importanti dell'O2 in ambito terapeutico, ospedaliero e subacqueo è l'ossigenoterapia e l'ossigenoterapia iperbarica, attraverso cui è possibile curare e/o accelerare i processi curativi di una lunga serie di patologie di vario genere oltre a quelle da decompressione tipiche dei palombari e dei sommozzatori. Per pazienti con difficoltà respiratorie si usano maschere speciali ad O2 che ne aumentano la concentrazione nell'aria inspirata. Alla base di queste applicazioni sta il principio secondo cui la trasportabilità dell'O2 nel sangue aumenta con la sua pressione parziale. Essendo un farmaco a tutti gli effetti (Dlgs 219/06), da maggio 2010 l'O2 utilizzato in ambito ospedaliero dopo essere stato prodotto per distillazione frazionata viene trattato ulteriormente ed analizzato. Una volta verificate le sue caratteristiche, che devono essere come quelle riportate nella Farmacopea Ufficiale, viene "etichettato" con un numero di lotto come avviene per i farmaci, viene indicata la data di scadenza (nel caso dell'O2 medicinale è 5 anni) e consegnato alle strutture sanitarie attraverso un'operazione di "rilascio del lotto" sotto la completa responsabilità del farmacista dell'azienda che l'ha prodotto. Come farmaco a tutti gli effetti quindi, oltre che a possedere un AIC (Autorizzazione Immissione in Commercio) legata al tipo di confezionamento (bombola, cisterna, ecc.), deve essere somministrato dietro ricetta medica che ne indichi le modalità di somministrazione, la posologia e la durata della terapia. Altri utilizzi dell'O2 sono in miscele chiamate "stimolanti respiratori"; queste miscele sono composte principalmente da O2 in fase gassosa (95%) e anidride carbonica (5%), e vengono utilizzate in ambito ospedaliero. Queste miscele hanno la peculiarità di permettere un'espulsione più rapida di molecole dannose dall'organismo, ad esempio nel caso di intossicazioni da monossido di carbonio (CO). File:US Navy 120209-N-RG587-230 Hull Maintenance Technician 2nd Class Tiffani Carlin uses an oxy-acetylene torch to separate a pipe from a fitting in th.jpg|Saldatura con fiamma ossiacetilenica. File:Monoplace chamber.JPG|Camere iperbariche per ossigenoterapia. File:Space Shuttle external tank assembly 08.jpg|Serbatoi esterni dello Space Shuttle contenenti H2 e O2, utilizzati per la propulsione del mezzo. File:Oxygen-Process Steel-Making Vessel.jpg|Un convertitore Bessemer; in esso il prodotto dell'altoforno viene fatto reagire con O2 per produrre acciaio. === Pericolo di esplosione o combustione === Una forte pressione parziale di O2 può provocare combustioni spontanee, può accelerare le combustioni già in atto e produrre esplosioni se sono presenti buoni combustibili. Questo è vero anche per composti molto ricchi di ossigeno come clorati, perclorati, dicromati, ecc. ==== Ossigenocompatibilità ==== Etichettatura su una bombola d'ossigeno. Quando si maneggia O2 puro compresso, per evitare il rischio di combustioni o esplosioni, è necessario utilizzare attrezzature cosiddette ''ossigeno compatibili'' o ''pulite per ossigeno'', cioè pulite accuratamente da ogni traccia di grassi e olii e in cui l'O2 compresso non entra mai in contatto con materiali combustibili, ad esempio guarnizioni o metalli non compatibili. === Tossicità === L'ossigeno è un elemento molto instabile e quindi reagisce anche violentemente con gli altri elementi per aumentare la sua stabilità. La compatibilità con la vita in sua presenza è legata alla possibilità di adoperarlo come prezioso e potente reagente (è letteralmente un ''pozzo di elettroni'') senza esserne danneggiati. I viventi aerobi hanno strutture metaboliche che ne neutralizzino gli effetti dannosi. Gli effetti dannosi sono chiaramente evidenti invece nei viventi anaerobi che non hanno strutture di protezione fisiologiche e che sono distrutti dall'O2 e che possono sopravvivere solo se dotati di barriere fisiche che ne impediscano il contatto. Un'esposizione prolungata all'O2 ad alte pressioni parziali è tossica, dato che supera i livelli di neutralizzazione, e può avere gravi conseguenze a livello polmonare e neurologico a seconda della pressione e del tempo di esposizione. Gli effetti polmonari includono perdita di capacità e danni ai tessuti. Gli effetti neurologici possono comprendere convulsioni, cecità e coma. ==== Tossicità dei composti ==== Composti dell'ossigeno come i perossidi, i superossidi e il suo allotropo ozono sono altamente reattivi e quindi letali per gli organismi.
Oro
L'''oro''' è l'elemento chimico di numero atomico 79 e il suo simbolo è '''Au''' . È un metallo di transizione tenero, pesante, duttile, malleabile di colore giallo, dovuto all'assorbimento delle lunghezze d'onda del blu dalla luce incidente. Inattaccabile dalla maggior parte dei composti chimici, reagisce in pratica solo con l'acqua regia e con lo ione cianuro. Con il mercurio forma un amalgama, ma non un composto chimico. Si trova allo stato nativo sotto forma di pepite, grani e pagliuzze nelle rocce e nei depositi alluvionali. È stato adoperato fin dall'antichità per coniare monete e, prima dell'avvento della moneta fiat è stato usato come controvalore per le emissioni valutarie degli Stati, come avveniva all'interno del cosiddetto ''gold standard''. Si usa inoltre in gioielleria, odontoiatria e nell'industria elettronica. Il suo codice ISO come valuta è '''XAU''' . L'oro è diventato nel tempo il simbolo di purezza, valore e lealtà.
La maschera di Agamennone d'oro, XVI secolo a.C. Moneta d'oro di Settimio Severo, 193 d.C. L'oro è noto e molto apprezzato dall'uomo fin dalla preistoria. Molto probabilmente è stato il primo metallo mai usato dalla specie umana (prima del rame) per la manifattura di ornamenti, gioielli e oggetti rituali. L'oro è citato nei testi egizi (geroglifico nwb/nbw) a partire dal faraone Den, I dinastia egizia, intorno al 3000 a.C. In epoca più tarda (XIV secolo a.C.) nel cuneiforme accadico tipico delle lettere di Tell el-Amarna, il re assiro Ashur-uballit I e il re Tushratta di Mitanni sostenevano che in Egitto l'oro fosse "comune come la polvere" (EA# 16 e EA# 19). L'Egitto e la Nubia avevano infatti risorse tali da collocarli tra i produttori d'oro più importanti delle civiltà della storia antica. L'oro, specialmente nel periodo di formazione dello stato egizio, ebbe sia un ruolo politico sia economico: fu uno degli elementi all'origine della divinizzazione del faraone e della nascita delle città. L'oro viene spesso citato nell'Antico Testamento. Nella Bibbia l'Eden è un giardino bagnato da un fiume che si divide in quattro rami: «Il primo… bagna il paese di Avila, dove c'è l'oro; l'oro di questo paese è puro». In Egitto Abramo è ricco d'oro: il suo servitore, incontrando Rebecca, le mette alle narici un anello d'oro, ai polsi dei braccialetti. A Mosè, che guida gli Ebrei fuori dall'Egitto, Yahweh dona un consiglio prezioso: Sulla montagna Yahweh non smette di donare all'oro un ruolo importante. Quando ordina a Mosè di costruire l'arca dell'Alleanza, gli dice: Yahwè chiede a Mosè di costruire un tavolo con modanature e anelli d'oro; i piatti, le coppe, gli acquamanili, le patene per le libagioni, i candelabri: «Li farai di oro puro» dice Yahwè. Anche per la costruzione del Tempio e per i paramenti dei sacerdoti sarà utilizzato l'oro. Yahwè suggerisce inoltre a Mosè dove gli Ebrei avrebbero potuto trovare tanto metallo: In seguito gli Ebrei adoreranno il vitello d'oro. Secondo il Libro dell'Esodo il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, chiede un dio ad Aronne. «Raccogliete gli anelli d'oro che pendono dalle orecchie delle vostre mogli, dei vostri figli e figlie e portateli a me» risponde Aronne. Poi “avendoli ricevuti dalle loro mani”, fa fondere il metallo e modella una statua di un vitello; il popolo acclama: “Ecco il tuo dio, Israele!”. Davide porta a Gerusalemme le rotelle d'oro che ha conquistato al re di Coba e consacra a Yahwè l'oro di tutte le nazioni che ha soggiogato. Salomone riveste d'oro fino l'interno e l'esterno del Tempio. Nel cantico dei cantici il nome del metallo diviene quasi un motivo musicale. Illustrazione di Walter Crane del mito di re Mida (1893) Secondo il Vangelo secondo Matteo, l'oro fu uno dei doni portati dai Magi a Gesù. Per i cristiani l'oro simboleggia la regalità di Gesù, mentre nel Buddhismo è uno dei sette tesori e viene equiparato alla fede o alla ''retta convinzione''. La sua preziosità era riconosciuta anche nell'antica Grecia: La parte sudorientale del Mar Nero è famosa per le miniere d'oro, sfruttate fin dai tempi di Mida: questo oro fu fondamentale per l'inizio di quella che fra il 643 a.C. e il 630 a.C. fu probabilmente la prima emissione di monete metalliche in Lidia. L'oro è stato a lungo considerato uno dei metalli più preziosi, e il suo valore è stato usato come base per le valute di molti stati (sistema noto come il Gold standard) in vari periodi storici. Le prime monete d'oro vennero coniate dal re Creso, sovrano della Lidia, nell'Asia Minore occidentale, dal 560 a.C. al 546 a.C.; in particolare l'oro della Lidia proveniva dalle miniere e dalla sabbia del fiume Pattolo (Pactolus). Da queste considerazioni è stato rilevato come le ragioni del valore dell'oro abbiano motivazioni prevalentemente religiose: Il simbolo alchemico per rappresentare l'oro. La vicinanza dei numeri atomici ha fatto pensare a scienziati del Novecento di ricavare oro bombardando mercurio (in provetta) con neutroni, per ottenere la trasmutazione degli elementi chimici. Lo scopo principale degli alchimisti era di produrre l'oro da altre sostanze, come il ferro o il piombo, per mezzo della pietra filosofale. Il simbolo alchemico dell'oro era un cerchio con un punto nel centro, che è anche il simbolo astrologico occidentale, oltre che il simbolo geroglifico egizio e il pittogramma cinese, del Sole (日). In particolare con il termine '''sole obrizzo''' gli alchemici indicavano l'oro puro ridotto in polvere. In epoca più recente si hanno diversi tentativi di trasmutazione, tra i quali l''argentaurum'' di Stephan H. Emmens nel 1897. L'affinità tra l'oro e il Sole fu sottolineata da Tommaso d'Aquino, il quale sosteneva in proposito che il simile può nascere solo dal simile: L'esplorazione europea delle Americhe (a partire dal 1492) fu incentivata dai resoconti dei primi esploratori, che narravano della gran quantità di monili d'oro indossati dalle popolazioni native, soprattutto in America Centrale, Perù e Colombia. Nel XIX secolo esplosero tante corse all'oro quanti furono i bacini auriferi scoperti, in particolare: California, Colorado, Otago centrale, Australia, Witwatersrand, Black Hills e Klondike. Anche se dal punto di vista geologico l'oro nell'antichità era relativamente facile da ottenere, il 75% dell'oro prodotto è stato estratto dopo il 1910. Si stima che se tutto l'oro raffinato del mondo venisse fuso in un cubo, il cubo avrebbe uno spigolo di 20 metri. Grazie al suo valore e alla sua resistenza alla corrosione, gran parte dell'oro estratto nel corso della storia è tuttora in circolazione, in qualche forma. Un minerale d'oro L'oro è un metallo di colore giallo. Può assumere una colorazione diversa a seconda delle sue leghe: rossa, violetta e nera quando è finemente suddiviso o in soluzione colloidale, mentre appare verde se ridotto a una lamina finissima. È il metallo noto più duttile e malleabile; un grammo d'oro può essere battuto in una lamina la cui area è un metro quadrato. È un metallo tenero e per conferirgli una maggiore resistenza meccanica viene lavorato in lega con altri metalli. L'oro non viene intaccato né dall'aria né dalla maggior parte dei reagenti chimici. Da sempre la sua elevata inerzia chimica ne ha fatto un materiale ideale per il conio di monete e per la produzione di ornamenti e gioielli. Non si altera con l'ossigeno, l'umidità, il calore, gli acidi e gli alcali caustici, invece può essere ossidato con acqua regia o con soluzioni acquose contenenti lo ione cianuro in presenza di ossigeno o perossido di idrogeno. A contatto con il mercurio si scioglie e forma amalgami. Si trova allo stato nativo, spesso accompagnato da una frazione di argento (compresa tra l'8% e il 10%), sotto forma di electron (oro e argento naturale). Al crescere del tenore di argento, il colore del metallo diviene più bianco e la sua densità diminuisce. L'oro si lega con molti altri metalli: le leghe con il rame sono rossastre, con il ferro verdi, con l'alluminio violacee, con il platino bianche, con il bismuto e l'argento nerastre. Gli stati di ossidazione più frequenti che l'oro assume nei suoi composti sono +1 (sali ''aurosi'') e +3 (sali ''aurici''). Gli ioni dell'oro vengono facilmente ridotti e precipitati come oro metallico per addizione di praticamente qualsiasi altro metallo. Il metallo aggiunto si ossida e si scioglie facendo precipitare l'oro metallico. È un eccellente conduttore di elettricità, il migliore tra i metalli dopo l'argento e il rame ma, a differenza di questi ultimi, è poco suscettibile ai fenomeni di ossidazione, perciò viene utilizzato per contatti o conduttori di dimensioni microscopiche (in ragione della sua malleabilità). Pepita d'oro nativo. Per via della sua elevata inerzia chimica, l'oro si trova principalmente allo stato nativo o legato ad altri metalli. Spesso si presenta in forma di granelli e pagliuzze, tuttavia a volte si trovano anche agglomerati piuttosto grossi, detti pepite. I granelli appaiono inclusi in minerali o sulle superfici di separazione tra cristalli di minerali. L'oro si trova associato al quarzo, spesso in filoni, e ai solfuri minerali. I solfuri cui si associa più spesso sono la pirite, la calcopirite, la galena, la sfalerite, l'arsenopirite, la stibnite e la pirrotite. Meno frequentemente è associato a petzite, calaverite, silvanite, muthmannite, nagyágite e krennerite. L'oro è distribuito ampiamente in tutta la crosta terrestre, con una concentrazione media di 0,03 ppm (0,03 grammi per tonnellata). Giacimenti di minerali d'oro si trovano nelle rocce metamorfiche e nelle rocce ignee, da cui si formano per dilavamento i giacimenti di oro alluvionale. In quest'ultimo caso è possibile l'estrazione con procedimenti che non impiegano agenti chimici, come il cianuro o il mercurio, e che consentono l'uso della definizione di oro etico. Le principali fonti dell'oro sono le rocce ignee e i depositi alluvionali. Un giacimento generalmente necessita di qualche processo di arricchimento per poter diventare sfruttabile: un processo chimico o fisico (come l'erosione o lo scioglimento) o un più generale metamorfismo, con cui si concentra l'oro disperso nei solfuri o nel quarzo. I più comuni giacimenti primari sono detti "filoni" o "vene". I giacimenti primari vengono erosi e dilavati dalle intemperie; l'oro viene trascinato a valle formando depositi alluvionali. Un altro tipo di giacimento è associato a scisti e rocce calcaree sedimentarie, che contengono tracce d'oro e di altri metalli del gruppo del platino, finemente disperse. In acqua marina l'oro è presente in concentrazione prossima a per tonnellata. La quantità totale d'oro presente negli oceani è dunque di circa 20 milioni di tonnellate, ma la bassissima concentrazione ne rende al momento antieconomica l'estrazione. Si calcola che nel 2001 ci fosse in circolazione una quantità totale di oro pari a , rappresentabile come un cubo di circa di lato. Estrazione mondiale di oro, dal 1900. L'estrazione dell'oro dai suoi minerali diventa economicamente conveniente quando la concentrazione del metallo è superiore a 0,5 ppm (0,5 grammi per tonnellata); nelle grandi miniere a cielo aperto la concentrazione tipica è compresa tra 1 e 5 ppm; per i minerali scavati in miniere sotterranee, la concentrazione media è circa 3 ppm. Per essere visibile a occhio nudo in un suo minerale l'oro deve avere una concentrazione di circa 30 ppm; questo spiega perché perfino nelle miniere d'oro è poco frequente vederlo. L'oro è estratto dai depositi alluvionali per dilavamento e dai minerali rocciosi per metallurgia estrattiva. Spesso la raffinazione del metallo si accompagna alla clorurazione o all'elettrolisi. Sin dal 1880 il Sudafrica è stato la fonte di circa due terzi dell'oro estratto nel mondo. La città di Johannesburg è stata costruita alla sommità di uno dei più grandi giacimenti del mondo. I giacimenti negli stati sudafricani dell'Orange e del Transvaal sono invece tra le miniere più profonde del mondo. La guerra Boera del 1899-1901 tra i boeri e i britannici fu in parte dovuta ai diritti di sfruttamento e ai contenziosi aperti sulle proprietà delle miniere sudafricane. Tuttavia, a partire dal 2007, la posizione di predominio del Sudafrica è stata superata dalla Cina, la cui produzione nel 2008 è giunta fino a 260 tonnellate di oro, con un incremento del 59% a partire dal 2001. Tra gli altri maggiori produttori figurano gli Stati Uniti (principalmente in Alaska, nel Dakota del Sud e in Nevada), l'Australia (principalmente nello stato dell'Australia Occidentale), il Perù e la Russia. Il versante settentrionale (svizzero) del passo dello Spluga L'oro in Italia si trova in quantità ponderabili in alcuni fiumi, come il Po e il Ticino. Nelle viscere del Monte Rosa si trova un giacimento superiore a quelli attualmente più produttivi presenti in Sudafrica. Tuttavia, a causa di problemi ambientali, di sicurezza e di costi, tale oro non è attualmente sfruttato. Tale giacimento fu invece attivamente coltivato fin da epoche antiche (con estrazione di oro da pirite e arsenopirite aurifera) scavando progressivamente oltre 60 km di miniere in galleria (secondo alcune fonti circa 100 km) in Piemonte a Macugnaga, in Valle Anzasca. Tra queste la miniera d'oro della Guia nella frazione Borca, oggi accessibile a visite guidate. L'ultima miniera attiva di Macugnaga, nella frazione Pestarena (in attività probabilmente dall'epoca romana), fu chiusa nel 1961 anche a seguito di un incidente in cui persero la vita 4 lavoratori. Anche in Valsesia fu estratto l'oro del Monte Rosa. Altri piccoli giacimenti sono stati quelli in Valle d'Aosta (Arbaz, Challand-Saint-Anselme, Chamousira, Brusson, con oro nativo o associato con solfuri - pirite e galena) e l'ultimo giacimento di oro oggetto di coltivazione in Italia fu quello di Furtei nella provincia del Sud Sardegna, chiuso nel 2008. Prospezioni di tipo geofisico hanno dimostrato che l'oro è abbastanza frequente, in bassissime concentrazioni, in varie zone della Toscana, della Sardegna e di altre regioni. L'imponente parete est del Monte Rosa dal Passo del Monte Moro Durante l'epoca romana, lungo l'arco alpino compreso tra il versante ligure e il fiume Ticino, si estraeva l'oro in miniere ricavate nei massicci montuosi, che erano spesso costituite da grotte e caverne naturali. Il fiume Ticino, che si trova poco più a ovest del passo dello Spluga, rappresenta lo "spartiacque" tra le Alpi occidentali e quelle centrali, con le prime che sono molto più ricche di giacimento d'oro: nelle Alpi occidentali era infatti conveniente estrarre questo metallo, mentre nel resto della catena alpina, vista la minore quantità presente di tale minerale, non era economicamente conveniente impiantare miniere. Il passo dello Spluga, in epoca romana, era conosciuto, per tale motivo, con il nome di ''Cunus Aureus'' ("punto d'oro"): trovandosi in Valchiavenna, che è la valle più occidentale della Valtellina, rappresentava quindi il "confine" settentrionale dei giacimenti auriferi, visto che l'ultima valle, procedendo verso est, dove è presente ancora una tale quantità d'oro da giustificare l'impianto di miniere, come già accennato, è la valle fluviale scavata dal Ticino In particolare la zona più ricca di questo metallo lungo l'arco alpino, è, come già accennato, il Monte Rosa, che si trova al confine tra Valle d'Aosta e Piemonte, quindi nella parte più occidentale delle Alpi, mentre, procedendo verso oriente, la prima zona che si incontra dove la quantità di oro presente nei massicci montuosi inizia a essere sensibilmente minore, è la Valtellina. L'Italia è dal 1998 il maggiore trasformatore di oro al mondo, con una media di 450-500 tonnellate lavorate ogni anno. I maggiori produttori di oro nel 2019 Posizione Paese Produzione (tonnellate) 1 380 2 325 3 305 4 200 5 175 6 142 7 139 8 128 9 111 10 107 11 105 12 90 Diagramma di fase ternario rappresentativo delle colorazioni assunte dalle leghe Ag-Au-Cu. Le scale numeriche scritte ai lati del triangolo si riferiscono alla frazione massica di oro, argento e rame. L'oro da gioielleria (qualora il titolo sia di 750 millesimi, ovvero di 18 carati), cioè quello legato a uno o più metalli per aumentarne la rigidità, ha colorazione bianca o rossa, a seconda del tipo di lega (con argento o rame). * L'''oro verde''' è composto al 75% d'oro, al 12,5% d'argento e al 12,5% di rame. * L'''oro giallo''' è composto al 75% d'oro, al 12-7% d'argento e al 13-18% da rame. * L'''oro rosa''' è normalmente composto dal 75% d'oro, al 6,5-5% d'argento e al 18,5-20% da rame. * L'''oro rosso''' è composto al 75% d'oro, al 4,5% d'argento e al 20,5% di rame. * L'''oro blu''' è una lega di oro e di ferro. Un trattamento termico ossida gli atomi di ferro sulla superficie dell'oro e gli dona la colorazione azzurra. * L'''oro bianco''' da gioielleria è composto al 75% da oro, e al 25% da nichel, argento o palladio.Bisogna notare che il termine "oro bianco" è spesso utilizzato per designare l'oro grigio in bigiotteria. Con la rodiatura, l'oro bianco è ricoperto da un fine strato di rodio, che sparisce per usura, con il tempo, ridando un colore giallo all'oro. È una lega inventata dopo la prima guerra mondiale. Per la doratura tramite fogli sottili di oro, la lega deve essere il più possibile duttile e malleabile. * L'''oro giallo da doratura''' è composto dal 98,0% d'oro, dall'1,0% d'argento e dall'1,0% da rame. Può anche essere puro. * L'''oro rosso da doratura''' è composto dal 94,5% d'oro e dal 5,5% di rame. * L'''oro ½ giallo da doratura''' è composto dal 91,5% d'oro, dal 6,0% d'argento e dal 2,5% di rame. * L'''oro limone da doratura''' è composto dal 94,5% d'oro e dal 5,5% d'argento. * L'''oro grigio da doratura''' è composto dal 75,5% d'oro, 14,5% di palladio e dal 10,0% d'argento * L'''oro bianco francese da doratura''' ha composizione 20,0% oro e 80,0% argento, altrove in Europa 50,0% oro e 50,0% argento. Tuttavia ogni gioielliere e battitore d'oro ha le sue leghe, che si scostano leggermente dai valori standard. La tabella seguente presenta dei valori tipici di concentrazione in peso: Lega Au Ag Cu Al Fe In Co Ni Zn Pd 1N-14 (14K) 58,5 26,5 15,0 0 0 0 0 0 0 0 2N-18 (18K) 75,0 16,0 9,0 0 0 0 0 0 0 0 3N (18K) 75,0 12,5 12,5 0 0 0 0 0 0 0 4N (18K) 75,0 9,0 16,0 0 0 0 0 0 0 0 0N (14K) 58,5 34,0 7,5 0 0 0 0 0 0 0 Oro rosso 50,0 0 50,0 0 0 0 0 0 0 0 Oro blu 75,0 0 0 0 25,0 0 0 0 0 0 Oro blu 46,0 0 0 0 0 54,0 0 0 0 0 Oro porpora 80,0 0 0 20,0 0 0 0 0 0 0 Oro nero 75,0 0 0 0 0 0 25,0 0 0 0 Oro bianco al nichel 18K 75,0 0 2,2 0 0 0 0 17,3 5,5 0 Oro bianco al nichel 18K 75,0 0 8,5 0 0 0 0 13,5 3,0 0 Oro bianco al nichel 18K 75,0 0 13,0 0 0 0 0 8,5 3,5 0 Oro bianco al nichel 14K 58,5 0 22,0 0 0 0 0 12,0 7,4 0 Oro bianco al nichel 10K 41,7 0 32,8 0 0 0 0 17,1 8,4 0 Oro bianco al nichel 9K 37,5 0 40,0 0 0 0 0 10,5 12,0 0 Oro bianco al palladio 18K 75 5 0 0 0 0 0 0 0 20 Oro bianco al palladio 18K 75 10 0 0 0 0 0 0 0 15 Oro bianco al palladio 18K 75 15 0 0 0 0 0 0 0 10 Oro bianco al palladio 18K 75 10,5 3,5 0 0 0 0 0,9 0,1 10 Oro bianco al palladio 18K 75 9,9 5,1 0 0 0 0 1,1 3,5 6,4 Oro bianco al palladio 18K 75 6 3,0 0 0 0 0 7,0 0 15 Oro bianco al palladio 14K 58,3 32,5 14,5 0 0 0 0 0 1 20 Oro bianco al palladio 14K 58,5 8,4 3 0 0 0 0 0 1 5 Oro bianco al palladio 10K 41,7 52 20,5 0 0 0 0 0 1,4 28 Oro bianco 9K 37,5 0 4,9 0 0 0 0 1,4 4,2 0 I lingotti d'oro talvolta sono oggetto di falsificazione aggiungendo rame alla lega e quindi abbassandone il titolo oppure producendo lingotti totalmente falsi composti da tungsteno ricoperto di un sottile strato d'oro. Il tungsteno è un materiale con rapporto peso/volume simile e non distinguibile dall'oro e dal costo nettamente inferiore (circa ). Soluzione acquosa concentrata di cloruro aurico. Benché sia considerato un ''metallo nobile'', perché resistente a molti agenti corrosivi e relativamente inerte dal punto di vista chimico, l'oro può formare diversi composti. Il cloruro aurico (AuCl3) e l'acido cloroaurico (HAuCl4) sono i più comuni tra essi. Il numero di ossidazione dell'oro nei suoi composti può essere +1 (composti di ''oro (I)'') o +3 (composti di ''oro (III)''). In condizioni drastiche e con reattivi energici, l'oro può anche assumere numero di ossidazione +5 (il pentafluoruro di oro (V) Au2F10) e l'insolito (per un metallo) −1. Questi ultimi composti, che contengono l'anione Au− sono detti ''aururi''; sono noti l'aururo di cesio (CsAu), di rubidio (RbAu) e di tetrametilammonio (CH3)4N+Au−. Altri composti dell'oro noti sono: * gli alogenuri d'oro (fluoruri, cloruri, bromuri e ioduri) * i calcogenuri d'oro (ossidi, solfuri, selenuri, tellururi) * Sono conosciuti trenta isotopi dell'oro (da 175Au a 204Au), dei quali solo 197Au è stabile. Gli altri sono tutti radioattivi e il più stabile di essi è 195Au, la cui emivita è di 186 giorni. Circuito stampato con contatti in oro Connettori elettrici placcati in oro Visore di un elmetto spaziale ricoperto in oro, per proteggere dalle radiazioni solari L'oro puro è troppo tenero, quindi non può essere lavorato normalmente: viene quindi indurito legandolo ad altri metalli, in genere rame e argento. L'oro e le sue leghe sono usati in gioielleria, nel coniare monete e sono uno standard di cambio valutario per molte nazioni. Grazie alla sua resistenza alla corrosione e alle sue notevoli proprietà elettriche, ha trovato sempre più spazio in applicazioni industriali. Sono in corso studi sull'utilizzo dell'oro come catalizzatore, infatti, l'oro in forma di nano-particelle disperse su adeguati supporti mostra grande attività catalitica. I catalizzatori supportati a base di oro ricoprono un ruolo fondamentale in diverse reazioni, tra cui: * ossidazione di monossido di carbonio (CO); * ossidazione completa di idrocarburi; * ossidazioni selettive; * reazioni di ''water-gas shift''. L'attività di questi catalizzatori dipende notevolmente dal metodo di preparazione e dal tipo di supporto utilizzato. Tra gli altri usi: * '''nella componentistica elettronica:''' ** svolge funzioni critiche in molti computer, apparecchi per telecomunicazioni, motori ''jet'' e numerose applicazioni industriali; ** trova ampio uso come materiale di rivestimento delle superfici di contatti elettrici, per garantirne la resistenza alla corrosione nel tempo; * '''in ambito astronautico:''' ** una lamina d'oro è contenuta nei visori delle tute spaziali per la protezione dalla luce solare assicurando la schermatura necessaria non solo alla luce visibile e ultravioletta ma anche all'infrarosso. ** Il rivestimento protettivo di molti satelliti artificiali è invece erroneamente ritenuto essere una lamina d'oro. Tale colore è dovuto in realtà al Kapton che costituisce lo strato superiore delle coperte termiche multi-strato; * '''a scopo medico e diagnostico:''' ** l'oro colloidale viene utilizzato in un particolare tipo di elettroforesi, una metodica di diagnostica medica. ** realizzazione di otturazioni e ponti in odontoiatria; ** in sospensione colloidale, trova impiego nella pittura delle ceramiche ed è oggetto di studio per applicazioni biologiche e mediche; ** l'aurotiomaleato di disodio è un farmaco per la cura dell'artrite reumatoide; ** l'isotopo radioattivo 198Au (emivita di 2,7 giorni) è usato in alcune terapie anti-tumorali; * '''nelle indagini a microscopio:''' ** l'oro è usato per rivestire campioni biologici da osservare sotto un microscopio elettronico a scansione; * '''in ambito fotografico:''' ** l'acido cloroaurico trova uso in fotografia per fare virare l'immagine prodotta dai sali d'argento; * '''a scopo ornamentale:''' ** l'oro può essere tirato in fili e inserito in tessuti e ornamenti; ** l'oro bianco – una lega con platino, palladio, nichel o zinco – funge da sostituivo del platino in alcune applicazioni e in gioielleria, inoltre tale lega ha un basso coefficiente di dilatazione termica; ** l'oro verde (in lega con l'argento) e l'oro rosso (in lega con il rame) sono usati in gioielleria; * '''nelle premiazioni:''' ** una medaglia d'oro è assegnata al vincitore di moltissime competizioni, tra cui le Olimpiadi e il Premio Nobel; * '''nella cucina:''' ** l'oro metallico può essere usato anche a scopo decorativo (solitamente in sottilissime lamine) in alcune ricette d'alta cucina, perché, non avendo praticamente alcuna reattività, lascia inalterate le proprietà organolettiche dei cibi e delle bevande che lo contengono. Protesi dentarie in oro Anelli in oro e diamanti Vino frizzante contenente foglie d'oro L'oro è ampiamente usato in odontoiatria e in odontotecnica per la realizzazione di: ponti, corone, cappe radicolari, scheletrati per protesi amovo-rimovibili, per ricostruzioni parziali della parte occlusale del dente (''intarsi OMD''; ''Inlay'' e ''Onlay''). Era considerato uno dei materiali per otturazione più sicuri. L'intarsio in oro veniva confezionato in laboratorio e successivamente posizionato, dall'odontoiatra, nella cavità del dente, specificatamente, per otturazioni molto estese grazie alla sua malleabilità, duttilità ed elasticità; garantiva una lunga durata rispetto all'amalgama, utilizzata solo per otturazioni poco estese. Negli ultimi decenni l'oro e l'amalgama sono stati sostituiti da compositi fotopolimerizzanti sia per un fattore estetico, sia per resistenza all'abrasione (paragonabile a quella del dente naturale). L'oro nel cavo orale può assumere delle colorazioni grigio-scuro per la presenza di altre leghe metalliche, stellite, leghe nichel-cromo, leghe al palladio, amalgama. Tale fenomeno viene definito "bimetallismo"; generato per elettrolisi. Nel merito non si riscontrano intollerabilità, riconducibile all'oro, da parte del paziente: è la combinazione di più leghe a determinare quanto detto. L'utilizzo di oro come agente terapeutico ("crisoterapia") per la cura dell'artrite reumatoide può causare dei segni e sintomi specifici, chiamati crisiasi. Tra gli effetti di rilievo derivati dall'assunzione di composti farmaceutici a base d'oro sono da annoverare i segni dermatologici, in particolare un colorito grigio-bluastro della cute, più accentuato nelle zone esposte al sole e nell'area periorbitaria; a volte l'oro può accumularsi selettivamente nelle unghie, dando un colore giallo alle stesse. Le aree cutanee delle persone che hanno assunto oro, esposte a Q-switched laser manifestano un colorito grigio-bluastro. L'oro, come altri metalli (es. rame nella Malattia di Wilson), può andare in accumulo in strutture oculari, visibile con una lampada a fessura. Interessante notare che, dopo somministrazione per via iniettiva di oro radioattivo, questo tende ad accumularsi nella zona pettorale. Come gli altri metalli preziosi l'oro viene quotato al grammo o all'oncia troy. Quando è in lega con altri metalli, si misura la sua purezza. L'unità è chiamata ''carato'' (K): 24 carati è l'oro puro. Un altro modo di indicarne la purezza è una grandezza di valore compreso tra zero e uno, con tre cifre decimali, o una frazione in millesimi L'oro utilizzato in gioielleria ha una purezza non superiore a 18K, in quanto una proporzione maggiore ne renderebbe impossibile la lavorazione. Per questo motivo il valore dell'oggetto deve essere stimato tenendo conto del metallo con cui l'oro è legato. Un gioiello con 14K d'oro e 6K di platino è più prezioso di uno a 18K d'oro e 6K di rame. Lingotti d'oro in una banca svizzera Il prezzo dell'oro è fissato dai mercati; tuttavia, dal 1919, la Borsa di Londra stabilisce due volte al giorno un prezzo di riferimento (il cosiddetto ''fixing'' dell'oro) alle 10:30 e alle 15:00 (ora di Londra). Fino a ottobre 2014 il prezzo veniva fissato dai cinque mercanti più rilevanti del mondo per lo scambio di oro fisico (in inglese "the Club of Five"): Bank of Nova Scotia Mocatta, Barclays Bank., Deutsche Bank, HSBC Bank USA e Société générale. Da novembre 2014, il processo di fissazione del prezzo (fixing) è stato affidato a Ice Benchmark Administration (Iba) che ha superato la concorrenza del London Metal Exchange e del duo Cme Group-Thomson Reuters (che invece gestirà il nuovo fixing dell'argento). Storicamente l'oro è stato impiegato per supportare le valute in un sistema economico basato sul ''gold standard'', in cui il valore di ogni valuta è stabilito equivalente a una certa quantità di oro. Come parte di questo sistema i governi e le banche centrali tentarono di controllare il prezzo dell'oro, fissandone le parità con le valute. Per un lungo periodo (dal 1789 al 1933) gli Stati Uniti fissarono il prezzo dell'oro a /ozt (pari a 0,66456 $/g) – salvo lievi oscillazioni in tempo di guerra – che poi elevarono a 35 dollari/oncia (pari a 1,12527 $/g) nel 1934. Andamento del prezzo dell'oro tra il 1968 e il 2008 L'inflazione tra le due guerre mondiali e le spese militari portarono alla fine del ''gold standard'', sostituito con il cosiddetto ''gold exchange standard'' dagli accordi di Bretton Woods del 1944, in forza dei quali era convertibile in oro solo il dollaro americano, con cui le altre valute mantenevano un cambio fisso. Nel 1961 mantenere questo prezzo era diventato arduo; le banche centrali degli Stati Uniti d'America e dell'Europa cominciarono a coordinare le loro azioni per mantenere il prezzo stabile contro le forze di mercato. Il 17 marzo 1968 le circostanze economiche causarono il fallimento di questi sforzi congiunti; venne introdotto un doppio regime, che fissava il prezzo dell'oro a 35 dollari/oncia per le transazioni valutarie internazionali, lasciandolo però libero di fluttuare per quanto concerneva gli scambi tra privati. Questo doppio regime fu abbandonato il 15 agosto 1971, quando gli USA abolirono la convertibilità del dollaro in oro e il suo prezzo fu lasciato libero di variare in accordo alle leggi di mercato. Le banche centrali possiedono ancora oggi riserve auree a garanzia del valore delle proprie valute, anche se il volume globale di queste riserve è andato via via calando (causa la progressiva coniazione di moneta in assenza di controvalore aureo o di qualunque altro metallo). Dal 1968 il prezzo dell'oro sui mercati ha subito ampie oscillazioni, con un record di oltre 1 900 $/ozt (oltre 60 $/g) nell'agosto 2011 e un minimo di 252,90 $/ozt (8,131 $/g) il 21 giugno 1999 (''fixing'' di Londra). Il prezzo è salito a 420 $/ozt (13,503 $/g) nel 2004 a causa della svalutazione del dollaro statunitense; il prezzo dell'oro in altre valute (per esempio l'euro) ha subìto nello stesso periodo un aumento inferiore, comunque consistente, al 10% dalla quota di 330 euro/oncia (10,6 €/g). L'oro costituisce a volte parte di un investimento finanziario difensivo (''bene rifugio'' per la tutela del capitale), data la stabilità a lungo termine del suo valore commerciale e la sua sostanziale scorrelazione rispetto all'andamento del mercato azionario e obbligazionario; per questa sua stabilità, la speculazione sull'oro diventa particolarmente appetibile quando viene meno la fiducia in una valuta e quando il valore di una valuta è soggetto a iperinflazione. Il prezzo dell'oro è anche alla base di ''futures'' con cui si specula sul suo ipotizzato valore futuro. Dall'elezione di Bush a presidente degli Stati Uniti d'America il prezzo di un'oncia è salito da 200 dollari a 540 dollari. Fattori che incidono sul prezzo dell'oro: * '''Politiche monetarie delle banche centrali'''. Sin dalla crisi finanziaria del 2009 c’è stato nel mondo una enorme incremento del denaro stampato dalle banche centrali. Questo ha portato Il valore reale del denaro a diminuire a causa di fenomeni di inflazione. Per porre rimedio alle politiche inflazionistiche da esse stesse create le banche centrali hanno iniziato intensive politiche di accumulazione di oro che, al contrario della moneta, non si svaluta e mantiene nel tempo il suo valore. Questo ha portato un forte incremento del prezzo dell'oro. * '''Tassi di interesse'''. I bassi tassi di interesse sono forse il fattore più importante che condiziona il prezzo dell’oro. La riduzione dei tassi di interesse porta ad un aumento del prezzo dell’oro in quanto gli investitori in fasi di tassi di interesse bassi tendono a spostare i propri capitali su assett con tassi di rivalutazione più alti. Un assett come l’oro, che pur non offrendo rendimenti si rivaluta in modo costante nel tempo e ha minori oscillazioni del mercato azionario, rappresenta uno dei principali impieghi in periodi di scarsi tassi di interesse. * '''Carenza'''. Dal 2013 non vengono scoperte grandi miniere d’oro. Fino al 2013 la produzione globale di oro è stata costante, ma la mancanza di nuove scoperte ha portato i produttori d’oro a tagliare la spesa per l’esplorazione. I grandi depositi scoperti sono stati esigui anche a causa dei progetti d’estrazione avviati successivamente al 2013 che sono stati di livello modesto rispetto ai precedenti. Questo significa che probabilmente anche in futuro non ci saranno grandi scoperte di miniere d’oro e quello che c’è adesso tenderà a rivalutarsi sempre di più nel tempo. * '''Sviluppo delle economie cinesi ed indiane.''' Lo sviluppo di questi paesi è importante per due fattori. Il primo è industriale: l’oro è comunemente usato in vari tipi di industria, da quella chimica a quella elettronica. Queste due economie sono molto sviluppate nei settori in cui è impiegato l’oro e ne necessitano sempre di più, il che ne condiziona positivamente il prezzo. Secondo fattore è di tipo sociologico in quanto sia la società cinese che quella indiana danno molta importanza all’oro. In questi paesi, molto più che in Europa e negli USA, l’oro è considerato simbolo di potere e ricchezza e le famiglie tendono ad accumularne in quantità sempre maggiore. Il prezzo massimo raggiunto dall'oro è di 2069,58 dollari l'oncia, stabilito il 7 agosto 2020, superando per la prima volta nella storia la barriera dei 2000 $ l'oncia (al cambio di quel giorno, circa 56€/grammo). 20 lire d'oro coniato nel 1882 durante il regno di Umberto I di Savoia Per via del suo uso come riserva valutaria, nella storia a volte il possesso privato dell'oro è stato regolamentato o bandito. Per esempio: * Negli Stati Uniti il possesso privato di oro, fatta eccezione per la gioielleria e il collezionismo numismatico, fu illegale dal 1933 al 1975. * In Italia, Grecia e Spagna, unici tra i Paesi Europei, il possesso di oro era consentito solo agli istituti bancari. * In Italia poteva essere detenuto solo oro lavorato, monete auree o lingottini semilavorati con peso massimo di 100 grammi. Con il ''Decreto nº 7 del 2000'', in recepimento della ''Direttiva 98/80/CE'', è stato aperto in tutta Europa (anche ai privati) il possesso di ''oro fino''. Dal 6 settembre 2012 lo Stato australiano del Victoria ha proclamato l'oro proprio emblema minerario, in considerazione dell'importanza di tale metallo nella storia e per lo sviluppo dello Stato. * All'oro è dedicato uno dei racconti de ''"Il sistema periodico"'' di Primo Levi. * In Romeo e Giulietta (atto quinto, scena prima, Romeo dallo speziale) e nell'Enrico IV, parte II (atto quarto, scena quinta, Principe Enrico al capezzale di Enrico IV) di William Shakespeare viene citato l'oro rispettivamente come veleno e come medicina.
Osmio
L''''osmio''' è l'elemento chimico di numero atomico 76 e il suo simbolo è '''Os'''. È un metallo di transizione del gruppo del platino: è un metallo duro, di color blu-grigio o blu nerastro e si usa in alcune leghe con il platino e l'iridio. Si trova in natura in lega con il platino, nei minerali di quest'ultimo. Il suo tetrossido si usa nel rilevamento delle impronte digitali, il metallo puro o legato nei contatti elettrici, nei pennini delle penne stilografiche e in altre applicazioni dove è necessaria una estrema durezza e resistenza all'usura. Per questo viene utilizzato dai vetrai per asportare graffi e abrasioni da vetri e specchi.
Cristalli di osmio ad elevata purezza L'osmio metallico è estremamente denso, di color bianco-blu, fragile e lucido anche ad alte temperature, ma è estremamente difficile da ottenere. La polvere di osmio è ottenibile più facilmente, ma in queste condizioni l'osmio reagisce con l'ossigeno dell'aria ossidandosi in tetrossido di osmio (OsO4), che è velenoso. Quest'ossido è anche un potente agente ossidante, ha un forte odore caratteristico e bolle a . Per la sua grande densità l'osmio è in genere considerato l'elemento più pesante di tutti, superando di poco l'iridio; con il calcolo della densità a partire dalla matrice cristallina si ottengono risultati più affidabili delle misure dirette, ottenendo per l'iridio un risultato di contro per l'osmio. Volendo distinguere i vari isotopi, il più pesante risulta l'osmio-192. Questo metallo ha anche il più alto punto di fusione e la più bassa tensione di vapore del gruppo del platino. Gli stati di ossidazione più comuni dell'osmio sono +4 e +3, ma può assumere tutti gli stati da +1 a +8. A causa dell'estrema tossicità del suo ossido, l'osmio è raramente usato puro; viene invece spesso legato ad altri metalli in applicazioni che richiedono un'elevata resistenza all'usura. Le leghe di osmio sono molto dure e, eventualmente addizionate di altri metalli del gruppo del platino, trovano impiego nella produzione di pennini per penne stilografiche, puntine di giradischi, perni e contatti elettrici. Il tetrossido di osmio ha trovato impiego nel rilevamento delle impronte digitali e nella colorazione dei tessuti grassi per la preparazione di vetrini per microscopia. Una lega 90:10 platino:osmio è usata per produrre impianti chirurgici quali stimolatori cardiaci e valvole polmonari. Il tetrossido di osmio e l'osmiato di potassio trovano uso come agenti ossidanti nella sintesi chimica. L'osmio (dal greco ὀσμή (''osmè'') = odore) fu scoperto nel 1803 da Smithson Tennant, a Londra. Lo isolò insieme con l'iridio dal residuo ottenuto dallo scioglimento del platino nell'acqua regia. Insieme due chimici francesi Antoine-François de Fourcroy e Louis Nicolas Vauquelin identificarono un metallo in un residuo di platino che chiamavano "ptène" L'osmio si trova nell'osmio nativo (o osmiridio), una lega naturale di osmio e iridio, e nelle sabbie fluviali ricche di platino degli Urali e delle Americhe. Si trova inoltre nei minerali di nichel della regione di Sudbury, nell'Ontario, accompagnato ad altri metalli del gruppo del platino. Benché la concentrazione di questi metalli sia esigua, il grande volume di minerale trattato rende la produzione di questi metalli rari economicamente possibile. Il più comune è il tetrossido di osmio OsO4. L'osmio in natura si presenta come una miscela di sette isotopi, di cui cinque sono stabili; 187Os, 188Os, 189Os, 190Os ed il più abbondante 192Os. 184Os e 186Os sono instabili, ma la loro emivita è talmente lunga da poter essere considerati stabili per qualsiasi applicazione pratica. 187Os è il prodotto del decadimento di 187Re, la cui emivita è anni. Il rapporto 187Os/188Os insieme al rapporto 187Re/187Os viene usato per la datazione di rocce di origine terrestre e meteorica. La più notevole datazione basata sull'osmio è quella che, insieme con la misura del tenore di iridio, è stata condotta sullo strato di quarzo lungo la giunzione K-T risalente a circa 65 milioni di anni fa che segna il periodo di estinzione dei dinosauri. Il tetrossido di osmio è altamente tossico. Concentrazioni di osmio nell'aria dell'ordine di 10−7 g/m³ sono ritenute sufficienti a causare congestione delle vie respiratorie e danni a pelle e occhi. Nel 2001, presso il Lawrence Livermore National Laboratory (California) un campione di osmio è stato sottoposto a una pressione di e la sua resistenza alla compressione (il modulo di carico) è risultata essere superiore a quella del diamante ( contro 443 GPa), ritenuta da sempre quella più grande in assoluto. Tale caratteristica apre nuove frontiere per lo sviluppo di applicazioni industriali con l'utilizzo di osmio (per esempio per il taglio di acciaio ad alte temperature). Questo metallo viene usato nella serie televisiva ''Fringe'', nel sedicesimo episodio della terza stagione (intitolato appunto ''Os'') per la sua proprietà di essere il metallo più pesante in natura. Nello stesso anno, pochi mesi dopo, un'altra serie televisiva, ''Eureka'' lo utilizza per la stessa ragione nel quattordicesimo episodio della quarta stagione. La Ulysse Nardin ha utilizzato questo materiale per creare il quadrante della versione Osmium degli orologi di pregio della serie Executive Free Wheel
Organizzazione internazionale
La Banca dei regolamenti internazionali a Basilea viene generalmente considerata come l'organizzazione internazionale finanziaria più importante del mondo. Un''''organizzazione internazionale''' è un tipo di organizzazione a carattere internazionale con membri, scopo o presenza a rilievo internazionale, ovvero con sedi, attività e interessi in più paesi del mondo; si parla invece di '''organizzazione intergovernativa''' quando i componenti dell'organizzazione sono governi di Stati, i cui dipendenti sono spesso chiamati funzionari internazionali, godendo spesso di immunità diplomatiche .
È a partire dal Congresso di Vienna (1814) che si verifica un primo tentativo di organizzazione internazionale: a tutela delle deliberazioni di Vienna si costituì infatti un sistema diplomatico imperniato sul cosiddetto concerto europeo, vale a dire una sorta di direttorio delle grandi potenze che sebbene non caratterizzato da una organizzazione permanente può considerarsi l'antesignano delle future e più compiute organizzazioni internazionali a carattere universale, vale a dire la Società delle Nazioni (SdN) e l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), del XX secolo. Tra le prime organizzazioni internazionali vi fu la futura Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT), che fu fondata dalla firma della Convenzione internazionale del telegrafo tra dodici paesi nel maggio del 1865; nel XIX secolo, la Francia mostrò interesse nella creazione di alcune organizzazioni internazionali (come quelle per il mantenimento del Système international d'unités (sistema metrico), così che molte organizzazioni hanno attualmente sede in Francia, spesso a Parigi. Formate da enti pubblici, ad es. da stati sovrani, o altre OIG come membri, i loro scopi e obiettivi sono molto spesso nel pubblico interesse, ma possono anche essere creati per uno scopo specifico. Le organizzazioni internazionali si sviluppano principalmente dalla necessità delle nazioni e dei governi di avere un forum neutrale dove dibattere e prendere in considerazione interessi, che per loro natura o estensione non trovano efficace tutela a livello del singolo Stato, spingendo questi a cooperare. Tali interessi possono essere intesi come beni pubblici internazionali: pace e sicurezza internazionale, tutela ambientale, commercio internazionale, ecc. Storicamente, molte organizzazioni internazionali si svilupparono anche per la necessità di un'entità esecutiva o costrittiva che potesse gestire gli interessi sopranazionali in forma unificata. Benché molte organizzazioni non governative (ONG), termine utilizzato per i privati che creano organizzazioni con scopi internazionali, abbiano sicuramente una presenza e un obiettivo internazionali, è nel senso di OIG che il termine “''Organizzazioni internazionali''” è usato nel resto di questo articolo. === Scopi === Le organizzazioni internazionali descrivono e definiscono i loro scopi negli statuti o in altri documenti fondativi: esse esistono con uno statuto speciale e hanno diversi obiettivi, incluso, ma non limitato a incrementare le relazioni internazionali, promuovere l'istruzione, le cure sanitarie, lo sviluppo economico, la protezione dell'ambiente, i diritti umani, gli sforzi umanitari, i contatti interculturali e la soluzione dei conflitti. === Natura legale === Giuridicamente parlando, un'organizzazione internazionale può essere creata tramite uno statuto, un trattato o una convenzione che, nel momento della firma da parte dei membri fondatori, fornisce alla OIG un riconoscimento legale. Stabilendo così che le organizzazioni internazionali sono dei soggetti di diritto internazionale, capaci di prendere parte ad accordi tra loro stessi o con gli Stati e, più in generale, di adottare e promuovere atti di soft law. Esse sono governate dal principio di specialità, ovvero non sono dotate, a differenza degli Stati, di competenza generale, ma si vedono attribuire dagli stati che le creano poteri i cui limiti sono fissati in funzione del perseguimento degli interessi comuni che esse hanno il compito di promuovere. Da tempo si è ormai affermato che possiedono una personalità giuridica propria distinta da quella degli Stati che partecipano ad esse. A tale principio si ispira la giurisprudenza italiana del Novecento, ma i requisiti per la titolarità di una vera e propria personalità sono indicati nella necessaria autonomia, anche organizzativa, distinta da quella degli Stati membri, e nella presenza di una missione ben definita, con attribuzione di relative competenze al cui esercizio corrisponde la titolarità di uno specifico status nella comunità internazionale. Tali caratteri sono emersi in un caso famoso sottoposto alla Corte internazionale di giustizia nel 1949, nello stabilire se l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) godesse del diritto al risarcimento del danno provocato dalla violazione di obblighi relativi al trattamento ed alla protezione internazionalmente dovuta ad un proprio agente. Nel caso si osservò che "la conclusione di accordi, di cui l'Organizzazione è parte, ha confermato il carattere di adeguata autonomia dell'Organizzazione che occupa una posizione per alcuni versi distinta dai suoi Membri ed ai quali ha il dovere, ove del caso, di ricordare il rispetto di certi obblighi", ma anche che: "L'Organizzazione è stata destinata a godere di diritti che possono spiegarsi solo se ad essa è attribuita, in larga misura, la personalità internazionale e la capacità di agire sul piano internazionale. Si deve riconoscere che i suoi membri, assegnandole certe funzioni, l'hanno dotata delle competenze necessarie per permetterle di svolgere effettivamente queste funzioni". Nello svolgimento delle funzioni, il modello seguito dagli organi interni alle organizzazioni internazionali è diversificato: in alcuni casi, i collegi che presiedono alla vita dell'organizzazione sono definiti "organi di Stati", perché i loro componenti agiscono ciascuno a titolo di rappresentanza degli Stati membri; in altri casi, il collegio viene definita come "organo di individui", in quanto deve agire nell'interesse generale dell'organizzazione e non dello Stato di appartenenza (sia pure quello che ha designato ad entrare nel collegio). Quest'ultimo modello opera, soprattutto, per il personale dipendente, sia quando assunto per contratto, sia quando designato dagli Stati membri; nel caso degli organi giurisdizionali internazionali, questo principio si interseca con quello dell'imparzialità del giudice, affermato nel voto espresso da Dionisio Anzilotti nel caso del Vapore Wimbledon. Così le organizzazioni internazionali, in senso legale, sono distinguibili dai semplici raggruppamenti di stati, come il G8 e il G7, poiché nessuno di essi è stato fondato da un atto istitutivo ed esiste solo come foro informale di discussione tra stati membri, benché in un contesto non giuridico alcuni si riferiscano erroneamente a questi come organizzazioni internazionali. Le organizzazioni internazionali devono essere anche distinte dai trattati. Molti trattati (ad esempio Accordo nord americano di libero scambio (NAFTA) o, nel periodo 1947-1995, l'Accordo generale sulle tariffe e il commercio (GATT) non stabiliscono un'organizzazione internazionale e contano semplicemente sulle parti contraenti per la loro amministrazione. === Membri e funzioni === Le organizzazioni internazionali si differenziano per funzioni, membri e criteri di associazione. L'iscrizione ad alcune organizzazioni (organizzazioni mondiali) è aperta a tutte le nazioni del mondo purché osservino i criteri di associazione ed in seguito all'approvazione da parte di un'assemblea generale o organismo simile. Questa categoria include le Nazioni Unite e le sue agenzie e l'Organizzazione mondiale del commercio. Altre organizzazioni sono aperte solo ai membri di una particolare regione o continente, come l'Unione europea, l'Unione africana, l'ASEAN. Infine, alcune organizzazioni basano la loro iscrizione su altri criteri: legami culturali o storici (il Commonwealth delle nazioni, Francofonia, la Comunità dei Paesi di lingua portoghese, l'Unione latina), livello di sviluppo economico o tipo di economia (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), o religiosi (Organizzazione della cooperazione islamica). L'Unione delle associazioni internazionali fornisce informazioni ausiliarie sulle organizzazioni internazionali. === Organizzazioni mondiali === * Autorità Internazionale dei Fondali Marini (ISA) * Banca mondiale (BM) * Centro Internazionale delle Scienze e Tecnologia (ICS) * Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei (CIHEAM) * Centro Internazionale di Fisiologia ed Ecologia degli Insetti (ICIPE) * Centro Internazionale di Ricerca in Agroforestazione (ICRAF) * Centro Internazionale per il Commercio (ITC) * Comitato Consultivo Internazionale del Cotone (ICAC) * Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) * Conferenza di Diritto Internazionale Privato (CDIP) * Consiglio Internazionale per i Cereali (IGC) * Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) * Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Animali e Vegetali in Pericolo (CITES) * Corte Permanente di Arbitrato (CPA) * Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa (IFRC) * Fondo Comune per i Prodotti di Base (CFC) * Fondo di Finanziamento per Programmi di Protezione Globale dell'Ambiente (GEF) * Fondo Internazionale per il Risarcimento dall'Inquinamento Petrolifero (IOPC-FUND) * Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) * Gruppo di Studi Internazionale sul Rame (ICSG) * Gruppo Internazionale di Studio del Nickel (INSG) * Gruppo Internazionale di Studio sul Piombo e lo Zinco (ILZSG) * Gruppo Internazionale di Studio sulla Gomma (IRSG) * International Development Law Organization (IDLO) * International Parliament of Security and Peace World Organization of the States - I.P.S.P. (WOS-IPSP) * Interpol * Intesa di Wassenaar per il controllo delle esportazioni di armi convenzionali e di beni e tecnologie a duplice uso (''Wassenaar Arrangement'') * Istituto Internazionale del Freddo (IIF) * Istituto Internazionale per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali (ICCROM) * Istituto Internazionale per le Risorse Fitogeniche (IPGRI) * Organizzazione intergovernativa per il trasporto internazionale per ferrovia (OTIF) * Organizzazione internazionale idrografica * Organizzazione Internazionale del Cacao (ICCO) * Organizzazione Internazionale del Caffè (ICO) * Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV) * Organizzazione Internazionale dello Zucchero (ISO) * Organizzazione Internazionale di Metrologia Legale (OIML) * Organizzazione Internazionale per il Legno Tropicale (ITTO) * Organizzazione Internazionale per lo sviluppo economico (OIDE) * Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) * Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) * Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) * Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (OMPI) * Organizzazione Mondiale delle Dogane (OMD) * Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), con le proprie agenzie specializzate, organizzazioni associate ed uffici * Organizzazione per l'Applicazione del Trattato per il Bando Completo della Sperimentazione Nucleare (CTBTO) * Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) * Segretariato della Convenzione sulla Biodiversità (CBD) * Tribunale internazionale del diritto del mare (T.I.D. MARE) * Ufficio Idrografico Internazionale (IHB) * Union of Austral Land (U.T.A. - ANTARTICA) * Unione dell'Europa Occidentale (UEO) * Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (UIT) * Unione Internazionale per la Protezione delle Nuove Specie Vegetali (UPOV) === Organizzazioni regionali === Organizzazioni che raggruppano quasi tutti i paesi di un particolare continente. Nota che la Russia è membro sia del Consiglio d'Europa (COE) sia del Dialogo per la cooperazione asiatica (ACD), e Cuba è attualmente un membro sospeso dell'Organizzazione degli Stati americani (OSA) Alcune organizzazioni regionali. L'Ucraina ad oggi non fa più parte del CIS ma resta come osservatore. Alcune grandi alleanze. I colori più chiari indicano stati osservatori/associati o candidati. ;Europa * Agenzia europea per i medicinali (EMA) * Agenzia spaziale europea (ESA), con le proprie sedi ed i centri di ricerca associati * Associazione europea di libero scambio (EFTA) * Banca Centrale Europea (BCE) * Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD) * Banca Europea per gli Investimenti (BEI) * Banca di Sviluppo del Consiglio d'Europa (BCE) * Centro Europeo di Monitoraggio dei Fenomeni di Razzismo e Xenofobia (EUMC) * Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (CEPMMT) * Commissione economica per l'Europa (ECE) * Consiglio d'Europa * Fondazione europea per la formazione professionale (ETF) * Istituto Italo-Latino Americano (IILA) * European Molecular Biology Laboratory (EMBL) * Organizzazione europea dei brevetti (EPO) * Osservatorio Europeo Australe (ESO) * Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN) * Organizzazione Europea per la Sicurezza della Navigazione Aerea (EUROCONTROL) * Organizzazione europea per lo sfruttamento dei satelliti meteorologici (EUMETSAT) * Piano di Azione Mediterraneo (MAP) * Polizia Europea (EUROPOL) * Ufficio dell'Alto Rappresentante per la Bosnia e l'Herzegovina (OHR) * Unione europea (UE), con le proprie agenzie specializzate, organizzazioni associate ed uffici ;Asia * Asian Development Bank (ADB) * Associazione delle nazioni dell'Asia sud-orientale (ASEAN) * Associazione sud-asiatica per la cooperazione regionale (SAARC) * Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) * Dialogo per la cooperazione asiatica (ACD) * Organizzazione di cooperazione economica (ECO) * Piano Colombo * Vertice dell'Asia orientale (EAS) ;Eurasia * Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) * Unione economica eurasiatica (UEE) * Organizzazione per la democrazia e lo sviluppo economico * Organizzazione della cooperazione centro-asiatica * Organizzazione della cooperazione economica del mar Nero (BSEC) * Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (OCS) * TRACECA ;Africa * Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD) * Banca africana di sviluppo (AfDB) * Banca di Sviluppo per il Medio Oriente e il Nord Africa (MENADB) * Consiglio dell'Intesa * Comunità dell'Africa orientale (EAC) * Comunità di sviluppo dell'Africa meridionale (SADC) * Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) * Istituto Africano per lo Sviluppo e la Pianificazione Economica (IDEP) * Unione africana * Unione del Maghreb Arabo * Organisation Commune Africaine Malgache et Mauricienne (OCAMM) * Unione economica e monetaria ovest-africana (UEMOA) ;Americhe * Associazione degli Stati caraibici (ACS) * Banca di Sviluppo Caraibica (CDB) * Banca Interamericana di Sviluppo (IDB) * Comunità andina (CAN) * Comunità caraibica (CARICOM) * Comunità delle nazioni sudamericane (CSN) * Gruppo Rio * Mercosur * Organizzazione degli Stati americani (OSA) * Organizzazione degli Stati dei Caraibi Orientali * Parlamento centro-americano * Sistema di cooperazione tra le forze aeree americane (SICOFAA) ;Oceano Atlantico * Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (NATO), con le proprie agenzie specializzate * Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ;Oceano Artico * Consiglio Artico ;Oceano Indiano * Associazione Rivierasca dell'Oceano Indiano per la Cooperazione Regionale (IOR-ARC) * Commissione dell'Oceano Indiano (COI) ;Oceano Pacifico * ANZUS * Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC) * Forum delle Isole del Pacifico * Programma della Regione del Pacifico per l'ambiente * Segretariato della Comunità del Pacifico === Organizzazione internazionale finanziaria === * Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) * Fondo Monetario Internazionale (FMI) * Banca Mondiale (BM) === Organizzazioni sportive === * Comitato olimpico internazionale * Federazione internazionale pallacanestro * Federazione internazionale sci * FIFA * IAAF * NF-Board * CONIFA === Organizzazioni con vari criteri di associazione === Organizzazioni internazionali che rappresentano maggiormente gli stati indipendenti formatisi dopo la dissoluzione di un impero. La Francofonia si sovrappone a tutte le altre organizzazioni mostrate in questa mappa. * Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), con le proprie agenzie specializzate * Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) * Commonwealth delle nazioni * Francofonia * Comunità dei Paesi di lingua portoghese (CPLP) * Organizzazione degli Stati ibero-americani (OEI) * Unione latina * Movimento dei paesi non allineati * Lega araba * Organizzazione della cooperazione islamica * Centro consultivo sul diritto dell'OMC * Assemblea parlamentare del Mediterraneo * Alleanza dei piccoli Stati insulari
Olmio
L''''olmio''' è l'elemento chimico di numero atomico 67 e il suo simbolo è '''Ho'''. Fa parte della serie dei lantanidi ; è un elemento metallico di colore bianco-argenteo, relativamente tenero e malleabile, stabile in aria secca a temperatura ambiente. Si trova nei minerali monazite e gadolinite.
Rappresentazione del sistema cristallino esagonale. Per l'olmio, a = 357,73 e c = 561,58. === Proprietà fisiche === In aria umida e a temperature elevate l'olmio subisce una rapida ossidazione formando un ossido giallastro che diventa tuttavia di un arancione rosso fuoco sotto un fascio di luce tricromatica. Tale variazione è dovuta alle sottili bande di emissione degli ioni trivalenti di questo elemento che agiscono come fosfori. È un elemento trivalente dalle insolite proprietà magnetiche; possiede il più alto momento magnetico di qualsiasi elemento (106 µB); combinato con l'ittrio produce composti altamente magnetici. L'olmio è paramagnetico in condizioni standard, ma è ferromagnetico a temperature inferiori ai . === Proprietà chimiche === Lasciando discogliere un pezzetto di olmio in acido acetico al 25% si ottiene una soluzione dalla tipica colorazione giallina. La reazione produce lo ione Ho3+, probabilmente sotto forma di acetato di olmio. L'olmio metallico si ossida lentamente all'aria e brucia rapidamente formando ossido di olmio(III): L'olmio è molto elettropositivo ed è generalmente trivalente. Reagisce lentamente con acqua fredda e abbastanza velocemente con acqua calda formando idrossido di olmio(III): L'olmio metallico reagisce con tutti gli alogeni: L'olmio si dissolve rapidamente in acido solforico diluito formando soluzioni contenenti lo ione Ho(III), che esiste anche come complessi di Ho(OH2)93+: Sono noti anche HoCl e HoCl2. Per via delle sue proprietà magnetiche, l'olmio trova impiego per produrre i più intensi campi magnetici artificiali. Dato che può anche assorbire facilmente i neutroni prodotti dalla fissione nucleare, viene usato anche per produrre barre di controllo per reattori nucleari. Il suo elevato momento magnetico lo rende adatto per l'utilizzo nei granati di ittrio e ferro e nel fluoruro di ittrio e lantanio, materiali usati per la realizzazione di laser a microonde (maser). I laser a olmio sono utilizzati in urologia come tecnica endoscopica per eliminare gli adenomi prostatici. L'utilizzo di questi laser permette l'asportazione degli adenomi senza bisogno di alcuna incisione cutanea. I vantaggi derivanti dall'utilizzo di questa tecnica sono una minor perdita di sangue intraoperatoria, un ridotto tempo di degenza ospedaliera e un ridotto tempo di cateterizzazione post-operatoria. L'utilizzo del laser ad olmio è particolarmente indicato in caso di adenomi molto voluminosi perché ne permette l'asportazione senza richiedere un intervento a cielo aperto. È fortemente consigliato anche ai pazienti cardiopatici e con problemi di coagulazione. I tessuti asportati con questa tecnica (a differenza di altre) possono essere sottoposti ad esame istologico. Il laser ad olmio è anche usato per rimuovere calcoli renali. L'ossido di olmio è un colorante giallo per il vetro; vetri colorati con l'ossido di olmio sono usati come standard per la taratura degli spettrofotometri che lavorano nel campo della luce UV-visibile. Recentemente si sta cercando di costruire memorie di dati magnetiche a base di olmio. La difficoltà incontrata è quella di stabilizzare la durata di questa memoria affinché duri parecchi anni. Al momento dei ricercatori del KIT sono riusciti a stabilizzare il momento magnetico di un singolo atomo di olmio (che solitamente varia ogni 200 nanosecondi) fissato su una superficie di platino per dieci minuti portando la temperatura a circa. La stabilizzazione è stata anche possibile grazie alla soppressione degli urti degli atomi circostanti. L'utilizzo della superficie di platino conferisce al sistema quantistico proprietà simmetriche ed esclude interazioni di disturbo. Queste memorie sarebbero particolarmente adatte per i computer quantistici o come supporto di memoria compatto.. Il 9 marzo 2017 viene pubblicato su Nature l'inserimento da parte dei ricercatori di IBM di 1 bit di informazione su un singolo atomo di Olmio posato su una superficie di ossido di magnesio in condizioni di vuoto estremo e raffreddato con elio liquido per conservare l'orientamento magnetico. A partire dall'olmio si possono produrre rilevatori di oggetti basati su segnali vibrazionali e componenti schermanti contro i missili a ricerca di calore a raggi infrarossi. L'olmio (dal nome latino di Stoccolma, ''Holmia'') fu scoperto da Marc Delafontaine e Jacques-Louis Soret nel 1878, che ne individuarono le allora inspiegabili righe di assorbimento dello spettro attribuendole ad un non meglio identificato "elemento X". Più tardi, nello stesso anno, anche Per Teodor Cleve lo individuò, mentre lavorava su un campione di ''erbia'', ovvero di ossido di erbio. Usando il metodo messo a punto da Carl Gustav Mosander, Cleve separò dall'erbia i suoi inquinanti e si ritrovò con due nuovi composti, uno bruno ed uno verde. Chiamò quello bruno ''holmia'' (dal nome latino della sua città natale, Stoccolma) e quello verde ''tulia''. Successivamente fu dimostrato che l'''holmia'' era ossido di olmio e la ''tulia'' ossido di tulio. Come tutti gli altri elementi delle terre rare, non esiste allo stato nativo, ma compare combinato ad altri elementi in alcuni minerali quali la gadolinite e la monazite. Viene ottenuto puro attraverso tecniche di scambio ionico dalla monazite (che ne contiene lo 0,05%); risulta in genere difficoltoso da separare dagli altri elementi che in genere lo accompagnano. L'elemento puro viene isolato per riduzione del cloruro o del fluoruro anidro con calcio metallico. La sua abbondanza nella crosta terrestre è stimata in 0,78 ppm, ovvero meno di un grammo per tonnellata di materiale. Negli oceani la sua abbondanza è di 0,00008 ppb. Nel 2013 è stato scoperto un grande deposito di terre rare in una miniera in Malaysia, la Merapoh Mine di Pahang. Il giacimento sembra contenere grandi quantità di ossidi di terre rare quali lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tulio, itterbio, lutezio e ittrio. I calcoli effettuati prevedono un'estrazione annua di 2 tonnellate di terre rare per un profitto lordo dell'azienda competente di circa 50 milioni di dollari all'anno. === Produzione === L'olmio metallico può essere prodotto a partire da acetato di olmio (Ho(CH3COO)3) per decomposizione termica. L'acetato è solitamente disponibile sotto forma di idrato, Ho(CH3COO)3•3,5H2O, che alla temperatura di 800 °C si disidrata completamente per poi decomporsi a Ho2O3 alla temperatura di 570 °C. I vapori che vengono liberati da questo processo contengono vapore d'acqua, acido acetico, chetene, acetone, metano e isobutene. Come gli altri elementi del gruppo dei lantanoidi, l'olmio mostra una tossicità acuta di livello basso. Nell'organismo umano non riveste alcun ruolo biologico noto ma potrebbe essere in grado di stimolare il metabolismo.
Oceania
L''''Oceania''' è una regione geografica della Terra che comprende Australia e Nuova Zelanda e la maggior parte delle isole dell’Oceano Pacifico: Polinesia, Melanesia, Micronesia. Deve il suo nome al termine "oceano", per il ruolo fondamentale che il Pacifico riveste in questo continente. La mitologia greca collegava il nome "oceano" a quello del gigante omonimo , figlio di Urano e di Gea , considerato nel mondo greco come una divinità marina. L'appellativo "nuovissimo" deriva dal fatto che, eccetto l'Antartide, fu l'ultimo ad essere scoperto dagli europei e l'ultimo ad essere completamente popolato dall'uomo: pur essendo il suo popolamento iniziato circa 65 000 anni fa, prima dell’arrivo degli uomini moderni in Europa, esso fu completato in linea di massima solo intorno a 3 000 anni fa, quando navigatori raggiunsero e si stabilirono in Oceania lontana. In senso stretto, Oceania è un termine a volte utilizzato per indicare l'insieme della Polinesia, Melanesia e Micronesia.
La ripartizione tradizionale dell'Oceania, utilizzata ancora oggi dalle Nazioni Unite per ripartire il mondo in macroregioni, divide quindi il continente in: * Australasia (Australia e Nuova Zelanda) * Micronesia * Melanesia * Polinesia Questa suddivisione è dovuta a Jules Dumont d'Urville che nel 1831 la propone alla Société de Géographie a Parigi, facendo una classificazione in 4 parti delle isole oceaniche sulla base degli stereotipi razziali occidentali (pelle nera o pelle più o meno bruna, capelli ricci o cappelli ondulati o lisci, cannibali o selvaggi di tipo più mite), criteri ora diventati sorpassati. Dumont d’Urville crea la categoria Melanesia (isole nere) e Micronesia (isole piccole), aggiunte alla Polinesia (isole numerose), nome inventato da Charles de Brosses. Alcuni geografi e linguisti preferiscono invece utilizzare una divisione moderna in due sole regioni individuate in base a criteri geografici, botanici, zoologici, culturali e linguistici. Queste due zone sono: * Oceania vicina, che comprende l'isola della Nuova Guinea e gli arcipelaghi vicini, l'arcipelago delle Isole Salomone e, secondo alcuni, l'Australia. * Oceania lontana, che comprende la Polinesia, la Micronesia e gli arcipelaghi melanesiani di Vanuatu, Nuova Caledonia, delle Figi, delle isole Bismarck e, secondo alcuni, la Nuova Zelanda. Con una superficie di  km² l'Oceania è il più piccolo dei continenti per terre emerse, e il penultimo per popolazione, dopo l'Antartide, con circa 36 milioni di abitanti. === Australia come continente === La maggior parte delle terre emerse di questo continente appartiene all'Australia, ma viene usato il termine Oceania, perché sono le acque piuttosto che le terre emerse a collegare le sue varie parti. L'Australia è la parte continentale dell'Oceania. Dal punto di vista geologico, la placca australiana è la parte dell'Oceania che comprende la terraferma australiana e le isole più vicine come la Tasmania, le Isole Aru e le Isole Raja Ampat, che fanno parte della stessa massa geologica. Nella tettonica a placche la placca australiana è detta "Sahul" Quando il livello del mare era più basso, durante il Pleistocene incluso l'ultimo massimo glaciale, circa 18 000 anni prima di Cristo, tutti questi territori formavano un'unica massa emersa. Successivamente, con l'innalzamento del livello del mare, i territori più bassi vennero sommersi. === Orografia === Le maggiori catene montuose dell'Oceania si trovano nelle tre maggiori isole, di arcipelaghi, del continente. La catena che raggiunge le maggiori altitudini è quella della Nuova Guinea. Ne fanno parte le più alte vette del continente: il Puncak Jaya o Carsztens (4 884 m) ed il Monte Wilhelm (4 509 m). Vengono poi le Alpi Neozelandesi, che percorrono le due isole dell'omonimo arcipelago. La maggiore vetta di questa catena è il Monte Cook (3 764 m) nell'Isola del Sud. Infine vi sono le Alpi Australiane, che costeggiano la costa orientale dell'Australia. Esse raggiungono solo la quota di 2 228 m (Monte Kosciuszko nel Nuovo Galles del Sud). Bisogna segnalare che anche montagne isolate e massicci presenti nelle isole minori possono raggiungere altezze elevate. Ad esempio il vulcano Mauna Kea, nell'Isola di Hawaii raggiunge i 4 205 metri. === Idrografia === L'Oceania è il secondo continente, dopo quello americano, per ricchezza di risorse idriche in rapporto alla popolazione. I fiumi più importanti sono il fiume Darling e il fiume Murray, confluenti, entrambi situati in Australia. Il lago principale è il Lago Eyre, anch'esso situato in Australia. macroregioni adottata dell'ONU) Per la maggior parte l'Oceania consiste, oltre ad Australia e Nuova Zelanda, in piccole isole nazionali. La Papua Nuova Guinea è l'unica nazione con dei confini su terra, con l'Indonesia. Le nazioni dell'Oceania hanno diversi gradi di indipendenza dalle potenze coloniali che le possiedono, e hanno negoziato diversi tipi di accordo. La seguente lista contiene i territori che sono stati classificati come parte dell'Oceania dall'UNESCO; altri sono a volte aggiunti, secondo diverse interpretazioni. Di seguito sono riportati gli Stati e i Territori dell'Oceania per ciascuna delle quattro subregioni in cui le Nazioni Unite dividono il continente. === Australasia === Paese Densità (ab/km²) Superficie (km²) Popolazione 2,79 16,5 === Melanesia === Paese Densità (ab/km²) Superficie (km²) Popolazione 46,9 **** () 12,6 ** 15 *** 18,1 **** 19,7 * Nuova Guinea Occidentale 9 **** * Dati del 2016**Dati del 2014***Dati riferiti al 2012****Dati riferiti al 2015 === Micronesia === Paese Densità (ab/km²) Superficie (km²) Popolazione () 292,9 775 162 742 293 181 53 376 193,5 702 135 869 border Isole Marianne Settentrionali () 145 477 69 000* 135 811 103 500** 480 21 10 255 41,5 458 19 000* * Dati riferiti al 2016 ** Dati riferiti al 2010 === Polinesia === Paese Densità (ab/km²) Superficie (km²) Popolazione () 83,5 240 20 000* () 62 4 167 259 596** border Wallis e Futuna () 55 274 15 000* 61 2 944 180 000* () 286,5 199 57 000* 461,5 26 12 000* () 140,5 10 1 405**** 132,5 748 99 000* () 7 260 1 800* () 1 47 48*** * Dati riferiti al 2006 ** Dati riferiti al 2007 *** Dati riferiti al 2008 **** Dati riferiti al 2004 (1) Niue dipende formalmente dalla Nuova Zelanda(2) Il dato si riferisce alla sola isola di Pitcairn dove si trova la capitale Adamstown === Altri territori dell'Oceania === * (Australia) * (Australia) === Dagli indigeni ai primi esploratori europei === Le popolazioni indigene dell'Oceania si stabilirono nei luoghi dove vennero trovate dagli Europei in epoche molto più antiche di quello che si può credere; sfruttando il fatto che esisteva un tramite terrestre tra l'Asia e l'Oceania, i primi uomini giunsero in Nuova Guinea e in Australia circa 50 000 anni fa. Da questa prima "colonizzazione", in tempi molto più recenti se ne dipartì un'altra, incentivata dall'ormai consolidata conoscenza della navigazione: tra il 1000 a.C. e l'inizio dell'era volgare, migliaia di persone si spostarono gradualmente da un'isola all'altra, fino a popolare tutto il Pacifico. È assodato che questa "espansione" riguardò Polinesia e Melanesia, e dalle piccole isole appena raggiunte questi popoli arrivarono fino in Nuova Zelanda. Infine dalla Polinesia, nel corso del primo millennio della nuova era, mentre in Europa finiva l'Impero Romano e cominciava il Medioevo, essi si spinsero fino ai gruppi di isole più sperduti, come le Hawaii o l'isola di Pasqua. Il primo europeo a vedere il Pacifico fu Vasco Núñez de Balboa nel 1513. L'interesse degli Spagnoli verso le Indie li portò a fondare una colonia nelle Filippine e a collegarla via mare con il Messico o il Perù, dato che lo stretto di Magellano allungava di troppo il viaggio dall'Europa ed era assai pericoloso. Nel XVII secolo gli Olandesi si sostituirono ai Portoghesi come dominatori nelle Indie e da lì cominciarono a spingersi verso il Pacifico. Fino alla prima metà del Settecento furono uomini Olandesi a cominciare la complessa esplorazione dell'emisfero australe; ricordiamo Willem Janszoon, che nel 1606 scoprì l'Australia, e Abel Tasman, che tra il 1639 e il 1644 esplorò le coste dello stesso continente scoprendo la Nuova Zelanda. === Dal Settecento ai giorni nostri === Ben presto fu il Regno Unito ad interessarsi alla zona. Tra il 1768 e il 1779 il capitano James Cook compì tre viaggi, nei quali esplorò la costa orientale dell'Australia appurando che non faceva parte dell'immaginario continente australe cercato già dagli Spagnoli: lo stesso per la Nuova Zelanda che circumnavigò interamente, mentre fu il primo a sbarcare alle isole Hawaii e a percorrere lo stretto di Torres, intuendo che la Nuova Guinea e l'Australia non sono unite come tutti pensavano (ma lo stretto era già stato percorso inconsapevolmente dallo spagnolo Luis Váez de Torres, a cui venne intitolato in seguito alla riscoperta dei suoi diari, in seno all'ondata di esplorazioni spagnole del XVI secolo). Nel suo secondo viaggio Cook si spinse fino a latitudini freddissime, distruggendo il mito del continente australe: se esso esisteva, si trovava in aree così vicine al Polo Sud da non essere abitabili (l'Antartide sarà poi scoperto nel 1820); le sue esplorazioni sono state certamente le più importanti nella storia dell'Oceania; tuttavia egli non fu il primo dei grandi navigatori che nel Settecento "girovagarono" per il Pacifico: nel 1699 William Dampier aveva seguito le orme di Tasman in Australia e scoperto la Nuova Irlanda e la Nuova Britannia; dal 1766 al 1769 Louis Antoine de Bougainville era stato il primo francese a circumnavigare il globo; nel 1766 Samuel Wallis aveva riscoperto le Tuamotu (già visitate dal portoghese Pedro Fernandes de Queirós nel '500), tra cui la splendida Tahiti e le Pitcairn; e nel 1785 Jean-François de La Pérouse era partito con l'intento di emulare i predecessori, mappando soprattutto le coste del Pacifico settentrionale. Gli ultimi grossi dubbi geografici furono chiariti da Matthew Flinders che nel 1801 definì una volta per tutte le coste dell'Australia e appurò che la Tasmania era un'isola, cosa che neanche Cook aveva compreso. Nel frattempo iniziò a diffondersi il mito illuministico del "buon selvaggio" (creato da Bougainville, continua ancora oggi) che viveva in armonia con la natura: d'altronde queste esplorazioni erano state volute nell'ambito della cultura illuministica europea del Settecento, secondo cui era compito dell'uomo evoluto civilizzare il mondo, ideale che poi rimarrà radicato nella società per tutta l'era coloniale, fino al XX secolo; il primo esempio di questo sentimento è il celebre romanzo di Daniel Defoe, ''Robinson Crusoe'', scritto proprio in quegli anni. La colonizzazione di queste zone fu iniziata dal Regno Unito in Australia, ma in modo assai insolito: tanto scarso era l'interesse verso questo continente a cui ormai i Paesi Bassi avevano rinunciato, che esso fu usato come colonia penale; nel 1788 sbarcò a Botany Bay (dove oggi sorge Sydney) il primo carico di galeotti. Poco dopo tuttavia arrivarono anche altre persone, come in Nuova Zelanda (dal 1814) con l'intento di fondare grossi allevamenti: questi uomini tenaci nel corso del XIX secolo prima scenderanno a patti (Trattato di Waitangi, 1840), poi sconfiggeranno i Māori in Nuova Zelanda e cacceranno gli Aborigeni nelle zone più ostili dell'Australia, che esploreranno in lungo e in largo; memorabile l'impresa di Robert O'Hara Burke e William John Wills che nel 1860 riuscirono a raggiungere la costa nord da Melbourne, attraverso deserti e foreste. Queste due grandi colonie inizieranno il lungo processo di emancipazione dal Regno Unito dalla loro trasformazione in Dominion, l'Australia nel 1901 e la Nuova Zelanda nel 1907, alla piena indipendenza dopo la seconda guerra mondiale. Per quanto riguarda il resto dell'Oceania, verrà frequentato da missionari, mercenari e commercianti dall'inizio dell'Ottocento, ma le prime colonie saranno quelle francesi: Polinesia Francese e Nuova Caledonia dal 1842, a cui si aggiunge l'arcipelago di Wallis e Futuna nel 1853. Gli altri territori vengono velocemente occupati da Germania (Micronesia e Nuova Guinea) e Regno Unito (tutte le altre isole) dal 1882 in poi, fino alla prima guerra mondiale, quando la Germania perde i suoi territori che passano al Regno Unito e agli Stati Uniti d'America, i quali alla fine saranno gli unici a mantenere una certa influenza sul Pacifico per la loro vicinanza (mentre Francia e Regno Unito concederanno l'indipendenza a gran parte delle isole, tra gli anni '60 e gli anni '90 del XX secolo) soprattutto in Micronesia dove per decenni sono stati effettuati pericolosi esperimenti nucleari, durante la guerra fredda, (Atollo di Bikini) dei quali oggi la popolazione locale deve ancora arginare gli effetti. È comunque importante ricordare che ancora oggi questi tre stati mantengono un certo numero di colonie in Oceania.
Oratorio (musica)
L''''oratorio''' è un genere musicale eseguito in forma di concerto, senza rappresentazione scenica o personaggi in costume. Generalmente composto per solisti, coro e orchestra, a volte con un narratore, è solitamente di soggetto religioso , ma può anche trattare argomenti profani . Formalmente abbastanza vicino alla cantata e all'opera, l'oratorio comprende generalmente un'ouverture, dei recitativi accompagnati con l'orchestra, dei recitativi secchi con il clavicembalo, delle arie e dei cori. Anche se elementi dialogici erano presenti pure nella lauda polifonica del tardo Cinquecento, l'oratorio ha origine dal madrigale dialogico del primo Seicento.
1860, la ''Handel and Haydn Society'' organizza per l'annuale ''Christmas oratorio'', la rappresentazione del Messiah al ''Boston Music Hall'' Il termine oratorio indicava in origine uno spazio in cui si riunivano i membri di una confraternita o di una comunità religiosa per pregare (in latino "orare"). Nella seconda metà del Cinquecento, a Roma, in seno al movimento religioso nato per iniziativa di Filippo Neri e di alcuni suoi seguaci e collaboratori, il termine assunse il significato di un particolare tipo di riunione, comprendente la lettura di libri spirituali o passi biblici e l'ascolto di un sermone, accompagnati da preghiere e dal canto di laudi. Tali riunioni presero il nome di "esercizi dell'oratorio" o, più semplicemente, di "oratorii". I seguaci di Filippo Neri diedero poi vita a un congregazione denominata "dell'Oratorio", approvata dal papa nel 1575, che ebbe sede nella chiesa romana di S. Maria in Vallicella. Quando la parte musicale divenne l'elemento caratterizzante di queste riunioni, il termine "oratorio" venne principalmente riferito al genere di musica destinato ad esse. In questa accezione il termine venne utilizzato per la prima volta dal poeta Francesco Balducci, che accluse due componimenti poetici per musica, ''La Fede'' e ''Il Trionfo'', definendoli "oratorii", nella seconda edizione delle sue ''Rime'' (Roma, 1646), uscita postuma. Nelle forme stabilitesi dalla metà del Seicento in avanti, l'oratorio era diviso in due parti tra le quali solitamente veniva pronunciato un sermone. I testi degli oratori sono in versi, in tutto simili negli aspetti metrici a quelli del libretto d'opera del tempo. I loro soggetti sono in prevalenza tratti dal Vecchio o dal Nuovo Testamento, o dall'agiografia, ma non mancano i soggetti cosiddetti "ideali" che hanno per interlocutori figure allegoriche (per esempio ''Il trionfo del Tempo e del Disinganno'' di Georg Friedrich Händel, su testo del cardinale Benedetto Pamphilj, eseguito a Roma nel 1707). Nell'oratorio l'azione viene condotta dagli interlocutori (normalmente quattro o cinque solisti). L'uso di sezioni corali è infrequente; di solito qualche sezione in polifonia è limitata ai finale della prima e della seconda parte, ed è cantato dagli stessi solisti. Inizialmente l'esposizione degli antefatti o il commento di quelli narrati era affidata a una figura chiamata "Testo", che tuttavia scomparve ben presto nel corso della seconda metà del Settecento. Tra i maggiori compositori di oratorio dell'epoca barocca vanno ricordati Alessandro Stradella, Bernardo Pasquini, Alessandro Scarlatti, Giovanni Paolo Colonna, Giovanni Legrenzi, Giovanni Battista Bassani, Antonio Caldara. Diversa l'origine dell'oratorio latino. La consuetudine di eseguire musiche sacre nei cinque venerdì di quaresima era stata introdotta già nella seconda metà del Cinquecento dalla confraternita del SS. Crocifisso di San Marcello. I mottetti polifonici in uso dal Cinquecento furono sostituiti da mottetti dialogici che divennero poi veri e propri dialoghi su testo latino in stile recitativo. Il musicista francese André Maugars così descrive l'esecuzione di questi oratori latini da lui ascoltati al SS.Crocifisso nel 1639: «Le voci cominciano con un salmo in forma di mottetto e poi tutti gli strumenti eseguono una sinfonia molto bella. Dopo, le voci cantano una storia dell'Antico Testamento in forma di commedia spirituale, come quella di Susanna, di Giuditta e Oloferne, o di Davide e Golia. Ogni cantore rappresenta un personaggio della storia e esprime perfettamente la forza delle parole. Dopo di che uno dei più celebri predicatori propone l'esortazione, finita la quale, la musica recita il Vangelo del giorno, come la storia della Samaritana, della Cananea, di Lazzaro, della Maddalena o della Passione di Nostro Signore, e i cantanti imitano perfettamente i personaggi di cui narra l'evangelista». Dal punto di vista poetico, l'oratorio latino secentesco (pure denominato ''historia'') utilizza testi in prosa, che combinano parti tratte dalle sacre scritture con parti di libera creazione. Dal punto di vista musicale, rispetto all'oratorio in volgare, c'è un maggior equilibrio tra sezioni polifoniche e sezioni solistiche, che rende talvolta poco distinguibili gli oratori latini dai coevi mottetti concertati. Tra i maggiori compositori di oratori latini intorno alla metà del Seicento vanno ricordati Marco Marazzoli, Domenico Mazzocchi e Giacomo Carissimi. Negli ultimi decenni del Seicento i testi dell'oratorio latino furono adeguati al prevalente modello dell'oratorio volgare abbandonando ogni legame col motetto polifonico; i libretti furono da allora in poi scritti in versi, divisi tra recitativi e arie. L'oratorio latino a Roma ebbe una circolazione limitata a pochi ambienti, in genere non aperti a un vasto pubblico, perché connessi a confraternite o sodalizi religiosi formati da nobili o persone di alto livello sociale, come per esempio la confraternita del SS. Crocifisso di San Marcello. la cui attività si esaurì all'inizio del Settecento, o la congregazione dell'Assunta, formata da nobili presso la chiesa del Gesù. Al di fuori di Roma, oratori in latino furono ancora eseguiti a Venezia durante il XVIII secolo, presso gli ospedali degli Incurabili, dei Mendicanti e della Pietà. In quest'ultimo nel 1716 venne eseguito l'oratorio ''Juditha triumphans'' (''Giuditta trionfante'') di Antonio Vivaldi. Nella seconda metà del XVII secolo l'oratorio latino fu coltivato anche in Francia, dove spicca la figura di Marc-Antoine Charpentier autore di numerose ''historiae''. Durante il XVII secolo, l'apertura di numerose congregazioni filippine in molte città italiane favorì la diffusione dell'oratorio musicale. Il genere trovò rapidamente un fertile terreno anche presso altre congregazioni religiose, confraternite laiche, collegi dei nobili e seminari, ma anche presso le cappelle di corte e i palazzi della nobiltà. Tra le istituzioni che ebbero maggiore rilevanza nella produzione di oratori vanno almeno ricordate le congregazioni filippine di Roma, Bologna, Napoli, Ferrara, Firenze, Perugia, Venezia; le confraternite della Morte e dello Spirito Santo a Ferrara nel Seicento; la chiesa di S. Maria Corteorlandini a Lucca; la corte di Modena e quella di Mantova negli ultimi decenni del Seicento; gli ospedali veneziani degli Incurabili, dei Mendicanti e della Pietà. L'oratorio si diffuse anche a Vienna dalla metà del Seicento in avanti presso la cappella della corte imperiale, dove fu a lungo coltivato nell'ambito delle pratiche religiose in tempo di quaresima. Ancora nella prima metà del XVIII secolo un particolare impulso al genere venne da due famosi librettisti di corte Apostolo Zeno e Pietro Metastasio, che preferirono utilizzare soggetti veterotestamentari di carattere tragico-eroico, abbandonando quelli di carattere agiografico. Grande importanza ebbero pure gli oratori eseguiti fra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento, nei palazzi della nobiltà. A Roma i cardinali Benedetto Pamphilj, Pietro Ottoboni e il principe Francesco Maria Ruspoli promossero straordinarie esecuzioni di oratori, composti, fra gli altri, da Bernardo Pasquini, Alessandro Scarlatti, Georg Friedrich Handel e Antonio Caldara, che assunsero decisamente una funzione di intrattenimento, sia pure consono al tempo di quaresima. Nel XVIII secolo fu Georg Friedrich Händel a dare un nuovo corso all'oratorio, proponendolo con grande successo come alternativa all'opera presso teatri o sale da concerto di Londra. A partire dal 1732 fino al 1757 il compositore sassone compose una ventina di oratori su testo inglese, in genere incentrato su figure di eroi o eroine tratte dal Vecchio Testamento come ''Esther'' (''Ester'') (1732), ''Deborah'' (''Debora'') (1733), ''Athalia'' (''Atalia'') (1733), ''Saul'' (1739), ''Samson'' (''Sansone'') (1743), ''Joseph and his Brethren'' (''Giuseppe e i suoi fratelli'') (1744), ''Belshazzar'' (''Baldassar'') (1745), ''Judas Maccabeus'' (''Giuda Maccabeo'') (1747), ''Joshua'' (''Giosuè'') (1748), ''Alexander Balus'' (''Alessandro Bala'') (1748), ''Susanna'' (1749), ''Solomon'' (''Salomone'') (1749), ''Jephta'' (1752), ma anche di soggetto mitologico come ''Semele'' (1744), ''Hercules'' (''Ercole'') (1745), ''The Choice of Hercules'' (''La scelta di Ercole'') (1751) o ideale come ''L'Allegro, il Penseroso ed il Moderato'' (1740), ''The Triumph of Time and Truth'' (''Il trionfo del tempo e della verità'') (1757) e in un caso agiografico cioè ''Theodora'' (''Teodora'') (1750). Il più celebre tra i suoi oratori è il ''Messiah'' (''Messia''), rappresentato per la prima volta a Dublino nel 1742, e da allora rimasto ininterrottamente nei repertori da concerto. Gli oratori di Händel costituiscono il primo importante caso di repertorio che ebbe una recezione ininterrotta dopo la morte del compositore ed ebbero grande influenza sui compositori dell'età classica e romantica. Mozart, per esempio, riorchestrò il ''Messiah'', che venne riproposto a Vienna nel 1789 per iniziativa del barone Gottfried van Swieten. Tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo in epoca classica importanti compositori, proseguendo sulla strada aperta da Händel, diedero un nuovo corso all'oratorio: tra questi vanno ricordati Franz Joseph Haydn, autore degli oratori ''Die Schöpfung'' (''La creazione'') (1798) e ''Die Jahreszeiten'' (''Le stagioni'') (1801); e Ludwig van Beethoven, autore dell'oratorio ''Christus am Ölberge'' (''Cristo sul monte degli Ulivi'') (1803). Nel XIX secolo in epoca romantica coltivarono il genere dell'oratorio alcuni dei compositori più celebri, tra cui Hector Berlioz, autore dell'oratorio ''L'enfance du Christ'' (''L'infanzia di Cristo'') (1854); Felix Mendelssohn, autore degli oratori ''Paulus'' (''Paolo'') (1836) e ''Elias'' (''Elia'') (1846); Robert Schumann, autore degli oratori ''Das Paradies und die Peri'' (''Il paradiso e la Peri'') (1843) e ''Der Rose Pilgerfahrt'' (''Il pellegrinaggio della rosa'') (1851); Franz Liszt, autore degli oratori ''Die Legende von der heiligen Elisabeth'' (''La leggenda di S. Elisabetta'') (1865) e ''Christus'' (''Cristo'') (1873); Charles Gounod, autore dell'oratorio ''Mors et vita'' (''La morte e la vita'') (1885); e César Franck, autore dell'oratorio ''Les Béatitudes'' (''Le beatitudini'') (1879). Tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo in epoca verista Don Lorenzo Perosi riprese e reinterpretò la tradizione degli oratori italiani (''La risurrezione di Cristo'', 1898), legando la sua fama soprattutto a questo genere musicale, oltre che alle messe polifoniche e ai mottetti. Nel XX secolo in epoca moderna sono da segnalare Franz Schmidt, autore dell'oratorio ''Das Buch mit sieben Siegeln'' (''Il libro dei sette sigilli'') (1938); Igor' Stravinskij, autore dell'opera-oratorio ''Oedipus Rex'' (''Edipo re'') (1927); Bohuslav Martinů, autore dell'oratorio ''Epos o Gilgamešovi'' (''L'epopea di Gilgameš'') (1958); Sergej Prokof'ev, autore dell'oratorio ''Na strazhe mira'' (''In guardia per la pace'') (1950); Arthur Honegger, autore degli oratori ''Le Roi David'' (''Il re Davide'') (1921) e ''Jeanne d'Arc au Bûcher'' (''Giovanna d'Arco al rogo'') (1935); Paul Hindemith, autore dell'oratorio ''Das Unaufhörliche'' (''L'incessante'') (1931); e Dmitrij Šostakovič, autore dell'oratorio ''Pesn' o lesakh'' (''Il canto delle foreste'') (1949). Tra la fine del XX e gli inizi del XXI secolo in epoca contemporanea si possono ricordare Hans Werner Henze, autore dell'oratorio ''Das Floß der Medusa'' (''La zattera della Medusa'') (1968); Mauricio Kagel, autore dell'oratorio ''Sankt-Bach-Passion'' (''Passione di San Bach'') (1985); Paul McCartney, autore degli oratori ''Paul McCartney's Liverpool Oratorio'' (''Liverpool Oratorio di Paul McCartney'') (1991) e ''Ecce Cor Meum'' (''Ecco il mio cuore'') (2006); e John Adams, autore delle opere-oratori ''El Niño'' (''Il bambino'') (2000) e ''The Gospel According to the Other Mary'' (''Il vangelo secondo l'altra Maria'') (2012).
Object Linking and Embedding
In informatica, '''Object Linking and Embedding''' , generalmente abbreviato '''OLE''', è una tecnologia di transclusione per la creazione di documenti composti sviluppata da Microsoft.
La prima versione di OLE, rilasciata nel 1991, permetteva di integrare un documento creato con un'applicazione (detta ''server OLE'') all'interno di un'altra applicazione (detta ''client OLE'') — un'applicazione può implementare sia la parte server che la parte client. L'integrazione può essere di due tipi: * ''collegamento'', nella quale il documento inserito risiede fisicamente in un file differente * ''incorporazione'', nella quale il documento inserito risiede nello stesso file del documento che lo contiene L'applicazione ospite non aveva la necessità di conoscere il formato interno dell'oggetto inserito, perciò era possibile integrare un documento generato da una qualsiasi applicazione in un'altra, a patto che entrambe supportassero OLE. Era ad esempio possibile integrare un foglio di calcolo all'interno di un documento di testo, o viceversa, generando in questo modo un "documento composto". Il limite principale di OLE 1 era che per modificare l'oggetto inserito veniva aperta l'applicazione corrispondente in una finestra separata, perdendo così la percezione del contesto in cui l'oggetto si trovava. La versione 1.0 utilizzava come infrastruttura il protocollo DDE, ed era stata implementata per i sistemi operativi Windows a 16 bit e per Macintosh. Per superare i limiti della prima versione, nel 1993 fu rilasciato OLE 2, la cui caratteristica più appariscente è la possibilità di modificare i documenti incorporati direttamente nell'applicazione ospite (''inplace editing''), che acquisisce l'interfaccia utente (menu, barre degli strumenti ecc.) dell'applicazione incorporata. Un'altra caratteristica è la possibilità di spostare oggetti tra applicazioni diverse con il drag and drop. OLE 2, che di fatto è presente invariato nelle versioni odierne di Windows, è implementato con il protocollo COM (più precisamente, COM è stato sviluppato appositamente per OLE 2). COM è una tecnologia che permette di creare componenti software riutilizzabili, in un certo senso permette di fare a livello di programmazione ciò che OLE permette di fare a livello di documento. A livello software il confine tra OLE e COM è molto sfumato, e infatti il nome OLE è stato usato spesso per identificare tecnologie basate su COM che con lo scopo di OLE (i documenti composti) non hanno nulla a che fare. COM è una tecnologia complessa e, per i computer del 1993, era decisamente pesante. Per questo i primi software che utilizzavano OLE 2 (Word 6 e Excel 5) avevano delle prestazioni non proprio eclatanti. Con l'aumento della potenza di calcolo COM e OLE sono diventate tecnologie molto diffuse nei sistemi Windows a 32 bit (ad esempio, Internet Explorer è un oggetto COM, ed è grazie ad OLE che nella finestra del browser è possibile visualizzare e modificare un documento di Word). Sebbene COM abbia subito nel tempo una notevole evoluzione, OLE 2 è rimasto fondamentalmente invariato, anche perché svolge al meglio il compito di creare documenti composti. Il futuro di queste tecnologie è incerto, perché con l'introduzione della piattaforma .NET Microsoft ha relegato COM ad un ruolo di secondo piano.
Oliver Stone
Ha diretto oltre venti pellicole, tra le più note ''Platoon'', ''Assassini nati'', ''Wall Street'', ''Nato il quattro luglio'', ''JFK - Un caso ancora aperto'' e ''Gli intrighi del potere''. Ha vinto per 2 volte l'Oscar al miglior regista per ''Platoon'' e ''Nato il quattro luglio'' e una volta l'Oscar alla migliore sceneggiatura non originale per ''Fuga di mezzanotte''. Ha inoltre vinto 4 Golden Globe, l'Orso d'argento per il miglior regista al Festival internazionale del cinema di Berlino, il Leone d'argento - Gran premio della giuria alla Mostra internazionale d'arte cinematografica, 2 Directors Guild of America Award, un Premio BAFTA e 2 Independent Spirit Awards.
=== Giovinezza === Stone nasce a New York il 15 settembre del 1946, figlio di Louis Stone (nato Louis Silverstein), un agente di cambio statunitense di origini e di fede ebraica non devota, e di Jacqueline Goddet, una casalinga francese di religione cattolica ma non praticante. I suoi genitori si erano conosciuti durante la seconda guerra mondiale, quando il padre stava combattendo in Francia al fianco delle truppe alleate. Stone fu educato dalla Chiesa episcopale americana e aveva studiato alla ''New York Trinity School'', prima che i suoi genitori lo rimandassero al The Hill School di Pottstown, in Pennsylvania. Nel 1962 i suoi genitori divorziarono mentre Stone era a scuola, evento che ha segnato profondamente la vita del futuro regista dato che è figlio unico. Dopo il diploma nel 1964, Stone ha svolto vari lavori, tra i quali quelli di insegnante di una scuola cattolica in Vietnam e marinaio mercantile. === L'arruolamento nell'esercito e la guerra del Vietnam === Nell'aprile 1967, all'età di 20 anni, si arruola volontario nell'Esercito degli Stati Uniti, dove trascorre un duro addestramento di fanteria presso Fort Jackson, nella Carolina del Sud. Dal settembre 1967 al novembre 1968, con il rango di soldato semplice, ha servito in Vietnam durante la guerra nella 25ª Divisione di Fanteria e poi nella 1ª Divisione di Cavalleria, ed è rimasto ferito due volte in combattimento. Nel corso della guerra venne decorato con la Bronze Star Medal al valore e con la Purple Heart. È stato anche decorato con la Air Medal per aver partecipato a 25 assalti con gli elicotteri, e con la Army Commendation Medal. In un'occasione è stato anche arrestato e imprigionato in Messico per possesso e consumo di marijuana. Tornato in patria, nel 1971, dopo il congedo, si è infine laureato alla ''New York University Film School'' dove tra i suoi insegnanti risalta la figura dello storico regista Martin Scorsese. Dopo la laurea, ha svolto, prima di dedicarsi alla carriera cinematografica, altri lavori come tassista e corriere per sopravvivere a se stesso dopo la sua terribile esperienza in Vietnam. === Anni '70 === Il suo esordio come regista avvenne nel 1973 nel cortometraggio ''Last Year in Viet Nam'', un film-documentario sperimentale che ricevette riscontri positivi. Il primo film vero fu ''Seizure'' l'anno seguente, che passò inosservato sia dal punto di vista della critica che del pubblico. Quattro anni dopo, nel 1978, ottenne il primo successo della sua carriera scrivendo la sceneggiatura di ''Fuga di mezzanotte '', aggiudicandosi l'Oscar alla migliore sceneggiatura non originale. === Anni '80 === Oliver Stone nel 1987 Nonostante l'insuccesso di ''Seizure'' nel 1981 Stone realizza la sua seconda pellicola, intitolata ''La mano'', con l'attore Michael Caine: il film è un horror che passerà completamente inosservato e non riscuoterà nessun successo né di critica né di pubblico. Dopo ''La mano'' riceve l'incarico da parte del regista Brian De Palma di lavorare sulla sceneggiatura del suo prossimo lavoro, il gangster-movie ''Scarface''. Il film con Al Pacino non solo ebbe un grande successo, ma divenne un vero e proprio cult del filone. D'altro canto è noto che Stone lavorò alla sceneggiatura anche come terapia contro la sua dipendenza dalla cocaina. Nel 1986 tenta nuovamente di decollare come regista dirigendo ''Salvador'', ottenendo il primo successo anche in questa veste. La pellicola narra di un giornalista cinico e opportunista (interpretato da James Woods) che vuole fare un servizio sulle atrocità della guerra civile di El Salvador. Il film ottiene un incasso mediocre ma viene acclamato dalla critica e riceve diversi premi e nomination. Con questa pellicola Stone inizierà a costruire la sua fama di regista "polemico" e ad esprimere il suo totale rifiuto della guerra. Lo stesso anno esce ''Platoon'', dove le vicende narrate sono le reali esperienze vissute dal regista statunitense durante la sua permanenza nella guerra del Vietnam: egli infatti inizia la scrittura del copione non molto tempo dopo essere rientrato dal Vietnam nel 1968. Inizialmente Hollywood rifiuta la sceneggiatura, a maggior ragione poiché proviene da un regista sconosciuto, ma in seguito al successo personale Stone riesce a realizzare il film. Dopo 54 giorni di riprese il film esce nelle sale ottenendo un ottimo riscontro di critica e di pubblico. La pellicola vince inoltre 4 premi Oscar (Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Montaggio e Miglior Sonoro) oltre che tre Golden Globe. Nel momento in cui Stone fece uscire ''Platoon'' il regista Stanley Kubrick fu costretto a rinviare di un anno l'uscita del suo film sul Vietnam ovvero ''Full Metal Jacket'', perché la pellicola di Stone ebbe molti giudizi positivi e si rivelò film pluri-premiato. Il film di Kubrick non sarebbe stato quindi una novità. Dopo il successo di Platoon, Oliver Stone inizia a lavorare al film ''Wall Street '' in cui chiamerà, nei panni di protagonisti, gli attori Michael Douglas e Charlie Sheen (già protagonista nel precedente lavoro del regista). Stone stava già pensando ad un film sulla borsa già dal 1985, anno in cui morì, a 75 anni, suo padre Louis Stone, che era un agente della borsa ai tempi della grande depressione. A proposito di questo fatto, il regista ammise che il suo futuro sarebbe potuto essere la carriera finanziaria (per seguire le orme del padre) se non fosse stato così "negato" e disinteressato alla matematica. Quando la sceneggiatura era agli inizi della stesura, Stone aveva creato, come protagonista, la figura di un giovane agente di borsa ebreo ma decise quasi subito di riscrivere tutto per evitare commenti negativi da parte della comunità ebraica che avrebbe potuto fraintendere il lavoro del regista statunitense, attaccandolo e criticandolo pesantemente. Il film, una volta uscito, raccoglierà giudizi decisamente positivi, sia da parte della critica che del pubblico: inoltre, l'impeccabile interpretazione di Douglas dell'avido personaggio Gekko gli varrà, come miglior attore, il Premio Oscar, il Golden Globe, il David di Donatello e il Nastro d'argento. I vari monologhi sull'avidità, presenti nella sceneggiatura di Stone e che lo stesso regista volle mettere in particolare evidenza, esprimono al meglio i connotati del personaggio di Gekko (ispirato probabilmente a Carl Icahn) e di una certa America, ovvero quella reaganiana. Conclusa la realizzazione del film, la sua durata -di ben 160 minuti- fu drasticamente ridotta a 125 minuti in seguito all'eliminazione di parecchie scene. Dopo il successo di ''Platoon'' e ''Wall Street'', Stone dirige ''Talk Radio'' che tuttavia si discosta parecchio dalla sua produzione abituale, e per questo non ottiene lo stesso riscontro di critica e pubblico dei precedenti lavori. Al termine decide di fare un secondo film sulla guerra del Vietnam, questa volta però scrive la sceneggiatura del film che ha in mente basandosi sulla biografia, uscita nel 1976, ''Nato il quattro luglio'' del veterano di guerra Ron Kovic, volontario in Vietnam e rimasto paralizzato in sedia rotelle dopo essere stato ferito alla spina dorsale durante una battaglia. Una volta ultimato il film sarà un vero e proprio manifesto del periodo dell'attivismo pacifista di Ron Kovic e alla sua uscita viene dedicato alla memoria dell'attivista politico Abbie Hoffman. Come i precedenti ''Platoon'' e ''Wall Street'', ''Nato il quattro luglio'' avrà molte critiche positive sia dalla critica che dal pubblico e risulterà l'ennesimo film pluri-premiato di Stone con due oscar su otto nomination, durante la cerimonia di premiazione Stone ritirerà il suo secondo Oscar come miglior regista, oltre che a 4 Golden Globe. === Anni '90 === Oliver Stone alla cerimonia degli Oscar nel 1990 Stone inizia il decennio dirigendo ''The Doors'', pellicola biografica sulla vita di Jim Morrison. La critica tuttavia accoglie molto freddamente il film definendolo troppo "di parte". Anche i fan del cantante criticano l'opera per il modo in cui essa mette in scena la vita del loro beniamino. Nel 1991 uscì anche il primo film della famosa trilogia dei Presidenti Americani ideata da Stone ovvero ''JFK - Un caso ancora aperto'', in questa opera Stone ripercorre la vicenda umana e professionale di Jim Garrison, procuratore distrettuale di New Orleans, che dedicò gran parte della sua vita in cerca della verità sull'assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Nel film in particolare viene duramente contestata la teoria dell'attentatore solitario, approvata dalla commissione Warren. Il film creò grande attesa e un conseguente scandalo al momento dell'uscita, ma riuscì ad ottenere un grande successo di critica e di pubblico, vincendo due Oscar (fotografia e montaggio) su 8 nomination. Nel 1993 Stone dirige il terzo film della trilogia sul Vietnam: ''Tra cielo e terra'', anche stavolta ottiene un grande successo, la pellicola tuttavia viene meno premiata e incassa meno delle due precedenti. L'anno seguente è la volta di uno dei film più discussi di Stone: ''Assassini nati - Natural Born Killers''. La sceneggiatura originale del film (con il titolo di ''Thrill Killers'') fu venduta, per 400.000 dollari, dal regista Quentin Tarantino (all'epoca ancora agli esordi). Dopo una prima lettura Stone decise di modificarla completamente lasciandone soltanto pochi dialoghi di quelli originali e il nome di alcuni personaggi (oltre che al titolo modificandolo in ''Assassini nati - Natural Born Killers''), questo perché gli venne l'idea di fare un film in cui il tema centrale fosse stato la violenza ed i media. Ciò causò una serie di conflitti tra i due registi, si dice anche che la controversia abbia scatenato una rissa fra i due in un bar: Tarantino, offeso dallo stravolgimento della trama e soprattutto del finale, avrebbe colpito Stone con un pugno causandogli la frattura del setto nasale. Nonostante questo fatto negativo Tarantino affermò più avanti che il pubblico avrebbe apprezzato il film in quanto, a suo parere, miglior lavoro di Stone, in contrasto con ciò però affermò anche che le forti polemiche tra i due lo portarono a non guardare mai per intero il film. Stone, tuttavia, secondo le regole contrattuali non aveva commesso nulla di illegale. Il film di Stone uscì nelle sale nel 1994, stesso anno in cui Tarantino finì la realizzazione di ''Pulp Fiction'' con cui ottenne un immenso successo di critica e i pubblico. Pur di evitare che la critica paragonasse i due film (in quanto lo stesso Tarantino non si riconosceva più nella sceneggiatura venduta e completamente modificata da Stone), il giovane regista rinviò l'uscita del suo ''Pulp Fiction'' di un mese in modo che non combaciasse con l'uscita di ''Assassini Nati''. Il film fu criticato da parte della stampa e dell'opinione pubblica a causa del contenuto esplicito di violenza che avrebbe lasciato in secondo piano il messaggio di forte critica della stessa, che pure è evidente nelle intenzioni dell'autore. Stone affermò comunque che, in Assassini nati la violenza viene ''"elaborata per avere un effetto satirico".'' La satira, come ebbe a dire Stone, è il mezzo migliore per spiegare il messaggio del film secondo il quale ''"viviamo in un'epoca in cui i media rincorrono la violenza"'' per cui per ogni delitto che si commette dovremmo farci una sorta di esame di coscienza e chiederci quanto non ne siamo parzialmente responsabili noi stessi, come soggetti, e come società. Stone disse anche di aver lavorato al film come un bambino che schizza colori su una tela:'' "Non mi sono auto censurato" ''portando avanti per tutta la pellicola tecniche innovative ed uno stile cinematografico mai visto prima, ciò spiega la forma particolare con cui il film è stato realizzato e presentato e che ha fatto dire al suo produttore che questo è ''"il più grande film sperimentale mai realizzato":'' tra le particolarità del film spicca un montaggio a tratti talmente veloce da lasciare alcuni fotogrammi o piccoli spezzoni come vere e proprie "immagini subliminali", oltre che a 3000 inquadrature differenti (un normale lungometraggio ne ha circa 700) portate avanti con cambi di pellicola che variano dagli 8mm sino ad arrivare ai 70mm, oltre che immagini alternate tra il bianco e nero, il colore ed il cartone animato. Stone giustificò la particolarità e l'innovazione tecnica del film affermando di essersi ispirato a registi come David Lynch e Stanley Kubrick, in particolare ai loro film ''Eraserhead - La mente che cancella'' e ''Arancia meccanica''. A lavoro ultimato e con il film nelle sale, gli incassi negli Stati Uniti furono di $ e nel solo week-end d'apertura incassò ben $ . Nel 1995 riassume la vita e la presidenza di Richard Nixon nel film ''Gli intrighi del potere''. Tuttavia con questa pellicola Stone riceve un netto calo di consensi del pubblico poiché molti si aspettavano nuovamente un film "polemico" e destinato a creare scandalo; al contrario la pellicola è incentrata sulla parte privata della vita del presidente, mentre la parte pubblica non aggiunge nulla di nuovo a tutto quello che il popolo americano già sapeva del più controverso tra i suoi leader. Dal punto di vista della critica il film è accolto molto bene e riceve diversi premi. Riceve anche 4 nomination agli Oscar, tra cui quella alla sceneggiatura originale proprio a Stone, senza però aggiudicarsi nessun premio. Il successivo ''U Turn - Inversione di marcia'' è basato su un romanzo di John Ridley ed è ambientato in un'America provinciale e culturalmente arretrata. Al momento dell'uscita il film viene accolto freddamente dalla critica e al botteghino si rivela un flop incassando appena 6 milioni di dollari, a fronte di una spesa di 19 milioni. Per questo film Stone riceve una nomination ai Razzie Awards come peggior regista. Nel 1999 esce ''Ogni maledetta domenica'', ambientato nel controverso mondo del football americano. A differenza del precedente lavoro il film incassa bene superando i 100 milioni di dollari, tuttavia anche in questo caso la stampa non risparmia critiche alla pellicola. === Anni 2000 === Oliver Stone e Hugo Chávez, al Festival di Venezia del 2009 Tra il 2003 e il 2004 riesce ad intervistare due volte Fidel Castro, il leader maximo di Cuba. Le due interviste, e l'amicizia personale tra i due nata da questi colloqui, vengono riassunti nei due apprezzati documentari ''Comandante'' e ''Looking for Fidel''. Al 2003 risale anche ''Persona non grata '', sui conflitti arabo-israeliani in Palestina. Nel 2004 esce nelle sale il criticatissimo ''Alexander''. Il film si rivela il più costoso della carriera del regista con una spesa di 155.000.000, e nonostante un buon incasso che consente ai produttori di rientrare della spesa la pellicola viene letteralmente fatta a pezzi dalla critica e riceve addirittura 6 nomine ai Razzie Awards, tra cui quella per il peggior regista. Nel 2006 Stone racconta uno dei fatti più tragici degli ultimi anni, gli attentati dell'11 settembre 2001, nel suo film ''World Trade Center''. Con questa pellicola Stone interrompe la parabola discendente ottenendo ottime critiche ed un alto incasso dal pubblico. Nel 2008 dirige il terzo film sui presidenti americani ''W.'', in cui viene mostrata la vita e la presidenza di George W. Bush. Anche in questo caso la pellicola suscita grande scalpore poiché il presidente viene dipinto senza mezzi termini come un uomo assai superficiale e a tratti perfino meschino, affetto da megalomania e dal terrore del confronto con il padre; vengono inoltre rappresentate le sue gravi lacune in fatto di cultura e di linguaggio (fenomeno noto come bushismo). Il film è stato bandito in molti paesi appartenenti al blocco filo-americano. Anche in Italia il film è stato rimosso dal calendario del Festival di Roma e presentato in sostituzione al London Film Festival. L'anno seguente Stone realizza un altro controverso ma apprezzato documentario dal titolo ''A sud del confine'' che parla della ricomparsa in molti paesi del Sud America di governi socialisti democraticamente eletti. In particolare viene trattata la figura di Hugo Chávez. A distanza di 24 anni Stone riprende personaggi e ambientazione di ''Wall Street'' e dirige il primo seguito della sua carriera ''Wall Street - Il denaro non dorme mai''. La pellicola viene accolta in modo misto dalla critica ed è generalmente giudicata inferiore alla precedente. === Anni 2010 === Nel 2012 torna sul tema della violenza in ''Le belve''; questa volta la critica non sarà diretta ai media ed ai mezzi di informazione come in ''Assassini nati - Natural Born Killers'', bensì alle forze dell'ordine ed alle amministrazioni americane che, secondo il regista, al posto di vincere il problema del traffico illegale di droghe fa in modo di spostare il problema al confine con il Messico. Nel 2016 dirige il film Snowden, film biografico incentrato sull'informatico Edward Snowden e sulle sue rivelazioni sul controllo di massa. La pellicola ha per protagonista l'attore Joseph Gordon-Levitt. Attualmente Stone è impegnato nelle riprese per il film ''White Lies''. Per il suo lavoro di regista, sceneggiatore e produttore, ha ricevuto 11 candidature all'Oscar, vincendo 3 volte: ''Fuga di mezzanotte'' come sceneggiatore, ''Platoon'' e ''Nato il quattro luglio'' come regista. Per contro è stato anche candidato ai Razzie Awards nel 1997 e nel 2004, come peggior regista per ''U Turn - Inversione di marcia'' e ''Alexander''. Una caratteristica distintiva dei suoi film consiste nell'uso di una moltitudine di cineprese e formati, dal VHS alle pellicole da 8mm o da 70mm e di uno stile aggressivo e polemico oltre che alla stesura di sceneggiature altamente impegnate con dialoghi lineari, critici e ben diretti e momenti decisamente drammatici. Ogni suo film crea attese e polemiche e la critica lo conosce bene come regista altamente politicizzato (lo stesso Stone si definisce anarchico). La critica cinematografica statunitense non ha quasi mai risparmiato il regista e per certi versi lo ha anche temuto: per fare un esempio basti pensare alla paura ed al dissenso creato tra la critica e l'industria cinematografica statunitense quando si seppe che Stone stesse lavorando ad un film sugli attentati dell'11 settembre 2001: il motivo del dissenso fu la paura che il tema affrontato dal regista sarebbe stato la teoria del complotto sull'attentato del 2001 quando in realtà era una semplice storia di eroismo di alcuni uomini durante quel triste giorno. Alla sua uscita infatti, World Trade Center, non aveva nessuno sfondo politico-ideologico. Altro esempio fu la dura critica, da parte della stampa e delle alte cariche politiche statunitensi, lanciata al film ''JFK - Un caso ancora aperto'' già un mese prima che uscisse nelle sale, in quanto considerato un film assolutamente falso e con riferimenti storici distorti e non reali, questo perché il regista abbraccia la tesi della teoria del complotto sull'assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Stone è noto come ottimo sceneggiatore, basti pensare all'Oscar vinto per la sceneggiatura di ''Fuga di mezzanotte'' (scritto per Alan Parker) oltre che alle nomination ottenute per le sceneggiature dei suoi lavori ''Platoon'', ''Salvador'', ''Nato il quattro luglio'', ''JFK - Un caso ancora aperto'' e ''Gli intrighi del potere'', oltre a ciò Stone scrisse anche sceneggiature per film che non verranno premiati ma che diverranno comunque dei veri e propri cult-movie come ''Conan il barbaro'' e ''Scarface''. Stone ha affrontato nei suoi lavori temi caldi come l'assassinio di John F. Kennedy, la guerra del Vietnam, la guerra civile di El Salvador, il problema dei traffici di droga ed il rapporto tra violenza e media. Oliver Stone è stato il primo regista statunitense riuscito nell'intento di intervistare il ''líder máximo'' cubano Fidel Castro, rappresentandolo in due documentari ''Comandante'' e ''Looking for Fidel'', dove ripercorre la storia dei primi anni della rivoluzione cubana, i problemi sociali, i dissidenti, il disastro economico, traendone conclusioni talvolta in sale da pranzo, studi privati o in aule di studio insieme agli studenti universitari tutto insieme alla figura del leader. Oliver Stone si è sposato la prima volta il 22 maggio 1971 con Najwa Sarkis. La coppia non ha avuto figli e il matrimonio è terminato con il divorzio il 10 maggio 1977. Il 6 giugno 1981 si è risposato con Elizabeth Burkit Cox e la coppia ha avuto due figli: Sean Stone (29 dicembre 1984) e Michael Jack Stone (1991). Il matrimonio è terminato il 7 gennaio 1993. Attualmente Stone è sposato dal 16 gennaio 1996 con Sun-jung Jung da cui ha avuto la figlia Tara (1995). Nel 1999 è stato arrestato per la seconda volta per guida in stato di ebbrezza e possesso di hashish e dovette partecipare ad un programma di riabilitazione. Nella notte del 27 maggio 2005 è stato nuovamente arrestato a Los Angeles per possesso di una droga illegale, guida sotto l'effetto e possesso di altre droghe. È stato rilasciato il giorno dopo con una cauzione di 15.000 dollari. Stone, sebbene educato nella religione protestante, è attualmente di fede buddista. Dopo aver sostenuto negli anni '80 Ronald Reagan ed essersi avvicinato alla destra libertaria di Ron Paul, Stone ha dichiarato il suo sostegno alla presidenza di Barack Obama, che ha in seguito denunciato aspramente per le sue scelte in ambito militare più disastrose di quelle di George W. Bush e per aver creato "... il più massiccio stato di sorveglianza di sicurezza globale che mai visto, ben oltre quello della Stasi della Germania dell'Est"; e nel 2016 a Roma, durante la presentazione del film ''Snowden'' ha dichiarato che ormai in America "siamo tutti schedati e qualsiasi forma di protesta potrebbe essere negata". Durante le elezioni presidenziali del 2016 ha manifestato il suo sostegno verso il candidato Bernie Sanders, escluso dalla corsa alla Casa Bianca. Oltre al film ''Gli intrighi del potere'', in cui in verità tentava una difficile riabilitazione di Richard Nixon, ha diretto una serie tv in 4 puntate incentrata su una intervista agiografica a Vladimir Putin. È alto 1,83 m e parla correntemente il francese. === Regista === ==== Lungometraggi ==== *''Seizure'' (1974) *''La mano'' (''The Hand'') (1981) *''Salvador'' (1986) *''Platoon'' (1986) *''Wall Street'' (1987) *''Talk Radio'' (1988) *''Nato il quattro luglio'' (''Born on the Fourth of July'') (1989) *''The Doors'' (1991) *''JFK - Un caso ancora aperto'' (''JFK'') (1991) *''Tra cielo e terra'' (''Heaven & Earth'') (1993) *''Assassini nati - Natural Born Killers'' (''Natural Born Killers'') (1994) *''Gli intrighi del potere'' (''Nixon'') (1995) *''U Turn - Inversione di marcia'' (''U Turn'') (1997) *''Ogni maledetta domenica'' (''Any Given Sunday'') (1999) *''Alexander'' (2004) *''World Trade Center'' (2006) *''W.'' (2008) *''Wall Street - Il denaro non dorme mai'' (''Wall Street: Money Never Sleeps'') (2010) *''Le belve'' (''Savages'') (2012) *''Snowden'' (2016) ==== Cortometraggi ==== *''Last Year in Viet Nam'' (1971) *''Mad Man of Martinique'' (1979) ==== Documentari ==== *''Comandante'' (2003) *''Persona non grata'' (2003) *''Looking for Fidel'' (2004) *''A sud del confine'' (''South of the Border'') (2009) *''Oliver Stone - USA, la storia mai raccontata'' (''The Untold History of the United States'') – miniserie TV, 12 puntate (2012-2013) *''The Putin Interviews'' – miniserie TV, 4 puntate (2017) *''JFK Revisited: Through the Looking Glass'' (2021) === Sceneggiatore === *''Last Year in Viet Nam'', regia di Oliver Stone (1971) - cortometraggio *''Seizure'', regia di Oliver Stone (1974) *''Fuga di mezzanotte'' (''Midnight Express''), regia di Alan Parker (1978) *''La mano'' (''The Hand''), regia di Oliver Stone (1981) *''Conan il barbaro'' (''Conan the Barbarian''), regia di John Milius (1982) *''Scarface'', regia di Brian De Palma (1983) *''L'anno del dragone'' (''Year of the Dragon''), regia di Michael Cimino (1985) *''Salvador'', regia di Oliver Stone (1986) *''8 milioni di modi per morire'' (''8 Million Ways to Die''), regia di Hal Ashby (1986) *''Platoon'', regia di Oliver Stone (1986) *''Wall Street'', regia di Oliver Stone (1987) *''Talk Radio'', regia di Oliver Stone (1988) *''Nato il quattro luglio'' (''Born on the Fourth of July''), regia di Oliver Stone (1989) *''The Doors'', regia di Oliver Stone (1991) *''JFK - Un caso ancora aperto'' (''JFK''), regia di Oliver Stone (1991) *''Tra cielo e terra'' (''Heaven & Earth''), regia di Oliver Stone (1993) *''Assassini nati - Natural Born Killers'' (''Natural Born Killers''), regia di Oliver Stone (1994) *''Gli intrighi del potere'' (''Nixon''), regia di Oliver Stone (1995) *''Evita'', regia di Alan Parker (1996) *''Ogni maledetta domenica'' (''Any Given Sunday''), regia di Oliver Stone (1999) *''Comandante'', regia di Oliver Stone (2003) - documentario *''Looking for Fidel'', regia di Oliver Stone (2004) - documentario *''Alexander'', regia di Oliver Stone (2004) *''Le belve'' (''Savages'') (2012) *''Snowden'' (2016) === Attore === *''The Battle of Love's Return'', regia di Lloyd Kaufman (1971) *''La mano'' (''The Hand''), regia di Oliver Stone (1981) *''Platoon'', regia di Oliver Stone (1986) *''Wall Street'', regia di Oliver Stone (1987) *''Nato il quattro luglio'' (''Born on the Fourth of July''), regia di Oliver Stone (1989) *''The Doors'', regia di Oliver Stone (1991) *Dave - Presidente per un giorno, regia di Ivan Reitman (1993), nella parte di sé stesso *''Gli intrighi del potere'' (''Nixon''), regia di Oliver Stone (1995) *''Ogni maledetta domenica'' (''Any Given Sunday''), regia di Oliver Stone (1999) *''Comandante'', regia di Oliver Stone (2003) - documentario *''Persona non grata'', regia di Oliver Stone (2003) - documentario *''Looking for Fidel'', regia di Oliver Stone (2004) - Documentario *''Torrente 3: El protector'', regia di Santiago Segura (2005) *''Wall Street: il denaro non dorme mai'', regia di Oliver Stone (2010) *''Greystone Park'', regia di Sean Ali Stone (2012) *Army commendation medal * Premio Oscar ** '''1979 - Migliore sceneggiatura non originale''' per ''Fuga di mezzanotte'' ** '''1987 - Miglior regista''' per ''Platoon'' ** 1987 - Nomination alla migliore sceneggiatura originale per ''Platoon'' ** 1987 - Nomination alla migliore sceneggiatura originale per ''Salvador'' ** 1990 - Nomination al miglior film per ''Nato il quattro luglio'' ** '''1990 - Miglior regista''' per ''Nato il quattro luglio'' ** 1990 - Nomination alla migliore sceneggiatura non originale per ''Nato il quattro luglio'' ** 1992 - Nomination al miglior film per ''JFK - un caso ancora aperto'' ** 1992 - Nomination al miglior regista per ''JFK - un caso ancora aperto'' ** 1992 - Nomination alla migliore sceneggiatura non originale per ''JFK - un caso ancora aperto'' ** 1996 - Nomination alla migliore sceneggiatura originale per ''Gli intrighi del potere - Nixon'' === Golden Globe === * '''1979 - Migliore sceneggiatura''' per ''Fuga di mezzanotte'' * '''1987 - Miglior regista''' per ''Platoon'' * 1987 - Nomination alla migliore sceneggiatura per ''Platoon'' * '''1990 - Miglior regista''' per ''Nato il quattro luglio'' * '''1990 - Migliore sceneggiatura''' per ''Nato il quattro luglio'' * '''1992 - Miglior regista''' per ''JFK - Un caso ancora aperto'' * 1992 - Nomination alla migliore sceneggiatura per ''JFK - Un caso ancora aperto'' * 1995 - Nomination alla migliore regia per ''Assassini nati'' === Altri === * '''1987 - BAFTA al miglior regista''' per ''Platoon'' * '''1987 - Directors Guild of America Award''' per ''Platoon'' * '''1987 - Independent Spirit Award per il miglior regista''' per ''Platoon'' * '''1987 - Independent Spirit Award per la miglior sceneggiatura''' per ''Platoon'' * 1987 - Nomination all'Independent Spirit Award per il miglior regista per ''Salvador'' * 1987 - Nomination all'Independent Spirit Award per la miglior sceneggiatura per ''Salvador'' * '''1990 - Directors Guild of America Award''' per ''Nato il quattro luglio''
Oscar al miglior attore
L''''Oscar al miglior attore''' è un premio cinematografico assegnato all'attore votato come migliore dalla ''Academy of Motion Picture Arts and Sciences'', l'ente che assegna gli ''Academy Awards'', i celebri premi conosciuti come premi Oscar. Come per gli altri premi Oscar, viene assegnato nel corso di una cerimonia che si svolge in un teatro di Hollywood. Dal 2002 la cerimonia di premiazione si svolge all'interno del Kodak Theatre di Hollywood.
L'elenco mostra il vincitore di ogni anno, seguito dagli attori che hanno ricevuto una ''nomination''. Per ogni attore viene indicato il titolo del film che gli è valso la ''nomination'', quando possibile con il titolo in italiano. Gli anni indicati sono quelli in cui è stato assegnato il premio e non quello in cui è stato interpretato o presentato il film. Nel 1930 si sono svolte due diverse edizioni del premio, una ad aprile ed una a novembre, mentre nel 1933 non è stato assegnato alcun premio. Emil Jannings fu il primo vincitore nel 1929 per i suoi ruoli in ''Crepuscolo di gloria'' e ''Nel gorgo del peccato'' Warner Baxter, vincitore nel 1930 per ''Notte di tradimento'' George Arliss, vincitore nel 1930 per ''Disraeli'' Wallace Beery, vincitore nel 1932 per ''Il campione'' Fredric March, vincitore nel 1932 per ''Il dottor Jekyll'' e nel 1947 per ''I migliori anni della nostra vita'' Clark Gable, vincitore nel 1935 per ''Accadde una notte'' Spencer Tracy, vincitore nel 1938 per ''Capitani coraggiosi'' e nel 1939 per ''La città dei ragazzi'' James Stewart, vincitore nel 1941 per ''Scandalo a Filadelfia'' Gary Cooper, vincitore nel 1942 per ''Il sergente York'' e nel 1953 per ''Mezzogiorno di fuoco'' Bing Crosby, vincitore nel 1945 per ''La mia via'' Laurence Olivier, vincitore nel 1949 per ''Amleto'' Broderick Crawford, vincitore nel 1950 per ''Tutti gli uomini del re'' Humphrey Bogart, vincitore nel 1952 per ''La regina d'Africa'' Marlon Brando, vincitore nel 1955 per ''Fronte del porto'' e nel 1973 per ''il padrino'' Charlton Heston, vincitore nel 1960 per il colossal ''Ben-Hur'' Burt Lancaster, vincitore nel 1961 per ''Il figlio di Giuda'' Gregory Peck, vincitore nel 1963 per ''Il buio oltre la siepe'' Sidney Poitier, vincitore nel 1964 per ''I gigli del campo'' Lee Marvin, vincitore nel 1966 per ''Cat Ballou'' Rod Steiger, vincitore nel 1968 per ''La calda notte dell'ispettore Tibbs'' John Wayne, vincitore nel 1970 per ''Il Grinta'' Jack Nicholson, vincitore nel 1976 per ''Qualcuno volò sul nido del cuculo'' e nel 1998 per ''Qualcosa è cambiato'' Peter Finch, vincitore postumo nel 1977 per ''Quinto potere'' Richard Dreyfuss, vincitore nel 1978 per ''Goodbye amore mio!'' Jon Voight, vincitore nel 1979 per ''Tornando a casa'' Dustin Hoffman, vincitore nel 1980 per ''Kramer contro Kramer'' e nel 1989 per ''Rain man - L'uomo della pioggia'' === 1920 === * 1929 ** '''Emil Jannings''' - ''Crepuscolo di gloria'' (''The Last Command'') e ''Nel gorgo del peccato'' (''The Way of All Flesh'') ** Richard Barthelmess - ''The Noose'' e ''Ferro e fuoco'' (''The Patent Leather Kid'') ** Charlie Chaplin - ''Il circo'' (''The Circus'') (eliminato poi dalle candidature per assegnargli un ACAB speciale) === 1930 === * 1930 (aprile) ** '''Warner Baxter''' - ''Notte di tradimento'' (''In Old Arizona'') ** George Bancroft - ''La mazzata'' (''Thunderbolt'') ** Chester Morris - ''Alibi'' ** Paul Muni - ''The Valiant'' ** Lewis Stone - ''Lo zar folle'' (''The Patriot'') * 1930 (novembre) **'''George Arliss''' - ''Disraeli'' ** George Arliss - ''La dea verde'' (''The Green Goddess'') ** Wallace Beery - ''The Big House'' ** Maurice Chevalier - ''La conquista dell'America'' (''The Big Pond'') e ''Il principe consorte'' (''The Love Parade'') ** Ronald Colman - ''Cercasi avventura'' (''Bulldog Drummond'') e ''L'isola del diavolo'' (''Condemned'') ** Lawrence Tibbett - ''Amor gitano'' (''The Rogue Song'') * 1931 **'''Lionel Barrymore''' - ''Io amo'' (''A Free Soul'') ** Jackie Cooper - ''Skippy'' ** Richard Dix - ''I pionieri del West'' (''Cimarron'') ** Fredric March - ''La famiglia reale di Broadway'' (''The Royal Family of Broadway'') ** Adolphe Menjou - ''The Front Page'' (''The Front Page'') * 1932 ** '''Wallace Beery''' - ''Il campione'' (''The Champ'') ** '''Fredric March''' - ''Il dottor Jekyll'' (''Dr. Jekyll and Mr. Hyde'') ** Alfred Lunt - ''The Guardsman'' * 1934 ** '''Charles Laughton''' - ''Le sei mogli di Enrico VIII'' (''The Private Life of Henry VIII'') ** Leslie Howard - ''La strana realtà di Peter Standish'' (''Berkeley Square'') ** Paul Muni - ''Io sono un evaso'' (''I Am a Fugitive from a Chain Gang'') * 1935 ** '''Clark Gable''' - ''Accadde una notte'' (''It Happened One Night'') ** Frank Morgan - ''Gli amori di Benvenuto Cellini'' (''The Affairs of Cellini'') ** William Powell - ''L'uomo ombra'' (''The Thin Man'') * 1936 ** '''Victor McLaglen''' - ''Il traditore'' (''The Informer'') ** Clark Gable - ''La tragedia del Bounty'' (''Mutiny on the Bounty'') ** Charles Laughton - ''La tragedia del Bounty'' (''Mutiny on the Bounty'') ** Franchot Tone - ''La tragedia del Bounty'' (''Mutiny on the Bounty'') * 1937 ** '''Paul Muni''' - ''La vita del dottor Pasteur'' (''The Story of Louis Pasteur'') ** Gary Cooper - ''È arrivata la felicità'' (''Mr. Deeds Goes to Town'') ** Walter Huston - ''Infedeltà'' (''Dodsworth'') ** William Powell - ''L'impareggiabile Godfrey'' (''My Man Godfrey'') ** Spencer Tracy - ''San Francisco'' * 1938 ** '''Spencer Tracy''' - ''Capitani coraggiosi'' (''Captains Courageous'') ** Charles Boyer - ''Maria Walewska'' (''Conquest'') ** Fredric March - ''È nata una stella'' (''A Star Is Born'') ** Robert Montgomery - ''Notturno tragico'' (''Night Must Fall'') ** Paul Muni - ''Emilio Zola'' (''The Life of Emile Zola'') * 1939 ** '''Spencer Tracy''' - ''La città dei ragazzi'' (''Boys Town'') ** Charles Boyer - ''Un'americana nella Casbah'' (''Algiers'') ** James Cagney - ''Gli angeli con la faccia sporca'' (''Angels with Dirty Faces'') ** Robert Donat - ''La cittadella'' (''The Citadel'') ** Leslie Howard - ''Pigmalione'' (''Pygmalion'') === 1940 === * 1940 ** '''Robert Donat''' - ''Addio, Mr. Chips!'' (''Goodbye, Mr. Chips'') ** Clark Gable - ''Via col vento'' (''Gone With the Wind'') ** Laurence Olivier - ''La voce nella tempesta'' (''Wuthering Heights'') ** Mickey Rooney - ''Piccoli attori'' (''Babes in Arms'') ** James Stewart - ''Mr. Smith va a Washington'' (''Mr. Smith Goes to Washington'') * 1941 ** '''James Stewart''' - ''Scandalo a Filadelfia'' (''The Philadelphia Story'') ** Charlie Chaplin - ''Il grande dittatore'' (''The Great Dictator'') ** Henry Fonda - ''Furore'' (''The Grapes of Wrath'') ** Raymond Massey - ''Abramo Lincoln'' (''Abe Lincoln in Illinois'') ** Laurence Olivier - ''Rebecca - La prima moglie'' (''Rebecca'') * 1942 ** '''Gary Cooper''' - ''Il sergente York'' (''Sergeant York'') ** Cary Grant - ''Ho sognato un angelo'' (''Penny Serenade'') ** Walter Huston - ''L'oro del demonio'' (''The Devil and Daniel Webster'' conosciuto anche come ''All That Money Can Buy'') ** Robert Montgomery - ''L'inafferrabile signor Jordan'' (''Here Comes Mr. Jordan'') ** Orson Welles - ''Quarto potere'' (''Citizen Kane'') * 1943 ** '''James Cagney''' - ''Ribalta di gloria'' (''Yankee Doodle Dandy'') ** Ronald Colman - ''Prigionieri del passato'' (''Random Harvest'') ** Gary Cooper - ''L'idolo delle folle'' (''The Pride of the Yankees'') ** Walter Pidgeon - ''La signora Miniver'' (''Mrs. Miniver'') ** Monty Woolley - ''The Pied Piper'' * 1944 ** '''Paul Lukas''' - ''Quando il giorno verrà'' (''Watch on the Rhine'') ** Humphrey Bogart - ''Casablanca'' ** Gary Cooper - ''Per chi suona la campana'' (''For Whom the Bell Tolls'') ** Walter Pidgeon - ''Madame Curie'' ** Mickey Rooney - ''La commedia umana'' (''The Human Comedy'') * 1945 ** '''Bing Crosby''' - ''La mia via'' (''Going My Way'') ** Charles Boyer - ''Angoscia'' (''Gaslight'') ** Barry Fitzgerald - ''La mia via'' (''Going My Way'') ** Cary Grant - ''Il ribelle'' (''None but the Lonely Heart'') ** Alexander Knox - ''Wilson'' * 1946 ** '''Ray Milland''' - ''Giorni perduti'' (''The Lost Weekend'') ** Bing Crosby - ''Le campane di Santa Maria'' (''The Bells of St. Mary's'') ** Gene Kelly - ''Due marinai e una ragazza (Canta che ti passa)'' (''Anchors Aweigh'') ** Gregory Peck - ''Le chiavi del paradiso'' (''The Keys of the Kingdom'') ** Cornel Wilde - ''L'eterna armonia'' (''A Song to Remember'') * 1947 ** '''Fredric March''' - ''I migliori anni della nostra vita'' (''The Best Years of Our Lives'') ** Laurence Olivier - ''Enrico V'' (''Henry V'') ** Larry Parks - ''Al Jolson'' (''The Jolson Story'') ** Gregory Peck - ''Il cucciolo'' (''The Yearling'') ** James Stewart - ''La vita è meravigliosa'' (''It's a Wonderful Life'') * 1948 ** '''Ronald Colman''' - ''Doppia vita'' (''A Double Life'') ** John Garfield - ''Anima e corpo'' (''Body and Soul'') ** Gregory Peck - ''Barriera invisibile'' (''Gentleman's Agreement'') ** William Powell - ''Vita col padre'' (''Life with Father'') ** Michael Redgrave - ''Il lutto si addice ad Elettra'' (''Mourning Becomes Electra'') * 1949 ** '''Laurence Olivier''' - ''Amleto'' (''Hamlet'') ** Lew Ayres - ''Johnny Belinda'' ** Montgomery Clift - ''Odissea tragica'' (''The Search'') ** Dan Dailey - ''When My Baby Smiles at Me'' ** Clifton Webb - ''Governante rubacuori'' (''Sitting Pretty'') === 1950 === * 1950 ** '''Broderick Crawford''' - ''Tutti gli uomini del re'' (''All the King's Men'') ** Kirk Douglas - ''Il grande campione'' (''Champion'') ** Gregory Peck - ''Cielo di fuoco'' (''Twelve O'Clock High'') ** Richard Todd - ''Cuore solitario'' (''The Hasty Heart'') ** John Wayne - ''Iwo Jima, deserto di fuoco'' (''Sands of Iwo Jima'') * 1951 ** '''José Ferrer''' - ''Cirano di Bergerac'' (''Cyrano de Bergerac'') ** Louis Calhern - ''The Magnificent Yankee'' ** William Holden - ''Viale del tramonto'' (''Sunset Boulevard'') ** James Stewart - ''Harvey'' ** Spencer Tracy - ''Il padre della sposa'' (''Father of the Bride'') * 1952 ** '''Humphrey Bogart''' - ''La regina d'Africa'' (''The African Queen'') ** Marlon Brando - ''Un tram che si chiama Desiderio'' (''A Streetcar Named Desire'') ** Montgomery Clift - ''Un posto al sole'' (''A Place in the Sun'') ** Arthur Kennedy - ''Vittoria sulle tenebre'' (''Bright Victory'') ** Fredric March - ''Morte di un commesso viaggiatore'' (''Death of a Salesman'') * 1953 ** '''Gary Cooper''' - ''Mezzogiorno di fuoco'' (''High Noon'') ** Marlon Brando - ''Viva Zapata!'' ** Kirk Douglas - ''Il bruto e la bella'' (''The Bad and the Beautiful'') ** José Ferrer - ''Moulin Rouge'' ** Alec Guinness - ''L'incredibile avventura di Mr. Holland'' (''The Lavender Hill Mob'') * 1954 ** '''William Holden''' - ''Stalag 17'' ** Marlon Brando - ''Giulio Cesare'' (''Julius Caesar'') ** Richard Burton - ''La tunica'' (''The Robe'') ** Montgomery Clift - ''Da qui all'eternità'' (''From Here to Eternity'') ** Burt Lancaster - ''Da qui all'eternità'' (''From Here to Eternity'') * 1955 ** '''Marlon Brando''' - ''Fronte del porto'' (''On the Waterfront'') ** Humphrey Bogart - ''L'ammutinamento del Caine'' (''The Caine Mutiny'') ** Bing Crosby - ''La ragazza di campagna'' (''The Country Girl'') ** James Mason - ''È nata una stella'' (''A Star Is Born'') ** Dan O'Herlihy - ''Le avventure di Robinson Crusoe'' (''Las aventuras de Robinson Crusoe'') * 1956 ** '''Ernest Borgnine''' - ''Marty, vita di un timido'' (''Marty'') ** James Cagney - ''Amami o lasciami'' (''Love Me or Leave Me'') ** James Dean - ''La valle dell'Eden'' (''East of Eden'') ** Frank Sinatra - ''L'uomo dal braccio d'oro'' (''The Man with the Golden Arm'') ** Spencer Tracy - ''Giorno maledetto'' (''Bad Day at Black Rock'') * 1957 ** '''Yul Brynner''' - ''Il re ed io'' (''The King and I'') ** James Dean - ''Il gigante'' (''Giant'') ** Kirk Douglas - ''Brama di vivere'' (''Lust for Life'') ** Rock Hudson - ''Il gigante'' (''Giant'') ** Laurence Olivier - ''Riccardo III'' (''Richard III'') * 1958 ** '''Alec Guinness''' - ''Il ponte sul fiume Kwai'' (''The Bridge on the River Kwai'') ** Marlon Brando - ''Sayonara'' ** Anthony Franciosa - ''Un cappello pieno di pioggia'' (''A Hatful of Rain'') ** Charles Laughton - ''Testimone d'accusa'' (''Witness for the Prosecution'') ** Anthony Quinn - ''Selvaggio è il vento'' (''Wild Is the Wind'') * 1959 ** '''David Niven''' - ''Tavole separate'' (''Separate Tables'') ** Tony Curtis - ''La parete di fango'' (''The Defiant Ones'') ** Paul Newman - ''La gatta sul tetto che scotta'' (''Cat on a Hot Tin Roof'') ** Sidney Poitier - ''La parete di fango'' (''The Defiant Ones'') ** Spencer Tracy - ''Il vecchio e il mare'' (''The Old Man and the Sea'') === 1960 === * 1960 ** '''Charlton Heston''' - ''Ben-Hur'' ** Laurence Harvey - ''La strada dei quartieri alti'' (''Room at the Top'') ** Jack Lemmon - ''A qualcuno piace caldo'' (''Some Like It Hot'') ** Paul Muni - ''Addio dottor Abelman!'' (''The Last Angry Man'') ** James Stewart - ''Anatomia di un omicidio'' (''Anatomy of a Murder'') * 1961 ** '''Burt Lancaster''' - ''Il figlio di Giuda'' (''Elmer Gantry'') ** Trevor Howard - ''Figli e amanti'' (''Sons and Lovers'') ** Jack Lemmon - ''L'appartamento'' (''The Apartment'') ** Laurence Olivier - ''Gli sfasati'' (''The Entertainer'') ** Spencer Tracy - ''...e l'uomo creò Satana'' (''Inherit the Wind'') * 1962 ** '''Maximilian Schell''' - ''Vincitori e vinti'' (''Judgment at Nuremberg'') ** Charles Boyer - ''Fanny'' ** Paul Newman - ''Lo spaccone'' (''The Hustler'') ** Spencer Tracy - ''Vincitori e vinti'' (''Judgment at Nuremberg'') ** Stuart Whitman - ''Il marchio'' (''The Mark'') * 1963 ** '''Gregory Peck''' - ''Il buio oltre la siepe'' (''To Kill a Mockingbird'') ** Burt Lancaster - ''L'uomo di Alcatraz'' (''Birdman of Alcatraz'') ** Jack Lemmon - ''I giorni del vino e delle rose'' (''Days of Wine and Roses'') ** Marcello Mastroianni - ''Divorzio all'italiana'' ** Peter O'Toole - ''Lawrence d'Arabia'' (''Lawrence of Arabia'') * 1964 ** '''Sidney Poitier''' - ''I gigli del campo'' (''Lilies of the Field'') ** Albert Finney - ''Tom Jones'' ** Richard Harris - ''Io sono un campione'' (''This Sporting Life'') ** Rex Harrison - ''Cleopatra'' ** Paul Newman - ''Hud il selvaggio'' (''Hud'') * 1965 ** '''Rex Harrison''' - ''My Fair Lady'' ** Richard Burton - ''Becket e il suo re'' (''Becket'') ** Peter O'Toole - ''Becket e il suo re'' (''Becket'') ** Anthony Quinn - ''Zorba il greco'' (''Zorba the Greek'') ** Peter Sellers - ''Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba'' (''Dr. Strangelove, or How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb'') * 1966 ** '''Lee Marvin''' - ''Cat Ballou'' ** Richard Burton - ''La spia che venne dal freddo'' (''The Spy Who Came in from the Cold'') ** Laurence Olivier - ''Otello'' (''Othello'') ** Rod Steiger - ''L'uomo del banco dei pegni'' (''The Pawnbroker'') ** Oskar Werner - ''La nave dei folli'' (''Ship of Fools'') * 1967 ** '''Paul Scofield''' - ''Un uomo per tutte le stagioni'' (''A Man for All Seasons'') ** Alan Arkin - ''Arrivano i russi, arrivano i russi'' (''The Russians Are Coming, the Russians Are Coming'') ** Richard Burton - ''Chi ha paura di Virginia Woolf?'' (''Who's Afraid of Virginia Woolf?'') ** Michael Caine - ''Alfie'' ** Steve McQueen - ''Quelli della San Pablo'' (''The Sand Pebbles'') * 1968 ** '''Rod Steiger''' - ''La calda notte dell'ispettore Tibbs'' (''In the Heat of the Night'') ** Warren Beatty - ''Gangster Story'' (''Bonnie and Clyde'') ** Dustin Hoffman - ''Il laureato'' (''The Graduate'') ** Paul Newman - ''Nick mano fredda'' (''Cool Hand Luke'') ** Spencer Tracy - ''Indovina chi viene a cena?'' (''Guess Who's Coming to Dinner'') * 1969 ** '''Cliff Robertson''' - ''I due mondi di Charly'' (''Charly'') ** Alan Arkin - ''L'urlo del silenzio'' (''The Heart Is a Lonely Hunter'') ** Alan Bates - ''L'uomo di Kiev'' (''The Fixer'') ** Ron Moody - ''Oliver!'' ** Peter O'Toole - ''Il leone d'inverno'' (''The Lion in Winter'') === 1970 === * 1970 ** '''John Wayne''' - ''Il Grinta'' (''True Grit'') ** Richard Burton - ''Anna dei mille giorni'' (''Anne of the Thousand Days'') ** Dustin Hoffman - ''Un uomo da marciapiede'' (''Midnight Cowboy'') ** Peter O'Toole - ''Goodbye Mr. Chips'' ** Jon Voight - ''Un uomo da marciapiede'' (''Midnight Cowboy'') * 1971 ** '''George C. Scott''' (rifiutato) - ''Patton, generale d'acciaio'' (''Patton'') ** Melvyn Douglas - ''Anello di sangue'' (''I Never Sang for My Father'') ** James Earl Jones - ''Per salire più in basso'' (''The Great White Hope'') ** Jack Nicholson - ''Cinque pezzi facili'' (''Five Easy Pieces'') ** Ryan O'Neal - ''Love Story'' * 1972 ** '''Gene Hackman''' - ''Il braccio violento della legge'' (''The French Connection'') ** Peter Finch - ''Domenica, maledetta domenica'' (''Sunday Bloody Sunday'') ** Walter Matthau - ''Vedovo aitante, bisognoso affetto offresi anche babysitter'' (''Kotch'') ** George C. Scott - ''Anche i dottori ce l'hanno'' (''The Hospital'') ** Chaim Topol - ''Il violinista sul tetto'' (''Fiddler on the Roof'') * 1973 ** '''Marlon Brando''' (rifiutato) - ''Il padrino'' (''The Godfather'') ** Michael Caine - ''Gli insospettabili'' (''Sleuth'') ** Laurence Olivier - ''Gli insospettabili'' (''Sleuth'') ** Peter O'Toole - ''La classe dirigente'' (''The Ruling Class'') ** Paul Winfield - ''Sounder'' * 1974 ** '''Jack Lemmon''' - ''Salvate la tigre'' (''Save the Tiger'') ** Marlon Brando - ''Ultimo tango a Parigi'' ** Jack Nicholson - ''L'ultima corvé'' (''The Last Detail'') ** Al Pacino - ''Serpico'' ** Robert Redford - ''La stangata'' (''The Sting'') * 1975 ** '''Art Carney''' - ''Harry e Tonto'' (''Harry and Tonto'') ** Albert Finney - ''Assassinio sull'Orient Express'' (''Murder on the Orient Express'') ** Dustin Hoffman - ''Lenny'' ** Jack Nicholson - ''Chinatown'' ** Al Pacino - ''Il padrino - Parte II'' (''The Godfather: Part II'') * 1976 ** '''Jack Nicholson''' - ''Qualcuno volò sul nido del cuculo'' (''One Flew Over the Cuckoo's Nest'') ** Walter Matthau - ''I ragazzi irresistibili'' (''The Sunshine Boys'') ** Al Pacino - ''Quel pomeriggio di un giorno da cani'' (''Dog Day Afternoon'') ** Maximilian Schell - ''The Man in the Glass Booth'' ** James Whitmore - ''Give 'em Hell, Harry!'' * 1977 ** '''Peter Finch''' (postumo) - ''Quinto potere'' (''Network'') ** Robert De Niro - ''Taxi Driver'' ** Giancarlo Giannini - ''Pasqualino Settebellezze'' ** William Holden - ''Quinto potere'' (''Network'') ** Sylvester Stallone - ''Rocky'' * 1978 ** '''Richard Dreyfuss''' - ''Goodbye amore mio!'' (''The Goodbye Girl'') ** Woody Allen - ''Io e Annie'' (''Annie Hall'') ** Richard Burton - ''Equus'' ** Marcello Mastroianni - ''Una giornata particolare'' ** John Travolta - ''La febbre del sabato sera'' (''Saturday Night Fever'') * 1979 ** '''Jon Voight''' - ''Tornando a casa'' (''Coming Home'') ** Warren Beatty - ''Il paradiso può attendere'' (''Heaven Can Wait'') ** Gary Busey - ''The Buddy Holly Story'' ** Robert De Niro - ''Il cacciatore'' (''The Deer Hunter'') ** Laurence Olivier - ''I ragazzi venuti dal Brasile'' (''The Boys from Brazil'') === 1980 === Robert De Niro, vincitore nel 1981 per ''Toro scatenato'' Ben Kingsley, vincitore nel 1983 per ''Gandhi'' Paul Newman, vincitore nel 1987 per ''Il colore dei soldi'' Daniel Day-Lewis unico attore ad aver vinto tre statuette in questa categoria: nel 1990 per ''Il mio piede sinistro'', nel 2008 per ''Il petroliere'' e nel 2013 per ''Lincoln'' Anthony Hopkins, vincitore nel 1992 per ''Il silenzio degli innocenti'' e nel 2021 per ''The Father - Nulla è come sembra''. Al Pacino, vincitore nel 1993 per ''Scent of a Woman - Profumo di donna'' Tom Hanks, vincitore per due anni consecutivi nel 1994 per ''Philadelphia'' e nel 1995 per ''Forrest Gump'' Roberto Benigni è l'unico attore italiano ad aver vinto l'Oscar, nel 1999 per ''La vita è bella'' Russell Crowe, vincitore nel 2001 con il pluripremiato film ''Il gladiatore'' Adrien Brody, vincitore nel 2003 per ''Il pianista''. Sean Penn, vincitore nel 2004 per ''Mystic River'' e nel 2009 per ''Milk'' Philip Seymour Hoffman, vincitore nel 2006 per ''Truman Capote - A sangue freddo''. Jeff Bridges, vincitore nel 2010 per ''Crazy Heart''. Colin Firth, vincitore nel 2011 per ''Il discorso del re'' Jean Dujardin, vincitore nel 2012 con ''The Artist'' Matthew McConaughey, vincitore nel 2014 per ''Dallas Buyers Club'' Eddie Redmayne, vincitore nel 2015 per ''La teoria del tutto'' Leonardo DiCaprio, vincitore nel 2016 per ''Revenant - Redivivo'' Casey Affleck, vincitore nel 2017 per ''Manchester by the Sea'' Gary Oldman, vincitore nel 2018 per ''L'ora più buia'' Rami Malek, vincitore nel 2019 per ''Bohemian Rhapsody'' * 1980 ** '''Dustin Hoffman''' - ''Kramer contro Kramer'' (''Kramer vs. Kramer'') ** Jack Lemmon - ''Sindrome cinese'' (''The China Syndrome'') ** Al Pacino - ''...e giustizia per tutti'' (''...And Justice for All'') ** Roy Scheider - ''All That Jazz - Lo spettacolo comincia'' (''All That Jazz'') ** Peter Sellers - ''Oltre il giardino'' (''Being There'') * 1981 ** '''Robert De Niro''' - ''Toro scatenato'' (''Raging Bull'') ** Robert Duvall - ''Il grande Santini'' (''The Great Santini'') ** John Hurt - ''The Elephant Man'' ** Jack Lemmon - ''Tribute - Serata d'onore'' (''Tribute'') ** Peter O'Toole - ''Professione pericolo'' (''The Stunt Man'') * 1982 ** '''Henry Fonda''' - ''Sul lago dorato'' (''On Golden Pond'') ** Warren Beatty - ''Reds'' ** Burt Lancaster - ''Atlantic City, U.S.A.'' (''Atlantic City'') ** Dudley Moore - ''Arturo'' (''Arthur'') ** Paul Newman - ''Diritto di cronaca'' (''Absence of Malice'') * 1983 ** '''Ben Kingsley''' - ''Gandhi'' ** Dustin Hoffman - ''Tootsie'' ** Jack Lemmon - ''Missing - Scomparso'' (''Missing'') ** Paul Newman - ''Il verdetto'' (''The Verdict'') ** Peter O'Toole - ''L'ospite d'onore'' (''My Favorite Year'') * 1984 ** '''Robert Duvall''' - ''Tender Mercies - Un tenero ringraziamento'' (''Tender Mercies'') ** Michael Caine - ''Rita, Rita, Rita'' (''Educating Rita'') ** Tom Conti - ''Reuben, Reuben'' ** Tom Courtenay - ''Il servo di scena'' (''The Dresser'') ** Albert Finney - ''Il servo di scena'' (''The Dresser'') * 1985 ** '''F. Murray Abraham''' - ''Amadeus'' ** Jeff Bridges - ''Starman'' ** Albert Finney - ''Sotto il vulcano'' (''Under the Volcano'') ** Tom Hulce - ''Amadeus'' ** Sam Waterston - ''Urla del silenzio'' (''The Killing Fields'') * 1986 ** '''William Hurt''' - ''Il bacio della donna ragno'' (''Kiss of the Spider Woman'') ** Harrison Ford - ''Witness - Il testimone'' (''Witness'') ** James Garner - ''L'amore di Murphy'' (''Murphy's Romance'') ** Jack Nicholson - ''L'onore dei Prizzi'' (''Prizzi's Honor'') ** Jon Voight - ''A 30 secondi dalla fine'' (''Runaway Train'') * 1987 ** '''Paul Newman''' - ''Il colore dei soldi'' (''The Color of Money'') ** Dexter Gordon - ''Round Midnight - A mezzanotte circa'' (''Round Midnight'') ** Bob Hoskins - ''Mona Lisa'' ** William Hurt - ''Figli di un dio minore'' (''Children of a Lesser God'') ** James Woods - ''Salvador'' * 1988 ** '''Michael Douglas''' - ''Wall Street'' ** William Hurt - ''Dentro la notizia - Broadcast News'' (''Broadcast News'') ** Marcello Mastroianni - ''Oci ciornie'' ** Jack Nicholson - ''Ironweed'' ** Robin Williams - ''Good Morning, Vietnam'' * 1989 ** '''Dustin Hoffman''' ''Rain Man - L'uomo della pioggia'' (''Rain Man'') ** Gene Hackman - ''Mississippi Burning - Le radici dell'odio'' (''Mississippi Burning'') ** Tom Hanks - ''Big'' ** Edward James Olmos - ''La forza della volontà'' (''Stand and Deliver'') ** Max von Sydow - ''Pelle alla conquista del mondo'' (''Pelle erobreren'') === 1990 === * 1990 ** '''Daniel Day-Lewis''' - ''Il mio piede sinistro'' (''My Left Foot'') ** Kenneth Branagh - ''Enrico V'' (''Henry V'') ** Tom Cruise - ''Nato il quattro luglio'' (''Born on the Fourth of July'') ** Morgan Freeman - ''A spasso con Daisy'' (''Driving Miss Daisy'') ** Robin Williams - ''L'attimo fuggente'' (''Dead Poets Society'') * 1991 ** '''Jeremy Irons''' - ''Il mistero Von Bulow'' (''Reversal of Fortune'') ** Kevin Costner - ''Balla coi lupi'' (''Dances with Wolves'') ** Robert De Niro - ''Risvegli'' (''Awakenings'') ** Gérard Depardieu - ''Cyrano di Bergerac'' (''Cyrano de Bergerac'') ** Richard Harris - ''Il campo'' (''The Field'') * 1992 ** '''Anthony Hopkins''' - ''Il silenzio degli innocenti'' (''The Silence of the Lambs'') ** Warren Beatty - ''Bugsy'' ** Robert De Niro - ''Cape Fear - Il promontorio della paura'' (''Cape Fear'') ** Nick Nolte - ''Il principe delle maree'' (''The Prince of Tides'') ** Robin Williams - ''La leggenda del re pescatore'' (''The Fisher King'') * 1993 ** '''Al Pacino''' - ''Scent of a Woman - Profumo di donna'' (''Scent of a Woman'') ** Robert Downey Jr. - ''Charlot'' (''Chaplin'') ** Clint Eastwood - ''Gli spietati'' (''Unforgiven'') ** Stephen Rea - ''La moglie del soldato'' (''The Crying Game'') ** Denzel Washington - ''Malcolm X'' * 1994 ** '''Tom Hanks''' - ''Philadelphia'' ** Daniel Day-Lewis - ''Nel nome del padre'' (''In the Name of the Father'') ** Laurence Fishburne - ''Tina - What's Love Got to Do with It'' (''What's Love Got to Do with It'') ** Anthony Hopkins - ''Quel che resta del giorno'' (''The Remains of the Day'') ** Liam Neeson - ''Schindler's List - La lista di Schindler'' * 1995 ** '''Tom Hanks''' - ''Forrest Gump'' ** Morgan Freeman - ''Le ali della libertà'' (''The Shawshank Redemption'') ** Nigel Hawthorne - ''La pazzia di Re Giorgio'' (''The Madness of King George'') ** Paul Newman - ''La vita a modo mio'' (''Nobody's Fool'') ** John Travolta - ''Pulp Fiction'' * 1996 ** '''Nicolas Cage''' - ''Via da Las Vegas'' (''Leaving Las Vegas'') ** Richard Dreyfuss - ''Goodbye Mr. Holland'' (''Mr. Holland's Opus'') ** Anthony Hopkins - ''Gli intrighi del potere - Nixon'' (''Nixon'') ** Sean Penn - ''Dead Man Walking - Condannato a morte'' (''Dead Man Walking'') ** Massimo Troisi - ''Il postino'' * 1997 ** '''Geoffrey Rush''' - ''Shine'' ** Tom Cruise - ''Jerry Maguire'' ** Ralph Fiennes - ''Il paziente inglese'' (''The English Patient'') ** Woody Harrelson - ''Larry Flynt - Oltre lo scandalo'' (''The People vs. Larry Flynt'') ** Billy Bob Thornton - ''Lama tagliente'' (''Sling Blade'') * 1998 ** '''Jack Nicholson''' - ''Qualcosa è cambiato'' (''As Good as It Gets'') ** Matt Damon - ''Will Hunting - Genio ribelle'' (''Good Will Hunting'') ** Robert Duvall - ''L'apostolo'' (''The Apostle'') ** Peter Fonda - ''L'oro di Ulisse'' (''Ulee's Gold'') ** Dustin Hoffman - ''Sesso & potere'' (''Wag the Dog'') * 1999 ** '''Roberto Benigni''' - ''La vita è bella'' ** Tom Hanks - ''Salvate il soldato Ryan'' (''Saving Private Ryan'') ** Ian McKellen - ''Demoni e dei'' (''Gods and Monsters'') ** Nick Nolte - ''Affliction'' ** Edward Norton - ''American History X'' === 2000 === * 2000 ** '''Kevin Spacey''' - ''American Beauty'' ** Russell Crowe - ''Insider - Dietro la verità'' (''The Insider'') ** Richard Farnsworth - ''Una storia vera'' (''The Straight Story'') ** Sean Penn - ''Accordi e disaccordi'' (''Sweet and Lowdown'') ** Denzel Washington - ''Hurricane - Il grido dell'innocenza'' * 2001 ** '''Russell Crowe''' - ''Il gladiatore'' (''Gladiator'') ** Javier Bardem - ''Prima che sia notte'' (''Before Night Falls'') ** Tom Hanks - ''Cast Away'' ** Ed Harris - ''Pollock'' ** Geoffrey Rush - ''Quills - La penna dello scandalo'' (''Quills'') * 2002 ** '''Denzel Washington''' – ''Training Day'' ** Russell Crowe - ''A Beautiful Mind'' ** Sean Penn - ''Mi chiamo Sam'' (''I Am Sam'') ** Will Smith - ''Alì'' (''Ali'') ** Tom Wilkinson - ''In the Bedroom'' * 2003 ** '''Adrien Brody''' - ''Il pianista'' (''The Pianist'') ** Nicolas Cage - ''Il ladro di orchidee'' (''Adaptation'') ** Michael Caine - ''The Quiet American'' (''The Quiet American'') ** Daniel Day-Lewis - ''Gangs of New York'' ** Jack Nicholson - ''A proposito di Schmidt'' (''About Schmidt'') * 2004 ** '''Sean Penn''' - ''Mystic River'' ** Johnny Depp - ''La maledizione della prima luna'' (''Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl'') ** Ben Kingsley - ''La casa di sabbia e nebbia'' (''House of Sand and Fog'') ** Jude Law - ''Ritorno a Cold Mountain'' (''Cold Mountain'') ** Bill Murray - ''Lost in Translation - L'amore tradotto'' (''Lost in Translation'') * 2005 ** '''Jamie Foxx''' - ''Ray'' ** Don Cheadle - ''Hotel Rwanda'' ** Johnny Depp - ''Neverland - Un sogno per la vita'' (''Finding Neverland'') ** Leonardo DiCaprio - ''The Aviator'' ** Clint Eastwood - ''Million Dollar Baby'' * 2006 ** '''Philip Seymour Hoffman''' - ''Truman Capote - A sangue freddo'' (''Capote'') ** Terrence Howard - ''Hustle & Flow - Il colore della musica'' (''Hustle & Flow'') ** Heath Ledger - ''I segreti di Brokeback Mountain'' (''Brokeback Mountain'') ** Joaquin Phoenix - ''Quando l'amore brucia l'anima - Walk the Line'' (''Walk the Line'') ** David Strathairn - ''Good Night, and Good Luck.'' * 2007 ** '''Forest Whitaker''' - ''L'ultimo re di Scozia'' (''The Last King of Scotland'') ** Leonardo DiCaprio - ''Blood Diamond - Diamanti di sangue'' (''Blood Diamond'') ** Ryan Gosling - ''Half Nelson'' ** Peter O'Toole - ''Venus'' ** Will Smith - ''La ricerca della felicità'' (''The Pursuit of Happyness'') * 2008 ** '''Daniel Day-Lewis''' - ''Il petroliere'' (''There Will Be Blood'') ** George Clooney - ''Michael Clayton'' ** Johnny Depp - ''Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street'' (''Sweeney Todd The Demon Barber of Fleet Street'') ** Tommy Lee Jones - ''Nella valle di Elah'' (''In the Valley of Elah'') ** Viggo Mortensen - ''La promessa dell'assassino'' (''Eastern Promises'') * 2009 ** '''Sean Penn''' - ''Milk'' ** Richard Jenkins - ''L'ospite inatteso'' (''The Visitor'') ** Frank Langella - ''Frost/Nixon - Il duello'' (''Frost/Nixon'') ** Brad Pitt - ''Il curioso caso di Benjamin Button'' (''The Curious Case of Benjamin Button'') ** Mickey Rourke - ''The Wrestler'' === 2010 === * 2010 ** '''Jeff Bridges''' - ''Crazy Heart'' ** George Clooney - ''Tra le nuvole'' (''Up in the Air)'' ** Colin Firth - ''A Single Man'' ** Morgan Freeman - ''Invictus - L'invincibile'' (''Invictus'') ** Jeremy Renner - ''The Hurt Locker'' * 2011 ** '''Colin Firth''' - ''Il discorso del re'' (''The King's Speech'') ** Javier Bardem - ''Biutiful'' ** Jeff Bridges - ''Il Grinta'' (''True Grit'') ** Jesse Eisenberg - ''The Social Network'' ** James Franco - ''127 ore'' (''127 Hours'') * 2012 ** '''Jean Dujardin''' - ''The Artist'' ** Demián Bichir - ''Per una vita migliore'' (''A Better Life'') ** George Clooney - ''Paradiso amaro'' (''The Descendants'') ** Gary Oldman - ''La talpa'' (''Tinker Tailor Soldier Spy'') ** Brad Pitt - ''L'arte di vincere'' (''Moneyball'') * 2013 ** '''Daniel Day-Lewis''' - ''Lincoln'' ** Bradley Cooper - ''Il lato positivo - Silver Linings Playbook'' (''Silver Linings Playbook'') ** Hugh Jackman - ''Les Misérables'' ** Joaquin Phoenix - ''The Master'' ** Denzel Washington - ''Flight'' * 2014 ** '''Matthew McConaughey''' - ''Dallas Buyers Club'' ** Christian Bale - ''American Hustle - L'apparenza inganna'' (''American Hustle'') ** Bruce Dern - ''Nebraska'' ** Leonardo DiCaprio - ''The Wolf of Wall Street'' (''The Wolf of Wall Street'') ** Chiwetel Ejiofor - ''12 anni schiavo'' (''12 Years a Slave'') * 2015 ** '''Eddie Redmayne''' - ''La teoria del tutto'' (''The Theory of Everything'') ** Steve Carell - ''Foxcatcher - Una storia americana'' (''Foxcatcher'') ** Bradley Cooper - ''American Sniper'' ** Benedict Cumberbatch - ''The Imitation Game'' ** Michael Keaton - ''Birdman'' * 2016 ** '''Leonardo DiCaprio''' - ''Revenant - Redivivo'' (''The Revenant'') ** Bryan Cranston - ''L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo'' (''Trumbo'') ** Matt Damon - ''Sopravvissuto - The Martian'' (''The Martian'') ** Michael Fassbender - ''Steve Jobs'' ** Eddie Redmayne - ''The Danish Girl'' *2017 ** '''Casey Affleck''' - ''Manchester by the Sea'' ** Andrew Garfield - ''La battaglia di Hacksaw Ridge'' (''Hacksaw Ridge'') ** Ryan Gosling - ''La La Land'' ** Viggo Mortensen - ''Captain Fantastic'' ** Denzel Washington - ''Barriere'' (''Fences'') * 2018 ** '''Gary Oldman''' - ''L'ora più buia'' (''The Darkest Hour'') ** Timothée Chalamet - ''Chiamami col tuo nome'' (''Call Me by Your Name'') ** Daniel Day-Lewis - ''Il filo nascosto'' (''The Phantom Thread'') ** Daniel Kaluuya - ''Scappa - Get Out'' (''Get Out'') ** Denzel Washington - ''End of Justice - Nessuno è innocente'' (''Roman J. Israel, Esq.'') * 2019 ** '''Rami Malek''' - ''Bohemian Rhapsody'' ** Christian Bale - ''Vice - L'uomo nell'ombra'' (''Vice'') ** Bradley Cooper - ''A Star Is Born'' ** Willem Dafoe - ''Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità'' (''At Eternity's Gate'') ** Viggo Mortensen - ''Green Book'' === 2020 === Joaquin Phoenix, vincitore nel 2020 per ''Joker'' * 2020 ** '''Joaquin Phoenix''' - ''Joker'' ** Antonio Banderas - ''Dolor y gloria'' ** Leonardo DiCaprio - ''C'era una volta a... Hollywood'' (''Once Upon a Time... in Hollywood'') ** Adam Driver - ''Storia di un matrimonio'' (''Marriage Story'') ** Jonathan Pryce - ''I due papi'' (''The Two Popes'') * 2021 ** '''Anthony Hopkins''' - ''The Father - Nulla è come sembra'' (''The Father'') ** Riz Ahmed - ''Sound of Metal'' ** Chadwick Boseman - ''Ma Rainey's Black Bottom'' ** Gary Oldman - ''Mank'' ** Steven Yeun - ''Minari''
Oscar alla miglior attrice
L'''Oscar alla migliore attrice protagonista''' viene assegnato all'attrice votata come migliore dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, cioè l'ente che assegna gli ''Academy Awards'', i celebri premi conosciuti in Italia come premi Oscar.
L'elenco mostra la vincitrice di ogni anno, seguita dalle attrici che hanno ricevuto una candidatura. Per ogni attrice viene indicato il titolo del film che le ha valso la nomination. Gli anni indicati sono quelli in cui è stato assegnato il premio. Nel 1930 si sono svolte due diverse edizioni del premio, una ad aprile ed una a novembre, mentre nel 1933 non è stato assegnato alcun premio. Per maggiori informazioni si veda la voce Cerimonie dei premi Oscar. Janet Gaynor, prima attrice in assoluto ad essersi aggiudicata il premio nel 1929 per ''Settimo cielo'', ''L'angelo della strada'' e ''Aurora''. Mary Pickford, vincitrice nel 1930 per ''Coquette''. Katharine Hepburn, unica attrice ad essersi aggiudicata la statuetta per 4 volte: nel 1934 per ''La gloria del mattino'', nel 1968 per ''Indovina chi viene a cena?'', nel 1969 per ''Il leone d'inverno'' e nel 1982 per ''Sul lago dorato''. Claudette Colbert, vincitrice nel 1935 per ''Accadde una notte''. Bette Davis, vincitrice nel 1936 per ''Paura d'amare'' e nel 1939 per ''Figlia del vento'' Luise Rainer, vincitrice nel 1937 per ''Il paradiso delle fanciulle'' e nel 1938 per ''La buona terra'' Vivien Leigh, vincitrice nel 1940 per ''Via col vento'' e nel 1952 per ''Un tram che si chiama Desiderio''. Ginger Rogers, vincitrice nel 1941 per ''Kitty Foyle, ragazza innamorata''. Ingrid Bergman, vincitrice nel 1945 per ''Angoscia'' e nel 1957 per ''Anastasia''. Joan Crawford, vincitrice nel 1946 per ''Il romanzo di Mildred''. Olivia de Havilland, vincitrice nel 1947 per ''A ciascuno il suo destino'' e nel 1950 per ''L'ereditiera''. Judy Holliday, vincitrice nel 1951 per ''Nata ieri''. Shirley Booth, vincitrice nel 1953 per ''Torna, piccola Sheba''. Audrey Hepburn, vincitrice nel 1954 per ''Vacanze romane''. Grace Kelly, vincitrice nel 1955 per ''La ragazza di campagna''. Joanne Woodward, vincitrice nel 1958 per ''La donna dai tre volti''. Susan Hayward, vincitrice nel 1959 per ''Non voglio morire''. Elizabeth Taylor, vincitrice nel 1961 per ''Venere in visone'' e nel 1967 per ''Chi ha paura di Virginia Woolf?''. Sophia Loren, vincitrice nel 1962 per ''La ciociara''. Julie Andrews, vincitrice nel 1965 per ''Mary Poppins''. Julie Christie, vincitrice nel 1966 per ''Darling''. Glenda Jackson, vincitrice nel 1971 per ''Donne in amore'' e nel 1974 per ''Un tocco di classe''. Jane Fonda, vincitrice nel 1972 per ''Una squillo per l'ispettore Klute'' e nel 1979 per ''Tornando a casa''. Liza Minnelli, vincitrice nel 1973 per ''Cabaret'' Faye Dunaway, vincitrice nel 1977 per ''Quinto potere'' Sally Field, vincitrice nel 1980 per ''Norma Rae'' e nel 1985 per ''Le stagioni del cuore''. ===1920=== * 1929 **'''Janet Gaynor''' - ''Settimo cielo'' (''Seventh Heaven''), ''L'angelo della strada'' (''Street Angel'') e ''Aurora'' (''Sunrise: A Song of Two Humans'') **Louise Dresser - ''A Ship Comes In'' **Gloria Swanson - ''Tristana e la maschera'' (''Sadie Thompson'') ===1930=== * 1930 (aprile) ** '''Mary Pickford''' - ''Coquette'' ** Ruth Chatterton - ''Madame X'' ** Betty Compson - ''Il re della piazza'' (''The Barker'') ** Jeanne Eagels - ''The Letter'' ** Corinne Griffith - ''Trafalgar'' (''The Divine Lady'') ** Bessie Love - ''La canzone di Broadway'' (''The Broadway Melody'') * 1930 (novembre) **'''Norma Shearer''' - ''La divorziata'' (''The Divorcee'') ** Nancy Carroll - ''The Devil's Holiday'' ** Ruth Chatterton - ''Sarah and Son'' ** Greta Garbo - ''Anna Christie'' e ''Romanzo'' ** Norma Shearer - ''Ritorna il sole'' (''Their Own Desire'') ** Gloria Swanson - ''L'intrusa'' (''The Trespasser'') * 1931 ** '''Marie Dressler''' - ''Castigo'' (''Min and Bill'') ** Marlene Dietrich - ''Marocco'' (''Morocco'') ** Irene Dunne - ''I pionieri del West'' (''Cimarron'') ** Ann Harding - ''Holiday'' ** Norma Shearer - ''Io amo'' (''A Free Soul'') * 1932 ** '''Helen Hayes''' - ''Il fallo di Madelon Claudet'' (''The Sin of Madelon Claudet'') ** Marie Dressler - ''Ingratitudine'' (''Emma'') ** Lynn Fontanne - ''The Guardsman'' * 1934 ** '''Katharine Hepburn''' - ''La gloria del mattino'' (''Morning Glory'') ** May Robson - ''Signora per un giorno'' (''Lady for a Day'') ** Diana Wynyard - ''Cavalcata'' (''Cavalcade'') * 1935 ** '''Claudette Colbert''' - ''Accadde una notte'' (''It Happened One Night'') ** Bette Davis - ''Schiavo d'amore'' (''Of Human Bondage'') ** Grace Moore - ''Una notte d'amore'' (''One Night of Love'') ** Norma Shearer - ''La famiglia Barrett'' (''The Barretts of Wimpole Street'') * 1936 ** '''Bette Davis''' - ''Paura d'amare'' (''Dangerous'') ** Elisabeth Bergner - ''Non mi sfuggirai'' (''Escape Me Never'') ** Claudette Colbert - ''Mondi privati'' (''Private Worlds'') ** Katharine Hepburn - ''Primo amore'' (''Alice Adams'') ** Miriam Hopkins - ''Becky Sharp'' ** Merle Oberon - ''L'angelo delle tenebre'' (''The Dark Angel'') * 1937 ** '''Luise Rainer''' - ''Il paradiso delle fanciulle'' (''The Great Ziegfeld'') ** Irene Dunne - ''L'adorabile nemica'' (''Theodora Goes Wild'') ** Gladys George - ''Valiant Is the Word for Carrie'' ** Carole Lombard - ''L'impareggiabile Godfrey'' (''My Man Godfrey'') ** Norma Shearer - ''Giulietta e Romeo'' (''Romeo and Juliet'') * 1938 ** '''Luise Rainer''' - ''La buona terra'' (''The Good Earth'') ** Irene Dunne - ''L'orribile verità'' (''The Awful Truth'') ** Greta Garbo - ''Margherita Gauthier'' (''Camille'') ** Janet Gaynor - ''È nata una stella'' (''A Star Is Born'') ** Barbara Stanwyck - ''Amore sublime'' (''Stella Dallas'') * 1939 ** '''Bette Davis''' - ''Figlia del vento'' (''Jezebel'') ** Fay Bainter - ''Bandiere bianche'' (''White Banners'') ** Wendy Hiller - ''Pigmalione'' (''Pygmalion'') ** Norma Shearer - ''Maria Antonietta'' (''Marie Antoinette'') ** Margaret Sullavan - ''Tre camerati'' (''Three Comrades'') ===1940=== * 1940 ** '''Vivien Leigh''' - ''Via col vento'' (''Gone with the Wind'') ** Bette Davis - ''Tramonto'' (''Dark Victory'') ** Irene Dunne - ''Un grande amore'' (''Love Affair'') ** Greta Garbo - ''Ninotchka'' ** Greer Garson - ''Addio, Mr. Chips!'' (''Goodbye, Mr. Chips'') * 1941 ** '''Ginger Rogers''' - ''Kitty Foyle, ragazza innamorata'' (''Kitty Foyle'') ** Bette Davis - ''Ombre malesi'' (''The Letter'') ** Joan Fontaine - ''Rebecca - La prima moglie'' (''Rebecca'') ** Katharine Hepburn - ''Scandalo a Filadelfia'' (''The Philadelphia Story'') ** Martha Scott - ''La nostra città'' (''Our Town'') * 1942 ** '''Joan Fontaine''' - ''Il sospetto'' (''Suspicion'') ** Bette Davis - ''Piccole volpi'' (''The Little Foxes'') ** Olivia de Havilland - ''La porta d'oro'' (''Hold Back the Dawn'') ** Greer Garson - ''Fiori nella polvere'' (''Blossoms in the Dust'') ** Barbara Stanwyck - ''Colpo di fulmine'' (''Ball of Fire'') * 1943 ** '''Greer Garson''' - ''La signora Miniver'' (''Mrs. Miniver'') ** Bette Davis - ''Perdutamente tua'' (''Now, Voyager'') ** Katharine Hepburn - ''La donna del giorno'' (''Woman of the Year'') ** Rosalind Russell - ''Mia sorella Evelina'' (''My Sister Eileen'') ** Teresa Wright - ''L'idolo delle folle'' (''The Pride of the Yankees'') * 1944 ** '''Jennifer Jones''' - ''Bernadette'' (''The Song of Bernadette'') ** Jean Arthur - ''Molta brigata vita beata'' (''The More the Merrier'') ** Ingrid Bergman - ''Per chi suona la campana'' (''For Whom the Bell Tolls'') ** Joan Fontaine - ''Il fiore che non colsi'' (''The Constant Nymph'') ** Greer Garson - ''Madame Curie'' * 1945 ** '''Ingrid Bergman''' - ''Angoscia'' (''Gaslight'') ** Claudette Colbert - ''Da quando te ne andasti'' (''Since You Went Away'') ** Bette Davis - ''La signora Skeffington'' (''Mr. Skeffington'') ** Greer Garson - ''La signora Parkington'' (''Mrs. Parkington'') ** Barbara Stanwyck - ''La fiamma del peccato'' (''Double Indemnity'') * 1946 ** '''Joan Crawford''' - ''Il romanzo di Mildred'' (''Mildred Pierce'') ** Ingrid Bergman - ''Le campane di Santa Maria'' (''The Bells of St. Mary's'') ** Greer Garson - ''La valle del destino'' (''The Valley of Decision'') ** Jennifer Jones - ''Gli amanti del sogno'' (''Love Letters'') ** Gene Tierney - ''Femmina folle'' (''Leave Her to Heaven'') * 1947 ** '''Olivia de Havilland''' - ''A ciascuno il suo destino'' (''To Each His Own'') ** Celia Johnson - ''Breve incontro'' (''Brief Encounter'') ** Jennifer Jones - ''Duello al sole'' (''Duel in the Sun'') ** Rosalind Russell - ''L'angelo del dolore'' (''Sister Kenny'') ** Jane Wyman - ''Il cucciolo'' (''The Yearling'') * 1948 ** '''Loretta Young''' - ''La moglie celebre'' (''The Farmer's Daughter'') ** Joan Crawford - ''Anime in delirio'' (''Possessed'') ** Susan Hayward - ''Una donna distrusse'' (''Smash-Up – The Story of a Woman'') ** Dorothy McGuire - ''Barriera invisibile'' (''Gentleman's Agreement'') ** Rosalind Russell - ''Il lutto si addice ad Elettra'' (''Mourning Becomes Electra'') * 1949 ** '''Jane Wyman''' - ''Johnny Belinda'' ** Ingrid Bergman - ''Giovanna d'Arco'' (''Joan of Arc'') ** Olivia de Havilland - ''La fossa dei serpenti'' (''The Snake Pit'') ** Irene Dunne - ''Mamma ti ricordo'' (''I Remember Mama'') ** Barbara Stanwyck - ''Il terrore corre sul filo'' (''Sorry, Wrong Number'') ===1950=== * 1950 ** '''Olivia de Havilland''' - ''L'ereditiera'' (''The Heiress'') ** Jeanne Crain - ''Pinky, la negra bianca'' (''Pinky'') ** Susan Hayward - ''Questo mio folle cuore'' (''My Foolish Heart'') ** Deborah Kerr - ''Edoardo mio figlio'' (''Edward, My Son'') ** Loretta Young - ''Le due suore'' (''Come to the Stable'') * 1951 ** '''Judy Holliday''' - ''Nata ieri'' (''Born Yesterday'') ** Anne Baxter - ''Eva contro Eva'' (''All about Eve'') ** Bette Davis - ''Eva contro Eva'' (''All about Eve'') ** Eleanor Parker - ''Prima colpa'' (''Caged'') ** Gloria Swanson - ''Viale del tramonto'' (''Sunset Blvd.'') * 1952 ** '''Vivien Leigh''' - ''Un tram che si chiama Desiderio'' (''A Streetcar Named Desire'') ** Katharine Hepburn - ''La regina d'Africa'' (''The African Queen'') ** Eleanor Parker - ''Pietà per i giusti'' (''Detective Story'') ** Shelley Winters - ''Un posto al sole'' (''A Place in the Sun'') ** Jane Wyman - ''Più forte dell'amore'' (''The Blue Veil'') * 1953 ** '''Shirley Booth''' - ''Torna, piccola Sheba'' (''Come Back, Little Sheba'') ** Joan Crawford - ''So che mi ucciderai'' (''Sudden Fear'') ** Bette Davis - ''La diva'' (''The Star'') ** Julie Harris - ''Il membro del matrimonio'' (''The Member of the Wedding'') ** Susan Hayward - ''La dominatrice del destino'' (''With a Song in My Heart'') * 1954 ** '''Audrey Hepburn''' - ''Vacanze romane'' (''Roman Holiday'') ** Leslie Caron - ''Lili'' ** Ava Gardner - ''Mogambo'' ** Deborah Kerr - ''Da qui all'eternità'' (''From Here to Eternity'') ** Maggie McNamara - ''La vergine sotto il tetto'' (''The Moon Is Blue'') * 1955 ** '''Grace Kelly''' - ''La ragazza di campagna'' (''The Country Girl'') ** Dorothy Dandridge - ''Carmen Jones'' ** Judy Garland - ''È nata una stella'' (''A Star Is Born'') ** Audrey Hepburn - ''Sabrina'' ** Jane Wyman - ''Magnifica ossessione'' (''Magnificent Obsession'') * 1956 ** '''Anna Magnani''' - ''La rosa tatuata'' (''The Rose Tattoo'') ** Susan Hayward - ''Piangerò domani'' (''I'll Cry Tomorrow'') ** Katharine Hepburn - ''Tempo d'estate'' (''Summertime'') ** Jennifer Jones - ''L'amore è una cosa meravigliosa'' (''Love Is a Many-Splendored Thing'') ** Eleanor Parker - ''Oltre il destino'' (''Interrupted Melody'') * 1957 ** '''Ingrid Bergman''' - ''Anastasia'' ** Carroll Baker - ''Baby Doll - La bambola viva'' (''Baby Doll'') ** Katharine Hepburn - ''Il mago della pioggia'' (''The Rainmaker'') ** Nancy Kelly - ''Il giglio nero'' (''The Bad Seed'') ** Deborah Kerr - ''Il re ed io'' (''The King and I'') * 1958 ** '''Joanne Woodward''' - ''La donna dai tre volti'' (''The Three Faces of Eve'') ** Deborah Kerr - ''L'anima e la carne'' (''Heaven Knows, Mr. Allison'') ** Anna Magnani - ''Selvaggio è il vento'' (''Wild Is the Wind'') ** Elizabeth Taylor - ''L'albero della vita'' (''Raintree County'') ** Lana Turner - ''I peccatori di Peyton'' (''Peyton Place'') * 1959 ** '''Susan Hayward''' - ''Non voglio morire'' (''I Want To Live!'') ** Deborah Kerr - ''Tavole separate'' (''Separate Tables'') ** Shirley MacLaine - ''Qualcuno verrà'' (''Some Came Running'') ** Rosalind Russell - ''La signora mia zia'' (''Auntie Mame'') ** Elizabeth Taylor - ''La gatta sul tetto che scotta'' (''Cat on a Hot Tin Roof'') ===1960=== * 1960 ** '''Simone Signoret''' - ''La strada dei quartieri alti'' (''Room at the Top'') ** Doris Day - ''Il letto racconta...'' (''Pillow Talk'') ** Audrey Hepburn - ''La storia di una monaca'' (''The Nun's Story'') ** Katharine Hepburn - ''Improvvisamente l'estate scorsa'' (''Suddenly, Last Summer'') ** Elizabeth Taylor - ''Improvvisamente l'estate scorsa'' (''Suddenly, Last Summer'') * 1961 ** '''Elizabeth Taylor''' - ''Venere in visone'' (''Butterfield 8'') ** Greer Garson - ''Sunrise at Campobello'' (''Sunrise at Campobello'') ** Deborah Kerr - ''I nomadi'' (''The Sundowners'') ** Shirley MacLaine - ''L'appartamento'' (''The Apartment'') ** Melina Merkouri - ''Mai di domenica'' (''Pote tin Kyriaki'') * 1962 ** '''Sophia Loren''' - ''La ciociara'' ** Audrey Hepburn - ''Colazione da Tiffany'' (''Breakfast at Tiffany's'') ** Piper Laurie - ''Lo spaccone'' (''The Hustler'') ** Geraldine Page - ''Estate e fumo'' (''Summer and Smoke'') ** Natalie Wood - ''Splendore nell'erba'' (''Splendor in the Grass'') * 1963 ** '''Anne Bancroft''' - ''Anna dei miracoli'' (''The Miracle Worker'') ** Bette Davis - ''Che fine ha fatto Baby Jane?'' (''What Ever Happened to Baby Jane?'') ** Katharine Hepburn - ''Il lungo viaggio verso la notte'' (''Long Day's Journey into Night'') ** Geraldine Page - ''La dolce ala della giovinezza'' (''Sweet Bird of Youth'') ** Lee Remick - ''I giorni del vino e delle rose'' (''Days of Wine and Roses'') * 1964 ** '''Patricia Neal''' - ''Hud il selvaggio'' (''Hud'') ** Leslie Caron - ''La stanza a forma di L'' (''The L-Shaped Room'') ** Shirley MacLaine - ''Irma la dolce'' (''Irma La Douce'') ** Rachel Roberts - ''Io sono un campione'' (''This Sporting Life'') ** Natalie Wood - ''Strano incontro'' (''Love with the Proper Stranger'') * 1965 ** '''Julie Andrews''' - ''Mary Poppins'' ** Anne Bancroft - ''Frenesia del piacere'' (''The Pumpkin Eater'') ** Sophia Loren - ''Matrimonio all'italiana'' ** Debbie Reynolds - ''Voglio essere amata in un letto d'ottone'' (''The Unsinkable Molly Brown'') ** Kim Stanley - ''Ventimila sterline per Amanda'' (''Seance on a Wet Afternoon'') * 1966 ** '''Julie Christie''' - ''Darling'' ** Julie Andrews - ''Tutti insieme appassionatamente'' (''The Sound of Music'') ** Samantha Eggar - ''Il collezionista'' (''The Collector'') ** Elizabeth Hartman - ''Incontro al Central Park'' (''A Patch of Blue'') ** Simone Signoret - ''La nave dei folli'' (''Ship of Fools'') * 1967 ** '''Elizabeth Taylor''' - ''Chi ha paura di Virginia Woolf?'' (''Who's Afraid of Virginia Woolf?'') ** Anouk Aimée - ''Un uomo, una donna'' (''Un homme et une femme'') ** Ida Kamińska - ''Il negozio al corso'' (''Obchod na korze'') ** Lynn Redgrave - ''Georgy, svegliati'' (''Georgy Girl'') ** Vanessa Redgrave - ''Morgan matto da legare'' (''Morgan!'') * 1968 ** '''Katharine Hepburn''' - ''Indovina chi viene a cena?'' (''Guess Who's Coming to Dinner'') ** Anne Bancroft - ''Il laureato'' (''The Graduate'') ** Faye Dunaway - ''Gangster Story'' (''Bonnie and Clyde'') ** Edith Evans - ''Bisbigli'' (''The Whisperers'') ** Audrey Hepburn - ''Gli occhi della notte'' (''Wait until Dark'') * 1969 ** '''Katharine Hepburn''' (ex aequo) - ''Il leone d'inverno'' (''The Lion in Winter'') ** '''Barbra Streisand''' (ex aequo) - ''Funny Girl'' ** Patricia Neal - ''La signora amava le rose'' (''The Subject Was Roses'') ** Vanessa Redgrave - ''Isadora'' ** Joanne Woodward - ''La prima volta di Jennifer'' (''Rachel, Rachel'') ===1970=== * 1970 ** '''Maggie Smith''' - ''La strana voglia di Jean'' (''The Prime of Miss Jean Brodie'') ** Geneviève Bujold - ''Anna dei mille giorni'' (''Anne of the Thousand Days'') ** Jane Fonda - ''Non si uccidono così anche i cavalli?'' (''They Shoot Horses, Don't They?'') ** Liza Minnelli - ''Pookie'' (''The Sterile Cuckoo'') ** Jean Simmons - ''Lieto fine'' (''The Happy Ending'') * 1971 ** '''Glenda Jackson''' - ''Donne in amore'' (''Women in love'') ** Jane Alexander - ''Per salire più in basso'' (''The Great White Hope'') ** Ali MacGraw - ''Love Story'' ** Sarah Miles - ''La figlia di Ryan'' (''Ryan's Daughter'') ** Carrie Snodgress - ''Diario di una casalinga inquieta'' (''Diary of a Mad Housewife'') * 1972 ** '''Jane Fonda''' - ''Una squillo per l'ispettore Klute'' (''Klute'') ** Julie Christie - ''I compari'' (''McCabe & Mrs. Miller'') ** Glenda Jackson - ''Domenica, maledetta domenica'' (''Sunday Bloody Sunday'') ** Vanessa Redgrave - ''Maria Stuarda, regina di Scozia'' (''Mary, Queen of Scots'') ** Janet Suzman - ''Nicola e Alessandra'' (''Nicholas and Alexandra'') * 1973 ** '''Liza Minnelli''' - ''Cabaret'' ** Diana Ross - ''La signora del blues'' (''Lady Sings the Blues'') ** Maggie Smith - ''In viaggio con la zia'' (''Travels with My Aunt'') ** Cicely Tyson - ''Sounder'' ** Liv Ullmann - ''Karl e Kristina'' (''Utvandrarna'') * 1974 ** '''Glenda Jackson''' - ''Un tocco di classe'' (''A Touch of Class'') ** Marsha Mason - ''Un grande amore da 50 dollari'' (''Cinderella Liberty'') ** Ellen Burstyn - ''L'esorcista'' (''The Exorcist'') ** Barbra Streisand - ''Come eravamo'' (''The Way We Were'') ** Joanne Woodward - ''Summer Wishes, Winter Dreams'' * 1975 ** '''Ellen Burstyn''' - ''Alice non abita più qui'' (''Alice Doesn't Live Here Anymore'') ** Diahann Carroll - ''Claudine'' ** Faye Dunaway - ''Chinatown'' ** Valerie Perrine - ''Lenny'' ** Gena Rowlands - ''Una moglie'' (''A Woman under the Influence'') * 1976 ** '''Louise Fletcher''' - ''Qualcuno volò sul nido del cuculo'' (''One Flew over the Cuckoo's Nest'') ** Isabelle Adjani - ''Adele H. - Una storia d'amore'' (''Histoire d'Adèle H.'') ** Ann-Margret - ''Tommy'' ** Glenda Jackson - ''Il mistero della signora Gabler'' (''Hedda'') ** Carol Kane - ''Hester Street'' * 1977 ** '''Faye Dunaway''' - ''Quinto potere'' (''Network'') ** Marie-Christine Barrault - ''Cugino, cugina'' (''Cousin, Cousine'') ** Talia Shire - ''Rocky'' ** Sissy Spacek - ''Carrie - Lo sguardo di Satana'' (''Carrie'') ** Liv Ullmann - ''L'immagine allo specchio'' (''Ansikte mot ansikte'') * 1978 ** '''Diane Keaton''' - ''Io e Annie'' (''Annie Hall'') ** Anne Bancroft - ''Due vite, una svolta'' (''The Turning Point'') ** Jane Fonda - ''Giulia'' (''Julia'') ** Shirley MacLaine - ''Due vite, una svolta'' (''The Turning Point'') ** Marsha Mason - ''Goodbye amore mio!'' (''The Goodbye Girl'') * 1979 ** '''Jane Fonda''' - ''Tornando a casa'' (''Coming Home'') ** Ingrid Bergman - ''Sinfonia d'autunno'' (''Autumn Sonata'') ** Ellen Burstyn - ''Lo stesso giorno, il prossimo anno'' (''Same Time, Next Year'') ** Jill Clayburgh - ''Una donna tutta sola'' (''An Unmarried Woman'') ** Geraldine Page - ''Interiors'' ===1980=== Meryl Streep, vincitrice nel 1983 per ''La scelta di Sophie'' e nel 2012 per ''The Iron Lady''. Cher, vincitrice nel 1988 per ''Stregata dalla luna''. Jodie Foster, vincitrice nel 1989 per ''Sotto accusa'' e nel 1992 per ''Il silenzio degli innocenti''. Susan Sarandon, vincitrice nel 1996 per ''Dead Man Walking - Condannato a morte''. Frances McDormand, vincitrice nel 1997 per ''Fargo'', nel 2018 per ''Tre manifesti a Ebbing, Missouri'' e nel 2021 per ''Nomadland ''. Gwyneth Paltrow, vincitrice nel 1999 per ''Shakespeare in Love''. Hilary Swank, vincitrice nel 2000 per ''Boys Don't Cry'' e nel 2005 per ''Million Dollar Baby''. Julia Roberts, vincitrice nel 2001 per ''Erin Brockovich - Forte come la verità''. Halle Berry, vincitrice nel 2002 per ''Monster's Ball - L'ombra della vita''. Nicole Kidman, vincitrice nel 2003 per ''The Hours''. Charlize Theron, vincitrice nel 2004 per ''Monster''. Marion Cotillard, vincitrice nel 2008 per ''La vie en rose''. Kate Winslet, vincitrice nel 2009 per ''The Reader - A voce alta''. Sandra Bullock, vincitrice nel 2010 per ''The Blind Side''. Natalie Portman, vincitrice nel 2011 per ''Il cigno nero''. Jennifer Lawrence, vincitrice nel 2013 per ''Il lato positivo - Silver Linings Playbook'' Julianne Moore, vincitrice nel 2015 per ''Still Alice''. Emma Stone, vincitrice nel 2017 per ''La La Land''. Olivia Colman, vincitrice nel 2019 per ''La favorita''. * 1980 ** '''Sally Field''' - ''Norma Rae'' ** Jill Clayburgh - ''E ora: punto e a capo'' (''Starting Over'') ** Jane Fonda - ''Sindrome cinese'' (''The China Syndrome'') ** Marsha Mason - ''Capitolo secondo'' (''Chapter Two'') ** Bette Midler - ''The Rose'' * 1981 ** '''Sissy Spacek''' - ''La ragazza di Nashville'' (''Coal Miner's Daughter'') ** Ellen Burstyn - ''Resurrection'' (''Resurrection'') ** Goldie Hawn - ''Soldato Giulia agli ordini'' (''Private Benjamin'') ** Mary Tyler Moore - ''Gente comune'' (''Ordinary People'') ** Gena Rowlands - ''Una notte d'estate (Gloria)'' (''Gloria'') * 1982 ** '''Katharine Hepburn''' - ''Sul lago dorato'' (''On Golden Pond'') ** Diane Keaton - ''Reds'' ** Marsha Mason - ''Solo quando rido'' (''Only When I Laugh'') ** Susan Sarandon - ''Atlantic City, U.S.A.'' (''Atlantic City'') ** Meryl Streep - ''La donna del tenente francese'' (''The French Lieutenant's Woman'') * 1983 ** '''Meryl Streep''' - ''La scelta di Sophie'' (''Sophie's Choice'') ** Julie Andrews - ''Victor Victoria'' ** Jessica Lange - ''Frances'' ** Sissy Spacek - ''Missing - Scomparso'' (''Missing'') ** Debra Winger - ''Ufficiale e gentiluomo'' (''An Officer and a Gentleman'') * 1984 ** '''Shirley MacLaine''' - ''Voglia di tenerezza'' (''Terms of Endearment'') ** Jane Alexander - ''Testament'' ** Meryl Streep - ''Silkwood'' ** Julie Walters - ''Rita, Rita, Rita'' (''Educating Rita'') ** Debra Winger - ''Voglia di tenerezza'' (''Terms of Endearment'') * 1985 ** '''Sally Field''' - ''Le stagioni del cuore'' (''Places in the Heart'') ** Judy Davis - ''Passaggio in India'' (''A Passage to India'') ** Jessica Lange - ''Country'' ** Vanessa Redgrave - ''I bostoniani'' (''The Bostonians'') ** Sissy Spacek - ''Il fiume dell'ira'' (''The River'') * 1986 ** '''Geraldine Page''' - ''In viaggio verso Bountiful'' (''The Trip to Bountiful'') ** Anne Bancroft - ''Agnese di Dio'' (''Agnes of God'') ** Whoopi Goldberg - ''Il colore viola'' (''The Color Purple'') ** Jessica Lange - ''Sweet Dreams'' ** Meryl Streep - ''La mia Africa'' (''Out of Africa'') * 1987 ** '''Marlee Matlin''' - ''Figli di un dio minore'' (''Children of a Lesser God'') ** Jane Fonda - ''Il mattino dopo'' (''The Morning After'') ** Sissy Spacek - ''Crimini del cuore'' (''Crimes of the Heart'') ** Kathleen Turner - ''Peggy Sue si è sposata'' (''Peggy Sue Got Married'') ** Sigourney Weaver - ''Aliens - Scontro finale'' (''Aliens'') * 1988 ** '''Cher''' - ''Stregata dalla luna'' (''Moonstruck'') ** Glenn Close - ''Attrazione fatale'' (''Fatal Attraction'') ** Holly Hunter - ''Dentro la notizia - Broadcast News'' (''Broadcast News'') ** Sally Kirkland - ''Anna'' ** Meryl Streep - ''Ironweed'' * 1989 ** '''Jodie Foster''' - ''Sotto accusa'' (''The Accused'') ** Glenn Close - ''Le relazioni pericolose'' (''Dangerous Liaisons'') ** Melanie Griffith - ''Una donna in carriera'' (''Working Girl'') ** Meryl Streep - ''Un grido nella notte'' (''A Cry in the Dark'') ** Sigourney Weaver - ''Gorilla nella nebbia'' (''Gorillas in the Mist: The Story of Dian Fossey'') ===1990=== * 1990 ** '''Jessica Tandy''' - ''A spasso con Daisy'' (''Driving Miss Daisy'') ** Isabelle Adjani - ''Camille Claudel'' ** Pauline Collins - ''Shirley Valentine - La mia seconda vita'' (''Shirley Valentine'') ** Jessica Lange - ''Music Box - Prova d'accusa'' (''Music Box'') ** Michelle Pfeiffer - ''I favolosi Baker'' (''The Fabulous Baker Boys'') * 1991 ** '''Kathy Bates''' - ''Misery non deve morire'' (''Misery'') ** Anjelica Huston - ''Rischiose abitudini'' (''The Grifters'') ** Julia Roberts - ''Pretty Woman'' ** Meryl Streep - ''Cartoline dall'inferno'' (''Postcards From the Edge'') ** Joanne Woodward - ''Mr. & Mrs. Bridge'' * 1992 ** '''Jodie Foster''' - ''Il silenzio degli innocenti'' (''The Silence of the Lambs'') ** Geena Davis - ''Thelma & Louise'' ** Laura Dern - ''Rosa scompiglio e i suoi amanti'' (''Rambling Rose'') ** Bette Midler - ''Giorni di gloria... giorni d'amore'' (''For the Boys'') ** Susan Sarandon - ''Thelma & Louise'' * 1993 ** '''Emma Thompson''' - ''Casa Howard'' (''Howards End'') ** Catherine Deneuve - ''Indocina'' (''Indochine'') ** Mary McDonnell - ''Amori e amicizie'' (''Passion Fish'') ** Michelle Pfeiffer - ''Due sconosciuti, un destino'' (''Love Field'') ** Susan Sarandon - ''L'olio di Lorenzo'' (''Lorenzo's Oil'') * 1994 ** '''Holly Hunter''' - ''Lezioni di piano'' (''The Piano'') ** Angela Bassett - ''Tina - What's Love Got to Do with It'' (''What's Love Got to Do with It'') ** Stockard Channing - ''6 gradi di separazione'' (''Six Degrees of Separation'') ** Emma Thompson - ''Quel che resta del giorno'' (''The Remains of the Day'') ** Debra Winger - ''Viaggio in Inghilterra'' (''Shadowlands'') * 1995 ** '''Jessica Lange''' - ''Blue Sky'' ** Jodie Foster - ''Nell'' ** Miranda Richardson – ''Tom & Viv - Nel bene, nel male, per sempre'' (''Tom & Viv'') ** Winona Ryder - ''Piccole donne'' (''Little Women'') ** Susan Sarandon - ''Il cliente'' (''The Client'') * 1996 ** '''Susan Sarandon''' - ''Dead Man Walking - Condannato a morte'' (''Dead Man Walking'') ** Elisabeth Shue – ''Via da Las Vegas'' (''Leaving Las Vegas'') ** Sharon Stone - ''Casinò'' (''Casino'') ** Meryl Streep - ''I ponti di Madison County'' (''The Bridges of Madison County'') ** Emma Thompson - ''Ragione e sentimento'' (''Sense and Sensibility'') * 1997 ** '''Frances McDormand''' - ''Fargo'' ** Brenda Blethyn - ''Segreti e bugie'' (''Secrets and Lies'') ** Diane Keaton - ''La stanza di Marvin'' (''Marvin's Room'') ** Kristin Scott Thomas – ''Il paziente inglese'' (''The English Patient'') ** Emily Watson - ''Le onde del destino'' (''Breaking the Waves'') * 1998 ** '''Helen Hunt''' - ''Qualcosa è cambiato'' (''As Good as It Gets'') ** Helena Bonham Carter - ''Le ali dell'amore'' (''The Wings of the Dove'') ** Julie Christie - ''Afterglow'' ** Judi Dench - ''La mia regina'' (''Mrs. Brown'') ** Kate Winslet - ''Titanic'' * 1999 ** '''Gwyneth Paltrow''' - ''Shakespeare in Love'' ** Cate Blanchett - ''Elizabeth'' ** Fernanda Montenegro - ''Central do Brasil'' ** Meryl Streep - ''La voce dell'amore'' (''One True Thing'') ** Emily Watson - ''Hilary e Jackie'' (''Hilary and Jackie'') ===2000=== * 2000 ** '''Hilary Swank''' - ''Boys Don't Cry'' ** Annette Bening - ''American Beauty'' ** Janet McTeer - ''In cerca d'amore'' (''Tumbleweeds'') ** Julianne Moore - ''Fine di una storia'' (''The End of the Affair'') ** Meryl Streep - ''La musica del cuore'' (''Music of the Heart'') * 2001 ** '''Julia Roberts''' - ''Erin Brockovich - Forte come la verità'' (''Erin Brockovich'') ** Joan Allen - ''The Contender'' ** Juliette Binoche - ''Chocolat'' ** Ellen Burstyn - ''Requiem for a Dream'' ** Laura Linney - ''Conta su di me'' (''You Can Count on Me'') * 2002 ** '''Halle Berry''' - ''Monster's Ball - L'ombra della vita'' (''Monster's Ball'') ** Judi Dench - ''Iris - Un amore vero'' (''Iris'') ** Nicole Kidman - ''Moulin Rouge!'' ** Sissy Spacek - ''In the Bedroom'' ** Renée Zellweger - ''Il diario di Bridget Jones'' (''Bridget Jones's Diary'') * 2003 ** '''Nicole Kidman''' - ''The Hours'' ** Salma Hayek - ''Frida'' ** Diane Lane - ''L'amore infedele - Unfaithful'' (''Unfaithful'') ** Julianne Moore - ''Lontano dal paradiso'' (''Far from Heaven'') ** Renée Zellweger - ''Chicago'' * 2004 ** '''Charlize Theron''' - ''Monster'' ** Keisha Castle-Hughes - ''La ragazza delle balene'' (''Whale Rider'') ** Diane Keaton - ''Tutto può succedere - Something's Gotta Give'' (''Something's Gotta Give'') ** Samantha Morton - ''In America - Il sogno che non c'era'' (''In America'') ** Naomi Watts - ''21 grammi'' (''21 Grams'') * 2005 ** '''Hilary Swank''' - ''Million Dollar Baby'' ** Annette Bening - ''La diva Julia - Being Julia'' (''Being Julia'') ** Catalina Sandino Moreno - ''Maria Full of Grace'' ** Imelda Staunton - ''Il segreto di Vera Drake'' (''Vera Drake'') ** Kate Winslet - ''Se mi lasci ti cancello'' (''Eternal Sunshine of the Spotless Mind '') * 2006 ** '''Reese Witherspoon''' - ''Quando l'amore brucia l'anima - Walk the Line'' (''Walk the Line'') ** Judi Dench - ''Lady Henderson presenta'' (''Mrs. Henderson Presents'') ** Felicity Huffman - ''Transamerica'' ** Keira Knightley - ''Orgoglio e pregiudizio'' (''Pride & Prejudice'') ** Charlize Theron - ''North Country - Storia di Josey'' (''North Country'') * 2007 ** '''Helen Mirren''' - ''The Queen - La regina'' (''The Queen'') ** Penélope Cruz - ''Volver - Tornare'' (''Volver'') ** Judi Dench - ''Diario di uno scandalo'' (''Notes on a Scandal'') ** Meryl Streep - ''Il diavolo veste Prada'' (''The Devil Wears Prada'') ** Kate Winslet - ''Little Children'' * 2008 ** '''Marion Cotillard''' - ''La Vie en rose'' (''La Môme'') ** Cate Blanchett - ''Elizabeth: The Golden Age'' (''Elizabeth: The Golden Age'') ** Julie Christie - ''Away from Her - Lontano da lei'' (''Away from Her'') ** Laura Linney - ''La famiglia Savage'' (''The Savages'') ** Ellen Page - ''Juno'' * 2009 ** '''Kate Winslet''' - ''The Reader - A voce alta'' (''The Reader'') ** Anne Hathaway - ''Rachel sta per sposarsi'' (''Rachel Getting Married'') ** Angelina Jolie - ''Changeling'' ** Melissa Leo - ''Frozen River - Fiume di ghiaccio'' (''Frozen River'') ** Meryl Streep - ''Il dubbio'' (''Doubt'') ===2010=== * 2010 ** '''Sandra Bullock''' - ''The Blind Side'' ** Helen Mirren - ''The Last Station'' ** Carey Mulligan - ''An Education'' ** Gabourey Sidibe - ''Precious'' ** Meryl Streep - ''Julie & Julia'' * 2011 ** '''Natalie Portman''' - ''Il cigno nero'' (''Black Swan'') ** Annette Bening - ''I ragazzi stanno bene'' (''The Kids Are All Right'') ** Nicole Kidman - ''Rabbit Hole'' ** Jennifer Lawrence - ''Un gelido inverno'' (''Winter's Bone'') ** Michelle Williams - ''Blue Valentine'' * 2012 ** '''Meryl Streep''' - ''The Iron Lady'' ** Glenn Close - ''Albert Nobbs'' ** Viola Davis - ''The Help'' ** Rooney Mara - ''Millennium - Uomini che odiano le donne'' (''The Girl with the Dragon Tattoo'') ** Michelle Williams - ''Marilyn'' (''My Week with Marilyn'') *2013 ** '''Jennifer Lawrence''' - ''Il lato positivo - Silver Linings Playbook'' (''Silver Linings Playbook'') ** Jessica Chastain - ''Zero Dark Thirty'' ** Emmanuelle Riva - ''Amour'' ** Quvenzhané Wallis - ''Re della terra selvaggia'' (''Beasts of the Southern Wild'') ** Naomi Watts - ''The Impossible'' *2014 **'''Cate Blanchett''' - ''Blue Jasmine'' ** Amy Adams - ''American Hustle - L'apparenza inganna'' (''American Hustle)'' ** Sandra Bullock - ''Gravity'' ** Judi Dench - ''Philomena'' ** Meryl Streep - ''I segreti di Osage County'' (''August: Osage County)'' *2015 **'''Julianne Moore''' - ''Still Alice'' **Marion Cotillard - ''Due giorni, una notte'' (''Deux jours, une nuit'') **Felicity Jones - ''La teoria del tutto'' (''The Theory of Everything'') **Rosamund Pike - ''L'amore bugiardo - Gone Girl'' (''Gone Girl'') **Reese Witherspoon - ''Wild'' *2016 ** '''Brie Larson''' - ''Room'' **Cate Blanchett - ''Carol'' **Jennifer Lawrence - ''Joy'' **Charlotte Rampling - ''45 anni'' (''45 Years'') **Saoirse Ronan - ''Brooklyn'' *2017 **'''Emma Stone''' - ''La La Land'' **Isabelle Huppert - ''Elle'' **Ruth Negga - ''Loving - L'amore deve nascere libero'' (''Loving'') **Natalie Portman - ''Jackie'' **Meryl Streep - ''Florence'' (''Florence Foster Jerkins'') *2018 **'''Frances McDormand''' - ''Tre manifesti a Ebbing, Missouri'' (''Three Billboards Outside Ebbing, Missouri'') **Sally Hawkins - ''La forma dell'acqua - The Shape of Water'' (''The Shape of Water'') **Margot Robbie - ''Tonya'' (''I, Tonya'') **Saoirse Ronan - ''Lady Bird'' **Meryl Streep - ''The Post'' *2019 **'''Olivia Colman''' - ''La favorita'' (''The Favourite'') ** Yalitza Aparicio - ''Roma'' ** Glenn Close - ''The Wife - Vivere nell'ombra'' (''The Wife'') ** Lady Gaga - ''A Star Is Born'' ** Melissa McCarthy - ''Copia originale'' (''Can You Ever Forgive Me?'') ===2020=== Renée Zellweger, vincitrice nel 2020 per ''Judy'' *2020 ** '''Renée Zellweger''' - ''Judy'' ** Cynthia Erivo - ''Harriet'' ** Scarlett Johansson - ''Storia di un matrimonio'' (''Marriage Story'') ** Saoirse Ronan - ''Piccole donne'' (''Little Women'') ** Charlize Theron - ''Bombshell - La voce dello scandalo'' (''Bombshell'') * 2021 **'''Frances McDormand''' - ''Nomadland'' **Viola Davis - ''Ma Rainey's Black Bottom'' **Andra Day - ''The United States vs. Billie Holiday'' **Vanessa Kirby - ''Pieces of a Woman'' **Carey Mulligan - ''Una donna promettente''
OuLiPo
'''OuLiPo''' è un gruppo di scrittori e matematici di lingua francese che mira a creare opere usando, tra le altre, le tecniche della ''scrittura vincolata'' detta anche ''a restrizione''. Venne fondato nel 1960 da Raymond Queneau e François Le Lionnais. Altri membri di spicco sono i romanzieri Georges Perec, Italo Calvino e il poeta e matematico Jacques Roubaud.
Il gruppo definisce il termine ''littérature potentielle'' come la "ricerca di nuove strutture e schemi che possano essere usati dagli scrittori nella maniera che preferiscono". Si usano dei vincoli come strumenti per stimolare le idee e l'ispirazione; tra i più rilevanti la "macchina crea-storie" di Georges Perec da lui usata nella costruzione del romanzo ''La vita, istruzioni per l'uso'' (''La Vie mode d'emploi''). Oltre alle tecniche più consolidate come i lipogrammi (cfr. il romanzo ''La scomparsa'' di Perec) e i palindromi, il gruppo inventa nuove tecniche, spesso basate su problemi matematici e/o scacchistici, come quello delle permutazioni e il giro del cavallo. *Jacques Roubaud – ''La Belle Hortense'' *Raymond Queneau – ''Exercices de Style'' · ''Esercizi di stile'' *Raymond Queneau – ''Cent Mille Milliards de Poèmes'' (''Centomila miliardi di poesie'') Alcuni esempi di vincoli Oulipiani: * Metodo di sostituzione "S + n": sostituire ogni termine in un testo con una parola che cade ''n'' posizioni più avanti in un dato dizionario: il risultato sarà tanto più dissonante quanto maggiore l'''n'' scelto. In tal modo, ad esempio, "Chiamatemi Ishmael. Alcuni anni fa..." (da Moby Dick) di Melville diventa (con una ''sostituzione in S7'' ovvero S+7) "Chiglia Islander. Alfabetico annuale faida...". * Il ''vincolo del prigioniero'' consiste nello scrivere un testo usando solo lettere prive di gambette, in alto o in basso (sono, cioè, vietate le lettere ''b, d, f, g, h, j, k, l, p, q, t, y''). * Palla di neve: poesia nella quale ogni verso è costituito da una sola parola ed ogni parola successiva è più lunga di una lettera. Membri al 2010 (si continua ad essere annoverati tra i membri anche dopo la propria scomparsa). Noël Arnaud, Michèle Audin, Valérie Beaudouin, Marcel Bénabou, Jacques Bens, Claude Berge, André Blavier, Paul Braffort, Italo Calvino, François Caradec, Bernard Cerquiglini, Ross Chambers, Stanley Chapman, Marcel Duchamp, Jacques Duchateau, Luc Etienne, Frédéric Forte, Paul Fournel, Anne Garetta, Michelle Grangaud, Jacques Jouet, Latis (alias di Emmanuel Peillet), François Le Lionnais, Hervé Le Tellier, Jean Lescure, Daniel Levin Becker, Harry Mathews, Michèle Métail, Ian Monk, Oskar Pastior, Georges Perec, Raymond Queneau, Jean Queval, Pierre Rosenstiehl, Jacques Roubaud, Olivier Salon, Albert-Marie Schmidt. Dall'idea dell'Oulipo sono nati: * l'Oulipopo (LIttérature POlicière) nel 1973; * l'Oupeinpo (PEINture), nel 1980; * l'Outrapo (TRAgicomédie), nel 1991; * l'Oubapo (BAnde dessinée) nel 1992; * l'Ouhispo (HIStoire) nel 1993; * l'Oumapo (MArionnettes); * l'Ouphopo (PHOtographie), nel 1995; * l'Oucipo (CInématographie), nel 1997; * l'Ou'inpo (INformatique), nel 1997; * l'Ouca(ta) po (CATAstrophe), nel 1998; * l'Oupypo (PYgologie), nel 1999; * l'Ouarchpo (ARCHitecture), nel 2001; * l'Oupolpot (POLitique), nel 2001; * l'Outhéopo (Théologie), nel 2002. * l'Opecopo (Economia), nel 2007 In Italia nel 1990 è nato l'OpLePo, acronimo dell'Opificio di Letteratura Potenziale, ad imitazione del gruppo francese e comprendente, tra gli altri, Edoardo Sanguineti, Piero Falchetta, Paolo Albani, Aldo Spinelli, Màrius Serra, Ermanno Cavazzoni, Piergiorgio Odifreddi, Furio Honsell, Lorenzo Enriques, e Francesco Durante..
Pianoforte
Il '''pianoforte''' è uno strumento musicale a corde percosse mediante martelletti, azionati da una tastiera. L'origine del termine è italiana ed è riferito alla possibilità di suonare note a volumi diversi in base al tocco, effetto non ottenibile in strumenti a tastiera precedenti, quali il clavicembalo. La tastiera è di norma composta da 88 tasti, 52 bianchi e 36 neri. I bianchi rappresentano le note: do, re, mi, fa, sol, la e si. I neri individuano generalmente le alterazioni . Il pianoforte è il più diffuso strumento appartenente ai cordofoni a corde percosse; altri membri sono il clavicordo, oggi utilizzato prevalentemente per l'esecuzione filologica della musica d'epoca, e il fortepiano, progenitore del pianoforte. Il suono può essere modificato anche mediante pedali , che azionano particolari meccanismi. In un moderno pianoforte a coda troviamo, da sinistra a destra, l''una corda'', il ''tonale'' e quello ''di risonanza''. Nei pianoforti verticali il pedale centrale aziona la ''sordina'', che frappone una striscia di feltro fra le corde e i martelli per attutire il suono. Solo il primo e il terzo pedale sono presenti su tutti i pianoforti. Chi suona il pianoforte è chiamato pianista. Struttura del pianoforte
Pianoforte di Bartolomeo Cristofori (1720) - New York, Metropolitan Museum Il primo modello di pianoforte fu messo a punto in Italia da Bartolomeo Cristofori, padovano cittadino della Repubblica di Venezia alla corte fiorentina di Cosimo III de' Medici, a partire dal 1698. Era un "gravicembalo col piano e forte", chiamato verso la fine del Settecento con il nome pianoforte, piano-forte, e anche "fortepiano" (come risulta dalle locandine coeve dei concerti di Beethoven e altri grandi compositori dell'epoca in cui il pianoforte andò affermandosi). La novità era l'applicazione di una martelliera al clavicembalo. L'idea di Cristofori era di creare un clavicembalo con possibilità dinamiche controllabili dall'esecutore; nel clavicembalo, infatti, le corde pizzicate non permettono di controllare la dinamica (anche per questo pianoforte e clavicembalo non appartengono alla stessa sottofamiglia). Il pianoforte in Italia fu apprezzato soprattutto dal compositore Benedetto Marcello. L'idea molti anni dopo si diffuse in Germania, dove il costruttore di organi Gottfried Silbermann nel 1726 ricostruì una copia esatta del pianoforte di Cristofori e la sottopose al parere di Johann Sebastian Bach, che ne diede un giudizio fortemente critico; successivamente, probabilmente a seguito dei miglioramenti tecnici apportati da Silbermann, Bach favorì la vendita di alcuni pianoforti del costruttore, come risulta da un vero e proprio contratto di intermediazione firmato nel 1749. I pianoforti di Silbermann piacquero molto a Federico II di Prussia che ne comprò sette per 700 talleri (secondo la testimonianza di Johann Nikolaus Forkel, Federico acquistò negli anni più di 15 pianoforti Silbermann). Nel 1739 un allievo di Cristofori, Domenico Del Mela, concepì e costruì il primo modello di pianoforte verticale, usando come modello il clavicytherium e seguendo le idee e i progetti del proprio maestro. La cassa, posta al di sopra della tastiera, è modellata in modo da non seguire la curva del ponticello: si allarga verso l'esterno in prossimità della sua parte superiore, conferendo al pianoforte una forma a giraffa. Nel 1928 il pianoforte fu ceduto da Ugo Del Mela, discendente dell'inventore, al Conservatorio Luigi Cherubini ed è conservato presso il museo degli strumenti musicali di Firenze. Nel frattempo nella bottega di Gottfried Silbermann si formò Johann Andreas Stein che, dopo essersi reso indipendente, perfezionò ad Augusta, in un proprio stabilimento, i sistemi dello scappamento e degli smorzatori. Nel 1777 ricevette la visita di Wolfgang Amadeus Mozart, entusiasta delle infinite possibilità espressive dello strumento. I figli di Stein si trasferirono a Vienna, dove crearono una fabbrica di pianoforti. In Italia, tra quelli che si dedicarono alla costruzione dei pianoforti (in precedenza tutti costruttori di clavicembali) nel periodo napoleonico e della Restaurazione, fu degna di fama la famiglia Cresci, di origine pisana, trasferitasi nella seconda metà del Settecento a Livorno. Il musicologo Carlo Gervasoni, nella sua opera ''Nuova teoria di musica ricavata dall'odierna pratica, ossia (...)'' del 1812, menziona i pianoforti Cresci come paragonabili in qualità e sonorità agli Érard francesi, che andavano per la maggiore a Parigi ed erano molto apprezzati da Franz Liszt. La meccanica dei Cresci era di tipo viennese, cioè del tipo dei pianoforti di Joseph Böhm, Conrad Graf e Johann Schantz. La scuola viennese era la più importante tra gli ultimi decenni del Settecento e i primi dell'Ottocento. Non fu un caso che Mozart, Beethoven, Haydn, tutti legati a Vienna, sviluppassero per primi le incredibili potenzialità del nuovo strumento. Quello che frenava la diffusione del pianoforte nascente era il suo altissimo costo, per cui esso andò affermandosi solo nelle corti reali, nei palazzi governativi e nei saloni delle principali famiglie nobili. Inoltre, il suo livello sonoro non era neppure paragonabile all'attuale e questo permetteva il suo uso solo in salotti o saloni di dimensioni relativamente contenute. Fu in epoca romantica, dal 1840 in poi, che l'utilizzo di strutture rigide metalliche all'interno (in precedenza i pianoforti erano quasi tutti interamente in legno), con funzioni di telaio, consentì l'incremento della sonorità, grazie a più corde con tensioni maggiori e casse armoniche più grandi (e andarono affermandosi i "coda" e "gran coda", che all'epoca andavano da 220 a ). E anche il peso passò dai (struttura interamente in legno) ai 300-400 (strutture in ferro), sino ai 600 e oltre di inizio Novecento (strutture in ghisa). Questo incremento della potenza sonora consentì l'uso del pianoforte nei grandi teatri o nelle sale da concerto, ma trasformò profondamente la sua qualità sonora. Il pianoforte attuale, apparso sul finire del XIX secolo, ha ben poco della timbrica originale di inizio Ottocento. Oggi è molto diffuso chiamare "fortepiani" gli strumenti costruiti sino al 1870, a causa della grande diversità della struttura e quindi della timbrica rispetto al pianoforte attuale. Tuttavia non è sempre facile distinguere nettamente fra l'uno e l'altro tipo, perché non si tratta di strumenti diversi, ma di uno strumento che si è gradualmente evoluto; all'epoca non si avvertì mai un vero momento di stacco nel passaggio dal fortepiano al pianoforte moderno, come si desume da documenti e testi. I primi pianoforti verticali, più economici e meno ingombranti, furono creati forse nel 1780 da Johann Schmidt di Salisburgo e nel 1789 da William Southwell di Dublino. I costruttori francesi più famosi, Sébastien Érard e Ignace Pleyel, furono i più grandi produttori di pianoforti dell'Ottocento. L'Érard, in particolare, era uno strumento di relativamente grande potenza sonora e di suono deciso (potremmo dire "più moderno"), che dava particolare risalto espressivo. Franz Liszt ne fece il suo preferito. A Érard si devono moltissime invenzioni e perfezionamenti, tra cui quella del doppio scappamento. Il Pleyel invece aveva una grande dolcezza e pulizia sonora ed era relativamente più faticoso e difficile da suonare, perché permetteva molte sfumature interpretative e aveva una maggiore sensibilità. Era il pianoforte romantico per eccellenza. Chopin ne fece il suo preferito (sebbene si narri che, quando era stanco, suonasse l'Érard, perché il Pleyel "gli chiedeva troppo"). Nel 1861 i torinesi Luigi Caldera e Ludovico Montù inventarono il melopiano, un pianoforte dotato di motore con carica a manovella. All'inizio del XX secolo la Steinway & Sons di New York, ma con maestranze esclusivamente di origine italiana, brevettò il pianoforte con telaio in ghisa e divenne il maggior produttore mondiale di pianoforti di qualità del Novecento. Un valido costruttore italiano di pianoforti è stato Cesare Augusto Tallone. Oggi i costruttori italiani assurti a rinomanza mondiale sono Fazioli e Luigi Borgato. Tastiera di un pianoforte Il pianoforte è costituito da sei parti: * la cassa, la tavola armonica; * la struttura portante e il rivestimento esterno; * la tastiera; * la meccanica; * la cordiera; * i pedali. === La cassa e la tavola armonica === La cassa e la tavola armonica sono principalmente di abete e pioppo. Il ''somiere'', parte in cui stanno le caviglie (o piroli) per tirare o allentare le corde, è spesso in legno di faggio. === La tastiera === Un'ottava con le sue alterazioni La tastiera è la parte del pianoforte dove sono posizionati i tasti. La base su cui questa regge è spesso in abete. Lo strumento dispone generalmente di 88 tasti, 52 bianchi e 36 neri, corrispondenti a un'estensione di sette ottave e una terza minore e disposti nella classica successione che intervalla gruppi di due e tre tasti neri. Questa successione permette di suonare le 12 note della scala cromatica abbassando, nell'ordine, 12 tasti della tastiera. In alcuni pianoforti (pochi modelli) la tastiera si estende di 4 o persino 9 tasti oltre i normali 88, andando verso i bassi. Il punto di riferimento centrale della tastiera è un tasto do, chiamato appunto "do centrale". I tasti dei pianoforti più sofisticati sono spesso in avorio ed ebano, mentre per i pianoforti comuni è usata generalmente la galalite (sostanza di consistenza cornea, ottenuta dalla caseina). La nota do, a partire dalla quale è possibile eseguire la scala di do maggiore, priva di alterazioni, è il tasto bianco situato esattamente prima di ogni successione di due tasti neri. In genere i tasti neri, in considerazione della tonalità della musica da eseguire, vengono chiamati bemolle o diesis (più generalmente: ''alterazioni''), a seconda che si riferiscano alla nota che li segue o a quella che li precede. Nei due casi, comunque, essi producono un suono che risulta più basso o più alto di un semitono (mezzo tono) rispetto ai tasti bianchi contigui. Tastiera a 88 tasti, con ottave numerate, evidenziati il Do centrale (celeste) e il La del diapason (giallo) === La meccanica === Martelletti, corde, smorzatori e piroli: la meccanica di un pianoforte verticale La meccanica è una delle parti fondamentali del pianoforte: comprende una serie di strumenti e sistemi che permettono la produzione del suono con l'azione del martelletto sulla corda attraverso l'abbassamento del tasto. ==== Funzionamento della meccanica ==== Quanto segue si riferisce alla meccanica "moderna" dei pianoforti a coda. Quando si preme un tasto del pianoforte si alza lo smorzatore per permettere alle corde percosse dal martelletto di vibrare. Il cavalletto si solleva, trascinando con sé il bastone dello scappamento. Lo scappamento mette in funzione un rullino in feltro che è fissato all'asta del martelletto che di conseguenza si solleva. L'asta superiore del cavalletto va verso l'alto fin quando la sua estremità non tocca il bottoncino di regolazione. Il martelletto continua la sua corsa colpendo le corde e separandosi dal bastone di scappamento e dallo stesso cavalletto. Anche lo spingitore si alza e rimane sospeso fino a quando il tasto non viene rilasciato. Dopo aver percosso la corda, a tasto ancora abbassato, il martelletto ricade anche se non completamente; infatti viene fermato dal rullino dell'asta del martelletto che si adagia sull'asta superiore del cavalletto ancora sollevata. Lo scappamento torna così alla sua posizione iniziale, cioè sotto l'asta del martelletto parzialmente alzato. Allo stesso tempo il paramartelletto impedisce che il martelletto rimbalzi sulle corde percuotendole nuovamente. Nel caso in cui il tasto venga rilasciato solo in modo parziale, il martelletto si muove libero dal paramartello mentre lo spingitore resta alzato. A questo punto se si preme di nuovo il tasto (che non è stato rilasciato completamente), lo scappamento è in grado di spingere di nuovo il rullino e l'asta del martello verso l'alto. Questo sistema è chiamato "doppio scappamento" e permette di eseguire rapidamente la ripetizione di una stessa nota, senza che il tasto (e quindi anche il martelletto) ritornino alla propria posizione iniziale. Alla pressione del tasto, viene attivato un montante, che solleva lo smorzatore della corda relativa al tasto premuto, cosicché essa può vibrare liberamente. Rilasciato il tasto, di circa il 50% della sua corsa, lo smorzatore ricade sulla corda, bloccandone la vibrazione, e tutte le parti della meccanica tornano alla loro posizione d'origine, grazie anche alla forza di gravità. È opportuno ricordare che "doppio scappamento" è solo un modo di dire, in quanto teoricamente questo meccanismo permette di ripetere lo scappamento all'infinito. Vista frontale della meccanica di un pianoforte verticale cosiddetta "a baionetta", che fu gradualmente abbandonata dai costruttori in quanto rendeva l'accordatura più complessa e disponeva di smorzatori meno efficaci Il pianoforte verticale, invece, non dispone del doppio scappamento; inoltre, non tutte le parti della sua meccanica tornano alla loro posizione iniziale grazie alla forza di gravità, perché i pezzi sono disposti verticalmente, per cui vengono utilizzate piccole strisce di feltro che aiutano il meccanismo. ==== Confronto con altri cordofoni ==== In quanto strumento dotato di una tastiera e di corde, il pianoforte è simile al clavicordo e al clavicembalo, dai quali si distingue per il modo in cui si produce il suono: * nel clavicembalo (e tutti gli altri strumenti a penna, come la spinetta e il virginale), le corde vengono pizzicate da un plettro (o ''penna'') posizionato su un'asticella (detta ''salterello'') che si alza quando il tasto viene abbassato, non permettendo così di ottenere variazioni di intensità; * nel clavicordo, le corde vengono colpite da piccole lamine di metallo (dette ''tangenti'') che rimangono a contatto con le corde per tutta la durata dell'azionamento del tasto. La variazione del tocco modifica, per una certa misura, l'intensità di un suono già per natura piuttosto debole; * nel pianoforte, le corde sono colpite da martelletti che immediatamente rimbalzano, permettendo quindi alla corda di vibrare liberamente, fino al rilascio del tasto che provoca l'intervento dello smorzatore. ==== Parti delle meccaniche ==== '''Meccanica di un pianoforte a coda''' smorzatore (o: smorzo) '''(15)''' corda '''(16)''' telaio (o: piastra) '''(17)''' agraffa '''(18)''' caviglia (o: pirolo) '''(19)''' somiere '''(20)''' paramartello '''(11)''' leva dello smorzo '''(12)''' barra alzatutto '''(13)''' cucchiaio '''(14)''' 400px '''(10)''' testa del martello '''(9)''' leva di ripetizione '''(8)''' stiletto (o: manico) del martello '''(7)''' vite di regolazione dello scatto '''(6)''' (vite della) forcola (o: capsula) del martello '''(5)''' montante (o: spingitore) '''(4)''' bottone dello scappamento '''(3)''' cavalletto '''(2)''' pilota '''(1)''' tasto '''Meccanica di un pianoforte verticale''' spine elastiche '''(1)''' perno molle '''(2)''' clip '''(3)''' supporto meccanico '''(4)''' corda '''(5)''' smorzatore '''(6)''' serranda '''(7)''' dado a martello '''(8)''' rotaia centrale (o: "bedspring" meccanico) '''(9)''' leva di sollevamento (pedale ''forte'') '''(10)''' cucchiaio serranda '''(11)''' 200px '''(21)''' martello '''(20)''' martelli bar riposo '''(19)''' contro le catture accessorie '''(18)''' capo della gru a benna martello '''(17)''' scarico leva '''(16)''' pulsante di scarico '''(15)''' scarico "pusher" '''(14)''' cavalletto '''(13)''' pulsante pilot '''(12)''' tasto * ''martelli'': sono piccoli blocchi in legno rivestiti generalmente in feltro, azionati dalla pressione dei tasti, che producono il suono percuotendo le corde. Appena la corda viene colpita dal martelletto, questo torna nella sua posizione iniziale, permettendo così alla corda di vibrare; quando il tasto viene rilasciato entrano in funzione gli smorzatori. * ''scappamento'': è un meccanismo che permette al martelletto di tornare alla sua posizione iniziale, dopo aver percosso la corda, mentre il tasto è ancora abbassato. Generalmente nei pianoforti orizzontali esiste il "doppio scappamento", un sistema che permette di ottenere la ripetizione di una stessa nota a distanza ravvicinata premendo lo stesso tasto due volte senza che questo si rialzi del tutto. * ''smorzatori'': sono blocchettini di legno rivestiti in feltro, che hanno la funzione di soffocare la vibrazione di una corda. * ''caviglie'' o ''piròli'': sono le "chiavi accordanti" del pianoforte, che hanno il compito di tenere le corde e permettere l'accordatura di esse. * ''corde'': sono legate ai piroli e sono fatte in lega di acciaio; un certo numero di quelle delle note basse è fasciato in rame. Variano di diametro e lunghezza a seconda del registro sonoro. Nei pianoforti verticali ogni martelletto batte su un gruppo di due o tre corde accordate all'unisono, o su una singola corda più spessa (in genere rivestita di rame per appesantirla) per i suoni più gravi. Per i pianoforti a coda vale lo stesso discorso precedente, ma ciò che cambia è la disposizione delle corde: verticali nei pianoforti verticali e orizzontali nei pianoforti a coda. === I pedali === I pianoforti moderni possono avere dai due ai quattro pedali, a seconda del costruttore e dell'epoca di costruzione. Sono posti nella parte bassa dello strumento e servono ad alterare il suono dello strumento in diversi modi. I pedali del pianoforte sono generalmente in ottone. Si distinguono i seguenti tipi di pedale: * ''risonanza'' o ''forte'' (normalmente a destra) :Simbolo usato negli spartiti per indicare l'uso del pedale di risonanza Introdotto nel 1783, una volta azionato alza contemporaneamente tutti gli ''smorzatori''. Di conseguenza, azionando il pedale, le corde continuano a vibrare finché il suono non si spegne naturalmente. L'impiego di questo pedale aiuta a legare i suoni e, eventualmente, a creare una sorta di alone timbrico e armonico provocato dalla vibrazione simpatica di tutte le corde dello strumento insieme a quelle effettivamente suonate. * ''una corda'' (1 C) o ''piano'' (normalmente a sinistra) :Tale pedale, nei pianoforti a coda, sposta leggermente tutta la tastiera e la martelliera verso la destra dell'esecutore. In tal modo il martelletto azionato dalla pressione del tasto colpisce solamente una o due corde delle tre che sono associate a ogni tasto (nei medi e acuti ogni nota è intonata da tre corde all'unisono, nella parte alta dei bassi, cioè le corde filate, ogni nota è intonata da due corde, mentre l'ottava più bassa possiede una sola corda per nota: in questa regione quindi il solo effetto di questo pedale è lo spostamento del punto di contatto sul martelletto). :Nel dettaglio bisogna considerare anche che i martelletti sono ricoperti da feltrini nei quali si formano dei solchi dati dai ripetuti urti con le corde. Si agisce sulla durezza del suono ammorbidendo il feltro dei martelletti e quindi si può aumentare o diminuire l'effetto del pedale essendo il punto di contatto spostato rispetto a quando il pedale non è azionato. L'azione di spostamento della martelliera comporta che i feltrini dei martelletti urtino la corda in un punto diverso dai solchi e quindi in un punto in cui sono più morbidi. L'effetto è quello di produrre un suono più flebile, ovattato e intimo, adatto a creare particolari atmosfere sonore. :Il medesimo effetto (con risultato molto meno caratterizzato) viene ottenuto nei pianoforti verticali avvicinando i martelletti alle corde, e accorciando in tal modo il percorso che il martelletto compie per raggiungere la corda. * ''tonale'' o ''sostenuto'' (al centro) :Il pedale tonale è presente nei pianoforti a coda e deve essere azionato successivamente alla pressione di un tasto o di un gruppo di tasti. È in sostanza un pedale di risonanza che agisce solo per un gruppo limitato di tasti, quelli premuti immediatamente prima all'azione del pedale; gli altri non saranno interessati dalla sua azione. È anche conosciuto come ''pedale Rendano'' dal nome del suo inventore, il pianista e compositore Alfonso Rendano. * ''quarto pedale'' (a sinistra, solo in alcuni modelli di pianoforti a coda) :Utilizzato e brevettato da costruttori come Fazioli e Stuart & Sons, non è altro che una trasposizione sui modelli a coda del pedale ''piano'' dei pianoforti verticali. Il meccanismo infatti non fa altro che avvicinare tutti i martelletti alle corde, riducendone la corsa e producendo così un suono di volume ridotto, senza modificarne il timbro (come invece succede con l''una corda''). * ''sordina'' (al centro, solo negli strumenti destinati allo studio e solo nei pianoforti verticali, al posto del pedale tonale) :La sordina (presente anche in altri strumenti) è un pedale che aziona una leva, attraverso la quale viene interposto tra le corde e i martelletti un panno di feltro lungo quanto l'intera estensione dello strumento. Il suono così ottenuto è piuttosto attutito. I pianoforti a coda ne sono sprovvisti e anche i grandi pianoforti verticali hanno, in luogo della sordina, un pedale tonale. Inoltre è l'unico pedale ad avere una rientranza nel mobile, allo scopo di "incastrarlo" senza la costante pressione da parte del musicista. L'anteporre il feltro e altri materiali tra i martelletti e le corde è diventata ormai un pratica standard da parte dei compositori e pianisti più giovani per rinnovare lo strumento e trovare nuove sonorità. Ad esempio Nils Frahm e Olafur Arnalds ne hanno colto le potenzialità per ottenere differenti timbri in fase di registrazione, pratica che influenza inevitabilmente il modo di comporre e di scrivere musica e che ha portato allo sviluppo e alla enorme diffusione del genere neoclassic o modern classic. Esistono diversi tipi di pianoforte: *Pianoforte a coda''orizzontale'': più comunemente conosciuto come pianoforte a coda; questo tipo di pianoforte è denominato, a seconda della lunghezza totale, come quarto di coda, detto anche ''codino'' (145-165 cm), mezza coda (170–190 cm), tre quarti di coda (200-240 cm), gran coda da concerto (o gran coda, o coda da concerto; più di 240 cm); essi producono, in ordine crescente, suoni sempre più ricchi di armonici naturali, a causa dell'ampiezza sempre maggiore della cassa armonica e della maggiore lunghezza delle corde, la quale comporta minore inarmonicità. È usato principalmente per concerti ed esibizioni. Molti produttori stanno realizzando pianoforti eccezionali (artcase): alcuni sono solo decorazioni o scenografici cambiamenti degli attuali (piedi lavorati, intarsio, pittura); per altri si tratta di modifiche radicali, come nel caso del Pegasus di Schimmel, del M. Liminal disegnato da NYT Line e realizzato da Fazioli, o del Bösendorfer Imperial realizzato da Griffa Pianoforti. *Pianoforte verticale''verticale'': è disposto verticalmente, così come la sua tavola armonica e le corde che stanno dietro alla tastiera. La sua altezza oscilla tra i 100 e i 155 centimetri. È usato principalmente per lo studio a differenza di quello orizzontale usato prettamente per i concerti. Le differenze con il pianoforte orizzontale sono molte a partire dell'ampiezza della cassa armonica, che è minore di quella di un pianoforte orizzontale, e dalla meccanica priva del doppio scappamento. Le corde sono disposte verticalmente (quelle gravi e parte di quelle medie sono disposte diagonalmente in maniera opposta, da qui la denominazione "a corde incrociate"; questo sistema sfrutta la maggiore lunghezza della diagonale di un rettangolo per ottenere corde più lunghe) e a ogni nota corrispondono a seconda del tipo di suono, gruppi di una, due o tre corde. Sono forniti spesso di un pedale posto al centro chiamato ''sordina'' che serve per interporre tra i martelletti e le corde un panno di feltro che attutisce il suono e lo rende più ovattato: è stato creato principalmente per non dare troppo fastidio ai vicini di casa. Nel corso della storia il pianoforte verticale ha subito molte modifiche; vennero creati così anche tipi diversi. **''a giraffa'': è il prototipo più antico di pianoforte verticale, inventato tra il XVIII e la prima metà del XIX secolo. Fu inventato nel 1739 da Domenico Del Mela, originario del Mugello. La sua meccanica sta sopra la tastiera, dietro la tavola armonica. Non è fornito di scappamento. ** ''a piramide'': fu costruito nel XVIII secolo e fu utilizzato molto a Vienna. È molto simile a un pianoforte verticale, ma la sua cassa armonica è a forma piramidale. ** ''cabinet'': in italiano significa ''armadio''; fu costruito per la prima volta in Inghilterra nella prima metà del XX secolo. Le caviglie e il somiere sono sulla sommità, mentre l'attacco delle corde è vicino al pavimento. Questa disposizione fu inventata contemporaneamente sia dall'inglese John Isaac Hawkins (1772-1855) sia dal viennese Matthias Müller (1770 ca.-1844). Ha la meccanica English sticker action e a baionetta. ** ''pianino'': fu inventato a Parigi nel 1815 da Ignaz Josef Pleyel e commercializzato con il nome di "pianino". Parte della meccanica fu però sviluppata da Robert Wornum (1780-1852) intorno al 1810: egli applicò al pianoforte verticale un sistema di corde incrociate diagonalmente, così da non dover ridurre la loro lunghezza nonostante le dimensioni ridotte dello strumento; nel 1826 creò la meccanica a baionetta (''english tape action''), che derivava dalla ''english sticker action''. ** ''rettangolare'' (o ''a tavolo''): la pianta è rettangolare; la tavola armonica sta sulla destra, mentre la tastiera è a sinistra. Il primo modello fu realizzato nel 1766 da Johannes Zumpe (1726-1790) a Londra. Ebbe un notevole successo verso le fine della seconda metà del Settecento prima in Inghilterra e poi in tutta Europa, grazie alle dimensioni ridotte e al basso costo, nonché al gradevole suono che produceva. Fu usato soprattutto in ambito domestico, ma in seguito venne sostituito dal modello verticale. ** ''pianola'': la pianola è un apparecchio musicale automatico, senza sfumature di tono automatico. Il nome pianola deriva da una marca della Aeolian Company di New York. In Germania la Ditta Hupfeld di Lipsia produsse un sistema simile, chiamato ''Phonola''. Le prime pianole furono prototipi; non avevano alcun sistema tecnico nella tastiera, ma suonavano con dita in legno imbottite su un pianoforte o pianoforte a coda, posatovi di fronte. ** ''digitale'': il pianoforte digitale è uno strumento integralmente elettronico, particolarmente mirato, però, a riprodurre, con minore o maggiore fedeltà, le sonorità e il tocco del pianoforte acustico. ** ''elettrico'': il pianoforte elettrico è uno strumento musicale elettromeccanico a tastiera molto in voga negli anni sessanta e settanta, appartenente alla categoria degli elettrofoni. Il primo modello fu costruito dalla C. Bechstein Pianofortefabrik nel 1931, era un pianoforte a coda munito di pick-up elettromagnetici e aveva nome ''Neo-Bechstein''. ** ''da viaggio'': è un modello che risale alla seconda metà del XVIII secolo. La sua meccanica è semplice e senza scappamento (''Prellmechanik''). È uno strumento portatile e non ha supporti particolari, ma solo delle maniglie per il trasporto. Non viene più utilizzato. ** ''nécessaire'': è sostanzialmente un mobile abbastanza piccolo con cassetti e scompartimenti, destinato all'uso femminile, con all'interno una tastiera. Risale al XIX secolo, ma è ormai caduto in disuso. ** ''nécessaire per fanciulli'': è uno strumento di piccole dimensioni, fatto su misura per i bambini piccoli. La meccanica è molto semplice ed esso non è provvisto di particolari supporti. Anche questo modello non è più utilizzato e, di conseguenza, non esiste più. ** ''arabo'': l'uso del pianoforte nella cultura musicale araba non è stato contemplato, se non per un breve periodo tra il 1920 e il 1940. L'esclusione dello strumento nella musica araba era determinata dall'impossibilità per il pianoforte di emettere i quarti di tono, elemento fondamentale della musica araba. Negli anni precedentemente citati, tuttavia, vennero costruiti dei pianoforti capaci di produrre tali suoni; solo dopo aspre polemiche e forti resistenze, il pianoforte venne accolto nelle orchestre egiziane, all'indomani del congresso dei musicisti arabi del Cairo del 1936. Alcuni compositori utilizzarono egregiamente i pianoforti arabi (Abdallah Chaine, Mohammed Elkourd, Mohamed Chaluf), mentre altri usarono il pianoforte con accordatura all'occidentale per creare composizioni arabe (Mohamed Abdelwahab). La percentuale di umidità è uno dei fattori più critici per il pianoforte: il troppo umido può deformare i legni sotto carico, mentre il troppo secco può generare fessurazioni negli stessi pezzi. Una grande influenza è esercitata anche dalla temperatura ambiente e dalla posizione che si dà allo strumento. La temperatura più adatta va dai 15 ai 19 °C e ogni cambio repentino di temperatura non fa bene allo strumento; per esempio, in inverno bisogna evitare di spalancare all'improvviso finestre o balconi nella stanza che ospita il pianoforte ed evitare di lasciarlo esposto per troppo tempo alla bassa temperatura. Anche l'azione diretta dei raggi del sole è fatale per la vernice, le impiallacciature, i legni e le corde. Bisogna evitare che lo strumento si trovi vicino a fonti di calore (stufe, camini, termosifoni eccetera) o direttamente esposto alla radiazione solare. La vicinanza a una parete esposta all'esterno dell'abitazione può causare danni. Cantine e mansarde sono assolutamente da evitare, se non ventilate. Non bisognerebbe appoggiare nulla sul mobile (fascicoli di musica, vasi, portacenere, bottiglie, bicchieri eccetera), o si comprometterebbero purezza e intensità del suono. Non si deve pulire l'interno dello strumento, soprattutto con prodotti aggressivi, o i legni sarebbero seriamente danneggiati. La pulizia va fatta da un tecnico, il quale decide se eventualmente sia il caso di rimuovere la meccanica per una pulizia più profonda. Per la pulizia esterna, bisogna usare prodotti specifici che preservino lucentezza e colorazione della superficie. Va posta attenzione anche a insetti e topi. Per gli insetti, si possono collocare all'interno bustine di repellente. Nel caso vi sia un problema di topi, si devono precludere le vie di accesso al pianoforte, come i fori dei pedali, nei lunghi periodi di assenza. Non bisogna "imbottire" la stanza che ospita il pianoforte, evitando tende pesanti e grosse, mobili troppo grandi e rivestiti di tessuto, tappeti e tappezzerie pesanti: il motivo è che questi elementi modificano e smorzano il suono. La manutenzione ordinaria, da effettuarsi una o due volte l'anno nei cambi di stagione, consiste in tre fasi: regolazione della meccanica, accordatura (agendo sulla tensione delle corde si ripristinano i giusti intervalli armonici) e intonazione (agendo sul feltro dei martelli con uno strumento munito di aghi, detto "intonatore", si modifica quasi irreversibilmente il timbro). === Nel cinema === * 1960 – ''Tirate sul pianista'', regia di François Truffaut * 1988 – ''Madame Sousatzka'', regia di John Schlesinger, sul rapporto tra insegnante e allievo. * 1993 – ''Lezioni di piano'', film sentimentale del regista Jane Campion. * 1993 – ''Trentadue piccoli film su Glenn Gould'', film diretto da François Girard e ispirato alla storia del pianista Glenn Gould. * 1994 – ''Amata immortale'', film diretto da Bernard Rose e basato sulla vita del compositore e pianista tedesco Ludwig van Beethoven * 1996 – ''Shine'', film di Scott Hicks ispirato alla vita di David Helfgott. * 1998 – ''La leggenda del pianista sull'oceano'', film del regista Giuseppe Tornatore tratto dal monologo ''Novecento'' di Alessandro Baricco. * 2000 – ''Grazie per la cioccolata'', film di Claude Chabrol. * 2001 – ''La pianista'', film di Michael Haneke tratto dal romanzo omonimo di Elfriede Jelinek. * 2002 – ''Quattro minuti'', film diretto da Chris Kraus, rivelazione del cinema tedesco nel 2002. * 2002 – ''Il pianista'', film di Roman Polański tratto dal romanzo autobiografico omonimo di Władysław Szpilman. * 2006 – ''La voltapagine'', regia di Denis Dercourt. * 2013 - ''Il ricatto'', regia di Eugenio Mira. * 2018 - Nelle tue mani, regia di Ludovic Bernard Henriëtte Ronner-Knip (1897) === Nella letteratura === * 1946 – ''Il pianista'', libro autobiografico di Władysław Szpilman, che ha ispirato l'omonimo film. * 1983 – ''La pianista'', romanzo di Elfriede Jelinek, da cui è stato tratto l'omonimo film. * 1994 – ''Novecento'', monologo di Alessandro Baricco, che ha ispirato il film ''La leggenda del pianista sull'oceano''. === Trattatistica === * Piero Rattalino, ''Storia del pianoforte. Lo strumento, la musica, gli interpreti'', Milano, Arnoldo Mondadori, 1988 * Piero Rattalino, ''Manuale tecnico del pianista concertista'', Varese, Zecchini, 2007 (sulla formazione del pianista concertista) * Piero Rattalino, ''L'interpretazione pianistica. Teoria, storia, preistoria'', Varese, Zecchini, 2008 (sulla storia dell'interpretazione prima e dopo i metodi di registrazione) * Gerald Moore, ''Il pianista accompagnatore'', Asti, Analogon, 2013 * Piero Rattalino, ''Le grandi scuole pianistiche'', Milano, Ricordi, 1992 * George Kehler, ''The piano in concert'', Metuchen, N.J., Scarecrow, 1982, ISBN 0-8108-1469-2 2 voll. * Piero Rattalino, ''Piano Recital. L'evoluzione del gusto musicale attraverso la storia del programma da concerto'', Napoli, Flavio Pagano, 1992, ISBN 88-85228-21-6 * Paolo Scanabissi, ''Il piano sereno. La tranquillità esecutiva nel giovane pianista vista negli ambiti dell'anatomia, fisiologia, neurologia e psicologia'', Modena, Il Fiorino, 2009, ISBN 978-88-7549-292-2 * Piero Rattalino, ''Guida alla musica pianistica'', Varese, Zecchini, 2012, pp. XXIV+640, ISBN 978-88-6540-015-9 (guida per la comprensione della musica pianistica con un'introduzione sulla storia del pianoforte)
Pittura
''Monna Lisa'', o ''Gioconda'', Leonardo da Vinci: uno dei più famosi quadri al mondo La '''pittura''' è l'arte che consiste nell'applicare dei pigmenti a un supporto per lo più bidimensionale, come la carta, la tela, la ceramica, il legno, il vetro, una lastra metallica o una parete. Il risultato è un'immagine che, a seconda delle intenzioni dell'autore, esprime la sua percezione del mondo o una libera associazione di forme o un qualsiasi altro significato, a seconda della sua creatività, del suo gusto estetico e di quello della società di cui fa parte. Chi dipinge è detto pittore o pittrice, mentre il prodotto finale è detto '''dipinto'''. Si può chiamare anche '''quadro''' solo quando realizzato su un supporto mobile, generalmente di dimensioni non molto grandi e spesso racchiuso in cornice. Essendo i pigmenti essenzialmente solidi, è necessario utilizzare un legante, chiamato medium, che li porti a uno stadio di impasto stendibile, più fluido o più denso, e che permetta anche l'adesione duratura al supporto una volta che interviene un processo di asciugamento, di presa o di polimerizzazione.
I dipinti più antichi sono stati rinvenuti nella Grotta Chauvet in Francia: la loro realizzazione è databile a circa 32.000 anni fa. Sono realizzati con ocra rossa e pigmento nero, e mostrano cavalli, rinoceronti, leoni, bufali l.p. e mammut. Esempi di pittura rupestre sono presenti praticamente in tutto il mondo. Nel corso del XIX secolo, con la nascita della fotografia, si assiste a un significativo cambio di ruolo della pittura nella società: non più necessaria per fissare i dati oggettivi di ciò che rappresenta (ad esempio l'effigiato in un ritratto), portò gli artisti ad esplorare rappresentazioni più legate al loro sentire personale, alle emozioni, alla psicologia, a tutto ciò che è legato all'invisibile e all'immaginario. La pittura stessa poi, messa in discussione e ridimensionata nel XX secolo in favore di espressioni artistiche più libere e concettuali, resta comunque ampiamente praticata in tutto il mondo. === Pittura come ''arte maggiore'' === Primavera'' di Botticelli, Galleria degli Uffizi a Firenze La pittura gode di un posto di primo piano su tutte le arti. Basti pensare a come il concetto stesso di "opera d'arte" (visiva) sia più spontaneamente associato a dipinti piuttosto che a sculture o opere di architettura, per non parlare poi delle cosiddette "arti minori". Oltre ai fattori storici che hanno determinato la divisione tra arti "maggiori" e "minori" (Leon Battista Alberti distingueva gli aspetti intellettuali rispetto a quelli manuali, secondo una definizione fatta propria poi dalle Accademie nel XVII secolo e da esse canonizzate), la pittura ha un'innegabile facilità di fruizione rispetto alle altre forme artistiche. Le opere pittoriche essendo bidimensionali non richiedono particolare impegno per essere percepite: è sufficiente posizionarsi frontalmente per osservarle, a differenza di quelle scultoree o architettoniche, che essendo tridimensionali obbligano l'osservatore a posizionarsi dinamicamente su diversi punti di vista per una loro migliore comprensione. Ciò significa anche una immensamente maggiore fruibilità, si pensi alla semplice economicità delle riproduzioni fotografiche di pittura, che possono circolare con estrema facilità; impossibile, per adesso, per le opere d'arte tridimensionali. Il paradiso di Jacopo e Domenico Tintoretto e Palma il giovane. Palazzo Ducale Venezia Witelo, un matematico e fisico del XIII secolo originario della Slesia, scriveva che "L'occhio non può comprendere la forma vera delle cose con il semplice sguardo (''aspectus''), ma sì con l'intuizione diligente (''obtudus'')". Mentre l''aspectus'', semplice visione esteriore, è sufficiente per la pittura e gran parte della scultura, l''obtudus'', inteso come sguardo penetrante, raziocinante, è necessario ad esempio per comprendere un'opera architettonica. === La questione pittorica === La scuola di Atene, Raffaello Sanzio, 1509-1511, Città del Vaticano, Musei Vaticani La pittura intesa come forma artistica non è una meccanica apposizione di colore a un disegno, ma è un'arte che pone dei problemi più complessi: la resa del colore, le variazioni di tono, lo studio di luci ed ombre, l'illusione di spazi naturalistici, la ricchezza della tecnica (con smalti, impasti, velature). Nelle civiltà più antiche non esisteva ancora l'accento su tali questioni, per cui si ebbero produzioni anche di grande raffinatezza, ma definibili solo come "disegno colorato" (si pensi ad esempio all'arte egiziana). Questi problemi poterono dirsi considerati e risolti solo dall'arte greca in poi, a partire dal V secolo a.C., con pieno sviluppo documentabile in tutto il IV secolo a.C., e da allora entrarono a far parte della cultura mediterranea ed europea con alterne vicende. === Tecniche pittoriche === Esistono molti tipi di tecniche pittoriche, che si differenziano sia per i materiali e gli strumenti usati sia per le superfici sulle quali è eseguita l'opera. Le prime superfici sulle quali l'uomo realizzò primitive forme d'arte pittorica, geometrica e figurativa, furono le pareti di una caverna oppure di una casa o di un tempio. Nel Medioevo il supporto preferito dai pittori era la tavola di legno, per poi passare con il tempo alla tela, con la quale si ovviò al problema del peso e della relativa instabilità del pannello ligneo. Altri supporti possono essere: la carta, il metallo, il vetro, la seta, una parete e qualunque altra superficie in grado di mantenere in modo permanente il colore. ''Apelle o la Pittura'', formella del Campanile di Giotto, Nino Pisano, 1334-1336, Firenze === Classificazione === In base al supporto: * Su intonaco abbiamo l'affresco (che se moderno può essere anche un murale), il graffito e l'encausto. * Su tavola abbiamo la pittura a tempera, a olio e i colori acrilici. * Su carta il pastello, la tempera, l'acquerello, il guazzo o ''gouache''. * Su pergamena la miniatura * Su tela abbiamo la tempera, l'olio e la pittura acrilica. * Su ceramica abbiamo le pitture vascolari, con i vari ossidi e fondenti. * Su seta e altre stoffe abbiamo il batik, lo Shibori, il Serti e l'acquerello. Nell'esecuzione di opere pittoriche, poi, oltre ad una vasta gamma di superfici e di coloriche possono presentarsi puri - pigmenti - o più normalmente già uniti al cosiddetto medium (paste, resine, oli, emulsioni...), si aggiunge la possibilità di utilizzare vari strumenti: pennelli, spatole, aerografo, spray, punte e anche attrezzi che non nascono per uso artistico ma che vi sono adattati dalla perizia o dalla fantasia dell'artista. L'elenco non può considerarsi esauriente, in quanto possono essere utilizzate, oltre alle superfici più varie, anche tecniche e materiali eterogenei, realizzandosi così opere a tecnica mista (ad esempio il collage con la pittura) o opere polimateriche (ad esempio colori uniti o abbinati a tessuti, materiali inerti, oggetti). === Soggetti pittorici === * Allegoria * Natura morta * Ritratto e autoritratto * Paesaggio e panorama
Parigi
'''Parigi''' è la capitale e la città più popolata della Francia, capoluogo della regione dell'Île-de-France e l'unico comune a essere nello stesso tempo dipartimento, secondo la riforma del 1977 e i dettami della legge PML che espansero i vecchi confini comunali. Con una popolazione di abitanti è, dopo Berlino, Madrid e Roma, il quarto comune più popoloso dell'Unione europea e, in considerazione della superficie comunale, possiede una delle più alte densità abitative del mondo. Tuttavia, l'estensione urbana della capitale francese è ben più ampia del suo territorio comunale: la sua area metropolitana, detta anche "Grande Parigi" , conta infatti circa 12 milioni di persone. La città si trova nel nord della Francia, su un'ansa della Senna, posizione molto favorevole poiché fondamentale snodo di trasporti e traffici del continente europeo. In effetti, la posizione di Parigi al centro dei principali itinerari commerciali terrestri e fluviali le permise di diventare una delle città più influenti della Francia a partire dal X secolo, con la costruzione dei palazzi reali, di ricche abbazie e della celebre cattedrale di Notre-Dame. Lungo tutto il corso della propria storia, Parigi ha saputo influenzare in modo determinante la politica, la cultura, lo stile di vita e l'economia dell'intero mondo occidentale. Nel XIII secolo diede grande impulso alla rinascita delle arti e del sapere grazie alla presenza della prestigiosa Università della Sorbona nel Quartiere latino; nel XIV secolo divenne una delle più importanti città del mondo cristiano. Nell'Età moderna la sua influenza continuò a crescere in tutti i sensi: nella seconda metà del XVII secolo fu la capitale della più grande potenza militare del continente, nel Settecento divenne il cenacolo europeo della cultura e dei "lumi", per poi avviarsi nell'Ottocento a divenire la città dell'arte, dei piaceri e del divertimento. Ereditando la storia di un impero coloniale estesosi su cinque continenti, Parigi è considerata come il centro del mondo francofono e ha mantenuto una posizione internazionale di grande rilievo, sia come influente metropoli mondiale, sia come centro culturale, politico ed economico di indiscusso prestigio. Ospita, tra gli altri, il quartier generale dell'OECD e dell'UNESCO. Secondo stime effettuate dalla CNN, nel 2009 Parigi era sede di 27 delle aziende ''Fortune global 500'', davanti a Pechino, New York e Londra. La presenza in città di una delle più importanti borse internazionali e le sue numerose attività economiche, politiche e turistiche, fanno di Parigi uno dei principali ''hub'' del mondo. Scrigno contenente numerosi monumenti dall'incalcolabile valore storico e artistico, Parigi rappresenta il simbolo stesso della cultura francese e del suo prestigio nel mondo. I turisti spesso le attribuiscono il qualificativo di "più romantica città del globo", titolo derivato dal periodo del Secondo Impero durante il quale Parigi fu profondamente trasformata dal barone Haussmann, guidato dall'imperatore Napoleone III che voleva fare della capitale francese la più bella città d'Europa. Quella di Parigi fu infatti una delle più grandi e più criticate rivoluzioni urbanistiche nella storia dell'umanità. Uno studio dell'Institut d'aménagement et d'urbanisme pubblicato nel 2019 sottolinea che i prezzi degli alloggi spingono le persone modeste a lasciare Parigi per stabilirsi nei dipartimenti vicini come Seine-Saint-Denis, il che tende a provocare una "gentrificazione" della capitale e una pauperizzazione dei dipartimenti vicini. Secondo la rivista ''The Economist'', Parigi è la città più cara al mondo.
=== Territorio === 1000x1000px La ''Petite couronne'' Posizione di Parigi Parigi occupa una superficie di 120,40 km quadrati ma la sua agglomerazione è molto più grande. La "piccola corona", composta dalla città e dai tre dipartimenti confinanti di Senna-Saint-Denis (236 km²), Valle della Marna (245 km²) e Hauts-de-Seine (176 km²), occupa una superficie di 762,40 km², con una popolazione di circa 6 260 000 abitanti (al 2005). Poggia su un suolo calcareo. Il nome della città deriva dalla lingua celta ''kwar'' che significa "cava", "miniera": il territorio è infatti stato oggetto di industria estrattiva, in particolare gesso, calcare e argilla dall'epoca gallo-romana al XVIII secolo. L'altitudine media di Parigi è, secondo le varie fonti, 47–53 m s.l.m. (intervallo: dai 26 m del Point du Jour ai 148,48 m di rue du Télégraphe 40, nel XX ''arrondissement''). La Senna scorre a 26–28 m, con inondazioni storiche fino a 32–33 m. I punti non sommergibili più importanti misurano: * Montmartre: 130 m (XVIII ''arrondissement'') * Belleville: 122 m (place des Fêtes, XIX) * Buttes Chaumont: 101 m (rue des Alouettes, XIX) * Père-Lachaise: 95 m (Columbarium, XX) * Vista aerea di Parigi di notteMontsouris: 78 m (boulevard Jourdan, XIV) * Passy: 70 m (''cimetière de Passy'', XVI) * Charonne: 69 m (Place de la Réunion, XX) * Montparnasse: 65 m (rues du Château et Raymond Losserand, XIV) * Butte aux Cailles: 63 m (rue de la Butte aux Cailles, XIII) * Montagne Sainte-Geneviève: 61 m (place du Panthéon, V) * Place de l'Étoile: 58 m (VIII) * Monceau Saint-Gervais: (35 m) (IV) === Clima === Il clima di Parigi è alquanto particolare, a metà strada tra il clima oceanico e il clima continentale. Generalmente il clima di Parigi è quello tipico dell'Europa occidentale, largamente influenzato dalla corrente del Golfo, quindi un clima oceanico, seppure appunto con picchi di maggiore continentalità. L'inverno è caratterizzato da un'alternanza di periodi miti e piovosi (quando soffiano i venti umidi e tiepidi dall'oceano Atlantico) e di periodi invece più rigidi e nevosi (con minime anche di -10 °C) quando soffiano i venti dal Polo nord o dall'est. In inverno i giorni sono freddi ma le temperature sono spesso sopra lo zero. Le gelate notturne sono frequenti ma le temperature sotto i -5 °C si verificano di norma solo per qualche giorno all'anno. La neve è rara, ma la città vede a volte leggere nevicate o spruzzate leggere senza accumulo. Tuttavia negli inverni del 2009, 2010 e 2011 intensi fronti freddi hanno portato a violenti episodi nevosi e a temperature che hanno raggiunto i -10 °C e -20 °C nelle periferie. Allo stesso modo l'estate può presentare giornate piuttosto calde e giornate fresche, ventose e piovose (con temperature minime sui +10 °C). In agosto per esempio le temperature medie possono variare tra i +14 °C e i +23 °C. La temperatura media nel mese di luglio 2010 è stata +22,46 °C. Inoltre i quartieri meridionali e orientali presentano inverni più rigidi rispetto al centro della città e ai quartieri settentrionali e occidentali. Le minime invernali nel centro della città raramente sono particolarmente basse, grazie al fenomeno dell'isola di calore urbana. I periodi più consigliati per visitare la città sono quindi la tarda primavera (maggio) e l'inizio dell'autunno (settembre e inizio ottobre). La temperatura più alta mai registrata è di 42,6 °C, il 25 luglio 2019. Relativamente invece alla piovosità, i dati del trentennio 1961-1990 mostrano una quantità complessiva di 609 mm, all'incirca, dunque lo stesso ammontare di Londra, ma con maggiori sbalzi tra un mese e l'altro, nonché tra un anno e un altro. Generalmente comunque il periodo più piovoso risulta essere la tarda primavera, mentre le minori precipitazioni si registrano in due periodi: il tardo inverno e la tarda estate. === Comuni limitrofi === (in ordine alfabetico) Aubervilliers, Bagnolet, Boulogne-Billancourt, Charenton-le-Pont, Clichy, Fontenay-sous-Bois, Gentilly, Issy-les-Moulineaux, Ivry-sur-Seine, Le Kremlin-Bicêtre, Joinville-le-Pont, Levallois-Perret, Les Lilas, Malakoff, Montreuil, Montrouge, Neuilly-sur-Seine, Nogent-sur-Marne, Pantin, Le Pré-Saint-Gervais, Puteaux, Saint-Cloud, Saint-Denis, Saint-Mandé, Saint-Maurice, Saint-Ouen-sur-Seine, Suresnes, Vanves, Vincennes. === Le origini === Terme di Cluny, di epoca gallo-romana presso l'Hôtel de Cluny, nel quartiere latino L'antico nome della città, "Lutèce", e di due suoi quartieri, le Marais e la montagna di Sainte-Geneviève (l'antica ''Lucotecia''), potrebbe lasciare intuire la presenza di zone paludose nei dintorni della città (probabile di etimologia celtica luto-luteo "palude"). Tuttavia la zona non era paludosa, bensì molto fertile. Eventuali inondazioni da parte della Senna avvenivano nel vallone che dall'estremità orientale del Marais, dal canal Saint Martin, prosegue ai grandi ''boulevard'', fino al ponte dell'Alma. La valle non è che un lungo meandro abbandonato dal fiume probabilmente 10 000 anni fa, esistendo effettivamente paludi tra Montmartre e la montagna di Sainte-Geneviève intorno a 30 000 e 40 000 anni fa. Tribù celtiche furono stanziate per molti secoli in un'ansa della Senna. Tito Labieno, luogotenente di Cesare nel 53 a.C., assediò l''oppidum'' dei Parisi, vincendoli. I Romani vi stabilirono un proprio insediamento e lo chiamarono ''Lutetia Parisiorum''. Conquistata e pacificata la Gallia, Lutetia diventa una città romana, nelle aspirazioni e nello stile civile: il sito è in posizione favorevole per i commerci e i traffici fluviali e le popolazioni locali sono avvantaggiate dall'espansione economica portata dai Romani. Il famoso pilastro dei Nauti, un'opera votiva costruita su richiesta della corporazione dei commercianti fluviali, è testimonianza della feconda attività che gravitava intorno alla città, nonché immagine precorritrice delle sorti di Parigi, che ha infatti per stemma quello della potente corporazione medievale dei Nauti, che per secoli ha guidato le sorti municipali. Lutetia si sviluppa fino a divenire una vera e propria città (in particolare lungo la ''rive gauche'' della Senna) e si dota delle strutture essenziali per essere degna di questo nome: il foro, le terme (i cui resti sono visibili all''Hotel de Cluny''), l'anfiteatro e un teatro. La tradizione vuole che nel 250 la città venga cristianizzata dal vescovo Dionigi che qualche secolo dopo sarà eletto a patrono della città (''Saint Denis''). Nel IV secolo la città comincia a essere chiamata ''Paris''. Nel 383 Magno Massimo, autoproclamatosi imperatore della Britannia vince a Lutezia contro il legittimo imperatore Graziano. Nel 445 Clodione razzia la città. Arrestata l'avanzata di Attila nel 451 (secondo la tradizione popolare grazie all'incoraggiamento di santa Genoveffa), nel 465 è il turno di Childerico I di assediare la città. Mancano tuttavia fonti che confermino l'assedio. Parigi è definitivamente merovingia nel 486 con Clodoveo I. Nel 508 diventa capitale del regno franco. Clodoveo, convinto da Genoveffa, fa costruire una chiesa intitolata ai santi Pietro e Paolo su una collina, oggi chiamata Monte di Santa Genoveffa (V ''arrondissement''), dove i due verranno sepolti. === Medioevo === La upright=1.2 Capitale dei Franchi fino a Carlo Magno, che le preferisce Aquisgrana, verrà assediata dai Vichinghi a più riprese dall'845 al 911, anno di stipula del trattato di Saint-Clair-sur-Epte, con il quale gli invasori si stabiliscono definitivamente in Normandia. I Robertingi, abati laici di Saint-Germain-des-Prés, vittoriosi sui Normanni, diventano re dei francesi, pongono la propria capitale a Parigi, ma risiedono preferenzialmente a Orléans. Nel 1021 il capitolo di Notre-Dame è già meta di molti ''clerici vagantes''; nel 1246 l'università di Parigi vede riconosciuta la propria autonomia, e nel 1257 nasce la scuola della Sorbona: Parigi si avvia a diventare uno dei centri della cultura europea, nel cuore della Francia medievale. Il XII e il XIII secolo vedono Parigi al centro di una forte crescita economica, e la corporazione dei mercanti come sua protagonista. La ''rive droite'' viene urbanizzata durante il Medioevo. Il nuovo nucleo viene ben presto a superare in numero di abitanti e in importanza la parte più antica, nota come ''citè de Saint Germain'', ma anche come ''Université'', poiché abbazie, scuole, editori, artisti vi hanno eletto sede. La ''rive droite'' diverrà il nuovo centro direttivo. Fino a Filippo Augusto l'urbanizzazione di Parigi può sintetizzarsi nella costruzione delle prime cinte murarie e nel prosciugamento delle paludi. Dell'edilizia romanica restano tuttavia pochissime tracce, per esempio nell'abside di St-Martin-des-Champs. L'Île de France è invece la culla dell'arte e dell'architettura gotica, che tra il XII secolo e il XV evolve dal gotico primitivo al ''flamboyant''. === Rinascimento ed epoca moderna === A metà del XIV secolo Parigi cerca di fare la propria politica municipale: ha già più di centocinquantamila abitanti e, attraverso sollevazioni e alleanze (la guerra dei cent'anni) mostra di non volere rinunciare alla propria indipendenza. La città si estende soprattutto sulla riva destra, e le mura di Carlo V (1371-1380) comprendono l'insieme degli ''arrondissement'' III e IV. Bisogna arrivare al 1437 perché Carlo VII possa fare di Parigi, indiscutibilmente, la capitale dei Valois. La storia della città s'intreccia da lì in poi inestricabilmente con la storia di Francia. Enrico III nel 1588 fugge dalla città e l'ugonotto Enrico IV dovrà convertirsi al cattolicesimo e pagare 200 000 scudi per rientrarvi. La presa della Bastiglia, 14 luglio 1789, dà inizio alla Rivoluzione francese Arco di trionfo Sotto i Borboni Parigi è scenario e protagonista della Fronda: Luigi XIV sposta la corte a Versailles, per sottrarsi in un solo colpo agli intrighi dei nobili e alle barricate del popolo parigino e procedere liberamente nella propria politica accentratrice. Alla vigilia della Rivoluzione Parigi occupa 1 100 ettari e conta oltre seicentomila abitanti. Al di fuori della cinta daziaria (le mura dei ''Fermiers généraux'') i sobborghi sono costituiti da ventiquattro villaggi. Di nuovo protagonista, non meno che testimone, il popolo parigino gioca la propria rivoluzione. Lo spirito di ribellione e d'indipendenza dei parigini viene di nuovo duramente represso, con l'esecuzione della prima ''Commune'' rivoluzionaria - il consiglio della città - che segna l'inizio del Terrore di Robespierre: per più di un anno, tra il 1793 e il 1794, le piazze di Parigi ospitano il lavoro indefesso della ghigliottina. Come molti prima e dopo di lui anche Napoleone cerca di assoggettare la città al potere centrale, nel quadro della propria riforma amministrativa. Questo non impedirà ai parigini d'insorgere di nuovo contro Carlo X nel 1830. Durante il periodo napoleonico gli edifici cittadini, rimasti danneggiati durante la rivoluzione, vengono riparati e viene realizzato un nuovo sistema di illuminazione stradale a gas. Viene inoltre introdotta la numerazione civica degli edifici (in uso ancora oggi) e numerosi parchi appartenenti una volta agli aristocratici vengono resi pubblici. Per migliorare le condizioni igieniche vengono invece realizzate numerose nuove fontane dotate di acqua corrente e vengono costruiti numerosi cimiteri per fare fronte alla mancanza di spazio in quelli già esistenti. Numerosi monumenti vengono invece realizzati da architetti come Percier, Fontaine e Chalgrin. Nel 1845 la città supera il milione di abitanti e Thiers allarga di nuovo la cinta muraria, includendo alcuni villaggi della campagna. L'estetica viene sempre più rifinita, con il completamento dei lungosenna, di Piazza della Concordia e dell'Arco di Trionfo. Ma la vera grande rivoluzione urbanistica è quella condotta da Haussmann per conto di Napoleone III: lo sventramento di interi vecchi quartieri risponde alla necessità di liberare la città dalla congestione viabilistica, fagocitata dalla sovrappopolazione, da sei linee ferroviarie e da migliaia di veicoli a cavallo. La costruzione dei grandi viali alberati è inoltre dettata da motivi di ordine pubblico, onde impedire ai parigini la possibilità di compiere insurrezioni (vedi trasformazione di Parigi sotto il Secondo Impero). In trent'anni la città raddoppia e nel 1876 arriva a due milioni, nonostante la guerra con la Prussia e il disastro della Comune. A quest'epoca risalgono alcuni famosi monumenti come la Torre Eiffel e la Basilica del Sacro Cuore a Montmartre. Qui sorge il celeberrimo quartiere degli artisti, simbolo della Parigi ''bohémienne'' di fine XIX secolo destinata a entrare nell'immaginario collettivo mondiale. === Epoca contemporanea === La città continua a crescere. All'inizio della prima guerra mondiale, nel 1914, la battaglia della Marna la salva dall'invasione tedesca, ma non andrà così nel 1940, quando il Terzo Reich occupa la città dichiarandola città aperta. La bandiera con la svastica sventola sulla Torre Eiffel e su tutti i monumenti cittadini. Hitler, appassionato di architettura, ha sempre ammirato Parigi prendendola a modello per la costruzione della nuova Berlino. Tuttavia, nell'agosto del 1944 - in vista dell'invasione americana - ordina al governatore della città la distruzione dei ponti sulla Senna e dei monumenti. Nei drammatici giorni della sua liberazione, Parigi insorge, ma viene salvata dallo stesso governatore tedesco - von Choltitz - che, rifiutandosi di distruggere i monumenti della città, si arrende al generale Leclerc. Parigi è l'unica metropoli europea a uscire praticamente intatta dalla seconda guerra mondiale: infatti, non essendo snodo di ferrovie militari né sede di fabbriche (collocate solo in periferia), fu risparmiata dai bombardamenti che la RAF condusse sul resto d'Europa tra il 1942 e il 1945. La liberazione di Parigi: agosto 1944 Il 26 agosto 1944 il generale de Gaulle entra a Parigi acclamato dalla folla in delirio e il 27 ottobre 1946 all'Hotel de Ville viene proclamata la Quarta Repubblica francese. Lo spirito rivoluzionario parigino si ridesta nel maggio 1968, nel quartiere latino, con lo sciopero generale avviato dagli studenti, che per qualche giorno si estende all'intera Francia. Il risultato, sul piano dell'organizzazione della città, è lo smembramento della Sorbona in 13 università nella regione di Parigi. La città torna a dedicarsi al proprio sviluppo. Già negli anni sessanta si era aperto, con il trasferimento dei mercati generali (les Halles) a Rungis, un periodo di grandi lavori pubblici, teso a liberare il centro storico della città dalla pressione del traffico e dagli insediamenti popolari, e a riqualificarlo con funzioni prevalentemente culturali e di rappresentanza. Le tappe principali della ristrutturazione sono: * 1969: il trasferimento delle ''Halles''; * 1970: la creazione delle 13 università della ''Région parisienne''; * 1973: il completamento del ''Boulevard périphérique'' (che diventa il limite della nuova cintura metropolitana, come il raccordo anulare a Roma); * 1977: l'inaugurazione del Centre Pompidou; * 1986: l'inaugurazione del Museo d'Orsay; * 1989: nel bicentenario della Rivoluzione, l'inaugurazione della ''Pyramide'' del Louvre, della Grande Arche de la Défense e dell'Opéra Bastille; * 1995: l'inaugurazione della nuova Bibliothèque Nationale de France (che sarà intitolata a François Mitterrand); * 2003: il nuovo quartiere ''Paris Rive Gauche'' attorno alla Biblioteca. Un panorama dell'upright=4.2 === Simboli === Lo stemma della città, nella sua forma attuale, risale al 1358, anno in cui il re Carlo V concede il "capo araldico" seminato di gigli di Francia. Esso presenta i gigli di Francia sopra ''Scilicet'' (la nave che simboleggiava l'ordine dei mercanti che commerciavano sulla Senna). Il motto è ''Fluctuat nec mergitur''. === Onorificenze === === Simboli === Lo stemma della città, nella sua forma attuale, risale al 1358, anno in cui il re Carlo V concede il "capo araldico" seminato di gigli di Francia. Esso presenta i gigli di Francia sopra ''Scilicet'' (la nave che simboleggiava l'ordine dei mercanti che commerciavano sulla Senna). Il motto è ''Fluctuat nec mergitur''. La Tour Eiffel, simbolo di Parigi. Veduta dell'Île de la Cité con Notre-Dame. Il Palazzo del Louvre. Gran parte del patrimonio artistico-architettonico di Parigi si trova nel centro storico, che deve il suo aspetto attuale a numerosi rimaneggiamenti urbanistici effettuati nei secoli dai Re di Francia e al grande rinnovamento effettuato tra il 1852 e il 1869 per volere di Napoleone III, dal barone Haussmann. Il monumento simbolo della città è la "basilica cattedrale metropolitana della Madonna di Parigi", più conosciuta semplicemente come Notre-Dame, situata nella parte orientale dell'Île de la Cité, isola della città, posizionata al centro della Senna. A breve distanza si trova il complesso del Palazzo di Giustizia, antico palazzo reale medievale poi ristrutturato nel XVIII secolo. Del medioevo conserva il capolavoro della Sainte-Chapelle e la Conciergerie. L'Opéra Garnier. Altro monumento simbolo di Parigi è il Louvre, originariamente concepito come struttura esclusivamente militare, fu poi ridisegnato a partire dal 1527 per volere di Francesco I come elegante corte per i re di Francia. Oggi accoglie il celebre Museo del Louvre, uno dei più grandi al mondo e il primo per numero di visitatori (9,6 milioni nel 2019). Il fronte occidentale del Palazzo, incentrato sulla ''Pyramide'', si apre su una grandiosa prospettiva urbanistica che, partendo dall'Arco del Carrousel, attraversa i Giardini delle Tuileries, la Place de la Concorde, gli Champs-Elysées fino all'Arco di Trionfo. Dal 1989 la prospettiva termina con l'Arco de La Défense. Poco lontano è il quartiere del lusso e della moda, incentrato su Rue Saint-Honoré e Place Vendôme. Il quartiere del Marais ingloba splendidi palazzi barocchi, come l'Hôtel de Soubise; il Municipio e la caratteristica Place des Vosges. Sempre sulla riva destra, oltre il quartiere del Marais, vi è la storica Place de la Bastille, un tempo occupata dalla fortezza della Bastiglia, da cui il nome, e dove oggi sorge il teatro dell'Opéra Bastille, in più grande d'Europa. Quest'ultimo, con il più celebre Opéra, è sede dell'Opéra National de Paris. La riva sinistra della Senna è occupata dai quartieri universitari (Quartier Latin), intorno alla Sorbonne, e da quelli amministrativi del Parlamento, Senato, Uffici ministeriali e Ambasciate. Fra i principali monumenti spiccano il Palazzo del Lussemburgo, contornato dai suoi giardini alla francese, l'Assemblée nationale e l'Hôtel des Invalides, costruito in fastose forme barocche da Jules Hardouin Mansart per il Re Sole. Incentrato sulla grande cupola dorata del ''Dôme des Invalides'', ospita il Musée de l'Armée e la tomba di Napoleone. Altro sito di notevole interesse artistico è la famosissima Tour Eiffel, vero simbolo della città. Il suo ricchissimo patrimonio d'arte, storia e architettura, le hanno valso l'iscrizione alla lista del patrimonio dell'umanità promossa dall'UNESCO. La città inoltre è ricca di musei e gallerie d'arte; il più famoso è certamente il Museo del Louvre, che insieme al Museo d'Orsay, al Museo dell'Orangerie e al Centro Pompidou costituisce la rete delle più famose gallerie d'arte francesi. Un altro notevole circuito di musei è formato dal Museo Carnavalet (Storia di Parigi), Musée Galliera (Moda e Costume), Museo Jacquemart-André (Collezione privata), Museo Rodin, Istituto del mondo arabo. A questi vanno aggiunti i musei a carattere scientifico, ovvero la Cité des sciences et de l'industrie e la Cité de la musique al Parc de la Villette; l'Osservatorio di Parigi, il Museo nazionale di Storia Naturale, l'Acquario civico di Parigi nonché le decine di musei minori, tra cui il Musée du quai Branly. === Architetture religiose === La Sainte-Chapelle. La Chiesa di Saint-Eustache. Basilica di Montmartre. Parigi è ricca di antiche chiese di grande importanza, tra le quali la più celebre è certamente la Cattedrale di Notre-Dame, grande esempio dell'Architettura gotica divenuta nel mondo simbolo della città. Capolavoro del Gotico francese nel suo stile "radiante" è la Sainte-Chapelle, contenente un importantissimo ciclo di vetrate del XIII secolo. La capitale francese ospita molti altri edifici religiosi di grande valore storico e artistico. Tra questi, in particolare, sono da ricordare la monumentale Chiesa di Saint-Eustache, gotico-rinascimentale; la romanica chiesa di Saint-Germain-des-Prés; la Chiesa di Saint-Sulpice, il secondo edificio sacro più grande della città dopo Notre-Dame; la chiesa barocca del Val-de-Grâce; nonché la famosa Basilica del Sacro Cuore di Montmartre e la Grande moschea di Parigi, la più grande del Paese e la terza d'Europa, costruita in stile moresco nel 1926. Il centro storico ospita inoltre diverse altre chiese interessanti: le gotiche Saint-Germain-l'Auxerrois, antica cappella reale del Louvre; Saint-Merri; Saint-Séverin; Saint-Étienne-du-Mont; Saint-Gervais-Saint-Protais, dall'imponente facciata manierista. Ancora le barocche Saint-Paul-Saint-Louis, gesuitica; Saint-Roch e Saint-Nicolas-du-Chardonnet. Inoltre va ricordata l'imponente Chiesa della Madeleine, che chiude la prospettiva centrale di Place de la Concorde, devoluta alle Glorie napoleoniche. Esternamente all'area comunale, ma comunque nella sua area urbana, sorge l'importante complesso della Basilica di Saint-Denis, culla dell'Architettura gotica con le sue importanti vetrate medievali. All'interno accoglie le tombe dei Re di Francia, opere di vari artisti fra cui Philibert Delorme, Germain Pilon e Primaticcio. === Architetture civili === Particolare degli interni dell'Hôtel de Soubise. L'Hôtel de Sens, uno dei pochi edifici civili-medievali rimasti a Parigi. Il centro di Parigi è ricco di palazzi costruiti soprattutto nei secoli XV, XVII e XVIII come dimore private delle maggiori famiglie della città; gli stili architettonici rappresentati nel centro cittadino sono molti, dal tardogotico, al barocco, al rococò, al neoclassico, all'eclettico sino al liberty. La storia degli edifici civili parigini si estende fino ai giorni nostri, comprendendo il Centro Pompidou e le numerose architetture moderne caratterizzanti La Défense, la zona di più innovativa concezione del territorio francese. Parigi ha avuto un centro di potere civile adeguato alla propria importanza, dovuto anche al fatto di ospitare, a periodi, una grande corte all'interno della città a partire già dall'Alto medioevo, quando divenne capitale. Fra i palazzi pubblici va ricordato l'Hôtel de Ville e i palazzi reali del Louvre, il distrutto Palazzo delle Tuileries, Palazzo del Lussemburgo, il Palais-Royal, il Palazzo dell'Eliseo. Grande importanza avevano anche le dimore private, fra le quali vanno ricordati l'Hôtel de Cluny e l'Hôtel de Sens, quattrocenteschi; i barocchi Hôtel de Sully, Hôtel de Beauvais, Hôtel de Toulouse (ora sede della Banque de France), il rococò Hôtel de Soubise. Un posto speciale si deve agli Hôtel Lambert e Hôtel de Lauzun, il primo costruito dall'architetto Louis Le Vau ed entrambi decorati da Charles Le Brun e Eustache Le Sueur. Furono gli artisti che in di lì a poco crearono il Castello di Vaux-le-Vicomte e quindi della famosissima Reggia di Versailles. Gli edifici scolastico-universitari sono, anch'essi, di primaria importanza, e vedono il complesso della Sorbonne e il barocco Collège des Quatre-Nations. Grande patrimonio architettonico è costituito anche dagli immediati dintorni, che vedono il medievale Castello di Vincennes, il famosissimo Castello di Versailles, ma anche il Castello di Sceaux, il Castello di Maisons-Laffitte, il Castello di Malmaison. === Architetture militari === Resti della Cinta di Filippo Augusto. La Porta di Saint Denis. Le mura di Parigi si sono evolute negli anni con la città. Il primo nucleo romano non aveva difese, ma dopo l'invasione e distruzione da parte dei Franchi e degli Alemanni del 275 d.C. i romani fortificarono l'Île de la Cité. Resti se ne vedono nella Crypte archéologique. Nel XII secolo sorse il complesso fortificato Temple, a nord della ''Rive droite'', poi inglobato nella prima cinta muraria costruita da Filippo Augusto partire dal 1190, per la riva destra, e dal 1209 per quella sinistra. In questo periodo sorse una fortezza sulla riva destra della Senna, la prima struttura del futuro Louvre. Le mura andavano dal Louvre, passando per le Porte Saint-Martin e Porte Saint-Denis, fino alla Chiesa di Saint-Paul-Saint-Louis; per la riva destra. Dalla Senna al Panthéon, all'Odéon e all'Institut de France; per la riva sinistra. Tra il 1354 e il 1380 Carlo V ricostruì la fortezza del Louvre e nel 1370 fondò la Bastiglia e ampliò le mura della riva destra; di nuovo ingrandita nel 1620 da Luigi XIII. Solo nel 1652, il Re Sole eseguì un vero, grande ampliamento che coinvolse le due rive e inglobò anche i sobborghi. Risalgono a questo periodo i rifacimenti delle Porte di San Martino e di San Dionigi, concepiti come archi trionfali per l'entrata del re in città dalla Basilica di Saint-Denis. L'ultima grande cinta venne eretta, ai margini della città, nel 1841-44 da Luigi Filippo. Quest'ultima venne abbattuta nel 1919-29, ma segnò, grossomodo, in maniera definitiva il margine del territorio comunale ufficiale della città; rimarcato nel 1973 dalla costruzione del Boulevard périphérique. ===Ponti=== Il Ponte Alessandro III, sullo sfondo la cupola dorata dell'Hôtel des Invalides. Parigi possiede una grande quantità di ponti che scavalcano la Senna. Eretti a partire già dall'epoca gallica, oggi il più antico è il Pont Neuf eretto fra il 1578 e il 1607. Quest'ultimo collega le due sponde del fiume passando per la punta occidentale dell'Île de la Cité; con i suoi 238 metri, è anche il più lungo della capitale. Altri ponti importanti sono il Pont au Change, ove nel medioevo avevano sede gli uffici del cambio, gioiellerie e orafi, che con le loro botteghe avevano coperto interamente i lati del ponte. Distrutto e rifatto più volte a causa di piene o incendi, venne infine ricostruito nel 1860 da Napoleone III. Seguono: il Pont de la Concorde, di fronte la piazza omonima, costruito con le pietre della distrutta Bastiglia; il fastoso Ponte Alessandro III, edificato in onore dell'alleanza con lo zar Alessandro III di Russia; i ponti Bir-Hakeim e di Bercy, costruiti a cavallo fra '800 e '900, con galleria superiore per il transito della Metropolitana; il Pont Mirabeau con le sue sculture bronzee e il Pont des Arts, fra il Louvre e il Collège des Quatre-Nations, pedonale, che è nella tradizione il "Ponte degli innamorati". === Vie e piazze === Place Vendôme. Veduta di Place de la Concorde con le fontane e l'obelisco. Gli Champs-Elysées con l'Arco di Trionfo. Sono diverse le vie e piazze di Parigi che hanno rilevanza storica, architettonica, sociale o commerciale. Tra le piazze spiccano quella della delle Halles, che con Place du Châtelet costituisce il vero centro del sistema dei trasporti cittadino. Le caratteristiche Place Dauphine e Place des Vosges, seicentesche, tutte formate da palazzetti uniformi dai grandi tetti. Le barocche e scenografiche Place de la Concorde, Place Vendôme e Place des Victoires. Infine le grandi Place de la Republique, Place de la Bastille, Place de la Nation e Place Charles-de-Gaulle con al centro l'Arco di Trionfo e dalla quale si irradiano ben 12 viali. Per quanto riguarda le vie, sono degni di nota i famosissimi Champs-Elysées, che con Rue de Rivoli e Rue de Rennes costituiscono forti attrattive per lo shopping, le passeggiate e i caffè. Gli animatissimi Boulevard, grandi vialoni piuttosto rettilinei fra i quali spiccano Boulevard de Bonne-Nouvelle, Boulevard Saint-Martin e Boulevard Montmartre che costituiscono la zona dei teatri parigini. Avenue Montaigne, Boulevard Saint-Germain, Rue Saint-Honoré e Rue de la Paix sono considerate far le zone più lussuose della città, nonché uno dei maggiori centri dello shopping dell'alta moda internazionale. Rue de Grenelle e Rue de Varenne, vie aperte nel XVIII secolo e subito presiedute da nobili signori e finanzieri che vi costruirono le loro ricche dimore, oggi divenute sedi di ministeri e ambasciate. Rue de la Montagne Sainte-Geneviève e Rue Mouffetard, reputate le più caratteristiche di Parigi per i vecchi negozi dalle antiche vetrine, e le atmosfere di un tempo. Da non dimenticare i caratteristici Passages, passaggi coperti, sorta di galleria commerciale, aperti fin dalla fine del XVIII secolo e poi sviluppatisi in tutt'Europa. Si ricordano il Passage des Princes, la Galerie Vivienne, il Passage Jouffroy. === Siti archeologici === Resti della cinta muraria romana nella Crypte archéologique. Non sono molti i siti archeologici che raccontano la Parigi romana. Dapprima i resti dell'Arena di Lutezia, risalenti al III secolo e quelli più importanti delle Terme di Cluny, delle quali si conserva quasi intatto il Frigidarium. Resti della cinta romana del 275 d.C. che cingeva l'Île de la Cité sono presenti nella Crypte archéologique. Nella Chiesa di Saint-Pierre-de-Montmartre si conservano quattro colonne provenienti forse da un tempio li innalzato. === Parchi e giardini === Giardini di Bagatelle. Il Palazzo del Lussemburgo con i famosi giardini. Parigi è una città assai verde rispetto alle su dimensioni. Conta numerosi viali, grandi parchi e giardini per un totale di circa 426 aree verdi. Fra tutti dominano i due "polmoni verdi" di Parigi dati dai parchi del Bois de Boulogne, a ovest della capitale, di 846 ettari, e dal Bois de Vincennes, a est, di ben 995 ettari. D'importanza storica sono i celebri Giardini delle Tuileries di André Le Nôtre, i Giardini del Lussemburgo e i Giardini di Bagatelle, piantati in epoca barocca e rappresentanti pietre miliari del Giardino alla francese, oltre al Jardin des Plantes, l'orto botanico della capitale, fondato nel 1626. Nel XIX secolo si realizzarono i bei Parc des Buttes-Chaumont, Parc Monceau e Parc Montsouris. Al XX secolo si devono il Parc de la Villette e il Parc André-Citroën. Una particolarità è costituita dalla Promenade plantée, creata a partire dal 1988 fino al 1993 su progetto dell'architetto Philippe Mathieux, riconvertendo la dismessa linea ferroviaria Parigi-Vincennes. Ha ispirato la riconversione di parte della High Line di New York del 2009. Appena fuori dal territorio comunale, ma compresi nell'area urbana di Parigi, vi sono i grandi parchi reali di Versailles, Saint-Cloud, Meudon, Marly-le-Roi e Saint-Germain-en-Laye. Inoltre si ricordano il Parco di Sceaux e il Roseto della Val-de-Marne a L'Haÿ-les-Roses. Notre-Dame de Paris Stazione Vélib' di place de la Bastille, con piste ciclabili Parigi, con abitanti al 2015, abitanti nella sua agglomerazione e abitanti nella sua area urbana, è la città più grande di Francia. Con la locuzione "Grande Parigi" (in francese: ''Grand Paris'') si identifica un territorio che può essere delimitato o dall'agglomerazione o dall'area urbana o dalla Métropole du Grand Paris. L'area metropolitana di Parigi è la quarta più ampia d'Europa (dopo Mosca, Istanbul (parte del cui territorio si estende in Asia) e Londra) ed è, all'incirca, la ventesima al mondo. L'area metropolitana di Parigi, con un PIL complessivo superiore a quello dell'Australia, è il secondo più grande centro economico e finanziario d'Europa dopo Londra. Ospita più del 30% dei "colletti bianchi" francesi, e più del 40% delle sedi centrali delle compagnie francesi, con il più grande distretto finanziario d'Europa per dimensioni (La Défense) e la seconda più grande borsa d'Europa (Euronext Paris). Nota in tutto il mondo come la ''Ville Lumière'' (la "città delle luci"), Parigi è una delle principali destinazioni turistiche mondiali. La città è rinomata per la bellezza della sua architettura, i suoi viali e i suoi scorci, oltre che per l'abbondanza dei suoi musei. Costruita su un'ansa della Senna, è divisa in due parti: la ''Rive droite'' a nord e la più piccola ''Rive gauche'' a sud. === La città === La città di Parigi secondo l'INSEE ha una superficie complessiva di 105,4 km² (2015) e una popolazione di 2 206 488 abitanti (2015). + Andamento demografico di Parigi intra moenia 1150 1328 1365 1422 1500 1565 1600 1637 1680 1750 1789 50 000 200 000 275 000 100 000 150 000 294 000 300 000 415 000 515 000 576 000 650 000 1801 1811 1817 1831 1836 1841 1846 1851 1856 1861 1866 546 000 622 636 713 966 785 862 899 313 936 261 1 053 897 1 053 262 1 174 346 1 696 141 1 825 274 1872 1876 1881 1886 1891 1896 1901 1906 1911 1921 1926 1 851 792 1 988 806 2 269 023 2 344 550 2 447 957 2 536 834 2 714 068 2 763 393 2 888 110 2 906 472 2 871 429 1931 1936 1946 1954 1962 1968 1975 1982 1990 1999 2009 2 891 020 2 829 753 2 725 374 2 850 189 2 790 091 2 590 771 2 299 830 2 176 243 2 152 423 2 125 246 2 234 105 === L'agglomerazione === L'agglomerazione urbana di Parigi definita dall'INSEE con il termine di ''Unità urbana di Parigi'' (''Unité urbaine de Paris'') si compone di 412 comuni (2015), per una superficie complessiva di 2 844,8 km² (2015) e una popolazione di abitanti (2015). ; Popolazione dell'agglomerazione parigina - ''Unité urbaine de Paris'' * 1801 : * 1835 : * 1863 : * 1885 : * 1905 : * 1911 : * 1921 : * 1926 : * 1931 : * 1936 : * 1946 : * 1954 : * 1962 : * 1968 : * 1975 : (310 comuni) * 1982 : (335 comuni) * 1990 : (378 comuni) * 1999 : (396 comuni) * 2008 : (412 comuni) * 2009 : (412 comuni) * 2015 : (412 comuni) === L'area metropolitana === Veduta del centro di Parigi con la Tour Saint-Jacques e la Tour Eiffel. Galeries Lafayette situate in ''boulevard'' Haussmann Place de la Concorde L'area metropolitana di Parigi definita dall'INSEE con il termine di Area urbana di Parigi (''Aire urbaine de Paris'') si compone di 1 764 comuni (2015), per una superficie complessiva di 17 177,6 km² (2010) e una popolazione di 12 532 901 abitanti (2015). Di area metropolitana di Parigi si può parlare, sia pure anticipando l'uso del termine, solo da dopo il 1870. Nella tabella che segue, i dati fino al 1982 sono dedotti da stime ricavate da diverse fonti, mentre quelli relativi al 1990 e al 2009 sono ufficiali, forniti dall'Ufficio nazionale francese di statistica INSEE. Anno Abitanti Note 1885:   1905:   1911:   1921: (stagnazione a causa delle perdite della prima guerra mondiale) 1931:   1936:   1946: (perdite dovute alla seconda guerra mondiale) 1954:   1968: (fine del boom delle nascite del dopoguerra e fine del surplus dell'immigrazione per Parigi) 1982: (i flussi migratori diventano negativi, la crescita della popolazione è molto più lenta) 1990:   1999:   2009:   2015:   La , nel 1992, aveva definito il Bacino parigino (in francese: ''Bassin parisien'') come un territorio ancora più ampio, comprendente 28 dipartimenti su 8 regioni (Alta Normandia, Bassa Normandia, Borgogna, Centro, Champagne-Ardenne, Île-de-France, Piccardia e dei Paesi della Loira solo la Sarthe), ovvero la ZEAT 1 ''Région parisienne'' e la ZEAT 2 ''Bassin parisien'' più il dipartimento della Sarthe. La patrona della città è santa Genoveffa (''Sainte Geneviève''), accreditata di avere convinto Attila a risparmiare la città, nel V secolo. Si ricorda però anche san Mederico (''Saint Merry''), che è il patrono della ''rive droite'', nucleo urbano la cui origine è posteriore, a causa della presenza delle ''marais'' che ancora oggi si ricordano nel nome del quartiere, cioè zone a vocazione orticola per la buona fertilità del terreno. Anche san Dionigi è annoverato come patrono della capitale, mentre un altro santo importante per i parigini, san Germano (la ''rive gauche'' nel Medioevo veniva detta anche "Città di Saint Germain"), non ha alcuna carica. Per legge i censimenti francesi non fanno domande riguardanti l'origine etnica o la religione, ma raccolgono le informazioni relative al paese proprio di nascita. Da ciò è possibile rilevare che l'area metropolitana di Parigi sia una delle più multi-culturali in Europa. Secondo il censimento del 1999 il 19,4% della popolazione totale era nato al di fuori della Francia metropolitana, il 4,2% della popolazione urbana era rappresentata da immigrati recenti (persone che erano immigrate in Francia tra il 1990 e il 1999), la maggior parte dall'Asia e dall'Africa. Il 37% di tutti gli immigrati in Francia vivevano nella regione di Parigi. La prima ondata di migrazioni internazionali a Parigi ebbe inizio già nel 1820 con l'arrivo dei contadini tedeschi in fuga dalla crisi agricola. Diverse ondate di immigrazione si susseguirono costantemente fino a oggi: gli italiani e gli ebrei dell'Europa centrale nel corso del XIX secolo, i russi dopo la rivoluzione del 1917, gli armeni in fuga in seguito al genocidio perpetrato dall'Impero Ottomano, i cittadini coloniali durante la prima guerra mondiale e in seguito, tra le due guerre mondiali, spagnoli, italiani e portoghesi. Tra gli anni '50 e '70, arrivarono gli abitanti del Maghreb dopo l'indipendenza di tali paesi. Si stima che la regione metropolitana di Parigi, o ''aire urbaine'', sia la residenza per circa 1,7 milioni di musulmani, che costituiscono tra il 10% e il 15% della popolazione della zona. Tuttavia, in assenza di dati ufficiali, il margine di errore di queste stime è molto elevato, in quanto si basa sul proprio paese di nascita (chi è nato in un paese musulmano o nato da un genitore proveniente da un paese musulmano è considerato come un "musulmano potenziale"). Secondo la ''North American Jewish Data Bank'', si stima che 310 000 ebrei vivano a Parigi e dintorni. Parigi è stata storicamente una calamita per gli immigrati, ospitando oggi una delle più grandi concentrazioni di immigrati in Europa. === Gli immigrati e i loro figli === Secondo l'INSEE, Istituto nazionale francese di statistica e degli studi economici, responsabile della produzione e l'analisi di statistiche ufficiali in Francia, il 20% delle persone che vivono nella città di Parigi sono immigrati e il 41,3% delle persone fino a 20 anni hanno almeno un genitore immigrato. Tra i giovani sotto i 18 anni, il 12,1% è di origine magrebina, il 9,9% di origine africana sub-sahariana e il 4,0% proviene dall'Europa meridionale. Circa quattro milioni di persone, il 35% della popolazione della regione dell'Île-de-France, sono o immigrati (17%) o hanno almeno un genitore immigrato (18%). Secondo uno studio del 2008, il 56% circa di tutti i neonati dell'Île-de-France nel 2007 aveva almeno un genitore di origine straniera. Dipartimento Immigrati Persone sotto i 20 anni con almeno un genitore immigrato Numero % Dipartimento % Île-de-France Numero % Dipartimento % Île-de-France Parigi (75) 436 576 20 22,4 162 635 41,3 15,4 Seine-Saint-Denis (93) 394 831 26,5 20,2 234 837 57,1 22,2 Hauts-de-Seine (92) 250 190 16,3 12,8 124 501 34 11,8 Val-de-Marne (94) 234 633 18,1 12 127 701 40 12,1 Val-d'Oise (95) 185 890 16,1 9,5 124 644 38,5 11,8 Yvelines (78) 161 869 11,6 8,3 98 755 26,4 9,3 Essonne (91) 150 980 12,6 7,7 94 003 29,6 8,9 Seine-et-Marne (77) 135 654 10,7 7 90 319 26 8,5 Île-de-France 1 950 623 16,9 100 1 057 394 37,1 100 (Fonte: Insee, EAR 2006) Mappa degli ''arrondissement'' municipali di Parigi Prima del 1967, Parigi faceva parte del dipartimento della Senna, che conteneva la città e i sobborghi circostanti. Dal 1967, il Comune di Parigi è uno degli otto dipartimenti della regione dell'Ile-de-France. Il suo identificativo assoluto è '''75''', che si trova anche nelle targhe delle auto oltre che nei codici postali. Con la riforma amministrativa furono infatti creati tre nuovi dipartimenti che formano un anello attorno a Parigi, e costituiscono la prima cintura periferica (''la petite couronne''): Hauts-de-Seine, Senna-Saint-Denis e Val-de-Marne. Al di là, i dipartimenti di Val-d'Oise, Yvelines e dell'Essonne costituiscono la ''grande couronne''. L'insieme costituisce la ''région parisienne'', cioè la metropoli di Parigi. L'ottavo dipartimento dell'Île-de-France, che da solo rappresenta circa la metà del territorio regionale, è quello orientale di Seine-et-Marne. L'Hotel de Ville, sede del consiglio comunale Mentre normalmente i dipartimenti sono divisi in cantoni, la città di Parigi è divisa in 20 ''arrondissement'' municipali (circondari municipali), numerati in ordine progressivo partendo dal centro e muovendosi a spirale verso l'esterno, ciascuno dei quali è un municipio (''mairie''), con il suo consiglio e il suo sindaco. Ogni ''arrondissement'', d'altra parte, elegge anche i propri rappresentanti al Consiglio di Parigi (''Conseil de Paris''), che è anche il consiglio generale del dipartimento. Le elezioni comunali e di ''arrondissement'' sono contemporanee: i parigini scelgono i 517 consiglieri di ''arrondissement'', tra i quali 163 divengono contemporaneamente consiglieri comunali. In ogni ''arrondissement'' le elezioni avvengono su due turni: la lista che ottiene la maggioranza assoluta, o relativa al secondo turno, ottiene la metà dei seggi in blocco, e una quota proporzionale dei restanti seggi. Le liste sono bloccate, e i sindaci sono eletti dai relativi consigli come pure gli assessori (''adjoint''). Anne Hidalgo, esponente del Partito socialista francese (PS), è il sindaco di Parigi dal 5 aprile 2014. Come eccezione alla regola usuale per le città francesi, alcuni poteri normalmente esercitati dal sindaco sono invece affidati a un rappresentante del governo nazionale, il prefetto di Polizia. Per esempio Parigi non ha una forza di polizia municipale, anche se ha alcuni controllori del traffico. Questo fatto è un'eredità della situazione vigente fino al 1977, in cui Parigi non aveva un sindaco, ma era in pratica governata dall'amministrazione prefettizia. Va ricordato che alla radice dello smembramento del Dipartimento della Senna (''Département de la Seine'') ci fu proprio lo straordinario potere che il prefetto della Senna si trovava a gestire, quasi pari a quello del Primo ministro. === Sindaci di Parigi === 1977-1995 Jacques Chirac RPR 1995-2001 Jean Tiberi RPR 2001-2014 Bertrand Delanoë PS 2014- Anne Hidalgo PS ===Università=== L'edificio barocco dell''Institut de France'' sul lungosenna Delle tredici Università di Parigi sette hanno sede nella ''mairie de Paris'', prevalentemente nel Quartiere Latino: * ''Université Paris I - Panthéon-Sorbonne'' * ''Université Paris II - Panthéon-Assas'' * ''Université Paris III - Sorbonne-Nouvelle'' * ''Université Paris IV - Paris-Sorbonne'' * ''Université Paris V - René-Descartes'' * ''Université Paris VI - Pierre-et-Marie-Curie'' * ''Université Paris VII - Denis-Diderot'' Anche molte delle ''grandes écoles'' hanno sede a Parigi, fra cui: * L'École nationale supérieure d'architecture de Paris-Belleville (ENSAPB) * l'École normale supérieure (ENS) * l'École des ingénieurs de la ville de Paris (EIVP) * l'École des mines de Paris * l'École du Louvre (EdL) * Télécom ParisTech, * l'École nationale des chartes * Sciences Po (IEP) * ESCP Business School * l'École supérieure des sciences économiques et commerciales (ESSEC) * HEC Paris ===Istituzioni di ricerca=== A Parigi hanno sede l'Institut de France (che comprende anche l'Académie française, l'Académie des sciences e l'Académie des inscriptions et belles-lettres) e il Centre national de la recherche scientifique. La capitale ospita, inoltre, molti ''grand établissement'', fra cui il Collège de France, l'Observatoire de Paris, il Conservatoire national des arts et métiers, l'École des hautes études en sciences sociales. Per quanto riguarda la cultura italiana, a Parigi è presente l'Istituto statale italiano Leonardo Da Vinci. ===Biblioteche e archivi=== La Biblioteca Mazzarino, formata a partire dalla biblioteca personale del cardinal Mazzarino, è la più antica biblioteca pubblica francese; fu aperta al pubblico nel 1643. Entrambe le sedi della Bibliothèque nationale de France si trovano a Parigi, quella centrale in rue de Richielieu e il nuovo sito François-Mitterrand nel XIII ''arrondissement''. È una delle più importanti biblioteche del mondo con più di trenta milioni di "pezzi", di cui quattordici milioni di volumi. L'altra grande biblioteca statale di Parigi è la ''Bibliothèque publique d'information'' del Centre Georges Pompidou. La Città di Parigi gestisce cinquantacinque biblioteche "generaliste" e una decina di biblioteche tematiche, fra cui la ''Bibliothèque historique de la ville de Paris'' che custodisce i documenti relativi all'architettura e all'urbanistica della città (mappe di edifici, cartine e fotografie della città) e la ''Bibliothèque du cinéma François Truffaut''. Fra le biblioteche universitarie aperte al pubblico la principale è la Biblioteca Sainte-Geneviève. L'Hôtel de Soubise ospita la sezione storica degli Archives nationales, ovvero quella relativa ai documenti precedenti la Rivoluzione Francese. ===Musei=== L''Olympia'' Il più antico museo di Parigi, nonché il più grande, è il museo del Louvre, che con circa otto milioni di visitatori all'anno è il museo di belle arti più visitato al mondo. Altri musei di fama mondiale sono il "Museo nazionale d'arte moderna" (all'interno del Centro Georges Pompidou), dedicato all'arte contemporanea, e il museo d'Orsay, che espone le opere del secondo Ottocento (esattamente dal 1848 al 1905). Fra gli altri musei di proprietà dello Stato francese si possono ricordare il "Museo nazionale del Medioevo" all'Hôtel de Cluny, il Musée du quai Branly (erede del Musée de l'Homme) dedicato ai popoli extraeuropei, la Cité de l'Architecture, il museo Guimet di arte estremorientale, il musée de l'Armée (nell'Hôtel des Invalides), il musée de la Marine (al Palais de Chaillot), il museo nazionale di storia naturale, il Panthéon (dove riposano i grandi francesi come Victor Hugo, Voltaire, Rousseau, Jean Moulin, Jean Jaurès o Marie Curie) o il museo Jacquemart-André. Fra i musei civici di Parigi si possono citare il museo Carnavalet, dedicato alla storia della città, il musée d'art moderne de la Ville de Paris, il museo del Petit Palais (museo di belle arti della Città di Parigi), il museo Cernuschi (museo di arte asiatica della Città di Parigi), o ancora le catacombe. Museo civico, collegato con la Philharmonie de Paris è il Museo della musica, che si trova nel Parc de la Villette, XIX ''arrondissement'', e che espone gli strumenti musicali dal XVII secolo a oggi. Nel 2005 è stato aperto il Mémorial de la Shoah, il memoriale centrale dell'Olocausto in Francia, in rue Geoffroy l'Asnier, 17. ===Teatri e sale da concerto=== L'attività dell'Opéra national de Paris è organizzata su due sale: la storica Opéra Garnier (inaugurata nel 1875) e la moderna Opéra Bastille (inaugurata nel 1990). Il terzo teatro lirico di Parigi, tradizionalmente dedicato all'operetta, è l'Opéra comique. Altre sale ospitano occasionalmente opere liriche, ma hanno una vocazione più varia: si tratta del Théâtre du Châtelet e del Théâtre des Champs-Élysées, che spaziano dal repertorio classico a quello moderno. A Parigi ci sono 208 fra teatri di prosa e ''café-théâtres''. Le sale più prestigiose sono la Comédie-Française, il Théâtre de l'Odéon e il Théâtre de Chaillot. La salle Pleyel è la storica sala da concerti sinfonici di Parigi, mentre la salle Gaveau è dedicata alla musica da camera. La Maison de Radio France ospita anch'essa numerosi concerti di vario genere. Moderni ''auditorium'' sono quelli della ''Cité de la musique'' e la ''Philharmonie de Paris'', inaugurata nel 2015. A Parigi hanno sede varie orchestre sinfoniche, fra cui l'Orchestre de Paris, l'Orchestre national de France, l'Orchestre Philharmonique de Radio France e l'Orchestre Lamoureux. A Parigi si trovano, infine, i più famosi ''music-hall'' europei, dal Bobino all'Olympia, dove hanno trovato la consacrazione internazionale anche tanti cantanti e gruppi italiani. === Colonne Morris, edicole, tetti di Parigi === La sindaca Anne Hidalgo (e la sua giunta) nel 2019 ha fatto rimuovere le antiche edicole e le storiche colonne Morris in stile haussmanniano, che facevano parte del patrimonio urbano dal 1868, celebrate perfino da Marcel Proust nella sua ''Recherche''. Non sostiene il progetto per iscrivere i tetti di Parigi al Patrimonio mondiale, perché sostiene di non volere "mettere la capitale sotto formalina". === Cinema === Parigi: prima proiezione pubblica di cinema digitale in Europa (2000) La prima proiezione cinematografica pubblica è stata realizzata a Parigi, il 28 dicembre 1895, da Antoine Lumière. Fu inoltre a Parigi che Georges Méliès (1861-1938) inventa "l'arte del cinema" e lo spettacolo cinematografico: prima di lui, infatti, i film erano unicamente dei documentari o delle dimostrazioni tecniche. Georges Méliès è conosciuto per gli sviluppi che apportò alle tecniche del cinema, essenzialmente per lo scenario e i trucchi di scena. Fu il primo realizzatore e il creatore del primo Studio di cinema. Qui hanno registrato il film ''Quasi amici - Intouchables''. La prima proiezione pubblica di cinema digitale in Europa è stata realizzata a Parigi, il 2 febbraio 2000, da Philippe Binant. La città di Parigi conta ben venti cimiteri, dei quali quattordici sono situati nella cerchia dei confini della città (''intra moenia'') e sei sono localizzati in comuni limitrofi (''extra moenia''). In compenso il territorio della città di Parigi ospita tre cimiteri appartenenti ad altri comuni e precisamente: il cimitero di Gentilly, sito nel XIII ''arrondissement'' e appartenente all'omonimo comune; il cimitero di Montrouge, sito nel XIV ''arrondissement'' e appartenente all'omonimo comune e il cimitero di Valmy, sito nel XII ''arrondissement'' e appartenente al comune di Charenton-le-Pont. Il più famoso cimitero di Parigi, dove sono sepolti molti personaggi famosi, è il cimitero del Père-Lachaise. === Aeroporti === Un Boeing 737 della KLM davanti al Terminal 2F dell'aeroporto Charles De Gaulle Gli aeroporti di Parigi sono contraddistinti dal ''codice aeroportuale IATA'' '''PAR'''. Parigi è servita da due aeroporti principali: l'Aeroporto Charles De Gaulle, nella vicina Roissy-en-France (dipartimento 95) a nord-est della città (a 30 km dal "punto zero", circa 30 minuti in auto) e l'aeroporto di Orly (dipartimento 94), che si trova a sud della città (a 20 km dal "punto zero", circa 20 minuti in auto). Un terzo aeroporto, più piccolo, è l'aeroporto di Beauvais-Tillé (dipartimento 60), a nord di Parigi, a 90 km dal "punto zero", circa 1 ora e 20 minuti in auto, e viene utilizzato per i voli charter e dalle compagnie low-cost. Un quarto aeroporto, principalmente cargo, è l'aeroporto di Vatry (dipartimento 51), a est di Parigi, a 210 km dal "punto zero", circa 2 ore e 25 minuti in auto. L'aeroporto di Le Bourget (dipartimento 93) attualmente ospita solo jet privati, il Salone internazionale dell'aeronautica e dello spazio di Parigi-Le Bourget e il Musée de l'air et de l'espace; esso si trova a nord di Parigi, a 20 km dal "punto zero", circa venti minuti in auto. === Ferrovie === Un treno alla Stazione di Parigi Lione La capitale francese è il maggior nodo ferroviario nazionale, nel quale si accentra anche la quasi totalità delle linee ad alta velocità. È anche un nodo primario in Europa, e la rete ferroviaria s'irradia da sette stazioni di testa: Parigi Austerlitz, Parigi Bercy, Parigi Est, Parigi Lione, Parigi Montparnasse, Parigi Nord e Parigi Saint-Lazare. La ex stazione terminale di Parigi Orsay, chiusa negli anni cinquanta, è oggi un museo. === Trasporti urbani === Tipico cartello della metropolitana di Parigi Parigi è densamente coperta da un sistema di metropolitane, il ''Métro'' (14 linee), così come da un grande numero di linee di autobus. Queste si interconnettono con una rete regionale ad alta velocità, la RER (Réseau Express Régional), e con la rete ferroviaria: treni pendolari, linee nazionali e TGV (o simili come Thalys ed Eurostar). Esistono parecchie tramvie tangenziali nei sobborghi: la linea T1 va da Saint-Denis a Noisy-le-Sec, la linea T2 va da La Défense a Issy. Una terza linea a sud della città, T3, è stata completata alla fine del 2006, la T4 in periferia nel 2008 e quattro altre linee saranno messe in servizio entro il 2015. L'intera rete metropolitana è gestita, come tutti i trasporti urbani parigini, dalla compagnia RATP. È allo studio un progetto di automazione della metro, che verrebbe guidata "a distanza" senza un conducente. La misura comporterebbe un calo occupazionale e nel contempo l'incremento del 30% della frequenza delle corse. La linea 14 è interamente automatizzata, la linea 1 lo è diventata nel dicembre 2012. === Strade === La città è il nodo principale della rete autostradale francese, ed è circondata da una tangenziale interna, il Boulevard Périphérique o il "périph" (35 km) e da due esterne (la A86, ovvero "Périphérique de l'Ile de France", e la N 104 "Francilienne"). Gli svincoli del "Boulevard Périphérique" sono chiamati "Portes", in quanto corrispondono alle antiche porte della città essendo il viadotto costruito sulla traccia delle ultime mura di Parigi. Le due tangenziali esterne sono ancora in via di completamento, in particolare per la A86 risulta ancora non completo il tratto a sud-ovest tra la A13 e la N12. La "Francilienne", invece, delimita grosso modo la regione Ile-de-France e risulta ancora ben lontana dall'essere completata. A partire dal 1848, Parigi ha cominciato a essere una destinazione molto popolare della rete ferroviaria, essendone al centro. Le principali attrazioni cittadine dell'epoca erano le Esposizioni Universali che sono state l'origine di molti monumenti parigini come la Torre Eiffel. Ciò, oltre agli abbellimenti compiuti durante il Secondo Impero Francese, ha contribuito molto a rendere la città una meta molto attraente. Parigi riceve la visita di circa 38 milioni di turisti all'anno. I suoi musei e monumenti sono tra le attrazioni più stimate. Il turismo ha motivato i governi a favorire l'attività museale. Il museo più famoso della città, il Louvre, accoglie più di otto milioni di visitatori all'anno ed è di gran lunga il museo d'arte più visitato al mondo. Le chiese della città sono un'altra attrazione molto famosa: Notre Dame de Paris (la cattedrale della città e chiesa primaziale di Francia) e la Basilica del Sacro Cuore ricevono dodici e otto milioni di visitatori, rispettivamente. La Torre Eiffel, il monumento più rappresentativo di Parigi, vede in media più di sei milioni di visitatori all'anno e più di 200 milioni fin dalla sua costruzione. Disneyland Paris è una grande attrazione turistica, non solo per i francesi, ma anche gli altri europei, con 14,5 milioni di visitatori registrati nel 2007. Il Louvre è uno dei musei più grandi e famosi del mondo, che ospita numerose opere d'arte, tra cui la Gioconda e la Venere di Milo. Opere di Pablo Picasso e Auguste Rodin si trovano nel Museo Picasso e nel Musée Rodin, rispettivamente, mentre la comunità artistica di Montparnasse espone al Musée du Montparnasse. Il Centre Georges Pompidou ospita il Musée National d'Art Moderne. Arte e manufatti dal Medioevo sono esposti al Musée de Cluny, mentre il Musée d'Orsay è famoso per l'importante collezione di quadri impressionisti qui contenuta. Molti locali pubblici della città sono mutati nel corso degli anni per venire incontro principalmente alle aspettative dei turisti, piuttosto che degli abitanti. Le Lido e il Moulin Rouge, per esempio, mettono in scena spettacoli teatrali e di ''cabaret''. Gran parte degli hotel parigini, dei locali notturni e dei ristoranti sono diventati fortemente dipendenti dal turismo. === Vita notturna === * Le Lido - ''cabaret'' sugli Champs-Élysées noto per i suoi spettacoli esotici (fra cui quello delle Bluebell Girls) fu frequentato da Elvis Presley. * Moulin Rouge, Le Crazy Horse, Paris Olympia, Folies Bergère, Bobino - famosi nightclub. * Le Buddha Bar, Barfly, El Barrio Latino, Hotel Costes, Georges – ristoranti e bar alla moda. Nell'XI ''arrondissement'', in prossimità di place de la Bastille, vi è uno dei centri della vita notturna di Parigi: rue de Lappe, una via stretta a traffico limitato in cui si trovano molti locali di ogni genere, ognuno con caratteristiche differenti e molto frequentati da giovani studenti. Anche nella stessa rue Oberkampf si trova una moltitudine di piccoli locali, alcuni aperti anche sino all'alba. Con un PIL registrato nel 2010 di 572,4 miliardi di euro, la regione di Parigi possiede uno dei più alti PIL del mondo, il che la rende un motore dell'economia globale. Mentre la popolazione parigina rappresenta il 18,8% della popolazione metropolitana francese, il PIL cittadino copre da solo il 30,2% del PIL delle aree urbanizzate della nazione. L'attività economica di Parigi non è specializzata in un settore particolare (come per esempio Los Angeles con le industrie di intrattenimento o Londra e New York con il comparto finanziario). Di recente l'economia cittadina si è spostata su attività di alto valore aggiunto, come servizi finanziari, informatica e produzione di alta tecnologia: elettronica, ottica, aerospaziale. Il quartiere de La Défense costituisce il centro economico della capitale, situato a ovest della città, in un triangolo tra l'Opéra Garnier e la Val de Seine. Mentre l'economia parigina è in gran parte dominata dai servizi, la città rimane molto forte anche a livello produttivo, in particolare nei settori industriali di tipo automobilistico, aeronautico ed elettronico. Negli ultimi decenni, l'economia locale si è spostata verso l'attività ad alto valore aggiunto, in particolare con i servizi alle imprese. Parigi è la prima in Europa in termini di capacità di ricerca e sviluppo ed è considerata una delle migliori città del mondo per quanto concerne l'innovazione. La Regione di Parigi ospita la sede di 33 aziende appartenenti alla Fortune Global 500. Il censimento del 1999 ha indicato che delle persone occupate nell'area urbana di Parigi, il 16,5% lavora nei servizi alle imprese, il 13,0% nel commercio (commercio al dettaglio e all'ingrosso), il 12,3% nel settore manifatturiero, il 10,0% nelle amministrazioni pubbliche e difesa, l'8,7% nei servizi sanitari, l'8,2% nei trasporti e comunicazioni, il 6,6% in materia di istruzione e il restante 24,7% in molti altri settori economici. Nel settore manifatturiero, i più grandi datori di lavoro sono stati l'industria elettronica ed elettrica (17,9% della forza lavoro totale dell'industria manifatturiera) e l'industria editoriale e della stampa (14,0% della forza lavoro di produzione totale), mentre il restante 68,1% della forza lavoro produttiva è distribuita tra molti altri settori. I servizi affini al turismo danno lavoro al 6,2% della forza lavoro parigina e del 3,6% di tutti i lavoratori all'interno della regione di Parigi. La disoccupazione nei "ghetti di immigrati" della città va dal 20 al 40%, secondo fonti diverse. Parigi ha ospitato le Olimpiadi nel 1900 e nel 1924, e ospiterà quelle del 2024. Le società sportive parigine più note sono il Paris Saint-Germain Football Club, club calcistico che ha vinto in nove occasioni la Ligue 1, lo Stade français Paris rugby, una squadra di rugby a 15 che si è laureata campione di Francia per quattordici volte e il Racing 92 altro club rugbistico vincitore di sei campionati francesi. Per quanto riguarda il baseball, a rappresentare la capitale nella massima serie è il Paris Université Club (società polisportiva, attiva anche nella pallacanestro e nella pallamano) il quale si è aggiudicato 21 titoli nazionali. La principale società cestistica parigina era il Paris-Levallois Basket, sorto nel 2007 dalla fusione tra il Paris Basket Racing e il Levallois Sporting Club Basket. A Parigi sono o sono state presenti diverse squadre di football americano; attualmente la città è rappresentata dai Mousquetaires de Paris (nati per fusioni successive tra i Paris Jets, gli Sphinx du Plessis-Robinson e i Castors de Paris), che possono vantare un totale di 7 Caschi di Diamante (1 come Jets, 4 come Castors e 2 come Mousquetaires) e una coppa di Francia (come Castors). In passato sono esistiti anche i Challengers de Paris, che hanno vinto un Casco d'Argento e una Coppa di Francia. === Le società sportive === ==== Società presenti ==== * Mousquetaires de Paris – football americano (maschile) * Paris 92 – pallamano (femminile) * Paris Football Club – calcio (maschile) * Paris Football Club (femminile) – calcio (femminile) * Paris Saint-Germain Football Club – calcio (maschile) * Paris Saint-Germain Football Club (femminile) calcio (femminile) * Paris Saint-Germain Handball – pallamano (maschile) * Paris Volley – pallavolo (maschile) * Stade Français football – calcio (maschile) * Stade français Paris rugby – rugby a 15 (maschile) * Racing 92 – rugby a 15 (maschile) * Yacht Club de France - vela ==== Società polisportive presenti ==== * Paris Jean-Bouin – società polisportiva * Paris Saint-Germain – società polisportiva * Paris Université Club – società polisportiva * Racing Club de France – società polisportiva * Stade français – società polisportiva * Union sportive métropolitaine des transports – società polisportiva ==== Società scomparse ==== * Cercle Athlétique de Paris Charenton – calcio, trasferitosi a Charenton-le-Pont * Challengers de Paris – football americano, scomparsa * Club athlétique des Sports généraux – calcio, per fusione con l'Union Athlétique del XVI ''arrondissement'' * Club Français – calcio, per fusione con il Football Club athlétique dionysien * Gallia Club – calcio, per fusione con lo Stade d'Ivry * Olympique (rugby) – rugby a 15, per fusione con il Racing Club de France * Olympique de Paris – calcio, per fusione con il Red Star Football Club * Paris Basket Racing – basket, per fusione nel Paris Levallois * Paris Levallois – basket, si è trasferita a Levallois-Perret * Racing Club de France Football – calcio, si è trasferita a Colombes * Red Star Football Club – calcio, si è trasferita a Saint-Ouen-sur-Seine * Standard Athletic Club – calcio, si è trasferita a Meudon * e altre società scomparse, fuse con altre squadre o trasferite fuori Parigi. ==== Calcio ==== Il calcio è il principale sport cittadino. La squadra principale è il Paris Saint-Germain Football Club, militante in Ligue 1, di proprietà dell'investitore arabo Nasser Al-Khelaïfi, tra le squadre francesi più titolate avendo vinto sette campionati francesi di prima divisione e venti coppe nazionali, prevalentemente dopo il 2012. L'altra squadra cittadina di calcio professionistico è Paris Football Club, militante in Ligue 2, che ha avuto un passato in comune con il PSG. Il Red Star Football Club e il Racing Club de France Football, benché fondati a Parigi, sono i club rispettivamente delle città di Saint-Ouen-sur-Seine e di Colombes. === Gli impianti sportivi === I principali impianti sportivi di Parigi (''intra-muros'') sono il parco dei Principi, lo stade Roland Garros, l'AccorHotels Arena, lo stadio Charléty, lo stadio Jean Bouin, lo stadio Pierre-de-Coubertin, il velodromo di Vincennes, il trinquet Chiquito de Cambo, l'ippodromo di Vincennes, l'ippodromo di Longchamp, l'ippodromo di Auteuil, lo stadio Déjerine, lo stadio Élisabeth, il centro sportivo Max-Rousié, lo stadio Pershing, la Halle Georges-Carpentier, Paris La Défense Arena oltre a diverse piscine e al circuito cittadino di Parigi. Il polivalente Stade de France è sito a Saint-Denis, fuori Parigi. Parigi è una città di genere maschile, come testimoniato dalle espressioni "''le Grand'' Paris" o "''le Vieux'' Paris". Ciò nonostante in ambito poetico viene spesso usata la forma femminile («Paris est une blonde, Paris reine du monde», Mistinguett). In lingua francese la pronuncia del nome della città, ''Paris'', nella convenzione dell'alfabeto fonetico internazionale è . Il nome latino classico della città era ''Lūtētia'' (), traslitterato dai francesi in ''Lutèce'' (). Il nome fu poi cambiato in ''Paris'', derivato dal nome della tribù gallica dei Parisi. Parigi è nota come "Paname" () nel francese informale, per via della diffusione del cappello di Panamá tra i parigini agli inizi del secolo XX. Gli abitanti di Parigi sono detti ''Parisiens'' () in francese e ''Parigots'' () nel francese informale. === Gemellaggi === Dal 1956 Parigi è gemellata in modo esclusivo e reciproco con: * . === Partenariati === *
PHP
'''PHP''' è un linguaggio di scripting interpretato, originariamente concepito per la programmazione di pagine web dinamiche. L'interprete PHP è un software libero distribuito sotto la PHP License. Attualmente è principalmente utilizzato per sviluppare applicazioni web lato server, ma può essere usato anche per scrivere script a riga di comando o applicazioni stand-alone con interfaccia grafica. Un esempio di software scritto in PHP è MediaWiki, su cui si basano i progetti wiki della Wikimedia Foundation come Wikipedia.
Nato nel 1994 ad opera del danese Rasmus Lerdorf, PHP era in origine una raccolta di ''script'' CGI che permettevano una facile gestione delle pagine personali. Secondo l'annuncio originale di PHP 1.0 da parte dell'autore sul newsgroup comp.infosystems.www.authoring.cgi il significato originario dell'acronimo era '''''P'''ersonal '''H'''ome '''P'''age''. Il pacchetto originario venne in seguito esteso e riscritto dallo stesso Lerdorf in C, aggiungendo funzionalità quali il supporto alla base di dati mSQL, e iniziò a chiamarsi PHP/FI, dove ''FI'' sta per '''''F'''orm '''I'''nterpreter'' (interprete di ''form''), prevedendo la possibilità di integrare il codice PHP nel codice HTML in modo da semplificare la realizzazione di pagine dinamiche. Nel 1997 si stimava che circa 50.000 siti Web erano basati su PHP. Il linguaggio cominciò a godere di una certa popolarità tra i progetti ''open source'' del ''web'' e venne così notato da Zeev Suraski e Andi Gutmans, due giovani programmatori. I due collaborarono nel 1998 con Lerdorf allo sviluppo della terza versione di PHP, il cui acronimo assunse il significato attuale, riscrivendone il motore che fu battezzato Zend da una contrazione dei loro nomi. Le caratteristiche chiave della versione PHP 3.0, frutto del loro lavoro, erano la straordinaria estensibilità, la connettività alla base di dati e il supporto iniziale per il paradigma a oggetti. Verso la fine del 1998 PHP 3.0 era installato su circa il 10% dei server Web in Internet. PHP diventò a questo punto sufficientemente maturo da competere con i linguaggi ''lato server'' come ASP, sviluppato da Microsoft, e cominciò ad essere usato su larga scala. La versione 4 di PHP venne lanciata nel 2000 e prevedeva notevoli migliorie. L'ultima versione disponibile è la 8.0.8, sviluppata da un team di programmatori, che comprende ancora Lerdorf, Suraski e Gutmans. La popolarità del linguaggio PHP è in costante crescita grazie alla sua flessibilità: nel giugno 2001 ha superato il milione di siti che lo utilizzano. Nell'ottobre 2002 più del 45% dei server Apache usava PHP. Nel 2004 è stato uno dei linguaggi principali con cui è stato creato Facebook. Nel gennaio 2005 è stato insignito del titolo di "Programming Language of 2004" dal TIOBE Programming Community Index, classifica che valuta la popolarità dei linguaggi di programmazione sulla base di informazioni raccolte dai motori di ricerca. Nel 2005 la configurazione LAMP (Linux, Apache, MySQL, PHP) ha superato il 50% del totale dei server sulla rete mondiale. Nel 2008 PHP 5 è diventata l'unica versione stabile in fase di sviluppo. A partire da PHP 5.3.0 il linguaggio implementa una funzione chiamata "late static binding" che può essere utilizzata per fare riferimento alla classe chiamata in un contesto di eredità statica. A partire dal 5 febbraio 2008, a causa dell'iniziativa ''GoPHP5'' sostenuta da una serie di sviluppatori PHP, molti dei progetti open-source di alto profilo cessano di supportare PHP 4 nel nuovo codice e promuovono il passaggio da PHP 4 a PHP 5. La versione 5 di PHP ha raggiunto la release 5.6 prima di essere abbandonata dal punto di vista dello sviluppo e supporto nel gennaio 2019. Il 3 dicembre 2015 è stata rilasciata la versione 7, attualmente ancora in fase di sviluppo e attivamente supportata. Il 27 novembre 2020 è stata rilasciata la versione 8. Grazie soprattutto alla diffusione di Wordpress(CMS scritto in PHP), secondo le statistiche, è il linguaggio lato server più usato al mondo. PHP riprende per molti versi la sintassi del C, come peraltro fanno molti linguaggi moderni, e del Perl. È un linguaggio a tipizzazione debole e dalla versione 5 migliora il supporto al paradigma di programmazione ad oggetti. Certi costrutti derivati dal ''C'', come gli operatori fra bit e la gestione di stringhe come array, permettono in alcuni casi di agire a basso livello; tuttavia è fondamentalmente un linguaggio di alto livello, caratteristica questa rafforzata dall'esistenza delle sue oltre 3.000 funzioni API del nucleo base. PHP è in grado di interfacciarsi a innumerevoli DBMS tra cui MySQL, PostgreSQL, MariaDB, Oracle, Firebird, IBM DB2, Microsoft SQL Server e anche basi di dati NoSql come MongoDB. Supporta numerose tecnologie come XML, SOAP, IMAP, FTP, CORBA. Si integra anche con altri linguaggi/piattaforme quali Java e .NET ed esiste un wrapper per tutte le librerie più diffuse come CURL, GD, Gettext, GMP, Ming, OpenSSL ed altro. Fornisce un'API specifica per interagire con Apache, sebbene funzioni naturalmente con numerosi altri server web. È anche ottimamente integrato con il DBMS MySQL per il quale possiede più di una API (mysql, mysqli, PDO). Per questo motivo esiste un'enorme quantità di script e librerie in PHP disponibili liberamente su Internet. La versione 5 integra al suo interno una piccola base di dati embedded, SQLite. Dispone di un archivio chiamato PEAR che mette a disposizione un framework di librerie riusabili per lo sviluppo di applicazioni PHP e di PECL che raccoglie tutte le estensioni conosciute scritte in C. PHP non ha ancora un supporto nativo per le stringhe Unicode o multibyte; il supporto Unicode è in fase di sviluppo per una futura versione di PHP e consentirà di usare caratteri non ASCII in stringhe e nomi di funzioni, classi e metodi. === Sicurezza === La percentuale di software non sicuro scritto in PHP, sul totale di tutte le falle di sicurezza nei software elencate dal Common Vulnerabilities and Exposures, ammontava al: 12% nel 2003, 20% nel 2004, 28% nel 2005, 43% nel 2006, 36% nel 2007, 34.8% nel 2008, 29.9% nel 2009 e 27.2% nel 2010. La quasi totalità di queste vulnerabilità note ha origine da mancati adempimenti delle best practice da parte dei programmatori e dai relativi abusi di particolari funzionalità offerte dal PHP che in determinati utilizzi danno origine a gravi vulnerabilità. Un esempio noto sono i problemi legati agli abusi di ''Register globals'' e ''Magic quotes'', funzionalità che se usate in modo errato potevano degenerare in vere e proprie backdoor all'interno del proprio programma PHP. Per evitare problemi di questo tipo molte di queste funzionalità sono state via via deprecate se non addirittura rimosse, come le due citate, nel susseguirsi delle versioni di PHP. La maggior parte del software con problemi di sicurezza (2006) è associabile temporalmente con vecchie versioni di PHP in cui le configurazioni di default lasciavano spazio a una relativa semplicità nello scrivere software con potenziali problemi di sicurezza anche gravi. È sempre buona norma rivedere la propria configurazione di PHP, contenuta generalmente nel file php.ini, per controllare le funzionalità attivate. Di solito nel file stesso si documentano 3 tipi di configurazioni: Configurazione di PHP ''di default'', configurazione in un ''ambiente di sviluppo'' che consente per esempio di vedere a video gli errori e configurazione in un ''ambiente di produzione'' in cui tipicamente gli errori vengono scritti in un file di log. Nel sito ufficiale è presente l'archivio storico delle versioni dismesse, aggiornato a maggio del 2019. ==== Attacchi hacker ==== PHP può essere soggetto a diversi attacchi hacker: * Remote Code Execution (RCE) si verifica quando un utente malintenzionato è in grado di caricare codice sul sito Web ed eseguirlo. * SQL Injection o SQLi: permette agli attaccanti di effettuare attività di spoof identify, modificare dati esistenti, causare repudiation issues come l'annullamento di transazioni o la modifica dei bilanci, permette di ottenere tutti i dati sul sistema, eliminare o rendere inaccessibile dei dati, e creare o compromettere gli utenti del database server. * Cross-Site Scripting (XSS) si verifica quando un utente malintenzionato causa il caricamento di codice dannoso nel browser del visitatore del sito Web e la sua esecuzione. Questo codice può quindi eseguire azioni dannose come il furto di cookie utente. * Cross-Site Request Forgery (CSRF): si verifica quando un utente malintenzionato può creare un collegamento e ottenere che un utente con accesso privilegiato lo clicchi per creare (per esempio) un nuovo utente "amministratore" con una password che conosce. * Bypass dell'autenticazione. Un modo in cui questo bug si insinua è attraverso un errore dello sviluppatore quando usa la funzione chiamata 'is_admin ()' per convalidare un amministratore. Questa funzione è in realtà progettata per mostrare se qualcuno sta visualizzando una pagina di amministrazione e non convalida che lo sia effettivamente. Se uno sviluppatore commette questo errore, può concedere agli utenti non amministratori l'accesso alle funzionalità a cui hanno accesso solo gli amministratori. * Iniezione di oggetti PHP. Si verifica quando un'applicazione PHP prende l'input dell'utente e lo passa a una funzione chiamata 'unserialize ()' che prende un oggetto immagazzinato e lo trasforma in un oggetto in memoria. * Remote e Local File Inclusion (RFI e LFI). Quando un'applicazione PHP accetta l'input dell'utente e lo passa a una funzione progettata per caricare un file. Se questo file è un URL, la funzione può caricare codice PHP da un altro sito Web specificato da un utente malintenzionato che verrà quindi eseguito sul sito Web attaccato. Le funzioni che possono essere suscettibili a RFI e LFI in PHP sono: ''include, include_once, fopen, file_get_contents, require, require_once''. === Variabili === I nomi di variabili in PHP iniziano sempre con il simbolo del dollaro ($) e il carattere successivo non deve essere un numero, ad esempio $1 o $2 non sono nomi di variabili valide. I nomi delle variabili sono case-sensitive, ovvero $pippo e $PIPPO sono due variabili distinte. Una variabile può contenere tutti i caratteri A-Z , a-z , 0-9 e _. Una volta definite esse vengono istanziate senza definirne esplicitamente il "tipo": $ciao = "Ciao mondo!"; Per mostrare il contenuto di $ciao, è possibile usare l'istruzione echo: echo $ciao; che visualizza “Ciao mondo!”. Se invece la variabile $ciao non esistesse generalmente echo genererebbe un errore non fatale (Notice). ==== Stringhe ==== In PHP una stringa di caratteri alfanumerici si rappresenta in due modi: racchiudendola tra apici doppi (") o singoli ('). Quando si usano gli apici doppi vengono interpretati eventuali caratteri speciali (per esempio la tabulazione, "col1'''\t'''col2" o il carattere di fine riga, "riga1'''\n'''riga2") e viene restituito il contenuto delle variabili, ovvero: echo "Ciao vale: $ciao"; Stampa: "Ciao vale: Ciao mondo!". Con gli apici singoli la stringa è salvata e utilizzata così com'è. Esempio di composizione della frase "Wikipedia è meravigliosa" in due modi: usando gli apici singoli e doppi: $uno = 'Wikipedia'; $due = 'è'; $tre = 'meravigliosa'; echo $uno . ' ' . $due . ' ' . $tre; echo "$uno $due $tre"; ==== Array (e foreach) ==== PHP gestisce gli array come delle mappe associative, ossia come un elenco di chiavi associate univocamente a un certo valore. Gli array in PHP possono perciò essere usati come una comune matrice, come una lista (vettore), uno stack, una coda o altro. Inoltre un qualsiasi elemento dell'array può a sua volta contenere altri array, anche multidimensionali e tutti gli elementi dell'array o dei sotto-array possono essere fra loro di tipi di variabile diversi, dando così la possibilità di creare strutture dati complesse. Gli array sono dinamici, infatti possono essere rimossi tramite unset();. Dato che gli array in PHP sono associativi, possono essere usati tramite un costrutto chiamato foreach che rende praticabile l'accesso ai contenuti ricavando tutte le singole associazioni di chiave → valore dell'array. Codice d'esempio di un array associativo in cui ad ogni nome di città corrisponde il numero di abitanti. L'esempio visualizza a video ogni città con il suo numero di abitanti e poi la somma di tutti gli abitanti. 908551, 'Milano' => 1315791, 'Roma' => 2753000 ); $somma = 0; foreach($residenti as $città=>$nResidenti) { echo "La città $città ha $nResidenti abitanti"; $somma += $nResidenti; } echo "In tutto ci sono $somma abitanti!"; ?> L'output del codice è: La città Torino ha 908551 abitanti. La città Milano ha 1315791 abitanti. La città Roma ha 2753000 abitanti. In tutto ci sono 4977342 abitanti Per approfondimenti vedere la documentazione ufficiale online. === Funzioni === Le funzioni in PHP possono avere un insieme misto di parametri opzionali con valori predefiniti e parametri obbligatori. Esempio di funzione con un parametro obbligatorio e uno opzionale con valore predefinito. usabile dalla versione 8 ?> Qualunque variabile di qualunque tipo creata dentro alla funzione è ''locale''. Per specificare variabili globali dentro alla funzione si usa global $variabile Esempio: Il risultato sarà: Prima uno due Durante tre quattro Dopo tre due. === Inclusioni === È possibile includere una pagina PHP all'interno di un'altra per eseguirne il codice per evitare codice ridondante e per accedere a variabili, funzioni e classi definite nella pagina inclusa. Per farlo si utilizza una delle seguenti istruzioni: include, include_once, require e require_once. Esempio: Tipi di inclusione: * Si usa include quando si vuole che venga inviato soltanto un ''segnale di avviso'' senza interrompere l'esecuzione del programma qualora la pagina da includere non esista. * Si usa require quando si vuole che venga inviato un ''segnale di errore fatale'' e il programma venga interrotto se la pagina da includere non esiste. * Si usa include_once, require_once quando il comando potrebbe essere ripetuto più volte anche in file diversi, creando così (potenzialmente) una inclusione ricorsiva, ma si vuole che la pagina non venga inclusa più di una volta. Se la pagina da includere non esiste si comportano analogamente ai rispettivi sopra citati. === Gestione dei parametri === Il PHP permette il passaggio di informazioni da una pagina all'altra attraverso le diverse funzionalità supportate dall'HTTP. Nello specifico, richieste di tipo '''GET''' (informazioni parametrizzate nella barra degli indirizzi), '''POST''' (informazioni con origine da un precedente submit da un web-form, generalmente) e dei '''COOKIE''' (informazioni contenute in piccole stringhe di testo salvate fisicamente nella memoria locale di un browser), insieme al supporto alle '''sessioni''' (funzionalità basata sull'utilizzo dei ''cookie''). Queste informazioni sono utilizzabili in PHP tramite quattro array di tipo associativo chiamati internamente: $_GET, $_POST, $_COOKIE, $_SESSION. Questi tipi di array vengono chiamati superglobali ovvero che sono visibili ad ogni scope del programma. Esempio di gestione di un parametro GET. Richiesta d'esempio: . Contenuto di leggi.php (Mostrerà "Ciao"): === Una funzione con controllo sui parametri === === Il ciclo for === 0123456789 ?> === Il ciclo while === query("SELECT id FROM persone"); while($row = $result->fetch_assoc()) { echo $row'id' . ""; } /* * In questo modo estraiamo dei dati da una base di dati MySQL * sotto forma di array che verrà poi stampato tramite un ciclo while */ ?> === 99 Bottles of Beer === Il seguente esempio stampa il testo della canzone ''99 Bottles of Beer''. \r\n"; for($i=99; $i>0; $i--) { echo "$i bottle" . plural($i) . " of beer on the wall,$a_capo"; // Non abbiamo bisogno di ripetere il comando echo per ogni riga: echo "$i bottle" . plural($i) . " of beer . $a_capo Take one down, pass it around,$a_capo" . ((($i - 1) != 0) ? $i - 1 : 'no more') . ' bottle' . plural($i - 1) . " of beer on the wall.$a_capo$a_capo"; /* * PHP permette di creare stringhe su più righe, finché * trova un punto e virgola (;) che termina l'istruzione. * Un punto (.) concatena insieme più stringhe. * Le variabili, che iniziano con il carattere "$", sono interpretate * anche dentro i doppi apici ("), ma non dentro gli apici singoli ('). * Le funzioni, come plural(), non sono interpretate fra gli apici. */ } echo "Go to the store, $a_capo buy some more, $a_capo 99 bottles of beer on the wall!"; ?> === Esempio connessione con base di dati MySQL usando l'estensione MySQLi === Il PHP permette l'elaborazione di dati da base di dati MySQL. I dati verranno richiesti, inseriti e modificati attraverso opportune ''query'' usando alcune estensioni tra cui '''MySQLi''' e '''PDO.''' L'estensione MySQLi, dove la "i" sta per "improved", è stata messa a disposizione di PHP per sfruttare alcune nuove funzionalità messe a disposizione dalle versioni di MySQL versione 4.1.3 e successive ed è disponibile per PHP 5 e release superiori. Esempio di connessione a base di dati e richiesta di un dato: connect_error) { die("Connessione fallita, motivi: " . $mysqli->connect_error); } // Proviamo una query ipotizzando che stiamo elaborando dati provenienti da una simil-rubrica: $SQLQuery = $mysqli->query("SELECT indirizzo, telefono FROM utenti WHERE nome = 'Francesca' "); // Da questa query otterremo l'indirizzo e il telefono della persona di nome Francesca, // ipotizzando sia presente nella tabella utenti della base di dati in questione. // Ora "trasformiamo" i dati ricevuti dalla query in un array associativo utilizzabile successivamente $row = $SQLQuery->fetch_assoc(); // Mostriamo a video per esempio il numero di telefono dall'array echo "Il numero di telefono di Francesca è: " . $row'telefono'; // Chiusura della connessione alla base di dati $mysqli->close(); ?> Per approfondimenti vedere il manuale online ufficiale MySQLi. Il file di configurazione di PHP, chiamato php3.ini in PHP 3, e poi semplicemente php.ini nelle versioni successive, è letto all'avvio dell'interprete del linguaggio e fornisce le impostazioni dei vari moduli con cui l'interprete è stato compilato. Nella versione server modulare di PHP, questo avviene solo una volta, all'avvio del server web. Per le versioni CGI e CLI, invece, è invocato ad ogni richiesta. Per visualizzare tutte le opzioni di configurazione è possibile utilizzare la funzione phpinfo(). Versione Data di rilascio Supportato fino al 1.0 8 giugno 1995 2.0 1 novembre 1997 3.0 6 giugno 1998 20 ottobre 2000 4.0 22 maggio 2000 23 giugno 2001 4.1 10 dicembre 2001 12 marzo 2002 4.2 22 aprile 2002 6 settembre 2002 4.3 27 dicembre 2002 31 marzo 2005 4.4 11 luglio 2005 7 agosto 2008 5.0 13 luglio 2004 5 settembre 2005 5.1 24 novembre 2005 24 agosto 2006 5.2 2 novembre 2006 6 gennaio 2011 5.3 30 giugno 2009 14 agosto 2014 5.4 1 marzo 2012 3 settembre 2015 5.5 20 giugno 2013 10 luglio 2016 5.6 28 agosto 2014 31 dicembre 2018 6.x Non rilasciato N / A 7.0 3 dicembre 2015 3 dicembre 2018 7.1 1 dicembre 2016 1 dicembre 2019 7.2 30 novembre 2017 30 novembre 2020 7.3 6 dicembre 2018 6 dicembre 2021 7.4 28 novembre 2019 28 novembre 2022 '''8.0''' 26 novembre 2020 26 novembre 2023 8.1 ?? Novembre 2021 ?? Novembre 2024 PHP è diretto concorrente di ASP.NET. La scelta dei due linguaggi ha pro e contro a seconda delle proprie esigenze: '''PRO''' '''CONTRO''' PHP ASP.NET PHP ASP.NET È un open-source quindi è gratuito e viene costantemente migliorato da un gran numero di persone piuttosto che da una singola azienda Supporta tutti i linguaggi di programmazione e funziona bene con le app o C # Non è adatto a creare applicazioni desktop Meno facile da imparare e comprendere di PHP Ci sono più gruppi di supporto online per aiutare ad accelerare il processo di apprendimento rispetto ad ASP.NET Informa gli sviluppatori se hanno commesso errori nella codifica prima della compilazione La gestione degli errori PHP è considerata scarsa rispetto ad ASP.NET, quindi può richiedere più tempo per scoprire un problema Comunità di supporto più piccola Più facile da imparare e comprendere rispetto ad ASP.NET Viene fornito con molti strumenti e funzionalità per supportare i programmatori. Consente la personalizzazione che causa bug e codifica scadente rispetto ad ASP.NET Funziona solo su un server Microsoft Funziona anche su server Linux Creazione applicazioni desktop. Essendo Open Source, il codice è alla portata di tutti ed è quindi più esposto ad attacchi Più costoso a causa della licenza Microsoft * PhpStorm di JetBrains; * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * Notepad (blocco note di Windows) * Notepad2 (evoluzione del notepad di Windows) * gedit * PhpGedView * Qualsiasi altro editor di testo
Per Grazia Ricevuta (gruppo musicale)
I '''Per Grazia Ricevuta''' sono stati un gruppo musicale italiano formato da alcuni ex-componenti dei CSI.
La prima formazione dei PGR comprendeva Giovanni Lindo Ferretti e Ginevra Di Marco, Gianni Maroccolo, Giorgio Canali e Francesco Magnelli. Il nome del gruppo si riferisce alla "grazia" ricevuta a Montesole in una serata organizzata in ricordo di Giuseppe Dossetti, il "Monaco Obbediente". Nel primo disco, l'assenza di Massimo Zamboni e la presenza di Hector Zazou hanno portato all'abbandono di ogni forma di rock italiano per una ricerca nella direzione della musica elettronica e sperimentale, con echi provenienti dalla musica africana. In particolare si nota una cura particolare per la sezione vocale, nell'amalgama delle due voci femminile e maschile. In seguito nel 2004 Ginevra Di Marco e il marito Francesco Magnelli hanno lasciato il gruppo, e sono rimasti solo Giovanni, Giorgio e Gianni, tanto che la sigla ha acquistato un esponente ''3'' a voler significare ''Però Gianni Giorgio Giovanni Resistono''. Con questa formazione è uscito il disco ''D'anime e d'animali'', salutato come un ritorno al rock. L'ultima produzione della band, ''Ultime notizie di cronaca'', ne segna nel 2009 il definitivo scioglimento. === Album in studio === * 2002 – ''Per grazia ricevuta'' * 2004 – ''D'anime e d'animali'' * 2009 – ''Ultime notizie di cronaca'' * 2010 – ''ConFusione - 9 canzoni disidratate da Franco Battiato'' === Album dal vivo === * 2003 - ''Montesole 29 giugno 2001'' === Singoli === * 2004 - ''Alla pietra (9 luglio 2003)'' * Giovanni Lindo Ferretti - voce (2001-2009) * Gianni Maroccolo - basso (2001-2009) * Giorgio Canali - chitarre, voce (2001-2009) * Francesco Magnelli - tastiere (2001-2004) * Ginevra Di Marco - voce (2001-2004) === Turnisti === * Pino Gulli - batteria === Cronologia della formazione ===
Passirio
Il torrente '''Passirio''' ha origine nei pressi del passo del Rombo in Alto Adige e, dopo aver attraversato la Val Passiria, confluisce a Merano nell'Adige. La principale località attraversata è San Leonardo in Passiria. Nella località di Merano si svolgono importanti gare di canoa e vi si trova la confluenza con il fiume Adige. Il fiume è quindi percorribile in diversi tratti con canoe adeguate.
Il Passirio viene citato anticamente già attorno al 770 d.C. con il nome di ''Amnis Passires'', più tardi ''Fluvius Pezzerair'', ''Passeran'', ''Perran'' ed infine come ''Passer''. In italiano negli anni Venti e Trenta si usava anche la variante ''Passera''. Dal XIV secolo il fiume servì al trasporto del legno, che veniva ripreso in rastrelli di legno all'altezza dell'attuale Kurhhaus di Merano. Il Passirio fu da sempre tristemente famoso per le sue devastanti inondazioni, causate dai frequenti straripamenti del lago Kummersee, nella profonda val Passiria. Il lago si era formato nel 1401 in seguito a una frana. La prima inondazione avvenne nel 1419, e fu la più grande e la più disastrosa per Merano. Venne distrutta la chiesa di Santo Spirito con l'adiacente ospizio; non meno di 400 persone persero la vita. Altre inondazioni seguirono nel 1503, 1512, 1572, 1721, 1772 e nel 1773. Nel 1774 venne spianato finalmente l'argine. Più volte furono distrutti ponti e parti delle mura. Anche il ponte di legno che si trovava al posto del ''Ponte Romano'' di Merano fu più volte travolto. Questa passeggiata è nata grazie alle calamità che sono accadute nella storia, infatti in seguito al grande straripamento del 1817 che danneggiò gravemente Merano, fu deciso di risistemare ed ampliare il muro arginale del centro della città. Sopra questo muro negli anni a seguire si costruì una passeggiata, che andava dal ponte della Posta al ponte del Teatro. Successivamente la passeggiata è stata allungata. Lungo il torrente Passirio è possibile praticare lo sport della canoa discesa in quattro tratti. Il tratto più alto con partenza da Moso è il più difficile e va affrontato solo da canoisti molto esperti. Il tratto intermedio e il tratto basso sono fattibili per chi è in grado di affrontare il IV grado, mentre il tratto in città è abbastanza facile, anche se non va sottovalutato. A causa della costruzione di una centralina idroelettrica i due tratti più alti non saranno più fattibili, dato che l'acqua verrà incanalata nelle tubature. Dato che i lavori sono in corso e in via di ultimazione è necessario fare particolarmente attenzione se decidete di scendere questo tratto.
Parlamento
Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati della Repubblica Italiana, uno dei due rami del parlamento italiano. Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica Italiana, l'altro ramo del parlamento italiano. Il '''parlamento''' è il corpo legislativo o assemblea legislativa dello Stato, ossia un organo complesso, costituito essenzialmente da uno o più organi collegiali di tipo assembleare , la cui funzione precipua, sebbene non unica, è l'esercizio del potere legislativo ovvero l'emanazione delle leggi secondo i dettami fissati dalla relativa Costituzione, rappresentando dunque l'organo principale di una democrazia rappresentativa.
''Parlamento'' deriva dal sostantivo francese ''parlement'', che indica l'azione di parlare: un parlamento è quindi un luogo dove si promuove, si discute e si dibatte per giungere a decisioni politiche. Il concetto espresso è quello di un'istituzione collegiale intermedia tra il popolo costitutivo di una comunità e coloro che governano la comunità: si tratta, in via generale, di un dato di antropologia culturale che attraversa i secoli, come testimoniano le assemblee, variamente denominate, delle polis greche e il Senato Romano. La parola ''parlamento'' venne impiegata, per la prima volta, nella ''Chanson de Roland'', ma nel senso, comune tra i monarchi dell'epoca, di luogo e occasione di negoziato tra delegazioni straniere. Nel senso moderno, invece, era usato nel 1115, un secolo esatto prima della Magna Carta, da parte dei Cistercensi: essi si erano dotati di una ''Charta caritatis'' con la quale conferivano al ''Parliamentum'' degli abati la ''summa potestas'' del loro ordine. Nel corso del medioevo e dell'età moderna il termine ''parlamento'' ha assunto anche altri significati. Così in epoca comunale il ''parlamento'' o ''arengo'' era l'assemblea che riuniva tutti i cittadini del comune che godevano dei diritti politici, ovvero un organo giudicante a composizione assembleare. Secondo Niccolò Machiavelli, ''far parlamento'' si diceva a Firenze "ogni volta che la Signoria, o forzata o di sua volontà, con animo che si dovesse mutare lo Stato, chiamava al suono della campana grossa il popolo armato in piazza, e lo faceva d'in su la ringhiera dimandare". Il parlamento inglese riunito al cospetto del Re, XIV secolo. Intorno all'anno 1000 si trovano resoconti di assise in Islanda (''l'Alþing''), nelle isole Fær Øer (il ''Løgting'') e all'isola di Man (il ''Tynwald''). Si trattava in tutti i casi di assise consultive e non legislative. Nel 1097 a Mazara del Vallo, convocata da Ruggero I il Gran Conte, ebbe luogo la prima assise di un parlamento, inizialmente itinerante. Il Parlamento siciliano, consultivo, era costituito da tre rami o bracci e precisamente dal Feudale, dall'Ecclesiastico e dal Demaniale. Ma fu nel 1130 con la convocazione delle ''Curiae generales'' da parte di Ruggero II a Palermo, nel Palazzo dei Normanni con la proclamazione del Regno di Sicilia che si può parlare di primo parlamento in senso moderno. E nel 1141 fu convocata l'Assise di Ariano, che diede origine all'opera di ''reductio in volumine'' della normativa del ''Regnum'' culminata con le assise di Melfi e di Messina convocate da Federico II. Nel 1146 anche la monarchia francese utilizzò il termine ''parlamentum'' per una riunione di nobili e prelati preparatoria della Crociata; da lì il termine transitò negli annali del Regno di Gerusalemme e del Regno di Francia. Nel 1188 si convocarono a León ''las Cortes de León'', con i membri della nobiltà, del clero e dei rappresentanti della cittadini e per la prima volta in Europa si riunirono in assemblea i tre poteri: vi furono riconosciuti l’inviolabilità del domicilio e la segretezza della corrispondenza, la necessità per il re di convocare il parlamento per dichiarare la guerra o fare la pace, e furono garantiti altri numerosi diritti individuali e collettivi. Nelle Cortes di Benavente (1202) furono fissati i principi ed i diritti economici del Regno di León e dei suoi abitanti. Nel 1248 il termine "parlamento" compare in Inghilterra per designare un'assemblea formata da due rami, uno ecclesiastico (vescovi e abati con il rango di barone) e uno laico (baroni diretti della Corona). A tale assemblea nel 1254 venne assicurata una stabile struttura, facendovi entrare anche i rappresentanti elettivi delle contee. Nel 1297, infine, con lo ''Statuto de tallagio non concedendo'', si confermò il principio per cui ogni contribuzione poteva essere imposta solo dietro assenso comune degli "arcivescovi, vescovi e altri prelati, conti, sovrani, uomini d'arme, borghesi, e altri uomini liberi del regno nostro", nonché il diritto dell'assemblea elettiva a controllare la validità delle elezioni, sottraendo quindi agli agenti del Re tale privilegio. Come ben si vede, erano già presenti ''in nuce'' i moderni principi della sovranità e indipendenza del parlamento. Istituzioni simili al parlamento inglese ma con denominazioni diverse erano sorte anche in altre monarchie europee: si pensi agli ''Stati generali'' in Francia e nei Paesi Bassi, alle ''Cortes'' castigliane o alle ''Corts'' aragonesi. Anche queste erano articolate in più assemblee (tre o quattro) corrispondenti ai vari ordini in cui era divisa la società. In Francia essi erano nobiltà, clero e terzo stato): quivi, durante l'Ancien Régime, il ''parlement'', sebbene sorto con caratteri non dissimili dal parlamento inglese, finì per diventare un'istituzione non rappresentativa con funzioni prevalentemente giurisdizionali. Dalla tradizione anglosassone medievale è derivata la forma dell'emiciclo come aula parlamentare. === Tipologia === Tale corpo legislativo è presente in tutte le democrazie moderne (democrazie rappresentative), oltre che in certi regimi non democratici; nelle repubbliche presidenziali è tradizionalmente chiamato congresso, sull'esempio statunitense. I membri di un Parlamento vengono detti informalmente parlamentari. Le federazioni hanno un parlamento federale e uno per ciascuno stato federato. Organi analoghi al parlamento sono spesso presenti anche in altri enti territoriali, ma in questo caso si usano di solito denominazioni diverse (frequentemente ''consiglio''). Negli stati moderni il parlamento rappresenta la componente principale del ''potere legislativo'', che in alcuni ordinamenti coincide con il parlamento dello Stato centrale mentre in altri comprende anche i parlamenti degli stati federati o gli analoghi organi delle regioni o degli altri enti territoriali dotati di autonomia legislativa. === Ruolo del parlamento === L'esistenza del parlamento può essere considerata diretta conseguenza del principio di sovranità popolare. In Italia esso è sancito dall'art. 1, secondo comma, della Costituzione: "La sovranità appartiene al popolo". Il suo ruolo è stato efficacemente descritto da Hegel con l'espressione di: "porticato tra lo Stato e la società civile". Il parlamento nasce come organo in cui viene espresso il consenso o meno all'attività impositiva del sovrano. È significativo, al riguardo, che nasca proprio in Inghilterra: per il diritto germanico, infatti, è attributo degli uomini liberi l'esenzione da ogni tributo, il quale, quindi, deve essere da costoro - o dai loro rappresentanti - autorizzato. Nel tempo i parlamenti hanno esteso le loro competenze e svolgono oggi funzioni di indirizzo politico, legislative, di coordinamento, di controllo e di garanzia costituzionale. L'esistenza di un parlamento viene usualmente associata alla democrazia, cioè espressione di rappresentanza, mediante le elezioni politiche, della volontà popolare; in realtà non mancano regimi non democratici che possiedono un organo così denominato, con struttura e funzioni solitamente non dissimili da quelle dei parlamenti democratici. La differenza sostanziale con questi ultimi è che i parlamenti non democratici, anche quando sono elettivi, non sono eletti nell'ambito di una reale competizione tra più partiti: in certi casi un solo partito è autorizzato a presentare le candidature, in altri casi vi sono più partiti ma le condizioni in cui si svolgono le elezioni sono tali da assicurare la vittoria a uno solo. In casi come questi il parlamento non è più il portavoce della volontà popolare ma, semplicemente, il luogo dove vengono ratificate le decisioni prese da chi detiene effettivamente il potere (organi del partito unico, giunta militare ecc.): la sottoposizione di tali decisioni al voto parlamentare ha il solo scopo di ostentare una parvenza di democraticità o un fittizio consenso popolare alle scelte del regime. ==== Maggioranza e opposizione ==== Se l'elezione del parlamento avviene nel contesto di una competizione tra partiti, gli eletti apparterranno molto probabilmente a partiti diversi più o meno contrapposti. In questo caso, di regola, emerge un partito o una coalizione di partiti che controlla la maggioranza dei voti: la ''maggioranza parlamentare''; in contrapposizione a essa, i rimanenti partiti costituiscono l'''opposizione''. Va notato che mentre la maggioranza è caratterizzata da una certa omogeneità e unità di azione tra i partiti che la compongono, lo stesso non è necessariamente vero per l'opposizione, che può essere costituita da partiti in netto contrasto tra loro (si pensi a una maggioranza di centro a fronte della quale l'opposizione è costituita da partiti di destra e sinistra); solo nei sistemi bipartitici o, quantomeno, bipolari l'opposizione presenta un'omogeneità e unità d'azione paragonabile a quella della maggioranza, tanto che in questi sistemi si può configurare il ruolo del leader dell'opposizione. Nelle forme di governo in cui esiste un rapporto fiduciario tra parlamento e governo, la maggioranza parlamentare coincide tendenzialmente con la ''maggioranza di governo'', ossia con il partito o la coalizione di partiti che sostiene il governo. Ciò non è invece necessariamente vero nelle forme di governo dove detto rapporto fiduciario non esiste: in questo caso è possibile, e fisiologico, che i partiti che costituiscono la maggioranza parlamentare siano diversi da quelli che sostengono il governo. Se il parlamento è articolato in più camere, è possibile che le maggioranze parlamentari siano diverse. Si tratta di un'evenienza piuttosto rara e, di per sé, fonte di possibili disfunzioni, almeno laddove le camere hanno uguali poteri sovrapposti, ed è questo il caso dell'Italia. === Camere === Costituente essenziale del parlamento è un organo collegiale di tipo assembleare detto ''camera''. Si distinguono parlamenti ''monocamerali'', ''bicamerali'' e ''multicamerali'' secondo che siano costituiti da una, due o più di due camere. I parlamenti multicamerali sono stati molto rari nella storia e attualmente nessuno stato ha un parlamento di questo tipo. Se il parlamento è costituito da due camere, una viene tradizionalmente denominata ''camera alta'', l'altra ''camera bassa''. Nella pratica la denominazione ufficiale attribuita alle camere varia da ordinamento a ordinamento: per la camera bassa (o per l'unica camera dei parlamenti monocamerali) le denominazioni più utilizzate sono ''camera dei rappresentanti'', ''camera dei deputati'', ''assemblea legislativa'', ''assemblea nazionale'', ''dieta'' ecc. e ''rappresentanti'' o ''deputati'' sono per lo più detti i suoi membri; per la camera alta la denominazione di gran lunga più utilizzata è ''senato'', i cui membri sono detti ''senatori''; in certi ordinamenti federali la camera alta è detta ''consiglio degli stati'' e ''consiglieri'' i suoi membri. La camera bassa ha usualmente un centinaio di membri nei paesi con popolazione attorno ai tre milioni di abitanti; raramente ha più di 400-600 membri, anche nei paesi di maggiori dimensioni. In tutti gli ordinamenti, con l'unica eccezione di quello britannico, la camera alta ha un numero minore di membri rispetto alla camera bassa. Nei parlamenti bicamerali alcune deliberazioni possono essere assunte da un collegio costituito dalle due camere riunite in seduta comune. In particolare, le camere eleggono in seduta comune il presidente della repubblica e le altre cariche dello Stato per le quali è prevista l'elezione parlamentare. In alcuni ordinamenti le camere deliberano in seduta comune sulle questioni per le quali si sono già pronunciate separatamente in modo discordante. Oltre che con la deliberazione in seduta comune, i contrasti tra le camere possono essere risolti con diverse modalità. In alcuni ordinamenti la questione è deferita a una commissione bicamerale affinché elabori un testo di compromesso, da sottoporre all'approvazione delle due camere; in altri ordinamenti, tra cui quello italiano, la questione è sottoposta reiteratamente al voto delle due camere sinché non si arriva a una deliberazione concorde (cosiddetta ''navetta parlamentare''). === Elezione === Nei parlamenti democratici almeno una delle Camere, e precisamente la Camera bassa, è rinnovata periodicamente mediante elezione diretta dal popolo: l'evento è detto comunemente '''elezioni politiche''' o '''elezioni generali'''. In realtà, negli ordinamenti attuali, con la notevole eccezione della Camera dei Lord britannica e di alcuni stati ex domini britannici, come il Canada, anche la camera alta è ormai elettiva, seppur con modalità differenziate rispetto alla camera bassa, ad esempio prevedendo un'età minima più elevata per votare o essere eletti, un diverso sistema elettorale, diversi collegi elettorali. In alcuni ordinamenti (ad esempio in Francia) la Camera alta è eletta in modo indiretto, dai cosiddetti ''grandi elettori'', a loro volta eletti dal popolo, mentre in certe federazioni i membri della camera alta sono eletti dai parlamenti degli stati federati. L'elettorato attivo del Parlamento è uno dei principali diritti politici ed è andato con il tempo estendendosi in tutti gli ordinamenti: inizialmente, nel XIX secolo, era limitato ai cittadini che possedevano un certo censo, di solito commisurato all'ammontare dei tributi versati (''suffragio censitario''), in seguito taluni ordinamenti lo hanno esteso ai cittadini che avevano un certo grado d'istruzione (''suffragio capacitario''), infine è stato esteso, nel XX secolo, a tutti i cittadini, dapprima di sesso maschile e poi d'ambo i sessi (''suffragio universale''). Attualmente è adottato quasi ovunque il suffragio universale: l'elettorato attivo è riconosciuto a tutti i cittadini al disopra di una certa età (la maggiore età o, in qualche ordinamento, un'età leggermente superiore); se tale età è differenziata per le due camere, è maggiore quella prevista per la camera alta. In genere l'elettorato passivo viene riconosciuto a coloro cui spetta l'elettorato attivo, prevedendo tuttavia un'età minima superiore. === Mandato === I membri del parlamento sono eletti per un mandato di tempo limitato, spesso di cinque anni, che prende il nome di ''legislatura''. Lo ''scioglimento anticipato'' della camera, intervenuto prima di tale termine, ne determina però la decadenza e l'indizione di nuove elezioni. In alcuni sistemi il potere di sciogliere le camere (o anche una sola di esse) è attribuito al primo ministro; in altri spetta invece al consiglio dei ministri o, più frequentemente, al capo dello stato, su proposta del primo ministro o di sua iniziativa; vi sono anche ordinamenti nei quali lo scioglimento è deliberato dalla stessa camera (''autoscioglimento''). In ogni caso, lo scioglimento è un istituto proprio delle forme di governo in cui esiste un rapporto fiduciario tra parlamento e governo: parlamentare e semipresidenziale; non esiste in altre forme di governo e, in particolare, in quella presidenziale. Lo scioglimento delle camere può avere due diverse finalità: se in parlamento esiste una maggioranza stabile che sostiene il governo (come avviene, tipicamente, nei sistemi bipartitici), può essere deciso per andare alle elezioni in un momento di congiuntura politica favorevole allo stesso governo, che potrebbe non ripetersi alla scadenza naturale del mandato. Invece, se in parlamento non si riesce a formare una maggioranza in grado di sostenere il governo (come può avvenire nei sistemi multipartitici), lo scioglimento è un modo per superare l'impasse venutosi a creare, sottoponendo le forze politiche al giudizio dell'elettorato nell'auspicio che dalle elezioni emerga una maggioranza. Un caso particolare di scioglimento del parlamento è quello previsto nelle costituzioni che hanno adottato l'elezione popolare diretta del primo ministro, secondo quella variante della forma di governo parlamentare che alcuni autori hanno denominato ''neoparlamentare''. In questo caso il voto di sfiducia del parlamento nei confronti del governo, se determina le dimissioni di quest'ultimo, determina anche l'automatico scioglimento dello stesso parlamento; d'altra parte, l'elezione simultanea del primo ministro e del parlamento dovrebbe assicurare un certo allineamento politico tra i due organi e prevenire crisi di governo. === Struttura interna delle camere === All'interno di ciascuna camera sono istituiti alcuni organi per il suo funzionamento, in particolare: * la presidenza; * le commissioni; * i gruppi. ==== Presidenza ==== Ciascuna camera elegge tra i propri membri il ''presidente''; nei parlamenti dei paesi anglosassoni, in particolar modo nelle camere basse, è di solito denominato ''speaker'' (portavoce). Per l'elezione del presidente è usualmente richiesta una maggioranza qualificata, a sottolineare l'imparzialità che connota il suo ruolo. In molti ordinamenti - ma non in quelli anglosassoni - il presidente è affiancato da ''vicepresidenti'' ed eventualmente da ''segretari'' e, in alcuni ordinamenti, tra cui quello francese e quello italiano, da ''questori'', anch'essi eletti dalla camera tra i propri membri, che assieme al presidente costituiscono un organo collegiale, l'''ufficio di presidenza'' o ''praesidium''. Nelle camere non elettive il presidente di solito non è eletto dai membri ma nominato dal capo dello Stato. Negli Stati Uniti, così come in altre repubbliche presidenziali, soprattutto latinoamericane, che hanno seguito il modello statunitense, presidente di diritto della camera alta è il vicepresidente della repubblica o, a livello statale, il luogotenente governatore. Il presidente convoca le sedute della camera e ne dirige lo svolgimento, anche con poteri disciplinari e di polizia, assicurando, in particolare, l'ordinato svolgimento dei dibattiti e delle votazioni, di cui proclama il risultato. Tali funzioni dovrebbero essere svolte in modo imparziale nei confronti di maggioranza e opposizione, a prescindere dalla parte politica nella quale il presidente si riconosce; di fatto, mentre in certi sistemi (ad esempio quello britannico) è richiesta al presidente una rigorosa imparzialità, in altri (come quello statunitense) gli è concesso un ruolo più partigiano. Dal presidente dipendono gli uffici che supportano il funzionamento della camera, separati dalla pubblica amministrazione e diretti da un alto funzionario che nei paesi anglosassoni è usualmente denominato ''clerk'' mentre altrove è per lo più denominato ''segretario generale''. In vari ordinamenti il presidente, oltre alle funzioni quale organo interno della camera, ne ha altre proprie, ad esempio quella di nominare i titolari di alcuni organi di cui si vuole assicurare l'imparzialità (come le autorità indipendenti). Negli ordinamenti repubblicani i presidenti delle camere hanno funzioni vicarie del presidente della repubblica in mancanza del vicepresidente; in questo caso, se il parlamento è bicamerale, primo in ordine di successione è di solito il presidente della camera alta. ==== Commissioni ==== Tra le funzioni attribuite alle Commissioni è solito distinguere: * approvazione di apposite risoluzioni volte a manifestare ordinamenti e indirizzi su specifici argomenti. * di controllo, attraverso le quali far valere le responsabilità politiche del Governo. * di tipo consultativo, esercitate ogniqualvolta sia necessario acquisire il parere di una Commissione per gli aspetti di una specifica competenza. * di tipo conoscitivo, esercitata attraverso la promozione di specifiche indagini. Le commissioni hanno un'organizzazione interna analoga a quella della camera, con un proprio ''presidente'', eventualmente affiancato da un ''ufficio di presidenza'', e possono essere a loro volta articolate in ''sottocommissioni''. ==== Gruppi ==== Ciascuna camera si articola in ''gruppi'' secondo l'appartenenza partitica dei suoi membri: normalmente tutti i parlamentari che appartengono a un determinato partito costituiscono un gruppo, sicché questo è la proiezione del partito nel parlamento (il cosiddetto ''parlamentary party'' dei sistemi anglosassoni). Può anche accadere che più partiti costituiscono un gruppo unico, di solito nell'ambito di una coalizione o come passo verso la fusione, o che un partito abbia più gruppi, di solito preludio a una scissione. In molti parlamenti i gruppi hanno una disciplina ufficiale; un'eccezione è rappresentata dai parlamenti anglosassoni, dove i gruppi, pur avendo una rilevanza politica non inferiore a quella di altri parlamenti, non sono ufficialmente previsti dalle norme che disciplinano l'organizzazione e il funzionamento delle camere. Dove i gruppi hanno un ruolo ufficiale è di solito previsto un numero minimo di membri per la loro costituzione; i parlamentari che, per questo motivo, non riescono a costituire un gruppo o che, comunque, non aderiscano ad alcun gruppo, vanno a costituire il ''gruppo misto''. In certi paesi, tra cui quelli anglosassoni e quelli scandinavi, il ruolo di leader del partito coincide con quello di leader del suo gruppo parlamentare (della camera bassa, se il parlamento è bicamerale), tanto che, spesso, viene eletto da quest'ultimo. Altrove, invece, il gruppo parlamentare elegge un proprio leader (''capogruppo'' o ''presidente'') distinto dal leader del partito. === Funzioni normative === ==== Leggi ordinarie ==== La funzione legislativa è quella che più tradizionalmente viene associata al parlamento e consiste nella produzione di norme giuridiche generali e astratte, che vanno a costituire l'ordinamento giuridico, attraverso un apposito atto normativo, la ''legge''. Tuttavia in certi casi il parlamento esercita funzioni non normative (ad esempio, amministrative) con atti aventi forma di legge: si è di fronte allora a ''leggi meramente formali'', poiché questi atti della legge hanno la forma (e la forza) ma non il contenuto (esempio tipico di legge meramente formale è, in molti ordinamenti, tra i quali quello italiano, la legge di approvazione del bilancio dello Stato). In tutti gli ordinamenti le leggi possono essere proposte dai singoli membri della camera o, in qualche caso, da un certo numero di essi. In molti ordinamenti - con la notevole eccezione degli Stati Uniti e di altre repubbliche presidenziali - le leggi possono inoltre essere proposte dal governo (in alcuni ordinamenti, tra cui quello italiano, con l'autorizzazione del capo dello Stato): anzi, laddove la maggioranza parlamentare sostiene il governo, come avviene necessariamente nei sistemi parlamentari, gran parte delle leggi approvate dal parlamento è d'iniziativa governativa. Oltre quelli citati possono esserci altri soggetti cui è attribuita l'iniziativa legislativa, secondo scelte alquanto variabili da ordinamento a ordinamento: un certo numero di elettori (''iniziativa popolare''), gli stati o le regioni oppure un certo numero di essi nei sistemi federali o regionali, organi di rappresentanza delle forze economiche e sociali (quale il CNEL italiano) ecc. I parlamenti monocamerali non impiegano molto a formulare una legge e approvarla poiché il tutto si svolge all'interno di una sola Camera. Nei parlamenti con il bicameralismo perfetto, invece, la proposta di legge viene sottoposta a modifiche e votazioni in entrambe le Camere, che, se non trovano un accordo, generalmente convocano una Commissione congiunta con membri di entrambe le Camere a discutere sulla legge per trovare un accordo. Il testo della Commissione viene presentato a una delle due Camere per la votazione e l'invio alla seconda Camera. Per quanto riguarda invece i parlamenti con bicameralismo imperfetto, la situazione varia da ordinamento a ordinamento: in Francia, l''''Assemblea Nazionale''' ha il potere di pronunciarsi definitivamente su un testo di legge, anche senza l'approvazione del Senato. In Germania, invece, il Bundestag ha più o meno le funzioni della '''Camera dei Comuni''' britannica. Il '''Bundestag''' infatti, ha quasi tutto il potere legislativo, che però, a differenza dell'ordinamento britannico, può essere ostacolato dal Bundesrat. Inoltre, alcuni determinati tipi di legge (amministrazione del territorio, controllo di determinati fiumi ecc.) hanno bisogno dell'approvazione di entrambe le Camere. Le leggi passano dal Presidente che può decidere di inviarle nuovamente al Parlamento per una nuova discussione. Nei sistemi parlamentari, se la legge non è stata modificata, il Presidente è obbligato a firmarla, in quelli presidenziali che seguono il modello americano, il Presidente è obbligato a firmarla solo se a maggioranza dei due terzi a entrambe le Camere. ==== Leggi Costituzionali e Organiche ==== Negli ordinamenti a costituzione rigida le leggi sono subordinate, nella gerarchia delle fonti del diritto, alla costituzione e alle leggi che la modificano o integrano (''leggi costituzionali''). Mentre la costituzione è di solito adottata da un organo ad hoc, l'''assemblea costituente'', le leggi costituzionali sono di solito approvate dal parlamento con una procedura aggravata rispetto a quella prevista per le leggi ordinarie. Negli ordinamenti a costituzione flessibile, invece, la costituzione è posta allo stesso rango delle leggi, sicché può sempre essere modificata o integrata da queste. In alcuni ordinamenti (ad esempio in Francia e Spagna) esiste inoltre una fonte di tipo legislativo (''legge organica'') adottata dal parlamento con procedura aggravata che ha rango gerarchico superiore alla legge ma subordinato alla costituzione e alle leggi costituzionali, alla quale sono riservate determinate materie. Le leggi costituzionali e organiche sono adottate secondo procedure analoghe a quelle delle leggi ordinarie, salvi gli aggravamenti previsti dalla costituzione che possono consistere, ad esempio, nella necessità di una maggioranza qualificata (come quella dei 2/3 o dei 3/4) per l'approvazione oppure di una doppia approvazione. Va notato che, anche nei sistemi a bicameralismo imperfetto, alle due camere sono generalmente riconosciuti uguali poteri quando si tratta di approvare leggi costituzionali od organiche. ==== Regolamenti parlamentari ==== Ciascuna camera approva il proprio ''regolamento'', un atto normativo con il quale disciplina la propria organizzazione interna e il proprio funzionamento. Tali regolamenti, a differenza degli omonimi atti adottati dal potere esecutivo, non sono, nella maggioranza degli ordinamenti, subordinati alle leggi nella gerarchia delle fonti del diritto ma posti sullo stesso piano: i rapporti tra legge e regolamento parlamentare non sono, quindi, regolati dal principio di gerarchia ma da quello di competenza, nel senso che la legge non può invadere la sfera di competenza specificamente attribuita al regolamento e quest'ultimo non può disciplinare materie che fuoriescano da tale sfera. In alcuni ordinamenti, ad esempio quello francese, i regolamenti parlamentari sono invece subordinati alla legge. Generalmente le Camere hanno specifiche commissioni incaricate di sottoporre all'assemblea i regolamenti da approvare e le eventuali modifiche agli stessi, nonché della loro interpretazione. Negli ordinamenti anglosassoni, l'elaborazione regolamentare è prevalentemente di tipo consuetudinario, secondo precedenti raccolti in codici e compilazioni private, sia pure dotate di grande autorevolezza. === Funzioni di indirizzo politico === In tutti i sistemi democratici il parlamento svolge funzioni di indirizzo politico la cui incisività, tuttavia, varia con la forma di governo adottata: i sistemi parlamentari e semi-presidenziali, infatti, sono caratterizzati dal rapporto fiduciario esistente tra governo e parlamento, mentre nella repubblica presidenziale e nella monarchia costituzionale tale rapporto non sussiste. Oltre al rapporto fiduciario con il governo in tutti i sistemi, compresi quelli presidenziali, il parlamento dispone di una serie di strumenti per incidere sull'indirizzo politico: tra questi rientra la stessa funzione legislativa, visto che la legge, nello Stato di diritto, ispirato al principio di legalità, può vincolare l'attività degli altri poteri dello Stato. È però dubbia, e non solo nel sistema parlamentare italiano, l'efficacia di norme di leggi ordinarie che abbiano ad oggetto adempimenti posti in capo al Governo, che verosimilmente è sanzionabile unicamente col voto di sfiducia, strumento in alcuni casi giudicato vistosamente sproporzionato. Anche i poteri di controllo sul governo, di cui dispongono tutti i parlamenti democratici, possono essere considerati uno strumento attraverso il quale il parlamento partecipa alla definizione dell'indirizzo politico. ==== Rapporto fiduciario con il governo ==== Nei sistemi parlamentari e semipresidenziali il governo deve avere la ''fiducia'' del parlamento. In alcuni ordinamenti (tra cui quello italiano) questo comporta che il primo ministro, nominato dal capo dello stato, deve sottoporre il proprio programma di governo al ''voto di fiducia'' del parlamento e, nel caso non lo ottenga, si deve dimettere. In molti altri ordinamenti, invece, la fiducia al momento della nomina è presunta, sicché non è necessario un voto di fiducia preliminare; in altri ancora, infine, il voto di fiducia è sostituito da un voto d'investitura del parlamento prima della nomina da parte del capo dello Stato o, addirittura, è prevista l'elezione del primo ministro da parte del parlamento. In tutti i sistemi parlamentari e semi-presidenziali il venir meno della fiducia del parlamento, che si manifesta nel ''voto di sfiducia'' (o, più esattamente, nel voto favorevole su una ''mozione di sfiducia'' proposta da membri del parlamento o nel voto sfavorevole su una ''questione di fiducia'' posta dallo stesso governo) comporta l'obbligo di dimissioni del governo (la cosiddetta ''crisi di governo''). Va aggiunto che di solito il governo si dimette già nel momento in cui, essendo venuto a mancare l'appoggio di uno o più partiti della sua coalizione, ritiene di aver perso la maggioranza in parlamento, evitando così di sottoporsi al voto di sfiducia (si parla, in questo caso, di ''crisi di governo extraparlamentare''). In alcuni ordinamenti (ad esempio quello tedesco), il rapporto di fiducia intercorre tra primo ministro e parlamento mentre in altri, più numerosi (ad esempio quello italiano), intercorre tra l'intero governo e il parlamento: la prima soluzione, ovviamente, tende ad accentuare la posizione di preminenza del primo ministro, poiché in questo modo i ministri dipendono direttamente solo da lui; la seconda soluzione, invece, accentua la collegialità del governo. Un'altra variabile riguarda quali camere nei parlamenti bicamerali sono coinvolte nel rapporto fiduciario: in alcuni ordinamenti (ad esempio quello britannico) è richiesta la fiducia della sola camera bassa, in altri (ad esempio quello italiano) la fiducia di entrambe le camere. La necessità che il primo ministro abbia la fiducia del parlamento limita considerevolmente l'effettivo margine di scelta del capo dello Stato al momento della nomina. In particolare, nei sistemi bipartitici o bipolari il capo dello Stato non può far altro che nominare primo ministro il ''leader'' del partito o della coalizione che, avendo vinto le elezioni, ha la maggioranza in parlamento. Nei sistemi multipartitici, invece, il capo dello Stato mantiene un più ampio margine di scelta, soprattutto quando non si delinea in parlamento una coalizione di maggioranza in grado di sostenere il governo. In alcuni sistemi (tipicamente quelli che seguono il cosiddetto sistema Westminster) il primo ministro, come del resto gli altri ministri, deve essere membro del parlamento; in altri (tra i quali quello italiano) può esserlo o meno, ma di fatto normalmente lo è; infine, in alcuni sistemi (tra i quali quello francese e molte altre repubbliche semi-presidenziali) il primo ministro non può essere membro del parlamento e, se lo è, deve dimettersi al momento della nomina. === Funzioni di controllo === ==== Approvazione del bilancio dello stato ==== Lo strumento a disposizione del Parlamento per controllare l'attività di spesa e di entrata del Governo è l'approvazione del bilancio preventivo che il Governo stesso redige (entro il 31 dicembre di ogni anno, secondo l'art. 81 della Costituzione italiana). Tutte le spese e le entrate debbono essere infatti preventivamente autorizzate dal Parlamento, in base al principio ''no taxation without representation''. ==== Altre funzioni di controllo ==== L'autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali compete in buona parte ai Parlamenti, quando non si tratti di accordi stipulati dall'Esecutivo in forma semplificata per la loro rilevanza minore. Storicamente, lo scopo della previsione era evitare che si eludesse il potere legislativo negoziando tra Esecutivi materie rientranti nelle competenze dei rispettivi Legislativi, per poi darvi ingresso nei rispettivi ordinamenti giuridici senza passare per il voto parlamentare. In molti Parlamenti s'è estesa la previsione dello svolgimento di uno ''hearing'', nelle sedi consultive su atti del governo, originariamente prevista al Senato statunitense per le nomine di componenti dell'Esecutivo e alti funzionari pubblici (ambasciatori, ecc.). Alle funzioni di controllo o ispettive si riconducono le indagini conoscitive. === Funzioni giurisdizionali === In alcuni ordinamenti costituzionali è prevista la natura giudicante del Parlamento, che svolge un ruolo (di propulsione dell'accusa o addirittura di decisione finale) in ordine ai processi nei confronti delle altre cariche dello Stato (es. ''impeachment'' nei regimi anglosassoni ovvero messa in istato d'accusa del Capo dello Stato in quelli continentali). Una diversa forma di giurisdizione è quella - riservata alle Camere in alcuni ordinamenti, come quello italiano (art. 66 della locale Costituzione) - di verifica dei poteri, per accertare la legittimità delle proclamazioni operate dagli uffici elettorali: la sua sopravvivenza è oggetto di contestazioni in dottrina, mantenendo in una "zona d'ombra" la tutela giurisdizionale dei ricorrenti che non possono ottenere il mezzo per impugnare la legge in via incidentale alla Corte costituzionale. Al centro della vita istituzionale sia delle monarchie costituzionali che delle repubbliche presidenziali - oltre, ovviamente, alle repubbliche parlamentari - il Parlamento è anche il luogo in cui la conflittualità politica incontra la sua massima visibilità: "nelle società moderne il parlamento è diventato forse il luogo più tipico dell’interazione pubblica". ===Dimostrazioni dalle tribune=== La violazione della tranquillità decisionale dell'organismo rappresentativo della sovranità popolare costituisce il motivo della disciplina dell'ordine e del silenzio per coloro che sono ammessi nelle tribune aperte al pubblico. Tra le dimostrazioni di tipo simbolico, che nella storia si sono verificate dalle tribune, si annoverano: *17 giugno 1958: mentre era in corso alla Camera la discussione sulla decisione del governo ungherese di fucilare Imre Nagy ed altri dirigenti comunisti, Giulio Seniga fu protagonista, assieme ad Anita Galliussi, del lancio in Aula a Montecitorio “di decine di volantini che denunciavano la complicità del gruppo dirigente del PCI con il partito comunista ungherese”. === Irruzioni di estranei === Poiché l'accesso all'aula è vietato agli estranei all'istituzione parlamentare, alcuni degli eventi più traumatici per le democrazie sono passati per l'ingresso di armati nell'emiciclo o nelle sue vicinanze. Tra questi episodi si annoverano: * 5 gennaio 1918: la Guardia rossa Železnjakov entra nella sede dell'Assemblea costituente russa e ne fa cessare i lavori pronunciando le parole: "la guardia è stanca"; * 5 giugno 1947: pestaggio dei deputati del partito agrario bulgaro che cercavano di difendere Nikola Petkov dall’arresto deciso dal governo comunista; * 23 febbraio 1981: il colonnello Tejero entra nella sede delle Cortes spagnole con la pistola in pugno iniziando un tentativo di colpo di Stato; * 27 ottobre 1999: sparatoria nella sede del parlamento armeno, guidata da Nairi Hunanyan e quattro suoi seguaci armati che fanno irruzione durante i lavori uccidendo otto persone, tra cui il primo ministro Vazgen Sargsyan e il presidente della Camera Karen Demirchyan; * l'ingresso di manifestanti sciiti il 30 aprile 2016 nella sede del parlamento iracheno, sito nella zona verde di Baghdad, per protestare contro la mancata approvazione della legge anticorruzione; * l'ingresso il 30 marzo 2017 di manifestanti contro la revisione costituzionale - che consentirebbe la ricandidatura del Capo dello Stato del Paraguay in carica - nella sede del Parlamento ad Asunción, con incendio della sala delle riunioni bicamerali; * l'ingresso di manifestanti nell'edificio del Parlamento macedone il 27 aprile 2017 per contestare l'elezione del nuovo presidente dell'Assemblea, con dieci parlamentari ricoverati in ospedale per ferite; * ingresso nell'aula della Camera ugandese di agenti in borghese il 27 settembre 2017, per arrestare deputati dell'opposizione nel corso dell'ostruzionismo contro l'abolizione dei limiti d'età per i candidati alle elezioni presidenziali; * l'asportazione dall'Aula dello scettro dell'autorità dello ''Speaker'' nel Senato nigeriano, il 18 aprile 2018; * l'ingresso dei manifestanti contro la legge per l'estradizione degli abitanti di Hong Kong nella Cina continentale, avvenuta il 1º luglio 2019 nell'aula del Consiglio legislativo di Hong Kong con esposizione sui banchi della Presidenza della bandiera coloniale britannica; * l'ingresso di manifestanti contro il caro-vita nell'edificio dell'''Asamblea nacional'' dell'Ecuador, l'8 ottobre 2019; * l'ingresso di militari armati nel Parlamento del Salvador il 9 febbraio 2020 per sostenere la richiesta di un incremento salariale; * l'ingresso di manifestanti nel Parlamento della Kirghizia a Bishkek il 5 ottobre 2020, per protestare contro le presunte falsificazioni dell'esito elettorale; * l'ingresso nel Parlamento, a Erevan il 9 novembre 2020, di dimostranti contro l'accordo di tregua in Nagorno Karabakh, stipulato dal governo armeno con l'Azerbajan; nella stessa circostanza è stato aggredito il presidente del Parlamento Ararat Mirzoyan mentre si allontanava dall'edificio. === Tumulti e proteste === Anche i tumulti in aula e gli scontri non solo verbali tra parlamentari fanno spesso parte della storia di un Paese, e senz'altro appartengono alla cronaca eventi come: * gli incidenti nella Duma russa sui risultati elettorali, il 30 marzo 2005; * gli incidenti nel Parlamento georgiano del 1º luglio 2005 sull'arresto di alcuni campioni sportivi per estorsione; * gli incidenti nel Parlamento di Taiwan il 18 marzo 2006 (oratore schiaffeggiato alla tribuna) e 19 gennaio 2007 (lancio di scarpa contro la Presidenza); * gli scontri nel Parlamento boliviano il 28 agosto 2007 sulla nomina dei giudici costituzionali; * l'alterco Cusumano-Barbato e l'esultanza dei senatori Gramazio e Strano nel Senato italiano in occasione della caduta del governo Prodi il 25 gennaio 2008; * gli incidenti nel Parlamento ucraino (''Verkhovna Rada'') il 26 aprile 2008 in occasione dell'elezione del presidente dell'assemblea; * gli incidenti nel Parlamento sud-coreano il 22 luglio 2009 quando la maggioranza cercò con la forza di concludere l'ostruzionismo sulla legge sulla stampa; * gli incidenti nel Parlamento ucraino (''Verkhovna Rada'') in occasione della proroga della concessione dell'utilizzo della base navale di Sebastopoli alla Russia, il 26 aprile 2010; * gli incidenti nel Parlamento ucraino (Verkhovna Rada) l'8 aprile 2014, in occasione dell'inasprimento delle pene per chi promuove il separatismo, con l'intervento di alcuni deputati di Svoboda contro il leader del partito comunista Petro Symonenko; * gli incidenti nel Parlamento ucraino (''Verkhovna Rada'') il 12 febbraio 2015, quando i deputati Yegor Sobolev e Vladim Ivchenko si sono presi a pugni in faccia per divergenze su un disegno di legge anti-corruzione. * gli incidenti nel Parlamento ucraino (''Verkhovna Rada'') l'11 dicembre 2015, quando Oleg Barna, deputato del partito del presidente Petro Poroshenko, ha consegnato un mazzo di rose al primo ministro Arsenij Jacenjuk, impegnato in un discorso, e poi ha cercato di rimuoverlo a forza dal podio. A questo punto è scoppiata la rissa con decine di parlamentari, tra urla e spintoni; * gli incidenti nella Camera del Kosovo, il 14 dicembre 2015 a Pristina, in cui alcuni deputati dell'opposizione hanno tentato di bloccare - con il lancio di candelotti lacrimogeni in Aula - le intese con Serbia e Montenegro su poteri delle etnie e confini del Kosovo; * gli incidenti - durante la seduta sulla revisione della Costituzione voluta dal presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdoğan - che tra l'altro hanno visto, il 19 gennaio 2017, la vicepresidente del Parlamento della Turchia, Buldan (filocurda del Partito Democratico dei Popoli), presa a calci al petto.
Pininfarina
La '''Pininfarina''' è un'azienda italiana, attiva nel settore delle carrozzerie per automobili, fondata a Torino il 22 maggio 1930 come '''Società anonima Carrozzeria Pinin Farina''' da Battista Farina , dopo la sua fuoriuscita dall'impresa familiare ''Stabilimenti Farina'', gestita con il fratello Giovanni Farina. L'atto di costituzione in Società Anonima è firmato dai soci Battista Farina, Giovanni Battista Devalle, Gaspare Bona , Pietro Monateri, Arrigo De Angeli, Vincenzo Lancia. Fino al 2011 l'azienda, oltre ai servizi di progettazione e consulenza, era impegnata anche nella produzione di alcuni modelli presso i propri stabilimenti. La società ha disegnato più di 100 Ferrari in 65 anni, si tratta della collaborazione più forte per la carrozzeria torinese, collaborazione che continua tutt'oggi. La società è quotata nell'indice FTSE Italia Small Cap della Borsa Italiana.
Sorta come una piccola attività artigianale dedita alla costruzione di carrozzerie su ordinazione di facoltosi clienti privati, grazie al finanziamento di una zia della moglie e al fattivo appoggio di Vincenzo Lancia, che per primo credette nelle intuizioni dell'amico ''Pinin'' Farina al quale poi fece carrozzare molte delle sue automobili, divenne negli anni un'industria con la capacità di offrire al mercato automobilistico progettazioni complete di autoveicoli e, più in generale, di mezzi di trasporto, concepiti anche con l'ausilio di ricerche ingegneristiche avanzate. ''Pinin'' Farina fu tra i primi a interessarsi concretamente di aerodinamica, e il figlio Sergio apportò all'industria un approccio più ingegneristico e meno empirico. Logo Pininfarina presente su una Hyundai Matrix Nei primi anni di vita, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, la società si fece conoscere per la costruzione artigianale e in piccola serie di carrozzerie particolari progettate su meccaniche in primis del socio Vincenzo Lancia in particolare su Dilambda, dell'Alfa Romeo, della Hispano-Suiza e della FIAT. È nel momento della prima ricostruzione postbellica che Pininfarina concepì la prima automobile di fama mondiale, la Cisitalia 202. Presentata nel 1947, fu la prima autovettura che venne esposta al MOMA di New York. Da quel momento conosciuta in tutto il mondo, la Pininfarina ha disegnato lo stile di centinaia di autovetture, talune delle quali famose e rinomate. L'azienda è poi passata, a partire dal 1961, sotto la guida del figlio del fondatore, Sergio, designer di fama mondiale, che ha proseguito la ricerca sempre restando nel campo delle automobili. Già negli anni cinquanta iniziò la collaborazione con case automobilistiche straniere, ad esempio la francese Peugeot con cui il rapporto continua anche ai giorni nostri. Battista "Pinin" Farina e il figlio Sergio negli uffici Pininfarina nel 1950 Sempre della fine degli anni '50 è anche la trasformazione da struttura artigianale ad una vera realtà industriale. L'evento di passaggio è la produzione per conto della Alfa Romeo di 27.000 Giulietta Spider nata in Pininfarina ispirandosi, per il design dell'auto, alla Lancia Aurelia B24. Il decennio 1960-1970 è quello che segna la creazione di alcuni tra i modelli più famosi, come l'Alfa Romeo Spider "Duetto", la Lancia Flaminia, la Lancia Flavia coupé, la Dino 246 e le Fiat "124 Sport Spider", "Dino Spider". A partire dai primi anni '60 a seguito del trasferimento nel nuovo stabilimento di Grugliasco, si riscontra un forte impegno nello sviluppo tecnologico e aerodinamico, prima con la creazione del CCD (Centro di Calcolo e Disegno) e, in seguito, con la costruzione di una galleria del vento in scala naturale, la prima in Italia per le autovetture e una delle poche allora esistenti al mondo. Grazie anche a queste nuove tecnologie escono Ferrari 365 Daytona, 308 GTB e 400, la Fiat 130 Coupé, la Lancia Montecarlo (che fu la prima auto ad usufruirne) e le Lancia Gamma Berlina e Coupé (da cui nacquero anche gli splendidi prototipi Lancia Gamma Olgiata (Station-coupé), T-Roof (spider) e Scala (berlina 3 volumi). Oltre che per le automobili, nella galleria del vento vengono sperimentate nuove soluzioni annhe per i caravan. È del 1978 lo studio aerodinamico per la "Futura" della Nardi Caravans, prima roulotte costruita con il frontale inclinato per migliorare il CX. Alfa Romeo Giulietta Spider, una delle prime vetture disegnate e prodotte da Pininfarina Sempre a cavallo tra gli anni 70 e primi anni 80, la Pininfarina strinse un accordo con la Lancia, in nome dell'antico legame tra le 2 case torinesi, anche per lo sviluppo di design ed aerodinamica delle sue sportive che in quell'epoca gareggiavano in pista e nei rally: tra queste la Lancia Beta Montecarlo Turbo, la Lancia LC1, Lancia LC2, Lancia 037, Lancia Delta S4 e i prototipi Lancia ECV e ECV2. Dalla produzione di sole carrozzerie su telai di altri, l'azienda passò alla costruzione di intere vetture come la Fiat Campagnola e l'Alfa Romeo 33 Giardinetta. Nel frattempo strinse rapporti con ulteriori costruttori internazionale come la Honda e la Jaguar. Nel 1986 l'azienda decide un ulteriore salto di qualità con la quotazione delle sue azioni in borsa, mentre le sue attività produttive sono rivolte verso altri modelli di automobile, tra i quali si possono citare: Ferrari Testarossa, Alfa Romeo Spider, Fiat Fiorino, Lancia Thema Station Wagon e molte Peugeot. Per quanto riguarda il reparto design e progettazione sono di questi anni nuovi accordi all'estero con Daewoo, Cadillac (ad esempio la Cadillac Allanté), Bentley e Mitsubishi, nonché il disegno delle serie x05 e alcune x06 della Peugeot, Alfa Romeo 164, Ferrari 288 GTO, Ferrari F40 e Fiat Coupé. La Ferrari 308 GTB, una delle auto ritenute più rappresentative disegnate da Pininfarina Questi primi anni del secolo sono dedicati ad altri modelli importanti e conosciuti, la Hyundai Matrix, Ferrari 575M Maranello e Ferrari Enzo, Mitsubishi Pajero Pinin, Alfa Romeo GTV, oltre che a modelli unici come la Ferrari P4/5. Come molte altre aziende di design automobilistico, oltre alle vetture poi entrate in produzione di serie, la Pininfarina ha presentato ai vari saloni delle vetture concept car tra le quali si possono segnalare la Ferrari Modulo del 1970, la Ferrari Rossa Concept del 2000 e la Maserati Birdcage 75th del 2005. La mattina del 7 agosto 2008, Andrea Pininfarina, presidente e amministratore delegato della storica carrozzeria torinese, muore sul colpo in un incidente stradale a Trofarello, nei pressi del Centro Stile di Cambiano, schiantandosi con il suo scooter in un'auto sbucata da una via laterale. Gli Succede alla presidenza dell'azienda il fratello Paolo. Nei primi giorni di dicembre 2008 il designer italo-statunitense Jason Castriota, è passato alla carrozzeria Bertone diventandone direttore stilistico. Castriota per Pininfarina realizzò molte auto fra cui la Ferrari P4/5, la Maserati Birdcage 75th, Rolls Royce Hyperion, e collaborò alla realizzazione di Maserati GranTurismo, Ferrari 599 GTB Fiorano. La bicicletta disegnata da Pininfarina Sempre creazione della carrozzeria torinese è la Ferrari 458 Italia, presentata in anteprima nel luglio 2009 e destinata al Salone dell'automobile di Francoforte dello stesso anno per la presentazione ufficiale. Il 1º aprile 2011 il designer Fabio Filippini viene nominato Direttore Design e assume la guida di un team che conta un centinaio di creativi e progettisti. Il 3 luglio 2012 viene a mancare Sergio Pininfarina, che ha guidato la crescita dell'azienda nell'ultimo mezzo secolo (1961-2001). Sempre nel 2012 Pininfarina stringe un accordo con la cinese South East Motor per realizzare il design di una gamma di modelli destinati alla produzione; il primo frutto della collaborazione è la crossover DX7, medio-compatta che viene presentata nel 2015 dopo un lavoro di circa 3 anni ed entra in produzione per il mercato locale. A seguire viene presentata la DX3, crossover compatta sempre destinata alla Cina. Il 14 dicembre 2015 viene comunicata la cessione dell'azienda, in grave insolvenza, al gruppo indiano Mahindra & Mahindra al prezzo di 1,10 euro per azione: allo stesso importo viene l'OPA obbligatoria senza però raggiungere l'obiettivo del delisting del titolo. Stabilimento a San Giorgio Canavese Pininfarina iniziò l'attività produttiva nello storico stabilimento di corso Trapani 107 a Torino, che lasciò a metà degli anni '50 per trasferirsi a Grugliasco, allora in aperta campagna. Da lì crebbe con continuità e al momento di sua massima espansione, il 1999, Industrie Pininfarina disponeva di ben 3 unità produttive in Italia, tutte nel torinese: a Grugliasco appunto (lastroferratura, verniciatura e carrozzeria), San Giorgio Canavese (carrozzeria Marchi vari) e infine Bairo (carrozzeria Marchio Mitsubishi). Oltre ai 3 siti elencati, Industrie Pininfarina disponeva della galleria del vento annessa al sito di Grugliasco, del Centro Stile di Cambiano e del sito di Uddevalla in Svezia, in joint venture con Volvo. Tutto il ciclo produttivo era concentrato nel sito di Grugliasco (escluso lo stampaggio eseguito da fornitori esterni) dove oltre alla lastratura ed alla verniciatura veniva eseguita la carrozzeria (a Grugliasco vennero prodotte tra le altre la Fiat 124 Sport Spider e l'Alfa Romeo 33 Giardinetta 4x4). Seguì lo stabilimento di San Giorgio Canavese, nato nel 1987 per produrre la Cadillac Allanté e dedicato solo a tale auto. Conclusa la vita della Allanté, fu dismessa la carrozzeria di Grugliasco dove rimasero e furono ampliate la lastroferratura e la verniciatura. Quest'ultima fu completamente rinnovata nel 1998 con una nuova linea all'acqua denominata non a caso Cielo Azzurro. La carrozzeria lasciò quindi Grugliasco e fu trasferita a San Giorgio dove le scocche finite (verniciate, lucidate e controllate) venivano trasportate su bisarca da Grugliasco. Tra le altre a San Giorgio sono state messe in strada auto di grosso successo commerciale come la Fiat Coupé, la Peugeot 406 Coupé e la Lancia K SW. Pininfarina Design Center, che ospita il Museo Pininfarina Infine, per la produzione della Mitsubishi Pajero Pinin nacque lo stabilimento di Bairo - non lontano da San Giorgio - acquistando, ampliando e ristrutturando totalmente il sito esistente ed abbandonato della Elcat, azienda produttrice di sedili per auto fallita. Mitsubishi finanziò più di 2/3 del costo della realizzazione dell'impianto pur che fosse dedicato a soli modelli a suo Marchio. Il sito fu inaugurato nel 1999 alla presenza dei Presidenti rispettivamente di Pininfarina Sergio Pininfarina e di Mitsubishi Katsuhiko Kawasoe. La Pajero Pinin non ebbe il successo sperato, probabilmente anche a causa dell'offerta di sole motorizzazioni a ciclo Otto e nessuna a ciclo Diesel, mentre le auto prodotte in quel periodo a San Giorgio sopra citate arrivarono a fine carriera e i modelli che li sostituirono ebbero ben poca fortuna commerciale: le Alfa Romeo GTV e Spider restyling prima, le Alfa Romeo Brera e Spider poi e, infine, le Ford Ka e Focus entrambe nella versione Coupé Cabriolet (la Ka fu denominata ''StreetKa''). A Bairo, Mitsubishi tentò anch'essa ma senza successo la carta Coupé Cabriolet con la Colt CZC per utilizzare le linee in via di dismissione della Pajero Pinin ma, alla fine della breve vita della ''Colt CZC'', Mitsubishi gettò la spugna e cedette le proprie quote del sito a Industrie Pininfarina. Fu così che, complice la crisi dell'auto dei primi anni 2000 e la modularità dei pianali che consentì ai produttori di costruire in casa anche auto di nicchia, i tre stabilimenti uno dietro l'altro chiusero, portando Industrie Pininfarina a dichiarare nel 2011 la dismissione dell'attività produttiva, ritirandosi nel Centro Stile di Cambiano. Dei 3 siti l'unico che ha ancora visto attività produttiva è quello di Bairo, dove viene prodotta da Cecomp spa la Blue Car - l'auto elettrica che Pininfarina aveva sviluppato in partnership con il francese Vincent Bollorè - affittando il ramo d'Azienda a Pininfarina. Ford Focus CC del 2010, una delle ultime vetture prodotte e disegnate da Pininfarina a Grugliasco Uno spiraglio si ebbe anche per il sito di Grugliasco con l'acquisto dell'impianto da parte della Regione Piemonte per affittarlo a De Tomaso di GianMario Rossignolo, che lì avrebbe dovuto produrre delle rivoluzionarie auto in alluminio cominciando dalla De Tomaso Deauville, e per cui si fece finanziare dalla Regione Piemonte i Corsi di Formazione alle maestranze passate contestualmente da Industrie Pininfarina a De Tomaso. Né i Corsi né la produzione furono mai avviati e la vicenda finì nelle aule giudiziarie e lo stabilimento fu abbandonato, mentre rimase a Pininfarina la, per altro ormai obsoleta, galleria del vento. Intanto, la joint venture a Uddevalla con il costruttore Volvo per la realizzazione della C70 fu sciolta con il termine del ciclo produttivo del modello. Riassumendo, Pininfarina dal 2011 non ha più prodotto auto, e all'azienda al momento della vendita a Mahindra rimanevano operativi il Centro Stile e Ingegneria di Cambiano e la galleria del vento di Grugliasco (utilizzata però ormai solo marginalmente per il settore automotive, dedicandola a settori diversi quali biciclette, tute da sci, tende da sole, ecc.), il sito dismesso di San Giorgio e il sito di Bairo parzialmente locato a terzi, oltre alle sedi in Germania, Cina e USA. L'ultimo stabilimento aveva 127 dipendenti. Ed è così che, come già citato, la Seglap SS, una delle finanziarie della famiglia Pininfarina, ha infine ceduto le proprie azioni quotate alla Borsa Milano al Gruppo Mahindra a 1,10 € ciascuna, mentre nel settembre 1999 raggiunsero il massimo storico di € 56,31, registrando quindi una perdita del valore in 16 anni, di ben il 98%. *Alfa Romeo 33 Giardinetta *Alfa Romeo 164 *Alfa Romeo GTV *Alfa Romeo Spider (1995) *Alfa Romeo Spider (Duetto) *Bentley Azure *Ferrari 288 GTO *Ferrari 308 GTB *Ferrari 348 *Ferrari F355 *Ferrari 360 *Ferrari 365 *Ferrari 365 GT4 2+2 *Ferrari Berlinetta Boxer *Ferrari 456 *Ferrari 458 Italia *Ferrari California *Ferrari California T (in collaborazione con il Centro Stile Ferrari diretto da Flavio Manzoni) *Ferrari Enzo *Ferrari F12berlinetta (in collaborazione con il Centro Stile Ferrari diretto da Flavio Manzoni) *Ferrari F40 *Ferrari F430 *Ferrari FF *Ferrari Testarossa *Fiat 124 Sport Spider *Fiat Coupè *Ford Focus Coupé-Cabriolet *Jaguar XJ6 terza serie *Maserati Quattroporte (2003) *Maserati GranTurismo e GranCabrio *Mitsubishi Pajero Pinin *Lancia Aurelia GT coupè e spider *Lancia Flaminia coupè *Lancia Flavia coupè *Lancia Gamma coupè *Lancia Montecarlo *Lancia K SW *Lancia Thema Station Wagon *Peugeot 504 Coupé e Cabriolet *Peugeot 205 Cabriolet *Peugeot 305 Cabriolet *Peugeot 406 Coupé *South East Motor DX7 *South East Motor DX3 *VinFast LUX A2.0 *VinFast LUX SA2.0 *Volvo C70 seconda serie *SsangYong Tivoli *Cadillac Allanté *Fiat Coupé *Alfa Romeo Spider *Alfa Romeo Brera *Rayton Fissore Magnum *Mitsubishi Pajero Pinin *Mitsubishi Colt CZC *Volvo C70 (Uddevalla). *Ford Focus CC (Grugliasco - lastratura e verniciatura e San Giorgio - carrozzeria). *Lancia Montecarlo *Alfa Romeo Dardo *Pininfarina H600 (2017) *Fittipaldi EF7 Vision Gran Turismo (2017) *Pininfarina H2 Speed (2016) *BMW Pininfarina Gran Lusso Coupe (2013) *Pininfarina Cambiano (2012) *New Stratos (2010) *Pininfarina 2uettottanta (2010) *Pininfarina Bluecar (2009) *Pininfarina Sintesi (2008) *Maserati Birdcage 75th (2005) *Pininfarina Nido (2004) *Pininfarina Enjoy (2003) La torcia dei Giochi invernali di Nel 2002 la rivista specializzata ''Automotive News Europe'' decreta l'ingresso del Fondatore Battista "Pinin" Farina nella ''European Automotive Hall of Fame'', istituzione creata per celebrare gli uomini che hanno fatto la storia dell'automobile, mentre il ''College for Creative Studies'' (CCS) di Detroit, una delle maggiori istituzioni di cultura artistica degli Stati Uniti, ha conferito a Sergio Pininfarina la laurea honoris causa in Belle Arti; quest'ultimo è stato anche inserito nell'Automotive Hall of Fame nel 2007. Nel 2008 e nel 2014, l'azienda viene premiata con il prestigioso premio Compasso d'oro per le automobili Pininfarina Nido e Ferrari F12berlinetta.. Oltre al Compasso d'Oro per la F12berlinetta, la Pininfarina riceve anche la Menzione d'Onore, sempre dall'ADI per la Pininfarina Cambiano L'opera grafica di Pininfarina non si limitò comunque solo al mondo dell'automobile: ad esempio, porta la firma di Pininfarina la Torcia dei Giochi olimpici invernali di Torino 2006, così come il tripode che è stato acceso il 10 febbraio 2006. Nell'anno 2006 Pininfarina collabora con la ELK Fertighaus AG, disegnando la casa prefabbricata in legno elk.arte, nella quale diversi moduli possono essere combinati in base alle esigenze particolari. Pininfarina ha anche disegnato tram diffusi in tutto il mondo, come il Sirio di AnsaldoBreda ed il Cobra in esercizio a Zurigo. L'azienda nel 2007 si è anche occupata della progettazione del "''''The Keating Hotel''" un albergo di lusso situato a San Diego in California. Nel 2012 da Pininfarina sono stati firmati gli interni dell'aereo di linea Sukhoi Superjet 100.
Vincitori del premio Nobel per la fisica
Segue un elenco dei '''vincitori del Premio Nobel per la fisica''', uno dei cinque premi istituiti da Alfred Nobel. Il Premio viene assegnato annualmente dall'Accademia Reale Svedese delle Scienze. La premiazione annuale avviene a Stoccolma il 10 dicembre, l'anniversario della morte di Nobel. Il vincitore riceve una medaglia, un diploma, e un premio monetario che è variato nel corso degli anni.
Anno Ritratto Premiati Nazionalità Motivazione 1901 75px “in riconoscimento dello straordinario servizio reso per la scoperta delle importanti radiazioni che in seguito presero il suo nome” (raggi X) 1902 75px “in riconoscimento dello straordinario servizio reso con le loro ricerche sull'influenza del magnetismo sui fenomeni di emissione della luce” (effetto Zeeman) 75px 1903 75px “in riconoscimento degli straordinari servizi che ha reso con la sua scoperta della radioattività spontanea" 75px “in riconoscimento dei servizi straordinari che essi hanno reso nella loro ricerca congiunta sui fenomeni radioattivi scoperti dal professor Henri Becquerel” 75px / 1904 75px “per le sue indagini sulla densità dei più importanti gas e per la sua scoperta dell'argon, in connessione con questi studi” 1905 75px “per le sue ricerche sui raggi catodici” 1906 75px “in riconoscimento dei grandi meriti delle sue indagini teoriche e sperimentali sulla conduzione di energia elettrica dei gas” 1907 75px / “per i suoi strumenti ottici di precisione e per le indagini spettroscopiche e metrologiche effettuate con il loro aiuto” (esperimento di Michelson-Morley) 1908 75px / “per il suo metodo di riprodurre i colori fotograficamente basato sul fenomeno dell'interferenza” 1909 75px Italia “in riconoscimento del loro contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili” 75px 1910 75px “per il suo lavoro sull'equazione di stato per i gas e i liquidi” (Forza di van der Waals) 1911 75px “per le sue scoperte riguardanti le leggi che regolano la radiazione di calore” 1912 75px “per la sua invenzione di regolatori automatici da utilizzare in combinazione con accumulatori di gas per l'illuminazione di fari e boe” 1913 75px “per le sue indagini sulle proprietà della materia a basse temperature che ha portato, tra l'altro, alla produzione di elio liquido” 1914 75px “per la sua scoperta della diffrazione dei raggi X da cristalli” 1915 75px “per il loro servizio reso nell'analisi della struttura cristallina per mezzo dei raggi X” (Legge di Bragg e determinazione della struttura di NaCl, ZnS e del diamante) 75px / 1916 ''non è stato assegnato'' 1917 75px “per la sua scoperta della caratteristica radiazione X degli elementi” 1918 75px “in riconoscimento dei suoi servizi resi per il progresso della Fisica con la sua scoperta della quantizzazione dell'energia” (costante di Planck) 1919 75px “per la sua scoperta dell'effetto Doppler nei raggi canale e la separazione delle linee spettrali nei campi elettrici” (Effetto Stark-Lo Surdo) 1920 75px / “in riconoscimento del servizio reso alle misure di precisione in Fisica con la sua scoperta delle anomalie nelle leghe di acciaio e nichel” (in particolare, l'invar e l'elinvar) 1921 75px / “per i suoi servizi alla Fisica Teorica, e in particolare per la sua scoperta della legge dell'effetto fotoelettrico” (assegnato in realtà nel 1922 con data 1921, anno in cui non fu attribuito a nessuno) 1922 75px “per i suoi servizi nelle indagini sulla struttura degli atomi e delle radiazioni da loro provenienti” 1923 75px “per il suo lavoro sulla carica elementare di elettricità e sull'effetto fotoelettrico” 1924 75px “per le sue scoperte e la ricerca nel campo della spettroscopia a raggi X” 1925 75px “per la loro scoperta delle leggi che regolano l'impatto di un elettrone su un atomo” (Esperimento di Franck-Hertz) 75px 1926 75px “per il suo lavoro sulla struttura discontinua della materia, e specialmente per la sua scoperta dell'equilibrio di sedimentazione” 1927 75px “per la sua scoperta e l'interpretazione dell'effetto chiamato con il suo nome” (effetto Compton) 75px / “per il suo metodo di rendere visibile i percorsi di particelle elettricamente cariche attraverso la condensazione del vapore” (camera a nebbia) 1928 75px “per il suo lavoro sul fenomeno termoionico e in particolare per la scoperta della legge che porta il suo nome” 1929 75px “per la sua scoperta della natura ondulatoria dell'elettrone” (Ipotesi di de Broglie) 1930 75px “per i suoi studi sulla diffusione della luce e per la scoperta dell'effetto che da lui prende il nome” 1931 ''non è stato assegnato'' 1932 75px “per la creazione della meccanica quantistica, la cui applicazione, tra l'altro, ha portato alla scoperta delle forme allotropiche di idrogeno” 1933 75px / “per la scoperta di nuove forme produttive di teoria atomica” (equazione di Schrödinger ed equazione di Dirac) 75px 1934 ''non è stato assegnato'' 1935 75px “per la scoperta del neutrone” 1936 75px “per la sua scoperta della radiazione cosmica” 75px “per la sua scoperta del positrone” 1937 75px “per la loro scoperta sperimentale della diffrazione degli elettroni da cristalli” (dualismo onda-particella) 75px 1938 75px Italia “per la sua dimostrazione dell'esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti da irraggiamento neutronico, e per la relativa scoperta delle reazioni nucleari indotte da neutroni lenti” 1939 75px “per l'invenzione e lo sviluppo del ciclotrone e per i risultati ottenuti con esso, in particolare per quanto riguarda gli elementi radioattivi artificiali” 1940 ''non è stato assegnato'' 1941 ''non è stato assegnato'' 1942 ''non è stato assegnato'' 1943 75px / “per il suo contributo allo sviluppo del metodo del raggio molecolare e la sua scoperta del momento magnetico del protone” 1944 75px / “per il suo metodo della risonanza per la registrazione delle proprietà magnetiche dei nuclei atomici” 1945 75px “per la scoperta del Principio di esclusione, detto anche il principio di Pauli” 1946 75px “per l'invenzione di un apparecchio per la produzione di pressioni estremamente alte, e per le scoperte fatte nel campo della fisica ad alta pressione” 1947 75px “per le sue indagini sulla fisica dell'alta atmosfera e in particolare per la scoperta del cosiddetto strato di Appleton” 1948 75px “per il suo sviluppo del metodo della camera a nebbia di Wilson, e le sue scoperte nel campo della fisica nucleare e delle radiazioni cosmiche” 1949 75px “per la sua previsione circa l'esistenza di mesoni, sulla base di studi teorici sulle forze nucleari” (potenziale di Yukawa) 1950 75px “per il suo sviluppo del metodo fotografico di studio dei processi nucleari e le sue scoperte riguardanti i mesoni fatta con questo metodo” 1951 75px “per il loro lavoro pionieristico sulla trasmutazione dei nuclei atomici tramite particelle atomiche accelerate artificialmente” 75px 1952 75px / “per il loro sviluppo di nuovi metodi per le misurazioni di precessione atomica e le scoperte connesse” 75px 1953 75px “per la sua dimostrazione del metodo di contrasto di fase, in particolare per l'invenzione del microscopio a contrasto di fase” 1954 75px / “per la sua ricerca fondamentale nella meccanica quantistica, in particolare per la sua interpretazione statistica della funzione d'onda” 75px “per il metodo della coincidenza e le scoperte fatte in quell'ambito” 1955 75px “per le sue scoperte riguardanti la struttura fine dello spettro di idrogeno” (effetto Lamb) 75px / “per la sua precisa determinazione del momento magnetico dell'elettrone” 1956 75px / “per le loro ricerche sui semiconduttori e la loro scoperta dell'effetto transistor” 75px 75px 1957 75px (楊振寧) / “per la loro penetrante indagine delle cosiddette leggi di parità, che ha portato a importanti scoperte per quanto riguarda le particelle elementari” 75px (李政道) / 1958 75px “per la scoperta e l'interpretazione dell'effetto Čerenkov” 75px 75px 1959 75px “per la loro scoperta dell'antiprotone” 75px / 1960 75px “per l'invenzione della camera a bolle” 1961 75px “per i suoi studi pionieristici sullo scattering (diffusione) degli elettroni nei nuclei atomici e per le scoperte conseguenti sulla struttura dei nuclei atomici” 75px “per le sue ricerche riguardanti l'assorbimento della risonanza dei raggi gamma e la conseguente scoperta dell'effetto che porta il suo nome” (effetto Mössbauer) 1962 75px “per le sue teorie pionieristiche sulla materia condensata, in particolare sull'elio liquido” 1963 75px / “per i suoi contributi alla teoria del nucleo atomico e le particelle elementari, in particolare attraverso la scoperta e l'applicazione dei principi fondamentali di simmetria” 75px / “per le loro scoperte riguardanti la struttura nucleare” 75px 1964 75px “per il lavoro fondamentale nel campo dell'elettronica quantistica, che ha portato alla costruzione di oscillatori e amplificatori basati sul principio maser-laser” 75px 75px / 1965 75px “per il loro lavoro fondamentale nella elettrodinamica quantistica, con profonde conseguenze per la fisica delle particelle elementari” 75px 75px 1966 75px “per la scoperta e lo sviluppo di metodi ottici per lo studio della risonanza hertziana negli atomi” 1967 75px / “per i suoi contributi alla teoria delle reazioni nucleari, in particolare le sue scoperte riguardanti la produzione di energia nelle stelle” 1968 75px “per il suo contributo determinante alla fisica delle particelle elementari, in particolare, la scoperta di un gran numero di stati di risonanza, resa possibile attraverso il suo sviluppo della tecnica della camera a bolle con l'impiego di idrogeno e l'analisi dei dati” 1969 75px “per i suoi contributi e scoperte in materia di classificazione delle particelle elementari e le loro interazioni” (Eightfold way) 1970 75px “per il lavoro fondamentale e le scoperte nel campo della magnetoidrodinamica con feconde applicazioni in diverse parti della fisica del plasma” 75px “per il lavoro fondamentale e le scoperte relative all'antiferromagnetismo e al ferromagnetismo che hanno portato a importanti applicazioni nella fisica dello stato solido” 1971 75px / “per la sua invenzione e lo sviluppo del metodo olografico” 1972 75px “per aver sviluppato congiuntamente la teoria della superconduttività, di solito chiamata teoria BCS” 75px 75px 1973 75px / “per le loro scoperte sperimentali riguardanti, rispettivamente, i fenomeni di tunneling nei semiconduttori e superconduttori” 75px / 75px “per le sue previsioni teoriche delle proprietà di una supercorrente attraverso una barriera a tunnel, in particolare quei fenomeni che sono generalmente noti come effetto Josephson” 1974 “per la loro ricerca pionieristica nell'astrofisica radio: Ryle per le sue osservazioni e le invenzioni, in particolare la tecnica di sintesi d'apertura, e Hewish per il suo ruolo determinante nella scoperta delle pulsar” 1975 75px “per la scoperta del collegamento tra moto collettivo e moto delle particelle nei nuclei atomici e lo sviluppo della teoria della struttura del nuclei atomici basato su questo collegamento” 75px / 75px 1976 75px “per il loro lavoro pionieristico nella scoperta di una particella elementare pesante di un nuovo tipo” (il mesone J/ψ) 75px 1977 75px “per le loro fondamentali indagini teoriche sulla struttura elettronica dei sistemi magnetici e disordinati” 75px 75px 1978 75px “per le sue invenzioni e scoperte basilari nel campo della fisica delle basse temperature” 75px / “per la loro scoperta della radiazione cosmica di fondo a microonde” 75px 1979 75px “per i loro contributi alla teoria unificata dell'interazione debole ed elettromagnetica tra le particelle elementari, compresi, tra l'altro, la previsione della corrente debole neutra” 75px / 75px 1980 75px “per la scoperta di violazioni dei principi fondamentali di simmetria e il decadimento dei mesoni K-neutro” (Simmetria CP) 75px 1981 75px / “per il loro contributo allo sviluppo della spettroscopia laser” 75px 75px “per il suo contributo allo sviluppo di spettroscopia degli elettroni ad alta risoluzione” 1982 “per la sua teoria dei fenomeni critici in relazione alla fase di transizione” 1983 75px / “per i suoi studi teorici dei processi fisici che danno origine alla struttura ed evoluzione delle stelle” (Limite di Chandrasekhar) 75px “per i suoi studi teorici e sperimentali sulle reazioni nucleari che danno origine agli elementi chimici nell'universo” 1984 75px “per il loro contributo decisivo al grande progetto, che ha portato alla scoperta delle particelle W e Z, comunicatori di interazione debole” 75px 1985 75px “per la scoperta dell'effetto Hall quantistico” 1986 “per il suo lavoro fondamentale nell'ottica elettronica, e per la progettazione del primo microscopio elettronico” 75px “per la loro progettazione del microscopio a scansione per effetto tunnel” 75px 1987 75px “per il loro importante passo avanti nella scoperta della superconduttività nei materiali ceramici” 75px 1988 75px “per il metodo del fascio di neutrini e la dimostrazione della struttura doppia dei leptoni attraverso la scoperta del neutrino muonico” 75px / 1989 75px “per l'invenzione del metodo dei campi oscillatori separati e il suo utilizzo nel maser ad idrogeno e in altri orologi atomici” “per lo sviluppo della tecnica della trappola ionica” 1990 75px “per le loro indagini pionieristiche relative alla diffusione inelastica profonda degli elettroni sui protoni e sui collegati neutroni, che sono state di fondamentale importanza per lo sviluppo del modello a quark e la fisica delle particelle” 75px 75px / 1991 75px “per aver scoperto che i metodi sviluppati per lo studio di ordinari fenomeni in sistemi semplici possono essere generalizzati a forme più complesse di materia, in particolare a cristalli liquidi e polimeri” 1992 75px / “per la sua invenzione e lo sviluppo di rivelatori di particelle, in particolare la camera proporzionale a multifili” 1993 75px “per la scoperta di un nuovo tipo di pulsar, una scoperta che ha aperto nuove possibilità per lo studio della gravitazione” (PSR B1913+16) 75px 1994 75px “per lo sviluppo della spettroscopia dei neutroni” e “per i contributi pionieristici allo sviluppo delle tecniche di scattering dei neutroni per gli studi della materia condensata” 75px “per lo sviluppo della tecnica di diffrazione dei neutroni" e "per i contributi pionieristici allo sviluppo delle tecniche di scattering dei neutroni per gli studi della materia condensata” 1995 75px “per la scoperta del leptone tau" e "per i contributi pionieristici sperimentali alla fisica del leptone” 75px “per la rilevazione del neutrino", e "per i contributi pionieristici sperimentali alla fisica del leptone” 1996 75px “per la loro scoperta della superfluidità nell'elio-3” 75px 75px 1997 75px “per lo sviluppo di metodi per raffreddare e intrappolare gli atomi con luce laser” (Laser cooling) 75px / 75px 1998 75px “per la scoperta di una nuova forma di fluido quantistico attraverso eccitazioni caricate frazionalmente” 75px / 75px / 1999 75px “per aver spiegato la struttura quantica dell'interazione elettrodebole nella fisica” 75px 2000 75px / “per lo sviluppo delle eterostrutture dei semiconduttori utilizzate nell'elettronica ad alta velocità e nell'optoelettronica” e “per il lavoro di base nella tecnologia dell'informazione e della comunicazione” 75px 75px “per il suo ruolo nell'invenzione del circuito integrato” e “per il lavoro di base nella tecnologia dell'informazione e della comunicazione” 2001 75px “per la realizzazione della condensazione di Bose-Einstein in gas diluiti di atomi alcalini, e per i primi fondamentali studi sulle proprietà dei condensati” 75px 75px 2002 75px “per i contributi pionieristici all'astrofisica, e in particolare per l'individuazione dei neutrini cosmici” 75px 75px / “per i contributi pionieristici all'astrofisica, che hanno portato alla scoperta di sorgenti cosmiche di raggi X” 2003 75px / “per i contributi pionieristici alla teoria dei superconduttori e superfluidi” 75px 75px / 2004 75px “per la scoperta della libertà asintotica e della teoria dell'interazione forte” 75px 2005 75px “per il suo contributo alla teoria quantistica della coerenza ottica” 75px “per il loro contributo allo sviluppo della spettroscopia di precisione basata sui laser, in particolare per la tecnica di setaccio delle frequenze ottiche” 75px 2006 75px “per la scoperta delle anisotropie del corpo nero presenti nella radiazione cosmica di fondo” 75px 2007 75px “per la scoperta della magnetoresistenza gigante” 75px 2008 75px / “per la scoperta del meccanismo della rottura spontanea di simmetria nella fisica subatomica” 75px “per la scoperta dell'origine della simmetria rotta che predice l'esistenza di almeno tre famiglie di quark in natura” 75px 2009 75px / “per il pionieristico progresso riguardante la trasmissione di luce in fibre ottiche per la comunicazione” 75px / “per l'invenzione di un circuito semiconduttore per la raccolta di immagini - il CCD” 75px 2010 75px / “per i pionieristici esperimenti riguardanti il materiale bi-dimensionale grafene” 75px / 2011 75px “per la scoperta dell'accelerazione dell'espansione dell'universo attraverso lo studio delle lontane supernovae” 75px / 75px 2012 75px “per i pionieristici esperimenti che consentono di misurare la manipolazione dei singoli sistemi quantistici” 75px 2013 75px “per la scoperta teorica di un meccanismo che contribuisce alla nostra comprensione dell'origine della massa delle particelle subatomiche, e che è stato confermato recentemente attraverso la scoperta della particella fondamentale prevista, da parte degli esperimenti ATLAS e CMS al Large Hadron Collider del CERN” 75px 2014 75px “per l'invenzione del LED blu efficiente, che ha reso possibile la produzione di luminose sorgenti di luce bianca a risparmio energetico” 75px 75px / 2015 75px “per la scoperta delle oscillazioni del neutrino che mostrano che il neutrino ha massa” 75px 2016 75px / “per le scoperte teoriche di transizioni di fase topologiche e fasi topologiche della materia” 75px / 75px / 2017 75px / “per i decisivi contributi al rivelatore LIGO e l'osservazione delle onde gravitazionali” 75px 75px 2018 108x108px “per invenzioni rivoluzionarie nel campo della fisica del laser” 75 px / 75px 2019 75px / “per le scoperte teoriche nella cosmologia fisica” 75px “per la scoperta di un esopianeta che orbita attorno ad una stella di tipo solare” 75px / 2020 75px “per la scoperta che la formazione dei buchi neri è una robusta previsione della teoria della relatività generale.” 75px “per la scoperta di un oggetto compatto supermassiccio al centro della nostra galassia.” '''''Fonte:''''' Nobelprize.org - Premi Nobel per la fisica === Numero di vincitori per paese === Vengono considerati i paesi di nascita dei singoli vincitori. Nazione Numero di premi 95 33 28 14 11 / 11 10 8 6 5 5 4 4 4 3 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 === Numero di vincitori per genere === Genere Numero di premi Uomini 206 Donne 4
Vincitori del premio Nobel per la medicina
La voce presenta un elenco dei '''vincitori del Premio Nobel per la medicina'''. Il Premio viene assegnato annualmente dall'Istituto Karolinska, e non dall'Accademia reale svedese delle scienze, come avviene per la maggior parte dei premi Nobel.
Anno Ritratto Premiati Nazionalità Motivazione 1901 Fotografia di Emil Adolf von Behring “per il suo lavoro sulla sieroterapia ed in particolare per l'applicazione contro la difterite. Con tali studi egli ha aperto una nuova strada nel campo della medicina ed ha posto nelle mani dei medici un'arma vittoriosa contro la malattia e la morte” 1902 Fotografia di Ronald Ross “per il suo lavoro sulla malaria con il quale ha dimostrato come questa penetri nell'organismo ed ha posto le basi per importanti ricerche su questa malattia e sui metodi per combatterla” 1903 Fotografia di Nbiels Ryberg Finsen () “in riconoscimento dei contributi resi alla cura delle malattie, soprattutto per quel che riguarda il lupus vulgaris, attraverso radiazioni luminose concentrate, aprendo così la strada a nuove ricerche per la scienza medica” 1904 Fotografia di Ivan Pavlov “in riconoscimento del suo lavoro sulla fisiologia della digestione, che ha permesso di aprire nuovi orizzonti nella conoscenza dei fenomeni biologici” 1905 Fotografia di Robert Koch “per le sue indagini e le sue scoperte sulla tubercolosi” 1906 75px “in riconoscimento del loro lavoro sulla struttura del sistema nervoso” 75px 1907 75px “in riconoscimento del suo lavoro sul ruolo svolto dai protozoi nel provocare malattie” 1908 75px / “in riconoscimento del loro lavoro sul sistema immunitario” 75px 1909 75px “per il suo lavoro sulla fisiologia, la patologia e la chirurgia della ghiandola tiroidea” 1910 75px “in riconoscimento dei contributi resi alla conoscenza della chimica cellulare, attraverso il suo lavoro sulle proteine, comprese le sostanze nucleiche” 1911 75px "per il suo lavoro sui mezzi diottrici dell'occhio" 1912 75px “in riconoscimento del suo lavoro sulla sutura vascolare e sul trapianto di vasi sanguigni e organi” 1913 75px “in riconoscimento del suo lavoro sulla anafilassi” 1914 75px / “per i suoi fondamentali contributi alla conoscenza della fisiologia e della patologia dell'apparato vestibolare” 1915 ''non è stato assegnato'' 1916 ''non è stato assegnato'' 1917 ''non è stato assegnato'' 1918 ''non è stato assegnato'' 1919 75px “per le sue scoperte relative al sistema immunitario” 1920 75px “per le sue scoperte sui meccanismi di regolazione capillare” 1921 ''non è stato assegnato'' 1922 75px “per la sua scoperta relativa alla produzione di calore nel muscolo” 75px “per la scoperta di un rapporto fisso nel muscolo tra il consumo di ossigeno e il metabolismo dell'acido lattico” 1923 75px “per la scoperta dell'insulina” 75px / 1924 75px “per la scoperta del meccanismo dell'elettrocardiogramma” 1925 ''non è stato assegnato'' 1926 75px “per la scoperta del carcinoma da spiroptera” 1927 75px “per la scoperta del valore terapeutico dell'inoculazione della malaria nel trattamento della demenza paralitica” 1928 75px “per il suo lavoro sul tifo” 1929 75px “per la scoperta delle vitamine antineuritiche” 75px “per la scoperta delle vitamine stimolatrici della crescita” 1930 75px / “per la scoperta dei gruppi sanguigni umani” 1931 75px “per la scoperta della natura e delle modalità di azione degli enzimi respiratori” 1932 75px “per le loro scoperte sulle funzioni dei neuroni” 75px 1933 75px “per le scoperte sul ruolo svolto dai cromosomi nell'ereditarietà” 1934 75px “per le loro scoperte sulla terapia con estratti di fegato nei casi di anemia” 75px 75px 1935 75px “per la scoperta dell'effetto organizzatore nello sviluppo embrionale” 1936 75px “per le loro scoperte sulla trasmissione chimica degli impulsi nervosi” 75px / / 1937 75px “per le sue scoperte sui processi di combustione biologica, con particolare riferimento alla vitamina C e alla catalisi dell'acido fumarico” 1938 75px “per la scoperta dei meccanismi sinusali e aortici nella regolazione della respirazione” 1939 75px “per la scoperta degli effetti antibatterici del prontosil” 1940 ''non è stato assegnato'' 1941 ''non è stato assegnato'' 1942 ''non è stato assegnato'' 1943 75px “per la scoperta della vitamina K” 75px “per la scoperta della formula chimica della vitamina K” 1944 75px “per le loro scoperte sulle funzioni altamente differenziate delle singole fibre nervose” 75px 1945 75px “per la scoperta della penicillina e dei suoi effetti curativi in molte malattie infettive” 75px / 75px / 1946 75px “per la scoperta dell'induzione di mutazioni da parte dei raggi X” 1947 75px / “per la loro scoperta dei meccanismi di conversione catalitica del glicogeno” 75px , nata Radnitz / 75px “per la scoperta del ruolo svolto dal lobo anteriore dell'ipofisi nel metabolismo degli zuccheri” 1948 75px “per la scoperta dell'alta efficienza del DDT come veleno contro molte specie di artropodi” 1949 75px “per la scoperta dell'organizzazione funzionale del diencefalo come coordinatore dell'attività degli organi interni” 75px “per la scoperta del valore terapeutico delle lobotomie in alcune psicosi” 1950 75px “per le scoperte sugli ormoni della corteccia surrenalica, la loro struttura e i loro effetti biologici” 75px / 105x105px 1951 75px / “per le sue scoperte sulla febbre gialla e su come combatterla” 1952 75px / “per la scoperta della streptomicina, il primo antibiotico efficace contro la tubercolosi” 1953 75px / “per la scoperta del ciclo dell'acido citrico” 75px / “per la scoperta del coenzima A e della sua importanza come intermediario nel metabolismo” 1954 75px “per la loro scoperta della capacità dei virus della poliomielite di crescere in colture di diversi tipi di tessuto” 75px 1955 75px “per le scoperte sulla natura e la modalità d'azione degli enzimi ossidativi” 1956 75px / “per le loro scoperte concernenti il cateterismo cardiaco e le alterazioni patologiche del sistema circolatorio” 75px 1957 75px / “per le sue scoperte in relazione a composti sintetici che inibiscono l'azione di alcune sostanze dell'organismo, e soprattutto alla loro azione sul sistema vascolare e i muscoli scheletrici” 1958 “per aver scoperto che i geni agiscono come regolatori di determinati eventi chimici” 75px 75px “per le scoperte sulla ricombinazione genetica e l'organizzazione del materiale genetico dei batteri” 1959 75px / “per la loro scoperta dei meccanismi della sintesi biologica dell'acido ribonucleico e dell'acido desossiribonucleico” 75px 1960 75px “per la scoperta della tolleranza immunologica acquisita” 75px 1961 75px / “per le scoperte dei meccanismi fisici di stimolazione nella coclea” 1962 75px “per le loro scoperte sulla struttura molecolare degli acidi nucleici e l'importanza nel trasferimento dell'informazione genetica nella materia vivente” 75px 75px / 1963 “per le loro scoperte sui meccanismi ionici coinvolti nella eccitazione e nell'inibizione delle porzioni centrali e periferiche delle membrane delle cellule nervose” 75px 75px 1964 75px / “per le loro scoperte sul meccanismo e la regolazione del metabolismo del colesterolo e degli acidi grassi” 75px 1965 75px “per le loro scoperte sul controllo genetico della sintesi di enzimi e virus” 75px 75px 1966 “per la scoperta dei virus tumorali” “per le sue scoperte sul trattamento ormonale del carcinoma della prostata” 1967 75px / “per le loro scoperte sui processi fisiologici primari e sui processi visivi chimici nell'occhio” 75px 75px 1968 75px “per la loro interpretazione del codice genetico e della sua funzione nella sintesi proteica” 75px / 75px 1969 75px / “per le loro scoperte sul meccanismo di replicazione e la struttura genetica dei virus” 75px 75px / 1970 75px / “per le loro scoperte sui mediatori chimici delle terminazioni nervose e sui meccanismi del loro accumulo, e della loro liberazione e inattivazione” 75px 75px 1971 “per le sue scoperte sul meccanismo d'azione degli ormoni” 1972 75px “per le loro scoperte sulla struttura chimica degli anticorpi” 75px 1973 / “per le loro scoperte sull'organizzazione ed evocazione delle forme di comportamento individuale e sociale” 75px 75px / 1974 “per le loro scoperte sull'organizzazione strutturale e funzionale della cellula” 75px 75px / 1975 75px “per le loro scoperte concernenti le interazioni fra virus tumorali e il materiale genetico della cellula” 75px / 1976 75px “per le loro scoperte riguardanti i meccanismi di origine e diffusione delle malattie infettive” 1977 / “per le loro scoperte sulla produzione degli ormoni proteici dell'encefalo” 75px / 75px “per lo sviluppo del dosaggio radioimmunologico degli ormoni proteici” 1978 75px “per la loro scoperta degli enzimi di restrizione e la loro applicazione alle tecniche di genetica molecolare” 75px 1979 / “per lo sviluppo della tomografia assiale computerizzata” 1980 / “per le loro scoperte su strutture, geneticamente determinate, che sulla superficie cellulare regolano le reazioni immunologiche” 75px 1981 “per le sue scoperte sulla specializzazione funzionale degli emisferi cerebrali” / “per le loro scoperte sull'elaborazione dell'informazione nel sistema visivo” 75px / 1982 75px “per le loro scoperte sulle prostaglandine e sostanze biologicamente attive a loro correlate” 75px 1983 75px “per la sua scoperta degli elementi genetici mobili” 1984 75px “per le loro teorie sulla specificità nello sviluppo e nel controllo del sistema immunitario e la scoperta del principio per la produzione di anticorpi monoclonali” 75px / 1985 75px “per le loro scoperte riguardanti la regolazione del metabolismo del colesterolo” 75px 1986 75px “per le loro scoperte e l'individuazione di fattori di crescita cellulare” 75px 1987 75px “per la scoperta del meccanismo genetico alla base della diversità anticorpale” 1988 75px “per le loro scoperte di principi fondamentali nel trattamento da farmaci” 75px 75px 1989 75px “per la loro scoperta dell'origine cellulare degli oncogeni retrovirali” 75px 1990 “per le scoperte concernenti il trapianto di organi e di cellule nel trattamento delle patologie umane” 75px 1991 75px “per le loro scoperte sulla funzione dei singoli canali ionici cellulari” 75px 1992 / “per le scoperte concernenti il ruolo della fosforilazione reversibile delle proteine come meccanismo regolativo” 1993 75px “per la scoperta dello ''splicing'' dei geni” (i geni possono essere suddivisi in segmenti) 75px 1994 75px “per le scoperte sul ruolo delle proteine G nella trasduzione del segnale nelle cellule” 75px 1995 “per le scoperte sul controllo genetico delle fasi precoci dello sviluppo embrionale” 75px 75px 1996 “per le scoperte sulla specificità dell'immunità cellulo-mediata” 75px 1997 75px “per la sua scoperta dei prioni – un nuovo principio biologico infettivo” 1998 75px “per le loro scoperte concernenti il monossido di azoto come molecola di segnale nel sistema cardiovascolare” 75px 75px / 1999 75px / “per la scoperta che le proteine hanno segnali intrinseci che governano il loro trasporto e la loro localizzazione all'interno della cellula” 2000 75px “per le scoperte sulla trasduzione del segnale nel sistema nervoso” 75px 75px 2001 “per le scoperte sui fattori chiave della regolazione del ciclo cellulare” 75px 75px 2002 “per le scoperte sulla regolazione genetica dello sviluppo degli organi e sulla morte cellulare programmata” 75px 2003 75px “per le loro scoperte sulla risonanza magnetica” 75px 2004 75px “per le scoperte nel campo dei recettori olfattivi e dell'organizzazione del sistema olfattivo” 75px 2005 75px “per la scoperta del batterio Helicobacter pylori e il suo ruolo nella gastrite e nell'ulcera peptica” 75px 2006 75px “per la scoperta del fenomeno dell'interferenza dell'RNA – silenziamento genico mediante RNA a doppio filamento” 75px 2007 75px / “per le loro scoperte del principio per introdurre specifici geni nei topi tramite cellule staminali embrionali” 75px 75px / 2008 75px “per la sua scoperta che il papillomavirus causa il cancro della cervice” 75px “per la loro scoperta del virus dell'immunodeficienza umana” 75px 2009 75px / “per la scoperta di come i cromosomi sono protetti dai telomeri e dall'enzima telomerasi” 75px 75px / 2010 “per lo sviluppo della fecondazione in vitro” 2011 75px “per la loro scoperta riguardante l'attivazione dell'immunità innata” 75px / (postumo) / “per la sua scoperta della cellula dendritica e il suo ruolo nell'immunità acquisita” 2012 75px “per la scoperta che le cellule mature possono essere riprogrammate per diventare pluripotenti” Shinya Yamanaka 2013 “per le loro scoperte dei meccanismi di regolazione del traffico vescicolare, un sistema di trasporto importante nelle nostre cellule” 75px 75px / 2014 75px / “per le loro scoperte sulle cellule costituenti il sistema di posizionamento spaziale nel cervello” 75px 75px 2015 75px “per le loro scoperte riguardanti una nuova terapia contro le infezioni causate da parassiti intestinali” 75px 75px “per la sua scoperta di una nuova terapia contro la malaria” 2016 75px “per le sue scoperte dei meccanismi di autofagia” 2017 75px “per le loro scoperte dei meccanismi molecolari che controllano il ritmo circadiano” 75px 75px 2018 75 px “per la loro scoperta della terapia del cancro mediante l'inibizione della regolazione immunitaria negativa” 75 px 2019 85px “per le loro scoperte su come le cellule percepiscono e si adattano alla disponibilità di ossigeno.” 85px 2020 85px “per la scoperta del virus dell'epatite C” 85px / === Numero di vincitori per paese === Vengono considerate le cittadinanze e le eventuali naturalizzazioni dei vincitori. Nazione Numero di premi 110 (di cui 32 per naturalizzazione) 35 (di cui 8 per naturalizzazione) 24 (di cui 4 come Impero tedesco, 2 come Repubblica di Weimar, 3 come Terzo Reich, 1 come , 8 come ; 1 per naturalizzazione) 12 (di cui 2 per naturalizzazione) 9 (di cui 2 per naturalizzazione) 8 (di cui 1 per naturalizzazione) 7 6 (di cui 1 come ; 1 per naturalizzazione) 5 (di cui 1 per naturalizzazione) 5 (di cui 1 come ) 5 (di cui 1 per naturalizzazione) 5 4 3 3 3 2 2 2 2 2 (di cui 2 come ) 2 (di cui 2 come ) 1 1 1 1 1 1 1 1 (di cui 1 come ) 1 1 1 === Numero di vincitori per genere === Genere Numero di premi Uomini 207 Donne 12
Premio Nobel
Il '''premio Nobel''' è un'onorificenza di valore mondiale attribuita annualmente a personalità viventi che si sono distinte nei diversi campi dello scibile umano, apportando «i maggiori benefici all'umanità» per le loro ricerche, scoperte e invenzioni, per l'opera letteraria, per l'impegno in favore della pace mondiale.
Fotografia di Alfred Nobel Alfred Nobel nacque il 21 ottobre 1833 a Stoccolma, figlio di un imprenditore edile svedese. Provetto chimico, ingegnere e inventore, dopo esser divenuto nel 1894 presidente della società Bofors, Nobel mise a punto diversi esperimenti sugli esplosivi: fu così che egli accumulò un'ingente quantità di denaro, derivante dai brevetti delle sue 355 invenzioni, la più famosa delle quali è la dinamite, scoperta forse accidentalmente impiegando le proprietà assorbenti della farina fossile sulla nitroglicerina. Grazie a ulteriori ricerche Nobel preparò anche altri tipi di esplosivi deflagranti, fra cui la balistite (una delle cosiddette «polveri senza fumo»). Nel marzo del 1888, Ludvig Nobel, fratello maggiore di Alfred, morì dilaniato da un'esplosione durante un esperimento. Alcuni giornali francesi, ritenendo che il defunto fosse lo stesso Alfred, annunciarono la sua morte con toni tutt'altro che lusinghieri: Nobel fu profondamente scosso dalla condanna di questo necrologio prematuro, tanto che incominciò a temere come sarebbe stato ricordato dai posteri. Fermo nella decisione di apparire come un generoso filantropo e non come uno spietato industriale, decise di destinare il 94% della sua immensa fortuna all'istituzione di un premio da attribuire a chi rende «i maggiori servizi all'umanità» nei campi della chimica, fisica, medicina, letteratura, o nel favorire relazioni pacifiche tra i popoli della Terra. Fu così che nacque il premio Nobel, regolarmente assegnato nelle sue varie declinazioni a partire dal 1901. Ragnar Sohlman e Rudolf Lilljequist, gli esecutori delle ultime volontà di Nobel (morto nel 1896 nella sua villa a Sanremo), istituirono la fondazione Nobel per la gestione del patrimonio di Nobel (31 milioni di corone svedesi) e per la distribuzione dei premi. Il testamento di Nobel, esposto in copia a Sanremo nella Villa Nobel === Il testamento === Di seguito si riporta il testo delle disposizioni testamentarie di Nobel: Il premio, gestito dalla Fondazione Nobel, fu istituito in seguito alle ultime volontà di Alfred Bernhard Nobel (1833-1896), chimico e industriale svedese e inventore della dinamite e della balistite. La prima assegnazione dei premi risale al 1901, quando furono consegnati il premio per la pace, per la letteratura, per la chimica, per la fisiologia o la medicina e per la fisica. Non esiste invece il premio per la matematica. Dal 1969 esiste inoltre il premio per l'economia in memoria di Alfred Nobel, istituito in seguito a una donazione della banca nazionale di Svezia e da allora gestito insieme ai premi originari. I premi sono generalmente assegnati in ottobre e la cerimonia di consegna si tiene a Stoccolma presso il Konserthuset ("Sala dei concerti") il 10 dicembre, anniversario della morte del fondatore, con esclusione del premio per la pace che si assegna anch'esso il 10 dicembre, ma ad Oslo. I premi nelle specifiche discipline (fisica, chimica, fisiologia o medicina, letteratura ed economia) sono comunemente ritenuti i più prestigiosi assegnabili in tali campi. Anche il premio Nobel per la pace conferisce grande prestigio, tuttavia per l'opinabilità delle valutazioni politiche la sua assegnazione è stata qualche volta accompagnata da polemiche. Il Nobel prevede l'assegnazione di una somma di denaro. Fino al 2011 consisteva in 10 milioni di corone; dal 2012 la somma è stata ridotta del 20% ma poi nel 2017 è stata aumentata sino a 9 milioni di corone ( euro). I premi vengono ancora finanziati grazie agli interessi ottenuti sul capitale donato da Alfred Nobel, all'inizio del secolo scorso. La storia dei Nobel ha visto spesso la premiazione delle stesse persone in edizioni differenti, oppure di membri della stessa famiglia o di organizzazioni e membri di organizzazioni che nel corso degli anni hanno meritato più volte l'assegnazione del premio. === Due premi === Sono quattro le persone che hanno finora ricevuto due premi Nobel: * Marie Curie (1903 per la fisica e 1911 per la chimica); * Linus Pauling (1954 per la chimica e 1962 per la pace); * John Bardeen (1956 e 1972 per la fisica); * Frederick Sanger (1958 e 1980 per la chimica); Di queste quattro, fu il solo Linus Pauling a vincere per due volte il prestigioso premio come singola persona. === Familiari === * Tre componenti della famiglia Curie hanno ottenuto complessivamente quattro Premi Nobel; cinque con il genero: ** Marie Curie due volte, nel 1903 per la fisica e nel 1911 per la chimica; ** suo marito Pierre Curie assieme a lei nel 1903 per la fisica; ** la loro figlia Irène Joliot-Curie insieme con il marito Frédéric Joliot-Curie nel 1935 per la chimica. * I due fratelli Jan e Nikolaas Tinbergen, hanno ottenuto entrambi il premio Nobel: il primo nel 1969 per l'economia e il secondo nel 1973 per la medicina. * Roger David Kornberg, professore di biologia strutturale alla Stanford University, ha vinto il premio Nobel per la chimica nel 2006, quasi cinquant'anni dopo il padre Arthur Kornberg, anch'egli professore alla Stanford University, premiato con il premio Nobel per la medicina nel 1959. * Joseph John Thomson ricevette nel 1906 il premio Nobel per la fisica per la scoperta sperimentale dell'elettrone, particella carica negativamente responsabile della conduzione elettrica nei gas e poté assistere all'assegnazione dello stesso premio al figlio George Paget, che lo ricevette nel 1937 insieme con Clinton Joseph Davisson per esperimenti sulla diffrazione di elettroni da reticoli cristallini, dovuta al comportamento ondulatorio degli elettroni. * Niels Bohr, che ricevette il premio Nobel per la fisica nel 1922 per i suoi contributi fondamentali alla comprensione della struttura atomica e alla creazione della meccanica quantistica, non poté invece assistere all'assegnazione del premio Nobel al figlio. Infatti Aage Bohr ricevette il premio Nobel insieme con Ben Roy Mottelson e James Rainwater nel 1975, tredici anni dopo la morte del padre, per la scoperta della connessione fra moti collettivi e moti di particella nei nuclei atomici e per lo sviluppo della teoria nucleare basata su tale connessione. * William Henry Bragg e suo figlio William Lawrence Bragg vinsero il Premio Nobel per la fisica nel 1915 per i loro studi sull'analisi della struttura cristallina per mezzo dello spettroscopio a raggi X. William Lawrence Bragg fu anche il più giovane vincitore di un Nobel della storia, avendo conquistato l'ambito premio a soli venticinque anni. * Hans von Euler-Chelpin, immigrato dalla Germania in Svezia, vinse il premio Nobel per la chimica nel 1929, mentre suo figlio Ulf von Euler vinse il premio Nobel per la medicina nel 1970. * Il fisico indiano Chandrasekhara Venkata Raman vinse il premio Nobel per la fisica nel 1930 per i suoi studi sulla diffusione della luce e per la scoperta dell'effetto ottico che da lui prende nome (effetto Raman). Raman è lo zio dell'astrofisico Subrahmanyan Chandrasekhar, anch'egli premio Nobel sempre per la fisica nel 1983 (alla cui assegnazione lo zio non poté essere presente essendo deceduto 13 anni prima, come nel caso di Bohr), per i suoi studi riguardanti processi sulla struttura e l'evoluzione delle stelle e altre scoperte inerenti tra cui il limite di Chandrasekhar. * Esther Duflo e suo marito Abhijit Banerjee sono stati insigniti contemporaneamente del premio Nobel per l'economia nel 2019, con la stessa motivazione, ovvero l'approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale. === Organizzazioni === Il premio Nobel per la pace è stato attribuito più volte a persone e istituzioni legate a importanti enti internazionali. La Croce Rossa ha ricevuto il premio cinque volte: * Jean Henri Dunant (1901, fondatore della Croce Rossa); * Comitato Internazionale della Croce Rossa (1917, 1944 e 1963); * Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (1963); * Amnesty International (1977); * Medici senza frontiere (1999); * Quartetto per il dialogo nazionale tunisino (2015). Le Nazioni Unite ed enti o personaggi a essa correlati hanno ricevuto il premio nove volte * UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) (1954 e 1981); * Dag Hammarskjöld (Segretario Generale ONU) (1961); * UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia) (1965); * UNPROFOR (Forza di protezione delle Nazioni Unite) (1988); * Kofi Annan (Segretario Generale ONU) (2001); * ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) (2001); * IPCC (Comitato Intergovernativo per i Mutamenti Climatici dell'ONU) (2007). * AIEA (Agenzia internazionale per l'energia atomica) (2005) * Programma alimentare mondiale (2020) Infine l'Unione europea si è vista assegnare tale riconoscimento nel 2012. Il premio Nobel non è stato esente da critiche nella sua storia, con assegnazioni particolarmente discusse o "mancate": * 1958: lo scrittore Boris Pasternak fu costretto dal governo dell'Unione Sovietica con pressanti minacce e avvertimenti da parte del KGB a rifiutare il premio espressamente assegnatogli per il suo romanzo ''Il dottor Živago''; * 1962: James Dewey Watson, Francis Crick e Maurice Wilkins vinsero il Nobel per la medicina per i loro studi nella determinazione della struttura del DNA, poiché il loro modello fu reso possibile dai precedenti studi di Rosalind Franklin, che Wilkins mostrò a Watson a sua insaputa. Rosalind Franklin era già morta per tumore e il premio Nobel non viene assegnato postumo, pertanto al suo posto venne premiato Wilkins che era il direttore del laboratorio in cui lei lavorava. Tuttavia la sua figura non fu riconosciuta e tributata se non molti anni dopo, e il suo esser stata dimenticata è stato a più riprese ricollegato al maschilismo ancora vigente nel mondo scientifico negli anni '50; * 1964: il filosofo e scrittore Jean-Paul Sartre rifiutò il Nobel per la letteratura; * 1973: Lê Đức Thọ rifiutò il premio, asserendo che nel suo paese non vi fosse ancora la pace; * 1973: in concomitanza con il colpo di Stato in Cile che portò Augusto Pinochet al potere, Henry Kissinger fu insignito del Nobel per la pace dopo aver caldamente supportato il dittatore cileno e la deposizione di Salvador Allende; * 1994: fu assegnato il Nobel per la pace a Yasser Arafat, politico palestinese accusato di aver sostenuto la lotta armata ed il terrorismo per l'indipendenza della Palestina da Israele. Nello stesso anno fu assegnato a Shimon Peres e Yitzhak Rabin accusati di aver in passato appoggiato azioni di guerra verso il popolo palestinese. Ciò è dovuto al fatto che il premio è stato assegnato per il singolo trattato di pace, non per tutta la loro carriera politica. * 2007: Al Gore vinse con l'Intergovernmental Panel on Climate Change il Nobel per la pace per il film sul ''Una scomoda verità''. In questo documento Gore esaminava il fenomeno del riscaldamento globale imputandolo alle attività umane. Vari scienziati criticarono il documentario;, trovandovi una serie di errori e inesattezze Va anche precisato che il principale detrattore, il professor Richard S. Lindzen, fu a sua volta criticato per i finanziamenti di aziende petrolifere ricevuti da vari istituti di cui era partecipe. * 2008: il Nobel per la medicina fu assegnato a Luc Montagnier e a Françoise Barré-Sinoussi per la scoperta del virus dell'immunodeficienza umana o HIV, ma l'esclusione di Robert Gallo, che ebbe un ruolo importante in quegli studi e fu coinvolto direttamente con l'opera degli altri due ricercatori, fu a lungo criticata. * 2009: il Nobel per la pace fu assegnato al presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Questa assegnazione suscitò perplessità sulla base del fatto che Obama, essendo in carica soltanto da un anno al momento della consegna del premio, non avesse avuto il tempo di dimostrare con risultati concreti l'efficacia del suo operato a favore della pace. Inoltre queste critiche ripresero vigore quando il suo "disegno di legge per l'uscita dalla guerra in Iraq", che prevedeva il rientro di tutti i militari entro la fine di marzo 2008, non fu formalmente attuato fino al 31 agosto 2010 * 2010: il Governo cinese accolse con dissenso la notizia del Nobel per la pace a Liu Xiaobo, scrittore e dissidente politico cinese, incarcerando la moglie del designato. Liu Xiaobo era già in carcere dall'8 dicembre 2008, anche se l'arresto fu formalizzato il 23 giugno 2009 e la sentenza di carcerazione fu emessa il 25 dicembre 2009. Liu Xiaobo quindi non poté in alcun modo ritirare il premio. * 2016: il Nobel per la chimica fu assegnato a Ben Feringa, Jeanne-Pierre Savauge e J. Fraser Stoddart per la progettazione e la sintesi di macchine molecolari. Fra i pionieri di questo campo di ricerca vi erano anche Vincenzo Balzani e Jean-Marie Lehn. In particolare, per Balzani, autore dei primi studi in merito e presente assieme agli altri premiati tra le firme del lavoro scientifico che coniò il nome, numerosi docenti italiani protestarono per la mancata assegnazione. Un'ulteriore osservazione continuamente posta è l'assenza del riconoscimento per la matematica, la cui massima onorificenza è la Medaglia Fields, sebbene sia un premio quadriennale soggetto al vincolo dell'età inferiore ai 40 anni. Secondo una tesi diffusa, pur senza particolare fondamento, il premio per la matematica non sarebbe stato istituito in quanto Nobel avrebbe scoperto che una sua amante lo aveva tradito con un famoso matematico svedese, Gösta Mittag-Leffler. Istituendo il premio per la matematica l'Accademia Reale svedese lo avrebbe probabilmente assegnato proprio a Mittag-Leffler per i suoi studi sulle funzioni analitiche, sul calcolo delle probabilità e sulle equazioni differenziali omogenee.
Perl
Codice ed esecuzione di un semplice programma dimostrativo scritto in linguaggio Perl '''Perl''' è un linguaggio di programmazione ad alto livello, dinamico, procedurale e interpretato, creato nel 1987 da Larry Wall. Perl ha un singolare insieme di funzionalità ereditate da C, scripting shell Unix , Awk, sed e in diversa misura da molti altri linguaggi di programmazione, compresi alcuni linguaggi funzionali.
Benché sia molto noto come linguaggio per lo sviluppo di CGI, Perl è stato creato inizialmente come ausilio ai sistemisti, come linguaggio di manipolazione di testo e file. Infatti è anche detto '''''P'''ractical '''E'''xtraction and '''R'''eport '''L'''anguage'', ma questo è un acronimo inverso. Pertanto secondo la documentazione stessa di Perl, non vi si dovrebbe mai riferire come "PERL", ma come "Perl" o "perl" a seconda che si intenda il linguaggio in quanto tale o una specifica implementazione rispettivamente. Si è evoluto nel tempo, anche grazie ad un potente sistema di moduli, in un linguaggio a carattere più generale, comprendente l'elaborazione di immagini, l'interrogazione di banche dati, i processi di comunicazione via rete ed utilizzabile in tutti quegli ambiti in cui non siano strettamente necessarie le performance di un linguaggio compilato a un più basso livello, offrendo in aggiunta tempi di sviluppo molto più rapidi. È quindi anche utilizzato per la prototipizzazione di programmi da implementarsi in altri linguaggi. Il linguaggio è stato pensato per essere pratico; esso non è mai stato pensato per essere compatto, elegante o minimale, infatti il suo motto è riassunto nell'acronimo ''TMTOWTDI'' (There is More Than One Way To Do It), che in italiano molto indicativamente significa "c'è più di un modo per farlo". Larry Wall ha detto che l'obiettivo di Perl è «rendere le cose facili, facili, e quelle difficili, possibili» («''Make the easy things easy, and the hard things possible.»''). Perl supporta sia il paradigma procedurale che quello ad oggetti, ha potenti funzioni per l'elaborazione dei testi ed è dotato di una delle maggiori collezioni di moduli prodotte dalla sua vasta comunità di utenti. === Caratteristiche === Se a prima vista il Perl appare largamente derivato dal C, in verità ha ricevuto questa somiglianza mediata dai linguaggi di scripting delle shell. Perl è un linguaggio procedurale non tipizzato con variabili, espressioni, assegnamenti, blocchi delimitati da graffe, strutture di controllo e subroutine. Queste ultime possono essere intese come funzioni e il Perl ha numerose doti mediate dai linguaggi funzionali. Le variabili hanno un prefisso ($ per variabili scalari, @ per array, % per hash) detto ''sigillo'' e se questo in parte ha determinato la ricchezza sintattica del Perl, permette l'interpolazione delle variabili nelle stringhe. Come le shell Unix, Perl è dotato di molte funzioni di serie per i compiti più comuni come ordinamento ed accesso al sistema operativo. (In verità solo 279 nel nucleo principale del perl, contro le oltre 3000 del PHP). Perl ha preso i vettori associativi (conosciuti come 'hash') da awk e le espressioni regolari da sed. Queste semplificano e facilitano molto il parsing ed i compiti di trattamento del testo e dei dati. Inoltre c'è la possibilità di integrare codice scritto in C in un programma Perl così come viceversa (aggiungere o riscrivere parti in C/C++ in applicazioni o package Perl, o inserire un embedded Perl in programmi C). In verità con i moduli Inline:: sono diversi i linguaggi in cui possono essere definite le funzioni di un sorgente Perl. Perl è comunemente ritenuto un linguaggio interpretato, ossia che per essere eseguito viene interpretato al momento dell'esecuzione. In realtà, la prima cosa che fa l'interprete è di trasformare il codice sorgente in bytecode, un po' come Java; sul bytecode crea un grafo intermedio sul quale applica ottimizzazioni, ed è questo grafo ad essere interpretato. Questo approccio permette di limitare la lentezza tipica dei linguaggi interpretati. La versione del Perl 6, in via di sviluppo da alcuni anni, divide l'esecutore del bytecode (o virtual machine) dal linguaggio in modo tale da permetterne l'utilizzo anche da compilatori di altri linguaggi, tra cui Tcl, Python, Java, etc. La virtual machine che ne deriva sarà una nuova base per lo sviluppo di linguaggi liberi e consentirà livelli di ottimizzazioni molto elevati e indipendenza dallo sviluppo dei linguaggi sovrastanti. Nonostante il Perl 6 non sia ancora distribuito, alcune idee sono percolate nella versione stabile del Perl 5.8 e molte altre avranno un riscontro in Perl 5.10. Un prototipo del Perl 6, chiamato Pugs, è stato sviluppato in Haskell e si sta verificando una interessante fertilizzazione reciproca tra le due comunità (Perl ed Haskell). Ancora una volta è stato messo in evidenza come il Perl sia un linguaggio "socievole", che tende quindi a interagire con gli altri linguaggi e ambienti di sviluppo, siano essi: dialetti shell, altri linguaggi interpretati, linguaggi specializzati (come l'SQL), o i più comuni linguaggi compilati. Questa è la ragione che determina il successo di Perl nell'integrazione di sistemi diversi. Perl è nato in ambiente Unix e distribuito contemporaneamente con due licenze liberali, la GPL e la Licenza Artistica, è disponibile anche per i sistemi operativi Microsoft Windows e MacOS precedente alla versione Mac OS X (che appartiene alla famiglia Unix). L'implementazione per Windows più diffusa viene distribuita da una società, la ActiveState, che da un lato offre sotto una licenza libera moduli specifici per il sistema operativo Windows, dall'altro vende degli ambienti di sviluppo integrati, sia per Perl che per altri linguaggi open source quali ad esempio Python e Tcl. Benché il Perl sia stato una delle grandi novità nel campo della programmazione, il giudizio su di esso da parte della comunità di programmatori è vario: * da un lato viene giudicato negativamente per il fatto che facilita la scrittura di programmi difficili da leggere e quindi rendendo complicata la loro manutenzione (al punto che il nome del linguaggio è stato reinterpretato come ''Pathologically Eclectic Rubbish Lister''); * dall'altro viene apprezzato per la facilità di scrivere programmi potenti ma semplici, per la libertà semantica che lascia al programmatore al punto che "non c'è un unico modo di fare le cose" è uno dei modi di dire legati a Perl. Wall - che per formazione è un linguista - ritiene questa libertà semantica un pregio, in quanto più simile al linguaggio umano. Un ulteriore aspetto positivo che attrae i programmatori è l'ampia disponibilità di moduli distribuiti con licenze open source, quasi sempre le stesse di Perl. Moduli solitamente documentati bene, in quanto il linguaggio stesso offre il Pod, un modo di includere la documentazione all'interno del codice, garantendo così che assieme al modulo ci sia pure la documentazione. La comunità ha creato un sito particolare, chiamato CPAN, il quale organizza per argomenti i moduli ritenuti particolarmente validi. I moduli stessi non sono archiviati in quel sito, ma rimangono sui siti scelti dai loro autori. Infine, in quanto linguaggio interpretato e dunque sempre distribuito con il codice sorgente visibile, favorisce la pratica liberale. Altre caratteristiche importanti di Perl sono: * le variabili di default che sono definite per molte funzioni e operatori builtin del perl * la sensibilità del contesto negli assegnamenti, dove Perl sa riconoscere cosa restituire in base al left value * le espressioni regolari, che permettono la ricerca e la sostituzione di stringhe di testo descritte con caratteri speciali * le chiusure * la possibilità di applicare paradigmi di programmazione diversi, come quello funzionale o quello ad oggetti. Alcune caratteristiche del Perl, tra cui la sintassi, permettono una sintesi raramente possibile con altri linguaggi ed impossibile con linguaggi tipo Java e i sorgenti possono dunque essere molto densi di significato, tanto da risultare criptici a chi non ne conosca i rudimenti. In compenso su Internet c'è così tanta documentazione sul Perl che è possibile avvicinarsi rapidamente al linguaggio e con opportuni testi di riferimento iniziarne la strada dell'apprendimento. Il linguaggio e l'interprete vengono sviluppati da un gruppo di circa cento sviluppatori, guidati da Wall, il quale prende le decisioni finali su cosa includere nel codice. Gli sviluppatori hanno creato il Perl Institute per facilitare lo sviluppo di Perl e migliorarne la visibilità e organizzano conferenze. Wall stesso lavora per la O'Reilly, una casa editrice che sostiene attivamente il movimento Open Source. Perl fa parte degli strumenti standard dei sistemi operativi Unix. Il suo aggiornamento può essere fatto sia da Internet che tramite le distribuzioni dei sistemi operativi liberi, quali GNU/Linux, BSD, ecc. Le versioni per Windows possono anch'esse essere scaricate da Internet. Ad alcuni manuali di Perl viene allegato un CD-Rom comprendente le versioni per diversi sistemi operativi e tutti i moduli compresi nel CPAN. La comunità Perl è sovente attaccata per l'assenza di un IDE come quelli presenti per Java che rendano semplice l'avvicinamento al linguaggio da parte dei neofiti. In realtà la ricchezza espressiva del Perl rende complicata la realizzazione di un IDE che evidenzi errori di costruzione degli statement, e dati i numerosi valori di default delle funzioni base risulterebbe oltremodo difficile comprendere in automatico cosa vuole ottenere il programmatore, dove c'è un errore o forse no. Tuttavia Eclipse contiene un'estensione per il Perl e forse altri editor di codice seguiranno. === Leggere lo standard input in formato CSV e stamparne i 2 campi iniziali === #!/usr/bin/perl #con i campi puoi fare quello che vuoi while() { my @campo=split /,/; print "$campo0,$campo1\n"; } In questo esempio vi sono una serie di default che non è possibile comprendere senza una spiegazione: * è un sinonimo per che a sua volta è un iteratore su un ''filehandle'' speciale che si riferisce ai file specificati sulla riga di comando, se ve ne sono o a STDIN altrimenti ed indica l'azione di estrarre una riga da tale filehandle. Questa riga, senza ulteriori istruzioni, viene inserita in $_ che è una variabile predefinita su cui molti operatori e funzioni agiscono di default. * split prende un ''pattern'' (espressione regolare) ed a meno che non si specifichi diversamente agisce sulla variabile $_, spezzandola in corrispondenza dei punti in cui il pattern trova corrispondenza, e restituendo i pezzi rimanenti. Lo stesso programma poteva essere riscritto nella seguente forma: #!/usr/bin/perl while() { my ($campo1,$campo2)=split /,/; print "$campo1,$campo2\n"; } In questo secondo caso notiamo come sia possibile scrivere lo stesso programma in un altro modo. Esistono molte altre scritture di questo stesso breve programma. Nota: la dichiarazione ''my'' non è strettamente necessaria a meno che non si utilizzi il modulo pragmatico ''strict'', ma quest'ultimo è raccomandato dalla stragrande maggioranza di programmatori perl, insieme a ''warnings'', poiché restringe la libertà del programmatore in modi che prevengono di compiere errori di programmazione banali ma molto comuni, obbligando a pratiche di programmazione più disciplinate che in altri linguaggi sono imposte di default.
Passer domesticus
La '''passera europea''', o passera oltremontana è un uccello dei Passeridi; comunemente '''passero''' o '''passerotto''', presenta una distribuzione cosmopolita. Da non confondere con la passera d'Italia, la specie comunemente presente nella penisola italiana. Da alcuni anni la popolazione è in declino in varie parti d'Europa, senza che vi sia una causa certa.
Il piumaggio dei maschi adulti differisce dal piumaggio delle femmine e degli immaturi. Il maschio è facilmente confondibile con le altre specie del genere ''Passer'', se non fosse per il vertice grigio. La taglia è di circa 15 cm, per 32 g di peso. File:Passer domesticus f.jpg|Passera europea femmina File:Passer domesticus m.jpg|Passera europea maschio È una specie molto socievole, infatti possono stare in gruppi di una decina di esemplari e spesso si avvicinano agli umani per cercare cibo. È granivoro, ma in estate non disdegna larve e insetti. I passeri europei per liberarsi dei parassiti fanno ''bagni di terra''. Vive in media 5 o 6 anni. === Riproduzione === Uova di ''Passer domesticus domesticus'' Il maschio prepara più nidi, nei posti più disparati ma sempre comodi: sotto le tegole, negli anfratti di edifici e occasionalmente sugli alberi. La paglia è la componente principale dei suoi nidi, che poi imbottisce con piume di altri uccelli; l'ingresso del nido è sempre laterale. La femmina che si farà attirare in uno dei nidi preparati dal maschio, vi deporrà dalle 4 alle 8 uova, come arriva la primavera; la nidiata è svezzata da entrambi i genitori. === Spostamenti === Non migra e, in zone abitate, si lascia avvicinare facilmente dalle persone. Vive in stormi anche grandi ed è socievole anche nel periodo di cova. Mappa della distribuzione della passera europea: in verde scuro l'habitat naturale, in verde chiaro le zone di introduzione. Primo piano di un individuo subadulto L'areale originario di questa specie si estende dall'Europa, al Nord Africa all'Asia. A seguito di ripetute introduzioni da parte dell'uomo si è naturalizzata anche in America, in Africa australe e in Oceania, divenendo di fatto una specie a distribuzione cosmopolita. L'areale di questa specie non comprende però l'Italia (a parte alcune aree di confine). In Sicilia e in Sardegna essa è sostituita dalla passera sarda (o passero spagnolo), diffusa anche in Spagna, in Grecia e in Nordafrica, paesi nei quali può coesistere con ''Passer domesticus''. Nelle restanti regioni d'Italia è sostituita dal passero italiano (o passera d'Italia), quasi-endemismo del nostro paese (fuori d'Italia è presente in Corsica, in Canton Ticino, in aree alpine di frontiera e a Creta). In Sicilia sono presenti sia il passero spagnolo che il passero italiano. Le due specie suddette hanno abitudini e aspetto simili al congenere ''Passer domesticus''; evidente comunque la differenza nel colore della testa del maschio. Il Congresso Ornitologico Internazionale riconosce le seguenti sottospecie: *''Passer domesticus domesticus'' (Linnaeus, 1758) *''Passer domesticus balearoibericus'' von Jordans, 1923 *''Passer domesticus biblicus'' Hartert, 1904 *''Passer domesticus hyrcanus'' Zarudny & Kudashev, 1916 *''Passer domesticus persicus'' Zarudny & Kudashev, 1916 *''Passer domesticus indicus'' Jardine & Selby, 1831 *''Passer domesticus bactrianus'' Zarudny & Kudashev, 1916 *''Passer domesticus parkini'' Whistler, 1920 *''Passer domesticus hufufae'' Ticehurst & Cheesman, 1924 *''Passer domesticus tingitanus'' Loche, 1867 *''Passer domesticus niloticus'' Nicoll & Bonhote, 1909 *''Passer domesticus rufidorsalis'' Brehm, CL, 1855
Philip K. Dick
In vita noto perlopiù nell'ambito della fantascienza, la sua fama crebbe notevolmente presso la critica e il grande pubblico dopo la sua morte, in Patria così come in Europa , venendo dunque ampiamente rivalutato come un importante autore postmoderno, precursore della corrente artistico-letteraria dell'Avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari racconti e romanzi, per molti aspetti antesignani delle atmosfere tipiche del cyberpunk, sono i molteplici processi manipolativi del tessuto sociale da parte delle strutture di potere, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del "falso", l'assuefazione alle sostanze stupefacenti e i disturbi psichici a esse correlati, e l'indefessa indagine gnostico-mistica del divino.
Nato a Chicago, di parto prematuro, con la sorella gemella Jane Charlotte, in una famiglia dai legami burrascosi (la madre, da lui descritta come nevrotica, divorziò dal padre pochi anni dopo la nascita dei gemelli), Philip Dick trascorse un'infanzia e un'adolescenza solitarie e tormentate: la sorellina morì a poche settimane dalla nascita, forse a causa di un'intolleranza al latte materno. Con lei, per tutta la vita, Dick mantenne un profondo, morboso legame alimentando, nei suoi confronti, un mai sopito senso di colpa unitamente a un forte senso di incompletezza (per sua espressa volontà fu sepolto accanto a lei, in una tomba doppia). Dopo il divorzio, la madre si trasferì a Berkeley portandolo con sé. Philip era un bambino tranquillo che amava leggere e ascoltare musica classica, incoraggiato dalla madre. In California trascorse gran parte della vita. Non riuscendo ad accettare la scomparsa della sorella, a 14 anni la madre lo portò da uno psichiatra, il primo di una lunga serie. In California frequentò l'Università di Berkeley senza concludere gli studi a causa della sua militanza nel movimento contro la guerra di Corea e del suo pacifismo; per continuare gli studi universitari avrebbe dovuto sostenere un corso di addestramento – ROTC – come ufficiale della riserva, all'epoca obbligatorio, avendo problemi a causa del maccartismo di quegli anni. Incominciò a lavorare in un negozio di dischi dove conobbe la prima moglie, Jeanette Marlin (il matrimonio durò da maggio a novembre '48). Le sue affermazioni secondo cui in quel periodo avrebbe lavorato in una radio locale non sono mai state provate, anche se potrebbe aver scritto testi pubblicitari per qualche emittente di Berkeley. === Fantascienza === L'incontro con la fantascienza probabilmente avvenne per caso nel 1949 (anche se il suo primo racconto, ''Stability'', pubblicato postumo, fu scritto nel 1947), quando invece di una rivista di divulgazione scientifica acquistò per sbaglio una di fantascienza (la circostanza non è certa). Esordì nel 1952 sulla rivista ''Planet Stories''. Lasciata la prima moglie, si risposò con Kleo Apostolides (dal 14 giugno 1950 al 1959), militante comunista di origini greche. Al negozio conobbe un editore di gialli e fantascienza ed incoraggiato da Kleo pubblicò i primi romanzi e racconti. Di giorno girava per casa e di notte scriveva, leggeva e studiava il latino. Ebbe un paio di fugaci relazioni con ragazze dai lunghi capelli neri, perché da bambino aveva un'amica immaginaria, prima bimba poi ragazza, che immaginava così, figura idealizzata della perduta sorella Jane. Nel 1955 pubblicò il suo primo romanzo, ''Solar lottery''. Quando Dick si trasferì nella zona rurale di Point Reyes, a nord di San Francisco, in quella Marin County che fu l'ambientazione di diverse opere (tra tutte ''Cronache del dopobomba''), il suo matrimonio con Kleo andò in crisi. È qui che conobbe Anne Williams Rubinstein, la terza moglie (rimasero sposati dal 1º aprile 1959 all'ottobre 1965). Anne era una donna colta e di forte personalità, vedova e madre di tre figlie, che gli diede una figlia: Laura Archer (25 febbraio 1960). Dick si trasferì a casa di Anne, e per mantenere la famiglia e il tenore di vita della moglie abbandonò la fantascienza, poco remunerativa e per niente prestigiosa, per tentare di occuparsi di narrativa ''mainstream'', ma vivendo ciò come una sconfitta, di cui considerò responsabile la moglie. Nel 1962 pubblicò il romanzo distopico ''La svastica sul sole'', uno dei suoi capolavori, che l'anno dopo gli valse il prestigioso Premio Hugo. Il matrimonio comunque andò a pezzi, sia per la scarsa considerazione della moglie, sia perché Dick si convinse che la moglie avesse assassinato il precedente marito e che avrebbe fatto lo stesso con lui. Divorziarono nel 1965 e Dick si trasferì a San Francisco. === Droghe === Philip K. Dick nel 1953 Dick, oltre a farmaci contro l'asma e la tachicardia, assumeva amfetamina fin dai primi anni cinquanta, prescrittagli dallo psichiatra che gli aveva diagnosticato una lieve forma di schizofrenia; l'amfetamina era usata per combattere gli stati depressivi di cui soffriva occasionalmente. Dick sviluppò una tossicodipendenza dalla sostanza, la cui assunzione lo aiutava a sostenere altissimi ritmi produttivi. L'abuso di stimolanti raggiunse livelli allarmanti durante la seconda metà degli anni sessanta, proprio nel periodo in cui l'autore scriveva due dei suoi romanzi più importanti (''Il cacciatore di androidi'' e ''Ubik''). La rottura nel 1972 con la quarta moglie Nancy Hackett (sposata il 6 luglio 1966), che lo abbandonò assieme alla figlia Isolde Freya (ora Isa Dick Hackett), e la morte del suo carissimo amico Jim Pike, mandarono Dick a picco. Si trovò a vivere nella sua nuova casa di Hacienda Way a San Raphael con sbandati e tossicodipendenti, assumendo, oltre agli psicofarmaci, ora anche lsd e mescalina. La situazione arrivò al punto critico quando, in sua assenza, la sua abitazione subì un'effrazione durante la quale sconosciuti forzarono il suo schedario blindato (Dick fece innumerevoli ipotesi sulla loro identità, arrivando a sospettare che fossero agenti dell'FBI; a tutt'oggi la questione non è stata chiarita). In seguito Dick partecipò a una conferenza sulla fantascienza a Vancouver, in Canada, e decise di stabilirvisi. Anche l'esperienza canadese si rivelò un fallimento, a causa del continuo abuso di psicofarmaci e alla mancanza di denaro. Dick si fece ricoverare in una comunità di recupero per tossicodipendenti, la X-Kalay, un'esperienza breve che però lo aiutò a chiudere con le anfetamine. Molti eventi e situazioni di questo periodo ebbero un ruolo importante nel suo romanzo ''Un oscuro scrutare''. === Ultimo periodo === Tornato in California, Dick si stabilì alla periferia di Los Angeles e nel 1972 riprese a scrivere, anche in seguito all'incontro con Leslie (Tess) Busby (18 aprile 1973-1977), la quinta moglie, dalla quale ebbe il terzo figlio, Christopher Kenneth (25 luglio 1973). Tra il febbraio e il marzo del 1974 Dick incominciò a sentire voci e avere visioni in sogno e da sveglio. Convinto di vivere un'esperienza mistica e di essere in comunicazione con un'entità superiore, prese a scrivere, dal 1974 al 1982, l'''Esegesi'', una sterminata raccolta di appunti a carattere teologico-filosofico che alla fine conterà più di 8000 pagine, un milione di parole, a partire dai quali trasse una trilogia, ''Trilogia di Valis'' (dove Valis è l'acronimo di ''Vast active living intelligence system''). A ''Valis'' pubblicato nel 1980, seguì ''Divina invasione'' dell'anno successivo, mentre il terzo e conclusivo romanzo, ''The Owl in Daylight'', restò un abbozzo, punto d'arrivo della sua visione gnostica del divino. Nel 1977 Tess, stanca della sua follia, lo lasciò. Dick tentò il suicidio tagliandosi le vene in garage, ingerendo barbiturici a bordo della sua Fiat. Ma vomitò parte dei farmaci, le ferite erano ridicole e il motore dell'auto si spense, impedendogli di morire. Il giorno dopo telefonò allo psicoterapeuta, che lo fece immediatamente ricoverare. Nei lunghi giorni di degenza Dick giunse alla conclusione che la presenza che lo aveva sempre accompagnato nella sua travagliata esistenza era Jane, la sorella mai morta. Nella notte del 17 febbraio 1982, dopo aver rilasciato un'intervista, ebbe un primo ictus, seguito da altri nei giorni successivi. Si spense il 2 marzo a Santa Ana in California, proprio quando i diritti delle sue opere cominciavano finalmente a dargli una certa sicurezza economica e a poche settimane dall'uscita del film ''Blade Runner'', diretto da Ridley Scott, liberamente ispirato al suo ''Il cacciatore di androidi'' (''Do Androids Dream of Electric Sheep?''). Dick non poté vedere il film completato, anche se riuscì a visitarne il set. Il padre Edgar portò la salma del figlio al Riverside Cemetery di Fort Morgan, in Colorado, inumandolo accanto a quella sorella gemella che per tutta la vita lo aveva ossessionato.. Illustrazione di Frank Kelly Freas per il racconto ''Non saremo noi'' (''The Golden Man'') di Philip K. Dick, per la rivista ''If: Worlds of Science Fiction'', aprile 1954, pag. 4 Dick è oggi considerato uno dei più importanti e innovativi autori di fantascienza e, più in generale, uno dei più grandi scrittori della letteratura statunitense del secondo dopoguerra; le sue opere sono caratterizzate da un'inquieta indagine sui temi della realtà (con riprese originalissime delle riflessioni filosofiche sull'ontologia), della simulazione e del falso, della teologia cristiana (in special modo la meditazione paolina e luterana, ma soprattutto di origine gnostica), della storia e della società degli Stati Uniti, e più in generale su quel nodo di idee e problematiche noto come postmoderno o tardo capitalismo. androidi === Pessimismo e divino === Pervasa da una patina di pessimismo (senza che manchino però sprazzi di ammirazione per la dignità dell'uomo comune capace di opporsi alla prevaricazione dei potenti nei momenti cruciali, e una sotterranea fiducia nel potere salvifico dell'arte), l'opera di Dick è segnata da una profonda attenzione ai problemi psichiatrici dei vari personaggi, a una ricerca del divino che non scade mai nel dogmatismo o nel moralismo, a una meditazione non sistematica ma a tratti decisamente originale sull'idea dell'uomo e dell'umano. Tutto ciò però non è mai, neanche nelle ultime opere "teologiche", svincolato dal contesto storico in cui Dick viveva e scriveva. I suoi romanzi e racconti, sebbene spesso imperniati su ipotesi fantascientifiche, sono quasi sempre intrisi dell'atmosfera degli anni cinquanta di Eisenhower, dell'era kennediana, dell'«Estate dell'amore» del 1967, degli anni settanta, tra contestazione, più o meno diretta o esistenziale, droga e repressione, e già tratteggiano, in anticipo sui tempi, l'America reaganiana, ma anche, per tantissimi versi, il nostro presente. Molte opere di Dick prefigurano infatti situazioni e figure tipiche del mondo di oggi, attraverso la consapevolezza, di cui Dick fu portatore come pochi altri autori, dell'impatto dei mass media (televisione in testa) sulla vita quotidiana dell'uomo postmoderno. Esemplare, da questo punto di vista, è il presidente-robot di ''I simulacri'' e di ''La penultima verità'', oppure il presentatore Jason Taverner di ''Scorrete lacrime, disse il poliziotto'', una celebrità che scopre di non esistere. === Capolavori della fantascienza === A partire dalla metà degli anni cinquanta Dick incominciò a scrivere romanzi, anche in ragione del successo di vendite della sua prima opera narrativa lunga, ''Il disco di fiamma'' (1955); ma è negli anni sessanta che creò capolavori considerati oggi pietre miliari della letteratura contemporanea e non solo fantascientifica, come ''La svastica sul sole'' (''The Man in the High Castle'' nell'originale, pubblicato anche come ''L'uomo nell'alto castello''), una distopia che raffigura un mondo dove gli Alleati hanno perso la seconda guerra mondiale, dominato da nazismo e imperialismo giapponese; l'allucinato ''Le tre stimmate di Palmer Eldritch'' (prefigurante tra l'altro, in qualche misura, i giochi di ruolo e la loro diffusione); il geniale e a suo modo epico ''Noi marziani''; la complessa allegoria sociopolitica de ''I simulacri'' e il famoso ''Il cacciatore di androidi'', che ispirò il film culto ''Blade Runner''. È del 1969 il romanzo ''Ubik'', probabilmente il capolavoro di Dick, che non a caso dedicò l'opera al suo antico mentore Anthony Boucher, nel quale si manifestano tutte le sue affinità con gli scrittori postmoderni più prestigiosi (da Heller a Vonnegut a Pynchon). Da questo romanzo lo stesso Dick trasse una curiosa sceneggiatura cinematografica, decisamente troppo lunga per ricavarne un film. === Tossicodipendenza === In un periodo estremamente problematico della propria vita, caratterizzato da abuso di anfetamine, dalla rottura di tutti i propri legami sentimentali stabili e da una vita vissuta passivamente e "alla giornata" con i tanti "sbandati" che lo scrittore ospitava presso la propria abitazione, Dick toccò il fondo, fuggì da Berkeley e, dopo un breve periodo in Canada, si fece ricoverare in una comunità terapeutica per tossicodipendenti. Il periodo degli abusi di anfetamine gli fornì il materiale per alcune delle sue opere più belle, tra cui spicca lo straziante ''Un oscuro scrutare'' (''A Scanner Darkly''), da cui è stato tratto, nel 2006, il film ''A Scanner Darkly - Un oscuro scrutare''. === Ritorno in California === In seguito Dick torna in California, ma stavolta stabilendosi a sud, nell''hinterland'' di Los Angeles, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita dedicandosi alla stesura di un'enorme mole di dattiloscritti, nota come ''Esegesi'', una sorta di diario di appunti caratterizzati prevalentemente da una convulsa ricerca teologica, intrapresa con maggiore determinazione dopo l'"esperienza mistica" che Dick era convinto di aver vissuto nel febbraio-marzo del 1974, definita dall'autore stesso ''divina invasione''. Dall'esegesi nacque la cosiddetta ''Trilogia di Valis'', una triade di romanzi (gli ultimi che l'autore ebbe modo di scrivere) in cui Dick diede prova delle sue capacità come autore di fantascienza (''Divina invasione''), realistico (''La trasmigrazione di Timothy Archer'') e di quel nuovo filone narrativo che solo alla fine degli anni novanta riceverà il nome di Avantpop (''Valis''). === Temi ricorrenti === Secondo lo stesso autore e il dizionario dickiano, nell'opera di Dick possiamo individuare alcuni temi ricorrenti: * Pseudomondi: chiamati così dallo stesso autore, sono mondi narrati e narrabili solo come una continua mescolanza di reale e irreale, distorti e privati, spesso abitati da una sola persona mentre gli altri personaggi restano nei loro rispettivi mondi o vengono attirati in uno di quelli particolari. Da citare, al riguardo, sono sicuramente i romanzi ''Ubik'' e ''L'occhio nel cielo''. * La guerra: se ci limitiamo agli anni 1952-54, troviamo almeno 20 racconti che hanno la guerra come argomento centrale o di sfondo, sia essa terrestre, interplanetaria o intergalattica. Tra i più significativi troviamo ''La mente dell'astronave'', ''La svastica sul sole'', ''Follia per sette clan'', ''Il mondo che Jones creò''. La guerra è, inoltre, uno strumento usato da vari soggetti dotati o desiderosi di potere economico e politico per mantenerlo, rinsaldarlo o guadagnarne, in romanzi come ''La penultima verità'' o ''I difensori della Terra''; è l'origine della desolazione, come in ''Cronache del dopobomba''; o ancora è una guerra di cui protagonista è Dio (o qualcuno che ritiene di esserlo), mosso da una volontà che vuol essere salvifica per l'umanità, come in ''Radio libera Albemuth'' e la ''Trilogia di Valis''. * La ragazza dai capelli scuri: è una figura ricorrente, e spesso il suo ruolo è quello di mettere in crisi la consolidata percezione di realtà del protagonista, rivelandogli che è in qualche modo ingannevole; ricordiamo per esempio il racconto ''Il mondo che lei voleva''. * Le donne: sono spesso autoritarie e distruttive come ''In questo piccolo mondo'' e ''La svastica sul sole'', oppure sono donne indecise e irresolute che si innamorano dei protagonisti e lasciano a loro le sorti del proprio destino come in ''Lotteria dello spazio'' e ''Voci dalla strada''. * Tradimento del marito: i matrimoni nelle opere di Dick sono spesso infelici, tratteggiati spesso come un sogno di pace e serenità che si trasforma in un incubo; molti dei suoi personaggi decidono perciò di tradire o abbandonare la moglie, come in ''Voci dalla strada'' e ''Dottor Futuro''. * Nazismo e lingua tedesca: il nazismo è una tematica centrale o molto presente in romanzi come ''La svastica sul sole'' e ''I simulacri''; inoltre Dick utilizza non di rado parole di lingua tedesca nelle sue opere, spesso per riferimenti filosofici, ad esempio in ''Un oscuro scrutare''. Il pianeta rosso, secondo Dick, molto simile alla California * Disorientamento e vagabondaggio: spesso i personaggi di Dick sono disorientati, confusi, non di rado sotto effetto di alcol o droghe. Le sostanze psicoattive sono sovente uno degli elementi che provocano gli slittamenti di realtà di cui i personaggi fanno esperienza. Le droghe producono l'effetto di una realtà quasi corrispondente a quella "abituale" come in ''Le tre stimmate di Palmer Eldritch''; forniscono il potere di viaggiare nel tempo, come in ''Illusione di potere''; sono la causa - quelle pesanti - di una discesa all'inferno e di una piccola vittoria contro i loro produttori, costosissima sul piano umano, in ''Un oscuro scrutare''. * Dio e la religione: vi è spesso l'irruzione del divino nella realtà quotidiana come in ''L'occhio nel cielo''; o Dio si serve dei protagonisti per salvare l'umanità come in ''Radio libera Albemuth'' e la ''trilogia di Valis''; altre volte la religione e l'esperienza religiosa sono temi di romanzi e racconti. * Gli alieni e Marte: gli alieni non mancano nelle opere di Dick, spesso dotati di poteri telepatici e paranormali come in ''Guaritore galattico''; sono i nemici con cui fare la guerra come in ''L'ora dei grandi vermi''; più spesso sono esseri pacifici con cui non vi sono difficoltà di comunicazione come in ''Il mondo che Jones creò'' e ''I nostri amici di Frolix 8'' o il racconto ''Ora tocca al wub''; per poi diventare, alla fine della sua carriera, esseri divini come nella ''Trilogia di Valis''. Marte è invece per Dick la California, arida come il pianeta rosso ed è presente in romanzi come ''Le tre stimmate di Palmer Eldritch'', ''Noi marziani'' e ''I simulacri''. * Gli androidi: sono scomodi cittadini come in ''Ma gli androidi sognano pecore elettriche?''; robot che continuano le guerre degli umani come in ''La penultima verità''; vere e proprie riproduzioni umane che dimenticano di essere robot come ne ''I simulacri'' o il racconto ''Impostore''. * Il lavoro: presente in Noi marziani come la rivendicazione delle ragioni dell'individuo contro le pretese della società; fonte dei post-crediti come in ''Ubik''; monopolio di grandi aziende come in ''Le tre stimmate di Palmer Eldritch''; oppure il lavoro di commesso in un negozio di dischi (lavoro di Dick) come diversi personaggi, ad esempio in ''Voci dalla strada'' e in ''Radio libera Albemuth''. * Follia: come # Schizofrenia = che emargina il protagonista, ma forse gli permette di vedere come stanno veramente le cose, ad esempio nella ''Trilogia di Valis'' e ''L'androide Abramo Lincoln''; # Paranoia = cioè un atteggiamento non palesemente ingiustificato nei confronti del mondo, ad esempio in ''Tempo fuor di sesto'', ''Cronache del dopobomba'', ''Follia per sette clan''. La realtà in Dick è a volte un mondo illusorio in cui il personaggio è intrappolato * Poteri PSI: cioè percezioni extrasensoriali che possiedono alcuni personaggi, in qualche caso sfruttati dalla società e su cui si costruisce l'intero sistema (celebre esempio il racconto ''Rapporto di minoranza''); alle dipendenze di un personaggio come in ''Ubik'' e raramente personaggi potenti in grado di determinare il destino dell'umanità come in ''Il mondo che Jones creò''. * Stato di polizia e poliziotti: ovvero oppressivi stati di polizia descritti in romanzi come ''Redenzione immorale'', ''La svastica sul sole'', ''Radio libera Albemuth''; oppure personaggi sofferenti come in ''Un oscuro scrutare'' e ''Scorrete lacrime, disse il poliziotto''. * Realtà/illusione: tema molto caro a Dick che, per sua stessa ammissione, tutta la sua narrativa è fondata su due domande fondamentali: “Che cosa è reale?” e “Che cosa è umano?”; ma anche che “le due questioni sono in realtà una sola”. Tale tema è presente in opere come ''Labirinto di morte'', ''La città sostituita'' e ''Tempo fuor di sesto''. * Tempo: presente come linea da manipolare con la macchina del tempo come in ''Il dottor Futuro'' e ''I simulacri''; come entità della percezione che fonda l'esperienza e ha una dimensione spaziale come in ''Tempo fuor di sesto'' e ''Ubik''; oppure come tempo ortogonale con dimensioni cicliche che gli serve per legittimare la teoria di vivere nel 70 d.C. e presente in opere come ''Radio libera Albemuth''. * La morte: compare come mezzo attraverso cui vivere altre realtà, ad esempio nei romanzi ''L'occhio nel cielo'' e ''Ubik''; morte che ridà la vita come nell'opera ''In senso inverso''; infine anche come rapporto con la morte che sconvolge la vita, ad esempio nella ''Trilogia di Valis''. === L'esperienza religiosa === ==== La ragazza dai capelli scuri ==== La settimana successiva all'uscita del libro ''Scorrete lacrime, disse il poliziotto'' nel febbraio del 1974, l'autore si fece togliere due denti del giudizio, con anestesia a base di tiopental sodico. Tornato a casa, incominciò a soffrire moltissimo, e la moglie telefonò al dentista e alla farmacia per chiedere medicine. Mezz'ora dopo bussò alla porta il fattorino della farmacia: una giovane ragazza dai capelli scuri con una scintillante collana d'oro a cui era appeso un luccicante pesciolino. Il luccichio lo ipnotizzò attraverso un "raggio rosa", per cui dimenticò il dolore, le medicine e la ragione per cui quella ragazza si trovava lì. La ragazza gli spiegò che si trattava di un simbolo indossato dai cristiani delle origini. Quando la ragazza gli porse il pacchetto delle medicine, Dick fece improvvisamente un'esperienza di anamnesi, "ritrovandosi" "nel timore" d'esser scoperti dai Latini, di comunicare con segnali cifrati, vedendo materializzarsi i contorni dell'antica Roma. Dick pensò quindi di esser uno dei cristiani che si stavano segretamente preparando al ritorno di Gesù. ==== Le esperienze 2-3-74 ==== Dopo quel giorno, Dick incominciò a essere soggetto a visioni, da lui denominate "2-3-74" (abbreviazione di febbraio-marzo 1974), affermando di vivere una doppia vita: una come Philip K. Dick e una come Thomas, un cristiano perseguitato dai Romani nel I secolo d.C. Fa inoltre riferimento alla "mente razionale trascendentale" come "Zebra", "Dio" e "VALIS" (acronimo di ''Vast Active Living Intelligence System''). Dick parla di tali esperienze, prima nel romanzo semi-autobiografico ''Radio libera Albemuth'' e poi nella ''trilogia di Valis''. A rafforzare queste convinzioni erano alcuni elementi presenti nel suo romanzo ''Scorrete lacrime, disse il poliziotto'' che lui aveva sognato e introdotto nel romanzo e ricordavano passi degli Atti degli Apostoli che non aveva mai letto. Secondo lui, il messaggio del suo libro consisteva nello svelare il destino di Nixon (di cui si trova un'allusione nel personaggio del romanzo ''Radio libera Albemuth''). Tali esperienze, tra cui il raggio-rosa che lo avrebbe avvertito in tempo circa una grave malattia del figlio, sono descritte nelle sue Exegesis. ==== La convinzione della vita precedente ==== Nel 1977, nell'intervento al festival della fantascienza di Metz, Dick afferma che le sue esperienze paranormali lo avrebbero informato che i suoi romanzi e i suoi racconti fossero in un certo senso veri. L'autore crede di ricordare una vita precedente molto diversa, un'altra realtà in pratica. Crede che la realtà in cui viviamo sia fittizia, una sorta di programmazione al computer, dove ci accorgiamo che c'è qualcosa di strano solo quando una variabile viene "riprogrammata" e che i déjà vu non siano altro che indizi che in un qualche punto del passato una variabile sia stata modificata e da ciò sarebbe scaturita una realtà alternativa. Secondo lui il tempo non è reale, rifacendosi a Parmenide, crede che vediamo il tempo in cui crediamo di essere, ma in realtà ci troviamo in un altro periodo e che queste discrepanze temporali che lui ha vissuto così fortemente, ma che noi tutti viviamo ogni giorno, come detto attraverso i déjà vu, ne siano la prova. === La nomea di drogato === L'opinione largamente diffusa, ai suoi tempi e ancora oggi, di Dick che scrive le sue opere sotto l'influenza dell'LSD è solamente una leggenda, divulgata per tanti motivi (non tutti per forza negativi) da giornalisti, curatori e amici, e tollerata, quando non incoraggiata, da Dick stesso. La nomea di persona dedita agli stupefacenti, in un primo momento, gli rese bene in termini di vendite, ma alla fine si trasformò in una specie di maledizione. Dick, in realtà, non assunse mai eroina, cocaina o cannabis e le sue esperienze con l'LSD furono poche. Da una di queste esperienze, nel 1964, derivò una delle visioni del romanzo ''Labirinto di morte''; in un'altra si mise a parlare in latino (lingua studiata alle superiori) come accade in ''Valis''. Da un'assunzione di mescalina nel maggio del 1970 ricavò la trama di ''Scorrete lacrime, disse il poliziotto''. Assumeva, in compenso, fin da adolescente a causa dei suoi attacchi di panico, anfetamine, di cui abusò fra il 1970 e il 1972, in seguito al divorzio con Nancy, fino al ricovero in una clinica canadese dopo un tentativo di suicidio. === L'eredità di P.K. Dick === A partire dalla sua morte, avvenuta per infarto cardiaco, Dick ha influito profondamente con la sua opera non solo sulla fantascienza, ma sulla narrativa nordamericana in generale; ma giunse alla fama al di fuori della fantascienza solo dopo che i diversi adattamenti cinematografici delle sue opere lo fecero conoscere a un pubblico più vasto (in particolare ''Blade Runner'' di Ridley Scott). I suoi lavori sono ora tra i più popolari della fantascienza e della letteratura postmoderna in generale (Ursula K. Le Guin lo definì "il nostro Borges"), e si può affermare che da morto Dick abbia ottenuto sia la fama sia il rispetto da parte dei critici: ciò che in vita aveva a un tempo desiderato e temuto. Scartando la visione ottimistica e semplicistica della fantascienza dell'età dell'oro, Dick esplorò con continuità i temi della natura della realtà e dell'umanità nei suoi romanzi popolati di persone comuni, piuttosto che da ''élite'' galattiche. Dedicò grande attenzione all'impatto dei mass media sulla società e la politica. S'interrogò su questioni importanti della storia e della cultura degli Stati Uniti. Fu parte integrante dell'ondata postmoderna. Anticipando il genere cyberpunk, Dick esplorò l'anomia della California settentrionale in molti suoi lavori. Il suo acclamato romanzo ''La svastica sul Sole'' (o ''L'uomo nell'alto castello''), vincitore del Premio Hugo, è un lavoro pionieristico che unisce i generi dell'ucronia e della fantascienza. Ha scritto anche moltissimi racconti brevi, pubblicati in massima parte su riviste ''pulp''. Le sue opere sono caratterizzate da un senso della realtà costantemente eroso, con protagonisti che spesso scoprono che i loro cari (o anche loro stessi) sono segretamente robot, alieni, esseri soprannaturali, sottoposti a lavaggio del cervello, spie, morti o una combinazione di queste possibilità. Le opere realistiche di Dick, dapprima ignorate o incomprese dai fan della fantascienza, sono comunque degne della massima attenzione, e alcune di loro, come ''L'uomo dai denti tutti uguali'', ''In questo piccolo mondo'' e l'ultimo, ''La trasmigrazione di Timothy Archer'', tengono testa ai suoi migliori romanzi fantascientifici. Dick contribuisce alla costruzione dell'immagine letteraria della California a pari dignità con i suoi predecessori John Steinbeck e Raymond Chandler, spianando la strada alla produzione di Jonathan Lethem e di altri autori ''Avantpop'', come Steve Erickson. Durante gli anni duemila e seguenti del nuovo millennio anche i suoi romanzi dimenticati sono tornati nelle librerie (negli Stati Uniti; in italiano sono stati riediti dal 2005 al 2013). Il debito nei confronti di Dick è stato riconosciuto da significativi autori delle generazioni successive, come Jonathan Lethem negli Stati Uniti, Tommaso Pincio e Valerio Evangelisti in Italia. L'influenza di Dick è inoltre riscontrabile nelle opere di David Lynch, Alan Moore, Grant Morrison, Greg Egan, Rudy Rucker, K. W. Jeter, David Cronenberg e altri. Dick ha assunto due pseudonimi durante la sua carriera: # '''Richard Phillips''' è la firma posta sotto al racconto ''Un certo tipo di vita'' nel 1953. # '''Jack Dowland''' è il nome con cui pubblicò ''Orfeo dai piedi d'argilla''. Il protagonista di questo racconto vuole ispirare l'autore Jack Dowland, considerato il più grande scrittore di fantascienza del XX secolo. Nella storia, Dowland pubblica un breve racconto intitolato ''"Orfeo con piedi di argilla"'', con lo pseudonimo "Philip K. Dick". Il cognome Dowland si riferisce al compositore rinascimentale John Dowland, a cui ci si riferisce direttamente anche nel romanzo ''Scorrete lacrime, disse il poliziotto''. Nel romanzo ''Divina invasione'' della trilogia di Valis, il personaggio 'Linda Fox' è una cantante famosa il cui intero corpus di opere è costituito da registrazioni di composizioni di John Dowland. Inoltre, alcuni protagonisti dei racconti di Dick sono chiamati 'Dowland'. === Romanzi === In ordine di prima pubblicazione, col titolo della prima edizione italiana, più altri titoli con cui è stato pubblicato il romanzo. * ''Solar Lottery'', 1955. :''Il disco di fiamma'', Milano, A. Mondadori, 1958; poi ''Lotteria dello spazio'', Roma, Fanucci, 2005. * ''The World Jones Made'', 1956. :''Il mondo che Jones creò'', Piacenza, La Tribuna, 1965; poi ''E Jones creò il mondo'', Roma, Fanucci, 2001. * ''The Man Who Japed'', 1956. :''Redenzione immorale'', Piacenza, La Tribuna, 1964. * ''Eye in the Sky'', 1957. :''L'occhio nel cielo'', Milano, A. Mondadori, 1959. * ''The Cosmic Puppets'', 1957. :''La città sostituita'', Milano, A. Mondadori, 1962. * ''Time Out of Joint'', 1959. :''Il tempo si è spezzato'', Milano, Corriere della Sera, 1959; poi ''L'uomo dei giochi a premio'', Milano, A. Mondadori, 1968; poi ''Tempo fuori luogo'', Palermo, Sellerio, 1996; poi ''Tempo fuor di sesto'', Roma, Fanucci, 2003. * ''Dr. Futurity'', 1960. :''Il dottor Futuro'', Piacenza, La Tribuna, 1963. * ''Vulcan's Hammer'', 1960. :''Vulcano 3'', Milano, A. Mondadori, 1963. * ''The Man in the High Castle'', 1962. :''La svastica sul sole'', Piacenza, La Tribuna-Science fiction book club, 1965; poi ''L'uomo nell'alto castello'', Roma, Fanucci, 2001. * ''The Game-Players of Titan'', 1963. :''Giocatori di Titano'', Piacenza, La Tribuna, 1967; poi ''I giocatori di Titano'', Milano, Editrice Nord, 1980. * ''Martian Time-Slip'', 1964 :''Noi marziani'', Milano, Editrice Nord, 1973. * ''The Simulacra'', 1964. :''I simulacri'', Piacenza, La Tribuna-Science fiction book club, 1965. * ''Clans of the Alphane Moon'', 1964. :''Follia per sette clan'', Piacenza, La Tribuna, 1970. * ''The Penultimate Truth'', 1964. :''La penultima verità'', Piacenza, La Tribuna, 1966. * ''The Three Stigmata of Palmer Eldritch'', 1965. :''Le tre stimmate di Palmer Eldritch'', Bologna, Libra, 1970. * ''Dr. Bloodmoney, or How We Got Along After the Bomb'', 1965. :''Cronache del dopobomba'', Milano, A. Mondadori, 1965. * ''The Crack in Space'', 1966. :''Vedere un altro orizzonte'', Piacenza, La Tribuna, 1969; poi ''Svegliatevi, dormienti'', Roma, Fanucci, 2002. * ''Now Wait for Last Year'', 1966. :''Illusione di potere'', Milano, Editrice Nord, 1971. * ''The Unteleported Man'' o ''Lies, Inc.'', 1966. :''Utopia, andata e ritorno'', Piacenza, La Tribuna, 1968; poi ''Menzogne S.p.a.'', Roma, Fanucci, 2013. * ''Counter-Clock World'', 1967. :''Redivivi S.p.A.'', Milano, Dall'Oglio, 1972; poi ''Ritorno dall'aldilà'', Roma, Fanucci, 1989; poi ''In senso inverso'', Roma, Fanucci, 2001. * ''The Zap Gun'', 1967. :''Mr. Lars, sognatore d'armi'', Piacenza, La Tribuna, 1970; poi ''Il sognatore d'armi'', Milano, A. Mondadori, 1998. * ''The Ganymede Takeover'', con Ray Nelson, 1967. :''L'ora dei grandi vermi'', Milano, A. Mondadori, 1968; poi ''La conquista di Ganimede'', Roma, Fanucci, 2014. * ''Do Androids Dream of Electric Sheep?'', 1968. :''Il cacciatore di androidi'', Piacenza, La Tribuna, 1971; poi ''Cacciatore di androidi'', Milano, Editrice Nord, 1986; poi ''Blade Runner'', Roma, Fanucci, 1996; poi ''Ma gli androidi sognano pecore elettriche?'', Roma, Fanucci, 2000. * ''Ubik'', 1969. :''Ubik, mio signore'', Piacenza, La Tribuna, 1972; poi ''Ubik'', Roma, Fanucci, 1989. * ''Galactic Pot-Healer'', 1969. :''Giù nella cattedrale'', Piacenza, La Tribuna, 1979; poi ''Guaritore galattico'', Milano, Bompiani, 1996. * ''Maze of Death'', 1970. :''Labirinto di morte'', Piacenza, La Tribuna, 1974. * ''Our Friends from Frolix 8'', 1970. :''I nostri amici di Frolix 8'', Piacenza, La Tribuna, 1972; poi ''Nostri amici da Frolix 8'', Roma, Fanucci, 1995. * ''We Can Build You'', 1972. :''A. Lincoln, Androide'', Milano, De Carlo, 1974; poi ''Abramo Lincoln androide'', Roma, Fanucci, 1997; poi ''L'androide Abramo Lincoln'', Roma, Fanucci, 2005. * ''Flow My Tears, The Policeman Said'', 1974. :''Episodio temporale'', Milano, Editrice Nord, 1977; poi ''Scorrete lacrime, disse il poliziotto'', Milano, Mondadori, 1998. * ''Confessions of a Crap Artist'', 1975. :''Confessioni di un artista di merda'', Roma, Fanucci, 1996. * ''Deus Irae'', con Roger Zelazny, 1976. :''Deus Irae'', Bologna, Libra, 1977. * ''A Scanner Darkly'', 1977. :''Scrutare nel buio'', Milano, Editrice Nord, 1979; poi ''Un oscuro scrutare'', Napoli, Cronopio, 1993. * ''VALIS'', 1981. :''Valis'', in ''La trilogia di Valis'', Milano, Interno giallo, 1993. * ''The Divine Invasion'', 1981. :''Divina invasione'', Milano, A. Mondadori, 1986. * ''The Transmigration of Timothy Archer'', 1982. :''La trasmigrazione di Timothy Archer'', in ''La trilogia di Valis'', Milano, Interno giallo, 1993. * ''The Man Whose Teeth Were All Exactly Alike'', 1985. :''L'uomo dai denti tutti uguali'', Roma, Fanucci, 1999. * ''Radio Free Albemuth'', 1985. :''Radio libera Albemuth'', Roma, Fanucci, 1996. * ''Puttering About in a Small Land'', 1985. :''In questo piccolo mondo'', Roma, Fanucci, 2003. * ''In Milton Lumky Territory'', 1985. :''In terra ostile'', Torino, Einaudi, 1999. * ''Humpty Dumpty in Oakland'', 1986. :''Lo stravagante mondo di Mr. Fergesson'', Roma, Fanucci, 2012. * ''Mary and the Giant'', 1987. :''Mary e il gigante'', Roma, Fanucci, 2000. * ''The Broken Bubble'', 1988 (ma 1956). :''Il cerchio del robot'', Roma, Fanucci, 2013. * ''Nick and the Glimmung'', 1988. per bambini :''Nick e il Glimmung'', Milano, A. Mondadori, 1994. * ''Gather Yourselves Together'', 1994. :''Il paradiso maoista'', Roma, Fanucci, 2007. * ''Voices From The Street'', 2007. :''Voci dalla strada'', Roma, Fanucci, 2008. === Racconti === Nota: le opere sono elencate in ordine di pubblicazione. Da ''L'occhio nel cielo'' fino alla ''trilogia di Valis'', uno dei temi ricorrenti nell'opera di Dick è l'irruzione del divino nella realtà quotidiana ;1947 :''Stabilità'' (''Stability''; scritto nel 1947, ma pubblicato solo nel 1987) ;1952 :''Beyond Lies the Wub'' (''Ora tocca al wub'') :''The Gun'' (''Il cannone'') :''The Little Movement'' (''Minibattaglia'') :''The Skull'' (''Il teschio'') ;1953 miniatura :''The Builder'' (''La barca'') :''Colony'' (''Colonia'') :''The Commuter'' (''Il sobborgo dimenticato'' o ''Il pendolare'') :''The Cookie Lady'' (''La signora dei biscotti'') :''The Cosmic Poachers'' (''Pirati cosmici'') :''The Defenders'' (''I difensori della Terra'') :''Expendable'' (''Un uomo a rischio'') :''The Eyes Have It'' (''Invasione oculare'') :''The Great C'' (''Il grande C'') :''The Hanging Stranger'' (''L'impiccato'') :''The Impossible Planet'' (''Pianeta impossibile'') :''Impostor'' (''Impostore'') :''The Indefatigable Frog'' (''L'infaticabile ranocchio'') :''The Infinities'' (''Cavie'') :''The King of the Elves'' (''Il re degli elfi'') :''The Variable Man'' (''L'uomo variabile'') :''Martians Come in Clouds'' (''Nuvole marziane'') :''Mr. Spaceship'' (''La mente dell'astronave'') :''Out in the Garden'' (''In giardino'') :''Paycheck'' (''I labirinti della memoria'')(''Previdenza)'' :''Piper in the Woods'' (''I pifferai'') :''Planet for Transients'' (''Pianeta alieno'') :''The Preserving Machine'' (''La macchina salvamusica'') :''Project: Earth'' (''Progetto: Terra'') :''Roog'' (''Ruug'') :''Second Variety'' (''Modello Due'') :''Some Kinds of Life'' (''Un certo tipo di vita'') :''The Trouble with Bubbles'' (''Il mondo in una bolla'') :''The World She Wanted'' (''Il mondo che lei voleva'') :''Tony and the Beetles'' (''Tony e i coleotteri'') ;1954 :''A World of Talent'' (''Il mondo dei mutanti'') :''The Last of the Master'' (''L'ultimo dei capi'') :''Adjustment Team'' (''Squadra riparazioni'') :''Beyond the Door'' (''Dietro lo sportello'') :''Breakfast at Twilight'' (''Colazione al crepuscolo'') :''The Crawlers'' (''Quelli che strisciano'') :''The Crystal Crypt'' (''La cripta di cristallo'') :''The Exhibit Piece'' (''Il padiglione del passato'') :''The Father-thing'' (''La Cosa-padre'') :''The Golden Man'' (''Non saremo noi'') :''James P. Crow'' (''Jeams P. Crow'') :''Jon's World'' (''Il mondo di Jon'') :''Meddler'' (''Il fattore letale'') :''Of Withered Apples'' (''Mele avvizzite'') :''A Present for Pat'' (''Un regalo per Pat'') :''Prize Ship'' (''La nave nemica'') :''Progeny'' (''Progenie'') :''Prominent Author'' (''Un autore importante'') :''Sales Pitch'' (''Vendete e moltiplicatevi'') :''Shell Game'' (''Rivolta contro la Terra'') :''The Short Happy Life of the Brown Oxford'' (''Breve vita felice di una scarpa marrone'') :''Small Town'' (''Piccola città'') :''Souvenir'' (''Souvenir'') :''Strange Eden'' (''Strano Eden'') :''Survey Team'' (''Squadra di ricognizione'') :''Time Pawn'' (''Il dottor futuro'') :''The Turning Wheel'' (''La ruota cosmica'') :''Upon the Dull Earth'' (''Sulla monotona Terra'') ;1955 :''Autofac'' (''Autofac'') :''Captive Market'' (''Commercio temporale'') :''The Chromium Fence'' (''Saltare il fosso'') :''Foster, You're Dead!'' (''Foster, sei morto!'') :''The Hood Maker'' (''Il fabbricante di cappucci'') :''Human Is'' (''Umano è'') :''The Mold of Yancy'' (''Yancy'') :''Nanny'' (''Nanny'') :''Psi-man Heal My Child!'' (''Psi'') :''Service Call'' (''Servizio assistenza'') :''A Surface Raid'' (''Un'incursione in superficie'') :''Vulcan's Hammer'' (''Vulcano 3'') :''War Veteran'' (''Veterano di guerra'') Nelle sue descrizioni di sinistre città futuristiche ipertecnologiche, Dick anticipò le atmosfere del cyberpunk (nell'immagine il Sony Center di Berlino) ;1956 :''A Glass of Darkness'' (''La città sostituita'') :''Minority Report'' (''Rapporto di minoranza'') :''Pay for the Printer'' (''Diffidate delle imitazioni'') :''To Serve the Master'' (''Al servizio del padrone'') ;1957 :''Misadjustment'' (''Le illusioni degli altri'') :''The Unreconstructed M'' (''La macchina'') ;1958 :''Null-o'' (''Non-o'') ;1959 :''Explorers We'' (''Tornando a casa'') :''Fair Game'' (''Selvaggina pregiata'') :''Recall Mechanism'' (''Meccanismo di ricordo'') :''War Game'' (''Il gioco della guerra'') ;1963 :''All We Marsmen'' (''Noi marziani'') :''The Days of Perky Pat'' (''I giorni di Perky Pat'') :''If There Were No Benny Cemoli'' (''Se non ci fosse Benny Cemoli'') :''Stand-by'' (''Presidente di riserva'') :''What'll We Do With Ragland Park?'' (''Cosa ne facciamo di Ragland Park?'') ;1964 :''Cantata 140'' (''Svegliatevi, dormienti'') :''A Game of Unchance'' (''Giocate e vincete'') :''Novelty Act'' (''Uno show originale'') :''Oh, to be a Blobel!'' (''Oh, essere un blobel!'') :''Orpheus with Clay Feet'' (''Orfeo dai piedi d'argilla'') :''Precious Artifact'' (''Il gatto'') :''The Little Black Box'' (''I seguaci di Mercer'') :''The Unteleported Man'' (''Utopia, andata e ritorno'') :''The War with the Fnools'' (''Bacco, tabacco e... Fnools!'') :''Waterspider'' (''Pulce d'acqua'') :''A Terran Odyssey'' (''Odissea sulla Terra'') :''What the Dead Men Say'' (''Quel che dicono i morti'') ;1965 :''Project Plowshare'' (''Mrs. Lars, sognatore d'armi'') :''Retreat Syndrome'' (''Sindrome regressiva'') ;1966 :''Holy Quarrel'' (''Teologia per computer'') :''We Can Remember It for You Wholesale'' (''Ricordiamo per voi'' o ''Ricordi in vendita'') :''Your Appointment Will Be Yesterday'' (''Il suo appuntamento è fissato per ieri'') ;1967 :''Faith of Our Fathers'' (''La fede dei nostri padri'') :''Return Match'' (''Partita di ritorno'') ;1968 :''Not By Its Cover'' (''Legatura di pelle'') :''The Story To End All Stories'' (''Il racconto che mette fine a tutti i racconti'') ;1969 :''A. Lincoln, Simulacrum'' (''A. Lincoln, androide'') :''The Electric Ant'' (''Le formiche elettriche'') ;1972 :''Cadbury, the Beaver Who Lacked'' (''Cadbury, il castoro scarso'') ;1974 :''The Different Stages of Love'' :''The Pre-persons'' (''Le pre-persone'') :''A Little Something for Us Tempunauts'' (''Noi temponauti'') ;1979 :''The Exit Door Leads In'' (''L'ultimo test'') ;1980 :''I Hope I Shall Arrive Soon'' (''Spero di arrivare presto'') :''Rautavaara's Case'' (''Il caso di Rautavaara'') :''Chains of Air, Web of Aethyr'' (''Catene d'aria, ragnatela d'etere'') ;1981 :''The Alien Mind'' (''La mente aliena'') ;1984 :''Strange Memories of Death'' (''Strani ricordi di morte'') ;1987 :''The Day Mr. Computer Fell Out of Its Tree'' (''Il giorno che il signor Computer uscì di testa'') :''The Eye of the Sibyl'' (''L'occhio della sibilla'') :''Stability'' (''Stabilità''; scritto nel 1947, ma pubblicato solo nel 1987) :''Fawn, Look Back'' ;1988 :''Goodbye, Vincent'' ;1989 :''11-17-80'' ;2010 :''Menace React'' (frammento) === Saggi === * ''How To Build a Universe That Doesn't Fall Apart Two Days Later'', 1978-1985. :''Come costruire un universo che non cada a pezzi dopo due giorni'', in ''Se vi pare che questo mondo sia brutto'', Milano, Feltrinelli, 1999. * ''The Dark Haired Girl'', 1988. :''La ragazza dai capelli scuri'', Roma, Fanucci, 2014. === Raccolte === * ''The collected stories of Philip K. Dick'' :''Tutti i racconti. Le presenze invisibili'', 4 voll., ::1, Milano, Interno giallo-Mondadori, 1994. ISBN 88-04-38520-0. ::2. 1954, Milano, Mondadori, 1995. ISBN 88-04-40192-3. ::3. 1955-1963, Milano, Mondadori, 1996. ISBN 88-04-41615-7. ::4. 1964-1981, Milano, Mondadori, 1997. ISBN 88-04-43337-X. * ''I racconti inediti'', 2 voll., Roma, Fanucci, 1995. ISBN 88-347-0445-2 e ISBN 88-347-0461-4. * ''Short stories collection'', 4 voll., :''Vol. 1'' ::''Tutti i racconti 1947-1953'', Roma, Fanucci, 2006. ISBN 88-347-1211-0. :''Vol. 2'' ::''Tutti i racconti 1954'', Roma, Fanucci, 2008. ISBN 978-88-347-1404-1. :''Vol. 3'' ::''Tutti i racconti 1955-1963'', Roma, Fanucci, 2009. ISBN 978-88-347-1497-3. :''Vol. 4'' ::''Tutti i racconti 1964-1981'', Roma, Fanucci, 2009. ISBN 978-88-347-1552-9. === Epistolario === * ''The Selected Letters of Philip K. Dick, 1938-1971''. Novato, California: Underwood-Miller, 1997 ISBN 0-88733-169-6 * ''The Selected Letters of Philip K. Dick, 1972-1973''. Novato, California: Underwood-Miller, 1994 ISBN 0-88733-161-0 * ''The Selected Letters of Philip K. Dick, 1974''. Novato, California: Underwood-Miller, 1991 ISBN 0-88733-104-1 * ''The Selected Letters of Philip K. Dick, 1975-1976''. Novato, California: Underwood-Miller, 1993 ISBN 0-88733-111-4 * ''The Selected Letters of Philip K. Dick, 1977-1979''. Novato, California: Underwood-Miller, 1993 ISBN 0-88733-120-3 * ''Blade Runner'' (1982) di Ridley Scott è basato sul romanzo ''Il cacciatore di androidi''. * ''Atto di forza'' (1990) di Paul Verhoeven è basato sul racconto ''Ricordiamo per voi''. * ''Confessions d'un Barjo'' (1992) di Jérôme Boivin è basato sul romanzo ''Confessioni di un artista di merda''. * ''Screamers - Urla dallo spazio'' (1995) di Christian Duguay è basato sul racconto ''Modello Due''. * ''Impostor'' (2001) di Gary Fleder è basato sul racconto ''Impostore'', come peraltro una serie di telefilm degli anni sessanta. Esiste, di questo racconto, un adattamento italiano (''L'impostore''), prodotto dalla RAI nel 1981 per la serie ''Il fascino dell'insolito'', in cui il ruolo di Spencer Olham, protagonista della storia, era interpretato da Adalberto Maria Merli. * ''Minority Report'' (2002) di Steven Spielberg è basato sul racconto ''Rapporto di minoranza''. * ''Paycheck'' (2003) di John Woo è basato sul racconto ''I labirinti della memoria''. * ''A Scanner Darkly - Un oscuro scrutare'' (2006) di Richard Linklater è basato sul romanzo ''Un oscuro scrutare''. * ''Next'' (2007) di Lee Tamahori è basato sul racconto ''Non saremo noi''. * ''Radio Free Albemuth'' (2010) di John Alan Simon è basato sul romanzo ''Radio libera Albemuth''. * ''I guardiani del destino'' (2011) di George Nolfi è basato sul racconto ''Squadra riparazioni''. * ''Total Recall - Atto di forza'' (2012) di Len Wiseman è un remake del film del 1990 e secondo adattamento del racconto ''Ricordiamo per voi''. * Il racconto ''Strani ricordi di morte'' è stato adattato nell'omonimo cortometraggio (''Strange Memories of Death'') da parte degli Yates House Studios, che non hanno però ottenuto i diritti per distribuirlo. * ''Minority Report'' - serie TV (2015). * ''The Man in the High Castle'' - serie TV (2015), basata sul romanzo ''La svastica sul sole''. * ''Philip K. Dick's Electric Dreams'' - serie TV (2017), basata su vari racconti dell'autore === Nel cinema === * Alcune scene di ''Terminator'' (''The Terminator'', 1984), e l'idea della guerra futura dove androidi assassini cercano di intrufolarsi nei rifugi camuffandosi da esseri umani, rimandano in modo chiaro a ''Second Variety'' (''Modello due'', anche ''Screamers''), nonostante non sia presente alcun riferimento nei titoli del film. L'altra grande opera che ha ispirato ''Terminator'' sembra essere stata il racconto di Harlan Ellison ''Soldier''. Anche ''Ranxerox'' di Stefano Tamburini e Tanino Liberatore sembra essere stato fonte d'ispirazione per il film, almeno a detta di Liberatore. * La sceneggiatura di ''The Truman Show'' (1998) di Peter Weir presenta alcune analogie con il romanzo ''Tempo fuor di sesto'', anche se non vi sono conferme di una reale influenza del libro sul film: sia nella pellicola sia nel romanzo di Dick il protagonista vive inconsapevolmente in una realtà fittizia - rappresentata da una tranquilla cittadina della California - sotto la vigilanza di alcuni osservatori consapevoli (ad esempio il vicino di casa, gli addetti alla riparazione delle strade). A differenza del film, nel romanzo l'intera cittadina (tranne i già citati soggetti "controllori") risulta inconsapevole della realtà fittizia in cui sta vivendo, essendo composta da soggetti volontariamente sottopostisi al lavaggio del cervello per dimenticare la loro precedente vita (anche se in condizioni di stress riacquistano alcuni gesti automatici della vita precedente). * Il film ''eXistenZ'' (1999), di David Cronenberg, contiene un esplicito riferimento al racconto ''I giorni di Perky Pat'' e al romanzo ''Le tre stimmate di Palmer Eldritch'': sul sacchetto del fast food da cui mangiano Jennifer Jason Leigh e Jude Law in una scena del film si legge infatti "''Perky Pat''". Alcune tematiche del film sono inoltre chiaramente ispirate a questo romanzo e all'opera dickiana in genere. * ''Waking Life'' (2001), diretto da Richard Linklater, è un film che riflette sulla sottile linea che separa lo stato di sonno e quello di veglia. Nell'ultima scena il regista stesso parla delle esperienze dickiane. * La trilogia di ''Matrix'' (1999-2003), delle sorelle Wachowski, tratta alcuni temi centrali nell'opera di Dick, tra i quali l'alienazione, l'esistenza di diversi ''piani di realtà'', e la presenza di una entità superiore non umana (in ''Matrix'', l'Architetto) che controlla i destini umani. Tra i romanzi più vicini alla trilogia di Matrix si possono citare ''Valis, Ubik'' e ''La svastica sul sole''. Chiari riferimenti a Matrix si trovano anche nei saggi inseriti in ''Se vi pare che questo mondo sia brutto'' dove Philip K. Dick espone le sue teorie filosofico-religiose. * Il concetto di "Viaggio nel Subconscio" e di "Architettura Onirica" su cui si basa il film ''Inception'' ricordano molto da vicino il romanzo ''Ubik'', e anche i personaggi, ognuno con una particolare capacità di alterare la realtà, ricordano da vicino la squadra di Joe Chip. * Il film ''The Island'' appare ispirato al libro ''La penultima verità'', con cui condivide buona parte della trama, con una parte di umanità schiava inconsapevole degli abitanti la superficie. Altre ispirazioni dickiane sono rintracciabili in pellicole come ''Apri gli occhi'' e ''Dark City.'' === Nella letteratura === * Nel romanzo ''L'anno dei dodici inverni'' di Tullio Avoledo, è dipinto un futuro prossimo in cui Philip Dick è considerato un profeta e un santo, involontario fondatore della ''Chiesa della Divina Bomba'', con ispirazione dalle sue opere, in particolare ''Cronache del dopobomba'' e l'''Esegesi''. * Risente fortemente dell'influenza di Dick il romanzo ''La falce dei cieli'' di Ursula K. Le Guin. === Nei fumetti === * Nell'albo a fumetti italiano Dylan Dog'' n. 137 ''intitolato ''La città perduta'', l'indagatore dell'incubo vive la stessa esperienza del protagonista del romanzo di Dick ''La città sostituita''. === Nella musica === Il gruppo impro-jazz Kongrosian prende il proprio nome dal personaggio Richard Kongrosian. La caratteristica del personaggio, che appare nel romanzo ''I simulacri'', è quella di essere un pianista telecinetico, capace di suonare attraverso l'uso della sola mente. Il gruppo ha recentemente pubblicato per l'etichetta Aut Records un album intitolato come un racconto minore di Dick, ''The exit door leads in'', ed esplicitamente dedicato alla memoria dello scrittore trent'anni dopo la sua morte. * Premio Hugo ** Miglior romanzo *** 1963 – ''La svastica sul sole'' (vincitore) *** 1975 – ''Flow My Tears, The Policeman Said'' (candidato) ** Miglior racconto *** 1968 – ''Faith of Our Fathers'' (candidato) * Premio Nebula ** Miglior romanzo *** 1965 – ''Dr. Bloodmoney'' (candidato) *** 1965 – ''The Three Stigmata of Palmer Eldritch'' (candidato) *** 1968 – ''Do Androids Dream of Electric Sheep?'' (candidato) *** 1974 – ''Flow My Tears, The Policeman Said'' (candidato) *** 1982 – ''The Transmigration of Timothy Archer'' (candidato) * Bettanin, Giuliano. '' Terrore psicologico e paure sociali nella fantascienza di Philip K. Dick'', in Belphegor * Butler, Andrew M. (2000). ''Philip K. Dick''. Pocket Essentials. ISBN 1-903047-29-3 * Butler, Andrew M. (2007). ''Philip K. Dick''. Enlarged edition Pocket Essentials. ISBN 978-1-904048-92-3 * * Carrère, Emmanuel, ''Io sono vivo, voi siete morti,'' traduzione Federica e Lorenza Di Lella, Milano, Adelphi, 2016, ISBN 9788845930874 (prima edizione italiana ''Philip Dick 1928-1982: una biografia'', Roma-Napoli, Theoria, 1996. ISBN 88-241-0473-8) * De Angelis, Valerio Massimo and Umberto Rossi (eds.) (2006). ''Trasmigrazioni: I mondi di Philip K. Dick''. Le Monnier. ISBN 978-88-00-20475-0 * De Feo, Linda, ''Dal corpo al cosmo'', Napoli, Cronopio, 2001. ISBN 88-85414-69-9 * Frasca, Gabriele (2007). ''L'oscuro scrutare di Philip K. Dick''. Meltemi. ISBN 978-88-8353-538-3 * Kerman, Judith B. (ed.). ''Retrofitting Blade Runner: Issues in Ridley Scott's'' Blade Runner ''and Philip K. Dick's'' Do Androids Dream of Electric Sheep, (1991). Rpt. Madison: The University of Wisconsin Press, (1995). ISBN 978-0-87972-510-5 * Kucukalic, Lejla (2008). ''Philip K. Dick: Canonical Writer of the Digital Age''. London: Routledge. ISBN 978-0-415-96242-1 * Lemant, Aurélien (2012). ''TRAUM: Philip K. Dick, le martyr onirique''. Editions Le Feu Sacré. ISBN 978-2-9541294-1-9 * Link, Eric Carl (2010). ''Understanding Philip K. Dick. Columbia: The University of South Carolina Press''. ISBN 978-1-57003-855-6 * Mackey, Douglas A. (1988). ''Philip K. Dick''. Twayne. ISBN 0-8057-7515-3 * Matteuzzi, Francesco e Pierluigi Ongarato, ''Philip K. Dick'', Padova, BeccoGiallo, 2012. ISBN 978-88-97555-14-8 * McKee, Gabriel. (2004). ''Pink Beams of Light from the God in the Gutter: The Science-Fictional Religion of Philip K. Dick''. University Press of America. ISBN 0-7618-2673-4 * Mullen, R.D. (editor). (1992). ''On Philip K. Dick: 40 Articles from Science-Fiction Studies''. SF-TH. 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Primavera
Un campo fiorito durante la stagione primaverile. La '''primavera''' è una delle quattro stagioni in cui si divide l'anno, viene dopo l'inverno e precede l'estate.
Le posizioni del Sole e della Terra nel corso delle stagioni. Nell'emisfero boreale la stagione ha inizio attorno al 20 marzo, in coincidenza dell'equinozio. Il termine indicativo è invece fissato al 21 giugno, prima che si verifichi il solstizio estivo. Per quanto riguarda l'emisfero australe la primavera occupa il periodo dal 23 settembre al 21 dicembre, ovvero in corrispondenza dell'autunno boreale. In senso meteorologico la stagione va dal 1º marzo al 31 maggio nella metà superiore del globo, e dal 1º settembre al 30 novembre nell'altro emisfero. Dal punto di vista dell'astrologia la primavera si caratterizza per l'ingresso del Sole nel segno zodiacale dell'Ariete, per il transito in quello del Toro e per l'uscita da quello dei Gemelli. Un paesaggio in occasione dell'equinozio primaverile. In occasione dell'equinozio, si registra una parità nelle ore diurne e notturne. Successivamente le giornate acquisiscono progressiva lunghezza, fino a toccare il punto massimo sul finire della stagione. Elemento che contraddistingue la primavera è la rinascita della natura, col rifiorimento di piante e campi. === Nella cultura di massa === L'immaginario collettivo riconduce alla primavera la stagione della rinascita, dopo un letargo metaforicamente rappresentato dall'inverno. Secondo ricerche e studi condotti in America, nascere in tale stagione conferirebbe un maggior benessere psicologico. L'astrologia occidentale associa alla stagione i segni di Ariete, Toro e Gemelli. Primavera'', dipinto di Giuseppe Arcimboldo (Museo del Louvre, Parigi) Tra i quattro elementi classici la primavera corrisponde all'aria, tra le età della vita all'infanzia e all'adolescenza, tra i punti cardinali all'Est, fra i temperamenti umorali al sanguigno, tra le parti della giornata al mattino, tra le fasi dell'opera alchemica all''albedo''. In Italia le principali festività della stagione sono: * Pasqua, festa mobile che cade di domenica nel periodo tra il 22 marzo e 25 aprile. Alla festa sono collegate la settimana santa (ovvero quella precedente) e il lunedì dell'Angelo, ossia il giorno successivo. * l'anniversario della liberazione d'Italia, celebrato il 25 aprile.; * la festa del lavoro, che ricorre il primo giorno di maggio. * la festa della Repubblica Italiana, calendarizzata al 2 giugno. Durante la primavera cade anche il pesce d'aprile, celebrato il primo giorno di tale mese. Il termine viene dal latino «vēr», riconducibile al termine sanscrito «vas», cioè «splendere».
Pinaceae
Le '''Pinacee''' sono una famiglia di alberi dell'ordine Pinales, che hanno in comune il fatto che le foglie sono aghiformi.
Solitamente sono piante sempreverdi, fanno eccezione i larici (''Larix'' e ''Pseudolarix''). In relazione ai loro organi riproduttivi sono piante monoiche. * aghi inseriti singolarmente sui ramuli ** aghi appiattiti, disposti solitamente in due o più serie opposte *** pigne erette: ''Abies'' (per es. abete bianco) *** pigne pendule: ''Pseudotsuga'' o ''Tsuga'' ** aghi a sezione rombica, disposti tutt'intorno ai rami, con pigne pendule: ''Picea'' (per es. abete rosso) * Aghi riuniti in mazzetti da 2-3-5 o 10-40 ** mazzetti di 2-3-5 aghi: ''Pinus'' (per es. pino silvestre, pino da pinoli) ** mazzetti di 10-40 aghi *** sempreverdi: ''Cedrus'' *** perde gli aghi in autunno: ''Larix'' (per es. larice comune) La famiglia comprende i seguenti generi e specie: * ''Abies'' **''Abies alba'' Mill. - abete bianco **''Abies amabilis'' (Douglas) Douglas ex J.Forbes - abete amabile **''Abies balsamea'' (L.) Mill. - abete balsamico **''Abies beshanzuensis'' M.H.Wu - abete di Baishanzu **''Abies × borisii-regis'' Mattf. - abete bulgaro **''Abies bracteata'' (D.Don) Poit. - abete di Santa Lucia **''Abies cephalonica'' Loudon - abete di Cefalonia **''Abies chensiensis'' Tiegh. - abete di Shensi **''Abies cilicica'' (Antoine & Kotschy) Carrière - abete della Cilicia **''Abies concolor'' (Gordon) Lindl. ex Hildebr. - abete bianco del Colorado **''Abies delavayi'' Franch. - abete di Delavay **''Abies densa'' Griff. - abete del Bhutan **''Abies durangensis'' Martínez - abete del Durango **''Abies fabri'' (Mast.) Craib - abete di Faber **''Abies fanjingshanensis'' W.L.Huang, Y.L.Tu & S.Z.Fang - abete del Fanjingshan **''Abies fargesii'' Franch. - abete di Farges **''Abies firma'' Siebold & Zucc. - abete giapponese **''Abies flinckii'' Rushforth - abete messicano **''Abies forrestii'' Coltm.-Rog. - abete di Forrest **''Abies fraseri'' (Pursh) Poir. - abete di Fraser **''Abies grandis'' (Douglas ex D.Don) Lindl. - abete bianco americano **''Abies guatemalensis'' Rehder - abete del Guatemala **''Abies hickelii'' Flous & Gaussen - abete di Hickel **''Abies hidalgensis'' Debreczy, I.Rácz & Guízar **''Abies holophylla'' Maxim. - abete di Manciuria **''Abies homolepis'' Siebold & Zucc. - abete di Nikko **''Abies jaliscana'' (Martínez) Mantilla, Shalisko & A.Vázquez **''Abies kawakamii'' (Hayata) Ito - abete di Taiwan **''Abies koreana'' E.H.Wilson - abete coreano **''Abies lasiocarpa'' (Hook.) Nutt. - abete delle rocce **''Abies magnifica'' A.Murray bis - abete rosso della California **''Abies mariesii'' Mast. - abete di Maries **''Abies nebrodensis'' (Lojac.) Mattei - abete siciliano, abete dei Nebrodi **''Abies nephrolepis'' (Trautv. ex Maxim.) Maxim. - abete di Khinghan **''Abies nordmanniana'' (Steven) Spach - abete del Caucaso **''Abies numidica'' de Lannoy ex Carrière - abete algerino **''Abies pindrow'' (Royle ex D.Don) Royle - abete di Pindrow **''Abies pinsapo'' Boiss. - abete spagnolo **''Abies procera'' Rehder - abete nobile **''Abies recurvata'' Mast. - abete di Min **''Abies religiosa'' (Kunth) Schltdl. & Cham. - abete sacro **''Abies sachalinensis'' (F.Schmidt) Mast. - abete di Sakhalin **''Abies sibirica'' Ledeb. - abete siberiano **''Abies spectabilis'' (D.Don) Mirb. - abete dell'Himalaya orientale **''Abies squamata'' Mast. - abete fioccato **''Abies veitchii'' Lindl. - abete di Veitch **''Abies vejarii'' Martínez - abete di Vejar **''Abies yuanbaoshanensis'' Y.J.Lu & L.K.Fu - abete dell'Yuanbaoshan **''Abies ziyuanensis'' L.K.Fu & S.L.Mo - abete dello Ziyuan * ''Cathaya'' ** ''Cathaya argyrophylla'' Chun & Kuang * ''Cedrus'' ** ''Cedrus atlantica'' (Endl.) Manetti ex Carrière - cedro dell'Atlante ** ''Cedrus libani'' A.Rich. - cedro del Libano ** ''Cedrus deodara'' (Roxb. ex D.Don) G.Don - cedro dell'Himalaya * ''Keteleeria'' ** ''Keteleeria davidiana'' (C.E.Bertrand) Beissn. ** ''Keteleeria evelyniana'' Mast. ** ''Keteleeria fortunei'' (A.Murray bis) Carrière * ''Larix'' ** ''Larix czekanowskii'' Szafer ** ''Larix decidua'' Mill. - larice comune ** ''Larix gmelinii'' (Rupr.) Kuzen. ** ''Larix griffithii'' Hook.f. ** ''Larix kaempferi'' (Lamb.) Carrière - larice del Giappone ** ''Larix laricina'' (Du Roi) K.Koch ** ''Larix lyallii'' Parl. - larice alpino ** ''Larix mastersiana'' Rehder & E.H.Wilson ** ''Larix occidentalis'' Nutt. - larice occidentale ** ''Larix potaninii'' Batalin ** ''Larix sibirica'' Ledeb. - larice siberiano * ''Nothotsuga'' ** ''Nothotsuga longibracteata'' (W.C.Cheng) H.H.Hu ex C.N.Page * ''Picea'' ** ''Picea abies'' (L.) H.Karst. - abete rosso o peccio comune ** ''Picea × albertiana'' S.Br. - peccio bianco occidentale ** ''Picea alcoquiana'' (H.J.Veitch ex Lindl.) Carrière ** ''Picea asperata'' Mast. ** ''Picea aurantiaca'' Mast. ** ''Picea austropanlanica'' Silba ** ''Picea brachytyla'' (Franch.) E.Pritz. ** ''Picea breweriana'' S.Watson ** ''Picea chihuahuana'' Martínez ** ''Picea crassifolia'' Kom. ** ''Picea engelmannii'' Parry ex Engelm. ** ''Picea farreri'' C.N.Page & Rushforth ** ''Picea × fennica'' (Regel) Kom. - peccio finlandese ** ''Picea glehnii'' (F.Schmidt) Mast. ** ''Picea jezoensis'' (Siebold & Zucc.) Carrière ** ''Picea koraiensis'' Nakai ** ''Picea koyamae'' Shiras. ** ''Picea laxa'' (Münchh.) Sarg. - peccio bianco ** ''Picea likiangensis'' (Franch.) E.Pritz. ** ''Picea linzhiensis'' (W.C.Cheng & L.K.Fu) Rushforth ** ''Picea × lutzii'' Little ** ''Picea mariana'' (Mill.) Britton, Sterns & Poggenb. ** ''Picea martinezii'' T.F.Patt. ** ''Picea maximowiczii'' Regel ex Mast. ** ''Picea meyeri'' Rehder & E.H.Wilson ** ''Picea morrisonicola'' Hayata ** ''Picea neoveitchii'' Mast. ** ''Picea × notha'' Rehder ** ''Picea obovata'' Ledeb. ** ''Picea omorika'' (Pancic) Purk. - peccio di Serbia ** ''Picea orientalis'' (L.) Peterm. ** ''Picea polita'' (Siebold & Zucc.) Carrière ** ''Picea pungens'' Engelm. - peccio del Colorado ** ''Picea purpurea'' Mast. ** ''Picea retroflexa'' Mast. ** ''Picea rubens'' Sarg. - peccio rosso ** ''Picea schrenkiana'' Fisch. & C.A.Mey. ** ''Picea sitchensis'' (Bong.) Carrière - peccio di Sitka ** ''Picea smithiana'' (Wall.) Boiss. ** ''Picea spinulosa'' (Griff.) A.Henry ** ''Picea wilsonii'' Mast. * ''Pinus'' **''Pinus albicaulis'' Engelm. - pino dalla corteccia bianca **''Pinus amamiana'' Koidz. - **''Pinus aristata'' Engelm.- pino dai coni setolosi delle montagne Rocciose / pino dai coni setolosi del Colorado **''Pinus arizonica'' Engelm. - **''Pinus armandii'' Franch. - pino di Armand **''Pinus attenuata'' Lemmon - **''Pinus ayacahuite'' Ehrenb. ex Schltdl. - pino bianco messicano **''Pinus balfouriana'' Balf. - pino coda di volpe **''Pinus banksiana'' Lamb. - pino di Banks **''Pinus bhutanica'' Grierson, D.G.Long & C.N.Page - **''Pinus brutia'' Ten. - pino calabro / pino calabrese **''Pinus bungeana'' Zucc. ex Endl. - **''Pinus canariensis'' C.Sm. - pino delle Canarie **''Pinus caribea'' Morelet - **''Pinus cembra'' L. - pino cembro o cirmolo **''Pinus cembroides'' Zucc. - **''Pinus clausa'' (Chapm. ex Engelm.) Vasey ex Sarg. - **''Pinus contorta'' Douglas ex Loudon - pino contorto / pino di Lodgepole / pino da carpenteria **''Pinus coulteri'' D.Don - pino di Coulter **''Pinus cubensis'' Griseb. - **''Pinus culminicola'' Andresen & Beaman - **''Pinus dahurica'' (Turcz.) Ledeb. - **''Pinus dalatensis'' Ferré - **''Pinus densata'' Mast. - **''Pinus densiflora'' Siebold & Zucc. - **''Pinus devoniana'' Lindl. - **''Pinus douglasiana'' Martínez - **''Pinus durangensis'' Martínez - **''Pinus echinata'' Mill. - **''Pinus edulis'' Engelm. - pino del Colorado **''Pinus elliottii'' Engelm. - pino della Florida del sud **''Pinus engelmannii'' Carrière - **''Pinus eremitana'' Businský - **''Pinus fenzeliana'' Hand.-Mazz. - **''Pinus flexilis'' E.James - **''Pinus fragilissima'' Businský - **''Pinus gerardiana'' Wall. ex D.Don - **''Pinus glabra'' Walter - **''Pinus greggii'' Engelm. ex Parl. - **''Pinus hakkodensis'' Makino - **''Pinus halepensis'' Mill. - pino d'Aleppo / pino di Aleppo / pino di Gerusalemme **''Pinus hartwegii'' Lindl. - **''Pinus heldreichii'' H.Christ - pino loricato **''Pinus henryi'' Mast. - **''Pinus herrerae'' Martínez - **''Pinus hwangshanensis'' W.Y.Hsia - **''Pinus jaliscana'' Pérez de la Rosa - **''Pinus jeffreyi'' A.Murray - **''Pinus kesiya'' Royle ex Gordon - **''Pinus koraiensis'' Siebold & Zucc. - pino di Corea **''Pinus krempfii'' Lecomte - **''Pinus lambertiana'' Douglas - **''Pinus latteri'' Mason - **''Pinus lawsonii'' Roezl ex Gordon - **''Pinus leiophylla'' Schiede ex Schltdl. & Cham. - **''Pinus longaeva'' D.K.Bailey - pino setoloso dell'ovest **''Pinus luchuensis'' Mayr - **''Pinus lumholtzii'' B.L.Rob. & Fernald - **''Pinus luzmariae'' Pérez de la Rosa - **''Pinus massoniana'' Lamb. - pino rosso cinese / pino massone **''Pinus maximartinezii'' Rzed. - **''Pinus maximinoi'' H.E.Moore - **''Pinus merkusii'' Jungh. & de Vriese - pino di Sumatra / pino di Merkus **''Pinus monophylla'' Torr. & Frém. - **''Pinus montezumae'' Lamb. - **''Pinus monticola'' Douglas ex D.Don - pino bianco occidentale / pino argentato **''Pinus morrisonicola'' Hayata - **''Pinus mugo'' Turra - pino mugo **''Pinus muricata'' D.Don - **''Pinus nelsonii'' Shaw- **''Pinus nigra'' J.F.Arnold- pino nero o pino austriaco **''Pinus occidentalis'' Sw. - **''Pinus oocarpa'' Schiede - **''Pinus orthophylla'' Businský - **''Pinus pallasiana'' D. Don - **''Pinus palustris'' Mill. - pino giallo / pino palustre / pino pece / pino grasso **''Pinus parviflora'' Siebold & Zucc. - **''Pinus patula'' Schiede ex Schltdl. & Cham. - pino jelecote **''Pinus peuce'' Griseb. - pino macedone **''Pinus pinaster'' Aiton - pino marittimo / pinastro / pino chiappino / pino da fastelli **''Pinus pinceana'' Gordon - **''Pinus pinea'' L. - pino domestico / pino da pinoli / pino a ombrello **''Pinus ponderosa'' Douglas ex C.Lawson - pino ponderoso / pino giallo occidentale **''Pinus praetermissa'' Styles & McVaugh - **''Pinus pringlei'' Shaw - **''Pinus pseudostrobus'' Lindl. - **''Pinus pumila'' (Pall.) Regel - **''Pinus pungens'' Lamb. - **''Pinus quadrifolia'' Parl. ex Sudw. - **''Pinus radiata'' D.Don - pino insigne / pino di Monterrey **''Pinus remota'' (Little) D.K.Bailey & Hawksw. - **''Pinus resinosa'' Aiton - **''Pinus rigida'' Mill. - pino rigido **''Pinus roxburghii'' Sarg. - pino dell'Himalaya **''Pinus rzedowskii'' Madrigal & M.Caball. - **''Pinus sabiniana'' Douglas - **''Pinus serotina'' Michx. - **''Pinus sibirica'' Du Tour - pino siberiano **''Pinus squamata'' X.W.Li - **''Pinus strobiformis'' Engelm. - **''Pinus strobus'' L. - pino strobo / pino di Weymouth / pino bianco / pino bianco canadese **''Pinus stylesii'' Frankis ex Businský - **''Pinus sylvestris'' L. - pino silvestre / pino comune / pino di Scozia / pino di Riga / pino di Norvegia **''Pinus tabuliformis'' Carrière - pino di Manciuria / pino cinese **''Pinus taeda'' L. - **''Pinus taiwanensis'' Hayata - **''Pinus tecunumanii'' F.Schwerdtf. ex Eguiluz & J.P.Perry - **''Pinus teocote'' Schied. ex Schltdl. & Cham. - **''Pinus thunbergii'' Parl. - pino nero giapponese **''Pinus torreyana'' Parry ex Carrière - **''Pinus tropicalis'' Morelet - **''Pinus virginiana'' Mill. - **''Pinus wallichiana'' A.B.Jacks. - pino dell'Himalaya / pino di Wallich **''Pinus wangii'' Hu & W.C.Cheng - **''Pinus yunnanensis'' Franch. - pino di Birmania / pino yunnan * ''Pseudolarix'' ** ''Pseudolarix amabilis'' (J.Nelson) Rehder - falso larice * ''Pseudotsuga'' ** ''Pseudotsuga japonica'' (Shiras.) Beissn. ** ''Pseudotsuga macrocarpa'' (Vasey) Mayr ** ''Pseudotsuga menziesii'' (Mirb.) Franco - abete di Douglas ** ''Pseudotsuga sinensis'' Dode * ''Tsuga'' ** ''Tsuga canadensis'' (L.) Carrière - tsuga orientale ** ''Tsuga caroliniana'' Engelm. ** ''Tsuga chinensis'' (Franch.) Pritz. ** ''Tsuga diversifolia'' (Maxim.) Mast. ** ''Tsuga dumosa'' (D.Don) Eichler ** ''Tsuga forrestii'' Downie ** ''Tsuga heterophylla'' (Raf.) Sarg. - tsuga occidentale ** ''Tsuga mertensiana'' (Bong.) Carrière ** ''Tsuga sieboldii'' Carrière
Picea
'''''Pìcea''''' Mill. è un genere di circa 40 specie di conifere sempreverdi della famiglia Pinaceae, note come '''pecci''', che si possono trovare nelle regioni temperate e boreali dell'emisfero settentrionale. Sono grandi alberi, alti da 20 m fino a oltre 90 m e si distinguono facilmente per i loro rami tutti circondati da foglie aghiformi e il portamento conico-piramidale.
''Picea abies'' I pecci sono alberi ornamentali, ammirati per il loro portamento simmetrico e il fogliame sempreverde. I pecci si distinguono dagli abeti (in senso stretto) per le pigne pendule (gli ''Abies'' hanno le pigne erette). Come per gli abeti, le foglie (aghi) sono inserite singolarmente sui rametti e non riunite in mazzetti, come nei generi pini, larici e cedri. Ogni singola foglia è attaccata al rametto da una struttura a forma di tappo chiamata pulvino. Gli aghi cadono quando hanno raggiunto 4-10 anni di età, lasciando i rametti ruvidi con i pulvini rimasti: questo permette di riconoscerli dagli altri generi dove i rametti senza foglie rimangono pressoché lisci. Il genere comprende le seguenti specie: *''Picea abies'' (L.) H.Karst. - abete rosso *''Picea × albertiana'' S.Br. *''Picea alcoquiana'' (H.J.Veitch ex Lindl.) Carrière - peccio di Alcock **''Picea alcoquiana'' var. ''acicularis'' (Maxim. ex Beissn.) Fitschen **''Picea alcoquiana'' var. ''reflexa'' (Shiras.) Fitschen *''Picea asperata'' Mast. - peccio del drago **''Picea asperata'' var. ''notabilis'' Rehder & E.H.Wilson **''Picea asperata'' var. ''ponderosa'' Rehder & E.H.Wilson *''Picea aurantiaca'' Mast. *''Picea austropanlanica'' Silba *''Picea brachytyla'' (Franch.) E.Pritz. - peccio di Sargent **''Picea brachytyla'' var. ''complanata'' (Mast.) W.C.Cheng ex Rehder *''Picea breweriana'' S.Watson - peccio di Brewer *''Picea chihuahuana'' Martínez - peccio del Chihuahua *''Picea crassifolia'' Kom. *''Picea engelmannii'' Parry ex Engelm. - peccio di Engelmann **''Picea engelmannii'' subsp. ''mexicana'' (Martínez) P.A.Schmidt *''Picea farreri'' C.N.Page & Rushforth - peccio birmano *''Picea × fennica'' (Regel) Kom. *''Picea glehnii'' (F.Schmidt) Mast. - peccio di Sachalin *''Picea jezoensis'' (Siebold & Zucc.) Carrière - peccio di Jezo **''Picea jezoensis'' subsp. ''hondoensis'' (Mayr) P.A.Schmidt **''Picea jezoensis'' var. ''koreana'' Uyeki *''Picea koraiensis'' Nakai - peccio coreano **''Picea koraiensis'' var. ''pungsanensis'' (Uyeki) Farjon *''Picea koyamae'' Shiras. - peccio di Koyama *''Picea laxa'' (Münchh.) Sarg. *''Picea likiangensis'' (Franch.) E.Pritz. - peccio del Likiang **''Picea likiangensis'' var. ''hirtella'' W.C.Cheng **''Picea likiangensis'' var. ''montigena'' (Mast.) W.C.Cheng **''Picea likiangensis'' var. ''rubescens'' Rehder & E.H.Wilson *''Picea linzhiensis'' (W.C.Cheng & L.K.Fu) Rushforth *''Picea × lutzii'' Little *''Picea mariana'' (Mill.) Britton, Sterns & Poggenb. - peccio nero *''Picea martinezii'' T.F.Patt. - Peccio di Martinez *''Picea maximowiczii'' Regel ex Mast. - peccio di Maximowicz **''Picea maximowiczii'' var. ''senanensis'' Hayashi *''Picea meyeri'' Rehder & E.H.Wilson - peccio di Meyer *''Picea morrisonicola'' Hayata - peccio di Taiwan *''Picea neoveitchii'' Mast. - peccio di Veitch *''Picea × notha'' Rehder *''Picea obovata'' Ledeb. - peccio siberiano *''Picea omorika'' (Pancic) Purk. - abete serbo *''Picea orientalis'' (L.) Peterm. - peccio del Caucaso *''Picea polita'' (Siebold & Zucc.) Carrière *''Picea pungens'' Engelm. - peccio del Colorado *''Picea purpurea'' Mast. - peccio purpureo *''Picea retroflexa'' Mast. *''Picea rubens'' Sarg. - peccio rosso *''Picea schrenkiana'' Fisch. & C.A.Mey. - peccio di Schrenck ** ''Picea schrenkiana'' subsp. ''tianschanica'' (Rupr.) Bykov *''Picea sitchensis'' (Bong.) Carrière - peccio di Sitka *''Picea smithiana'' (Wall.) Boiss. - peccio dell'Himalaya *''Picea spinulosa'' (Griff.) A.Henry - peccio del Sikkim *''Picea wilsonii'' Mast. - peccio di Wilson Sulla base della forma degli aghi, delle squame e delle linee stomatifere si distinguono 3 sezioni: * Sezione Eupicea: comprende specie con aghi romboidali con stomi su 4 facce, coni a scaglie sottili con squame molto appressate fino alla maturazione. Ne fanno parte: **''Picea abies'' **''Picea obovata'' (Russia settentrionale) **''Picea orientalis'' (Caucaso) **''Picea pungens'' (Arizona) * Sezione Omorika: comprende specie con aghi più o meno appiattiti con 2 linee stomatiche sulla faccia esterna al rametto. Coni con scaglie rigide larghe e rigide. Ne fanno parte: **''Picea breweriana'' (California – Oregon) **''Picea omorika'' (Serbia) * Sezione Casicta: comprende specie con aghi quadrangolari appiattiti, stomi su pagina superiore e inferiore, coni con scaglie sottili con margine sinuoso. Ne fanno parte: **''Picea engelmannii'' (America Nord – Ovest) **''Picea sitchensis'' (America Nord ovest) La sola specie spontanea in Italia è il peccio comune (''Picea abies''), detto anche "abete rosso". Alcune specie (''Picea abies'' e ''Picea omorika'' tra tutte) sono largamente usati come alberi di Natale. Il loro legno ha molti usi, dall'edilizia alla liuteria; è anche una delle principali fonti per la produzione di carta. La resina era usata in passato per la produzione di pece, prima dell'avvento della petrolchimica. Si pensa infatti che il nome ''picea'' possa derivare dal latino ''pix'', "pece" appunto. Gli abitanti dell'America settentrionale usavano un tempo le radici sottili di alcune specie per intrecciare canestri e legare insieme pezzi di tronchi di betulla per costruire canoe.
Passeridae
I '''Passeridi''' sono una famiglia di uccelli dell'ordine Passeriformes, a cui appartengono i passeri e i fringuelli alpini.
Sono passeracei di piccola taglia, con becchi conici robusti ed appuntiti, ali ampie e smussate, e code relativamente corte; la colorazione del piumaggio si presenta in varie combinazioni di marrone, beige, grigio, bianco e nero, talora anche giallo. I passeridi sono ampiamente diffusi in Europa, Africa e Asia. Popolazioni introdotte e naturalizzate esistono nelle Americhe, in Australia, e in altre parti del mondo, in particolare nelle aree urbane. Per esempio, il passero domestico o passera europea (''Passer domesticus'') è attualmente diffuso in gran parte del Nord America, in molte aree urbane densamente popolate del Sud America, e in quasi tutti gli stati dell'Australia. Prediligono gli habitat aperti, quali praterie, deserti, e macchie, e si trovano a loro agio anche nei contesti urbani. Alcune specie, come la passera mattugia (''Passer montanus''), si trovano anche nei boschi. L'occhialino cannella delle Filippine (''Hypocryptadius cinnamomeus'') è l'unico passeride noto che popola la canopia della foresta nebulosa. La famiglia Passeridae comprende i seguenti generi e specie: ''Passer moabiticus'' ''Passer melanurus'' ''Passer luteus'' ''Montifringilla nivalis'' * Genere ''Hypocryptadius'' ** ''Hypocryptadius cinnamomeus'' Hartert, 1903 - occhialino cannella * Genere ''Passer'' Brisson, 1760 ** ''Passer ammodendri'' Gould, 1872 - passero del Saxaul ** ''Passer domesticus'' Linnaeus 1758 - passero domestico o passera europea ** ''Passer italiae'' (Vieillot, 1817) - passera d'Italia o passero italiano ** ''Passer hispaniolensis'' Temminck 1820 - passera sarda o passera spagnola ** ''Passer pyrrhonotus'' Blyth, 1845 - passero della giungla di Sind ** ''Passer castanopterus'' Blyth, 1855 - passero somalo ** ''Passer cinnamomeus'' (Gould, 1836) - passero cannella ** ''Passer flaveolus'' Blyth, 1845 - passero domestico di Pegu ** ''Passer moabiticus'' Tristram, 1864 - passero del mar Morto ** ''Passer iagoensis'' (Gould, 1838) - passera di Capo Verde ** ''Passer motitensis'' (A.Smith, 1836) - passero maggiore ** ''Passer insularis'' P.L.Sclater & Hartlaub, 1881 - passero di Socotra ** ''Passer hemileucus'' Ogilvie-Grant & H.O.Forbes, 1899 ** ''Passer rufocinctus'' Finsch & Reichenow, 1884 - passero rossiccio del Kenya ** ''Passer shelleyi'' Sharpe, 1891 - passera rossiccia di Shelley ** ''Passer cordofanicus'' Heuglin, 1871 - passera rossiccia del Kordofan ** ''Passer melanurus'' (Statius Müller, 1776) - passero del Capo ** ''Passer griseus'' (Vieillot, 1817) - passero testagrigia ** ''Passer swainsonii'' (Rüppell, 1840) - passero di Swainson ** ''Passer gongonensis'' (Oustalet, 1890) - passero beccogrosso ** ''Passer suahelicus'' Reichenow, 1904 - passero swahili ** ''Passer diffusus'' (A.Smith, 1836) - passera testagrigia meridionale ** ''Passer simplex'' (Lichtenstein, 1823) - passero del deserto ** ''Passer zarudnyi'' Pleske, 1896) - passera del deserto asiatica ** ''Passer montanus'' (Linnaeus, 1758) - passero mattugio ** ''Passer luteus'' (Lichtenstein, 1823) - passero dorato ** ''Passer euchlorus'' (Bonaparte, 1850) - passero dorato arabico ** ''Passer eminibey'' (Hartlaub, 1880) - passero castano * Genere ''Carpospiza'' von Muller, 1854 ** ''Carpospiza brachydactyla'' Bonaparte, 1850 - passera lagia chiara * Genere ''Petronia'' Kaup, 1829 ** ''Petronia petronia'' (Linnaeus, 1766) - passera lagia * Genere ''Gymnoris'' ** ''Gymnoris superciliaris'' Blyth, 1845 - petronia golagialla ** ''Gymnoris dentata'' (Sundevall, 1850) - passera lagia minore ** ''Gymnoris pyrgita'' (Heuglin, 1862) - petronia macchiagialla ** ''Gymnoris xanthocollis'' (Burton, 1838) - passera lagia golagialla * Genere ''Montifringilla'' C.L.Brehm, 1828 ** ''Montifringilla nivalis'' (Linnaeus, 1766) - fringuello alpino ** ''Montifringilla henrici'' (Oustalet, 1892) - fringuello alpino del Tibet ** ''Montifringilla adamsi'' Adams, 1859 - fringuello alpino di Adams * Genere ''Onychostruthus'' ** ''Onychostruthus taczanowskii'' (Przewalski, 1876) - fringuello alpino groppabianca * Genere ''Pyrgilauda'' ** ''Pyrgilauda davidiana'' J.Verreaux, 1871 - fringuello alpino di Padre David ** ''Pyrgilauda ruficollis'' (Blanford, 1871) - fringuello alpino collorossiccio ** ''Pyrgilauda blanfordi'' (Hume, 1876) - fringuello alpino di Blanford ** ''Pyrgilauda theresae'' (Meinertzhagen, 1937) - fringuello alpino dell'Afghanistan
Passer
'''''Passer''''' Brisson, 1760 è un genere di uccelli passeriformi della famiglia Passeridae. Questo genere, oltre a dare il nome all'intero ordine ''Passeriformes'', viene individuato insieme a ''Triceratops'' per definire il clade ''Dinosauria'', comprendente appunto i due generi suddetti, il loro ultimo antenato comune e tutti i loro discendenti.
Il genere ''Passer'' comprende le seguenti specie: *''Passer ammodendri'' Gould, 1872 - passero del Saxaul *''Passer domesticus'' Linnaeus 1758 - passero domestico o passera europea *''Passer hispaniolensis'' Temminck 1820 - passera sarda o passera spagnola *''Passer pyrrhonotus'' Blyth, 1845 - passero della giungla di Sind *''Passer castanopterus'' Blyth, 1855 - passero somalo *''Passer rutilans'' (Temminck, 1836) - passero cannella *''Passer flaveolus'' Blyth, 1845 - passero domestico di Pegu *''Passer moabiticus'' Tristram, 1864 - passero del mar Morto *''Passer iagoensis'' (Gould, 1838) - passero di Capo Verde *''Passer motitensis'' (A.Smith, 1836) - passero maggiore *''Passer insularis'' P.L.Sclater & Hartlaub, 1881 - passero di Socotra *''Passer hemileucus'' Ogilvie-Grant & H.O.Forbes, 1899 *''Passer rufocinctus'' Finsch & Reichenow, 1884 - passero rossiccio del Kenya *''Passer shelleyi'' Sharpe, 1891 - passera rossiccia di Shelley *''Passer cordofanicus'' Heuglin, 1871 - passera rossiccia del Kordofan *''Passer melanurus'' (Statius Müller, 1776) - passero del Capo *''Passer griseus'' (Vieillot, 1817) - passero testagrigia *''Passer swainsonii'' (Rüppell, 1840) - passero di Swainson *''Passer gongonensis'' (Oustalet, 1890) - passero beccogrosso *''Passer suahelicus'' Reichenow, 1904 - passero swahili *''Passer diffusus'' (A.Smith, 1836) - passera testagrigia meridionale *''Passer simplex'' (Lichtenstein, 1823) - passero del deserto *''Passer zarudnyi'' Pleske, 1896 - *''Passer montanus'' (Linnaeus, 1758) - passero mattugio *''Passer luteus'' (Lichtenstein, 1823) - passero dorato *''Passer euchlorus'' (Bonaparte, 1850) - passero dorato arabico *''Passer eminibey'' (Hartlaub, 1880) - passero castano *''Passer italiae'' (Vieillot, 1817) - passera d'Italia o passero italiano Nel 2006 BirdLife International ha svolto un'indagine sulla popolazione dei passeri in Gran Bretagna. La ricerca ha rilevato che negli ultimi 30 anni c'è stata una diminuzione del 50% del numero totale dei passeri. Nello stesso anno, in Italia la Lipu, in collaborazione con il Centro italiano studi ornitologici, ha avviato la campagna ''S.O.S. Passeri'' per monitorare la popolazione dei passeri anche in Italia: i dati rilevati concordano con quelli analizzati da Birdlife. Alcuni esempi: * A Livorno, si è riscontrata la diminuzione della popolazione di ''Passer italiae'' del 53,6% e del ''Passer montanus'' del 42,2%. * A Firenze, la popolazione di ''Passer italiae'' è calata del 20%, quella del ''Passer montanus'' del 45%. * A Roma la diminuzione della popolazione si attesta tra il 60 e l'80%, in linea con i dati delle altre capitali europee. * Nel Nord dell'Italia la diminuzione è del 50%, in particolare nelle aree rurali il calo è stato del 27% per il ''Passer italiae'', del 38% per il ''Passer montanus'' e del 38% per il ''Passer hispaniolensis''. Le cause principali ipotizzate sono l'inquinamento atmosferico, l'uso eccessivo dei fitofarmaci e l'espansione urbanistica, nonché l'accumulo di metalli pesanti e altre sostanze chimiche negli uccelli. Attualmente (maggio 2009) il monitoraggio è ancora in corso.
Passeriformes
I '''passeriformi''' sono un ordine di uccelli, comprendente circa 5.300 specie , raccolte in circa 110 famiglie , numeri che ne fanno il più grande ordine ascritto alla classe. Il nome dell'ordine deriva dal latino e significa "dalla forma simile a quella di un passero", in riferimento a una delle specie più diffuse e conosciute ascritte ai Passeriformi.
I Passeriformi comprendono forme perlopiù di piccole dimensioni, più di rado medie: la specie più piccola viene considerata ''Myiornis ecaudatus'', coi suoi 6,5 cm di lunghezza e 4,2 g di peso, mentre le specie di maggiori dimensioni sono gli uccelli lira del genere ''Menura'' ed alcune specie di uccello del paradiso che superano il metro di lunghezza grazie anche alle lunghe penne caudali, e quelle più pesanti sono il corvo abissino ed il corvo imperiale, che raggiungono il chilo e mezzo di peso.Le dimensioni delle specie nostrane di Passeriformi sono comprese fra i 9,5 cm e 5 g del regolo e i 65 cm e 1300 g del corvo imperiale. Nonostante la grande varietà di forme e livree, tutti i passeriformi sono accomunati da diverse caratteristiche: * 14 vertebre cervicali (tranne che per gli Eurylaimidae); * Siringe in posizione tracheo-bronchiale; * Palato osseo di tipo egitognato, ossia con i palatini a contatto tra di essi, ed il vomere separato dagli pterigoidei e conformato con estremità larga e tronca; * Sterno provvisto generalmente di due intaccature posteriori e con carena sempre ben sviluppata; * Ali con 9 o 10 remiganti primarie ben sviluppate ed una sola serie di grandi copritrici; * La coda presenta solitamente 12 timoniere (fanno eccezione gli uccelli lira che ne possiedono 16); * La conformazione delle zampe, che presentano 4 dita, per lo più libere sino alla base, sempre inserite allo stesso livello all'estremità del segmento tarso-metatarso. Le zampe dei passeriformi presentano anisodattilia, ossia un solo dito (il pollice, che in genere è il più grosso) che è rivolto indietro rispetto agli altri e non può essere ruotato davanti, conformazione correlata con lo specifico adattamento alla prensione dei rami. Il pollice, inoltre, è fornito di un'unghia più lunga, rivolta all'indietro. Non esistono passeriformi con zampe palmate: anche le pochissime specie che vivono spesso in acqua o che prendono cibo nell'acqua (per esempio il merlo acquaiolo) hanno zampe normali. Tuttavia, in alcune specie di Cotingidae è presente una parziale fusione del secondo e del terzo dito a livello del terzo basale. Anche la conformazione della coscia è frutto di adattamento alla prensione: è presente un tendine che percorre l'intera zampa e causa la contrazione delle dita quando la zampa si piega, ad esempio durante l'atterraggio su un ramo o l'appollaiamento, caratteristica molto utile ad esempio quando l'uccello riposa fra la vegetazione; * Spermatozoi dalla conformazione particolare; Il becco ha varia foggia, in relazione anche ai vari regimi alimentari ed ai particolari adattamenti evolutivi. === Alimentazione === Un passero si nutre di semi: la maggior parte dei passeriformi ha dieta almeno parzialmente granivora. Una femmina di passero con un insetto nel becco: molte specie di passeriformi sono invece prevalentemente insettivore. La stragrande maggioranza di passeriformi ha dieta insettivora o granivora, non di rado combinate assieme con una preferenza maggiore per l'una o l'altra componente. Eccezioni a questa regola sono costituite da alcune famiglie che vivono nelle foreste pluviali (uccelli del paradiso, i tyranni e i cotinga) e si nutrono quasi esclusivamente di frutta, dalle averle e dai grossi corvidi che sono perlopiù carnivori. In linea di massima si può affermare che tutti i passeriformi in una certa misura, almeno in primavera e per l'allevamento della prole, sono in parte insettivori (od animalivori in senso più lato), mentre i tipici insettivori spesso sono granivori parzialmente verso l'autunno. nettarinia di Hunter su un fiore di cactus: le nettarinie si nutrono perlopiù di nettare. Il becco riflette la dieta dell'animale a cui appartiene: specie che si nutrono di semi duri (frosone, pirenesti ecc.) avranno becchi tozzi e massicci, mentre specie prevalentemente insettivore (merlo acquaiolo, rigogolo, rondini, ecc.) avranno becco più sottile e allungato. Alcune specie presentano becchi di foggia inusuale: è il caso dei crocieri, che si nutrono quasi esclusivamente di semi di conifere, per estrarre i quali hanno un caratteristico becco incrociato, o di nettarinie e succiamiele, che per evoluzione convergente occupano la stessa nicchia ecologica dei colibrì.Per alcune specie è stato documentato anche l'uso di strumenti durante il procacciamento del cibo: è il caso ad esempio di ''Cactospiza pallida'' delle isole Galapagos, che si serve di una piccola bacchetta o una spina di cactus tenuta nel becco per stanare gli insetti che vivono negli anfratti. === Riproduzione === golatagliata: nonostante il dimorfismo sessuale, si tratta di uccelli monogami. I passeriformi presentano costumi riproduttivi anche differenti, ma con dei tratti fondamentali comuni. La maggior parte delle specie è monogama, tuttavia non vi è una correlazione fra il dicromatismo sessuale (colorazione più accesa nel maschio) ed eventuali costumi riproduttivi poligami: gli estrildidi, ad esempio, presentano dimorfismo sessuale nella colorazione anche molto marcato, pur essendo rigidamente monogami con le coppie che passano assieme l'intera esistenza. Il corteggiamento consiste frequentemente in parate canore in cui il maschio gorgheggia rivolto alla femmina per conquistarla: alcune specie (uccelli del paradiso, galletti di roccia, uccelli lira) presentano corteggiamenti particolarmente spettacolari con parate di piume. passero repubblicano: molti passeriformi mostrano nidi dalle fogge complesse. Il nido viene costruito da ambedue i sessi intrecciando fibre vegetali ed imbottendone l'interno con lanugine e piumino, oppure utilizzando fango e detriti da far rapprendere (è il caso delle rondini): tipicamente esso è a coppa, ma in alcune specie (come gli uccelli tessitori, gli itteri e gli uccelli fornai) può raggiungere forme elaborate. Gli uccelli giardiniere dell'Oceania costruiscono una struttura di grandi dimensioni e riccamente decorata (alla cui forma si ispirano le case rituali dei papua) al fine di attrarre la femmina, che però non viene utilizzata dalla femmina, che depone poi in un nido a coppa costruito sul terreno. rondine con ''pulli'': nei passeriformi i nidiacei nascono non autosufficienti. In media all'interno del nido vengono deposte dalle 2 alle 6 uova, in rapporto di proporzionalità inversa fra le dimensioni della specie e quelle della nidiata (specie di grossa taglia come l'uccello lira o alcuni corvidi tendono a deporre un singolo uovo o al più una coppia, mentre le piccole specie artiche dell'emisfero boreale depongono anche una dozzina di uova per covata), che vengono covate per un periodo solitamente di due settimane. I passeriformi (assieme ad alcune specie di limicoli, ai succiacapre e ai cuculi parassiti) sono fra quegli uccelli che depongono uova colorate anziché unicamente bianche.I ''pulli'' sono sempre nidicoli, in quanto nascono ciechi ed implumi e dipendono dalle cure dei genitori per poter sopravvivere. Prima di ricevere il cibo i piccoli dei passeriformi spalancano le fauci pigolando in modo caratteristico, mettendo in evidenza la gola che solitamente ha una colorazione accesa, in maniera tale da renderli facilmente individuabili nella penombra del nido. Gli ambienti popolati da questi piccoli, ma vivacissimi uccelli sono i più vari, tranne quello prettamente acquatico (eccezion fatta per il merlo acquaiolo che ha abitudini parzialmente acquatiche): mancano infatti passeriformi marini. In linea di massima i boschi e le zone a ricca vegetazione sono gli habitat preferenziali per la grande maggioranza delle specie. Non mancano specie che vivono solo in relazione col terreno erbaceo od a scarsa vegetazione ed altre tipiche dell'alta montagna. La suddivisione sistematica dei passeriformi è ancora molto controversa. Fossile di ''Wieslochia'', antico passeriforme europeo. Come avviene per tutti gli uccelli moderni, i reperti fossili ascrivibili a passeriformi sono estremamente rari e frammentari, in virtù della piccola taglia della maggior parte degli appartenenti primitivi all'ordine e della delicatezza delle ossa che ne rende ardua la conservazione. I reperti fossili più antichi ascrivibili ad appartenenti a questo ''taxon'' sono probabilmente F20688 e F24685, ritrovati a Murgon, nel Queensland, e custoditi nel Queensland Museum; essi rappresentano rispettivamente un carpometacarpo ed un tibiotarso risalenti all'Ypresiano (circa 55 milioni di anni fa) e appartenuti a esemplari di due specie diverse, misuranti in vita rispettivamente circa 10 e 20 cm di lunghezza, già ben distinguibili come passeriformi veri e propri. Questi due reperti hanno "spodestato" ''Palaeospiza bella'', ritrovata in Colorado e risalente al Priaboniano (circa 35 milioni di anni fa), ritenuta fino a quel momento il passeriforme più antico: in base ai dati del 2014, fra l'altro, questa specie viene considerata non più come un membro dei passeriformi veri e propri, ma come rappresentante di una linea basale ad essi molto vicina. Fra gli altri resti finora ritrovati si segnalano inoltre: * La parte distale di un tarso-metatarso destro di un uccello della taglia di un merlo (ribattezzato S42815) e altre ossa di almeno un'altra specie di uccelli di taglia simile, rinvenute in Otago e datate al Burdigaliano (19-16 milioni di anni fa); * ''Wieslochia'', ritrovato in Germania e risalente all'alto Oligocene, probabilmente appartenente a un sottordine estinto; * ''Jamna'' e ''Resoviaornis'', risalenti allo stesso periodo e rinvenuti in Polonia; * Numerosi reperti non ancora descritti in maniera esauriente e ritrovati in numerosi siti europei (Francia, Germania, Ungheria) e sudamericani, risalenti all'Oligocene o più recenti; * ''Palaeoscinis'' e ''Palaeostruthus'', due passeriformi basali del Pliocene rinvenuti negli Stati Uniti d'America; Fino alla fine del XX secolo, la classificazione delle varie specie veniva svolta principalmente in base a similitudini morfologiche, molto spesso frutto di convergenza evolutiva e rivelatesi del tutto infondate in seguito a esami genetici: l'avanzamento della biologia molecolare in campo filogenetico e delle scoperte paleontologiche hanno fatto un po' di chiarezza nei rapporti fra i vari ''taxa'' e sull'origine dei Passeriformi, databile nel Paleogene (verosimilmente durante il tardo Paleocene, fra i 60 e i 55 milioni di anni fa) nel supercontinente di Gondwana. La linea originaria si è presto suddivisa nell'arco di pochi milioni di anni in tre segmenti, dai quali hanno avuto origine gli Eurylaimidae, i Tyranni, gli Oscini e gli Acanthisitti: a sua volta, in Oceania gli oscini si suddivisero nei parvordini Corvida e Passerida (forse subclade del primo) e da lì estesero il proprio areale in Africa ed Eurasia, subendo una varia e propria radiazione evolutiva durante il Miocene (14-12 milioni di anni fa) ed il Pliocene (10-2 milioni di anni fa), diversificandosi per riempire varie nicchie ecologiche e spesso in tal modo ricolonizzando vecchi ambienti dove già erano presenti cladi più basali e diversamente specializzati. Anche gli Eurylaimidae nel frattempo avevano esteso il proprio areale, in base a quanto osservabile dai reperti fossili ascrivibili ad appartenenti a questa famiglia e ritrovati in Francia e Germania. Già fra la fine del Pleistocene e l'inizio dell'Olocene (circa 1,8 milioni di anni fa) sono osservabili la maggior parte dei rappresentanti delle specie attuali cronospecie. L'Ultimo antenato comune delle tre linee filetiche attuali di passeriformi doveva essere un uccello di piccola taglia e con una coda corta, dai colori sobri ma con un marcato dimorfismo sessuale, che in seguito nel corso della storia evolutiva dei passeriformi è stato perso e riacquistato più volte dai vari ''taxa''. ===Tassonomia=== I sottordini dei passeriformi sono: * '''Acanthisitti''' * '''Suboscines''' o '''Tyranni''' * '''Oscines''' o '''Passeri'''
Provincia
Divisioni amministrative, c. '''Provincia''' è il nome con cui si indicano, in alcuni Stati, delle entità governative substatali. La definizione precisa delle forme e dei poteri di una provincia varia a seconda degli Stati, in alcuni le province sono federate come in Canada, in Russia, in alcuni Paesi slavi o nelle Provincias Unidas del Río de la Plata o attualmente nell'Argentina alle divisioni territoriali federali di primo grado, la stessa cosa che le province del Canada, ed equiparabili agli ''states'' degli Stati Uniti e stati del Brasile o i ''Landkreis'' della Germania. Il termine trae origine dal latino ''provincia'', ''provinciae''. Le province nell'antica Roma erano infatti i territori conquistati, sottoposti al dominio dell'Impero romano e non aventi diritto alla cittadinanza romana.
La forma al plurale del termine ''provincia'' vorrebbe, per etimologia, la presenza della ''i'', quindi ''provincie'', in quanto proveniente dall'espressione latina ''provinciae'' (IPA: ). Per molto tempo e fino a tempi recenti l'espressione in uso fu proprio questa e ancora nel 1947 la Costituzione italiana previde l'istituzione delle ''Provincie''. Tuttavia è abitudine l'uso di una forma semplice, ''province'', ispirata a una regola introdotta in modo definitivo da Bruno Migliorini nel 1949 nel suo articolo "Il plurale dei nomi in cia e gia" pubblicato su "Lingua Nostra". È una concezione basata sulla fonetica: se la ''c'' e la ''g'' sono precedute da una vocale, allora la ''i'' si mantiene nel plurale (es. ''camicia''); se invece la ''c'' e la ''g'' sono precedute da una consonante (''pioggia'', ''pancia''), allora la ''i'' si elimina. Oggi quindi è spesso preferita la dizione semplificata ''province''. Relativamente all'Italia, la provincia è un ente locale avente una competenza su un gruppo di comuni, non necessariamente contigui, e al contempo una circoscrizione periferica di uffici statali. Essa ha competenze e funzioni determinate dalle leggi di attuazione dell'art. 114 della Costituzione. Attualmente le province italiane sono 110, includendo nel computo anche le province autonome di Trento e di Bolzano che svolgono funzioni regionali e sono in grado di legiferare, le 15 città metropolitane, la Regione Valle d'Aosta che svolge anche funzioni che nelle regioni a statuto ordinario sono svolte dalle province, e i 4 enti di decentramento regionale del Friuli-Venezia Giulia che, da province vere e proprie, sono state ridotte a pure circoscrizioni statali. Il numero delle province italiane è costantemente aumentato nel secondo dopoguerra. Nella creazione di nuove province, non si è registrato alcun caso di accorpamento o soppressione di enti precedenti se non per cessione dei relativi territori ad altri Stati (provincia di Fiume, di Pola e di Zara), e solo in Sardegna, nel 2016, sono state soppresse le province di diritto regionale dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio e sono state accorpate la provincia di Carbonia-Iglesias, la provincia del Medio Campidano e parte della provincia di Cagliari per costituire la provincia del Sud Sardegna. Solo nel 2021 è stata ripristinata la situazione precedente alla riforma, sopprimendo la neonata provincia a favore della Città metropolitana di Cagliari e delle ex-province soppresse, alcune rinate con il loro nome originario (come l’ Ogliastra e il Medio Campidano), altre sotto un nuovo nome come la provincia del Nord-Est Sardegna (ex provincia di Olbia-Tempio) e la provincia del Sulcis Iglesiente (ex provincia di Carbonia-Iglesias). Nella riforma del 2021, infine, la provincia di Sassari è stata soppressa a favore della nuova città metropolitana. La riforma Delrio, nel suo testo originario, emanato per decreto, prevedeva la riduzione delle circoscrizioni provinciali a circa la metà. In sede di conversione in legge la parte relativa ad accorpamenti, soppressioni, fusioni e incorporazioni è stata abrogata. Così era accaduto in precedenza con gli emendamenti alle varie riforme varate dal governo Monti. Con la modifica del Titolo V della Costituzione del 2001 le province sono state mantenute tra gli elementi costitutivi della Repubblica, al pari dei comuni. Questo ha portato la Corte costituzionale ad annullare i decreti del Governo Monti che svuotavano le province delle loro funzioni come anticamera della loro abolizione. Il 3 aprile 2014 è stata approvata definitivamente dal parlamento una riforma delle province a seguito della quale esse sono diventate enti di area vasta di secondo livello, cioè eletti a suffragio ristretto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni presenti sul loro territorio. È previsto che alcune funzioni proprie delle province passino ai comuni e alle regioni. Fanno eccezione le province autonome di Trento e Bolzano; inoltre le regioni a statuto speciale che hanno autonomia in materia di enti locali ovvero la Sicilia, Sardegna e Friuli - Venezia Giulia si sono in parte discostate dai principi della legislazione statale in materia.
Prajñāpāramitā Sūtra
'''''Prajñāpāramitāsūtra''''' ovvero ''Sutra della perfezione della saggezza'' o ''Sutra della conoscenza trascendente'' è il nome dato ad un insieme di trentotto sutra buddhisti, i più antichi dei quali risalgono al I secolo a.C. mentre i più tardi arrivano al VII secolo d.C., che sono, unitamente al ''Sutra del Loto'', al fondamento del Buddhismo Mahāyāna. La statua di Prajñāpāramitā; la ''bodhisattva'' della conoscenza trascendente
Il nome dei ''Prajñāpāramitā Sūtra'' deriva dall'insieme di alcuni termini sanscriti: * ''prajñā'' = sapienza; * ''pāram'' = al di là; * ''itā'' = lei che è andata. Quindi si potrebbe tradurre come sutra della 'sapienza trascendente' (intendendo quest'ultimo termine nel significato di "non mondano"). Non si conosce il nome dei loro autori; secondo la tradizione buddhista Mahāyāna si tratta di insegnamenti dispensati dal Buddha Shakyamuni stesso ad alcuni discepoli scelti (Ānanda e Subhūti) sul "Picco dell'Avvoltoio" (sans. ''Gṛdhrakūṭaparvata'') a Rājagaha (oggi Rajgir, in India). In alcuni casi, come per il ''Sutra del Cuore'', gli insegnamenti sono sempre emanati dal BuddhaShakyamuni ma effettivamente esposti dal bodhisattva Avalokiteśvara. La totalità degli studiosi annovera tuttavia queste tradizioni come 'leggendarie'. I ''Prajñāpāramitā Sūtra'' compaiono progressivamente dal I secolo a.C. nell'India meridionale per spostarsi verso quella occidentale e infine verso Nord. Nāgārjuna nel II secolo d.C. avviò lo studio sistematico della letteratura dei ''Prajñāpāramitā Sūtra'', anche se nelle sue opere non vengono citati, fondando così, di fatto, la prima grande scuola di tradizione Mahāyāna, la Mādhyamika. Va sottolineato che i ''Prajñāpāramitā'' irrigano e alimentano il complesso delle pratiche religiose di derivazione cinese e tibetana sia quelle liturgiche che quelle contemplative. I ''Prajñāpāramitā Sūtra'' sono oggi conservati nel Canone cinese (sezione ''Bōrěbù'') e nel Canone tibetano. La dottrina di questi sutra parte dalle sei perfezioni (pāramitā) descritte nelle biografie del Buddha Shakyamuni. Esse vengono interpretate e riassunte nell'ultima e più importante di esse: la saggezza (''prajñā''). Così la realizzazione della perfezione della saggezza (''Prajñāpāramitā'') che corrisponde alla vacuità (''śūnyatā'') ovvero alla insostanzialità (''abhāva'') dei fenomeni in quanto impermanenti (''anitya'') e interdipendenti (''pratītyasamutpāda'') è considerata in grado di fa realizzare la buddhità (''buddhatā'') e l'illuminazione (''bodhi''). Nei trentotto testi che costituiscono l'insieme dei ''Prajñāpāramitā Sūtra'' la dottrina della vacuità riveste un ruolo fondamentale. Si può sostenere che fin dai ''Prajñāpāramitā Sūtra'' più antichi, l'estensore degli stessi, che potrebbe voler riportare degli insegnamenti dello stesso Buddha Shakyamuni non accolti negli ''Āgama-Nikāya'', accompagni la dottrina della vacuità con la pāramitā ''prajñā'' ritenuta l'ultima e la più importante già nelle scuole del Buddhismo dei Nikāya (scuola Sarvāstivāda). Nel complesso la letteratura dei ''Prajñāpāramitā Sūtra'' elenca venti tipi di vacuità (sanscrito ''viṃśati śunyātā''): # Vacuità degli organi di senso (''adhyatana śūnyatā''). # Vacuità dei fenomeni percepiti (''bahirdhā śūnyatā''). # Vacuità degli organi di senso e dei fenomeni percepiti (''adhyatanabahirdhā śūnyatā''). # Vacuità della vacuità (''śūnyatā śūnyatā''). # Vacuità dello spazio (''mahā śūnyatā''). # Vacuità dell'assoluto (''paramārtha śūnyatā''). # Vacuità dei fenomeni condizionati (''saṃskṛta śūnyatā ''). # Vacuità dei fenomeni non condizionati (''asaṃskṛta śūnyatā ''). # Vacuità di ciò che è al di là dell'eterno e del nulla (''atyanta śūnyatā ''). # Vacuità di ciò né inizia né termina, del Saṃsāra (''anavaraga śūnyatā''). # Vacuità di ciò che degli insegnamenti che vanno accolti (''anavakara śūnyatā ''). # Vacuità dell'intima natura dei fenomeni (''prakṛti śūnyatā''). # Vacuità di qualsiasi fenomeno o dharma (''sarvadharma śūnyatā ''). # Vacuità delle caratteristiche di ogni singolo dharma (''svalakṣaṇa śūnyatā''). # Vacuità dell'inconcepibile (''anupalambha śūnyatā''). # Vacuità dei fenomeni privi di identità (''abhāvasvabhāva śūnyatā ''). # Vacuità dei fenomeni che posseggono delle sostanzialità (''bhāva śūnyatā''). # Vacuità di ciò che è privo di sostanzialità (''abhāva śūnyatā''). # Vacuità dell'identità (''svabhāva śūnyatā''). # Vacuità della natura trascendente (''parabhāva śūnyatā''). Tali "vacuità" stanno ad indicare che ogni forma, esistenza o non esistenza, è vacuità e ogni vacuità è ognuna di queste. Così come recita uno dei ''Prajñāpāramitā Sūtra'' più noti, il ''Prajñāpāramitā Hṛdaya Sūtra'' (Il Sutra del Cuore della perfezione di saggezza): «Qui, O Sariputra, la forma è vacuità e la vacuità è forma; la vacuità non differisce dalla forma, la forma non differisce dalla vacuità; qualsivoglia cosa sia forma, quella è vacuità; qualsivoglia cosa sia vacuità, quella è forma». L'insieme del corpus scritturale dei ''Prajñāpāramitā Sūtra'' sembrerebbe contenere una serrata critica alla dottrina dei ''dharma'' intesi come costituenti ultimi della realtà, propria delle scuole del Buddhismo dei Nikāya, segnatamente della scuola Sarvāstivāda. Tali dottrine assegnavano esistenza reale ai costituenti (''dharma'') dei fenomeni, anche se le stesse denunciavano la "vacuità" del soggetto che questi fenomeni percepiva, ovvero negavano la soggettività, l'io individuale (dottrina dell''anātman '') dello stesso soggetto. Questa "doppia vacuità" (vacuità del soggetto percipiente e dei fenomeni percepiti) pronunciata dai ''Prajñāpāramitā Sūtra'' andava a dunque a criticare i contenuti ''abhidharmici'' della scuola Sarvāstivāda, la quale giungeva a sostenere la presenza, nel soggetto che percepisce, di un ''dharma'' particolare, il ''prapti'', che fungeva da ricettacolo per la sua retribuzione karmica. È chiaro che la dottrina della vacuità dei ''Prajñāpāramitā Sūtra'' ha dei precisi fondamenti, come abbiamo visto, negli stessi ''Āgama-Nikāya'', tuttavia essa intende radicalizzare questi fondamenti e indicarli come il cuore (''hṛd'') della dottrina del Buddha Shakyamuni (Buddhadharma). In un altro famoso ''Prajñāpāramitā Sūtra'', il ''Vajracchedikā-prajñāpāramitā-sūtra'' (Sutra della perfezione della saggezza che recide come un diamante, o più brevemente ''Sutra del diamante'') si giunge, peraltro coerentemente con questi insegnamenti, a sostenere che «per quanto innumerevoli siano gli esseri in tal modo guidati verso il Nirvana proprio nessun essere è stato guidato verso il Nirvana. Perché? Se in un bodhisattva dovesse intervenire la nozione di un ''essere'', egli non potrebbe venire chiamato bodhisattva. E perché? Non si dovrà chiamare bodhisattva colui nel quale interviene la nozione di un essere, o la nozione di un'anima vivente o di una persona». Tra i principali ''Prajñāpāramitā Sūtra'' troviamo: * L''Aṣṭa-sāhasrikāprajñā-pāramitā'' (Sutra della perfezione della saggezza in ottomila stanze): è il prajnaparamita più antico, composto probabilmente nel I secolo a.C., fu tradotto in cinese nel 172 d.C. da Lokakṣema (T.D. 224). * Il ''Śatasāhasrikāprajñā-pāramitāsūtra'' (Sutra della perfezione della saggezza in centomila stanze). * Il ''Pañcaviṃśati-sāhasrikā-prajñā-pāramitāsūtra'' (Sutra perfezione della saggezza in venticinquemila stanze). * L''Aṣṭādaśa-sāhasrikā-prajñā-pāramitāsūtra'' (Sutra della perfezione della saggezza in diciottomila stanze). * Il ''Daśa-sāhasrikā-prajñā-pāramitāsūtra'' (Sutra della perfezione della saggezza in diecimila stanze). * Il '' Prajñāpāramitā ratnaguṇasaṃcayagāthā '' (Sutra condensato della perfezione della saggezza). * Il ''Saptaśatika- prajñā-pāramitāsūtra'' (Sutra della perfezione di saggezza in settecento righe). * Il ''Pañcaśatika- prajñā-pāramitāsūtra'' (Sutra della perfezione di saggezza in cinquecento righe). * Il ''Prajnaparamita- arasadhika- sutra'' (Sutra della perfezione di saggezza in cinquanta righe). * Il '' Prajñāpāramitā-naya-śatapañcaśatikā '' (Sutra della perfezione di saggezza in centocinquanta metodi). * Il ''Pañcaviṃśatika- prajñāpāramitā-mukha'' (Venticinque porte della perfezione della saggezza). * Lo '' Svalpākṣara-prajñāparamitā '' (La perfezione della saggezza in poche parole). * Il ''Prajñāpāramitā Sarvatathāgatamātā Ekākṣarā'' (La perfezione della saggezza in una lettera madre dei Tathagata). * Il ''Kauśika prajñāpāramitā'' (La perfezione della saggezza per Kausika). * Il ''Suvikrāntavikrāmi-paripṛcchā-prajñāpāramitā-sūtra '' (Le domande di Suvrikantavikramin). * Il ''Vajracchedika prajñāpāramitā sūtra '' (Il Sutra del Diamante che recide). * Il ''Prajñāpāramitā Hṛdaya sūtra'' (Il Sutra del Cuore della perfezione di saggezza).
Provincia di Firenze
La '''provincia di Firenze''' è stata una provincia italiana della Toscana di 1.007.252 abitanti. Era la prima provincia toscana per numero di abitanti e la terza provincia toscana per superficie. Confinava a nord e a est con l'Emilia-Romagna , a sud-est con la provincia di Arezzo, a sud con la provincia di Siena, a ovest con le province di Pisa, Lucca, Pistoia e Prato.
La provincia di Firenze all'inizio del 1923. Panorama di una parte di Firenze La provincia deriva dall'omonima prefettura granducale istituita nel 1848, che comprendeva la parte più antica dei domini fiorentini. Precedentemente fin dall'epoca comunale era costituita da il "nobile contado fiorentino" (XIV secolo), suddiviso nei tre grossi vicariati di Scarperia e Mugello, San Giovanni Valdarno e alto Valdarno, Certaldo e Chianti, ripartiti in varie podesterie e numerose leghe rurali, e dal "Distretto fiorentino" costituito dalle città, borghi e terre sottomesse da Firenze durante i secoli. Con l'unità d'Italia venne creato nel 1860, il compartimento fiorentino sostanzialmente sovrapposto alla prefettura granducale, presieduto da Luigi Guglielmo Cambray-Digny che manterrà la carica fino al 1906. Nel 1865, con l'approvazione della legge comunale e provinciale (legge del 20 marzo 1865, n. 2248), furono definite le province, governate da un consiglio provinciale eletto ma presieduta dal prefetto di nomina regia. Con la legge 30 dicembre 1888 n. 5865 il consiglio elegge il presidente, Paolo Onorato Vigliani a cui succede nel 1919 Gismondo Morelli Gualtierotti. In seguito all'ascesa del regime fascista, nel 1922, il consiglio e la deputazione provinciale sono sciolti e sostituiti da una commissione straordinaria. Inizia un periodo di distacchi territoriali. Nel 1923 avviene il distacco del circondario di Rocca San Casciano, la cosiddetta "Romagna Toscana" (comuni di Bagno di Romagna, Dovadola, Galeata, Modigliana, Portico e San Benedetto, Premilcuore, Rocca San Casciano, Santa Sofia, Sorbano, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Tredozio e Verghereto), il cui territorio venne annesso alla provincia di Forlì. Nel 1925 avvenne la cessione alla provincia di Pisa dei comuni di Castelfranco di Sotto, Montopoli in Val d'Arno, San Miniato, Santa Croce sull'Arno e Santa Maria a Monte, e la creazione del nuovo circondario di Prato con sette comuni. Nel 1927 venne distaccato il territorio del circondario di Pistoia (più il comune di Tizzana), che costituì la nuova provincia di Pistoia. Il regime fascista promulga la legge comunale e provinciale del 1928, che pone a vertice della provincia un preside in luogo della deputazione e un rettorato, composto da 4 a 8 rettori, al posto del consiglio, entrambi nominati su proposta del Ministro dell'Interno. Durante la seconda guerra mondiale, l'11 agosto del 1944, il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, al termine della battaglia per la liberazione di Firenze, si insedia in Palazzo Medici Riccardi (sede della provincia) e ristabilisce la Deputazione provinciale, sancita da un decreto del 4 aprile 1944 (R.D.L. 4 aprile 1944, n. 11). Primo presidente è Mario Augusto Martini. La nomina resterà prefettizia fino alle elezioni del 1951. A seguito della nuova legge dell'8 marzo 1951, n. 122, il 10 giugno si tengono le elezioni e, il 10 luglio, il nuovo consiglio provinciale elegge presidente Mario Fabiani, primo sindaco della Firenze nel dopoguerra, che rimarrà in carica fino al 1962. Nel 1992 avviene il distacco dei comuni di Prato, Cantagallo, Carmignano, Montemurlo, Poggio a Caiano, Vaiano e Vernio che formano la provincia di Prato. Dal 1º gennaio 2015, la Provincia è stata soppressa e sostituita dalla Città metropolitana di Firenze, ente territoriale con nuovi poteri, istituito a seguito della riforma costituzionale e delle leggi conseguenti. Appartenevano alla provincia di Firenze i seguenti 42 comuni: * Bagno a Ripoli * Barberino di Mugello * Barberino Val d'Elsa * Borgo San Lorenzo * Calenzano * Campi Bisenzio * Capraia e Limite * Castelfiorentino * Cerreto Guidi * Certaldo * Dicomano * Empoli * Fiesole * Figline e Incisa Valdarno * Firenze * Firenzuola * Fucecchio * Gambassi Terme * Greve in Chianti * Impruneta * Lastra a Signa * Londa * Marradi * Montaione * Montelupo Fiorentino * Montespertoli * Palazzuolo sul Senio * Pelago * Pontassieve * Reggello * Rignano sull'Arno * Rufina * San Casciano in Val di Pesa * San Godenzo * Scandicci * Scarperia e San Piero * Sesto Fiorentino * Signa * Tavarnelle Val di Pesa * Vaglia * Vicchio * Vinci === Elenco dei presidenti ===
Psicologia
Modello in scala di un cervello umano La '''psicologia''' è la scienza che studia gli stati mentali e i suoi processi emotivi, cognitivi, sociali e comportamentali nelle loro componenti consce e inconsce, mediante l'uso del metodo scientifico e/o appoggiandosi ad una prospettiva soggettiva intrapersonale; si occupa anche dello studio e del trattamento delle funzioni psichiche sia in condizioni di benessere che di sofferenza o disagio mentale, dovute a dinamiche soggettive , ambientali e/o relazionali .
=== Etimologia e nascita del termine === Psi'', simbolo della psicologia. Il termine "psicologia" deriva dal greco ''psyché'' (ψυχή) = spirito, anima e da ''logos'' (λόγος) = discorso, studio, letteralmente ad indicare quindi lo studio dello spirito o dell'anima. Il significato del termine, introdotto durante il XVI secolo, rimase immutato fino al XVII secolo, quando assunse il significato di "''scienza della mente''" e negli ultimi cento anni è cambiato ulteriormente adeguandosi alle nuove prospettive e alla moderna metodologia (è interessante segnalare che iconograficamente il termine ''psyché'' (ψυχή) può essere interpretato come farfalla: molte decorazioni di antichi vasi greci raffigurano con l'immagine di una farfalla lo spirito (anima) che esala nell'istante della morte). Il termine "psicologia", nella forma latina ''psychologia'' fu probabilmente introdotto nel 1520, anche se nei suoi scritti non compare, dall'umanista Filippo Melantone e appare (nella forma greca ''psychologia'') anche nelle opere dei suoi discepoli Rodolfo Goclenio (''Psychologia'', 1590) e Othone Casmanno (''Psychologia anthropologica; siue animae humanae doctrina'' - ''Psicologia antropologica, o la conoscenza dell'anima umana'', Hanau, 1594), ma già in precedenza Johann Thomas Freig, nella sua opera ''Quaestiones logicae ed ethicae'' del 1574, si occupa di argomenti che appartengono alla psicologia e per la prima volta usa questo termine per descriverli. Recenti ricerche hanno anche individuato un uso del termine nell'opera perduta dell'umanista dalmata Marco Marulo (''Psychologia de ratione animae humanae'', 1511-1518), sebbene non sia chiaro il significato della parola usata in quel tempo. Il termine "psicologia" divenne popolare nel Settecento, grazie al tedesco Christian Wolff, che lo utilizzò nel titolo di due sue opere: ''Psychologia empirica'' (1732) e ''Psychologia rationalis'' (1734); con queste opere egli fece distinzione tra psicologia empirica e psicologia filosofica, con la prima che cercava di individuare dei princìpi che potessero spiegare il comportamento dell'anima umana, mentre la seconda indagava sulle facoltà dell'anima stessa. Successivamente Kant criticò questa distinzione, affermando che non poteva esistere una psicologia razionale, accettando tuttavia la validità della psicologia empirica, anche se non la considerava scienza esatta per il fatto che, mancando la forma a priori dello spazio, era impossibile applicare la matematica ai fenomeni psichici: con Kant dunque si posero le basi di una psicologia non più puramente filosofica, ma costruita con criteri empirici. L'inizio della storia della psicologia come disciplina a sé viene convenzionalmente fissato nella seconda metà dell'Ottocento, quando l'indagine psicologica si aprì ai metodi delle scienze naturali; vi è però da sottolineare che la psicologia odierna è legata agli oggetti di indagine che, da Aristotele e poi nel Medioevo su fino al secolo XIX, sono rimasti quasi sempre gli stessi: la percezione che l'uomo ha del mondo, la ritenzione dei ricordi (memoria), la capacità razionale (l'intelligenza); anche l'antica suddivisione della mente in facoltà rivive inalterata nella moderna divisione in processi mentali. Il XX secolo è testimone di un fiorire di prospettive e visioni della psicologia, diverse sul piano metodologico e sul piano speculativo: si è passati dallo strutturalismo al funzionalismo, dal comportamentismo al cognitivismo, dall'epistemologia genetica alla scuola storico-culturale; ancora, dal cognitivismo HIP al cognitivismo realista, fino ad arrivare alle neuroscienze. === Le origini === Come accennato, già alcuni filosofi greci, come Platone e Aristotele, posero interrogativi che ancor oggi sono alla base della ricerca psicologica, ma è solo a partire dal Seicento che iniziò un confronto più serrato su questi argomenti. Furono sempre filosofi, come Cartesio, Thomas Hobbes e John Locke, a portare avanti riflessioni e a proporre teorie sulla mente umana. Cartesio, in particolare, sosteneva l'esistenza di una netta divisione fra mente (res cogitans) e corpo (res extensa), ritenendo che alcune idee fossero innate (cioè presenti nella mente fin dalla nascita). Hobbes e Locke, al contrario, affermavano il predominio dell'esperienza, vista come l'unico processo in grado di sviluppare e organizzare la mente umana, oltre a criticare la divisione di mente e corpo proposta da Cartesio. Nonostante i numerosi sforzi, queste ricerche non diedero mai vita a una psicologia intesa come materia scientifica. === La nascita della psicologia scientifica === Alfred Binet Il termine "psicologia" risale al XV secolo, ideato dal tedesco Filippo Melantone (Philipp Schwarzerd), intendeva l'insieme delle conoscenze psicologiche, filosofiche, religiose, pedagogiche e letterarie di un essere umano. Nel 1690 il filosofo inglese Locke pubblicò il suo saggio sull'intelletto umano, che ricostruiva il funzionamento della mente e dava una base solida ai ragionamenti. La psicologia come materia scientifica nacque in Europa nella seconda metà dell'Ottocento. Tra il 1850 e il 1870 vari scienziati, in particolare fisici e medici, iniziarono a occuparsi dello studio della psiche analizzando le sensazioni, le emozioni e le attività intellettive. Questi scienziati applicarono allo studio della mente le metodologie applicate alle scienze naturali, dando vita alla moderna psicologia scientifica. Questa svolta fondamentale innescò il processo che porterà la psicologia a diventare una vera disciplina scientifica. Se finora la psicologia era stata strettamente legata alla filosofia, perché questa si occupava della natura o dell'essenza dell'anima, ora era una scienza, e non filosofica bensì su base sperimentale: ''scienza'' perché rigorosa, ''sperimentale'' perché basata sul metodo induttivo, fatto di osservazioni e di esperimenti da cui si formulano ipotesi e leggi. Fra i precursori della moderna psicologia si possono citare: Charles Darwin, che propose varie teorie sulle emozioni, Franciscus Donders, che compì studi sui tempi di reazione, Ernst Weber e Gustav Theodor Fechner, che diedero vita alla psicofisica, studiando i rapporti tra stimoli e sensazioni, Hermann Ebbinghaus (1850-1909), tra i primi ad applicare il metodo sperimentale allo studio della memoria, Francis Galton, padre della psicologia differenziale, Théodule Ribot che contribuì decisamente a far assumere un'identità alla psicopatologia, Alfred Binet e Arnold Gesell, fondamentali pionieri nella "psicologia infantile". === Il padre fondatore della psicologia sperimentale === Wilhelm Maximilian Wundt (seduto), psicologo tedesco, riconosciuto come fondatore della psicologia sperimentale. Il merito di aver fondato la psicologia come disciplina accademica spetta al tedesco Wilhelm Wundt (1832-1920). Questi raccolse e scrisse una mole gigantesca di materiale riguardante la nascente disciplina e, grazie alla sua cultura, riuscì a dare alla materia una base concettuale e un assetto organico. Wundt, nel 1873-74, pubblicò i "''Fondamenti di psicologia fisiologica''", opera considerata il primo trattato psicologico-scientifico della storia. Nel 1875 Wundt divenne professore di filosofia a Lipsia, città nella quale nel 1879 fondò un laboratorio di ricerca psicologica. A questo laboratorio affluirono da tutto il mondo allievi e scienziati, che compirono studi sui tempi di reazione, l'attenzione, le associazioni mentali e la psicofisiologia dei sensi. Per Wundt oggetto della psicologia doveva essere l'esperienza immediata, contrapposta all'esperienza mediata, che era invece oggetto delle scienze fisiche. Grazie a questa definizione e all'uso negli esperimenti di un metodo rigoroso, si strutturò definitivamente la psicologia, intesa come disciplina scientifica e accademica. Per l'impegno e gli studi, Wundt è acclamato come il fondatore della psicologia. === Franz Brentano === Franz Brentano Negli anni in cui operava il laboratorio di Wundt, il filosofo austriaco Franz Brentano (1838-1917) propose un approccio diverso alla psicologia, basato non sul rigore del metodo scientifico e sulla sperimentazione, ma su un concetto più filosofico e perciò meno sperimentale, che Brentano definiva "intenzionalità". Con le sue idee diede vita alla cosiddetta scuola di Brentano (prima a Würzburg e poi a Vienna). Brentano può essere ritenuto il secondo padre della psicologia. Le tradizioni wundtiana e brentaniana rappresentarono per decenni i due grandi filoni di ricerca nella psicologia sperimentale e teorica. La scuola, in particolare, influenzò Sigmund Freud e i concetti della psicologia della Gestalt e della psicologia sociale. Un altro ricercatore tedesco, Hermann Ebbinghaus (1850-1909), applicò per primo il metodo sperimentale allo studio della memoria. === La psicologia della Gestalt === La psicologia della Gestalt nacque e si sviluppò agli inizi del XX secolo in Germania e proseguì la sua articolazione negli Stati Uniti. Anche se le vicende dei suoi maggiori rappresentanti (molti abbandonarono la Germania all'avvento del nazismo) diffusero la teoria in ambiente statunitense, il clima culturale di riferimento rimase quello europeo. La scuola ebbe successo anche in Italia fra gli anni cinquanta e ottanta, prima di essere assorbita dal cognitivismo. Gli psicologi della Gestalt cercarono di dimostrare sperimentalmente il criterio della "totalità" delle funzioni psichiche. Per essi, infatti, non era giusto dividere l'esperienza nelle sue componenti elementari, occorreva invece considerare l'intero come fenomeno sovraordinato rispetto all'insieme dei componenti. In altre parole, per gli psicologi della Gestalt: "''L'insieme è più della somma delle sue singole parti''". È chiaro quindi come questa Scuola si opponesse alle teorie associazionistiche di Wundt e a quelle comportamentistiche di Watson, per spostare l'accento sulla tendenza degli insiemi percettivi e per estensione delle rappresentazioni del pensiero, a presentarsi al soggetto sotto forma di unità coerenti. La psicologia della Gestalt ricorse al metodo fenomenologico, col quale i dati dell'esperienza non vengono scomposti e interpretati, ma descritti totalmente nella loro immediatezza, come appaiono al soggetto. I gestaltisti, studiando in modo approfondito la percezione, intuirono che la realtà fenomenologica si struttura in unità nel campo di esperienza del soggetto ogni volta che gli elementi di un insieme presentano determinate caratteristiche. Individuarono così cinque leggi (dette "leggi della formazione delle unità fenomeniche"), che stanno alla base del nostro modo di cogliere le cose e di organizzare i dati percepiti. Esse sono: # ''Legge della somiglianza'': elementi identici o simili tendono a essere percepiti come unità. # ''Legge della buona forma'': figure geometriche sovrapposte tendono a essere percepite come separate, ognuna con la sua forma. # ''Legge della vicinanza'': più gli elementi di un insieme sono vicini, maggiore sarà la tendenza a percepirli come unità. # ''Legge della buona continuazione'': si tendono a percepire come unità gli elementi che minimizzano i cambiamenti di direzione. # ''Legge del destino comune'': vengono percepiti come un'unità elementi in movimento con uno spostamento coerente. # ''Legge della chiusura'': elementi figurali chiusi o tendenti a chiudersi vengono percepiti come appartenenti alla stessa unità. Queste sono solo alcune delle regole alla base della percezione; permettono, ad es., di capire come operano le illusioni ottiche. Punto centrale della psicologia della Gestalt era, perciò, la convinzione che riuscendo a comprendere come si organizzano le percezioni, si poteva anche comprendere il modo in cui il soggetto organizza e struttura i pensieri. Queste tendenze all'auto-organizzazione erano viste come una caratteristica innata, ridimensionando l'importanza di esperienza e di apprendimento nella strutturazione del pensiero. Gli psicologi della Gestalt sono noti soprattutto per i loro contributi nel campo della percezione. L'approccio della Gestalt non si propose però solo come studio della percezione fine a se stesso, ma anche come paradigma e ''metodo d'indagine'' generale dello psichismo, basato sull'assunto per cui ''la Gestalt (l'insieme) è più della somma delle parti''. Al riguardo sono proliferati studi, concetti e campi di ricerca assai numerosi: * gli studi sull'intelligenza nei primati per opera di Köhler (1917) furono talmente importanti da far nascere il concetto di insight; * Kurt Lewin, allievo di Wolfgang Köhler, svilupperà il concetto di ''campo'' generando importanti contributi per la psicologia sociale; * Kurt Koffka fece notare che i princìpi della Gestalt sono applicabili pressoché a uno spettro d'indagine illimitato (percezione e intelligenza, ma anche nello studio del sociale, dell'educazione e dello sviluppo, fino ad arrivare a legami con concetti di elettromagnetismo); * James Gibson porterà la sua critica a un modo di fare ricerca troppo legato al laboratorio, nei confronti della psicologia cognitiva, proprio basandosi su una matrice di ricerca in linea con la Gestalt. === Diffusione in America === La psicologia, come già accennato, nacque e si sviluppò inizialmente in Europa, soprattutto in Germania, grazie al laboratorio di Lipsia e la psicologia della Gestalt. Ben presto, però, essa approdò e si diffuse anche negli Stati Uniti. Questo avvenne in gran parte per merito di due personalità: gli americani Edward Titchener (1867-1927) e William James (1842-1910). Il primo era un allievo di Wundt che, dopo aver studiato presso il suo laboratorio, tornò in patria e tradusse l'opera del maestro, diffondendo così la psicologia nel Nuovo Mondo. Titchener fondò inoltre una nuova scuola di psicologia, lo strutturalismo, che ebbe però vita breve. William James era un medico e filosofo statunitense interessato agli aspetti psicologici dell'uomo. Tenne il primo corso di psicologia (ad Harvard), intitolato ''I rapporti tra fisiologia e psicologia''. Nel 1890 pubblicò "''Principi di psicologia''", un manuale che ebbe molto successo, anche fra i lettori comuni. Al pari del suo collega, James fondò una nuova scuola di psicologia, il funzionalismo, che si contrappose allo strutturalismo di Titchener. === Le scuole russe === Pavlov (imbalsamato), esposto a The Memorial museum-estate of academician I. P. Pavlov di Rjazan'. Nella foto è visibile il contenitore salivare, strumento utilizzato da Pavlov per misurare la quantità di saliva prodotta dalla cavia (cane) nei suoi esperimenti. Sempre verso la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento nacquero nuove Scuole di psicologia in Russia. In particolare, ebbero grande risonanza le ricerche di Ivan Pavlov (1849-1936). Pavlov (nel 1904, premio Nobel per la medicina) fu un fisiologo e non volle mai essere considerato uno psicologo. Nonostante ciò, i suoi studi diedero grande impulso e influenzarono notevolmente una delle successive Scuole psicologiche che avrà maggior successo: il comportamentismo. Pavlov compì studi, mediante esperimenti su animali, su quello che venne chiamato riflesso condizionato, dimostrando come fosse possibile far sorgere un dato comportamento associandolo a un determinato stimolo. La maggior parte delle Scuole russe di psicologia continuarono questo filone di ricerche e per questo sono state accomunate sotto il nome di riflessologia russa. La teoria alla base di tutte queste Scuole era la convinzione che i processi psichici potessero essere ridotti a semplici riflessi, cioè i processi psichici erano visti come semplici processi fisiologici ed elementari. Un discorso a parte merita il russo Lev Vygotskij (1896-1934) e la sua Scuola storico-culturale. Per Vygotskij l'esperienza storica (storicità) era l'aspetto fondante dell'esperienza umana e della stessa psicologia. Per Vygotskij lo sviluppo cognitivo del bambino doveva essere valutato e studiato in rapporto alle sue componenti sociali, culturali e ambientali. Queste originali e innovative riflessioni, che si contrapponevano in modo netto al rigido e deterministico comportamentismo che stava nascendo negli Stati Uniti, furono a lungo ignorate, anche per la mancata traduzione delle opere di Vygotskij dalla lingua russa a quella inglese. Solo a partire dagli anni ottanta questo autore è stato oggetto di riscoperta, divenendo uno dei principali ispiratori della psicologia postmoderna e della psicopedagogia. === Freud e la psicoanalisi === Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi La psicoanalisi nacque in ambito psichiatrico nei primi decenni del Novecento, grazie all'opera innovatrice di Sigmund Freud (1856-1939), un neurologo viennese. Per essere più precisi, non nacque dai laboratori di ricerca, ma ebbe origine dalla pratica clinica del trattamento di pazienti con disturbi di natura psichica. Come già accennato, Freud fu influenzato dalle idee di Brentano e, infatti, la sua concezione psicologica e i suoi metodi di studio non furono strettamente scientifici come quelli propugnati dal laboratorio di Lipsia. Freud non si limitò ad esaminare le vere e proprie patologie dell'essere umano, ma descrisse anche comportamenti di vita quotidiana e le loro possibili origini. La vera rivoluzione che Freud introdusse nella psicologia fu la concezione dell'esistenza di una parte irrazionale e nascosta dello psichismo di ogni essere umano, che il medico viennese chiamò ''inconscio''. Tutti i suoi lavori cercarono di trovare dei metodi e delle strategie per poter analizzare e portare a galla questa parte nascosta, ad esempio tramite l'interpretazione dei sogni. Queste nuove teorie e le tecniche derivate furono la base della psicoanalisi. La nuova teoria freudiana ebbe una grande risonanza, e furono molti gli allievi che continuarono su questa via, o fondarono scuole autonome discostandosi dalle idee del maestro. Fra i principali rappresentanti storici della tradizione psicoanalitica si possono citare Alfred Adler, Carl Jung, Otto Rank, Wilhelm Reich. === Il predominio del comportamentismo === Una '''scatola di Skinner''' (''Skinner box''). La costruzione di labirinti e "scatole" al fine di studiare il comportamento manifesto dei ratti, fu una peculiarità assai nota di Burrhus Skinner.Questa barzelletta mette in risalto il fattore paradossale della scatola di Skinner: presuppone che sia valida anche per lo studio del comportamento umano, basandosi sul presupposto semplicistico che ''se vale per un solo animale vale per tutti gli animali'' (se vale per l'animale "topo" vale per l'animale "uomo"). Ma, come se ne evince, e come sarà ribadito (proprio da psicologi dediti allo studio del linguaggio, Noam Chomsky ''in primis'') da molti altri ambiti (il più importante la cibernetica di secondo ordine) due sistemi non possono essere isolati e separati: in altre parole, per un essere umano, (all'interno della "scatola"), la scatola stessa non è un mondo a se stante. Da rilevare gli studi antropologici sulle etnie delle isole dell'Oceania e del Pacifico. Mediante tali esperimenti creò la sua teoria sul condizionamento operante. Nel 1913, negli Stati Uniti, John Watson (1878-1958), diede vita a una nuova Scuola psicologica, detta comportamentismo, attraverso la pubblicazione di un celebre articolo intitolato "''La psicologia considerata dal punto di vista comportamentistico"''. Il comportamentismo, detto anche behaviorismo, dominerà la scena internazionale per circa cinquant'anni, cioè per tutta la prima metà del XX secolo. Il comportamentismo rivoluzionò i concetti della precedente psicologia, concentrando i suoi sforzi e studi non più sulla "coscienza", bensì attorno al "comportamento". Il nuovo e unico oggetto della psicologia divenne, perciò, il comportamento pubblicamente osservabile degli organismi viventi. Il comportamentismo criticò fortemente anche il concetto di innatismo, in quanto prevedeva che ogni comportamento umano fosse determinato solamente dagli stimoli ambientali. Questo portò alla nascita dello schema Stimolo-Risposta (S-R), che prevedeva che a una stimolazione che agisce su un organismo segua una reazione dell'organismo stesso. Come già accennato, il comportamentismo fece tesoro anche degli esperimenti sul condizionamento di Pavlov, e arrivò a ipotizzare che ogni comportamento umano potesse essere appreso mediante condizionamento. Quasi la totalità degli psicologi americani di questo periodo era di matrice comportamentista e, fra i maggiori autori che diedero impulso a questa Scuola, si possono ricordare Burrhus Skinner, Edward Tolman e Clark Hull. Il comportamentismo entrò in crisi nei primi anni sessanta, in quanto risultò evidente come queste teorie semplicistiche non fossero in grado di spiegare i comportamenti umani più complessi, come ad esempio le relazioni sociali. Il comportamentismo, inoltre, venne anche criticato per il suo ridurre l'essere umano a un organismo passivo che rispondeva solo alle leggi del condizionamento. Nonostante tutto, il comportamentismo è sopravvissuto fino ai giorni nostri in alcune correnti come il neo-comportamentismo e, va sottolineato, la Scuola di Watson ha comunque grandi meriti nell'aver dato un forte impulso di ricerca e una dignità scientifica alla psicologia. === L'ascesa del cognitivismo === Jean Piaget A partire dagli anni sessanta un nuovo orientamento iniziò a farsi largo in psicologia: il cognitivismo. Questo è oggi l'orientamento dominante in psicologia. Alle sue origini troviamo diverse matrici che si sono espresse fra gli anni cinquanta e sessanta, in buona parte nate all'interno dello stesso comportamentismo. La rapida ascesa del cognitivismo fu dovuta, innanzitutto, al fallimento dello stesso comportamentismo, che con le sue teorie semplicistiche non era riuscito a spiegare i comportamenti umani complessi. Lo schema S-R (Stimolo-Risposta) del comportamentismo era, infatti, divenuto insufficiente e fu gradualmente sostituito dallo schema S-O-R in cui O (organismo) rappresentava la mediazione fra lo stimolo e la risposta. A differenza del comportamentismo, dove l'uomo era visto come un semplice insieme di comportamenti da osservare, il cognitivismo poneva l'accento sull'attività pensante dell'uomo, visto come organismo attivo e non più passivo. In altre parole il simbolo "O" iniziò a rappresentare la "mente", che per i cognitivisti divenne l'unico oggetto di studio. Storicamente la prima volta in cui venne presentata in maniera compiuta la teoria cognitivista fu nel libro "''Psicologia cognitivista''", di Ulric Neisser, pubblicato nel 1967. Come accennato, però, i presupposti dell'approccio cognitivista erano già presenti e rintracciabili in teorie e orientamenti precedenti, ad esempio nelle opere degli psicologi Kenneth Craik, George Armitage Miller e del linguista americano Noam Chomsky. E ancora prima con Oswald Külpe, Karl Bühler, Frederic Bartlett, James McKeen Cattell, Alfred Binet, James Baldwin, Jean Piaget. Come detto, il cognitivismo non è una scuola psicologica ma un ''orientamento'' ove confluiscono scuole e matrici di ricerca. Le principali sono la psicologia dell'atto (inaugurata da Franz Brentano), l'informatica e la cibernetica. In particolare negli anni settanta, si diffuse il modello HIP, il quale proponeva la metafora della mente come elaboratore di informazioni. La mente, cioè, era vista come un computer, nel quale lo stimolo-risposta comportamentista si trasformò in ''input-elaborazione-output'': * ''input'': informazioni in entrata nella mente, corrispondenti agli "stimoli" del comportamentismo; * ''elaborazione'': conversione delle informazioni che mutano, e vengono rielaborate dai processi mentali; * ''output'': uscita delle informazioni sotto forma di comportamento manifesto, linguaggio, mimica facciale, postura, ecc., corrispondenti alle "risposte" o "reazioni" del comportamentismo. Il modello HIP fu però criticato in quanto dipinge un uomo artificiale, che non corrisponde all'uomo reale inserito nel suo ambiente naturale. Modello TOTE: Test-Operate-Test-Exit (verificare, eseguire, verificare, terminare), esposto nel testo ''Piani e struttura del comportamento'' di Miller, Pribram, Galanter. Altro orientamento fortemente ravvisabile nel cognitivismo è lo studio del ''comportamento finalizzato a una meta'' ("goal-driven"): il comportamento non è più visto come atto passivo, tipico del comportamentismo, bensì attivo al fine di raggiungere la soluzione di un problema. La nozione di retroazione (''feedback''), proveniente dalla cibernetica, è centrale in questa ottica dello studio del comportamento umano. Il testo ove esplicitamente si propose questo modello fu il noto "''Piani e struttura del comportamento''", di George Armitage Miller (psicologo sperimentale), Karl Pribram (neuroscienziato), e Eugene Galanter (psicologo matematico); queste diverse formazioni sono da sottolineare, al fine di comprendere il nuovo cognitivismo come ''confluenza di matrici di ricerca'', e il carattere interdisciplinare del loro ''curriculum''. In "''Piani e struttura del comportamento''" si esprime il modello ''T-O-T-E'': il comportamento è rivolto a un fine mediante l'esame della realtà (''test''), l'elaborazione dell'informazione (''operate''), un successivo esame di ciò che è stato elaborato (''test''), eventuale retroazione al fine di migliorare l'elaborazione stessa dell'informazione, e successiva uscita (''exit'') dell'informazione sotto forma di comportamento manifesto, linguaggio, mimica facciale, postura, e così via. === La neuropsicologia e le neuroscienze cognitive === Imaging del telencefalo umano mediante tecnica MRI, Sezioni assiali dorso-ventrali. Nell'ultimo decennio hanno acquisito una grande importanza le diverse neuroscienze. Esse non sono parte della psicologia, ma fungono da ponte tra quest'ultima e le altre discipline come la neurologia, la medicina, la biologia e la psichiatria. La neuropsicologia studia i processi cognitivi e comportamentali, correlandoli con i meccanismi anatomo funzionali che ne permettono il funzionamento. Si tratta di una scienza interdisciplinare, come tutte le neuroscienze, le cui basi possono essere fatte risalire a Paul Broca. Gli obiettivi della neuropsicologia sono l'indagine delle basi anatomiche dei processi mentali e cognitivi tramite lo studio di sistemi cerebrali danneggiati, vale a dire di soggetti cerebrolesi a diversa eziologia. Le neuroscienze cognitive hanno avuto grande sviluppo a seguito dello sviluppo delle tecniche di visualizzazione ''in vivo'' delle strutture cerebrali, quali la TC e la risonanza magnetica. Un'altra prospettiva di indagine è rappresentata dagli studi di "attivazione", tramite i quali, con le tecniche SPECT, PET e fMRI, è possibile studiare in soggetti normali e cerebrolesi i substrati neurali a seguito dello svolgimento di determinati compiti o cognitivi. La psicofisiologia, al contrario della psicologia fisiologica, si occupa di individuare i cambiamenti fisiologici secondari a determinate attività cerebrali, comportamenti o processi cognitivi. Anche se le tecniche in uso sono molteplici, la più utilizzata è senz'altro la registrazione dei potenziali elettrici cerebrali dallo scalpo. Clinicamente queste tecniche sono l'elettroencefalogramma e i potenziali evocati. La MEG consente invece di registrare i potenziali magnetici cerebrali. Sia la neuropsicologia che le tecniche di neuroimaging e le tecniche elettrofisiologiche possono essere categorizzate come neuroscienze cognitive, cioè la scienza che collega la psicologia con le neuroscienze. Attualmente la psicologia è una disciplina composita; i suoi metodi di ricerca sono sperimentali (di laboratorio o sul campo) oppure etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); hanno una dimensione individuale (ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia individuale, ecc.) oppure una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad esempio: lo studio delle dinamiche psicologiche nelle organizzazioni, la psicologia del lavoro, ecc.). Queste diversità di approccio hanno prodotto diverse sottodiscipline psicologiche, con differenti matrici epistemologico-culturali di riferimento. In particolare l'uso del metodo scientifico in taluni ambiti si evidenzia nell'osservazione/misurazione dall'esterno dei fenomeni psichici-cognitivi e all'uso congiunto della statistica come strumento di analisi dei dati rilevati. La psicologia si differenzia dalla psichiatria, che è una disciplina medica focalizzata sull'intervento di tipo farmacologico in merito ai disturbi psicopatologici, in comune però con la psicologia clinica e i relativi interventi psicoterapeutici. Il professionista abilitato all'esercizio della psicologia è detto psicologo. === Oggetto di studio === La psicologia, come esemplificato dalla definizione iniziale, studia la personalità, i processi mentali e i comportamenti di un individuo. ==== Studio della personalità ==== La personalità è definita come l'insieme caratteristico di atteggiamenti, cognizioni e modelli emotivi, che si evolvono da fattori biologici e ambientali, e guidano il comportamento di un individuo. Sebbene non vi sia una definizione generalmente concordata sulla personalità, la maggior parte delle teorie si concentra sulla motivazione e sulle interazioni psicologiche con il proprio ambiente. Le teorie della personalità basate sui tratti, come quelle definite da Raymond Cattell, definiscono la personalità come i tratti che predicono il comportamento di una persona. D'altra parte, approcci più comportamentali definiscono la personalità attraverso l'apprendimento e le abitudini. La maggior parte delle teorie considera comunque la personalità come un costrutto relativamente stabile. Lo studio della psicologia della personalità ha l'obiettivo di spiegare le tendenze alla base delle differenze individuali di comportamento. Sono stati adottati molti approcci per studiare la personalità, comprese teorie biologiche, cognitive, di apprendimento e basate sui tratti, nonché approcci psicodinamici e umanistici. Alcune teorie influenti sul tema della personalità sono state proposte da Sigmund Freud, Alfred Adler, Gordon Allport, Hans Eysenck, Abraham Maslow e Carl Rogers. ==== I processi mentali ==== I processi mentali, in psicologia, si possono suddividere in due ampie categorie: processi cognitivi e processi dinamici. ===== Processi cognitivi ===== I processi cognitivi sono quei processi che permettono a un organismo di raccogliere informazioni sull'ambiente, immagazzinarle, analizzarle, valutarle, trasformarle, per poi utilizzarle nel proprio agire sul mondo circostante. I principali processi cognitivi sono la percezione, l'attenzione, la coscienza, il pensiero, il linguaggio, l'intelligenza, l'immaginazione, la memoria. Processi cognitivi Definizione '''Percezione''' Insieme di funzioni psicologiche che permettono all'organismo di acquisire informazioni circa lo stato e i mutamenti del suo ambiente grazie all'azione di organi specializzati quali la vista, l'udito, il tatto, il gusto, l'olfatto. '''Attenzione''' Capacità di selezionare gli stimoli e di mettere in relazione i meccanismi che provvedono a immagazzinare le informazioni nei depositi di memoria a breve termine e di memoria a lungo termine con influenza diretta sull'efficienza delle prestazioni nei compiti di vigilanza. '''Intelligenza''' Processo che consente all'uomo in quanto dotato di struttura cerebrale geneticamente sufficientemente evoluta, di risolvere nuovi problemi che implicano una ristrutturazione del rapporto di adattamento con l'ambiente. '''Memoria''' Capacità di un organismo vivente di conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per relazionarsi al mondo e agli eventi futuri. '''Immaginazione''' Capacità di rappresentare un oggetto assente oppure un affetto, una funzione somatica, una tendenza istintuale, non attualmente presenti. In essa si prescinde dalle strutture causali e temporali dalla continuità critica ma non dagli influssi dell'emotività. L'immaginazione può esser vista come il regredire a uno stadio più infantile come a uno stadio di maggior creatività che trova soluzioni che sfuggono alla logica. '''Pensiero''' Attività mentale che comprende una serie svariata di fenomeni come ragionare, riflettere, immaginare, fantasticare, prestare attenzione, ricordare, che permette di essere in comunicazione con il mondo esterno, con se stessi, e con gli altri, nonché di costruire ipotesi sul mondo e sul modo di pensarlo. '''Linguaggio''' Insieme di codici che permettono di trasmettere, conservare ed elaborare informazioni tramite segni intersoggettivi in grado di significare altro da sé. '''Coscienza''' Fenomeno qualitativo della psiche che si enuncia come l'essere coscienti di se stessi, di autoriferirsi, di esser coscienti del mondo, degli altri. ===== Processi dinamici ===== I processi dinamici sono quei processi mentali non riconducibili a meccanismi biologici e a processi fisiologici, i quali sono riconducibili a una personalità integrata, caratterizzati da una continua interazione e non sono definibili come apparati statici. I principali processi dinamici sono: il bisogno, la pulsione, l'attaccamento, l'emozione, la motivazione, la personalità. Processi dinamici Definizione '''Bisogno''' Stato di tensione più o meno intensa dovuto alla mancanza di qualcosa che risponde o a esigenze fisiologiche più o meno evidenti o a esigenze voluttuarie divenute, per abitudine, necessarie, o a esigenze psicologiche avvertite come indispensabili per la realizzazione di sé, o a esigenze sociali apprese dall'ambiente. '''Pulsione''' In ambito psicoanalitico, costituente psichica che costituisce uno stato di eccitazione che spinge l'organismo all'attività, geneticamente determinata ma suscettibile di essere modificata dall'esperienza individuale. '''Attaccamento''' Legame affettivo, particolarmente intenso, riferito o a una persona, o a una cosa, o a un ambiente, riconducibile al legame affettivo fra una persona (in età infantile) e sua madre. '''Emozione''' Reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve durata determinata da uno stimolo ambientale. La sua comparsa provoca una modificazione a livello somatico, vegetativo, psichico. '''Motivazione''' Fattore dinamico del comportamento animale e umano che attiva e dirige un organismo verso una meta. Le motivazioni possono essere coscienti o inconsce, semplici o complesse, transitorie o permanenti, primarie (ossia di natura fisiologica) o secondarie (ossia apprese dall'ambito socio-culturale). Infine vi sono le motivazioni superiori come le motivazioni ideali o i modelli esistenziali che l'organismo assume in vista della propria autorealizzazione. '''Personalità''' Nucleo irriducibile, di difficile modificazione, che rimane tale al variare delle situazioni ambientali, storiche, culturale, il quale si ritrova a interagire e a esprimersi in esse. Particolare importanza assumono inoltre le leggi della frustrazione e della gratificazione. ===== Altri processi mentali ===== Processi mentali che non rientrano nella classificazione precedente perché differenti e più complessi sono: la sensazione, l'opinione, l'atteggiamento, il comportamento manifesto. Altri processi mentali Definizione '''Sensazione''' Elementi della conoscenza sensibile, non ulteriormente scindibili, provocati da stimoli esterni agenti sugli organi sensoriali. '''Opinione''' Conoscenza o credenza che non include alcuna garanzia di verità. Le opinioni sono credibili ma apoditticamente incontrollabili; neanche i limiti tra la certezza psicologica e la certezza oggettiva sono tracciabili. L'importanza del gruppo è determinante per la formazione, la modificazione di una opinione. '''Atteggiamento''' Disposizione relativamente costante a rispondere a certi modi particolari alle situazioni del mondo per quel residuo di esperienza passata che in qualche modo guida, indirizza, influenza il comportamento. '''Comportamento manifesto''' Insieme stabile di azioni e reazioni di un organismo a una stimolazione proveniente dall'ambiente esterno (stimolo) o dall'interno dell'organismo stesso (motivazione). === Psicologia moderna e psicologia postmoderna === Modi di fare psicologia, modalità di pensiero Psicologia moderna Psicologia postmoderna Ontologia newtoniana Sperimentare Studiare le cause La mente come computazione Conoscere la psiche Pensiero paradigmatico Ontologia vygotskijana Interpretare Studiare i fini La mente come azione Curare la psiche Pensiero narrativo La psicologia moderna e la psicologia postmoderna sono due modalità di studio dei processi psichici dell'uomo che coesistono nella storia del pensiero occidentale fin dal periodo classico. Nei primordi dello studio della psiche è rilevabile la classificazione aristotelica, che darà la scintilla alla psicologia moderna, e il dialogo socratico (maieutica) che darà la nascita alla psicologia postmoderna. Le due visioni della psicologia (moderna e postmoderna) vivono contemporaneamente lo stesso periodo storico. Si definiscono l'una ''moderna'', poiché ha avuto il suo massimo splendore nella modernità, e l'altra ''postmoderna'' in quanto il suo periodo di massima espansione si è avuto in seguito alla prima (in un periodo che va dagli anni ottanta del secolo XX in poi). ==== Psicologia moderna ==== Diagramma di flusso dell'elaborazione dell'informazione secondo Aristotele Il frantumarsi della psicologia era già in corso fin dagli anni venti del Novecento; già in questo periodo si riscontrano molti testi dai titoli inequivocabili: ''La crisi della psicologia'' di Driesch (1925), ''La crisi della psicologia'' di Koffka (1926), ''Il senso storico della crisi della psicologia'' di Vygotskij (1926), ''La crisi della psicologia'' di Bühler (1927). In quegli anni il proliferare di prospettive psicologiche aveva portato con sé uno studio dei processi mentali settario, di categoria. Gli psicologi non si interessarono dei processi mentali in quanto oggetto della psicologia, bensì, si interessarono a essi in forza della prospettiva di appartenenza: gli psicoanalisti studiarono l'inconscio, i gestaltisti la percezione, i comportamentisti il comportamento manifesto, gli strutturalisti gli elementi non altrimenti riducibili presenti nella psiche. Inoltre tali studi vennero effettuati con metodiche differenti, sempre in base alla matrice culturale di appartenenza: introspezione, retrospezione, condizionamento, e così via. Questa ramificazione, così netta, è da attribuire allo stesso oggetto di studio della psicologia: la psiche. Difatti la psicologia, a differenza di altre discipline scientifiche, non ha un oggetto di studio operazionalizzabile e misurabile in maniera perfettamente aderente a un rigoroso metodo galileiano: l'uso della statistica da parte degli psicologi è una modalità attraverso cui è possibile generalizzare concetti derivati dallo studio dei casi singoli (''nomotetizzazione del dato idiografico''), in un contesto epistemico in cui la stessa osservazione e misurazione diretta dell'oggetto di studio (la ''mente'' e i suoi processi funzionali) è di difficile definizione e realizzabilità. In quest'ambito di definizione dell'oggetto di studio, si evince tutta l'attualità del problema rappresentato dal dualismo cartesiano di ''res cogitans'' e ''res extensa''; dualismo che pone difficili problemi epistemici e operativi, e che farà dire allo psichiatra svizzero Binswanger che esso "è il cancro di ogni psicologia". Due tematiche ricorrenti del discorso psicologico sono, da una parte, i due assi del "problema cartesiano" e dall'altra la necessità dell'approccio quantitativo sperimentale di matrice galileiana. Si tratta di ostacoli epistemologici di vasta portata e complessità, e le diverse modalità di gestione degli stessi nei vari periodi storici hanno portato al nascere e all'articolarsi dei diversi paradigmi di ricerca della psicologia sperimentale. Per questo hanno via via provato a escludere la coscienza dalla loro indagine (comportamentisti in ''primis''), hanno "sezionato" la mente fino a cercare di considerarne i suoi elementi non altrimenti riducibili (strutturalisti), hanno ideato ipotesi che potessero collegare la mente al corpo (l'isomorfismo Khöleriano e il concetto di pulsione in Freud), hanno provato a rappresentare la mente sulla base del modello di elaborazione delle informazioni che rappresenta la matrice concettuale dei computer (scienza cognitiva), e altri tentativi finalizzati a modellizzare e operazionalizzare in maniera efficace il proprio sfuggente oggetto di ricerca. Kenneth Gergen descrive la psicologia fin qui riportata come ''psicologia moderna'', la quale si basa su quattro presupposti epistemologici: # gli psicologi hanno un oggetto di ricerca comune; ovvero, gli psicologi devono pervenire a definire e operare su un solo e comune oggetto di studio, a prescindere che esso sia la mente, il comportamento manifesto, o le relazioni interpersonali (come i fisici possono avere la relatività, lo studio del pendolo, o la traiettoria di una meteora come specificazione di leggi fisiche unitarie e universali). # lo psicologo, una volta individuato il suo oggetto di studio, lo studia nei casi particolari per giungere a leggi universali (dall'idiografia alla nomotetia). # il metodo di studio dell'oggetto deve essere la ''ricerca empirica'', preferibilmente mediante il metodo sperimentale. In questa visione il metodo sperimentale è oggettivo, scevro da posizioni personali, etiche, morali, sociali, politiche. # fiducia nella crescita della conoscenza verso la "reale" natura dei fenomeni studiati dalla psicologia, mediante una continua verifica sperimentale delle ipotesi. ==== Psicologia postmoderna ==== === Psicologia teorica e psicologia applicata === Fin qui si è parlato dell'evoluzione storica del concetto di psicologia, analizzando brevemente come sono cambiati nel tempo i paradigmi e le teorie di riferimento. La psicologia, però, si ramifica anche in varie branche. Tradizionalmente si distingue fra psicologia teorica o pura e psicologia applicata. La prima studia il comportamento umano in generale e il funzionamento dei processi cognitivi. Nella psicologia applicata l'interesse è invece rivolto alla soluzione di problemi "pratici", sia psicologici sia di altro genere, ma che implichino sempre meccanismi psicologici. Ovviamente la psicologia teorica sta alla base della psicologia applicata. La psicologia teorica si suddivide a sua volta in quattro diramazioni principali: * ''Psicologia generale'', ha per oggetto l'attività psichica dell'adulto sano. Essa cerca leggi universali per i processi psichici (percezione, memoria, apprendimento ecc.) che valgano a prescindere dalle differenze di personalità, età, condizione sociale e culturale; * ''Psicologia evolutiva'', che studia come i processi psichici cambino con l'età, dall'infanzia alla vecchiaia. * ''Psicologia delle differenze individuali'', che analizza e valuta le diverse qualità psichiche (personalità) riscontrabili nelle persone, spesso attraverso l'uso di test psicologici; * ''Psicologia transculturale'', che paragona, in ragione del medesimo aspetto (percezione, comportamento, ecc. ecc.), gruppi di persone appartenenti a culture differenti al fine di studiare quale siano gli aspetti universali (non dipendenti dalla cultura di origine) e quali siano gli aspetti specifici derivanti dalla cultura di origine. Anche la psicologia applicata ha numerose ramificazioni. Fra le principali troviamo la psicologia clinica, che si occupa essenzialmente delle malattie di natura psicologica, la psicologia del lavoro, utilizzata ad esempio per la selezione del personale, la psicologia forense, applicata in ambito giudiziario, carcerario e criminale. Questa, però, è solo una suddivisione che ha valore euristico e che non può essere completamente soddisfacente, in quanto non rispecchia la vera situazione in psicologia. In realtà, infatti, è impossibile pensare che la psicologia applicata, nel cercare di risolvere i problemi, non si ponga ipotesi ed elabori teorie. Allo stesso modo anche la psicologia teorica, che fu a suo tempo criticata per un'eccessiva astrattezza, è al giorno d'oggi una disciplina che elabora le sue teorie ponendo maggiore attenzione al contesto ambientale e sociale. Il dominio della psicologia è particolarmente ampio e diversificato. In quanto l'interazione persona-ambiente modifica la persona, la quale viene modificata dall'ambiente stesso. A causa di questo stretto legame, studiare il campo di applicazione (per esempio: lo sviluppo di una persona, lo sport) porta a studiare la psiche che si esprime mediante l'interazione stessa. Questo porta ad affermare che non esiste una psiche astratta, ma esiste la psiche in quanto facente parte di una interazione persona-ambiente; per questo, spesso e volentieri, lo studio della psiche è accompagnato dallo studio del comportamento, quest'ultimo ne è il mezzo, il ponte fra i due, lo strumento principe mediante il quale la psiche si esprime e modella l'ambiente, e mediante il quale l'ambiente entra in relazione con la psiche di ogni persona. La valutazione di questa interazione porta lo psicologo ad affrontare numerosi ambiti di studio, i quali, storicizzandosi, si innestano col tempo nella psicologia stessa divenendone una parte. Questo ha portato a un fiorire di branche della psicologia assai numeroso e particolareggiato. ==== La psicopatologia ==== La psicopatologia è una disciplina psicologica che studia il funzionamento anormale dei processi psichici, mirando a indagarne ed elaborarne in forma sistematica le cause specifiche finalizzate a sviluppare metodologie e pratiche di intervento terapeutiche e adattative. Per essa il sintomo è un segno che indica uno dei modi di elaborare l'esperienza; dunque normale e patologico sono ''solo'' due diversi modi di elaborare l'esperienza: il primo adattivo e funzionale, il secondo disadattivo e disfunzionale. La psicopatologia si divide in: * '''Interpretativa'''. : Esistono assunti interpretativi basati su presupposti prospettici (comportamentali, cognitivi, psicoanalitici, sistemici e così via). * '''Descrittiva'''. : Cercando di limitare i presupposti culturali interpretativi, l'esperienza è descritta e rigorosamente categorizzata basandosi sul resoconto effettuato dal paziente, e osservando il suo comportamento. A prescindere dal tipo di psicopatologia adottata, il concetto chiave che descrive a pieno l'atto d'indagine dello psicopatologo è la ''comprensione'' (''verstehen''). Karl Jaspers distingue: «... anche terminologicamente due differenti significati: il comprendere ''statico'', l'attualizzarsi di stati psichici e l'oggettivazione di qualità psichiche, e il comprendere ''genetico'', l'immedesimarsi nell'altro, il comprendere le relazioni psichiche». + Diagramma del comprendere e spiegare Comprendere Spiegare '''Statico''' Comprensione fenomenologica Osservazione attraverso la sensopercezione esterna '''Genetico''' Empatia stabilita su materiale emergente Causa ed effetto secondo il metodo scientifico La descrizione fenomenologica avviene mediante la valutazione, da parte del terapeuta, dell'esperienza soggettiva (cioè per come viene esperita direttamente) del paziente, da cui si produce un quadro ''statico'' del ''qui e ora'', di quel che voglia significare tale esperire per il paziente nell'attuale. La comprensione fenomenologica genetica è utilizzata dal terapeuta al fine di immedesimarsi, mediante l'empatia, nella soggettività del paziente, al fine di comprendere gli antecedenti che hanno portato all'attuale esperienza. Per esempio una grave offesa ricevuta nei confronti della propria moglie morta ha portato il paziente ad avere un attacco d'ira e a commettere un omicidio "riparatore". Il terapeuta mediante l'empatia può collocarsi ''al posto del'' paziente e provare, esperire, valutare nella soggettività come l'omicidio di risposta del paziente possa esser avvenuto. È da notare che vi è ''solo'' "immedesimazione" ("come mi sarei comportato io se mi fosse accaduto ciò che il paziente mi sta riferendo?") e non "giudizio", anzi, si ha una ''sospensione del giudizio'', al fine di avere un'autentica empatia con il paziente. La ''spiegazione'' si attua al fine di rendicontare gli avvenimenti: il terapeuta si pone da un punto di vista neutrale. La ''spiegazione statica'' è un rendiconto esterno del qui e ora: per esempio, il paziente "in questo istante mi sta dicendo che il giorno 8 settembre 1940 è nato". È assimilabile a una descrizione dei fatti di tipo giornalistico, con un punto di vista neutrale. La ''spiegazione genetica'' si ha quando si vuole dipanare relazioni causali: "quella persona si è alzata poiché voleva aprire la porta". Siamo al livello di causa-effetto, e della relazione che lega i due fattori. È assimilabile al metodo galileano. === Dibattito scientifico e filosofico sulla psicologia === Schema esemplificativo della pianificazione di una ricerca. Essenzialmente le critiche alla scientificità della psicologia riguardano il confronto con altre discipline scientifiche (tipicamente fisica, chimica, biologia e scienze mediche) e le differenze, entro la psicologia stessa, fra le varie prospettive o correnti (es. psicologia generale, psicologia sociale, psicologia dinamica, neuroscienze). Sebbene nel senso comune pochi abbiano dubbi sulla scientificità della fisica, molti invece nutrono dubbi sulla scientificità della psicologia. La scienza infatti si caratterizza rispetto ad altre attività umane oltre che per la ricerca di regolarità attraverso la scoperta di leggi fisiche e naturali, anche per il rigore metodologico attraverso il metodo scientifico volto a smascherare eventuali fallacie o bias. Secondo la prospettiva "scientista" molti principi della psicologia non sarebbero pienamente verificabili sperimentalmente, ma la loro bontà ovvero validità sarebbe in diretta dipendenza con l'efficacia o meno delle terapie psicologiche, ma diversi dubbi sono stati sollevati in merito (vedi efficacia della psicoterapia). Le critiche riguardanti la psicologia riguardano dunque la sua metodologia: sebbene la psicologia non applichi il metodo scientifico in toto o in senso stretto come nelle scienze matematiche fisiche e naturali tanto da essere relegata/considerata come scienza molle al pari di altre scienze umane, secondo alcuni, malgrado gli argomenti di studio siano molto differenti, vi sono elementi ed aspetti metodologici ed un nucleo essenziale di elementi epistemologici comuni tra scienza e psicologia che inducono a considerala comunque come una scienza, intesa sia come corpo organico e sistematico di conoscenze, sia come scienza rigorosa per l'applicazione del metodo osservativo sui contenuti della psiche/mente riferiti dal paziente e sull'osservazione diretta sul comportamento individuale di un soggetto definito "normale" oppure "patologico" ovvero deviante (concetti quest'ultimi però soggetti a critica) (es. in psicologia clinica), nonché il ricorso in alcuni casi alla misura e l'appoggio alla statistica in diverse sue branche. Vi sono infatti diversi mezzi di conoscenza, sommariamente divisi in empirici e non: tra i non empirici includiamo la logica e l'autorità; tra i metodi empirici, la scienza e l'intuizione. La scienza è caratterizzata dall'uso del cosiddetto metodo scientifico, o meglio dai metodi scientifici, non uno, ma diversi, accomunati dalla strutturazione concettuale seguente: * definizione del problema; * formulazione di ipotesi; * raccolta dati; * elaborazione di conclusioni. Tale percorso è utilizzato sempre anche in psicologia. I sostenitori della psicologia sostengono inoltre che essa presenti caratteristiche sufficienti per essere definita scienza, perché possiede: * empirismo; * obiettività; * possibilismo; * parsimonia; ed ha un interessamento privilegiato per la teoria. Un'altra critica forte alla psicologia, rispetto alle "scienze dure" e che la accomuna ad altre "scienze molli", è il non essere ''cumulativa'' ovvero le conoscenze e nuove scoperte non sempre si "sommano" in una teoria nuova più completa, ma spesso danno vita a nuove correnti di pensiero diverse e inconciliabili tra loro, che espone la psicologia a continue possibili falsificazioni. Un aspetto specifico della ricerca in psicologia è che il ricercatore modifica "l'oggetto" in esame nell'interagire con esso. Seppure questa affermazione sia in alcuni casi vera (v. ad es. l'Effetto Hawthorne), lo è per un settore della psicologia con ambito di applicazione abbastanza ristretto. Del resto, forme di interazione tra osservatore e oggetto osservato esistono anche in fisica sebbene nel mondo microscopico (vedi principio di indeterminazione di Heisenberg) e nelle ricerche etnografiche. Una considerazione simile è effettuabile anche in merito "all'osservazione". Tutti i soggetti, in un certo senso, "osservano" continuativamente, in ogni momento e ogni luogo e per questa caratteristica la ricerca osservativa era stata bandita dalla scienza. In seguito si è capito che il problema di fondo era ''che cosa'' si doveva intendere per "osservazione"; si è quindi passati da un ''tipo'' di ricerca a un ''metodo'' di ricerca, con regole e limiti per la raccolta di dati non ottenibili altrimenti.. Un'altra critica classica è stata rivolta alla ricerca psicologica di laboratorio, nella quale si ha un alto valore metodologico, ma scarso successo speculativo: l'ambiente, poiché artificiale, tende a modificare l'oggetto di studio. D'altra parte, il laboratorio può garantire il controllo di tutte le principali variabili, permettendo così di esaminare solo la variabile di interesse. In psicologia la ricerca di laboratorio incontra delle limitazioni nei contesti in cui l'ambiente stesso del laboratorio può modificare in maniera disfunzionale alcune variabili relazionali: ad esempio, se consideriamo certi studi di psicologia sociale, emerge che non possono essere studiati al meglio in laboratorio, ma richiedono spesso uno studio nell'ambiente sociale naturale. Questa differenza tra metodi utilizzabili nelle diverse discipline psicologiche è riassumibile nel concetto stesso dei diversi metodi scientifici utilizzabili. Essendo la psicologia un campo molto ampio, saranno necessari metodi, strumenti e tecniche di indagine molto diversificate tra loro, a seconda di cosa si voglia studiare (es.: la percezione visiva è può essere studiata anche mediante l'ausilio del computer, gli atteggiamenti razzistici hanno bisogno di essere valutati sul campo). Un'altra critica classica è quella secondo cui spesso in psicologia venga osservato il ''risultato'' di un "processo" (come ad esempio il comportamento, l'atteggiamento, i valori psicofisiologici, ecc.), ma non il processo stesso (ad es., il sostrato mentale di tali manifestazioni esterne). Sebbene queste critiche siano rintracciabili principalmente nel periodo del comportamentismo, in qualche subdisciplina psicologica è possibile rilevare ancora lo stesso problema (ad esempio, nella psicologia del pensiero). Vengono quindi adottate tutte le tecniche sperimentali per indagare il processo stesso nelle sue subcomponenti, per cercare di capirne il funzionamento. Lo stesso principio è utilizzato anche dalla fisica: non posso osservare la gravità, ma solo i suoi effetti sui gravi; e da questi effetti posso desumerne le caratteristiche intrinseche. L'aumento di sofisticazione teorico-metodologica dei test statistici e dei disegni di ricerca, come la moltiplicazione di approfondimenti, in ambito accademico e formativo, di discipline statistiche, metodologiche, tecniche sperimentali, di filosofia della scienza, sono un correlato dell'uso del metodo scientifico in psicologia. Tuttavia, la scientificità della psicologia è assicurata dalle numerose Società di ricercatori e docenti di discipline psicologiche, esistenti in tutti i paesi: in Italia, l'Associazione AIP. In Europa, la EFPA raccoglie le società di psicologia scientifica dei diversi paesi europei. ==== I test psicologici e la misura in psicologia ==== I test per misurare l'intelligenza sono stati i primi a essere creati e insieme all'utilizzo della matematica e della statistica hanno permesso la nascita della psicometria. Un test psicologico è una misurazione ''oggettiva e standardizzata'' di un ''campione di comportamento'', che si ritiene essere indicativo di un costrutto teorico. Ad esempio un test che vuole misurare la socievolezza (costrutto teorico), prende in considerazione comportamenti che sono associati a questo tratto di personalità (essere loquaci, amare la compagnia, ecc...). Difatti la caratteristica insita nella misurazione in psicologia è che l'oggetto che si ha intenzione di misurare spesso non ha caratteristiche fisiche dirette e concrete, ma è un costrutto teorico, di cui vengono valutati gli ''indicatori comportamentali.'' Un esempio può essere la creatività. La "creatività" è un costrutto teorico, non un oggetto fisico: coerentemente, si dovrà affermare che il test psicologico somministrato differenzia le persone più creative da quelle meno creative, in base a un certo tipo di definizione di creatività. In altre parole, l'atto del misurare (mediante test psicologici) è connesso al significato del costrutto teorico (l'oggetto di misura); perciò lo psicologo quando misura deve tener conto: * Del test psicologico utilizzato per misurare (cioè le caratteristiche psicometriche dello strumento quali attendibilità, validità e standardizzazione) * Del significato del costrutto teorico (il costrutto sottoposto a misura) Sebbene possano sembrare limitanti, un qualsiasi comportamento è composto da segni e sintomi caratteristici. L'insieme di questi segni e sintomi caratteristici possono essere presi come riferimento per la creazione di un test riferito a quel dato comportamento. Ovviamente intervengono diversi fattori inerenti allo strumento, che può essere più o meno adatto a rilevare quel tipo di comportamento. Va anche detto che un dato comportamento può essere rilevato nella popolazione scelta per quel test. Poiché vi sono differenze genetiche e culturali nelle diverse culture, possono esserci delle differenze nei risultati dei test somministrati a gruppi diversi. === Branche prevalentemente teoriche e di ricerca === ''(espresse in ordine alfabetico)'' * Comportamentismo * Cognitivismo * Costruttivismo * Neuropsicologia * Psicologia comparata * Psicologia clinica * Psicologia dinamica :* Psicoanalisi :* Psicologia analitica :* Psicosintesi :* Psicologia individuale * Psicologia culturale * Psicologia del lavoro e delle organizzazioni :* Psicologia del lavoro :* Psicologia dell'orientamento :* Psicologia della formazione :* Psicologia delle organizzazioni * Psicologia dello sport * Psicologia della religione * Psicologia della salute * Psicologia dello sviluppo * Psicologia fisiologica * Psicologia generale * Psicologia morale * Psicologia positiva * Psicologia sociale :* Psicologia ambientale :* Psicologia dei gruppi * Psicologia sperimentale * Psicologia transpersonale * Psicologia umanistica * Psicometria * Test di personalità === Branche prevalentemente terapeutiche e di intervento === ''(espresse in ordine alfabetico)'' * Analisi transazionale * Automotivazione * Ipnoterapia * Psicoanalisi * Psicodiagnostica * Psicodramma * Psicologia clinica * Psicologia dell'emergenza * Psicologia dello sport * Psicologia di comunità * Psicosomatica * Psicotecnica * Psicoterapia * Psicoterapia con la procedura immaginativa * Psicoterapia della Gestalt * Psicoterapia transpersonale * Psicoterapie corporee * Riabilitazione neuropsicologica * Terapia breve strategica * Terapia cognitiva * Terapia cognitivo-comportamentale * Terapia comportamentale * Terapia di gruppo * Terapia familiare * Vegetoterapia === Autori === Alcuni fra i più eminenti psicologi nella storia della psicologia. Image:Wilhelm Wundt.jpg|Wilhelm Wundt(1832 - 1920)padre della Psicologia Image:Franz Brentano.jpeg|Franz Brentano(1838 - 1917)per alcuni, il "secondo" padre della Psicologia Immagine:Wm james.jpg|William James(1842 - 1910)fondatore dell'approccio funzionalista Immagine:Ernst Heinrich Weber.jpg|Ernst Weber(1795 - 1878)padre della Psicofisica Immagine:Gustav Fechner.jpg|Gustav Fechner(1801 - 1887)cofondatore della Psicofisica Immagine:Ivan Pavlov NLM3.jpg|Ivan Pavlov(1849 - 1936)fondatore della Riflessologia Immagine:Jean Piaget.jpg|Jean Piaget(1896 - 1980)fondatore dell'Epistemologia genetica Immagine:Sigmund Freud LIFE.jpg|Sigmund Freud(1856 - 1939)padre della Psicoanalisi Image:Maturana.jpg|Humberto Maturana(1928 - in vita)applica l'approccio costruttivista ai sistemi viventi Image:Gene_Glass.jpg|Gene Glass(1940 - in vita)Il creatore della meta-analisi === I "premi" della psicologia === I principali premi (''awards'') della psicologia sono: * l''Awards of the APA Divisions''; * il Grawemeyer Award; * il Premio Balzan; * lo ''Psi Chi, the National Honor Society in Psychology''; :* lo ''Psi Beta National Honor Society in Psychology for Community & Junior Colleges'' (versione per gli studenti delle università americane dello ''Psi Chi, the National Honor Society in Psychology''); * il ''Wolfgang Metzger Award''. === Gli "incontri" degli psicologi === Nella storia della psicologia vi sono stati molti "incontri": gruppi più o meno ufficiali di psicologi appartenenti a questa o a quella prospettiva, che avevano in comune la stessa matrice culturale. Sono ravvisabili fra i più noti: * la ''Società psicoanalitica del mercoledì'', fondata da Freud e alla quale faranno parte: Alfred Adler, Otto Rank e Carl Jung; * la ''Quasselstrippe'' («in tedesco ''quasseln'' significa vagare, divagare; ''strippe'', filo, spago. Così la ''Quasselstrippe'' era un gruppo con il quale ci si poteva unire e discutere liberamente») fu una specie di club, formato da Kurt Lewin, Maria Ovsiankina, Tamara Dembo, Bluma Zeigarnik, Gita Birenbaum, Usao Onoshima, Kanae Sakuma. Il loro ritrovo era al ''Schwedische Café'' posto innanzi all'Istituto di psicologia, nella piazza ''Schlossplatz''. * Wertheimer, Köhler e Koffka si ritrovavano settimanalmente allo ''Smith College''. Erano praticamente inseparabili e ciò che studiava l'uno lo poneva a giudizio degli altri due: «Wertheimer era l'artista ispirato e appassionato, Köhler era il fisico un po' riservato e Koffka il logico di grande talento verbale che cercava di inserire tutto in un sistema totale». * i ''Mercoledì pavloviani'', nei quali Ivan Pavlov discuteva con i suoi allievi delle sue ricerche; questi incontri vennero registrati e forniscono un materiale ineguagliabile sulla figura di Pavlov.
Premio Nobel per la pace
Il '''premio Nobel per la pace''' è stato istituito dal testamento di Alfred Nobel del 1895 ed è stato assegnato per la prima volta nel 1901, come gli altri premi istituiti da Nobel stesso. A differenza degli altri premi Nobel, quello per la pace viene assegnato in Norvegia, e non in Svezia: la cerimonia di consegna del Nobel per la pace si tiene infatti a Oslo, questo perché all'epoca dell'istituzione dei premi Nobel la Norvegia era ancora unita alla Svezia. Il vincitore del premio viene scelto dal Comitato per il Nobel norvegese, composto da cinque persone scelte dal Parlamento norvegese. L'annuncio della decisione viene effettuato a metà ottobre e la consegna del premio avviene presso il municipio di Oslo. È anche l'unico premio Nobel che può essere assegnato non solo a singole persone, ma anche a intere organizzazioni. L'assegnazione del premio non si è svolta in 19 occasioni: * durante la prima guerra mondiale: 1914, 1915, 1916 e neanche nel 1918, mentre nel 1917 venne assegnato alla Croce Rossa internazionale; * negli anni difficili tra le due guerre mondiali: 1923, 1924, 1928 e 1932; * durante la seconda guerra mondiale: 1939, 1940, 1941, 1942 e 1943, mentre nel 1944 venne assegnato alla Croce Rossa internazionale ; * negli anni della guerra fredda e la guerra del Vietnam . Inizialmente occidentale, l'origine dei candidati si estese gradualmente a tutto il mondo. Il Premio Nobel per la Pace ha oggi una straordinaria importanza politica, alcuni premi hanno valore di disconoscimento di governi autoritari come quello di Aung San Suu Kyi nel 1991 nei confronti della giunta birmana o quello di Liu Xiaobo in 2010 per quanto riguarda il governo cinese. Certe nomine ebbero una particolare risonanza come quella di Theodore Roosevelt nel 1906 che fu fortemente contestata perché Roosevelt era "militarista". Possiamo anche citare quella del giornalista antinazista tedesco Carl von Ossietzky nel 1935 e quella del 14 ° Dalai Lama nel 1989. Nel complesso, il Premio Nobel viene assegnato soprattutto a personaggi storici dell'azione umanitaria, della lotta all'oppressione politica o della difesa dei diritti egualitari come Albert Schweitzer, Martin Luther King e Madre Teresa.
Il premio Nobel per la pace viene assegnato con una procedura diversa rispetto agli altri premi Nobel. Nel suo testamento, Alfred Nobel stabilì che, mentre i premi per la scienza e per la letteratura dovevano essere decisi da istituzioni svedesi (l'Accademia reale svedese delle scienze per i Nobel della chimica e della fisica, il Karolinska Institute per la medicina, l'Accademia svedese per la letteratura), quello per la pace avrebbe dovuto essere deciso da un Comitato nominato dal Parlamento norvegese, visto che la Norvegia, nel 1901, era ancora parte del Regno di Svezia e Norvegia. Ogni anno, il Comitato invia richieste di suggerimenti di candidati a: * componenti passati e presenti e consiglieri nominati dall'Istituto norvegese dei Nobel; * membri delle assemblee nazionali e dei governi di diversi paesi e ai membri dell'Unione interparlamentare; * componenti della Corte internazionale di Giustizia dell'Aja e della Corte di arbitrato; * membri della Commissione dell'ufficio permanente internazionale di pace; * membri di Istituti di diritto internazionale; * professori universitari di diritto, scienze politiche, storia e filosofia; * personaggi insigniti del Nobel per la pace; * direttori di Istituti di studi militari o di organizzazioni che lavorano per la pace. Entro il primo febbraio, devono arrivare le segnalazioni, che vengono esaminate con l'aiuto di alcuni esperti. Dopo una prima selezione, si passa al voto finale. Yasser Arafat, Shimon Peres e Yitzhak Rabin presentano il loro Premio Nobel per la Pace 1994, assegnato in seguito agli accordi di Oslo. A differenza degli altri premi, retrospettivi, che valorizzano il lavoro di una vita nella scienza o nella letteratura, il Premio Nobel per la Pace ha spesso contraddistinto una particolare azione senza che questa sia necessariamente sottoposta alla prova del tempo: quella di una persona o una struttura che ha risolto un conflitto internazionale e costruito un consenso pacifico. Sono stati infatti assegnati diversi premi senza tener conto del passato del vincitore o della sua politica e dei suoi atti intermedi spesso in contraddizione con la definizione del premio. Ciò ha ampiamente messo in discussione la credibilità o addirittura la legittimità della distinzione quando si trattava di personalità come Theodore Roosevelt, Anwar al-Sadat, Menachem Begin, Shimon Peres, Yitzhak Rabin, Yasser Arafat, Lê Đức Thọ, Henry Kissinger o Eisaku Satō : scelte tanto solforose quanto controverse. Di conseguenza, Nel 2005, il Comitato per il Nobel ha pubblicamente affermato che il premio sarà assegnato solo a persone, gruppi o organizzazioni che hanno impegnato la loro esistenza al servizio dei diritti umani, la promozione del modello democratico nonché la difesa dei modi di diplomazia. Alcuni destinatari sono stati criticati anche per alcune azioni che sembrano contrarie alle aspirazioni del Nobel: dal 2017 la stampa rimprovera in particolare Aung San Suu Kyi vincitrice del premio nel 1991, per la sua inerzia e la sua mancanza di condanna della pulizia etnica contro i Rohingya. Tuttavia, durante gli anni 2000, il premio è andato ad un ex presidente, un ex vicepresidente e un presidente in carica degli Stati Uniti (Jimmy Carter, Al Gore e Barack Obama dopo appena nove mesi di presidenza), nonostante questo paese abbia un forte impegno militare oltre i suoi confini. L'altra critica importante rivolta ai giurati del Nobel riguarda la notevole omissione dalla sua lista di individui i cui contributi alla pace sono stati accolti all'unanimità. L'elenco dei grandi dimenticati comprende in particolare il Mahatma Gandhi, la cui omissione è stata fortemente criticata, anche nelle dichiarazioni di diversi membri del Comitato norvegese. Quest'ultimo ha ammesso di aver nominato il Mahatma Gandhi nel 1937, 1938, 1939, 1947 e, infine, pochi giorni prima del suo assassinio, nel gennaio 1948. In quell'anno, si era rifiutato di assegnare un premio, giudicando che "non c'era un candidato vivente idoneo". L'omissione di Gandhi fu pubblicamente e all'unanimità deplorata dai successivi membri del Comitato norvegese. Più tardi, quando il premio è stato assegnato a Tenzin Gyatso nel 1989, il presidente del comitato Egil Aarvik, ha detto che la decisione è stata "in parte un tributo alla memoria del Mahatma Gandhi". 14 ° Dalai Lama e Desmond Tutu nel 2004. L'ultimo e importante rimprovero rivolto al Nobel riguarda l'efficacia e il valore reale di questa ricompensa quando è andata a personalità i cui sforzi diplomatici sono stati giudicati "vani" quanto "sterili" come l'ex presidente statunitense Jimmy Carter, l'ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan o l'ex direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica Muhammad al-Barādeʿī.
Pascal (linguaggio di programmazione)
Il '''Pascal''', in informatica, è un linguaggio di programmazione creato da Niklaus Wirth e basato sul linguaggio ALGOL; il nome è dedicato a Blaise Pascal che inventò nel 1645 la Pascalina, considerata la prima calcolatrice.
Pare che Wirth, docente di programmazione negli anni Sessanta, avvertì la mancanza di un linguaggio di programmazione adatto all'insegnamento della propria materia e dotato di strutture dati avanzate. Il BASIC, creato nel 1964, era facile da imparare ma non aveva strutture dati avanzate e non incoraggiava abbastanza ad analizzare il problema prima di scrivere effettivamente il codice. Nemmeno linguaggi come ALGOL e Fortran sembravano adatti per i suoi fini didattici. Perciò, Wirth creò da zero il linguaggio Pascal, inserendovi il concetto di programmazione strutturata. La prima implementazione del linguaggio divenne operativa nel 1970, ma raggiunse una discreta diffusione nel campo industriale a partire dal 1974, con la pubblicazione del libro "Pascal User Manual and Report", considerato il riferimento standard per il linguaggio. TeX e parte delle prime versioni del sistema operativo del Macintosh e di Microsoft Windows furono scritte in Pascal. Essendo un linguaggio pensato per studenti e utenti inesperti, i compilatori Pascal hanno un atteggiamento protettivo nei confronti del programmatore (partendo dal presupposto che qualunque irregolarità del codice scritto sia un errore), che spesso infastidisce un po' gli esperti. Per esempio i dati e le funzioni sono verificati dal compilatore usando la cosiddetta tipizzazione forte (''strong type checking''), ovvero uno stretto rigore riguardo alla definizione ed al modo di usare i tipi di dati, a differenza di linguaggi a tipizzazione debole (per esempio JavaScript) che invece consentono ai programmatori esperti una maggiore libertà di scrittura del codice al costo della possibilità di rendere più arduo rilevare errori di struttura e sintassi. Il Pascal è un linguaggio che impone sia l'uso di un buono stile di programmazione, sia di analizzare a fondo il problema prima di cominciare a scrivere codice sorgente. Data la diffusione negli ambienti scolastici e l'evoluzione della tecnologia e delle esigenze del mercato, ne sono state create versioni ad oggetti, come per esempio il Turbo Pascal e l'Object Pascal (utilizzato nell'ambiente di sviluppo Delphi di Borland, ora di proprietà di Embarcadero). Le caratteristiche principali del Pascal sono una sintassi chiara e rigida con l'obbligo di dividere il programma in sezioni ben definite (specifiche uses e implementation) e di dichiarare in anticipo tutte le variabili usate nel programma. Anche la sequenza di definizione degli elementi nel codice sorgente è rigidamente codificata e sequenziale, ovvero: etichette, costanti, tipi, variabili, procedure e funzioni (label, const, type, var, procedure, function). Inoltre, permette l'uso di tipi di dati complessi e definibili dal programmatore (record) tramite la specifica di sezionetype. Permette anche l'uso dei puntatori e l'allocazione dinamica della memoria (specifiche ''new'' e dispose), in modo comunque più controllato per esempio del linguaggio C tradizionale. Il Pascal è classificato come linguaggio semidinamico, in quanto gestisce i puntatori, permettendo di creare liste di variabili di dimensione non nota all'atto della compilazione, ma possono essere di un solo tipo alla volta, quello usato per definire la variabile puntatore stessa. Al posto delle subroutine, di uso comune nei primi linguaggi di programmazione, il Pascal introduce ''procedure'' e ''funzioni'', che estendono il concetto di subroutine incapsulando al loro interno le variabili e i dati locali. Inoltre, nella sua formulazione originale, il linguaggio era privo dell'istruzione GOTO, concettualmente nemica della strutturazione corretta dei programmi, aggiunta poi in seguito ma della quale è comunque scoraggiato l'uso. === Compilatori gratuiti === * Free Pascal, un compilatore con licenza GPL, con sintassi compatibile con Object Pascal; * Lazarus, nato come sottoprogetto di Free Pascal, un clone avanzato GPL di Borland Delphi; * Dev-Pascal, IDE per Windows 9X, parzialmente compatibile con la serie NT/2K/XP.. e non più sviluppato, basato sul compilatore Free Pascal. === Hello, world! === Il seguente esempio stampa a video il testo "Hello world". program hello; uses crt; '''Note''' La prima riga introduce il programma con la parola chiave ''program'', a cui segue il titolo del programma. Non possono essere utilizzati caratteri speciali né spazi. La terza riga contiene l'istruzione ''begin'', usata per iniziare a scrivere il programma vero e proprio. La quinta riga contiene l'istruzione ''writeln'', usata per scrivere a video il testo ("Hello World") riportato tra parentesi, mentre la sesta, con l'istruzione ''readln'', pone il programma in attesa di un input da tastiera, in modo da non far scomparire immediatamente la scritta. Quando verrà premuto il tasto invio, il programma procederà eseguendo l'istruzione ''end'', che pone fine alla sequenza. Tale comando è l'unico, in ambiente Pascal, ad essere seguito da un punto anziché da un punto e virgola. === Variabili === Il Pascal mette a disposizione molti tipi di variabili: * '''Tipi interi''', utilizzati per memorizzare valori numerici interi, con o senza segno e compresi entro determinati intervalli numerici. In Pascal sono: ** integer: variabile di tipo intero a 16 bit con segno (numeri da -32.768 a 32.767) ** word: variabile di tipo intero a 16 bit senza segno, con valori compresi tra 0 e 65.535. ** byte: come già suggerisce il nome, questo tipo occupa un byte in memoria e consente differenti valori, da 0 a 255. Questo tipo è completamente compatibile con il tipo char: l'unica differenza consiste nel fatto che un tipo ''byte'' ha come visualizzazione predefinita quella di un numero, mentre il char quella di un carattere. ** short: come il precedente occupa un solo byte, ma rappresenta numeri dotati di segno, perciò i valori possono variare da -128 a 127. ** longint: occupa 4 byte (ovvero 32 bit) e permette di gestire diversi valori con segno, compresi fra -2147483648 e 2147483647. ** comp: è il tipo intero più grande. Occupa 8 byte (64 bit), pertanto permette di gestire diversi valori con segno, compresi tra -9.2E18 e 9.2E18. * '''Tipi reali''': ** real: numero reale con segno (numeri da -2.9E-39 a 1.7E38), rappresentabili in notazione scientifica o esponenziale. Se si inseriscono da tastiera numeri real, bisogna scriverli in notazione esponenziale. Per stampare a video un numero reale in formato decimale utilizzare la seguente sintassi: ... {Altre istruzioni} Var R:Real; ... {Altre istruzioni} Writeln('Il numero reale è ',R:10:3); ... {Altre istruzioni} In questo caso vengono visualizzate in tutto 10 cifre, di cui 3 decimali. * '''Tipo carattere''' (char): variabile di carattere, rappresenta un solo carattere generalmente codificati in otto bit con formato ASCII. * '''Tipo stringa''' (''string''): variabile che contiene più caratteri, di fatto è un vettore di caratteri (''array of char''). Per accedere ai singoli caratteri contenuti in una stringa è sufficiente usare le parentesi quadre specificando al loro interno il numero del carattere che si vuole utilizzare (lettura/scrittura). Si può indicare la lunghezza massima della stringa inserendo n durante la dichiarazione, se non viene specificata, la lunghezza, sarà di 256 caratteri. * '''Tipo booleano''' (boolean): variabile binaria (vero/falso). === Puntatori === Si possono specificare puntatori a variabili usando nella dichiarazione un nome seguito dal simbolo ^ che precede il tipo di variabile a cui deve puntare il puntatore. I puntatori funzionano come in C/C++: var pointer : ^int; number : int; begin number := 10; pointer := @number end. In questo modo pointer punterà a number. Mentre per assegnare un valore allo spazio di memoria indirizzato da pointer, si userà ^ in coda al nome, ovvero come operatore di ''dereferenziazione'': pointer^ := 15; === Array === Gli array in Pascal sono una sequenza ordinata, in quantità prestabilita, di elementi dello stesso tipo. Gli elementi possono essere composti da qualunque tipo di dati, nativo o definito dal programmatore usando type. Una caratteristica importante del linguaggio Pascal sta nel fatto che nel momento della dichiarazione di un array, viene definito anche il valore iniziale dell'indice da utilizzare per la scansione dei vari elementi: * '''Array di un tipo generico''': Var nome : array inizio..fine of tipo; * '''Stringhe''': Come in molti altri linguaggi le stringhe sono semplicemente degli array di caratteri. La dichiarazione di una variabile stringa è quindi la dichiarazione di un array composto da una quantità predefinita di caratteri. Nell'esempio seguente viene creato una variabile stringa di 20 caratteri. La variabile dichiarata in questo modo può essere usata come un array, cioè accedendo alle informazioni carattere per carattere oppure nel suo insieme. Se si utilizza un'assegnazione di quest'ultimo tipo vengono interessati anche gli elementi successivi alla lunghezza della stringa letterale assegnata. Quindi, seguendo l'esempio, l'array riceve il nome «Paolo» nei suoi primi cinque elementi, mentre negli altri viene comunque inserito uno spazio. Nelle più recenti implementazioni di Pascal è tuttavia possibile usare il tipo String, che sostituisce la dichiarazione array 0..''n'' of char Var nome : array 1..20 of char; ..... {Altre istruzioni} nome := 'Paolo'; {assegnazione nel suo insieme} nome5 :='a'; {assegnazione del solo quinto carattere} === Record === In Pascal è possibile definire un tipo personalizzato (''custom''), strutturato dal programmatore stesso. La sintassi si basa sulla specifica type: type persona = record nome:string30; eta:int end; per poi usare il tipo di variabile personalizzato in questo modo: var qualcuno : persona; begin qualcuno.nome := 'Asdrubale' qualcuno.eta := 35 end. L'''input''' di dati da tastiera viene effettuato tramite l'utilizzo del comando readln(nome_variabile).L'''output''' invece usa il comando writeln(nome_variabile); la stampa a video usa lo stesso il comando writeln, però il testo è tra singoli apici ' ' (writeln('ciao mondo');) Esistono anche le due funzioni write() e read() che differiscono dalle precedenti per il fatto che non scrivono un codice di "ritorno a capo" (carriage return) a fine riga.Un esempio di I/O di numeri interi: program input_output(input, output); var n1,n2,ris:integer; {Dichiarazione tipo intero} begin writeln('Inserisci n1'); {viene visualizzato il testo tra ' '} readln(n1); {comando di input, la variabile introdotta viene inserita in n1} writeln('Inserisci n2'); readln(n2); ris:=n1+n2; {fa la somma di n1 e n2 e il risultato viene inserito in ris} writeln('La somma e'' uguale a ',ris); {stampa il messaggio tra ' ' e la variabile ris} readln {questo evita che il programma si chiuda senza che sia possibile leggere l'ultima riga, il programma si aspetta che l'utente scriva qualcosa e poi prema INVIO. In questo modo il programma si chiuderà.} end. I/O reali: per l'input di numeri reali il metodo resta sempre lo stesso (readln (variabile)), invece per l'output, per vedere numeri comprensibili bisogna usare una sintassi diversa nel writeln program input_output(input, output); var n1,n2,ris:real; {Dichiarazione tipo reale} begin writeln('Inserisci n1'); {viene visualizzato il testo tra ' '} readln(n1); {comando di input, la variabile introdotta viene messa in n1} writeln('Inserisci n2'); readln(n2); ris:=n1+n2; {fa la somma di n1 e n2 e il risultato viene messo in ris} writeln('La somma e'' uguale a ',ris:6:2); {stampa il messaggio tra ' ' e la variabile ris, con 6 numeri prima della "," , la "," stessa e 2 dopo} readln end. Nella stampa a video abbiamo usata un'alterazione del comando writeln, aggiungendo var:n:m dove '''var''' è il nome della variabile da visualizzare, '''n''' è il numero di cifre complessive (compresa la ",") da visualizzare e '''m''' sono quelle dopo la virgola. Se ci sono più cifre da visualizzare di quelle indicate, esse non vengono inviate sul dispositivo di uscita. I/O caratteri: l'input e l'output di caratteri (numeri, lettere, simboli), è lo stesso per caratteri e numeri interi: program input_output(input, output); var ch:char; {Dichiarazione tipo carattere} begin writeln('Inserisci il carattere'); {viene visualizzato il testo tra ' '} readln(ch); {comando di input, la variabile introdotta viene messa in ch} writeln('Il carattere inserito e'' ',ch); {stampa il messaggio tra ' ' e la variabile ch} readln end. I/O stringhe: le variabili stringhe come già detto sono array di char (vettori di caratteri). === Alternative === Program alternativa; var n:integer; begin write('inserisci un numero: '); readln(n); if n > 0 {controlla se il valore è positivo} then write('il numero e'' positivo.') else write('il numero e'' negativo.'); readln end. === Iterazione === I seguenti frammenti di codice riportano un esempio dei cicli di iterazione in linguaggio Pascal. Program ciclo_for; var i, n, num:integer; begin write('quanti numeri vuoi inserire?'); readln(n); for i:=1 to n do begin write('inserisci il numero: '); readln(num); end; readln end. Dopo la specifica ''for'', occorre l'assegnazione di un valore a una variabile (in questo caso i:=1). Questa variabile verrà incrementata automaticamente ad ogni ripetizione del ciclo, ovvero del codice indicato dopo for tra do e end: una volta uguale al numero (o alla variabile) dopo il to, il ciclo terminerà. Il valore di una variabile può essere incrementato anche usando la stessa variabile come riferimento. Ovviamente non bisogna fare confusione tra queste espressioni in Pascal, e in molti altri linguaggi, con le convenzioni delle equazioni matematiche. Il ciclo ''for...to...do'' ripete un blocco di istruzioni un numero determinato di volte, perciò sono vietati valori reali decimali prima e dopo il ''to'', e le variabili da utilizzare dovranno sempre essere state dichiarate di tipo intero (''integer''). Si può eseguire un ciclo ''for..to..do'' anche in ordine inverso, ossia dal numero più alto a quello più basso, utilizzando la parola chiave downto al posto di to. In questo caso ad ogni ripetizione del ciclo la variabile verrà decrementata invece che incrementata. Program Esempio2; Uses Crt,WinDos; Var nome1,nome2,stringa:string; file1,file2:text; begin clrscr; write('Inserire il nome di un file: '); readln(nome1); write('Inserire il nome del file copia: '); readln(nome2); Assign(file1,nome1); Assign(file2,nome2); Reset(file1); Rewrite(file2); repeat readln(file1,stringa); writeln(file2,stringa); until eof(file1); Close(file1); Close(file2); writeln('Copia completata!'); readln end. Assign(file1,nome1): Questa specifica assegna alla variabile '''file 1''' di tipo testo il nome del file contenuto nella stringa '''nome1'''. Occorre precisare come il linguaggio Pascal tradizionale utilizza i nomi dei file. Un nome può essere composto al massimo da 8 caratteri, estensione esclusa. Se il nome supera gli 8 caratteri viene troncato a 6 e si aggiunge un ~1 (il codice ASCII della tilde, ~, è 126). Perciò il nome testouno.txt è corretto e viene mantenuto inalterato. Invece, ''testoquattro.txt'' è sbagliato e il compilatore produrrà messaggio di errore (''error 2: File not found''); '''testoq~1.txt''' è la versione corretta dell'esempio precedente: i caratteri vengono troncati a 6 e aggiunto un ~1. Reset(file1); : l'istruzione reset(x), dove x è una variabile inizializzata con ''Assign'' e di tipo text o file, serve per aprire il file x, in vista di operazioni di lettura/scrittura su di esso. Rewrite(file2); : valgono le stesse regole di reset. Rewrite(x:text o file) è una procedura che crea un nuovo file x (se non è specificata la directory nel suo nome, viene creato nel path corrente). Se esiste già un file di nome x, lo sovrascrive. repeat...until eof(file1); : ripete un ciclo di istruzioni finché l'espressione indicata dopo until è vera. Nel nostro caso, il programma continua a leggere, riga per riga, ogni sequenza di caratteri contenuta in file1 e la copia in file2, finché la variabile reimpostata eof (che significa End Of File; supporta solo parametri di tipo text o file) non è vera, e quindi il file da cui leggere è al termine. Close(file1); : la procedura close chiude un file. Come si è ben visto, il ciclo repeat ... until serve per ripetere un'istruzione o un blocco di istruzioni fino a che una condizione non è vera. Non serve racchiudere il blocco di istruzioni fra un begin ed un end, poiché i confini del blocco sono già definiti da ''repeat'' e until. Program esempio3; Uses Crt; Var x,y:word; begin clrscr; write('Inserire due coordinate: '); readln(x,y); while (x0) and (y0) do begin read(x,y); gotoxy(x,y); write((,x,;,y,)); end; readln end. Questo programma legge da tastiera due coordinate, sposta il cursore a quelle date coordinate e scrive in quel punto le ascisse e le ordinate tra parentesi, separate da un punto e virgola. Il ciclo si ripete ogni volta che la condizione indicata è vera: in questo caso quando sia x che y sono diversi da 0. La procedura gotoxy(x,y:word) sposta il cursore alle coordinare (x;y) sullo schermo. Anche con while è opportuno prestare attenzione ai cicli infiniti e si noti che con while è necessario includere il blocco di istruzioni fra begin ed end;
Passo di Resia
Il '''passo di Resia''' è un valico alpino in Italia, situato non lontano dal confine austriaco, in prossimità della Svizzera e del punto di triplice frontiera, separando dal punto di vista orografico le Alpi Retiche occidentali dalle Alpi Retiche orientali e mettendo in comunicazione il Tirolo e l'Alto Adige .
In epoca preromana un sentiero collegava già la valle dell'Inn con l'alta Val Venosta. L'attuale Passo di Resia venne incorporato nella Via Claudia Augusta, inaugurata nel 50 d.C. Nel Medioevo e ancora all'inizio dell'Età Moderna il passo faceva concorrenza ai valichi dei Grigioni. Fino al 1854 sui ponti fortificati dell'Inn a Finstermünz, a nord di Nauders, si trovavano i posti di dogana tra l'Austria e la Svizzera. Negli anni 1850-54 Carl Ritter von Ghega (già costruttore della ferrovia del Semmering, dalla Bassa Austria alla Stiria, tra Vienna e Graz) e Joseph Duile costruirono la nuova strada dal forte Nauders fino alla Kajetansbrücke. I progetti di una strada del Reschen non poterono esser portati a compimento. All'inizio del Novecento fu anche previsto il proseguimento della ferrovia Merano-Malles fino al passo, per poi scendere a Landeck, in Austria. I lavori per la ferrovia del Resia furono iniziati durante la prima guerra mondiale, ma con la fine del conflitto, vennero sospesi. Alcune opere parzialmente incomplete sono tuttora visibili. Il governo fascista avviò un piano che prevedeva la costruzione di un lago artificiale, il lago di Resia, con relativa diga. Il progetto prevedeva che un piccolo villaggio e numerosi masi venissero evacuati e sommersi; lo scoppio della seconda guerra mondiale bloccò il progetto che venne ripreso e completato nel 1950; del vecchio villaggio sommerso venne "salvato" solo il campanile, che ora si erge dalle acque di fronte al villaggio di Curon Venosta. Durante la fine degli anni trenta furono costruiti presso il passo due sbarramenti: lo sbarramento Passo Resia e lo sbarramento Pian dei Morti. Questi, formati da diversi bunker, dovevano impedire una possibile invasione dell'esercito nazista in Italia. Nel dopo guerra alcune di queste strutture furono nuovamente impiegate in ambito NATO durante la Guerra Fredda. Nei pressi del passo di Resia si trova la sorgente dell'Adige, il secondo fiume italiano per lughezza.
Probabilità
dadi a sei facce, spesso utilizzati per spiegare il calcolo delle probabilità. Il concetto di '''probabilità''', utilizzato a partire dal XVII secolo, è diventato con il passare del tempo la base di diverse discipline scientifiche rimanendo tuttavia non univoco. In particolare su di esso si basa una branca della statistica , cui fanno ricorso numerose scienze sia naturali che sociali.
Blaise Pascal Pierre de Fermat I primi studi che portarono successivamente a concetti legati alla probabilità possono essere trovati a metà del XVI secolo in ''Liber de ludo aleæ'' di Cardano (scritto nel 1526, ma pubblicato solo un secolo e mezzo dopo, nel 1663) e in ''Sulla scoperta dei dadi'' di Galilei (pubblicato nel 1656). In particolare, Galileo spiegò come mai, lanciando tre dadi, la probabilità di uscita delle somme 10 e 11 sia più probabile dell'uscita del 9 e del 12, nonostante entrambi i risultati si ottengano da un uguale numero di combinazioni. Il problema della ripartizione della posta in gioco nel caso che un gioco d'azzardo debba essere interrotto venne affrontato da Pacioli nella ''Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalita'' (pubblicata nel 1494) e successivamente da Tartaglia, per poi essere risolto da Pascal e Fermat. La nascita del concetto moderno di probabilità viene attribuita a Pascal e Fermat. Il Cavalier de Méré (un accanito giocatore) aveva calcolato che ottenere almeno un 6 in 4 lanci di un dado non truccato era equivalente ad ottenere almeno un doppio 6 in 24 lanci, sempre di un dado non truccato. Tuttavia, giocando secondo tale convinzione, invece di vincere perdeva e scrisse a Pascal lamentando che la matematica falliva di fronte all'evidenza empirica. Da ciò scaturì una corrispondenza tra Pascal e Fermat in cui iniziò a delinearsi il concetto di probabilità nell'accezione frequentista. Pascal annunciò nel 1654 all'Accademia di Parigi che stava lavorando sul problema della ripartizione della messa in gioco. E in una lettera del 29 luglio dello stesso anno a Fermat propose la soluzione del problema, affrontato con il metodo per ricorrenza, mentre Fermat utilizzava metodi basati sulle combinazioni. Nel 1657 Huygens scrisse un ''Libellus de ratiociniis in ludo aleæ'',, il primo trattato sul calcolo delle probabilità, nel quale introduceva il concetto di valore atteso. I suoi lavori influenzarono tra l'altro Montmort, che scrisse nel 1708 un ''Essai d'analyse sur le jeux de hasard'', ma anche Jakob Bernoulli e de Moivre. Nel 1713 viene pubblicato postumo ''Ars conjectandi'' di Jakob Bernoulli, dove veniva dimostrato il teorema che porta il suo nome, noto anche come legge dei grandi numeri. Successivamente, de Moivre pervenne a una prima formulazione, poi generalizzata da Laplace, del teorema centrale del limite. La teoria delle probabilità raggiunse così basi matematicamente solide e, con esse, il rango di nuova disciplina. In essa esercita un ruolo centrale il rapporto tra casi favorevoli e casi possibili e la probabilità è un numero intrinsecamente legato ad un evento. Negli anni centrali del XX secolo, tuttavia, prima de Finetti e poi Savage hanno elaborato una concezione soggettiva della probabilità, secondo cui essa è il grado di fiducia che una persona ha nel verificarsi dell'evento. Nello stesso periodo, Kolmogorov ha dato inizio alla moderna teoria assiomatica (''Grundbegriffe der Wahrscheinlichkeitsrechnung'', 1933), ispirandosi alla teoria della misura. Si è così affermata una teoria della probabilità puramente matematica, che generalizza il patrimonio matematico comune alle diverse impostazioni. In probabilità si considera un fenomeno osservabile esclusivamente dal punto di vista della possibilità o meno del suo verificarsi, prescindendo dalla sua natura. Tra due estremi, detti ''evento certo'' (ad esempio: lanciando un dado a sei facce si ottiene un numero compreso tra 1 e 6) ed ''evento impossibile'' (ottenere 1 come somma dal lancio di due dadi), si collocano eventi più o meno probabili (aleatori). Si usa il linguaggio della teoria degli insiemi: un insieme non vuoto (detto ''spazio delle alternative'') ha come elementi tutti i risultati possibili di un esperimento; l'evento che risulta verificato da un unico risultato (un unico elemento di ) viene detto ''evento elementare''; altri eventi sono sottoinsiemi di costituiti da più risultati. Gli eventi vengono normalmente indicati con lettere maiuscole. Dati due eventi e , si indica con la loro unione, ovvero l'evento costituito dal verificarsi dell'evento oppure dell'evento . Si indica con la loro intersezione, ovvero l'evento costituito dal verificarsi sia dell'evento che dell'evento . Se i due eventi e vengono detti ''incompatibili'' (non possono verificarsi simultaneamente). Il complemento di un evento rispetto a , , è detto ''negazione'' di e indica il suo non verificarsi (ovvero il verificarsi dell'evento complementare). === Definizione classica === Secondo la prima definizione di probabilità, per questo detta «classica», la probabilità di un evento è il rapporto tra il numero dei casi favorevoli e il numero dei casi possibili. Indicando con l'insieme di casi possibili e con la sua cardinalità, con un evento e con la sua cardinalità, ovvero il numero dei casi favorevoli ad (ad esempio, nel lancio di un dado , , "esce un numero pari", ), la probabilità di , indicata con , è pari a: : Dalla definizione seguono tre regole: # la probabilità di un evento aleatorio è un numero compreso tra e ; # la probabilità dell'evento certo è pari a , la probabilità dell'evento impossibile è pari a : ad es. se "esce un numero compreso tra 1 e 6", e , se invece "esce un numero maggiore di 6", e . # la probabilità del verificarsi di uno di due eventi incompatibili, ossia di due eventi che non possono verificarsi simultaneamente, è uguale alla somma delle probabilità dei due eventi; ad esempio se "esce un numero pari", con , e "esce il numero 3", con , la probabilità che tirando un dado si ottenga un numero pari oppure un 3 è: ::. === Frequenza dell'evento === Come elemento propedeutico alla successiva definizione frequentista Introduciamo, appunto, il concetto di frequenza. Nell'esempio del lancio del dado con evento "numero pari", indichiamo come successi ('''''') il numero di volte che otteniamo un numero pari ed () il totale dei lanci effettuati, la frequenza è uguale a . Il rapporto indica la frequenza dell'evento favorevole "uscita numero pari". Inoltre per la legge dei grandi numeri con un numero elevatissimo di lanci il valore di tende a quello di che è interpretata, dalla definizione frequentista della probabilità descritta di seguito, come limite a cui tende . === Definizione frequentista === La definizione classica consente di calcolare effettivamente la probabilità in molte situazioni. Inoltre, è una definizione operativa e fornisce quindi un metodo per il calcolo. Presenta tuttavia diversi aspetti negativi non irrilevanti: * dal punto di vista formale, è una definizione circolare: richiede che i casi possiedano tutti la medesima probabilità, che è però ciò che si vuole definire; * non definisce la probabilità in caso di eventi non equiprobabili; * presuppone un numero finito di risultati possibili e di conseguenza non è utilizzabile nel continuo. Per superare tali difficoltà, von Mises propose di definire la probabilità di un evento come ''il limite cui tende la frequenza relativa dell'evento al crescere del numero degli esperimenti'': : La definizione frequentista si applica ad esperimenti casuali i cui eventi elementari non siano ritenuti ugualmente possibili, ma assume che l'esperimento sia ripetibile più volte, idealmente infinite, sotto le stesse condizioni. Anche tale definizione consente di calcolare la probabilità di molti eventi e da essa si ricavano le stesse tre regole che seguono dalla definizione classica. È sufficiente, infatti, sostituire il rapporto tra numero dei casi favorevoli e numero dei casi possibili con il limite del rapporto per tendente all'infinito. Tuttavia: * il "limite" delle frequenze relative non è paragonabile all'analogo concetto matematico; ad esempio, data una successione , si dice che è il suo limite se per ogni esiste un numero naturale tale che per ogni , e, comunque dato , è sempre possibile calcolare ; nella definizione frequentista, invece, non è sempre calcolabile; * non tutti gli esperimenti sono ripetibili; ad esempio, ha sicuramente senso chiedersi quale sia la probabilità che vi sia vita su Marte o che tra 50 anni il tasso di natalità in Africa diventi la metà di quello attuale, ma in casi simili non è possibile immaginare esperimenti ripetibili all'infinito. === Definizione soggettiva === Bruno de Finetti De Finetti e Savage hanno proposto una definizione di probabilità applicabile ad esperimenti casuali i cui eventi elementari non siano ritenuti ugualmente possibili e che non siano necessariamente ripetibili più volte sotto le stesse condizioni: ''la probabilità di un evento è il prezzo che un individuo ritiene equo pagare per ricevere 1 se l'evento si verifica, 0 se l'evento non si verifica''. Al fine di rendere concretamente applicabile la definizione, si aggiunge un criterio di coerenza: ''le probabilità degli eventi devono essere attribuite in modo tale che non sia possibile ottenere una vincita o una perdita certa''. In tal modo è possibile ricavare dalla definizione soggettiva le stesse tre regole già viste. # : infatti se fosse si avrebbe un guadagno certo, viceversa se fosse si avrebbe una perdita certa; # : se l'evento è certo, si riceverà sicuramente 1, ma se fosse si avrebbe un guadagno certo, pari a , se invece fosse si avrebbe una perdita certa; # se . Si osserva preliminarmente che se gli ''n'' eventi sono incompatibili (non possono presentarsi insieme) e necessari (uno di loro deve necessariamente verificarsi), allora si ha : infatti si paga per ciascun evento , quindi se la somma fosse inferiore a 1 si avrebbe un guadagno certo, se fosse superiore si avrebbe una perdita certa. Si considerano poi gli eventi incompatibili e e l'evento complemento della loro unione; i tre eventi sono incompatibili e necessari e si ha:Sono però incompatibili anche l'unione di e ed il suo complemento:Dalle due uguaglianze segue:se , allora La definizione soggettiva consente quindi di calcolare la probabilità di eventi anche quando gli eventi elementari non sono equiprobabili e quando l'esperimento non può essere ripetuto. Rimane fondata, tuttavia, sull'opinione di singoli individui, che potrebbero presentare diverse propensioni al rischio. Basta pensare che molti sarebbero disposti a giocare 1 euro per vincerne 1000, ma pochi giocherebbero un milione di euro per vincerne un miliardo. === Definizione assiomatica === Andrey Kolmogorov L'impostazione assiomatica della probabilità venne proposta da Andrey Nikolaevich Kolmogorov nel 1933 in ''Grundbegriffe der Wahrscheinlichkeitsrechnung'' (''Concetti fondamentali del calcolo delle probabilità''), sviluppando la ricerca che era ormai cristallizzata sul dibattito fra quanti consideravano la probabilità come limiti di frequenze relative (cfr. impostazione frequentista) e quanti cercavano un fondamento logico della stessa. Va notato che la definizione assiomatica non è una ''definizione operativa'' e non fornisce indicazioni su ''come'' calcolare la probabilità. È quindi una definizione utilizzabile sia nell'ambito di un approccio oggettivista che nell'ambito di un approccio soggettivista. Il nome deriva dal procedimento per "assiomatizzazione" quindi nell'individuare i concetti primitivi, da questi nell'individuare i postulati da cui poi si passava a definire i teoremi. L'impostazione assiomatica muove dal concetto di σ-algebra, o classe additiva. Dato un qualsiasi esperimento casuale, i suoi possibili risultati costituiscono gli elementi di un insieme non vuoto , detto spazio campionario, e ciascun evento è un sottoinsieme di . La probabilità viene vista, in prima approssimazione, come una misura, cioè come una funzione che associa a ciascun sottoinsieme di un numero reale non negativo tale che la somma delle probabilità di tutti gli eventi sia pari a . Se ha cardinalità finita o infinita numerabile, l'insieme di tutti i suoi sottoinsiemi, detto insieme delle parti, ha, rispettivamente, cardinalità o la cardinalità del continuo. Tuttavia, se ha la cardinalità del continuo, il suo insieme delle parti ha cardinalità superiore e risulta "troppo grande" perché si possa definire su di esso una misura. Si considerano pertanto i soli sottoinsiemi di che costituiscono una classe additiva , ovvero un insieme non vuoto tale che * se un evento appartiene ad , vi appartiene anche il suo complemento: : * se un'infinità numerabile di eventi, , appartiene ad , vi appartiene anche l'evento costituito dalla loro unione: : Una classe additiva è quindi un sottoinsieme delle insieme delle parti di che risulta chiuso rispetto alle operazioni di complemento e di unione numerabile. Si può aggiungere che una classe additiva è chiusa anche rispetto all'intersezione, finita o numerabile, in quanto per le leggi di De Morgan si ha: : dove il secondo membro dell'uguaglianza appartiene alla classe in quanto complemento di un'unione numerabile dei complementi di insiemi che vi appartengono. Si pongono i seguenti assiomi (che includono le tre regole ricavabili dalle definizioni precedenti): # Gli eventi sono sottoinsiemi di uno spazio e formano una classe additiva . # Ad ogni evento è assegnato un numero reale non negativo , detto ''probabilità di ''. # , ossia la probabilità dell'evento certo è uguale a . # Se l'intersezione tra due eventi e è vuota, allora . # Se è una successione decrescente di eventi e al tendere di ''n'' all'infinito l'intersezione degli tende all'insieme vuoto, allora tende a zero: :: La funzione viene detta funzione di probabilità, o anche distribuzione di probabilità. La terna viene detta spazio di probabilità. Dagli assiomi si ricavano immediatamente alcune proprietà elementari della probabilità: * Se è la probabilità di un evento , la probabilità dell'evento complementare è . Infatti, poiché l'intersezione di e del suo complemento è vuota e la loro unione è , dagli assiomi 3 e 4 si ricava: : * La probabilità dell'evento impossibile è pari a zero. Infatti l'insieme vuoto è il complemento di e si ha: : * La probabilità di un evento è minore o uguale a . Infatti, dovendo la probabilità essere non negativa per il secondo assioma, si ha: : * Se un evento è incluso in un evento , allora la sua probabilità è minore o uguale a quella di . Infatti, se include può essere espresso come unione di insiemi disgiunti e si ha: : Dai suddetti assiomi derivano alcuni teoremi e concetti fondamentali. Il ''teorema della probabilità totale'' consente di calcolare la probabilità dell'unione di due o più eventi, ovvero la probabilità che si verifichi almeno uno di essi. Essa è la somma delle probabilità dei singoli eventi se sono a due a due incompatibili; in caso contrario, alla somma va sottratta la somma delle probabilità delle intersezioni due a due, poi aggiunta la somma delle probabilità delle intersezioni a tre a tre e così via. Ad esempio, nel caso di tre eventi: : Si dice ''probabilità condizionata'' di dato , e si scrive , la probabilità che l'evento ha di verificarsi quando si sa che si è verificato: : Attraverso tale concetto si perviene al ''teorema della probabilità composta'', che consente di calcolare la probabilità dell'intersezione di due o più eventi, ovvero la probabilità che essi si verifichino tutti. Nel caso di due eventi (che può essere generalizzato), si ha: : Se , i due eventi e vengono definiti ''indipendenti stocasticamente'' (o ''probabilisticamente'') e dalla stessa definizione segue una diversa formulazione della probabilità composta, caso particolare del precedente: . Il ''teorema di Bayes'' consente di calcolare la probabilità a posteriori di un evento , quando si sappia che si è verificato un evento . Se appartiene ad un insieme finito o numerabile di eventi a due a due incompatibili, e se si verifica allora si verifica necessariamente uno degli eventi di tale insieme (ed uno solo, dato che sono incompatibili), allora, conoscendo le ''probabilità a priori'' degli eventi e le probabilità condizionate e sapendo che si è verificato , si può calcolare la ''probabilità a posteriori'' di un particolare : : Più discorsivamente: se si conoscono sia le probabilità a priori delle diverse possibili "cause" di (ma non si sa per effetto di quale di esse si è verificato), sia le probabilità condizionate di data ciascuna delle cause, è possibile calcolare la probabilità che si sia verificato per effetto di una particolare causa. Quante insidie vi siano nei ragionamenti sulle probabilità - al di là delle difficoltà nella comprensione di cosa possa essere la probabilità - viene messo in evidenza da alcuni cosiddetti paradossi, dove in realtà si tratta di domande con risposte controintuitive: * nel paradosso delle tre carte l'errore consiste solitamente nel non avere identificato correttamente quali siano gli eventi: i lati delle carte e non le carte stesse; * nel paradosso dei due bambini l'errore consiste solitamente nel non distinguere eventi diversi, ossia nel considerare un unico evento quelli che in realtà sono due; * nel problema di Monty Hall la difficoltà consiste anzitutto nell'accettare l'idea che una nuova informazione può modificare le probabilità di eventi, senza che il mondo reale cambi, l'altro errore consiste nel non analizzare completamente e dunque valutare correttamente la nuova informazione acquisita. Un'ulteriore fonte di confusione può essere data dal presupporre (sbagliando) che il fatto che un evento abbia probabilità implica che esso avvenga sempre (invece che quasi certamente).
Patriarca (cristianesimo)
Francesco Moraglia, patriarca di Venezia '''Patriarca''' è un alto titolo tra i vescovi delle Chiese che accettano la successione apostolica, in particolare nella Chiesa ortodossa e cattolica. L'ufficio, la diocesi e il gruppo di diocesi soggette all'autorità del patriarca sono detti patriarcato; si indicano come “patriarcali” la diocesi e la chiesa che sono sede del patriarcato e del patriarca.
I nomi dei dignitari cristiani derivano originariamente dalla vita civile (vescovo, presbitero, diacono), e altre volte delle dignità giudaiche. Il termine patriarca appartiene a quest'ultima categoria. Nella Chiesa dei primi tre secoli ci furono dignità ecclesiastiche con i diritti e le prerogative dei patriarchi, ma solo in seguito troviamo menzione esplicita di questo titolo. Per la prima volta il termine patriarca compare riferito a papa Leone I (come patriarca d'Occidente) in una lettera di Teodosio II. Ma in questa fase patriarca è un titolo onorifico che può essere dato a ogni vescovo. San Gregorio Nazianzeno dice: "i vescovi anziani, o meglio, i patriarchi". Ancora nel V e nel VI secolo Celidonio di Besançon e Nicezio di Lione sono chiamati patriarchi. Gradualmente – a partire dall'ottavo e dal IX secolo – il termine diventa un titolo ufficiale, usato solo per denotare un definito grado della gerarchia, quello di vescovo-capo che presiedeva i metropoliti come i metropoliti presiedevano i loro vescovi suffraganei, restando soggetti solo al relativo patriarca, quello di Roma. I canoni più antichi ammettono solo tre patriarchi petrini: i vescovi di Roma, Alessandria e Antiochia. Il successore di san Pietro a Roma ha il primo posto e riunisce nella sua persona tutte le dignità: egli era un vescovo che era pure metropolita, primate e patriarca. Prima del Concilio di Nicea (325) anche due vescovi orientali, quelli di Alessandria e di Antiochia, avevano autorità patriarcale sopra vasti territori. Il vescovo di Alessandria divenne il capo di tutti i vescovi e metropoliti d'Egitto; il vescovo di Antiochia ebbe lo stesso ruolo in Siria e lo estese in Asia Minore, Grecia e al resto dell'Oriente. Quando i pellegrini cominciarono ad affluire in Terra Santa, il vescovo di Gerusalemme iniziò ad essere considerato più di un semplice suffraganeo di Cesarea. Il concilio di Nicea gli diede un primato d'onore, fatti salvi i diritti metropolitani di Cesarea. Giovenale di Gerusalemme (420-458) riuscì infine, dopo molte dispute, a mutare il titolo onorario in un vero patriarcato di diritto. Il concilio di Calcedonia (451) separò la Palestina e l'Arabia (Sinai) da Antiochia e costituì il patriarcato di Gerusalemme. La novità più importante, e quella che suscitò più obiezioni, fu la promozione di Costantinopoli al rango patriarcale. Dopo che Costantino I fece di Bisanzio la "Nuova Roma", il suo vescovo, un tempo suffraganeo di Eraclea, pensò di dovere essere secondo soltanto, se non pari, al vescovo della vecchia Roma, quale capitale imperiale. Per secoli i papi si opposero a questa ambizione solo politica. Nel 381 il Concilio di Costantinopoli dichiarò che: "Il Vescovo di Costantinopoli avrà il primato d'onore dopo il Vescovo di Roma, perché Costantinopoli è la Nuova Roma". I vescovi romani, ora pure pontefici dopo la rinuncia di Graziano, (Damaso, Gregorio I) rifiutarono di confermare questo canone. Nonostante ciò Costantinopoli, quale sede imperiale, crebbe per il favore dell'imperatore. Il concilio di Calcedonia stabilì Costantinopoli come patriarcato con giurisdizione sull'Asia Minore e sulla Tracia e gli diede il secondo posto dopo Roma. Papa Leone I (440-461) rifiutò questo canone, che era stato approvato in assenza dei suoi legati. Solo il concilio Lateranense IV (1215) approvò il secondo posto per il nuovo Patriarca latino di Costantinopoli; nel 1439 il concilio di Firenze lo assegnò al Patriarca greco (rientrato nel 1261). L'attuale patriarca della Chiesa cattolica sira, Ignace Youssif III Younan.|311x311px Ornamenti esteriori per lo scudo di patriarca della Chiesa cattolica. Per i cattolici la dignità patriarcale è subordinata alla dignità suprema del vescovo di Roma, quale vicario di Cristo e successore di Pietro, come capo del Collegio episcopale. Per gli ortodossi il papa è ''primus inter pares'' fra i patriarchi. All'interno di tale riconoscimento del primato papale, detto comunione, la Chiesa cattolica riconosce una serie di Chiese con proprio rito e propria giurisdizione, dette Chiese ''sui iuris''. A capo delle più antiche di queste vi sono dei patriarchi. Nella Chiesa latina, che è quella chiesa che riconosce nel Papa anche il proprio patriarca (sebbene papa Benedetto XVI e il suo successore Francesco non abbiano più utilizzato il titolo di patriarca d'Occidente), vi sono ancora dei patriarchi, il cui titolo è però solo onorifico, non comportando alcuna particolare giurisdizione in più rispetto a quella di un arcivescovo metropolita (questo è il caso ad esempio del patriarca di Venezia). Le giurisdizioni dei patriarchi orientali, che possono essere anche cardinali, corrispondono invece, in linea di massima, a tutti i fedeli del proprio rito. Si hanno così: * il papa, patriarca della Chiesa latina, a capo della Chiesa latina, alla quale appartengono anche: ** il patriarca di Gerusalemme, ** il patriarca di Venezia, ** il patriarca di Lisbona, ** il patriarca delle Indie orientali (''ad honorem'' all'arcivescovo di Goa e Damão), ** il patriarca delle Indie occidentali (titolo vacante dal 1963); ** titoli oggi soppressi: *** patriarca di Grado (titolo trasferito a Venezia nel 1451), *** patriarca di Aquileia (soppresso nel 1751), *** patriarca di Alessandria dei Latini (soppresso nel 1964), *** patriarca di Costantinopoli dei Latini (soppresso nel 1964), *** patriarca di Antiochia dei Latini (soppresso nel 1964), *** patriarca di Cartagine (titolo storicamente dubbio), *** patriarca di Etiopia (dal 1555 al 1636); * il patriarca di Antiochia, Alessandria, Gerusalemme e tutto l'Oriente dei Melchiti, capo della Chiesa cattolica greco-melchita di lingua araba e rito bizantino; * il patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente dei Siri, capo della Chiesa cattolica sira, di lingua tradizionale aramaica e rito siriaco; * il patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente dei Maroniti, capo della Chiesa maronita; * il patriarca di Alessandria dei Copti, capo della Chiesa cattolica copta e della Chiesa cattolica etiope; * il patriarca di Cilicia degli Armeni, capo della Chiesa armeno-cattolica; * il patriarca di Babilonia dei Caldei, capo della Chiesa cattolica caldea, di lingua tradizionale aramaica e rito assiro. === Insegne === I patriarchi della Chiesa cattolica indossano gli abiti vescovili color paonazzo. I patriarchi di Venezia e di Lisbona non cardinali rappresentano un'eccezione, infatti hanno diritto di indossare vesti cardinalizie (fatta eccezione per la berretta rossa con fiocco, in modo tale da non essere confusa con quella senza fiocco imposta dal papa durante il concistoro), ma solo all'interno del territorio della propria metropolia. A differenza dei porporati, il colore rosso delle loro vesti non è marezzato. Per quanto riguarda la sede veneziana, il patriarca non cardinale fa uso della porpora da tempi immemori, ma ne ha diritto solo all'interno della propria metropolia. Per quanto concerne la sede di Lisbona la pratica acquisisce validità a partire dal 1717, con il pontificato di papa Clemente XI. Si distinguono ancora oggi gli arcivescovi metropoliti di Udine, perché erano discendenti dell'antico patriarcato di Aquileia, soppresso nel XVI secolo, portando il colore rosso cremisi, detto anche colore patriarchino, che li distingue dagli altri vescovi, e che anche altri arcivescovi con dignità storica particolare portano per secolare conferimento pontificio (ad esempio l'arcivescovo di Vercelli, l'arcivescovo di Lucca, il pileolo rosso). Lo stemma dei patriarchi cattolici (non cardinali) prevede un galero verde con quindici fiocchi per parte, che si distingue da quello dei cardinali per i colori verde e oro, anziché rosso. Bartolomeo, patriarca ecumenico di Costantinopoli. Nelle chiese ortodosse e orientali quello di patriarca è il titolo del vescovo a capo di una antica Chiesa patriarcale, ma oggi anche solo nazionale autocefala, cioè di una Chiesa autonoma che elegge il proprio capo. In alcune Chiese, nate fuori dall'impero romano, il titolo di ''Catholicos'' è usato con lo stesso significato. Ricordando però che i titoli patriarcali conciliarmente riconosciuti sono solo cinque (Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme), quelli cioè della storica Pentarchia romana. Fra i patriarchi ortodossi il patriarca di Costantinopoli occupa tradizionalmente un posto speciale, espresso nel titolo di patriarca ecumenico - cioè "patriarca comune" - (dal greco οἰκομένη ''oikomène'', derivato dal verbo οἰκέω ''oikèō'', "abitare insieme"), aggettivo adottato da Giovanni IV, nonostante le proteste degli altri patriarchi. Si hanno così i patriarchi delle chiese della Comunione ortodossa: * il patriarca ecumenico di Costantinopoli, a capo della Chiesa greco-ortodossa; * il patriarca di Mosca e di tutta la Russia, a capo della Chiesa ortodossa russa; * il patriarca della Chiesa ortodossa serba, a capo della Chiesa ortodossa serba; * il patriarca di Gerusalemme, a capo della Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme; * il patriarca di Alessandria, a capo della Chiesa greco-ortodossa di Alessandria e chiamato ''Papa''; * il patriarca di Romania, a capo della Chiesa ortodossa rumena; * il patriarca di Bulgaria, a capo della Chiesa ortodossa bulgara; * il Catholicos patriarca di tutta la Georgia, a capo della Chiesa apostolica ortodossa georgiana. Vi sono poi patriarchi di Chiese che si definiscono ortodosse, ma che non sono in comunione con Costantinopoli: * il patriarca di Mosca della Chiesa vetero-ortodossa russa Tawadros II, papa della Chiesa ortodossa copta Come nelle Chiese della Comunione ortodossa, i patriarchi delle Chiese orientali (Chiese dei 2, 3 o 5 concili) sono a capo di Chiese autocefale per lo più su base nazionale. Tra i più noti: *Patriarca di Alessandria, capo della Chiesa ortodossa copta e chiamato ''Papa''; *Patriarca di Antiochia e di tutto l'oriente, capo della Chiesa siriaca; *Patriarca di Gerusalemme degli Armeni, capo della Chiesa apostolica armena in Israele e Palestina; *Patriarca di Costantinopoli degli armeni, capo della Chiesa apostolica armena in Turchia; *Patriarca dell'arcidiocesi di Seleucia-Ctesifonte, capo della Chiesa d'Oriente; *Catholicos patriarca di tutta l'Armenia, capo della Chiesa apostolica armena;
Pesce d'aprile
Vagone di un convoglio di metropolitana che sembra emergere dal sottosuolo in seguito a un bizzarro incidente: in realtà, si tratta di un'installazione che mette in opera uno scherzo per il 1º aprile 2001, organizzato durante i lavori di costruzione della Metropolitana di Copenaghen Il '''pesce d'aprile''' indica una tradizione, seguita in diversi paesi del mondo, che consiste nella realizzazione di scherzi da mettere in atto il 1º aprile. Gli scherzi possono essere di varia natura, anche molto sofisticati e hanno sostanzialmente lo scopo bonario di burlarsi delle "vittime" di tali scherzi. La tradizione ha caratteristiche simili a quelle di alcune festività quali l'Hilaria dell'antica Roma, celebrata il 25 marzo, e l'Holi induista, entrambe ricorrenze legate all'equinozio di primavera.
Biglietto per la cerimonia annuale del "lavaggio dei leoni" della Torre di Londra, scherzo ideato in occasione del 1º aprile 1857 Le origini del pesce d'aprile non sono note, anche se sono state proposte diverse teorie. Una delle più remote riguarderebbe il beato Bertrando di San Genesio, patriarca di Aquileia dal 1334 al 1350, il quale avrebbe liberato miracolosamente un papa soffocato in gola da una spina di pesce; per gratitudine il pontefice avrebbe decretato che ad Aquileia, il primo aprile, non si mangiasse pesce. Un'altra teoria tra le più accreditate colloca la nascita della tradizione nella Francia del XVI secolo. In origine, prima dell'adozione del calendario gregoriano nel 1582, in Europa era usanza celebrare il Capodanno tra il 25 marzo e il 1º aprile, occasione in cui venivano scambiati pacchi dono. La riforma di papa Gregorio XIII spostò la festività indietro al 1º gennaio, motivo per cui sembra sia nata la tradizione di consegnare dei pacchi regalo vuoti in corrispondenza del 1º di aprile, volendo scherzosamente simboleggiare la festività ormai obsoleta. Il nome che venne dato alla strana usanza fu ''poisson d'Avril'', per l'appunto "pesce d'aprile". Un'altra ipotesi vede protagoniste le prime pesche primaverili del passato. Spesso accadeva che i pescatori, non trovando pesci sui fondali nei primi giorni di aprile, tornassero in porto a mani vuote e per questo motivo erano oggetto di ilarità e scherno da parte dei compaesani. Alcuni studiosi hanno inoltre ipotizzato come origine del pesce d'aprile l'età classica e, in particolare, hanno intravisto alcune possibili comunanze con l'usanza attuale sia nel mito di Proserpina (che dopo essere stata rapita da Plutone viene cercata invano dalla madre, ingannata da una ninfa), sia nella festa pagana dei ''Veneralia'' (dedicata a Venere Verticordia e alla Fortuna Virile) che si teneva il 1º aprile. Nei Paesi in cui ricorre la tradizione del 1º aprile, questa può assumere diverse sfaccettature a seconda della cultura locale. In Scozia la ricorrenza è nota col nome di ''Gowkie Day'' (dallo scozzese ''gowk'' = "cuculo"), e pare che proprio qui sia nato il popolare scherzo che consiste nell'attaccare un avviso recitante "calciami" (''kick me'') sulla schiena della vittima.
Premio Pulitzer
Il '''Premio Pulitzer''' è un premio statunitense, considerato come la più prestigiosa onorificenza nazionale per il giornalismo, successi letterari e composizioni musicali. Venne istituito da Joseph Pulitzer ed è gestito dalla Columbia University di New York. Medaglia d'oro del Premio Pulitzer
Fu istituito dal giornalista ungherese-americano e magnate della stampa statunitense Joseph Pulitzer (1847-1911) che, alla sua morte, lasciò tutti i suoi averi alla Columbia University. Una parte del suo lascito è stata usata per la Scuola di giornalismo dell'università nel 1912. Il premio fu assegnato per la prima volta nel 1917, nelle sole categorie ''Reporting'' (internazionale, per una serie di articoli sull'Impero tedesco), Editoriale, Storico e Biografico. I premi vengono assegnati annualmente (tradizionalmente nel mese di aprile) a coloro che si sono distinti particolarmente in una delle 21 categorie considerate, dalla cronaca, alla fotografia, alla vignetta, alla fiction, alla letteratura, alla musica. L'ambito riconoscimento premia non solo il lavoro di giornalisti e fotoreporter distintisi in vari settori dell'informazione e nella documentazione audiovisiva dei principali avvenimenti dell'anno, ma anche autori di testi di narrativa, storici, drammaturghi e compositori. Può essere assegnato sia al singolo giornalista sia alla redazione In venti di queste categorie ogni vincitore riceve un certificato e una ricompensa in contanti di 10 000 dollari statunitensi. Il vincitore nella categoria di pubblico servizio nel giornalismo riceve una medaglia d'oro, che va sempre al giornale, anche se il giornalista può essere nominato nella citazione. Nel 2010, per la prima volta, il Premio Pulitzer è stato assegnato a un sito web, ''ProPublica.org'', nella sezione relativa al giornalismo investigativo per l'inchiesta sugli ospedali dopo il passaggio dell'uragano Katrina. === Giornalismo === * di pubblico servizio (''Public Service'') * di ultim'ora (''Breaking News Reporting'') * divulgativo (''Explanatory Reporting'') * Investigativo (''Investigative Reporting'') * Locale (''Local Reporting'') * Nazionale (''National Reporting'') * Internazionale (''International Reporting'') * Miglior articolo (''Feature Writing'') * di commento (''Commentary'') * di critica (''Criticism'') * Editoriale (''Editorial Writing'') * Vignetta editoriale (''Editorial Cartooning'') * Fotografia di ultim'ora (''Breaking News Photography'') * Servizio fotografico (''Feature Photography'') === Arti e lettere === * Narrativa (''Fiction'') * Drammaturgia (''Drama'') * Storia (''History'') * Biografia e autobiografia (''Biography or Autobiography'') * Poesia (''Poetry'') * Saggistica (''General Non-Fiction'') * Musica (''Music'')
Premio Nobel per la fisica
Il '''premio Nobel per la fisica''' , istituito dal testamento di Alfred Nobel del 1895, viene assegnato, con cadenza annuale, tendenzialmente nel quarto trimestre dell'anno, dall'Accademia reale svedese delle scienze. Assegnato per la prima volta nel 1901, come gli altri premi istituiti da Nobel stesso, il premio consiste in una somma di denaro , un diploma personalizzato per ogni vincitore e una medaglia d'oro recante l'effigie di Alfred Nobel. Il primo vincitore fu il fisico Wilhelm Röntgen per la scoperta dei raggi X. Solo quattro donne hanno vinto il premio: Marie Curie nel 1903, Maria Goeppert-Mayer nel 1963, Donna Strickland nel 2018 e Andrea Ghez nel 2020. Non è stato assegnato in sei occasioni . Per dieci anni è stato dotato di dieci milioni di corone svedesi, poco più di un milione di euro. Tuttavia, nel giugno 2012, la Fondazione Nobel ha deciso che i vincitori del premio avrebbero ricevuto un bonus inferiore del 20% rispetto a quello pagato ai loro predecessori. Il motivo di questa revisione al ribasso "è una misura necessaria per evitare di mettere a repentaglio il capitale della fondazione che finanzia i premi a lungo termine" vista la crisi finanziaria. L'importo della dotazione ammonta a otto milioni di corone svedesi .
Alfred Nobel, nel suo testamento, affermò che la sua ricchezza sarebbe stata utilizzata per creare una serie di premi per coloro che portano un "grandissimo beneficio al genere umano" nei campi di fisica, chimica, pace, fisiologia o medicina, e letteratura. Sebbene Nobel avesse scritto molte volontà nel corso della sua vita, l'ultima fu scritta un anno prima della sua morte e fu firmata a Parigi il 27 novembre 1895. Nobel lasciò in eredità il 94% dei suoi beni, 31 milioni di corone svedesi (nel 2016 equivalenti a 198 milioni di dollari, 176 milioni di euro), per istituire e assegnare i cinque Premi. A causa dello scetticismo riguardante la volontà, non fu approvato dallo Storting (il Parlamento norvegese) fino al 26 aprile 1897. Gli esecutori testamentari furono Ragnar Sohlman e Rudolf Lilljequist, che formarono la Fondazione Nobel per occuparsi del patrimonio di Nobel e organizzare i premi. I membri del Comitato norvegese per il Nobel che avrebbero dovuto conferire il Premio per la Pace vennero nominati poco dopo l'approvazione della volontà. Seguirono le altre organizzazioni per consegnare i premi: l'Istituto Karolinska il 7 giugno, l'Accademia svedese il 9 giugno, e l'Accademia reale svedese delle scienze l'11 giugno. La Fondazione Nobel ha raggiunto un accordo riguardo alle linee guida per conferire i premi Nobel. Nel 1900, i nuovi statuti della Fondazione Nobel furono promulgati dal re Oscar II. Secondo la volontà di Nobel, il premio per la fisica sarebbe stato conferito dall'Accademia reale svedese delle scienze. Secondo il testamento di Alfred Nobel, il premio deve essere ricompensato. Il Nobel voleva che fosse assegnato dalla Accademia reale svedese delle scienze, come per il premio in chimica. L'Accademia delega lo studio delle candidature al Comitato Nobel, che dipende dalla Fondazione Nobel, determinando la specificità di ciascuno dei rami da premiare. Ci sono cinque membri del comitato. Sono nominati per cooptazione tra i membri della Accademia reale per un periodo di tre anni. Si affidano a diverse figure di autorità per stabilire i loro incarichi: fisici riconosciuti, circoli di eminenti professori universitari, associazioni di ricercatori, ex premiati, direttori di importanti centri di ricerca scientifica nazionali o internazionali, ecc. del comitato vengono inviati in autunno per essere ricambiati per la scelta del vincitore dell'anno successivo. È vietato a ciascuna delle persone sollecitate a votare per sé. Diverse centinaia di proposte annuali, necessariamente argomentate e dettagliate, vengono così sottoposte alla commissione, che ne studia l'affidabilità, la legittimità e la credibilità. Il comitato conserva solo una cinquantina di domande presentate in primavera ad altri accademici che devono sottoscrivere alcune raccomandazioni. L'elenco finale, deciso dal comitato Nobel, comprende cinque nomi o gruppi di nomi associati a una ricerca specifica. L'elezione dei vincitori avviene nel mese di ottobre a maggioranza dei voti. Tutti i membri della Accademia reale partecipano al voto. L'identità del / i destinatario / i viene rivelata durante una conferenza stampa ufficiale. Le candidature e il quadro delle deliberazioni sono normalmente tenuti segreti per cinquant'anni prima dell'apertura degli archivi della Fondazione Nobel. I giurati sono tenuti a rispettare le istruzioni del testamento di Alfred Nobel per l'assegnazione del premio. Tra la scoperta dello scienziato e la sua designazione come destinatario può trascorrere un periodo molto lungo, fino a diversi decenni. Così, Subrahmanyan Chandrasekhar è stato premiato nel 1983 per le sue ricerche sulla struttura e l'evoluzione delle stelle risalenti agli anni '30. Gli scienziati il cui lavoro è stato essenziale per migliorare la conoscenza in fisica non sono stati premiati, il premio non può essere assegnato postumo. Dal 1901 al 2020 sono stati assegnati 209 premi Nobel per la fisica.
Vincitori del premio Nobel per l'economia
Segue un elenco dei '''vincitori del Premio della Banca di Svezia per l'economia'''. L'impropriamente detto '''Premio Nobel per l'economia''' non era previsto dal testamento di Alfred Nobel e viene assegnato dal 1969, in seguito all'istituzione da parte della Banca di Svezia di uno speciale fondo per il premio.
+ Anno Ritratto Premiati Nazionalità Motivazione 1969 75px Per aver sviluppato e applicato modelli dinamici per l'analisi dei processi economici. 75px 1970 75px Per il lavoro scientifico attraverso il quale ha sviluppato la teoria economica statica e dinamica e ha attivamente contribuito ad elevare il livello di analisi delle scienze economiche. 1971 / Per la sua interpretazione empiricamente provata della crescita economica che ha portato alla nuova e approfondita conoscenza della struttura economica e sociale e del processo di sviluppo. 1972 75px Per i loro contributi pionieristici alla teoria dell'equilibrio economico generale e alla teoria del benessere. 75px 1973 75px / Per lo sviluppo del metodo di input/output e per la sua applicazione a importanti problemi economici. 1974 75px Per il loro lavoro pionieristico nella teoria della moneta e delle fluttuazioni economiche e per la loro intensa analisi sulla interdipendenza dei fenomeni economici, sociali e istituzionali. 75px / 1975 75px Per i loro contributi alla teoria della distribuzione ottimale delle risorse. 75px / 1976 75px Per i suoi risultati nel campo dell'analisi dei consumi, della storia e teoria monetaria e per la sua dimostrazione della complessità della politica di stabilizzazione. 1977 75px Per il loro contributo innovativo alla teoria del commercio internazionale e dei movimenti internazionali dei capitali. 75px 1978 Per le sue ricerche pionieristiche sul processo decisionale nelle organizzazioni economiche. 1979 75px Per le loro ricerche pionieristiche sulla ricerca dello sviluppo economico, con particolare considerazione dei problemi dei paesi in via di sviluppo / 1980 Per la creazione di modelli econometrici e loro applicazione all'analisi delle fluttuazioni economiche e delle politiche economiche. 1981 75px Per la sua analisi dei mercati finanziari e delle loro relazioni con le decisioni di spesa, occupazione, produzione e prezzi. 1982 Per i suoi studi determinanti sulle strutture industriali, sul funzionamento dei mercati e sulle cause ed effetti della regolamentazione pubblica. 1983 75px / Per aver inserito nuovi metodi di analisi nella teoria economica e per la sua riformulazione rigorosa della teoria dell'equilibrio generale. 1984 Per avere dato contributi fondamentali allo sviluppo di sistemi di contabilità nazionale e di conseguenza per aver notevolmente migliorato le basi per l'analisi empirica dell'economia. 1985 75px / Per la sua analisi pionieristica del risparmio e dei mercati finanziari. 1986 75px Per il suo sviluppo delle basi contrattuali e costituzionali per la teoria delle decisioni economiche e politiche. 1987 75px Per i suoi contributi alla teoria della crescita economica. 1988 75px Per i suoi contributi pionieristici alla teoria dei mercati e dell'utilizzo efficiente delle risorse. 1989 75px Per la sua spiegazione dei fondamenti della teoria della probabilità di econometria e la sua analisi delle strutture economiche simultanee. 1990 Per il loro lavoro pionieristico nella teoria di economia finanziaria. 75px 1991 75px / Per la sua scoperta e la spiegazione del significato dei costi di transazione e dei diritti di proprietà per la struttura istituzionale e per il funzionamento dell'economia. 1992 75px Per aver esteso il campo di analisi microeconomica ad una vasta gamma di comportamenti e di interazioni umane, incluso il comportamento non-market. 1993 75px Per aver rinnovato la ricerca nella storia economica applicando la teoria economica e i metodi quantitativi per spiegare i cambiamenti economici e istituzionali. 75px 1994 / Per la loro analisi pionieristica degli equilibri nella teoria dei giochi non cooperativi. 75px 75px / 1995 Per aver sviluppato e applicato l'ipotesi di aspettative razionali, e aver così trasformato l'analisi macroeconomica e accresciuto la nostra comprensione della politica economica. 1996 Per il loro contributo fondamentale alla teoria economica degli incentivi nei casi di asimmetria informativa. / 1997 75px Per un nuovo metodo per determinare il valore degli strumenti derivati. 75px / 1998 75px / Per il suo contributo all'economia del benessere. 1999 75px / Per la sua analisi della politica monetaria e fiscale in base a diversi regimi di cambio e per la sua analisi delle aree monetarie ottimali. 2000 75px Per lo sviluppo della teoria e dei metodi per l'analisi dei campioni selettivi. 75px Per lo sviluppo della teoria e dei metodi per l'analisi delle scelte distinte (discrete choice). 2001 75px Per la loro analisi dei mercati con informazione asimmetrica. 75px 75px 2002 75px / Per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d'incertezza. 75px Per aver istituito degli esperimenti di laboratorio come strumento di analisi economica empirica, specialmente nello studio dei meccanismi di mercato alternativi. 2003 75px Per i metodi di analisi delle serie storiche economiche con volatilità variabile nel tempo (ARCH). 75px Per i metodi di analisi delle serie storiche economiche con andamenti stazionari (cointegrazione). 2004 75px / Per i loro contributi alla macroeconomia dinamica: la coerenza nel tempo della politica economica e le forze motrici sottostanti i cicli economici. 75px 2005 75px / Per aver accresciuto la nostra comprensione del conflitto e della cooperazione attraverso l'analisi della teoria dei giochi. 75px 2006 75px Per la sua analisi delle relazioni intertemporali (tra effetti a breve e a lungo termine) della politica macroeconomica. 2007 75px / Per aver gettato le basi della teoria dei meccanismi di allocazione del mercato. 75px 75px 2008 75px Per la sua analisi degli andamenti commerciali e del posizionamento delle attività economiche. 2009 75px Per la sua analisi della governance in economia, in modo particolare del bene collettivo. 75px Per la sua analisi della governance in economia, in modo particolare dei limiti delle imprese. 2010 75px Per la loro analisi dei mercati alla ricerca di attriti. 75px 75px / 2011 75px Per le loro ricerche empiriche su cause ed effetti in macroeconomia. 75px 2012 75px Per la teoria delle allocazioni stabili e i loro studi sulla configurazione dei mercati. 75px 2013 75px Per le loro analisi empiriche sui prezzi degli asset. 75px 75px 2014 75px Per la sua analisi del potere del mercato e la regolamentazione. 2015 75px / Per le sue analisi sui consumi, sulla povertà e sul welfare 2016 75px / Per il loro contributo alla teoria dei contratti 75px / 2017 75px Per il suo contributo all'economia comportamentale 2018 75px Per aver integrato il cambiamento climatico e le innovazioni tecnologiche nell'analisi macroeconomica di lungo periodo 75px 2019 75px / Per l'approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale 75px / 2020 75px Per aver migliorato la teoria delle aste e inventato nuovi formati di assegnazione '''''Fonte:''''' Nobelprize.org - Premi Nobel per l'economia Vengono considerati i paesi di nascita dei singoli vincitori. ''Aggiornato al 2020'' Nazione Premi per nazione 46 8 / 4 4 3 3 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1