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Edvige di Polonia
Edvige fu la minore delle figlie di Luigi I d'Ungheria ed Elisabetta Kotromanić di Bosnia. Sia la madre di Edvige sia quella di Luigi, Elisabetta (figlia di Ladislao I di Polonia, Łokietek), erano discendenti della Casa Reale dei Piasti, un'antica dinastia nativa della Polonia. Edvige era dunque bisnipote di Ladislao I, che aveva riunificato il regno polacco nel 1320. Regina di Polonia dal 1384 e granduchessa di Lituania dal 1386, è venerata dalla Chiesa cattolica come "Santa Edvige Regina" ed era patrona delle Regine, nonché Santa Patrona di Polonia.
Biografia.
L'infanzia.
La futura regina crebbe presso la corte reale ungherese di Buda e di Visegrád. Nel 1378, ad appena quattro anni di età, fu data in sposa a Guglielmo I d'Asburgo, con il quale trascorse circa un anno presso la corte imperiale di Vienna. Ma dieci anni dopo, nel 1388, il matrimonio fu annullato dal papa Bonifacio IX e Guglielmo sposò la cugina di Edvige, la regina di Napoli Giovanna II.
Già nel 1364 il padre di Edvige, Luigi I il Grande, aveva preso accordi con l'ex suocero, l'imperatore Carlo IV, per combinare un matrimonio fra i rispettivi figli: il figlio di Carlo, il futuro imperatore Sigismondo di Lussemburgo, sposò infatti la figlia maggiore di Luigi, la futura Regina Maria.
Edvige ebbe un'ottima educazione e fu istruita soprattutto nelle lingue, arrivando a parlare correntemente il latino, l'ungherese, il croato, il polacco e il tedesco. Affrontò lo studio delle arti, della musica e delle scienze, oltre a essere rigidamente educata alla vita di corte. Fu anche una donna profondamente religiosa: di lei sono conosciute le ampie doti di pietà e devozione alle sante Maria (sorella di Lazzaro), Marta, Brigida e alla sua santa protettrice Edvige di Andechs.
Il trono di Polonia.
Fino al 1370, la Polonia era stata governata dalla dinastia polacca dei Piast. L'ultimo re di questa grande casata, Casimiro III il Grande, non aveva lasciato figli maschi legittimi e considerava gli altri parenti maschi inadatti alla corona o troppo giovani per potere regnare. Per garantire una successione certa nominò suoi eredi la sorella Elisabetta di Polonia e il di lei figlio Luigi d'Ungheria, che fu infatti proclamato re nel 1370 mentre sua madre Elisabetta resse buona parte del potere reale fino alla morte, avvenuta nel 1380.
Alla morte di Luigi I, nel 1382, il trono ungherese fu ereditato dalla figlia maggiore Maria (in seguito agli accordi noti come "Privilegio di Koszyce"), la quale avrebbe dovuto accedere di diritto anche al trono polacco insieme al marito Sigismondo. Ma i baroni della cosiddetta "Polonia Minor" (in un certo senso gli arbitri della successione monarchica) si opposero al prolungamento dell'unione personale della corona polacca con quella ungherese, realizzatasi con la salita al trono di Luigi il Grande. Per questo motivo si opposero strenuamente al riconoscimento di Maria e Sigismondo come nuovi sovrani e per marcare la loro opposizione ne decretarono l'espulsione dal territorio del regno. Un'umiliazione che Sigismondo non dimenticò e che fu alla base di travagliate vicende negli anni successivi.
I nobili polacchi scelsero allora come nuovo monarca la sorella minore di Maria, Edvige, all'epoca poco più che bambina. Le trattative furono gestite in sua vece dalla regina Madre Elisabetta, vedova di Luigi e reggente d'Ungheria. Dopo due anni di negoziati Edvige si recò finalmente a Cracovia, dove il 16 ottobre 1384 fu incoronata re di Polonia. L'uso del titolo al maschile aveva lo scopo di sottolineare il fatto che Edvige assumeva la dignità regia per suo proprio diritto e non come regina consorte.
Data la minore età la Polonia necessitava di un reggente che governasse in nome di Edvige. I parenti diretti di Edvige erano tutti in Ungheria e l'unico familiare a lei più vicino che risiedesse in Polonia era il fratello della madre, Ladislao di Cujavia, principe di Gniewkowo e privo di eredi.
L'unione con Jagellone.
L'ascesa al trono di Edvige fece di lei un partito ambitissimo per i grandi nobili europei. Subito dopo l'incoronazione si fecero avanti nuovi pretendenti alla mano della sovrana, fra i quali il duca Siemowit IV di Masovia e il granduca Jogaila (anche Jagiello o Jagello) di Lituania, sostenuto dai baroni della Polonia Minor.
Ma Edvige, undicenne, risultava ancora formalmente sposata a Guglielmo d'Austria, il quale evidentemente non era disposto a perdere l'opportunità di assumere la corona polacca in forza del legame matrimoniale con la regina. Nel 1385 Guglielmo giunse a Cracovia per consumare il matrimonio contratto sulla carta sette anni prima: in questo modo avrebbe legittimato pienamente la sua posizione di consorte e stroncato le velleità dei vari pretendenti alla mano della sovrana. Ma il piano fallì e Guglielmo fu espulso dal regno mentre i vescovi polacchi si attivavano per fare dichiarare nullo il suo matrimonio con Edvige.
In quello stesso anno Jogaila e i signori della "Polonia Minor" firmarono un accordo politico-dinastico che va sotto il nome di Unione di Krewo. Attraverso questo patto Jogaila assumeva importanti impegni in cambio della mano di Edvige e del diritto a essere incoronato re di Polonia. L'accordo prevedeva infatti la conversione sua e dei grandi nobili lituani al cattolicesimo romano, il rilascio dei prigionieri cattolici di tutto il Granducato e l'unione personale dei territori di Lituania e Polonia sotto la sovranità del monarca polacco "per l'eternità".
La dodicenne Edvige e il ventiquattrenne Jogaila, che dopo la conversione era stato battezzato con il nome di Ladislao, convolarono a nozze il 18 febbraio 1386 a Cracovia. Il matrimonio fu seguito dall'incoronazione a re di Polonia di Ladislao II detto Jagellone, senza che questo intaccasse i diritti dinastici di Edvige.
In quello stesso anno la madre e la sorella della regina, Elisabetta e Maria, furono imprigionate probabilmente su ordine del marito di Maria, Sigismondo. Nel gennaio del 1387 Elisabetta fu strangolata, mentre Maria fu liberata nel luglio seguente grazie all'intervento dei Frangipani e dello zio adottivo Tvrtko di Bosnia. Maria morì di parto nel 1395 ma le circostanze del decesso rimasero oscure.
Il regno di Edvige.
Come regina Edvige ebbe probabilmente un potere effettivo piuttosto limitato, ma fu comunque particolarmente attiva nella gestione politica del regno e nella vita diplomatica e culturale del suo Paese. Nel 1387 lanciò una spedizione militare volta a riconquistare la Rutenia Rossa, sempre nello stesso anno guidò una delegazione presso Petru I di Moldavia cercando di fare della Moldavia un feudo polacco e nel 1390 diede inizio a una corrispondenza con i cavalieri dell'Ordine Teutonico, a cui fecero seguito anche incontri personali, che ben presto degenerarono in un sanguinoso conflitto che finì nel 1392 con la stipulazione del trattato di Astrava. In quello stesso anno, per consentire ai suoi sudditi di prendere parte ai sacri riti del Giubileo, ottenne dal pontefice Bonifacio IX di potere celebrare l'evento in patria, evitando così di esporre i fedeli ai rischi del pellegrinaggio a Roma.
Sul piano culturale incoraggiò la traduzione in polacco di molti testi latini, in modo da incrementarne la diffusione fra i suoi sudditi. Fu molto prodiga in donazioni a scopo caritatevole, a favore soprattutto della costruzione di ospedali, e fu artefice della fondazione del vescovato di Vilnius con lo scopo di volere rafforzare il cristianesimo in zone del territorio lituano dove il paganesimo era fortemente radicato. Fece dono dei suoi gioielli, persino delle insegne regali, per finanziare il recupero dell'Accademia di Cracovia, ribattezzata nel 1817 Università Jagellonica in onore suo e di suo marito. Nel 1397 fondò a Cracovia la prima facoltà di teologia della storia polacca.
La morte.
Il 22 giugno 1399, Edvige diede alla luce una figlia, battezzata con il nome di Elisabetta Bonifacia. Ma la bambina visse solo pochi giorni e la stessa sovrana andò incontro a serie complicazioni che ne compromisero la salute. Il 17 luglio, a Cracovia, Edvige d'Angiò, regina di Polonia, morì all'età di appena 25 anni. Il suo corpo fu sepolto, insieme a quello della neonata, nel presbiterio della Cattedrale del Wawel, presso l'altare di Sant'Erasmo.
La sua morte pregiudicò la posizione di Ladislao come re di Polonia. Nonostante tutto il sovrano riuscì a mantenere il trono fino alla sua morte, avvenuta trentacinque anni più tardi.
L'eredità.
Non era facile stabilire chi fosse l'erede diretto di Edvige sul trono polacco. La Polonia, difatti, non aveva mai adottato il criterio di successione ereditaria per primogenitura, ma i monarchi erano sempre ascesi al trono sulla base di una sorta di elezione. Discendenti di Ladislao il Breve erano rintracciabili nella linea ducale di Świdnica (Schweidnitz) e nelle linee dei duchi di Opole e Sagan (odierna Żagań). Inoltre, vi erano i discendenti delle figlie di Casimiro III, come per esempio la figlia minore Anna, contessa di Cilli (morta nel 1425 senza eredi maschi) e la figlia di quest'ultima, Anna di Cilli, andata in sposa al vedovo di Edvige Ladislao II Jagellone.
Lo stesso imperatore Sigismondo, come suo fratello Venceslao, era discendente di Casimiro III: sua madre, Elisabetta di Pomerania, era figlia di Elisabetta di Polonia, figlia di Casimiro III e della prima moglie Anna di Lituania.
Ladislao Jagellone, vedovo di Edvige, mantenne il trono anche dopo la morte di colei che sposandolo lo aveva legittimato quale sovrano polacco. Ma contro di lui non si levarono mai opposizioni energiche, né comparve mai un pretendente che avesse maggiori diritti al trono, nemmeno dopo la morte della seconda moglie. A Ladislao Jagellone successero in Polonia i figli avuti dall'ultima moglie Sofia di Halshany, che non avevano legami di parentela con i precedenti regnanti polacchi. Prima Ladislao III, che regnò anche sull'Ungheria in contrapposizione a Ladislao V, e Casimiro IV, re di Polonia e Granduca di Lituania.
La tomba di Edvige.
Dal giorno della sua sepoltura il corpo di Edvige è stato riesumato almeno tre volte.
La prima volta fu nel XVII secolo, in occasione della costruzione del sarcofago di un vescovo accanto alla tomba di Edvige.
La seconda esumazione ebbe luogo nel 1887, quando all'apertura del mausoleo fu ritrovato lo scheletro intero di Edvige insieme a un mantello e un cappello. Jan Matejko realizzò in quell'occasione uno schizzo del teschio di Edvige, dal quale trasse poi il suo ritratto.
La sua tomba fu nuovamente aperta il 12 luglio 1949. Questa volta le spoglie della sovrana furono riseppellite in un sarcofago, che era stato scolpito in marmo bianco nel 1902 da Antoni Madeyski e che fu donato da Karol Lanckoronski. Su di esso la regina è raffigurata insieme a un cane, simbolo di fedeltà, adagiato ai suoi piedi. Il sarcofago è orientato in modo che i piedi di Edvige puntino a ovest, diversamente da tutti gli altri sarcofagi della cattedrale. Vicino al mausoleo sono esposti due oggetti con i quali la regina era stata originariamente seppellita: un globo e uno scettro di legno molto modesti. Alla sua morte, infatti, Edvige non possedeva più gioielli, poiché li aveva venduti tutti per finanziare il recupero di quella che sarebbe diventata l'Università Jagellonica.
Leggende sulla santità della regina.
Appena dopo la sua morte molti cominciarono a considerare Edvige una santa. Nel giro di poco tempo sorsero infatti numerose leggende intorno a presunti miracoli dovuti alla sua intercessione, che avrebbero confermato oltre ogni dubbio la sua conclamata santità. Gli episodi più noti sono quelli della "Croce di Edvige" e il "Piede di Edvige".
La croce di Edvige.
Durante la sua vita Edvige soleva trascorrere momenti di meditazione mistica e di preghiera di fronte a un grande crocifisso nero posto nella navata settentrionale della cattedrale del Wawel. Si racconta che nel corso di uno di questi momenti di raccoglimento, il Cristo in croce avrebbe preso a parlarle. Da allora il crocifisso, noto come "Croce di Santa Edvige", è rimasto sempre lì al suo posto, ornato ai suoi piedi da numerosi oggetti votivi e reliquie.
Il piede di Edvige.
Un'altra leggenda racconta invece del giorno in cui Edvige fece dono di un pezzo di gioielleria a un povero scalpellino che le aveva implorato aiuto. Quando la regina si congedò da lui l'uomo notò che le sue orme rimanevano impresse sull'intonaco del pavimento della bottega come fosse stato ancora fresco. In realtà l'intonaco si era già indurito molto prima della visita della sovrana. Tali orme, note come "Il piede di Edvige", possono essere ammirate ancora oggi in una delle chiese di Cracovia.
Santa Edvige Regina.
La venerazione dei polacchi nei confronti di Edvige è stata sempre vastissima. L'8 agosto 1986 la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti affermò ufficialmente la sua beatificazione. In seguito ai pronunciamenti della Congregazione delle Cause dei Santi circa una miracolosa guarigione avvenuta nel 1950 e attribuita alla sua intercessione, l'8 giugno 1997, a Cracovia, il papa polacco Wojtyla (Giovanni Paolo II), recatosi in preghiera sulla sua tomba, ne proclamò la canonizzazione, facendola cioè diventare santa.
Oggi è la santa patrona delle regine, della nazione polacca e dell'Unione europea. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=907669 | itwiki | 1,706,708,677.223152 |
Circumnavigazione
La circumnavigazione di un luogo geografico, come un'isola o un continente o l'intera Terra, è un viaggio compiuto tutto intorno a esso con mezzi navali. Più recentemente il termine è stato applicato anche ai giri del mondo effettuati con mezzi aerei.
Storia.
La circumnavigazione è una tecnica che veniva usata nel rinascimento per rifornirsi direttamente dalla fonte delle merci più pregiate e richieste in quell'epoca come oro e spezie. Questa tecnica serviva per far calare il prezzo delle merci che con i numerosi passaggi a catena che si dovevano svolgere tra navi arabe e navi europee era diventato molto alto, ma anche per il desiderio cristiano di far diffondere il vangelo tra genti che non conoscevano ancora la parola di Dio. Per mettere in azione questa tecnica però c'era bisogno di attraversare l'oceano, essendo l'attraversamento del Mediterraneo controllato dai turchi. Per la traversata dell'oceano si costruirono quindi le caravelle, ma per navigare servivano anche alcuni strumenti di bordo come la bussola, che indicava il nord, l'astrolabio, che permetteva di stabilire la latitudine, e le carte nautiche via via più esatte.
Il primo tentativo nacque da un'idea dei fratelli genovesi Ugolino e Vadino Vivaldi che nel 1291, armate due galee con l'aiuto economico di Tedisio Doria, decisero di circumnavigare l'Africa per poter raggiungere le Indie. Bordeggiando il più possibile lungo le coste, oltrepassarono lo stretto di Gibilterra, fecero tappa alle Isole Canarie e proseguirono fino al sud del Marocco. Da quel punto in poi di loro si persero le tracce; altri navigatori genovesi vennero inviati a cercarli e tutto quello che si seppe fu che una delle due galee si dovette fermare nei pressi del fiume Senegal e che l'equipaggio i viveri e parte delle merci venne trasferita sull'altra galea, che proseguì ancora il tragitto.
Fu il Portogallo, quasi 200 anni dopo, ad organizzare le prime spedizioni marittime nell'Atlantico, lungo le coste occidentali dell'Africa. Le spedizioni portoghesi si spinsero sempre più a sud lungo le coste africane dell'Atlantico, raggiungendo a tappe successive il capo Bojador (1434), il capo Blanco e il golfo di Guinea, esplorato nel 1465 dal genovese Antoniotto Usodimare. Il punto più meridionale del continente africano fu raggiunto nel 1487 dal portoghese Bartolomeo Diaz, che gli diede il nome di "capo delle Tempeste". Nel 1497 un altro portoghese, Vasco da Gama, partì con quattro piccole navi per raggiungere l'India. Egli ormai conosceva il ritmo dei venti e, doppiato il capo delle Tempeste che ribattezzò capo di Buona Speranza, risalì la costa orientale dell'Africa fino a Mombasa. Di lì, attraverso l'Oceano Indiano, raggiunse in ventitré giorni di navigazione il porto di Calicut, in India (1498). La via marittima delle Indie, ossia delle regioni sud-orientali dell'Asia, era ormai aperta.
La prima circumnavigazione completa della Terra si deve alla spedizione di Ferdinando Magellano (1519-1522) completata un anno dopo la sua morte da Juan Sebastián Elcano. Tra il 1577 e il 1580 Francis Drake fu il primo inglese a circumnavigare il globo. Il fiorentino Francesco Carletti fu invece il primo viaggiatore privato, ossia non patrocinato da alcuno Stato, a compiere l'impresa, tra il 1594 e il 1602. Importante anche l'analoga spedizione (1766-1769) di Louis Antoine de Bougainville, la prima da parte di un francese. Francese era anche la prima donna che vi riuscì, verso la fine del XVIII secolo: Jeanne Baret. Sempre nel XVIII secolo Robert Gray fu il primo americano a navigare attorno al mondo. Nel XIX secolo, tra il 1803 e il 1806, ebbe luogo la prima circumnavigazione russa del globo con Adam Johann von Krusenstern e Jurij Fëdorovič Lisjanskij. La prima nave austriaca a compiere il viaggio, verso la metà del XIX secolo, fu invece la SMS Novara.
Circumnavigazione in solitaria.
Sono di seguito riportati i più giovani a tentare un giro del mondo in barca in solitaria.
Vedi anche: Abby Sunderland | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=907671 | itwiki | 1,706,708,677.223279 |
Pastorella
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=907672 | itwiki | 1,706,708,677.223317 |
Unione internazionale delle ferrovie
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=907675 | itwiki | 1,706,708,677.223334 |
Strippaggio
In chimica, lo strippaggio (o stripping) consiste nel trasferimento di un gas disciolto in un liquido dalla fase liquida a quella gassosa.
Esempi tipici di strippaggio sono l'eliminazione dell'ossigeno molecolare O2, anidride carbonica e di altri gas dalle acque destinate alla produzione di vapore o anche dalla distillazione del petrolio nel rimuovere frazioni volatili.
In questi casi si tratta il liquido in una colonna a piatti priva di condensatore e ribollitore. L'alimentazione è immessa dal piatto di testa, la portata del gas, che risale dal fondo colonna, proviene da una corrente di un componente inerte. Nel caso di prodotti petroliferi si usa solitamente vapor d'acqua, ma è possibile utilizzare anche altri gas.
Determinazioni del numero di stadi necessari.
Il trasferimento di materia si ottiene mettendo in contatto due componenti dove la tendenza del sistema sarà quella di spostarsi verso l'equilibrio ad una velocità tanto maggiore quanto più se ne è lontani.
In questo sistema per determinare il numero di stadi necessari alla separazione si usa il metodo grafico analogo a quello di McCabe e Thiele.
Nel primo si opera con rapporti molari anziché con frazioni molari poiché si ha trasferimento di materia solo verso la fase vapore e la portata totale molare non potrà rimanere costante.
A rappresenta il componente volatile da strippare, B rappresenta il componente in maggiore quantità in fase liquida, che non si trasferisce in fase vapore.
Il bilancio di materia del componente più volatile sarà:
in cui:
Altri utilizzi del termine.
Il termine strippaggio si utilizza anche nel campo della degustazione degli olii di oliva e consiste in una serie di aspirazioni brevi e ripetute attraverso la bocca per estendere l'olio nella cavità orale e ossigenarlo, per meglio percepirne le sue componenti volatili aromatiche. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=907676 | itwiki | 1,706,708,677.223371 |
Road Dogg
Prima del wrestling.
Figlio dell'ex wrestler Bob Armstrong, James prima di intraprendere la carriera di wrestler, ha fatto parte del Corpo dei Marines dal 1987 al 1993 ed ha combattuto nella Guerra del Golfo, dove era Sergente di Plotone al comando di 33 marines.
Carriera.
World Wrestling Federation.
Alleanza con Jeff Jarrett (1994-1995).
Dopo aver sconfitto Barry Hardy in un dark match il 16 agosto 1994 a "Wrestling Challenge", James firmò un contratto con la World Wrestling Federtion verso la fine dell'anno. James fu annunciato come "The Roadie", assistente di "Double J" Jeff Jarrett, che ricopriva la "gimmick" del cantante country. The Roadie lottò alcuni incontri in pay-per-view e negli show televisivi, ma nella maggior parte delle sue apparizioni accompagnava Jarrett, interferendo durante i suoi incontri. Nella prima metà del 1995, Jarrett rilasciò "With My Baby Tonight", affermando di averla cantata egli stesso. L"'angle" era stato progettato per rivelare che era stato The Roadie, il quale aveva realmente eseguito le voci su questa canzone, scatenando una faida tra i due lottatori. Prima che questa rivelazione fosse fatta, Jarrett e James lasciarono improvvisamente la WWF dopo il secondo del 23 luglio 1995.
Dopo aver abbandonato la WWF, James andò alla United States Wrestling Association con il nome di Jesse James Armstrong insieme a Jarrett dove vinse diversi titoli, prima di essere sconfitto in un "Loser Leaves Town Match"contro Jarrett.
New Age Outlaws e D-Generation X (1996-2001).
James, senza Jarrett, tornò in WWF nel 1996 come "Jesse James", dove rivelò di essere "The Real Double J" e il vero cantante di "With My Baby Tonight". James lottò da lottatore singolo nel "undercard" fino a quando iniziò una faida con The Honky Tonk Man. Verso la Fine del 1997 la WWF effettuò un cambio di direzione creativa (Attitude Era) che portò Gunn, in precedenza era stato sotto la guida di The Honky Tonk Man vestendo l'impopolare gimnick "Rockabilly", a tingere di nuovo i suoi capelli al suo biondo originale, e assunse il nome di "Bad Ass" Billy Gunn (conosciuto anche come Mr Ass), mentre James diventò "The Road Dogg" Jesse James cominciando a far crescere i capelli fino alle spalle. L'aspetto e gli atteggiamenti della squadra divennero sempre più controversi e anti-sociali, diventando così il Tag-Team più famoso di quel periodo. Gli Outlaws ebbero un feud con i "Road Warriors" e uno con Cactus Jack & Chainsaw Charlie (Terry Funk) di breve durata, prima di entrare nella D-Generation X la notte dopo WrestleMania XIV.
I due diventarono 5 volte Tag Team Champions prima dell'infortunio di Gunn all'inizio del 2000, e per giustificare la sua assenza fu buttato fuori dalla stable. Allora James lottò con un altro membro della DX, X-Pac, per tutta l'estate del 2000, ma non riuscì a riacquistare la sua vecchia popolarità o a vincere un titolo; il Team si separò quando si sciolse la DX, e James si alleò per un breve periodo con il nuovo arrivato K-Kwik. Venne sospeso nel dicembre del 2000 e successivamente fu licenziato il 26 gennaio 2001.
Total Nonstop Action Wrestling (2002–2009).
Dopo aver fatto apparizioni nel Circuito Indipendente, principalmente con la World Wrestling All-Stars (WWA), James debuttò nella promotion Total Nonstop Action Wrestling , il 18 settembre 2002 come BG James, con una gimnick simile a "Road Dogg" che però era di proprietà della WWE. Inizialmente fu un heel e uno dei membri della stable di Vince Russo Sports Entertainment Xtreme (S.E.X.).
3Live Kru (2003-2005).
Nel luglio 2003, James costituì la stable 3Live Kru con il wrestler ispanico Konnan e l'Afro-Americano Ron Killings. Il gruppo fu popolare fin dall'inizio perché si faceva notare cantando la loro canzone d'ingresso mentre si avvicinava al ring. Il 3Live Kru si rivelò essere una trovata di successo poiché Killings vinse l'NWA World Heavyweight Championship per la seconda volta e il gruppo vinse il Tag Team Championship.
Le divergenze nacquero quando Billy Gunn, ex partner di James, fu assunto nella TNA nel febbraio 2005 come "The New Age Oultaw" (poi abbreviato "The Outlaw"). The Outlaw corteggiò James per far dividere il Kru e riformare i "New Age Outlaws". Quando The Outlaw iniziò un feud con il Kru, James si ritrovò ripetutamente confuso, non volendo combattere contro i tag team partner, ma neanche contro Outlaw. Per un po' di tempo, B.G. apparve con il Kru, senza però incrociare The Outlaw sulla sua strada, che nel frattempo aveva cambiato il nome in "Kip James", proprio in onore del padre di James. A Sacrifice ribadì la sua fedeltà al 3KL arbitrando un match tra i membri del 3KL e Kip James & Monty Brown. In vista di Bound for Glory Kip provò ad entrare nel 3KL salvando più volte B.G. dal "Team Canada"; al PPV egli offrì la sua protezione e il suo aiuto per neutralizzare Scott d'Amore. Successivamente quando loro persero il match, Kip scese dal ring con una sedia di ferro sembrando pronto per colpire Konnan, il quale non voleva che Kip si unisse a loro, ma invece lo salvò dal "Team Canada", dimostrando le sue buone intenzioni. Nella puntata del 26 novembre di TNA iMPACT!, James portò Kip e il 3LK sul ring e chiese a Killings e Konnan di dare un si o un no per decidere il destino di Kip nel gruppo. Dopo alcune discussioni, soprattutto di Konnan, tutti e tre votarono per il si e nacque il 4Live Kru. Il 4Live Kru ebbe una breve durata con Konnan, ancora apparentemente sconvolto dall'introduzione di Kip nel Kru, che colpì sia B.G., sia Kip con una sediata in testa a Turning Point. Dopodiché anche Killings decise di lasciare il Kru e seguire Konnan.
The James Gang (2006).
Allora B.G. & Kip si riunirono per formare il vecchio Tag Team, che venne però chiamato The James Gang, ed ebbero subito un "feud" con la nuova stable di Konnan, The Latin American Exchange (LAX) formata con Homicide & Apolo; quest'ultimo fu mandato a casa prima Against All Odds per un litigio con i dirigenti e fu sostituito con un parente sconosciuto (Kayfabe) di nome Machete. Vista l'inferiorità numerica, i due strinsero un'alleanza con il padre Reale di B.G., "Bullet" Bob Armstrong, il quale aiutò loro a sconfiggere i rivali a Destination X. La rivalità però si concluse successivamente con una lotta di forza a Braccio di Ferro tra Armstrong e Konnan, dove vinse il primo costringendo i LAX a dover subire un'umiliazione.
Nel periodo successivo Kip & James cominciarono una rivalità con il Team 3D, riprendendo vecchie ruggini dai tempi della WWE e ECW. I due Team battagliarono per tutta l'estate fin quando i 3D prevalsero in un match per i TNA World Tag Team Championship.
Durante la puntata di iMPACT! del 2 novembre 2006 gli James annunciarono che stavano per lasciare la TNA, ma non riuscirono a completare il loro discorso poiché furono staccati i microfoni. Successivamente fu reso noto che quel segmento fu scritto da Vince Russo nel tentativo di attirare attenzione verso la coppia.
Voodoo Kin Mafia (2006-2008).
Durante la puntata del 16 novembre la James Gang annunciò un cambio di Nome: il loro nuovo nome fu Voodoo Kin Mafia (VKM) (un gioco di parole sul nome di Vincent Kennedy McMahon). Infatti cominciarono immediatamente ad insultare McMahon e i membri della D-Generation X, specialmente prendendoli in giro per i loro nomi. Nella puntata successiva i due andarono in cerca di un obiettivo valido da attaccare, fin quando al termine dello show Kip arrivò davanti alla "WWE World Headquarters", la sede mondiale della federazione, e ciò spinse James a dire "We're back!" ovvero "Siamo Tornati!". Nel dicembre 2006, come descritto nel sito della TNA, i VKM accettarono la sfida aperta lanciata dagli Hardy Boyz per un tag team match a December to Dismember, ma la WWE non acconsentì. Nelle settimane seguenti i VKM continuarono a mandare in onda video contro la DX e Vince McMahon, e lanciarono sul sito della TNA una sfida da 1.000.000$ per Final Resolution, ma siccome non ricevettero alcuna risposta dalla Federazione di Standford si dichiararono vincitori. Durante il 2007 in un'intervista James dichiarò che sarebbe tornato volentieri in WWE.
Dopo essere apparso in alcune federazioni del circuito indipendente per promuovere alcuni eventi, B.G. non partecipò a match di rilievo nella prima parte della stagione.
Rientrò nel grande giro a Turning Point dove ottenne una chance per i TNA World Tag Team Championship dopo la vittoria in un "15 Man Feast or Fired Battle Royal". James scelse però il suo padre reale "Bullet" Bob Armstrong invece di Kip come partner, e furono sconfitti nel match inaugurale di Against All Odds dai campioni AJ Styles & Tomko.
Torno in pianta stabile con Kip effettuando un "turnface", ma nello show del 21 febbraio 2008 Kip attaccò lui e suo padre tornando un "heel". La rivalità si risolse con un "six-sides of steel match" a Lockdown, da dove uscì vittorioso.
Sporadiche apparizioni e il rilascio (2008-2009).
James tornò in televisione a Final Resolution a distanza di molti mesi dalla sua ultima apparizione sui teleschermi. Qui partecipò e fu sconfitto in un "Feast or Fired Match". B.G. apparve ad iMPACT! per alcune settimane, soprattutto quando si intromise tra Kurt Angle e Jeff Jarrett nel tentativo di trattenerlo per evitare una vendetta su Angle. Nello show successivo durante un match contro Jarrett fu colpito con un pugno da Kurt Angle, che portò i due a sfidarsi l'8 gennaio 2009 dove l'olimpionico lo sconfisse con un "Angle Lock".
Il 15 settembre 2009 fu rilasciato dalla federazione.
Ritorno al circuito indipendente (2009-2011).
Dopo aver lasciato la TNA, egli tornò nel circuito indipendente riprendendo il suo vecchio nome Jesse James. Il 30 gennaio 2010 collaborò con Dysfunction per sconfiggere Mason Quinn & J-Ca$h e conquistare il NWA Winsconsin Tag Team Championship per la prima volta. Il 1º maggio Jesse perse il proprio titolo poiché Dysfunction scelse Quinn come compagno di Team.
Il 2 aprile a distanza di più di 10 anni, tornò in WWE per introdurre suo padre "Bullet" Bob Armstrong nella WWE Hall Of Fame classe 2011.
Il 19 aprile con il nome di Road Dogg riformò i New Age Outlaws con Billy Gunn per lottare nella Canadian Wrestling's Elite.
Il 28 maggio ha partecipato all'evento della One Pro Wrestling "The last stand", formando un team con Kevin Nash e fallendo l'assalto ai titoli di coppia.
Ritorno in WWE (2011-presente).
James ha annunciato sul suo account di Facebook il 10 ottobre 2011 di aver firmato un contratto con la WWE come Agent/Producer, ed è tornato per premiare CM Punk agli Slammy Awards. Ritorna a lottare alla Royal Rumble del 29 gennaio 2012 ma viene eliminato poco dopo da Wade Barrett. Ha preso parte, il 23 luglio 2012, alla 1000ª puntata di Raw in occasione della reunion della DX insieme a Billy Gunn e X-Pac. Agli Slammy Awards annuncia insieme a Billy Gunn, il più grande ritorno dell'anno: Jerry Lawler. I New Age Outlaws tornano durante la puntata di Raw Old School del 4 marzo, sconfiggendo Epico e Primo. A Raw la settimana successiva, hanno un match contro il team Rhodes Scholars, ma verranno attaccati da Brock Lesnar. Nella puntata di Raw del 13 gennaio 2014, in coppia con CM Punk e Billy Gunn, perdono contro lo Shield dopo che i NOG hanno abbandonato l'ex WWE Champion lasciandolo sul ring da solo contro i tre mastini della giustizia effettuando un turn heel. Alla Royal Rumble vince i titoli di coppia insieme a Billy Gunn battendo Cody Rhodes e Goldust: la rivincita avviene nella puntata di Raw successiva con la vittoria ancora dei NAO. Nella puntata di Raw del 3 marzo Road Dogg e Billy Gunn perdono i titoli di coppia venendo sconfitti dai fratelli Usos. A WrestleMania XXX, gli Outlaws e il "Direttore delle operazioni" Kane vengono sconfitti dallo Shield.
Fa il suo ritorno, insieme a Billy Gunn, nella Raw Reunion della puntata del 19 dicembre. Qui, insieme ad altre leggende, tra i quali Kevin Nash, Scott Hall e Ron Simmons, attacca gli Ascension, i quali si erano presentati per proclamarsi miglior tag team della storia. La stessa sera viene annunciato per il pay-per-view Royal Rumble 2015 la sfida tra gli Ascension e i New Age Outlaws, match vinto dai primi.
Vita privata.
James è sposato e ha tre figli.
Ha ammesso di aver avuto problemi con la droga: cominciò a fumare marijuana dai tempi del liceo. Dopo la sospensione dalla WWF si recò in centro riabilitativo con il tentativo di raddrizzare la propria vita.
Titoli e riconoscimenti.
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Isola linguistica
Un'isola o enclave linguistica è un territorio dove la maggioranza della popolazione storicamente residente parla una lingua diversa rispetto alle regioni geografiche circostanti: ciò può essere dovuto a una preesistenza territoriale storicamente documentata di minoranze linguistiche, o a una migrazione di gruppi linguistici più o meno vasti, avvenuta in tempi più recenti.
Si noti che, in uno specifico territorio, la presenza di un gruppo linguistico di minoranza può essere storicamente anche molto precedente rispetto a quello di maggioranza. Ciò accade nel caso di invasioni, conquiste o occupazioni dovute a conflitti di vario genere. Con il termine di penisole linguistiche si indicano invece territori contigui abitati dallo stesso gruppo linguistico. Qui di seguito vengono elencati alcuni esempi di isole linguistiche in Europa.
Causa.
L'emergere delle isole linguistiche è principalmente correlato alla migrazione della popolazione interregionale. Quando le persone che originariamente non vivevano in questa zona sono emigrate in quest'area a distanza per motivi di guerra, politica, economia e altri, a causa delle grandi differenze di linguaecultura La maggior parte delle persone in questa zona parla il proprio dialetto ma non capisce la lingua madre del luogo in cui è emigrata, quindi si formano le isole linguistiche.
Distribuzione.
La famiglia linguistica Miao-Yao è distribuita in un tipo di arcipelago. Il rosso è il ramo Miao (compresa la lingua She), il verde è il ramo Yao
Comunicazione bilingue.
I nativi secondari che vivono nell'area dell'isola linguistica possono usare il dialetto nativa originale o cambiato quando comunicano con le persone in quest'area, ma devono usare un altro dialetto per comunicare con le aree circostanti, il che porta a entrambe le parti la generazione della comunicazione verbale...
Tendenze.
Sotto l'influenza di fattori come il contatto economico a lungo termine e i matrimoni misti con i residenti dell'area dell'isola linguistica, i dialetti portati da loro dalle loro lontane città natale scompariranno gradualmente.
Un altro fattore influente è che le lingue dell'isola linguistica sono spesso utilizzate dalle generazioni più anziane della zona. Se queste lingue non vengono trasmesse alla generazione successiva, l'isola dialettale scomparirà gradualmente con l'arrivo della generazione successiva contatto con la lingua dell'enclave.
Anche le lingue nell'isola linguistica verranno gradualmente assimilate a causa della comunicazione con le aree circostanti, come l'uso di alcune frasi cerchiate.
Isole linguistiche di lingua tedesca.
A causa di vari movimenti insediativi iniziati nel Medioevo (vedi Ostsiedlung) e terminati solo a metà del XIX secolo, fino alla fine della seconda guerra mondiale, esistevano isole di lingua tedesca in molte zone dell'Europa orientale e centro-orientale; oggi ne rimangono poche. Le isole linguistiche potevano essere di diverse dimensioni: da piccoli villaggi a grandi aree (ad es. Transilvania). Queste isole linguistiche si trovavano o si trovano ancora oggi in gran parte della Polonia, degli Stati baltici, della Bielorussia, dell'Ucraina, della Repubblica Ceca, della Slovacchia, dell'Ungheria, della Romania, della Slovenia e della Croazia. Alcune isole linguistiche si trovavano anche nel territorio dell'odierna Serbia.
Inoltre, esistevano isole di lingua tedesca nella regione del Caucaso, vicino a San Pietroburgo, e in alcuni luoghi degli Urali e della Siberia.
Durante la colonizzazione delle Americhe, le comunità di emigranti tedeschi spesso si unirono, provenendo ciascuna da una specifica area di origine e stabilendosi relativamente vicino nell'area di destinazione. In particolare nel Midwest degli Stati Uniti, nel Canada occidentale, nel Brasile meridionale e nel Cile meridionale, esistono ancora isole di lingua tedesca variamente ben conservate.
A seguito della prima guerra mondiale e infine di nuovo nel corso della seconda guerra mondiale, nelle aree di insediamento tedesco del Nord America è sorta la necessità di mostrare lealtà alla nuova patria, ad esempio anche per dimostrare che la lingua standard tedesca o i vari dialetti tedeschi non erano più utilizzati. Di conseguenza, la stragrande maggioranza delle isole di lingua tedesca nel Nord America sono ora solo reliquie, con il tedesco espulso dalla vita pubblica e dalla maggior parte delle famiglie almeno dagli anni '40.
Austria.
(cfr. anche lingue minoritarie in Austria):
Un numero maggiore di Burgenland-ungheresi vive anche nella capitale provinciale di Eisenstadt /Kismarton, o il censimento del 2001 per Frauenkirchen /Boldogasszony, Lutzmannsburg /Locsmánd e Schachendorf /Csajta mostra una quota di popolazione di lingua ungherese dal 5% al 10% del totale popolazione.
Al di fuori dell'area di lingua tedesca chiusa.
Parlato in Austria-Ungheria: distribuzione delle razze in Austria-Ungheria Atlante storico, William R. Shepherd, 1911
L'area di lingua tedesca chiusa oggi si estende in Germania, Austria, Svizzera tedesca, Liechtenstein, Alto Adige, Lussemburgo e le aree di lingua tedesca in Belgio, Danimarca e Francia.
Azerbaigian.
Gli abitanti delle colonie tedesche dei Pietisti radicali svevi in Azerbaigian, che esistevano dal 1818, furono deportati nel 1941.
Danimarca.
Famiglie del Palatinato si stabilirono nello Jutland nel 1759/61, che conservarono la chiesa e la scuola tedesca fino al 1870:
Vi si stabilirono i cosiddetti “ tedeschi della patata ” "(Kartoffeltyskere)".
Nello Jutland sudorientale, l'istituzione di una chiesa morava nel 1772 risale all'insediamento di una chiesa morava
Georgia.
Gli abitanti delle colonie tedesche dei Pietisti radicali svevi in Georgia, che esistevano dal 1818, furono deportati nel 1941.
Yiddish.
A causa della politica nazionalsocialista di annientamento, le precedentemente grandi isole in lingua yiddish chiuse degli " shtetl " nell'Europa centro-orientale e orientale: Polonia e Ucraina (Galizia), Bielorussia, Lituania (Vilna), Moldova, Romania, Ungheria (Pester Elisabethstadt), Repubblica Ceca (Josefstadt di Praga), anche Germania (Scheunenviertel di Berlino nello Spandauer Vorstadt, Grindelviertel ad Amburgo) e Austria (Leopoldstadt di Vienna) sono in gran parte estinte.
Dalla seconda guerra mondiale, la lingua yiddish è stata parlata da ebrei laici, prevalentemente anziani in Argentina (distretto di Balvanera a Buenos Aires), Australia, Brasile, Israele, Canada, Messico e Stati Uniti (attenzione alla regione di New York), da un lato dall'altro oggi utilizzato prevalentemente dalle comunità chassidiche negli USA (Williamsburg a Brooklyn), Canada (Montreal, Toronto), Israele (Me'a She'arim [Gerusalemme], Bnei Berak), Gran Bretagna (Londra) e Belgio (Anversa). La fine degli anni '70 emerse con Kiryas Joelnello stato di New York un insediamento di ebrei chassidici, che oggi conta circa 20.000 abitanti, di cui circa il 90% parla yiddish.
Una piccola isola di Yiddish è sopravvissuta nell'Oblast Autonoma Ebraica nel Distretto Federale dell'Estremo Oriente al confine con la Repubblica Popolare Cinese. Il quotidiano Birobidzhan Shtern esce due volte a settimana.
Esempi di isole linguistiche nel mondo.
Europa.
Estonia e paesi baltici.
Storicamente si parlava il dialetto estone di Kroasna (Russia), che non aveva confine con l'Estonia.
Oltre all'isola linguistica Kraasna, anche le isole linguistiche Lutsi (Lettonia) e Leivu (Lettonia) sono state al di fuori dell'Estonia.
Finlandia.
Alcune località, principalmente Pori, Kotka, Tampere e Oulu, che fanno parte di comuni definiti di lingua finlandese monolingue (non bilingue), sono code linguistiche dal punto di vista di lingua svedese: la popolazione di lingua svedese in questi luoghi è abbastanza grande da mantenere la vita scolastica e culturale in svedese, almeno insieme a persone di lingua finlandese bilingue e di mentalità svedese.
Le località si trovano spesso - oltre a questa località - in aree interamente di lingua finlandese (si tratta di città portuali e industriali) e la minoranza di lingua svedese non è abbastanza grande da consentire al comune di essere considerato bilingue. Poiché queste minoranze generalmente non vivono in aree delimitate, ma sono sparse tra i finlandesi, il termine "enclave" è fuorviante.
Spagna.
La regione di Vinalopó Mitjà (Paese Valenziano), che è di lingua catalana e ci sono isole linguistiche nelle città di Villena, Asp e Montfort del Cid.
Svizzera.
Alcuni comuni della Svizzera meridionale (soprattutto cantoni tedeschi) sono isole "walser", tra i quali Bosco Gurin, unica isola linguistica germanica nel Canton Ticino, dove l'isolamento è più marcato essendo circondato da comuni di lingua italiana. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=907678 | itwiki | 1,706,708,677.223602 |
Maria Stuarda (opera)
Maria Stuarda è un'opera lirica di Gaetano Donizetti su libretto di Giuseppe Bardari rappresentata in prima assoluta alla Scala il 30 dicembre 1835 diretta da Eugenio Cavallini.
Sfortune dell'opera.
L'opera ebbe un'infelice genesi: uno fu il ritardo dell'opera, prevista per il 6 luglio, ma fu ritardata a causa del giovane e inesperto librettista (Bardari all'epoca era diciassettenne, studente di legge) il cui libretto dovette essere parecchie volte censurato. Un altro motivo fu la zuffa tra le due prime donne, Giuseppina Ronzi de Begnis e Anna del Serre (nei ruoli di Maria ed Elisabetta), venute alle mani nella scena dello scontro delle due regine, insultandosi tra di loro pesantemente, al punto che la de Begnis accusò la rivale di essere la favorita del compositore. Donizetti, ormai stufo dei litigi, replicò: "«Io non proteggo nessuna di voi due, ma due puttane erano quelle (Elisabetta e Maria) e due puttane siete voi due»", ponendo fine alle liti tra le due.<br>
L'opera tuttavia incontrò l'opposizione della censura che, vuoi per il soggetto del regicidio, sempre sgradito ai Borboni, vuoi per la lontanissima parentela tra gli Stuart e la regina Maria Carolina, venne riadattata su un libretto di Pietro Salatino e ribattezzata "Buondelmonte", ispirato all'episodio di Mosca dei Lamberti citato nel "Canto XXVIII dell'Inferno".<br>
"Maria Stuarda" vide finalmente il debutto solo dopo, con Maria Malibran nel ruolo del titolo, principale promotrice della ripresa scaligera. Sebbene la censura le imponesse di non cantare gli insulti più pesanti con cui Maria oltraggia Elisabetta ("Di Bolena oscura figlia" in luogo di "Figlia impura di Bolena"), la Malibran la cantò comunque. L'opera venne ritirata dopo sole sei recite, sia per il soggetto scabroso, sia per la non eccelsa forma vocale della Malibran.<br>
Nonostante qualche ripresa nei successivi cinque anni, l'opera ebbe scarsa circolazione in seguito, e fu ripresa con una certa regolarità a partire dalla "Donizetti Renaissance" nella seconda metà del XX Secolo, seppure nella forma ampiamente rimaneggiata da Nicola De Giosa nel 1865, e solamente negli anni '90 del secolo scorso iniziò a circolare l'edizione critica dell'opera.
Nel ruolo di Maria si distinsero soprattutto Beverly Sills, Montserrat Caballé, Leyla Gencer, Joan Sutherland, Edita Gruberová, Mariella Devia, Denia Mazzola Gavazzeni. Come Elisabetta si sono distinte Shirley Verrett, Anna Caterina Antonacci e Sonia Ganassi. I soprani italiani Carmela Remigio, Maria Pia Piscitelli e il mezzosoprano americano Joyce DiDonato sono le uniche cantanti viventi ad aver affrontato entrambi i ruoli.
Cast della prima assoluta.
Così come è successo nella "Norma" belliniana, così pure il contrasto tra i due personaggi femminili che, all'inizio erano soprani, fu sottolineato nel corso del tempo dalla consuetudine di far cantare il ruolo di Elisabetta a un mezzosoprano. In realtà, è sufficiente creare un contrasto tra i due tipi di soprano, secondo quanto prescritto dall'autore.
Trama dell'opera.
Primo atto.
Elisabetta annuncia le sue nozze future col re di Francia ("Sì vuol di Francia il Rege"), per poter rafforzare il regno. È allegra, Talbot approfitta della sua contentezza per affrontare un argomento delicato: Maria Stuarda. Talbot chiede alla regina la liberazione della povera scozzese, detenuta in un castello in mezzo al bosco, accusata di alto tradimento. Cecil, il gran tesoriere, invece esorta la regina a non aver pietà. La regina è dubbiosa: ella sa che Maria ama l'uomo amato anche da lei stessa: Roberto Leicester.
Lo stesso Leicester incontra Talbot, che gli consegna un foglio: è da parte di Maria, a cui Talbot è appena andato a fare visita ("Questa imago, questo foglio"). La regina, insospettita, riesce ad ottenere il foglio e lo legge. Maria chiede, tramite Leicester, un colloquio alla Regina, nella sua prigione di Forteringa: Elisabetta, stupita, insinua che Leicester provi del tenero per la rivale. Alla fine la Regina, al colmo della gelosia, acconsente ad andare a Forteringa ("Era d'amor l'immagine" - "Sul crin la rivale").<br>
Maria, reclusa nel castello di Forteringa, rievoca i bei momenti vissuti da bambina, in Francia, con la nutrice Anna ("Oh nube, che lieve"). La sua tranquillità viene turbata dai suoni delle trombe da caccia. Giunge Leicester, che spiega a Maria che la caccia è una scusa per Elisabetta per venire a vederla. Roberto la esorta a rimanere calma dinnanzi alla Regina ("Da tutti abbandonata").
Elisabetta arriva a Forteringa col suo seguito: l'imminente incontro delle due Regine provoca una tensione palpabile. Maria finalmente arriva, scortata da Talbot: ("È sempre la stessa"), e implora la pietà della cugina ("Morta al mondo e morta al trono"). Elisabetta tuttavia rimprovera a una prostrata Maria i suoi crimini: l'infedeltà coniugale e la sua implicazione nella morte del secondo marito Enrico Stuart, nonché le numerose congiure che le vengono attribuite. Maria, all'inizio supplichevole, al colmo del furore, la copre d'insulti spregevoli ("Figlia impura di Bolena"). Elisabetta, infuriata più che mai, la fa arrestare, promettendole la scure.
Secondo atto.
Elisabetta, nei suoi appartamenti, è indecisa se ordinare la condanna a morte della Stuarda, come le consiglia continuamente Cecil. L'arrivo di Leicester fa accendere in lei la gelosia, e le preghiere dell'amato non riescono a farla smuovere dal suo proposito ("D'una sorella, o barbara")
Nel castello, Maria teme che la regina si vendichi su Leicester, e in quel momento giungono Talbot e Cecil, a confermarle la condanna. Maria rifiuta di essere confessata da un pastore protestante, essendo cattolica, come le offre Cecil. Rimasta sola con Talbot, Maria confessa tutti quanti i suoi peccati (l'infedeltà coniugale e la sua implicazione nel complotto Babington). Talbot la perdona e le assolve i peccati ("Quando di luce rosea").
Maria sta per essere decapitata: i familiari ed Anna l'attendono per vederla l'ultima volta ("Vedeste? - Vedemmo"). Maria appare, e chiede a tutti di pregare per la sua anima ("Deh, tu di un'umile preghiera"). Il primo colpo di cannone introduce Cecil, che chiede a Maria l'ultimo desiderio: la regina chiede solo di avere Anna accanto a sé sul patibolo. Leicester, furente, entra, maledicendo l'ingiusta morte dell'amata: Maria lo supplica di perdonare, come lei ha perdonato i suoi assassini, e si avvia al patibolo ("Ah, se un giorno da queste ritorte"). | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=907679 | itwiki | 1,706,708,677.223715 |
Ferdinando I d'Asburgo
Figlio di Filippo d'Asburgo (1478–1506) e di Giovanna di Castiglia (1479–1555), Ferdinando era fratello del suo predecessore sul trono imperiale, Carlo V, il quale gli conferì importanti incarichi di gestione sul fronte orientale dell'immensa compagine sottoposta alla propria autorità, con particolare riguardo ai territori tedeschi (entrò in possesso di Alta e di Bassa Austria, di Stiria, Carinzia, Carniola, Tirolo e Württemberg) e alla risoluzione del pericolo turco.
Gli eventi chiave del suo periodo di governo furono i contrasti con l'Impero ottomano, che dagli anni venti del Cinquecento stava velocemente avanzando alla volta dell'Europa centrale, e la Riforma protestante, che portò allo scoppio di numerose guerre di religione.
Biografia.
I primi anni.
Ferdinando nacque ad Alcalá de Henares, in Spagna, figlio dell'infanta Giovanna di Castiglia detta "la pazza" e dell'arciduca austriaco Filippo "il Bello", che era erede di Massimiliano I d'Asburgo. Ferdinando compiva gli anni lo stesso giorno del suo nonno materno, il re Ferdinando II d'Aragona.
All'ascesa di suo fratello Carlo al titolo di imperatore del Sacro Romano Impero Germanico nel 1519, Ferdinando ottenne dal fratello il governo dei territori ereditari degli Asburgo in Austria (attuali Austria e Slovenia). Ferdinando fu arciduca d'Austria dal 1521 al 1564.
Dopo la morte del cognato Luigi II, Ferdinando fu re di Boemia ed Ungheria (1526–1564). Ferdinando prestò anche servizio come rappresentante del fratello nel Sacro Romano Impero durante le numerose assenze di questi e nel 1531 venne eletto Re dei Romani, rendendolo l'erede designato di Carlo V. Quando l'imperatore si ritirò dal governo nel 1556, Ferdinando divenne "de facto" suo successore alla carica di imperatore del Sacro Romano Impero, e "de jure" nel 1558, mentre Spagna, Impero spagnolo, Napoli, Sicilia, Milano, Paesi Bassi e Franca Contea andarono a Filippo II, figlio di Carlo V.
Salito a capo della monarchia asburgica in Austria, tentò di riprendere le innovative riforme iniziate dal nonno Massimiliano I; per questo motivo si scatenarono violente rivolte indipendentistiche tra la nobiltà, che non voleva essere soggetta alla politica accentratrice di Ferdinando I.
La ribellione venne soffocata nel sangue e tutti i ribelli furono giustiziati a Vienna.
Dopo questo episodio Ferdinando I si dedicò con fermezza alla riorganizzazione dello Stato in tutti i territori soggetti alla sua sovranità con un ordinamento che, salvo alcune modifiche, restò in vigore fino alla caduta dell'Impero austro-ungarico.
L'Ungheria e gli ottomani.
Secondo i termini stabiliti dal Primo Congresso di Vienna nel 1515, Ferdinando sposò Anna Jagellone, figlia del re Ladislao II di Boemia ed Ungheria, il 22 luglio 1515. Poco dopo, a seguito della morte di suo cognato Luigi II d'Ungheria e Boemia nella Battaglia di Mohács il 29 agosto 1526, Ferdinando si sentì l'erede naturale di entrambi i regni. Il 24 ottobre 1526 la Dieta boema, sotto l'influenza del potente magnate e cancelliere della Corona, Adam di Hradce, elesse Ferdinando a re di Boemia sotto la condizione di confermare per lo Stato i privilegi tradizionali e spostando la corte a Praga. Il successo fu solo parziale, dal momento che comunque la Dieta si rifiutò di riconoscere Ferdinando come signore ereditario del regno.
I nobili croati a Cetin unanimemente elessero Ferdinando I a loro re il 1º gennaio 1527, e confermarono la successione anche per i suoi eredi. In cambio del trono, l'arciduca Ferdinando presenziò al Parlamento di Cetin ove promise di rispettare i diritti storici della regione, le libertà e le leggi, nonché di difendere la Croazia dall'invasione ottomana.
In Ungheria, Nicolaus Olahus, segretario del defunto Luigi d'Ungheria e Boemia, si schierò col partito che sosteneva Ferdinando, ma mantenne le proprie posizioni con la regina vedova Maria. Ferdinando venne eletto re d'Ungheria dalla Dieta nazionale riunita a Presburgo nel dicembre del 1526. Il trono d'Ungheria divenne soggetto ad una disputa dinastica tra Ferdinando e Giovanni Zápolya, Voivoda di Transilvania. I due candidati erano supportati da fazioni diverse della nobiltà ungherese e Ferdinando aveva inoltre l'appoggio del potente fratello Carlo V. Ferdinando sconfisse Zápolya nella Battaglia di Tarcal nel settembre del 1527 e nuovamente nella Battaglia di Szina nel marzo del 1528. Zápolya lasciò il paese, rivolgendosi al sultano Solimano il Magnifico per ottenere un aiuto contro gli Asburgo, promettendo in cambio che l'Ungheria sarebbe divenuta vassalla ottomana.
Questo insieme di fatti portò ad uno dei momenti più pericolosi nella carriera di Ferdinando, dal momento che nel 1529 Solimano rispose positivamente alle richieste del voivoda transilvano e mosse un pesante assalto alla capitale di Ferdinando: l'Assedio di Vienna costrinse Ferdinando a cercare rifugio in Boemia. Una seconda invasione ottomana venne respinta nel 1533. In quell'anno Ferdinando siglò una pace con gli ottomani dividendo l'Ungheria in due settori, l'uno sotto l'influenza degli Asburgo (ad ovest) e l'altro sotto il governo di Giovanni Zápolya (ad est), parte quest'ultima che di fatti divenne uno Stato vassallo dell'Impero ottomano.
Nel 1538, nel Trattato di Gran Varadino, Ferdinando indusse Zápolya a nominarlo suo successore dal momento che questi non aveva eredi. Ma nel 1540, poco prima della sua morte, Zápolya ebbe un figlio, Giovanni II Sigismondo, che venne prontamente eletto re dalla Dieta ungherese. Ferdinando, per tutta risposta, invase l'Ungheria ma il reggente del trono, Giorgio Martinuzzi, vescovo di Gran Varadino, richiese la protezione ottomana contro quest'ennesima vessazione. Solimano marciò nuovamente in Ungheria e non solo scacciò Ferdinando dall'Ungheria centrale, ma lo forzò a pagare un tributo per il mantenimento della sovranità sulle terre Ungheresi ad occidente dei domini ottomani.
Giovanni II Sigismondo era inoltre supportato dal re Sigismondo I di Polonia, suo nonno materno, ma nel 1543 Sigismondo siglò un trattato con gli Asburgo e la Polonia dovette schierarsi come neutrale nel conflitto. Il principe Sigismondo II Augusto sposò inoltre Elisabetta d'Austria, figlia di Ferdinando, per suggellare questo patto.
Solimano a questo punto si stanziò in Transilvania sostenendo sempre la causa di Giovanni II Sigismondo, in un'area che divenne nota come "Regno degli Ungheresi Orientali", formalmente retto con la madre Isabella Jagellona, ma "de facto" retto direttamente da padre Martinuzzi. Gli intrighi di Isabella riuscirono ad eliminare Martinuzzi dai giochi di potere. Nel 1549, il vescovo Martinuzzi, si risolse a supportare la causa di Ferdinando e le armate imperiali marciarono in Transilvania. Nel Trattato di Weissenburg (1551), Isabella si accordò con Giovanni II Sigismondo per abdicare al trono ungherese per passare l'Ungheria Reale e la Transilvania nelle mani di Ferdinando, che comunque si premurò di riconoscere Giovanni II Sigismondo quale proprio vassallo col titolo di principe di Transilvania, dandogli inoltre in sposa una delle sue figlie. Martinuzzi si era trovato ancora una volta escluso dal potere pur avendo questa volta supportato la causa imperiale e, non appena diede adito di volersi rivolgere agli ottomani per ulteriori aiuti, venne sospettato di tradimento e fatto uccidere per ordine di Ferdinando.
Dal momento che Martinuzzi era all'epoca un arcivescovo cattolico nonché cardinale, questo atto fu un vero shock e papa Giulio III scomunicò Ferdinando, il quale per tutta risposta inviò al papa una lunga lettera nella quale spiegava i punti di accusa contro Martinuzzi, esposti in 87 articoli e supportati da 116 firme di consiglieri imperiali. Il papa accettò le giustificazioni, perdonò Ferdinando e nel 1555 ritirò la scomunica.
La guerra in Ungheria continuò anche dopo l'ottenimento del trono da parte di Ferdinando, dal momento che questi non fu sempre in grado di mantenere gli ottomani al di fuori dei confini nazionali. Nel 1554 Ferdinando inviò Ogier Ghiselin de Busbecq a Costantinopoli per discutere con Solimano i confini da mantenere nell'area ungherese, ma non si riuscì a trovare un accordo favorevole per ambo le parti. Nel 1556 la Dieta ungherese riportò Giovanni II Sigismondo sul trono dell'Ungheria orientale, ove rimase sino al 1570. De Busbecq fece ritorno una seconda volta a Costantinopoli nel 1556 e riuscì nel suo intento.
Ferdinando e la Pace di Augusta del 1555.
Dopo decenni di conflitti religiosi e politici senza sosta tra gli stati tedeschi, Carlo V ordinò l'apertura della Dieta di Augusta nella quale tutti gli Stati dell'Impero erano chiamati a partecipare, a discutere dei loro problemi ed a trovare una soluzione. Carlo V stesso non vi prese parte per non influenzare le parti e vi delegò invece suo fratello Ferdinando, col diritto di agire liberamente in suo nome. Alla conferenza, Ferdinando riuscì a far convergere tutti i rappresentanti sull'accordo di tre importanti principi:
Problemi con gli accordi di Augusta.
Dopo il 1555, la Pace di Augusta divenne l'unico documento legale e legittimo per la coesistenza delle fedi cattolica e luterana nelle terre tedesche del Sacro Romano Impero ed essa servì per migliorare molte delle tensioni tra i seguaci della "Vecchia fede" (cattolici) e quelli di Lutero, ma non mancò di creare due problemi fondamentali. Dapprima Ferdinando quando portò il "reservatum ecclesiasticum" in dibattito, si originarono ben presto dei problemi di contrasto con la norma del "cuius regio, eius religio" approvata appena prima. In secondo luogo, la "Declaratio Ferdinandea" non venne dibattuta in sessione plenaria dal momento che Ferdinando, sfruttando la propria piena autorità, l'aveva aggiunta all'ultimo minuto, per compiacere un ristretto numero di famiglie e cavalieri.
Queste falle attanaglieranno ancora l'Impero con nuove problematiche nei decenni successivi, ancor più per il fatto che la Pace di Augusta si concentrò essenzialmente sull'analisi delle contrapposizioni tra luteranesimo e cattolicesimo, tralasciando tutta un'infinità di sfumature e differenti espressioni religiose che stavano creandosi dalla tradizione protestante. Così facendo, altre confessioni religiose che avevano ormai acquisito popolarità, non avevano esistenza o riconoscimento a livello legale: gli anabattisti capeggiati da Menno Simons, i calvinisti guidati da Giovanni Calvino, Ulrico Zwingli alla guida degli zwingliani ed altri minori vennero esclusi dunque dai termini della Pace di Augusta e perdipiù venendo tacciati di eresia sia da parte dei protestanti che da parte dei cattolici.
L'abdicazione di Carlo V e l'ascesa di Ferdinando al trono imperiale.
Nel 1556, con grande solennità ed appoggiandosi alla spalla di uno dei suoi favoriti (il ventiquattrenne Guglielmo, conte di Orange e Nassau), Carlo V rinunciò al proprio incarico come imperatore ed al governo delle sue terre. L'Impero spagnolo, che includeva Spagna, Paesi Bassi, Napoli, Milano e i possedimenti spagnoli nelle Americhe, venne concesso a suo figlio Filippo. Suo fratello Ferdinando, invece, col quale già aveva negoziato un trattato di successione nel 1522, ottenne il possesso delle terre austriache ed il diritto di succedere a Carlo V come imperatore del Sacro Romano Impero.
Le scelte di Carlo V si dimostrarono appropriate. Filippo era culturalmente spagnolo: nato a Valladolid e cresciuto alla corte di Spagna, la sua lingua nativa era lo spagnolo e preferiva pertanto vivere entro i confini del regno di Spagna. Ferdinando, invece, era più familiare per natura con i principi tedeschi, pur essendo anch'egli nato in Spagna, ma avendo dimostrato grande cura agli affari dell'Impero del fratello sin dalla sua elezione a Re dei Romani nel 1531.
L'abbandono del trono da parte di Carlo V ebbe ripercussioni sulle relazioni diplomatiche con Francia e Paesi Bassi, in particolare per la sua concessione del regno spagnolo a Filippo II. In Francia, il re ed i suoi ministri iniziarono a sentirsi sempre più circondati dai domini degli Asburgo, oltre che da principi pericolosamente protestanti nell'area tedesca ed olandese. Nei Paesi Bassi, l'ascesa di Filippo di Spagna creò non pochi problemi che a differenza del padre che aveva largamente tollerato il diffondersi del protestantesimo nella regione, aveva intenti maggiormente tendenti a imporre universalmente il cattolicesimo ed a stroncare le autonomie locali.
L'abdicazione di Carlo V non faceva però automaticamente di Ferdinando il suo successore al trono imperiale. Carlo abdicò nel gennaio del 1556 ma, a causa del complesso iter burocratico, la dieta imperiale non accettò l'abdicazione (rendendola quindi valida) sino al 3 maggio 1558. Da quella data in poi, Carlo V continuò ad ogni modo ad utilizzare il titolo onorifico di "Imperatore" anche se la carica passò di fatto a Ferdinando.
La riforma burocratica.
L'opera di accentramento amministrativo, già iniziata dall'imperatore Massimiliano I, fu continuata dal nipote Ferdinando I, per sostituire alla concezione di uno Stato patrimoniale e feudale quella di una monarchia assoluta.
Prima di tutto fu stabilito che all'interno dei domini austriaci vi fossero un solo esercito agli ordini dell'Imperatore, un unico sistema finanziario riguardante proprietà e tributi e un comune piano di politica estera.
Per gestire queste innovazioni, Ferdinando I istituì nel 1556 alcuni nuovi organismi: il "consiglio segreto" e il "Consiglio aulico della guerra", composti in maggioranza da consiglieri tedeschi, per la politica estera, una "Cancelleria aulica" e una "Camera aulica" per il controllo dell'amministrazione e delle finanze dello Stato.
Per tutti questi organismi vigeva il principio di collegialità e le decisioni erano prese a maggioranza di voti dei consiglieri.
In realtà Ferdinando I non riuscì a modificare completamente la situazione esistente: la Boemia, l'Ungheria e alcune grandi città come Vienna, Innsbruck e Graz mantennero una indipendenza amministrativa con una propria "Cancelleria aulica" autonoma.
La dignità imperiale.
In contraddizione con la sua politica accentratrice, nel 1554 Ferdinando I, per motivi di famiglia, decise che alla sua morte i territori a lui soggetti sarebbero stati divisi fra i suoi tre figli, dando così origine a tre diverse linee austriache: al figlio maggiore Massimiliano II, sarebbero toccate la Corona imperiale, la Boemia, l'Ungheria, la Bassa e Alta Austria, al secondogenito Ferdinando il Tirolo, al terzogenito Carlo la Stiria, la Carinzia e la Carniola.
Dopo l'abdicazione del fratello Carlo V, nel 1558 Ferdinando I guadagnò la dignità imperiale.
Ferdinando I morì a Vienna il 25 luglio 1564, lasciando l'Austria, che lui aveva reso un paese forte, potente, degno della Corona imperiale e della gloria che avrebbe avuto nei secoli a venire.
Cattolico tollerante.
In campo religioso Ferdinando I seguì dapprima una linea di interventi repressivi contro il "protestantesimo", convinto come il fratello Carlo V che la dinastia asburgica fosse il principale baluardo del cattolicesimo.
Il suo appoggio alla Santa Sede non conobbe incertezze, ma tutte le azioni militari e politiche nei confronti del movimento luterano furono dettate dal desiderio di accrescere il potere della Casa d'Austria e non certamente dalla volontà di assecondare la politica del Papa.
Circondato da consiglieri seguaci di Erasmo da Rotterdam e lui stesso sensibile agli insegnamenti del grande umanista, dopo gli anni quaranta Ferdinando I promosse una politica tollerante di riconciliazione religiosa, favorevole al colloquio tra cattolici e protestanti, che culminò nella pace religiosa di Augusta del 1555.
L'Austria sotto Ferdinando I.
Al tempo di Ferdinando I, gli stati provinciali tedeschi erano ancora vere e proprie potenze, con le quali l'arciduca doveva continuamente patteggiare.
I temi di maggiore scontro erano esercito e denaro, costanti necessità dello Stato, specialmente per il "pericolo turco".
Oltre all'esercito imperiale stabile formato da uomini assoldati e da capitani di ventura come condottieri, pagato e mantenuto dall'imperatore, vi erano ancora gli eserciti dei piccoli stati provinciali.
Le diete degli stati provinciali votavano le contribuzioni obbligatorie a carico delle città, dei contadini e dei feudatari che a loro volta li imponevano ai sudditi.
Anche la giustizia e la burocrazia, dove questa già funzionava, erano completamente in mano ai nobili, per cui non esisteva una chiara e netta separazione tra il potere centrale degli Asburgo e il potere delle diete provinciali.
Questa autonomia provinciale di tipo oligarchico, gestita da nobili gelosi dei loro poteri feudali, opprimeva i contadini e gli abitanti delle città, creando gravi situazione di tensione sociale.
Il principio ispiratore di ogni decisione era infatti l'esenzione da qualsiasi imposta da parte della nobiltà.
Ferdinando I morì nel 1564 e venne sepolto nella Cattedrale di San Vito a Praga.
Matrimonio e figli.
Il 25 maggio 1521 a Linz in Austria, Ferdinando I sposò Anna Jagellona (1503-1547), figlia di Ladislao II Jagellone, Re di Boemia e Ungheria, e della terza moglie Anna di Foix. Ebbero quindici figli:
Commemorazioni.
Ferdinando I è stato un grande collezionista di medaglie e monete antiche del suo tempo e pertanto il 12 giugno 2012 l'Austria gli ha dedicato una moneta commemorativa da 20 euro in argento. Nella moneta, sul diritto, si trova un ritratto di Ferdinando I, mentre sul retro si trova il Cancello degli Svizzeri nel palazzo Hofburg a Vienna. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=907680 | itwiki | 1,706,708,677.223832 |
BG James
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=907684 | itwiki | 1,706,708,677.22399 |
B.G. James
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=907686 | itwiki | 1,706,708,677.224009 |
The Road Dogg
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Giona di Mosca
È venerato come santo dalla Chiesa ortodossa russa che lo ricorda il 31 marzo.
Biografia.
Nato a Galič entrò giovanissimo, a soli 12 anni, in un monastero della sua città per poi trasferirsi, intorno agli anni 20 del XV secolo nel Monastero di Simonov. Divenuto un amico intimo del metropolita Fozio, fu dallo stesso nominato vescovo di Rjazan' e Murom. Alla morte di quest'ultimo, avvenuta nel 1431, il Gran Principe Vassili II appoggiò la nomina di Giona per il seggio di Metropolita. A causa della guerra intrapresa da Vassili contro i Principi in appannaggio che gli si erano ribellati, Giona partì per Costantinopoli solo nel 1435 per ricevere il benestare e la nomina formale da parte del Patriarca di Costantinopoli che, tuttavia, aveva già scelto ed elevato Isidoro di Kiev a Metropolita di Russia.
Dopo che nel 1441 Isidoro fu condannato da un Concilio di Vescovi della Chiesa ortodossa russa per il suo tentativo di introdurre il cattolicesimo in Russia, Vassili tornò ad appoggiare la nomina di Giona il quale non poté tuttavia recarsi a Costantinopoli a causa della recrudescenza della guerra civile. Giona diventò Metropolita di Mosca e di Russia solo nel 1448 e senza il consenso da parte del Patriarca di Costantinopoli, segnando in tal modo il primo passo verso l'autocefalia della Chiesa russa rispetto a quella bizantina (Giona ricevette la benedizione patriarcale dopo la caduta di Bisanzio nel 1453). Nel 1451 Giona prese sotto il proprio controllo anche l'Arcidiocesi lituana; lo stesso anno i Tatari arrivarono alle porte di Mosca e la Chiesa ritiene la loro sconfitta opera dell'intercessione miracolosa del Metropolita stesso.
Miracoli e leggende devozionali.
Numerose leggende sono sorte riguardo alla vita di Giona. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138168 | itwiki | 1,706,708,677.23598 |
State of Play
State of Play è un film del 2009 diretto da Kevin Macdonald, basato sull'omonima miniserie televisiva britannica della BBC.
È uscito nelle sale italiane il 30 aprile 2009.
Trama.
A Washington, una notte, un ladro in fuga viene ucciso da un uomo con una valigetta, che poi spara anche ad un passante in bicicletta testimone della vicenda, il quale viene ricoverato in ospedale, in coma. La mattina seguente, una giovane donna, Sonia Baker, muore sotto un treno della metropolitana: tutti pensano a un suicidio; la giovane era l'amante del deputato Stephen Collins ed era anche la sua assistente. Collins, che ha un'esperienza militare, è alla guida di una commissione congressuale che si occupa della gestione dei fondi per la difesa nazionale, in odore di illeciti legati ad un'azienda privata nel settore della sicurezza, la PointCorp. Collins è il primo che non crede al suicidio della sua amante, poiché quella mattina stessa, la donna gli aveva mandato un video in cui appariva particolarmente allegra e perciò tutt'altro che intenzionata a suicidarsi. Stephen mostra il video a un suo vecchio amico e compagno di stanza al college, Cal McAffrey, un affermato giornalista, poco avvezzo alle nuove tecnologie e maggiormente portato all'investigazione ed al giornalismo d'inchiesta fatto di domande scomode e pedinamenti pericolosi.
Cal viene chiamato dal suo direttore, la combattiva Cameron Lynne, a condividere un'inchiesta con la giovane giornalista Della Frye; i due scoprono che la morte di Sonia si è verificata in uno dei tre punti ciechi nel sistema delle telecamere della metropolitana. Cal ritiene che le riprese possano comunque chiarire la morte di Sonia e trova un collegamento tra il ladruncolo e una ragazza senzatetto. Trovata la ragazza, questa dà a Cal delle fotografie che aveva rubato dalla valigetta del sicario; le foto mostrano immagini in cui Sonia parla con un altro uomo. Intanto l'uomo ferito nella sparatoria si risveglia dal coma, ma viene ucciso da alcuni proiettili sparati a distanza, attraverso la finestra dell'ospedale. Nelle riprese della metropolitana, Della riconosce lo stesso uomo che aveva visto casualmente in ospedale la sera dell'omicidio. Cal scopre che la PointCorp sta per aggiudicarsi un appalto da 40 miliardi di dollari. L'appalto coprirebbe non solo le attività mercenarie all'estero, ma soprattutto la gestione della sicurezza nazionale interna, che il governo avrebbe intenzione di affidare alla compagnia. Indagando, Cal riesce a trovare l'assassino in un condominio, ma questo, armato di pistola, cerca di ucciderlo; Cal riesce a scappare ma si ferisce a una mano, mentre il sicario si dà alla fuga.
Intanto, Della scopre che l'uomo nelle foto è Dominic Foy, anch'egli collaboratore di una filiale di PointCorp, il quale, interrogato da Cal, confessa per chi Sonia lavorava in realtà: era stata assunta dalla Pointcorp per spiare Collins e lo aveva sedotto per estorcergli informazioni. Ben presto, però, si era innamorata e poco prima di essere uccisa, aveva scoperto di essere incinta di Stephen, senza però rivelarglielo.
Intanto Anne Collins, moglie di Stephen, ammette di provare qualcosa per Cal (i due avevano avuto una relazione in passato, poi lei lo aveva lasciato per Stephen) ma lui afferma che non si può tornare indietro. Stephen si reca alla redazione per fornire la propria versione dei fatti e rendere pubblica la sua estraneità all'omicidio di Sonia.
In seguito, Cal, riguardando, sulla pagina di un giornale, la foto di un gruppo di militari, tra i quali è presente Stephen, riconosce anche il sicario che aveva tentato di ucciderlo e che, come indica la didascalia, risponde al nome di Robert Bingham. È infatti proprio quest'ultimo l'assassino di Sonia e degli altri due testimoni. Bingham, molto probabilmente, ha ucciso anche la ragazza senzatetto che aveva fornito a Cal le foto di Sonia, che nel frattempo è stata trovata morta in circostanze misteriose. Pressato da Cal, Stephen confessa di aver assoldato Bingham perché il comportamento di Sonia lo aveva insospettito e intendeva farla sorvegliare. La situazione però gli era sfuggita di mano, perché Bingham, mentalmente instabile, aveva ucciso Sonia di sua iniziativa e senza informarlo. Cal avvisa allora Stephen che la polizia arriverà fra tre minuti. All'uscita dall'edificio, Cal incontra Bingham che, armato e in tuta militare, tenta di ucciderlo, ma in quell'istante arriva la polizia che spara a Bingham, uccidendolo.
Alla fine, Cal e Della completano l'articolo sulla vicenda, scrivendo che Stephen è stato arrestato.
Produzione.
La produzione del film è stata molto travagliata. Nel novembre del 2007 Brad Pitt, scelto inizialmente nel ruolo del giornalista, ha abbandonato il progetto a causa di divergenze e insoddisfazioni sulla sceneggiatura, ed è stato sostituito da Russell Crowe. In seguito, a causa dei ritardi della lavorazione, Edward Norton si è visto costretto ad abbandonare il progetto per impegni già presi ed è stato sostituito, nel ruolo del politico, da Ben Affleck. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138169 | itwiki | 1,706,708,677.236038 |
Erulo Eroli
Era figlio del marchese Pio, guardia nobile e scultore specializzato nella lavorazione dell'avorio, appartenente al ramo romano di una famiglia attestata sin dal XV secolo nella città di Narni, e della marchesa Beatrice Orlandi.
Eroli scelse decisamente la via dell'arte, divenendo il capostipite di una famiglia di pittori ed arazzieri.
Biografia.
Compiuti gli studi ginnasiali al S. Apollinare, frequentò al seguito del padre il S. Michele, dove, oltre alla pittura, apprese le tecniche di lavorazione della ceramica, della vetrata policroma a gran fuoco e dell'arazzo.
Nel 1875, considerata l'inesorabile decadenza del S. Michele, incorporato nei beni demaniali dello Stato unitario e privo ormai del sostegno finanziario pontificio, Erulo apri uno studio di pittura alla passeggiata di Ripetta.
Nel 1880 trasferì lo studio in via del Babuino dove ancora oggi è visibile, inglobato in una galleria d'arte. Sopra il portone è inciso sul marmo il suo nome e scolpito lo stemma di famiglia (stranamente a rovescio). Qui impiantò un laboratorio di arazzeria e vi impiegò esperti arazzieri, usciti dalla prestigiosa fabbrica pontificia, contribuendo, con indubbio merito, a salvare una secolare tradizione tecnica destinata altrimenti ad esaurirsi ed a formare una manodopera prevalentemente femminile.
Lo studio acquistò ben presto fama internazionale e, frequentato da illustri personaggi dell'aristocrazia e dell'alto clero, del mondo politico e culturale, poté contare sull'apprezzamento dei Savoia, in particolare della regina Margherita, che gli procurò importanti commissioni.
Nel 1883, presentato da Ettore Roesler Franz e Onorato Carlandi, entrò nella Associazione degli Acquarellisti romani, di cui fu presidente dal 1909 al 1911, promuovendone il potenziamento con la riforma dello statuto.
Nel 1892 fu ammesso all'Associazione artistica internazionale e nel 1903 fondò, con altri, l'Unione degli artisti con lo scopo di tutelare la categoria nei confronti della committenza pubblica.
Dal 1904 mantenne stretti rapporti con il gruppo dei XXV della campagna romana ed espose assiduamente con la "Società degli amatori e cultori di belle arti".
Malgrado il successo ottenuto (tanto che il comune di Roma gli ha intitolato una via) la sua intensa attività, siglata da una lunga serie di riconoscimenti ufficiali, ha ottenuto scarsa considerazione da parte della critica al punto che ne manca tuttora un'appropriata valutazione, resa più difficile dal fatto che numerose opere risultano disperse.
Trattò una grande varietà di temi e soggetti con abilità accademica e gusto eclettico. Accanto al filone, a lui più congeniale, della pittura di soggetto storico-militare, con preferenza per il periodo risorgimentale, affrontò con pari impegno la tematica religiosa e storico-religiosa; fu ritrattista ufficiale, buon paesaggista negli acquerelli e autore di numerose scene di genere con personaggi popolari e caratteristici.
Del 1880 è il dipinto Ferito di Mentana (Torino, Museo del Risorgimento di palazzo Carignano). Nel 1883 l'Esposizione di belle arti di Roma fu l'occasione per la sua prima comparsa pubblica di rilievo con il grande dipinto ad olio La “Palestro” a Lissa che, per il soggetto, fu acquistato dall'Accademia navale di Livorno.
Nel 1885 e nel 1886, con la Società degli amatori e cultori di belle arti di Roma, espose rispettivamente “Pancrazio alle fiere”.
Dell'anno seguente (1887) è il primo riconoscimento per la lavorazione dei tessuti: una medaglia d'argento, al Museo artistico industriale di Roma, per gli arazzi ad imitazione (i cosiddetti succhi d'erba) con tinte ottenute dalla bollitura di vegetali.
Nel 1891 Erulo partecipò con successo all'Esposizione nazionale di Palermo con i "Vespri siciliani". La tela, di notevoli dimensioni, entrò nelle raccolte della locale Galleria civica d'arte moderna.
Il decennio successivo si rivelò intenso per attività e riconoscimenti; nel 1894 ebbe una medaglia d'oro per i tessuti all'Esposizione universale di Anversa e l'acquisto del dipinto ad olio “Giovan nudo allo specchio” da parte di re Fuad per il palazzo reale del Cairo.
Per partecipare al premio istituito da Leone XIII per il miglior quadro rappresentante la Sacra Famiglia dipinse, nel 1897, la grande pala "Sacra Famiglia" o "Ecce Agnus Dei" in stile preraffaellita, premiata con medaglia d'oro nel 1898 alla mostra d'arte sacra di Torino. Nel 1899 l'acquerello di argomento sociale “La malaria”, esposto a Dresda, fu acquistato dalla Galleria nazionale di quella città.
Parallelamente intensificò l'attività dell'arazzeria, a cui si era dedicato recuperando il procedimento tradizionale ed elaborando cartoni funzionali esclusivamente alla lavorazione degli arazzi, basati quindi su una diversa necessità d'armonizzare i colori rispetto alla pittura.
L'incarico più prestigioso (preceduto dai sei pannelli, oggi dispersi, per il foyer del teatro di Buenos Aires) fu, nel 1902, quello del comune di Roma per i 25 arazzi per l'addobbo esterno dei palazzi capitolini, ora al Museo di Roma di Palazzo Braschi.
I pannelli più grandi, per i balconi centrali, “Stet Capitolium fulgens” di circa 40 m², “Roma communis patria” e “Ars omnium nationum”, a carattere decorativo, celebravano i trionfi della Roma classica, rinascimentale e barocca; in pannelli minori erano rappresentati gli stemmi dei rioni, le aquile romane, le tabelle con l'iscrizione SPQR. Il lavoro, di grande impegno, iniziato nel 1902, fu interrotto a causa della guerra tra il 1916 e il 1919 e completato nel 1926, dieci anni dopo la morte di Erulo, dai figli Pio e Silvio.
Presso la Galleria comunale d'arte moderna di Roma si conservano gli acquerelli “Paesaggio con buoi”, esposto alla mostra della Società degli acquarellisti del 1905, ed una “S. Cecilia”.
Nel 1902 sposò la vedova del fratello Alberto, Virginia Bartolini, e affiliò le nipoti Ada ed Emma, che successivamente collaborarono all'attività dell'arazzeria.
Tra il 1904 e il 1905 il pittore dipinse ancora due soggetti storico-religiosi, “Il sogno della moglie di Ponzio Pilato” e “Translatio Sebastiani post martyrium”, acquistati da mons. De Oca.
Nel 1905 partecipò all'Esposizione mariana lateranense di Roma con l'acquerello “Sanctus Sanctus” ed “Ecce Agnus Dei”, che ottenne la medaglia d'oro.
Dal 1907 al 1911 restaurò arazzi antichi per conto dello Stato senza interrompere l'attività di pittore; a questo periodo risalgono “Ad Anita dieci anni dopo”, esposto a Santiago del Cile nel 1910 (Torino, palazzo Carignano), e “L'alba del 23 ottobre” o “I fratelli Cairoli” a villa Glori (Torino, palazzo Carignano).
La passione patriottica del pittore trovò ancora modo d'esprimersi nella rievocazione dell'impresa di Millo ai Dardanelli, del 1912 e nell'illustrazione della terzina della Canzone d'oltremare, dedicata da Gabriele D'Annunzio ai marinai d'Italia (presso l'Accademia navale di Livorno).
Nel 1914 gli vennero commissionati cinque arazzi, oggi dispersi, con le "Storie di Tito e Vespasiano" per la residenza estiva della casa reale di Romania a Sinaya, completati dopo la sua morte. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138172 | itwiki | 1,706,708,677.236146 |
Mobilize (Anti-Flag)
Mobilize è il quarto album della band punk rock/hardcore punk Anti-Flag, pubblicato nel 2002. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138173 | itwiki | 1,706,708,677.23623 |
Pirate Bay
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138181 | itwiki | 1,706,708,677.236251 |
Colorante reattivo
I coloranti reattivi rappresentano una delle classi più recenti di coloranti per fibre cellulosiche.
Prendono il nome di reattivi perché sono in grado di reagire con il gruppo ossidrile della cellulosa, formando un legame covalente.
Con questi coloranti è stato possibile disporre di una classe di coloranti con semplice applicazione e capaci di fornire su cotone e fibre cellulosiche discrete solidità alla luce ed elevate ad umido, perché il legame che si forma tra colore e substrato è un legame covalente.
La gamma di tonalità che si può ottenere con questa classe di coloranti è immensa, infatti sono spesso utilizzati per toni brillanti (fucsia, verdi acidi, turchesi), tonalità difficilmente raggiungibili con i coloranti diretti.
Hanno formula generale: S-Col-B-R-X
dove:
La tintura con coloranti reattivi si divide in tre fasi: | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138184 | itwiki | 1,706,708,677.236274 |
Money (album KMFDM)
Money è il sesto album dei KMFDM, pubblicato nel 1992. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138190 | itwiki | 1,706,708,677.236353 |
Eritrismo
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138197 | itwiki | 1,706,708,677.236373 |
Angst (KMFDM)
Angst è il settimo album dei KMFDM, pubblicato nel 1993. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138198 | itwiki | 1,706,708,677.236391 |
Riserva Naturale Orientata delle Agoraie
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138201 | itwiki | 1,706,708,677.236407 |
Berthold IV
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138206 | itwiki | 1,706,708,677.236424 |
Berthold V
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138207 | itwiki | 1,706,708,677.23644 |
Bastardei
I bastardei sono un prodotto agroalimentare tradizionale della Lombardia, consistente in salamini in budello naturale di carne mista bovina e suina. È prevista solo l'aggiunta di sale, salnitro e spezie, in particolare del pepe. È prodotto nel territorio della Valchiavenna in provincia di Sondrio.
La lunghezza è di 15 cm e il diametro di 4 cm; la stagionatura dura 20/25 giorni. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138214 | itwiki | 1,706,708,677.23646 |
TMNT (film)
TMNT è un film d'animazione del 2007, diretto da Kevin Munroe. È il primo film d'animazione basato sui personaggi della serie "Tartarughe Ninja", dedicato alla memoria di Mako, l'attore che ha prestato la voce al Maestro Splinter prima di morire.
"TMNT" è stato distribuito nelle sale degli Stati Uniti il 23 marzo 2007 dalla Warner Bros. Pictures e a livello internazionale da The Weinstein Company. È stato il primo di due film prodotti da Imagi Animation Studios. Il film ha ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica, ma è stato un piccolo successo commerciale, incassando 95 milioni di dollari in tutto il mondo contro un budget di 34 milioni di dollari.
All'inizio "TMNT" doveva essere il seguito della trilogia cinematografica originale. In seguito il co-creatore Peter Laird ha dichiarato che il film è ambientato in un altro universo parallelo rispetto alla vecchia trilogia. Tale dichiarazione è stata supportata dal film per la televisione "Turtles Forever".
Steve Murphy dei Mirage Studios, ne aveva annunciato il seguito, sempre diretto da Kevin Munroe. In seguito il progetto del sequel è stato cancellato per lasciare spazio al nuovo film "Tartarughe Ninja" diretto da Jonathan Liebesman, uscito nel 2014, stavolta in tecnica motion capture.
La colonna sonora del film ("") comprende tra gli altri P.O.D., Cobra Starship, Jet, Big City Rock.
Trama.
Nei tempi antichi, il potente re guerriero Yaotl guidò, insieme ai suoi quattro fidati generali, una campagna per conquistare il mondo. Un giorno Yaotl trovò un portale che, durante l'allineamento di una costellazione nota come "stelle di Kicaan", permetteva di accedere ad un'altra dimensione. Durante l'ultimo allineamento della costellazione (che avviene una volta ogni tremila anni), Yaotl riuscì ad aprire il portale e a ottenere l'immortalità, ma a caro prezzo: i suoi generali furono trasformati in statue di pietra e il portale portò sulla Terra tredici mostri immortali che distrussero il suo esercito, e divennero famosi mostri mitologici che ancora oggi scorrazzano per il mondo.
Nel presente, le Tartarughe Ninja si separano dopo aver sconfitto Shredder. Per l'addestramento, il Maestro Splinter invia Leonardo nell'America del Sud, dove diventa il protettore di un villaggio. Donatello lavora come specialista IT, Michelangelo lavora come intrattenitore per feste di compleanno chiamato "Cowabunga Carl" e Raffaello continua a combattere il crimine come vigilante mascherato noto come il Guardiano della Notte, che mantiene un segreto. La vecchia amica delle Tartarughe April O'Neil ora gestisce una compagnia di spedizioni che acquisisce reliquie per i collezionisti, assistita dal suo ragazzo, Casey Jones.
Dopo aver viaggiato in America Centrale per lavoro, April dice a Leo che i suoi fratelli si sono allontanati. Quindi torna a New York con una statua per il ricco magnate Max Winters. Winters assume l'ex secondo in comando di Shredder, Karai e il suo Clan del Piede per cercare in città i tredici mostri prima che il portale si apra di nuovo. Casey scopre la doppia identità di Raph e si unisce a lui nella caccia ai criminali. Winters, che in realtà è Yaotl, rianima i suoi quattro generali di pietra utilizzando la tecnologia creata dalla sua compagnia.
Leo torna alla tana delle fogne delle tartarughe, riunendosi alla sua famiglia. Splinter proibisce loro di combattere il crimine fino a quando non possono agire di nuovo come una squadra. Durante l'allenamento, le tartarughe incontrano una delle tredici bestie, Bigfoot. Coinvolgono Bigfoot, disobbedendo agli ordini di Splinter, ed entrano in conflitto con il Clan del Piede nel processo. Mentre le tartarughe e i ninja combattono, un Bigfoot in fuga viene catturato dai generali. Il giorno successivo, Splinter ammonisce i suoi figli per la loro disobbedienza. Raphael in seguito visita Casey e incontrano Vampire Succubor, un altro dei mostri. Assistono alla sua cattura da parte del Piede e dei generali di pietra, ma vengono individuati. Nonostante una fuga riuscita, Raph perde i sensi. Casey e April si prendono cura di Raph e chiamano le altre tartarughe per chiedere aiuto. Insieme, scoprono l'identità di Yaotl e dei suoi generali. Dopo essere stato rianimato, Raph suggerisce di inseguire Yaotl, ma Leonardo si rifiuta di agire fino a quando Splinter non dà il suo permesso. Raph decide di indagare da solo. Nei giorni successivi, i generali e il Clan del piede riesco a trovare e a catturare dodici bestie.
Donatello scopre che il prossimo portale si aprirà sulla torre di Winters fra pochi giorni, e Splinter dice a Leonardo che hanno bisogno di Raffaello. Nel frattempo, Yaotl rivela che desidera trasformare i suoi generali in umani e spezzare la maledizione che li tiene in vita. I generali cospirano per tradire Yaotl, volendo rimanere immortali. Come Guardiano della Notte, Raph pattuglia la città. Leo, non riconoscendo suo fratello, insegue il vigilante, credendo che sia solo un normale delinquente. Nella lotta che ne segue, Leo scopre l'identità del Guardiano Notturno e Raph spezza le sue spade. Dopo aver quasi ucciso suo fratello, Raphael fugge in un impeto di colpa e vergogna. I generali catturano un Leo indebolito, con l'intenzione di sostituirlo con la tredicesima bestia, e Raph decide di fare ammenda salvando Leo. Le tartarughe, Splinter, April e Casey si recano dunque alla torre Di Winters, dove il portale sta per allinearsi con la costellazione.
Dopo aver superato Karai e i ninja del Clan del Piede, il gruppo si ritrova dentro alla torre, dove il portale sta iniziando ad aprirsi e a riportare i mostri nell'altra dimensione. Sebbene credano che Yaotl sia un cattivo, in seguito scoprono le sue vere intenzioni di rimandare indietro i tredici mostri da dove sono venuti; per riscattare se stesso e i suoi generali dalle atrocità che hanno fatto al mondo e sottrarsi all'immortalità (vista ormai come una maledizione per Yaotl). Ma i generali, dopo aver catturato i primi dodici mostri in precedenza, hanno scoperto i veri piai di Yaotl e si radunano all'ammutinamento contro il loro vecchio re, con l'intenzione non solo di preservare la loro immortalità, ma anche di utilizzare il portale per far emergere un nuovo esercito di mostri in modo che possano finire la loro conquista del mondo.
Rifiutandosi di tradire Yaotl, Karai e il Clan del Piede lavorano insieme ad April e Casey, alla ricerca dell'ultimo mostro, il mostro marino, mentre le tartarughe combattono i generali. April, Casey e Karai arrivano alla torre con il mostro marino, che si schianta contro i generali, trascinandoli nel portale prima che si chiuda. Karai li avverte di godersi la vittoria finché dura, dicendo in modo criptico che presto dovranno affrontare i volti del loro passato prima di svanire. Uno Yaotl ormai mortale ringrazia gli eroi per aver esaudito il suo desiderio e si dissolve nell'aldilà. Mentre tornano ai loro ruoli di oscuri guardiani di New York City, Raph dice che le Tartarughe saranno sempre fratelli.
Videogiochi.
Sono stati pubblicati due videogiochi basati sulla pellicola: | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138215 | itwiki | 1,706,708,677.236513 |
Naïve/Hell to Go
Naïve/Hell to Go è il primo remix album dei KMFDM, pubblicato nel 1994, e contiene le riedizioni delle canzoni dell'album "Naïve", soprattutto per eliminare l'infrazione del copyright in Liebesleid.
Formazione.
Al progetto collaborano numerosi artisti. Gli unici a rimanere permanenti nel gruppo sono: | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138218 | itwiki | 1,706,708,677.236564 |
Classe Fuji
La classe fu una classe di corazzate pre-dreadnought della Marina imperiale giapponese della fine del XIX secolo. Il nome è in omaggio al monte Fuji. Furono costruite due navi di questa classe, la e la
Costruzione.
Questa classe fu la prima di navi da battaglia moderne costruita appositamente per la Marina Imperiale Giapponese, vennero ordinate con il programma di costruzione del 1893 per contrastare le due moderne navi da guerra di costruzione tedesca di cui disponeva l'impero cinese.
Il progetto di costruzione fu dell'ingegnere G. C. Macrow, fu una variante di quello della classe britannica Royal Sovereign. Installando cannoni di calibro inferiore, ma più potenti e numerosi, sfruttò il peso risparmiato per aumentare la corazzatura delle torrette. Quattro dei cannoni secondari erano installati in casematte a mezzanave, i rimanenti erano in barbetta sul ponte superiore.
La propulsione era fornita da caldaie a tripla espansione verticale (10 per la "Fuji" e 14 per la "Yashima", per una potenza complessiva di 14.000 CV e un'autonomia di 4.000 mn alla velocità di 10 nodi. La chiglia della "Yashima" era stata tagliata a poppa in prossimità del timone, questo le conferiva un raggio virata inferiore a quello della "Fuij", ma sottoponeva a uno stress maggiore il suo scafo.grazie alla riduzione dello scafo
Nel 1901 furono equipaggiate con cannoni più potenti, 16 cannoni da 3"/40 furono rimossi e sostituiti con più potenti cannoni da 12 libbre.
Entrambe le navi parteciparono alla guerra russo giapponese. La "Fuji" sparò l'ultimo proiettile della battaglia di Tsushima (27 maggio 1905) dando il colpo di grazia alla "Borodino". Il 5 maggio 1904 la "Yashima" urtò una mina navale al largo di Port Arthur, nonostante fosse stata presa a rimorchio per trainarla al sicuro, si capovolse e affondò.
Nel 1910 la "Fuij" venne aggiornata installando nuove caldaie e sostituendo i suoi cannoni principali vennero sostituiti con pezzi da 30 cm/45 (305mm) Armstrong di fabbricazione giapponese. Nonostante ciò venne declassata a nave da battaglia costiera.
Nel 1922 secondo i termini del trattato navale di Washington la "Fuji" venne disarmata e immobilizzata. Destinata a compiti di addestramento sopravvisse fino al 1948 quando fu demolita.
Il modello in scala della "Yashima", commissionato dal produttore per dimostrare l'aspetto che avrebbe avuto la nave è ancora esistente, in mostra alla Royal Hospital School Hollbrok nel Suffolk. Sulla placca è riportato
Navi.
Ci furono due navi di questa classe: | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138227 | itwiki | 1,706,708,677.236595 |
Nihil
Nihil è il nono album dei KMFDM, pubblicato nel 1995. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138242 | itwiki | 1,706,708,677.236648 |
Jean-Claude Trichet
Biografia.
Nasce a Lione in una famiglia di intellettuali. Il padre, Jean Trichet, è insegnante, amico di Georges Pompidou e Léopold Sédar Senghor.
È allievo a Parigi al Lycée Fénelon Sainte-Marie e poi al Liceo Condorcet. In seguito diventa ingegnere civile presso la National School of Mines di Nancy nel 1964, quindi prende un master in economia presso l'Università di Parigi nel 1966 e poi presso l'IEP (Sciences Po) di Parigi (1966, sezione Servizio pubblico). Dal 1966 al 1971 studia all'Ecole national d'administration (ENA). Dichiara di essere stato membro, "Tra i 19 e 20 anni", del Partito socialista unificato francese (PSU); è consulente del think tank atlantista European Horizons.
. Nel 1978 è consulente tecnico all'Eliseo, sotto la presidenza di Valéry Giscard d'Estaing. Nel 1986 è capo dello staff del Ministero delle finanze di Édouard Balladur. Tra il 1987 e il 1993 è direttore del Tesoro. Nel 1993 è nominato governatore della Banque de France.
Presidente della BCE.
Succedendo a Wim Duisenberg, il 1º novembre 2003 diventa il secondo presidente della Banca centrale europea, carica che mantiene fino al 1º novembre 2011. La Francia avrebbe voluto Trichet in questo incarico fin dal 1998, anno di fondazione della BCE, ma era stata costretta ad accettare la candidatura di Duisenberg dopo un periodo di trattative con gli altri stati membri. Secondo il settimanale "Express", il compenso di Jean Claude Trichet come presidente della Banca centrale europea a Francoforte ammontava a , oltre alle spese di residenza e . Nel 2007 il "Financial Times" lo considera la personalità dell'anno per la gestione della crisi dei subprime.
Ha suscitato l'opposizione della delegazione francese dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa per essersi rifiutato di parlare in francese, comportamento che gli ha valso, nel 2004, il conferimento di un premio satirico. Nel 2008 Trichet è il decimo destinatario del Premio Vision for Europe.
Il 19 ottobre 2011, a Francoforte sul Meno, davanti ai principali esponenti finanziari e politici europei, passa ufficialmente le consegne all'italiano Mario Draghi (già Governatore della Banca d'Italia), suo successore alla Presidenza BCE dal 1º novembre 2011.
Altri incarichi.
Dal 2011 Jean-Claude Trichet è il presidente del gruppo europeo della Commissione Trilaterale in sostituzione di Mario Monti, diventato Presidente del Consiglio.
Dall'aprile 2012 è presidente di Bruegel e lo è anche del Gruppo dei Trenta. Membro onorario dell'Aspen Institute France, direttore dell'Institute for International Economics, un importante think tank di Washington, è membro del comitato direttivo del gruppo Bilderberg e membro del club Le Siècle.
Procedimenti giudiziari.
Il 18 giugno 2003, insieme a Jacques de Larosière, viene assolto dal Tribunale penale di Parigi per la vicenda di irregolarità nel Crédit Lyonnais, una delle maggiori banche francesi quando lui era al Tesoro. Il 21 maggio 2008 la Corte d'appello di Versailles autorizza la prosecuzione del procedimento civile contro di lui nell'ambito della causa Crédit Lyonnais.
Vita privata.
All'età di 22 anni ha sposato Aline Rybalka, diplomatica e traduttrice i cui genitori erano immigrati in Francia dall'Ucraina. Hanno due figli: Pierre-Alexis (nato nel 1971) e Jean-Nicolas (nato nel 1974). | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138243 | itwiki | 1,706,708,677.23668 |
Anniston (Alabama)
Anniston è un comune degli Stati Uniti d'America, capoluogo della Contea di Calhoun nello Stato dell'Alabama. Secondo il censimento del 2000, la popolazione della città è di 24.276, per una stima del 2006 gli abitanti sarebbero 23.799. È una dei centri principali dell'Alabama.
Chiamata "La Città Modello" dal giornalista Henry Woodfin Grady per l'attenta progettazione, la città è situata sul pendio della Blue Mountain, punto d'inizio dei Monti Appalachi.
Geografia fisica.
Anniston è situata a 33°39'46.811 nord, 85°49'35.990 ovest.
Secondo l'Ufficio censimento degli Stati Uniti, la città ha un'area totale di 117,7 chilometri quadrati. Solo lo 0,1% del territorio è composto da acque interne.
L'inquinamento da PCB.
Insieme all'area sud di Brescia e provincia, Anniston rappresenterebbe al mondo uno dei maggiori esempi di inquinamento massivo da policlorobifenili (PCB); la dispersione nell'ambiente della sostanza letale è opera dell'azienda Monsanto Company per mezzo di uno dei suoi stabilimenti presente nella città. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138247 | itwiki | 1,706,708,677.23673 |
Xtort
Xtort è il decimo album dei KMFDM, pubblicato nel 1996. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138253 | itwiki | 1,706,708,677.236755 |
StarCraft II
StarCraft II è un videogioco strategico in tempo reale per Microsoft Windows e macOS, secondo capitolo della serie omonima, seguito di "StarCraft". È stato annunciato il 19 maggio 2007 al Blizzard Worldwide Invitational di Seul, Corea del sud. Nell'ottobre 2008 Blizzard ha annunciato che "StarCraft II" sarebbe stato pubblicato come trilogia.
Il primo dei tre capitoli, "Wings of Liberty", è stato pubblicato contemporaneamente in Nord America, Europa, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda, Russia, Brasile, Cile, Argentina, Singapore, Indonesia, Malesia, Thailandia, Filippine oltre che nelle regioni di Taiwan, Hong Kong e Macao il 27 luglio 2010, dopo una beta a numero chiuso iniziata il 17 febbraio 2010
È stato il gioco per PC più venduto del 2010 con oltre un milione e mezzo di copie vendute nelle prime 48 ore di vendita.
Nel primo mese ha inoltre venduto oltre 3 milioni di copie in tutto il mondo.
Episodi della trilogia.
La campagna per giocatore singolo di ogni episodio è dedicata ad una delle tre razze disponibili, mentre la parte multiplayer è comune. Ogni episodio ha un sottotitolo differente: "Wings of Liberty" ("Ali della Libertà") per l'episodio Terran; "Heart of the Swarm" ("Cuore dello Sciame") per l'episodio Zerg e "Legacy of the Void" ("Il Retaggio del Vuoto") per l'episodio Protoss. Secondo Rob Pardo, vicepresidente della Blizzard, sarebbe potuto passare un anno di tempo fra la pubblicazione di ogni episodio.
"Wings of Liberty".
Sono passati quattro anni dagli avvenimenti narrati nell'espansione del primo episodio, "Brood War". Sarah Kerrigan, la Regina delle Lame, si è ritirata sul pianeta Char per rinforzare lo Sciame, mentre Arcturus Mengsk è tornato al potere del Dominio e lo tiene col pugno di ferro. I Protoss superstiti sono ancora su Shakuras, riappacificatisi coi loro fratelli rinnegati. L'ex sceriffo del pianeta Mar Sara, James Raynor, ha dato vita a un'organizzazione ribelle, i "Randagi di Raynor", con quartier generale sull'incrociatore "Hyperion", appartenuto alla flotta di Mengsk e ora al comando di Matt Horner.
La storia è narrata dal punto di vista di Raynor, il quale, dopo la perdita dell'amata Sarah Kerrigan per mano dello stesso tiranno che aveva ingenuamente aiutato a salire al potere, è caduto in una depressione che lenisce solo quando è ubriaco. Viene contattato da un vecchio amico, tale Tychus Findlay, un condannato in precedenza compagno di scorribande di Raynor. Questi è stato liberato dalla "Fondazione Moebius", organizzazione scientifica interessata a recuperare e studiare manufatti Xel'naga, l'antico popolo che creò all'alba dell'universo i Protoss e gli Zerg. Da qui inizia l'avventura di Raynor attraverso le varie missioni (29 in tutto, di cui tre alternative e una segreta) su vari pianeti e stazioni spaziali del settore Koprulu.
Quattro sono i filoni principali della trama: contrastare il Dominio (missioni proposte da Horner), recuperare i manufatti Xel'naga da una setta di fanatici Protoss, i Tal'Darim, per poi rivenderli e finanziare la rivoluzione (missioni proposte da Findlay), salvare milioni di esseri umani da una nuova ondata Zerg (missioni proposte dalla dottoressa Ariel Hanson), aiutare la causa degli "Spettri" di Gabriel Tosh. Fa inoltre la sua comparsa il Protoss Zeratul, il quale consegna a Raynor un manufatto che gli permette di rivivere i ricordi del Templare oscuro sotto forma di missioni, dove si scopre che Sarah Kerrigan è l'eletta di una profezia, che la vuole come unica speranza di salvezza dell'universo dalla minaccia degli ibridi Protoss-Zerg.
Più avanti, Raynor scopre che dietro la Fondazione Moebius c'è Valerian Mengsk, figlio di Arcturus, che propone all'ex sceriffo un'alleanza per usare il dispositivo Xel'naga, noto come "Stele ancestrale", ricostruito con gli artefatti recuperati, per rendere di nuovo umana Kerrigan. Dopo una feroce battaglia i Randagi, supportati dalla flotta del Dominio comandata dal generale Warfield, riescono ad attivare l'artefatto davanti all'Alveare principale su Char. Raynor riesce a recuperare la di nuovo umana Kerrigan, ma scopre che Findlay ha fatto un patto con Arcturus: uccidere Kerrigan per avere la grazia per i suoi crimini. A malincuore, Raynor è costretto a uccidere l'amico e porta via Kerrigan, risvegliatasi e di nuovo in sé.
"Heart of the Swarm".
Poco dopo la battaglia su Char, Kerrigan viene portata in un laboratorio di ricerca dal principe Valerian per capire se e come le sia ancora possibile controllare gli Zerg. Tuttavia, il laboratorio viene improvvisamente attaccato da soldati del Dominio con l'ordine di uccidere la Regina delle Lame. I Randagi, Valerian e Kerringan riescono a fuggire a bordo dell'Hyperion, ma Raynor rimane disperso durante la fuga. I notiziari informano in seguito dell'esecuzione dell'ex sceriffo.
Determinata a vendicarsi di Mengsk per averla tradita su Tarsonis e aver ucciso Raynor, Kerrigan comincia a riprendere il controllo dello Sciame tornando su Char, dove sconfigge le truppe del Dominio guidate dal generale Warfield, e sulla luna ghiacciata di Kaldir, dove annienta una spedizione Protoss prima che avvertano Shakuras. Mentre è impegnata in questa impresa, Zeratul appare a Kerrigan e le suggerisce di viaggiare fino a Zerus, il pianeta natale degli Zerg, dove potrà apprendere le conoscenze necessarie a far evolvere gli Zerg a una forma ancor più potente e superiore.
Su Zerus, Kerrigan risveglia Zurvan l'Antico, il primo Zerg, da cui apprende che l'entità che minaccia la galassia è un antico Xel'naga rinnegato di nome Amon, che nei tempi antichi rubò alcuni Zerg dal pianeta per asservirli al suo volere. L'unico modo per Kerrigan di fermare tutto ciò è prendere il controllo totale dello Sciame, e per farlo si immerge in una nuova crisalide, uscendone come una nuova e più potente (ma dotata di un animo umano) Regina delle Lame.
Dopo aver sconfitto tutti i capibranco di Zerus, Zurvan compreso, Kerrigan riprende il suo viaggio, ricevendo una chiamata da Alexei Stukov, l'ex viceammiraglio della flotta del DTU ucciso da Samir Duran. Riportato in vita da un Cerebrato, Stukov è stato infestato ed è diventato una cavia del Dominio. Con l'aiuto del suo nuovo alleato, Kerrigan distrugge il laboratorio dove vengono condotti studi sugli ibridi, e uccide il dottor Narud, capo non solo della Fondazione Moebius, ma anche del progetto di ricerca degli ibridi.
Narud è, in realtà, un antico mutaforma, servitore di Amon. In punto di morte, questi rivela che il suo signore è già resuscitato.
Dopo aver appreso che Raynor è ancora vivo e tenuto prigioniero a bordo di una nave prigione, Kerrigan, con l'aiuto di Valerian e Matt, riesce a liberarlo, ma Jim, vedendo Sarah di nuovo nella forma della Regina delle Lame, rifiuta di starle vicino e l'abbandona andandosene per conto proprio.
Kerrigan rivolge quindi la furia dello Sciame verso Korhal, per compiere la sua vendetta contro Arcturus. Grazie anche all'aiuto di Raynor, pentitosi della sua condotta con Kerrigan, Sarah riesce a raggiungere Mengsk all'ultimo piano del suo palazzo.
L'imperatore cerca di eliminare la Regina delle Lame usando il dispositivo Xel'naga usato per liberarla dall'infestazione, ma con l'intervento provvidenziale di Jim il suo tentativo fallisce e Kerrigan può finalmente compiere la propria vendetta.
Con la morte di Mengsk, Kerrigan e Jim si separano di nuovo, non prima però che Raynor possa confessare in parte i propri sentimenti alla Regina delle Lame che, forte del suo nuovo potere e del controllo assoluto dello Sciame, si prepara ad affrontare il suo vero nemico, Amon.
"Legacy of the Void".
Nel prologo, chiamato "Sussurri di oblio", Zeratul scopre il tassello finale della misteriosa profezia degli Xel'naga e decide di tornare dalla sua gente per avvertirli.
Giunge da Artanis subito prima dell'inizio dell'invasione di Aiur da parte dell'Armata d'Oro, ma il Gerarca decide di procedere all'attacco. Quando le forze Protoss ingaggiano gli Zerg che dovrebbero essere selvaggi, si rendono conto che al loro comando ci sono degli ibridi. Allarmato da ciò, Artanis decide di inviare Zeratul a recuperare il manufatto Xel'naga su Kohral che, secondo lo stesso Templare oscuro, sarà l'arma per annientare Amon. Improvvisamente, però, quest'ultimo entra nel Khala, la connessione che unisce tutti i Templari, soggiogandoli al suo volere. Zeratul, immune, poiché come gli altri Nerazim ha tagliato i cordoni neurali che legano al Khala i Protoss, riesce a tagliare quelli di Artanis, ma a costo della vita. Artanis, insieme ai Nerazim e a tutti i Templari che è riuscito a separare dal Khala, attiva una gigantesca astronave, la "Lancia di Adun", l'unica non andata perduta delle tre leggendarie "Arche", costruite per salvare i Protoss dall'estinzione. Artanis e i suoi compagni riescono così a fuggire dal pianeta, ormai sotto il controllo di Amon.
Artanis scopre ben presto che il suo nemico sta attaccando in tutto il settore con forze Zerg, i Protoss soggiogati, i Tal'darim a lui fedeli e gli umani della Divisione Moebius sotto il suo controllo. Artanis riesce a recuperare l'artefatto Xel'naga da Kohral e a evacuare Shakuras prima di farlo esplodere per eliminare tutti gli Zerg che lo avevano invaso.
Seguendo le informazioni presenti nell'artefatto, i Protoss giungono a Ulnar, pianeta natale degli Xel'naga. Sempre ostacolati dalle forze di Amon, Artanis entra nel tempio dove incontra Kerrigan, anche lei alla ricerca degli antichi dèi. Qui, Artanis scopre la verità sugli Xel'naga: essi sono esseri divini nati nel Vuoto che, in cicli infiniti di durata eonica, creano e coltivano la vita in ogni universo, senza interferire con le civiltà che ivi vi nascono. Quando i tempi sono maturi, essi facilitano la fusione genetica (l'"essenza") di due specie distinte ed evolutesi in autonomia, ovvero i puri nella forma e i puri nell'essenza. Questa fusione porta alla nuova generazione di Xel'naga per far ricominciare il ciclo. I due, però, scoprono con orrore che gli Xel'naga che lì riposavano sono stati tutti uccisi da Amon e riescono a sfuggire alla trappola tesa dal loro nemico grazie anche all'aiuto di Alarak, primo Ascendente dei Tal'darim. Questi ha scoperto le false promesse di Amon alla sua tribù e desidera vendicarsi. Artanis decide di stringere un patto con lui e lo aiuta a diventare Monarca dei Tal'darim, così che si schierino al suo fianco nella lotta contro Amon. Il Gerarca decide anche di risvegliare i Purificatori, macchine con intelligenza artificiale facenti parte di un progetto abbandonato dal Conclave. Avuto anche il loro supporto, Artanis e i suoi alleati attaccano Aiur, distruggendo prima il corpo ospite di Amon, quindi utilizzando l'artefatto Xel'naga per bandirlo dal Khala e farlo ritornare al Vuoto. Per impedirgli di tornare, tutti i Templari si recidono i cordoni neurali, mettendo la parola fine al Khala e alla sua epoca.
Non molto tempo dopo, Kerrigan contatta Artanis e Raynor, chiedendo il loro aiuto per uccidere definitivamente Amon dopo essere entrati nel Vuoto, prima che ritorni una minaccia. Seguendo la voce di Tassadar, le loro forze si fanno strada nel Vuoto fino a uccidere Narud, anch'egli tornato al Vuoto dopo essere stato ucciso come ogni Xel'naga. Lo spirito di Tassadar si rivela in realtà Ouros, l'ultimo Xel'naga, che offre la sua essenza a Kerrigan per far diventare lei stessa una Xel'naga. Con il nuovo potere acquisito, sempre supportata da Raynor e Artanis, Kerrigan riesce infine a uccidere Amon.
Due anni dopo, i Terran, guidati da Valerian Mengsk e Matt Horner, ricostruiscono il Dominio. I Protoss ricostruiscono la loro civiltà su Aiur, esclusi alcuni Tal'darim guidati da Alarak, che decidono di trovare un proprio pianeta. Gli Zerg, guidati da Zagara, si impongono sui pianeti vicino a Char. In tutto il sistema si prospetta un periodo di pace e prosperità. Intanto, Kerrigan (tornata in forma umana) si incontra con Raynor e lo invita ad "andare con lei" e di loro nessuno ha più notizie. Si intuisce anche che, grazie ai suoi poteri divini, Kerrigan fa rinascere la vita su molti pianeti sterili e distrutti dalla guerra, così da fare ammenda per i suoi passati crimini da Regina delle Lame.
"Nova: Operazioni segrete".
"Nova: Operazioni segrete" ("Nova Covert Ops") è un'espansione finale pubblicata nel 2016 sotto forma di tre pacchi di missioni aggiuntive per giocatore singolo, tre missioni per ciascuno. La trama è successiva alla trilogia terminata con "Legacy of the Void", ma è poco correlata agli eventi precedenti. La protagonista è Nova, personaggio già noto dai capitoli precedenti, che ora si trova ad affrontare i Difensori dell'Umanità, che si oppongono con metodi discutibili al nuovo imperatore Valerian Mengsk, figlio di Arcturus. Nova può essere personalizzata con l'equipaggiamento, modificando molto le strategie di gioco.
Modalità di gioco.
"StarCraft II" ha tutte e tre le razze del primo capitolo: Protoss, Terrestri, e Zerg. È stato reso noto che queste saranno le uniche razze nel gioco online, sebbene una quarta potrebbe essere aggiunta in un'espansione futura.
Evidenti sono le novità rispetto al precedente capitolo, a partire da una più complessa interazione con l'ambiente di gioco, e dalla possibilità di scegliere l'ordine delle missioni, che non è più obbligato. Dopo ogni missione, il giocatore guadagna dei crediti e dei punti ricerca; i primi si ottengono semplicemente terminandola, mentre i secondi raccogliendo oggetti Zerg o Protoss o completando obbiettivi secondari. Con i crediti è possibile ingaggiare mercenari o acquistare miglioramenti alle unità e agli edifici, mentre con ogni 5 punti ricerca è possibile selezionare una tra due opzioni disponibili nei rispettivi alberi tecnologici delle due razze aliene. Le opzioni includono nuove abilità, unità o edifici ispirati a quelle delle fazioni avversarie: ad esempio una permette di sbloccare la rigenerazione passiva dei punti ferità delle unità meccaniche, abilità tipica degli Zerg.
Unità.
In "StarCraft II" sono presenti la maggior parte delle unità presenti nel primo capitolo e nella sua espansione, oltre ad alcune novità.
Leghe e classifiche.
Il gioco implementa un sistema di leghe volto a dividere equamente gli utenti in base all'abilità. Dopo le prime 5 partite, dette di piazzamento, al giocatore viene assegnata una di queste leghe; in seguito, potrà essere sia promosso che retrocesso, a seconda dei risultati ottenuti. Inizialmente, durante la beta, esistevano 4 leghe (bronzo, argento, oro e platino). All'uscita è stata aggiunta una quinta (diamante). Successivamente, sono state aggiunte la lega Master, volta ad ospitare il 2% dei migliori giocatori, e la lega Grandmaster (solo per la modalità 1v1), che contiene i migliori 200. Il piazzamento di lega non è unico per il giocatore, ma varia a seconda della modalità di gioco. Nel caso di partite a squadre, ogni squadra diversa avrà una propria lega.
Una volta terminate le partite di piazzamento, un giocatore viene inserito in una classifica con altri 100 giocatori della stessa lega. Nel caso venga promosso o retrocesso, cambierà la classifica per essere inserito in una con giocatori della nuova lega.
La classifica è basata sui "ladder points", punti che vengono assegnati o tolti per ogni vittoria o sconfitta, in un numero che dipende da come il sistema valuta l'avversario rispetto al giocatore: se l'avversario è ritenuto favorito, i punti assegnati saranno di più. Inoltre, ogni giocatore accumula nel tempo dei punti bonus in quello che viene chiamato "bonus pool": questi punti, qualora il giocatore ne abbia abbastanza nel proprio bonus pool, verranno aggiunti a quelli assegnati per una vittoria, fino a raddoppiarne il valore.
Missioni cooperative.
Il gioco inoltre ha una modalità cooperativa che schiera due giocatori contro l'intelligenza artificiale, che può avere 4 livelli difficoltà, in una missione stile campagna. In questa modalità il giocatore può anche scegliere un proprio comandante che ha unità, abilità, potenziamenti specifici e meccaniche di gioco uniche. Le missioni possono essere in modalità mutageni, normale e personalizzati. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138259 | itwiki | 1,706,708,677.236874 |
Starcraft II
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138262 | itwiki | 1,706,708,677.236993 |
Felice Trofino
Biografia.
Di origini bolognesi, intraprese la carriera ecclesiastica e nel 1516 entrò come prelato nel seguito del cardinale Pietro Accolti, arcivescovo di Ravenna.
Fu tra i principali collaboratori del cardinal Caetano nel suo tentativo di ricondurre Martin Lutero in seno alla Chiesa di Roma: nell'estate del 1518 accompagnò il cardinale alla Dieta di Augusta, dove venne pronunciata la prima condanna ufficiale delle tesi luterane; in seguito si adoperò personalmente presso il cappellano e segretario di Federico il Saggio, Georg Burkhardt (detto "Spalatino"), per convincerlo a far desistere l'elettore di Sassonia dall'introdurre la Riforma nei suoi stati.
Attorno al 1520 divenne cappellano e segretario del cardinale Giulio de' Medici (poi papa Clemente VII) e grazie al suo appoggio succedette a Silvestro Gigli quale "Collettore" dell'Obolo di San Pietro per l'Inghilterra.
Dopo la sua elezione a papa, nel 1524 Clemente VII lo elesse vescovo di Chieti, ancora amministrata da Gianpietro Carafa nonostante fosse stato trasferito alla sede di Brindisi nel 1518: su richiesta di Felice Trofino, il papa staccò il territorio teatino dalla provincia romana ed elevò Chieti a sede arcivescovile e metropolitana (1º luglio 1526), assegnandole come suffraganea la diocesi di Lanciano.
Intrattenne relazioni con numerosi uomini di cultura del tempo: protesse il discepolo di Erasmo da Rotterdam, Johannes Hovius, e nel maggio del 1525 Erasmo stesso indirizzò al Trofino una lettera di congratulazioni; Girolamo Aleandro gli indirizzò quattro lettere, pubblicate e Parigi da Paquier nel 1909; Paolo Grillando gli dedicò il trattato "De haereticis et sortilegiis" (pubblicato a Lione nel 1536) e Paolo Giovio gli indirizzò la "De humano victu epistola" (lettera sul vitto umano, pubblicata da Giambattista Giovio nel 1808), una sorta di manuale di igiene e dietetica, con indicazioni sulla condotta migliore da seguire per mantenere la salute e le regole che devono presiedere alla ricca mensa di un alto prelato.
Nel 1527 venne nominato datario apostolico, ma morì poco tempo dopo. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138264 | itwiki | 1,706,708,677.237021 |
Gabriella (album)
Gabriella è l'undicesimo album di Gabriella Ferri, il decimo pubblicato dalla RCA.
È un disco pubblicato a ben quattro anni di distanza dal precedente; quattro canzoni sono scritte per l'artista da Paolo Conte e di esse il cantautore astigiano reinterpreterà "Vamp".
Gli arrangiamenti sono di Piero Pintucci, che è anche il produttore del disco; la copertina è una foto in primo piano di Gabriella ed è opera del fotografo Rino Petrosino.
Registrato negli studi della RCA sulla via Tiburtina, il tecnico del suono dell'album è Ubaldo Consoli.
La copertina dell'album è apribile, e all'interno riporta tutti i testi delle canzoni.
Il disco è stato ristampato in cd nel 2004. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138267 | itwiki | 1,706,708,677.237052 |
Dragonheart Records
Dragonheart Records è una etichetta discografica italiana nota per la realizzazione di album metal.
Informazioni.
La Dragonheart Records è una divisione della Audioglobe, distributore indipendente italiano. Fondata nel maggio del 1997, la Dragonheart Records vede come sua prima realizzazione l'album "Champion Eternal" dei Domine. In seguito, l'etichetta si occuperà di gruppi heavy metal e affini italiani, oltre che di band gothic metal come i Macbeth.
Gruppi.
Di seguito la lista di artisti che hanno realizzato album con la Dragonheart Records. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138270 | itwiki | 1,706,708,677.237075 |
La Asunción
La Asunción è la capitale dello Stato federato di Nueva Esparta del Venezuela.
Fu fondata dagli Spagnoli nel 1562 e subì varie incursioni di pirati inglesi durante l'epoca in cui era colonia spagnola. Per proteggere l'abitato venne eretto, nelle sue immediate vicinanze, il "Castillo de Santa Rosa" ("Castello di santa Rosa").
La città conta una popolazione di quasi 30.000 abitanti (2006), che si quadruplica aggregando quella residente nella vicina Porlamar.
Attualmente è il principale centro amministrativo dell'isola di Margarita. Situata all'interno di una valle lussureggiante, La Asunción ha perso, a partire dagli anni novanta del Novecento, l'aspetto tranquillo e fuori del tempo che la contraddistingueva, aprendosi gradualmente al turismo. È degna di menzione la Cattedrale, edificata nella seconda metà del XVI secolo. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138273 | itwiki | 1,706,708,677.237099 |
World in conflict
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138274 | itwiki | 1,706,708,677.237121 |
Campionato Eccellenza Emilia Romagna - Girone B 2006/07
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138275 | itwiki | 1,706,708,677.237138 |
Chambara movie
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138276 | itwiki | 1,706,708,677.237154 |
Ulva
Ulva è un genere di alghe della famiglia delle "Ulvaceae". | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138285 | itwiki | 1,706,708,677.237171 |
Silvestro Gherardi
Biografia.
Si laureò a Bologna in matematica e scienze naturali nel 1822 allievo di Francesco Orioli, di cui subito dopo divenne assistente.
Fu ministro dell'Istruzione Pubblica della Repubblica Romana.
Trasferitosi a Torino, dal 1857 al 1861 fu titolare della cattedra di fisica generale e sperimentale all'università e diresse il Gabinetto scientifico e fu eletto deputato al primo Parlamento il 25 marzo 1860 nel collegio di Lugo.
Fu un valente conoscitore di elettricità e di ottica.
A lui è dovuta la conservazione dei testi delle dispute tra Tartaglia e Ferrari (1547).
Intitolazioni.
Lugo gli ha dedicato uno degli istituti comprensivi della cittadina. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138286 | itwiki | 1,706,708,677.237191 |
Ulvaceae
Le Ulvaceae sono una famiglia di alghe verdi, composta da sette generi:
La specie probabilmente più conosciuta è la lattuga di mare ("Ulva lactuca"). | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138287 | itwiki | 1,706,708,677.237213 |
Provincia di Chiang Mai
La provincia di Chiang Mai si trova in Thailandia e fa parte del gruppo regionale della Thailandia del Nord. Si estende per 20.107 km² e a tutto il 2021 aveva abitanti. Il capoluogo è il distretto di Mueang Chiang Mai e la città principale è Chiang Mai, situata a 685 km da Bangkok.
Geografia antropica.
La provincia è suddivisa in 25 distretti ("amphoe"). Questi a loro volta sono suddivisi in 204 sottodistretti ("tambon") e 2066 villaggi ("muban").
Amministrazioni comunali.
A tutto il 2021, Chiang Mai aveva residenti ed era l'unico comune della provincia con lo status di città maggiore ("thesaban nakhon"). I 4 comuni della provincia che rientravano tra le città minori ("thesaban mueang") erano Mae Jo con residenti, Mae Hia con , Mueang Kaen Phatthana con e Ton Pao con . Nell'aprile 2020 vi erano inoltre 116 municipalità di sottodistretto ("thesaban tambon"), mentre le aree che non ricadevano sotto la giurisdizione delle amministrazioni comunali erano governate da un totale di 89 "Organizzazioni per l'amministrazione del sottodistretto" ("ongkan borihan suan tambon"). | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138294 | itwiki | 1,706,708,677.23725 |
Che l'inse?
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StarCraft 2
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Comasine
Comasine (IPA: , "Comàsen" o "Comàšen" in solandro) è una piccola frazione del comune di Peio, in provincia di Trento. Fu comune autonomo fino al 1928.
Comàsine è un toponimo di origine pre-latina e in tempi remoti era anche detto Cumàso e poi Comàsio, Comàxino e Comàsino.
Storia.
Il paese è situato nell'alpestre Val di Peio che è, a sua volta, una valle secondaria della più nota Val di Sole.
Il paese, come molti altri nella valle, ha vissuto principalmente di agricoltura e di allevamento del bestiame.
Una risorsa che, per molti secoli, ha contribuito allo sviluppo degli insediamenti umani, nel paesino e nella valle in generale, è stata la presenza di giacimenti di ferro (magnetite) il cui sfruttamento, probabilmente ancora in epoca romana o precedente, ha raggiunto l'apice intorno al XV secolo e XVI secolo, declinando ed infine spegnendosi del tutto intorno alla metà dell'Ottocento col definitivo abbandono della lavorazione con l'altoforno situato in località Forno di Novàl.
Vi fu, in realtà, un tentativo di ripristinare l'attività mineraria intorno al 1920 con analisi geologiche che miravano a valutare l'effettiva portata dei giacimenti. Altri tentativi si susseguirono con alterne vicende, nel 1937-38 vi lavoravano circa 300 operai e la zona fu visitata anche dall'allora Ministro delle Corporazioni On. Lantini.
Non vi fu tuttavia un effettivo riaffermarsi dell'attività estrattiva come fonte economica primaria. Nuovo interesse si ebbe dopo il secondo conflitto mondiale e il passaggio dalla Ditta "«La Comasine»" alla Ditta "«Rumi»" negli anni cinquanta portò a nuove iniziative, sempre con alti e bassi e il lavoro proseguì fino al 1967, quando anche quest'ultima società, che aveva provato a fare ricerche mirate nel settore, chiuse i battenti.
Si procedette allora alla sistematica rimozione delle residue installazioni (come teleferiche, impianti di frantumazione e di lavaggio, edifici per il personale, ecc.) e i giacimenti metalliferi vennero definitivamente abbandonati anche perché la percentuale di minerale estraibile era, nel complesso, troppo bassa ed era pertanto impossibile reggere il confronto con i normali mercati internazionali riguardo alla convenienza dell'attività estrattiva.
L'abbandono delle miniere aperte nel XX secolo, tutte situate in zona altamente sfruttata dal pascolo bovino, obbligarono gli allevatori-contadini a sbarrarne le entrate per proteggere gli animali (mucche, vitelli) e il tempo fece il resto facendo crollare le entrate causa la decomposizione delle strutture lignee di sostegno. Attualmente, nella popolazione e soprattutto nei giovani si sta risvegliando un certo interesse per il "discorso" miniere. Si vuole conoscere la loro storia, i loro siti, ecc.
Molti siti delle miniere del XIII - XIV secolo sono ancora ben visibili. Sarebbe auspicabile la compilazione di una mappa dettagliata con le indicazioni di qualche anziano a perfetta conoscenza dei luoghi. Altrimenti, il tempo e la terra ricoprirà tutto, anche la memoria dei luoghi.
Monumenti e luoghi d'interesse.
Architetture religiose.
Nota: ""Nel 1363 Ebele da Cles, giurisperito e vicario vescovile nelle Valli di Non e di Sole, fu secondo la prassi infeudato di tutto il ricco complesso di feudi vescovili spettanti ai da Cles. Il suo testamento, risalente al 1374, mostra con evidenza il rilievo che l'attività mineraria e metallurgica aveva nell'economia signorile. Alla Chiesa di Santa Lucia di Comasine è destinato da Ebele un legato di 14 ducati d'oro o un miliare di ferro lavorato, …"." Cfr. Varanini e Faes citati in COMASINE, R. SONNA, pag. 264 (internet: www.comasine.it). | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138304 | itwiki | 1,706,708,677.237345 |
Giovanni Battista Tagliasacchi
Biografia.
Figlio di Giovanni Maria Tagliasacchi e di Lidia Arcari Scarabelli, non è nota la data della sua nascita, se non che fu battezzato nella cattedrale di Borgo San Donnino il 27 agosto 1696. Dal 1711 al 1715 fu a Parma nella bottega di Giacomo Maria Giovannini, poi a Bologna fu allievo di Giovan Gioseffo Dal Sole fino alla morte del suo maestro avvenuta nel 1719.
Attratto dal manierismo incorpora nelle sue opere significati alchemici.
Nel 1721, sollecitato dal duca Francesco Farnese, è a Roma.
Sposta il suo laboratorio a Piacenza dopo aver donato i suoi quadri al convento dei frati cappuccini di Borgo San Donnino. Alcuni suoi dipinti sono conservati nell'oratorio di San Giuseppe a Cortemaggiore.
I suoi grandi committenti sono Enrichetta d'Este e la contessa Sanvitale
Tagliasacchi, che ebbe per moglie Elisabetta Testa e fu padre di cinque figli, morì il 3 dicembre 1737 nella villa dei conti Scotti di Castelbosco, presso Campremoldo Sopra. Fu sepolto nella chiesa del Pilastro di Borgo San Donnino, che fu rasa al suolo nel maggio del 1944 in un bombardamento aereo. Dispersi i suoi resti, restano conservati nella chiesa parrocchiale di San Pietro di Campremoldo Sopra l'atto di morte del Tagliasacchi e la sua lapide funeraria.
Il figlio Giovanni Maria (1722 - ?) fu un incisore. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138309 | itwiki | 1,706,708,677.237387 |
Nolberto Solano
Caratteristiche tecniche.
Nel 2008 è stato eletto dall'edizione spagnola di FIFA.com "Miglior specialista nel calcio di punizione".
Carriera.
Club.
Solano ha firmato il suo primo contratto da professionista per la squadra dello Sporting Cristal, squadra della massima serie peruviana, nel 1992 all'età di 17 anni. Alla fine di quell'anno Nolberto firmò un contratto per un anno con il Municipal, e l'anno dopo ancora ritorna allo Sporting alla fine del 1993.
Durante la sua seconda stagione allo Sporting Cristal e negli anni successivi, con il suo club vinse il campionato peruviano tre volte (1994, 1995, 1996) e arrivò nel 1997 alla finale di Coppa Libertadores; in quegli anni Nolberto diventò un membro fisso nella difesa dello Sporting.
Nel 1997, all'età di 22 anni, siglò un contratto per la squadra argentina del Boca Juniors. Quell'anno arrivò al secondo posto nel Pallone d'oro sudamericano, dietro al cileno Marcelo Salas
L'anno successivo Solano diventò il primo calciatore peruviano a militare nella Premiership inglese quando firmò per il Newcastle United. Il suo debutto avvenne il 22 agosto 1998, nella partita di campionato contro il , entrando al 67'.
Nel gennaio 2004, durante il mercato invernale, si trasferì all'Aston Villa. Fece il suo debutto nell'Aston Villa nella partita vinta contro il Leicester City per 5-0.
Il 31 agosto 2005 passò al Newcastle United. Il costo dell'operazione fu di 1,5 milioni di sterline con più il prestito del centrocampista James Milner all'Aston Villa fino alla fine di quella stagione. Solano firmò un contratto di due anni, con l'opzione per il terzo.
Nella stagione 2006-2007, con l'infortunio di Stephen Carr e di altri, l'allenatore del Newcastle United, Glenn Roeder, decise di far giocare Solano come terzino destro. Verso la fine della stagione Solano allungò il suo contratto di un altro anno. Un mese dopo il peruviano cambiò idea, dicendo di voler trasferirsi a Londra per star più vicino alla sua famiglia. Come risultato il 31 agosto 2007 Solano approda al West Ham United.
Il 21 gennaio 2010 torna a calcare i campi di calcio inglesi legandosi al Leicester City fino al termine della stagione 2009-2010. Dopo 13 presenze viene acquistato dall'Hull City, con cui colleziona 11 presenze nella stagione 2010-2011.
Per la stagione successiva si trasferisce all'Hartlepool United, nella Football League One, con cui pone fine alla sua carriera da calciatore.
Nazionale.
Solano ha fatto il suo debutto per la Nazionale all'età di 18 anni, collezionando 95 presenze e 20 gol. Nel giugno 2005 decise di abbandonare la Nazionale per via del suo attrito con l'allora commissario tecnico del Perù Freddy Ternero, per poi tornare nel 2006, con il cambio di panchina a favore del nuovo ct Franco Navarro.
Dopo il ritiro.
Dopo aver chiuso con il calcio giocato, Solano ha intrapreso la carriera di allenatore, guidando Universitario, José Gálvez e Internacional de Toronto. Dal maggio del 2015 è entrato a far parte dello staff della nazionale peruviana guidata da Ricardo Gareca, in qualità di assistente tecnico.
Il 14 luglio 2023 viene chiamato a guidare a campionato in corso l'AFC Eskilstuna, club della seconda serie svedese che in quel momento occupava il penultimo posto della Superettan 2023 dopo tredici giornate. Viene sollevato dall'incarico il successivo 9 ottobre, con la squadra che nel frattempo, dopo aver essere inizialmente salita intorno a metà classifica, aveva successivamente perso quota fino a ritornare ad occupare il penultimo posto a quattro giornate dalla fine. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138312 | itwiki | 1,706,708,677.237434 |
Monastero di San Barbaro di Demenna
Il monastero di San Barbaro di Demenna sorgeva nel territorio di Alcara li Fusi allora Turiano, e precisamente nel feudo San Giorgio, contrada Pascì.
Questo Monastero di cui si ignora l'anno preciso di fondazione, dev'essere stato molto probabilmente costruito verso la fine dell'VIII secolo o il principio del IX secolo, giacché dagli atti risulta preesistente all'invasione araba.
Durante la dominazione saracena il cenobio, già molto fiorente, si ridusse a pochi monaci e, pur costretto ad una vita grama e difficile, riuscì a superare fra tanti stenti la difficoltà di quei tempi calamitosi e a sopravvivere.
Dopo l'occupazione normanna, il monastero era ridotto in condizioni quanto mai pietose e il conte Ruggero nel 1097 lo pose sotto le dipendenze dell'abazia di San Filippo di Demenna, il cui abate Gregorio ne curò le opere di restauro e in pochi anni lo fece rifiorire.
Nel 1323 il monastero venne ceduto ad un potente signore, un certo Giovanni di Forlì, per due salme, cioè circa cinque quintali e mezzo, di frumento all'anno
Così dopo oltre 5 secoli di vita, cessò di esistere il vecchio monastero basiliano di San Barbaro di Demenna. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138313 | itwiki | 1,706,708,677.23749 |
Come Dio comanda (romanzo)
Come Dio comanda è un romanzo dello scrittore italiano Niccolò Ammaniti, pubblicato nel 2006.
Il romanzo ha vinto il Premio Strega nel 2007.
Trama.
La storia è ambientata a Varrano, un immaginario paesotto del nord-est Italia fortemente industrializzato, dove i campi e i boschi si alternano ai capannoni, le tangenziali e i centri commerciali.
La narrazione ruota attorno a Rino e Cristiano Zena, padre e figlio tredicenne, abbandonati dalla madre di Cristiano poco dopo la sua nascita. Rino è un trentaseienne con simpatie neonaziste, beve, è un violento e vive di espedienti; tuttavia ha con Cristiano un legame fortissimo ed è ossessionato dalla paura di perderlo, braccato dall'assistente sociale Beppe Trecca. Anche Cristiano ama profondamente il padre: è per lui il riferimento più importante e gli dà piena fiducia, pur accettando i suoi difetti. I loro unici amici sono Danilo Aprea e Corrado Rumitz, detto Quattro Formaggi.
In seguito ad una violenza perpetrata da Quattro Formaggi nei riguardi di una compagna di scuola di Cristiano (viene violentata e uccisa) e alla decisione di Rino di non coprire questo crimine, quest'ultimo entra in coma per emorragia cerebrale. Cristiano si adopererà per nascondere il corpo della ragazza credendo suo padre colpevole.
Accoglienza.
Come già successo per precedenti opere di Ammaniti, la pubblicazione del romanzo ha suscitato reazioni differenti tra pubblico e critica. Nonostante un buon successo di vendite, alcuni critici si sono espressi negativamente. La prima stroncatura è arrivata da Andrea Cortellessa, che sulle pagine de "La Stampa" ha sostenuto che lo schema emotivo che governa il libro è «di un'ovvietà da insultare qualsiasi lettore». Anche Fabrizio Ottaviani su "il Giornale" si è espresso con toni forti: «Dominato dalla paura di lasciarsi scappare il lettore, "Come Dio comanda" testimonia l'avvenuta dispersione del capitale letterario di Ammaniti, già molto esiguo. Scomparsa la minima traccia di stile, il romanzo potrebbe essere stato redatto da chiunque. Nonostante la violenza, il linguaggio crudo, il compiacimento nel soffermarsi su dettagli sgradevoli e urtanti; nonostante la vecchia scusa secondo cui è il genere a escludere ogni pietas e ogni denuncia morale o sociale, siamo di fronte all'opera di un funzionario in doppiopetto».
Tra le recensioni positive invece quella di Filippo La Porta su "la Repubblica", che definisce Ammaniti «il Dickens di oggi: scatta un'istantanea spietata del degrado, che suscita orrore, stupore e lacrime. Usando anche l'immaginario fumettistico (Quattro Formaggi è una straziante, patibolare incarnazione di Pippo). Resta addosso l'odore inconfondibile del dolore, che solo gli animali sentono». Accoglienza più che positiva anche dal regista Gabriele Salvatores che, dopo l'esperienza di "Io non ho paura", ha trasposto in film anche questo romanzo di Ammaniti. Salvatores ha definito il libro «un thriller che ti lascia senza fiato, che è anche una grande storia d'amore totale... tra un padre e un figlio». | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138316 | itwiki | 1,706,708,677.237527 |
Massimo Giacomini
Carriera.
Giocatore.
Dopo aver giocato nell'Udinese per sette stagioni, chiude la carriera nella stagione 1972-1973.
Oltre che nell'Udinese, Giacomini ha militato nel , esordendovi il 3 settembre 1961 nella vittoria casalinga sul Hellas Verona per 2-1. Con i liguri vinse il campionato cadetto 1961-1962 e la Coppa dell'Amicizia italo-francese 1963.
Nel 1963 lascia i liguri per militare nella , tornando in rossoblù la stagione seguente. Nel 1965 passa al Brescia e l'anno seguente al , club con cui vince la Serie A 1967-1968 grazie ad un'unica presenza. Nel 1968 passa alla e, dopo due stagioni con i giuliani ritorna all', sodalizio in cui chiude la carriera agonistica.
Allenatore.
Nel 1973-1974 guida l'Udinese in Serie C con la collaborazione di Sergio Manente, portandola al secondo posto. Nella stagione 1974-1975 guida in Serie D il vincendo il campionato e centrando la promozione in Serie C. Nella stagione successiva guida la Salernitana, venendo esonerato dopo dieci partite.
Dopo aver ottenuto il patentino di allenatore al supercorso, Giacomini ritorna alla squadra friulana del presidente Teofilo Sanson nella stagione 1977-1978, portandola in due anni dalla C alla Serie A, e conquistando inoltre il Torneo Anglo-Italiano interleghe e la Coppa Italia di Serie C.
Passa poi al Milan e nel 1980-1981 ottiene con i rossoneri un'immediata promozione in Serie A con una giornata d'anticipo; è costretto, però, a lasciare la panchina a Italo Galbiati prima dell'ultimo "match" di campionato per contrasti con la dirigenza meneghina. Allenerà successivamente il , il Napoli, la , il , il .
Nella stagione 1987-1988 viene chiamato dal presidente Pozzo alla guida dell'Udinese, venendo esonerato dopo appena cinque giornate. In seguito ha allenato il Brescia, ancora la Triestina e il Cagliari (per sei giornate all'inizio della Serie A 1991-1992)
Dopo alcuni anni di inattività, nel gennaio 1996 torna in panchina per guidare la Pro Gorizia, formazione di Serie D, portandola alla salvezza. Nella stagione successiva si dimette quasi subito dopo il negativo avvio in campionato e l'eliminazione dalla Coppa Italia di categoria, ponendo fine alla carriera di allenatore.
Dirigente.
Il 28 agosto 2007 è diventato responsabile del settore giovanile e scolastico della FIGC, dopo le dimissioni di Luigi Agnolin; mantiene questo incarico fino al 2010, quando viene sostituito da Gianni Rivera.
Altre attività.
Ha commentato le partite del campionato mondiale di calcio 1986 per Telemontecarlo, nonché alcune sfide dell'Udinese per Telefriuli. Ha inoltre pubblicato un libro dove racconta le sue esperienze sulla panchina friulana.
Il Genoa lo ha inserito nella sua Hall of Fame. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138319 | itwiki | 1,706,708,677.237597 |
Poggio Fiorito
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138320 | itwiki | 1,706,708,677.237626 |
Putin
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138321 | itwiki | 1,706,708,677.237643 |
Tombi!
, conosciuto negli Stati Uniti d'America come Tomba!, è un videogioco a piattaforme a scorrimento orizzontale sviluppato dalla giapponese Whoopee Camp per PlayStation. Il suo seguito è "Tombi! 2", unico altro titolo della Whoopee Camp.
Ideato da Tokuro Fujiwara, già creatore di "Ghosts 'n Goblins", "Tombi!" è considerato uno tra i migliori giochi disponibili per PlayStation. La versione inglese del gioco è stata distribuita tramite PlayStation Network per PlayStation 3, PlayStation Portable e PlayStation Vita.
Nel 2023 viene annunciata una conversione per PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch e PC, che sarà sviluppata da Limited Run Games.
Trama.
Tombi è un ragazzo selvaggio dai capelli rosa. A seguito della morte di suo nonno vive nella foresta di un'immensa isola non segnata sulle carte geografiche, sorvegliando la sua tomba e tenendo intorno al polso l'unico oggetto che gli è rimasto del suo defunto parente: un bracciale dorato. Un giorno si imbatte nei terribili maiali Koma, mentre stanno assaltando un carretto: Tombi interviene per affrontarli, ma accidentalmente viene colpito in testa da un ramo e perde i sensi. Al risveglio, il ragazzo si accorge che i maiali hanno rubato il bracciale di suo nonno, e si lancia al loro inseguimento, raggiungendo un anziano eremita per sapere dove si trovano.
Ma presto il ragazzo si accorgerà di essere coinvolto in qualcosa di ben più grave della ricerca del bracciale: l'eremita gli racconta che i maiali Koma sono i servitori dei sette Maiali Cattivi, potenti stregoni che hanno lanciato varie maledizioni sulle regioni dell'isola, e l'unico modo per sconfiggerli e riportare l'isola come era prima è intrappolarli nei Sacchi del Maiale, oggetti magici che permettono di raggiungere le loro dimore e imprigionarli.
Modalità di gioco.
Nonostante questo gioco sia fondamentalmente un platform, possiede alcuni elementi da videogioco di ruolo. Infatti, il gioco si articola in 130 quest principali e secondarie, denominate "Eventi", che offrono premi e permettono al giocatore di proseguire nell'avventura. È inoltre presente un rudimentale sistema di esperienza, per cui Tombi guadagna esperienza magica (rossa, verde e blu) sconfiggendo determinati nemici (una volta raggiunto il livello 10 in un tipo di esperienza, è possibile utilizzare i gioielli magici del fuoco, del vento e dell'acqua) e il sistema AP (Adventure Points) che consente di sbloccare potenziamenti per il personaggio nascosti in cassette apposite, tra cui i bonus di energia che estendono la salute massima di Tombi. Infine, Tombi può contrarre curiose alterazioni di stato durante le sue avventure, come la tristezza o la risata (impediscono l'uso delle armi).
Personaggi.
I Maiali Cattivi.
Un gruppo di otto Maiali con poteri magici, di cui i primi sette sono stati creati dall'ultimo, il Vero Maiale Cattivo. Ognuno di essi ha gettato un incantesimo sul luogo in cui si trova il suo Sacco, e a ciascuno è associato un colore:
Accoglienza.
Nonostante le critiche quasi totalmente positive, "Tombi!" ha venduto un moderato numero di copie, fallendo nell'obiettivo di diventare un titolo Platinum. Secondo IGN, che gli assegna un punteggio di 8.7/10, il videogioco ricorda i classici "Ghosts 'n Goblins" e "Ghouls 'n Ghosts". | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138322 | itwiki | 1,706,708,677.237671 |
Tombi
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138323 | itwiki | 1,706,708,677.23772 |
Tomba!
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138325 | itwiki | 1,706,708,677.237739 |
Lagune di Ruidera
Le Lagune di Ruidera sono un parco naturale spagnolo situato nella comunità di Castiglia-La Mancia, Spagna, copre i comuni di Ruidera, Argamasilla de Alba e Villahermosa nella provincia di Ciudad Real ed Ossa de Montiel in quella di Albacete.
Il parco è formato da una serie di 15 lagune situate longitudinalmente lungo la valle, separate fra sé da barriere di formazione calcarea (travertino) che formano cascate o ruscelli che collegano ciascuna laguna superiore con la successiva inferiore.
Parte del parco naturale è formata anche dall'invaso di Peñarroya.
All'interno del parco si trova anche il castello di Peñarroya, le rovine del castello di Rocafrida, la famosa grotta di Montesinos dove Cervantes fece passare una notte a Don Chisciotte e la casa del Re nel comune di Ruidera.
A ciascuna laguna è stato dato un nome per identificarle. Risalendo il corso delle acque troviamo nell'ordine:
Da un recente studio sulla volumetria risulta che la capacità massima di tutte le lagune piene corrisponde a circa 23,06 Hm³, superiore a molti invasi di media dimensione presenti in Spagna.
D'altra parte, la portata media, calcolata su più anni, all'altezza del ponte di Ruidera data dalle lagune (incluso il canale di scarico) è di 3,5 m³/s, diminuita negli ultimi anni in modo significativo.
Curiosità:
Le Lagune di Ruidera sono state scenario delle riprese del film di Miguel e William, produzione anglo-ispanica sulla vita di Cervantes e Shakespeare. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138326 | itwiki | 1,706,708,677.237761 |
Borzat
Il borzat è un insaccato di carne di pecora, prodotto esclusivamente nel comune di Livigno , in provincia di Sondrio, che si trova in una valle al di là della linea di displuvio delle Alpi, con un fiume lo Spöl, affluente dell'Inn che è tributario del bacino del Danubio.
Caratteristiche.
Il borzat consiste in un parallelepipedo di pelle di pecora, cucito a mano, ripieno di carne di pecora aromatizzata con aglio, pepe, sale, cannella. Il peso è di 1/3 kg. La carne di pecora è tagliata a pezzetti e viene introdotta nell'involucro che viene cucito con un filo di lana. Una bruciatura elimina la lana in eccesso. Il prodotto viene consumato cotto previa bollitura. Può anche essere conservato sotto grasso, per circa un anno, all'interno di recipienti terracotta.
Riconoscimenti.
Il borzat prodotto nel solo territorio del comune di Livigno è stato riconosciuto come un prodotto agroalimentare tradizionale. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138330 | itwiki | 1,706,708,677.237802 |
Signal-to-noise ratio
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138331 | itwiki | 1,706,708,677.237824 |
Eutichio Proclo
Biografia.
Originario della città di Sicca Veneria in Africa, Proclo fu l'istitutore dell'imperatore romano Marco Aurelio. Si tratta probabilmente dello stesso Proclo che Trebellio Pollione cita come il più colto grammatico della sua epoca e che fu nominato console da Marco Aurelio, che in suo onore pagò le spese per i giochi.
Opere.
Non si conosce alcuna opera giunta fino a noi attribuibile con sicurezza ad Eutichio Proclo, e poco si sa, come detto, anche della sua vita. Tuttavia è abbastanza diffusa l'opinione che in lui si possa identificare l'autore della "Crestomazia", che rappresenta per noi la più importante fonte di informazioni sui poemi che componevano il Ciclo epico. Se è così, Eutichio Proclo deve essere identificato anche con il "Proklos" di cui parla lo studioso e Patriarca del IX secolo Fozio, che scrive che la "Crestomazia" era composta da quattro libri e che trattava di numerosi argomenti relativi alla letteratura greca, dei quali il patriarca bizantino si sofferma proprio sui primi due.
Nei primi due libri, Proclo iniziava distinguendo la poesia in "epica", "elegia", "giambo" e "melica" - con ampie definizioni ed elenchi tratti dai canoni dei poeti stilati dagli alessandrini. A proposito della melica, egli distingueva melica "per gli dei "e "per gli uomini". La prima comprendeva inni, prosodi, peani, ditirambi, "nomoi", "adonidia", iobacchi, iporchemi, scoli; la seconda, di carattere non sacro, comprendeva carmi erotici, epitalami, imenei, threnoi, epicedi, partenii: a proposito di questi ultimi, il grammatico si diffondeva sulle modalità della festa delle Dafneforie in cui, tra le altre, erano eseguiti i partenii e parlando, altresì, delle "Oscoforie". Il discorso classificatorio si chiudeva con la melica di tipo gnomico. In questo senso, almeno stando allo scarno riassunto di Fozio, è probabile che Proclo offrisse, come altri grammatici che parlano dello stesso soggetto, abbondanti esempi.
In seguito, Proclo affrontava, secondo Fozio, l'epica partendo dalle biografie dei "cinque più grandi" poeti epici, Omero, Esiodo, Pisandro di Camiro, Paniassi ed Antimaco per poi offrire un dettagliato riassunto della versione lunga del Ciclo epico (che includeva la "Titanomachia" ed il "Ciclo Tebano" oltre alla storia della guerra di Troia). A proposito del Ciclo, egli si dilungava anche in un'analisi circa la paternità dei "Cypria". Di quest'ultima parte sul Ciclo, è notevole che un famoso manoscritto dell'Iliade, conosciuto come "Venetus A" contiene una "Vita di Omero" e dei riassunti dei poemi del Ciclo Epico, tranne la parte riguardante i "Cypria" che risulta danneggiata. Diversi altri manoscritti riportano la "Vita" o il riassunto dei "Cypria" oppure entrambi, ma nessun altro contiene il riassunto del resto del Ciclo Epico. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138334 | itwiki | 1,706,708,677.237854 |
Lalo Schifrin
Sono sue le colonne sonore di film come "Bullitt", ', "Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan", "I 3 dell'Operazione Drago", "Brubaker", il tema di ' e le musiche del film "Tango" di Carlos Saura del 1998.
Schifrin ha vinto quattro Grammy Awards e ha ottenuto sei candidature all'Oscar per i suoi lavori originali nei film "Nick mano fredda", "La volpe", "La nave dei dannati", "Amityville Horror", "Competition" e per la colonna sonora riadattata del film "La stangata II". Nel novembre 2018 ha ricevuto il premio Oscar onorario come tributo alla sua lunga carriera.
Nel 2012 ha presentato il cd del compositore italiano Andrea Ferrante contenente musiche originali per quartetto d'archi eseguite dal macedone Axios String Quartet. Ha inciso per diverse case discografiche, fra cui la MGM Records.
Biografia.
Schifrin è nato a Buenos Aires da una famiglia di origine ebraica; suo padre Luis ha diretto la seconda sezione violini dell'orchestra del Teatro Colón per 30 anni. All'età di sei anni inizia un corso di sei anni di studio del pianoforte con Enrique Barenboim, padre del pianista e direttore d'orchestra Daniel Barenboim. A 16 anni continua lo studio del pianoforte con l'espatriato greco-russo Andreas Karalis, ex direttore del Conservatorio di Kiev, e inizia l'apprendimento dell'armonia con il compositore argentino Juan Carlos Paz. Durante questo periodo, Schifrin comincia a interessarsi al jazz.
Anche se ha studiato sociologia e giurisprudenza presso l'Università di Buenos Aires, è la musica a catturare la sua attenzione. All'età di 20 anni, ottiene una borsa di studio al Conservatorio di Parigi. Di notte, suona jazz nei club di Parigi. Nel 1955, Schifrin suona il pianoforte con l'argentino Astor Piazzolla, e rappresenta il suo Paese al Festival Internazionale del Jazz di Parigi.
Lalo Schifrin fu inizialmente ingaggiato nel 1973 per comporre la colonna sonora del film "L'esorcista" diretto da William Friedkin. Quando Schifrin presentò la traccia al regista, Friedkin lanciò la cassetta fuori dalla finestra del locale di montaggio, di fatto licenziando il compositore (come lo stesso regista raccontò in una intervista sul film). In realtà alcune brevissime parti della colonna sonora composta da Schifrin furono inserite nella pellicola e nei trailer dell'epoca.
Dal 1990, ha arrangiato con grande abilità i Medley eseguiti nei concerti de I Tre Tenori
Omaggi.
Il personaggio della serie TV Better Call Saul, Lalo Salamanca, prende il suo nome da Schifrin. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138336 | itwiki | 1,706,708,677.237909 |
Aeolidiidae
Aeolidiidae è una famiglia di molluschi nudibranchi.
Tassonomia.
La famiglia comprende i seguenti generi: | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138337 | itwiki | 1,706,708,677.23794 |
Intervallo dinamico
Intervallo dinamico (o range dinamico, dall'inglese dynamic range) è il rapporto tra il valore massimo e il valore minimo che una certa grandezza fisica assume in un determinato contesto. È espresso solitamente in dB (per questo lo si associa al concetto di intervallo). In relazione a uno strumento di misura si riferisce al suo campo di misura.
È utilizzato in molti campi, dall'elettronica alla musica, dall'acustica alla fotografia, alla chimica.
Utilizzi del termine.
Elettronica.
È utilizzato in elettronica per gli intervalli di potenza, corrente, tensione o frequenza.
In un sistema di trasmissione è il rapporto tra la massima intensità di segnale che il sistema può supportare senza saturarsi e il rumore di fondo ed è più frequentemente indicato con la sigla SNR.
Acustica.
In acustica è la differenza in dB tra il massimo volume che può sostenere il componente senza distorcere le onde e il rumore di fondo che esso produce (senza considerare il rumore in "input").
Musica.
In uno strumento musicale, è l'intervallo tra il volume massimo di suono prodotto e la minima intensità dello stesso.
Chimica.
È un concetto che trova largo impiego in chimica, soprattutto in chimica analitica. È l’intervallo di validità della dipendenza funzionale del segnale dalla concentrazione.
Fotografia.
I fotografi usano il termine "gamma dinamica" intendendo:
1) La gamma di luminanza di una scena da fotografare.
2) I limiti del campo di luminanza che una determinata macchina fotografica digitale o a pellicola può catturare.
3) La gamma di opacità delle immagini dei film sviluppati.
4) Il "campo di riflessione" di immagini su carte fotografiche.
La gamma dinamica dei sensori utilizzati nella fotografia digitale (14 stop) è per ora (2015) inferiore a quella dell'occhio umano (24 stop) e generalmente non così ampia come quella dei mezzi chimici fotografici (18 stop).
Nel dominio delle immagini digitali, gli algoritmi sono stati sviluppati per mappare l'immagine differente in ombra e nelle luci per distribuire meglio il campo di illuminazione attraverso l'immagine. Queste tecniche sono note come tono di mappatura locale, e di solito comporta il superamento della gamma dinamica limitata della matrice dei sensori, combinando selettivamente esposizioni multiple della stessa scena per trattenere il dettaglio nelle zone chiare e scure. Lo stesso approccio è stato utilizzato nella fotografia chimica per catturare una vastissima gamma dinamica: una pellicola a tre strati con uno strato sottostante ad 1/100 della sensibilità del successivo più elevato è, ad esempio, utilizzata per registrare test-nucleari.
La più grave limitazione della gamma dinamica in fotografia non può comportare la codifica, ma piuttosto la riproduzione, per esempio, una stampa su carta o sullo schermo del computer. In tal caso, non solo la mappatura del tono locale, ma anche la regolazione della gamma dinamica può essere efficace a rivelare il dettaglio in tutte le zone chiare e scure: il principio è lo stesso di quello dello "scherma e brucia" (utilizzando diversi tempi delle esposizioni in aree differenti, quando si effettua una stampa fotografica) in camera oscura chimica.
Questo principio è analogo al controllo automatico del livello audio, che serve a mantenere il volume costante di un segnale acustico in un ambiente di ascolto rumoroso, per evitare livelli di picco che sovraccarichino l'apparecchiatura di riproduzione, o che diventino innaturali o fastidiosi.
I filtri di densità neutri graduati sono usati per ridurre il campo dinamico di luminanza della scena che può essere catturato su pellicola fotografica (o sul sensore di una fotocamera digitale): Il filtro è posizionato di fronte alla lente al momento dell'esposizione; la metà superiore è scura e la metà inferiore è chiara e l'area scura viene posta sopra in regione dell'alta intensità di una scena, come il cielo. Il risultato rende un maggiore dettaglio nelle ombre e nelle aree di scarsa illuminazione. Questo non aumenta la gamma dinamica fissa disponibile presso la pellicola o il sensore, ma si estende la gamma dinamica utilizzabile nella pratica. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138339 | itwiki | 1,706,708,677.237988 |
Dynamic range
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138340 | itwiki | 1,706,708,677.238045 |
Range dinamico
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138341 | itwiki | 1,706,708,677.238063 |
Monastero di Santa Maria del Rogato
L'antico monastero di Santa Maria del Rogato, si trova presso Alcara li Fusi, nella città metropolitana di Messina, sul versante sinistro del fiume Rosmarino.
Era un centro conventuale dei monaci basiliani particolarmente radicato nell'area dei monti Nebrodi (grecofona), sia prima che dopo la dominazione araba, durante la quale sopravvisse, facendo da riferimento culturale e religioso per la popolazione dei Nebrodi recalcitrante alla dominazione.
Non si sa con precisione in quale anno fu fondato il cenobio, si pensa verso la fine dell'XI secolo quando la politica dei sovrani normanni puntò su questi centri religiosi per il controllo del territorio e delle popolazioni locali di culto ortodosso e per la riconversione dei musulmani.
In questo monastero fu conservato per 336 anni privo di corruzione il corpo di san Nicolò Politi eremita d'Adrano, a partire dal 17 agosto 1167, giorno in cui ne fu rinvenuto il corpo presso un eremo lungo le pendici del monte Calanna.
Storia.
Nonostante la generale decadenza dell'ordine basiliano, dovuta al fatto che il potere politico favorì il rito latino per sottrarre la popolazione siciliana e calabrese ad ogni influsso proveniente da Bisanzio, il monastero sopravvisse come centro economico (era al centro di una vasta tenuta) e religioso fino al XV secolo; ma il 10 giugno 1490 un violento terremoto fece crollare gran parte dell'edificio restando intatta la chiesa in cui si conservava l'arca col corpo del Santo Politi.
Dopo questo disastro, i Padri basiliani recuperarono quel che poterono dalle macerie e ripararono alla meglio quella piccola parte del monastero che era congiunta alla Chiesa e che, pur essendo lesionata era rimasta in piedi. Dopo alcuni anni i monaci si trasferirono al più vicino monastero basiliano che era quello di San Filippo di Demenna detto di Fragalà (Frazzanò). È provato che nel 1503 il monastero era tutto disabitato. Fino a tale anno il corpo del santo Politi rimase nella chiesa del Rogato; nella seconda metà dello stesso anno fu trasportato ad Alcara, perché gli Adornesi avevano tentato di portarselo al loro paese. Verso la fine del XVII secolo l'esistenza del monastero era già finita.
Allo stato attuale rimane soltanto la chiesa e una piccola parte semidiroccata del vecchio edificio conventuale o più probabilmente di una parte ricostruita dopo il terremoto del 1490.
L'edificio con le vaste terre circostanti, già patrimonio del convento, fu per molto tempo proprietà privata. Nel 2011 è ritornato nel pieno possesso della comunità parrocchiale alcarese, grazie alle offerte da essa stessa elargite.
Descrizione.
La chiesa è composta di due locali, in uno c'è un altare spoglio, nel secondo locale c'è un altare e su di esso è collocata l'urna di cipresso, in cui furono conservate per circa un secolo le ossa del santo Politi. Sotto l'altare, un simulacro di San Nicolò disteso supino, con occhi chiusi e mani incrociate.
Sopravvive ancora un affresco del periodo della ripresa pittorica bizantina in età normanna. Il dipinto che allo stato attuale presenta disastrose scrostature della pellicola cromatica accompagnata da volgari imbratti di calce, raffigura il transito della Vergine come indica la scritta:
L'ignoto artista del XII secolo, probabilmente uno degli stessi monaci basiliani del cenobio, si attiene fedelmente ai severi canoni iconografici bizantini ed esattamente a quelli provenienti dall'area macedone e balcanica.
Festività.
Ogni anno il 15 agosto, sia perché ricorre la festa di Maria SS. Assunta, sia in ricordo dell'ultima visita che San Nicolò fece al Rogato (15-8-1167), viene celebrata una messa col concorso di molti fedeli. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138347 | itwiki | 1,706,708,677.238093 |
Battaglie di Governolo
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138351 | itwiki | 1,706,708,677.238139 |
All the roadrunning
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138352 | itwiki | 1,706,708,677.238157 |
Wikiversità
Wikiversità è il progetto della Wikimedia Foundation, dedicato alle attività e materiali per l'apprendimento.
La iniziò ufficialmente il 15 agosto 2006, mentre quella è stata avviata il 18 maggio 2007. Sono attualmente attive diciassette versioni in lingue diverse di Wikiversità, di cui una multilingue (chiamata beta.wikiversity). Ce ne sono altre attualmente in fase di sviluppo.
Dettagli del progetto.
Wikiversità è stata pensata come un centro per la creazione e l'uso di materiale per il libero apprendimento. I suoi obiettivi primari sono:
Il modello di Wikiversità pone l'accento sui "gruppi d'apprendimento" e il "learning by doing".
L'idea è che queste comunità di partecipanti attivino i propri progetti di apprendimento e che tale apprendimento si realizzi attraverso la loro collaborazione nella gestione dei progetti stessi, con la modifica delle pagine di Wikiversità.
Wikiversità consiste di un insieme di "risorse", che possono essere lezioni, approfondimenti, semplici appunti, glossari, ecc. riguardanti lo studio di un certo argomento. I partecipanti esprimono i loro obiettivi di apprendimento e la comunità collabora a sviluppare delle attività e dei progetti che permettano il raggiungimento di tali obiettivi. Inoltre queste risorse possono essere supportate da quiz interattivi direttamente su Wikiversità per verificare l'apprendimento (vedere su Wikiversità).
Le risorse sono sviluppate da singoli o gruppi, o di loro iniziativa o come parte di un progetto di apprendimento. Le risorse includono sussidi didattici, piani di lezioni, piani di studio, link esterni ad altre risorse ed elenchi di letture.
Le risorse che trattano dello stesso argomento vengono raggruppate in materie. Un gruppo di materie formano un corso e un insieme di corsi sono raccolte in delle aree suddivise per macroargomento. Inoltre esistono delle aree che raccolgono le materie del mondo della scuola
I gruppi con interessi in ciascuna area creano una rete di risorse che forma la base di discussione e attività di Wikiversità. Le risorse possono essere utilizzate anche da educatori esterni a Wikiversità, sotto i termini della GFDL e della CC-BY-SA.
Wikiversità, in futuro, potrebbe anche ospitare dei progetti di ricerca, ma tale parte dell'attività è ancora oggetto di dibattito. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138360 | itwiki | 1,706,708,677.23821 |
Grammatico
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138361 | itwiki | 1,706,708,677.23824 |
Carrozzeria (meccanica)
La carrozzeria è il rivestimento esterno di un veicolo a motore come per esempio automobile, autobus o camion.
Nel caso della motocicletta, la carrozzeria è chiamata carenatura in quanto è generalmente costruita attorno ad un telaio. In alcuni casi la carrozzeria può essere costruita monoscocca, come nel caso di molti autoveicoli. Originariamente le carrozzerie si riferivano alle carrozze.
Funzione.
La carrozzeria, assieme ai vetri (finestrino, parabrezza, lunotto), per i veicoli come auto, autobus e camion ha come funzione principale quella d'isolare l'ambiente interno da quello esterno, in modo da poter garantire condizioni migliori, come la regolazione della temperatura e l'assenza di flusso di aria contro gli occupanti dell'abitacolo.
Tipi di carrozzeria.
Spesso la funzione del veicolo può influenzare fortemente il design e lo stile della carrozzeria.
Verniciatura.
La verniciatura della carrozzeria ha scopo sia funzionale (protezione) che estetico. Parlando in generale (veicolo), gli strati (e spessori tipici in micron) della verniciatura sono: | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138363 | itwiki | 1,706,708,677.238261 |
Coppa Italia 1958-1959
La Coppa Italia 1958-1959 fu la 12ª edizione della manifestazione calcistica. Iniziò il 31 agosto 1958 e si concluse il 13 settembre 1959.
Formula.
Curiosamente, questa edizione iniziò quando ancora quella precedente era in pieno svolgimento; infatti, non appena le otto società ancora in corsa per la coppa del 1958 si ritrovarono dopo le vacanze estive, quelle eliminate incominciarono a darsi battaglia per la successiva.
In questa stagione fece la sua comparsa sulle maglie della , vincitrice dell'edizione 1958 della Coppa Italia, la coccarda italiana tricolore, che da questo momento in poi iniziò a essere cucita sulle divise delle squadre detentrici del trofeo.
Il regolamento, che ripristinava dopo una sola stagione il tabellone a eliminazione diretta integrale, prevedeva quattro turni eliminatori: il primo riservato ai "club" di Serie C, il secondo che vedeva l'ingresso delle formazioni di Serie B, e gli ultimi due che registravano l'ingresso delle squadre di Serie A.
Le otto formazioni sopravvissute accedettero al tabellone principale insieme alle otto finaliste della precedente edizione, e a questo punto si proseguì a eliminazione diretta fino alla finale, vinta dalla Juventus a San Siro contro un'Inter che non seppe sfruttare il vantaggio casalingo. Per i bianconeri si trattò della terza affermazione nella manifestazione.
Risultati.
Primo turno.
Il primo turno della competizione fu disputato domenica 31 agosto e mercoledì 3 settembre 1958 (per la ripetizione dell'incontro Mestrina-Treviso, sospeso per oscurità) tra tutti i club di Serie C abbinati per prossimità geografica. Il Pordenone ricevette tuttavia un "bye" dato che il suo avversario designato, il piccolo club dell'Hellas, si era nel frattempo sciolto.
Tabella riassuntiva.
Secondo turno.
Il secondo turno della competizione fu disputato sabato 6 e domenica 7 settembre 1958 e vide di principio l'ingresso dei club di Serie B, anche se l'impegno del ancora in corso nella precedente edizione impose al , secondo neopromosso in A, di entrare subito in lotta. Ad ogni vincitore del primo turno fu abbinata, tenendo per quanto possibile in conto la vicinanza geografica, una neoentrante, sorteggiando a caso il campo.
Terzo turno.
Il terzo turno della competizione fu disputato domenica 14 settembre 1958 e vide di principio l'ingresso dei club di Serie A non in lizza nella fase finale dell'edizione precedente. Le neoentranti furono abbinate, tenendo in taluni casi in conto la vicinanza geografica, ad un vincitore del secondo turno, sorteggiando a caso il campo.
Quarto turno.
Il quarto turno della competizione fu disputato tra il 1º ottobre e il 19 novembre 1958 su sorteggio integrale fra le vincenti del terzo turno più la ripescata Alessandria. Le partite Genoa-Triestina, Inter-Napoli e Roma-Venezia, in programma inizialmente l'8 ottobre 1958, vennero rinviate per la convocazione di diversi giocatori nella Nazionale B di calcio dell'Italia per l'incontro amichevole Spagna B-Italia B disputato a Saragozza il 16 ottobre 1958.
Ottavi di finale.
Il tabellone principale dell'edizione 1958-1959 vide la partecipazione di 16 società, ossia le otto qualificate ai quarti di finale dell'edizione precedente e altrettante squadre provenienti dalle qualificazioni. Il sorteggio fu integrale mentre l'organizzazione delle date fu lasciata libera ai club, tanto che si spaziò dal 6 gennaio al 12 maggio 1959.
Quarti di finale.
I quarti di finale, a sorteggio integrale, si svolsero il 10 e 14 giugno 1959.
Semifinali.
Le semifinali, rinviate dalla Lega Nazionale, furono disputate in data 6 settembre 1959 mentre le altre squadre di Serie A e Serie B disputavano il primo turno di qualificazione della Coppa Italia 1959-60.
Finale 3º posto.
La finale per il 3º e 4º posto, ancora voluta dalla Lega Nazionale nonostante le accuse di inutilità, fu disputata su campo deciso a sorteggio in data 13 settembre 1959 nello stesso giorno e alla stessa ora della finale maggiore, mentre altre squadre di Serie A e Serie B disputavano il secondo turno di qualificazione della Coppa Italia 1959-60.
Finale.
La finale, rinviata dalla Lega Nazionale, fu disputata domenica 13 settembre 1959 alle ore 16:30 a San Siro, campo designato per sorteggio soltanto quattro giorni prima. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138369 | itwiki | 1,706,708,677.238298 |
Blocco del Canale d'Otranto
Il blocco del Canale d'Otranto fu lo sbarramento aeronavale predisposto dagli Alleati nel corso della prima guerra mondiale attraverso il Canale d'Otranto, tra Brindisi in Italia e il lato albanese dell'Adriatico, poco a nord di Corfù. Il blocco era mirato a impedire alla Marina imperiale austro-ungarica l'accesso al Mar Mediterraneo per minacciare le operazioni dell'Intesa e unirsi alla più debole, ma nonostante tutto minacciosa, Marina ottomana ("Osmanlı Donanması").
Il blocco fu efficace nell'impedire alle navi di superficie austroungariche di uscire dall'Adriatico, ma ebbe pochi effetti sui sottomarini con base a Cattaro fino al 1918, quando venne completato uno sbarramento fisico con reti e boe dell'intero canale.
Svolgimento delle operazioni.
Nel suo punto più stretto il Canale di Otranto ha una larghezza di 70 km; il blocco che si voleva mettere in atto si avvaleva di una flotta di navi da pesca a strascico. Nel 1915, quando cominciò il blocco, ne vennero impiegate forse una ventina di pattuglia contemporaneamente, equipaggiate con "reti rivelatrici" d'acciaio destinate a intrappolare i sottomarini o perlomeno ad avvisare della loro presenza i vascelli di superficie. Le navi erano supportate da cacciatorpediniere e aerei. Comunque le esigenze di mezzi della campagna dei Dardanelli e di altre operazioni navali lasciarono il blocco di Otranto con risorse insufficienti a localizzare i sottomarini e nel periodo 1915-1917 solo un sottomarino, l"'U-6", venne preso nelle reti.
Gli austroungarici organizzarono diverse operazioni notturne contro il blocco, cinque nel 1915, nove nel 1916 e dieci nel 1917. L'operazione principale avvenne nella notte del 14-15 maggio 1917 quando gli incrociatori SMS "Novara", SMS "Helgoland" e SMS "Saida", supportati dai cacciatorpediniere "Csepel" e "Balaton" e da tre sottomarini, al comando dell'ammiraglio Miklós Horthy affondarono tre navi da pesca. Al capitano Joseph Watt venne successivamente assegnata la Victoria Cross per aver difeso il suo peschereccio "Gowanlea" attaccato dal "Novara". Gli incrociatori britannici "Dartmouth" e "Bristol", insieme con i cacciatorpediniere italiani e francesi al comando del contrammiraglio Alfredo Acton, salparono da Brindisi per ingaggiare battaglia con gli austriaci, cominciando la battaglia del canale d'Otranto.
I britannici danneggiarono la "Saida" e misero fuori combattimento il "Novara", ferendo gravemente Horthy. Comunque gli incrociatori britannici si disimpegnarono dal combattimento quando un ufficiale italiano segnalò l'uscita di pesanti forze austroungariche da Cattaro e il "Saida" trainò il "Novara" in porto. Il "Darthmouth" venne danneggiato da un sottomarino e tornò a Brindisi. La notte prima lo stesso sottomarino aveva deposto un campo minato allo sbocco del porto di Brindisi e il cacciatorpediniere francese "Boutefeu" urtò una mina mentre usciva del porto ed esplose, affondando con tutto l'equipaggio.
Nel 1917 e 1918 i rinforzi delle marine australiane e statunitensi portarono la forza di blocco a 35 cacciatorpediniere, 52 pescherecci e più di un centinaio di altri vascelli. Tuttavia i sottomarini continuarono a scivolare tra le maglie del blocco fino a quando nel 1918 venne finalmente completato uno sbarramento fisico con reti e boe dell'intero canale. Ciò indusse nel giugno 1918 Horthy, ormai comandante in capo della marina austroungarica, a lanciare un deciso attacco contro il blocco impiegando le quattro navi da battaglia della classe "Viribus Unitis" con base a Pola e a Fiume, le più moderne della flotta. All'alba del 10 giugno, mentre erano in rotta discendendo l'Adriatico, la "Szent István" venne silurata ed affondata da una torpediniera MAS italiana guidata da Luigi Rizzo al largo di Premuda; anche la corazzata gemella "Tegetthoff" venne colpita da un siluro lanciato dalla seconda torpediniera italiana e solo la mancata esplosione del siluro impedì agli austriaci di perdere una seconda corazzata. Dopo questo affondamento, vista la grave perdita subita e lo sfumare dell'effetto sorpresa, Horthy ordinò di ritornare alle basi di partenza. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138373 | itwiki | 1,706,708,677.238379 |
Georg Burkhardt
Biografia.
Nato a Spalt (donde il soprannome), vicino a Norimberga, si laureò in giurisprudenza a Erfurt ed entrò alla corte di Sassonia nel 1514: divenne cappellano e segretario dell'elettore Federico III il Saggio e fu poi collaboratore di Giovanni il Costante.
Sacerdote dal 1508, amico di Martin Lutero, contribuì all'introduzione della Riforma e all'organizzazione della Chiesa luterana in Sassonia; partecipò poi alla stesura della Confessione di Augusta del 1530.
Trascorse gli ultimi vent'anni della sua vita ad Altenburg, dove svolse l'ufficio di pastore; morto nel 1545, ricevette sepoltura nella volta della chiesa evangelica di San Bartolomeo, nella cittadina medesima | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138378 | itwiki | 1,706,708,677.238437 |
La mia anima
La mia anima è il 6º album di Mietta pubblicato il 28 maggio del 1998.
Descrizione.
L'album è ispirato alla black music e miscela alcune cover internazionali di classici anni settanta a brani inediti in sintonia tra loro.
I rifacimenti sono: "Hot Stuff" (Musica che scoppia) di Donna Summer, "Watch your step" (Un passo falso) di Anita Baker, "Body talk" degli Imagination (Battito), e il singolo "Angeli noi" (cover di "We All Need Love") che ha anticipato l'uscita del disco (ha debuttato infatti in radio il 16 maggio 1998 su Kiss Kiss Network, RTL 102.5 e Station One Network). Tra gli inediti vi è "Un uomo per cui ucciderei", brano scritto per lei dai Sottotono. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138383 | itwiki | 1,706,708,677.238463 |
Daniela è felice
Daniela è felice è il 5º album di Mietta, pubblicato nel 1995 con etichetta Fonit Cetra.
Descrizione.
Disco interamente realizzato da Michele Centonze.
Tra le canzoni, anche una cover di Bill Withers: "Dentro l'anima (Just The Two Of Us)". L'album fu anticipato dal singolo "Tu sei te", brano presentato in anteprima assoluta a Vota la voce 1995.
Il video del brano Oggi Dani è più felice, realizzato dal regista Giuseppe Capotondi, verrà premiato come Miglior video straniero in Inghilterra. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138389 | itwiki | 1,706,708,677.238488 |
Guerra russo giapponese
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138390 | itwiki | 1,706,708,677.238508 |
Cambia pelle
Cambia pelle è il 4º album di Mietta, pubblicato nel 1994 con etichetta Fonit Cetra.
Descrizione.
Anticipato dal singolo "Cambia pelle", Il quarto album della cantante, che ottiene il disco d'oro, segna la svolta funky/blues avvalendosi di autori come Gatto Panceri ("Eccitazione, È di nuovo gennaio") e Sergio Laccone ("Sono sola").
Dall'album, oltre alla title track, vengono estratti come singoli anche: "Fuori da te" (canzone sensuale e dalle sonorità hip-hop scritta da Stefano Borzi, Andrea Artipoli e Danilo Pao) che raggiunse la vetta dell'airplay radiofonico per diversi mesi nell'inverno di quell'anno, "È di nuovo gennaio" (presentata al Festival italiano 1994) ed "Eccitazione" (lanciata in versione remix nei primi mesi del '95).
Antonio Gaudino firma "Sarà" e "Ritorni", due malinconiche ballads.
Stefano Borzi è l'arrangiatore del disco. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138391 | itwiki | 1,706,708,677.23853 |
Lasciamoci respirare
Lasciamoci respirare è il 3º album di Mietta, pubblicato nel 1992 con etichetta Fonit Cetra.
Descrizione.
Il disco, che in soli tre giorni dall'uscita ottiene il disco d'oro, è stato registrato a Londra con la partecipazione di importanti musicisti stranieri, tra cui Geoff Westley. La canzone che dà il titolo all’album è scritta da Biagio Antonacci ed è cantata con Francesco Nuti, mentre il pezzo di chiusura "Ti sto cercando" è stato composto da Mariella Nava. Spazio anche per brani scritti dall'artista stessa, come "Donna del sud" e "Vivrò vivrai vivremo noi" composte insieme ad Antonello De Sanctis.
Cinque i singoli estratti: "Gente comune", "Lasciamoci respirare", "Acqua di mare", realizzata anche in versione remix, "Donna del sud" e "Sto senza te", scritta da Sergio Laccone, uscita in versione singola (non supportata da un vero e proprio cd) e presentata al Festival italiano 1993.
Tra gli autori anche Maurizio Fabrizio, Roberto Casini e Philippe Leon.
Gli arrangiamenti sono stati curati da Mario Zannini Quirini. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138396 | itwiki | 1,706,708,677.238558 |
Cacciatori d'oca
I cacciatori d'oca sono un prodotto agroalimentare tradizionale della Lomellina (la zona della provincia di Pavia situata tra il Ticino e il Po, intorno a Mortara), consistente in un insaccato di carne di suino e d'oca (il 30% in peso), con sale, pepe, aromi naturali, nitrati (E252). Il prodotto ha forma cilindrica allungata di 15-20 cm di lunghezza e 4 cm di diametro. Il peso delle confezioni è di 300-400 g. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138398 | itwiki | 1,706,708,677.238654 |
Kaito Kuroba
, in giapponese letteralmente "Kid il ladro fantasma" ("Phantom Thief Kid" è il nome ufficiale in inglese), alter ego di , è un personaggio immaginario e il protagonista della serie manga "Kaito Kid", creata da Gōshō Aoyama ed edita in Giappone dalla Shogakukan sulla rivista Shōnen Sunday sin dal 1987. Aoyama ha interrotto il manga dopo due volumi nel 1988 per dedicarsi prima a "Yaiba" e poi a "Detective Conan", tuttavia "Kaito Kid" è arrivato al suo quinto volume nel 2017 grazie ai capitoli disegnati dall'autore durante alcune interruzioni di questi due manga. Dall'opera cartacea sono stati tratti dodici special animati e la serie anime "Magic Kaito 1412". Inoltre, Kaito compare spesso come personaggio secondario in "Detective Conan", altra serie manga di Aoyama.
Nell'edizione italiana dell'anime "Detective Conan" il nome Kaito Kid è stato tradotto alternativamente come Kid il ladro, Furto Kid e Ladro Kid.
Kaito Kuroba/Kaito Kid è un eroe-ladro che lotta contro una misteriosa organizzazione criminale che ha ucciso suo padre nonché precedente Kid: Toichi Kuroba.
Creazione del personaggio.
Il personaggio di Kaito Kid, nonché il suo costume, è evidentemente ispirato a quello del ladro gentiluomo Arsenio Lupin, creato dallo scrittore francese Maurice Leblanc, tant'è vero che è conosciuto anche come il , in contrapposizione a Shinichi Kudo, lo . Da notare, inoltre, la somiglianza fisica tra Shinichi e Kaito, al punto che in un'occasione Ran Mori ha scambiato quest'ultimo proprio per Shinichi; nei film il furfante sfrutta spesso questa rassomiglianza per fingersi il detective liceale senza bisogno di maschere di lattice e poter così ingannare meglio gli altri.
Storia del personaggio.
Dietro al "ladro misterioso" si cela , un giovane liceale diciassettenne. Suo padre, Toichi Kuroba, era un grande mago illusionista molto famoso nel suo ambiente, tanto che Kaito ha imparato da lui la maggior parte dei trucchi magici che pratica. All'età di otto anni subisce la perdita del padre, ucciso da una misteriosa organizzazione criminale. Kaito vive con la certezza che il padre sia morto per via di un incidente durante uno spettacolo, ma un giorno scopre per caso una stanza segreta piena di strani marchingegni. Un nastro comincia a scorrere e la voce del defunto padre rivela a Kaito che Toichi Kuroba era in realtà il celebre ladro "Kaito Kid". Kaito cerca di scoprirne di più travestendosi con il costume di suo padre e inseguendo l'individuo che ne ha imitato l'alter ego, scoprendo così che si tratta di Konosuke Jii, l'assistente di Toichi, che voleva attirare i responsabili della sua morte. Kaito, grazie a Jii, viene a conoscenza del fatto che il padre è stato assassinato e, volendo vendicarne la morte, decide di diventare egli stesso Kaito Kid per poter smascherare gli assassini.
Diventa così il famoso Kaito Kid, il "mago del chiaro di luna" ("prestigiatore del chiaro di luna" nella traduzione di "Magic Kaito 1412"), amante delle sfide e dei pericoli; proprio per questo suo gusto, manda sempre delle lettere al suo nemico preferito, l'ispettore Ginzo Nakamori, o ad altri personaggi che gli danno la caccia, come il commissario Shintaro Chaki e il vecchio Jirokichi Suzuki, per informarli del luogo e dell'ora in cui è intenzionato a rubare un determinato oggetto di valore. Il suo avversario più temibile dopo Shinichi Kudo è Saguru Hakuba. Il vestito bianco utilizzato da Kaito Kid durante i suoi furti (cappello a cilindro, mantello e monocolo all'occhio destro) è anche un suo marchio di riconoscimento. Nonostante alcuni pensino che Kid sia dotato di poteri magici, in realtà si avvale dei trucchi di magia imparati dal defunto padre: grazie ad essi e alle sue incredibili doti di trasformista, riesce a ingannare ogni volta la polizia e rende i suoi furti simili a spettacoli di magia. Come Shinichi, anche lui ha un'amica d'infanzia e compagna di classe di cui è innamorato, Aoko Nakamori, unica figlia dell'ispettore, la quale non è a conoscenza dell'identità di Kid. I due litigano sempre, ma in realtà sono innamorati l'uno dell'altra e a Kaito piace così. Il suo punto debole sono i pesci, di cui ha stranamente fobia.
Spiegazioni sul nome.
Al lettore di lingua italiana può sembrare assurdo che non ci si accorga della somiglianza tra il nome di Kaito Kuroba e quello di Kaito Kid. In realtà, per il lettore di lingua giapponese, la somiglianza non è così immediata. La parola 怪盗 significa "ladro misterioso" e si legge "Kaitō": essa è contenuta nel nome . Il nome di è invece 快斗, che si legge "Kaito". Nonostante si tratti di un gioco di parole voluto, sono diverse sia la scrittura che la pronuncia e il significato, ma nella versione italiana di entrambi i manga non viene utilizzata la "ō", che si pronuncia come una "o" allungata, e quindi entrambi i nomi vengono scritti "Kaito". Il problema non si presenta nella versione italiana dell'anime "Detective Conan", dove si utilizzano al posto di "Kaitō Kid" i seguenti nomi:
Nella versione italiana della serie "Magic Kaito 1412" e dello special "" viene utilizzato il nome originale, anche se nel caso della serie esso venga scritto "Kaitou Kid".
Negli episodi 235-236 della numerazione italiana, corrispondenti alle prime due parti dell'episodio speciale 219 giapponese di "Detective Conan", di cui il primo è tratto interamente dal manga "Kaito Kid" e il secondo in parte, il nome di Kaito viene pronunciato "Kaìto". Inoltre, in questi episodi il cognome è stato erroneamente traslitterato "Kurobane". Si tratta dell'unica volta in cui il vero nome completo del personaggio viene citato nella versione italiana dell'anime. Il cognome era già stato pronunciato "Kurobane" in riferimento al padre nell'episodio 132 (142 secondo la numerazione italiana) e non è mai stato pronunciato correttamente.
I kanji che formano il cognome significano letteralmente "piume nere".
Doppiaggio.
Nell'edizione originale giapponese, Kaito Kuroba ha lo stesso doppiatore di Shinichi, Kappei Yamaguchi, per marcare maggiormente la somiglianza fisica tra i due personaggi. Yamaguchi doppia anche il personaggio da bambino.
Nell'edizione italiana di "Detective Conan", tale particolarità non è stata mantenuta, e il personaggio è doppiato inizialmente da Francesco Orlando negli episodi 78 e 79, mentre nelle apparizioni successive, più precisamente dall'episodio 144 in poi e nei film, è doppiato da Paolo Sesana. Al contrario, nell'anime "Magic Kaito 1412" e nell'episodio speciale ', Sesana viene sostituito nel ruolo di Kaito da Davide Garbolino, doppiatore italiano di Shinichi, per ripristinare la scelta originale di affidare lo stesso doppiatore ai personaggi di Kaito e Shinichi. Nella serie spin-off ', viene invece doppiato da Matteo Garofalo. Da bambino, in "Detective Conan" è doppiato da Laura Brambilla nell'episodio 236 e Loretta Di Pisa nell'episodio 513, mentre in "Magic Kaito 1412" Davide Garbolino lo doppia negli episodi 1, 3 e 6, e Renata Bertolas nell'episodio 22.
Apparizioni in altre opere dell'autore.
Detective Conan.
In "Detective Conan", Kaito Kid è un personaggio secondario che appare per lo più come rivale di Conan di cui non si sa molto: il suo passato si può comprendere solo leggendo il manga "Kaito Kid" o guardando l'anime "Magic Kaito 1412" o gli special televisivi. Nell'anime di "Detective Conan", però, è presente anche l'episodio speciale 219, di cui una parte (episodio 235 e parte del 236 secondo la numerazione italiana) è tratta dal manga "Kaito Kid" (capitoli "Black Star (1ª parte)" e "Black Star (2ª parte)" del quarto volume) ed esplora di più la vera identità di Kaito Kid.
Da notare che Conan non si "maschera" dietro Kogoro Mori quando risolve i casi relativi a Kid, ma è di pubblico dominio che l'avversario del ladro sia proprio Conan. Quest'ultimo riesce sempre a capire i suoi trucchi, ma ogni volta Kid riesce a fuggire. A partire dal volume 44 (file da 7 a 10, episodio 356 dell'anime, 386-387 secondo la numerazione italiana), Kid compare ogni volta (con l'eccezione di un caso) lanciando sfide a Jirokichi Suzuki, un vecchio ricco dalla vita avventurosa, parente di Sonoko Suzuki, che fa di tutto per catturarlo quando cerca di rubare i suoi gioielli. La stessa Sonoko è una grande ammiratrice di Kaito Kid.
In "Detective Conan" compare una sola volta Kaito Kuroba da piccolo, in un flashback insieme a suo padre e Yukiko Fujimine.
Viene coinvolto in prima persona nella lotta contro l'Organizzazione nera solo durante il caso del "Mystery Train", nel quale viene incaricato da Conan di travestirsi da Shiho Miyano e fingere di morire di fronte al membro dell'organizzazione con il nome in codice di Bourbon, dicendogli le parole suggerite da Ai stessa con un trasmettitore. In cambio, Conan promette di non coinvolgere lui e il suo complice, che si erano travestiti rispettivamente dalla cameriera di una vecchia signora e dalla vecchia signora stessa, nelle indagini sull'omicidio avvenuto a bordo del treno. Kid riesce nell'intento, ma, in una successiva telefonata con Conan, si lamenta per aver corso un grosso rischio.
Soltanto nei film (terzo, ottavo, , quattordicesimo, diciannovesimo e ventitreesimo film), Kaito Kid conosce la vera identità di Conan: la prima volta lo si vede nel terzo film, quando aiuta il giovane detective a non essere smascherato da una sospettosa Ran. Nel manga e nelle serie televisive, invece, tale conoscenza è lasciata ambigua, tuttavia nell'anime "Magic Kaito 1412, nel decimo episodio (che è tratto dagli episodi 627-628 di "Detective Conan" nella numerazione giapponese), Kuroba si rivolge mentalmente a Conan come "Signor Sherlock Holmes dell'era Heisei" ("Signor Sherlock Holmes dei nostri giorni" nella versione italiana), soprannome dell'alter ego di Conan, Shinichi Kudo, questo può suggerire che Kaito conosca canonicamente la vera identità di Conan. Ciò è valorizzato anche nel manga di "Detective Conan", durante un caso in cui si riferisce tra sé e sé a Conan e Heiji come "due detective liceali", il che significa che conosce la vera età del primo.
Yaiba.
In "Yaiba", altro manga di Gōshō Aoyama, Kaito Kid/Kaito Kuroba viene citato due volte: la prima nel capitolo 80 (volume 9), in cui Sayaka Mine, vedendo un ladro, lo scambia per Kaito Kid. La seconda volta è collegata direttamente alla storia del personaggio: si tratta dell'ultimo capitolo di "Yaiba", ambientato tre anni dopo la storia principale del penultimo capitolo, in cui Keiko Momoi afferma che "Kuroba e Nakamori" sono finalmente una coppia. La scuola frequentata da Kaito, detta Ekoda, è la stessa frequentata dai personaggi di "Yaiba". | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138407 | itwiki | 1,706,708,677.238729 |
Heliòpolis
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138408 | itwiki | 1,706,708,677.23883 |
Basette (film)
Basette è un film del 2008 diretto da Gabriele Mainetti. Il film è un cortometraggio realizzato come omaggio alla serie manga e anime "Lupin III". Scritto da Nicola Guaglianone, ha come protagonisti Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Daniele Liotti, Flavio Insinna e Luisa Ranieri. Fu proiettato il 13 giugno 2008 al 16º Arcipelago Film Festival.
Trama.
Antonio è un ladro romano cresciuto in una famiglia di taccheggiatori di supermercati. Mentre si reca a rapinare un ufficio di Poste italiane con i suoi soci Franco e Tony, ricorda la sua vita di vent'anni prima e l'abitudine familiare natalizia di rubare giocattoli all'UPIM per poi rivenderli. Dopo essersi trasferito con la madre dal Quadraro a Tor Bella Monaca, Antonio si era innamorato della socia di sua madre e sognava di diventare furbo e geniale come il suo eroe dei cartoni animati, Arsenio Lupin III. La madre però era stata arrestata all'UPIM per aver rubato un costume da Lupin III che lui le aveva chiesto per carnevale.
La rapina alle poste non va a buon fine. Antonio, morente e disteso sull'asfalto, vuole finire la propria vita con un sorriso e quindi fantastica di essere stato arrestato, vestito da Lupin III, da un ispettore di polizia che incarna Koichi Zenigata. Avendo perso ogni scopo nella vita dopo averlo catturato, l'ispettore medita di commettere un omicidio-suicidio. Franco e Tony, che incarnano rispettivamente Daisuke Jigen e Goemon Ishikawa XIII, irrompono nel commissariato per liberarlo, ma si fermano nel reparto delle droghe sequestrate per fumarsi una canna. Antonio riesce comunque a liberarsi e a fuggire in moto con la fidanzata Prisca (che incarna Fujiko Mine).
Nella realtà, Franco e Tony sono stati uccisi nella sparatoria che ha messo fine alla rapina. Antonio, in punto di morte, dice ad un paramedico che lo soccorre di chiamarsi "Lupin", sorridendo ad un bambino con indosso una maglietta di "Cowboy Bebop". Prisca, in lacrime, corre in moto verso il tramonto lungo una strada di montagna. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138409 | itwiki | 1,706,708,677.238856 |
Pietro Pierleoni
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138410 | itwiki | 1,706,708,677.238882 |
Spalatino
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138415 | itwiki | 1,706,708,677.238898 |
Jože Pirjevec
Biografia.
Dopo la seconda guerra mondiale si trasferì dalla Jugoslavia con la famiglia, slovena, nel Territorio Libero di Trieste. Nel 1966 si laureò in storia all'Università di Trieste, continuando gli studi a Pisa, Vienna e a Lubiana.
Dapprima si dedicò alla ricerca dei rapporti storici tra l'Italia e i popoli slavi meridionali nell'Ottocento, poi alla storia russa del secondo Novecento e infine, dalla fine degli anni ottanta, alla storia della Jugoslavia tra il 1918 e il 1991, alle guerre jugoslave, ma anche alla storia degli sloveni in Italia.
È stato professore di storia contemporanea dell'Europa orientale all'Università di Padova e di storia dei paesi slavi all'Università di Trieste. È membro dell'Accademia slovena delle arti e delle scienze e capo del dipartimento di storia all'Università del Litorale di Capodistria.
Pirjevec è membro attivo del partito di centro Democrazia Liberale di Slovenia.
Nelle elezioni del 2008 si candidò al parlamento sloveno nel distretto di Sesana, senza tuttavia venire eletto. Negli anni precedenti ha collaborato con il partito della minoranza slovena in Italia, la "Slovenska Skupnost".
Nel suo libro "Foibe" contesta la nozione che gli eccidi jugoslavi, avvenuti a guerra conclusa, siano stati una pulizia etnica compiuta a danno degli italiani per asserire invece che "gli jugoslavi non volevano affatto colpire e tantomeno eliminare gli italiani in quanto tali, ma catturare, perseguire e punire i responsabili e complici dei crimini fascisti e nazisti. I dati disponibili sugli uccisi italiani confermano che si trattava in maggioranza di persone coinvolte nel fascismo e nel collaborazionismo, in particolare come membri delle formazioni militari, paramilitari e di polizia, anche se non colpevoli a livello personale dei crimini commessi sotto quelle insegne".
Pirjevec parla correntemente lo sloveno, l'italiano, il serbocroato, l'inglese, il russo, il tedesco e il francese. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138417 | itwiki | 1,706,708,677.238937 |
Georg Burckhardt
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138419 | itwiki | 1,706,708,677.238966 |
Vagar
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138420 | itwiki | 1,706,708,677.238982 |
CMC Records
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138421 | itwiki | 1,706,708,677.238998 |
Internazionali d'Italia di tennis (doppio femminile)
Questo è un elenco delle finali del doppio femminile degli Internazionali d'Italia. La britannica Virginia Wade detiene il record di vittoria nella disciplina con quattro titoli vinti. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138423 | itwiki | 1,706,708,677.239016 |
Edmund Blackadder
Edmund Blackadder è il protagonista della storica serie televisiva "Blackadder". Il personaggio viene rappresentato attraverso varie epoche storiche ed è sempre interpretato da Rowan Atkinson.
Caratteristiche comuni.
Alcune caratteristiche comuni accompagnano i vari "Edmund Blackadder" attraverso le serie. Egli è un personaggio cinico e senza scrupoli, risoluto e macchinatore. Perennemente perseguitato dalla sfortuna, si ritrova - suo malgrado - sempre in mezzo ai guai, dai quali riesce ad uscire sempre grazie a grandi sforzi, piani ingegnosi e tremendi sacrifici. Egli ha sempre e comunque al suo fianco il suo fedele servitore Baldrick.
Edmund Blackadder attraverso le serie.
Serie I: Principe Edmund "Blackadder" Plantageneto, duca di Edimburgo.
Il primo Edmund detto "Blackadder", è il giovane principe d'Inghilterra, figliastro dell'immaginario re Riccardo IV d'Inghilterra. È nato nel 1461, da Gertrude of Flanders e Donald McAngus, terzo duca di Argyll. Le sue caratteristiche sono ben diverse da quelle assunte dallo stesso personaggio nelle serie successive. Egli è inetto e poco dotato intellettualmente, altrettanto perseguitato dalla sfortuna come i suoi successori, non è parimenti abile nel togliersi dai guai e nel macchinare piani. I suoi fedeli compagni sono Lord Percy Percy e Baldrick.
Serie II: Lord Edmund Blackadder.
È un nobiluomo alla corte di Elisabetta I d'Inghilterra. È assai più intelligente, scaltro e dotato di fascino del suo antenato, Prince Edmund. Perseguitato dai guai e dai creditori deve di volta in volta accattivarsi il favore della regina, che spesso minaccia di tagliargli la testa, salvare la propria vita, difendere il proprio onore e rimpinguare il proprio patrimonio. È sempre spalleggiato da Lord Percy Percy e Baldrick.
Serie III: Mr. Edmund Blackadder.
Decaduto nobiliarmente, non possiede più alcun titolo, e si trova ridotto a far da maggiordomo al principe del Galles, nell'epoca della rivoluzione francese e delle guerre napoleoniche. È sempre più scaltro ed intrallazzatore, e sempre più propenso a cacciarsi nei guai. Cercherà di farsi eleggere alla camera dei lord, ma verrà insignito al suo posto - per ironia della sorte - il servo Baldrick.
Serie IV: Capitano Edmund Blackadder.
Ufficiale dell'esercito di sua maestà britannica durante la prima guerra mondiale. Il suo unico obiettivo è rimandare gli assalti e cercare di ottenere compiti da imboscato nelle retrovie per rimanere vivo. Afferma di essere entrato nell'esercito nel 1888, nel "19/45 East African Rifles", un corpo militare immaginario, e di aver combattuto in Africa contro i Watussi. Comanda il soldato semplice Baldrick ed il Tenente George. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138428 | itwiki | 1,706,708,677.239043 |
Vágoy
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138429 | itwiki | 1,706,708,677.239088 |
Warrant Live 86-97
Warrant Live 86-97 è un album dal vivo del gruppo musicale statunitense Warrant, pubblicato il 29 luglio 1997 dalla CMC International.
Contrariamente al nome, il disco non è una raccolta di tracce live ma la registrazione di un unico concerto. Nel 2005 è stato ristampato col titolo "Extended Versions". | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138430 | itwiki | 1,706,708,677.239109 |
Extended Versions (Warrant)
Extended Versions è un album dal vivo del gruppo musicale statunitense Warrant, pubblicato il 29 marzo 2005 dalla Sony Music.
È una ristampa dell'album dal vivo "Warrant Live 86-97" con dieci tracce anziché le quindici originarie. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138436 | itwiki | 1,706,708,677.239129 |
Jérôme Duquesnoy il Vecchio
Formatosi sugli esempi del manierismo italiano e francese, lavorò soprattutto alla ricostruzione degli arredi sacri delle chiese distrutte nel corso dei conflitti religiosi della fine del XVI secolo.
Tra le sue opere più celebri vanno ricordati il tabernacolo della chiesa di "Saint-Martin" di Alost, la "Giustizia e Verità" per il municipio di Halle ed il Manneken Pis di Bruxelles.
Anche i suoi figli Jérôme e François furono celebri scultori. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138439 | itwiki | 1,706,708,677.239151 |
Corvette classe Saar 5
| https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138442 | itwiki | 1,706,708,677.23917 |
I Me Mine
I Me Mine è un brano dei Beatles incluso nell'album "Let It Be" (1970).
Si tratta dell'ultimo brano registrato ufficialmente del gruppo inteso come tale, anche se alle sessioni di registrazione non era presente John Lennon, in quel periodo in vacanza in Danimarca e comunque già da tempo allontanatosi dalla band. In ordine cronologico, l'ultima canzone che i Beatles avevano inciso in studio era stata "Because" per l'album "Abbey Road", ultimata il 5 agosto dell'anno precedente, ma anche in quell'occasione – avendo Ringo contribuito unicamente con dei colpi di piatti charleston per segnare il tempo, rimossi nel mix finale – i componenti del gruppo erano solo tre. Nel caso di "I Me Mine" vi erano, tuttavia, degli obblighi contrattuali da rispettare a causa del film "Let It Be - Un giorno con i Beatles", cosa questa che costrinse i Beatles a tornare in sala d'incisione.
Il brano.
Storia e origine.
Scritta nel 1969 da George Harrison, un primo abbozzo della canzone era stato inciso nel gennaio di quell'anno in previsione dell'inserimento della stessa nella colonna sonora del citato "Let It Be", e poi lasciato in archivio in vista di sviluppi futuri. Quando i Beatles iniziarono le sessioni di registrazione di "Abbey Road" e fu chiaro a tutti che quello sarebbe stato il loro ultimo lavoro insieme, il produttore Glyn Johns cercò di ricavare dalle registrazioni effettuate per il film, compresa "I Me Mine", qualcosa di trasferibile su disco, senza riuscirvi. Di fatto abbandonato, il progetto scivolò fino al 1970 quando, con il film ormai costretto a uscire per obbligo contrattuale, si dovette trovare una forma presentabile anche ai numerosi provini effettuati circa un anno prima. Il nuovo incaricato della produzione Phil Spector, usando il suo "Wall of Sound", spruzzò di effetti sonori diverse incisioni (tra cui, per esempio, "The Long and Winding Road", scatenando la furia di Paul McCartney che accusò il produttore di avergli rovinato la canzone), ma nel caso di "I Me Mine" il materiale a disposizione non permetteva alcun recupero, ragion per cui si rese necessaria una sessione di incisione in studio per salvare il brano.
Registrazione.
L'unica seduta di incisione si tenne il 3 gennaio 1970 ad Abbey Road; il successivo 1º aprile, tre mesi dopo, nello Studio 1 il solo Ringo Starr suonò la batteria a supporto dell'orchestra. Il brano originale durava 1' 34": Phil Spector, in fase di mixaggio, ne allungò la durata a 2' 25" riprendendo la parte vocale di George Harrison e inserendola 13" prima della fine dell'incisione originale.
Stilisticamente altalenante, la canzone così editata si compone di due tempi alternati: un ingresso in 3/4 su un registro malinconico – il tema è un'amara riflessione di Harrison sull'egoismo, con le liriche centrate sulla differenza fra l'ego individuale e l'OM universale – per passare poi a un rockeggiante 12/8 più aggressivo, schema ripetuto due volte per poi interrompersi bruscamente.
La canzone passò quasi inosservata, notevole solo per ragioni statistiche essendo, appunto, l'ultima incisione ufficiale del gruppo, che precedette di 15 giorni l'uscita di "McCartney", il primo album da solista di Paul, nella cui copertina si annunciava la fine dei Beatles.
Formazione.
The Beatles | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138443 | itwiki | 1,706,708,677.239215 |
Opus (gruppo musicale)
Gli Opus sono un gruppo musicale austriaco formatosi nel 1973. La loro canzone più famosa è Live is Life, da questa canzone è nato anche un coro dedicato a Diego Armando Maradona.
Storia del gruppo.
Gli Opus nascono nel 1973 a Graz, Austria. Hanno riscosso grande successo internazionale nel 1984 con la canzone "Live Is Life". La band è molto popolare in Austria, Germania e Svizzera. | https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1138450 | itwiki | 1,706,708,677.239277 |
Subsets and Splits