source
stringlengths
2
10.4k
target
stringlengths
10
369
Questa settimana le assemblee degli azionisti di Fiat Chrysler (FCA), casa automobilistica italo-americana, e di PSA, francese, hanno approvato la fusione tra le due aziende, che creerà la quarta casa automobilistica al mondo per numero di vetture prodotte. La nuova azienda si chiamerà Stellantis ed è ormai sicuro che nascerà ufficialmente il 16 gennaio, a meno di eventi imprevisti. Sarà un’azienda internazionale: avrà sede nei Paesi Bassi (come già FCA) e nei giorni immediatamente successivi al 16 si quoterà alla borsa di New York, a quella di Parigi e a quella di Milano. Stellantis, che viene dal verbo latino stello e significa «essere illuminato di stelle», produrrà 8,7 milioni di automobili l’anno, secondo dati risalenti alla fine del 2019 e relativi a FCA e PSA. Come numero di veicoli, è dietro a Renault-Nissan, che ne produce 9,81 milioni, Toyota, con 10,46 milioni, e Volkswagen, con 10,98 milioni. La nuova azienda avrà un fatturato di 180 miliardi di euro, una capitalizzazione di mercato di circa 44 miliardi e 400 mila dipendenti, divisi equamente tra i 200 mila di FCA e gli altrettanti di PSA.
Cosa cambia con la fusione tra FCA e PSA. Dopo oltre un anno di trattative le due aziende hanno ormai concluso la loro unione, che creerà la quarta casa automobilistica del mondo: e adesso?.
A mezzanotte la vicina del piano di sopra non ne può più. Il 22 aprile 2010 il secondo appuntamento “federalista” organizzato dalla sezione Milano ovest della Lega nord si chiude con qualche sonoro pugno sul portone di ferro della sede. I partecipanti, circa un centinaio, vogliono continuare. Ma il moderatore li manda a casa. Internazionale di questa settimana pubblica la traduzione dell’articolo di Philippe Ridet di le Monde di cui si era parlato in rete nei giorni scorsi, dedicato all’iniziativa della Lega Nord italiana di creare una propria scuola di formazione per dirigenti politici. Ridet è andato a uno degli appuntamenti.
La scuola quadri della Lega. L'articolo di Le Monde sui corsi serali per classi dirigenti della Lega Nord, tradotto da Internazionale.
La persona che suonò i due accordi più famosi della storia del jazz nacque il 6 dicembre del 1920, cento anni fa, e nella sua lunghissima carriera da pianista raggiunse una popolarità da pop star, un’etichetta che gli fu spesso attribuita e che lui rifiutò sempre con il garbo che lo contraddistingueva. Dave Brubeck, che è morto nel 2012, arrivò sulle scene negli anni Cinquanta in un momento in cui il jazz non se la passava benissimo, e insieme ad altri grandi musicisti di quel periodo lo rese di nuovo la forma d’arte popolare americana per eccellenza, mascherando composizioni sofisticatissime dietro a melodie orecchiabili, diventate nel tempo tra le più familiari della storia della musica del Novecento. Come i due accordi più famosi della storia del jazz, per l’appunto: quelli che introducono “Take Five”. A onor del vero, “Take Five” la compose Paul Desmond, il sassofonista a cui Brubeck legò gran parte delle sue fortune musicali, e che in quel pezzo ritenne di far seguire a quei due accordi, sufficienti da soli a rendere memorabile un’intera carriera, un tema di sax tra i più leggendari di sempre. Brubeck e Desmond suonavano insieme nel Dave Brubeck Quartet, che in poco più di quindici anni sfornò una cinquantina di dischi pagando un bel po’ di stipendi alla Columbia, l’etichetta che nel 1959 produsse Time Out, uno dei due-tre dischi più venduti nella storia del jazz con oltre due milioni di copie.
Il jazz per tutti di Dave Brubeck. Cent'anni fa nacque uno dei pianisti più amati del Novecento, capace di trasformare composizioni raffinatissime in enormi successi (soprattutto quella lì).
The Suicide Squad – Missione suicida, nei cinema italiani dal 5 agosto, è il “non sequel” che piace molto e incassa pochissimo di un film con un titolo quasi uguale che cinque anni fa incassò molto e piacque pochissimo. Quel film era Suicide Squad (senza il “The”), che con The Suicide Squad condivide l’ispirazione proveniente dai fumetti DC Comics, alcuni personaggi e anche un po’ di attori e attrici. Entrambi i film parlano di un gruppo di supercattivi obbligati dal governo americano a collaborare e immolarsi per salvare il mondo. Tra i due, però, ci sono tante differenze: la principale è che mentre Suicide Squad ebbe recensioni terribili, di The Suicide Squad – diretto da James Gunn e con Margot Robbie, Idris Elba e John Cena tra i protagonisti – molti critici hanno scritto ottime cose, e c’è chi ne parla pure come di un titolo che potrebbe rappresentare un punto di svolta per i film di supereroi.
“The Suicide Squad” non è come “Suicide Squad”. Alcuni personaggi e attori sono gli stessi, la storia no, e al contrario del primo ha incassato poco e sta piacendo molto.
Nelle ultime settimane tra esperti e appassionati di tecnologia si è sviluppato un interessante dibattito riguardo il futuro dei tablet, uno dei prodotti tecnologici che si sono più rapidamente diffusi negli ultimi anni ma le cui vendite in tempi recenti hanno mostrato un calo netto e repentino. La diminuzione delle vendite di iPad evidenziata nei recenti risultati trimestrali di Apple – generalmente buoni, grazie alle vendite di iPhone – è stata da diversi analisti interpretata come un segnale della saturazione del mercato dei tablet. Tim Cook, amministratore delegato di Apple, ha spiegato che le vendite continuano a essere buone nei mercati emergenti – nell’ultimo trimestre sono cresciute di più del 50 per cento in Cina, India e Medio Oriente – ma che “nei paesi sviluppati come gli Stati Uniti il mercato è chiaramente più debole”. Nell’ultimo trimestre – il terzo dell’anno fiscale (Q3) – Apple ha venduto 13,3 milioni di iPad, il 9,2 per cento in meno rispetto al trimestre precedente. E nei risultati del trimestre diffusi lo scorso aprile, in cui vendette 16,3 milioni di iPad, già aveva evidenziato una diminuzione del 16 per cento rispetto al trimestre precedente: i commentatori lo spiegarono in parte con l’aumento delle vendite della concorrenza e in parte con la possibile saturazione del mercato dei tablet, appunto. Corning, una delle maggiori società produttrici di schermi per tv, smartphone e tablet, ha annunciato vendite al di sotto delle aspettative per i suoi schermi per dispositivi mobili, tablet in particolare, sostenendo di aver sovrastimato questo mercato. «Ci siamo sbagliati di grosso su quello che stava succedendo nel mercato dei tablet, e quindi ora abbiamo rivisto le nostre previsioni», ha detto il direttore finanziario James Flaws.
Il mercato dei tablet è saturo? pare di sì, almeno a giudicare dai dati di vendita: c'entrano molte cose, soprattutto scarsa innovazione nei modelli e smartphone sempre più grandi.
Nei verbali con le intercettazioni della lobby di Flavio Carboni si fa spesso riferimento a un tale Cesare. “Credo che sia già arrivato nelle stanze di Cesare”, dice Carboni al telefono a Martino. “Poi ammo a vede’ Cesare quanto prima”, dice Lombardi al sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, dopo avergli raccontato delle sue pressioni sui giudici della Corte Costituzionale. Martino chiede a Carboni di fissare “l’incontro con Cesare” e quando i giudici della Corte bocciano il lodo Alfano entrambi sgridano Lombardi: gli hanno fatto fare una figuraccia “con Cesare e i suoi tribuni”. Quando invece si discute delle manovre per candidare Cosentino alla presidenza della Campania, Carboni dice più volte: “Adesso chiamo io Cesare”. Lombardi gli risponde dicendo che devono essere d’accordo “Cesare e pure con il vice-Cesare”. Nelle oltre ventimila pagine che compongono i verbali dei carabinieri, Cesare non viene mai identificato. Ma una nota informativa che accompagna i verbali svela il mistero, scrive Massimo Solani sull’Unità.
Nome in codice: Cesare. Silvio Berlusconi viene citato decine di volte nelle intercettazioni sulla lobby, ma nessuno lo chiama per nome.
Ieri, martedì 27 dicembre, L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha comunicato di aver multato Apple per 900mila euro. Secondo l’antitrust, la società ha attuato pratiche commerciali scorrette e a danno dei consumatori, non applicando pienamente le normative che regolano il sistema della garanzia biennale sui prodotti. Oltre a pagare la multa, la società dovrà anche dimostrare di aver cambiato le proprie pratiche. Garanzia In Italia tutti i prodotti venduti ai consumatori sono coperti da una “garanzia di conformità” di almeno due anni, che ricade principalmente sul venditore. Il Codice del consumo, cioè la raccolta delle norme a tutela dei consumatori, stabilisce infatti che chi vende la merce è il principale responsabile dell’eventuale riparazione o sostituzione del prodotto. In pratica, se compri una cosa e questa smette di funzionare o funziona male per un suo difetto di fabbrica entro i primi due anni di utilizzo, puoi riportarla dove l’avevi acquistata e chi te l’aveva venduta è tenuto a ritirare il prodotto difettoso e a ripararlo o a sostituirlo con uno di pari valore, entro tempi ragionevoli.
Perché l’Antitrust ha multato Apple. In cosa consiste il problema con la durata della garanzia.
Marc Almond, che oggi compie sessant’anni, è uno di quei cantautori e personaggi pop con un grande culto e notorietà nel loro paese – il Regno Unito – e assai meno noti nel resto del mondo. La cosa per cui è davvero famoso in mezzo mondo, anche a chi il suo nome non dica niente, è la cover di un pezzo americano degli anni Sessanta che la sua band dei Soft Cell (un duo, lui e David Ball) fecero nel 1981 e che diventò una delle cose più popolari della New Wave e fu ballato per decenni: “Tainted love” (fu il singolo più venduto nel Regno Unito quell’anno). Nel suo libro Playlist, Luca Sofri ne scrisse: In un ipotetico museo musicale stanno senz’altro le due note su cui è sostenuta tutta “Tainted Love” (una cover: l’originale la cantava Gloria Jones, moglie di Marc Bolan e alla guida nell’incidente in cui lui morì): è difficile trovare un altro caso in cui due sole note, appunto, siano così immediatamente riconoscibili. Il resto, vien da sé.
Quante ne ha fatte Marc Almond. Oggi compie sessant'anni uno che nella storia della musica pop britannica non si sa dove metterlo: new wave, dance, teatro, arte e gravi incidenti stradali.
Oskar Fischinger nacque il 22 giugno di 117 anni fa e fu un importante animatore, regista e pittore tedesco, conosciuto soprattutto per aver realizzato alcuni dei primi effetti speciali della storia del cinema. Produsse oltre 50 cortometraggi di animazione astratta molto prima dell’arrivo dei computer e dell’animazione digitale: lo fece inventando tecniche e costruendo strane e complicate macchine per metterle in pratica. Per ricordare la sua vita e i suoi anticipatori lavori, Google gli ha dedicato un doodle particolarmente complesso e interattivo: uno strumento per comporre musica a partire da forme geometrice.
Chi era Oskar Fischinger e la storia delle sue animazioni. Molto prima dei computer fu un pioniere dell'animazione astratta, sperimentando con tecniche e macchine inventate da lui.
Giovedì 14 novembre l’INSEE, l’istituto nazionale di statistica francese, ha comunicato che nel corso del terzo trimestre del 2013 (luglio-settembre) il prodotto interno lordo del paese è calato dello 0,1 per cento: il dato è leggermente peggiore delle previsioni e, insieme ad altre cifre che arrivano dalla Germania, indica che durante l’estate c’è stato un rallentamento della debole ripresa economica di cui si sono intravisti alcuni segnali negli ultimi mesi. Nel secondo trimestre del 2013 (aprile-giugno) il PIL francese era aumentato dello 0,5 per cento, dopo due trimestri di leggera contrazione. Nelle prime dichiarazioni a commento di questi dati, il ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici ha fatto di tutto per relativizzare le cifre, scrive Le Monde, dicendo che un risultato “piatto” nel terzo trimestre era previsto e che la crescita del paese per l’anno 2013 rimarrà comunque intorno all’1 per cento. “Noi siamo nella fase in cui la macchina economica si riavvia, la crescita riparte, le imprese francesi vanno meglio […] ma sapevamo che il terzo trimestre sarebbe stato un momento di calo, non è una sorpresa, non è un indicatore di declino, non è una recessione”, ha detto alla radio francese RTL.
Come va la Francia. Non bene, dicono gli ultimi dati economici: intanto il governo Hollande batte tutti i record negativi di gradimento.
Fare una lista dei film più attesi dell’anno è per metà facile, perché in certi casi è evidente che certi film andranno benissimo e faranno molto parlare, e per metà difficile, perché in altri casi bisogna fare ipotesi avendo pochi elementi a disposizione, a volte nemmeno un trailer. Detto questo, e con il parziale conforto basato sulla lista azzeccata che facemmo un anno fa, abbiamo messo insieme l’elenco dei film “più attesi” dell’anno appena iniziato, dove per attesi si intende che se ne parlerà, per il numero di spettatori che li andranno a vedere o per la loro qualità.
I film più attesi del 2020. Italiani e stranieri, nuovi e rifatti, d'azione o d'autore, con grandi attori o con grandi storie.
Non sono solo le censure “politiche” della maggioranza del PdL a escludere la corrente finiana dagli spazi online, come era accaduto nel caso dell’intervento alla Direzione nazionale del Presidente della Camera nascosto dal sito del partito. Adesso ci si mette pure la pruderie automatica di iTunes, che nello spazio del podcast di Otto e e mezzo – che ultimamente ha avuto spesso come tema le scelte dell’onorevole Bocchino – ha accortamente rimosso il suo nome a ogni sua occorrenza.
iTunes censura l’onorevole Bocchino. Nei podcast di Otto e mezzo, il nome del deputato finiano è pudicamente rimosso.
MERS è un acronimo, sintesi dell’inglese “Middle East Respiratory Syndrome”: in italiano, sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus. Questa malattia nelle ultime settimane ha causato la morte di 16 persone in Corea del Sud: solo negli ultimi quattro giorni sono morte cinque persone e si stima che le persone contagiate siano almeno 150, mentre ce ne sono altre centinaia in isolamento per precauzione e per evitare che il virus si possa diffondere ulteriormente. Alcuni ospedali di Seul dove sono stati riscontrati casi di MERS o ci sono pazienti potenzialmente con il virus sono stati chiusi al pubblico, sempre per evitare nuovi contagi. Alcune strutture sanitarie e il governo sudcoreano sono stati criticati per avere provveduto tardivamente, cosa che avrebbe favorito il diffondersi della malattia nei primi giorni. Da dove arriva la MERS Il primo caso di MERS fu identificato nel 2012 da un virologo egiziano, Ali Mohamed Zaki, a Jeddah in Arabia Saudita: analizzando un campione di saliva di un malato di polmonite, il ricercatore notò la presenza di un coronavirus fino ad allora sconosciuto e pubblicò l’esito delle sue analisi sul sistema di condivisione di informazioni su virus ed epidemie ProMED-mail (Program for Monitoring Emerging Diseaes). Un secondo caso fu identificato sempre nel 2012 su un paziente in Qatar che aveva diversi sintomi simili a quelli di una comune influenza. Ricerche successive, basate sul confronto delle informazioni raccolta da Zaki, permisero di identificare diversi altri casi tra Qatar e Arabia Saudita: alcuni pazienti morirono e questo fece accelerare studi e ricerche sul nuovo virus.
Che cos’è la MERS. Quali sono i suoi sintomi, come si trasmette e quanto è pericolosa, ora che se ne riparla dopo i 16 morti in Corea del Sud.
Android Oreo, la nuova versione del sistema operativo di Google per smartphone e tablet, è stata pubblicata ieri e sarà disponibile nei prossimi mesi per gli utenti Android. Android Oreo, la versione 8.0 del sistema operativo, è stata caricata sulla piattaforma Android Open Source Project, quella usata dagli sviluppatori per lavorare sulle versioni modificate di Android (quelle che vanno sui telefoni Samsung, per fare solo un esempio) e sulle app compatibili. Google ha anche detto che la versione di Android Oreo per i telefoni Pixel e per gli ultimi modelli Nexus – prodotti da Google stessa – è già in fase di test e sarà distribuita nelle prossime settimane (lo abbiamo dato per scontato, che tutti sapessero cosa sono gli Oreo). (Android Oreo è stato presentato con un divertente video che fa riferimento all’eclissi solare di ieri)
Le novità di Android Oreo. Il nuovo sistema operativo mobile di Google è stato presentato ieri: migliora la durata della batteria e la sicurezza, e ha un nuovo interessante sistema di notifiche.
Nel sottosuolo dell’Afghanistan ci sono minerali per un valore che supera i mille miliardi di dollari. Le autorità statunitensi hanno da poco confermato il dato dopo aver condotto numerose ricerche sul campo per analizzare i giacimenti minerari del paese, rivela il New York Times. Grandi quantità di ferro, rame, cobalto, oro e litio potrebbero risollevare l’economia dell’Afghanistan, rendendolo uno dei più importanti centri minerari su scala globale. Secondo un documento interno del Pentagono, il paese potrebbe diventare «l’Arabia Saudita del litio», un metallo sempre più prezioso perché molto richiesto per la produzione delle batterie che animano computer portatili e telefoni cellulari. Per aprire le prime miniere occorreranno naturalmente anni, ma l’interesse da parte degli investitori potrebbe portare in breve tempo a nuove opportunità di lavoro per gli afgani e a un rilancio del sistema economico messo a dura prova da decenni di guerre e occupazioni.
L’Afghanistan è una miniera. Il New York Times rivela scoperte minerarie eccezionali che potrebbero sconvolgere l'economia del paese.
“Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose preziose del suo padrone, si mise in viaggio e andò nel Paese dei due fiumi, alla città di Nacor”, si legge nel Libro della Genesi della Bibbia. Di passaggi simili, riferiti ai cammelli, nei racconti biblici della Genesi ce ne sono almeno una ventina, ma secondo diversi studiosi e una nuova ricerca sono un racconto dell’impossibile: all’epoca di Abramo e Giacobbe, cioè la prima metà del secondo millennio avanti Cristo, i cammelli non erano addomesticati e avevano poco a che fare con la vita del popolo ebraico. Come spiega John Noble Wilford sul New York Times, quello dei cammelli – insieme ad altri indizi – confermano che la Bibbia fu scritta o riscritta diverse volte, molto tempo dopo gli eventi cui fa riferimento. L’attendibilità storica dei racconti biblici è messa in discussione da tempo da moltissimi studiosi e la faccenda dei cammelli può essere un buon punto di partenza. Gli studiosi della Bibbia dicono che nel libro capita spesso che alcuni fatti siano narrati con gli occhi di chi li rimaneggiò in periodi storici distanti da quelli in cui si svolsero i fatti. Per dirla con le parole dello storico Noam Mizrahi si tratta di “retro-proiezioni di un periodo più tardo”.
Cammelli che non lo erano (nella Genesi). Un nuovo studio conferma che furono addomesticati in Israele molto dopo le vicende dei patriarchi raccontate nella Bibbia.
A Venezia si cammina ancora sulle passerelle e con gli stivali di gomma. L’acqua alta, anche se meno alta di qualche giorno fa, è ancora lì e non si sposta: ad adattarsi e spostarsi sono tutti gli altri che a Venezia vogliono starci comunque e a qualcuno, chi ha meno da fare, probabilmente, piace anche così. Oggi c’era gente che passeggiava mezza a mollo in piazza San Marco, colorandola con i soprascarpe di colori vivaci che evidentemente vanno per la maggiore tra i turisti, c’era chi si faceva portare in braccio e chi scherzava un po’ come si fa quando si passeggia in una città dopo una nevicata. Le previsioni dicono che la marea potrebbe superare i 70 centimetri (meno di così non causa problemi) anche nei prossimi giorni, specialmente nelle prime ore della giornata. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Venezia è ancora allagata. Anche oggi la marea ha superato i 70 centimetri, costringendo la gente sulle passerelle e negli stivali di gomma.
Giovedì 22 maggio è stato diffuso il video di La La La (Brazil 2014), una nuova canzone della popolare cantante colombiana Shakira, nota anche per la canzone Waka Waka (This Time for Africa) che fece da colonna sonora della scorsa edizione dei Mondiali di calcio in Sudafrica nel 2010. In realtà si tratta di una nuova versione della canzone Dare (La La La), presente nel disco pubblicato da Shakira nel marzo scorso, ora ripubblicata in occasione dei Mondiali di calcio in Brasile. Nel video compaiono diversi calciatori molto famosi tra cui Lionel Messi (Argentina), Neymar (Brasile), Sergio Agüero (Argentina), Radamel Falcao (Colombia) e Gerard Piqué, giocatore spagnolo del Barcellona e peraltro fidanzato di Shakira.
Il video della canzone di Shakira per il Mondiale, “La La La (Brazil 2014)”. Con un sacco di giocatori famosi, tra cui il suo fidanzato.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 813 nuovi casi di contagio da coronavirus, secondo i dati diffusi martedì dalla Protezione Civile, e 162 nuovi morti. In totale, quindi, il bilancio ufficiale dall’inizio dell’epidemia è di 226.699 casi accertati e 32.169 morti. Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono 716, 33 in meno di ieri. I tamponi totali processati a oggi sono 3.104.524, 63.158 più di ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” sono 2.075, per un totale di 129.401. La Lombardia ha fatto registrare 462 dei casi di contagio delle ultime ore e 54 decessi. Il bilancio nella regione continua a essere in ogni caso di gran lunga il peggiore d’Italia, e ammonta complessivamente a 85.481 casi di contagio e 15.597 morti. Nella provincia di Milano i nuovi casi di contagio accertati sono stati 102, di cui 49 a Milano.
Le notizie di martedì sul coronavirus in Italia. I casi rilevati sono 813 in più di ieri e i morti sono 162. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 716.
Il 27 aprile 1945 il partigiano socialista e futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini fece un annuncio a Radio Milano Libera: «Lavoratori, il fascismo è caduto. […] Il capo di questa associazione a delinquere, Mussolini, mentre giallo di livore e di paura tentava di varcare la frontiera svizzera, è stato arrestato. Egli dovrà essere consegnato ad un tribunale del popolo, perché lo giudichi per direttissima. E per tutte le vittime del fascismo e per il popolo italiano dal fascismo gettato in tanta rovina egli dovrà e sarà giustiziato. Questo noi vogliamo, nonostante che pensiamo che per quest’uomo il plotone di esecuzione sia troppo onore. Egli meriterebbe di essere ucciso come un cane tignoso». L’uccisione avvenne il giorno dopo, sabato 28 aprile, esattamente 75 anni fa: nel Comitato di Liberazione Nazionale, di cui Pertini era dirigente, tutti concordavano sul fatto che la Resistenza dovesse assumersi la responsabilità della condanna e della sua esecuzione. Mussolini morì insieme alla sua amante, Claretta Petacci. Per capire perché Petacci rimase con Mussolini fino alla morte, è utile ricostruire brevemente la loro storia, iniziata 13 anni prima.
La morte di Mussolini e Claretta Petacci. Esattamente 75 anni fa furono uccisi dai partigiani a Giulino di Mezzegra, in provincia di Como, di fronte al muro di questo cancello.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
“Discutiamo e stiamo uniti”. Veltroni scrive a Repubblica e risponde ad alcune delle critiche rivolte a lui e al suo documento.
I gestori degli impianti di risalita e molti amministratori locali hanno accolto con rabbia e frustrazione la decisione di rinviare l’apertura delle piste da sci almeno fino al 5 marzo. Nel tardo pomeriggio di domenica 14 febbraio, poche ore prima dell’annuncio della decisione del governo, in molte località sciistiche i gatti delle nevi stavano preparando le piste in vista dell’apertura degli impianti di risalita, fissata oggi in Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, e mercoledì 17 febbraio in Veneto. Il lavoro degli impiantisti è stato fermato dall’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha prolungato la chiusura per quasi tre settimane. Il rinvio è stato deciso in seguito al parere del Comitato tecnico scientifico che ha sconsigliato la riapertura degli impianti a causa della preoccupante diffusione delle cosiddette varianti del coronavirus, più contagiose. Nel comunicato diffuso domenica sera, il ministero ha detto che il «governo si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori».
Perché i gestori degli impianti sciistici sono arrabbiati. Più che per il prolungamento della chiusura, per il ritardo con cui è stata comunicata: domenica sera i gatti delle nevi preparavano le piste per oggi.
Il destino del tessuto “leopardato” – la più diffusa tra le stampe di disegno animalesco – è sempre stato duplice e contraddittorio, come quello di molti tratti più estremi delle mode: a seconda dei tempi e dei contesti è stato ritenuto molto volgare o molto creativo, fino a stabilizzarsi in un suo ruolo familiare e mainstream nell’estetica della moda, che gli permette tuttora di ascendere a creazioni lussuose o discendere ad abusi imbarazzanti. Ma ci sono stati appunto periodi diversi: Vogue scrive che “la stampa leopardo è sempre stata sinonimo di classe ed eleganza. E questo valeva in special modo nel cinema della prima metà del secolo scorso. […] Man mano però che i costumi si sono evoluti, la stampa animalier, col passare del tempo e delle mode, perse di classe e sofisticatezza in favore di un mood più sexy ed in certi casi anche un po’ volgare”. Le prime stampe su tessuto di disegni delle pelli animali note – quello che nella moda viene chiamato animalier – sono del Settecento. Già nel 1947 Dior – che risulta per questo nelle storie della moda come un precursore del settore – aveva proposto la stampa animalier nelle sue sfilate, e quest’anno è tornata a vedersi in passerella a febbraio per la collezione/autunno inverno di Burberry Prosum. Solo qualche settimana fa, per la settimana della moda di Londra, la modella Kate Moss indossava una giacca con un motivo leopardato bianco e nero, ma prima di lei c’erano state Elizabeth Taylor, Gina Lollobrigida, Barbra Streisand e più recentemente Jennifer Lopez e Nicki Minaj. Poi, come si sa, c’è a chi sta bene tutto. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Alti e alti del leopardato. Foto dal 1925 a qualche settimana fa che dimostrano come l'immagine dei tessuti animalier sia passata sopra i rischi di volgarità.
Lo scorso 11 maggio un’insegnante di italiano dell’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo è stata sospesa per due settimane dall’ufficio scolastico provinciale – con conseguente dimezzamento dello stipendio – perché non avrebbe «vigilato» sul lavoro di alcuni suoi studenti di 14 anni che, durante la Giornata della memoria, avevano presentato un video nel quale accostavano la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al “decreto sicurezza” del ministro dell’Interno Matteo Salvini. È una decisione che sta facendo discutere moltissimo, per l’atteggiamento apparentemente molto zelante dei funzionari del ministero e perché la normativa vigente sulla vigilanza degli insegnanti fa riferimento a un’attività di controllo volta a proteggere l’incolumità fisica degli studenti, e non riguarda il lavoro didattico. L’ispezione che ha portato alla sospensione è nata da un tweet inviato al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti a fine gennaio da Claudio Perconte, un attivista di destra di Monza (alcuni giornali scrivono di CasaPound) che si definisce sovranista e che non è chiaro come abbia ottenuto le informazioni sul video della scuola di Palermo. Nel primo tweet – a cui sono seguiti altri interventi simili sui social – diceva: «Salvini-Conte-Di Maio? Come il reich di Hitler, peggio dei nazisti. Una professoressa ha obbligato dei quattordicenni a dire che Salvini è come Hitler perché stermina migranti. Al Miur hanno qualcosa da dire?».
La storia dell’insegnante sospesa per due slide degli studenti su Salvini. Durante un lavoro in classe avevano autonomamente accostato la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al "decreto sicurezza".
Una volta a Fernandina, l’isola meno esplorata nell’arcipelago delle Galapagos, viveva una sottospecie di tartaruga gigante. Nel 1906 alcuni esploratori della California Academy of Sciences trovarono un esemplare maschio della tartaruga, che uccisero per conservarlo come campione. L’avvistamento successivo avvenne nel 1964, quando una spedizione sull’isola segnalò la presenza di escrementi di tartaruga. Nel 2009 un’indagine aerea avvistò qualcosa che aveva l’aspetto di una tartaruga. Alla prova dei fatti, però, di quel rettile non c’è traccia da 111 anni. Oggi la ricerca di questa tartaruga – e di una ventina di altre “specie perdute” – sta per ricominciare.
Il progetto per trovare 25 animali di cui abbiamo perso le tracce. Un'organizzazione texana si metterà alla ricerca delle specie che ufficialmente non sono estinte ma che non si vedono da parecchio.
Quando a Tavernola è suonata la sirena di allarme, domenica 7 marzo alle 11:15, i duemila abitanti del comune hanno memorizzato il suo suono acuto e persistente: è il segnale che verrà azionato se la frana del monte Saresano si muoverà verso il lago d’Iseo, dove la caduta di milioni di metri cubi di roccia potrebbe provocare un’onda anomala. È stata solo una prova, ma da quel giorno chi abita a ridosso di via Roma, la strada affacciata sul lago, attende con una certa ansia che l’emergenza rientri. Al momento, però, nessuno può prevedere quando succederà. In realtà il problema non coinvolge solo Tavernola: è molto più esteso e soprattutto inedito per le province di Bergamo e Brescia, in Lombardia. Un’allerta tsunami non è esattamente una cosa comune, in un’area a oltre 150 chilometri in linea d’aria dal mare più vicino. Eppure tutti i paesi di fronte a Tavernola, anche a Montisola e sulla sponda bresciana del lago, hanno dovuto aggiornare i piani di emergenza e avvertire la popolazione del sorprendente pericolo. Molte strade sono state chiuse, la Protezione civile si è preparata ad accogliere centinaia di persone che dovranno evacuare le loro case in caso di allarme, e il comune di Parzanica, a otto chilometri di distanza da Tavernola, è quasi isolato.
Sul lago d’Iseo ci si prepara per un’onda anomala. Una enorme frana in movimento verso l'acqua ha attivato precauzioni inedite e grossi disagi, in attesa che l'allerta rientri.
Il Senato ha approvato oggi la riforma delle pensioni nota come “quota 100” e il cosiddetto “reddito di cittadinanza” (abbiamo spiegato qui come funziona); le opposizioni ne hanno approfittato per inscenare una serie di proteste coreografiche. La più spettacolare è stata quella dei senatori di Forza Italia, che durante la dichiarazione di voto della capogruppo Annamaria Bernini hanno indossato dei gilet azzurri con la scritta “sì lavoro, no bugie”. La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, anche lei proveniente dal gruppo di Forza Italia, ha duramente ripreso i suoi ex colleghi. «Il folklore non appartiene all’aula del Senato ma soltanto alle piazze, vergogna», ha detto, per poi sospendere brevemente la seduta. Un altro momento di tensione è avvenuto durante la dichiarazione di voto del Movimento 5 Stelle. La senatrice Paola Taverna ha attaccato il Partito Democratico in maniera così dura e virulenta che la presidente del Senato è intervenuta per interromperla e chiederle di limitarsi a fare una dichiarazione di voto «tranquilla». Nel dibattito è intervento anche l’ex segretario del PD Matteo Renzi, che ha definito le due misure «un atto di masochismo» poiché, sostiene, peseranno sulle future generazioni senza produrre benefici reali.
Le foto di oggi dal Senato. Sono state approvate quota 100 e reddito di cittadinanza e ovviamente non sono mancate le proteste (la più coreografica è quella dei gilet azzurri di Forza Italia).
L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato condannato a 6 anni di carcere per corruzione e finanziamento illecito nell’ambito di uno dei processi di primo grado legati a Mafia Capitale. Alemanno ha ricevuto anche l’interdizione dai pubblici uffici per due anni e la confisca di 298.500 euro. Alemanno era stato accusato di aver ricevuto 298.500 euro da Salvatore Buzzi – uno dei principali imputati nel processo su Mafia Capitale, già condannato in appello – in cambio di indicazioni su alcune nomine di Ama (la società che gestisce i rifiuti a Roma), di alcuni grossi appalti e dell’intermediazione per ottenere crediti che Buzzi aveva con la pubblica amministrazione di Roma. La procura di Roma, che aveva accusato Alemanno di essere «l’uomo politico di riferimento» di Buzzi nell’amministrazione romana, aveva chiesto una condanna di 5 anni di carcere.
L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato condannato a 6 anni di carcere per corruzione e finanziamento illecito.
Jon Ronson è un giornalista gallese che ha vissuto a Londra e negli Stati Uniti, ha pubblicato diversi libri con considerevoli successi grazie a uno stile che mescola indagini giornalistiche a riflessioni ed esperienze personali e considerazioni generali. Il suo ultimo libro “So you’ve been publicly shamed” è uscito la scorsa primavera, e viene pubblicato in italiano il 28 ottobre da Codice Edizioni con la traduzione di Fjodor Ardizzola e il titolo “I giustizieri della rete“. Racconta una serie di casi – alcuni familiari a chi ha seguito le discussioni sui social network – di “umiliazioni pubbliche” inferte su internet con grande partecipazione (che a volte trabocca nel linciaggio) a persone che si sono rese responsabili di misfatti molto diversi tra loro, dal plagio alla battuta razzista, per i quali hanno subito conseguenze personali e professionali molto pesanti, proprio a causa (per merito, o per colpa?, si chiede Ronson) delle “gogne pubbliche”. E su queste storie Ronson costruisce una serie di riflessioni su cosa siamo e come ci comportiamo, non soltanto su internet. Questo è l’inizio del secondo capitolo, dove si racconta la disgrazia dell’importante giornalista Jonah Lehrer. *****
Beccàti. Il libro di Jon Ronson sui "giustizieri della Rete" e sulle storie - alcune le sapete - di vittime e colpevoli nelle condanne pubbliche dei social network.
Lo scorso 23 gennaio l’editore dell’agenzia di stampa Adnkronos, Giuseppe Marra, ha annunciato che l’azienda intendeva attivare la procedura di il licenziamento collettivo – in base alla legge 223/91 – per 20 giornalisti e 3 poligrafici, oltre un quarto dei lavoratori dell’agenzia. I poligrafici sono i dipendenti di un giornale che non sono giornalisti, principalmente i tipografi e gli impiegati amministrativi, ma non i dirigenti (come il direttore marketing o il direttore editoriale). L’assemblea dei lavoratori ha reagito approvando un documento in cui si respingeva «con forza la comunicazione» e in cui si programmavano cinque giorni di sciopero. Mercoledì 5 febbraio l’assemblea ha diffuso un secondo comunicato a seguito dell’incontro che si è svolto a Roma presso la Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) tra le rappresentanze sindacali e i dirigenti dell’agenzia, e durante il quale è stata ribadita la volontà di procedere ai licenziamenti «pur confermando la solidità dei conti e quella patrimoniale, l’assenza di uno stato di crisi ed escludendo categoricamente la volontà di ricorrere agli ammortizzatori sociali previsti». Per la giornata di ieri, giovedì 6 febbraio, è stato dunque indetto un nuovo sciopero. Nel comunicato si spiegava anche che l’assemblea era stata costretta a riunirsi all’aperto, in piazza Mastai a Roma, «poiché l’editore non aveva concesso l’uso dei locali dell’azienda per la riunione convocata dai lavoratori, negando inoltre l’ingresso in redazione al segretario dell’Associazione stampa romana, Paolo Butturini».
Cosa succede all’AdnKronos. Sono stati annunciati licenziamenti collettivi in base a una legge mai applicata al settore dell'editoria, e nonostante l'agenzia di stampa non sia in crisi.
Il 31 marzo di un anno fa Nipsey Hussle, famoso rapper americano di 33 anni, fu ucciso a colpi di arma da fuoco fuori dal suo negozio di abbigliamento nel sud di Los Angeles. Dopo la sua morte, più di 20mila persone parteciparono a una cerimonia in suo onore in cui si esibì Stevie Wonder e fu letta una lettera di Barack Obama; nel gennaio di quest’anno Nipsey Hussle ha vinto due Grammy postumi. Nelle prossime settimane inizierà invece il processo a Eric Holder, l’uomo che pochi giorni dopo la morte di Nipsey Hussle fu arrestato e accusato del suo omicidio, e che finora si è dichiarato innocente nonostante forti prove. Nipsey Hussle, nome d’arte di Ermias Davidson Asghedom, era nato e cresciuto a Los Angeles e da adolescente aveva fatto parte di una gang della città. Il suo primo disco – Victory Lap – era uscito nel 2018 e ai Grammy del 2019 era stato nominato come miglior disco rap, nella categoria poi vinta da Invasion of Privacy di Cardi B. Hussle aveva anche fondato una casa discografica, la All Money In, con la quale produceva le sue canzoni. In un recente articolo su di lui, BBC ha scritto che «era visto come un eroe dalla sua comunità», verso la quale si era impegnato con alcuni progetti di sostegno per le persone svantaggiate.
Un anno dopo la morte di Nipsey Hussle. Ad aprile inizierà il processo contro l'uomo accusato di aver ucciso un anno fa un famoso rapper a Los Angeles.
Ieri Mark Zuckerberg ha vinto una causa legale contro Cameron e Tyler Winklevoss, i suoi ex compagni di università a Harvard che lo accusano di aver creato Facebook rubando una loro idea (“Harvard Connection”, rinominato poi ConnectU). Una corte d’appello degli Stati Uniti ha stabilito infatti che i gemelli Winklevoss devono accontentarsi del risarcimento in contanti e in azioni di Facebook pari a 65 milioni di dollari, ottenuti con l’accordo sottoscritto nel 2008. I Winklevoss avevano aperto una nuova causa contro Zuckerberg accusandolo di aver mentito sul reale valore di Facebook al momento di determinare il valore del risarcimento, sostenendo di avere quindi diritto a una somma maggiore. Facebook non aveva mai calcolato il valore delle sue azioni ed erano stati i gemelli a calcolarlo basandosi su un comunicato stampa diffuso dall’azienda qualche mese prima. I gemelli sostengono che Zuckerberg avrebbe potuto fornire una valutazione più recente del valore di Facebook. Uno degli avvocati dei Winklevoss ha detto che i suoi clienti chiederanno una nuova udienza a una giuria più numerosa, tentando di ribaltare la sentenza. Se il distretto giudiziario dovesse respingere un nuovo appello, i gemelli potrebbero solo fare ricorso alla Corte Suprema.
I Winklevoss hanno perso la causa contro Zuckerberg. Si accontentino dei soldi ottenuti con l'accordo del 2008, ha detto una corte d'appello americana.
Domani Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), presenterà i dati dell’ultima analisi del mercato dei libri in Italia fatta dall’Ufficio studi dell’organizzazione, nella giornata finale del XXXV Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, a Venezia. In generale sono dati positivi per chi fa libri: considerando libri di carta, ebook e audiolibri, il fatturato delle case editrici nel 2017 è aumentato del 5,8 per cento rispetto al 2016 ed è stato pari a 1,485 miliardi di euro. Questo dato va considerato e confrontato con quelli diffusi all’ultima Buchmesse di Francoforte, tenendo conto che non comprende i ricavi dovuti ai libri scolastici, scientifici, tecnici e medici, e quelli relativi alla vendita di diritti all’estero e di banche dati. Una cosa importante: i dati sulle copie vendute non tengono conto delle copie vendute attraverso Amazon, che non fornisce all’AIE i propri dati. Quindi il dato sulle copie effettivamente vendute non tiene conto di quelle vendute attraverso Amazon. Nel 2017 secondo questi dati sono stati venduti 88,6 milioni di copie, l’1,2 per cento in più rispetto al 2016. È la prima volta da sette anni che c’è un aumento di numero di vendite di singoli libri di carta. In ogni caso anche il mercato degli ebook e degli audiolibri è cresciuto nel 2017: ha avuto un fatturato di 64 milioni di euro nel 2017, il 3,2 per cento in più del 2016.
Il mercato dei libri in Italia cresce. I dati sul 2017 dell'Associazione Italiana Editori dicono che il fatturato delle case editrici è aumentato, e ci sono altri segnali incoraggianti.
Domenica pomeriggio a Milano alcune migliaia di persone (ventimila, secondo i giornali) hanno partecipato a una manifestazione – nata spontaneamente sui social network e poi organizzata con la collaborazione dell’amministrazione cittadina – dallo slogan “Nessuno tocchi Milano”, in risposta alle violenze dell’altra manifestazione di venerdì primo maggio. I manifestanti, oltre a sfilare per le vie adiacenti alla stazione Cadorna, hanno ripulito i muri dalle scritte lasciate da chi li aveva danneggiati il primo maggio. Il sindaco Giuliano Pisapia ha detto: “questa è la festa della Milano che unisce, questa è la festa della Milano che reagisce”.
Le foto di “Nessuno tocchi Milano”. Migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione per pulire le vie del centro danneggiate durante il corteo del primo maggio.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 5.193 casi positivi da coronavirus e 57 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 4.664 (48 in meno di ieri), di cui 547 nei reparti di terapia intensiva (1 La storia di uno dei delitti più noti e violenti degli anni Settanta, al centro del film tratto da “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati
“Centralità, non centrismo”. Massimo Cacciari sull'Espresso spiega perché il PD deve allearsi con l'UdC.
Quando Gizmodo pubblicò le prime immagini di un prototipo del nuovo iPhone 4, facendo imbufalire i responsabili di Apple, dalle parti di Nokia qualcuno alzò probabilmente un sopracciglio: tutto già visto e sperimentato. Il più grande produttore al mondo di telefoni cellulari si è dovuto confrontare più di una volta con le fughe di notizie sui propri prodotti e da qualche mese è alla caccia di un prototipo finito misteriosamente nelle mani di un blogger in Russia, che ha pubblicato online una dettagliata recensione del nuovo telefono cellulare. La vicenda si trascina dallo scorso aprile, ma negli ultimi giorni ha avuto alcuni importanti sviluppi con la decisione di Nokia di ricorrere alle forze di polizia russe per recuperare lo smartphone. La società finlandese aveva dato notizia della scomparsa del cellulare, un prototipo del nuovo modello N8, il 27 aprile scorso con un post sul proprio blog dal titolo inequivocabile: “Uno dei nostri piccoli non si trova più”. Per tutelare la propria immagine e il prodotto ancora da introdurre sul mercato, Nokia ricordava che lo smartphone finito nelle mani del blogger era ancora una versione di prova da affinare e priva di numerose funzionalità, che sarebbero state poi introdotte nella versione finale del telefono. Il messaggio del produttore si concludeva con un appello per ottenere indietro il prototipo.
Nokia vuole il suo prototipo indietro. La società ha deciso di coinvolgere le autorità russe per recuperare da un blogger il nuovo smartphone N8.
Silvio Berlusconi donerà 10 milioni di euro alla regione Lombardia per gli sforzi contro il coronavirus. Lo ha annunciato stamattina una nota diffusa dal suo partito, Forza Italia. Nel comunicato si legge che i soldi saranno messi a disposizione «per la realizzazione del reparto di 400 posti di terapia intensiva alla fiera di Milano o per altre emergenze». Berlusconi ha un patrimonio personale di circa 4,9 miliardi di euro. Il presidente Silvio #Berlusconi ha deciso di mettere a disposizione della @RegLombardia, tramite una donazione, la somma di 10 milioni di euro, necessaria per la realizzazione del reparto di 400 posti di terapia intensiva alla fiera di #Milano o per altre emergenze. pic.twitter.com/OgseJmg1T8
Silvio Berlusconi donerà 10 milioni di euro alla regione Lombardia per gli sforzi contro il coronavirus.
Da qualche settimana negli Stati Uniti si parla della “Kiki challenge”, una specie di balletto sulla canzone “In My Feelings” del rapper canadese Drake che molte persone stanno eseguendo, filmando e condividendo sui social. È un fenomeno a metà tra la dab dance, cioè un particolare movimento delle braccia nato nella cultura hip hop e poi diventato virale, e la mannequin challenge, quella “sfida” che consisteva nel rimanere fermi immobili in posizioni strane a cui si prestarono in molti un paio di anni fa. La “Kiki challenge” è, almeno per ora, un fenomeno di dimensioni molto più ridotte, ma per la sua particolarità di svolgersi sulle strade e in presenza di macchine ha causato alcuni problemi e preoccupazioni, a volte basati su video falsi. Tutto è cominciato con un video pubblicato un mese fa su Instagram dal comico americano Shiggy, che si è fatto riprendere mentre ballava “In My Feelings”, una canzone dell’ultimo disco di Drake, Scorpion. Il ballo di Shiggy, che ha 1,8 milioni di follower, era piuttosto scenografico, seppure non troppo difficile, e per qualche motivo – che non si conosce davvero, come capita spesso per i meme – è diventato virale ed è stato in fretta imitato da centinaia di persone.
C’è una cosa che si chiama “Kiki challenge”. Un balletto da fare per strada, vicino a una macchina e su una canzone di Drake è diventato virale nelle ultime settimane, costringendo la polizia a prendere precauzioni in diversi paesi.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 9.338 nuovi casi di contagio da coronavirus e 73 decessi. Le persone attualmente ricoverate sono 8.473 (592 in più rispetto a ieri), di cui 797 nei reparti di terapia intensiva (47 in più di ieri) e 7.676 ricoverate con sintomi (545 più di ieri). Sono stati analizzati 98.862 tamponi e testate 65.824 persone. È risultato positivo il 9,4 per cento dei tamponi di cui è stato comunicato il referto. Ieri i contagi registrati erano stati 11.705, i decessi 69. !function(){"use strict";window.addEventListener("message",(function(a){if(void 0!==a.data["datawrapper-height"])for(var e in a.data["datawrapper-height"]){var t=document.getElementById("datawrapper-chart-"+e)||document.querySelector("iframe[src*='"+e+"']");t&&(t.style.height=a.data["datawrapper-height"][e]+"px")}}))}();
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, lunedì 19 ottobre.
The Verge – apprezzato sito di tecnologia e cultura pop – ha compilato, come ogni anno, una classifica dei migliori videogiochi degli ultimi 12 mesi. The Verge ha anche spiegato che quest’anno è stata particolarmente dura: «Facciamo fatica a ricordare 12 mesi così pieni, con così tanti ottimi videogiochi. Sviluppatori indipendenti, studi di videogiochi blockbuster, pensatori di realtà virtuale e creatori che sfuggono a queste definizioni: ogni angolo dell’industria dei videogiochi ha contribuito a quello che è stato uno dei più strani, vari e migliori anni della breve storia dei videogiochi». Nella classifica di The Verge ci sono videogiochi per PC, per Xbox e PlayStation, ma anche un gioco a cui ha giocato praticamente chiunque, fosse anche solo per curiosità. E c’è pure No Man’s Sky: un gioco che è stato attesissimo per anni e quando finalmente è uscito è stato criticato perché molto noioso. Secondo la redazione di The Verge il gioco ha comunque dei grandi meriti oggettivi, perché ha portato un po’ più avanti il concetto di cosa possa essere e di come possa funzionare un videogioco moderno. Tra quelli che hanno deciso di andare avanti togliendo, anziché aggiungendo cose, c’è invece Superhot, uno sparatutto minimale.
Gli 11 videogiochi più belli del 2016. È stato un anno ricchissimo di uscite interessanti, scrive The Verge, e ce n'è almeno uno a cui probabilmente avete giocato.
L’11 aprile a Las Vegas, in Nevada, è iniziata la sesta edizione del CinemaCon 2016, il congresso annuale della National Association of Theatre Owners (NATO), cioè la più importante associazione statunitense di proprietari di sale cinematografiche. In questi giorni sono passati di lì tantissimi attori, tutti famosissimi, che sono saliti sul palco per le varie presentazioni dei loro film e delle case cinematografiche che rappresentano. Per Warner Bros. c’erano, tra gli altri, Russell Crowe, Samuel L. Jackson e Bradley Cooper, per Paramount Pictures Amy Adams e Jeremy Renner, mentre per Sony Pictures Jennifer Lawrence e Chris Pratt. E poi anche Ben Affleck, Jared Leto, Meghan Fox, Eddie Redmayne, Cara Delevingne, Samuel L. Jackson, Matthew McConaughey e altri ancora, se non sono ancora abbastanza. Il CinemaCon finirà domani, 14 aprile. Il 2015 è stato l’anno in cui, nella storia, i cinema di Canada e Stati Uniti (i cui dati vengono spesso conteggiati insieme) hanno incassato di più, per un totale di 11,13 miliardi di dollari. Parte del merito è del nuovo Star Wars, che da solo ne ha incassati circa 600 milioni. Il precedente record era stato fatto nel 2013, quando i cinema di Canada e Stati Uniti avevano incassato in tutto 10,9 miliardi di dollari.
Chi è passato dal CinemaCon 2016? tanti attori tutti famosissimi, tra cui Jennifer Lawrence, Amy Adams, Bradley Cooper e Cara Delevingne.
Il candidato del centrosinistra e presidente uscente Nicola Zingaretti ha vinto le elezioni regionali del Lazio. Mentre lo scrutinio dei voti per le elezioni politiche è iniziato subito dopo la chiusura dei seggi, alle 23 di domenica 4 marzo, quello dei voti delle elezioni regionali è cominciato solo alle 14 di lunedì 5 marzo, ed è ancora in corso. La vittoria di Nicola Zingaretti è rimasta in certa per diverse ore, perché il suo margine di vantaggio rispetto a Stefano Parisi e Roberta Lombardi, candidati del centrodestra e del Movimento 5 Stelle, è piuttosto ridotto. Con 5.244 sezioni scrutinate su 5.285 Zingaretti è attualmente al 33,9 per cento circa, mentre Stefano Parisi del centrodestra è al 31,3. Roberta Lombardi, candidata del Movimento 5 Stelle, si è fermata al 27,9 per cento circa. Nella tarda serata di ieri Nicola Zingaretti, a scrutinio non ancora concluso, ha detto che «per la prima volta nella storia del Lazio un presidente è stato confermato». Facendo riferimento ai risultati delle politiche ha aggiunto che il suo successo in regione è arrivato «dopo la più devastante sconfitta nella storia del centrosinistra» che è stato sconfitto anche in Lombardia dove le regionali sono state vinte da Attilio Fontana, della Lega. Zingaretti ha 52 anni, e nel 2013 vinse le elezioni regionali con il 40 per cento dei voti, battendo di più di dieci punti il suo rivale di centrodestra, Francesco Storace. Ex segretario della sinistra giovanile e fratello dell’attore Luca Zingaretti, prima di diventare presidente della regione era stato presidente della provincia di Roma, eurodeputato e segretario della Sinistra Giovanile. È considerato un esponente della sinistra del PD, molto apprezzato anche dai fuoriusciti dal partito confluiti in Liberi e Uguali che hanno appoggiato la sua candidatura invece di presentarne una alternativa.
Nicola Zingaretti ha vinto le elezioni regionali in Lazio. La sua vittoria è rimasta incerta per diverse ore, perché il suo vantaggio sugli altri candidati è ridotto: probabilmente non avrà la maggioranza assoluta nel Consiglio regionale.
L’episodio della coppia di alpinisti spagnoli rimasta bloccata tre giorni su una delle Tre Cime di Lavaredo, nelle Dolomiti, è stato molto raccontato dai giornali, soprattutto perché i due hanno rifiutato per due volte l’intervento del soccorso alpino, giunto sul posto con l’elicottero dopo la chiamata della madre di uno dei due. Dopo essersi ostinati per proseguire la scalata, al terzo intervento dei soccorsi la coppia ha infine accettato di essere riportata a valle: un primario del Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza (SSUEM) di Pieve di Cadore, uno degli ospedali di riferimento delle Dolimiti, ha detto a Rai News che ora i due dovranno pagare l’intero costo dell’intervento, per un conto totale compreso probabilmente tra gli 8 e i 10mila euro. Ma come funziona l’elisoccorso in Italia? Quando si può chiamare, e quando lo si deve poi pagare? Come funziona il soccorso alpino in Italia In Italia il SSUEM, cioè il servizio di soccorso sanitario di emergenza, si avvale di diversi corpi per il soccorso in aree di montagna e in quelle che sono definite di accesso “impervio” (che possono essere anche al mare, per capirci). In larga parte gli interventi sono svolti con gli uomini e i mezzi del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (CNSAS), che è una sezione del Club Alpino Italiano (CAI), ma talvolta sono compiuti anche dagli appositi corpi della Guardia di Finanza, dall’Esercito o dai Vigili del Fuoco.
Come funziona il soccorso alpino. Chi lo gestisce, quando interviene e quando bisogna pagarlo di tasca propria, ora che se ne parla per la coppia spagnola nelle Dolomiti.
T Magazine, il mensile di moda, arte, viaggi e design del New York Times, ha raccolto cinque prodotti e tendenze nel mondo dei cosmetici nati negli anni Ottanta e che continuano a essere diffusi anche oggi. Kari Molvar, l’autrice dell’articolo, racconta che all’epoca ci si vestiva e truccava puntando a essere eccessivi, eccentrici e totalmente lontani da uno stile “normcore“: è un gusto che sta tornando, anche grazie alla nostalgia per gli anni Ottanta protagonisti di serie tv, film e delle sfilate delle ultime settimane della moda. Gli anni Ottanta furono (anche) l’epoca delle sopracciglia folte, dei colori vivaci per ombretti e rossetti, della profusione del blush – all’epoca chiamato fard, una polvere per colorare le guance – e degli smalti in mille tinte. Creme fondotinta e polveri terrose venivano usate per scolpire i tratti del viso, esattamente come si fa ora con il contouring, servendosi di BB cream (creme che funzionano da idratante, fondotinta, opacizzante e protezione solare) e blush, o con lo strobing, dove si usa invece l’illuminante. Sempre in quegli anni, le aziende di cosmesi introdussero nuovi prodotti studiati in laboratorio per la cura del viso che sono tutt’ora in uso.
5 cosmetici degli anni Ottanta che usiamo ancora. Smalti, rossetti e creme per la pelle che vennero inventati in quell'epoca e che sono tornati di moda o non sono mai scomparsi.
Prima di arrivare nei negozi, in molti paesi del mondo i nuovi videogiochi sono valutati da un ente indipendente dai produttori, che indica la fascia di pubblico cui sono consigliati e l’eventuale presenza di contenuti giudicati violenti o diseducativi. Tra i comportamenti ritenuti censurabili ci sono l’incoraggiamento all’uso di droghe o al gioco d’azzardo, il linguaggio volgare, la pornografia e le scene di violenza. Il sistema in uso dal 2003 in buona parte dell’Europa è il PEGI (Pan European Game Information), e indica «il gruppo d’età per il quale forme di intrattenimento quali film, video, DVD e giochi per computer sono più adatte». Le categorie sono cinque, rispettivamente a partire dai 3, 7, 12, 16 e 18 anni. Negli Stati Uniti, l’ente che si occupa delle indicazioni d’età è l’ESRB (Entertainment Software Rating Board), creato nel 1994 dai produttori di videogiochi ma formato da esperti anonimi e indipendenti. Negli Stati Uniti le categorie sono leggermente diverse ed espresse tramite sigle: EC (Early Childhood, a partire dai 3 anni), E (Everyone, a partire dai 6 anni), E10+ (dai 10 anni di età), T (Teen, a partire dai 13 anni), M (Mature, dai 17 anni) e AO (Adults Only, solo per chi ha compiuto 18 anni). La classificazione non è obbligatoria per legge né negli USA, né in gran parte dei paesi europei, e questo è il motivo per cui alcuni giochi non vengono valutati. Jacob Rubin ha lavorato all’ERSB nel 2000 e racconta su Slate come funziona il mestiere di valutatore di videogiochi, e come potrebbe cambiare nel prossimo futuro.
L’uomo che giudica i videogiochi. Per decidere l'età adatta per un videogame, guarda ore di partite senza giocare un solo minuto, alla ricerca di scene violente e "fontane di sangue".
Davanti a un enorme macchinario color panna ci sono quattro ricercatori, coperti dalla testa ai piedi con una tuta bianca. Si intravedono solo i loro occhi e non si sentono suoni, fermati dal vetro che protegge la Clean Room, la camera pulita. I tecnici devono stare attenti quando parlano o tossiscono, ma anche quando respirano: le minuscole particelle di acqua liberate nell’aria, così come la polvere, hanno su per giù le dimensioni degli oggetti prodotti in questo laboratorio che fino a qualche anno fa era un garage e oggi è uno dei pochi luoghi al mondo dove si costruiscono sensori e microchip con componenti grandi un micron: un milionesimo di metro, un centesimo di un capello. Prima di arrivare di fronte alla spessa porta della camera pulita, camminando lungo i corridoi grigi della Fondazione Bruno Kessler, sembra di essere in una piccola succursale di un’azienda della Silicon Valley. In realtà la fondazione, che è un ente di ricerca, si trova a Povo, una frazione di Trento a tre chilometri dal centro. È un posto tranquillo e per le strade si vedono solo studenti e studentesse dell’università o ricercatori della fondazione. Non è facile distinguerli, se non per i badge appesi al collo.
Dove nascono i microchip. Nel laboratorio della fondazione Bruno Kessler chiamato "camera pulita" ogni particella di polvere è una minaccia per il silicio.
Dopo mesi di chiusura per l’epidemia da coronavirus, le piscine in Italia hanno avuto l’autorizzazione a riaprire a fine maggio: da allora pian piano sempre più strutture hanno ricominciato le attività, anche se tante devono ancora riaprire. Diversi grandi parchi acquatici hanno posticipato l’inizio della stagione alla fine di giugno o all’inizio di luglio, per riorganizzare gli spazi e le attrazioni in modo da rispettare le linee guida decise dal governo, ma la prospettiva di mettersi in acqua insieme a tante altre persone potrebbe essere preoccupante per molti, soprattutto in uno spazio assai più limitato del mare o di un lago. La risposta breve è che andare in piscina non dovrebbe preoccupare troppo: o meglio, dovrebbe farlo come qualsiasi altro posto affollato. Il rischio di contagio, dicono infatti gli scienziati, non è aumentato in nessun modo dall’acqua, anzi. Anche in piscina, però, è fondamentale rispettare le norme igieniche valide fuori dall’acqua: e quindi occorre rispettare il distanziamento fisico, lavarsi spesso le mani e disinfettare le superfici. La mascherina non va tenuta in acqua, ma fuori sì.
È rischioso andare in piscina? non più che in qualsiasi altro posto affollato: è estremamente improbabile che il coronavirus si trasmetta attraverso l'acqua.
Tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana c’è il nuovo sindaco di New York Bill de Blasio, mentre viene abbracciato dai suoi figli Dante e Chiara (de Blasio ha origini campane e se la cava benissimo con l’italiano), durante i festeggiamenti per la sua elezione. Ma de Blasio non è l’unico sindaco: c’è anche Ignazio Marino, a Roma, in compagnia del nuovo ambasciatore americano in Italia John R. Phillips. In Australia si è vista un sacco di gente famosa durante il Melbourne Cup Day, una delle gare di cavalli più importanti del mondo, tra cui il dj Roger Sanchez e Dita Von Teese. Infine, l’immancabile famiglia reale britannica, col principe Carlo e Camilla in visita ufficiale in India e il principe William impegnato ad assistere ad un delicato intervento chirurgico in un ospedale di Londra. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
L’abbraccio del sindaco. Molta gente famosa in Australia e Carlo e Camilla in India, tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana.
La veloce diffusione e il costante perfezionamento di ammorbidenti, saponi, detergenti e deodoranti per il corpo ha regalato agli ambienti della nostra società, e a noi che ci viviamo, un costante profumo, sempre più dolce e pulito. Persino i negozi e le compagnie aeree stanno creando e proponendo strumenti per profumare i loro ambienti e i loro clienti con aromi brandizzati e protetti da copyright. Questa è una buona notizia per i nostri nasi, ma è una pessima notizia per un mercato un tempo più di successo: quello dei profumi. Negli Stati Uniti, per esempio, le vendite di profumi di medio livello – quei profumi dal prezzo accessibile, non creati da case di moda – si sono dimezzate dal 2000 a oggi. Una ricerca di Euromonitor International ha mostrato che nel 2014 il mercato dei profumi di questo tipo valeva, negli Stati Uniti, l’equivalente di circa 600 milioni di euro. I profumi più costosi – quelli più famosi, con nomi riconoscibili, promossi da importanti campagne pubblicitarie – hanno invece venduto molto di più: dal 2000 a oggi le vendite di profumi di qualità sono aumentate negli Stati Uniti del 16 per cento, fruttando complessivamente circa 5 miliardi di dollari l’anno scorso.
La crisi dei profumi economici. I profumi che costano poco si vendono sempre meno, mentre quelli più famosi – e più cari – si vendono sempre di più: perché?.
Nel 2014 alcuni imprenditori edili turchi decisero di avviare un ambizioso progetto per attirare nuovi residenti provenienti dalla Russia e dai paesi del Medio Oriente in Turchia: il loro piano era quello di realizzare una città unica, stravagante e opulenta, composta esclusivamente da ville di lusso ispirate in particolare a torri e castelli. A causa della crisi economica e di diversi intoppi, però, oggi questa località chiamata Burj Al Babas è stata abbandonata ed è completamente disabitata, oggetto di periodiche attenzioni dei fotografi per il suo paesaggio spettrale e piuttosto inquietante, a metà tra un film della Disney e uno scenario post-apocalittico. All’inizio degli anni Duemila la Turchia fu interessata da un grande sviluppo del settore immobiliare, agevolato sia dalla crescita economica del paese che dalle condizioni favorevoli applicate sugli investimenti per la costruzione di nuovi edifici residenziali e sui mutui. In questo contesto, aveva raccontato il New York Times un paio di anni fa, moltissimi ricchi russi e arabi avevano iniziato a far costruire sfarzose ville sulle coste del mar Egeo o a comprare appartamenti di lusso in riva al mare a Istanbul, allora considerata una delle città europee più alla moda.
La città dei castelli fantasma in Turchia. Burj Al Babas doveva essere una stramba località di ville di lusso, ma oggi è un posto da film post-apocalittico.
Maria Elena Boschi (sottosegretaria alla presidenza del Consiglio) ha scritto un post su Facebook per rispondere alle accuse di Luigi Di Maio (leader del M5S) che aveva definito lei e l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi «gli aguzzini dei correntisti italiani: fanno lo show contro Visco per far vedere che tutelano i risparmiatori, ma li hanno massacrati». Di Maio allude alla mozione del PD per chiedere al governo di non confermare Ignazio Visco governatore di Banca d’Italia – il governo annuncerà la sua scelta venerdì, che sarà poi confermata con un decreto presidenziale – ricordando il caso di Banca Etruria, l’istituto bancario toscano di cui il padre di Boschi, Pierluigi, era stato vicepresidente fino al febbraio del 2015. Se non lo ricordate, lo trovate spiegato qui. In breve: il caso venne fuori lo scorso maggio con la pubblicazione di un estratto in anteprima di Poteri Forti, l’ultimo libro di Ferruccio De Bortoli, che raccontava che Boschi aveva chiesto all’allora amministratore di Unicredit, Federico Ghizzoni, di acquistare Banca Etruria che si trovava in grosse difficoltà. Insieme ad altri manager della banca, Pierluigi Boschi è stato multato per due volte da Banca d’Italia per mancanze nei controlli interni ed errori nella gestione dell’istituto. Banca Etruria è stata poi commissariata su decisione del governo e non è stata comprata da Unicredit.
La risposta di Maria Elena Boschi alle accuse di Luigi Di Maio su Banca d’Italia.
Non che manchino agli occhi di qualunque osservatore equilibrato ragioni più antiche e solide per dimostrare l’iandeguatezza di Mauro Masi alla guida della Rai, ma stiamo solo alla rigorosa logica dell’oggi. La seconda puntata di Vieni via con me, il programma televisivo condotto su Raitre da Fabio Fazio e Roberto Saviano, ha migliorato il già notevolissimo risultato in termini di audience ottenuto con la prima puntata, battendo nuovamente il record storico di Raitre e contando oltre nove milioni di telespettatori, pari al 30 per cento di share. Sono numeri di cui si parlerà per anni.
Masi, forse basta? la morale della favola di "Vieni via con me" è che il direttore generale non sa capire un prodotto vincente e non sa farsi obbedire.
Oggi alle 11 Maurizio Lupi ha riferito alla Camera sulle vicende giudiziarie in cui sono coinvolti per corruzione alcuni dirigenti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e alcuni imprenditori a lui vicini. Al termine dell’informativa Lupi ha dato le proprie dimissioni: lo aveva già annunciato giovedì sera durante la puntata del programma Porta a Porta intervistato da Bruno Vespa. Lupi ha anche detto di avere già comunicato la sua intenzione al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che aveva incontrato in mattinata e cha aveva definito la scelta «una scelta saggia per sé, per NCD, per il governo». Lupi ha preso la sua decisione prima che martedì prossimo alla Camera si svolgesse il voto sulla mozione di sfiducia presentata da Movimento 5 Stelle e SEL nei suoi confronti, che aveva buone probabilità di passare. Da giorni a Maurizio Lupi viene contestata la vicinanza ad alcune persone che hanno collaborato al suo ministero e che sono state accusate di corruzione: su tutti l’ex capo della struttura tecnica del ministero dei Trasporti Ercole Incalza, arrestato lunedì 16 marzo assieme ad alcuni suoi collaboratori. Incalza è accusato di essere stato a capo di un sistema che gestiva appalti legati alla costruzione delle linee dell’alta velocità ferroviaria e di altre grandi opere. Al momento Lupi non è indagato, ma viene citato diverse volte nelle intercettazioni diffuse in questi giorni sul presunto sistema di corruzione alla base delle accuse contro Incalza e Stefano Perotti, imprenditore fiorentino di 57 anni arrestato sempre lunedì.
Maurizio Lupi si dimette. Alla Camera ha dichiarato: "Lascio il governo a testa alta e guardandovi negli occhi continuerò a fare il mio dovere. Il tempo sarà galantuomo".
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato al Parlamento Europeo la proposta della Commissione sul Fondo per la ripresa, il principale strumento europeo per sostenere la ripresa economica dopo il picco della pandemia da coronavirus. La proposta della Commissione si chiama Next Generation EU e si basa sul compromesso raggiunto da Francia e Germania la scorsa settimana, che prevedeva un fondo da 500 miliardi di euro da raccogliere sui mercati finanziari per distribuire sussidi garantiti dal bilancio dell’Unione Europea. La Commissione ha precisato come intende incanalare questi fondi, e aggiunto alla somma alcuni prestiti a tasso agevolato: in totale l’intero pacchetto proposto è di circa 750 miliardi. La Commissione ha anche proposto un piano per il bilancio pluriennale dell’Unione Europea valido fra il 2021 e il 2028, che sarà negoziato nei prossimi mesi.
La proposta della Commissione Europea sul Fondo per la ripresa. È basata sul compromesso fra Francia e Germania e prevede in tutto 750 miliardi, ma deve ancora essere negoziata fra i singoli paesi.
Il premio Nobel per la Medicina 2020 è stato assegnato a Harvey J. Alter, Michael Houghton e Charles M. Rice “per la loro scoperta del virus che causa l’epatite C”. Le loro ricerche resero possibile l’identificazione di una delle cause dell’epatite – una grave infiammazione del fegato – dopo che in precedenza erano già stati identificati i virus responsabili dell’epatite virale A e B. Fu grazie alla scoperta del virus dell’epatite C che fu possibile scoprire la causa di buona parte delle epatiti croniche, rendendo poi disponibili farmaci per trattarle salvando la vita a milioni di persone in tutto il mondo. Fegato ed epatite Il fegato è una delle ghiandole più importanti e la più grande del nostro organismo: ha un ruolo fondamentale nel metabolismo e nella pulizia del sangue, oltre a produrre la bile, una sostanza molto importante nei processi digestivi. Diverse cause possono comportare un’infiammazione del fegato, come l’abuso di alcol, ma tra le cause principali delle epatiti ci sono alcune infezioni virali.
Il Nobel per la Medicina a Harvey J. Alter, Michael Houghton e Charles M. Rice. "Per la loro scoperta del virus che causa l'epatite C", grazie alla quale è stato possibile salvare milioni di vite.
La newsletter del Post Le Canzoni curata da Luca Sofri, peraltro direttore del Post, e destinata agli abbonati, è arrivata martedì alla sua centesima edizione, e centesima canzone raccontata. Nell’occasione la newsletter ha proposto ai suoi lettori un sondaggio per capire meglio le loro preferenze, sia sul contenitore che sul contenuto (assieme al racconto della canzone, e ai link per ascoltarla, la newsletter contiene anche una serie di segnalazioni, aggiornamenti, link a cose altre legate alla musica). Nel sondaggio, i lettori hanno indicato quali sono le canzoni che hanno amato di più tra quelle scelte finora dalla newsletter, con preferenze molto varie: per festeggiare quindi il centenario, e per dare a tutti qualcosa di bello da ascoltare e da leggere in questi giorni domestici, il Post ha aperto a tutti – non solo agli abbonati – le pagine di 20 delle canzoni più segnalate. Le trovate tutte qui. Per ricevere Le canzoni ogni sera (intorno alle 22,30) ci si può abbonare al Post, qui.
Venti canzoni per queste sere. Qualcosa di bello da ascoltare in questi giorni domestici, per celebrare le cento newsletter "Le Canzoni" mandate dal Post.
La regione Veneto ha approvato oggi una delibera per l’assunzione a tempo determinato di medici in pensione per garantire i livelli essenziali di assistenza in caso di carenza di medici negli ospedali. Attualmente in Veneto mancano circa 1300 medici, e dal 2018 a oggi su 246 posti messi a concorso si è riusciti a inserire in graduatoria solo 118 medici. «Li troveremo — ha detto il presidente della regione Luca Zaia — soprattutto con i concorsi regolari. Il problema, però, è che all’ultimo concorso bandito dalla nostra Azienda Zero si sono presentati solo una decina di candidati per 80 posti a disposizione. La nostra delibera non ha nessuna finalità polemica, ma intende semplicemente mettere al centro la priorità di curare i nostri cittadini. Si apre sicuramente una falla e si aprirà il dibattito, ma a noi interessa avere medici». Del problema della carenza dei medici si era parlato di recente anche in Molise, dove l’Azienda sanitaria regionale era stata autorizzata ad affidare alcuni incarichi a medici in pensione per sopperire alla mancanza di personale. Alcuni giorni fa, commentando la decisione del Molise, Zaia aveva detto: «Non c’è comunque bisogno di andare in Molise. Basta chiedere alla nostra Azienda Zero: con 80 posti disponibili, si sono presentati solo 10 candidati. Non ci sono medici perché si è sbagliata la formazione e la specializzazione. E si sbaglia la selezione, affidandola a test: è folle e succede solo in Italia che gli aspiranti non siano messi alla prova in sala operatoria. Per trovare i migliori, bisogna essere cattivi, nelle selezioni. Einstein non è stato certo selezionato con dei test».
Il Veneto ha autorizzato l’assunzione di medici in pensione per colmare la carenza di personale.
Negli ultimi mesi nell’ambiente della musica elettronica sta avendo un grande successo Boiler Room, una serie di concerti o DJ set di famosissimi DJ suonati davanti a poche decine di persone e trasmessi gratuitamente in streaming. I concerti di musica in streaming non sono di per sé una cosa nuova, ma quelli di Boiler Room sono speciali perché sono una specie di “evento” sia per chi partecipa dal vivo – le serate sono spesso su inviti, in posti resi noti solo pochi giorni prima – sia per chi le guarda in diretta, dato che assiste gratis a un DJ set di un DJ spesso molto bravo. Un’altra delle particolarità di Boiler Room è il modo in cui vengono ripresi i concerti: c’è una telecamera fissa che inquadra il DJ, che sta al centro della scena e dà le spalle ai pochi che ballano dietro di lui. In questo modo chi segue lo streaming assiste al DJ set da una posizione privilegiata, come fosse a pochi metri dal DJ. Boiler Room è nato nel 2010 da un’idea di Blaise Bellville, che allora lavorava come direttore della rivista indipendente britannica Platform. Bellville ha raccontato che stava cercando di trasformare un magazzino londinese in uno studio di registrazione, quando dentro al magazzino si è imbattuto nella stanza che conteneva la caldaia (boiler, in inglese). Racconta lo stesso Bellville: «Era fighissima. Ho spostato lì la mia consolle, ho comprato una piattaforma scrausa per i CD. Il piano era registrare una volta la settimana. Ho realizzato che potevo anche filmarmi con una telecamera e trasmettere il tutto in diretta. Era come un pigiama party».
Il grande successo di Boiler Room. Una serie di concerti di musica elettronica trasmessi in streaming raccoglie milioni di visualizzazioni grazie a una certa aura "underground" e l'esclusività dei suoi eventi dal vivo.
La Regione Lombardia ha pubblicato sabato sera un’ordinanza (qui il testo in PDF) che dispone estese e ulteriori chiusure e divieti per contenere la diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2), che tra venerdì e sabato ha fatto registrare sul territorio regionale 546 morti, il dato più alto registrato dall’inizio dell’emergenza. Le decisioni della Lombardia sono ancora più severe e restrittive di quelle annunciate dal governo per tutto il territorio nazionale, riguardano tutte le attività produttive “non essenziali” e valgono fino al 15 aprile. L’ordinanza comprende anche la proroga di molte misure, come le limitazioni agli spostamenti e la chiusura dei negozi. Di seguito ci sono le disposizioni che irrigidiscono o estendono ulteriormente quelle precedenti, o che specificano meglio misure già valide.
Che cosa chiude e cosa è vietato adesso in Lombardia. Una nuova ordinanza prevede ulteriori chiusure e sospensioni, dopo gli ultimi preoccupanti dati sui morti e i contagi da coronavirus.
La Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa delle regole sui prodotti alimentari e farmaceutici, ha annunciato che lavorerà per attuare un divieto sulle sigarette con il mentolo, un estratto dell’olio essenziale della menta usato come additivo in vari prodotti alimentari e cosmetici. In aggiunta, la FDA ha annunciato future restrizioni alla vendita delle ricariche aromatizzate per le sigarette elettroniche, e per vietare del tutto i sigari aromatizzati. Almeno per quanto riguarda le sigarette al mentolo, ci vorranno però degli anni prima che siano messe insieme le regolamentazioni necessarie perché entri effettivamente in vigore il divieto, e prima che siano risolti tutti i ricorsi che verranno presentati dai produttori. Ciononostante, il New York Times l’ha definita «l’azione più aggressiva della FDA contro l’industria del tabacco in quasi dieci anni», in un paese in cui le campagne e i provvedimenti dello Stato contro il fumo sono stati estremamente severi ed efficaci.
Gli Stati Uniti vogliono vietare le sigarette al mentolo. Ma sarà un processo complicato che troverà l'opposizione di molte categorie, e che farà discutere soprattutto gli afroamericani (perché?).
Dan Morrill è uno degli sviluppatori che si occupano di Android, il sistema operativo per smartphone e tablet di Google. Il 3 gennaio ha pubblicato sul proprio profilo di Google+ i bozzetti di quelle che sarebbero potute diventare le mascotte del sistema operativo. Al posto di Bugdroid, il piccolo robot verde che tutti hanno ormai imparato a conoscere e ad associare ad Android, inizialmente si era pensato di utilizzare una serie di mascotte molto più stilizzate e stralunate chiamate “Dandroids”. Nacquero nel 2007, quando Morrill era responsabile delle relazioni con gli altri sviluppatori. Si prese un paio d’ore per lavorare ad alcuni bozzetti da inserire nella presentazione che il suo gruppo di lavoro stava preparando, per il lancio interno di Android destinato agli sviluppatori, che avrebbero poi dovuto testare il sistema operativo e dare i loro pareri sul suo funzionamento.
Le bizzarre mascotte di Android che non ce l’hanno fatta. Il progetto fu rapidamente accantonato con l'arrivo di Bugdroid.
Nelle ore dopo il terremoto in centro Italia di mercoledì 24 agosto alcuni politici e alcuni cittadini hanno proposto al governo di bloccare il jackpot del SuperEnalotto per destinarlo agli sfollati ed alla ricostruzione del dopo-terremoto. Come ha scritto la Stampa il primo a fare la proposta è stato Antonio Boccuzzi, deputato del Partito Democratico, ma la proposta è stata ripresa anche da altri, tra cui per esempio Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. Il fatto è che per il governo italiano è impossibile destinare il jackpot del SuperEnalotto – cioè il premio massimo che si può vincere giocando, quello che cresce se nessuno lo vince – a qualcuno che non ne sia il vincitore perché il SuperEnalotto «è un gioco d’azzardo gestito da SISAL, cioè da un’azienda privata». In più quello tra SISAL e chi gioca al SuperEnalotto è un vincolo che si basa sulla garanzia di avere i soldi “promessi” in caso di vincita e come ha scritto la Stampa «chi ha scommesso lo ha fatto a delle condizioni e non può vedersi sottrarre quella somma di denaro». L’unica cosa che potrebbe eventualmente fare il governo sarebbe destinare ai fondi per il dopo terremoto la percentuale di ogni giocata e di ogni vincita che finisce in tasse. Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha però spiegato che l’idea è «bella ma difficile da realizzare».
No, il governo non può destinare la vincita del SuperEnalotto al dopo-terremoto. È una proposta che sta girando da qualche ora, ma non è una cosa fattibile perché – per cominciare – il SuperEnalotto è gestito da un'azienda privata.
Americani in aeroporto, in fila fuori dagli uffici di collocamento, seduti sulle panchine del Lincoln Memorial di Washington e fotografati per strada o fuori dai negozi: sono alcune delle immagini del fotografo italiano Mario Carnicelli raccolte nel libro American Voyage: Photographs by Mario Carnicelli, pubblicato nel maggio 2018 da Reel Art Press. Nel 1966 Carnicelli vinse il concorso fotografico Premio Nazionale per Fotografi Professionisti Ferrania, con una borsa di studio che gli permise di fotografare gli Stati Uniti tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, visitando città come Detroit, San Francisco, Buffalo, New York e Chicago. Carnicelli era affascinato dalla “quasi sconsiderata libertà offerta dall’America, con il suo mix di culture e tradizioni, la sua moda e la sua individualità; e allo stesso tempo era consapevole della solitudine e dello sradicamento delle persone”.
L’America degli anni Sessanta, fotografata da Mario Carnicelli. Le persone per strada, all'aeroporto o in fila fuori dagli uffici di collocamento, in queste belle foto che mostrano come erano quegli anni.
Il prossimo anno potranno essere candidati agli Oscar anche film che non sono usciti al cinema. La decisione di sospendere temporaneamente la regola che limita la candidatura a film che sono stati per almeno sette giorni in un cinema di Los Angeles è stata presa per via degli effetti che l’epidemia da coronavirus sta avendo sul settore cinematografico. Negli Stati Uniti i cinema sono chiusi da settimane per via delle restrizioni imposte per contenere l’epidemia. L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’associazione che assegna gli Oscar, ha però stabilito che potranno essere candidati solo film per cui la distribuzione cinematografica era inizialmente prevista: non potranno quindi essere candidati tutti i film delle piattaforme di streaming, per esempio. Quando i cinema saranno riaperti, ha spiegato l’Academy, sarà nuovamente valida la normale regola per la candidatura dei film.
Il prossimo anno potranno essere candidati agli Oscar anche film che non sono usciti al cinema.
Il ristorante Mirazur, che si trova a Mentone, in Francia, ed è guidato dallo chef argentino Mauro Colagreco, è al primo posto della classifica del 2019 dei 50 migliori ristoranti al mondo, la World’s 50 Best Restaurants, pubblicata ogni anno dal 2002 dal mensile britannico Restaurant e diventata uno dei punti di riferimento per chef, appassionati e critici gastronomici di tutto il mondo. La classifica è stata annunciata oggi, martedì, al Sands Theatre di Marina Bay a Singapore, dove si è tenuta la cerimonia di premiazione. Al secondo posto è arrivato il nuovo Noma, il celebre ristorante di Copenaghen riaperto dallo chef René Redzepi nel febbraio del 2018, e al terzo Asadro Extebarri ad Atxondo, nei Paesi Baschi, dello chef Victor Arguinzoniz. Mirazur, che nel gennaio 2019 ha ottenuto tre stelle Michelin, si trova ai piedi delle montagne e non lontano dal confine con l’Italia. La cucina dello chef Colagreco, nato nel 1976, è fortemente stagionale e territoriale, mescola ingredienti e sapori della Costa Azzurra arricchendoli con la tradizione italo-argentina: si serve riccamente di frutti di mare e ortaggi, frutta e legumi coltivati nei suoi orti insieme a quelli acquistati nel vicino mercato di Ventimiglia. Il suo piatto forte sono le ostriche con crema allo scalogno, pera e tapioca. Negli ultimi anni la classifica di Restaurant ha ricevuto molte critiche, soprattutto per la propensione verso la cucina europea dai menu degustazione costosi e per un’ostinata esclusione delle chef, e a gennaio è stata introdotta una nuova regola per smuovere le gerarchie: prevede l’esclusione di tutti i ristoranti che negli ultimi 17 anni sono arrivati al primo posto. Tra questi c’è l’Osteria Francescana del modenese Massimo Bottura, vincitore della scorsa edizione, e altri cinque ristoranti (sarebbero sette ma uno, lo spagnolo ElBulli, ha chiuso, mentre il Noma di Copenaghen ha riaperto in una nuova sede), che faranno parte di una sorta di Hall of Fame, una collezione del meglio del meglio. Qui trovate invece la classifica che va dal 51esimo al 120esimo posto (il numero è un omaggio ai 120 anni di San Pellegrino, lo sponsor principale), con solo sei ristoranti guidati da chef donne.
Il francese “Mirazur” è il miglior ristorante al mondo. Perlomeno secondo l'importante classifica della rivista britannica "Restaurant", che da quest'anno esclude i vincitori delle scorse edizioni (come l'Osteria Francescana di Massimo Bottura).
Oriana Fallaci si può definire così, a essere brevi: la giornalista italiana più conosciuta e apprezzata al mondo. Ebbe una vita straordinaria, di cui i più giovani sanno pochissimo e quel che sanno è per via delle cose che scrisse e disse negli ultimi dieci anni della sua vita – dall’11 settembre 2001 in poi – e che furono oggetto di critiche e polemiche, ma era stata moltissimo altro. Inventò un modo tutto suo di scrivere e intervistare, fu una delle prime donne a farsi strada in un mondo che fino ad allora alle donne sembrava precluso, ebbe posizioni radicali, fu molto poco politically correct e per questo divenne oggetto di attacchi e pesanti contestazioni (da cui seppe difendersi con energia). A un certo punto della sua vita diventò un personaggio, a prescindere dalle storie che raccontava e che aveva raccontato: fotografata e intervistata dai più importanti giornali internazionali, con i suoi occhialoni, le sigarette, i suoi cappelli e il suo pessimo carattere. I libri e la Resistenza «Sono nata a Firenze il 29/6/1929 da genitori fiorentini: Tosca ed Edoardo Fallaci. Da parte di mia madre, tuttavia, esiste un “filone” spagnolo: la sua bisnonna era di Barcellona. Da parte di mio padre, un “filone” romagnolo: sua madre era di Cesena. Connubio pessimo, com’è ovvio, nei risultati temperamentali. Mi ritengo comunque una fiorentina pura. Fiorentino parlo, fiorentino penso, fiorentino sento. Fiorentina è la mia cultura e la mia educazione. All’estero, quando mi chiedono a quale Paese appartengo, rispondo: Firenze. Non: Italia. Perché non è la stessa cosa». Così Oriana Fallaci raccontò la sua famiglia in “La vita di Oriana narrata da Oriana stessa per i lettori dell’Europeo”: un testo destinato, appunto, ai lettori della rivista con cui collaborava. La sua era una famiglia di antifascisti militanti. Il padre era iscritto al Partito socialista italiano (PSI) da quando aveva 17 anni:
La storia di Oriana Fallaci, quella vera. Chi era la giornalista italiana più conosciuta e apprezzata al mondo, raccontato un po' meglio che in tv.
Come noto a chi lo frequenta da più tempo, il Post propone una selezione fotografica settimanale di animali scelti per un motivo diverso dalla loro familiarità con gli esseri umani, salvo eccezioni ma che siano notevoli. La scelta consapevole e meditata di evitare animali domestici, già ampiamente coperti dall’informazione tradizionale (“i nostri amici a quattro zampe”), ha favorito la presenza di animali sempre più apprezzati qui al Post – il bradipo, il pangolino, il capibara, il suricato, il maialino pancia a tazza – ma che faticano a farsi strada nei boxini dei siti di news, ed è un peccato. È stato un anno di grandi foto di ursidi di varie specie, dal panda all’orso bruno marsicano, anche per via di un riconosciuto debole di una nostra redattrice. In diversi casi, le raccolte “Weekly beasts” sono state anche un’occasione per raccontare aspetti in larga parte poco noti della vita sociale di molte specie. Altre volte le foto di animali erano semplicemente grandi foto perché frutto di grande bravura o prontezza del fotografo, e in quei casi poteva starci anche l’animale domestico. Come ormai consuetudine, abbiamo quindi raccolto un’antologia delle foto bestiali dell’anno che per un motivo o per un altro abbiamo ritenuto essere le migliori di settimana in settimana. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Best of Bestie 2014. Le più belle foto di animali pubblicate quest'anno dal Post.
Al referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari ha vinto il Sì con oltre il 69 per cento, mentre il No si è fermato a poco più del 30. È la più importante modifica dell’assetto istituzionale nella storia della Repubblica italiana e sarà applicata dalle prossime elezioni: dunque nel 2023, se si arriverà alla scadenza naturale di questa legislatura. I seggi alla Camera passeranno da 630 a 400 e quelli al Senato da 315 a 200: una riduzione di circa un terzo. Oggi ci sono un deputato ogni 96 mila abitanti e un senatore ogni 188 mila abitanti: con il taglio ci saranno un deputato ogni 151 mila abitanti e un senatore ogni 302 mila. Diminuirà dunque sensibilmente il numero di rappresentanti per abitante, ma l’Italia resterà nella media degli altri paesi dell’Europa occidentale. Nel fare paragoni con gli altri paesi europei, si dovrebbe però andare oltre la sola misura quantitativa: in molti paesi europei, infatti, le seconde camere hanno prerogative diversificate.
Cosa cambia dopo il referendum. Numeri, collegi ed elezione del presidente della Repubblica, tra le altre cose: ma solo dalla prossima legislatura.
Non è ancora chiaro quale tra le decine di vaccini sperimentali in fase di sviluppo e test in questi mesi sarà il più efficace e sicuro contro il coronavirus, ma è certo che una volta identificata la soluzione migliore le aziende farmaceutiche e i sistemi sanitari dovranno affrontare uno sforzo produttivo e logistico senza precedenti per fornire dosi a centinaia di milioni di persone. Il settore si sta organizzando per potenziare capacità produttive e di trasporto, ma secondo alcuni osservatori potrebbe comunque avere un problema: la mancanza di freezer potenti a sufficienza per conservare il vaccino. L’azienda farmaceutica statunitense Pfizer, per esempio, sta lavorando a uno dei vaccini ritenuti più promettenti contro il coronavirus. La sua soluzione sperimentale deve essere conservata a -70 °C e, se dovesse essere approvata dalle autorità sanitarie, bisognerà distribuirla in giro per il mondo mantenendo una temperatura così bassa per non interrompere la catena del freddo. Non sarà semplice.
Serviranno anche i freezer, per il vaccino. Alcuni vaccini sperimentali contro il coronavirus devono essere conservati fino a -70 °C, e questo potrebbe complicare la tempestiva distribuzione di milioni di dosi in tutto il mondo.
Tra la gente che valeva la pena fotografare questa settimana e le immagini scelte tra quelle che arrivano dalle agenzie, prevalgono facce felici e soddisfatte, e persino baci di festeggiamento. Ci sono campagne elettorali e concerti, e anche le due cose insieme: e un cane e due lama, e in rappresentanza del nostro paese, il suo più autorevole rappresentante. Oltre a Diego Maradona, beninteso, ad honorem. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Donne, uomini, sorrisi e baci. Le foto di quelli che valeva la pena fotografare questa settimana, compresi regine, ex ministri, attrici, sindaci e gente nei guai con la legge.
Abbiamo passato gli ultimi tre anni a rincorrere i decimi di percentuali di un tasso di disoccupazione giovanile, diffuso mensilmente dall’ISTAT, che si aggirava intorno al 28-29 per cento. Finalmente, l’ultima rilevazione di qualche giorno fa ci informa che la cifra – simbolica, se non fosse carne e sangue dei ragazzi italiani – del 30 per cento è stata raggiunta e superata: il 30,1 per cento di novembre è il tasso più alto di sempre. Il bollettino che reca le ultime dal fronte del mercato del lavoro e dalla trincea dell’inattività, rimbalza ripetutamente nel dibattito pubblico – “un giovane su tre è disoccupato” – fino al punto di esserne stravolta: spesso diventa “un giovane su tre non ha lavoro”, secondo l’uso molto approssimativo di numeri e statistiche che contraddistingue la classe dirigente del Paese.
Bollettino dal Sud. In un grosso pezzo d'Italia meno di un giovane su tre - e di una donna su quattro - ha un lavoro: una generazione digraziata vista nei rapporti ISTAT.
Diversi siti americani di tecnologia sostengono che Apple sia vicina ad acquistare Shazam, la popolare app per dispositivi mobili per riconoscere le canzoni. Secondo TechCrunch, il primo sito a riportare la notizia, l’acquisto sarà ufficializzato lunedì 11 e costerà ad Apple circa 400 milioni di dollari. Shazam esiste dal 2002 e nel 2015 era stata valutata circa un miliardo di dollari. Negli ultimi anni tecnologia che permette all’app di riconoscere una canzone dopo averla ascoltata per pochi secondi è diventata sempre più comune e utilizzata da altre app. Per queste ragioni, secondo Recode, Apple potrebbe essere interessata più al brand di Shazam che alla tecnologia che fa funzionare l’app.
Apple è vicina a comprare Shazam, la popolare app per riconoscere le canzoni.
L’8 settembre 1999, al Grauman’s Egyptian Theatre di Los Angeles, fu proiettato per la prima volta American Beauty: quello che uscì come un film di ambizioni tutto sommato modeste, diretto da un regista sconosciuto – Sam Mendes – e con protagonista un attore di grande talento ma ancora lontano dall’apice della sua carriera – Kevin Spacey – avrebbe finito nel giro di qualche mese per diventare uno dei film di maggiore successo dell’anno, premiato con una sfilza di Oscar e celebrato dalla critica di tutto il mondo. American Beauty, un racconto sull’alienazione e sulla repressione sessuale della classe media suburbana degli Stati Uniti, è considerato ancora oggi uno dei migliori film degli anni Novanta e lanciò la carriera di uno dei più grandi attori del decennio successivo, oggi caduto in disgrazia dopo una serie di accuse di molestie sessuali. American Beauty racconta la storia di Lester Burnham, un uomo di mezz’età che lavora senza soddisfazioni per una rivista e che vive con la moglie e la figlia in un quartiere borghese di periferia di una non meglio identificata città statunitense. Al centro del film c’è una specie di percorso di emancipazione e redenzione del protagonista, che comincia con l’innamoramento per una compagna di classe della figlia, e passa attraverso la marijuana comprata dal figlio del colonnello vicino di casa, il proprio licenziamento e la scoperta del tradimento della moglie. Ma non è una redenzione del tutto positiva: il personaggio di Spacey nel mezzo fa cose spiacevoli e patetiche, e soprattutto la sua storia finisce molto male.
I 20 anni di American Beauty. Uscì con ambizioni tutto sommato modeste e diventò uno dei film più celebri e apprezzati degli anni Novanta, in buona parte grazie a Kevin Spacey.
Il primo sabato del festival del cinema di Cannes sarà ricordato per il discorso di Cate Blanchett e Agnès Varda per chiedere una maggiore presenza femminile nell’industria del cinema a nome di 82 donne, che si sono disposte sulla scalinata del Palais des Festivals et des Congrès. Dal primo festival di Cannes, nel 1946, solo 82 film tra quelli in concorso erano diretti da donne, contro 1.645 diretti da uomini. La Palma d’Oro, il più importante premio di Cannes, è stata vinta da 71 registi e solo due registe nella storia del festival. Hanno partecipato alla protesta tutte le donne membri della giuria insieme ad altre attrici, registe e produttrici, tra cui le italiane Jasmine Trinca, una della attrici di Dissenso Comune, e Claudia Cardinale. La protesta delle donne nel cinema sulla scalinata del Palais des Festivals et des Congrès di Cannes, durante il discorso di Cate Blanchett, il 12 maggio 2018 (LOIC VENANCE/AFP/Getty Images)
Le foto di sabato a Cannes. Si sono visti Vincent Cassel, Marion Cotillard e Katharina Kubrick, figlia di QUEL Kubrick, e poi c'è stata una protesta delle donne nel cinema.
I carabinieri hanno condotto un’operazione contro la ‘ndrangheta in Emilia, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia. Sono state arrestate più di 160 persone, 117 solo in Emilia Romagna. Tra i reati presunti ci sono estorsione, usura, detenzione illegale di armi, emissione di fatture per operazioni inesistenti: tutti commessi con l’aggravante dell’associazione mafiosa. Lo scorso dicembre, altre 59 persone erano state arrestate dopo un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Milano. L’associazione di stampo mafioso regolata dall’articolo ex 416bis era al centro anche dell’inchiesta chiamata “Mondo di mezzo” o “Mafia Capitale”, che sempre lo scorso dicembre, aveva coinvolto decine di persone ed era stata avviata dalla procura di Roma. Maxi operazione dei carabinieri mercoledì mattina contro la ‘ndrangheta in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia. Migliaia i carabinieri impiegati. Centodiciassette gli arresti disposti dalla magistratura di Bologna. Altri 46 provvedimenti sono stati emessi dalle procure di Catanzaro e Brescia, per un totale di oltre 160 arresti.
Gli arresti contro la ‘ndrangheta in Emilia. I carabinieri hanno arrestato più di 160 persone per vari presunti reati, tutti con l'aggravante dell'associazione mafiosa.
Vittorio Cecchi Gori, produttore cinematografico ed ex presidente della Fiorentina, ha avuto un malore: è stato ricoverato d’urgenza al Policlinico Gemelli di Roma e ora si trova nel reparto di terapia intensiva. La notizia è stata data dal Messaggero, che ne è stato informato dal responsabile dell’ufficio stampa della famiglia Cecchi Gori, Angelo Perrone. Non si sa ancora il motivo del ricovero, anche se sembra che si sia trattato di un problema cardiovascolare. Repubblica dice che le condizioni di Cecchi Gori sono «serie ma stabili». Finora non sono stati diffusi altri dettagli. Cecchi Gori ha 75 anni.
Vittorio Cecchi Gori ha avuto un malore ed è stato ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma.
Dheepan – Una nuova vita è il film che ha vinto l’ultima Palma d’Oro, il premio più importante assegnato durante il festival del cinema di Cannes. Diretto dal regista francese Jacques Audiard, racconta la storia di un membro delle Tigri Tamil in Sri Lanka – un gruppo indipendentista armato – che decide di fuggire dal suo paese insieme a una donna e una bambina di 9 anni che spaccia per sua moglie e sua figlia, e di come i tre finiscono per sistemarsi in un quartiere popolare poco fuori Parigi.
La locandina italiana di “Dheepan”, il film che ha vinto la Palma d’Oro a Cannes. Racconta la storia di un combattente delle Tigri Tamil che decide di cambiare vita, uscirà il 22 ottobre.
A ottobre, per la prima volta nella sua storia, il sito del Washington Post ha superato quello del New York Times per numero di visitatori. Il mese successivo, secondo la società di rilevazione comScore, l’edizione online del giornale ha raggiunto i 71,6 milioni di visitatori, arrivando subito dopo BuzzFeed, uno dei siti di informazione e intrattenimento più letti al mondo. Il risultato di novembre è un aumento di tre volte del traffico generato dal Washington Post da quando nell’estate del 2013 è stato acquisito da Jeff Bezos, il fondatore e CEO di Amazon. Un simile successo è stato possibile grazie a un aumento dei contenuti prodotti, con più articoli pensati per attirare interesse sui social network, e a diverse innovazioni dal punto di vista tecnologico, come spiega il Wall Street Journal. Quando aveva acquisito il Washington Post nel 2013 per 250 milioni di dollari dalla famiglia Graham, storica proprietaria del giornale, Bezos aveva detto di avere obiettivi molto ambiziosi. Per raggiungerli, Bezos ha seguito in questi due anni una strategia simile a quella adottata per Amazon: investire sul migliorare l’esperienza dell’utente, rendendo gli articoli più facili da consultare e aumentando la velocità di caricamento delle pagine web. Questa attenzione ha permesso al Washington Post di adattarsi più facilmente alle esigenze dei suoi lettori, che in numero crescente leggono le news attraverso i loro smartphone, arrivando sugli articoli attraverso i link che trovano su social network come Facebook e Twitter.
Come Jeff Bezos sta cambiando il Washington Post. Con più cose adatte ai social network e più attenzione ai lettori, e sta funzionando: il sito ha superato quello del New York Times.
Laura Boldrini, neo-presidente della Camera, è stata ospite domenica sera a Che tempo che fa. Rispondendo alle domande di Fabio Fazio, Boldrini ha detto che secondo lei il lavoro è «la madre di tutte le emergenze» e ha risposto a Beppe Grillo che l’ha definita più volte “una foglia di fico” della “partitocrazia”, posta a coprire l’inadeguatezza del centrosinistra. «Sono affermazioni del tutto fuori luogo, mi stupisce che possa dire questo. Io ho una storia che parla per me. Smantellare tutto non è più democrazia, fa venire i brividi».
Laura Boldrini a Che tempo che fa. Il video dell'intervista della neo-presidente della Camera da Fabio Fazio, con risposta a Beppe Grillo.
Negli ultimi due giorni l’account su Twitter del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è stato usato per dare informazioni ai cittadini sulle condizioni della città in seguito alle recenti nevicate. Alemanno, o chi per lui, ha risposto a decine di domande degli iscritti al suo profilo, dando consigli e suggerimenti su cosa fare per affrontare l’emergenza. La maggior parte delle domande sono state sulla scelta iniziale di non chiudere le scuole in città e di sospendere solo l’attività didattica. La decisione ha portato a numerosi fraintendimenti, specialmente quando ieri è stata infine decisa la chiusura delle scuole. Prendendo spunto dal profilo Twitter di Alemanno, qualcuno ieri ha creato sul social network un profilo fasullo del sindaco di Roma e ha iniziato a inviare numerosi messaggi decisamente surreali.
L’account fasullo di Alemanno su Twitter. Si è messo a dare consigli sull'emergenza neve e ci sono cascati in molti.
Neve e animali sono due tra i soggetti più ricercati dai fotografi, e quando capita che siano entrambi protagonisti di una fotografia ne escono immagini come alcune di questa raccolta: con scene suggestive, come un cervo di Richmond Park circondato da fiocchi sfocati o due cigni in un lago ghiacciato; con movimenti goffi, come quelli di un cane che gioca in un parco o di due panda allo zoo di Berlino, che però a onor del vero sarebbero stati buffi lo stesso, e la neve in questo caso fa solo da contorno; o ancora paesaggi con presenze animali che sembrano cartoline. Sapevate che i cigni possono vivere anche più di trent’anni? Nella raccolta di questa settimana c’è un esemplare femmina che vive in una fattoria in Turchia con l’uomo che 37 anni fa l’ha trovata ferita e curata. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly Beasts. Animali nella neve, cigni longevi e una iena striata, tra gli animali che valeva la pena fotografare questa settimana.
Tra le cose più lette sul Post di questa settimana ci sono parecchi materiali sulle prove di esame che molti ragazzi italiani stanno sostenendo in questi giorni: le prove Invalsi della terza media, ma soprattutto tutte le tracce della prima e della seconda prova degli esami di maturità. Poi ci sono dieci consigli per giovani giornalisti e bellissime foto di New York a cavallo della grande crisi (non questa, l’altra). Ci sono infine due storie da leggere: quella drammatica dei bambini dimenticati in macchina, che dice alcune cose anche sui modi in cui funziona ogni giorno la nostra memoria, e quella non meno impressionante del monaco buddhista che si diede fuoco nel 1963 a Saigon, e del giornalista di Associated Press le cui foto fecero il giro del mondo. – Le prove della maturità 2013 Dalle tracce dei temi uscite mercoledì 19 giugno – che hanno causato molti commenti di diversa natura, anche sui principali quotidiani italiani – a tutte le tracce della seconda prova.
Sunday Post. Le prove della maturità, New York negli anni Trenta e dieci consigli per giovani giornalisti, tra le cose più lette sul Post questa settimana.
La direzione nazionale del Partito Democratico si riunisce a partire dalle 16 per discutere e decidere l’adesione al Partito Socialista Europeo, a partire dalla prossima legislatura. I lavori si terranno nell’aula dei gruppi della Camera dei Deputati e saranno trasmessi in streaming.
La direzione nazionale del PD in streaming. Dalle 16 si discute e si decide dell'adesione al Partito Socialista Europeo.
Il 1984 – trent’anni fa – per il cinema mondiale fu l’anno in cui uscirono “C’era una volta in America” di Sergio Leone e “Ghostbusters” (che incassò più di tutti, assieme a “Beverly Hills cop”) e “Amadeus”, in cui “Voglia di tenerezza” vinse l’Oscar come miglior film, in cui a Cannes vinse “Paris, Texas” di Wim Wenders, in cui morirono Richard Burton, Johnny Weissmuller, Joseph Losey e François Truffaut, in cui Spielberg presentò il secondo film di Indiana Jones. Uscì anche “Purple Rain”, il film su Prince, e John Malkovich, Frances McDormand e Andie McDowell recitarono nel loro primo film (e nacque Scarlett Johansson, ma allora se ne accorsero in pochi). E in Italia, “Bianca” di Nanni Moretti. Qualcuno ha detto che il 1984 è stato il più grande anno della storia del cinema. E tutto questo, visto trent’anni dopo in una serie di fotografie fantastiche, è uno spettacolo. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il migliore anno del cinema? qualcuno dice che fu quello di "C'era una volta in America" e "Amadeus", del "Migliore", di "Ghostbusters" e di "Bianca" di Nanni Moretti: 30 anni fa.
Martedì 31 maggio alle 21 su Sky Tg24 andrà in onda un dibattito televisivo tra i cinque principali candidati alle elezioni per il sindaco di Roma, che sarà condotto dal giornalista Gianluca Semprini. Durante la trasmissione si confronteranno Stefano Fassina, di Sinistra Italiana; Roberto Giachetti, sostenuto da Partito Democratico, Radicali, Verdi, Socialisti, Italia Dei Valori, Democratici e Popolari e dalla lista civica Roma Torna Roma; Alfio Marchini, candidato da Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Unione di Centro e Lista Storace; Giorgia Meloni, appoggiata da Fratelli d’Italia, Lega Nord, Partito Liberale Italiano e da due liste civiche; e infine Virginia Raggi del Movimento 5 stelle. Il format del confronto è lo stesso adottato per il dibattito tra i candidati a sindaco di Milano trasmesso lunedì 30 maggio: prevede domande e risposte che non durino più di un minuto e mezzo, due possibilità di replica da 30 secondi per ciascun candidato, domande incrociate tra i candidati e da parte dei loro sostenitori, e un appello finale. Il dibattito si potrà vedere anche in streaming, sul sito di Sky Tg24.
Il dibattito tra i candidati a sindaco di Roma, su Sky. Lo trasmette Sky Tg24 stasera alle 21, si potrà vedere anche in streaming.
Un lungo articolo del settimanale americano New Yorker ha spiegato lo stile e la storia recente di Patagonia, una società americana che produce abbigliamento sportivo e da escursione. Patagonia è da anni famosissima per la sua particolare filosofia ecologista e quasi “no global”: ogni anno dona una buona parte delle sue entrate ad alcune associazioni ecologiste, e incoraggia i suoi clienti a riparare o scambiare i propri vecchi vestiti Patagonia. Nel 2011 pubblicò una famosa pubblicità sul New York Times che invitava a non comprare la sua giacca di pile di punta, elencandone tutti i costi ambientali che erano stati necessari per produrla.
La decrescita felice e crescente di Patagonia. Un noto brand di abbigliamento sportivo invita a riparare e scambiare i propri prodotti, riuscendo paradossalmente ad allargare così il proprio giro di affari.
Pinterest, la società che possiede il sito per prendere nota di cose trovate online attraverso segnalibri visivi (“pin”), si è quotata alla borsa di New York e il prezzo delle sue azioni è cresciuto del 25 per cento durante la prima giornata: il prezzo dell’offerta pubblica iniziale (IPO) era di 19 dollari; alla chiusura erano arrivate a 24,89. Il risultato è stato molto più positivo delle aspettative: era stato previsto che le azioni avrebbero avuto un valore compreso tra i 15 e i 17 dollari. Il valore della società è di circa 15,8 miliardi di dollari. I profitti di Pinterest derivano dalla pubblicità presente in mezzo ai pin caricati dagli utenti. Negli ultimi anni sono aumentati: nel 2016 erano stati pari a 298 milioni di dollari; l’anno scorso sono arrivati a 755 milioni.
Pinterest si è quotato in borsa.
Chi ha guardato la tv negli anni Ottanta sa chi è Gary Coleman, l’attore che interpretò Arnold nella sitcom Il mio amico Arnold. Coleman morì il 28 maggio 2010 e nacque l’8 febbraio 1968, cinquant’anni fa. La storia personale di Coleman è paragonabile a quella di molti altri attori che sono diventati famosi da giovani e si sono poi trovati in difficoltà perché legati a un solo personaggio: successo, dimenticatoio, tentativi di continuare a recitare, problemi di vario tipo. La storia di Coleman è resa più complicata dai gravi problemi di salute che ebbe dalla nascita: gli fecero due trapianti di rene, il primo quando aveva cinque anni, e dovette fare dialisi per tutta la vita. Coleman aveva problemi di salute che compromisero il suo sistema immunitario e ne bloccarono la crescita. L’ottava e ultima stagione di Il mio amico Arnold andò in onda nel 1986: Coleman aveva già 18 anni ma continuava a interpretare un ragazzino. Non c’era internet, e non tutti quelli che lo vedevano su Canale 5 sapevano della sua storia.
Gary Coleman, cioè Arnold. Nacque 50 anni fa, morì nel 2010, ebbe gravi problemi di salute per tutta la vita e non riuscì mai a liberarsi di quel "cioè".
Ieri il governo ha tenuto un lungo Consiglio dei ministri, iniziato alle 18 e conclusosi alle 2.15 del mattino di oggi. Al termine della riunione è stato diffuso questo comunicato stampa, che illustra le decisioni assunte. 9 Ottobre 2012
Che cosa ha deciso il governo. Il testo del comunicato stampa diffuso alle 2 del mattino, dopo otto ore a discutere di legge di stabilità, IRPEF, IVA e autonomia delle regioni.
Il prossimo 20 gennaio Donald Trump diventerà il 45esimo presidente degli Stati Uniti, dopo la cerimonia di insediamento che si terrà a Washington e in cui Trump presterà giuramento. Da quel giorno Trump prenderà, tra le altre cose, anche tutti gli account dei social network legati alla presidenza, che saranno azzerati e reimpostati. Tutte le cose legate agli otto anni di presidenza Obama – che il New York Times ha definito «il primo presidente davvero digitale» – saranno quindi cancellate e archiviate altrove. Decidere come farlo e con quali strumenti non è stato semplice. A novembre il sito della Casa Bianca spiegò che la strategia per il passaggio degli account si sarebbe dovuta basare su tre regole principali, a prescindere dal sito, dall’app o dal tipo di profilo: 1. ogni cosa deve essere salvata dalla NARA (National Archives and Records Administration); 2. ogni cosa deve restare comunque pubblica, così che la si potesse consultare sul social su cui è stata pubblicata (anche se su un altro profilo); 3. ogni account deve passare alla nuova amministrazione (che deciderà poi se, come e quanto farne uso).
Come si archivia una presidenza social. La Casa Bianca ha messo a disposizione tutta l'attività online dell'amministrazione Obama, il primo presidente sui social media, prima che sparisca per far posto a Trump.
Sul Corriere della Sera di oggi Gianna Fregonara raccoglie alcuni dati e alcune opinioni sullo stato della scuola media inferiore, «l’anello debole del sistema educativo italiano.» La scuola media unica venne introdotta il primo ottobre del 1963. La scuola media italiana compie cinquant’anni. Anzi li ha compiuti 18 giorni fa perché fu proprio dal primo ottobre del 1963 che tutti i bambini italiani poterono continuare la scuola dell’obbligo con tre anni di «Media Unica» che sostituiva la divisione, creata dalla riforma Bottai nel 1940 tra scuola di avviamento professionale e scuola media per chi avrebbe proseguito gli studi.
Cinquant’anni di scuola media. Così com'è oggi esiste dal 1963, ma è diventato «l'anello debole del sistema educativo italiano», scrive il Corriere.
I partiti italiani hanno presentato le liste e i candidati per le elezioni europee, in programma il 26 maggio. Serviranno a rinnovare i seggi italiani del Parlamento Europeo e a influenzare la composizione della prossima Commissione Europea, e si terranno più o meno in contemporanea con quelle negli altri 27 stati dell’Unione. L’Italia eleggerà 73 europarlamentari (che diventeranno 76 quando il Regno Unito uscirà dall’Unione). Ogni partito ha una lista di candidati diversa per ciascuna delle cinque circoscrizioni in cui è diviso il territorio italiano. Di seguito trovate i candidati dei principali partiti. Leggi anche: – Come e quando si vota per le elezioni europee – I programmi dei partiti italiani per le elezioni europee – I test per capire chi votare alle europee
I candidati italiani alle elezioni europee 2019. Quelli dei principali partiti, messi in ordine circoscrizione per circoscrizione.
Domenica sera c’è stata la cerimonia con la quale sono stati assegnati gli American Music Awards, il primo dei tre premi discografici della stagione, che anticipa i Grammy e i Billboard Music Awards. La protagonista della serata è stata Taylor Swift, che ha ricevuto il premio di migliore artista del decennio e dell’anno, oltre ad altri quattro premi (su altrettante candidature) che l’hanno portata a essere la cantante più premiata nella storia degli American Music Awards, con 29 riconoscimenti. Billie Eilish ha vinto il premio come migliore nuova artista, mentre la teen-band coreana dei BTS ha vinto quello per il miglior tour. L’esibizione più attesa della serata è stata quella di Taylor Swift, che fino a pochi giorni fa aveva temuto di non poter cantare le sue vecchie canzoni per via di una controversia legale con due manager musicali che sostengono di possederne i diritti. Alla fine aveva detto di aver trovato un accordo, e qualcuno si aspettava che avrebbe denunciato pubblicamente il comportamento dei due manager dal palco degli AMA: non è stato così, e Swift si è limitata a un vago riferimento accettando il premio di artista dell’anno. Nella sua esibizione ha cantato un lungo medley con la sua nuova canzone “The Man”, “Love Story”, “I Knew You Were Trouble”, “Blank Space”, “Shake It Off” e “Lover”.
Le foto degli American Music Awards. Taylor Swift ha vinto tutto quello a cui era candidata, compreso il premio come “artista del decennio”.
Il Guardian ha riproposto oggi un vecchio indovinello, spiegando che anche se all’apparenza è molto semplice in realtà quasi l’ottanta per cento delle persone risponde in modo sbagliato. Oggi piove in molti posti d’Italia e può essere che la vostra grigliata di Pasquetta si sia trasformata nel secondo lungo pranzo attorno a un tavolo con troppi parenti. Questo magari vi aiuterà a distrarvi per un po’. Jack sta guardando Anna, ma Anna sta guardando George. Jack è sposato, ma George non lo è. Sapete dire se c’è una persona sposata che sta guardando una persona non sposata?
L’indovinello di Pasquetta. È un vecchio enigma che sembra semplicissimo ma che in molti non sanno risolvere: potete fare di meglio?.
Airbnb esiste dal 2008, oggi ha un valore stimato di circa 27 miliardi di euro e più di due milioni di persone che mettono a disposizione almeno tre milioni di alloggi in 191 paesi. Katie Benner ha scritto sul New York Times che dopo aver all’inizio puntato molto su un approccio informale, alla buona, ora Airbnb sta provando a convincere gli affittuari – che anche sul sito italiano sono chiamati host – a rendersi interessanti agli occhi di «quelli che cercano un posto per dormire, non una casa da condividere». Benner ha scritto che, per crescere ancora, Airbnb ha bisogno di «attirare viaggiatori che preferiscano la prevedibilità degli hotel all’incasinato miscuglio di camere per gli ospiti, case vuote e, in certi casi, yurte». Benner ha scritto che gli ospiti «vogliono la certezza della prenotazione; vogliono privacy e lenzuola pulite, e vogliono anche host che si comportino come dipendenti di un hotel: cortesi ma discreti». In altre parole, «meno chiacchiere in salotto e niente bagni arredati in modo stravagante». A questo proposito, il 22 giugno Bloomberg ha scritto – citando come fonti alcuni dipendenti di Airbnb che hanno scelto di restare anonimi – che nei prossimi giorni la società farà partire un nuovo servizio, il cui nome provvisorio è “Select”. Le case di alcuni host saranno visitate da dipendenti del sito che ne valuteranno la qualità e la pulizia: se le case di questi host rispetteranno certi criteri, saranno mostrate in una sezione apposita del sito. Il servizio partirà in prova ma dovrebbe diventare effettivo entro la fine del 2017.
Airbnb vuole diventare come gli hotel. Meno chiacchiere tra chi arriva e chi affitta, meno oggetti personali del proprietario in casa, più regole, professionalità e discrezione.
Attenzione: questo articolo contiene piccoli spoiler per chi non ha visto la terza stagione di House of Cards. Ho in mente diverse teorie che possono spiegare perché il racconto della politica americana fatto da House of Cards sia così profondamente sballato eppure la serie tv sia divertente e coinvolgente. Forse è perché in fondo è una commedia. Forse è scritta da un malvagio esperto di politica che sa bene come funziona davvero la politica americana ma vuole trollare gli altri esperti di politica. Forse è solo un pigro adattamento di una storia che parla di politica britannica. Non ho ancora deciso.
La trama di “House of Cards” non torna. Una stroncatura della terza stagione sul Washington Post, secondo cui la serie non ha niente a che vedere con la politica americana.
Twitter ha lanciato #FirstTweet, uno strumento che permette agli utenti di recuperare facilmente il proprio primo tweet (e quello di tutti gli account che li incuriosiscono). La pagina è stata diffusa in occasione dell’ottavo compleanno di Twitter: si scopre che eravamo tutti goffi agli esordi, anche se c’è sicuramente chi è partito in modo più sicuro o più professionale. Chi ha cominciato a usare il social network tra il 2007 e il 2008 forse aveva dimenticato che sugli account italiani si parlava in terza persona, come invitava a fare il campo nel quale scrivere il testo. Twitter invita gli utenti a condividere il proprio primo tweet con l’hashtag #FirstTweet: ne abbiamo raccolti alcuni di account molto famosi, a partire da quello del Post.
Come cominciare su Twitter, o no. Da Makkox a Obama al Post, imbarazzati e dimenticati tweet d'esordio raccolti per l'ottavo compleanno.
Twitter ha deciso di rinviare l’eliminazione degli account inattivi da più di sei mesi, che aveva annunciato soltanto poche ore fa. Dopo le proteste di molti utenti, infatti, l’azienda ha specificato che l’eliminazione riguarderà solo gli account di utenti europei – la ragione è che gli account inattivi non hanno potuto sottoscrivere le nuove regole sulla privacy – ma soprattutto ha ammesso di non aver pensato a cosa fare con gli account delle persone morte, che sarebbero stati rimossi per sempre. Proprio per questo motivo molti utenti avevano protestato contro la decisione, anche perché su Twitter – al contrario che su Facebook – non esiste l’opzione di trasformare gli account delle persone morte in account commemorativi. «È stata una nostra mancanza», ha detto l’azienda. «Non rimuoveremo nessun account finché non avremo creato gli account commemorativi». We’ve heard you on the impact that this would have on the accounts of the deceased. This was a miss on our part. We will not be removing any inactive accounts until we create a new way for people to memorialize accounts.
Twitter ha rinviato l’annunciata eliminazione degli account inattivi da più di sei mesi.
La stilista italiana Chiara Ferragni ha vinto una causa alla Corte di giustizia dell’Unione europea per poter registrare il suo marchio nel continente. La causa era iniziata dopo che nel 2017 l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) aveva rifiutato di registrare il marchio “Chiara Ferragni” e l’ormai famoso logo con un occhio stilizzato perché troppo somigliante a quello di una società dei Paesi Bassi chiamata solo “Chiara”. La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha però annullato la decisione dell’EUIPO, sostenendo che i due loghi siano abbastanza diversi da evitare qualsiasi fraintendimento da parte dei consumatori. Ferragni ha 31 anni ed è diventata famosa grazie a un popolare blog di moda – The Blonde Salad –, prima di iniziare a produrre e vendere capi disegnati da lei.
Chiara Ferragni ha vinto una causa per poter registrare il suo marchio a livello europeo.
È morto a 77 anni Tzvetan Todorov, teorico della letteratura, filosofo della storia e della politica, che era nato a Sofia in Bulgaria nel 1939, ma era scappato a Parigi nel 1963 – quando in Bulgaria c’era un regime comunista filosovietico – e a Parigi era stato allievo di Roland Barthes, grande e importantissimo semiologo. La notizia della sua morte è stata data dalla famiglia. Todorov è morto poco dopo due altri importanti intellettuali nati nei Paesi dell’Est Europa ai tempi del comunismo: Zygmunt Bauman, nato a Poznań in Polonia nel 1925, e Predrag Matvejević, che era nato nel 1932 a Mostar, nell’ex Jugoslavia, oggi in Bosnia Erzegovina. Al momento della morte – ha detto la figlia a Le Monde – «stava per finire il suo prossimo libro, Le Triomphe de l’artiste, che avrebbe dovuto uscire a marzo». Negli ultimi anni Todorov aveva lavorato soprattutto a saggi di argomento storico e politico, nel tentativo di definire e in qualche misura confutare il concetto di «scontro di civiltà» formulato dallo storico americano Samuel Huntington nel suo libro del 1996. In particolare nel 2008 pubblicò il saggio La paura dei barbari sulla crisi della democrazia europea: per Todorov al posto delle divisioni del Novecento tra Est/Ovest e Nord/Sud si profilava quello tra aree del mondo dominate dalla Paura e altre governate dal Risentimento, con il rischio di riconoscere nell’altro soltanto un barbaro da cui difendersi imitandolo. Oppure Goya del 2011 in cui Todorov ricostruiva l’esportazione violenta degli ideali dell’Illuminismo in Spagna grazie all’invasione napoleonica.
Chi era Tzvetan Todorov. È morto un grande e importante studioso di storia e letteratura e filosofo, che era nato in Bulgaria nel 1939.