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501
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'era il Vallo Alpino
Non tutti gli eserciti appresero appieno la lezione degli ultimi mesi della prima guerra mondiale: i francesi costruirono negli anni trenta la linea Maginot, nella previsione di un futuro conflitto con la Germania basato sui canoni della prima guerra mondiale. La costosissima linea di fortificazioni fu invece aggirata durante l'attacco tedesco del maggio 1940 e si rivelò perciò completamente inutile. Anche su tutto il confine italiano fu costruito un sistema fortificato di difesa: il Vallo Alpino.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'era l'OVRA
All'inizio degli anni trenta la dittatura si era ormai stabilizzata ed era fondata su radici solide. I bambini, così come tutto il resto della popolazione, erano inquadrati in organizzazioni di partito, ogni opposizione era stroncata sul nascere, la stampa era profondamente asservita al fascismo. L'Italia insomma si era "abituata" al regime, tanto da osannarne il leader. Dal punto di vista normativo, si ebbe l'emanazione del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS), e poco dopo ancora fu istituito il Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943) (che aveva come compito la lotta agli oppositori politici) e fu reintrodotta la pena di morte in Italia, e creata una polizia segreta: l'OVRA
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'era l'OVRA
Inoltre ogni forma di dissenso sgradita a Mussolini venne repressa attraverso l'OVRA, il Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato, e l'uso massiccio del confino politico. Tuttavia Mussolini tollerò - e costrinse i suoi a tollerare - alcune "voci fuori dal coro" (come ad esempio Salvemini, Croce, Bombacci) tanto per alimentare la propria immagine di uomo forte ma non di tiranno, quanto per mantenere aperti canali di dialogo anche con l'antifascismo militante.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'era l'OVRA
L’OVRA, la polizia segreta di Mussolini, presentava molte note confidenziali sulle disinvolte abitudini sessuali di Ciano col gentil sesso con tradimenti aperti alla moglie ma questo piaceva a Mussolini perché nel ruolo adulterino si riconosceva anch'egli. Lo si è accusato di essere persino un abituale consumatore di cocaina benché Ciano fosse un igienista nato e nemmeno beveva o fumava. Ciano era sempre considerato un ricchissimo «figlio di papà», fatuo, pavone e frivolo, un raccomandato d'eccellenza dedito al golf e ad ogni lusso della «bella vita» e questo poteva alimentare facili invidie ed odî che confluivano in pettegolezzi, ripicche, maldicenze più di fantasia che altro; ma questa era la «punta dell'iceberg» visibile della vita di Ciano, che era una furia motoria sotterranea di calcoli, politiche invisibili ma micidiali, personaggi, situazioni ed antipatie da abbattere e pensieri costanti verso le sue mete bramate, una mente assai raffinata e una sottile astuzia, machiavellica e all'occorrenza cinica; tutto ciò che il posto che occupava gli permetteva.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'era l'OVRA
L'attentato di Bologna fornì il pretesto per le leggi fascistissime del novembre 1926. Il 5 novembre si registrarono: l'annullamento dei passaporti; sanzioni contro gli espatri clandestini; soppressione dei giornali antifascisti; scioglimento dei partiti; istituzione del confino e la creazione di una polizia politica segreta (che affidata a Arturo Bocchini assumerà poi il nome di OVRA); il 9 vi fu la dichiarazione di decadenza dal mandato parlamentare di 120 deputati; il 25 venne istituita la pena di morte per chiunque avesse commesso un fatto diretto contro la vita, l'integrità o la libertà personale del re, della regina, del principe ereditario e del capo del governo, nonché per gli altri delitti contro lo Stato; nella stessa data venne inoltre creato il Tribunale speciale, che entrò subito in azione contro la "centrale comunista" (Gramsci, Terracini e altri).
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'era l'OVRA
L'OVRA è stata la polizia segreta dell'Italia fascista dal 1930 al 1943 e nella Repubblica Sociale Italiana dal 1943 al 1945. Il termine OVRA viene però comunemente utilizzato per riferirsi, più genericamente, alla polizia politica fascista attiva anche in precedenza, in particolare da dopo il 1926 (leggi fascistissime).
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'era l'OVRA
Compito dell'OVRA era la vigilanza e la repressione di organizzazioni sovversive, giornali contro lo Stato e gruppi di stranieri. Fu la "seconda" polizia politica fascista dopo la cosiddetta Čeka fascista, che Mussolini aveva creato ispirandosi alla polizia segreta sovietica; ricomposta e potenziata alla fine del 1926 per opera del capo della Polizia di Stato, Arturo Bocchini.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'era l'OVRA
Il primo nucleo di polizia che sarebbe poi stato conosciuto come OVRA fu costituito a Milano nel 1927 con il nome di "ispettorato speciale di Polizia". Del nuovo organismo con tutte le caratteristiche di mimetizzazione tipiche di un organismo segreto, sia per quanto attiene alla sede sia alle persone che vi lavoravano (si celava sotto la sigla di una Società Anonima Vinicola Meridionale, La direzione di questo primo nucleo fu affidata all'ispettore Francesco Nudi e a lui furono affiancati i più abili funzionari e agenti, un anno dopo seguì un nuovo Ispettorato con sede a Bologna affidato a Giuseppe D'Andrea. Compito degli ispettorati era affiancarsi e coordinarsi con le questure evitando di sovrapporsi a esse. Un anno dopo seguì un nuovo Ispettorato con sede a Bologna affidato a Giuseppe D'Andrea. Per tre anni i due ispettorati lavorarono silenziosamente ottenendo importanti ma non eclatanti risultati come l'arresto dello svizzero comunista Karl Hofmeyer, nel 1928 dell'antifascista Giobbe Giopp che si fece poi reclutare nelle fila dell'OVRA e il reclutamento dello scrittore torinese Dino Segre nel 1930. Il 14 aprile 1929 fu invece arrestato a Pisa Sandro Pertini, che era rientrato in Italia per incontrare Ernesto Rossi, e inviato al confino a Ponza. L'ispettorato lavorò nell'ombra fino al dicembre 1930, allorché l'agenzia Stefani diramò, secondo le indicazioni dello stesso Mussolini, la notizia che la sezione speciale OVRA della Direzione Generale della PS aveva «... scoperto un'organizzazione clandestina che ordiva delitti contro il regime».
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'era Vettor Pisani
Fin dall'inizio della guerra, la Regia Marina aveva sviluppato piani per il forzamento dei Dardanelli in modo da costringere la meno preparata flotta turca a una battaglia risolutiva, tuttavia le analisi avevano concluso che l'utilizzo di navi maggiori (corazzate e incrociatori) avrebbe comportato gravi danni alle navi e perdite stimate di circa 2 000 uomini, quindi il piano era stato sospeso. Il languire delle trattative diplomatiche indusse però la Regia Marina a riprendere il progetto nel luglio 1912 per eseguire un'azione dimostrativa negli stretti che, indipendentemente dai risultati, si sarebbe riflessa sul piano politico. Si decise di impiegare le torpediniere della 3ª squadriglia (Spica, Centauro, Perseo, Astore, Climene) agli ordini del capitano di vascello Enrico Millo, che elaborò i piani a Roma in collaborazione con il contrammiraglio Emanuele Cutinelli Rendina (sottocapo di Stato maggiore della Regia Marina), mentre in Egeo gli unici a conoscere la natura della missione erano gli ammiragli Viale e Corsi. L'isola di Strati fu selezionata come base logistica per l'azione, l'appoggio indiretto sarebbe stato fornito dall'incrociatore Vettor Pisani e dai cacciatorpediniere Borea e Nembo.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'era Vettor Pisani
Trasferito successivamente presso la base di Lero, nel Dodecaneso, vi rimase fino all'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940 dove era comandante del sommergibile Vettor Pisani e prese parte alla battaglia di Punta Stilo del 9 luglio. Ma il "Vettor Pisani" si dimostrò estremamente obsoleto e non fu più utilizzato in azioni belliche. Nell'agosto fu inviato a Memel, allora territorio tedesco, ad un corso per sommergibilisti atlantici dove si addestrò a bordo di un U-Boot. Qui, probabilmente conobbe l'ammiraglio tedesco Karl Dönitz.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'era Vettor Pisani
La classe Vettor Pisani fu un modello di incrociatore corazzato della Regia Marina che partecipò prima alla guerra italo turca e successivamente, alla prima guerra mondiale, anche se all'epoca era già obsoleta.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'era Vettor Pisani
Il Vettor Pisani è stato un incrociatore corazzato della Regia Marina.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'è Rivolta Ideale
Nell'autunno del 1946 Giorgio Almirante partecipò alla fondazione dei Fasci di Azione Rivoluzionaria insieme a Pino Romualdi e Clemente Graziani. Iniziò inoltre a scrivere sul settimanale Rivolta Ideale, una delle maggiori riviste della politica di destra di quegli anni e insieme a Cesco Giulio Baghino si avvicinò al Movimento italiano di unità sociale. Il 26 dicembre 1946 Almirante partecipò a Roma alla riunione costitutiva del partito politico di destra Movimento Sociale Italiano (MSI). Di questo nuovo partito divenne il 15 giugno 1947 segretario nazionale e mantenne la carica fino al gennaio 1950. Da segretario del partito, Giorgio Almirante si spese in modo notevole tanto da rimanere il ricordo di quando, non disdegnando viaggiare per l'intera penisola, dormiva in treni di terza classe («come un apostolo», secondo le parole di Assunta Almirante) e fondando sedi locali del MSI.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'è stata la Repubblica Sociale Italiana
La Repubblica Sociale Italiana (RSI) era lo Stato guidato da Benito Mussolini e voluto dalla Germania nazista al fine di governare parte dei territori italiani controllati militarmente, durante la seconda guerra mondiale dopo l'armistizio di Cassibile nel 1943.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'è stata la Repubblica Sociale Italiana
Al terzo Cdm del 27 ottobre Mussolini annuncia «la preparazione della Grande Assemblea Costituente, che getterà le solide fondamenta della Repubblica Sociale Italiana», tuttavia lo Stato non cambia nome. Il 17 novembre il Manifesto di Verona approvato dal PFR delinea la creazione di una «Repubblica Sociale». Il 24 novembre il quarto Consiglio dei ministri delibera che «lo Stato nazionale repubblicano prenda il nome definitivo di “Repubblica Sociale Italiana”» a partire dal 1º dicembre 1943.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'è stata la Repubblica Sociale Italiana
Il 15 settembre furono emanate da Monaco le prime direttive per riorganizzare il partito fascista, che nel frattempo si stava ricostituendo spontaneamente dopo la dissoluzione sotto il peso degli avvenimenti dell'Armistizio, e della MVSN, in parte rimasta armi al piede. Riprendendo il programma dei Fasci italiani di combattimento del 1919, richiamandosi a Mazzini ed enfatizzando le origini e i contenuti repubblicani e socialisti, il 17 settembre Mussolini proclamò attraverso Radio Monaco (un'emittente captata in buona parte dell'Italia settentrionale) la prossima costituzione del nuovo Stato fascista. Questa sarebbe stata formalizzata il giorno 23, insediando la prima riunione del Governo della Repubblica Sociale Italiana a Roma.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'è stata la Repubblica Sociale Italiana
Nell'Italia del sud liberata dagli Alleati e formalmente guidata dal re e dal suo governo si cercava di tornare lentamente alla normalità, ripristinando - per quanto possibile - l'ordinamento pre-fascista. Contemporaneamente Mussolini, liberato dalla prigionia dai tedeschi su ordine di Adolf Hitler , dette vita ad uno stato nell'Italia centro-settentrionale. Si trattava della Repubblica Sociale Italiana , fondata a Salò in provincia di Brescia e riconosciuta internazionalmente solo dalle forze dell'Asse.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'è stato il GNR
Tale organo, pur sembrando possedere tutte le prerogative essenziali per essere considerato sovrano (potere legislativo, autorità sul territorio, esclusività della moneta e disponibilità di forze armate) le esercitò de facto, ma non de iure. Benito Mussolini fu - sia pure mai proclamato - Capo della Repubblica (così il Manifesto di Verona definiva la figura del capo dello Stato, mentre nel citato progetto di Costituzione si parla di "Duce della Repubblica"), capo del Governo e ministro degli Esteri. Il Partito Fascista Repubblicano (PFR) fu retto da Alessandro Pavolini. Erede di ciò che rimaneva al nord della MVSN, dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia dell'Africa Italiana, fu creata la Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) con compiti di polizia giudiziaria e di polizia militare, posta sotto il comando di Renato Ricci.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'è stato il GNR
L'8 dicembre viene costituita con decreto la Guardia Nazionale Repubblicana ("GNR"), posta al comando di Renato Ricci. In essa confluiscono parte degli effettivi dei Reali Carabinieri (corpo che viene disciolto), della Polizia dell'Africa Italiana e della MSVN (mai ufficialmente disciolta sino a tale data). Inoltre alcune migliaia di reclute italiane sono inviate in Germania per essere addestrate e formare quattro divisioni (Divisione Alpina Monterosa, San Marco, Littorio e Italia).
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Cos'è stato il GNR
Erede di ciò che rimaneva al nord della MVSN, dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia dell'Africa Italiana, fu creata la Guardia Nazionale Repubblicana (GNR), con compiti di polizia giudiziaria e di polizia militare, posta sotto il comando di Renato Ricci.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi era formato l'Asse
L'espressione potenze dell'Asse, o semplicemente Asse, è usata per indicare l'insieme delle nazioni che parteciparono alla seconda guerra mondiale in opposizione agli Alleati.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi era formato l'Asse
Successivamente anche altri Stati entrarono a far parte della coalizione aderendo al Patto Tripartito. L'Asse, formato soprattutto dalle nazioni insoddisfatte dell'assetto geopolitico venutosi a creare in seguito alla Prima guerra mondiale, era cementato dalle affinità ideologiche dei regimi autoritari che le governavano, e mirava a costituire un "Nuovo Ordine" che avrebbe visto la supremazia della Germania in Europa, dell'Italia nel Mediterraneo, e del Giappone nell'Estremo Oriente. Sul piano politico mirava a contrastare il capitalismo delle democrazie occidentali (Regno Unito, Francia e Stati Uniti) ed il bolscevismo dell'Unione Sovietica.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi erano comandate le truppe italo-tedesche in Tunisia nel 1943
L'8 novembre 1942, sei giorni dopo la fine della battaglia di El Alamein, con lo sbarco in Marocco e in Algeria di una forza d'invasione anglo-americana forte di oltre 100.000 uomini (Operazione Torch), cominciò l'ultimo atto della guerra in Africa settentrionale. Sia in Marocco che in Algeria la resistenza dei reparti francesi fedeli al Governo collaborazionista di Vichy non durò a lungo e le forze d'invasione poterono rapidamente portarsi sugli obiettivi prestabiliti. Il punto debole dell'operazione anglo-americana era rappresentato dalla Tunisia, dove non erano stati previsti sbarchi e verso cui si stavano dirigendo le forze italo-tedesche di Rommel in ritirata lungo la costa libica. Nel quadro di una strategia difensiva da tempo elaborata, fra il 9 e il 10 novembre, truppe italiane e tedesche sbarcarono a Tunisi, Biserta, Sousse e Sfax via mare o da aerei da trasporto.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi erano comandate le truppe italo-tedesche in Tunisia nel 1943
Il generale von Arnim, coadiuvato dal generale Ziegler e dal capo di stato maggiore, generale Pomtow, intendeva continuare con i suoi attacchi limitati ed era in fase di pianificazione un'azione contro il raggruppamento americano a Sidi Bou Zid; tuttavia alla fine di gennaio 1943 arrivò sul teatro tunisino il feldmaresciallo Rommel che aveva finalmente completato con successo la lunga ritirata dei resti della Panzerarmee Afrika da El Alamein lungo l'intera costa libica. Le truppe italo-tedesche del feldmaresciallo Rommel riuscirono a schierarsi sulle solide posizioni della linea del Mareth, il comandante tedesco riteneva possibile consolidare le difese sul Mareth e sfruttare la lentezza e la prudenza dell'inseguimento dell'8ª Armata del generale Montgomery per sferrare una grande offensiva strategica in Tunisia insieme alle forze del generale von Arnim contro le truppe americane del II corpo d'armata schierate tra Faid e Gafsa. Il generale von Arnim aveva dei dubbi sulla possibilità di effettuare con successo l'operazione, ma il feldmaresciallo Kesselring approvò il piano.
525
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi erano guidate le rivolte della tribù Azebo Oromo
Il generale Muratori (capo delle "Milizie fasciste" dell'A.O.I.) coordinò l'azione di numerose "Bande" di guerriglieri etiopi guidati da ufficiali e soldati italiani nelle montagne abissine e organizzò una rivolta della tribù Azebo Oromo nel nord dell'Etiopia italiana contro gli Alleati nel gennaio 1942. Questa rivolta fu controllata dagli Inglesi solo nella primavera del 1943.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi erano guidate le rivolte della tribù Azebo Oromo
Il generale Muratori (capo delle "Milizie fasciste" dell'A.O.I.) coordinó l'azione di numerose "Bande" di guerriglieri etiopi guidati da ufficiali e soldati italiani nelle montagne abissine e organizzò una rivolta della tribú Azebo Oromo nel nord dell'Etiopia italiana contro gli Alleati nel gennaio 1942. Questa rivolta fu controllata dagli Inglesi solo nella primavera del 1943Rosselli, Alberto. Storie Segrete. Operazioni sconosciute o dimenticate della seconda guerra mondiale. pag. 82.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi è stato compiuto l'eccidio delle Fosse Ardeatine
Composto da tre battaglioni, è noto principalmente in quanto il terzo fu impiegato con compiti di guardia e sorveglianza nella Roma occupata, dove il 23 marzo 1944 l'11ª Compagnia fu colpita dall'attentato di via Rasella compiuto da partigiani gappisti, riportando trentatré caduti e cinquantacinque feriti. Per rappresaglia, il giorno seguente i tedeschi perpetrarono l'eccidio delle Fosse Ardeatine, alla cui esecuzione i sopravvissuti della compagnia attaccata non parteciparono, nonostante in base alla consuetudine militare germanica spettasse a loro «vendicare» i commilitoni caduti.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi è stato compiuto l'eccidio delle Fosse Ardeatine
L'eccidio delle Fosse Ardeatine fu organizzato dal tenente colonnello delle SS Herbert Kappler ed eseguito dai suoi uomini del servizio di sicurezza (SD). Sebbene la consuetudine di guerra tedesca prevedesse che fosse il reparto colpito a dover eseguire la rappresaglia, in modo che i soldati uccisi fossero vendicati dai loro stessi camerati, gli uomini del "Bozen" non parteciparono al massacro. Secondo una ricostruzione basata sulle testimonianze di alcuni di loro, la mattina del 24 marzo i sopravvissuti all'attacco gappista furono chiamati dal loro comandante ad attuare la rappresaglia, ma si rifiutarono per motivi religiosi. Il reduce Albert Innerbichler, ex taglialegna della provincia di Bolzano, nel 1996 raccontò:
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi è stato compiuto l'eccidio delle Fosse Ardeatine
Il 24 marzo i tedeschi compirono l'eccidio delle Fosse Ardeatine in cui persero la vita 335 civili italiani, come atto di rappresaglia per l'attentato di via Rasella eseguito da partigiani gappisti contro il Polizeiregiment "Bozen" ed avvenuto il giorno prima in via Rasella. Per la sua efferatezza, l'alto numero di vittime, e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, è diventato l'evento simbolo della rappresaglia nazista durante il periodo dell'occupazione. Le "Fosse Ardeatine", antiche cave di pozzolana site nei pressi della via Ardeatina, sono diventate un monumento a ricordo dei fatti.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi è stato compiuto l'eccidio delle Fosse Ardeatine
L'eccidio delle Fosse Ardeatine fu il massacro di 335 civili e militari italiani, fucilati a Roma il 24 marzo 1944 dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per l'attentato partigiano compiuto da membri dei GAP romani contro truppe germaniche in transito in via Rasella. L'attentato causò, sul posto e nelle ore successive, la morte di 33 soldati del reggimento "Bozen" appartenente alla Ordnungspolizei dell'esercito tedesco, reclutato in Alto Adige.
531
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi è stato compiuto l'eccidio delle Fosse Ardeatine
Nel marzo del 1944 fu l'ideatore dell'attentato dinamitardo di via Rasella, eseguita da partigiani comunisti dei Gruppi di Azione Patriottica e a cui i tedeschi reagirono con l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Gli altri membri della giunta militare non furono informati preventivamente del piano, come avveniva per consuetudine, per «ragioni di sicurezza cospirativa», secondo quanto dichiarato dallo stesso Amendola.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi è stato compiuto l'eccidio delle Fosse Ardeatine
L'azione, consistente nella detonazione da parte di alcuni militanti dei GAP di un ordigno esplosivo e nel successivo lancio di quattro bombe a mano artigianali sui superstiti, causò la morte di 33 soldati tedeschi (il numero dei decessi avvenuti nelle settimane successive a causa delle ferite non è mai stato definito con certezza) e di due civili italiani (tra cui il bambino Piero Zuccheretti, di 12 anni), mentre almeno altri quattro caddero sotto il fuoco di reazione tedesco. Il 24 marzo seguì la rappresaglia tedesca consumata con l'eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono uccisi 335 prigionieri completamente estranei all'azione gappista, tra cui dieci civili rastrellati nelle vicinanze di via Rasella immediatamente dopo i fatti.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi è stato compiuto l'eccidio delle Fosse Ardeatine
Il giorno immediatamente successivo a quello dell'attentato, seguì l'Eccidio delle Fosse Ardeatine, rivendicato dal "Comando Tedesco" espressamente come rappresaglia per l'attentato di via Rasella.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi è stato compiuto l'eccidio delle Fosse Ardeatine
All’interno dell’armadio emersero fascicoli sulle più importanti stragi naziste, fra le quali l’eccidio di Sant'Anna di Stazzema, l'eccidio delle Fosse Ardeatine, l'eccidio di Monte Sole (più noto come strage di Marzabotto), di Monchio e Cervarolo, di Korica, di Lero, di Scarpanto, la strage del Duomo di San Miniato e gli eccidi dell'alto Reno.Registro criminali Nazisti, elenco dei fascicoli ritrovati.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi è stato compiuto l'eccidio delle Fosse Ardeatine
24 marzo - Italia: a Roma in via Rasella vengono uccisi 33 soldati tedeschi. A seguito di ciò avviene l'eccidio delle Fosse Ardeatine per mano dei tedeschi, che uccidono 335 persone.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi è stato compiuto l'eccidio delle Fosse Ardeatine
Herbert Kappler, comandante tedesco della Gestapo di Roma, organizzò l'eccidio delle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, come ritorsione per l'attentato di via Rasella del giorno prima compiuto da partigiani comunisti dei GAP contro una colonna di soldati tedeschi. Alle Fosse Ardeatine i nazisti fucilarono 335 persone scelte tra ebrei, partigiani (molti dei quali appartenenti alla formazione "Bandiera Rossa") o semplici sospetti. Nella sua deposizione al processo, come teste dell'accusa, il professor Attilio Ascarelli affermò che le salme esumate erano state 336: la 336ma vittima fu trovata in una galleria diversa in atteggiamento diverso e caratteri cadaverici diversi.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi è stato compiuto l'eccidio delle Fosse Ardeatine
Il 23 marzo 1944 fu così eseguito l'Attentato di via Rasella, cui i tedeschi reagirono (appena 21 ore dopo, il 24) con l'eccidio delle Fosse Ardeatine.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
A quali guerre prese parte Emilio De Bono
Emilio De Bono (Cassano d'Adda, 19 marzo 1866 – Verona, 11 gennaio 1944) è stato un generale e politico italiano. Fu senatore del Regno d'Italia nella XXVI legislatura. Attivista fascista, Maresciallo d'Italia e membro del Gran Consiglio del Fascismo, De Bono si distinse nella Guerra italo-turca, nella Prima guerra mondiale e nella guerra d'Etiopia.
539
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi fu arrestato Nenni nel 1943
Il leader socialista rientrò in Francia dopo la caduta di Barcellona, avvenuta il 26 gennaio del 1939. Pochi mesi dopo scoppiò la seconda guerra mondiale: con l'entrata in guerra dell'Italia e l'occupazione tedesca della Francia (giugno 1940), Nenni preferì lasciare Parigi e stabilirsi in "semiclandestinità" con la famiglia a Palalda, nei Pirenei orientali. Nell'ottobre del 1941 venne firmato a Tolosa un nuovo patto di unità d'azione tra socialisti e comunisti italiani, con l'adesione anche di Giustizia e Libertà. Nenni fu arrestato a Saint-Flour dalla Gestapo l'8 febbraio 1943; rinchiuso nel carcere parigino di Fresnes, vi rimase per circa un mese. Il 5 aprile venne consegnato alla polizia fascista alla frontiera del Brennero.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi fu arrestato Nenni nel 1943
Con l'entrata in guerra dell'Italia e l'occupazione tedesca della Francia (giugno 1940), Nenni preferì lasciare Parigi e stabilirsi in "semiclandestinità" con la famiglia a Palalda, nei Pirenei orientali. Nell'ottobre del 1941 venne firmato a Tolosa un nuovo patto di unità d'azione tra socialisti e comunisti italiani, con l'adesione anche di Giustizia e Libertà. Nenni fu arrestato a Saint-Flour dalla Gestapo l'8 febbraio 1943. Rinchiuso nel carcere parigino di Fresnes, vi rimase circa un mese e il 5 aprile venne consegnato alla polizia fascista alla frontiera del Brennero.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi fu combattuta la quinta battaglia dell'Isonzo
La Quinta battaglia dell'Isonzo fu combattuta tra il 9 e il 15 marzo 1916 tra l'esercito italiano e quello austro-ungarico.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi fu fondata la scuola elitista italiana
Gli studiosi italiani del primo Novecento, Gaetano Mosca e Vilfredo Pareto, furono i fondatori dell'elitismo (si parla di: scuola elitista italiana).
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi fu formata la Repubblica di Montefiorino
Tra luglio e agosto 1944 i partigiani formarono la Repubblica di Montefiorino; tra l'agosto e il settembre 1944 si proclamò indipendente la Repubblica libera della Carnia; il 10 settembre 1944 si formò la Repubblica dell'Ossola, che terminerà il 10 ottobre 1944 (i "40 giorni di libertà"); ad Alba i partigiani presero il potere fra l'ottobre e il novembre del 1944. Nell'aprile 1945 le truppe alleate sfondarono la linea gotica e liberarono il nord Italia, aiutate anche dalle numerose insurrezioni nelle principali città (Bologna, Genova, Milano e Torino).
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi fu formata la Repubblica di Montefiorino
Anche nell'Appennino ligure i partigiani guadagnarono molte posizioni: nella regione di Imperia, a Badalucco, la divisione Garibaldi "Cascione" si batté con successo contro forze superiori; sempre nell'appenino ligure si forma la VI zona libera con la Repubblica di Bobbio che si estende fra le province di Piacenza, Parma, Pavia, Alessandria e Genova, con circa 4.000 uomini con al capo il comandante "Fausto" ovvero il Ten. dei carabinieri Fausto Cossu già a capo della Compagnia Carabinieri Patrioti e poi della Divisione Giustizia e Libertà con 11 brigate; capoluogo la città di Bobbio in Val Trebbia, liberata il 7 luglio del 1944, che fu la prima città liberata del nord Italia annunciata anche da Radio Londra; mentre nell'Appennino modenese il comandante "Armando" (Mario Ricci) organizzò la Repubblica di Montefiorino. Infine nel bellunese la Divisione Garibaldi "Nanetti", comandata da "Milo", costituì una zona libera nell'altopiano del Cansiglio ed in Friuli avanzarono con successo i garibaldini della "Natisone" e della "Friuli e i partigiani delle Osoppo che liberarono un vasto territorio lungo il Tagliamento.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi fu formata la Repubblica di Montefiorino
Nel 1941 ritornò in Italia e qui fu processato come antifascista e inviato al confino a Ventotene. Qui lo colse la caduta del fascismo cosicché poté rientrare nel suo paese natale, dove cominciò subito ad organizzare un reparto di partigiani, portandosi poi a Montefiorino ove più forte era la lotta partigiana e nascerà poi la prima Repubblica partigiana in Italia, la Repubblica di Montefiorino.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi fu formata la Repubblica di Montefiorino
Questo evento fece sì che il comando della Resistenza di Montefiorino fermasse il comandante partigiano, considerato un combattente valoroso ma spietato ed ormai incontrollabile. Il 31 luglio Nello Pini venne fucilato a Montefiorino dagli stessi partigiani, insieme ad alcuni esponenti della sua unità.Fonte: "La Repubblica di Montefiorino" di Ermanno Gorrieri, edizioni il Mulino, Bologna 1966
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi fu formata la Repubblica di Montefiorino
A Montefiorino e nei comuni che faranno poi parte della repubblica partigiana si calcola che si concentrarono circa 5000 partigiani. La data d'inizio della Repubblica partigiana può farsi risalire al 17 giugno 1944, quando fu occupata dai partigiani la Rocca di Montefiorino presidiata dai fascisti. A Montefiorino si installò il comando della Divisione Modena Armando, espressione del partito comunista e composta da diverse brigate, a capo della quale era Mario Ricci noto col nome di battaglia di Armando.
548
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi fu sconfitto Roberto Farinacci
In questo predominio dei "fiancheggiatori", che perdurò e si rafforzò durante tutto il regime fascista, il grande sconfitto fu Roberto Farinacci, e con lui l'ala "intransigente" ed ex squadrista; Farinacci, man mano che il regime si consolidava, venne battuto politicamente da Mussolini, poi estromesso dalla segreteria del PNF e reso ininfluente, in una "parabola discendente" che ebbe inizio nell'ottobre 1925.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi fu sconfitto Roberto Farinacci
Riguardo al delitto Matteotti furono intentati tre procedimenti giudiziari. Il procedimento principale si ebbe dal 16 marzo al 24 marzo 1926 a Chieti (istruito fra il 1925 e il 1926), contro gli squadristi materialmente responsabili del rapimento e dell'omicidio: Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo. Di questi, Dumini, Volpi e Poveromo furono condannati per omicidio preterintenzionale alla pena di anni 5, mesi 11 e giorni 20 di reclusione, nonché all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Panzeri, che non partecipò attivamente al rapimento, Malacria e Viola ci fu l'assoluzione. Il collegio di difesa degli imputati, a seguito di richiesta di Dumini, venne guidato da Roberto Farinacci, a quel tempo segretario nazionale del Partito Nazionale Fascista. L'enfasi di Farinacci nella difesa degli imputati fu tale da indurre Mussolini, che viceversa aveva chiesto un processo senza molto clamore, a costringerlo alle dimissioni dalla carica nazionale una settimana dopo la sentenza del processo.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi fu sconfitto Roberto Farinacci
In questo predominio dei "fiancheggiatori", che perdurò e si rafforzò durante tutto il regime fascista, il grande sconfitto fu Roberto Farinacci, e con lui l'ala "intransigente" ed ex squadrista; Farinacci, man mano che il regime si consolidava, venne battuto politicamente da Mussolini, poi estromesso dalla segreteria del PNF e reso ininfluente, in una "parabola discendente" che ebbe inizio nell'ottobre 1925Renzo De Felice, Mussolini il fascista. II. L'organizzazione dello Stato fascista 1925-1929, Einaudi, Torino 1968, pagg. 131-6..
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi venne assaltato L'Avanti nell’aprile del 1919
La contrapposizione tra socialisti e nazionalisti scoppiò violenta a Milano il 15 aprile 1919 dopo una giornata di scontri, che culminò nell' assalto nazionalista all'Avanti! tra manifestanti del Partito Socialista e contromanifestanti del Partito Nazionalista , arditi , futuristi e i primi elementi fascisti dei neocostituiti Fasci italiani di combattimento che si fecero notare per la prima volta a livello nazionale. A partire dalla primavera del 1919 si costituirono numerose associazioni patriottiche e studentesche, di reduci oppure nazionaliste tutte accomunate dall'antisocialismo le quali iniziano a manifestare, pubblicare riviste oppure a organizzare riunioni. Alle associazioni combattentistiche antisocialiste, oltre alle formazioni più audaci e a carattere volontario degli arditi , presero parte soprattutto reduci animati anch'essi da patriottismo che si sentivano offesi dalle offensive svalutazioni fatte dall' Avanti! .
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi venne assaltato L'Avanti nell’aprile del 1919
1919 – A Milano squadre di nazionalisti, allievi ufficiali e arditi danno alle fiamme la redazione del giornale socialista "Avanti!"
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi venne fatto arrestare Mussolini nel 1943
Nel luglio-agosto 1943 il generale Dwight D. Eisenhower guidò lo sbarco in Sicilia: il 10 luglio alcune armate anglo-americane sbarcano in Sicilia; il 17 agosto la Sicilia era liberata. Mussolini venne fatto arrestare dal re il 26 luglio dello stesso anno, sfiduciato dal Partito Nazionale Fascista, imprigionato a Ponza, poi a La Maddalena ed infine, il 27 agosto, a Campo Imperatore, dove venne liberato dai tedeschi il 12 settembre, condotto a Monaco da Hitler, e riaccompagnato in Italia dove il 23 settembre costituì la Repubblica Sociale Italiana (RSI), o Repubblica di Salò (sul lago di Garda).
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi venne fatto arrestare Mussolini nel 1943
Il pomeriggio del 25 luglio 1943 Mussolini fu fatto arrestare dal re Vittorio Emanuele dopo un breve colloquio e trasferito successivamente in una serie di rifugi segreti; in poche ore il regime fascista si disgregò, i gerarchi fedeli al Duce fuggirono e il maresciallo Pietro Badoglio venne nominato capo del nuovo governo, che ufficialmente confermò la fedeltà all'alleanza con la Germania e la decisione di continuare a combattere contro gli Alleati. In realtà il Re, Badoglio e i principali dirigenti del nuovo governo ritenevano inevitabile uscire dalla guerra; dopo alcune indecisioni, il 12 agosto 1943 emissari italiani si incontrarono a Lisbona con il capo di stato maggiore di Eisenhower, generale Walter Bedell Smith, dal quale appresero che i capi alleati prevedevano la resa incondizionata dell'Italia.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi venne fatto arrestare Mussolini nel 1943
Di fronte all'inarrestabile avanzata alleata ed alla campagna di bombardamenti aerei e navali che investiva il resto d'Italia, prima ancora che Catania fosse occupata dagli inglesi il 5 agosto 1943 e che l'ultimo lembo di terra siciliana fosse evacuato dalle forze dell'Asse (occupazione di Messina il 17 agosto), il Re decise infine di liberarsi di colui che gli italiani ritenevano il primo responsabile del disastro, destituendo e facendo arrestare Benito Mussolini il 25 luglio 1943, appena dopo la sfiducia decretatagli a maggioranza nella notte precedente dallo stesso Gran Consiglio del fascismo, per iniziativa di Dino Grandi. Lo stesso Grandi, interpellato dal sovrano sulla situazione, già il 28 luglio 1943 lo avvisò dell'imminente e grave pericolo che versava sulla nazione qualora alla caduta di Mussolini non fossero seguiti speditamente un armistizio con gli Alleati e la rottura con i tedeschi e se contro questi non fossero state rivolte con decisione le armi:
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi venne fatto arrestare Mussolini nel 1943
Mussolini accettò di convocare il Gran Consiglio il 24 luglio 1943, ufficialmente per esaminare la conduzione militare del conflitto. Il Gran Consiglio approvò l'ordine del giorno Grandi, che restituiva il comando delle Forze armate al Re. Il giorno successivo Vittorio Emanuele III fece arrestare Mussolini, comunicandone la sostituzione con il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi venne fatto arrestare Mussolini nel 1943
Il 25 luglio 1943, quando la guerra a fianco della Germania ormai volgeva al peggio, Vittorio Emanuele III, in accordo con parte dei gerarchi fascisti, revocò il mandato a Mussolini e lo fece arrestare, affidando il governo al maresciallo Pietro Badoglio. Il nuovo governo iniziò i contatti con gli Alleati per giungere ad un armistizio.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi venne fatto arrestare Mussolini nel 1943
Nel luglio 1943 il re Vittorio Emanuele III fece arrestare Mussolini e lasciò Roma il 9 settembre rifugiandosi a Brindisi aiutato dai nuovi alleati. Elena seguì il marito nella cosiddetta "fuga". Il 23 settembre la figlia Mafalda venne arrestata dai nazisti e portata nel lager di Buchenwald dove morirà nel 1944. Terminata la guerra, il 9 maggio del 1946, Vittorio Emanuele III abdicò a favore del figlio Umberto, assunse il nome di Conte di Pollenzo e andò in esilio con Elena.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi venne fatto arrestare Mussolini nel 1943
Il 24 luglio 1943, durante la seduta del Gran Consiglio del Fascismo viene votato l'ordine del giorno Grandi che esautora Benito Mussolini dai suoi poteri, restituendo il comando delle forze armate a Re Vittorio Emanuele che il giorno dopo lo fa arrestare.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi venne fatto arrestare Mussolini nel 1943
Il 25 luglio 1943, quando la guerra a fianco della Germania ormai volgeva al peggio, Vittorio Emanuele III, in accordo con parte dei gerarchi fascisti, revocò il mandato a Mussolini e lo fece arrestare, affidando il governo al maresciallo Pietro Badoglio. Il nuovo governo iniziò i contatti con gli Alleati per giungere ad un armistizio. All'annuncio dell'armistizio di Cassibile, l'8 settembre 1943, l'Italia precipitò nel caos. L'esercito nel suo complesso, privo di ordini, sbandò e venne rapidamente disarmato dalle truppe tedesche; Vittorio Emanuele III, la corte ed il governo Badoglio fuggirono da Roma per trasferirsi al sud ("crisi istituzionale").
561
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi venne rilanciato il colonialismo italiano negli anni '30
Il colonialismo italiano venne poi rilanciato dal regime fascista nella seconda metà degli anni '30, che comportò la conquista dell'Etiopia.
562
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi venne rilanciato il colonialismo italiano negli anni '30
Il colonialismo italiano venne rilanciato quindi dal regime fascista soprattutto durante gli anni '30 e portò alla conquista dell'Etiopia nel 1935/36.
563
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi vennero perseguitati i greci del Ponto nel genocidio greco
Ben più noto è il cosiddetto "genocidio greco" svoltosi dal 1914 al 1924 ai danni dei greci del Ponto: poiché erano una delle poche minoranze cristiane in Medio Oriente, soffrirono ripetute persecuzioni e uccisioni da parte degli ottomani, una strage che fu definita non senza polemiche "genocidio" e che ancora oggi è motivo di controversie tra Turchia e Grecia; a quest'ultima, che riconobbe i massacri come crimini di guerra e che nel 1994 dichiarò il 19 maggio giornata commemorativa, si sono associati vari stati americani. Le vittime cagionate da fucilazioni, maltrattamenti, malattie e fame sono state calcolate a circa 350.000 nel giro di sette anni.
564
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi vennero perseguitati i greci del Ponto nel genocidio greco
Gli antichi greci fondarono colonie sulle coste del Mar Nero sin dai tempi più remoti, prevalentemente doriche e ioniche. Nell'età classica i greci pontini si costituirono in polis su modello ateniese, o furono sudditi dell'Impero Persiano Achemenide, e successivamente dei regni ellenistici originatisi dalla scissione dell'Impero macedone, per poi finire sotto il dominio di Roma. Durante il Medioevo, i greci del Ponto furono sottoposti al dominio dell'impero bizantino, e dopo la sua divisione dall'Impero di Trebisonda, per poi subire l'invasione definitiva dei turchi ottomani. Con la dominazione ottomana, i pontici rimasero isolati dal resto del mondo greco, sviluppando così una lingua propria (tant'è che oggi il greco pontico non è più mutuamente comprensibile con il greco standard parlato in Grecia). Come altre minoranze cristiane dell'Asia minore, quali armeni e assiri, i greci del Ponto subirono dure persecuzioni ad opera degli ottomani prima e dei nazionalisti turchi poi, tant'è che alcuni storici parlano di un vero e proprio "Genocidio greco", verificatosi all'inizio del XX secolo. Nel 1923, i sopravvissuti ai massacri furono espulsi dalla Turchia e ricollocati in Grecia, sulla base dello scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia definito dal Trattato di Losanna. Negli anni successivi alla morte di Kemal Ataturk e dalla fine dell'antiellenismo in Turchia, alcuni di essi fecero ritorno nelle zone d'origine.
565
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da chi vennero perseguitati i greci del Ponto nel genocidio greco
Ben più noto è il cosiddetto genocidio greco che, iniziato nel 1914, si è prolungato sino al 1924. La persecuzione è stata subita da una popolazione greca originaria del Ponto, perciò detta, i greci del Ponto. La ragione anche in questo caso è religiosa, infatti, essendo una delle poche minoranze cristiane in Medio Oriente, soffrirono un terribile massacro da parte degli ottomani che passerà alla storia come genocidio greco. In realtà il termine è stato oggetto di controversie tra la Turchia e la Grecia. Alla Grecia, che ha dichiarato nel 1994 il 19 maggio giornata commemorativa, si sono associati, nel riconoscerlo come genocidio, vari stati americani. Le vittime, non solo di morte violenta, ma anche per le conseguenze, dunque malattia e fame, nel giro di sette anni arrivarono a circa 350.000 .
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da cosa fu caratterizzato il biennio rosso in Italia
Il 18 settembre 1920, grazie ad un accordo italo-albanese (accordo di Tirana del 2 agosto 1920, in cambio delle pretese italiane su Valona) e ad un accordo con la Grecia, l'isola di Saseno entrò a far parte dell'Italia, la quale la voleva per la sua posizione strategica all'imbocco del Mare Adriatico. Esauritosi il così definito biennio rosso (1919-1920) delle lotte operaie e contadine, la reazione dei ceti medi, degli agrari e degli industriali si indirizzò verso il movimento fascista, le cui violenze vennero ingenuamente assolte come premessa a un auspicato "ritorno all'ordine".
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da cosa fu caratterizzato il biennio rosso in Italia
Il biennio rosso in Italia è la locuzione con cui viene comunemente indicato il periodo della storia d'Italia compreso fra il 1919 e il 1920, caratterizzato da una serie di lotte operaie e contadine che ebbero il loro culmine e la loro conclusione con l'occupazione delle fabbriche del settembre 1920.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da cosa fu caratterizzato il biennio rosso in Italia
Il periodo tra le due guerre mondiali fu caratterizzato da forti tensioni sociali, soprattutto riguardo al reinserimento dei reduci della prima guerra mondiale ed in particolare nel cosiddetto biennio rosso, che in Italia fu caratterizzato da una serie di lotte operaie e contadine che ebbero il loro culmine e la loro conclusione con l'occupazione delle fabbriche, soprattutto nel centro-nord del paese.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da cosa fu caratterizzato il biennio rosso in Italia
Finita la guerra, questo esplose in forme violente, caratterizzate dall'affiancamento dell'azione armata a quella politica da parte di partiti e gruppi politici o dalla loro trasformazione in vere e proprie forme paramilitari, creando disordini che sfociarono nel biennio rosso. Nel novembre del 1921 i Fasci Italiani di Combattimento si trasformarono nel Partito Nazionale Fascista (PNF), combattendo al proprio interno fra spinte volte a scelte rivoluzionarie ed istanze di crescita costituzionale. Mussolini optò per una "via parlamentare", tenendo a freno le squadre d'azione ed iniziando la ricerca del consenso popolare.
570
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da cosa fu caratterizzato il biennio rosso in Italia
Da parte loro, i rivoluzionari bolscevichi, nell'estate del 1919, diedero il via a quello che poi verrà chiamato il Biennio Rosso e che sarà il periodo di più forte enfasi rivoluzionaria marxista in Italia, ancorché non coronato da successo.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
A quali movimenti politici si avvicina ideologicamente l'elitismo
Da molti, soprattutto in seguito alla Seconda guerra mondiale, l'elitismo è stato criticato per una sua vicinanza ideologica ai fascismi. In realtà l'elitismo è una teoria politica descrittiva più che prescrittiva, cioè si limita a descrivere la realtà sociale che si delinea con la presenza dell'elitismo, senza proporre una sua visione, un metodo, delle regole da seguire. È innegabile tuttavia una vicinanza di pensiero. Michels, ad esempio, ebbe molti rapporti con Mussolini, esaltandolo anche in alcuni suoi scritti più tardi. Tuttavia Gaetano Mosca non aderì al fascismo, pur essendo un conservatore, ed anzi l'esperienza mussoliniana lo portò a moderare la teoria elitista. Nel secondo dopoguerra, tuttavia, l'elitismo classico fu sommerso da critiche di vicinanza al fascismo e rinacque in una corrente più moderata negli USA.
572
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da cosa sarebbe dipeso il successo dell'impresa del D-Day
Nel frattempo migliaia di imbarcazioni alleate si stavano riunendo da un capo all'altro del Mediterraneo, «la flotta più gigantesca di tutta la storia mondiale» osservò l'ammiraglio Hewitt. Suddivisa in due task force, la Easter Naval Task Force formata soprattutto da navi della Mediterranean Fleet, fu posta sotto il comando dell'ammiraglio britannico Bertram Ramsay, mentre la Western Naval Task Force formata soprattutto da navi provenienti dalla United States Eighth Fleet, fu messa sotto il comando dall'ammiraglio statunitense Henry Kent Hewitt. Metà di questa flotta sarebbe salpata sotto il comando di Hewitt da sei porti algerini e tunisini, l'altra metà, quella britannica sotto il comando dell'ammiraglio Ramsay, sarebbe partita dalla Libia e dall'Egitto, mentre una divisione canadese sarebbe giunta direttamente dal Regno Unito. La 7ª Armata di Patton contava circa ottantamila uomini, più o meno altrettanti ne aveva l'8ª Armata di Montgomery e altri sarebbero sbarcati successivamente di rinforzo ad entrambe. La grande spedizione si sarebbe quindi riunita in mare, al largo di Malta, il 9 luglio, e nonostante nascondere al nemico una flotta di quasi tremila navi fosse un'impresa ardua, il successo dell'impresa dipendeva soprattutto dall'effetto sorpresa. Soldati e marinai semplici erano ovviamente all'oscuro di tutto, e le lettere alle famiglie erano soggette a severe restrizioni,ma fu soprattutto la supremazia aerea alleata a far sì che l'aviazione nemica non riuscì mai a compiere ricognizioni efficaci e a creare problemi alle forze anglo-statunitensi. A tale scopo a partire dal 2 luglio i campi di aviazione in Sicilia furono sottoposti ad attacchi così massicci e continui, che quando arrivò il D-Day solo poche piste sussidiarie erano utilizzabili, mentre quasi tutti i caccia usciti indenni dal lungo martellamento, furono ritirati sulla terraferma o in Sardegna.
573
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
Questa normativa fu impiegata nel plebiscito del 1929 e nel plebiscito del 1934. Il sistema elettivo fu poi abbandonato nel 1939; la Camera dei deputati venne soppressa ed al suo posto venne istituita la Camera dei Fasci e delle Corporazioni di cui facevano parte coloro che rivestivano determinate cariche politico-amministrative in alcuni organi collegiali del regime e per la durata della stesse.
574
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
Tra l'11 e il 14 gennaio 1939, a Roma, incontrò Chamberlain e il ministro degli esteri inglese Frederik Halifax. Il 19 gennaio 1939 la Camera dei deputati venne soppressa e sostituita dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni. In aprile il "duce" ordinò l'occupazione e l'annessione dell'Albania; l'Italia già godeva di una forma non ufficiale di protettorato sul paese da molti anni, e l'«invasione» fu presumibilmente dovuta alla volontà mussoliniana di dimostrare all'alleato tedesco la propria forza.
575
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
Il compimento, ancorché parziale, di tale processo sarebbe avvenuto, però, soltanto nel 1939 quando, pur senza mutare direttamente gli articoli interessati dello Statuto del Regno, la Camera dei deputati sarà soppressa e sostituita dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni, la cui composizione e la portata reale dei poteri ne escluderanno i caratteri di effettiva titolarità della rappresentanza nazionale e di co-titolarità - condivisa con il Capo dello Stato e con il Senato - del potere legislativo.senza fonte
576
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
La Camera dei Deputati venne soppressa il 19 gennaio 1939 e sostituita dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni, composta da "consiglieri nazionali" non elettivi, ma nominati per decreto in virtù delle cariche ricoperte in organismi politici o corporativi. Inaugurata il 23 marzo 1939, la Camera dei Fasci e delle Corporazioni fu poi soppressa, dopo la caduta del fascismo, il 2 agosto 1943.
577
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
La Camera dei Fasci e delle Corporazioni è un organo che sostituì la Camera dei deputati dal 1939 al 1943.
578
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
La Camera dei Fasci e delle Corporazioni fu un organo legislativo del Regno d'Italia che sostituì la Camera dei deputati dal 1939 al 1943, nella XXX Legislatura del Regno d'Italia, durante il periodo fascista.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
A Montecitorio sedette anche l'organo assembleare che interruppe la sequenza tra Camera dei deputati del Regno d'Italia e Camera dei deputati della Repubblica Italiana: dal 1939 al 1943, durante il regime fascista, la Camera dei deputati fu infatti soppressa e sostituita dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
Nella XXX legislatura la Camera dei Deputati fu sostituita dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni: in sostituzione dei deputati furono nominati consiglieri nazionali. 30
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
Il 19 gennaio 1939 venne istituita la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, che sostituiva la Camera dei deputati, e tenne la sua seduta inaugurale il 23 marzo dello stesso anno.
582
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
Sotto il fascismo fu Ministro delle Poste e delle comunicazioni, e Presidente della Camera dei deputati del Regno d'Italia, poi Camera dei Fasci e delle Corporazioni, fino al 1939, anno della morte.
583
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
19 gennaio - Viene abolita la Camera dei deputati, sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni che comprende il Consiglio nazionale del PNF e il Consiglio nazionale delle corporazioni, entrambi nominati da Mussolini
584
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
Nel 1939 la Camera dei Deputati fu sostituita con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, organo privo di ogni carattere rappresentativo, essendo i suoi componenti designati dal Capo del Governo, che si riunì appena 27 volte, prima di essere soppresso nel 1943. Approvò ben 2395 leggi, nell'80% dei casi senza alcun emendamento.Francesco Perfetti (1991), La Camera dei fasci e delle corporzioni, Roma, BonacciStefano Sicardi (2001), Il fascismo in Parlamento: lo svuotamento della rappresentanza generale, in Storia d'Italia. Annali, vol. 17, cit., pp. 253 ss. Al suo interno furono costituite 12 commissioni permanenti dotate di poteri deliberanti.
585
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
il presidente della Camera dei deputati (dal 1939 Camera dei Fasci e delle Corporazioni);
586
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
la Camera dei deputati del Regno d'Italia (sostituita nel 1939 dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni) i cui membri (deputati) erano eletti periodicamente dai sudditi dotati di diritto di voto;
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quale organo fu sostituita la Camera dei Deputati nel 1939
Il sistema elettivo fu poi abbandonato nel 1939; la Camera dei deputati venne soppressa ed al suo posto venne istituita la Camera dei Fasci e delle Corporazioni di cui facevano parte coloro che rivestivano determinate cariche politico-amministrative in alcuni organi collegiali del regime e per la durata della stesse.
588
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quali fiumi era segnata la linea Gustav
Nonostante dubbie promesse al generale Carlo Calvi di Bergolo di considerare Roma città aperta, il feldmaresciallo Kesselring prese rapidamente misure draconiane per assicurare il controllo tedesco della capitale; con l'ordinanza affissa sui muri della città la sera dell'11 settembre 1943 il comandante tedesco dichiarava che la città era "territorio di guerra" sottoposta alle leggi tedesche di guerra, che "ogni sciopero era proibito", che eventuali resistenti sarebbero stati "giudicati e fucilati con giudizio sommario"; il feldmaresciallo affermava che egli era "deciso ad assicurare la calma e la disciplina". In breve tempo, mentre l'esercito tedesco riusciva progressivamente ad arrestare l'avanzata alleata sulla linea dei fiumi Garigliano, Liri e Sangro, sulla cosiddetta Linea Gustav, la struttura di occupazione e repressione nazista si organizzò a Roma con la collaborazione delle autorità politico-militari collaborazioniste della Repubblica Sociale Italiana. Il controllo tedesco sulla capitale fu coordinato dal "comandante della città di Roma", prima il generale Rainer Stahel e poi il generale Kurt Mälzer, dal responsabile della missione diplomatica, Eitel Friedrich Möllhausen, dal capo della polizia e delle SS a Roma, maggiore Herbert Kappler.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quali organi è composto il Consiglio d'Europa
I principali organi del Consiglio d'Europa sono: il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, il Segretario generale del Consiglio dell'Unione europea, l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e il Congresso dei poteri locali e regionali.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quali partiti era sostenuto il governo di Mario Scelba
All'inizio del 1954, caduto Pella, si costituì il primo governo Fanfani, che tuttavia non ottenne la fiducia. Successivamente si formò il primo governo di Mario Scelba, sostenuto da DC, PSDI e PLI.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Da quante repubbliche era composta l'Unione Sovietica
L'U.R.S.S. era composta da 15 repubbliche. L'Unione Sovietica, con oltre 290 milioni di abitanti a fine anni ottanta, era un mosaico di popoli di oltre cento diverse nazionalità differenti tra loro per origine, storia, cultura, tradizioni, e caratteristiche fisiche. Fra i tanti gruppi etnici, appartenenti all'etnia dei bianchi e dei mongolidi, predominava quello degli slavi, che raggruppava più del 75 per cento della popolazione.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Chi è stato Antonio Segni
Antonio Segni (Sassari, 2 febbraio 1891 – Roma, 1º dicembre 1972) è stato un politico italiano, quarto presidente della Repubblica. È stato il 5º e l'8º Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana. Dopo aver ricoperto diversi incarichi governativi nei governi Bonomi III, Parri, De Gasperi I, De Gasperi VII e Pella, Segni fu per due volte Presidente del Consiglio dei ministri, dal 6 luglio 1955 al 15 maggio 1957 e dal 15 febbraio 1959 al 23 marzo 1960.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Chi è stato Antonio Segni
Antonio Segni, (1891-1972), politico italiano, membro dell'Assemblea Costituente, quarto Presidente della Repubblica Italiana
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Chi è stato Antonio Segni
Antonio Segni è stato un uomo politico italiano, quarto presidente della Repubblica;
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Di chi era moglie Ernesta Bittanti
Ernesta Bittanti Battisti (Brescia, 5 maggio 1871 – Trento, 5 ottobre 1957) è stata un'insegnante e scrittrice italiana, moglie dell'irredentista Cesare Battisti.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Di chi era moglie Ernesta Bittanti
Il 7 agosto 1899 sposò Cesare Battisti, con il quale condivideva l'orientamento politico socialista, laicista e anticlericale. Nel 1901 nacque il figlio Luigi (detto Gigino). Scrisse il testo dell'Inno al Trentino, musicato da Guglielmo Bussoli. Nel 1916 il marito, cittadino dell'Impero Austro-Ungarico che combatteva dalla parte dell'Italia fu catturato dall'esercito asburgico, condannato a morte per alto tradimento e giustiziato. Ernesta Bittanti Battisti si occupò quindi di raccoglierne e pubblicarne gli scritti.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Di chi era moglie Ernesta Bittanti
Alla vedova Ernesta Bittanti fu liquidato l'importo di 10.000 lire dalla RAS, compagnia di assicurazione di Trieste, all'epoca austroungarica. Cesare Battisti è ricordato nel canto popolare italiano La canzone del Piave, citato assieme a Nazario Sauro e Guglielmo Oberdan.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Di chi era moglie Ernesta Bittanti
Il 7 agosto 1899 sposò Cesare Battisti, con il quale condivideva l'orientamento politico socialista, laicista e anticlericale. Nel 1901 nacque il figlio Luigi (detto Gigino). Scrisse il testo dell'Inno al Trentino, musicato da Guglielmo Bussoli.Guglielmo Bussoli, Inno al Trentino: per canto e piano / parole della dott. Ernesta Battisti Bittanti, Bologna, C. Venturi, 1915. Nel 1916 il marito, cittadino dell'Impero Austro-Ungarico che combatteva dalla parte dell'Italia fu catturato dall'esercito asburgico, condannato a morte per alto tradimento e giustiziato. Ernesta Bittanti Battisti si occupò quindi di raccoglierne e pubblicarne gli scritti.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Di chi era moglie Ernesta Bittanti
(a cura di Ernesta Bittanti Battisti) Cesare Battisti, Scritti politici - Edizione nazionale, Firenze, Le Monnier, 1923.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Di chi era moglie Ernesta Bittanti
Figlio di Cesare Battisti e Ernesta Bittanti, a 16 anni andò alla Scuola di Caserta dove diventò sottotenente degli Alpini. In seguito venne mandato sul fronte al Passo del Tonale. Dopo la guerra partecipò all'impresa di Fiume.