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Un gruppo di ex impiegati di Google, Apple e Tesla ha fondato una nuova società che si chiama Otto per produrre camion che si guidano da soli. Tra i fondatori della nuova azienda, che ha sede a San Francisco (California), ci sono Anthony Levandowski e Lion Ron, rispettivamente uno dei primi responsabili del progetto per le auto che si guidano da sole di Google e il principale responsabile di Google Maps. Otto comprende diversi altri esperti nelle tecnologie per i veicoli autonomi e ha piani molto ambiziosi, soprattutto per gli Stati Uniti dove il settore dei trasporti con i camion è uno dei più grandi e redditizi. Levandowski ha lasciato a inizio anno Alphabet, la multinazionale di cui fanno parte Google e le altre società collegate, e poco dopo ha annunciato la fondazione di Otto. Al progetto lavorano per ora più di 40 persone, ma l’azienda sta cercando ingegneri e altri specialisti per espandersi e proseguire lo sviluppo dei suoi sistemi. L’idea è di realizzare tecnologie che possano essere inserite e adattate ai camion già in circolazione: Otto non produrrà quindi i veicoli, ma i piloti automatici da installare sui camion per fare in modo che si guidino da soli.
La startup dei camion che si guidano da soli. È stata fondata da ex dipendenti di Google, Apple e Tesla e in pochi mesi ha testato il suo autopilota su 16mila chilometri di strada.
Nel terzo trimestre del 2018 Netflix ha guadagnato altri 6,9 milioni di utenti: poco più di un milione solo negli Stati Uniti e il resto negli altri paesi del mondo. Sono numeri che vanno oltre le stime fatte da Netflix e dagli investitori, che si aspettavano un incremento di poco più di 5 milioni di utenti in tutto il mondo. Ora Netflix ha quindi 137,1 milioni di utenti nel mondo; 78,6 dei quali fuori dagli Stati Uniti. Nella lettera mandata agli investitori la società ha spiegato che la crescita più rilevante è avvenuta in Asia. Netflix ha comunicato di aver ottenuto entrate per 4 miliardi di dollari, il 36 per cento in più rispetto a quelle dello stesso periodo nel 2017. Anche le azioni sono andate meglio del previsto: hanno guadagnato 89 centesimi di dollaro l’una. Questi ottimi risultati arrivano dopo quelli sotto le aspettative del secondo trimestre.
Netflix ha guadagnato 6,9 milioni di abbonati in tre mesi, superando le aspettative.
Oggi, sul Corriere della Sera, Marco Imarisio ha spiegato come mai il Rio Maggiore, il torrente che attraversa Livorno, è straripato causando la morte di otto persone. Imarisio racconta che nel 2012 il Comune fece dei lavori per mettere in sicurezza il fiume, ma che questi non si sono rivelati sufficienti. All’epoca il Comune aveva fatto costruire delle “casse di compensazione”, cioè dei “serbatoio” a cielo aperto nei quali può affluire l’acqua in eccesso durante un momento di forti piogge. I serbatoi erano stati costruiti con in mente un “tempo di ritorno” di 200 anni, cioè avrebbero dovuto essere in grado di assorbire l’acqua in eccesso di un temporale con un’intensità tale che se ne vede uno ogni due secoli. Il problema è che un temporale ancora più forte ha colpito la città a soli 5 anni dalla conclusione dei lavori. Oggi, la legge regionale prescrive casse di compensazione progettate per eventi con un tempo di ritorno di 500 anni (più rari, e quindi più intensi). Il battesimo dell’acqua è avvenuto la scorsa notte. Quella che doveva essere l’opera definitiva per proteggere la città non era mai stata utilizzata prima. Non ce n’era mai stato bisogno. Le quattro casse di espansione che dall’ottobre del 2015 vigilano sul Rio Maggiore, il solito sospetto di ogni allagamento livornese, si sono riempite. Non è bastato. Le vasche di cemento armato si sono rivelate, piccole, troppo piccole. L’acqua in eccesso caduta dal cielo ha potuto continuare la sua corsa sotterranea intasando i tubi, facendo esplodere i canali seminterrati, provocando la morte di sette persone.
Perché è esondato il Rio Maggiore. Sul Corriere della Sera Marco Imarisio spiega che a Livorno erano stati fatti dei lavori per evitare le inondazioni, ma che si sono rivelati insufficienti.
È morta a 90 anni la regista, sceneggiatrice e fotografa Agnès Varda, una delle più importanti figure della corrente cinematografica della Nouvelle Vague e autrice di film come La Pointe courte e Cleo dalle 5 alle 7. Varda – nata in Belgio ma in seguito naturalizzata francese – era stata premiata con un Oscar alla carriera nel 2017, ed era stata protagonista del documentario Visages Villages, insieme al fotografo e artista JR, 55 anni più giovane di lei. Nel documentario i due girano per la Francia in cerca di sconosciuti e vecchi amici, con l’obiettivo di raccontare il paese e le persone, facendo tra l’altro immensi ritratti fotografici di alcune delle persone incontrate.
È morta la regista Agnès Varda. Aveva 90 anni, era stata tra i principali esponenti della Nouvelle Vague e di recente aveva realizzato insieme al fotografo e artista JR il documentario "Visages Villages".
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: qui sotto, online sul Post, c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Rachael Yamagata. Per chi ha qualcuno da rivedere, trovando il modo.
Come abbiamo già fatto per gli account di Twitter internazionali, a un anno di distanza siamo andati a vedere quali sono i profili italiani più seguiti sul social network e quali differenze ci sono rispetto alla precedente classifica. In testa c’è Valentino Rossi che ha superato Mario Balotelli, così come Matteo Renzi ha mantenuto la sua posizione rispetto a Beppe Grillo che è passato dal settimo al quattordicesimo posto (sono gli unici due politici in lista). Papa Francesco e Jovanotti ci sono sempre, mentre sono scivolati più in basso diversi personaggi della televisione come Michelle Hunziker, Gerry Scotti e Melissa Satta. E poi c’è molto calcio. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I 20 account italiani più seguiti su Twitter. Va ancora forte lo sport, c'è una sola donna, solo due politici e ovviamente papa Francesco.
I corpi di due persone sono stati trovati questa mattina all’interno di un’auto bruciata a Torvaianica, a sud di Roma. L’auto, dice il Messaggero, si trovava a circa un chilometro e mezzo dalla costa, in una zona scarsamente abitata. Per il momento la polizia non ha diffuso informazioni su quello che è successo e i giornali dicono che i due corpi nell’auto non sono stati identificati.
I corpi di due persone sono stati trovati all’interno di un’auto bruciata a Torvaianica, a sud di Roma.
Il prossimo 4 giugno sarà il trentesimo anniversario delle proteste di piazza Tienanmen a Pechino, e il governo cinese si sta preparando aumentando la pervasività della censura su Internet, già molto incisiva e che limita quotidianamente la libertà di espressione dei cinesi. Come racconta Reuters, il governo cinese sta adottando sistemi automatici per identificare i contenuti contro il governo, impedendone la pubblicazione. Chi si occupa della censura, presso le società che forniscono le connessioni a Internet in Cina, ha spiegato che gli strumenti per bloccare i contenuti relativi ai fatti del 1989 hanno raggiunto un livello di affidabilità senza precedenti, anche grazie a sistemi di riconoscimento automatico delle immagini e delle registrazioni vocali. Le proteste di piazza Tienanmen iniziarono a metà aprile del 1989 e proseguirono fino al 4 giugno dello stesso anno. Organizzate da studenti, intellettuali e operai, le manifestazioni erano nate in seguito alla morte del leader comunista riformista Hu Yaobang e riflettevano le preoccupazioni di parte della popolazione per i rapidi cambiamenti economici nel paese, la corruzione e la mancanza di sufficienti libertà di stampa e di espressione. Dopo giorni di proteste, le manifestazioni furono represse con la forza il 4 giugno, con l’esercito che sparò sulla folla con fucili e carri armati, causando la morte di centinaia di persone (secondo altre stime, migliaia). La fotografia di uno studente, fermo davanti a una colonna di carri armati, divenne il simbolo dei fatti di piazza Tienanmen, soprattutto per l’opinione pubblica occidentale.
La super censura per i 30 anni di piazza Tienanmen. Come il governo cinese ha intensificato blocchi e controlli su Internet, rendendo impossibile la condivisione di qualsiasi contenuto sulle proteste.
“L’universo (che altri chiamano la Biblioteca)…” così comincia il racconto La biblioteca di Babele, una delle più celebri opere letterarie che si svolgono negli spazi dedicati alla conservazione e alla lettura dei libri. La biblioteca immaginata da Borges non era reale, ma il fascino di molte delle più belle biblioteche del mondo – come mostrano le immagini di questa galleria fotografica, ispirata a questa lista di BuzzFeed – sembra venire tanto dalle architetture come dall’atmosfera di mondi a parte, lontani e fuori dal tempo. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
35 fantastiche biblioteche. Tra le più belle al mondo: dal "diamante nero" di Copenhagen alla Library of Congress negli Stati Uniti (ce n'è anche una italiana, più o meno).
La Corte di Cassazione ha annullato la condanna all’ergastolo di Pier Paolo Brega Massone, l’ex primario di chirurgia toracica della clinica Santa Rita di Milano, quella descritta a lungo dai giornali come “clinica degli orrori”. Brega Massone era stato condannato all’ergastolo nell’aprile del 2014 con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per la morte di quattro pazienti e di lesioni per 34 altre persone; la condanna era stata confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano il 21 dicembre 2015. Le quattro persone morte dopo operazioni eseguite da Brega Massone erano Giuseppina Vailati (82 anni), Maria Luisa Scocchetti (65 anni), Gustavo Dalto (89 anni) e Antonio Schiavo (85 anni). Secondo la ricostruzione dell’accusa, Brega Massone avrebbe operato queste persone nonostante non ce ne fosse bisogno per ottenere dei rimborsi dal sistema sanitario nazionale: all’epoca i medici della sanità privata convenzionata, come quelli della clinica Santa Rita, erano pagati per ogni singolo intervento, quindi più operavano, più guadagnavano.
È stato annullato l’ergastolo dell’ex primario Pier Paolo Brega Massone. Era il medico della cosiddetta "clinica degli orrori", come scrivevano i giornali: secondo la Cassazione non è colpevole di «omicidi dolosi, né volontari».
Gianfranco Fini è stato eletto per acclamazione presidente di Futuro e Libertà, poco prima di prendere la parola in conclusione all’assemblea costituente del partito. Nel corso del suo intervento ha ringraziato la platea per la fiducia ma si è autosospeso dall’incarico di partito per la sua incompatibilità con l’incarico di presidente della Camera, e ha fatto un’offerta a Berlusconi: dimettersi tutti e due e andare al voto. «Lancio questa sfida al presidente del Consiglio: sono pronto a dimettermi domani mattina se prende atto che se io sono presidente della Camera anche perché ho preso i voti di Forza Italia, lui è premier anche perché lo hanno votato tanti uomini e donne di AN. Credo che faremmo entrambi una splendida figura nel momento in cui dicessimo “Ci si dimette”, per consentire agli italiani di esprimersi con il voto»
«Ci si dimette». L'intervento conclusivo di Fini all'assemblea di Futuro e Libertà, con offerta di reciproche dimissioni a Berlusconi.
A tre mesi dalle elezioni amministrative, il centrodestra è l’unica grande forza politica italiana a essere ancora senza un candidato sindaco al comune di Roma. Un mese fa, tutti i principali partiti del centrodestra – Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia – si erano accordati per candidare l’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso, ma dopo un mese di campagna elettorale pieno di inciampi e due confuse elezioni “primarie” Bertolaso è stato abbandonato prima dal segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, e negli ultimi giorni anche da Fratelli d’Italia, che secondo i giornali potrebbe candidare la sua presidente, Giorgia Meloni. La situazione è molto intricata: qui sotto abbiamo aggiornato uno schema cronologico degli ultimi eventi.
Ma chi è il candidato del centrodestra a Roma? non si è ancora capito: in teoria Guido Bertolaso, dopo due "primarie" piuttosto assurde, ma è rimasto a sostenerlo il solo Berlusconi.
Stefano Rodotà ha scritto una lettera a Repubblica per rispondere all’editoriale di domenica di Eugenio Scalfari, critico con lui, con la sua candidatura e col Movimento 5 Stelle. Scalfari aveva detto di conoscere e stimare Rodotà, e di non capire “perché una persona delle sue idee e della sua formazione politica, giuridica e culturale, potesse diventare candidato grillino per la massima autorità della Repubblica”, dato che il M5S “vuole abbattere l’intera architettura costituzionale esistente, considera l’Europa una parola vuota e pericolosa, ritiene che i partiti e tutti quelli che vi aderiscono siano ladri da mandare in galera o a casa “a calci nel culo””. Concludeva Scalfari: “Come puoi, caro Stefano, esser diventato il simbolo d’un movimento che impedisce ai suoi parlamentari di parlare con i giornalisti e rispondere alle domande? Anzi: che considera tutti i giornalisti come servi di loschi padroni? In politica, come in tutte le cose della vita, ci vuole il cuore, la fantasia, il coraggio, ma anche il cervello e la ragione”. Di seguito la risposta di Rodotà e la contro-risposta di Scalfari.
Rodotà difende M5S e la sua candidatura. In una lettera su Repubblica si definisce "un uomo della sinistra italiana" e risponde alle critiche (e Scalfari contro-risponde).
Le violente critiche all’articolo sull'”aborto post-natale” pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Medical Ethics, hanno spinto il direttore della rivista a intervenire sul sito per difenderlo e contrattaccare il fanatismo che ha accolto lo studio. L’articolo, che il Post aveva raccontato ieri, è una riflessione accademica sul cosiddetto “aborto post-natale”, una definizione usata per indicare la possibilità di equiparare un neonato a un feto, cui potrebbe quindi essere tolta la vita per le stesse ragioni per cui le nostre società contemplano la legittimità dell’aborto. Ed è stato realizzato da due ricercatori italiani: l’esperto di bioetica e filosofia Alberto Giubilini dell’Università di Milano e la ricercatrice Francesca Minerva del Centre for applied philosophy and public ethics della Università di Melbourne (Australia).
L’infanticidio e la libertà di discussione. Dopo l'articolo sull'"aborto post-natale" il direttore della rivista scientifica risponde alle violente proteste e minacce contro i due autori italiani.
Stasera il ministro dell’Interno Matteo Salvini terrà un comizio a Campobasso, in Molise, dove sono apparse decine di striscioni contro di lui in risposta agli interventi dei giorni scorsi, quando la polizia aveva fatto rimuovere alcuni striscioni che lo contestavano. Quelli appesi a Campobasso hanno scritte come “prima le persone”, “Lega la lega”, “Porti aperti”, ma anche frasi più dirette verso il ministro, come “Salvini vattene'” o “no al ministro dell’odio”. Scrive ANSA che gli striscioni sarebbero circa 200 e che la protesta è stata organizzata da Casa del Popolo, uno spazio autogestito di Campobasso, e dall’organizzazione Unione degli Studenti. Uno è apparso anche sulla sede del Partito Democratico, con la scritta “Il Molise resiste ai fascisti”, come si vede in questa fotografia con Bibiana Chierchia, vice sindaca e assessora all’Urbanistica, candidata alle prossime elezioni comunali.
Gli striscioni contro Salvini a Campobasso. Sono tanti, in vista del comizio di stasera, in risposta a quelli fatti rimuovere nei giorni scorsi.
Sabato 13 dicembre la Commissione Affari Costituzionali alla Camera ha approvato il testo del disegno di legge costituzionale 1449, ossia la riforma del Senato e del Titolo V. Il disegno di legge arriverà martedì 16 alla Camera dove comincerà a essere discusso. La legge era già stata approvata al Senato lo scorso agosto. Visto che si tratta di una legge costituzionale, dovrà essere approvata due volte da entrambe le camere. Se non sarà approvata con una maggioranza di almeno due terzi, dovrà essere sottoposta a un referendum confermativo senza quorum. L’approvazione di sabato sera mette fine a un percorso in Commissione piuttosto turbolento di cui i giornali si sono occupati parecchio in questi giorni. In settimana il governo è stato battuto due volte su alcuni emendamenti proposti dall’opposizione a causa del voto favorevole di due membri della minoranza del Partito Democratico e di un deputato di Forza Italia (PD e FI sulle riforme costituzionale e sulla legge elettorale hanno un accordo per votare insieme). Hanno votato contro gli altri esponenti del PD e FI, oltre a quelli del Nuovo Centro Destra e di Scelta Civica. Anche sabato i principali quotidiani italiani hanno riportato di alcune agitazioni tra i componenti del PD che siedono in Commissione: ma alla fine, poco prima di mezzanotte, il testo è stato approvato anche con i “sì” della minoranza PD.
A che punto è la riforma del Senato. È stata approvata in commissione alla Camera con un po' di agitazioni, quasi tutte dentro il PD: da martedì comincia la discussione alla Camera.
Una ragazza italiana di 23 anni che lavorava come volontaria in Kenya è stata rapita da un gruppo di uomini armati ancora non identificati. Il rapimento è avvenuto martedì sera intorno alle 20 a Chakama, una località del sud del Kenya che si trova a circa 80 chilometri dalla città di Malindi, nella contea di Kilifi. Citando fonti nel ministero degli Esteri, il Corriere della Sera scrive che la volontaria si chiama Silvia Costanza Romano ed è un’istruttrice di ginnastica artistica di Milano, ma l’informazione non è stata confermata ufficialmente. The National Police Service wishes to inform the public that last evening at about 8pm, a gang of men armed with AK 47 rifles attacked Chakama Trading centre in Chakama, Makongeni sub location in Kilifi county, about 80 kilometres west of Malindi town. 1/6
Una volontaria italiana è stata rapita in Kenya. A Chakama, nel sud del paese: lavorava per la ONG Africa Milele Onlus e non si sa ancora chi l'abbia sequestrata.
Da sabato 13 settembre fino all’11 gennaio 2015 Villa Manin a Passariano di Codroipo (Udine) ospita una grande mostra dedicata a Man Ray (1890-1976) a cura di Guido Comis e Antonio Giusa, in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano. La mostra ospita oltre 300 opere fra fotografie, oggetti, dipinti, disegni e film sperimentali di uno degli artisti più significativi del Novecento, autore di vere e proprie icone del secolo scorso come Le Violon d’Ingres, figura femminile con due intagli di violino sulla schiena, o la famosa fotografia Noire et blanche. La mostra attraversa tutta la vita dell’artista, dagli anni d’esordio fra New York e Ridgefield, nel New Jersey, alle prime opere dadaiste; dall’arrivo a Parigi nel 1921, alla fuga dalla Francia occupata dopo un ventennio di attività intensissima; dagli anni di Hollywood, dove Man Ray si stabilisce al ritorno in America, agli ultimi due decenni di vita trascorsi a Parigi. Durante il periodo di apertura della mostra è in programma la proiezione dei film di Man Ray La retour a la raison, L’etoile de mer ed Emak Bakia, con musiche originali composte da Teho Teardo. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La mostra su Man Ray. A Villa Manin a Passariano di Codroipo fino all’11 gennaio 2015, con oltre 300 opere di uno degli artisti più significativi del Novecento.
Spotify – il più importante servizio di musica in streaming al mondo, che sta per quotarsi alla borsa di New York – ha un problema da anni: riuscire a catalogare e organizzare per bene tutta la musica a cui permette di avere accesso. Non riesce a farlo bene perché è troppa, ma ha bisogno di riuscirci per due motivi: migliorare l’esperienza dei suoi utenti ed evitare che l’errata catalogazione di una canzone porti a cause legali da parte di chi ne ha i diritti. Il 12 marzo Spotify ha quindi aperto Line-In, un servizio che permette a tutti gli utenti di aggiungere dati mancanti su canzoni, dischi e artisti. Spotify ha spiegato che Line-In è «uno strumento creato per permettere ai fan più affezionati e agli amanti della musica di suggerire modifiche alle informazioni sulla musica di Spotify»; il servizio serve anche «a capire come gli ascoltatori di Spotify interpretano la musica, per offrire una migliore esperienza a ascoltatori e artisti».
Spotify ha bisogno di noi. Per catalogare 30 milioni di canzoni attraverso una nuova sezione, "Line-In".
Da alcuni giorni negli Stati Uniti il dibattito politico è monopolizzato dalle discussioni sul nuovo libro del giornalista Michael Wolff sulla campagna elettorale e sul primo anno di presidenza Donald Trump. Il libro contiene molti passaggi che ridicolizzano o dipingono negativamente Trump, ma uno di quelli che sono circolati di più su Twitter era falso. O meglio, era uno scherzo. Il 5 gennaio il vignettista australiano Ben Ward ha condiviso su Twitter uno screenshot di un documento di testo con la didascalia: «Wow, questo estratto del libro di Wolff è uno scorcio scioccante sulla mente di Trump». Nell’immagine si legge: «Durante la prima notte trascorsa alla Casa Bianca il presidente Trump si lamentò del fatto che la TV nella sua camera da letto fosse rotta, perché non aveva il “canale dei gorilla”. Sembrava che Trump credesse nell’esistenza di un canale televisivo che trasmette solo contenuti sui gorilla per 24 ore al giorno. Per soddisfare Trump, lo staff della Casa Bianca mise insieme una serie di documentari sui gorilla per creare un canale dei gorilla improvvisato, da trasmettere nella camera da letto del presidente con una torre di trasmissione eretta velocemente sul retro della sua residenza. Tuttavia Trump non era soddisfatto del canale: si lamentava che fosse “noioso” perché “i gorilla non lottano”. Lo staff allora tolse tutte le parti dei documentari in cui i gorilla non si stavano colpendo a vicenda, e alla fine il presidente fu soddisfatto. “Certi giorni guarda il canale dei gorilla per 17 ore di seguito” mi ha raccontato una persona informata dei fatti. “Si inginocchia davanti alla TV, con la faccia a circa dieci centimetri dallo schermo, e dice cose incoraggianti ai gorilla, tipo ‘l’hai colpito bene quell’altro gorilla’. Penso che creda che i gorilla possano sentirlo”».
Negli Stati Uniti si è parlato per un giorno di un “canale dei gorilla” che non esiste. Un finto estratto del libro di Michael Wolff su Trump, diffuso su Twitter come scherzo, è stato preso per vero da molti.
Aggiornamento 01.11 del 27 maggio. La cantante svedese Loreen ha vinto l’edizione 2012 dell’Eurofestival con la canzone “Euphoria”, eccola.
La finale dell’Eurofestival. La cantante svedese Loreen ha vinto l’edizione 2012 con la canzone “Euphoria”.
Nella notte sono stati consegnati a Los Angeles i premi Grammy, i principali premi dell’industria discografica statunitense, assegnati ai cantanti e musicisti americani con una valutazione che tiene in grande considerazione i risultati di vendite e la popolarità, e molto meno quelli di critica. Tra i premi più importanti, Taylor Swift ha vinto quello per il miglior disco con Folklore, Billie Eilish quello per il migliore singolo con “Everything I Wanted”, la cantante H.E.R. quello per la migliore canzone con “I Can’t Breathe”, e Beyoncé quello per la migliore performance R&B con “Black Parade”. La cerimonia, arrivata alla 63esima edizione, è stata condotta dall’attore e comico sudafricano Trevor Noah, conduttore del noto programma “The Daily Show”, e si è svolta senza pubblico a causa del coronavirus: davanti al palco erano disposti dei tavolini a cui erano seduti i protagonisti della serata, tutti in mascherina. È stata un’edizione che verrà ricordata anche per i record musicali, oltre che per l’atmosfera insolita. Beyoncé ha vinto il suo 28esimo Grammy diventando la donna che ne ha vinti di più nella storia del premio. Soltanto il direttore d’orchestra Georg Solti ne ha più di lei, 31. Se n’è portata a casa altri due: quello per il miglior video musicale per “Brown Skin Girl” e quello per la miglior performance rap con Megan Thee Stallion, la rapper texana scelta come Miglior artista emergente.
Chi ha vinto i Grammy. A farsi notare ai premi dell'industria discografica americana sono state soprattutto Taylor Swift, Beyoncé e Billie Eilish.
Safety Check è una funzione che, quando attivata da Facebook, permette agli utenti che si trovano in un certo posto di dire ai loro contatti se “stanno bene”: Facebook aveva pensato a questa funzione per permettere alle persone coinvolte in gravi disastri naturali di rassicurare amici e parenti in modo semplice ed efficace. In pratica, quando la funzione è attiva, gli utenti che Facebook ritiene essere in un determinato luogo ricevono un messaggio che chiede di dire se si sta bene o meno. La risposta viene poi pubblicata automaticamente ed è visibile dagli amici di ogni utente. Mercoledì 18 novembre, Mark Zuckerberg – CEO e fondatore di Facebook – ha pubblicato un messaggio sulla sua pagina Facebook per spiegare come il social network userà la sua funzione Safety Check in futuro, dopo le critiche ricevute negli ultimi giorni per averla usata nel caso degli attentati di Parigi ma non per quelli di Beirut di pochi giorni prima. Zuckerberg ha spiegato che, prima degli attentati di Parigi, Facebook pensava di usare Safety Check solo per gravi disastri naturali, ma che ora saranno sviluppate nuove linee guida per usare la funzione anche in caso di fatti gravi come quelli di Parigi. Zuckerberg ha detto che Safety Check è stata usata anche ieri nel caso dell’attentato in Nigeria, a Yola.
Come verrà usato in futuro “Safety Check” di Facebook, spiegato da Mark Zuckerberg. La funzione non era stata pensata per gli attentati, ma dopo Parigi sarà usata anche in quei casi (e ieri è stata attivata in Nigeria).
Samsung ha mostrato un’anteprima del suo nuovo atteso dispositivo con schermo pieghevole, nel corso di un evento organizzato mercoledì 7 novembre a San Francisco, negli Stati Uniti. È una sorta di via di mezzo tra uno smartphone e un tablet, con un sistema di chiusura a libro per potere utilizzare uno schermo interno più grande o uno esterno, più piccolo e simile a quello dei classici smartphone. Anche se si parla da molto tempo di schermi pieghevoli, finora la loro diffusione è stata scarsa a causa di alcune limitazioni tecnologiche, che ora Samsung sembra essere riuscita a superare. Per la dimostrazione, Samsung ha nascosto il suo nuovo “Infinity Flex Display” all’interno di un involucro piuttosto voluminoso, dicendo di volere proteggere il suo prototipo in attesa di presentare il prodotto definitivo. La dimostrazione è durata pochi minuti ed è stata curata da Justin Denison, uno dei vicepresidenti dell’azienda negli Stati Uniti. Le luci sul palco sono state abbassate ed è stato creato qualche controluce per nascondere ulteriormente il dispositivo.
Questo è lo schermo pieghevole di Samsung. Trasforma uno smartphone in un tablet e viceversa, ma per ora l'azienda non ha dato molte altre informazioni.
Swissted è il progetto, tuttora in corso, che il designer Mike Joyce ha realizzato mettendo insieme due sue grandi passioni: il punk rock e il modernismo svizzero. Joyce, che è proprietario dello studio Stereotype Design di New York, ha così iniziato a riprodurre i manifesti di concerti realmente avvenuti, definendo per tutti uno stile comune e utilizzando sempre il carattere minuscolo del font Berthold Akzidenz-Grotesk. Dopo aver ricevuto molti apprezzamenti, Joyce ha deciso di aprire il sito ufficiale del progetto, sul quale i manifesti possono essere acquistati. I poster si trovano anche nei negozi di vari musei tra cui il Victoria & Albert Museum di Londra e il Museo di arte contemporanea di Chicago. Nel 2015 sei manifesti sono stati selezionati dal Museo del Design di Zurigo per la mostra Swiss Style e ora fanno parte della sua collezione permanente.
I poster modernisti di grandi concerti punk rock. Ridisegnati da Mike Joyce e da incorniciare per il salotto, invece che attaccare in cameretta.
In questi giorni Steven Spielberg è diventato il primo regista i cui film hanno incassato, in tutto e nel mondo, più di 10 miliardi di dollari. Ci è riuscito grazie ai soldi guadagnati di recente da The Post e soprattutto da Ready Player One, che finora ha incassato quasi 500 milioni di dollari. Spielberg era comunque da tempo saldamente al primo posto di questa classifica: i film del secondo in classifica, Peter Jackson, hanno incassato poco più della metà. Il recente traguardo di Spielberg è un’occasione per vedere chi sono i registi i cui film hanno incassato di più. I dati della lista qui sotto sono ricavati da Box Office Mojo e The Numbers, i due siti di riferimento quando si parla di soldi e cinema. Riguardano gli incassi mondiali e sono calcolati senza tener conto dell’inflazione, dei tassi di cambio tra valute e di tutte quelle cose che complicherebbero il calcolo. Calcolare tutti i soldi incassati da un film in ogni paese del mondo è comunque complicato: i dati usati in questa lista sono i migliori possibili, ma non è detto che siano esatti. E ci sono comunque registi (come Spielberg) i cui film sono ancora in certe sale in questo momento.
I 20 registi che hanno incassato di più con i loro film. Il primo è Steven Spielberg, che ha da poco superato i 10 miliardi, ma quello con la media più alta per film è Pierre Coffin (chi?).
È morto a 88 anni Tatsuro Toyoda, l’ex presidente dell’azienda automobilistica Toyota e l’uomo considerato responsabile della sua ascesa fino a farla diventare una delle aziende automobilistiche più importanti al mondo. Toyoda è morto per una polmonite il 30 dicembre ma la notizia è stata data oggi da Toyota. Era il figlio di Kiichiro Toyoda, il fondatore della società, di cui è stato il settimo presidente, dimettendosi nel 1995 pur mantenendo il ruolo di consigliere fino alla morte. Nel 1984 fu tra i promotori di NUMMI (New United Motor Manufacturing Inc.), una joint venture in California con la rivale General Motors, che iniziò la produzione nel 1984: Toyoda ne fu il primo presidente e in molti copiarono quella che fu una delle prime collaborazioni internazionali nel settore. Un aneddoto curioso sul nome dell’azienda: la D del cognome di famiglia venne cambiata con una T perché degli indovini dissero che portava fortuna.
È morto Tatsuro Toyoda, ex presidente di Toyota.
«Le varianti nascono come reazione al vaccino» è una bufala che circola molto tra i “no vax” Diversi militanti dell'organizzazione neofascista si sono presentati appoggiando il candidato del centrodestra, perlopiù con la Lega
La foto di Bersani da bambino. Oggi Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico che inizia la sua campagna elettorale per le primarie del centrosinistra, ha pubblicato su Twitter una foto che lo ritrae insieme ai genitori (Giuseppe Bersani e Bruna Betta) e a suo fratello.
In una lettera pubblicata lo scorso agosto, i 180 più importanti amministratori delegati degli Stati Uniti, tra cui Jeff Bezos di Amazon e Tim Cook di Apple, hanno annunciato che d’ora in poi le loro società non perseguiranno più soltanto l’interesse dei manager e degli azionisti (cioè loro stessi), ma terranno conto anche del benessere di dipendenti, clienti e della società più in generale. Cook e Bezos si sono aggiunti all’elenco sempre più lungo di grandi capitalisti secondo i quali esiste un nesso tra l’aumento delle diseguaglianze economiche e la ribellione più o meno spontanea e indirizzata dei milioni di persone che del capitalismo hanno visto solo il volto più duro. Pochi hanno sostenuto questa tesi con l’efficacia che ha dimostrato questa settimana Martin Wolf, uno dei più noti commentatori economici europei. La sua non è una critica da sinistra: Wolf è un convinto capitalista e il giornale per cui scrive, il Financial Times, è considerato la voce della City di Londra. L’articolo, intitolato “Perché un capitalismo truccato sta danneggiando la democrazia liberale”, è in realtà un’accorata difesa del capitalismo dai suoi stessi eccessi perversi.
Il capitalismo non funziona più. Lo ha scritto il più importante commentatore del Financial Times, spiegando perché senza cambiamenti profondi la democrazia rischia di fare una brutta fine.
I siti di tecnologia statunitensi Wired e Gizmodo dicono di avere trovato prove consistenti circa la vera identità di “Satoshi Nakamoto”, lo pseudonimo dietro cui si nasconde la persona che si è inventata i Bitcoin, la più nota e utilizzata valuta virtuale coniata e scambiata online (qui abbiamo spiegato come funziona, qui invece a che cosa serve). Da anni giornalisti e appassionati cercano di capire chi abbia inventato il sistema: nel 2014 la rivista Newsweek aveva detto di avere identificato il vero Sakamoto, ma la persona interessata negò qualsiasi coinvolgimento. Secondo Wired e Gizmodo in realtà dietro lo pseudonimo non c’è un giapponese ma Craig Steven Wright, un australiano che si occupa di sicurezza delle informazioni. Le due testate dicono di avere ricevuto email e altri documenti con diversi riferimenti a Bitcoin, tali da rendere Wright il più probabile ideatore della valuta.
Forse è stato trovato l’inventore di Bitcoin. I siti di news Gizmodo e Wired hanno pubblicato documenti su un australiano che avrebbe inventato la valuta virtuale con lo pseudonimo Satoshi Nakamoto.
Negli ultimi due giorni il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi si sono scambiati una serie di dichiarazioni piuttosto dure e insolite, tanto da spingere i giornali italiani a scrivere che i rapporti tra la Commissione e il governo italiano sono “ai minimi storici“. Lo scontro in realtà dura da mesi ma si è intensificato negli ultimi giorni. In una conferenza stampa tenuta venerdì, Juncker ha detto: «Ritengo che il primo ministro italiano, che amo molto, abbia torto a vilipendere la Commissione a ogni occasione, non capisco perché lo faccia». Renzi ha risposto altrettanto duramente, dicendo che è finita l’epoca in cui l’Italia si faceva “telecomandare da Bruxelles”. Jacopo Barigazzi ha scritto su Politico che le parole di Juncker sono arrivate dopo diversi attacchi contro la Commissione fatti negli ultimi mesi dal governo italiano, su numerosi temi. Lo scorso 19 dicembre Renzi aveva duramente criticato la Germania, e implicitamente la Commissione Europea, per le politiche europee sull’energia e sull’unione bancaria, un trattato che interessa molto all’Italia ma che la Germania vuole implementare più lentamente. Inoltre da mesi Renzi ha inasprito la sua retorica anti-Europa, facendo sempre più frequenti riferimenti ai “burocrati” di Bruxelles, al rigore imposto dalla Germania e ai sacrifici non ricompensati fatti dall’Italia. Juncker, scrivono molti giornali, si è risentito per queste critiche che ritiene ingiuste.
Perché Renzi litiga con Juncker. Il presidente del Consiglio italiano e quello della Commissione Europa discutono di flessibilità, immigrazione e unione bancaria, ma c'entra anche la politica interna.
Julius Lothar Meyer è il protagonista del doodle di Google di oggi, cioè l’immagine che compare di tanto in tanto al posto del logo nella homepage del motore di ricerca. Julius Lothar Meyer fu un chimico tedesco contemporaneo del chimico russo Dmitri Mendeleev, il primo a realizzare una tavola periodica completa degli elementi chimici. Pochi mesi dopo, e in modo del tutto indipendente, Julius Lothar Meyer arrivò alle stesse conclusioni di Mendeleev pubblicando la sua personale tavola periodica. Per celebrare l’anniversario della sua nascita, Google ha pubblicato oggi un doodle in cui si vede Lothar Meyer disegnato su una lavagna tra ampolle e simboli chimici. Julius Lothar Meyer nacque il 19 agosto di 190 anni fa in una famiglia di medici a Varel, in Germania. Studiò medicina, ma presto si interessò alla chimica fisiologica. Nel 1858 ottenne un dottorato di ricerca e presentò una tesi nella quale dimostrò che nella respirazione l’ossigeno si combina con l’emoglobina del sangue, senza però riuscire a identificare il particolare componente nel sangue responsabile del legame.
Chi fu Julius Lothar Meyer. Storia del chimico tedesco che – contemporaneamente a Mendeleev e in modo indipendente – realizzò una tavola periodica degli elementi chimici.
Gli storici della matematica esistono. Ecco una bella citazione d’apertura tratta da uno di questi storici e risalente agli anni Trenta: Una conclusione appare ineluttabile: senza una teoria coerente dell’infinito matematico non esiste una teoria degli irrazionali; senza una teoria degli irrazionali non esiste analisi matematica in una qualsiasi forma anche lontanamente rassomigliante a quella che abbiamo oggi; e infine senza analisi la maggior parte della matematica come la conosciamo oggi (comprese la geometria e buona parte della matematica applicata) smetterebbe di esistere. Il compito più importante che aspetta i matematici sembrerebbe quindi essere la costruzione di una teoria soddisfacente dell’infinito. Cantor ci ha provato, vedremo in seguito con quale successo.
La storia dell’infinito di David Foster Wallace. Torna nelle librerie italiane in una nuova edizione il saggio sulla matematica dello scrittore americano che si è ucciso tre anni fa.
Per aiutare i bambini affetti da autismo a migliorare la loro capacità di stabilire un contatto visivo con le altre persone, Samsung ha realizzato un’applicazione per smartphone che si chiama “Look at Me”. L’app è stata sviluppata da un gruppo di ricerca composto da medici e docenti dell’ospedale universitario nazionale di Bundang di Seul e del dipartimento di psicologia dell’Università di Yonsei, entrambi in Corea del Sud. Attraverso una serie di giochi ed esercizi che sfruttano la fotocamera dello smartphone Look at Me stimola la curiosità dei bambini autistici, cercando di farli uscire almeno per qualche minuto dal ritiro interiore in cui di solito vivono. L’applicazione per ora è disponibile in coreano ed è ancora in fase di sperimentazione, ma i primi test realizzati dal gruppo di ricerca hanno dato risultati incoraggianti. I ricercatori spiegano che Look at Me è stata fatta utilizzare per circa due mesi a 20 bambini affetti da autismo, e che nel 60 per cento dei casi sono stati rilevati miglioramenti nella capacità dei bambini di instaurare un contatto visivo con le persone che parlano con loro. In molti casi, infatti, chi soffre di autismo evita di interagire con il prossimo e, anche se magari sta ascoltando ciò che gli viene detto, non guarda mai in faccia il proprio interlocutore.
L’app di Samsung per i bambini autistici. Si chiama "Look at Me", serve per aiutarli a stabilire un contatto visivo con gli altri ed è l'ultima di una serie di applicazioni per aiutare chi è affetto da autismo.
La casa d’aste statunitense Heritage Auctions ha messo in vendita una macchina d’epoca ufficialmente riconosciuta come la prima Batmobile della storia: si tratta di una macchina del 1963 costruita utilizzando come base una Oldsmobile 88 del 1956. Non è mai comparsa in film o serie televisive su Batman, ma cronologicamente precede la costruzione di qualsiasi altra macchina di Batman. Fu costruita da un ragazzo di 23 anni, Forrest Robinson, che prese come ispirazione il modello disegnato nei fumetti di Batman degli anni Quaranta. La costruì in una stalla nel 1960, con l’aiuto di un amico, e impiegò tre anni per completare il suo progetto: erano gli anni in cui i fumetti su Batman, ulteriormente resi famosi da una serie televisiva, ottennero una vastissima popolarità in tutti gli Stati Uniti. Robinson cominciò a usare la macchina normalmente in città, per poco tempo, prima che un sottogruppo della DC Comics – la famosa casa editrice di fumetti statunitense, principalmente nota per la creazione di Batman e Superman – la notò e decise di noleggiarla e utilizzarla per una campagna promozionale nei paesi dell’est degli Stati Uniti. Non se ne seppe più nulla dopo il 1966, e cioè non appena cominciò a circolare la prima e più nota Batmobile, quella della serie televisiva, la cosiddetta “Barris Batmobile” progettata dal costruttore George Barris usando come base una Lincoln Futura (del gruppo Ford).
La prima Batmobile della storia, all’asta. Non è mai comparsa in film o serie televisive, ma di fatto è la prima macchina-di-Batman mai costruita.
Ottenuta la fiducia in Senato, a tarda notte con 169 voti favorevoli e 139 contrari, il governo Renzi martedì 25 febbraio si sposta alla Camera per sottoporsi al suo giudizio, ultimo passaggio per diventare completamente operativo. L’esito della votazione è dato per scontato grazie alla cospicua quantità di deputati di cui dispone il Partito Democratico, il principale partito che sostiene il governo, ottenuta con il premio di maggioranza alle ultime elezioni politiche nel 2013. Regole L’articolo 94 della Costituzione prevede che il governo si presenti alle Camere “entro dieci giorni dalla sua formazione” per verificare di avere una maggioranza che lo sostiene, attraverso il voto di fiducia. È previsto che il voto avvenga “per appello nominale” con una mozione che deve essere discussa e motivata sia al Senato sia alla Camera. Poiché l’attuale assetto istituzionale prevede un bicameralismo perfetto, con le due Camere che fanno sostanzialmente le stesse cose, ciò che è accaduto lunedì in Senato vale anche martedì per la Camera. La fiducia viene naturalmente chiesta a governo già formato, sulla base delle consultazioni svolte nei giorni precedenti dal presidente della Repubblica, e successivamente dal presidente del Consiglio incaricato, che scioglie la propria riserva solo quando ha verificato di avere una maggioranza disposta a sostenere la sua attività di governo.
Governo Renzi, cosa succede oggi. A partire dalle 10 la Camera inizia il dibattito sul discorso tenuto ieri dal presidente del Consiglio in Senato, nel pomeriggio voterà la fiducia dopo la sua replica.
– Ha vinto l’Italia, indeed Cioè il racconto, le foto e le storie della prima partita dell’Italia ai Mondiali, vinta sabato notte contro l’Inghilterra. – Perché in “Gomorra” non ci sono i buoni Roberto Saviano ha risposto alla critica più diffusa all’apprezzatissima serie tv tratta dal suo libro.
Sunday Post. Le 13 cose più lette sul Post della settimana scorsa, da Gomorra ai Mondiali, da Autogrill ai baci la mattina.
Facebook sta sperimentando una nuova funzione per mettere una sorta di “Non mi piace” ai commenti, in modo da rendere quelli offensivi o poco appropriati meno evidenti nelle discussioni sotto ai post. Il test è stato avviato su un numero limitato di Pagine per valutarne gli effetti, prima di una sua eventuale introduzione su larga scala. L’iniziativa potrebbe aiutare a ridurre la visibilità dei commenti offensivi, ma secondo gli scettici potrebbe ulteriormente amplificare il ruolo di Facebook nel decidere che cosa mostrare agli utenti, tema dibattuto da tempo e diventato di stretta attualità da circa un anno, in seguito alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Per ora non ci sono molti altri dettagli sul nuovo tasto, ma un portavoce di Facebook ha spiegato che l’idea è di creare un sistema semplice e trasparente per gli utenti. I “Non mi piace” offriranno un nuovo segnale che gli algoritmi del social network potranno usare per identificare commenti inappropriati, incivili o fuorvianti. Facebook ha comunque chiarito che la funzione sarà limitata all’area dei commenti, e che non ci sono piani per fare qualcosa di analogo con un tasto che sia alla pari del classico “Mi piace” per i normali post. L’esperimento è in corso solo negli Stati Uniti su alcune Pagine e con un numero limitato di utenti.
Facebook sta testando un “Non mi piace” per i commenti. Per ora con un numero limitato di utenti e solo nelle Pagine, ma potrebbe cambiare molte cose.
Come fa ormai da anni a ridosso delle vacanze estive e natalizie, il fondatore di Microsoft e filantropo Bill Gates ha pubblicato sul suo blog una lista di cinque libri che consiglia di leggere, insieme a un video in cui spiega per ognuno le ragioni. La selezione non prevede romanzi ed è «piuttosto eclettica»: una guida sulla meditazione, un saggio sulle armi autonome e il memoir di un’autodidatta cresciuta in una famiglia di mormoni. Alcuni sono stati tradotti in italiano, degli altri trovate il testo in inglese.
Cinque libri recenti consigliati da Bill Gates. Un manuale di meditazione, un saggio sulle armi autonome, il memoir dell'anno e 21 lezioni dal 2018.
I marshmallow, che in italiano sono chiamati anche toffolette o cotone dolce, sono dolcetti soffici e gelatinosi, popolarissimi dagli Stati Uniti dove vengono mangiati come vediamo fare talvolta ai personaggi di film, libri, cartoni e serie tv: spesso crudi, a volte inzuppati nella cioccolata calda o abbrustoliti, più spesso sul fornello di casa che su rametti attorno al fuoco come fanno Snoopy, Woodstock e altri dei Peanuts (tra l’altro, il nome di toffolette venne inventato dal traduttore della striscia Franco Cavallone). Dal Post © Peanuts Worldwide LLC/distributed by Universal Uclick/ILPA
I marshmallow vengono da una pianta. E anche se molti li considerano un dolcetto americano furono inventati dai francesi: all'inizio erano simili a meringhe.
Domenica 20 settembre è stata inaugurata a Torino la mostra “Ahtos, i colori della fede“, che raccoglie le fotografie scattate dal fotografo greco Stratos Kalafatis sul monte Athos, la regione greca famosa per i suoi numerosi monasteri cristiani ortodossi e per il rigido divieto di ingresso alle donne. La Repubblica Monastica del Monte Athos gode di una sorta di statuto speciale: il territorio è amministrato da un collegio di monaci – composto dai rappresentanti di 20 monasteri in cui vivono circa tremila monaci – e dallo stato greco, rappresentato da un governatore. Kalafatis ha lavorato al progetto per cinque anni, dal 2008 al 2013: ci è andato 25 volte e ci ha trascorso in totale circa 200 giorni. Le immagini mostrano – con colori brillanti e saturi, lontani dall’immagine cupa della vita monastica – ritratti dei monaci e la loro vita quotidiana: dal refettorio, ai piatti, agli edifici in cui vivono. Kalafatis fa anche ampio uso del chiaroscuro e del contrasto, ispirandosi alla pittura di Rembrandt e Caravaggio. La mostra resterà aperta fino al 25 ottobre ed è stata organizzata nell’ambito di Torino spiritualità, una rassegna di cinque giorni dedicata al tema del monachesimo, dell’ascetismo e della spiritualità. Torino spiritualità è organizzato, dal 2005, dalla Fondazione Circolo dei lettori. Qui trovate il programma in pdf della rassegna.
Fotografie dal Monte Athos a Torino. La vita quotidiana nella regione greca popolata solo da monaci (e vietata alle donne) raccontata in una mostra durante la rassegna "Torino Spiritualità".
Ieri su La7 durante la trasmissione PiazzaPulita, condotta da Corrado Formigli e dedicata alla legge di stabilità approvata martedì notte dal Consiglio dei ministri, è stato trasmesso un servizio da Messina in cui Beppe Grillo parla della sua teoria sullo spread citando un’intervista di Mario Monti (chiamato “rigor montis”) al Wall Street Journal in cui il presidente del Consiglio aveva detto, tra le altre cose, che «se il precedente governo fosse ancora in carica, lo spread in Italia sarebbe intorno a 1.200». Beppe Grillo gli dà ragione, ma si chiede perché effettivamente lo spread non abbia raggiunto quella cifra visto che da quando il governo tecnico è in carica tutti i parametri dell’economia sono peggiorati, dai dati sulla disoccupazione, al costo lavoro, dal numero delle imprese che hanno chiuso al PIL. La risposta di Grillo è che lo spread con l’economia non ha nulla a che fare, che la Banca centrale europea fornisca soldi alle banche che servono solo a ricomprare il debito e che Mario Monti stia lì semplicemente per controllare questo processo fallimentare del Paese.
La lezione di Fabrizio Barca a Grillo. Ieri sera durante Piazzapulita il ministro per la Coesione territoriale ha dato alcune risposte molto efficaci, soprattutto una sullo spread.
Martedì 6 ottobre è il penultimo giorno della settimana della moda di Parigi, durante la quale vengono presentate le collezioni femminili primavera/estate 2016. E in mattinata ha sfilato Chanel, con la collezione disegnata dal celebre stilista tedesco Karl Lagerfeld – che ha 85 anni, lavora con Chanel dal 1983 ed è anche fotografo, direttore creativo di Fendi, ed ha una propria etichetta personale – il quale ha scelto ancora una volta come location per la sua presentazione il Gran Palais di Parigi, allestito però come se fosse un aeroporto. Gli inviti erano stampati su biglietti aerei e c’erano carrelli per le valige, imbarchi, gate, tabelloni con gli orari, tutti firmati “Chanel Airlines”. Quest’anno l’ex modella Cara Delevingne non ha sfilato – aveva annunciato il suo ritiro ad agosto e questa sembra essere un’ulteriore conferma della sua decisione – ma era seduta in prima fila con il giovane nipote di Lagerfeld, Hudson Kroenig, ad aspettare che lo stilista “uscisse” per il saluto al pubblico. Delevingne è una delle modelle preferite di Lagerfeld e per diversi anni ha chiuso con lo stilista le sue sfilate. Ad assistere c’erano anche la tennista Maria Sharapova e l’attrice e cantante francese Vanessa Paradis.
La sfilata aeroportuale di Chanel. Dopo il finto supermercato e il finto casinò, quest'anno Karl Lagerfeld ha scelto di ambientare la sua sfilata in un finto aeroporto (un tema già usato in passato).
JK Rowling pubblicherà quattro ebook sulla storia della magia, che racconteranno le origini del mondo magico in cui la scrittrice ha ambientato le storie di Harry Potter e di Animali Fantastici. Lo ha annunciato la casa editrice di Rowling, Pottermore. Ogni libro avrà per tema due materie insegnate nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts: uno sarà dedicato a Difesa contro le arti oscure e a Incantesimi, uno a Pozioni ed Erbologia, uno a Divinazione e Astronomia e l’ultimo a Cura delle creature magiche. Pottermore ha detto che i libri sono ispirati all’audiolibro Harry Potter – A History of Magic, che accompagna la mostra della British Library. I quattro ebook avranno anche contenuti speciali tra cui note dell’autrice, pagine dei manoscritti originali di Harry Potter e disegni. I primi due usciranno il 27 giugno.
JK Rowling pubblicherà quattro ebook sulla storia della magia.
È stato diffuso oggi il trailer di Operazione U.N.C.L.E., il nuovo film dell’attore e regista britannico Guy Ritchie: il regista di Snatch, RocknRolla e gli ultimi Sherlock Holmes. Operazione U.N.C.L.E. è ambientato nel 1963 e racconta la storia di alcune spie degli Stati Uniti e della Russia, costrette a collaborare per occuparsi di una organizzazione criminale che ha legami col nazismo. È una specie di via di mezzo fra una commedia e un film di spionaggio. Fra i protagonisti del film ci sono Henry Cavill – che recentemente ha interpretato il ruolo di Superman nel film Man of Steel – e il noto attore inglese Hugh Grant. Operazione U.N.C.L.E. uscirà nei cinema italiani il 3 settembre.
Il trailer del nuovo film di Guy Ritchie, “Operazione U.N.C.L.E.”. È una via di mezzo fra una commedia e un film di spionaggio, ci sono Hugh Grant e Henry Cavill, uscirà il 3 settembre.
Winsor McCay, fumettista e animatore statunitense, è il protagonista del doodle di Google di oggi. Al posto del classico logo, nella pagina principale del motore di ricerca c’è un’animazione che ricorda Little Nemo, la striscia a fumetti più famosa di McCay, che fu pubblicata per la prima volta il 15 ottobre di 107 anni fa sul giornale New York Herald. Winsor Zenic McCay nacque a Spring Lake nel Michigan, il 26 settembre del 1869. Suo padre faceva il camionista, lavoro che avrebbe poi abbandonato per gestire un negozio di frutta e verdura e successivamente per lavorare come agente immobiliare. Il luogo e l’anno di nascita di Winsor McCay sono da tempo dibattuti: disse di essere nato nel 1871, mentre sulla sua lapide c’è scritto 1869 e secondo altri documenti ancora non nacque negli Stati Uniti, ma in Canada nel 1867.
Chi era Winsor McCay. Il fumettista e animatore statunitense è il protagonista del doodle di Google di oggi per i 107 anni della pubblicazione del primo Little Nemo.
Da oggi, lunedì 26 aprile, gran parte delle regioni italiane torna in zona gialla: solo Valle D’Aosta, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia sono in zona arancione, mentre la Sardegna è l’unica regione in zona rossa. Nelle regioni che si trovano in zona gialla possono riaprire bar e ristoranti, sia a pranzo che a cena, ma solo per il servizio all’aperto. Possono inoltre riaprire musei, cinema, teatri e sale da concerto, a capienza ridotta, e possono ricominciare le attività sportive all’aperto.
Cosa riapre e come funzionano le restrizioni, da oggi. Nelle regioni in zona gialla riaprono bar e ristoranti all'aperto, sia a pranzo che a cena, oltre a musei, cinema, teatri e sale da concerto.
Sabato scorso durante una ricognizione aerea gli scienziati della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) – l’agenzia federale statunitense che si occupa di clima e meteorologia – hanno avvistato e fotografato 35mila trichechi, ammassati su una spiaggia non lontano dal villaggio di Point Lay, nell’Alaska nord-occidentale. Solitamente i trichechi non si spingono sulla terraferma, ma trascorrono il tempo sul ghiaccio marino – i blocchi di ghiaccio galleggiante formatisi dal congelamento delle acque superficiali – da dove cacciano molluschi e crostacei e si riposano tra uno spostamento e l’altro. Gli scienziati però non sono riusciti ad avvistare nessun blocco di ghiaccio nella zona: è normale che in estate si sciolgano per l’aumento della temperatura, ma negli ultimi anni il fenomeno è più frequente a causa del riscaldamento climatico, che rende sempre più difficile la ricomparsa dei blocchi e più facile il loro scioglimento. Secondo un rapporto della NOAA pubblicato a settembre la temperatura della superficie dell’acqua nel Nord Pacifico non è mai stata così alta per così tanto tempo. La scomparsa dei blocchi di ghiaccio è un fenomeno relativamente recente e in rapido aumento: stando ai dati del WWF la perdita di ghiaccio marino nelle regioni artiche è stata del 3,5-4,1 per cento ogni dieci anni, dal 1979 al 2012. I trichechi vennero avvistati per la prima volta sulle coste dell’Alaska nel 2007, e poi di nuovo nel 2009, nel 2011 e nel 2013. Quest’anno sono stati osservati non lontano da Point Lay il 12 settembre – erano circa 10 mila – e poi di nuovo il 23 settembre, quando il numero era sceso a 1.500 esemplari. Quello di sabato è il più grande avvistamento di trichechi sulla terraferma nelle regioni artiche statunitensi.
I 35mila trichechi su una spiaggia in Alaska. Le temperature più alte sciolgono i blocchi di ghiaccio e loro si ammassano a terra, ma mai così tanti: agli aerei è stato ordinato di tenersi lontani per non disturbarli.
L’e-book The Pedophile’s Guide to Love and Pleasure: a Child-lover’s Code of Conduct (La guida del pedofilo all’amore e al piacere: un codice di condotta per gli amanti dei bambini) in vendita su Amazon ha scatenato le proteste di migliaia di utenti che hanno minacciato di boicottare il sito. Amazon ha difeso la presenza del libro sul sito, ma da qualche ora la pagina in cui era possibile comprarlo non è più disponibile. Quando l’e-book era ancora acquistabile sono apparsi oltre duemila commenti di utenti che ne lamentavano la presenza e molti siti di informazione americani se ne sono occupati, spingendo Amazon a diffondere una comunicazione in difesa del libro o, meglio, in difesa della libertà di espressione.
La guida per pedofili su Amazon. Un libro in vendita sul sito ha acceso le proteste di migliaia di utenti.
Sabato pomeriggio le biglietterie del Salone del Libro di Torino, la più importante fiera dell’editoria italiana, iniziata giovedì scorso, hanno chiuso in anticipo perché era stata raggiunta la capienza massima di persone prevista dalle norme di sicurezza. Non era mai capitato nelle passate edizioni del Salone. Secondo i dati provvisori sulla partecipazione, quest’anno ci sono stati più visitatori rispetto al 2017: il 3 per cento in più venerdì e il 5 per cento in più sabato. L’anno scorso avevano visitato il Salone 143mila persone nei cinque giorni della fiera.
Ieri il Salone del Libro di Torino ha chiuso le biglietterie in anticipo perché era stata raggiunta la capienza massima di visitatori.
Lo sciopero del personale di Alitalia previsto per lunedì 24 giugno e proclamato dai sindacati ANPAC, ANPAV e ANP, è stato rimandato al 26 luglio. Lo ha annunciato la Federazione Nazionale del Trasporto Aereo (FNTA), che riunisce piloti e assistenti di volo delle tre sigle, che ha detto di aver accolto la richiesta fatta dal ministero del Lavoro di rinviare lo sciopero. «L’incontro convocato per il 3 luglio dal Ministro On. Luigi Di Maio – si legge nella nota della FNTA – è certamente un segnale positivo, al momento purtroppo, pur riconoscendo l’impegno delle parti coinvolte al rilancio e allo sviluppo della compagnia di Bandiera, non sono emersi elementi rilevanti tali da revocare definitivamente l’azione di protesta».
Lo sciopero di Alitalia previsto per il 24 giugno è stato rimandato al 26 luglio.
Michele Boldrin, direttore del Dipartimento di Economia della Washington University e blogger di NoiseFromAmerika, questa sera (lunedì) alle 20:50 spiega ai partecipanti del progetto Oilproject la crisi del debito italiano, la manovra e i rischi per la solidità dell’euro. Per partecipare e inviare le domande, basta inserire il vostro nome nel campo qui sotto e fare clic sul tasto “Entra”.
La crisi economica su Oilproject. Michele Boldrin spiega come siamo messi, occupandosi del debito italiano, della manovra e dei rischi per l'euro.
Quello in corso a Cannes è il sesto incontro dei capi di stato dei paesi del G20, che si riuniscono soltanto dal 2008. Il gruppo del G20 negli ultimi anni è diventato sempre più importante, visto che include le economie emergenti, e ha praticamente preso il posto del G8, che ha una storia molto più lunga (risale agli anni Settanta). A novembre dello scorso anno, a Seul, i membri del G20 si impegnarono a varare una serie di misure che riguardavano il commercio internazionale e le riforme finanziarie. Uno studio del G20 Research Group dell’Università di Toronto, ripreso dall’Economist, mostra il grado con cui i diversi paesi hanno realizzato gli impegni presi lo scorso anno. Il grafico tiene conto di quanto i paesi hanno fatto per diminuire le barriere commerciali, permettere tassi di cambio per le monete nazionali stabiliti dal mercato, rafforzare le regole per le istituzioni finanziarie, interrompere i sussidi per i combustibili fossili, combattere la corruzione e aumentare la cooperazione internazionale.
I paesi del G20 rispettano gli impegni? un grafico dell'Economist mostra quali sono i paesi che hanno onorato le promesse fatte l'anno scorso a Seul, e quali lo hanno fatto meno.
Tra gli articoli più letti sul Post, questa settimana, c’è molta politica italiana: con la condanna di Berlusconi a 4 anni nel processo sui diritti tv Mediaset e la storia della bufala sui vitalizi dei parlamentari. A proposito di bufale, tra i post dei blog più letti della settimana c’è anche il direttore del Post che racconta la storia (falsa) della ragazza della ragazza americana bruciata dal Klu Klux Klan. Ci sono anche molte foto: quelle dell’enorme bolla di plastica di Tomàs Saraceno, esposta a Milano, quella enorme (la foto) della Via Lattea e le foto di minuscoli animaletti che hanno vinto il premio di microfografia Nikon Small World. E poi una specie di romanzo di Makkox, Ushdìdróva, che ha per protagonista un aspirante elettore alle primarie del PD. – Il nuovo iPad Mini, e tutto il resto L’attesa versione ridotta del tablet è stata presentata da Apple, insieme con i nuovi MacBook, iMac, iPad e Mac Mini: il racconto per immagini.
Sunday Post. La bufala sui vitalizi dei parlamentari, un'enorme foto della Via Lattea e altre foto di animaletti (minuscoli), tra le cose più lette del Post di questa settimana (ushdidróva?).
Giovedì 13 marzo è stata inaugurata a Torino, alla Square23 Art Gallery di via San Massimo 45, la mostra Urban Pop: Il mondo di TvBoy. L’artista italiano TvBoy ha cominciato la sua carriera artistica dedicandosi ai graffiti, diventando con il tempo molto conosciuto: dopo diverse mostre in importanti musei europei, nel 2011 ha partecipato al padiglione “Italiani nel mondo” della Biennale di Venezia (suscitando qualche polemica). Ha collaborato anche con diverse grandi società internazionali, come Fiat, Seven, Smart, Nescafé e La Rinascente. TvBoy rielabora spesso celebri immagini della cultura pop e pubblicitaria, come Rosie the Riveter, la lattina di zuppa Campbell o la campagna Hope di Barack Obama. In molte di queste inserisce il suo simbolo – una figura con la testa inserita in un televisore – e inserisce messaggi ironici o di protesta.
12 opere di TvBoy. È stata inaugurata a Torino una mostra dedicata a un famoso street artist italiano, che rielabora celebri icone pop.
Lo scorso febbraio, la FAO pubblicò un messaggio in cui esprimeva preoccupazione per il raccolto di grano nella Pianura Settentrionale Cinese, la grande area pianeggiante intorno al fiume Giallo e ai suoi affluenti che, nella parte più a nord, comprende anche la capitale Pechino. Dopo l’allarme, il primo ministro Wen Jiabao e il presidente Hu Jintao fecero visita alle regioni a rischio e promisero investimenti e attenzione da parte del governo. Il grano viene raccolto in questo periodo e il ministro dell’agricoltura Han Changfu ha festeggiato su un grande palco allestito in un campo di grano della provincia di Henan, tra le bandiere rosse e i mezzi agricoli, una produzione per quest’anno in linea con le aspettative. Time spiega che, se per questa volta la minaccia sembra essere stata evitata, l’agricoltura cinese potrebbe dover affrontare altre sfide nel prossimo futuro. In gran parte della Cina centrale i livelli delle precipitazioni sono tra i più bassi degli ultimi cinquant’anni e la siccità è molto grave nelle zone in cui si concentra la produzione cinese di riso, che sta cominciando a crescere in queste settimane. Se per quanto riguarda il grano il pericolo è stato evitato, ora si presenta il problema del riso. I prezzi di alcuni prodotti agricoli come cavoli e sedani, che richiedono grandi quantità di acqua, sono già aumentati tra il 10 e il 15% nelle ultime settimane, ma le autorità assicurano che questo non accadrà per il riso.
Il problema della siccità in Cina. In molte aree del paese le piogge sono scarse da anni, specialmente dove si coltiva il riso.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
Perché in ospedale ci si sveglia all’alba? il Corriere della Sera su certe abitudini e i rumori a cui sono sottoposti i pazienti.
In una serie di articoli del suo ultimo numero, il settimanale britannico Economist ha preso una posizione molto netta contro il fumo e anche contro le principali campagne anti-fumo, considerate troppo blande o inefficaci. Secondo l’Economist i fumatori «danneggiano l’aria che anche altre persone devono respirare e fanno del male alla propria famiglia perché muoiono prima degli altri». Inoltre, vista la dipendenza causata dalle sigarette, «la tesi secondo cui fumare è un piacere che si sceglie liberamente è piuttosto fragile». Ancora più duramente, l’Economist non si spiega perché nonostante siano note da alcuni anni misure per prevenire e disincentivare i danni alla salute causati dal fumo – al contrario delle cure per il cancro o l’Alzheimer, ancora ignote – queste non vengano applicate al meglio. L’Economist, insomma, suggerisce di trattare il fumo al pari di altre gravi e diffuse malattie: un approccio inusuale, dato che spesso nell’immaginario collettivo viene associato a “vizi” dalle conseguenze solo parzialmente negative. Secondo l’Economist la cosa preoccupante è che il tasso di fumatori si è stabilizzato – dopo anni di declino – in molti paesi occidentali come Francia, Germania, Belgio e Portogallo. Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandi da tempo di tassare a più del 75 per cento la vendita dei pacchetti di sigarette, solo 33 paesi nel mondo hanno introdotto misure del genere (probabilmente anche a causa dell’impopolarità di leggi di questo tipo). In un report dell’OMS diffuso il 7 luglio, una sola nazione ha implementato tutte le misure raccomandate per scoraggiare la diffusione del fumo: la Turchia, dove otto anni dopo l’approvazione delle nuove norme sul fumo il tasso di fumatori maschi è sceso dal 52 per cento (un dato altissimo) al 41. E anche in altri paesi dove le campagne contro il fumo sono molto diffuse – per esempio il Regno Unito – migliaia di persone muoiono ogni anno per gli effetti del fumo: nel 2013, per esempio, 58.300 persone sono morte nel Regno Unito per cause attribuibili al fumo, cioè più del 20 per cento dei morti totali di quell’anno. Secondo i dati dell’ISTAT, in Italia dal 2013 sono morte dalle 70mila alle 83mila persone all’anno per motivi riconducibili al fumo. L’OMS calcola che quasi 6 milioni di persone muoiono ogni anno per motivi legati al fumo.
Smettete di fumare, dice l’Economist. Le sigarette provocano la morte di milioni di persone ogni anno ma – al contrario di altre gravi malattie – sappiamo cosa fare per evitarlo: bisogna decidersi a farlo.
Leonardo Da Vinci è uno di quei personaggi storici talmente raccontati e presi come esempio di genialità, artistica e non solo, che si può avere l’impressione di sapere tutto di lui. Proprio per la sua proverbiale capacità di padroneggiare discipline diverse però c’è davvero tanto da imparare sulle tante cose che fece nella sua vita. Quest’anno ricorre il 500esimo anniversario della sua morte e c’è una buona occasione per approfondire bene chi fu Leonardo: ad esempio alle Scuderie del Quirinale, a Roma, dove da oggi si può visitare Leonardo da Vinci. La scienza prima della scienza, una mostra dedicata ai contributi di Leonardo alla storia dell’ingegneria e alla cultura scientifico-tecnologica. Dieci disegni originali di Leonardo sono il punto di partenza per scoprire come l’artista e inventore studiò le conoscenze ingegneristiche accumulate nei secoli dai costruttori toscani e gli studi della prospettiva dei suoi contemporanei per arrivare a progettare lui stesso città ideali, opere di ingegneria idraulica, macchine sceniche per spettacoli teatrali, macchine militari e le celebri macchine per volare. La mostra, che durerà fino al 30 giugno, è stata realizzata con la collaborazione di due istituzioni culturali di Milano, città dove Leonardo visse per circa vent’anni: il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, il cui curatore Claudio Giorgione è anche curatore della mostra, e la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, che ha prestato alle Scuderie i dieci disegni di Leonardo, che fanno parte della più ampia raccolta di suoi disegni e scritti, il Codice Atlantico.
Leonardo era ingegnere, oltre che artista. Fino alla fine di giugno alle Scuderie del Quirinale si può imparare perché, in una grande mostra per i 500 anni dalla sua morte.
Uno dei personaggi più citati della campagna elettorale che ha preceduto il referendum costituzionale del 4 dicembre, vinto dal No con il 59,11 per cento dei voti, è anche uno dei meno conosciuti in Italia: si chiama Jim Messina ed è un importante consulente politico americano assunto dal presidente del Consiglio Matteo Renzi per coordinare la campagna a favore del Sì. Messina è molto conosciuto negli ambienti politici internazionali per essere stato il capo della campagna elettorale di Barack Obama nel 2012, vinta contro l’avversario Mitt Romney, e per essere stato consulente dell’ex primo ministro britannico David Cameron nella campagna che vinse due anni dopo nel Regno Unito. Il coinvolgimento di Messina nella campagna per il referendum è stato in molte occasioni preso in giro da alcuni esponenti del No, in parte per questioni di opportunità politica e in parte forse per un pregiudizio antiamericano. Messina è nato a Denver, in Colorado, nel 1969, ma è cresciuto in Idaho. Ha studiato scienze politiche alla University of Montana. Messina iniziò a occuparsi di campagne elettorali all’inizio degli anni Novanta: prima aiutò quella di Dan Kemmis, sindaco Democratico di Missoula, in Montana, contribuendo alla sua elezione. Nel 1995 iniziò a collaborare con Max Baucus, influente senatore Democratico del Montana, con il quale strinse un rapporto molto stretto e che diventò per lui una specie di mentore. Messina rimase con Baucus per più di dieci anni. In un profilo pubblicato su Bloomberg, Joshua Green ha raccontato che si parlò di Messina negli Stati Uniti nel 2002, in occasione di uno spot televisivo contro l’avversario di Baucus, il Repubblicano Mike Taylor, che ricevette molte accuse di omofobia. Nella pubblicità si diceva che Taylor aveva fatto un uso illegale dei suoi prestiti da studente, e lo si mostrava – con una musica funky di sottofondo, simile a quelle dei film porno – mentre faceva delle dimostrazioni per un salone di bellezza che gestiva prima di fare politica. Alla fine della pubblicità, una voce diceva: “Mike Taylor, non come facciamo le cose qui in Montana”.
Chi è Jim Messina. Cose minime da sapere sul consulente politico assunto da Renzi per la campagna del Sì, molto citato negli ultimi mesi e anche oggi ma sconosciuto per tanti.
È morto questa mattina a 50 anni il poeta Pierluigi Cappello. Era nato a Gemona del Friuli, in provincia di Udine e aveva pubblicato la sua prima raccolta di poesie, Le nebbie, nel 1994, mentre la sua ultima opera, Stato di quiete, risale al 2016. Tra i molti premi che ha vinto nella sua carriera ci sono il premio “Montale” nel 2004, con Dittico, che raccoglieva poesie in italiano e in friulano. Nel 2013 inoltre l’Accademia dei Lincei gli conferì il premio “Maria Teresa Messori Roncaglia ed Eugenio Mari” per l’opera poetica.
È morto il poeta Pierluigi Cappello.
Da qualche giorno Google ha messo a disposizione un nuovo strumento che si chiama “Informazioni su di me” e che – come suggerisce il nome – serve per capire quali dati del proprio account Google sono visibili dalle altre persone quando fanno le loro ricerche online. La pagina è disponibile a questo indirizzo e, nelle intenzioni, dovrebbe aiutare i suoi iscritti ad avere le idee più chiare su come viene gestita la loro privacy online e su come possono modificare o eliminare le informazioni che non vogliono rendere pubbliche. “Informazioni su di me” di Google mostra il nome visualizzato con il proprio account, di solito nome e cognome, la fotografia associata al profilo e la descrizione in poche parole di chi si è. L’elenco delle informazioni visibili prosegue poi con le notizie sul proprio livello di istruzione, sui lavori svolti in precedenza all’attuale, sui siti cui è collegato il proprio account Google, sul luogo in cui si vive e su informazioni più personali come per esempio la data di nascita. Al fianco di ogni elemento c’è un’icona che mostra con chi è condiviso quel tipo di dati: quella con un pianeta indica che il contenuto è pubblico e quindi visibile a tutti, mentre quella con due cerchi indica che si tratta di un’informazione condivisa solamente con le proprie “cerchie”, cioè gli amici con cui si è in contatto tramite il social network Google+.
Le cose di te che Google dice agli altri. Una nuova funzione serve per tenere sotto controllo le informazioni del proprio profilo e decidere cosa nascondere e cosa no.
Ignazio Marino è stato assolto dall’accusa di peculato, truffa e falso perché il fatto non sussiste, nel processo per la storia della carta di credito di quando era sindaco di Roma. La procura aveva chiesto una condanna a tre anni e quattro mesi. Secondo la procura Marino aveva usato la carta di credito del comune per pagare, tra il luglio del 2013 e il giugno del 2015, 56 cene che erano private e non “incontri istituzionali”: per questo l’accusa di peculato. Il falso, invece, sarebbe stato commesso, come si legge nel capo di imputazione, per le «disposizioni impartite al personale affinché formasse dichiarazioni giustificative inserendo indicazioni non veritiere, tese ad accreditare la natura istituzionale dell’evento e apponendo in calce alle stesse la di lui firma». L’accusa di truffa si riferisce infine alla Onlus Imagine, fondata da Marino nel 2005: Marino avrebbe predisposto la certificazione di compensi per prestazioni mai avvenute, risparmiando circa 6 mila euro di contributi, tra il 2013 e il 2014.
Ignazio Marino è stato assolto. Era accusato di peculato, falso e truffa, per cose relative soprattutto al suo periodo da sindaco di Roma, ma "il fatto non sussiste".
Il capo del governo Mario Monti ha inviato oggi una lettera al presidente della Regione Sicilia Lombardo chiedendo conferma delle sue annunciate dimissioni e citando «gravi preoccupazioni riguardo alla possibilità che la Sicilia possa andare in default». L’intervento di Monti rende premonitrice (e forse acceleratrice) l’intervista che l’ex capo degli industriali siciliani e oggi vicepresidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, aveva dato ieri al Corriere della Sera sullo stato delle finanze siciliane. Che fare, presidente Lo Bello? «Avviare una operazione-verità. Primo: scuotere dal torpore i siciliani, a cominciare dai dipendenti regionali e dai pensionati della stessa Regione che saranno i primi a trovarsi senza stipendi in caso di crollo. Nessuno lo dice. Bisogna cominciare a spiegarlo. Secondo: il governo Monti deve subito mettere mano ai conti della Regione, controllando un bilancio reso non trasparente da poste dubbie e residui inesigibili». Un commissario per la Sicilia, come chiede l’Udc? Anche contro le competenze dello Statuto autonomista? «La Sicilia rischia di diventare la Grecia del Paese e il Paese deve intervenire anche superando gli ostacoli di una autonomia concessa nel dopoguerra, in condizioni storiche e politiche ormai lontanissime, ma utilizzata da scriteriate classi dirigenti per garantire a se stesse l’impunità». Siamo davvero sull’orlo del precipizio? «Probabilmente sì. Siamo all’epilogo di una lunga stagione politica ed economica che non riguarda solo il governo Lombardo ma che si è basata esclusivamente su una capillare distribuzione assistenziale e clientelare delle risorse pubbliche».
Sta fallendo la Sicilia? l'intervista del Corriere a Ivan Lo Bello, ex capo degli industriali siciliani che aveva richiesto l'intervento di oggi di Mario Monti sui guai della regione.
Migliaia di persone hanno osservato in Sudamerica un’eclissi totale di Sole, visibile nell’emisfero meridionale in un’ampia porzione dell’oceano Pacifico e tra il Cile e l’Argentina. Il massimo dell’eclissi è stato osservato sul continente sudamericano a partire dalle 16:38 locali (le 22:38 in Italia) di martedì 2 luglio, quando il Sole in ombra è stato visibile lungo la costa del Cile, nei pressi di La Serena. Nella zona dove l’eclissi appariva al suo massimo ci sono numerosi osservatori astronomici, che hanno potuto sfruttare l’occasione per compiere osservazioni e rilevazioni del fenomeno. Tra gli ultimi a vedere l’eclissi ci sono stati gli abitanti di Chascomús, una città nella provincia di Buenos Aires in Argentina, intorno alle 17:44 locali. Un’eclissi solare si verifica quando la Luna si trova tra la Terra e il Sole e oscura quest’ultimo da un punto di osservazione sul nostro pianeta. Quando Sole, Terra e Luna sono perfettamente allineati si possono avere eclissi solari totali, a patto che la Luna si trovi a una distanza dalla Terra tale da farla apparire con un diametro angolare di poco superiore a quello del Sole. In astronomia, il diametro angolare serve per stimare le dimensioni apparenti degli oggetti celesti da un punto di osservazione, come può essere la Terra.
Le foto dell’eclissi totale in Sudamerica. Il Sole, la Luna e la Terra si sono allineate perfettamente e il cielo è diventato scuro in pieno giorno.
Il 2016 è iniziato da meno di due settimane e c’è già un’applicazione che viene descritta da alcuni come il-social-network-dell-anno (per sparire magari tra qualche mese diventando del tutto marginale, come è toccato ad altri progetti che in passato avevano suscitato aspettative simili). L’app si chiama Peach ed è una specie di Instagram per condividere con i propri amici contenuti di qualsiasi tipo – da semplici testi a immagini, informazioni geografiche, sul meteo e molto altro – in modo piuttosto immediato e senza impostazioni complicate da regolare. L’idea di Peach è venuta a Dom Hofmann, cofondatore di Vine, il servizio per condividere video di pochi secondi di proprietà di Twitter. Nel fine settimana se ne sono occupati tutti i principali siti di tecnologia, inducendo migliaia di persone a provare il servizio, che ha faticato a reggere l’improvviso e alto traffico. Com’è fatto Peach Peach esiste sotto forma di applicazione, per ora disponibile solo per iOS, il sistema operativo degli iPhone e degli iPad. Dopo averlo scaricato gratuitamente dall’App Store, è necessario registrarsi come per un comune social network, scegliendo un nome utente e un indirizzo email. Il nome utente, come per molti altri servizi, è nella forma @nomeutente, e può quindi essere condiviso con gli amici per farsi aggiungere alle loro liste. Si deve poi scegliere un’immagine per il profilo e si è pronti per pubblicare contenuti.
Cos’è Peach, un nuovo social network. Lo ha creato il fondatore di Vine, sta piacendo molto alle riviste di tecnologia che lo descrivono come il-social-network-del-momento (finché dura).
Trent’anni fa, nel 1984, eravamo ben dentro agli anni Ottanta: agli anni Ottanta in generale e in quella sottosezione degli anni Ottanta rilevantissima che fu la musica di quel decennio. E poi non era un anno qualsiasi: discendendo da Orwell, il nome “1984” fu usato per la canzone degli Eurythmics che fu musica del film e per un disco dei Van Halen (quello di Jump). Per il pop britannico che imperversava fu l’anno che iniziò con la censura di “Relax” dei Frankie Goes to Hollywood e finì con la registrazione di “Do they know it’s Christmas” da parte di tutti quanti assieme. Marvin Gaye fu ucciso da suo padre, Chrissie Hynde dei Pretenders sposò Jim Kerr dei Simple Minds, Elton John sposò una signora, Michael Jackson vinse una montagna di premi Grammy ancora per “Thriller” (e si ustionò gravemente girando uno spot per la Pepsi). Agli MTV awards andarono forte i Cars e Madonna, uscirono “Purple Rain” di Prince, “Born in the USA” di Springsteen, “The unforgettable fire” degli U2, il primo disco degli Smiths, il primo di Sade e il primo dei Red Hot Chili Peppers (ma non era ancora il loro momento) e “It’s my life” dei Talk Talk. E “Café Bleu” degli Style Council, “Mirror moves” degli Psychedelic Furs, “Eden” degli Everything but the girl e “Body and soul” di Joe Jackson Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Che musica c’era nel 1984. Le foto di quelli che andavano forte trent'anni fa, nell'anno di "Purple Rain", "Born in the USA" e dei Frankie goes to Hollywood (e questi due?).
Proprio quando tutti annunciavano che la resa dei conti tra Berlusconi e Fini fosse questione di ore e le ipotesi andavano dall’annuncio di un partito nuovo da parte dei finiani all’espulsione dal PdL persino dello stesso Fini, a una presa di posizione tranchante e definitiva da parte di Berlusconi, proprio mentre lo stesso Secolo d’Italia era già in stampa con l’edizione dell’indomani che riassumeva queste prospettive: Insomma, arriverebbe la resa dei conti e non sappiamo cosa metterci. A quanto pare, infatti, si sarebbe giunti infine allo “showdown”, il giorno del giudizio che determinerà la definitiva risoluzione dei conflitti interni al Pdl. O almeno è questa l’aria che tira, a sentire gli analisti più o meno bene informati, che paiono sicuri di attendersi per oggi l’ora delle decisioni irrevocabili. Giusto il tempo di votare la manovra e la riforma dell’università, entrambe in agenda per oggi, e poi… In effetti, i giornali e i rumors non lasciano presagire nulla di buono. Ma, mazzate di Feltri & Co. a parte, era un po’ tutta la stampa, ieri, a dare per imminente ilredde rationem. Chi vivrà vedrà e in fondo anche la suspence fa parte di quello che sarà sì uno showdown, ma sempre e soprattutto uno show. Ieri in serata, comunque, sono cominciate a circolare indiscrezioni più precise circa le modalità della resa dei conti. Si tratterà, a quanto pare di una vera e propria espulsione di Fini e di Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata, misura che dovrebbe essere valutata da un ufficio di presidenza stasera o al più tardi domani mattina, a manovra approvata. Martedì o mercoledì, inoltre, il premier potrebbe tenere in Parlamento un duro discorso contro l’uso della giustizia a orologeria e contro la magistratura.
Fini vuole fare pace, davvero? cosa ha detto al Foglio e come reagiranno i suoi nemici: non così bene, a occhio e croce.
Il 31 maggio il governo russo ha ordinato alla società che controlla l’app di incontri Tinder di condividere i dati dei suoi utenti e i messaggi che si scambiano fra loro – audio e video compresi – con le autorità governative e i servizi segreti, come già aveva fatto con quattro altre app di incontri e molti altri servizi online. Finora già 175 servizi hanno acconsentito a condividere informazioni con i servizi segreti per continuare a lavorare in Russia; tra i servizi che si sono rifiutati c’è l’app di messaggistica cifrata Telegram, che per questo è stata vietata in Russia anche se di fatto viene ancora usata. Nella lista dei servizi a cui è richiesto di fornire dati al governo non ci sono WhatsApp e Messenger, l’app di messaggistica di Facebook. Non è chiaro se le richieste del governo russo a Tinder si riferiscano ai soli dati degli utenti russi o a quelli di tutti gli utenti dell’app. Tinder ha detto che per ora non ha condiviso nessun dato con le autorità russe, ma non ha detto se lo farà in futuro o meno.
Il governo russo ha ordinato a Tinder di dargli accesso ai dati degli utenti.
Commentando la decisione del gip di Milano di accordare la richiesta dei pm di processare Berlusconi con il rito immediato, il capogruppo del PdL alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ha accusato i magistrati della procura di Milano di stare perseguitando il presidente del Consiglio per ragioni politiche, lamentando di nuovo il fatto che «Berlusconi viene sottratto al suo giudice naturale, che sarebbe il tribunale dei ministri». Questa del “giudice naturale” è un’argomentazione che è tornata molte volte nei discorsi dei difensori di Berlusconi e in quelli dello stesso PresdelCons. La formula “giudice naturale” fa riferimento a uno dei principi basilari dello stato di diritto, che la Costituzione italiana cita nel primo comma dell’articolo 25.
Cos’è il giudice naturale. Perché Cicchitto e i difensori di Berlusconi imbrogliano sulla Costituzione.
È il primo aprile del 2012, il giorno in cui si insediano i Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino, il micro Stato che sorge arroccato sul Titano, la montagna che ha finito col diventarne sinonimo. Quel giorno splende il sole e in macchina si viaggia con i finestrini abbassati, ma sulla cima del monte sembra che sia ancora novembre. I merli delle fortezze sono avvolti dalla nebbia, cade una pioggia leggera e fredda e le strade sono deserte. Per andare a vedere la cerimonia, parcheggiata la macchina, bisogna salire ancora, oltrepassare le mura medioevali, salire le stradine su cui si affacciano i negozi per turisti, arrivare alla piazza del Consiglio. Il palazzo non è grande, ma è severo: un parallelepipedo di pietra chiara, la cima merlata. Di solito, alle sue spalle, si vede la pianura romagnola e in fondo il mare. Oggi no: tutto è grigio e ovattato. Spirali di nebbia passano davanti alla facciata portate dal vento. Sembra un castello dei Carpazi. «Non è nebbia – dice qualcuno – sono nuvole basse», ma fa poca differenza: l’effetto è lo stesso. Nella piazza c’è parecchia gente: il primo aprile non è un giorno qualunque per la Repubblica. Oggi San Marino celebra se stessa in un evento più simbolico e importante della festa del Santo Patrono, che per i sammarinesi non è mica uno scherzo. I Capitani Reggenti, che sono come due presidenti della Repubblica, si alternano ogni primo aprile e ogni primo ottobre. Possono scoppiare guerre e crisi economiche, ma San Marino rimane sempre lì. Ancora indipendente e orgogliosa dopo ottocento anni che fanno del Titano la più antica Repubblica del mondo. La primavera è arrivata da pochi giorni e il Titano sembra voler dire: «Anche io ancora una volta sono rinato», ma sembra che il tempo, anche quello atmosferico, congiuri contro di lui.
La mafia a San Marino. Un nuovo libro racconta l'arrivo della crisi e della criminalità organizzata, che trabocca intorno in Romagna e nelle Marche.
L’Agenzia del farmaco italiana (AIFA) ha sospeso la somministrazione di due lotti di un vaccino antinfluenzale, il FLUAD, dopo che nelle ultime settimane undici persone sono morte nelle quarantotto ore successive alla somministrazione del farmaco (secondo l’ANSA sabato ci sarebbe stato un dodicesimo caso). Nel frattempo la procura di Prato, dopo la morte di un abitante di 90 anni della città, ha disposto a livello nazionale il sequestro di uno dei due lotti di vaccini. Anche se non esistono prove della pericolosità del vaccino, la vicenda ha riaperto la questione dei vaccini, una polemica che ciclicamente ritorna sulle prime pagine dei giornali. L’AIFA ha deciso di sospendere la somministrazione di due lotti, 142701 e il 143301, del vaccino antinfluenzale FLUAD, prodotto da Novartis. Un “lotto” è una certa quantità di medicinali prodotta in un determinato arco di tempo. I due lotti ritirati sono utilizzati per la somministrazione in ospedale e ambulatorio, quindi dovrebbe essere piuttosto facile interromperne la distribuzione visto che i due lotti non dovrebbero essere stati commercializzati a farmacie e singoli.
Cosa sappiamo dei vaccini FLUAD. L'Agenzia del farmaco ha sospeso la somministrazione di un vaccino antinfluenzale mentre si indaga se possa avere un rapporto con la morte di undici delle migliaia di persone che lo hanno usato.
Dal primo settembre non si pagherà più il superticket per le visite e gli esami sanitari specialistici, aggiunto nel 2011 al consueto ticket dal valore massimo di 40 euro che si paga per le prestazioni del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Lo ha ricordato sui social network il ministro della Salute Roberto Speranza. Il superticket (del valore di 10 euro, salvo eccezioni diverse da regione a regione) aveva reso in certi casi più conveniente il ricorso ai servizi sanitari privati, causando anche un aumento delle rinunce a visite e esami di una parte della popolazione. La sua abolizione era stata decisa a dicembre con la legge di bilancio, ed era stata anticipata in alcune regioni, come l’Emilia-Romagna e la Lombardia, già negli scorsi mesi; ancora prima alcune regioni ne avevano ridotto il costo o avevano deciso di rendere esenti alcune categorie di persone.
Dal primo settembre non si pagherà più il superticket per le visite sanitarie specialistiche in tutta Italia.
Nel suo ultimo trimestre, terminato con il 2018, Netflix ha guadagnato 8,8 milioni di nuovi iscritti arrivando a un totale di 139 milioni di abbonati in tutto il mondo. I ricavi negli ultimi tre mesi dello scorso anno sono stati pari a 4,2 miliardi di dollari, il 27 per cento in più rispetto allo stesso periodo nel 2017. La decisione di alzare i prezzi degli abbonamenti negli Stati Uniti, annunciata questa settimana, potrebbe consentire a Netflix di aumentare di circa un miliardo di dollari i ricavi nei prossimi mesi. I risultati da poco annunciati sono stati comunque al di sotto delle aspettative, cosa che ha comportato una perdita in borsa del 3 per cento circa delle azioni Netflix. L’azienda continua a investire grandi somme di denaro per le sue produzioni: solo quest’anno si stima che spenderà circa 13 miliardi di dollari per produrre film e serie tv originali.
Gli abbonati a Netflix sono 139 milioni in tutto il mondo.
Presidenza del Consiglio dei Ministri Ufficio Stampa e del Portavoce N. 5 Roma, 4 dicembre 2011
Il comunicato del governo sulla manovra. Niente aumento dell'IRPEF, tassa sui capitali scudati, defiscalizzazione degli utili reinvestiti, agevolazioni a chi assume, abolizione delle giunte provinciali, riduzione delle authority, pensioni con metodo contributivo per tutti.
La campagna vaccinale più grande degli ultimi tempi è iniziata da quasi due mesi per provare a rallentare la pandemia da coronavirus, ma le vaccinazioni negli ultimi giorni hanno subìto rallentamenti e i programmi sono stati rivisti, tra le altre cose per i ritardi nelle consegne delle dosi. La domanda è del resto molto alta e i produttori non riescono ancora a soddisfarla, anche se stanno lavorando per potenziare i loro impianti di produzione. Nei prossimi mesi la situazione dovrebbe migliorare non solo grazie alle maggiori consegne dei vaccini già autorizzati, ma anche grazie all’arrivo di nuovi vaccini ora nelle ultime fasi di sperimentazione o per i quali sono state avviate somministrazioni per particolari fasce della popolazione. Pfizer-BioNTech e Moderna Sono stati i primi due vaccini a ricevere un’autorizzazione di emergenza da parte delle autorità di controllo per i farmaci negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, che di solito fanno da punto di riferimento per le altre organizzazioni simili in giro per il mondo. Sono basati sull’RNA messaggero e nei test clinici hanno fatto rilevare un’efficacia del 95 per cento nel proteggere dalla COVID-19, mentre non è ancora chiaro se riducano il rischio di contagio e in che misura (ci sono comunque indizi incoraggianti). Sono i due vaccini più somministrati contro il coronavirus e per ora ritenuti tra i migliori disponibili: richiedono la somministrazione di due dosi a distanza di 3 settimane nel caso di Pfizer-BioNTech e di 4 nel caso di Moderna.
A che punto sono gli altri vaccini contro il coronavirus. Si parla soprattutto di quei tre, ma ce ne sono molti altri: diversi promettono bene, alcuni potrebbero rivelarsi inutili.
Il 14 ottobre uscirà al cinema Suburra, il nuovo film di Stefano Sollima − il regista di A.C.A.B e delle serie televisive Romanzo criminale e Gomorra − tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo. Il film è stato scritto da Stefano Rulli e Sandro Petraglia ed è interpretato tra gli altri da Pierfrancesco Favino, Claudio Amendola e Elio Germano: racconta la storia, ambientata a Roma, di una grande speculazione edilizia che coinvolge politici e criminalità romana. Nella scena che segue si vede un dialogo tra il boss erede della banda della Magliana “Samurai” (Claudio Amendola) e il criminale di Ostia detto “Numero 8” (Alessandro Borghi). Dal film Suburra sarà tratta anche la prima serie tv originale prodotta da Netflix in Italia.
Una scena di “Suburra”. È il nuovo film di Stefano Sollima, regista delle serie tv "Romanzo Criminale" e "Gomorra", in uscita il 14 ottobre.
Durante la puntata di Report del 23 novembre è andata in onda l’inchiesta “Potere capitale” in cui si è parlato, tra le altre cose, della nota vicenda della Panda rossa dell’allora sindaco di Roma Ignazio Marino, e delle multe che fu accusato di non aver pagato. È una storia che risale al 2014 e di cui allora si scrisse molto, in modo molto impreciso e con grandi errori ed esagerazioni: sembrava inizialmente un grosso scandalo, ma era priva di fondamento e – anzi – oggi sembra probabile che fu creata proprio per danneggiare Marino. Due giorni dopo il servizio di Report è stato lo stesso Marino a parlare della storia, con un post su Facebook in cui si lamentava che nessun giornale avesse ripreso quanto raccontato da Report o si fosse scusato per alcuni articoli pubblicati all’epoca. La storia della Panda rossa fu tra quelle che di fatto costrinsero Marino a dimettersi, nel 2015, a metà del suo mandato.
Ignazio Marino e la Panda rossa. Se ne riparla dopo un servizio di Report sugli abusi dei vigili di Roma, e per via delle prossime elezioni: come andò e com'è andata a finire, per chi se lo fosse perso.
Alvin E. Roth e Lloyd S. Shapley sono stati insigniti del premio Nobel per l’Economia per “la teoria delle allocazioni stabili e per le pratiche di progettazione del mercato”. Per elaborare il loro sistema, i due economisti si sono basati su teorie astratte sviluppate negli anni Sessanta e su studi empirici condotti negli anni Ottanta, con l’obiettivo di applicare le loro soluzioni nella vita reale. Shapley gettò le basi con una serie di teorie, che circa venti anni dopo furono adottate da Roth in una sua indagine sul mercato dei medici negli Stati Uniti. Semplificando, i due economisti hanno cercato di risolvere un problema fondamentale per l’economia: combinare nel modo migliore possibile due diversi agenti. Per esempio, trovare il miglior modo per accoppiare scuole e studenti, o donatori di organi con le persone che hanno necessità di un trapianto. Gli studi di Roth e Shapley hanno permesso di trovare nuovi sistemi per rendere il più efficienti possibili questi accoppiamenti, tenendo in considerazione benefici ed eventuali controindicazioni per i soggetti interessati.
Il Nobel per l’Economia ad Alvin E. Roth e Lloyd S. Shapley. Per "la teoria delle allocazioni stabili e per le pratiche di progettazione del mercato".
La Conferenza stato-regioni ha approvato il piano italiano per la somministrazione del vaccino contro il coronavirus presentato mercoledì dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri. La campagna di vaccinazione di massa inizierà a gennaio, ma le prime dosi potrebbero essere somministrate già dopo Natale se arriverà l’autorizzazione dell’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali. Arcuri ha detto che la campagna inizierà con le prime 1.833.975 dosi distribuite da Pfizer-BioNTech e inviate alle regioni. La provincia di Bolzano riceverà la maggior quantità di dosi del vaccino in relazione agli abitanti (quasi 5.200 ogni 100mila persone), seguita da Friuli Venezia Giulia e Emilia-Romagna (entrambe più di 4.100), Piemonte (quasi 4mila), Liguria (quasi 3.900), Basilicata e provincia di Trento (entrambe più di 3.400). La regione che ne riceverà meno è l’Umbria (quasi 1.850 ogni 100mila persone). Non si tratta di numeri esatti, ma di una stima in base alla popolazione delle regioni nel 2019.
Le dosi di vaccino che le regioni riceveranno in proporzione alla popolazione.
Edward Hugh ha 61 anni, vive in Spagna, cerca di sbarcare il lunario insegnando inglese e da tempo scrive sul suo blog che l’euro è destinato all’estinzione. I suoi detrattori lo ritengono un apocalittico di prima categoria, ma Hugh ora sta riscuotendo un certo successo in seguito ai gravi problemi economici che hanno afflitto la Grecia e altri paesi europei, tanto da spingere i governanti degli stati membri ad assumere misure di emergenza per tamponare la crisi e dare ossigeno alla moneta unica. In tempi non ancora sospetti, quando in molti salutavano con ottimismo l’arrivo dell’euro, Hugh lanciò il suo avvertimento: mettere insieme paesi così diversi, una potenza economica come la Germania e stati dalla spesa e dal debito facile come la Grecia, non porterà nel medio-lungo periodo a nulla di buono. La previsione dell’appassionato di economia non si è poi discostata molto dalla realtà e così, da alcuni mesi, esperti ed economisti corteggiano Hugh per avere consigli e analisi sull’andamento dei mercati e della moneta unica. E tra i corteggiatori ci sono anche gli esperti della Casa Bianca e del Fondo Monetario Internazionale, racconta Landon Thomas Jr. sul New York Times.
Ve l’avevo detto, che con l’euro finiva male. Edward Hugh parla di economia sul suo blog e dice da tempo che l'euro non ha futuro.
Tra le foto dei protagonisti famosi della settimana, due momenti paterni: Obama che prova a mettere in imbarazzo sua figlia e Will Smith che bacia la sua mentre lei fa le smorfie. In ogni caso, fare le boccacce quando si è fotografati va ancora di moda: o almeno piace farlo a Zac Efron e Jay Duplass. A un certo punto, nei giorni scorsi, al calciatore tedesco Thomas Müller è spuntata l’aureola, ma a quanto pare non ha portato bene per la semifinale degli Europei Francia-Germania. Allo stadio c’era anche Francois Hollande con una sciarpa da tifoso, forse è più potente di un’aureola. Molti dei più importanti direttori amministrativi dei gruppi media mondiali erano alla Allen & Company Sun Valley Conference (che nome noioso): c’erano il capo di Facebook e di Twitter, per dirne due. Questa settimana poi tante delle persone da fotografare erano in versione “spettatori”. Alle sfilate dell’alta moda a Parigi o a quella di Fendi alla Fontana di Trevi, ma soprattutto a Wimbledon dove si sono visti Sienna Miller, David Beckham (con una faccia molto impressionata) e la coppia Bradley Cooper e Irina Shayk. E Pippa Middleton, ve la ricordate? Antonio Banderas invece probabilmente non l’avreste mai riconosciuto con quella parrucca. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Antonio Banderas con i riccioli, Kate Moss deejay, Iggy Pop sempre a torso nudo e il nuovo cittadino onorario di Pompei, tra quelli da fotografare in settimana.
Mentre centinaia di sostenitori del presidente uscente statunitense, Donald Trump, assaltavano il palazzo del Congresso a Washington nel pomeriggio di mercoledì 6 gennaio (in Italia era notte), i più grandi e conosciuti social network del mondo hanno preso decisioni senza precedenti per provare a ridurre il livello dello scontro. Numerosi video delle violenze sono stati rimossi e gli account di Trump sono stati bloccati, ma solo a diverse ore di distanza dalla pubblicazione di post, video e tweet nei quali il presidente mostrava vicinanza ai violenti. Lo stesso Trump li aveva incitati nel corso della giornata, sostenendo di essere contrario alla certificazione della vittoria elettorale di Biden, sulla quale si stava esprimendo il Congresso proprio ieri, e invitandoli a marciare verso il Congresso. Facebook, Twitter e gli altri social network hanno ricevuto critiche per come hanno gestito le proprie piattaforme durante l’assalto, e per essere intervenuti con scarso tempismo nell’eliminare un videomessaggio di Trump inviato ai propri sostenitori. Ormai da anni numerosi analisti ed esperti segnalano come i social network abbiano avuto un ruolo centrale non solo nell’ascesa di Trump, che ne ha saputo sfruttare i meccanismi per accrescere il proprio consenso, ma anche nel normalizzare i messaggi violenti diffusi dallo stesso presidente e diventati parte del dibattito politico.
I social network, Trump e l’attacco al Congresso. Facebook, Twitter e gli altri hanno assunto decisioni senza precedenti nei confronti di Trump, ma sono intervenuti tardivamente sui contenuti che fomentavano le violenze.
Da giovedì è nei cinema italiani Doctor Sleep, il “sequel” di Shining, il famoso film diretto da Stanley Kubrick, recitato da Jack Nicholson e tratto da un romanzo di Stephen King. Doctor Sleep è un sequel di Shining perché è tratto da un libro che King ha scritto nel 2013 immaginandosi la vita di Danny Torrance, il bambino di Shining, una volta cresciuto. In Doctor Sleep Danny Torrance è interpretato da Ewan McGregor e il regista è Mike Flanagan, che prima aveva diretto horror non particolarmente memorabili come Oculus – Il riflesso del male e Ouija – L’origine del male. Nei suoi primi giorni in Italia Doctor Sleep non è entrato nemmeno tra i cinque film più visti e il critico del Guardian Peter Bradshaw ne ha scritto: «Per lunghezza, supera Shining di oltre mezz’ora, ma dà la sensazione di essere molto più lungo». Qualche recensione è stata un po’ più clemente, ma non c’è in realtà molto entusiasmo e nessuno ha scritto che il film è anche solo in grado di giocare nello stesso campionato di Shining.
Cosa si dice di “Doctor Sleep”. È il sequel di "Shining", ma i critici non ne parlano particolarmente bene: in Italia fin qui non sono andati a vederlo in molti.
Canneseries, il Festival di Cannes delle serie tv, si sta svolgendo in questi giorni. L’evento – il cui nome completo è Cannes International Series Festival – è alla sua seconda edizione: l’anno scorso vinse la serie israeliana Quando gli eroi volano, disponibile su Netflix, e Francesco Montanari fu premiato come miglior attore grazie alla sua interpretazione nella serie Rai Il cacciatore. Quest’anno non ci sono serie italiane in concorso, ma Canneseries è comunque un’interessante opportunità per scoprire qualche nuova serie. La cerimonia di premiazione sarà il 10 aprile e a decidere i vincitori sarà una giuria presieduta da Baran bo Odar, creatore della serie Dark, e di cui fanno parte l’attrice italiana Miriam Leone, l’attore e regista Stephen Fry, l’attrice di Sex Education Emma Mackey, l’attrice Katheryn Winnick e il compositore Robin Coudert, noto con il nome d’arte Rob. Tra le serie in concorso ce ne sono due tedesche e due belghe e poi una britannica, una israeliana, una giapponese, una norvegese, una spagnola e una russa.
Le 10 serie tv in concorso al Festival di Cannes delle serie tv. Magari in mezzo c'è la vostra futura nuova serie preferita.
Oggi, giovedì 17 novembre, migliaia di studenti delle scuole superiori e delle università hanno manifestato in più di 60 città italiane per protestare contro la crisi economica, le carenze dell’istruzione, il potere delle banche e persino il governo di Mario Monti, insediato da appena un giorno. Le proteste, che coincidono con lo sciopero odierno di Cub e Cobas, sono state indette con la Giornata mondiale dello studente, stabilita per ricordare la repressione nazista della marcia di studenti e dei professori contro l’occupazione tedesca a Praga, nel 1939. Il 17 novembre 9 persone tra studenti e professori vennero giustiziati, 1200 studenti vennero deportati nei lager, le università e le scuole superiori vennero chiuse e lo rimasero fino alla fine della guerra. A Milano gli studenti hanno riproposto alcuni slogan del movimento Occupy, tra cui «noi siamo il 99 per cento» o «Occupy Bankitalia», e hanno lanciato fumogeni contro i poliziotti che hanno reagito con brevi cariche per impedire ai manifestanti di raggiungere l’università Bocconi. Negli scontri è rimasto ferito un giornalista del Fatto Quotidiano, Franz Barraggino. Ci sono state proteste davanti all’università Cattolica e alle filiali delle banche Unicredit e Intesa San Paolo in Corso Italia, che sono state imbrattate con uova e vernice.
Le manifestazioni degli studenti, giovedì. Le foto e i video delle proteste a Roma, Napoli, Torino e Milano, anche contro il governo Monti: ci sono stati scontri con la polizia e qualche ferito.
Cécile Kyenge, ex ministra dell’Integrazione nel governo di Enrico Letta tra il 2013 e il 2014, ha pubblicato su Facebook un post per smentire una notizia falsa che la riguarda e che è circolata molto su Internet negli ultimi giorni. Il 20 dicembre, il giorno dopo l’attentato di Berlino, il sito “Corriere di Roma” (ora sospeso) ha pubblicato un articolo intitolato «Kyenge: “I mercatini di Natale sono un’offesa per le altre religioni, andrebbero vietati”». All’interno dell’articolo a Kyenge erano poi attribuite alcune dichiarazioni: «I mercatini di Natale sono un’offesa per le altre religioni, noi siamo ottusi e ragioniamo solamente guardando a un metro di distanza da noi, dobbiamo aprire gli occhi e guardare più avanti del nostro naso, i Mercatini di Natale non rendono felici tutti i cittadini, andrebbero vietati». La notizia è una bufala, ma è stata comunque molto condivisa e commentata. Nel suo post Kyenge dice che «ci vuole un’indicibile crudeltà per scendere così in basso all’indomani dell’immane tragedia consumatasi a Berlino: strumentalizzarla cinicamente per proseguire un’opera scientifica di incitamento ed istigazione all’odio razziale»· E ancora: «Al di là della mia persona, ci vuole davvero una grande e cinica crudeltà. Una crudeltà che voglio mettere sotto i riflettori perché sia sempre più chiaro come funziona quest’opera sistematica di “educazione” all’odio razziale. Funziona proprio così: balle colossali su chi viene da un altro paese veicolate con uno scientifico e calcolato cinismo. Ci sono siti specializzati nella generazione seriale di queste bufale a sfondo razziale e partiti specializzati nella medesima pratica quotidiana che investono su questo “lavoro di fondo”».
Cécile Kyenge non è contro i mercatini di Natale. Negli ultimi giorni sono circolate molto su Internet alcune dichiarazioni che l'ex ministra avrebbe detto dopo l'attentato di Berlino: una bufala.
Mercoledì 3 luglio la Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità della riforma delle province approvata in diversi passaggi dal governo Monti. La Corte Costituzionale ha detto – accogliendo il ricorso di 8 regioni – che la riforma delle province non è una cosa che si possa fare tramite un decreto legge, ovvero quello strumento che il governo ha per gestire “casi straordinari di necessità e urgenza” e che permette alle misure di diventare immediatamente operative (con la necessità poi di una conversione in legge del Parlamento). I principali provvedimenti con cui il governo Monti aveva deciso la riforma, infatti, erano decreti legge. Il primo fu il decreto “Salva-Italia”, che stabilì l’abolizione dei consigli provinciali e la riduzione delle competenze per quell’ente locale. Poi ci fu il decreto sulla spending review, ai primi di luglio del 2012, con cui si annunciava il dimezzamento del numero di province con criteri ancora da definire. A ottobre ci fu poi un altro decreto legge dedicato nello specifico alle province, con la presentazione di una famosa mappa che mostrava il nuovo assetto amministrativo italiano.
La Corte Costituzionale ha bocciato la riforma delle province. Quella del governo Monti, che di fatto era già bloccata: la Corte ha detto che le riforme non si possono fare con i decreti legge.
Una delle conferme che l’autunno è davvero arrivato sono le foto di cervi e daini a Richmond Park, il parco nella zona sudovest Londra in cui vengono ritratti ogni anno tra l’erba alta e la nebbia mattutina, come in questo caso. E in quanto ad atmosfere autunnali se la giocano bene anche questo scoiattolo tra le foglie in Scozia, o i colori di quest’oca egiziana in Belgio. Paese che vai, panorama che trovi: l’aurora boreale in Norvegia, sopra a un cane, e un cavallo sotto la neve ad Alberta, in Canada. E poi prede e predatori e farfalle che ancora non lo erano. Di questa foto invece non sappiamo decidere chi ha l’espressione più felice, tra cane e padrone. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly Beasts. Cervi e daini che segnalano l'autunno, cani nell'aurora boreale e cavalli innevati, tra le foto di animali della settimana.
Nella primavera del 2012 Coca-Cola iniziò a sperimentare in Italia la campagna “Condividi una Coca-Cola con” – quella con i nomi di persona sull’etichetta di bottiglie e lattine – inviando bottigliette di plastica personalizzate a persone e aziende con una certa notorietà online, in vista di un lancio su grande scala l’anno seguente. Una di quelle bottigliette arrivò anche al Post e fu messa temporaneamente su una mensola. Come accade per molte cose, il temporaneo divenne presto definitivo: la Coca-Cola marchiata “ilpost.it” rimase lì sulla mensola e, passata la data di scadenza, divenne ufficialmente uno dei cimeli pop del Post, peraltro sopravvissuti al recente trasloco in una sede più ampia per farci stare tutti (perché intanto il giornale intorno a quella bottiglietta è fortunatamente cresciuto, e grazie). In quattro anni sono cambiate molte cose – per esempio tre governi solo in Italia – e anche la nostra Coca-Cola mostra i segni del tempo: è diventata più chiara, non è più gasata e la bottiglia di plastica che la contiene si è deformata vistosamente. Il cambiamento è stato tale da incuriosirci e fare qualche ipotesi su quali siano state le cause dell’invecchiamento della Coca-Cola. Sono ipotesi, appunto, perché non si trovano molte informazioni in letteratura scientifica su cosa succede a una bibita gasata dopo anni dalla sua produzione e dalla sua data di scadenza.
Cosa è successo a questa bottiglia di Coca-Cola? è rimasta per quattro anni sulla stessa mensola della nostra redazione, diventando un cimelio pop, ma non è invecchiata benissimo.
Il 30 giugno la Guardia di Finanza ha arrestato Alex Fodde, un 28enne accusato di essersi spacciato per un broker e filantropo milionario truffando i suoi clienti per diversi milioni di euro, e imbrogliando anche la stampa nazionale che in più di un’occasione aveva raccontato le sue bugie senza fare grandi verifiche. Il decreto di arresto di Fodde è stato emesso dalla procura di La Spezia e convalidato dal tribunale di Como, in seguito a una segnalazione della Consob (l’autorità garante della Borsa) per alcune operazioni di abusivismo finanziario. Fodde è indagato per truffa aggravata, abusiva attività finanziaria e autoriciclaggio. Secondo quanto emerso dalle indagini, Fodde, che si descriveva come italo-svizzero, si spacciava per un broker finanziario di successo alla guida di un fondo speculativo (il Godhand Hedge Fund) che sosteneva avesse raccolto investimenti per 850 milioni di euro. In realtà secondo la procura il fondo non aveva mai raccolto una tale cifra, ma Fodde era riuscito a farlo credere a numerosi clienti che in circa tre anni gli hanno affidato un totale di 3,5 milioni di euro. Nel dicembre del 2016 il Godhand Hedge Fund venne anche segnalato dalla FINMA (l’autorità garante del mercato finanziario in Svizzera), secondo cui il fondo non aveva l’autorizzazione per operare.
La storia di Alex Fodde, che per anni si è finto un broker di successo. È accusato di aver truffato investitori per 3,5 milioni di euro, anche grazie ad alcuni articoli celebrativi dei giornali italiani che ne esaltavano le opere di beneficenza.
A fine pomeriggio, Google ha messo online un nuovo doodle, dedicato questa volta all’anniversario della messa in onda della prima puntata di “Star Trek”, sulla rete televisiva NBC. Quella che poi divenne la cosiddetta “serie classica” andò in onda per la prima volta l’8 settembre del 1966. Fu trasmessa per tre stagioni televisive consecutive e si concluse il 3 giugno 1969. Ne andarono complessivamente in onda 79 episodi. La serie non ebbe da subito un grande successo e particolare attenzione da parte del pubblico, ma recuperò negli anni dopo soprattutto grazie alla passione dei suoi fan.
“Star Trek – La serie classica”, il doodle. Google ricorda la famosa serie televisiva, che andò in onda negli Stati Uniti per la prima volta l'8 settembre del 1966.
Oggi Burberry è un’azienda di lusso simbolo dell’eleganza e del fascino britannico: quindi è difficile ricordare quando il suo tartan – la sua riconoscibile fantasia a scacchi – era stampato su berretti di scarsa qualità e borse plastificate e contraffatte, su tovagliette americane, ombrelli e scatole di latta per biscotti. La fantasia di Burberry si trovava ovunque ed era associata agli oggetti più banali e quotidiani, indossata da chi voleva ostentare gusto e benessere e disdegnata da chi li aveva veramente. Christopher Bailey è la persona che ha reso Burberry di nuovo desiderabile e che ora, dopo 17 anni, ha deciso di andarsene: dal 31 marzo 2018 non sarà più direttore creativo, presidente e amministratore delegato del marchio. Bailey lavora come stilista da Burberry dal 2001, e dal 2009 è il direttore creativo dell’azienda, responsabile di tutte le sue collezioni, dell’immagine complessiva, delle sue strategie di comunicazione e della riorganizzazione dei suoi negozi. Negli ultimi due anni ha assunto anche la carica di presidente e di amministratore delegato, occupandosi degli aspetti finanziari ed economici, nonostante le critiche di trascurare così il lavoro creativo. In effetti l’accumulo di cariche ha rallentato la crescita di Burberry e da luglio Bailey era stato sostituito da un nuovo amministratore delegato, l’italiano Marco Gobbetti, che dal 2008 aveva guidato la rinascita dell’azienda di moda Céline. Bailey resterà presidente e direttore creativo di Burberry fino al 31 marzo 2018; l’ultima collezione che disegnerà sarà quella per la primavera/estate 2018 che sfilerà alla settimana della moda di Londra il prossimo febbraio. Non è ancora chiaro cosa farà poi, anche se ha detto di volersi occupare di «nuovi obiettivi creativi». La notizia ha provocato un calo delle azioni di Burberry del 2 per cento, altro indice di quanto il marchio sia legato al suo nome.
Se desiderate qualcosa di Burberry, è merito di questo stilista. Come Christopher Bailey – che ora lascia dopo 17 anni – ha trasformato un marchio decaduto di impermeabili in un'azienda di lusso.
Alexandre Dumas, uno dei più famosi e amati scrittori francesi di sempre, è rappresentato nel doodle di Google di oggi, che celebra la data d’uscita della prima parte di uno dei suoi romanzi più celebri, Il Conte di Montecristo, apparso sul giornale francese Journal des Débats a partire dal 28 agosto 1844. Il Dumas festeggiato da Google è il padre: da non confondersi col figlio, a sua volta apprezzato scrittore e conosciuto principalmente per La signora delle camelie. Qualcuno potrebbe stupirsi scoprendo che Dumas, proprio come nel doodle animato di Google, era mulatto: sua nonna era infatti una schiava haitiana, discendente di schiavi africani, da cui prese peraltro il cognome. Il padre di Dumas era invece un generale un po’ dissidente e con una vita travagliata. Morì che il figlio aveva pochi anni, lasciandolo in povertà. Cresciuto dalla sola madre, non poté studiare granché ma sviluppò una grande passione e uno spiccato talento per la letteratura, cominciando a lavorare come copista per Luigi Filippo duca di Orléans, che diventò re di Francia nel 1830 dopo la rivoluzione che detronizzò Carlo X.
Le grandi storie di Alexandre Dumas. Oggi Google ricorda uno dei più celebri scrittori francesi dell'Ottocento, autore dei “Tre Moschettieri” e del “Conte di Montecristo”.
Apple oggi ha diffuso una serie di inviti per il prossimo 23 ottobre, giorno in cui terrà un evento per mostrare alcune novità, tra le quali probabilmente una versione più piccola del suo tablet iPad. La data dell’evento era stata anticipata la scorsa settimana da AllThingsD, il blog di tecnologia del Wall Street Journal, ma non aveva ancora ricevuto conferme. – Le ultime sull’iPad mini
L’invito dell’evento Apple per il 23 ottobre. La società dovrebbe presentare una nuova versione dell'iPad, con schermo più piccolo.
Tra le persone da fotografare in settimana, a parte rare eccezioni, mancano attori, cantanti e celebrità varie del mondo dello spettacolo: le restrizioni per evitare la diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2) hanno messo in pausa anche quell’industria e di conseguenza ci sono meno prime, presentazioni ed eventi a cui fotografarli. Si sta tutti a casa, e qualcuno si organizza da lì: come John Legend, che ha organizzato un concerto in diretta su Instagram. La gran parte delle persone di questa raccolta sono quindi politici e capi di stato, ma anche in questo caso molti appaiono davanti ai giornalisti per motivi legati al coronavirus: sfogliando una foto dopo l’altra troviamo riunioni in mascherine, distanze di sicurezza in parlamento e i nuovi modi di salutarsi senza darsi la mano. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. La raccolta settimanale delle persone che valeva la pena fotografare risente del momento surreale, e contiene molte facce da riconoscere dietro le mascherine.
In un recente articolo, Bloomberg ha raccontato come molte città europee stiano lavorando per modificare la mobilità e i trasporti non solo per ridurre il traffico e l’inquinamento, ma anche per renderli più inclusivi. Tenendo conto delle statistiche che mostrano come uomini e donne si muovano in modo differente, tra i parametri della progettazione urbanistica si è cioè cominciato a considerare concretamente anche la questione del genere. In un grafico, Bloomberg ha riassunto le caratteristiche di genere della mobilità nelle aree urbane. Gli uomini utilizzano più delle donne l’automobile e si muovono molto spesso in modo lineare, fanno cioè un percorso costante per andare a lavorare la mattina e poi per tornare a casa la sera. Le donne, invece, usano mediamente più degli uomini i mezzi pubblici e camminano più spesso. Poiché, in misura mediamente maggiore rispetto agli uomini, hanno impieghi part-time e poiché su di loro ricade spesso gran parte del lavoro di cura, fanno poi diversi viaggi al giorno, più brevi e con un maggior numero di soste: si spostano per portare i bambini e le bambine a scuola, per riprenderli, per andare al lavoro, per fare la spesa, per occuparsi degli anziani e così via. Hanno dunque frequentemente esigenze di trasporto più complesse rispetto a un tradizionale pendolarismo casa-lavoro.
Un altro genere di mobilità. Riflessioni su come uomini e donne si spostino in modo differente stanno portando diverse città europee a ripensare alcuni aspetti della propria urbanistica.
Un tribunale del Belgio ha ordinato a Facebook di smettere di raccogliere dati sui suoi utenti quando si trovano su siti diversi da Facebook, e ha chiesto che tutti i dati di cittadini del Belgio raccolti in queste circostanze vengano distrutti. La sentenza stabilisce che la raccolta dati di Facebook viola la legge sulla privacy dell’Unione Europea e se Facebook non si atterrà alla decisione rischia multe quotidiane di 250.000 euro fino a un massimo complessivo di 100 milioni di euro. La decisione è arrivata al termine di un processo iniziato nel 2015 su iniziativa del garante della privacy del Belgio (CPP) e ribalta una sentenza di appello del giugno 2016 che invece aveva dato ragione a Facebook. Facebook utilizza diversi sistemi per tracciare i suoi utenti una volta che lasciano il suo sito – i cookies, per esempio – ed è in grado di seguire e raccogliere dati anche su persone che visitano il suo sito anche senza esserne membri. La raccolta dati ha fini principalmente commerciali – per esempio le informazioni vengono usate per distribuire pubblicità con maggiore capillarità – ma, secondo i giudici che si sono occupati del caso, Facebook non informa adeguatamente gli utenti sui dati che raccoglie e non è abbastanza trasparente sulle finalità della raccolta dati e sulla durata della loro conservazione. Facebook si è difesa dalle accuse dicendo che tutti i siti su cui avviene la raccolta dei dati sono tenuti a informare i loro utenti.
Un tribunale belga ha ordinato a Facebook di smettere di raccogliere dati sui suoi utenti. La raccolta di informazioni prosegue anche quando lasciamo Facebook, che quindi rischia fino a 100 milioni di euro di multa.
Si è appena conclusa la Settimana della moda di Milano, quando dal 18 al 24 settembre le principali aziende di moda hanno presentato le collezioni per la primavera/estate 2019. Etro e Missoni hanno anche festeggiato rispettivamente i 50 e i 65 anni dalla fondazione, Giorgio Armani ha organizzato la sfilata nell’hangar dell’aeroporto di Linate, Prada nella nuova torre della Fondazione, come aveva fatto nella stagione precedente mentre Gucci è assente e sfilerà a Parigi questa sera. Rispetto alla moda che si è vista a New York e Londra, che ha sfilato nelle due settimane precedenti, Milano è stata più conservativa e poco audace, non ha seguito i cambiamenti radicali del momento come la fluidità di genere (cioè gli abiti intercambiabili tra uomini e donne) e ha guardato soprattutto al passato, ripescando la tradizione e celebrando gli anni Novanta, nei vestiti come nelle modelle invitate a sfilare in passerella: Amber Valletta da Agnona, Stella Tennant da Salvatore Ferragamo e Shalom Harlow da Versace (che potrebbe essere presto venduta a un’azienda francese o statunitense). La critica di moda del New York Times Vanessa Friedman ha scritto che gli stilisti hanno affrontato il problema di «riconoscere la storia cercando di non ripeterla. È un po’ lo stesso problema che ha al momento l’Europa. Perché non parlarne anche in passerella? Almeno gli stilisti si sono fatti le domande giuste, anche se le risposte non state tutte illuminanti o soddisfacenti. C’erano invece molti orli perfettamente tagliati e impeccabili trench di qualsiasi tipo, ma poche grandi idee».
La settimana della moda a Milano, poco audace. Sono piaciuti soprattutto Moschino e Prada, tra molte collezioni ispirate agli anni Novanta e quella di Armani presentata a Linate.
In seguito alla circolazione online non autorizzata del suo nuovo disco, Madonna ha pubblicato oggi su iTunes sei delle canzoni comprese nel disco, che si chiama Rebel Heart e uscirà in forma completa il 10 marzo. In un comunicato, Madonna ha spiegato: Speravo di pubblicare il mio nuovo singolo “Living For Love” a San Valentino, il 14 febbraio, e di tenere il resto del disco per la primavera. Ma preferisco che i miei fan ascoltino la versione definitiva delle mie canzoni, al posto di quella incompleta di quelle in circolazione. Consideratelo come un regalo di Natale.
Madonna ha diffuso sei canzoni del suo nuovo album. Fra cui il nuovo singolo, "Living For Love", che si può ascoltare gratis: alcune canzoni del suo nuovo album erano circolate illegalmente.