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Partiamo da qui: tecnicamente l’Italia non è ancora in un momento di “crisi di governo”. L’espressione infatti ha un significato ben preciso, e si apre quando viene meno il rapporto di fiducia tra il Parlamento e il governo, o quando il presidente del Consiglio presenta le sue dimissioni. In questo momento non è ancora accaduta nessuna delle due cose, anche se sembra solo questione di tempo: la Lega ha presentato una mozione di sfiducia e Matteo Salvini, leader della Lega e ministro dell’Interno, ha detto che bisogna andare «subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza». La prima risposta alla domanda “cosa succede adesso?” passa dall’ufficializzazione della crisi di governo. Bisogna aprire la crisi davvero Non può succedere niente, infatti, se prima la crisi non viene formalizzata: il presidente della Repubblica non può iniziare le consultazioni, per capirci, se c’è ancora un governo pienamente in carica. E non bastano un post su Facebook o un comizio per far cadere un governo. Per formalizzare la crisi può servire un passaggio parlamentare, cioè un voto di sfiducia del Parlamento, ma niente vieta al presidente del Consiglio di presentare direttamente le proprie dimissioni al presidente della Repubblica (come fece Matteo Renzi dopo la sconfitta al referendum costituzionale, per fare un esempio).
Cosa succede adesso. C'è da formalizzare la crisi di governo, armarsi di calendario e fare un po' di conti.
Eugenio Gaudio ha annunciato di essersi dimesso da commissario della Sanità in Calabria, a un solo giorno dalla sua nomina. Gaudio, che è un medico ed ex rettore dell’università Sapienza di Roma, ha detto a Repubblica che le sue dimissioni sono dovute a “motivi personali e familiari”. Gaudio ha spiegato che sua moglie «non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro», aggiungendo che «un lavoro del genere va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi familiare». Gli ultimi due commissari alla sanità in Calabria, Saverio Cotticelli e Giuseppe Zuccatelli, si sono dimessi entrambi nelle ultime settimane in seguito ad altrettanti casi mediatici.
Eugenio Gaudio si è già dimesso da commissario della Sanità in Calabria. Era stato nominato solo ieri, il terzo in poche settimane: ha detto che sua moglie «non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro».
In base al Rapporto Italia 2016 di Eurispes – un istituto privato di ricerca e statistica – il 7,1 per cento di chi vive in Italia è vegetariano, e l’1 per cento è vegano. Il dato si basa su interviste e questionari, ed esistono diversi modi di essere vegetariani (a seconda delle scelte e della costanza) e sondaggi diversi con numeri di poco diversi, ma è comunque significativo: una parte minoritaria ma rilevante di italiani è vegetariana – per gusto, per dieta o per etica – e quella parte è in crescita. È impossibile avere dati certi ma sembra che lo stesso stia succedendo in gran parte del mondo o almeno dell’Occidente. BBC Future – la sezione di BBC che si occupa di tecnologia e scienza, spesso provando a rispondere a domande bizzarre – ha provato a immaginare cosa succederebbe se l’intera popolazione mondiale diventasse all’improvviso vegetariana. BBC Future ha parlato con esperti e studiosi di vari settori, guardando la cosa da diversi punti di vista, capendo che qualcosa migliorerebbe ma ci sarebbero anche molti gravi problemi che «danneggerebbero milioni, se non miliardi, di persone». Ci sono, per cominciare, due grandi punti di vista, quello dei paesi sviluppati e quelli dei paesi poveri o in via di sviluppo: Andrew Jarwis – che lavora in Colombia per il CIAT (il Centro Internazionale per l’Agricoltura Tropicale) – ha detto che nei paesi sviluppati il vegetarianismo «porterebbe ogni tipo di beneficio per l’ambiente e la salute, ma in quelli in via di sviluppo ci sarebbero effetti negativi sulla povertà delle persone».
E se diventassimo tutti vegetariani? farebbe benissimo all'ambiente e a certe condizioni anche alla salute, ma malissimo all'economia (soprattutto dei paesi poveri).
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 5.193 casi positivi da coronavirus e 57 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 4.664 (48 in meno di ieri), di cui 547 nei reparti di terapia intensiva (1 La storia di uno dei delitti più noti e violenti degli anni Settanta, al centro del film tratto da “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati
Nessuno ha detto niente. L'Unione delle Comunità ebraiche denuncia il silenzio sulla battuta di Ciarrapico su Fini e la kippah. Aggiornamento: Schifani "stigmatizza".
Sabato, il governo, i sindacati e i rappresentanti delle aziende hanno trovato un accordo sulle regole di sicurezza da rispettare nei posti di lavoro per limitare il rischio di contagio da coronavirus (SARS-CoV-2). Le regole erano state chieste dai molti lavoratori che in queste settimane di restrizioni e isolamento sociale devono comunque continuare ad andare in fabbriche e uffici, per poter garantire le attività produttive e commerciali essenziali e che non possono essere sospese. Il documento completo approvato sabato è disponibile qui, questa è una sua sintesi. Lavoro da casa Tutte le attività non essenziali delle aziende vanno sospese e deve essere data priorità a ogni forma di lavoro da casa, dove possibile.
Quali sono le regole di sicurezza per chi deve continuare a lavorare. Sono state decise ieri da governo, sindacati e rappresentanti delle aziende, per ridurre il rischio di contagio tra i lavoratori che non possono stare a casa.
Due giorni fa il governo italiano ha approvato un decreto che di fatto vieta di sbarcare in Italia alle navi delle ONG che soccorrono le persone nel Mediterraneo: a parte alcune contraddizioni interne alla misura – che permette l’ipotetico sbarco di una nave battente bandiera italiana con 400 migranti a bordo ma non di una nave battente bandiera tedesca con 20 migranti – il governo sembra suggerire che gli sbarchi non siano gestibili in un momento di emergenza nazionale legata al coronavirus. Gli arrivi di migranti via mare sono però in netto calo da settimane: non c’è nulla, nei dati degli arrivi, che lasci pensare a una situazione fuori controllo. «A marzo le partenze di varie rotte verso l’Italia sono crollate drasticamente», spiega Matteo Villa, ricercatore dell’ISPI che si occupa da tempo di immigrazione: «dal Nord Africa su alcune rotte c’è stata una riduzione dell’80 per cento, mentre dalla Grecia e dalla Turchia non è partito nessuno». L’unica parziale eccezione è stata la Libia, dove la riduzione è stata più contenuta. Secondo i dati di Villa nel mese di marzo sono partite dalla Libia circa 800 persone: soltanto 241 sono effettivamente arrivate in Italia, stando ai dati ufficiali dell’UNHCR. «In base ai dati di gennaio e febbraio ce ne aspettavamo il doppio, circa 1.600», aggiunge Villa citando una proiezione fatta prima della pandemia.
Come sono cambiati gli sbarchi con il coronavirus. Gli arrivi dalla Libia sono diminuiti, quelli dalle altre rotte sono praticamente scomparsi.
Nel fine settimana il caso politico che riguarda il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, per via del suo interessamento sulla vicenda della scarcerazione di Giulia Maria Ligresti, è stato oggetto di discussione tra i candidati alla segreteria del Partito Democratico e tra altri esponenti del partito. Proprio nel Partito Democratico, partito di maggioranza relativa in Parlamento, l’orientamento nei confronti del ministro Cancellieri sembra essere cambiato, almeno in parte. Di fatto, seppure con toni e argomenti diversi, tutti i quattro candidati alla segreteria del PD hanno chiesto a Cancellieri di dimettersi. La Camera voterà il 20 novembre una mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle. Questa accelerazione nel Partito Democratico arriva a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione di nuovi dettagli su come sono andate le cose in estate tra Cancellieri e la famiglia Ligresti, con Repubblica che ha accusato il ministro di avere detto “bugie” ai magistrati che l’hanno sentita sulla vicenda della scarcerazione di Giulia Maria Ligresti (qui trovate un riassunto delle puntate precedenti). Cancellieri è accusata dai critici di essersi indebitamente interessata alla vicenda giudiziaria di Giulia Ligresti a causa del suo rapporto di amicizia e vicinanza con la stessa famiglia Ligresti; lei si è difesa dicendo di non essere andata oltre le sue competenze e di aver fatto interventi simili in decine di casi altrettanto urgenti.
Il PD cambia idea su Cancellieri? tutti i candidati alla segreteria chiedono che si dimetta, arrivano le prime critiche al ministro dal governo e persino da Monti: la mozione di sfiducia si vota mercoledì.
Ezio Mauro, direttore del quotidiano Repubblica, è l’autore di un editoriale in prima pagina oggi sulle tensioni interne alla sinistra generate dai progetti di riforma del sistema del lavoro del governo di Matteo Renzi. Per Mauro, il cui giornale ha ospitato finora molte critiche nei confronti del governo Renzi, il progetto di cambiamento della sinistra da parte di Renzi è credibile e condivisibile, ma su questo tema importantissimo è stato condotto in maniera rischiosa e in contraddizione con l’ambizione dichiarata di allargare il consenso e unire. Dice il presidente del Consiglio che non bisogna usare il tema del lavoro per spaccare l’Italia. In realtà più che un tema è un dramma, con la disoccupazione al 12,6 per cento, e un ragazzo – quasi – su due che non ha un posto, nemmeno precario: l’Italia è in realtà già spaccata, e nel modo peggiore, tra chi è garantito e chi no. Dunque non possiamo permetterci strumentalizzazioni. Ma nemmeno ideologizzazioni. E invece ci sono state, in abbondanza. Anzi, per settimane abbiamo assistito ad una dichiarata trasformazione dell’articolo 18 in tabù, totem e simbolo per entrambe le parti in causa, governo e sindacati. Finché l’ideologia ha prevalso sulla sostanza. E nello scontro tra le opposte ideologie ha vinto quella dominante: perché anche i mercati e la Ue ne hanno una, capace di resistere persino all’evidenza della crisi che dovrebbe sconfessarla.
Renzi vuole cambiare la sinistra o perderla? per il direttore di Repubblica sulla questione del lavoro Renzi ha un buon progetto ma se lo sta giocando male.
Due giorni dopo le combattute e contestate primarie del centrosinistra per la scelta del sindaco, ieri la Procura di Palermo ha aperto un fascicolo per verificare presunte anomalie nel seggio del quartiere Zen: complicando così ulteriormente le cose rispetto alla vittoria attribuita a Fabrizio Ferrandelli per pochi voti su Rita Borsellino. Oggi, dopo le indagini dei carabinieri, due persone sono state iscritte dalla Procura nel registro degli indagati: Francesca Trapani, la rappresentante della lista che sosteneva Ferrandelli, e il marito Maurizio Sulli. L’ipotesi è quella di reati elettorali generici. Le indagini Le indagini sono iniziate domenica al seggio; lunedì i carabinieri hanno perquisito la casa dei due indagati e la sede dell’associazione dove lavorava Francesca Trapani, allo Zen: sono state sequestrate delle schede elettorali e altri documenti.
Cosa sta succedendo a Palermo. La procura di Palermo ha aperto un fascicolo sulle primarie del centrosinistra e Rita Borsellino ha presentato ricorso.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
«Rispetto, è una parola delicata». Adriano Sofri sulle agitazioni intorno alla morte di Mario Monicelli.
Fino al 13 maggio 2018 a Camera – Centro italiano per la fotografia di Torino si potrà visitare una mostra dedicata alle fotografie scattate da Carlo Mollino, eclettico e famoso architetto italiano del Novecento. Mollino utilizzava la fotografia sia come mezzo espressivo che come strumento per documentare e archiviare il proprio lavoro: la mostra si intitola L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973, e raccoglie 500 immagini recuperate dall’archivio del Politecnico di Torino, dalle prime foto di architettura realizzate negli anni Trenta fino alle famose Polaroid di nudi femminili degli ultimi anni.
La mostra su Carlo Mollino, architetto e fotografo. Fino a maggio Camera di Torino ospiterà centinaia di immagini dell'eclettico designer, pilota di aerei e inventore di auto.
Il quotidiano neozelandese New Zealand Herald ha rifatto il video sulle molestie che riceve una donna camminando per le strade di New York, girandolo a Auckland, la più grande città del paese. Il video è simile all’originale, con risultati però piuttosto differenti (un altro esperimento era stato fatto anche a Roma). Nel video girato in Nuova Zelanda una ragazza di 26 anni, Nicole Simpson, modella e istruttrice di yoga, è stata ripresa di nascosto mentre passeggiava per le strade della città, passando vicino a cantieri, negozi, ristoranti e parchi pubblici. Molti uomini si sono girati a guardarla, ma pochi si sono spinti oltre. La donna è stata fermata in due diverse occasioni: la prima volta un uomo le ha chiesto delle indicazioni, la seconda un altro uomo le ha rivolto la parola chiedendole se fosse italiana, facendole un complimento e chiedendole scusa per aver interrotto la sua passeggiata.
Il video sulle molestie per strada rifatto in Nuova Zelanda. I risultati sono diversi rispetto all'originale girato a New York e quello di Roma: ci sono alcune possibili spiegazioni.
Tra i momenti più belli e coinvolgenti di ogni Super Bowl c’è lo halftime show: il concerto di metà partita che ogni anno viene affidato a musicisti e cantanti molto famosi, che organizzano un grande spettacolo con le loro canzoni più popolari concentrato in pochi minuti. Quest’anno l’ospite principale è stata Lady Gaga, che ha iniziato il suo concerto con una sua versione di “This Land Is Your Land” di Woody Guthrie, una canzone molto utilizzata negli ultimi giorni dai manifestanti che protestano contro il presidente statunitense Donald Trump e le restrizioni che ha imposto all’ingresso di migranti e rifugiati negli Stati Uniti. Gaga ha cantato accompagnata da una flotta di droni illuminati con LED, che hanno realizzato una coreografia molto suggestiva. Nel corso dello spettacolo Gaga ha cantato molti dei suoi successi come “Poker Face”, “Telephone”, “Bad Romance” e “Paparazzi”. È volata sul palco sostenuta da alcuni cavi, ha ballato molto tra numerosi effetti speciali, per lo più luminosi e realizzati con fuochi pirotecnici. Lo spettacolo è durato quasi 15 minuti e in alcuni momenti è stato piuttosto sorprendente, anche se forse meno trascinante rispetto allo show dello scorso anno con Beyoncé, Bruno Mars e i Coldplay.
Super Bowl, lo show di Lady Gaga nell’intervallo – foto e video. Ha cantato i suoi principali successi e una canzone molto usata in questi giorni da chi manifesta contro Donald Trump.
Il sindaco di Milano Beppe Sala dovrà presentarsi in tribunale il prossimo 14 dicembre per l’udienza preliminare del processo in cui è indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta “Piastra dei servizi”, un pacchetto di lavori preparatori per Expo 2015, di cui Sala fu amministratore delegato. Sala è accusato di falso materiale e ideologico per aver retrodatato l’atto di nomina di due commissari di gara, mentre non è più accusato di turbativa d’asta per l’appalto del verde per l’allestimento di Expo. Il falso materiale è un reato che riguarda l’alterazione o contraffazione di atti pubblici, mentre il falso ideologico è l’attestazione in atti pubblici (che quindi non risultano alterati) di fatti non veritieri. Dopo la notizia di essere stato iscritto nel registro degli indagati, Sala si autosospese dalle funzioni di sindaco dal 16 al 20 dicembre 2016; inizialmente i pm non avevano indagato né Sala né altri, scrisse il Corriere, “ritenendo che la retrodatazione costituisse una sorta di «falso innocuo», che cioè non avrebbe né sfavorito né favorito alcuno dei partecipanti”. L’udienza coinvolge anche l’ex manager di Expo Angelo Paris, l’ex direttore generale di Ilspa (Infrastrutture Lombarde) Antonio Rognoni, l’ex presidente dell’azienda Mantovani Piergiorgio Baita, il presidente di Coveco (Consorzio Veneto Cooperativo) Franco Morbiolo e un dipendente di Metropolitane Milanesi, Dario Comini. In particolare l’inchiesta riguarda l’aggiudicazione all’impresa Mantovani, con un ribasso del 42 per cento rispetto alla base d’asta che era di 272 milioni di euro, dell’appalto per i lavori preparatori sull’area di Expo necessari per poi costruire i padiglioni. L’impresa Mantovani si era aggiudicata la gara per 149 milioni di euro, cifra che secondo la procura non era congrua con i prezzi di mercato. Nel 2014 gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria avevano scritto nel fascicolo delle indagini che l’assegnazione dell’appalto era avvenuta «in un contesto di evidente illegalità».
L’udienza preliminare del processo a Beppe Sala si terrà il 14 dicembre. Il sindaco di Milano è accusato di aver retrodatato l'atto di nomina di due commissari di gara per gli appalti di Expo 2015.
Questa settimana Neewsweek racconta in un lungo articolo come è cambiato il consumo di vino in Italia, primo produttore ed esportatore al mondo: gli italiani sembrano essere sempre meno attratti dal vino, preferendo altre bevande alcoliche anche per motivi che riguardano l’economia, la demografia e l’immagine stessa del bere vino. Secondo la rivista Wine Enthusiast, una delle più accreditate e seguite nel compilare classifiche sui vini, l’Italia ha ottenuto nel 2013 il record della produzione di vino, con più di 4,5 miliardi di metri cubi, superando la Francia – il principale concorrente – che ne ha prodotti invece 4,39 miliardi. L’Italia è anche il primo paese nelle esportazioni, e il primo verso gli Stati Uniti, con oltre 295 milioni di metri cubi di vino.
Come cambia il consumo di vino in Italia. Che nel 2012 è stata la prima produttrice al mondo: da noi però se ne beve sempre meno, racconta Newsweek.
Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato le nomine dei presidenti, degli amministratori delegati e dei consigli di amministrazione di alcune importanti società partecipate dallo Stato. Le società interessate sono Enel, Eni, Leonardo (cioè l’ex Finmeccanica), Poste Italiane ed Enav, la società che gestisce il traffico aereo in Italia. Amministratori delegati e presidenti di Eni ed Enel – rispettivamente Claudio De Scalzi ed Emma Marcegaglia, e Francesco Starace e Patrizia Grieco – sono stati confermati. La nuova nomina più importante e discussa è quella dell’amministratore delegato di Leonardo: l’ex banchiere Alessandro Profumo, ex ad di Unicredit e presidente di Monte dei Paschi di Siena, sostituirà Mauro Moretti come amministratore delegato. Profumo è stato a capo di MPS durante la grave crisi che ha colpito la banca a partire dal 2012, e la sua gestione è stata spesso criticata. Giovanni De Gennaro rimane presidente. Matteo Del Fante, attuale ad della società elettrica Terna, sarà il nuovo ad di Poste Italiane, prendendo il posto di Francesco Caio, mentre Bianca Maria Farina, presidente dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, sarà la nuova presidente al posto di Luisa Todini. Per quanto riguarda Enav, è stata confermata come ad Roberta Neri, mentre Roberto Scaramella – ex ad di Meridiana – sarà il nuovo presidente.
Le nomine del governo per le aziende pubbliche. Le novità più importanti sono che l'ex presidente di MPS Alessandro Profumo sarà ad di Leonardo-Finmeccanica, mentre Matteo Del Fante guiderà Poste Italiane.
Il premio Nobel per la Chimica 2014 è stato assegnato a Eric Betzig, Stefan W. Hell e William E. Moerner per il loro sviluppo delle tecnologie per la microscopia ottica a fluorescenza a super risoluzione. Grazie ai tre premiati oggi con il Nobel per la Chimica è stato possibile superare un limite che si pensava invalicabile della microscopia ottica: la possibilità di ottenere una risoluzione migliore della metà della lunghezza d’onda della luce. Il loro lavoro ha permesso di ottenere microscopi ad altissima risoluzione che vedono cose minuscole, grandi un milionesimo di millimetro.
Il Nobel per la Chimica a Eric Betzig, Stefan W. Hell e William E. Moerner. Per il loro sviluppo delle tecnologie per la microscopia ottica a fluorescenza a super risoluzione, che permette di vedere le cellule a livello molecolare.
Quella di mercoledì in Parlamento è stata probabilmente la giornata politica più delicata e incerta dal 14 dicembre 2010, il giorno in cui il governo Berlusconi sopravvisse a un voto di fiducia nonostante la scissione dei finiani dal PdL. Il governo Letta ha chiesto e ottenuto la fiducia prima al Senato e poi alla Camera: in mattinata erano circolate moltissime voci riguardo il comportamento dei senatori del PdL, ma alla fine Silvio Berlusconi ha deciso («non senza interno travaglio») che il gruppo avrebbe confermato la fiducia al governo (dopo che il gruppo aveva votato per fare il contrario). Tuttavia pare ormai probabile che alcuni parlamentari del PdL abbandoneranno il gruppo per crearne uno esplicitamente a sostegno del governo. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto di mercoledì in Parlamento. Il collirio di Letta, le facce di Berlusconi, fogli e foglietti, il coro dei deputati del M5S.
Oggi è Ferragosto, festa nazionale religiosa che cade il 15 agosto e che nella tradizione cristiana celebra l’Assunzione in cielo di Maria. Come succede per tante altre festività religiose, anche Ferragosto prende il nome e la data da un’antica festività romana, anche se nel caso specifico c’entrano i concordati tra lo Stato italiano e il Vaticano. Secondo la tradizione cattolica dopo aver terminato la propria vita terrena, il 15 agosto Maria fu trasferita in Paradiso sia con l’anima che con il corpo. Per la Chiesa cattolica Maria è l’unica persona oltre a Cristo a essere stata assunta materialmente in cielo: un’anticipazione della risurrezione delle carni, quel momento alla fine dei tempi quando secondo i cattolici tutti i corpi dei defunti si ricongiungeranno alle loro anime dopo il Giudizio universale.
Ferragosto, da dove arriva e perché è oggi? oggi la tradizione cristiana celebra l'Assunzione di Maria, ma il nome della festa e il fatto che cada il 15 agosto dipende da una festività romana.
Nel gennaio 2019 la produzione industriale italiana è tornata a crescere, registrando l’1,7 per cento in più rispetto a dicembre. È la prima variazione positiva in quattro mesi in cui la produzione era calata in modo continuo. I settori industriale che hanno avuto una crescita maggiore, secondo il report dell’Istat, sono «la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+14,8 per cento), la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+4,4 per cento) e la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+2,2 per cento)». Nonostante il risultato positivo di gennaio, il trimestre novembre 2018 – gennaio 2019 è stato il peggiore da almeno sei anni, con un calo medio superiore all’1,8 per cento.
A gennaio, la produzione industriale italiana è tornata a crescere dopo quattro mesi di calo.
Oggi Bank of America, una delle più grandi banche degli Stati Uniti, ha annunciato un corposo piano di licenziamenti che coinvolgerà 40mila suoi dipendenti. Con questa soluzione la società confida di arginare gli effetti della crisi economica riducendo i costi nei prossimi anni. Bank of America ha complessivamente 300mila impiegati, quindi in media sarà licenziato almeno un dipendente su sette della banca. L’annuncio di Bank of America arriva in un periodo difficile per il mercato del lavoro, sul quale numerosi governi stanno cercando di intervenire per stimolare una ripresa dell’occupazione fiaccata dal rallentamento dell’economia. Nel grafico dell’Economist sono indicate le istituzioni e le società che nel 2010 avevano il maggior numero di impiegati in tutto il mondo, un interessante punto di osservazione per farsi un’idea su alcuni dei problemi legati all’occupazione.
Chi dà lavoro a più persone? per farsi un'idea: in un periodaccio per l'occupazione tra i primi dieci ce n'è uno che fa panini.
Uno sciatore di 49 anni è morto su una pista di sci a Bormio, in provincia di Sondrio, dopo essersi scontrato con un altro sciatore. L’incidente è avvenuto intorno alle 11 del mattino, il 49enne è morto sul posto dopo 15 minuti, nonostante il tentativo di rianimazione eseguito prima dagli agenti di polizia, arrivati sul luogo, e in seguito dal personale medico dell’eliambulanza.
Uno sciatore è morto a Bormio dopo essersi scontrato con un’altra persona sulla pista.
Tra le novità più discusse di iOS 9 – la nuova versione del sistema operativo di Apple per iPhone e iPad disponibile dal 16 settembre – c’è la possibilità di installare applicazioni che bloccano le pubblicità e altri contenuti sulla versione mobile di Safari, in modo da ridurre il consumo dei dati e al tempo stesso rendere più rapida la navigazione. L’opzione non è disponibile direttamente su Safari: per attivarla si deve scaricare una delle applicazioni per bloccare le pubblicità disponibili sull’App Store; dopo aver installato l’app, si devono cambiare alcune cose nelle impostazioni degli iPhone e degli iPad. Anche se può sembrarlo, il processo non è molto macchinoso e le app hanno di solito istruzioni da seguire passo passo per farlo. Il nuovo sistema, che di fatto replica quello che si può fare già da tempo con molti browser sul proprio computer con i software “adblock”, ha polarizzato le critiche in due direzioni: da una parte ci sono quelli che lo ritengono una buona soluzione per alleggerire il Web su mobile e rendere più leggibili i siti, dall’altro quelli che sono allarmati dalla possibilità che queste app si diffondano molto portando di fatto a una riduzione dei ricavi derivanti dalla pubblicità, il sistema usato dalla stragrande maggioranza dei siti di informazione (il Post compreso) per finanziare le proprie attività. Gli unici che ci guadagnano di sicuro sono quelli di Apple: per gli utenti il caricamento delle pagine diventa più veloce, mentre i siti che vogliono essere sicuri di esporre i loro lettori alla pubblicità investiranno di più sulle app, dove le pubblicità non si possono bloccare ma una percentuale dei ricavi dev’essere versata proprio a Apple.
Le app per bloccare le pubblicità su iOS 9. Si discute molto dell'opzione per disattivare banner e altri contenuti nella nuova versione del sistema operativo per iPhone e iPad.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 14.245 nuovi casi positivi da coronavirus e 347 morti a causa della COVID-19, la malattia causata dal virus. Attualmente i ricoverati sono 25.658 (141 in più rispetto a ieri), di cui 2.583 nei reparti di terapia intensiva (14 in più di ieri) e 23.075 negli altri reparti (127 in più di ieri). Sono stati analizzati in tutto 102.974 tamponi. È risultato positivo il 13,8 per cento dei tamponi di cui è stato comunicato il referto. Ieri i contagi registrati erano stati 11.831 e i morti 364.
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, domenica 3 gennaio.
Annalena Benini ha raccolto sul Foglio un catalogo di piccoli e comuni episodi di ansia, fra i quali aspettare alzati un figlio che è uscito dopo cena oppure ipotizzare fantasiose e gravissime malattie a partire da un formicolio alla mano. Ne viene fuori una rivalutazione dell’ansioso: «gli ansiosi soffrono per il tentativo di minimizzare la profonda carica di drammaticità delle preoccupazioni quotidiane, non accettano che sia solo un po’ d’ansia, non vogliono la normalizzazione e quando accade che una delle ansie vilipese si avveri – un gabbiano si schianta contro la finestra della cucina rompendo il vetro, un raffreddore trascurato si trasforma in polmonite – l’ansioso non può nascondere il senso di trionfo e di riscatto sociale: lui l’aveva pensato, l’aveva temuto, era rimasto insonne a immaginare la catastrofe, a cercare di mettere in guardia le persone care». Quando tornavo a casa con sessanta secondi di ritardo rispetto al coprifuoco, trovavo mia madre già in strada a cercarmi, anzi già cento metri oltre il portone, con le chiavi in mano e lo sguardo feroce. Di giorno e di notte, anche se a volte di notte, negli umidi inverni di Ferrara, si limitava a stare alla finestra con tutte le luci accese (le chiavi dell’auto in mano, pronta a venire a cercarmi nella nebbia chissà dove). Io arrivavo, con sessanta secondi di ritardo o solo dieci secondi di anticipo e la speranza sempre delusa che stesse dormendo serena, che non pensasse a me: quelle luci erano invece la prova che, ancora una volta, avevo fatto stare mia madre in ansia. Lei mi vedeva, io sentivo il rumore di una porta che sbatteva, sempre troppo forte, e sapevo che si era rasserenata, nel giro di un paio di giorni avrebbe ricominciato a rivolgermi la parola. Dopo vent’anni, le luci accese di una casa di notte mi danno il batticuore, penso che dentro ci sia una madre con l’orologio in mano e le scarpe sotto il pigiama.
Solo un po’ d’ansia. Annalena Benini condivide le mille paure sue e di molti di noi, fino alla più attuale e intollerabile.
Beppe Grillo ha annunciato sul suo blog che da oggi in poi i deputati, i senatori e i parlamentari europei del Movimento 5 Stelle non potranno più fare alcuna comunicazione pubblica che non sia precedentemente concordata con lo staff che si occupa della comunicazione del M5S, formato dall’ex concorrente del Grande Fratello Rocco Casalino, Ilaria Loquenzi e Cristina Bellotti. Grillo specifica che con “comunicazione pubblica” si intendono: «Partecipazioni a eventi, interviste alla tv, interviste ai giornali, post sui social network». I responsabili della comunicazione del MoVimento 5 Stelle sono Ilaria Loquenzi, Rocco Casalino e Cristina Belotti, rispettivamente alla Camera, al Senato e in Parlamento Europeo, che si coordinano con Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Tutte le uscite comunicative dei portavoce (partecipazioni a eventi, interviste alla tv, interviste ai giornali, post sui social network riguardanti l’azione politica del MoVimento 5 Stelle e simili) devono essere concordate assieme a loro. Altrimenti si rischia di cadere nelle trappole giornalistiche o di danneggiare l’immagine del MoVimento 5 Stelle con uscite goffe e maldestre. Chi danneggia l’immagine del MoVimento 5 Stelle può incorrere nelle sanzioni definite dal Regolamento: richiami e sospensioni. Non si fanno sconti a nessuno.
Tutti i parlamentari del M5S dovranno essere autorizzati prima di parlare. Lo ha annunciato Beppe Grillo, minacciando sanzioni per chi non concorda prima il contenuto di interviste, comizi, post e tweet.
Dear Basketball, scritto da Kobe Bryant e diretto da Glen Keane, ha vinto l’Oscar per il Miglior cortometraggio animato. Dear Basketball è basato sulla lettera scritta da Kobe Bryant e pubblicata su The Players Tribune nel novembre 2015 con la quale Bryant, uno dei giocatori di basket più forti di sempre, annunciava il suo ritiro. Dear Basketball è stato preferito a Garden Party di Victor Caire e Gabriel Grapperon, Lou di Dave Mullins e Dana Murray, Negative Space di Max Porter e Ru Kuwahata e Revolting Rhymes di Jakob Schuh e Jan Lachauer. Prima di vincere l’Oscar per il Miglior cortometraggio animato, Dear Basketball aveva già vinto il premio di Miglior cortometraggio del 2017 agli Annie, i più importanti premi per i film d’animazione. Nella lettera pubblicata su The Players Tribune, Bryant ripercorreva tutta la sua carriera, da quando era solo un ragazzo e sognava di diventare professionista fino al suo esordio e poi ai suoi successi in NBA. La lettera iniziava proprio con le parole “Dear Basketball”, “Cara pallacanestro”, ed era stata molto apprezzata da osservatori e critici. Per realizzare il cortometraggio, Bryant ha collaborato con due persone che non sapevano niente di basket: Glen Keane, che in precedenza aveva lavorato alle animazioni di Aladdin e Tarzan, e il compositore John Williams. Bryant aveva detto: «Chi ha guardato il basket per tutta la sua vita – e l’ha giocato – tende a perdersi le piccole mosse, i dettagli. Quando ci arrivi con occhi nuovi, guardi ogni singola cosa perché è tutto nuovo».
Kobe Bryant ha vinto l’Oscar. Per aver scritto "Dear Basketball", premiato come Miglior cortometraggio animato.
Nell’ultima settimana sono successe parecchie cose a Roma, dove lo scorso giugno Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle è stata eletta sindaco. Ci sono state dimissioni tra gli assessori e tra i dirigenti più importanti della città, scontri interni tra i leader del Movimento, accuse reciproche, notizie e documenti fatti trapelare sui giornali: sul piano pratico, uno dei più importanti assessori della città è indagato e ad un altro è stato revocato l’incarico. Negli giorni la situazione sembra essersi in parte normalizzata, secondo i giornali anche grazie all’intervento di Beppe Grillo che si sta impegnando personalmente per cercare una “riappacificazione” fra i dirigenti romani (e che stamattina ha scritto una strampalata lettera al Corriere della Sera per spiegare cos’è successo secondo lui nelle ultime settimane). Per chi ha la sensazione di essersi perso qualcosa, abbiamo messo insieme un riepilogo con tutto quello che è successo negli ultimi giorni. Dove eravamo rimasti? Virginia Raggi ha vinto il ballottaggio al comune di Roma lo scorso 19 giugno e già nei primi giorni di luglio c’erano stati una serie di problemi nella formazione della sua giunta. Raggi aveva nominato il suo collaboratore e amico Daniele Frongia alla carica di capo di gabinetto, una sorta di “braccio destro” del sindaco. Frongia, però, era incompatibile con la carica per via della legge Severino (successivamente l’incompatibilità è stata risolta, ma Raggi aveva già deciso di cambiargli l’incarico). In quei giorni i giornali parlarono di critiche e attacchi contro Raggi da parte di alcuni membri del Movimento, sia per la scelta di Frongia che per quella di Luigi Marra, un dirigente del comune di Roma considerato vicino all’ex sindaco Gianni Alemanno, nominato vice-capo di gabinetto.
Il romanzo degli ultimi giorni a Roma. È stata una settimana di dimissioni, retroscena, ribaltamenti e agitazioni che hanno messo in difficoltà la giunta di Virginia Raggi: una guida per chi si è perso dei pezzi.
I protagonisti del primo venerdì del festival di Cannes sono attori, registi e produttori argentini, polacchi e francesi. Nel pomeriggio ci sono stati la conferenza stampa di Zimna Wojna (Cold war), girato dal polacco Pawel Pawlikowski; il photocall di Plaire, aimer et courir vite diretto dal francese Christophe Honoré, sull’incontro tra Jacques, uno scrittore 40enne, e Arthur, uno studente, nell’estate del 1990 a Parigi; e ancora il photocall di Gräns (Border) del regista iraniano-danese Ali Abbassi, che è un adattamento del romanzo horror Lasciami entrare dello svedese John Ajvide Lindqvist: sono stati presentati tutti giovedì, i primi due in concorso per la Palma d’oro, l’ultimo per la sezione Un certain regard. Oggi è stato presentato in concorso Jiang Hu Er Nv (Ash is purest white) del regista cinese Jia Zhangke, che racconta la storia d’amore tra Qiao e il gangster Bin: per proteggerlo durante uno scontro tra bande rivali, lei spara un colpo, viene arrestata e sconta cinque anni in carcere; esce e lo va a cercare. Fuori concorso sarà invece proiettato Gongjak (The spy gone north) del sudcoreano Yoon Jong-bin: ambientato nel 1993 parla di un ex soldato reclutato per diventare una spia dei servizi segreti sudcoreani con la missione di infiltrarsi in un gruppo di alti funzionari nordcoreani che vivono a Pechino, e scoprire informazioni sul programma nucleare del paese. Per la sezione Un Certain Regard c’è invece El Angel dell’argentino Luis Ortega, sull’adolescenza di Carlos Robledo Puch, serial killer e ladro argentino condannato per 11 omicidi, 17 furti e uno stupro. Venne arrestato a 21 anni e per il suo aspetto angelico i giornali lo soprannominarono l’Angelo della morte.
Le foto di venerdì a Cannes. Attori, registi e produttori polacchi, francesi e argentini: roba da veri intenditori.
«Perché arrovellarsi il cervello per pronunciare Eyjafjallajökull? Bastava tradurlo! Significa ghiacciaio dei monti delle isole». Gauti Kristmannsson insegna traduzione in Islanda e ha deciso di usare come esempio il nome dell’impronunciabile vulcano che ha paralizzato per giorni i cieli di mezza Europa. Kristmannsson fa solitamente lezione a una cinquantina di studenti che frequentano un master per diventare traduttori, una professione sempre più richiesta nel paese. Il collasso del sistema bancario islandese e l’economia in difficoltà hanno attirato l’attenzione di numerosi operatori dall’estero, stretti dalla necessità di ricevere testi e documenti tradotti dalla lingua locale. Alcuni istituti di credito organizzano meeting e riunioni per i loro clienti in islandese, ma numerosi correntisti e investitori sono stranieri e richiedono dunque un interprete per poter comprendere il destino dei loro investimenti.
Islanda in translation. Professioni emergenti: tradurre l'islandese. Ne scrive il Wall Street Journal.
Dopo mesi di anticipazioni e smentite, domani (mercoledì) Amazon presenterà a New York il suo primo e molto atteso tablet. Si chiamerà Kindle Fire, per differenziarlo dalle altre versioni del lettore di ebook della società, e sarà messo in vendita almeno negli Stati Uniti a partire dalla seconda settimana di novembre. Per conoscere tutti i dettagli occorrerà attendere la presentazione del CEO di Amazon, Jeff Bezos, ma MG Siegler di TechCrunch che ha visto in anteprima il tablet dice che assomiglia molto al BlackBerry PlayBook, il dispositivo di RIM che fino a ora non ha avuto molto successo. La somiglianza è dovuta al fatto che entrambi i tablet sono stati progettati e costruiti dallo stesso produttore, che si chiama Quanta. Amazon ha una sua divisione che si occupa della progettazione dei Kindle, ma evidentemente per avere il prodotto in tempo per la stagione degli acquisti natalizi ha preferito affidare buona parte della realizzazione del sistema a una società esterna. PlayBook e Kindle Fire si assomigliano esteticamente e per buona parte dell’hardware, a partire dallo schermo a sette pollici, come dimostra questa elaborazione grafica realizzata sempre da TechCrunch sulla base dell’identikit dato da MG Siegler. Tuttavia, il nuovo tablet di Amazon è molto diverso dal punto di vista del software.
Domani Amazon presenta il suo tablet. Ha uno schermo da sette pollici, funziona grazie ad Android e molti sostengono che assomiglia al BlackBerry Playbook.
Giulia Ligresti, figlia di Salvatore Ligresti, è stata assolta dalla Corte di Appello di Milano per le accuse di aggiotaggio e falso in bilancio per cui nel 2013 aveva patteggiato una pena di 2 anni e 8 mesi. Giulia Ligresti era stata arrestata nell’ambito della grossa indagine sulla falsificazioni dei bilanci del gruppo assicurativo Fondiaria-Sai (Fonsai), controllato per diversi anni dalla famiglia Ligresti e poi ceduto al gruppo Unipol dopo anni di cattiva gestione. La decisione della Corte d’Appello di Milano è stata presa dopo che Paolo Ligresti, fratello di Giulia Ligresti, era stato assolto in un altro processo per le stesse accuse.
La Corte di Appello di Milano ha prosciolto Giulia Ligresti dalle accuse di falso in bilancio e aggiotaggio per cui era stata condannata nel 2013.
Lenovo, il più grande produttore di computer al mondo, negli ultimi giorni è stato accusato da diversi esperti di sicurezza informatica di avere preinstallato nei propri PC il software “Superfish” per la pubblicità, il cui funzionamento ha esposto i dati privati dei milioni di persone che utilizzano i suoi computer per navigare online. Il programma è stato distribuito su buona parte dei computer venduti da Lenovo tra settembre 2014 e gennaio 2015 ma l’azienda sostiene di non averlo inserito sui ThinkPad, la serie più conosciuta dei suoi portatili, molto diffusa soprattutto in ambito aziendale. Lenovo ha inoltre respinto buona parte delle accuse, dicendo di non avere riscontrato problemi particolari con “Superfish”, ma che per precauzione il software sarà comunque disattivato: ma ancora non è ancora chiaro come. Superfish Il software in questione è un “adware”, cioè un programma che contiene al suo interno pubblicità per indurre l’utente a fare acquisti. In pratica, quando si naviga online e il browser carica alcune immagini in un sito, Superfish si attiva e prova a identificare il contenuto delle immagini alla ricerca di eventuali prodotti al loro interno e creando infine un elenco di siti dove possono essere acquistati ottenendo sconti o promozioni di qualche tipo.
I computer Lenovo hanno un guaio. Un software preinstallato su decine di modelli a scopo pubblicitario ha messo a rischio la riservatezza delle comunicazioni di milioni di persone, ma l'azienda minimizza.
WhatsApp ha aggiunto una nuova funzione per condividere in tempo reale la propria posizione con i contatti che si hanno sull’applicazione. “Posizione attuale” serve per mostrare dove ci si trova e in che direzione ci si sta muovendo dentro a una chat, in modo da incontrarsi più facilmente o far sapere di essere al sicuro in casi di emergenza. Il sistema può essere disattivato in qualsiasi momento e i dati sulla posizione sono scambiati con lo stesso sistema di crittografia (“end-to-end”) utilizzato per i messaggi. Per usare “Posizione attuale” di WhatsApp si apre una chat con la persona o con il gruppo con cui si desidera condividere la propria posizione, poi si tocca l’icona per gli allegati e in seguito “Posizione”, dove è stata aggiunta la nuova voce “Condividi posizione attuale”. Il sistema consente poi di impostare un timer per decidere per quanto tempo condividere la propria posizione e i propri spostamenti. Nel caso di un gruppo, tutte le persone possono rendere visibile la loro posizione sulla stessa mappa. Finora su WhatsApp si poteva solo condividere la propria posizione in un determinato momento su una mappa statica.
Ora su WhatsApp si può condividere la posizione in tempo reale. Per mostrare agli amici nelle chat dove siamo e trovarsi più facilmente.
Mancano tre giorni alla fine del festival, continua l’arrivo dei divi quelli veri. Dopo Brad Pitt, Viggo Mortensen (che si faceva sistemare il cravattino), Benicio del Toro e i più giovani Kristen Stewart e Robert Pattinson, arrivati ieri, è il giorno di Nicole Kidman, John Cusack, l’ex ragazzino Disney Zac Efron, Matthew McConaughey e Macy Gray (tra gli altri). In concorso oggi sono stati presentati The Paperboy di Lee Daniels (con Nicole Kidman e John Cusack, appunto), e Post Tenebras Lux, di Carlos Reygadas, che racconta di un uomo che lascia la città per trasferirsi nelle campagne messicane con la famiglia. Per la sezione Un Certain regard oggi c’era Tris Monde, di Catherine Orsini, e il film indiano Miss Lovely, di Ashim Ahluwalia.
Nicole Kidman a Cannes, oggi. Oltre a John Cusack, Robert Pattinson, Zac Efron, Benicio Del Toro e una contorsionista.
Nei pochi giorni che mancano alle elezioni non sentiremo più parlare di “voci dal conclave”, di “corse di cavalli clandestine”, dello stallone “Fan Idole” o del “Cardinale fiorentino”: in altre parole non ci saranno più i sondaggi clandestini, quelli che negli ultimi anni hanno aggirato il divieto di pubblicazione dei sondaggi nel periodo elettorale fingendo di parlare di corse di cavalli o di elezioni papali. Con più dieci anni di ritardo su quando hanno cominciato a circolare online, cioè dal 2006, giovedì l’Agcom – l’autorità delle telecomunicazioni – ha diffuso un comunicato in cui annuncia che saranno punite anche le “simulazioni” che hanno lo scopo di aggirare la legge sulla par condicio. YouTrend, uno dei principali siti a diffondere “sondaggi clandestini” ha commentato così la notizia. L'AGCOM ha appena rilasciato questa nota sulla diffusione dei sondaggi elettorali.Voi avete capito a cosa si riferiscono in questo passaggio? Noi no. pic.twitter.com/cbDRWL0eD0
Sono finiti i tempi dei sondaggi clandestini? con più di dieci anni di ritardo, l'Agcom ha annunciato che punirà anche chi diffonde "simulazioni" che cercano di aggirare il divieto di pubblicazione.
Sul Corriere della Sera di martedì il saggista e politologo Michele Salvati recensisce il libro dello storico Massimo Salvadori (già deputato del PD, come Salvati nel PdS prima di lui), intitolato Lettera a Matteo Renzi, chiedendosi – come Salvadori – se ci siano prospettive che Renzi rimedi agli errori fatti nella messa in pratica del suo progetto di innovazione della politica e dell’Italia. Primo tra tutti, non essersi saputo dotare di forze e collaborazioni sufficienti, “al di là delle albagie fiorentine di grandezza”. Da alcuni giorni è nelle librerie Lettera a Matteo Renzi, una breve «saggina» Donzelli di Massimo L. Salvadori. Le prime venti pagine sono la lettera vera e propria, che contiene le valutazioni più personali dell’autore, di consenso e insieme di critica, e si conclude coll’invito a rimediare ai difetti e agli errori che la breve ma intensa vicenda politica del destinatario ha rivelato, e però a far tesoro dell’intuizione politica originaria e a «non mollare». Le successive cento sono un’analisi del contesto storico in cui quella vicenda si è svolta e degli avvenimenti di poco precedenti necessari per capirla, grossomodo a partire da Tangentopoli, dai primi anni Novanta a oggi. Si tratta di una vicenda in pieno svolgimento e i prossimi capitoli devono ancora essere scritti: la contesa in corso per la segreteria del Partito democratico, le elezioni politiche previste per il prossimo anno.
Matteo Renzi ce la può ancora fare? a cambiare davvero l'Italia: se lo chiede Michele Salvati sul Corriere recensendo il libro di Massimo Salvadori.
Molti utenti stanno segnalando di avere problemi a usare Facebook e Instagram (soprattutto Facebook). Le difficoltà ad accedere e a pubblicare contenuti sono cominciati negli Stati Uniti, dove alcune persone hanno visto i messaggi di errore «Error code 1» ed «Error code 2» quando hanno provato a entrare su Facebook, sia dall’app che dal proprio computer. Altri hanno detto di aver letto il messaggio «Something went wrong», cioè «Qualcosa è andato storto». Nell’ultima ora sono arrivate diverse segnalazioni anche dall’Italia. Su WhatsApp ci sono problemi a inviare note vocali e immagini.
Molti utenti stanno segnalando problemi a usare Facebook, Instagram e WhatsApp.
Questa settimana esce Brick Mansions, l’ultimo film interpretato da Paul Walker, l’attore della saga Fast & Furious morto in un incidente stradale lo scorso 30 novembre, e remake del film francese Banlieue 13, scritto e prodotto da Luc Besson: è la storia di un poliziotto sotto copertura in uno dei quartieri più pericolosi di Detroit, Brick Mansions, controllato da un pericoloso trafficante di droga. Poi c’è Locke, presentato allo scorso festival del cinema di Venezia: è un film diretto da Steven Knight e girato in soli otto giorni, sulla storia di un uomo (Tom Hardy) che alla vigilia di un giorno molto importante per la sua carriera lavorativa riceve una telefonata che stravolge tutti i suoi piani. Tracks – Attraverso il deserto racconta invece la vera storia di Robyn Davidson (interpretata da Mia Wasikowska), che nel 1977 attraversò a piedi il deserto australiano partendo da Alice Springs fino all’Oceano Indiano con la sola compagnia di quattro cammelli ed il suo cane. Tra i film italiani in uscita ci sono Un fidanzato per mia moglie di Davide Marengo, basato sulla commedia argentina Un novio para mi mujer del 2008; Il venditore di medicine, sul mondo degli informatori farmaceutici, interpretato tra gli altri da Claudio Santamaria, Isabella Ferrari e Marco Travaglio (quel Marco Travaglio); Il mondo fino in fondo, ambientato e girato tra Torino e il Cile.
I film del weekend. L'ultimo film con Paul Walker, l'attore di Fast and Furious morto sei mesi fa, e poi la storia vera di una ragazza che attraversò a piedi il deserto australiano, tra gli altri: tutti i trailer.
La Direzione distrettuale antimafia ha disposto il fermo di 46 persone nell’ambito di una indagine a Palermo sulla presunta ricostituzione della cosiddetta “Cupola”, la riunione dei principali esponenti mafiosi di “Cosa nostra”. Il comando provinciale ha eseguito il fermo con varie accuse: da associazione mafiosa a estorsione aggravata, passando per intestazione fittizia di beni e danneggiamento a mezzo incendio. Tra i fermati c’è anche Settimino Mineo (80 anni), considerato il nuovo capo di “Cosa nostra” e già condannato a 5 anni durante il maxiprocesso di Giovanni Falcone. Mineo era stato arrestato nuovamente 12 anni fa e aveva scontato una pena di 11 anni.
A Palermo 46 persone sono state sottoposte a fermo nell’ambito di un’inchiesta antimafia.
Il tentativo di creare un nuovo sito di file sharing simile a Megaupload, chiuso a gennaio 2012 dalle autorità statunitensi, è stato bloccato dal governo del Gabon, che ha negato il permesso di utilizzare l’indirizzo www.me.ga. L’annuncio è stato fatto dal ministro delle Comunicazioni del paese africano, Blaise Louembe, dicendo che la preoccupazione del governo era che il sito avrebbe agevolato attività di violazione del copyright. Il fondatore di Megaupload e Megavideo e l’ideatore del nuovo progetto, Kim Dotcom, è impegnato in una battaglia legale per cercare di evitare l’estradizione negli Stati Uniti, dove è accusato di frode e riciclaggio. Dotcom ha 38 anni, è nato in Germania come Kim Schmitz (ha poi cambiato legalmente il suo cognome in Dotcom, ovvero “punto com”) e attualmente si trova in Nuova Zelanda. Non sembra aver preso bene la decisione del Gabon e ha scritto diversi messaggi sarcastici su Twitter, dicendo che la mossa del Gabon è stata imposta dagli Stati Uniti, acquirente delle grandi quantità di petrolio prodotto nel paese africano. Ha anche aggiunto che il progetto ha già un indirizzo internet alternativo da cui partire.
Il Gabon ha bloccato il nuovo Megaupload. Sì, il Gabon: Kim Dotcom voleva aprirlo all'indirizzo www.me.ga ma il governo africano si è messo in mezzo.
Il 30 settembre Mondadori ha ufficializzato di avere venduto la sua quota di partecipazione nella casa editrice Harlequin Italia – pari al 50 per cento del capitale sociale – a HarperCollins Publishers, che trasformerà la casa editrice nella propria filiale italiana. HarperCollins è uno degli editori più grandi al mondo e fa parte del gruppo News Corp dell’imprenditore Rupert Murdoch. La sede centrale è a New York e pubblica circa 10 mila libri all’anno in più di 30 lingue diverse. Dal 2014 ha iniziato un programma di espansione globale acquistando case editrici straniere per trasformarle in proprie filiali e a oggi è presente in 13 paesi nel mondo.
La nuova HarperCollins Italia. Harlequin è stata venduta a HarperCollins Publishers e diventa la filiale italiana.
Il vescovo di Caserta, Giovanni D’Alise, è morto domenica a 72 anni. Il 30 settembre D’Alise era stato ricoverato con gravi problemi respiratori e febbre. D’Alise era risultato positivo al test per il coronavirus. I medici dell’ospedale San Anna e San Sebastiano di Caserta hanno detto che «il quadro clinico di monsignor D’Alise era aggravato da insufficienza renale, diabete mellito, cardiopatia ipertensiva e dislipidemia» e che sono stati utilizzati nelle cure tutti i protocolli sanitari previsti, compresa la somministrazione del farmaco antivirale Remdesivir. D’Alise era stato ordinato vescovo nel 2004 da Giovanni Paolo II ed era a capo della diocesi di Caserta dal 2014.
È morto a 72 anni il vescovo di Caserta, Giovanni D’Alise.
In un lungo articolo che parla del futuro del formaggio a base vegetale, il giornalista di Vox Kenny Torrella ha citato una battuta secondo cui “quando a casa di una persona vegana scoppia un incendio, l’unica cosa che non si scioglie è il formaggio”. E in effetti chi ha scelto di seguire un’alimentazione vegana, e quindi fondata su prodotti a base vegetale, avrà notato che, benché le alternative esistano, una delle cose praticamente impossibili da trovare nel formaggio vegetale è la stessa capacità di filare e fondere del formaggio di latte vaccino. Questa è una delle ragioni per cui, mentre numerosi prodotti vegetali stanno conoscendo un importante successo, lo stesso per ora non si può dire per il formaggio vegano.
Il formaggio vegano non tira come la carne vegetale. Le alternative a quello di latte vaccino esistono ma non imitano così bene le sue caratteristiche, soprattutto nella "scioglievolezza".
Nell’era digitale, non sono solo le agenzie governative e la Silicon Valley a spiarci o a cercare di fare soldi con le nostre informazioni: sono anche le smart TV, o le automobili futuristiche. E una volta che la cosiddetta “Internet delle cose” prenderà piede, potrete finalmente dire addio al concetto di privacy: ogni dispositivo avrà infatti la capacità di ascoltare le nostre conversazioni e fare ricerca dati in tempo reale. La privacy, che un tempo era un diritto, ora non è più nemmeno una “norma sociale“. In un certo senso, la fine dell’età della privacy ricorda la scomparsa di un altro importante valore: quello delle norme di comportamento cavalleresche. Tutti prima o poi ci siamo lamentati della morte della cavalleria, ma riflettete su questo: la cavalleria ci consegnò una società patriarcale, gerarchica e classista. Le norme cavalleresche ci hanno tramandato il senso dell’onore, della nobiltà e della grazia aulica: assieme alla disparità di genere e a un mondo comandato dai maschi. In breve, nel tempo la società è andata oltre la cavalleria, così come la società andrà oltre il concetto di privacy.
Avremo sempre meno privacy, e va bene così. Alle prossime generazioni il nostro concetto di privacy sembrerà antiquato e medievale, dice il Washington Post: come oggi noi giudichiamo la cavalleria.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
La nuova escort di cui si parla. Nadia Macrì dice ai pm di Palermo altre cose scabrose su Berlusconi, e pure Brunetta.
In Italia ogni persona produce in media 497 chilogrammi di rifiuti urbani all’anno, il 51 per cento dei quali viene sottoposto a riciclaggio e compostaggio, riducendo sensibilmente il loro impatto sull’ambiente. Il dato è più o meno in linea con quello medio dei 28 paesi dell’Unione Europea, dove nel complesso ogni cittadino produce 482 chilogrammi di rifiuti, il 47 per cento dei quali viene riciclato. Risultati di questo tipo – tra i migliori al mondo, ma non ancora sufficienti – sono resi possibili dall’impegno (e dalla pazienza) di tutti noi, alle prese quotidianamente con bidoni di colori diversi e sacchi in cui separare plastica, vetro, lattine, carta e rifiuti organici. Dopo anni di leggi, campagne informative e qualche multa, inizia a crescere la consapevolezza che per avere un mondo più pulito e libero dai rifiuti sia essenziale la differenziata. Ma cosa succede quando sbagliamo bidone? E se lasciamo un po’ di scotch sul cartone da riciclare o un’etichetta sul barattolo di vetro? Proviamo a capirci qualcosa. La raccolta differenziata in Italia ed Europa Prima di arrivare al come, un po’ di dettagli sul cosa. Il dato medio sul riciclo italiano, come quello europeo, comprende grandi differenze a seconda dell’area geografica: il paese più virtuoso nel riciclo è la Germania (66 per cento), mentre agli ultimi posti ci sono Malta (8 per cento) e Romania (15 per cento). In Italia sono più virtuose le regioni settentrionali con il 64,2 per cento di rifiuti urbani riciclati rispetto alla produzione totale; il dato scende al 48,6 per cento nel centro e al sud si riduce ulteriormente al 37,6 per cento (dati ISPRA 2016).
Dove vanno i rifiuti. Cosa succede alle cose che buttiamo nei bidoni della raccolta differenziata, e soprattutto cosa succede se sbagliamo bidone.
Coca-Cola Company, la più grande società del mondo nella produzione di bevande analcoliche, ha presentato martedì 16 luglio i risultati del secondo trimestre del 2013: le vendite sono state più basse del previsto, un risultato che è stato spiegato dalla società con la crisi economica globale e con il tempo atmosferico particolarmente freddo e umido che ha abbassato la domanda in diversi paesi. La crescita delle vendite è stata dell’1 per cento a livello globale, inferiore alle aspettative. Più nello specifico, le vendite sono calate dell’1 per cento in Nordamerica e del 4 per cento in Europa, ma sono aumentate del 2 per cento in America Latina, del 9 per cento in Africa e Asia e del 2 per cento nella regione del Pacifico.
Coca-Cola vende meno del previsto. Le vendite sono andate male soprattutto in Nordamerica ed Europa, secondo la società è colpa della crisi e di una primavera alquanto fredda.
In una intervista al Corriere della Sera, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha risposto alle accuse che gli sono state rivolte negli ultimi giorni per la gestione della Banca Popolare di Bari, commissariata la settimana scorsa e successivamente salvata dal governo dopo essere stata per anni al centro di ispezioni proprio della Banca d’Italia. Visco ha negato tutte le accuse di negligenza e di scarsi controlli nei confronti della Popolare di Bari, e soprattutto di avere permesso che nel 2013 acquistasse una banca in cattive condizioni come Tercas (banca che peraltro aveva un debito di circa 480 milioni nei confronti di Banca d’Italia) in cambio di un atteggiamento più indulgente da parte della vigilanza: Visco sostiene che «le acquisizioni, se ben eseguite, possono creare sinergie e risparmi di costi irrobustendo il sistema bancario», e più nello specifico che i dirigenti di Popolare di Bari «decisero di realizzare l’operazione in base a una autonoma valutazione», senza pressioni dalla Banca d’Italia. Verso la metà dell’intervista tutto sommato auto-assolutoria, comunque, Visco dice che «valuteremo se ci siano stati errori anche da parte nostra».
Ignazio Visco dice che valuterà se la Banca d’Italia ha fatto «errori». Lo ha detto in un'intervista auto-assolutoria al Corriere della Sera, dopo giorni di accuse di negligenza sulla Banca Popolare di Bari.
Il primo aprile Burger King aveva iniziato a vendere nell’area di St. Louis, in Missouri, gli “Impossible Whopper”, una versione del suo panino più famoso con gli hamburger vegetali “Impossible burger“, che ricordano moltissimo il sapore e la consistenza della carne di manzo grigliata. In un mese questi ristoranti hanno attirato il 18,5 per cento di persone in più rispetto alla media nazionale della catena in tutti gli Stati Uniti, stando a un rapporto di inMarket. In particolare ad aprile i ristoranti di St. Louis hanno visto un aumento di clienti fisici del 16,7 per cento rispetto alla media nazionale della catena a marzo; i Burger King delle zone vicine a St.Louis, che non servono gli Impossible Whopper, hanno avuto l’1,75 di traffico fisico in meno rispetto al mese precedente. Visto il successo del test, Burger King ha detto che servirà gli Impossible Whopper in altre tre città: Miami in Florida, Columbus in Georgia e Montgomery, Alabama, e che entro la fine del 2019 saranno disponibili in tutti i suoi ristoranti negli Stati Uniti. Nel primo trimestre del 2019 Burger King aveva visto una crescita delle vendite nei ristoranti del 2,2 per cento, un calo rispetto al 3,8 per cento dell’anno precedente: gli Impossibile Whopper e l’introduzione di alternative vegetali sono un tentativo per migliorare la situazione.
Burger King ha aumentato i clienti del 18 per cento nei ristoranti che vendono hamburger con la carne “impossibile”.
Siamo abituati a pensare alla Corea del Nord come a un paese povero e arretrato, quasi del tutto privo di un’economia e soggetto agli umori del suo dittatore. Un articolo scritto per il Guardian dallo studioso russo Andrei Lankov smentisce tuttavia in parte le nostre idee sulla Corea del Nord e descrive un paese che negli ultimi anni è riuscito a superare la grande crisi economica e produttiva degli anni Novanta e, anche se ancora con qualche incertezza e contraddizione, ad affidare la sua crescita economica anche all’impresa privata. Secondo Lankov, quindi, le politiche economiche di Kim Jong-un, leader della Corea del Nord subentrato al padre Kim Jong-il, stanno portando qualche beneficio al paese: secondo le stime più pessimiste il PIL della Corea del Nord crescerà dell’1,5 per cento quest’anno, secondo le più ottimiste potrebbe arrivare al 4 per cento. Secondo la legge della Corea del Nord, che è un regime totalitario comunista, l’attività imprenditoriale privata è ancora proibita. Tuttavia, spiega Lankov, questo divieto è molto spesso poco più di una formalità e nel corso degli anni si sono sviluppati diversi espedienti per aggirare formalmente il divieto ma permettere di fatto attività economiche private. L’articolo del Guardian racconta che oggi ci sono diverse imprese sostanzialmente private, tra cui anche grosse aziende minerarie, di trasporto e raffinerie di petrolio. Chi gestisce l’impresa la deve registrare come azienda dello Stato, ma per il resto si comporta e la gestisce come farebbe un privato con la sua azienda. Secondo gli esperti tra il 30 e il 50 per cento dell’economia nordcoreana è composta da questo settore “privato”.
L’economia “privata” della Corea del Nord. Negli ultimi anni da quelle parti si è sviluppata – con il silenzioso sostegno del regime – una specie di economia privata che sta trainando la crescita del paese.
A Sassari 19 persone sono in autoisolamento per essere entrate in contatto lo scorso fine settimana con l’infermiere di Emergency affetto dal virus ebola, e attualmente ricoverato presso l’Istituto Spallanzani di Roma. L’isolamento serve a evitare che persone potenzialmente contagiate possano a loro volta contagiarne altre: si tratta comunque di una precauzione ed è improbabile che ci possano essere nuovi casi della malattia. Tra le persone coinvolte ci sono, oltre al personale medico, quelle che hanno eseguito le analisi di laboratorio presso l’ASL di Sassari, che hanno confermato il contagio dell’infermiere di Emergency. Sempre a Sassari, le autorità sanitarie sono al lavoro per ricostruire i contatti che l’infermiere ha avuto la settimana scorsa dopo il suo rientro dalla Sierra Leone, dove lavorava presso uno dei centri medici allestiti da Emergency per dare aiuto ai malati di ebola. I risultati delle indagini eseguite in questi giorni saranno poi passate all’assessorato regionale alla Sanità, che avrà il compito di fare valutazioni sulle procedure seguite dalla ASL di Sassari per trattare il paziente fino al suo trasferimento a Roma. Il sindacato autonomo FSI (Federazione Sindacati Indipendenti) ha espresso qualche perplessità sulla gestione dell’infermiere, ipotizzando che possano esserci state disattenzioni in alcune fasi del suo trattamento e poi durante il suo trasferimento in aereo verso Roma su un mezzo dell’Aeronautica militare.
Le ultime sull’infermiere italiano con ebola. Ha avuto un "modesto miglioramento" e non ha febbre; a Sassari 19 persone che sono entrate in contatto con lui sono in autoisolamento.
Il vaccino contro il coronavirus di Pfizer-BioNTech è disponibile in Italia, e in diversi altri paesi europei, dallo scorso 27 dicembre per la somministrazione al personale sanitario e agli ospiti delle case di cura nelle loro varie forme. La quantità di dosi disponibili è ancora limitata, ma aumenterà sensibilmente a partire dalle prime settimane di gennaio. Il vaccino è considerato una risorsa essenziale per fermare la pandemia, eppure tra chi potrebbe già ricevere il vaccino alcuni hanno scelto di non vaccinarsi o di attendere, sollevando dubbi e perplessità sulla sua utilità o sulla sua sicurezza. Parte di questo scetticismo può derivare da una scarsa conoscenza sul funzionamento del vaccino, o sui metodi impiegati per verificarne la sicurezza e l’efficacia. In altri casi, può dipendere da una diffidenza più generalizzata nei confronti dei vaccini, in parte comprensibile e che in questi anni si è rafforzata tra le campagne dei cosiddetti “no vax” e quelle in senso opposto di chi promuove l’importanza delle vaccinazioni, in alcuni casi con toni forti o sprezzanti nei confronti di chi invece preferisce non vaccinarsi.
Per chi ha dubbi sul vaccinarsi contro il coronavirus. Guida pratica e comprensiva verso chi è sospettoso e incerto su una cosa che fino a ieri non c'era e che può aiutarci molto contro la pandemia.
In questi giorni di anniversario dell’11 settembre 2001 stiamo rivivendo le successioni degli eventi di dieci anni fa: ieri era il giorno che George Bush andò a Ground Zero, oggi quello in cui annunciò all’America di prepararsi alla guerra. Si discuteva in tutto il mondo di quello che era successo e di quello che sarebbe successo: due settimane dopo, il 29 settembre, il Corriere della Sera pubblicò un lunghissimo articolo (fu impaginato in una sorta di inserto graficamente inedito per l’epoca) di Oriana Fallaci, celebre giornalista e inviata che non scriveva da molto tempo. L’articolo era letterariamente molto originale e politicamente molto violento, e generò intorno reazioni altrettanto violente e un dibattito intenso: per il Corriere fu un successo editoriale notevolissimo a cui successero nuovi contributi e tentativi di imitazione diffusi. Per Fallaci fu un rientro sulla scena della discussione giornalistica e politica molto intenso, che implicò litigi e tensioni personali con molti e il ritorno sulla scena di un suo leggendario pessimo carattere. Quel testo fu accolto da molti come uno sfogo razzista e poco lucido privo di capacità di analisi equilibrata, e da altri come la liberazione di pensieri semplici ma fondati e troppo trattenuti da retoriche di correttezza politica. Fu in ogni caso un prodotto giornalistico di straordinario impatto e successo, cosa che dovette riconoscere anche chi non ne condivise niente. Oriana Fallaci morì il 15 settembre del 2006, cinque anni fa. Rileggere – o leggere per la prima volta – il suo articolo “La rabbia e l’orgoglio” (e la premessa scritta dal direttore del Corriere che allora era già Ferruccio De Bortoli), dopo dieci anni, è molto interessante. Mi chiedi di parlare, stavolta. Mi chiedi di rompere almeno stavolta il silenzio che ho scelto, che da anni mi impongo per non mischiarmi alle cicale. E lo faccio. Perché ho saputo che anche in Italia alcuni gioiscono come l’ altra sera alla Tv gioivano i palestinesi di Gaza. «Vittoria! Vittoria!». Uomini, donne, bambini. Ammesso che chi fa una cosa simile possa essere definito uomo, donna, bambino. Ho saputo che alcune cicale di lusso, politici o cosiddetti politici, intellettuali o cosiddetti intellettuali, nonché altri individui che non meritano la qualifica di cittadini, si comportano sostanzialmente nello stesso modo. Dicono: «Bene. Agli americani gli sta bene». E sono molto molto, molto arrabbiata. Arrabbiata d’ una rabbia fredda, lucida, razionale. Una rabbia che elimina ogni distacco, ogni indulgenza. Che mi ordina di rispondergli e anzitutto di sputargli addosso. Io gli sputo addosso. Arrabbiata come me, la poetessa afro-americana Maya Angelou ieri ha ruggito: «Be angry. It’ s good to be angry, it’ s healthy. Siate arrabbiati. Fa bene essere arrabbiati. È sano». E se a me fa bene io non lo so. Però so che non farà bene a loro, intendo dire a chi ammira gli Usama Bin Laden, a chi gli esprime comprensione o simpatia o solidarietà. Hai acceso un detonatore che da troppo tempo ha voglia di scoppiare, con la tua richiesta. Vedrai. Mi chiedi anche di raccontare come l’ ho vissuta io, quest’ Apocalisse. Di fornire insomma la mia testimonianza. Incomincerò dunque da quella.
La rabbia e l’orgoglio. Oggi è il quinto anniversario della morte di Oriana Fallaci, che 10 anni fa aveva pubblicato sul Corriere il suo testo più famoso: che effetto vi fa, oggi?.
Sul sito Valigia Blu Claudia Torrisi e Andrea Zitelli hanno messo insieme un resoconto completo e approfondito del cosiddetto “Blue Whale”, un misterioso fenomeno di internet nato in Russia che consisterebbe in una serie di prove da superare tra cui l’automutilazione, e che secondo qualcuno avrebbe spinto decine di adolescenti nel mondo al suicidio. In Italia si è parlato moltissimo di Blue Whale intorno alla metà di maggio, dopo un servizio delle Iene al riguardo: molti giornali ne hanno scritto con toni allarmistici, anche se non ci sono tuttora prove di nessun suicidio direttamente collegato al fenomeno. Della storia, in ogni caso, si parlava in Russia da diversi mesi: almeno dal maggio del 2016, quando il sito del periodico russo Novaya Gazeta pubblicò un’inchiesta sul tema. Da quel momento se ne sono occupati giornali e siti di tutto il mondo, ma nei vari passaggi la storia ha acquisito dimensioni probabilmente eccessive, e soprattutto quelle che erano soltanto ipotesi – spesso piuttosto fragili – sono state spacciate come vere. Valigia Blu ha anche dedicato una parte dell’articolo alla copertura di Blue Whale sui giornali. Oggi è diventato molto complicato capire se tutta la questione sia una leggenda metropolitana che ha attecchito particolarmente – l’ipotesi accreditata da Valigia Blu – o se ci sia in mezzo qualche elemento di verità. Dopo il servizio delle Iene, il caso Blue Whale – la sfida che spingerebbe gli adolescenti al suicidio – è al centro di discussioni pubbliche e dell’attenzione mediatica. In questo post abbiamo ricostruito come nasce la storia che si configura come una vera e propria leggenda urbana. A oggi non ci sono evidenze di casi di suicidio legati a questa sfida. Analizzando il servizio andato in onda su Italia 1 ne evidenziamo errori, imprecisioni e debolezze giornalistiche. Nell’ultima parte dell’articolo proponiamo un approfondimento su come i media dovrebbero e non dovrebbero parlare di suicidio, soprattutto per evitare l’effetto di emulazione.
Cosa è diventato “Blue Whale” in Italia. Valigia Blu ha fatto un resoconto completo di come un fenomeno di internet che potrebbe essere completamente inventato è diventato un'emergenza, per come è stato raccontato.
I film annunciati in uscita oggi sono parecchi, difficilmente arriveranno tutti nelle sale: due documentari, uno sulla musica (Mother of Rock: Lillian Roxon) e uno sui rom (Adisa o la storia dei mille anni); un film francese e mezzo: Un couple parfait, in co-produzione col Giappone, e Quasi amici, storia di un uomo paraplegico e del suo badante senegalese, che in Francia ha avuto un successo incredibile. Poi ci sono due film italiani e mezzo: La scomparsa di Patò, scritto da Camilleri e ambientato nella Sicilia dell’Ottocento; I giorni della vendemmia, sulla vita del giovane Elia nella campagna emiliana, cattolica e marxista, degli anni Ottanta. E Un giorno questo dolore ti sarà utile, film in co-produzione con gli Stati Uniti diretto da Roberto Faenza e con un cast americano, tratto dal romanzo di formazione di Peter Cameron (che ha collaborato anche alla sceneggiatura). Scartando Viaggio nell’isola misteriosa, “sequel” del già scadente Viaggio al centro della terra (hanno in comune un attore, l’ispirazione ai romanzi di Verne e il 3D) di qualche anno fa, i film più interessanti di questa settimana sono due: Knockout – Resa dei conti, un film d’azione diretto da Steven Soderbergh (quello di Ocean’s Eleven, dei meno riusciti seguiti e di Contagion); e Hysteria, commedia inglese sull’ottocentesca invenzione del vibratore come strumento medico per la cura dell’isteria femminile.
I film del weekend. Un bel film d'azione e una commedia inglese sull'invenzione del vibratore, più un sacco di altre cose.
Dopo un inverno in cui i media di tutto il mondo hanno dedicato grande spazio ai bitcoin e alle criptovalute in generale, per via del loro repentino e sorprendente aumento di valore, l’argomento è perlopiù sparito dai giornali e dai siti generalisti. Le notizie sono diminuite, e su quelle poche è calata l’attenzione del grande pubblico: le criptovalute sono tornate quindi a essere un argomento approfondito e commentato quasi esclusivamente da chi ci lavora e da chi ci investe. Dopo aver sfiorato i ventimila dollari per unità a metà dicembre, il valore di Bitcoin ha subìto diversi crolli ed è diminuito gradualmente nei mesi successivi, arrivando a minimi sotto i 6.000 dollari, cioè a meno di un terzo del suo valore massimo, come nell’ottobre del 2017. Oggi un bitcoin vale circa 7.260 dollari: non torna sopra i 10.000 dallo scorso marzo e sopra i 9.000 da metà maggio.
E i bitcoin? da quando ne parlavamo ogni giorno hanno perso il 60 per cento, e ci si domanda che futuro abbiano e quali siano le reali potenzialità della blockchain.
La capsula del tempo trovata a metà dicembre a Boston (Stati Uniti), e risalente al 1795, è stata aperta ieri dai curatori del Museum of Fine Arts della città. La scatola era stata collocata 220 anni fa al di sotto di una delle prime pietre posate per la costruzione della State House, uno degli edifici più antichi della città, allo scopo di conservare piccoli oggetti dell’epoca per i posteri che un giorno l’avrebbero disseppellita. La capsula del tempo di Boston era già stata trovata e analizzata una prima volta nel 1855 e successivamente seppellita di nuovo, quindi il suo contenuto non era ignoto alle autorità cittadine. L’apertura della scatola è stata eseguita durante una conferenza stampa ed è stata eseguita con molte cautele, per non danneggiare il contenitore e le cose che conteneva al suo interno. Sono state trovate alcune pagine di cinque giornali, una collezione di 23 monete (alcune delle quali risalenti al 1652), una medaglia con l’effige di George Washington, una riproduzione di alcuni documenti legati all’epoca coloniale e una piastra d’argento, incisa per ricordare la costruzione della nuova State House di Boston.
La capsula del tempo di Boston è stata aperta. Era stata nascosta nel 1795 in un edificio storico, per secoli ha conservato oggetti e pagine di giornale: ora sarà esposta e poi nascosta di nuovo.
I premi Oscar 2018 sono stati consegnati nella notte tra domenica e lunedì a Los Angeles: sono i più famosi e prestigiosi premi del cinema americano, e quindi internazionale. L’Oscar più importante della serata, quello per il miglior film, è stato vinto da La forma dell’acqua, che ha ottenuto in totale quattro riconoscimenti (tra cui anche quello per il miglior regista, vinto da Guillermo del Toro). Non c’è stato un film che ha “sbancato”, rispetto agli altri: Tre manifesti a Ebbing, Missouri ha vinto due Oscar, tra cui quello di Frances McDormand per la Miglior attrice protagonista (che ha fatto il discorso più imprevedibile – e più applaudito – dell’intera serata); il premio per il Miglior attore è stato vinto da Gary Oldman, che ha interpretato Winston Churchill in L’ora più buia; Kobe Bryant ha vinto un Oscar per aver scritto un cortometraggio d’animazione (tratto da una lettera al basket scritta da lui); James Ivory, che ha 89 anni, è diventato il più vecchio vincitore di un Oscar competitivo: è stato premiato per la sceneggiatura di Chiamami col tuo nome; il film Icarus, che parla di doping e Russia ha vinto l’Oscar per il Miglior documentario.
I vincitori degli Oscar 2018, in ordine. Uno per uno, da "La forma dell'acqua", il film più premiato, a "Tre manifesti a Ebbing, Missouri" e "Chiamami col tuo nome".
20th Century Fox ha pubblicato su YouTube il trailer di Deadpool, film di Tim Miller che uscirà negli Stati Uniti nel febbraio 2016. Deadpool racconta la storia di Wade Wilson un ex agente delle forze speciali che dopo un esperimento acquisisce superpoteri che gli permettono di guarire rapidamente le sue ferite. Nel cast del film ci sono Ryan Reynolds, Morena Baccarin, T.J. Miller, Ed Skrein e Gina Carano. Deadpool è un personaggio dei fumetti pubblicato dalla Marvel Comics: come mostra il trailer, nel film Deadpool è anche un personaggio atipico, con uno spiccato senso dell’ironia. Il trailer di Deadpool contiene per esempio alcune citazioni di altri film tratti da storie a fumetti: prima di diventare supereroe il protagonista chiede per esempio che il suo costume non sia verde, con un chiaro riferimento a Lanterna Verde, personaggio creato dalla DC Comics. Negli Stati Uniti il film sarà vietato ai ragazzi non accompagnati da adulti e il trailer è “red band” (“bollino rosso”): la visione è consigliata a un pubblico adulto. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il primo trailer di Deadpool. Racconta la storia di come l'ex agente delle forze speciali Wade Wilson diventa Deadpool, supereroe ironico e atipico.
“Sfasciato”, è la parola. Poche cose reali somigliano così esattamente a un termine della lingua come la faccia di Mickey Rourke e la parola “sfasciato”. È stato così da quasi subito. Abbiamo fatto in tempo a notarlo in un po’ di parti minori nei suoi primi film (tutti con registi grandissimi: 1941 di Spielberg, I cancelli del cielo di Cimino, Brivido caldo di Kasdan, Rusty il selvaggio di Coppola) e a trovarlo fighissimo in quelle memorabili dell’Anno del dragone, 9 settimane e mezzo (film scarso, diciamocelo, ma fu un botto) e Angel Heart, a metà degli anni Ottanta, che i suoi film cominciarono a peggiorare e lui a sfasciarsi, come se fosse entrato nella parte dello sfasciato scrittore Bukowski che interpretò in Barfly. Certo, aveva già preso un sacco di botte cominciando a fare il pugile da ragazzino, e quello aiutò, complici un paio di traumi cranici (e suo padre aveva abbandonato la famiglia che aveva 5 anni e non lo rivede per venti, a complicare l’infanzia). Poi ricominciò, da professionista, nel 1991, dopo aver infilato una serie di film o mediocri o fallimentari, o entrambe le cose: con i grandi registi che lo consideravano un enorme talento ingestibile e lui stesso che sembrava non poterne più. Se la cavò ancora bene – era forte – ma prese un altro sacco di legnate. Dovette fare una serie di operazioni chirurgiche al volto e disse poi che alcune di quelle furono fatte molto male. Smise dopo quattro anni.
60 anni da Mickey Rourke. Non sono stati facili, ragione in più per fargli gli auguri di buon compleanno e ricordarlo da figo.
La scrittrice canadese Margaret Atwood ha annunciato che sta scrivendo il seguito di Il racconto dell’ancella, il romanzo distopico da cui è stata tratta la serie tv omonima (più nota anche in Italia con il titolo in inglese, The Handmaid’s Tale). Il nuovo romanzo si intitolerà The Testaments e uscirà in tutto il mondo il 10 settembre 2019; sarà ambientato 15 anni dopo gli eventi raccontati in Il racconto dell’ancella e avrà tre diverse voci narranti, di donne. L’edizione britannica si può già preordinare su Amazon. Di The Handmaid’s Tale, la serie, in Italia non si è parlato tantissimo, ma come in tutto il mondo gli abiti indossati dalle sue protagoniste sono stati usati in alcune manifestazioni di protesta femministe. Atwood ha 79 anni e Il racconto dell’ancella uscì nel 1985. Yes indeed to those who asked: I’m writing a sequel to The #HandmaidsTale. #TheTestaments is set 15 years after Offred’s final scene and is narrated by three female characters. It will be published in Sept 2019. More details: https://t.co/e1umh5FwpX pic.twitter.com/pePp0zpuif
La scrittrice Margaret Atwood sta scrivendo il seguito di “The Handmaid’s Tale”.
A partire dal 30 novembre in tre occasioni diverse un utente di 4chan – un sito utilizzato soprattutto per la condivisione di immagini in modo anonimo – che dice di lavorare per la Lucasfilm ha diffuso moltissime informazioni sul prossimo film della saga cinematografica di Star Wars, intitolato Il Risveglio della Forza e di cui un trailer è stato pubblicato pochi giorni fa. Le informazioni diffuse dall’utente di 4chan, che come nickname ha scelto SpoilerMan, sono molto dettagliate: sono state successivamente raccolte e sintetizzate su Reddit e quindi riprese da giornali come il Telegraph e il Guardian, che le ha definite “coerenti” con altre informazioni trapelate in precedenza. Al contempo, però, SpoilerMan ha postato su 4chan due pagine della sceneggiatura che secondo alcuni utenti di Reddit sono false. Intorno al film sono circolate pochissime informazioni ufficiali, a eccezione degli attori che compongono il cast del nuovo film: in generale, non si sa nulla della trama e del ruolo che avranno gli attori della “vecchia” trilogia tornati nel cast, né dove andrà a parare la storia della nuova trilogia (sebbene in questi giorni, in seguito al trailer, se ne è discusso a lungo). Non ci sono prove che queste informazioni siano autentiche anche se gli utenti di Reddit che amministrano la sezione su Star Wars le hanno definite “plausibili, se non addirittura probabili”.
Le anticipazioni sul nuovo Star Wars. Una persona che dice di lavorare alla Lucasfilm ha pubblicato online una montagna di informazioni e dettagli sul "Risveglio della Forza": leggetele a vostro rischio e pericolo.
Quando RIM confermò l’imminente presentazione di un nuovo BlackBerry, esperti e appassionati sperarono in una nuova versione dello smartphone finalmente in grado di sfidare l’iPhone. Martedì scorso le loro aspettative sono rimaste sostanzialmente deluse. Il nuovo modello presentato da RIM, il BlackBerry Torch, non si discosta molto dalle versioni precedenti del cellulare. Certo, il dispositivo utilizza un nuovo sistema operativo (BlackBerry 6), ha il touchscreen che nasconde una tastiera scorrevole ed è dotato di un nuovo browser per navigare online, ma per il resto è semplicemente un nuovo BlackBerry senza nulla di così rivoluzionario. Per Wilson Rothman di MSNBC, il nuovo smartphone è sicuramente un passo avanti, ma difficilmente spingerà i singoli utenti già in possesso di un cellulare come un iPhone o un modello animato da Android, il sistema operativo di Google, a passare al nuovo prodotto RIM. La società detiene infatti il record di vendite di smartphone negli Stati Uniti grazie alle aziende, che acquistano i BlackBerry per il loro personale. Ma gli acquisti di grandi stock di smartphone RIM interessano in genere i modelli meno avanzati, con funzionalità base per l’invio e la ricezione delle email, mentre trascurano i modelli più evoluti e costosi. Il nuovo BB Torch potrebbe dunque faticare ad affermarsi sul mercato, cosa che potrebbe acuire quella che Rothman definisce una “crisi di mezza età” di RIM.
È un BlackBerry. Per i critici americani il nuovo smartphone Torch non è la rivoluzione che salverà RIM.
Prima che “Amazon” diventasse un’azienda per le vendite online attiva in buona parte del mondo, il termine che in italiano è traducibile in “Amazzonia” era sostanzialmente usato per fare riferimento alla foresta pluviale tropicale in Sudamerica. Con tutto ciò che ormai rappresenta Amazon –spedizioni gratuite, acquistare qualsiasi cosa con un clic, gratificazione istantanea – molti di noi hanno dimenticato il primo significato della parola. Ma ci sono paesi come Perù, Brasile e altre nazioni sudamericane che se lo ricordano e sono nel mezzo di una battaglia con Amazon.com su chi potrà ottenere il controllo del dominio web “.amazon”. La scorsa settimana due parlamentari statunitensi si sono inseriti nel dibattito, scrivendo una lettera a favore di Jeffrey P. Bezos, il CEO di Amazon. Il repubblicano J. Randy Forbes e la democratica Suzan DelBene, che si occupano di questioni legate ai marchi registrati, hanno scritto che “né il Brasile né il Perù hanno alcun diritto legalmente riconosciuto – a prescindere dai diritti per la proprietà intellettuale – per il termine Amazon. Non c’è nessuna base nella legge internazionale per questi paesi per rivendicare diritti in questi termini”.
Chi ha diritto al dominio .amazon? l'azienda statunitense di vendite online o gli stati sudamericani che lo vogliono usare per l'Amazzonia?.
La casa editrice Safarà pubblica libri trasversali e difficili da inquadrare, scritti con voci diverse da paesi diversi e senza molto in comune, se non l’essere singolari e farsi notare: non solo nel contenuto ma anche nella forma, che ha un lato tagliato leggermente obliquo che ha fatto disperare molti librai. La sua storia è legata a una figura altrettanto imprevedibile, quella di Alasdiar Gray, morto il 29 dicembre scorso a 85 anni e considerato il più grande scrittore scozzese dai tempi di Sir Walter Scott, come lo definì Anthony Burgess, l’autore di Arancia Meccanica. Nonostante la stima di colleghi e moltitudini di appassionati in Scozia e mezzo mondo, in Italia Alasdair Gray è quasi sconosciuto. Negli anni Novanta la casa editrice Marcos y Marcos aveva pubblicato due sue opere minori mentre Lanark: Una vita in quattro libri, il suo capolavoro uscito nel 1981, arrivò soltanto nel dicembre del 2015, quando il primo volume uscì proprio per Safarà. Allora era una casa editrice sconosciuta e periferica, che aveva pubblicato poco e niente e che era nata come centro di ritrovo culturale e spaccio di giochi, fumetti e libri rari, gestito da un fratello e una sorella a Pordenone. «Alasdair Gray è una figura sacrale per noi», racconta Cristina Pascotto, la responsabile editoriale di Safarà. «Fu il primo ad avere creduto in me e in mio fratello, due ragazzini che avevano un’idea».
I libri obliqui di Safarà. Ma obliqui nel vero senso della parola: storia di una piccola e originale casa editrice che pubblica grandi scrittori sconosciuti in Italia.
Il DVR, o Digital Video Recorder, è destinato a cambiare non solo le modalità di fruizione dei programmi tv da parte dello spettatore, ma anche il modo di leggere i dati di ascolto da parte delle emittenti. Si tratta di un sistema di registrazione digitale che consente di selezionare il contenuto specifico d’interesse, come un programma, l’episodio di una serie tv, un film: il dispositivo imposta la registrazione in automatico consultando l’EPG (electronic program guide, guida elettronica ai programmi), sollevando lo spettatore dalla responsabilità di regolare orari o far partire e interrompere la registrazione manualmente. In Italia un servizio simile è offerto da Fastweb e da Sky e ancora poco diffuso, mentre negli Stati Uniti sta prendendo sempre più piede, tanto da aver raggiunto percentuali significative: nel 2010 il 38% di chi possiede una tv possiede anche un dispositivo DVR (come il diffusissimo TiVo), percentuale che aumenta nella fascia di utenti tra i 18 e i 40 anni tanto cara ai pubblicitari. Ne parla Next Tv, facendo qualche esempio:
Il ritorno del videoregistratore. La versione digitale è ancora poco diffusa in Italia, ma negli Stati Uniti sta cambiando il mercato della pubblicità in tv.
Il Guardian ha chiesto lo scorso giugno ai suoi lettori di segnalare le più belle librerie indipendenti del mondo in occasione della Settimana delle Librerie Indipendenti nel Regno Unito. Ci sono state ben 193 segnalazioni di librerie da tutto il mondo, e la redazione ha poi selezionato a suo giudizio le migliori dieci. Alcune delle librerie scelte sono luoghi simbolo della letteratura, come City Lights di San Francisco famosa per i tempi della “Beat Generation”, mentre altre, come Word on the Water a Londra, sono più piccole e innovative. Gli Stati Uniti sono la nazione più rappresentata nella classifica con quattro librerie segnalate, poi il Regno Unito con due. C’è anche una libreria italiana, l’Acqua Alta di Venezia. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le 10 migliori librerie indipendenti del mondo. Secondo i gusti del Guardian e dei suoi lettori: una galleggia, un'altra ha le ruote, una è un teatro, in un'altra abitano gatti, topi e conigli.
La Libreria Internazionale Ulrico Hoepli compie 150 anni: fu comprata per corrispondenza dal libraio svizzero Ulrico Hoepli nel 1870 e dall’anno seguente iniziò anche un’attività editoriale dedicata ai manuali, alle guide, alla scolastica, riflettendo uno spirito pratico e tecnico molto tipico di Milano. Nella sua storia è sopravvissuta a bombardamenti e distruzioni che l’hanno portata nella sua attuale sede, a sei piani: è una delle poche librerie al mondo a trovarsi nella via che porta il suo nome, via Hoepli, appunto. Una sua libraia, Stefania Ciocca, ha raccontato com’è lavorare in un luogo così importante e legato alla città di Milano e come ha affrontato gli ultimi mesi particolarmente difficili, a causa della crisi portata dal coronavirus. Lettori e Librai è un progetto della Fondazione Peccioliper, che nei prossimi due weekend allestirà a Peccioli, in Toscana, una libreria temporanea in collaborazione con sette librerie della zona, dove gli abitanti potranno acquistare libri al 50 per cento del prezzo di copertina, mentre il comune e la Fondazione copriranno la cifra rimanente. Domenica 20 dicembre la Toscana diventerà zona gialla e l’iniziativa sarà aperta anche agli abitanti dei comuni vicini, che potranno usufruire del 30 per cento di sconto.
Hoepli, 150 anni di libri nel centro di Milano. Com'è lavorare nella storica libreria di Milano che quest'anno compie 150 anni, raccontato da una sua libraia.
Negli ultimi giorni le aziende sanitarie di molte regioni italiane hanno iniziato la procedura che porterà alla sospensione degli operatori sanitari non vaccinati. Dopo aver chiesto agli ordini professionali, agli ospedali e alle Rsa i nominativi di tutti i medici e gli infermieri, e dopo averli avvisati delle conseguenze a cui sarebbero andati incontro non vaccinandosi, le aziende sanitarie hanno iniziato ad applicare le regole previste nel decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale, approvato dal Consiglio dei ministri il 1º aprile. Le regioni hanno già concesso più tempo di quanto era stato previsto nel decreto: la consegna degli elenchi di tutti gli operatori sanitari era stata fissata entro martedì 6 aprile e la verifica dello stato vaccinale entro il 16 aprile. Successivamente, nel giro di pochi giorni le aziende sanitarie avrebbero dovuto mandare un invito a fornire la documentazione dell’avvenuta vaccinazione, della conferma di un appuntamento per la somministrazione o una spiegazione della mancata vaccinazione.
Sono iniziate le sospensioni degli operatori sanitari non vaccinati. Come previsto dal decreto che ha introdotto l'obbligo, medici e infermieri che si rifiutano possono rimanere senza stipendio fino alla fine dell'anno.
Nel prossimo gennaio, tra il 18 e il 20 del mese, i lavoratori della fabbrica FIAT di Mirafiori si esprimeranno in un referendum sul loro nuovo contratto, proposto dalla FIAT e molto controverso per via del precedente accordo di Pomigliano, della recente decisione di FIAT di uscire da Confindustria e le grandi critiche della CGIL, che giudica l’approccio dell’azienda «un ritorno agli anni Cinquanta». Oggi su Repubblica Paolo Griseri riassume i punti fondamentali del contratto di Mirafiori, sottoscritto dall’azienda e dai sindacati metalmeccanici di CISL e UIL. L’accordo si può leggere integralmente qui (pdf). Scenario Il nuovo contratto si applicherà a una nuova società composta in joint venture tra FIAT e Chrysler, che nascerà nel 2012. In caso di entrata in vigore dell’accordo, FIAT confermerà e aumenterà ulteriormente gli investimenti nella storica fabbrica di Mirafiori, che arriveranno a un miliardo di euro.
Cosa c’è nell’accordo di Mirafiori. Un referendum tra i lavoratori è previsto a gennaio, l'accordo dovrebbe entrare in vigore nel 2012: di cosa parliamo.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato Mario Monti senatore a vita. Monti è stato nominato ai sensi dell’articolo 59 della Costituzione, per “altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”. Mario Monti è da ieri il principale nome – praticamente l’unico – che viene fatto tra i possibili premier che possano guidare di un governo di unità nazionale o di larghe intese, capace di coinvolgere almeno Partito Democratico, Terzo Polo e parte del PdL e avere statura internazionale e profilo super partes. La nomina a senatore a vita di fatto lo mette al centro della crisi del governo. Mario Monti, 68 anni, si è laureato all’Università Bocconi di Milano (di cui è stato rettore per cinque anni, dal 1989 al 1994, ed è attualmente presidente) e si è specializzato a Yale, negli Stati Uniti, dove è stato allievo dell’economista premio Nobel James Tobin: l’inventore della celebre proposta di tassazione dei mercati finanziari di cui si è parlato molto durante la crisi degli ultimi mesi, la cosiddetta Tobin Tax.
Mario Monti senatore a vita. Napolitano ha messo l'ex commissario UE al centro della crisi politica.
Un uomo che aveva denunciato l’attore Kevin Spacey per averlo molestato sessualmente nel 2016 in un bar a Nantucket, in Massachusetts, ha rinunciato alla richiesta di risarcimento danni contro di lui. Il suo avvocato non ha dato spiegazioni per la decisione. Spacey dovrà comunque affrontare le accuse penali legate al caso, per cui si era dichiarato innocente lo scorso gennaio. Stando alle leggi statunitensi, l’accusatore non potrà chiedere il risarcimento in futuro. È il figlio di Heather Unruh, una conduttrice televisiva di Boston: aveva raccontato che Spacey aveva fatto ubriacare il figlio e poi l’aveva aggredito sessualmente nel ristorante in cui lavorava.
Un uomo che aveva denunciato Kevin Spacey per molestie sessuali ha rinunciato alla richiesta di risarcimento danni.
Tra le foto bestiali più belle della settimana ci sono cinque cuccioli di panda – che dalla stazza non sembrerebbero nemmeno troppo cuccioli – che mangiano del porridge all’interno dell’area gestita dal centro di Chengdu, nella provincia cinese sud-occidentale dello Sichuan. Questa settimana si è fatto un gran parlare di panda a causa di un episodio successo proprio nello Sichuan: la televisione di stato cinese ha detto che dieci persone sono state arrestate per avere ucciso un panda gigante femmina, o per avere venduto o comprato alcune parti del suo corpo. Il panda è uno degli animali più popolari in Cina ed è incluso nella lista delle specie protette. Dai tempi della Dinastia Teng – tra il 600 e il 900 circa – i panda sono “usati” da chi governa in Cina come strumenti di diplomazia (lo fece anche Mao Zedong). Un’altra foto notevole di questa settimana è stata scattata a un negozio di vestiti per bambini a Hong Kong, dove è stato avvistato un piccolo cinghiale femmina. Il cinghiale, piuttosto comune nelle campagne di Hong Kong, è rimasto intrappolato per circa quattro ore all’interno del negozio, prima di essere tranquillizzato da un veterinario e portato in un centro apposito. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly Beasts. Un cinghiale intrappolato in un negozio di vestiti a Hong Kong e cuccioli di panda che mangiano porridge, tra le foto bestiali più belle della settimana.
Mercoledì 30 settembre scadrà il termine per raccogliere le firme a sostegno della presentazione di otto referendum proposti da Possibile, un movimento politico fondato dal parlamentare Giuseppe Civati dopo essere uscito dal Partito Democratico nel maggio 2015. Gli otto quesiti proposti riguardano quattro temi diversi – lavoro, ambiente, scuola e democrazia – e, come tutti i referendum in Italia, sono abrogativi: se verranno raccolte in tempo 500.000 firme, dopo che un ufficio avrà verificato la loro validità, la Corte Costituzionale dovrà esprimersi sull’ammissibilità dei quesiti in base a quanto previsto dalla Costituzione per l’istituto dei referendum. Qualora la Corte desse parere favorevole, i quesiti sarebbero sottoposti al voto degli elettori. Non è ancora chiaro a che punto è la raccolta delle firme. A metà settembre Civati ha detto che molti comitati locali stanno lavorando in tutta Italia e avevano raccolto tra le 200mila e le 300mila firme, e si era detto fiducioso di riuscire a raggiungere le 500.000 firme entro la fine di settembre. Se verranno raccolte le firme necessarie e non ci saranno intoppi con la loro verifica e col parere della Corte Costituzionale, si potrebbe votare per i referendum già nella primavera del 2016. Ogni referendum è indipendente dagli altri: chi vuole sostenerli tutti e otto deve firmare otto volte, quindi Possibile deve raccogliere in tutto almeno 4 milioni di firme.
Gli 8 referendum di Possibile. Il nuovo partito di Pippo Civati sta cercando di raccogliere una montagna di firme per votare su scuola, lavoro, ambiente e legge elettorale, e ha tempo fino al 30 settembre.
È un segno di umanità / quando le cose vanno male
Il grande libro del rock (e non solo) – 24 marzo. Le storie del rock di oggi raccontate da Massimo Cotto: Sinead O’Connor, Pink Floyd, Dario Fo.
Da qualche ora buona parte del nord Italia è interessata da abbondanti piogge e nevicate, previste con ampio anticipo dai principali servizi di meteorologia, a cominciare da quello dell’Aeronautica Militare. Nel Nordamerica, il grande freddo degli ultimi giorni dovuto ai fronti di aria gelata provenienti dall’Artico era stato previsto molto prima che si verificasse, quasi un mese fa, sempre grazie al lavoro dei meteorologi e ai loro modelli matematici. Nonostante i numerosi luoghi comuni, che alimentano ancora un certo scetticismo nei confronti della meteorologia, le previsioni del tempo sono migliorate enormemente negli ultimi decenni, diventando molto più precise e affidabili. Gli errori e gli imprevisti non mancano, ma nel complesso quelle realizzate rigorosamente – e senza cedere a sensazionalismi, cosa purtroppo consueta – offrono una prospettiva chiara e onesta su che tempo farà nel breve periodo. Sulla rivista scientifica Science è stato da poco pubblicato un articolo che fa il punto sulla meteorologia, in occasione del centesimo anniversario dell’American Meteorological Society (AMS), una delle più importanti organizzazioni al mondo dedicate allo studio e alla divulgazione della meteorologia. L’analisi dei dati raccolti negli ultimi decenni mostra che oggi una previsione del tempo a 5 giorni è precisa quanto lo era la previsione per il giorno dopo negli anni Ottanta. Previsioni del tempo non altrettanto precise, ma con informazioni di massima utili, arrivano a coprire fino a 9-10 giorni nel futuro. Un vantaggio di così tanti giorni non è da sottovalutare, soprattutto se si devono organizzare piani di emergenza.
Non abbiamo mai avuto previsioni del tempo così precise. Il meteo da qui a 5 giorni è più preciso di quanto fosse una previsione su un solo giorno di 40 anni fa, ma non sempre ce ne rendiamo conto.
Apple presenterà i suoi nuovi computer portatili MacBook Pro domani, durante un evento organizzato a San Francisco (California), ma alcune loro immagini sono già disponibili online e a quanto pare proprio per responsabilità di Apple, che di solito è molto attenta a mantenere la segretezza sui suoi nuovi prodotti. Il sito MacRumors ha notato che nell’aggiornamento più recente di macOS Sierra, il sistema operativo dei computer Apple, sono nascoste almeno due immagini che mostrano il nuovo MacBook Pro, e in particolare l’attesa barra touchscreen alla base dello schermo che sostituisce i classici tasti funzione, e di cui si parla da mesi. Le immagini mostrano anche un sensore per le impronte digitali, che probabilmente potrà essere usato al posto delle classiche password e per autorizzare pagamenti tramite Apple Pay. Dalle immagini, il nuovo MacBook Pro ha bordi meno spessi intorno alla tastiera, che sembra essere più sottile dell’attuale. È probabile che Apple abbia deciso di impiegare anche in questo modello la nuova tastiera introdotta con il MacBook, con i tasti che hanno una corsa quasi inesistente e un piccolo motore magnetico sotto la tastiera per dare comunque l’effetto del clic durante la digitazione. In passato Apple ha avuto qualche problema con le tastiere sui suoi portatili, come sa chi ne fa un uso intensivo, con tasti che si staccavano o che non reagivano più correttamente alla pressione dopo qualche anno di utilizzo.
Il nuovo MacBook Pro ha una barra touchscreen. Se ne parlava da mesi, lo confermano alcune immagini nascoste in macOS Sierra che anticipano l'annuncio di domani di Apple.
Uber, la grande società di trasporto in auto con conducente, ha trovato un accordo con la famiglia della donna uccisa in Arizona da una delle sua auto che si guidano da sole il 18 marzo. L’accordo – di cui non sono stati resi noti i dettagli – permetterà a Uber di evitare una causa legale intentata dalla famiglia. L’avvocato che rappresenta il marito e la figlia della donna uccisa ha detto che i due non parleranno più dell’incidente, perché considerano chiusa la faccenda. L’incidente in cui era morta la donna – la 49enne Elaine Herzberg – era avvenuto la sera del 18 marzo a Tempe, in Arizona. La donna stava attraversando una strada di notte, in una zona scarsamente illuminata, ed era stata investita da un SUV di Uber dotato di tecnologia per guidarsi da solo. Un video dell’incidente diffuso dalla polizia ha mostrato che la persona che era sull’auto e che sarebbe dovuta intervenire in caso di emergenza – come previsto dalle regole dei test di Uber – si era distratta poco prima dell’incidente (anche se è improbabile che avrebbe potuto evitarlo). Dopo l’incidente, Uber ha sospeso tutti i suoi test con auto che si guidano da sole negli Stati Uniti.
Uber ha trovato un accordo per risarcire la famiglia della donna investita e uccisa in Arizona. Non sono stati resi noti i termini, ma in questo modo si eviterà un processo.
Sabato 19 gennaio la nave Sea Watch 3 della ong tedesca Sea Watch aveva soccorso 47 persone su un gommone di fronte alle coste libiche: tra loro ci sono anche 13 minori, di cui 8 non accompagnati. Dalla notte di giovedì 24 la nave è bloccata al largo delle coste di Siracusa: il governo ha autorizzato la sua entrata in acque territoriali italiane a causa delle cattive condizioni del tempo, ma non le ha affidato un “porto sicuro” dove attraccare e far sbarcare le persone: «Il diniego di entrare in porto è stato notificato senza alcuna motivazione», hanno fatto sapere dalla ong, anche se di fatto la nave si trova già in Italia. Il salvataggio e la richiesta di istruzioni La Sea Watch 3, battente bandiera olandese, ha soccorso 47 persone di fronte alle coste di Zuara, in Libia, sabato 19 gennaio, rispondendo alle richieste di intervento arrivate da Alarm Phone, un call center informale gestito dalla ong Watchformed, e da Moonbird, l’aereo della ong Humanitarian Pilots Initiative che sorvola il Mediterraneo centrale per segnalare eventuali imbarcazioni in difficoltà.
La situazione della Sea Watch 3. Spiegata per punti: dal salvataggio dei migranti all'inchiesta della procura di Siracusa.
Raffaele Marra – ex capo del personale del comune di Roma, considerato molto vicino alla sindaca Virginia Raggi – è stato condannato in primo grado a un anno e quattro mesi di carcere per abuso d’ufficio, nell’inchiesta sulla nomina del fratello Renato alla direzione del dipartimento Turismo di Roma. È la stessa vicenda per la quale a fine 2018 Raggi fu assolta in primo grado. Sempre alla fine del 2018, ma in un altro procedimento, Marra fu invece condannato per corruzione, sempre in primo grado, a tre anni e mezzo di carcere.
Raffaele Marra è stato condannato a un anno e quattro mesi per abuso d’ufficio.
I Looney Tunes non piacciono più e la Warner Bros (WB) tenta il rilancio con un restyling in 3D. Secondo il New York Times, la casa di produzione avrebbe già approvato tre corti di Beep Beep e Wile Coyote, e altri tre sarebbero già in lavorazione. Per Bugs Bunny e Duffy Duck invece ci sarà una nuova serie televisiva in ventisei puntate su Cartoon Network. I Looney Tunes nacquero negli anni trenta in diretta competizione con le Silly Symphonies della Disney. I primi personaggi introdotti furono Bosko, Bugs Bunny, Duffy Duck e Pallino. Poi arrivarono Titti, Gatto Silvestro, Speedy Gonzales e Wile Coyote.
That’s all folks!. I Looney Tunes non piacciono più, e la Warner Bros parte col restyling 3D.
Il primo ministro greco Alexis Tsipras ha annunciato venerdì 25 giugno un referendum per chiedere ai greci se intendono approvare o meno un accordo con i paesi dell’eurozona che salverebbe il paese dalla bancarotta. L’annuncio del referendum è arrivato dopo il fallimento, giovedì notte, dell’ennesima trattativa tra Grecia e i suoi creditori, cioè i paesi dell’eurozona, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale: sono colloqui che vanno avanti da mesi e che riguardano le condizioni alle quali l’Europa è disposta a concedere un ulteriore prestito alla Grecia. Sabato sera il Parlamento greco ha approvato la proposta di Tsipras di tenere un referendum, che è stato fissato per il 5 luglio. Le ultime proposte e controproposte fatte dalle due parti, quelle su cui probabilmente i greci dovranno esprimersi al referendum, sono state pubblicate integralmente dal Financial Times. Cosa ha proposto la Grecia I documenti pubblicati tra giovedì e venerdì dal Financial Times sono il risultato degli ultimi mesi di colloqui e il contenuto è già il frutto di compromessi accettati da entrambe le parti. Uno dei punti su cui il governo greco non ha ceduto è una tassa valida soltanto un anno del 12 per cento sui profitti ottenuti dalle aziende superiori ai 500 mila euro. Sempre rispetto all’aumento delle tasse alle imprese, il governo greco vuole portare al 3,9 per cento il contributo che le imprese devono versare per le pensioni dei loro dipendenti: vuole inoltre che la loro aliquota sul reddito sia portata dal 26 al 29 per cento.
Cosa si sceglierà con il referendum in Grecia. Cosa contiene il piano di aiuti proposto dall'Europa che si voterà il 5 luglio e quali sono i disaccordi con il governo greco su pensioni, IVA e molto altro.
C’è di sicuro il solito “wishful thinking” nella sopravvalutazione del caso Granata da parte dei media: la speranza che il Gran premio offra un incidente mortale si attacca addirittura alle polemiche intorno a un singolo deputato senza cariche particolari, semisconosciuto fino a pochi mesi fa. Però se non è davvero un caso, il piccolo casino intorno alle poco ortodosse posizioni di Granata nel PdL è un sintomo. E un altro granello di sabbia nell’ingranaggio del PdL che pareva non solo privo di granelli di sabbia ma persino privo di denti, tanto lisce procedevano un tempo le sue scelte. Più ancora che con le interviste di stamattina, Granata ha risposto ieri sul suo sito, e oggi su quello del Fare Futuro web magazine, il sito della fondazione finiana, tornando a rimproverare chi se la prende con lui invece di vedere il marcio nel suo partito. Il marcio non è un’espressione sua, ma quelle che usa lui non sono più leggere.
Cosa dice Fabio Granata. Dall'occhio del ciclone dove si trova, il deputato ritorna con un inciampo sull'espressione di Sciascia - "professionisti dell'antimafia" - e contrattacca "le cricche" nel PdL.
Nell’ottobre del 2001 uscì Santa Maradona, il primo film di Marco Ponti, che nei mesi e negli anni successivi sarebbe diventato a suo modo un film di culto per la generazione di chi all’epoca aveva più o meno vent’anni, oppure di chi li ebbe negli anni immediatamente seguenti, quando guadagnò la sua vera popolarità grazie alla pirateria informatica. Santa Maradona aveva diversi elementi che lo rendevano diverso da quel che c’era stato prima nel cinema italiano, e che gli permisero, negli anni, di essere ricordato e citato in moltissimi contesti. Di certo, però, gran parte delle sue fortune si poggiarono sul personaggio di Bart, interpretato da Libero De Rienzo, morto ieri a 44 anni. La storia Tutto girato e ambientato a Torino, Santa Maradona parla di due amici e coinquilini quasi trentenni (ce ne sarebbe un terzo, ma è una lunga storia) senza soldi e senza grandi progetti o prospettive («l’affitto è in nero, non lavoriamo, non siamo iscritti a nessuna lista di collocamento: tecnicamente non esistiamo»).
Cosa ha lasciato “Santa Maradona”. Scene, battute ed eredità di un film che fu “generazionale” sul serio, con grandi meriti di Libero De Rienzo.
Virgil Abloh – uno degli stilisti di streetwear di maggior successo, fondatore del marchio Off-White e collaboratore del musicista hip-hop Kanye West per tutto quel che ha fatto finora nel mondo della moda – è stato scelto come nuovo direttore creativo per la linea uomo di Louis Vuitton. Abloh prenderà il posto dello stilista inglese Kim Jones, che aveva annunciato le sue dimissioni la scorsa settimana per dirigere la linea maschile di Christian Dior; la sua prima collezione sarà quella per l’autunno/inverno 2018/2019, presentata a giugno alla Settimana della moda di Parigi. Abloh ha 37 anni, è nato a Rockford, in Illinois, da genitori ghanesi, e sarà il primo direttore creativo afroamericano di Vuitton. A post shared by @virgilabloh on Mar 25, 2018 at 9:43pm PDT
Perché Louis Vuitton ha arruolato Virgil Abloh. L'azienda di lusso vuole attirare i millennials con uno degli stilisti di streetwear di maggior successo, collaboratore di Kanye West e fondatore di Off-White.
Domenica sera è andata in onda a Che tempo che fa, la trasmissione di Rai 3 di Fabio Fazio, un’intervista con il ministro dell’Interno Roberto Maroni che lunedì mattina è citata sulle prime pagine di tutti i maggiori quotidiani, per via di quello che Maroni ha detto sullo stato assai fragile della maggioranza di governo.
Cosa ha detto Maroni sulla maggioranza. Ci ha messo dei "se", ci ha messo dei "le notizie che arrivano", ma ieri sera da Fazio è sembrato uno che aspettasse la certificazione del decesso.
Il 1981, in Italia, fu un anno fitto di eventi legati al terrorismo e all’eversione. Già la notte di Capodanno, a Roma, le Brigate Rosse assassinarono il generale dei Carabinieri Enrico Riziero Galvaligi. A febbraio un gruppo di terroristi di destra, tra i quali Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, uccise due carabinieri vicino Padova. Il 17 marzo, durante le perquisizioni alle proprietà di Licio Gelli, furono trovate le liste degli iscritti alla loggia massonica della P2. Lo scandalo che ne seguì divenne ancora più grande quando, il 20 maggio dello stesso anno, il governo guidato da Arnaldo Forlani decise di rendere pubbliche le liste. Quello stesso giorno, a Mestre, il direttore dello stabilimento della Montedison a Porto Marghera, Giuseppe Taliercio, era tornato a casa per pranzare nel suo appartamento in una traversa di Corso del Popolo, a pochi minuti dagli stabilimenti dell’azienda, che allora era la principale società chimica italiana. Mentre era seduto a tavola con la moglie e due dei cinque figli, tre uomini in borghese e uno vestito da finanziere suonarono alla porta dell’appartamento.
Quando le Brigate Rosse uccisero Giuseppe Taliercio. Successe il 5 luglio 1981, dopo 46 giorni di sequestro: il corpo del direttore della Montedison fu fatto poi ritrovare a Marghera.
Lo scorso gennaio il College Board degli Stati Uniti, un consiglio che rappresenta oltre cinquemila college americani, ha stabilito l’elenco delle lingue per le quali vengono attivati esami e corsi: restano lo spagnolo, il francese, il tedesco, il latino, il giapponese e il cinese. Non c’è più l’italiano, eliminato dalla lista. Parliamo degli esami compresi nel programma Advanced Placement (AP), che offre corsi di qualità da college agli studenti degli istituti superiori, permettendo loro di accumulare punti in vista delle graduatorie di ammissione. Nel 2008 l’esame AP più scelto dagli studenti era stato Storia degli Stati Uniti; il meno scelto era stato proprio l’esame di Lingua e cultura italiana. Il Wall Street Journal racconta che la proposta di aggiungere la lingua italiana agli esami AP ha mosso i suoi primi passi nel 2002, e il primo corso era stato attivato nel 2006. L’iniziativa si doveva soprattutto agli sforzi di Margaret Cuomo (sorella di Andrew Cuomo, procuratore dello stato di New York) e di sua madre, Matilda Cuomo, ex first lady dello stato di New York quando suo marito Mario era governatore. Margaret Cuomo è la presidente della Italian Language Foundation.
Italiano per principianti, poco. I college americani tagliano i corsi di italiano, per scarsità di domanda.
Dal 2011 il fotografo Niall McDiarmid ha viaggiato in più di 200 città del Regno Unito per scattare più di 2mila ritratti ai suoi abitanti. Le sue foto saranno esposte fino al 12 maggio a Bristol, alla fondazione di Martin Parr (uno dei fotografi contemporanei più famosi e apprezzati), e sono state raccolte nel libro Town to Town, pubblicato da RRB PhotoBooks.
Campionario di britannici contemporanei. Negli ultimi sette anni Niall McDiarmid ha fotografato più di 2mila persone in duecento città del Regno Unito, da Londra alle Highlands scozzesi.
In base al piano vaccinale in vigore, in Italia finora sono state vaccinate in via preferenziale le persone con più di 80 anni, i soggetti più a rischio di ammalarsi, e il personale sanitario, della scuola, i militari e le forze dell’ordine. A seguire, a seconda delle disponibilità dei vaccini, sono stati o saranno vaccinate le persone con almeno 70 anni e poi quelle con almeno 60. La maggior parte delle persone è stata vaccinata con i vaccini di Pfizer-BioNTech e Moderna, finora raccomandati principalmente agli over 80 e ai soggetti più deboli. Le altre categorie sono state vaccinate con tutti e tre i vaccini attualmente a disposizione.
Chi viene vaccinato e con cosa, al momento. Cosa prevede il piano vaccinale e come potrebbero cambiare le cose ora che AstraZeneca è raccomandato alle persone più anziane.
Elio Fiorucci è stato trovato morto questa mattina nella sua abitazione di Milano, in viale Vittorio Veneto: aveva 80 anni ed era conosciuto soprattutto per avere fondato l’azienda che porta il suo cognome, specializzata nella produzione di abiti e di gadget di vario tipo con il famoso marchio con i due angeli. Fiorucci era nato a Milano il 10 giugno del 1935 e, seguendo l’attività di famiglia, aveva iniziato a occuparsi di moda da ragazzo, interessandosi soprattutto alle mode e alle cose che facevano tendenza nel Regno Unito verso la fine degli anni Sessanta. Nel 1967 aprì il primo negozio in Galleria Passerella, dove venivano raccolte e vendute collezioni provenienti da Londra. In pochi anni il negozio divenne molto popolare e nel 1970 riconoscibile grazie al logo con u die angioletti ideati dall’architetto Italo Lupi e ancora oggi usato dall’azienda.
È morto Elio Fiorucci. Aveva creato uno dei marchi italiani di moda più conosciuti al mondo, quello con gli angioletti: aveva 80 anni.
Buone Feste è il messaggio di auguri del terzo “doodle” di Google dedicato al periodo natalizio. Il primo era apparso per la vigilia di Natale, seguito da quello per il giorno di Natale e infine da quello per oggi, Santo Stefano. In passato i doodle per le feste erano stati fino a cinque mentre l’anno scorso erano stati due, in una sorta di prima e seconda puntata. Cliccando sul doodle si arriva alla pagina dei risultati della ricerca per “buone feste”, la formula usata anche nelle occasioni precedenti e che si tiene alla larga da auguri connotati da una specifica tradizione culturale o religiosa. La tradizione dei doodle natalizi si mantiene ormai da quattordici anni: quest’anno i doodle sono indipendenti tra loro e hanno un tratto piuttosto naif e fiabesco.
“Buone feste”, tutti i doodle di Google dal 1999 a oggi. Quello di oggi – casa solitaria tra la neve e colori pastello – è il terzo di quest'anno.
Il prossimo 5 giugno ci saranno in Italia le elezioni amministrative. In tutto dovranno eleggere il sindaco e il consiglio comunale 1.368 comuni, tra cui 26 capoluoghi di provincia, compresa Napoli. Si voterà in in un solo giorno, dalle ore 7 alle 23. Il turno di ballottaggio è previsto per il 19 giugno. I candidati L’attuale sindaco di Napoli è Luigi De Magistris, ex magistrato ed ex parlamentare europeo, eletto nel 2011 con il sostegno dell’Italia dei Valori e della Federazione della Sinistra: aveva vinto contro il candidato del centrodestra Gianni Lettieri mentre quello del PD, Mario Morcone, era arrivato terzo al primo turno. Nonostante le complicate vicende legate alla legge Severino, che hanno portato alla sua temporanea sospensione dopo una condanna per abuso d’ufficio, De Magistris si è ricandidato: è appoggiato da liste civiche, da Sinistra Italiana, dall’Italia dei Valori e da Possibile.
Guida alle elezioni di Napoli. Le cose da sapere sulle amministrative di giugno: candidati, alleanze, sondaggi e di cosa si parla in campagna elettorale.
John Venn fu il matematico e studioso di statistica inglese, vissuto tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, noto principalmente per aver introdotto stabilmente i diagrammi tondeggianti nella didattica matematica nella teoria degli insiemi: fu anche logico e filosofo, e nacque 180 anni fa a Kingston Upon Hull, nello Yorkshire. I diagrammi tondeggianti che presero il suo nome – e che siamo abituati a conoscere come cerchi o ellissi, ma possono essere curve chiuse diverse – sono utilizzati dagli studenti di tutto il mondo fin dalle scuole elementari: vengono chiamati appunto “diagrammi di Venn”, e sono un elemento centrale degli studi di statistica, logica, informatica e altri campi scientifici. Benché l’associazione di tali diagrammi con gli insiemi sia comunemente ritenuta immediata e intuitiva, essa deriva invece da una scelta grafica e logica precisa. John Venn era nato in una famiglia di antiche tradizioni religiose nel 1834 e studiò all’università a Cambridge: suo padre era reverendo e lui stesso divenne pastore anglicano prima di abbandonare la chiesa a 49 anni trovandola in contrasto col suo pensiero filosofico. Nel 1880 Venn pubblicò su una rivista di scienza e filosofia un articolo intitolato “On the Diagrammatic and Mechanical Representation of Propositions and Reasonings”, a proposito della rappresentazione grafica delle proposizioni: nell’articolo John Venn per la prima volta analizzò, canonizzò e mise in ordine una consuetudine già presente nello studio delle proposizioni filosofiche, statistiche e matematiche.
John Venn e i suoi diagrammi. Il matematico britannico a cui si deve l'introduzione stabile dei diagrammi curvi nella didattica matematica sugli insiemi, quelli che impariamo a scuola, nacque 180 anni fa.
Un comma del decreto sul federalismo fiscale municipale approvato dal Senato lo scorso 4 agosto contiene il taglio a una delle misure fiscali più controverse e contestate introdotte in Italia negli ultimi anni: l’esenzione dall’ICI per gli immobili di proprietà della Chiesa cattolica, anche per quelle non direttamente collegate a finalità di culto. La norma deve essere votata anche dalla Camera per diventare legge, quindi il parlamento può ancora modificarla, e comunque entrerebbe in vigore dal 2014 in poi. Le esenzioni fiscali che lo stato italiano garantisce alle istituzioni religiose comportano una perdita per l’erario di circa due miliardi di euro ogni anno. L’esenzione dell’ICI per la Chiesa fu introdotta nel 2005 dal governo Berlusconi, a pochi mesi dallo scioglimento delle camere e l’inizio della campagna elettorale. Un anno dopo il governo Prodi limò la normativa, prevedendo che l’esenzione dell’ICI si potesse applicare solo agli immobili dalle finalità “non esclusivamente commerciali”, ma quell’avverbio – “esclusivamente” – ha permesso alla Chiesa di usufruire dell’esenzione anche per strutture turistiche, alberghi, ospedali, centri vacanze, negozi: è sufficiente la presenza di una cappella all’interno della struttura.
Il governo costringe la Chiesa a pagare l’ICI? una norma in un decreto sul federalismo fiscale potrebbe far saltare i privilegi fiscali dal 2014, ma solo un pezzo.
Il direttore della CIA Leon Panetta – nominato un anno e mezzo fa da Barack Obama dopo essere stato deputato Democratico e capo di gabinetto della Casa Bianca ai tempi di Clinton – ha rilasciato ieri un’intervista a Jake Tapper per il programma della ABC “This Week”. L’intervista è stata ripresa da tutti i media del mondo, soprattutto per le valutazioni di Panetta su alcune questioni di sicurezza internazionale. Ecco le sue risposte più interessanti. 1. “(Sull’Afghanistan) ha ragione il presidente, siamo impegnati in una guerra molto dura. Ci sono problemi molto seri. È un paese che ha problemi di governo, di corruzione, di traffico di droga, di resistenza dei talebani. E però l’obiettivo fondamentale è di annientare e smantellare Al Qaida e i suoi alleati in modo che non attacchino mai più questo paese. Stiamo facendo progressi: è più dura e più lenta di quello che chiunque avesse previsto. Assistiamo a un aumento della violenza, soprattutto nelle province di Kandahar e di Helmand. La nostra è la strategia giusta? Pensiamo di sì, avremo aggiunto 100 mila soldati per la fine di agosto. Se li sommiamo ai 50 mila della NATO sono 150 mila. È una forza piuttosto significativa”
Come la vede il capo della CIA. Afghanistan, Corea del Nord, bin Laden: dodici cose che ha detto ieri Leon Panetta sulla sicurezza internazionale.
Oggi il presidente del Consiglio, Mario Monti, e il presidente francese François Hollande si sono incontrati a Lione per un summit bilaterale tra Italia e Francia. Alla riunione hanno partecipato diversi ministri dei governi dei due paesi, ribadendo impegni e collaborazioni su diversi fronti dalla politica europea a quella economica, passando anche per la controversa questione della linea ferroviaria ad alta velocità (TAV) tra Torino e Lione. Italia e Francia hanno confermato il loro impegno per la realizzazione dell’infrastruttura, che ridurrà i tempi di percorrenza dei convogli e che è parte del “Progetto prioritario 6” per la realizzazione di una linea Lione – Trieste – Budapest, con il proseguimento fin verso il confine ucraino. (La TAV in 11 punti)
Ci sono novità sulla TAV? monti e Hollande si sono visti a Lione, hanno detto di voler andare avanti ma non hanno risolto la questione al centro della discussione: chi la pagherà?.
In futuro, quando alzeremo gli occhi al cielo dopo aver visto una pubblicità che non ci piace, potremmo ritrovarci a osservarne un’altra mostrata direttamente dalla stratosfera. StartRocket, una società russa con piani molto ambiziosi (e dall’incerto futuro), sostiene di essere al lavoro per costruire piccoli satelliti da spedire in orbita, con lo scopo di usarli come tabelloni pubblicitari per mostrare messaggi promozionali nel cielo notturno. Il progetto è l’ultimo di una serie di iniziative simili organizzate da altre aziende, nate negli ultimi anni grazie ai costi sempre più bassi per costruire e inviare in orbita nuovi satelliti. Nelle scorse settimane, StartRocket ha annunciato di essere a buon punto con il suo piano per le pubblicità orbitali, e di prevedere di mostrare le prime a partire dal 2021. Ha inoltre detto di avere raggiunto un primo accordo con il produttore di bibite Pepsi, che sarebbe stato il suo primo cliente a farsi pubblicità dallo Spazio. Nei giorni seguenti, anche in seguito a diverse critiche circolate online, Pepsi ha smorzato gli entusiasmi di StartRocket, confermando di avere stretto un accordo per un “test preliminare”, ma di non avere ancora intenzione di mostrare il proprio logo e altri annunci pubblicitari dallo Spazio.
Quelli che vogliono fare pubblicità dallo Spazio. Una società russa vuole usare una costellazione di piccoli satelliti per mostrare annunci dall'orbita terrestre: ma non è sola, e gli astronomi sono preoccupati.
Oggi il Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista al Cardinale Martini, morto ieri, definendola “l’ultima intervista”: le parole severe di Martini nei confronti della Chiesa sono state molto riprese sui siti italiani e internazionali. Padre Georg Sporschill, il confratello gesuita che lo intervistò in Conversazioni notturne a Gerusalemme, e Federica Radice hanno incontrato Martini l’8 agosto: «Una sorta di testamento spirituale. Il cardinale Martini ha letto e approvato il testo».
«La Chiesa è indietro di 200 anni». L'ultima intervista al cardinale Martini, pubblicata oggi sul Corriere della Sera, è molto severa.