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Il Consiglio di presidenza del Senato ha deciso all’unanimità la cancellazione dei vitalizi per i suoi ex membri, a partire dai senatori eletti nella prossima legislatura. Di recente il Senato si era impegnato in tal senso approvando alcuni ordini del giorno. La questione dell’abolizione dei vitalizi già erogati, invece, è stata sempre considerata molto problematica da affrontare: il vitalizio è di fatto un diritto acquisito e sarebbero probabilmente bastati un paio di ricorsi per annullare l’improvvisa interruzione della sua erogazione per chi lo riceve già. «Giuridicamente non eravamo competenti», ha detto Benedetto Adragna, questore del Senato, a proposito dei vitalizi già erogati. Non è ancora chiaro se e quale sistema sarà impiegato al posto dei vitalizi, Adragna ha detto che sarà concordato con la Camera. La funzione originaria dei vitalizi era permettere a un cittadino di svolgere il ruolo di parlamentare – e quindi mettersi in aspettativa, licenziarsi o chiudere la propria impresa – senza temere di non avere più un reddito conclusa la legislatura. La loro erogazione però è sempre stata molto contestata, per la loro assegnazione indiscriminata anche a chi non aveva lasciato una professione prima di essere eletto in Parlamento e a chi dopo l’uscita dal Parlamento percepiva comunque redditi da altre professioni. Per un lungo periodo, per assicurarsi il vitalizio era sufficiente insediarsi in Parlamento. Oggi serve aver fatto il parlamentare per un’intera legislatura.
Il Senato abolisce i vitalizi, quasi. Solo dalla prossima legislatura, e bisognerà vedere cosa farà la Camera.
Ci sono molte ragioni per seguire una sfilata della casa di moda americana Marchesa, non ultima la moltitudine di abiti da fiaba per cui è famosa. Durante la Settimana della moda di New York di febbraio quando Georgina Chapman e Keren Craig, le due stiliste fondatrici, presentano la loro collezione di abiti da sera per l’autunno, l’evento diventa un gioco a indovinare quale star degli Oscar indosserà cosa. Sono infatti moltissime le celebrità ad scelto per il red carpet abiti del marchio: Emma Watson, Penélope Cruz, Eva Longoria, Kristen Stewart, Cameron Diaz, Halle Berry e Jennifer Lopez, oltre a Sandra Bullock che ne indossava uno quando vinse l’Oscar come Migliore attrice protagonista per The Blind Side, nel 2010. Sandra Bullock con un abito Marchesa e l’Oscar per Miglior attrice protagonista per The Blind Side, 7 marzo 2010 (Jason Merritt/Getty Images)
Chi indosserà questi abiti agli Oscar? sono quelli della casa di moda Marchesa, scelta più volte dalle star per il red carpet: all'ultima sfilata ce n'erano due particolarmente adatti, pieni di tulle e balze.
Il prossimo 5 giugno a Novara si vota per rinnovare sindaco e giunta. Anche qui, come in altre città, il PD ricandida l’attuale sindaco, Andrea Ballarè, 49 anni; e anche qui il centrodestra ha discusso a lungo ma alla fine non è riuscito a presentare un candidato unico. I candidati I candidati a sindaco a Novara sono sette. Andrea Ballarè, sindaco uscente, nel 2011 era stato sostenuto dal centrosinistra e dalla sinistra (PD, SEL, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani). Ora invece lo sostengono il PD e alcune liste civiche. Ballarè è del 1967, è commercialista e presidente regionale dell’ANCI. Forza Italia sostiene invece Daniele Andretta, ex assessore, attuale consigliere comunale di minoranza, commercialista; la Lega Nord e Fratelli d’Italia appoggiano Alessandro Canelli, ex assessore provinciale e attuale consigliere comunale di minoranza appoggiato anche da alcuni “dissidenti” di Forza Italia confluiti nella lista “Forza Novara”, che inizialmente aveva presentato un simbolo identico a quello di Forza Italia e che dopo un ricorso è stato modificato.
Guida alle elezioni di Novara. Il sindaco uscente del PD si ricandida, il centrodestra è diviso e la candidata del M5S è stata criticata perché "madre di cinque figli".
La protesta di FLI (Foto Mauro Scrobogna /LaPresse) La protesta di FLI (Foto Mauro Scrobogna /LaPresse)
Storia e foto di proteste in Parlamento. Il "bivacco di manipoli" evocato durante la seduta della Camera di ieri, necessita di un bignamino storico.
Secondo un’analisi del Fondo Monetario Internazionale, a causa della pandemia di COVID-19 e in assenza di interventi a sostegno dell’economia il tasso di fallimento delle piccole e medie imprese potrebbe triplicare nel corso del 2020, dal 4 al 12 per cento. L’Italia è uno dei paesi europei con il maggior numero di piccole e medie imprese, ha in particolare un grandissimo numero di microimprese: tra i 17 paesi presi in considerazione dall’analisi del FMI, è quello dove il tasso di fallimento di queste aziende sarebbe più alto, per diminuzione della domanda e per l’alta percentuale di ambienti di produzione in cui i lavoratori stanno a stretto contatto. Più un’azienda è piccola infatti, più è esposta al fallimento, perché è più difficile che riceva prestiti per riuscire a resistere nei periodi di difficoltà.
Come aiutare le piccole e medie imprese a superare la pandemia. In Italia sono molte e molto importanti: Banca Ifis ha studiato come stanno le cose e si è data da fare per le loro nuove esigenze.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 14.218 nuovi casi positivi da coronavirus e 377 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 21.717 (177 in meno di ieri), di cui 2.142 nei reparti di terapia intensiva (9 in meno di ieri) e 19.575 negli altri reparti (168 in meno di ieri). Sono stati analizzati in totale 148.560 tamponi molecolari e 121.947 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata dell’8,8 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,9 per cento. Nella giornata di giovedì i contagi registrati erano stati 13.659 e i morti 421. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (2.504), Campania (1.665), Emilia-Romagna (1.364), Puglia (1.215) e Lazio (1.141).
I dati sul coronavirus in Italia di venerdì 5 febbraio.
Dropbox, l’azienda statunitense che offre servizi per conservare i propri file online, si sta preparando per una delle quotazioni in borsa più attese di quest’anno. Ieri, lunedì 12 marzo, la società ha presentato i suoi piani per la quotazione, fissando un prezzo per le azioni tra i 16 e i 18 dollari. L’offerta pubblica iniziale potrebbe fruttarle circa 648 milioni di dollari, portandola a un valore di mercato intorno ai 7,5 miliardi di dollari. La stima è provvisoria, ma colloca Dropbox ben al di sotto delle precedenti previsioni degli analisti, che avevano ipotizzato 10 miliardi di dollari basandosi sulle grandi somme di denaro raccolte in questi anni dai finanziatori dell’azienda, soprattutto venture capitalist. La differenza dimostra quanto gli investitori tradizionali inizino a nutrire qualche diffidenza nei confronti delle startup di Internet che si quotano sui mercati, anche viste le recenti esperienze di Snapchat. Fondata nel 2007, Dropbox è stata una delle prime aziende a offrire i cosiddetti “servizi cloud” per memorizzare i propri file e backup non sul computer, ma in centri dati collegati a Internet, rendendoli accessibili da qualsiasi altro dispositivo usando un account. All’epoca il servizio era già molto promettente e si racconta che avesse attirato l’attenzione di Apple e del suo cofondatore, Steve Jobs. Nel 2009 Apple fece un’offerta ai proprietari di Dropbox per rilevarla, ma fu gentilmente respinta. Jobs cercò di persuadere i suoi interlocutori, ricordandogli che se non avessero accettato avrebbero dovuto affrontare la diretta concorrenza di Apple. In mancanza di un accordo, Apple proseguì per la propria strada e infine realizzò iCloud.
Dropbox si prepara a entrare in borsa. La quotazione è molto attesa e potrebbe portare a una valutazione di 7,5 miliardi di dollari, ma l'azienda vuole andarci piano.
Tra le cose per cui forse ricorderemo il 2018 potrebbero esserci i monopattini elettrici, che come per i servizi di “bike sharing” si prenotano con un’app, si prendono e si lasciano dove si vuole al termine della corsa. In Italia i primi si sono visti questo autunno a Milano, ma in molti altri paesi i servizi di noleggio di monopattini elettrici sono diventati molto popolari nel giro di pochi mesi: negli Stati Uniti, per esempio, si stima che il mercato dei monopattini generi ogni giorno 1 milione di dollari di fatturato. Oltre ai consueti problemi dei molti servizi legati a mezzi di trasporto che negli ultimi anni hanno provato a farsi largo su strade e marciapiedi – da Uber a Mobike –, i monopattini elettrici ne hanno però uno in più: il freddo. I monopattini sono perfetti per la bella stagione, ma con l’arrivo dell’inverno, della pioggia e della neve, non sono proprio il mezzo migliore da utilizzare per spostarsi in città. Per rimediare a questo problema le due maggiori start-up di monopattini elettrici a noleggio negli Stati Uniti stanno adottando una nuova tattica, presa in prestito dai volatili: quando fa freddo, migrano a Sud. Un portavoce di Lime, una delle due maggiori aziende americane del settore insieme a Bird, ha raccontato al Financial Times che, quando le condizioni meteorologiche di una città non sono favorevoli, la società provvede a trasferire i monopattini in posti in cui il clima è più favorevole.
La migrazione dei monopattini elettrici. Andare in monopattino quando piove o nevica può essere un problema, ma le società che li noleggiano hanno una soluzione al calo di clienti: spostare i loro mezzi in posti più caldi.
Visitare Milano – per la prima o per l’ennesima volta – vuol dire confrontarsi con una serie di luoghi comuni che coinvolgono la città da anni, e che in molti casi sono veri solo in parte, esagerati o palesemente falsi: prendete la nebbia, per esempio, un fenomeno che è diventato sempre più raro. I luoghi comuni riguardano anche le cose da fare e da vedere a Milano: se arrivate a Milano da turisti probabilmente penserete che la città si limiti alle vie del centro, con Duomo, Galleria, Castello Sforzesco e Teatro alla Scala. Magari finirete per visitare Brera per la Pinacoteca, la Basilica di Sant’Ambrogio e poi forse il Cenacolo (se vi prenotate per tempo), e ripartirete pensando di aver visto tutto quello che c’era da vedere. Ma Milano negli ultimi vent’anni è cambiata moltissimo, aggiungendo molti posti e attività interessanti a quelle che esistono da decenni, se non da secoli. Per questo motivo abbiamo messo insieme una lista dei 30 luoghi della città che chi non conosce bene Milano probabilmente ignora, ma che meriterebbero di essere visitati: dai moderni quartieri di City Life e Porta Nuova a quelli meno recenti ma anche meno visitati come la Maggiolina, passando per monumenti nascosti in vie secondarie e locali dove prendere un aperitivo o mangiare qualcosa di diverso dalla classica cotoletta, e tenersi alla larga dal centro come fa la gran parte delle persone che vivono a Milano. Alla fine ve le mettiamo anche tutte bene in ordine, in una mappa.
30 e più cose da vedere a Milano. Una guida per chi non la conosce bene ma vuole andare oltre i soliti posti (che comunque meritano).
Nella notte tra domenica e lunedì la 90esima cerimonia degli Oscar ha assegnato 24 premi, ma quello di cui ci si ricorderà è soprattutto quello per il Miglior film. Negli ultimi tre anni hanno vinto Birdman, Il caso Spotlight e Moonlight; quest’anno ha vinto La forma dell’acqua. Di questi è facile sapere almeno qualcosa, magari anche senza averli visti: ed è facile sapere qualcosa anche di alcuni grandi film che l’Oscar più importante l’hanno vinto qualche anno o decennio fa, come Il Gladiatore nel 2001, Il silenzio degli innocenti nel 1992 o Rocky nel 1977. Anche andando ancora più indietro, hanno vinto l’Oscar per il Miglior film Casablanca, Via col vento o Lawrence d’Arabia. Sono grandi classici: tanti li hanno visti, praticamente tutti li conoscono almeno un po’. Ma tra i Migliori film della storia degli Oscar ce ne sono anche altri che sono rimasti un po’ di meno, almeno nei discorsi di quello che si chiama “grande pubblico”. Ne abbiamo scelti otto, partendo dagli anni Trenta e arrivando a quello che vinse nel 2010.
L’hanno vinto anche loro. Volete vedere un bel film, stasera? Questi sette hanno vinto l'Oscar ma li ricordiamo meno di altri.
Il regista francese Michel Gondry (quello di Se mi lasci ti cancello, tra le altre cose) ha diffuso sulla sua pagina Facebook il trailer del suo nuovo film, Microbe et Gasoil, che uscirà in Francia il prossimo 8 luglio. Il film racconta la storia di due ragazzini (interpretati da Ange D’Argent e Théophile Baquet) che decidono di costruire una bizzarra macchina a forma di casa e di intraprendere un viaggio da soli attraverso la Francia. Del cast fa parte anche l’attrice francese Audrey Tautou. Microbe et Gasoil Bande AnnonceLa bande-annonce de Microbe et Gasoil , mon nouveau film, vient d’arriver ! Alors en attendant sa sortie au cinéma le 8 juillet, j’espère qu’elle vous plaira !My new film, MICROBE AND GAZOLINE now has a french trailer. I’ll let you know once I get an english subtitled one. Hope you like it !
Il trailer del nuovo film di Michel Gondry. Si chiama "Microbe et Gasoil" e uscirà in Francia il prossimo 8 luglio.
Il 26 ottobre la sindaca di Roma Virginia Raggi ha rimproverato la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi per il fatto che durante la riunione della Commissione l’acqua per i suoi membri era stata fornita in bottigliette di plastica e non in brocche di vetro. Raggi si è lamentata del fatto che le bottiglie di plastica una volta utilizzate devono essere smaltite come rifiuti, al contrario delle brocche di vetro. Al tema del consumo di acqua e bevande vendute in bottiglie di plastica il New York Times ha da poco dedicato un breve quiz per mettere alla prova le conoscenze dei propri lettori e sensibilizzarli verso un utilizzo più sostenibile dei contenitori di plastica. Raggi ha ragione, insomma: produrre bottiglie di plastica e smaltirle ha un costo, sia economico che ambientale, dato che per produrre le bottiglie si emettono gas serra e almeno il 32 per cento degli imballaggi di plastica di tutto il mondo viene disperso nell’ambiente, anziché riciclato. Dal 1950 al 2009 la produzione di plastica è aumentata da 5,5 milioni a 100 milioni di tonnellate. Nel 2007 furono venduti più di 200 miliardi di litri d’acqua in bottiglia, principalmente in Europa e nel Nord America. Gli Stati Uniti sono il primo paese per consumo di acqua in bottiglia: la metà dei cittadini americani – cioè circa 160 milioni di persone – beve principalmente acqua acquistata in bottiglie di plastica, e nel 2015 in tutto il paese sono stati venduti 49,4 miliardi di bottiglie d’acqua. Nello stesso anno in media ogni cittadino americano ha comprato anche 62 bottiglie di plastica contenenti bevande gasate. In Italia, che secondo il Censis è il paese europeo per consumo di acqua minerale, nel 2015 il 65 per cento delle bottiglie in cui l’acqua è stata venduta era fatto di plastica. Nel 2015 il consumo di acqua in bottiglia per ogni italiano è stato di 208 litri d’acqua, in proporzione persino più alto di quello degli americani. Il dato inoltre è molto aumentato rispetto agli anni precedenti: nel 2014 era di 192 litri a testa.
Usiamo troppe bottiglie di plastica. L'Italia è il paese che consuma più acqua minerale in Europa: è un problema, dato che per ora si ricicla solo il 25 per cento degli imballaggi in plastica.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha ordinato la sospensione per una settimana dei voli provenienti dal Bangladesh, dopo aver discusso del provvedimento nel Consiglio dei ministri di ieri con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La decisione di fermare i voli in arrivo dal Bangladesh è stata presa dopo che il 6 luglio, sull’ultimo aereo arrivato a Roma da Dacca, era stato accertato «numero significativo di casi positivi alla COVID-19». Sempre a Roma nei giorni precedenti erano stati confermati altri casi di positività di passeggeri provenienti dal Bangladesh (per un totale di 39), un picco che aveva spinto il presidente della regione Nicola Zingaretti a firmare un’ordinanza che prevedeva che i passeggeri in arrivo dal Bangladesh si sottoponessero, al loro arrivo, al test sierologico e a quello molecolare.
L’Italia ha sospeso i voli dal Bangladesh.
Da alcuni giorni va avanti una polemica fra il celebre attore americano George Clooney e il tabloid britannico Daily Mail, che lunedì 7 luglio aveva pubblicato sul proprio sito la notizia che la madre della fidanzata di Clooney – l’avvocato e attivista anglo-libanese Amal Alamuddin – sarebbe contraria al matrimonio della figlia sulla base delle proprie convinzioni religiose. La notizia era apparsa anche sull’edizione cartacea del giornale il giorno successivo. Mercoledì 9, George Clooney aveva pubblicato sul sito di USA Today una lunga smentita, a cui sono seguite le scuse del giornale e la rimozione dell’articolo dal sito (l’articolo originale si può ancora vedere qui). Clooney, in un comunicato diffuso l’11 luglio, ha detto però di non volere accettare le scuse del Daily Mail, che ha definito «un tabloid della peggior specie. Uno che inventa le notizie a danno dei propri lettori». Dall’inizio Secondo il pezzo del Daily Mail, Baria Alamuddin, la madre di Amal, si oppone al matrimonio fra Clooney e sua figlia poiché sarebbe di fede drusa, una religione monoteista derivata dall’Islam i cui seguaci vivono prevalentemente in Siria e in Libano. Secondo quanto riportava l’articolo del Daily Mail, Baria Alamuddin ha detto «a metà Beirut» che sua figlia avrebbe dovuto sposare un uomo di fede drusa. Come riporta Slate, nell’articolo era anche contenuto questo paragrafo:
George Clooney contro il Daily Mail. Per la pubblicazione di una notizia falsa sulla madre della sua fidanzata (e ha poi rifiutato le scuse del tabloid britannico).
Facebook ha introdotto un assistente personale che funziona in modo molto simile a Siri, quello per iPhone. Anche Google e Windows ne hanno uno: si chiamano “Google Now” e “Cortana”. L’assistente di Facebook si chiamerà semplicemente “M” e funzionerà indipendentemente dal tipo di sistema operativo utilizzato dallo smartphone. “M” infatti è uno strumento interno all’app “Messenger” di Facebook: per usarlo basta aprirla e selezionare “M” come se fosse uno qualsiasi dei vostri contatti Facebook. “M” assisterà gli utenti in compiti come cercare e prenotare un ristorante, inviare dei regali o prenotare degli alberghi per le vacanze. Per il momento è ancora in fase di prova: lo stanno usando un po’ di utenti Facebook nell’area di San Francisco. Per averlo in Europa e in italiano probabilmente ci vorrà ancora un po’. La novità di M rispetto a Siri e agli altri assistenti personali è che, mentre questi funzionano esclusivamente in base a un’intelligenza artificiale, M è un sistema ibrido che usa sia l’intelligenza artificiale sia la supervisione e l’intervento da parte di alcuni impiegati di Facebook. In questo modo M permette di fare cose, come comprare i biglietti, che gli altri assistenti personali non possono ancora fare. Chi utilizzerà il servizio comunque non sarà in grado di dire se e quanto intervento umano ci sia dietro ogni operazione. M non raccoglie i dati degli utenti, coma fa per esempio Google Now, ma è in grado di imparare da ciò che gli viene scritto: all’inizio sarà un po’ difficile che riesca a individuare gusti e necessità ma dopo un po’, secondo gli sviluppatori, diventa più efficiente.
“M”, l’assistente personale di Facebook. È una specie di Siri, ma scrive invece di parlare: e quelli di Facebook dicono che sarà in grado di fare più cose.
Negli ultimi due giorni l’account su Twitter del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è stato usato per dare informazioni ai cittadini sulle condizioni della città in seguito alle recenti nevicate. Alemanno, o chi per lui, ha risposto a decine di domande degli iscritti al suo profilo, dando consigli e suggerimenti su cosa fare per affrontare l’emergenza. La maggior parte delle domande sono state sulla scelta iniziale di non chiudere le scuole in città e di sospendere solo l’attività didattica. La decisione ha portato a numerosi fraintendimenti, specialmente quando ieri è stata infine decisa la chiusura delle scuole. Prendendo spunto dal profilo Twitter di Alemanno, qualcuno ieri ha creato sul social network un profilo fasullo del sindaco di Roma e ha iniziato a inviare numerosi messaggi decisamente surreali.
L’account fasullo di Alemanno su Twitter. Si è messo a dare consigli sull'emergenza neve e ci sono cascati in molti.
Dal 6 dicembre otto regioni e una provincia autonoma cambieranno colore, grazie al miglioramento della situazione legata all’epidemia da coronavirus. Campania, provincia autonoma di Bolzano, Valle d’Aosta e Toscana passeranno dall’area rossa all’area arancione (e si aggiungeranno a Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte). Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria passeranno dall’area arancione a gialla (e si aggiungeranno a Lazio, Liguria, Molise, provincia autonoma di Trento, Sardegna, Sicilia e Veneto). L’unica regione a rimanere nell’area rossa sarà l’Abruzzo. !function(){"use strict";window.addEventListener("message",(function(a){if(void 0!==a.data["datawrapper-height"])for(var e in a.data["datawrapper-height"]){var t=document.getElementById("datawrapper-chart-"+e)||document.querySelector("iframe[src*='"+e+"']");t&&(t.style.height=a.data["datawrapper-height"][e]+"px")}}))}();
Dal 6 dicembre otto regioni cambieranno colore. Oltre alla provincia autonoma di Bolzano: lo ha deciso il governo sulla base degli ultimi dati settimanali sull'epidemia da coronavirus.
L’Economist ha trovato un modo piuttosto originale di rendere omaggio a David Bowie, uno dei più importanti musicisti della storia del rock morto il 10 gennaio per un cancro. Nel numero uscito giovedì 14 gennaio, nella rubrica di due pagine dedicata alle notizie politiche ed economiche più importanti della settimana, ogni paragrafo è stato titolato con una canzone o un film di David Bowie che fosse in qualche modo legato o pertinente al testo successivo: il paragrafo che parla dei successi del partito moderato tunisino Movimento della Rinascita è intitolato “Changes”, come una celebre canzone di Bowie del 1971; quello sull’ultimo appassionato discorso sullo Stato dell’Unione di Barack Obama è titolato “The man who fell to earth” (“L’uomo che cadde sulla Terra”), come un omonimo film con protagonista Bowie del 1976, e così via. Great Bowie tribute by @TheEconomist, if you look carefully. pic.twitter.com/drlIRpgflJ
David Bowie, il sottile omaggio dell’Economist. Una delle sezioni del numero di questa settimana ha usato come titoletti dei paragrafi solo canzoni o film del celebre artista rock.
Il mondo della moda – che si tratti di biografie di stilisti o modelle o servizi su un singolo stile – è stato raccontato in innumerevoli documentari e film. Molti di questi si possono guardare in streaming, sia su Netflix, indicizzati sotto la parola chiave “Fashion”, che su SkyGo, il servizio streaming di Sky, specialmente sul canale Sky Arte. Abbiamo raccolto tutti quelli disponibili nei prossimi mesi, dai documentari su Iris Apfel o Diana Vreeland al successo degli stilisti Jeremy Scott a Moschino e Raf Simons da Dior.
La moda su Netflix e SkyGo. Tutti i film e i documentari su stilisti, figure leggendarie e modelle che si possono guardare in streaming ora e nei prossimi mesi.
Sono settimane in cui chi può — e ha il tempo di farlo — si ingegna per trovare nuovi passatempi e modi per distrarsi senza uscire di casa. Un’idea tra le tante potrebbe essere quella di provare una piattaforma di audiolibri, cosa che anche i lettori più appassionati potrebbero non aver ancora avuto modo di fare da quando, qualche anno fa, questi servizi hanno cominciato a diffondersi anche in Italia. Gli audiolibri potrebbero essere una soluzione interessante anche per i genitori che non sanno più come intrattenere i propri figli: sulle principali piattaforme come Audible e Storytel, i titoli per bambini sono parecchi. Questo mese il catalogo di Storytel, che ogni mese propone già normalmente decine di novità, si arricchisce eccezionalmente di 180 nuovi audiolibri del Gruppo Mondadori: non sono in esclusiva, quindi potreste trovarli anche su altre piattaforme, ma sono disponibili tutti da oggi e vanno ad aggiungersi alle novità in esclusiva in uscita nei prossimi giorni, oltre al già corposo catalogo messo insieme da Storytel nel tempo. Chi vorrebbe provare Storytel, può iscriversi da questo link per avere diritto a una prova gratuita di 30 giorni invece di 14. Dopodiché l’abbonamento costa 9,99 euro al mese, ma si può disdire quando si vuole.
Le novità di aprile su Storytel. Che questo mese sono un bel po' di audiolibri, tra gialli, racconti, poesie, romanzi, saggi e libri per bambini.
Il ministero della Salute ha autorizzato l’uso dei test su campioni di saliva per individuare i contagi da coronavirus. I cosiddetti test salivari potranno essere utilizzati quando non è possibile ottenere un tampone molecolare o un test rapido antigenico, le due tipologie autorizzate finora. Il ministero ha concesso l’autorizzazione con una serie di prescrizioni e accorgimenti: dovranno essere eseguiti «preferibilmente entro i primi cinque giorni dall’inizio dei sintomi» e inoltre sono indicati negli individui asintomatici solo se sottoposti a screening ripetuti «per motivi professionali o di altro tipo, per aumentare l’accettabilità di test ripetuti». In particolare possono essere utilizzati nelle RSA e nelle scuole, ma anche negli ospedali.
Per trovare i contagi da coronavirus si potranno usare anche i test salivari.
Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista specializzata Journal of Applied Microbiology, i nuovi modelli di asciugamani elettrici che si sono diffusi un po’ ovunque negli ultimi anni – quelli in cui si infilano le mani dall’alto, per capirci – diffondono nell’aria molti più microbi rispetto ai vecchi modelli o agli asciugamani di tessuto. Lo studio è stato ripreso da diversi importanti giornali e siti internazionali come il Guardian, ABC News e Ars Technica, ed è stato criticato da Dyson, la principale società che produce asciugamani elettrici di nuova generazione. @kron4news Hi, this study was conducted under artificial conditions, on contaminated hands that hadn’t been washed: https://t.co/prJHOITyKB
Gli asciugamani elettrici aiutano la diffusione dei virus? lo sostiene un nuovo studio dell'università di Westminster, contestato però da Dyson, la principale azienda che li produce.
Da lunedì 21 giugno tutte le regioni italiane sono in zona bianca, a eccezione della Valle d’Aosta che rimarrà in zona gialla almeno fino alla fine della settimana. Alle regioni che erano già in zona bianca si sono aggiunte Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Sicilia, Toscana e la provincia autonoma di Bolzano. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva firmato la nuova ordinanza sulla base delle indicazioni della cabina di regia e del monitoraggio settimanale dei dati che monitorano l’andamento dell’epidemia. Per entrare in zona bianca, le regioni devono rimanere sotto la soglia di 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti per tre settimane consecutive. La Valle d’Aosta tre settimane fa era stata l’unica regione a superare seppur di poco la soglia dell’incidenza e dovrà aspettare un’altra settimana prima di capire se potrà entrare in zona bianca. Al momento i dati dicono che l’andamento dei nuovi casi in Valle d’Aosta è contenuto.
Da lunedì quasi tutta l’Italia è in zona bianca. L'unica regione che rimane in zona gialla è la Valle d'Aosta.
L’azienda svedese di arredamento IKEA ha annunciato che non pubblicherà più il suo annuale catalogo cartaceo, una pubblicazione diventata un simbolo dell’azienda, nonché uno dei suoi principali strumenti di marketing. D’ora in poi il catalogo di IKEA sarà solamente digitale. IKEA, che è stata fondata in Svezia da Ingvar Kamprad nel 1943, ha pubblicato il suo primo catalogo annuale nel 1951 dopo che nel 1950 aveva iniziato a vendere mobili (prima era una società di ordini per corrispondenza).
IKEA non pubblicherà più il suo catalogo cartaceo. Dopo più di 70 anni, a causa dell'aumento delle vendite online.
Il fiume Brenta nasce in Trentino-Alto Adige, scende per Bassano del Grappa e Cittadella, attraversa la provincia padovana e finisce nel veneziano. Contribuì all’origine della laguna, e proprio i veneziani ne deviarono il corso nel Seicento, portandolo a sfociare nel mare Adriatico per proteggere le acque basse della laguna da sedimenti e alluvioni. Da almeno quarant’anni il suo nome è associato anche a una delle organizzazioni criminali più particolari nella storia italiana, la cosiddetta “Mala del Brenta”, che controllò per anni la malavita nel Triveneto per poi sparire completamente per mano del suo stesso capo, dopo essere stata riconosciuta dalla giustizia come la prima – e ancora unica – organizzazione mafiosa originaria del Nord Italia. Il capo della Mala del Brenta fu Felice Maniero, la cui iniziativa criminale portò alla creazione di un’associazione di bande locali che ottenne il controllo totale delle attività illecite nelle province di Venezia e Padova e incontrastato in quelle di Treviso e Vicenza, oltre che nei centri del Friuli Venezia Giulia. L’immagine di Maniero fu quella di un capo sui generis. Si dimostrava molto più giovane di quello che era — da qui il soprannome “Faccia d’angelo” — parlava con una voce stridula e viveva con la madre, con la quale aveva un rapporto molto stretto. La morte del padre per un tumore allo stomaco lo aveva fatto diventare ipocondriaco, motivo per il quale si nutriva principalmente di riso bianco e mele, certo di avere anche lui la stessa malattia. Soffriva di germofobia e in alcuni periodi la paura di contrarre malattie diventava tale da costringerlo a isolarsi a lungo in casa.
Cosa fu la Mala del Brenta. Quarant’anni fa lo Stato capì che a Venezia e dintorni stava succedendo qualcosa: era iniziata la strana storia della mafia veneta, la prima e unica organizzazione mafiosa nata al Nord.
In un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera, Walter Ricciardi dell’OMS (da inizio settimana consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza) ha spiegato che per quanto riguarda i contagi da coronavirus “i casi verificati sono circa 190, confermati dall’Istituto Superiore di Sanità”. Le sue dichiarazioni hanno portato a qualche confusione, considerato che nell’ultimo aggiornamento di mercoledì 26 febbraio alle 18 la Protezione Civile aveva parlato di oltre 400 contagiati da coronavirus, circa il doppio. Giovedì mattina, il numero complessivo di contagi comunicati dalle regioni è stato 528, a fronte dei 282 verificati dall’Istituto Superiore di Sanità. Per capire la differenza tra le due stime, che in realtà non sono tra loro in contraddizione, è utile capire come vengono svolti i test. Tampone Quando una persona ha sintomi che possono far sospettare la presenza della COVID-19, la malattia causata dal coronavirus, i medici possono decidere di disporre un test per verificare l’eventuale presenza del virus. L’esame per il paziente è piuttosto semplice: un operatore sanitario utilizza un tampone, una specie di cotton fioc allungato, che viene inserito nel naso o nella bocca per prelevare un poco di muco o di saliva. Il prelievo viene fatto in questo modo perché il coronavirus infetta soprattutto le vie aeree, causando nei casi più seri polmoniti gravi, che nei pazienti anziani o con altri problemi di salute possono rivelarsi letali.
Come si contano i casi da coronavirus in Italia. Perché c'è una marcata differenza tra i dati comunicati dalla Protezione Civile e quelli certificati dall'Istituto Superiore di Sanità.
Marco Marsilio, il candidato di Fratelli d’Italia a capo della coalizione di centrodestra, ha vinto le elezioni regionali in Abruzzo con il 48 per cento dei voti. Ha superato il candidato del centrosinistra Giovanni Legnini, che ha ottenuto il 31 per cento, e la candidata del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi, che è arrivata appena sopra il 20. L’affluenza è stata del 53,12 per cento, molto inferiore rispetto al 61,55 per cento delle regionali del 2014 (alle politiche del 4 marzo 2018 era stata del 75,2 per cento). La vittoria di Marsilio era ampiamente prevista, ma dentro al risultato delle regionali in Abruzzo ci sono diverse notizie e valutazioni, che potrebbero avere delle conseguenze anche nei rapporti interni alla maggioranza di governo di Lega e M5S. Nella coalizione del centrodestra, infatti, la Lega ha ottenuto oltre il 27 per cento dei voti, risultando di gran lunga il primo partito e quasi raddoppiando la percentuale ottenuta alle elezioni politiche, quando aveva preso il 13,8. Forza Italia è il secondo partito della coalizione, con meno del 10 per cento (alle politiche aveva preso il 14,4) mentre Fratelli d’Italia, il partito di Marsilio, ha ottenuto circa il 6 per cento.
Il centrodestra ha vinto in Abruzzo. Marco Marsilio ha preso quasi il 50% (è andata bene la Lega), il centrosinistra è secondo con il 31% e il M5S è tornato sotto al 20%.
Il Tg3 ha intervistato stasera il ministro Brancher sulle polemiche intorno alla sua nomina e alla questione del legittimo impedimento. Il ministro, come vedete, non ha deluso gli appassionati della imbarazzante vicenda.
“L’Italia dopo che ha perso i mondiali se l’è presa con me”. Il ministro Brancher ogni giorno ne ha una: al Tg3 non sa quali siano le sue deleghe.
Domenica 18 giugno ci sarà la prima giornata nazionale dei piccoli musei, durante la quale si potranno visitare gratuitamente circa 170 musei in tutta Italia. La giornata è stata organizzata dall’Associazione Nazionale Piccoli Musei, fondata nel 2007 per valorizzare le loro caratteristiche specifiche e diverse da quelle dei grandi musei, come il loro legame con il territorio e le comunità locali. Tra gli altri, si potranno visitare il Museo del peperoncino di Maierà, in provincia di Cosenza, quello Etrusco di Populonia, in provincia di Livorno, e quello dei bottoni di Santarcangelo di Romagna, in provincia di Forlì-Cesena. 18 giugno Prima Giornata Nazionale dei #piccolimusei #apmusei, qui l'evento Facebook per aggiornamenti: https://t.co/G20JJmCalq #giornatapm pic.twitter.com/UsckRjvtKO
Oggi è la prima giornata nazionale dei piccoli musei. Se ne potranno visitare gratuitamente circa 170 in tutta Italia, e per ogni visitatore ci sarà un piccolo regalo.
Il 14 luglio la sonda spaziale della NASA New Horizons ha volato a 12.500 chilometri di distanza dalla superficie di Plutone ed è riuscita a scattare e mandare sulla Terra le migliori foto mai fatte al pianeta nano, distante dalla Terra 4,8 miliardi di chilometri. Il successo di New Horizons ci ha permesso di vedere immagini bellissime e inedite, dalla grande rilevanza scientifica. Grazie alle sue fotografie di Plutone, New Horizons è anche diventata uno degli argomenti più discussi e citati sui social network: la prima immagine di Plutone che la NASA ha condiviso su Instagram ha raggiunto 100mila “mi piace” in pochi minuti. La NASA è nata nel 1958 con la promessa, scritta nello Space Act, di impegnarsi a fornire “la più ampia e appropriata condivisione di informazioni relative alla sua attività e ai suoi risultati”. Gli ultimi giorni e gli ultimi anni di storia della NASA hanno mostrato che i social network si sono rivelati molto utili per mantenere quella promessa. Since my last update I got 155,000 miles closer to Pluto. Did I mention I'm going 31,000 mph? #PlutoFlyby
Il successo della NASA sui social network. Milioni di persone seguono i circa 500 account gestiti dall'agenzia spaziale statunitense: è merito dei contenuti, ma anche di un approccio originale e personale.
Domenica 12 aprile inizierà la quinta stagione di Game of Thrones, (Trono di Spade in Italia), la popolare serie tv di HBO ispirata alla saga fantasy scritta da George R.R. Martin. In Italia la serie, una delle più seguite e popolari degli ultimi anni, si potrà seguire in contemporanea su Sky Atlantic HD, a partire da lunedì 13 aprile. La serie ha un intreccio piuttosto complicato e con moltissimi personaggi: per chi ha bisogno di una rinfrescata, questo è un riassunto dell’ultimo episodio della quarta stagione. Occhio: da qui in poi ci sono spoiler per chi non ha visto la quarta stagione.
Game of Thrones, dove eravamo rimasti. La quinta stagione comincerà il 12 aprile negli Stati Uniti e il 13 in Italia: un ripassone per chi non si ricorda il complicatissimo episodio che ha chiuso la quarta.
Il numero di questo mese dell’Europeo è dedicato, all’avvio della Biennale dei Cinema di Venezia, alle dive più famose degli anni più ruggenti del cinema italiano, raccontate con una serie di articoli di Oriana Fallaci e Lietta Tornabuoni e molte belle fotografie. L’elenco è presentato da un’introduzione di Claudio Carabba. La ragazza cantava con voce soave: «Guardando le rose / sfiorite stamani / io penso: / domani / saranno appassite. / E tutte le cose / son come le rose / che vivono un giorno/ un’ora e non più». E vai col refrain: «Ma l’amore no / l’amore mio non può / disperdersi nel vento / con le rose. / Tanto è forte / che non cederà / non sfiorirà. / Io lo veglierò / io lo difenderò / da tutte quelle insidie velenose / che vorrebbero strapparlo al cuor, / povero amor».
Sorelle d’Italia. Le attrici più leggendarie degli anni epici del cinema italiano, raccontate e mostrate sul nuovo Europeo.
Per via della condanna di Silvio Berlusconi, si è tornati a parlare con una certa insistenza della possibilità che Marina Berlusconi prenda il posto del padre alla guida del centrodestra italiano (qualunque sarà la sua forma e il suo nome nel prossimo futuro). Non si tratta di voci nuove e ipotesi del genere sono sempre state smentite dalla diretta interessata, una delle più importanti manager italiane. Ma negli ultimi giorni le ipotesi hanno conosciuto una specie di escalation, oltrepassando i confini dei retroscena politici: venerdì l’Independent l’ha definita “l’erede apparente”, lunedì ne ha scritto il Financial Times, martedì ne ha scritto Giuliano Ferrara sul Foglio, solitamente molto ben informato sulle cose berlusconiane. E quindi, che piaccia o no, sarà il caso di cominciare a occuparsene: non fosse altro per sapere chi è, Marina Berlusconi, a parte la figlia di Silvio Berlusconi. Innanzitutto non si chiama Marina. Si chiama Maria Elvira, conosciuta da tutti come Marina, ed è la prima figlia di Silvio Berlusconi. Compirà 47 anni sabato prossimo, il 10 agosto. È nata nel 1966, quando suo padre era un imprenditore trentenne e già da qualche anno si dava da fare nel settore dell’edilizia milanese. Berlusconi era sposato da due anni con la sua prima moglie, Carla Dall’Oglio (madre e figlia condividono il secondo nome, Elvira). A proposito della madre, Marina ha detto diversi anni fa che le ha insegnato “ad attaccare un bottone, a stirare, a fare qualcosa in cucina”. Suo fratello, Piersilvio, è nato nel 1969.
Marina Berlusconi. Le ipotesi su questo nome e la politica ormai hanno tracimato, se ne discute anche all'estero: sarà il caso di capire chi è, a parte la-figlia-di-Berlusconi.
Il Conseil Supérieur de l’Audiovisuel (CSA) è un’istituzione che dal 1989 si occupa di regolamentare e controllare le comunicazioni su radio e televisioni in Francia, e da qualche giorno ha deciso che nelle trasmissioni non si possono più pronunciare le parole “Facebook” e “Twitter”. Secondo il Consiglio, utilizzare questi termini nel corso dei programmi radio e TV equivale a fare pubblicità ai loro marchi, a scapito della concorrenza. Tra i vari compiti del Consiglio, c’è quello di verificare che le emittenti televisive rispettino i regolamenti sulla pubblicità e non promuovano prodotti e servizi al di fuori degli spazi concessi dalle leggi, favorendo magari alcuni marchi rispetto ad altri. Parole come “Facebook” e “Twitter” possono essere utilizzate solamente se sono direttamente legate a una notizia, mentre non possono essere pronunciate per promuovere contenuti o particolari attività dell’emittente online. Questo significa che un giornalista potrà usare queste parole nel proprio servizio se si sta occupando di un fenomeno legato ai due social network, o a un episodio di cronaca, mentre un conduttore non potrà pronunciare frasi come «Iscrivetevi alla nostra pagina su Facebook» o «Seguite i nostri ultimi aggiornamenti su Twitter».
Mai dire Facebook e Twitter in Francia. L'ente che vigila su radio e TV non vuole che si pronuncino i marchi dei due social network: penalizza la concorrenza.
Bonvi, nome d’arte di Franco Fortunato Gilberto Augusto Bonvicini, morì a Bologna il 10 dicembre di vent’anni fa investito mentre attraversava la strada: aveva 54 anni. Fu un fumettista conosciuto in Italia ma anche all’estero, soprattutto negli anni Settanta e Ottanta: creò la striscia satirica “Sturmtruppen” tradotta in moltissime lingue, compreso il russo (fu anche il primo fumetto straniero pubblicato in URSS), fu coautore per la televisione dell’investigatore “Nick Carter”, inventò “Cattivik” e molti altri personaggi. Il prossimo 15 dicembre alla Biblioteca Salaborsa di Bologna le storie di Bonvi saranno raccontate nella mostra “Incubi alla bolognese”. La nascita di Bonvi è contesa da Modena e Parma: nacque a Modena, ma la madre lo registrò all’anagrafe di entrambe le città per avere una doppia tessera annonaria (per l’approvvigionamento dei viveri durante i razionamenti della guerra). Bonvi crebbe comunque a Modena e dopo il servizio militare lavorò con la pubblicità nella casa di cinema d’animazione di Guido De Maria, la Vimder Film, grazie all’intervento di Francesco Guccini, amico con cui collaborò e che dopo la morte gli dedicò la canzone Lettera all’amico scomparso. Nel 1966 Bonvi partecipò alla realizzazione di una réclame animata di grande successo, “Salomone pirata pacioccone”, che pubblicizzava gli sciroppi Fabbri al Carosello.
Bonvi, fumettista anarchico. Il 10 dicembre di vent'anni fa morì investito da un'auto il fumettista di Sturmtruppen, Nick Carter, Cattivik e molte altre cose.
È stata sospesa la revoca della scorta al giornalista napoletano Sandro Ruotolo. Lo ha annunciato lo stesso Ruotolo su Twitter, anche se ha aggiunto di non aver ricevuto ancora nessuna conferma ufficiale. Anche se non ho ricevuto ancora una comunicazione formale e tutto vero. È stata sospesa la revoca della mia #scorta. Dal 15 febbraio non sarei stato più protetto. La #scorta resta. Gli organi preposti dovranno quindi rivalutare la mia situazione e decidere di conseguenza.
È stata sospesa la revoca della scorta al giornalista Sandro Ruotolo.
Il vaccino sperimentale contro il coronavirus sviluppato in Russia ha indotto una risposta immunitaria in tutti i partecipanti ai test preliminari, senza causare particolari effetti avversi. L’esito di questa prima sperimentazione è stato reso pubblico oggi sulla rivista scientifica Lancet, con una ricerca che ha ricevuto una revisione alla pari da parte di scienziati non coinvolti nello sviluppo del vaccino. Lo studio e la sua revisione portano qualche elemento più solido sulle potenzialità della soluzione prodotta dai ricercatori russi, dopo settimane di annunci da parte del governo senza particolari controprove. Per ora il vaccino sperimentale ha solamente superato le fasi 1 e 2, che servono soprattutto per valutare la sicurezza di un farmaco, prima ancora della sua efficacia. I test hanno coinvolto 76 adulti con età comprese tra i 18 e i 60 anni e due varianti del vaccino, che è basato su alcuni adenovirus piuttosto innocui (di solito causano raffreddori) modificati con alcune proteine dell’attuale coronavirus (SARS-CoV-2), in modo da insegnare al sistema immunitario a riconoscerle e a contrastarle nel caso di un’infezione vera e propria da coronavirus.
Il vaccino contro il coronavirus sviluppato in Russia ha dato risultati promettenti. L’esito di questa prima sperimentazione è stato reso pubblico sulla rivista scientifica Lancet.
I prezzi dei libri di carta in Italia – sostiene l’Associazione Italiana Editori nel Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia del 2015 – diminuiscono ininterrottamente dal 2011. Nel 2014 il calo rispetto all’anno precedente è stato del 6,4 per cento per i libri di carta e del 6,1 per gli ebook al netto dell’Iva. Anche l’Istat calcola che nel 2013 il prezzo medio dei libri è sceso a 19,59 euro contro i 20,29 medi del 2012, con una differenza tra piccoli editori (22,6 euro medi) e grandi editori (19,37 euro) dovuta al fatto che questi ultimi, grazie all’alto numero di copie stampate e distribuite, possono fare economie di scala e permettersi pezzi più bassi. Sempre secondo l’Istat più della metà dei libri messi in commercio in Italia nel 2013 non superava i 15 euro. La ragione principale del calo del prezzo è sicuramente la crisi economica – quando ci si sente poveri, un euro in meno può cambiare la percezione ed essere determinante – , ma potrebbe essere dovuta anche a una incidenza progressivamente minore dei costi industriali di stampa. La percezione diffusa è che i libri costino tanto, addirittura troppo secondo un certo luogo comune. La verità è che oggi per un editore medio grande – che sia cioè in grado di stampare un numero sufficiente di copie per spuntare prezzi competitivi – il costo di produzione di 7-8 mila copie di un libro di 250 pagine in brossura (cioè non con la copertina rigida) è di 1,5-1,8 euro a copia. Il prezzo di vendita è circa dieci volte più alto. In libreria, infatti, quel libro costerà tra i 16 e i 19 euro. È un ricarico che appare simile a quello di beni di lusso, quelli dove il marchio risulta determinante rispetto al prodotto. I libri, invece, sono tra le merci che offrono margini di guadagno più bassi. Su un campione di 100 libri pubblicati, la media di margine per l’editore è intorno al 4-5 per cento, che può salire fino al 7-8 quando la casa editrice va molto bene, cioè se in quell’anno imbrocca uno o più bestseller.
Quanto costano i libri in Italia. Sempre meno: c'entrano la crisi economica, la percezione che siano cari e il calo dei prezzi di stampa.
Da qualche giorno in Italia è in vendita – online e in negozi fisici – EasyJoint, che viene definita “cannabis light”: in pratica è una marijuana con pochissimo principio attivo, che non provoca sostanziali effetti psicotropi ed è legale. EasyJoint è un’azienda italiana che ha riproposto un modello di business che esiste già in altri paesi come la Svizzera: già poche ore dopo l’apertura delle vendite online, però, lo shop online di EasyJoint aveva ricevuto troppe richieste e al momento sta smaltendo i vecchi ordini. Ora come ora non è quindi possibile ordinarla, ma dovrebbe ancora essere disponibile in alcuni dei diversi negozi in tutta Italia dove viene venduta. EasyJoint è confezionata in scatole che ne contengono 8 grammi, a 17 euro: è molto poco, se paragonato ai prezzi della marijuana sul mercato nero, che sono circa cinque-sei volte superiori. Dentro le scatole ci sono infiorescenze – la parte della pianta di cannabis che si fuma – di canapa sativa, una delle varietà più diffuse. La cannabis di EasyJoint è legale perché il contenuto di THC (o delta-9-tetraidrocannabinolo), il principio attivo che se assunto provoca gli effetti stupefacenti, è inferiore allo 0,6 per cento, il limite consentito dalla legge. La canapa viene diffusamente coltivata in Italia per molti scopi che non sono ottenere sostanze stupefacenti, come produrre olii o tessuti. L’erba di EasyJoint, però, ha un contenuto piuttosto alto di cannabinoidi, sostanze comunemente presenti nella cannabis che hanno effetti rilassanti e ansiolitici. Per ora EasyJoint vende un solo tipo di cannabis, che chiama “Eletta campana”, ma dovrebbero arrivarne altri tipi.
Cos’è questa storia della “cannabis light” legale? una nuova azienda italiana ha cominciato a vendere marijuana a basso contenuto di principio attivo, sotto i limiti previsti dalla legge.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 2.455 casi positivi da coronavirus e 9 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 1.242 (17 in meno di ieri), di cui 153 nei reparti di terapia intensiva (2 in più di ieri) e 1.089 negli altri reparti (19 in meno di ieri). Sono stati analizzati 92.084 tamponi molecolari e 98.838 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 2,47 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,21 per cento. Nella giornata di mercoledì i contagi registrati erano stati 2.153 e i morti 23. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (381), Lazio (353), Sicilia (353), Veneto (318), Campania (234).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, giovedì 15 luglio.
Nelle pagine della Cultura del Corriere della Sera Gian Antonio Stella recensisce un libro dedicato alle derive di superficialità e sensazionalismo dei media nello specifico campo dell’arte. E le ossa di Monna Lisa? Dove saranno, le ossa di Monna Lisa? Quando salteranno fuori, in un tripudio di titoloni, le ossa di Monna Lisa? Sono queste le domande provocatorie poste dal libro che lo storico dell’arte Tomaso Montanari ha dedicato alle «scoperte sensazionali» che periodicamente irrompono sulle prime pagine guadagnandosi uno spazio enorme. E relegando nella pressoché totale disattenzione le opere che stanno andando a ramengo, dal crocifisso di Vasari nella chiesa napoletana di San Giovanni a Carbonara agli affreschi quattrocenteschi della novarese Santa Maria Nova di Sillavengo fino all’agonia della reggia di Carditello. Il pamphlet ha un titolo sbarazzino, La madre dei Caravaggio è sempre incinta (Skira, pp. 75, 9, da domani in libreria), ma è un’invettiva micidiale contro il modo in cui è trattato il tema delle ricorrenti «scoperte» di un nuovo capolavoro ritrovato negli scantinati, tra le macerie di una chiesa, nella soffitta di una vecchia zia defunta o, caso più probabile, nel magazzino di un mercante d’arte che un bel giorno scova dietro una crosta un «pezzo meraviglioso» da milioni di euro.
«La madre dei Caravaggio è sempre incinta». È il titolo di un nuovo libro sul sensazionalismo giornalistico alle prese con l'arte, raccontato da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.
Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna, città di cui era stato vescovo tra il 2004 e il 2015, è morto ieri mattina a 79 anni. Caffarra era noto per le sue posizioni contro i matrimoni gay e le coppie di fatto, ed era un teologo molto apprezzato all’interno della Chiesa cattolica. La Stampa scrive che era malato da tempo, ma non sono state diffuse informazioni ufficiali sulle cause della sua morte.
È morto ieri a 79 anni Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna.
C’è un materiale che accompagna da secoli la specie umana e sul quale sono concretamente vissute numerose civiltà compresa la nostra: il cemento. In particolare, il calcestruzzo armato (quello che sbagliando chiamiamo comunemente “cemento armato”) è diventato una presenza immancabile nelle nostre esistenze: è ciò di cui sono fatti molti dei palazzi in cui viviamo e lavoriamo, ed è il materiale più impiegato per la costruzione di ponti, viadotti e numerose altre infrastrutture. Calcestruzzo e barre di acciaio tengono in piedi il nostro mondo, ma la loro unione comporta qualche effetto collaterale che può ridurre sensibilmente la vita di un edificio o di un viadotto. Per questo motivo, da tempo i ricercatori lavorano a un’alternativa più affidabile, che prolunghi la vita delle infrastrutture e riduca il rischio di crolli. Il problema più grande delle opere in calcestruzzo armato è la carbonatazione, ciò che colloquialmente viene chiamato “cancro del calcestruzzo”. Come suggerisce il nome, il calcestruzzo armato è realizzato utilizzando un’armatura di acciaio, una fitta rete di barre di metallo (tondini) che viene poi annegata nel calcestruzzo. Quando questo si solidifica, si ottiene un materiale resistente alle sollecitazioni e in grado di reggere grandi carichi, come quelli di un ponte o di un grattacielo di decine di piani.
La lotta contro il “cancro del calcestruzzo”. Un gruppo di ricercatori dice di aver capito come evitare il logoramento del materiale che tiene in piedi tutto quello che ci circonda.
Il primo novembre di cinquant’anni fa uscì in edicola il primo fumetto di Diabolik, con la storia “Il re del terrore”. Le avventure del nuovo personaggio ebbero in breve tempo un notevole successo, contribuendo a dare una nuova spinta alla letteratura gialla a fumetti. Si racconta che l’idea di Diabolik venne per la prima volta ad Angela Giussani mentre osservava i pendolari a Milano: pensò che un fumetto pratico da tenere in tasca – e quindi sempre a portata di mano per essere letto alla fermata degli autobus, in metropolitana o in stazione – potesse tornare comodo a chi si spostava per andare al lavoro. Insieme con la sorella Luciana, Angela Giussani ebbe così non solo il merito di creare una nuova e fortunata serie a fumetti, ma anche di diffondere un nuovo formato tascabile, con gli albi piccoli da 12 x 17 centimetri. Diabolik è un ladro e ha il costante obiettivo di rubare denaro e gioielli, operazioni in cui viene spesso aiutato (dal terzo numero della serie) dalla sua compagna, Eva Kant. I derubati sono di solito personaggi molto ricchi, banche o criminali che si sono arricchiti grazie ai loro illeciti. In molti danno la caccia a Diabolik, a cominciare dall’ispettore Ginko, personaggio ricorrente. Sulla base del fumetto negli anni sono stati realizzati film, serie per la televisione, giochi da tavolo e videogiochi. A distanza di 50 anni il fumetto, che intanto è arrivato al 783esimo albo, ha un solido gruppo di lettori affezionati. Le cicliche ristampe delle prime serie, inoltre, hanno permesso ad altri lettori di conoscere il personaggio e di affezionarsi.
Le prime 24 copertine di Diabolik. Oggi che il fumetto compie cinquant'anni tondi.
Uno dei carabinieri a processo per la morte di Stefano Cucchi, il 31enne romano morto nel 2009 pochi giorni dopo essere stato arrestato per spaccio di droga, ha ammesso di aver assistito al suo pestaggio e ha accusato altri due carabinieri a processo con lui di esserne responsabili. Lo ha riferito oggi all’inizio di un’udienza del processo per la morte di Cucchi il pubblico ministero Giovanni Musarò, riportando la testimonianza resa dal carabiniere Francesco Tedesco lo scorso luglio. È la prima volta che una delle persone accusate nel processo ammette il pestaggio che si pensa abbia causato la morte di Cucchi. Tedesco è uno dei cinque imputati nel processo bis sulla morte di Cucchi, uno dei tre accusati di omicidio preterintenzionale. Negli interrogatori di luglio ha accusato del pestaggio i suoi colleghi Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo. «Fu un’azione combinata», dice Tedesco nel verbale letto da Musarò. «Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fece perdere l’equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore».
Un carabiniere ha ammesso il pestaggio di Stefano Cucchi. È la prima volta: Francesco Tedesco, sotto processo insieme a quattro colleghi, ha accusato due di loro di aver picchiato Cucchi, morto poco dopo il suo arresto nel 2009.
Adam Neumann si è dimesso da direttore esecutivo di WeWork, l’azienda di co-working che aveva fondato insieme a Miguel McKelvey nel 2010, e che da allora è diventata una delle più importanti al mondo, con 527 mila iscritti in 29 paesi, compresa l’Italia. La decisione, che ha effetto immediato, è arrivata dopo mesi di crisi: WeWork aveva annunciato che si sarebbe quotata in borsa e ad agosto aveva quindi reso pubblici i suoi dati finanziari. Erano venute fuori grosse perdite (1,4 miliardi di euro solo nel 2018) e successi finanziari inferiori alle aspettative, dovuti in parte a decisioni poco azzeccate di Neumann. Gli investitori si erano allontanati ancora di più dopo la scoperta che Neumann non aveva tenuto una linea nettamente separata tra le sue finanze e quelle dell’azienda: per esempio si era assicurato prestiti personali usando l’azienda come garanzia e aveva affittato a WeWork alcuni uffici di sua proprietà. Il suo posto sarà preso da Artie Minson, ex co-presidente e direttore finanziario di WeWork, e da Sebastian Gunningham, ex vice-presidente.
Adam Neumann si è dimesso da direttore esecutivo di WeWork, l’importante azienda di co-working.
Quanti pensate che siano i continenti? Generalmente in Italia si usa il modello a sei continenti, quello che distingue Africa, America, Antartide, Asia, Europa, Oceania, ma dipende molto dal senso che volete dare al concetto di “continente”. Nei paesi anglosassoni, per esempio, si usa il modello a sette continenti, che distingue anche Nord America e Sud America, e ora un gruppo di geologi neozelandesi – autore di un articolo da poco pubblicato sulla rivista scientifica GSA Today – ha chiesto che ne venga riconosciuto uno nuovo: la Zealandia, una enorme massa di terra di cui, per farla semplice, la Nuova Zelanda è la più evidente parte emersa. In realtà non esiste un modo univoco per definire cosa sia un continente: dal punto di vista geografico, tenendo quindi conto della storia e degli aspetti culturali, Asia ed Europa sono per esempio due continenti distinti, ma dal punto di vista geologico sono una cosa sola. Non esiste nemmeno un organo internazionale incaricato di stabilire cosa sia un continente e cosa no, come invece fa l’Unione Astronomica Internazionale con stelle, pianeti e asteroidi. Per questo non c’è nessuno che possa formalmente accogliere la richiesta dei geologi neozelandesi.
C’è un continente sotto la Nuova Zelanda. Si chiama Zealandia ed è sommerso al 94 per cento, dice una nuova ricerca di un gruppo di geologi.
Dal 3 luglio al 24 settembre si terrà ad Arles, in Francia, la 48esima edizione di Les Rencontres d’Arles, il più importante festival europeo dedicato alla fotografia. Il festival – fondato nel 1970 dal fotografo di Arles Lucien Clergue, dallo scrittore Michel Tournier e dallo storico Jean-Maurice Rouquette – comprende decine di mostre di artisti affermati ed emergenti e per la prima settimana (dal 3 all’8 luglio) ha un ricco programma di incontri e serate, con fotografi importanti come Annie Leibovitz (trovate il programma completo qui).
Fotografie dai Rencontres d’Arles. È iniziato il più importante festival europeo di fotografia: autoritratti di Audrey Tautou, un incontro con Annie Leibovitz e mostre di nomi famosi ed emergenti.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), comunemente chiamata Antitrust, ha multato le società italiane fornitrici di energia Eni gas e luce, Enel Energia e Sen (Servizio elettrico nazionale) per un totale di 12,5 milioni di euro: 5 milioni a Eni, 4 a Enel e 3,5 a Sen. Molte persone avevano chiesto alle tre società di mandare in prescrizione alcune bollette che erano state inviate dopo due anni, e quindi di non pagarle. Questa possibilità era stata introdotta dalla Legge di Bilancio del 2018, che permetteva sostanzialmente agli utenti di non pagare le bollette sui consumi di luce e gas fatturate tardi, salvo i casi in cui ci fossero oggettive responsabilità degli utenti stessi.
L’Antitrust ha multato Eni, Enel e Sen per un totale di 12,5 milioni di euro.
Rossella Urru è arrivata in serata all’aeroporto di Ciampino dopo la liberazione da parte dei suoi sequestratori avvenuta ieri. La aspettavano i suoi familiari e il Presidente del Consiglio Mario Monti. «Voglio solamente ringraziare lo stato italiano, il ministero degli Affari Esteri per essere tornata a casa. A tutti quelli che hanno sostenuto la mia famiglia e la mia liberazione. Ora voglio solo continuare a lavorare. Sono stata trattata bene, sono in forze. E’ un lavoro difficile, ma spero questo non mi fermi»
Rossella Urru è tornata in Italia (foto). Le foto dell'arrivo a Ciampino, dove c'erano la famiglia e Mario Monti, dopo la liberazione di ieri.
Una nuova varietà di mela, chiamata con il nome commerciale “Cosmic Crisp”, sarà messa in vendita da dicembre negli Stati Uniti, dopo oltre vent’anni di ricerche e innesti per selezionarla e coltivarla. La nuova mela è un incrocio tra la Honeycrisp e la Enterprise, due altre varietà, ed è stata prodotta grazie alle ricerche condotte presso la Washington State University a partire dal 1997. L’iniziativa commerciale dovrebbe offrire nuove opportunità per lo Stato di Washington, che manterrà l’esclusiva per la coltivazione delle Cosmic Crisp per i prossimi dieci anni. Secondo i suoi ideatori, oltre ad avere consistenza e sapore particolari, la nuova mela è adatta a lunghi periodi di conservazione: fino a un anno nei frigoriferi. L’idea di produrre una nuova varietà di mela è derivata dalla necessità di avere un frutto che incuriosisse i consumatori, ma al tempo stesso che fosse in grado di garantire un’esclusiva per i coltivatori nello Stato di Washington. La Cosmic Crisp è stata quindi sviluppata per avere la consistenza delle Honeycrisp e la facilità di conservazione delle Enterprise. I ricercatori hanno spiegato di avere badato soprattutto a questi due fattori, e meno all’estetica del frutto.
C’è una nuova mela. La Cosmic Crisp sarà venduta a partire da oggi negli Stati Uniti, è brevettata e il New York Times ne parla come "la più promettente e importante mela del futuro".
Dopo giorni di scontri e discussioni molto duri nella maggioranza, sabato il governo ha provato a risolvere la crisi nata intorno alla TAV – la linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino e Lione – inventandosi una specie di cavillo legale: ha provato, in pratica, a presentare come un rinvio nella partenza dei lavori qualcosa che, spiegano oggi i principali giornali, in realtà non lo è. Di cosa si parla In breve: lunedì Telt, la società che si occuperà di gestire i lavori di scavo del tunnel di base della TAV, avrebbe dovuto pubblicare dei bandi di gara per individuare le aziende a cui assegnare i molti appalti in ballo. Il Movimento 5 Stelle, però, voleva impedirlo a tutti i costi, con l’aiuto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte (il leader della Lega Matteo Salvini, invece, vuole fare la TAV). Ma questi bandi devono essere pubblicati entro marzo per rispettare una scadenza imposta dall’Unione Europea e ottenere 300 milioni di euro di finanziamenti: Telt non vuole perdere questi fondi, ma non vuole ovviamente perderli nemmeno il governo nel caso in cui non dovesse riuscire a bloccare la TAV (l’ipotesi che a oggi sembra più probabile).
Cos’ha fatto davvero il governo con la TAV, spiegato. Perché si sta parlando di un “cavillo” che ha evitato una sconfitta al M5S, e perché il rinvio annunciato non sembra essere un vero rinvio.
Questa settimana esce Birdman, il nuovo film del messicano Alejandro González Iñárritu (Amores perros, 21 grammi, Babel) candidato a 9 premi Oscar tra cui quello per il miglior film: racconta la storia di Riggan Thomson (Michael Keaton), un attore di Hollywood in una fase discendente della sua carriera, che dopo i successi ottenuti recitando nel ruolo del supereroe “Birdman” cerca di “riscattarsi” adattando per il teatro un racconto di Raymond Carver. Del cast fanno parte, oltre a Keaton, Edward Norton, Emma Stone, Zach Galifianakis e Naomi Watts. Jupiter – Il destino dell’universo è il nuovo film di Lana ed Andy Wachowski (Matrix, Cloud Atlas) e racconta la storia di Jupiter Jones (interpretata da Mila Kunis), una ragazza russa che scopre di essere la prossima in linea di successione per il trono di Regina dell’Universo. The Iceman è un film del 2012 scritto e diretto da Ariel Vromen sulla storia vera di Richard Kuklinski (interpretato da Michael Shannon), uno dei più feroci killer statunitensi di tutti i tempi. Non sposate le mie figlie! è una commedia francese diretta da Philippe de Chauveron sulla storia di una tranquilla coppia borghese, cattolica e conservatrice, con quattro figlie, tre delle quali sposate rispettivamente con un ebreo, un arabo e un asiatico: i genitori sperano che almeno la quarta si sposi con un cristiano. Escono infine la commedia italiana Non c’è 2 senza te, con Fabio Troiano, Dino Abbrescia e Belen Rodriguez e il film d’animazione Mune – Il guardiano della luna.
I film del weekend. Il nuovo film di fantascienza dei fratelli Wachowski – quelli di Matrix – ma soprattutto Birdman: tutti i trailer.
Tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana ci sono diverse coppie: da quelle reali – come il principe Filippo e la principessa Letizia di Spagna, oppure re Alberto II del Belgio (che ha abdicato in favore di suo figlio Filippo) e sua moglie, la regina Paola – a quelle televisive e cinematografiche, con Aaron Paul e Neil Patrick Harris durante una cerimonia per gli Emmy 2013 e Gillian Anderson e David Duchovny (o meglio Mulder e Scully) al panel organizzato al Comic-Con di San Diego per i 20 anni di “X Files”. Infine i concerti, che è estate e ce ne sono parecchi: da Neil Young a Beyoncé ai Kraftwerk, ce n’è davvero per tutti i gusti. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Tempo di concerti. Ma anche di Comic-Con e di altri eventi pieni di persone che valeva la pena fotografare, questa settimana.
Mercoledì, quattro carabinieri della caserma di Aulla, in provincia di Massa Carrara, sono stati arrestati con l’accusa di violenze. Tre di loro si trovano ai domiciliari, mentre un quarto è in carcere. Altri quattro carabinieri hanno ricevuto un divieto di dimora in città. L’inchiesta che ha portato agli arresti è iniziata un anno fa in seguito a una denuncia di abusi da parte di un cittadino italiano. In tutto, 27 persone sono indagate per 136 capi di imputazioni, avvenuti nel corso di 108 episodi di abusi o violenze. Nell’ordinanza che ordina l’arresto dei quattro carabinieri, i magistrati hanno descritto una serie di violenze «sistematiche e metodiche» nelle quali i carabinieri avrebbero utilizzato bastoni telescopici di metallo e manici di scopa. Un cittadino marocchino ha denunciato i carabinieri per violenza sessuale dopo aver subito una perquisizione nella caserma. In altri casi, i magistrati hanno denunciato la scomparsa di droga sequestrata e l’alterazione dei verbali. Alcuni cittadini stranieri hanno denunciato di aver subito violenze e umiliazioni dopo che si erano recati in caserma soltanto per ottenere il rinnovo dei documenti. Oltre alle denunce e le testimonianze delle persone che hanno subito abusi, i magistrati hanno raccolto anche diverse intercettazioni telefonica. In una conversazione, uno dei carabinieri raccomandava a un collega di non parlare a nessuno di quello che accadeva in caserma: «Da questa caserma non deve uscire niente, dobbiamo essere come la mafia».
La brutta storia dei carabinieri di Aulla. Ne sono stati arrestati quattro, accusati di decine di abusi e violenze verso cittadini stranieri e italiani.
Il 9 settembre è morto a 88 anni il fotografo canadese Fred Herzog, noto soprattutto per i suoi lavori di “fotografia di strada” realizzati nella città di Vancouver. Nacque il 21 settembre del 1930 a Stoccarda, in Germania, ma in seguito alla morte dei suoi genitori si trasferì in Canada, andando a vivere prima a Toronto e Montreal e poi stabilendosi a Vancouver. Iniziò a dedicarsi alla fotografia negli anni Cinquanta, immortalando soprattutto persone della classe lavoratrice. Le sue foto erano realizzate con pellicola a colori Kodachrome, un prodotto considerato di uso comune, e non in bianco e nero come faceva gran parte dei fotografi professionisti. Per questa ragione il suo lavoro fu poco considerato all’epoca, e venne rivalutato solo negli anni successivi.
È morto il fotografo canadese Fred Herzog, aveva 88 anni.
Il nuovo romanzo di Gianrico Carofiglio, Il silenzio dell’onda, sarà in vendita da mercoledì 19 ottobre, ma i librai sardi indipendenti hanno deciso di rinunciare allo sconto imposto in promozione dall’editore Rizzoli. La decisione di boicottare la scelta di marketing che accompagnerà il libro – come spiega Luciana Uda, presidente dell’Alsi, l’associazione che riunisce i librai indipendenti sardi – è stata determinata da quello sconto del 25% previsto dall’editore sul prezzo del volume. “Niente di personale, resta immutata la nostra stima” nei confronti dell’autore, “ma siamo stati messi di fronte a un vero e proprio ricatto” da parte dell’editore, che non avrebbe reso nota in anticipo l’intenzione di applicare uno sconto che di norma “si riserva alle collane di libri già in catalogo”. È questo il motivo che ha portato a una scelta drastica e provocatoria: in una lettera aperta indirizzata direttamente a Gianrico Carofiglio, i librai sardi indipendenti annunciano la decisione presa. «Caro Gianrico, i librai indipendenti della Sardegna hanno deciso di non vendere il tuo libro con lo sconto del 25%. Niente di personale, resta immutata la nostra stima nei tuoi confronti, così come non cambierà il grande affetto dei lettori sardi verso di te e del tuo nuovo libro. Ma siamo stati messi di fronte a un vero e proprio ricatto da parte del tuo editore, che non ci ha avvisato dell’intenzione di “svendere” il tuo nuovo libro applicando uno sconto che normalmente si riserva alle collane di libri già in catalogo, e soprattutto non ha applicato alle nostre librerie quel sovrasconto che deve garantire anche alle piccole e medie librerie di poter partecipare a questa “promozione”. Siamo di fronte al classico inganno che il tuo editore ha pensato di trovare subito dopo l’applicazione della legge sul libro, legge per l’approvazione della quale tu ti sei speso tanto, a difesa di editori e librai non omologati, e più in generale per garantire la massima diffusione di tutti i libri, di tutti gli scrttori, non solo quelli di proprietà dei cinque grandi gruppi editoriali italiani. Noi non possiamo applicare quello sconto, che invece la grande distribuzione può tranquillamente sopportare grazie alle percentuali quasi doppie rispetto alle nostre con cui acquista i libri dai grandi editori»
I librai sardi non scontano Carofiglio. "Niente di personale", ma contestano lo sconto imposto dall'editore Rizzoli, e riaccendono la discussione sulla legge Levi sull'editoria.
How Old Do I Look? è una nuova applicazione web di Microsoft che sta facendo parlare ormai da una settimana e che sostiene di poter indovinare l’età e il sesso di una persona analizzando una sua fotografia. Ogni tanto l’azzecca, più spesso no. Il team che ha sviluppato questa applicazione web aveva inizialmente pensato di chiedere a un campione di persone di provarla, ma in poco tempo How Old Do I Look? è circolata tantissimo online perché è molto facile da usare e perché gli utenti si sono divertiti ad analizzare foto di personaggi famosi e verificarne l’età (esiste un vero e proprio database in cui sono già presenti le foto più cercate dei personaggi famosi). Una delle ragioni per cui il servizio ci prende poco è spiegata sulla stessa pagina di How Old Do I Look?, che mette le mani avanti: l’applicazione infatti fa parte di un progetto più ampio di Microsoft che intende sviluppare un programma di riconoscimento dei volti ed è ancora in una versione beta.
Che cos’è “How Old Do I Look?”. Da una settimana circola moltissimo online un servizio di Microsoft che sostiene di indovinare l'età di una persona da una sua foto, e che ci prende poco.
Biz Stone, il cofondatore di Twitter, ha rivelato come funziona e a che cosa serve Jelly, la nuova applicazione per smartphone su cui era al lavoro da diversi mesi e di cui si sapevano ancora pochissimi dettagli. Il nuovo servizio serve in sostanza per chiedere cose, e ottenere le relative risposte attraverso Twitter e Facebook grazie all’aiuto dei propri amici e di chi utilizza la stessa applicazione. Sul blog ufficiale di Jelly, Stone spiega che l’idea è nata partendo dall’assunto che “se hai una domanda, c’è sicuramente qualcuno là fuori che sa la risposta”. Oltre alla pubblicazione delle domande, l’applicazione dovrebbe anche incentivare i suoi utilizzatori a rispondere alle richieste degli altri. Il sistema è studiato per favorire la pubblicazione di domande accompagnate da immagini, sulle quali si possono mettere in evidenza alcuni dettagli pertinenti con la richiesta.
Jelly, l’app per chiedere cose. Biz Stone, il cofondatore di Twitter, ha fatto una nuova applicazione per fare domande e ricevere risposte sfruttando i social network (un campo in cui molti hanno fallito).
A Milano, all’Hangar Bicocca, è aperta fino all’8 novembre la prima mostra personale in Italia dedicata al messicano Damián Ortega, considerato uno dei più interessanti artisti contemporanei. Ortega ha già esposto le sue opere nelle gallerie e nei musei più importanti del mondo; la sua opera più famosa – che si può vedere all’Hangar – si chiama “Cosmic Thing”, è del 2002 ed è un maggiolino smontato pezzo per pezzo. Il maggiolino è, tra le altre cose, l’auto simbolo del boom economico, prima in Germania e poi in Messico: lo stesso Ortega ne ha uno. Nell’opera ogni singolo componente dell’auto è appeso, galleggiante, esposto ricreando lo schema tridimensionale dell’automobile – come se fosse esplosa ma in maniera armonica, equilibrata, una scultura classica con materiali meccanici. Ortega interviene sugli oggetti smontandoli ma senza distruggerli: le sue installazioni non sono mai disordinate, anche se il titolo della mostra all’Hangar è ironicamente “Casino” (e c’è ironia in molte delle sue opere). Ortega è nato a Città del Messico nel 1967. Negli ultimi anni è diventato piuttosto famoso tra appassionati e addetti ai lavori – ha esposto le sue opere in tutti i posti che contano, da Londra a Basilea a Parigi a Venezia a Berlino e New York, tra gli altri – ma è considerato un artista rimasto abbastanza indifferente al successo e che fa solo quello che veramente gli piace. Viene da una famiglia di artisti. Suo padre Hector – insieme al regista Alfonso Arau – creò un supereroe dei fumetti che poi divenne anche un film, una specie di risposta locale a Superman: “L’Aquila Scalza”, un vendicatore anonimo con la maschera dell’aquila, simbolo del Messico, ma povero al punto da non potere indossare scarpe. Hector Ortega (che nel corso della sua carriera mise in scena anche “Morte accidentale di un anarchico” di Dario Fo) era amico di Mario Orozco Rivera, anche lui artista e padre di Gabriel Orozco, amico d’infanzia di Damián Ortega e oggi anche lui importante artista messicano. Per anni le scelte concettuali delle opere d’arte di Damián Ortega e Gabriel Orozco, che sono quasi coetanei, sono state accostate e paragonate: per esempio i maggiolini Volkswagen di Ortega con le installazioni con le Citroen di Orozco.
Le opere di Damián Ortega a Milano. Fino all'8 novembre all'Hangar Bicocca sono esposte le installazioni di uno dei più interessanti artisti contemporanei.
È morto Monkey Punch, il creatore del manga Lupin III, da cui poi fu tratto il famoso cartone animato. Monkey Punch, il cui vero nome era Kazuhiko Kato, aveva 81 anni: è morto lo scorso 11 aprile, ma la notizia è stata diffusa solo oggi. Monkey Punch cominciò a disegnare Lupin III nel 1967: il personaggio si ispirava ad Arsène Lupin, il ladro gentiluomo ideato dallo scrittore Maurice Leblanc nel 1905. La serie di manga su Lupin III diventò una serie animata a partire dal 1971: Monkey Punch continuò a disegnarla fino al 1985, poi fu portata avanti da altri autori. Della versione animata di Lupin III esistono cinque serie (l’ultima è andata in onda nell’autunno 2018), dieci film e diversi speciali.
È morto il creatore di Lupin III.
La scorsa settimana, tra giovedì 18 ottobre e venerdì 19, il cadavere di una ragazza di 16 anni, Desirée Mariottini, è stato trovato in uno stabile abbandonato e occupato di via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo di Roma. Originaria di Cisterna di Latina, la giovane donna, secondo quanto riportato dai principali giornali nazionali, è stata stuprata e poi uccisa. Per ora le persone fermate sono due uomini di origini senegalesi. Ieri a San Lorenzo, storico quartiere della capitale frequentato da molti studenti e considerato “di sinistra”, sono cominciate ad arrivare molte manifestazioni di solidarietà: candele, striscioni, fiori. Oltre ai residenti, c’erano molte donne che hanno cantato slogan contro i femminicidi e la violenza. Verso l’ora di pranzo è arrivato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che è stato contestato e accusato di voler strumentalizzare quanto successo per promuovere un piano di sgomberi e le proprie politiche contro l’accoglienza con un’indignazione selettiva a seconda della nazionalità di chi commette il reato.
La morte di Desirée Mariottini. Una ragazza di 16 anni è stata trovata morta in uno stabile occupato a Roma, due persone sono state fermate, ieri è arrivato il ministro Salvini.
Giovedì 12 settembre Twitter ha annunciato con un tweet di avere presentato alla US Securities and Exchange Commission (ente che si occupa della vigilanza della borsa statunitense) la documentazione per l’IPO – Offerta Pubblica Iniziale – in vista della sua quotazione in borsa. Un portavoce della società ha confermato l’autenticità del tweet, scrive Reuters, ma si è rifiutato di commentare ulteriormente la proposta. We’ve confidentially submitted an S-1 to the SEC for a planned IPO. This Tweet does not constitute an offer of any securities for sale.
Twitter ha fatto domanda per quotarsi in borsa. E lo ha annunciato con un tweet, ovviamente.
Lo stilista inglese Paul Smith è uno dei più importanti stilisti britannici, famoso per la fantasia a righe sottili e colorate e gli abiti eleganti dal taglio sartoriale inglese con qualche particolare originale che non li rende comunque troppo eccentrici e difficili da portare. Smith è nato a Nottingham il 5 luglio 1946, e oggi compie 70 anni. La sua storia da stilista cominciò nel 1970 quando, con l’aiuto di quella che sarebbe diventata sua moglie, aprì un piccolo negozio di vestiti a Nottingham: vendeva marchi come Kenzo e Margaret Howell, e dopo un po’ cominciò a proporre capi disegnati da lui e realizzati da artigiani locali. Per i primi sei anni Smith tenne aperto solo il venerdì e il sabato, e nel resto del tempo lavorava per migliorarsi come stilista da autodidatta. Tenne la sua prima sfilata a Parigi nel 1976. Il suo stile unisce elementi della tradizione sartoriale inglese – per i primi 20 anni di carriera ha realizzato solo abiti maschili – a dettagli eccentrici spesso molto colorati. Ad esempio, la collezione maschile per la primavera-estate 2017 è ispirata ai colori della bandiera dei rasta giamaicani – e infatti la colonna sonora della sfilata era di canzoni di Bob Marley. Nel 2000 Smith è stato nominato baronetto – Sir – dalla regina Elisabetta II. Un ciclista mancato Se non fosse stato per un incidente accadutogli a 17 anni, forse Paul Smith non sarebbe mai diventato uno stilista: il suo sogno infatti era diventare un ciclista professionista. Durante la lunga convalescenza in ospedale fece amicizia con alcune persone che lo introdussero al mondo dell’arte e della musica e lo invogliarono a fare un lavoro creativo, in particolare lo stilista. Tuttora le biciclette e gli abiti tecnici dei ciclisti continuano a essere una fonte di ispirazione per Smith, che colleziona vecchie magliette indossate dai partecipanti del Giro d’Italia e del Tour de France; ha anche realizzato un libro che mostra la sua collezione, il Paul Smith’s Cycling Scrapbook, uscito alla fine di maggio. Smith ha anche disegnato la maglia rosa della 96esima edizione del Giro d’Italia, la prima vinta da Vincenzo Nibali, e produce una linea di capi tecnici per il ciclismo, sia da uomo sia da donna, la Paul Smith 531. Il ciclista Mark Cavendish festeggia la vittoria a una tappa del 96esimo Giro d’Italia insieme allo stilista Paul Smith, che disegnò la maglia rosa di quell’edizione, il 4 maggio 2013, a Napoli (LUK BENIES/AFP/Getty Images)
9 cose che forse non sapete su Paul Smith. Lo stilista inglese compie oggi 70 anni: le sue righine colorate le conoscete tutti, ma magari non sapete che è un ciclista mancato e che vestiva spesso David Bowie.
Giambattista Tiepolo era nato il 5 marzo 1696 a Venezia: fu un grande pittore e incisore italiano, considerato uno dei più importanti artisti del Settecento, uno dei massimi esponenti del rococò, evoluzione del tardobarocco, e un maestro nella decorazione monumentale. Tiepolo dimostrò di essere molto versatile e di sapere adattare la propria arte agli stili e alle tendenze artistiche dei paesi in cui si trovava a lavorare. Fu grazie alle sue opere che la tradizione decorativa veneziana, in affanno a inizio Settecento, tornò ad essere importante in tutta Europa. Tiepolo ha realizzato tra le altre cose le tele per la Scuola del Carmine di Venezia, tra i suoi lavori più apprezzati, e gli affreschi del palazzo arcivescovile di Udine. Giambattista Tiepolo aveva uno stile di pittura rapido e preferiva le tecniche pittoriche che consentivano di dare luminosità ai suoi dipinti. Le sue scene celebrative realizzate per i più vari committenti in chiese, ville e palazzi in giro per l’Italia e l’Europa dimostrano la sua capacità di creare opere con spazi che “sfondano” le volte e le pareti. Ispirandosi alla pittura barocca e reinterpretandola, Tiepolo sviluppò un proprio stile illusionistico e decorativo, utile per celebrare con allegorie e personaggi mitologici i suoi committenti. Tra i tanti, i dipinti di Palazzo Labia a Venezia con le “Storie di Marcantonio e Cleopatra” mostrano efficacemente la capacità di Giambattista Tiepolo di aggiungere spazi immaginari a quelli reali delle architetture dell’edificio.
Giambattista Tiepolo, e il suo rococò. Il grande pittore e decoratore veneziano era nato oggi 318 anni fa.
Le notizie sulle prime pagine dei principali giornali di oggi riguardano soprattutto l’annuncio di un’offerta pubblica di acquisto e scambio da parte di Mediaset per Rai Way, la società pubblica che controlla le torri di trasmissione televisiva, e il conseguente intervento del governo per fermarla. L’offerta pubblica di acquisto e scambio è una delle modalità con cui si modifica il controllo di una società quotata in Borsa. Rai Way si è quotata per il 35 per cento lo scorso novembre, per recuperare risorse dopo il taglio di 150 milioni alla RAI deciso dal governo. La società che ha fatto l’offerta (in questo caso Ei Towers) propone ai soci della società che vuole “comprare” (Rai Way) un controvalore che è parte in contanti e parte in azioni. Se Ray Way accettasse, incasserebbe il denaro e diventerebbe azionista della società acquirente o della nuova società nata dalla fusione delle due. L’offerta Ei Towers è un’azienda controllata al 40 per cento da Silvio Berlusconi attraverso Elettronica Industriale S.p.A., interamente detenuta da Mediaset S.p.A. Gestisce circa 3.200 infrastrutture per radio, TV e telecomunicazioni: di queste 2.300 sono in proprietà o disponibilità e sono costituite per la maggior parte da locali tecnologici, pali e tralicci, distribuite sul territorio italiano. Durante il consiglio di amministrazione dello scorso 24 febbraio, Ei Towers ha annunciato un’offerta pubblica di acquisto e scambio su Rai Way, società omologa che possiede la rete di diffusione del segnale della Rai (non si parla insomma dei programmi o dei contenuti Rai, ma dell’infrastruttura da cui viene trasmesso il segnale televisivo). L’offerta è subordinata all’acquisto di una partecipazione che rappresenti almeno il 66,67 per cento del capitale sociale di Rai Way che è una società controllata al 65,03 per cento dalla Rai.
La questione Mediaset e Rai Way, spiegata. La storia di cui parlano tutti i giornali di oggi, messa in ordine: c'entra la società pubblica che controlla le torri di trasmissione televisiva, che ha ricevuto un'offerta molto vantaggiosa.
The End of the F***ing World è una nuova serie di Netflix uscita venerdì scorso, che ha ricevuto fin da subito grandi apprezzamenti dalla critica ed è finita velocemente in molte discussioni sui social network. È inglese, e anche se l’ha distribuita in tutto il mondo Netflix, nel Regno Unito era già uscita a ottobre su Channel 4. I protagonisti sono Alyssa e James, due ragazzi di 17 anni con grandi problemi sociali e familiari che scappano insieme rubando l’auto del padre di lui. Fin dal primo momento lui progetta di uccidere lei, mentre lei riflette se innamorarsi di lui: ma messa in questo modo ve ne fareste un’opinione sbagliata, perché il rapporto tra i due è molto più complicato, divertente e a suo modo romantico. Sono otto episodi da circa venti minuti ciascuno, quindi la finite in fretta. The End of the F***ing World l’ha scritta Charlie Covell, attrice e autrice britannica, ma si basa su una serie a fumetti di Charles S. Forsman, con lo stesso titolo. I due protagonisti sono Alex Lawther (lui) e Jessica Barden (lei): hanno 22 e 25 anni, anche se probabilmente gliene dareste molti meno. Il primo lo avete già visto, forse, nella scorsa stagione di Black Mirror, nell’episodio “Shut Up and Dance”, e nella parte di Alan Turing da giovane in Imitation Game; la seconda invece era in The Lobster, il film del 2015 di Yorgos Lanthimos, e in Penny Dreadful, in cui faceva la prostituta Justine. Le loro interpretazioni, e soprattutto quella di lei, sono tra le cose più apprezzate di tutta la serie: riescono nel compito difficile di recitare la parte di due ragazzini sociopatici evitando cliché e trucchi “sopra le righe”, dando fin da subito una fortissima e originale connotazione ai propri personaggi.
L’avete vista “The End of the F***ing World”? è la nuova serie-di-Netflix-del-momento, se ne parla bene e si finisce in mezzo pomeriggio.
Taschen ha da poco ripubblicato Les Dîners de Gala, un ricettario compilato dal pittore spagnolo Salvador Dalì, uno dei più famosi esponenti del Surrealismo, insieme alla moglie Gala. Il libro uscì nel 1973 ma da allora non fu mai più ristampato: ne restavano in giro circa 400 copie, possedute perlopiù da bibliofili e appassionati di Dalì, quando Taschen ha deciso di ristamparlo integralmente rendendolo accessibile a molte più persone. È disponibile in francese, spagnolo, tedesco, inglese e per la prima volta in italiano, e costa 49,99 euro. Il libro è diviso in 12 capitoli dai titoli stravaganti, ognuno associato a una tipologia di portata come nei ricettari tradizionali. Le 136 ricette sono ispirate alla tradizione culinaria francese e a quelle di leggendari ristoranti di Parigi come Lasserre, La Tour d’Argent, Maxim’s e Le Train Bleu, che in alcuni casi le servono ancora. Furono ripensate da Dali e dalla moglie, che le servivano agli ospiti durante i loro opulenti e famosi banchetti, e sono accompagnate da osservazioni spesso spiritose di Dalì, buone anche per fare conversazione a tavola, e da disegni e fotografie surrealiste: stravaganti, esotiche, sontuose, e sensuali, come le ricette. Il decimo capitolo è intitolato Je mange Gala (“Mangio Gala”) ed è dedicato agli afrodisiaci. Le ricette possono essere preparate anche a casa, riuscendo a recuperare gli ingredienti, spesso poco comuni, e con un po’ di abilità tecnica.
Il ricettario di Salvador Dalì. Ristampato da Taschen dopo 40 anni, raccoglie 136 ricette accompagnate da illustrazioni e fotografie surreali, opulente e inquietanti.
Il 24 settembre di 300 anni fa morì Pierre Pérignon, il monaco benedettino conosciuto come Dom Pérignon e il cui nome è legato alla storia e al marchio di uno degli champagne più conosciuti al mondo (la data della morte è dibattuta da tempo: alcuni storici ritengono fosse morto il 14 settembre, ma buona parte dei libri che ne parlano concorda sul 24). Secondo la leggenda, Pérignon avrebbe importato da Limoux, un paese nella Linguadoca-Rossiglione, il metodo per la rifermentazione in bottiglia alla base del sistema per fare lo champagne. A differenza di quanto viene spesso riportato, Dom Pérignon non era un alchimista: aveva la responsabilità dei vigneti nel monastero di Hautvillers, nella regione della Champagne-Ardenne. A lui è invece giustamente attribuito il merito di avere selezionato con cura i vigneti più adatti da mettere insieme per realizzare lo champagne. Dom Pérignon Pierre Pérignon nacque nell’inverno del 1638 a Sainte-Menehould, nella regione della Champagne-Ardenne, e fin da piccolo prese dimestichezza con la vendemmia e la preparazione del vino, lavorando nei vigneti del padre e di uno dei suoi zii. Da ragazzo studiò presso un collegio gesuita e in seguito fu accettato in un monastero benedettino nei pressi di Verdun. Tra il 1666 e il 1667 fu ordinato prete e a 30 anni entrò nel monastero di Saint-Pierre d’Hautvillers, dove sarebbe rimasto fino alla sua morte nel 1715. Il monastero si manteneva grazie alle donazioni della popolazione e alla vendita di alcuni prodotti, tra cui il vino. A Pérignon fu affidato il compito di responsabile delle cantine, uno dei più importanti.
La storia di Dom Pérignon, quello dello champagne. 300 anni fa in Francia morì il monaco a cui viene attribuita – con qualche leggenda – l'invenzione di uno dei vini più famosi al mondo.
I prossimi Mate 30 di Huawei – gli smartphone più importanti e attesi dell’azienda cinese per la seconda metà dell’anno – non potranno essere distribuiti con le applicazioni di Google, a causa dei divieti imposti dal governo statunitense di Donald Trump, che impediscono alle società statunitensi di fare affari con diverse aziende della Cina. Huawei potrà distribuire i Mate 30 con una versione di Android alternativa rispetto a quella fornita e sviluppata direttamente da Google, e sulla quale mancheranno tutte le più importanti applicazioni della società statunitense, compreso il Google Play Store, il principale sistema per acquistare e scaricare le applicazioni. Le limitazioni potrebbero influire molto negativamente sulle vendite dei Mate 30, smartphone che Huawei dovrebbe presentare tra poche settimane per fare concorrenza ai Galaxy Note 10 Plus, Pixel 4 e agli altri smartphone che utilizzano la versione di Google di Android. Il caso Huawei – Android, spiegato
I prossimi Mate 30 di Huawei non avranno le app di Google, a causa dei divieti imposti dal governo statunitense.
Il 24 ottobre uscirà in Italia La vita di Adele (La vie d’Adèle nella versione originale), il film del regista Abdellatif Kechiche vincitore della Palma d’oro a Cannes lo scorso maggio. Il film è tratto dal graphic novel francese di Julie Maroh Il blu è un colore caldo (la cui protagonista si chiama Clémentine), pubblicato per la prima volta nel 2010 da Glenat. In Italia è edito da Rizzoli Lizard, ed è uscito il 16 ottobre. Il Post ne pubblica la prima parte in cinque puntate: quella di oggi è la seconda, trovate la prima qui.
Il blu è un colore caldo, seconda puntata. Altre 12 tavole dal bellissimo graphic novel da cui è tratto il film "Vita di Adele", vincitore a Cannes.
Non tutta la plastica che gettiamo nei bidoni della raccolta differenziata viene riciclata. Non tutti gli imballaggi o i contenitori in plastica sono facilmente riciclabili. Se poi si pensa ai tanti oggetti in plastica che gettiamo nei cassonetti dell’indifferenziato, la cosa si complica ancora di più. Quando si parla di rifiuti di plastica infatti si fa riferimento a una molteplicità di oggetti fatti di polimeri diversi: sebbene tutti ottenuti a partire dal petrolio, non possono essere riciclati nello stesso modo, con la stessa resa. I rifiuti in plastica complessi da riciclare fanno una fine diversa: in Italia, vengono separati dalla plastica riciclabile e vanno a recupero energetico negli inceneritori, oppure in alcuni casi finiscono ancora in discarica. Un’altra alternativa però esiste: il riciclo chimico. Cos’è il riciclo chimico I rifiuti di plastica non riciclabili possono essere riutilizzati grazie a trattamenti che riescono a recuperare il carbonio e l’idrogeno che contengono attraverso un processo di conversione chimica, che prevede l’uso di ossigeno e nessuna forma di combustione. Ciò che si ottiene è il gas di sintesi, un prodotto chimico che viene usato nell’industria chimica come elemento di partenza per realizzare altri prodotti chimici.
Cosa si può fare con i rifiuti di plastica che non ricicliamo. Usarli per produrre prodotti chimici "circolari", in nuovi distretti industriali come quelli progettati da NextChem in Italia.
Aggiornamento del 9 agosto 2012 Telecom Italia ha annunciato oggi, giovedì 9 agosto 2012, di aver venduto il 100 per cento della società controllata Matrix a Libero, azienda sotto il controllo di Weather Investment Sarl, per un valore di impresa di 88 milioni di euro. Telecom Italia, in coerenza con la politica di valorizzazione degli asset non strategici, ha deciso di cedere la società. Tale operazione è stata avviata dopo un processo di “internalizzazione” di alcune attività captive come lo sviluppo e la gestione delle piattaforme interne. La cessione di Matrix concorrerà al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dell’indebitamento finanziario netto del Gruppo per l’anno 2012.
Virgilio cambia proprietà. 16 anni fa fu protagonista del primo boom italiano del web: ora Telecom Italia sta concordando la cessione della società Matrix all'imprenditore egiziano Sawiris, presidente del CdA di Wind.
Il 14 gennaio sono stati pubblicati sul sito del ministero dell’Istruzione e della Camera i testi degli otto decreti legislativi approvati dal Consiglio dei ministri e riferiti alla legge 107, cioè alla riforma scolastica approvata nel luglio 2015 dal Parlamento, voluta dal governo di Matteo Renzi e conosciuta come la “Buona Scuola”. Ci sono diverse novità che riguardano soprattutto le valutazioni degli e delle studenti e i criteri di ammissione all’esame di maturità: non ci sarà più bisogno di avere il sei pieno in ogni materia per essere ammessi, ma la media del sei alla quale concorrerà anche il voto in condotta. Inoltre l’esame è stato ridotto a due prove scritte (non più tre) e a un colloquio orale. Di cosa stiamo parlando, intanto La riforma della scuola era entrata in vigore il 16 luglio del 2015. Su otto temi generali – indicati nel comma 181 del testo – era però previsto che il governo ottenesse la delega, cioè il potere di legiferare in un secondo momento tramite decreti legislativi. Si diceva anche, all’articolo 180, che il governo aveva diciotto mesi di tempo per adottare i decreti.
Come cambierà l’esame di maturità. Il governo ha proposto che non serva più il sei in ogni materia per essere ammessi, ma la media del sei, e che non si faccia più la terza prova.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: online sul Post c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Isaac Hayes. Un quarto d'ora funky, per prepararsi a uscire.
Café Society – il nuovo e 47esimo film diretto da Woody Allen – è nei cinema italiani da oggi, giovedì 29 settembre. Crisis in Six Scenes – la nuova e prima serie tv (negli ultimi cinquant’anni) diretta da Allen – sarà online da venerdì 30 settembre su Amazon, ma non in Italia. Allen ha 80 anni e ogni nuova-cosa-di-Allen attira sempre l’attenzione, fosse anche solo per dire che non è proprio come le vecchie-cose-di-Allen. Café Society è un film ambientato negli anni Trenta, con i due protagonisti interpretati da Jesse Eisenberg e Kristen Stewart: Allen fa il narratore, ma non l’attore. Crisis in Six Scenes è una serie tv di sei episodi da mezz’ora, ambientata negli anni Sessanta e in cui Allen recita, tra gli altri, con Miley Cyrus. I critici dicono che Café Society non è male, nella media degli ultimi film di Allen, meglio di Irrational Man o di To Rome with Love ma peggio di Blue Jasmine o Basta che funzioni, per stare nell’ultimo decennio. Negli Stati Uniti, dove è uscito a luglio, Café Society è andato piuttosto male, ma lì i film di Allen vanno sempre un po’ peggio che in Europa. Si sanno invece molte meno cose di Crisis in Six Scenes, giusto le recensioni dei critici che l’hanno visto: Charlie Lyne del Guardian ha scritto che Allen «non ce la fa più» e che la serie – di cui lui ha scritto e diretto ogni episodio – è «goffa, sghemba e piena di pigre massime da una riga». Ed è difficile trovare recensioni più positive.
Il weekend di Woody Allen. "Café Society", il suo ultimo film, è nei cinema da oggi, e domani arriva su Amazon la serie tv "Crisis in Six Scenes": benino il primo, malissimo la seconda.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 15.378 nuovi casi positivi da coronavirus e 649 morti a causa della COVID-19, la malattia causata dal virus. Attualmente i ricoverati sono 25.964 (68 in più rispetto a ieri), di cui 2.569 nei reparti di terapia intensiva (10 in meno di ieri) e 23.395 negli altri reparti (78 in più di ieri). Sono stati analizzati in tutto 135.106 tamponi. È risultato positivo l’11,4 per cento dei tamponi di cui è stato comunicato il referto. Ieri i contagi registrati erano stati 10.800 e i morti 348.
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, martedì 5 gennaio.
Alcuni deputati statunitensi sia Democratici sia Repubblicani hanno presentato venerdì al Congresso cinque disegni di legge in materia di antitrust che potrebbero avere conseguenze molto rilevanti sull’attività delle grandi società tecnologiche americane come Amazon, Apple, Facebook e Google. Alcune proposte, se diventeranno legge, potrebbero perfino comportare lo scorporo in più parti di alcune di queste aziende, come per esempio Amazon e Google. Per entrare in vigore i disegni di legge dovranno essere approvati sia dalla Camera sia dal Senato, dove senza dubbio troveranno numerosi ostacoli e saranno modificati tramite emendamenti: gli esperti ritengono che le proposte abbiano scarse possibilità di diventare legge, almeno nella loro forma attuale, e che comunque il negoziato sarà lungo e complesso.
Il Congresso americano fa sul serio con le grandi piattaforme. Sono stati presentati cinque disegni di legge che se approvati – ma sarà difficile – potrebbero portare allo scorporo di aziende come Amazon e Google.
“È stata una lezione di umiltà”: questo il commento di Emile Okal, geofisico alla Northwestern University, Illinois ed esperto in terremoti e tsunami. In effetti, i geologi non se lo aspettavano un terremoto così potente da quelle parti. Bisogna ovviamente intendersi sul termine “potente”: per gli standard giapponesi, terremoti fino al grado 8 della scala Richter (e si parla di un evento con un’energia 2000 volte superiore a quello che ha colpito l’Aquila) sono da considerarsi normali. Ben altra cosa è un terremoto di grado 9, come quello che ha colpito il Giappone in questi giorni, o quello che ha causato lo tsunami del 2004. Un terremoto del genere ha un’energia quasi 32 volte superiore a quella di un terremoto di grado 8. E come riporta oggi Nature in un breve articolo, quella zona del Giappone non doveva, in teoria, tremare così forte.
La regolarità degli tsunami. I geologi non si aspettavano un terremoto così potente ma tsunami giganteschi avevano già colpito Sendai.
Il 10 febbraio, poco prima delle 15, un gruppo di lavoratori dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha preso possesso dell’account Twitter ufficiale dell’ente per diffondere dei messaggi di protesta diretti al governo, contro le loro condizioni contrattuali. Il gruppo è composto da 343 lavoratori precari dell’ISTAT, che hanno anche un proprio account su Twitter, Precari Istat. In particolare, il gruppo si lamenta del fatto che al Senato non sia stato approvato un emendamento al cosiddetto “decreto milleproroghe” che avrebbe stabilizzato la loro situazione lavorativa, caratterizzata da contratti a tempo determinato. L’emendamento è stato bocciato due volte, all’inizio e alla fine di dicembre; il 14 febbraio il governo dovrà dare il proprio parere sulla questione che al momento rimane bloccata. Il gruppo di lavoratori ha anche occupato l’aula magna dell’ISTAT per svolgere una conferenza stampa; alcuni dei tweet di protesta erano diretti a famosi giornalisti e trasmissioni televisive, in modo da attirare l’attenzione sulla questione. Ora i tweet di protesta sono stati cancellati dall’account dell’ISTAT.
I precari dell’ISTAT hanno dirottato l’account Twitter dell’ISTAT. Per un'ora hanno twittato rivendicazioni sindacali e richieste di stabilizzazione, poi cancellate.
Il 14 gennaio è morto Alan Rickman, uno dei più importanti attori britannici, diventato popolarissimo negli ultimi anni per avere interpretato il personaggio di Piton nei film di Harry Potter. Daniel Radcliffe, l’attore che interpretava il protagonista Harry Potter, ha pubblicato un breve testo in ricordo di Rickman. Nel suo testo, Radcliffe ha descritto Rickman come “uno dei più grandi attori con cui abbia mai lavorato” e uno “tra i primi adulti di Harry Potter a trattarmi come un collega, e non come un bambino”. Alan Rickman è senza dubbio uno dei più grandi attori con cui abbia mai lavorato. È anche una delle persone più leali e disponibili che abbia mai incontrato nell’industria cinematografica. Mi ha incoraggiato molto sia sul set che negli anni successivi a Harry Potter. Sono piuttosto sicuro che è venuto e ha visto tutto quello che ho fatto sul palco sia a Londra che a New York. Non era obbligato a farlo. Conosco altre persone che erano sue amiche da molto più tempo di quanto non lo fossi io e che dicono “se tu chiami Alan, non ha importanza dove si trovi nel mondo o quanto impegnato sia con quello che sta facendo, verrà da te nel giro di un giorno”.
Il post di Daniel Radcliffe per ricordare Alan Rickman. I due attori avevano lavorato insieme nella saga di "Harry Potter": Radcliffe ha scritto che Rickman era "uno dei più grandi attori con cui abbia mai lavorato".
Intorno alle 7 di mattina di sabato c’è stata una forte esplosione in un palazzo di nove piani in piazzale Libia a Milano, nella zona sud est della città. I vigili del fuoco hanno detto di aver soccorso un ferito grave e sette lievi, e di aver evacuato l’intero edificio. Riguardo alla causa dell’esplosione, che ha danneggiato soprattutto i primi tre piani dell’edificio, si sospetta che ci sia stata una fuga di gas, anche se i vigili del fuoco devono ancora accertarlo con sicurezza. Il ferito più grave, un trentenne che secondo il Corriere della Sera ha ustioni di secondo e terzo grado, è stato ricoverato all’ospedale Niguarda. ???? #Milano, dopo le verifiche dei cinofili #vigilidelfuoco non risultano altre persone coinvolte nell’#esplosione di Piazzale Libia. Per la certezza occorre attendere la completa rimozione delle macerie. In atto accertamento cause, probabile la fuga di gas #12settembre 10:30 pic.twitter.com/ANaBXApFAR
C’è stata un’esplosione in un condominio di Milano in piazzale Libia: ci sono otto feriti, uno grave.
Secondo le statistiche, i voli aerei di gran parte delle compagnie di tutto il mondo arrivano sempre più spesso in orario. È un dato che può sembrare molto positivo ma che nasconde un trucco di cui si parla da diverso tempo: le compagnie aeree infatti allungano intenzionalmente e più del necessario i tempi di percorrenza dichiarati, in modo che anche in caso di intoppi i voli arrivino senza ritardo. Questo trucco – schedule padding, in inglese – dà ai passeggeri l’illusione che il loro volo sia puntuale anche se in realtà è durato più di quanto avvenisse in passato. Il tempo di volo in sé non è cambiato ma è aumentato il tempo di quello che in gergo tecnico si chiama “rullaggio”, cioè quello che l’aereo passa sulla pista in attesa di avere l’autorizzazione a decollare o di dirigersi a un gate. Un articolo del New York Times ha raccontato quali sono i motivi che hanno portato a un tale aumento dei tempi di rullaggio e, di conseguenza, del tempo che i passeggeri trascorrono seduti fermi sulla pista. Le cause vanno rintracciate innanzitutto nella crescita del numero di persone che utilizzano gli aerei, che ha avuto come effetto un aumento del numero generale dei voli. Il risultato è che c’è sempre più traffico sulle piste degli aeroporti, e gli aerei devono attendere più tempo rispetto a una decina di anni fa prima di poter decollare o dirigersi al proprio gate. Oltre al traffico bisogna prendere in considerazione anche altri fattori che possono causare ritardi, come l’orario del volo, il periodo dell’anno o le condizioni meteorologiche.
Perché i voli aerei durano sempre di più. I tempi effettivi di volo sono invariati ma sono aumentati i tempi morti sulla pista, quindi le compagnie hanno trovato un trucco per dire di non essere arrivate tardi.
Un tizio in Russia qualche decina di anni fa si mette a cantare un motivetto orecchiabile che fa Trololololo. Poi un giorno il video di quell’improbabile esibizione finisce su YouTube, qualcuno la rilancia sul proprio blog e alla fine in Rete non si parla d’altro per settimane. I filmati caricati ogni giorno online sono, però, migliaia e non è sempre facile rimanere aggiornati sugli ultimi video di successo. Per dare una mano ai loro utenti, quelli di YouTube hanno deciso di creare YouTube Trends, una nuova serie di strumenti per scoprire i video che in breve tempo conquistano un crescente successo sul portale di condivisione dei filmati più utilizzato al mondo (35 ore di nuovi video caricati ogni minuto). I nuovi strumenti messi a disposizione sono quattro e mirano a rendere più semplice la navigazione all’interno dei contenuti di maggior successo nel corso della giornata.
E questo video l’hai visto? E questo? youTube Trends racconta ogni giorno quali sono i video di maggior successo, e aiuta a scoprirne di nuovi.
Nella notte tra sabato e domenica ad Aprilia, in provincia di Latina, un uomo marocchino è morto dopo essere stato inseguito e picchiato da due abitanti del posto, italiani, convinti che fosse un ladro. I due uomini, di 43 e 46 anni, sono stati denunciati per omicidio preterintenzionale dai carabinieri, che hanno ricostruito i fatti servendosi delle telecamere di sorveglianza e delle dichiarazioni dei testimoni. Verso l’1:40 della notte di domenica alcuni abitanti di via Guardapasso, una zona periferica della città, si trovavano in strada con i figli quando hanno notato un’auto con targa straniera e due persone a bordo. Secondo alcuni testimoni, l’auto avrebbe fatto una retromarcia improvvisa, convincendo gli abitanti che a bordo ci fossero ladri. A quel punto, tre uomini sono saliti a loro volta in auto iniziando un inseguimento, che è finito con la prima auto finita fuori strada. La persona che si trovava al volante è riuscita a scappare, mentre l’altra – probabilmente già ferita a causa dell’incidente – è stata aggredita dagli inseguitori ed è morta poco dopo. Lunedì ha cominciato a circolare un video girato da alcune telecamere a circuito chiuso che mostra cosa è successo nel luogo dell’aggressione.
Cosa sappiamo dell’uomo marocchino morto ad Aprilia. Era stato inseguito e poi, quando la sua auto è uscita di strada, è stato picchiato da due italiani che pensavano fosse un ladro: le cause della morte non sono ancora chiare.
Il menu è delizioso, l’arredamento confortevole, il servizio rapido e la distanza da casa accettabile: eppure finite per preferire a questo un altro locale dai piatti meno gustosi, dai camerieri meno gentili ma dall’acustica migliore. Mangiare in un locale non troppo rumoroso e che permetta di chiacchierare è un aspetto fondamentale ma a cui i ristoratori fanno spesso poca attenzione, che si tratti della musica di sottofondo troppo alta (o sbagliata, come raccontavamo qui) o della progettazione stessa del locale, che non assorbe abbastanza i rumori e anzi li amplifica. D’altra parte anche un ristorante troppo silenzioso può essere un problema: ci si sente a disagio e ci si preoccupa che i vicini ascoltino le conversazioni. Come scrive il sito di gastronomia Eater, negli ultimi anni la situazione nei locali statunitensi è peggiorata e molti critici gastronomici hanno iniziato a segnalare nelle loro recensioni anche la rumorosità dei locali: il primo a farlo sistematicamente fu nel 2008 Tom Sietsema sul Washington Post, seguito da Ryan Sutton, allora a Bloomberg; dal 2013 Robert Sietsema, il critico di Eater, si serve di una app per misurare con lo smartphone i decibel dei posti dove va. Nel 2017 Gregory Scott, che ha un problema di udito e faceva fatica a sentire qualcosa nei ristoranti, fondò SoundPrint: una app che permette di misurare i decibel di bar e ristoranti, recensirli in base al rumore e consigliare quelli più silenziosi (al momento ne ha raccolti più di 60 mila).
Il problema dei ristoranti rumorosi, e come risolverlo. Con app di recensioni apposite, per evitarli, oppure rinunciando a certi materiali quando si progettano i nuovi locali.
Oggi a Palermo decine di persone hanno partecipato a una marcia per chiedere che la Regione Sicilia fornisca l’assistenza ad alcune centinaia di disabili gravissimi a cui, nonostante ne abbiano diritto per legge, non è garantita o è garantita solo parzialmente. Il tema dell’assistenza in Sicilia ai disabili gravissimi, cioè quelli che non possono mantenersi in vita autonomamente, è da qualche mese molto discusso, ed è passato dalle cronache locali a quelle nazionali soprattutto dopo che un servizio della trasmissione Le Iene ha raccontato la storia dei fratelli Alessio e Giancarlo Pellegrino, di Palermo, tetraplegici e bisognosi di assistenza per 24 ore al giorno, ma cui il comune e la provincia ne fornivano, complessivamente, soltanto tre. Un’altra delle personalità pubbliche che ha contribuito a sensibilizzare sul tema dei disabili siciliani è stato Pif, cioè il conduttore Pierfrancesco Diliberto, che da mesi parla della questione su Facebook e per questo ha avuto alcuni scontri con il governatore della Sicilia Rosario Crocetta. Negli ultimi giorni, anche Jovanotti, Fiorello e i comici Ficarra e Picone hanno parlato della questione. Qual è il problema I fratelli Pellegrino sono tetraplegici, e sono invalidi al 100 per cento: non sono autosufficienti, ma per problemi famigliari non hanno nessuno che possa occuparsi di loro. Le Iene li ha intervistati per la prima volta nel gennaio del 2016: avevano raccontato che nelle ore in cui l’assistenza non era pagata da comune e regione (tre in tutto), li aiutavano due amici, a cui davano 300 euro testa al mese, soprattutto simbolicamente. Era praticamente tutto quello che avanzava loro della pensione di invalidità che percepivano, avevano raccontato. Le Iene avevano parlato con l’assessore alle Politiche sociali della Regione Sicilia, Gianluca Micciché, che aveva promesso loro un aumento delle ore di assistenza coperte dalla regione entro il marzo di quell’anno. Non era successo. A febbraio di quest’anno, l’inviato delle Iene è tornato dai fratelli Pellegrino ed è andato con loro a incontrare Micciché.
Perché i disabili in Sicilia protestano. Chiedono che la regione garantisca l'assistenza ai disabili gravissimi, e la accusano di non discutere seriamente la questione: ma Crocetta la pensa diversamente.
La Comunità francofona del Belgio – una delle tre comunità linguistiche del paese, competente sul suo territorio in materia di cultura ed educazione in lingua francese – sta pensando di cambiare la complessa regola dell’accordo del participio passato con l’ausiliare avere: si vorrebbe cioè stabilire l’invariabilità del participio passato con l’ausiliare “avere” in tutti i casi, senza che venga più considerato come un aggettivo. La proposta è stata fatta da due professori di francese della Vallonia, Arnaud Hoedt e Jérôme Piron, in un articolo pubblicato su Libération lunedì 3 settembre. I due hanno ricevuto il sostegno della Comunità francofona del Belgio e di diverse importanti istituzioni linguistiche, ma sono stati anche molto criticati, come avviene ogni volta che si discute dei cambiamenti della lingua. La regola sui participi passati in lingua francese dice che «il participio passato coniugato con l’ausiliare avere si accorda con il complemento oggetto diretto che si trova prima del verbo». Il participio passato funziona cioè come un aggettivo, in rapporto al nome a cui si riferisce. In francese, per fare il femminile di un participio passato alla fine del verbo già coniugato si aggiunge una -e; per fare il plurale si aggiunge una -s; per fare un femminile plurale, si aggiunge -es, sempre al verbo coniugato. L’accordo del participio passato (cioè la scelta del femminile, del maschile e del plurale, in relazione al soggetto del verbo) dipende soprattutto dal tipo di ausiliare. Deve esserci l’accordo fra il soggetto e il participio passato quando l’ausiliare è “être”, cioè essere: “Elles sont allées danser”, “Sono andate a ballare”. Ma quando l’ausiliare è “avoir”, avere, l’accordo dipende dalla posizione del complemento oggetto, se c’è. Se il complemento oggetto è dopo l’ausiliare non c’è accordo: “J’ai mangé une pomme” cioè “Ho mangiato una mela”: “mangé” resta sempre uguale anche se le mele mangiate sono più di una, perché la mela che è il complemento oggetto è dopo l’ausiliare. Se il complemento oggetto è invece prima dell’ausiliare, deve esserci l’accordo. “J’ai mangé une pomme. Je l’ai mangée. La pomme que j’ai mangée”, cioè: “Ho mangiato una mela. L’ho mangiata. La mela che ho mangiata”: il participio passato si accorda al femminile della mela.
Il Belgio potrebbe introdurre una modifica alla lingua francese. Quella dell'accordo del participio passato, in alcuni casi, con il complemento oggetto a cui si riferisce: alcuni sono d'accordo, altri no.
Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, ha diffuso le stime preliminari sull’andamento dell’economia negli ultimi tre mesi. Nel secondo trimestre del 2019 il PIL dei 19 paesi dell’eurozona è cresciuto dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente, quando era cresciuta dello 0,4 per cento. Su base annua è invece cresciuto dell’1,1 per cento. Considerando tutti i 28 paesi dell’Unione Europea, la crescita nel secondo trimestre è stata dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente, mentre rispetto allo scorso anno si registra un aumento dell’1,3 per cento. Per quanto riguarda le stime sull’inflazione, secondo Eurostat a luglio il tasso sarà dell’1,1 per cento – il più basso dall’inizio del 2018 – in calo rispetto all’1,3 per cento registrato a giugno.
Nel secondo trimestre del 2019 l’economia dell’eurozona è cresciuta dello 0,2 per cento rispetto al primo trimestre, secondo le stime preliminari di Eurostat.
La giudice per le indagini preliminari (gip) di Agrigento Alessandra Vella ha accolto la richiesta della Procura di archiviare l’inchiesta su Carola Rackete, la comandante della nave Sea Watch 3 dell’ong Sea Watch, che era stata arrestata dopo che il 29 giugno del 2019 aveva portato la nave nel porto di Lampedusa, facendo sbarcare i 40 migranti che erano a bordo da più di due settimane. Rackete era stata accusata di aver violato gli ordini delle autorità italiane, andando contro il divieto emesso dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, previsto dal cosiddetto «decreto sicurezza bis» approvato dal governo a inizio giugno del 2019.
L’inchiesta sulla comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete è stata archiviata.
Lo scorso giovedì la casa di produzione Sony ha deciso di eliminare Kevin Spacey da tutte le scene di Tutti i soldi del mondo, il nuovo film di Ridley Scott. La decisione è arrivata dopo le molte accuse di molestie sessuali nei confronti dell’attore. È stata presa per vari motivi: di certo anche perché, con lui, il film avrebbe rischiato di incassare meno. Le riprese del film erano già finite e l’uscita era – ed è ancora – prevista per dicembre. Spacey interpretava il ricchissimo petroliere americano Jean Paul Getty, che non è il protagonista del film, ma è comunque un personaggio centrale per la storia. Era impossibile tagliarlo senza sostituirlo: le scene in cui c’era Spacey saranno quindi rigirate con l’attore Christopher Plummer. La sostituzione di un attore – in corsa o a fine riprese – è una rarità, ma non una novità. Lo è comunque in queste proporzioni. Tutti i soldi del mondo racconta la storia del rapimento – in Italia, nel 1973 – di Paul Getty III. Aveva 16 anni ed era il nipote del petroliere Jean Paul Getty, che allora era considerato l’uomo più ricco del mondo, ma anche il più avido. È un film di cui si diceva che potesse avere ambizioni da Oscar: ora è tutto da vedere.
Togliere Kevin Spacey da “Tutti i soldi del mondo” non sarà per niente facile. Perché è una cosa senza precedenti e prevede tante complicazioni e grandi costi da affrontare in pochissimo tempo.
Non è ancora sicuro – sono in corso verifiche e controlli – ma secondo i giornali potrebbe essere stato ritrovato un famoso quadro di Gustav Klimt – “Ritratto di signora” – che era stato rubato nel febbraio del 1997 dalla Galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza. Il quadro è stato ritrovato proprio in Galleria, scrivono i giornali, “durante i lavori di ripulitura di un’edera che copriva una parete esterna”, in “un’intercapedine chiusa da uno sportello, all’interno della quale c’era un sacco, con dentro il quadro”. Il direttore della Galleria, Massimo Ferrari, ha detto che “i timbri e la ceralacca sono originali”. Questo potrebbe voler dire che per tutti questi anni il quadro era rimasto in Galleria. Scrive Repubblica: I ladri potrebbero aver nascosto il quadro nell’intercapedine sul muro esterno per poi recuperarlo qualche giorno dopo. Poi, però, forse anche per l’attenzione mediatica e la sorveglianza delle forze dell’ordine, non ci sono riusciti. Il quadro, insomma, una delle opere d’arte più ricercate del mondo, potrebbe essere stato nascosto per 22 anni sul muro esterno della galleria dove era stato rubato, senza che nessuno lo trovasse e senza che nessuno che era a conoscenza del nascondiglio andasse a recuperarlo.
Potrebbe essere stato ritrovato il “Ritratto di signora” di Gustav Klimt, rubato nel 1997 a Piacenza.
Sabato 1 e domenica 2 ottobre si è svolto a Tarragona, in Spagna, il festival dei Castells, un’antica tradizione di origine catalana in cui squadre di centinaia di persone costruiscono dei castells, cioè delle torri umane stando in piedi l’uno sulle spalle dell’altro. Le squadre che partecipano si chiamano colles castelleres: hanno una loro “divisa” e sono associazioni composte da centinaia di persone di tutte le età che rappresentano la propria cittadina o il proprio quartiere, e che per vincere la competizione devono erigere e in seguito smontare ordinatamente torri umane della maggiore altezza e complessità possibile. La gara è nata nel 1932 e dal 1980 riunisce ogni due anni le migliori 14 colles del momento: si svolge secondo regole codificate e sotto il controllo di giudici, che valutano ogni esibizione assegnando un determinato punteggio. Hanno vinto la competizione i “Castellers de Vilafranca”, per l’ottavo anno consecutivo. Le rappresentazioni, che hanno avuto origine nel diciottesimo secolo, sono state dichiarate patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO nel 2010.
Le foto delle torri umane a Tarragona. Si è svolta nel weekend la tradizionale costruzione dei "castells", che ogni due anni creano disegni e immagini spettacolari.
Per realizzare Lemonade, il suo ultimo disco, uscito nella notte tra il 23 e il 24 aprile, Beyoncé ha lavorato anche con una poetessa: si chiama Warsan Shire, ha 27 anni ed è britannica, originaria della Somalia ma nata in Kenya. Alcuni versi di Shire dividono in capitoli i 12 video di Lemonade, andati in onda sul canale televisivo HBO nello speciale “visual album” che Beyoncé ha realizzato per lanciare il disco. Nei titoli di coda del filmato – che dura 60 minuti – Shire è indicata come collaboratrice nel settore “Film Adaptation and Poetry”, cioè “adattamento cinematografico e poesia”. Insieme al lavoro della stylist Marni Senofonte, che ha scelto con Beyoncé gli abiti che si vedono nei video di Lemonade, Shire ha contribuito a sviluppare l’immaginario del mondo del disco. Non è la prima volta che Beyoncé si ispira ad autrici letterarie nel suo lavoro di musicista: nella canzone Flawless, contenuta nel disco BEYONCÉ (2014), si sente la voce della scrittrice nigeriano-americana Chimamanda Ngozi Adichie che pronuncia una conferenza TED, poi diventata un libro intitolato Dovremmo essere tutti femministi (Einaudi, 2015). Shire è considerata una “spoken word artist”, un’artista della lingua parlata: le letture ad alta voce fanno pienamente parte del suo lavoro di poetessa e si possono trovare anche registrate in rete. Fa parte del movimento letterario dei “Black British Poets”, poeti neri di diverse nazionalità che usano la poesia per non dimenticare la propria lingua e le proprie origini. Nell’autunno del 2016 sarà pubblicata una raccolta completa delle sue poesie che si chiamerà Extreme Girlhood, letteralmente “Estrema infanzia di bambina”. Già nel 2011 è uscito un libro con alcuni suoi versi, intitolato Teaching My Mother How To Give Birth (più o meno, “Insegnando a mia madre come far nascere i bambini”) e pubblicato dalla casa editrice flipped eye. Nel 2014 Shire è stata dichiarata “Giovane poetessa laureata di Londra”.
Chi è la poetessa che ha lavorato a “Lemonade” con Beyoncé. Warsan Shire ha 27 anni, è britannica di origine somala e su Twitter ha più di 67mila followers.
Carla Fracci, che nella seconda metà del Novecento fu tra le ballerine più note e importanti del mondo, è morta a 84 anni a Milano, la città dove cominciò e costruì la sua carriera fino a diventare étoile del Teatro della Scala, la prima ballerina del corpo di ballo. Nei decenni in cui fu attiva si esibì con alcuni dei più importanti ballerini al mondo, da Rudolf Nureyev a Mikhail Baryshnikov a Roberto Bolle. Nacque a Milano, il 20 agosto del 1936, e iniziò a studiare danza alla scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano nel 1946. Si diplomò nel 1954 e nel 1955 debuttò alla Scala nella Cenerentola, per poi diventare nel 1958 prima ballerina del corpo di ballo del teatro, a soli 22 anni.
È morta Carla Fracci. È stata la ballerina italiana più conosciuta al mondo, aveva 84 anni.
Lo scorso 20 marzo è cominciata la prima fase del congresso del Partito Democratico per eleggere un nuovo segretario con il voto nei circoli da parte degli iscritti. La seconda fase sarà invece aperta a tutti gli elettori e le elettrici: le cosiddette “primarie”. Il voto nei circoli si concluderà il 2 aprile e servirà a eleggere i delegati alle convenzioni provinciali (che si riuniranno il 5 aprile), che a loro volta eleggeranno i delegati alla convenzione nazionale. Questo organismo si riunirà una sola volta il 9 aprile per verificare i dati riportati nei circoli dai singoli candidati a segretario e stabilire chi di loro potrà essere ammesso alle primarie. Lo statuto del PD dice che «risultano ammessi all’elezione del segretario nazionale i tre candidati che abbiano ottenuto il consenso del maggior numero di iscritti purché abbiano ottenuto almeno il cinque per cento dei voti validamente espressi e, in ogni caso, quelli che abbiano ottenuto almeno il quindici per cento dei voti validamente espressi e la medesima percentuale in almeno cinque regioni o province autonome». Le primarie si terranno infine il 30 aprile con un turno unico. I candidati alle primarie del PD sono tre: Matteo Renzi, ex segretario ed ex presidente del Consiglio; il ministro della Giustizia Andrea Orlando; il presidente della Puglia, Michele Emiliano. Orlando era uno dei leader dei “Giovani Turchi”, una corrente che si colloca nella sinistra del PD e di cui fa parte anche il presidente del partito, Matteo Orfini, che però a questo congresso sostiene Matteo Renzi. Emiliano ha deciso all’ultimo momento di rimanere nel partito dopo aver minacciato per giorni di uscirne e anche lui affronta Renzi da sinistra.
Come sta andando il congresso del PD. Da poco più di una settimana è cominciata la prima fase, quella riservata ai circoli e agli iscritti al partito: secondo i conteggi parziali Matteo Renzi è in netto vantaggio.
Per vedere insieme Cher, Meryl Streep e Pierce Brosnan bisognava essere a Londra alla prima di Mamma Mia! Here We Go Again, da cui arriva una buona parte delle foto di attori della settimana, tra cui Tom Hanks, Lily James e Dominic Cooper. Poi questa settimana valeva la pena fotografare Cristiano Ronaldo a Torino, Donald Trump che gioca a golf, Brigitte Macron con la Coppa del Mondo, la più bella delle foto del battesimo del principe Louis e un po’ di compleanni: i 64 anni di Angela Merkel, i 41 di Vittoria di Svezia e i 10 della serie Breaking bad. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Barack Obama, Cristiano Ronaldo, Shakira e Pierce Brosnan, tra quelli che valeva la pena fotografare in settimana.
Il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge di riforma costituzionale promosso dal governo, con 183 voti favorevoli e 4 astenuti. L’opposizione ha deciso di non partecipare al voto. Il testo di legge ora verrà trasmesso alla Camera, che inizierà l’analisi della legge per proporre nuove modifiche ed emendamenti. Trattandosi di una modifica che riguarda la Costituzione, il disegno di legge sarà poi trasmesso nuovamente al Senato e in seguito alla Camera per la sua seconda lettura. Nonostante contrattempi, tentativi di ostruzionismo e grandi polemiche soprattutto da parte del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà, il governo ha quindi superato il primo grande ostacolo per portare avanti la revisione della parte della Costituzione che regola – tra le altre cose – il funzionamento del Parlamento: il disegno di legge prevede che Camera e Senato smettano sostanzialmente di fare le stesse cose (il cosiddetto “bicameralismo perfetto”), con quest’ultimo che non sarà più elettivo e che comprenderà circa un terzo dell’attuale numero di senatori, scelti e inviati dalle Regioni, che non riceveranno indennità. Una spiegazione più estesa del funzionamento del nuovo Senato si può leggere qui.
La riforma del Senato fa il primo passo. Il Senato ha approvato la riforma costituzionale in prima lettura: 183 sì, 4 astenuti.
Oggi tre astronauti dei sei della missione spaziale “Expedition 25” sono tornati sulla Terra, dopo aver trascorso alcuni mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale. L’equipaggio, formato da Doug Wheelock, Shannon Walker e Fyodor Yurchikhin, è salito sulla Soyuz TMA-19 alle 2:23 del mattino di oggi (ora italiana) ed è atterrato alle 5:46 in Kazakistan. Le Soyuz sono i veicoli realizzati dal programma per lo spazio dell’Unione Sovietica e successivamente sviluppati dall’agenzia spaziale russa. A differenza degli Shuttle americani, sono di dimensioni maggiormente contenute e dal 1986 sono state sviluppate per portare i membri degli equipaggi sulla stazione spaziale MIR. Una versione rivista viene utilizzata per il trasporto verso la Stazione Spaziale Internazionale. Wheelock ha trascorso 178 giorni nello spazio nel corso delle sue missioni, quella sulla ISS e quella di 15 giorni sullo Shuttle con la missione STS-120. Wheelock è diventato celebre, anche qui sul Post, grazie alla sua serie di fotografie scattate dalla ISS e diffuse sul Web attraverso Twitter. Walker, invece, nello spazio ci è rimasta per 161 giorni e ha partecipato alle missioni “Expedition 24” ed “Expedition 25”. Yurchikhin ha all’attivo 371 giorni di permanenza nello spazio: 163 nel corso delle missioni “Expedition 24” ed “Expedition 25”, 197 giorni nella “Expedition 15” e undici giorni nella missione dello Shuttle STS-112.
Le foto del ritorno dei cosmonauti. Sono atterrati poche ore fa in Kazakistan dopo aver trascorso quasi cinque mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale.
L’Immacolata Concezione è la festa religiosa che ogni anno si celebra l’8 dicembre, ed è tra le più importanti della religione cattolica. L’Immacolata Concezione fu istituita con un dogma di fede della Chiesa deciso nel 1854 da Pio IX, nella costituzione apostolica Ineffabilis Deus. Il dogma strutturava e definiva organicamente una credenza che nella tradizione cattolica risaliva a diversi secoli prima: in Oriente la festa dell’Immacolata Concezione era celebrata già nell’VIII-IX secolo. Secondo la credenza dell’Immacolata Concezione perpetuata dalla dottrina cattolica, Maria madre di Gesù Cristo è stata redenta dal peccato originale fin dalla sua nascita, in vista dei meriti futuri del figlio, e poi per tutta la sua vita. Come sancito nel paragrafo più citato del documento papale dell’Ineffabilis Deus (DS 2803):
Immacolata Concezione, cos’è e perché è oggi. La festa che si celebra ogni 8 dicembre si riferisce a una credenza cattolica diversa da quella a cui il nome potrebbe far pensare.