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La terza stagione della serie tv Gomorra sarà su Sky Atlantic da venerdì 17 novembre, ma i primi due episodi sono stati trasmessi da ieri nei cinema. Ieri e oggi (14 e 15 novembre) circa 300 sale italiane hanno trasmesso o trasmetteranno due episodi: il primo e il terzo. La scelta è stata fatta per evitare che chi sia andato o andrà al cinema non guarderà Sky Atlantic, che il 17 novembre trasmetterà il primo e il secondo episodio. Il 14 novembre i due episodi di Gomorra 3 sono stati la cosa che ha incassato di più nei cinema italiani. Secondo i dati Cinetel (che si basano su circa il 90 per cento delle sale italiane) Gomorra 3 è stato visto al cinema da circa 30mila persone e ha incassato almeno 260mila euro. Il secondo film più visto, The Place, ha incassato 137mila euro.
Il film più visto ieri in Italia non è un film, ma i primi episodi del nuovo “Gomorra”.
Il 13 giugno 1966 la Corte Suprema degli Stati Uniti si espresse sul caso Miranda v. Arizona, una causa tra lo stato dell’Arizona e Ernesto Arturo Miranda, un 25enne americano di origini messicane che era stato arrestato e condannato tre anni prima per lo stupro e il rapimento di una ragazza di 17 anni. La Corte Suprema stabilì che i diritti di Miranda sanciti dal Quinto e dal Sesto Emendamento della Costituzione americana erano stati violati durante il suo arresto e il suo interrogatorio, perché non era stato informato del suo diritto di avvalersi di un avvocato e di rimanere in silenzio. La sentenza della Corte Suprema diede origine a quello che ancora oggi è conosciuto come “Miranda warning”, cioè quella formula che gli agenti di polizia americani devono recitare ai sospettati al momento dell’arresto, per informarli dei loro diritti: «Ha il diritto di rimanere in silenzio. Tutto quello che dirà potrà essere usato e sarà usato contro di lei in tribunale». In Italia conosciamo il “Miranda warning” soprattutto per i film polizieschi, nei quali è spesso citato. Nella realtà, tuttavia, i poliziotti sono tenuti a leggerlo solo alle persone che verranno poi interrogate, e non a tutti gli arrestati: a chi viene arrestato per guida in stato di ebbrezza, ad esempio, non viene recitato il “Miranda warning”. Il testo non è uguale in tutti gli stati americani, perché la Corte Suprema non stabilì una versione unica, ma solo delle indicazioni sulle informazioni da dare alle persone arrestate sui loro diritti, che vennero poi elaborate da ogni stato. Nella sua versione più comune, il testo del “Miranda warning” dice:
La storia del “Miranda warning”. Ovvero la famosa frase «Ha il diritto di rimanere in silenzio. Tutto quello che dirà potrà essere usato contro di lei in tribunale».
È estate per tutti, anche per i famosi che latitano in un momento non particolarmente ricco di prime e festival cinematografici. Quello di Monaco resiste e ha per ospite Jesse Eisenberg, che non si vedeva da un po’ e sembra, come al solito, un po’ a disagio, mentre tra le première più divertenti c’è stata quella di Spider-Man: Far from Home, con Samuel L. Jackson, Zendaya e Jake Gyllenhaal. Al G20 di Osaka si sono riuniti i leader dei 20 Paesi tra i più industrializzati al mondo e n’è venuto fuori un ritratto piuttosto pittorico; a proposito di quadri, la regina Elisabetta II che accoglie gli ospiti a Buckingham Palace è sempre un gran momento. Poi ci sono le foto sulla scrivania di Trump nello Studio Ovale, il re Felipe VI di Spagna e il suo metro e 97 che lo fa spiccare tra tutti, Buzz Aldrin, Rihanna, e il presidente del Consiglio Conte che tiene alto l’onore nazionale. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Rihanna, Buzz Aldrin, Chiara Ferragni e David Beckham con la figlia ai Mondiali di calcio femminile, tra chi meritava di essere fotografato in settimana.
Negli Stati Uniti ci sono 11 genitori che passano le loro giornate a guardare film di ogni tipo – quelli bruttissimi, di “Serie B”, ma anche i nuovi Star Wars, molto prima che vadano nelle sale – a prendere appunti e a discutere poi delle scene di sesso, insulti e violenza che hanno appena visto. Quegli 11 genitori lavorano per la sezione della Motion Picture Association of America (o MPAA, l’organizzazione americana dei produttori cinematografici) che si occupa di classificare i film e decidere se sono adatti a tutti, ai bambini solo se accompagnati o solo a chi ha almeno 18 anni. Non si sanno i nomi di tutti e 11, ma alcuni di loro hanno parlato del loro strano lavoro a Erich Schwartzel, che ne ha scritto sul Wall Street Journal. Joan Graves è la direttrice della sezione che si occupa di classificare i film per la MPAA ed è una signora di 75 anni che si è messa a farlo su invito di un’amica, che le disse che sembrava una persona abbastanza sensibile da poter fare per quel lavoro. Da allora Graves ha visto e contribuito a classificare più di 12mila film. I requisiti per entrare nel gruppo presieduto da Graves sono pochi: basta avere almeno un figlio tra i 5 e i 15 anni e a meno che non si venga promossi durante l’incarico (come è successo a Graves) lo si deve abbandonare quando il più giovane dei propri figli compie 21 anni.
Gli 11 genitori americani che decidono se i film vanno bene per i minorenni. «Abbiamo visto persone morire in ogni modo possibile».
Oggi in prima pagina di Repubblica Concita De Gregorio racconta del suo “fallimento”: cercare di capire le ragioni del successo preventivo presso teenagers e ventenni del film “I soliti idioti” (tratto dalla serie televisiva) e affrontarlo senza spocchia e pregiudizio. Questo articolo è la cronaca di un fallimento, il mio. Volevo descrivere le ragioni per cui migliaia, centinaia di migliaia, i miei figli dicono “milioni” di ragazzi aspettano con ansia l’uscita al cinema, domani, de I soliti idioti. Film, dice la campagna di lancio, “di comicità liberatoria, specchio di un’Italia contemporanea di cui si ride proprio perché ci si riconosce. Bello, no? Interessante. Lo specchio, la liberazione. Volevo – immaginavo – di riprendere il filo dalla comicità demenziale, provare a raccontare cosa è cambiato da Elio e le storie tese a Checco Zalone fino a questi idioti contemporanei che ingolferanno dal fine settimana i multisala portando spropositati guadagni ai produttori e distributori, ai Valsecchi e alla solita Medusa, Berlusconi all around, ma in fondo il cinema si sa che funziona così, almeno si crede: con un film di grandissimo successo commerciale si finanziano poi i lavori di qualche esordiente di talento, i denari si distribuiscono e vanno alla fine a vantaggio di tutti, degli autori e del pubblico, degli artisti e dei tecnici che ci lavorano. O no? Forse no, ma andiamo avanti.
Ripartiamo dai seienni. Concita De Gregorio ha visto e rivisto "I soliti idioti" e ha concluso che la partita sulle nuove generazioni è persa.
18,00. Dice Adnkronos: La Procura di Grosseto ascolterà come testimone la persona che ha girato il video mostrato ieri in esclusiva dal Tg5. ”Stiamo facendo le indagini che serviranno per capire chi ha girato questo video, e sicuramente lo sentiremo come testimone”, annuncia il procuratore capo Francesco Verusio, che dice di avere ”una mezza idea su chi lo ha girato”.
Costa Concordia, continua il maltempo. Le condizioni del mare e il gelo all'isola del Giglio continuano a rimandare l'inizio della rimozione del carburante dal relitto.
Rojadirecta – un famoso sito che pubblica i link verso altri siti che trasmettono partite di calcio in streaming – non è più disponibile per gli utenti italiani che navigano utilizzando una connessione Fastweb. Lo ha stabilito il tribunale di Milano su richiesta di Mediaset, che trasmette molte partite di calcio e altri eventi a pagamento. Già nel 2013 Rojadirecta era stato “sequestrato” dalla procura di Milano, cioè ne era stato impedito l’accesso ai clienti italiani di alcuni provider internet. Di solito questo genere di siti tornano raggiungibili poco dopo l’oscuramento: gli basta cambiare dominio (.eu, .it, .tv, .io e così via) oppure registrarsi in paesi diversi da quelli dove è stata emessa la sentenza per aggirare i blocchi. Questa volta però il tribunale di Milano ha imposto a Fastweb di oscurare qualunque sito che si chiami Rojadirecta, indipendentemente da dominio e paese di registrazione: e anche indipendentemente dal fatto che stia o no violando delle leggi (cosa che peraltro è spesso discussa anche riguardo lo stesso Rojadirecta, visto che non trasmette nessuna partita). Il tribunale aveva stabilito una penale di 30mila euro per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del blocco; Fastweb ha reso subito valida la decisione, a partire dalle 19 di mercoledì 18 novembre.
“Rojadirecta” è stato reso inaccessibile per tutti gli utenti Fastweb. Il popolare sito che linka gli streaming illegali delle partite sarà oscurato per gli utenti italiani (per adesso, almeno).
Termina oggi, lunedì 15 gennaio, la Milano Moda Uomo, la settimana della moda maschile di Milano iniziata venerdì 12 gennaio, quando le principali aziende di moda italiane hanno presentato le collezioni maschili per l’autunno/inverno 2018-2019. Le sfilate più scenografiche sono quelle di Moschino, Dolce & Gabbana e Donatella Versace, che al motto di “Go big and go home” ha proposto un «moderno mix di preppy, punk e streetwear» ispirato alle stampe delle tende e dei drappeggi. Lo stilista Jeremy Scott ha disegnato per Moschino la collezione Overt/Covert ispirata al fetish, con modelli e modelle che hanno sfilato insieme indossando abiti molto simili tra loro per scardinare le differenze di genere nel modo di vestire. Dolce & Gabbana ha proseguito la strategia di attirare soprattutto gli adolescenti , con una collezione chiamata “King’s Angels”, “gli angeli del re”, piena di colori accesi, broccati, spille, giacche di velluto, camicie di seta, pantaloncini di paillettes e corone stampate e ricamate sulle giacche o indossate dai modelli. Ha organizzato anche una sfilata con gli abiti di sartoria aperta al pubblico, alla Rinascente in Duomo a Milano.
Cosa si è visto alle sfilate maschili a Milano. Album fotografico della Settimana della moda uomo: pocono per Prada (eh?), fetish per Moschino e tappezzeria per Versace.
Come ogni anno, la rivista di critica cinematografica francese Cahiers du Cinéma ha fatto la classifica dei 10 migliori film dell’anno. La classifica, pubblicata un paio di giorni fa, è molto attesa perché Cahiers du Cinéma esiste dagli anni Cinquanta ed è considerata la rivista di quelli che se ne intendono: una rivista colta, raffinata, attenta alle cose d’autore e anche un filo snob. Esiste dagli anni Cinquanta e ci hanno lavorato grandi persone del cinema francese, come André Bazin, Jean-Luc Godarde e François Truffaut. È anche quella da cui, stringendo un po’, nacque la Nouvelle Vague, il più noto movimento del cinema francese e uno dei più importanti per la storia del cinema. Per poter entrare in classifica i film devono essere usciti in Francia negli ultimi 12 mesi, ma non devono essere necessariamente francesi. L’anno scorso al primo posto in classifica c’era la commedia tedesca Toni Erdmann e l’anno precedente Mia Madre di Nanni Moretti (che a quelli dei Cahiers du Cinéma piace tantissimo: quasi ogni suo film finisce in classifica, spesso al primo posto). Quest’anno il film che ha vinto la classifica dei più bei film dei Cahiers du Cinéma non è un film, però: è la nuova stagione di Twin Peaks, la serie tv di David Lynch. Nelle altre posizioni c’è un misto di film abbastanza mainstream e di cose più da rivista francese di cinema nata negli anni Cinquanta.
I 10 migliori film del 2017 secondo i Cahiers du Cinéma. La classifica annuale della prestigiosa rivista di critica cinematografica francese è forse un po' più mainstream del solito: e quello che ha vinto non è un film.
Il governo degli Stati Uniti ha annunciato di avere imposto sanzioni contro la Russia e ordinato l’espulsione di 35 persone sospettate di essere agenti dell’intelligence russa, in risposta a quelle che considera attività svolte per influenzare il risultato delle elezioni presidenziali dello scorso novembre. La decisione ha pochi precedenti nella storia recente delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Russia, ha portato a una risposta piuttosto dura da parte del governo russo e complicherà le relazioni tra i due paesi, a poche settimane dall’insediamento del nuovo presidente, Donald Trump. Secondo alcuni osservatori la reazione del presidente Barack Obama è stata tardiva e male organizzata, mentre secondo altri non ci sono abbastanza prove per accusare la Russia; altri ancora fanno notare che Trump potrebbe annullare le sanzioni tra poche settimane, anche se avrebbe un notevole costo politico. Le sanzioni riguardano, tra gli altri, quattro funzionari del GRU (Glavnoe razvedyvatel’noe upravlenie, Direttorato principale per l’informazione), il potente servizio segreto militare russo che secondo le agenzie di intelligence degli Stati Uniti ha disposto gli attacchi informatici contro il Partito Democratico e altre organizzazioni politiche, con l’approvazione da parte del governo russo. Lo stesso GRU è accusato di avere facilitato la diffusione delle informazioni rubate (per lo più documenti e scambi di email dei dirigenti politici del partito), attraverso organizzazioni come WikiLeaks. Sono state emesse sanzioni economiche anche nei confronti di tre aziende che avrebbero contribuito agli attacchi informatici.
Stati Uniti contro Russia contro Stati Uniti. Barack Obama ha disposto sanzioni e l'espulsione di 35 diplomatici russi dal paese, in risposta agli attacchi informatici subiti per provare a influenzare l'esito delle elezioni.
Il New York Times ha intervistato cinque persone vicine a “Titan”, il progetto Apple delle “auto che si guidano da sole”: senza fornire il loro nome, queste persone hanno spiegato al quotidiano come mai la società ha deciso di ridurre molto lo scopo e le ambizioni del progetto. Titan non era mai stato annunciato ufficialmente, ma se ne era discusso molto negli ultimi anni. Diversi dirigenti di Apple ne avevano parlato anonimamente ai giornali e lo stesso amministratore della società, Tim Cook, aveva fatto più di un accenno al fatto che Apple avesse simili progetti. Dallo scorso settembre, però, si parla di un importante “ridimensionamento” del progetto: Apple avrebbe deciso di rinunciare a costruire un’intera automobile che si guida da sola, preferendo concentrarsi sui software in grado di guidarle. Le cinque persone intervistate dal New York Times hanno confermato i sospetti che giravano da mesi e hanno spiegato che le ragioni del fallimento di Titan, o almeno della sua versione più ambiziosa, sono dovuti a una mancanza di obiettivi chiari, alle divisioni nel team di progettazione e, più in generale, a una cattiva gestione di tutto il lavoro.
Perché Apple ha rinunciato alle auto che si guidano da sole. Il New York Times ha parlato con alcune persone vicine al progetto "Titan", che hanno spiegato le ragioni di una decisione misteriosa e chiacchierata.
Lo scorso 26 ottobre si è sciolto il Consiglio regionale della Regione Lombardia, dopo la lunga serie di scandali che ha coinvolto quindici consiglieri regionali su ottanta, diversi assessori della giunta e lo stesso presidente Roberto Formigoni, indagato per corruzione. Il voto non sarà prima di gennaio e ieri ci sono stati importanti novità a proposito dei candidati alla presidenza della Regione, mentre molti aspetti sono ancora da chiarire, sia all’interno dei partiti che sul fronte delle alleanze politiche. I candidati annunciati ieri Ieri hanno annunciato la loro candidatura – quasi contemporaneamente – due personaggi di rilievo, uno per schieramento. Nel centrodestra si è candidato l’industriale nel settore dell’alluminio Gabriele Albertini: ha 62 anni, è europarlamentare dal 2004 ed è stato sindaco di Milano dal 1997 al 2006. La sua candidatura, che il presidente uscente Roberto Formigoni ha accolto con molto favore, sarà presentata ufficialmente il 24 novembre.
Chi si candida in Lombardia. Oltre ad Albertini e Ambrosoli, ci sono molte incertezze su dove andrà la Lega e se il centrosinistra farà davvero le primarie.
Il Garante della privacy ha multato la piattaforma Rousseau (il sito internet dove si tengono le votazioni degli iscritti al M5S) di 50 mila euro stabilendo che «non gode delle proprietà richieste a un sistema di e-voting», cioè di votazione online. In particolare, non garantisce «la protezione delle schede elettroniche e l’anonimato dei votanti in tutte le fasi del procedimento elettorale elettronico». L’istruttoria era stata aperta nell’agosto del 2017 e poi notificata nel gennaio 2018; da allora l’associazione ha adottato alcune modifiche per garantire maggiore libertà e segretezza di voto. Il garante però non le ha ritenute sufficienti ma ha aggiunto che «sono state evidenziate persistenti criticità». Come funziona Rousseau
Il Garante della privacy ha multato la piattaforma Rousseau di 50 mila euro.
Da giorni i social media manager della pagina Facebook “INPS per la Famiglia“, a cui è stato delegato un pezzo dell’attività informativa sul cosiddetto “reddito di Cittadinanza”, stanno dedicando parecchio tempo a rispondere ai dubbi e alle richieste degli utenti che hanno problemi o domande sul funzionamento della nuova misura. L’INPS, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, si sta occupando della lavorazione delle domande presentate nelle scorse settimane e dell’erogazione degli assegni, ma molte persone segnalano di non aver ricevuto sufficienti informazioni e spiegazioni ai CAF a cui si sono rivolti, chiedendone di ulteriori. La pagina Facebook “INPS per la Famiglia” ha risposto pacatamente a moltissimi utenti, ma ci sono stati diversi casi – oggi molto condivisi su Twitter – in cui le risposte sono state quantomeno spazientite e piccate, attirando qualche commento di comprensione ma anche molte critiche, di chi ha visto nelle risposte una certa arroganza e mancanza di professionalità. Giovedì, la pagina Facebook ha scritto un post in cui ha chiarito qual è la funzione dell’account aggiungendo: «Cogliamo l’occasione per scusarci con quanti possano essersi sentiti toccati od offesi da alcune nostre risposte».
Di questi tempi non è facile gestire la pagina Facebook dell’INPS. Da giorni i social media manager rispondono a moltissime richieste di spiegazioni sul reddito di cittadinanza, a volte perdendo la pazienza.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 126 nuovi casi di contagio da coronavirus, per un totale di 240.436, secondo i dati diffusi oggi dal ministero della Salute. I morti totali comunicati sono 34.744, 6 in più rispetto a ieri. Le persone attualmente ricoverate nei reparti di terapia intensiva sono 96 (ieri erano 98) e le persone che sono state sottoposte a tampone fino ad oggi sono 3.235.504, 15.484 più di ieri. #LNews #Coronavirus
Le notizie di lunedì sul coronavirus in Italia. Sono stati registrati 126 casi di contagio e 6 morti. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 96.
Mercoledì 3 dicembre il Senato ha votato con 166 sì, 112 no e un astenuto la fiducia al governo sul Jobs Act, la “legge delega” con le linee guida che il governo dovrà seguire per riformare le regole del mondo del lavoro. Il Jobs Act era stato approvato dalla Camera lo scorso 25 novembre con alcune modifiche, confermate dalla commissione Lavoro del Senato il 28 novembre: doveva quindi passare nuovamente per l’approvazione del Senato, in quella che in gergo parlamentare viene definita “navetta”. Il senatore Federico Fornaro aveva detto che la minoranza interna del Partito Democratico avrebbe votato sì “per senso di responsabilità”, spiegando: «abbiamo rilevato che il testo ha avuto alcuni miglioramenti, pur rimanendo però tante criticità». Il senatore Corradino Mineo invece aveva detto che avrebbe votato contro, sostenendo che il governo starebbe ricorrendo troppo spesso al meccanismo della fiducia. #JobsAct diventa legge. L’Italia cambia davvero. Questa è #lavoltabuona. E noi andiamo avanti
Il Jobs Act è legge. Il governo ha ottenuto la fiducia al Senato sulla “legge delega” con le linee guida per la riforma del mondo del lavoro, con le modifiche approvate dalla Camera.
Il Valtari Mystery Film Experiment è un progetto ideato dai Sigur Rós per accompagnare le canzoni del loro ultimo disco “Valtari” (uscito il 23 maggio). La band islandese ha assegnato a dodici registi un budget ridotto e ha chiesto loro di creare un video per ognuna delle canzoni del disco, con la massima libertà su storie, temi e stile.
Dauðalognm, il nuovo video dei Sigur Rós. È l'undicesimo della serie "Valtari Mystery Film Experiment", ed è stato quello più votato tra i video candidati al Mystery Film Competition.
Kevin Costner compie sessant’anni il 18 gennaio 2015, ed è una celebrazione sobria, di un attore che ha avuto fortune e sfortune di carriera tali, che se le metti tutte nel frullatore dei decenni esce una figura che non suscita da molto tempo né grandi fanatismi né grandi insofferenze, ma è semplicemente stimata, discreta nella sua permanenza nello show business. Eppure ci fu un periodo in cui Kevin Costner fu il numero uno, come ricordammo sul Post pochi mesi fa, quando arrivò ai sessant’anni anche un’altra di quel giro, Kathleen Turner. All’inizio degli anni Ottanta i grandi-divi-di-Hollywood erano attori che erano rimasti popolarissimi e su una breccia eletta per decenni e decenni: fossero stati John Wayne, Gary Cooper, Katharine Hepburn, Paul Newman o Robert Redford, il loro successo era ed era stato solidissimo e longevo. Ma alcuni erano morti, altri cominciavano a invecchiare: quindi sembrò a un certo punto che fosse pronta una nuova generazione di grandi-divi-di-Hollywood, che per alcuni anni andarono per la maggiore e sembrarono rappresentare un rinnovamento destinato a durare per altri decenni e decenni. Erano in molti film, un gruppone che si incrociava, divideva e radunava: Kevin Costner, Kevin Kline, Glenn Close, Jeff Goldblum, Tom Berenger, Steve Martin, Kathleen Turner, William Hurt, Brian Dennehy. E costruirono un repertorio di film americani di quel decennio, che aggiornava quello del decennio precedente, eccetera. Forse da allora in poi è finito il tempo degli attori le cui carriere restano in cima alla classifica per diversi decenni, o forse furono sfortunati loro. Fatto sta che in realtà molto presto sparirono o quasi, e oggi sono tutti o spariti, o arruolati in parti non centrali in film secondari, o riconvertiti occasionalmente a qualche serie televisiva.
Il vecchio Kevin Costner. È stato il numero uno del cinema hollywoodiano, per un breve momento: poi bassi e medi, e oggi compie 60 anni.
184 migranti arrivati probabilmente dalla Tunisia sono sbarcati oggi a Lampedusa, in Sicilia. Almeno una parte di queste persone si trovava su un certo numero di piccole barche che il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva chiesto a Malta di fermare mentre attraversavano le loro acque territoriali. Malta aveva respinto la richiesta perché le barche non erano in difficoltà. Secondo il Corriere della Sera i 184 migranti potrebbero essere riportati in Tunisia in aereo. (function(d,s,id){var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0];if(d.getElementById(id))return;js=d.createElement(s);js.id=id;js.src='https://connect.facebook.net/en_US/sdk.js#xfbml=1&version=v3.1';fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}(document,'script','facebook-jssdk'));
184 migranti sono sbarcati oggi a Lampedusa.
La persona più celebre della settimana è molto molto giovane, compie oggi una settimana e se ne è parlato abbastanza. Anche il dittatore della Corea del Nord Kim Jong-un non ha un’età definita, il suo anno di nascita non è stato confermato ufficialmente, potrebbe avere 29 anni o 30 (in Corea del Nord preferiscono dire 30). Tra le persone con età certa e che si fa sentire c’è Anthony Weiner, che è finito di nuovo nei guai, dopo che sono venute fuori nuove foto e conversazioni imbarazzanti che avrebbe avuto nel 2012 con donne conosciute online. Papa Francesco ha avuto qualche problema col vento, Miley Cyrus mostra la lingua come fa abbondantemente nel suo ultimo video. Se aveste 12 anni sapreste perfettamente chi è la sedicenne Martina Stoessel. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Anni di celebri. Tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana ci sono uno di cui non sappiamo l'età, uno piccolissimo e una che le dodicenni riconosceranno al volo.
Sean Penn, nato nel 1960 a Santa Monica, in California, compie oggi 60 anni: e probabilmente, guardando i ruoli che ha spesso scelto di fare, non gli sarebbe dispiaciuto nascere una ventina di anni prima, per poter cavalcare a pieno l’onda della New Hollywood. In ogni caso, Penn se l’è cavata benissimo anche nel cinema dagli anni Ottanta in poi: con diversi ruoli molto apprezzati e con due Oscar vinti come miglior attore, una cosa che è riuscita giusto a un’altra ventina di attori e attrici nella storia del cinema. E tra un film e l’altro (ormai sempre meno, e sempre meno memorabili) Penn è stato anche regista, personaggio pubblico talvolta controverso e, di recente, scrittore. Figlio di un regista e di un’attrice, Penn ha raccontato che iniziò a recitare dopo aver visto recitare Robert De Niro, non a caso uno dei più grandi attori della cosiddetta “New Hollywood” (il cinema americano tra gli anni Sessanta e Ottanta), e il suo primo ruolo, ancora adolescente, fu in un episodio della serie La casa nella prateria diretto dal padre. Il primo ruolo nel cinema arrivò invece nel 1981, nel trascurabile Taps – Squilli di rivolta, in cui recitò accanto a un allora altrettanto giovane Tom Cruise.
Sean Penn ha 60 anni. È tra i pochi ad aver vinto due Oscar come miglior attore, ed è anche un apprezzato regista, ma sono ormai un po' di anni che non fa grandi film.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
L’Unione Europea chiede spiegazioni sull’Auditorium di Ravello. Adesso sull'opera di Oscar Niemeyer mai utilizzata si vogliono fare i conti.
Alle 6:08 di questa mattina c’è stato un terremoto in mare a pochi chilometri di distanza da Ravenna e Cervia, in Emilia Romagna. La scossa di magnitudo 4.5 si è verificata a una profondità di 25,6 chilometri ed è stata avvertita in alcune zone del litorale romagnolo, nonostante fosse di moderata entità e originata a una notevole profondità. Il nuovo terremoto non ha causato danni: molte persone hanno telefonato ai Vigili del Fuoco e agli altri numeri di emergenza per avere notizie e consigli, senza richieste di intervento e di soccorso. La scossa è stata la più forte degli ultimi giorni nella regione, che dal 20 maggio scorso è soggetta a una intensa attività sismica che ha portato a terremoti di magnitudo 5.9 e 5.8 che hanno causato la morte di 26 persone, e il ferimento di almeno 350. (10 risposte sul terremoto)
Il terremoto vicino Ravenna. La scossa in Romagna di magnitudo 4.5 ha causato qualche preoccupazione ma nessun danno, mentre in Emilia i morti ora sono 26.
I nuovi iMac e iPad Pro sono stati presentati da Apple, insieme ad altre novità, nel corso di un evento organizzato in streaming martedì pomeriggio nella sede dell’azienda a Cupertino, vicino a San Francisco. La presentazione era piuttosto attesa, non solo perché era la prima del 2021, ma anche per capire meglio i piani di una delle aziende informatiche più ricche e famose del pianeta, in un periodo piuttosto incerto a causa della pandemia da coronavirus. iMac Tra le novità più importanti, Apple ha presentato una nuova versione degli iMac, i propri computer da scrivania realizzati in un unico blocco (all-in-one). Sono più sottili dei modelli precedenti grazie all’impiego del nuovo processore M1, progettato e sviluppato direttamente da Apple e di recente introdotto su alcuni computer portatili dell’azienda.
I nuovi iMac, iPad Pro e tutto il resto. Cosa fanno e come sono fatti i nuovi computer e tablet presentati da Apple, insieme a un nuovo tracker per non perdere le cose.
Forse non ci avete mai fatto caso, ma è improbabile che abbiate mangiato piatti con latte e formaggio in un ristorante cinese. Sono ingredienti praticamente inutilizzati in quella cucina, e introdotti nelle abitudini alimentari cinesi di recente. In parte è una ragione culturale: in passato i latticini erano consumati soltanto dalle popolazioni nomadi ai margini della società, che venivano considerate barbari dagli Han, l’etnia dominante. Questo pregiudizio è ricaduto anche sulla loro cucina e continua un po’ tuttora. La ragione principale però è che molti cinesi, e degli abitanti del Sud-est asiatico, sono intolleranti al lattosio e quindi non digeriscono perfettamente latte e derivati, con conseguenze più o meno gravi. Il lattosio è uno zucchero presente nel latte dei mammiferi – compreso quello umano – composto da glucosio e galattosio, due zuccheri semplici legati insieme. Da piccoli il nostro intestino produce la lattasi, l’enzima che aiuta a scomporre gli zuccheri del latte materno e digerirlo. Crescendo, la capacità di produrre lattasi diminuisce e le persone possono diventare intolleranti al latte. La capacità di digerire il lattosio da grandi è dovuta a una mutazione genetica che si diffuse non prima di settemila anni fa in Europa, favorita dalla difficoltà di cacciare gli animali selvatici e dalla pastorizia, originariamente per nutrirsi della carne. Chi era affetto dalla mutazione riusciva a nutrirsi di latte e latticini e poteva contare su più cibo e proteine, e quindi su una maggiore possibilità di sopravvivere e trasmettere i propri geni, mutati, ai figli. Oltre che tra le popolazioni caucasiche dell’Europa, la mutazione si diffuse in Medio Oriente e in Africa, soprattutto perché le società erano fondate su allevamento e pastorizia. Gli abitanti della Cina invece risposero alla necessità di proteine utilizzando la soia e il tofu, ricavato dalla cagliatura del succo di soia, la cosa più simile al nostro formaggio.
Perché i cinesi non mangiano il formaggio. Per ragioni culturali e biologiche, anche se le cose stanno cambiando: soprattutto grazie alla pizza.
Il coronavirus (SARS-CoV-2), così come il virus della SARS, quello della MERS, gli ebolavirus e l’HIV, prima di contagiare gli umani era diffuso tra diverse specie di animali selvatici. Nel caso di SARS-CoV-2 non sappiamo ancora con certezza da quale specie sia avvenuto il cosiddetto spillover, cioè il passaggio alle persone, ma si sospetta che c’entrino i pangolini. Si ritiene con una certa sicurezza però che il contagio sia partito da un mercato dove si vende carne di animali selvatici, a Wuhan: per questo, come era già successo ai tempi dell’epidemia di SARS e quella di MERS, chi si occupa di difesa degli ambienti naturali dice che bisognerebbe vietare il commercio di animali selvatici in Asia, dove queste epidemie hanno avuto origine. La Cina e i paesi del sud-est asiatico sono quelli in cui è più probabile che si diffondano malattie zoonotiche, cioè inizialmente trasmesse alle persone dagli animali, per una combinazione di fattori. Uno sono i processi di deforestazione e gli altri tipi di trasformazione dell’ambiente naturale in corso in questi paesi: fanno sì che le persone e gli animali domestici vivano a stretto contatto con le specie selvatiche e quindi possano esserne infettati. L’altro è l’alta richiesta – soprattutto in Cina – di carne di animali selvatici, considerata una prelibatezza, e di altri derivati dei loro corpi per la produzione di farmaci della medicina tradizionale cinese. Le scaglie di pangolini, per esempio, sono molto ricercate proprio per questo motivo.
Il coronavirus e il commercio di animali selvatici in Asia. La vendita di animali selvatici c'entra con le più recenti epidemie virali, compresa quella di COVID-19, e per questo in passato era stata vietata in Cina.
La primavera è iniziata ufficialmente da due giorni e dalle agenzie fotografiche arrivano foto diverse da quelle a cui siamo abituati solitamente: ci sono i soliti ciliegi in fiore, ma questa volta sono sotto la neve, come i classici fiori nei prati o gli uccellini sugli alberi. Dopo Parigi, nei giorni scorsi anche in altre parti d’Europa e della costa Est degli Stati Uniti, come a Washington, ci sono stati brutto tempo, freddo, neve e temperature che sembravano più invernali che primaverili. In altri posti, come Gaza e Tokyo, sembra invece che la primavera sia quella di sempre, se volete consolarvi: a seguire una raccolta di foto scattate in questi giorni per decidere in che parte del mondo vorreste essere. Cos’è l’equinozio di primavera, e perché è stato il 20 marzo e non il 21
Non le solite foto di primavera. Ci sono ciliegi in fiore, prati e uccellini di repertorio, ma stavolta sono sotto la neve.
Il direttore dell’Ente Fiera di Bergamo Stefano Cristini è stato arrestato per peculato: è accusato di aver sottratto 140.000 euro ai fondi dell’Ente Fiera Promoberg con rimborsi spesa falsi a nome di altri dipendenti della società. L’inchiesta che ha portato all’arresto di Cristini è stata condotta dalla Guardia di Finanza e dalla procura di Bergamo e coinvolge anche altre sette persone: sono indagati anche il segretario generale di Promoberg Luigi Trigona e il presidente del collegio sindacale Mauro Bagini, entrambi sospesi dai loro incarichi. Cristini è accusato di aver prodotto i falsi rimborsi spesa a nome di dipendenti di Promoberg e di aver tenuto per sé le somme previste dai rimborsi. Gli altri indagati sono invece sospettati di aver in qualche modo coperto gli imbrogli di Cristini: scrive il Fatto Quotidiano che «Il segretario generale avrebbe avallato l’operato del direttore tecnico, mentre il presidente del collegio sindacale, per sminuire i fatti, avrebbe cercato di aggiustare la contabilità, accordandosi con gli altri due indagati sulla versione da fornire al Consiglio di amministrazione, in occasione dell’approvazione del bilancio del 2018».
Il direttore dell’Ente Fiera di Bergamo è stato arrestato per peculato.
È stato annunciato uno sciopero nazionale dei trasporti di quattro ore per venerdì 27 ottobre. Lo sciopero – che è stato indetto dalla Cub (Confederazione Unitaria di Base) e da altre sigle sindacali come Sgb, UsI-Cobas, Usi-Ait e Slai Cobas – coinvolgerà il personale di aziende che si occupano di trasporto locale, ferroviario, aereo e marittimo. Nel comunicato dei sindacati si possono leggere le motivazioni, che è una forma di protesta “contro il liberismo, le privatizzazioni, le liberalizzazioni”. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha ridotto con un’ordinanza la durata dello sciopero, che sembrava dovesse iniziare alle 21 di giovedì 26 per finire ventiquattro ore dopo, alle 21 di venerdì 27 ottobre. A Milano, ATM ha comunicato che potrebbero esserci variazioni nel servizio dei mezzi di superficie e nelle linee della metropolitana tra le 9 e le 13 di venerdì 27.
Venerdì 27 ottobre ci sarà uno sciopero dei trasporti. È stato ridotto da 24 a 4 ore con un'ordinanza del ministero dei Trasporti: riguarderà i trasporti locali, ferroviari, aerei e marittimi.
Nel pomeriggio di lunedì è stata intercettata una busta contenente una piccola quantità di esplosivo diretta alla sindaca di Torino Chiara Appendino: la busta, che conteneva un rudimentale sistema di innesco, una batteria e della polvere pirica, è stata disinnescata. Un consiglio comunale previsto in corso oggi pomeriggio è stato sospeso. Sulla busta, secondo La Stampa, c’era scritto come destinatario «ufficio della sindaca» e come mittente «Scuola Diaz di Genova». La Diaz è la scuola dove durante il G8 del 2001 di Genova fece irruzione la polizia picchiando barbaramente gli attivisti che vi dormivano, provocando decine di feriti anche gravi. Alla Diaz faceva base anche una cellula anarchica che già in passato aveva usato buste incendiarie come quella recapitata ad Appendino. Un’inchiesta su questi attacchi aveva portato, lo scorso febbraio, allo sgombero del centro sociale Asilo di Torino. Da circa un mese Appendino è sotto scorta proprio per le minacce ricevute dopo lo sgombero.
È stata intercettata una busta con dell’esplosivo inviata alla sindaca di Torino Chiara Appendino.
All’inizio di luglio il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha promosso e poi fatto approvare dal governo il cosiddetto “decreto dignità“, un discusso decreto legge sul lavoro che limita la durata dei contratti a tempo determinato e che, secondo Di Maio, «dà un colpo mortale al precariato». È un tema su cui Di Maio insiste spesso, anche attraverso la promessa di dare più tutele ai lavoratori impiegati nella cosiddetta “gig economy”, l'”economia dei lavoretti”, quel settore che si basa su nuove tecnologie e una manodopera che lavora in maniera saltuaria e flessibile. Le più note società che fanno parte della “gig economy” sono quelle che si occupano di consegna di cibo pronto a domicilio, come Foodora, Deliveroo e Uber Eats. Il primo atto da ministro di Di Maio è stato proprio rivolto a queste società, che sono state minacciate con un decreto che le avrebbe obbligate ad assumere i loro fattorini, i famosi “rider”, tra le figure meno protette e più flessibili del mercato del lavoro italiano (il decreto è stato poi ritirato). Nello stesso periodo in cui Di Maio indicava nell’eccessiva flessibilità uno dei principali nemici del suo governo, però, la Cassa Depositi e Prestiti (che è controllata dal ministero dell’Econmia e quindi dal governo) ha investito attraverso un altro fondo in una società privata che non solo utilizza il modello di business della “gig economy”, ma che lo porta alle sue estreme conseguenze.
Anche il governo finanzia la “gig economy”? una società controllata dal ministero dell'Economia – all'insaputa del governo, probabilmente – ha investito dei soldi che sono finiti a una startup che utilizza figure simili ai "rider", ma con ancora meno tutele.
Tesla, l’azienda statunitense di Elon Musk che produce automobili elettriche, ha annunciato che licenzierà il 7 per cento del suo personale a tempo pieno, con l’obiettivo di ridurre i costi e di conseguenza il prezzo della sua Model 3, la prima auto elettrica pensata dalla società per il mercato di massa. Nel 2018 Tesla ha avuto grandi difficoltà nel mantenere alta la produzione delle Model 3 per soddisfare la domanda, rischiando di finire i soldi a disposizione per le proprie attività. Le cose sono migliorate negli ultimi mesi con un aumento dei ritmi di produzione.
Tesla licenzierà il 7 per cento del suo personale a tempo pieno.
Per chi si occupa di cinema l’estate 2016 è in qualche modo iniziata qualche giorno fa, quando è uscito Batman v Superman: Dawn of Justice. Negli ultimi anni i film di questo tipo – blockbuster, supereroi, tanta azione – arrivavano nei cinema da maggio in poi. Batman v Superman: Dawn of Justice ha invece provato a giocare d’anticipo: è presto per dire come andrà, intanto si sa che ai critici il film non sta piacendo. I critici non sembrano nemmeno aver apprezzato Il mio grosso grasso matrimonio greco 2, il sequel del film che nel 2002 andò benissimo. Andando oltre matrimoni e supereroi, da questo weekend sono nei cinema anche la commedia italiana Un paese quasi perfetto e quella francese Un momento di follia. Dal 24 marzo si può vedere anche Land of Mine – Sotto la sabbia, un film drammatico che racconta una poco nota storia che ha a che fare con la Seconda guerra mondiale. Il regista è Zach Snyder, quello di Watchmen e 300, e il film riparte più o meno da dove era finito L’uomo d’acciaio, che è uscito nel 2013 (diretto anche quello da Snyder). Quel film parlava di Superman, questo parla di Superman e Batman che vivono a qualche chilometro l’uno dall’altro e combattono per provare a uccidersi. Superman è interpretato da Henry Cavill, Batman è invece interpretato da Ben Affleck. Oltre a loro, nel cast ci sono anche Jesse Eisenberg (che fa Lex Luthor, il cattivo), Amy Adams (che fa Lois Lane, la fidanzata di Superman), Jeremy Irons (che fa Alfred, il maggiordomo di Batman) e Gal Gadot (che fa Wonder Woman).
Stasera cinema? "Batman v Superman: Dawn of Justice", ovvio, ma anche "Land of Mine - Sotto la sabbia", un film drammatico molto interessante.
Agli Oscar 2020, la cui cerimonia si è tenuta nella notte tra domenica e lunedì al Dolby Theatre di Los Angeles, il film sudcoreano Parasite ha vinto quattro Oscar, tra cui miglior regia e miglior film. 1917 ne ha vinti tre e Le Mans 66 e C’era una volta a…Hollywood ne hanno vinti 2. Anche quest’anno non ha avuto un presentatore, ma durante la serata si sono esibiti diversi artisti e sono saliti sul palco grandi attrici e grandi attori. Sono stati assegnati complessivamente ventiquattro premi Oscar. I candidati per il miglior film erano 1917, The Irishman, Piccole donne, Jojo Rabbit, Joker, Storia di un matrimonio, C’era una volta… a Hollywood, Parasite e Le Mans 66. Il film con più nomination (11) era Joker di Todd Phillips. Le foto delle premiazioni:
Tutti i vincitori degli Oscar 2020. È stata la notte di Brad Pitt, Renée Zellweger e Joaquin Phoenix, ma soprattutto del film sudcoreano "Parasite", premiato con quattro Oscar.
Quando nacque il Post, quasi otto anni fa, ci ponemmo la questione di conciliare una certa ritrosia per la centralità delle celebrities nell’informazione corrente – centralità fatta in massima parte di voyeurismo, gossip e poca informazione – con una consapevolezza dei talenti, rilevanze e risultati di alcune delle suddette celebrities. Ci vennero in aiuto i flussi di immagini delle agenzie fotografiche: per personaggi esaltati da una “civiltà delle immagini”, le immagini stesse sono il modo prioritario per raccontarli. In più decidemmo – ma venne da sé, più che essere deciso – di usare anche sulla scelta dei personaggi i criteri duttili ed eterogenei del Post (mettendo insieme fame le più diverse, dai leader politici alle attrici, agli artisti, agli scrittori, alle modelle, eccetera) e di completare il racconto con informazioni che altri ritengono superflue, riprendendo però anche un’abitudine tradizionale dei rotocalchi pettegoli, l’unica utile: l’indicazione delle età dei personaggi. È quello che scriviamo ogni anno per spiegare le ragioni per cui ogni settimana facciamo il “Celebripost” e per cui ne facciamo poi una raccolta annuale: selezionando foto di facce famose che ci dicano qualcosa, per la bellezza della foto, del personaggio o della situazione in cui si trova. Queste sono le migliori del 2017.
Un 2017 di facce note. L'annuale antologia del Post di gente famosa che valeva la pena fotografare.
Il testo base sulla riforma del lavoro, il cosiddetto “Jobs Act”, è stato approvato il 18 settembre in commissione Lavoro del Senato. Il testo – un’iniziativa governativa del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti – contiene anche una modifica al famoso e discusso articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che disciplina i licenziamenti senza giusta causa nelle imprese con più di 15 dipendenti, e sulla quale c’è qualche dissenso all’interno del PD. La discussione sulla delega del lavoro inizierà martedì 23 settembre al Senato. Lo strumento scelto per portare avanti la riforma è la legge delega: un documento votato dalle camere che non disciplina nel dettaglio la materia, ma che contiene una serie di principi e criteri direttivi entro i quali il governo è autorizzato a legiferare tramite uno strumento chiamato “decreto legislativo” o anche “decreto delegato”, che entra in vigore non appena viene approvato dal Consiglio dei ministri (pre­ve­de solo un pas­sag­gio consultivo alle com­mis­sioni com­pe­tenti, ma nessun voto in aula). L’obiettivo del governo è arrivare a un’approvazione della legge delega entro la fine di ottobre, per poi poter iniziare a scrivere i “decreti delegati” che completeranno la riforma. Il percorso potrebbe però essere complicato dal fatto che su alcune questioni ci sono all’interno del Partito Democratico posizioni differenti. «Se il Parlamento fa la delega, il governo eserciterà la delega. Se si impantana, potremmo agire con la decretazione d’urgenza», ha detto Renzi.
Il governo e il “Jobs Act”. Contratti, tutele, articolo 18: di cosa si sta discutendo al Senato e nel PD, spiegato.
Sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima una norma della “legge Fornero” che annullava l’adeguamento di alcune categorie di pensioni all’inflazione, i temi di discussione sono soprattutto due, anche se spesso vengono confusi. Uno è se la stessa Corte abbia preso una decisione “corretta” secondo i termini previsti dalla Costituzione, e l’altro è – preso atto comunque della sentenza avvenuta – con quali interventi rispondere a ciò che la sentenza stabilisce: se con un nuovo intervento legislativo (questa volta accettabile in base alla sentenza) che mantenga solo in parte quello che diceva la legge Fornero, o se ritenendo invece quella norma completamente annullata dalla sentenza. In sostanza – ed è quello di cui si discute di più adesso – quanti e quali pensionati siano interessati dai criteri esposti dalla Corte. Sulla prima questione, invece, torna oggi l’economista Alessandro Penati su Repubblica, per spiegare come secondo lui la Corte abbia sbagliato e quello del mantenimento dei “diritti acquisiti” sia un luogo comune infondato e una scusa fragile.
Gli sbagli della Corte Costituzionale sulle pensioni. Alessandro Penati spiega su Repubblica perché i "diritti acquisiti" sono un "triplo salto mortale logico".
«L’ultima regola del lasciarsi, la più importante: non conta chi ti ha spezzato il cuore o quanto tempo ci vorrà per guarire: non ce la farai mai senza le tue amiche»: questa non è solo una delle frase più conosciute di Carrie Bradshaw, la protagonista della serie tv Sex and the City, ma è anche l’idea di fondo della serie tv, considerata uno dei simboli degli anni Novanta, che ha reso famosa in tutto il mondo Sarah Jessica Parker, l’attrice statunitense che interpreta proprio Carrie e che oggi compie 50 anni. Sarah Jessica Parker è nata il 25 marzo del 1965 e ha iniziato a recitare molto giovane a teatro. Ha frequentato due importanti scuole di recitazione, l’American Ballet School e la Professional Children’s School, ha lavorato a Broadway e avuto molte piccole parti al cinema prima di ottenere il ruolo di Carrie Bradshaw per Sex and the City, trasmessa dal canale via cavo americano HBO dal 1998 al 2004 e ispirata all’omonimo romanzo di Candace Bushnell, tra i primi del genere chick-lit, un tipo di letteratura femminile nato negli anni Novanta. La serie è ambientata in una New York lussuosa e alla moda e racconta la vita sentimentale e sessuale – una cosa allora originale e audace – di quattro amiche: Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha. Grazie alla sua interpretazione di Carrie Bradshaw, Parker ha vinto quattro Golden Globes (i premi televisivi e cinematografici assegnati dalla stampa americana), tre Screen Actors Guild Awards (quelli consegnati dal sindacato di chi lavora nel mondo del cinema e della tv americana) e due Emmy Awards (i premi televisivi assegnati da attori, registi, sceneggiatori e addetti ai lavori).
Sarah Jessica Parker ha 50 anni. Cioè la Carrie Bradshaw di Sex and the City, il personaggio iconico che le si è appiccicato addosso, abiti favolosi compresi.
Domenica 9 aprile un uomo è stato portato via con la forza dal volo United 3411 in partenza dall’aeroporto Chicago O’Hare (Illinois) e diretto verso Louisville (Kentucky) per un caso di overbooking: a bordo dell’aereo c’erano più persone dell’effettivo numero di posti disponibili, a causa di alcune scelte della compagnia aerea, che tra le altre cose doveva trasferire 4 suoi impiegati da un aeroporto a un altro (United ha cambiato versione diverse volte, dicendo infine che tecnicamente non si sarebbe trattato di un overbooking vero e proprio). Molti passeggeri hanno ripreso la scena – piuttosto violenta – del trasferimento a terra del passeggero e la vicenda si è trasformata in un caso esemplare di pubblicità negativa per United, che solo dopo due giorni ha chiesto ufficialmente scusa per l’accaduto tramite il suo CEO, Oscar Munoz. Il caso inoltre ha reso di nuovo attuali le discussioni sull’overbooking, sulle politiche seguite dalle compagnie aeree per gestire i passeggeri e sulle proposte di regolamentarle meglio. Cos’è l’overbooking L’overbooking (o “sovraprenotazione”) deriva dalla necessità di una compagnia aerea di trarre il massimo profitto possibile da ogni singolo volo. La stessa pratica è applicata in numerosi altri contesti, per esempio quello alberghiero, dove c’è una probabilità che qualche cliente cancelli all’ultimo una prenotazione, rinunciando al servizio che aveva richiesto, e quindi si accettano le prenotazioni di più persone rispetto a quelle che si possono davvero ospitare o far viaggiare. Il più delle volte nessuno si accorge di niente, perché qualcuno rinuncia al viaggio che ha prenotato (oppure lo perde, a causa del ritardo di un volo precedente). Il sistema è soprattutto utilizzato nei trasporti e viene applicato ampiamente dalle compagnie aeree, dove è più difficile rimpiazzare un passeggero con una nuova prenotazione rispetto per esempio a un viaggio in treno con più fermate.
L’overbooking, spiegato bene. Perché le compagnie aeree vendono più posti di quelli disponibili e perché fanno bene, salvo disastri come quello di United.
Cioè dei costosi posti in aereo spesso usati dai professionisti, che dopo la pandemia potrebbero viaggiare sempre meno Tradizionalmente impersonali e poco confortevoli, le preoccupazioni portate dalla pandemia stanno spingendo a riprogettarne gli spazi per renderli più accoglienti
Le indagini su Marina Grossi. Carlo Bonini racconta la storia dell'amministratore delegato di Selex, moglie del capo di Finmeccanica.
iOS 10 è stato diffuso da Apple martedì 13 settembre poco dopo le 19 e, nelle ore seguenti, diversi utenti hanno segnalato di avere avuto problemi, in alcuni casi seri, con l’installazione dell’aggiornamento. La maggior parte delle segnalazioni riguardava l’impossibilità di installare correttamente il nuovo sistema operativo sugli iPhone e sugli iPad attraverso un aggiornamento “over the air”, cioè direttamente dal dispositivo senza collegarlo a un computer. Il processo di installazione si interrompeva e veniva indicato di collegare il dispositivo al computer per ripristinarlo e provare nuovamente a installare iOS 10. Chi non aveva fatto un backup del proprio iPhone o iPad rischiava quindi di perdersi per strada qualche dato, come foto e altri documenti. iOS 10 update temporarily bricked my iPhone 6s Plus … so yeah, I'd hold off on that. pic.twitter.com/qPFU1bpqZs
C’è stato qualche problema con l’aggiornamento a iOS 10. Alcuni utenti segnalano di non essere riusciti ad aggiornare i loro iPhone e iPad direttamente dal dispositivo: Apple consiglia di collegarli al computer.
Martedì 22 maggio il Consiglio regionale del Veneto ha approvato a maggioranza (con 31 sì, 13 no e un astenuto) un progetto dì legge unificato che modifica le regole per l’elezione del presidente della regione e del Consiglio stesso. Tra le altre cose, è stato votato un emendamento che toglie il limite dei due mandati per i consiglieri e un altro che introduce la possibilità di pluricandidature in tutti e sette i collegi provinciali per i consiglieri. Sulla prima questione sui giornali stanno circolando molti commenti, ma anche un po’ di confusione: c’è chi dice che Zaia abbia voluto questa modifica per potersi ricandidare per un terzo mandato, chi invece che la modifica abbia fatto arrabbiare Zaia. Alla fine della fiera, però, Luca Zaia – che si è vantato del limite dei due mandati in Veneto – nel 2020 si potrà ricandidare per un terzo mandato, se lo vorrà. Sul bollettino della regione Veneto non è ancora stato pubblicato il testo della nuova legge elettorale (l’ultima venne approvata nel 2012 e poi modificata nel 2015). La nuova legge è stata pensata e approvata per adeguarsi alla normativa nazionale con riferimento, in particolare, alla doppia preferenza di genere e alle previsioni della legge di stabilità del 2014, che aveva disposto come le operazioni di voto dovessero svolgersi in un unico giorno (la domenica) anziché in due giornate. Nella nuova legge però sono state introdotte anche delle modifiche che vanno oltre le necessità di adeguamento.
Luca Zaia può candidarsi a un terzo mandato come presidente del Veneto. Se ne è parlato a causa di una nuova legge elettorale regionale approvata in questi giorni, ma in realtà non c'entra: è tutta una questione di tempi.
All’alba del 24 ottobre 1917 tonnellate di gas tossici e proiettili di artiglieria iniziarono a cadere sulle linee avanzate difese dall’esercito italiano, vicino al piccolo paese di Caporetto, oggi in Slovenia. Nelle ore immediatamente successive migliaia di soldati austriaci e tedeschi attaccarono nella breccia aperta nello schieramento italiano. Dopo una giornata di combattimenti, i generali italiani ordinarono alle loro truppe di ripiegare. La ritirata si sarebbe fermata soltanto quattro settimane dopo, sulla famosa linea del Piave. Quarantamila soldati italiani furono uccisi o feriti e altri 365 mila furono fatti prigionieri. Un secolo dopo, la battaglia è considerata una delle più grandi disfatte inflitte all’esercito italiano, tanto che il suo nome è diventato sinonimo di “sconfitta” nel linguaggio comune. Un po’ di contesto La battaglia di Caporetto si svolse durante la Prima guerra mondiale e vide scontrarsi l’esercito italiano e quello dell’Austria-Ungheria e dei suoi alleati dell’Impero Germanico. L’Italia era entrata in guerra due anni prima, nel 1915, con l’obiettivo di tornare in possesso delle cosiddette “terre irredente”, cioè Trento e Trieste, all’epoca città di lingua italiana ma ancora sottoposte al governo dell’Austria-Ungheria. I principali luoghi di scontro furono le valli e le montagne dell’Altopiano di Asiago, nel Veneto settentrionale, e soprattutto dell’altopiano del Carso, al confine tra l’odierna Slovenia e il Friuli Venezia Giulia, lungo il fiume Isonzo. Per questo Caporetto è chiamata anche “Dodicesima battaglia dell’Isonzo”.
La più grande sconfitta mai subita dall’esercito italiano. La disfatta di Caporetto iniziò 100 anni fa con un attacco a sorpresa di austriaci e tedeschi e finì con una ritirata che durò quasi un mese.
«Quando la grande libreria Gibert Jeune abbasserà definitivamente le saracinesche alla fine di marzo, quando le bancarelle e gli scaffali verranno ripuliti dalla moltitudine di libri nuovi o di seconda mano che ne hanno fatto fama e gloria (…) si volterà, tristemente, una lunga pagina di storia» ha scritto Le Monde a proposito della chiusura di quattro storiche librerie indipendenti di Parigi. Gibert Jeune rappresentava, da oltre cent’anni, lo spirito del Quartiere Latino della città, diventato celebre nel corso del Novecento per la sua vivacità e rilevanza culturale, caratteristiche che a detta di molti sta tristemente perdendo: come testimoniano le chiusure delle librerie, e non solo. !function(){"use strict";window.addEventListener("message",(function(a){if(void 0!==a.data["datawrapper-height"])for(var e in a.data["datawrapper-height"]){var t=document.getElementById("datawrapper-chart-"+e)||document.querySelector("iframe[src*='"+e+"']");t&&(t.style.height=a.data["datawrapper-height"][e]+"px")}}))}();
Il Quartiere Latino di Parigi non è più quello di una volta. La pandemia sta accelerando il processo avviato dalla gentrificazione, svuotandolo degli studenti e della sua vita culturale.
Oggi escono sei film: qualcosa di interessante c’è, anche se non è un fine settimana di uscite importanti. C’è Another Earth, un film indipendente presentato al Sundance Festival dell’anno scorso, dove ha vinto anche un premio: parla della scoperta di un pianeta gemello alla Terra abitato da persone che sono uguali a quelle dell’originale, e di come questo influisca sulla vita di una donna. C’è poi Margin Call, sul fallimento di Lehman Brothers, con un cast notevole che comprende tra gli altri Kevin Spacey, Jeremy Irons, Zachary Quinto e Demi Moore. C’è poi un horror scritto e prodotto da Joss Whedon (sceneggiatore di Buffy L’Ammazzavampiri e regista di The Avengers, per capirci), con Chris Hemsworth prima che facesse Thor. Il film si chiama Quella casa nel bosco, un posto in cui naturalmente non prendono i cellulari. Per il resto, sempre oggi escono Il Pescatore di sogni, una commedia sul tentativo di lanciare la pesca al salmone in Yemen (sul serio), un documentario su Roman Polanski, e un thriller con rapimenti con Bruce Willis che fa l’agente della CIA.
I film del weekend. Uno sulla scoperta di un pianeta gemello della Terra, una commedia sulla pesca al salmone in Yemen, Bruce Willis che fa l'agente della CIA: tutti i trailer.
È online da alcune ore il primo trailer di Nine Lives, un film che uscirà negli Stati Uniti ad agosto e in cui l’attore Kevin Spacey interpreta Tom Brand, un ricco e potente uomo d’affari di Manhattan a cui succede di trasformarsi in un gatto che finisce per diventare il gatto della famiglia Brand, che lo chiama Fuzzy Pants (“pantaloni pelosi”). Nine Lives è una commedia e la chiave comica è simile a quella di un film come Senti chi parla, in cui un bambino pensa come fosse un adulto e si lamenta del modo in cui gli adulti lo trattano. Nel trailer si vede Fuzzy Pants subire malvolentieri le attenzioni dei suoi familiari: mentre viene lavato pensa per esempio “fammi annegare”. Il regista di Nine Cats è Barry Sonenfeld, quello dei tre Men in Black, e nel cast c’è Christopher Walken. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il trailer di “Nine Lives”, il film in cui Kevin Spacey interpreta un gatto. O meglio: interpreta un potente uomo d'affari che si trasforma in un gatto e deve adattarsi alla sua nuova e imprevista condizione.
Tra venerdì e sabato tutti i principali partiti politici si sono espressi più o meno negativamente sulla trattativa che il gruppo bancario Unicredit sta avviando con il ministero dell’Economia per acquisire una parte di Monte dei Paschi di Siena, l’antica banca toscana salvata grazie ai soldi pubblici per tre volte negli ultimi dieci anni: dal 2017 il 68 per cento della banca è controllato dallo stato, che ne dovrà però lasciare l’azionariato entro la fine del 2021, in base agli accordi presi con la Commissione Europea. La parte della trattativa ritenuta più problematica sono le condizioni chieste da Unicredit, che non vuole accollarsi i crediti deteriorati di Monte dei Paschi né intaccare il proprio capitale con l’operazione. In particolare, i problemi indicati dalla Lega e da un pezzo di Forza Italia sono sostanzialmente politici, perché accusano il Partito Democratico di conflitto di interessi e ritengono che il governo stia facendo un «regalo» a Unicredit, mentre il Movimento 5 Stelle si è espresso sull’opportunità di rafforzare ulteriormente un gruppo bancario già grande come Unicredit. Fratelli d’Italia, il partito guidato da Giorgia Meloni, ha chiesto invece che l’Unione Europea conceda una proroga al termine entro cui lo stato deve cedere le sue quote in Monte dei Paschi, richiesta condivisa anche dalla Lega.
Perché i partiti stanno litigando sulla vendita di Monte dei Paschi. Da destra a sinistra hanno avuto tutti da ridire sulle modalità con cui Unicredit vorrebbe acquisire la parte della banca controllata dallo stato.
L’anno scorso raccontai qui la genesi del nostro rapporto con il Festival delle Letterature di Pescara. Così, quando due mesi fa mi hanno proposto di fare insieme qualcosa di nuovo in sintonia con i temi del Post e del mio libro e con l’attenzione al cambiamento e all’aria che tira in Italia, ho accettato volentieri. E abbiamo costruito una sezione del Festival che abbiamo chiamato “Un grande paese” – ambizione a cui non rinunciamo – dedicata a discutere e capire questo: cosa succede e cosa succederà dalle nostre parti. Con osservatori che abbiano un’attenzione – anche generazionale – più ai tempi che verranno e ai cambiamenti in corso (e non in corso) che ai tempi passati e ai cambiamenti avvenuti.
Il Post a Pescara, 2013. Anche quest'anno passiamo il weekend a discutere che aria tira con Baricco, Floris, Gipi, Luna e altri ancora.
Nel 2015 AMC trasmetterà uno spin-off di Breaking Bad, la serie tv di grande successo con Bryan Cranston terminata nel 2013. Lo spin-off in questione sarà intitolato Better Call Saul, come il motto del suo protagonista Saul Goodman, il bizzarro e cinico avvocato di Walter White e Jesse Pinkman interpretato da Bob Odenkirk. Dopo il teaser trailer e un atipico video promozionale AMC ha diffuso ieri un nuovo trailer e la data della prima puntata, che verrà trasmessa l’8 febbraio negli Stati Uniti.
Il nuovo trailer di “Better Call Saul”. Cioè lo spin-off di Breaking Bad realizzato da AMC e Netflix: la prima puntata andrà in onda l'8 febbraio 2015, negli Stati Uniti.
È stato presentato il nuovo logo di TIM durante una conferenza stampa tenutasi a Roma mercoledì 13 gennaio. Da Maggio 2015 sotto l’acronimo TIM (Telecom Italia Mobile) sono raggruppate tutte le operazioni commerciali di Telecom Italia, la più importante azienda italiana nel settore telecomunicazioni. La presentazione del nuovo logo è stata fatta dall’amministratore delegato di TIM Marco Patuano e c’era anche Tim Berners-Lee, l’informatico britannico che inventò il world wide web e che è stato scelto da TIM come testimonial per la sua campagna di rebranding. Ecco la nuova #TIM. Il compimento di un percorso che parte dalla storia di tutti noi guardando al futuro pic.twitter.com/H2LjehARUW
È stato presentato il nuovo logo di TIM. Che dallo scorso maggio è il nome di Telecom Italia: è stato presentato nell'ambito dell'operazione di rebranding dell'azienda.
Dall’8 novembre sarà nei cinema italiani Senza lasciare traccia: il film, tratto da un libro ispirato a una storia vera, parla di un padre, ex soldato, e della figlia di 13 anni che vivono in un bosco di Portland, in Oregon. Ci vivono per necessità ma anche un po’ per scelta e difficoltà nell’adattarsi all’alternativa. Senza lasciare traccia parla anche di come, a un certo punto, padre e figlia siano però costretti ad adattarsi a uno stile di vita più convenzionale e dei problemi che ne derivano. Guardandolo, è probabile che oscillerete spesso tra il pensiero che quella vita – nel bosco, con poco – sia una libera scelta e la considerazione che invece sia una dolorosa privazione, soffermandovi su quello che si perde o si guadagna, vivendo in quel modo. Nel mondo e in Italia ci sono tante storie di persone che vivono o hanno vissuto nei boschi, il più possibile in modo autosufficiente e con i minori contatti possibili con il resto del mondo. Ne abbiamo scelte alcune, tra le più note o peculiari, per provare a capire chi lo fa o lo ha fatto, e perché.
Quelli che vivono nei boschi. C'è chi lo fa per scelta e chi per necessità, da solo o in comunità: un film nei cinema da giovedì racconta una di queste storie.
Il nome – World Wide Web – era stato scelto nel 1990 al Cern di Ginevra, il centro di ricerca scientifica e nucleare dove lavorava allora Tim Berners Lee, poi riconosciuto come “l’inventore del web”. Tutta storia ormai leggendaria, ripetuta e raccontata in rete come certi miti antichi, benché siano passati appena vent’anni. Esattamente vent’anni fa, infatti, il 6 agosto 1991, andò ufficialmente online il primo sito web della storia, a cui Berners Lee e i suoi colleghi avevano lavorato dal 1989 immaginando un sistema che consentisse ai ricercatori di condividere le informazioni più agevolmente in rete (internet esisteva da tempo, a volte qualcuno fa confusione) attraverso una visualizzazione più chiara e luso degli hyperlink. La prima pagina web non è più online al suo indirizzo (era http://info.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html) ma è stata riprodotta in rete: era un assai semplice indice di testi sul funzionamento del progetto. La data del suo debutto è considerata il 6 agosto 1991 in quanto Berners Lee ne comunicò in rete – su un newsgroup – l’esistenza e l’accessibilità, invitando a collaborare al nuovo progetto.
Come eravamo sul web. La prima pagina web andò online ufficialmente esattamente vent'anni fa: abbiamo raccolto una galleria di siti popolari come erano da piccoli.
La Marvel ha diffuso il terzo trailer di Avengers: Age of Ultron, il sequel del film del 2012 The Avengers, con come protagonisti un gruppo di supereroi formato da Capitan America, Iron Man e Hulk, fra gli altri. Come il primo film, Avengers: Age of Ultron è stato scritto e diretto dal noto regista e autore televisivo americano Joss Whedon (è stato l’autore delle serie televisive Buffy l’ammazzavampiri e Firefly). Il film uscirà il 22 aprile 2015 in Italia, prima della distribuzione americana, che avverrà il 1 maggio. Il primo trailer ufficiale italiano era uscito a ottobre del 2014, il secondo lo scorso gennaio.
Il terzo trailer di “Avengers: Age of Ultron”. Il nuovo film della saga di supereroi Marvel uscirà in Italia il 22 aprile.
Da martedì 6 aprile, il Veneto, le Marche e la Provincia autonoma di Trento passeranno dalla zona rossa a quella arancione, in base a un’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza. Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta resteranno in zona rossa ancora per almeno due settimane, dice una seconda ordinanza firmata da Speranza. Oltre a Veneto, Marche e Provincia autonoma di Trento le altre regioni che saranno in zona arancione sono Sicilia, Sardegna, Liguria, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata e la Provincia di Bolzano. Nessuna regione sarà in zona gialla o bianca: in base al decreto legge approvato dal governo a inizio aprile, infatti, anche per le regioni in zona gialla si applicano fino al 30 aprile le stesse misure della zona arancione.
I colori delle regioni dopo Pasqua. Il Veneto, le Marche e la Provincia autonoma di Trento passeranno dalla zona rossa a quella arancione; le regioni classificate zona rossa lo resteranno per almeno altri 15 giorni.
La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che Google non dovrà applicare il “diritto all’oblio” su scala globale. Il motore di ricerca, come i suoi concorrenti, dovrà comunque continuare a gestire le richieste di chi vuole che i link verso contenuti che li riguardano siano rimossi dalle pagine dei risultati, nel caso in cui ritengano che le informazioni siano “non adatte, irrilevanti o non più rilevanti”. La decisione della Corte era molto attesa e di fatto mantiene invariate le regole applicate negli ultimi cinque anni, e che hanno comunque ricevuto diverse critiche per i rischi che comportano per la libertà di stampa e la libera circolazione delle informazioni online. In linea generale, il cosiddetto “diritto all’oblio” è la possibilità di rendere meno accessibili (o nascondere) notizie vere, ma che possono danneggiare l’onore e le attività personali e professionali dei singoli, come i suoi precedenti giudiziari. Il principio è che ognuno debba avere la possibilità di non essere per sempre associato a un fatto di cronaca o a qualche precedente con la giustizia, trascorso un congruo periodo di tempo da quelle vicende. L’applicazione del diritto all’oblio si è però rivelata complessa online, dove gli archivi digitali sono molto più semplici da consultare e accessibili rispetto a quelli cartacei tradizionali.
Google non dovrà estendere il diritto all’oblio fuori dall’Unione Europea. I link rimossi nelle pagine europee dei risultati dei motori di ricerca continueranno a essere visibili nel resto del mondo.
Tutine, pupazzetti copertine, bavaglini più o meno sfiziosi e rapidamente inservibili sono i classici regali che i neo-genitori ricevono in massa da parenti, genitori e amici. In molti casi si accumulano nei cassetti e diventano una preoccupazione in più – “hai mandato alla zia la foto del piccolo col completino che gli ha regalato?” – in un momento in cui il vero regalo è quello che fa risparmiare tempo e spazio e facilita la vita. Per chi ha sufficiente spirito pratico da non farsi intenerire da pizzi e pucciosità abbiamo raccolto un po’ di oggetti utili da regalare ai vostri amici alle prese con il loro primo neonato: così saranno più rilassati e organizzati e finirete per trascinarli prima agli aperitivi e alle cene insieme a voi. Prego. La vasca da bagno per neonato di Puj Per fare il bagno nel lavabo: torna utile. Questa è la versione ripiegabile da viaggio.
Cose davvero utili da regalare a un neo genitore. Lasciate da parte tutine e bavaglini ricamati e presentatevi dai vostri amici assonnati con qualcosa che serva.
Da quando le Torri Gemelle non ci sono più, l’Empire State Building è tornato a essere il grattacielo simbolo di New York e il più alto, ma un nuovo palazzo potrebbe metterlo presto in ombra. Il Consiglio comunale ha approvato – con 47 voti favorevoli e uno contrario – la costruzione di un nuovo grattacielo nei pressi della Pennsylvania Station, a pochi passi dall’Empire, che una volta terminato sarà alto quasi quanto l’Empire State: appena dieci metri di differenza. Il nuovo palazzo cambierà sensibilmente il panorama della città e in molti contestano la scelta di costruirlo così vicino al simbolo di Manhattan. Per settimane, la proprietà dell’Empire State Building ha cercato di fare pressioni sull’opinione pubblica e sul Consiglio comunale per evitare l’approvazione del progetto, affermando che il nuovo grattacielo tozzo e ingombrante potrebbe ridurre il valore simbolico dell’Empire, spiega il New York Times. I proprietari e i detrattori del piano sono arrivati a ipotizzare la costituzione di un’area del raggio di 500 metri intorno all’Empire State Building nella quale vietare la costruzione di edifici con dimensioni comparabili con quelle dello storico grattacielo.
Un’ombra sull’Empire State Building. Il consiglio comunale ha approvato la costruzione di un nuovo grattacielo a pochi passi dall'edificio simbolo di New York.
Da lunedì 21 dicembre diversi paesi, compresa l’Italia, hanno interrotto i collegamenti aerei da e verso il Regno Unito, in seguito alle notizie su una variante del coronavirus identificata nel paese e che si sospetta riesca a diffondersi più rapidamente, rispetto alle varianti finora circolate. I blocchi hanno anche comportato grandi disagi nel porto britannico di Dover, con centinaia di camion diretti verso la Francia bloccati. La situazione è migliorata nelle prime ore di oggi, ma in molti si sono chiesti se le limitazioni nei confronti del Regno Unito decise dai governi possano servire davvero a fermare la diffusione della nuova variante. Come abbiamo raccontato più estesamente qui, ci sono ancora molte cose da chiarire sulla “variante inglese”, a cominciare dalla sua presunta capacità di diffondersi più rapidamente o di causare casi di COVID-19 con sintomi più gravi (dalle prime analisi appare poco probabile). I virus mutano di continuo e da quando è iniziata la pandemia lo ha fatto anche il coronavirus SARS-CoV-2, portando a diverse varianti che diventano prevalenti in alcune aree geografiche, si spostano altrove a seconda dei flussi di chi si muove per lavoro o turismo, e infine evolvono in ulteriori varianti. Nella maggior parte dei casi, le mutazioni non cambiano il comportamento di base di un virus, né lo rendono più pericoloso.
Isolare il Regno Unito serve contro la nuova variante del coronavirus? molti governi hanno sospeso voli e chiuso i confini, ma la variante potrebbe essere già in circolazione altrove e non è detto che peggiori le cose.
In un incontro avvenuto il 20 febbraio, i rappresentanti dell’Eurogruppo – cioè i ministri delle Finanze dei paesi che adottano l’euro – si sono accordati con il Fondo Monetario Internazionale per mandare in Grecia una missione congiunta dopo un anno di interruzione. Potenzialmente è una buona notizia per la Grecia, perché potrebbe significare un alleggerimento del suo enorme debito pubblico (pari al 180 per cento del PIL, uno dei livelli più alti del mondo). In seguito ai rilievi di questa missione si deciderà se concedere alla Grecia una nuova tranche di aiuti da circa 7 miliardi di euro. Il ministro delle Finanze olandese e presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha detto che visto che la Grecia non ha debiti in scadenza fino a luglio, al momento non c’è urgenza di effettuare il pagamento. Eurogruppo e FMI avevano interrotto la collaborazione nel corso del 2016. Da tempo l’FMI sostiene che il debito della Grecia sia diventato ormai insostenibile e chiede ai paesi europei, cioè ai principali creditori della Grecia, di alleggerirlo, dilazionando i pagamenti e riducendone gli interessi. In cambio chiede che il governo greco metta in pratica una serie di ulteriori riforme. I paesi europei riuniti nell’Eurogruppo, invece, preferiscono diminuire le richieste di riforme ma non cedere sul debito. Soprattutto quest’anno – in cui ci saranno molte elezioni, in Germania, Francia e Paesi Bassi, per esempio – per i governi sarebbe difficile spiegare ai propri cittadini perché ai greci siano stati dati dei soldi che non saranno mai restituiti.
Il Fondo Monetario Internazionale tornerà in Grecia. C'è un accordo con i governi europei per alleggerire il grande debito greco, ma restano ancora molti dettagli da precisare prima di concedere al paese nuovi aiuti.
Restava al Silvio un ostacolo cruciale: la proibizione di trasmettere in diretta. Senza diretta, niente telegiornali. Senza telegiornali, gravi buchi negli ascolti e corrispondenti guadagni mancati nella raccolta pubblicitaria. Fino a quando un paese libero come l’Italia del pentapartito avrebbe tollerato quegli insopportabili lacci e lacciuoli? Fino a quando la Fininvest avrebbe dovuto limitare l’in­formazione e l’attualità alle domande in differita del signor Mike? Una norma che solo il Silvio, inizialmente, poteva vedere come un’ingiustizia ai propri danni finì per essere recepita da buona parte della popolazione: perché mai non lasciavano che quel buon uomo trasmettesse in diretta? Avevano paura? Erano comunisti? Senza contare che, da un po’ di sana concorrenza, avrebbe tratto giovamento la stessa Rai… Argomenti strumentali si fecero strada pian piano travestiti da buon senso. Ma poi, dev’essersi detto qualcuno dalle parti di Cologno Monzese, agli italiani non è sempre piaciuto ridere? Allora, se un telegiornale vero non si poteva avere, avanti coi carri verso il nuovo obiettivo: il primo telegiornale satirico d’Italia. Antonio Ricci, al quale il Silvio doveva tantissimo per Drive in, ebbe modo di sperimentare programmi nuovi e dichiaratamente intelligenti come nessun altro autore Fininvest: Lupo solitario non lo guardai per principio, ché ero un appassionato del libro-game dallo stesso nome, e mi era stato assicurato che la trasmissione non aveva nulla a che fare con le avventure, piene di bivi e partite a dadi dagli esiti teoricamente fatali, del mio eroe fantasy preferito. Solo quando seppi che nella seconda edizione Ricci aveva cambiato il titolo con un russofono Matrjoska accettai di dare un’occhiata. Voci incontrollate – che sospettavo messe in giro dal solito Iuri Giacobbi – promettevano un nudo integrale di Moana Pozzi in trasmissione, evento destabilizzante, in grado di oscurare ai nostri occhi il bolognesissimo cast di concittadini. Erano cresciuti artisticamente – come si dice – alle soglie del quartiere, i ragazzi del Gran pavese varietà: si chiamavano Patrizio Roversi (era lui, il sedicente «Lupo solitario») e Syusy Blady, Vito e «i gemelli Ruggeri», affiancati per l’occasione da un’altra straordinaria creatura di via del Pratello, Eva Robin’s. Il programma affrontava di petto tre tabù dell’epoca: il comunismo, ormai trasformatosi da nemico in zimbello; la sgradevolezza esplicita, portata in scena dall’orripilante e volgarissimo pupazzo Scrondo; infine, ma non ultimo nei pensieri maschili, il porno – mai nessuno prima d’allora aveva visto Moana in tivù senza l’aiuto di un videoregistratore. Eravamo cresciuti con le sue televisioni, ma il Silvio tentennò: che Ricci gl’imponesse un passo più lungo della gamba? Fra polemiche roventi, litigi di cui non v’è traccia ufficiale e segreti accomodamenti, il giovane segretario del Ponente ligure mantenne la barra dritta e riuscì a imporre la sua linea al comitato centrale di Cologno Monzese: pare che l’unico accomodamento concesso alla proprietà sia stato il cambiamento del titolo, da Matrjoska a L’Araba fenice. Mentre andavano in onda le imitazioni dei dirigenti bolscevichi di Croda, nel mondo reale Gorbaˇcëv aveva già avviato la sua perestrojka, ma il Muro di Berlino era ancora in piedi. L’impero orientale scricchiolava, e il Silvio si preparava guardando, a modo suo, verso Est; in patria, molto pragmaticamente, aveva avviato un nuovo capitolo della colonizzazione dell’immaginario. Grazie a quella brillante canaglia di Ricci e alla presenza dei compagni comici bolognesi, adesso anche i comunisti italiani guardavano Italia Uno. Per attirarli, lo spregiudicato Silvio mise da parte ogni scaramanzia, e autorizzò Ricci a mandare in onda un burlesco funerale del Silvio. Per i non-comunisti, Ricci scrisse il più convenzionale Odiens, trasmesso da Canale 5: col senno di poi, il vero snodo fra il successo giovanile di Drive in e la definitiva consacrazione come autore di Striscia la notizia. Stavolta il materiale era potenzialente nocivo, anche per esperti iconoclasti del calibro di Ricci e dello stesso Silvio: avrebbe accettato la rancorosa classe politica italiana di farsi mettere alla berlina dall’ex autore di Beppe Grillo e dall’ex tessera 1816 di una nota loggia massonica deviata?
La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio – Episodio 6. Sesta puntata del libro di Brizzi: le origini del Gabibbo e il suo impegno sociale.
Sismologi e geologi stanno cercando di capire come il terremoto nelle vicinanze dell’isola di Sulawesi, Indonesia, abbia potuto produrre uno tsunami di grandi dimensioni, che ha portato alla devastazione della città di Palu. Terremoti come quello del 28 settembre scorso – di magnitudo 7.4 – raramente generano ondate consistenti spostando grandi quantità d’acqua, e per questo i ricercatori sono alla ricerca di informazioni per capire qualcosa di più. Dati e nuovi modelli potrebbero consentire di effettuare migliori valutazioni del rischio, riducendo il numero di morti nel caso di futuri terremoti con magnitudo simile a quello della settimana scorsa, che ha causato la morte di oltre 1.200 persone. Il terremoto in Indonesia è stato prevalentemente orizzontale: la parte a est della faglia si è mossa verso nord, rispetto alla parte a ovest. Questo scorrimento ha prodotto una scossa ondulatoria, diversa da quella sussultoria che si verifica invece quando un lato della faglia si muove verticalmente verso l’alto rispetto all’altra sua parte. Solitamente gli tsunami si verificano in seguito a spostamenti verticali intorno alla faglia: il movimento del fondale verso l’alto sposta la grande colonna d’acqua che lo sovrasta, producendo poi le onde che si propagano dalla zona dell’epicentro del terremoto, fino a quando non trovano le coste a ostacolare il loro percorso.
Lo tsunami in Indonesia ha sorpreso i sismologi. Il tipo di terremoto che lo ha generato di solito non produce onde così grandi.
Il ministero dell’Interno ha annunciato di avere espulso un 24enne marocchino residente a Torino e un imam 19enne del Bangladesh residente a Padova, entrambi per motivi «di sicurezza». Mohamed Bendafi, originario del Marocco, aveva condiviso online dei video legati al terrorismo islamista, compresi alcuni che invitavano a unirsi ai gruppi jihadisti in Siria. Secondo i carabinieri che hanno condotto le indagini, Bendafi «aveva intrapreso un percorso di radicalizzazione» ed era collegato a un connazionale già condannato per terrorismo nel 2017. La seconda persona espulsa è invece Jounayed Ahmed, 19enne. Faceva l’imam e l’insegnante di religione islamica in un centro culturale bangladese a Padova ed era indagato per maltrattamento di minori e abuso di autorità per via delle sue lezioni, in cui, secondo il Viminale, era «solito percuotere, umiliare e minacciare i bambini».
Il ministero dell’Interno ha espulso dall’Italia un 24enne marocchino e un imam del Bangladesh.
È uscito il nuovo singolo di Lana Del Rey, “Ultraviolence”, la canzone che dà il titolo al suo disco in uscita. È il terzo singolo che anticipa il disco, dopo “West coast” e “Shades of cool“. “Ultraviolence” è stato prodotto da Dan Auerbach dei Black Keys, e uscirà in Italia il prossimo 16 giugno.
Il nuovo singolo di Lana Del Rey. Si chiama "Ultraviolence", è la canzone che dà il nome al nuovo disco, che uscirà il 16 giugno.
La Marvel ha diffuso il primo teaser trailer di Avengers: Age of Ultron, il sequel del film del 2012 The Avengers, incentrato su un gruppo di famosi supereroi come Capitan America, Iron Man e Hulk, fra gli altri. Come il primo film, Avengers: Age of Ultron è stato scritto e diretto dal noto regista e autore televisivo americano Joss Whedon (è stato l’autore delle serie televisive Buffy l’ammazzavampiri e Firefly). Il film uscirà il 22 aprile 2015. La Marvel ha diffuso il trailer una settimana prima del previsto poiché nelle scorse ore ne era circolata online una versione diffusa senza il suo consenso.
Il teaser trailer di “Avengers: Age of Ultron”. Uscirà il 22 aprile del 2015, è il sequel del film collettivo dei supereroi Marvel uscito nel 2012.
Il 10 dicembre Samsung ha annunciato una collaborazione nel mercato cinese con il marchio di moda Supreme, quello con scritta bianca su sfondo rosso. Il problema è che Supreme non ne sapeva niente. La Supreme con cui Samsung ha annunciato una collaborazione è infatti un’altra azienda nota come Supreme Italia, che è in causa con quella statunitense. L’annuncio è stato fatto durante l’evento per la presentazione del nuovo smartphone Galaxy A8, trasmesso in diretta su Weibo, il Twitter cinese. A 18 minuti dalla fine del video, Feng En – direttore marketing di Samsung Cina – ha parlato di «giovani che al giorno d’oggi vogliono mostrare l’unicità del loro stile» e di «due marchi che iniziano per S», e ha quindi invitato sul palco quelli che sono stati presentati come due amministratori delegati di Supreme. Davanti a due grandi loghi di Samsung e Supreme, i due hanno parlato dei loro ambiziosi progetti futuri, tra cui l’apertura di un negozio Supreme di sette piani a Pechino e una sfilata da organizzare alla Mercedes-Benz Arena di Shanghai.
Samsung ha annunciato una collaborazione con Supreme, ma non l’azienda originale. Bensì "Supreme Italia", una società che – sfruttando un contesto legale poco chiaro – prova a usare nome e marchio dove la Supreme originale non c'è.
Prima della riunione della direzione nazionale del Partito Democratico che si è tenuta ieri a Roma, l’ex presidente del partito Gianni Cuperlo si è fermato per qualche minuto a parlare – o provare a parlare – con un uomo che lo stava contestando urlandogli «Vai a casa Cuperlo» e cose del genere. Il video del confronto tra i due, durante il quale Cuperlo si è dimostrato particolarmente educato e controllato, sta circolando molto online. Ne ha parlato anche Michele Serra nella sua rubrica quotidiana su Repubblica, riconducendo l’atteggiamento del contestatore di Cuperlo a una più generale tendenza a usare toni aggressivi e urlati.
Il video della contestazione a Gianni Cuperlo prima della direzione nazionale del PD. Un uomo gli ha urlato di «andare a casa», lui si è fermato e ha provato a parlargli educatamente.
Che cosa ha reso Homo sapiens sapiens, la specie cui apparteniamo, così speciale? Il divulgatore scientifico Matt Ridley prova a dare una risposta nel suo ultimo libro, The Rational Optimist, in arrivo negli Stati Uniti e recensito dal New York Times. Una storia dell’uomo dalle sue origini alla fine del 2100. Come nei suoi libri precedenti, Ridley fonde in un unico racconto antropologia, psicologica, genetica, economia e teorie matematiche cercando un grande motore nelle evoluzioni, e involuzioni, della storia. Secondo Ridley, Homo sapiens non si rivelò così speciale per le dimensioni del suo cervello, del tutto simili a quelle dell’uomo di Neanderthal e nemmeno per la volontà di aiutare gli altri elementi nella comunità, cosa che fanno regolarmente molti animali sociali.
Tranquilli, va tutto come deve andare. In una storia del mondo da Neanderthal al 2100, Matt Ridley spiega che c'è da essere ottimisti.
Traendo ispirazione da “Wind Map”, una mappa animata dei principali venti negli Stati Uniti messa online da Fernanda Viégas e Martin Wattenberg, lo sviluppatore Cameron Beccario ha realizzato una mappa planetaria dove è mostrato l’andamento di tutti i venti. “Earth Wind Map” è aggiornata ogni tre ore con i dati forniti dal Global Forecast System, che genera previsioni meteorologiche sulla base di simulazioni informatiche. I venti possono essere osservati su diverse proiezioni del globo terrestre, ed è possibile scegliere un luogo specifico per vedere l’aria che tira nella zona. I colori più brillanti indicano i venti più forti.
Tutti i venti del mondo. Li mostra una grande mappa animata online, sulla base di simulazioni informatiche e previsioni meteorologiche.
Secondo gli ultimi dati diffusi oggi dalla Protezione Civile, i contagi totali registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 in Italia sono 168.941, 3.786 in più di ieri. I morti sono 22.170, un incremento di 525 rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” registrati sono 2.072, per un totale di 40.164. Le persone attualmente positive sono 106.607 (ieri erano 105.418) mentre quelle ricoverate in terapia intensiva sono 2.936 (il numero più basso dal 21 marzo), 143 in meno rispetto a ieri. Le persone ricoverate in altri reparti scendono invece sotto i 27mila (non succedeva dal 28 marzo). Oggi si registra il numero massimo di tamponi in un solo giorno dall’inizio dell’epidemia: 60.999. In Lombardia, la regione italiana più colpita, i morti registrati nelle ultime 24 ore sono stati 231, portando il totale a 11.608: i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 1.032, 42 in meno rispetto a ieri.
Le notizie di giovedì sul coronavirus in Italia. Le morti sono 525 in più di ieri, i ricoverati in terapia intensiva sono 143 meno di ieri.
Nell’ultima giornata di sfilate a Milano, lunedì 28 settembre, lo stilista Giorgio Armani ha presentato la collezione della sua prima linea. La seconda, Emporio Armani, aveva già sfilato venerdì scorso. L’evento si è tenuto come sempre al Teatro Armani, uno spazio di proprietà dell’azienda in via Bergognone, in zona Tortona a Milano. La passerella era bianca e al centro c’erano dei fiori e delle foglie stilizzati. Sedute in prima fila c’erano persone famose, molte attrici, e Sophia Loren, che è un’amica di Armani, nonché testimonial del marchio. Solitamente Armani viene accusato dalla critica di proporre nelle varie collezioni sempre le stesse cose, soprattutto per i colori e i tagli. Questa volta però ha cambiato e oltre al solito grigio (colore che caratterizza le sue cose), ha inserito il rosso, come aveva già fatto nella sfilata di Haute Couture a Parigi lo scorso giugno. Secondo alcuni si è adattato alla tendenza generale di fare capi eccentrici e molto decorati (secondo Simone Marchetti su D «si tratta di una moda non molto diversa dal selfie-style visto su altre passerelle, una serie di abiti e accessori pensati tanto per essere eccentrici quanto per fare scalpore negli autoscatti sui social network»). Nella collezione ci sono pantaloni morbidi, i classici giacchini corti e sagomati e molti ricami. La novità però è la scelta che Armani ha fatto dell’organza, tessuto trasparente e piuttosto rigido usato per sottogiacca, gonne arricciate e pantaloni, lasciando intravedere molto il corpo: «Il mio intento è dare alle donne la cosa più semplice che chiedono: essere belle, essere sexy», ha sostenuto poi coi giornalisti.
Armani, per finire. Le foto della sfilata milanese del più famoso di tutti, ancora oggi che festeggia i quarant'anni di attività.
Dopo l’uscita nei cinema di Star Wars: Il risveglio della Forza in molti stanno commentando o recensendo la trama del film (spesso in modo molto positivo). Non tutti però stanno considerando che il Risveglio della Forza è il primo film di una nuova trilogia, i cui prossimi film usciranno nel 2017 e nel 2019: e che di conseguenza contiene moltissime questioni non risolte o appena accennate, che probabilmente verranno trattate nei prossimi film. Abbiamo raccolto 15 fra le principali domande rimaste irrisolte, per fare il punto su cosa sappiamo o non sappiamo al momento. Da qui in poi è pieno di spoiler e riferimenti espliciti a personaggi e luoghi del film.
Le domande rimaste in sospeso dopo il nuovo Star Wars. Da leggere appena usciti dal cinema, o da mandare all'amico che dice di sapere tutto (occhio, ovviamente ci sono un sacco di spoiler).
Circa seimila emendamenti sono stati presentati al disegno di legge Cirinnà, la legge che regolerà le unioni civili sia fra eterosessuali che fra omosessuali e che comincerà ad essere discussa al Senato il prossimo 28 gennaio. Gli emendamenti non sono ancora stati diffusi pubblicamente ma diversi giornali italiani oggi ne stanno anticipando i contenuti. Secondo diverse stime uscite sui giornali, la stragrande maggioranza degli emendamenti al ddl Cirinnà – circa cinquemila – sono stati presentanti dalla Lega Nord e sono in gran parte emendamenti studiati soltanto per fare ostruzionismo alla legge. Forza Italia ne ha presentati altri 300 e il PD in tutto circa 60, di cui una decina – nove, secondo il Corriere della Sera – sono stati presentati dal gruppo di cattolici interno allo stesso PD ostile alla nuova legge. Repubblica scrive che gli emendamenti più importanti fra tutti sono quelli firmati dal senatore del PD Giuseppe Lumia, che non fa parte del gruppo dei cattolici: si parla di 12 emendamenti che sono stati aggiunti per “ammorbidire” la norma – che prevede un’equiparazione di fatto fra matrimonio e unioni civili – e permettere l’allargamento della maggioranza parlamentare sulla legge a gruppi solo parzialmente favorevoli, come i senatori legati all’ex coordinatore di Forza Italia Denis Verdini. Il più importante di questi emendamenti riguarda uno dei temi più contestati dall’ala cattolica del PD: la cosiddetta “stepchild adoption”, cioè la norma che permette ad uno dei due partner di adottare il figlio del compagno. Secondo Rainews, il nuovo emendamento presentato dall’ala cattolica del PD stabilisce che il giudice del tribunale dei minori potrà disporre “verifiche e indagini” dopo la richiesta di adozione inoltrata da parte dell’unione civile di persone dello stesso sesso. Una fonte di Repubblica precisa che in materia di stepchild adoption «non c’è alcun automatismo».
Gli emendamenti alla legge sulle unioni civili. Sono circa seimila, di cui cinquemila presentati soltanto dalla Lega: non sono ancora stati diffusi ma diversi giornali ne hanno anticipato i contenuti.
I carabinieri dei ROS hanno arrestato 14 persone – e ne hanno notificato le indagini su 44 – accusate di “associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, associazione finalizzata all’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi e tentata rapina”. L’indagine è stata portata avanti dalla procura dell’Aquila e riguarda un’organizzazione che si chiamerebbe “Avanguardia Ordinovista” e che, secondo i magistrati, “richiamandosi agli ideali del disciolto movimento politico neofascista “Ordine Nuovo” e ponendosi in continuità con l’eversione nera degli anni ’70, progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali, al fine di sovvertire l’ordine democratico dello Stato”. Ordine Nuovo è stato un movimento politico e un’organizzazione terroristica di estrema destra attiva in Italia negli anni Settanta.
14 persone arrestate per terrorismo. I carabinieri hanno arrestato i membri di una presunta organizzazione di estrema destra "con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico".
Delle cinque canzoni candidate agli Oscar 2018, due sono contenute in film che sono già usciti al cinema in Italia: Coco e The Greatest Showman. C’è anche una canzone di Mudbound, uscito su Netflix e non al cinema: si chiama “Mighty River” e la canta Mary J. Blige, che è candidata anche come migliore attrice non protagonista. Un’altra fa parte della colonna sonora di Marshall, un film su Thurgood Marshall, il primo giudice afroamericano nominato alla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, che però non è stato ancora distribuito in Italia. La cantano Andra Day e il rapper Common. L’ultima è “Mistery of Love”, che fa parte della colonna sonora di Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino ed è scritta e interpretata da Sufjan Stevens, uno dei più apprezzati cantautori degli ultimi anni. Stevens ha cantato anche un’altra canzone del film, “Visions of Gideon”, e quest’anno ha provato a farne anche una per il film Io, Tonya: si chiama “Tonya Harding (In D major)”, che però è stata scartata. A differenza dell’anno scorso, quando era stato ampiamente previsto che avrebbe vinto “City of Stars” di La La Land, quest’anno la competizione sembra più aperta.
Le canzoni candidate all’Oscar. C'è Mary J. Blige e c'è quella di Coco, ma soprattutto c'è Sufjan Stevens.
I contagi da coronavirus totali registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia in Italia, secondo gli ultimi dati diffusi oggi dalla Protezione Civile, sono 195.351, 2.357 in più di ieri. I morti sono 26.384, un incremento di 415 rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” registrati sono 2.622, per un totale di 63.120. Le persone attualmente positive sono 105.847 (in calo per il sesto giorno di seguito), mentre quelle ricoverate in terapia intensiva sono 2.102, 71 in meno rispetto a ieri. In Lombardia, la regione italiana più colpita, i morti registrati nelle ultime 24 ore sono stati 163, portando il totale a 13.269: i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 724, 32 in meno rispetto a ieri.
Le notizie di sabato sul coronavirus in Italia. I morti sono 415 in più rispetto a ieri per un totale di 26.384, i ricoverati in terapia intensiva sono 2.102, 71 in meno di ieri.
Oggi il governo ha approvato il decreto legge di riforma delle province italiane, che saranno ridotte a 51. Il governo ha pubblicato anche una mappa delle nuove suddivisioni territoriali italiane. La riforma non riguarda le regioni a statuto speciale. A partire dal prossimo anno inizierà una fase di transizione: il primo gennaio 2013 saranno aboliti i consigli provinciali, mentre a fine 2013 dovrebbero tenersi le nuove elezioni dei rappresentanti nelle nuove province. Attualmente l’Italia ha 110 province – 86 nelle regioni interessate dal decreto – che con il riordino diventeranno 75: 51 nelle regioni a statuto ordinario più le 24 delle regioni a statuto speciale (in cui il riordino è stato rimandato di alcuni mesi, ha detto il ministro Patroni Griffi).
Il governo ha approvato le nuove province. E ha pubblicato una mappa che mostra gli accorpamenti, che entreranno in vigore tra poco più di un anno.
Da lunedì 18 maggio sarà possibile raggiungere le seconde case all’interno della propria regione, ha annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte presentando le nuove misure del decreto che allenta le restrizioni per il contenimento dell’epidemia da coronavirus. Saranno in realtà tutti gli spostamenti all’interno della propria regione a essere consentiti senza bisogno di essere giustificati. Non ci sarà più bisogno dell’autocertificazione, che rimarrà necessaria per uscire dalla regione. Fino ad ora – e ancora per domenica 17 maggio – era permesso raggiungere le seconde case nella propria regione soltanto per operazioni di manutenzione straordinaria per «porre rimedio a situazioni sopravvenute e imprevedibili (quali crolli, rottura di impianti idraulici e simili, effrazioni, ecc.)» aveva detto il governo, e solo per il tempo strettamente necessario.
Da lunedì si potranno raggiungere le seconde case nella propria regione. Saranno in generale gli spostamenti in regione a non dover più essere giustificati con l'autocertificazione.
Tutto inizia da un uovo, da milioni di uova. L’operatore scarica dal camion uno dei carrelli che ne contengono migliaia, con cautela lo trasporta all’interno del magazzino dove sono conservati i nuovi arrivi. È una mattina tranquilla nella periferia di Liverpool, il vento ha spazzato via le nuvole, l’atmosfera pulita e pungente di metà novembre ricorda che sta arrivando la stagione fredda: per mesi milioni di persone al di sopra dell’equatore si rintaneranno al chiuso ogni volta che potranno. Se ne staranno gomito a gomito per ore negli uffici, stipati faccia a faccia su treni e autobus, a bere qualcosa in locali troppo piccoli e affollati, respirando la stessa aria viziatissima. Si scambieranno idee, opinioni, aneddoti interessanti, altri noiosi: e senza rendersene conto, una quantità enorme di virus. Quello dell’influenza vincerà su tutti gli altri, sarà praticamente ovunque, si diffonderà velocemente infettando centinaia di milioni di persone in una manciata di mesi. È per questo che le uova nel camion sono importanti. Camion, carrello di uova, rampa, stanzone, ritorno, stesso camion, altro carrello. L’addetto continua a portare le uova nel magazzino, ogni vassoio è contrassegnato con numeri e lettere che indicano il giorno di arrivo allo stabilimento e il loro luogo di origine. Sono state prodotte da galline che vivono in pollai giganteschi nel Regno Unito, insieme a un’orda di galli contenti della loro compagnia. I capannoni sono isolati dal resto del mondo e la salute degli animali è controllata periodicamente dai veterinari, che provvedono anche a vaccinarli. Ogni mattina le galline depositano le loro uova fecondate, che vengono raccolte, messe sui carrelli e trasferite dal pollaio allo stabilimento di Liverpool.
Come nascono i vaccini. Da un uovo, come ogni cosa: viaggio in uno stabilimento che li produce, a Liverpool, e racconto di come evitiamo l'influenza.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio alle camere sulla situazione delle carceri. Il messaggio era atteso da qualche giorno, lo stesso Napolitano visitando pochi giorni fa il carcere di Poggioreale (Napoli) aveva detto che lo avrebbe inviato presto. L’articolo 87 della Costituzione conferisce al presidente della Repubblica il potere di inviare messaggi alle camere. Nel testo di questo messaggio Napolitano descrive la situazione infernale e illegale delle carceri italiane, già più volte criticata e sanzionata dalle istituzioni internazionali, considerata apertamente incostituzionale: il numero di persone detenute in Italia è pari a 64.758 mentre la “capienza regolamentare” è di 47.615. Napolitano fa diverse proposte per risolvere il problema: introdurre meccanismi di probation, introdurre pene limitative della libertà personale ma “non carcerarie”, ridurre la custodia cautelare in carcere, aumentare la capienza delle carceri. E poi due misure straordinarie, per alleviare le sofferenze nel breve periodo: un indulto pari a tre anni di reclusione limitato ad alcuni reati e un’amnistia (con l’eccezione dei reati di rilevante gravità e allarme sociale).
Il messaggio di Napolitano sulle carceri. Il testo integrale rivolto al Parlamento dal presidente della Repubblica.
Riccardo Cioni, deejay radiofonico e animatore di locali famoso soprattutto negli anni Settanta e Ottanta e soprattutto in Toscana, è morto a 66 anni: era stato malato di Covid-19 a dicembre, ma era stato dimesso dall’ospedale. Era nato a Livorno ed era stato uno dei primi in Italia a guadagnare una popolarità rilevante nel ruolo di “deejay” (si era dato il titolo, con cui era noto, di “deejay full time”), lavorando nelle discoteche toscane prima e nazionali poi, in radio, e producendo alcune canzoni dance di qualche successo, come “In America“. Ne scrive il Tirreno, quotidiano di Livorno: Con Riccardo Cioni non se ne va solo un uomo: se ne va un’epoca, e improvvisamente la generazione dei 50-60enni si scopre più vecchia. Cioni ha attraversato le mode e le generazioni con la forza della sua tecnica unica in consolle: era considerato tra i migliori d’Italia, con Ago Presta e pochi altri, nella tecnica del mix con i dischi di vinile, quelli che venivano chiamati “gli scambi”. Aveva costruito il suo successo nelle grandi discoteche dell’epoca, su tutte il Green Ship di Lucca, e aveva commercializzato le sue famose “cassette”, i nastri che contenevano i live della serata, che diventarono oggetto di culto negli anni 70-80. Su di lui mise gli occhi anche la tv, fu ospite della trasmissione Discoring, e incise diversi singoli (il più conosciuto fu “In America”).
È morto a 66 anni Riccardo Cioni, deejay toscano di grande popolarità negli anni Settanta e Ottanta.
Martedì Facebook ha attivato per errore il suo servizio “Safety Check (Stai bene?)” a Bangkok, in Thailandia, chiedendo ai suoi iscritti nella zona di segnalare ai loro amici se stessero bene, in seguito a una presunta esplosione avvenuta in città. Il falso allarme è stato causato da un errore degli algoritmi che attivano il sistema in caso di emergenza e, tra gli effetti collaterali, ha avuto la diffusione della notizia di una forte esplosione che in realtà non era mai avvenuta. Il “Safety Check” è stato disattivato circa un’ora dopo, quando ormai decine di migliaia di persone avevano iniziato a ricevere notifiche dai loro amici, che segnalavano di stare bene o che chiedevano ad altri conoscenti se fosse tutto a posto. Nelle ore seguenti Facebook e alcuni media, a partire da BBC News, hanno ricostruito che cosa è andato storto. Nella serata di martedì 27 dicembre, un uomo ha lanciato piccoli petardi contro un palazzo governativo di Bangkok, per protestare contro il governo. Alcune persone hanno segnalato la cosa sui loro profili, gli algoritmi di Facebook hanno rilevato i loro post e di conseguenza hanno attivato il “Safety Check” intorno alle 21 locali (le 15 in Italia). La pagina di emergenza riportava come titolo “L’esplosione a Bangkok, Thailandia” e dava la possibilità di segnalare le proprie condizioni e chiedere agli amici di indicare le loro.
Facebook ha attivato per errore il suo Safety Check a Bangkok. Alcuni piccoli petardi sono diventati un allarme per un'esplosione in città che non c'è mai stata: il sistema è stato disattivato dopo un'ora.
Il New York Times ha raccontato la storia del cosiddetto “ponte dei cani suicidi”, che ufficialmente si chiama Overtoun Bridge e si trova a Dumbarton, in Scozia, a circa 30 chilometri a nord-ovest di Glasgow. Dagli anni Cinquanta in poi il ponte è diventato famoso perché molti cani, soprattutto collie e dal naso lungo, iniziarono a buttarsi giù mentre lo attraversavano. Il ponte si eleva di 15 metri su una gola sottostante, e molti cani sono morti cadendo; alcuni raccontano di animali sopravvissuti che hanno provato a saltare un’altra volta. Secondo gli abitanti di Dumbarton, i cani che negli anni si sono gettati dal ponte sono più di 300, quelli morti almeno 50. Il fenomeno è stato raccontato in libri, articoli e anche in un episodio della serie tv The Unexplained Files, ma nonostante questa attenzione non è stato spiegato con certezza. L’Overtoun Bridge è un ponte vittoriano, costruito nel 1895 dal ricco industriale James White come proseguimento di un viottolo che conduceva alla sua magione. Gli abitanti del paese, scrive il New York Times, si divertono a raccontare storie paranormali e leggende di fantasmi, come quello di Lady White, la nuora di James White che pianse la morte del marito per più di trent’anni, e che infesterebbe ancora la città. Nel 2010 lo studioso David Sands arrivò a Dumbarton per osservare il comportamento dei cani e concluse che si buttavano dal dirupo tratti in inganno da una vista debole e da uno scarso senso della prospettiva: non si rendevano conto della distanza tra il parapetto e la gola sottostante. Secondo i suoi esperimenti, i cani – soprattutto quelli col muso appuntito come i collie – erano attratti dagli odori dei mammiferi della vallata.
Il ponte dei cani suicidi. Si trova in Scozia ed è chiamato così perché dagli anni Cinquanta si sono gettati giù più di 300 cani: non si sa esattamente perché.
Il referendum di domenica 17 aprile è stato chiamato “sulle trivelle” oppure referendum “no-triv”, che sta per “no alle trivelle”. Il referendum non riguarda la possibilità di fare nuove trivellazioni marine, che al momento in Italia sono permesse quasi esclusivamente oltre le 12 miglia marine e sono regolate in maniera simile ad altri paesi europei. Il referendum riguarda invece un aspetto tecnico di una legge che se cambiata non avrà un impatto particolarmente significativo sulle politiche energetiche nazionali. Gli italiani dovranno decidere se le piattaforme che si trovano entro 12 miglia dalla costa possono o meno continuare a estrarre idrocarburi fino a che i giacimenti saranno attivi, o se dovranno chiudere quando scadranno le loro concessioni (cioè entro i prossimi vent’anni). Anche se nelle ultime settimane il referendum ha assunto una rilevanza più ampia rispetto al quesito, assumendo un più generico messaggio politico ambientalista o di opposizione al governo, i sostenitori del no e del sì si sono spesso scontrati, anche sui social network, sugli aspetti tecnici e a volte piuttosto cavillosi posti dal quesito. La questione principale è se le “trivelle” c’entrino davvero qualcosa con il quesito su cui gli italiani si esprimeranno il prossimo 17 aprile.
Il referendum “sulle trivelle” è sulle trivelle? se con "trivelle" intendiamo la possibilità di fare nuove perforazioni, la risposta è no: ma è una faccenda complicata.
Virginia Woolf nacque a Londra 136 anni fa oggi, il 25 gennaio 1882, con il nome di Adeline Virginia Stephen. Diventò una delle scrittrici e saggiste più importanti e influenti di sempre, per la modernità di romanzi come La signora Dalloway del 1925, Gita al faro del 1927 e Orlando del 1928 e per le sperimentazioni nell’uso del flusso di coscienza, la tecnica che consiste nel riportare sulla pagina i pensieri così come si formano nella mente, senza strutturarli logicamente in frasi. Woolf si avvicinò al nascente movimento femminista e delle suffragette – le donne che si batterono per l’emancipazione femminile e quindi, tra le altre cose, per il diritto di voto. Oltre che per i suoi romanzi e per i suoi saggi, infatti, Woolf è ricordata anche per il suo impegno attivo in favore dell’emancipazione e dei diritti delle donne, temi che incluse anche in molte sue opere letterarie. Per questo, e perché fu una delle prime grandi romanziere donne ed ebbe relazioni omosessuali, come con la poetessa Vita Sackville-West che che le fu di ispirazione per il romanzo Orlando, Woolf è stata oggetto di molti studi e analisi negli anni Settanta, durante il cosiddetto femminismo della seconda ondata.
Chi fu Virginia Woolf, che nacque oggi 136 anni fa. Google celebra con un doodle una delle più influenti e innovative scrittrici del Novecento, famosa per i romanzi moderni e per il suo attivismo.
In occasione del centenario della nascita del compositore, pianista e direttore d’orchestra Benjamin Britten, oggi Repubblica ha pubblicato un passaggio del libro “La musica non esiste nel vuoto”, che riporta il testo del discorso tenuto da Britten alla cerimonia di ricevimento del Premio Aspen nel 1964 tradotto per la prima volta in italiano. Spiega che la musica deve entrare in relazione con le persone e con la società per essere “lo specchio del mondo”. Britten è considerato il più importante compositore britannico del Novecento. Non faceva parte delle avanguardie, anche se mantenne un rapporto con parte delle loro scelte stilistiche, ispirandosi tra gli altri ad Alban Berg e a Dmitrij Dmitrievič Šostakovič. Tra le sue opere più importanti ci sono “Peter Grimes”, “Sogno di una notte di mezza estate” e il “War Requiem” del 1961.
Britten per Britten. Il più grande compositore britannico del Novecento era nato cento anni fa: Repubblica lo ricorda con un suo testo sul proprio lavoro.
È uscito per l’editore BAO Publishing il graphic novel Gli equinozi del francese Cyril Pedrosa, autore di Portugal, libro vincitore al festival di fumetto di Angoulême nel 2012. Gli equinozi è frutto di tre anni di lavoro dell’artista ed è un racconto corale di 336 pagine, in cui i disegni sono accompagnati da brevi racconti, diviso in quattro parti che scandiscono il passaggio delle stagioni: ogni capitolo ha una propria identità grafica ed è realizzato con una tecnica particolare che richiama l’atmosfera tipica di ogni stagione. Pedrosa mette in scena la vita di quattro protagonisti che a un certo punto si troveranno collegati tra loro nello spazio e nel tempo, raccontandone paure, speranze, delusioni e sogni, cercando di catturare soprattutto il sentimento di solitudine comune a tutti. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
“Gli equinozi” di Cyril Pedrosa. Un po' di tavole di un nuovo graphic novel pubblicato da BAO Publishing, dall'autore del premiato "Portugal".
Il voto in Commissione bicamerale è finito pari, quindici sì e quindici no. Equivale al parere negativo, nel senso che il decreto non passa. Il parere della commissione non è vincolante e il governo può presentare il decreto in aula. ***
Il voto sul federalismo finisce pari. Ed equivale a un no: ora tocca capire che farà la Lega.
La parte più importante di un bagno funzionante è l’acqua corrente, che pulisca dopo ogni utilizzo i rifiuti organici solidi e liquidi prodotti dal nostro corpo. Nei posti in cui l’acqua corrente non c’è, quindi, andare in bagno diventa immediatamente più complicato. È un problema che riguarda 2,4 miliardi di persone nel mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, mentre un miliardo deve farlo all’aria aperta, senza privacy. In certi posti può essere impossibile costruire un bagno funzionante anche perché di acqua ce n’è troppa per via dei frequenti allagamenti. È il caso del Madagascar, un’isola ricchissima di riserve idriche sotterranee, tanto che molti abitanti della capitale Antananarivo coltivano riso nei propri giardini. In corrispondenza delle piogge torrenziali, queste riserve straripano portando con sé il contenuto delle molte latrine a cielo aperto, che raggiunge strade, case e negozi, con tutti i problemi facilmente immaginabili che questo comporta. Il sito Mosaic Science ha raccontato la storia di Loowatt, una startup che sta perfezionando un nuovo tipo di bagno per risolvere questi problemi. La fondatrice di Loowatt (loo in inglese significa “bagno”) è l’americana Virginia Gardiner, che ha seguito una carriera insolita: nel 1999 si laureò alla Stanford University in letterature comparate e poi iniziò a lavorare come giornalista per una rivista di design e architettura. Era la più giovane della redazione e le toccò occuparsi delle fiere di arredi per cucina e bagni: il suo primo articolo parlava del fatto che nonostante il settore fosse in continua evoluzione i water non cambiavano. Si appassionò all’argomento, e lavorò a una tesi sui bagni con la quale si laureò al Royal College of Art di Londra. Nel 2010 fondò Loowattt, e nel 2011 partecipò a un bando della Bill & Melinda Gates Foundation intitolato “Reinvent the Toilet Challenge”, e lo vinse.
Loowatt vuole cambiare i bagni. Come una società inglese sta provando a risolvere il problema di fare la cacca dove non c'è acqua corrente, e forse in futuro anche altrove.
Nel numero di ottobre 2013 della rivista scientifica Journal of Anatomy alcuni medici dell’ospedale universitario di Lovanio, in Belgio, hanno annunciato l’identificazione di un nuovo legamento del ginocchio. La scoperta, come spiega il blog Well del New York Times, «dovrebbe migliorare la nostra comprensione del funzionamento del ginocchio e del perché alcune operazioni chirurgiche non danno l’effetto desiderato, oltre a sottolineare la complessità che continua a lasciare stupefatti dell’anatomia umana». Molti hanno avuto problemi alle ginocchia almeno una volta nella vita e gli infortuni al ginocchio sono frequenti tra gli atleti di quasi tutti gli sport. Nonostante l’attenzione e gli anni di pratica dedicati al ginocchio, i ricercatori belgi hanno scoperto che c’era ancora qualcosa che non era stato identificato con precisione e che non compariva nei manuali di anatomia.
Un nuovo legamento nel ginocchio. O meglio, era sempre stato lì ma non ce ne eravamo mai accorti: conoscerlo può spiegare molte cose sugli infortuni al crociato.
Sergio Cofferati, uno dei politici di sinistra più conosciuti in Italia, ha annunciato durante una conferenza stampa che lascerà il Partito Democratico, di cui è europarlamentare dal 2009. La decisione di Cofferati è stata presa in polemica con la gestione delle primarie da parte del partito per scegliere il candidato presidente della Liguria, alle quali lui è arrivato secondo fra molte polemiche. Cofferati ha 66 anni e fra le altre cose è stato segretario generale della CGIL e sindaco di Bologna. Durante la conferenza stampa, Cofferati ha criticato il PD per aver cercato, fra le altre cose, un’alleanza con partiti di destra per governare in Liguria, similmente a quanto sta accadendo col governo nazionale. Ha detto anche di non poter «più restare in questo partito», per via delle sue convinzioni. Alle primarie della Liguria, Cofferati è arrivato secondo dietro a Raffaella Paita: Cofferati aveva denunciato alcune irregolarità nelle procedure di voto, per esempio la partecipazione stranieri «che non parlano neanche italiano» e persone appartenenti all’estrema destra. Proprio ieri, il collegio dei garanti per le primarie del Partito Democratico in Liguria aveva deciso di annullare il voto in 13 seggi a causa di alcune irregolarità. La decisione, però, non cambia il risultato del voto e Raffaella Paita resta confermata candidata del PD alle elezioni regionali del prossimo maggio. Paita ha battuto Cofferati con il 52 per cento dei voti: l’annullamento dei voti nei tredici seggi, anche se ha penalizzato più Paita che Cofferati, non è bastato a colmare il divario tra i due.
Sergio Cofferati ha detto che lascerà il PD. In polemica con l'esito delle primarie regionali della Liguria, dove è stato sconfitto da Raffaella Paita anche dopo l'annullamento dei risultati di alcuni seggi.
Oggi, venerdì 10 novembre, è in corso uno sciopero dei trasporti che coinvolge i lavoratori delle aziende pubbliche e private che gestiscono la circolazione di treni, aerei e mezzi pubblici. La durata totale dello sciopero è di 24 ore: chi dovrà spostarsi potrà incontrare problemi nel servizio (come ritardi o cancellazioni) fino a stasera. Lo sciopero è stato proclamato per oggi dall’Unione Sindacale di Base (Usb) insieme a Unicobas e Cobas per protestare «contro le politiche economiche e sociali del governo italiano e dell’Unione Europea». Usb ha scritto sul suo sito che lo sciopero pensato per venerdì 10 novembre non riguarda solo il settore dei trasporti, ma è uno «sciopero generale nazionale di tutte le categorie pubbliche e private»: potrebbero aderire i lavoratori di «uffici pubblici, fabbriche, scuole, servizi». Nelle scuole, lo sciopero coinvolge docenti, dirigenti e personale Ata. Usb ha aggiunto che si sarebbero tenute «mobilitazioni, cortei e presidi in oltre 40 città italiane». Gli orari e le modalità dello sciopero sono diversi da città in città, a seconda delle aziende coinvolte: di seguito trovate le fasce orarie interessate dallo sciopero per quanto riguarda il traffico ferroviario, aereo e dei mezzi pubblici a Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Firenze e Genova.
Lo sciopero dei trasporti di oggi, venerdì 10 novembre: gli orari e le informazioni utili. Durerà 24 ore e riguarderà treni, aerei e mezzi pubblici: le cose da sapere.
Se non consideriamo The Last Dance una serie tv (è una docu-serie, quindi un documentario lungo), nelle ultime settimane non sono emerse molte nuove serie che si siano davvero fatte notare. Ora però qualcosa si muove all’orizzonte: abbiamo quindi scelto alcune delle più interessanti serie tra quelle che potremo vedere nei prossimi giorni. Sono sei e di generi piuttosto diversi: Snowpiercer è di fantascienza; Little Fires Everywhere e Cercando Alaska sono drammatiche ed entrambe tratte da due romanzi (ma molto diverse tra loro); Curon, girata in Alto Adige, avrà probabilmente incursioni nel sovrannaturale; Space Force e The Great sono comiche, ma una parla della sesta forza armata statunitense voluta da Trump e l’altra è ambientata nella Russia del Diciottesimo secolo.
Nuove serie tv per i prossimi giorni. Una nuova serie italiana di Netflix, due serie comiche, due tratte da libri e una di fantascienza.
Nei prossimi mesi le stazioni della metropolitana di Milano verrano dotate di un sistema che permetterà di acquistare i biglietti senza usare le macchinette o andare in biglietteria. A partire da gennaio verranno installati dei “pos contactless” su tutti i tornelli all’ingresso dei binari: sarà sufficiente avvicinare la propria carta di credito all’ingresso e all’uscita dai binari, dove l’importo del biglietto sarà scalato a seconda della tratta percorsa. Il sistema non entrerà in funzione subito perché si dovrà aspettare che tutte le stazioni vengano dotate dei nuovi pos. Un’altra novità riguarda il possibile aumento del costo della singola corsa nell’area urbana a partire dal gennaio 2019: si passerà da un euro e cinquanta a 2 euro. L’aumento non è ancora certo e dipenderà dall’entità degli stanziamenti da parte della Regione.
I biglietti della metro di Milano si potranno comprare con la carta di credito direttamente ai tornelli.
Il voto previsto per stasera sulla decadenza di Silvio Berlusconi dalla sua carica di parlamentare è slittato: la riunione della Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato, incaricata della discussione e seguente votazione, è stata aggiornata a giovedì alle 15, mentre domani verrà deciso il calendario dei lavori. La Giunta, che ieri aveva rallentato i suoi lavori a causa degli scontri, anche piuttosto tesi, tra i senatori del Popolo della Libertà e del Pd, ha risolto una delle questioni più spinose: le tre pregiudiziali, presentate ieri dal relatore Andrea Augello (PdL), sono state fatte diventare semplici questioni parlamentari, e quindi saranno votate insieme alla relazione finale. La vicepresidente della Giunta del Senato, Stefania Pezzopane, ha spiegato: «Il relatore Augello ha ritirato le pregiudiziali e si è deciso all’unanimità di cominciare la discussione generale sulla relazione di Augello. La sua proposta è stata quella di convalidare l’elezione di Berlusconi». Data l’ultima proposta del relatore, sembra improbabile che la sua relazione venga approvata, a causa dell’opposizione di Pd, Sel, Scelta Civica e Movimento 5 Stelle: in questo caso Augello dovrà essere sostituito con un altro senatore la cui relazione terrebbe conto della bocciatura precedente, rendendo quindi più spedito un voto a favore della decadenza.
Il voto sulla decadenza di Berlusconi è slittato. La riunione della Giunta del Senato è stata aggiornata a giovedì alle 15: intanto Augello ha chiesto che Berlusconi rimanga senatore.
Stamattina i commissari straordinari di ILVA, l’azienda che era proprietaria della nota acciaieria di Taranto, hanno denunciato la multinazionale ArcelorMittal per “fatti e comportamenti lesivi dell’economia nazionale” in relazione alla recente decisione della multinazionale di sciogliere il contratto con cui aveva preso in gestione l’acciaieria, circa un anno fa. I commissari, in sostanza, hanno chiesto alla procura di Taranto di capire se ArcelorMittal abbia compiuto uno o più reati in relazione all’affitto e alla gestione dell’acciaieria. Il reato ipotizzato nella denuncia è quello di Distruzione di materie prime o di prodotti agricoli o industriali ovvero di mezzi di produzione, previsto dall’articolo 499 del codice penale. Prevede dai 3 ai 12 anni di carcere per «chiunque, distruggendo materie prime o prodotti agricoli o industriali, ovvero mezzi di produzione, cagiona un grave nocumento alla produzione nazionale». In sostanza, i commissari accusano ArcelorMittal di avere causato un danno all’economia italiana tirandosi indietro dalla gestione dello stabilimento.
I commissari straordinari dell’ILVA hanno denunciato ArcelorMittal.
Da un paio di giorni proseguono i soccorsi della Guardia Costiera e della Capitaneria di Porto di Palermo nel Canale di Sicilia, attraversato dai centinaia di immigrati partiti dalla Libia e diretti verso l’Italia. Ieri a Pozzallo, nella Sicilia sud-orientale, sono arrivate oltre 400 persone, mentre altre 100 sono già attese per domenica. A Palermo stanno per sbarcare oltre 529 immigrati a bordo di un mercantile battente bandiera panamense. Nelle ultime ore anche la situazione nei Centri di prima accoglienza è diventata di difficile gestione, ha detto il sindaco di Pozzallo. Proseguono senza sosta nel Canale di Sicilia i soccorsi ai barconi carichi di migranti partiti dalla Libia. Un mercantile battente bandiera panamense, il City of Sidan, che ha raccolto complessivamente 529 profughi, di cui 120 donne e 19 bambini, sta facendo rotta verso Palermo. L’arrivo in porto è previsto per le 6.30 di lunedì mattina. La Prefettura del capoluogo sta già predisponendo tutte le iniziative per l’accoglienza. In provincia di Ragusa, a Pozzallo, intanto, dove la notte scorsa sono arrivate 420 persone e altre 100 stanno per approdare, nel primo pomeriggio sbarcheranno un centinaio di migranti. Con loro ci sono anche alcuni compagni di viaggio deceduti. Secondo quanto si è appreso sarebbero tre, ma il dato non trova, al momento, conferme ufficiali.
Continuano i soccorsi nel Canale di Sicilia. Centinaia di immigrati provenienti dalla Libia stanno arrivando in Sicilia: per diversi sindaci della regione la situazione è diventata ingestibile.
La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha condannato l’Italia per inadempimenti nella gestione della Xylella fastidiosa, accogliendo un ricorso della Commissione Europea che accusava l’Italia di non avere fatto abbastanza per contenere la diffusione del batterio che da anni sta causando seri danni alle coltivazioni di olivi, specialmente in Puglia. Secondo la Corte, l’Italia non ha rispettato le direttive della Commissione Europea sulla gestione della Xylella, che prevedevano la rimozione di tutte le piante infette e di tutte le piante in un raggio di 100 metri da quelle infette, per evitare la diffusione del batterio. Secondo il ricorso della Commissione, gli inadempimenti delle autorità italiane avevano favorito la diffusione del batterio, che è ancora un grosso problema in molte parti della Puglia. La condanna non prevede altra pena se non il pagamento delle spese processuali e l’obbligo di adottare le misure previste dalla Commissione. Il batterio della Xylella è di origine americana e non era mai stato rilevato in Europa fino al 2013, quando ne fu riscontrata la presenza in Puglia. I ricercatori se ne accorsero notando un’incidenza più alta del “disseccamento rapido dell’olivo” (OQDS), una malattia che porta gli olivi a non produrre più olive e a morire in poco tempo. La causa fu identificata nella presenza della Xylella, batterio per il quale non c’è cura, e fu consigliata la distruzione di tutti gli olivi malati per evitare pericolose contaminazioni. Nel 2015 furono organizzate grandi proteste, da parte di coltivatori e associazioni, contrari alla distruzione di piante in alcuni casi secolari (seppure oggettivamente malate). Intervenne persino la magistratura, con un’inchiesta molto discussa che tra le altre cose ipotizzò che fossero stati gli stessi ricercatori a diffondere il batterio. Questa ipotesi – giudicata da molti del tutto infondata – è stata definitivamente esclusa con l’archiviazione dell’inchiesta.
La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha condannato l’Italia per inadempimenti nella gestione della “Xylella fastidiosa”.
Il ministro delle Finanze di Cipro, Michael Sarris, si è dimesso oggi alla fine di una riunione del governo con i rappresentanti dell’Unione Europea (UE), della Banca Centrale Europea (BCE) e del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per concordare alcuni dettagli del piano di salvataggio di 10 miliardi di euro approvato nella notte tra il 24 e il 25 marzo dai membri dell’Eurogruppo, i ministri delle Finanze dei paesi che adottano l’euro. Scrive l’Associated Press che alla base delle dimissioni del ministro c’è anche l’apertura di un’inchiesta sulla crisi della banca Laiki, di cui è stato presidente fino al mese di agosto 2012, volta a capire perché i conti della banca siano peggiorati così tanto nell’ultimo mese. La banca, il secondo istituto di credito del paese, è stata chiusa: i conti al di sotto dei 100mila euro sono stati trasferiti alla Banca di Cipro, il primo istituto di credito del paese, per la formazione di una “good company”, quelli con più di 100 mila euro sono stati congelati.
Il ministro delle Finanze di Cipro si è dimesso. C'entra un'inchiesta sulla crisi della seconda banca del paese, ma intanto gli accordi con le autorità internazionali sono stati parzialmente rinegoziati.
Intorno alle 15 di giovedì 13 marzo 2014, una donna è stata fermata all’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino dalla Guardia di Finanza di Napoli, di ritorno da un viaggio in Sudamerica, e trovata in possesso di 24 chilogrammi di cocaina. La donna si chiama Federica Gagliardi ed ebbe un momento di notorietà sui media italiani nel giugno del 2010, quando venne vista scendere dalla scaletta dell’aereo di stato che aveva portato l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Toronto, in Canada, per gli incontri internazionali del G8 e del G20. Gagliardi, che ha 31 anni, è stata arrestata e portata nel carcere di Civitavecchia, con l’accusa, scrive il Messaggero, di traffico internazionale di stupefacenti. Secondo diversi quotidiani, Gagliardi – che non ha precedenti penali – si è difesa dicendo di non sapere che cosa stesse trasportando nel suo bagaglio e di essere stata «fregata» da sconosciuti. La droga si trovava in un trolley e in uno zainetto ed era divisa in una ventina di panetti. Gagliardi era appena sbarcata da un volo di linea Alitalia proveniente da Caracas, Venezuela, e le forze dell’ordine l’hanno fermata al termine di un’indagine che riguarda lo spaccio di droga gestito dalla camorra nel napoletano, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa AGI.
L’arresto di Federica Gagliardi. Qualche informazione in più sulla ragazza che accompagnò Berlusconi al G8 del 2010 in Canada e ieri è stata arrestata a Fiumicino con 24 chili di cocaina.
L’amministratore delegato di Mondadori Ernesto Mauri ha di fatto confermato – ieri nella trasmissione di Rai2 2Next Economia e futuro – che le case editrici Bompiani e Marsilio sono in vendita. Appare infatti sempre più probabile che l’Antitrust deciderà di imporne la cessione a Mondadori come condizione per rendere effettiva l’acquisizione di RCS Libri dell’ottobre scorso, e l’interesse dimostrato da altre case editrici ad acquistarle fanno pensare che le parole di Mauri confermino l’intenzione di vendere le due case editrici. Oltre alle cessioni, scrive Repubblica oggi, l’Antitrust sarebbe intenzionata a imporre a Mondadori-RCS alcune regole per garantire la concorrenza del mercato. La decisione arriverà in settimana, l’Agcom si esprimerà entro 45 giorni e, a quel punto, l’acquisizione di RCS Libri da parte di Mondadori diventerà effettiva. Nell’intervista Ernesto Mauri ha confermato alcune notizie già circolate, e ne ha data una nuova. Ha confermato che effettivamente «c’è l’ipotesi della dismissione di Marsilio e Bompiani per una quota di mercato che vale il 3%». (Bompiani vale il 2, Marsilio l’1). Ha chiarito che Mondadori aveva già considerato il rischio che l’Autorità Garante potesse dare il via libera all’acquisizione con RCS Libri solo chiedendo dismissioni: «Abbiamo preso il rischio di ridurre il perimetro. Ce ne faremo una ragione». Di fatto, Mondadori accetta la cessione di Marsilio e Bompiani. Proprio per questo ieri i legali della casa editrice di Segrate hanno rinunciato ad essere ascoltati dall’Antitrust, come era loro diritto.
Bompiani e Marsilio sono in vendita. Lo ha di fatto confermato l'amministratore delegato di Mondadori, Ernesto Mauri: Marsilio tornerà quasi certamente alla famiglia De Michelis, per Bompiani ci sono alcune offerte.