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Sabato sera a Palma Campania, in provincia di Napoli, un uomo di 83 anni ha ucciso il titolare di un bar vicino casa sua, e ha ferito altre due persone: non riusciva a dormire per la musica troppo alta, ha preso un’arma che aveva a casa, è sceso in strada e, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, dopo una discussione ha sparato cinque colpi. L’uomo ucciso, Giuseppe Di Francesco, aveva 67 anni; le altre persone ferite sono la figlia, ricoverata in prognosi riservata, e il genero. L’83enne è stato arrestato dai carabinieri e portato nel carcere di Poggioreale.
A Palma Campania un uomo di 83 anni ha ucciso il titolare di un bar perché non riusciva a dormire per la musica alta.
Martedì 8 dicembre, la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA, l’agenzia governativa statunitense che si occupa di clima) ha diffuso un nuovo rapporto sulle condizioni dell’Artico, segnalando un marcato cambiamento che lo sta portando a essere ancora più caldo. I ghiacci e la neve sono meno presenti nella regione, sempre più caratterizzata dalla presenza di piogge e da ampi tratti di mare aperto dove un tempo si concentravano enormi piattaforme di ghiaccio. Da 15 anni, gli esperti del NOAA pubblicano ogni anno l’Arctic Report Card, contenente dati e analisi raccolti su una delle aree del pianeta più esposte ai fenomeni del cambiamento climatico, causato in buona parte dalle attività umane. Al rapporto di quest’anno hanno collaborato oltre 130 ricercatori di 15 paesi. I risultati del loro lavoro sono stati pubblicati online e presentati alla conferenza annuale dell’Unione Geofisica Americana (AGU).
Nell’Artico fa sempre più caldo. A causa del cambiamento climatico, c'è sempre meno ghiaccio nel Mar Glaciale Artico con conseguenze per l'intero pianeta, dice un nuovo rapporto internazionale.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
Quando il PD cominciò a morire. Quasi subito, secondo Angelo Panebianco sul Corriere.
Belle giornate quasi ovunque in Italia, clima ideale per uscire di casa in cerca di una panchina su cui leggere il Post: non necessariamente per star dietro al flusso delle notizie, coi ritmi dei giorni feriali, ma per godersi le storie più lette e apprezzate di questa settimana. C’è quella incredibile del disastro dei palloncini a Cleveland, ottima da rivendersi poi con gli amici, c’è il sito che ti dice quanto tempo hai passato a guardare serie tv, c’è la lista dei 30 calciatori più promettenti fra quelli che hanno meno di vent’anni. Ma anche la storia della forte ripresa economica del Portogallo, su cui pochi avrebbero scommesso negli ultimi mesi, e quella sulla fine del roaming telefonico in Europa. – Il disastro dei palloncini a Cleveland La storia e le foto della Balloonfest, organizzata nel 1986 per battere un record mondiale con il lancio di 1,5 milioni di palloncini e che non finì bene
Sunday Post. Le 13 cose più lette la settimana scorsa sul Post: il disastro dei palloncini, la ripresa economica del Portogallo e una selezione di fotografie meravigliose.
Le cose per l’economia mondiale non vanno particolarmente bene in questi anni, eppure c’è un settore che sembra risentire meno della crisi e continua a crescere, quello di Internet. Nei paesi che fanno parte del G20, si prevede che l’economia legata al Web continuerà a crescere del 10 per cento all’anno per i prossimi cinque anni e che entro il 2016 raggiungerà un valore intorno ai 4.200 miliardi di dollari. Un notevole salto in avanti rispetto al valore generato nel 2010 e pari a 2.300 miliardi di dollari. Come spiega l’Economist con un grafico, ci sono grandi differenze per quanto riguarda gli affari generati su Internet tra i diversi Stati che fanno parte del G20. Al primo posto c’è il Regno Unito, con l’economia legata al Web che supera altri settori come quello delle costruzioni e dell’istruzione, soprattutto grazie ai sistemi per l’acquisto di prodotti e servizi online. Al secondo e al terzo posto ci sono rispettivamente la Corea del Sud e la Cina, grazie alla grande quantità di beni esportati e venduti all’estero legati alla Rete. Al quinto posto c’è il Giappone, ben messo grazie alle proprie esportazioni e anche grazie al crescente settore dell’ecommerce. Il dato medio per l’Unione Europea, al quarto posto, è incoraggiante, ma l’UE potrebbe fare molto di più con un mercato legato all’online unificato, processo verso cui sta spingendo da tempo la Commissione Europea con esiti fino a ora poco soddisfacenti. L’Italia è al tredicesimo posto e, come mostra il grafico, il contributo di Internet alla sua economia vale poco più del 2 per cento del prodotto interno lordo (PIL). Entro il 2016 dovrebbe raggiungere il 3,5 per cento circa.
Quanto pesa Internet sull’economia? lo spiega l'Economist con un grafico, e l'Italia potrebbe fare (molto) meglio.
Se la morte di Claudio Abbado ha forse commosso e interessato lettori meno giovani che conoscevano di più il suo lavoro, altre cose tra le più lette sul Post di questa settimana avevano a che fare miti e storie di generazioni successive, dagli orsetti gommosi, al film “Into the wild”, al problema di trovarsi casa da soli e lasciare quella dei genitori. Sono state anche molto apprezzate le celebrazioni pop del 1984, trent’anni dopo, e le spiegazioni sui piccoli misteri e scherzetti che si trovano in certi siti web. – La morte di Claudio Abbado Aveva 80 anni, era uno dei più illustri direttori d’orchestra al mondo (foto e video)
Sunday Post. Dal triste della morte di Abbado, all'allegro degli orsetti gommosi: le cose più lette sul Post questa settimana.
Giuliano Ferrara sul Foglio di oggi commenta molto pessimisticamente la scelta di Silvio Berlusconi di ricandidarsi per la sesta volta alla presidenza del Consiglio. Dispuesto a morir matando, come scrive un giornalone spagnolo. Eroico e caotico, egotico e noncurante, ma anche a suo modo tormentato, ribollente di orgoglio e di amor proprio, il nostro Cav. va a sbattere la testa contro il muro. Ridiventa uomo nero della democrazia italiana. Il mondo intero, partendo dall’Europa, è pronto al biasimo, alle tattiche di isolamento e di irrisione. Putin escluso, ma ha anche mal di schiena. Il circuito mediatico sprizza felicità per la preda ritrovata; la corsa della lepre tra le insalate e il sottobosco, alla ricerca della saggezza per una via di uscita da un ventennale casino, è finita. Si è fatto riacciuffare. Il circo giudiziario è lì che appresta le sue gogne vecchie e nuove. Immagine plastica: il televisionista Michele Santoro giovedì sera in collegamento farsesco-martirologico con il dottore Antonio Ingroia, promotore di pataccari e patacche in vacanza guatemalteca, abbronzato e tra le palme. Festeggia il centrosinistra di Pier Luigi Bersani: converge ora facilmente con un centro parassitario e politicamente nullo, ha in regalo un porcellum buono per una maggioranza che incorpora poetastri e versificatori di retoriche valoriali di sinistra comunista, soprattutto ha in regalo l’immagine giusta del nemico strategico, esce dalle contraddizioni del tempo di Mario Monti, il tecnocrate che ha tenuto a bada l’emergenza per incarico di un presidente post comunista e riformista, risanando e riaggiustando il possibile con uno stile e una sostanza freddi, liberali, terzisti, bancari, accademici, eurotemperati, rispettosi della storia complicata di questo paese da sempre a sovranità limitata e a democrazia debole. Festeggia il gruppo l’Espresso-Repubblica, si ricomincia, ma stavolta per darle, non per prenderle.
“Berlusconi va a sbattere”. Lo scrive Giuliano Ferrara sul Foglio, aggiungendo che "passeremo molti anni a leccarci le ferite" e Bersani vincerà le elezioni.
Un editoriale non firmato pubblicato lunedì 30 maggio dal Foglio ha provato a mettere un po’ d’ordine nel modo in cui ci si è occupati della vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due militari italiani a lungo trattenuti in India perché accusati dell’omicidio di due pescatori. Una discussione, dice il Foglio, che è raramente stata lucida come meritava la situazione – «una contesa tra chi li vuole “eroi” e chi invece li chiama “assassini”» – e che è stata adoperata da molti come strumento di propaganda elettorale: anche ora, dopo il rientro in Italia di Girone, e senza grande riguardo per i due soldati e le loro famiglie. Con il rientro di Salvatore Girone in Italia, dopo quello di Massimiliano Latorre, ha forse termine un desolante pasticcio di politica estera. Adesso si dovrà celebrare un giusto processo a due militari che meritano rispetto, ma che pure sono accusati di omicidio, e che solo nel paese della dismisura potevano diventare oggetto di una strumentale contesa politica tra chi li vuole “eroi” e chi invece li chiama “assassini”. Ma in questo impazzimento lessicale, nell’incontinenza furbesca della politica, si segnala la misura delle famiglie. Da un lato c’è la compostezza dei parenti dei due soldati, dall’altro ci sono le smargiassate della campagna elettorale. “I Marò sfilino ai Fori Imperiali il 2 giugno”, dice allora Ignazio La Russa, l’ex ministro della Difesa, uno dei leader di Fratelli d’Italia, il partito che ancora una volta, come tentò di fare nel 2014 durante le elezioni europee, li vorrebbe utilizzare e mostrare come fossero pettoruti manifesti elettorali. “Ci aiuterebbe molto che politica e media non polemizzassero”, gli risponde invece, attraverso il Corriere della Sera, e con il tono riservato degli affetti, il papà di Girone, il fuciliere di marina riportato sabato in Italia dopo quattro anni di prigionia in India: “Vorremmo vivere la nostra emozione enorme in privato”.
Lasciateli stare, Latorre e Girone. Il Foglio contro gli impazzimenti lessicali di chi li vuole "assassini" o "eroi", e cerca di approfittare della situazione.
La lingua Tedesca ha dell’energia, ma della durezza nel tempo stesso. La Inglese è faconda, ma non molto castigata. La Spagnuola è grave e maestosa. La Italiana è delicata, ma molle e spesso languida. La lingua Francese ha tutti i vantaggi di queste lingue, senza aver quasi alcuno de’ loro difetti (Novelle della repubblica letteraria per l’anno MDCCXXXXI. Pubblicate sotto gli auspizj di Sua Altezza Reale Vittorio Amedeo duca di Savoia principe del Piemonte ec., in Venezia, appresso Domenico Occhi, 1741, p. 6 sg.) Questo giudizio sull’inglese facondo e un po’ impudico è dell’abate giansenista Pierre-Claude Goujet (1697-1767), che l’ha così formulato in un passo della sua opera maggiore: una Bibliothèque Française per generi letterari in 20 volumi (1740-1756). Altrove facondo può esprimere la facilità di parola di qualcuno, oppure sottolinearne la fluidità d’eloquio: la speditezza dei suoi discorsi, la scorrevolezza della sua prosa, la scioltezza del suo stile comunicativo.
Cosa vuol dire “facondo”. Indica chi sa parlare bene per natura; è usato come sinonimo di eloquente, che però vuol dire un'altra cosa.
Un nuovo studio pubblicato nelle ultime settimane ha aggiunto maggiore solidità alla tesi, che circola da qualche anno, secondo cui il celebre complesso di Stonehenge fosse stato in origine costruito da un’altra parte, molto più lontano rispetto all’altopiano di Salisbury, in Inghilterra, dove si trova attualmente. Lo studio è stato pubblicato sulla rispettata rivista Antiquity da un gruppo di archeologi che da anni sta lavorando alla tesi, e che sostiene di aver trovato un complesso più antico di Stonehenge da cui proviene almeno una parte delle pietre che oggi si trovano a Salisbury. Il potenziale complesso originario si trova in Galles, nel Pembrokeshire, a circa trecento chilometri da Stonehenge, e i gallesi lo chiamano Waun Mawn.
Ci sono sempre più prove che Stonehenge prima fosse in un altro posto. Un gruppo di archeologi dice di aver trovato il luogo da dove provengono alcune pietre del famoso complesso: si trova in Galles.
Durante una conferenza stampa a Francoforte, venerdì il governatore della Banca Centrale Europea (BCE) Mario Draghi ha annunciato che i piani sul rialzo dei tassi di interesse nel corso del 2019 potrebbero essere cambiati se l’inflazione non raggiungerà i livelli attesi. Le sue dichiarazioni sono state molto discusse e commentate e, probabilmente, sono state accolte con sollievo dal governo italiano. Se la BCE continuerà a tenere gli interessi bassi, infatti, sarà una buona notizia soprattutto per chi ha parecchi debiti: e nessuno in Europa è indebitato come l’Italia e la Grecia. Da tempo uno dei principali timori per la stabilità dei conti pubblici italiani è legato alle decisioni della Banca Centrale Europea (BCE) guidata da Mario Draghi. Nei prossimi mesi, infatti, la BCE metterà fine al suo gigantesco programma di acquisto di titoli di stato e privati, il famoso Quantitative Easing (QE), iniziato nel 2015. Uno dei paesi a beneficiare maggiormente degli acquisti di titoli è stata proprio l’Italia, di cui la BCE oggi possiede circa 350 miliardi di euro in titoli di stato (su un debito totale di 2.300 miliardi). Ancora oggi la BCE acquista circa 3 miliardi di euro di titoli italiani ogni mese, sui circa 30 miliardi che vengono emessi (qui avevamo spiegato chi è che compra gli altri).
Forse la BCE ci darà ancora una mano. Il rallentamento dell'economia europea potrebbe portare a un cambiamento delle politiche monetarie, ha detto Draghi: cosa significa e perché è una buona notizia per il governo Conte.
La band irlandese degli U2 suonerà questa sera nel secondo concerto consecutivo allo Stadio Olimpico di Roma: quella di stasera e quella di ieri sono le uniche due date italiane del “The Joshua Tree tour”, il tour che celebra il 30esimo anniversario dall’uscita dell’omonimo disco della band, forse quello più conosciuto e amato (contiene “Where the Streets Have No Name” e “With or Without You”, tra le molte). Inizialmente gli U2 avevano previsto una sola data in Italia, ma vista la grande richiesta di biglietti a gennaio la band aveva deciso di aggiungerne un’altra. Il tour è cominciato a maggio in Nord America e dall’8 luglio sono iniziate le date europee: in questa fase gli U2 sono accompagnati da Noel Gallagher, ex chitarrista e seconda voce degli Oasis, e la sua band, gli High Flying Birds. L’ingresso allo stadio Olimpico sarà possibile dalle 16:30: Noel Gallagher inizierà a suonare alle 19:30 e gli U2 intorno alle 21. Chi ha comprato i Gold Hot Ticket Package, i Silver Hot Ticket e i Vip Party Package potrà ritirare i biglietti dalle 16 alle 20 agli stand presso l’Ostello della Gioventù di Viale delle Olimpiadi. Lo stadio si può raggiungere coi mezzi pubblici o in macchina, qui ci sono una mappa e tutte le informazioni.
U2 allo Stadio Olimpico di Roma: le informazioni utili sul concerto. Come arrivarci con i mezzi pubblici e con l'auto, dove parcheggiare e le altre cose da sapere.
Tradizionalmente impersonali e poco confortevoli, le preoccupazioni portate dalla pandemia stanno spingendo a riprogettarne gli spazi per renderli più accoglienti È quello alla fondatrice di Theranos, Elizabeth Holmes, che promise un sistema rivoluzionario per le analisi del sangue che non ha mai funzionato
Ci sono banchieri buoni? giancarlo Galli, saggista ed economista dice che Profumo non lo è: Bazoli, forse.
Durante un evento speciale organizzato nello Steve Jobs Theatre di Cupertino, in California, lunedì Apple ha presentato alcuni dei nuovi servizi di cui si era molto vociferato nelle ultime settimane, compreso il nuovo servizio di contenuti originali in streaming, Apple Tv+. Tra le altre novità presentate dal CEO di Apple Tim Cook e dai suoi principali collaboratori ci sono state però anche un nuovo servizio di abbonamento a giornali e riviste, una carta di credito di Apple e un servizio in abbonamento per videogiochi originali. Apple News+ La prima novità annunciata oggi – la presentazione è iniziata alle 18 ora italiana, le 10 del mattino in California – è stata Apple News+, un nuovo servizio in abbonamento per leggere decine di riviste direttamente dall’app di Apple News. Il nuovo servizio, che ha una sua pagina dedicata, permetterà di leggere più di 300 riviste e tre giornali (due statunitensi, il Los Angeles Times e il Wall Street Journal, e uno canadese, The Star) al costo fisso di 9,99 dollari al mese. Il servizio sarà inizialmente attivo solo negli Stati Uniti e in Canada, ma Apple ha annunciato che entro la fine del 2019 lo renderà disponibile anche in Australia e nel Regno Unito.
Le novità presentate da Apple. Tra cui una carta di credito, una piattaforma di videogiochi originali e un servizio streaming per fare concorrenza a Netflix.
Jack Nicholson compie oggi 75 anni e non è uno di quelli che si possono davvero raccontare: o ci vorrebbe un libro oppure ogni informazione è superflua. Vi siete forse dimenticati di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”? Non conoscete “Shining”? Non vi ricordate di “Chinatown”, “Easy rider”, “Reds”, “Codice d’onore”? Fa film da più di mezzo secolo, ha vinto tre Oscar, con dodici nomination (più di ogni altro attore nella storia), è stato il cattivo dei film che si è fatto volere più bene e il buono più insopportabile. Ed è nato a New York il 22 aprile 1937: il resto è nei film e in queste foto. foto: Gareth Cattermole/Getty Images
75 anni da Jack Nicholson. Le foto del cattivo più amato e del buono più insopportabile della storia del cinema, nato a New York il 22 aprile del 1937.
Nel progetto Aftershock Haiti, con cui il fotografo statunitense Jon Lowenstein ha vinto il Master Hasselblad Award 2012 nella sezione Editorial, l’isola di Haiti e la sua capitale, Port-au-Prince, sono state fotografate in modo molto soggettivo e personale – le immagini sono scattate con una Polaroid ad alte temperature e in condizioni estreme – dopo il devastante terremoto nel 2010. Il terremoto di Haiti provocò la morte di duecentomila persone e la distruzione di circa centomila case, in un paese già considerato uno dei più poveri al mondo. Ancora oggi, tre anni dopo, circa 500.000 persone vivono in alloggi di emergenza e in condizioni pessime. Attenzione: la gallery contiene alcune immagini forti.single-post-new article figure.split-gal-el .photo-container .arrow::after{content:' FOTO'} #gallery-5{margin:auto}#gallery-5 .gallery-item{float:left;margin-top:10px;text-align:center;width:20%}#gallery-5 img{border:2px solid #cfcfcf}#gallery-5 .gallery-caption{margin-left:0}
Haiti, dopo. Un crudo e premiato reportage fotografico racconta le pessime condizioni di Port-au-Prince dopo il devastante terremoto del 2010.
È online il nuovo video del duo comico norvegese Ylvis (quelli di “What does the fox say?”) composto dai due fratelli Bard e Vegard Ylvisaker protagonisti di un programma televisivo del canale TVNorge. La canzone si chiama “Trucker’s Hitch”, e parla di nodi molto complicati: Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
“Trucker’s Hitch”, la nuova canzone degli Ylvis. Cioè quelli di "What does the fox say?".
Le Canzoni è la newsletter serale che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. L’indomani – il martedì, mercoledì e venerdì – la pubblichiamo sul Post, ci si iscrive qui. Vi chiedo scusa, ma in conseguenza del trasloco di ieri e dei suoi postumi, non ho altre cose da dire stasera: dovrei ricorrere al reggaeton. Ah, no, una ce l'ho: ascoltate le interessanti riflessioni di Matteo Bordone sul tema "la musica è peggiorata" nei suoi podcast di ieri e oggi. Non sono d'accordo su molte cose, ma è sempre pieno di informazioni e intuizioni. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Sarah Jane Morris. Che appartiene a una delle tre categorie prevalenti in questa newsletter.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: online sul Post c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Peter Himmelman. Non è una cosa di cui sono capaci in molti, ma ci sono delle canzoni che raccontano una storia più che cantarla.
Fino alle 21 di oggi, domenica primo marzo, in Campania si vota alle primarie del PD per scegliere il candidato del partito alle prossime elezioni regionali. I candidati sono l’europarlamentare Andrea Cozzolino, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e Marco Di Lello, del PSI, un partito alleato del PD. Nei giorni scorsi Gennaro Migliore del PD e Nello Di Nardo dell’Italia dei Valori avevano rinunciato alla loro candidatura. Le elezioni regionali si terranno il prossimo maggio, probabilmente l’11: si voterà, oltre che in Campania, in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria e Puglia. Le primarie di oggi sono state molto complicate da organizzare e il risultato, scrivono alcuni, potrebbe portare ad alcune situazioni complicate nel PD. Secondo le rilevazioni diffuse dal PD nel primo pomeriggio, nella mattinata avevano votato 41 mila persone. Secondo Repubblica si tratta di una «buona partecipazione». Quattro rinvii Prima di trovare una data definitiva, le primarie in Campania erano state rinviate per quattro volte. All’inizio avrebbero dovuto svolgersi il 14 dicembre, poi l’11 gennaio, poi il primo febbraio, poi il 22 febbraio e infine il primo marzo. I motivi ufficiali dei rinvii sono stati diversi: ritardi nel mettersi d’accordo con gli altri partner della coalizione (PSI e IDV) oppure problemi organizzativi più o meno seri. Negli ultimi mesi, il vice-segretario del PD Lorenzo Guerini è andato spesso a Napoli e ha cercato di mettere d’accordo i leader locali del partito per trovare un candidato unitario di tutto il PD, senza successo. A conferma che le primarie in Campania sono una specie di “osservato speciale”, Repubblica racconta che il PD ha inviato in Campania un membro della direzione del partito con compiti di osservatore.
Si vota per le primarie del PD in Campania. Dopo quattro rinvii e moltissime polemiche: si elegge il candidato del partito alle elezioni regionali del prossimo maggio.
Negli ultimi anni i prodotti culturali sudcoreani hanno avuto grande successo prima nel resto dell’Asia e poi nel mondo: è successo nella musica, nel cinema e per certi versi anche per i prodotti di bellezza e la cucina, con la k-cuisine e la k-beauty. E da alcuni anni sta succedendo anche con i fumetti. O meglio, con quel particolare tipo di fumetti online che sono i webtoon. Sebbene il nome di derivazione anglofona possa far pensare diversamente, quando si parla di webtoon si parla di un fenomeno specifico della Corea del Sud: sono qualcosa di diverso dai webcomics o dai semplici fumetti pensati per essere stampati e poi adattati per una fruizione da computer, smartphone o tablet.
Non sono manga, sono “webtoon”. I fumetti di origine sudcoreana pensati solo e unicamente per essere letti online stanno andando forte un po' ovunque.
Inge Morath è stata una fotografa austriaca naturalizzata statunitense, tra le prime donne a fare parte della rinomata agenzia fotografica Magnum. Di lei si ricordano soprattutto le foto allo sfarzo dell’alta società e alle dive dell’epoca, come Ingrid Bergman e Audrey Hepburn, ma ha fotografato anche scene quotidiane sulla Fifth Avenue; sarte, scrittori e ragazze americane a Parigi. Le sue foto, soprattutto quelle scattate tra gli anni Cinquanta e Sessanta, sono raccolte in un nuovo libro pubblicato da Abrams, Inge Morath: On Style. Morath nacque in Austria nel 1923 e visse in Germania durante la Seconda guerra mondiale. Dopo la guerra cominciò a lavorare come giornalista e traduttrice tra Vienna e Monaco di Baviera e nel 1949 iniziò a collaborare con il fotogiornalista Ernst Haas. Si interessò a loro Robert Capa – che per chi non lo conoscesse è stato uno dei più grandi fotografi del Novecento e fondatore dell’agenzia Magnum – che li invitò a lavorare per lui a Parigi. Morath iniziò nell’agenzia come scrittrice e ricercatrice per Henri Cartier-Bresson – un altro dei maestri del Novecento – e nel 1955, dopo aver migliorato le sue capacità fotografiche, diventò un membro effettivo dell’agenzia. A quel tempo erano solo in due donne: lei e Eve Arnold, e le venivano assegnati soprattutto soggetti ritenuti femminili o scartati dai colleghi maschi: balli delle debuttanti, eventi dell’alta società, carnevali e concorsi per cani. Nel 1952 fotografò il set del film Moulin Rouge di John Huston, e qualche anno dopo quello de Gli spostati, sempre di Huston: in quell’occasione conobbe lo sceneggiatore Arthur Miller, l’ex marito di Marilyn Monroe, che sposò nel 1962. Insieme ebbero una figlia, la regista Rebecca Miller. Morath morì a causa di un cancro nel 2002, a 78 anni.
8 foto di Inge Morath, tra le prime donne di Magnum. Sono raccolte in un nuovo libro che ne ripercorre la carriera tra dive del cinema, balli dell'alta società, e scene di vita quotidiana sulla Fifth Avenue.
Durante alcuni corsi sulla sicurezza sul lavoro che capita di frequentare ai lavoratori, viene spiegato solitamente cosa fare in caso di incendio, per esempio, e tra le altre cose si insegnano le manovre di primo soccorso. Al momento di esercitarsi per eseguire la rianimazione cardio-polmonare (RCP) compare di solito un manichino dall’aria vagamente inquietante, composto da un busto e da un volto un po’ inespressivo con l’aspetto di una giovane donna o un giovane uomo, con tratti identici. Non succede solo in Italia, ma anche all’estero. A un primo sguardo può sembrare un volto inventato, astratto, ma in realtà appartiene a una donna davvero esistita, di cui non si conosce l’identità ma il cui volto, si dice, è «il più baciato al mondo» per via della respirazione bocca a bocca che si esegue sul manichino. E anche prima di diventare il modello per il manichino della RCP, il volto della donna era già noto come modello ispiratore di artisti, disegnatori e persino scrittori.
Il volto più baciato del mondo. È di una giovane donna annegata nella Senna nell'Ottocento, da decenni usato per i manichini con cui ci si esercita nella respirazione bocca a bocca.
«I vertici di Autostrade per l’Italia devono dimettersi», ha detto mercoledì mattina il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, commentando il crollo del ponte Morandi a Genova, in cui sono morte 39 persone. «Visto che ci sono state gravi inadempienze – ha scritto Toninelli su Facebook – annuncio fin da ora che abbiamo attivato tutte le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni, e per comminare multe fino a 150 milioni di euro». Secondo il ministro, quindi, la responsabilità dell’incidente appartiene ad Autostrade per l’Italia, la società controllata dalla famiglia Benetton responsabile per il tratto di strada su cui si trovava il ponte crollato. Il vice presidente del Consiglio e capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha detto una cosa simile, così come il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Le accuse del governo hanno riportato di attualità il tema della privatizzazione delle concessioni autostradali, il meccanismo con il quale alla fine degli anni Novanta venne affidata ai privati la gestione di gran parte della rete autostradale italiana. Per anni, giornalisti ed esperti hanno criticato questo sistema, sostenendo che permetteva ai gestori delle autostrade di arricchirsi senza rischi e senza l’obbligo di fare sufficienti investimenti sulla rete autostradale. In molti ora si domandano se il sistema delle concessioni non abbia contribuito anche all’incidente di Genova, e il ministro Toninelli ha suggerito che in futuro lo stato potrà prendere il posto dei privati.
Cosa c’entrano le concessioni autostradali con il ponte Morandi? è il sistema con cui la gestione delle autostrade italiane è stata affidata a gruppi privati: e secondo il governo è un problema.
L’8 giugno è stato pubblicato su Science uno studio che ha provato a capire quante persone servono per far sì che una nuova convenzione sociale prenda piede in un determinato gruppo. Il risultato è che se il 25 per cento dei membri di un gruppo ha un’idea, quell’idea può diventare di tutti o quasi tutti. Il titolo della ricerca è “Experimental evidence for tipping points in social convention” ed è stata fatta da professori e ricercatori della University of London e dell’università della Pennsylvania. hanno preso 194 persone e hanno creato 10 gruppi online in cui farle interagire. I gruppi erano composti da un numero di persone compreso tra 20 e 30 (c’erano dei collaboratori oltre ai volontari) e ogni gruppo aveva un obiettivo: guardare la foto di un oggetto e concordare quale fosse il giusto nome per quell’oggetto. Per arrivare a trovare il nome che mettesse tutti d’accordo i membri del gruppo interagivano a coppie: un utente parlava con un altro, che a sua volta avrebbe poi parlato con un altro ancora (e così via). In caso di uguali risposte tra i membri di uno stesso gruppo era prevista una piccola ricompensa in denaro.
Quante persone servono per cambiare il mondo (più o meno). Un recente studio pubblicato su "Science" dice che basta il 25 per cento dei membri di un gruppo per far cambiare idea agli altri: decidete voi se è confortante o spaventoso.
La ‪Réserve africaine de Sigean‬ è un parco naturale nel sud della Francia. Ospita più di 3.800 animali, tra cui un esemplare di orso tibetano, che era scappato ma è stato ritrovato due settimane dopo la fuga – molti chilometri più a nord – in buona salute e molto accaldato. A Harrogate, nel Regno Unito, ogni anno c’è una grande fiera dell’agricoltura e dell’allevamento, con concorsi per il toro migliore e vitelli con la frangia. L’elefante di Amneville annusa la mano del guardiano, la madre-barbagianni è molto protettiva con i suoi pulcini, la leonessa invece deve essersi spazientita con uno dei suoi piccoli. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Si sta come l’orso tibetano. Orsi fuggitivi, eserciti di oche e madri di tutte le specie, tra gli accaldati animali che valeva la pena fotografare questa settimana.
Il 6 luglio sarà annunciato il vincitore del premio letterario Strega – considerato il più importante in Italia, quello che dà pubblicità sufficiente a vendere un numero molto maggiore di copie del libro che vince – dopo che la settimana scorsa sono stati annunciati i nomi dei cinque scrittori finalisti. Tra loro c’è Matteo Nucci, autore di È giusto obbedire alla notte, pubblicato dall’editore Ponte alle Grazie, il quale ha raccontato in un lungo post il suo imbarazzo di fronte a una richiesta promozionale da parte del premio e di un suo sponsor, richiesta che non era stata concordata prima. Il post di Nucci non racconta solo una storia, ma anche la questione generale dell’equilibrio tra garbata e moderata disponibilità degli autori a contraccambiare la pubblicità ricevuta (molti piccoli premi locali, per esempio, vengono consegnati solo a chi accetti di andare a ritirarli, o di associarsi a qualche sponsorizzazione; e lo stesso liquore Strega si mostra insieme agli autori premiati) e la produzione di lavoro gratuito a fini pubblicitari. “Ma come, Matteo, non lo sai che ci sono regole d’ingaggio?” mi ha domandato uno degli altri quattro finalisti di questa edizione del Premio Strega, pochi giorni fa a Salerno, durante la prima delle presentazioni previste prima della serata finale. “Certo che lo so” gli ho risposto “ma fare pubblicità alla Toyota non era fra le regole d’ingaggio”. Chi partecipa al Premio Strega è bene che sappia una serie di cose. Si tratta del premio letterario più importante e complesso del nostro Paese e dunque conviene informarsi. Sono parecchie le questioni ma certo gli impegni da prendere nel caso in cui si entri fra i cinque finalisti non vanno sottovalutati. Nessuno chiede a chi partecipa di firmare e promettere ufficialmente alcunché ma esiste un accordo implicito che del resto conviene a tutti quanti. Nelle settimane fra l’elezione della cinquina e la serata finale il Premio organizza una serie di incontri in tutta Italia. La cinquina viene presentata al pubblico e si parla dei rispettivi libri. Chi mai vorrebbe astenersi? Lo si può fare. È lecito ma certo sconveniente. Nei confronti di chi organizza il Premio, certo. Ma soprattutto nei confronti del proprio editore, del proprio libro e di se stessi. Perché se si partecipa a una gara lo si fa per vincere e per confrontarsi e per portare in giro il proprio libro.
Cosa dare per vincere un premio letterario. Uno dei candidati al premio Strega si è rifiutato di scrivere un racconto gratis per uno degli sponsor, e ha spiegato perché.
La NASA ha diffuso un video basato sui dati raccolti dalla sonda spaziale Dawn: mostra la superficie del pianeta nano Cerere, l’asteroide più grande conosciuto nella fascia principale degli asteroidi del sistema solare, tra le orbite dei pianeti Marte e Giove. L’animazione offre una vista delle asperità della superficie di Cerere e alcune delle sue caratteristiche principali, come il cratere Occator e l’Ahuna Mons, il principale promontorio riconoscibile per la sua forma conica. Per realizzare il video sono state utilizzate le immagini e i dati raccolti da Dawn tra agosto e ottobre 2015 a una distanza di circa 1.450 chilometri dalla superficie del pianeta nano. Come dimostra l’animazione, Dawn sta permettendo di raccogliere informazioni preziose per comprendere meglio le caratteristiche degli asteroidi e più in generale dei processi che portarono alla formazione del nostro sistema solare. I ricercatori ipotizzano che Cerere possa avere acqua nel suo sottosuolo e che si sia formato in una condizione di forte umidità, a differenza dell’altro grande asteroide Vesta, visitato in precedenza da Dawn. Vesta ha una superficie particolare che lo rende l’asteroide più luminoso, tanto da essere talvolta visibile a occhio nudo anche dalla Terra.
In volo sopra Cerere. La NASA ha diffuso uno spettacolare video dell'asteroide più grande tra Marte e Giove, che un tempo pensavamo fosse un pianeta vero e proprio.
Lo scorso 13 dicembre le novità comunicate dal CERN di Ginevra sulle ricerche legata al bosone di Higgs hanno portato grande interesse e concitazione, non solo nella comunità scientifica. Dimostrare l’esistenza della particella, che si ipotizza conferisca la massa alle altre particelle già note interagendo tra loro, è un obiettivo molto importante per confermare le teorie fino a ora elaborate su come funziona la materia, ovvero sostanzialmente tutto ciò che ci circonda e di cui siamo fatti. La ricerca del bosone di Higgs è considerata una delle più importanti e difficili sfide degli ultimi anni per la scienza, ma come spiegano sul sito della rivista scientifica Nature ci sono almeno altre cinque fondamentali ricerche altrettanto difficili da portare a termine. 1. Trovare segni di vita in altri mondi Nel 1999, David Charbonneau si era da poco laureato presso l’università di Harvard (Cambridge, Massachusetts) quando misurò per la prima volta la piccola riduzione di luminosità in una stella causata dal passaggio davanti al suo disco luminoso di un pianeta, in un sistema solare diverso dal nostro. Il metodo usato da Charbonneau viene oggi impiegato regolarmente dagli scienziati per scoprire nuovi pianeti anche molto distanti dalla Terra. Ma è dopo averli individuati che viene la parte difficile: determinare di che cosa sono fatti e da quali gas è costituita la loro atmosfera. La presenza di ossigeno può indicare la presenza di forme di vita, anche primordiali, come le conosciamo noi, ma rilevare la presenza di simili gas è un’impresa estremamente difficile.
Altro che bosone di Higgs. Altre cinque grandi sfide per la scienza: dalla scoperta di esseri viventi su nuovi pianeti a una costante affidabile per il chilogrammo.
Il momento di organizzarsi è questo: controllare che i freni frenino, il cambio scatti bene e le camere d’aria siano gonfie e non bucate. Tra pochi giorni è Pasqua, poi ci sono Pasquetta, il 25 aprile e il primo maggio e se il tempo sarà bello potrebbe essere un peccato farsi trovare impreparati a un giro in bicicletta. Per motivarvi nella preparazione, scorrete le foto qui sotto (mentre qui ne trovate altre di famosi intenti a pedalare). Tra le altre, le foto mostrano due rivisitazioni delle biciclette normali: quella del cubano Felix Guirola che pedala nelle vie della città su un biciclo di sua creazione alto più di tre metri, e il tandem in versione estesa utilizzato da una famiglia di cicloamatori dell’Iowa (se anche voi fate parte della categoria, potrebbe interessarvi questo sito dove si trovano ospitalità e docce calde per chi viaggia in bici). Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I want to ride my bicycle. Foto che fanno venire voglia di andare in bicicletta e fare foto belle così (e prepararsi: il momento dell'anno è quello giusto).
Mercoledì 24 giugno il presidente del Consiglio Matteo Renzi è intervenuto al Senato per una serie di comunicazioni in vista del Consiglio europeo che inizia nel pomeriggio di oggi a Bruxelles, e nel quale si parlerà principalmente della crisi economica in Grecia e del nuovo piano proposto dal governo greco per superarla. Renzi ha spiegato che al Consiglio si parlerà anche della questione dei migranti, un tema su cui il governo italiano sta insistendo molto per ottenere maggiore cooperazione da parte degli altri stati membri, e della cosiddetta “Agenda digitale” per favorire la diffusione dell’informatica, e soprattutto delle connessioni a Internet ad alta velocità, tra la popolazione europea. Renzi ha ricordato che al momento non c’è il consenso necessario per modificare il regolamento di Dublino, cioè l’insieme delle norme che stabilisce come debbano essere trattati gli arrivi di migranti nei paesi europei e come si debba riconoscere lo stato di rifugiati a chi ne ha diritto. Ha chiesto al Parlamento di “non investire nella paura”, auspicando che in futuro si possa trovare un approccio unitario all’interno dell’Europa sul tema. Nel pomeriggio di ieri l’attività in Senato è proseguita con la discussione della riforma della scuola, chiamata dal governo “La Buona Scuola”, che riprende questa mattina e su cui probabilmente il governo porrà la questione di fiducia.
Le foto di ieri in Senato. Prima Renzi è intervenuto in vista del Consiglio europeo di oggi, poi si è discusso di scuola, tra facce assonnate e trattori giocattolo.
Il gruppo bancario Unicredit ha chiuso il bilancio del 2020 con perdite per 2,8 miliardi di euro; nell’ultimo trimestre del 2020, in particolare, Unicredit ha perso quasi 1,2 miliardi di euro, quasi il doppio di quelli che erano stati previsti. Come si legge in un comunicato diffuso mercoledì, sul risultato di Unicredit ha pesato anche l’accantonamento di 5 miliardi di euro per le rettifiche a copertura dei crediti deteriorati, «per far fronte adeguatamente all’impatto economico attuale e futuro del Covid-19». Ciononostante, l’azienda ha proposto di distribuire agli azionisti nel 2021 un dividendo per un totale complessivo di 1,1 miliardi di euro (la proposta sarà sottoposta all’assemblea degli azionisti, il prossimo 15 aprile). D’accordo con il Consiglio di Amministrazione, l’amministratore delegato del gruppo, Jean Pierre Mustier, ha deciso di lasciare il suo incarico a partire da oggi, anziché alla fine del suo mandato, come aveva annunciato lo scorso dicembre. Dal prossimo 15 aprile il nuovo amministratore delegato del gruppo sarà Andrea Orcel, ex presidente di UBS Investment Bank dal 2014 al 2018. Per questi due mesi è stato nominato direttore generale ad interim Ranieri de Marchis, già funzionario di Unicredit.
Unicredit ha chiuso il bilancio del 2020 con grosse perdite: l’amministratore delegato Jean Pierre Mustier ha lasciato l’incarico in anticipo.
Vent’anni fa oggi moriva Roy Lichtenstein, uno degli artisti più famosi del Novecento. Nacque il 27 ottobre 1923 a New York e fu uno degli artisti principali della cosiddetta Pop Art, diventando molto noto – e contemporaneamente criticato – soprattutto per le opere ispirate ai fumetti che realizzò negli anni Settanta. Alcune delle sue opere saranno in esposizione al Musée Maillol di Parigi fino al 21 gennaio del 2018 nell’ambito della mostra POP ART: Icons that matter. I dipinti di Lichtenstein continuano a suscitare interesse e sono stati venduti anche negli ultimi anni per decine di milioni di euro, nonché riprodotti un’infinità di volte su poster e altri oggetti: anche se sembrano a loro volta riproduzioni, Lichtenstein non utilizzava tecniche meccaniche e i suoi famosi puntini erano dipinti uno ad uno. Roy Lichtenstein si interessò al disegno fin da bambino. Era nato in una famiglia tipica della media borghesia newyorkese – suo padre era un agente immobiliare e sua madre una casalinga – che riuscì a superare senza traumi gli anni della Depressione. Prese le sue prime lezioni di pittura a 15 anni, alla Parsons School of Design di Manhattan, e anni dopo ricordava che durante le estati della sua adolescenza in un campeggio per ragazzi del Maine passava il tempo a dipingere “acquerelli romantici” del paesaggio. Per permettergli di seguire i suoi interessi artistici, i genitori lo mandarono alla Ohio State University di Columbus, in Ohio, dove seguì corsi di pittura e disegno.
Vent’anni senza Roy Lichtenstein. Le sue opere le conosciamo tutti benissimo: fu uno dei maggiori esponenti della Pop Art, diventando celebre – e criticato – soprattutto per le riproduzioni dei fumetti.
Un’azienda della provincia di Brescia è accusata di aver sparso su terreni agricoli del Nord Italia 150mila tonnellate di fanghi contaminati da sostanze inquinanti, tra il 2018 e il 2019, spacciandoli per fertilizzanti. L’indagine a riguardo della procura di Brescia e dei carabinieri forestali ha portato il 24 maggio al sequestro dei tre stabilimenti industriali della WTE, una società che si occupa di impianti per la gestione di rifiuti e produce sostanze per l’agricoltura. Ci sono 15 persone indagate, le accuse sono di traffico illecito di rifiuti, molestie olfattive, discarica abusiva e, nel caso di un dirigente pubblico, di traffico di influenze illecite. In concreto, la WTE raccoglie scarti solidi o liquidi da impianti di depurazione delle acque reflue urbane e industriali, quindi provenienti da fognature e scarichi, dopodiché li sottopone ad alcuni trattamenti che, negli stabilimenti di Calcinato e Calvisano, permettono di ottenere gessi di defecazione, un tipo di fertilizzanti. Prima sono coagulati con il cloruro ferrico, poi con la calce viva e infine con l’acido solforico. Il problema è che, secondo gli investigatori, tra il gennaio del 2018 e l’agosto del 2019 la WTE non svolse in modo corretto i trattamenti per igienizzare gli scarti e trasformarli in fertilizzanti, per ridurre i costi di produzione. Inoltre, sempre secondo le accuse, aggiungeva alle sostanze distribuite come gessi di defecazione ulteriori sostanze inquinanti, come l’acido solforico derivante dal recupero di batterie esauste.
L’indagine sui fanghi inquinati usati come fertilizzanti. Un'azienda di Brescia è accusata di averne distribuite 150mila tonnellate tra Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna.
Il 15 ottobre ci sarà un confronto televisivo tra Matteo Renzi e Matteo Salvini: andrà in onda all’interno della trasmissione Porta a Porta, su Rai 1 in seconda serata, dopo la fine della partita di calcio tra Italia e Liechtenstein. Il confronto era stato proposto da Renzi alcuni giorni fa proprio a Porta a Porta, e Salvini poco dopo aveva accettato. La data e l’orario del confronto sono state comunicate dalla redazione di Porta a Porta. In questo momento sia Renzi che Salvini hanno da guadagnare dall’esposizione mediatica legata a un confronto: Salvini si trova in una difficile situazione dopo che la crisi politica che aveva innescato gli è sfuggita di mano, portando all’uscita della Lega dal governo e alla nascita del secondo governo Conte; Renzi ha appena annunciato il suo nuovo partito, Italia Viva, che ha bisogno di farsi conoscere e far parlare di sé.
Il confronto televisivo tra Matteo Renzi e Matteo Salvini sarà il 15 ottobre, in seconda serata su Rai 1.
Dopo le nuove trascrizioni di telefonate del Ministro della Giustizia Cancellieri rispetto al suo rapporto con la famiglia Ligresti e i suoi interventi sulla detenzione di Giulia Ligresti, lo stesso ministro ha diffuso venerdì pomeriggio una lettera in cui respinge ancora tutte le accuse sul suo comportamento. Sono di nuovo riportate in modo insistente notizie sul mio comportamento in relazione alle vicende collegate all’arresto di Salvatore Ligresti e dei suoi figli. Si sostiene che io abbia omesso di riferire circostanze rilevanti o peggio che abbia mentito al Parlamento il 5 novembre scorso. Si sostiene che abbia riferito circostanze non vere al Pubblico Ministero che mi ha ascoltato il 22 agosto scorso a seguito della intercettazione di una mia conversazione con la compagna di Salvatore Ligresti. Mi si accusa, in sostanza, di essere venuta meno ai miei doveri di ufficio e di aver addirittura tenuto un comportamento infedele nei confronti delle Camere. Non è più, dunque, solo questione che riguardi l’opportunità di alcuni miei comportamenti o l’appannamento della mia immagine. Viene, invece, messa in discussione la mia integrità morale, il mio onore e la mia fedeltà alle Istituzioni. Sono, dunque, costretta a tornare di nuovo su una storia che ritenevo di aver definitivamente chiarito. Non ho mai nascosto la mia lunghissima amicizia con Antonino Ligresti. L’ho riferito al Pubblico Ministero che mi ha sentito e l’ho detto in Parlamento lo scorso 5 Novembre. Un rapporto di amicizia è tale perché implica una frequentazione fatta anche di conversazioni e di contatti telefonici. Ho riferito al P.M. del contenuto delle conversazioni intercorse con Antonino Ligresti che hanno avuto come oggetto lo stato di salute di Giulia Ligresti. Una è del 19 agosto, l’altra di due giorni dopo, del 21 agosto. La prima telefonata è stata fatta da me ma solo a seguito di diversi tentativi fatti da Antonino Ligresti di raggiungermi al telefono. La seconda conversazione è in risposta ad un ulteriore contatto proveniente da Ligresti. Di questi due contatti ho riferito puntualmente alla Procura perché questi erano quelli che avevano ad oggetto i fatti sui quali sono stata sentita. Basta leggere il verbale redatto dalla Procura per verificare la correttezza e la veridicità delle mie dichiarazioni. Al contrario, sono stata io a riferire il contenuto dei dialoghi con Antonino Ligresti e a spiegarne il senso. Su cosa avrei mentito appare incomprensibile.io marito ha avuto contatti telefonici con Antonino Ligresti. Questa sarebbe una questione che mette in discussione il mio operato. Antonino Ligresti è nostro amico, lo ribadisco. E’ un medico; mi sono rivolta spesso a lui per consigli su problemi di salute miei e dei mie familiari. L’abbiamo fatto anche in quel periodo – all’epoca dei fatti ero reduce da un recente intervento chirurgico – ed anche in seguito per i problemi di salute che sono tuttora visibili e noti. Nessuna interferenza vi è stata rispetto alla vicenda processuale dei Ligresti da parte mia, credo di averlo spiegato in modo chiaro e ripetuto. Ora si ipotizza che l’avrebbe fatto mio marito soltanto perché si trova in tabulato la traccia di alcune conversazioni. Rifiuto qualunque sospetto sulla correttezza del mio operato e sul rispetto delle regole come cittadina e come Ministro.
La lettera di Annamaria Cancellieri. «Nessuna interferenza vi è stata rispetto alla vicenda processuale dei Ligresti da parte mia», scrive dopo la ripresa delle accuse nei suoi confronti.
L’Institut Villa Pierrefeu è l’ultima scuola di perfezionamento “per signorine” della Svizzera, dove si insegnano l’etichetta e le buone maniere. Ospitata all’interno di un tradizionale chalet svizzero costruito nel 1911 da una baronessa olandese, la scuola si trova a Glion, un piccolo paese sul lago di Ginevra vicino alla città di Montreux nel canton Vaud, che si raggiunge solo con una funicolare. Venne fondata dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1954, e all’epoca era considerata all’avanguardia rispetto agli altri istituti per giovani donne di buona famiglia che popolavano la Svizzera già dagli anni Venti. Oggi è l’unico istituto di questo tipo ancora attivo: offre corsi sia invernali che estivi per tutte le donne che vogliono imparare come comportarsi in quella che una volta veniva definita “l’alta società”. Un tempo la Svizzera era famosa a livello internazionale per questo tipo di scuole. Alcune sono state frequentate da principesse e first lady, ma negli anni sono state tutte chiuse. Ora è rimasta soltanto Villa Pierrefeu e secondo la sua direttrice, Viviane Neri, molto è dovuto alla riservatezza della scuola – che si arriva a conoscere quasi esclusivamente per passaparola – e alla portata internazionale dei corsi, che tra le altre cose insegnano come comportarsi durante una cena di gala con dignitari della Nigeria o come invece con quelli del Giappone.
L’ultima scuola di perfezionamento per “signorine” della Svizzera. Si trova sul lago di Ginevra, e da sessant'anni insegna tutto quello che una donna dell'alta società dovrebbe sapere.
Il fumettista statunitense Bill Watterson – famoso soprattutto per le strisce di Calvin & Hobbes e per uno stile di vita molto ritirato – ha disegnato una nuova striscia di 15 vignette per il festival internazionale del fumetto di Angoulême, che si terrà in Francia dal 29 gennaio al 1 febbraio 2015. Il fumetto, che è stato presentato mercoledì, è il poster promozionale del festival e racconta senza l’aiuto del testo la storia di un uomo che ordina al suo cane di portargli il giornale per leggere le vignette, ma il cane gioca con il quotidiano e lo rovina. Nel tentativo di recuperare qualche pagina, l’uomo si mette nei pasticci e finisce in carcere, dove però riceve il giornale e può finalmente leggere i suoi fumetti. Poster for Angouleme 2015 created by Bill Watterson: amazing! #BillWatterson pic.twitter.com/t66pbWUAHP
Il nuovo fumetto di Bill Watterson. È il poster promozionale per il festival di Angoulême: uno dei rari lavori del disegnatore che ha inventato Calvin & Hobbes.
Il 31 marzo aprirà al Victoria and Albert Museum di Londra una mostra dedicata al design britannico dal dopoguerra a oggi. La mostra espone oltre 300 oggetti realizzati o progettati da artisti britannici che sono diventati icone dell’architettura, della moda, della grafica, del design e dell’arredamento degli ultimi 60 anni: la Mini progettata dall’ingegnere britannico Alec Issigonis, i vestiti disegnati dallo stilista turco-britannico Hussein Chalayan, la prima bicicletta unisex e riproduzioni di stanze arredate nello stile degli anni Sessanta. La mostra resterà aperta fino al 12 agosto. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La mostra sul design britannico. Le foto dell'esposizione di più di 300 oggetti diventati icone dell'architettura, della moda e della grafica: apre il 31 marzo a Londra.
C’è stato un tempo in cui Leonard di The Big Bang Theory ancora non conosceva Penny, e un tempo in cui il personaggio principale di Game of Thrones era Ned Stark. Poi con gli anni sono successe molte cose e ora queste due serie tv sono tra quelle che finiranno nel 2019. Perché – come dice, tra gli altri, anche Nelly Furtado – tutte le cose finiscono: anche le serie tv. Nel 2019 finiranno diverse serie tv: oltre a Game of Thrones e The Big Bang Theory anche Mr. Robot, Homeland e Orange Is the New Black, tra le altre. Abbiamo scelto le più importanti e seguite.
Le serie tv che finiranno nel 2019. Una la sapete, e probabilmente sono due anni che ne aspettate la fine, ma ce ne sono diverse altre.
I presidenti delle due camere del Parlamento, Laura Boldrini e Pietro Grasso, hanno annunciato che sarà la Camera a occuparsi e discutere per prima la nuova legge elettorale e non il Senato, come era stato inizialmente previsto. La decisione è stata assunta dopo il voto espresso dai senatori della Commissione affari costituzionali del Senato, che hanno dato a maggioranza il loro consenso al trasferimento della legge alla Camera, dopo mesi in cui si era rivelato impossibile trovare un accordo per far procedere velocemente la riforma. Il trasferimento alla Camera è stato votato da una maggioranza diversa da quella che sostiene il governo di Enrico Letta. Hanno votato a favore il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà. Di questi, solo il primo fa parte della maggioranza di governo. Hanno votato contro i partiti più piccoli: Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Lega Nord, Gal, Autonomie, Per l’Italia e Scelta Civica.
La legge elettorale spostata alla Camera. Perché l'esame della riforma è stato trasferito dal Senato? Cosa cambia, chi ci guadagna.
Il 10 settembre 2001, in Florida, cominciò il processo a Jerome Jacobson, un ex poliziotto che a partire dalla fine degli anni Ottanta portò avanti una truffa sistematica per fregare un grosso gioco a premi a tema Monopoly organizzato dalla catena di fast food McDonald’s. Nell’arco di circa 12 anni, Jacobson – che lavorava per la società a cui era appaltata la gestione del concorso – sottrasse 25 milioni di dollari in premi con un meccanismo in realtà piuttosto semplice, distribuendo a decine di persone i biglietti vincenti che avrebbero dovuto finire casualmente nelle patatine e negli hamburger venduti in giro per gli Stati Uniti, intascandosi decine di migliaia di dollari per volta. Il giorno dopo l’inizio del processo, due aerei si schiantarono sulle Torri Gemelle, e la storia di Jacobson e del processo fu poco raccontata ed è oggi poco conosciuta. Il 3 febbraio è cominciata sul network americano HBO McMillions, una serie documentaria in sei episodi che racconta la storia della grande truffa del monopoly di McDonald’s, ricostruita in un lungo e appassionante articolo uscito sul Daily Beast dal giornalista Jeff Maysh. Nel 2018 è stato annunciato anche un film, che sarà diretto da Ben Affleck e avrà tra i protagonisti Matt Damon.
La grande truffa del Monopoly di McDonald’s. La storia incredibile del fallimento di un concorso a premi famosissimo negli Stati Uniti, raggirato per anni da un uomo che sottrasse 24 milioni di dollari di premi.
Ghali è il nome con cui è noto il rapper italiano di origini tunisine Ghali Amdouni, che ha 24 anni e il cui disco di debutto Album è uscito da pochi giorni. Di Ghali si sta parlando molto e in molti lo stanno ascoltando: la sua canzone “Happy Days” è la più ascoltata in Italia su Spotify e tra le 50 più ascoltate ce ne sono 11 di Ghali (praticamente tutte quelle del nuovo disco). È da poco stato intervistato da Roberto Saviano su Repubblica, che alla fine del suo articolo ha scritto: «Ghali è un dono che nasce quando il Paese ne ha più bisogno». Ghali è nato a Milano nel 1993 da genitori tunisini e ha iniziato a fare rap a 11 anni: ha detto di aver vissuto in otto quartieri diversi e di essere poi finito a Baggio, un quartiere nella periferia di Milano dove ancora abita. Se siete pratici di rap, ha parlato di Joe Cassano, di Inoki e degli Uomini di mare come di alcune delle sue influenze musicali. Nel 2012 ha fatto parte dei Troupe d’Elite, che sono stati prodotti dalla casa discografica di Guè Pequeno, quello dei Club Dogo. Dal 2013 Ghali ha invece iniziato a fare musica da solo, prima con il nome Ghali Foh, poi semplicemente come Ghali. Nel 2014 ha pubblicato il video di “Come Milano”, nel 2015 quello di “Cazzo mene”, che ha avuto più di 17 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Chi è Ghali, il rapper italiano che su Spotify è più ascoltato di Fedez. Ha 24 anni ed è un rapper milanese con genitori tunisini: va forte da mesi e da poco uscito "Album" (il suo nuovo disco).
La fotografa newyorchese Barbara Yoshida a partire dal 1990 ha viaggiato per il mondo ritraendo oltre cento artiste, da scultrici femministe ad artigiane a specialiste dell’arte tessile. Yoshida iniziò fotografando alcune amiche e colleghe, e poi entrò nella Women’s Action Coalition, un’organizzazione femminista che negli anni Novanta si batté contro la discriminazione sessuale. Il suo impegno le permise di entrare in contatto con molte importanti artiste, nelle loro case o al lavoro nei loro studi, sfruttando solo la luce naturale. Le famose Elizabeth Murray e Louise Bourgeois sono tra le artiste fotografate, insieme ad artigiane sconosciute, come la sarta gambiana Malado Camara Sidibeh, fotografata nel 2010. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Ritratti di artiste. Le fotografie della newyorchese Barbara Yoshida, che a partire dal 1990 ha viaggiato per il mondo ritraendo oltre cento artiste.
Sabato 27 e domenica 28 febbraio “Noi con Salvini”, il movimento politico che appoggia Matteo Salvini nel centro e sud Italia, ha organizzato a Roma delle specie di “primarie” per chiedere agli elettori di esprimersi sul candidato sindaco del centrodestra per le elezioni amministrative che si svolgeranno il prossimo giugno. Le votazioni non sono state delle vere primarie, in parte perché il loro risultato è soltanto “consultivo” e poi perché alcuni dei candidati su cui era possibile esprimersi hanno apertamente dichiarato di non avere nulla a che fare con la manifestazione. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ha detto che la consultazione voluta da Salvini è un caso di “fuoco amico”. Silvio Berlusconi – secondo i retroscena pubblicati oggi dai giornali, quindi da prendere con molte molle – avrebbe definito Salvini “inaffidabile”. Nel pomeriggio di lunedì proprio Salvini ha diffuso i risultati della consultazione. Tre politici, dice, sono risultati quasi a parimerito, ognuno con circa 1.300 voti: l’imprenditore Alfio Marchini, l’ex presidente della Camera Irene Pivetti e l’ex presidente del Lazio Francesco Storace. Guido Bertolaso, che in teoria è il candidato ufficiale del centrodestra, è risultato molto indietro. Salvini ha detto che la sua “consultazione” ha dimostrato che il centrodestra deve fermarsi e organizzare delle vere primarie per scegliere il candidato, di fatto liquidando Bertolaso sul quale aveva già espresso perplessità nelle scorse settimane.
Il centrodestra a Roma sembra giusto un po’ indeciso. Il candidato sindaco Guido Bertolaso è stato criticato e sconfessato da Salvini, che nel weekend ha organizzato una specie di "primarie" e ora vuole farne delle altre ancora.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza che vieta l’ingresso a chi negli ultimi 14 giorni ha soggiornato o transitato in Bangladesh. Tre giorni fa Speranza aveva firmato un’ordinanza analoga per vietare l’ingresso a chi negli ultimi 14 giorni è stato in India. Nella nota del ministero si dice che «visto l’ulteriore aggravamento della situazione epidemiologica nei due paesi», il provvedimento rafforza le misure di isolamento per le persone residenti in Italia autorizzate al rientro. In India è in corso una nuova grande ondata di contagi da coronavirus che ha raggiunto livelli estremamente preoccupanti e che, secondo diverse analisi, si può spiegare innanzitutto con un insieme di decisioni politiche considerate tardive o poco efficaci. Inoltre, all’attuale situazione di emergenza ha contribuito anche una nuova variante del virus, la cosiddetta “variante indiana” (B.1.617): si stanno facendo degli studi in merito, ma per ora sembra avere reso il coronavirus più contagioso.
Il ministro Speranza ha vietato l’ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in Bangladesh, oltre che in India.
Financial Times e Wall Street Journal hanno scritto che le società Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e Renault sarebbero in una fase di «trattative avanzate» per stringere legami sempre più stretti e affrontare insieme le «sfide strutturali che l’industria automobilistica globale deve affrontare». I negoziati in corso, hanno specificato entrambi i giornali citando fonti rimaste anonime, potrebbero comunque non portare a niente, ma se dovessero concretizzarsi potrebbero avere come conseguenza futura una fusione tra le due aziende. Renault e FCA non hanno commentato la notizia. Renault è il partner dominante dell’alleanza con Nissan, che però secondo una fonte citata dal Financial Times non sarebbe stata coinvolta finora nei negoziati con FCA. I colloqui tra FCA e Renault avrebbero subìto un’accelerazione dopo l’arresto lo scorso anno a Tokyo dell’allora presidente della società francese, Carlos Ghosn.
Fiat Chrysler e Renault sarebbero in una fase di “trattative avanzate” per un’ampia collaborazione, scrivono il Financial Times e il Wall Street Journal.
Nel 1992 la NASA organizzò un incontro tra scienziati per confrontarsi sull’eventuale esistenza della vita in mondi lontani. Il dibattito doveva avere al centro concetti come l’origine e la ricerca della vita, ma divenne presto evidente un problema non da poco: prima di parlarne, sarebbe stato necessario definire con più esattezza che cosa si intendeva con la parola vita. I ricercatori esposero le loro idee e teorie, affossandone alcune e mettendone altre insieme. Concordarono sul fatto che il metabolismo fosse essenziale, soprattutto perché è alla base dei meccanismi che forniscono l’energia a un organismo che deve poi produrre copie dei propri geni, che saranno passati alla generazione successiva. Con la riproduzione si verificano mutazioni di questi geni, le fondamenta dell’evoluzione e della capacità per gli organismi di adattarsi alle condizioni e agli ambienti in cui vivono, tramite il caso.
Il coronavirus è vivo? per decidere se i virus siano esseri viventi dobbiamo prima metterci d'accordo su che cosa sia la vita, e non è per nulla semplice.
Cosa sarà è la serie di incontri online sull’”autunno che ci aspetta” organizzata dal festival Pensavo Peccioli, che avrebbe dovuto tenersi lo scorso marzo ed è stato rinviato a causa del coronavirus. Il Post è partner del progetto e ospiterà le dirette delle conversazioni in streaming ogni giorno: martedì alle 18,30 Marianna Aprile intervista Marco Damilano.
Cosa sarà, con Marco Damilano. Un appuntamento del festival online di cui il Post è partner, con un ospite al giorno.
Antonio Pascale – giornalista, scrittore, agronomo e blogger del Post – ha scritto sul Foglio di oggi una riflessione sulla raccolta differenziata dei rifiuti, sulle sue concrete difficoltà, sulle sue prospettive – alcune piuttosto inquietanti – e sull’equilibrio tra costi e benefici. Alla domanda: sei favorevole alla raccolta differenziata, io rispondo sì. Anzi, la considero un dovere civile. Alla domanda ti è facile praticare la raccolta differenziata, devo rispondere, onestamente: insomma. Dico insomma soprattutto perché da qualche tempo noto lo scarto (l’inquietante gap) tra le nostre giuste dichiarazioni di intenti e gli strumenti per metterle in pratica. Ci rifletto, non vorrei mollare e tuttavia comincio a sentire una certa stanchezza, un pensiero mi attraversa: ma mica sto sbagliando tutto? Anzi, per essere più precisi, spesso ho l’incubo Kamikatsu/Kasuichi. Il primo è un comune di 2.042 abitanti (18 per km2), il secondo è il sindaco del paese, lui ha imposto per legge la raccolta differenziata “rifiuti zero spaccato”. Cioè: hanno abolito il servizio pubblico di raccolta. I rifiuti organici devono essere selezionati in casa e ogni famiglia deve produrre compost da utilizzare nel proprio giardino o come letame per fioriere. Tutto il resto dei rifiuti va portato all’isola ecologica, ma attenzione, dopo aver tolto le etichette dalle bottiglie, lavato e asciugato ogni rifiuto, smontati gli “oggetti” così da riporre i differenti materiali in 34 diversi contenitori. Appunto, c’è il cassonetto per le sole penne biro, per i rasoi multiuso, per i lacci delle scarpe, le chiusure lampo ecc.
Domande e incubi sulla raccolta differenziata. Antonio Pascale è molto favorevole, ma non vorrebbe andare a finire come in una certa città giapponese.
Anni di mancati investimenti e di tagli di spesa sul sistema sanitario nazionale hanno portato a una grave carenza di personale medico che è diventata evidente durante la prima ondata dell’epidemia da coronavirus e che, nonostante molti proclami e annunci, non è stata risolta in vista della seconda. A mancare sono tante figure professionali, dagli anestesisti ai medici di famiglia: ma tra quelle di cui si è sentita più l’assenza negli scorsi mesi ci sono gli infermieri, una delle categorie contemporaneamente più sottodimensionate in Italia e più importanti nella gestione di un’epidemia, negli ospedali come nelle RSA e nelle case di riposo. Le soluzioni di emergenza adottate nelle settimane del lockdown per fronteggiare il problema non sono state seguite da interventi più strutturali: non quelli sul medio e lungo periodo, che sarebbero importanti e tardivi, ma nemmeno quelli sul breve e brevissimo, che sarebbero stati necessari per prepararsi alla seconda ondata. Il personale è stato aumentato di migliaia di unità, ma in gran parte con modalità di assunzione che hanno compromesso il risultato finale. E il più importante tentativo del governo di intervenire sul problema, l’istituzione dei cosiddetti “infermieri di famiglia”, per ora è fallito.
Cosa vuol dire che “ci mancano gli infermieri”. Che ne servivano decine di migliaia in più anche prima della pandemia, e che i piani per aumentarne il numero e contrastare il coronavirus non sono bastati o sono falliti.
Guido Bertolaso, consulente per la campagna di vaccinazione della Lombardia, ha parlato in una conferenza stampa dell’avanzamento della campagna vaccinale contro il coronavirus nella regione e del piano per le prossime settimane, che prevederà l’inizio delle somministrazioni anche alle persone con meno di 50 anni. Dal 20 maggio potranno prenotarsi le persone tra i 40 e i 49 anni, dal 27 maggio quelle tra i 30 e i 39 anni e dal 2 giugno quelle tra i 16 e i 29 anni.
In Lombardia dal 20 maggio potranno prenotarsi per il vaccino contro il coronavirus le persone tra i 40 e i 49 anni, dal 27 maggio quelle tra i 30 e i 39 anni e dal 2 giugno quelle tra i 16 e i 29 anni.
L’iPad esiste da più di un anno e chi ne possiede uno può contare su decine di migliaia di applicazioni fatte apposta per il tablet. Tra queste però non c’è Facebook, ed è strano che tra decine di migliaia di applicazioni ne manchi una studiata per migliorare l’utilizzo del più usato social network del mondo (come tra l’altro avviene da tempo per gli iPhone e per molti altri smartphone, a partire da quelli Android). Certo, su iPad si può accedere a Facebook attraverso il browser, ma questo limita molte delle funzionalità del social network: la chat, per esempio, non può essere attivata e il caricamento delle fotografie è impossibile (salvo non complicarsi la vita con l’invio tramite email delle immagini). A fine aprile MG Siegler, uno degli autori più seguiti del sito di informazione TechCrunch, aveva scritto un lungo articolo indirizzato ai responsabili di Facebook, spiegando quanto fosse importante per l’ulteriore diffusione del social network la possibilità di poterlo utilizzare attraverso un’applicazione ufficiale. La società non rispose ufficialmente, ma ufficiosamente qualche fonte interna a Facebook confermò che un gruppo di sviluppatori era al lavoro per realizzare l’attesa applicazione.
Come sarà Facebook per iPad. L'applicazione non esiste ancora ufficialmente, ma pasticciando con la versione per iPhone è saltata fuori una sua anteprima.
È morta Inge Schönthal Feltrinelli, una delle persone più autorevoli e famose del mondo editoriale italiano, nota oltre che per la sua carriera di editrice anche per il suo stile e il suo carattere, quelli per cui molti parlavano di lei semplicemente come “Inge”. Aveva 87 anni, era vedova di Giangiacomo Feltrinelli e madre di Carlo Feltrinelli, oggi presidente del Gruppo Feltrinelli e amministratore delegato della casa editrice omonima. Inge Schönthal Feltrinelli proveniva da una famiglia ebrea tedesca. Aveva conosciuto Giangiacomo Feltrinelli, fondatore della casa editrice nel 1954, ad Amburgo nel 1958; all’epoca lei lavorava come fotoreporter e fotografò molte persone famose, tra cui John Fitzgerald Kennedy, Winston Churchill, l’attrice Greta Garbo, il pittore Pablo Picasso e lo scrittore Ernest Hemingway (una foto con Hemingway è una delle sue immagini più famose). Si era trasferita a Milano, dove poi ha sempre vissuto, e nel 1959 aveva sposato Feltrinelli. Nel 1972 Feltrinelli morì nell’esplosione mentre preparava un attentato politico su un traliccio dell’ENEL per provocare un black-out a Milano, e Schönthal Feltrinelli prese in mano la gestione della casa editrice da lui fondata, di cui si occupava già da alcuni anni e di cui era tuttora presidente. Qualche anno fa Romano Montroni, uno dei più noti librai italiani, per 42 anni gestore della libreria Feltrinelli di Bologna, una delle prime della catena, ha detto di lei: «senza la presenza di Inge Feltrinelli, che già negli ultimi tempi ne aveva preso in mano le redini, non so se la casa editrice ce l’avrebbe fatta a resistere».
È morta Inge Feltrinelli. Era la presidente della casa editrice Feltrinelli e una delle persone più importanti del mondo editoriale italiano.
Celebrity Hunted – Caccia all’uomo è una nuova serie italiana di Amazon Prime Video, che la definisce un «real-life thriller». Un altro modo per dirla è che Celebrity Hunted è una via di mezzo tra un reality show e una versione evoluta di guardie-e-ladri: ci sono un po’ di persone famose che devono scappare e altre persone che – con diversi mezzi a loro disposizione – devono rintracciarle, inseguirle e catturarle. Le persone famose sono Francesco Totti, Costantino della Gherardesca, Fedez, Luis Sal, Claudio Santamaria, Francesca Barra, Diana Del Bufalo e Cristiano Caccamo. Gli episodi della serie sono sei, e tre sono già online in questo momento. Il programma, ovviamente, è stato girato diversi mesi fa. Le regole Celebrity Hunted inizia con i fuggitivi che, dal centro di Roma, devono scappare dove e come vogliono. Per farlo possono sfruttare un mezzo di trasporto precedentemente preparato o un contatto di fiducia con cui si erano accordati per farsi aiutare. A loro disposizione hanno un telefono cellulare senza connessione a internet e una carta di credito che permette di prelevare solo 70 euro al giorno. Ogni loro telefonata verrà tracciata e di ogni prelievo la squadra di “cacciatori” saprà il luogo e l’ora.
È uscita “Celebrity Hunted”. È la serie in cui Fedez, Francesco Totti e un po' di altre persone famose devono scappare da un gruppo di esperti investigatori che danno l'idea di prendere la cosa molto sul serio.
Ieri sera, durante la puntata di The Show Must Go Off di Serena Dandini su La7, Elio e le Storie Tese hanno dedicato la loro canzone a Lele Mora ed Emilio Fede, recentemente allontanato dalla direzione del TG4. La canzone allude anche alle ultime voci secondo cui Fede avrebbe cercato di portare in Svizzera circa 2 milioni di euro che però non sarebbero stati accettati da una banca di Lugano. Un caso che forse sarebbe venuto fuori, secondo Fede, per “vendetta di Lele Mora”. Fede è indagato dalla Procura di Milano per concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento della società Lm Management di Lele Mora, tutt’ora in carcere. La canzone di Elio e le Storie Tese si ispira a Lugano addio di Ivan Graziani e per qualche secondo riprende anche il motivo di Seven Nation Army dei White Stripes.
Elio e le Storie Tese su Fede e Mora. La canzone di ieri a The Show Must Go Off con la melodia di Lugano Addio di Ivan Graziani, sul caso dei presunti soldi portati in Svizzera.
È stato firmato domenica il decreto annunciato dal Presidente del Consiglio Conte sabato notte in una diretta online, che riguarda la chiusura delle “attività produttive non necessarie” come nuova misura per cercare di contenere la diffusione del coronavirus. Il decreto sancisce che da lunedì (ma con tempo fino a mercoledì) e fino al 3 aprile “sono sospese tutte le attività produttive industriali e commerciali, ad eccezione di quelle indicate nell’allegato 1”, ovvero nella lista acclusa al decreto, e visibile qui sotto. Più in dettaglio il decreto dice che:
Cosa dice il decreto sulla chiusura delle aziende. E qual è la lista delle aziende esentate dalla sospensione delle attività produttive: le altre dovranno chiudere entro mercoledì.
L’attrice Daryl Hannah è stata arrestata nel pomeriggio di oggi, martedì, insieme ad altre decine di persone che protestavano davanti alla Casa Bianca, a Washington, contro la proposta di ampliare l’oleodotto Keystone XL, che si estenderebbe dal Canada alla costa del Golfo. «Qualche volta è necessario sacrificare la propria libertà per una libertà più grande», ha detto l’attrice prima di venire arrestata, «e noi vogliamo essere liberi dalla terribile morte e distruzione che provocano i combustibili fossili, e avere invece un futuro con l’energia pulita». Daryl Hannah ha 50 anni, ha recitato in Blade Runner, Kill Bill e Wall Street ed è un’ambientalista convinta: la sua casa è costruita esclusivamente con materiali ecosostenibili e funziona solo con energia solare, mentre la sua macchina va a biodiesel. Daryl Hannah era già stata arrestata nel 2006 durante una protesta insieme a più di 300 contadini contro l’abbattimento delle loro case da parte del nuovo proprietario del terreno su cui sorgevano. Nel 2009 è stata nuovamente arrestata durante una protesta contro la distruzione della cima di una montagna in West Virginia per facilitare l’accesso ai suoi giacimenti di carbone.
L’arresto di Daryl Hannah. L'hanno ammanettata e portata via durante una protesta davanti alla Casa Bianca contro la costruzione di un oleodotto.
Sabato 7 marzo l’Arabia Saudita, uno dei principali produttori di petrolio al mondo, ha annunciato che avrebbe abbassato il prezzo del proprio petrolio e che avrebbe aumentato la produzione giornaliera a più di 10 milioni di barili di greggio per la prima volta in circa un anno. Reuters ha scritto che il taglio dei prezzi è stato di 4-6 dollari al barile ed è stato «probabilmente il più grande di sempre». Diversi osservatori stanno ipotizzando che la decisione dell’Arabia Saudita avrà come conseguenza rendere più appetibile il petrolio saudita nei mercati europei ed asiatici, a discapito soprattutto di quello prodotto dalla Russia. L’obiettivo dell’Arabia Saudita sarebbe quello di costringere la Russia a un nuovo accordo per regolare il mercato mondiale del petrolio con i paesi dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, di cui l’Arabia Saudita è uno dei membri principali), dato che l’accordo attualmente in vigore scade alla fine di marzo.
L’Arabia Saudita ha deciso di abbassare il prezzo del proprio petrolio, probabilmente per danneggiare la Russia.
Le notizie immediate, le condivisioni, il lutto collettivo che rischia di diventare rituale, automatico: le morti di persone famose sono diventate una cosa particolare nelle nostre vite online. L’immediatezza della notizia e la quantità di tweet, post, commenti, le rendono più eclatanti, più ineludibili, più vicine, come assistere a una morte: più sentite. Ma l’insistenza della notizia, la sua ripetitività, la successione ogni volta simile di reazioni e controreazioni, le rendono più passeggere, più volatili, meno radicate: meno sentite. Nel 2014 sono morti due attori famosissimi che nessuno se lo aspettava: e altri famosi che erano anziani. È morta una regina. E molti musicisti. Due grandissimi calciatori. La fidanzata di un grande cantante rock e la figlia di un celebre cantante rock. Leader politici noti in tutto il mondo, e anche noti politici italiani. Almeno due giornalisti importanti, uno famoso in tutto il mondo, uno stimato da chi si occupa di giornalismo in Italia. Scrittori vendutissimi, architetti, designer. Come diciamo sempre, tra un anno forse non ci ricorderemo più di molti di loro (controllare gli anni scorsi): ma ciò che hanno lasciato ci circonderà ancora per molto. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Senza di te. Quelli che non ci saranno più nel 2015, ma che fino al 2014 si erano fatti notare.
Mercoledì mattina il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha tenuto una conferenza stampa per comunicare alcuni dati sull’accoglienza e la gestione dei migranti in Italia. L’attenzione di Salvini si è concentrata soprattutto sul dato dei cosiddetti stranieri irregolari, che alcuni giornali chiamano impropriamente «clandestini». Salvini ha raccontato che stando ai numeri raccolti dal ministero, negli ultimi quattro anni e mezzo sono diventati irregolari circa 90mila stranieri: un dato «molto molto molto più basso rispetto a quanto potessi presumere», ha aggiunto Salvini: «non sono le centinaia di migliaia che temevo e di cui si parlava». Salvini si riferisce a un dato che durante la campagna elettorale aveva citato spesso: quello dei circa 500mila stranieri irregolari presenti sul territorio italiano: «vanno allontanati tutti», aveva detto a Repubblica. In realtà quel dato rimane il più attendibile che abbiamo a disposizione. I numeri citati ieri da Salvini sono veri ma raccontano una realtà parziale: contrapporre le due cifre non aiuta a capire la questione.
No, sugli irregolari non è come dice Salvini. Il ministro dell'Interno ha detto che sono meno di quanto si aspettasse – e di quanto diceva in campagna elettorale – ma i numeri dicono un'altra cosa, di nuovo.
Il Movimento 5 Stelle ha tenuto ieri un “primo turno” delle consultazioni online per scegliere i candidati del partito alle elezioni europee del prossimo 25 maggio. I candidati al primo turno erano 5.091, i votanti sono stati 35.188, le preferenze 92.877. Per ottenere la candidatura ad alcuni sono bastati 33 voti, per la gran parte poche centinaia. Alcuni esponenti e parlamentari del M5S hanno criticato questo procedimento – il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ha detto: “È un dato di fatto che si sia candidata gente che noi non abbiamo mai visto”. – Angelini Paolo (Abruzzo) 185 voti
I risultati delle consultazioni per scegliere i candidati del M5S al Parlamento europeo. Pizzarotti: "È un dato di fatto che si sia candidata gente che noi non abbiamo mai visto".
Diego Urbisaglia – che ha 39 anni ed è un consigliere comune di Ancona per il Partito Democratico – ha scritto su Facebook un post sul G8 di Genova che è stato molto ripreso, anche se visibile solo ai suoi amici. Urbisaglia ha scritto che se durante il G8 di Genova suo figlio fosse stato al posto di Mario Placanica, il carabiniere che uccise il manifestante 23enne Carlo Giuliani, gli avrebbe detto «di prendere bene la mira e sparare». Il post è stato scritto il 20 luglio, 16 anni dopo la morte di Giuliani, e sta girando sui social sotto forma di screenshot. Dice così: Estate 2001. Ho portato le pizze tutta l’estate per aiutare i miei a pagarmi l’università e per una vacanza che avrei fatto a settembre. Guardavo quelle immagini e dentro di me tra Carlo Giuliani con un estintore in mano e un mio coetaneo in servizio di leva parteggiavo per quest’ultimo. Oggi nel 2017 che sono padre, se ci fosse mio figlio dentro quella campagnola gli griderei di sparare e di prendere bene la mira. Sì, sono cattivo e senza cuore, ma lì c’era in ballo o la vita di uno o la vita dell’altro. Estintore contro pistola. Non mi mancherai Carlo Giuliani.
Un consigliere comunale di Ancona ha scritto che contro Carlo Giuliani bisognava “sparare e prendere bene la mira”.
Mark Ruffalo, che compie oggi 50 anni, non è uno di quelli di cui si possa dire che sia “uno dei migliori della sua generazione”. Prima ne vengono in mente altre decine. E magari, senza foto accanto, a qualcuno nemmeno verrebbe subito in mente la faccia, di Mark Ruffalo. È però di certo uno di quelli da cui sì, verrebbe da “comprerare un’auto usata”: tutti dicono che sia davvero uno per bene. E soprattutto è un bravo attore, sempre un po’ in seconda fila, da ruoli secondari in grossi film o ruoli da protagonista in produzione più piccole. Ma forse qualcosa sta cambiando, e il suo momento deve ancora arrivare. Ha recitato nei film di Michel Gondry, Ang Lee, Spike Jones e Martin Scorsese, ed è stato nominato per tre volte all’Oscar per il Miglior attore non protagonista. Ma non disdegna anche cose molto più pop: da alcuni anni è Bruce Banner (e di conseguenza Hulk) nei film della Marvel. La sua descrizione su Twitter e Instagram è: «Marito, padre, attore, regista e sostenitore delle energie rinnovabili e dell’impegno contro il cambiamento climatico, con amore e speranza».
Mark Ruffalo, buon attore. Compie 50 anni e ha fatto un bel po' di ottimi ruoli da non protagonista senza mai fare il salto, ma tutti gli vogliono bene lo stesso.
Domenica sera ha nevicato a Bologna. La neve ha cominciato a scendere intorno alle 19 continuando per alcune ore. La neve era stata prevista e per questo non ci sono stati significativi problemi sulle strade e al traffico. Dal pomeriggio il comune aveva messo a disposizione i mezzi spargisale e gli spazzaneve, che hanno iniziato a circolare quando si sono raggiunti i cinque centimetri di neve sulle strade. Il comune si era anche adoperato per aumentare i posti letti disponibili per i senzatetto. Ha nevicato anche in altre parti dell’Emilia-Romagna, come a Parma, Modena, Ferrara, Cesena e Cervia e potrebbe continuare anche in giornata. Le foto intanto mostrano come sempre il lato positivo delle nevicate: con la neve sugli alberi di Natale, sulle persone, e a imbiancare piazze e strade.
Le foto della neve a Bologna. Quanto basta per rendere tutto più natalizio.
Durante una recente visita elettorale in Sicilia, il ministro dello sviluppo Economico e leader del M5S Luigi Di Maio ha annunciato che nei giorni successivi ci sarebbero state delle «novità» sul caso del MUOS, un sistema di potenti antenne costruito dagli Stati Uniti a Niscemi, in Sicilia, e osteggiato da anni dagli ambientalisti e dalle sezioni locali del Movimento 5 Stelle. Di Maio non ha ancora chiarito quali saranno le novità annunciate, ma secondo gli osservatori il M5S si troverà di nuovo di fronte a un caso simile a quello del gasdotto TAP in Puglia e del progetto TAV in Piemonte: in sostanza, dovrà decidere se dare seguito alle promesse elettorali e smantellare il complesso MUOS, oppure far prevalere il pragmatismo e lasciarlo in attività, come peraltro ha già suggerito di fare il ministero della Difesa. MUOS sta per Mobile User Objective System e indica un sistema di comunicazione satellitare a livello globale costruito dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Funziona con una tecnologia simile a quella degli attuali telefoni cellulari e serve a fornire un supporto per comunicazioni audio, video e per lo scambio di dati ad alta velocità, senza intasare le reti civili. Il sistema prevede una stretta comunicazione fra quattro satelliti in orbita attorno alla terra e quattro stazioni terrestri, come quella di Niscemi.
Il M5S ha un altro problema, dopo TAP e TAV. Deve decidere se continuare a stare dalla parte di chi vuole chiudere una grossa stazione militare in Sicilia oppure da quella del governo, che vuole tenerla aperta.
È stato diffuso il nuovo video della band irlandese degli U2: accompagna la canzone “Song For Someone”, tratta dall’ultimo disco Songs of Innocence. È praticamente un cortometraggio, in cui recita Woody Harrelson, attore americano che recentemente è stato co-protagonista della prima stagione della serie tv True Detective. Nel video interpreta un uomo che viene rilasciato dopo molti anni di carcere: l’attrice che nel video interpreta sua figlia è la vera figlia di Harrelson, Zoe. Il cortometraggio è stato presentato sul sito del canale americano Sundance TV, ed è legato a Rectify, una serie prodotta dallo stesso canale che parla proprio di un uomo scarcerato dopo molti anni. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il nuovo video degli U2, con Woody Harrelson. È praticamente un cortometraggio, parla di un uomo scarcerato dopo molti anni e di sua figlia.
Il 30 dicembre Franco Gabrielli – capo della Polizia e direttore generale della pubblica sicurezza – ha mandato a prefetture, questure, e ai comandi dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Penitenziaria una circolare urgente di due pagine, in cui parla della necessità di un nuovo approccio all’espulsione dei migranti irregolari. Ampi stralci della circolare sono stati ripubblicati sui giornali di oggi. Nel documento, Gabrielli ha parlato del bisogno di intensificare i controlli e di attuare un nuovo piano per il «rintraccio» degli immigrati irregolari, per portarli nei CIE – i centri di identificazione ed espulsione degli stranieri irregolari – e rimpatriarli più rapidamente e in modo più efficace. Il tema del rimpatrio dei migranti che non hanno diritto a rimanere in Italia è da anni uno dei più discussi dagli esperti di migrazione, e di recente se n’è tornato a parlare per le difficoltà di riportare in Tunisia Anis Amri, l’attentatore di Berlino, una volta arrivato in Italia. Migranti, via a retate ed espulsioni Il ministro Minniti: «Cie in ogni regione» https://t.co/nKScR7foM4 pic.twitter.com/qQG1J8dYBf
Cambia qualcosa per l’espulsione dei migranti irregolari? in una circolare ottenuta dai giornali il capo della polizia Gabrielli chiede una «attività di controllo straordinaria», e sembra che il governo intenda aprire un CIE in ogni regione.
Da oggi i ragazzi che hanno compiuto 18 anni possono registrarsi al sito www.18app.italia.it e richiedere un buono da 500 euro da spendere a scopo culturale (è il cosiddetto “bonus cultura” deciso dal governo Renzi). La prima cosa da fare per richiedere il bonus è registrarsi sul Sistema pubblico di identità digitale (SPID). Si può fare nei quattro modi elencati qui: l’unico gratuito – e il più rapido – è tramite il sito Sielte. Successivamente si può scaricare la app “18app”, che permette materialmente di generare i buoni sconto per l’evento o l’oggetto scelto. Come spiega il sito di “Bonus cultura”, gli acquisti possono essere effettuati nei seguenti ambiti:
Da oggi i diciottenni possono ottenere il “bonus cultura” da 500 euro. È sufficiente "identificarsi" e scaricare un'app che permetterà di stampare buoni per libri, concerti e posti al cinema.
Per venerdì 16 dicembre è stato proclamato uno sciopero dei mezzi pubblici a Milano e Torino. Lo sciopero durerà 4 ore e avrà modalità diverse a seconda della città. A Milano lo sciopero è stato proclamato dal sindacato Sol-Cobas e riguarderà tutto il personale di ATM, l’azienda che si occupa dei trasporti pubblici nella città. Lo sciopero, che inizierà alle 18 e si concluderà alle 22, coinvolgerà tutti i mezzi di ATM, quindi sia bus che tram e metropolitane. Sempre venerdì 16 dicembre a Torino e in tutto il Piemonte è previsto uno sciopero del settore trasporti di 4 ore, indetto dalle Organizzazioni Territoriali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal, Ugltrasporti, Fast-Confsal. A Torino lo sciopero durerà dalle 18 alle 22 per bus e tram, dalle 17:45 alle 21:45 per la metropolitana, dalle ore 10.30 alle ore 14.30 per le autolinee extraurbane e dalle ore 18.00 a fine servizio per le linee sfm1 Pont-Rivarolo-Chieri e sfmA Torino-Aeroporto-Ceres. Ci sarà inoltre uno sciopero di 24 ore indetto dalla rappresentanza sindacale unitaria per le seguenti linee gestite dalla società di trasporti Ca.Nova: 35 navetta, 39, 41, 47, 53, 54, 70, 73, 78, 79b, 80, 81, 82, 83, 84, 1 Urbana di Nichelino, linea 1 urbana di Orbassano. Per queste linee sono previste due fasce orarie di garanzia tra le 6 e le 9 e tra le 12 e le 15.
Venerdì 16 dicembre ci sarà uno sciopero dei trasporti a Milano e Torino. Durerà 4 ore e riguarderà bus, tram e metro: le cose da sapere.
Nel cinema la leggerezza è un genere codificato. La metà dei film nasce per fare ridere e per alleggerire la vita. Anche in musica, da Andiamo a comandare ai valzer di Strauss passando per Obladi Oblada dei Beatles, sono innumerevoli i successi che hanno come unico scopo rendere più allegri. Nei libri non accade, non esiste un genere commedia, per quanto il concetto stesso di commedia sia nato con la letteratura. Per distrarsi/divertire/intrattenere ci sono i gialli, i thriller, i romanzi d’amore o d’avventura. Raramente i libri mettono di buon umore, e quando lo fanno è un obbiettivo secondario, esplicitato raramente. Per essere considerato letterario, un romanzo deve parlare del senso della vita, o meglio della sua mancanza, mentre allegria e leggerezza ne attenuano la forza, sono una caratteristica di cui ci si deve quasi vergognare. Non è sempre stato così. Almeno fino al Seicento la letteratura serviva anche a essere allegri: le commedie del teatro greco e latino, le novelle di Boccaccio, l’Orlando furioso di Ariosto, le commedie di Shakespeare, romanzi come Gargantua e Pantagruel di Rabelais, Vita e opinioni di Tristram Shandy gentiluomo di Sterne, perfino il generoso hidalgo Don Chisciotte della Mancia nascono con il dichiarato proposito di rendere più leggera l’esistenza del lettore. Dal Settecento in poi lo scopo della letteratura diventa istruire ed emozionare, narrando di dolori e grandi sentimenti, oppure scavare introspettivamente nell’animo umano. Se la «commedia» sopravvive, lo fa in clandestinità, come genere minore e occulto. Certo, ci sono i libri dei comici e i libri brillanti – e spesso hanno buoni risultati di vendita – ma è come se l’editoria fosse un po’ ritrosa a codificare, anche graficamente, il genere. Per ovviare al problema, e prepararsi all’estate, abbiamo raccolto una serie di libri che mettono di buon umore, o almeno che hanno messo di buon umore il Post, facendolo ridere o quantomeno sorridere. È inutile dire che la selezione è incompleta, e si può ampliare.
Libri che mettono di buon umore. Una selezione varia e abbondante per chi ha voglia di leggere e ridere, o quantomeno sorridere: da "La versione di Barney" a "Febbre a 90°".
In tutto il mondo il 4 luglio è l’Alice Day, il giorno in cui si celebra la protagonista di Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, uno dei più famosi libri fantasy della storia. Il libro fu scritto da Lewis Carroll e fu pubblicato nel 1865. Il libro e la sua protagonista vengono festeggiati il 4 luglio perché il 4 luglio del 1863 fu il giorno in cui Carroll ebbe l’idea per scrivere Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. Accadde durante una gita in barca compiuta vicino a Oxford, in Gran Bretagna, con tre bambine: Lorina, Edith e Alice. Fu proprio quest’ultima, che allora aveva dieci anni, a ispirare all’autore la storia ambientata nel “paese delle meraviglie”, ricca di rompicapi linguistici e matematici, di strani personaggi e di bizzarrie memorabili (rappresentati anche nel famosissimo film d’animazione della Disney): ne abbiamo raccolta qualcuna, per festeggiare degnamente il 152esimo Alice Day. Lewis Carroll Lewis Carroll è lo pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, matematico e scrittore inglese nato nel 1832 e morto nel 1898. Il suo pseudonimo è un gioco di parole fra i suoi due nomi di battesimo: Charles (Carolus in latino) è diventato Carrol; Lutwidge (Ludovicus in latino) è diventato Lewis. È molto probabile, scrive il Guardian, che Lewis Carroll soffrisse di un particolare disturbo neurologico che causava allucinazioni e distorsioni nella forma degli oggetti, facendoli sembrare molto più piccoli o molto più grandi (un tema ricorrente, nel libro). Il disturbo, scoperto e spiegato nel 1955 dallo psichiatra inglese John Todd, è anche conosciuto come l’Alice in Wonderland Syndrome.
Alice nel Paese delle Meraviglie, 150 anni fa. Ogni 4 luglio si celebra l'Alice Day, dedicato alla protagonista di uno dei libri fantasy più famosi al mondo e di un altrettanto celebre film della Disney.
È morto a 72 anni Ben Cross, attore britannico di cinema e di teatro, noto soprattutto per aver interpretato Harlod Abrahams, atleta britannico di origini ebraiche, nel film Momenti di gloria, che nel 1982 vinse l’Oscar per il miglior film. Nella sua carriera, iniziata negli anni Settanta, Cross aveva recitato anche in La casa ai confini della realtà, Il primo cavaliere e nel film del 2009 Stark Trek.
È morto a 72 anni l’attore Ben Cross, protagonista in “Momenti di gloria”.
Il 10 febbraio è morta all’età di 79 anni la fumettista francese Claire Bretécher. A renderlo noto è stata la sua casa editrice, Dargaud. Bretécher, che nacque a Nantes il 7 aprile del 1940, divenne famosa con la serie I Frustrati (Les Frustrés in francese), pubblicata in Francia sul settimanale Nouvel Observateur e poi con la serie di strisce di Agrippina (Agrippine in francese), iniziata nel 1987 e pubblicata anche in Italia dalla rivista Linus. Nel 1983 vinse il Grand Prix de la ville d’Angoulême in occasione del decimo anniversario del Festival d’Angoulême, una delle più importanti manifestazioni dedicate al fumetto al mondo.
È morta la fumettista francese Claire Bretécher, aveva 79 anni.
Abbiamo messo insieme una lista di 10 libri che si possono leggere nel tempo di un viaggio in treno ad alta velocità tra Roma e Milano. In alternativa alle 200-220 pagine dei libri di quella lista però si può anche optare per circa 3 ore di audiolibro da ascoltare. Su Storytel, uno dei servizi di streaming di audiolibri disponibili in Italia (per cui potete avere un periodo di prova di 30 giorni invece che 14, se vi iscrivete da qui), c’è una “playlist” di audiolibri con una lunghezza compresa tra 1 e 3 ore, Storie pendolari, tra cui scegliere. La redazione del Post ne segnala cinque: uno dura molto meno di tre ore, ma può andare bene per fare alcune pause tra una parte e l’altra e pensare guardando fuori dal finestrino. Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie durata: 2 ore e 19 minuti Il treno di questo celeberrimo romanzo con protagonista l’investigatore belga Hercule Poirot è molto diverso dai treni ad alta velocità contemporanei: ascoltare questo romanzo può in qualche modo trasportarvi in quel mondo antico di cabine letto e carrozze ristorante eleganti. Certo, sui treni di oggi compiere un omicidio sperando di farla franca potrebbe essere ancora più difficile. Consigliato soprattutto se non avete mai letto nulla di Agatha Christie e siete un po’ curiosi.
5 audiolibri che si ascoltano in treno tra Roma e Milano. Se invece di leggere un libro da 200-220 pagine preferite un audiolibro da ascoltare tutto in circa 3 ore.
Lo zoo di Copenaghen, in Danimarca, che lo scorso febbraio uccise la giraffa Marius per la necessità di ridurre i rischi di endogamia (la riproduzione tra animali che sono tra loro parenti stretti), ha annunciato di avere ucciso quattro leoni per fare posto a un nuovo leone nella sua struttura. I responsabili dello zoo hanno spiegato di non avere avuto alternative, perché il nuovo arrivato non avrebbe potuto convivere con i due leoni anziani dello zoo, né con i loro due cuccioli di dieci mesi. I quattro leoni sono stati uccisi lunedì 24 marzo, dopo che lo zoo di Copenaghen non era riuscito a trovare un altro parco zoologico attrezzato e disposto a ospitare gli animali. A differenza di quanto avvenne con la giraffa Marius, non sarà effettuata un’autopsia in pubblico dei leoni. Il nuovo leone sarà introdotto tra gli altri grandi felini dello zoo, e si potrà accoppiare con due leonesse, che hanno da poco raggiunto la maturità necessaria per riprodursi.
Lo zoo di Copenaghen ha ucciso 4 leoni. Per fare spazio a un nuovo esemplare più giovane e forte, che comunque li avrebbe uccisi: è lo stesso zoo che a febbraio fece abbattere la giraffa Marius.
Quando Tim Cook scrisse la sua recente lettera aperta ai clienti di Apple, invitandoli a provare servizi alternativi per le mappe in attesa che quelle della sua società migliorassero, forse non immaginava di ritrovarsi in così breve tempo una applicazione di Nokia sugli iPhone e sugli iPad per ottenere informazioni geografiche. La società finlandese, tra i più grandi produttori di telefoni cellulari al mondo, ieri ha presentato la sua prima applicazione ufficiale per utilizzare le sue mappe sui dispositivi mobili di Apple. La novità è arrivata a una settimana di distanza dall’annuncio di Here, il nuovo servizio di Nokia che raccoglie in un unico sistema tutte le principali funzionalità delle sue applicazioni per usare le mappe. L’applicazione per iPhone e iPad può essere scaricata direttamente dall’App Store ed è gratuita. È una versione un po’ più evoluta e con qualche funzionalità in più di quella accessibile dalla settimana scorsa su Here.net. Come le classiche app per le mappe, consente di cercare e trovare luoghi e punti di interesse. Si basa sulle informazioni geografiche messe insieme e gestite da Nokia, tra le più accurate e precise dopo quelle di Google oggi disponibili, e offre indicazioni particolarmente affidabili.
Le mappe Nokia su iPhone. Per i nostalgici di quelle di Google e gli scettici di quelle di Apple: se la cavano bene e sono anche su iPad.
Maria Elisabetta Casellati, presidente del Senato, ha comunicato il giudizio di inammissibilità su alcune norme che facevano parte della legge di bilancio in discussione in queste ore. Casellati ha giudicato inammissibili, in quanto “estranee alla materia”, più di dieci norme, comprese quelle che riguardavano la liberalizzazione della cannabis light, la tobin tax (che prevedeva l’introduzione di un’aliquota su alcuni tipi di operazioni finanziarie fatte online) e una norma che prevedeva lo spostamento dal luglio 2020 al gennaio 2022 della fine del mercato tutelato dell’energia. Casellati ha detto che il giudizio di inammissibilità per estraneità alla materia – che in poche parole sta a significare che secondo lei non era giusto presentare quelle norme all’interno di una legge di bilancio – è dovuto a una «decisione meramente tecnica» e che «prescinde da questioni di carattere politico». Il giudizio di inammissibilità di cui più si è parlato riguarda l’emendamento sulla liberalizzazione della cannabis light, una norma a cui il centrodestra si era sempre opposto. L’emendamento, presentato da due senatori del Movimento 5 Stelle, prevedeva l’uso «in forma essiccata, fresca, trinciata o pellettizzata ai fini industriali, commerciali ed energetici» di cannabis in cui il contenuto di tetraidrocannabinolo (Thc) fosse inferiore allo 0,5 per cento. Se la norma non fosse stata bloccata, sarebbe stata liberalizzata la vendita e la produzione della cosiddetta cannabis light, che oggi è commercializzabile in Italia ma con molti limiti e divieti.
La norma sulla liberalizzazione della cannabis light è stata tolta dalla legge di bilancio. La presidente del Senato l'ha giudicata inammissibile e ha detto che si tratta di una decisione che «prescinde da questioni di carattere politico».
L’Etna, il vulcano in provincia di Catania che è il più alto vulcano attivo d’Europa, si sta spostando lentamente verso il mare secondo uno studio realizzato da scienziati britannici e francesi e pubblicato sulla rivista Bulletin of Volcanology. Lo spostamento, misurato con nove osservazioni fatte tra il 2001 e il 2012, sarebbe impercettibile nella quotidianità: in media 14 millimetri all’anno, pari a 1,4 metri ogni cento anni. Per John Murray, il primo autore dello studio, che ne ha parlato con BBC, lo spostamento del vulcano non indica che ci si debba preoccupare, ma è una cosa di cui gli scienziati dovrebbero tenere conto nei loro studi, quelli con cui si rileva la possibile imminenza di un’eruzione, controllando che non ci siamo accelerazioni. Murray ha spiegato che se nei prossimi dieci anni lo spostamento medio dovesse raddoppiare rispetto ai 14 millimetri misurati dal 2001 al 2012, gli scienziati dovrebbero considerarlo un avvertimento.
L’Etna si sta spostando un po’ verso il mare. Lo sostiene un gruppo di scienziati, ma il direttore dell'Osservatorio Etneo dell'INGV dice che non bisogna preoccuparsi.
Apple, lunedì, durante la sua annuale conferenza per gli sviluppatori, ha presentato alcuni nuovi prodotti, tra cui un nuovo computer desktop Mac Pro, un nuovo schermo e alcune novità per i suoi sistemi operativi. Il Mac Pro sarà disponibile a partire dal prossimo autunno e sarà il computer più potente e costoso prodotto da Apple. Il nuovo Mac Pro riprende il design della sua prima versione, con la struttura esterna in acciaio, e a differenza di alcuni recenti modelli di computer Apple sarà molto facile da modificare a seconda delle esigenze di chi lo comprerà. Oggi Apple ha presentato anche un nuovo schermo – il Pro Display XDR: uno schermo da 32 pollici costruito con la tecnologia Retina 6K – e macOS Catalina, il nuovo sistema operativo per computer (dove tra le altre cose non ci sarà più iTunes). Oggi sono stati presentati anche iOS 13, il nuovo sistema operativo di Apple per iPhone, watchOS 6, la più recente versione del sistema operativo per gli Apple Watch, iPadOS, il sistema operativo per i tablet di Apple, gli iPad, e infine un nuovo sistema operativo per Apple Tv, il sistema di Apple per guardare la tv.
Apple ha presentato alcuni nuovi prodotti, tra cui un nuovo computer desktop Mac Pro.
Stasera andrà in onda su Sky Atlantic il primo dei cinque episodi della miniserie Chernobyl, coprodotta da Sky UK e da HBO. Chernobyl è una drammatizzazione degli eventi intorno al disastro nucleare che avvenne a Chernobyl, in Unione Sovietica, il 26 aprile 1986: negli Stati Uniti, dove è già andata interamente in onda, è piaciuta moltissimo. La serie è stata molto ben recensita, ha riacceso un certo interesse nei confronti dell’energia nucleare e in particolare di Chernobyl (le richieste per visitare l’area sono in netto aumento) e oggi ha il miglior voto di sempre sul sito IMDb (9,6 su 10, in base a oltre 200mila voti). Il primo episodio di Chernobyl si apre con una scena ambientata due anni dopo il disastro, con un discorso sulle bugie e sul loro costo. Poi si torna indietro a «due anni e un minuto prima» e già nei primissimi minuti del primo episodio vediamo l’incidente: in piena notte, all’una e 23 minuti e 45 secondi, esplode il reattore 4 della centrale nucleare, e avviene la fusione del nocciolo. Da lì in poi, la serie racconta soprattutto due punti di vista: quello degli eroi che, spesso inconsapevoli di quello che stava accadendo, cercano di capire e risolvere (o quantomeno contenere) il problema, e quello di chi ha potere che non vuole capire il problema o cerca di nasconderlo o comunque minimizzarlo, per non compromettere l’immagine dell’Unione Sovietica o per scaricare le responsabilità su qualcun altro.
Arriva “Chernobyl”. Cosa si dice della miniserie apprezzatissima – dai critici e dal pubblico – che comincia stasera su Sky Atlantic.
American Airlines ha detto che i suoi piloti faranno nuove sessioni di addestramento con sistemi di simulazione a terra per i Boeing 737 MAX, scrive il Wall Street Journal. Dalla prossima estate, i piloti dei Boeing 737 MAX inizieranno ad affrontare alcuni scenari di simulazione dei problemi causati dal sistema di controllo di volo automatizzato, il MCAS, che corregge l’assetto dell’aereo e permette di stabilizzarlo e che si pensa abbia causato i due incidenti dell’Ethiopian Airlines e della Lion Air. Inizialmente dopo l’incidente in Etiopia di inizio marzo, American Airlines aveva detto che i suoi piloti non avevano necessità di ulteriori aggiornamenti per i Boeing 737 MAX.
American Airlines ha detto che i suoi piloti faranno nuove sessioni di addestramento per i Boeing 737 MAX.
Dalla fine del 2020 una gravissima carenza di microchip ha colpito molti settori industriali: la domanda supera di molto la capacità produttiva mondiale e le fabbriche che fanno ampio uso di processori hanno dovuto ridurre i turni o perfino chiudere temporaneamente. Cominciata nell’industria automobilistica, questa carenza si è diffusa negli ultimi mesi ad altri settori produttivi, e secondo alcuni analisti potrebbe danneggiare la ripresa dalla crisi dell’ultimo anno, provocata dalla pandemia. La crisi ha motivazioni in parte economiche e in parte politiche. È partita dal settore automobilistico e ha provocato gravi danni: soltanto negli Stati Uniti si stima che quest’anno saranno prodotte 450 mila automobili in meno, con una perdita economica di 15 miliardi di dollari. Alcune stime sono anche più alte, e si parla di una perdita di oltre 600 mila vetture.
La crisi dei microchip è sempre più grave. Non ce ne sono abbastanza per produrre tutti gli apparecchi che ci servono, e dopo il settore delle automobili è stato colpito anche quello degli elettrodomestici.
Ieri è stata la volta del presidente venezuelano Hugo Chávez, accolto tra baci e abbracci dal ministro degli esteri Frattini a Panama City. Il giorno prima Frattini aveva scelto proprio la capitale del Venezuela Caracas per dedicarsi a uno dei passatempi preferiti dal presidente Chávez: attaccare le associazioni umanitarie e per i diritti umani. Frattini se l’è presa con Amnesty International per via del suo rapporto sui respingimenti, definito “indegno per il lavoro dei nostri uomini, delle nostre donne e delle forze di polizia che ogni giorno salvano persone” (come se fossero i poliziotti a determinare le politiche sull’immigrazione del governo). L’anticomunismo del governo italiano e l’antiliberismo del governo venezuelano vengono messi da parte in un attimo da una serie di accordi sulla realizzazione di infrastrutture in cambio di petrolio. Ha detto Frattini: “La stima e il rispetto sono le basi sulle quali abbiamo firmato gli accordi che ci permetteranno di rafforzare una cooperazione importante economicamente e centrata su infrastrutture, energia, salute e cultura. L’Italia metterà a disposizione del Venezuela la tecnologia necessaria ed aiuterà a cercare nuove forme di finanziamento perché il grande programma che sta realizzando il presidente Chávez possa essere realizzato con l’appoggio delle imprese italiane”. L’augurio è che il “grande programma” di cui parla Frattini non abbia a che fare con le cose elencate nei rapporti di Amnesty International e Human Rights Watch: l’arresto di politici dell’opposizione, dei giudici e dei prefetti “non allineati”, la chiusura dei canali televisivi privati, i rapporti con le FARC, con Hamas ed Hezbollah, la scure sui mezzi di comunicazione che “minacciano la stabilità delle istituzioni”, l’esercito inviato nelle regioni governate dall’opposizione, la costituzione modificata a piacimento, le minacce di ritorsioni militari fatte agli elettori prima delle elezioni, le organizzazioni umanitarie espulse dallo stato.
I nostri amici dittatori. Ieri è stata la volta di Chávez, ma la lista è piuttosto lunga.
È morto Fabrizio Saccomanni, economista e ministro dell’Economia tra il 2013 e il 2014 durante il governo di Enrico Letta. Aveva 76 anni. Dopo essersi laureato in Economia, nel 1967 Saccomanni aveva cominciato a lavorare alla Banca d’Italia, dove era rimasto fino alla sua nomina a ministro e di cui era stato direttore generale tra il 2006 e il 2013. Prima di allora, tra il 2003 e il 2006, era stato vicepresidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, mentre dall’aprile del 2018 era presidente del consiglio di amministrazione di Unicredit.
È morto Fabrizio Saccomanni, ex ministro dell’Economia: aveva 76 anni.
Ieri Microsoft ha presentato ad Anaheim (California) Windows 8, la nuova versione del suo sistema operativo a un gruppo di sviluppatori e di giornalisti. Rispetto al suo predecessore, il nuovo Windows è radicalmente cambiato, e benché ieri sia stata presentata una edizione di prova che subirà ancora diverse modifiche, esperti e osservatori sono concordi nel ritenere il nuovo sistema operativo un importante passo avanti per Microsoft, interessata soprattutto a recuperare terreno sul fronte dei tablet. Grazie all’iPad e alle altre tavolette per Android, il modo di usare i computer sta cambiando rapidamente e la società non vuole farsi trovare impreparata per la cosiddetta era post-PC. Metro La novità più evidente di Windows 8 è la nuova grafica del sistema operativo, basata sull’interfaccia Metro e già utilizzata per i Windows Phone. È colorata e molto essenziale, con linee pulite e squadrate, ed è stata concepita principalmente per i dispositivi dotati di touchscreen, non a caso la versione di ieri è stata presentata su un tablet. Possiamo immaginare il nuovo Windows 8 come un sistema operativo a strati: su quello più in alto c’è Metro con funzioni e opzioni tutte nuove, mentre nello strato inferiore c’è il tradizionale Windows con il desktop e la barra di avvio con l’ora e tutto il resto che da Windows 95 in poi abbiamo imparato a conoscere.
Come è fatto il nuovo Windows 8. È fatto diverso, ha generato degli "oooh", ma arriva solo l'anno prossimo.
Da alcuni anni diversi ricercatori, soprattutto negli Stati Uniti, sono al lavoro per cambiare la cattiva reputazione dell’elettroshock (terapia elettroconvulsivante, TEC), ritenuto dall’opinione pubblica invasivo e spesso devastante per i pazienti, ma considerato ancora oggi una risorsa molto importante per curare casi gravi di depressione che non rispondono ad altre terapie. Parte della percezione negativa intorno all’elettroshock deriva da film come Qualcuno volò sul nido del cuculo, il film di Miloš Forman del 1975 con Jack Nicholson in cui è mostrata la vita all’interno di un ospedale psichiatrico dove tra le terapie praticate c’è anche la TEC. In una scena il personaggio interpretato da Nicholson viene sottoposto all’elettroshock tra convulsioni e visibili sofferenze, che però non hanno nulla a che fare con il modo in cui viene effettuata la TEC ai giorni nostri. L’opportunità di indurre attacchi nervosi per curare particolari malattie psichiatriche fu ipotizzata per la prima volta nel XVI secolo, ma i primi studi in materia risalgono a meno di un secolo fa e inizialmente prevedevano l’utilizzo di particolari composti chimici, che solo in seguito furono sostituiti con la somministrazione di scariche elettriche. La pratica dell’elettroshock divenne piuttosto diffusa negli ospedali psichiatrici statunitensi tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento: le scosse erano applicate ai pazienti senza anestesia e rilassanti per i muscoli, cosa che portava quindi a grandi sofferenze legate ai fortissimi spasmi muscolari indotti dal passaggio della corrente elettrica. Gli effetti collaterali del trattamento erano talvolta molto gravi: ossa rotte, perdita della memoria e di altre funzioni cognitive.
Bisogna rivalutare l’elettroshock? un nuovo dispositivo permette di ottenere risultati migliori e senza le enormi sofferenze di una volta, ma è difficile superare lo stigma del passato.
L’economista Roberto Perotti ha scritto un articolo sul sito lavoce.info in cui ha calcolato quanto costa la Corte Costituzionale. Secondo i suoi dati, la Corte costa molto più delle istituzioni omologhe in altri paesi occidentali: ogni anno più di 41 milioni di euro, contro, ad esempio, i 13 della Corte suprema del Regno Unito. Perotti definisce quella della Corte Costituzionale uno degli scandali più grossi della pubblica amministrazione, anche per l’ampia serie di privilegi che sono associati alla carica. Qualche mese fa si era tornato a parlare dei costi della Corte Costituzionale – detta anche “Consulta”, dal nome del palazzo romano in cui ha sede – per un’altra questione: il fatto che i presidenti vengano spesso eletti quando mancano loro pochi mesi alla pensione. Forse il più grande scandalo della pubblica amministrazione in Italia è anche uno dei più nascosti: la Corte Costituzionale. Per ovvie ragioni, pochi hanno il coraggio di parlarne. Ma i bilanci parlano da soli: sentiamo cosa dicono (premessa: per motivi ignoti, la Corte Costituzionale pubblica su Internet solo i bilanci di previsione, anche per gli anni passati).
Quanto costa la Corte Costituzionale. Parecchio, scrive l'economista Roberto Perotti, e molto più che in altri paesi.
Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, mentre erano in corso i primi soccorsi, il ministro dell’Interno Matteo Salvini non ha cambiato la sua agenda e ha svolto, come inizialmente previsto, un comizio politico nella località balneare di Furci Siculo, in provincia di Messina, per poi partecipare a una festa organizzata dal sindaco locale, eletto con una lista civica ma politico ex centrista oggi dirigente della Lega. Il ministero dell’Interno è responsabile per i vigili del fuoco e per le altre forze dell’ordine che il pomeriggio e la sera del 14 agosto erano impegnati nelle operazioni di soccorso a Genova. Sicilia, ieri sera.La sconcezza morale.Per i miei personali gusti, è questa. pic.twitter.com/RQFUM9JV4z
Dov’era Salvini la sera del crollo di Genova. Giornali e opposizione hanno criticato il ministro dell'Interno, che nelle ore successive al disastro ha fatto un comizio e poi è andato a una festa.
Il 31 maggio vicino a Peteano, in provincia di Gorizia, tre carabinieri tra 23 e 33 anni morirono nell’esplosione di un’automobile verso cui erano stati attirati da una telefonata anonima. Fu uno dei drammatici episodi della violenza degli anni Settanta e in particolare di quella collaborazione tra terroristi di destra e apparati dello Stato che va sotto il nome di “Strategia della tensione”. E forse l’unico su cui oggi sappiamo tutto. Tre anni fa sul sito Nazione Indiana quella storia fu raccontata con accuratezza in tutte le sue evoluzioni da Manuela Vittorelli. Gorizia, 1972, ultimi giorni di maggio. Budicin Giorgio, ventisette anni. Sarebbe stato un bravo calciatore, ma l’hanno rovinato l’amore per la vita comoda, per le belle macchine e per le moto. Fa il rappresentante per Gorizia e Trieste per conto di un’azienda del settore anti-infortunistico. Il 27 maggio Budicin, che ormai vive a Verona, arriva a Gorizia per lavoro e per giocare una partita di calcio in un torneo tra bar. Va all’albergo Transalpina, si cambia, esce in tuta e scarpe da ginnastica. Ma è in ritardo, può giocare soltanto un tempo. La partita finisce due a due. Il campo non è attrezzato con docce e spogliatoi e Budicin torna in albergo con le scarpe ancora sporche di terra e le lava nel lavandino. Le tre sere successive Budicin le trascorre con amici in un night di Nova Gorica. La sera del 31 cena e poi si mette a guardare la finale di Coppa Campioni, Ajax-Inter. Finita la partita fa un giro e infine va a letto. Il mattino dopo si sente chiamare. Sotto c’è il suo amico Maurizio che gli grida: “Ciò, mona, te ga visto i tuoi amici? I li ga fati saltàr”.
La strage di Peteano, 40 anni fa. Morirono tre giovani carabinieri, uccisi da un attentato fascista coperto per anni da accorti depistaggi da parte dello Stato.
Oggi su Repubblica il giornalista Gad Lerner e l’imprenditore Oscar Farinetti spiegano perché, nel ballottaggio delle primarie del centrosinistra di domani, sceglieranno rispettivamente Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi, come candidato premier alle prossime elezioni. Voglio un leader che ascolti, di Gad Lerner
Due endorsement per il ballottaggio. Oggi su Repubblica Gad Lerner e Oscar Farinetti spiegano perché al ballottaggio delle primarie del centrosinistra sceglieranno Bersani e Renzi, rispettivamente.
Schiena dritta, piedi bene appoggiati al pavimento, angolo perfettissimo di 90 gradi tra cosce e busto, avambracci appoggiati sulla scrivania e cambiare di tanto in tanto posizione. Medici del lavoro ed esperti di ergonomia dispensano da anni questi e tanti altri consigli per sopravvivere ai lavori sedentari senza ritrovarsi con la gobba o il mal di schiena, ma dalle parti della Silicon Valley in molti hanno deciso di seguire un’altra strada e di lavorare in piedi, come spiega Jim Carlton sul Wall Street journal. Molti dipendenti di Facebook e Google hanno deciso di lasciar perdere le loro postazioni di lavoro da seduti, scegliendo di stare in piedi davanti alla scrivania. Dicono di sentirsi più a loro agio e hanno la sensazione di avere maggiori energie. Altri sostengono di essere più tranquilli così, considerate le voci che girano sui lavori sedentari che causano problemi alla salute.
In piedi si lavora meglio? molti impiegati di Facebook e Google hanno lasciato perdere le sedie preoccupati per la loro salute, racconta il Wall Street Journal.
I comuni della fascia jonica e di quella pedemontana vicini all’Etna hanno da sei mesi un serio problema: la cenere vulcanica che, proveniente dalle eruzioni del cratere di Sud Est, ricopre tetti, strade, auto, entra nelle abitazioni e nei negozi. Ora il governo ha deciso di stanziare 5 milioni di euro (la Regione ne aveva chiesti 20) per una prima serie di interventi. Erano vent’anni che non si verificavano attività di questa portata sull’Etna. «È dal 15 febbraio», spiega al Post Stefano Branca, direttore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, «che l’Etna erutta in maniera costante, anche se non regolare. Abbiamo avuto solo un breve periodo di tregua, tra aprile e maggio, poi l’attività è ripresa. La cenere che si deposita nei comuni del territorio etneo crea un importante problema di natura economica. La cenere è infatti considerata rifiuto speciale, per smaltirla servono aziende specializzate. E farlo costa molto, i comuni non ce la fanno a far fronte alle spese».
Da febbraio i paesi sotto l’Etna si ricoprono di cenere. Le decine di eruzioni degli ultimi mesi rendono difficile la vita in posti come Giarre e Zafferana, e ora è intervenuto il governo.
Molti attori vengono ricordati soltanto per una saga cinematografica, molti altri per un solo film particolarmente famoso, ma non sono tanti quelli che la maggior parte delle persone ricorda per una sola scena. Una di questi è Janet Leigh, che nella sua carriera fece decine di film che non sono rimasti, poi un paio molto famosi e uno famosissimo. In Psyco, quello famosissimo, nonostante fosse la protagonista, comparve solo all’inizio: Alfred Hitchcock decise di fare scomparire il suo personaggio a un terzo del film, in un modo che sarebbe rimasto attaccato per sempre a Leigh e perfino a Hitchcock stesso, nonostante una carriera piena di momenti memorabili. Leigh è l’attrice che viene accoltellata sotto la doccia dallo psicopatico Norman Bates: nacque il 6 luglio 1927, novant’anni fa oggi. All’inizio si chiamava Jeanette Helen Morrison e nacque a Merced, in California, da una famiglia di origini danesi che si spostava continuamente di casa in casa, e di città in città. A 15 anni, fingendo di averne 18, scappò di casa e si sposò con un fidanzato in Nevada, annullando poi il matrimonio quattro mesi dopo. Tornò a casa e si diplomò, e nel 1945 ebbe un gran colpo di fortuna: i suoi genitori lavoravano come receptionist e come inserviente in un resort sciistico per il quale passò la diva di Hollywood Norma Shearer, che vide una sua fotografia, rimase colpita dal suo sorriso e le procurò un provino con la casa di produzione MGM. Nonostante non avesse esperienza, ottenne un contratto da 50 dollari a settimana, e lasciò il college dove stava studiando psicologia.
Di Janet Leigh ci ricordiamo quei 45 secondi. Nacque novant'anni fa e bastano due parole per capire di cosa parliamo: coltello, doccia.
Alla Camera si discute la legge sulla prescrizione breve, dopo la sospensione della seduta di ieri a causa dei disordini in aula. La maggioranza dovrebbe chiedere la fiducia, l’opposizione cercherà di allungare i tempi: inoltre si riunisce l’Ufficio di presidenza della Camera per valutare i fatti di ieri, ai quali potrebbero seguire sanzioni disciplinari. La diretta video è disponibile qui. 15,30 Insomma, seguiranno probabilmente altri interventi sul tema, ma la partita politica si chiude qui. Sconfitta questa mattina, decimata dalle assenze, la maggioranza ha proposto di fermare qui la discussione e riprenderla la settimana prossima, martedì, quando inizialmente il Governo pensava di potere addirittura arrivare a un voto finale. L’opposizione ha votato favorevolmente e d’altra parte la sua intenzione era allungare il più possibile i tempi della discussione. Non contento il deputato Baldelli del PdL ha chiesto di rinviare alla settimana prossima anche tutti gli altri provvedimenti in discussione. Il liveblogging del Post si chiude qui.
Cos’è successo alla Camera. La maggioranza è in difficoltà: alla fine si decide di rinviare alla settimana prossima la discussione sulla prescrizione breve.
Una delle canzoni patriottiche più note in Italia – e una delle pochissime che ancora si ricordano praticamente tutti – è la “Leggenda del Piave”, quella che comincia con le parole: «Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio / dei primi fanti il 24 maggio». Fu scritta negli ultimi giorni di guerra e divenne famosa soprattutto negli anni successivi al conflitto. Nonostante il successo durato decine di anni, l’autore della “Leggenda del Piave”, Giovanni Ermete Gaeta, un compositore e poeta dialettale napoletano, non ci guadagnò quasi nulla. Il manoscritto originale della “Leggenda del Piave”, conservato nel Museo storico della comunicazione di Roma
Com’è nata la “Leggenda del Piave”. L’autore e la storia della più famosa canzone italiana della Prima guerra mondiale, che nei primi versi ricorda il 24 maggio 1915.
Dalle 10:25 di questa mattina si sono verificati 4 intensi terremoti nel Centro Italia, a poca distanza dalle aree del terremoto della scorsa estate. Dopo una prima scossa di magnitudo 5.1, ci sono stati altri terremoti di magnitudo: 5.5 alle 11:14; 5.4. alle 11:25 e di magnitudo 5.0 alle 14:33. Le scosse si sono verificate in provincia dell’Aquila, a una profondità di 9 chilometri. Gli epicentri dei quattro terremoti sono localizzati nell’aquilano nei pressi di Montereale, Capitignano, Campotosto e a una decina di chilometri di distanza da Amatrice, in provincia di Rieti: la città già danneggiata dal terremoto dello scorso 24 agosto. In molti hanno segnalato di avere sentito le scosse anche a decine di chilometri di distanza, fino a Roma. I terremoti con magnitudo superiore a 5 sono stati accompagnati da numerose altre scosse, di entità inferiore, tra 4.7 e 3: la zona è del resto sismicamente molto attiva da mesi, con centinaia di terremoti di lieve entità ogni giorno.
I terremoti nel Centro Italia. Sono stati quattro in poche ore: uno di magnitudo 5.1, seguito da 5.5, 5.4 e 5, a pochi chilometri a sud di Amatrice; sono in corso le verifiche dopo alcuni crolli.
BMW e Daimler (l’azienda che controlla Mercedes) lavoreranno insieme a progetti per la mobilità urbana sostenibile. Le due case automobilistiche tedesche hanno deciso di investire un miliardo di euro in cinque joint-venture incentrate su car sharing, ride hailing (il servizio che permette di prenotare un autista tramite app), ricarica di auto elettriche e altri servizi. Le cinque nuove divisioni avranno sede a Berlino e creeranno cira mille posti di lavoro nuovi. Il progetto era stato annunciato già a marzo scorso ed è stato inaugurato oggi durante una conferenza congiunta dei CEO delle due società automobilistiche. «Stiamo creando un nuovo leader globale nel settore, che permetterà di cambiare le regole del gioco», ha detto l’amministratore delegato di BMW Harald Krueger, «questi cinque servizi si fonderanno in modo da formare un portafoglio di servizi sulla mobilità con una flotta di veicoli completamente elettrici, a guida autonoma, che si parcheggiano e ricaricano in autonomia e che sono interconnessi con tutti gli altri tipi di trasporto».
BMW e Daimler investiranno un miliardo di euro in cinque progetti di car sharing e mobilità sostenibile.
È stato diffuso il programma dell’edizione di quest’anno del Festivaletteratura di Mantova, una delle più apprezzate e partecipate manifestazioni culturali attorno ai libri in Italia: lo trovate qui. Il Festival si terrà da mercoledì 9 a domenica 13 settembre e proporrà 147 eventi dal vivo (tra incontri, laboratori, concerti e spettacoli). Tra gli autori che parteciperanno al festival ci saranno come sempre molti ospiti internazionali, per esempio l’architetta e scrittrice palestinese Suad Amiry, lo scrittore libico Hisham Matar, il giornalista argentino Martín Caparros, lo scrittore spagnolo Javier Cercas, la poetessa Tishani Doshi e lo scrittore israeliano David Grossman. Tra gli italiani, ci saranno Lella Costa, Michela Murgia, Marcello Fois, Chiara Valerio, Beppe Severgnini, Bianca Pitzorno, Sandro Veronesi, Hans Tuzzi, Claudio Magris, Carlo Lucarelli, Alessandro Barbero, per citarne solo alcuni. Ci sarà anche il vicedirettore del Post Francesco Costa, che parlerà di Stati Uniti con Marta Ciccolari Micaldi giovedì alle 16, a Palazzo San Sebastiano.
È uscito il programma del Festivaletteratura di Mantova 2020.
La cinquantaquattresima Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia (vulgo: la Biennale) si è aperta due settimane fa e durerà fino al 27 novembre. Diciamo subito che la selezione proposta dalla curatrice svizzera Bice Curiger è fiacca e anodina quanto la sciarada che le dà il titolo (“ILLUMInazioni”). Meno provocazioni e più understatement che in precedenti edizioni, forse; ma l’aver integrato al percorso diversi artisti under-40 non ha recato giovamento per la buona ragione che i giovani sono organici al medesimo sistema delle arti-star, càmpano (di lusso) grazie alle stesse gallerie e agli stessi mecenati, e quasi mai riescono a levare una voce, un’idea radicalmente nuova o alternativa. A questo punto, se uno vuole vedere davvero il meglio dell’arte contemporanea mainstream, quella che i collezionisti acquistano a peso d’oro e che condiziona lo Zeitgeist, è opportuno che, preso il vaporetto per l’Arsenale, scenda qualche fermata prima, ed esplori piuttosto Palazzo Grassi, finalmente messo a frutto dal magnate francese Pinault per una mostra efficace (“Il mondo vi appartiene”): accanto ai Murakami, ai Koons, agli Schütte e alle Dumas, spiccano parecchi autori che figurano (con opere di norma peggiori) anche in Biennale, ma non mancano alcune sorprese (gli imbottigliamenti di Bouabré, i paradisiaci paraventi di Yang Jiechang, l’Algeri di Claerbout), e alcune conferme, come la stanza al tè di Giuseppe Penone, il profetico arazzo afghano di Alighiero Boetti (un planisfero pensato e datato Kabul 1973!), le tele iperrealiste di J. Wateridge, o la gigantesca Contaminaçao di Joana de Vasconcelos, ubiquo e coloratissimo blob di tessuto che invade gli atri e i ventricoli del Palazzo con ricami, nappe, paillettes, rose di pezza, serpenti, pistoline giocattolo, cappellini di paglia, decalcomanie, bautte, fumetti, borselli… Arsenale e Giardini: ILLUMInazioni Ma la Biennale non è mai inutile, e quanto segue vorrebbe suggerire qualche motivo concreto per visitarla, muovendo dal punto di vista dell’amateur non-specialista che sono. Partiamo dalle Corderie dell’Arsenale: il tema attorno al quale si stringono i pochi capolavori, quelli destinati a rimanere nella storia della mostra, è il tempo: Christian Marclay nel video The Clock realizza l’astrusa trovata di proiettare un raffinato collage di spezzoni di film antichi e recenti in cui compaiono orologi puntati all’ora “reale” del momento in cui si guarda: così, per 24 ore su 24 (peccato la mostra chiuda alle 18), l’opera e lo spettatore si legano in un gioco divertito ma partecipe, complice un montaggio che trascolora con sapienza tra De Niro e Charlot, tra Murnau e Hitchcock, tra Marilyn e la Bardot; se volete un consiglio, non perdete la sequenza di mezzogiorno. Pochi metri più in là, Urs Fischer propone un’altissima replica in cera del Ratto delle Sabine del Giambologna, di fatto una candela che si scioglie pian piano giorno dopo giorno: chi più tardi visiterà la mostra, più compromessa troverà la statua. Mettiamoci anche la scenografica camera di James Turrell, dove l’illusionistica luce colorata confonde la percezione dello spazio-tempo (un gioco analogo, in ben più aulico contesto, è visibile da anni a Palazzo Fortuny). Per il resto, lo spettatore troverà un mish-mash di fumetti aztechi e microfiches randomizzate, video su Loch Ness e pupazzi di vampiri (notevole l’opera del sudafricano Nicholas Hlobo), enormi balene spiaggiate e Sacre Conversazioni fosforescenti, scale che danno sul nulla e teli di seta dipinti a candeggina: come sempre ce n’è per tutti i gusti, ma come quasi sempre manca un senso a questa storia.
La Biennale, l’arte, e il resto. Filippomaria Pontani gira tra le opere e cerca di trovare un senso a questa storia.