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Domani, venerdì 17 febbraio, uscirà il numero di febbraio di IL, il magazine mensile del Sole 24 Ore. Il tema principale del nuovo numero è la guerra in Siria, che ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone con effetti diretti e indiretti sugli equilibri politici di tutto il mondo. Il direttore Christian Rocca nei giorni scorsi ha anticipato sul sito della rivista alcuni dei contenuti del numero in uscita: Il nuovo numero di IL è dedicato alla Guerra Mondiale Siriana, 7 anni, 500mila morti e 5 milioni di rifugiati. Con un articolo straordinario scritto da Renzo Darabia, uno dei principali esperti europei di questioni diplomatiche e militari legate alla Siria. Non troverete niente che spieghi meglio che cosa sta succedendo sul campo e come potrebbe andare a finire.
Un po’ di pagine del nuovo numero di IL. Il numero di marzo del magazine del Sole 24 Ore si occupa della "guerra mondiale siriana".
Il 3 luglio è stato il 15esimo anniversario della morte dello scrittore canadese Mordecai Richler, l’autore di La versione di Barney. Oltre a essere un libro molto divertente e brillante, e ad avere come protagonista il memorabile Barney Panofski (interpretato da Paul Giamatti nel film tratto dal libro nel 2010), La versione di Barney ha una storia incredibile legata all’origine del suo successo in Italia. Fu merito del Foglio, in sostanza. In Italia il romanzo fu pubblicato da Adelphi alla fine del 2000 ed ebbe molto successo nel 2001. All’epoca Richler non era conosciuto come autore e inizialmente il libro non vendette più di un normale buon romanzo di Adelphi. Poi il romanzo cominciò a girare nella redazione del Foglio: quando lo lesse Giuliano Ferrara, allora direttore del giornale, la redazione decise di fare una campagna di mesi – rubriche, citazioni, interviste, anche due o tre articoli al giorno – per far parlare del romanzo. Il libro arrivò a vendere 300mila copie. In occasione dei quattro anni dalla morte di Richler, Christian Rocca aveva spiegato come andarono le cose. Nel 2010 Rocca ha anche dedicato un libro alla storia e alla nascita del personaggio di Barney, Sulle strade di Barney.
La storia dell’improbabile successo di “La versione di Barney”. Da rileggere per i 15 anni della morte del suo autore, il canadese Mordecai Richler.
Qualsiasi cosa pensiate della sovraesposizione del loro leader, sono la rock band numero uno degli ultimi venticinque anni. Un percorso senza rivoluzioni o scosse, ma pieno di aggiornamenti e invenzioni mai davvero traumatiche. Alla fine, nemmeno un disco sbagliato: poi ognuno ha quelli che lo perplimono più o meno (io ho Pop e Zooropa). Un caso piuttosto straordinario di corrispondenza tra bravura e successo commerciale. Il loro primo disco, Boy, uscì il 20 ottobre del 1980: 40 anni fa. Queste sono le sedici canzoni che Luca Sofri, il peraltro direttore del Post, ha scelto per il suo libro Playlist.
16 canzoni degli U2. Da riascoltare oggi, a 40 anni dal loro primo disco.
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La direzione del PD in diretta. A partire dalle 15, parlerà anche Matteo Renzi.
Book Cover Archive è un sito americano che raccoglie copertine di libri contemporanei interessanti e originali dal punto di vista del design grafico: non è l’unico – ce ne sono diversi che si occupano dello stesso tema – ma è quello che fa un lavoro più ordinatamente archivistico (almeno fino a qualche mese fa: di recente la raccolta è più discontinua). Gli autori sono Ben Pieratt ed Eric Jacobsen. La selezione è particolarmente interessante vista dall’Italia, dove con rare eccezioni la ricerca e la sperimentazione grafica sulle copertine dei libri sono molto limitate e quasi inesistenti. Con rare eccezioni, nella scelta del design – come anche in quella dei titoli, peraltro – si ha l’impressione che tra gli editori italiani prevalga una pavida prudenza che fa temere invenzioni troppo ardite, che si ha paura non attraggano immediatamente il lettore secondo meccanismi rodati e prevedibili. A volte c’è un maggiore studio nel design di una collana, ma poi i successivi libri che le appartengono ripetono modelli di copertine molto simili: e probabilmente c’entra anche il risparmio di risorse economiche da allocare a competenze grafiche esperte e dedicate. Ma questa impressione è spiegata meglio che con le parole da una scelta qualunque delle copertine raccolte dal Book Cover Archive, che si ha l’impressione di non poter immaginare sugli scaffali delle librerie italiane. Con rare eccezioni. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le copertine che in Italia non si disegnano. Come mai gli editori americani - anche quelli più importanti, anche per gli autori famosi - fanno esperimenti e invenzioni di design che qui no?.
Il 25 settembre 2015 sono 10 anni dalla morte di Federico Aldrovandi, ucciso a Ferrara nelle prime ore del giorno da quattro agenti di polizia, poi condannati a 3 anni e mezzo di carcere, dopo essere stato fermato mentre tornava a casa dopo una serata con gli amici. La morte di Federico Aldrovandi – che nel 2005 aveva 18 anni – è stato uno dei casi di cronaca più discussi degli ultimi anni in Italia, e uno che ancora oggi causa diverse divisioni e sofferenze: le indagini iniziarono a rilento per una serie di depistaggi e il processo sull’omicidio fu molto difficile e le condanne molto contestate, da chi le voleva più lunghe e da chi, schierandosi dalla parte dei poliziotti, voleva l’assoluzione degli imputati. Questo documentario di Filippo Vendemmiati uscito nel 2010 ripercorre tutta la storia, dall’inizio:
“E’ stato morto un ragazzo”, il documentario sulla morte di Federico Aldrovandi. Ripercorre tutta la storia di uno dei casi di cronaca più discussi degli ultimi anni in Italia, cominciata esattamente dieci anni fa.
Luca Fazio ha spiegato sul Manifesto il motivo per cui dopo gli scontri di Milano tra alcuni partecipanti alla manifestazione contro l’EXPO e la polizia, il ministro dell’Interno Angelino Alfano non si deve dimettere. Secondo Fazio, la polizia ha fatto bene a cercare di contenere i manifestanti più violenti senza arrivare allo scontro diretto con tutto il corteo. Ieri anche lo scrittore Roberto Saviano aveva detto di pensarla allo stesso modo. Il movimento che ha organizzato la manifestazione, scrive Fazio, ha perso: non è riuscito a controllare le sue componenti più violente e ha finito con lo sconfiggersi da solo (per leggere tutto l’articolo è necessario registrarsi o entrare con Facebook sul sito del Manifesto: è gratis). Le fiamme si sono appena spente, c’è ancora tanto fumo per le strade di Milano. A freddo, una volta dato sfogo al pre­ve­di­bile sde­gno, qual­cuno dovrà pur avere il corag­gio di ammet­tere una cosa piut­to­sto sem­plice, che ovvia­mente non nasconde il pro­blema, anzi, ne pone più di uno: è andata esat­ta­mente come doveva andare. Lo sape­vano tutti, era pre­vi­sto da mesi. Non è stata una festa la May­Day 2015 e forse il peg­gio deve ancora acca­dere. In que­sto momento ci sta pure la reto­rica della “Milano ferita”, però sarebbe più utile cer­care di abboz­zare qual­che ragionamento.
Alfano non si deve dimettere, stavolta. Il Manifesto spiega perché venerdì a Milano la polizia è stata l’unica a comportarsi saggiamente: mentre il “movimento” si è “asfaltato" da solo.
Durante il confronto televisivo di ieri sera su Rai Uno, il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani ha usato diverse volte metafore e detti popolari, una delle sue caratteristiche linguistiche più note (e prese in giro, per esempio da Maurizio Crozza). Durante la risposta sulla questione delle tasse e dell’evasione fiscale, all’inizio del confronto, Bersani ha usato subito un proverbio popolare: «O si va a messa o si sta a casa». Poi, dopo che Renzi che ha parlato della necessità di un accordo con la Svizzera per tassare i capitali esportati illecitamente dall’Italia (stimati in diverse decine di miliardi di euro e che la Germania non ha ancora raggiunto, anche per resistenze del partito socialdemocratico), Bersani ha usato una delle cinque repliche a disposizione per chiarire la sua posizione sul tema. Ha detto di aver parlato con Sigmar Gabriel, presidente del partito socialdemocratico tedesco (SPD) e ha riportato la sua opinione, attribuendogli anche un detto piuttosto particolare:
Bersani, passerotti e tacchini. «Meglio un passerotto in mano del tacchino sul tetto»: da dove viene il bizzarro proverbio citato al dibattito dal segretario del PD.
Trent’anni fa, il 20 maggio 1991, al Festival di Cannes veniva presentato Thelma & Louise, diretto da Ridley Scott e con protagoniste Geena Davis e Susan Sarandon. Interpretavano rispettivamente Thelma Yvonne Dickinson e Louise Elizabeth Sawyer: due amiche, una casalinga e l’altra cameriera, che senza dirlo ai rispettivi compagni partivano alla guida di una Ford Thunderbird del 1966 per un fine settimana di libertà. Il film, che in Italia sarebbe arrivato solo a settembre, iniziava così: Ma è ben più famoso il suo finale, dopo oltre due ore di film in cui il tranquillo weekend di libertà si trasformava in una fuga in Messico delle due, necessaria dopo l’omicidio da parte di Louise dell’uomo che voleva stuprare Thelma. Le protagoniste, nel frattempo, avevano a che fare con un rapinatore interpretato da un non ancora trentenne Brad Pitt con degli scolpitissimi addominali, tutti inseguiti dal buon detective Hal Slocumb, interpretato da Harvey Keitel.
Il fermoimmagine di “Thelma & Louise”. Trent'anni fa i primi spettatori videro l'auto delle due protagoniste in fuga lanciarsi nel vuoto, ed entrare nella storia del cinema.
Nella notte tra giovedì e venerdì un uomo residente in provincia di Lodi, Mario Cattaneo, titolare di un bar tabaccheria, ha sparato e ucciso uno dei quattro ladri che erano entrati nel suo negozio. Cattaneo ha detto di non aver sparato per uccidere, e che anzi il colpo è partito accidentalmente durante una colluttazione con il ladro. I dettagli su quanto è successo non sono ancora chiari; è stata aperta intanto un’indagine per omicidio volontario. Il caso ha riaperto il vecchio dibattito sulla legittima difesa, con tutto il centrodestra schierato a favore di Cattaneo. Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, è tornato a chiedere che la difesa venga «sempre considerata legittima». Secondo Salvini, infatti, la legge in vigore sulla legittima difesa non tutela abbastanza chi cerca di difendersi. In realtà però gli ultimi e più noti casi di cronaca simili a quello di Cattaneo sembrano mostrare che chi si difende ha buone possibilità di vedersi riconosciuto dai giudici il proprio diritto a proteggersi con le armi.
Non si capisce bene cosa voglia la Lega sulla legittima difesa. I casi più recenti e noti, come quello del benzinaio Stacchio, sono finiti quasi tutti con un'archiviazione.
Il candidato sindaco del PdL a Bologna, Giancarlo Mazzuca, deputato ed ex direttore del Resto del Carlino, ha rinunciato dopo che la sua scelta era stata messa in dubbio dai vertici del partito nelle ultime settimane. Mazzuca, la cui candidatura sembrava condivisa e certa da mesi (ne aveva scritto anche il Post paragonandola alle opposte incertezze che albergavano invece nel centrosinistra) ha attaccato il modo in cui si è sentito di fatto scaricato. Dice basta, getta la spugna, pone fine a un tira-e-molla che l’ha fiaccato e l’ha offeso. Giancarlo Mazzuca non è più il candidato sindaco del Pdl. L’ultima settimana di attacchi, smentite e ritrattazioni è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso: prima vicino alla candidatura per la Regione, poi surclassato da Anna Maria Bernini; “consolato” immediatamente con l’investitura a nome del centrodestra per la corsa a Palazzo D’Accursio, poi messo nel congelatore visto che elezioni non ci sono state subito, poi messo in discussione, di nuovo incoronato, ma fra mille dubbi. E oggi è lui a togliersi dal piedistallo.
Bologna, si ritira il candidato sindaco del PdL. L'onorevole Mazzuca, la cui candidatura sembrava decisa da mesi, si sente scaricato e offeso.
Martedì la Grande Chambre della Corte europea per i diritti umani ha ritenuto inammissibile il ricorso del governo italiano sull’ergastolo ostativo, una pena senza fine prevista nell’ordinamento penitenziario italiano che non può cioè essere né abbreviata né convertita in pene alternative. La Corte si era già espressa contro l’ergastolo ostativo lo scorso giugno, dopo un ricorso del detenuto Marcello Viola, condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, sequestro di persona e omicidio. L’Italia si era però appellata contro la sentenza alla Grande Chambre della Corte, sostenendo la legittimità dell’ergastolo ostativo per alcuni reati molto gravi, tra cui mafia, terrorismo e pedopornografia. Il ricorso però è stato respinto. La Corte ha stabilito che gli ergastolani non possano essere privati della possibilità di migliorare la propria condizione detentiva – miglioramento che ora è ammesso solo in caso di collaborazione con la giustizia.
La Corte europea per i diritti umani ha bocciato il ricorso del governo italiano sull’ergastolo ostativo.
In un’intervista con il TG3 il vicesegretario del Partito Democratico Maurizio Martina, la persona che guida il partito a seguito delle dimissioni di Matteo Renzi, ha parlato della prima proposta che il PD presenterà in parlamento stando all’opposizione: «La prima proposta che sicuramente presenteremo in parlamento è l’introduzione dell’assegno universale per le famiglie con figli, una misura concreta, sostenibile. Io credo che il Partito Democratico in parlamento ripartirà da qui».
La prima proposta del PD nella nuova legislatura. Sarà un assegno universale per le famiglie con figli, ha detto il vicesegretario Maurizio Martina.
Un gruppo di ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, ha sviluppato un sistema per rendere autolubrificanti e più confortevoli i preservativi in lattice. L’effetto è stato ottenuto applicando un rivestimento idrofilo che reagisce ai fluidi corporei durante l’amplesso per lubrificare il preservativo. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica della Royal Society e lo studio è stato finanziato dalla Bill and Melinda Gates Foundation, con la speranza di incentivare l’uso dei preservativi per ridurre la trasmissione del virus dell’HIV e delle altre malattie sessualmente trasmissibili. L’impiego dei preservativi può risultare poco confortevole in diverse situazioni. Una scarsa lubrificazione, dovuta per esempio alla ridotta produzione di fluidi durante i rapporti sessuali, può portare a un eccessivo attrito sulle mucose dei genitali, con bruciori e irritazioni che riducono il piacere del rapporto. Un maggiore attrito fa inoltre aumentare il rischio di una rottura del preservativo, e rende più probabile che si sfili accidentalmente nel corso della penetrazione. Questi problemi disincentivano l’utilizzo dei preservativi, benché restino a oggi il sistema più sicuro per ridurre il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili.
I preservativi che si lubrificano da soli. Hanno un rivestimento sperimentale che si attiva con i fluidi corporei e dura più a lungo: potrebbero ridurre la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili.
Sabato 22 agosto il panda gigante Mei Xiang, che vive nel National Zoo di Washington (lo Smithsonian National Zoological Park), negli Stati Uniti, ha partorito due piccoli, entrambi in salute secondo le prime osservazioni dei ricercatori. Mei Xiang non aveva mai partorito due piccoli insieme prima d’ora: è infatti piuttosto raro che i panda – che tendono ad accoppiarsi poco frequentemente – partoriscano anche solo un piccolo sano. Mei Xiang aveva partorito già nel 2005 e nel 2013: la seconda volta – in cui era nato Bao Bao, piuttosto noto tra gli appassionati – era nato morto a distanza di un giorno un secondo piccolo. I ricercatori dello zoo avevano scoperto stavolta la gravidanza di Mei Xiang solo all’inizio di questa settimana, quando durante un’ecografia avevano individuato un feto di circa 4 centimetri: e avevano previsto che avrebbe partorito il piccolo tra fine agosto e inizio settembre. Le acque di Mei Xiang si sono invece rotte sabato mattina alle 4,32, e il primo parto è avvenuto circa un’ora dopo, ed è stato trasmesso in diretta streaming dallo zoo. La nascita del secondo piccolo è avvenuta intorno alle dieci, senza che fosse stata prevista dai veterinari.
Due panda sono nati allo zoo di Washington. È un evento molto raro e ha colto di sorpresa gli umani che seguono la madre: ci sono ancora incertezze sul padre.
Venerdì sera Mario Draghi ha sciolto la riserva accettando l’incarico di presidente del Consiglio, e dopo l’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presentato la lista dei ministri del governo che la prossima settimana chiederà la fiducia al Parlamento, che tutti i partiti tranne Fratelli d’Italia sono intenzionati a votare. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Chi sono i ministri del governo Draghi. Che storia e che faccia hanno le persone scelte dal nuovo presidente del Consiglio per il suo governo.
Facebook ha annunciato che a partire dal 3 novembre, giorno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, smetterà di permettere la pubblicazione di inserzioni pubblicitarie politiche nel paese. Il divieto, specifica Facebook, sarà temporaneo e servirà a «ridurre la possibilità che le pubblicità creino confusione o che ne venga fatto un uso illecito». Faceboook ha annunciato il divieto in un comunicato in cui spiega gli sforzi che il social network sta facendo negli ultimi mesi per garantire trasparenza e integrità in vista delle imminenti elezioni, contrastando «le interferenze straniere e la disinformazione». A settembre Facebook aveva annunciato che il social network avrebbe smesso di pubblicare pubblicità politiche nella settimana precedente le elezioni, ma in precedenza la società era stata molto criticata per aver difeso il diritto di non sottoporre a fact-checking le inserzioni politiche, permettendo così che i politici pubblicassero notizie false.
Dopo il 3 novembre Facebook non permetterà più di pubblicare annunci politici negli Stati Uniti.
Quelli che dicono di saperla lunga di cucina, prima o poi ti spiegano che a seconda dei cibi non solo ci vogliono posate di forme particolari, ma anche di specifici materiali per non rovinare sapore e caratteristiche organolettiche (sì, diranno così) dei vari cibi. È una cosa da impallinati, da spingere anche i più educati ed affezionati al galateo a mangiare con le mani, ma stando a una recente ricerca condotta presso l’Institute of Making dello University College di Londra ha una sua base scientifica. Due ricercatori, Zoe Laughlin e Mark Miodownik, insieme con altri colleghi, hanno realizzato una serie di esperimenti per capire come i cucchiai da minestra di diversi metalli cambino il nostro modo di percepire i gusti. La ricerca ha richiesto tre anni di studio, periodo nel quale Laughlin e Miodownik hanno messo a punto una particolare serie di cucchiai rivestiti con sette diversi tipi di metalli, in dosi tali da non risultare tossici per chi effettuava le degustazioni. I volontari che hanno preso parte all’esperimento venivano bendati e dopo l’assaggio veniva chiesto loro di descrivere il gusto delle sostanze assaggiate. Il lavoro ha dimostrato che dopo poco tempo i volontari erano in grado di identificare il sapore dei diversi cucchiai, e che questo condizionava il modo in cui venivano percepite alcune caratteristiche dei cibi come l’acidità, la dolcezza e la stessa consistenza di alcuni alimenti.
Come i metalli cambiano i sapori. Due ricercatori dello University College di Londra studiano il modo in cui le posate influenzano i cibi che mangiamo.
A riguardare le liste dei migliori dischi degli anni scorsi – 2018, 2017, 2016 – viene facile chiedersi quanti dischi che allora ci erano sembrati importanti siano davvero rimasti, e viene più difficile darsi una risposta. Il 2019 non è stato un anno memorabile per i nuovi dischi, concordano i critici musicali, e infatti le liste di fine anno dei principali siti specializzati americani e inglesi sono piuttosto eterogenee nell’assegnare le prime posizioni. Anche per il 2019, abbiamo messo insieme una lista dei venti dischi che si sono piazzati meglio nelle classifiche di fine anno di Pitchfork, Noisey, Guardian, New York Times, Crack Magazine, Consequence of Sound e The Quietus, alcune delle più lette e apprezzate: li abbiamo raccolti basandoci su quelli che compaiono di più e nelle posizioni più alte, elencandoli in ordine casuale (ma tenendo i più apprezzati alla fine, per la suspense). Ne è uscita una lista di venti dischi fatti in 12 casi da artiste soliste donne, una tendenza ormai assodatissima della musica pop e non solo contemporanea. In tredici casi sono artisti statunitensi, in cinque britannici, e c’è anche un australiano e una norvegese. C’è poco hip hop, come già era successo l’anno scorso, ma c’è anche un po’ meno elettronica. Ci rivediamo l’anno prossimo, a chiederci quali di questi dischi è rimasto davvero.
I migliori dischi del 2019, a leggere in giro. Le liste di fine anno dei principali siti di musica quest'anno sono piuttosto diverse tra loro.
Sabato e domenica si sono votate le primarie per definire le liste dei parlamentari del Partito Democratico e di Sinistra Ecologia Libertà. Ieri sera il responsabile organizzativo del PD Nico Stumpo ha detto che le primarie per i parlamentari sono state “uno straordinario successo” e che, anche se non c’erano ancora risultati definitivi, ci si attendeva un dato dell’affluenza superiore a un milione di persone. Ieri si è votato in 11 regioni: Basilicata, Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto. Sabato 29 si è votato in Abruzzo, Alto Adige, Calabria, Campania, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte e Umbria. Il sito del PD informa che ogni provincia trasmetterà i risultati “una volta espletate tutte le formalità e i conteggi” al sito ufficiale delle primarie che però, oltre dodici ore dopo la chiusura dei seggi, non aveva ancora pubblicato alcun dato sui risultati. I risultati saranno resi disponibili ufficialmente il 2 gennaio.
I risultati delle primarie parlamentari. Quello che si sa, regione per regione, in attesa dei risultati ufficiali.
La scorsa settimana gli studenti di terza media (del terzo-anno-della-scuola-secondaria-di primo-grado, yawn) hanno affrontato i problemi delle temute prove Invalsi, e no, il termine non ha molto da spartire con il passato remoto di “invalere”. L’acronimo indica l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione, dunque l’ente che ha il compito di misurare la qualità e capire le principali falle della scuola italiana. L’Istituto è talvolta al centro di polemiche per i metodi utilizzati per valutare l’effettivo livello dell’istruzione in Italia: il sistema prevede una serie di test da sottoporre ai ragazzi, poi tocca a ogni scuola correggere le prove e inviare i risultati all’Invalsi che stila classifiche e statistiche. Come altri quotidiani in questi giorni, il Foglio raccoglie nella sua ultima pagina di oggi le prove di terza media Invalsi della scorsa settimana. Gli studenti si sono arrovellati per rispondere alle più disparate domande di una sorta di quiz che ricorda molto da vicino le domande di Chi vuol essere milionario, con la variante che non ci potevano essere aiuti da casa o dal pubblico, ma solo da qualche compagno di banco o da un fidato bigliettino infilato tra un foglio di brutta copia e l’altro.
Come te la caveresti in terza media? provateci voi, a rispondere alle domande "Invalsi" appena usate negli esami dei quattordicenni.
La Procura di Lodi ha iscritto nel registro degli indagati la società Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) per l’incidente al treno Frecciarossa deragliato in provincia di Lodi giovedì scorso, nel quale sono morti un macchinista e un altro ferroviere. Rfi è stata coinvolta in base al decreto legislativo 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle società per i reati commessi dai dipendenti. Il treno Frecciarossa AV9595, partito da Milano e diretto a Salerno, è deragliato alle 5.34 di giovedì scorso a Ospitaletto Lodigiano, in località Cascina Griona. Le cause esatte dell’incidente sono ancora oggetto di indagine, ma dalle prime ricostruzioni sembra che il problema sia stato un deviatoio – cioè lo scambio, il sistema che permette al treno di deviare il proprio percorso dal tracciato principale a uno alternativo. Lo scambio sarebbe stato lasciato sulla deviazione, quando invece avrebbe dovuto essere in posizione normale, per il tracciato principale.
Rete Ferroviaria Italiana è indagata per l’incidente al Frecciarossa a Lodi.
Tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana ci sono un paio di principi più e meno noti. Il principe Harry, nella prima categoria, e il principe Daniel duca di Västergötlan, in Svezia (con un martello in mano) nella seconda. Ci sono anche diverse donne, tra cui Angela Merkel e Danica Patrick, una delle poche a correre nei circuiti automobilistici americani NASCAR (dove gli incidenti non sono proprio infrequenti). Sempre a proposito di persone che hanno vissuto intensamente, c’è una foto di Willie Wilkins, un veterano della Seconda Guerra Mondiale, che stringe una copia di un giornale che annuncia la fine della guerra in Europa. Sul versante più pop, valeva la pena di fotografare Lana del Rey a Torina, Mitzi a Nizza e, sopratutto, il rapper coreano PSY, recordman di YouTube, all’università di Harvard. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Cantanti, principi e veterani. Tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana ci sono nobili più o meno noti, un veterano della Seconda Guerra Mondiale e PSY.
Sabato 11 luglio è esplosa un’autobomba fuori dal consolato italiano al Cairo, la capitale dell’Egitto. Quello stesso pomeriggio è stato pubblicato online un comunicato sull’attacco dallo Stato Islamico (o ISIS) la cui attribuzione non è stata però ancora verificata. La vicenda della rivendicazione non è comunque l’unica che va ancora chiarita sull’esplosione avvenuta al Cairo. Ci sono dichiarazioni del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in parte smentite e corrette dallo stesso ministro, ci sono notizie contrastanti sull’obiettivo dell’esplosione e sulle identificazioni e gli arresti dei responsabili. Cosa è successo L’attentato è avvenuto verso le 6:30 di mattina di sabato 11 luglio. Il consolato italiano – che si trova al centro della città – era chiuso. La bomba si trovava sotto una macchina in una strada accanto all’edificio, ha colpito la fiancata e l’ingresso riservato ai visitatori. In quella zona non ci sono altri edifici. La bomba ha provocato la morte di un poliziotto.
Cosa sappiamo dell’attentato al consolato italiano al Cairo, tre giorni dopo. Circolano ancora diverse notizie – imprecise, incerte, smentite – sugli obiettivi e i responsabili della bomba.
L’ultimo inverno particolarmente rigido ha contribuito a fare aumentare sensibilmente il numero di morti stagionali, soprattutto nei paesi in cui il freddo è stato particolarmente anomalo. Nel Regno Unito, per esempio, lo scorso anno sono morte circa 30mila persone in più rispetto alla media. Come spiegano sull’Economist, l’inverno non è però sempre stata la stagione con il tasso di mortalità più alto, o almeno così pensa Neil Cummins della London School of Economics, che ha studiato l’andamento delle famiglie nobiliari negli ultimi secoli in Europa, su cui c’è una documentazione molto più ampia e completa rispetto al resto della popolazione. Cummins ha studiato nel complesso le sorti di circa 1,3 milioni di nobili europei, dall’anno Mille a oggi. Per 230mila di questi ha identificato la data, o per lo meno la stagione, in cui sono morti. Dai dati è emerso che la stagione con il più alto tasso di mortalità è stata per un lungo periodo l’estate.
In quale stagione si muore di più? se la giocano l'estate e l'inverno, spiega uno studio basato sui registri di 1,3 milioni di nobili in Europa dall'anno Mille ai giorni nostri.
Oggi Facebook ha aggiunto una nuova funzione per mostrare le GIF animate direttamente all’interno dei suoi post, cosa che fino a ora non si poteva fare. Per utilizzare la nuova opzione è sufficiente incollare in un post il link verso una GIF animata. Non è invece ancora possibile pubblicare direttamente una GIF animata caricandola su Facebook. La funzione è in fase di diffusione e potrebbe richiedere un po’ di tempo prima di essere disponibile per tutti.
Su Facebook adesso funzionano le GIF animate. Basta incollare la URL di un'immagine animata all'interno di un post, infine.
Il 21 maggio 2005 David Foster Wallace, lo scrittore statunitense morto suicida nel 2008, tenne un discorso ai neolaureati del Kenyon College, poi diventato molto famoso con il titolo di This Is Water (Questa è l’acqua). La formula è quella – piuttosto diffusa – dei commecement speech, cioè discorsi tenuti da personalità di spicco ai neolaureati delle più famose università americane: riflessioni sulla vita adulta, sul destino, sul futuro, sull’istruzione. Il discorso di DFW è diventato negli anni un manifesto di ciò che vuol dire oggi avere una formazione umanistica. Questa è l’acqua Il titolo This is water deriva dalla storiella apologetica con cui si apre il discorso:
I dieci anni di “This Is Water”. Cose da sapere sul famoso discorso che David Foster Wallace tenne al Kenyon College e che da lì poi è arrivato ovunque.
L’autrice televisiva Chiara Galeazzi, ex collaboratrice di Vice, ha raccontato su Medium cosa le è successo dopo aver ricevuto dall’app Immuni una notifica di possibile contatto con una persona positiva al coronavirus, peraltro in una città diversa da quella in cui risiede di solito: e il suo racconto, per quanto ovviamente personale, illustra sia il funzionamento concreto dell’app sia quello che succede – chi ti telefona, quante volte, per fare cosa, entro quando – quando si viene informati di essere a rischio di contagio. Secondo i dati più recenti, fra la metà di luglio e l’inizio di agosto Immuni ha notificato un centinaio di persone di un possibile contatto con una persona positiva. Antefatto Io vivo a Milano. A fine giugno stavo concludendo il giro delle persone che non rivedevo da prima del lockdown, riabituandomi alla loro tridimensionalità. Tutti abbiamo mascherine, gel mani, stiamo in spazi all’aperto, molti si vantano dei loro sierologici negativi facendo a gara a chi lo ha pagato meno — un nuovo modo di essere cafoni. Per lavoro e per affetto stabile frequento Roma e luglio dal mio calendario è un mese molto romano. Il lavoro romano è su un set televisivo, per questa ragione ho dovuto fare un test sierologico prima di salire su un sanificatissimo Frecciarossa.
Cosa succede quando arriva una notifica da Immuni. L'ha raccontato l'autrice tv Chiara Galeazzi, fra medici di base poco preparati, acquisti compulsivi e una certa ansia (ma finisce bene).
Il cervello ghiacciato, o emicrania da gelato, è un tipo di mal di testa che si sviluppa in seguito al consumo di gelato, altri cibi molto freddi o bevande ghiacciate. Il fenomeno, che può provocare rapide fitte nella zona delle tempie o dolori più diffusi al cranio, è noto da tempo, ma gli scienziati non sono mai riusciti a comprenderne fino in fondo cause e dinamiche. Ora uno studio della Harvard Medical School, presentato domenica 22 aprile a San Diego (California), offre nuovi spunti e informazioni per capire che cosa succede nella testa in queste occasioni. In precedenza, altre ricerche scientifiche avevano scoperto che chi soffre di emicrania ha maggiori probabilità di avere a che fare con il cervello ghiacciato. Sulla base di questi risultati, i ricercatori arrivarono alla conclusione che ci fosse qualche meccanismo comune tra i due fenomeni, tanto da iniziare a sfruttare il mal di testa da gelato per studiare l’emicrania. Mal di testa ed emicranie sono difficili da studiare perché si verificano con tempi sostanzialmente imprevedibili. Il fenomeno del cervello ghiacciato può quindi essere sfruttato per indurre il mal di testa e, poiché dura solitamente poco tempo, permette ai ricercatori di analizzare il modo in cui il mal di testa si forma e poi sciama fino a scomparire.
Qual è la causa del mal di testa da gelato? un nuovo studio aggiunge informazioni alla comprensione di un malanno familiare e tremendo.
Venerdì 12 e sabato 13 febbraio i Massive attack, band trip-hop di Bristol, suoneranno al Fabrique di Milano. Queste sono le loro nove canzoni che Luca Sofri aveva scelto per il suo libro Playlist, per chi vuole ripassare prima del concerto e per chi non li conosce e vuole cominciare da qualcosa di buono. Massive Attack (1987, Bristol, Inghilterra) Geni veri, e come tutti i geni, responsabili di capolavori e brani inascoltabili, ancorché geniali. Protagonisti di quella cosa che si chiamò il sound di Bristol, assieme a Tricky e Portishead, mescolarono elettronica a vocalizzi e influenze soul e hip-hop. Apparvero abbastanza “strani” e rivoluzionari da diventare rapidamente di moda presso quelli che se la tirano un po’: potevano marciarci una vita e invece seppero trattenersi facendo pochissimi dischi.
Nove grandi canzoni dei Massive Attack. Scelte da Luca Sofri, per chi li va a sentire stasera e domani a Milano (e per gli altri).
Martedì pomeriggio Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali, cioè la maggioranza dei partiti che sostenevano il precedente governo guidato da Giuseppe Conte, hanno annunciato che in futuro coordineranno le proprie attività parlamentari al Senato con un intergruppo, cioè in un’assemblea ristretta dei rispettivi capigruppo. In un lungo articolo di opinione pubblicato stamattina da Repubblica il segretario del PD Nicola Zingaretti ha descritto l’intergruppo come «punto di appoggio più solido e credibile per l’esperienza di direzione del paese appena avviata», legandolo soprattutto al sostegno al nuovo governo di Mario Draghi: ma diversi osservatori inquadrano la decisione nel tentativo del PD guidato da Zingaretti di costruire un’alleanza strutturale col Movimento 5 Stelle, in vista delle prossime elezioni locali e nazionali.
PD e M5S hanno fatto un altro passo verso un’alleanza stabile. Insieme a LeU hanno annunciato che coordineranno le proprie posizioni politiche in un intergruppo al Senato.
Nel 2008 il governo degli Stati Uniti minacciò una multa giornaliera di 250mila dollari contro Yahoo se la società non avesse iniziato a partecipare al programma di raccolta dati sulle comunicazioni online PRISM avviato dalla National Security Agency (NSA), l’agenzia governativa che si occupa delle attività di spionaggio all’estero. Yahoo inizialmente si era rifiutata di partecipare, sostenendo che la richiesta fosse incostituzionale e portando il caso in tribunale. La Foreign Intelligence Surveillance Court of Review, la corte che si occupa dello spionaggio all’estero, stabilì che la richiesta del governo statunitense fosse legittima e di conseguenza Yahoo fu costretta a partecipare, fornendo una grande quantità di dati sulle comunicazioni dei propri utenti. La sentenza persa da Yahoo, scrive il Washington Post, divenne un’importante risorsa per la NSA, che riuscì a coinvolgere più facilmente altre grandi società informatiche statunitensi. Nei mesi seguenti all’avvio della partecipazione “forzata” di Yahoo, aziende come Google, Facebook e Apple iniziarono a fornire su base regolare file e dati sulle comunicazioni dei loro utenti. Microsoft aveva già iniziato a farlo prima della sentenza contro Yahoo, come era emerso in precedenza grazie ai documenti forniti un anno fa dall’ex collaboratore dello spionaggio statunitense, Edward Snowden, al centro delle rilevazioni su PRISM e sui sistemi adottati dagli Stati Uniti per spiare le comunicazioni di centinaia di milioni di persone in giro per il mondo.
Gli Stati Uniti minacciarono Yahoo affinché consegnasse i dati degli utenti alla NSA. Nel 2008 la società si rifiutò di partecipare al programma di spionaggio PRISM, ma un tribunale speciale le diede torto.
Hollywood non è brava a tenersi i segreti. Negli ultimi anni alcune delle sue star più famose hanno visto le loro foto private pubblicate su internet, e pochi mesi dopo Sony Pictures ha subìto un grave attacco hacker che ha causato una piccola crisi diplomatica. A dicembre chiunque avesse voluto vedere The Revenant, candidato all’Oscar per il miglior film, poteva trovarne facilmente una versione diffusa su internet pochi giorni prima che il film uscisse al cinema. Come mai allora i nomi dei vincitori dell’Oscar non trapelano mai in anticipo? Perché l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’organizzazione che assegna i premi Oscar, diffida comprensibilmente dei computer. Quando si tratta di votare, l’Academy fa le cose all’antica. Innanzitutto l’Academy – che ha quasi 6.300 membri votanti – non vede mai le schede con i voti, che vengono consegnate direttamente a PwC, la società che si occupa anche della revisione dei conti dell’Academy. Una volta arrivate a PwC, le schede vengono gestite da un gruppo di sole sei persone, e le 24 categorie dell’Oscar sono divise in modo che solo due persone del gruppo abbiano il quadro completo dei risultati. Per un aspirante hacker il modo migliore per entrare in possesso dei dati sarebbe probabilmente intercettare la maggior parte dei voti, che vengono inviati digitalmente a PwC, che fornisce a ogni membro votante un login e una password unici. I voti sono criptati con una tecnologia «simile a quelle usate da società di servizi finanziari e in alcuni contesti militari», ha scritto in un’email Megan DiSciullo, portavoce di PwC. Alcuni membri dell’Academy sono persino più prudenti e usano un metodo per così dire “tradizionale”: per evitare il rischio di violazioni digitali, un piccolo gruppo usa ancora schede cartacee. Una volta arrvati a PwC i voti digitali vengono stampati e contati a mano a porte chiuse in un posto segreto. Un po’ come l’elezione di un papa, solo che in questo caso tra i candidati spesso ci sono Jack Nicholson e Sean Penn. La maggior parte dei membri dell’Academy può votare in tutte le categorie.
Perché nessuno anticipa mai i vincitori degli Oscar? pensateci: non si riesce a evitare che le foto private delle attrici o i film finiscano online, eppure quelli non trapelano mai. Il motivo è che fanno le cose all'antica.
La scelta della canzone non è stata originalissima: se il mondo cambiasse di un dito ogni volta che qualcuno lo auspica cantando “A change is gonna come” ormai starebbe girando in senso inverso. Ma insomma, Beyoncé ha portato il suo tour a Detroit, lo scorso 20 luglio, e alla città che aveva appena dichiarato fallimento ha dedicato la leggendaria canzone di Sam Cooke scritta per augurarsi la fine delle discriminazioni razziali e i cambiamenti in meglio in generale. Poi il suo staff di produzione video ha messo insieme l’esecuzione e un po’ di immagini suggestive e ne è uscito un video “moving”, come dicono gli americani: per Detroit, che di musica e di neri e di musica di neri ne sa parecchio.
Beyoncé per Detroit. Il video della sua versione di "A change is gonna come" (ancora!) per la città in bancarotta.
Il 24 settembre, a mezzanotte, è uscito nelle librerie italiane Harry Potter e la maledizione dell’erede, la sceneggiatura dell’omonimo spettacolo teatrale andato in scena a Londra (il titolo originale è Harry Potter and the Cursed Child), scritta dallo sceneggiatore Jack Thorne su una storia di J.K. Rowling. Il libro è il seguito della serie di romanzi con protagonista il mago Harry Potter – il primo è Harry Potter e la pietra filosofale, il settimo e ultimo Harry Potter e i doni della morte – e ha per protagonista Harry diventato adulto e uno dei suoi figli. L’inizio della storia è ambientato 19 anni dopo la battaglia di Hogwarts e la definitiva sconfitta di Voldemort, quando Albus Severus Potter, secondogenito di Harry e Ginny Weasley sta per andare a Hogwarts per la prima volta. Albus Severus è però il vero protagonista dello spettacolo, e la storia gira molto intorno al rapporto conflittuale tra lui e suo padre. Harry Potter e la maledizione dell’erede è stato tradotto in italiano da Luigi Spagnol e pubblicato dalla casa editrice Salani, come anche i precedenti libri di Rowling. Già da tempo era possibile prenotare il libro, sia online che in libreria. In occasione dell’uscita di stanotte, molte librerie italiane – più di 300 – hanno organizzato iniziative promozionali: ad esempio Feltrinelli ha venduto il libro a mezzanotte, e dalle 22 in 13 negozi (tra cui alcuni punti vendita di Bari, Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino) portando una maglietta bianca era possibile farsi stampare sopra una serigrafia con il viso stilizzato di Harry Potter.
È uscito il nuovo libro di Harry Potter. Dalla mezzanotte di oggi è in vendita in Italia "Harry Potter e la maledizione dell'erede", la sceneggiatura dello spettacolo teatrale che ha fatto da sequel ai libri.
Willy William, un noto DJ e produttore francese, sarà l’ospite internazionale della quinta e ultima serata del Festival di Sanremo 2016. William è noto da anni in Francia per via delle sue collaborazioni con diversi artisti di musica dance, ma in Italia è diventato famoso solo da poche settimane grazie al successo della canzone Ego (quella col ritornello che fa “allez, allez, allez”). William è cresciuto vicino Le Mans, in Francia, da una madre etiope e un padre della Guadalupa. Secondo il canale televisivo francese MCE, cominciò a fare musica sin da ragazzo e ottenne i primi successi come dj e produttore all’inizio degli anni Duemila. William è anche polistrumentista: sa suonare, fra gli altri, batteria, basso, chitarra e pianoforte.Ha realizzato la prima canzone di grande successo nel 2009, quando assieme al Collectif Métissé, un gruppo dance di Bordeaux, ha pubblicato la canzone “Laisse-toi aller bébé”, molto conosciuta in Francia.
Perché è famoso Willy William. È un DJ e produttore francese noto soprattutto per i suoi remix: ora è famoso anche in Italia per via della canzone "Ego" (quella col ritornello che fa "allez, allez, allez").
È il neologismo che non mancava al giornalismo italiano. Dopo Tangentopoli, Vallettopoli, Calciopoli, Bancopoli, Affittopoli, ecco Parentopoli. Qui bisognerebbe ricordare che Tangentopoli faceva riferimento a una città, Milano, diventata la città delle tangenti; e quindi non si capisce perché uno scandalo nazionale sul calcio dovesse chiamarsi Calciopoli – peggio ancora Moggiopoli – o uno sulle banche Bancopoli, ma non c’è il tempo (e poi la battaglia linguistica è persa anche sul piano internazionale, con l’analogo caso del suffisso “-gate”). E comunque lo scandalo di cui parliamo stavolta, il cosiddetto Parentopoli, ha effettivamente a che fare con una città, cioè Roma, che non è la città dei parenti ma è la città le cui società municipalizzate – cioè le società fornitrici di servizi di proprietà degli enti locali – sembrano essere piene di parenti, collaboratori e segretari di politici, di amministratori, di sindacalisti. Di cosa parliamo Parliamo delle due municipalizzate più importanti di Roma. Una è l’ATAC, l’Agenzia Tramvie e Autobus del Comune, e l’altra è l’AMA, l’Agenzia Municipale per l’Ambiente, cioè la nettezza urbana. Sono due colossi. L’ATAC ha 12 mila dipendenti e un bilancio che è un colabrodo: 120 milioni di euro di perdite, più di un terzo del capitale della società, la mettono seriamente a rischio di fallimento. L’AMA ha 7 mila dipendenti e non se la passa molto meglio: nel 2009 il Comune l’ha salvata sborsando un bel po’ di liquidi e mettendola in condizione di ristrutturare il debito da 1,2 miliardi di euro, ma la strada verso la stabilità del bilancio è ancora molto lunga.
Che cos’è la storia di “Parentopoli”. Come le assunzioni molto allegre di due società dai bilanci in rosso stanno mettendo nei guai la giunta di Alemanno.
La rubrica quotidiana di Adriano Sofri sul Foglio – “Piccola Posta” – è dedicata giovedì a un “reportage” su due presentazioni dell’ultimo libro di Vincino – il disegnatore satirico morto martedì a 72 anni – ascoltate a Radio Radicale e piene di cose per conoscerlo di più. Voglio fare un reportage, o più modestamente una cronaca, dalla notte fra martedì e mercoledì, da una casa lontana, un condominio di un posto tranquillo, in cui non si può nel cuore della notte tenere la radio accesa a un volume sufficiente. La radio radicale. Trasmetteva la registrazione di due presentazioni del libro ultimo di Vincino, “Mi chiamavano Togliatti”, perché Vincino era morto. Il volume basso e la trasmissione disturbata (un posto lontano, di montagna) facevano sembrare la voce di Vincino quasi un rantolo, e stavo per cedere a un’intera notte di rimpianto e di tristezza finché mi è successo – non so perché, forse le belle risate che si sentivano arrivare dal fondo del pubblico – di ascoltare come se fossi stato là, il 22 luglio a Latina, il 16 luglio a Roma, quando Vincino era vivo e i suoi interlocutori vivi e gli uni e l’altro sapevano qualcosa che non facevano mostra di sapere ed erano spiritosi e brillanti e il pubblico non doveva mostrare di non sapere e si divertiva e rideva.
Storie di Vincino. Adriano Sofri racconta sul Foglio belle cose del disegnatore morto martedì, vissute e ascoltate da lui, alla radio.
Durante una recente esplorazione nella Fossa delle Marianne, che si trova nell’Oceano Pacifico ed è il posto più profondo del pianeta, è stato scoperto un nuovo e strano pesce che ha stabilito un nuovo record di vita in profondità. Jeff Drazen e Patty Fryers, i due scienziati della University of Hawaii che hanno guidato la spedizione, credono si tratti di una nuova specie appartenente alla famiglia dei Liparidae, detti anche “pesci lumaca”: i Liparidae vivono a grandi profondità e hanno l’aspetto simile a quello dei girini. Racconta il magazine New Scientist: Una particolare varietà di Liparidae deteneva in precedenza il record per la specie marina che viveva più in profondità: era stata ritrovata a 7703 metri dal livello del mare. Sopportare l’enorme pressione del mare a quella profondità è complicato per la maggior parte degli animali: impedisce un uso disinvolto di nervi e muscoli, danneggia le proteine e il lavoro degli enzimi necessari per vivere.
Il pesce che vive più a fondo di tutti. È stato scoperto di recente nella Fossa delle Marianne: vive a più di 8100 metri di profondità, è bianco e ha la coda che assomiglia a un fazzoletto bagnato.
Nel weekend del 4 e del 5 febbraio sono previste, più o meno in tutta Italia, piogge di vario grado e intensità: per fortuna nei cinema sono arrivati un po’ di film nuovi, tutti a loro modo interessanti e, nell’insieme, alternativi l’uno all’altro. C’è La battaglia di Hacksaw Ridge, il film di Mel Gibson su un soldato che andò in guerra rifiutandosi di usare le armi; c’è l’apprezzato seguito dell’apprezzato Smetto quando voglio e poi ci sono A United Kingdom – L’amore che ha cambiato la storia, un film piuttosto tradizionale su una storia d’amore – ma va’ – e Billy Lynn – Un giorno da eroe, il nuovo film di Ang Lee.
Stasera cinema? i nuovi film di guerra di Ang Lee e Mel Gibson, che non ne facevano da un po', e "Smetto quando voglio - Masterclass", un film italiano ma anche un po' americano, dicono.
«Quel vero e proprio ossimoro che è l’agroindustria» ha scritto mercoledì Michele Serra nella sua rubrica su Repubblica parlando della perdita di centralità dell’agricoltura nella cultura e nei consumi contemporanei. L’agricoltura, la coltivazione dei campi, i prodotti vegetali, sono stati protagonisti nell’ultimo mezzo secolo di una trasformazione di ruolo e identità epocali e spiazzanti, e oggi quello che una volta a scuola sembrava definito esattamente, e si usava ancora il termine “contadini”, è diventato una cosa assai più complessa, attraversata da crisi e contemporanei sviluppi impensati. È un pianeta di campi e raccolti, e ci nutriamo dei frutti della terra continuamente, eppure non ne parliamo mai, ne discutiamo poco, il nostro background culturale è fatto di altro. Ma è un mondo coltivato. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Compagni dai campi. Belle foto di un mondo molto coltivato, e di braccia consegnate all'agricoltura.
Aggiornamento: Hanno vinto a pari merito i romanzi L’interruttore dei sogni di Elisabetta Pierini e La splendente di Cesare Sinatti. Il primo racconta la storia di una bambina che evade dalla realtà quotidiana costruendosi un mondo immaginario dove le bambole prendono vita, il secondo è una riscrittura della storia di Elena di Troia e dell’Iliade, senza alcun intervento da parte delle divinità. ***
Il più importante premio italiano per aspiranti scrittori. È dedicato a Italo Calvino e porta spesso alla pubblicazione dei manoscritti finalisti: domani verrà annunciato il vincitore.
Chi non ha l’abitudine di fare colazione al mattino, e ha fatto l’errore di farlo sapere in giro, prima o poi viene guardato con stupore da qualche affezionato di brioche e biscotti che non manca di ricordargli uno dei luoghi comuni alimentari più diffusi al mondo: “la colazione è il pasto più importante della giornata”. In realtà, dopo decenni di ricerche e indagini, nessuno è riuscito a dare solidità scientifica all’importanza di consumare un pasto poco dopo essersi svegliati. Molti studi hanno osservato che in effetti chi fa colazione tende a essere più magro e in salute, ma non è stato trovato un nesso causale diretto tra questa abitudine e le migliori condizioni fisiche. Le origini della colazione La parola “colazione” deriva dal termine latino collatiònem, che a sua volta deriva dal participio passato del verbo cònfero, che significa contribuire. Almeno anticamente, era legata al concetto di un pasto nel quale ognuno dei partecipanti portava (conferiva) del cibo per consumarlo con gli altri. Secondo altre interpretazioni, la parola deriva dalla parola latina colàtio, nel senso quindi di cibo in forma liquida come brodi e zuppe. Il termine collationes, e quindi colazione per come lo intendiamo oggi, ebbe probabilmente origine nelle comunità dei monasteri del IV secolo: durante il primo pasto della mattina, infatti, si era affermata la tradizione tra i monaci di leggere il compendio Collationes di Giovanni Cassiano, sacerdote e fondatore di monasteri.
Saltare la colazione fa ingrassare? il "pasto più importante della giornata" è poi così importante? Sì, no, boh, forse, dicono le ricerche scientifiche.
La moda delle sneaker bianche è arrivata anche in Afghanistan: qui però non sono indossate da rapper, modelli alle sfilate, ragazzini a scuola e, in verità, da chiunque segua un minimo le tendenze, ma dai talebani. Come ha raccontato il New York Times, il gruppo radicale islamico è affezionato allo stesso modello da 30 anni. Le Cheetahs sono scarpe da ginnastica in pelle bianca che ricordano vagamente le Puma, con il collo alto e delle riconoscibili rifiniture verdi e gialle. Vengono prodotte da Servis Shoes, una delle più grandi fabbriche di scarpe del Pakistan, che nel 1983 lanciò sul mercato il suo primo marchio di scarpe sportive. Le Cheetahs infatti erano inizialmente pensate per gli atleti – molti di rilevanza nazionale fecero anche da testimonial – e solo di recente ne sono stati introdotti modelli più casual e anche per le donne: sono ancora il modello più venduto di Servis. Prima di essere associate stabilmente ai talebani, in Afghanistan vennero indossate per la loro comodità da vari gruppi di combattenti e ribelli. Per esempio il generale Khair Mohammad Timor, un ex comandante di origine uzbeka che combatté sia contro i sovietici sia contro i talebani prima di diventare nel 2011 capo della polizia di una provincia afghana, ha raccontato che più di 30 anni fa il suo superiore gli ordinò di procurare le Cheetahs per far apparire i suoi combattenti più professionali: «da allora divenne una tradizione». Nel 2013 Timor venne licenziato dal governo per la sua brutalità e nel 2015 venne accusato di violazioni dei diritti umani dall’associazione Human Rights Watch.
Anche i talebani indossano sneaker bianche. Dagli anni Ottanta un modello prodotto in Pakistan è diventato simbolo del gruppo radicale islamico, come ha raccontato il New York Times.
Negli ultimi anni in Sudafrica molte biblioteche, librerie e negozi di libri usati sono stati derubati. I numeri sono notevoli: una delle catene di librerie più grandi del paese ha detto che nel solo 2013 ha perso oltre 275 mila euro a causa dei furti. Non si parla di furti di grosse dimensioni – non è che qualcuno di notte forza le porte e carica migliaia di libri su un furgone – ma di libri rubati singolarmente dai clienti, che li fanno scivolare sotto i vestiti o dentro le borse e li portano via senza pagarli. I libri rubati sono per la maggior parte politici e religiosi, ma non mancano fumetti e romanzi. In molti sostengono che i furti non abbiano una vera ragione economica ma si possano spiegare inserendoli in un più ampio contesto sulla cultura del libro e l’apartheid in Sudafrica. Secondo quanto hanno raccontato alcuni librai e bibliotecari al giornale sudafricano Sunday Times, il libro più rubato è la Bibbia; subito dopo ci sono i testi politici, dall’autobiografia dell’ex presidente Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà, ai libri di Steve Biko, il fondatore del Black Consciou­sness Move­ment, ucciso in prigione dalla poli­zia nel 1977 durante l’apartheid – in particolare I Write What I Like. Una casa editrice sudafricana, la Jacana Media, ha addirittura lanciato una specie di collana “dei libri più rubati nelle librerie”, che comprende tra le altre cose la biografia di Thomas Sakara e quella dell’ex Negus d’Etiopia, Hailé Selassié. Nel post con con cui l’editore ha lanciato l’iniziativa c’è scritto: “Sentiamo spesso lo stesso ritornello dai librai: «Questo libro non lo ordiniamo perché lo rubano subito, lo metti sullo scaffale ed è già stato rubato». Come risolvere il problema? Hot Reads è la raccolta dei titoli più rubati, con sticker e segnalibri che lo mostrano in copertina. Speriamo di vendere molti più libri di questo genere grazie a questa iniziativa”.
Perché in Sudafrica si rubano molti libri. Li rubano persone di tutte le età ed estrazioni sociali: c'entra un retaggio dell'apartheid.
Ogni anno milioni di studenti delle scuole superiori in tutto il mondo si trovano davanti a una tabella variopinta, piena di lettere e numeri, che in un certo senso racconta tutto l’Universo. Questa testimonianza di cosa siamo e di cosa è fatto tutto è la tavola periodica degli elementi, che oggi compie 150 anni. Fu il chimico russo Dmitrij Ivanovič Mendeleev a trovare il modo di ordinare ossigeno, carbonio, ferro e tutti gli altri elementi scoperti – e ancora da scoprire – in una tabella per poterli classificare. La sua intuizione fu resa pubblica per la prima volta il 6 marzo del 1869, ma la storia della tavola periodica era iniziata assai prima e racconta molto di come funziona la ricerca scientifica: il modo in cui cerchiamo di capire il mondo. La lista di Lavoisier La maggior parte degli storici della scienza fa risalire le origini della tavola periodica agli studi condotti dal chimico francese Antoine-Laurent de Lavoisier, alla fine del XVIII secolo. Prima di fare una bruttissima fine, condannato a morte per decapitazione dal tribunale rivoluzionario francese, Lavoisier fu l’artefice di alcuni dei progressi più importanti nella ricerca scientifica del suo tempo. Insieme alla moglie Marie-Anne, dedicò molti anni allo studio degli elementi: le sostanze come l’ossigeno e il carbonio che non possono essere “smontate” per reazione chimica in altre sostanze. Lavoisier enunciò inoltre la prima versione della legge di conservazione della massa, dopo avere compreso che in una reazione chimica la somma dei pesi delle sostanze di partenza deve essere uguale a quella delle sostanze che si ottengono dopo la reazione.
La tavola periodica ha 150 anni. La gran storia di come Dmitrij Ivanovič Mendeleev pubblicò la prima versione della tabella che spiega tutto ciò che esiste.
Invece di immaginare grandi viaggi tra epoche storiche lontane o trucchi per vincere al Totocalcio sapendo già i risultati, se Alex Vanarese potesse tornare indietro nel tempo sceglierebbe di vivere negli anni Settanta ma portandosi dietro le conoscenze tecnologiche dei giorni nostri. Il motivo che spiega è semplice: rifare il design di tutti gli aggeggi elettronici adattandoli allo stile e al gusto del decennio dei pantaloni a zampa di elefante. Vanarese vive a San Francisco, si occupa di design ed è un appassionato del colore rosso, almeno così racconta sul suo sito, dove ha esposto i frutti del suo immaginifico progetto. L’idea di poter tornare negli anni Settanta si è così trasformata in una fantastica impresa grafica:
L’iPod negli anni Settanta. Se potesse viaggiare nel tempo, Alex Vanarese tornerebbe indietro di quarant'anni per ridisegnare la tecnologia di oggi.
Arlene Gottfried è una fotografa nata a Brooklyn. Dal 6 novembre al 20 dicembre, 29 sue fotografie che hanno come soggetti persone fotografate fra gli anni Settanta e Ottanta a New York saranno esposte alla galleria Daniel Cooney Fine Art – ovviamente a New York. È la prima mostra dedicata esclusivamente a Gottfried e si chiama Something Overwhelming: le foto di Gottfried sono tutte in bianco e nero e lo spazio della foto è occupato quasi esclusivamente da persone fotografate a mezzo busto o a corpo intero, a volte anche in coppia. Fra i soggetti ci sono bambini vestiti come i musicisti dei Kiss, anziane signore che saltano la corda e prestigiatori assieme ai loro animali. A Slate, Gottfried ha detto che New York all’epoca «era molto ricca e varia. Lo è ancora, in un certo senso, vedi ancora gente molto diversa, ma non è la stessa cosa. Abbiamo perso moltissimi negozietti che davano colore, conoscevi la gente che li possedeva e c’era molta più determinazione e un contesto più interessante per tutte le persone che vedevi per strada». Gottfried, dopo essersi laureata al Fashion Institute of Technology di New York, ha lavorato per un’agenzia pubblicitaria e poi si è messa a fare la fotografa freelance. Le sue foto sono apparse sulle riviste New York Times Magazine, Fortune e Life, e sul quotidiano britannico Independent. Alcune sue foto si trovano al Brooklyn Museum of Art di New York e alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi. Vive ancora a New York.
New York in bianco e nero. Le bellissime fotografie scattate da Arlene Gottfried tra gli anni Settanta e Ottanta.
La copertina dell’ultimo numero del New Yorker si intitola Mirror ed è stata disegnata dal famoso illustratore statunitense Chris Ware. Su internet è stata accompagnata da un esperimento, cioè una versione animata che racconta una storia. Ware l’ha realizzata in collaborazione con Ira Glass, conduttore del famoso programma radiofonico This American Life, che gli ha procurato una conversazione audio adatta a essere trasformata in una narrazione visuale: è un dialogo, realmente accaduto, tra Hanna Rosin – conduttrice del programma radiofonico di NPR Invisibilia ed editorialista delle riviste Atlantic e Slate – con la figlia adolescente, e mostra a partire da un piccolo episodio come sia difficile essere buoni genitori.
La prima copertina-video del New Yorker. L'ha realizzata l'illustratore Chris Ware e traduce in immagini un dialogo tra madre e figlia.
Le Nazioni Unite hanno deciso di festeggiare oggi il Day of Seven Billion, la giornata per celebrare il raggiungimento dei sette miliardi di abitanti sulla Terra. Nelle ultime settimane si è parlato molto dell’iniziativa con interessanti ragionamenti su che cosa significhi avere un mondo così popoloso, come non era mai stato prima, e con parecchie critiche nei confronti dell’ONU, accusata di aver scelto una data simbolica non sostenuta da prove scientifiche certe sull’effettivo raggiungimento del traguardo dei sette miliardi. Come ammette uno dei responsabili degli studi demografici delle Nazioni Unite, Gerhard Heilig, dire con certezza in quale giorno la popolazione mondiale possa raggiungere i sette miliardi è «una cosa senza senso». Il suo stesso ufficio conferma che le proiezioni formulate in queste settimane hanno un margine di errore pari all’uno o al due per cento. Oggi al mondo potremmo essere 56 milioni di persone in più o in meno rispetto alla cifra tonda dei sette miliardi.
Ma siamo davvero sette miliardi? forse sì, forse no, è una convenzione: stabilire con certezza il momento in cui gli abitanti della Terra superano un certo numero è impossibile.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 10.593 nuovi casi positivi da coronavirus e 541 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 23.727 (69 in meno di ieri), di cui 2.372 nei reparti di terapia intensiva (49 in meno di ieri) e 21.355 negli altri reparti (118 in meno di ieri). Sono stati analizzati in totale 108.123 tamponi molecolari e 131.979 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata dell’8,5 per cento, mentre quella dei test antigenici dell’1,1 per cento. Nella giornata di lunedì i contagi registrati erano stati 8.561 e i morti 420. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (1.230), Lazio (1.039), Puglia (995), Emilia-Romagna (993) e Campania (976).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, martedì 26 gennaio.
Dopo anni di osservazioni e scoperte di migliaia di pianeti all’esterno del nostro sistema solare (esopianeti), la NASA ha dichiarato finita la missione di Kepler, uno dei suoi più importanti telescopi spaziali: era stato studiato per durare quattro anni e invece ha fornito dati preziosi per quasi nove. Kepler ha finito il combustibile che gli consentiva di effettuare le sue esplorazioni durante l’estate. Quando i responsabili della missione se ne sono accorti, hanno impostato una modalità provvisoria per riuscire a recuperare gli ultimi dati raccolti dal telescopio, prima che potesse essere troppo tardi. Kepler è stato in seguito collocato in un’orbita sicura distante dalla Terra, dove rimarrà senza inviare nuovi dati. Lanciato nel 2009 con lo scopo di scoprire gli esopianeti in orbita intorno a stelle diverse dal nostro Sole, nella sua carriera Kepler ha osservato oltre 530mila stelle identificando migliaia di nuovi esopianeti. Ha permesso di scoprirne con certezza almeno 2.600, alcuni dei quali distanti a sufficienza dalle loro stelle di riferimento per essere adatti a ospitare forme di vita, per come le conosciamo qui sulla Terra. A inizio anno la NASA ha lanciato TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite), considerato il successore di Kepler nella ricerca di nuovi mondi.
La missione del telescopio spaziale Kepler della NASA è finita: non cercherà più nuovi pianeti.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
Un’altra notte di scontri a Terzigno. La Stampa racconta intanto le infiltrazioni criminali nella rivolta.
I libri da colorare per adulti sono una delle mode letterarie degli ultimi anni: le case editrici li pubblicano ormai su qualsiasi argomento, mentre giornali e riviste li consigliano e ne spiegano l’utilità, alimentando il fenomeno. Il Guardian va indietro nel tempo e racconta di un libro stampato in Inghilterra all’inizio del XVII secolo che conteneva illustrazioni da colorare per adulti (quei pochi ricchi che potevano permettersi di comprarlo). I disegni sono mappe dell’Inghilterra e del Galles realizzate dal cartografo e incisore William Hole (?-1624): non sono rappresentazioni in scala e realistiche, ma illustrazioni che accompagnano il poema Poly-Olbion del poeta Michael Drayton (1563-1631), che descrive la geografia inglese e le leggende legate a ogni contea in 15mila versi. Il libro sarà ripubblicato il 30 giugno in quattro diversi volumi con il titolo Albion’s Glorious Ile (cioè “La gloriosa isola di Albione”; Albione è un antico nome della Gran Bretagna) dalla casa editrice Unicorn Press, proposti come libri da colorare per adulti. La copertina del libro
La moda dei libri da colorare, nel XVII secolo. Si diffuse grazie alla stampa e agli acquerelli, come mostra la storia di un poema pubblicato nel 1612 con mappe da dipingere per distendere la mente.
Nel tardo pomeriggio di sabato 2 maggio il governo ha pubblicato le risposte a una serie di dubbi relativi al decreto del presidente del Consiglio (DPCM) del 26 aprile, che introdurrà da domani, lunedì 4 maggio, alcuni allentamenti delle misure restrittive sugli spostamenti. Il decreto – che tra le altre cose ha reso necessari alcuni chiarimenti sulle passeggiate e su chi siano i congiunti – varrà in tutta Italia; ma come successo nelle ultime settimane diverse regioni hanno preso e stanno prendendo alcune decisioni in autonomia, modificando diversi aspetti di quel che si potrà fare e di come lo si dovrà fare. Tutto questo nonostante già alcuni giorni fa il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia avesse detto che nel caso di ordinanze con parti non coerenti con il Dpcm in vigore dal 4 maggio avrebbe inviato una diffida con la richiesta di rimuoverle, preannunciando (in caso di ordinanze che allentano le misure decise dal Dpcm) anche un eventuale ricorso al Tar o alla Consulta. Di seguito riportiamo una sintesi della situazione nelle principali regioni.
Cosa stanno decidendo le regioni. Le cose da sapere su cosa si potrà fare, da domani, nelle principali regioni italiane.
L’ex ministro dello Sport Luca Lotti ha detto di essersi “autosospeso” dal Partito Democratico a causa del suo coinvolgimento nello scandalo al Consiglio Superiore della Magistratura di cui si è parlato nelle ultime settimane. Lo scandalo è nato a partire da un’indagine per corruzione sul conto di Luca Palamara, ex membro del CSM ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati. L’indagine, tra le altre cose, ha mostrato che alcuni magistrati avevano partecipato a riunioni con Palamara o con altri politici, tra cui anche Lotti (che è sotto processo a Roma per il caso CONSIP e, secondo i magistrati, avrebbe cercato di influenzare la nomina del procuratore della città). Nel messaggio con cui ha annunciato “l’autosospensione” dal partito, Lotti ha scritto che «La verità è una sola e l’ho spiegata ieri: non ho fatto pressioni, non ho influito nel mio processo, non ho realizzato dossier contro i magistrati, non ho il potere di nominare alcun magistrato», dicendo di essersi autosospeso «per il rispetto e l’affetto che provo verso gli iscritti del PD». Il regolamento del Partito Democratico prevede l’istituto dell’autosospensione, a cui può ricorrere un “iscritto sottoposto a procedimento penale” e che se non respinta comporta la sospensione dalle attività di partito. Concretamente, significa probabilmente che Lotti non parteciperà a riunioni e assemblee del PD, mentre continuerà normalmente la sua attività da parlamentare. Nei giorni scorsi, Lotti era stato criticato da alcuni esponenti del partito.
Luca Lotti si è “autosospeso” dal PD per il suo coinvolgimento nello scandalo al CSM.
L’ex CEO di Google, Eric Schmidt, ha annunciato che lascerà il consiglio di amministrazione di Alphabet, la holding che controlla il motore di ricerca, il prossimo giugno dopo averne fatto parte per 18 anni; lo scorso anno Schmidt aveva lasciato la presidenza del cda. Nella sua lunga carriera presso Google, Schmidt è stato fondamentale nel fornire aiuto e assistenza ai due cofondatori dell’azienda, Larry Page e Sergey Brin, per trasformare la società del motore di ricerca da semplice startup a una delle più grandi e ricche aziende di Internet esistenti oggi sul mercato. Mantenne la carica di CEO per dieci anni, tra il 2001 e il 2011, diventando poi presidente del consiglio di amministrazione. Schmidt non farà più parte del cda in nessuna forma, ma resterà comunque un “consigliere tecnico” della società. After 18 years of board mtgs, I'm following coach Bill Campbell's legacy & helping the next generation of talent to serve. Thanks to Larry, Sergey & all my BOD colleagues! Onward for me as Technical Advisor to coach Alphabet and Google businesses/tech, plus…..
Dopo 18 anni, Eric Schmidt lascia Google.
Come si intuiva l’altroieri, la guerra del PdL che sembrava i suoi due protagonisti principali volessero far accortamente rientrare, continua negli scontri per bande e nelle singole aggressioni. Ieri Bocchino si è dimesso, dopo qualche giorno di tentennamenti (al Post aveva detto che lo avrebbe fatto solo se si fosse votato di nuovo il capogruppo), e ha accusato Berlusconi di averlo voluto censurare a Ballarò, smentendosi anche in quel caso. Stamattina il Secolo è compatto e combattivo in difesa del compagno caduto:
“L’apertura della caccia alle streghe”. La guerra del PdL sopita tra i due leader riesplode in guerriglia tra le bande, e i finiani hanno paura.
Tre persone sono state arrestate per corruzione e truffa in un’inchiesta della procura di Roma sullo IOR, la banca vaticana. Per ora si sa ancora molto poco. Proprio pochi giorni fa Papa Francesco aveva nominato una “commissione referente” per raccogliere informazioni sulle attività dello IOR, e più volte ha parlato della necessità di riformarlo. Si tratta di un filone autonomo d’inchiesta della procura di Roma. Le accuse ipotizzate sono corruzione e truffa. Monsignor Scarano era stato indagato per riciclaggio dalla procura campana due settimane fa e sospeso. Padre Lombardi: “Santa Sede disposta a collaborare”
Gli arresti sullo IOR. Tre persone sono state arrestate - tra queste un alto prelato - e sono accusate di corruzione e truffa in un'inchiesta della procura di Roma.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, ci si iscrive qui. Sta iniziando il drammatico periodo dei dischi di Natale: una volta ne ero fan e collezionista, poi sono diventati da rarità speciali a routine prevedibili e quasi nessuno sa pubblicare niente di diverso dalla sua insignificante e prudente versione della solita manciata di canzoni. Bei tempi quando invece uscì questo, per esempio (su Spotify). Ma di quelle buone parliamo magari che sia almeno novembre. Sta per uscire un film su un pezzo della vita di David Bowie, ora c'è il trailer. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Un’altra canzone di Lucio Dalla. Con tutto quello che succede e cambia, ottobre è sempre ottobre.
Sono giornate di qualche frenesia nelle cose del PD, e i due eventi politici interni al PD più significativi degli ultimi giorni – il documento dei “giovani turchi” post-dalemiani (che potrebbe essere presto rilanciato, scrive Repubblica) e il discorso di Bersani – hanno rimesso le cose in movimento. Ieri il Corriere della Sera avanzava addirittura l’ipotesi che i veltroniani potessero lasciare il PD formando dei gruppi autonomi, sul modello di quanto fatto dai finiani con il PdL. Un gesto che avrebbe avuto conseguenze politiche drammatiche sul principale partito italiano di opposizione, e che i diretti interessati hanno smentito presto e categoricamente. Il malessere però rimane, così come la delusione per gli attacchi ricevuti dalla maggioranza che guida il partito e in generale per la direzione intrapresa dal PD. E oggi è Repubblica a ragionare sulle possibili valvole di sfogo di questo malessere, fornendo una lettura e delle ipotesi più verosimili rispetto a quella drastica offerta ieri dal Corriere della Sera.
Il piano di Veltroni. Repubblica spiega i progetti dell'ex segretario del PD: nessuna scissione, un documento-appello entro questa settimana, un libro.
Qualche anno fa si diceva che d’estate uscivano solo film brutti, perché la gente andava in vacanza e gli Oscar – passati e futuri – erano troppo lontani: i film belli erano quindi già usciti in primavera o aspettavano di uscire in autunno. Negli ultimi anni si è invece cominciato a dire che le cose sono cambiate, quando per alcune estati consecutivi sono usciti alcuni film interessanti, molti blockbuster e film d’azione, di fantascienza e di supereroi che magari non puntavano agli Oscar ma hanno comunque incassato molto. Tra le nuove uscite di questa settimana non c’è però nemmeno un film di questo tipo, e non ce n’è nemmeno uno che prima di arrivare in Italia abbia incassato molto o sia particolarmente piaciuto ai critici. Nerve è un thriller su una ragazza che finisce in mezzo a un gioco che a qualcuno ha ricordato Blue Whale (ma è tratto da un libro del 2012); Una doppia verità è un thriller giudiziario con Rene Zellweger e Keanu Reeves; Aspettando il re è tratto da un romanzo di Dave Eggers e ha come protagonista Tom Hanks. Nel 2015 il Guardian lo mise tra i film che avrebbero potuto giocarsela per qualche Oscar nel 2016. Nel 2016 uscì, piacque poco e incassò altrettanto poco. In Italia è arrivato solo ora: e quando un film ci mette così tanto a trovare il momento buono per uscire di solito non è un buon segno.
Stasera cinema? sono usciti un thriller giudiziario con Keanu Reeves, un film su un gioco online che ha qualcosa che ricorda Blue Whale e un altro con Tom Hanks.
Vera Lynn, cantante inglese celebre per le sue canzoni patriottiche e per i concerti che fece per “tenere alto il morale” delle truppe Alleate durante la Seconda guerra mondiale, è morta a 103 anni. Era soprannominata “the Forces’ Sweetheart”, per i suoi tanti concerti organizzati per l’esercito britannico al fronte in Egitto, India, Birmania, e per le canzoni di guerra che interpretò. “We’ll Meet Again”, resa famosa proprio dalla sua interpretazione, è tornata attuale dopo una citazione della regina Elisabetta II in un discorso nella fase più acuta dell’emergenza coronavirus. Lynn si chiamava in realtà Vera Margaret Welch e nacque nella periferia est di Londra nel 1917. Cantò fin da bambina, e il suo talento le procurò un lavoro già da adolescente, quando registrò i primi dischi da solista e si esibì per le prime volte in radio. Il suo successo coincise con le prime fasi della guerra, e si scoprì che era la cantante più amata dalle truppe: per questo le fu affidata una trasmissione radiofonica e fu scelta per esibirsi nei concerti organizzati per i soldati di stanza nelle colonie britanniche.
È morta Vera Lynn. Fu una cantante inglese diventata leggendaria durante la Seconda guerra mondiale, per canzoni come “We'll Meet Again”: aveva 103 anni.
Lo Smithsonian Magazine ha annunciato le foto finaliste del prestigioso concorso fotografico che organizza ogni anno dal 2004. Le 70 fotografie scelte sono state selezionate tra più di 48mila foto proposte, arrivate da 146 paesi, e sono divise in sette categorie: Natura, Viaggi, Persone, Esperienza americana, Immagini ritoccate, Immagini scattate da dispositivi mobili e Viaggi sostenibili. Fino al 27 marzo sarà possibile votare sul sito il Readers’ Choice winner, cioè l’immagine più bella secondo i lettori: il giorno dopo verrà annunciato il vincitore, che riceverà un premio di 500 dollari, insieme alla fotografia che si è aggiudicata il Grand Prize e i vincitori delle singole categorie (che riceveranno rispettivamente 2500 e 500 dollari). Dal 1970 lo Smithsonian Magazine è il mensile ufficiale dello Smithsonian Institution, un istituto di istruzione e ricerca amministrato e finanziato dal governo degli Stati Uniti con sede a Washington DC, che gestisce 19 musei negli Stati Uniti e nel mondo. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
15 foto finaliste del concorso fotografico dello Smithsonian. Scelte tra le oltre 48mila che sono state inviate da tutto il mondo al celebre istituto di Washington.
Aggiornamento delle 16:00 di lunedì 22 giugno In una conferenza stampa tenuta nel primo pomeriggio a Bruxelles, subito dopo la riunione dei ministri dell’Economia degli stati membri nell’area euro (Eurogruppo), le nuove proposte del governo greco sono state definite “ampie ed esaurienti” dalle autorità europee, una base per riavviare i negoziati che si erano fermati una settimana fa. Il problema è che le nuove proposte sono arrivate all’ultimo momento e di conseguenza non in tempo per sistemare le cose oggi: non ci sarà quindi un accordo questa sera, ma è possibile che si arrivi a qualcosa di concreto giovedì, quando si svolgerà un nuovo incontro dei leader europei. Molto dipenderà comunque dalle analisi tecniche sulle nuove proposte che saranno effettuate nelle prossime ore. — — —
Tsipras ha guadagnato tempo. L'Eurogruppo ha definito "ampie ed esaurienti" le nuove proposte del governo greco, ma serve altro tempo per analizzarle: niente accordo oggi.
Nei giorni scorsi c’è stato il primo weekend del Coachella Valley Music and Arts Festival – che conoscerete solo con “Coachella” – uno dei più famosi festival musicali del mondo, che si tiene ogni anno in due weekend consecutivi di aprile. Il Coachella, oltre a essere un’occasione in cui si esibiscono alcuni tra gli artisti più importanti al mondo, è diventato negli ultimi anni un ritrovo di influencer di Instagram e di persone che si vestono alla moda, una moda diventata un cliché, preso anche un po’ in giro. Tra quelli che si sono esibiti e sono stati fotografati ci sono i Tame Impala, Janelle Monáe, Katy Perry, J Balvin (ma hanno cantato anche Childish Gambino e Ariana Grande). A seguire un po’ di foto che rendono bene l’idea dell’atmosfera di quei giorni: colorata, psichedelica e indie, tra coroncine di fiori, occhialoni a forma di cuore, e installazioni artistiche sorprendenti. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto del primo weekend del Coachella. Ariana Grande, Janelle Monáe, Katy Perry e la solita atmosfera dell'importante festival di musica californiano.
La commissione di vigilanza sulla RAI ha nominato sette dei nove membri del nuovo consiglio di amministrazione della RAI, le cui cariche sono scadute lo scorso maggio. Le nomine sono avvenute in base alla cosiddetta “legge Gasparri” approvata nel 2004, dato che il disegno di legge proposto dal governo Renzi lo scorso marzo è stato approvato per ora solo al Senato. La legge che porta il nome dell’ex ministro delle Comunicazioni Gasparri prevede che il consiglio di amministrazione sia composto da nove membri. Sette dei nove sono nominati dalla commissione di Vigilanza (ogni membro esprime un voto, e ne spettano quattro alla maggioranza e tre all’opposizione), mentre gli altri due, e cioè il presidente e il direttore generale, sono scelti dal ministero dell’Economia e delle Finanze – cioè dal governo. Le due nomine dovrebbero arrivare domani, mercoledì 5 agosto. La nomina del presidente diventerà comunque efficace solo dopo il parere favorevole dei due terzi della commissione di Vigilanza (quindi con 27 voti su 40).
Il nuovo cda della RAI. Le facce e le storie dei sette consiglieri nominati dalla commissione parlamentare di vigilanza: domani il governo indicherà presidente e direttore generale.
Il rapper americano Kanye West, una delle più popolari e influenti celebrità dell’industria discografica mondiale degli ultimi dieci anni, sta ricevendo molte critiche per avere detto che la schiavitù degli africani in America fu «una scelta». Da qualche settimana West sta facendo parlare di sé sui media americani e sui social network, perché dopo diversi mesi in cui si era sostanzialmente ritirato dalla vita pubblica è tornato a usare Twitter prendendo posizioni controverse e inaspettate, che hanno portato diverse altre celebrità e molti fan a prenderne le distanze o a criticarlo. Intervistato nella redazione di TMZ, famoso sito di gossip americano, West ha commentato le sue ultime uscite, in cui tra le altre cose ha espresso simpatia per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e per Candace Owens, un’opinionista afroamericana famosa per avere posizioni vicine all’alt-right, l’estrema destra americana. A un certo punto, West ha detto: «Quando senti che la schiavitù è durata per 400 anni. 400 anni? Sembra una scelta».
Cosa succede a Kanye West. Ha detto che la schiavitù fu «una scelta» per gli afroamericani, portando a un nuovo livello le critiche e l'indignazione raccolte nelle ultime settimane.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente cinese XI Jinping hanno firmato sabato a Roma l’importante memorandum d’intesa tra Italia e Cina sulla “Belt and Road Initiative” (BRI), l’ambizioso progetto lanciato nel 2013 da Xi chiamato anche “Nuova via della seta”. In questi giorni Xi si trova in visita ufficiale in Italia. È arrivato a Roma alle 18.30 di giovedì, mentre sabato pomeriggio andrà a Palermo, in Sicilia, per un’altra breve tappa. Venerdì mattina aveva incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e i presidenti di Camera e Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, e partecipato a una cena di stato in suo onore in Quirinale.
Xi Jinping ha firmato l’accordo con l’Italia. Legherà l'Italia alla "Belt and Road Initiative", chiamata anche "la nuova via della Seta".
Dal 24 dicembre il noto imprenditore italiano Vittorio Cecchi Gori è ricoverato al Policlinico di Roma per via di un problema cardiovascolare. Il 25 dicembre le sue condizioni erano peggiorate, tanto che era stato trasferito al reparto di rianimazione. Ora però sembra stare meglio: ANSA scrive che Cecchi Gori «è stabile e in progressivo miglioramento», e che da ieri è cosciente e respira in maniera autonoma. Cecchi Gori ha 75 anni e si è ritirato da tempo dalla vita pubblica.
Le condizioni di Vittorio Cecchi Gori sono migliorate, dice ANSA.
La prima volta, Diego Cammarata venne eletto sindaco di Palermo al primo turno: era il 2001. Fu un successo clamoroso. Non solo sconfisse il candidato del centrosinistra, Francesco Crescimanno, ma anche Francesco Musotto, esponente di Forza Italia (passato all’Mpa) che si mise di traverso alla candidatura di Cammarata presentando una propria lista civica. Il candidato del Pdl ha ripetè poi l’impresa nel 2007, anche se con altri numeri. Contro aveva Leoluca Orlando: finì 53 a 47 per il sindaco uscente. Di negativo ci fu il calo di voti: cinque anni prima, sommando i suoi e quelli di Musotto, il centrodestra, insieme al Movimento per le autonomie di Lombardo, sfiorava il 70%. Di positivo, l’essere riuscito a battere un centrosinistra in ripresa e guidato da un candidato popolare e con consensi di lunga data. Alla fine del settembre 2008 arrivarono i primi problemi per la maggioranza guidata da Cammarata, accusato di una “gestione personalistica” del potere sia dalle opposizioni che da una parte della sua maggioranza. Problemi che ebbero il loro apice nell’astensione da parte degli otto consiglieri del Movimento per le Autonomie, fino a quel momento parte integrante della maggioranza, sul bilancio consuntivo del 2007. Voto che venne interpretato come una sfiducia da parte dell’Mpa al sindaco, che quindi ne revocò gli assessori e si pose alla guida di una giunta sostenuta da una risicata maggioranza composta dai soli Pdl e Udc.
L’instancabile Cammarata. Assediato da inchieste e nemici interni, il sindaco di Palermo azzera la giunta: una guida per capire come ci si è arrivati.
È stato annullato lo sciopero degli aerei previsto per oggi, dalle 10 alle 18. Lo sciopero del trasporto aereo è stato annullato la sera di venerdì 22 luglio il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha deciso di precettare «per motivi di ordine pubblico» il personale coinvolto. Lo sciopero avrebbe infatti rischiato di bloccare circa duemila voli, dei quali 450 solo a Fiumicino e sarebbe arrivato con poco preavviso e dopo molta confusione. Un breve riassunto: lo sciopero era stato annunciato qualche giorno fa, poi era stato spostato a un’altra data dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio e poi, il 22 luglio, quello spostamento è stato annullato dal Tar del Lazio (che aveva quindi rimesso in vigore lo sciopero, con poche ore di preavviso per i viaggiatori interessati). Alfano ha poi deciso lo “stop agli scioperi del trasporto aereo” previsti per oggi. Avrebbero dovuto scioperare alcuni dipendenti Meridiana ed ENAV iscritti ai sindacati Unica e Anpcat. Unica ha deciso di ritirare lo sciopero poco dopo la decisione di Alfano. Anpact l’aveva già fatto alcune ore prima, nel pomeriggio di venerdì 22 luglio. Resta invece in vigore lo sciopero dei treni previsto dalle 21 di sabato 23 luglio alle 21 di domenica 24.
Lo sciopero degli aerei non c’è più. Lo sciopero previsto per oggi è stato annullato ieri sera, dopo che il ministro dell'Interno Angelino aveva precettato i lavoratori del trasporto aereo.
Gianfranco Fini, uno dei politici italiani più importanti degli ultimi vent’anni, ex segretario di Alleanza Nazionale e storico alleato politico di Silvio Berlusconi, è indagato per una faccenda di riciclaggio di denaro che ha a che vedere anche con la famosa casa di Montecarlo. L’indagine in cui è coinvolto Fini – insieme a sua moglie Elisabetta Tulliani, il padre Sergio Tulliani e il fratello Giancarlo Tulliani – è la stessa che ha portato all’arresto lo scorso 13 dicembre di Francesco Corallo, soprannominato dai giornali “il re delle slot machine”, un imprenditore che si è arricchito grazie a una concessione statale ottenuta nel 2004 per installare in Italia decine di migliaia di slot machine. Ne ha scritto Paolo Biondani sull’Espresso. Gianfranco Fini è indagato per concorso in riciclaggio di una parte dei fondi neri sottratti al fisco italiano da Francesco Corallo, l’imprenditore catanese diventato il re delle slot machine statali e arrestato in dicembre alle Antille olandesi. Oggi, alle prime luci dell’alba, i militari dello Scico, il reparto antimafia della Guardia di Finanza, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, autorizzato dal giudice delle indagini su richiesta della procura di Roma, di tutte le proprietà riconducibili a tre familiari dell’ex presidente della Camera: la consorte Elisabetta Tulliani, suo fratello Giancarlo e il padre Sergio. I congiunti dell’ex leader di An sono accusati di riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti a favore di Corallo e di autoriciclaggio nel proprio interesse: reati commessi a partire dal 2008, secondo l’accusa, per un valore di oltre cinque milioni di euro. I profitti illeciti ipotizzati dai magistrati di Roma superano i sette milioni di euro.
Gianfranco Fini è indagato. Lo scrive Paolo Biondani sull'Espresso: le accuse di riciclaggio coinvolgono anche la famiglia di sua moglie e la vecchia storia della casa a Montecarlo.
Il lussuoso negozio di vini Sherry-Lehmann su Park Avenue, a New York, dice che le bottiglie più costose ormai se le comprano soprattutto i brasiliani. La settimana scorsa un cliente ha comprato trenta casse di Bordeaux del 2009. Una cassa da dodici bottiglie di Château Margaux Grand Cru Classe Premier di quell’annata costa 15.540 dollari con spedizione e consegna. Dopo le epoche dei russi e dei cinesi, secondo BusinessWeek sono i brasiliani i nuovi ricchi: per farsi un’idea di quali siano i paesi con le economie più in trasformazione bisogna girare per le zone di shopping costoso di New York e fermarsi ad ascoltare quali lingue si parlano nel negozio di Louis Vuitton tra la cinquantasettesima e la quinta, o nella hall del Jumeirah Hotel a sud di Central Park. I giapponesi un tempo erano i re dello shopping. Poi è stata la volta di coreani, cinesi e russi. Ora è l’economia brasiliana quella che sta registrando i tassi di crescita più rapidi negli ultimi 15 anni, il valore della sua moneta rispetto al dollaro è raddoppiato dal 2003. Armati di redditi enormi, i brasiliani sono arrivati a New York.
I nuovi ricchi sono i brasiliani. Il Brasile ha recuperato rapidamente dalla crisi economica e nei negozi di lusso di New York i commessi imparano il portoghese.
Non è una guerra nuova: Esselunga è tornata all’attacco di Coop. Il 18 luglio la società di Bernardo Caprotti, già autore del libro Falce e Carrello contro la Lega delle Cooperative, aveva acquistato due pagine su molti dei più importanti quotidiani italiani per accusare il Comune di Modena e la Coop Estense di aver stretto accordi per impedire a Esselunga di costruire un supermercato nella città. Ieri Esselunga si è ripetuta, comprando un’altra pagina sui giornali per denunciare quanto sarebbe successo a Livorno, roccaforte del marchio Coop. L’accusa di Caprotti è la stessa: il monopolio di Unicoop, che dopo due anni di trattative avrebbe influenzato e convinto la famiglia Fremura a venderle un terreno per la costruzione di un centro commerciale, nonostante Esselunga avesse offerto una cifra decisamente più alta, 40 milioni di euro a fronte dei 30 dei concorrenti. Il terreno è a soli 300 metri dallo storico centro commerciale Coop della città, la “Cooppona” per i livornesi, e per Esselunga riuscire ad aprire proprio lì un supermercato concorrente sarebbe stato un grosso colpo. E ancora sullo sfondo c’è una rivalità politica e geografica che in Italia incombe persino sui supermercati: le Coop delle regioni rosse contro l’industriale di destra dell’Esselunga milanese.
Esselunga contro Coop. La società di Caprotti ha comprato una pagina sui quotidiani per protestare contro il "monopolio" di Unicoop a Livorno e Modena.
Oggi è stata inaugurata la nuova stazione di alta velocità di Afragola, un comune di 65 mila abitanti che fa parte della Città metropolitana di Napoli. La stazione è stata progettata dall’architetta irachena naturalizzata britannica Zaha Hadid, morta nel marzo 2016. È costata 60 milioni di euro e funzionerà come stazione d’appoggio per Napoli Centrale. Dalla prossima domenica verrà attraversata da 36 treni al giorno, 32 dei quali, dopo aver sostato ad Afragola, proseguiranno fino alla stazione centrale di Napoli. Afragola sarà servita dai treni che percorrono la Torino-Salerno, oltre che quelli diretti verso Venezia e Reggio Calabria. All’inaugurazione erano presenti il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio e il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, oltre ai dirigenti delle Ferrovie dello Stato e il sindaco di Afragola, Domenico Tucillo.
La nuova stazione dell’alta velocità di Afragola. È stata inaugurata oggi, l'ha progettata Zaha Hadid e ci passeranno 36 treni al giorno.
Oggi, venerdì 22 febbraio, al Guggenheim Museum di New York verrà inaugurata la prima mostra del “Guggenheim UBS MAP Initiative Global Art“, un progetto che individua tre grandi regioni geografiche – Sud e Sud-Est asiatico, America Latina, Medio Oriente e Nord Africa – e prevede per ognuna di queste regioni, oltre che una grande mostra, programmi educativi per il pubblico, residenze per curatori, mostre itineranti internazionali e, soprattutto, grandi acquisizioni per la collezione permanente del museo. Le tre mostre sono sostenute finanziariamente dai servizi bancari e finanziari del gruppo UBS e costeranno circa 40 milioni di dollari. La prima delle tre mostre, che resterà aperta fino a maggio 2013, si intitola “No Country” ed espone opere di 22 artisti e collettivi considerati tra i più interessanti e innovativi del Sud e Sud-Est asiatico. La mostra presenta pittura, scultura, fotografia, video, opere su carta e installazioni, la maggior parte delle quali saranno in mostra negli Stati Uniti per la prima volta: parlano di etno-nazionalismo, colonizzazione, globalizzazione, identità nazionale. Tutti i lavori sono stati di recente acquisiti dalla collezione Guggenheim. Tra gli autori ci sono il filippino Poklong Anading, il pakistano Bani Abidi, l’indonesiano Arin Dwihartanto Sunaryo, la thailandese Araya Rasdjarmrearnsook, il vietnamnita Tran Luong. Alcune delle loro opere e di altri autori di “No Country” sono nelle foto che seguono, la lista completa è sul sito del Guggenheim.
No Country, al Guggenheim. Le foto della mostra che apre oggi a New York, solo con opere di artisti del sud e sud-est asiatico (ed è una scelta che ha molti significati).
Giovedì 22 ottobre la Guardia di Finanza ha eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare nei confronti di dirigenti e funzionari dell’ANAS a Roma, dove si trova la Direzione generale della società. L’ANAS è di proprietà dello Stato e gestisce buona parte delle strade e delle autostrade italiane. Sono stati arrestati anche alcuni imprenditori titolari di aziende appaltatrici di opere pubbliche, un avvocato e un ex sottosegretario del ministero delle Infrastrutture: Luigi Meduri, del PD. Sui giornali di oggi ci sono un po’ di novità sull’inchiesta e dettagli maggiori rispetto a quanto diffuso ieri. Durante una conferenza stampa, il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il comandante provinciale della Guardia di Finanza Giuseppe Magliocco hanno parlato di una «rete molto diffusa», di un «sistema collaudato» e di una «cellula criminale all’interno di ANAS» che funzionava attraverso un sistema triangolare: ANAS, imprese e mediazione politica. A capo di questa organizzazione ci sarebbe stata Antonella Accroglianò, dirigente responsabile del coordinamento tecnico amministrativo di ANAS. Su di lei e su Meduri i giornali di oggi raccontano diversi particolari, riportando stralci e video delle intercettazioni telefoniche e ambientali della Guardia di Finanza.
Le ultime sull’inchiesta ANAS. Cosa raccontano i giornali di oggi dell'indagine sulla corruzione negli appalti di una delle più importanti aziende controllate dallo Stato.
Il film Music, il primo diretto dalla cantante australiana Sia e candidato al Golden Globe, è stato estesamente e ripetutamente criticato sui social network e su internet per il modo in cui rappresenta l’autismo, portando la regista a scusarsi, a disattivare il suo profilo Twitter e a eliminare alcune scene particolarmente contestate nelle future versioni del film, che nei prossimi giorni uscirà in streaming negli Stati Uniti e in Europa. Il film ha per protagonista Kazu, una donna con problemi di dipendenza che diventa tutrice legale della sua sorellastra, che si chiama Music ed è autistica “non verbale”, nel senso che potrebbe parlare ma non lo fa. È una possibilità, tra gli autistici, ma solo una delle tante fra i vari “disturbi dello spettro autistico”, una categoria che comprende vari sintomi con diversi gradi di intensità. Kazu è interpretata da Kate Hudson (anche lei candidata come miglior attrice) e a recitare la parte di Music è la diciottenne Maddie Ziegler.
Il criticato film di Sia con una protagonista autistica. La cantante australiana ha passato mesi a difenderlo, ma ora che è stato candidato al Golden Globe si è scusata.
A partire dal prossimo anno Starbucks applicherà alcuni filtri alle reti WiFi nelle sue caffetterie per bloccare i contenuti pornografici ed espliciti. La novità sarà introdotta inizialmente negli Stati Uniti e in seguito diffusa nel resto del mondo. In passato Starbucks era stata criticata da diverse associazioni per non fare abbastanza per tutelare i propri clienti, soprattutto se minorenni, escludendo l’accesso a contenuti su Internet non adatti a loro. La società non ha ancora fornito molti dettagli sui filtri che impiegherà, che di solito non si rivelano completamente affidabili per limitare la visione di determinati contenuti. McDonald’s, altra catena della ristorazione che offre l’accesso gratuito al WiFi ai propri clienti, ha avviato un’iniziativa per bloccare contenuti espliciti e pornografici un paio di anni fa, con alterni successi.
Starbucks bloccherà il porno sulle reti WiFi delle sue caffetterie.
Quando arrivo per la prima volta in una città, soprattutto in quelle piccole, non sono mai distratto, cerco di capire la toponomastica, studio le carte, leggo i libri degli scrittori e gli storici che l’hanno abitata o ci sono nati, e poi do una scorsa a tutti i giornali locali. Mi diverte capire cosa accade in quel preciso momento, così come mi attrae molto la cronaca nera. Ricordo che una delle prime volte che arrivai a Ravenna lessi di una badante impazzita che aveva ucciso un vecchio perché credeva fosse posseduto dal demonio, e la cosa mi inquietò parecchio. Un luogo è come una persona, cogli le cose più vere dai primi sguardi, nel momento in cui i nervi sono scoperti e l’istinto è in agguato. Quando ritorni quel primo sguardo l’hai già perso, ma ti condizionerà per sempre, come accade con le persone. Di Ravenna mi colpì subito il centro storico separato completamente dal resto, come se il teatrino ufficiale della vita cittadina fosse il dedalo di piccole vie e monumenti dove potevi incontrare a passeggio molti turisti stranieri con le guide in mano, come se si volesse rappresentare solo il bello, la prosperità e la civiltà di quella zona dell’Italia dove il Pci ha un tempo creato la ricchezza, il benessere e la democrazia. Di questo passato glorioso credo resti solo la mossa, la coazione a ripetere, la recita, una finzione ipocrita e buffa. Quello che scriveva Pier Paolo Pasolini del Pci, se pensiamo ai suoi eredi più prossimi, fa sorridere: «Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico». Mi sono chiesto anche perché Michelangelo Antonioni avesse girato proprio qui Deserto rosso, un film sulla disumanità della civiltà industriale, il rapporto schizofrenico tra gli uomini e le macchine, con quei rumori cervellotici perfettamente centrati: una sinfonia di ingranaggi, e i fumi, gli sbuffi dei silos negli stabilimenti, i robot nelle case. In quel film Ravenna resta un po’ irreale, anche se certe suggestioni di luoghi ci sono ancora oggi, nella parte più selvaggia della città che è fuori dalle mura antiche. Ho pensato che forse in quel film si nasconde il segreto di questo posto, qualcosa di molto profondo, inafferrabile, che non potrò mai capire neanche venendo qui mille volte..single-post-new article figure.split-gal-el .photo-container .arrow::after{content:' FOTO'} #gallery-5{margin:auto}#gallery-5 .gallery-item{float:left;margin-top:10px;text-align:center;width:20%}#gallery-5 img{border:2px solid #cfcfcf}#gallery-5 .gallery-caption{margin-left:0} Il mio hotel preferito comunque è il Byron. Arredamento semplice e sobrio, umanamente funzionale. Un albergo può diventare una specie di seconda casa, ti affezioni, conosci le sue stanze a menadito, le reclami al telefono, sai a memoria i corridoi, l’ascensore, così come le donne ucraine o russe che puliscono al primo o al secondo piano, le cameriere bosniache o macedoni, il ragazzo tuttofare polacco e impacciato, hai parlato più volte con le signore della hall che sanno già chi sei, hai raccontato loro che stai scrivendo un libro, e una di queste, una donna minuta con i capelli raccolti e gli occhiali dalla montatura classica, probabilmente di origini meridionali, ti ha pure detto che nel 1987 dentro quella nave ai cantieri Mecnavi, in quella gasiera, ci è morto un ragazzo col quale si vedeva e andava a ballare, un tipo molto simpatico, e lei non potrà più dimenticarla quella storia, per quanto, tanto o poco, le resta da vivere. E ti ha detto pure che la sua è una questione privata, se la tiene per sé, non ti rilascerà nessuna intervista. Non saprai mai chi era quel ragazzo, anche se ti è venuta la fantasia di immaginarlo, ti resterà questa curiosità fortissima e vorresti violare ogni possibile privacy. La mattina nella sala dove servono la colazione, una stanza piccola ma molto accogliente e quasi mai troppo affollata, c’è sempre qualche assonnato signore inglese, tedesco o americano arrivato in città attratto dalla meraviglia dei mosaici; di quelli con la camicia a scacchi di flanella e le bretelle, un’aria scettica e vaga da Monsieur Hulot, un po’ bradipi insomma. E ti diverti a osservarli mentre mangiano con gesti lenti, meticolosi le loro uova strapazzate e bevono impassibili tazze di caffè bollenti.
“Lavoravano come topi”. La storia dell'incidente del 1987 al porto di Ravenna in cui morirono tredici persone, nel nuovo libro Il costo della vita di Angelo Ferracuti.
Negli ultimi anni, con l’aumento della popolarità delle neuroscienze, sono diventati sempre più comuni i giochi e i test per fare ginnastica mentale, anche chiamata allenamento cognitivo: l’idea è che si possano potenziare le proprie capacità mentali eseguendo compiti specifici, come calcoli semplici nel minor tempo possibile o esercizi di memoria. Giochi simili si possono scaricare sugli smartphone (ce ne sono anche sul sito dell’edizione italiana di Wired) e alcune delle aziende che li progettano sostengono che usarli serva a contrastare l’invecchiamento del cervello e l’insorgere di forme di demenza. Le prove sull’efficacia di questi giochi però non sembrano così convincenti, stando a un articolo di revisione di 400 studi sull’argomento fatti fino al 2015 pubblicato nel numero di ottobre della rivista scientifica Psychological Science in the Public Interest con il titolo Do “Brain-Training” Programs Work?, cioè “I programmi per allenare la mente funzionano?”. Secondo l’articolo, realizzato da sette psicologi americani e britannici, nessuno di quei 400 studi è stato realizzato seguendo metodi scientifici rigorosi quando si trattava di mettere a confronto persone che avevano usato i giochi di allenamento cognitivo e persone che non lo avevano fatto. Alcuni studi avevano fatto test su troppe poche persone per essere affidabili oppure sono stati realizzati usando metodi statistici discutibili; in alcuni casi le attività alternative scelte per i gruppi di controllo – quelli che nei test scientifici non usano ad esempio i medicinali di cui si vuole testare l’efficacia, ma dei placebo – non avevano nulla a che fare con i giochi di cui si voleva testare l’efficacia, e quindi non potevano essere considerati placebo adeguati.
I giochini per allenare la mente servono davvero? non c'è nessuno studio scientifico affidabile che lo dimostri: forse ci rendono semplicemente più bravi a fare i giochini.
Elton John è “l’ospite internazionale” della prima serata del Festival di Sanremo 2016 (quella di quest’anno è la 66esima edizione del “Festival della Canzone Italiana”). Elton John è uno dei musicisti più famosi al mondo: dal 1962 ha venduto più di 400 milioni di dischi in 53 anni di carriera. È stato uno dei primi musicisti famosi a livello mondiale a dichiarare la sua omosessualità e da anni interviene a favore dei diritti delle persone omosessuali e in diverse iniziative di beneficenza. Nel 1998 è stato nominato Cavaliere dalla regina Elisabetta, quindi è “Sir Elton John”. Ed è appena uscito il suo nuovo disco. Queste sono le sue migliori 14 canzoni secondo Luca Sofri, peraltro direttore del Post, come le aveva scelte per il suo libro “Playlist”. Più che un cantante, un personaggio della storia del mondo. Il campione dello strappacore internazionale, con un curriculum da perdonargli tutte le sbandate più recenti. Per i primi anni ha scritto più grandi ballate d’amore lui dei Beatles; per i successivi ne ha scritte di più Luca Carboni. Macchietta della trasgressione e principe del kitsch, ma è stata di nuovo una sua canzone ad animare uno dei film più piacevoli sugli anni ruggenti del rock.
Le canzoni più belle di Elton John, già che ci siamo. Se vi torna voglia dopo averlo visto a Sanremo 2016, o se siete molto giovani.
Il presidente del Partito Democratico Rosy Bindi è stata contestata durante un’intervista pubblica da parte di Federico Geremicca della Stampa alla Festa dell’Unità di Roma. Bindi si è arrabbiata soprattutto per i modi delle proteste, e ha risposto: il confronto diventa più teso dopo il minuto 15.
Rosy Bindi litiga con i contestatori a Roma. Il dibattito alla Festa dell'Unità e il confronto con chi protestava sulle scelte del PD sui matrimoni gay.
Da qualche giorno sta circolando online una poesia scritta dal grande cantautore canadese Leonard Cohen, morto nel 2016, e contenuta nella raccolta postuma appena uscita The Flame. La poesia si chiama “Kanye West non è Picasso”, e in molti la stanno condividendo e commentando come una specie di sagace critica al rapper americano, da mesi contestato e criticato per una serie di uscite – spesso confuse e ingenue – in favore del presidente degli Stati Uniti Donald Trump o su altri temi controversi. Non possiamo sapere esattamente cosa volesse dire Cohen con la poesia, ma ci sono buoni motivi per pensare che le cose non stiano proprio così. “Kanye West Is Not Picasso” by Leonard Cohen, from Cohen’s new book ‘The Flame.’ pic.twitter.com/w5lUfkjdYv
La poesia di Leonard Cohen su Kanye West. Sta circolando sui social network per prendere in giro il rapper, ma è del 2015 e probabilmente aveva un altro intento.
È stato diffuso ieri dalla Warner Brothers Pictures il primo trailer di Creed, lo spinoff della saga di Rocky che racconta la storia di Adonis Creed, figlio di Apollo Creed, co-protagonista dei primi due film della serie. Il trailer di Creed mostra il giovane pugile Adonis Creed mentre va a visitare il locale dell’ormai ritirato Rocky Balboa per ricostruire la vita di suo padre, che nella storia è morto durante un combattimento contro il pugile sovietico Ivan Drago (raccontato in Rocky IV) e che Adonis non ha mai conosciuto. Quello che si capisce è che Rocky diventa l’allenatore e il mentore di Adonis Creed e lo prepara a un incontro di pugilato con il campione in carica. Nei primi due film della serie Apollo Creed era il grande avversario del giovane pugile Rocky Balboa, ma i due erano diventati grandi amici dopo due epici incontri di boxe. Nel nuovo film, oltre a Sylvester Stallone che interpreta Rocky, c’è l’attore Michael B. Jordan, che interpreta Adonis Creed e che i fan di The Wire dovrebbero riconoscere (così come un altro suo allenatore che si vede nel trailer). Creed uscirà in autunno negli Stati Uniti.
Il trailer di “Creed”, lo spinoff di Rocky. Racconta la storia del figlio di Apollo Creed, pugile anche lui, che chiede a Rocky Balboa di allenarlo.
Ferrero ha prodotto un nuovo spot nel quale promuove la qualità dei suoi prodotti, alcuni dei quali contengono olio di palma, un grasso naturale molto impiegato nell’industria alimentare e ultimamente al centro di un ampio dibattito in Italia sulla sua sicurezza. Lo spot di Ferrero – una delle più grandi aziende dolciarie del mondo con sede e stabilimento principale ad Alba in provincia di Cuneo (Piemonte) – è stato realizzato con la collaborazione dei dipendenti che mostrano con quali criteri si selezionano le materie prime per la preparazione dei prodotti, compresi i frutti della palma da olio. Dalla loro spremitura e raffinazione si ottiene un grasso vegetale, che ha diverse caratteristiche in comune con il burro, un altro grasso saturo, ma con il vantaggio di essere insapore e quindi più adatto al suo impiego nella produzione dei dolciumi e più in generale dei prodotti da forno. L’olio di palma è un ingrediente fondamentale della Nutella, il prodotto di Ferrero più conosciuto, e per questo l’azienda ha avviato una serie di iniziative di informazione sulle sue caratteristiche, per contrastare la campagna di demonizzazione di questo olio vegetale soprattutto nel nostro paese. Preoccupate delle insicurezze di chi è meno informato, alcune aziende come Barilla hanno iniziato a promuovere i loro prodotti dicendo esplicitamente che non contengono olio di palma. L’olio di palma fa male? Il tema è dibattuto da anni e a oggi non ci sono in letteratura scientifica indicazioni per dire che l’olio di palma faccia male in assoluto. Questo naturalmente non significa che se ne può mangiare in grandi quantità: è un grasso saturo, va consumato con moderazione come già facciamo con il burro. Un abuso di grassi saturi può aumentare il rischio cardiovascolare, ma il problema è appunto l’eccesso e non il tipo di grasso saturo ingerito. Molti nutrizionisti consigliano di non assumere più del 10 per cento di calorie derivanti da questi grassi ogni giorno, proprio per consentire all’organismo di smaltirli correttamente. Anche se il tema è molto dibattuto tra i ricercatori, alcuni studi hanno evidenziato che chi consuma molto olio di palma tende ad avere livelli più alti di colesterolo nel sangue, ma non è stato rilevato un aumento del colesterolo cattivo. I detrattori sostengono che l’olio di palma contribuisca all’obesità, proprio perché viene impiegato per la produzione di merendine e altri prodotti da forno consumati dai bambini. In realtà finora nessuna ricerca scientifica ha dimostrato con certezza una correlazione tra il consumo di olio di palma e questa patologia. Il rischio di diventare obesi dipende soprattutto dalle quantità di dolciumi e altri prodotti da forno consumati, non necessariamente dal tipo di grasso utilizzato per l’impasto. La torta della nonna con una montagna di burro da questo punto di vista può fare tanti danni quanto un dolce con olio di palma confezionato, se consumata in quantità eccessive rispetto alle necessità del bambino. Lo stesso vale per il cancro e il diabete: a oggi non sono stati prodotti studi convincenti per avvalorare la tesi secondo cui un consumo normale di olio di palma aumenti il rischio per queste malattie.
Lo spot di Ferrero sui suoi prodotti e l’olio di palma. È la prima pubblicità in cui affronta il dibattito degli ultimi mesi sul grasso vegetale, e la demonizzazione che ne è seguita.
Martedì sera è morta Nora Ephron, famosa soprattutto come regista e sceneggiatrice, ma anche scrittrice, saggista, giornalista, columnist del New York Times, ultimamente blogger dello Huffington Post, e nota intellettuale liberal newyorkese. Ephron aveva 71 anni ed era malata da tempo di leucemia. Nora Ephron era nata il 19 maggio 1941 a Manhattan da una famiglia di sceneggiatori ebrei; era la più grande di quattro sorelle, tutte diventate scrittrici. Dopo la laurea nel 1962 e uno stage alla Casa Bianca (“l’unica stagista con cui Kennedy non ci ha provato”, disse poi), iniziò a lavorare come giornalista, prima a Newsweek e poi al New York Post e a Esquire dove divenne popolare per la sua scrittura ironica, diretta e divertente. Fu sposata con lo scrittore Dan Greenburg da cui divorziò nel 1976; nello stesso anno sposò Carl Bernstein, il giornalista del Washington Post che insieme a Bob Woodward fu autore dell’inchiesta sullo scandalo Watergate, che nel 1974 portò alle dimissioni del presidente Richard Nixon (Ephron fu anche coinvolta in una prima scrittura della sceneggiatura di Tutti gli uomini del presidente, da cui iniziò la sua carriera col cinema). Dopo il divorzio Ephron raccontò per anni che Gola Profonda – lo pseudonimo usato da Woodward per indicare il suo informatore all’interno delle istituzioni americane che lo aiutò nell’inchiesta – fosse il vicedirettore dell’FBI Mark Felt, cosa che lui successivamente ammise nel 2005.
È morta Nora Ephron. Aveva 71 anni, aveva scritto "Harry ti presento Sally" e diretto "Insonnia d'amore" e "Julie & Julia": e fatto molte altre cose.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
L’aeroporto di Ciampino è stato chiuso temporaneamente a causa del ritrovamento di ordigni bellici.
Tre sindacati hanno indetto uno sciopero nazionale per piloti, assistenti di volo e personale ENAV – l’ente statale che fornisce servizi per il traffico aereo – per martedì 22 settembre, dalle 13 alle 17. Lo sciopero è stato organizzato dai sindacati Anpcat, Licta e Fata-Cisal (quest’ultimo, però, lo ha rinviato al 24 novembre). Lo sciopero non riguarderà i voli che arrivano e partono dagli aeroporti di Milano: Linate, Malpensa e Orio al Serio. Lo sciopero è stato indetto per protestare contro la possibile privatizzazione di ENAV e l’impiego di personale straniero in Alitalia. Nelle stesse ore altri sindacati hanno organizzato uno sciopero del personale dell’aeroporto di Bari, in Puglia. Questa è la pagina dei voli garantiti gestita dall’ENAC. Non è ancora chiaro quale sarà la dimensione dello sciopero. Qui ci sono le informazioni su orari e personale coinvolto, da controllare anche in caso di possibile variazione dell’orario di sciopero.
Lo sciopero degli aerei di martedì 22 settembre. Durerà dalle 13 alle 17 ma non interesserà gli aeroporti di Milano: le cose da sapere.
Il completamento della Ferrovia Transiberiana – la più lunga del mondo, con un percorso di 9.829 chilometri tra Mosca e Vladivostok, sull’Oceano Pacifico – avvenne il 5 ottobre del 1916, esattamente cento anni fa. Il nome “Transiberiana” viene dal fatto che la ferrovia raggiunge la regione della Siberia, ma per gran parte della sua lunghezza non è tecnicamente transiberiana, attraversando molte altre zone della Russia. I lavori per realizzare la linea sono durati venticinque anni,la sono, escludendo i dieci anni che occorsero per la sola progettazione: alla fine, nel 1916 fu possibile percorrerla per la prima volta senza interruzioni. La tratta rese finalmente agevoli i collegamenti merci e passeggeri tra l’est e l’ovest della Russia e portò allo sviluppo economico della Siberia, una regione che fino a quel momento era difficilmente raggiungibile anche via strada.
Il completamento della Ferrovia Transiberiana ha un secolo. Il tracciato della linea ferroviaria più lunga del mondo, da Mosca a Vladivostok, fu completato nel 1916: per costruirla ci erano voluti venticinque anni.
Il 22 novembre del 2010 Thomas Dixon, statunitense oggi di 29 anni, fu investito da un’automobile mentre correva vicino alla casa dei suoi genitori, nei dintorni di Philadelphia. Rimase una settimana e mezzo in terapia intensiva: i medici non sapevano se sarebbe sopravvissuto o meno. Il suo cervello non aveva perso sangue né si era gonfiato: nonostante questo, come ha raccontato lo stesso Dixon, i medici si accorsero abbastanza velocemente che non tutto era a posto. Dixon aveva subito dei danni alla propria capacità mnemonica: tutt’oggi non riesce a ricordare cosa sia successo due giorni prima: «Non posso nemmeno dire con certezza di sapere cosa mi sia successo ieri». La patologia di cui soffre Dixon, come spiega un articolo del magazine online NewsWorks, è differente dalla costante perdita di memoria a breve termine rappresentata in film come 50 volte il primo bacio o Memento: la memoria di Dixon non viene “resettata” ogni giorno. Ad essere danneggiata è la sua memoria episodica: cioè, come spiega lo stesso Dixon, «paragonando la propria vita a una serie televisiva, è la capacità di ricordare cos’è contenuto in ogni singolo episodio», quindi fatti precisi accaduti anche solo alcune ore prima.
L’uomo che usa Twitter per ricordarsi le cose. Thomas Dixon ha avuto un incidente quattro anni fa e ancora oggi dimentica cose che gli sono successe il giorno prima: su Twitter si segna quanti caffè ha bevuto e con chi ha parlato.
Martedì 6 maggio alla Triennale di Milano si inaugura una mostra dedicata all’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha, che nel 2006 ha vinto il prestigioso Pritzker Prize, consegnato ogni anno alle figure più rilevanti dell’architettura contemporanea internazionale. L’esposizione raccoglie 150 fotografie, insieme a progetti e schizzi, disegni artistici, plastici, volumi conservati nella sua casa e video girati appositamente per l’evento. Gran parte del materiale proviene dallo studio dell’architetto. La mostra, a cura di Daniele Pisani, resterà aperta fino al 31 agosto. Paulo Mendes da Rocha nacque nel 1928 a Vitória, capitale dello stato brasiliano Espírito Santo. Studiò architettura alla facoltà di San Paolo e iniziò a progettare edifici dal 1957. Fu influenzato dal lavoro di João Batista Vilanova Artigas, il più importante architetto modernista brasiliano, e divenne presto uno dei principali esponenti della scuola Paulista. Il movimento prendeva a modello gli insegnamenti di Mies van der Rohe, si contrapponeva alle linee curve della scuola carioca, impersonata per esempio da Oscar Niemeyer, e realizzava edifici in cemento armato e acciaio, caratterizzati da forme massicce e linee rigorosamente geometriche. L’utilizzo del cemento armato permetteva anche di costruire in breve tempo e a costi ridotti, e molti suoi lavori avevano un intento e un’importanza sociale. Tra le sue opere più importanti e dibattute ci sono il museo brasiliano di scultura e il portico nella Praça do Patriarca, entrambi a San Paolo. Mendes da Rocha è diventato famoso a livello internazionale soprattutto dopo il 2000: l’anno successivo ha vinto l’importante Premio Mies van der Rohe per l’America Latina per il progetto di ristrutturazione della Pinacoteca dello Stato di San Paolo, e nel 2006 il Premio Pritzker.
Le architetture di Paulo Mendes da Rocha. Fotografie, disegni e plastici di uno dei più importanti architetti brasiliani del Novecento – famoso per il suo rigore geometrico – scelti tra quelli in mostra a Milano.
Cinque anni fa morì Heath Ledger, attore e regista australiano nato a Perth nel 1979 e morto a New York il 22 gennaio nel 2008, a 28 anni, per un avvelenamento causato dagli effetti combinati di alcuni farmaci che l’attore stava prendendo dietro prescrizione medica. Ledger era considerato uno degli attori più promettenti della sua generazione. Heath Ledger aveva iniziato molto presto la sua carriera nel cinema: a 16 anni si era trasferito a Sydney per studiare recitazione e dopo qualche anno si era trasferito negli Stati Uniti. A vent’anni ottenne una parte da protagonista nel film 10 cose che odio di te e l’anno successivo nel film di Mel Gibson Il patriota, ottenendo molto successo. Nel 2005 recitò in ben tre film, tutti presentati al Festival del Cinema di Venezia di quell’anno: I fratelli Grimm e l’incantevole strega di Terry Gilliam, Casanova di Lasse Hallstrom e il film vincitore del festival, I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee, per il quale venne nominato all’Oscar per il miglior attore protagonista. Sul set di questo film iniziò una relazione con Michelle Williams, attrice anche lei.
Heath Ledger, cinque anni dopo. Le foto più belle dell'attore australiano morto a 28 anni e i video dei film per cui lo ricorderemo, due su tutti.
È stato diffuso dal TGR Liguria il primo video che mostra l’impatto tra la nave Jolly Nero, una nave mercantile lunga 239 metri, e la Torre Piloti al Molo Giano del Porto di Genova, una moderna struttura di controllo del porto costruita nel 1996. L’incidente è avvenuto alle 23 dello scorso martedì: la torre è crollata, finendo in mare insieme alle 13 persone che vi si trovavano in quel momento. Sette persone sono morte, una è ancora dispersa.
Il video dell’incidente di Genova. Mostra la nave Jolly Nero avvicinarsi e toccare la Torre Piloti, che crolla.
John Matze, amministratore delegato e co-fondatore del social network Parler, molto popolare nella destra americana, ha scritto su Linkedin di essere stato licenziato. In una nota destinata ai suoi ex colleghi, ottenuta e diffusa da FoxNews, Matze ha detto che la decisione è stata presa dal consiglio di amministrazione del social network, presieduto da Rebekah Mercer, ricca imprenditrice e sostenitrice del Partito Repubblicano, senza che lui venisse coinvolto. Matze ha spiegato che negli ultimi mesi aveva «incontrato una resistenza costante» alla sua visione del prodotto, alla sua «forte fiducia nella possibilità di parlare liberamente» (free speech) e al modo in cui riteneva che Parler dovesse essere gestito, citando per esempio un approccio alla moderazione dei contenuti che lui riteneva «più efficace». Matze ha anche detto che si prenderà qualche settimana di tempo prima di cercare nuove opportunità di lavoro. L’11 gennaio Amazon aveva disabilitato i server di sua proprietà che ospitavano Parler, rendendo il social network offline e quindi inattivo. Amazon aveva spiegato che Parler non moderava adeguatamente i contenuti dei suoi utenti. Già dalla domenica precedente Apple e Google avevano rimosso dai loro App Store l’applicazione del social network, che alcuni sostenitori del presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump avevano usato per organizzare l’attacco al Congresso statunitense del 6 gennaio.
Il CEO e co-fondatore di Parler, John Matze, è stato licenziato.
Lee Kun-hee, presidente di Samsung e una delle persone più ricche al mondo, è morto a Seul (Corea del Sud) sabato 24 ottobre: aveva 78 anni. Lee trasformò la piccola azienda del padre in una gigantesca multinazionale, attiva nei campi delle assicurazioni, delle spedizioni e in seguito nella tecnologia di consumo: dagli elettrodomestici ai computer passando per gli smartphone. Secondo Forbes, con un patrimonio di circa 17,7 miliardi di euro, Lee era la persona più ricca della Corea del Sud e tra le 40 più ricche al mondo. La famiglia non ha fornito molti dettagli sulle circostanza del decesso, ma Lee era da tempo malato e nel 2014 aveva avuto un attacco di cuore e successivi gravi problemi di salute. Nel 2008 aveva rassegnato le proprie dimissioni da Samsung Group in seguito a uno scandalo per la presunta gestione illecita di alcuni fondi, ed era poi tornato alla guida del gruppo un paio di anni dopo. Da diverso tempo la gestione dell’azienda è responsabilità del figlio Lee Jae-yong, che negli ultimi anni ha però avuto diversi problemi con la giustizia per corruzione.
È morto Lee Kun-hee, a lungo a capo di Samsung.
In Italia si è tornati a parlare di legge sulle unioni civili e diritti alle coppie di fatto. Lo si è fatto in un modo piuttosto italiano – cioè in una serie di inutili e pretestuose polemiche agostane – ma è già qualcosa, visto che negli ultimi due anni il tema era stato praticamente cancellato dall’agenda politica di questo paese. Pochi giorni fa il deputato Benedetto Della Vedova, finiano ed ex radicale, aveva detto che il neonato gruppo di Futuro e libertà avrebbe provato a rilanciare in parlamento una proposta di legge sulle coppie di fatto. «È assolutamente grottesco», ha detto Della Vedova, «che l’Italia resti l’ultimo paese d’Europa che non ha una legge civile sulle coppie di fatto anche gay». Sono seguite le scontate e rituali scomuniche da parte di Gasparri, Giovanardi e Binetti, ma Della Vedova ha promesso un’iniziativa parlamentare al ritorno delle vacanze e quindi staremo a vedere. Ne approfittiamo intanto per un riepilogo generale delle soluzioni discusse in Italia fino a questo momento per affrontare e risolvere la questione.
La legge che non arriva mai. Si torna timidamente a discutere di unioni civili: la prima proposta in Italia risale al 1986, da allora non è cambiato granché.
Facebook ha realizzato uno spot che si chiama “Say Love You Better” per fare pubblicità a Messenger, il suo sistema per inviarsi messaggi e altri contenuti attraverso applicazioni per smartphone e tablet, o tramite la versione per browser di Facebook su computer. Lo spot mostra efficacemente le cose che si possono fare con Facebook Messenger, in un modo piuttosto creativo, e per ora è stato mostrato sugli schermi di aeroporti e stazioni nelle aree di Los Angeles (California) e di Chicago (Illinois). In futuro potrebbe essere trasmesso durante particolari eventi televisivi o comunque in altre zone degli Stati Uniti.
Lo spot di Facebook per il suo Messenger. Mostra le cose che si possono fare con l'applicazione, in modo piuttosto fantasioso.
Alla fine di settembre, un gruppo di scienziati annunciò che i risultati di un esperimento in corso da tre anni tra i laboratori del CERN di Ginevra e quelli dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) del Gran Sasso, in Italia, sembravano mostrare che i neutrini potessero viaggiare a velocità maggiori di quella della luce. I responsabili dell’esperimento hanno detto che questo sarà ripetuto nelle prossime settimane con alcune importanti modifiche, per verificare l’affidabilità dei primi risultati. Questi vennero annunciati con molte cautele il 23 settembre, ma la notizia venne ripresa molto rapidamente in tutto il mondo, date le conseguenze potenzialmente rivoluzionarie della scoperta per la fisica moderna: la velocità della luce è un limite posto alla velocità di tutte le particelle dalla teoria della relatività ristretta formulata da Albert Einstein nel 1905.
Il nuovo esperimento dei neutrini. Entro fine novembre la scoperta sulla velocità dei neutrini sarà verificata e messa alla prova, facendo qualche cambiamento.