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http://miradoloterme.blogolandia.it/2009/01/29/miradolo-terme-12ma-gara-di-scopa-dassi-64-coppie/
This error message has now been deleted from the cache.The WWWOFFLE server was unable to complete the request for this URL due to a problem with downloading this page. This can be because the remote server could not send any reply within the socket timeout period or a reply was interrupted by a time longer than the socket timeout period with no data. The other possible reason for this error message is that the browser closed the connection before the whole of the page had been downloaded. The exact reason in this case is shown in the error message above.
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http://www.autoblog.it/post/2077/aggiornamenti-sul-sicve-il-nuovo-e-temuto-autovelox
il problema è semplice.nn è la velocità ma la scarsa abilità di guida risolvibile con convenzioni delle scuole guide con i vari autodromi,rilasciando la patente dopo un corso di guida sicura in condizioni notturne,con ghiaccio ecc se uno supera ai 130 e un pirla anche a 80 gli si butta contro per distrazione il danno grave è fatto senza bisogno di andare a 200km/h,inoltre la maggior parte degli incidenti si legge per cause in corso di accertamento ha perso il controllo del veicolo,e qui sicuramente in alcuni casi è velocità la causa ma in altri è inabilità alla guida ,nn saper gestire una sbandata e distrazione.questi sono i fattori importanti girando in città ho notato che il problema è l’opposto della velocità gente che si immette nelle strade senza freccia provocando tamponamenti pericolosissimi e gente che procede lentamente provocando code enormi,classico esempio arrivati in prossimità di strade con 2 corsie la gente procede ai 50km/h esattamente in mezzo formando code lunghissime impedendo alle macchine di disporsi sulle 2 corsie.un’altro problema nelle grandi rotatorie con molto traffico notate la gente che ci mette 2 ore per immettersi perchè nn è in grado di partire velocemente,tante volte io parto appena parte quello davanti ma siccome questo parte lentamente a volte quello che arriva dall’altra parte trovandomi in mezzo suona .il problema è che lui ha ragione a suonare ma la colpa di chi è?di quel pirla che ci mette due ore a partire pensando solo a lui e non a chi è dietro da un’ora per colpa sua che nn immettendosi subito velocemente rischia di provocar incidenti inutili.concludo dicendo che invito i signori che emettono questi provvedimentia effettuare una gita in alcune città vedendo quali sono i reali problemi e nn quelli per cui si può fare cassa facilmente.
55,631
http://it.wikipedia.org/wiki/Calcolo_combinatorio
Calcolo combinatorio.Il calcolo combinatorio'" è il termine che denota tradizionalmente la branca della matematica che studia i modi per raggruppare e/o ordinare secondo date regole gli elementi di un insieme finito di oggetti. Il calcolo combinatorio si interessa soprattutto di contare tali modi, ovvero le "'configurazioni'" e solitamente risponde a domande quali "Quanti sono...", "In quanti modi...", "Quante possibili combinazioni..." eccetera.Più formalmente, dato un insieme "S" di "n" oggetti si vuole contare le configurazioni che possono assumere "k" oggetti tratti da questo insieme.Prima di affrontare un problema combinatorio bisogna capire due fatti importanti:PermutazioniPermutazioni semplici (senza ripetizioni)Una permutazione di un insieme di oggetti è una presentazione ordinata, cioè una sequenza, dei suoi elementi nella quale ogni oggetto viene presentato una ed una sola volta. Per contare quante siano le permutazioni di un insieme con "n" oggetti, si osservi che il primo elemento della configurazione può essere scelto in "n" modi diversi, il secondo in "(n-1)", il terzo in "(n-2)" e così via sino all'ultimo che potrà essere preso in un solo modo essendo l'ultimo rimasto. Dunque, indicando con "P"n il numero delle possibili permutazioni di un insieme di "n" elementi, si ottiene che esse sono esattamente "n!" ("n" fattoriale):Ad esempio le permutazioni degli elementi dell'insieme sono 3! = 6: "abc", "bac","bca", "cab", "cba", "acb".Per completare meglio la definizione di fattoriale fissiamo anche i valori seguenti:1! = 1 e 0! = 1.Permutazioni con ripetizioniIn alcuni casi un insieme può contenere elementi che si ripetono. In questo caso alcune permutazioni di tali elementi saranno uguali tra loro. Indicando con "k"1, "k"2 fino a "k"r il numero di volte che si ripetono rispettivamente gli elementi "1", "2" e "r", le permutazioni uniche (non ripetute) divengono:Si tratta, infatti, di dividere il numero delle distinte permutazioni di "n" oggetti per il numero delle permutazioni di "k"1! presenze di uno stesso elemento, tutte uguali tra loro, poi per il numero delle permutazioni di "k"2! presenze di uno stesso elemento, ecc.La formula vale in realtà per qualsiasi permutazione, anche senza ripetizioni di elementi. Infatti, se assumiamo "k"1, "k"2 fino a "k"r uguali ad 1 (cioè gli elementi si ripetono una sola volta), otteniamo esattamente la formula delle permutazioni semplici, perché si ha:DismutazioniSono dette dismutazioni le permutazioni prive di punti fissi, con formula:DisposizioniDisposizioni semplici (senza ripetizioni)Una disposizione semplice'" di lunghezza "k" di elementi di un insieme "S" di "n" oggetti, con "k" ≤ "n", è una presentazione ordinata di "k" elementi di "S" nella quale non si possono avere ripetizioni di uno stesso oggetto.Per avere il numero di queste configurazioni si considera che il primo componente di una tale sequenza può essere scelto in "n" modi diversi, il secondo in ("n"-1) e così via, sino al "k"-esimo che può essere scelto in ("n"-"k"+1) modi diversi. Pertanto il numero "D"n,k di disposizioni semplici di "k" oggetti estratti da un insieme di "n" oggetti è dato da:Ad esempio le disposizioni semplici di lunghezza 2 degli elementi dell'insieme sono 5!/(5-2)! = 5!/3! = 120/6 = 20: 12, 13, 14, 15, 21, 23, 24, 25, 31, 32, 34, 35, 41, 42, 43, 45, 51, 52, 53, 54.Si osserva che le permutazioni sono casi particolari delle disposizioni semplici: le permutazioni di un insieme di n oggetti sono le disposizioni semplici di tali oggetti di lunghezza n. In effetti per il loro numero:Disposizioni con ripetizioniUna presentazione ordinata di elementi di un insieme nella quale si possono avere ripetizioni di uno stesso elemento si dice disposizione con ripetizioni'". Cerchiamo il numero delle possibili sequenze di "k" oggetti estratti dagli elementi di un insieme di "n" oggetti, ognuno dei quali può essere preso più volte. Si hanno "n" possibilità per scegliere il primo componente, "n" per il secondo, altrettante per il terzo e così via, sino al "k"-esimo che completa la configurazione. Il numero cercato è pertanto:Ad esempio le disposizioni con ripetizione di lunghezza 2 degli elementi di sono 52 = 25: 11, 12, 13, 14, 15, 21, 22, 23, 24, 25, 31, 32, 33, 34, 35, 41, 42, 43, 44, 45, 51, 52, 53, 54, 55.Si osserva che può anche essere "k" > "n"CombinazioniCombinazioni semplici (senza ripetizioni)Si chiama combinazione semplice'" una presentazione di elementi di un insieme nella quale non ha importanza l'ordine dei componenti e non si può ripetere lo stesso elemento più volte. La collezione delle combinazioni di "k" elementi estratti da un insieme "S" di "n" oggetti distinti si può considerare ottenuta dalla collezione delle disposizioni semplici di lunghezza "k" degli elementi di "S" ripartendo tali sequenze nelle classi delle sequenze che presentano lo stesso sottoinsieme di "S" e scegliendo una sola sequenza da ciascuna di queste classi. Ciascuna delle suddette classi di sequenza di lunghezza "k" contiene "k"! sequenze, in quanto accanto a una sequenza σ si hanno tutte e sole quelle ottenibili permutando i componenti della σ. Quindi il numero delle combinazioni semplici di "n" elementi di lunghezza "k" si ottiene dividendo per "k"! il numero delle disposizioni semplici di "n" elementi di lunghezza "k":Di solito tra le diverse disposizioni semplici di una classe si sceglie come combinazione rappresentativa la sequenza nella quale i componenti compaiono in ordine crescente (tutti gli insiemi finiti possono avere gli elementi ordinati totalmente, ovvero associati biunivocamente ai primi interi positivi).Ad esempio le combinazioni semplici di lunghezza 4 degli elementi di sono 6!/(4!2!) = 15: 1234, 1235, 1236, 1245, 1246, 1256, 1345, 1346, 1356, 1456, 2345, 2346, 2356, 2456, 3456.Combinazioni con ripetizioniQuando l'ordine non è importante ma è possibile avere componenti ripetute si parla di combinazioni con ripetizione'". Il numero di combinazioni con ripetizione di "n" oggetti di classe "k" è uguale a quello delle combinazioni senza ripetizione di "n"+"k"-1 oggetti di classe "k" ed è quindi uguale a:Ad esempio, vi sono [Formula 10] modi di distribuire a 2 bambini distinguibili 4 caramelle indistinguibili, contando anche i casi in cui uno dei bambini non riceve nessuna caramella: 0-4, 1-3, 2-2, 3-1, 4-0.Oppure, le combinazioni con ripetizioni per n oggetti di classe k rappresentano il numero delle derivate parziali di ordine k calcolabili per una funzione a n variabili.Voci correlateAltri progettiCombinatoriaCombinatorics
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http://guide.supereva.it/documentazione_scolastica_on_line/interventi/2002/06/109794.shtml
Pubblicato il 22 giugno 2002 in: Biblioteca
2,807,298
http://it.wikipedia.org/wiki/Jun%27y%C5%8D_%28portaerei%29
Jun'yō (portaerei).La era una portaerei Classe "Hiyō" di costruzione giapponese, che partecipò come unità della Marina imperiale giapponese alla Guerra del Pacifico, all'interno delle vicende belliche della Seconda guerra mondiale.Sebbene impostata nel 1939 come nave passeggeri con il nome di "Kashiwara Maru", condividendo l'evoluzione alla capoclasse "Hiyō" e alle portaerei di scorta Classe "Taiyō", venne acquistata dalla Marina imperiale e convertita al nuovo ruolo nel 1940..Fu una delle poche unità maggiori della flotta imperiale giapponese a non essere affondate durante il conflitto.StoriaSviluppoImpostata come veloce e lussuosa nave passeggeri venne ordinata con il nome di "Kashiwara Maru" dalla compagnia di navigazione Nippon Yusen kaisha, la compagnia delle navi a vapore delle Poste Giapponesi dell'epoca, ma fu acquistata dal governo assieme alla nave gemella nel 1940 e convertita in portaerei. La gemella "Idzumo Maru", che era in costruzione nel cantiere Kawasaki di Kōbe, divenne la portaerei "Hiyō", la "Kashiwara Maru" venne ribattezzata "Jun'yō".Entrambe le unità al momento dell'acquisto erano ancora sullo scalo in fase di costruzione per cui la trasformazione avvenne senza dover intervenire pesantemente nella rimozione delle strutture ritenute non necessarie.L'apparato motore venne modificato solo in parte; le turbine rimasero quelle scelte per la propulsione mercantile mentre le caldaie vennero sostituite con un modello in grado di fornire una potenza superiore, soluzione necessaria a raggiungere la velocità massima di 25,5 kt prefissata in fase di progetto, 1,5 kt più di quelli previsti nella versione mercantile. In realtà, nel normale impiego operativo, furono in grado di raggiungere i 23 kt, superati raramente e per breve tempo.Il ponte di volo venne costruito a tribordo ed il fumaiolo rimase incorporato nell'isola, soluzione anticonvenzionale nel panorama giapponese, venendo comunque fortemente inclinato verso l'esterno per evitare che i fumi caldi potessero interferire provocando inattese turbolenze nelle operazioni di decollo ed appontaggio dei velivoli.Impiego operativoNoteBibliografiaAltri progettiCollegamenti esterniPortaerei della Marina Imperiale GiapponeseJapanese aircraft carrier Jun'yō
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http://it.wikipedia.org/wiki/Antarctosaurus
Antarctosaurus.L'antarctosauro (gen. "Antarctosaurus") era un gigantesco dinosauro erbivoro vissuto nel Cretaceo superiore (Campaniano - Maastrichtiano), i cui resti sono stati rinvenuti in Sudamerica.I giganti del SudamericaMenzionati per la prima volta nel 1916, i resti di questo enorme animale furono descritti solo nel 1929 da Friedrich von Huene. Il paleontologo tedesco descrisse e illustrò due specie, basate su una quantità di ossa delle zampe di notevoli dimensioni rinvenute in Argentina, e le classificò nell'ambito dei sauropodi titanosauri. La specie tipo, "Antarctosaurus wichmannianus", è conosciuta in modo imperfetto attraverso vari resti di zampe che fanno supporre una lunghezza dell'intero animale di circa 18-20 metri. Il corpo doveva essere piuttosto robusto, forse più massiccio di quello di un altro gigante che viveva negli stessi luoghi, il "Laplatasaurus", ma non così massiccio come quello dellArgyrosaurus", altro sauropode gigante dell'Argentina.Von Huene descrisse anche un'altra specie, "Antarctosaurus giganteus", basata su ossa isolate, la cui taglia doveva essere davvero gigantesca: basti pensare che il solo femore misurava 2,30 metri. Si pensa che questo animale possa essere stato uno dei più grandi mai vissuti sulla terraferma, ma i resti fossili sono talmente scarsi da non permettere una ricostruzione valida e le stime sulle sue dimensioni sono solo ipotetiche. Estrapolando dalla misura delle ossa rinvenute si è stimato che potesse pesare circa 70 e forse fino a 90-100 tonnellate.Un cranio misteriosoTra i resti descritti da von Huene figurano anche parti di uno strano cranio, che il paleontologo ricostruì come alto posteriormente e insolitamente sottile nella parte anteriore. Il cranio, basato a dire il vero su resti fossili frammentari, era dotato di sottili denti a piolo nella parte anteriore della mascella, in un modo molto simile a quello dei ben noti diplodocidi come "Apatosaurus" (= "Brontosaurus") e "Diplodocus". Questa interpretazione portò alla convinzione che i titanosauri rappresentassero una famiglia di sauropodi sopravvissuti, affini ai diplodocidi del Giurassico americano. Successive scoperte hanno invece determinato che i titanosauri erano un gruppo di sauropodi più affini ai camarasauridi, nel gruppo dei macronari. Nuovi resti di crani più completi (ad es. "Rapetosaurus") hanno comunque dimostrato che la ricostruzione di Huene non era del tutto errata.Altre specie?In passato sono state ascritte altre specie al genere "Antarctosaurus", ma spesso sono basate su fossili di dubbia identità: "A. brasiliensis", proveniente dal Brasile, potrebbe comunque appartenere a questo genere mentre "A. septentrionalis" dell'India è stato ridescritto come "Jainosaurus septentrionalis". La specie "A. jaxarticus" dell'Asia centrale, invece, è considerata un "nomen dubium".SaurischiAntarctosaurus
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http://www.travelblog.it/tag/isole+di+pasqua
I tuiristi devono essere comunque troppi, se i 5.000 abitanti dell’isola hanno sentito il bisogno di indire un referendum che chiedeva di esprimersi sulla necessità di porre dei limiti al turismo verso l’isola. Il risultato è stato plebiscitario, visto che il 95% dei votanti si espresso favorevolmente all’idea di limitare l’afflusso dei turisti. Secondo i suoi organizzatori, il punto non è quello di vietare il turismo, ma di puntare decisamente a quello di qualità, limitando le possibilità di sbarco sull’isola e la costruzione di nuove strutture che, temono, danneggeranno in maniera irreversibile l’ecosistema dell’isola. Non si è trattato di un referendum dall’esito vincolante per il governo cileno, ma questo in qualche modo ne dovrà tener conto.L’Isola di Pasqua (in lingua nativa Rapa Nui, grande isola/roccia; in lingua spagnola Isla de Pascua) è un’isola dell’Oceano Pacifico meridionale appartenente al Cile. Situata a 3600 km a ovest delle coste del Cile e 2075 km a est delle isole Pitcairn, è una delle isole abitate più isolate del mondo. Il turismo ha raggiunto l’isola di Pasqua solamente a partire dal 1967, quando il primo volo commerciale raggiunse questa isola remota. A tutt’oggi però l’Isola di Pasqua può essere raggiunta durante tutto l’anno esclusivamente dal Cile con la compagnia LAN Chile. I voli decollano normalmente da Santiago de Chile o occasionalmente da Tahiti e la durata del volo si aggira intorno alle 5 ore. Per quanto riguarda le possibilitá di raggiungere l’isola via mare queste sono molto limitate. Il piccolo porto di Hanga Roa non è in grado di ospitare grandi navi da crociera che devono quindi far scendere i propri passeggeri al largo per poi portarli con dei motoscafi sull’isola. A ciò si aggiunge il fatto che il mare in quel area è spesso molto mosso e risulta quindi impossibile raggiungere l’isola. Nonostante le dimensioni ridotte dell’isola ed il numero di turisti inferiore rispetto alle altre isole polinesiane, l’isola di Pasqua può vantare un ampio numero di alberghi e resort che si collocano in un’ampia fascia di prezzi. Ciò nonostante il costo della vita sull’isola risulta più elevato rispetto a quello sulla terra ferma in Cile, dal momento che tutti i beni presenti sull’isola devono essere importati dalla terra ferma cilena. Wikipedia.Siamo sempre collegati con Travel e Leisure che, grazie al supporto del suo panel selezionato di utenti, sforna annualmente le classifiche sulle migliori mete turistiche al mondo.E dopo aver visto che nell’edizione 2008 Bangkok ha scalzato Firenze dal primo posto di questa classifica, ho sbirciato in quella delle 10 migliori isole al mondo, scoprendo che quest’anno al top si trovano le Galapagos, nell’oceano pacifico.Nel seguito trovate la classifica, alcuni scatti di queste perle e la risposta alla domanda: tra le prime 10 ci sono isole italiane ?La classifica è di Travel + Leisure.
560,762
http://it.wikipedia.org/wiki/Sefer_ha-Bahir
Sefer ha-Bahir.Il Sefer ha-Bahir'" (in ebraico "'סֵפֶר הַבָּהִיר) o semplicemente Bahir'", benché redatto posteriormente al Sefer Yetzirah, è unanimemente considerato in quanto a struttura, contenuto e simbologia, la prima opera letteraria cabalistica nel senso proprio di questa espressione.Nonostante l’importanza attribuitagli dagli studiosi, esso continua ad essere in tutto il mondo occidentale un testo molto poco conosciuto della letteratura cabalistica diversamente invece dai più blasonati Sefer Yetzirah e Sefer haZohar.Introduzione ed importanza storicaSi tratta di un midrash (cioè una raccolta di affermazioni tratte da varie fonti) scritto verosimilmente verso la fine del dodicesimo secolo nella Francia meridionale da autore ignoto.Nel tempo sono state avanzate più ipotesi relative all'identità dell’autore: si sono fatti i nomi di Rabbi Nehuniah ben Hakana (in quanto menzionato all'inizio dell’opera) e di Isaac il Cieco ed altri ma nessuna ha avuto seguito.L'importanza fondamentale che gli studiosi conferiscono al Sefer ha-Bahir, nell'ambito degli insegnamenti cabalistici, è da ascrivere al fatto che esso è l'unica testimonianza dello stato in cui si trovava la Cabala all'inizio della sua evoluzione, cioè quando non fu più appannaggio di ristrette cerchie di studiosi e un pubblico più ampio cominciò a venirne a conoscenza.Il libro, così come ci è pervenuto, è alquanto breve: consta infatti di solo circa 12.000 parole ed è scritto in un miscuglio di ebraico ed aramaico (con alcune espressioni e parole in arabo).La prima edizione su carta risale al 1651 ed è stata pubblicata ad Amsterdam.Letteralmente "Sefer ha-Bahir" significa "il libro (=Sefer) di bahir". "Bahir" può essere tradotto approssimativamente come chiarore, luminosità oppure luce fulgida. Il nome è dovuto alla presenza di una frase che, citando Gb 37,21, recita «"Un versetto dice: Ora diventa impossibile la luce"».Un altro nome (forse ancora più diffuso di Sefer ha-Bahir) è "Midrash Rabbi Nehuniah ben Hakana" (cioè: il libro dei racconti del rabbino Nehuniah figlio di Hakana) in quanto l’opera esordisce proprio con questa frase.Studi recenti sembrerebbero portare alla conclusione che il Sefer ha-Bahir sia un rifacimento di un altro libro che oggi è andato perso ad eccezione di alcuni frammenti: il "Sefer Raza Rabba", di molto anteriore al primo.Contenuto e peculiaritàIl testo non presenta una struttura letteraria e stilistica unitaria: esso è di difficile comprensione, sovente poco chiaro e alquanto frammentario; pur tuttavia alcune sue parti si caratterizzano per un particolare gusto e fascino descrittivo che gli conferisce un tratto unico nel suo genere.Tra gli vari aspetti peculiari, ricordiamo:StrutturaSi compone di 200 versetti strutturati in cinque sezioni:TraduzioniIn Italia recentemente, per i tipi dell’editore Nino Aragno, è uscita un'edizione critica, a cura di Saverio Campanini e con una prefazione di Giulio Busi.Il libro contiene il testo ebraico, una sua versione inglese (anche la prefazione è in questa lingua) e la traduzione latina che Flavio Mitridate fece appositamente per Pico della Mirandola nel 1486.Voci correlateCollegamenti esterniCabalaNumerologiaBahir
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http://napoli.blogolandia.it/2008/05/15/san-sebastiano-al-vesuvio-si-differenzia-oltre-il-60-in-un-mese-ed-e-record/
I risultati della raccolta differenziata, finanziata dall’assessorato all’Ambiente della Provincia di Napoli, che si attestano su una percentuale del 60% e avviata da un mese nel comune di S. Sebastiano, sono sicuramente soddisfacenti. E’ quanto è emerso dall’incontro con la stampa svoltosi oggi, presso la sala Mariella Cirillo di Palazzo Matteotti, al quale hanno partecipato l’Assessore Provinciale all’Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile, Giuliana Di Fiore, Fabio Costarella del CONAI, il Sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, Giuseppe Capasso, il Presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, Ugo Leone, il Direttore Generale dell’ARPAC, Luciano Capobianco.“E’ anche la dimostrazione di ciò che vado affermando da diverso tempo – ha aggiunto la Di Fiore – e cioè che i cittadini dei Comuni della provincia di Napoli sono sensibili e pronti a collaborare, hanno solo bisogno che le Amministrazioni Comunali, organizzino sul territorio efficienti servizi di raccolta. Tutto ciò, però, non basta. Il prossimo passo è realizzare in brevissimo tempo nella regione Campania quegli impianti a supporto della raccolta differenziata e mi riferisco in particolare alle isole ecologiche e agli impianti di trattamento dell’umido”.
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http://www.02blog.it/tag/ho+voglia+di+te
Le affinità tra Federico Moccia e J.R.R. Tolkien sono più di quante possiate credere: hanno entrambi scritto una trilogia e ambedue sono o sono state forme di vita basate sul carbonio. Sogno spesso che la saga mocciana si trasformi in quello che in Germania è stato Heimat, l’interminabile - dura in tutto 924 minuti - pellicola iniziata da Edgar Reitz nel 1981 e snodatasi fino al 2006. Chissà, la speranza è sempre l’ultima a morire: ma intanto il contagio mocciano, seppure con anni di ritardo, viene rielaborato alla milanese. Date un’occhiata al video qui sopra, su dei misteriosi lucchetti dalle parti di viale Porpora, forse in via Lulli: questi due sono dei geni.
793,374
http://it.wikipedia.org/wiki/Sinfonia_n._4_%28%C4%8Cajkovskij%29
Sinfonia n. 4 (Čajkovskij).La Sinfonia n. 4 in Fa minore Op. 36 di Pëtr Il'ič Čajkovskij fu composta nell'anno 1878.GenesiČajkovskij, in seguito ad una crisi di ordine pecuniario, si ritrovò come mecenate una ricchissima vedova, Nadežda von Meck, innamoratasi di lui e della sua musica, la quale fece dono al maestro di una rendita annuale per tutta la sua esistenza a patto che non si sarebbero mai visti né incontrati, la loro relazione doveva consistere soltanto in un lungo epistolario. Čajkovskij,superata così la crisi e sicuro di un avvenire senza avere più problemi economici, si sposa, nel 1877 con una sua ex allieva, Antonina Miliukova, che s'era innamorata pazzamente di lui. È da questa unione che iniziano le sue disavventure, le sue crisi esistenziali, i suoi traumi sessuali; cade in una disperazione ossessiva tanto da fargli trascorrere le notti fuori casa e portandolo a fare dei lunghi viaggi pur di star lontano dalla sua amata. Egli non poteva assolutamente ricambiare l'affetto che Antonia gli dava; la disperazione alfine prese il sopravvento tanto che un giorno tentò persino il suicidio. Uscì da quest'incubo abbandonando la moglie e da questa sua crisi esistenziale, di profondo abbattimento sentimentale e di impotenza di fronte al destino compose la sua quarta sinfonia. Ed ecco nascere la sinfonia della cupa disperazione, del persistente amore idilliaco, del fato che incatena il destino e che il destino inesorabilmente si accanisce contro l'uomo e lo rende impotente di fronte all'amore, di fronte ai sentimenti che vogliono contraccambiare ma non hanno la forza per farlo. Qui l'uomo si chiude nella sua melanconia, nel suo tormento esistenziale, nella sua eterna e dolente musica, sognando, distaccandosi dal mondo terreno: è l'uomo che è stanco di combattere e si chiude perennemente in se stesso.I movimentiLa sinfonia si divide in quattro movimenti della durata complessiva di quaranta minuti ed è composta a programma.Questa sinfonia è stata la sua forza instancabile contro le avversità che il fato ha imposto al suo destino anche se poi ha dovuto rassegnarsi ad accettare la sua condizione di vita terrena senza ribellarsi quel tanto da farlo uscire dall'eterna altalena tra felicità ispirata e viscerale melanconia.DiscografiaSinfonie di ČajkovskijSymphony No. 4 (Tchaikovsky)
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http://it.wikipedia.org/wiki/Belino
Belino.Belino il Grande'" fu un leggendario re dei britanni di cui parla Goffredo di Monmouth nella sua "Historia Regum Britanniae". Era figlio di Dunvallo Molmuzio e fratello di Brennio. Prendeva forse il nome dall'antico dio Beleno. In gallese è conosciuto come Beli Mawr.Alla morte del padre tra i due fratelli scoppiò la guerra civile per stabilire a chi dovesse andare la corona. Dopo molte battaglie gli amici dei due fratelli riuscirono a far raggiungere ai due un compromesso: Belino divenne sovrano dei britanni e Brennio sella parte settentrionale dell'isola.Cinque anni dopo Brennio sposò la figlia del re di Norvegia senza consultare Belino, che allora invase il Northumberland e conquistò le terre di Brennio. Il re di Danimarca approdò per sbaglio con la nuova moglie di Brennio in Britannia. Belino li imprigionò e attese il ritorno del fratello. Brennio approdò ad Albany e chiese la restituzione della sua sposa, ma senza ottenerla.I due eserciti si scontrarono a nelle foreste di Calaterium e la vittoria arrise a Belino. Brennio fuggì allora in Gallia e Belino divenne sovrano di tutta l'isola, regnando con giustizia in base alle Leggi molmutine che erano state create dal padre.Alla fine Brennio invase la Britannia con un grande esercito gallico e si scontrò di nuovo col fratello, ma la madre convinse Brennio a fare pace e i due fratelli regnarono sui loro due reami in armonia e coi loro eserciti uniti invasero la Gallia, sottomettendo dopo un anno di guerra i regni dei franchi. A questo punto Belino invase l'Italia e giunse alle porte di Roma, i cui consoli offrirono ricchezze, ostaggi e un tributo per ottenere la pace che fu concessa da Belino e Brennio, che a questo punto guidarono la loro armata in Germania.Ma subito dopo Roma ruppe il trattato: Brennio mosse guerra ai romani mentre Belino restò a guerreggiare contro i germani (che erano aiutati da diverse truppe italiche). Dopo la partenza di Brennio i rinforzi italici che aiutavano i germani li abbandonarono nell'inutile tentativo di unirsi ai romani. Furono però attaccati e rovinosamente sconfitti dalle armate di Belino. I due fratelli posero allora l'assedio a Roma, che cadde dopo una strenua resistenza. A questo punto Belino lasciò il fratello in città e se ne tornò in Britannia.Belino regnò pacificamente, costruendo e restaurando nuove e vecchie città, come Kaerusc (Caerleon). Continuò a utilizzare le leggi paterne, creandone anchei di nuove. La Britannia divenne molto più ricca di quanto fosse mai stata prima.Quando Belino alla fine morì, fu cremato. Gli successe il figlio Gurguit Barbtruc.NoteSovrani leggendari della BritanniaBelinus
603,993
http://it.wikipedia.org/wiki/Cammoro
Cammoro.Cammoro'" è una frazione del comune di Sellano (PG).Posto a 958, nella parte occidentale del territorio comunale e sulle pendici dell'omonimo monte, è all'incirca equidistante da Foligno, Spoleto e Norcia. Il piccolo paese (17 abitanti, secondo i dati Istat del 2001) si arrocca attorno al castello di guardia, costruito tra il XIII e il XIV secolo - poi divenuto chiesa di Santa Maria Novella.StoriaNoto nel Medioevo con il nome di "Castrum Cammori", Cammoro, come molti altri paesi della Valnerina, fu vittima del processo di abbandono che colpì nel XX secolo quasi tutti i territori montani del Centro Italia.Dal 1899 è sede di una "Università Agraria", ora detta "Comunanza Agraria", cioè un'associazione istituita dallo Stato che ha lo scopo di tutelare i beni demaniali del territorio circostante e di curarne lo sfruttamento economico (taglio della legna boschiva, raccolta dei tartufi, ecc.).Nel 1971 il paese contava solamente cinquantasette abitanti. Nel 1997 gli abitanti restanti sono stati costretti ad abbandonare le mura dell'antico centro, a seguito del distruttivo terremoto del 26 settembre. Negli anni successivi, l'opera di ricostruzione e restauro ha permesso il ritorno di alcune famiglie nell'antico borgo medioevale.Economia e manifestazioniLo sfruttamento sostenibile dei boschi e gli aspetti turistico-naturalistico sono alla base delle attività economiche locali.Delle varie feste che venivano celebrate, fino a quando il paese rimase quasi spopolato a causa della forte emigrazione, rimane ancora oggi la "Festa di San Paterniano", che si celebra tutti gli anni il 10 luglio o la domenica successiva. In occasione di questo evento, confraternite in costume e semplici pellegrini (provenienti da Cammoro e dalle vicine Orsano e Pettino) si dirigono verso la chiesa omonima, dove si trova, nelle vicinanze, anche una fonte ritenuta miracolosa.Monumenti e luoghi d'arteBibliografiaCollegamenti esterniGalleria di immaginifrazioni della provincia di PerugiaCammoro
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http://it.wikipedia.org/wiki/SOS_Villaggi_dei_Bambini
SOS Villaggi dei Bambini.Villaggio dei Bambini SOS a Mar del Plata, in ArgentinaDal 1949 SOS Children’s Villages'" (in Italia "'SOS Villaggi dei Bambini'") è un’associazione ONLUS internazionale che sostiene lo sviluppo, i diritti ed i bisogni dei bambini di tutto il mondo. L’organizzazione fu fondata da Hermann Gmeiner a Imst, in Austria alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Le attività sono sostenute da donazioni e da adozioni a distanza.La missioneIl sostegno di SOS si basa sul concetto di felicità in cui ogni bambino ha diritto ad una famiglia, a crescere nell’amore, nel rispetto e nella sicurezza domestica e sociale.Attività principali: accoglienza e rafforzamento familiareIl lavoro dell’associazione è focalizzato al sostegno familiare preventivo e all'accoglimento di bambini orfani o abbandonati. Comunque i bambini accolti nei Villaggi SOS Italia non sono dichiarati "adottabili" dal Tribunale per i minorenni, ma vengono affidati temporaneamente alle strutture dell'associazione. Per questo motivo l'associazione non si occupa di adozione, ma di affido temporaneo.Il sistema di accoglienza degli oltre 500 Villaggi dei Bambini presenti nel mondo è basato intorno alla figura delle Educatrici Residenziali SOS (conosciute anche affettuosamente come "Mamme SOS" nei paesi in via di sviluppo), figure che accompagnano «"il bambino fino al momento del ricongiungimento con la famiglia naturale o, quando questo traguardo non è raggiungibile, fino al suo inserimento nella vita"». Le "mamme SOS" sono affiancate da uno staff educativo e da una direzione del villaggio.I villaggi SOS comprendono solitamente dagli 8 ai 15 gruppi di circa 10 bambini. Ogni cosiddetto "nucleo famigliare SOS", ha la propria abitazione, ma condivide i servizi sociali e medici del Villaggio SOS.Gli 8 modelli di aiuto SOS Villaggi dei BambiniSostenitori celebriFra i sostenitori internazionali dell’associazione Villaggi dei Bambini SOS ci sono Nelson Mandela, FIFA, il Dalai Lama, il calciatore Andriy Shevchenko, la scrittrice e attrice Anny Dupérey, Sarah Ferguson, la principessa Salimah Aga Khan, Mike Holmes e Johnny Cash il cui fondo alla memoria viene donato alla causa SOS.Nell’elenco di sostenitori italiani dei Villaggi dei Bambini SOS è possibile trovare i nomi di Alena Seredova, Fiona May, Andrea Lucchetta, Annamaria Marasi, Filippo Magnini, Giacomo Galanda, Stefano Baldini, Giorgio Rubino, Franco Ballerini, Vera Carrara, Alessandro Troncon, Manfred Moelgg, Arianna Follis, Gabriella Paruzzi, Gustavo Thoeni, Pierluigi Collina, Gianluigi Buffon, Matteo Tagliariol e Francesca BoscarelliNoteCollegamenti esterniAssociazioni di promozione socialeDiritti dei minoriOrganizzazioni non governativePederastiaPedofiliaONLUSSOS Children's Villages
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http://www.indignato.it/2007/12/24/buon_natale_1.html
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http://www.alterlucas.com/2010/07/la-linguaccia-del-linciaggio.html
Sono in vacanza, ho un po' di tempo, lo perdo (ma quanto?) nella sfogliatura de Il Foglio. Oggi ciò che più mi salta all'occhio è l'attacco che il quotidiano di Ferrara sferra al teologo Vito Mancuso, per un articolo di questi pubblicato ieri su la Repubblica. Non tollerano, i foglianti, che i propri ex-collaboratori si stacchino troppo dall'ovile che li aveva generosamente accolti? Non so, è probabile. Di sicuro l'astio è dovuto alla critica mancusiana della gerarchia cattolica, soprattutto al Papa. Uh, come sono suscettibili! Non sopportano proprio che si tocchi l'Autorità suprema da un canto “cristiano” e perdipiù “teologico”! Come può un laico credente permettersi tale affronto!All’inizio [dell'articolo] ho usato l’aggettivo “girardiano” perché Vito Mancuso è una voce della folla in preda a “crisi mimetica”, la gigantesca intuizione di René Girard per descrivere il delirio di imitazione e invidia che periodicamente imbestia i pagani e non soltanto loro se ben due dei dieci comandamenti mosaici sono impegnati a contenere il desiderio: Non desiderare la roba d’altri, non desiderarne la donna. La cosiddetta pedofilia è il pretesto sollevato da plebi dedite alla pedofobia (contraccezione, selezione genetica, aborto) per distruggere la Chiesa la cui bellezza è uno scandalo, la cui origine divina suscita brama di saccheggio e stupro. Le croci vengano abbattute, le campane tacciano, le cattedrali diventino musei e centri commerciali: qualcosa che dura da duemila anni risulta insopportabile a chi non riesce a camparne cento . La Chiesa è freno e quindi sembra ostacolo, opponendo la legge naturale alla tecnica cieca, incarnando il katechon (per dirla con san Paolo e Carl Schmitt) ovvero la diga che impedisce il dilagare dell’Apocalisse. Dice Emanuele Severino che “un tempo il precetto era: seguire la verità. Oggi non si crede più in essa, resta lo scontro fra le forze”. Quando Mancuso bombarda il magistero è per sostituirlo con la dittatura dei sondaggi, della finanza e dei laboratori scientifici. Quando parla utilizza il linguaggio del linciaggio, il lessico seriale della massa fanatizzata dai media, e non sa far altro che accusare e aizzare. Perché “Satana è l’altro nome della tendenza all’estremo”.Camillo Langone, uno dei soldati foglianti più fedeli alla linea editoriale, lancia i suoi strali servendosi, malamente, della potente teoria mimetica girardiana. Qualcuno però dovrebbe avvisarlo che la forza di questa teoria è tale che rischia di ribellarsi contro chi la usa, dacché essa coinvolge, da sempre, il criticante e il criticato. Purtroppo Langone non sospetta questo movimento ellittico del desiderio mimetico e se lo ritrova addosso, e lo colpisce di spalle, come un boomerang lanciato da mani inesperte. Certo, Girard non ha mai nascosto il suo essere cattolico osservante che si rimette al magistero della Chiesa Cattolica e alla sua Autorità costituita. Anche il suo ultimo libro, Achever Clausewitz ne dà conferma. Mi sembra di averlo già detto (da qualche parte tempo addietro), ma penso che nel cattolicesimo di René Girard si nasconda un equivoco: il fatto di essere un francese “espatriato” che si è ri-convertito alla fede cristiana quando, giovane ricercatore letterario nelle università americane (Indiana e Stanford University), lavorava ai suoi studi di critica letteraria e di antropologia (non sul campo). Se si prendono infatti i suoi due libri punti di riferimento di tutto il suo pensiero, Menzogna romantica e verità romanzesca e La violenza e il sacro (e non ci si limita alle sue ultime pubblicazioni, come fa Langone) ci si accorge come, in lui vi sia già questa radice cristiana, ma ancora non venga affatto sbandierata, anzi. La sua, come dichiara in numerose interviste lo stesso Girard, è stata in primis una conversione intellettuale vissuta sulla propria pelle e mai esposta come fosse un segno distintivo del suo lavoro; a mio avviso, questo percorso è stato reso possibile dalla situazione particolare in cui Girard si trovò a operare: uno straniero in una terra di numerosi fedi, ove la cattolica, sia pur col suo spessore, non ha lo stesso peso rispetto a quanto ne ha, per esempio, in Francia, e ancor meno in Italia. In breve: se Girard fosse rimasto in Francia, ma soprattutto: se avesse convissuto, sia pur minimamente, anche solo per un semestre accademico, con la tipicità dell'influenza cattolica in Italia, non credo che egli avrebbe avuto gli stessi riguardi per il Vaticano. Questa è una mia impressione, si badi bene, che non vuol certo togliere a Girard quel che è di Girard ossia il suo essere un consapevole e convinto cattolico tradizionalista.Ma il discorso sarebbe lungo, questo è solo un abbozzo che cercherò, spero presto, di riprendere.Adesso, quello che mi preme sottolineare è verificare se davvero Mancuso utilizza il «linguaggio del linciaggio»:«Ma com'è possibile che nella Chiesa tanti crimini siano stati occultati e che all'interesse delle vittime sia stato preferito quello dei loro aguzzini? La risposta a mio avviso consiste nella teologia elaborata lungo i secoli che ha condotto a una vera e propria idolatria della struttura politica della Chiesa, a una sorta di sequestro dell'intelligenza da parte della struttura per affermare se stessa sopra ogni cosa, il cui inizio si può emblematicamente collocare, come già intuito da Dante, nella stesura del falso documento conosciuto come "Donazione di Costantino" da parte della cancelleria papale (documento svelato come falso da Lorenzo Valla nel 1440). Questa teologia ecclesiastica ha condotto a fare dell'obbedienza alla Chiesa gerarchica il segno distintivo dell'essere cattolico: il cattolico è anzitutto colui che obbedisce al papa e ai vescovi. Se non obbedisci, non sei cattolico. Dante non lo sarebbe più, neppure san Paolo, che ebbe l' ardire di opporsi pubblicamente a Pietro, non potrebbe far parte di questa Chiesa cattolica. Al termine degli Esercizi spirituali così Ignazio di Loyola illustrava il rapporto con la verità che deve avere il cattolico: "Quello che io vedo bianco, lo credo nero se lo stabilisce la Chiesa gerarchica».Ora, io non sono un teologo (non lo è nemmeno Langone) ma mi sembra che il linguaggio critico di Mancuso alla Chiesa sia troppo circostanziato per essere paragonato a un sasso pronto alla lapidazione: più che un sasso, quello di Mancuso, è uno scalpello come di chi abbia ancora la voglia, la forza, la speranza di modificare, nel piccolo, i sepolcri imbiancati che le Autorità religiose cattoliche rappresentano.Il “lessico seriale” è invece quello di Langone la cui aderenza alla Chiesa mi ricorda quella degli ultimi pagani che, illusi dal successo temporaneo, mondano dei vari Giuliani gli apostati (ad usum Delphini) non si rendono conto che tutti gli dèi, anche quelli cristiani, sono giù per terra, e che l'unica possibilità di salvezza sta nell'Apocalisse (Rivelazione, appunto): la Chiesa, è una delle forze in campo: essa è Potestà essa è Principato essa è Satana, ovvero l'Avversario. In breve, la Chiesa incarna da sempre, per lo meno da Costantino in poi, il Grande Inquisitore di dostoevskiana memoria.Pretendere di essere il vero custode della verità della vittima e non trarre da questo tutte le dovute conseguenze vuol dire averne paura: aver paura cioè di finire sulla Croce. La vera vittoria nasce sempre, cristianamente, da una sconfitta: occorre perdere per trionfare ma non ditelo a Langone, altrimenti va subito a smontare le campane di una chiesa per diventare direttore commerciale di un supermercato sorto di poi nella stessa.Pubblicato da Luca Massaro a 23:17Etichette: facezie foglianti, Facezie teologiche, René Girard, Vito Mancuso3 commenti:Gians ha detto...Nulla da aggiungere, posso solo divulgare. Complimenti.02 luglio 2010 18:35Luca Massaro ha detto...Grazie Gians, troppo buono:-)02 luglio 2010 21:53fabristol ha detto...BEllissimo post Luca. Davvero.Comunque su Langone non ci spenderei troppo tempo. E' fuori di testa.03 luglio 2010 00:01Post più recente Post più vecchio Home pageIscriviti a: Commenti sul post (Atom)Elementi condivisi di LucaElenco blog personale"Chi è stata eletta Miss Italia nel 1991?"34 secondi fa38 minuti faTra le ex grandi firme di Repubblica, chi è che ha sbroccato di più? 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Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. L'Autore, inoltre, dichiara di non esser responsabile per i commenti (semmai ve ne fossero) inseriti nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi all'Autore. Alcune delle foto presenti su questo blog son state reperite dal web: chi ritenesse danneggiati i suoi diritti d'autore può contattarmi per chiederne la rimozione.This work is dedicated to the Public Domain.Alberto CaneAmatamariAnelli di fumoAntonio TomboliniBioeticaBlobBrottureDaniel C. 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http://guide.supereva.it/ristoranti/interventi/2006/06/261146.shtml
6 giovedi' sera estivi dalle ore 18 a mezzanotte per continuare a scoprire questa bellissima zona della nostra citta'. Musica, teatro, dj's e spettacoli itineranti animeranno le vie Borgo e il Cortile del Maglio ogni giovedi' sera, con locali, bar e ristoranti aperti, ai quali si aggiunge un mercatino che riprende lo spirito del Balon del sabato, proponendo di tutto un po’ per chi ama la trouveille, gli oggetti e gli abiti vecchi e antichi.VIA BORGO DORA ang. VIA ANDREIS LIVE: Giuliano Contardo Quartet, Un songwriter. Uno chansonnier. Insomma un cantautore. Canta canti autoprodotti e fatti a mano. Miscela l’immediatezza del canto popolare di tradizione orale ai suoni sporchi e randagi del nuovo FOLK URBANO SELVATICO. Come dire: Vegetali spontanei arrampicati sui muri di fabbriche in disuso. Gramigne coriacee innaffiate a gasolina e olii esausti. Arbusti sui fusti. Selciati spaccati dalle radici. Insomma canzoni. Parole e suoni. Con Giuliano Contardo (voce e chitarra acustica), Daniele Contardo (fisarmonica, organetto, cori), Matteo Negrin (chitarre), Saverio Miele (contrabbasso).VIA BORGO DORA ang. VIA ANDREIS LIVE/READING: Sbronzi all’alba senza sigarette”, con Guido Catalano, Andrea Gattico, Mayumi Suzuki. Ascoltando “SBRONZI ALL’ALBA SENZA SIGARETTE” si ha l’impressione di trovarsi in una strobosfera in cui la narrazione poetica si sbobina su un tapis-roulant sonoro. 18 storie da scoltare, da leggere, e se siete ben dotati da vedere come piccoli films di allucinato realismo. Dopo due anni di intensa collaborazione in studio e dal vivo, Catalano, Gattico e Suzuki mettono a frutto le loro esperienze come solo pochi sanno fare.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Migliavacca
Luigi Migliavacca.Si forma artisticamente e culturalmente a Milano, diplomandosi all’Accademia di Brera e successivamente alla Scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco.La sua attività creativa, divisa tra pittura e decorazione, si svolge tra il 1930 e la fine degli anni Settanta. Ha vissuto dal 1931 sino alla morte a Binasco. Conosciuto soprattutto come pittore di soggetti sacri, è autore di dipinti e decorazioni in molte chiese del Pavese e del Milanese (Moncucco, Binasco, Moirago, Siziano, Turago Bordone, Trivolzio, Besate, Casorate Primo). Fine decoratore, tra i suoi lavori la sovrintendenza del restauro e l’esecuzione delle decorazioni del Teatro alla Scala (1945-46), ricostruito dopo i bombardamenti dell’agosto 1943. Tra il 1946 e il 1954 lavora alle decorazioni di Palazzo Marino (Sala dei ricevimenti del Sindaco), Palazzo Serbelloni (Circolo della Stampa), della Galleria Vittorio Emanuele II e del Palazzo Reale di Milano (Sala delle Cariatidi).Il suo stile pittorico, dopo un’iniziale adesione alle formule del realismo lombardo si è diretto verso un eclettismo stilistico di recupero manierista, neo-cinquecentesco, neo-barocco e neo-classico, scevro da influenze moderniste.BibliografiaPittori italiani del XX secolo|Migliavacca, Luigi
743,918
http://it.wikipedia.org/wiki/Emirates_Stadium
Emirates Stadium.L'Emirates Stadium è lo stadio di calcio che ospita le partite casalinghe dell'Arsenal Football Club; si trova a Ashburton Grove, a nord di Londra ed è stato inaugurato nel mese di luglio del 2006.Lo stadio ha una capienza di 60.432 posti, tutti a sedere. È il secondo più grande stadio in Premier League dopo l'Old Trafford di Manchester ed il terzo più grande a Londra, dopo Wembley e Twickenham.Durante le fasi di costruzione e progettazione, era conosciuto come Ashburton Grove, dal nome del quartiere, prima che nell'ottobre del 2004 fossero venduti i diritti del nome alla compagnia aerea Emirates.Il progetto complessivo dello stadio è costato 390 milioni di sterline.Costruzione.La costruzione dello stadio è cominciata nel mese di febbraio del 2004.Lo stadio è stato completato nel mese di agosto del 2005, in anticipo rispetto al programma e nei costi preventivati.La prima poltroncina del nuovo stadio è stata simbolicamente installata il 13 marzo 2006 dal centrocampista dell'Arsenal Abou Diaby. I fari sono stati testati per la prima volta il 25 giugno ed il giorno dopo sono state montate le porte.Le prime partiteAmichevoli internazionaliPer via di un accordo con la Federazione Brasiliana, questo stadio ospita sovente le amichevoli che il Brasile gioca in Europa.Il 10 febbraio 2009, l'Emirates Stadium è stato infatti teatro del match amichevole Brasile-Italia (2-0), che sono tornate a sfidarsi dopo dodici anni.Galleria d'immaginiVoci correlateCollegamenti esterniArsenal F.C.Stadi di calcio in InghilterraEmirates Stadium
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http://it.wikipedia.org/wiki/Sammy_Gravano
Sammy Gravano.Salvatore Gravano nasce nel quartiere di Bensonhurst a Brooklyn da genitori siciliani, Gerlando e Caterina Gravano. Viene soprannominato "il toro" per la sua grande forza fisica. Incomincia con una banda giovanile chiamata "The Ramplers" che si occupa di furti e rapine. Il suo primo omicidio lo commette a metà degli anni sessanta su ordine di un malavitoso della famiglia Colombo, di nome Tommy Spero. Dopo l'omicidio Gravano inizia ad espandersi con una piccola ditta idraulica ed incomincia a curare gli affari edili della famiglia Gambino, della quale diventerà ufficialmente un uomo d'onore nel 1978, con il rango di soldato, diventando uno dei killer di fiducia del boss Castellano.All'inizio degli anni ottanta in un locale di Ozone Park conosce John Gotti, diventando subito socio e grande amico, fino a diventarne il suo braccio destro. Al processo di quest'ultimo dichiarò di sapere che Gotti fu responsabile di almeno una decina di omicidi, e raccontò come egli stesso in compagnia di Gotti, nel 1985, avesse assistito compiaciuto all'assassinio di Paul Castellano, allora boss della famiglia Gambino e successore di Carlo Gambino.Furono le dichiarazioni di Gravano ad incastrare Gotti, "the smooth criminal", facendolo condannare.I giudici americani, in collaborazione con l'FBI, imputarono al vicecapo Sammy Gravano l'accusa di racket.Uscì dopo 3 anni e mezzo di carcere, e ora rientra nel servizio protezione testimoni della FBI.Vive sotto copertura e con una nuova identità in una località segreta.Collegamenti esterniMafiosi italoamericani|Gravano, SammySammy Gravano
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http://it.wikibooks.org/wiki/Libro_di_cucina/Ricette/Vores_%C3%98l
Libro di cucina/Ricette/Vores Øl.Ricetta approssimativamente per 85 litri (all'incirca 6% volume alcolico).Malti.Il malto viene macinato e messo a 55-60 °C in acqua calda per 1-2 ore.Il malto viene filtrato e il liquido arriva a contenere circa dieci kg di estratto di malto.Luppoli e aggiunte.l'estratto di malto viene portato ad ebollizione in una grande pentola con i luppoli Hallertauer NB e circa 70 litri d'acqua.Gli ultimi 10 minuti, bisogna aggiungere il guarana e lo zucchero.La mistura viene fatta bollire a fuoco lento per circa un'ora, dopodiché si spengono i fornelli e vengono aggiunti i luppoli di Tettnang e si lascia così per 10 minuti. La mistura viene poi filtrata e refrigerata in un contenitore sigillato.Fermentazione.Il lievito viene aggiunto nella birra e lasciato fermentare a temperatura ambiente per circa 2 settimane.Quando la birra è completamente fermentata, viene trasferita in bottiglie. Prima vengono aggiunti 4 g di zucchero per litro per il priming.La birra viene poi lasciata nelle bottiglie a clima fresco per 8-10 giorni in modo che la fermentazione produca anidride carbonica.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Tridente
Tridente.Il tridente'" è un'arma bianca composta da una lancia con tre rebbi. Nato come molte armi bianche per derivazione da un utensile agricolo (la "'forca'" o "'forcone'"), fu utilizzato durante i giochi gladiatorii, dove il reziario era dotato di rete e tridente (che in questo caso è chiamato anche "'fuscina'"). Anche le arti marziali orientali hanno numerose armi derivate dal tridente.MitologiaIl tridente era l'arma di Poseidone, il dio del mare, con il quale poteva generare nuove sorgenti d'acqua e cavalli (dalla schiuma del mare). Poseidone, oltre ad essere il dio del mare, era anche famoso per provocare terremoti quando veniva offeso, colpendo la terra con il suo tridente e provocando mari tempestosi e terremoti.Il tridente è pure l'arma-simbolo del dio indú Shiva.NauticaIl tridente è una deriva di 5 metri, dedicata alla scuola vela, progettata nella prima versione da Stella Bracci e nella seconda da Paolo Cori.AraldicaNell'araldica militare italiana il "'tridente bizantino d'oro d'Ucraina è il simbolo concesso alle unità che hanno combattuto nelle campagne di Russia durante la seconda guerra mondiale.Voci correlateArmi biancheTerminologia araldicaEquipaggiamento dei gladiatoriTrident
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http://www.salgalaluna.com/?m=200801
Ho conservato una serie di articoli e documenti vari che ho trovato sulla rete. Per alcuni c’è il link, per altri non ho tenuto neanche l’autore. Partono dalla primavera dell’anno scorso e arrivano fino ai primi di gennaio. Molte questioni sono anche ripetute ma purtroppo non sono riuscito a fare una selezione o un riepilogo della vicenda cominciata 14 (quattordici!) anni fa con il commissariamento della gestione dei rifiuti in campania. E forse è anche meglio così, perchè leggendo e rileggendo anche le stesse cose proverete il disgusto che ho provato io per una storia che va avanti da troppo tempo con conseguenze disastrose. E’ un disastro per l’ambiente, della politica e di un paese che si definisce civile. E’ un disastro per la salute della gente: troppi aumenti di morti per cancro e addirittura un livello di malformazioni alla nascita superiore all’80% della media nazionale (i dati che troverete nei vari articoli sono quasi tutti presi da un lavoro dell’OMS che vi allego anche se statisticamente molto tosto). Trovate un momento per farlo e leggete, leggete tutto, provate anche a cercare video su youtube (soprattutto la presentazione del film documentario “biutiful cauntri”), che vi mostreranno in modo ancora più diretto quello sta succedendo da quelle parti. Insisto perchè forse molti di voi non sanno o si sono fatti una propria idea su questa situazione (a qualcuno è sembrata strana la coincidenza dell’acuirsi dell’emergenza in seguito all’interessamento di Repubblica come se ci fossero interessi di palazzo nel crearla). Io questo non lo so, le strumentazioni mediatiche e politiche proliferano sicuramente, ma a questo punto neanche mi interessa perchè le discariche per tutta la Campania ci sono e sono vere, i decessi per tumore e la speranza di vita più bassa d’italia sono dati veri, raccolti di frutta e ortaggi avvelenati e animali morti sono all’ordine del giorno. Come ho detto gli articoli cominciano dalla primavera scorsa, ma bene o male si riesce a capire cosa è successo precedentemente. Li ho trovati tra i siti di indymedia napoli, global project, attac italia, quotidiani vari e blog sconosciuti, ma ho letto tante altre cose e vi posso dire che il materiale è sufficientemente attendibile, nel senso che ci sono riscontri sufficienti per avere un’idea della gravità della situazione. C’è un’ultima cosa che mi preme sottolineare: l’assenza di quel movimento fatto di associazioni e gruppi di tutta Italia che in altre circostanze si è mosso in maniera molto più incisiva e visibile. Come se la questione riguardasse solo la Campania e i “napoletani”. Come se l’essere appunto napoletani fosse parte del problema come essere cammorristi. Ma mi chiedo se questo sia motivo per lasciare che la questione se la risolvano da soli. Mi chiedo se per esempio i movimenti notav o nodalmolin (che hanno riscosso decisamente maggior solidarietà e partecipazione a livello nazionale) abbiano più senso di esistere rispetto al problema dei rifiuti in Campania (Campania, Campania…maledetto federalismo pure!). Non credo che stia facendo del vittimismo: provate a pensare anche voi a come vi siete sempre posti rispetto all’immagine di Napoli invasa dai rifiuti. E’ stato quasi sempre “normale”! Il punto forse è che purtroppo è “normale” anche per i napoletani stessi! Sono i napoletani stessi che si lasciano soli, in una specie di autorazzismo, come diceva qualcuno da qualche parte sulla rete. rino- No veramente non mi va, ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è, non è che alle dieci state tutti a ballare in girotondo, io sto buttato in un angolo, no… ah no: se si balla non vengo. No, no… allora non vengo. Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto cosí, vicino a una finestra di profilo in controluce, voi mi fate: “Michele vieni di là con noi dai…” e io: “andate, andate, vi raggiungo dopo…” Vengo! Ci vediamo là. No, non mi va, non vengo, no. Ciao, arrivederci Nicola.In anticipo di qualche mese sull’inizio delle celebrazioni oramai in corso per il quarantennale della “rivolta” del 1968, era uscito questo pamphlet corrosivo, a firma di Alessandro Bertante, spirito polemico del giornalismo milanese. Il libro non parla della storia di quegli anni, si limita ad interpretare, tagliando con l’accetta, il periodo e a denigrare ‘68 e sessantottini. Il libro, con argomentazioni semplici (e spesso semplicistiche) fa un’operazione apparentemente facile, in realtà difficilissima: demolire quella “meglio gioventù” che occupa la comunicazione e la memoria in Italia, quella generazione di sessantottini, i “padri” di Bertante e miei, che da decenni riscrivono la storia, per continuare ad autoglorificarsi come unica e irripetibile generazione di puri rivoluzionari. I sessantottini pensano, scrivono e dicono che il ‘68 è stata l’unica rivolta bella, pulita nonviolenta. Dopo di loro, il nulla: il terrorismo, la violenza, il riflusso, la droga, la generazione X, i bamboccioni. Poco importa che la generazione mia (e di Bertante) abbia fatto, faccia, studi, ricerchi, viaggi e abbia un bagaglio di esperienze che i sessantottini si sognano in mille campi. Loro hanno già fatto tutto, tu puoi solo imitarli, sempre in forma di parodia. Questo pamphlet è scritto in modo rozzo e tratta la storia a sforbiciate, ma è necessario: per ripartire, per liberarsi di loro. Capirli li capiamo bene, ci hanno raccontato la loro storia centinaia di volte. Sono casomai loro che non capiscono noi. Ma questo è solo uno dei tanti motivi per archiviarli: il ‘68 e i sessantottini. Definitivamente.Pages (1) : [1]
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http://it.wikipedia.org/wiki/Maddalena_%28quartiere_di_Genova%29
Maddalena (quartiere di Genova).Il quartiere della Maddalena'" è uno dei "sestieri" che costituivano un tempo l'originale centro storico di Genova.Amministrativamente compreso nel Municipio I Centro Est, si estende da Sottoripa (Loggia dei Mercanti) fino al Parco dell'Acquasola, appena sopra piazza Corvetto. Include piazza Fossatello, via Cairoli, piazza delle Fontane Marose. Piazza Banchi e la via al Ponte Reale, poco distante dal Palazzo San Giorgio, fanno da confine con il vicino quartiere del Molo.Amedeo Pescio annotava nel 1912 per il "Il Secolo XIX" come il sestiere, costeggiando Villetta Dinegro e salita delle Battistine, giungesse fino al "Portello" e, quindi, alla Spianata di Castelletto. È in questo punto che si trova la cortina della quarta cinta delle antiche mura cittadine che delimitano a loro volta i confini con il sestiere di San Vincenzo.StoriaIl quartiere della Maddalena, che confina con quello di Prè, si sviluppa essenzialmente lungo l'asse della via omonima, appunto via della Maddalena, una lunga strada che costeggia ad un livello inferiore via Garibaldi, l'antica "Via Aurea" o "Strada Nuova", da piazza Fossatello a piazza Fontane Marose e via Cairoli (un tempo "Strada Nuovissima").Tra i quartieri del centro storico genovese, è quello che maggiormente ha risentito dei cambiamenti storici e sociali nonché urbanistici intervenuti nel capoluogo ligure a partire dalla seconda metà dell'Ottocento.Il caratteristico intrico di "carrugi" e piazzette contraddistingue quello che può essere considerato tuttora un borgo medioevale a sé stante, ricco di palazzi storici e mercati all'aperto.Federico Donaver, nel suo "Vie di Genova" (1912 sottolinea come il sestiere prenda il nome dalla omonima chiesa, la Chiesa di Santa Maria Maddalena, un edificio di culto cattolico di antica tradizione ma di cui non si conosce l'anno esatto di edificazione. Secondo documenti del 1182 - ricorda lo storico - era officiata da canonici. Fu poi commenda e l'ultimo ad esserne beneficiato fu il cardinale Giambattista Cicala. Nel 1575 passò ai padri Somaschi che nel 1588 "la fecero ricostrurre".Donaver si sofferma, in particolare, sulla via San Luca, sulla piazzetta e sui vicoli che portano il medesimo nome, ricordando come questa fosse una "delle contrade antiche di Genova":Originariamente si ritene che la zona attorno a via della Maddalena venisse chiamata "contrada di Sartoria", per via delle presenza in zona di diverse attività legate alla sartoria.Un tempo sede di diverse case di tolleranza, ora divenuto uno dei punti cruciali della "movida" giovanile genovese, è stato cantato da poeti e letterati che vi si sono recati in visita, come Charles Dupaty ed Oscar Wilde che vi soggiornarono nell'Ottocento.Punti di interesseFra i punti principali di interesse figurano:NoteBibliografiaQuartieri di Genova
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http://it.wikipedia.org/wiki/Frank_Sinatra_Sings_for_Only_the_Lonely
Frank Sinatra Sings for Only the Lonely."'Frank Sinatra Sings for Only the Lonely"' è un album del crooner statunitense Frank Sinatra, pubblicato nel 1958 dalla Capitol Records.Il discoLa collaborazione Sinatra/Riddle raggiunge il suo culmine in questo album di dodici tracce del 1958. L'interpretazione penetrante e piena di sentimento di Sinatra si può sentire a pieno qui. Riddle lavorò con la più ampia orchestra con cui avesse mai lavorato (includeva una sezione di fiati completa e file di archi), ricreando le atmosfere di Chopin, Ravel e Debussy.Le canzone sono alcune "canzoni da saloon" (come le definiva Sinatra): "One For My Baby", "Angel Eyes"; e standard degli anni Quaranta, come "Gone With the Wind" e "What's New". Le canzoni sono estese, per i canoni di Sinatra, e si ha anche un esperimento di pop moderno: "Ebb Tide". Riddle non diresse però l'orchestra: andò in tour con Nat King Cole dopo la prima seduta, che si rivelò un mezzo disastro.L'arrangiatore di questo album è di nuovo, dopo un periodo di stacco, Nelson Riddle.Le tracceLato ALato BCanzoni aggiunte successivamenteMusicistiFrank Sinatra Sings for Only the Lonely
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http://it.wikipedia.org/wiki/Giachen_Caspar_Muoth
Giachen Caspar Muoth.BiografiaFiglio di contadini benestanti, studiò a Monaco di Baviera storia e lingue. Tornato in Svizzera si dedicò allo studio della storia e della lingua e letteratura latina alla scuola cantonale di Coira. Egli gettò le basi per i nuovi generi della letteratura e poesia in ladino (p.e. idilli in esametri e le ballate a trama storico-fantastica). Nei suoi scritti vi sono paesaggi di vita rurale e alpina da ricordare "'Las spatlunzas" "Le scardassatrici di canapa", datato 1868) e "A mesiras", che ritrae la riunione estiva di pastori per la pesatura del latte. "Cumin d'Ursera" "La comunità di Orsera"), rappresenta un vero e proprio poema epico, dalle varie cadenze metriche, che rievoca un episodio del 1425, trasformando con la fantasia leggendaria la realtà storica. Tra nelle numerose ballate, che formano un vero e proprio ciclo retico, vi sono da citare "Las valerusas femnas de Lumnezia" "Le valorose donne della valle di Lumnezia)" e altresì "La dertgira nauscha de Valendau"' "La corte penale di Valendas").
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http://ne0quidnimis.blogspot.com/2008/03/si-ma-e-il-caricabatterie.html
Alcuni di costoro, decisamente annoiati da questi "partiti di massa" che di libberale ovviamente promettono molto (fumose chiacchiere e distintivo) ma anche gran poco, si vanno schierando per quella bufala di posizione che e' il "voto al giusto ideal che mai ci tradira' ": per Ferrara o per Storace-Santanche', meno per Casini (temo i voti gli arriveranno lo stesso, da trasfughi cislini del centrosinistra), piuttosto che per uno sdegnoso e compunto appello all'astensionismo che fa molto fine e non impegna.[Anche se a volte, a leggere certe apodittiche e definitive discettazioni dell'esperto di turno in pigiama, viene naturale pensare: 'sto qui che sa tutt'e cose, sara' ricchissimo e/o famosissimo; ma se lo e', che ci fa qui? ]Chi scrive - tanto per NON scagliare la prima pietra contro lo snobismo - crede ad esempio (forse non solo provocatoriamente) che il sistema democratico sia una delle maggiori cause dei correnti guai planetari e troverebbe molto piu' corretto il voto per censo (chi piu' da' alla Comunita', piu' conti); non certo per tradizionalismo nostalgico, al contrario da turbo-capitalista, come del resto si fa nel tanto decantato "mercato" (dove si contano le "azioni" non le teste).Tanto per continuare a chiarire, non ce l'ho nemmeno col liberale o col libertario in quanto tali, le cui posizioni endorso in pieno, dai fondamenti teorici sino alle conseguenze "politiche" piu' spicciole (liberta' di armarsi, di darsi l'istruzione che si vuole etc. etc.).Sin dai tempi in cui mi muovevo nel novero di una educazione fastosamente cattolica, aderivo progressivamente alle posizioni Jeffersoniane: il massimo documento sociale prodotto dalla mente umana e' per me la famosa Declaration; distinguo tra fede personale e regolazione della convivenza sociale, pur condividendo con Jefferson l'idea che "il timor di Dio" e non dello Stato sia condizione sufficiente e forse addirittura necessaria (Tocqueville dixit) per la "temperanza" tipica del buon cittadino.Nessuno si spreca a sottolineare il regalone all'elettorato di destra - tipo l'espulsione dal novero del potere quello vero dei Casini, dei Ta-Baccini et consimilia; il contenimento dei questuanti minori sotto la soglia dei 25 membri, la fantastica mancanza di parola del Cav. che silura sul nascere non solo Mastella ma anche un buon numero di scaldasedie gia' eletti, e altro ancora si potrebbe aggiungere, etc.etc.- chi a Destra e al Centro finge di credere che Berlusca e Veltroni siano gia' d'accordo per la Grosse Koalition (e piu' voteranno disperso piu' favoriranno il realizzarsi della loro esecrata profezia, almeno in un orizzonte temporale di breve termine);- chi libberale si straccia le vesti al solo sentir nominare Tremonti "il colbertista", di cui pochi hanno letto l'ultima fatica ma tutti gia' appellano Neo-NoGlobal.Lo dico e lo ripeto ogni volta che scrivo (poche oramai), per quanto mi riguarda il mantra di queste (e di tutte le) elezioni, il motivo per cui non vale la pena di seguire piu' di tanto il dibattito (noioso), i programmi (specchietti per le allodole) e le candidature (vanagloria da nomination al Grande Fratello, perdipiu' mica diamo preferenze) e' il seguente:Poco mi interessa (anzi mi inquieterebbe) dare il mio voto a un genio, a un taumaturgo, a un mago o al perfetto teorico liberale; mi basta e avanza darlo a chi, nel suo piccolo spazio mentale libero tra le ambizioni personali e la sua incapacita', mi garantisca che non mi mettera' le mani in tasca.Quanto alle aspettative messianiche di popolino e intellettuali sulla politica (nel Grande Paese Oltreoceano che tutti noi amiamo, non per caso invece piu' prosaicamente la chiamano "Amministrazione"), le mettiamo tutte assieme e le calciamo alte, a mo' di punt da football americano, in modo che atterrino ben distanti e il piu' tardi possibile.A parte che la frase di Orwell va ancora bene oggi cosi' come fu detta, basti sostituire "pacifismo" con "astensione" e "fascista" con questa sinistra dei raccomandati, del sociopolitico e delle categorie a rimorchio.Col massimo rispetto, preferirei per intanto uscire dall'incubo, mandare a casa le sinistre e smettere di pagare - venir "redistribuito" - senza ottenere assolutamente nulla in cambio se non sberleffi come se fossi un evasore o un elusore.Percio' vi chiedo umilmente, o sodali liberali un po' schifati e delusi, o Destri duri e puri, che ne direste di sporcarvi anche voi le mani e turarvi il naso producendovi in un bel voto utile disgiunto, al solo unico scopo di mandare a casa le Viscosita' sinistre?Mentre infatti c'e' bisogno di tutti i voti possibili al Senato, anche del vostro, per quanto riguarda la Camera potete tranquillamente annullare il voto scrivendoci sopra Liberta', oppure votare il "minnows" che piu' vi ispira; tra l'altro li' la soglia di sbarramento e' piu' bassa e "scalabile".Io le capisco le tue ragioni, intendiamoci, e se mi puntassero la pistola non avrei dubbi. Però vado maturando l'idea che appioppare la responsabilità del mal o non governo alla cosiddetta "casta" sia una finta. La realtà è che l'elettorato vuole questo sistema fatto di piccole tresche in cui sono in tanti a guadgnarci pochino e i soliti noti che tengono il banco. Ma i secondi non lo fanno "contro" la volontà dello sbandierato popolo, lo fanno con la loro approvazione sempre meno implicita. Allora, visto che questa è la mia valutazione personale della situazione, il mio voto contro è quello di annullare la scheda perchè voto contro questa visione maggioritaria. Troppo sofisticato? Eccesso di zelo? Può essere, accetto reprimende e critiche. Accetto anche di essere considerato un astronauta, ma se è vero com'è vero che gente come Della Vedova fa lobby chiedendo prima il placet a Bondi in cambio di seggiola e stipendio, allora dimmi te cosa dobbiamo pensare. In questo senso quelle battaglie non sono mie: ci fosse anche uno solo che non ha deposto le armi, lo voterei. Trovamelo:-)
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http://it.wikipedia.org/wiki/Jesse_Jackson
Jesse Jackson.BiografiaStudi e inizio carrieraNato l'8 ottobre 1941, "Jesse Louis Burns" (Burns è il cognome della madre) cresce a Greenville nella Carolina del Sud in una tipica famiglia della "middle-class" statunitense. Il padre naturale, Noah Robinson, fu uno dei primi uomini d'affari afro-americani di successo; non riconobbe il figlio in quanto sposato ad un'altra donna. Più tardi, la madre di Jackson sposò Charles Henry Jackson, che adottò formalmente il piccolo Jesse nel 1957.Al liceo Jackson giocò a football americano e coltivò questa passione durante la frequenza di entrambe le università cui è stato iscritto. Il 31 dicembre 1962, a ventun'anni, sposò Jacqueline Lavinia Brown.Frequentò il campus "University of Illinois at Urbana-Champaign" (UIUC) e si laureò alla "North Carolina A&T University". Jackson ha poi intrapreso gli studi di teologia presso il "Chicago Theological Seminary": non ha mai completato gli studi di teologia, ma nel 2000, grazie alle sue esperienze di vita, venne riconosciuto come esperto in tale materia.Leader dei diritti civiliJackson circondato dai manifestanti nel gennaio del 1975.Nel 1965, Jesse Jackson entra a far parte del movimento "Southern Christian Leadership Conference" (SCLC) di Martin Luther King a Selma, in Alabama. La collaborazione e l'intesa con King è tale che quest'ultimo decide nel 1966 di affidare a Jackson la direzione organizzativa per l'SCLC di Chicago, e l'anno successivo lo promuove direttore nazionale.Jackson era molto ispirato nelle sue azioni da Martin Luther King ed era a Memphis quando quest'ultimo venne assassinato il 4 aprile 1968. I rapporti col successore di King all'SCLC, Ralph Abernathy, non furono gli stessi. Nel dicembre del 1971, Jackson e Abernathy ebbero duri scontri che spinsero Abernathy a sospendere Jackson dalle sue cariche per "incapacità amministrative e ripetute violazioni delle policy dell'organizzazione". Jackson cedette, chiamò a sé i suoi uomini più fidati e prima della fine dell'anno diede vita a "People United to Save Humanity" (meglio nota come "Operation PUSH").Nel 1984, Jackson organizzò la "Rainbow Coalition", che poi si è unita, nel 1996, con "Operation PUSH".Uomo di statoNegli anni '80, raggiunge la grande notorietà imponendosi come leader degli afro-americani e come politico, nonché come famoso oratore per le questioni inerenti ai diritti civili.Candidato per le presidenzialiNel 1984, Jackson divenne il secondo afro-americano (dopo Shirley Chisholm) ad organizzare una campagna nazionale per diventare Presidente degli Stati Uniti, correndo per i democratici. Le primarie della base del partito furono un successo, ottenne il 21% del voto popolare, ma solo l'8% dei delegati e per questo motivo non venne scelto come candidato alla presidenza; la candidatura andò a Walter Frederick Mondale.Quattro anni dopo, nel 1988, Jackson si offre di nuovo come candidato alle primarie per il Partito democratico. Questa volta, visto il precedente successo popolare venne considerato un candidato forte e credibile e grazie a maggiori finanziamenti e ad una migliore organizzazione, raccolse più del doppio dei voti popolari rispetto a quattro anni prima, vincendo ben 11 primarie nei diversi stati dell'unione, surclassando gli altri candidati sia per voti popolari che per numero di delegati.L'altro "candidato forte" dei democratici era Michael Dukakis, che riuscì ad aggiudicarsi gli stati più popolati e con più votanti "bianchi". Per questo motivo, legato anche all' Effetto Bradley, Dukakis divenne il candidato dei Democratici alle elezioni del 1988 e Jackson tornò ad occuparsi di diritti civili.AbortoAnche se Jackson è uno dei membri più liberali del Partito democratico, le sue vedute sull'aborto sono più in linea con le posizioni "pro-life".Inoltre a Jesse Jackson è anche parzialmente dedicato un episodio del cartone animato "South Park" intitolato " Le mie più sentite scuse a Jesse Jackson" (episodio 1 stagione 11)Altri progettiCollegamenti esterniPolitici del Partito Democratico (Stati Uniti)Jesse Jackson
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http://it.wikipedia.org/wiki/Hywel_Dda_ap_Cadell
Hywel Dda ap Cadell.In quanto discendente di Rhodri Mawr ("il Grande") per linea paterna (era figlio di Cadell), Hywel apparteneva a un ramo della dinastia del Dinefwr.È ricordato come uno dei sovrani gallesi di maggior successo precedenti alla conquista normanna. Il suo nome è in particolar modo connesso con lo sviluppo delle leggi gallesi, spesso chiamate "Leggi di Hywel".BiografiaHywel nacque attorno all'880 ed era il figlio più giovane di Cadell, figlio di Rhodri Mawr. Nel 905 Cadell diede al figlio il Dyfed, da lui appena conquistato, affinché lo regnasse in sua vece. Hywel consolidò il suo potere sposando Elen, figlia del precedente sovrano del Dyfed, Llywarch ap Hyfaidd. Dopo la morte del padre (909) ebbe una parte del Seisyllwg e dopo quella del fratello (920) creò il regno del Deheubarth. Dopo la morte del cugino Idwal Foel (942), acquistò anche gran parte del Gwynedd e così divenne sovrano di circa 3/4 dell'odierno Galles.La pace con l'InghilterraIl suo regno, cosa strana per l'epoca, fu pacifico. Egli raggiunse un accordo con re Athelstan d'Inghilterra. Fu l'unico sovrano gallese a battere moneta propria e lo fece nella città inglese di Chester. I suoi studi sul sistema legale inglese e la sua visita a Roma nel 928 gli permisero di formulare idee avanzate di governo.Sono diverse le opinioni sul perché Hywel ebbe un rapporto così stretto con Athelstan. Secondo John Edward Lloyd Hywel sarebbe stato un anglofilo convinto e un ammiratore dei re del Wessex, mentre D.P. Kirby suggerisce che la sua scelta sarebbe stata dettata da pragmatismo, perché egli aveva compreso bene la realtà politica e gli equilibri di potere del tempo. È degno di nota il fatto che abbia dato a un suo figlio un nome anglosassone, Edwin. Le sue scelte politiche non erano però accettate e condivise da tutti i suoi sudditi: un poema in lingua gallese, l'"Armes Prydein", che secondo sir Ifor Williams sarebbe stato scritto nel Deheubarth durante il regno di Hywel, invitava i gallesi a unirsi in una confederazione di tutti i popoli non inglesi della Britannia e dell'Irlanda per combattere contro i sassoni. Il poema potrebbe essere messo in relazione con l'alleanza norvegese e celtica che nel 937 affrontò Athelstan nella battaglia di Brunanburh. Il fatto che nessuna forza militare gallese abbia partecipato a quest'alleanza si potrebbe spiegare con le scelte e l'influenza di Hywel. Tuttavia, neppure Athelstan ricevette truppe gallesi in aiuto.La legislazioneLa conferenza di Whitland, tenutasi attorno al 945, fu una specie di parlamento in cui fu codificata e messa per iscritto la legge gallese. Gran parte del lavoro fu fatta dal celebre ecclesiastico Blegywryd. Lo scopo di questo nuovo sistema di leggi fu quello di favorire la riconciliazione tra i gruppi familiari ed evitare le faide, piuttosto che sul mantenere l'ordine con le pene. Secondo questo sistema, i parenti di chi uccideva, feriva o insultava qualcuno, dovevano risarcire la famiglia della vittima. Rispetto ad altri sistemi legislativi europei, la legge gallese diede alle donne una certa condizione elevata, specialmente riguardo al patrimonio di quelle sposate e ai loro diritti sui figli. Sebbene modificata nel corso dei secoli, la legislazione di Hywel restò in vigore fino al XVI secolo, quando venne abolita dal Parlamento inglese. Dopo la morte di Hywel (c.950), il regno fu subito diviso in tre parti: il Gwynedd fu reclamato dai figli di Idwal Foel, mentre il Deheubarth fu spartito tra i figli del defunto sovrano.NoteFontiVoci correlateSovrani del regno di PowysSovrani del DeheubarthSovrani del regno di GwyneddHywel Dda
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http://guide.supereva.it/libri_autori/interventi/2002/06/109560.shtml
Occhi aperti sulla realtà - Black privilegerà quei testi capaci di gettare sulla realtà lo sguardo lucido, impietoso e tagliente che è proprio del migliore noir, di mettere in evidenza le tensioni e le contraddizioni del mondo in cui viviamo, di portarne alla luce il lato oscuro, la parte d’ombra, di riflettere e indagare sui mutamenti sociali, culturali e di costume della nostra inquieta e turbinosa contemporaneità.Pubblicato il 20 giugno 2002 in: Eventi - Iniziative dal mondo dell'editoria
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http://alex321.splinder.com/post/11156193
--- 2008 ------ 2007 ------ 2006 ------ 2005 ------ 2004 ---E' un elenco dei blog che crediamo meritino attenzione, per contenuti, per originalità o per qualche altra ragione. E’ nata, un paio di mesi fa, da un’idea dell’americano The Viral Garden ed ha lo scopo di dare evidenza ai blog meno noti offrendo loro maggiori contatti, in contrapposizioni forse agli elenchi ufficiali (A-List) che solitamente sono i blog dei personaggi famosi. Quindi, in Z-List vanno segnalati blog che reputiamo interessanti (non i blog degli amici!) che non siano famosi e noti. Facciamo quindi venire alla ribalta, i blog che reputiamo meritino attenzione.D4rkcloud. Analisi acuta, ed arguta, dei fatti di cronaca e di politica. Senza peli sulla lingua. A mio avviso si distingue per essere non "di parte", ma molto obiettivo nell'esaminare la realtà.Napolibloggers. Nato come contenitore e come spazio di confronto e di ritrovo per blogger napoletani, offre ospitalità anche agli "emigrati" come me :) Divertente, ci sono spesso ci sono post in dialetto.
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http://www.polisblog.it/post/4978/portogallo-corna-in-parlamento-si-dimette-il-ministro-delleconomia
qui invece abbiamo chi mangia la mortadella per festeggiare, chi fa il gesto del dito medio, usa la bandiera in bagno, chi da del capo’, fa cucu’, racconta barzellette sui desaparecidos, fa lo smargiasso con gli operai che chiedono lavoro…ma son tutte boutade per “svecchiare la retorica della politica istituzionale”…so benissimo che queste parole non interesseranno chi non vuole sentire, ma mi chiedo, perche’ non tornare ad un rigore vero? dopotutto se il vicino ci manda al diavolo mentre posteggiamo siamo pronti alla rissa, invece pur di non ammettere che abbiamo dato fiducia a dei pagliacci siamo proni a giustificarli sempre e cmq…perche? perche? MA BASTA!!!
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http://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Ravelli
Thomas Ravelli.CarrieraNato da una famiglia di discendenze austriache e italiane, Ravelli è stato in attività tra il 1981 e il 1998 ed ha giocato nel campionato svedese con Göteborg e Östers vincendolo per sei volte con la prima e due con la seconda; vanta 430 presenze nel campionato svedese. La sua carriera si concluse poi nel campionato statunitense, giocando 23 partite con la maglia dei Tampa Bay Mutiny.Detiene attualmente il primato del giocatore svedese col maggior numero di apparizioni in nazionale, con 143 presenze. Il suo esordio è avvenuto il 15 febbraio del 1981 in Finlandia-Svezia 2-1 e successivamente ha disputato i campionati mondiali di Italia '90, gli europei di Svezia '92, ed i campionati mondiali di USA '94 dove la Svezia concluse al terzo posto con la medaglia di bronzo. Nel quarto di finale contro la Romania, vinto ai rigori, Ravelli risultò determinante parando due tiri dal dischetto.CuriositàPalmarèsClubIndividualeVoci correlateLista di calciatori con almeno 100 presenze in NazionaleThomas Ravelli
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http://it.wikipedia.org/wiki/Giuliana_Chenal_Minuzzo
Giuliana Chenal Minuzzo.Fu la prima donna italiana a vincere una medaglia ai Giochi olimpici invernali, conquistando nel 1952 il bronzo nella discesa libera femminile alle Olimpiadi di Oslo. Alle successive Olimpiadi di Cortina fu la prima donna della storia a pronunciare il giuramento olimpico.BiografiaGiuliana Minuzzo si mise in luce giovanissima ai campionati italiani assoluti femminili nel 1949, arrivando terza in discesa libera dietro a Celina Seghi e a Maria Grazia Marchelli. Lo stesso anno vinse la seconda edizione della Coppa Foemina, una gara internazionale di discesa e slalom femminile dell'Abetone istituita nel 1948. Fu presto considerata l'erede della Seghi, campionessa dell'Abetone che, al pari del conterraneo Zeno Colò, aveva dominato le gare di sci negli anni trenta e quaranta.In pochi anni si affermò come una delle migliori sciatrici a livello internazionale, vincendo altre due volte la Coppa Foemina e ottenendo ottimi risultati anche all'estero, nelle prestigiose classiche austriache, svizzere e francesi (all'epoca non esisteva ancora il circuito della Coppa del Mondo di sci alpino, istituita nel 1966). Nel 1951 vinse il suo primo titolo italiano, in slalom gigante.Nel 1952 partecipò ai VI Giochi olimpici invernali a Oslo. Era iscritta a tutte e tre le gare femminili di sci alpino in programma. Nello slalom gigante finì ventesima su 45 concorrenti con il tempo di 2'18"2. Nello slalom speciale concluse all'ottavo posto con 2'15"9, mentre Celina Seghi fu quarta, a mezzo secondo dal podio. Il risultato migliore lo ottenne nella discesa libera del 17 febbraio, il giorno dopo la vittoria del connazionale Zeno Colò nella gara maschile. La discesa femminile si svolgeva su un tracciato lungo 1350 m con un dislivello di 385 m. Su 42 concorrenti al via, Giuliana Minuzzo arrivò terza con il tempo di 1'49"0, dietro alla tedesca Annemarie Buchner (argento a 1'48"0) e all'austriaca Trude Beiser-Jochum (oro a 1'47"1). Fu un risultato storico: era la prima volta che una donna italiana vinceva una medaglia ai Giochi olimpici Invernali.Quattro anni dopo, le Olimpiadi si tennero in Italia, a Cortina d'Ampezzo. Giuliana Chenal-Minuzzo'" nel frattempo si era sposata, aggiungendo al suo il cognome del marito, ed aveva avuto una figlia, Silvana, ma non aveva abbandonato l'attività agonistica ed era una delle figure di punta della squadra olimpica italiana. In quell'edizione dei Giochi mise a segno un altro primato femminile: fu la prima donna nella storia delle Olimpiadi (estive e invernali) a pronunciare il giuramento olimpico a nome degli atleti partecipanti. Per esigenze televisive, pronunciò il giuramento due volte: i Giochi di Cortina furono i primi ad essere ripresi e trasmessi in televisione, ma l'inquadratura della cerimonia d'inaugurazione era troppo distante, ed i tecnici della RAI chiesero in un secondo tempo alla sciatrice di ripetere il giuramento per avere un filmato in primo piano.Giuliana Chenal-Minuzzo non riuscì però a conquistare una medaglia a Cortina. Arrivò ai piedi del podio, quarta, sia in discesa sia in slalom speciale. Partecipò anche allo slalom gigante, classificandosi tredicesima.Alla terza partecipazione olimpica, nel 1960 a Squaw Valley, andò nuovamente a medaglia, vincendo il 23 febbraio il bronzo nello slalom gigante, terza con il tempo totale di 1'40"2, a due decimi dall'argento di Penny Pitou e a tre decimi dalla vincitrice Yvonne Ruegg. Partecipò anche allo slalom speciale, dove si classificò decima.Continuò l'attività agonistica fino al 1963, anno in cui vinse il suo nono titolo italiano (nello slalom speciale), e arrivò terza nel gigante. Ritiratasi dalle competizioni, aprì un negozio di articoli sportivi a Cervinia che tuttora gestisce.Nel 2006, cinquant'anni dopo i Giochi cortinesi, è stata di nuovo protagonista del rito del giuramento olimpico nella cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino. È stata lei a reggere la bandiera olimpica su cui hanno giurato Giorgio Rocca a nome degli atleti e Fabio Bianchetti a nome dei giudici.PalmarèsGiochi olimpici invernaliBibliografiaCollegamenti esterniGiuliana Minuzzo
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http://www.queerblog.it/user/anellidifumo/comments
Scamarcio è in cattiva fede. Perché di recente ha dichiarato che quando suo padre vedrà la scena del bacio gay avrà una reazione non troppo dissimile da quella di Fantastichini nel ruolo del padre omofobico. Se avesse interpretato la parte di un ebreo, non avrebbe potuto dire la stessa cosa. Dunque Scamarcio sa benissimo che i gay sono oggi discriminati (anche nella sua stessa famiglia) e in modo assai chiaro. Solo che ha il timore di passare come ambasciatore dell'immagine gay, considerato che si è ritagliato una fama come ambasciatore di amore per le squinzie adolescenti con i film tratti dai libri di Moccia. E' una questione di markting e la capiamo, pur non condividendola, ma non ci venga a dire che si tratta d'altro.Beh io avevo scritto un commento da critico letterario sulla degenerazione dell'ambiente di questo blog. Era una constatazione ed era scritta con la passione di chi ha commentato per un paio d'anni in questo blog. Siccome il moderatore lo ha cassato, mentre mantiene tranquillamente i commenti di troll omofobici, penso sia arrivato il momento di togliervi il link da AnelliDiFumo, che nel suo piccolo conta 840.000 contatti ed è pur sempre il blog di uno che è giornalista e scrive libri. Perché la moderazione si può accettare se il moderatore sa distinguere tra la censura immotivata di una critica e gli insulti omofobici. Siccome non è in grado, arrivederci e grazie per i due anni di commenti.Come ebbi modo di spiegare a un convegno organizzato da Arci Gay a Genova alcuni anni fa, è necessario passare dalla politica del coming out a quella dell'outing perché è così che Act Up nel Regno Unito è riuscito a ottenere una serie di risultati. L'outing infatti deve essere mirato contro quegli uomini pubblici che si battono contro i diritti civili dei gay, essendo loro omosessuali. In quel caso non diventa un'arma estrema, ma una legittima difesa. Personalmente, se avessi saputo che Boffo era omosessuale e importunava il marito di una donna, o che andava regolarmente a marchette, lo avrei senza dubbio scritto nel mio blog nel momento in cui lui sosteneva che i gay sono inferiori giuridicamente agli etero e non hanno diritto a sposarsi o ad adottare.Come sanno prima di tutto i leghisti, il vero obiettivo della Lega non è il federalismo, ma la secessione della Padania e la divisione in tanti staterelli dell'Italia. Mirano a diventare come la piccola Austria: uno stato satellite della grande Germania. Contenti loro, scontenti tutti gli altri italiani, ma a loro di questo non frega una mazza. Il punto è che le "dichiarazioni lineari" di cui diceva Cowish sono in realtà delle balle. Poi non so, uno che dice che il Gay Pride è esibizionismo, quando poi alle manifestazioni della Lega la gente si veste da Odino e si tinge barba e capelli di verde pistacchio, a me pare una roba da raccontare in giro. Poi oggi la Lega dice di difendere la famiglia tradizionale e il cristianesimo, ma dobbiamo ancora capire dove esattamente vogliono inserire le ampolle del Dio Po: sopra o sotto il crocifisso? Se sotto, pare che Gesù gli pisci dentro, cosa che effettivamente non sarebbe male.
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http://it.wikipedia.org/wiki/H%C3%B6ga_kusten
Höga kusten.La Höga kusten è una parte della costa svedese che si affaccia sul Golfo di Botnia, situata nelle municipalità di Kramfors, Härnösand e Örnsköldsvik, nella contea di Västernorrland. L'area si estende su di una superficie estremamente irregolare di oltre 1.400 chilometri quadrati, 800 dei quali nel golfo, comprendente una gran quantità di isolette, laghi e basse colline che sono il risultato dei processi che seguirono l'ultima glaciazione, il ritiro dei ghiacci e la formazione di nuove terre dal mare.Qui è stato per la prima volta riconosciuto e studiato il processo detto di isostasia; in virtù dell'importanza di questa regione nello studio delle Scienze della Terra, nel 2000 la Höga kusten è stata inserita nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Nel 2006 l'area del Patrimonio dell'umanità è stata estesa per comprendere anche l'arcipelago delle Kvarken, un gruppo di isole del Golfo di Botnia diviso fra la Svezia e la Finlandia.Al suo interno si trova il parco nazionale Skuleskogen.Collegamenti esterniPatrimoni dell'umanità in SveziaGeografia della SveziaThe High Coast
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http://guide.supereva.it/tarocchi_/interventi/2006/10/272124.shtml
La metoposcopia è una antica tecnica divinatoria che consiste nell’analisi delle rughe della fronte. I primi studi vennero effettuati da Girolamo Cardano, eclettico personaggio che fu medico, taumaturgo, astrologo, matematico, filosofo, demonologo ed interprete di sogni, vissuto in Lombardia tra il 1501 e il 1576. Scrisse un trattato, ( Metoposcopia ) che venne però pubblicato a Parigi nel 1658, quasi cento anni dopo la sua morte...La metoposcopia è una antica tecnica divinatoria che consiste nell’analisi delle rughe della fronte.I primi studi vennero effettuati da Girolamo Cardano, eclettico personaggio che fu medico, taumaturgo, astrologo, matematico, filosofo, demonologo ed interprete di sogni, vissuto in Lombardia tra il 1501 e il 1576.Scrisse un trattato, ( Metoposcopia ) che venne però pubblicato a Parigi nel 1658, quasi cento anni dopo la sua morte.Nel 1584, un piccolo trattato ( Metoposcopicurum libellus ) a cura di un astrologo boemo di nome Thaddeus Hajek, detto Hagecius e discepolo di Cardano, suscitò parecchio interesse, tant’è che iniziarono a diffondersi parecchi manuali e nel XVII secolo si contavano circa una ventina di testi in circolazione dedicati alla materia: nel 1629 venne pubblicata e tradotta in parecchie lingue, l’opera di un altro italiano, Ciro Spontoni.La relazione con l’astrologia è evidente : il principio fondamentale della metoposcopia è che le rughe sono differenti in ogni individuo perché i pianeti agiscono differentemente a seconda delle predisposizioni individuali segnalate nell’oroscopo natale. Da tenere presente che gli scienziati del tempo erano principalmente astrologi e che quindi credevano nell’influsso dei pianeti sull’individuo e di conseguenza su tutte le parti del corpo : la fronte è la più vicina al cielo e quindi su di essa pensavano che si concentrasse la massima influenza.I seguaci di questa disciplina dovevano quindi essere in grado di risalire alcarattere di una persona ed il suo destino a traverso l’analisi dell’aspetto e della distribuzione delle rughe della fronte.La fronte viene “ divisa “ in 7 parti , ognuna delle quali corrisponde all’influenza ben definita di un pianeta.A partire dalle radici dei capelli si trova la zona di Saturno, seguita in senso discendente da quelle di Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio e Luna.Ad esempio: una ruga ben marcata e profonda nella zona di Giove segnala un personaggio caratterizzato dall’influenza del pianeta, quindi gioviale, generoso, di animo nobile; una ruga nella zona di Marte indicherebbe invece carattere orgoglioso e aggressivo. L’intersezione verticale di una ruga con due rughe orizzontali rafforza il significato delle due rughe orizzontali.Anche l’aspetto dritto o ondulato ha significato : ad esempio , una linea di Giove ondulata indicherebbe onori messi in discussione, mentre se appare dritta è segno di onori riconosciuti.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Trittico_di_San_Sebastiano
Trittico di San Sebastiano.Il "'Trittico di San Sebastiano"' è un dipinto, tempera su tavola (pannello centrale 127x48 cm, pannelli laterali 103x45, lunetta 59x170) di Giovanni Bellini e altri pittori, databile al 1464-1470 e conservato nelle Gallerie dell'Accademia a Venezia.StoriaQuattro trittici ("di San Sebastiano", "di San Lorenzo", "della Madonna" e "della Natività"), vennero realizzati tra il 1464 e il 1470 circa per la chiesa di Santa Maria della Carità a Venezia, che era stata ricostruita a metà del secolo e i cui altari erano stati eretti tra il 1460 e il 1464.Le opere vennero smontate e ricomposte in epoca napoleonica, venendo destinati alle Gallerie dell'Accademia, con attribuzione originaria ai Vivarini.Descrizione e stileI tre scomparti inferiori mostrano altrettanti santi a piena figura: san Giovanni Battista, san Sebastiano e sant'Antonio Abate. In alto, nella lunetta, si trova un'Annunciazione con al centro il Padre Eterno benedicente.Questi trittici, ideati probabilmente da Jacopo Bellini, vennero realizzati a più mani, tra cui quella di Giovanni su solo una. Il contributo di quest'ultimo si rileva soprattutto nei santi del polittico di San Sebastiano e sono un importante precedente per quello che sarà la sua prima grande prova individuale, il polittico di San Vincenzo Ferrer.BibliografiaVoci correlatedipinti di Giovanni BelliniDipinti nelle Gallerie dell'AccademiaDipinti su san Sebastiano
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http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Forlanini
Enrico Forlanini.Ricordato in particolare come inventore dell'aliscafo, la sua attività pionieristica nel nascente settore aeronautico fu particolarmente significativa nell'ambito degli elicotteri e dei dirigibili. Oltre all'aliscafo, altre sue intuizioni si rivolsero ai dirigibili: la navicella di comando solidale con l'involucro per ridurre la resistenza aerodinamica e il primo utilizzo pratico di getti d'aria compressa per il controllo direzionale di un aeromobile, quest'ultimo applicato nel dirigibile "Omnia Dir" che volò postumo nel 1931.La vitaStudiFiglio di Federico Forlanini, medico milanese allora primario all'Ospedale Fatebenefratelli, era il fratello minore del famoso Carlo Forlanini, illustre medico pneumologo, due volte candidato al premio Nobel.La sua istruzione si compì in ambiente militare, infatti dopo le elementari ed aver frequentato una delle Regie Scuole Tecniche milanesi, nel 1863 entrò al Collegio Militare di Torino, per passare nel 1866 all'Accademia Militare, sempre a Torino. Due anni dopo veniva ammesso alla Scuola di Applicazione Artiglieria e Genio, scuola dalla quale si diplomò nel 1870, grado: tenente del Genio.Modelli di elicotteroL'ufficiale ventiduenne Enrico Forlanini venne assegnato ad una caserma di Casale Monferrato, qui, dopo aver ottenuto il permesso dei superiori, poté utilizzare la locale officina del genio per esperimenti sulle eliche e sulle loro capacità di trazione. In questo periodo giunse a far volare un modello di elicottero a rotori paralleli azionato da un elastico. Desideroso di approfondire le sue conoscenze, nel 1874 ottenne di potersi mettere in aspettativa dall'esercito, per potersi iscrivere alla Scuola di Applicazione del Regio Istituto Tecnico Superiore, antenato del Politecnico di Milano. Tra i suoi insegnanti Giuseppe Colombo, autore di importanti testi tecnici, deputato e ministro, anch'egli un interessato delle nascenti tematiche aeronautiche. Dopo la laurea di ingegnere industriale e ancora in aspettativa dal Regio Esercito, trovò lavoro presso l'ufficio tecnico del Comune di Gallarate, in provincia di Varese. Nel periodo 1875-1876 insegnò meccanica nella locale scuola professionale.Alla conclusione del periodo di aspettativa, venne trasferito ad Alessandria, dove poté riprendere gli esperimenti sugli elicotteri nella locale Officina del Genio. Successivamente venne trasferito a Catanzaro, ma il lavoro di sviluppo di un modello di elicottero a vapore poté continuare grazie al suo attendente, Pietro Torresini, rimasto ad Alessandria, che, attraverso una fitta corrispondenza, completò l'opera nel 1877. Con questo elicottero fu compiuta una dimostrazione pubblica a Milano tra il luglio e l'agosto dello stesso anno. La dimostrazione avvenne su una piattaforma montata all'interno del Salone dei Giardini Pubblici, talvolta come sede è riportato il Teatro alla Scala. L'elicottero si alzò fino ad una altezza di 13 metri, per un volo di una ventina di secondi che terminò con una lenta discesa. Non era il primo volo di un modello di elicottero, occorre comunque notare che era il primo esperimento di elicottero metallico con un vero e proprio motore.Tra gli spettatori della dimostrazione vi era Giuseppe Colombo, che, con una relazione all'Istituto Lombardo, fece meritare al ventinovenne Forlanini la medaglia d'oro del Premio Cagnola.Sebbene questo sia stato l'esperimento più significativo, Forlanini realizzò altri modelli di elicottero, in particolare uno di essi adottava per la propulsione getti di vapore in pressione all'estremità delle pale, e si dedicò al perfezionamento di motori a vapore leggeri.Attività industrialeDate le dimissioni dall'esercito, Forlanini si trasferì a Forlì, avendo trovato impiego come direttore tecnico della ditta locale Stabilimento Gazogeno Fonderie Meccanica, fondato nel 1863. Nel 1878 sposò la maestra Angiolina Turchi.L'interesse di Forlanini per il volo non era certo scemato, e nel suo periodo forlivese s'interessò al volo di modelli di aereo a cui forniva propulsione per mezzo di razzi. Nei primi del Novecento realizzò anche un aliante biplano, con cui effettuò alcuni lanci. Il biplano decollava per mezzo di una catapulta azionata da un contrappeso.Nel 1895 divenne proprietario dello stabilimento, che ribattezzò Officine di Forlì e 2 anni dopo (1897), tornò a Milano, trasferendovi la direzione della ditta. Forlanini, che durante la sua carriera militare ed i suoi impegni lavorativi, aveva sempre potuto contare su officine meccaniche, arrivò a realizzare nella sede milanese della ditta:Pioniere dei dirigibiliL'incontro a Roma con un suo vecchio commilitone, Cesare del Fabbro, tenente del Genio, che gli offrì la possibilità di un volo in pallone portò Forlanini ad interessarsi al dirigibile, che poteva rappresentare una risposta immediata al problema del volo.Potendo contare sulla consulenza di del Fabbro, autorizzato nel frattempo a trasferirsi a Milano dal Comando Brigata Specialisti del Genio, iniziò a lavorare sul F.1 Leonardo da Vinci. La costruzione iniziò nel 1901 e l'aeronave presentava due caratteristiche di progetto allora all'avanguardia:Avendo sottostimato i mezzi e le difficoltà necessarie a completare una simile opera, in particolare la difficoltà di trovare motori adatti (difficoltà che incontrò anche un altro pioniere italiano, Almerico da Schio), il dirigibile riuscì a compiere il primo volo solo il 22 luglio 1909, con del Fabbro come pilota.Visto il successo dell'aeronave, Forlanini intraprese la realizzazione del più ambizioso F.2 Città di Milano. I fondi furono reperiti attraverso una sottoscrizione nazionale, (strada percorsa già da un altro grande pioniere del settore Ferdinand von Zeppelin), e contributi da parte del comune di Milano, la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde e l'esercito. L'aeronave volò per la prima volta il 17 agosto 1913. Dopo altre 42 ascensioni, il dirigibile incontrò il suo destino il 9 aprile 1914. Costretto ad un atterraggio di emergenza in seguito ad una lacerazione dell'involucro, dovuta alle forti raffiche di vento, venne strappato dagli ormeggi subendo gravi danni. Durante le operazioni di svuotamento del gas, forse per colpa di uno dei numerosi curiosi, l'idrogeno s'infiammò bruciando e distruggendo il dirigibile.Poco dopo l'incidente, Forlanini otteneva comunque dal governo britannico un ordine per una nuova aeronave, la F.3. A causa della guerra non fu possibile consegnare il dirigibile. Dopo l'ordine britannico anche il governo italiano ordinò a Forlanini 3 dirigibili, F.4, F.5 e F.6, che vennero impiegati, assieme all'F.3, durante la prima guerra mondiale, sia dal Regio Esercito che dalla Regia Marina.Terminato il conflitto, Forlanini, tentò la carta dell'impiego del dirigibile per il trasporto passeggeri, seguendo la strada lanciata con successo dal conte von Zeppelin nel 1909 col la DELAG. Nel giugno 1919 fu effettuato un volo dimostrativo sulla rotta Milano-Venezia, successivamente vennero studiate servizi sulla rotte Roma-Napoli e Roma-Pisa-Milano, ma queste iniziative non riscossero interesse, e le operazioni vennero concluse poco dopo.L'ultimo dirigibile di Forlanini fu l'Omnia Dir, che volò postumo nel 1931. Mezzo all'avanguardia, mirava a risolvere i problemi di manovrabilità a terra dei dirigibili, per mezzo getti d'aria compressa gestiti da valvole sui tre assi, poste a poppa e prua del dirigibile.L'aliscafoAgli inizi del Novecento, mentre era impegnato nella costruzione del dirigibile F.1 "Leonardo da Vinci", Forlanini continuava gli studi nella sua officina munita di una vasca idrodinamica, dove sperimentava il comportamento di ali e carene. Questi studi lo condussero a sviluppare quella che è oggi la sua realizzazione più famosa, ovvero l'"idroplano", progenitore dei moderni aliscafi. Pur non essendo il primo ad utilizzare alette idroplane applicate allo scafo di un battello, fu il primo a realizzare un battello in cui lo scafo si sollevasse completamente dall'acqua, una volta raggiunta una certa velocità.Sebbene i battelli di Forlanini siano in genere indicati come "idroplani", "idrotteri" o talvolta anche come "idrovolanti" (utilizzando la parola idrovolante con un significato diverso da quello entrato poi in uso comune di aeroplano in grado di operar da superfici acquatiche), in realtà non vi erano molte differenze con gli aliscafi attuali, se non la struttura delle ali. Forlanini utilizzava un complesso di 4 gruppi di ali parallele (1 coppia a prua ed una coppia a poppa) di larghezza decrescente, a differenza delle ali singole in uso oggi. Una differenza che ricorda la storia degli aeroplani: i pionieri dell'aviazione volavano su biplani e triplani, configurazione che furono soppiantate dal monoplano.Oltre come mezzo marittimo, Enrico Forlanini, pensava all'idroplano come utile addestramento per i piloti aeronautici, per consentire loro di guadagnare l'opportuna sensibilità e senso dell'equilibrio.Il primo prototipo venne provato a partire dal 1905, con un motore a scoppio da 70 CV. Insoddisfatto dalle prestazioni del motore, Forlanini adottò sul successivo prototipo un motore a vapore da 25 CV, per arrivare nel 1910 ad un modello con motore da 100 CV ed in grado di trasportare 6 persone. I test vennero condotti sul Lago Maggiore, ma venne provato anche in mare, davanti a Fiumicino, quando il 29 aprile 1911 partecipò ad una gara libera per motoscafi. Forlanini ottenne diversi brevetti per il suo "idroplano" anche nel Regno Unito e negli USA. Nel 1911 ebbe come passeggero l'inventore statunitense Alexander Graham Bell, che da un circa tre anni si stava interessando agli aliscafi.Le caratteristiche di uno di questi battelli:Altri studiSe oggi Forlanini viene ricordato principalmente per gli studi come pioniere dell'aeronautica, egli si dedicò anche alla innovazione industriale, in particolare nel settore dei ventilatori industriali, dell'illuminazione cittadina a incandescenza e della costruzione di tubazioni in acciaio per condotte forzate.CuriositàNella breve biografia di Igino Mencarelli, Enrico Forlanini, viene descritto come uomo attivo e grande sportivo. Dagli episodi che vengono citati lo si potrebbe descrivere come un appassionato di quelli che oggi vengono definiti "sport estremi": pare che il giovane Forlanini si sia una volta sdraiato tra le rotaie di una ferrovia, per provare l'ebbrezza di vedersi transitare sopra un treno in corsa.A Enrico Forlanini è oggi dedicato l'Aeroporto di Milano-Linate, la strada che dalla città conduce all'aeroporto e il parco attiguo alla strada (Parco Forlanini)BibliografiaVoci correlateAltri progettiCollegamenti esterniPersonalità legate a Milano|Forlanini, EnricoProgettisti di dirigibili|Forlanini, EnricoElicotteriEnrico Forlanini
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http://it.wikipedia.org/wiki/%C3%93lafur_%C3%96rn_Bjarnason
Ólafur Örn Bjarnason.CarrieraClubBjarnason ha iniziato la carriera nel 1995 al Grindavík. Nel 1998, è passato agli svedesi del Malmö, dove è stato impiegato anche a centrocampo, con alterne fortune. Nel 2000, però, è tornato nel suo paese e ancora al Grindavík, dove si è affermato come difensore.Al suo acquisto si è interessato il Brann, squadra norvegese. Ha debuttato per la nuova squadra il 12 aprile 2004 e, nella stessa stagione, ha giocato tutte le partite di campionato. Nell'anno successivo, è stato criticato per non aver sempre fornito prestazioni all'altezza della situazione, in fase difensiva. Inoltre, in estate, si è infortunato ed ha saltato il resto della stagione.Nel campionato 2006, è riuscito a mantenere il suo posto da titolare in difesa. Ha giocato in coppia con il connazionale Kristján Örn Sigurðsson, disputando una stagione positiva, che gli è valsa il rinnovo del contratto fino all'anno seguente. Nell'estate 2007, ha minacciato di lasciare il club, ma la vittoria finale in campionato ha riavvicinato il giocatore e la società, che hanno rinnovato l'accordo, fino al 2009.NazionaleBjarnason ha giocato, nella sua carriera, una partita per l', disputata nel 1996. Due anni dopo, è approdato nella Nazionale maggiore, per cui ha giocato ventisette partite, senza riuscire ad andare in rete.PalmarèsGiocatoreClubCompetizioni nazionaliCollegamenti esterniÓlafur Örn Bjarnason
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http://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_Municipale_%28Reggio_Emilia%29
Teatro Municipale (Reggio Emilia).Teatro Municipale (Reggio Emilia)Il Teatro Municipale'" di Reggio Emilia, intitolato oggi a Romolo Valli, sorge su una delle più importanti piazze cittadine, sulla quale si affacciano l'altro teatro cittadino, il Teatro Ariosto, la Galleria San Rocco e i Giardini Pubblici. Il Teatro Municipale è un teatro d'opera e concerti.L'edificio teatrale è stato costruito negli anni 1852-1857. Fu ideato e condotto a termine dall'architetto Cesare Costa di Modena e i lavori furono diretti dall'ingegnere Antonio Tegani di Reggio. Presenta una facciata neoclassica su due ordini, in laterizio e marmo, con colonne tuscaniche al piano terra e paraste ioniche al primo piano. Sulla trabeazione sono poste statue allegoriche.La sala interna si presenta come un tradizionale teatro d'opera italiano, con pianta a ferro di cavallo e cinque ordini di palchi.Il teatro fu inaugurato il 21 aprile 1857 con l'opera "Vittor Pisani" del musicista Achille Peri (1813-80). L'ampia costruzione, sorta su parte dell'area dell'antica cittadella, demolita all'inizio del XIX secolo, costò lire 1.683.000.DimensioniL'edificio ha pianta rettangolare di m 80x43.60 con aggiunte anteriormente due logge pure rettangolari di m 26,40 x 5,20. Copre un'area di m2 3763. La facciata misura m. 54. La sala aveva una capacità media di 1.609 spettatori (oggi ridotti a 1.150), e dopo le modifiche del 1907 (la cassa armonica fu collocata in trincea accorciando il palcoscenico) misura m. 22,60 per 18.40. II palcoscenico profondo m. 26,60, largo m. 31,20, ha 56 camerini per artisti e 16 sale per le masse. Il teatro conta anche una vasta sala superiore che è stata utilizzata come scuola di scenografia.EsternoAl piano inferiore il teatro presenta 12 colonne tuscaniche in granito.Nei quattro medaglioni fra le porte Paolo Aleotti scolpì i grandi autori del teatro greco, Menandro, Sofocle, Euripide, Aristofane. La parte superiore, terminata dal coronamento a mensole con attico, è scompartita da lesene ioniche anch'esse di granito con finestre e, al di sopra, bassorilievi allegorici. La decorazione e il coronamento proseguono sulle logge laterali formate da arcate a tutto sesto su pilastri.Le statue dell'attico e delle logge furono scolpite da Prudenzio Piccioli, Ilario Bedotti, Giovanni Chierici, Antonio Ilarioli, Attilio Rabaglia. Quelle dell'attico, procedendo da sinistra a destra di chi osserva l'edificio, rappresentano:Moderazione, Pudore, Pittura, Suono, Commedia, Estro, Danza, Scherzo, Favola, Diletto, Istruzione, Lavoro, Virtù, Dramma, Gloria, Vizio, Tragedia, Rimorso, Curiosità, Silenzio.Sulla loggia a ponente partendo dalla fronte, si nota:Medea, Edipo, Achille, Marco Atilio Regolo.Sulla loggia a est: La Concionatrice, il Punitore di sé stesso, Prometeo, Dedalo.InternoL'interno fu decorato dal prof. Girolamo Magnani di Parma coadiuvato nel vestibolo e nell'atrio da Pasquale Zambini di Reggio. Nel vestibolo sono posti i busti di Cesare Costa e Achille Peri e due medaglie dello scultore Ilarioli raffiguranti Plauto e Terenzio. L'atrio ha forma di ottagono allungato, con colonne e decori, fra cui le dodici Baccanti della volta (opera di Giuseppe Ugolini) e medaglie con putti a chiaroscuro (Magnani). I busti ai lati dell'ingresso rappresentano Cesare Pariati, scrittore melodrammatico (m 1733) e Francesco Fontanesi, rinnovatore della scenografia. Al sommo dello scalone che conduce al ridotto (dove aveva sede la Società del Casino, ora in Palazzo Tirelli) è il busto di Ludovico Ariosto di Ilario Bedotti.Nella sala che ha forma ellittica prevalgono il bianco e l'oro, vi sono quattro ordini con 106 palchetti, il palco reale e una loggia. I dipinti allegorici del soffitto, da cui pende il lampadario di cristallo, sono opera di Domenico Pellizzi, artista reggiano, con allegorie del melodramma (lato della porta), a sinistra la commedia, a destra la tragedia, e infine la coreografia.Il sipario fu dipinto da Alfonso Chierici che vi espresse "II Genio delle Arti che loro addita i più chiari uomini d'Italia perché in essi si inspirino e risorgano". Nel cartone il pittore aveva alluso all'Italia, ma il duca, non apprezzando il riferimento risorgimentale, fece dipingere un genio con la fiaccola rivolta verso il basso. Il secondo sipario (comodino) rappresenta una gran veduta di paese ed è opera dell'artista Giovanni Fontanesi.Eventi storiciNotaAltri progettiTeatri di Reggio Emilia|Municipale (Reggio Emilia)LoggeTeatro Municipale (Reggio Emilia)
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http://guide.supereva.it/sogni/interventi/2005/12/236041.shtml
Pubblicato il 5 dicembre 2005 in: Compiere azioni nei sogni
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http://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_consumo_di_ossigeno
Massimo consumo di ossigeno.Il massimo consumo di ossigeno'" "'(VO2Max) è il volume massimo di ossigeno che un essere umano puo’ consumare nell’unità di tempo per la contrazione muscolare. Questo valore è espresso in ml/kg/min (millilitri per kg di peso corporeo al minuto), l'allenamento può essere un fattore migliorativo solo in piccola parte (misurata fino al 20/30%).TestIl valore "VO2max" si misura con un cicloergometro o in alternativa sottoponendosi a test fisici. Nella ricerca si sono stati sperimentati diversi tipi di test più o meno obsoleti e più o meno validi che permettono di determinare il VO2Max. Tra questi il Test di Cooper o il Test della Navetta di Léger.Quest’ultimo test permette, in base alla determinazione della Massima velocità aerobica (MVA'") di un essere umano, di estrapolare il VO2Max basandosi sulla forma dello stesso Léger: VO2Max = 3,5 x MVA, in cui il VO2Max si misura in ml/min/kg e la MVA in km/h.Sempre secondo gli studi di Léger, utilizzando la seguente formula è possibile mettere in correlazione I valori di VO2Max e di FCMax di un atleta: %FCmax = 38,35 + 0,643 x %VO2max. Un altro test che permette di valutare le capacità di un atleta è quello di "'Veronique Billat.FCMaxSi indica con FCMax la frequenza cardiaca di picco raggiunta durante uno sforzo fisico massimale. Questa frequenza massima puo' essere dedotta in maniera teorica dalla formula di Astrand: 220 - etàCollegamenti esterni.Terminologia sportivaMetabolismoFisiologia dell'apparato respiratorioVO2 max
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http://it.wikipedia.org/wiki/Aspides
Aspides., nella traduzione del manga Ichi dell'Idra'", è un personaggio dell'anime e manga "I Cavalieri dello zodiaco". È un Cavaliere di bronzo, appartenente alla costellazione dell'Idra.PersonaggioAspides è uno degli orfani cresciuti da Alman di Thule e mandato a diventare un Cavaliere di Atena in giro per il mondo.Una volta diventato Cavaliere di bronzo della costellazione dell'Idra partecipa alla Guerra Galattica, combattendo contro Cristal in uno scontro che lo ha visto in vantaggio grazie alle sue zanne avvelenate che gli spuntavano da varie parti del corpo; successivamente si scopre che Cristal era immune al veleno delle zanne grazie al gelo che lo circonda, e con il colpo della "Polvere di diamanti" sconfigge facilmente Aspides.Dall'aspetto, la voce e i comportamenti sgraziati e viscidi, non si unisce ai 5 Cavalieri protagonisti nelle loro battaglie, ma interviene nel proteggere Lady Isabel trafitta dalla freccia di Betelgeuse al Grande Tempio nella corsa alle Dodici Case e nel proteggere Patricia, la sorella di Pegasus, mentre gli altri combattono contro Thanatos, Hypnos e Ade. Appare anche nel quinto film della serie, "Tenkai Hen Joso Overture", allontanando Pegasus dal Grande Tempio insieme ad Asher.In I Cavalieri dello zodiaco - The Lost Canvas è apparsa la sua controparte del 1793.ColpiStranamente Aspides è uno dei pochi Cavalieri a non possedere un vero e proprio colpo segreto. Per lottare utilizza gli artigli della sua armatura, intrisi di un veleno mortale che agisce in pochi minuti su un normale essere umano. Gli artigli sono posti sul dorso delle mani e sulle ginocchiere dell'armatura e hanno la capacità sia di perforare le corazze più deboli (generalmente le normali armature di bronzo) sia di rigenerarsi quasi subito e presumibilmente all'infinito.CuriositàAspides ha i bulbi oculari completamente neri: non si riescono a distinguere l'iride e la pupilla.Personaggi de I Cavalieri dello zodiacoHydra Ichi
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http://it.wikipedia.org/wiki/Levante_Uni%C3%B3n_Deportiva
Levante Unión Deportiva.Il Levante Unión Deportiva'" è una società calcistica di Valencia, in Spagna. Fondata nel 1909, è perciò la squadra di calcio più antica di Valencia, mentre quanto a risultati sportivi è la seconda squadra della città dopo il Valencia CF. Attualmente milita nella Segunda División spagnola.I colori sociali sono il rosso e il blu ("blaugrana"). Lo stadio si chima "Ciutat de Valencia" e può contenere 27.000 spettatori. La "mascotte" del "club" è una rana, e i tifosi del Levante vengono appunto chiamati "rane".Nella stagione 2003/2004 il Levante è stato promosso dalla Segunda división alla Primera del campionato di calcio spagnolo, tornano cosi nella massima serie dopo 40 anni. Molto atteso è stato dunque per la prima volta dal 1965 il derby Valencia-Levante. La squadra, retrocessa nella stagione 2004/2005, ha riconquistato la promozione nella Liga nella stagione 2005-2006Nella squadra hanno militato negli ultimi anni alcuni giocatori italiani, quali il centrocampista Damiano Tommasi, il portiere Marco Storari, il difensore Bruno Cirillo e il centravanti Christian Riganò. Inoltre dal 10 ottobre 2007 al 16 aprile 2008 la guida tecnica è stata di un italiano, il trevigiano Gianni De Biasi, reduce dall'esonero con il Torino della stagione precedente, a campionato ancora da iniziare, e poi rientrato al Torino, non essendo riuscito a risollevare un club con molti problemi economici e sportivi. Il 27 aprile 2008 il Levante retrocede matematicamente in Segunda División ma per i noti problemi economici potrebbe essere declassata in Segunda División B, nonostante un generoso tentativo di rimonta cercato in ogni modo da De Biasi. Nella stagione 2008-2009 conclude 8° con 56 punti in Liga Adelante, non centrando l'obiettivo promozione.Andamento nella LigaPalmarèsRosa 2009-2010Giocatori celebriAllenatori celebriAltri progettiCollegamenti esterniLevante U.D.|Levante UD
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http://www.02blog.it/post/4847/massimo-roj-larchitettura-verde-e-il-futuro-di-milano
In un’intervista oggi rilasciata a DNews l’architetto Massimo Roj, progettista delle “torri gemelle” dell’area Garibaldi, si dice entusiasta della riqualificazione in corso delle due torri della Stazione di Porta Garibaldi (la foto in alto è di Prosdocimo pubblicata a suo tempo da Gabriele) che diventeranno le prime “green tower” in Italia, cioè edifici autosufficienti dal punto di vista energetico, grazie a pompe di calore, serre biochimiche e pannelli fotovoltaici, compresa l’acqua per usi sanitari.L’architettura ecosostenibile è il futuro di Milano ed è il tema su cui ci si muoverà nei prossimi anni. In Italia viviamo ancora sulle memorie del passato, ma la Spagna ed altri Paesi sono diventati famosi per il turismo legato all’architettura. A Pechino, ci sono visite continue agli edifici che hanno stravolto e cambiato il volto della città. E a Milano, per dire, ci sono svariati autobus di turisti che vengono a vedere la nuova università. L’architettura attira, è un dato di fatto. E anche Milano deve inserirsi in questo filone, facendola rinascere e puntando a una forte attrazione turistica.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Diocesi_di_Saint_Petersburg
Diocesi di Saint Petersburg.La diocesi di Saint Petersburg'" (in latino: "Dioecesis Sancti Petri in Florida") è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Miami appartenente alla regione ecclesiastica XIV (FL, GA, NC, SC). Nel 2004 contava 398.702 battezzati su 2.660.220 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Robert Nugent Lynch.TerritorioLa diocesi si estende nella parte centro-occidentale della Florida, negli Stati Uniti d'America e comprende cinque contee: Citrus, Hernando, Hillsborough, Pasco e Pinellas.Sede vescovile è la città di Saint Petersburg, dove si trova la cattedrale di San Giuda apostolo ("Cathedral of St. Jude the Apostle").Il territorio è suddiviso in 73 parrocchie.StoriaLa diocesi è stata eretta il 2 marzo 1968, ricavandone il territorio dalle diocesi di Miami (contestualmente elevata ad arcidiocesi) e di Saint Augustine.Il 16 giugno 1984 ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Venice.Cronotassi dei vescoviStatisticheLa diocesi al termine dell'anno 2004 su una popolazione di 2.660.220 persone contava 398.702 battezzati, corrispondenti al 15,0% del totale.FontiDiocesi cattoliche negli Stati Uniti d'America|Saint PetersburgRoman Catholic Diocese of Saint Petersburg
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http://guide.supereva.it/psicoterapia_ericksoniana/tag/reality+show
che possa conciliare il divertimento con spunti di contenuto, senza avere la pretesa che solo la psicoterapia rappresenti dei contenuti.... in realtà tutto ciò che permette all'animo umano di rivelarsi, evolvere e confrontarsi rappresenta un contenuto.....FARTI DERAGLIARE I PENSIERI ... PER FARTI VIVERE... la sorpresa è l’elemento fondamentale per fare uscire qualcuno dai suoi rigidi binari che lo conducevano sempre in quella solita direzione, facendo succedere sempre le stesse cose, come in un libro già scritto….. Pantani….non erano gli altri che lo avevano abbandonato…. Era lui che non vedeva più gli altri…. In tale stato mentale di isolamento… Quando l’idea convergente ti rende prigioniero del tuo io ......IL BALLO E LA DANZA ...PSICOTERAPIA DELL'INCONTRO......Non esiste, di per se, un ballo, ma quel ballo…. interpretato fino a farlo diventare una creazione molto personale….. che si confronta ….. una comunicazione non verbale in cui, il contatto fisico diviene preponderante rispetto agli altri sensi.....condivisione…. un percorso che può durare......UNA BUONA TELEVISIONE CON LUCA GOLDONI.....Oltre gli sponsor della anoressia obbligata…. del voyeurismo della disgrazia… e della sofferenza per gioco.....La sofferenza è uno stimolo per tirare fuori il meglio di se? Questa tesi psicologica è insostenibile, perché già la vita di ognuno si misura con la sofferenza della quotidianità, del sopravvivere e del vivere, del progettare la propria vita, della malattia propria e dei propri cari, degli affetti desiderati e di quelli mancati, dei sogni infranti, delle delusioni…. Non occorre costruire una sofferenza artificiale per capire che si sta bene quando stiamo bene….Si può fare una tv divertente che possa accoppiare spettacolo, musica, bellezza, cultura, avventura, e una visione di insieme della vita che divenga stimolo al confronto e che lasci il dolce in bocca del miele togliendone l’amaro? La risposta è si….. L’incontro con Luca Goldoni nella trasmissione “Dolce e Amaro” è stata una di quelle occasioni.....Su Telesanterno in "Dolce e amaro" .....E facile sparare contro i reality, un “nemico”che ti circonda, come se avessero scoperto un nuovo Bin Laden, non è nella esasperazione dei ruoli che si troverà la possibile soluzione, ma nella completezza della informazione, nel suo approfondimento....Perché il diavolo, a volte, come suggeriva una grande incompresa della storia Oriana Fallaci, non è sempre identificabile, ma a volte è subdolamente nascosto in noi, in come facciamo le cose, piuttosto che nelle cose in se…..Il diavolo in noi….. e non è trattandolo con sufficienza, non è chiudendo gli occhi, non è tirandosi fuori che lo si vince…. ma.... togliendoli energia, togliendoli forza....Stupire poi....cosa e chi?…. quando, oramai, non stupiamo più neppure noi stessi ed allora andiamo a cercarlo nelle estremizzazioni, nelle accentuazioni…. come se la realtà non ne avesse già abbastanza…. Ci si chiede mai cosa veramente voglia la gente? Qualche psicoterapeuta se lo chiede mai…. perché non si ascolta la gente nelle piazze…. nei metrò….sugli autobus….. quello che vogliono…. quello che sognano…. in che cosa si identifica…. Una cultura che si chiude in torri d'avorio.... per meglio pensare..... finisce per sragionare..... La gente non cerca dolore…. cerca piacere…. perché è, inconsciamente, protesa verso il bene…..La fantasia dovrebbe farci superare i nostri limiti, e non accentuarli, facendoci precipitare dentro.... dovrebbe dare delle possibili soluzioni e non imprigionarci al suo interno….. Non c'è, in realtà, un che di sadico e di irrisolto, nel portarci oltre il limite di rottura?.... Lo spirito dell'isola dei famosi.... Isola…. naufrago che sopravvive…. che ama la vita che ringrazia il cielo di essere vivo ed affronta tutto quello che accade, come una piacevole scoperta….. e con questo spirito di un mondo nuovo riscopre e riprogetta la vita…..Picchiata e stuprata in pieno giorno senza che nessuno le prestasse aiuto. E' accaduto a Bologna, con la telecamera del vicino distributore di benzina che non ha filmato lo stupratore, ma ha ritratto l'indifferenza degli automobilisti di passaggio....Quanti di noi hanno paura ad affrontare, a mettersi in mezzo ad un tentativo di violenza o ad una violenza consumata? Per me che scrivo e per voi che ascoltate è facile indignarsi, usare parole di fuoco e poi il passare ad un altro argomento, qualche istante dopo…..come in un talk show…Vorrei che tutti riflettessimo su questo, e che superassimo questa specie di vigliaccheria collettiva che ci prende per la paura di essere coinvolti…E se le cose non vogliamo vederle, nè ascoltarle nè pronunciarsi su di esse….è come se non fossero accadute, le nascondiamo nel profondo e poi ricominciamo a girare nella nostra giostra quotidiana....Siamo sensibilizzati alle più svariate tematiche ma non siamo coinvolte in esse...partecipiamo di più a quello che avviene al di la di uno schermo televisivo piuttosto che a quello che avviene nella realtà accanto a noi. Perché la realtà ci fa così tanta paura? E viceversa perché siamo così attirati e coinvolti dalla finzione che simula la realtà? E’ un atteggiamento umano invertito. Umani con gli oggetti che inscatolano le persone e disumani con le persone vere. ….Tutti abbiamo mandato qualcosa ... per una sofferenza sulla quale i media battono il tamburo...Ma dove non batte il tamburo? ...Comprendiamo il lontano e non comprendiamo più il quotidiano. E quando quel quotidiano ci passa accanto….rispondiamo distrattamente ….voltandoci dall’altra parte….abbiamo già dato….I telespettatori cechi, stanchi di vedere gli esseri umani scimmiottare la vita vera nei 'Reality Show', seguiranno ora la vita dei gorilla. Gli attori saranno i gorilla dello zoo di Praga...Osservare per imparare, per cogliere altri punti di vista, osservare per comprendere una diversità. Questo dovrebbe essere lo spirito del guardare: una ricerca. Un carpire, un cogliere una diversità, un intrattenimento che ti porti lontano dal tuo quotidiano... Una emozione che si sublimi in tenerezze e sentimenti buoni....come nei vecchi film di Frank Capra.... Angeli che popolino i sogni fino a confondersi con la realtà... E chissà forse il desiderio arcano di divenire, anche per un solo giorno, quello che non siamo mai stati..... Noi ci nutriamo di quello che troviamo dentro di noi e di quello che assorbiamo intorno a noi, siamo come un mitile, che tutto filtra e tutto trattiene.....Reality show animali per imparare a conoscerli, per imparare da loro gesti umani che gli uomini hanno dimenticato....
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http://it.wikipedia.org/wiki/La_Venexiana_%28commedia%29
La Venexiana (commedia)."'La Venexiana"' è il titolo di una commedia in cinque atti per il teatro di anonimo del XVI secolo, da cui è stato tratto nel 1986 l'omonimo film - "La venexiana", appunto - diretto dal regista cinematografico Mauro Bolognini.Si tratta di uno dei testi maggiormente carichi di erotismo di tutta la letteratura nella tradizione veneta e italiana del Cinquecento.Storia e personaggiIl titolo "La Venexiana" si riferisce alla storia ambientata a Venezia che vede protagoniste due donne, Anzola (Angela) e Valiera (Valeria), frustrate per il vuoto sentimentale della loro esistenza dettato dalla loro condizione rispettivamente di vedova e di donna sposata ad un uomo "incombente eppure inesistente".La brama delle due patrizie è rivolta alla conquista di un giovane forestiero, Iulius, di provenienza lombarda, appena giunto in città.La commedia - in una lingua composita, dove trova spazio la lingua veneziana, il bergamasco, il milanese e l'italiano - si apre con un prologo il cui contenuto lascia trapelare un intento vagamente misogino, espresso dal protagonista Iulius, con descrizione delle femminili - e sessualmente indirizzate - "smanie d'amore", fulcro della vicenda.ContestoLa scoperta del testo originale di anonimo - rinvenuto nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, dove tuttora è conservato - si deve al filologo Emilio Lovarini che per primo lo trascrisse, pubblicandolo nel 1928 a Bologna per Zanichelli.Il manoscritto pare essersi ispirato a fatti di cronaca, o comunque pettegolezzi di carattere mondano, che interessarono fra il 1535 e il 1537 esponenti del patriziato veneziano. Nulla si sa dell'autore, eccetto che doveva trattarsi quasi sicuramente di personalità colta appartenente ad un circolo di letterati.Secondo le ricerche effettuate dal filologo e critico letterario Giorgio Padoan, protagoniste della commedia dovrebbero essere tali Anzola Valier, vedova del uomo politico Marco Barbarigo, e Valiera Valier, sposa di Giacomo Semitecolo, alto magistrato dello Stato che in quegli anni ricopriva la carica di "Avogador di Comun".La vicenda è pretesto quindi per tracciare uno spaccato dell'aristocrazia veneziana nell'ottica, prima d'allora inedita, che vuole il gioco amoroso diretto dalla donna anziché dal maschio, quindi:NoteBibliografiaAltri progettiCollegamenti esterni
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http://www.travelblog.it/post/5955/con-condor-voli-nel-mondo-da-49-e-199-euro
Voli per il mondo da 49 e 199 euro con l’offerta Condor per volare sola andata a Maiorca, Ibiza, Antalya, Istanbul a partire da 49 euro e a Dubai o Las Vegas da 199 euro. Si prenota dalle ore 10 di domani, giovedì 9 ottobre alla mezzanotte di sabato 11 ottobre e si vola fino a gennaio 2009.Dall’Italia si vola da Roma, Venezia, Milano, Torino e le destinazioni più esotiche raggiunte da Condor sono Samanà (ovvero l’isola dei famosi), Cancun, Bahia, Maldive, Santo Domingo, Giamaica. Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta e c’è da stare pronti domani mattina per prenotare uno dei 100.000 posti disponibili.
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http://guide.supereva.it/scommesse_sportive/interventi/2009/05/la-scommessa-del-giorno-noi-diciamo-benetton
Gara 1 dei quarti di finale. Si affrontano due squadre che sono la storia del basket italiano. La Benetton, ha concluso al 4 posto la regular season, La Fortezza al 5. Decisivo l’ultimo incontro, dove la Benetton ha proprio battuto Bologna fuori casa. Nell’altra sfida della regular season(la gara di andata), altra vittoria della Benetton, che a noi sembra avere qualcosa in più. Pronostico, Benetton vincente (quota, 1.45).
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http://it.wikipedia.org/wiki/Bj%C3%B6rn_Borg
Björn Borg.Note biograficheBorg è nato e cresciuto vicino a Södertälje, una piccola città vicino a Stoccolma. Björn venne affascinato dal tennis fin da giovanissimo, il primo contatto con questo sport lo ebbe quando il padre gli regalò una racchetta da tennis da lui ricevuta come premio per aver vinto un torneo dilettantistico di tennis tavolo.Carriera1972-1973: EsordioIl giovane Borg non ha rivali nelle categorie della sua età e nel 1972 a soli 15 anni viene selezionato per la squadra che deve rappresentare la Svezia in Coppa Davis. All'esordio nel grande tennis il futuro campione sconfigge in 5 set il neozelandese Onny Parun, pochi mesi dopo vince il singolare maschile Junior del Torneo di Wimbledon.Il 1973 è il suo primo anno da professionista e si rivela al mondo raggiungendo il quarto turno all'Open di Francia in cui viene battuto da Adriano Panatta e all'US Open, e i quarti di finale alla sua prima partecipazione a Wimbledon.1974-1976: Primi successiNel 1974 vince i suoi primi 7 tornei professionistici, dopo due successi sul cemento (uno dei quali battendo Arthur Ashe in finale) vince gli Internazionali d'Italia sul campo di terra battuta del Foro Italico sconfiggendo nettamente in tre set Ilie Năstase. Due settimane dopo il successo di Roma si ripete sulla terra battuta vincendo il suo primo Slam all'Open di Francia battendo Manuel Orantes in finale con il punteggio di 2–6, 6–7, 6–0, 6–1, 6–1. Questo successo lo rende il più giovane vincitore della storia del Roland Garros (record che verrà migliorato da Mats Wilander nel 1982 e poi da Michael Chang nel 1989). Prende parte all'unico Australian Open della sua carriera, arrivando al terzo turno.All'inizio del 1975 Borg sconfigge il grande campione australiano Rod Laver (oramai 36enne e a fine carriera) nella semifinale del torneo di Dallas, con il punteggio 7–6, 3–6, 5–7, 7–5, 6–2, in seguito Borg perderà la finale contro Arthur Ashe. Qualche tempo dopo difenderà con successo il suo titolo all'Open di Francia battendo Guillermo Vilas nella finale e un mese dopo raggiunge i quarti di finale a Wimbledon, sconfitto ancora da Arthur Ashe con il punteggio di 2-6, 6-4, 8-6, 6-1. Nel 1975 vince due gare individuali e una di doppio nella finale di Coppa Davis vinta dalla Svezia 3-2 sulla Cecoslovacchia, portando la sua striscia vincente a 19 match consecutivi nella competizione. Alla fine dell'anno ha aggiunto al suo palmares 5 titoli ATP.Nel 1976 Björn perde nei quarti di finale dell'Open di Francia, si tratta della seconda e ultima sconfitta della carriera di Borg nel torneo parigino, ancora una volta per mano di Adriano Panatta che è pertanto l'unico uomo ad aver sconfitto (due volte) il grande campione svedese nel Roland Garros. Qualche settimana dopo Borg vince a Wimbledon il terzo Slam della sua carriera; in finale batte 3-0 Ilie Năstase e per tutto il torneo non cede mai nemmeno un set, Borg è il più giovane vincitore del singolare maschile a Wimbledon (record poi superato dal tedesco Boris Becker). La sua vittoria tuttavia è coperta da molte ombre, secondo i critici del campione svedese, infatti nella seconda settimana del torneo il campo ha mutato profondamente le sue condizioni a causa del caldo insolito, perdendo velocità e favorendo lo svedese fortissimo sulle superfici lente grazie al suo gioco da fondo campo. Borg tuttavia dimostra inequivocabilmente di saper adattare il suo gioco da fondo campo anche alle superfici veloci negli anni successivi, in questo anno raggiunge anche la finale all'US Open (per l'ultima volta su superficie lenta), perdendo in 4 set contro il numero uno del mondo Jimmy Connors. Oltre al successo in Inghilterra si aggiudica altri 5 titoli del circuito ATP.1977-1980: Il dominioNel 1977 vince 11 tornei. Salta l'Open di Francia poiché nel frattempo divenne membro della associazione "TeamTennis", all'epoca in polemica con la federazione; ma riesce a ripetere il successo di Wimbledon dimostrando a tutti gli scettici che il trionfo dell'anno precedente non fu solo un caso. Björn deve faticare nettamente più dell'edizione '76, sconfigge in semifinale il suo grande amico Vitas Gerulaitis con il punteggio di 6–4, 3–6, 6–3, 3–6, 8–6; nella finale trova nuovamente Jimmy Connors sconfiggendolo in 5 set. Con questo successo il 23 agosto 1977 diventa il nuovo numero uno del mondo, ponendo fine alle 160 settimane consecutive in testa al ranking di Connors (rimarranno un record fino all'avvento di Roger Federer), tuttavia dopo una sola settimana il 29 agosto Connors si riprende il primato in cima al ranking.Nel 1978 inizia il periodo migliore della carriera del tennista svedese. Vince senza problemi il terzo Open di Francia della sua carriera senza perdere neanche un set e sconfiggendo ancora l'argentino Guillermo Vilas in finale in soli 3 set. Anche a Wimbledon vince il suo terzo titolo (consecutivo) vincendo in 3 set la finale contro il rivale Connors, con questo risultato Borg è il primo (con Rafael Nadal nel 2008 e Roger Federer nel 2009) tennista capace di vincere Wimbledon e Roland Garros nella stessa stagione nell'era open (fa eccezione Rod Laver che nel 1969 realizzò il grande slam). Poche settimane dopo si disputa l'US Open per la prima volta sul campo in cemento, questo sembra escludere Borg che tuttavia conferma la grande adattabilità del suo gioco arrivando in finale ma perdendo nettamente in tre set contro Connors. In quell'anno vince in totale 9 tornei e va segnalato che viene sconfitto in semifinale all'Open di Stoccolma da un giovane americano destinato ad incontrare più volte nel corso della sua carriera: John McEnroe.Nel 1979 Björn vince 13 tornei, conferma senza troppi problemi il suo dominio in Francia e in Inghilterra (sui campi di Wimbledon si tratta del quarto successo consecutivo), centrando la doppietta per il secondo anno consecutivo. Perde ancora contro McEnroe nella finale del WCT di Dallas, tuttavia il 9 aprile 1979 riesce nuovamente a scalzare Connors dalla posizione di numero uno del mondo, mantenendo il trono per 6 settimane prima di cederlo nuovamente all'americano. Ancora una volta non riesce a imporsi nell'US Open venendo superato ai quarti di finale da Roscoe Tanner. Alla fine della stagione riesce a vincere anche il suo primo The Masters battendo McEnroe in una durissima semifinale e Gerulaitis in finale. Il 9 luglio 1979 conquista per la terza volta la testa del ranking mondiale, mantenendola per 34 settimane fino al 2 marzo 1980. Nel finale di stagione a Montreal vince il 50esimo torneo ATP della sua carriera a soli 23 anni.Durante il triennio 1978-1979-1980 riceve per tre volte consecutive il titolo di Campione del Mondo ITF.1980-1981: Le battaglie con John McEnroeNel giugno 1980 vince il suo quinto Open di Francia, anche quest'anno non perde neanche un set in tutto il torneo (stabilendo il record di 3 tornei del Grande Slam vinti senza perdere set, tuttora insuperato), poche settimane dopo riesce ad arrivare nella finale di Wimbledon contro un agguerritissimo McEnroe. La partita è giudicata da molti come una delle più belle della storia di questo sport, negli occhi dei tifosi rimarrà per sempre il tiebreak del quarto set, con Borg in vantaggio 2-1 nel conto set i due avversari diedero vita ad una grande sfida che vide Borg avere 5 palle match per chiudere l'incontro e McEnroe 6 palle per arrivare al quinto set; in quel tiebreak l'americano si impose per 18-16, ma poi nel quinto set Borg riuscì a prevalere 8-6 vincendo il suo quinto Wimbledon consecutivo. Anni dopo Borg confesserà che in quell'occasione per la prima volta ebbe paura di perdere il titolo sull'erba, egli stesso ammise che quella sensazione corrisponde all'inizio della fine del suo periodo di dominio. Poche settimane dopo i due rivali diedero vita ad un nuovo match spettacolare nella finale dell'US Open, stavolta il vincitore fu il grande campione americano e per Borg si concretizzò la terza sconfitta in finale nel torneo. In quell'anno Borg sconfisse il rivale nella finale dell'Open di Stoccolma e in seguito nella fase a girone del torneo The Masters. Dopo aver sconfitto McEnroe Borg riuscì a vincere il torneo per il secondo anno consecutivo battendo agevolmente Ivan Lendl in tre set 6–4, 6–2, 6–2. Oltre ai tornei più prestigiosi già elencati si aggiudica anche 6 tornei minori ATP. Durante il 1980 Borg e McEnroe si alternano in cima alla classifica mondiale: il 2 marzo McEnroe conquista il primato cedendolo il 24 dello stesso mese allo svedese che lo conserverà per 20 settimane per poi cederlo il 10 agosto e riprenderselo il 18 dello stesso mese e conservarlo fino al luglio 1981.Nel 1981 Borg vinse il suo sesto e ultimo titolo (quarto consecutivo, record eguagliato da Nadal nel 2008) all'Open di Francia, poche settimane dopo arriva per la sesta volta consecutiva in finale a Wimbledon, dopo 5 titoli e 41 vittorie consecutive nel torneo britannico McEnroe lo sconfigge in 4 combattuti set, impedendogli la conquista del sesto titolo. Il 5 luglio, dopo 46 settimane, Borg cede il titolo di N.1 del mondo a McEnroe, il 20 luglio riprende per la sesta e ultima volta il primato nel ranking per due sole settimane, portando il suo totale a 109. Qualche settimana dopo arriva per la quarta volta (la seconda consecutiva) in finale all'US Open. Come nell'anno precedente a contendergli il titolo è sempre McEnroe che ha la meglio in quattro set. Sfuma per l'ennesima volta la possibilità per il grande campione svedese di conquistare il titolo. Subito dopo la sconfitta la delusione per Borg è tanta, a tal punto che si riveste e cammina fuori dallo stadio prima dell'inizio della cerimonia di premiazione e della conferenza stampa. Interrogato su questo comportamento ha dichiarato che oramai non c'erano più dubbi che McEnroe fosse il vero numero uno del mondo, e che lui non voleva essere il N.2. Durante l'anno vinse solo 3 titoli portando il suo totale a 63, l'ultimo successo è a Ginevra, in Svizzera. A 25 anni Borg di fatto terminava la sua breve carriera con la quarta bruciante sconfitta in finale nel torneo che vanamente rincorse per tutta la sua carriera.1982-1983: Ultimi anni e ritiroPer via della tremenda delusione nella finale dell'US Open dell'anno precedente nel 1982 Borg prese parte solo al torneo di Monte Carlo, perdendo contro Yannick Noah nei quarti di finale, dopo aver passato tutta la stagione '82 a fare da spettatore. Nel 1983 sempre a Montecarlo debutta in pessime condizioni fisiche per via della lunga inattività ed è Henri Leconte a far decidere al campione svedese di abbandonare l'agonismo. La vittoria sull'argentino José Luis Clerc a Montecarlo 1983 resta l'ultimo successo agonistico dell'"Orso".La notizia del ritiro era già nell'aria, ma sconvolse il mondo del tennis a tal punto che persino il grande avversario McEnroe provò inutilmente a convincere il neanche 27enne Borg a continuare a giocare.1991-1993: Tentato ritornoNei primi anni novanta Borg tentò un ritorno al tennis professionistico, ma fu un totale insuccesso. Borg scelse di riprendere a giocare con le sue vecchie e superate racchette in legno, perse il match del debutto contro Jordi Arrese all'Open di Monte Carlo. In seguito Borg subì una serie di cocenti sconfitte al primo turno contro giocatori di bassa classifica. Solo una volta, nel 1993 al primo turno del torneo di Mosca, andò vicino al successo in una partita portando Alexander Volkov al terzo set ma anche in quella occasione perse al tiebreak per 9-7. Dopo il match si ritirò definitivamente limitandosi a giocare occasionalmente in tornei "senior" organizzati appositamente per vecchie glorie; in questi tornei ha potuto affrontare nuovamente i suoi vecchi rivali McEnroe, Connors e Vilas.RivalitàJohn McEnroe e Jimmy ConnorsLa rivalità tra Borg e Connors si può riassumere in due fasi; nella prima (1973-1978) c'è stata una netta prevalenza di Connors che dopo aver perso la prima gara vinse le successive 6. In questo periodo vennero disputati 13 incontri: Connors vinse 8 volte e Borg 5. La finale dell'US Open del 1978 fu l'ultima vittoria di Connors, perché nel successivo periodo (1979-1981) Borg vinse tutte le 10 sfide tra i due portando il bilancio a suo favore per 15-8. La maggior parte delle sfide (7) sono state disputate sul campo sintetico con netta prevalenza dello svedese per 5-2. Nelle 6 sfide disputate sulla terra battuta il bilancio è in perfetta parità mentre nelle 5 sfide su cemento prevale l'americano per 3-2. Connors non ha mai battuto Borg sul campo d'erba poiché nelle 4 sfide disputate a Wimbledon lo svedese è sempre riuscito ad imporsi sul rivale.Complessivamente il bilancio delle sfide tra Borg e McEnroe è in perfetta parità 7-7. I due non si sono mai affrontati sul campo di terra battuta, in cui Borg era nettamente favorito. Sui campi d'erba i due si sono affrontati in due occasioni (le due finali a Wimbledon) con una vittoria a testa. Per 4 volte i due rivali si sono fronteggiati sul cemento, con un bilancio favorevole a McEnroe per 3-1. Le restanti 8 sfide sono state disputate su campi sintetici e vedono una prevalenza dello svedese per 5-3.Elenco delle sfide Borg-McEnroeAltreOltre ai rivali storici Connors e McEnroe, Björn Borg ha avuto altre rivalità meno sentite ma che comunque sono entrate nell'immaginario degli appassionati. Una di queste è senza dubbio quella con il tennista italiano Adriano Panatta; sebbene tra i due ci fosse notevole differenza di prestigio, classifica, successi e talento il tennista romano è riuscito a rifilare al grande campione svedese ben 6 pesantissime sconfitte, tra cui 5 proprio sul campo di terra battuta (la superficie preferita di Borg), Panatta è infatti l'unico uomo ad aver battuto Borg nell'Open di Francia (impresa riuscita per ben due volte) e in più occasioni Borg ha ammesso che giocare con Panatta era per lui estremamente impegnativo e che Panatta era per lui un ostacolo molto più ostico che per altri tennisti. Complessivamente il bilancio finale è di 9-6 per Borg.Un altro avversario ostico per Borg è sempre stato il rumeno Ilie Nastase. Entrambi amavano molto giocare sulla terra rossa e infatti le sfide più avvincenti si sono disputate su questo tipo di terreno. Nastase ha impensierito Borg soprattutto nei primi anni di carriera (fino al 1976) imponendosi in 5 sfide su 8. Negli anni successivi Borg ha vinto 6 delle 7 sfide, perdendone una soltanto per "Walk Over" (cioè Borg non si è presentato a causa di un infortunio nel turno precedente).Borg smise di giocare nel 1981, pertanto non ebbe grandi occasioni di giocare contro il grande campione cecoslovacco Ivan Lendl (di qualche anno più giovane). Negli 8 incontri disputati Borg è riuscito ad imporsi 6 volte, tuttavia il bilancio non può essere preso in esame per un confronto tra i due atleti in quanto vedeva di fronte un Borg già campione all'apice della carriera e un Lendl appena ventenne e alle prime armi nel mondo dei professionisti (il cecoslovacco raggiungerà l'apice a metà degli anni ottanta) che tuttavia riuscì ad avere la meglio in ben due occasioni (di cui una per ritiro dello svedese) mettendo in mostra il suo già vistoso talento.Rivalità anomala quella tra Borg e Vitas Gerulaitis, i due infatti erano grandi amici fuori dal campo e la maggior parte dei loro incontri sono stati molto avvincenti e combattuti; nonostante il reciproco timore e rispetto e l'alto livello di gioco delle partite Gerulaitis non è mai riuscito a battere sul campo il grande amico-rivale perdendo tutti i 16 incontri disputati. L'unico successo di Gerulaitis è una vittoria per "Walk Over" (cioè Borg non si è presentato) nella semifinale del torneo di Dallas del 1978.Premi e riconoscimentiCaratteristicheStileBorg è passato alla storia per i suoi cinque successi consecutivi a Wimbledon – record eguagliato solamente, quasi trent'anni dopo, da Roger Federer con la vittoria nelle edizioni 2003-2007 – e per aver saputo adattare al tennis su erba il suo gioco da fondocampo, che sembrava precludergli un ruolo da protagonista sul verde. I suoi successi acquistano maggior valore e considerazione perché ottenuti in un contesto tennistico che vide affermarsi altri campioni leggendari come Jimmy Connors e John McEnroe.Lo svedese, negli anni in cui ha dominato la scena agonistica, impose standards tecnico-atletici ancora sconosciuti ai suoi avversari del tempo. In una stagione del tennis in cui, tranne pochissime eccezioni, i tennisti utilizzavano ancora racchette dal telaio di legno, Borg incluso, lo svedese fu il primo a colpire la palla con il colpo diritto costantemente dal basso verso l'alto, conferendole il cosiddetto effetto in Top-spin mediante rotazione del polso. I vantaggi di questa tecnica di esecuzione sarebbero poi divenuti alla portata di tutti con l'avvento dei telai in alluminio e grafite e con l'allargamento dell'area del piatto corde, ma, negli anni settanta, il solo Borg riusciva ad eseguire con regolarità tale colpo. Giocava inoltre con il rovescio a due mani, all'epoca giudicato estremamente inelegante ed insieme a Jimmy Connors fu il primo a giocare ad altissimi livelli con quel colpo mostrandone tutte le potenzialità. Ma lo svedese fu anche un atleta nettamente superiore ai rivali dell'epoca. La sua preparazione fisica unita alla sua grande solidità mentale lo rendeva un giocatore dotato di resistenza e velocità fuori dal comune, e i suoi allenamenti passati a palleggiare contro un muro di pietre vive, con la palla che rimbalzava irregolarmente in ogni direzione, contribuirono a creare l'alone di mistero e di fascino che egli esercitava sugli spettatori dell'epoca.Da Björn Borg in poi, emerse una schiera di tennisti definiti "regolaristi" o "controattaccanti": giocatori che non prediligevano il gioco di volo, ma che facevano affidamento sulla tenuta fisica e sulla costanza nel palleggio per indurre l'avversario all'errore, piuttosto che cercare la conclusione vincente. La nascita di questa tipologia di giocatori avrebbe poi condotto ad un'aumentata specializzazione sulle superfici, rendendo la terra battuta terreno di caccia per questa nouvelle vague di giocatori. Lo stile di Borg fu senz'altro di ispirazione a questo tennis meno spettacolare e più fisico, ma a differenza dei suoi successori, con le sue cinque consecutive affermazioni sull'erba di Wimbledon e le quattro finali all'US Open, lo svedese dimostrò di essere molto più che un forte regolarista.CarattereLa leggenda di Borg si è nutrita anche del suo temperamento incredibilmente glaciale, in totale contrasto con quello dei suoi grandi rivali Connors e soprattutto McEnroe. Borg era un uomo di poche parole ed era solito non protestare contro arbitri e giudici di linea. Al termine di uno scambio o di una partita non lo si è mai visto esultare in modo vistoso e appariscente, solo dopo la vittoria di un importante torneo si limitava ad inginocchiarsi e a volte ad alzare le braccia. Per via di questo temperamento venne quasi immediatamente ribattezzato dalla stampa "Ice man" ("Uomo di ghiaccio"), "IceBorg" (Un gioco di parole tra la parola "Iceberg" e il suo cognome) oppure "Orso" in riferimento non tanto alla scontrosità dell'animale solitario, quanto al suo nome, Björn, che in svedese vuol dire appunto Orso. Questo carattere così freddo e impassibile ha contribuito in modo determinante a plasmare la grande solidità fisica e mentale per cui Borg divenne celebre (e per cui è tuttora ricordato) e che gli ha consentito di raggiungere la vetta del mondo tennistico.Borg era solito curare il look prima delle partite con una assiduità pari alla preparazione fisica; prima delle partite sceglieva accuratamente i vestiti e la pettinatura da portare in campo; ha lanciato nel mondo la moda del look sciamanico caratterizzato da capelli lunghi, lisci e apparentemente incolti, uniti a barba e baffi pronunciati. È stato forse il primo fenomeno di divismo sui campi da tennis e il suo ritiro, avvenuto quand'era ancora ai vertici del tennis mondiale, ne ha arricchito ancor di più il mito.Vita privataGrazie al suo fascino e al suo look che ha creato una moda, Borg è stato un uomo a cui sono state attribuite diverse relazioni.Nel 1980 si sposa con la tennista rumena Mariana Simionescu, ma la coppia divorzia appena tre anni dopo. In seguito avrà un figlio di nome Robin da una relazione con la modella svedese Jannike Björling.Nell'estate del 1988, a Ibiza, incontrò Loredana Berté, che aveva già conosciuto al Roland Garros nel 1973, quando le fu presentata dall'allora fidanzato della cantante, Adriano Panatta, dal quale in quell'occasione fu battuto. Nel 1989, Borg tentò il suicidio e fu proprio la Bertè a salvarlo. Pochi mesi dopo i due si sposano a Milano, prima con rito civile e poi con rito religioso. Questo matrimonio, particolarmente bersagliato dalla stampa scandalistica, fu molto tormentato e culminò in un tentativo di suicidio anche da parte di Loredana nel 1991: i due si separarono l'anno dopo.Nel 2002, il tennista svedese si sposò per la terza volta con Patricia Östfeldt, con la quale vive tuttora: la coppia ha un figlio di nome Leo. In seguito a questo terzo matrimonio, Borg venne denunciato dalla Bertè per bigamia, in quanto venne scoperto che i due, per l'anagrafe risultavano ancora sposati, chiedendo cinque milioni di euro di danni per il mantenimento mai versato.Dopo il ritiro investì i suoi guadagni sportivi in alcune attività imprenditoriali tra cui una linea di abbigliamento che portava il suo nome e che era la seconda per numero di capi venduti in patria. Tuttavia nel 1989 il suo piccolo gruppo finanziario collassò e Borg si ritrovò esposto verso i creditori di oltre 1,5 milioni di dollari, riuscì tuttavia a salvarsi dalla bancarotta.Nel marzo 2006 la nota casa d'aste Bonhams ha annunciato che avrebbe messo all'asta i 5 trofei vinti da Borg a Wimbledon e le due racchette usate nelle finali del 1976 e 1980. Molti colleghi contattarono Borg per chiedergli perché aveva deciso di commettere questo gesto e lui rispose che alla base di tutto c'erano nuovamente delle gravi difficoltà economiche. A risolvere la questione fu l'antico rivale McEnroe che gli telefonò domandadogli se fosse impazzito, alla fine della telefonata riuscì a persuadere Borg a ripensarci, cosa che invece non gli era riuscita nel 1983 all'annuncio del ritiro dello svedese.Nell'agosto 2007 ha recitato insieme al grande amico-nemico John McEnroe in un divertente spot per la catena di supermercati inglese Tesco.Finali del Grande Slam (16)Vinte (11)Perse (5)Titoli nel singolare (99)Finali singolare tornei ATP (87)Finali vinte (63)Finali perse (24)Non ATP (36)Non ATP, esibizioni, inviti, eventi speciali – Oltre 8 partecipanti (7)Non ATP, esibizioni, inviti, eventi speciali – Fino a 8 partecipanti (29)Performance annualiWR = Tornei vinti su disputatiRecordGrande SlamPrecocitàSerie di vittorieVariNoteBibliografiaCollegamenti esterniPersonalità legate a StoccolmaBjörn Borg
1,779,367
http://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_Penna
Angelo Penna.BiografiaFormazioneNato a Pereto il 22 aprile 1917. Prese i voti religiosi il 28 agosto 1934 a Gubbio: diviene religioso dei Canonici Regolari Lateranensi (congregazione del biblista abate Giuseppe Ricciotti). Alunno del Vercelli in Roma presso il Pontificio Ateneo Angelico, ora denominato Università di San Tommaso d'Aquino.Divenne sacerdote il 23 giugno 1940 in Roma. All'epoca si era portato allo studio della lingua greca, ebraica e di altre lingue orientali. Per questo, con l'ausilio dell'abate Giuseppe Ricciotti, i superiori gli permisero di frequentare il Pontificio Istituto Biblico di Roma (1941-1944) dove si laureò con il grado di dottore delle Sacre Scritture. Non solo si applicò agli studi biblici, ma anche alla disciplina patristica e alla storia della religione cristiana. Nel 1949 consegue il dottorato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico.AttivitàLa sua attività di studioso ha spaziato in vari campi: da quello propriamente biblico (in particolare i libri Profetici) a quello Patristico (San Girolamo, Sant'Agostino), a quello storico (Storia del Cristianesimo).Così fin dall'anno 1945 pubblicò un libro, San Paolo e poi altri a seguire. Pubblicò anche una ventina di libri minori. Non si devono poi dimenticare una serie di commenti inseriti in varie enciclopedie.Non solo fu scrittore, ma anche maestro. Ottenuta la libera docenza in lingue semitiche (ebraico, siriaco...) insegna dapprima all'Università di Bari per sei anni, e dal 1967 all'Università di Perugia. Per breve tempo nella Pontificia Università Lateranense e per 25 anni in Roma nel Pontifico Instituto "Regina Mundi".Fu socio della Pontificia Commissione Biblica e della Pontificia Commissione pro Neo Vulgata ed ancora della Associazione Biblica d'Italia. Officiò il ministero per anni nella parrocchia di Santa Agnese e successivamente nella parrocchia di San Eusebio all'Esquilino.Fu vicario generale della sua congregazione.Morì d'infarto alle 4.30 del mattino del 20 marzo 1981 in Perugia, presso il locale Policlinico. Funerali si svolsero nella parrocchia di san Giuseppe in Via Nomentana. Fu sepolto nel cimitero di Pereto.Per far comprendere l'opera e le attività di questo ricercatore, inseriamo i nomi di tutte le pubblicazioni e le collaborazioni rintracciate.Opere pubblicate."Da Settimio Severo a Giuliano l'Apostata", 1973
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http://it.wikipedia.org/wiki/Ivan_Mazeppa
Ivan Mazeppa.Le sue imprese ispirarono poeti e musicisti.La prima giovinezzaIvan nacque in una famiglia della piccola nobiltà in una regione ucraina ad occidente del fiume Dniepr, allora appartenente al regno polacco. Nonostante fossero di religione cristiano-ortodossa, i genitori lo mandarono a scuola dai gesuiti, cosicché il giovane Ivan ricevette una educazione di tipo classico. Questo gli fruttò la posizione di paggio alla corte polacca, ove fu preso a ben volere dallo stesso re, Giovanni II Casimiro di Polonia. Colto ed intelligente ma irascibile e violento, ebbe presto a scontrarsi con gli altri del suo rango, che lo dileggiavano per il suo credo ortodosso: una reazione troppo violenta ad una provocazione gli valse l’esilio nella residenza estiva della famiglia (1663).Qui - secondo un episodio narrato da Voltaire, reso in poesia Byron ed immortalato da un dipinto di Géricault - fu sorpreso da un notabile del luogo a letto con la propria moglie; fu quindi fatto legare ignudo alla coda di un cavallo che fu frustato e corse via al galoppo. Recuperato piuttosto malconcio, il giovane Ivan si ristabilì ma decise di andarsene e, memore dei suoi ascendenti cosacchi, si recò presso di loro in territorio ucraino russo.Grazie alla sua intelligenza e conoscenza delle lingue (parlava e scriveva il polacco, il tedesco ed il russo e conosceva anche la lingua latina) divenne segretario dell’atamano Ivan Samoilovitsch e dopo aver dimostrato insolite doti di oratore e diplomatico, fu inviato in missione a Costantinopoli. Sulla via della capitale turca, tuttavia, fu catturato dai cosacchi zaporoziani. Fortemente attaccati alla chiesa ortodossa e ferocemente nemici dei turchi, contro i quali erano in continuo combattimento e cui dettero sempre molto filo da torcere, essi lo portarono prigioniero a Mosca. Qui Mazeppa seppe utilizzare molto bene le sue qualità di oratore e diplomatico e convinse persino il primo ministro Artemon Metvedev e poi lo zar Alessio, che gli diede udienza, ad affidargli la difesa degli interessi russi in Ucraina.La carriera nell'impero russo10 Hryvnia banconota con l'effige di Ivan Mazeppa.Nel 1687 l'atamano Stamoivich fu accusato di non essersi impegnato nella guerra in Crimea contro i turchi, che si era risolta male per le truppe russe, e la reggente in nome dello zar, Sofia, dietro consiglio del principe Vassilij Galitzin, del quale Ivan si era conquistato amicizia e stima, lo fece nominare atamano dei cosacchi ucraini in sostituzione dello Stamoivich. La sua attività militare non fu molto brillante e le campagne condotte dall'amico Galitsyn contro i tartari e contro i turchi furono degli insuccessi. Tuttavia Mazeppa seppe muoversi molto bene politicamente e riuscì quindi a guadagnarsi anche la stima del nuovo zar Pietro, con il quale partecipò alla spedizione del 1695 / 1696 contro Azov, nella quale sia lui che i suoi cosacchi dettero prova di buone capacità militari. Lo zar Pietro lo insignì quindi dell'Ordine di Sant'Andrea.Stabilitosi a Baturin, riuscì a mantenere un certo ordine fra i suoi sudditi cosacchi, ribelli e poco propensi all'obbedienza, finché scoppiò la Grande guerra del nord. Egli combatté contro gli svedesi ed i sostenitori di Stanislao Leszczyński nel 1704 e nel 1705 ma dopo la pace di Altranstädt offrì segretamente a Carlo XII di Svezia supporto militare e logistico.Grande guerra del nord e la sua influenza sull'UcrainaRiportando diversi insuccessi nei primi anni della gurra lo zar Pietro cominciò a modernizzare tutta la società (l'esercito, il governo) attuando una politica di accentramento. Questa linea politica dello zar minacciava l'autonomia tradizionale dell'Hetamanato cosacсo che era stata garantita dall'anno 1654.L'Unione di Ucraina e SveziaUna volta inteso che la politica dello zar logorava lo stato ucraino alla sua base Ivan Mazeppa decise di sfruttare le circostanze della Grande Guerra del nord per risolvere i problemi dell'autonomia. Siccome lo zar Pietro si negò ad aiutare l'Ucraina a combattere contro i polacchi e derogò l'accordo del 1654, Ivan Mazeppa fu costretto ad abbandonare la sua devozione per lo zar Pietro I.Dopo la pace di Altranstädt offrì segretamente a Carlo XII di Svezia supporto militare e logistico. Nel 1708, con l’avvicinarsi delle truppe svedesi, Mazeppa, che fino ad allora aveva goduto della stima dello zar, si schierò apertamente con Carlo XII e gli andò incontro con un contingente di cavalleria cosacca forte di un paio di migliaia di elementi.Ivan Mazeppa rivolse queste parole all'esercito cosacco: "Fratelli, è venuta la nostra ora! approfittiamo di questa situazione; vendichiamo i moscoviti per la loro prolungata violenza, per tutte le brutalità e le ingiustizie subite; salviamo per il futuro la nostra libertà e i diritti cosacchi dal loro attentato!Avuta certezza del tradimento, Pietro il Grande lo fece scomunicare dal Metropolita di Mosca ed inviò un esercito al comando del generale Menschikov per attaccare Baturin: la città fu presa d’assalto dai moscoviti, conquistata, le fortificazioni rase al suolo, le riserve di viveri ed armi distrutte, i cosacchi ed i loro parenti sterminati.L'arrivo di Carlo XII con le sue truppe e di Mazeppa con i cosacchi (che questi si era portati dietro) fu una delusione cocente poiché il sostegno logistico e militare che si aspettavano dalla città non era più possibile. Poco dopo Carlo XII e Mazeppa furono sconfitti a Poltava (29 giugno 1709) dalle truppe di Pietro il Grande. Mazeppa, con uno spaurito gruppo di cosacchi e qualche centinaio di soldati svedesi condusse Carlo XII verso sud, attraversando il fiume Dniepr e quindi il Bug, sulla cui riva meridionale giunsero ai primi di settembre. Li attendeva il sultano Ahmed III (1673 – 1736).Poco dopo Mazeppa morì di morte naturale.Hetman Ivan Mazeppa e la cultura ucrainaMolto importante fu il contributo dell'Hetman alla cultura dell'Hetmanato Cosacco che nell'epoca del suo regno raggiunse il massimo splendore in tutti i settori - nell'educazione, nella scienza, nella litteratura e nell'arte.Hetman Mazeppa fu il grande patrocinatore delle arti in Ucraina. L'aspetto più significativo nel periodo del suo regno fu la crescita della pittura e architettura. La sua epoca è caratterizzata dalla rinascita di Kiev come centro culturale dell'Ucraina e dal nascere di uno stile architettonico proprio- il barocco ucraino.Ivan Mazeppa nell’arteLa vita di Mazeppa ha ispirato numerosi artisti:BibliografiaNotestoria dell'Ucrainastoria della SveziaIvan Mazepa
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http://it.wikipedia.org/wiki/Paratesto
Paratesto.Il paratesto'", dal punto di vista linguistico-semiotico è l’insieme di una serie di elementi distinti, testuali e grafici, che sono di contorno a un testo e lo prolungano nel tempo e nello spazio. Questa frangia, dai limiti non sempre definiti, conferisce al testo una sua materialità ed una dimensione pragmatica. Il paratesto viene aggiunto al testo per presentarlo, nel senso corrente del termine, ma anche nel suo senso più profondo, "renderlo presente", strettamente collegato alla distribuzione, "ricezione" e al "consumo" del testo.Gli elementi del paratesto, hanno necessariamente un’ubicazione, che si può situare: intorno al testo, è il caso del peritesto; a distanza dal testo, è il caso dell’epitesto. Secondo Peeter Torop, inoltre, il paratesto è parte di una categoria più grande, il "metatesto".La paratestualità è, quindi, come una relazione fra il testo e quei “segnali accessori”, considerati o meno come appartenenti a esso, autografi o allografi, che procurano al testo un contorno (variabile) e a volte un commento ufficiale o ufficioso. Una relazione che ha un forte impatto sul ricettore, sia esso un lettore nel caso di testi scritti, un ascoltatore in testi orali e così via.Origine del termineIl termine paratesto, formato dal greco "para" (vicino, affine, ma anche contrapposto) e dal latino "textus" (tessuto, da "texere": tessere, intrecciare), si deve al critico letterario francese Gérard Genette. Si sviluppa a partire dalle riflessioni contenute in "Palimpsestes: la littérature au second degré", Paris, Seuil, 1981 [tr. it. di Raffaella Novità, "Palinsesti: la letteratura al secondo grado", Torino, Einaudi, 1997] e attraversa tutta l’opera del critico francese sino a "Seuils", Paris, Seuil, 1987 [ed. it. a cura di Camilla Maria Cederna, "Soglie. I dintorni del testo", Torino, Einaudi, 1989]: il titolo originale del libro e il nome dell’editore coincidono nell’opera in cui Genette si interroga su quali elementi fanno di un testo, un libro.ApprofondimentoElemento generalmente ignorato dal pubblico, che spesso lo subisce senza avvedersene e trascurato dagli specialisti che solitamente evitano di prendere in considerazione particolari apparentemente marginali, il paratesto non è soltanto un elemento strettamente collegato al testo, né si limita a svolgere una funzione meramente ausiliare. Il paratesto previene il testo, ne assicura la ricezione, funziona come una "soglia", un vestibolo, una zona indecisa tra il dentro (il testo) e il fuori (il discorso delle persone sul testo) senza limiti rigorosi, diviene una sorta di consiglio per la lettura e stabilisce un primo patto con il ricettore, invitandolo ad assumere un determinato atteggiamento interpretativo. Il ricettore coglie dal paratesto delle indicazioni di genere, comincia a valutare il tipo di atto comunicativo che il testo gli propone e al contempo a identificare la porzione di enciclopedia e le esperienze testuali pregresse simili che è chiamato ad attivare per procedere all’interpretazione del testo.Questa "frangia" del testo che, come diceva Philippe Lejeune (1975: 45), "«in realtà ne dirige tutta la lettura»" costituisce una zona non solo di transizione, ma di "transazione": è il luogo privilegiato dell'istanza autoriale, di una strategia sul pubblico. È qui che l'autore, direttamente o indirettamente, manifesta la propria “autorità” nei confronti del testo e della sua interpretazione con il compito, più o meno compreso e realizzato, di far meglio accogliere il testo e di sviluppare una ricezione più pertinente, agli occhi, s'intende, dell'autore e dei suoi alleati.Il paratesto è composto dunque empiricamente da un insieme eteroclito di pratiche e di discorsi di tutti i tipi e di tutte le età riuniti sotto lo stesso termine in nome di una comunanza di interessi, o convergenza di risultati, che sembra più importante della loro diversità. I modi e le possibilità del paratesto si modificano incessantemente secondo le epoche, le culture, i generi, gli autori, le opere, le edizioni di una stessa opera, con differenze spesso notevoli.Dal fatto che il paratesto svolge sempre una funzione, non consegue necessariamente che la svolga sempre bene e, ancora, tutte le indicazioni che ne derivano possono essere seguite o meno dal lettore, a seconda della loro efficacia, del contesto sociale e sicuramente degli strumenti che il lettore ha per decodificarle appieno. Una descrizione del paratesto non deve mai dimenticare, infine, che il suo oggetto è un discorso, il paratesto appunto, che ha a sua volta come oggetto un discorso, il testo cui si relaziona. Il significato del paratesto dipende dunque da numerosi fattori tra cui necessariamente il significato dell'oggetto, il testo, che è a sua volta un significato.Peritesto ed epitestoNel caso dei testi scritti è abbastanza facile suddividere il paratesto in due zone editoriali distinte: il peritesto e l’epitesto.PeritestoIl "peritesto" è la categoria spaziale, la zona, in cui si raccolgono gli elementi paratestuali vicini al testo: intorno al testo, nello spazio dell’opera, con una funzione paratestuale quasi esclusivamente di presentazione, di indirizzo e di commento del testo. È il “nocciolo duro” del paratesto, possiede una forma e generalmente posizioni fisse, quasi canoniche: all’inizio del testo (frontespizi, titoli, dediche, epigrafi, prefazioni ecc.), in margine (note, chiose ecc.) e alla fine del testo (postfazioni, tavole, appendici ecc.) ma fanno parte del peritesto anche il formato dell'opera, la sua composizione grafica ecc.EpitestoÈ "epitesto" qualsiasi elemento paratestuale che non si trovi annesso al testo ma in relazione con esso, che circoli in qualche modo in libertà, in uno spazio fisico e sociale virtualmente illimitato. Il luogo dell’epitesto è quindi ovunque fuori dall’opera, senza che questo pregiudichi un suo eventuale inserimento successivo nel peritesto, come nel caso delle interviste all’autore che vengono inserite nelle edizioni successive di un’opera.Ha una funzione estremamente importante per il testo rispetto al quale può anche essere temporalmente anteriore. Una funzione che non è sempre essenzialmente paratestuale: molte conversazioni spesso riguardano non tanto l’opera dell’autore, ma la sua vita, le sue abitudini, la situazione politica. La sua funzione paratestuale non ha limiti precisi: in essa il commento dell’opera si diffonde indefinitamente in un discorso biografico, critico o altro, in cui il rapporto con l’opera è spesso indiretto e al limite indistinguibile. Tutto quello che un autore dice o scrive nella sua vita, il mondo che lo circonda ecc., può avere una pertinenza paratestuale.È una categoria, quindi, estremamente vasta e mutevole che può essere suddivisa in quattro aree: epitesto "editoriale", "allografo ufficioso", "autoriale pubblico", "autoriale privato".Epitesto editoraleLa funzione principale dell’"epitesto editoriale" è quella pubblicitaria e promozionale, ne sono un esempio i manifesti pubblicitari, le inserzioni sui giornali, tutta la serie di adozioni pubblicitarie legate all’editore e alla necessità di commercio.Allografo ufficiosoL’"allografo ufficioso", vale a dire più o meno autorizzato, è una categoria molto meno indagata. Potrebbero iscriversi in questa categoria ad esempio le edizioni critiche di un’opera edite dalla stessa casa editrice che rappresenterebbe, in questo modo, una forma indiretta di approvazione autoriale. Il più delle volte l’epitesto ufficioso prende la forma di un articolo critico o di una recensione un po’ “teleguidati” attraverso alcune indicazioni autoriali che il pubblico non viene generalmente a sapere.L’epitesto editoriale e l'allografo ufficioso sfuggono, in linea di massima, alla responsabilità dichiarata dell’autore, anche se questi ha partecipato più o meno attivamente alla sua produzione.Epitesto autorialeSe le due precedenti forme di epitesto sono abbastanza marginali, per la gran parte l’epitesto è "autoriale" nelle sue distinzioni pragmatiche di "pubblico", ovvero indirizzato per definizione al pubblico in generale, anche se di fatto ne raggiunge una frazione limitata; e "privato", ovvero indirizzato a persone individuali anche se poi servono, magari, solo da intermediari per il grande pubblico. Sono esempi di epitesto autoriale le autorecensioni, le interviste o conversazioni, i dibattiti, le corrispondenze, le confidenze orali, i diari personali ecc.Esempi di paratestoFra i paratesti più comuni, possiamo citare i titoli di ogni genere, le sigle televisive o radiofoniche, le icone nei software dei computer, le dediche, le interviste all’autore, i sipari teatrali ecc.Il paratesto di un libro, è costituito dalle sue introduzioni e postfazioni, dal colophon, dalla copertina, dal formato (grande o tascabile), ma anche dai testi pubblicitari che lo presentano in libreria.Il campo editoriale è stato quello finora utilizzato per gli esempi. Ma anche nel giornalismo, ad esempio per quanto riguarda la carta stampata, è paratesto il formato del giornale, la divisione in sezioni dei contenuti, la composizione grafica delle pagine, l’apparato di immagini a corredo dei testi, la mole di tabelle, grafici, schemini, riassunti ecc. che rientra nell’infografica, i titoli, con occhielli, sommari, catenacci ecc., e questo considerando il solo peritesto.In campo cinematografico una forma notissima di epitesto (editoriale) sono i trailer dei film che precedono l’uscita del film stesso ma anche le interviste al regista, agli attori ecc. Sono paratesto anche i sottotitoli in altra lingua, i titoli d’inizio e di coda con le relative musiche, a meno che non si tratti della colonna sonora del film che ha una natura differente.In televisione il paratesto è presente in ogni trasmissione con sigle, tabelle informative, numeri in sovrimpressione, titoli dei servizi, sottotitoli in lingue differenti ecc. ma nuove categorie nascono in continuazione grazie al digitale terrestre e all’interattività.Bibliografia di riferimentoVoci correlateSemioticaFilosofia del linguaggioCritica letterariaParatext
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http://it.wikipedia.org/wiki/Rosae_Crucis
Rosae Crucis.I Rosae Crucis'" sono un gruppo musicale epic metal italiano.BiografiaCostituitasi nel 1988 a Tivoli, la band ha cambiato più volte line-up anche se in tutto l'arco della sua storia l'identità del gruppo è rimasta fortemente delineata grazie alla presenza dei due membri fondatori, il chitarrista Andrea "Kiraya" Magini e il cantante Giuseppe "Ciape" Cialone, entrambi peraltro compositori di quasi tutti i brani.Dopo aver esordito con due demo autoprodotti, "Il Re del Mondo" (1991) e "Fede Potere Vendetta" (1997), hanno realizzato con la Scarlet Records il primo vero album, "Worms of the Earth" (2003), ispirato ai racconti di Robert Howard (noto soprattutto come autore di "Conan il barbaro") relativi alle gesta dell'eroe Bran Mak Morn e alla resistenza della popolazione britanna dei Pitti contro l'invasione romana.Nel 2007 il gruppo firma un contratto con una casa discografica modenese esordiente, la Jolly Roger Records, e per essa incide nel Settembre 2008 il disco "Il Re del Mondo", che riprende e approfondisce quanto già proposto dal gruppo stesso con l'omonimo demo. Il disco contiene, fra le altre tracce, una versione rielaborata in chiave heavy metal del saltarello tradizionale "Schiarazula Marazula" più noto nella rivisitazione di Angelo Branduardi "Ballo in Fa Diesis Minore". Il 3 Ottobre 2009 è stato presentato ufficialmente a Roma "Fede Potere Vendetta", album contenente -oltre ai brani dell'omonimo demo- anche materiale inedito e anticipato dal videoclip della canzone omonima.Il gruppo ha mantenuto vivo il proprio nome nell'underground metal italiano con frequenti concerti live, tra cui alcuni in apertura a nomi storici del genere come i Manilla Road, e partecipando ad alcuni dischi di tributo con le proprie cover di "Pleasure Slave" dei Manowar, "Death of the Sun" dei Cirith Ungol e "The Fires of Mars" dei Manilla Road. Recentemente (6 marzo 2009) hanno tenuto un concerto live a Ravenna con il patrocinio delle Università di Bologna e Chieti-Pescara e di RavennaFestival.Line upAttualeEx membriDiscografia.DemoAlbum studioNoteCollegamenti esterni
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http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Battista_Barni
Giovanni Battista Barni.BiografiaNato a Lodi il 28 ottobre 1676 Giovanni Battista nacque in seno alla nobile famiglia dei conti di Barni.Egli studiò presso l'Università di Pavia ove il 4 settembre 1700 ottenne il dottorato "in utroque iure" (ossia in diritto civile e canonico).Nominato governatore della città di Narni il 30 aprile 1708, passò al governatorato di Jesidal 1712 e poi a Perugia nel 1721, giungendo infine a Macerata ove si distinse come governatore provinciale della Marca Antonitana dal 27 gennaio 1725. Divenuto Relatore della Sacra Congregazione della Sacra Consulta, divenne successivamente Referendario del Supremo Tribunale della Signatura Apostolica di Grazia e Giustizia.Ordinato sacerdote il 14 gennaio 1731, il 22 gennaio di quello stesso anno ottenne il titolo di arcivescovo titolare di Edessa in Osröene, venendo consacrato poco dopo. Divenuto Nunzio Apostolico in Svizzera il 22 febbraio 1731, divenne assistente al trono pontificio dal 1 aprile di quello stesso anno. Divenne nunzio apostolico in Spagna dal 1 aprile 1739.Creato cardinale presbiteronel concistorio del 9 settembre 1743, il 19 dicembre 1746 ottenne la porpora ed il titolo cardinalizio di San Tommaso in Parione. Legato a Ferrara dal 22 luglio 1750, la sua legazione venne estesa per un altro triennio dal 14 gennaio 1754, ma morì poco dopo, il 24 gennaio di quello stesso anno a Ferrara. La sua salma venne esposta e sepolta nella cattedrale di Ferrara.Collegamenti esterniCardinali nominati da Benedetto XIV
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http://it.wikipedia.org/wiki/Terence_Hill
Terence Hill.Nel 2010, insieme a Bud Spencer, ha ricevuto il David di Donatello alla carriera.BiografiaLe origini e gli esordiMario Girotti nasce da madre tedesca e padre italiano a Venezia il 29 marzo 1939, secondo di tre fratelli (Odoardo e Piero hanno avuto piccole esperienze in ambito cinematografico in tenera età).Trascorre la sua infanzia insieme ai nonni materni a Lommatzsch, in Sassonia, durante i bombardamenti alleati della Seconda guerra mondiale e, dal 1944, ad Amelia, in Umbria, il paese di origine del padre.Il suo esordio sul grande schermo avviene in maniera quasi casuale quando, a soli 12 anni, viene notato dal regista Dino Risi durante una gara di nuoto. Mario viene scritturato per una piccola parte del film "Vacanze col gangster" (1951) dove, insieme ad altri ragazzini, aiuta un pericoloso bandito a evadere dalla prigione, per poi trovarsi nei guai.Da adulto non la ricorderà come una bella esperienza: dirà di non aver amato recitare, e di aver avuto spesso la febbre durante le riprese del film, proprio come suo padre.Girotti continua quindi gli studi, iscrivendosi alla facoltà di lettere e filosofia intraprendendo una modesta carriera di attore proprio per pagarseli.I primi successi e l'incontro con Bud SpencerNel ruolo di "Bruno" corteggiato da "Cerasella" (Claudia Mori) in "Cerasella" (1959) di Raffaello Matarazzo.Nel 1958 partecipa ad uno sceneggiato RAI. Nel 1959 viene scritturato per una piccola parte nel film Annibale (curiosamente nello stesso film aveva una piccola parte anche Carlo Pedersoli, il futuro Bud Spencer, ma i due non si incontrarono sul set). Nello stesso anno è protagonista nel ruolo di "Bruno" bagnino corteggiato da "Cerasella" (Claudia Mori) nella commedia comico-sentimentale "Cerasella" (1959) di Raffaello Matarazzo.Dopo tre anni di studio all'Università di Roma con l'obiettivo della laurea in Lettere Classiche decide alla fine di dedicarsi completamente al cinema, arrivando a frequentare l'Actor's Studio per sconfiggere la timidezza.Nel ruolo del conte milanese Cavriaghi ne "Il Gattopardo" (1963) di Luchino Visconti, accanto a Lucilla Morlacchi.Luchino Visconti, uno dei più importanti registi neorealisti, lo scrittura per una piccola parte nel film "Il Gattopardo", una pietra miliare della cinematografia italiana. Il film gli porterà una certa notorietà che lancerà la sua carriera di attore.Nel 1967 sposa Lori Zwicklbauer, una ragazza statunitense di origine tedesca, conosciuta lo stesso anno sul set del film campione d'incassi "Dio perdona... io no!".Ma sul set di questo film l'incontro più importante, dal punto di vista artistico, è quello con Carlo Pedersoli, alias Bud Spencer, il futuro "inossidabile" compagno di scena.Seguendo una moda dell'epoca i due attori, per fare colpo a livello internazionale, non possono figurare con i loro veri nomi e cognomi in quanto considerati "troppo italiani" per un film western, ma utilizzano nomi d'arte "americaneggianti". La produzione consegnò a Mario Girotti una lista di venti possibili nomi e gli chiese di sceglierne uno entro 24 ore. Scelse "Terence Hill" perché suonava bene e perché le iniziali erano le stesse del nome e cognome di sua madre.Fu un caso per Terence Hill partecipare a questo film: fu infatti scelto per sostituire Peter Martell ufficialmente vittima di un incidente a cavallo durante alcune riprese. In realtà lo stesso Terence Hill in una intervista ha raccontato: "Accadde che l'attore che doveva fare il gatto, Peter Martell, litigava sempre con la fidanzata ed una sera, durante una lite violenta, le tirò un calcio, ma lei si scansò, colpì il muro e si ruppe un piede".Anche in "Lo chiamavano Trinità..." Terence Hill non venne scelto inizialmente per interpretare il film. Enzo Barboni (meglio conosciuto come E.B. Clucher) chiese a Franco Nero di interpretare il ruolo di Trinità, ma l'attore avendo un impegno con una produzione americana per il film "Camelot" (1967) rifiutò. Così si decise di cercare un attore il più possibile somigliante. La scelta cadde in questo modo su Terence Hill.Bud Spencer e Terence Hill hanno girato insieme 18 film, dei quali 17 come coppia protagonista.La notorietà internazionaleTerence Hill e Bud Spencer in "Lo chiamavano Trinità..."Il suo successo è legato soprattutto ad alcuni titoli del genere spaghetti-western girati insieme all'amico Bud Spencer, come i cult "Lo chiamavano Trinità..." (1970) e il suo sequel "...continuavano a chiamarlo Trinità" (1971), che lanciano la coppia al successo internazionale.Ai due titoli seguono altri film altrettanto fortunati, come "...altrimenti ci arrabbiamo!" e "Io sto con gli ippopotami".Nel 1973 è protagonista, insieme a un attore del calibro di Henry Fonda, del film "Il mio nome è Nessuno", pellicola di ottimo livello, prodotta da Sergio Leone, nella quale si incrociano il tema del tramonto della epopea del west con il tono più scanzonato ereditato dal personaggio di Trinità.Successivamente, Hill partecipa anche ad alcune produzioni hollywoodiane, come ' (1977), di Dick Richards, con Gene Hackman, e "Mister Miliardo" (1977) di Jonathan Kaplan, con Valerie Perrine.Nel contempo, insieme all'amico Bud Spencer, ha anche collaborato a scrivere le sceneggiature e alcune musiche delle loro pellicole. Più tardi, Hill ha deciso di passare anche dietro alla macchina da presa, dirigendo se stesso nei film "Don Camillo" (1983) e "Botte di Natale" (1994), nel pilot della serie televisiva "Lucky Luke" (1991) e nella fiction "Doc West" (2009), firmata in co-regia con Giulio Base.Nel 1999, pochi giorni dopo il trionfo di Roberto Benigni a Los Angeles nella notte degli Oscar per "La vita è bella", la popolare rivista americana Time, sulla scia dell'evento, pubblica una classifica degli "attori italiani più famosi del mondo" nella quale Bud Spencer occupa il primo posto, seguito da Terence Hill al secondo.La crisi e la rinascitaNegli anni novanta Hill ha attraversato un lungo periodo di depressione causata dalla perdita nel 1990, in un incidente stradale a Stockbridge nel Massachusetts, del figlio adottivo diciassettenne Ross con il quale aveva girato i film "Don Camillo" (1983) e "Renegade - Un osso troppo duro" (1987).Dal 2000 l'attore ha rilanciato la propria carriera come protagonista della fortunata serie televisiva RAI "Don Matteo", nel ruolo del protagonista, un prete con un particolare intuito investigativo.FilmografiaAttoreCome Mario GirottiCome Terence Hill, senza Bud SpencerCome Terence Hill, in coppia con Bud SpencerRegistaProduttoreSceneggiatoreCuriositàDoppiaggioTerence Hill, nonostante sia italiano, è stato quasi sempre doppiato (il più delle volte da Pino Locchi)NoteVoci correlateAltri progettiCollegamenti esterniSceneggiatori italiani|Hill, TerenceAutori di colonne sonore|Hill, TerenceInterpreti di fotoromanziProduttori cinematografici italiani|Hill, TerenceGermano-italianiTerence Hill
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http://it.wikipedia.org/wiki/Camaleonti
Camaleonti.I Camaleonti'" sono un gruppo musicale italiano degli anni sessanta e settanta.I componentiStoria del gruppoFondati nel 1963 a Milano, nel 1965 vengono notati da Miki Del Prete, collaboratore di Adriano Celentano, che propone loro un contratto con la casa discografica Kansas, che gravita intorno al Clan Celentano e che è stata fondata dallo stesso Del Prete e da Domenico Serengay. Il successo arriva quasi subito, cavalcando il fenomeno beat con "Sha la la la la" che nel 1966 vende 40.000 copie, presto bissato dal successo di "Portami tante rose", rifacimento della celebre canzone di epoca fascista, che arriva all'11° posto in hit parade.Dopo la defezione di Riki Maiocchi, che si dedica alla carriera solista (ed è sostituito da Mario Lavezzi), l'anno d'oro è il 1968, in cui raggiungono la vetta delle classifiche di vendita con "L'ora dell'amore" (versione italiana di "Homburg" dei Procol Harum), uscito alla fine del 1967. Questo brano diventa un inno dei giovani di allora e rimane al 1° posto delle hit parade per 13 settimane vendendo 1.600.000 copie, successo bissato da "Io per lei" che arriva al 9° posto in hit parade e di "Applausi", nuovo primo posto con 900.000 copie vendute, che rimane in classifica per dodici settimane, restando al primo posto per le tre settimane dal 29 novembre al 13 dicembre e ritornandoci per altre due dal 3 al 10 gennaio.Intanto Mario Lavezzi viene chiamato ad assolvere il servizio militare ed entra nel gruppo Gabriele Lorenzi (ex tastierista del gruppo beat I Samurai), che dopo un anno (dopo aver registrato quasi tutte le canzoni del terzo LP, tranne "L'ora dell'amore" e poche altre già registrate in precedenza con Lavezzi) abbandona il gruppo per entrare nei Formula 3: per qualche tempo i Camaleonti proseguono in quattro.Con "Mamma mia" (scritta da Mogol e Lucio Battisti), con "Viso d'angelo" (scritta da Pace e Panzeri) e poi con "Eternità", presentata al Festival di Sanremo (presentata in coppia con Ornella Vanoni, che nella versione del gruppo milanese arriva fino al secondo posto in hit parade e resta in classifica per tredici settimane), si affacciano agli anni settanta al massimo della loro popolarità e sono anche gli anni dei dischi d'oro, delle Maschere d'Argento e attestazioni varie.Ritornano ufficialmente un quintetto con l'ingresso di Dave Sumner, già facente parte dei Primitives di Mal e dei Cyan Three di Patty Pravo, anche perché in via ufficiosa aveva partecipato ad alcune incisioni degli anni precedenti, portando una ventata di "internazionalità" alla band.Nel 1972 partecipano a Un disco per l'estate, ma vengono esclusi dalle finali forse per un titolo fuori stagione (il loro pezzo si chiama infatti "Tempo d'inverno"). Partecipano al Festival di Sanremo con "Come sei bella" nel 1973 e nell'estate dello stesso anno vincono "Un disco per l'estate" con la canzone "Perché ti amo", altro primo posto in classifica per settimane. Seguono nuovi successi a "Canzonissima" con "Amicizia e amore", a Un disco per l'estate 1975 con "Piccola Venere" e due partecipazioni al Festival di Sanremo, con "Cuore di vetro" (1976) e "Quell'attimo in più" (1979) (scritta dall'ex Lavezzi) con la quale arrivano terzi.Dave Sumner decide di lasciare il gruppo nel 1981, sostituito da Vincenzo Mancuso, presto anche Jerry decide di lasciare il gruppo ed i Camaleonti continuano la loro strada in quattro; realizzano "Cuore nerazzurro" che diventa l'inno ufficiale dell'Inter.Nel 1986, Vincenzo Mancuso si separa dal gruppo, avendo intrapreso un'impegnativa collaborazione (come musicista e poi anche come produttore) con Francesco De Gregori, e permette l'ingresso ad un giovanissimo Valerio Veronese.Nel 1993 tornano al Festival di Sanremo cantando (insieme a Dik Dik e Maurizio Vandelli) la canzone nostalgica "Come passa il tempo" che, anche se viene eliminata, riscuote un discreto successo.Nel 2004 incidono "2000 anni di musica e applausi" e a cavallo con questo disco, viene a mancare lo storico batterista del gruppo Paolo De Ceglie.Discografia33 giriCD45 giriAntologie33 giriCompilation con altri artisti33 giriCDDiscografia estera33 giri45 giriCuriositàFece parte della prima formazione dei Camaleonti, senza mai arrivare al grande pubblico, ma esibendosi come voce solista del complesso durante le prime uscite poco più che amatoriali, un giovanissimo Teo Teocoli.Voci correlateCollegamenti esterniNoteBibliografiaGruppi e musicisti della Lombardiapersonalità legate a MilanoVincitori di Un disco per l'estateGruppi e musicisti della KansasGruppi e musicisti della CBSGruppi e musicisti della CGDGruppi e musicisti della Durium
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http://it.wikipedia.org/wiki/Spirito_di_luce
Spirito di luce.Sprito di luce, romanzo dell'autrice statunitense Marion Zimmer Bradley, scritto nel 1995, riprende una vecchia passione dell'autrice peri romanzi fantasy con forti accenti di occultismo ed elementi inerenti i generi gotico e paranormale. Questo volume è il capostipite di una serie di quattro romanzi, scritti negli anni '90, che si riallacciano a una trilogia scritta dall'autrice sul finire degli anni '70.TramaIl libro narra delle vicende di Verity Jourdemyne, figlia di Thorne Blackburne, una specie di santone Hippy che negli anni sessanta predicava l'avvento dell'Età dell'Acquario e celebrava, con i suoi accoliti, dei riti per favorire l'evento.Nel corso di uno di questi riti la madre di Verity, nonché amante del santone, muore, e Verity viene affidata alle cure della sorella di lei, dopo che il padre sparisce misteriosamente quella stessa notte.Anni dopo, Verity, che nel frattempo è diventata un'esperta di statistiche sul paranormale, pur essendo profondamente scettica nei confronti di tutto ciò che non si può toccare e misurare, deve indagare su alcuni stranissimi eventi paranormali verificatesi nella casa dove il padre celebrava i suoi rituali. Recatasi sul posto, scopre che una nuova comunità di credenti si è stabilita nella casa per seguire le orme di Thorne Blackburne.Il capo di questa comitiva è un tipo affascinante ma un po' inquietante che cerca di spingerla a partecipare all'opera attivamente.Alla fine del libro si scopre che il capo di questa nuova congrega e la medium del gruppo sono anch'essi figli di Thorne, il quale, dopo misteriose apparizioni e messaggi che fa pervenire a Verity ricompare in maniera più tangibile nelle ultime pagine per aiutare la protagonista a bloccare il fratellastro dal completare un'impresa che porterebbe l'umanità ad una condizione di vita che non potrebbe sopportare. Egli spiega alla figlia cosa successe la notte in cui morì sua madre e la spinge a superare i conflitti che aveva con la figura paterna, incoraggiando una maggiore comprensione della sua filosofia di vita e delle sue azioni.Detto questo si trasforma in un antico albero del parco.Verity può ora tornare alla sua normale routine, con in più il bagaglio dell'eredità paterna, che finalmente ha accettato.Le sue avventure saranno raccontate nei libri seguenti: Magia di Luce e Tenebra di Luce.EdizioniMarion Zimmer BradleyRomanzi fantasyRomanzi statunitensi
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http://it.wikipedia.org/wiki/Liber_Extra
Liber Extra.Il "'Liber extra" (o "Decretales Gregorii IX"') è un testo di diritto canonico.Il papa Gregorio IX lo fece redigere nel 1234 dal domenicano di Barcellona San Raimondo di Peñafort, cento anni dopo il "decretum Gratiani" (o "decretum"). Fa parte del Corpus Iuris Canonici; le disposizioni in esso contenute sono rimaste in vigore fino al Codice di diritto canonico del 1917.In questo lasso di tempo erano stati celebrati due concili e emesse altre decretali.L'espressione "extra vagantium" (riferita alle norme contenute nel codice) indica decretali che erano rimaste fuori dal decretum. L'opera è senza commenti, divisa in 5 libri, suddivisi in "titula", "rubrica summaria" (scritte rosse di tre parole con il contenuto sintetico della norma) e ulteriormente in "summarii".L’opera riportava sia le definizioni dogmatiche, sia le norme liturgiche. Fu stabilito che tutte le leggi ecclesiastiche universali emanate dai predecessori e contrarie a norme presenti nel "Liber" fossero da considerare abrogate.Collegamenti esterniCodici (diritto)Diritto canonico
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http://it.wikipedia.org/wiki/Federico_Guglielmo_I_di_Prussia
Federico Guglielmo I di Prussia.BiografiaPrincipe ereditario (1688–1713)I primi anniFederico Guglielmo era figlio del Principe ereditario Federico di Brandeburgo e della duchessa Sofia Carlotta di Brunswick-Luneburg. Al contrario del padre, il figlio apparve da subito con una corporatura robusta e forte. Nei suoi primi anni di vita, dal 1689 al 1692, egli venne educato in Hannover, patria della madre, pur mantenendo una personale natura impulsiva. Questo momento della sua vita gli diede però l'occasione di studiare assieme al cugino Giorgio Guglielmo che poi sarebbe divenuto Re d'Inghilterra con il nome di Giorgio II, mantenendo con questi un personalissimo rapporto d'amicizia che aiutò in seguito le relazioni tra i due paesi.EducazioneDopo il suo ritorno dall'Hannover, Federico Guglielmo si premurò di imparare il francese, arrivando al punto di usare tale lingua per parlare con sua madre, imparando invece un tedesco stentato dal suo servitore personale.Egli sviluppò inoltre un completo contrasto tra i caratteri del padre, rappresentativo e superiore, e quello della madre, artistica e filosofica. Egli rifiutò entrambi gli stili di vita proposti. Intraprese invece la carriera militare dal 1694 ottenendo il comando di un reggimento di cavalleria e di uno di fanteria, buttandosi a pieno nella vita bellica.All'inizio del 1695 venne sottoposto all'educazione del Generale Conte Alexander von Dohna, che si prese la responsabilità di educarlo come suo precettore. Nel 1697 suo insegnante divenne l'ugonotto Jean Philippe Rebeur. Entrambi gli insegnanti gli impartirono una stretta educazione calvinista, facendogli studiare latino, francese, storia, geografia, genealogia, matematica, scienze belliche e retorica, pur manifestando ostilità per la maggior parte di esse. Il principe ereditario era invece molto preparato negli affari di corte e conduzione di uno stato, ponendo attenzione rilevante alle finanze. Invece di giocare come si addiceva ad un bambino della sua età, egli passava il proprio tempo a controllare le divise e gli armamenti delle proprie guardie.Nel Natale del 1698, al suo decimo compleanno, il padre lo insignì della proprietà di Wusterhausen come residenza indipendente e possedimento signorile. Qui egli si esercitò nella conduzione economica dei propri possedimenti che successivamente trasferì alla conduzione dello stato prussiano. Egli si preoccupò inoltre di trasformare la locale residenza di caccia in uno splendido palazzo per i futuri principi ereditari, oltre a far erigere un palazzo cittadino a Berlino. A Wusterhausen il principe teneva corte e disponeva di un numero ristretto di guardie personali composte dai membri cadetti delle più nobili famiglie del Paese.Federico Guglielmo, ricevette nel 1701 durante l'incoronazione del padre, il titolo di Principe di Orange e uno stipendio personale di 26.000-36.000 talleri annui. Nel 1702 la sua educazione venne affidata al conte Albert Konrad von Finckenstein e nello stesso anno divenne membro del Consiglio di Stato segreto e l'anno successivo entrò anche nel consiglio di guerra. Come principe ereditario partecipò a differenti incontri che gli diedero la possibilità di prendere una più ampia coscienza del mondo esterno e della natura degli eserciti d'Europa.La maggiore etàNel 1704 all'età di 16 anni, egli completò il castello di Wusterhausen e decise di abitarlo come residenza autunnale da agosto a novembre, il che consentì ad ogni modo lo sviluppo di un piccolo villaggio alle sue dipendenze.Nel 1705 venne nominato Governatore di Charlottenburg, ove poté mettere in pratica gli insegnamenti appresi durante i viaggi compiuti in Olanda che estesero notevolmente i suoi orizzonti culturali. Durante l'ultimo di questi suoi viaggi egli apprese però anche la morte della madre ed il 14 giugno 1706 decise di prendere moglie, sposando Sofia Dorotea di Hannover per procura, sposandola poi di persona il 14 novembre 1706 a Cölln am der Spree. Nel luglio di quello stesso anno, inoltre, egli aveva partecipato ad alcune operazioni militari nelle Fiandre nell'ambito della Guerra di Successione spagnola, ove prese parte con il proprio reggimento che constava ormai di 600 uomini.L'11 settembre 1709 prese parte alla Battaglia di Malplaquet, che fu lo scontro più sanguinoso della guerra di successione spagnola.Nel 1710 vi fu uno scandalo di corruzione tra i ministri del padre e Federico Guglielmo intervenne ufficialmente per la prima volta a sedare i dissidi poltici occupandosi della punizione dei traditori.L'anno successivo, nell'estate del 1711, egli fu nuovamente in Olanda per curare per conto del padre alcuni negoziati diplomatici, tornando poi in patria per schierarsi contro gli svedesi nella guerra scoppiata sul suolo prussiano, venendo ferito.Re di Prussia (1713-1740)Tagli ai fondiAll'inizio del 1713 la salute di Federico I peggiorò in maniera decisiva, lasciando che si concludesse lentamente la vita del primo sovrano ufficiale di Prussia, che aveva costituito un trono che si trasmise per oltre due secoli. Il 25 febbraio 1713 Federico I spirò e Federico Guglielmo, che gli era stato vicino negli ultimi momenti di vita, dopo aver lasciato il letto del padre ormai defunto, si occupò da subito della sistemazione delle finanze dello stato come primo atto da Re, ancora prima dell'incoronazione (che di fatto non ebbe mai luogo in maniera ufficiale).Egli provvide al padre un funerale grandioso e in pompa magna, ma era lui il primo a gioire di questa morte attesa da lungo tempo. Egli si presentò alla cerimonia funebre con la corona, di modo da ribadire che il suo peso di nuovo governo fosse chiaro a tutti.Poco dopo il termine delle cerimonie funebri egli cambiò radicalmente l'indirizzo di governo e si concentrò essenzialmente sul rimuovere le riforme promosse dal genitore, in particolare riorganizzando le finanze e smantellando i debiti. Il suo scopo era quello di far acquisire alla Prussia una sempre maggiore indipendenza dalle potenze straniere, il cui cardine sarebbe certamente stato un esercito di portata straordinaria. Ma per fare questo era necessario molto denaro per implementare le casse dello stato.Il 27 febbraio il Re designato si recò a Wusterhausen e lì iniziò la costituzione del suo nuovo programma di governo, ma vi impiegò soli quattro giorni per redigerlo. Per saldare i 20.000.000 di talleri di debito accumulati dal padre, ridusse il personale della casa reale da 142 a 46 impiegati oltre ad investirvi parte del proprio patrimonio personale. Dei 24 castelli fatti costruire dal padre, Federico Guglielmo I ne mantenne solo sei, mentre gli altri furono venduti. Fece fondere molte statue di bronzo per fabbricare dei cannoni. la cappella di corte venne sciolta, vennero venduti all'asta vini preziosi che facevano parte della cantina reale, oltre a mobili e oggetti d'oro e d'argento. Tutto questo dispendio ebbe però la contropartita di portare molte residenze alla rovina pressoché totale. Le accademie statali non ottennero nuovi fondi, i teatri vennero chiusi e questo provocò una fuga di artisti da Berlino.Con questo programma di riforma radicale si attirò l'impopolarità del popolo che si vedeva privato dello splendore acquisito in precedenza, ma allo stesso tempo il compiacimento per una maggiore fortificazione dello stato e la costituzione di un vero esercito che potesse competere con le altre potenze europee. Egli stesso ridusse drasticamente i costi della sua corte e delle 700 stanze del palazzo reale di Berlino, ne abitò solo 5.Monarca assolutoIn accordo con il suo orientamento di governo, Federico Guglielmo pose la propria figura al centro di tutte le attività dello stato, dando inizio ad un vero e proprio governo assolutista. Ora la sua parola era legge e chi la contraddiva era passibile di morte. Egli pretese di interessarsi di tutti gli affari dello stato e sviluppò le caratteristiche di una tirannia, guidata però da una profonda fede in Dio.Il re implementava il governo attraverso il suo gabinetto di ministri, parlando a loro come un generale con le sue truppe e con loro esaminava i rapporti giunti a corte circa l'andamento stesso dei vari ministeri.Sviluppo dell'esercitoIl re fondò la potenza del proprio stato essenzialmente sulla rilevanza del potenziale militare. La necessità di riportare un ordine nelle questioni belliche era divenuta essenziale soprattutto per l'indignazione dello stesso sovrano prussiano che non riusciva ad accettare il fatto che le altre potenze non considerassero la Prussia una nazione in grado di competere nei concordati internazionali.Dal 1713 iniziò lo sviluppo di una totale riforma dell'esercito. Precedentemente la fanteria era composta da 8073 uomini e la cavalleria da 1067 soldati, ma egli potenziò l'esercito a 50.000.I lunghi cappelliUn'attenzione particolare da parte del re fu il reclutamento di uomini giovani che appartenessero al suo reggimento personale di Potsdam, anche se questo poteva essere considerato dai più un suo vezzo personale. Ad ogni modo, il fatto aveva una ragione pratica: egli infatti riteneva che costituire un corpo speciale di fucilieri, richiedesse non solo un certo numero di uomini, ma che essi dovessero essere i più alti possibili. Iniziò così una vera e propria caccia ai giganti iniziata già dal 1712 per ricercare uomini che avessero un'altezza minima di 1 metro e 88 centimetri. Egli mandò anche dei corpi di spedizione in Ungheria, Croazia ed Ucraina per reclutare tali uomini, comprandoli spesso fisicamente. tra il 1713 ed il 1735 vennero spesi in totale 12 millioni di talleri in fondi da investire nella ricerca di questi uomini. La ricerca delle grandi misure rappresentava anche un interessante fattore psicologico: oltre alla naturale altezza, infatti, gli appartenenti a questo corpo erano detti "lunghi cappelli" dal momento che indossavano dei cappelli molto alti per aumentare ancora di più la loro statura. Questo era ovviamente uno stratagemma per incutere maggior timore al nemico che si trovava di fronte degli autentici grandi uomini da battere, il che avrebbe inevitabilmente anche dato maggior prestigio e rilevanza all'armata prussiana. Il costo annuale del mantenimento di questo reggimento era di 291.000 talleri rispetto ai 72.000 spesi di norma per un reggimento normale.Promozione dell'industria tessileInteressato anche all'economia, Federico Guglielmo I si concentrò sulla promozionme della ricca industria della tessitura, batsata sull'economia domestica. Quasi tutte le grandi case avevano infatti filande private e, con riforme varate già dal 1713, venne creato a Berlino un deposito generale per il prodotto filato che veniva quindi venduto all'ingrosso sul mercato internazionale, facendo sconfinare il prodotto dal semplice consumo locale.Coinvolgimenti riguardo la politica esteraFederico Guglielmo I cercò in un primo momento di mantenere una certa neutralità nei conflitti europei dell'epoca, concentrandosi sul rafforzamento del proprio stato dopo il periodo lassista del governo paterno. La visita di Pietro il Grande nel 1713 a Berlino, però, lo fece propendere per entrare nell'Alleanza del Nord in funzione anti-svedese per combattere le mire espansionistiche di Carlo XII nella Grande Guerra del Nord, ottenendo in cambio finanziamenti ed armi.Con la ripresa delle ostilità nel 1713, la Prussia trasferì il proprio quartier generale in Pomerania dal 1 maggio 1715 assediando Stralsund e partecipando appieno agli scontri, con alla testa Federico Guglielmo I.Nel corso del trattato di pace di Stoccolma del 21 gennaio 1720, la Prussia concluse la pace con la Svezia, ottenendo però da questa il dominio indiscusso sulla città di Stettino, Peene e sulle isole di Wollin e Usedom, oltre all'area del delta dello Swine e del Dievenow. Questa campagna e quella del 1715 diedero l'opportunità quindi di ribadire l'importanza del ruolo dell'esercito per la rinnovata Prussia.Non ultimo, Federico Guglielmo I vendette le colonie del Brandeburgo fondate dal suo predecessore (di cui la maggiore era appunto Friedrichsburg) per 7.200 ducati nel 1720 ai Paesi Bassi, ottenendo nuove risorse per l'esercito.Il corpo di nobili ufficialiCon l'intenzione di privare sempre più la nobiltà dei propri poteri e di estendere il valore dello stato assolutista, egli cercò di applicare la tecnica cara a Luigi XIV di Francia di legare a se i rappresentanti della stretta aristocrazia. In maniera però del tutto innovativa, egli fondò il "Real Corpo di Cadetti Prussiani" nel settembre del 1717 a Berlino, un istituto militare per formare correttamente i figli cadetti delle più eminenti famiglie del paese. Qui i giovani dovevano essere di lignaggio nobile ed avere un'età tra i 12 ed i 18 anni. Oltre alla carriera militare, questo garantiva un comodo inserimento nel governo, il che consentiva al re di distrarre l'attenzione sul possesso terriero da parte dei signorotti locali. Ovviamente il permesso di accedere a questo corpo era concesso esclusivamente a quanti facessero solenne giuramento di non prestare servizio per alcun altro paese.Altri passi notevoliFederico Guglielmo I, come abbiamo già detto, raddoppiò le forze d'esercito presenti in Prussia, facendo del paese il più potente dietro Francia, Paesi Bassi e Russia. La Prussia contava all'epoca 1,6 milioni di abitanti di cui 80.000 erano impegnati stabilmente nell'esercito reale. Questo ebbe però lo svantaggio di portare ad uno stato completamente militarizzato ed incentrato sulla carriera bellica, a scapito di altre iniziative di tipo culturale ed artistico.Sotto l'aspetto religioso, si prodigò a favore del pietismo.Per l'educazione fondo 1480 scuole di formazione al posto delle 320 scuole di villaggio che esistevano all'epoca del regno del padre Federico I.Gli ultimi anniCon l'avanzare nell'età, Federico Guglielmo sentì sempre più crescere i dolori a causa di uno stile di vita sregolato e sofferto anche per mali ereditari. La sua vita militare che tanto lo aveva impegnato, alla fine gli aveva creato non pochi problemi a cavalcare ed era ingrassato notevolmente. Il 31 maggio 1740 egli morì al castello di Potsdam e venne sepolto il 4 giugno di quello stesso anno nella chiesa di Potsdam.Gli succedette il figlio Federico II di Prussia, meglio noto come "Federico il Grande".Matrimonio e discendenzaSposatosi con Sofia Dorotea del Casato di Hannover, figlia del sovrano britannico Giorgio I d'Inghilterra, ebbe da lei quattordici figli:AscendenzaOnorificenzeNoteBibliografiaAltri progettiCasa HohenzollernElettori di BrandeburgoPrincipi di BrandeburgoRe di PrussiaFrederick William I of Prussia
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http://it.wikipedia.org/wiki/Elisa_Lollini_Agnini
Elisa Lollini Agnini.BiografiaNata a Finale Emilia il 22 marzo 1858 da Tommaso Agnini ed Elisabetta Kostner, sposò l'8 agosto 1885 Vittorio Lollini'", da cui ebbe quattro figlie: Olga, Clara, Livia e Clelia.Nel 1896 propose con altre socie dell'associazione femminile (Giacinta Martini, Adele Albani e Virginia Mieli Nathan) il ritiro delle truppe italiane dall'Africa. Sempre in questo ordine di idee nel 1911 protestò al congresso di Torino (i cui lavori diresse come presidente) contro l'impresa di Libia.Il suo lavoro nelle Associazioni femminili (Pro-Suffragio, Associazione per la donna), fu sempre volto a combattere l'ingiustizia della società verso la donna e ad elevarne la dignità: prese parte attiva a tutti i movimenti per ottenere l'eguaglianza dei diritti civili della donna e partecipò all'organizzazione di numerosi congressi e convegni a Roma e altrove.Difese sempre strenuamente il principio: "A eguale lavoro, eguale compenso".Nel 1911 propose all'Associazione della Donna e condusse energicamente una campagna contro le "Elezioni delle Regine del Mare e del Mercato".Fu, consona ai suoi principi, avversaria alla guerra, ma non si chiuse in uno sterile negativismo e volle ugualmente dedicare in tali dolorosi anni tutta la sua attività a opere umanitarie. Creò e ne fu l'anima il "Comitato Nazionale di Assistenza Legale alle famiglie dei Richiamati", riuscendo a far contrarre gran numero di matrimoni tra militari e loro spose illegittime e con un'assidua azione su l'onorevole Bissolati'" allora ministro delle pensioni ottenne l'estensione dei sussidi e della pensione alle famiglie illegittime.La ricerca della paternità l'ebbe patrocinatrice fervente: a tale scopo organizzò e presiedette una imponente riunione che fu tenuta al Teatro Argentina di RomaSi occupò anche molto dell'educazione del fanciullo che considerava necessaria per uno sviluppo della società (partecipò a organizzare e diresse giardini educativi ecc...) Nei suoi ultimi anni aveva dato molto della sua attività al "Comitato Italiano per una Pace permanente", e insieme ad altre donne socialiste aveva organizzato il gruppo socialista femminile romano. Morì a Roma il 22 giugno 1922.Personalità legate a Roma
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http://it.wikipedia.org/wiki/Invader_Zim
Invader Zim.è un cartone animato mandato in onda in America per la prima volta nel 30 marzo 2001 da Nickelodeon.La serie è andata in onda anche in Italia per un breve periodo, sempre su Nickelodeon, per poi essere cancellata.TramaL'inizioZim è un alieno appartenente a una razza bellicosa e conquistatrice di mondi chiamata Irken la cui gerarchia sociale è basata sull'altezza. Durante il raduno in cui a ogni Irken conquistatore viene assegnato un pianeta da sottomettere, Zim riesce a parteciparvi anche se non invitato e ad ottenere dai suoi leader (gli Altissimi) una missione "super segreta". La missione è in realtà un piano ideato da loro per liberarsi di lui: infatti anni addietro aveva mandato a monte per sbaglio un piano molto importante di conquista, rischiando anche di distruggere il suo stesso pianeta. A Zim viene dunque assegnato un pianeta da conquistare del tutto disperso nell'universo, talmente lontano e piccolo che Zim non sarebbe mai riuscito a tornare: la Terra. A lui viene assegnato anche un robottino che avrebbe dovuto aiutarlo nella sua missione. Questo robot viene costruito appositamente per Zim: G.I.R, utilizzando pezzi di scarto e altri oggetti che si trovavano nelle tasche degli Altissimi. Per questo motivo il robot è eccessivamente stupido e inefficiente.Intanto sulla terra, un bambino paranoico e appassionato del paranormale di nome Dib riesce a monitorare la conversazione avuta tra gli Irken. È dunque convinto che stiano per arrivare sulla Terra. Prova quindi ad avvertire suo padre, uno scienziato famoso e piuttosto strambo, e la sua scorbutica sorella, ma viene come al solito ignorato: sono infatti abituati alle sue stranezze riguardanti gli alieni.Nonostante tutto Dib non demorde e si prepara per poter contrastare l'arrivo della minaccia aliena.L'arrivo sulla terraDopo sei mesi di viaggio, Zim riesce a raggiungere la Terra. Per prima cosa deve riuscire a costruirsi un'identità, quindi fa un giro di ricognizione del pianeta sulla sua navicella per scoprire ciò che i suoi abitanti considerano "normale". Grazie a questi dati, costruisce una base che ricorda una casa terrestre, ma molto bizzarra e appariscente. Decide poi di costruirsi un travestimento per riuscire a integrarsi tra gli umani: tutto ciò che fa è mettersi delle lenti a contatto e un parrucchino, e nonostante il suo aspetto continui a ricordare un alieno, quasi tutti gli umani con cui avrà a che fare non se ne accorgeranno. Crea anche un travestimento per G.I.R: un costume da cagnolino verde.La scuolaA causa della sua altezza ridotta, Zim pensa che riuscirebbe facilmente a integrarsi presso i bambini. Comincia quindi a frequentare una scuola. Grazie al suo infallibile travestimento nessuno si rende conto di cosa lui sia in realtà. Nessuno eccetto Dib, che si trova casualmente nella sua stessa classe. Dib prova in tutti i modi a far capire ai suoi compagni la vera natura di Zim, ma loro pensano che sia solo un bambino molto strano, e cercano di stargli lontano. Alla fine delle lezioni Dib insegue Zim per la città cercando di catturarlo con uno speciale dispositivo da lui creato. Lo scontro termina a casa di Zim, dove le sue sentinelle a forma di nani da giardino polverizzano l'arma di Dib. Il ragazzo è dunque costretto a ritirarsi per elaborare un nuovo piano per fermare l'alieno, ma ormai non ha più alcun dubbio sulla vera natura di Zim e sulla sua volontà di conquistare il pianeta.I personaggiZimZim è un alieno appartenente agli Irken, una razza che basa la sua gerarchia sociale sull'altezza, e di cui lui è uno degli esemplari più bassi. La sua unica volontà e scopo è quello di conquistare pianeti, ma ha anche una predisposizione alla distruzione: in molti casi ha compromesso anche la sicurezza del suo stesso pianeta. Per questo motivo gli Altissimi lo esiliarono sul pianeta gastronomico Foodcourtia condannandolo ai lavori forzati con la speranza di non dover sentire mai più parlare di lui. Sfortunatamente per loro, Zim riuscì a scappare.Zim è di natura megalomane e narcisista, la stessa che ha ogni malvagio che vuole conquistare il mondo. Il sangue del conquistatore Irken scorre nelle sue vene: adora infatti seminare panico e distruzione. Ma è anche un gran imbranato e un incompetente, per questo nessuno dei suoi piani va mai a segno. Irrompe spesso con esclamazioni melodrammatiche per ricordare agli altri la sua superiorità in fatto di conquistatore Irken, e non manca mai di ricordare agli esseri umani che lo circondano il fatto che lui sia una persona normale proprio come loro. È allergico alla carne e ad altri cibi degli umani, che gli provocano strane reazioni e a volte delle combustioni.Gli AltissimiGli Altissimi sono i due leader dell'intera razza Irken. Poiché il ceto sociale è deciso in base all'altezza, gli Altissimi sono di statura perfettamente identica, e sono ovviamente i più alti della loro specie. Sono quasi del tutto identici, si distinguono solo dal fatto che uno è vestito di viola e ha gli occhi dello stesso colore, e lo stesso vale per l'altro che è però di colore rosso. Per poter ottenere il loro rispetto e per impressionarli è necessario essere alti. Per contro, disprezzano chiunque sia di statura eccessivamente bassa: a loro vengono sempre assegnate le missione peggiori. Possiedono una mente piuttosto semplice, e a volte passerebbero per stupidi, se solo tutti non fossero devoti a loro. Sono inoltre piuttosto pigri, materialisti e ignoranti. Ciò che adorano più di ogni altra cosa sono gli snack, in particolare le ciambelle, e pare che la loro nave madre ne sia piena. Gli piace intrattenersi umiliando i loro sudditi, o prendendo in giro Zim ogni qualvolta si collega con loro per riferirgli l'andamento della missione. Quando arrivò la prima comunicazione da parte di Zim dal pianeta Terra, gli Altissimi erano a dir poco sconvolti, ma poi hanno deciso di stare al gioco, trovando anche in questo uno spunto per il loro divertimento.GIRGIR è il robottino aiutante di Zim che però combina più disastri che altro. È in realtà un'unità SIR difettosa, costruita dagli Altissimi appositamente per Zim. GIR possiede un carattere iperattivo, ilare e demenziale capace di irritare molto spesso il suo padrone. Nonostante questo, è capace ogni tanto di rendersi utile diventando per brevi istanti un aiutante efficiente (in questi casi i suoi occhi cambiano colore dall'azzurro al rosso). Quando ciò avviene, è capace a volte di neutralizzare un eventuale problema, ma spesso ritorna ad essere stupido prima di poter rendersi utile.Quando deve nascondere la propria identità ai terrestri, GIR indossa un costume di pezza a forma di cane verde, e in alcuni casi è capace di trasformarsi in un mezzo di trasporto a razzi per portare al sicuro Zim qualora dovesse trovarsi in pericolo. Per essere un robot GIR ha molti interessi, tra cui il cibo (soprattutto muffin e pancakes), i giocattoli, la televisione, i porcellini, ballare e cantare canzoncine. Fa spesso il contrario di quello che gli viene detto e si distrae facilmente. A volte persino obbedisce a Dib senza dare ascolto al suo padrone, Zim.DibDib è un bambino strano e svitato con la passione per il paranormale. Sin da piccolo, si è sempre attivato nella ricerca di fenomeni e creature soprannaturali, come Bigfoot e alieni, per questo motivo le persone che gli stanno attorno sono abituate alle sue stranezze e lo prendono per pazzo, soprattutto i suoi compagni di classe che non mancano mai di rinfacciarglielo.Oltre a Gaz, Dib è l'unico terrestre a rendersi conto che Zim è un alieno, ed è l'unico che cerca di fare qualcosa per impedirgli di conquistare il mondo e distruggere l'intera razza umana. È un appassionato di una trasmissione televisiva che si occupa di fenomeni paranormali, intitolata "Mysterious Misteries of strange mistery", in passato ha inviato numerosi filmati con le prove (secondo lui) dell'esistenza di fenomeni paranormali. I video sono sempre stati ignorati, e la sua eccessiva insistenza non lo ha portato certo tra le grazie del conduttore. Tutti quanti sembrano rendersi conto che la testa di Dib sia enorme, e spesso glielo fanno notare. In realtà la sua testa non sembra tanto più grande di quella dei suoi coetanei, eppure tutti quanti sembrano convinti del contrario.Professor MembraneIl professor Membrane è il padre di Dib e di Gaz ed è a quanto pare il loro unico genitore. È uno scienziato molto famoso, che oltre a dare spesso dei grandi contributi al progresso dell'intera umanità, gestisce anche un programma televisivo scientifico di grande successo. A causa del suo lavoro non è quasi mai a casa ed ha pochissimo tempo da poter dedicare ai figli. In questi casi, per comunicare con loro utilizza degli speciali schermi sospesi nell'aria con dei messaggi registrati. Vorrebbe che Dib diventasse un grande scienziato come lui, e gli dispiace di vedere che suo figlio non è interessato alla scienza, ma al paranormale. Tenta quindi spesso di fargli cambiare idea, ma invano. Spesso declama che suo figlio sia un povero pazzo, anche se in realtà pure lui non è da meno. Possiede infatti un carattere piuttosto eccentrico e lunatico, molte volte infatti cambia totalmente umore passando da un atteggiamento normale ad agitato in pochi istanti. Inoltre il suo modo di parlare enfatico lo fa apparire ancora più strano.GazGaz è la sorella di Dib. Ha un carattere indifferente, insofferente e aggressivo che dimostra soprattutto per vendicarsi di qualche torto subito. È solo una bambina, eppure ha i capelli viola, indossa un vestito nero, un ciondolo a forma di teschio e a volte porta degli anfibi chiodati. Nonostante sia cosciente del fatto che Zim sia un alieno con la volontà di conquistare il mondo, non fa nulla per fermarlo: pensa infatti che sia troppo stupido per riuscirci, e quindi non se ne preoccupa. L'atteggiamento di suo fratello le da costantemente sui nervi, e a volte non riesce a trattenersi dal dargli una lezione. In certi momenti però riesce involontariamente ad aiutarlo a far fallire i piani di Zim.Ciò che le piace di più sono i maialini, i videogiochi e il cibo spazzatura, in particolare la pizza di "Bloaty's pizza hog", una specie di fast food dove il proprietario è un uomo obeso in un costume da maiale.Miss BittersMiss Bitters è la maestra che insegna nella classe di Dib e di Zim. È una donna anziana magra e alta con un vestito lungo e nero. È malefica e scorbutica e sembra odiare il suo lavoro come ogni altra cosa. Incute terrore, in quanto a volte riesce a spostarsi come un'ombra e attraversare i muri. Ha una visione pessimistica del mondo che riversa costantemente nelle sue lezioni, come quella sull'universo, in cui spiega che potrebbe eventualmente implodere su se stesso, o quella in cui descrive la società come una grande torre di carte pericolante destinata a collassare sotto il suo stesso peso. Non è mai felice e detesta tutto ciò che lo è, in particolare la festa di San Valentino.I Genitori RobotSono due robot malmessi costruti da Zim per mantenere la sua copertura come bambino umano. Anche se sono progettati per avere tutte le conoscenze sui terrestri di cui avrebbero bisogno, i genitori robot le applicano sempre in modo inappropriato, passando così per pazzi o per idioti. Per questo motivo, Zim preferisce mostrarli raramente in pubblico, e li usa ogni tanto come sistema di difesa. In un episodio, Zim sarà costretto a portarli alla serata genitori-insegnanti per provare ai suoi compagni di essere un bambino normale. A causa dell'instabilità dei due, però, la situazione si risolve con un autentico disastro.CancellazioneLo show è stato cancellato in America l' 8 settembre 2006 per via dello scarso interesse dimostrato dalla fascia di età per cui questa serie era stata pensata. Questo interruppe la produzione degli episodi della seconda stagione: di questa infatti furono mandati in onda solo 10 episodi, lasciandone incompiuti ben altri 18.Nonostante questo, è stato accettato dalla critica e nominato per numerosi premi solo per il primo episodio. Dalla sua cancellazione, ha ottenuto in America nuove approvazioni, come dimostra il voto di 9.1/10 su TV.com e quello di 9.2/10 su IMDb.Il rilascio di DVD con gli episodi della serie, ha inoltre rinnovato l'interesse per questo show, rivalutandolo.L'autoreJhonen VasquezGia conosciuto in America come autore di fumetti, in particolare per il fumetto horror "Johnny the Homicidial Maniac" (noto anche come JTHM) e per i seguenti "I feel sick" e "Squee!", Jhonen Vasquez fu contattato da Nickelodeon in seguito al successo di quest ultimo titolo per la produzione di questa serie animata. Il suo stile ricorre spesso in tematiche misantrope e pessimistiche, che sono però usate con uno scopo parodistico e satirico in scene che mirano a impressionare il lettore o lo spettatore.L'autore fa qualche apparizione in alcuni episodi della serie. Un esempio è nel primo episodio: quando Zim deve decidere quale travestimento da umano indossare, compare anche l'aspetto di Jhonen Vasquez.Collegamenti esterniSerie televisive d'animazioneInvader Zim
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http://guide.supereva.it/opera_e_lirica/interventi/2003/07/140498.shtml
cavaliere cercando di scoprine l’identità e viene poi soccorsa dal padre, ilun manipolo di servitori e scopre il cadavere del padre. Assistita da DonOttavio, Anna fa giurare a quest’ultimo di compiere le sue vendette. FrattantoDon Giovanni s’appresta a nuove conquiste: scorge di lontano una fanciulla tuttasola e le si avvicina, ma scopre con raccapriccio che è Donna Elvira, una nobiled’amore il libertino, e nello scorgerlo chiede ragione del suo comportamento:giustificarlo, e quindi fugge. Il servo non può far altro che spiegare a Donnadella sue conquiste. Elvira non si dà comunque per vinta. Poco oltre, un gruppo;a invita a seguirlo e le promette di sposarla. La giovane contadina sembraarti malefiche di Don Giovanni e la porta via con sé Sopraggiunge poi Donna Annadell’empio uccisore del Commendatore. Ancora una volta, però, Donna Elvirariconosciuto in Don Giovanni l’assassino di suo padre, e spinge quindi Ottavio aElvira e condotto con sé Zerlina alla festa che il padrone gli ha comandato diquella notte la lista delle sue conquiste. Nel giardino del palazzo di Donnome del padrone. Si tratta in realtà di Donna Elvira, Donna Anna e Don Ottavio,scena e tutti si precipitano in suo soccorso. Don Giovanni cerca allora diSul far della sera, in una strada vicino a casa di Donna Elvira, Leporello cercadi prendere le distanze dal padrone accusandolo d’empietà; Don Giovanni lotacita con un’offerta di danaro, e impone poi al servo di scambiare con lui gliabiti, in modo da permettergli di fare la corte alla cameriera di Donna Elvira,mentre Leporello, con gli abiti dal cavalieri dovrà tenere occupata la dama.Elvira s’affaccia al balcone e cade ne tranello, pensando che Don Giovanni sisia ravveduto. S’allontana allora con Leporello travestito, mentre Don Giovannisi pone sotto la finestra a far la serenata al suo nuovo oggetto di desiderio.Sopraggiunge però Masetto che, in compagnia di altri villici, dà la caccia a DonLeporello, non si fa riconoscere e riesce abilmente a disperder il gruppo.Rimasto solo con Masetto, lo copre bene di botte. I lamenti del contadinoattirano allora l’attenzione di Zelmira, che soccorre il marito. FrattantoLeporello non sa più come reggere il confronto con Donna Elvira e cerca difuggire: in breve si trova però circondato da Donna Anna, Do Ottavio, Zerlina eLeporello svela la propri identità e riesce a dileguarsi. Don Ottavio comunica atutti la sua intenzione di consegnare Don Giovanni alla giustizia, e prega gliamici di prendersi cura della sua fidanzata. Elvira rimane sola ed esprimel’amarezza e la confusione del suo animo, oscillante fa amore e desideri o divendetta. È ormai notte fonda, e Don Giovanni si è rifugiato nel cimitero, doveattende Leporello. Quando quest’ultimo arriva, Don Giovanni ride sonoramente alracconto delle sue disavventure. La risata è però interrotta da una vocedell’evento miracoloso, Do Giovanni non si fa intimorire, e sfida le potenzedell’al di là imponendo a Leporello, terrorizzato, d’invitare a cena la statuaparlante: l’invito è accettato. In casa di Donna Anna, Don Ottavio cerca diconvincerla ad affrettare le nozze, ma ella lo prega di aspettare che lavendetta su Don Giovanni sia compiuta. Tutto è pronto per la cena nel palazzo diDon Giovanni. Il cavaliere, si fa intrattenne da un’orchestra di fiati che glisuona un pezzo dell’opera “Una cosa rara” di Martin y Soler, quindi l’aria “Comeun agnello” da “Fra i due litiganti il terzo gode” di Giuseppe Sarti, e infinel’aria “Non più andrai farfallone amoroso” dalle Nozze di Figaro. Irrompe Donnaviene solo derisa. Nell’allontanarsi, grida terrorizzata fuori di scena. Illibertino ordina allora al servo d’andare a vedere cosa è stato. Leporello gridaa sua volta e rientra pallido come un morto: alla porta del palazzo c’è lastatua del Commendatore. Don Giovanni intima allora di aprire e fronteggia atesta alta lo straordinario convitato. È la statua che questa volta invita DonGiovanni a cena, e chiede la sua mano in pegno; senza lasciarsi intimorire, ilcavaliere gliela porge impavido. La stretta è fatale pur prigioniero di quellamano gelida, Don Giovanni rifiuta di pentirsi e sprofonda quindi in un abisso diche il cielo ha già fatto giustizia, loro non resta che cantare la morale del
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http://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Keller
Guido Keller.Fu autore di un conferenza autobiografica dal titolo "Nel pensiero e nelle gesta".La 91ª Squadriglia Aeroplani da Caccia. Da sinistra; serg. Mario D'Urso, serg. Gaetano Aliperta, ten. Gastone Novelli, ten. Cesare Magistrini, cap. Bartolomeo Costantini, cap. Fulco Ruffo di Calabria, col. Pier Ruggero Piccio, ten. Guido Keller, magg. Francesco Baracca, ten. Ferruccio Ranza, ten. Mario de Bernardi, ten. Adriano Bacula, serg. Guido Nardini, sott. Eduardo Olivero.Personaggio "scapigliato", apparteneva ad una famiglia aristocratica milanese di origine elvetica. Nel corso della prima guerra mondiale fu pilota del Corpo Aeronautico Militare nella 91ª Squadriglia Aeroplani da Caccia comandata da Francesco Baracca e seppe riunire in sé la caratteristiche di esteta e di uomo d'azione.Fu fondatore a Fiume del gruppo Yoga - che aveva come simbolo la svastica e la rosa a cinque petali e che fu un gruppo con tendenze esoteriche e naturistiche, fu un "fustigatore" della frangia reazionaria fiumana (secondo quanto evidenziano gli scritti del gruppo Yoga pubblicati su "Unione di spiriti liberi tendenti alla perfezione").Poiché la svastica a quel tempo era semplicemente il simbolo del carro del sole, comune a molti popoli fin dall'antichità, in perfetto accordo con le tendenze naturistiche, nudismo compreso (secondo Giovanni Comisso), Keller viene ritratto nudo ed abbronzatissimo in diverse foto del tempo (quella in alto a destra lo ritrae, originalmente - e spiritosamente - seduto su un pitale). Era solito dormire seminudo, appollaiato in cima ad un albero assieme alla sua aquila addestrata.Keller fu autore di imprese da corsaro, anche in circostanze "spettacolari" come quando, mancando i approvvigionamenti a Fiume, razziò un maiale caricandolo sull'aereo. Il peso del maiale sfondò il fondo del velivolo e Keller si trovò a volare con un "originale" carrello di atterraggio. Keller portava a bordo del suo velivolo un servizio da tè, particolare questo che contribuì ad accrescere la sua fama - voluta - di raffinato "dandy".Volò su Roma per lanciare in segno di dispregio un pitale ed un mazzo di carote su Montecitorio, accompagnati dalla scritta "Al Parlamento e al Governo che si regge con la menzogna e la paura, la tangibilità allegorica del Loro valore": fu l'unico legionario di giovane età autorizzato a dare del tu a D'Annunzio, con il quale pare avesse forti affinità caratteriali. Aderì poi al fascismo, anche se i fascisti non si fidarono mai di lui per le sue aspre critiche.Negli anni venti visse notevoli avventure in Turchia, Germania, Perù, Cile, Cirenaica, Venezuela. Negli ultimi anni abitò ad Ostia, in povertà. Fu amico di Mario de Bernardi e di altri aviatori del tempo.Morì a trentasette anni, il 9 novembre 1929 a Magliano Sabina, in provincia di Rieti, vittima di un incidente stradale e venne sepolto accanto a D'Annunzio sul Colle delle Arche del Vittoriale degli italiani.OnorificenzeNoteBibliografiaCollegamenti esterniAviatori italiani della prima guerra mondialeMorti in incidente stradale
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http://it.wikipedia.org/wiki/Colossi
Colossi.Colossi'" (in greco: Κολοσσαί) era un'antica città della Frigia, sulle rive del fiume Lico, un affluente del fiume Meandro. Era situata a meno di venti chilometri da Laodicea e presso la grande strada che conduceva da Efeso all'Eufrate. Nel sito, presso la moderna città di Honaz in Turchia, non sono mai stati intrapersi scavi archelogici.Nel 396 a.C., durante le Guerre persiane, il satrapo Tissaferne fu attirato a Colossi e trucidato da un agente di Ciro il Giovane. Plinio il Vecchio racconta che la lana di Colossi diede il suo nome ("colossinus") al colore del ciclamino. Durante l'età ellenistica, la città ebbe qualche importanza come centro mercantile, sebbene nel I secolo a.C. Strabone la nomini come piccola città e prima del I secolo d.C. fosse già molto diminuita in dimensioni e importanza.Non ci sono prove che san Paolo avesse visitato la città prima di scrivere la Lettera ai Colossesi, giacché dice a Filemone che spera di visitarla dopo la liberazione dal carcere (). Sembra che Epafra fosse il fondatore della Chiesa di Colossi (;).Colossi fu sede vescovile, suffraganea di Laodicea nella Frigia Pacaziana. Oltre a Epafra, ci sono stati tramandati i nomi dei vescovi Epifanio nel 451 e Cosma nel 692.La città decadde (forse per causa di un terremoto) e presso le sue rovine sorse la città bizantina di Cone. Le fonti bizantine e la letteratura medievale che menzionano la località suggeriscono il cambio di denominazione per una parte o per tutta Colossi in favore di Cona o Cone ("Chonae"). La città diede i natali agli scrittori bizantini Niceta Coniata e Michele Coniata.BibliografiaVoci correlateCollegamenti esterniFrigiaCittà bizantineCittà dell'Asia anticaColossae
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http://it.wikipedia.org/wiki/Oscilloscopio
Oscilloscopio.L'oscilloscopio è uno strumento di misura elettronico che consente di visualizzare, su un grafico bidimensionale, l'andamento temporale dei segnali elettrici e di misurare abbastanza semplicemente tensioni, correnti, potenze ed energie elettriche. L'asse orizzontale del grafico solitamente rappresenta il tempo, rendendo l'oscilloscopio adatto ad analizzare grandezze periodiche. L'asse verticale rappresenta la tensione.La frequenza massima dei segnali visualizzabili, così come la risoluzione temporale, ovvero la più rapida variazione rilevabile, dipende dalla banda passante dello strumento, a sua volta dipendente dalla qualità e in ultima analisi dal costo. Si spazia dalle decine di megahertz adatti per lavorare con segnali audio e televisivi, ai costosi modelli digitali da diversi gigahertz.Può essere considerato uno strumento universale, collegandogli appropriati trasduttori, si può analizzare qualsiasi fenomeno fisico, anche eventi casuali e non ripetitivi.IntroduzioneUn oscilloscopio classico è normalmente costituito da una scatola rettangolare su cui è presente uno schermo e numerose manopole e pulsanti di comando. Allo schermo è sovrapposto un reticolo allo scopo di favorire la lettura dei dati. Ogni intervallo del reticolo è chiamato "divisione", sull'asse orizzontale le divisioni sono solitamente 10, sull'asse verticale variano da 6 in su, dipende dalla geometria dello schermo. Questa modalità costruttiva è rimasta invariata per decenni fino all'avvento degli oscilloscopi digitali dotati di microprocessore, e di conseguenza in grado di poter installare a bordo veri e propri sistemi operativi, i quali uniti alla tecnologia degli schermi sensibili al tocco, hanno cambiato radicalmente l'aspetto e l'operatività di questo strumento.Il segnale da misurare viene introdotto attraverso un apposito connettore, solitamente di tipo coassiale BNC adatto per frequenze relativamente basse, o tipo N, utilizzato quando le frequenze in gioco sono molto elevate. Al connettore d'ingresso possono essere collegate le sonde, accessori particolari usati per prelevare segnali dai circuiti studiati.In modalità semplice, un punto luminoso percorre lo schermo da sinistra a destra a velocità costante, ridisegnando ripetutamente una linea orizzontale. La velocità di scansione è selezionabile per mezzo di una manopola presente sul pannello, la quale comanda il circuito chiamato "base dei tempi", questo circuito genera precisi intervalli di tempo, che possono spaziare da pochi secondi a qualche nanosecondo, i valori, espressi in unità di tempo per divisione, sono riportati sulla manopola.In assenza di segnale, la traccia è solitamente al centro dello schermo, e l'applicazione di un segnale all'ingresso, provoca la deflessione verso l'alto o verso il basso, in funzione dalla polarità del segnale. La scala verticale è espressa in volt per divisione, e può essere regolata da decine a millesimi di volt, sono comunque disponibili modelli in grado di effettuare misure dell'ordine dei microvolt. L'altezza iniziale del grafico (offset) può comunque essere decisa dall'utente, così come è possibile escludere la componente in corrente continua presente nel segnale in esame, nonché scegliere l'impedenza di ingresso.In questo modo si ottiene la visualizzazione di un grafico di tensione in funzione del tempo. Se il segnale è periodico, è possibile ottenere una traccia stabile regolando la base dei tempi in modo da coincidere con la frequenza del segnale o un suo sottomultiplo. Per esempio, se si ha in ingresso un segnale sinusoidale a 50 Hz, si può regolare la base dei tempi in modo che una scansione orizzontale avvenga in 20 millisecondi. Questo sistema è chiamato "sweep continuo".L'oscillatore della base dei tempi, non essendo sincronizzato con il segnale in analisi, impedisce di avere una traccia stabile e ferma, questa fluttuerà lentamente da destra a sinistra o viceversa.Per ottenere una traccia stabile gli oscilloscopi moderni dispongono di una funzione chiamata "trigger" (innesco), questo circuito inventato nel 1946 dai due fondatori della società Tektronix, fa partire la scansione solo in corrispondenza del verificarsi di un evento sul segnale in ingresso, per esempio il superamento di una soglia di tensione positiva o negativa. Dopo avere completato la scansione da sinistra a destra, l'oscilloscopio rimane in attesa di un nuovo evento. In questo modo la visualizzazione rimane sincronizzata al segnale e la traccia è perfettamente stabile. La soglia di sensibilità del trigger, così come altri parametri è regolabile dall'utente.Il circuito del trigger può essere configurato per mostrare una sola scansione di un segnale non periodico, come un singolo impulso o sequenze impulsi non ripetitivi. È possibile introdurre un ritardo tra l'evento e l'inizio della visualizzazione, in modo da analizzare parti del segnale che altrimenti sarebbero fuori dal campo di visualizzazione.Le modalità di trigger normalmente presenti sono:Molti oscilloscopi permettono di escludere la base dei tempi e fornire all'asse orizzontale un segnale esterno: è la modalità X-Y'", utile per visualizzare le relazioni di fase tra due segnali in ambito radiotelevisivo. Applicando due segnali sinusoidali in rapporto armonico di frequenza agli ingressi, sullo schermo vengono visualizzate particolari figure, chiamate figure di Lissajous, con le quali è possibile conoscere i rapporti di fase e di frequenza tra essi.Alcuni oscilloscopi hanno sullo schermo dei cursori che possono essere spostati ed utilizzati per misurare con precisione intervalli di tempo o differenze di potenziale.Molti oscilloscopi hanno due o più ingressi verticali, consentendo di visualizzare diversi segnali contemporaneamente. Le regolazioni verticali sono separate mentre la base dei tempi ed il trigger è comune.Esistono modelli con doppio trigger, che permettono di visualizzare un segnale con una base dei tempi diversa. In questo modo è possibile avere la modalità "zoom", in cui una porzione del segnale mostrato su una traccia può essere mostrato espanso sull'altra traccia.Per analizzare eventi non ripetitivi alcuni oscilloscopi sono dotati di "memoria di traccia", un sistema che mantiene visualizzata l'ultima traccia apparsa. In alcuni modelli digitali la scansione può durare ore, e la traccia visualizzata scorre sullo schermo da destra a sinistra come avverrebbe in un registratore su striscia di carta.Normalmente ogni oscilloscopio è dotato di un circuito chiamato calibratore, il quale genera costantemente un segnale, costituito da un'onda quadra di ampiezza e frequenza nota. Collegando l'ingresso di misura all'uscita del calibratore è possibile controllare il funzionamento e fare pratica con lo strumento, ma soprattutto eseguire saltuariamente l'operazione di "compensazione" delle sonde (che sono dotate di un trimmer capacitivo di compensazione).FunzionamentoOscilloscopio a tubo catodicoConcettualmente, l'oscilloscopio è costituito da un tubo catodico e da 4 circuiti elettronici distinti, amplificatore verticale, amplificatore orizzontale, base dei tempi e alimentatore di corrente. Questa tipologia costruttiva definita "analogica", è rimasta invariata fino alla metà degli anni ottanta, quando iniziarono a diffondersi tecniche digitali applicabili anche a questo strumento; agli oscilloscopi "Analogici" si affiancarono quelli "Digitali", che avvantaggiati da migliori prestazioni e minori costi di produzione, in 2 decenni soppiantarono gli analogici, basti pensare che il solo tubo catodico a memoria del 181A Hewlett-Packard in uso negli anni '70, costava 3000 $.I modelli più sofisticati, adatti per analisi e misure impegnative, sono costituiti da veri e propri sistemi modulari. Celebre è stata negli anni 70 la serie analogica 7000 Tektronix, dove lo strumento base denominato "mainframe", comprendente tubo catodico, alimentatore, amplificatori verticale e orizzontale, calibratore ed eventuale memoria analogica, era ingegnerizzato con 4 vani dotati di slitte, previsti per accogliere nella configurazione massima, 4 moduli denominati plug-in, una coppia di amplificatori verticali e una coppia di base tempi. A seconda della tipologia di misura da effettuare e alla sua grandezza, era possibile scegliere la plug-in meglio confacente alle proprie necessità; ad esempio, per analisi di segnali con valori di tensioni molto piccoli, era disponibile la plug-in 7A22, un amplificatore differenziale, il cui attenuatore d'ingresso calibrato, spaziava in un range di 19 step, da 10 volt a 10 microvolt per quadretto.Il tubo catodico è un'ampolla di vetro a simmetria cilindrica che termina da un lato con uno schermo ricoperto di fosforo, una sostanza che si illumina quando colpita da un flusso di elettroni, dall'altra da un filamento a cui è applicata una tensione di circa 6,3 volts, che ne causa un riscaldamento fino ad una temperatura di 700-800 °C, emettendo elettroni con facilità se sottoposto ad un campo elettrico. Nell'ampolla viene praticato il vuoto.Il tubo catodico di un oscilloscopio è simile a quello di un televisore in bianco e nero, ma è più allungato e ha uno schermo più piccolo. Nel collo del tubo è presente un cannone elettronico (2 nella figura a destra). Una differenza di potenziale di migliaia di volt è applicata tra il catodo (a potenziale negativo) e le griglie dell'anodo (a potenziale positivo). Gli elettroni sono attratti dal campo elettrico verso lo schermo, focalizzati dal campo magnetico prodotto da un apposito elettromagnete (4), dove vanno a colpire un materiale fosforescente (5) che emette luce nel punto colpito.Il fascio (3) viene deviato orizzontalmente e verticalmente dal campo elettrico trasversale generato da due coppie di placche di deflessione (1). Le placche di deflessione verticale, in realtà erano inizialmente più di una, comandate da apposite linee di ritardo per aumentare la banda passante dello strumento, in seguito la linea di ritardo prese la forma di una cartuccia contenente la linea stessa, costituita semplicemente da una coppia di fili lunghi qualche metro, affiancati, isolati tra loro, schermati e avvolti a formare una matassina, la lunghezza della linea è proporzionale alla banda passante dello strumento. Posta tra il preamplificatore d'ingresso e l'amplificatore finale, permette al segnale di trigger, generato nel preamplificatore, di attivare la scansione, prima che il segnale in analisi giunga alle placche verticali, così da non perdere alcun dettaglio.Nel tempo è stata abbandonata la focalizzazione magnetica, preferendo focalizzare il fascio con due griglie inserite all'interno del tubo, polarizzandole con tensioni regolate da due potenziometri, uno per il fuoco, l'altro per l'astigmatismo, si agisce su questi per ottenere la massima definizione del punto luminoso.In un tubo catodico televisivo, invece, la deflessione avviene con due campi ortogonali, uno elettrico e uno magnetico, quest'ultimo generato da potenti bobine e permette di incurvare la traiettoria degli elettroni senza aumentarne la velocità, ciò permette di avere schermi grandi ma compatti. L'uso di bobine di elevata impedenza, però, trasforma il circuito in un filtro passa-basso rendendo impossibile far funzionare lo schermo ad elevate frequenze. Applicato a segnali televisivi ciò non comporta alcun problema, dovendo lo schermo lavorare alla frequenza di 25 Hz (160 Hz nei migliori monitor CRT), ma un oscilloscopio è usato per tracciare segnali che possono avere frequenze anche oltre un GHz, ed è quindi necessario rinunciare alla maggiore curvatura offerta dai campi magnetici e optare per soli campi elettrici. Ciò rende il tubo molto più allungato e non permette di avere schermi con un diametro superiore ai 20 cm, originariamente la forma del tubo era completamente tonda, nel tempo, la parte anteriore prese la forma rettangolare, in seguito, con l'avvento degli LCD non vi furono più limiti alla dimensioni dello schermo.Quando il campo tra le placche è nullo, gli elettroni procedono il linea retta, provocando la visualizzazione di un singolo punto luminoso al centro dello schermo. L'applicazione di un campo provoca la deflessione del fascio con ampiezza funzione della differenza di potenziale e verso dipendente della polarità applicata alle placche. Scopo dell'amplificatore orizzontale, è di elevare i valori di tensione e corrente del segnale a dente di sega generato dall'oscillatore, portandoli a livelli ottimali per il pilotaggio delle placche.Entrambi gli amplificatori hanno guadagno fisso, il verticale necessita di un circuito chiamato attenuatore, posto tra il connettore di ingresso dello strumento e l'amplificatore, la sua funzione è di attenuare con fattori fissi e calibrati, i segnali in ingresso, mantenendoli all'interno di un "range" corretto per pilotare le placche di deflessione. Segnali di ingresso molto piccoli andranno direttamente all'amplificatore, altrimenti passeranno nell'attenuatore.Un esempio, reticolo verticale: 8 quadretti, traccia al centro, massima sensibilità dello strumento: 5 millivolt per quadretto, segnale in ingresso sinusoide di 40 millivolt picco-picco, in questo caso, per visualizzare il segnale sugli 8 quadretti costituenti l'intero schermo, è necessario posizionare il selettore dell'attenuatore sul valore di massima sensibilità, di fatto escludendolo, se aumentiamo il livello del segnale portandolo a 60 millivolt, i picchi della sinusoide andranno fuori schermo e oltre a non vederli non potremmo misurarne il valore picco-picco, per rivisualizzare l'intero segnale dovremo usare l'attenuatore, posizionandolo sul primo fattore di attenuazione.Gli ingressi degli oscilloscopi hanno solitamente due valori selezionabili di impedenza, 50 ohm e 1 megaohm, il primo è utilizzato per l'uso di segnali standard provenienti da calibratori e generatori di segnali, il secondo con l'uso di varie tipologie di sonde; è sempre presente un selettore, atto a predisporre l'ingresso per eseguire misure in DC o AC, nel secondo caso, viene interposto in serie al segnale in esame un condensatore, indispensabile per alcune tipologie di misura, per bloccare la componente continua del segnale, ad esempio nella misurazione del ripple di un alimentatore.Caratteristica dello strumento, è la velocità di risposta, enormemente maggiore di un sistema meccanico,(per esempio di un multimetro analogico), essendo il fascio elettronico quasi privo di massa, la sua inerzia è nulla, il limite alla velocità di risposta è data dagli amplificatori, la qualità dei quali, contribuisce a determinare il costo dell'oscilloscopio; considerare che una base dei tempi posizionata su 10 nanosecondi per quadretto, impone al fascio di spostarsi da un lato all'altro dello schermo in un decimo di microsecondo, alla velocità di 100 chilometri al secondo.La base dei tempi è un circuito oscillatore che genera un segnale a dente di sega chiamato anche "rampa", di frequenza regolabile. Una tensione, da zero cresce linearmente fino ad un valore massimo, quindi torna rapidamente a zero e il ciclo riprende. Questo segnale amplificato applicato alle placche di deflessione orizzontale, provoca la scansione del fascio elettronico attraverso lo schermo. Un circuito chiamato "Unblanking" (spegnimento), si incarica di generare un impulso della stessa durata del tempo che impiega il segnale a dente di sega a portarsi dal suo massimo al suo minimo, viene usato per spegnere il fascio ed evitare di vedere la "ritraccia", cioè lo spostamento del punto luminoso da destra a sinistra.Gli oscilloscopi multitraccia non hanno diversi cannoni elettronici. In realtà le tracce sono visualizzate alternativamente ad ogni scansione orizzontale (modalità "alternative") oppure i punti che costituiscono le tracce sono visualizzati alternativamente in rapida alternanza (modalità "chop"). In entrambi i casi l'effetto e così rapido che le tracce sembrano effettivamente due o più. Sono stati realizzati pochissimi modelli di oscilloscopi con due cannoni elettronici e due serie di placche verticali (le orizzontali sono in comune), uno di questi è il modello PM3230 prodotto negli anni '70 dalla Philips, il circuito era ibrido, lo stadio d'ingresso dei due canali era costituito dal doppio triodo E88CC.L'alimentatore è un componente importante in un oscilloscopio, poiché fornisce le varie tensioni di valore appropriato, per riscaldare il catodo, per alimentare la base dei tempi, gli amplificatori e l'alta tensione per le placche e l'accelerazione degli elettroni. Questi valori di tensione devono essere molto stabili e precisi, poiché ogni variazione si ripercuote sulla posizione della traccia con conseguente errore nella misurazione del segnale analizzato. Generalmente queste tensioni sono regolabili per mezzo di trimmer, necessari per la messa a punto periodica dello strumento. Generalmente nel manuale di servizio, il costruttore indica gli intervalli di tempo entro i quali lo strumento deve essere ricalibrato perché mantenga le prestazioni dichiarate. Negli anni '80, il servizio interno di certificazione del costruttore Olivetti, imposto dalle normative ISO 9001, gestiva la ricalibrazione di questi strumenti a cadenza trimestrale.Alcuni oscilloscopi analogici recenti integrano alcune funzioni digitali alla struttura descritta. La deflessione del fascio elettronico è controllata da circuiti digitali che possono così visualizzare, oltre alla traccia analogica, grafici e scritte. Alcuni elementi visualizzati sono:Oscilloscopio a memoria analogicaAlcuni oscilloscopi analogici sono dotati di "memoria". Questa funzione fa sì che la traccia, che normalmente si cancella in una frazione di secondo, persista per alcuni minuti o oltre. La funzione può essere attivata o disattivata con un apposito comando.Per ottenere questa funzione si frutta il fenomeno della "emissione secondaria": quando un elettrone colpisce un fosforo sullo schermo, l'energia cinetica trasferita può provocare, oltre all'emissione di luce, l'espulsione di altri elettroni dal materiale, che assume così una carica positiva. Negli oscilloscopi a memoria un secondo cannone elettronico produce un flusso disperso di elettroni a bassa energia che vengono attirati dai fosfori caricati positivamente. Se l'energia di questi elettroni è opportunamente regolata il fenomeno dell'emissione secondaria può ripetersi indefinitamente. In realtà un inevitabile leggero sbilanciamento provoca una progressiva illuminazione di tutto lo schermo (energia eccessiva) oppure la progressiva estinzione della traccia (poca energia).In alcuni modelli la memoria è esclusivamente bistabile: l'immagine residua può essere presente o assente. In altri la cancellazione avviene progressivamente. In altri ancora è possibile sopprimere temporaneamente la visualizzazione della memoria (spegnendo il cannone secondario) e richiamarla successivamente, su alcuni modelli degli anni 60 era possibile attivare parzialmente la memoria, solo sulla metà superiore o inferiore del tubo.Oscilloscopio a memoria digitaleGli oscilloscopi digitali sono ampiamente preferiti nelle applicazioni professionali, lasciando agli hobbisti i modelli analogici.Se nell'oscilloscopio analogico il ruolo fondamentale era svolto dal tubo catodico, nell'oscilloscopio digitale il componente principale è l'accoppiata convertitore analogico-digitale e RAM.L'ADC è di tipo FLASH (solitamente ad 8 bit) poiché è fondamentale avere una conversione veloce del segnale di ingresso: per la legge di Shannon, infatti, la massima frequenza catturata dal segnale di ingresso sarà la metà della frequenza di campionamento. Questi convertitori sono tipicamente in grado di campionare a una frequenza di 20 GHz e richiedono quindi una RAM con una banda passante di oltre 20 GB/s.La RAM, a causa dei stringenti vincoli prestazionali, ha una capacità tipica che non supera i 64 MB. Nel 2003, per un oscilloscopio digitale a 20 GHz con una RAM di 64 MB erano necessari circa 100.000 euro.Il segnale, una volta campionato e memorizzato nella RAM, può essere elaborato da un microprocessore in grado di ricavare dai campioni i dati di interesse (forme d'onda, tempi, ampiezze, spettri di frequenza, statistiche varie, ecc.) e visualizzarli su di un monitor, solitamente in standard VGA 640x480 con un'area di 500x400 pixel dedicata alla visualizzazione della forma d'onda con le divisioni tipiche dei modelli analogici. La precisione di visualizzazione tipica è del 1~3% per segnali in DC mentre l'errore può salire al 30% ai limiti del funzionamento AC.Una particolarità degli oscilloscopi digitali è la possibilità di operare il campionamento in tempo equivalente'". Infatti se si studia un "'segnale periodico'", è possibile campionare ripetutamente il segnale per più periodi, raggiungendo una banda passante di oltre 50 GHz campionando a "soli" 20 GHz; la legge di Shannon qui non vale perché essa si applica al campionamento di segnali aperiodici.Oltre agli oscilloscopi stand-alone, vengono oggi prodotti oscilloscopi anche sotto forma di "periferiche" da collegare ad un PC standard. La RAM usata per i campionamenti ovviamente è interna alla periferica, ma da PC è possibile acquisire tutti i dati di interesse.A volte è presente una funzione di autoregolazione: premendo un solo tasto, lo strumento si autoconfigura per visualizzare al meglio il segnale entrante. Sui modelli ad alte prestazioni è implementata la funzione di autocalibrazione, saltuariamente l'operatore può attivare la "routine" implementata nel firmware semplicemente premendo un tasto. I modelli attuali ad alte prestazioni ormai non differiscono molto da un PC anche nell'ingegnerizzazione, hanno un ampio schermo Touch control, all'interno uno o più processori, due o più banchi di RAM e connettori PCI per eventuali periferiche, il software, Windows 2000, e ovviamente i circuiti hardware di acquisizione, i quali contribuiscono in larga misura sul costo finale dello strumento.Quasi tutti gli oscilloscopi digitali possono essere collegati in rete per essere comandati a distanza e sincronizzati con altri strumenti di misura (per esempio si può coordinare l'uso dell'oscilloscopio con un generatore di impulsi). Usualmente si usa un bus IEEE-488, che consente una buona interoperabilità (possono comunicare dispositivi che hanno velocità diverse, essendo asincrono) e ha una buona banda passante (1 MB/sec per il 488.1 e 8 MB/s per il 488.2), unitamente ad una buona resistenza ai disturbi esterni. Il cavo è composto da 8 linee dati, 7 di GND e 1 schermatura a calza; ci sono inoltre 8 linee di controllo. Si tratta di un cavo abbastanza ingombrante. Il Bus può collegare fino a 15 dispositivi su una linea lunga al massimo 20 metri.Sonde di misuraLe sonde costituiscono un accessorio fondamentale, con esse viene prelevato il segnale da esaminare e trasferito allo strumento. La qualità elettrica di una sonda consiste fondamentalmente nell'alterare il meno possibile il segnale prelevato, se progettata e ingegnerizzata bene anche meccanicamente, con l'uso di buoni materiali può risultare relativamente costosa, ma garantisce affidabilità nelle misure, ridotta usura, e minor rischio di rottura nel lungo periodo. I punti meccanicamente più deboli sono situati in prossimità dell'ingresso dei cavo nel connettore e nel puntale di misura; i continui e inevitabili piegamenti del cavo in quei due punti provocano l'usura della "calza", costituente lo schermo elettrico del cavo, del dielettrico costituente la zona isolante tra schermo e conduttore del segnale, nonché dello stesso conduttore, costituito da in filo di acciaio dello spessore di un capello, l'estrema sottigliezza del filo conduttore è resa necessaria per ottenere un cavo di minima capacità, condizione necessaria per poter trasferire segnali di frequenza elevata con perdite minime.Una caratteristica delle sonde è il loro fattore di attenuazione, (X1,X10,X100), significa che la prima trasferisce il segnale allo strumento senza alcuna attenuazione in tensione, la seconda attenua il segnale di 10 volte, la terza di 100 volte, ovvero se al suo ingresso si presenta una tensione di 220 volt, all'ingresso dell'oscilloscopio viene presentata una tensione di 2,2 volt. Questo permette di effettuare misure di tensione di valore superiore a quello accettato dall'ingresso dello strumento, oltre a presentare una maggiore impedenza di ingresso, indispensabile in certi casi per non "caricare" il circuito sotto misura. Alcune sonde sono predisposte per l'uso del fattore 1 e 10, selezionabili tramite un commutatore posto sul puntale, su strumenti di classe elevata la misura viene visualizzata al valore reale, indipendentemente dal fattore di attenuazione adottato, questo grazie a piccoli pioli retrattili integrati nel connettore BNC in versione modificata, l'inserimento del connettore mette in contatto i pioli con una ghiera circolare posta intorno al BNC d'ingresso, trasferendo le informazioni di settaggio della sonda allo strumento. Essendo questa soluzione un brevetto Tektronix, il costruttore europeo Philips lo aggirò adottando la soluzione meccanica opposta, ovvero posizionando i pioli di prelievo dei segnali ausiliari intorno al BNC di ingresso, e integrando le ghiere nel BNC della sonda. Alcuni tipi di sonde (attenuate X10) presentano facilitazioni aggiuntive per l'operatore, alcuni modelli Tektronix dispongono sul puntale di misura, pulsantini di servizio, quale ad esempio il cortocircuito a massa dell'ingresso dello strumento o lo spostamento in verticale di pochi millimetri del segnale visualizzato, qust'ultima funzione risulta utile nel caso si lavori con 4 sonde su segnali diversi, la complessità dell'analisi può essere tale, da portare l'operatore ad avere dubbi su quale sia tra i quattro visualizzati, il segnale che sta prelevando con la sonda che ha in mano; premendo il pulsantino dedicato, uno dei quattro segnali rappresentati sullo schermo si sposta in verticale di pochi millimetri, è quello prelevato dalla sonda. Tutte sono provviste di un "coccodrillo" che va collegato al potenziale elettrico di riferimento rispetto al quale si vogliono misurare i valori di tensione o le forme d'onda, costituito solitamente dalla massa del circuito.Ad esclusione delle sonde non attenuate (fattore X1), necessitano saltuarimante di un'operazione definita "compensazione" (basta un semplice cacciavite), si rende necessaria soprattutto con l'interscambio tra sonde ed oscilloscopi, nonostante i valori di impedenza siano standardizzati, l'accoppiamento perfetto di impedenza tra sonda ed oscilloscopio si realizza al momento, "compensando" la sonda, ovvero portando il tetto dell'onda quadra visualizzata prelevata dal calibratore, perfettamente orizzontale.ImpieghiL'uso classico dell'oscilloscopio è nella diagnosi di guasti in apparecchiature elettroniche. Per esempio nel caso di un televisore si parte dallo schema elettrico dove sono indicati i diversi stadi del sistema (sintonizzatore radio, oscillatori, amplificatori, ecc.) e i segnali che dovrebbero essere presenti in diversi punti.Si collega la sonda dell'oscilloscopio nel punto indicato tra due stadi, dopo avere collegato assieme le masse di oscilloscopio ed apparecchio in esame.Semplificando molto, se il segnale in un certo punto è assente, uno stadio precedente della catena è difettoso. Retrocedendo progressivamente per esclusione, un tecnico competente è in grado di individuare il componente difettoso.Un altro uso è per provare circuiti appena progettati per verificare la correttezza dei parametri calcolati o individuare eventuali errori. In elettronica digitale è necessario disporre di oscilloscopi con almeno due tracce per confrontare tra loro i segnali, per esempio la linea dei dati con il segnale di clock. È possibile verificare in questo modo la presenza di sorgenti di disturbo.Un altro impiego è nella progettazione di software embedded. L'oscilloscopio permette di verificare se il software sta inviando i giusti segnali all'hardware.Un elemento importante nell'uso dell'oscilloscopio è il collegamento delle masse. La massa infatti è il riferimento per le tensioni misurate. In generale la massa dell'oscilloscopio va collegata alla massa del circuito in esame e le sonde in genere hanno un apposito connettore a pinza per questo scopo. Se l'oscilloscopio è alimentato dalla rete elettrica, è probabile che la sua massa sia collegata alla messa a terra e in tale caso lo è anche il connettore di massa sulla sonda. Se anche il circuito in esame è collegato alla messa a terra, collegare la massa della sonda ad un punto del circuito diverso dalla massa può provocare un cortocircuito attraverso l'oscilloscopio, con il rischio di causare danni ad entrambi gli apparecchi.Alcuni apparecchi hanno la massa di ingresso isolata dalla massa generale. Come precauzione l'apparecchio in esame può essere alimentato attraverso un trasformatore di isolamento, che separa la massa dal circuito di messa a terra, questo accorgimento è assolutamente indispensabile quando si effettuano misure direttamente sulla rete elettrica.L'oscilloscopio è uno strumento di misura e come tale deve essere manipolato con cura. Per mantenere nel tempo le prestazioni dichiarate del costruttore, come tutti gli strumenti elettronici, anch'esso deve essere sottoposto a periodica calibrazione con strumenti campione presso appositi istituti di metrologia. Particolare cura deve essere prestata alle sonde, che sono fragili e costose; basti pensare che in proposito, negli anni 80, sulle linee di produzione degli stabilimenti Olivetti di Scarmagno, dotate di un parco oscilloscopi di decine di unità, prevalentemente 465 Tektronix, la frequente rottura delle costose sonde originali dovuta alla poca cura nell'usarle, costrinse il servizio assistenza interno a progettare e realizzare in proprio un tipo di sonda da utilizzare sulle linee di produzione, questa veniva a costare un decimo del ricambio originale. Le sonde si dividono grosso modo in due gruppi, passive e attive, queste ultime, necessarie per l'analisi di segnali in corrente o tensioni debolissime, hanno al loro interno circuiti amplificatori i quali necessitano di un proprio alimentatore.Voci correlateAltri progettiCollegamenti esterniProduttori di oscilloscopiStrumenti di misura elettroniciMisuratori di grandezze elettricheStrumenti di laboratorioOscilloscope
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http://galatina.blogolandia.it/2009/04/01/vite-2009-il-giro-ditalia-del-gusto/
L’eccellenza enogastronomica italiana si dà appuntamento al Vi.Te. Il Salone nazionale del Vino e dei prodotti della Terra, in programma dal 30 aprile al 3 maggio al Polo Fieristico Sud Malpensa di Castano Primo (Milano), vuole essere una vetrina privilegiata dei prodotti di qualità, proponendo un “giro d’Italia” caratterizzato dal gusto. In programma anche due convegni dedicati al lavoro e al business nel settore agroalimentare e due concerti con il prestigioso Blues & Wine Soul Festival. Il tutto, non dimenticando la solidarietà. Nei padiglioni del Polo Fieristico Sud Malpensa sono attesi ad oggi un centinaio di espositori, provenienti da tutte le regioni d’Italia: sarà possibile degustare le conserve, i biscotti marchigiani, le mandorle e i pistacchi lavorati secondo la tradizione siciliana, i dolci toscani, i salumi tipici ed i tartufi dell’Umbria. Dalle marmellate al miele, dagli insaccati fino alla pasta, e ancora, formaggi, prosciutti, pasticcini e torte, per finire con i pregiati olii italiani, tutti da assaporare per comprenderne le differenze. Particolare attenzione è stata dedicata al settore vinicolo con una selezione dei migliori vini che la lunga tradizione italiana sa esprimere: dalla Sicilia al Piemonte per finire con le immancabili bollicine. Anche in questo caso, il visitatore “armato” di un bicchiere da degustazione che sarà consegnato all’ingresso, potrà “fare il giro” delle cantine per capire le differenze di uva, lavorazione e maturazione, e scegliere quello che più si avvicina alle sue preferenze. «Abbiamo privilegiato il medio e piccolo produttore, custode di quell’esperienza e quell’eccellenza che sono garanzia di qualità, soprattutto in un settore delicato come quello dell’enogastronomia», spiega Angelo Schillaci, direttore generale del Polo Fieristico Sud della Malpensa. «L’intenzione è quella di accorciare la distanza tra produttore e consumatore, mettendo il primo nelle condizioni di potersi presentare al meglio in una struttura attrezzata e all’interno di un evento di caratura nazionale, e dando al secondo la possibilità di spaziare dai gusti del sud a quelli del nord, dalla Sicilia alla Lombardia, dalla Sardegna al Piemonte, facendo solo pochi passi». Vi.Te. 2009 è realizzato con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, della Camera di Commercio di Milano, Provincia di Milano e Comune di Castano Primo. «Importanti collaborazioni che sanciscono il valore della produzione agricola e delle lavorazioni alimentari in Italia», precisa Schillaci. Del resto «la Camera di commercio di Milano dice Carlo Franciosi, membro di giunta della Camera di commercio di Milano e presidente della Coldiretti Milano/Lodi- ha intrapreso ormai da alcuni anni la strada della qualità attraverso la promozione dei prodotti d’eccellenza, con l’intento di contribuire a far crescere le imprese locali e attirare l’attenzione su quei prodotti e servizi riconosciuti in tutto il mondo. Il settore agricolo, con le sue circa 4.600 imprese, rappresenta l’1,57% del totale delle imprese milanesi, l’8,18% delle imprese lombarde e lo 0,51% delle imprese italiane ed è un settore d’eccellenza che merita d’essere valorizzato». Il gusto sarà anche per la buona musica: la manifestazione ospiterà la tappa di esordio del Blues & Wine Soul Festival, evento eno-musicale giunto alla sua settima edizione che si è affermato come uno dei più importanti appuntamenti soul d’Europa. Guidato dalla super blues band di Joe Castellano, il Festival sarà al Vi.Te. 2009 con un doppio appuntamento: venerdì 1 maggio e domenica 3 maggio.Vi.Te. 2009 si propone, inoltre, come piattaforma di opportunità, incontro e confronto per le aziende produttrici, con due convegni previsti durante la manifestazione: venerdì 1 maggio alle 16.30 è in programma “Vi.Te. in…job: Agroalimentare ed Enologico, mercati dal volto umano”; Sabato 2 maggio, sempre alle 16.30, si parla di business: “Opportunità, qualità e sviluppo: nuove sfide di un mercato globale”. I due convegni saranno seguiti da momenti di studio-opportunità mirati al marketing strategico per le aziende partecipanti. L’ingresso al pubblico, al costo di 10 euro e di 15 nelle giornate di concerto, oltre al marsupio e al bicchiere degustazione in omaggio, consentirà di sostenere direttamente i progetti di volontariato internazionale della Fondazione Avsi: un euro per ogni biglietto staccato sarà infatti destinato a sostenere le adozioni a distanza e i progetti sociali di aiuto in tutto il mondo che la Fondazione Avsi porta avanti. In questo modo Vi.Te. 2009 tiene vivo il valore della solidarietà.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Lega_italiana_per_la_lotta_contro_l%27AIDS
Lega italiana per la lotta contro l'AIDS.La Lega italiana per la lotta contro l'Aids'" è una Onlus che si batte per la prevenzione della diffusione del virus dell'Hiv e che assiste le persone malate di AidsStoria ed OrganizzazioneLa LILA nasce nel 1987 come una federazione di associazioni e gruppi con oltre 20 sedi che,nate su gran parte del territorio nazionale e coordinate dalla sede centrale, agiscono a livello locale non solo attraverso la lotta contro la malattia, la sua prevenzione ed un costante supporto alle persone sieropositive, ma anche attraverso un attento e scrupoloso lavoro di informazione riguardo l'Hiv e di lotta contro l'emarginazione e la violazione dei diritti delle persone affette dal virus.AttivitàL'associazione, nelle sue sedi locali, organizza numerose attività gestite da volontari sieropositivi e sieronegativi, per i quali periodicamente vengono organizzati corsi di formazione, attività formative riguardo gli aspetti sanitari, psicologici, sociali, di consulenza e di aiuto riguardanti la malattia, attività di counseling, assistenza legale, gruppi di autoaiuto autogestiti dai membri delle rispettive sedi ed eventi in locali, durante concerti o manifestazioni, col duplice obiettivo di raccogliere fondi per l'associazione e di sensibilizzare il pubblico si temi legati al virus dell'hiv.Progetti"'Accaivù'", "'Alla Salute'", "'Progetto Scuole'","'Insieme per il Futuro'" sono alcuni dei progetti che le diverse sedi LILA hanno intrapreso per la creazione di percorsi, distribuzione di materiali informativi e l'organizzazione di eventi che hanno coinvolto gli studenti delle scuole medie superiori."'Con gli operatori della notte'" ed "'Obiettivo Notte'" sono alcuni dei progetti che hanno concentrato l'attenzione sul mondo notturno ed i luoghi di aggregazione giovanili dove, a causa dei possibili rischi legati ad una sessualità ed al consumo ricreativo di sostanze inconsapevoli, sale il rischio di contagio della malattia."'Aids e Immigrazione'" e "'Passaporto per la solidarietà" sono progetti di informazione, prevenzione, sostegno e cura rivolti alla popolazione extracomunitaria che vive una condizione di disagio e pericolo rispetto alla malattia.Voci correlateCollegamenti esterniAssociazioni non profitLGBTHIV/AIDS
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http://it.wikipedia.org/wiki/Berthierite
Berthierite.La berthierite è un minerale, un solfuro di ferro e antimonio.Il nome deriva dal chimico francese Pierre Berthier, (1782-1861).Descritto per la prima volta da Ritter von Wilhelm Karl Haidinger (1795-1871) mineralogista e geologo austriaco nel 1827.Abito cristallinoOrigine e giacituraLa sua origine è idrotermale. Ha paragenesi con stibnite, tetraedrite e arsenopirite.Forma in cui si presenta in naturaHa scarso valore estetico; si presenta in cristalli, granuli e polvere, a volte con patine iridescenti.Caratteri fisico-chimiciÈ un buon conduttore di corrente elettrica. Fonde al cannello; è solubile in HNO3. Fondendo dà piccole sferule debolmente magnetiche.Località di ritrovamentoA Braunsdorf, presso Friburgo, in Germania; nell'Auvergne, in Francia; gli aghi raggiungono i 15 cm a Baia Sprie, in Romania. Si trova anche ad Oruro, in Bolivia; in Giappone, in Perù e in Cile.In Italia, associata a stibnite, si trova in Val Cresta, comune di Viconago, in provincia di Varese; a San Bartolomeo Val Cavargna e a Vendrogno, in provincia di Como; nell'antica miniera del Trou des Romains, a Courmayeur, in Val d'Aosta e nella miniera di argento di Monte Narba, nel territorio di San Vito, in provincia di Cagliari.Collegamenti esterniSolfuri e sali dello zolfoBerthierite
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http://it.wikipedia.org/wiki/Eraldo_Monzeglio
Eraldo Monzeglio.CarrieraClubMonzeglio fu un elegante terzino, ottimo interprete del suo ruolo nel modulo "WM" che si era imposto agli inizi degli anni trenta. Esordì nella Divisione Nazionale del campionato italiano (non ancora Serie A) con la maglia del Casale, nel 1924. Nel 1926 passò al Bologna (9 stagioni, 252 incontri e 4 goal in campionato più 10 presenze nella Coppa dell'Europa Centrale), e nel 1935 alla Roma, dove chiuse la carriera nel 1939.Giocò 35 partite in nazionale laureandosi campione del mondo nel 1934 (giocando 4 partite su 5) e 1938 (torneo in in cui giocò solo la gara di esordio). In occasione del mondiale in Italia, conobbe e divenne amico di Benito Mussolini, diventandone anche allenatore personale dei figli.Nel 1941-42 fu assunto come direttore tecnico della Roma (che avrebbe vinto quell'anno il suo primo scudetto), per poi partire per la campagna militare di Russia.AllenatoreDopo la seconda guerra mondiale allenò varie squadre; iniziò con la Pro Sesto, nel 1949-50 passò al Napoli, che allenò fino al 1955-56. Dal 1958-59 al 1961-62 allenò la Sampdoria, nel 1962 tornò al Napoli affiancando Bruno Pesaola in qualità di direttore tecnico, quindi nel 1963-64 subentrò a Paulo Amaral sulla panchina della Juventus. Dal 1965 al 1973 ha allenato il Chiasso, con un breve intermezzo nel Lecco.PalmarèsClubNazionaleNoteCollegamenti esterniCalciatori campioni del mondoDirigenti dell'A.S. RomaPersonalità legate a TorinoEraldo Monzeglio
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http://guide.supereva.it/roma/interventi/2008/11/e-commerce-a-roma-specialisti-nel-commercio-elettronico
Secondo alcuni il termine E-Commerce starebbe ad indicare l’acquisto o la vendita di beni o servizi svolto tramite computer. Sarebbe preferibile una visione più ad ampio raggio del termine: genericamente “commercio elettronico” può essere definito come una transazione d’acquisto o vendita, nella quale le parti in causa interagiscono elettronicamente. La Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano afferma, in una sua pubblicazione, che possono considerarsi commercio elettronico tutte le attività precedenti e seguenti l’atto di vendita vero e proprio, purché attinenti lo sviluppo di una relazione commerciale. Vanno dunque incluse le attività di riscossione del pagamento, le attività di marketing e l’assistenza post-vendita, a patto che siano svolte in maniera elettronica. Questa linea di pensiero è in retta con quello che affermano i documenti della Comunità Europea.
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http://procida.blogolandia.it/2008/10/28/procida-convegno-a-napoli-su-%e2%80%9cturismo-energia-rinnovabile-del-mezzogiorno%e2%80%9d/
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http://it.wikipedia.org/wiki/Paganitzu
Paganitzu."'Paganitzu"' è un videogioco rompicapo per sistemi MS-DOS, ideato da Keith Schuler e pubblicato da Apogee Software nell' ottobre del 1991. Il gioco è il terzo titolo di una trilogia, composta da "Castle Zhagwhar" e "Chagunitzu"; doveva avere un quarto episodio, "Paganitzu II", in seguito annullato e adattato a platform come "Realms of Chaos".Tramala trama del gioco è divisa in tre parti, tanti quanti gli episodi del gioco:L'archeologo "Alabama Smith", dopo il successo della spedizione precedente, decide di cercare le rovine del "tempio degli dei": "Paganitzu".Nel primo episodio, distribuito in modalità shareware, è ambientato nella parte superiore della piramide, dove è nascosta la magica "Crystal Rose"; nel secondo il viaggio prosegue dentro le profondità, per trovare il "Silver Dagger"; nel terzo "Alabama" entrerà nel regno dei morti, per scontrarsi con il malgavio Dio del male azteco "Omigosh". La storia, ben curata e ricca di colpi di scena, è raccontata da dialoghi e schermate fisse, sia durante il gioco che al termine di ogni episodio. In particolare, la sequenza finale di "Jewel of the Yucatan", è lunga quasi 20 minuti.Modalità di giocoScopo di ogni livello è quello di trovare l'uscita, collezionando chiavi e risolvendo degli enigmi. I nemici non possono essere uccisi, ma solo evitati o intrappolati, grazie a delle grosse pietre che possono essere spostate. Il gioco riprende idee da giochi come "Sokoban" e "Chip's Challenge".Livelli segretiNel terzo episodio del gioco sono presenti quattro livelli segreti, due dei quali identici a livelli di "Chaganitzu".NoteCollegamenti esterniPaganitzu
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http://it.wikipedia.org/wiki/Marrano
Marrano.I marrani'" (in spagnolo "marranos", probabilmente dall'arabo "moharrama", "muharram", che significa "cosa proibita") erano ebrei sefarditi (ebrei della Penisola iberica) che vennero costretti ad abbracciare la religione cristiana, sia con la coercizione come conseguenza della persecuzione degli ebrei da parte dell'inquisizione spagnola, sia per "libera" scelta, per una questione formale. Molti marrani mantennero le loro tradizioni ancestrali, professandosi pubblicamente cattolici, ma restando in privato fedeli al giudaismo.Origine del termineCon il termine "muharram" si indicava la carne di maiale, che ebrei e musulmani non potevano mangiare; in spagnolo e in portoghese viene usato come epiteto ingiurioso nei confronti degli ebrei.Questi "conversos" ("convertiti"), come venivano alternativamente chiamati in Spagna, ammontavano a oltre 100.000. Erano noti anche come "Cristianos Nuevos" in Spagna, "Cristãos Novos" ("Neo-Cristiani") in Portogallo, "Xuetes" ("Xua", un termine catalano che faceva riferimento ad una mistura di carne di porco che si dice venisse consumata in pubblico dai "Xuetes" per dimostrare la sincerità del loro cattolicesimo) nelle Isole Baleari, e "Anusim" ("costretti") dagli ebrei.Con essi la storia della Penisola Iberica, e indirettamente quella degli ebrei, entra in una nuova fase, poiché furono la causa immediata dell'introduzione dell'inquisizione spagnola e dell'espulsione degli ebrei da tale nazione. I marrani benestanti, che erano intensamente impegnati nel commercio, nelle manifatture e nell'agricoltura, si sposarono con appartenenti a famiglie della vecchia nobiltà; conti e marchesi impoveriti si sposarono senza esitazione con ebree facoltose; e accadde anche che conti o nobili di sangue reale si infatuarono di belle ragazze ebree. A partire dalla seconda generazione, i neo-cristiani si sposavano tipicamente con donne del loro gruppo sociale. Essi divennero molto influenti grazie alla loro ricchezza ed alla loro educazione, e vennero chiamati a importanti incarichi a palazzo, nei circoli governativi, e nelle "Cortes"; praticavano la medicina e il diritto e insegnavano nelle università; mentre i loro figli giungevano spesso ad alte cariche ecclesiastiche.Categorie di Marrani, in un'ottica religiosa ebraicaI Marrani e i loro discendenti possono essere divisi in tre categorie.Convertiti per opportunismoLa prima di queste era composta da coloro i quali, privi di qualsiasi vero attaccamento al giudaismo e indifferenti a qualsiasi forma di religione, abbracciarono volentieri l'opportunità di cambiare la loro condizione oppressa di ebrei, in vista delle brillanti carriere che si aprivano loro davanti grazie all'accettazione del cristianesimo. Essi simulavano la fede cristiana, quando ciò tornava a loro vantaggio, e deridevano gli ebrei e il giudaismo. Diversi poeti spagnoli appartengono a questa categoria, come Pero Ferrus, Juan de Valladolid, Rodrigo Cota, e Juan de España di Toledo, chiamato anche "El Viejo" (il vecchio), che era considerato un brillante Talmudista, e che, come Diego de Valencia, anch'esso ebreo battezzato, introdusse nelle sue pasquinate termini ebraici o talmudici per deridere gli ebrei. Ci furono anche molti che, per mostrare il loro nuovo zelo, perseguitarono i loro ex correligionari, scrivendo libri contro di loro e denunciando alle autorità quelli che desideravano tornare alla fede dei loro padri, come avvenne frequentemente a Valencia, Barcellona, e in molte altre città (Isaac b. Sheshet, "Responsa", No. 11).Convertiti solo esteriormente, per necessitàLa seconda categoria consisteva di coloro, i quali conservarono come cosa preziosa l'amore per la fede giudaica, nella quale erano cresciuti. Essi preservarono le tradizioni dei loro padri e, nonostante le importanti posizioni che occupavano, frequentavano in segreto la sinagoga e combatterono e soffrirono per la religione degli avi. Molti dei marrani più facoltosi di Aragona appartenevano a questa categoria, compresi: gli Zaporta di Monzón, che erano imparentati per matrimonio alla casa reale d'Aragona; i Sánchez, figli di Alazar Yusuf di Saragozza, che si sposarono con i Caballeria e i Santángel; i ricchissimi Espe; i Paternoy, che giunsero dalle vicinanze di Verdun per stabilirsi in Aragona; i Clemente, figli di Moses Chamoro; i Villanova di Calatayud; i Coscón; e altri.Convertiti solo formalmente, per forza maggioreLa terza categoria, che era di gran lunga anche la più numerosa, comprendeva quelli che cedettero alle circostanze, ma nella vita privata rimasero ebrei e colsero la prima opportunità di affermare apertamente la loro vera fede. Essi non portarono volontariamente i loro figli al fonte battesimale; e, se obbligati a fare ciò, al ritorno a casa lavavano il punto in cui era stata versata l'acqua del battesimo. Non mangiavano carne di maiale, celebravano la Pasqua ebraica e portavano l'olio alla sinagoga.Critiche al criptogiudaismoIl criptogiudaismo dei "conversos" è stato messo in dubbio dalla storiografia più recente. Lo storico statunitense Norman Roth nel suo "Conversos, Inquisition, and the Expulsion of the Jews from Spain" ha dimostrato la falsità di questa accusa ed ha ribaltato completamente la visione classica che si ha dei "conversos": essi in maggioranza si sarebbero convertiti sinceramente al Cristianesimo.I motivi per cui i "conversos" sarebbero stati perseguiti sono da ricercare nel fatto che spesso molti di loro trassero vantaggio dalla nuova condizione di "cristianos nuevos". Alcuni, grazie alla conversione, poterono accedere alle alte cariche ecclesiastiche (si veda il caso di Pablo de Santa María, arcivescovo di Toledo).Il successo dei "conversos" e l'arroganza di una parte di essi attirò l'odio dei "vecchi cristiani", che iniziarono ad elaborare delle teorie sulla purezza del sangue (base ideologica degli statuti di "limpiezza de sangre" promulgati agli inizi del XVI secolo in Spagna) per poter distinguere i "veri" cristiani dai "falsi" (di qui il nomignolo di "marranos").La posizione degli ebrei nei confronti dei "conversos"La storiografia ha offerto due posizioni contrastanti degli ebrei riguardo ai "conversos":Ai marrani che vivevano in segreta conformità alla legge ebraica, i Rabbini applicavano il passaggio talmudico: "Anche se ha peccato, deve essere ancora considerato un ebreo"; e un Anusim, che avesse colto la prima opportunità di recarsi in una nazione straniera e professare apertamente il giudaismo, poteva agire come testimone in questioni religiose in base alla legge rabbinica.In SpagnaIl grande numero di marrani, così come la loro ricchezza e influenza, fecero crescere l'invidia e l'odio della popolazione, che veniva incitata dal clero contro di loro, in quanto cristiani non credenti ed ipocriti. I neo-cristiani erano odiati molto più che gli ebrei, ed erano perseguiti, con la stessa durezza con cui lo erano stati i loro ex correligionari. La prima rivolta contro di essi esplose a Toledo nel 1449, e venne accompagnata da omicidi e saccheggi. Istigata da due canonici, Juan Alfonso e Pedro López Gálvez, la folla saccheggiò e diede fuoco alla casa di Alonso Cota, un marrano benestante, e guidata da un manovale attaccò similarmente le residenze dei Neo-Cristiani facoltosi del quartiere di La Magdelena. I marrani, capeggiati da Juan de la Cibdad, si opposero alla folla, ma vennero respinti e, assieme al loro capo, appesi per i piedi. Come conseguenza immediata di questa rivolta, i marrani Lope e Juan Fernández Cota, i fratelli Juan, Pedro, e Diego Núñez, Juan López de Arroyo, Diego e Pedro González, Juan González de Illescas, e molti altri, vennero deposti dal loro incarico, in obbedienza ad un nuovo statuto.Un altro attacco venne fatto ai danni dei neo-cristiani di Toledo nel luglio 1467. Il capo magistrato ("alcalde mayor") della città era Álvaro Gómez de Cibdad Real, che era stato segretario privato di re Enrico IV di Castiglia, e che, se non egli stesso un "converso", come è probabile, era almeno un protettore dei neo-cristiani. Egli, assieme agli eminenti marrani Fernando e Álvaro de la Torre, desiderava vendicarsi di un insulto inflitto dai Conti di Fuensalida, capi dei cristiani, e prendere il controllo della città. Ne scaturì un conflitto selvaggio. Le case dei neo-cristiani vicine alla cattedrale vennero incendiate dagli avversari, e la conflagrazione si diffuse così rapidamente che 1.600 case vennero arse dal fuoco, compreso il bel palazzo di Diego Gómez. Molti cristiani e molti più marrani perirono nelle fiamme o furono uccisi; i fratelli De la Torre vennero catturati e impiccati.Rivolte a CordovaL'esempio portato da Toledo venne imitato sei anni dopo da Cordova, città nella quale cristiani e marrani formavano due partiti in lotta. Il 14 marzo 1473, durante una processione in onore della dedica di una società formata dal fanatico vescovo Don Pedro, e dalla quale vennero esclusi tutti i "conversos", sembra che una ragazzina gettò accidentalmente dell'acqua sporca dalla finestra della casa di uno dei più ricchi marrani della città. Acqua che andò a finire sull'immagine della Vergine. A migliaia si unirono immediatamente nel grido di vendetta che venne sollevato da un fabbro a nome Alonso Rodríguez; e la folla rapace si gettò subito sui marrani, denunciandoli come eretici, uccidendoli, e saccheggiandone e incendiandone le case. Per fermare questi eccessi, l'altamente rispettato Don Alonso Fernández de Aguilar, la cui moglie apparteneva alla famiglia marrana dei Pacheco, assieme al fratello Don Gonzalo Fernández de Córdoba ("el gran Capitán"), gloria dell'esercito spagnolo, e a un gruppo di soldati, si affrettò per proteggere i neo-cristiani. Don Alonso invitò la folla a ritirarsi, ma invece di obbedire, il fabbro insultò il conte, che immediatamente lo abbatté con la sua lancia. La gente, accecata dal fanatismo, guardò al capopopolo ucciso come ad un martire. Incitata dal nemico di Alonso de Aguilar, il cavaliere Diego de Aguayo, la folla prese le armi e attaccò nuovamente i marrani. Ci furono stupri, e uomini, donne e bambini vennero uccisi senza pietà. Il massacro e il saccheggio durarono per tre giorni; gli scampati trovarono rifugio nel castello dove anche i loro protettori avevano dovuto ritirarsi. Venne quindi decretato che, allo scopo di prevenire il ripetersi di tali eccessi, nessun marrano doveva più vivere a Cordova o nelle sue vicinanze, ne doveva mai più ricoprire un incarico pubblico.Come per la persecuzione degli ebrei nel 1391, l'attacco ai marrani del 1473 si diffuse ad altre città. A Montoro, Bujalance, Adamuz, La Rambla, Santaella, e altrove, essi vennero uccisi, e le loro case saccheggiate. A Jaén la popolazione era così risentita nei loro confronti, che il conestabile Miguel Lucas de Iranzo, che si impegnò a proteggerli, venne ucciso lui stesso in chiesa dai capi dei rivoltosi (21/22 marzo). I marrani vennero attaccati selvaggiamente anche dalle popolazioni di Andújar, Úbeda, Baeza, e Almodóvar del Campo. A Valladolid la popolazione si accontentò di saccheggiare i neo-cristiani, ma a Segovia il massacro fu feroce (16 maggio 1474). Qui l'attacco, istigato da Don Juan Pacheco, egli stesso membro di una famiglia marrana, fu terribile; i cadaveri giacevano accatastati in tutte le strade e le piazze, e non un neo-cristiano sarebbe scampato, se non fosse stato per l'interferenza dell'alcalde Andrés de Cabrera. A Carmona tutti i marrani vennero uccisi.Introduzione dell'InquisizioneL'introduzione dell'inquisizione spagnola venne duramente contrastata dai marrani di Siviglia e di altre città della Castiglia, e in particolare dell'Aragona, dove essi rendevano un notevole servizio al re, e occupavano importanti posizioni legali, finanziarie e militari. Allo stesso modo in cui Don Miguel Lucas de Iranzo, conestabile di Castiglia, era stato ucciso nella cattedrale di Jaén, l'inquisitore Pedro de Arbués venne assassinato dodici anni dopo nella cattedrale di Saragozza, il primo dai cristiani, quest'ultimo dai marrani. Gli assassini di De Iranzo rimasero a piede libero, mentre quelli dell'inquisitore vennero puniti crudelmente. Assieme all'introduzione dell'Inquisizione, venne emanato un editto secondo cui gli ebrei dovevano vivere all'interno del loro ghetto e restare separati dai marrani. Nonostante la legge, comunque, gli ebrei rimasero in contatto con i loro fratelli neo-cristiani. "Essi cercarono modi e mezzi per strapparli al cattolicesimo e riportarli al giudaismo. Essi istruirono i marrani nei fondamenti e nelle cerimonie della religione ebraica; tennero incontri, nei quali gli insegnavano cosa dovevano credere e osservare secondo la legge mosaica; e permisero loro di circoncidere sé e i propri figli. Fornirono loro dei libri di preghiere; spiegarono i giorni di digiuno; lessero con loro la storia del loro popolo e della sua legge; gli annunciarono la venuta della Pasqua ebraica; procurarono del pane non lievitato per le loro festività, oltre a carne kosher durante tutto l'anno; li incoraggiarono a vivere in conformità alle leggi di Mosè, e li persuasero che non c'era né legge né verità ad eccezione della religione ebraica". Tutte queste accuse vennero mosse contro gli ebrei nell'editto emanato da Ferdinando II d'Aragona e Isabella I di Castiglia, e costituì le basi per la loro espulsione dalla nazione. Il decreto di espulsione incrementò materialmente il numero, già considerevole, di quelli che acquistarono un prolungamento del soggiorno nelle loro case tramite l'accettazione del battesimo.In PortogalloI marrani portoghesi, o "Cristãos Novos", si strinsero più saldamente e con più fede dei loro fratelli spagnoli alla religione dei loro padri, sopportando le torture più terribili in nome della loro fede. Lo studioso Simon Mimi di Lisbona, che non rinunciò al giudaismo nemmeno in prigione, sua moglie, i suoi generi, e altri marrani vennero racchiusi in un muro costruito loro attorno, che arrivava fino ai loro colli. I prigionieri vennero lasciati per tre giorni in questa condizione di agonia. Poiché non cedevano, i muri vennero abbattuti dopo che sei delle vittime erano morte, e Mimi venne trascinato per la città e ucciso. Due marrani che servivano come guardiani della prigione seppellirono il corpo del martire nel cimitero ebraico a rischio della loro vita (Abraham Saba, "Ẓeror ha-Mor," p. 105b; Grätz, "Gesch." viii, p. 398).Samuel Schwartz all'inizio del XX secolo scoprì alcune comunità di marrani nel Portogallo nord-orientale (precisamente a Belmonte, Miranda do Douro e Chaves, tra le altre), che erano riusciti a sopravvivere per più di quattrocento anni senza essere stati completamente assimilati dalla vecchia popolazione cristiana.Il massacro di LisbonaI portoghesi odiavano i marrani più di quanto odiassero gli ebrei, considerandoli né cristiani, né ebrei, ma atei ed eretici. Più di un portoghese preferiva la morte piuttosto che essere curato da un medico marrano. L'odio provato per i marrani, che era stato represso per lungo tempo, esplose a Lisbona. Il 17 aprile 1506, vennero scoperti diversi marrani che possedevano "alcuni agnelli e pollame preparato secondo gli usi ebraici; oltre a pane non lievitato e erbe amare, secondo le regole della Pasqua ebraica, la cui festività celebravano a notte fonda". Alcuni di loro vennero catturati, ma rilasciati dopo pochi giorni. La popolazione, che si aspettava di vederli puniti, giurò vendetta. Nello stesso giorno in cui i marrani vennero liberati, i domenicani mostrarono in una cappella laterale della loro chiesa, dove erano presenti diversi neo-cristiani, un crocifisso e un reliquiario di vetro dal quale usciva una luce particolare. Un neo-cristiano, che fu così incauto da spiegare questo miracolo come dovuto a cause naturali, venne trascinato fuori dalla chiesa e ucciso da una donna infuriata. Un domenicano incitò ulteriormente la popolazione; e altri due, crocifisso alla mano, girarono per le strade della città gridando "Eresia!" e invitando la gente a distruggere i marrani. Tutti i neo-cristiani trovati nelle strade vennero uccisi, e ne seguì un terribile massacro. Più di 500 marrani vennero uccisi e bruciati il primo giorno; e le scene di uccisione furono ancor più atroci il giorno seguente. Le vittime innocenti della furia popolare, giovani e vecchi, vivi e morti, vennero trascinate fuori dalle loro case e gettate sulle pire. Anche cristiani che in qualche modo somigliavano ai marrani vennero uccisi. Tra le ultime vittime, è più odiata di tutte, ci fu l'esattore delle tasse João Rodrigo Mascarenhas, uno dei marrani più facoltosi e distinti di Lisbona; la sua casa venne completamente demolita. In questo modo, almeno 2.000 marrani perirono nel giro di 48 ore. Re Manuele punì severamente gli abitanti della città. I capipopolo vennero impiccati o squartati, e i domenicani che avevano dato il via alla rivolta vennero garrotati e arsi. Tutte le persone condannate per omicidio o saccheggio vennero punite corporalmente, e le loro proprietà confiscate, mentre la libertà di religione venne garantita ai marrani per vent'anni.I neo-cristiani del Portogallo, che si distinguevano per il loro sapere, i loro commerci, e le loro imprese bancarie, ma erano molto odiati, disprezzati e malignati dai cristiani, furono spinti a serbare migliori speranze per il futuro dall'apparire di un ebreo straniero, David Re'ubeni. Non solo questi venne invitato da Re Giovanni a visitare il Portogallo, ma come appare da una lettera del 10 ottobre 1528, di Don Martín de Salinas all'infante Don Fernando, fratello dell'imperatore Carlo I di Spagna, egli ricevette anche il permesso "di predicare la legge di Mosè" ("Boletin Acad. Hist." xlix, p. 204). I marrani consideravano Re'ubeni come il loro salvatore e Messia. Anche i neo-cristiani di Spagna udirono la lieta notizia; e alcuni di essi si misero in viaggio alla sua ricerca. L'esultanza durò per qualche tempo; L'imperatore Carlo inviò addirittura diverse lettere al suo reale fratellastro sull'argomento. Nel 1528, mentre Re'ubeni era ancora in Portogallo, alcuni marrani spagnoli scapparono a Campo Mayor e liberarono con la forza una donna imprigionata dall'inquisizione a Badajoz. Si sparse improvvisamente la voce che i marrani dell'intero regno si erano uniti per fare causa comune. Ciò aumentò l'odio della popolazione, e i neo-cristiani vennero attaccati a Gouvea, Alentejo, Olivença, Santarém, e in altri luoghi, mentre nelle Azzorre e sull'isola di Madera vennero massacrati. Questi eccessi portarono il re a credere che l'inquisizione portoghese fosse il modo più efficace di soddisfare la furia popolare.I marrani portoghesi condussero una lunga e aspra lotta contro l'introduzione del tribunale, e spesero somme immense, con alcuni risultati soddisfacenti, per portare dalla loro parte la Curia e i cardinali più influenti. I sacrifici fatti dai neo-cristiani spagnoli e portoghesi furono stupefacenti. Gli stessi marrani che da Toledo avevano istigato la rivolta dei comuni nel 1515, Alfonso Gutierrez, Garcia Alvarez "el Rico", e gli Zapata, offrirono attraverso i loro rappresentanti 80.000 corone d'oro all'imperatore Carlo V, se egli avesse mitigato la durezza dell'inquisizione ("REJ" xxxvii, p. 270 et seq.). Tutti questi sacrifici comunque, in particolare quelli fatti dai Mendes di Lisbona e delle Fiandre, non furono in grado di impedire o ritardare l'introduzione del Sant'Uffizio in Portogallo. I marrani vennero consegnati alla furia popolare e ai servitori senza cuore dell'inquisizione. Le loro sofferenze furono indicibili. A Trancoso e Lamego, dove vivevano molti marrani benestanti, a Miranda, Viseu, Guarda, Braga, e altrove, essi vennero rapinati e uccisi. A Covilhã la gente progettò il massacro di tutti i neo-cristiani in un giorno, e per ottenere ciò più facilmente, i prelati richiesero alle Cortes, nel 1562, che ai marrani fosse richiesto di indossare uno speciale distintivo, e che agli ebrei delle città e dei villaggi venisse ordinato di tornare a vivere nei ghetti.La dispersione e l'ItaliaI marrani, che erano costantemente minacciati e perseguiti dall'inquisizione, cercarono in ogni modo di lasciare la nazione, sia in gruppi che come singoli rifugiati. Molti di loro fuggirono in Italia, attratti dal clima che ricordava quello della Penisola Iberica, e dalla lingua simile. Alcuni si insediarono a Ferrara, e il Duca Ercole I d'Este garantì dei privilegi che vennero confermati dal figlio Alfonso I, a ventuno marrani spagnoli, medici, mercanti e altri (ib. xv. 113 et seq.).Marrani portoghesi e spagnoli di stabilirono anche a Firenze; e i neo-cristiani contribuirono a far di Livorno un importante porto marittimo. Ottennero dei privilegi a Venezia, dove vennero protetti dalle persecuzioni dell'inquisizione. A Milano portarono materialmente avanti gli interessi della città grazie alle loro arti e commerci, anche se João de la Foya ne catturò e rapinò molti in tale regione. A Bologna, Pisa, Napoli, Reggio Emilia, e in molte altre città italiane, esercitarono liberamente la loro religione, e furono ben presto così numerosi che Fernando de Goes Loureiro, un abate di Oporto, riempì un intero libro con i nomi dei marrani che avevano ritirato grandi somme dal Portogallo e abbracciato apertamente il giudaismo in Italia. In Piemonte il duca Emanuele Filiberto di Savoia accolse i marrani di Coimbra, Pablo Hernando, Ruy López, e Rodríguez, assieme alle loro famiglie, e gli concesse dei privilegi sui commerci e sulle manifatture, oltre al libero esercizio della religione. Roma fu piena di marrani. Papa Paolo III li ricevette ad Ancona per motivi commerciali, e concesse libertà completa "a tutte le persone dal Portogallo e dall'Algarve, anche se appartenenti alla classe dei neo-cristiani". Tremila ebrei e marrani portoghesi vivevano ad Ancona nel 1553. Due anni dopo papa Paolo IV emanò degli ordini per far sì che tutti i marrani venissero gettati in prigione dall'inquisizione che aveva istituito. Sessanta di loro, che riconobbero la fede cattolica come penitenti, vennero trasportati sull'isola di Malta; ventiquattro, che aderirono al giudaismo, vennero bruciati al rogo in pubblico (maggio 1556); quelli che sfuggirono all'inquisizione vennero accolti a Pesaro dal duca di Urbino Guidobaldo II della Rovere. Il porto di Ancona cadde in disgrazia e grandi furono le perdite economiche per la città tanto che si sentirono le conseguenze anche a Roma, grazie al boicottaggio commerciale organizzato da Grazia Nasi. Tempo dopo come spesso succedeva in Europa, il Duca deluso, nella sua speranza di vedere tutti gli ebrei e i marrani di Turchia scegliere Pesaro come centro commerciale, ed espulse (9 luglio 1558) i neo-cristiani da Pesaro e da altri distretti (ib. xvi. 61 et seq.). Molti marrani vennero attratti da Ragusa in Dalmazia, un tempo notevole porto di mare. Nel maggio 1544, vi sbarcò una nave carica esclusivamente di rifugiati portoghesi, come Balthasar de Faria riportò a re Giovanni.In FranciaNello stesso periodo i marrani cercavano rifugio anche oltre i Pirenei, stabilendosi a Saint-Jean-de-Luz, Tarbes, Bayonne, Bordeaux, Marsiglia e Montpellier. Essi vivevano in apparenza come cristiani; venivano sposati da preti cattolici; facevano battezzare i propri figli, e si dichiaravano cattolici in pubblico. In segreto, comunque, circoncidevano i loro bambini, rispettavano come potevano il Sabbath e gli altri giorni di festa, e pregavano assieme. Re Enrico III di Francia confermò i privilegi loro concessi da Enrico II di Francia, e li protesse contro calunnie ed accuse come quelle che un certo Ponteil mosse contro di loro. I marrani portoghesi e spagnoli fecero richiesta a Enrico IV di Francia di permettergli di emigrare in Francia, dicendo che se avesse acconsentito, un gran numero dei loro compagni sofferenti, "uomini buoni tutti quanti", avrebbe scelto la Francia come residenza; ma molti neo-cristiani che entrarono in territorio francese furono costretti ad abbandonarlo dopo un breve periodo. Sotto Luigi XIII di Francia i marrani di Bayonne vennero assegnati al sobborgo di Saint Esprit. A St. Esprit, così come a Peyrehorade, Bidache, Orthez, Biarritz, e Saint-Jean-de-Luz, essi abbracciarono gradualmente e apertamente il giudaismo. Nel 1640 diverse centinaia di marrani, considerati essere ebrei, vivevano a St. Jean de Luz; e a St. Esprit esisteva una sinagoga già nel 1660.Nelle FiandreI marrani si rivolsero principalmente anche alle Fiandre, attratti dalle sue città fiorenti, come Anversa, dove si insediarono molto presto, e Bruxelles. Prima della fine del XVI secolo, i marrani portoghesi, sotto la guida di Jacob Tirado, arrivarono ad Amsterdam. Molti altri li seguirono e la città venne chiamata la nuova Gerusalemme, mentre centinaia di famiglie neo-cristiane si insediarono a Rotterdam. I marrani delle fiandre e altri diretti dalla Penisola Pirenaica, si recarono in guisa di cattolici ad Amburgo e Altona (attorno al 1580), dove stabilirono relazioni commerciali con le loro vecchie nazioni. Cristiano IV di Danimarca invitò alcune famiglie neo-cristiane a stabilirsi a Glückstadt attorno al 1626, garantendo certi privilegi e ai marrani che si recarono a Emden attorno al 1649.Numerosi marrani, comunque, rimasero in Spagna e Portogallo, nonostante la massiccia emigrazione e il destino di innumerevoli vittime dell'inquisizione. I neo-cristiani del Portogallo respirarono maggiormente quando Filippo III di Spagna salì al trono e per legge (4 aprile 1601), gli concesse il privilegio della vendita illimitata delle loro proprietà terriere, oltre alla libera partenza dalla nazione per sé, le loro famiglie, e i loro beni. Molti, avvalendosi di questo permesso, seguirono i propri correligionari in Africa e in Turchia. Dopo pochi anni, comunque, i privilegi vennero revocati, e l'inquisizione riprese la sua attività. Ma i portoghesi che non erano stati accecati dal fanatismo percepirono che nessuna misura coercitiva poteva indurre i marrani a lasciare la religione dei loro padri.Singoli neo-cristiani come Antonio Fernández Carvajal, e diversi altri da Spagna, Amburgo e Amsterdam, si recarono a Londra, altre famiglie si diffusero in Brasile, dove i marrani si erano insediati già in precedenza, e in altre nazioni americane. La migrazione verso Costantinopoli e Salonicco, dove i rifugiati si erano insediati dopo l'espulsione dalla Spagna, così come verso Serbia, Romania, Bulgaria, e addirittura Vienna e Temesvar, continuò fino alla metà del XVIII secolo.BibliografiaVoci correlateAntisemitismoStoria del PortogalloSpagna medievaleSpagna degli AsburgoMarrano
2,751,386
http://it.wikipedia.org/wiki/HMS_Renown_%281916%29
HMS Renown (1916).La HMS "Renown", decima nave da guerra britannica a portare questo nome, è stata un incrociatore da battaglia dell'omonima classe della Royal Navy. Venne impostata nei cantieri Fairfield il 25 gennaio 1915, varata il 4 marzo 1916 ed entrò in servizio il 20 settembre seguente.ServizioLa prima guerra mondialeCompletata nel settembre 1916, la "Renown" entrò in servizio troppo tardi per partecipare alla battaglia dello Jutland. Venne comunque assegnata alla "Grand Fleet" servendo nel Mare del Nord per gli ultimi due anni del conflitto.Tra le due guerreTra il 1920 ed il 1921, in seguito a lavori di modernizzazione, trasportò il Edoardo, principe di Galles in un viaggio in Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti. Tra il 1923 ed il 1926 venne sottoposta ad un nuovo ciclo di lavori con lo scopo di migliorarne la protezione da attacchi navali e sottomarini. Nel 1927 trasportò il Duca e la Duchessa di York in Australia e Nuova Zelanda.Sul finire degli anni 30 la nave venne quindi sottoposta ad altri lavori che ne modificarono profondamente l'aspetto. Ricevette una torre di comando simile a quella della "Valiant" e armamenti antiaerei moderni, equipaggiati con sistemi di controllo fuoco HACS MkIV e con la Admiralty Fire Control Table Mk VII, un computer analogico per il controllo dei pezzi principali. Venne anche rafforzata ulteriormente la corazzatura. Le modifiche vennero completate nel settembre 1939, in concomitanza con lo scoppio della seconda guerra mondiale. Durante questi lavori ricevette il soprannome di HMS "Refit" (raddobbo), visti i numerosi interventi di cui era stata oggetto già dal 1916; la sorella "Repulse" venne invece soprannominata HMS "Repair" (riparazione).Il secondo conflitto mondialeAllo scoppio del conflitto la "Renown" si trovò assegnata alla "Home Fleet" con compiti di pattuglia nel Mare del Nord. In ottobre venne trasferita presso il "Gruppo da caccia K" nell'Atlantico meridionale, a largo di Pernambuco, Brasile. Nel mese di successivo partecipò alla caccia all'incrociatore "Graf Spee" che incrociava nella zona. Il 2 dicembre affondò il transatlantico tedesco "Watussi". Il 16 dicembre, in seguito all'avvistamento della "Graf Spee" e alla battaglia del Rio de la Plata venne inviata in supporto agli incrociatori britannici "Exeter", "Ajax" e "Achilles". Dopo l'autoaffondamento della nave tedesca scortò nel gennaio 1940 la danneggiata "Exeter" in patria insieme alla portaerei "Ark Royal". In aprile partecipò alle operazioni al largo della Norvegia collegate al tentativo alleato di prendere controllo del paese prima delle forze tedesche (Operazione Wilfred). Il 9 aprile si scontrò con gli incrociatori da battaglia "Scharnhorst" e "Gneisenau" circa 80 miglia ad ovest delle isole Lofoten mettendo a segno alcuni colpi sul "Gneisenau" disattivando la torretta "A" e le apparecchiatura di controllo fuoco e ricevendo danni alle sovrastrutture. In maggio venne sottoposta a riparazioni a Rosyth per i danni ricevuti nello scontro e per quelli dovuti al maltempo, tornando in servizio nei primi di giugno scortando i convogli di evacuazione dalla Norvegia in seguito all'invasione tedesca.In agosto venne trasferita a Gibilterra come ammiraglia della Forza H. Il 30 agosto partecipò come scorta all'Operazione Hats, il trasferimento ad Alessandria d'Egitto della corazzata "Valiant", della portaerei "Illustrious" e degli incrociatori "Calcutta" e "Coventry".L'11 settembre salpò con il compito di intercettare incrociatori della Francia di Vichy diretti a Dakar, senza riuscire ad individuarli. In seguito al fallimento dell'Operazione Menace, che prevedeva uno sbarco a Dakar da parte di elementi della Francia Libera dopo un forte bombardamento, rimase in zona per pattugliare le acque senegalesi. In seguito rimase di pattuglia nei pressi delle Azzorre e al largo di Gibilterra per la caccia alle corsare tedesche e alle navi francesi. Il 7 novembre venne inviata insieme alla "Hood" e alla "Repulse" di pattuglia nel golfo di Biscaglia in seguito all'affondamento dell'incrociatore ausiliario "Jervis Bay" da parte dellAdmiral Scheer".Il 15 novembre, tornata nel Mediterraneo, scortò le portaerei "Ark Royal" e "Argus" in una missione di lancio di aerei verso le basi di Malta. Sempre in novembre scortò un nuovo convoglio di rifornimenti per l'isola e il passaggio verso l'Egitto degli incrociatori "Manchester" e "Southampton". Il 27 novembre partecipò ad uno scontro minore con la flotta italiana uscita per intercettare un convoglio in partenza da Malta, poi noto con il nome di battaglia di capo Teulada. Subito dopo lo scontro venne anche presa di mira da bombardieri della Regia Aeronautica, senza peraltro venire colpita. Nei primi giorni di dicembre venne sottoposta a riparazioni all'apparato motore a Gibilterra in seguito ad un'avaria avvenuta durante lo scontro navale.Nel gennaio 1941 partecipò all'Operazione Excess, il contemporaneo passaggio di due convogli, diretti rispettivamente a Malta e ad Atene. Il 9 gennaio subì un attacco aereo, senza rimanere danneggiata. Il 6 febbraio partecipò insieme alla "Malaya", alla "Ark Royal" e alla "Sheffield" al bombardamento di Genova e La Spezia. Nella seconda metà del mese tornò in Atlantico per scortare un convoglio diretto a sud dopo la segnalazione della possibile presenza dell'"Admiral Hipper" nella zona. Nei primi giorni di marzo partecipò alla caccia alla "Scharnhorst" e alla "Gneisenau", senza riuscire ad intercettarle. Incontrò invece le navi "Bianca" e "Casimiro", precedentemente catturate dalle corazzate tedesche e dirette in patria con equipaggio di preda che le autoaffondò. Il 6 maggio partecipò all'Operazione Tiger, il passaggio di un convoglio carico di carri armati diretti in Medio Oriente e di alcune navi di rinforzo per la flotta di Alessandria attraverso il canale di Sicilia. Il 24 maggio tornò in Atlantico temporaneamente assegnata alla "Home Fleet" per partecipare alla caccia alla Bismarck. Nel mese di giugnò partecipò a ben quattro missioni di lancio di aerei da caccia verso le basi di Malta.In agosto tornò in patria per essere sottoposta a un ciclo di lavori e ricevere le apparecchiature elettroniche moderne. Vennero installati i Radar Type 284 per l'armamento principale, Type 282 per la contraerea a corto raggio, Type 285 per la contraerea pesante, Type 273 per l'individuazione di navi nemiche e Type 281 per l'individuazione di aerei nemici. Venne inoltre aumentato il numero di cannoni rapidi Oerlikon da 20 mm per la difesa antiaerea ravvicinata. La nave tornò in servizio attivo nel mese di dicembre.Nei nel marzo 1942 partecipò alla scorta ai convogli artici PQ12 e PQ13 diretti in Unione Sovietica. In aprile tornò nel Mediterraneo per scortare una nuova missione di lancio di aerei verso Malta, questa volta dalla portaerei USS "Wasp", e nel mese successivo partecipò ad una missione simile. Tra giugno e settembre rimase invece con la "Home Fleet". In ottobre venne assegnata insieme alle navi da battaglia "Duke of York", "Rodney" e "Nelson" alla copertura dello sbarco in Nordafrica denominato Operazione Torch, per evitare ogni possibile interferenza della marina francese. In dicembre, dopo la fine dell'operazione, tornò in patria.Il 22 febbraio 1943 entrò in cantiere a Rosyth per un nuovo ciclo di lavori durante il quale vennero rimossi gli aerei di bordo, aumentate le armi antiaeree con il posizionamento di ulteriori 9 cannoni Oerlikon da 20 mm e installato il radar Type 283 per la direzione del fuoco di sbarramento antiaereo dei pezzi principali e secondari. Tornata in servizio il 9 giugno rimase assegnata a Scapa Flow. Il 28 agosto giunse ad Halifax, in Canada, per riportare in patria il Primo Ministro Winston Churchill dopo un incontro (denominato QUADRANT) con il presidente statunitense Roosevelt. Giunse in patria il 19 settembre sbarcando il Primo Ministro sul Clyde. Nel mese di novembre ebbe di nuovo a bordo Churchill per trasportarlo ad Alessandria d'Egitto, dove giunse il 21 novembre, per partecipare ad una nuova conferenza interalleata. Tornata in patria, venne designata per essere trasferita nella "Eastern Fleet", ricevendo le modifiche necessarie ed altri 19 pezzi da 20 mm antiaerei. Il 30 dicembre fece rotta per Colombo, dove giunse il 23 gennaio 1944 per prendere servizio con il 1° Squadrone da battaglia.Nel mese di marzo partecipò ai bombardamenti alle basi giapponesi sull'isola di Sumatra insieme ad unità della US Navy. Il 16 aprile partecipò ad una nuova missione di bombardamento su Sabang scortando le portaerei "Illustrious" e USS "Saratoga". Il 19 venne attaccata da tre aerosiluranti nemici che vennero intercettati dalla forza aerea di scorta della "Saratoga". Il 6 maggio partecipò all'attacco al porto e agli stabilimenti industriali di Surabaya, tornando a Ceylon il 17 del mese. Il 10 giugno partecipò ad un'azione diversiva di bombardamento su Sabang durante gli sbarchi statunitensi nelle isole Marianne. Il 19, insieme alla francese "Richelieu" scortò la "Illustrious" in un'azione di bombardamento delle isole Andamane.In ottobre partecipò ad una missione di bombardamento delle Isole Nicobare e ad una diversione durante lo sbarco alleato a Leyte. Al momento della formazione della "Pacific Fleet" rimase assegnata alla "Eastern Fleet". In dicembre venne ritirata a Durban dove entrò in cantiere per un ciclo di lavori, tornando in servizio a Ceylon il 21 febbraio 1945. Il 30 marzo ne venne deciso il ritorno in patria presso la "Home Fleet" e la nave giunse a Rosyth il 15 aprile. L'8 maggio ricevette a bordo la delegazione navale tedesca per discutere i termini dell'ingresso degli alleati nei porti germanici. A guerra finita ospitò a bordo il re Giorgio VI durante l'incontro con il presidente statunitense Harry Truman di ritorno dalla conferenza di Potsdam a bordo dell'incrociatore USS "Augusta".Il progetto di sottoporre la nave ad un importante ciclo di modifiche venne accantonato nel mese di settembre e la nave venne ridotta al rango di nave addestramento presso la base di terra denominata HMS "Imperieuse" fino al dicembre 1946, quando venne trasferita nella riserva. Venne messa in vendita nel gennaio 1948 e venduta per essere demolita a Faslane, dove giunse l'8 agosto seguente.NoteBibliografiaAltri progettiCollegamenti esterniIncrociatori da battaglia della Royal Navy|RenownHMS Renown (1916)
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http://it.wikipedia.org/wiki/Chico_Buarque
Chico Buarque.È uno dei più noti autori ed interpreti della musica popolare brasiliana, insieme a Vinicius de Moraes e Tom Jobim.Ha sposato l'attice Marieta Severo e vive in Brasile, anche se durante gli anni della dittatura militare dovette rifugiarsi in Europa.Chico Buarque proviene da un ambiente familiare intellettuale; suo padre, Sergio Buarque de Hollanda, è stato uno storico ed un sociologo noto ed apprezzato. Bambino studioso con un precoce talento per la musica e la scrittura, Chico fu appassionato dalla "bossa nova" e in particolare dai lavori di João Gilberto.Il suo debutto come cantautore è del 1964, cui seguono numerose apparizioni a festival musicali ed a programmi televisivi. Il suo album omonimo rappresenta quella che sarà la sua produzione successiva, con dei samba accattivanti caratterizzati da un originale giocare con le parole nei testi e da un fondo di nostalgia.Il suo crescente impegno politico contro la dittatura militare lo porta all'arresto nel 1968, cui segue un esilio auto-imposto in Italia nel 1969. Chico torna in Brasile nel 1970 e sfrutta la sua fama e la sua abilità di compositore per protestare contro la dittatura. Il suo brano "Apesar de Você" (Nonostante tu) sfugge in qualche modo alle maglie della censura e, con la sua appena velata polemica, diventa l'inno del movimento democratico. Il singolo fu ritirato dal mercato dopo aver venduto circa centomila copie.Appassionato alla scrittura fin da piccolo, ha composto poesie, sceneggiature cinematografiche e romanzi come "Disturbo", "Benjamin" e "Budapest".Chico in ItaliaDurante la sua permanenza in Italia, Chico Buarque De Hollanda ha inciso anche due album nella nostra lingua: uno nel 1969, intitolato semplicemente "Chico Buarque De Hollanda", ristampato poi in Brasile con il titolo "Chico Buarque na Itália"), ed il secondo, "Per un pugno di samba", nel 1970: i testi sono tradotti per lo più da Sergio Bardotti.Il secondo è forse più interessante per gli arrangiamenti, curati da Ennio Morricone (e a questa collaborazione allude il titolo dell'album), mentre tra i coristi vi sono i "Cantori Moderni" di Alessandroni e le due giovani sorelle Mimì e Loredana Berté.Oltre a questo album e ad alcuni 45 giri incisi da Chico, molte altre sue canzoni sono state tradotte ed interpretate da artisti italiani: di seguito è riportato l'elenco.DiscografiaBibliografiaAltri progettiCollegamenti esterniChico Buarque
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http://www.lucacoscioni.it/comments/recent?page=134
Carissimo Fabio, vuoi il motivo della mia astensione?? Al di la del fatto ke sono fermamente convinto ( e ti assicuro ke sono moltissimo informato in materia) ke qst referendum sia sbagliato, ti dico ke nn vado a votare solo x un motivo: Non si puo mettere nelle mani del popolo, entità facilmente assogettabile, una cosa cosi IMPORTANTE!!! Nn è cosa da niente, ma so benissimo ke la disinformazione puo far prendere decisioni sbagliate a tutti! E so benissimo ke la maggior parte di ki va a votare nn sa nemmeno cosa va a votare, e x un argomento come qst, scusami tanto, è insostenibile!! X qst io dico 2 volte no, uno al fatto di cambiare la legge come vogliono i riformatori (ke si deve cambiare lo credo anke io) e soprattutto no alla decisione popolare su argomenti cosi scottanti!! La prox volta voteremo l'eutanasia? O l'esportazione degli organi in soggeti destinati a morire ma ancora in vita? E L'affidamento di bambini alle coppie gay? Mi dispiace ma il popolo in quanto da sempre disinformato e assoggettabile nn può e nn deve prendere decisioni cosi importanti! Con rispetto e stima, colgo l'occasione x salutarti, sxando ke prenderai una decisione (si,no o astensione nn importa) CON COSCIENZA E INFORMAZIONE! Saluti!Ma davvero qui si tratta di verificare chi vince e di chi perde, e non di quali argomenti siano stati sollevati e di come ognuno possa dare il suo personale contributo di opinione e di idee, prima e dopo il voto? Indipendentemente dal risultato, chi scrive non sventolerà bandiere, bensì continuerà a riflettere. E a cercare di capire per cosa valga la pena di confrontarsi anche (se non soprattutto) con chi ha idee diverse dalle proprie... mi domando cosa c'entri questo col referendum.. ma se ne dobbiamo parlare xchè un cattolico l'ha tirata fuori.. ti ricordo.. anche da laica.. che il papa precedente ha chiesto scusa al genere umano per le atrocità commesse dalla chiesa in nome di cristo.. e tu? cattolico e timorato di dio? manderesti al rogo uomini vivi e sei per la vita di un embrione da difendere con la vita e con i denti? ipocrisia penso sia poco per descrivere quello che dici.. prova a riflettere.. prima di costringere noi tutti a leggere le tue atrocità.. e se puoi.. battiti la mano al petto e chiedi perdono per aver invocato la morte di un tuo simile.. solo perchè eretico..12 maggio 2003 "Questa è la strada migliore secondo me: non andare a votare. Il referendum è uno strumento democratico dagli effetti semplificati a volte addirittura rozzi, è un istituto di fronte al quale bisogna porsi laicamente scegliendo tra le tre ipotesi possibili: sì, no, non voto… Per questo penso che si possa decidere consapevolmente, ripeto consapevolmente, come esercizio attivo il non partecipare al voto.". (Sergio Cofferati, Articolo 18: io non vado a votare. Intervista a Sergio Cofferati, l'Unità) Come cambiano le cose in soli due anni!...Sono a favore per il SI sui primi 3 referendum, ma non concordo affatto sul 4°, che è a favore della fecondazione eterologa. E proprio perchè credo che qualsiasi uomo abbia il DIRITTO di conoscere i suoi Genitori, penso di astenermi dal voto. Infatti se si dovesse raggiungere il quorum al 90% passerà il si anche per il 4° Refarendum.Volevo farti notare che in questa legge non c'entra la chiesa, essere credenti o meno. La scienza deve dare tutte le opportunità alla gente e poi ognuno secondo coscienza decide. In chiesa non ti hanno insegnato il RISPETTO PER GLI ALTRI??? I preti così magnifici nel loro lavoro e così altruisti e...lasciamo perdere.. non ti hanno insegnato di pregare prima di parlare e di non dire fesserie? Magari non ci sono piu i preti di una volta oppure tu sei un prete è probabile visto che sei abituato ad offendere. Ti saluto.Per prima cosa non vedo perchè la chiesa debba decidere per la MIA salute e la MIA VITA. Seconda cosa la chiesa non ci da da mangiare, anzi forse tu non sai tra chiesa e stato cosa c'è. Vai a informarti se riesci visto che sei ottuso e ignorante. Poi non vedo perchè devi dare degli "assassini" a chi che sia, ma come ti permetti???? Ma tu hai avuto mai un figlio malato, hai avuto mai una malattia terminale, hai sofferto mai? Guarda prima di parlare cerca di far funzionare il cervello ma siccome non ce l'hai è già troppo quello che dici. Poi esistono anche le querele quindi fai attenzione a come parli. Ti auguro una vita meraavigliosa e piena di grandi soddisfazioni..... ma così grandi che non sarai neamnche in grado di viverle. E impara l'educazione.dato che qui si pensa che il fine (la ricerca, a fini economici o terapeutici) giustifica il mezzo (la sperimentazione su essere umani viventi di serie B o peggio), mi pare che dovreste essere d'accordo con i bioeticisti americani che difendono la teoria della qualità della vita per poterla applicare, ad es, negli ospedali a fronte di problemi di allocazione di risorse (finanziarie per la cura dei malati). forse le due cose a prima vista non sembrano collegate, ma a uno sguardo approfondito lo sono... questa cultura salutista così incapace di accettare la sofferenza (che è ciò che contraddistingue l'uomo dall'animale -infatti sofferenza implica anche sofferenza psicologica) e quindi di accettare l'uomo, mi sembra comuune alle due situazioni. vorrei però avvertire il sig. coscioni che, in coerenza, il criterio usato in america attribuirebbe a lui una condizione molto più svantaggiosa degli altri malati e quindi come tale, meno urgente, e troverebbe più etico dare i soldi a una persona con febbre o mal di denti che a lei... certo lei è abbastanza in grado di reagire a quest'ingiustizia , ma ci sono essere più indifesi di lei (concepiti ancora non nati ma non solo) che non potranno mai farlo... possiamo solo sperare che l'umanità e la solidarietà non siano mai completamente soffocate dalla libertà per la libertà e dal ritorno alla legge della giungla. arrivedercicommento a margine: non ho capito dove stava il contenuto offensivo dei commenti di Domenico Ferro e Serafina Tavella che sono stati 'oscurati' (ho letto da piu' parte commenti pieni di insulti e non 'oscurati')... ma va beh.. Ad ogni modo, non mi risulta che "laico" voglia dire "privo di etica". Che poi soggetti diversi possano avere ciascuno "principi etici" differenti, questo e' ovvio. Ad esempio, chi spara in mezzo agli occhi ad un uomo con il preciso intento di ucciderlo, evidentemente ha principi etici diversi da quelli dello Stato laico italiano, per il quale l'omicidio e' illegittimo. L'etica, a prescindere dai principi, riguarda comunque i comportamenti umani. Ora, Ruini, la CEI, il Papa, i vescovi, i tanto odiati preti in generale (odiati solo se per l'astensione, nota bene), sono intervenuti in merito ad un referendum che pone questioni etiche su un piano non solo cattolico, ma anche "laico". Negarlo, significa negare l'evidenza. Non stiamo parlando di fagioli: stiamo parlando di embrioni "umani". E "umani" non sono solo gli embrioni dei cattolici, ma anche quelli di chi si fa portatore di un qualsiasi credo religioso o di chi e' ateo. In questo senso, la presa di posizione della chiesa cattolica in difesa della vita dell'embrione e' una presa di posizione per la difesa della vita di tutti, compresi coloro che piu' o meno da sempre sono "contro" la chiesa stessa. Per inciso, l'"impicciarsi degli affari propri" chiusi in sagrestia non sarebbe coerente con la missione di annuncio del Vangelo.. e quelli in gioco sono comunque "affari" di tutti. Posto che non e' solo la chiesa cattolica a schierarsi in un certo modo, le considerazioni che tento di fare di seguito valgono indipendentemente dallo specifico soggetto che prende posizione in difesa dell'embrione. Se chi, secondo la propria etica, considera l'embrione umano un generico grumo di cellule (e quindi oggetto da usare e sui cui sperimentare almeno quanto si fa con un fagiolo, che ha molte piu' cellule, pur con un fine nobile) si batte dando tutto se' stesso, perche' allora stupirsi o indignarsi se con altrettanta, quando non maggiore, determinazione si batte chi ritiene la dignita' dell'Embrione tale da rendere inalienabile il suo diritto di vivere? Negare all'Embrione il diritto di vivere, significa negare il diritto di vivere al risultato di un processo di crescita continuo dell'Embrione stesso. Risultato che chiamiamo "Uomo", il cui diritto di vivere e' inalienabile (come sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, evidentemente oggi ritenuta obsoleta). Io mi domando questo: come posso dire che ogni individuo (come voi, come me) ha diritto di vivere, se nego questo diritto ad una qualunque delle "fasi" passate in cui quell'individuo si e' trovato ad essere? Quelle "fasi" non sono separabili, occorrono tutte, sono state ciascuna la conseguenza inevitabile di quelle che l'hanno preceduta, secondo un percorso di crescita unico e irripetibile. Ora, se non riconosco all'uomo il diritto inalienabile di vivere, che senso ha poi che io mi batta per il suo diritto di curarsi e di ricevere cure? Cari saluti, Renato Scotti p.s. continuo a domandarmi, come ho fatto altrove, cosa sarebbe accaduto se la chiesa cattolica si fosse schierata per il "sì". Anche se credo che nessuno me lo confermera' mai, resto dell'idea che proprio da coloro che oggi la criticano sarebbero giunti positivi commenti per la tanto attesa "apertura" alla societa' moderna...poi dicono che con l'embrione ci si può giocare a palla perchè comunque in ogni caso le coppie (che sono tali solo per passatempo, in quanto la fede se la sono giocata a carte)potrebbero ABORTIRE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ma vorrei chiedere a questi eretici che sono elencati sul sito: MA SIETE SICURI CHE LA CHIESA RICONOSCA L'ABORTO????????????????????? Io penso che la Chiesa e i VERI cattolici non riconoscano nè aborto, nè divorzio, nè zapatero che se la fa con i travestiti, nè tantomeno quel libertinaggio che viene sbandierato sottoforma di libertà!!!!!!!!!! E' lo stato italiano LAICO che ha voluto l'aborto, la classe dirigente composta da assassini comunisti. Quindi non chiedete VOI CHE SIETE CONTRO LA VITA a COLORO CHE SONO A FAVORE DELLA VITA come la mettiamo con l'aborto, perchè questi ultimi non l'hanno mai patrocinato. Crdeo che l'unica cosa da fare sarebbe di stabilire un nuovo corso, procedendo all'istituzione della compianta Sacra Inquisizione (perchè se è come dite voi che ha mandato al rogo tanti eretici sarebbe il caso di ricostituirla)Carissima Emma Bonino sono gioioso di vedere che il grado di mistificazione da voi raggiunto è proprio al culmine! Complimenti per tutte le fesserie - mi si permetta (ma non trovo altro termine per rendere l'idea) - che andate dicendo per confondere la gente e occultare la verità dei fatti! Se l'intervento del sommo Pontefice "straripa" nell'Italia e dovrebbe essere arginato, quanto più dovrebbero impedire a voi di dire tali falsità con tanta libertà.... Ipocriti: approvate l'aborto ma poi "difendete la vita" de malati, uccidendo gli embrioni! complimenti per la coerenza!> Sin. = cristiano Cosa dire? Solo i "cattolici" possono pensare che "cristiano" possa essere per loro un sinonimo!!! Il 33% delle persone del mondo sono cristiane ma solo il 17,5% è cattolico. Cioè poco più del 50%. L'astensione? Penso che sia legittimo astenersi nei confronti di un referendum ma la legge è viziata perchè non vengono scorporate le percentuali di coloro che si astengono sempre. Mi piacerebbe di più (e sarebbe anche più giusto) che la legge prevedesse che la percentuale del 50% sia calcolata sul totale degli elettori ma dopo aver sottratto la percentuale di astensioni alle ultime politiche, ad esempio. Ciao, cattolico! :-)Carissimo, le prediche e le omelie si fanno in chiesa e chi le vuole ascoltare è libero di andarci o vogliamo anche metterlo come obbligo non si sa mai... siamo in italia. Tutto quello che dici è bellissimo certamente ma vedi la realtà è ben diversa carissimo padre o chiunque tu sia, allavita di questo bambino non cipensa nessuno? Rispondimi. Non pensi che questo bambino come tanti alri possano soffrire? Ah no tu ti preoccupi solo che la vita va difesa a tutti i costi. bene sai che ti dico che sei UN FALSO MORALISTA e bigotto e i tuoi discorsi non c'entrano nulla con la legge 40 e il referrendum. Pensiamo anche alla condixione di vita di tante persone che hanno una grave malattia genetica in questa societa, o anche tu farai parte di qualche associazione che dietro falsi moralismi è contenta che nascano bambini con malattie genetiche perchè altrimenti come si fa a raccogliere tutti quei soldi o no? Vedi "porta a porta" di stasera... Sai meno bambini malati nascono e piu associazioni spesso e volentieri soffrono la mancanza di entrate e sovvenzionamenti. Certe associazioni sopravvivono solo con i proventi degli altri enon fanno nulla per migliorare le condizioni di vita di queste persone. Ci facciamo un esame di coscienza o vediamo di parlare di quello che interessa? Ti prego di rispondermi visto che solitamente sieteabituati a non farlo..Ancora una volta tu non dimostri RISPETTO PER LE ALTRE PERSONE E PER LE LORO SOFFERENZE!! Bè cosa ci si poteva aspettare da uno che sostiene che non farebbe curare la propria bambina con le cellule staminali embrionali altrimenti si UCCIDE QUALCUNO.... NON CI SONO PAROLE PER DESCRIVERE QUELLO CHE DICI e certe volte mi chiedo ma CI SEI O CI FAI???? ABBI RISPETTO PER UNA MAMMA CHE STA VIVENDO UNA TRAGEDIA anche se ovviamente la vita del suo bambino è degna di essere vissuta e sicuramente per lei è la cosa più importante. TU NON SARESTI CAPACE DI QUESTO perchè tu sei un egoista, un falso ipocrita venduto alle classi politiche per pochi soldi. TI DEVI VERGOGNARE MARANGONI TI DEVI VERGOGNARE DI ESISTERE!!! Mi consola che tanto anche se il vostro SPORCO GIOCO possa andare a buon fine la ricerca se ne infischia del vostro parere e procede ugualmente. Ah mi raccomando vedi di fare gli esami del sangue spesso non si sa mai..... con tutto il cuore Marangoni.I vescovi dovrebbero impicciarsi dei fatti propri, ovvero dei fatti della diocesi e della cura pastorale, e lasciare le questioni civili allo stato e ai cittadini. E se possono esprimersi orientando la morale del loro gregge, non possono farlo orientandone anche il comportamento elettorale o invitando all'astensione. Tanto meno se lo fanno nel corso della liturgia, come spesso avviene nelle parrocchie. Questa è un'ingerenza indebita, scorretta, immorale, e probabilmente illegale. Non c'era un tale che disse date a Cesare, etc.? Quanto alle voci di dissenso e di disobbedienza, è normale che vengano messe in rilievo in un clima come quello creato dalla Cei. Se le gerarchie fossero state al proprio posto, posso garantirvi che a nessuno sarebbe fregato granché di sapere se un prete andrà o no a votare. Non preoccupatevi, le sanzioni arriveranno. Lo stato etico è già cominciato.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Mandombe
Mandombe.La scrittura mandombe'" (o "'mandombé) è un sistema di scrittura africano, classificabile come un alfasillabario."La parola «mandombe» in scrittura mandombe"Invenzione e diffusioneQuesto sistema di scrittura fu inventato nel 1978 da David Wabeladio Payi a Mbanza Ngungu nella provincia del Basso Congo nell'attuale Repubblica democratica del Congo (RDC), allora chiamato Zaire, a seguito di una serie di visioni.Questa scrittura è insegnata nelle scuole elementari, secondarie e superiori amministrate dalla Chiesa kimbanguista nella RDC, in Angola, nel Congo-Brazzaville ed in altri paesi africani. Vi sono più di 500 insegnanti collegati al CENA ("Centre de l'Écriture négro-africaine") nella Repubblica democratica del Congo ed in altri paesi.Il Mandombe è utilizzato per trascrivere le lingue kikongo, lingala, tshiluba e swahili – quattro lingue nazionali della Repubblica democratica del Congo – ed altre lingue dell'Africa centrale ed australe. Attualmente l'Accademia del Mandombe, centro di ricerca scientifica del CENA, sta lavorando alla transcrizione di altre lingue dell'Africa subsahariana.Non vi sono ancora proposte per l'inserimento del Mandombe in Unicode."Bisimba"Il "kisimba" (plurale "bisimba") è una vocale utilizzata all'interno di un testo. Può anche essere autonomo e formare una sillaba da solo. Quando fa parte di un dittongo si utilizza un carattere diacritico.Il kisimba può avere anche un valore numerico."Mvuala" e famiglie di caratteriNel Mandombe non esistono consonanti autonome in senso proprio, ma dei segni grafici di base chiamati "Mvuala za Mpamba" e "Yikamu", che vengono combinati per formare delle famiglie di "mvuala" complessi, che, a loro volta combinati a dei "bisimba", formano delle unità fonetiche."Yikamu"Un elemento aggiuntivo posticcio, chiamato "yikamu", permette di collegare il "mvuala" d’una consonante a una vocale per formare una sillaba. Lo "yikamu" può essere utilizzato in più modi. L’angolo di tale elemento è calcolato in relazione al piano di scrittura: cioè si calcolano 0° se lo "yikamu" è sul piano, e 90° se è perpendicolare al piano. Solo la proiezione di tale elemento posticcio sul piano di scrittura è visibile.Famiglie di "mvuala"I "mvuala" complessi, composti con l'aiuto degli "yikamu", possono essere trasformati geometricamente per rotazione o simmetria, in modo da produrre altre sillabe:La famiglia 5, in cui il carattere è frutto di una rotazione dell'elemento posticcio a 180° non è utilizzabile nella scrittura Mandombe. Di fatto, l'elemento posticcio fa un percorso da 0° a 180°, chiamato "Mabika ma Mvuala" o "gli angoli del tempo".Anche il sillabario aborigeno canadese ricorre a simili procedimenti di rotazione, ma nel caso della scrittura mandombe non sembra presente la relazione fonologica tra le varie consonanti appartenenti al medesimo gruppo.Esempi di sillabeCaratteri complessiEsempi di sillabe complesseNumeriI numeri, nella scrittura mandombe, sono espressi secondo il sistema posizionale decimale, utilizzando i seguenti segni:Voci correlateAltri progettiCollegamenti esterniScritturaMandombe
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http://it.wikipedia.org/wiki/Pasquale_Lolordo
Pasquale Lolordo.Pasquale Lolordo è stato uno dei più potenti mafiosi Italoamericani di Chicago degli anni '20, socio di Al Capone e capo dell'Unione Siciliana, nonché uno dei principali contrabbandieri di alcol della città di Chicago e parte dell'Illinois.BiografiaNato nel 1887, a Siculiana in provincia di Agrigento, Lolordo succede a Tony Lombardo (consigliere e socio di Al Capone) alla presidenza dell'Unione Siciliana quando Lombardo viene ucciso il 7 settembre 1928 dai killer di Joe Aiello per essersi rifiutato di cedere la presidenza dell'unione; resta ferito anche Joseph Lolordo, fratello di Pasquale e guardaspalle di Lombardo, mentre rimane ucciso l'altro guardaspalle Joseph Ferraro. Lolordo era stato uno dei pupilli di Mike Merlo il potentissimo e rispettato capo dell'Unione morto per cause naturali nel 1924.Pasquale Lolordo era stato uno dei fermati dalla polizia nel summit mafioso che si era svolto nel dicembre del 1928 presso l'"Hotel Statler" di Cleveland; assieme a Joseph Giunta, i due rappresentavano la delegazione della famiglia di Chicago. Appena un mese dopo, la sera dell'8 gennaio 1929, Lolordo viene assassinato a casa sua mentre stava brindando con alcuni amici di cui si fidava, il quale in realtà erano passati segretamente dalla parte di Joe Aiello. Quest'ennesimo omicidio ruppe l'instabile tregua che si era formata tra le forze di Capone e quelle di Aiello, insanguinando di nuovo la città di Chicago con decine e decine di omicidi. Lina, la moglie di Lolordo, in preda al dolore, interrogata dalla polizia si trincerò nella più totale omertà.Mafiosi italoamericaniPasqualino Lolordo
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http://it.wikipedia.org/wiki/Desir%C3%A8e_Noferini
Desirèe Noferini.BiografiaDopo il diploma all'istituto d'arte, studia al Corso di recitazione Jenny Tamburi e al "Centro Sperimentale di Cinematografia" a Roma.Nel 2001 partecipa al concorso "Elite Model Look". Nel 2005, eletta Miss Toscana, partecipa a Miss Italia, entrando tra le prime 10. In questa edizione vince il titolo nazionale di Miss Sasch e Miss Telefonino 3. Tra il 2005 e il 2006 lavora per Sasch. Nel 2006 fa parte del cast di "Quelli che il calcio", condotto da Simona Ventura su Rai Due, nel ruolo di "schedina".Dopo una piccola partecipazione alla serie tv "Gente di mare 2", trasmessa su Rai Uno, nel 2008 è una delle protagoniste del film "Un gioco da ragazze", diretto da Matteo Rovere, nel ruolo di "Michela Ricasoli". Nello stesso anno è protagonista di una puntata di "Don Matteo 6".Nel 2009 è protagonista di "Cous cous alla bolognese", regia dei Manetti Bros., film tv della terza stagione de "L'ispettore Coliandro". Nello stesso anno gira i film "Venti sigarette", tratto dal libro "Venti sigarette a Nassiriya", scritto da Aureliano Amadei, unico superstite della strage di Nassiriya del 2003 e regista del film, e "Non c'è tempo per gli eroi", regia di Andrea Mugnaini, in cui è co-protagonista con Paolo Bernardini.FilmografiaNoteCollegamenti esterni
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http://www.ecowebnews.it/pesce-azzurro
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http://it.wikipedia.org/wiki/Red_Sparowes
Red Sparowes.I Red Sparowes'" sono una post metal band statunitense nata dalla collaborazione di alcuni membri di Isis, Halifax Pier, Angel Hair, Pleasure Forever e Neurosis. Il loro sound è caratterizzato da influenze di rock sperimentale con l'uso di un particolare tipo di slide detto "steel pedal".StoriaI Red Sparowes si sono formati nel 2003 come progetto secondario per i propri membri. Firmando per la Neurot Recordings, etichetta della band Neurosis, i Red Sparowes sono stati in tour con i Dillinger Escape Plan e i Made Out of Babies nel 2004 dopo aver registrato delle demo per il loro album di debutto. Il debutto fu registrato alla fine di Maggio del 2004 dall'ingegnere Desmond Shea; il sound della band risentiva delle influenze del chitarrista Bryant Clifford Meyer, degli Isis di Jeff Caxide, dei Pelican, band post metal di Chicago, così come di band che spaziano dai Sonic Youth ai Cure. I membri della band Jeff Caxide e Dana Berkowitz si trasferirono alla fine del 2004, uscendo di fatto dall'organico della band.Il primo album studio dei Red Sparowes, "At the Soundless Dawn", uscì nel Febbraio 2005, in corrispondenza del tour dell'altra band del chitarrista Bryant Clifford Meyer, gli Isis, per il loro album "Panopticon". Poco dopo l'uscita di "At the Soundless Dawn", fu pubblicato un album split da 12" in collaborazione con la band Gregor Samsa. Questo album conteneva la seconda traccia da "At the Soundless Dawn", "Buildings Began to Stretch Wide Across the Sky, And the Air Filled With A Reddish Glow", oltre a una canzone registrata durante la lavorazione dell'album con il chitarrista Mike Gallagher degli Isis, inizialmente disponibile solo nella versione giapponese dell'album.Dopo l'uscita dell'album, la band si esibì in tour in Europa e partecipò ad una tournee negli USA con i Pelican, i Big Business e i Breather Resist.Dopo il tour, nel 2006 la band pubblicò l'album "Every Red Heart Shines Toward the Red Sun". A questo seguì un ulteriore tour in Nord America e in Europa. Negli USA si esibirono anche con Nick Cave and the Bad Seeds.Recentemente Josh Graham ha lasciato gli altri componenti della band per seguire il progetto musicale A Storm of Light con Vinnie Signorelli, il batterista degli Unsane.A maggio 2008, i Red Sparowes cominciarono a registrare nuovo materiale con l'ingegnere del suono Toshi Kasai, che ha già lavorato con Melvins, Big Business, Tool. Ad agosto 2008 fu pubblicato l'EP digitale Aphorisms. La versione in vinile è attesa alla fine del 2009, in tempo per un breve tour, a Novembre, con i Russian Circles.I Red Sparowes hanno appena finito di lavorare per il prossimo album, e cominceranno a registrare il loro terzo album studo con Toshi Kasai il 24 Agosto 2009.FormazioneAttualeMembri precedentiDiscografiaAlbum studioAltri lavoriCollegamenti esterniRed Sparowes
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http://it.wikipedia.org/wiki/Pro_Liguria
Pro Liguria.Il Foot Ball Club Pro Liguria'" è stata una società calcistica di Bolzaneto, un quartiere di Genova. Fondata nel 1897, è una delle più antiche squadre di calcio italiane, oltre ad essere la più antica tra quelle che hanno dato origine, attraverso le successive fusioni, all’attuale Sampdoria. È inoltre uno dei pochi club delle origini del calcio italiano a poter vantare una fondazione esclusivamente "autoctona".StoriaOriginiNarrano le scarse cronache calcistiche del tempo che alla fine dell ’800, nel sobborgo portuale di San Pier D’Arena, nella periferia occidentale di Genova, numerose rappresentative di marinai inglesi si sfidavano in improvvisate partite di "football", gioco popolarissimo oltremanica ma ancora semisconosciuto in Italia. Narrano anche che alcuni appassionati locali, a forza di assistere alle curiose performance pedatorie degli anglosassoni, decisero di formare una squadra tutta italiana. Il primo nome scelto sembra che sia stato "Foot Ball Liguria", o "Pro Liguria" secondo altre fonti. La prima divisa, se ne ignorano le ragioni, fu una casacca a strisce verticali bianche e verdi, e la squadra giocò i suoi primi incontri in quella che era la Piazza d’Armi'" di San Pier D’Arena.Di questo periodo pionieristico sono documentate alcune amichevoli con il Genoa Cricket and Football Club, risolte invariabilmente con la vittoria del più forte club italo-inglese, e una iscrizione "in extremis" al campionato italiano del 1899, purtroppo caratterizzato da un indecoroso ritiro poco prima dell'inizio del suo primo "match" contro il Football Club Torinese.Dalla fondazione agli anni ‘10Il ritorno in prima categoria e lo scioglimentoDopo essere sparita dalle cronache calcistiche per un decennio, La Pro Liguria si iscrisse nel 1910 alla neonata FIGC e, nel 1913, ottenne la promozione in Prima Categoria. In quella che era allora la massima serie disputò due non esaltanti stagioni (nessuna vittoria e solo 4 pareggi, sommando le due annate). Nel frattempo la squadra si era trasferita un po’ più a nord lungo la Val Polcevera, nell’allora comune di Bolzaneto, e aveva cambiato nome in A.C. Liguria 1899'".Dopo il letargo dei campionati dovuto alla grande guerra, nel 1919 la Pro Liguria era finanziariamente allo stremo, e fu assorbita dalla sezione calcio della Ginnastica Sampierdarenese. In realtà, sarebbe più corretto affermare il contrario, visto che la nuova squadra, la "'A.C. Sampierdarenese'", guadagnò il diritto di iscriversi alla Prima Categoria in virtù del titolo sportivo della Pro Liguria, che era in massima serie al momento della sospensione dei campionati. Pare inoltre che l’ultima divisa della Pro Liguria fosse bianca con una banda orizzontale rossa. Per questa ragione la nuova Sampierdarenese aggiunse una banda rossa orizzontale alla sua divisa, fino a quel momento bianconera. Si può perciò affermare che il rosso, dei quattro colori tradizionali della Sampdoria, sia derivato non direttamente dalla Sampierdarenese, ma dall’antica Pro Liguria.Il nome FBC Liguria infine tornò nel calcio italiano nel 1931, per rappresentare l’effimera e poco spontanea unione di Sampierdarenese, Andrea Doria, e Corniglianese.CampionatiNoteBibliografiaVoci correlateCollegamenti esterniSocietà calcistiche italiane (storiche)
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http://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Elena_%28Italia%29
Sant'Elena (Italia).Sant'Elena'" è un comune di 2.028 abitanti della provincia di Padova.Geografia fisicaIl comune di Sant'Elena si trova pochi chilometri a sud del complesso del Colli Euganei, a circa 7 km dagli abitati di Este, verso nord ovest e Monselice, verso nord est.Il territorio è estremamente pianeggiante e l'altitudine varia tra i 5 e gli 8 metri sul livello del mare.Il terreno è molto fertile e adatto in particolare alla coltivazione del mais e di prodotti orticoli di qualità.StoriaIl territorio di Sant'Elena condivide la storia recente con quella delle altre realtà della bassa padovana, interessata dalle opere di bonifica e sistemazione delle acque iniziata nel XVI secolo.Monumenti e luoghi di interesseLuoghi di cultoPalazziAltri monumentiSocietàEvoluzione demograficaInfrastrutturePur essendo situata nell'entroterra Sant'Elena si trova a pochi chilometri dalla statale SS16 "Adriatica" e dalla autostrada A13, della quale i più vicini caselli autostradali sono Monselice verso nord e Boara verso sud. Inoltre è attraversata da un'importante arteria locale, la strada provinciale SP 41, che collega Solesino ad Este (via località Deserto).Trasporto pubblicoIl sistema del trasporto pubblico è servito da una linea extraurbana gestita dalla SITA che la collega con le principali località sulla direttiva nord-sud verso la provincia di Padova e di Rovigo.FerrovieA Sant'Elena è presente una stazione ferroviaria secondaria, sulla ferrovia Padova-Bologna, ma sono servite esclusivamente da treni a carattere regionale. Le stazioni principali più vicine sono verso nord quella di Monselice e verso sud quella di Rovigo.AeroportiFacilmente raggiungibili da Sant'Elena sono gli aeroporti di Bologna, Venezia e di Verona.AmministrazioneNoteVoci correlateAltri progettiComuni della provincia di PadovaSant'Elena (PD)
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http://galatina.blogolandia.it/2009/03/02/approvato-il-decreto-mille-proroghe-da-leggere-le-novita/
E’ stato approvato lo socrso 24 febbraio in via definitiva ed è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il Decreto Legge n. 207/2008, il cosiddetto decreto «mille proroghe», che nel corso dei lavori parlamentari ha subìto diverse modifiche. Si segnalano le novità più importanti che riguardano il mondo del lavoro e la Pubblica Amministrazione. Le novità sono: articolo 5 – le graduatorie dei concorsi pubblici restano valide fino al 31 dicembre 2009; articolo 6 – nei concorsi pubblici avviati entro il 30 giugno 2009, il 20% dei posti può essere riservato ai soggetti che posseggono i requisiti per la cosiddetta «stabilizzazione»; articolo 7-bis – entro il 31 luglio 2009 un DPCM, emanato al termine di un procedimento che vede coinvolti, a vario titolo, sia il Ministro della pubblica Amministrazione che quello dell’Economia che le OOSS, dovrà definire criteri e parametri per misurare i risultati dell’azione amministrativa da applicare ai trattamento economico accessorio del personale della P.A, sulla base di alcuni principi: a) correlazione diretta e significativa con l’impegno e la rilevanza delle prestazioni rese, ponderate sul piano qualitativo e quantitativo; b) correlazione con i livelli di innovazione, snellimento e semplificazione dell’azione amministrativa; c) correlazione con i carichi di lavoro dell’ufficio o sede di appartenenza da definire in base ad apposite e oggettive rilevazioni e con il miglioramento dei servizi resi; d) dimensione individuale del contributo o apporto dato alla realizzazione degli obiettivi dell’ufficio. art. 29 Il comma 1 – bis riduce di 42 milioni l’anno, in considerazione dell’andamento infortunistico del settore dell’autotrasporto, i tassi di premio Inail delle imprese con dipendenti. Ulteriori riduzioni sono previste per il solo anno 2009. La scadenza per il versamento dei premi Inail è differita al 16 aprile 2009; articolo 32 – alcuni adempimenti in materia di sicurezza sul lavoro slittano. In particolare sono prorogate al 16 maggio 2009: a) le comunicazioni all’Inail o all’Ipsema, in relazione alle rispettive competenze, a fini statistici e informativi, concernenti i dati relativi agli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento e, a fini assicurativi, le informazioni relative agli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni (art. 18, comma 1, lettera r, del D.L.vo n. 81/2008); b) il divieto delle visite mediche preassuntive da parte del medico competente (art. 41, comma 3, lettera a, del D.L.vo n. 81/2008; c) la valutazione dei rischi sullo stress lavoro – correlato e la data certa (art. 306, comma 2, del D.L.vo n. 81/2008, con riferimento alle disposizioni previste dall’art. 28, commi 1 e 2); Slitta, invece, al 15 maggio 2010 il termine per emanare i cosiddetti «decreti attuativi nei settori speciali», atteso che è cambiato, per effetto del comma 2 – ter, il testo dell’art. 3, comma 2, secondo periodo, del D.L.vo n. 81/2000. Ora in nuovo testo è il seguente: «Con decreti, da emanarsi entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, ai sensi dell’art. 17, comma 2». Articolo 35 – in questo articolo sono contenute norme di natura diversa. Le più importanti riguardano il personale ex Coni che resta in servizio presso le federazioni sportive (comma 4) e le associazioni sportive dilettantistiche per le quali si applica il c.d. regime per «redditi diversi» (commi 5, 6, e 7), ove sono comprese le spese per formazione, didattica, preparazione assistenza all’attività sportiva dilettantistica. Con i commi da 8 a 13 si trattano, invece, alcune questioni di natura previdenziale. In particolare, ai fini della liquidazione delle prestazioni previdenziali collegate ad un reddito, quello di riferimento è quello conseguito al 1° luglio di ogni anno dal beneficiario e dal coniuge nell’anno solare antecedente. Ciò vale per la corresponsione del trattamento fino al 30 giugno successivo. Scatta l’obbligo della comunicazione agli Istituti previdenziali interessati dei dati reddituali entro il 30 giugno di ogni anno, pena la sospensione del trattamento. Articolo 41-bis – in un articolo che comprende una serie argomenti che interessano, da vicino, il mondo dell’editoria, ci sono alcuni commi che si inseriscono nella materia dei trattamenti integrativi. In particolare: a) con una modifica al comma 1 dell’art. 37 della legge n. 416/1981 anche i giornalisti dipendenti da imprese editrici di giornali periodici rientrano nel campo di applicazione della Cigs prevista dall’art. 35; b) le disposizioni sugli esodi ed i prepensionamenti previsti dall’articolo 37 trovano applicazione anche riguardo ai giornalisti professionisti di giornali periodici, prima esclusi.
498,807
http://it.wikipedia.org/wiki/Farmacia_di_Santa_Maria_Novella
Farmacia di Santa Maria Novella.L'Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Nuova, o Farmacia di Santa Maria Novella'", si trova in via della Scala a Firenze, in una parte del complesso conventuale di Santa Maria Novella. Oggi è ritenuta la farmacia più antica di tutta Europa, attiva senza soluzione di continuità da quasi 4 secoli, nonché uno degli esercizi commerciali più antichi in assoluto.StoriaLa cappella con gli affreschi di "Storie della Passione" di Mariotto di NardoGià nel 1381 è documentato come i Domenicani di Santa Maria Novella vendessero l'acqua di rose come disinfettante, usato soprattutto nei periodi di epidemie. I frati coltivavano le piante medicamentose (i "semplici", dal nome del giardino dei Semplici) in un orto attiguo, distillavano erbe e fiori, preparavano essenze, elisir, pomate, balsami. Il giardino dei semplici riforniva principalmente la più vicina e gemella Farmacia di San Marco anch'essa fondata e gestita dai frati domenicani.L'attuale profumeria risale al 1612 quando ancora svolgeva anche l'attività di spezieria. Rinomata in tutta Europa, ricevette dal granduca Ferdinando II de' Medici il titolo di "Fonderia di Sua Altezza Reale" nel 1659, durante la direzione di Fra' Angiolo Marchissi. Nel XVIII secolo i suoi prodotti venivano esportati fin nelle Indie e in Cina.Nonostante le soppressioni ottocentesche del convento, rimase attiva grazie a fra' Damiano Bensi e nel 1866 divenne di proprietà comunale e fu presa in affitto dal nipote Cesare Augusto Stefani, i cui eredi gestiscono ancor oggi l'attività. Oggi è ritenuta la farmacia più antica di tutta Europa, attiva da quasi 4 secoli, nonché uno degli esercizi commerciali più antichi in assoluto.InterniL'antica "spezieria" oggi non più farmacia, bensì profumeria, si trova in una vero e proprio ambiente monumentale, con decorazioni e arredi antichi risalenti a varie epoche. Conserva anche una pregevole collezione di materiale scientifico, quali termometri, mortai, bilance, misurini, eccetera, oltre ai pregiati vasi da farmacia dal Sei al Novecento.Ingresso, atrio e vestiboloSi accede al locale vendita della profumeria da un portale in pietra serena finemente scolpito, che introduce a un atrio classicheggiante sul quale si aprono lateralmente due esedre, ciascuna con una statua marmorea. Il piccolo vestibolo è in stile neogotico, con decorazioni prevalentemente blu e oro, e dà accesso alla principale sala di vendita.Sala di venditaLa grande sala di vendita era originariamente una cappella dedicata a San Niccolò, che era stata donata nel 1335 dagli Acciaiuoli ai frati; venne ristrutturata nel 1848 da Domenico Beni, il quale decise di mantenere l'antica volta a crociera, inserendo nelle lunette le personificazioni dei quattro continenti, opera di Paolino Sarti. Gli scaffali neogotici risalgono allo stesso periodo.La sagrestia della cappella conserva ancora affreschi attribuiti a Mariotto di Nardo.Sala verdeA destra si accede alla cosiddetta "Sala verde", prospiciente al giardino, che venne costruita verso la metà del XVIII secolo per mettere in comunicazione l'antica Spezieria con la nuova sala "di vendita". L'arredo originale è fortunatamente conservato intatto e le pareti sono coperte da parati in filaticcio di seta. Vi sono appoggiate scaffalature con urne e orcioli in maiolica decorati a grottesche, alcuni stemmi e numerosi dipinti, come il "Ritratto di Galileo Galilei" dipinto verso il 1620. Singolare è la cornice seicentesca composta come stemma mediceo con le "palle" rette da putti che si aggrappano alle spire di serpenti.Sala dell'Antica SpezieriaL'Antica Spezieria fu usata per la vendita dal Seicento al 1848, e vi si accedeva dal Chiostro Grande di Santa Maria Novella, attraverso un portale progettato da Matteo Nigetti ai fianchi del quale esistono tutt'ora due lapidi che ricordano l'attività farmaceutica dei frati, privilegi concessi dal granduca ed ospiti illustri della farmacia. Nella spezieria sono conservati gli armadi seicenteschi con vetrine, ripiani e fastose cornici con nastri e festoni intagliati, oggi evidenziate da un'illuminazione a effetto. Nelle vetrine sono esposte parte delle collezioni scientifiche. Il soffitto è decorato a stucchi con nastri e festoni che ricordano quelli intagliati sugli scaffali e gli armadi.Il soffitto presenta stucchi simili a quegli che sormontano gli scaffali. Anche il lungo banco di vendita è antico.Altri ambientiAccanto alla Spezieria si trovano le grandi cantine dove sono immagazzinati da secoli i prodotti. Da qui si accede anche alla "tisaneria" e all'antica distilleria; questi ambienti si affacciano sul grazioso giardino delle erbe, dove i monaci coltivavano le piante officinali, vicino al secondo ingresso su piazza Santa Maria Novella (aperto solo in circostanze speciali).Collezioni scientificheIn tutta la Farmacia sono esposti vari strumenti scientifici e contenitori, databili tra il Seicento e il Novecento. La collezione si compone di tre nuclei: vasi ceramici da farmacia (manifatture di Montelupo, Richard-Ginori e Chini), vetri da farmacia (bottiglie, alambicchi e altro) e strumenti scientifici veri e propri (termometri, mortai, bilance, misurini).Nelle vetrine della Sala dell'antica Spezieria sono esposti vecchi alambicchi e altri strumenti usati per estrarre e sintetizzare profumi e composti medicinali; i termometri ad alto fusto dell'Accademia del Cimento sono delle copie: gli originali si trovano presso il Museo di storia della scienza di Firenze.Altre immaginiBibliografiaAltri progettiCollegamenti esterniArchitetture di FirenzeSanta Maria Novella
2,287,596
http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Santapau
Castello Santapau.Il Castello Santapau'" (chiamato anche "'Castello di Licodia'") si trova nel territorio comunale di Licodia Eubea, in provincia di Catania. Fondato in epoca medievale, oggi non rimangono che alcuni ruderi, a seguito del terremoto del 1693. I ruderi del castello tutt'oggi dominano dall'alto il centro urbano del comune di Licodia Eubea.UbicazioneIl castello fu costruito sull'omonimo colle ("Colle Castello") a poca distanza dal centro abitato di Licodia Eubea.La posizione, ovviamente non casuale, permetteva il controllo di una vasta area territoriale, consentendo l'avvistamento dei nemici e il pronto intervento offensivo. Il castello era però soprattutto una roccaforte difensiva, difficilmente attaccabile dal basso, provvisto di poderose mura di cinta e torrioni d'avvistamento.StoriaIl nome del castello compare per la prima volta nei documenti ufficiali dello Statuto Angioino nel 1274, ma è molto probabile che il colle venne fortificato già in epoca bizantina, come testimoniato dalle mura di cinta e dalla galleria scavata sotto l'edificio, costruite con mezzi e tecniche tipiche del tardo impero romano.Il primo complesso, di epoca bizantina, venne probabilmente distrutto dagli arabi, e successivamente ricostruito dagli angioini, all'epoca di Carlo I d'Angiò, sotto la cui dominazione il luogo assunse il nome di "Castrum Licodiæ".Il castello fu di proprietà di diversi nobili, che si alternarono nei secoli dando lustro e prestigio al castello e al feudo. Tra le famiglie più importanti si devono ricordare i Santapau, che diedero il nome al castello, e i Ruffo di Calabria, ad essi imparentati. A questi ultimi appartenne il castello fino al 1812, quando fu abolito il feudalesimo.L'edificio venne quasi del tutto raso al suolo dal terribile terremoto del 1693, che lasciò in piedi solo alcune torri, qualche muro interno e delle gallerie sotterranee.I "Signori"Ecco un elenco approssimativo e in successione dei "Signori" che abitarono il castello:Il Castello oggiCiò che rimane del Castello Santapau, dopo il terremoto del 1693, è davvero molto poco rispetto a quello che doveva essere il complesso originario, ma i ruderi lasciano comunque presumere al visitatore quanto maestosa dovesse essere questa fortificazione. Oltre alla torre, infatti, rimangono della fortezza alcune possenti mura perimetrali e inesplorati sotterranei, prima saloni e camere varie.Attualmente il castello è di proprietà comunale, e lo si può raggiungere percorrendo la superstrada Catania-Gela e uscendo a Licodia Eubea. È pubblicamente fruibile.NoteBibliografiaVoci correlateCastelli della provincia di Catania|Santapau, Castello -
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http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Inoki
Antonio Inoki.BiografiaProveniente da una ricca famiglia ridotta sul lastrico dopo la Seconda Guerra Mondiale, si trasferì in Brasile, dove apprese diversi sport, soprattutto il Karate. Dopo l'incontro con Rikidozan, da cui venne preso come allievo nel 1960, cominciò ad interessarsi al Wrestling professionistico.Inoki prese ispirazione per il suo nome d'arte dal wrestler Antonino Rocca. Per la sua carriera di lottatore, durata 35 anni e ricca di successi, ed in seguito per aver guidato per un certo periodo la New Japan Pro Wrestling (NJPW), Inoki è universalmente considerato un'icona nel mondo del wrestling (in particolare in quello giapponese) ed in quello delle arti marziali miste. Lasciata la NJPW, nel 2007 ha fondato una propria federazione, la Inoki Genome Federation (IGF).Nel 2010 viene inserito nella WWE Hall of Fame.Carriera politicaDopo il suo ritiro Inoki creò nel 1989 il "Partito dello Sport e della Pace" (スポーツ平和党). Fu eletto nella Camera dei Consiglieri della Dieta Nazionale del Giappone. Inoki fu il primo wrestler al mondo ad essere eletto a legislatore di una nazione. Nel corso della sua legislatura, continuò a lottare e ad organizzare show. Nel 1995 non venne rieletto ed abbandonò la scena politica.Inoki incontrò Saddam Hussein per il rilascio di alcuni prigionieri in Iraq prima dello scoppio della Guerra del Golfo. Come regalo tradizionale per i capi di stato, Saddam donò ad Inoki una coppia di spade dorate.Inoki nei mediaInoki compare nel manga e anime "L'Uomo Tigre", con un ruolo secondario: nella serie è l'unico a sconfiggere Naoto Date, ovvero l'Uomo Tigre, di cui in seguito diventerà il miglior amico.Wrestler giapponesi|Inoki, AntonioL'Uomo Tigre|IPersonalità legate a YokohamaAntonio Inoki
7,214,725
http://www.02blog.it/tag/Provincia+di+Varese
La nostra gita fuori porta del fine settimana spesso è indirizzata alla scoperta di luoghi di pace e di tranquillità dove vivere un un paio di giorni (o anche solo qualche ora) lontano dall’assillo del rumore e del traffico. Non a caso spesso segnaliamo luoghi che possono essere raggiunti in treno, in bicicletta o comunque con mezzi che non necessariamente sono la macchina. Questo weekend invece è proprio l’automobile ad essere protagonista, quella d’epoca in particolare. Questo weekend scopriamo alcuni meravigliosi angoli della provincia di Varese grazie alla classica Varese Campo dei Fiori!
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http://it.wikipedia.org/wiki/Ottoni_%28musica%29
Ottoni (musica).Il termine collettivo ottoni'" in ambito musicale indica il complesso di quegli strumenti a fiato che comprendono: trombe, corni, tromboni, tube, flicorni, cornetti e serpenti.Una definizione più precisa di ottone potrebbe essere: strumento musicale in cui il suono è prodotto dalla vibrazione delle labbra del musicista appoggiate ad un bocchino collegato ad un tubo cavo, in cui la vibrazione risuona.Il termine ottone non deve quindi trarre in inganno: esistono strumenti costruiti in ottone che però ricadono in altre categorie (come ad esempio il sassofono che è un aerofono ad ancia) ed anche alcuni ottoni costruiti in altri materiali (come ad esempio il serpentone, solitamente costruito in legno). Una delle abilità dello strumentista sta nella sua capacità di controllare i vari modi di vibrazione del sistema labbra/strumento: si possono infatti ottenere più note semplicemente cambiando la frequenza di vibrazione delle labbra, che si comportano sostanzialmente come le ance doppie. Per questo motivo spesso si parla anche di "strumenti musicali ad ancia labiale", o labiofoni'".Le note che risuonano in un tubo cavo di lunghezza definita costituiscono la serie degli armonici naturali che è comune a tutti gli ottoni (cambia solo la nota di base, e l'estensione a seconda della tonalità e del tipo di strumento). Gli ottoni infatti si comportano genericamente come tubi chiusi.Per questo motivo possono suonare solo le note della serie naturale (e quindi non sono in grado di suonare tutte le note della scala cromatica) sono chiamati "ottoni naturali", come per esempio la tromba naturale.La nota più bassa che questi strumenti possono emettere è quella con lunghezza d'onda pari a due volte la lunghezza del canneggio, mentre la nota superiore è semplicemente data dalla frequenza di vibrazione delle labbra del musicista (dunque dalla sua abilità e conformazione labiale).Per completare l'estensione cromatica dello strumento è necessario allungare lo strumento ed abbassare quindi la frequenza di base di vibrazione della colonna d'aria al suo interno.Questo può essere fatto in vari modi, ad esempio aggiungendo dei canneggi al tubo di ottone e collegandoli mediante valvole.Valvole, pistoni e coulisseEsistono due tipi di valvola: il pistone (ad esempio usato nella tromba moderna) e la valvola rotativa, o "cilindro", usata per esempio nel corno francese. Storicamente la valvola rotativa fu inventata dopo la coulisse e prima dei pistoni: molti strumenti antichi hanno utilizzato tale meccanismo.Tre pistoni sono già sufficienti per ottenere tutte le combinazioni (7) che servono per avere una scala cromatica completa. Ogni combinazione di tasti abbassa la nota di base della serie degli armonici in un determinato modo. Ad esempio premendo il 1° tasto di una tromba si abbassa di un tono, abbassando il 2° si abbassa di un semitono, abbassando il 3° di un tono e mezzo. Ne conviene che, abbassando il 1° e 2° contemporaneamente, è come se si abbassasse soltanto il 3°. La maggioranza degli ottoni "a pistoni" o "a macchina" ha 3 o 4 pistoni (come ad esempio l'Eufonio).La "coulisse" (o "tiro") è un "cursore" che collega due tubi paralleli e permette di allungare in maniera continua il percorso dell'aria.Strumento principe degli "ottoni a coulisse", è il trombone a tiro.Voci correlateaerofoni|Brass instrument
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http://www.tvblog.it/post/6981/analisi-auditel-forum
pubblicato: giovedì 08 novembre 2007 da HitIl caso del giorno è: Forum. Il tribunale più famoso della Tv è infatti oggetto della nostra analisi. Ritrovata al timone una comandante forte e preparata come Rita Dalla Chiesa, il programma ora viaggia con il vento dell’Auditel in poppa. Un vento che lo spingerà all’ inizio del prossimo anno sulla spiaggia del palinsesto di Canale 5.Ma prima che il programma approdi sui lidi dell’ ammiraglia Mediaset andiamo ad analizzare la puntata di martedi 6 novembre 2007, presa a campione per la nostra analisi: guardando la curva dello share minuto per minuto, rappresentata dal nostro consueto grafico, pubblicato sotto; possiamo dividere in due la puntata di “Forum” , con una prima parte che va dall’inizio del programma (11:40) fino alle 12:30 circa che lo vede primeggiare (escluso un nero pubblicitario intorno alle 12:15) su tutte le altre offerte televisive in onda, compreso il suo diretto competitor che resta “La prova del cuoco” condotto da Antonella Clerici, programma di cui occuperemo prossimamente.Una seconda parte, che va dalle 12:30 circa fino al termine della trasmissione, che vede il nostro programma in analisi, quasi alla pari con il varietà di RaiUno, quest’ultimo che prende poi il volo, durante la gara dei cuochi finale (13:00-13:30). Tutto questo fino ad arrivare ai due Tg delle ore 13 in onda contemporaneamente su Canale 5 e RaiDue (con un leggero primato per il Tg5 di Mimun sul Tg2 di Mazza).Delle altre curve possiamo notare, il crollo di quella verde relativa a RaiTre, dopo la conclusione della fascia informativa del mezzogiorno a cura del Tg3; la risalita di quella rossa relativa a RaiDue, subito dopo il termine della “Piazza” di Guardì, grazie al Tg2 delle ore 13.Interessante notare anche il picco d’Italia 1 intorno alle 12:30, momento in cui c’era l’edizione mattutina di Studio Aperto, terminata la quale, abbiamo il ritorno d’Italia 1 a livelli per-tg (circa 8%).Andiamo ora a vedere quali sono i momenti di maggiore e minore share della puntata di martedì 6 novembre 2006: il momento top si registra nel minuto delle 12:08-12:09 con il 25,74% di share e 1.970.000 telespettatori, in questo frangente si stava discutendo la causa di un figlio che chiede un risarcimento al padre perché quest’ultimo gli ha bruciato il guardaroba.Il momento flop invece è al minuto 13:05-13:06 con il 16,78% di share e 2.386.000 telespettatori, mentre si sta discutendo la causa di un marito che vuole aprire un autolavaggio “sexy” nel distributore di carburante di famiglia, con la moglie che si oppone.Segnalo inoltre che il totale audience alle 12:08 era di 7.651.000 telespettatori, mentre alle 13:05 di 14.217.000 telespettatori.Risulta altresì evidente il motivo per cui Canale 5 si riprende “Forum”, notiamo infatti come sia sofferente nella fascia pre-Tg5 delle 13 con i prodotti attualmente in onda; questi ultimi lasciano infatti al telegiornale di Mimun un 16%, dato oltretutto in salita rispetto alla prima parte del mezzogiorno (mentre la Clerici da al Tg1 un buon 21%) staremo poi a vedere da gennaio come questi dati cambieranno alla luce del passaggio del tribunale catodico sulla rete ammiraglia guidata da Massimo Donelli.Un’ultima occhiata all’analisi dei target che seguono “Forum” e che vedete rappresentati dal grafico pubblicato qui sotto: abbiamo una maggioranza di pubblico che non ha un occupazione (21,4%) ; che ha frequentato fino alla scuola dell’obbligo (21,55%); di sesso femminile (20,1%); che risiede al nord (20,62%); che non è abbonato alla pay tv satellitare (21,42%); e che ha un’età dai 45 anni in su (21,51%).Analisi Auditel - La seconda puntata de "Il Peccato e la Vergogna" contro Montalbano del 03 set 2010Auditel Rewind - 1993 del 03 set 2010Auditel Rewind - 1992 del 02 set 2010Analisi Auditel - La prima puntata de "Il Peccato e la Vergogna" del 02 set 2010Auditel Rewind - 1991 del 01 set 2010analisi, antonella clerici, auditel, clemente mimun, flop, format, forum, grafico, massimo donelli, rita dalla chiesa, studio aperto, target, tg1, tg508 nov 2007 - 01:47 - #208 nov 2007 - 01:49 - #3Il trasferimento su canale 5 può portare Forum a livelli altissimi con picchi anche del 35% secondo me. Di sicuro Forum prevarrà dalle 11 alle 12 su occhio alla spesa e almeno la prima mezz’ora sulla prova del cuoco, quindi penso che in totale su canale 5 Forum possa fare tra il 24% e il 26% mentre gli spettatori penso rimarranno gli stessi che ha ora su rete 4 (sui 2 milioni) perchè iniziando 40 minuti prima parte sicuramente con meno spettatori.Da questo potrebbe trarne beneficio anche la Clerici: dalle 13 alle 13:30 non ha più Forum contro e quindi potrebbe volare in quella mezz’ora.08 nov 2007 - 02:10 - #508 nov 2007 - 02:18 - #608 nov 2007 - 03:03 - #708 nov 2007 - 07:12 - #808 nov 2007 - 10:54 - #1008 nov 2007 - 11:40 - #11il programma per una buona ora stà sopra il 20% di share!+ Vivere……che dà un traino davvero deludente al TG 5 delle 13.08 nov 2007 - 11:57 - #12C’e’ un errore nell’articolo:>>> il momento top si registra nel minuto delle 13:05-13:06 con il 25,74% di share e 1.970.000 telespettatori, in questo frangente si stava discutendo la causa di un figlio che chiede un risarcimento al padre perché quest’ultimo gli ha bruciato il guardaroba. Il momento flop invece è al minuto 13:05-13:06 con il 16,78% di share e 2.386.000 telespettatori, …Statemi bene…08 nov 2007 - 13:06 - #1308 nov 2007 - 14:45 - #14@MetaMorph@ lim308 nov 2007 - 15:29 - #1508 nov 2007 - 15:43 - #1608 nov 2007 - 16:40 - #1708 nov 2007 - 18:16 - #1808 nov 2007 - 18:16 - #1908 nov 2007 - 19:36 - #2008 nov 2007 - 19:51 - #2108 nov 2007 - 23:12 - #22be, scusate ma nn sono d’accordo…salutiL'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori.Registrati per commentare e per entrare nella community di tvblog. Potrai inserire immagini, video, partecipare alle discussioni nei vari gruppi o crearli e inviare messaggi privati agli altri utenti registrati. Se sei già registrato, effettua il login per usare il tuo nickname.Nome (richiesto): Email (richiesta, non verrà mostrata ai visitatori): URL del vostro sito (opzionale): Volete salvare le informazioni per la prossima volta? 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http://www.cinetv.info/tag/belen-rodriguez/
Un palinsesto vario quello messo a punto, per la nuova stagione televisiva di Rai 2, da Massimo Liofredi. Diversi i programmi in cantiere cha puntano su un target misto dalle differenti fasce di età.Cerca questo articolo con: Anno Zero | Belen Rodriguez | i fatti Vostri | Massimo Liofredi | Novità in Tv | nuovi programmi | palinsesti | quelli che il calcio | Rai 2 | Voiajer | xfactorNon sono bastate le sculettate di Belen Rodriguez a fine puntata mentre saliva la scaletta della piscina a far sollevare gli ascolti di Sarabanda e nemmeno le esclamazioni di Teo Mammuccari.Sarabanda nella versione di quest’anno non ha funzionato e forse la coppia Mammuccari-Belen non è più interessante o forse non era adatto a questo programma. Teo Mammuccari era poco credibile nelle sue esclamazioni…l’eredità ottenuta da Enrico Papi è stata dura da far fruttare.Cerca questo articolo con: Belen Rodriguez | Flop | Programmi televisivi | Sarabanda | Teo MammuccariSembra ormai essere una delle coppie del piccolo schermo più affiatate degli ultimi tempi.Teo Mammuccari e Belen Rodriguez stanno ormai diventando come Raimondo Vianello e Sandra Mondaini senza però essere mai stati nè sposati nè fidanzati. La quarta serie di Love Bugs verrà data in mano proprio alla neo coppia Teo-Belen che ha saputo collezionare successi dopo successi dapprima con Scherzi a Parte e dopo con Sarabanda.
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http://www.motorsportblog.it/post/6926/enrico-vercelli-vince-il-concorso-disegna-la-livrea
E’ stato molto bello vedere come gli appassionati abbiano immaginato la livrea della loro Minardi ideale. Alcuni disegni erano veramente fantastici, anche se purtroppo di difficile realizzazione in quanto sarebbero andati in contrasto con possibili sponsor. Proprio per questo abbiamo cercato di premiare quel giusto mix tra realizzabilità e fantasia. Ora saremo lieti di avere come nostri ospiti questi tre ragazzi su uno dei circuiti italiani, in occasione delle gare del Campionato Italiano di F.3, per dar loro la possibilità di vivere sempre più da protagonisti la nuova stagione“.”
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http://it.wikipedia.org/wiki/Pappardelle_al_cinghiale
Pappardelle al cinghiale.Le pappardelle al cinghiale sono un piatto tipico della Maremma grossetana, terra ricca di selvaggina, che si è diffuso anche nel resto della Toscana.Per la preparazione del piatto occorrono, oltre alle pappardelle fatte in casa con farina e uova, anche la carne di cinghiale, alcuni pomodori maturi che devono essere passati (o, meglio ancora, conserva) vino rosso (possibilmente uno della zona come il Morellino di Scansano o il Montecucco), cipolla, sedano, carote, rosmarino, alloro, sale, pepe, peperoncino e olio extravergine di oliva, possibilmente maremmano.Il cinghiale, tagliato a piccoli pezzi, deve essere fatto marinare nel vino rosso con cipolla, carote tagliate a pezzi, sedano e alloro. Successivamente, si recuperano gli odori usati, si lavano, si tritano e si fanno soffriggere in un tegame; una volta rosolato il tutto si aggiunge la carne di cinghiale e si fa cuocere per un quarto d'ora circa, aggiungendo anche il rosmarino, il peperoncino e un pizzico di sale e pepe.Subito dopo si aggiunge il passato di pomodoro ottenuto precedentemente, un bicchiere e mezzo di vino rosso e un filo di olio; si copre il tegame e si fa cuocere per circa 4 ore facendo alcune pause di tanto in tanto durante la cottura.Le pappardelle vanno cotte per tre minuti circa in abbondantissima acqua salata bollente, con aggiunta di un cucchiaio di olio. Una volta scolate si condiscono col ragù di cinghiale ed il piatto è pronto.Cucina toscanaPappardelle
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http://www.motoblog.it/post/4198/suzuki-ecco-le-nuove-bandit
La ‘piccola’ di casa, la 650, non cambia la cilindrata (656 cc), ma le prestazioni, grazie alle modifiche sopra citate, dovrebbero aver subito un notevole incremento (Suzuki però non ha ancora dichiarato dati ufficiali).Il motore ha le stesse misure del precedente (65,5x 48,6 mm) e presenta ancora la distribuzione bialbero in testa, quattro valvole per cilindro e catena di distribuzione centrale.Nessun grosso cambiamento per la ciclistica, già ottima nella versione precedente.E ora qualche dettaglio in più sul ‘banditone’ da 1.250 cc.Il motore ingrandito è garanzia di una maggiore coppia ai bassi e medi regimi, l’aumento di cilindrata è stato ottenuto mantenendo invariato l’alesaggio (79 mm) e aumentando la corsa da 59 a 64 mm.Per quanto riguarda l’estetica, la piccola Bandit e la grande potranno sfoggiare un nuovo telaio con tubi maggiorati e un rigidezza torsionale aumentata del 10%, mentre sono confermate tutte le regolazioni (sella 20 mm, manubrio 10 mm) che consentono di personalizzare l’assetto in sella delle moto su misura del pilota.Tutte le versioni saranno disponibili anche con ABS.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Bruce_Kulick
Bruce Kulick.Bruce è il fratello minore di Bob Kulick, anch'egli chitarrista, il quale doveva entrare nei Kiss, prima di venir preferito ad Ace Frehley.BiografiaIl suo esordio musicale avvenne sul finire degli anni settanta, suonando nel "Bat Out of Hell" tour di Meat Loaf tra il 1977 e il 1978, in seguito suonò in una band chiamata The Good Rats, incidendo anche un album.Nel 1979 fondò un gruppo, i Blackjack, assieme a Michael Bolton. La formazione pubblicò solamente due dischi, uno "omonimo" e "Worlds Apart", e dopodiché, Kulick suonò in un lavoro solista di Bolton, l'omonimo "Michael Bolton".Questa collaborazione venne notata dai Kiss, i quali persero Mark St. John, ritiratosi per motivi di salute, e la band di Paul Stanley reclutò Bruce. Il suo lavoro con i KISS durò più di dieci anni, pubblicando album di buon successo commerciale come "Asylum", "Crazy Nights" e "Revenge". Il suo contributo nel gruppo fu di elevata qualità, grazie alla sua tecnica indiscussa, che gli permise di reggere il confronto con i suoi predecessori, ovvero St.John, Vinnie Vincent e il più blasonato Ace Frehley.La collaborazione con i Kiss terminò nel 1996 dopo la pubblicazione dell'album ', dato che la band si riunì con la formazione originaria (in realtà, Kulick comparve anche nei crediti del successivo disco, "Psycho Circus"). In seguito Bruce fondò un altro gruppo, gli Union, assieme a John Corabi, ex cantante dei Motley Crue. Inoltre intraprese una propria attività solista, pubblicando, fino ad ora, due dischi, "Audio Dog" e "Transformer".Da ricordare anche il contributo di Kulick nell'album "Rockology" del batterista Eric Carr, suo collega quando militava nei Kiss e tragicamente scomparso per un tumore nel 1991. Il disco uscì nel 1999, otto anni dopo la morte di Carr.Il chitarrista, ultimamente, ha collaborato anche negli album solisti dei due membri fondatori dei Kiss, Paul Stanley e Gene Simmons, ed è stato ospite nell'album "The Arockalypse" dei Lordi.DiscografiaSolistaCon i KissCon gli UnionCon gli ESPAltri albumTribute albumDVDVoci correlateCollegamenti esterniBruce Kulick
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http://www.lucacoscioni.it/la-capacit-di-diventare-uomo
[inline:1]Monsignor Elio Sgreccia richiama che «l’essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal suo concepimento», e ribadisce che il Magistero della Chiesa «non si è espressamente impegnato» in relazione ai «dibattiti scientifici» e alle stesse «affermazione filosofiche» sugli inizi della vita umana ( Corriere , 8 febbraio). Questo non significa che il Magistero non si impegni mai su affermazioni filosofiche. Si impegna ad esempio nella difesa dell’affermazione che l’uomo è capace di entrare nel Regno dei Cieli - che è affermazione, oltre che teologica, della filosofia cui la Chiesa si appoggia e che ha il suo perno nel concetto di «capacità». Se uno dice sse che questo concetto è un nonsenso, la Chiesa si impegnerebbe a proclamare che costui dice il falso. E farebbe bene, perché se la capacità dell’uomo di andare in Cielo non esistesse, per l’uomo sarebbe impossibile andarvi; e se, pur negando tale «capacità», qualcuno affermasse che in Cielo son venuti a trovarsi degli uomini, costui affermerebbe qualcosa di impossibile. Va aggiunto che, difendendo il concetto di «capacità», la Chiesa difende anche il principio che la capacità di andare in Cielo precede il trovarvisi, ossia che esiste un momento in cui l’uomo è «capace» di andare in Cielo, ma ancora non vi si trova - e quando vi si trova non ha più la capacità di andarvi. Ebbene, che cosa accade a proposito della tesi della Chiesa che l’essere umano è «una persona fin dal suo concepimento»?Accade qualcosa di analogo al discorso di chi nega la «capacità» di andare in Cielo. Vediamo.In quel suo intervento Sgreccia afferma che «la presenza di un’anima spirituale non può essere rilevata dall’osservazione di nessun dato sperimentale». Quindi le scienze della natura non possono trovare l’anima nemmeno in quel dato sperimentale che è l’embrione. Altrimenti si verrebbe a sostenere quel che la Chiesa non ammette, cioè che lo spirito è un aspetto della materia (sperma e ovulo). Per la Chiesa, l’embrione è uomo solamente in quanto l’«anima spirituale» è in lui già in qualche modo esistente, ma l’«anima spirituale» «è creata direttamente da Dio». Se la Chiesa non mobilita questo gigantesco volume di tesi filosofico-metafisico-teologiche non può sostenere che sin dal momento del concepimento l’embrione è già uomo. (Si capisce che in vista del referendum sulla legge 40 la Chiesa per non rompere con i laici che sostengono l’umanità dell’embrione eviti di parlare di quel grandioso ma ingombrante bagaglio filosofico-teologico. Salvo errore, la parola «Dio» non compare mai negli articoli di monsignor Sgreccia di recente pubblicati dal Corriere ).Le difficoltà incominciano a questo punto. E riguardano il concetto di «capacità», indicato all’inizio. Per entrare nel Regno dei Cieli, si diceva, è necessario che, prima di entrarvi, l’uomo abbia avuto la «capacità» di entrarvi. Analogamente , per entrare nel regno della terra - cioè per incominciare a vivere come uomo - è necessario che qualcosa abbia avuto la «capacità» di diventare uomo, la capacità di entrare, come uomo, nel regno della terra. Ed è necessario che tale qualcosa abbia avuto questa «capacità» in un tempo precedente a quel del suo incominciare ad esistere. Ma se si accetta la dottrina della Chiesa, questa «capacità» non può esistere .Infatti, se «fin dalla fecondazione» l’embrione ha un’anima spirituale (Sgreccia, Corriere , 14 febbraio), prima della fecondazione esistono, separati gli uni dagli altri il seme dell’uomo e l’uovo della donna, e, ancora più separata da essi, esiste la potenza con cui Dio crea l’anima spirituale dell’embrione. Ma il seme, così separato non ha la capacità di diventare uomo: ha solo la capacità di unirsi all’ovulo - una capacità, questa, diversa da quella di diventare uomo.Nemmeno l’ovulo, separato, ha la «capacità» di diventare uomo. E se per la Chiesa Dio ha la potenza di creare l’uomo, la Chiesa nega che Dio o qualcosa che gli appartenga abbia la capacità di diventare uomo - uomo, si badi, che sia soltanto uomo e non sia anche Dio, come Cristo.Infine, nemmeno l’unione dei gameti maschile e femminile ha la capacità di diventare uomo, perché tale unione concorre a costituire ciò che non è più soltanto capacità di diventare uomo, ma è già uomo. (Stiamo parlando, infatti, della capacità che cessa quando è realizzata - e che Aristotele chiamava «potenza»).Sulla base del Magistero della Chiesa non può dunque esistere la «capacità» di diventare uomo. Ciò significa che nessun uomo può nascere! Poiché sulla base di quel Magistero è impossibile indicare quando e dove mai possa esistere la capacità di diventare uomo, segue che è impossibile che degli uomini vengano ad esistere - segue cioè l’assurdo.La Chiesa sostiene anche che, nel dubbio che l’embrione sia uomo, è morale trattarlo «come se» lo fosse. Ma anche in questo modo essa ammette la possibilità che l’embrione sia uomo sin dalla fecondazione, cioè ammette l’assurdo qui sopra rilevato. Quando scienziati come Edoardo Boncinelli dicono che non si può sapere quando l’uomo è persona, per evitare quell’assurdo devono escludere che l’embrione sia uomo sin dalla fecondazione. Quando Marcello Pera dice che l’embrione è persona, allora o abbandona il suo laicismo e fa ricorso al Dio che rende persona l’embrione, oppure sostiene che persona e spirito sono aspetti, prodotti della materia. La Chiesa sta affrontando i problemi della fecondazione assistita con concetti che si frantumano. Ciò non significa che quelli dei suoi avversari rimangano intatti.
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http://ne0quidnimis.blogspot.com/2007/08/nero-italiano.html
Un indizio non fa una prova ma fa sempre pensare: quando il mainsream politicante-giornalaio (= la Casta) dà del razzistaa qualcuno, vuol dire che ha punto sul vivo. Ha osato constatare una verità rognosa e scomoda: un caldo benvenuto nel club dei politicamente scorretti, magari senza volerlo (proprio adesso che da bravi giapponesi devono far la guardia al bidone - di benzina? - del Governo Prodi) a Rita Bernardini la segretaria di Pannella ;-)La Bernardini ha molta ragione proprio nella parte più "scorretta" del suo argomento: da dove arrivano tutti 'sti soldi appiccicati a meridionali? Facile affossare la constatazione col vecchio trucco dialettico: ah, per voi allora tutti camorristi sarebbero!Lasciamo pur perdere infatti la cosa risaputa in tutte le Questure ma poco raccontata dai giornalai, cioè che Camorra N'drangheta etc. ripuliscono e riciclano i proventi del controllo del territorio meridionale in attività prevalentemente ma non solo immobiliari, nel Nord Italia e non solo.[Inciso: Attenzione, ricilo non di proventi da attività illecite, ma da controllo del territorio. Una confusione tipica dei giornalai e dei politicanti è che quelle organizzazioni lucrino solo con droga et similari. No, lo fanno tassando le attività produttive e i prestiti di denaro. Lecite fin che ci stanno, illecite se serve ... esattamente come fa lo Stato.Del resto quest'ultimo "spaccia" sigarette e alcoolici, preleva il pizzo ai distributori di benzina, tassa i depositi bancari e impone balzelli a sopresa mediante Autovelox ...Il degrado del territorio vessato, e la conseguente prevalenza di droga prostituzione regolamenti di conti etc. sulle attività produttive "normali" in fuga, è una conseguenza della "pressione fiscale" da parte di Camorre o Stato sul territorio stesso, non la causa. Ma questo discorso ci porterebbe lontano, non divaghiamo. Fine inciso]Torniamo a noi: non serve tirare in ballo Camorre e N'drine, o pensare scioccamente che tutti i napoletani siano camorristi o collusi; è sufficiente chiedersi, tutti 'sti soldi appiccicati a medidionali che risalgono la Penisola, le han pagate le tasse?Cosa poco risaputa ma documentata - ad esempio da Cgia di Mestre, un centro studi del Sindacato - la gran parte del NERO ITALIANO, quantificato nell'enorme cifra del 25% del Pil, si produce non tra gli artigiani di Treviso o i piccoli commercianti di Voghera, bensì udite udite al Sud.Lì stanno gli evasori totali, lì il caporalato, lì non si rilasciano ricevute o fatture (ditemi dove al Nord ci siano negozi che non rilascino scontrini), lì stanno le maxi evasioni dell'Iva, le truffe alla Cee e chi più ne ha più ne metta. Questi immensi proventi esentasse fluiscono in attività "legali" al Nord Italia e non solo.La cosa interessante che ho appurato per esperienze indirette personali è che, una volta prodotto "il malloppo" in modo illecito, non interessa investire in attività iper-lucrative. Ripulire denaro infatti costa - diciamo intorno al 25% della cifra? Il semplice "andare in pari" con l'investimento fatto è quindi già un bel guadagno.L'obiettivo numero uno quindi non è il lucro - se arriva meglio, ma se non c'è non si strappano i capelli - bensì la "pulizia"; non è nemmeno produrre cassa: quella si genera costantemente "in casa" (guadagni quasi privi di spese, se è vero che i balzelli statali diretti e indiretti si fumano normalmente più del 50% delle marginalità prodotte).Il meglio del meglio è allora investire in "beni rifugio": un fondo commerciale, un immobile in città etc.etc. Quindi qull'enorme massa di denaro non produce nulla, serve solo a mantenere il livello del costo del mattone (che in tutto il resto del mondo fluttua come qualsiasi altro bene), o delle licenze commerciali.Ecco come si fa a essere ricchissimi nullatenenti al Sud - panfili, megaville, brasiliane da urlo (so di cosa parlo, sempre per esperienza indiretta) e vacanze dove oggi possono permettersi solo i russi, tipo Cala di Volpe et similia.Il vero scandalo è che tutti sanno tutto. Lo Stato sa dove sta l'evasione "grossa". Ma non la va a colpire, per proteggere le clientele e non rischiare l'impopolarità (del resto laggiù non riesce nemmeno a far raccogliere 'a monnezza...).Sa anche lo Stato, che gli introiti fiscali AUMENTANO non scagliandosi contro i mulini a vento dell'evasione, bensì TAGLIANDO le aliquote fiscali. Questo taglio ovunque attuato ha sempre prodotto diminuzione dell'evasione e aumento delgi introiti, persino in Italia; diciamolo finalmente ad alta voce, è stato il timidissimo taglio dell'Irpef di Tremonti a produrre il "tesoretto".Se invece per tagliare le tasse ci raccontano che prima bisogna "abbattere l'evasione"; se non ci si concentra nemmeno dove sta "grosso" del fenomeno, nemmeno a parole, è evidente allora che la finta lotta all'evasione fiscale - quella di Visco che tartassa chi già paga, è tutto un barbatrucco. Mantenere alta la pressione fiscale, continuare a trasferire ricchezza dai ceti produttivi a quelli parassitari più malleabili e clientelari è l'operazione reale in atto da tempo, di mantenimento del potere da parte della Casta.Don't worry dunque, viviamo nel Paese dove la verità è che Rita Bernardini è una razzista, Valentino Rossi è un bieco evasore da 60 milioni di euro che diventeranno 240 milioni dopo opportuna multina (giusto per far leva sui tipici sentimenti di livore e invidia del popolino italico), gli evasori sono quei bastardi leghisti e forzitalioti del Nord, le tasse verranno ridotte non appena l'evasione verrà limitata.Una verità che verrà presto raccontata anche a scuola: pagare le tasse è morale, e Visco ha sempre ragione.