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Diocesi di Santiago de Cabo Verde
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Creature della notte Creature della notte è un film del 1934 diretto da Amleto Palermi.
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Lira Tron Lira Tron o trono è il nome con cui viene comunemente denominata la lira emessa dal doge Nicolò Tron nel 1472. È comunemente considerata la prima lira emessa in Italia. Era d'argento, pesava 6,52 grammi con un titolo di 0,948 e valeva 20 soldi, ognuno da 12 denari. Servivano quindi 240 denari per una lira. La moneta è anche rilevante perché oltre a Tron solo un altro doge è stato ritratto sulle monete della Serenissima, il predecessore Cristoforo Moro. Storia. La svalutazione della monetazione veneziana. Alla fine del XV secolo la monetazione in Europa aveva subito continue svalutazioni, causate dalle spese belliche e dai costi per l'importazione di merci esotiche dall'Oriente. Questo fenomeno lo subì anche la Repubblica di Venezia, dove il contenuto d'argento di un grosso veneziano calò tra il XIV e XV secolo di oltre cinque per cento. A questo problema si sommava anche quello delle falsificazioni imitazioni e della tosatura dei grossi e dei soldini, le due monete più diffuse all'epoca e imitate da diversi stati italiani e orientali che le coniavano con una quantità d'argento sensibilmente inferiore. Alla metà del XV secolo le istituzioni veneziane decisero di intervenire per limitare questi annosi problemi. 11 agosto 1468 il Maggior Consiglio incaricò il Senato di vigilare sulla falsificazione monetaria, ma l'assemblea decise di non intervenire, e anzi, vietò per un anno la possibilità alla zecca di introdurre nuovi tipi monetari. Il 19 settembre del 1468 allora il Senato fu sollevato dall'incarico, e il Maggior Consiglio incaricò allora per la prima volta il Consiglio dei Dieci di occuparsi dei problemi relativi alla monetazione. Secondo lo statuto il Consiglio dei Dieci doveva vigilare sui reati che potevano turbare lo stato, e quindi secondo questa nuova interpretazione anche la falsificazione monetaria. La riforma monetaria e la nascita della prima lira italiana. Il 13 maggio 1472 per introdurre la riforma monetaria i Dieci furono affiancati da un giunta di 25 aristocratici, che il 15 maggio vietò la circolazione di tutte le imitazioni e le monete false, richiedendo alla cittadinanza di portare entro otto giorni le monete alla zecca per poi ricevere senza alcun costo le monete buone; lo stesso provvedimento fu esteso a tutte le città della Repubblica. Per la sostituzione delle monete il 20 maggio 1472 si iniziò la coniazione dei soldini, ma siccome la fabbricazione non procedeva sufficientemente veloce il 27 maggio 1472 il Consiglio dei Dieci deliberò la coniazione di una nuova moneta dal valore di 20 soldi, la lira. Introdotto il nuovo circolante il 19 agosto 1472 si deliberò la pesatura di tutte le monete ogni volta che venissero conferite alle casse dello Stato e la riforma ebbe complessivamente un costo pari a un milione di zecchini. La lira che fino ad allora era una moneta di conto del sistema monetario carolingio, divenne finalmente una moneta reale modulo ampio che superava il peso di sei grammi e mezzo. La moneta, incisa da Antonello della Moneta secondo la deliberazione del 24 luglio 1472, raffigurava il ritratto del doge, caratteristica che sollevò critiche dal Maggior Consiglio che deliberò severamente: "imago ducis fiat flexis genibus ante imaginem sancti marci" e ancora nel ducato d'oro "nec imago ducis in moneta nostra fieri possit". La sua coniazione fu possibile grazie alla scoperta e al conseguente sfruttamento di nuovi depositi di argento in Europa. Accanto alla lira fu coniata anche la mezza lira, che prese il nome di Marcello sotto il dogato di Nicolò Marcello, il successore di Nicolò Tron. A partire dal 1474 la lira prese il nome di Mocenigo, mantenendo identici peso e titolo. Le ultime monete con questo peso e titolo furono coniate sotto Alvise I Mocenigo. Altre monete simili furono emesse a Milano, Genova (lira genovese) e Pavia.
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Aethaloperca
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Diocesi di Port Victoria o Seychelles
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Anyperodon
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Diocesi delle Seychelles
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AVM/AVL
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Gonioplectrus
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Antofillo Antofillo è un termine botanico che designa una foglia modificata che partecipa alla costituzione del fiore . Si possono distinguere:
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AVL/AVM
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Telelocalizzazione
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Tele-localizzazione
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Gracila
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Saloptia
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Triso
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Ceramica greca L'arte della ceramica e della pittura vascolare raggiunse nellantica Grecia un alto livello di qualità artistica ed è anche una testimonianza privilegiata della vita e cultura degli antichi Greci. I vasi greci sono pervenuti ai giorni nostri in gran numero, ma la quantità dei ritrovamenti ceramici rappresenta probabilmente solo un'infima parte della produzione dell'epoca, anche in considerazione del fatto che esistono oggi più di 50.000 vasi provenienti dalla sola Atene. Produzione dei vasi. L'argilla utilizzata per produrre i vasi greci è un'argilla bianca comunemente detta caolino. In base alla località di estrazione può, dopo la cottura, assumere colorazioni differenti e ciò è dovuto alla composizione chimica del terreno più o meno ricco di ossidi di ferro. Una volta estratta, l'argilla veniva finemente raffinata tramite setacciamento e decantazione e solo dopo posta sul tornio e modellata. A questo punto il vaso veniva lasciato ad essiccare, rigorosamente all'ombra, fino a che l'argilla cruda non raggiungeva uno stato particolare detto "durezza cuoio". Aggiunte poi anse e piedi, il vaso veniva dipinto con un sottilissimo strato di argilla purificata detta ingobbio e infine posto nella fornace di particolari forni a pozzo per essere cotto. Tipologia dei vasi. Le forme della ceramica greca nascono da necessità d'uso domestico, esse venivano riproposte solitamente, salvo rare eccezioni, nei vasi dedicati nei santuari o quelli destinati a scopi funerari. Per questa ragione non ci furono grandi variazioni nel tempo e nello spazio, se non nelle proporzioni e nei dettagli, per una tendenza stilistica legata al periodo di produzione, o una maggiore o minore permeabilità all'influenza proveniente dalle altre arti, soprattutto dalle forme vascolari metalliche, e in misura minore dalla lavorazione del legno. Importanza della ceramografia. Lo studio della ceramica non ha soltanto valore fine a se stesso; è emerso infatti come la ceramografia permetta di comprendere, per riflesso, molti aspetti della società antica. La qualità e la quantità dei vasi rinvenuti nei siti archeologici (specialmente nelle necropoli), i dati relativi alla produzione e all'esportazione dei manufatti ci informano con molta precisione circa le condizioni socio-economiche in cui versava la società produttrice. Lo studio della ceramica, inoltre, acquista notevole rilevanza anche in relazione alla questione delle datazioni. I vasi greci infatti consentono di essere datati, almeno sino ad età ellenistica, con un margine di errore massimo di dieci anni; è evidente dunque che, nel momento in cui vengono rinvenuti dei manufatti associati a uno o più vasi essi possono essere datati (purché si verifichino le opportune condizioni) assieme al vaso. Le decorazioni offrono infine, a partire dal periodo figurativo attico, elementi utili a comprendere aspetti importanti dell'antropologia del mondo antico (legati soprattutto alla quotidianità descritta dalle scene dipinte sui vasi) e del mito greco. Non è raro che la filologia classica si appelli alla ceramica antica nella ricostruzione e nell'esegesi del mito. Decorazione figurata. Nella storia della ceramografia greca i soggetti mitologici sono i più frequenti, solo nel tardo periodo arcaico e nel periodo classico si trova un numero maggiore di soggetti riferentesi alla quotidianità. La contemporaneità e la ritrattistica sono temi accolti solo nel IV secolo a.C. Il mito per il popolo greco si identificava con la propria storia e si riferiva alle imprese degli eroi dell'età del bronzo, veniva tramandato in modo informale e poteva essere modificato lasciando all'artista ampia libertà di formulazione. I poemi omerici cominciarono ad essere tramandati in forma scritta dal VI secolo a.C. e a partire dal V secolo a.C. le narrazioni tradizionali furono rappresentate sulla scena teatrale. La ceramica decorata era un mezzo di espressione comprensibile a chiunque; gli altri luoghi dedicati alla rappresentazione pittorica nell'antica Atene erano gli interni e le mura di alcuni edifici pubblici, soprattutto templi, costruzioni concepite come eterne, non soggette a mutamenti. I vasi restituiscono l'immagine che le persone comuni avevano del proprio mondo essendo stati il veicolo abituale attraverso il quale si usava commentare il presente, ad un livello inferiore rispetto a quello espresso da poeti, sacerdoti e uomini politici. Attraverso le iscrizioni vascolari, soprattutto in alcuni periodi storici, si usava indicare i nomi dei principali personaggi rappresentati, esse tuttavia non sempre sono di aiuto per il riconoscimento delle figure minori o dell'intera scena rappresentata; possedevano un valore intrinseco a livello decorativo e questo è documentato dalle numerose iscrizioni prive di senso ritrovate sui vasi arcaici. Attributi, scelti tra altri disponibili per uno stesso culto, vesti o la composizione della scena, rappresentavano ulteriori elementi distintivi e potevano talvolta svolgere funzioni narrative; tuttavia, esigenze compositive o di simmetria potevano indurre il ceramografo a inserire figure o particolari che complicano il lavoro di interpretazione. La decorazione figurata era costituita essenzialmente da fregi e pannelli. In base alla forma del vaso i fregi potevano essere corti e a ventaglio, come nell'esterno delle coppe, e i pannelli potevano essere circolari, come nell'interno delle coppe; i rettangoli erano per lo più trapezoidali e con lati arrotondati. La decorazione ornamentale intorno alla zona figurata divenne col tempo meno importante e le figure potevano talvolta sovrapporsi o interagire con essa. I primi schemi per i bordi ornamentali risalgono allo stile geometrico e al periodo orientalizzante. Il campo pittorico del ceramografo era bidimensionale e privo di prospettiva, le figure si disponevano su un'unica linea del suolo, tranne nelle poche rappresentazioni a diversi livelli ispirate alle pitture parietali. Il numero dei personaggi poteva essere ridotto fino alla possibilità di dipingere una sola figura e talvolta tale riduzione poteva dipendere unicamente da scelte espressive. Nelle pitture a figure nere del VI secolo a.C. i lati di un pannello o di un fregio potevano essere occupati da anonimi personaggi, privi di funzione narrativa, nella veste di spettatori, presenti a sottolineare la rilevanza della scena. Il lato secondario dei vasi era solitamente meno curato, tranne nei casi in cui le due scene svolgevano narrazioni complementari e solitamente si tratta di opere di artisti di qualità superiore. Nelle figure nere il lato secondario e le altre aree di importanza minore presentavano decori animali o floreali impiegati unicamente per occupare lo spazio; sui vasi a figure rosse non è insolito trovarvi figure prive di significato. Sulle coppe era considerato principale il lato visibile tenendo la coppa in modo da vedere correttamente il tondo interno. Stile protogeometrico. I vasi del periodo protogeometrico (v. 1050 a.C.-900 a.C.) costituiscono una delle essenziali testimonianze relative all'inizio dei secoli oscuri della civiltà greca. Nella sua fase più tarda, nel corso del XII secolo a.C. la ceramica micenea (stile "submiceneo") aveva mostrato un impoverimento e schematizzazione del repertorio decorativo: ampie superfici erano prive di decorazione, mostrando lo sfondo del colore naturale del vaso e la decorazione si riduceva a fasce di linee ondulate tracciate a mano libera o semicerchi concentrici, o insiemi di cerchi, linguette, volute, triangoli, reticoli. La varietà delle forme ceramiche si era ridotta a pochi tipi. Le forme sopravvissute della ceramica micenea divennero ben definite, con netta articolazione delle diverse parti del vaso, il ventre assunse forme ovoidali con una progressiva tendenza allo snellimento. Tra le forme principali troviamo l'anfora a collo distinto, l"oinochoe" con imboccatura trilobata, la "lekythos", il cratere, lo "skyphos", la coppa ad una sola ansa e il "kantharos" a due anse. La decorazione vascolare restava semplice e si adattava alla conformazione dei vasi sottolineandone le forme. I motivi decorativi venivano tracciati in modo geometricamente più rigoroso, con i semicerchi concentrici tracciati a compasso e le linee orizzontali di spessore uguale e parallele. I motivi decorativi curvilinei scomparvero a favore di ornati rettilinei, come il meandro, inoltre il colore naturale dell'argilla scomparve ricoperto da zone verniciate di un nero brillante (già tipico dell'età del bronzo) che inquadravano le zone decorate. Dall'Attica lo stile protogeometrico venne esportato e imitato nelle diverse regioni greche, dando origine a diversi stili locali. Stile geometrico. L'evoluzione dello stile protogeometrico attico è lo stile geometrico, datato tra il IX e l'VIII secolo a.C. Le fasce ornamentali sempre più numerose e fitte scandiscono in questo periodo le parti del vaso annullando le superfici a vernice nera. Il meandro riempito a tratteggio divenne il motivo decorativo più tipico, accompagnandosi a rombi, motivi a zig zag, denti di lupo, scacchiere e reticoli. Nei riquadri si inserirono svastiche e rosette a quattro foglie. I motivi decorativi si arricchirono di elementi figurati, in particolare figure umane e cavalli. Le forme dei vasi divennero più articolate e slanciate e anfore e crateri di grandi dimensioni vennero utilizzati come segnacoli per le tombe. Particolarmente ricchi sono i reperti provenienti dal cimitero ateniese del Dipylon. Le scene figurate rappresentavano temi funerari, come la "próthesis" (esposizione e lamentazione del morto). Si distinguono alcune officine e alcune personalità, tra le quali spicca il Maestro del Dipylon e la sua bottega. Stile orientalizzante. L'esaurimento dello stile geometrico lasciò aperta la via a nuove influenze dal Vicino Oriente; nella ceramografia greca i modelli provenivano da arti maggiormente sviluppate presso quelle popolazioni come la lavorazione di metalli, avori e forse tessuti, le quali mischiavano tradizioni ittite, assire, egiziane ed erano diffuse nel nord della Siria. Il nuovo stile si sviluppò dal 725 a.C. con l'importazione di una nuova gamma di motivi animalistici come sfingi, grifoni, leoni, etc., o vegetali, come fiori di loto e rosette, con un più libero uso di elementi curvilinei e un più organico senso della forma. Pittura a risparmio e incisione ravvivarono la silhouette geometrica, animali e scene narrative furono gli ambiti principali di applicazione. L"animal style" è lo stile orientalizzante propriamente detto, lo stile del VII secolo a.C. Corinto fu la prima città greca ad adottare e sviluppare questa nuova tendenza, seguendo impulsi provenienti probabilmente dalla Siria; ad Atene, in alcune delle isole Cicladi e a Creta il cambiamento iniziò nel 700 a.C. Lo stile protocorinzio si basava su un elegante stile animalistico a figure nere con pochi ammirabili esempi di figure umane; nel terzo quarto del VII secolo a.C. invase i mercati greci e giunse sino al secondo quarto del VI secolo a.C. Ceramica protocorinzia. Durante il tardo geometrico beni e artigiani di altri paesi cominciarono ad affluire in Grecia portando un nuovo repertorio di forme che le fabbriche di Corinto assorbirono prontamente. Furono assunti a modello i bronzi e gli avori orientali che recavano incise o lavorate a bassorilievo figurazioni più complesse e ricche di particolari rispetto alle silhouette stilizzate diffuse in ambito greco. La complessità dei nuovi motivi portò i vasai corinzi a elaborare la tecnica a silhouette fino alla creazione di una nuova tecnica che viene chiamata a figure nere e che si trova originariamente sui vasi denominati protocorinzi (stile orientalizzante corinzio) termine con il quale si identifica la produzione compresa tra la fine dell'VIII secolo a.C. e il 625 a.C. circa per distinguerla dalle più recenti serie chiamate corinzie (625-550 a.C.). La migliore ceramica protocorinzia si esprime in uno stile miniaturista, la decorazione si svolge in fasce ripetute intorno al vaso, le figure sono prevalentemente animali, reali o fantastici, che si inseguono o sono posti uno di fronte all'altro in posa araldica; la decorazione fitomorfa è secondaria o di riempimento. Verso la metà del VII secolo a.C. vengono introdotti gli episodi eroici e le rappresentazioni orientali di battaglie vengono reinterpretate come appartenenti al mito greco. La ceramica protocorinzia si arricchirà anche di motivi plastici e sarà la prima ceramica greca di larga esportazione. Ceramica protoattica. Il termine protoattico si riferisce alla ceramica ateniese prodotta durante il VII secolo a.C., tra il 700 e il 610 a.C. circa. Ad Atene lo stile geometrico si era distinto per un forte senso dell'ordine, ma le generazioni successive mostrarono una tendenza all'immaginazione grandiosa e alla sperimentazione. Nell'ultimo quarto dell'VIII secolo a.C. le figure sui vasi attici geometrici progressivamente si fecero più grandi e corpose assumendo posizioni stabili e proporzioni più corrette. Comparvero gli animali, reali e fantastici, ma la generale tendenza sperimentale del VII secolo a.C. venne applicata in Attica alle grandi scene mitologiche, sfuggendo alla pura decorazione vascolare di derivazione corinzia per una reale continuità di interesse nei riguardi delle scene narrative. La provincialità di Atene in questo periodo allo stesso tempo la metteva al riparo dal rischio della "massificazione" dovuta ad una grande richiesta nella produzione, come sarebbe accaduto a Corinto; raramente sono state trovate testimonianze protoattiche al di fuori dall'Attica o dell'isola di Egina. Altri stili orientalizzanti. La ceramica greco-orientale rimase a lungo legata allo stile geometrico, fino alla metà del VII secolo a.C., epoca in cui fu adottata la decorazione a fregi con figure di animali. Questo stile conosciuto come stile delle capre selvatiche prende il nome dal suo soggetto più ricorrente ma sono presenti anche altri animali e mostri orientalizzanti spesso affrontati in posizione araldica intorno a composizioni vegetali. È uno stile regionale di notevole uniformità riconoscibile rispetto ad altri stili orientalizzanti della Grecia, con i suoi animali in nero e porpora, in parte contornati e su un fondo quasi bianco; la forma preferita per questi vasi era l'oinochoe o il piatto. Molti di questi prodotti sono stati attribuiti a Rodi essendo stata questa la prima fonte di scavi, ma lo stile era presente in tutta l'Asia minore, con centri di produzione a Samo, Mileto e Chio. A Creta la forte tradizione della scuola geometrica influenza il nuovo stile orientalizzante che giunge sull'isola alla fine dell'VIII secolo a.C. e che si manifesta in un primo tempo in un'inusuale astrazione degli ornamenti fitoformi accolti insieme a cerchi, fasce e pannelli di stile geometrico. Durante il VII secolo a.C. la decorazione si fa più libera, mostrando una tendenza alla dispersione nei diversi dettagli piuttosto che alla stabilizzazione di uno stile. Il prodotto più interessante del primo periodo è costituito da una serie di pithoi policromi coperti da un ingubbio chiaro e sovradipinti con colori opachi rosso e indaco, ai quali viene assegnato un medesimo valore, una propensione sconosciuta al mondo greco e forse attribuibile a influenze cipriote. Altre sperimentazioni tipiche del VII secolo a.C. si manifestano a Creta nell'alternanza tra pittura scura su fondo chiaro e pittura chiara su fondo nero, applicate talvolta su uno stesso vaso, l'uso di tecnica a risparmio e incisione, un'anticipazione delle figure rosse attiche risparmiate su fondo scuro, alcuni vasi in bucchero. Se l'impulso orientalizzante originario giunge a Creta direttamente da Cipro, in seguito la ceramica cretese si volge a Corinto. Le forme più diffuse sono il pithos e il dinos fra quelle di grandi dimensioni; tra le numerose e differenti oinochoai la più frequente ha imboccatura tonda; l'ariballo è molto popolare ed ha inizialmente forma globulare che passa in seguito alla forma ovoidale di imitazione corinzia, mentre gli alabastra sembrano derivare dalla forma cipriota. Numerose ancora sono le kotylai e le coppe; frequenti le decorazioni plastiche aggiunte. La ceramica cicladica presenta fenomeni molto diversificati e di breve durata; come quella protocorinzia è in genere poco interessata alla figura umana, ma in questo panorama si distingue la ceramica denominata "melia" da Melos che presenta ampie scene figurate in tecnica policroma dove l'influenza delle figure nere è solo imitativa ovvero non si presentano incisioni, inoltre è caratteristica di questa produzione l'affollarsi di elementi eterogenei che rendono difficile la lettura (i.e. Anfora paria, "melia", seconda metà VII secolo a.C., h 97 cm. Atene, Museo archeologico nazionale 911). Figure nere. La ceramica a figure nere è una tecnica della ceramica greca introdotta a Corinto all'inizio del VII secolo a.C. Ad Atene la nuova tecnica viene adottata senza riserve solo intorno alla metà del VII secolo a.C., si sviluppa pienamente nell'ultimo quarto e raggiunge il suo apogeo nel secolo successivo. A partire dal 530 a.C., fu gradualmente sostituita dalla tecnica a figure rosse. La ceramica a figure nere è caratterizzata dal disegno di figure in vernice nera sul fondo d'argilla e dall'utilizzo delle incisioni (praticate prima della cottura), tramite bulino o altri strumenti appuntiti, per evidenziarne i particolari che risultano così costituiti dall'emergere del colore proprio del fondo argilloso. Altri particolari potevano essere aggiunti tramite pigmenti rossi o bianchi. Benché si tratti di una tecnica a quattro colori, almeno nella sua forma pienamente sviluppata, l'unico elemento che la caratterizza e che giustifica l'identificazione della tecnica stessa è la presenza delle incisioni. Prima della fine del VII secolo a.C. la molteplicità sfuggente del mondo visibile era ormai condensata in poche e ben ponderate forme sufficienti ad esprimere le principali attività e atteggiamenti di uomini e animali. Nella formazione di questo patrimonio iconografico Corinto aveva svolto una parte fondamentale. I volti femminili sono bianchi, dipinti sopra la silhouette nera che affiora sotto l'incisione; il rosso è riservato alla parte maschile e questa suddivisione era già stata adottata dall'arte egizia. I volti sono generalmente rappresentati di profilo, la vista frontale è riservata a figure grottesche e mostruose come satiri e gorgoni. L'espressione è affidata alla gestualità. Negli uomini la barba è simbolo di matutrità o di classe. Tutto è retto da convenzioni da cui gli artisti raramente si allontanano. Figure nere attiche. Tecnicamente la ceramica attica a figure nere è di qualità eccellente, eseguita con estrema cura dalla lavorazione dell'impasto alla modellazione. La cottura consegue una copertura nera lucente e la composizione privilegia il pannello piuttosto che il fregio, ma la decorazione figurata può variare dal miniaturistico al monumentale. Il gusto per i motivi tratti dai racconti mitologici e la composizione in un solo grande registro sono gli elementi innovatori della ceramica ateniese; il Pittore di Nesso fu tra i primi ad adottare le figure nere ad Atene continuando a decorare grandi anfore funerarie con grandi figure disegnate con un senso della proporzione sconosciuta ai ceramografi corinzi; per dare maggiore enfasi alle figure nere, non adatte ai grandi vasi ateniesi si tendeva a raddoppiare le linee del disegno. Altri ceramografi, tra i quali Chèlide, seguirono questo stile continuando a dipingere sia ornamentazioni animalistiche sia scene narrative e alcuni di questi vasi verso il 600 a.C. cominciarono a diffondersi in Grecia e non solo. Fu verso il 570 a.C. che Atene si distaccò dall'influenza corinzia scegliendo decisamente di dedicarsi alle scene narrative e creando uno stile proprio; il capolavoro di questa svolta è il Vaso François. In questo periodo che coincide con l'inizio della fase matura delle figure nere attiche iniziano in alcuni casi a differenziarsi i ruoli del vasaio e del pittore. I grandi vasi funerari lasciano progressivamente il posto a vasi della vita quotidiana, come idrie, coppe e crateri. Le forme vascolari non sono ininfluenti nella formazione dello stile attico a figure nere e l'evoluzione della coppa da vino in particolare. Tra i nomi da ricordare si trovano quello di Lydos, del Pittore di Amasis che disegna figure eleganti e dotate di insolita vivacità e di Exekias, suo contemporaneo il quale raggiunge uno stile classico improntato a severità eroica. Questi artisti lavorano ad Atene negli anni della dominazione dei Pisistratidi, un periodo di grande attività nei lavori pubblici e di prosperità economica. Figure rosse. La ceramica a figure rosse fa la sua comparsa ad Atene verso il 530 a.C.; la data è stata fissata in base alla somiglianza stilistica tra le prime figure dipinte sui vasi a figure rosse e le figure del fregio del Tesoro dei Sifni a Delfi, per la datazione delle quali esistono testimonianze certe. La nuova tecnica consiste in un'inversione di tendenza rispetto a quella delle figure nere, essa infatti prevede che il fondo del vaso sia dipinto di nero, mentre le figure risparmiate hanno il colore rossastro della terracotta e i dettagli sono dipinti e non più incisi. Si tratta in qualche modo di un ritorno alla tecnica a contorno del periodo orientalizzante. La maggiore fluidità della linea rispetto all'incisione permise un miglioramento del disegno, soprattutto per quanto riguarda i particolari delle vesti e per i dettagli anatomici delle figure; una conseguenza della maggiore facilità del dettaglio fu inoltre la perdita della simbologia affidata ai colori. Comparvero lo scorcio e la veduta di tre quarti. La migliore versatilità della tecnica permise di riprendere le contemporanee conquiste della pittura monumentale e della statuaria. Il centro di maggior produzione rimase Atene, dove nel quartiere dei vasai, il Ceramico, tra VI e V secolo a.C. lavorarono circa 200 pittori e 500 ceramisti. La prima attestazione della nuova tecnica è rinvenibile nei vasi del Pittore di Andocide; in alcuni casi nel primo periodo si trovano vasi, cosiddetti bilingui, sui quali coesistono scene a figure nere e rosse. Euphronios e Euthymides alla fine del VI secolo a.C. si dimostrarono debitori dello stile classico di Exekias. Altri ceramografi che si espressero nel nuovo stile durante il periodo arcaico furono Oltos, Epiktetos, il Pittore di Berlino, il Pittore di Kleophrades, Onesimos, Duride, il Pittore di Brygos, Carino. Tra questi Euphronios fu tra i primi a sfruttare appieno le possibilità della nuova tecnica, come dimostra il cratere con la lotta tra Eracle e Anteo (Louvre, 515 a.C. circa), proveniente da Cerveteri: i protagonisti appaiono tesi nello sforzo della battaglia, con una resa curata dell'anatomia che sottintende la contrapposizione tra bestialità e razionalità; la forma compositiva, con due figure simmetriche ai lati che esprimono spavento sollevando le braccia, denuncia una chiara derivazione da sculture di frontoni. Il rinnovamento attuato all'inizio del V secolo a.C. dai pittori su larga scala come Polignoto di Taso e Mikon di Atene, attivi all'epoca di Cimone, venne subito ripreso dai ceramisti. Il pittore di Kleophrades, ampliò la tavolozza dei colori disponibili, come si vede in un'idria al Museo archeologico nazionale di Napoli (detta Hydria Vivenzio) con scene dell'Iliade e dell'Odissea: le figure, rese con la semplice linea di contorno, mostrano un disegno raffinato che suggerisce effetti plastici, accentuata è la gestualità dei personaggi che danno un senso drammatico alle scene. La tecnica a figure rosse rimase la tecnica maggiormente diffusa lungo tutta l'età classica. Il pittore dei Niobidi fu l'autore di un vaso con la strage dei Niobidi e con gli eroi a riposo, in cui le figure stanno a livelli diversi su di uno sfondo quasi neutro (solo qualche linea accenna al paesaggio), definendo un preciso rapporto tra figura e spazio, una delle conquiste di Polignoto di Taso. Per tutto il V secolo a.C. continuò l'influenza dei pittori sui ceramografi. Il pittore di Pentesilea in una kylix alla Gliptoteca di Monaco mostrò il momento in cui Achille trafigge l'amazzone Pentesilea, con gli sguardi dei due che si incrociano, pieni di un sentimentalismo che rivela l'amore ormai impossibile; dettagli come il corpo della donna caduta che risale il bordo del vaso o l'affollarsi dei personaggi intorno rivela l'ispirazione a composizioni pittoriche di grandi dimensioni. Figure bilingui. Il termine "vasi bilingui" si riferisce a manufatti di ceramica dell'antica Grecia decorati con le tecniche delle figure nere e delle figure rosse usate contemporaneamente. Questi vasi rappresentano anche il periodo di transizione in cui la tecnica delle figure rosse stava gradualmente soppiantando quella delle figure nere come decorazione principale. Questo periodo di transizione è avvenuto nel tardo VI e primo quarto del V secolo a.C. La comparsa di questi vasi potrebbe essere stata influenzata dall'incertezza iniziale sul mercato riguardo all'accoglienza della nuova tecnica decorativa. Le forme predominanti per questo tipo di decorazione erano l'anfora a profilo continuo di tipo B e le coppe a occhioni. In alcuni casi, un lato dell'anfora veniva decorato con figure nere e l'altro lato con figure rosse, come ad esempio nell'anfora a profilo continuo Monaco 2301 attribuita al Pittore di Andocide. Le coppe a occhioni erano solitamente decorate con figure nere all'interno e figure rosse sulle pareti esterne. Tuttavia, vi erano eccezioni, come la kylix del Pittore di Andocide conservata al Museo archeologico regionale Antonio Salinas di Palermo, in cui l'esterno era dipinto a metà con figure nere e a metà con figure rosse. Periodo ellenistico. In epoca ellenistica i centri di produzione sono meno concentrati e più vari sia in Oriente che in Occidente. Dalla fine del IV secolo a.C. si assiste ad una lenta decadenza della tecnica a figure rosse e diventa frequente l'utilizzo della vernice nera brillante, decorata a stampo o a rilievo seguendo modelli vascolari metallici. Le ceramiche ellenistiche decorate sono una minoranza se confrontate con la produzione riservata alla cottura, alla mensa e al trasporto: il metallo e il vetro avevano ormai sostituito in gran parte le migliori ceramiche dipinte. Una produzione tipica del periodo, con sovradipinture bianche, gialle e dettagli incisi su fondo nero, è rappresentata dalla ceramica delle pendici occidentali ("West Slope"), così chiamata perché attestata in rinvenimenti fittili nella parte occidentale dell'acropoli di Atene. Legate solo convenzionalmente al luogo dei primi ritrovamenti, ma prodotte in modo diffuso, sono le coppe megaresi (da Megara, nei pressi di Corinto): prive di piede e con piccole anse ad anello presentano una forma riconducibile a quella dello skyphos e sono decorate a rilievo con schemi floreali e figurativi. Tipica e diffusa nel periodo ellenistico è anche una classe che prende il nome dalla frequente piccola brocca chiamata lagynos, dal collo alto e sottile e dal corpo allargato e basso (ma la classe comprende anche coppe, piatti e piccole oinochoai), decorata con ingubbiatura chiara e prodotta a Pergamo e nei territori del mediterraneo orientale. L'ornamentazione tipica è fitomorfa e si presenta comunemente sulla spalla della brocca, ma possono trovarvisi anche piccoli oggetti, strumenti musicali e delfini. Al di fuori della Grecia continentale furono molto floride la scuola cretese, luogo di origine della cosiddetta ceramica di Hadra, prodotta in seguito anche ad Alessandria e altrove. In Italia è da notare la scuola apula dalla quale si sviluppò la ceramica di Egnazia; si distinguono ancora in epoca ellenistica i vasi canosini in Apulia. In Sicilia si sviluppa, dalla fine del IV secolo, la ceramica di Centuripe con la produzione di vasi funerari o nuziali, Pyxis, Lebes e Lekanis con decorazione policroma su fondo rosato applicata dopo la cottura e con aggiunte plastiche in argilla e statuine fittili, teste, clipei. In Campania si producono i vasi caleni (da Cales), costituiti da forme piccole, a vernice nera con figure a rilievo o impresse. Periodo romano. Già nel periodo ellenistico si assistette a una semplificazione delle forme ceramiche e della loro decorazione, anche per il venir meno del loro impiego in ambito funebre. Tali tendenze furono ulteriormente accentuate durante la denominazione romana, quando la Grecia si adeguò alla produzione più corrente del resto dell'Impero, perdendo il primato di centro produttivo ceramico However this classification has been criticized, and is not universally accepted. A potter's quarter at Sagalassos inland from the southern Turkish coast has been excavated since it was discovered in 1987, and its wares traced to many sites in the region. It was active from around 25 to 550 AD.. Nelle province orientali dell'Impero Romano, erano presenti diverse industrie che producevano pregiati manufatti da tavola rossi con superfici lisce e lucide, a partire circa dalla metà del II secolo a.C., ben prima dell'emergere delle officine italiane di terra sigillata. Entro il I secolo a.C., le loro forme spesso seguivano da vicino le forme della ceramica aretina. Sembrava che vi fossero centri di produzione in Siria; nella parte occidentale della Turchia, esportati attraverso Efeso, Pergamo e Çandarlı, vicino a Pergamo, oltre a Cipro, ma gli archeologi spesso si riferiscono alla sigillata orientale A della Siria settentrionale, alla sigillata orientale B di Tralles in Asia Minore, alla sigillata orientale C dell'antica Pitane e alla sigillata orientale D (o sigillata cipriota) di Cipro, poiché c'è ancora molto da apprendere su questo materiale. Mentre si sa che la sigillata orientale C proviene da Çandarli (antica Pitane), probabilmente vi erano altre officine nella regione più ampia di Pergamo. Entro l'inizio del II secolo d.C., quando la terra sigillata samiana gallica dominava completamente i mercati nelle province settentrionali, le sigillate orientali stavano cominciando a essere soppiantate dall'ascesa dell'importanza delle ceramiche africane a pasta rossa nel Mediterraneo e nell'Impero Orientale. Nel IV secolo d.C., la ceramica a pasta rossa di Focea compare come successore della sigillata orientale C. Negli anni 1980 sono state distinte due principali gruppi di terra sigillata orientale nel bacino del Mediterraneo orientale come ETS-I ed ETS-II, in base alle loro impronte chimiche rivelate da analisi di attivazione neutronica strumentale (INAA). L'ETS-I aveva origine nell'isola di Cipro orientale, mentre l'ETS-II era probabilmente prodotto in Panfilia, a Perge, Aspendo e Side. Tuttavia, questa classificazione è stata criticata e non è universalmente accettata. Un quartiere di vasai a Sagalasso, nell'entroterra della costa meridionale della Turchia, è stato scavato a partire dalla sua scoperta nel 1987, e le sue ceramiche sono state rintracciate in molti siti della regione. Questa produzione è stata attiva circa dal 25 al 550 d.C. Periodo bizantino. Nel periodo bizantino la produzione ceramica greca diventò essenzialmente grezza, poiché la ceramica non veniva più utilizzata sulle tavole dei ricchi, i quali mangiavano sull'argenteria. Nel basso medioevo si sviluppò un tipo di ceramica ingobbiata e invetriata, talvolta con semplici decori incisi e con un paio di colorazioni disponibili, che rappresentava una variante dei modelli islamici, soprattutto iraniani e nordafricani, molto più semplice delle coeve lavorazioni in Italia e Spagna.
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The people who grinned themselves to death
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Flavio Arbizione
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Cortinarius mucosus "Cortinarius mucosus" (Bull.) Cooke, "Fl. Crypt. Flandres "1: 191 (1867). Descrizione della specie. Cappello. 4–12 cm di diametro, emisferico, poi convesso e infine piano, Lamelle. Adnate, intercalate da lamellule, biancastre, poi color ocra-cannello per il deposito delle spore. Gambo. 6-12 x 1–2 cm, cilindrico o fusiforme, bianco, con residui della cortina che si macchiano di marrone chiaro per il deposito delle spore. Carne. Biancastra, con tonalità color bronzo sotto la cuticola del cappello. Habitat. Fruttifica gregario in boschi di conifere, soprattutto pini, su terreni acidi e sciolti, in tarda estate-autunno. Commestibilità. La commestibilità di questo fungo non è certa, considerato che molte specie di Cortinarius contengono tossine, se ne sconsiglia il consumo. Specie simili. Si può confondere con altri cortinari del sottogenere "Myxacium" come ad esempio:
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Peperone di Carmagnola Il peperone di Carmagnola è una varietà italiana di peperone, originaria della zona di Carmagnola, in Piemonte. Già riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale italiano dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, dal 2016 è in corso l'istruttoria per la concessione del marchio IGP. Area di produzione. L'area di produzione del “Peperone di Carmagnola” è individuata nei seguenti 26 Comuni: Storia. Fin dalla sua introduzione, risalente all'inizio del Novecento, la coltura intensiva del peperone nell'area circostante Carmagnola ha riscontrato un grandissimo interesse tra gli operatori agricoli, in quanto le ottime rese assicurate dalle ideali condizioni pedoclimatiche dell'area hanno garantito buoni redditi. Se si considera poi che, fin dopo la seconda guerra mondiale, la gran parte della popolazione attiva era dedita all'attività agricola, è facile intuire quanto il peperone sia stato importante per l'economia locale. Per forza di cose, con il tempo, l'interesse per il peperone è diventato parte integrante della cultura locale. L'acquisizione di formazione ed esperienza nel settore specifico da parte degli operatori agricoli ha fatto sì che il peperone entrasse come protagonista nella storia e nella vita di tutti i giorni a Carmagnola. Ne sono testimonianza le manifestazioni, le fiere, l'arte e gli aneddoti, spesso incentrati sul peperone, per non parlare della cucina locale, che si caratterizza fortemente per la presenza quasi ossessiva di questo ortaggio. Metodo di ottenimento del prodotto. Trapianto. Le piante vengono trapiantate a file sotto i tunnel a partire dalla prima decade di marzo e in pieno campo a partire dalla prima decade di maggio, a fila singola. Ulteriori riconoscimenti. Per le sue proprietà organolettiche, il "Peperone Corno di Bue", o "Longh", di Carmagnola è stato riconosciuto Presidio di Slow Food.
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Armonici
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Wheelers Hill Wheelers Hill è un sobborgo di Melbourne, Victoria, Australia. Il Local Government Area è la City of Monash. Wheelers Hill ha quasi sicuramente preso nome dai fratelli Wheeler, John e Bartholomew. L'Hotel Wheelers Hill era un ufficio postale e un punto di pausa per i coltivatori che viaggiavano pertrasportare le loro merci. A Wheelers Hill vi è il Jells Park, un'infrastruttura di oltre 127 ettari di terreno. Contiene 9 kilometri di percorsi che circondano un grande lago. Wheelers Hill è famosa per i suoi alberi. Parklands occupa il 31% del totale di Wheelers Hill. Il capus di Wheelers Hill della Caulfield Grammar School è la più grande scuola del sobborgo. Chris Cheney, chitarrista e corista dei The Living End è stato a scuola a Wheelers Hill. Inoltre ha passato del tempo, prima di diventare famoso, nell'After School Care alla Jells Park Primary School.
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Giuseppe Bonno Fu uno dei principali compositori viennesi dell'epoca di transizione tra lo stile barocco, sia sacro (che apprese alla scuola di Fux) che teatrale (che apprese nei suoi studi a Napoli con Durante e Leo), e lo stile del classicismo. Restò sulla scena musicale viennese per oltre 50 anni, prima come compositore di corte e poi, dal 1774 alla morte, come Maestro di cappella della Corte imperiale. La sua produzione comprende, fra l'altro, 25 opere teatrali, 4 oratori, 30 messe, 2 requiem, cantate e un concerto per flauto e archi. Biografia. Gli inizi. Giuseppe Giovanni Battista Bonno (o Bono) nacque il 29 gennaio 1711 a Vienna da Lucrezio (Brescia, 1683 – Vienna, 1742), valletto imperiale, e Maria Magdalena Kauner (Ruckersdorf, 1679 - Vienna, 1715), ed ebbe come padrino l'imperatore Giuseppe I. Dimostrò una precoce attitudine per la musica, probabilmente nel coro dei fanciulli cantori di corte; venne quindi avviato agli studi musicali con Johann Georg Reinhardt, maestro di cappella del Duomo di S. Stefano; fece ottimi progressi, al punto che l'imperatore Carlo VI si convinse ad inviarlo a proprie spese a Napoli per studiarvi musica coi migliori maestri. Gioventù. Nel 1726 il Bonno partì dunque per Napoli, ove studiò con Durante e Leo al Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo, avendo come compagno di studi Pergolesi. Qui fece il proprio debutto nel 1732 con l'opera "Nigella e Nise" e quindi nel 1735 con l'oratorio "Gesù presentato al Tempio", incontrando l'approvazione dei professori e del pubblico. Nel 1736 fece ritorno a Vienna, dove proseguì gli studi come "hofscholar" della cappella imperiale sotto l'egida dell'anziano Johann Joseph Fux, indiscussa autorità musicale della capitale asburgica; questo gli diede modo di approfondire la propria tecnica musicale ed esibirsi nella rappresentazioni di corte. Nel 1737 - morto nel dicembre dell'anno precedente Antonio Caldara, vice maestro di cappella - fece istanza per ottenerne il posto, ma Fux non lo ritenne ancora maturo per l'incarico (in particolare nella tecnica contrappuntistica) e gli preferì il Predieri. Maturità. Nel 1739, il successo dell'oratorio "Eleazaro" gli valse la nomina a compositore di corte con lo stipendio di 360 fiorini annui, portati ad 800 l'anno successivo. Nel contempo, si pose al servizio del principe Giuseppe Federico di Sassonia-Hildburghausen, feldmaresciallo imperiale, che nel proprio palazzo viennese (ora Palazzo Auersperg) amava dare concerti ingaggiando i migliori compositori del momento. I 15 anni successivi costituirono il periodo più fecondo per Bonno: lo stesso Metastasio in una lettera del 1753 a Farinelli lo descrisse come "dotato dalla natura di quella grazia che non nasce dalla stravaganza; e l'unico insomma fra quelli che sono in questo paese, dal quale io possa ragionevolmente sperare qualche cosa di onesto". Diviso tra le commissioni per la Corte e la conduzione dell'orchestra del principe, ebbe modo di far da insegnante a Marianna Martines ed a molti altri compositori dell'epoca. Nel 1751 venne assunto nell'orchestra come violinista un giovanissimo Dittersdorf, che - apprezzando le capacità del maestro - decise di prendere lezioni da lui; lo stesso Dittersdorf nelle sue "Memorie" lascia di Bonno un affettuoso ritratto. Nel 1752 conobbe Gluck, con cui collaborò in occasione della visita a palazzo dell'imperatrice Maria Teresa nel 1754, e con cui entrò in amicizia al punto da segnalarlo al principe come proprio successore alla guida dell'orchestra. Gli ultimi anni. Proprio il 1754 segnò una svolta nella carriera e nella vita di Bonno: le proprie dimissioni dall'orchestra del principe di Hildburghausen a favore di Gluck sono in proposito emblematiche. Il compositore infatti si ritirò dalle scene teatrali e brillanti (eccettuate un paio di cantate successive, su richiesta della Corte imperiale), per dedicarsi alla musica sacra. Se ne ignora il motivo: il Wellesz, uno dei suoi principali biografi, ha ipotizzato che Bonno – dopo aver sentito le opere di Gluck ed aver avvertito la dirompente novità della sua riforma – si sia reso conto che il proprio stile operistico, impostato su quello dell'opera seria italiana, stava per tramontare. Proseguì quindi nell'insegnamento, nella direzione di orchestre e nella composizione di pezzi sacri, oltre a qualche commissione presso la Corte; nel 1768 gli venne presentato il giovanissimo Mozart, con cui stabilì rapporti più che cordiali. Nel 1774 morì Florian Leopold Gassmann, compositore di corte e maestro di cappella della Corte imperiale sotto l'imperatore allora regnante, Giuseppe II: la carica di compositore di corte venne affidata ad Antonio Salieri, mentre il Bonno venne finalmente nominato maestro di cappella, a coronamento di una carriera ultra-quarantennale. Tale carica gli consentì di mettere a frutto sia i lunghi anni di composizione in ambito sacro sia le sue doti di direttore d'orchestra, per cui era invitato nei più importanti concerti della nobiltà viennese: Leopold Mozart lo definì "progressista per quanto concerneva la tecnica della strumentazione". Ritrovò di nuovo un Mozart ormai cresciuto, che in una lettera al padre dell'11 aprile 1781, sottolineava la sua ammirazione per la direzione orchestrale di Bonno nonché la sua personale cortesia, chiamandolo “persona degna e rispettabile, come sempre”. Negli ultimi anni prese come vice Salieri, che infatti gli subentrò quale maestro di cappella nel marzo 1788, quando il Bonno diede le dimissioni per problemi di salute. Morì poco dopo, il 15 aprile dello stesso anno.
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Nissan Motors
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Johann Nikolaus von Hontheim Biografia. Nato da una nobile famiglia di Treviri, studia a Lovanio diventando discepolo di Bernardo Van Espen, uno dei maggiori esponenti del giurisdizionalismo di questo periodo. Nel 1721 consegue il titolo di dottore in diritto. Nel 1728 viene ordinato sacerdote iniziando ad insegnare diritto romano a Treviri. Nel 1748 è eletto vescovo ausiliare della sua città natale. La sua grande passione però è la storia. Egli si inserisce in una lunga tradizione storica presente nell'area tedesca (cfr. il Serasius e il suo "Mogunticarum rerum" 1604, Rader e la "Bavaria pia" 1628, Brouwer-Masenio e l"'Antiquitate trevirensium" 1670, l'Hansiz e la "Germania sacra" 1727). Nel 1750 pubblica la sua "Historia trevirensis", opera di carattere erudito, fondata su un metodo storico-empirico (ricerca delle fonti). Ma l'opera che ebbe maggiore successo, pubblicata sotto lo pseudonimo di Justinus Febronius (la sua nipote, Giustina, era diventata religiosa col nome di Febronia), fu il "De Statu Ecclesiae et legitima potestate Romani Pontificis liber singularis ad reuniendos dissidenti in religione christiana compositus" (1763). L'obiettivo dichiarato dell'opera è l'unione dei cristiani; ma il vero scopo, che la pervade tutta, è l'attacco al ruolo del papa nella Chiesa universale (solo "primus inter pares"). L'opera, di carattere molto erudito e storico (cita spesso le fonti, Padri, Concili e soprattutto Van Espen, e le sa collocare nell'epoca propria, non fa cioè anacronismi), è suddivisa in nove capitoli. In sintesi questa è la sua dottrina: Il libro dell'Hontheim suscitò un vasto scalpore in tutta Europa dando inizio ad una vasta letteratura, a favore e contro. La Santa Sede, cinque mesi dopo la pubblicazione della prima edizione, mise all'indice il libro (febbraio 1764). Nel 1778 Hontheim ritrattò le sue idee e fu obbligato da papa Pio VI a pubblicare una lettera pastorale nella quale annunciava ai suoi fedeli che si era lasciato trascinare da opinioni pericolose. Il febronianesimo fu definitivamente condannato da Pio VI nel 1786 con il breve "Super Soliditate Petrae" . Genealogia episcopale. La genealogia episcopale è:
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Bcq
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Bcv Aziende. BCV Progetti srl è una società italiana che opera nel campo dell'ingegneria strutturale
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Bde
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Bfa
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Bfh
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Bfq
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Bfu
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Gravatá Gravatá è un comune del Brasile nello Stato del Pernambuco, parte della mesoregione dell'Agreste Pernambucano e della microregione della Vale do Ipojuca. Geografia fisica. Gravatá si trova ad un'altitudine media di 447 m s.l.m. Ha un clima piacevole (temperatura media annua 18 °C) ed è nota per le sue case di architettura alpina. Amministrativamente, il municipio, oltre alla città stessa, comprende i distretti di Uruçu-Mirim, Russinhas, São Severino de Gravatá, Avencas e Ilha Energética. Storia. Gravatá nasce come una semplice fattoria, fondata nel 1808 e appartenente a José Justino Carreiro de Miranda. La fattoria serviva come tappa per i viaggiatori, e vendeva principalmente zucchero e carne. Viaggiare parallelamente al fiume Ipojuca da Recife verso l'interno della nazione era al tempo difficile, e i mercanti erano costretti a fermarsi in luoghi strategici per evitare che le mandrie perdessero troppo peso. Uno di questi posti era noto come "Crauatá", derivante dal nome Tupi "Karawata" (erba che si trova) dato per la predominanza di una pianta della famiglia delle bromeliaceae, chiamata anche Caraguatá, Caroatá, Caróa e Gravatá.
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Universo dc
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François Laurent d'Arlandes Il marchese d'Arlandes è stato uno dei pionieri degli aerostati insieme a Jean-François Pilâtre de Rozier. Il 21 novembre 1783 si innalzarono per la prima volta in volo a bordo di una mongolfiera dal Château de la Muette a Parigi. Percorsero circa cinque miglia e mezzo (circa nove km) in 25 minuti. Biografia. Nato nel 1742, aveva conosciuto Joseph Montgolfier nel collegio dei Gesuiti di Tournon. Da giovane si era cimentato nel paracadutismo, buttandosi da una torre. Nel 1782 rischiò di morire lanciandosi da una cava di Montmartre. Intrepido e al corrente di tutto quello che succedeva nella capitale francese, riuscì a farsi accettare nell'équipe che volò per la prima volta in pallone. L'anno seguente progettò l'attraversata dello stretto del Pas-de-Calais in pallone, ma il progetto non fu portato a termine. Morì in miseria il 1º maggio 1809 nel suo castello di Saleton presso Anneyron.
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Annali della Matematica
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Città di Monash La città di Monash è una Local Government Area che si trova nello Stato di Victoria. Essa si estende su una superficie di 81,5 chilometri quadrati e ha una popolazione di 169.280 abitanti. La sede del consiglio si trova a Glen Waverley. Si trova nella periferia sud-est di Melbourne. Storia. La Città di Monash era terreno di caccia per la popolazione di Bunurong. Monash, chiamata così dopo la prima guerra mondiale dal comandante John Monash, è nata il 15 dicembre del 1994 quando il governo di Jeff Kennett ha riorganizzato tutti gli enti locali dello Stato di Victoria, fondendo una gran parte della preesistente Città di Oakleigh con l'intera Città di Waverley. Il sindaco attuale della Città di Monash è Stefanie Perri.
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Recettore di membrana
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Genoma umano Il genoma umano è la sequenza completa di nucleotidi che compone il patrimonio genetico dell"Homo sapiens", comprendente il DNA nucleare e il DNA mitocondriale. Ha un corredo approssimativamente di 3,2 miliardi di paia di basi di DNA contenenti all'incirca 20 000 geni codificanti per proteine. Il Progetto Genoma Umano ha identificato una sequenza di riferimento eucromatica, che è utilizzata a livello globale nelle scienze biomediche. Lo studio ha inoltre scoperto che il DNA non codificante assomma al 98,5%, più di quanto fosse stato previsto, e quindi solo circa l'1,5% della lunghezza totale del DNA si basa su sequenze codificanti. Caratteristiche. Cromosomi. Il DNA nucleare umano si raggruppa in 24 tipi di cromosomi: 22 autosomi, più due cromosomi che determinano il sesso (cromosoma X e cromosoma Y). I cromosomi 1–22 sono numerati in ordine di lunghezza decrescente. Le cellule somatiche hanno due copie dei cromosomi 1–22 provenienti ognuna da un genitore, più un cromosoma X dalla madre e un cromosoma X o Y (rispettivamente nella femmina e nel maschio) dal padre, per un totale di 46 cromosomi distribuiti in 23 coppie, 22 di cromosomi omologhi (autosomi) e una di cromosomi sessuali (eterosomi). Geni. È stata ipotizzata l'esistenza di circa 20.000 geni codificanti proteine. Il numero stimato di geni umani è stato ripetutamente abbassato dalle iniziali predizioni di 100.000 o più man mano che la qualità del sequenziamento genomico e dei metodi di predizione dei geni sono migliorati, e potrebbe scendere ulteriormente. Secondo una stima di Craig Venter (nel 2007) i geni sarebbero 23.224, mentre secondo Jim Kent (2007) sarebbero 20.433 codificanti e 5.871 non codificanti. Sorprendentemente, il numero di geni umani sembra essere solo poco più del doppio rispetto a quello di organismi molto più semplici, come Caenorhabditis elegans e Drosophila melanogaster. In ogni caso, le cellule umane utilizzano massicciamente lo splicing alternativo per produrre un gran numero di proteine differenti da un singolo gene, e si pensa che il proteoma umano sia molto più grande di quello degli organismi summenzionati. La maggior parte dei geni umani ha esoni multipli e degli introni, che sono frequentemente molto più lunghi degli esoni fiancheggianti. I geni umani sono distribuiti in maniera non uniforme lungo i cromosomi. Ogni cromosoma contiene varie regioni ricche di geni e poveri di geni, che sembrano correlate con le bande cromosomiche e il contenuto in GC. Il significato di questa alternanza non casuale di densità genica non è ben compresa allo stato attuale della conoscenza scientifica. In aggiunta ai geni codificanti proteine, il genoma umano contiene diverse migliaia di geni codificanti un RNA, incluso tRNA, RNA ribosomico e microRNA, oltre ad altri geni a RNA non codificanti. Dimensione dei geni codificanti per proteine. La dimensione dei geni codificanti per proteine del genoma umano è estremamente variabile (Tabella 1). Per esempio, il gene per l'istone H1A ("HIST1H1A") è relativamente corto e semplice, non avendo introni e producendo un RNA messaggero lungo 781 basi e codificando una proteina di 215 amminoacidi (648 basi di sequenza codificante). Il gene per la distrofina ("DMD") è uno tra i più lunghi geni codificanti per proteina raggiungendo le 2200 migliaia di basi di lunghezza. Il gene per la titina ("TTN") invece, è il gene codificante per proteina con la sequenza codificante più lunga (114.414 basi), con il più alto numero di esoni (363) e con l'esone singolo più lungo (17.106 basi). Tabella 1. Esempi di geni umani codificanti per proteine. (Dati ricavati da: GeneBase 1.1 e banca dati National Center for Biotechnology Information Gene, Luglio 2017). Un'analisi iniziale sui dati disponibili nel 2001, l'anno in cui è stata pubblicata per la prima volta la sequenza del genoma umano, stimava che la lunghezza media di un esone fosse di 145 basi (mediana: 122 basi), il numero medio di esoni fosse 8.8 (mediana: 7) e che in media una sequenza codificante codificasse 477 amminoacidi (mediana: 367 ; Tabella 21 in). Da una recente analisi sistematica sui dati aggiornati del genoma umano, risulta che il più lungo gene umano per proteina è "RBFOX1", lungo 2470 migliaia di basi. In tutto il genoma umano, considerando un gruppo revisionato di geni codificanti per proteine, i precedenti valori sono stati aggiornati ai seguenti: la lunghezza media di un gene per proteina è stimata essere di 66.577 basi (mediana: 26.288 basi); la lunghezza media di un esone è stimata essere di 309 basi (mediana: 133 basi), il numero medio di esoni è stimato essere 11 (mediana: 8) e una sequenza codificante in media per 553 amminoacidi (mediana: 425 amminoacidi; Tabelle 2 e 5). Sequenze regolatrici. Il genoma umano ha molte differenti sequenze regolatrici che sono cruciali nel controllare l'espressione del gene. Queste sono di solito brevi sequenze che appaiono in prossimità e all'interno dei geni. Una conoscenza sistematica di queste sequenze regolatrici e come agiscono assieme in una rete regolatrice genica sta cominciando solo ora a emergere dall'alta capacità di trattare informazioni attraverso gli studi di genomica comparata. L'identificazione delle sequenze regolatrici si basa in parte sulla conservazione evoluzionistica. L'evento di divergenza evolutiva tra gli uomini e i topi, per esempio, ha avuto luogo 70–90 milioni di anni fa. In questa maniera paragoni computerizzati di sequenze di geni che identificano sequenze non codificanti conservate daranno indicazione della loro importanza in compiti come la regolazione dei geni. Un altro approccio della genomica comparata per localizzare le sequenze regolatrici negli uomini consiste nel sequenziamento dei geni del pesce palla. Questi vertebrati hanno essenzialmente gli stessi geni e le stesse sequenze geniche regolatorie dell'uomo, ma con solo un ottavo di DNA “spazzatura”. La sequenza compatta del DNA del pesce palla rende molto più facile la localizzazione dei geni regolatori. Altro DNA. Le sequenze codificanti proteine (specificamente, codificanti esoni) comprendono meno dell'1,5% del genoma umano.. A parte i geni e le sequenze regolatrici conosciute, il genoma umano contiene ampie regioni di DNA la cui funzione, se esiste, rimane ignota. Queste regioni comprendono di fatto la maggior parte, da alcuni stimata intorno al 97%, del genoma umano. Molta di essa comprende: Pseudogeni. Ciononostante, vi è ancora una grande quantità di sequenze che non cade all'interno di alcuna categoria nota. Molte di queste sequenze potrebbero essere un artefatto evolutivo che non presenta alcun fine oggi, e queste regioni sono a volte indicate nel loro complesso come DNA spazzatura o "junk" DNA. Esiste, tuttavia, una varietà di prove emergenti che indicano come alcune sequenze all'interno di queste regioni possano funzionare in modi non ancora compresi. Recenti esperimenti con microarray hanno rivelato che una frazione sostanziale di DNA non-genico è di fatto trascritto in RNA, che conduce all'ipotesi che i trascritti risultanti possano avere delle funzioni sconosciute. Inoltre, la conservazione evolutiva lungo i genomi dei Mammiferi di un numero di sequenze così alto da superare la porzione codificante proteine indica che molti, e forse la maggior parte, degli elementi funzionali del genoma rimangano ignoti. Attualmente, nonostante queste eccitanti prospettive, gran parte del genoma umano non viene trascritto e non mostra avere una sequenza altamente conservata. La ricerca sull'informazione portata dalle vaste sequenze del genoma umano le cui funzioni rimangono sconosciute è tuttora una delle strade più importanti dell'indagine scientifica. Variabilità. Molti degli studi sulla variabilità genetica umana si sono focalizzati sugli SNPs, "single nucleotide polymorphisms", che sono sostituzioni di una singola base lungo un cromosoma. Diverse analisi stimano che uno SNP sia presente in media ogni 100 o ogni 1000 paia di basi nell'eucromatina del genoma umano, sebbene essi non si presentino con una densità uniforme. Di conseguenza è rispettato il detto comune che afferma che “tutti gli uomini sono geneticamente identici almeno al 99%”, anche se questo dovrebbe essere definito da molti genetisti. Una sfida collaborativa su larga scala per catalogare gli SNPs del genoma umano è stata intrapresa dall'International HapMap Project. I loci genomici e la lunghezza di alcuni tipi di piccole sequenze ripetute sono altamente variabili da persona a persona, e questa caratteristica è alla base del DNA fingerprinting e delle tecnologie per i test di paternità basati sull'analisi del DNA. La porzione eterocromatica del genoma umano, che consta in totale di parecchie centinaia di milioni di paia di basi, è ritenuta essere abbastanza variabile all'interno della popolazione umana (è così ripetitiva e così lunga che non può essere sequenziata accuratamente con le attuali tecnologie). Questa regione non contiene geni e sembra improbabile che risulti qualche effetto fenotipico significativo dalle variazioni tipiche nelle ripetizioni o nell'eterocromatina. Molte mutazioni genomiche grossolane nelle cellule germinali danno probabilmente embrioni non vitali; tuttavia, un certo numero di patologie umane è correlato ad anomalie genomiche su larga scala. La sindrome di Down, la sindrome di Turner e un numero di altre malattie sono il risultato della non-disgiunzione di interi cromosomi. Le cellule cancerose mostrano frequentemente aneuploidia dei cromosomi e dei bracci cromosomici, sebbene non sia ancora stata stabilita una relazione di causa ed effetto tra l'aneuploidia e il tumore. In un articolo pubblicato nel 2006 su Nature, alcuni ricercatori avevano scoperto che la variazione del numero di copie (CNV) delle sequenze di DNA nell'uomo e in altri animali può essere considerevole. Delezioni, inserzioni, duplicazioni e varianti di più siti, indicate complessivamente come variazioni del numero di copie (CNVs) o polimorfismi del numero di copie (CNPs), sono state individuate in tutti gli uomini e animali esaminati. Malattie genetiche. Queste condizioni sono causate dall'espressione anomala di uno o più geni che si associano a un fenotipo clinico. La malattia potrebbe essere causata da una mutazione genica, da un numero anomalo di cromosomi, da mutazioni nella ripetizione ed espansione di triplette. Il numero attuale di malattie genetiche riconosciute è all'incirca 4000, di cui la più comune è la fibrosi cistica. Gli studi sulle malattie genetiche sono spesso svolti utilizzando la genetica di popolazione. Il trattamento viene effettuato da un medico-genetista specializzato in genetica clinica. I risultati del Progetto Genoma Umano probabilmente aumenteranno la disponibilità di test genetici per le relative malattie genetiche e alla fine potrebbero anche portare a miglioramenti nei protocolli di cura. I genitori possono essere sottoposti a esami per vagliare le loro condizioni ereditarie e per essere informati delle loro conseguenze, sulla probabilità che una certa malattia venga ereditata e su come evitarla o alleviarla nei loro figli. Uno degli effetti maggiormente evidenti a livello di fenotipo umano deriva dal dosaggio genico, i cui effetti giocano un ruolo nelle malattie causate da duplicazioni, perdita o rottura dei cromosomi. Per esempio, un alto tasso di individui affetti dalla sindrome di Down, o trisomia 21 sono soggetti alla malattia di Alzheimer, un effetto che si pensa sia dovuto alla sovraespressione della proteina precursore dell'amiloide, una sostanza correlata all'Alzheimer il cui gene mappa sul cromosoma 21. Viceversa, i pazienti affetti da sindrome di Down sono meno soggetti al tumore al seno: questo può essere probabilmente dovuto alla sovraespressione di un gene oncosoppressore. Evoluzione. Studi di genomica comparata sui genomi dei mammiferi suggeriscono che all'incirca il 5% del genoma umano si è conservato durante l'evoluzione a partire dalla divergenza avvenuta tra queste specie approssimativamente 200 milioni di anni fa. Questa porzione conservata contiene un'ampia maggioranza di geni e sequenze regolatrici. Intrigantemente, dal momento che geni e sequenze regolatrici rappresentano probabilmente meno del 2% del genoma, questo suggerisce che possano esserci più sequenze funzionali sconosciute che conosciute. Una frazione più piccola, ma comunque ampia, di geni umani sembra essere condivisa tra la maggior parte dei vertebrati analizzati. Il genoma dello scimpanzé è per il 98.77% identico a quello umano. In media, un gene codificante una proteina in un uomo differisce dal suo ortologo nello scimpanzé per solo due sostituzioni aminoacidiche; quasi un terzo dei geni umani ha esattamente la stessa traduzione proteica dei loro ortologhi nello scimpanzé. Una grande differenza tra i due genomi è rappresentata dal cromosoma 2 umano, che è il prodotto della fusione dei cromosomi 12 e 13 dello scimpanzé. La specie umana ha subito una massiccia perdita di recettori olfattivi durante la sua recente evoluzione e ciò può spiegare perché il nostro senso dell'olfatto sia approssimativo rispetto a quello della maggioranza dei mammiferi. Prove evolutive suggeriscono che lo sviluppo della visione dei colori nell'uomo e in diversi altri primati possa aver ridotto il bisogno del senso dell'olfatto. Genoma mitocondriale. Il genoma mitocondriale umano è di grande interesse per i genetisti, dal momento che esso gioca indubbiamente un ruolo importante nelle malattie genetiche mitocondriali. Inoltre, esso è in grado di chiarificare alcuni punti “oscuri” dell'evoluzione umana; per esempio, l'analisi della variabilità del genoma mitocondriale umano ha portato a ipotizzare un recente comune antenato per tutti gli uomini lungo la linea di discendenza materna. (vedi Eva mitocondriale) A causa della mancanza di un sistema di controllo degli errori di copiatura, il DNA mitocondriale (mtDNA) mostra un tasso maggiore di variazione rispetto al DNA nucleare. Questo aumento di circa 20 volte nel tasso di mutazione consente l'utilizzo del mtDNA come strumento per risalire con miglior accuratezza all'antenato materno. Studi del mtDNA nelle popolazioni hanno permesso di tracciare gli antichi flussi migratori, come la migrazione degli Indiani d’America dalla Siberia o dei Polinesiani dall'Asia sud-orientale. È stato inoltre utilizzato per dimostrare che c'è traccia del DNA dell'uomo di Neanderthal nel genoma dell'uomo europeo che condivide l'1-4% del genoma. Brevettabilità e controversie. La brevettabilità del genoma umano pone un problema di bioetica, tanto per il diritto universale alla salute e i costi sanitari delle promettenti terapie geniche legate a questione di copyright, quanto per il divieto delle pratiche eugenetiche. Esiste una giurisprudenza su questo argomento. La prima sentenza in merito è il pronunciamento del Dipartimento di Giustizia di Manhattan (marzo 2010) nel ricorso di appello fra la Ong American Civil Unione and Patents Foundation e la compagnia privata Myriad Genetics, detentrice dei brevetti sui geni Brca1 e Brca2, considerati mutageni e causa di tumore a seno e ovaie. Secondo il giudice, l'isolamento chimico di una sostanza già esistente in natura, la scoperta delle proprietà terapeutiche o la messa a punto di un protocollo di cura basato su tali elementi preesistenti alla terapia non sono sufficienti per la concessione di un brevetto, che si può ottenere per un gene modificato o per le terapie geniche derivanti dalla scoperte sul DNA, in ogni caso da un prodotto derivato e differente ottenuto da una trasformazione dell'elemento di partenza esistente in natura.
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Jean-François Pilâtre de Rozier La sua mongolfiera ebbe un grave incidente vicino a Wimereux, nel Passo di Calais, durante il tentativo di attraversamento del canale della Manica, entrando nella storia come il primo incidente aereo documentato. Biografia. I primi anni. Nacque a Metz, il quarto figlio di Magdeleine Wilmard e Mathurin Pilastre, conosciuto anche come "du Rosier", un ex-soldato che cambiò mestiere per fare l'oste. I suoi interessi nella chimica medica vennero suscitati nell'ospedale militare della sua città, un importante guarnigione di presidio sul confine francese. Si trasferì a Parigi all'età di 18 anni, dove imparò fisica e chimica in accademia a Reims. Venne incaricato di occuparsi del gabinetto di chimica del conte di Provenza, fratello minore del re di Francia, Luigi XVI. Nel 1781 creò un museo tecnico dove effettuò molti esperimenti. Pioniere del volo. Nel giugno 1783 ebbe modo di assistere al volo del pallone dei fratelli Montgolfier. Il 19 settembre, era presente ai voli senza funi di vincolo di palloni con una pecora, un galletto e un'anatra dal cortile di fronte al palazzo di Versailles. Dopo alcuni test in ottobre, fu il protagonista del primo volo umano della storia il 21 novembre 1783, accompagnato dal marchese d'Arlandes. Nel corso del loro volo di 25 minuti su di una mongolfiera (pallone ad aria calda), viaggiarono per 12 chilometri dal Château de la Muette a Butte-aux-Cailles, all'epoca in periferia di Parigi, raggiungendo una altezza di 1000 metri. Fu uno dei sei passeggeri, insieme a Joseph Montgolfier, di un secondo volo il 19 gennaio 1784, con un gigantesco pallone battezzato "Le Flesselles" partito da Lione. Mise a punto un particolare tipo di aerostato, detto "mongolfiera di Rozier". Si trattava di un ibrido che traeva la spinta ascensionale sia dall'aria calda che da un gas più leggero dell'aria. Rozier aggiunse ad un pallone ad idrogeno una camera separata che poteva venir alimentata con aria calda. Morì durante un tentativo di traversata della Manica compiuto in direzione verso l'Inghilterra, in direzione contraria ai venti dominanti. Il pallone sul quale erano Rozier e Pierre-Ange Romain precipitò per cause non ben accertate per trecento metri, ma si escluse l'esplosione dell'idrogeno. I due divennero le prime vittime di incidente aereo della storia.
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Tron
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Autostrada dell'Alaska L'autostrada dell'Alaska ("Alaska Highway"), detta anche "autostrada dell'Alaska canadese", è un'autostrada che parte da Dawson Creek, nella Columbia Britannica, per arrivare a Delta Junction, in Alaska, passando per Whitehorse, nello Yukon. L'autostrada venne completata il 21 novembre del 1943, ma non fu accessibile fino all'anno successivo. La sua lunghezza, che alla data di apertura misurava , grazie all'apertura di nuovi tratti è ora di . Proposte per un'autostrada che raggiungesse l'Alaska furono avanzate a partire dal 1930, e alcune persone avventurose iniziarono a percorrere con l'auto itinerari progettati. Siccome gran parte della strada sarebbe dovuta passare attraverso il Canada, l'appoggio del governo canadese era fondamentale, ma non ci fu. Il governo di allora ritenne di non avere interessi a fornire i fondi richiesti per la costruzione della strada, dato che l'unica parte del Canada che ne avrebbe tratto vantaggi sarebbe stata la popolazione dello Yukon, piuttosto ridotta (allora non più di alcune migliaia di persone). Ad ogni modo, furono fatte alcune considerazioni sull'itinerario. Il tragitto più probabile sarebbe passato attraverso la catena delle Montagne Rocciose da Prince George (Columbia Britannica) a Dawson City, prima di dirigersi verso ovest in direzione di Fairbanks (Alaska). Le esigenze di guerra stabilirono il tragitto definitivo, affinché collegasse anche i campi d'aviazione della Northwest Staging Route che fornivano velivoli in prestito dagli Stati Uniti all'Unione Sovietica. Così, venne scelto un percorso lungo e piuttosto scomodo che attraversava terreni estremamente accidentati. La strada venne costruita dall'US Army principalmente per facilitare gli spostamenti durante la seconda guerra mondiale. Costruzione. Esistettero 4 principali "punte" nella costruzione della strada: sud-est da Delta Junction attraverso un collegamento con Beaver Creek; nordovest da Dawson Creek (un gruppo avanzato partì da Fort Nelson, dopo aver attraversato in inverno terre paludose e ghiacciate); sia est che ovest da Whitehorse dopo essere trasportato attraverso la ferrovia White Pass e Yukon Route. L'Esercito utilizzò attrezzature di tutti i tipi, compresi battelli, locomotive ferroviarie, e gli alloggi originariamente dedicati per l'uso nel sud della California. Il collegamento orientale avvenne allo storico miglio 588 oggi conosciuto come Contact Creek. Sebbene fosse stata completata il 28 ottobre 1942, il completamento fu celebrato ad un "summit" militare il 21 novembre (e trasmesso dalla radio) l'autostrada non fu utilizzabile da veicoli comuni fino al 1943. Anche da allora comunque esistevano molti limiti: il fondo era misero, non esistevano praticamente guardrail né tornanti per risalire o scendere dai rilievi, che erano affrontati direttamente con rampe scoscese.
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Alaska Highway
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Museo regionale di scienze naturali (Torino) Il Museo regionale di scienze naturali di Torino è un museo scientifico-naturalistico della Regione Piemonte. Raccoglie, tra le altre, le collezioni di storia naturale dell'Università degli Studi di Torino, iniziate tra fine Settecento e i primi dell'Ottocento. Istituito nel 1978 con la legge regionale n. 37/78, il museo si trova in via Giolitti nel centro storico della città, ubicato nell'edificio già sede dell'ospedale San Giovanni Battista, sorto alla fine del XVII secolo ad opera di Amedeo di Castellamonte e completato da altri illustri architetti. Descrizione. Oltre alle collezioni dell'Università, il museo è anche attivo nella costituzione di nuove collezioni biologiche e abiologiche, ad esempio, le collezioni di entomologia raccolte durante le campagne di raccolta di vari entomologi torinesi o ex conservatori, fra cui Achille Casale, Pier Mauro Giachino, Mauro Daccordi, Pierluigi Scaramozzino, Guido Pagliano. Anche nel campo della vertebratologia ospita importanti collezioni, fra le quali quelle erpetologiche dell'America Latina (José M. Cei), nonché del Madagascar (raccolte principalmente da Franco Andreone). Nel museo si possono visitare cinque sezioni principali, esposte su uno spazio di circa 1000 m². I campi scientifici trattati variano dalla zoologia alla entomologia, dalla botanica alla mineralogia, dalla geologia alla paleontologia. Al primo piano è inoltre presente una vasta biblioteca. La sezione entomologica, «conosciuta in tutto il mondo, è di straordinaria importanza scientifica per la presenza di circa 15.000 esemplari tipici di numerose specie di insetti (in particolare coleotteri, imenotteri, lepidotteri, ortotteri ed emitteri), cioè di quegli individui su cui gli studiosi hanno descritto le specie nuove per la scienza». Dall'agosto 2013 è temporaneamente chiuso ai visitatori a causa di un'esplosione di una bombola anti-incendio che ha danneggiato due piani del museo. Collezioni rinomate. Presenti le collezioni dei seguenti naturalisti: Conservatori. I conservatori del MRSN sono Franco Andreone (zoologia), Luca Ghiraldi (zoologia), Fabrizio Longo (botanica), Annalaura Pistarino (paleontologia), Massimiliano Senesi (mineralogia, petrografia e geologia). Attività di ricerca. Negli ultimi anni l'attività di ricerca dei vari conservatori e dei relativi collaboratori si è sviluppata prioritariamente in ambito botanico, entomologico, malacologico ed erpetologico. Di particolare rilevanza l'attività di ricerca e di salvaguardia delle specie di anfibi e di rettili del Madagascar. Biblioteca. La biblioteca del museo, istituita nel 1993, consta di circa 12.000 volumi. Tra di essi esiste un fondo antico di circa 6.000 testi, frutto dell'acquisto, ad opera del museo, della collezione degli eredi del Marchese Spinola nel 1982: sono antichi testi di pregio riguardanti le scienze naturali ed i viaggi di esplorazione scientifica, stampati tra il 1500 ed il 1850. Moltissime le opere di naturalisti ed entomologi illustri del XVIII e XIV secolo tra cui è possibile ricordare: Buffon, Linneo, Fabricius, Swammerdamm, Scopoli. La biblioteca possiede altri libri antichi ma anche numerose raccolte di riviste, tra cui la completa collezione della rivista inglese Curtis's Botanical Magazine, conosciuta soprattutto per splendide riproduzioni di tavole di fiori colorate a mano. Importanti anche i resoconti di viaggio sulle Indie Occidentali (fine Cinquecento - inizio Seicento), curati da Theodor de Bry, e i 38 volumi de "Description de l'Égypte", realizzati da viaggiatori francesi dopo la spedizione di Napoleone in Egitto. Tutti i volumi antichi e moderni sono presenti nel catalogo collettivo del progetto bibliotecario SBN, ed i periodici anche nel catalogo collettivo ACNP, a cui è legato il servizio di document delivery NILDE. La bibliotecaria responsabile è Marina Spini, in collaborazione con l'aiuto bibliotecario Pier Giuseppe Chiadò Fiorio.
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Billboard Hot 100 La Billboard Hot 100 è la principale classifica musicale dell'industria discografica statunitense, pubblicata settimanalmente dalla rivista specializzata "Billboard". La classifica elenca le canzoni di maggior successo: è basata sulle trasmissioni radio, sullo streaming in rete e sulla vendita dei dischi, insieme alle visualizzazioni del noto sito di "video sharing" YouTube, ma tenendo in considerazione solo gli Stati Uniti d'America. Viene stilata con criteri che sono cambiati più volte nel corso dei decenni per adattarsi alle mutazioni del mercato e dell'avanzamento tecnologico. Spesso il successo di un singolo presente in questa classifica determina un notevole innalzamento del suo successo mondiale, vista l'imponenza del mercato musicale statunitense nel mondo. La prima canzone classificata alla numero uno della Billboard Hot 100 è stata "Poor Little Fool" di Ricky Nelson, pubblicata il 4 agosto 1958. Storia. Quella che conosciamo oggi come Billboard Hot 100 è stata preceduta negli anni quaranta e cinquanta da diverse classifiche separate le quali avevano il compito di definire, tracciare e ordinare il singolo più popolare del giorno. Le classifiche più importanti sono state: Il 12 novembre 1955 faceva il suo debutto la "The Top 100", la Top 100, compilata sempre da Billboard, destinata a durare non più di qualche anno. Il 17 giugno 1957 la classifica "Most Played in Jukeboxes" scomparve. Ciò portò il declino dei jukebox, insieme all'ascesa delle playlist radio, che ormai trasmettevano le migliori canzoni Rock. Stesso destino toccò poi alle classifiche "The Top 100" e "Most Played in Jukeboxes", scomparse il 28 luglio 1958. La settimana seguente, precisamente il 4 agosto 1958, Billboard introdusse un'unica classifica di singoli che tenesse conto di tutti i generi: la Hot 100. La Hot 100 divenne velocemente lo standard principale dell'industria discografica statunitense, tanto da spingere la stessa Billboard ad abbandonare anche la classifica ""Best Sellers in Stores"," il 13 ottobre 1958. Ad oggi, la Billboard Hot 100 è diventata e resta ancora il mezzo principale con il quale si misura la popolarità di una canzone, negli Stati Uniti. La Hot 100 è regolata dai passaggi in radio dei singoli (misurati dalla Nielsen BDS), dai dati di vendita sia fisici che digitali (forniti da Luminate Data) e dalla fruizione dei singoli in streaming, misurata grazie alla collaborazione dei servizi che permettono la fruizione dei singoli stessi. Con il passare del tempo sono state introdotte molte altre classifiche di sottogeneri musicali e categorie musicali, le quali contribuiscono alla classifica della Hot 100. Le più importanti sono: Composizione. La classifica ufficiale viene pubblicata da "Billboard" ogni martedì. Ecco un esempio di tracciamento settimanale: La classifica negli anni. Pre-Hot 100. 1940194119421943194419451946194719481949195019511952195319541955195619571958 Hot 100. 195919601961196219631964196519661967196819691970197119721973197419751976197719781979198019811982198319841985198619871988198919901991199219931994199519961997199819992000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 20192020 2021 2022 2023 2000. In quest'anno, sono nate molte nuove stelle, come la Billboard Hot 100 dimostra; tra i singoli di maggior successo dell'anno in America possiamo mettere: In quell'anno però le future stelle non mancavano: Tra gli altri singoli famosi in quell'annata possiamo trovare: Tra i cantanti più di successo in quell'anno nel continente oltre ai citati su, possiamo trovare: Jessica Simpson, Eminem, Jennifer Lopez, Marc Anthony, Aaliyah, Enrique Iglesias, e i Savage Garden con altri gruppi rock. 2003. Nel 2003 la Billboard Hot 100 non ha avuto molte vette, in un intero anno solo 12 brani sono riusciti ad avere quel "grande onore"; tra i singoli di maggior successo dell'anno possiamo mettere: Tra gli altri singoli famosi in quell'annata possiamo trovare: Tra cantanti di successo nel continente americano in quell'anno oltre quelli citati su troviamo: R. Kelly, Nelly, Aaliyah, Kelly Clarkson, Ashanti, Norah Jones, Snoop Dogg, ed anche un'allora debole Mariah Carey. 2004. Nel 2004 13 singoli hanno raggiunto la vetta della classifica. Tra i maggiori successi dell'anno ricordiamo: Tra gli altri brani di successo troviamo: Tra i cantanti di successo di quell'anno troviamo Maroon 5, Outkast, Alicia Keys, Britney Spears, Evanescence, Destiny's Child e Beyoncé. 2011. Katy Perry risulta essere la regina dell'anno riuscendo a piazzare ben cinque singoli: California Gurls, Teenage Dream, Firework, Last Friday Night, E.T. provenienti dal suo secondo album Teenage Dream, tutti alla numero 1 della Billboard, eguagliando il record detenuto per anni da Michael Jackson 2016. Il 2016 ha portato diversi successi a rimanere a lungo nella classifica. Tra questi possiamo annoverare: Una breve permanenza alla numero uno anche per Zayn, diventato da poco solista, e per Justin Timberlake, che torna sulle scene con la colonna sonora di Trolls. Sebbene non raggiungano mai il primo posto sono da segnalare anche i Twenty One Pilots che sbocciano definitivamente, i Lukas Graham, Flo Rida, Mike Posner che impazza radiofonicamente con la sua "I Took a Pill in Ibiza," le Fifth Harmony, i DNCE (nuovo progetto discografico di Joe Jonas), Shawn Mendes, Calvin Harris, Alessia Cara, i Major Lazer, Charlie Puth, The Weeknd, Selena Gomez, Nicki Minaj e le giovanissime Hailee Steinfeld e Daya. 2018. Lucid Dreams di Juice Wrld
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Operazione Ivory Coast L'operazione Ivory Coast fu un'operazione militare che ebbe luogo nel corso della guerra del Vietnam. Descrizione. Il 21 novembre, 1970, il colonnello dell'U.S. Army Marshall D. Teach guidò un'unità di 56 soldati delle U.S. Army Special Forces in un raid sul campo di prigionia di Son Tay situato 23 miglia ad ovest di Hanoi nel Vietnam del Nord. L'obiettivo dell'operazione era soccorrere circa 70 americani prigionieri di guerra che si pensava fossero detenuti nel campo. La missione fu un successo dal punto di vista tattico tuttavia i prigionieri da soccorrere erano stati già trasferiti in un'altra località. Come conseguenza del raid, i nord-vietnamiti modificarono la gestione dei loro campi di prigionia, concentrandoli in poche località ed in complessi più grandi e maggiormente difendibili, tra i quali il più noto fu il cosiddetto "Hanoi Hilton". Dopo il loro rimpatrio, diversi ex-prigionieri di guerra affermarono che trovarsi a contatto con altri loro commilitoni e connazionali fu molto utile per sollevare il loro morale, venendo a conoscenza dei tentativi di recupero organizzati dalle proprie forze armate. Durante la guerra del Vietnam ci furono numerosi tentativi di recuperare i prigionieri di guerra americani, ma solo uno di essi ebbe esito positivo, ma quindici giorni dopo la sua liberazione l'unico prigioniero recuperato con successo morì per le ferite subite da fuoco nemico durante le operazioni di recupero. Pianificazione e organizzazione delle operazioni. Il raid alla prigione di Son Tay era parte di tre missioni che, nel loro insieme, componevano l"'operazione Ivory Coast". L'idea di organizzare una missione di soccorso nel Vietnam del Nord nacque intorno al maggio 1970, con l'identificazione di diversi campi di prigionia compreso quello di Son Tay. Il generale Earle G. Wheeler, autorizzò il 10 giugno 1970 l'attività di una squadra di 15 membri con il nome in codice "Polar Circle", che aveva lo scopo di studiare la fattibilità delle operazioni di soccorso; uno di essi avrebbe supervisionato l'operazione da uno degli elicotteri impegnati nel raid. La seconda fase, l'operazione Ivory Coast, ebbe inizio l'8 agosto 1970, quando l'ammiraglio Thomas H. Moorer, nominò il brigadiere generale dell'Air Force, il Generale Van Ooger come comandante delle operazioni e il colonnello Simons come vice comandante della "task force". "Ivory Coast" comprendeva la fase organizzativa, di pianificazione, addestramento e dislocamento per l'operazione. Il generale Manor approntò un centro di addestramento nella base di Eglin, in Florida, e radunò 27 uomini per il gruppo di pianificazione. Il Colonnello Simons reclutò 103 volontari dal personale dal 6º e 7º gruppo delle Forze Speciali di Fort Bragg, Carolina del Nord e le trasferì a Eglin. La "task force" operava sotto il nome ambiguo di "Joint Contingency Task Group" (JCTG). Il gruppo di pianificazione studiò una serie di parametri necessari per un raid notturno: i punti chiave erano le buone condizioni meteorologiche e una luna a un quarto 35 gradi sopra l'orizzonte per una ottima visibilità. Furono identificate due "finestre" con questi parametri: il 21-25 ottobre ed il 21-25 novembre. L'addestramento fu condotto a Eglin con una replica del campo di prigionia per le prove di recupero; un modello in scala (nome in codice "Barbara") fu utilizzato per la familiarizzazione. Il generale Manor ed il colonnello Simons incontrarono il comandante della Task Force 77, l'ammiraglio Fred Bardshar, per concordare una missione diversiva condotta da velivoli della marina. A causa delle restrizioni causate dallo stop ai bombardamenti allora in vigore, i velivoli non avrebbero potuto trasportare armi, eccettuati pochi velivoli con scopi di ricerca e salvataggio. Il 24 settembre, il generale Manor comunicò al segretario alla Difesa Melvin Laird che il JCTG era pronto per la finestra di ottobre, ma dopo una riunione alla Casa Bianca l'8 ottobre con il Consigliere per la sicurezza nazionale Henry Kissinger, la missione fu posticipata alla finestra di novembre. Questo ritardo, nonostante aumentasse il rischio di compromettere la segretezza della missione, aveva il vantaggio di consentire un migliore addestramento, l'acquisizione di equipaggiamento per la visione notturna e permetteva ulteriori ricognizioni della prigione. Fra il 10 novembre e il 17 novembre il JCTG si spostò nella sua località di dislocamento in Thailandia e iniziò a studiare il tempo atmosferico. Le previsioni indicavano che il Tifone Patsy avrebbe causato brutto tempo sul Vietnam del Nord per tutta la durata del periodo-finestra, ma le condizioni del 20 novembre sarebbero state accettabili. Il Generale Manor autorizzò lo spostamento in avanti della data della missione di 24 ore.
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Quietismo Il quietismo, detto anche molinosismo, è una dottrina mistica che ha lo scopo di indicare la strada verso Dio e la perfezione cristiana, consistente in uno stato di quiete passiva e fiduciosa dell'anima. Attraverso questo stato continuo di serenità e di unione in Dio, l'anima raggiunge una specie di indifferenza mistica, fino ad arrivare a negare le pratiche e le liturgie comuni della religione tradizionale. Storia. Il quietismo ebbe origine in Italia verso la fine del XVII secolo, scaturito e predicato dalle idee del teologo spagnolo Miguel de Molinos, contenute nella sua opera principale, la "Guida Spirituale" (1675). Il quietismo si focalizza quindi sulla perfezione cristiana, raggiungibile solo grazie alla vicinanza con Dio; il percorso quietista è caratterizzato da un profondo e continuo "desiderio di Dio", di tranquillità cristiana e di unione che porta alla fine del percorso mistico e alla cessazione delle pratiche che hanno permesso il percorso stesso (quindi i vincoli dell'ascesi e la liturgia). Per il quietismo, Dio è l'unico obiettivo della vita cristiana. Opposto ad ogni forma di spiritualismo, il quietismo appare come una reazione al giansenismo, dal momento che l'itinerario mistico proposto rende Dio più accessibile all'anima umana, lontano dai rigorismi e dalle dure ascesi giansenistiche prive di un collegamento diretto con la certezza della salvezza spirituale (vedi Doppia predestinazione). Il quietismo trovò vari sbocchi nell'ambiente intellettuale e filosofico francese e fu adottato da personalità come Monsieur Ponthieu e più tardi Andrew Michael Ramsay. La dottrina quietista venne ufficialmente condannata come eresia da papa Innocenzo XI con la pubblicazione della bolla "Coelestis Pastor" del 20 novembre 1687. Le idee quietiste, combattute aspramente dal Bossuet, riprendono vigore in Francia dieci anni più tardi con Madame Jeanne Guyon e la sua opera intitolata "Moyen court et très facile de faire oraison" (1685). Nel dibattito teologico si inserisce anche Fénelon con l"'Explications des maximes des saints sur la vie intérieure", il quale difende l'ortodossia cattolica e fa appello agli insegnamenti di Clemente Alessandrino e Giovanni Cassiano. Il 12 marzo 1699 papa Innocenzo XII, con il breve "Cum alias", condannava 23 tesi tratte dall'opera di Fénelon. La vittoria di Bousset su Fénelon e Madame Guyon segnò l'evento che dal teologo e storico Louis Cognet viene descritto come "il crepuscolo dei mistici", cioè la fine dell'autentico misticismo cristiano in Francia. Fenomeni analoghi. Nella cristianità orientale, soprattutto per quanto riguarda la Chiesa ortodossa, può essere considerato una filosofia spirituale e teologica estremamente simile l'esicasmo, cioè un ascetismo mirato al raggiungimento della pace interiore e della comunione con Dio. A differenza del quietismo, il quale si era sviluppato in un'epoca in cui la Chiesa cattolica tendeva a condannare come eresia qualunque dottrina che non fosse stata promulgata dalla Chiesa di Roma stessa, l'esicasmo divenne una delle forme di misticismo cristiano più popolari e accettate in Oriente (il monaco ortodosso Gregorio Palamas fu uno dei maggiori sostenitori della dottrina esicasta).
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Prezioso feat. Marvin Prezioso feat. Marvin è un gruppo di musica dance italiano fondato nel 1999, che nel corso degli anni ha ottenuto le prime posizioni delle classifiche musicali in vari paesi europei, tra cui Italia, Germania e Regno Unito. Carriera. Inizialmente era formato dal trio composto dai fratelli DJ Giorgio Prezioso (Roma, 23 febbraio 1971) ed Andrea Prezioso (Roma, 31 ottobre 1967) e da Alessandro Moschini (Roma, 2 agosto 1972), in arte "Marvin" (soprannome che deriva dalla somiglianza con il pugile statunitense Marvin Hagler); dal 2007 il gruppo si è ridotto a due elementi, dopo l'abbandono di Giorgio Prezioso, che andò a formare un duo con "DJ Libex". Il loro primo singolo, "Tell Me Why", è stato un grande successo estivo del 1999, seguito da vari altri singoli, quali "Let's Talk About a Man", del 2001, seguito da "We Rule the Danza", dell'anno successivo. Ottiene un ottimo successo anche il remix di "Voglio vederti danzare" di Franco Battiato, nell'estate del 2003. Nel 2009 viene pubblicato il singolo "I Believe", senza Giorgio Prezioso. Verso la fine dell'anno Prezioso ritorna nel gruppo, che produce una cover di "The Riddle", famosa canzone del 1984 di Nik Kershaw nota per il suo testo privo di un reale senso.
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Sei sindaci dei drappieri di Amsterdam Sei sindaci dei drappieri di Amsterdam noto anche semplicemente come I sindaci dei drappieri ("De Staalmeesters") è un dipinto a olio su tela (191,5x279 cm) realizzato nel 1662 dal pittore Rembrandt Harmenszoon Van Rijn. È conservato nel Rijksmuseum di Amsterdam. L'opera è firmata e datata "REMBRANDT F. 1662" (sul tappeto che ricopre il tavolo); firma apocrifa "REMBRANDT F. 1661" (sulla parete in alto a destra). Gli uomini ritratti sono tutti membri della gilda dei drappieri di Amsterdam. I loro nomi sono: Jacob van Loon (1595-1674), Volckert Janszoon (1605-1681), Willem van Doeyenburg (1616-1687), Jochem de Neve (1629-1681) ed Aernout van der Meye (1625-1681). La figura in piedi è invece Frans Hendrickszoon Bel (1629-1701), il manutentore dell'edificio che ospitava la gilda.
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Emidio Morganti Carriera. Nel 1997 venne promosso alla CAN di Serie C per decisione del dirigente arbitrale Pietro D'Elia e, dopo 3 stagioni e 30 presenze in Serie C1 (compresa una gara di play-out), a cui si aggiunse la finale dei play-off di Serie C2 del 2000 -, nel 2000 fu gratificato con la promozione alla CAN A e B, per scelta dell'allora designatore Maurizio Mattei. Debuttò in Serie A nel 2001, in occasione della partita - e l'alto rendimento espresso lo portò a sfiorare, nel 2006, la nomina ad arbitro internazionale, per la quale gli viene preferito il collega Tiziano Pieri. Nell'estate 2006 il suo nome comparve nelle intercettazioni dell'inchiesta denominata "Calciopoli" per alcune telefonate intercorse col dirigente milanista - poi squalificato - Leonardo Meani (in particolare, le conversazioni riguardavano la volontà di Morganti di acquistare dei biglietti per delle partite, dopo pagamento in denaro). Dapprima Morganti venne sospeso per qualche mese in via cautelare dall'AIA, poi fu scagionato da ogni tipo di accusa in sede disciplinare. Tornato sui campi, ha arbitrato regolarmente in Serie A, categoria in cui ha totalizzato, al termine della stagione 2010-2011, 132 presenze, tra cui numerose "classiche" del campionato italiano come 2 derby di Milano, 3 derby di Roma, 1 Milan-Juventus, 1 Juventus-Roma, 2 Milan-Roma, 2 Roma-Inter, 2 derby della Lanterna, e gli spareggi-promozione della serie B 2008 (AlbinoLeffe-Lecce) e 2009 (Livorno-Brescia); il 17 maggio 2007 diresse la finale di ritorno di Coppa Italia -. Il 4 marzo 2008 viene chiamato a dirigere la finale del torneo "Beppe Viola" di Arco. Il 24 maggio 2008, a coronamento di un campionato con un altissimo livello di rendimento, viene designato per la finale di Coppa Italia allo Stadio Olimpico di Roma tra ed , partita tornata a disputarsi con gara unica. In chiusura della stagione agonistica 2007-2008 viene insignito con il prestigioso "Premio Giovanni Mauro", destinato all'arbitro CAN particolarmente distintosi. Nell'agosto 2009, in apertura di stagione, riceve un'importante designazione (che gli mancava) per la finale di Supercoppa italiana, in programma in Cina, a Pechino, tra e . Pur non essendo internazionale, nella stagione 2009-2010 viene designato in più di un'occasione come arbitro addizionale (il cosiddetto arbitro di porta), nelle partite della fase a gironi dell'Europa League, le quali prevedono questo esperimento con due ufficiali di gara sistemati dietro le porte per verificare meglio eventuali situazioni dubbie proprio in area di rigore. Il 16 maggio 2010 dirige - 0-1, partita dell'ultima giornata di campionato che sancisce il diciottesimo scudetto dei nerazzurri. Nel luglio 2010 avrebbe dovuto terminare la propria esperienza alla CAN, avendo raggiunto il decimo e ultimo anno di permanenza possibile per coloro che non diventano internazionali, ma per essersi distinto nel corso della stagione gli viene concessa la deroga di un ulteriore anno; contestualmente, con la scissione della C.A.N. A-B in C.A.N. A e C.A.N. B, viene inserito nell'organico della C.A.N. A. Il 24 gennaio 2011 riceve il premio di migliore arbitro AIC dell'anno 2010, avendo la meglio sugli altri due colleghi in nomination Tagliavento e Rizzoli. Il 7 maggio 2011 dirige - 0-0, partita della terzultima giornata di campionato che sancisce il diciottesimo scudetto dei rossoneri. Il 29 maggio 2011 dirige la sua terza finale di Coppa Italia in carriera, dispuitatasi a Roma tra Inter e . Il 30 giugno 2011 viene dismesso per limiti di età dalla CAN A, e pochi giorni dopo viene eletto come componente della commissione CAN B per la stagione 2011-2012, prendendo il posto di Domenico Messina (il quale a sua volta ne diventa responsabile), dopo l'addio di Roberto Rosetti. Per le due stagioni successive, 2012-2013 e 2013-2014, gli viene riconfermato l'incarico. Per la stagione 2014-2015 viene nominato membro della commissione CAN A con Domenico Messina responsabile, carica confermata nelle due stagioni successive. Il 4 luglio 2017 si apprende della sua nomina a commissario della CAN B. L'ascolano va a sostituire Stefano Farina, venuto a mancare pochi mesi prima. Carica confermata per il 2018-19 e a seguire 2019-2020.
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Son Tay Son Tay è una cittadina ("thị xã") del Vietnam, all'interno dell'area metropolitana di Hanoi, già capoluogo della provincia di Son Tay, fusasi con Ha Dong nel 1965 nella provincia di Ha Tay, entità amministrativa soppressa nel 2008. Son Tay è meglio conosciuta per essere il luogo in cui si trovava il campo di prigionia che l'Esercito degli Stati Uniti tentò di liberare con l'Operazione Ivory Coast il 21 novembre 1970.
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East 17 Gli East 17 sono una boy band britannica (formata da Brian Harvey, John Hendy, Terry Coldwell e Tony Mortimer). Storia. Il loro periodo di maggior fama va dagli inizi degli anni 1990 fino alla metà dello stesso decennio. Tra i loro singoli di maggior successo si possono ricordare "The house of love", "It's alright", "Stay another day", "Thunder" e "West End Girls" (cover del popolare brano dei Pet Shop Boys). La band è stata posta in contrapposizione dal pubblico e dalla critica con i Take That. Si sciolsero ufficialmente nel 1996, riunendosi poi nel 1998 sotto il nome E-17, e senza Harvey, che si era lasciato andare in alcune dichiarazioni controverse relative all'uso di droga. In ogni caso, il gruppo non riconfermò il successo degli anni precedenti e si sciolse nuovamente dopo appena un anno. La band si è ricostituita nel 2006, stavolta con la formazione originale. Brian Harvey. In particolare il cantante e frontman Brian Harvey ha cercato in questi anni nuova visibilità mediatica partecipando a "I'm a celebrity...get me out of here!" (una sorta di "Isola dei famosi" britannica) dove si distinse per atteggiamenti rissosi e polemici. Dopo aver tentato il suicidio per due volte, in seguito ad una depressione, nel 2005 si trovò nuovamente a rischio della vita rimanendo vittima di un grave quanto strano incidente: cadde dal posto di guida della sua auto (una Mercedes) facendo retromarcia, rimanendo schiacciato sotto le ruote del veicolo. Harvey trascorse un lungo tempo in ospedale in seguito alle serie ferite riportate (oltre a fratture al bacino e agli arti inferiori, subì un collasso polmonare), durante il quale si vociferò che l'incidente fosse stato in realtà un ennesimo tentativo di suicidio. Una volta ristabilito, lo stesso cantante smentì la circostanza chiarendo le dinamiche dell'incidente, affermando di aver aperto la portiera per un malore e di essere poi inavvertitamente scivolato fuori.
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Sestiere (Rapallo) I Sestieri di Rapallo ("Sestê de Rapallo" in dialetto locale) sono le antiche divisioni territoriali del nucleo storico della cittadina rivierasca di Rapallo, nel Tigullio. I sei sestieri cittadini sono ufficialmente riconosciuti dallo statuto comunale del Comune di Rapallo. Storia. L'origine e la creazione dei primi due quartieri storici risalgono al Medioevo quando, nel 1143, i territori tra Rapallo e Zoagli furono divisi in due blocchi distinti; nel XIII secolo vengono istituiti, in questa parte di territorio, i quartieri di "Borculi" (pron. Borsuli, Borzoli in lingua italiana) e "Mandulexi" (pron. Manduleji, Amandolesi in lingua italiana). Fu con la creazione della podesteria e del successivo capitaneato di Rapallo (1608), inserito nei territori della Repubblica di Genova, che il territorio comunale subì un maggiore incremento della giurisdizione annettendo borghi, villaggi e località appartenenti al precedente capitaneato di Chiavari. Nei nuovi confini geografici-politici rientrò quasi interamente la media val Fontanabuona e il Tigullio occidentale, dividendo il vasto territorio in sei principali sestieri: Allo scioglimento del capitaneato, a seguito della dominazione francese (1797) di Napoleone Bonaparte, che causò tra l'altro la caduta della repubblica genovese e l'annessione della costituita Repubblica Ligure al Primo Impero francese (1805), si ridisegnarono i confini cittadini suddividendoli in sei sestieri locali: Borzoli, Cappelletta, Cerisola, Costaguta, Seglio e San Michele, divisione storica tuttora in vigore. Dal XVII secolo, quando ufficialmente presero il via i festeggiamenti pirotecnici alla santa patrona di Nostra Signora di Montallegro, tutti i sestieri sono impegnati a turno nel celebrare la festa più importante per il comune rapallese. I sestieri. Borzoli. Il sestiere è uno dei più antichi e originariamente le sue terre erano affacciate sulla costa che si estendevano fino ai confini con Chiavari. Fu presente già dal XII secolo assieme all'antico quartiere di Amandolesi e maggiore importanza l'assunse nel 1608 quando la città divenne sede dell'omonimo capitaneato; compare infatti nella nuova divisione cittadina, necessaria dopo l'annessione di nuove terre, assieme ai sestieri comprensoriali di Pescino, Olivastro, Amandolesi, Oltremonte e Borgo. Il sestiere, oggi ridimensionato, è riuscito inoltre a mantenere nei secoli l'antico toponimo a differenza delle altre divisioni storiche che, anch'esse ridimensionate, mutarono nelle attuali nomenclature. I territori di Borzoli sono in gran parte ubicati lungo le colline che degradano verso la sponda sinistra del torrente San Francesco, detto anche Fossato di Monte, sboccando infine verso il mare nella piccola spiaggia antistante il cinquecentesco castello sul mare. I suoi possedimenti comprendono inoltre, oltre allo stesso castello, la passeggiata a mare (lungomare Vittorio Veneto) fino al molo dello scalo dei vaporetti adiacente al Chiosco della musica in Piazza Martiri per la libertà. L'intero territorio, confinante con i due sestieri di Cerisola e Seglio, appartiene oggi esclusivamente alla parrocchia dei santi Gervasio e Protasio. Il vessillo - di colore rosso - ritrae san Bartolomeo, santo patrono del sestiere, e la raffigurazione del quadretto bizantino "Dormitio Mariae" che secondo la leggenda locale fu donato dalla Vergine Maria al contadino Giovanni Chichizola nell'apparizione mariana del 2 luglio del 1557. Il colore rosso è tipico anche delle divise dei "massari", coloro che sparano nello spettacolo pirotecnico, ricordanti le insigne scarlatte caratteristiche del santo Bartolomeo. Cappelletta. Così come Borzoli anche il sestiere Cappelletta è uno dei più antichi della città, originariamente inglobato nei territori dell'antico quartiere di Amandolesi sorto nel XII secolo. Nel XVI secolo appare con il toponimo de la Villa di Cappelletta, sempre inserito nel vasto sestiere cittadino. Dei sei sestieri è l'unico che non ha sbocchi diretti al mare in quanto precluso dal sestiere Cerisola. La prima citazione ufficiale del sestiere Cappelletta appare verso la fine del XIX secolo quando venne menzionata come una delle sei cappelle che dividevano il paese. Oggi il suo territorio comprende approssimativamente la zona tra il rio Cereghetta, la zona meridionale del quartiere Laggiaro (la parte a nord è compresa nel sestiere Cerisola), il torrente Boate ed il suo affluente San Pietro. Nei confini rientra il popoloso quartiere di Sant'Anna, inglobando tra l'altro la zona del golf cittadino. Non avendo di fatto una postazione idonea per poter sparare durante le feste patronali di luglio, a causa della massiccia urbanizzazione presente in tali quartieri, un accordo con il confinante Cerisola ha permesso al sestiere di poter usufruire della zona presso il Lido (spiaggia di Rapallo) compresa nei territori della prima. Il vessillo - di colore arancione - raffigura sant'Anna e Maria bambina, la prima santa patrona del sestiere. Cerisola. Il toponimo Cerisola deriverebbe molto probabilmente dalla denominazione di due cappelle rurali, ancora oggi situate nel cuore dell'attuale sestiere. La nascita del sestiere si deve alla successiva scorporazione dei confini territoriali a seguito dell'istituzione del capitaneato rapallese (1608); Cerisola nacque infatti dalla divisione dei due più antichi quartieri di Rapallo, Amandolesi. Il suo territorio è ad oggi compreso interamente nella parrocchia dei santi Gervasio e Protasio, confinando ad ovest con Cappelletta, ad est con Borzoli e a sud con Costaguta. Il confine occidentale è delimitato da tutto il corso del rio Cereghetta; la punta di Serrato (623 m) costituisce il punto più elevato del territorio e lo separa da quello delle parrocchie di San Pietro di Novella e di San Quirico, frazioni di Rapallo. Nel sestiere sono ubicati diversi monumenti storici quali la basilica dei Santi Gervasio e Protasio, parrocchia centrale rapallese, e i due oratori dei Bianchi (oratorio dei Bianchi) e dei Neri (pieve di Santo Stefano). Il vessillo - di colore bianco - rappresenta sant'Agostino e san Giuseppe, entrambi compatroni del sestiere, oltre alla raffigurazione del quadretto bizantino. Un documento, ritrovato nel 1991, sancisce la fratellanza storica tra il sestiere e la locale Confraternita dei Bianchi nonché il culto per il dottore della chiesa Agostino. Tra le tante divise conservate e utilizzate di pregio è quella disegnata dal cartoonist Luciano Bottaro, scomparso nel 2006. Costaguta. Anticamente denominato Costa Acuta è caratterizzato, specie nel territorio che va dalla parte destra del torrente cittadino Boate, da una vasta area di ulivi e castagni. Costaguta fu in passato compreso nell'antico sestiere detto Olivastro, creato nella nuova divisione dopo la costituzione del capitaneato rapallese. Il sestiere confina con la frazione sammargheritese di San Lorenzo della Costa e con quella rapallese di San Massimo, arrivando allo sbocco verso il mare dove oggi sorge il porto turistico. La maggior parte del suo territorio ricade oggi nei confini della parrocchia dei santi Gervasio e Protasio e, per un piccolo tratto, in quelli della parrocchia di sant'Anna con la località Ronco. Anticamente nei suoi territori fu eretta nel 1737 una piccola chiesa, ma pochi anni dopo ridotta in rovina. Per la ricostruzione di un nuovo tempio religioso si dovette attendere il 5 agosto del 1934 quando, alla presenza delle autorità ecclesiastiche e civili, fu benedetta la nuova chiesetta dedicata ai santi Gervasio e Protasio. Secondo la leggenda locale i due santi passarono per il sestiere durante la loro opera apostolica. L'edificio subì negli anni settanta un completo restauro, ma nel 2000 un incendio doloso danneggiò vistosamente la struttura e il dipinto posto sull'altare. Nel rogo fu rovinata inoltre l'antica e storica bandiera del sestiere datata al 1908. Oggi l'edificio si presenta completamente restaurato. Il nuovo vessillo, di colore verde ed inaugurato nel 2005, e lo stemma rappresentano i due santi nonché la rappresentazione dell'apparizione mariana. Seglio. Detto anche sestiere San Rocco dal nome del suo santo patrono, fa parte della parrocchia dei santi Gervasio e Protasio occupando il settore orientale di Rapallo e al confine amministrativo con Zoagli. Il toponimo deriverebbe dal dialetto genovese seggio (tradotto in lingua italiana nella parola sedile) ricordante la conformazione del territorio. Anticamente il sestiere faceva parte dello storico sestiere di Borzoli e tale accorpamento durò ben oltre il 1930. Nel suo territorio è presente una cappella, dapprima intitolata a santa Maria del Poggio e solo in seguito dedicata a san Rocco, costruita nel 1497 su una piccola altura; fa inoltre parte del sestiere l'antico quartiere delle Nagge, uno dei più antichi della città. Il nuovo vessillo - di colore giallo ed inaugurato il 25 aprile del 1999 - e lo stemma rappresentano il santo Rocco, patrono del sestiere. Il colore giallo deriverebbe a seguito della pestilenza che colpì la cittadina tra il 1656 e il 1657; adiacente alla cappella era presente un ospitale dove venivano trattenuti in quarantena i viandanti transitanti per Rapallo e proprio la bandiera gialla segnalava lo stato di quarantena. San Michele. Anticamente il sestiere faceva parte, come il confinante Costaguta, del sestiere Olivastro nella primitiva divisione cittadina. Il sestiere confina oggi ad ovest con il comune di Santa Margherita Ligure e ad est con Costaguta. I suoi confini rientrano nell'odierno abitato di San Michele di Pagana, unica frazione rapallese che si affaccia sul golfo del Tigullio. Il sestiere è l'unico fra i sei che non appartiene alla parrocchia dei santi Gervasio e Protasio, bensì alla locale parrocchiale di san Michele Arcangelo, santo patrono della frazione e del sestiere. Il vessillo - di colore azzurro - e lo stemma rappresentano il santo Michele che trafigge il diavolo.
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Giovanni Commare Biografia. Ha esordito con "Presenti e invisibili", Feltrinelli, Milano 1978, in collaborazione con Chiara Sommavilla, saggio inchiesta di rilievo; dopo svariate altre pubblicazioni, ha pubblicato in Francia, per "L'Harmattan", il saggio "Le sonnet italien au XX siècle: mort et résurrection" (in "Le sonnet au risque du sonnet", L'Harmattan, Paris 2006), con buoni riscontri critici. Il libro poetico "La lingua batte" (con prefazione di Marino Biondi e una nota di Davide Sparti, Passigli Editori, Firenze 2006), presenta il particolare aspetto del mistilinguismo; la prefazione "Allegria del caos" è stata scritta da Marino Biondi, dell'università di Firenze. Suoi racconti e articoli sono usciti in "Linea d'ombra", "Paragone", e in altre riviste.
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Sestieri di Rapallo
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Fozio (metropolita di Kiev) È venerato come santo dalla Chiesa ortodossa russa, che lo ricorda il 27 maggio e il 2 luglio. Biografia. Di origine greca, proveniente dalla città di Monembasia, nel Peloponneso, prese fin da giovane gli ordini monastici. Fu nominato nel 1407 Metropolita di Kiev e Vladimir e solo un anno più tardi di Mosca e di tutta la Russia. Inizialmente decise di rimanere a Kiev ma, a causa della forte influenza che in quelle terre aveva il cattolicesimo, nel 1410 si trasferì a Mosca. Nella capitale del Granducato Fotius dovette affrontare un numero elevato di problemi come allagamenti, carestie, pestilenze e incendi, calmaità che negli anni del suo ufficio si erano abbattute sull'intera Russia con grande virulenza. Inoltre, dopo un periodo in cui la sede di Mosca era rimasta vacante a seguito della morte di Cipriano, le casse del Metropolitanato erano state saccheggiate, lasciando la principale carica ecclesiastica russa senza alcun tipo di fondi. A tutto ciò va aggiunto che il nuovo Metropolita al suo arrivo non conosceva nemmeno una parola della lingua russa. Fotius è ricordato come un religioso che aiutò gli indigenti e si prese carico dei problemi della Rus' come nessun altro vescovo straniero aveva mai fatto. Costruì sulle rive del lago Sengo, non lontano da Vladimir, una chiesa e la "casa del silenzio e della preghiera", così chiamata perché spesso vi si rifugiava per trascorrere periodi in contemplazione e meditazione. Nel 1427 affrontò e vinse l'eresia degli Strigol'niki, che da quasi un secolo aveva raccolto adepti nelle città di Velikij Novgorod, Pskov e Tver'. All'inizio del 1430, mentre si trovava a Vladimir, fu sorpreso da un attacco mongolo, posto in essere dal Khan Edigei nel tentativo di catturare e uccidere il Metropolita, individuando in quest'ultimo un elemento aggregante del patriottismo moscovita. Riuscito a sfuggire e a rifugiarsi presso il lago, si nascose tra le sue sponde per 3 mesi, fino a quando il Granduca di Mosca non inviò una truppa ad annunciargli lo scampato pericolo e la possibilità di ritornare nella capitale. Leggenda vuole che al suo ritorno a Mosca, il 20 aprile di quello stesso anno, gli fosse apparso un angelo annunciando la sua prossima morte, che si verificò puntualmente due mesi dopo. I suoi resti sono conservati nella Cattedrale dell'Ascensione del Cremlino. Opere letterarie. Fotius fu autore di numerose opere letterarie tra le quali il "Testamento spirituale" attraverso cui narra in prima persona la propria vita. Fu altresì autore, nel 1423, di un trattato storico sulla Russia, intitolato "Storia di tutti i russi".
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Attentato ai pub di Birmingham L'attentato ai pub di Birmingham fu compiuto dalla Provisional IRA il 21 novembre del 1974, e costò la vita a 21 persone. Gli ordigni erano posizionati in due locali nel centro della città inglese, il "Mulberry Bush", ospitato al piano terra dell'edificio Rotunda, e il "Tavern in the town", in New Street. Storia. Alle 20:14 un uomo irlandese telefonò al quotidiano "Birmingham Post" affermando che c'era una bomba nell'edificio a 17 piani Rotunda, che ospitava il Mulberry Bush Pub. La polizia giunse rapidamente nella zona per cercare di evacuare il pub, che era molto affollato. Solo 11 minuti più tardi, alle 20:25, la bomba esplose, devastando l'affollato bar. La notizia aveva appena raggiunto l'altrettanto affollato Tavern in the Town Pub nelle vicinanze, quando alle 20:27 una seconda bomba esplose. Un terzo ordigno, posizionato all'esterno di una banca in Hagley Road, rimase inesploso. Nel complesso, quelli del 1974 ai pub di Birmingham furono i più letali attacchi terroristici in Inghilterra sino a quelli del luglio 2005 a Londra; 21 persone furono uccise (dieci al Mulberry Bush e undici al Tavern In the Town) e 182 persone rimasero ferite. Sei persone innocenti, i sei di Birmingham, furono dopo accusate di aver eseguito l'attentato, condannate e tenute in prigione per sedici anni; le loro condanne furono revocate dimostrando che la polizia aveva alterato le prove. Nel libro "Error of Judgement" si afferma che Mick Murray (un membro della Provisional IRA arrestato in seguito per altri attentati) abbia detto a Paddy Hill e Johnny Walker (due dei sei di Birmingham) che le cabine telefoniche che era previsto venissero utilizzate per effettuare la telefonata fossero guaste e che quindi fu necessario trovarne un'altra un po' più distante. Trent'anni dopo l'attacco terroristico, lo Sinn Féin ha espresso rammarico per la perdita di vite durante quei fatti. Memoriale. Una targa commemorativa per le vittime dell'attentato è situata nel giardino della Cattedrale di St. Philip, a Birmingham.
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Pierino medico della S.A.U.B. Pierino medico della S.A.U.B. è un film del 1981 diretto da Giuliano Carnimeo ed interpretato da Alvaro Vitali e Gianni Ciardo. La pellicola non ha legami con la serie con protagonista il personaggio di Pierino, sempre interpretato da Vitali. Qui, infatti, Pierino è il soprannome di Alvaro Gasperoni, un incompetente medico. Trama. Alvaro Gasperoni, sempliciotto romano, dopo una carriera scolastica caratterizzata dalla licenza elementare conseguita a Roma, quella media a Frosinone, quella ginnasiale a Catanzaro e quella liceale a Canicattì, ottiene con relativa fatica un'agognata laurea in medicina ad Addis Abeba (Etiopia) visto che più le scuole erano al sud e meno erano esigenti a rilasciare i diplomi. Grazie alla potente raccomandazione del padre ottenuta dalla loggia massonica P2, inizia presto a lavorare come medico in un ospedale romano, contornato da colleghi rampanti ma altrettanto incompetenti. Il primario della clinica afferma che «il valore di un medico si misura dal numero di pazienti che ha», e quindi Alvaro fa ricoverare tutti i suoi parenti per ottenere la poltrona di viceprimario, che effettivamente ottiene salvo poi essere licenziato dall'assessore alla sanità che, mascherato da semplice paziente, si era fatto ricoverare per controllare l'andamento della struttura sanitaria. Produzione. In questo film (come in "Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento") Alvaro Vitali ha interpretato due ruoli: quello del protagonista Alvaro Gasperoni, e quello di "Pippetto". Alcune scene del film sono state girate negli esterni dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma. Colonna sonora. Il tema portante della colonna sonora del film è la "Marcia di Esculapio", di Piero Piccioni, composta per il film "Il medico della mutua". Tra le altre si può riconoscere anche la colonna sonora del film "Una giornata spesa bene", composta da Bruno Nicolai. Distribuzione. Venne distribuito nei cinema italiani a partire dal 24 dicembre 1981. Censura. La commissione di revisione impose la rimozione di due scene, per un totale di 11,90 metri:
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Fabrizio Bracconeri Biografia. Nato e cresciuto nel popolare quartiere di Primavalle, a Roma, all'inizio degli anni ottanta ottiene piccole parti in alcune pellicole, ma il vero esordio come attore avviene nel 1983 col film "Acqua e sapone" di Carlo Verdone. Curioso il modo in cui conobbe il regista romano: Bracconeri, all'epoca, lavorava nell'officina dello zio (di cui Verdone era cliente) e assillò Verdone per mesi chiedendogli una parte, finché non venne accontentato. L'anno dopo appare nella pellicola dei fratelli Vanzina "Amarsi un po'...". La notorietà per Bracconeri arriva nel 1987 quando veste i panni di Bruno Sacchi, nella premiata serie TV trasmessa da Italia 1, "I ragazzi della 3ª C", accresciuta in seguito dalla partecipazione a un'altra serie Fininvest "College", nella parte del cadetto Carletto Staccioli. Nel 1989 è protagonista dello spot de "La macchina del Gelato" per la GiG, per la quale è testimonial di altri prodotti per ragazzi come il gioco elettronico "Viceversa" e le cartelle per la scuola della serie "Dino Riders". Successivamente prende parte ad altri film, come "Saint Tropez - Saint Tropez" e "Attenti a noi due". In seguito, dal 1992 al 1995, diviene co-conduttore negli appuntamenti quotidiani del longevo "Forum", programma televisivo giuridico di Rete 4 e di Canale 5 basato sulla formula dell'arbitrato, accompagnando Rita dalla Chiesa e Pasquale Africano, programma nel quale è tornato a partire dal 2004 per sostituire Africano, che ricopriva il ruolo di guardia giurata. Nel 2002 prende anche parte al programma di prima serata della Premiata Ditta "Telematti". Per la Caravaggio Editore, nell'autunno del 2009, ha pubblicato il libro di ricette "Rita consiglia... le ricette di Bracco" (dove la Rita del titolo è la conduttrice di "Forum", Rita dalla Chiesa). Nel 2013 lascia "Forum", dopo aver preso parte a 13 edizioni del programma. Il 15 gennaio 2014 viene data la notizia che l'attore entrerà nel cast di "Quinta colonna" in qualità di inviato. Nel 2014 si candida alle elezioni europee per Fratelli d'Italia per la Circoscrizione Italia centrale, ottenendo circa 4 000 voti senza riuscire a essere eletto. Nel maggio 2019 l'Accademia delle Belle Arti di Agrigento gli conferisce la laurea "honoris causa" in scenografia. Nel 2019 ritorna in tv in due emittenti locali della provincia di Trapani conducendo la trasmissione "Bracco Show", dapprima su Telesud Trapani e poi su La Tr3 Marsala. Dal settembre del 2020 è ospite-opinionista nel programma "Italia sì" condotto da Marco Liorni su Rai 1. Controversie. Dal 2016 il suo account su Twitter è stato più volte al centro di polemiche per contenuti razzisti e insulti. Per questo motivo l'account è stato più volte bloccato dal social network. In seguito sono state attribuite a lui anche alcune dichiarazioni che si sono rivelate false, perché provenienti da un account finto. Anche per il dramma familiare del figlio autistico, è entrato in aperta polemica sulla legge del "Dopo di noi", varata dal governo Renzi, schierandosi contro le associazioni di famiglie di persone autistiche favorevoli alla legge. Vita privata. Si è sposato due volte e ha quattro figli. Risiede a Valderice, vicino Trapani, per accudire un suo figlio nello spettro dell' autismo.
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Riserva naturale Cratere degli Astroni La riserva naturale Cratere degli Astroni è un'area naturale protetta situata nei comuni di Pozzuoli e Napoli, nella città metropolitana di Napoli. La riserva è stata istituita dal Ministero per l'Ambiente nel 1987, gestita dal WWF Italia. È un cratere, uno dei più grandi tra i circa trenta che si trovano nella zona dei Campi Flegrei e sicuramente quello meglio conservato nella sua struttura. È attraversato da sentieri naturalistici ed osservatori per l'avifauna, attrezzati con pannelli esplicativi e bacheche, per un totale di 15 km di percorsi diversificati. Fino al 2005 è stato sede di un importante centro di recupero per la fauna selvatica. Territorio. Il cratere ha un'estensione di circa 250 ettari ed un perimetro di circa 6,5 km. All'interno del cratere vi sono 3 colli (Imperatrice, Rotondella, Pagliaroni) che ne occupano gran parte della superficie. La zona sud-occidentale è piatta con tre piccoli stagni (il maggiore è denominato "Lago Grande") ricchi di specie animali e vegetali. Durante il regno dei Borbone è stato uno dei siti reali di caccia, dove i sovrani organizzavano battute di caccia soprattutto ai cinghiali e ai cervi. L'attività eruttiva degli Astroni si è manifestata con 7 diverse eruzioni, iniziate circa 4100 anni fa e terminate circa un secolo dopo. Le eruzioni sono state prevalentemente di natura freatomagmatica (esplosive) e in parte effusive, con emissioni di lave che hanno generato alcuni rilievi interni, il Colle dell'Imperatrice, i Pagliaroni e la Rotondella, e il duomo lavico della Caprara. La Riserva, che ricade nel comune di Pozzuoli, confina a sud con il cratere di Agnano (quartiere Bagnoli di Napoli), a est con il quartiere Pianura di Napoli, a nord con la via Montagna Spaccata/zona Pisani, a ovest con il cratere di Cigliano. La Tangenziale di Napoli costeggia il cratere da Pozzuoli / Via Campana fino ad Agnano. Fauna. Queste alcune delle specie di uccelli, stanziali e migratori, che si possono trovare nel cratere: occhiocotto, scricciolo, capinera, merlo, pettirosso, fringuello, cinciallegra, cinciarella, codibugnolo, ghiandaia, picchio rosso maggiore, picchio verde, moretta tabaccata, germano reale, folaga, gallinella d'acqua, tuffetto, airone cenerino, garzetta, tarabusino, porciglione; tra i rapaci: sparviere, poiana, gheppio, falco pellegrino, falco di palude, allocco, barbagianni, civetta, assiolo. Inoltre, si segnala la presenza della volpe, della donnola, del riccio, del ghiro, del topo quercino, del moscardino, della talpa e del mustiolo etrusco. Flora. La vegetazione è caratterizzata dal fenomeno dell'inversione vegetazionale a causa della morfologia, a forma di catino, per la presenza di specchi d'acqua e di una falda acquifera superficiale e per l'elevata umidità nel fondo del cratere. Per tale motivo sull'orlo del cratere, più arido e assolato, cresce la vegetazione a macchia mediterranea, mentre sul fondo del cratere, prevale il bosco misto deciduo. Queste alcune delle specie che si possono trovare nel cratere: castagno, farnia, carpino bianco, carpino nero, carpino orientale, olmo campestre, acero campestre, orniello, pioppo tremulo, leccio, erica arborea, mirto, corbezzolo, ligustro, salicone, cannuccia di palude, ninfea bianca. Alcune specie sono state introdotte dall'uomo e andrebbero eradicare: robinia, quercia rossa americana, pioppo del Canada. Come arrivarci. L'accesso alla Riserva è in via Agnano agli Astroni 468, Napoli.
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Giorgio Prezioso Carriera. DJ. La sua carriera iniziò nel 1987 all'età di 16 anni, affiancato dal fratello Andrea (di 3 anni e mezzo più grande), che collaborava con Jovanotti alla discoteca "Veleno" di Roma. Nel 1991, dopo aver vinto la Walky Cup (una competizione per DJ) all'Aquafan di Riccione in coppia con Antonello Aprea, Prezioso venne assunto a Radio Deejay. Nel 1999, assieme al fratello e al cantante Marvin (conosciuto 4 anni prima), con i quali aveva prodotto vari brani sperimentali, diede vita al gruppo Prezioso feat. Marvin, che in breve tempo ottenne un vasto successo non solo in Italia partecipando anche al programma d'intrattenimento musicale estivo Festivalbar, ma anche in Europa. Verso la fine del 2006 forma con DJ Libex il duo Giorgio Prezioso & Libex. A giugno del 2014 con Ninni Angemi forma il duo Angemi & Prezioso ed entrano a far parte della Revealed Recordings, la nota casa discografica del DJ olandese Hardwell pubblicando il loro primo singolo Brakeless. Radio e televisione. Famosa fu la sua partecipazione come tecnico e co-conduttore insieme a Mario Fargetta dei due programmi di punta della fascia oraria pomeridiana di Radio Deejay, il Deejay Time e la Deejay Parade, condotti da Albertino; sempre per Radio Deejay cura e remixa le varie compilation del programma Deejay Parade insieme a Mario Fargetta. Dal 2007 conduce su m2o la trasmissione radiofonica "Prezioso in Action" e su Radio Deejay il programma "Disco Ball". Durante il 2008 ha collaborato al programma televisivo "Blister - Pillole dal web", trasmesso su All Music.
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Madame Jeantaud allo specchio Madame Jeantaud allo specchio ("Madame Jeantaud au miroir") è un dipinto del pittore francese Edgar Degas, realizzato intorno al 1875 e conservato al museo d'Orsay di Parigi. Descrizione. L'opera raffigura Berthe-Marie Bachoux, moglie di Jean-Baptiste Jeantaud, compagno d'armi del pittore durante la guerra franco-prussiana nel 1870. La donna, elegantemente vestita, è appena tornata nel suo appartamento (o, magari, sembra essere in procinto di lasciarlo), e per questo motivo getta uno sguardo furtivo nello specchio mentre stringe un manicotto all'altezza del ventre. Il volto è parzialmente celato - sembra quasi eseguito a "profil perdu" - anche se lo specchio collocato a sinistra comunque permette di vederne i caratteri frontali. Nel presente dipinto lo stile di Degas è particolarmente intenso e originale, per via dei tagli compositivi adottati, i quali propongono soluzioni visive nuove e dinamiche che si vanno a sostituire alla visione frontale, iconica e immobile propria della ritrattistica ufficiale (si pensi a Jean-Jacques Henner, anch'egli autore di un ritratto di Madame Jeantaud). Nell'opera di Degas, infatti, Madame Jeantaud fissa con disinvoltura l'osservatore, ma in maniera indiretta, attraverso il riflesso dello specchio, tradizionale simbolo della mutevolezza e dell'illusorietà del reale. Degas, in questo modo, riprende un motivo iconografico presente già nel Rinascimento (quella del «ritratto allo specchio») e scompone la realtà proponendola attraverso diversi «punti di vista», preludendo così all'arte cubista di Braque e Picasso.
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Iddio
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La montagna Sainte-Victoire (Cézanne 1905) La montagna Sainte-Victoire è una serie di dipinti ad olio su tela realizzati dal pittore francese Paul Cézanne. Il dipinto qui presente è stato realizzato tra il 1905 e il 1906 ed è attualmente conservato nel Museo Puškin di Mosca. L'opera raffigura il Sainte-Victoire, massiccio calcareo nella valle nei pressi di Aix-en-Provence, luogo molto familiare all'autore fin dall'infanzia. La montagna Sainte-Victoire è uno dei temi più frequentemente trattati dal pittore, fonte inesauribile di ispirazione per l'artista francese, questo è uno degli ultimi. Descrizione. Cézanne lavorerà a questo "motivo" per oltre vent'anni, realizzando diversi acquarelli e molti dipinti ad olio. La ricerca di sintesi si fa ancora più forte nella serie di dipinti dedicati alla montagna di Sainte-Victoire realizzati durante l'ultima fase dell'attività dell'artista. Il desiderio di rendere la sua arte il più possibile espressione naturale e concreta spinge il pittore ad affermare: "Il colore è biologico, è vivente, è il solo a far viventi le cose", e ancora "Per dipingere bene un paesaggio devo scoprire prima le sue caratteristiche geologiche". Si direbbe che il senso dell'arte di Cézanne consista in un incessante tentativo di portare alla luce ciò che in natura è immutabile, eterno, per riconoscere come riflesso nell'occhio che lo contempla, seppure per un istante, la medesima divina proprietà. È lui stesso a svelarcelo: "Ora, la natura, per noi uomini, è più profonda che in superficie, e da ciò la necessità di introdurre nelle nostre vibrazioni di luce, rappresentate dai rossi e dai gialli, una somma sufficiente di colori azzurrati per far sentire l'aria". Questo nesso tra percezione, rappresentazione e conoscenza si pone alla base della dissoluzione della forma che verrà poi operata dalle avanguardie novecentesche, in particolare dal Cubismo: lo spazio della pittura non è più dell'occhio ma dell'intelletto. Mentre in un primo momento Cézanne aveva trattato il soggetto in maniera figurativa, successivamente esso si riduce a forme sempre meno nitide e definite e sempre più astratte. Cézanne ha costruito il paesaggio attraverso l'accostamento di toni freddi con toni più caldi; il cielo contiene lo stesso verde del paesaggio, le zone di tela nuda, invece, sottolineano la natura bidimensionale della superficie. Curiosità ed approfondimenti. Questo quadro viene "usato" in un romanzo noir di "Antonio Muñoz Molina": L'inverno a Lisbona. Ecco la descrizione dell'autore: "I colori, diluiti nell'acqua o nella lontananza, disegnavano sullo spazio bianco una montagna violetta, una pianura di leggere macchie verdi che sembravano alberi o ombre di alberi in un brunito pomeriggio d'estate, un sentiero che si perdeva verso il declivio, una casa bassa e sola con una finestra abbozzata, un viale alberato che quasi la occultava, come se qualcuno avesse scelto di vivere lì per nascondersi, per guardare solamente la cima della montagna violetta."<br>Verrebbe da chiedersi se Molina si riferisce effettivamente a questa versione della "montagna di Sainte-Victoire" e non a un'altra (ad esempio una di quelle eseguite ad acquerello) in quanto l'espressione "I colori, diluiti nell'acqua" non può riferirsi a un dipinto eseguito ad olio (questa tecnica, infatti, non prevede l'acqua come diluente). L'espressione però potrebbe spiegarsi anche come la volontà di utilizzare una forma poetica (infatti il brano prosegue con "o nella lontananza"). Altrimenti si tratterebbe di un errore (seppur veniale) dell'autore.
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1,706,708,677.178535
Sei di Birmingham I Sei di Birmingham erano sei uomini (Hugh Callaghan, Patrick Hill, Gerard Hunter, Richard McIlkenny, William Power e John Walker) che vennero condannati all'ergastolo nel 1975 per l'attentato ai pub di Birmingham del 21 novembre 1974. Rilasciati nel 1991, la condanna divenne un imbarazzante caso di ingiustizia, poiché alcune prove furono ignorate e soprattutto perché vennero tenuti in carcere nonostante non avessero nulla a che fare con l'IRA.
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1,706,708,677.178601
Cenotafio alla memoria di Sir Joshua Reynolds Il cenotafio ("Cenotaph to the Memory of Sir Joshua Reynolds") è un dipinto (132x108,5 cm) realizzato nel 1836 dal pittore John Constable. È conservato nella National Gallery di Londra. Il quadro raffigura un angolo di Coleorton Hall, la proprietà di Sir George Beaumont nel Leicestershire. Il cenotafio è dedicato a Sir Joshua Reynolds. Il busto sulla destra rappresenta Raffaello Sanzio, mentre il busto sulla sinistra rappresenta Michelangelo.
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1,706,708,677.178629
Piccole gioie Piccole gioie è un dipinto a olio su tela (109,8x119,7 cm) realizzato nel 1913 dal pittore Vasilij Kandinskij. È conservato nel Guggenheim Museum di New York. Molti indizi fanno pensare che si tratti di una veduta di Mosca. Collegamenti esterni. Solomon R. Guggenheim Museum – Sito ufficiale
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Seriola (zoologia) Seriola è un genere di pesci d'acqua salata, appartenente alla famiglia Carangidae. La specie più conosciuta nel mar Mediterraneo è la ricciola.
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Pierre Martin Ngô Đình Thục Biografia. Monsignor Pierre Martin Ngô Đình Thục nacque a Huế il 6 ottobre 1897 in una ricca famiglia cattolica. Era il secondo dei sei figli di Ngô Đình Khả, un mandarino della dinastia Nguyễn che servì l'imperatore Thành Thái durante l'occupazione francese del Vietnam, e di Than Thi "Anna" Nguyen. Il suo fratello maggiore Khôi era governatore. Secondo quanto riferito, Khôi fu sepolto vivo dai Viet Minh subito dopo la rivoluzione di agosto del 1945 per essere stato un mandarino dell'amministrazione dell'imperatore filo-francese Bảo Đại. Altri tre fratelli, Diệm, Nhu e Cẩn, erano tutti politicamente attivi. Diệm fu ministro degli interni sotto Bảo Đại negli anni '30 per un breve periodo e tra la fine degli anni '40 e gli anni '50 aumentò la sua influenza nell'ambito di un movimento cattolico anticomunista in un periodo in cui vari gruppi cercavano di stabilire il loro dominio sul Vietnam. Nel 1955 Ngô Đình Diệm guidò un colpo di Stato, rovesciò l'imperatore e divenne presidente del Vietnam del Sud. Diệm, Nhu e Cẩn furono tutti assassinati durante il colpo di Stato del 1963. Il cardinale François-Xavier Nguyên Van Thuán era suo nipote, figlio di sua sorella. Formazione e ministero sacerdotale. Tra il 1904 e il 1908 frequentò la scuola di Pellerin, un istituto privato gestito dai Fratelli delle scuole cristiane. Nel settembre del 1909 fu ammesso nel seminario minore di An Ninh e nel settembre del 1917 al seminario maggiore di Phu Xuan, nel vicariato apostolico di Huê. Nel novembre del 1919 il vescovo Eugène-Marie-Joseph Allys lo inviò a Roma per studiare al Pontificio Collegio Urbano. Conseguì i dottorati in filosofia nel 1922, in teologia nel 1926 e la laurea in lettere. Il 20 dicembre 1925 fu ordinato presbitero a Roma dal cardinale Willem Marinus van Rossum. In seguito venne mandato in Francia per insegnare alla Sorbona. Tornò poi a Roma e nel 1927 conseguì il dottorato in diritto canonico al Pontificio ateneo romano di Sant'Apollinare. Dall'ottobre del 1927 al 6 marzo 1929 perfezionò gli studi di lettere all'Institut catholique di Parigi. Tornato in patria fu professore al Collegio dei fratelli vietnamiti a Huế, professore nel seminario maggiore "Sacro Cuore" di Huế e decano del Collegio della Provvidenza dall'ottobre del 1933. Ministero episcopale. L'8 gennaio 1938 papa Pio XI lo nominò vicario apostolico di Vĩnh Long e vescovo titolare di Sesina. Ricevette l'ordinazione episcopale il 4 maggio successivo nella cattedrale del Cuore Immacolato di Maria a Huế dall'arcivescovo Antonin-Fernand Drapier, delegato apostolico in Indocina, co-consacranti il vicario apostolico di Saigon Isidore-Marie-Joseph Dumortier e quello di Bùi Chu Dominique Maria Ho Ngoc Cân. Fu il terzo vescovo vietnamita. Realizzò la sede vescovile, fondò il seminario minore "Beato Ming" nel 1944, promosse le vocazioni nell'ordine delle Suore amanti della Santa Croce e la formazione di esse a scuola e all'università. Organizzò corsi di formazione per i giovani. Nel 1950 lui e suo fratello Diệm chiesero il permesso di recarsi a Roma per le celebrazioni dell'Anno Santo nella Città del Vaticano, ma andarono invece in Giappone a fare pressioni sul principe Cường Để per ottenere un appoggio per prendere il potere. Incontrarono anche Wesley Fishel, un consulente accademico americano per il governo degli Stati Uniti. Egli era un sostenitore della dottrina anti coloniale e anticomunista della terza forza in Asia e fu colpito da Diệm. Aiutò i fratelli a organizzare contatti e riunioni negli Stati Uniti per trovare sostenitori. Con lo scoppio della guerra di Corea e il maccartismo degli anni '50, gli anticomunisti vietnamiti erano visti con molto favore negli Stati Uniti. Diệm e Thục furono ricevuti al Dipartimento di Stato dal Segretario di Stato facente funzione James E. Webb, dove Thục parlò molto. Diệm allacciò uno stretto legame con il cardinale Francis Joseph Spellman, il religioso più politicamente influente del suo tempo. Spellman aveva studiato con Thục a Roma negli anni '30 e divenne uno dei più potenti sostenitori di Diệm. Con l'aiuto del fratello Diệm ottenne un'udienza con papa Pio XII a Roma. Spellman aiutò Diệm a trovare sostegno tra gli ambienti cattolici e di destra. Mentre la potenza francese in Vietnam declinava, il sostegno di Diệm negli Stati Uniti, che Thục contribuì a coltivare, fece aumentare la sua influenza. L'imperatore Bảo Đại lo nominò Primo ministro dello Stato del Vietnam perché pensava che le connessioni di Diệm gli potessero garantire ampi finanziamenti. Nell'ottobre del 1955 Diệm depose l'imperatore Bảo Đại in un referendum fraudolento organizzato da Nhu e si autoproclamò presidente della Repubblica del Vietnam. La famiglia Ngô accentrò i poteri su di sé favorendo i cattolici in un paese a maggioranza buddista. Il regime utilizzò la polizia segreta e l'imprigionamento e la tortura di oppositori politici e religiosi. Le politiche e il comportamento della famiglia Ngô infiammarono così le tensioni religiose. Il governo favoriva i cattolici nel servizio pubblico e nelle promozioni militari, così come nell'assegnazione di terreni, negli affari e nelle agevolazioni fiscali. Nel 1957 fondò l'Università di Da Lat, nella provincia di Lam Dong. Il 24 novembre 1960 papa Giovanni XXIII lo nominò arcivescovo metropolita di Huê. Divenne così il primo arcivescovo vietnamita. Rifece completamente la cattedrale arcidiocesana, ormai fatiscente, restaurò l'episcopio, riformò il seminario e fondò il seminario di Hoan-Thien (dal nome dei due martiri: Doan Trinh Hoan e Tran Van Thien). Restaurò e abbellì l'area di La Vang che divenne un centro di pellegrinaggio dei parrocchiani vietnamiti. In seguito chiese alla Santa Sede di innalzare la chiesa di La Vang a santuario e fondò il giornale del santuario La Vang che attirò lettori e collaboratori. Fu promotore di diverse attività sociali come la costruzione di sei scuole secondarie private alle quali furono ammessi studenti cattolici e non cattolici. Costruì il santuario della Santissima Trinità a Vĩnh Long e il santuario di San Pietro a Saigon. A Vĩnh Long costruì una casa per attività sociali con biblioteca e sala conferenze per le attività della gente. Restaurò molti orfanotrofi della diocesi. Nel maggio del 1963, nella città centrale di Huế, dove Thục era arcivescovo, ai buddisti fu proibito di mostrare la loro bandiera durante le celebrazioni del Vesak, che commemorano la nascita di Buddha. Il governo citò un regolamento che proibiva l'esposizioni di bandiere non governative. Alcuni giorni prima, i cattolici furono incoraggiati tuttavia a esporre bandiere vaticane per celebrare il 25º anniversario di episcopato di Thục. Per pagare le celebrazioni furono utilizzati fondi del governo e anche i residenti di Huế, una roccaforte buddista, furono costretti a contribuire. Questa situazione generò le proteste dei buddisti contro il governo che si interruppero quando nove civili furono uccisi o investiti in una carica dei militari. Nonostante le riprese mostrino il contrario, gli Ngô incolparono delle morti i Viet Cong. Scoppiarono altre proteste per l'eguaglianza dei diritti in tutto il paese. L'arcivescovo chiese ai suoi fratelli di sopprimere con la forza le manifestazioni. Più tardi, le forze degli Ngô attaccarono e vandalizzarono le pagode buddiste in tutto il paese nel tentativo di schiacciare il movimento in crescita. Si stima che fino a 400 persone rimasero uccise o scomparvero. Diệm fu rovesciato e assassinato insieme con suo fratello Nhu il 2 novembre 1963. Cẩn fu condannato a morte e giustiziato nel 1964. Dei sei fratelli, solo Thục e Luyện sopravvissero agli sconvolgimenti politici in Vietnam. Luyện era ambasciatore a Londra e Thục si trovava a Roma per il Concilio Vaticano II. Dopo il Concilio, per ragioni politiche e, più tardi, per eludere le punizioni del governo post-Diệm, all'arcivescovo Thục non fu permesso di tornare alle sue funzioni in patria e incominciò così la sua vita in esilio, inizialmente a Roma. Il 17 febbraio 1968 papa Paolo VI accettò la sua rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi e lo nominò arcivescovo titolare di Bulla Regia. Si trasferì poi a Tolone, in Francia, dove operò come confessore nella cattedrale fino al 1981 circa. Almeno una volta concelebrò in volgare la messa secondo il rito riformato da papa Paolo VI nel 1969. Sedevacantismo. Convinto che una crisi stesse devastando la Chiesa cattolica e subendo la crescente influenza dei cattolici sedevacantisti, consacrò numerosi vescovi senza il mandato dalla Santa Sede. Consacrazioni palmariane, prima scomunica e prima riconciliazione. Palmar de Troya è una cittadina spagnola, vicino a Siviglia. Negli anni '70 fu luogo di alcune supposte apparizioni mariane testimoniate da alcune ragazze e da un visionario di nome Clemente Domínguez, che più tardi si autoproclamò antipapa con il nome di Gregorio XVII. Domínguez fondò l'Ordine Carmelitano del Sacro Volto che più tardi divenne la Chiesa cattolica palmariana. L'arcivescovo Thục credette a queste rivelazioni mistiche e nel dicembre del 1975 si recò a Palmar de Troya. Lì l'11 gennaio 1976, contro la volontà della Santa Sede, ordinò cinque vescovi: Clemente Domínguez Gómez, Manuel Alonso Corral, Camilo Leandro Estevez Puga de Maside, Michael Thomas Donnelly e Francis Bernard Fulgencio Sandler. Per questo motivo, Thục e i vescovi da lui ordinati furono scomunicati da papa Paolo VI. Successivamente, Thục si pentì, fu reintegrato nella Chiesa di Roma e inviato in penitenza, quale assistente del parroco, nella minuscola località di Civitavecchia di Arpino, ove risiedette stabilmente dal 1976 al 1978. Nel frattempo Clemente Domínguez Gómez fondò la Chiesa cattolica palmariana. Essa attualmente è guidata da Joseph Odermatt, dal 2016 papa con il nome di "Pietro III". Nuove consacrazioni, seconda scomunica. Successivamente, rifiutò di seguire le riforme del Concilio Vaticano II e il 7 maggio 1981 ordinò vescovo Michel Louis Guérard des Lauriers senza il consenso della Santa Sede. Des Lauriers era un frate domenicano, esperto del dogma dell'Assunzione di Maria, consigliere di papa Pio XII ed ex professore alla Pontificia Università Lateranense. Nell'ottobre del 1981 consacrò vescovi due sacerdoti messicani ed ex professori di seminario, Moisés Carmona y Rivera (di Acapulco) e Adolfo Zamora y Hernández (di Città del Messico). Entrambi questi sacerdoti erano convinti che la sede papale di Roma fosse vacante e che i successori di papa Pio XII fossero eretici usurpatori dell'ufficio papale e del potere. Nel febbraio 1982, nella chiesa di San Michele a Monaco di Baviera, rilasciò una dichiarazione in cui affermava che la Santa Sede era vacante, intimando che desiderava una restaurazione della gerarchia per porre fine alla sede vacante. Tuttavia, i vescovi sedevacantisti nominati da Thục non costituirono mai un movimento unitario, ma agirono singolarmente, sostenendo le proprie posizioni e nominando solo pochi altri vescovi. Può aver compiuto altre consacrazioni oltre ai cinque vescovi a Palmar de Troya e ai tre sedevacantisti nel 1981. Si dice che abbia consacrato due sacerdoti, Luigi Boni e Jean-Gérard Roux, a Loano, in Italia, il 18 aprile 1982. Tuttavia, il dottor Heller, membro della Foederatio Internationalis Una Voce di Monaco di Baviera disse che Thục in quei giorni era con lui nella capitale della Baviera. I vescovi consacrati da Thục procedettero a consacrare altri vescovi per vari gruppi cattolici, molti dei quali sedevacantisti. Il 25 settembre 1982 ordinò vescovo Christian Marie Datessen, già vescovo della Chiesa vetero-cattolica. In questo periodo, Thục consacrò numerosi individui di tendenza vetero-cattolica o appartenenti a chiese cattoliche indipendenti: molti di essi collezionarono più linee di successione apostolica e vennero ordinati da più di una chiesa o setta. Sul finire del 1982, Thục partì per gli Stati Uniti d'America su invito di Louis Vezelis, un ex frate francescano missionario, cattolico tradizionalista, che fu consacrato vescovo da uno dei vescovi della linea di Thục, George Musey, coadiuvato dai vescovi Carmona, Zamora e Martínez, per fornire ai vescovi un "concilio imperfetto" che avrebbe avuto luogo in seguito in Messico per eleggere un papa legittimo tra di loro. Il 12 marzo 1983 Thuc fu nuovamente scomunicato, da Papa Giovanni Paolo II. Si stabilì a New York, ma successivamente si trasferì nel monastero della Congregazione della Madre corredentrice di Carthage, nel Missouri. Lì, nell'agosto del 1984, presiedette il congresso mariano. In quella sede pronunciò quelle che si dice siano state le ultime parole della sua vita in pubblico: "Per 20 anni non ho mai visto persone vietnamite come queste. Vorrei ringraziare tutti voi per la vostra gentilezza e per il popolo vietnamita nel mio cuore". Seconda riconciliazione e morte. Il 5 dicembre 1984 fu ricoverato al St. John's Regional Medical Center di Joplin. Morì il 13 dicembre 1984 all'età di 87 anni. È sepolto nel cimitero della Resurrezione di Springfield. Qualche mese prima della morte si era riconciliato con la Chiesa cattolica, abiurando le sue attività scismatiche. Genealogia episcopale e successione apostolica. La genealogia episcopale è: La successione apostolica è: Senza il permesso della Santa Sede:
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1,706,708,677.178784
Via Antica consolare campana La via Antica consolare campana, altrimenti detta via Campana, sorge in Campania sul tracciato di una delle principali strade dell'Impero Romano. Caratteristiche. Lunga 21 miglia, cominciava dall'Anfiteatro Flavio di Puteoli (oggi Pozzuoli) e si snodava tra alcuni antichi crateri, passando per i territori degli attuali comuni di Quarto, Marano di Napoli, Qualiano, Giugliano in Campania, Aversa e Teverola finendo sulla via Appia a Capua antica (oggi nel comune di Santa Maria Capua Vetere). Al quarto miglio attraversava il cratere di Quarto Flegreo in cui sorge l'omonima città dando luogo al passaggio detto Montagna Spaccata, letteralmente un taglio fatto dagli antichi romani nella parete del cratere per permettere l'attraversamento fino al lato opposto del cratere (dove invece la strada sale lungo i pendii). Il passaggio di Montagna Spaccata è tuttora perfettamente conservato e utilizzato come via principale per uscire ed entrare dal comune. È ancora possibile osservare i mattoni posti dagli antichi romani per impedire il collassamento delle pareti del cratere, che si sono conservati ottimamente lungo tutto il passaggio. Percorrendo la strada è possibile notare ai suoi lati vari complessi di catacombe e necropoli romane. Nel XIX secolo fu tracciata la "Nuova via Campana" che in diversi tratti si sovrappone a quella antica. Vennero costruiti il Ponte Surriento a Qualiano e le cosiddette Colonne di Giugliano che rappresentano la porta di ingresso a Giugliano e alla "Nuova via Campana".
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1,706,708,677.178926
Triumph Herald La Herald è un'autovettura di piccole dimensioni prodotta dalla Triumph Motor Company tra il 1959 ed il 1971. Contesto. A metà degli anni cinquanta il gruppo "Standard-Triumph" era alle prese con la progettazione di un'erede per la piccola (e sfortunata) Standard Eight. Dati i piani del gruppo di abbandonare il marchio Standard e concentrarsi su quello Triumph, il progetto venne definito in base alla tradizione di quest'ultimo. La nuova utilitaria doveva essere tradizionale, elegante, ben rifinita e affidabile. Nessuna raffinatezza tecnica dunque, ma telaio separato dalla carrozzeria (una caratteristica già obsoleta), 4 freni a tamburo, trazione posteriore e motore 4 cilindri in linea con albero a camme laterale, proveniente dalla "Standard Eight". Le uniche concessioni al moderno riguardavano il cambio, a 4 marce sincronizzate (eccetto la 1°), lo sterzo (a cremagliera) e la sospensione posteriore a ruote indipendenti. La linea a 3 volumi e 2 porte, opera di Giovanni Michelotti era bella ed elegante, mentre molto curate erano le finiture e le dotazioni. Per quanto riguarda l'estetica della "Herald", la sua concezione si deve a Harry Webster, alto dirigente del Gruppo Standard-Triumph, che tornando dalle ferie a Sorrento, passò da Michelotti a Torino, per vedere se aveva apportato le correzioni richieste al prototipo "Zobo" messo a punto dall'équipe tecnica capeggiata da Arthur Ballard. Lasciata la famiglia ad attendere in auto, Webster salì nello studio di Michelotti, che ancora non aveva iniziato a lavorare sul progetto, e ne uscì dopo 9 ore con la versione definitiva della Herald (peraltro totalmente nuova rispetto alla Zobo). A deludere le aspettative, al momento del lancio (1959), furono solo le prestazioni. Il vecchio 4 cilindri a carburatore di 948 cm³ disponeva soltanto di 39 cv e non brillava nemmeno per elasticità. La carenza venne resa ancora più evidente dall'introduzione, nel 1960, delle varianti coupé (una berlina con padiglione ridisegnato e abbassato) e "Convertible", che avrebbero richiesto un motore più sportivo. La casa automobilistica pose rimedio a questo punto debole nel 1961, quando la cilindrata crebbe, per tutte le versioni, a 1147 cm³ e la potenza toccò i 48 CV. Contemporaneamente la vettura beneficiò di una serie di affinamenti (plancia rivestita in legno, profili gommati sui paraurti anteriori, nuovi sedili, possibilità di montare a richiesta freni anteriori a disco) Lo stesso anno le versioni berlina, coupé e convertibile vennero affiancate dalla "Estate", dotata di portellone posteriore apribile in 2 parti con ribaltina. Nel 1963 la versione coupé venne tolta dal listino, mentre la berlina e la convertibile vennero rese disponibili anche nell'allestimento sportivo "12/50", con motore potenziato a 51 CV e freni anteriori a disco di serie. Nel 1964 anche la Estate poteva essere ordinata in versione 12/50. Tra il 1962 e il 1964 ne venne resa disponibile anche una versione van, di cui si presume ne siano stati prodotti circa 4.600 esemplari. Nel 1967 la Herald 12/50 venne ristilizzata, sia all'esterno, dove adottò il frontale (cofano e mascherina) della Vitesse (ma con fari singoli), che all'interno (nuova plancia, sempre rivestita in legno, e diversi sedili). Le 12/50 lasciarono il posto alle "13/60", con motore maggiorato a 1296 cm³ (61 CV), mentre anche le "1200" standard da 48 CV adottarono di serie i freni anteriori a disco. La produzione cessò nel 1971. Dati di produzione. Le fonti non sono sempre concordi in merito al numero di esemplari costruiti, si può presumere una produzione di:
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1,706,708,677.17897
Carangidae I Carangidi (Carangidae ) sono una famiglia di pesci ossei marini. Biologia. Questi pesci hanno, nella quasi totalità, abitudini pelagiche e predatorie. Spesso sono gregari e vivono e cacciano in fitti branchi. Sono assai più comuni nei mari caldi e, in Europa sono comuni nel mar Mediterraneo mentre nei mari settentrionali è diffuso il solo "Trachurus trachurus". Descrizione. Il loro adattamento ad uno stile di vita pelagico è ben visibile nel corpo fusiforme ed allungato, nella pinna caudale falcata ed ampia, nel peduncolo caudale forte e spesso ornato di pinnule. Le pinne dorsali sono sempre due, la più anteriore dotata di raggi spiniformi (spesso ridotti ad una fila di tubercoli appena riconoscibili) e la posteriore molle e spesso più lunga, la pinna anale è preceduta da due raggi spinosi brevi, le pinne pettorali sono spesso potenti mentre le pinne ventrali sono di solito piccole. Il corpo è spesso fusiforme ma non mancano specie con corpo schiacciato lateralmente. Le scaglie sono piccole e talvolta assenti, lungo la linea laterale sono spesso presenti (ad es. nei generi "Trachurus" e "Caranx") delle squame allargate, sul terzo posteriore o su tutta la lunghezza. I denti sono piccoli. La colorazione dà in genere sull'azzurro o sull'argenteo ma non mancano specie con tonalità più intense o con riflessi multicolori. Le dimensioni sono in genere consistenti. Tassonomia. In questa famiglia sono riconosciuti i seguenti generi:
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1,706,708,677.179076
Jonathan Pollard È stato il primo statunitense condannato all'ergastolo per aver comunicato segreti ad un alleato degli USA. A sua discolpa, Pollard disse che aveva fatto spionaggio solo perché "il sistema di intelligence americano nel suo complesso aveva messo in pericolo la sicurezza di Israele sottacendo informazioni cruciali". Le autorità israeliane, i gruppi attivisti statunitense-israeliani, ed alcuni politici USA cui la sua condanna appariva ingiusta fecero continue pressioni per ottenere la commutazione o la riduzione della sua sentenza. Il governo israeliano riconobbe una parte del ruolo svolto nell'attività spionistica di Pollard nel 1987, e avanzò scuse formali agli USA, ma fino al 1988 non ammise di averlo pagato. Nel corso della sua detenzione, Israele tentò più volte infruttuosamente di ottenere il suo rilascio, attraverso sia canali ufficiali, sia ufficiosi. Gli fu conferita la cittadinanza israeliana nel 1995. Sebbene Benjamin Netanyahu sostenesse che Pollard aveva lavorato solo per Israele, egli ammise di aver proposto i suoi servigi — talora anche con successo — ad altri Paesi. Ad opporsi ad ogni forma di clemenza erano molte autorità politiche USA in carica o pregresse, tra cui Donald Rumsfeld, Dick Cheney, l'ex direttore CIA George Tenet; alcuni ex Segretari alla difesa USA; un gruppo "super partes" di leader del Congresso; e membri della comunità di intelligence USA. Sostenevano che il danno alla sicurezza nazionale USA arrecato dallo spionaggio di Pollard fosse molto più grave, vasto, e duraturo di quanto conosciuto dall'opinione pubblica. Sebbene Pollard affermasse di aver fornito ad Israele solo informazioni necessarie alla sua sicurezza, i suoi critici dichiararono che non c'era modo di sapere cosa Israele avesse ricevuto attraverso scambi legittimi, e che molti dati da lui compromessi non avevano a che fare con la sicurezza di Israele. Pollard rivelò aspetti del processo di raccolta di intelligence USA, i loro "fonti e metodi". Pollard vendette numerosi segreti in materie molto sensibili, tra cui il manuale NSA in dieci volumi su come gli USA raccolgono le loro informazioni SIGINT, e rivelò i nomi di migliaia di persone che avevano cooperato con organi di intelligence USA. Il 20 novembre 2015 Pollard è stato rilasciato in libertà condizionale dopo 30 anni, in ossequio alle linee guida federali in vigore al momento della sua condanna. Il 20 novembre 2020 terminò il periodo di libertà condizionale e caddero tutte le restrizioni. Il 30 dicembre 2020 Pollard e la sua seconda moglie si trasferirono in Israele; attualmente vivono a Gerusalemme. Anni giovanili. Jonathan Jay Pollard nacque a Galveston (Texas) nel 1954, in una famiglia ebrea, ed era il figlio minore dei tre di Morris e Mildred "Molly" Pollard. Nel 1961 la sua famiglia si trasferì a South Bend (Indiana), dove suo padre Morris, premiato microbiologo, insegnava all'Università di Notre Dame. Quando era ancora molto giovane, Pollard si rese conto dello spaventoso contributo di morte che l'Olocausto aveva imposto alla sua più stretta famiglia, dal lato materno, i Klein (Kahn) di Vilnius in Lituania, e poco dopo il suo bar mitzvah, chiese ai suoi genitori di visitare i campi di sterminio nazisti. La famiglia di Pollard si impegnò a fondo per instillare un senso di identità ebraica nei propri figli, e questo si estendeva anche alla causa di Israele. Pollard crebbe con quello che lui chiamava "obbligo razziale" verso Israele, e fece il suo primo viaggio in Israele nel 1970, nell'ambito di un programma scientifico visitando l'Istituto Weizmann a Rehovot. Mentre si trovava lì, fu ricoverato dopo una colluttazione con un altro studente. Uno scienziato del Weizmann ricordò che Pollard si era fatto "la reputazione di essere un piantagrane". Terminata la high school Pollard frequentò la Stanford University, in cui conseguì un diploma in scienze politiche nel 1976. Molti suoi conoscenti ricordano che finché si trovava lì si vantava di avere la doppia cittadinanza USA e israeliana, affermava di aver lavorato per il Mossad, di aver raggiunto il grado di colonnello delle forze di difesa israeliane (arrivando a spedirsi da solo un telegramma con l'indirizzo "colonnello Pollard"), e di aver ucciso un arabo durante il servizio di guardia presso un kibbutz. Dichiarava ancora che suo padre, Morris Pollard era un agente segreto della CIA, e di essere fuggito dalla Cecoslovacchia quando era un bambino durante la Primavera di Praga nel 1968, allorché sarebbe stato scoperto il ruolo del padre nella CIA. Non c'era nulla di vero. Pollard si iscrisse a varie facoltà, ma non conseguì mai la laurea. La futura moglie di Pollard, Anne Henderson (nata nel 1960), si trasferì a Washington D.C. nell'autunno del 1978 per abitarvi con il padre (recentemente divorziato) Bernard Henderson. Nell'estate del 1981 si trasferì in una casa su Capitol Hill con altre due donne e, attraverso un amico di una delle sue coinquiline, incontrò per la prima volta Pollard. In seguito disse di essersi innamorata al loro primo appuntamento — erano una "coppia inseparabile" a partire dal novembre 1981, e nel giugno 1982, quando scadde il suo contratto d'affitto di Capitol Hill, si spostò nell'appartamento di Pollard ad Arlington (Virginia). Nel dicembre 1982 la coppia si trasferì nel centro di Washington D.C., in una appartamento con due camere da letto al numero 1723 di 20th Street NW, presso Dupont Circle. Si sposarono il 9 agosto 1985, più di un anno dopo che Pollard aveva iniziato a spiare per Israele, con una cerimonia civile a Venezia. Al tempo del loro arresto, nel novembre 1985, pagavano 750 dollari (equivalenti a dollari del 2020) mensili di affitto. Carriera iniziale. Pollard iniziò a candidarsi per lavori nei servizi segreti nel 1979 dopo aver lasciato l'università, prima alla Central Intelligence Agency (CIA) e poi alla U.S. Navy. Pollard fu scartato per il lavoro alla CIA dopo essersi sottoposto ad un test della verità in cui ammise di aver fatto ampiamente uso di droghe illegali tra il 1974 e il 1978. Se la cavò meglio con la marina militare, e il 19 settembre 1979 fu assunto dal Navy Field Operational Intelligence Office (NFOIO), un ufficio del Naval Intelligence Command (NIC). Come specialista di intelligence, doveva lavorare su affari sovietici presso il Navy Ocean Surveillance Information Center (NOSIC), un dipartimento del NFOIO. Per ottenere il necessario nulla osta sicurezza venivano assunte delle informazioni, ma non veniva applicata la macchina della verità. Non bastava un'autorizzazione "Top Secret" ma ci voleva una più esclusiva "Sensitive Compartment Infomation" (SCI). La marina militare chiese inutilmente notizie alla CIA circa Pollard, compresi gli esiti del test della verità che rivelava l'abuso di sostanze narcotiche da parte di Pollard. Pollard ricevette un'autorizzazione temporanea di sicurezza non-SCI in attesa che fossero completate le informazioni che venivano assunte su di lui, il che all'epoca era normale per i neo-assunti. Fu assegnato temporaneamente al servizio in un altro dipartimento NIC, la "Naval Intelligence Support Center" (NISC) "Surface Ships Division", dove avrebbe potuto lavorare a compiti che non richiedevano autorizzazione SCI. Il centro operazioni NOSIC e il NISC all'epoca si trovavano entrambi a Suitland (Maryland). Due mesi dopo essere stato assunto, Pollard avvicinò il direttore tecnico del NOSIC, Richard Haver, e gli propose di avviare un'operazione non ufficiale con il National Intelligence Service sudafricano. Gli raccontò anche una menzogna sul presunto coinvolgimento del padre in operazioni CIA in Sudafrica. Haver iniziò a diffidare di Pollard e chiese che venisse allontanato. Però il superiore di Haver credeva che il supposto collegamento di Pollard con i servizi segreti sudafricani potesse essere utile, e lo riassegnò ad un'operazione HUMINT della marina militare, Task Force 168 (TF-168). Mentre si trasferiva al suo nuovo lavoro nella TF-168, Pollard iniziò daccapo ad avere contatti con qualcuno molto in alto nella catena di comando, questa volta l'ammiraglio Sumner Shapiro, comandante del Naval Intelligence Command (CNIC), a proposito di una sua idea per la TF-168 e il Sudafrica. (Il gruppo TF-168 aveva trasmesso le sue idee.) Dopo l'incontro, Shapiro ordinò immediatamente che le autorizzazioni di sicurezza di Pollard fossero revocate e che fosse riassegnato ad una posizione di minor delicatezza. Secondo "The Washington Post", Shapiro liquidò Pollard come un "balengo", dicendo più tardi, "chissà perché diavolo non lo ho licenziato." A causa dell'assegnazione ad altro incarico, l'ordine di Shapiro di annullare le autorizzazioni di Pollard andò nel dimenticatoio. Però l'ufficio di Shapiro fece seguito con una richiesta al TF-168 affinché Pollard fosse inquisito dalla CIA. La CIA concluse che Pollard era un rischio e sconsigliò che gli fosse affidata qualunque attività di raccolta informazioni. Un successivo test della verità fu inconcludente, sebbene avesse indotto Pollard a confessare di aver "fatto dichiarazioni false" ai suoi superiori, di aver fatto uso di droga in passato, e di aver intrattenuto contatti non autorizzati con rappresentanti di governi stranieri. L'agente speciale che eseguì il test ebbe l'impressione che Pollard, che a tratti "iniziava a gridare, agitarsi ed emettere suoni gutturali come se fosse stato per vomitare", stesse fingendo un malore per vanificare il test. Sconsigliò che a Pollard fosse consentito l'accesso ad informazioni con classificazione di sicurezza alta. Per Pollard fu richiesta la valutazione psichiatrica. Il nulla osta sicurezza di Pollard fu ridotto a Secret. Di conseguenza propose un reclamo e minacciò azioni legali per riottenere la sua autorizzazione SCI. In attesa che il suo reclamo fosse trattato, lavorò su materiale meno importante e ricevette giudizi di eccellente prestazioni. Nel 1982, dopo che lo psichiatra ebbe concluso che Pollard non soffriva di alcuna malattia mentale, il nulla osta di Pollard fu elevato a SCI. Spionaggio. Poco dopo che Pollard aveva iniziato a lavorare alla NIC/TF-168, incontrò Aviem Sella, un veterano che aveva combattuto con l'aeronautica militare israeliana. In quel periodo, Sella era in aspettativa dal suo lavoro di colonnello per conseguire la laurea in informatica frequentando la New York University. Pollard disse a Sella che lavorava nei servizi segreti della marina, gli raccontò delle specifiche situazioni in cui l'intelligence USA aveva tenuto nascosto delle informazioni ad Israele, e si propose di lavorare come spia. Benché Sella avesse dubitato che Pollard potesse essere una specie di esca dell'FBI che intendeva "reclutare" un cittadino israeliano [per spiare contro la propria patria], finì per credergli. Sella telefonò al suo comandante dell'intelligence aeronautica a Tel Aviv per ulteriori istruzioni, e la chiamata fu dirottata al capo di stato maggiore dell'aeronautica. A Sella fu ordinato di creare un contatto con Pollard, ma di stare attento. Fu avvertito che o gli americani stavano offrendo un "gancio" per scovare attività spionistiche straniere, oppure se costui era una spia autentica, Sella avrebbe dovuto stare ben attento al suo lavoro. Nel giro di pochi giorni, nel giugno 1984, Pollard iniziò a passare informazioni classificate a Sella. Gli vennero corrisposti dollari in contanti più un costosissimo anello con diamante e zaffiro, che Pollard in seguito donò alla fidanzata Anne, chiedendole di sposarlo. Pollard era ben pagato da Israele: riceveva uno stipendio che nell'ultimo periodo arrivava a dollari (pari a dollari nel 2020) mensili, e decine di migliaia di dollari in contanti per rimborsi di alberghi, pasti e gioielli. Nella dichiarazione che fece al giudice Robinson prima della sentenza, Pollard disse che il denaro era un benefit che gli era stato imposto. "È vero che accettavo i soldi", ammise, ma solo "come conseguenza di quanto stavo facendo bene il mio lavoro". Raccontò che in un momento successivo aveva detto al suo controllore, Rafi Eitan, una spia di lungo corso che al tempo dirigeva il Lekem, un'unità di spionaggio scientifico in Israele, che, "non solo intendevo restituire tutto il denaro che avevo ricevuto, ma volevo creare una cattedra presso lo "Israeli General Staff's Intelligence Training Center" nei pressi di Tel Aviv. Ronald Olive, investigatore Naval Criminal Investigative Service (NCIS), ha affermato che Pollard aveva passato informazioni classificate al Sudafrica, e aveva tentato, attraverso un intermediario, di vendere informazioni classificate al Pakistan in numerose occasioni. Pollard rubò anche documenti classificati riferiti alla Cina nell'interesse di sua moglie, che usò le informazioni per promuovere i suoi interessi di affari personali. Teneva questi materiali segreti in giro par la casa, dove li scoprirono le autorità inquirenti quando venne alla luce l'attività spionistica di Pollard. Durante il processo Pollard, il memorandum del governo USA che richiedeva la sua condanna contestò la "dichiarazione dell'imputato sul punto che sarebbe stato motivato da altruismo piuttosto che da avidità". Il governo disse che Pollard aveva "rivelato informazioni classificate per ricavarne vantaggi finanziari" in altre circostanze: «L'indagine del governo ha rivelato che l'imputato ha fornito ad alcuni dei suoi conoscenti documenti classificati statunitensi che l'imputato ha ottenuto attraverso fonti della marina militare statunitense. I documenti classificati che l'imputato ha rivelato a due di questi conoscenti, entrambi consulenti d'investimento professionali, contenevano analisi economiche e politiche classificate che l'imputato credeva avrebbero aiutato i suoi conoscenti a dare consigli d'investimento ai loro clienti... L'imputato ha riconosciuto che, sebbene non sia stato pagato per le sue rivelazioni non autorizzate di informazioni classificate ai suddetti conoscenti, sperava di essere ricompensato alla fine attraverso opportunità commerciali che questi individui avrebbero potuto organizzare per l'imputato quando alla fine avesse lasciato la sua posizione con la Marina degli Stati Uniti. Infatti, l'imputato era coinvolto in un'impresa commerciale in corso con due di questi conoscenti nel momento in cui ha fornito loro le informazioni classificate...» Nel corso del processo Pollard, le autorità australiane denunciarono la divulgazione di documenti classificati americani per mano di Pollard ad un ufficiale della Royal Australian Navy mentre era impegnato in un programma che prevedeva lo scambio di personale delle rispettive marine militari tra USA e Australia. L'ufficiale australiano, messo in allarme dal fatto che Pollard reiteratamente gli avesse svelato dati etichettati "No Foreign Access Allowed" ("non consentito l'accesso a stranieri"), segnalò tali indiscrezioni alla sua catena di comando. I suoi capi lo richiamarono dall'incarico negli USA, temendo che le soffiate potessero avere a che fare con una "trappola CIA". Quando gli fu contestata l'accusa dopo aver fatto la sua dichiarazione circa la colpevolezza, Pollard ammise solo di aver passato un unico documento classificato all'australiano; poi cambiò versione, asserendo che fossero stati i suoi superiori a ordinargli di condividere le informazioni con gli australiani. Quanto meno fino al 2014, l'esatta misura delle informazioni che Pollard passò ad Israele non era stata ufficialmente rivelata. Alcuni articoli giornalistici citarono una memoria segreta di 46 pagine, che fu consentito a Pollard e alla sua difesa di esaminare. Fu procurata al giudice dal Segretario alla difesa Caspar Weinberger, secondo il quale lo spionaggio di Pollard aveva implicato, tra l'altro, la copiatura della versione più recente di "Radio-Signal Notations" (RASIN), un manuale in 10 volumi che descrive molto dettagliatamente la rete americana di sorveglianza elettronica globale. Dopo il rilascio di Pollard, l'ex vicecapo del Mossad Ram Ben-Barak deplorò pubblicamente Pollard, dicendo che il reclutamento e l'operazione "erano sconosciuti ai vertici dell'intelligence e non autorizzati" con un conseguente danno alle relazioni USA-Israele, ben superiore al valore delle informazioni procurate da Pollard. "Il nostro intero rapporto con gli USA si deteriorò. Alcuni persero il lavoro di conseguenza," secondo Barak. "Ha causato anni e anni di diffidenza, con gli americani che sospettavano che lui non fosse l'unico, e sentivano di non aver ricevuto le necessarie spiegazioni. Non credevano che non fosse autorizzato. Ha causato un danno enorme, enorme. Lo vedevano come un tradimento verso di loro." Arresto. Lo spionaggio di Pollard rischiò di essere svelato nel 1984 quando un capodipartimento notò un rapporto su equipaggiamenti militari sovietici e si chiese come avesse a che fare con il suo ufficio. Pollard, cui fu ricondotto il rapporto, fu interpellato in proposito, e rispose che aveva lavorato su reti terroristiche, venendo creduto. Nel 1985 un suo collega denunciò anonimamente che Pollard aveva portato via materiale classificato dal NIC. Il collega osservò che Pollard apparentemente non portava il materiale in qualche posto che si sapesse appropriato, come gli altri organismi di intelligence della zona. Sebbene Pollard fosse autorizzato a trasportare documenti ed il collega ammettesse che i documenti erano custoditi in modo consono, sembrava fuori luogo che Pollard trasportasse documenti in un venerdì pomeriggio in cui c'era poco da fare e tutti sembravano pensare al weekend alle porte. In definitiva la denuncia non ebbe seguito, poiché parve che il fatto fosse occorso in orario di servizio e Pollard avesse in corso un'attività che riguardava altri uffici. In un altro caso il diretto superiore di Pollard, avendo del lavoro straordinario da terminare in ufficio di sabato, era arrivato alla scrivania di Pollard, notando del materiale non classificato lasciato imprudentemente in giro. Prendendo l'iniziativa di metterlo al sicuro, il supervisore sbirciò e vide che non era pertinente alle questioni di antiterrorismo ai Caraibi su cui stava lavorando la sezione. Vedendo altri documenti non pertinenti, il supervisore pensò che ci fosse lo zampino di qualche servizio segreto straniero, però non riuscì a stabilire quale fosse la nazione interessata. Pollard fu fermato e interrogato da agenti FBI circa una settimana dopo mentre portava via materiale classificato dai locali del suo ufficio. Spiegò che lo stava portando ad un altro analista di un diverso organo per sentire il suo parere. Questo racconto fu verificato, e risultò falso. Pollard domandò di telefonare alla moglie per dirle dove si trovava. Poiché la partecipazione alla discussione era — da parte di Pollard — volontaria, gli investigatori dovettero acconsentire. Durante la telefonata ad Anne, Pollard usò la parola in codice "cactus" per comunicare che era nei guai, e che lei doveva far sparire da casa tutto il materiale classificato. Lei ci provò, chiedendo aiuto ad un vicino. Pollard accettò poi una perquisizione a casa sua, che trovò i pochi documenti sfuggiti ad Anne. A quel punto l'FBI decise di lasciare il caso ai supervisori di Pollard, poiché avevano scoperto solo un trattamento negligente di documenti, e nessuna prova che Pollard stesse passando informazioni classificate. Il caso esplose pochi giorni dopo, quando i suoi superiori gli chiesero di fare un test della verità. Lui invece ammise di aver passato documenti illegalmente, ma senza nominare Israele. L'FBI ritornò in campo. Poco dopo, il vicino di Pollard, ufficiale di marina militare, prese a preoccuparsi di mettere in salvo la valigia da 32 kg piena di documenti strettamente classificati che Anne gli aveva lasciato, e iniziò a chiamare la comunità di intelligence militare chiedendo consiglio. Collaborò pienamente all'inchiesta e non fu mai accusato di alcun delitto. Dopo la sua parziale confessione, Pollard fu posto sotto sorveglianza, ma non arrestato. Il 21 novembre 1985 assieme a sua moglie tentò di ottenere asilo nell'ambasciata israeliana di Washington D.C., dove all'epoca era ambasciatore il futuro primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu, ma le guardie israeliane ingiunsero loro di andarsene. Non appena ebbe lasciato la sede diplomatica, Pollard venne arrestato da agenti FBI. Il suo controllore, Rafi Eitan, in un'intervista della 2014 dichiarò che Pollard era stato avvisato che l'avevano scoperto, e gli era stato dato un segnale convenuto perché lasciasse gli Stati Uniti, ma invece Pollard "girò a vuoto per tre giorni con quegli altri che lo seguivano. Aveva molte opportunità di fare quello che gli avevo detto e non lo fece." Eitan sostenne di aver dato l'ordine di espellere Pollard dall'ambasciata. Dopo l'arresto di Pollard, Anne sfuggì alla sorveglianza dell'agente FBI che la seguiva, incontrò Sella in un ristorante e lo informò dell'arresto del marito. Di conseguenza, furono informati tre membri del personale diplomatico implicati nell'operazione: gli addetti scientifici Yosef Yagur e Ilan Ravid e il segretario di ambasciata Irit Erb. Il Lekem non aveva previsto questo sviluppo di eventi né aveva predisposto piani di fuga, e fu detto loro di fuggire immediatamente. L'appartamento in cui si tenevano e copiavano i documenti rubati da Pollard fu ripulito, e tutti e quattro lasciarono immediatamente Washington. Sella e sua moglie presero un treno per New York e da lì un volo per Londra, Yagur fuggì in Canada, Erb in Messico, e Ravid a Miami, da cui presero voli di collegamento per Israele. Furono tutti fuori dagli Stati Uniti in 24 ore. Anne fu arrestata il giorno successivo, il 22 novembre 1985. Indagini. Prima della dichiarazione di colpevolezza di Pollard, il governo USA iniziò a preparare contro di lui un rinvio a giudizio con molti capi d'accusa, tra cui reati di droga e frode fiscale, oltre a spionaggio. Il governo affermò che Pollard avesse usato documenti classificati nel vano tentativo di negoziare un traffico d'armi con i governi di Sudafrica, Argentina, e Taiwan. Gli investigatori FBI stabilirono pure che Pollard avesse incontrato tre pachistani ed un iraniano allo scopo di trafficare armi nel 1985. Pollard alla fine collaborò con gli investigatori in cambio di un patteggiamento che garantisse maggior clemenza per sé e per la moglie. Israele disse in principio che Pollard lavorava per un'organizzazione non autorizzata e deviata, e mantenne questa posizione per oltre dieci anni. Alla fine Israele accettò di collaborare alle indagini in cambio di immunità per i suoi cittadini coinvolti. Quando fu loro richiesto di restituire il materiale rubato, gli israeliani avrebbero messo a disposizione solo poche decine di documenti meno rilevanti. All'epoca, gli americani sapevano che Pollard aveva passato decine di migliaia di documenti. Gli israeliani crearono un programma progettato per logorare gli investigatori americani, comprese molte ore al giorno di pendolarismo in autobus oscurati su strade accidentate, e frequenti cambi di autobus, lasciandoli senza tempo adeguato per dormire, e impedendo loro di dormire durante il viaggio. L'identità dell'originario controllore di Pollard, Sella, non venne rivelata. Tutte le domande dovevano essere tradotte in ebraico, le risposte erano formulate in ebraico, e poi ritradotte in inglese, sebbene tutte le persone coinvolte parlassero un perfetto inglese. Il comandante Jerry Agree ricorda che, anche quando stava lasciando l'aeroporto, il personale della sicurezza si premurò di avvisarlo "tu non tornerai mai più qui". Una volta arrivato negli USA, Agee si accorse che dal suo bagaglio erano stati rubati vari oggetti. Gli atti ostili non pervenivano solo da guardie e autorità, ma anche dagli organi di informazione israeliani. Alla fine Sella fu incriminato per tre accuse di spionaggio da una corte degli Stati Uniti. Israele non permise che Sella fosse interrogato senza garanzia di immunità. Gli Stati Uniti rifiutarono dato che Israele non aveva mantenuto in precedenza la promessa di collaborare. Israele negò l'estradizione di Sella, cui anzi fu affidato il comando della base aerea di Tel Nof. Il Congresso degli Stati Uniti reagì minacciando di tagliare gli aiuti ad Israele, e a quel punto Sella spontaneamente fece un passo indietro per disinnescare le tensioni. Nella mattinata del 20 gennaio 2021, a poche ore dalla fine della presidenza di Donald Trump, la Casa Bianca annunciò che Trump aveva concesso la grazia totale a Sella. L'annuncio precisava che lo Stato di Israele aveva richiesto la grazia e aveva formulato una piena e inequivoca dichiarazione di scuse. L'annuncio affermava ancora che il Primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu, l'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite Ron Dermer, l'ambasciatore degli Stati Uniti in Israele David Friedman e Miriam Adelson avevano sostenuto la richiesta di clemenza di Sella. Processo. Le discussioni per il patteggiamento di Pollard con il governo tentavano di evitare a lui l'ergastolo e a permettere ad Anne di riconoscersi colpevole di reati minori, cosa che il governo non avrebbe voluto altrimenti permetterle. Il governo ad ogni modo propose alla fine ad Anne Pollard un accordo di patteggiamento a patto che Jonathan Pollard aiutasse il governo nella stima del danno. In questo processo, acconsentì a sottoporsi alla macchina della verità, e interrogatori con agenti FBI e procuratori del Dipartimento della giustizia nell'arco di alcuni mesi. Nel maggio 1986 il governo gli offrì un accordo di patteggiamento, e lui accettò. Secondo le condizioni dell'accordo, Pollard doveva dichiararsi colpevole per l'accusa di aver passato ad un governo straniero informazioni inerenti alla difesa nazionale, un'accusa che comportava una pena massima dell'ergastolo, e inoltre si impegnava a cooperare pienamente alle indagini del governo in corso. Tre settimane dopo la condanna di Pollard, Wolf Blitzer, all'epoca corrispondente del "Jerusalem Post", fece un'intervista in carcere con Pollard. Da questo ricavò un articolo, apparso il 15 febbraio 1987 su "The Washington Post", con il titolo "Pollard: non un fessacchiotto, ma un'importante spia di Israele". Pollard raccontò a Blitzer di alcune delle informazioni fornite ad Israele: fotografie satellitari del quartier generale OLP in Tunisia, che furono usate nell'Operazione Gamba di Legno; potenzialità specifiche delle difese aeree libiche; e "la raccolta USA di informazioni sull'attività militare araba e islamica convenzionale e non convenzionale, dal Marocco al Pakistan e di ogni Paese in mezzo. Vi erano compresi Paesi arabi 'amici' e 'nemici'." Il procuratore Joseph diGenova portò l'intervista di Blitzer in prigione come elemento di prova nella sua memoria processuale in cui affermava che Pollard era implicato in "divulgazione non autorizzata di informazioni classificate." DiGenova disse che prima della condanna Pollard e sua moglie Anne avevano concesso sprezzanti interviste in cui difendevano la loro attività spionistica e tentavano di conquistare alla loro causa gli ebrei americani. In un'intervista a "60 Minutes" dalla prigione, Anne disse, "Sento che io e mio marito abbiamo fatto quel che dovevamo, e ciò che era il nostro dovere morale come ebrei, ciò che era il nostro dovere morale come esseri umani, e non mi devo pentire di nulla al riguardo." Il 4 giugno 1986 Pollard si dichiarò colpevole per un capo di accusa di cospirazione per consegnare informazioni sulla difesa nazionale ad un governo straniero. Prima della condanna, parlando per sé stesso, Pollard affermò che benché le sue motivazioni "possano essere state animate da buone intenzioni, non possono, sotto qualsiasi punto di vista, scusare o giustificare la violazione della legge, particolarmente quella che implica la fiducia del governo … ho violato la fiducia, rovinato e portato disonore alla mia famiglia." Ammise, scusandosene, di aver ricevuto denaro dal governo israeliano in cambio di informazioni classificate. Anne Pollard, nella propria dichiarazione, affermò che aveva fatto "quello che all'epoca credevo corretto" aiutando suo marito e tentando di nascondere documenti rubati, aggiungendo, "E non posso dire che non lo aiuterei mai più. Però, cercherei percorsi differenti, modi differenti." L'accusa replicò a queste dichiarazioni dicendo che i Pollard avevano continuato a violare numerosi accordi di segretezza perfino durante lo svolgimento del processo. Il procuratore Joseph E. diGenova ne notò uno in particolare, che era stato firmato nel giugno 1986, alludendo all'intervista di Pollard con Wolf Blitzer. L'accusatore concluse: In combinazione con l'ampiezza della conoscenza di quest'uomo, la profondità della sua memoria, e la completa mancanza di onore che ha dimostrato in questa serie di eventi, vi suggerisco, vostro onore, che è un uomo molto pericoloso. "Il governo fece qualcosa di assai sospetto dimenticando di mandare qualcuno a sorvegliare queste interviste," disse Esther Pollard. "Più tardi, all'emissione della sentenza, l'accusatore riuscì a far indignare il giudice contro Jonathan affermando falsamente che non solo aveva fatto svolgere segretamente le interviste alle loro spalle, ma che Jonathan aveva anche rivelato materiale altamente classificato a Blitzer che compromise le fonti e i metodi della comunità di intelligence." Condanna e reclusione. La sentenza dei Pollard fu emessa il 4 marzo 1987. Benché l'accusa, eseguendo l'accordo di patteggiamento, avesse richiesto che i Pollard ricevessero "solo un numero serio di anni di reclusione", il giudice Aubrey Eugene Robinson Jr. non era tenuto a rispettarne le richieste. Rilevando che i Pollard avevano violato numerose clausole dell'accordo di patteggiamento, inflisse l'ergastolo in forza di una memoria classificata di valutazione del danno dimessa dal Segretario della difesa Caspar Weinberger. Pollard fu poi trasferito dal FCC Petersburg in Virginia, dove era stato incarcerato dal 1986, ad un ospedale detentivo federale a Springfield (Missouri) per sottostare ad una serie di esami di salute mentale. Ne giugno 1988 fu trasferito ad USP Marion e nel 1993 al FCI Butner Medium presso il Butner Federal Correction Complex nella Carolina del Nord. Nel maggio 1991 Pollard chiese ad Avi Weiss di essere il suo rabbino personale. Anche il rabbino capo israeliano Mordechai Eliyahu era un sostenitore di Pollard e assunse varie iniziative perché fosse scarcerato. Anne Pollard fu condannata a cinque anni, ma fu rilasciata sulla parola dopo tre anni e mezzo in considerazione delle sue condizioni di salute. Pollard richiese il divorzio dopo la scarcerazione di Anne. Anche se ipoteticamente egli avrebbe detto che supponeva di rimanere in prigione per il resto dei suoi giorni, e che non voleva che Anne rimanesse vincolata da lui, Anne in seguito disse ad un cronista che gli atti del divorzio le erano stati notificati senza avvertenze o spiegazioni di sorta. Una volta perfezionato il divorzio da Anne, Pollard sposò Esther "Elaine" Zeitz, insegnante e attivista canadese di Toronto che aveva organizzato una campagna per il suo rilascio. Nel 1996 iniziò uno sciopero della fame pubblico, ma lo terminò 19 giorni dopo aver incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che promise di intensificare i suoi sforzi per ottenere il rilascio di Pollard. Fonti giornalistiche e membri della famiglia Pollard hanno messo in discussione che Pollard e Zeitz siano sposati legalmente. Le autorità carcerarie dichiararono ad "Ha'aretz" che non vi è annotazione che una cerimonia nuziale sia stata richiesta o celebrata. Dopo aver compiuto il suo periodo di libertà vigilata, Anne Pollard emigrò in Israele, e vive a Tel Aviv con una sovvenzione governativa integrata da occasionali donazioni private. Appelli. Nel 1989 gli avvocati di Pollard depositarono un'istanza per il ritiro della sua dichiarazione di colpevolezza e del processo a mezzo di giuria dato che il governo non aveva ottemperato alle clausole dell'accordo. L'istanza fu respinta. Una corte per le impugnazioni confermò il diniego. Parecchi anni più tardi, con un avvocato differente, Pollard depositò una petizione per "habeas corpus". Un collegio dello United States Court of Appeals for the District of Columbia Circuit decise (con maggioranza due a uno) di respingere la petizione di Pollard, principalmente perché gli avvocati originari di Pollard non avevano presentato l'appello osservando i termini processuali. Il giudice Stephen F. Williams dissentì, "poiché l'inadempimento da parte del governo dell'accordo di patteggiamento costituì un elementare rilievo di violazione di legge ai sensi del 28 U.S.C. § 2255". Nel luglio 2005 Pollard fece istanza per un nuovo processo, stavolta motivato dall'inefficace difesa legale. Cercò pure di avere accesso ai documenti classificati pertinenti alle iniziative dei suoi nuovi legali in preparazione di una domanda di grazia. La corte d'appello rigettò entrambe le istanze. Nel febbraio 2006 i suoi avvocati avanzarono un ricorso per certiorari avanti la Corte suprema degli Stati Uniti d'America a riguardo dell'accesso ai documenti classificati. Sostenevano che la separazione dei poteri è una dottrina flessibile che non impone la reciproca completa separazione di ciascuna delle tre branche del governo. L'atto affermava che la Corte d'appello avesse violato tale principio asserendo sua sponte (ossia senza istanza di parte, d'ufficio) che il potere giudiziario non ha giurisdizione sui documenti classificati per il fatto che il relativo accesso era, per lo scopo ultimo della grazia, una funzione esecutiva. La Corte Suprema respinse il certiorari nel marzo 2008, stabilendo che il potere presidenziale di grazia non sarebbe stato minimamente intaccato dall'accesso della nuova difesa ai documenti classificati, e che i documenti classificati erano tutelati da un ordine restrittivo, cioè uno strumento giudiziale. Iniziative israeliane per la liberazione di Pollard. Nel 1988 Israele propose un complesso triplice scambio, per il quale Pollard e la moglie sarebbero stati scarcerati ed espulsi in Israele, Israele avrebbe rilasciato la spia sovietica Marcus Klingberg, e l'Unione sovietica avrebbe fatto pressione su Siria e Iran per il rilascio degli ostaggi americani trattenuti da gruppi terroristici di rispettiva matrice siriana e iraniana. Nel 1990 Israele avrebbe considerato di offrire il rilascio di Yosef Amit, un agente segreto militare israeliano che scontava una condanna a 12 anni per aver spiato in favore degli Stati Uniti e di un'altra potenza NATO, in cambio di Pollard. Non c'è accordo tra le fonti sull'esito: secondo una fonte, Amit fece sapere che non aveva intenzione di essere scambiato. In un'altra versione, le autorità israeliane bloccarono l'idea, temendo che avrebbe suscitato maggior collera negli Stati Uniti. (Amit terminò di scontare la sua pena e fu liberato nel 1993.) Negli anni 1990 l'ex presidente della Università di Notre Dame Theodore Hesburgh, amico di famiglia di Pollard, tentò di negoziare un accordo affinché Pollard fosse rilasciato, "espulso in Israele", e rinunciasse alla sua cittadinanza USA. Mike Royko del "Chicago Tribune" scrisse articoli nel febbraio 1984 per sostenere l'idea. Le autorità della Casa Bianca non furono entusiaste del piano di Hesburgh, e lui non insistette. Nel 1995 Israele tentò di nuovo uno scambio a tre parti, stavolta considerando spie americane imprigionate in Russia: Israele avrebbe rilasciato Klinberg, i russi avrebbero rilasciato agenti USA rimasti in prigione dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica, e gli Stati Uniti avrebbero liberato Pollard. La posizione ufficiale di Israele fino al 1998 era che Pollard lavorasse per un'organizzazione deviata non autorizzata. Nel maggio di quell'anno il primo ministro Netanyahu ammise che Pollard era stato effettivamente un agente israeliano, sottoposto ai vertici del Lekem, l'ufficio israeliano per le relazioni scientifiche. Il governo israeliano pagò almeno due degli avvocati — Richard A. Hibey e Hamilton Philip Fox III — che si adoperavano per il suo rilascio. Durante la campagna che portò alle elezioni generali in Israele del 1999, Netanyahu e il suo avversario Ehud Barak si scambiarono frecciatine nei media su chi fosse stato più favorevole a Pollard. Nel 2002 Netanyahu andò a trovare Pollard in prigione. Nel 2007 promise che, se rieletto primo ministro, avrebbe ottenuto la liberazione di Pollard. Nel 2009 il supervisore dei conti dello Stato di Israele Micha Lindenstrauss pubblicò una relazione da cui constava che le reiterate istanze per liberare Pollard erano state respinte dal governo americano nell'arco di 20 anni. I familiari di Pollard criticarono la relazione, chiamandola un'"imbiancatura" delle attività del governo israeliano, sebbene concordassero con la sua affermazione che Pollard non aveva ricevuto un giusto processo. Nel giugno 2011 70 membri del parlamento israeliano, la Knesset, appoggiarono la richiesta della famiglia Pollard affinché egli potesse far visita a suo padre (Morris) malato. Quando da lì a poco Morris venne a mancare, Netanyahu annunciò che il governo israeliano sosteneva ufficialmente la richiesta per consentire a Pollard di partecipare al funerale. Entrambe le richieste furono respinte. Nel novembre 2014 Rafi Eitan, direttore del Lekem dal 1981 fino al suo scioglimento nel 1986, ammise che sapeva in anticipo dell'imminente arresto di Pollard nel 1985 e allertò gli allora primo ministro Shimon Peres e ministro della difesa Yitzhak Rabin. Eitan dice che fu sua la decisione di respingere la richiesta di asilo di Pollard all'ambasciata israeliana. Quando gli chiesero se le autorità di Israele erano a conoscenza delle attività spionistiche di Pollard, rispose "Ovviamente". Cittadinanza. Pollard fece richiesta della cittadinanza israeliana nel 1995; il ministero dell'interno inizialmente rifiutò sul presupposto che Israele non concedeva la cittadinanza a persone che non vi fossero già immigrate, ma il 22 novembre 1995, cambiò idea e accolse la petizione. Alcune fonti affermano che Pollard avrebbe poi rinunciato alla cittadinanza statunitense, sarebbe stato in quel momento un cittadino israeliano, e sarebbe stato espulso in Israele se fosse stato scarcerato. Altre continuano ad identificarlo come cittadino USA. Secondo il Dipartimento di Stato non ci sono norme in tempo di guerra ai sensi del Title 8 US code § 1481(a)(6) per autorizzare il Procuratore generale a trattare rinunce alla cittadinanza da parte di persone fisicamente presenti negli Stati Uniti, e ai sensi del Title 8 US code § 1483 non è possibile che una persona perda la cittadinanza USA finché presente negli USA, salvo per rinuncia presentata al Procuratore generale, o condanna per tradimento. Il 30 dicembre 2020 Jonathan Pollard e sua moglie emigrarono ufficialmente in Israele e divennero a pieno titolo cittadini israeliani. Reazioni ufficiali e campagne pubbliche pro-Pollard. Oltre alle richieste di scarcerazione del governo israeliano, ci fu una prolungata campagna per liberare Pollard. Tra gli organizzatori erano la famiglia Pollard, l'ex moglie, Anne, e gruppi ebraici degli Stati Uniti ed Israele. I punti principale della campagna affermavano che Pollard aveva spiato per un alleato e non per un nemico, che questa sentenza era sproporzionata rispetto a quelle inflitte ad altri responsabili di delitti simili, e che gli USA non avevano mantenuto l'impegno preso con Pollard nell'accordo di patteggiamento. Alcuni attivisti israeliani paragonarono il presidente Bush ad Hamas e ai capi di Hezbollah che avevano fatto prigionieri dei soldati israeliani. Alcuni che ritengono eccessiva la sentenza pongono in risalto che sebbene Pollard si fosse dichiarato colpevole nel quadro di un accordo di patteggiamento per sé e per la moglie, non ottenne alcuna clemenza, e gli fu inflitta una pena inferiore soltanto alla pena di morte; i detrattori di Pollard replicano che lui aveva violato le clausole di quell'accordo ancor prima che la sentenza fosse emanata. Nel 1993 il professore di scienze politiche e attivista ebreo-ortodosso David Luchins promosse un infruttuoso appello al presidente Bill Clinton per commutare la sentenza di Pollard. L'appello conteneva una lettera di pentimento di Pollard con la quale ammetteva di aver violato sia le leggi USA sia i precetti religiosi ebraici. Pollard più tardi si dolse della sua ammissione, sospettando che avesse reso meno probabile l'eventualità di ottenere clemenza. I fedelissimi di Pollard biasimarono Luchins, che ricevette minacce di morte ed ebbe bisogno della protezione federale per un certo periodo. La questione della sua carcerazione talvolta è stata dibattuta nell'ambiente politico israeliano. Benjamin Netanyahu ha fatto insistenti pressioni per il rilascio di Pollard, e gli fece visita in prigione nel 2002. Pose il problema al presidente Clinton durante i colloqui di pace di Wye River nell'ottobre 1998. Nella sua autobiografia, Clinton scrisse che era propenso a liberare Pollard, ma le obiezioni dei capi dell'intelligence USA erano troppo forti: Per tutta la simpatia che Pollard generava in Israele, era un caso difficile da portare avanti in America; aveva venduto i segreti del nostro paese per soldi, non per un ideale, e per anni non aveva mostrato alcun rimorso. Quando ho parlato con Sandy Berger e George Tenet, erano fermamente contrari a lasciare andare Pollard, così come lo era Madeleine Albright. Alan Dershowitz è stato tra i sostenitori di alto profilo di Pollard, sia nelle aule di giustizia come legale sia in vari organi di stampa. Definendo la sentenza come "eccessiva", Dershowitz scrive in un articolo ripubblicato nel suo bestseller "Chutzpah", "Come americano, e come ebreo, io qui esprimo la mia indignazione rispetto all'ergastolo inflitto a Jonathan Pollard per il delitto di cui si è dichiarato colpevole." Scrive Dershowitz: [T]utti sembrano aver paura di parlare a nome di una spia condannata. Questo è stato particolarmente vero per la leadership ebraica in America. I Pollard sono ebrei. ... I Pollard sono anche sionisti, che - per un senso di incauto "imperativo razziale" (per citare Jonathan Pollard) - sembrano mettere il loro impegno per la sopravvivenza di Israele al di sopra delle leggi del loro stesso paese. ... I leader ebrei americani, sempre sensibili alla scusa della doppia fedeltà, stanno mantenendo un basso profilo nella questione Pollard. Molti ebrei americani di base sono indignati per ciò che percepiscono come una reazione eccessiva ai crimini di Pollard e alla pena insolitamente lunga imposta a Jonathan Pollard. Nel 2012 Malcolm Hoenlein reclamò la liberazione di Pollard, dicendo "27 anni — ha pagato il prezzo dei suoi delitti. Ha espresso pentimento. Quando è troppo, è troppo. È ora di lasciarlo andare — non c'è giustificazione possibile per tenerlo dentro ancora, non c'è causa di giustizia, o interesse di sicurezza che si possa invocare." Nel 2013 Rabbi Pesach Lerner, vicepresidente esecutivo del "National Council of Young Israel", richiamò l'ipocrisia della detenzione di Pollard in America dopo che si era saputo che gli stessi servizi segreti USA spiavano i propri alleati. Anche il consiglio comunale di Gerusalemme ha preso posizione in favore di Pollard, cambiando il nome di una piazza nei pressi della residenza ufficiale del primo ministro da "Piazza Parigi" a "Piazza Libertà per Jonathan Pollard. Tamar Fogel, una ragazza al tempo dodicenne che aveva perso genitori e tre fratelli nell'attacco di Itamar del 2011, nel giugno del medesimo anno fece visita a Pollard, poco dopo la morte del padre di Pollard. Pollard dichiarò di aver fornito solo informazioni che erano vitali per la sicurezza di Israele ma erano state sottaciute dal Pentagono, in violazione di un memorandum d'intesa del 1983 tra i due Paesi. Il memorandum d'intesa era un accordo tra Stati Uniti e Israele riguardante la condivisione di informazioni di sicurezza vitali. Secondo Pollard, questo comprendeva le spedizioni di armi sovietiche alla Siria, le armi chimiche irachene e siriane, il progetto di bomba atomica pakistano, e i sistemi di difesa aerea libici. Secondo la valutazione declassificata CIA del 1987 del danno arrecato dal caso Pollard, sotto il titolo "Cosa non chiesero gli israeliani", la valutazione nota che gli israeliani "non espressero mai interesse per attività militari, piani, capacità o equipaggiamenti USA". La difesa di Pollard affermò che Israele aveva giuridicamente diritto alle informazioni che Pollard passò ad Israele in forza del memorandum d'intesa del 1983 e che gli Stati Uniti stavano violando quel memorandum. Lee Hamilton, ex membro del Congresso dall'Indiana che presiedeva lo "House Intelligence Committee" quando fu condannato Pollard, nel 2011 scrisse una toccante lettera al presidente Obama per sostenere la commutazione della pena di Pollard. "Conosco molti suoi familiari, in particolare i suoi genitori, e so quanto dolore e angoscia hanno patito per la detenzione di loro figlio", scrisse. Hamilton aggiunse che il padre di Pollard, la cui salute andava peggiorando rapidamente, meritava di vedere il figlio in libertà. Nel 2010 i rappresentanti democratici Barney Frank (Massachusetts), Ed Towns (New York), Anthony Weiner (New York), e Bill Pascrell (New Jersey) scrissero una lettera che "rileva l'impatto positivo che un atto di clemenza avrebbe in Israele, come forte indicazione della buona volontà della nostra nazione verso Israele e il popolo israeliano". Nel novembre 2010 Weiner dichiarò: "Nella storia degli Stati Uniti nessuno che avesse fatto una cosa simile a Pollard fu condannato all'ergastolo, e nemmeno lui doveva subire questo." Dennis B. Ross disse nel 2004: "Pollard ricevette una condanna più severa di altri che avevano commesso delitti paragonabili." L'ex Segretario alla difesa USA Caspar Weinberger dichiarò che "[l]a questione Pollad era comparativamente minore. È stato ingrandito al di là della sua reale importanza." Stephen F. Williams, un "Senior Circuit Judge" della "United States Court of Appeals for the District of Columbia Circuit" affermò: "l'ergastolo di Jonathan Pollard rappresenta un fondamentale errore giudiziario". Nel dicembre 2010 l'ex assistente del Segretario alla difesa USA Lawrence Korb disse: "Retrospettivamente, sappiamo che è stata commessa una grave ingiustizia nei confronti di Pollard … è molto malato e andrebbe scarcerato prima che fosse troppo tardi." Alcune delle accuse mosse a Pollard provengono dalla "talpa" CIA Aldrich Ames, che avrebbe accusato Pollard per stornare da sé i sospetti. Rafi Eitan, il controllore israeliano di Pollard, disse che Pollard non ha mai svelato agenti americani nell'Unione Sovietica o altrove. Eitan disse che credeva che Ames tentasse di accusare Pollard per stornare da sé i sospetti. Il 18 novembre 2010, 39 membri del Congresso presentò una richiesta di grazie alla Casa Bianca per conto di Pollard, chiedendo che il Presidente lo liberasse immediatamente: "Noi vediamo la clemenza per il signor Pollard come un atto di compassione giustificato dal modo in cui altri sono stati trattati dal nostro sistema di giustizia." Affermarono che c'era stata una grande disparità nella quantità di tempo passata in carcere da Pollard rispetto a quella passata da altri riconosciuti colpevoli di attività simili. L'ex consigliere della Casa Bianca Bernard Nussbaum il 28 gennaio 2011 scrisse una lettera al presidente Obama in cui dichiarava di aver approfonditamente riesaminato il caso Jonathan Pollard mentre prestava servizio alla Casa Bianca. Nella sua lettera affermò "che se a questo punto non si commutava la sua pena non si sarebbe fatto un servizio alla giustizia; in realtà, è la mia rispettosa opinione, sarebbe un errore giudiziario." Anche l'ex segretario di Stato George Shultz scrisse una lettera al presidente Obama l'11 gennaio 2011, insistendo per la commutazione della pena di Pollard. Dichiarò "Sono impressionato dal fatto che le persone che meglio conoscono il materiale classificato che lui passò ad Israele, l'ex direttore CIA James Woolsey e l'ex presidente della Commissione intelligence del Senato Dennis DeConcini, sono favorevoli alla sua liberazione." Nel 2011 Henry Kissinger, ex Segretario di Stato USA, dichiarò che era venuto il momento di commutare la pena a Pollard. Il 3 marzo 2011 Kissinger scrisse una lettera al presidente Obama che diceva "Avendo parlato con George Shultz e letto le dichiarazioni dell'ex direttore CIA Woolsey, dell'ex presidente "Senate Intelligence Committee" DeConcini, dell'ex ministro della Giustizia Mukasey ed altri di cui rispetto il giudizio e la conoscenza diretta del caso, trovo convincente la loro unanime spinta verso la clemenza. Credo che la giustizia andrebbe applicata commutando quel che resta della condanna all'ergastolo di Jonathan Pollard". Lawrence Korb, già "Assistant Secretary of Defense" con il presidente Ronald Reagan, si rivolse all'amministrazione Obama per ottenere la grazia a Pollard: Alcuni ora sostengono che Pollard dovrebbe essere rilasciato perché migliorerebbe le relazioni USA-Israele e aumenterebbe le prospettive di successo del processo di pace in Medio Oriente dell'amministrazione Obama. Anche se questo può essere vero, non è il motivo per cui io e molti altri abbiamo recentemente scritto al presidente chiedendo di concedere a Pollard la clemenza. La ragione è che Pollard ha già scontato troppo tempo per il delitto per il quale è stato condannato, e a questo punto, qualsiasi dato possa conoscere avrebbe poco effetto sulla sicurezza nazionale. Citando Lawrence Korb, "Crediamo che la sua perdurante detenzione costituisca una parodia della giustizia e una macchia sul sistema americano di giustizia." L'ex vicepresidente Dan Quayle scrisse una lettera al presidente Obama il 31 gennaio 2011, invitandolo a commutare la pena di Pollard. Il 16 febbraio 2011 Arlen Specter scrisse una lettera al presidente Obama con cui affermava che, come presidente della commissione intelligence del Senato, riteneva che Pollard dovesse essere graziato. Specter fu il secondo "Chairman of the Senate Intelligence Committee" (il primo fu Dennis DeConcini) a fare un appello per la liberazione di Pollard. Il 22 marzo 2011 più di cento parlamentari dello Stato di New York firmarono una petizione al presidente Obama che affermava "che riteniamo la grazia al signor Pollard come un atto di compassione giustificata da come sono stati trattati altri dal nostro sistema giudiziario". Christine Quinn, presidente del consiglio comunale di New York, scrisse una lettera al presidente Obama il 26 dicembre 2012 in cui richiedeva di comunicare la condanna di Pollard. Affermò che egli aveva espresso grande rimorso. Scrisse, "so che opinioni simili sono condivise da molti passati e attuali rappresentanti elettivi del popolo americano" e "pertanto, rispettosamente la invito ad usare il suo potere costituzionale per dare a Pollard lo stesso trattamento praticato con altri dal nostro sistema di giustizia." Nell'agosto 2011 Barney Frank chiese permesso al Congresso per discutere l'incarcerazione di Jonathan Pollard e fece appello a Barack Obama perché "rispondesse alle molte richieste i di immediata liberazione per Pollard". Frank disse che Pollard aveva pagato un prezzo molto più alto di chiunque altro che avesse spiato per uno Stato amico degli Stati Uniti e più di molti che avevano spiato per loro nemici. Il parlamentare Allen West, originario della Florida, scrisse una lettera al presidente Obama il 2 giugno 2011, in cui affermava "Dopo aver scontato 26 anni dietro le sbarre, la salute di Jonathan Pollard sta peggiorando, ed anche quella di sua moglie. Se possiamo approvare che i britannici liberino l'attentatore di Lockerbie e lo facciano rientrare in Libia per ragioni di salute, come possiamo giustificare che resti dietro le sbarre il signor Pollard benché i suoi reati siano chiaramente non così gravi come quello di un terrorista che assassinò centinaia di americani?" Il 26 ottobre 2011 un gruppo bipartisan di 18 ex senatori USA scrisse al presidente Obama invitandolo a commutare la pena di Jonathan Pollard al periodo di detenzione già scontato. La lettera era sottoscritta anche da senatori che inizialmente si opponevano alla sua liberazione. La lettera diceva "il signor Pollard compirà il suo 26º anno di detenzione il 21 novembre 2011, iniziando il 27º anno di una condanna all'ergastolo senza precedenti (ne ha trascorsi sette in isolamento). Era stato incriminato per un'accusa di aver passato informazioni classificate ad un alleato senza l'intenzione di ledere gli Stati Uniti — un reato che normalmente porta ad una condanna da 2-4 anni. Si era dichiarato colpevole in un accordo di patteggiamento al quale si attenne pienamente, ma che fu ignorato dal giudice che emise la sentenza. Il signor Pollard è la sola persona nella storia degli USA che ha subito una condanna all'ergastolo per aver passato informazioni classificate ad un alleato." Gli ex senatori concludevano "è clamorosamente chiaro che la condanna del signor Pollard è gravemente sproporzionata e (come hanno commentato parecchi giudici federali) un colossale errore giudiziario." In una lettera al redattore di "The Wall Street Journal", pubblicata il 5 luglio 2012, James Woolsey scrisse che ora sostiene il rilascio di chi era stato condannato per aver spiato per Israele, citando il passaggio del tempo: "Quando mi ero dichiarato contro la clemenza, Pollard era stato in carcere meno di un decennio. Oggi è stato in carcere per più di un quarto di secolo per effetto del suo ergastolo." Mise in rilievo che su più di 50 spie condannate recentemente per la loro azione a favore dei sovietici e dei cinesi, solo due furono condannati all'ergastolo, e due terzi erano stati condannati a pene più brevi di quella già scontata da Pollard. Affermò ancora che "Pollard ha collaborato pienamente con il governo USA, promise di non trarre profitto dal suo delitto (per esempio, con la vendita di libri), ed ha più volte espresso rincrescimento per ciò che ha fatto. "Woolsey espresse il suo convincimento che Pollard sta ancora in carcere in quanto ebreo. Disse "l'antisemitismo giocò un ruolo nella perdurante detenzione di Pollard." "Per tutti quelli che si bloccano per qualche ragione davanti al fatto che è un ebreo americano, fingete che sia un americano di origini greche, coreane o filippine e liberatelo," disse Woolsey, che non è ebreo, nella sua lettera al "Wall Street Journal". Angelo Codevilla, che ha seguito il caso da quando lavorò come membro esperto dello staff per la commissione intelligence del Senato dal 1978 al 1985, sostenne che lo sciame di accuse lanciate contro Pollard negli anni è inverosimile. Il 15 novembre 2013 il professor Codevilla scrisse una lettera al presidente Obama dichiarando "Altri hanno messo in rilievo che Pollard è la sola persona mai condannata all'ergastolo per aver passato informazioni ad un alleato, senza intenzione di danneggiare l'America, un delitto che normalmente porta ad una sentenza da 2–4 anni; e che questa condanna sproporzionata in violazione di un accordo di patteggiamento era basata "non sull'accusa", ma su una relazione che non è mai stata condivisa con la difesa. Non è così che dovrebbe funzionare la giustizia americana." In un'intervista al "Weekly Standard" Codevilla dichiarò "La storia del caso Pollard è una macchia sulla giustizia americana." La condanna all'ergastolo "ti fa vergognare di essere americano". L'ex Speaker della Camera Newt Gingrich manifestò sostegno alla proposta di liberare Pollard. Secondo l'esperto di intelligence americano John Loftus, già procuratore del governo USA e ufficiale dell'intelligence dell'esercito, Pollard non poteva aver rivelato le identità di spie americane, dato che Pollard non aveva i nulla osta sicurezza che permettevano di accedere a queste informazioni. Secondo Lotus "La permanenza in carcere di Pollard è dovuta a stupidità orribile." Richieste ufficiali di clemenza. Yitzhak Rabin fu il primo premier israeliano ad intervenire in favore di Pollard; nel 1995 rivolse una petizione al presidente Bill Clinton invocando la grazia. Seguirono altre richieste. In un momento critico dei trattati di pace israelo-palestinesi alla conferenza di Wye River nel 1998, il primo ministro Benjamin Netanyahu tentò di condizionare il risultato al rilascio di Pollard. "Se avessimo firmato un accordo con Arafat, mi sarei aspettato la grazia per Pollard", scrisse. Clinton in seguito confermò nelle sue memorie che aveva provvisoriamente consentito alla condizione, "… ma avrei verificato cosa ne pensava la mie gente". Quando l'informazione divenne di pubblico dominio, la comunità americana di intelligence reagì immediatamente, con irritazione inequivocabile. Sette ex Segretari della Difesa — Donald Rumsfeld, Melvin Laird, Frank Carlucci, Richard Cheney, Caspar Weinberger, James Schlesinger e Elliot Richardson — assieme ad alcuni importanti parlamentari, manifestarono pubblicamente un'energica contrarietà a qualsiasi forma di clemenza. Il direttore della CIA George Tenet inizialmente smentì la notizia che avesse minacciato di dimettersi se Pollard fosse stato rilasciato, ma alla fine confermò di averlo fatto. Anche altri consiglieri di Clinton, tra cui Madeleine Albright e Sandy Berger, erano "graniticamente contrari" alla grazia. Clinton, che non aveva previsto una resistenza così veemente, disse a Netanyahu che la liberazione di Pollard non poteva essere una condizione dell'accordo, e ordinò una revisione formale del caso Pollard. Dennis Ross confermò la versione di Clinton nel suo libro "The Missing Peace". Il 14 settembre 2005 fu avanzata un'altra richiesta israeliana, ma venne respinta dal presidente George W. Bush. Una richiesta per far dichiarare Pollard prigioniero di Sion fu rigettata dalla Corte suprema di Israele il 16 gennaio 2006. Un altro appello all'intervento in favore di Pollard fu respinto dalla Corte suprema il 20 marzo 2006. Il 10 gennaio 2008 la questione della grazia a Pollard fu nuovamente posta in discussione, questa volta dal primo ministro Ehud Olmert, durante la prima visita in Israele come presidente di George W. Bush. In seguito, il presidente Bush respinse questa richiesta. Il giorno dopo, ad una cena cui partecipavano diversi ministri del governo israeliano (oltre al Segretario di Stato USA Condoleeza Rice), fu nuovamente discusso l'argomento della liberazione di Pollard. Questa volta, però, il primo ministro Olmert commentò che non era l'occasione opportuna per discutere il destino di Pollard. Nel 2009, quando il presidente Bush stava per terminare il suo mandato, lo stesso Pollard fece richiesta di grazia per la prima volta. In un'intervista su "Newsweek", l'ex direttore CIA James Woolsey appoggiò la liberazione di Pollard a due condizioni: che mostrasse pentimento e avesse rinunciato a trarre profitto da libri o altri progetti collegati al suo caso. Bush non concesse la grazia. Il 21 settembre 2010 "The New York Times" riferì che il governo israeliano (nuovamente presieduto da Netanyahu) aveva proposto informalmente che Pollard fosse liberato come premio ad Israele per aver esteso di tre mesi il blocco ai nuovi insediamenti nei territori occupati. Il 24 gennaio 2011 Netanyahu presentò la prima richiesta formale di grazie nella forma di una lettera al presidente Obama. Nel 2012 il presidente Shimon Peres consegnò ad Obama una lettera firmata da 80 parlamentari israeliani, che domandava a nome dei cittadini di Israele la liberazione di Pollard. Nel novembre 2013 il presidente dell'Agenzia Ebraica Natan Sharansky disse, "non si è mai verificato nella storia degli USA che qualcuno che avesse spiato in favore di un Paese amico scontasse anche solo la metà del periodo detentivo [patito da Pollard]." A fine marzo 2014 Elyakim Rubinstein, giudice della Corte Suprema israeliana, già ministro della giustizia, e facente funzioni di ambasciatore negli USA al tempo dell'arresto di Pollard, sollecitò la grazia per Pollard. Disse "Sono stati fatti errori, soprattutto dagli israeliani, ma pura dagli americani, e 29 anni [sono] più che sufficienti." In una lettera del novembre 2014 al presidente Obama, un gruppo di autorità americane, tra cui l'ex direttore CIA James Woolsey, l'ex "Assistant U.S. Defense Secretary" Lawrence Korb, e l'ex Consigliere per la sicurezza nazionale USA Robert McFarlane, criticarono l'"ingiusto diniego della liberazione sulla parola" nei confronti di Pollard la cui "condanna platealmente sproporzionata continua". Definirono "patentemente falsa" l'accusa usata per tenerlo recluso. Opposizione. I detrattori affermano che lo spionaggio di Pollard, che ha compromesso elementi di quattro principali sistemi di intelligence, ha danneggiato la sicurezza nazionale americana ben al di là di quanto noto all'opinione pubblica. Hanno rimarcato che lui era motivato non da patriottismo o da sollecitudine per la sicurezza di Israele, ma da avidità; che Israele lo ha pagava bene, e col denaro lui comprava cocaina, alcolici, e cibi costosi. Molti dirigenti dell'intelligence sono convinti che almeno alcune delle informazioni che Pollard aveva venduto ad Israele alla fine erano cadute nelle mani dell'Unione Sovietica, sebbene i dirigenti intervistati dal giornalista investigativo Seymour Hersh ammettessero che non ne avevano alcuna vera prova. Nel 1999 Hersh riassunse il processo contro Pollard in "The New Yorker". Quattro ex direttori dell'intelligence della Marina — William Studeman, Sumner Shapiro, John L. Butts, e Thomas Brooks — diramarono una replica pubblica alla richiesta di clemenza, e a ciò che loro chiamarono "i miti che generati da questa intelligente campagna di pubbliche relazioni … volta a trasformare Pollard da un avido, arrogante traditore della fiducia nazionale americana, in Pollard, fedele patriota israeliano": Shapiro (che a sua volta era ebreo) affermò che lo metteva in difficoltà il sostegno a Pollard da parte delle organizzazioni ebraiche: "Abbiamo fatto così tanta fatica per crearci una posizione ed arrivare dove siamo, e poi uno ha mandato tutto al diavolo … e tutte le organizzazioni ebraiche compatte a sostenere questo tizio per trasformarlo in un eroe del popolo ebraico, questo mi infastidisce un sacco." Ron Olive, ex operatore Naval Criminal Investigative Service, diresse le indagini su Pollard. Nel suo libro del 2006, "Capturing Jonathan Pollard – How One of the Most Notorious Spies in American History Was Brought to Justice", Olive scrisse che Pollard non aveva servito solo Israele, ma confessò di aver passato segreti al Sudafrica, a ai suoi consulenti finanziari, e di aver messo in vendita le sue credenziali al Pakistan e ad altri Paesi. Olive scrisse che Pollard rubò anche documenti classificati collegati alla Cina che sua moglie usò per promuovere propri interessi di affari e tentò di intermediare traffici di armi con Sudafrica, Argentina, Taiwan, Pakistan, e Iran. I sostenitori di Pollard negano queste affermazioni citando le 166 pagine del "Damage Assessment Report" CIA che secondo loro indica che lui passò solo informazioni ad Israele, riguardanti la sicurezza di quest'ultimo. Pollard scrisse nella sua memoria difensiva che sua moglie non trasse mai profitto dallo spionaggio di lui. Le relazioni furono declassificate nel 2012. Il redattore di "New Republic" Martin Peretz si espresse a sua volta contro la liberazione di Pollard: "Jonathan Pollard non è un martire ebreo. È un agente condannato per spionaggio che spiò contro il suo Paese sia per Israele sia per il Pakistan (!) — una spia, oltretutto, che veniva pagato per la sua opera. La sua carriera professionale, quindi, puzza di infamia ed è impregnato di depravazione." Peretz chiamò i sostenitori "vittime di professione, per lo più loro stessi brutali, che hanno le radici nella destra ultra-nazionalista e religiosa. Sono insaziabili. E vogliono che l'America sia lo zimbello di Israele." L'ex avvocato di FBI e U.S. Navy M.E. "Spike" Bowman, un importante consulente legale per l'intelligence della Marina al tempo dell'arresto di Pollard che aveva approfondita conoscenza del caso Pollard, nel 2011 diffuse una dettagliata critica all'ipotesi di clemenza. "Poiché il caso non andò mai a dibattimento, è difficile per gli osservatori esterni comprendere l'impatto potenziale e la complessità del tradimento di Pollard," scrisse. "Non c'è dubbio che Pollard era fedele ad Israele. Però, la portata del furto e del danno è stata molto più ampia e più complessa di quanto appare dalla singola imputazione e dalla sentenza." Nella sua considerazione, Pollard "non era né un patriota USA né israeliano. Era un personaggio egocentrico, avido che cercava vantaggio finanziario e gratificazione personale." Liberazione condizionale. Le leggi in vigore al tempo della condanna di Pollard disponevano che i detenuti federali che stavano scontando l'ergastolo ottenessero la liberazione condizionale dopo 30 anni di detenzione se non avevano violato alcuna norma carceraria importante, e se c'era una "ragionevole probabilità" che il detenuto non sarebbe ricaduto nel crimine. Il 29 luglio 2015 la United States Parole Commission annunciò che Pollard sarebbe stato rilasciato il 20 novembre 2015. Il Dipartimento di Giustizia USA informò il collegio di difesa di Pollard che non avrebbe contestato l'unanime decisione del 7 luglio della Parole Commission. I termini del rilascio fissati dalla Parole Commission stabilivano che Pollard dovesse restare in libertà condizionale per un minimo di cinque anni. Il governo avrebbe potuto estendere il periodo di libertà condizionale fino al 2030. Le restrizioni della sua libertà condizionale esigevano che rimanesse a New York salvo che avesse un permesso speciale per allontanarsi. L'agente che lo sorvegliava era anche autorizzato ad imporre il coprifuoco e a definire zone della città che gli erano interdette. Gli fu ordinato di indossare dispositivi elettronici per tracciare i suoi movimenti. In aggiunta erano vietate le interviste alla stampa e la connessione ad internet senza previa autorizzazione. Gli avvocati di Pollard impugnarono queste condizioni avanti la commissione d'appello per la libertà condizionale, e fu revocata solo la restrizione che gli imponeva un previo permesso per accedere ad internet. Però fu deciso che il suo uso di internet sarebbe stato monitorato. I legali di Pollard e Ayelet Shaked, all'epoca ministra della Giustizia di Israele, invitarono il presidente Obama ad esercitare il suo potere di grazia per revocare le restrizioni di libertà condizionale a Pollard, permettendogli di trasferirsi subito in Israele; ma un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca annunciò che il presidente non sarebbe intervenuto. Dopo la sua scarcerazione del 20 novembre, come previsto, Pollard si trasferì in un appartamento procuratogli dai suoi legali a New York. Gli fu imposto il coprifuoco dalle 07:00 alle 19:00. Una ditta di investimenti di Manhattan che gli aveva proposto un impiego come analista di ricerca, cambiò idea per via delle ispezioni che avrebbero dovuto subire i computer dei suoi dipendenti. I suoi difensori presentarono immediatamente un ricorso che contestava i termini della sua libertà condizionale, sostenendo che le restrizioni di internet lo rendevano non impiegabile come analista, e che il braccialetto elettronico GPS non era necessario, per l'insussistenza di pericolo di fuga. Il ricorso era corredato da affidavit di McFarlane e dell'ex membro della Commissione Intelligence del Senato Dennis DeConcini secondo cui qualunque segreto appreso da Pollard trent'anni prima non erano più segreti, e non avevano alcun valore oggi. Il 12 agosto 2016 un giudice federale respinse l'istanza sulla scorta di una dichiarazione di James Clapper, direttore dell'intelligence nazionale USA, che al contrario di quanto si legge negli affidavit di MacFarlane e DeConcini, molte delle informazioni sottratte da Pollard negli anni 1980 restavano segrete. Il giudice citò anche la cittadinanza israeliana di Pollard, ottenuta durante la carcerazione, come prova che in realtà il pericolo di fuga sussisteva. Una proposta di legge presentata alla Knesset nel novembre 2015 avrebbe, se fosse stata divenuta legge, autorizzato il governo israeliano a sovvenzionare l'alloggio e le spese mediche di Pollard, pagandogli ancora uno stipendio mensile, per il resto della sua vita. Vennero smentite le voci secondo cui gli israeliani avevano anche prima pagato Pollard e la sua ex moglie durante la detenzione. Dopo molti rinvii, la proposta venne ritirata nel marzo 2016 su richiesta del primo ministro Netanyahu e delle autorità responsabili della sicurezza di Israele, citando "ragioni diplomatiche e di sicurezza". Nel marzo 2017 gli avvocati di Pollard ricorsero alla United States Court of Appeals for the Second Circuit per riformare la decisione dell'agosto 2016 di una corte inferiore che respingeva la sua richiesta per avere restrizioni di libertà condizionale più blande. Rilevarono che il divieto di uscire di casa tra le 7 e le 19 lo costringeva a violare lo shabbat e le feste ebraiche, e che la sorveglianza sui suoi computer gli impediva di svolgere un lavoro coerente con la sua istruzione ed intelligenza. Deducevano ancora che Pollard poteva anche non ricordare più le informazioni viste prima del suo arresto, ed in ogni caso, i termini della libertà condizionale limitavano arbitrariamente l'uso del computer da parte sua, ma non il fatto che potesse trasmettere informazioni con altri mezzi. Netanyahu avrebbe anche rinnovato la richiesta di esonerarlo dalla libertà condizionale durante un incontro con il vicepresidente Mike Pence. Nel maggio 2017 la corte respinse l'appello, stabilendo che le restrizioni della libertà condizionale minimizzavano il potenziale danno che ancora rischiava di arrecare all'intelligence USA. Il 20 novembre 2020 terminò la libertà condizionale di Pollard. Il dipartimento di Giustizia USA rinunciò ad estendere le restrizioni. Trasferimento in Israele. Benché Pollard avesse espresso il desiderio di trasferirsi in Israele, non lo fece immediatamente dopo la scadenza del suo periodo di libertà condizionale a causa di problemi di salute di sua moglie, e rimase in USA per più di un mese mentre lei si sottoponeva a chemioterapia per un cancro al seno. Pollard e sua moglie alla fine arrivarono in Israele il 30 dicembre 2020, su un jet privato del miliardario americano Sheldon Adelson per soddisfare le esigenze sanitarie di Esther. Quando sbarcarono furono accolti dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, che consegnò a Pollard i suoi documenti israeliani. Il ministro israeliano dell'intelligence Eli Cohen disse che Pollard avrebbe ricevuto dal governo uno stipendio equivalente alle pensioni erogate agli ex agenti del Mossad e dello Shin Bet. In ossequio alla normativa anti Covid-19, al loro arrivo furono sottoposti a quarantena di due settimane. Pollard e sua moglie attualmente vivono a Gerusalemme. Cultura di massa. La storia di Pollard ispirò il film "Storie di spie" (titolo originale "Les patriotes") del regista francese Éric Rochant con l'attore americano Richard Masur, che raffigurava un personaggio simile a Pollard. La storia di Pollard ispirò anche il pezzo teatrale "The Law of Return" del drammaturgo Martin Blank, che è stato prodotto Off-Broadway al 4th Street Theater di New York. Pollard fu menzionato da un avvocato difensore antisemita in "Law & Order" "Blood Libel." È anche menzionato nella stagione 11 di Law and Order, episodio "Return". Beit Yonatan, un condominio di proprietà israeliana a Siloam, un quartiere di Gerusalemme Est, è stato chiamato così in relazione a Pollard. L'artista di strada Solomon Souza aggiunse il ritratto di Pollard alla sua raccolta di dipinti a spruzzo al mercato di Mahane Yehuda dopo la liberazione di Pollard. In una commedia intitolata "Pollard" (o "Il processo Pollard") debuttò al Teatro Cameri di Tel Aviv. Fu rappresentata alla Knesset nel 2021. La parte di Pollard fu recitata dall'attore israeliano Rami Baruch. Nel 2012 SHI 360 pubblicò la canzone Jonathan.
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Grace Kelly (singolo) Grace Kelly è il primo singolo del cantante libanese Mika, pubblicato il 29 gennaio 2007, tratto dall'album "Life in Cartoon Motion". Il brano ha ottenuto un successo globale, specialmente nel Regno Unito dove è rimasto al primo posto in classifica di vendite per cinque settimane. L'uso virtuosistico del registro di falsetto nella canzone ricorda per alcuni la voce di Freddie Mercury a cui Mika è stato paragonato e che è citato apertamente nel testo della canzone (le parole "So I tried a little Freddie" sono seguite da un breve saggio di sovrincisione vocale di cui Mercury era maestro). Il brano musicale è stato inoltre utilizzato in due episodi della serie televisiva "Ugly Betty". Il titolo della canzone si riconduce al personaggio di Grace Kelly, attrice teatrale e cinematografica americana divenuta Principessa di Monaco; il significato della canzone è infatti una bonaria presa in giro ai cantanti che cercano di cambiare stile solo per diventare famosi. Il cantante ha reso noto che ha scritto questa canzone come protesta verso le case discografiche che avevano rifiutato i suoi lavori e gli avevano proposto di crearsi un'immagine a lui non gradita. Video musicale. Il video musicale della canzone è stato diretto da Sophie Muller, interpretato da Mika e dalla futura cantautrice Mae Muller ed è ambientato in un appartamento. Il video è stato girato all'inizio di novembre 2006 ed è stato nominato per numerosi premi mondiali. L'introduzione strumentale nell'Extended Version del video è un estratto della versione acustica della canzone trovata in alcune versioni dell'album. La première del video era andata in onda su MTV, il 15 gennaio 2007. Tracce. Australian/Canadian CD single CD single 7" vinyl 12" vinyl
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Absalon Nato nella potente famiglia dei Hvide e figlio di Asser Rig (Asser il Ricco) di Fjenneslev, in Selandia, Absalon fu cresciuto nel castello familiare insieme a suo fratello maggiore Esbjørn (Esbern) e al giovane principe Valdemaro, che sarebbe più tardi divenuto Re Valdemaro I di Danimarca. Dopo l'incoronazione di Valdemaro, servì come vescovo di Roskilde dal 1158 al 1192 e come arcivescovo di Lund dal 1178 alla sua morte. Fu il più importante politico e padre della Chiesa della Danimarca della seconda metà del XII secolo, e fu il più stretto consigliere del re Valdemaro I. Fu inoltre una figura chiave nelle politiche danesi di espansionsimo territoriale nel mar Baltico, di europeizzazione in rapporto con la Santa Sede, e di riforma della relazione tra la Chiesa e il popolo. Combinò gli ideali della Riforma gregoriana con un sostegno leale di un forte potere monarchico. Absalon possedeva grandi appezzamenti di terra. Concesse numerose istituzioni ecclesiastiche, una su tutte l'abbazia di Sorø della sua famiglia. La corona gli diede delle terre, ed egli eresse le prime fortificazioni della città che sarebbe diventata l'attuale Copenaghen. I suoi titoli furono tramandati ai suoi nipoti Anders Sunesen e Peder Sunesen. Morì nel 1201 e fu interrato nell'abbazia di Sorø. Biografia. Absalon nacque intorno al 1128 in Selandia. Per via del suo nome, insolito in Danimarca, si è ipotizzato che potesse essere stato battezzato nell'onomastico danese di "Absalon" (Assalonne), il 30 ottobre. Era il figlio di Asser Rig, esponente di spicco del clan Hvide di Fjenneslev in Selandia, e Inger Eriksdotter. Era anche imparentato con Eskil arcivescovo di Lund. Crebbe nel castello di suo padre, insieme al suo fratello maggiore Esbern Snare e il giovane principe Valdemaro che sarebbe diventato re Valdemaro I di Danimarca. Durante la guerra civile successiva alla morte di Eric III di Danimarca nel 1146, Absalon viaggiò fino a Parigi per studiare teologia, mentre Esbern combatté per l'ascesa al trono di Valdemaro. Influenzato a Parigi dagli ideali della Riforma gregoriana sull'indipendenza ecclesiastica dal dominio monarchico, conobbe e diventò amico del canonico Guglielmo di Æbelholt all'abbazia di Sainte-Geneviève, il quale avrebbe fatto abate dell'abbazia di Eskilsø. Absalon apparve per la prima volta nelle coeve cronache "Gesta Danorum", redatte da Sassone Grammatico alla fine della guerra civile, in occasione delle trattative per l'accordo di pace tra Sweyn III e Valdemaro al priorato di Sant'Albano a Odense. Fu poi ospite al seguente banchetto a Roskilde organizzato nel 1157 da Sweyn per i suoi rivali Canuto V e Valdemaro. In quest'occasione, sia Absalon sia Valdemaro riuscirono a sfuggire all'assassinio da parte di Sweyn III, e scapparono nello Jutland, ove Sweyn li inseguì. Absalon probabilmente non prese parte nella successiva battaglia della brughiera di Grathe nel 1157, dove Sweyn fu sconfitto e ucciso, la quale portò all'ascesa di Valdemaro al trono danese. Nel Venerdì santo del 1158, il vescovo Asser di Roskilde morì, così Absalon prese la carica di vescovo di Roskilde grazie all'aiuto di Valdemaro, come ricompensa per il sostegno della famiglia Hvide. In qualità di vescovo di Roskilde, Absalon divenne quindi il principale consigliere di Valdemaro. Fu il principale promotore delle crociate danesi contro i Venedi. Durante la guerra civile danese, la Danimarca era stata esposta alle incursioni costiere dei Venedi. L'intenzione di Absalon era quella di liberare il Mar Baltico dai pirati venedi che abitavano la zona litorale meridionale, poi chiamata Pomerania. I pirati avevano fatto incursioni sulle coste danesi durante la guerra civile di Sweyn III, Canuto V e Valdemaro, al punto che, al momento dell'ascesa al trono di Valdemaro, un terzo del territorio danese risultava devastata e spopolato. Absalon formò una flotta di protezione, costruì difese costiere e condusse diverse campagne contro i Venedi. Sostenne persino il perdono dei precedenti nemici di Valdemaro, che contribuì a stabilizzare la Danimarca all'interno. La prima spedizione contro i Venedi, condotta da Absalon in prima persona, è datata 1160. Tuttavia fu solamente nel 1168 che la loro principale roccaforte, situata a Capo Arkona nell'isola di Rügen e che ospitava il tempio del loro dio Svetovit, si arrese. I Venedi accettarono il dominio dei danesi e allo stesso tempo di convertirsi alla religione Cristiana. Partendo da Arkona Absalon procedette via mare verso Garz nella parte meridionale di Rügen dove era situata la capitale politica e l'ultimo bastione della resistenza dei Venedi. La caduta di Arkona tuttavia aveva così sconvolto e demoralizzato i difensori che si arresero senza condizioni quando videro apparire le navi danesi. Absalon, accompagnato solamente da Sweyn, vescovo di Århus e da dodici guerrieri, una volta sbarcato, passò attraverso una doppia fila di 6000 guerrieri Venedi, per entrare nella fortezza e raggiungere il tempio del dio a sette facce Rugiewit. L'idolo fu abbattuto e bruciato e l'intera popolazione di Garz venne battezzata. Absalon pose le fondamenta di ben dodici chiese sull'isola. La fine della minaccia dei pirati Venedi consentì ad Absalon di ridurre considerevolmente la flotta danese. Egli continuò successivamente a tenere sotto controllo la zona del Baltico e nel 1170 distrusse un altro insediamento di pirati, ancora più ad est, a Dievenow sull'isola di Wolin.L'ultima impresa militare di Absalon fu nel 1184 la distruzione nelle vicinanze dell'attuale Stralsund di una flotta pomerana che aveva attaccato Jaromir di Rügen, un vassallo del Re danese. All'età di 57 anni lascia quindi il comando dell'esercito a uomini più giovani tra i quali il Duca Valdemaro (futuro Re Valdemaro II) per dedicarsi all'amministrazione dell'impero che aveva in larga misura contribuito a creare. A livello politico Absalon dimostrò comunque le sue grandi capacità. Il suo obiettivo primario fu quello di liberare la Danimarca dall'influenza della Germania. Fu contro il suo consiglio che Valdemaro I giurò fedeltà e obbedienza a Federico Barbarossa a Dole del 1162; successivamente, quando Canuto VI ascese al trono nel 1182 cacciò l'ambasciatore imperiale, arrivato a Roskilde per ricevere l'omaggio dal nuovo Re, chiarendo che il sovrano danese non doveva a nessuno obbedienza. Anche dal punto di vista della sua funzione religiosa Absalon rese grandi servigi al suo paese costruendo chiese e monasteri, dando aiuto a ordini religiosi quali i Cistercensi e gli Agostiniani, fondando scuole e in generale facendo il possibile per promuovere la civilizzazione. Fu lui che tenne il primo sinodo danese a Lund nel 1167. Nel 1178 fu nominato arcivescovo di Lund. Absalon non aveva intenzione di ricoprire tale carica e fu solamente la minaccia di scomunica che lo indusse ad accettare il pallio. Morì nel 1201 nel monastero di Sorø. Giudizio storiografico. Absalon rappresenta una delle figure più interessanti e pittoresche del Medioevo anche per il suo essere allo stesso tempo uomo di chiesa, di stato e guerriero. Nonostante fosse particolarmente attratto e dotato nell'arte della guerra non abbandonò mai i suoi obblighi ecclesiastici al contrario degli altri vescovi guerrieri del Medioevo la cui sola concessione al loro ruolo sacro era quella di usare una mazza al posto della spada in battaglia per non spargere il sangue. Le sue azioni avevano sempre la natura di crociate per convertire gli infedeli.
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Montagna Spaccata La Montagna Spaccata è un taglio eseguito dagli antichi romani nella parete di una collina per creare un passaggio stradale carrozzabile, nei pressi della città di Pozzuoli, in modo da agevolare il percorso della via Consolare Campana verso Capua e Roma. Storia. La strada taglia la collina che presenta una perfetta forma semicircolare, simile ad una immensa abside naturale di m 900 di diametro. Si tratta in effetti del bordo di uno dei vulcani dei Campi Flegrei, cratere conservatosi soltanto per metà, la cui eruzione (chiamata appunto "eruzione di Montagna Spaccata") ha avuto luogo fra i 10.500 e gli 8.000 anni fa. Il taglio aveva lo scopo di agevolare il percorso delle mercanzie scaricate al porto di Puteoli e destinate a Roma, abbreviando il tragitto della via Antica Consolare Campana da Pozzuoli a Capua dove la strada si immetteva nella via Appia. Architettura. Sono tuttora perfettamente conservati e visibili i blocchetti di tufo posti a impedire il collassamento delle pareti, ed al di sotto dell'asfalto si conservano ancora i basoli del selciato antico. Stato attuale. La strada è tutt'oggi utilizzata come principale rete viaria per l'entrata e l'uscita dal cratere successivo, nel quale è situato il comune di Quarto Flegreo. Il passaggio di Montagna Spaccata si trova appunto al quarto miglio della via Antica Consolare Campana nei pressi di Pozzuoli al confine con la zona di Napoli Pisani.. Nei pressi della Montagna Spaccata, nel comune di Pozzuoli, è presente un deposito munizioni della Marina Militare Italiana, chiamato Depomuni Montagna Spaccata. Altre montagne spaccate. Vi sono altri luoghi con questo nome:
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Porro dolce lungo di Carmagnola Il porro lungo dolce di Carmagnola è una cultivar di porro coltivata nell'omonimo comune. Storia. Il “Porro Lungo Dolce di Carmagnola” è stato selezionato in circa quarant'anni di selezione massale. La cultivar ha trovato un ambiente particolarmente adatto alla coltivazione nel territorio carmagnolese, caratterizzato da terreni alluvionali sciolti e leggeri, specialmente quelli collocati sulla destra idrografica del Po. Nel 2002 è stato riconosciuto dalla Regione Piemonte come P.A.T.. Caratteristiche. Questa varietà di porro appartiene alla tipologia "lunga"; le piante sono infatti alte fino a 150 cm. La parte edule, completamente imbianchita alla commercializzazione, arriva invece a circa 85 cm di lunghezza. Alla raccolta la pianta pesa fino a 500 grammi con circa 3 cm di diametro. Il Porro dolce lungo di Carmagnola è spiccatamente dolce e tenero, ed è caratterizzato da una facile digeribilità. Viene anche utilizzato per produrre a livello casalingo decotti e sciroppi dalle proprietà diuretiche ed emolienti. Coltivazione. Le sementi del porro bianco di Carmagnola vengono prodotte localmente raccogliendole da piante lasciate in campo fino a fine agosto in modo che possano completare la fruttificazione. I frutti del porro sono capsule, e i semi che contengono vengono essiccati al sole. La semina viene effettuata in file distanti circa 40 cm su terreno concimato con abbondante letame e poi fresato; il periodo è quello compreso tra fine marzo e metà aprile. Le piantine vengono successivamente trapiantate tra metà giugno e metà luglio, quando hanno raggiunto un'altezza di circa 40 cm; vengono preventivamente accorciate a circa 25 cm perché, una volta trapiantate, possano mantenersi erette. La messa a dimora avviene su file a circa 85 cm di distanza, con una distanza sulla fila di circa 4–5 cm. La concimazione si basa principalmente sul letame bovino, integrato da piccole quantità di concimi minerali. Il diserbo è meccanico e si basa su rincalzature che hanno anche lo scopo di arieggiare il suolo. L'irrigazione è in genere a pioggia sulle piantine da trapiantare mentre sui porri messi a dimora dopo il trapianto avviene per scorrimento. L'imbianchimento avviene interrando i porri a partire dai primi di ottobre. Le piante protette in serra, inclinandole in modo che la parte che esce dal terreno vada a coprire la fila precedente e sia a sua volta coperta dai porri della fila successiva. Con questo procedimento solo la prima e l'ultima fila non saranno interrate e quindi, ricevendo una maggiore quantità di luce, alla raccolta avranno una minore eziolatura (imbianchimento dovuto alla mancata produzione di clorofilla). La commercializzazione del prodotto comincia a un paio di settimane dall'interramento. I porri possono rimanere interrati anche due o tre mesi. L'interramento oltre che favorire l'eziolatura limita anche il rischio di gelate. Un porro lungo dolce di Carmagnola alla raccolta pesa tra i 200 e i 500 grammi, che dopo la pulizia scendono a 100 - 300 grammi. Il diametro varia tra 1,5 cm e 3 cm. La resa media è di 160-185 quintali di prodotto pulito per ettaro.. Zona di produzione. La zona di produzione del "Porro Lungo Dolce di Carmagnola" coincide con il territorio comunale di Carmagnola (TO).
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Pantolabus radiatus Pantolabus radiatus è una specie del genere "Pantolabus" della famiglia dei Carangidae. Habitat e distribuzione. Oceano Pacifico occidentale, dall'arcipelago Indo-Australiano a Papua Nuova Guinea.
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Nefropatia Con il termine nefropatia viene ad essere genericamente definito un qualsiasi processo patologico a carico del rene. In tal senso, il termine nefropatia non identifica una specifica condizione patologica od entità clinica ma una generica "categoria diagnostica" caratterizzata dalla presenza di danno renale che può essere o meno semeiologicamente apprezzato. Una nefropatia ad origine infiammatoria viene definita nefrite; ad origine non infiammatoria nefrosi. Classificazione delle nefropatie. Essendo il rene composto da diverse unità funzionali che corrispondono ad altrettante unità anatomiche, possono essere distinte diverse strutture come sedi di diversi processi patologici. Una patologia a carico dei glomeruli verrà definita nefropatia glomerulare; a carico dei tubuli o dell'interstizio verrà definita nefropatia tubulare, interstiziale o tubulointerstiziale; a carico dei vasi sanguigni verrà definita nefropatia vascolare. Possono essere distinte nefropatie sulla base dell'agente causale, come la nefropatia da farmaci, tipicamente tubulo-interstiziale e le nefropatie ereditarie, come la sindrome di Alport o la sindrome di Bartter. Altre importanti nefropatie sono la nefropatia diabetica e la nefropatia da IgA.
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Atropus
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Tessitore al telaio Tessitore al telaio è un dipinto a olio su tela (64x80 cm) realizzato nel 1884 dal pittore Vincent van Gogh. È conservato nel Rijksmuseum Kröller-Müller di Otterlo.
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Atropus atropus
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Macchia rossa II Macchia rossa II è un dipinto a olio su tela (131×181 cm) realizzato nel 1921 dal pittore Vasilij Kandinskij. È conservato alla Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco. Descrizione. Quest'opera, in cui a forme geometriche si affiancano altre di struttura irregolare ricordi dell'astrazione lirica, è caratterizzata da un equilibrio calibratissimo, il cui fulcro è costituito dalla macchia rossa che dà il titolo al dipinto. Sullo spazio chiaro di un trapezoide di retaggio suprematista, che isola e separa dallo sfondo e allo stesso tempo evidenzia, convivono forme e colori in un vortice di piccoli segmenti variopinti, archi colorati, elementi curvilinei che prendono il via dal cuore rosso pulsante della tela. Emergono inoltre per la prima volta alcuni cerchi scuri come nuovo elemento geometrico, fra cui spicca in alto uno avvolto da un alone, quasi a richiamare l'immagine di un buco nero. Al di là di questo mondo definito dalla forma trapezoidale bianca, due figure ovali, trafitte da due lunghi oggetti appuntiti, emergono da uno sfondo scuro. Kandinskij applica in questa tela alcuni dei principi cardine espressi nel suo "Dello spirituale nell'arte" associando i colori squillanti, come il giallo, alle forme acute e quelli profondi, come il blu e il nero, alle forme arrotondate e identificando la macchia con il colore rosso «caldo, vivace e inquieto» frutto «di un'immensa potenza».
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1,706,708,677.180653
Bhc
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1,706,708,677.1807
Bix
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Bjb
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Improvvisazione 19 Improvvisazione 19 è un dipinto a olio su tela (120x141,5 cm) realizzato nel 1911 dal pittore Vasily Kandinsky. È conservato nella Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco. La tela, nota anche come "Il suono azzurro", fa parte di una serie di opere cominciate nel 1909, e suddivise in Impressioni, Improvvisazioni e Composizioni. Collegamenti esterni. Sito museo
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Bradley Efron Nel 1990 gli è stato assegnato il Premio Samuel S. Wilks.
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Bje
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La valorosa Téméraire La valorosa Téméraire trainata al suo ultimo ancoraggio per essere demolita, 1838 ("The Fighting Temeraire tugged to her last berth to be broken up, 1838") è un dipinto a olio su tela (90,7x121,6 cm) di William Turner, databile al 1838-1839 e conservato nella National Gallery di Londra. Storia. Quando si accinse a dipingere questo quadro, Turner era all'apice della carriera, poiché aveva esposto più volte sue opere alla Royal Academy. Iniziava a essere apprezzato il suo modo di trattare il paesaggio come un genere alla pari dei temi storici tradizionali, capace di ispirare la mente e gli animi degli osservatori. In effetti, quando "La valorosa Téméraire" fu esposta alla Royal Academy nel 1839 riscosse uno sfolgorante successo: tra gli ammiratori più ardenti vi fu William Makepeace Thackeray, scrittore inglese che definì l'opera «il dipinto più superbo mai apparso sulle pareti di un'Accademia, o proveniente dal cavalletto di qualsiasi pittore». La tela incontrò anche il favore del "Morning Chronicle", secondo cui «nella sua sorprendente rappresentazione Turner ha appagato il suo amore per i colori forti e fortemente contrastanti con gran gusto e proprietà» (7 maggio 1839) e persino il "Blackwood's Magazine", storico detrattore dell'opera di Turner, si espresse in termini positivi: «È un'opera di grande effetto e sentimento, e degna di Turner quando era Turner» (luglio-dicembre 1839). Ad accompagnare "La valorosa Téméraire" vi erano alcuni versi della poesia "Ye Mariners of England" di Thomas Campbell: Turner custodì l'opera nel proprio "atelier", sito destinato al godimento intellettuale e certamente utilizzato dall'artista come vetrina per i potenziali acquirenti. Turner, in effetti, fu molto restio a separarsi da "La valorosa Téméraire": all'editore di stampe artistiche Joseph Hogarth, cui prestò la tela nel 1844, scrisse che «né il denaro né alcuna forma di adulazione possono indurmi a prestare di nuovo il mio tesoro ...». Nel 1848 arrivò persino a rifiutare un'offerta di cinquemila sterline: era sua intenzione, infatti, destinare l'opera alla fruizione dell'intera nazione britannica. Dopo la sua morte, e numerose trattative con gli eredi, "La valorosa Téméraire" nel 1956 giunse nella National Gallery di Londra, dov'è da allora esposta nella sala n. 34, in «eccellente stato di conservazione». Descrizione. La Téméraire, nave da guerra a novantotto cannoni, era stata varata nel 1798 ed era stata la nave vittoriosa alla battaglia di Trafalgar, nel 1805, quella che aveva difeso dal fuoco francese la nave bandiera HMS Victory di Lord Nelson. Rimase in servizio fino al 1838, quando fu dismessa e trainata lungo il Tamigi da Sheerness a Rotherhithe, per essere demolita. Turner sceglie di raffigurare proprio il momento in cui la Temeraire, immersa nella luce intensa di un tramonto infuocato, solca lentamente e silenziosamente le acque del Tamigi, trainata da un rimorchiatore, in attesa di essere distrutta. Sappiamo che si tratta del suo ultimo viaggio grazie alla presenza del vessillo bianco, issato sul pennone in sostituzione della maestosa Union Jack: si tratta del simbolo di una resa sublime e dignitosa e, allo stesso tempo, del tramonto della gloriosa tradizione della navigazione a vela, che si apprestava a lasciare spazio alle nuove imbarcazioni a vapore. È importante notare che il principale interesse dell'artista non era narrare con precisione l'evento storico, bensì trasmettere una sensazione all'osservatore, evocare un sentimento. È per questo motivo che il dipinto presenta varie incongruenze: ad esempio, nella realtà la nave era priva di alberi (da quando utilizzata come una nave-magazzino e il suo legname venduto all'asta) ed era diretta verso ovest (e non viceversa). Oltre alla bandiera bianca, della quale abbiamo già parlato, Turner si è concesso un'altra licenza: nel dipinto, infatti, troviamo un solo rimorchiatore, mentre nella realtà ve ne erano due. Inoltre il nome dell'imbarcazione era "Saucy Temeraire" (dove "saucy" stava a significare "monella", "sbarazzina"), come era chiamata dal suo equipaggio: l'appellativo «Fighting» (combattente) fu scelto dall'artista proprio perché più evocativo. Ciò che colpisce è la straordinaria colorazione del cielo al tramonto, un tributo e, al tempo stesso, un parallelo al destino della vecchia nave da guerra, che appare imbiancata, come incanutita, e pallida come un fantasma, ma con tocchi dorati che ne ricordano l'eroico passato. Tali caratteristiche sono ancora più evidenti al confronto con il più scuro e «giovane» rimorchiatore a vapore, che appare come una losca e informe massa nera che traina il romantico vascello verso il suo ineluttabile destino. Numerosi bagliori accendono il cielo di rosso, in riferimento al sangue inglese versato nella battaglia di Trafalgar, mentre il sole cala all'orizzonte, creando un gorgo di nubi colorate che si specchiano nel mare. Tali effetti sono ottenuti con tocchi densi di colore, sia col pennello che col mestichino, che danno un effetto sfolgorante, soprattutto da lontano. Il mare trascolora attraverso varie gamme di blu, arancio e rosso ed è estremamente trasparente: i suoi riflessi sono accentuati dal chiarore della falce lunare che appare nel cielo. Un'altra piccola vela bianca, infine, solca lo specchio d'acqua. Al contrario nel dipingere la nave e il suo complesso sartiame l'artista usò una tecnica più tradizionale e precisa. Si tratta di uno dei dipinti meglio conservati dell'artista, grazie all'uso di una tecnica a olio tradizionale, senza effetti sperimentali che, in quanto più instabili, tendono a deteriorarsi più facilmente col tempo. Per creare il cielo l'artista fece una base con uno smalto sottile che, una volta asciutto, è stato acceso da pennellate spesse di colori opachi (tra cui giallo e arancione chiari), in maniera irregolare e via via a intervalli maggiori rispetto all'area di maggior luce. Effetti speciali si possono poi notare nell'acqua alla base del rimorchiatore, dove piccole pennellate chiare e irregolari danno l'effetto dell'acqua increspata. Come nelle altre opere paesaggistiche di Turner qui si denota un aspetto onirico (tipico dei sogni) realizzato tramite un consapevole utilizzo dei colori e della luce che sfumano la realtà facendo apparire gli elementi del quadro poco nitidi e legati piuttosto al sentimento dell'artista.
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