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Identificato un nuovo farmaco promettente in grado di contrastare il coronavirus SARS-CoV-2, il patogeno responsabile della pandemia di COVID-19 che ha messo in ginocchio il mondo intero. Il principio attivo in questione fa parte dei cosiddetti inibitori della proteasi, una famiglia di medicinali con spiccata azione antivirale che, come suggerisce il nome, inibiscono enzimi coinvolti nella produzione di proteine virali. In parole semplici, questi farmaci sono in grado di bloccare la “catena di montaggio” dei patogeni, impedirne la replicazione e dunque neutralizzarli. Tra i più noti inibitori della proteasi c'è il darunavir utilizzato contro l'HIV, e ne esistono diversi anche contro il virus responsabile dell'epatite C. Quello rilevatosi efficace contro il SARS-CoV-2, perlomeno in test di laboratorio, è l' aprotinina, un antifibrinolitico (la fibrinolisi è un processo che "bilancia" la coagulazione del sangue) derivato da tessuto polmonare di bovini, utilizzato per ridurre il sanguinamento in diverse condizioni chirurgiche. Il farmaco in passato è stato sospeso per effetti avversi, ma l'Organizzazione Mondiale della Sanità chiese la revoca della sospensione nel 2012; oggi viene utilizzato regolarmente in alcuni Paesi per trattare forme influenzali sotto forma di aerosol. A determinare che l'aprotinina è efficace contro la replicazione del coronavirus SARS-CoV-2 è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Ospedale Universitario dell'Università di Goethe (Germania) e dell'Istituto di Bioscienze dell'Università del Kenti (Regno Unito), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Istituto di Patologia della Scuola di Medicina di Hannover, del The German Center for Lung Research e di altri istituti tedeschi. Gli scienziati, coordinati dai professori Martin Michaelis, Mark Wass e Jindrich Cinatl, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto test in vitro col principio attivo. L'aprotinina è stata sperimentata su specifiche colture cellulari (Caco2, Calu-3 ed epiteliali bronchiali primarie) contaminate da quattro campioni distinti di SARS-CoV-2. Come indicato, il farmaco è stato in grado di arrestare la replicazione virale, il processo che si avvia dopo che il coronavirus si lega alle cellule umane attraverso la proteina S o Spike, sfruttata come un "grimaldello" per rompere la parete cellulare e riversare il materiale genetico all'interno. L'aprotinina, in parole semplici, impedisce al patogeno emerso in Cina di legarsi alle cellule umane e dunque di avviare la replicazione, che è alla base dell'infezione (COVID-19).
Un team di ricerca internazionale composto da scienziati tedeschi e britannici ha dimostrato che l’aprotinina, un inibitore della proteasi con spiccata efficacia antivirale, è in grado di bloccare la replicazione del coronavirus SARS-CoV-2 in test in vitro. Il farmaco viene già utilizzato in Russia come aerosol contro l’influenza, ed è ben tollerato.
Il consumo di cannabis riduce i livelli di stress anche in situazioni difficili, a questo rischia di limitare la capacità dei fumatori di reagire correttamente agli stimoli che riceve dall'ambiente circostante. A darci questa notizia sono i ricercatori della Washington State University che hanno testato gli effetti della cannabis su un gruppo di consumatori frequenti inseriti in situazioni stressanti e paragonati ad un altro gruppo di persone non fumatrici. Cannabis e stress. I ricercatori ci spiegano che quando siamo stressati rilasciamo cortisolo, un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali che porta all'aumento di glicemia e che, a livello adattativo, ci serve per segnalare una situazione di pericolo. Lo studio. Per comprendere le differenze di livelli di cortisolo tra fumatori (almeno una volta al giorno o quasi) e non (10 o meno canne nell'arco della vita) in situazioni stressanti e non, i ricercatori hanno sviluppato alcuni test, prima e dopo i quali sono stati prelevati alcuni campioni di saliva (per misurare le variazioni del livello di cortisolo). I test. I test ai quali sono stati sottoposti implicavano: I risultati. I test hanno dimostrato che per i non fumatori i livelli di cortisolo aumentavano molto in seguito al test stressante, mentre rimanevano invariati nei soggetti fumatori. Questo significa che fumare cannabis regolarmente smorza la reattività.
Le persone che fumano cannabis regolarmente non percepiscono adeguatamente lo stress: questo potrebbe essere pericoloso. Perché?
Dopo 5 anni è finito l'amore tra Vieri e la Satta, la notizia della rottura della storia di una delle coppie più belle del mondo dello spettacolo è arrivata come un fulmine a ciel sereno! Ma qualche settimana fa sono apparsi i primi segnali di una crisi tra Bobo e Melissa, ora a confermare le voci della fine del loro amore è stato lo stesso ex calciatore dell'Inter. Eppure la cosa lascia tutti sorpresi, infatti la Satta venerdì sera ospite di Teo Mammuccari a Fenomenal smentì ogni voci su una possibile crisi con il fidanzato. Il motivo ufficiale della rottura della coppia è la distanza. L'ex centravanti della nazionale italiana dopo aver vissuto per un lungo periodo in Brasile è stato ingaggiato come talent scout dal Barcellona e viaggia continuamente per tutta Europa, l'ex velina di Striscia la notizia da tempo si è trasferita a New York per studiare recitazione e per cercare il successo internazionale. Ma oltre alle dichiarazioni ufficiali il vero motivo della rottura in molti l'hanno individuato nel flirt tra Vieri e Sara Tommasi. A quanto pare una delle più esplosive Papi Girl ha fatto perdere la testa al play boy del mondo del calcio, non a caso Bobo in passato è stato con Elisabetta Canalis e Fernanda Lessa. Inizialmente la Satta sembrava non credere alle voci di questo presunto flirt, ma ora deve farsene una ragione.
Sara Tommasi è la vera causa della fine dell’amore tra Bobo Vieri e Melissa Satta, dopo 5 anni di fidanzamento.
Amanda e Raffaele tornano colpevoli: annullata la sentenza d'appello sull'omicidio di Meredith Kercher. Per la Cassazione è necessario un nuovo processo. I giudici della Suprema Corte hanno dunque accolto i ricorsi presentati dai familiari della vittima e dalla Procura generale di Perugia, che chiedevano appunto l'annullamento dell'assoluzione dei due ragazzi. Ora il processo è da rifare. Al nuovo provvederà la Corte d'Appello di Firenze. E' stata poi confermata la condanna a tre anni inflitta ad Amanda Knox per il reato di calunnia ai danni di Patrick Lumumba, il musicista del Congo da lei inizialmente indicato come autore dell'omicidio di Meredith. Pena che diventa così definitiva, ma la Knox l'ha già scontata nel periodo passato sotto custodia cautelare in carcere, prima di essere assolta.
Annullata la sentenza d’Appello. La Corte di Cassazione riapre tutti i giochi per l’omicidio di Meredith Kercher. Condannati in primo grado (Amanda Knox a 26 anni, Raffaele Sollecito a 25) e assolti in secondo, per mancanza di prove.
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Progettati da Swiss Design Team Camenzind Evolution, in collaborazione con il team di progettazione israeliano Setter Architects e Studio Yaron Tal, gli uffici di Google ora occupano 8 piani nella prestigiosa Torre Electra nel centro di Tel Aviv, con vista mozzafiato su tutta la città e il mare. var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 0 && windowWidth <= 767) { document.getElementById('widget-banner-6').id = 'div-banner-3'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-3"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-6').style.display = 'none'; } Photo credit Itay Sikolski var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 768) { document.getElementById('widget-banner-7').id = 'div-banner-3'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-3"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-7').style.display = 'none'; } Ogni piano è stato progettato con un diverso aspetto dell'identità locale, illustrando la diversità di Israele come paese e nazione. Ciascuno dei temi è stato selezionato da un gruppo di Googler (così chiamano i dipendenti di Google). Ad esempio, essendo in Israele, per il pranzo i dipendenti possono scegliere tra tre ristoranti differenti, in base alle differenti cucine e culture del paese; ciascuno dei ristoranti ha un proprio stile e tema. Trattandosi di Google non potevano però mancare sale giochi, centro benessere e l'intramontabile scivolo! Leggi anche Il Vitus Bering Innovation Park in Danimarca: un ufficio dinamico ed innovativo che favorisce il relax Photo credit Itay Sikolski Quasi la metà di tutto lo spazio è stato destinato per creare ambienti comuni, dando innumerevoli opportunità ai dipendenti di collaborare e comunicare con altri Googler in un ambiente vario che assecondi tutte le diverse esigenze e necessità. C'è una chiara separazione tra l'ambiente di lavoro dipendenti con tradizionali stanze separate e le aree di socialità, garantendo la privacy e la messa a fuoco quando richiesto con scrivanie basate sul lavoro individuale, e gli spazi per la collaborazione e la condivisione di idee. Photo credit Itay Sikolski La sostenibilità ha giocato un ruolo vitale per Google nello sviluppo dei loro nuovi uffici a Tel Aviv e il progetto è stato premiato con la certificazione LEED ‘Platinum', primo edificio della sua categoria in Israele. var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 0 && windowWidth <= 767) { document.getElementById('widget-banner-8').id = 'div-banner-5'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-5"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-8').style.display = 'none'; } Photo credit Itay Sikolski Continua a leggere su Fanpage.it var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; document.getElementById('widget-banner-9').id = 'div-banner-6'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-6"); }); }); Social 14 CONDIVISIONI commenta condividi chiudi Il nuovo ufficio Google in Israele è già una pietra miliare nello sviluppo di ambienti di lavoro innovativi. Progettati da Swiss Design Team Camenzind Evolution, in collaborazione con il team di progettazione israeliano Setter Architects e Studio Yaron Tal, gli uffici di Google ora occupano 8 piani nella prestigiosa Torre Electra nel centro di Tel Aviv, con vista mozzafiato su tutta la città e il mare. Ogni piano è stato progettato con un diverso aspetto dell'identità locale, illustrando la diversità di Israele come paese e nazione. Ciascuno dei temi è stato selezionato da un gruppo di Googler (così chiamano i dipendenti di Google). Ad esempio, essendo in Israele, per il pranzo i dipendenti possono scegliere tra tre ristoranti differenti, in base alle differenti cucine e culture del paese; ciascuno dei ristoranti ha un proprio stile e tema. Trattandosi di Google non potevano però mancare sale giochi, centro benessere e l'intramontabile scivolo! Quasi la metà di tutto lo spazio è stato destinato per creare ambienti comuni, dando innumerevoli opportunità ai dipendenti di collaborare e comunicare con altri Googler in un ambiente vario che assecondi tutte le diverse esigenze e necessità. C'è una chiara separazione tra l'ambiente di lavoro dipendenti con tradizionali stanze separate e le aree di socialità, garantendo la privacy e la messa a fuoco quando richiesto con scrivanie basate sul lavoro individuale, e gli spazi per la collaborazione e la condivisione di idee.
Nuovo ambiente di lavoro incredibilmente stimolante per Google a Tel Aviv, rispettoso dell’identità e diversità di Israele.
Quello di Avetrana è un delitto che continua a tenere con il fiato sospeso: dopo circa 9 mesi dall'uccisione di Sarah Scazzi il quadro accusatorio continua ad essere ricco di nuovi spunti. Soltanto stamane le due donne accusate di essere coinvolte a vario titolo nell'omicidio di Sarah Scazzi, avevano deciso di non rispondere alle domande del gip, e adesso si dà notizia della scarcerazione di Michele Misseri. In realtà, già dopo l'arresto di Cosima Serrano gli inquirenti avevano reso noto che la tesi più accreditata era quella che voleva che ad uccidere Sarah fosse stata Sabrina Misseri, strangolandola in casa, e non nel garage. Questo particolare faceva sì che ad essere coinvolta nell'omicidio fosse anche Cosima che, secondo gli inquirenti, era presente sulla scena del delitto ma non si sarebbe opposta al gesto della figlia. Michele Misseri, invece, sarebbe stata una figura importante per ciò che concerne la soppressione del cadavere in contrada Mosca, dove l'avrebbe fatto ritrovare lo scorso 6 ottobre, quando per lui si aprirono le porte del carcere. Oggi, proprio quelle porte potrebbero riaprirsi: il gip di Taranto Martino Rosati, infatti, ha predisposto per lui la scarcerazione per decorrenza dei termini della custodia cautelare, raccogliendo così la richiesta del legale di Misseri, Francesco De Cristofari, che ne aveva fatto istanza.
Il gip di Taranto, Martino Rosati, ha deciso di accogliere l’istanza del legale di Michele Misseri e ha predisposto la scarcerazione per il contadino di Avetrana.
Non cambia di molto la Top 10 degli album più ascoltati della settimana in Italia, con la Machete che si mantiene per la quinta consecutiva in testa e Ultimo che si appropria anche della terza posizione del podio, riportandoci il suo penultimo album, mentre precipitano Alberto Urso e Giordana Angi. "Facile raggiungere la prima posizione, difficile restarci" ha scritto su Instagram Salmo, ovvero la mente dietro il Machete Mixtape 4, l'album che mette insieme il meglio – più tanti ospiti – del collettivo rap più famoso del Paese e che da settimane lotta con Ultimo per la prima posizione: il cantautore romano è secondo con l'ultimo "Colpa delle favole", mentre in terza c'è "Peter Pan" che si prende la posizione di "No.6 Collaborations Project" ultimo album di Ed Sheeran che in Italia non è riuscito a passare neanche una settimana in prima posizione. Oltre al Mixtape, Salmo è in classifica anche con "Playlist", quinto, album uscito lo scorso dicembre e che ha passato qualche settimana, lo scorso gennaio, in testa e proprio i rapper sardo ha scritto che sono i due migliori album usciti tra il 2018 e il 2019. Una sfida a due, praticamente, visto che in sesta posizione c'è ancora Ultimo, ma questa volta con l'album d'esordio (2017) "Pianeti" che si mette alle spalle "Western Stars" di Bruce Springsteen, ottavo, "Jova Beach Party", l'Ep con cui Jovanotti ha lanciato il suo tour sulle spiagge, nona Elettra Lamborghini e decima, ancora una volta, Billie Eilish con l'esordio "When We All Fall Asleep, Where Do We Go?". È strano non vedere alto in classifica a un paio di mesi dalla fine della trasmissione almeno uno dei protagonist di Amici di Maria De Filippi, che in questi ultimi anni ha dato alle classifiche cantanti come Irama, Riki, The Kolors, solo per citarne alcuni. Eppure ormai sia Alberto Urso che Giordana Angi sono fuori dai giochi, con il primo, il vincitore, che crolla dalla ventinovesima alla quarantaduesima, mentre l'amica e collega Giordana Angi è ormai fuori dai 50 (è alla 53). Entrambi pensano al post estate e ai loro due primi album veri.
Non cambia di molto la Top 10 degli album più ascoltati della settimana in Italia, con la Machete che si mantiene per la quinta consecutiva in testa cpon il Mixtape 4 e Ultimo che si appropria anche della terza posizione del podio, riportandoci il suo penultimo album “Peter Pan”, dietro “Colpa delle favole”.
Prenotare un volo e salire su un aereo per la destinazione che abbiamo sempre sognato ad oggi sembra la cosa più semplice del mondo. Eppure ci sono alcuni lati oscuri che i passeggeri ignorano. A dirlo è Allison Hope un ex membro dello staff di una compagnia aerea che ha rivelato che in realtà ogni volo presenta qualcosa che non va. Le sue dichiarazione sono state riportate dal Daily mail e potrebbero destare non poche preoccupazioni ai viaggiatori in aereo. Non mangiare mai il pasto in volo, a meno che non sia sigillato con cura e disinfettare il tavolino perché potrebbero depositarsi dei materiali non proprio rassicuranti non visibili ad occhio nudo. Queste sono solo alcuni degli aspetti sui quali l'ex dipendente mette in guardia, ma ce ne sono altri, ancor più pericolosi che possono addirittura attentare alla vita degli ignari passeggeri. Allison Hope, avendo lavorato per anni nel settore conosce a fondo tutti i segreti anche quelli inconfessabili. Ecco le sue rivelazioni. I passeggeri dovrebbero usare un antibatterico per pulire il loro tavolino prima di mangiare un pasto su di esso, poiché la superficie viene toccata da milioni di persone che potrebbero non avere il nostro stesso igiene. Sugli aerei spesso accadono anche cose disgustose. Allison Hope ha dichiarato che durante i suoi anni di lavoro gli è capitata più di una volta di scoprire i passeggeri a fare sesso o ancor peggio a vomitare sul tavolo. La cosa da voltastomaco è che i tavolini vengono puliti molto più raramente di quello che pensiamo. Bisognerebbe evitare di mangiare pasti in volo, a meno che non siamo accuratamente sigillati. Questo però vale solo per alcun compagnie poichè fortunatamente altre sono note per la buona qualità e conservazione del cibo. Secondo l'ex dipendete, molto pericoloso potrebbe essere anche solo bere una tazza di te o caffè. Hope, infatti, rivela che la provenienza dell'acqua per queste bevande non è sempre sicura e potrebbe essere brulicante di batteri nocivi.
Batteri ovunque, cibo contaminato e poca manutenzione. Queste sono solo alcune rivelazioni che l’ex dipendente di un compagnia aerea ha svelato ai passeggeri ignari. Potreste anche essere seduti affianco ad un passeggero morto.
Le feste di Natale stanno ormai volgendo al termine ma, prima di riporre albero e presepe nell’armadio, bisogna pensare alla calza della Befana. Se non sapete cosa regalare al partner o ad un amico in occasione dell’Epifania, potete affidarvi all’astrologia. Dopo aver scoperto tutti i difetti a cui i segni zodiacali cercheranno di dire addio nel 2016, è arrivato il momento di pensare ai dolciumi da mettere nella calza. Ecco una golosità a cui ogni segno non riuscirebbe a rinunciare. Ariete – Barrette energetiche – L’ariete è un segno particolarmente attivo e dinamico, che passerebbe giornate intere fuori casa tra lavoro, sport, aperitivi e shopping. Il modo migliore per ricaricarsi? Delle barrette energetiche. Sono l’ideale per essere messe nella sua calza. Toro – Biscotti danesi – Il toro è un segno che adora le tradizioni e tutto ciò che ha un fascino vintage. Nella sua calza non dovranno mancare dunque i classici biscotti danesi nella confezione di latta, che gli faranno ricordare la sua dolce infanzia. Gemelli – Soldini di cioccolata – I gemelli sono delle persone comunicative, con un forte senso dell’umorismo. Per loro, la calza della Befana deve essere un simbolo di buon augurio e di conseguenza al suo interno non possono mancare i tradizionali soldini di cioccolata. Quale modo migliore per iniziare il nuovo anno se non con la speranza di guadagnare molto? Cancro – Cioccolatini misti – Il cancro è il segno più romantico per eccellenza ed ama la dolcezza non solo nella vita ma anche a tavola. E’ un vero e proprio amante del cioccolato e, per festeggiare la Befana, per lui non c’è niente di meglio di un bel pacco di cioccolatini misti. Leone – Barrette di cioccolata ripiene – Il leone è forte e coraggioso, un leader nato. Quando si trova con gli amici, deve sempre essere il migliore e, anche per quanto riguarda la sua calza della Befana, desidera ricevere i dolci più buoni e più calorici. Non c’è nulla di meglio delle barrette di cioccolata ripiene per lui, così da fargli ritrovare la carica giusta per affrontare il nuovo anno. Vergine – Calza salata – La vergine è un segno razionale, che non si lascia andare ad alcun tipo di “peccato di gola”. Il solo pensiero degli zuccheri che potrebbe assumere lo fa sentire in colpa. L’ideale per lui è dunque una calza salata con frutta secca, noccioline, salatini e magari anche qualche insaccato. Bilancia – Dolci light – La bilancia è il segno più elegante e raffinato dello zodiaco. Naturalmente, è perennemente a dieta ma non per questo vuole rinunciare alla tradizionale calza della Befana. Per lui, l’ideale sono dei dolci light, con cui può tenere sempre sotto controllo la sua linea.
L’Epifania si avvicina e non c’è modo migliore per concludere le feste se non con una scorpacciata di dolci. Se non sapete ancora cosa regalare all’amico o al partner, fatevi aiutare dall’astrologia. Ecco cosa non può mancare nella calza di ogni segno zodiacale.
Il Grande Fratello ha deciso di mettere a dura prova Barbara Donadio. Alessia Marcuzzi ha spiegato alla giovane, che nella casa sarebbe entrato un suo conoscente ma che lei avrebbe dovuto trattarlo come un estraneo. Se fosse riuscita nell'impresa, avrebbe guadagnato l'immunità nella prossima nomination. Barbara ha accettato senza sapere di chi si trattasse. Il nuovo inquilino è il suo ex fidanzato Livio – A varcare la porta rossa, è Livio, ex fidanzato di Barbara Donadio. Prima di entrare, il giovane ha dichiarato: "Tra alti e bassi, tra me e Barbara c'è stata una bella storia d'amore. Sinceramente vederla baciare Manfredi non so che effetto mi possa fare. Nella casa userò il nome Francesco, è quello di mio nonno. Non sarà una situazione semplice, ci sarà da ridere". Quando è entrato nella casa, Barbara è apparsa pietrificata. Poi ha ripreso fiato e gli ha stretto la mano dicendo un classico: "Piacere, Barbara" e ha aggiunto: "Finalmente c'è un toscano in casa". Poi è andata a bere un sorso d'acqua, con un sorriso di plastica stampato sul viso. Livio, intanto, ha iniziato a fare amicizia con gli inquilini raccontandosi un po': "Sono toscano, di Pisa. Sono tifoso del Napoli". Alessia Marcuzzi, infine, ha spiegato: "Francesco ha un segreto molto particolare, non fatevi ingannare dall'aspetto e dalla provenienza. Se non scoprirete il suo segreto, avrete una penalità, ma non posso dirvi cosa accadrà. Sarà vostro ospite per tutta la settimana". Purtroppo, però, in pochi credono che la Donadio sarà in grado di mantenere il segreto. Alcuni vedono in Barbara e Livio i nuovi Alessandro e Lidia.
Livio sarà un concorrente del Grande Fratello per una settimana. È l’ex fidanzato di Barbara Donadio, ma la ragazza non potrà rivelare di conoscerlo. Quando lo ha visto entrare nella casa, la fidanzata di Manfredi è rimasta pietrificata.
Gli OneDirection sono senza dubbio la boy band inglese più in voga del momento. Acclamati in Europa come in America da milioni di giovani fan che vanno pazze per i cinque ragazzi d’oltremanica, hanno fatto il pieno di consensi anche nel nostro paese, quando sono stati ospiti sul palco di Sanremo 2012. Mentre la loro vita lavorativa procede a vele spiegate, la band che ha trionfato ad X Factor Uk si divide tra tour internazionali e nuovi progetti, la vita privata corre tra i caratteri di twitter, dove a suon di cinguettii le fan possono sapere tutto su di loro. Dei cinque componenti degli OneDirection quattro sono felicemente fidanzati, storie d’amore giovani come le loro fidanzate, che hanno attraversato da poco l’età adolescenziale. Alcune delle fan sono sul piede di guerra nel sapere impegnati i propri idoli, ma la maggior parte sono diventate supporters anche delle compagne dei cantanti, con pagine Facebook che si affollano di commenti positivi sui ragazzi della band e le rispettive girlfriend. Una delle più gettonate è senza dubbio Eleanor Calder, la fidanzata di Louis Tomlinson; una ragazza dal viso acqua e sapone che si divide tra Londra e Manchester, dove sta per laurearsi in Politica e Sociologia al college. Il rapporto tra loro sembra essere davvero speciale, nonostante i tanti impegni di lavoro di Louis con gli OneDirection trovano sempre il tempo di stare insieme. Eleanor ha accompagnato Louis all’aeroporto prima che partisse con la band, e si sono salutati con un lungo abbraccio che testimonia il loro legame. Una separazione temporanea considerando che la bella Eleanor ha raggiunto il suo ragazzo per trascorrere qualche giorno insieme alle cascate del Niagara. La splendida studentessa lavora anche come modella, il suo fisico invidiabile le permette di indossare tutto. Louis è molto dolce con lei, solo pochi giorni fa le ha augurato buona fortuna per un esame universitario via twitter, cosicché tutte le fan potessero sciogliersi davanti al loro amore. Danielle Peazer non è certo da meno a Eleanor. E’ la fidanzata di Liam Payne, e lavora come ballerina professionista e modella part-time. Il suo viso splendido è il frutto di un miscuglio etnico, la ballerina ha origini italiane, inglesi e in parte della Guyana; ed il suo fascino ha conquistato Liam fin dal primo sguardo. E’ stato proprio il giovane directioner a corteggiarla proprio in occasione della partecipazione a X Factor dove lei lavorava come ballerina professionista mentre lui partecipava alla gare. La storia tra i due procede a vele spiegate dal 2010, sebbene inizialmente Danielle fosse restia alla corte del fidanzato, più giovane di lei di cinque anni. Adesso che lui e la band si trovano negli States comunicano via twitter e Danielle sembra essere più che mai felice di aver superato i suoi pregiudizi sulla differenza d’età. Perrie Edwards è fidanzata con Zayn Malik; il fascino per metà asiatico del bel Zyan ha conquistato da poco il cuore di Perrie, cantante delle Little Mix, il gruppo che ha vinto l’edizione 2011 di X Factor. Tra i due è scoccata la scintilla proprio in occasione di una reunion del talent show per registrare un singolo di beneficenza. Hanno preferito mantenere il riserbo per qualche tempo sulla loro relazione, proprio essendo due personaggi pubblici. Dopo un po’ sono usciti allo scoperto, e le fonti più vicine a Zayn hanno confermato che tra i due c’è una reale volontà di impegnarsi. Subito dopo la diffusione delle prime foto dei baci tra Perrie e Zayn, lo stesso Malik ha confermato con poche parole l’amore appena sbocciato: “Siamo incredibili insieme, tutto sta andando alla grande tra noi.” L’ultimo componente degli OneDirection che sembra aver trovato l’amore è Niall Horan, il biondino dal viso d’angelo; per lui è scoccata la scintilla con Ali McGinley, una studentessa di Mullingar, la sua cittadina di origine. Tra loro una conoscenza di vecchia data che a quanto pare si è tramutata in qualcosa di più quando Niall è tornato a casa. Pochi giorni per ritrovarsi sono bastati a dichiararsi amore tanto che la diciassettenne ha dichiarato: "E’ davvero uno degli uomini più meravigliosi che abbia mai incontrato. Siamo vicini.” La frequentazione è ancora agli inizi, ma a quanto pare tra i progetti di Niall c’è quello di tornare il più spesso possibile in terra natia.
Giovani, belle e innamorate. Le fidanzate di Louis, Zayn, Niall e Liam sono diventate popolari almeno quanto i loro ragazzi. Ma come avranno conquistato il cuore dei OneDirection?
I problemi dell'esecuzione forzata Come tutti i creditori sanno l'esecuzione forzata per il recupero del credito è un percorso lungo e non privo di ostacoli e non ci si riferisce solo al diritto riconosciuto al debitore di opporsi all'esecuzione o agli atti esecutivi, ma ci si riferisce anche alle contestazioni che possono sorgere tra creditori all'interno della medesima procedura esecutiva. Infatti, anche se l'ipotesi più semplice è quella di immaginare una procedura esecutiva che ha ad oggetto un unico creditore ed un unico debitore, non sono da escludere procedure esecutive in cui i creditori sono numerosi. In presenza di più creditori nella medesima procedura esecutiva può avere due conseguenze: In questa situazione è evidente che escludere un creditore permette, da un lato, agli altri creditori di aumentare le proprie possibilità di essere soddisfatti, dall'altro, aumenta la possibilità del debitore di avere un residuo al termine dell'esecuzione. Le contestazioni, abbastanza frequenti, possono sorgere al momento della distruzione del ricavato dell'esecuzione forzata e sono state oggetto di una specifica norma l'art. 512 cpc. Tale articolo dispone che "Se, in sede di distribuzione, sorge controversia tra i creditori concorrenti o tra creditore e debitore o terzo assoggettato all'espropriazione, circa la sussistenza o l'ammontare di uno o più crediti o circa la sussistenza di diritti di prelazione, il giudice dell'esecuzione sentite le parti e compiuti i necessari accertamenti, provvede con ordinanza, impugnabile nelle forme e nei termini di cui all'articolo 617 comma 2 cpc". Come risulta dal testo della norma possono sollevare delle contestazioni, i creditori (verso gli altri creditori), dal debitore (verso i creditori) o tra terzo espropriato (e i creditori). Le contestazioni possono riguardare l'esistenza del credito, l'ammontare del credito, cause di prelazione
La Cassazione del 25.5.2016 n. 10752 ha stabilito che l’art. 512 cpc ha ridisegnato l’opposizione distributiva attribuendole una nuova struttura, che si articola: a) in una fase in cui le contestazioni (tra creditori o tra debitore e creditori relative all’esistenza o all’ammontare del credito), debbono essere prospettate in prima battuta direttamente al giudice dell’esecuzione e danno luogo ad un suo provvedimento, che dev’essere adottato con ordinanza e che le risolve prospettando, quindi, una soluzione della contestazione insorta; b) in una seconda fase eventuale in cui tale ordinanza può essere impugnata con un’opposizione ai sensi dell’art. 617 cpc al suo contenuto e, dunque, alla soluzione data dal giudice dell’esecuzione.
Il mistero relativo alla scomparsa di oltre 1.000 dollari in contanti ad una famiglia dello Utah è stato risolto quando si è scoperto il denaro in pezzi nella trituratrice della casa e che il colpevole era il figlio di 2 anni. Ben e Jackee Belnap di Halladay avevano risparmiato denaro per ripagare i suoceri delle tasse stagionali della University of Utah. Avevano i $ 1,060 pronti in una busta che è “misteriosamente” scomparsa durante il fine settimana. “Sto scavando nella spazzatura e lei urla e dice: ‘L'ho trovato'", ha detto Ben all’emittente KSL, affiliata della CNN. "Tiene in mano il distruggi-documenti e lei dice, ‘ci credo che i soldi sono qui?’”. Mentre la coppia svuotava il contenitore, i soldi cadevano come coriandoli. “Siamo stati in silenzio per circa cinque minuti, senza parlare" ha detto Jackee. "Non sapevamo cosa fare e poi ho rotto il silenzio e ho detto tipo, ‘Beh, questo un giorno sarà una storia da raccontare ad un matrimonio ". A quel punto la coppia ha cominciato a chiedersi chi poteva essere il colpevole. E i sospetti sono subito caduti sul loro bambino, Leo, che forse avrebbe copiato quello che ha visto fare alla mamma. "Leo mi aiuta a distruggere la spazzatura o documenti importanti di cui vogliamo sbarazzarci", ha detto.
Ben e Jackee Belnap di Halladay, nello Stato dello Utah, avevano perso misteriosamente quei soldi che servivano per ripagare un prestito. Sabato hanno fatto una amara scoperta nella spazzatura…
E' tempo di spending review anche in casa Disney. Un lancio di poche ore fa dell'agenzia Reuters, infatti, parla di tagli e licenziamenti programmati dal colosso dell'entertainment per il 2013. La crisi non è ancora finita e anche alle grandi compagnie con profitti da capogiro tocca ‘tirare la cinghia'. Nello specifico, si fa riferimento ad esuberi di personale in quei settori in cui il progresso tecnologico è stato tale da non richiedere più il lavoro umano e dell'eliminazione di tutto ciò che costituisce un doppione o un'eccedenza. I licenziamenti, non ancora quantificati, potrebbero riguardare tutte le divisioni della compagnia: si va dai parchi tematici ai videogiochi, passando per il cinema e la musica. Negli ultimi anni gli investimenti più consistenti della Walt Disney Co. hanno riguardato proprio il potenziamento dei parchi, l'acquisizione della Marvel e della Lucasfilm, l'acquisto dei diritti legati alle principali manifestazioni sportive (uno dei costi più pesanti per la compagnia) per il network Espn e il lancio di navi da crociera. Bob Iger, Ceo della media company, ha definito il 2013 "un anno di transizione". Se la notizia diffusa dalla Reuters trovasse conferma, si tratterebbe della terza ondata di licenziamenti in tre anni: nel 2011, a perdere il lavoro, furono in 200 nel settore dei videogames. Lo scorso settembre altri 50 impiegati sono stati licenziati in seguito alla ristrutturazione della Disney Interactive (che comprende, per l'appunto, anche i giochi da console), una delle divisioni che registrava le perdite più consistenti.
L’agenzia Reuters parla di tagli e riduzioni del personale in tutte le divisioni della media company, programmate per il 2013 in nome dell’efficienza e del contenimento dei costi. “Meno film e più produzioni esterne” sarebbe la strategia adottata per il cinema.
Il tempo è ciclico. Lo cantava Neffa aspettando il sole ed è adattissimo a questi tempi, soprattutto dopo una settimana temporalesca in giugno. Il fenomeno è comunque piovuto in classifica molto dopo, anzi all’epoca qualcuno, vedendo il binomio con Giuliano Palma, pensava fossero i Neffa. Eppure era l’era d’oro del rap italiano. Eppure, sebbene siano voci di corridoio, pare che Jovanotti volesse comprare quella hit invece che lasciare che fosse cantata dall’autore Giovanni Pellino. È un pettegolezzo, certo, ma più che a fare polemica serve ad introdurre quello che, tra torti e ragioni, è il fenomeno di punta del rap italiano all’inizio: Lorenzo Cherubini. È stato lui il primo a fare successo grazie a quel linguaggio tanto diverso dal cantato tradizionale, almeno in Italia. In un libro di Michele Monina si ipotizza che il vero precursore sia stato Celentano, ma forse era più un potenziale suocero vanitoso che un molleggiato seminale anche nell’arte di mettere le rime a tempo. Fatto sta che "Walking" e "Gimme five" sono stati i primi due singoli di rap made in Italy dei quali si è parlato fuori dall’ambiente hip hop. Il merito, più che per il valore della produzione o del testo, è però di una sapiente azione discografica. Poco importa se Jovanotti, prima di comparire in video, fosse sovrappeso e se a farlo dimagrire sia stato lo sviluppo o il suo manager: l’importante è che ha bucato lo schermo. Da allora è cambiata la musica e sono cambiati i mass media ma non certi meccanismi: vogliamo forse negare che Tiziano Ferro sia stato lanciato dopo una dieta, come dire, ferrea? Oppure che le case discografiche milionarie siano ancora imperanti e che tutte abbiano sede a Milano? Non si vuole condannare il marketing in questa sede, tantomeno i professionisti del settore, ma capire perché il rap italiano sia oggi un fenomeno tanto diffuso da contendersi i primati nazionali con il cantautorato, costretto a doversi rinnovare da più fronti per tenere il passo oltretutto. Il tempo è ciclico, si diceva, e, se negli ’80 è Jovanotti ad introdurre il rap nel pop, nei ’90 spuntano fuori gli Articolo 31. Il loro primo album alterna pezzi impegnati come "Fotti la censura" a quel famoso pennello che è riuscito a tinteggiare di rosa e di scandalo la politica italiana nella “nuova” Repubblica. E se il tema sessuale, oltre ad essere un classico della black music, è dovuto alla capacità di raccontare una realtà senza filtro propria del rap, i brani impegnati in quel periodo erano praticamente obbligatori: non si può negare che a riportare l’hip hop sotto i riflettori in quel decennio siano state le Posse, figlie del movimento studentesco e dell’impegno sociale; tant’è che prima di allora Jovanotti non aveva mai mostrato interesse per la politica, per Cuba o per la world music. Comunque, se non fosse stato per J-Ax e Dj Jad il potere contrattuale e mediatico dei rap avrebbe corso il rischio di restare patrimonio della sinistra extraparlamentare. Non a caso è proprio in quell’era che l’hip hop arriva a Sanremo. C’era già stato, in verità, il solito Lorenzo, con la sua moto, ma senza portare con sé le istanze di alcun movimento internazionale, mentre i Sottotono sul palco dell’Ariston arrivavano come testimonial di una cultura e identificati con una certa trasgressione, dovuta al riecheggiare del gangsta rap americano quanto delle feste dell’Unità, sebbene non lo siano affatto o almeno non in quella sede; però, avvalorando questa tesi, reagiscono sputando contro un Tapiro che gli viene attribuito per il fatto di aver copiato una melodia, mentre, in questo 2014, Frankie Hi-Nrg gareggia, sullo stesso palco e senza alcuna obiezione, neppure da parte della giuria di qualità, utilizzando ritmi e armonie di un classico del reggae mai passato di moda in Giamaica e nel mondo fin dagli anni ’70.
Da un po’ di tempo si parla del “fenomeno rap”, inteso come ingresso in pianta stabile del genere nella classifica e nel mainstream. Da dove viene questa improvvisa riscoperta del genere? Ed è davvero improvvisa?
Per il suo settantesimo compleanno, qualche mese fa, un folto gruppo di writers, a New York, le ha dedicato un coloratissimo graffito che recita: “Marty, Thanks to You Our Work Survives”. Ecco un primo buon indizio per comprendere il valore e l’importanza del lavoro di Martha Cooper. Lei, classe 1943, originaria di Baltimora, è la fotografa della Street Art, la fotoreporter ufficiale della Graffiti Culture dalle origini, nei primissimi anni ’80 a New York, fino ad oggi. Senza immaginare che quella nuova e ribelle forma d’arte, espressione di un altrettanto innovativo lifestyle, si sarebbe diffusa in tutto il mondo ottenendo un successo di massa, Martha Cooper ha documentato i primi passi della Graffiti Art, la sua popolarità, il suo trionfo e le sue trasformazioni, seguendo i writers nelle loro prime emozionanti azioni illegali, riuscendo a conoscere, vivere e quindi immortalare il mondo underground dall’interno, perché accettata, apprezzata e persino richiesta dagli artisti stessi. L’occasione che ci fa raccontare di Martha Cooper e della sua straordinaria attività è la mostra Street Signs, La vera essenza dei graffiti, per Martha Cooper, si racchiude in tre parole: Seguire i writers nelle loro azioni illegali, quando dipingevano treni, muri, strade di luoghi desolati,
La fotografa americana Martha Cooper ha documentato con i suoi scatti il mondo dei graffiti, dagli anni ’80 ad oggi. Una grande mostra la celebra a Palazzo Incontro a Roma, dove l’abbiamo intervistata durante l’inaugurazione.
var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 0 && windowWidth <= 1023) { document.getElementById('widget-banner-5').id = 'div-banner-2'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-2"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-5').style.display = 'none'; } Nessuna forma avveniristica o macchina scenica spettacolare e dall'aspetto aerospaziale, la scenografia della 64esima edizione del Festival di Sanremo è un ritorno al passato, un inno alla classicità e all'eleganza degli antichi teatri lirici italiani rielaborata in chiave moderna. Sul palcoscenico della più famosa karmesse canora italiana un palazzo del ‘700, omaggio ideale a "La Grande Bellezza" di Sorrentino: "La grande bellezza per noi italiani è una necessità, significa dare importanza a ciò che siamo", ha spiegato Fazio. var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 0 && windowWidth <= 767) { document.getElementById('widget-banner-6').id = 'div-banner-3'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-3"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-6').style.display = 'none'; } Bozzetto per il Festival di Sanremo pubblicato in anteprima dal Secolo XIX var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 768) { document.getElementById('widget-banner-7').id = 'div-banner-3'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-3"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-7').style.display = 'none'; } La nuova scenografia, disegnata dall'artista Emanuela Trixie Zitkowsky, è una metafora del nostro Paese: un palazzo antico "solo apparentemente abbandonato, nel quale ancora abitano armonia, eleganza e ricordi di fasti lontani". Un palcoscenico ideato come una quinta teatrale, quasi leonardiana, più ampio e profondo degli anni passati (spazio concesso alla scena sottraendo alcune file di poltrone alla platea), come già svelavano i bozzetti scelti dalla Rai per il Festival, pubblicati in anteprima dal Secolo XIX. Leggi anche La Misión 2014, Semana Santa a Siviglia Al centro della scena, in uno spazio aperto e prospettico, torna protagonista la tradizionale scalinata d’ingresso, utilizzata però solo per accogliere gli ospiti e i balletti della Littizzetto. Con un meccanismo elettronico infatti, la scala centrale sparisce aprendosi verso le quinte per permettere una più agevole entrata dei cantanti. Anche quest'anno l'orchestra non è disposta nella ‘buca' adiacente al palco bensì sul palco stesso, in balconate, che ospitano gli orchestrali suddivisi per strumenti e che fanno da fondale protagonista della scenografia. Sul lato sinistro del palcoscenico un’altra scalinata, a chiocciola, incuriosisce lo sguardo degli spettatori: è un'evocazione, per l’appunto, delle linee classiche degli antichi teatri lirici italiani e dell'eleganza dei tempi passati. Sulla destra, invece, siede la giuria, in una balconata con vista privilegiata sul palco e platea. Photo Davide Spada/LaPresse Una scenografia dunque un po' deludente, specialmente se confrontata con gli anni in cui l'architetto Gaetano Castelli creava strutture prospettiche e di colore capaci di catturare lo sguardo. Quest'anno i giochi di luce sono gli unici a creare effetti scenici particolari; un palcoscenico sicuramente di basso profilo: sarà dovuto alla crisi o alla mancanza di creatività? var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 0 && windowWidth <= 767) { document.getElementById('widget-banner-8').id = 'div-banner-5'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-5"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-8').style.display = 'none'; } Photo Davide Spada/LaPresse Continua a leggere su Fanpage.it var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; document.getElementById('widget-banner-9').id = 'div-banner-6'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-6"); }); }); Eventi 39 CONDIVISIONI commenta condividi chiudi Nessuna forma avveniristica o macchina scenica spettacolare e dall'aspetto aerospaziale, la scenografia della 64esima edizione del Festival di Sanremo è un ritorno al passato, un inno alla classicità e all'eleganza degli antichi teatri lirici italiani rielaborata in chiave moderna. Sul palcoscenico della più famosa karmesse canora italiana un palazzo del ‘700, omaggio ideale a "La Grande Bellezza" di Sorrentino: "La grande bellezza per noi italiani è una necessità, significa dare importanza a ciò che siamo", ha spiegato Fazio. La nuova scenografia, disegnata dall'artista Emanuela Trixie Zitkowsky, è una metafora del nostro Paese: un palazzo antico "solo apparentemente abbandonato, nel quale ancora abitano armonia, eleganza e ricordi di fasti lontani". Un palcoscenico ideato come una quinta teatrale, quasi leonardiana, più ampio e profondo degli anni passati (spazio concesso alla scena sottraendo alcune file di poltrone alla platea), come già svelavano i bozzetti scelti dalla Rai per il Festival, pubblicati in anteprima dal Secolo XIX. Al centro della scena, in uno spazio aperto e prospettico, torna protagonista la tradizionale scalinata d’ingresso, utilizzata però solo per accogliere gli ospiti e i balletti della Littizzetto. Con un meccanismo elettronico infatti, la scala centrale sparisce aprendosi verso le quinte per permettere una più agevole entrata dei cantanti. Anche quest'anno l'orchestra non è disposta nella ‘buca' adiacente al palco bensì sul palco stesso, in balconate, che ospitano gli orchestrali suddivisi per strumenti e che fanno da fondale protagonista della scenografia. Sul lato sinistro del palcoscenico un’altra scalinata, a chiocciola, incuriosisce lo sguardo degli spettatori: è un'evocazione, per l’appunto, delle linee classiche degli antichi teatri lirici italiani e dell'eleganza dei tempi passati. Sulla destra, invece, siede la giuria, in una balconata con vista privilegiata sul palco e platea.
Al 64° Festival di Sanremo torna la scala centrale ma sono lontani i fasti dei palcoscenici disegnati da Gaetano Castelli.
A sorpresa, Eva Grimaldi confessa di aver ricevuto delle avances da parte di Simone Susinna quando erano entrambi concorrenti all’Isola dei famosi. La rivelazione ha dell’incredibile e non ha ancora trovato la conferma da parte del modello. L’attrice, anzi, è convinta che Simona smentirà tale indiscrezione nel momento stesso in cui ne verrà a conoscenza. Pare che tra i due naufraghi ci sia stata una simpatia, che sarebbe stata soprattutto unilaterale, all’inizio del gioco. Eva, compagna di Imma Battaglia, ha raccontato al Messaggero Tv quello che sarebbe accaduto nei primi tempi in cui i due partirono insieme alla volta dell’Honduras: Lui probabilmente lo smentirà… ma ecco, delle avances ci sono state. All’inizio parlavamo molto, fitto fitto, gli davo dei consigli, e lui si avvicinava sempre di più, sempre di più, diciamo che mi stava molto vicina. Simone non ha ancora replicato ma, se dovesse ritenere questa indiscrezione falsa, non c’è dubbio che dirà qualcosa in proposito. Lo ha fatto anche quando Malena ha raccontato del loro bacio, smentendo che tra loro fosse accaduto qualcosa. Eva racconta anche di aver ricevuto un fortissimo sostegno al suo rientro in Italia. L’attrice ha reso di dominio pubblico il suo amore nei confronti di Imma Battaglia proprio in diretta tv, protagonista di un coming out inaspettato e liberatorio. Oggi invita quanti ancora nascondono i propri sentimenti a uscire allo scoperto:
A distanza di mesi dalla finale dell’Isola die famosi 2017, Eva Grimaldi rivela di aver ricevuto delle avances da parte di Simone Susinna: “Lui probabilmente lo negherà, ma mi stava molto vicino”.
James DeMonaco dirige “Anarchia – La notte del giudizio”(“The Purge: Anarchy”) sequel del fortunatissimo film “La notte del giudizio”, del 2013, sempre diretto da DeMonaco, che ha incassato l'incredibile cifra di 90 milioni di dollari, costandone appena 3. La pellicola, ambientata in un futuro distopico, stavolta non è ambientata nelle quattro mura domestiche come l'angosciante primo capitolo, bensì in strada, dove i protagonisti si ritroveranno con l’auto in panne, proprio nella notte in cui il governo autorizza la violenza, dove tutti possono dare libero sfogo ai propri istinti senza alcuna regola e senza, ovviamente, l'intervento delle forze di polizia. Tutto questo, viene fatto per garantire, poi, la quiete per gli altri giorni dell’anno. Il film arriverà nelle nostre sale a partire dal prossimo 31 luglio e, a giudicare dal trailer, anche il sequel ha un ottimo potenziale per balzare in vetta al botteghino italiano. Shane e la sua ragazza, Liz, stanno per tornare a casa, quando all'improvviso la macchina si ferma e non ne vuole sapere di ripartire. Nulla di grave, se non fosse che i due si ritrovano per le strade della città proprio durante la notte dello sfogo annuale, in cui gli omicidi sono legali, la follia regna sovrana e i delinquenti sono armati fino ai denti per andare a caccia delle loro vittime. E’ l’annuale “notte del giudizio” e l’anarchia criminale non conosce limiti. Salvarsi la pelle, per Shane e Liz, sarà un’impresa quasi impossibile, e la notte, si sa, è lunghissima.
Shane e Liz stanno tornando a casa, quando la macchina si ferma e non ne vuole sapere di ripartire. Nulla di grave, se non fosse che si ritrovano per strada durante l’annuale “notte del giudizio”, dove ogni crimine diventa legale e i delinquenti sono armati fino ai denti.
Che sia per una cena romantica, per rilassarvi nella vasca da bagno, in assenza di elettricità o per creare atmosfera, le candele non mancano mai in una casa. C'è chi preferisce quelle profumate, chi quelle dalle forme più complesse, quelle coloratissime o quelle eleganti da candelabro, quelle che durano a lungo e quelle che danno solo un effetto breve. Le candele sono sempre un ottimo modo per dare un tocco di suggestione in casa e sono un elemento indispensabile quando manca la luce. Ma a volte le candele possono essere anche di più. Si tratta di una nuova candela a forma di uovo che quando brucia rivela un segreto nascosto: un piccolo dinosauro emerge dal fondo della candela mentre l'involucro esterno si scioglie per il calore della fiamma. Sembra una comune candela a forma di uovo, ma appena si scioglie rivela al suo interno un piccolo rapace, in porcellana. Si potrebbe dire che questa incredibile candela sia capace di creare un'atmosfera preistorica in ogni casa. Inizialmente il prodotto si mostra come un semplice uovo di cera, alto circa 14 centimetri, completamente innocuo. Ma appena la fiamma inizia a sciogliere la cera, un piccolo dinosauro emerge dall'interno dell'uovo lasciandovi un ricordo di quella fiamma ormai spenta. La straordinaria candela può essere vostra al costo di 37,89 euro su Firebox.com.
Le candele creano atmosfera in qualsiasi ambiente ma questa che stiamo per mostrarvi non è una candela come tutte le altre: ecco perché.
È il ritorno dei Depeche Mode con "Spirit" a caratterizzare questa nuova settimana in musica. La band formata da Andy Fletcher, Dave Gahan e Martin Gore, infatti, esordisce in testa alla classifica FIMI degli album più venduti della settimana con questo nuovo lavoro in cui si conferma lo stile di una delle band che ha fatto la Storia della musica di questi ultimi decenni. "Spirit" riesce là dove non era riuscito nessuno la settimana scorsa, ovvero scalzare dalla prima posizione Ed Sheeran, il cantante che con il terzo album "÷ (divide)" ha conquistato record e classifiche di tutto il mondo, ma che per quanto riguarda l'Italia deve fare un passo indietro, lasciando la testa ai Depeche. Tornano sul podio Mina e Adriano Celentano che con "Le migliori" scalano una posizione, rispetto alla settimana precedente, e tornano terzi, primi tra gli italiani, risultato che conferma quanto di buono sta facendo da quando è uscito, confermandosi best seller e anche long seller, dopo aver chiuso il 2016 come l'album più venduto. Un enorme balzo in avanti lo fa Vasco Rossi che guadagna undici posizioni con il suo "Vascononstop", raccolta di una carriera spaziale per il rocker di Zocca che oggi troviamo in quarta posizione (era quindicesimo la settimana scorsa), davanti a "Comunisti col Rolex" di Fedez e J-Ax che mantiene la quinta posizione, mettendosi alle spalle "Vietato morire" di Ermal Meta, terzo la settimana scorsa, e "Il mestiere della vita" di Tiziano Ferro che continua a tenersi nella top 10, guadagnando una posizione nella settimana in cui ha pubblicato la versione spagnola del video "Il conforto", secondo singolo estratto dall'album che lo vede collaborare con Carmen Consoli. A chiudere la prima parte della classifica ci sono "Pace" di Fabrizio Moro, che perde sette posizioni rispetto alla seconda posizione di sette giorni fa, "24/02/1967" di Gigi D'Alessio, che resiste nelle posizioni alte e "Anime di carta" di Michele Bravi, che mantiene la decima posizione.
I Depeche Mode primi in classifica nella prima settimana utile, davanti a Sheeran e Mina e Celentyano, con Vasco Rossi che fa un balzo di 11 posizioni e torna a ridosso del podio.
Lo studio del risarcimento del danno Nell'esecuzione di opere oggetto di un contratto di appalto (ma in generale nell'esecuzione di ogni attività) capita che il risultato non sia conforme alle aspettative, questo può dipendere da incidenti non imputabili a nessuno durante l'esecuzione dell'opera, ma può anche dipendere da errori nell'esecuzione dei lavori. Quanto il risultato dell'opera non è conforme alle aspettative, nel contratto di appalto il committente (che può essere una persona fisica, una persona giuridica o anche un condominio) ha a sua disposizione sostanzialmente due strade, chiedere che l'opera sia eseguita a regola d'arte (cioè che l'appaltatore corregga gli errori dell'opera a sue spese) si tratta del c.d. esatto adempimento (risarcimento in forma specifica) oppure può chiedere una somma di denaro che corrisponde al valore delle opere che dovranno essere eseguite per correggere gli errori dell'opera viziata (risarcimento per equivalente). La scelta tra le due opzioni è lasciata alla discrezionalità del committente, nel senso che il committente è libero di scegliere quale delle due strade seguire. Infatti, la scelta dipende da alcuni fattori soggettivi, basta pensare che se il committente ha perso la fiducia nell'appaltatore non chiederà l'adempimento in forma specifica, ma preferirà affidarsi ad un altro appaltatore, mentre, se il committente potrebbe chiedere allo stesso appaltatore di eseguire l'opera a regola d'arte se, ad esempio, per le caratteristiche dell'opera nessun'altro sarebbe in grado die seguirla oppure sarebbe troppo dispendioso trovare un altro appaltatore con le medesime competenze. Apparentemente le due strade (risarcimento in forma specifica e per equivalente) hanno ad oggetto due prestazioni completamente diverse: nell'esecuzione in forma specifica, l'appaltatore dovrà (ri)eseguire l'opera a regola d'arte (di fatto si tratta di un adempimento, cioè il committente riceverà quanto previsto dal contratto), mentre, nel risarcimento per equivalente il committente non riceverà quando indicato nel contratto, ma riceverà una diversa prestazione (in denaro) che dovrebbe "sostituire" (in modo equivalente) l'originaria prestazione indicata nel contratto. Anche se i due rimedi hanno oggetto concreto diverso, occorre valutare se possono avere un substrato comune o addirittura essere l'una un minus rispetto all'altra. Il motivo di questa indagine non è solo classificatorio, ma dalla soluzione data al quesito dipende anche al risposta se nel corso del processo civile (costellato di preclusioni e decadenze) è possibile chiedere il risarcimento in forma specifica e poi mutare la domanda e chiedere il risarcimento per equivalente. Per rispondere alla domanda relativa al rapporto tra risarcimento per equivalente e in forma specifica si può osservare che sia il risarcimento per equivalente , sia il risarcimento in forma specifica costituiscono entrambi una reintegrazione del patrimonio del creditore (committente), anche se questa reintegrazione è conseguita in modo (o con modalità diverse).
La Cassazione del 22.1.2015 n. 1186 ha affermato che nel corso del processo è possibile modificare la domanda di risarcimento del danno in forma specifica con un domanda di risarcimento del danno per equivalente (non applicandosi le preclusioni processuali) in quanto si è in presenza di una semplice riduzione dell’originaria domanda di risarcimento in forma specifica (o comunque si è in presenza di una diversa modalità attuativa del diritto fatto valere)
Ottime notizie per i fan italiani di Vasco Rossi. Lo Europe Indoor tour che sta ottenendo successi assolutamente incredibile in tutto il vecchio continente si arricchisce di due nuove tappe: il 7 e 8 ottobre Blasco sarà infatti al Palaonda di Bolzano. Il tour di Vasco, tra i cantanti preferiti della nazionale azzurra ai Mondiali, è cominciato lo scorso 6 ottobre 2009 da Pesaro per poi proseguire in tutta Italia, ed Europa, raggiungendo ad oggi, circa 50 concerti. Lo Europe Indoor riprenderà il 18 settembre da Cagliari (unica concerto all'aperto), e continuerà al Futurshow Station di Bologna per ben sei concerti (22, 23, 27, 28 settembre , 2 e 3 ottobre), e il 12, 13, 17 e 18 al Mandela Forum di Firenze. Intanto, sulla scia della superba affermazione del concerto londinese dello scorso mese in cui il rocker di Zocca ha cantato davanti ad una folla di oltre 9mila fan, il 22 giugno in edizione limitata uscirà l'album "Vasco London Instant Live", 24 tracce per ricordare le oltre 2 ore di concerto all’Hammersmith Apollo Theatre di Londra. I biglietti per i due live di Bolzano saranno disponibili dalle ore 12:00 di lunedi 14 giugno su www.livenation.it , sul circuito TicketOne, e in tutte le prevendite autorizzate. Questi i prezzi dei biglietti: Tribuna numerata: €60 + prevendita Parterre in piedi: €45 + prevendita Galleria non numerata: €40 + prevendita
Il rocker di Zocca sarà il 7 e l’8 ottobre al Palaonda di Bolzano col suo Europe Indoor tour. Intanto il 22 giugno esce il cd “Vasco London Instant Live”.
News sul fronte Tokio Hotel, per la gioia di tutte le loro fan, i gemelli Bill e Tom in questi giorni si trovano a Milano per la settimana della moda, i due ragazzi ci rimarranno fino a domani 19 gennaio per partecipare alla sfilata di DSquared2. Inoltre i Tokio Hotel faranno parte della colonna sonora di “Alice In Wonderland”, il nuovo film di Tim Burton in uscita il prossimo mese, e intanto in questi giorni è arrivata la conferma della loro presenza al Festival di Sanremo. La band tedesca si esibirà il prossimo venerdì 19 febbraio sul palco dell’Ariston e oltre ai Tokio Hotel gli altri ospiti internazionali che si aggiungono alla lista sono Miguel Bosè, Michael Bublè, che a breve si sposerà, Dita Von Teese, ex moglie di Marlyn Manson e la chiacchierata Susan Boyle. Non ci sarà, invece, Lady Gaga, mentre gli artisti italiani che sono ancora in “forse” sono Tiziano Ferro, Claudio Baglioni, Biagio Antonacci e Andrea Bocelli con Placido Domingo. La bellissima presentatrice della 60° edizione del Festival di Sanremo, Antonella Clerici, sarà affiancata da “valletti” speciali, tra cui, Paolo Bonolis, Pippo Baudo e Maurizio Costanzo.
I Tokio Hotel in questi giorni si trovano a Milano per la settimana della moda e intanto sono stati confermati ospiti a Sanremo 2010. Lady Gaga, invece, non ci sarà.
Joel Salinas è un medico americano davvero speciale: è infatti in grado di sentire sulla sua pelle il dolore che provano i suoi pazienti. Salinas non ha poteri soprannaturali (ovviamente), ma soffre di una condizione molto rara che si chiama ‘sinestesia del tocco a specchio', vediamo insieme di cosa si tratta. Il medico che ‘sente'. Fino a prima di iscriversi a medicina, Joel pensava di essere come tutti gli altri, racconta alla BBC, poi però si è reso conto che tutto ciò che reputava normale in realtà era il risultato della condizione particolare di cui soffre. A scuola per esempio Joel pensava che i numeri fossero persone colorate, e così il due era una persona materna per lui mentre il quattro un amico blu. Con il passare degli anni, racconta Joel, si è accorto di quanto far star bene gli altri facesse star bene lui, questo è il motivo per cui oggi è un medico. L'esperienza traumatica durante gli studi. Joel capì di essere differente dagli altri una volta intrapreso il percorso di studi di medicina. Era il 2008 quando si trovò davanti ad un paziente con un arresto cardiaco: “Ho visto i medici eseguire il massaggio cardiaco e riuscivo a sentire la mia schiena come se fosse sul pavimento e percepivo le pressioni sul mio petto, ho sentito anche il tubo respiratorio che mi raschiava la gola”, con queste parole l'uomo racconta cosa ha provato e come abbia provato sulla sua pelle l'esperienza vissuta invece dal paziente. E non è tutto. Il paziente infatti è morto dopo 30 minuti e Salinas ha sentito tutto quanto: “Ho provato una assenza totale di sensazioni fisiche. Era inquietante. Era come essere in una stanza con il condizionatore che improvvisamente si è spento”. Insomma, Joel ha vissuto sulla sua pelle ciò che si prova quando si muore. Sinestesia. Ma come è possibile tutto ciò? A Joel è stata diagnosticata la sinestesia del tocco a specchio, una condizione molto rara che porta chi ne soffre ad avere sensi che fondono tra loro al punto da portare il soggetto a percepire il gusto mentre ascolta della musica o a vedere colori mentre guarda delle lettere o dei numeri. In pratica le differenti aree del cervello sono particolarmente connesse tra loro rendendo il soggetto molto sensibile.
Il medico Joel Salinas è in grado di provare sulla sua pelle quello che sentono i suoi pazienti: non è un mago, ma soffre di sinestesia del tocco a specchio, ecco di cosa si tratta.
Il deserto del Moab, nello Utah, è un luogo amato dagli avventurieri e naturalisti per la sua innegabile bellezza, la solitudine e la libertà che ti consente di vivere. Ogni anno, in autunno, diventa meta preferita da un numero sempre crescente di atleti di sport d'avventura. Sono soprattutto paracadutisti e highliners, provenienti da tutto il mondo, che convergono qui per mettere alla prova la propria adrenalina. Gli highliners trascorrono lunghi periodi di tempo ad affinare la loro capacità di stare nello spazio su lunghi pezzi di tela larghi un pollice da perfetti trapezisti, mentre i paracadutisti si radunano qui, su spigoli di scogliera, per gettarsi nell'abisso fino al fondo del canyon che caratterizza la zona del Moab. Quest'anno,in occasione della festa del Ringraziamento, una particolare attrazione ha reso diversa l'avventura: il "Mothership Space Net Penthouse" è un'amaca realizzata a mano, sospesa a 400 metri di altezza sul fondo del deserto roccioso attraverso una serie di funi legati alle montagne circostanti. Entrambi i gruppi di sportivi hanno potuto usufruire della originale struttura: gli highliners attraversando i cinque diversi tiranti della rete, che variano in lunghezza fino a 80 metri, i paracadutisti, invece, sfruttando un buco centrale nell'amaca per lanciarsi nel vuoto del canyon.
É nata una nuova era per le avventure aerospaziali: the Mothership Space Net Penthouse è un’amaca a 400 metri d’altezza sul deserto dello Utah.
Situato nella nuova area di riqualificazione di Milano, a sud della città, in prossimità dello scalo di Porta Romana, il nuovo headquarter di Moncler raggrupperà in un unico spazio di circa 38 mila metri quadri le tre sedi del brand presenti sul territorio milanese. Il desiderio di Remo Ruffini, Presidente e Amministratore Delegato di Moncler S.p.A. è quello di unire la popolazione aziendale di Moncler in uno stesso luogo dove le persone potranno esprimere la propria creatività e in cui avranno voglia di vivere. Il progetto per il nuovo quartier generale di Moncler nasce in collaborazione con Covivio che ha annunciato un accordo di locazione per un nuovo edificio la cui costruzione partirà verso la fine del 2024. Il complesso sorgerà all'interno del business district Symbiosis di Covivio che ospita già altre importanti realtà aziendali. L'headquarter di Moncler è progettato dallo Studio internazionale di architettura e interior design Antonio Citterio Patricia Viel che racconta: “Quello che stiamo realizzando è un corporate campus in cui gli spazi favoriranno l’innovazione e la collaborazione tra le persone”. Esperienza, benessere e sostenibilità saranno i punti cardine del progetto che prevede la realizzazione di una sede personalizzata sulle esigenze e sulla visione di Moncler.
Il nuovo quartier generale di Moncler a Milano raggrupperà in un unico spazio le tre sedi del brand presenti in città. Al centro del progetto dello Studio internazionale di architettura e interior design Antonio Citterio Patricia Viel per Moncler c’è l’uomo con le sue esigenze, l’esperienza, il benessere e la creatività, che diventano punti cardine della nuova sede, inserita all’interno del business district Symbiosis a sud di Milano.
L’azienda americana Apple ha firmato un contratto di licenza per il servizio di cloud music con EMI, una delle grandi 4 case discografiche del mondo con sede a Kensington, presso Londra. E’ anche molto vicina a firmare un contratto con Sony e Universal. Con il cloud computing si indica una serie di servizi accessibili con il proprio browser, ma che vanno oltre l’offerta dei siti web. Non c’è bisogno di scaricarsi un programma sul computer, come nel caso dei servizi di Webmail per leggere e scrivere messaggi. Allo stesso modo, ora è possibile eseguire molte altre operazioni, grazie a software che non risiedono nel nostro computer ma in server remoti dove possiamo trovare e usare musica, foto, film, documenti etc. Dopo il recente lancio di Google Music, disponibile sui device Android e via web, le voci sul servizio cloud music, basato sullo streaming, di Apple, si sono avverate. Si parla anche di un imminente accordo della major della Silicon Valley con Warner, che significherà essere veramente vicini a stabilire partnership con le quattro grandi compagnie discografiche del mondo. La conferenza del WWDC (The Apple Worldwide Developers Conference) del prossimo Giugno, in cui verranno mostrati i nuovi software e le nuove tecnologie per gli sviluppatori, quest’anno si annuncia piena di novità, sia per gli esperti che per i tanti Apple addicted. Secondo le indiscrezioni, grazie a questi accordi con le major del sistema discografico mondiale, Apple sarà in grado di offrire ai propri users alcune caratteristiche e applicazioni di cui i competitors, come Google e Amazon, non potranno disporre.
Dopo il lancio di Google Music, Apple ha annunciato l’accordo con EMI per lo sviluppo dei servizi di cloud music fruibili in streaming dagli utenti.
Al Senato in questi giorni di discute del Ddl n. 65 sull'obsolescenza programmata, ossia quel fenomeno sempre più presente nell'era digitale che stiamo vivendo che si basa su una precisa strategia volta a limitare la durata dei dispositivi ad un periodo ben preciso. La discussione del testo in commissione Industria del Senato ha dato modo anche al presidente dell'AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, di esprimersi a favore di questa norma che ha il pregio, ha sottolineato Rustichelli, "di porre il Paese in linea con quelli a legislazione più avanzata, peraltro ascrivendo rilievo penale a condotte suscettibili di offendere una pluralità di beni e soggetti giuridici". In Europa, il fenomeno dell'obsolescenza programmata costa agli utenti qualcosa come 100 miliardi di euro l'anno, considerando anche che la media di vita di un prodotto elettrodomestico si è ridotta notevolmente negli ultimi decenni. Parere favorevole ha espresso anche Carlo Rienzi, sempre in audizione al Senato, presidente del Codacons, il quale sottolinea la necessita che il Parlamento si attivi per estendere la garanzia sui prodotti da 5 a 10 anni. Il Disegno di legge n. 65 in materia di obsolescenza programmata, "Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, e altre disposizioni per il contrasto dell’obsolescenza programmata dei beni di consumo" in effetti punta alle modifiche del codice del consumo, allo scopo di elevare la durata della garanzia di conformità da 5 a 10 anni. Il ddl mette bene in evidenza, all'art. 1 quale sia il mood della norma, infatti si legge: "È fatto divieto al produttore di mettere in atto tecniche che possano portare all’obsolescenza programmata dei beni di consumo". Inoltre, il riconoscimento automatico di tale diritto, senza oneri di prova, sarebbe innalzato a un anno dall'acquisto, rispetto agli attuali 6 mesi. Negli articoli successivi del dd n.65 si punta a modificare il codice, sostenendo che (art. 1) il produttore deve garantire, in sintesi, una maggiore durata della vita del prodotto garantendo continui aggiornamenti del software "per tutto il periodo della commercializzazione e per un periodo ulteriore pari alla durata della garanzia legale", nonché la naturale assistenza tecnica. La norma prevede anche una nuova sezione per la disponibilità delle parti ricambio, dopo la cessazione della produzione. In pratica, sono previsti (art. 7): 7 anni per le parti funzionali di prezzo superiore ai 60 euro; 5 anni per quelle inferiori ai 60 euro; e 2 anni per quelle estetiche e non funzionali. Le sanzioni prevedono reclusione fino a due anni e multa di 300 mila euro se dovesse confermarsi l’inganno (art. 9).
Al Senato in questi giorni di discute del Ddl n. 65 sull’obsolescenza programmata, ossia quel fenomeno sempre più presente nell’era digitale che stiamo vivendo che si basa su una precisa strategia volta a limitare la durata dei dispositivi ad un periodo ben preciso. Uno degli obiettivi della norma è elevare la durata della garanzia di conformità da 5 a 10 anni.
Dopo il fallimento delle consultazioni per la formazione di un nuovo Governo, la Grecia tornerà alle urne il 17 giugno. La comunicazione della nuova data è arrivata poche ore fa alle agenzie di stampa, proprio mentre gli analisti riportavano del nuovo crollo dei mercati. In effetti, la situazione resta estremamente instabile, dopo il naufragio dei mandati esplorativi conferiti ai leader dei tre maggiori partiti, Nuova Democrazia, Syriza e Pasok, incapaci di trovare una piattaforma comune intorno alla quale aggregare una maggioranza sufficiente alla formazione del nuovo Governo. Il nodo cruciale è ovviamente sempre relativo ai finanziamenti europei che al momento "tengono in vita artificialmente" lo Stato ellenico, ma la cui erogazione è subordinata alla messa in pratica di misure di austerity giudicate durissime ed inique dalla grande maggioranza della politica e della cittadinanza greca. A poco sembra sia servito anche l'annuncio del "rinnovato asse fra Parigi e Berlino", con la conferma della volontà dell'Unione di "preservare il ruolo e la presenza della Grecia nell'Eurozona".
La presidenza della Repubblica comunica la data della nuova consultazione elettorale: si voterà il 17 giugno. Con l’incubo della crisi e con un nuovo “probabile ed assurdo” exploit delle forze xenofobe e neo-naziste.
Andrea Angelini approfondisce la conoscenza delle sue corteggiatrici a Uomini e Donne e ne scopre lati nascosti. È il turno di Rosa, con la quale Andrea ha una certa affinità e si vede anche durante l’esterna. Parlano di tutto, soprattutto di Samuele Nardi. Il tutto finisce ma Rosa non si dichiara ancora, nonostante avesse detto che lo avrebbe fatto solo in esterna. In studio le sue corteggiatrici conterranee la accusano di falsità e di aver mentito riguardo al fatto che frequenta calciatori, cosa che non ha sconvolto Angelini e Nardi più di tanto. Il fatto che ha infastidito Andrea è che Rosa si faccia portare sempre in esterna per poi non dichiararsi, idea che ha espresso durante l’esterna con Perla.
Uomini e Donne, Rosa alla fine si dichiara per Andrea Angelini.
La "bedda" d'Italia, la nostra Sicilia, viene scelta ogni anno per le vacane estive, e basta guardare il suo mare per capire il perchè. L'isola è bagnata da un mare bellissimo e circondata da spiagge dalla sabbia bianchissima, che si alternano a litorale di ciottoli o scogliere da ammirare con immersioni o snorkeling. In questa guida parleremo delle spiagge che si trovano in provincia di Palermo, città capoluogo della Sicilia. Questa parte dell'isola viene spesso associata solo alla spiaggia di Mondello, sicuramente una delle più belle di tutt'Italia, ma non di certo l'unica della zona palermitana. Non si può restare indifferenti alla bellezza dell'Isola delle Femmine, Sferracavallo, Ficarazzi, Cefalù e tante altre che si incontrano lungo i 150 chilometri del litorale settendrionale della Sicilia. Di seguito saranno elencate alcune delle più belle, ma vi assicuriamo che esplorando la costa ne troverete molte altre che vale la pena di ammirare. La spiaggia di Balestrate occupa 8 chilometri della costa palermitana ed è l'ultima prima di arrivare nella provincia di Trapani. La spiaggia è divisa in due da un promontorio roccioso, ricco di vegetazione mediterranea. A causa delle correnti, spesso l'acqua è molto fredda. Il suo nome deriva dalla balestra, l'arma utilizzata durante il periodo normanno. La spiaggia più celebre del litorale di Ficarazzi è quella di Crucicchia, una spiaggia libera di sabbia e ghiaia. Qui non ci sono stabilimenti balneari, ma non mancano punti di ristoro dove bere una bibita fresca o acquistare qualcosa da mangiare. Questa spiaggia ogni estate viene presa d'assalto dai giovani che adorano gli eventi in spiaggia e la vita notturna. movimentata. Alcune delle spiagge più belle di Palermo si trovano a Cefalù, una perla incantata della sicilia. Tra le spiagge più belle c'è proprio il Lido di Cefalù, un tratto costiero a pochi passi dal centro storico. La spiaggia di sabbia fine e bianca è bagnata da un mare limpido, circondato da uno scenario meraviglioso, dove si affaccia il Duomo, la rocca e il vecchio porto. Altra spiagia sugggestiva è quella di Mazzaforno, incastonata tra le rocce e la natura selvaggia, come la spiaggia Caldura, una caletta che si trova a 20 chilometri a piedi dal centro di Cefalù. Raggiungibile a piedi dal centro è anche la spiaggia di Sant’Ambrogio. Altri tratti di costa incantevoli da vedere nei dintorni sono: Capo Playa, amata soprattutto dai surfisti poichè è molto ventosa, la spiaggia delle Salinelle, requentata da chi pratica windsurf e la più tranquilla spiaggia di Finale di Pollina. L'Addaura è un’aspra scogliera, immersa nel verde, ai piedi del Monte Pellegrino. Questa spiaggia non è adatta a tutti poichè l'accesso non è dei più comodi, ma lo spettacolo che offre è davvero incredibile. I fondali di questo tratto di costa sono, infatti, molto amati dagli appassionati di immersioni, grazie alla ricchezza delle flora ittica che garantisce affascinanti panorami subacquei. Se si parla del litorale di Palermo è impossibile non nominare Mondello, che offre anche un grazioso centro storico, con affascinanti architetture d’epoca. La sabbia di Mondello è bianca e il mare molto limpido, a parte i giorni di eccessivo affollamento. Le spiagge sono tutte attrezzate e la spiaggia è divisa da un antico stabilimento balneare, costruito a palafitta sul mare, nel primo Novecento. Capo Gallo chiude a nord il Golfo di Mondello. E’ privo di spiaggia, si trovano solo scogli levigati dall'acqua nel corso dei secoli. Per questo Capo Gallo è una delle parti del litorale perfette per lo snorkeling e le immersioni. Per accedere bisogna pagare una cifra simbolica di pochi euro, ma lo spettacolo che si scoprirà sarà incredibile. I fondali sono ricchi di fauna marina, tra cui l’aragosta. Tra le spiagge più belle della Sicilia quelle dell'Isola delle Femmine meritano un posto d’onore. Il fascino di questa zona è arricchito anche da leggende misteriose che si celano nel suo nome. Le spiagge di Isola delle Femmine sono l'attrazione più importante del posto e sono formate da un litorale di circa 1 chilomtero bagnato da un mare particolarmente limpido e pulito di colore verde smeraldo. L'isolotto stesso che dà il nome al comune è un'oasi di verde e tranquillità. Questa zona oggi è una Riserva Naturale che attrae molti visitatori amanti delle immersioni. I fondali offrono una visione di pesci e coralli, ma anche un tesori archeologici. Un esempio è il relitto Junkers-52, la carcassa di un aereo tedesco affondato nel 1942 nella vicina baia di Sferracavallo.
Le spiagge di Palermo sono una vera meraviglia della costa siciliana. Questa parte dell’isola viene spesso associata solo alla spiaggia di Mondello, sicuramente una delle più belle, ma non di certo l’unica. Non si può restare indifferenti alla bellezza dell’Isola delle Femmine, Sferracavallo, Cefalù e tante altre. Scopriamo quali vale la pena visitare più di tutte?
Stefano De Martino è tornato a Milano. Dopo un lungo periodo a Napoli, dove si era spostato subito dopo il lockdown per registrare le puntate di ‘Made in Sud', il ballerino ha deciso che era giunta l'ora di ripartire dalla sua vita privata. Le ultime indiscrezioni lanciate da Chi parlavano di un possibile ripensamento nei confronti di Belen, ma a giudicare dai fatti, quello con la Rodriguez sembrerebbe al contrario un capitolo chiuso. Prima della crisi di quest'estate, la coppia stava pensando di trasferirsi in una nuova casa, ma a questo punto sembra che il ballerino abbia preso la sua strada da single, visto che di Belen non c'è traccia. In più, ha testimoniato su Instagram il suo trasloco, con foto e video in cui mostra i pacchi imballati. Con lui, gli oggetti più importanti. "Portando un po' di musica nella mia nuova sistemazione", scrive come didascalia sotto alla foto di una cassa imballata. Poi, nelle Stories, lascia intravedere qualche dettaglio del suo nuovo appartamento da single. Bringing some music to my new place. A post shared by Stefano De Martino (@stefanodemartino) on Sep 2, 2020 at 10:08am PDT In tutto questo c'è un curioso retroscena. Secondo il magazine Oggi, De Martino, durante il viaggio in aereo da Napoli a Milano, avrebbe incontrato la sorella di Belen, Cecilia Rodriguez. E il caso avrebbe voluto che il posto assegnato fosse proprio quello accanto al suo. "All'imbarazzo del ballerino corrisponde una dura reazione di Cecilia, che lo invita a cambiare poltrona", scrive il giornale. Fra i due i rapporti sono ghiacciati, da quando Belen ha preso di nuovo le distanze dal marito. Ma casualità ha voluto che in fondo all'aereo de Martino abbia incontrato, sempre secondo Oggi, Giulia De Lellis, che lo avrebbe invitato a sedersi accanto a lei. I due avrebbero passato insieme un piacevole viaggio, tra chiacchiere e risate. Scherzo del destino che siano capitati tutti sullo stesso aereo, i tre single, che questa estate hanno visto naufragare ciascuno la propria storia d'amore. Mentre per i Damellis non sembra si possa riaprire il capitolo, secondo alcuni Cecilia Rodriguez potrebbe sistemare a breve le cose con Ignazio Moser.
Il ballerino è appena tornato a Milano dopo un periodo trascorso a Napoli per registrare le puntate di Made in sud’. Per Stefano è tempo di traslochi, da solo però, nella sua nuova casa milanese. Nonostante fino a poche ore fa le indiscrezioni parlassero di un possibile ripensamento nei confronti di Belen, il ballerino sembra essere convinto ad andare per la sua strada. Su Instagram ha testimoniato il trasloco con tanto di oggetti imballati. E ha lasciato intravedere uno scorcio del suo nuovo appartamento da single.
Dopo che lo scorso anno i Tuxedomoon dovettero affrontare la morte di Bruce Geduldig, visual artist della band fin dal 1979, ecco che questo 2017 è ancora amaro per la band che piange la scomparsa di uno dei membri storici, il bassista e co-autore delle loro canzoni Peter Principle (il vero cognome era Dachert). L'annuncio è stato dato, ieri, dai componenti del gruppo sulla loro pagina Facebook e sul sito: "È un dovere tristissimo quello che mi porta a informare il mondo intero che il nostro collega e fratello, Peter Principle ha lasciato questo mondo. È morto questa mattina, 17 luglio 2017, probabilmente per cause naturali. Siamo tutti scioccati". La band, esponente di punta del post punk, ha dato qualche informazione in più nel post scritto sul sito dove si legge che l'uomo, di 63 anno "è stato trovato nella sua stanza del Les Ateliers Claus di Bruxelles, dove i Tuxedomoon stavano preparando un nuovo tour e nuova musica. Probabilmente è stato vittima di un attacco di cuore o di un infarto". La band nacque a San Francisco a metà degli anni 70, quando Blaine Leslie Reininger e Steven Brown decisero di dar vita alla band, raggiunti poco dopo, da Prenciple, dall'artista Winston Tong e dal filmmaker Bruce Geduldig che li accompagnavano nei live. La band divenne di culto nell'ambiente alternativo anticipando quello che successivamente sarebbe stato definito new wave e post-punk. Negli anni '80 a discapito di alcuni cambiamenti di formazione conobbero il successo grazie all'album "Holy Wars", prima di uno scioglimento, e una reunion negli anni '90 e un'attività molto lenta fino alla reunion ufficiale nel 2000 con l'album "Cabin in the Sky", al quale partecipano Steven Brown, Blaine Reininger, Peter Principle e Luc Van Lieshout. I Tuxedomoon avrebbero dovuto ricominciare il tour proprio in Italia il 28 luglio prossimo a Fasano (BR), ne Parco archeologico di Egnazia, ma non è ancora chiaro se la band suonerà comunque nelle date previste.
La band post-punk dei Tuxedomoon piange la scomparsa del bassista e co-autore Peter Principle, morto per cause naturali il 17 luglio.
I genitori erano troppo impegnati con il lavoro, così una ragazzina di 13 anni del pistoiese ha pensato di inscenare una rapina in casa per attirare la loro attenzione. Ad ammetterlo è stata la stessa giovane che ha confessato il gesto ai carabinieri che avevano aperto le indagini a fine settembre, quando sarebbe avvenuto il presunto colpo in casa. Allora la tredicenne aveva telefonato ai genitori, che in quel momento non erano in casa, raccontando di aver appena subito una rapina da due uomini. Dal racconto era emerso che i malintenzionati erano riusciti ad entrare in casa rompendo una finestra e che poi l'avevano immobilizzata legandole mani e piedi. Quindi avevano rovistato nell'appartamento andandosene infine senza farle alcun male. Stando sempre a quanto riferito dalla ragazza, appena era riuscita a liberarsi aveva chiamato i genitori e questi ultimi il 112.
Una ragazzina di 13 anni nel pistoiese ha inscenato una finta rapina in casa. E’ stata lei stessa a confessare la bugia: voleva attirare l’attenzione dei genitori perchè erano troppo impegnati con il lavoro. Dalla deposizione, davanti ai genitori e ad uno psicologo, erano emerse diverse incongruenze che avevano insospettito i carabinieri.
Una sfilata ispirata alle fiabe: ma non quelle leziose e rassicurante di Walt Disney, piuttosto alle fiabe della tradizione popolare piene di mostri, crudeltà e senza lieto fine. La sfilata di Dior trasmessa in digitale durante la Paris Fashion Week in corso è intitolata "La Bellezza Inquietante" e come ogni fiaba che si rispetti è piena di significati simbolici. Innanzitutto la data: è stata trasmessa l'8 marzo, la Giornata dedicata ai diritti delle donne. Poi il luogo: i suggestivi corridoi di Versailles. Una sfilata dir poco crepuscolare: le modelle si muovono in penombra tra corridoi pieni di spine, come se attraversassero i saloni del palazzo nel cuore della notte. La direttrice creativa Maria Grazia Chiuri ha disegnato mantelle in stile Cappuccetto Rosso e abiti lunghi da principessa, vestiti da collegiale scuri con colletti bianchi e cappottini doppiopetto pronti per il freddo della prossima stagione invernale. Per presentare la nuova collezione pret-à-porter la stilista Maria Grazia Chiuri ha scelto un luogo e una data dal forte valore simbolico. La sfilata (registrata a porte chiuse per via della pandemia in corso) è stata trasmessa l'8 marzo, durante la Giornata Internazionale della Donna: una data scelta non a caso, visto l'impegno femminista della designer italiana. La location scelta è un luogo ricco di storia e di fascino: la famosa Sala degli Specchi della Reggia di Versailles. Un evento storico: è la prima volta che il palazzo reale si apre alla moda. Un comunicato della Maison spiega che quel luogo era un "potente punto di riferimento per Monsieur Dior" e che è stato scelto per i profondi legami con la cultura francese. La magnificenza del salone è stata trasformata da un'istallazione artistica, "La Galerie des Ombres", creata da Silvia Giambrone, con specchi opachi dove si muovono ombre. Mentre le modelle sfilavano, un gruppo di ballerini ha inscenato una performance di danza. Nella collezione disegnata da Maria Grazia Chiuri si fondono richiami diversi: un tema presente è sicuramente quello dell'infanzia. Le modelle indossano abiti da collegiale bianchi e neri, colletti inamidati e grembiulini neri, casacche abbottonate e calzettoni bianchi. Elementi ricorrenti nella collezione sono le maniche a sbuffo e le pettorine in pizzo sangallo. Il tema dell'infanzia si intreccia con quello, parallelo, delle fiabe. Non quelle zuccherose di Walt Disney, ma quelle popolari raccontate da autrici meno conosciute come Madame d’Aulnoy e Madame Leprince de Beaumont. In particolare la Chiuri cita una versione meno conosciuta della Bella e La Bestia: le rose sono un elemento ricorrente nel video e nelle stampe d'archivio. Torna la giacca Bar, la colonna portante del lavoro di Monsieur Christian Dior, indossata con la cintura a vista. I cappotti e le giacche doppiopetto si ispirano al Soldatino di Stagno, con motivi rossi e bianchi o scintillanti riflessi metallici. E infine ecco spuntare Cappuccetto Rosso, con l'inconfondibile cappuccio scarlatto, la camicia abbottonata e un rigoroso pantalone con le pence.
Per presentare la collezione Autunno/Inverno 2021-22 la stilista Maria Grazia Chiuri ha scelto la data dell’8 marzo, giornata in cui si celebrano le donne, e la location d’eccezione della Reggia di Versailles. La donna immaginata da Dior non è una principessa da salvare: è una maga misteriosa, una regina del castello, una Cappuccetto rosso che non ha paura del lupo.
"La mia vita era diventata non dico borghese, ma lineare. E io non sono una persona lineare, nella normalità non ci sto bene, ho sempre bisogno di emozioni forti. La vita mi deve frustare. Adesso la frustata l’ho avuta, e grossa: forse mi posso tranquillizzare per un po'": a parlare è Simona Ventura, intervistata da "Vanity Fair" dopo la sua avventura all‘Isola dei Famosi 2016. Da conduttrice che portò il reality al successo a naufraga nello stesso programma: il curioso percorso della Ventura e la sua sofferta eliminazione sono l'argomento più in voga di queste settimane. Sul settimanale femminile, racconta di non essere affatto pentita, ma svela qual è la cosa che l'ha fatta più soffrire: Non sentirmi accettata dagli altri. E non me l’aspettavo. Molti ragazzi dell’Isola sono arrivati già ostili nei miei confronti e, ovviamente, non sono riuscita a instaurare con loro nessun rapporto. Quando giovane lo ero io, mi avvicinavo alle persone più grandi con rispetto, desiderosa di imparare. Adesso molti giovani pensano che dietro la vicinanza ci sia un secondo fine. E mi dispiace, perché io di ragazzi ne ho lanciati tanti, ovviamente quelli che meritavano. Sull’Isola un gggiovane – di cui non farò mai il nome – mi ha chiesto cosa fosse la meritocrazia: non ne aveva mai sentito parlare. Eliminata prima dal'ex tronista Jonas Berami e poi, dopo Playa Soledad, da Stefano Nones (di cui racconta di essere diventata grande amica), sembra che SuperSimo non sia più quella di una volta. Forse però è ancora presto per parlare di declino di quella che è stata la conduttrice più richiesta della tv italiana. Dopo essere stata "frustata", la Ventura un successo, almeno sul piano personale, l'ha portato a casa: vivere lontano dalla civiltà l'ha portata a disintossicarsi dall'abuso di tecnologia, dalla dipendenza per smartphone e social network così tipica della società contemporanea. E scusate se è poco.
SuperSimo racconta l’avventura all’Isola, dai rapporti difficili con alcuni naufraghi alla vita lontana dalla “civiltà”, che l’ha aiutata a “disintossicarsi da social e smartphone”.
Il momento della vendita delle attività statunitensi di TikTok potrebbe essere decisamente vicino, tanto che le indiscrezioni parlano di un prezzo assegnato all'intera operazione — tra i 20 e i 30 miliardi di dollari — e per la prima volta di un annuncio da parte degli sviluppatori cinesi di ByteDance previsto per la prossima settimana. Lo ha riferito in queste ore l'emittente statunitense Cnbc, citando tra i possibili acquirenti tre diverse aziende tra le quali figurano due nomi che erano già emersi in precedenza: i colossi dell'informatica Microsoft e Oracle. Da settimane la piattaforma di condivisione video è protagonista suo malgrado di un'operazione di cessione multimiliardaria forzata. Un ordine esecutivo firmato all'inizio di agosto dal presidente degli Stati Uniti ha infatti imposto agli sviluppatori di cedere le porzioni della piattaforma che gestiscono i dati degli utenti statunitensi, e di farlo a un'azienda locale. La motivazione alla base del provvedimento è la salvaguardia delle informazioni dei cittadini USA nei confronti di un'azienda cinese che potrebbe essere sottoposta al governo di Pechino; il gruppo ha reagito protestando contro l'amministrazione Trump per le accuse e per la firma del provvedimento, ma ha contemporaneamente iniziato a muoversi per trovare un'azienda pronta a rilevare le sue attività nel Paese nordamericano. D'altro canto — nonostante la diffidenza degli Stati Uniti nei confronti della gestione della piattaforma — TikTok è ancora il fenomeno social del momento, e i soggetti che desiderano mettere le mani sulla sua porzione statunitense non mancano. Quel che manca alla maggior parte delle realtà aziendali è piuttosto la liquidità necessaria a dare corpo a una simile operazione, motivo per cui le uniche società considerate in gara per l'acquisto sono proprio la casa di Windows e la multinazionale del miliardario e sostenitore di Trump, Larry Ellison. Il fronte Microsoft è rafforzato anche dal contributo della catena di supermercati Walmart, che ha confermato a Cnbc di essere ufficialmente in corsa per l'acquisto come alleata della casa di Redmond. Walmart vede in TikTok un'opportunità unica per pubblicizzare i prodotti venduti attraverso le sue attività a una categoria di utenti altrimenti difficile da raggiungere. Al momento però ByteDance sembra non aver deciso quale sarà l'azienda che rileverà le attività di TikTok negli Stati Uniti, né se gli Stati Uniti saranno l'unico Paese nel quale l'app cambierà gestione.
A riferirlo è l’emittente statunitense Cnbc, secondo la quale lo sviluppatore ByteDance starebbe valutando la vendita a una di tre aziende statunitensi in gara. I nomi di Microsoft e Oracle vengono confermati, anche se non è chiaro se la cessione riguarderà le sole attività USA o anche quelle dell’app in Canada, Australia e Nuova Zelanda.
Le anticipazioni di Uomini e Donne postate dal Vicolodellenews hanno sollevato un gran polverone. Mentre i tronisti si preparano alle scelte, c’è chi invece decide di far sentire forte e chiara la sua voce, chiudendo la pagina Facebook. Stiamo ovviamente parlando di Bubi. Ma procediamo con ordine. Stando alle ultime indiscrezioni di Uomini e Donne sembra proprio che l’opinionista tanto amata da Maria De Filippi non sia riuscita più a trattenere il suo astio e così la notizia dello schiaffo di Tina Cipollari a Bubi è volata velocemente di bocca in bocca. Il chiacchiericcio fa gola a tutti. Ma a questo punto una domanda sorge spontanea: come avrà reagito la vulcanica 40enne al gossip? Semplice. Bubi dichiara di voler chiudere, almeno per il momento, la bacheca della sua pagina Facebook per dire no alla violenza: “E’ giunto il momento di chiudere per un po’ la nostra bacheca per mettere ordine e valutare le cose gravi che sono successe ed evitare che si strumentalizzi la mia pagina. Voglio evitare a tutti voi di cadere nel tranello subdolo di certa gente”.
Bubi reagisco allo schiaffo di Tina Cipollari decidendo di chiudere la pagina su Facebook per evitare strumentalizzazioni, chissà se l’ex corteggiatrice manterrà la promessa per dire stop alla violenza.
Playboy spegne le sue prime 60 candeline. Il giornale per soli uomini che ha collezionato numerosi successi negli anni grazie alle sue playmate e al patron Hugh Hefner, è diventato grande. Per festeggiare a dovere i 60 anni la rivista dedica la copertina a una maestosa Kate Moss. I rumors sono confermati da Cooper Hefner, figlio del magnate della rivista a luci rosse che lo ha annunciato su Twitter dicendo: "Kate Moss onorerà la copertina del nostro 60° compleanno in uscita a gennaio. Sarà un grande numero." Senza dubbio quella di gennaio 2014 sarà ricordata come una delle copertine più attese del giornale, anche se Hefner è riuscito a far posare per lui star del calibro di Marilyn Monroe nel 1954. Nel 2014 la sexy e spregiudicata Kate compirà 40 anni, un altro compleanno importante che celebrerà proprio insieme a Playboy. Playboy è un brand globale e di massa. Ci serviva una icona mondiale per celebrarlo, questa era l'idea. Stiamo parlando della più grande top-model del mondo sulla cover di Playboy. Abbiamo iniziato con Marilyn Monroe in copertina 60 anni fa, l'icona del suo tempo. Adesso abbiamo Kate Moss.
Playboy sceglie la super model Kate Moss per celebrare i 60 anni di attività nel gennaio 2014. La splendida modella poserà senza veli per la rivista, proprio nell’anno in cui compirà 40 anni.
Pare confermata la collaborazione tra Eros Ramazzotti e Jovanotti, nel prossimo album del cantante romano. Dopo una storia su Instagram in cui Jovanotti ammetteva una collaborazione, infatti, i due tornano protagonisti sul social in varie storie che li riprendono assieme. Jova, che questa sera e domani metterà fine al suo lunghissimo tour nei palazzetti con una doppia data milanese, infatti, è andato a trovare l'amico Ramazzotti nel suo studio per ascoltare l'album (e fotografare la collezione di chitarre dell'amico): "Adesso sentirò il nuovo disco di Ramazzotti, sta facendo un disco pazzesco e ci sono pure due robe mie" ha detto Jovanotti a bassa voce, senza specificare altro e facendo aumentare la curiosità attorno a un progetto di cui si sa poco ma per cui, in Universal, si punta tanto, come specificò qualche mese fa l'A&R Jacopo Pesce che parlo di un album bello e inedito. I due hanno collaborato poche settimane fa per rendere possibile "Pino è", il concerto tributo a Pino Daniele – con cui negli anni '90 andarono in tour – che si è tenuto il 7 giugno allo Stadio San paolo, facendo seguito all'omaggio che i due più James Senese gli fecero durante un concerto sempre allo Stadio di Fuorigrotta qualche anno fa. Ma quello con Jova potrebbe non essere l'unico duetto, ma potrebbe esserci anche una qualche collaborazione con Fabio Rovazzi, con cui girò un'altra storia il mese scorso.
Eros Ramazzotti e Jovanotti hanno annunciato che saranno due le collaborazioni nel nuovo album del cantante romano. Lo hanno fatto con alcune storie su Instagram in cui, però, non si svela ancora molto. Ramazzotti, inoltre, ha annunciato anche l’agenzia che si occuperà del nuovo tour che ha promesso esibizioni nelle più grandi arene del mondo.
Si tratta del secondo libro più tradotto al mondo (il primo, come noto, è La Bibbia), una vera istituzione della letteratura per l’infanzia poi riscoperta in età adulta, e ora è anche un film animato. Il piccolo principe che ha esordito fuori concorso qui a Cannes e che arriverà nei cinema italiani il 1° Gennaio grazie alla Lucky Red, non è certo il primo tentativo di mettere in immagini il libro di Saint Exupéry ma in un certo senso è forse il più completo e ardito. Diviso in due parti e guidato da un personaggio inventato, una bambina che l’aviatore che fa da narratore al libro (ormai anziano) introduce al mondo del piccolo principe, il film mette in scena tutto quello che conosciamo della storia più qualcosa che va oltre. Non è stato un progetto facile quello di portare al cinema Il piccolo principe e ha richiesto l’aiuto di diversi nomi importanti. Nomi che tutti conoscono come James Franco, Jeff Bridges, Ricky Gervais, Rachel MacAdams, Benicio Del Toro e Paul Giamatti (doppiatori della versione originale, per l’Italia sostituiti tra gli altri da Stefano Accorsi, Toni Servillo e Paola Cortellesi) e nomi che in pochi conoscono ma nell’industria contano parecchio, i migliori tecnici dei grandi studi di animazione come Dreamworks e Pixar, uniti in un progetto indipendente guidato da Mark Osborne, già regista di Kung Fu Panda. Prima scoperto e letto clandestinamente dalla bambina protagonista lungo tutta un’estate, poi incontrato in prima persona Il piccolo principe diventa al cinema una storia in più parti, non solo il ricordo di un aviatore ma anche il presente di una protagonista che lo andrà a trovare. Alla ricerca della sua rosa, quella che nel libro lascia sul suo piccolo pianeta, il principe ormai adulto in realtà torna alla ricerca del se stesso bambino, cioè di quell’innocenza e quello spirito che animano il libro. Purtroppo è proprio questa seconda parte ad avvilire il film. Perchè se nella prima con il buon espediente di un personaggio che introduce un altro al mondo dei campi di grano, delle volpi amiche, dei re ecc. ecc. si riesce in un certo senso a dare onore alla parola di Saint Exupéry, nella seconda sembra di assistere ad un sequel che racconti che fine abbiano poi fatto quei personaggi. Neanche a dirlo gli esiti non sono all’altezza delle premesse. Accolto nondimeno con applausi, il film di Mark Osborne convoglia molto di quello che l’animazione di nuova generazione ha inventato (ovvero i mondi generati al computer) con molto di quello che l’animazione è sempre stata (le grandi invenzioni del disegno a mano libera) fino a sperimentare qualcosa della stop motion. Diviso in tre “universi narrativi” il film è infatti per la sua gran parte in computer grafica ma vira sull’animazione in 2 dimensioni quando le pagine e i disegni originali di Saint Exupéry prendono vita e infine diventa stop motion solo nelle sequenze che mettono in scena momenti dalla storia originale. Così ogni dimensione ha il suo tratto, il suo stile e la sua dimensione emotiva, lasciando quella più concreta e tangibile (la stop motion si fa fotografando della plastina, materiale reale) alla parte più emotiva.
Arriva a Cannes fuori concorso il film d’animazione di Mark Osborne che adatta il libro di Saint-Exupery ampliandone la storia. Il principe diventa anche adulto e torna alla ricerca della sua rosa ma il resto non è all’altezza..
Fervono i preparativi, in vista del trono gay di "Uomini e Donne" in onda a partire da settembre. Maria De Filippi ne ha parlato due mesi fa in un'intervista rilasciata al settimanale "Chi": "Il trono dei ragazzi si incastra in meccanismi dove, a volte, l'amore passa in secondo piano. Ma a settembre spariglio le carte. […] Ho in mente da tempo di voler fare il trono gay. Non cerco lo scandalo, ma la normalità di un amore vissuto nella sua piena quotidianità. Anche a C'è posta per te abbiamo trattato storie con ragazzi dello stesso sesso che si amano e ho visto che il pubblico ha apprezzato la ‘normalità' dell'argomento". Il 30 maggio è stata annunciata l'apertura dei casting per il trono gay sui profili social del programma di Maria De Filippi. Sia su Instagram che su Facebook, i commenti non si sono fatti attendere. E con loro sono giunte anche le polemiche tra gli internauti. Alcuni spettatori hanno sostenuto di non voler più seguire la trasmissione, perché non sarebbero in grado di spiegare ai loro figli, eventuali effusioni tra due persone dello stesso sesso. C'è persino chi ha chiesto che i tronisti si limitino a conoscere i corteggiatori, ma che evitino contatti fisici per rispetto della fascia protetta. Ecco alcuni dei commenti degli utenti. Così, in rete, sono scoppiati diversi battibecchi tra coloro che non sono d'accordo con la svolta della trasmissione di Maria De Filippi e quanti ritengono le critiche totalmente insensate. Questi ultimi sottolineano che la tv odierna è ricca di aspetti che andrebbero nascosti agli occhi dei bambini: violenza, sesso, casi di cronaca che narrano delitti efferati. Dunque, l'espressione dell'amore che "Uomini e Donne" racconta rappresenta, al contrario, qualcosa di positivo da proporre ai propri figli. Anche Andrea Dianetti, attore, doppiatore ed ex allievo della scuola di "Amici" è intervenuto per dire la sua. Ecco quanto ha dichiarato: "Cari genitori "preoccupati" vi svelo tre semplici segreti: 1. Esistono persone con gusti sessuali diversi dai vostri, fatevene una ragione, e se pensate che guardandoli in tv, questo modificherà la sessualità dei vostri figli allora non fategli vedere neanche i cartoni animati, o crederanno di essere un pokemon, o durante un film di guerra sentiranno l'impulso di diventare dei caschi di ferro. 2. "Noi etero mica sbandieriamo di essere etero" facile dirlo quando tutta una società è impostata a favore dei nostri gusti sessuali. Ovvio che non dobbiamo sbandierare nulla se non ne abbiamo motivo, se loro lo fanno, è per chiedere dei diritti. Ma non credo che sia il senso della trasmissione. 3. Se ancora siete rimasti in una concezione mentale pre medioevo, vi consiglio di guardarvi "il trono di spade". Ah no.. Attenti, qualora ci fossero i vostri figli nei paraggi, potrebbero decidere di brandire un'ascia o cavalcare un drago." Non esistono bambini stupidi, ma genitori idioti".
L’annuncio dell’apertura dei casting per il trono gay di “Uomini e Donne” ha generato grande dibattito. Gli spettatori si sono divisi tra coloro che sostengono di non riuscire a spiegare ai loro figli un bacio tra due persone dello stesso sesso e quanti ritengono possa rappresentare una svolta per la tv italiana. A difendere la scelta di Maria De Filippi c’è anche Andrea Dianetti, ex allievo della scuola di “Amici”.
Ora che le vacanze sono ormai vicine e il caldo afoso rende impossibile qualsiasi altra attività diurna che non sia da fare completamente immersi nell'acqua, la voglia di evasione è comprensibile. Così l'immagine di una spiaggia caraibica o di una piscina infinita in cui tuffarsi sembrano essere dei miraggi da raggiungere. Oggi infatti non è sufficiente avere semplicemente un foro rettangolare di acqua nel terreno circondato da poche palme e sedie a sdraio per creare un luogo desiderabile. Le piscine degli hotel e dei resort, ad esempio, sono sempre più spettacolari, e non solo per lo spettacolare panorama che offrono ma anche per la loro forma singolare. Il design delle piscine ha raggiunto livelli completamente nuovi, dalla piscina a forma di piede a quella che sembra un gelato. Presso la casa vacanze Sweet Escape vicino a Orlando, in Florida, c'è ad esempio una piscina a forma di gelato. L'appartamento Apartelle de Francesca nelle Filippine ha una piscina a forma di piede. Il Marriott Marquis Houston, in Texas, presenta una piscina a forma di un fiume artificiale dello stato americano. Un'altra piscina dalla forma stravagante può essere trovata al Flying W Airport & Resort ed è ispirata ai viaggi infatti è a forma di un aeroplano. Il JW Marriott Phu Quoc Emerald Bay Resort & Spa in Vietnam ha invece una piscina a forma di ventaglio.
Dalla piscina a forma di piede a quella a forma di gelato, in giro per il mondo sono tante le strutture eccentriche in cui fare un tuffo d’estate. Contro il caldo e l’afa non c’è nulla di meglio di refrigerarsi in una piscina, se poi si tratta di alcune delle strutture più incredibili al mondo il tuffo è ancor più piacevole.
Anche Elodie esce con il suo wannabe tormentone estivo, dopo essere tra i primi posti della classifica dei singoli più amato dalle radio italiane grazie alla sua collaborazione con i The Kolors e la loro "Pensare male" che ha passato qualche settimana in testa alla speciale classifica EarOne, ma evidentemente è il momento di rimettersi in gioco da sola, per bissare il successo dello scorso anno, quando fini in testa alla gara della hit estiva con "Nero Bali" che che la vedeva duettare con Michele Bravi e Gué Pequeno il cui video, ad oggi, conta oltre 30 milioni di visualizzazioni conquistando la certificazione di platino. Oggi la cantante ha pubblicato il nuovo singolo "Margarita" e ancora una volta la cantante ha scelto una collaborazione con un rapper dopo l'esperienza con Guè, appunto, e quella con Ghemon in "Rambla", uscito nell'ottobre del 2018. Un ovvio uptempo per l'ex concorrente di Amici, che qualche mese fa ha rotto con il suo ultimo manager (quello che segue anche Tiziano Ferro), in questo pezzo pop che mescola rap e reggae per una produzione firmata dalla coppia d'oro del tormentone italiano, ovvero Takagi e Ketra, che hanno appena lanciato la loro Jumbo, oltre ad aver segnato l'estate scorsa con "Amore e capoeira". Il testo è stato scritto quasi in diretta, sicuramente chiuso poche settimane fa visti i riferimenti di Marracash all'attualità come quando rappa "Siri zommami la foto del buco nero che non trovo più i due anni con la mia ex" ma soprattutto il riferimento all'incendio di Notre Dame ("La nostra storia è guerra come col Vietnam brucia ma non crolla come il Notre-Dame"), ovvero eventi avvenuti lo scorso aprile, mentre il pezzo, in generale, parla di amore, di relazioni e di una storia d'amore finita ("E se non sei te, non rispondo al cell e ti guardo mentre vai via da me, cerco un altro te, ma non so dov'è se ti guardo mentre vai via da me").
Si chiama “Margarita” il nuovo singolo di Elodie che questa volta la vede duettare con Marracash e che punta sicuramente a bissare il successo che la scorsa estate ebbe il singolo “Nero Bali” assieme a Michele Bravi e Guè Pequeno: il pezzo è il racconto di una storia d’amore finita, prodotta da Takagi e Ketra.
Si sa, non tutte le ciambelle escono col buco, anche se parliamo di pellicole di casa Marvel o DC Comics, investimenti multimiliardari, stelle del cinema come protagonisti e distribuzione a tappeto. Negli ultimi anni, abbiamo assistito ai successi planetari di “Iron Man 3”, “Captain America: Il primo vendicatore” e “Thor” e “The Avengers”, ma ci sono stati anche dei clamorosi flop che la critica non ha risparmiato, il pubblico ha snobbato e non hanno avuto alcun sequel. Basta pensare a “Daredevil” con Ben Affleck, “Catwoman” con Halle Berry o a “Batman & Robin” di Joel Schumacher, con George Clooney che pose addirittura la parola fine al famoso franchise, ripreso poi alla grande da Christopher Nolan. Vediamo, quindi, i 10 peggiori film sui supereroi e se, secondo voi, vale la pena di salvare qualcosa. 1 – “Daredevil” (2003), di Mark Steven Johnson Il cast del film comprende Ben Affleck nel ruolo del protagonista e Jennifer Garner nel ruolo di Elektra, premiata agli MTV Movie Awards 2003 come miglior performance rivelazione femminile. Colin Farrell interpreta il cattivo Bullseye, mentre Michael Clarke Duncan riveste il ruolo di Kingpin. Le avventure dell’eroe rimasto cieco dopo essere stato colpito da materiale radioattivo e che decide di vendicare suo padre – ucciso per aver rifiutato di vendere un incontro – è stato definito il più brutto film sui fumetti del terzo millennio. Ben Affleck risulta ridicolo con la tutina rossa; la sceneggiatura banalizza tutti i risvolti morali del fumetto e tutti gli altri attori sono assolutamente fuori parte (vedi Colin Farrell). Affleck vinse anche il premio come Peggior attore protagonista durante l'edizione dei Razzie Awards 2003. Non è mai stato girato un sequel. Attendiamo il bell’attore nei panni di Batman. 2 – “Elektra”(2005), di Rob Bowman La pellicola è uno spin-off di “Daredevil”, del quale appaiono alcune brevi sequenze. Nel cast ci sono Jennifer Garner, nel ruolo di Elektra, e Will Yun Lee in quello di Kirigi, membro della Mano. Kirsten Prout e Goran Višnjić interpretano i Miller, in omaggio al creatore del personaggio Frank Miller. Nella pellicola appare anche Natassia Malthe nel ruolo di Typhoid Mary e Terence Stamp nel ruolo di Stick (che nei fumetti è il mentore di Daredevil). La critica fu assolutamente spietata, ritenendo uno scempio l’aver portato il fumetto di Frank Miller sul grande schermo in quel modo, con pochi effetti speciali e una sceneggiatura tremendamente abbozzata. Unico pregio? La caratterizzazione dei cattivi. 3 – “Catwoman” (2004), di Pitof Comar La protagonista è Halle Berry, affiancata da Sharon Stone e Benjamin Bratt. Il film è stato adattato da John D. Brancato, Michael Ferris e John Rogers da una storia di Theresa Rebeck, John D. Brancato e Michael Ferris. Ha come protagonista il personaggio della DC Comics Catwoman, già interpretata in precedenza da Julie Newmar e Michelle Pfeiffer. La sceneggiatura si discosta completamente dalla storia originale di Catwoman: nei fumetti l'alter ego del personaggio non si chiama Patience Philips bensì Selina Kyle e vive a Gotham City. Il film ha ricevuto sette nomination ai Razzie Awards nel 2005 vincendo nelle categorie Peggior Film, Peggior attrice, Peggior regista e Peggior Sceneggiatura ed è stato nominato nelle categorie Peggior attore non protagonista a Lambert Wilson, Peggior attrice non protagonista a Sharon Stone e Peggior coppia a Halle Berry e a scelta tra Benjamin Bratt o Sharon Stone. Alla cerimonia di consegna dei Razzie Awards, Halle Berry accettò personalmente il premio di Peggior attrice, cosa che di solito gli attori non fanno. La pellicola sarà ricordata solo per la tutina sexy-sadomaso della Berry e le botte da orbi con Sharon Stone. 4 – “Ghost Rider” (2007), di Mark Steven Johnson
I film sui supereroi della Marvel o DC Comics sono, ormai, quelli che portano miliardi assicurati alle case di produzione. Purtroppo, esistono delle clamorose eccezioni che non confermano la regola.
La Torre dei Moro, il palazzo di diciotto piani distrutto dall'incendio dello scorso 29 agosto in via Antonini, e l'area circostante sono sotto sequestro. Lo ha disposto la Procura di Milano per verificare l'effettiva pericolosità dell'edificio, specie considerato che le valutazioni dei vigili del fuoco, alcune delle quali ancora in corso, hanno stabilito che non si può escludere il rischio di crolli di parti del grattacielo stesso. Questi sarebbero causati dai gravi danni strutturali rimediati durante il rogo. Non è escluso che, se i pompieri dovessero valutare come rischioso un rientro nell'edificio, questi venga definitivamente abbattuto. La Procura nel frattempo indaga sui materiali utilizzati per il rivestimento esterno della torre, scioltisi in meno di dieci minuti per via delle fiamme nonostante, a detta degli inquilini che hanno citato i costruttori del palazzo fossero totalmente ignifughe, il cappotto e sulle cause del rogo. L'ultima ipotesi conduce all'effetto lente.
La Torre dei Moro, il palazzo di diciotto piani distrutto dall’incendio dello scorso 29 agosto in via Antonini, e l’area circostante sono sotto sequestro. Lo ha disposto la Procura di Milano per verificare l’effettiva pericolosità dell’edificio dopo che i vigili del fuoco hanno fatto sapere di temere crolli di parti intere del palazzo.
Le saldatrici inverter sono particolari tipi di saldatrici capaci di fondere insieme due materiali separati tra loro tramite un arco elettrico. Si tratta di uno strumento particolare, che bisogna utilizzare con attenzione, seguendo le regole per la sicurezza e avendo contezza di come maneggiarlo. È bene chiarire che si può parlare di saldatura quando si vogliono fondere tra loro due metalli simili. In caso contrario, si parla della brasatura, una tecnica differente. In commercio, come potete vedere su Amazon nella categoria dedicata alle saldatrici, ce ne sono veramente tante. Cercare di capire qual è quella più giusta da acquistare non è semplice. Soprattutto per chi non è esperto del settore. La saldatrice a inverter ha un funzionamento più semplice di quello delle altre tipologie. Questo perchè la sua energia è ricavata da un circuito elettronico, che garantisce una corrente di tipo continuo e un numero minore di spruzzi di scorie radioattive. Inoltre, grazie al potenziometro di cui è dotata, sarà più facile regolare l'amperaggio e monitorare ogni singola operazione. In sostanza, questo tipo di saldatrice, semplifica il lavoro e lo rende più costante ed immediato. Per questo motivo, questo attezzo si presta a qualsiasi tipo di lavoro, professionale o hobbistico. Sebbene sia più facile da utilizzare delle altre saldatrici, per lavorare con sicurezza, è sempre bene indossare una maschera per evitare danni al viso e agli occhi. Inoltre, bisogna considerare che il tempo che si impiega per ottenere il risultato finale è maggiore e bisogna coordinare meglio le mani e i piedi, per regolare il flusso della corrente. La prima cosa da fare per utilizzare una saldatrice inverter è indossare una buona protezione; tutte le parti del corpo devono essere protette, anche la testa. Esistono tute e maschere apposite. Dopo aver preso le giuste precauzioni, bisogna trovare la posizione per lavorare in maniera comoda. Una volta avviata la macchina, ci si deve assicurare che l'amperaggio e le impostazioni attive siano corretti. Solo quando tutti i passaggi sono stati seguiti, si potrà cominciare a lavorare, seguendo le istruzioni incluse nella confezione del prodotto. Prima di capire perchè le saldatrici inverter sono le favorite del momento, guardiamo quali sono le più acquistate, recensite e consigliate sul web. Gli utenti che ne hanno fatto già uso hanno espresso le loro opinioni soffermandosi sul livello qualitativo delle caratteristiche basilari di una saldatrice inverter. Noi abbiamo scelto i 10 modelli più recensiti, acquistati e consigliati. Tra i marchi più consigliati ci sono sicuramente Parkside, Telwin e Stanley, ma non solo.
Le saldatrici inverter sono la tipologia di saldatrici tra le più vendute del momento, perché si tratta di un dispositivo versatile. Questo macchinario può essere utilizzato a livello professionale, ma è ormai entrato a far parte anche del quotidiano degli amanti del bricolage e del fai da te. Vediamo insieme cosa sono, come funzionano le saldatrici inverter e quali sono le migliori in commercio.
Quando esci di casa hai l'abitudine di dimenticare di spegnere le luci? Arriva la soluzione: ideale; si chiama OCD SWITCH ed è l'interruttore che incoraggia le persone a spegnere le luci semplicemente sfruttando in modo intelligente il comportamento umano ed il subconscio. L'originale interruttore è stato ideato dalla designer Pakaporn Teadtulkitikul allo scopo di ridurre gli sprechi di energia elettrica. L'idea per OCD SWITCH parte dalla considerazione che gli esseri umani sono naturalmente attratti dall'ordine, dal modello e dalla simmetria. L'interruttore agisce sul comportamento umano per condizionarne le azioni. CD SWITCH usa un design semplice ed efficace per ridurre il consumo di energia. L'interruttore ideato da Pakaporn Teadtulkitikul è in grado di ingannare il cervello e manipolare il comportamento umano solito per indurre la risposta voluta. In molti sono attratti dalla simmetria e dall'ordine e si possono sentire a disagio quando le cose non sono ben sistemate. OCD SWITCH associa un'abitudine umana al risparmio di energia. Il suo design è infatti ispirato a forme geometriche e trame che sono familiari al cervello umano e che spontaneamente viene voglia di sistemare. Per cui se ci si dimentica di spegnere le luci, l'occhio noterà subito l'interruttore in disordine.
Se siete di quelli che dimentica spesso di spegnere le luci, OCD SWITCH è la soluzione ideale per incoraggiare le persone a ridurre il consumo di elettricità in casa.
Dopo solo tre giorni dall’annuncio della convocazione dei giudici, che avrebbero ascoltato Berlusconi martedì prossimo come parte lesa nell’indagine sulla presunta estorsione ai suoi danni, il Premier dà notizia che in quello stesso giorno, sarà impegnato a Strasburgo e a Bruxelles per parlare della manovra economica. Salta, quindi, l’incontro con i pm Curcio, Woodstock e Piscitelli, che avevano concordato il giorno dell’audizione con lo steso Premier proprio per rispettare i suoi impegni istituzionali. Berlusconi, infatti, in mattinata dovrebbe incontrare a Bruxelles il Presidente del consiglio Ue, Herman Van Rompuy, e nel pomeriggio, a Strasburgo, il presidente della commissione europea, Josè Manuel Barroso. Al centro dei colloqui la crisi economica che sta attraversando tutta l’Europa e la manovra economica italiana in discussione in Parlamento. Il Presidente del Consiglio, dunque, non avrà nessuna possibilità di rispettare l’impegno preso con i giudici napoletani, come, invece, sembrava augurarsi il procuratore capo di Napoli, Lepore, il quale ha dichiarato di non aver avuto nessuna comunicazione ufficiale in tal senso e che “magari va la mattina e ritorna il pomeriggio” . Il procuratore, comunque, ha anche vagliato la possibilità dell’impedimento del premier, sostenendo che “se il premier è impegnato, faremo un altro incontro” e aggiungendo che “Berlusconi viene sentito come persona offesa e non come indagato quindi non c'è nessuna norma che lo obbliga a essere presente martedì”. Proprio ieri Berlusconi, alla festa dei giovani del Pdl rispondendo ad alcune domande dei giornalisti sul caso Tarantini, aveva affermato di non temere le inchieste e aggiunto che nessuno può ricattarlo. Nonostante, poi, dal palco aveva attaccato i giudici e ancora una volta aveva dimostrato con le sue parole di mal digerire le intercettazioni, tutti erano in attesa di conoscere cosa sarebbe scaturito nell’interrogatorio di martedì, invece, tutto sembra essere almeno rimandato per legittimo impedimento.
Berlusconi martedì non potrà incontrare i Pm napoletani per impegni istituzionali. Il Presidente del consiglio, che doveva essere ascoltato come parte lesa, sarà a Bruxelles e a Strasburgo per parlare della crisi economica .
Kate Middleton è incinta del suo terzo figlio e, dopo essere rimasta per circa un mese chiusa a Kensington Palace a causa dell'iperemesi gravidica che le ha provocato nausea e continui attacchi di vomito, è finalmente tornata in splendida forma. Ne ha dato prova qualche settimana fa, quando ha messo in mostra il pancino per la prima volta in un meraviglioso abito di pizzo e quando ha ballato con l'orso Paddington. Ieri, inoltre, ha deciso di lasciare i vestiti da principessa a casa e di puntare su un look più casual. La Duchessa di Cambridge ha visitato ieri il National Tennis Centre di Roehampton nel sud est di Londra, dove ha incontrato l’atleta australiana Johanna Konta e per l'occasione ha deciso di non sfoggiare uno dei suoi soliti outfit elegantissimi. La Middleton ha infatti indossato una semplice tuta da ginnastica, caratterizzato da un pantalone skinny con delle strisce bianche laterali e una felpa con la zip, alla quale ha abbinato una polo bianca. Per completare il tutto ha poi scelto delle sneakers Nike, ha messo un papavero rosso sul petto, considerato un simbolo patriottico in Gran Bretagna, che rende omaggio ai veterani di guerra, e ha tenuto i capelli legati in una coda di cavallo. La cosa incredibile è che anche con uno stile sportivo e informale è sempre raffinatissima e impeccabile. Nonostante il suo pancino stia crescendo giorno dopo giorno, la moglie di William non ha avuto paura di giocare a tennis con i bambini presenti all'evento, dando prova di avere un immenso talento. A quanto pare, non le occorrono pizzi e raso per mettere in mostra la sua classe, Kate ha femminilità ed eleganza innate.
Kate Middleton ha preso parte a un evento presso il National Tennis Centre di Roehampton e per l’occasione ha sfoggiato un inedito look sportivo. La principessa ha infatti indossato tuta e sneakers e si è divertita a giocare a tennis con i bambini.
Quando gli parli Rocco Hunt si muove, quasi balla e pare quasi rappare mentre parla, lui che col freestyle c'è cresciuto e lo ha dimostrato anche oggi, quando era tra i protagonisti del Digital Music Forum che si è svolto a Napoli. Un Forum in cui si sono tessute le lodi dello streaming, salvatore dell'industria discografica, un po' come il rap, che nel 2013 ha fatto numeri incredibili, portando il genere alla ribalta con tanti artisti, da Moreno a Fedez, passando per Clementino, Salmo e lo stesso rapper salernitano, il quale aveva già assaggiato la top ten della classifica FIMI lo scorso anno con il suo esordio "Poeta Urbano", ma che con il suo ultimo "‘A verità" – che lui considera il suo vero e proprio esordio – è riuscito là dove nessun artista campano era riuscito da tanti anni a questa parte, ovvero conquistare non per una, ma addirittura due settimane, la prima posizione in classifica, battendo, nella sua seconda settimana, una macchina da guerra commerciale come Moreno: "Una bella soddisfazione. È davvero un altro punto di partenza" ha detto il rapper ai microfoni di Fanpage, nell'intervista video che trovate in testa all'articolo. Una vittoria sua e del sud, che da Salerno è dovuto andare via per ragioni lavorative "perché l'industria discografica è là [a Milano, ndr]. La mia non è una denuncia, ma raccontare un dato di fatto: io sono a dovuto andare a Milano, perché altrimenti non avrei potuto fare l'album che ho fatto" e invece là ha l'etichetta, la Sony, e ha trovato alcune collaborazioni importanti, come quella di Eros Ramazzotti, che gli ha messo a disposizione lo studio di registrazione e con cui ha voluto incidere una nuova versione di "Credi" di Edoardo Bennato, suo mentore: "Il mio sogno sarebbe comunque avere un giorno un'industria discografica anche qui che produca talenti del sud e incentri ancora di più l'economia di questo settore nel meridione" continua Rocco, che durante l'incontro condotto da Lello Savonardo, oltre a Bennato, ha ricordato anche il suo amico Clementino e i Co' Sang. Benché "‘A verità" comunque sia stato scritto e pensato ben prima della vittoria di Sanremo, come ci tiene a sottolineare il cantante, senza dubbio la kermesse sonora ha fatto da amplificatore, ma ha trovato una sostanza su cui poggiarsi grazie alla gavetta: "È la prima volta che mi affaccio nel mercato discografico, prima mi autoproducevo e insomma c'era un altro modus operandi. "‘A verità" lo considero il primo disco ufficiale e riuscire comunque a fare già un ottimo lavoro è davvero una grandissima soddisfazione, a 19 anni, e soprattutto essendo campano". Quello che è certo è che la sua vita è cambiata, ora è fatta di viaggi continui e città nuove ogni giorno, lontano da quella Salerno che gli ha permesso di compiere i primi passi: "In periferia avevo più tempo per scrivere. Io per avere l'ispirazione devo tornare a casa dieci giorni, scrivo l'album e vado di nuovo su a registrarlo, però la periferia l'ho lasciata dentro".
Ospite del Digital Social Forum organizzato a Napoli dalla Federico II, Rocco Hunt ha saputo oggi di aver conquistato il Disco d’oro per il suo secondo album “‘A verità”. Ai microfoni di Fanpage ha parlato di questo, ma anche del suo essere del sud, di Sanremo e di come è cambiata la sua vita.
Alla fine di un’Olimpiade amara e molto strana, perché iniziata con tre vittorie nette e di grande forza contro Russia, Turchia e Argentina, il c.t. del volley femminile italiano, Davide Mazzanti, ai giornalisti ha detto: "Alle ragazze avevo detto: Cercate di staccarvi da tutto quello che vi circonda", sottolineando come tutto il rumore di fondo, che poi si è dimostrato molto poco di fondo, sulla squadra migliore che avevamo portato in Giappone, sulle speranze di oro finalmente per il volley italiano, sulle campionesse dell’Imoco Conegliano pronte a mostrare anche in Nazionale il loro valore, e in particolar modo il rumore a un certo punto anche fastidioso intorno a Paola Egonu, la miglior pallavolista del pianeta, donna del futuro sotto tutti i punti di vista, insignita dal CIO stesso del compito di portare come rappresentante dell’Europa, la nuova Europa, il vessillo del Comitato Olimpico Internazionale, avesse distratto le giocatrici, intente a leggere cosa si stava dicendo di loro, a rispondere chi le criticava, a “likare” chi invece le appoggiava. Col tempo questa accusa molto leggera in realtà di Mazzanti è andata un po’ scemando, con una serie di errata corrige da parte del tecnico stesso, ma il senso delle sue parole erano però chiare e soprattutto nette per chi doveva davvero ascoltarle. In realtà Mazzanti aveva preso anche la sua parte di colpa su di sé, sottolineando come la scelta di portare una quarta centrale al posto di una schiacciatrice-ricettrice alla fine si è rivelata poco utile. L’idea era avere sempre centrali molto freschi, bravi nell’essere presenti a muro e anche nell’essere cercati dal regista Malinov oppure Orro, per sgravare dai continui compiti offensivi Egonu. La realtà è stata una ricezione pessima, e questo era un bug che si conosceva nella nostra squadra, che ha dato pochissime possibilità di gioco coi centrali al regista, la quale invece si appoggiava continuamente su Egonu con palloni difficilissimi, che Paola ha spesso sbagliato. Insomma, è andato tutto diversamente dal preventivabile e dallo strategicamente deciso. Mazzanti però ha guardato subito agli Europei che per l’Italia inizieranno oggi e che verranno disputati tra Serbia, Croazia, Romania e Bulgaria. Per le convocazioni ha ammesso i suoi errori, affermando: I cambi di Folie e Sorokaite erano già stati concordati prima dell’Olimpiade. Sia con Raphaela che con Indre eravamo d’accordo che il loro percorso stagionale terminasse con il torneo di Tokyo 2020. Al loro posto ho voluto chiamare Bonifacio e Nwakalor, due giocatrici che si sono messe in mostra nella VNL e mi è sembrato giusto premiarle: l’Europeo sarà un’occasione per rimettersi in gioco. Le convocazioni di Parrocchiale e Gennari facevamo sempre parte dei programmi, hanno lavorato con il gruppo olimpico per tutto il periodo di preparazione. Convocare soprattutto Alessia Gennari, l’ultima a essere stata tagliata proprio per portare il quarto centrale a Tokyo, va a sottolineare come una ricettrice serva come il pane a questa squadra. Inoltre pochi giorni prima degli Europei abbiamo perso Caterina Bosetti per infortunio, sostituita da Sofia D'Odorico. Insieme alle compagne che già hanno vissuto l’avventura olimpica, saranno loro a sfidare le poche nazionali che davvero possono metterci in difficoltà. Nel girone avremo Bielorussia, Ungheria, Slovacchia, Croazia, guidata dal tecnico dell’Imoco Conegliano, Daniele Santarelli, e Svizzera, avversari a dir poco abbordabili per noi, ma dagli ottavi in poi le squadre da tenere d’occhio saranno la sempre temibile Turchia, allenata da Giovanni Guidetti e piena di giocatrici del Vakıfbank Istanbul e del Eczacıbaşı VitrA, le squadre che spesso sfidano le italiane per la Champions. Di grande interesse sarà poi sempre vedere all’opera Ebrar Karakurt, opposto che dal prossimo anno vedremo in Italia a Novara.
Dopo la sconfitta subita nei quarti di finale del torneo olimpico di Tokyo, la nazionale di Pallavolo femminile dell’Italia torna in campo e proverà a rifarsi nei Campionati Europei, in programma dal 18 agosto al 4 settembre. Nonostante la delusione delle Olimpiadi, l’Italia di Mazzanti con Paola Egonu stella assoluta della manifestazione cerca il successo.
Paulo Dybala dopo aver realizzato un gol meraviglioso è stato costretto a uscire nel primo tempo di Juventus-Sampdoria a causa di un infortunio muscolare. Distrutto l'attaccante juventino, che ha abbandonato il campo in lacrime. Le prime informazioni parlano di un infortunio muscolare alla parte posteriore della coscia sinistra. Il problema sembra serio, gli esami strumentali l'attaccante dovrebbe effettuarli nella giornata di lunedì. L'attaccante argentino la partita l'aveva iniziata nel migliore dei modi. Perché al 10′ aveva realizzato l'1-0. Dybala aveva ricevuto un pallone toccato in modo morbido e intelligente da Locatelli e con una rasoiata ha messo il pallone nell'angolino, imparabile per Audero. Un gol davvero bello e anche molto pesante quello del capitano. Purtroppo però al 21′ ha dovuto chiedere il cambio. L'argentino ha sentito tirare dietro la coscia sinistra e ha capito subito che il problema muscolare era serio e che gli avrebbe impedito di giocare ancora. Dybala alza la mano e chiede il cambio, Allegri lo sostituisce con Kulusevski. La ‘Joya' abbandona il campo in lacrime, prova a sostenerlo Bentancur, ma Dybala è inconsolabile. L'argentino esce dal campo piangendo e torna negli spogliatoi.
Costretto a uscire dal campo dopo un infortunio l’attaccante argentino, che ha riportato un infortunio muscolare alla coscia sinistra. Dybala è uscito in lacrime, era davvero inconsolabile l’attaccante juventino che ora teme un altro lungo stop. Nella giornata di lunedì l’argentino dovrebbe effettuare gli esami strumentali.
Ai tira e molla di Rudolf e Ilenia, il pubblico si è ormai abituato. Da quando è cominciata la loro storia d'amore, i due non hanno fatto altro che lasciarsi e riprendersi a più riprese, annunciandolo di volta in volta sui vari social network. Quando noi di Fanpage.it abbiamo intervistato la Pastorelli, la modella aveva lasciato intendere che il loro rapporto stava vivendo un periodo sereno, pur senza addentrarsi nei particolari. A distanza di due mesi, la situazione cambia nuovamente e Ilenia annuncia attraverso il suo profilo Facebook che la loro storia è terminata. Di nuovo. Come al solito, l'ex protagonista del Grande Fratello non ha voluto fornire alcun dettaglio su questa nuova crisi che li ha allontanati, in merito alla quale ha pensato di scrivere solo lo stretto necessario: Non ho voluto rispondere alle interviste di Rudolf perché non volevo coinvolgervi nuovamente ma penso che avrete capito che oramai ci siamo lasciati ,i motivi sono solo i nostri quindi non rispondo a messaggi privati che mi sono arrivate sulla mia e-mail in questi giorni in merito a questo ne intendo fare interviste su ciò per far speculare qualcuno sulla fine di una storia ed e' il motivo per cui lo specifico qui e no altrove. So che a modo vostro ci starete vicini…Un bacio a tutti.
E’ finita di nuovo la storia d’amore tra Ilenia Pastorelli e Rudolf Mernone. Ad annunciarlo è la modella romana che lo scrive su Facebook. Per l’ennesima volta.
Vaccino Covid a Napoli, siamo tornati al punto di partenza: purtroppo nuove tensioni agli hub vaccinali partenopei, in particolare in quello di Fuorigrotta alla Mostra d'Oltremare, causa estenuanti attese e disorganizzazione ma non solo. L'Asl Napoli 1 riferisce che l'imbuto che ha rallentato tutto è stato causato da quegli utenti che avrebbero preteso, senza averne diritto, di scegliere con quale vaccino proteggersi dal virus, in particolare chiedendo di non vaccinarsi con AstraZeneca bensì con Pfizer-BionTech o Moderna. Il tutto comunque si è svolto in un quadro complessivo di disorganizzazione e ritardi: terminate le scorte Pfizer, è stato necessario attendere l'arrivo di altre "piastre" di fiale, utilizzabili solo dopo scongelamento (questo vaccino è conservato sottozero). Per evitare che la situazione potesse degenerare, visti gli insulti e le minacce verbali agli operatori sanitari, il direttore generale dell'Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva ha chiesto un intervento delle forze di polizia, peraltro già presenti, al fine di sedare le proteste. In una nota la direzione strategica dell’ASL Napoli 1 Centro ricorda che il piano vaccinale prevede la somministrazione del vaccino a vettore mRNA solo per categorie dedicate puntualmente definite ed elencate e che «Pretendere la somministrazione di un vaccino al di fuori di queste categorie e dalle indicazioni prescritte dai sanitari non è possibile e di certo non è accettabile alcun comportamento di minaccia o insulto nei confronti del personale sanitario o delle guardie di sicurezza impegnate nello svolgimento del proprio lavoro a servizio dei cittadini».
La campagna vaccinale si scontra con paure infondate e polemiche. E così alla Mostra d’Oltremare di Napoli le operazioni di vaccinazione si rallentano fortemente a causa di coloro che pretendono di scegliersi il vaccino. In particolare molte persone chiedevano di potersi proteggere dal Covid-19 con Pfizer e non con AstraZeneca. L’Asl Napoli 1 costretta a chiamare la polizia.
Clarissa Marchese è l’ex Miss Italia salita sul trono di “Uomini e Donne”. La donna sta cercando l’amore, ma è stata accusata di essere fredda, troppo poco interessata ai suoi corteggiatori. La tronista non esclude di essere sempre stata molto razionale, ed è proprio questo aspetto del suo carattere che sta cercando di limare oggi che occupa la poltrona rossa del programma condotto da Maria De Filippi. Conquistarla è difficile, così come mantenere vivo il suo interesse, ma lei spera che ci sia qualcuno tra i suoi corteggiatori in grado di compiere un miracolo. Intervistata da “Novella 2000”, la neo tronista confessa di essere pronta a innamorarsi e aggiunge anche di non esserlo mai stata davvero. Fino a oggi si è concentrata soprattutto sulla carriera, ma da qualche tempo sente il bisogno di trovare l’amore: L’idea di partecipare a “Uomini e Donne” è nata perché sono single da due anni e per motivi lavorativi non ho dato spazio all’amore. Ora sento la necessità di condividere la mia vira con un’altra persona. Ma voglio trovarlo in modo diverso. E, magari, in mezzo a tanti ragazzi con più caratteristiche posso trovare l’amore in modo poco convenzionale. Sono single da un paio d’anni. Mi sono dedicata molto al lavoro. Quando ci si convince di essere pronti ad una nuova storia allora è possibile trovare la persona giusta. In questi due anni non nego di essere stata corteggiata, ma non ero pronta. Ora lo sono. Tra i suoi corteggiatori ce ne sarebbe già uno riuscito nell’intento di stuzzicare la sua curiosità: Sono tutti bei ragazzi. Loro stanno cercando di capire quello che io cerco. Sono uscita con alcuni di loro, sono all’inizio. Ci sarà modo di conoscere il loro carattere oltre all’aspetto fisico. C’è qualcuno che mi interessa ma non posso dire altro per adesso. C’è qualcuno che mi piace mentalmente, non solo esteriormente. Non è sicura, però, che riuscirà a trovare proprio in tv l’uomo della sua vita: Se esiste la possibilità che io non trovi l’amore in tv? Non lo escludo. Potrebbe capitare. Bisognare avere la predisposizione a trovare qualcuno. E in questa fase della mia vita lo voglio trovare. Ho 22 anni, sono giovane. Posso dire di non essere stata mai realmente innamorata, se con questo termine s’intende il luogo comune del termine amore. Ora la voglia di perdere la testa per qualcuno ce l’ho. Spero di trovare l’uomo adatto. Clarissa ha vinto la fascia di Miss Italia nel 2014, per poi accettare il trono di “Uomini e Donne” due anni dopo. Quell’esperienza le ha regalato la popolarità, ma non le ha cambiato la vita:
Clarissa Marchese, tronista a “Uomini e Donne”, non esclude la possibilità di uscire single da “Uomini e Donne”: “Potrei non innamorarmi, ma c’è qualcuno che già mi piace”.
Alessandro Matri festeggia oggi, venerdì 19 agosto, i suoi 32 anni. Il campione presto diventerà papà. La sua compagna Federica Nargi, infatti, è in dolce attesa. L'ex velina di ‘Striscia la notizia' ha festeggiato il compleanno del suo fidanzato, con una tenerissima dedica sui social: "Passano gli anni, passano velocemente. E noi siamo stati capaci di crescere insieme un pochino alla volta. In questi anni abbiamo condiviso i nostri momenti più belli, ma anche quelli peggiori, ma sempre con la voglia e la forza di sostenerci l'un con l'altro. Un amore semplice, puro, sincero. Cosa poter desiderare di più in questo momento? Nulla…Tutto quello che possiamo desiderare è custodito dentro di me, frutto del nostro grande AMORE. Buon compleanno amore mio". La dedica è accompagnata da una foto che ritrae la giovane con il pancione, mentre sorride felice tra le braccia del suo grande amore. La gravidanza è ormai agli sgoccioli. La bimba nascerà a settembre. Federica Nargi ha parlato della grande emozione provata da Alessandro Matri alla notizia della gravidanza: "Quando è arrivato a casa gli ho fatto trovare una scatolina con due ciucci, tra l'altro ha pensato fossero due gemelli ma è che la confezione ne comprendeva due. Alessandro ha iniziato a tremare e mi ha detto: ‘Non ci credo, sei incinta'. Non l'ho mai visto così emozionato". Passano gli anni, passano velocemente. E noi siamo stati capaci di crescere insieme un pochino alla volta. In questi anni abbiamo condiviso i nostri momenti più belli, ma anche quelli peggiori, ma sempre con la voglia e la forza di sostenerci l'un con l'altro. Un amore semplice, puro, sincero. Cosa poter desiderare di più in questo momento? Nulla…. Tutto quello che possiamo desiderare e' custodito dentro di me, frutto del nostro grande AMORE. ❤️🎀 Buon Compleanno amore mio ❤️❤️❤️🎉🎉🎉🎉 @alessandro_matri_32 #happybday#32#mylove
Oggi, venerdì 19 agosto, Alessandro Matri compie 32 anni. Federica Nargi ha affidato ai social, una tenera dedica per lui. La coppia possiede ormai tutto ciò che poteva desiderare. Custodito nel pancione dell’ex velina di ‘Striscia la notizia’, infatti, c’è il frutto del loro amore.
Se le Sardine decidessero di fondare un partito, raccoglierebbero subito l'11,4% dei consensi, stabilendosi come quarta forza politica nel Paese. È quanto emerge dall'ultimo sondaggio politico elettorale stilato da Tecnè per l'Agenzia Dire. Il successo di un'ipotetico partito delle Sardine sarebbe pagato maggiormente dalle forze di governo: infatti, il Partito democratico perderebbe il 4,4% dei voti e il Movimento Cinque Stelle avrebbe 3,4 punti percentuali in meno. Anche La Sinistra e i Verdi vedrebbero i propri voti ridursi, mentre per le forze politiche del centrodestra non si registrerebbero sostanziali cambiamenti. Le Sardine andrebbero quindi a pescare i propri consensi dal bacino elettorale del centrosinistra: secondo l'indagine di Tecnè, il 35% dei voti che otterrebbero gli attivisti arriverebbe dall'elettorato dem, il 27% da quello pentastellato e un altro 15% da altri partiti del centrosinistra. Un 3% verrebbe da altre forze politiche mentre il 20% sarebbe costituito dal voto di indecisi e astenuti. Questi numeri, d'altronde, non sorprendono più di tanto: lo sa bene il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che ha invitato le Sardine al prossimo Congresso di partito, aprendo quindi al movimento nato a Bologna per contrastare l'avanzata della Lega di Matteo Salvini. Il leader Mattia Santori, pur mettendo le mani avanti rispetto all'offerta di Zingaretti, non ha nemmeno chiuso totalmente la porta a questa eventualità: "Il Pd si è messo in discussione e gli va dato atto. È il partito che ci ha dato più ascolto e mostra un'apertura vera verso di noi. Per noi è troppo presto per capire se partecipare a questa fase, noi siamo in fase di gestazione. Anche il Pd deve capire come presentarsi in questo processo di rinnovamento. Sicuramente ci ha fatto riflettere l'idea di Zingaretti, è positivo", ha detto l'attivista in diretta da Mezz'Ora in Più su Rai Tre.
I leader delle Sardine continuano a sostenere che non hanno alcuna intenzione di trasformare il movimento in un partito politico. Tuttavia, se decidessero di farlo, la reazione dell’elettorato sarebbe decisamente buona. L’11% degli aventi diritto infatti voterebbe proprio il partito delle Sardine: i consensi verrebbero pescati dal bacino del centrosinistra, in primis tra gli elettori del Pd. Che nel frattempo apre al movimento.
Luciana Salazar è, o dovrebbe essere, la compagna di Leo Messi messaggero di Dio ai Mondiali 2010. E come tutte le wag delle nazionali presenti in Sudafrica, da spettacolo sugli spalti e promette momenti hot in caso di vittoria finale della Coppa del Mondo. Già il ct argentino Maradona si spoglierà in caso di vittoria e ora a fargli compagnia c'è lei, Luciana Salazar, decisamente più attraente e sexy dello spettacolare Maradona. La bella modella sudamericana infatti ha dichiarato pubblicamente che si mostrerà senza veli qualora gli assi argentini, Messi su tutti, riusciranno a portare l'Argentina sul tetto del mondo. Se Pamela David fuori di seno ha fatto sognare i tifosi sugi spalti non sarà da meno Luciana, provocante e sexy come tutte le colleghe wag che hanno accompagnato i propri uomini in Sudafrica. La trovata dello strip in caso di vittoria della propria squadra del cuore non è certo originale, ma ha sempre un ottimo impatto sul pubblico, soprattutto quello maschile, che ha un doppio motivo per sperare in una vittoria della propria squadra. Quest'anno nessuna, neanche la sexy testimonial Sara Izzo, aveva promesso spogliarelli hot in caso di vittoria azzurra ma, in compenso, ci ha pensato Larissa Riquelme a spogliarsi per il Paraguay. In attesa di sapere come andrà a finire la competizione mondiale l'Argentina giocherà domani per conquistare le semifinali e chissà che la bella Luciana Salazar non darà un assaggino, seppur piccolo, dello spettacolo che ha in mente per la vittoria dei biancoazzurri. Tutti tifano per la bella modella, oltre che per l'Argentina.
La modella argentina, ragazza non ufficiale di Leo Messi, promette uno striptease davvero hot in caso di vittoria della sua nazionale ai Mondiali sudafricani.
L’attesa è terminata. Il trailer di “Warcraft – L’inizio” è stato rilasciato per la gioia dei tantissimi estimatori sparsi in tutto il mondo. Il film, co-scritto e diretto da Duncan Jones, è totalmente ambientato nell'universo di “Warcraft”, la saga fantasy creata da Blizzard Entertainment, ed è l'adattamento per il grande schermo di “Warcraft: Orcs & Humans”, il primo videogioco, uscito nel 1993. L’uscita della pellicola era stata inizialmente programmata per il 18 dicembre 2015, ma i produttori hanno deciso di posticiparla per evitare di scontrarsi con “Star Wars – Episodio VII: Il risveglio della Forza”, ma dalle prime immagini del trailer, si può ampiamente dire che il botteghino sarà conquistato sicuramente anche da questo attesissimo kolossal fantasy (alla Peter Jackson) che sarà distribuito in Italia da maggio 2016, mentre in USA dal 10 giugno. Il pacifico regno di Azeroth è sul piede di guerra e la sua civiltà è costretta ad affrontare una terribile stirpe di invasori: i guerrieri Orchi in fuga dalla loro terra agonizzante e pronti a colonizzarne un'altra. Quando il portale che collega i due mondi si apre, un esercito va incontro alla distruzione, mentre l'altro rischia l'estinzione. Da fronti opposti, due eroi affronteranno un conflitto che deciderà il destino delle loro famiglie, dei loro popoli e della loro terra.
Finalmente ci siamo. Il trailer di “Warcraft – L’inizio” è arrivato in rete e i milioni di estimatori sparsi in tutto il mondo già fremono. Il film, totalmente ambientato nell’universo della saga fantasy creata da Blizzard Entertainment, è l’adattamento di “Warcraft: Orcs & Humans”, il primo videogioco, uscito nel 1993, e le prime immagini lasciano senza fiato.
Per giocare all'aria aperta con i propri amici o con il proprio cane il frisbee è senza dubbio uno degli accessori più indicati in quanto a semplicità e praticità. Nello specifico si tratta di un vero e proprio disco da lanciarsi e riprendere prima che cada a terra. Le sue origini sono antichissime e risalgono addirittura all'antica Grecia con il lancio del disco e poi al 1937 quando Morrison e Franscioni perfezionarono la struttura di questo gioco. Ovviamente se si cerca online ci si trova dinanzi a tanti modelli differenti anche se i migliori frisbee presentano delle caratteristiche ben definite pur essendo dei prodotti abbastanza economici. Secondo quanto indicato dalla Ultimate Player Association, ovvero l'associazione che regola lo sport professionistico legato proprio al lancio di questo disco, un frisbee professionale deve tassativamente presentare un peso di 175 grammi ed essere realizzato in plastica leggera ma resistente agli urti e con bordi che lisci in modo da non farsi male quando lo si riprende. In questa guida abbiamo raccolto quelli che sono i migliori frisbee da competizione e non valutandone il peso, il materiale, la marca selezionando le migliori tra cui Eurodisc, Discraft, Wham-o e aggiungendo consigli utili su come scegliere un buon frisbee. Come anticipato in questa pratica guida vedremo i migliori frisbee tra quelli presenti sul mercato tenendo conto di tutti gli aspetti che possono farvi optare per un prodotto rispetto a un altro. L'acquisto di un frisbee non sarà più un problema. Il primo modello è questo Eurodisc frisbee UltraStar, di sicuro tra i migliori presenti online. Si tratta infatti di un frisbee da competizione ufficiale dalle alte prestazioni che rispecchia gli standard Ultimate World. Innanzitutto Eurodisc è tra le migliori marche in quanto a qualità, in più parliamo di un prodotto che presenta un peso di 175 grammi (quindi ideale) ed è realizzato in plastica leggera che garantisce una stabilità di volo ideale. Anche il prezzo di questo modello UltraStar ci è sembrato realmente conveniente. L'unica pecca sta forse negli adesivi i quali sbiadiscono facilmente con il tempo. Il secondo modello è questo Eurodisc frisbee Ocean Edition anch'esso annoverabile tra i migliori dischi professionali. Nello specifico parliamo di un prodotto dal peso di 175 grammi con una stabilità di volo eccellente anche oltre i 100 m di distanza. Si tratta di un disco da competizione con un diametro di 27,5 centimetri realizzato completamente con materiali rinnovabili. Da apprezzare anche il motivo impresso sulla parte alta del frisbee realizzato per questa Ocean Edition dedicata alla salvaguardia del pianeta. Il prezzo è decisamente conveniente vista l'alta qualità del prodotto e gli standard che garantisce.
Il frisbee è uno dei giochi più semplici e immediati per passare del tempo all’aria aperta, con i propri amici o il proprio cane. Questi dischi da lanciare e riprendere sono realizzati in plastica leggera ma resistente e i migliori devono presentare un peso di 175 grammi per essere considerati professionali. In questa guida andremo a vedere i migliori frisbee in commercio per aiutarvi a scegliere quello ideale per voi.
Eccoci arrivati al consueto appuntamento con la classifica settimanale dedicata al meglio del gossip. Questa volta, sono Ilary Blasi e Francesco Totti a conquistare la doppia corona per il gossip che più ha saputo catturare l'attenzione dei lettori. Il merito non va tuttavia ai due sposi più invidiati d'Italia quanto piuttosto al loro ultimo acquisto. Ma il grosso del pubblico questa settimana si è concentrato soprattutto sulla "Balotelli family", una vicenda che con la nascita della bellissima Pia si è arricchita di un'altra, imperdibile puntata. Questo e tanto altro nella top ten del pettegolezzo. Scoprite con noi gli eventi più curiosi degli ultimi giorni Vita da nababbi: L'avevamo annunciato. Sono stati Ilary Blasi e Francesco Totti a conquistarsi la palma per il gossip più letto della settimana. Il merito va attribuito al gioiellino acquistato ultimamente, il maxi appartamento romano del valore di 9.000 euro al metro quadro acquistato nel lussuoso complesso residenziale Eurosky Tower. Per togliersi questo sfizio, il Pupone e la sua bella non hanno davvero badato a spese e presto potranno anche trasferirsi. Dell'appartamento però non c'è ancora alcuna foto. Il nuovo amore di Balotelli: La figlia nera di Raffaella: Le prime foto di Pia Fico:
La dolce vita dei vip continua a fare proseliti. L’ultimo esempio di lusso da star? Il maxi appartamento romano acquistato da Ilary Blasi e Francesco Totti che si guadagna la palma del gossip più letto della settimana.
Ricoprire la comunità di vegetazione, questa è l'idea dietro Santalaia, il giardino verticale più grande del mondo. Di grattacieli eco-sostenibili se ne parla ormai da tanto e il Bosco Verticale di Boeri Studio ha fatto scuola ormai tanto che nel mondo esistono sempre più edifici che ne imitano il concetto. Uno di questi è l'edificio Santalaia di Bogotà, in Colombia. Disegnato da Vertical Garden Developed, il giardino verticale più grande del mondo produce ossigeno per più di 3.100 persone ogni anno. Bogotá è uno dei luoghi con il più alto tasso di affollamento, qui il più grande ecosistema in verticale al mondo è diventato un edificio iconico della città. Il progetto è stato concepito per migliorare la vivibilità di Bogotà trasformando l'ambiente urbano denso in un esempio di sostenibilità su larga scala. Attraverso l'uso di alternative ecologiche e biodiversità Santalaia creare un autentico paesaggio naturale all'interno della città. Il giardino verticale più grande del mondo è caratterizzato da circa 115.000 piante di dieci specie diverse su una superficie di 3.100 metri quadrati. L'edificio si sviluppa su 9 piani di altezza e la vegetazione cresce rigogliosa su dei lunghi pilastri fissi alla facciata che è già un punto di riferimento a Bogotà.
115.000 piante su una superficie di 3.100 metri quadrati producono ossigeno per più di 3.100 persone ogni anno, questa è la capacità del giardino verticale più grande del mondo che si trova a Bogotà, in Colombia.
L'acido salicilico è uno degli ingredienti più utilizzati nel mercato cosmetico grazie alle sue capacità esfolianti, indicate soprattutto in caso di pelli impure e acneiche. Il suo primo utilizzo risale agli inizi del XIX secolo, quando venne estratto per la prima volta dalla corteccia di un salice, da cui deriva appunto il nome della sostanza: fino a qualche tempo fa era impiegato anche in ambito medico per il suo effetto antinfiammatorio, sostituito poi dall'aspirina che ha mantenuto la sua forma acetilata. Oggi viene utilizzato esclusivamente in campo cosmetico e impiegato per la preparazione di creme, scrub e lozioni che grazie alle sue proprietà cheratolitiche e leviganti sono particolarmente indicate per chi soffre di acne, imperfezioni e psoriasi. L'acido salicilico è un ingrediente che viene spesso utilizzato per trattamenti estetici: chi soffre di acne potrà trovare benefici dai trattamenti a base di acido salicilico grazie all'azione cheratolitica e levigante, mentre le pelli più mature potranno beneficiare delle proprietà proprietà esfolianti e schiarenti. Come utilizzare l'acido salicilico sulla pelle? L'applicazione cambia a seconda del tipo di prodotto utilizzato, ma durante l'uso di questo ingrediente bisogna fare particolare attenzione all'esposizione solare, perché assottigliando la naturale barriera dello strato corneo, la cute è molto più esposta alle radiazioni del sole e potrebbero comparire macchie e scottature. Solitamente i prodotti si applicano localmente per andare ad agire in modo mirato sulla problematica da contrastare. Un discorso a parte va fatto invece per le creme e detergenti che andranno invece utilizzati in modo omogeneo su tutto il viso. È bene ricordate che, nonostante l'azione esfoliante sia delicata, sulle pelli più sensibili potrebbe provocare secchezza: per questo motivo è importante inserire gradualmente i prodotti a base di acido salicilico nella propria beauty routine e qualora la pelle si seccasse eccessivamente ridurre la frequenza di utilizzo.
L’acido salicilico è uno degli ingredienti utilizzati in campo cosmetico per contrastare acne e imperfezioni. Una sostanza utilizzata nella creazione di creme, lozioni e detergenti che grazie alle sue proprietà benefiche è diventato un alleato di bellezza per le pelli impure. Ecco cos’è, come si utilizza e i prodotti da provare.
Immaginiamoci in questo periodo storico chiusi in casa senza alcun tipo di connessione o con una connessione lenta o saltellante. Come faremmo col lavoro, gli studi, i contatti sociali, l’intrattenimento? Ora, spostiamoci dal piano dell’immaginazione a quello della realtà e prendiamo coscienza che questa è la situazione di una fetta consistente della popolazione italiana. In particolare di tutti coloro che abitano le cosiddette “aree bianche”, con cui la Commissione Europea indica tutte quelle zone “a fallimento di mercato” in cui gli investitori privati non hanno manifestato alcuna intenzione di investire con proprie infrastrutture di reti ultrabroadband. Si dirà: saranno pochi paesini di montagna… Come anticipato, “aree bianche” si trovano nel 93.6% dei Comuni italiani – mica poco. A volte sono integrali: il paese non è raggiunto nella sua interezza dalla fibra; altre volte può trattarsi di una frazione o di alcuni quartieri. La situazione in tempo reale è consultabile sul sito dedicato del Ministero dello Sviluppo Economico. Ed è proprio lo Stato a essere intervenuto con decisione su questo fronte, tramite l’indizione di tre gare, tutte vinte da Open Fiber. Il piano, attualmente in corso di realizzazione, prevede l’implementazione della fibra ottica FTTH con velocità fino a 1 Gbit/s per le aree cittadine e gli agglomerati di unità abitative, mentre per le zone rurali o impervie e le case sparse è prevista la predisposizione di radiocollegamenti FWA. Si tratta di un intervento davvero colossale, che ha connesso circa 10.5 milioni di unità immobiliari – di cui 3.7 in aree a fallimento di mercato – e oltre 1900 comuni, di cui 1744 in aree a fallimento di mercato. L’importanza di questa infrastruttura che attraverserà – letteralmente – ogni angolo del Paese, risiede anche nel fatto che, a fronte di una concessione ventennale a Open Fiber, rimarrà pubblica. Un “dettaglio” fondamentale vista la sua assoluta strategicità. Come ha affermato Elisabetta Ripa, amministratore delegato Open Fiber, al momento dell’aggiudicazione della terza gara “connettere tutto il Paese con una rete interamente in fibra ottica è fattore essenziale per garantire a tutti parità di accesso alle tecnologie e ai servizi di oggi e a quelli che saranno sviluppati in futuro. Grazie allo sforzo congiunto tra Ministero dello Sviluppo Economico, Infratel, enti locali e Open Fiber porteremo l’Italia a recuperare il gap tecnologico accumulato negli anni passati”. La tecnologia che Open Fiber sta portando in tutta Italia prevede che la fibra arrivi fino a casa con intuibili effetti sulla velocità di connessione. I cavi in fibra, oltre a essere molto più sottili, sono “spenti”: ciò significa che possono “convivere” con quelli in rame senza interferenze. Caratteristiche queste che consentono spesso il riutilizzo del cablaggio esistente o, laddove del tutto assente, necessitano di scavi minimi (spesso chiamati microtrincee). Facciamo alcuni esempi tratti dal massiccio intervento in corso in Toscana. In questa regione l’investimento privato di Open Fiber per la realizzazione della rete è di 150 milioni di cui 42 milioni solo per Firenze, che ha al momento ha già 56mila tra case, uffici e negozi connessi. In totale nei maggiori centri della regione, da Arezzo a Grosseto, da Pisa a Livorno, passando per Campi Bisenzio, Lastra a Signa e tanti altri sono connesse oltre 250 mila unità case. Nelle zone a fallimento di mercato sono aperti alla vendibilità 50 comuni per un totale di 55 mila unità immobiliari connesse. A Porto Azzurro (in cui le infrastrutture di Open Fiber sono già a disposizione degli operatori privati per la vendita dei loro servizi) è stato riutilizzato il 62% dell’infrastruttura preesistente, per un totale di 12,6 km di cavo posato; a Rio Marina la percentuale di infrastruttura riutilizzata è salita all’81%, per 18,9 km di cavo. E via così. Insomma, il vero eventuale ostacolo alla velocità con cui questa infrastruttura verrà portata a termine non è legato alla tecnologia da implementare, ma alla resistenza degli apparati burocratici degli enti territoriali coinvolti.
Coinvolti 7.000 Comuni (su 7903!) in 19 Regioni, oltre alla Provincia di Trento. Continua il completamento della più importante infrastruttura che l’Italia abbia visto da decenni. Scopriamone di più.
A Napoli per un convegno sul lavoro come risorsa per il mezzogiorno presso la Camera di Commercio partenopea, l'ex ministro del Lavoro del governo Berlusconi, Maurizio Sacconi, ha espresso il suo punto di vista sulla situazione attuale e le eventuali ricette per uscire dalla crisi. Una crisi mondiale che ha colpito necessariamente l'occupazione facendo diventare insostenibile la già drammatica situazione al sud. L'ex ministro ha parlato chiaramente della sua ricetta: taglio delle spese pubbliche e snellimento della macchina amministrativa. «In Italia abbiamo troppe regole e tasse che bloccano la crescita – per poi aggiungere – bisogna tagliare le spese pubbliche che per anni hanno mortificato i territori, come nel caso della sanità pubblica in Campania, facendo crescere solo la pressione fiscale sui cittadini».
L’ex ministro del lavoro: «Dobbiamo dare risposte alle persone che cercano veramente un lavoro non ai disoccupati di professione».
La vicenda del Gratta e Vinci rubato a Materdei, in pieno centro a Napoli, continua a far discutere. Dopo che le forze dell'ordine hanno prima fermato e poi arrestato Gaetano Scutellaro, 57 anni, accusandolo di furto pluriaggravato e tentata estorsione ai danni della donna vincitrice di 500mila euro, in tanti ora sembrano aver manifestato una "perdita" di fiducia nelle proprie ricevitorie, temendo in caso di vincita situazioni simili, chiedendosi come sia possibile tutelarsi ed evitare il più possibile rischi del genere. Ne ha parlato a Fanpage.it Francesco Marigliano, Presidente Provinciale di Napoli della Federazione Italiana Tabaccai, che precisa anche come Gaetano Scutellaro, l'uomo prima fermato e poi arrestato per aver sottratto il Gratta e Vinci da 500mila euro alla signora di Materdei in realtà "non risulta essere né tabaccaio, né coadiutore di tabaccheria", e che la categoria rischia anche a causa di quest'accostamento di generare ripercussioni verso la categoria dei tabaccai, "gente onesta che con sacrifici enormi portano avanti la più grande rete dello Stato", ha aggiunto ancora Marigliano. Si è parlato molto in questi giorni del caso, come lo avete visto dalla Federazione? Si tratta di una vicenda assurda che presenta ancora tanti aspetti da chiarire, ma bisogna puntualizzare due inesattezze circolate in questi giorni: innanzitutto il soggetto balzato in agli onori della cronaca non risulta essere tabaccaio né coadiutore di tabaccheria. Il secondo è che le vincite di fascia alta e cioè quelle superiori a 10.000 euro non vengono validate in tabaccheria ed è specificato chiaramente sul retro di ogni biglietto. Un tabaccaio è titolare di una concessione di Stato e mai potrebbe macchiarsi di tale reato perché sa bene quali sarebbero le conseguenze. Si rischia la revoca della concessione. Le forze dell'ordine e l'AdM chiariranno come sono andate effettivamente le cose e soprattutto si deve capire se la persona fosse autorizzata ad operare nella rivendita. La vicenda ora rischia di avere ripercussioni negative anche su tante oneste ricevitorie.. La categoria è sconcertata per quanto accaduto ed è importante in questo momento evitare generalizzazioni. Le tabaccherie operano all'interno di un recinto normativo molto complesso e per diventare tabaccaio occorre possedere requisiti di onorabilità e professionalità che a nessun altro esercente sono richiesti. Questo episodio non deve minimamente scalfire l'immagine dei tabaccai italiani, gente onesta che con sacrifici enormi portano avanti la più grande rete dello Stato. Ma come bisogna comportarsi in caso di vincita, soprattutto di forti cifre?
“Basta fango sulla categoria, Scutellaro non è un tabaccaio”. Francesco Marigliano, presidente provinciale di Napoli della Federazione Italiana Tabaccai (FIT) a Fanpage.it parla della vicenda del gratta e vinci da 500mila euro rubato ad una signora a Materdei, nel Napoletano. “Episodio che non deve minimamente scalfire l’immagine dei tabaccai italiani, gente onesta che con sacrifici enormi portano avanti la più grande rete dello Stato”, ha spiegato.
Anche i guariti da forme lievi di Covid-19 continuano ad avere sintomi che persistono nel tempo, una condizione nota come “long Covid” o sindrome post-Covid, che può instaurarsi sia in persone che hanno sperimentato forme più gravi della malattia sia tra coloro che hanno superato un’infezione lieve o moderata. Sulle condizioni di quest’ultimi, in particolare, ad oggi sono ancora poche le ricerche che hanno valutato prevalenza e caratteristiche dei sintomi persistenti, ma un nuovo studio ha fatto luce sui disturbi a lungo termine di chi ha avuto una forma lieve di Covid-19. L’indagine, denominata COMMUNITY, è partita nella primavera del 2020 con lo scopo principale di valutare l’immunità conferita dall’infezione. I partecipanti allo studio – 2.149 operatori sanitari del Danderyd Hospital di Stoccolma, in Svezia, di cui circa il 19% aveva anticorpi contro Sars-Cov-2 – hanno donato campioni di sangue ogni quattro mesi e risposto a questionari riguardanti i sintomi a lungo termine e il loro impatto sulla qualità della vita. I dati, esaminati nell’ambito del terzo follow-up condotto nel gennaio 2021 da un team di ricerca dello stesso Danderyd Hospital, del Karolinska Institute, del SciLifeLab dell’Università di Uppsala e del KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma, hanno mostrato che il 26% delle persone ha riportato almeno un sintomo da moderato a grave della durata di due mesi e che l’11% ha continuato a manifestare postumi con impatto negativo sulla vita lavorativa, sociale o domestica anche otto mesi dopo la malattia. I disturbi a lungo termine più comuni sono stati la perdita del senso dell’olfatto, del gusto, affaticamento e problemi respiratori. “Abbiamo studiato la presenza di sintomi a lungo termine dopo forme lievi di Covid-19 in un gruppo relativamente giovane e sano di individui che lavorano, e abbiamo scoperto che i sintomi predominanti a lungo termine sono la perdita dell’olfatto e del gusto – ha affermato Charlotte Thålin, medico specialista e responsabile dello studio COMMUNITY presso il Danderyd Hospital e il Karolinska Institutet – . Affaticamento e problemi respiratori si sono rivelati i più comuni tra i partecipanti anche se questi non si verificano nella stessa misura. D’altra parte non abbiamo osservato una maggiore prevalenza di sintomi cognitivi come affaticamento cerebrale, problemi di memoria e concentrazione o disturbi fisici come dolori muscolari e articolari, palpitazioni cardiache o febbre a lungo termine”.
I disturbi più frequenti sono la perdita del senso dell’olfatto, del gusto e stanchezza. Lo rileva lo studio COMMUNITY condotto in Svezia tra gli operatori sanitari del Danderyd Hospital di Stoccolma.
Il 9 maggio si avvicina e i fan di LIBERATO sanno che non è una data casuale. A ridosso del giorno cantato nel primo singolo pubblicato dal misterioso artista arrivano un paio di novità: due video e un misterioso appuntamento sul lungomare napoletano che avverrà proprio il 9 maggio. Dopo un anno di mistero LIBERATO (assolutamente in caps lock) ha ridato un po' di sapore a una scena che a parte poche cose ristagna un po' se la si guarda in prospettiva nazionale; un po' il mistero e il marketing, un po' l'immaginario di Francesco Lettieri, regista e volto del progetto, un po' il sound che unisce suoni black ed elettronico/dance al cantato in napoletano hanno permesso al progetto (in teoria) partenopeo di uscire dai propri confini e arrivare ad esempio anche sul palco del Sónar, uno dei Festival elettronici più noti al mondo. "Intostreet" e "Je te voglio bene assaje" sono gli altri due capitoli di un progetto che potrebbe anche vedere altri pezzi nei prossimi giorni, fino al famigerato 9 maggio quando è annunciato qualcosa di non molto preciso che si potrebbe tenere sul Lungomare di Napoli al tramonto: c'è chi parla di un live, chi di un evento sponsorizzato da una nota marca di scarpe e chi la presentazione dell'album del progetto. I due pezzi arrivano a tre mesi da "Me staje appennenno amò", mettendo a segno il quinto e sesto singolo di questo progetto che si fa sempre più seriale, come dimostrano gli ultimi due video che riprendono la storia dei due protagonisti di "Tu t'e scurdato ‘e me" tornando sui luoghi del loro innamoramento e facendoceli, però, ritrovare divisi: Lettieri racconta queste vite separate, con un racconto in flashback – a spiegare come si è arrivati alla separazione e ad alcune circostanze raccontate in "Intostreet" – che parte nel secondo video e potrebbe proseguire nei prossimi giorni. Entrambi i pezzi hanno riferimenti a classici napoletani citando "Dicitencello vuje" (in "Intostreet" LIBERATO canta "‘Stu vaso è ‘na catena, nun me fa penzà", mentre in "Je te voglio bene assaje" canta "Dint'a ‘sta bugia pierdo ‘o suonno e ‘a fantasia") e, ovviamente "Te voglio bene assaje" e soprattutto continuano il feuilleton amoroso del progetto napoletano che da "Tu t"e scurdato ‘e me" racconta la storia di due ragazzi provenienti da classi sociali diverse, che si innamorano e si lasciano ma senza smettere di pensarsi, un po' Nino D'Angelo un po' Romeo e Giulietta, cantato ancora una volta mescolando il napoletano (che aiuta con le sue parole tronche le rime baciate su cui sono costruite le canzoni, soprattutto il primo dei due singoli) con l'inglese, questa volta anche nei titoli, con "Intostreet" che cita un modo di dire napoletano (mettere nello stretto, ovvero mettere alle corde) usando l'assonanza tra la pronuncia napoletana di "stretto" e "street" ovvero strade in inglese. LIBERATO si immerge, quindi, alla perfezione anche in quel meccanismo dell'uscita continua di singoli, a sfruttare la potenza di piattaforme come Youtube e Spotify, senza l'idea a priori di un album, che, come avviene per molti artisti contemporanei, fa da semplice contenitore dei pezzi già usciti (basti pensare a un album come "Polaroid" di Carl Brave x Franco 126), senza contare, come detto, l'idea di immaginario e racconto visivo portato avanti da Lettieri che sta raccontando varie sfaccettature di Napoli, con alcune costanti, da Trentaremi e Gaiola fino al racconto del tifo. In città, e non solo, si discute molto di un progetto che ha nella comunicazione un elemento importante, ma che musicalmente è stato in grado di dare slancio anche a realtà che prima erano relegate a un contesto local: basti pensare a quanto successo con "Blu", ultimo album di Franco Ricciardi, ma anche se in maniera slegata è impossibile non far caso all'esplosione – in chiave minore a livello di popolarità, ma comunque improvvisa – di un progetto come Nu Guinea, che unisce, appunto, il napoletano a suoni funky e soul (un po' come la "Andrè" dei Fitness Forever, altro album che sguazza in quelle sonorità, legandole con grande maestria da un aura pop).
Con “Intostreet” e “Je te voglio bene assaje” torna LIBERATO, il progetto musicale napoletano che da un anno è al centro del dibattito musicale.
Venerdì 18 settembre 2020 è andata in onda la seconda puntata del Grande Fratello Vip, condotta da Alfonso Sigorini, con gli opinionisti Pupo e Antonella Elia. La seconda puntata del reality show di Canale 5 è stata caratterizzata dall'arrivo tanto atteso nella casa di Elisabetta Gregoraci e di altri concorrenti tra cui Myriam Catania, Denis Dosio e Mariateresa Ruta con la figlia Guenda Goria. Le concorrenti quest'anno in casa stanno esibendo lunghi abiti da sera con maxi spacchi, luccicanti longdress, mini tubini ricoperti di paillettes e vestiti aderenti in pelle, solo la Gregoraci ha scelto un completo con pantaloni e giacca, reso sexy e femminile dal reggiseno in vista e dai sandali alti, mentre Matilde Brandi ha optato per una tuta rossa. Per la seconda puntata del Grande Fratello Vip 20202 Elisabetta Gregoraci ha indossato un completo color panna di Alexander McQueen, con giacca lunga (2490 euro) che imita le fattezze di un tuxedo da smoking con rever tondi e tasche laterali, tagliato al centro e con lembi di tessuto che creano un particolare effetto sul capo. Elisabetta abbina pantaloni crop a sigaretta (625 euro) e un top in pizzo bianco. Completano il look un paio di sandali rossi in pvc trasparente con profili rossi, lacci alla caviglia e tacchi a spillo, firmati Aquazzura. Le scarpe della Gegoraci hanno conquistato tutti, in molti hanno infatti notato i particolari sandali della showgirl. Rosso acceso per Matilde Brandi che sfoggia una tuta strapless senza bretelle, con corpetto aderente e pantaloni palazzo dagli spacchi laterali su sandali argentati. Adua Del Vesco ha indossato un abito nero in tessuto trasparente del marchio Hanny Deep, con colletto e maniche corte, abbinato a sandali gioiello, mentre Dayane Mello ha optato per un abito in lurex azzurro dallo scollo all'americana e con stampe tropicl di Viki And, completando l'outfit con scarpe ricoperte di cristalli rossi. Nella seconda puntata dello show sono entrare in casa anche Mariateresa Ruta e la figlia Guenda Goria, per l'occasione la prima ha scelto una giacca oversize ricoperta di paillettes argentate, abbinata a shirt bianca e short cortissimi. Guenda opta, invece, per un look scuro con tubino in pelle aderente illuminato con maxi orecchini rosso fuoco e abbinato ad ankle boots spuntati neri con profili rossi. Myriam Catania, new entry del reality show, sceglie un look luccicante con mini dress dalle paillettes cangianti firmato Ludovica Amati, con decoro di piume celesti su scollo e maniche, e stivaletti neri. Abito ‘metal' per Stefania Orlando che, per entrare nella casa del Grande Fratello Vip, ha sfoggiato un lungo abito dalle spalline pronunciate in tessuto color bronzo, con lunga gonna morbida dal maxi spacco e profonda scollatura a V firmato Ivan Iaboni. Ancora nella seconda puntata è entrata in gioco Francesca Pepe, con indosso un sensuale abito nero scollato e con cut sul corpetto e dal profondo spacco inguinale.
La seconda puntata del Grande Fratello Vip ha visto l’ingresso in casa, tra gli altri, di Elisabetta Gregoraci, Myriam Catania, Mariateresa Ruta, Guenda Goria e Stefania Orlando. Le donne del GF Vip per l’occasione hanno sfoggiato lunghi abiti ‘metallic’, vestiti di paillettes ed eleganti smoking total white. Ecco tutti i look delle protagoniste del reality di Canale 5.
Ashton Kutcher è quello che possiamo definire un "figlio modello". In occasione della Festa della Mamma 2015, che si festeggia la prossima domenica, ha fatto una sorpresa alla sua "donna più importante", rinnovando completamente la casa in cui lui è cresciuto ad Homestad, nello Iowa. Mamma Diane ha avuto una sorpresa davvero speciale, molto più che un semplice mazzo di fiori o un buono acquisti e, quando è uscita per fare delle commissioni davvero non si aspettava che al suo rientro, tutto sarebbe cambiato. È il mio modo di dire grazie a mia madre per tutto quello che ha fatto. Questo era il sogno di una vita per lei, voleva rinnovare casa ed io ho fatto in modo che il suo sogno diventasse realtà. Mia madre è stata una grandissima persona, ha avuto grande influenza nella mia vita e tutto ciò che posso fare è davvero dirle grazie. Adesso che Ashton Kutcher vive a Beverly Hills, non vede più spesso come prima i suoi e, soprattutto, non torna così spesso nella sua casa d'infanzia. Ecco allora che ha rimodellato tutto, grazie ad un nuovo portale che aiuta proprio a ristrutturare casa, Houzz. Quando la madre ha visto la casa ha cominciato a piangere, non credeva ai suoi occhi. Poi ha dichiarato: Sono stata davvero una donna fortunata ad avere un figlio come Ashton. Quello che ha fatto significa davvero molto per me.
In occasione della Festa della Mamma, Ashton Kutcher rinnova completamente la casa dove ha trascorso l’infanzia e dove abita ancora mamma Diane, che ha avuto così una magnifica sorpresa.
In attesa del loro ritorno live sui palchi di tutta Italia, i Modà, la band capitanata da Kekko Silvestre, tornerà almeno in tutte le radio italiane con il nuovo singolo. Da domani, infatti, sarà in rotation su tutti i network "Dimmelo", nuovo brano estratto da "Gioia" plurivincitore del disco di platino il cui video sarà online sul canale Youtube ufficiale della band a partire dalle 11.
Dopo una prima fase del tour in cui hanno fatto 20 sold out tornano i Modà e lo fanno con il nuovo singolo che sarà in tutte le radio a partire da domani.
L'Inter questa sera farà il suo debutto nella Champions League 2021-2022 a San Siro contro il Real Madrid e c'è grande attesa nel vedere i campioni d'Italia in carica nella massima competizione europea dopo le eliminazioni al primo turno nelle ultime tre stagioni. I nerazzurri hanno iniziato l'annata calcistica con due vittorie e un pareggio in campionato e proprio il 2-2 in casa della Sampdoria ha creato qualche malumore intorno all'ambiente dei meneghini: sul banco degli imputati è finito Samir Handanovic, portiere e capitano della Beneamata, che è stato oggetto di numerose critiche da parte di tifosi e osservatori sui social e in tv. Il numero uno nerazzurro ha parlato nella conferenza stampa della vigilia del match del Meazza ed è uno dei protagonisti delle prime interviste di approfondimento di Amazon Prime, che ha acquisito idiritti delle partite della Champions League insieme a Sky e Mediaset Infinity. Samir Handanovic ha parlato della gara e ha risposto alle critiche ricevute nell'ultimo periodo. In merito al match contro i merengues di Carlo Ancelotti ha dichiarato: "Noi dobbiamo fare la nostra partita rispettando il Real e la sua storia. Quanto pesa il pensiero del passato senza mai riuscire ad andare oltre le eliminatorie? Deve essere casomai uno stimolo, oggi siamo molto più esperti, consapevoli e determinati rispetto alle altre Inter. Qualcuno in passato è stato più bravo e noi non all'altezza, domani comincia un nuovo cammino".
Samir Handanovic ai microfoni di Amazon Prime ha risposto alle critiche sulle sue prestazioni: “Tanti cani abbaiano per la strada, ma non tiro le pietre ad ogni cane che abbaia”. L’estremo difensore dell’Inter ha parlato così dell’esordio in Champions League contro il Real Madrid: “Dobbiamo fare la nostra partita rispettando la loro storia”.
Un mito, un cult, un film che ha terrorizzato intere generazioni e che, ancora oggi, a distanza di quasi 40 anni ci fa mettere le mani davanti agli occhi. La pellicola di William Friedkin, “L’esorcista”, è una pietra miliare del cinema horror e, negli anni successivi, sono usciti anche due sequel: “L'esorcista II – L'eretico” del 1977, e “L'esorcista III” del 1990, poi un prequel, “L'esorcista – La genesi” del 2004 e una riedizione in versione integrale, con circa undici minuti di scene inedite. Nel 2010 è entrato a far parte anche del prestigioso National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Ma, noi siamo sicuri che le 5 curiosità che stiamo per rivelarvi, non le sapevate assolutamente. Forse, solo i cinefili più accaniti potevano esserne già a conoscenza, ma visto che siamo in piena vigilia della notte di Halloween, ci sembrava opportuno rispolverare le leggende, gli aneddoti e le “maledizioni” che girano attorno alla pellicola da decenni ormai. 1 – La maledizione legata al film: Dopo l'uscita del film, alcuni addetti ai lavori e giornalisti fece circolare voci insistenti secondo le quali i set utilizzati per le riprese fossero stati teatro di eventi soprannaturali e maledetti. o addirittura indicati come «maledetti». Durante la fase di produzione, un incendio distrusse quasi interamente gli interni della casa utilizzata come set, causando un ritardo per le riprese di diverse settimane e danni economici molto elevati; Ellen Burstyn e Linda Blair, le due protagoniste femminili, riportarono problemi alla schiena: la prima, addirittura, dopo un incidente sulle scene ha avuto danni permanenti alla colonna vertebrale. Prima dell’uscita del film nelle sale, morirono almeno sei persone legate alla produzione; Jack MacGowran, uno dei personaggi che nella pellicola troverà la morte, morì veramente qualche mese prima dell'uscita; il giornalista di American Hollywood Joe Hyams, raccontò che a Roma, nei pressi del cinema Metropolitan che stava proiettando il film, una croce, dopo essere stata colpita da un fulmine, cadde dal tetto di una Chiesa dove era stata posata circa 400 anni prima. 2 – Lo schiaffo al reverendo: Il prete che alla fine del film confessa padre Karras era ed è veramente un prete cattolico. Il suo nome è reverendo William O’Malley. Visto che non era un attore professionista, il regista William Friedkin pensò bene di schiaffeggiarlo con forza durante la scena finale per far sì che apparisse credibilmente scioccato, mentre gli puntava la telecamera in faccia. Dopo seguirono le dovute scuse. 3 – Terrore sotto lo zero: Nella famosa stanza da letto di Regan furono montati quattro enormi condizionatori per portare la temperatura addirittura a 30-40 gradi sotto lo zero. Ciò, secondo Friedkin, era necessario per creare tensione e sofferenza vera. Le scene, col tempo, si congelarono veramente e non ci fu neanche bisogno di ricreare artificialmente il respiro degli attori. In pratica, era come girare in una cella frigo. Genio sadico di un Friedkin. 4 – La censura esagerata: In Gran Bretagna, la British Board of Film Classification vietò la visione del film ai minori di 18 anni. Alcune sale decisero addirittura di non proiettarlo per nulla. Tuttavia, nel 1986, quando una legge obbligava le case di distribuzione ad ottenere per i film distribuiti sul mercato home video un nuovo visto censura, la Warner decise di non sottoporre il film per l'approvazione, sapendo che non l'avrebbe ottenuto. Il film restò quindi bandito fino al 1999, quando la BBFC spiegò che il film, a 25 anni di distanza, non aveva gli stessi effetti generati all'uscita nelle sale nel 1974. La censura, comunque, non riuscì a fermare gli appassionati del genere che organizzarono degli autobus che trasportavano gruppi di cinefili curiosi verso le sale che proiettavano il film culto.
Pensavate di sapere tutto sul capolavoro horror di William Friedkin? Vi sbagliavate. Per questa notte di Halloween, abbiamo deciso di rispolverare alcuni aneddoti, maledizioni e leggende che ruotano attorno al film culto che continua a terrorizzarci.
Penelope Cruz e Javier Bardem si sono ritrovati al centro di un vero e proprio putiferio, dopo aver firmato una lettera aperta in cui davano il loro appoggio a Gaza e condannavano l'offensiva israeliana paragonandola ad un "genocidio". L'appello, pubblicato su El Diario è stato sottoscritto da diversi registi, scrittori e musicisti. Tra i volti noti che hanno dato il loro sostegno alla petizione c'è anche Pedro Almodovar. Nella lettera, gli attori hanno definito il bombardamento della Striscia di Gaza come un "genocidio", poi hanno chiesto una presa di posizione da parte dell'Unione Europea, perché fermi "il bombardamento via terra, mare e aria che sta uccidendo la popolazione civile palestinese a Gaza". Sperano e pregano che finalmente si arrivi ad un cessate il fuoco ed esortano Israele a "togliere il blocco imposto sulla Striscia da più di un decennio". Infine hanno rimarcato: "Gaza vive giorni di orrore. Non c'è più acqua, elettricità, è impossibile l'accesso agli ospedali, alle scuole e ai campi. E la comunità internazionale non fa nulla" I massimi dirigenti di Hollywood non sono stati contenti, quando sono venuti a conoscenza della presa di posizione di Penelope Cruz e Javier Bardem. L'Independent ha parlato addirittura di "carriera finita" per le due star. Un importante manager del cinema americano, invece, ha dichiarato all'Hollywood Reporter: "Sono furioso con Penelope Cruz e Javier Bardem". Stessa rabbia anche da parte dell'amministratore delegato di Relativity Media, Ryan Kavanaugh, che ha affermato: "La lettera mi ha fatto ribollire il sangue". Il suo parere sembrerebbe rispecchiare quello della maggior parte degli attori, manager e dirigenti di Hollywood, che si sono dimostrati compatti contro la coppia.
Penelope Cruz e Javier Bardem hanno attirato l’odio di manager, dirigenti e attori di Hollywood, dopo aver firmato una lettera aperta in cui davano il loro appoggio a Gaza e definivano l’offensiva israeliana “un genocidio”. La comunità Hollywoodiana ha definito la loro carriera “finita” e il padre di Angelina Jolie ha rincarato la dose affermando: “Dovreste impiccarvi, avete diffamato uno stato democratico come Israele.”
Dopo la Palma d’oro onoraria al grande Alain Delon e la Carrosse d’Or andata al fenomenale John Carpenter, il pluripremiato regista Alejandro González Iñárritu e il resto dei membri della giuria, quest’anno, hanno scelto come vincitore del Festival di Cannes il film "Parasite" del sudcoreano Bong Joon-ho. Il regista ha ricevuto l’ambita Palma d’oro direttamente dalle mani della divina Catherine Deneuve, sbaragliando gli altri 20 agguerritissimi concorrenti di questa 72esima edizione. I Migliori registi sono i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne per la profonda e intensa pellicola “Le jeune Ahmed” mentre il Premio della Giuria è andato, ex aequo, a “Les Misérables”, di Ladj Ly e “Bacurau” di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles. L'Italia, rappresentata da Marco Bellocchio con l'applauditissimo "Il Traditore", è rimasta purtroppo a bocca asciutta. Il Gran Premio Speciale della Giuria, consegnato da un emozionato Sylvester Stallone, è andato al film “Atlantique” di Mati Diop mentre Il Miglior attore e la Migliore attrice sono l'acclamato Antonio Banderas per “Dolor y Gloria”, di Pedro Almovar e Emily Beecham per il film “Little Joe”, diretto da Jessica Hausner. Il premio alla Migliore sceneggiatura lo ha portato a casa Céline Sciamma per il film “Portrait de la jeuine fille en feu” invece il regista Elia Suleiman ha ricevuto una Menzione Speciale per il film “It Must Be Heaven”. Di seguito tutti i premi assegnati in questa straordinaria edizione: "Parasite" di Bong Joon-ho (Corea del Sud) “Atlantique” di Mati Diop Jean-Pierre e Luc Dardenne per “Le jeune Ahmed” Céline Sciamma per “Portrait de la jeune fille en feu” Emily Beecham per “Little Joe” Antonio Banderas per “Dolor y Gloria” di Pedro Almodovar
La Palma d’oro al Miglior film, quest’anno, è andata a “Parasite” del sudcoreano Bong Joon-ho. I Migliori registi sono Jean-Pierre e Luc Dardenne per “Le jeune Ahmed” invece i Migliori attori sono Antonio Banderas per “Dolor y Gloria” e Emily Beecham per “Little Joe”. Il Gran Premio della Giuria è stato conquistato da Mati Diop per il film “Atlantique”.
I dirigenti pubblici che non si adegueranno al processo di trasformazione digitale e non renderanno disponibili i servizi online attraverso l'applicazione Io rischieranno sanzioni a partire dal 28 febbraio 2021. È questo il termine massimo entro il quale dovranno adeguare i sistemi per poter supportare l'applicazione lanciata pochi mesi fa e che consentirà di accedere appunto ai servizi della Pubblica Amministrazione e alla piattaforma di pagamenti PagoPA, che diventerà esclusiva dell'app Io. Il decreto semplificazioni chiede infatti alle pubbliche amministrazioni che i loro servizi siano disponibili online proprio attraverso l'app Io, che a partire dal prossimo anno diventerà il punto di riferimento unico per quanto riguarda la fruizione digitale della PA, anche e soprattutto per quanto riguarda i pagamenti. La novità (e di conseguenza le eventuali sanzioni) riguarda tutti i soggetti pubblici a esclusione dei gestori di servizi pubblici e delle società a controllo pubblico. Il decreto prevede una speciale esenzione solamente nel caso in cui PagoPa Spa rilevasse dei reali impedimenti di natura tecnica. Da Io transiteranno quindi tutte le istanze dei cittadini, i pagamenti, le dichiarazioni e le autocertificazioni, con l'obiettivo di semplificare il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini. Soprattutto quelli che già oggi preferivano evitare la coda allo sportello fisico per rivolgersi invece ai portali digitali della PA, che però risultavano (e in alcuni casi risultano ancora) frammentati su diverse piattaforme e diversi l'uno dall'altro. Io, invece, punta a risolvere questa situazione posizionando tutto sotto a un unico cappello.
I dirigenti pubblici che non si adegueranno al processo di trasformazione digitale e non renderanno disponibili i servizi online attraverso l’applicazione Io rischieranno sanzioni a partire dal 28 febbraio 2021.
Ore 16.03 – Si conclude così il percorso di Amedeo Andreozzi a Uomini e Donne. La sua scelta, atipica è sofferta, è già stata etichettata come una delle migliori nella storia della trasmissione. Ore 15.59 – Amedeo spiega: "Il fatto che lei mi dica di essersi innamorata di me, mi fa effetto. Probabilmente, anch'io mi sono innamorata di lei ma ancora non lo so. L'avevo promesso ad Alessia. Quando lei uscì con in esterna con Fabio, le promisi che l'avrei fatta impazzire. Ho mantenuto la mia parola". Ore 15.49 – Amedeo registra un filmato per Alessia con i loro momenti migliori. La ragazza comprende che è lei la sua scelta e si alza felice per abbracciarlo quando il tronista fa il suo ingresso in studio. Cadono i petali. Ore 15.44 – Amedeo lascia lo studio mentre Alessia, ancora inconsapevole, rientra. Ore 15.42 – La conduttrice chiarisce che Alessia è stata convocata ma che non sa ancora che di lì a poco Amedeo farà la sua scelta. Il tronista è nervoso: teme la reazione della sua ex corteggiatrice. Ore 15.38 – È il momento del colpo di scena. Chiarita la sua posizione nei confronti delle sue corteggiatrici, viene mandato in onda un filmato che mostra Amedeo rivedere la reazione di Alessia alla sua eliminazione. La ragazza appare distrutta e, in lacrime, dà voce alla sua delusione: "Speravo potesse aver visto quello che gli altri non hanno mai visto in me. Volevo una storia d'amore ma, chiaramente, non ero ricambiata". Ore 15.33 – Veronica fa il suo ingresso in studio. Il pubblico pensa sarà lei la scelta ma Amedeo sorprende tutti dicendo: “Sei venuta a corteggiarmi e già avevi avuto modo di conoscermi da casa. Il nostro percorso l’ho vissuto fino in fondo e ho apprezzato tutto quello che ha fatto per me. Adoro il fatto che tu sia vera e spontanea, cosa che mi ha permesso di conoscerti bene. Quando ti ho detto che volevo portarti fino alla fine del mio percorso, dicevo il vero. La ragazza che immagino di avere al mio fianco si avvicina molto a ciò che sei tu. Mi dispiace dirti, però, che ho scelto con il cuore e il mio cuore mi dice che non sei tu la mia scelta”. Prima di farle lasciare lo studio, Amedeo chiede di ballare con lei per l'ultima volta. Ore 15.25 – Amedeo chiede di far entrare in studio Alessandra. Il discorso pensato per lei è il seguente: “Il nostro è stato un percorso particolare. Sei scesa per Fabio e ti ritrovi oggi qui davanti a me. Sono stato benissimo con te e ho capito che la tua voglia di conoscermi è reale. Spero che tu non abbia rimpianti perché io non li ho. Ho, però, un grande dispiacere. Mi dispiace dirti che non sei tu la mia scelta perché in te non sono riuscito a trovare quello che cercavo”. La delusione di Alessandra è palese e, alla domanda della conduttrice, la ragazza ammette di esserci rimasta molto male. Fa comunque ad Amedeo i suoi migliori auguri.
Va in onda oggi la scelta di Amedeo Andreozzi a Uomini e Donne. A sorpresa, il tronista campano ha scelto Alessia Messina, la corteggiatrice eliminata in occasione della penultima puntata. Lei ha risposto con un sì.
I cambi di look delle star fanno sempre notizia, sono loro spesso a lanciare le mode, perché le fan le imitano e le eleggono a modello. Siamo abituati a vedere le donne dello spettacolo perfettamente pettinate e truccate e fa ancora notizia quando si mostrano "al naturale", come ha fatto (ultima solo in ordine di tempo) Salma Hayek. Sui red carpet si è sempre distinta per eleganza e fascino: il suo è uno sguardo caldo che ammalia e certamente contribuisce a quest'aura di grande femminilità anche la sua lunga chioma corvina. Ma l'attrice in uno scatto ha rivelato con grande disinvoltura al mondo di Instagram i famigerati capelli bianchi e non è la prima volta che lo fa. Il suo è un inno alla libertà di scelta, al non sentirsi costrette ad abbracciare a tutti i costi irrealistici ideali di perfezione, che possono diventare un'ossessione, una vera e propria gabbia. In anticipation for reshoots, I finally had to do my roots. En anticipación a una filmacion adicional, finalmente tuve que hacer mis raíces. #roots A post shared by Salma Hayek Pinault (@salmahayek) on Jun 16, 2020 at 11:41am PDT I capelli sono un dettaglio a cui solitamente le donne tengono moltissimo, ma contro il tempo che passa non c'è tintura che tenga: i capelli bianchi sono qualcosa con cui fare i conti, prima o poi. E vale per tutte, star comprese, anche se non tutte sono così propense a mostrare il loro lato più "vero", preferendo dare un'immagine di perfezione estetica che in fin dei conti è priva di fondamenta, perché irrealistica. Proprio in merito ai suoi capelli Salma Hayek non ha mai nascosto l'utilizzo di prodotti per camuffare la ricrescita: anche lei come qualsiasi donna della sua età ha qualche capello bianco alla radice, che ha anche mostrato in foto più volte. Per chi fa il suo mestiere può capitare che siano le esigenze di set a richiedere che ci si dia "una sistemata", ma nella vita privata ciò che si decide di fare col proprio corpo e i propri capelli deve essere una scelta libera che non deve condizionare il proprio modo di porsi e, soprattutto, che non deve diventare un obbligo nei confronti della società. Ecco perché nella sua quotidianità l'attrice 54enne sceglie di portare i capelli al naturale e di mostrarli così come sono, compresi quelli bianchi. Be proud of your roots #hair #siverfox #roots Siéntete orgullosa de tus raíces 🦊 A post shared by Salma Hayek Pinault (@salmahayek) on May 3, 2020 at 6:51am PDT
Perché fa notizia se una star si mostra al naturale sui social, esibendo con fierezza i capelli bianchi degli “anta”? Perché la pressione sociale è talmente forte e l’ossessione per la perfezione talmente radicata, che diventa difficile farsi vedere per ciò che si è, “difetti” compresi. Se ne è invece fregata Salma Hayek in uno degli ultimi scatti pubblicati sui social.
Vacanze a Miami. Potrebbe essere il titolo di un cinepanettone, invece è il trend di tutte le coppie vip. Dopo il duo Ilary&Totti e Melissa Satta&Boateng, sulle bianche spiagge americane sono stati paparazzati anche la bella Elena Barolo in compagnia del sarto Alessandro Martorana. Con le prime giornate calde e piene di sole, è ufficialmente scattata la caccia al vip in costume e, dopo gli scatti in Costa Smeralda per Beppe Grillo, è toccata anche alla coppia arrivata alle sue primissime vacanze ufficiali.
Elena Barolo e Alessandro Martorana scelgono Miami come meta per le vacanze, così come hanno fatto le coppie più famose del mondo del calcio: Ilary Blasi e Francesco Totti e il milanista Boateng con Melissa Satta.
Nina Senicar è una delle naufraghe più belle dell’isola dei Famosi, ha già infranto i cuori dei suoi coinquilini di spiaggia, tra cui Simone Rugiati e Federico Mastrostefano, facendo breccia anche nel cuore degli italiani. In particolare la modella serba è sempre stata apprezzata per il suo lato B, esemplare di punta di una nota casa di biancheria intima. La sua bellezza è apparsa questo mese sulla rivista Maxim in tutto il suo splendore. Ed è proprio della parte del suo corpo più nota che parla: "E' tutto originale, senza ritocchi, e ci tengo a sottolinearlo”. Il segreto del suo fondoschiena sta nelle lunghe passeggiate con il suo cavallo Valebit e dice: "È proprio questo il segreto del mio lato B: il salto ad ostacoli è molto più efficace della semplice palestra, per quanto ci vada spesso". E aggiunge: “Andare a cavallo è una passione che ho da quando ho sei anni, quindi più che un allenamento, per me è un vero e proprio divertimento". Per quanto riguarda l’amore e le altre sue passioni confida che c’è qualcosa a cui non rinuncerebbe per amore: "Posso rinunciare al sesso, ma non al perizoma. Una volta ho resistito nove mesi, ma se uno mi piace sono guai: quello che voglio me lo prendo". A Nina sono stati attribuiti molti flirt tra cui quello con Fabio Borriello, il fratello del calciatore milanista Marco. Lei non ha mai smentito ma ha dichiarato: "Finora i paparazzi non sono stati abili. Non mi hanno beccata come avrebbero voluto, e dire che mi seguono ovunque anche al supermercato mentre spingo il carrello".
La modella serba rivela il segreto del suo lato B, perfetto grazie alle corse ad ostacoli con il suo cavallo.
Ilaria Cucchi non riesce a trattenere la commozione e dopo la proiezione di "Sulla mia pelle", il film che ha inaugurato la sezione "Orizzonti" della Mostra del cinema di Venezia e che racconta gli ultimi sette giorni di vita di suo fratello Stefano Cucchi, corre ad abbracciare i protagonisti e il regista del film. L'emozione in sala è palpabile e Ilaria Cucchi prova a descriverla con alcune parole pubblicate su Facebook: Sono profondamente commossa. Provata. Guardo il cielo sperando di poter incontrare il tuo sguardo. Non vedo nulla. Solo le luci accese della sala Darsena dove è appena terminato il film sulla tua morte. Sento gli applausi della gente. Prendo l’abbraccio di Alessandro e Jasmine e poi anche quello di Max. Le 1500 persone che stipano il cinema si stringono tutte intorno, quasi tutte in lacrime. Questa è la gente intorno a noi. Aggiunge poi una considerazione, che è in realtà un attacco tutt'altro che velato al ministro dell'Interno Matteo Salvini, per le parole da lui pronunciate diverse settimane fa con le quali si diceva contrario all'introduzione del reato di tortura: Qualcuno ha detto che dopo un fermo ci può scappare qualche schiaffo, qualche pugno. E se poi il fermato cade e si fa male pazienza. Niente legge contro la tortura perché lega le mani alla Polizia. Ma la Polizia non sente il bisogno di avere quelle mani libere che sarebbero sporche di sangue. Forse magari il sindacato di Tonelli la pensa diversamente ma la Polizia del comandante Gabrielli è altra cosa. Ste ti sei preso qualche schiaffone. Qualche pugno. Qualche calcio. Sei caduto e ti sei fatto male. Molto male. Ma ce ne dobbiamo fare una ragione io te mamma e papà. In fin dei conti questo qualcuno è ora il ministro dell’interno. Ora, ironia della sorte, sta facendo passerella e cene di gala a Venezia. Voglio incontrare questo famoso ministro Salvini. Pubblicamente. Guardarlo negli occhi. Senza dire nulla. Fargli abbassare quello sguardo freddo ed inespressivo. A Ste, questo non avrà mai il coraggio. E poi lui si che fa parte della casta. Non abbiamo giustamente preso un euro da questo film ma la soddisfazione è tanta. Tu sei un atto d’accusa vivente, sì, vivente, contro quel modo di pensare ignorante e violento. Tu che di violenza sei morto. Ti abbraccio forte forte. Come hanno abbracciato me. Notte Ilaria Cucchi, che da anni si batte perché si faccia definitivamente luce sulle dinamiche della morte di suo fratello Stefano, aveva già avuto modo di criticare l'attuale capo del Viminale a inizio 2018, in seguito alla scelta della Lega di candidare il sindacalista Tonelli, noto soprattutto per le sue controverse dichiarazioni sulla vicenda Cucchi. "Parliamo di una persona che da anni, a tutti gli effetti, fa campagna elettorale sulla nostra pelle", aveva detto Ilaria Cucchi riferendosi a Tonelli nel corso di un'intervista rilasciata a Fanpage.it.
A margine della prima proiezione a Venezia di “Sulla mia pelle”, il film sugli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi, la sorella pubblica il video degli applausi di una sala commossa e li dedica al fratello, dicendogli di essere “un atto d’accusa vivente contro quel modo di pensare ignorante e violento”. Non risparmia il ministro dell’interno, che settimane fa si è detto contrario all’introduzione del reato di tortura.
Massimo Giletti si è raccontato al sito del quotidiano Libero. Il giornalista ha spaziato dal privato alla carriera. Innanzitutto ha commentato i flirt che gli sono stati attribuiti nel corso degli anni, da quello con Ambra Angiolini a quello con Alessandra Moretti. "Con Ambra ho un bel rapporto personale che non ha nulla a che vedere col sesso. La Moretti è un altro mondo. Ma non voglio parlarne". Il presunto flirt con Ambra Angiolini, fu smentito dalla stessa attrice che sui social ironizzò: "Dopo Ambra bacia tutti anche Ambra sta con tutti". Parlando della sua carriera, ha spiegato che presto incontrerà il direttore generale della Rai e discuteranno insieme del suo futuro. Già nei giorni scorsi aveva sostenuto di non essere molto amato in Rai. Ha ribadito il suo punto di vista nella chiacchierata con Libero, sottolineando però di essere tollerato perché gli ascolti continuano a premiare i suoi programmi:
Massimo Giletti è tornato a smentire il flirt con Ambra Angiolini, che gli è stato attribuito in passato. Tra loro c’è solo “un bel rapporto personale”.
Quello di Achille Lauro a Sanremo 2020 più che un viaggio di stile è un percorso iconico realizzato attraverso la trasposizione sul palco di immagini e personaggi fuori dagli schemi. Achille Lauro prima si spoglia dei suoi abiti per sposare la povertà come San Francesco, poi veste i panni dell'alter ego di David Bowie, Ziggy Stardust, poi indossa la corona piumata di una donna come la Marchesa Luisa Casati Stampa. Cosa hanno in comune tutti questi personaggi? Tutti non accettano le regole scritte della società in cui vivono, tutti vivono fuori dagli schemi ed esprimono la loro essenza in maniera libera e senza costrizioni. All'Ariston hanno fischiato Achille Lauro per il look, forse non comprendendo che il completo disegnato da Alessandro Michele, visionario designer di Gucci, non è solo un semplice abito, ma un costume che nasconde un messaggio, un messaggio di libertà, di libera espressione della propria essenza. Copricapo con piume nere e cristalli, un abito di chiffon trasparente e collant con cristalli che creano sul tessuto l'iconico motivo geometrico di Gucci. Sulle mani guanti in pelle che contengono rossetti rossi. A curare il look lo stylist Nicolò Cerioni che con Lauro e Alessandro Michele di Gucci ha realizzato il progetto sanremese attraverso cui portare sul palco immagini iconiche più che semplici look da prima serata. "La Divina Marchesa Luisa Casati Stampa. Musa ispiratrice dei più grandi artisti della sua epoca. Grande mecenate, performer prima della performing art e opera d’arte vivente", così su Instagram Achille Lauro spiega ai fan il suo eccentrico look sanremese, presentando la donna che ha ispirato l'outfit, un look che non è solo un abito da fischiare perché troppo eccentrico per un palco come quello di Sanremo. La Marchesa Casati, musa di grandi artisti come Giacomo Balla e Man Ray, è stata un personaggio anticonformista e all'avanguardia, troppo moderna rispetto al suo tempo, capace di frequentare i migliori salotti ma anche la gente di strada. Così eccentrica e iconica. Così libera, così vogliosa di avere mille volti, proprio come l'icona delle maschere utilizzata da Achille per anticipare il suo look.
Fischi a Sanremo 2020 per il look estremo e fuori dagli schemi di Achille Lauro che, nella quarta serata del Festival, porta in scena la Marchesa Luisa Casati Stampa, icona del passato e “opera d’arte vivente”, donna libera come erano liberi San Francesco e David Bowie. Quei fischi si scontrano con la performance di un cantante che mette in scena il desiderio di essere libero e di vivere senza schemi precostituiti.
Avrebbe perseguitato anche una nota cantautrice italiana Antonio Di Fazio, l'imprenditore arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di aver drogato e violentato una giovane di 21 anni. A rivelarlo è un ex collaboratore, autista e bodyguard di Di Fazio, che lo accompagnava ai concerti della cantante. A riportare le sue parole, Il Corriere della Sera. "Sapeva che ero in contatto con la cantante. Era ossessionato, ma l’ho scoperto solo più avanti. Riuscì anche a procurarsi attraverso altri canali il suo numero. La cercava di continuo", ha dichiarato. "Mi dava appuntamento in locali e lounge bar di hotel esclusivi di Milano. Parlavamo, mi raccontava delle sue attività, della famiglia, sembrava più che cercasse un amico. Non mi ha mai chiesto altro se non di accompagnarlo, appunto, a quei concerti. A fine concerto andiamo in un lussuoso albergo. Lui scende dall’auto, prende due suite. Ha pagato con banconote da 500 euro. Disse che era abituato così. Usava quasi sempre contanti". Di Fazio avrebbe seguito ossessivamente l'artista a tutti i suoi concerti. Una volta si sarebbe addirittura presentato con un mazzo di cento rose rosse, insistendo per incontrarla, nonostante lei non ne avesse voglia.
Antonio Di Fazio, l’imprenditore accusato di aver narcotizzato e stuprato una studentessa di 21 anni attirata nella sua abitazione con la scusa di un colloquio di lavoro, avrebbe perseguitato anche una cantante italiana. Secondo le parole del suo ex collaboratore, l’uomo era ossessionato da lei e la chiamava continuamente, oltre ad andare a tutti i suoi concerti.
Ogni giorno al pronto soccorso del Policlinico Gemelli arrivano decine di ambulanze e la maggior parte con a bordo pazienti Covid. Un flusso molto spesso superiore alla capacità diagnostica del reparto e che costringe le ambulanze a diventare luoghi di isolamento, per diverse ore, per i sospetti contagiati. Spiega a Fanpage.it il professor Francesco Franceschi, il responsabile del pronto soccorso del Gemelli: "Il pronto soccorso vive se c'è un corretto bilanciamento tra flusso in entrata e il flusso in uscita dei malati. Quando questo non avviene, ossia il flusso in entrata supera il flusso in uscita, ecco che sorgono dei problemi. E quindi si creano delle code di pazienti che attendono di essere visti e anche code di ambulanze. Queste ultime devono trasportare il paziente, affidarlo all'infermiere del triage, ma in quel momento il pronto soccorso è in sovraffollamento e quindi ci si trova a dover fare aspettare anche le ambulanze". Nel corso della scorsa settimana, afferma Franceschi, ci sono state giornate molto critiche e i numeri sono in aumento: "Normalmente la criticità aumenta con il passare delle ore durante la giornata. Siamo arrivati ad avere 7 8 ambulanze in coda. Avevamo presenti 132 pazienti in pronto soccorso con 72 pazienti in attesa di ricovero. La maggior parte erano pazienti Covid. Noi abbiamo 60 postazioni in barella, 30 per non Covid e 30 Covid. Quando finisci il numero di postazioni non puoi più accoglierli e ovviamente non puoi neanche mescolarli con gli altri. Quando gli spazi del pronto soccorso sono occupati, la cosa più intelligente che possiamo fare è utilizzare l'ambulanza come mezzo di isolamento".
La raccomandazione del professor Franceschi è quella di recarsi al pronto soccorso soltanto se i pazienti presentano complicanze del Covid: “Non basta avere febbre e tosse, ma chiare complicanze e la maggiore di queste è la difficoltà respiratoria”. Così il direttore del pronto soccorso del Policlinico Gemelli ai microfoni di Fanpage.it.
L'agenzia delle entrate fornisce alcune spiegazioni su alcune questioni controverse: Agenzia delle Entrate Circolare N. 25/E del 19 giugno 2012 Oggetto: Risposte a quesiti posti dalla stampa specializzata Domanda Stante le modifiche intervenute, si chiede se a decorrere dal 1° gennaio 2012 si rende ancora necessaria la conservazione delle dichiarazioni ICI, come indicato dal provvedimento direttoriale n. 149646 del 2 novembre 2011. Risposta Ai fini del controllo sulla spettanza della detrazione, restano valide le disposizioni contenute nel Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 2 novembre 2011. I contribuenti sono dunque ancora tenuti a conservare ed esibire, a richiesta degli Uffici, le ricevute di pagamento dell’ICI se dovuta. Nel provvedimento non si fa alcun riferimento alle dichiarazioni ICI come riportato nel quesito. Si ricorda che il soggetto tenuto al pagamento dell’ICI può non coincidere con il soggetto che usufruisce della detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio. Si evidenzia, pertanto, che si procederà al controllo delle ricevute di pagamento dell’ICI solo nel caso in cui il soggetto che usufruisce della detrazione sia anche tenuto al versamento dell’imposta. Domanda
La detrazione è applicabile anche in caso di trasferimento dell’immobile a titolo oneroso (permuta) o gratuito (donazione) e in caso di cessione solo di una quota dello stesso.
La Camera ha approvato, senza ulteriori modifiche, il disegno di legge "Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni", fortemente voluto dall'ex ministro per gli Affari Regionali Graziano Delrio (ora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio). Si tratta del provvedimento comunemente denominato "abolizione delle province" (qui le modifiche apportate dal Senato), definizione peraltro inesatta dal momento che, come vi abbiamo spiegato nel dettaglio, le province resteranno (sia pure con modifiche per quel che riguarda la composizione degli organi e le funzioni) e anzi saranno affiancate dalle nuove "città metropolitane" (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, mentre nelle Regioni a statuto speciale occorrerà normativa specifica per Palermo, Messina, Catania, Cagliari e Trieste). Al di là delle valutazioni di merito, è pacifico che tra gli obiettivi della riforma vi siano il contenimento dei costi e la semplificazione amministrativa. E la polemica politica è proprio su queste due questioni. Probabilmente l'approccio migliore consiste nel partire dai numeri: con l'entrata in vigore della riforma saranno tagliate 2.159 poltrone provinciali per questa tornata elettorale e un totale di 2910 a pieno regime; contemporaneamente (i calcoli sono del Sole24Ore), saranno salvati subito 14.928 tra consiglieri ed assessori e 23.606 a pieno regime. Insomma, considerando che le province avranno comunque organi composti da eletti di secondo livello, l'accusa principale è relativa alla moltiplicazione delle poltrone negli enti pubblici. Se questo è vero, allo stesso tempo non possono essere taciute due obiezioni a tale lettura. La prima è relativa alla necessità di ampliare la base di rappresentanza territoriale come "contrappeso" all'eliminazione dei rappresentanti direttamente eletti dai cittadini nelle province: ecco spiegato il senso dell'aumento del numero di consiglieri ed assessori nei piccoli comuni, una misura di garanzia, che rimedia a tagli forse eccessivamente frettolosi impostati nel 2011. La seconda obiezione è sui costi, dal momento che la riforma chiarisce che le "amministrazioni saranno tenute ad assicurare l’invarianza della spesa in rapporto alla legislazione vigente" (probabile una ripartizione dei rimborsi, o in ogni caso una differente gestione delle finanze comunali, nella considerazione comunque che si parla di voci di spesa decisamente ridotte) e che non sono previsti rimborsi per quel che concerne gli incarichi di secondo livello nei nuovi organismi provinciali. Il problema vero, da un punto di vista meramente "economico", è semmai quello evidenziato da Tito Boeri su LaVoce: i risparmi sono modesti proprio perché le province di fatto non sono abolite e restano pressocché invariati i costi per "dipendenti, funzioni e spese di rappresentanza", che rappresentano la stragrande maggioranza delle spese di questo livello di governo. I calcoli sono abbastanza chiari: "Quello che si risparmia con certezza è solo il finanziamento degli organi istituzionali (le indennità del presidente, assessori e consiglieri e i vari rimborsi connessi alle loro attività), che vengono aboliti, insieme alle spese delle relative consultazioni elettorali. Il finanziamento degli organi istituzionali è una partita di circa 110 milioni secondo gli ultimi dati disponibili. Non verrà azzerata dati i costi dei nuovi organi delle città metropolitane. Le consultazioni elettorali costano circa 320 milioni e si tengono ogni cinque anni, dunque il risparmio annuale è di circa 60 milioni, in totale i risparmi saranno attorno ai 150 milioni di euro".
Quanto si risparmierebbe sul serio con la riforma Delrio? Cosa comporta l’aumento dei consiglieri comunali e degli assessori? Insomma, di che abolizione stiamo parlando?
La norma salva Fininvest infilata dalla maggioranza nella manovra finanziaria sta alzando un polverone. E non solo tra le file dell'opposizione. Il provvedimento ad aziendam è stato infilato nel decreto da qualche manina circospetta che ha provocato un malumore che potremmo definire generalizzato. TREMONTI NON NE SAPEVA NULLA- La norma salva Finvest avrebbe colto di sorpresa il Ministro Tremonti che non ne sarebbe stato messo al corrente. Il superministro ha disdetto una conferenza stampa prevista per la mattinata, ufficialmente per il maltempo, ma sotto potrebbe esserci qualcosa di più. Nella conferenza Tremonti avrebbe dovuto parlare dei temi della manovra assieme a Sacconi, Romani, Brunetta e Calderoli. Probabilmente il Ministro avrà voluto evitare domande imbarazzanti su un provvedimento che non conosceva oppure protestare contro chi ha infilato quella norma nel decreto. Ecco quanto sottolineato da alcune fonti vicine a Tremonti: "L'hanno cucinata loro; i cuochi sono da rintracciare da quella parte, pur essendo chiaro che non ha alcuna coerenza con l'oggetto del decreto". IL MALCONTENTO DEI LEGHISTI- Anche in casa Lega non mancano i malumori per la norma. I Ministri Calderoli, Maroni e Bossi hanno fatto notare come la norma in questione non comparisse nel testo da loro ricevuto lo scorso giovedì. E pare proprio che il Carroccio non l'abbia presa tanto bene. VIETTI DEL CSM: "STRAVOLGEREBBE IL SISTEMA GIUDIZIARIO"- Michele Vietti, vice-presidente del Csm, pone l'accento sul principio di uguaglianza: "Il principio dell'esecutività delle sentenze di secondo grado è un principio generale che vigeva già prima che diventassero provvisoriamente esecutive le sentenze di primo grado. Modificare questo principio significherebbe rischiare di stravolgere il sistema giudiziario e credo che convenga non farlo per non violare il principio di eguaglianza fra i cittadini di fronte alla legge"- ha dichiarato. IL NO COMMENT DI NAPOLITANO- Giorgio Napolitano, che oggi si trovava al convegno "Europa più democratica", ha preferito non rilasciare dichiarazioni. "Non dico nulla. Sulla manovra, quando sarà il momento, conoscerete le nostre determinazioni" ha tagliato corto il capo dello Stato, stuzzicato da alcuni cronisti che gli chiedevano un commento. La manovra è giunta ieri al Quirinale. LE PROTESTE DI FAMIGLIA CRISTIANA- Anche la posizione di Famiglia Cristiana è molto ostile non solo alla norma in particolare, ma alla manovra in generale. Nel numero in uscita il settimanale paolino definisce il provvedimento come " non equo" ed osserva che "per essere davvero giusta dovrebbe chiedere a tutti di tirare la cinghia. A cominciare dai politici, cui spetta dare l'esempio. E invece? I tagli agli scandalosi costi dei politici vengono rimandati al futuro". UPDATE: BERLUSCONI, NORMA GIUSTA MA SIA CANCELLATA- Il Presidente del Consiglio, in una nota diramata in queste ore, ha fatto sapere di voler ritirare la manovra dalla finanziaria, per "sgombrare il campo da ogni polemica", pur continuando a considerarla "giusta e doverosa". "Le opposizioni" procede la nota "hanno promosso una nuova crociata contro questa norma pensando che, tra migliaia di potenziali destinatari, si potrebbe applicare anche a una società del mio gruppo".
La norma salva Fininvest inserita nella manovra finanziaria pare non piacere proprio a nessuno. Dal Csm alla Lega passando per Tremonti.
C'è chi parla in Rete di Hunter's Moon, la Luna del cacciatore, un fenomeno astronomico realmente esistente. In questi giorni sui vari social network vi sarà capitato di vedere post relativi al fenomeno. Girano soprattutto condivisioni relative ad una “doppia alba” in Canada. In pratica il secondo “Sole” visibile in queste immagini altro non sarebbe che la Luna. Cerchiamo di capire cos’è questo fenomeno e cosa sicuramente non è. Le immagini che vediamo condivise in questi giorni non sono recenti, risalgono al novembre 2015, come dimostra anche un articolo pubblicato allora dai colleghi di Snopes. Su Facebook troviamo condivisioni già l’anno scorso, per giungere a quelle più recenti di cui si sono occupati anche i colleghi di Butac. Tanto per cominciare, quel che vediamo non corrisponde al fenomeno della Hunter’s Moon (Luna del cacciatore). La Luna piena più vicina all’equinozio di autunno viene chiamata Harvest Moon (Luna del raccolto), quella seguente è definita Hunter’s Moon. Si tratta di terminologie che fanno parte del folclore americano. Poiché la Luna si muove verso Est tra le stelle più velocemente del Sole, il suo passaggio meridiano viene ritardato, facendolo avvenire più tardi ogni giorno. Sia la Harvest Moon che la Hunter’s Moon sono uniche, perché la differenza di tempo nel levarsi delle Lune nelle serate successive è molto più breve rispetto alla media.
Molti parlano di un fenomeno astronomico definito “Hunter’s Moon” per spiegare i due soli che sarebbero apparsi nel cielo del Canada. Ma non risulta che dia origine a immagini del genere. Scopriamo assieme di che si tratta davvero.
I casi Sea Watch 3 e Sea Eye, con 49 persone tenute per giorni e giorni in mare aperto senza che né Italia né Malta indicassero un place of safety per lo sbarco, hanno inevitabilmente riaperto un fronte molto controverso, quello della gestione dei flussi migratori dalle coste della Libia. Il dibattito da noi verte su una questione piuttosto singolare: i porti italiani sono aperti o sono chiusi? Si tratta della trasposizione della martellante propaganda del ministro dell’Interno, che sui concetti di “pacchia finita” e di “porti chiusi” ha costruito gran parte del suo consenso elettorale prima e politico poi. A questi concetti, Salvini collega quello di “sbarchi zero”, che rilancia, con la compiacenza della grancassa mediatica, a dimostrazione di essere riuscito a passare in pochi mesi dalle parole ai fatti. Districarsi tra slogan e annunci non è semplice, ma provare a fare chiarezza nel dibattito pubblico appare quanto mai urgente e necessario. Partiamo dalla questione degli sbarchi e del preteso azzeramento degli arrivi sulle coste italiane sbandierato ai quattro venti dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il leader leghista parla di zero sbarchi dal primo gennaio 2019 e ha ragione, come mostrano i dati del Viminale. Nei primi 8 giorni del 2019 non ci sono stati nuovi arrivi via mare, mentre nello stesso periodo del 2018 erano stati 453 i migranti sbarcati, cifra che sale a 729 per l’anno 2017. Il 10 gennaio un barcone con 51 migranti ha invece raggiunto le coste della Calabria ed è stato soccorso anche dai cittadini. I dati però vanno sempre contestualizzati e dunque bisogna aggiungere che il calo delle partenze è “complessivo” e riguarda l’intero Mediterraneo. Lo mostra con chiarezza sia il dato dei primi giorni di gennaio (al 7 gennaio sono 972 gli arrivi totali via mare, fonte UNHCR), sia un confronto fra gli ultimi anni: Lo slogan “zero sbarchi” è comunque una balla se ci riferiamo all’intero periodo di reggenza Lega – M5s, come mostrano sempre i dati del Viminale. Da giugno a dicembre sono sbarcate 9940 persone, seguendo un trend in netto calo già dall’estate del 2017, quando il ministro dell’Interno era Marco Minniti. Complessivamente, nell'anno 2018, gli arrivi sono stati 23370, di cui 3536 minori stranieri non accompagnati. Bastano questi dati per poter affermare che "i porti italiani sono aperti", dunque? Non è così semplice, proviamo a capire il perché. Nello Scavo su Avvenire raccoglie una serie di voci che spiegano come, allo stato, non esista alcun provvedimento ufficiale di “chiusura dei porti italiani”. Tra queste, quella di Pino Musolino, che cura i porti di Venezia e Chioggia: “Sotto il profilo squisitamente tecnico i porti italiani non sono chiusi. Infatti non esiste un decreto che chiuda, per motivi di ordine pubblico (comprovato, attuale e imminente) i porti italiani. Il Ministero dell’Interno – precisa Musolino – può vietare lo sbarco di passeggeri, non l’ingresso né l’approdo di navi nei porti, competenza riservata dalla legge esclusivamente al Ministero dei Trasporti”. E Annalisa Camilli su Internazionale riporta la posizione di ASGI, che spiega come “se i porti fossero chiusi dovrebbe esserci un provvedimento ufficiale del ministro dei trasporti e delle infrastrutture Danilo Toninelli”. E, come detto, non esiste alcun decreto ministeriale che disponga tale chiusura. Che non vi sia alcun provvedimento formale di chiusura dei porti è confermato anche dalle richieste FOIA a ministero dei Trasporti e dell’Interno fatte da ASGI: A seguito di sei azioni di accesso civico inoltrati al Ministero dell’ interno ed al Ministero delle infrastrutture e Trasporti in merito alla dichiarata chiusura dei porti italiani nelle vicende riguardanti la nave militare “Diciotti” e le navi della ONG Proactiva Open Arms, ASGI ha ottenuto dai predetti Dicasteri risposte che confermano che essi non hanno adottato alcun provvedimento formale di chiusura dei porti. Deve ritenersi chiarito anche formalmente, come già emerso in via informale, che alcun atto amministrativo sia stato emanato in tale senso. Ciò determina che le navi che soccorrono i migranti nel mar Mediterraneo avrebbero potuto accedere ai punti di sbarco in Italia senza violare alcun atto governativo e che ad oggi non vi è alcun ostacolo giuridico opponibile alle navi delle organizzazioni umanitarie in relazione all’attracco sulle nostre coste.
I porti italiani sono davvero chiusi alle navi che trasportano migranti salvati nel Mediterraneo? E cosa stanno facendo Guardia Costiera, Marina Militare e Guardia di Finanza in questi mesi di reggenza Salvini – Toninelli? Proviamo a capire come è cambiato l’impegno italiano e quali sono i rischi che si nascondono dietro la propaganda del Governo.
"Vallanzasca-Gli angeli del male", il film diretto da Michele Placido presentato ieri al Festival del Cinema di Venezia sta alzando un polverone di polemiche. In particolare i familiari delle vittime del pluriomicida hanno protestato "perché non è ammissibile riscrivere i fatti che riguardano spietati assassini attraverso le loro logiche. Il pericolo in agguato è l'emulazione". Il regista Michele Placido ha ribattuto al coro di critiche al film con delle dichiarazioni alquanto "scomode" in occasione della conferenza stampa tenutasi a Venezia e di cui riportiamo il filmato. "Renato Vallanzasca non è certo il pericolo numero uno in Italia. Lui sta pagando per le sue colpe, è uno dei pochi che sono ancora in prigione, mentre ci sono persone che hanno fatto molto peggio e che oggi siedono in Parlamento" afferma Placido. Resta l'eccezionale interpretazione di Kim Rossi Stuart in Vallanzasca. L'attore incredibilmente somigliante a Renato Vallanzasca, dichiara di aver apprezzato il film fin dalla prima lettura del copione.
Vallanzasca di Michele Placido ha alzato un polverone di critiche. Ma Placido di difende:” In parlamento c’è gente peggiore di lui”.
Una donna ha ammesso di aver quasi ucciso il suo ragazzo quando lo ha costretto a “praticarle del sesso orale sedendosi sulla sua faccia”. Secondo le ricostruzioni, Amy Nicole Parrino, 44 anni, ha spinto a terra il suo ormai ex fidanzato, si è seduto su di lui e ha gridato "mangia la mia f*ga", impedendo all’uomo di respirare. I fatti sono avvenuti lo scorso dicembre. Nel periodo precedente all'incidente, lo avrebbe colpito una cintura, una piastra di ottone e un telefono cellulare e pugni fino a 25 volte, in varie occasioni, nella loro casa nella Contea di Boone, nello Stato del Missouri. “Mi faceva male, mi colpiva allo stomaco" ha raccontato la presunta vittima. In più occasioni avrebbe chiesto alla 44enne, assistente imbalsamatore in un obitorio, di “lasciarlo in pace”. L’uomo (la cui identità non è stata rivelata) ha parlato di una “storia di violenza” che è “gradualmente peggiorata”.
Amy Nicole Parrino, 44 anni, del Missouri, è stata condannata per aggressione domestica. “Mi faceva male, diventava assai violenta molto rapidamente”, ha raccontato l’uomo, spiegando di essere stato aggredito più di una volta.
“A un anno di distanza dal primo paziente trattato con questa tecnica, possiamo dire che i risultati sono sorprendenti”. Così il dottor Costantino Errani, della Clinica ortopedica oncologica dell’Istituto Rizzoli di Bologna, analizza i traguardi raggiunti con la crioterapia, una tecnica di radiologia interventistica con cui al Rizzoli sono stati già curati 6 pazienti con fibromatosi desmoide, una rara forma di tumore benigno che però cresce aggressiva nei tessuti, generando grandi masse che provocano forti dolori, compressione di organi interni e difficoltà motorie. “Il primo paziente trattato – un uomo di 39 anni che soffriva di un dolore debilitante nella zona di crescita del tumore – oggi sta bene e la massa è quasi scomparsa – spiega Errani – . Questo grazie a una sola seduta di crioterapia”. Il Rizzoli di Bologna è il primo centro in Italia a utilizzare la crioterapia contro la fibromatosi desmoide, grazie allo studio clinico portato avanti dal dottor Errani insieme al dottor Giancarlo Facchini di Radiologia diagnostica e interventistica. “L’idea di utilizzare la crioterapia, già in uso per altre patologie, anche per questo tipo di tumore, è nata dai primi risultati di uno studio americano del Memorial Sloan Kettering Cancer Center e di uno studio multicentrico francese” racconta Errani che, attraverso questa tecnica, può offrire ai pazienti un’opzione di trattamento altamente efficace. “Finora, quando la situazione era grave ed era necessario intervenire, l’opzione migliore risultava un trattamento chemioterapico a basso dosaggio, terapia che però non porta a una scomparsa della massa ma può solamente bloccare il progredire la malattia. La rimozione chirurgica del tumore è poi solitamente sconsigliata perché i rischi di recidiva più aggressiva sono altissimi”. Attraverso la crioterapia è invece possibile congelare il tumore, impedendogli di continuare ad alimentarsi. La tecnica, nota anche come crioablazione, viene eseguita sotto guida radiologica e prevede l’inserimento di uno o più aghi all’interno della massa tumorale. Ciascun ago, tramite il gas che inietta l’interno, può congelare un’area di circa 3 cm, necrotizzando la massa tumorale che si riduce, fino anche a scomparire. Tale procedura è utilizzata da anni con successo nel trattamento dei tumori maligni del rene e della prostata, e risulta indicata anche nei pazienti affetti da tumore primitivo del polmone non trattabile chirurgicamente o con metastasi del polmone che non rispondono più a chemioterapia.
Al Rizzoli di Bologna, il primo centro in Italia ad utilizzare questa tecnica per il trattamento della fibromatosi desmoide, già curati i primi 6 pazienti: “I risultati sono sorprendenti”.
Il ritorno di Daniele Silvestri si è manifestato con l'annuncio del suo primo tour nei palazzetti, con la partecipazione al prossimo Festival di Sanremo l'annuncio del nuovo album e l'anteprima del brano che uscirà il prossimo 11 gennaio e presentato in anteprima al pubblico di Reggio Emilia, dove il cantante è stato il mattatore del Capodanno. Si chiama "Complimenti ignoranti" la nuova canzone del cantautore romano, uno dei più amati della musica italiana contemporanea, che ha fatto ascoltare in anteprima il brano, accompagnato sul palco dai suoi musicisti con maschere a mo' di emoticon sul palco chiedendo ai fan di riprendere tutto e inviare alla mail [email protected] perché le migliori entrino a far parte di un video interattivo che riprende l'esibizione dai vari punti di vista e uscirà in contemporanea con la release ufficiale del brano il prossimo 11 gennaio: "Con una buona dose di acuta provocazione e molta autoironia, Daniele, autocitandosi, gioca con le parole e con i luoghi comuni dei social network nell'era dei fan che demonizzano o osannano gli artisti sul web" si legge nella nota di presentazione della canzone. Pochi giorni fa, poi, il nome del cantante è rientrato tra quelli annunciati per la prossima edizione del Festival di Sanremo che si terrà dal 5 al 9 febbraio prossimo, quando salirà sul palco dell'Ariston con la canzone "Argento vivo", a 24 anni dalla sua prima volta: era il 1995 e Silvestri portò "L'uomo col megafono" tra le Nuove proposte. Il primo di una serie di fortunate partecipazioni, con canzoni che sono rimaste nel suo repertorio e anche nell'immaginario popolare, come dimostrano pezzi come "Salirò nel 2002 o "La paranza" nel 2007 fino ad "A bocca chiusa" del 2013. L'ultimo album di Silvestri è "Acrobati" del 2016, ma nella primavera del 2019 si attende il suo ritorno anche live. Il cantautore, infatti, ha annunciato il suo primo tour nei palasport: "Ci sono voluti 50 anni di vita e 25 di carriera per trovare non tanto il coraggio, quanto la voglia di decidere di fare un tour nei palasport. Ho sempre amato gli spazi più raccolti, o la magia dei teatri..e continuerò a farlo. Ma ho anche sempre avuto voglia di cimentarmi con sfide diverse, e a quanto pare le nuove canzoni sembrano spingermi in questa direzione". Il cantautore, in realtà, aveva già provato l'ebbrezza del palazzetto, prima col progetto "Il Padrone della Festa" insieme a Max Gazzè e Niccolò Fabi e poi con lo spettacolare concerto-evento tenuto lo scorso anno con Manuel Agnelli, Samuele Bersani, Carmen Consoli, Max Gazzè, Niccolò Fabi e Diodato, tutti suoi ospiti nelle oltre 3 ore di musica live "Le cose in comune", che aveva entusiasmato il Forum di Milano, ma questo è il primo tour solista.
Sarà un 2019 pieno di impegni per Daniele Silvestri che prima del Festival di Sanremo 2019, dove porterà “Argento vivo”, l’uscita del nuovo album in primavera e la partenza del suo primo tour solista nei Palazzetti presenterà “Complimenti ignoranti”, il suo nuovo brano, proposto in anteprima durante il Concerto di Capodanno a Reggio Emilia.
Le femmine di bonobo (Pan paniscus) supportano le proprie simili durante l'atto del parto, esattamente come avviene nella nostra specie. Lo straordinario comportamento di questi primati, documentato per la prima volta al di fuori dell'essere umano, è stato osservato in almeno tre occasioni in parchi naturalistici della Francia e dei Paesi Bassi. Secondo gli scienziati che l'hanno studiato, i tre italiani Elisa Demuru, Pier Francesco Ferrari ed Elisabetta Palagi del Museo di storia naturale, Università di Pisa e dell'Institut des Sciences Cognitives Marc Jeannerod presso l'Università Claude Bernard Lyon, potrebbe essere connesso all'evoluzione dell'ostetricia umana. I bonobo, del resto, sono ritenuti i primati più vicini all'essere umano, più degli stessi scimpanzé (Pan troglodites) a causa della loro spiccata socialità, dunque non c'è da stupirsi di questa possibile correlazione evolutiva. Ma come fanno a supportare le partorienti? Le femmine di bonobo si accorgono quando una delle loro compagne entra in travaglio e le si radunano attorno, tenendo lontani i maschi – e anche gli esseri umani – che potrebbero creare problemi durante questo delicatissimo atto. Le bonobo non solo si impegnano a scacciare le mosche e a tenere puliti i genitali della neo mamma, talvolta annusando i liquidi che fuoriescono, ma anche tentando di prendere il piccolo con le mani mentre sta venendo alla luce. Secondo Demuru e colleghi l'ostetricia potrebbe essersi evoluta in un nostro lontano antenato in comune con bonobo e scimpanzé, sparendo in questi ultimi parallelamente alla riduzione del comportamento sociale. Del resto le scimpanzé quando debbono partorire preferiscono isolarsi dal resto del branco, a differenza delle bonobo che chiedono ‘supporto' alle compagne. “I nostri risultati sui bonobo mettono in discussione la visione tradizionale secondo cui il bisogno ‘obbligatorio' di assistenza era la principale forza trainante che portava alla socialità intorno alla nascita nella nostra specie. In effetti, la nascita nei bonobo non è ostacolata da vincoli fisici e la madre è autosufficiente nel compiere l'atto”, hanno sottolineato gli studiosi nell'abstract dello studio pubblicato su Evolution and Human Behavior. La spiccata socialità tra le femmine, concludono gli studiosi italiani, potrebbe aver rappresentato il pre-requisito evolutivo che ha fatto emergere le ostetriche umane.
Ricercatori italiani hanno documentato per la prima volta l’esistenza dell’ostetricia in un’altra specie oltre all’essere umano, i bonobo. Le femmine di questi primati, i più simili a noi per la spiccata socialità, capiscono quando una loro compagna sta per partorire e la aiutano durante le delicate fasi del travaglio.
Interi palazzi, villette a schiera e piloni di cemento affiorano dalle acque di Bagnara a Castel Volturno. Qui, si è costruito per decenni in modo totalmente abusivo, un'intera città è sorta a poche centinaia di metri dal mare, che con gli anni si è ripreso quello che gli era stato tolto. L'erosione della costa, causata dal mancato apporto di sabbia da parte del fiume Volturno per l'eccessiva cementificazione degli argini, unita alla costruzione di una scogliera sottomarina e allo sbancamento della sabbia delle spiagge per l'edilizia, hanno fatto ridurre sempre di più gli arenili. Interi edifici sono sommersi ed affiorano soltanto le fondamenta, altri sono resi inagibili a causa delle mareggiate che ne corrodono i pilastri portanti. La spiaggia di Bagnara è uno scenario apocalittico, con le onde che lambiscono le porte delle abitazioni. Si tratta delle seconde case tirate su dai napoletani e casertani in un luogo di villeggiatura come la Castel Volturno degli anni Sessanta. La speculazione edilizia ha riempito di cemento un paradiso naturalistico e da Pinetamare -il famigerato "Villaggio Coppola"- fino a Pescopagano, l'enorme bosco di pini che dall'alba dei tempi si affacciava sulle acque di un mare incontaminato ha lasciato campo a villini e palazzoni abusivi. "Il fenomeno erosivo delle coste di Bagnara ha fatto avanzare il livello del mare di oltre 500 metri" ci dice il presidente del comitato "Bagnara che vive", Aldo Di Resta. Gli abusivi avevano costruito le proprie abitazioni sulle spiagge del demanio per avere un villino con una vista sull'azzurro, ora molte sono crollate per l'effetto dirompente delle mareggiate. Tra i piloni e travi arrugginiti, decine di bagnanti si tuffano e nuotano. "Esiste un'ordinanza sindacale che vieta la balneazione nelle vicinanze delle case sommerse, ma nessuno la fa applicare" ci racconta Di Resta.
Decine di case abusive costruite sulle spiagge di Castel Volturno sono inghiottite dal mare, che si riprende la costa. L’erosione è così veloce che in pochi anni le acque sono penetrate fin nell’entroterra, sommergendo centinaia di metri di arenile. Oggi rimangono le fondamenta affioranti dalle onde delle abitazioni dei vacanzieri che hanno saccheggiato il territorio. Altre case si affacciano direttamente sul mare, per proteggerle sono stati installate dei muretti di contenimento. Le gente fa il bagno accanto a questi ruderi a mollo in un mare inquinato.
Ha accusato suo padre e sua madre dell'omicidio della sorella, ma non vede l'ora di tornare in patria per poter stare con loro. A parlare è il fratello 16enne di Saman, la ragazza scomparsa a Novellara, nel Reggiano, da un mese e mezzo dopo aver rifiutato il matrimonio combinato con suo cugino in Pakistan. Lo scorso 21 maggio il giovane era stato sentito dalla procura di Reggio Emilia sulla scomparsa della sorella. E in queste ore si tiene l’incidente probatorio del 16enne: l'audizione davanti al gip si è resa necessaria al fine di utilizzarle le sue parole come prove processuali nel caso di Saman, anche e soprattuto per la possibilità di reiterazione di un tentativo di fuga, già avvenuto circa due settimane fa, dalla comunità dove il ragazzino è ospite, sotto protezione per timore di ritorsioni. Il giovane aveva confidato agli inquirenti, come era emerso dall’ordinanza del giudice, che ad uccidere la sorella strangolandola sarebbe stato lo zio Danish Hasnain, 33 anni. Proprio con quest'ultimo era fuggito dopo il presunto omicidio della ragazza, venendo però fermato il 10 maggio alla frontiera, per poi essere riconsegnato alle autorità italiane. Da allora il fratello di Saman è stato sentito più volte dalla procura e in un'occasione ha palesemente puntato il dito contro lo zio: "Ora vi dico tutta la verità. Mio zio ha ucciso Saman. Io ho paura di lui". Una dichiarazione assolutamente attendibile per l'accusa.
Il 16enne oggi sarà sentito dagli inquirenti che indagano sulla scomparsa e sul presunto omicidio della ragazza pakistana a Novellara. La speranza è di fare un altro passo verso la verità. Il giovane è un test-chiave avendo palesemente accusato lo zio dell’omicidio della sorella, ma è rimasto solo in Italia e vorrebbe raggiungere i familiari in Pakistan.
«Emanuele era un gradissimo lavoratore, amava questo lavoro. Ha lottato per averlo. Tutte le mattine prendeva l'aliscafo per andare a Capri». Marco ha la voce rotta dal dolore. Da poche ore ha perso suo fratello, che era alla guida dell'autobus precipitato a Marina Grande, nell'isola verde. Era giovanissimo, aveva un contratto stagionale, racconta il fratello. «Era fiero e orgoglioso di fare questo lavoro, lo faceva con dignità. Tutte le mattine partiva alle 6 del mattino. Quante volte è rimasto bloccato a Capri per il maltempo, dormiva nell'autorimessa. Un ragazzo d'oro, credimi». Quando risponde al telefono il fratello è ancora in attesa che il corpo di Emanuele, che lascia una compagna incinta, torni a casa da Capri. «Un ragazzo pieno di valori, era volontario della Croce Rossa, ha sempre lavorato. E in questa zona è molto più semplice delinquere che scegliere di lavorare. Aveva avuto anche i gradi di tenente della Croce Rossa, voleva partire per le missioni. Ma non ha avuto il tempo». Emanuele Melillo aveva 33 anni ed era originario del centro storico di Napoli, da cui tutte le mattine partiva per andare a lavorare. La dinamica dell'incidente non è stata ancora accertata, sono in corso indagini affidate alla Polizia di Stato. Nell'incidente sono rimaste ferite 28 persone, quattro delle quali sono in gravi condizioni. Dopo l'incidente l'Asl Napoli 1 Centro ha immediatamente provveduto al trasporto di ulteriore personale sanitario sull'isola, grazie a due elicotteri messi a disposizione da Polizia di Stato e Guardia di Finanza; all’elicottero del Servizio Regionale di Emergenza 118, abilitato al trasporto dei pazienti, è stata affiancata un’ulteriore unità di elisoccorso con capacità tripla di trasporto feriti.
Marco Melillo ricorda il fratello morto in un incidente a Capri, mentre guidava un autobus di linea. Ha la voce rotta dal pianto ma con poche parole racconta chi era Emanuele. Un lavoratore giovanissimo, precario, che lascia una compagna che aspetta un bambino. Intanto proseguono le indagini per capire cosa sia accaduto.