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Martedì 2 dicembre sul New York Times è stato pubblicato un articolo in cui ci si occupa dell’accesso a Internet in Italia partendo dalla storia di Verrua Savoia, comune del basso Monferrato che si sviluppa su circa 30 chilometri quadrati nella parte più orientale della provincia di Torino, in Piemonte, abitato da circa 1500 persone: «Questo villaggio rurale di collina dove una fortezza del XVII secolo è un ricordo di come gli abitanti scongiurarono gli invasori per centinaia di anni» dice il New York Times «potrebbe sembrare l’ultimo posto in Italia dove trovare una connessione Internet wireless». Ma non è così. Il New York Times racconta che Daniele Trinchero, professore al Politecnico di Torino nato a Verrua Savoia, ha avviato una sperimentazione e contribuito a creare un’associazione senza scopo di lucro per offrire «quello che lo Stato e le compagnie di telecomunicazioni non sono ancora riusciti a fornire. Il gruppo può essere considerato il primo nel suo genere in Italia». Si tratta cioè del primo operatore di comunicazione non profit.
La banda larga di Verrua Savoia. Un piccolo paese del Piemonte si è attrezzato per diventare il provider di se stesso e portare Internet superando il "digital divide", un esempio virtuoso ripreso dal New York Times.
Andre Vicente Goncalves è un fotografo portoghese di 28 anni: alcuni anni fa mentre studiava informatica all’università di Trento quando ha deciso di cambiare corso di studi e diventare un fotografo. Oltre alla fotografia, Goncalves ha sviluppato una passione per le finestre: durante i suoi viaggi degli ultimi anni ne ha fotografate più di 3mila. Goncalves descrive la sua passione come una dipendenza e ha scritto che la cosa che più lo affascina delle finestre è il fatto che «un piccolo pezzo di vetro che separa l’interno e l’esterno di una casa possa darci così tanta sicurezza». Goncalves ha anche spiegato che grazie alla loro varietà le finestre possono dire molte cose sui proprietari delle case in cui si trovano. Windows of the world, la raccolta delle fotografie di Goncalves, mostra anche come le finestre di una stessa città abbiano spesso tratti e caratteristiche comuni. Le finestre fotografate da Goncalves si possono vedere anche sul suo profilo Instagram.
Finestre del mondo. Il portoghese Andre Vicente Goncalves si definisce "dipendente" dalle finestre: ne ha fotografate più di 3mila, raggruppandole per città e area geografica.
A Firenze è cominciata alle 19 di venerdì 24 ottobre la “Leopolda 5”, un evento organizzato dal presidente del Consiglio ed ex sindaco di Firenze Matteo Renzi per discutere di diversi temi legati all’attualità e al futuro dell’Italia. Il palco della manifestazione – che si tiene all’ex stazione Leopolda di Firenze, oggi usata per incontri pubblici, convention e spettacoli di vario tipo – è stato allestito con bici rovesciate e vecchi televisori e microfoni. Sulle pareti, invece, ci sono dei manifesti relativi ad alcuni episodi della storia nei quali qualcuno ha sbagliato nettamente previsione: come quando nel 1977 Ken Olson – presidente di Digital Equipment Corporation”- disse che «non c’è alcun motivo per il quale una persona dovrebbe avere un computer a casa sua», o quando nel 1962 qualcuno della casa discografica Decca Recording Company rifiutò di mettere sotto contratto i Beatles dicendo che «non mi piace il loro sound, e la musica suonata con le chitarre è in declino». Il messaggio dei manifesti sembra essere diretto a coloro che non credono che Renzi e il suo governo possano fare le cose che dicono di voler fare (quelli che Renzi chiama “i gufi”). I manifesti sono stati realizzati dall’agenzia di comunicazione Dotmedia.
I manifesti delle previsioni sbagliate, alla Leopolda 5. Come quella secondo cui "La fama di Picasso sfiorirà rapidamente", di un critico d'arte nel 1934: sono stati realizzati dall'agenzia Dotmedia.
In occasione del World Forest Day, la giornata di sensibilizzazione sui temi del cambiamento climatico e della protezione delle foreste che si festeggiava ieri, Google ha annunciato sul proprio blog ufficiale di aver messo online una nuova serie di fotografie del suo servizio Street View. Le foto mostrano a 360 gradi un’ampia area della Riserva del Rio Negro nel bacino dell’Amazzonia in Brasile. L’iniziativa consente di vedere com’è fatta una delle aree più floride del nostro pianeta in cui vivono migliaia di diverse specie, animali e vegetali.
L’Amazzonia su Street View. Google ha messo online delle gran foto a 360 gradi del bacino dell'Amazzonia, invece delle solite strade di asfalto.
Nel mondo esistono 8,3 miliardi di tonnellate di plastica, tutte prodotte dall’uomo soprattutto dagli anni Cinquanta in poi. Circa 6,3 miliardi di tonnellate di questa plastica sono già rifiuti: ne è stato riciclato solo il 9 per cento, mentre l’80 per cento è accumulato nelle discariche o abbandonato nelle acque degli oceani. La plastica poi è uno dei materiali che impiega più tempo a decomporsi nell’ambiente: il PET, quella usata per le bottiglie, ci mette centinaia di anni, una busta può richiedere dai 30 ai mille anni. Queste cifre confermano l’idea che la plastica sia un materiale dannoso che vorremmo far scomparire il prima possibile; esistono però luoghi in cui è considerata preziosa e dove si cerca di preservarla. Basta fare un giro nei musei di arte, storia e design contemporaneo e ci si rende subito conto che sono pieni di opere e oggetti fatti in parte o interamente di plastica: dipinti in acrilico, installazioni in poliestere, sculture in vetroresina, il primo cuore artificiale, i vinili, il primo computer di Apple, il telefono Bigrigio, i Tupperware. La plastica però è un materiale che non regge bene la prova del tempo: cento anni sono tantissimi per aspettare che si decomponga una busta di plastica, ma sono pochissimi quando si parla di conservazione di opere d’arte e oggetti di importanza storica. Per questo molti studiosi, come ha raccontato il New York Times, stanno cercando di capire come conservarla al meglio.
La plastica che vorremmo conservare per sempre. Quella degli oggetti di importanza storica e delle opere d'arte, per esempio: si deteriora in fretta, preservarla a lungo è molto difficile.
Il titolare di un’azienda boschiva di Belluno è indagato per omicidio colposo, violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e frode processuale per aver spostato il cadavere di un boscaiolo morto in un incidente sul lavoro lo scorso 19 novembre, in provincia di Trento. Il boscaiolo si chiamava Vitali Mardari, era moldavo e aveva 28 anni: lavorava per l’imprenditore indagato senza un regolare contratto e per questo, secondo l’accusa, l’uomo ne avrebbe spostato il corpo dopo la morte in modo da ostacolare le indagini. Era stato poi lui stesso ad avvertire le autorità della morte di Mardari, sostenendo di non conoscerlo e di averne solo ritrovato il corpo. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, prima di morire Mardari stava lavorando in un cantiere boschivo vicino a Sagron Mis, un piccolo comune trentino vicino al confine con la provincia di Belluno. Insieme ad altri boscaioli stava installando una teleferica necessaria alle operazioni di disboscamento: è morto perché un cavo di acciaio lo ha colpito molto violentemente, fratturandogli il cranio. Sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, il titolare dell’impresa per cui i boscaioli stavano lavorando avrebbe caricato il corpo di Mardari su un’automobile e insieme a un’altra persona lo avrebbe trasportato a circa 600 metri di distanza, lasciandolo vicino a una scarpata. Avrebbe anche coperto il corpo di Mardari con alcuni pezzi di legno, per suggerire che il boscaiolo fosse morto a causa della caduta di un albero.
La storia del boscaiolo moldavo morto sul lavoro in provincia di Trento. È stato ucciso da un cavo, e poi il suo cadavere è stato portato fuori dal cantiere dal datore di lavoro, che lo impiegava in nero.
È stato diffuso il secondo trailer di Inside Out, il nuovo film della Pixar che uscirà in 3D nei cinema italiani il 19 agosto 2015. Il film racconta i meccanismi mentali di una ragazza adolescente, le cui emozioni – e quelle dei propri genitori – sono impersonate da alcune figure umanoidi. Finora era uscito solamente un teaser con alcune brevi scene del film. Inside Out è stato scritto e diretto da Pete Docter, il regista di altri noti film della Pixar come Monsters & Co. e Up.
Il nuovo trailer di “Inside Out”. Il nuovo film della Pixar uscirà il 19 agosto 2015: i protagonisti sono alcuni omini che rappresentano le "emozioni" di una ragazza adolescente.
Una diciottenne francese che aveva contratto l’HIV (il virus che causa l’AIDS) prima della nascita ha passato gli ultimi 12 anni senza ricevere più alcun tipo di trattamento e senza manifestare particolari sintomi legati alla malattia, un risultato molto incoraggiante per i ricercatori che si occupano di trovare una possibile cura. La notizia è stata diffusa nel corso di una conferenza internazionale sull’AIDS organizzata a Vancouver, Canada, da un gruppo di scienziati dell’Istituto Pasteur di Parigi che si sono occupati della paziente in questi anni. Il caso ricorda molto quello della bambina del Mississippi (Stati Uniti) “curata” dal virus HIV di cui si era parlato molto nel 2013. Anche in quel caso il virus era stato trasmesso dalla madre alla bambina prima della sua nascita: la neonata era stata in seguito sottoposta a un trattamento molto aggressivo con antiretrovirali – i farmaci che servono per impedire a un virus di replicarsi e di fare avanzare la malattia – con una procedura diversa dal solito. La terapia permise di ridurre le quantità del virus nell’organismo della bambina, fino a rendere l’HIV non rilevabile a un mese dalla somministrazione dei farmaci. Nei mesi seguenti la madre smise di dare i farmaci alla bambini e non si presentò più in ospedale per i controlli. Tornò dopo cinque mesi e i medici immaginarono di trovare nuovamente un alto livello virale nel sangue della bambina, ma con loro sorpresa gli esami si rivelarono tutti negativi. La paziente sembrava essere stata curata, ma in realtà dopo poco più di due anni i livelli di HIV tornarono ad aumentare: fu una grande delusione per i ricercatori, che avevano immaginato di avere trovato una terapia adatta per fermare il virus e renderlo innocuo in una persona infetta.
La paziente con l’HIV in remissione da 12 anni. Una diciottenne sieropositiva francese non ha mai sviluppato l'AIDS e i ricercatori lo attribuiscono alle cure ricevute da bambina.
Andrea Camilleri (con una emme sola), scrittore siciliano di straordinario successo negli ultimi tre decenni, compie novant’anni il 6 settembre 2015. Chissà di che umore si sarà svegliato. Questo è l’incipit di uno dei suoi libri con protagonista il commissario Montalbano (il suo personaggio più famoso), La voce del violino del 1997. «Che la giornata non sarebbe stata assolutamente cosa il commissario Salvo Montalbano se ne fece subito persuaso non appena raprì le persiane della càmmara da letto»
I 90 anni di Andrea Camilleri. E l'inizio di una giornata del commissario Montalbano.
Facebook ha rallentato sensibilmente la sua crescita in termini di utenti e di ricavi, portando a un inedito pessimismo da parte degli investitori e degli analisti. Dopo la presentazione dei dati finanziari sul secondo trimestre del 2018, avvenuta nel pomeriggio di mercoledì 25 luglio (in Italia era notte), il titolo in borsa di Facebook ha perso il 20 per cento circa negli scambi azionari che avvengono dopo la chiusura dei mercati. Un’azione di Facebook è passata in pochi minuti da 217,50 a 172 dollari. Durante la presentazione della trimestrale il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, ha provato a rassicurare gli investitori e gli analisti, ma ha comunque ammesso che la sua società potrebbe continuare a deludere le aspettative per qualche trimestre, mentre riorganizza parte delle proprie attività. Per gli standard medi delle aziende quotate in borsa negli Stati Uniti (e non solo), Facebook continua a raggiungere obiettivi fenomenali e a ricavare enormi quantità di denaro grazie al suo social network e ad altre applicazioni come Instagram. Il problema è che la società in questi anni ha abituato gli analisti a superare sempre se stessa e le loro aspettative, con una crescita che sembrava essere inarrestabile. Da un paio di anni però Facebook fa i conti con molti problemi, peraltro problemi di enorme rilevanza mediatica: dalle interferenze della Russia nelle elezioni statunitensi del 2016 – del tutto sottovalutate da Facebook – fino al caso di Cambridge Analytica, che ha portato alla diffusione incontrollata dei dati di milioni di suoi utenti. Nonostante le difficoltà, fino allo scorso trimestre Facebook era sembrato praticamente immune a qualsiasi problema, ma ora le cose sembrano essere cambiate.
Facebook cresce meno del previsto. Nell'ultimo trimestre l'aumento degli utenti è stato il più basso di sempre soprattutto in Europa e Nordamerica, i suoi due mercati più importanti.
Elon Musk, il CEO di Tesla, ha fatto sapere su Twitter che la sua azienda ha ricevuto 200mila ordinazioni per Cybertruck, il pick-up elettrico presentato appena quattro giorni fa e che ha avuto un notevole e discusso intoppo durante l’evento di presentazione. Il modello base di Cybertruck costa 39.900 dollari (circa 36mila euro) e sarà disponibile fra circa due anni: per prenotarlo bisogna pagare una caparra da 100 dollari sul sito di Tesla. 146k Cybertruck orders so far, with 42% choosing dual, 41% tri & 17% single motor
Elon Musk ha detto di avere ricevuto 200mila ordinazioni per il nuovo pick-up elettrico di Tesla.
Per quelli che lo vedono da sempre nei film e nelle serie tv è un simbolo piuttosto familiare, ma senza un adeguato contesto il cartello per segnalare il pericolo di radioattività rischia di essere indecifrabile. Lo hanno disegnato nel 1946 gli scienziati che lavoravano al Radiation Laboratory dell’università della California, a Berkeley. Come ha ricordato anni più tardi Nels Garden, che coordinava il gruppo di scienziati, il loro obiettivo era trovare un simbolo che «rendesse evidente la portata del pericolo e il tipo di attività condotta, ma che avesse un design semplice». Alla fine fu scelta una specie di trifoglio con un pallino al centro, che secondo Garden doveva rappresentare «la forza irradiata dall’atomo». In origine il trifoglio era violetto, e negli Stati Uniti capita ancora di vederlo di questo colore. Alla fine degli anni Cinquanta il simbolo venne adottato ufficialmente dall’ANSI (American National Standards Institute), l’organo del governo federale americano che si occupa di stabilire standard e norme tecniche, e successivamente un po’ in tutto il mondo. Nel 1975 è stato adottato dall’ISO, l’organizzazione internazionale che si controlla la gestione degli standard in tutto il mondo.
Da dove arriva il simbolo della radioattività. Se lo sono inventati a Berkeley nel 1946, ma in origine aveva un colore diverso.
Il mercato degli abiti da sposa è molto sviluppato e in tutto il mondo ci sono parecchie aziende che se ne occupano in modo esclusivo. Come per la moda tradizionale, anche per quella degli abiti da sposa esistono le stagioni, le tendenze, gli atelier più famosi e le fiere interamente dedicate alle novità: si tengono almeno due volte all’anno in città importanti per il settore, perché vi hanno sede marchi famosi o che vendono bene. Le fiere funzionano più o meno come le tradizionali settimane della moda, e vengono chiamate dagli addetti ai lavori Bridal Fashion Week, cioè Settimane della moda da sposa. Le più importanti e più frequentate da stampa e buyer (cioè i professionisti che decidono cosa comprare e poi rivendere nei negozi) sono quelle di New York e Barcellona. Si tengono due volte l’anno: in ottobre, quando vengono presentati i vestiti per l’autunno dell’anno successivo, e ad aprile con gli abiti per la primavera, quindi sempre con quasi un anno di anticipo. Ogni azienda ha un suo stand o spazio dedicato per proporre le proprie novità; quelli più grandi e conosciuti organizzano anche sfilate, che vengono spesso chiuse da modelle famose, proprio come accade per il prêt-à-porter o per l’alta moda.
Il business degli abiti da sposa. Qual è l'azienda più importante che li produce? E la città dove sono presentate le collezioni più apprezzate?.
Dorian Satoshi Nakamoto, l’ingegnere di 64 anni indicato da Newsweek come l’ideatore di Bitcoin, la più conosciuta e utilizzata valuta virtuale coniata e scambiata online (qui come funziona, qui a che cosa serve), ha assunto un avvocato e diffuso un comunicato per negare categoricamente di avere mai avuto a che fare con la progettazione del sistema che fa funzionare la moneta. Newsweek aveva pubblicato lo scoop a inizio marzo, nel primo numero della sua rivista, tornata a essere stampata su carta – oltre a esistere sul Web – dopo 15 mesi di riorganizzazione e di traversie economiche. L’articolo raccontava, attraverso la raccolta di numerose testimonianze, la storia di Nakamoto, un ingegnere di origini giapponesi che da anni vive in California, negli Stati Uniti. Secondo la rivista, l’uomo è lo stesso cui sono attribuite le prime intuizioni che portarono alla creazione di Bitcoin e di cui si sa solo che si chiama “Satoshi Nakamoto”. Il Nakamoto trovato da Newsweek aveva smentito di essere l’ideatore della valuta virtuale poche ore dopo la pubblicazione dello scoop, concedendo una lunga intervista a un giornalista di Associated Press. Nei giorni seguenti esperti di tecnologia e la comunità che usa i bitcoin espressero durissime critiche nei confronti dell’autrice dell’articolo, accusata di essere arrivata a conclusioni molto azzardate e di avere reso pubbliche informazioni sulla vita privata di una persona qualsiasi, che non immaginava di finire sotto l’attenzione dei media.
Altri guai per Newsweek. Il Satoshi Nakamoto di cui parlava lo scoop della rivista ha assunto un avvocato e smentito categoricamente di essersi inventato Bitcoin.
Anche per chi non si interessa di moda, gli Oscar sono un’occasione per vedere sfilare sul red carpet abiti più o meno scenografici che vengono commentati da esperti e gente comune, diventando protagonisti della cerimonia, dei trafiletti del giorno dopo e che in alcuni casi diventano memorabili. Ieri si è svolta la 89esima edizione degli Oscar, che è stata caratterizzata da una certa sobrietà, con abiti generalmente poco eccentrici o stravaganti ma semplicemente eleganti. Vogue, che è la rivista più autorevole nel campo, ha messo insieme i sette elementi ricorrenti, tra colori e stili, dei migliori abiti della cerimonia. Tra i più apprezzati ci sono quelli di Emma Stone, che ha vinto l’Oscar come miglior attrice per La La Land, e di Janelle Monae, nel cast sia di Moonlight (che ha vinto come miglior film dopo un bel guaio) che di Hidden Figures. Ci sono gonne ampissime e vestiti neri, perline, tanto bianco e un po’ di rosso. Metallics — silver and gold — and neutrals (black and white) have dominated this #Oscars. Call it no-risk red carpet.
7 cose di moda agli Oscar. Oro, bianco, rosso, gonne voluminose e le immancabili paillettes.
Netflix, il più famoso servizio di streaming a pagamento di film e serie tv, ha diffuso i dati raccolti in diversi paesi del mondo sugli episodi di varie famose serie tv “decisivi” per fare decidere agli spettatori di finire almeno la prima serie. Netflix ha preso in considerazione le prime stagioni di 25 serie tv: per ciascuna ha individuato la prima volta che il 70 per cento delle persone che ha visto un episodio ha poi continuato a vedere quella stessa serie fino alla fine della stagione. Per alcune serie tv l’episodio “decisivo” è arrivato molto presto. Per Breaking Bad, Sons of Anarchy e Scandal, per esempio, è il secondo. Altre serie tv ci hanno messo un po’ più di tempo a ingranare: il primo episodio “decisivo” di Mad Men è stato il sesto, mentre per How I Met Your Mother è stato l’ottavo (qui c’è la lista completa delle serie tv esaminate da Netflix). I dati diffusi da Netflix sono importanti anche perché sono fra i pochissimi che Netflix condivide con la stampa. (l’immagine si ingrandisce con un clic)
I dati di Netflix sull’episodio “decisivo” per finire una serie tv. Cioè quello che ci convince a finire la prima stagione: per "Breaking Bad" arriva molto presto, per "Mad Men" c'è da aspettare un bel po'.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
La madre dell’assassino. Marco Imarisio racconta gli sviluppi - ancora tragici - della storia dell'omicidio di Teresa Buonocore a Napoli.
Una grande scultura intitolata “Dirty Corner” dell’artista britannico Anish Kapoor, spesso descritta come “la vagina della regina”, che si trova nei giardini della reggia di Versailles, la storica residenza della monarchia francese, è stata vandalizzata sabato. È la seconda volta che succede dallo scorso giugno. La mattina di domenica 6 settembre l’opera è stata trovata coperta da scritte antisemite e contro la scultura stessa fatte con della vernice bianca: “La regina sacrificata, due volte oltraggiata”, “Il secondo stupro della nazione a causa dell’attivismo ebraico deviante”. Anish Kapoor, famoso scultore britannico, ebreo, nato in India nel 1954 e che da anni vive a Londra, ha per ora deciso di non rimuovere le scritte: «Sono convinto che non vada cancellato nessuno di questi insulti, di queste parole proprie dell’antisemitismo che si vorrebbe subito dimenticare. Ora queste parole infamanti sono parte della mia opera, la superano, la stigmatizzano in nome dei nostri principi universali. D’ora in poi, sfido i musei del mondo a mostrarla così com’è, portatrice dell’odio che ha attirato. Questa è la sfida dell’arte».
Le scritte contro la scultura di Anish Kapoor a Versailles. Vandali hanno attaccato con messaggi antisemiti e filomonarchici la "vagina della regina": ora l'autore vuole mantenerli.
L’aeroporto di Catania resterà chiuso anche oggi a causa di un’eruzione esplosiva in uno dei crateri dell’Etna. L’eruzione è cominciata mercoledì notte con una serie di esplosioni nel cratere Voragine, che hanno causato l’espulsione di cenere vulcanica – finita anche nei paesi limitrofi – e lapilli. Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’eruzione di questi giorni è il fenomeno esplosivo più forte avvenuto negli ultimi 20 anni. L’aeroporto di Catania era già stato chiuso al traffico diverse volte questa settimana. Le autorità aeroportuali hanno fatto sapere che non ci saranno nuovi voli almeno fino alle 19 di oggi. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto della nuova eruzione dell’Etna. È l'eruzione esplosiva più forte degli ultimi vent'anni: è cominciata mercoledì e sta costringendo l'aeroporto di Catania a rimanere chiuso.
Uno dei più famosi videogiocatori al mondo – Tyler Blevins, più conosciuto su Internet come “Ninja” – ha annunciato che non trasmetterà più le sue partite su Twitch, una piattaforma di streaming molto popolare di proprietà di Amazon, e che passerà a Mixer, una piattaforma analoga ma molto meno famosa di proprietà di Microsoft. Blevins, che ha 28 anni, è diventato famoso soprattutto grazie alle sue partite a Fortnite, il videogioco online più conosciuto degli ultimi anni. Il suo canale su Twitch era seguito da 14,7 milioni di persone e le visualizzazioni delle sue partite gli facevano guadagnare circa 500mila dollari al mese (450mila euro). Mixer era stata acquistata nel 2016 con l’intento di fare concorrenza a Twitch nel settore degli “e-sports”, ma finora non ha avuto molto successo: al momento ha solamente 69mila videogiocatori che trasmettono le proprie partite, contro il milione e mezzo di Twitch. In un comunicato successivo alla decisione di Blevins, Amazon ha detto: «Abbiamo amato vedere giocare Ninja su Twitch per anni e siamo orgogliosi di tutto quello che è riuscito a fare per sé, per la sua famiglia e per tutta la comunità dei videogiocatori. Gli auguriamo il meglio per le sue prossime imprese».
Uno dei più importanti videogiocatori al mondo cambierà la piattaforma su cui trasmette le sue partite in streaming: lascerà Twitch e passerà a Mixer.
Il Post ha seguito gli sviluppi della crisi politica di queste settimane – due mesi ormai, dalle elezioni – e in particolare degli ultimi giorni intorno alla presidenza della Repubblica con una linea che possiamo definire di spaesamento. In senso quasi letterale, di chi fatica a trovare un orientamento nel proprio paese. Abbiamo consegnato la formulazione di orientamenti e idee su quello che succedeva ai blogger del Post, che ne hanno espressi molti – tutti quanti con una loro quota di spaesamento – ma non abbiamo pubblicato, come in altre occasioni, pareri o auspici che rappresentassero il Post su quello che stava succedendo. C’è un dato di fatto, che molti dimenticano spesso, che è il risultato delle elezioni. Tre partiti che ottengono tutti e tre tra il 20 e il 25 per cento dei voti sono già una premessa problematica alla formazione di un governo: se ci aggiungete che uno dei tre non vuole governare con gli altri, e uno dei due non vuole governare col rimanente (almeno così diceva la sua leadership, e questo conta), l’ingovernabilità non diventa più un tema opinabile, ma una dimostrazione del fatto che esistono problemi che non hanno soluzione indolore. E questo problema – soprattutto per chi come noi pensa che un governo di PD e PdL insieme sia consegnato al fallimento e a guai peggiori – è uno di quelli: non ha soluzione indolore. L’unica soluzione è dolorosa – perché ha robuste controindicazioni – ed è che si fissino al più presto nuove elezioni per superare il dato di fatto.
Convalescenti. Si farà un governo, inevitabilmente: prima di un nuovo fallimento, stavolta fissiamo subito qual è il piano B.
Negli ultimi giorni sul vialetto che porta alla Fagianeria di Capodimonte, dove l’azienda sanitaria di Napoli ha allestito un centro vaccinale, si sono messe in coda pochissime persone rispetto alle ultime settimane. Medici e infermieri erano pronti ad accogliere migliaia di prenotati, ma in pochi si sono presentati e molti hanno rifiutato la somministrazione. Per questo l’azienda sanitaria venerdì 18 giugno ha chiuso gli hub alla Fagianeria di Capodimonte e al museo Madre. «Non perché manchino i vaccini, ma perché mancano le persone da vaccinare», ha spiegato Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl di Napoli. I dati di giovedì 17 giugno mostrano basse percentuali di adesione rispetto alle previsioni, sia agli open day organizzati per la somministrazione del vaccino AstraZeneca, sia per le normali vaccinazioni programmate con Pfizer-BioNTech: in totale sono state somministrate 5.396 dosi sulle 14.191 convocazioni in programma. Alla stazione Marittima, il punto vaccinale dove era stato allestito l’open day dedicato alle persone tra 60 e 79 anni, solo il 23 per cento dei prenotati ha accettato la prima dose: su 1.495 convocati ne sono stati vaccinati 342 e 1.153 hanno rifiutato oppure non si sono presentati.
A Napoli mancano le persone da vaccinare. Le prenotazioni sono passate da dodicimila a duecento al giorno e l'azienda sanitaria ha deciso di chiudere due punti vaccinali.
È uscito oggi su YouTube un video che racconta quello che succede sul set di Princess of China, la canzone dei Coldplay e Rihanna. La canzone è uscita il 17 aprile, ed è tratta dall’ultimo disco dei Coldplay “Mylo Xyloto”. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Sul set del nuovo video dei Coldplay e Rihanna. Trucco, prove e molto greenscreen per le riprese di Princess of China.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 6.659 casi positivi da coronavirus e 136 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 14.298 (612 in meno di ieri), di cui 1.805 nei reparti di terapia intensiva (55 in meno di ieri) e 12.493 negli altri reparti (557 in meno di ieri). Sono stati analizzati 153.900 tamponi molecolari e 140.786 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 4,1 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,2 per cento. Nella giornata di venerdì i contagi registrati erano stati 7.555 e i morti 182. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (1.154), Campania (946), Lazio (621), Puglia (567), Sicilia (557).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, sabato 15 maggio.
La Corte di Appello di Roma ha deciso che le giornaliste Concita De Gregorio e Maria Grazia Gerina, ex direttrice e giornalista dell’Unità, non dovranno risarcire Antonio Angelucci, imprenditore ed ex deputato del Popolo della Libertà e di Forza Italia, per sei articoli pubblicati sul giornale nel 2009. Angelucci, che aveva chiesto 20 milioni di euro di risarcimento, è stato anche condannato a pagare le spese di giudizio. Nella sentenza di primo grado il giudice aveva ritenuto diffamatorio solo uno dei sei articoli. Come ha spiegato Repubblica, gli articoli avevano a che fare con due inchieste sulla Regione Lazio: «La prima (della procura di Roma) sulle trattative per vendere ai giornali il video girato dai carabinieri che ritraeva il governatore Piero Marrazzo in compagnia della trans Natalie. La seconda (della procura di Velletri), nei confronti di Angelucci, che in quanto editore avrebbe fatto un uso strumentale dei suoi giornali per ottenere guadagni con le attività delle case di cura Tosinvest».
La Corte di Appello ha dato ragione alle giornaliste Concita De Gregorio e Maria Grazia Gerina in un processo contro l’imprenditore Antonio Angelucci.
Nell’AppStore, il negozio online di Apple per l’iPhone, ci sono oltre 300 mila applicazioni e per provarle tutte ci vorrebbero pazienza, denaro e un centinaio di anni, ipotizzando di dedicare tre minuti a ogni app. Bob Tedeschi, uno degli esperti di tecnologia del New York Times, ha però stilato a suo sindacabilissimo giudizio la lista delle dieci applicazioni che proprio non possono mancare in un iPhone, con una condizione iniziale: Non vedrete Twitter, Slacker o Facebook, tra le varie applicazioni, in questa lista. Benché io li trovi indispensabili, questi servizi non esistono solamente sui telefonini. Per realizzare la mia Top 10, un’applicazione deve offrire un’esperienza che non puoi avere sul computer, qualcosa – in parole povere – che consente allo smartphone stesso di esprimere il proprio meglio.
Le 10 applicazioni “indispensabili” per iPhone. Il New York Times ha messo insieme il suo elenco ideale scegliendo tra le altre Hipstamatic, Google, Star Walk e i pennuti esplosivi.
Nella sezione di Reddit dedicata a “No Man’s Sky“, il “videogioco con dentro l’universo“, c’è un contatore che al momento mostra il numero “93”. Sono i giorni trascorsi dall’ultimo messaggio pubblicato da Sean Murray, fondatore di Hello Games, la società che ha prodotto “No Man’s Sky”. Murray non comunica in pubblico dalla fine dello scorso agosto, quando “No Man’s Sky” è uscito, deludendo le aspettative delle migliaia di fan che avevano investito sin dall’inizio nello sviluppo del gioco (spesso acquistandone copie mesi prima del rilascio ufficiale). “No Man’s Sky” è stato probabilmente uno dei videogiochi più attesi del 2016, soprattutto per via della sua vastità. Il gioco permette l’esplorazione di oltre 18 miliardi di miliardi di pianeti, generati da uno speciale algoritmo in grado di rendere ogni pianeta unico in termini di struttura, geografia, flora e fauna. Tecnicamente “No Man’s Sky” è un sandbox, cioè un videogioco in cui non c’è una trama lineare e una fine prestabilita. In teoria è possibile andare avanti all’infinito, esplorando mondi, studiando specie aliene e migliorando il proprio equipaggiamento. Esiste uno scopo nel gioco, raggiungere il centro della galassia, ma con 18 miliardi di miliardi di pianeti da esplorare non è un obiettivo facile da raggiungere (e nulla impedisce di continuare a esplorare anche dopo averlo raggiunto).
La triste fine di “No Man’s Sky”. Uno dei videogiochi più attesi e discussi degli ultimi mesi non piace quasi a nessuno, ma la sua storia ha già cambiato un pezzo del settore.
Oggi, venerdì 15 marzo, si insediano le nuove camere della XVII legislatura della Repubblica italiana, quelle elette nelle politiche dello scorso febbraio. Come seguire i lavori La Camera si riunisce a partire dalle 10.30, i lavori si possono seguire in streaming qui. Il Senato si riunisce a partire dalle 11, i lavori si possono seguire in streaming qui. Il Post seguirà la giornata con un liveblog.
Guida alla giornata in Parlamento. Le cose fondamentali da sapere, ché si ricomincia: oggi si riuniscono le nuove camere e si inizia a votare per eleggerne i presidenti.
Il quarto disco degli Arctic Monkeys, la band di Sheffield che è arrivata al numero uno delle classifiche britanniche con tutti e tre i discihi precdenti, uscirà il 6 giugno e si chiamerà Suck it and see. Il primo singolo (dopo un’anteprima di “Brick by brick”) si chiama Non ti sedere perché ti ho spostato la sedia (però in inglese: “Don’t Sit Down ‘Cause I’ve Moved Your Chair”) e si può ascoltare online da oggi: sarà messo in vendita in vinile il 16 aprile per partecipare al “Record store day”
La nuova canzone degli Arctic Monkeys. Parla di togliere la sedia da sotto ma poi avere degli scrupoli: il nuovo disco esce il 6 giugno.
Il 1° marzo 2017 la Scuola Holden di Torino ha aperto le selezioni per gli studenti che frequenteranno i suoi corsi di “Storytelling & Performing Arts” nel biennio 2017/19. Si possono iscrivere al test di ammissione – con un modulo disponibile dal sito della scuola – studenti tra i 18 e i 30 anni, italiani e stranieri. La Scuola Holden è stata fondata nel 1994 dallo scrittore Alessandro Baricco: all’inizio era una scuola di scrittura e la frequentavano studenti che aspiravano a diventare scrittori, ma ha successivamente esteso le sue discipline e da quattro anni si è trasferita in una sede più grande e ospita corsi rivolti alla formazione di sceneggiatori, registi, giornalisti, videomaker e autori e narratori in genere. I percorsi di studio (College nel gergo della Holden) per i prossimi due anni saranno 7 e i posti disponibili sono 170 posti: ogni candidato dovrà fare un test di ammissione. Le selezioni sono aperte fino al 30 settembre. #EmozioniCondivise che durano due anni: sono aperte le iscrizioni ai test d'ammissione al Biennio 2017/2019! >> https://t.co/jImvxlMFnJ pic.twitter.com/rrkynjhDaS
La Scuola Holden arruola per il nuovo biennio. Ci sono sette corsi diversi (per diventare scrittori, registi, giornalisti), 170 posti e tra i nuovi insegnanti Oscar Farinetti.
“Pesce d’aprile” è l’espressione con cui tradizionalmente definiamo lo scherzo che si compie il primo giorno di aprile, il “giorno degli scherzi”. Nella maggior parte delle culture antiche, nello stesso periodo del nostro “pesce d’aprile”, si tenevano riti o feste di “rinascita” per festeggiare la fine della stagione invernale e l’inizio della stagione primaverile, feste a cui il “giorno degli scherzi” sembra collegato. L’Encyclopædia Britannica individua alcune possibili origini di questa tradizione in quella romana e in quella indiana. Nell’antica Roma la fine di marzo era il periodo delle feste di Hilaria – in onore della dea Cibele, la “grande madre”, dea della terra – che avevano il loro culmine il 25 marzo, giorno dedicato ai festeggiamenti per la resurrezione del dio Attis, mentre la tradizione indiana alla fine del mese di marzo celebrava la festa di Holi, conosciuta anche come festa dei colori. Entrambe le feste sancivano il passaggio dall’inverno alla primavera, festeggiandolo come una rinascita.
Da dove arriva il “pesce d’aprile”. Oggi è tradizionalmente il "giorno degli scherzi", che ha una storia antichissima con in mezzo l'equinozio di primavera, il cambio del calendario nel XVI secolo e il primo dell'anno.
Sabato il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato le nuove ordinanze che prevedono che da domenica 17 gennaio Lombardia, Sicilia e provincia autonoma di Bolzano diventeranno zone rosse, e quindi con le misure più rigide per contenere l’epidemia da coronavirus. Diventeranno invece zona arancione altre 12 regioni: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Val d’Aosta (precedentemente gialle), ed Emilia-Romagna, Calabria e Veneto (che erano già arancioni). Rimarranno in zona gialla soltanto Basilicata, Campania, Molise, Sardegna, Toscana e provincia autonoma di Trento. !function(){"use strict";window.addEventListener("message",(function(a){if(void 0!==a.data["datawrapper-height"])for(var e in a.data["datawrapper-height"]){var t=document.getElementById("datawrapper-chart-"+e)||document.querySelector("iframe[src*='"+e+"']");t&&(t.style.height=a.data["datawrapper-height"][e]+"px")}}))}();
I nuovi colori delle regioni. Il ministero della Salute ha deciso che Lombardia, Sicilia e provincia di Bolzano saranno “zona rossa”, altre 12 regioni “arancione”.
Ieri c’è stato un nuovo naufragio di un gommone di migranti al largo delle coste della Libia. Sul posto è intervenuta la nave Aquarius della ong SOS Méditerranée, che ha soccorso 83 persone. Due donne sono state recuperate in gravi condizioni e sono morte poco dopo. Secondo le prime testimonianze dei sopravvissuti, ci sono almeno una ventina di dispersi. «Abbiamo affrontato un salvataggio molto critico», ha spiegato a Repubblica Klaus Merkle, capo delle operazioni dell’Aquarius: «quando i nostri mezzi sono arrivati il gommone era già sgonfio da un lato e c’erano persone in acqua. Alcuni avevano già perso conoscenza quando sono stati recuperati». L’equipaggio dell’Aquarius ha raccontato inoltre che poche ore prima era stata allontanata da un’altra operazione di soccorso dalla Guardia Costiera Libica, che negli ultimi mesi si è fatta molto aggressiva con le navi delle ong.
Ieri c’è stato un altro naufragio al largo della Libia: ci sono due morti e una ventina di dispersi.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, ci si iscrive qui. C'è un nuovo documentario sui Bee Gees, il 12 dicembre. Aaron Dessner dei National ha preso Justin Vernon dei Bon Iver, un po' di amici, e una bella canzone di Aimee Mann e ne ha fatto una delle cose migliori della campagna elettorale americana, all'ultimo momento. E si è fatta viva anche Tracy Chapman, per cantare di andare a votare; anche se il testo della sua famosa canzone fa l'effetto che fa, con la candidatura Biden. Ma ci si accontenta. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone dei Tears for Fears. Su quegli ultimi momenti prima della fine, ma mano nella mano e ascoltando la nostra band preferita.
Martedì 13 dicembre alle 11 ci sarà una seduta straordinaria del Consiglio di amministrazione della RAI, e l’ordine del giorno della seduta prevede (secondo quanto detto da “una fonte vicina alla presidenza dell’azienda” a Reuters e riportato anche da altri giornali) che si parli degli “esiti dell’udienza preliminare della vicenda del direttore del Tg1, provvedimenti di nomina correlati, varie ed eventuali”. L’attuale direttore del Tg1 Augusto Minzolini è stato rinviato a giudizio con l’accusa di peculato lo scorso 6 dicembre, per una storia che riguarda l’utilizzo improprio di una carta di credito della RAI. I giornali dicono che è difficile che dopo la seduta il direttore del Tg1 Augusto Minzolini rimanga al suo posto e danno per certa la sua sostituzione. Come ricorda il Corriere, la legge 97 del 2001 prevede che il dipendente pubblico (o di un’azienda posseduta in maggioranza dallo stato, come la RAI) che viene rinviato a giudizio per uno dei reati contro la pubblica amministrazione (come il peculato o la corruzione) venga trasferito “a un ufficio diverso da quello in cui prestava servizio al momento del fatto, con attribuzione di funzioni corrispondenti, per inquadramento, mansioni e prospettive di carriera, a quelle svolte in precedenza”. Il provvedimento viene annullato nel caso di assoluzione anche non definitiva.
Il futuro di Minzolini. Martedì prossimo il CdA RAI dovrebbe trasferire ad altro incarico il direttore del Tg1, rinviato a giudizio per peculato.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui: e qui ce ne sono alcune altre accessibili a tutti. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: invece qui sotto, online sul Post per gli abbonati, c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Lou Reed e John Cale. Una conversazione tra Lou Reed, John Cale ed Andy Warhol, che ad ascoltarla ci si sente pure un po' indiscreti.
La nota azienda di lingerie Victoria’s Secret, che ha contribuito a delineare canoni di bellezza stereotipati e legati ai desideri maschili, sta cercando di rinnovare completamente la sua immagine e di diventare più attenta e inclusiva. Per questo ha deciso di non avere più come testimonial le modelle magrissime e bellissime che venivano soprannominate “angeli”, ma persone famose per i loro successi anziché per le loro forme, comprese donne gay e transgender, come per esempio la calciatrice e attivista per i diritti LGBT+ Megan Rapinoe o l’attrice e imprenditrice indiana Priyanka Chopra Jonas, che oltre a fare da testimonial avranno anche un ruolo di consulenza. L’enorme successo che ha ottenuto Victoria’s Secret negli ultimi decenni è stato determinato proprio dagli stereotipi di bellezza e sensualità che adesso sembra volersi lasciare alle spalle per promuovere invece il cosiddetto empowerment femminile. Oltre alle testimonial, è stato rinnovato anche il consiglio di amministrazione dell’azienda, che sarà composto quasi esclusivamente da donne.
Victoria’s Secret non avrà più le sue “Angels”. Cioè le sue famose modelle, da tempo criticate per la bellezza stereotipata: saranno sostituite da nuove testimonial.
Sabato 6 gennaio una donna di 31 anni, Paola Manchisi, è stata trovata morta nella sua casa di Polignano a Mare, in provincia di Bari. Pesava meno di trenta chili, non usciva da almeno quattordici anni e il suo corpo è stato trovato tra sporcizia, insetti, cibo avariato e feci. I genitori ora sono indagati per abbandono di incapace aggravato dalla morte: secondo quanto scoperto finora dagli investigatori, la famiglia si sarebbe rifiutata per anni di ottenere assistenza dai servizi sociali. Della vita di Paola Manchisi si hanno poche notizie: viveva in centro, a pochi passi dal Municipio, con il fratello più piccolo di un anno e i genitori (il padre agricoltore e la madre casalinga, dice la Stampa). Una sua ex compagna di classe ha raccontato a diversi giornali che Paola era una ragazza normale fino al quarto anno di scuola superiore: frequentava l’Istituto Tecnico a Monopoli, in provincia di Bari, ma non si è diplomata. All’inizio del quinto anno decise di interrompere gli studi e ogni rapporto con l’esterno. Da quel momento in poi non si sa più niente.
La brutta storia di Paola Manchisi. Una donna rimasta chiusa in casa a Polignano a Mare per 14 anni è stata trovata morta in pessime condizioni qualche giorno fa, ora i genitori sono indagati.
14.37 – Marina militare, Vigili del fuoco e Capitaneria di porto hanno condotto in questi giorni diverse ricerche per trovare eventuali dispersi in mare dopo il naufragio della Costa Concordia. Il tratto di mare scandagliato è pari a circa 32 chilometri quadrati. 13.25 – L’inizio delle operazioni di estrazione del carburante dai serbatoi della Costa Concordia potrebbe essere rinviato da domani a domenica. Ci sono alcuni lievi ritardi tecnici dovuti alla messa a punto dei sistemi che dovranno aspirare il carburante e sostituirlo con acqua marina, per evitare che la nave perda stabilità.
Costa Concordia, arrivano i risarcimenti. Ogni passeggero riceverà 11mila euro di indennizzo e rimborso, hanno stabilito le associazioni dei consumatori e Costa Crociere (liveblog).
Il comitato che aveva avviato una raccolta fondi per sostenere i bambini stranieri a Lodi esclusi dalle mense scolastiche ha invitato a smettere di mandare soldi, perché ha raggiunto l’obiettivo che si era posto. Da giorni i giornali nazionali stanno raccontando gli effetti di una delibera approvata dalla sindaca di Lodi, eletta dalla Lega, che di fatto esclude i figli dei residenti stranieri dalle agevolazioni per le mense e gli scuolabus. Gli organizzatori del comitato, che si chiama Coordinamento Uguali Doveri ed è attivo a Lodi da diversi anni, hanno annunciato di aver raccolto almeno 60mila euro, una cifra che permetterà loro di coprire le mancate agevolazioni che fino all’anno scorso erano garantite dal Comune per i prossimi due mesi: «a oggi, siamo sicuri di poter garantire l’accesso a tutti i bambini lodigiani esclusi dai servizi scolastici almeno fino a fine dicembre 2018, data in cui speriamo che il ricorso presentato al Tribunale di Milano contro il Comune di Lodi avrà annullato questa discriminazione», hanno scritto su Facebook: «Nel caso a gennaio fosse necessario altro supporto, rilanceremo l’iniziativa».
Il comitato che aveva avviato una raccolta fondi per sostenere i bambini stranieri a Lodi ha invitato a smettere di mandare soldi, perché ha raggiunto l’obiettivo.
«Da almeno dieci anni sono onnipresenti, indossati da tutti, dalle popstar ai politici». Così scriveva il Guardian poco più di un anno fa a proposito dei jeans skinny, attillati, che però adesso secondo una nuova ricerca di mercato condotta negli Stati Uniti e in Canada sono in forte calo di vendite tanto che il New York Magazine si chiede se per questo tipo di pantaloni non si stia «avvicinando la fine». E non è una questione da sottovalutare, rispetto all’industria della moda e dell’abbigliamento. (Come ti vesti? Normcore)
Passano di moda i jeans attillati. Dopo un decennio di dominio sulle abitudini dei clienti e sul business dell'abbigliamento, le cose stanno cambiando, con ricadute commerciali estese.
Claudio Durigon, sottosegretario al ministero dell’Economia della Lega, ha annunciato giovedì sera le sue dimissioni. L’annuncio arriva a seguito di alcuni giorni di polemiche, dopo che lo scorso 4 agosto, durante un comizio elettorale a Latina, Durigon aveva proposto di revocare l’intitolazione del parco comunale ai giudici uccisi dalla mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e di tornare a intitolarlo, come in passato, ad Arnaldo Mussolini, il fratello minore di Benito Mussolini. Diversi partiti, tra cui PD, LeU e M5S, avevano a quel punto chiesto le sue dimissioni, che sono arrivate giovedì, dopo molte resistenze. Durigon ha presentato le dimissioni in una lunga lettera, nella quale ha scritto di aver commesso degli errori di comunicazione e di non riconoscersi in alcun modo «nell’identità fascista». Si è detto dispiaciuto che le sue parole, «lette e interpretate frettolosamente e superficialmente, abbiano potuto portare qualcuno a insinuare» che per lui «la lotta alla mafia non sia importante». Di qui, «le scuse alle famiglie Falcone e Borsellino, e a quelle degli agenti di scorta» che furono uccisi negli attentati di mafia.
Claudio Durigon si è dimesso. Da sottosegretario all'Economia, dopo una lunga polemica sull'intitolazione di un parco di Latina al fratello di Mussolini.
Inizierà oggi alla Camera la discussione sulla nuova legge elettorale che, secondo i giornali, dovrebbe essere approvata definitivamente entro la prima settimana di luglio: è la legge basata sul cosiddetto “sistema tedesco”, anche se di tedesco le è rimasto oramai ben poco; una legge proporzionale ma con un macchinoso meccanismo maggioritario di selezione dei candidati. Chi vince le elezioni? Il meccanismo della nuova legge elettorale è essenzialmente proporzionale: significa che ogni partito che riesce a superare la soglia di sbarramento – fissata al 5 per cento tranne che per i rappresentanti delle minoranza linguistiche – riceve un numero di seggi proporzionale ai voti che ottiene. Se un partito conquista il 30 per cento dei voti, avrà quindi il 30 per cento dei seggi: o forse qualcosa in più, visto che i voti di chi non raggiunge la soglia di sbarramento vengono redistribuiti tra gli altri partiti. Per i nerd di sistemi elettorali: il sistema di calcolo utilizzato è il cosiddetto “metodo dei quozienti interi e dei più alti resti“.
La nuova legge elettorale spiegata nel modo più semplice possibile. Sembra che andremo a votare con un macchinoso sistema che combina proporzionale e maggioritario; oggi se ne discuterà alla Camera.
In Italia si è tornati a parlare di legge sulle unioni civili e diritti alle coppie di fatto. Lo si è fatto in un modo piuttosto italiano – cioè in una serie di inutili e pretestuose polemiche agostane – ma è già qualcosa, visto che negli ultimi due anni il tema era stato praticamente cancellato dall’agenda politica di questo paese. Pochi giorni fa il deputato Benedetto Della Vedova, finiano ed ex radicale, aveva detto che il neonato gruppo di Futuro e libertà avrebbe provato a rilanciare in parlamento una proposta di legge sulle coppie di fatto. «È assolutamente grottesco», ha detto Della Vedova, «che l’Italia resti l’ultimo paese d’Europa che non ha una legge civile sulle coppie di fatto anche gay». Sono seguite le scontate e rituali scomuniche da parte di Gasparri, Giovanardi e Binetti, ma Della Vedova ha promesso un’iniziativa parlamentare al ritorno delle vacanze e quindi staremo a vedere. Ne approfittiamo intanto per un riepilogo generale delle soluzioni discusse in Italia fino a questo momento per affrontare e risolvere la questione.
La legge che non arriva mai. Si torna timidamente a discutere di unioni civili: la prima proposta in Italia risale al 1986, da allora non è cambiato granché.
Negli ultimi giorni si è tornati a parlare dell’ineleggibilità di Silvio Berlusconi alla carica di parlamentare. La questione è attualmente all’esame della giunta delle elezioni del Senato, che deve esprimersi sulla base di una legge del 1957: già tre volte, nelle scorse legislature, le giunte parlamentari la hanno interpretata a favore di Berlusconi, ma dopo le ultime elezioni qualcosa potrebbe essere cambiato negli equilibri politici (in particolare vista la posizione del M5S) e la decisione della giunta sembra più incerta. Sabato 13 luglio alcuni giornali hanno dato molto rilievo a una proposta del PD sulla questione, un disegno di legge presentato alcuni giorni fa: molti con accento critico, presentandola come un’iniziativa per salvare Berlusconi.
La proposta del PD sull’ineleggibilità. Che non piace a molti, anche se elimina alcune ambiguità della legge del 1957: quella su cui si deve esprimere la giunta per le elezioni a proposito di Berlusconi.
L’Internet Corporation for Assigned Names and Numerbs (ICANN), l’organizzazione senza scopo di lucro che coordina la gestione della Rete, ha fissato per oggi una conferenza stampa dove sarà discussa l’imminente fine dell’Internet Protocol Version 4 (IPv4), il sistema fino a ora utilizzato per l’assegnazione e la gestione degli indirizzi numerici che servono a ogni dispositivo per collegarsi alla Rete e interagire con gli altri dispositivi. Della fine degli indirizzi IPv4 si parla da anni, così come dell’adozione del nuovo standard IPv6 che consente di avere a disposizione un numero superiore di indirizzi numerici, ma fino a ora società e organizzazioni hanno fatto poco per recepire il nuovo sistema. Attualmente, per ritrovarsi online, comunicare tra loro e scambiare dati, i computer e gli altri dispositivi utilizzano un numero (IP) formato da un massimo di quattro triplette di numeri, come ad esempio 195.43.189.240, che possono andare dal valore “0” a “255” e che occupano 32 bit. Il sistema consente di realizzare molte combinazioni e quando è stato adottato nel 1980 sembrava potesse durare a lungo grazie agli oltre quattro miliardi di indirizzi disponibili, ma la Rete è cresciuta rapidamente e il numero di dispositivi collegati si è moltiplicato esponenzialmente negli ultimi anni, come spiega l’Economist.
Internet è a corto di indirizzi IP. Sì, lo si dice da una vita: stavolta però sul serio.
Nella notte di martedì 15 ottobre, il Consiglio dei ministri ha approvato la legge di stabilità e il bilancio di previsione dello stato per il triennio 2014 – 2016, tra le norme più importanti per determinare quali spese potranno essere affrontate nei prossimi anni e in quali ambiti. Molte delle cose nella legge di stabilità erano state anticipate nei giorni scorsi dai giornali, ma ce ne sono anche di nuove non previste (non ci sono i tagli alla sanità ipotizzati dalla stampa il giorno prima). Oltre a una ulteriore razionalizzazione della spesa, il Consiglio dei ministri ha previsto meccanismi per alcuni sgravi fiscali, ma anche l’introduzione di alcune nuove imposte. Durante una conferenza stampa, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha anche annunciato che le elezioni saranno accorpate in un unico giorno, la domenica, per risparmiare circa un centinaio di milioni di euro. È bene ricordare che la legge di stabilità è un insieme di intenti del governo, che dovranno essere comunque discussi, probabilmente modificati e approvati dal Parlamento nelle prossime settimane. 1. La legge di stabilità prevede interventi per 11,6 miliardi di euro nel 2014, complessivamente per 27,3 miliardi di euro nel triennio che termina nel 2016.
La legge di stabilità, in 20 punti. Dalle tasse, agli incentivi, alla banda larga, ai tagli alla sanità minacciati che non ci sono.
La cerimonia di premiazione degli Oscar è finita con un guaio che si ricorderà a lungo: prima è stato annunciato La La Land come vincitore dell’Oscar per il Miglior film (il più importante) ma è poi stato detto che si trattava di un errore e quell’Oscar doveva andare a Moonlight di Barry Jenkins. La La Land ha comunque vinto sei Oscar (compresi quelli per la regia, la fotografia e la Miglior attrice protagonista: Emma Stone); Moonlight ne ha vinti tre (Miglior film, Miglior sceneggiatura originale e Miglior attore non protagonista: Mahershala Ali) e sia Manchester by the sea che La battaglia di Hacksaw Ridge ne hanno vinti due. I due italiani Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini hanno vinto il premio per il Miglior trucco e acconciatura col film Suicide Squad, mentre il regista iraniano Asghar Farhadi non era presente per ritirare il premio Oscar per il Miglior film straniero (Il cliente) per protesta contro il “muslim ban” deciso qualche settimana fa dall’amministrazione Trump, e che lui ha definito «disumano». Il finale degli Oscar di quest’anno è stato decisamente atipico – e sarà ricordato a lungo – ma come al solito anche prima ci sono stati momenti e discorsi che si sono fatti notare. Abbiamo raccolto i più rilevanti o divertenti, per chi stanotte ha preferito dormire e non riuscirebbe comunque a trovare tre e passa ore per riguardarsi tutta la cerimonia.
I migliori momenti degli Oscar. Le cose rilevanti e divertenti della notte degli Oscar, per chi stanotte ha preferito dormire: il meglio è arrivato alla fine, ma anche prima ne sono successe.
Oggi è la giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il 20 novembre del 1989, infatti, l’Assemblea Generale dell’ONU a New York approvò la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il primo trattato internazionale giuridicamente vincolante ad affermare i diritti di tutti i bambini. In Italia la convenzione fu ratificata nel 1991. La Convenzione introdusse l’idea del bambino come soggetto di diritti invece che come mero oggetto di tutela e protezione e affiancò a diritti universalmente riconosciuti e sanzionati (quali il diritto al nome, alla sopravvivenza, alla salute, all’istruzione), una serie di diritti di nuova generazione (come il diritto all’identità legale del bambino, il rispetto della sua privacy, della sua dignità e della libertà d’espressione).
Che cos’è la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia? oggi è la giornata mondiale dedicata a bambini e adolescenti, 21 anni fa un trattato ONU ne riconosceva i diritti universali.
Il film Hustlers, che ha per protagonista Jennifer Lopez e che parla di quattro spogliarelliste che organizzano una truffa ai danni di alcuni ricchi clienti, è stato vietato in Malesia per il suo contenuto «eccessivamente osceno». La decisione è stata presa dalla Commissione per la censura cinematografica malese, che ha ritenuto i balli erotici e le scene in cui compaiono droghe e seni nudi «non adatte alla proiezione al pubblico». Il film è distribuito in Malesia da Square Box Pictures, che ha confermato il divieto su Twitter. Nel film, recitano anche Constance Wu, Julia Stiles, Lizzo e Cardi B; è ispirato a una storia realmente accaduta a New York e raccontata in un articolo pubblicato dal New York Magazine nel 2015.
La Malesia ha vietato la proiezione del film “Hustlers”, con Jennifer Lopez, perché «eccessivamente osceno».
Sono stati annunciati i vincitori della 60esima edizione del World Press Photo (WPP), il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, organizzato dall’omonima fondazione olandese dal 1955. Quest’anno sono state sottoposte alla giuria più di 80mila foto, scattate da 5.034 fotografi. Il premio principale, il World Press Photo of the Year, è stato vinto dal fotografo turco Burhan Ozbilici dell’agenzia Associated Press per la fotografia che si intitola Un assassinio in Turchia, di cui si parlò molto quando venne scattata: mostra l’attentatore Mevlüt Mert Altıntaş subito dopo aver ucciso l’ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov, a una mostra d’arte a Ankara, il 19 dicembre 2016. Per l’intero servizio – la storia la completa la trovate qui – Ozbilici ha vinto anche il primo premio nella categoria Spot News, Storie. Mary F. Calvert, che fa parte della giuria, ha detto che la foto vincitrice rappresenta al meglio il significato e la definizione del World Press Photo: «È stata una decisione molto molto difficile, ma alla fine abbiamo ritenuto che la foto dell’anno fosse un’immagine esplosiva che parlasse davvero dell’odio dei nostri tempi. Ogni volta che arrivava sullo schermo dovevi quasi spostarti indietro, tanto è forte quell’immagine».
I vincitori del World Press Photo 2017. Le foto del più importante premio di fotogiornalismo al mondo.
Su Repubblica di mercoledì Paolo Legrenzi ha spiegato con degli esempi familiari un po’ di questioni che riguardano – detto in estrema sintesi – l’eterno dilemma dell’uovo oggi o la gallina domani (o lascia o raddoppia): la principale delle quali è la nostra inclinazione a correre rischi solo se spronati dall’eventualità di una perdita piuttosto che da quella di un guadagno. Le versioni televisive sono tante, ma la struttura del gioco è sempre la stessa, ed è semplice. Ci sono dei premi in denaro, grandi e piccoli (tipicamente da mezzo milione a pochi euro), e molti pacchi. Il concorrente apre un pacco alla volta. Via via che si va avanti nel gioco, le possibilità si riducono. Immaginiamo che, alla fine, un concorrente sia rimasto con due pacchi. Uno contiene 200mila euro e l’altro è vuoto. Il concorrente, non sapendo dov’è il premio, deve affrontare un dilemma. Continuare e aprire ancora un pacco, sperando che sia quello con 200mila euro, oppure abbandonare il gioco, accontentandosi di una cifra sicura offerta dal presentatore. Ho detto accontentarsi perché la cifra offerta è sempre inferiore a quella che si otterrebbe giocando molte volte. In questo esempio si tratta esattamente di 100mila euro. Giocando più volte, infatti, una volta si vincono 200mila euro, e una volta non si vince nulla, ottenendo in media 100mila euro. È questo il prezzo “giusto” della scommessa che facciamo sull’immediato futuro. E tuttavia i concorrenti sanno che possono giocare una sola volta, e non per mille sere di fila. Succede così che le persone tendono a preferire una vincita sicura, per esempio 65mila euro, rispetto a una possibilità su due di vincerne 200mila. Il concorrente sa già a che cosa gli servono quei 65mila euro. Certo, se vincesse un premio tre volte maggiore, potrebbe fare più cose, ma non vuole correre il rischio, ben più grave, di restare a secco. Questo risultato è ovvio. L’unico brivido, ed è quello su cui si basa il gioco, consiste nel constatare di quanto può scendere la cifra sicura, quella di cui il concorrente si accontenta. Voi che cosa fareste, nel caso appena descritto, se vi offrissero 50mila euro sicuri, cioè la metà del prezzo giusto giocando molte volte? Sarebbero sufficienti per smettere e tornare a casa senza rimpianti? E se fossero solo 20mila?
Pacchi, uova e galline. Paolo Legrenzi spiega su Repubblica come la scelta in "Affari tuoi" sia esemplare di molte cose, e come abbiamo paura di perdere più che voglia di vincere.
Il canto lirico è una di quelle forme tradizionali di espressione artistica che – pur piacendo solo a un contenuto numero di persone – si è diffusa in tutto il mondo, anche molto lontano dai paesi in cui si è sviluppata. Per esempio in Mongolia, da cui arrivano molti cantanti d’opera talentuosi. Nel 2017 un cantante mongolo, il 29enne Ariunbaatar Ganbaatar, ha vinto uno dei premi del concorso di canto lirico “BBC Cardiff Singer of the World”; in finale c’era anche un altro cantante mongolo, il tenore 27enne Batjargal Bayarsaikhan. Nel 2015 sempre Ganbaatar aveva vinto il primo premio per i concorrenti maschili del Concorso internazionale Čajkovskij, uno dei più prestigiosi concorsi per musicisti classici al mondo. Del 2015 è anche la prima partecipazione di un cantante mongolo al “BBC Cardiff Singer of the World”: Amartuvshin Enkhbat, che arrivò in finale e che quest’estate ha interpretato Rigoletto nell’omonima opera di Giuseppe Verdi durante l’Opera Festival 2017 all’Arena di Verona, e più di recente al Teatro Carlo Felice di Genova. Anche Enkhbat, che ha 31 anni, è un baritono, cioè un cantante con una estensione vocale intermedia tra quelle di basso, più grave, e tenore, più acuta.
È un gran momento per la musica lirica in Mongolia. Giovani baritoni e tenori mongoli si stanno facendo notare in tutto il mondo: un po' è merito dell'Unione Sovietica, un po' di una vecchia tradizione.
Nel suo monologo a Vieni via con me, la trasmissione preparata insieme a Fabio Fazio andata in onda ieri su Rai Tre, Roberto Saviano ha parlato di Giovanni Falcone. Destinato soprattutto ai giovani, con l’aiuto di articoli e filmati dell’epoca ha ricordato come, al contrario dell’immagine che se ne ha adesso, il magistrato venne isolato e lasciato solo — da politici, giornalisti e cittadini — per il suo lavoro contro la mafia.
Saviano ricorda Falcone. Il monologo dello scrittore sul magistrato e la "macchina del fango", a "Vieni via con me".
Il primato del ministero più inutile della storia repubblicana ce l’ha già, Aldo Brancher: sconfessato da tutti, ancora incapace di illustrare concretamente le sue deleghe e le materie di sua competenza. A questo record potrebbe aggiungersene presto un altro: quello di ministro dalla vita più breve in un governo. Ieri infatti il ministro senza portafoglio e senza deleghe ha avuto un lungo incontro con Silvio Berlusconi. Secondo Repubblica, “oggetto del colloquio” sono state “proprio le sue dimissioni”. Decisione che potrebbe maturare nei prossimi giorni. Se non già domani, quando Brancher dovrebbe rivedere il Cavaliere a Milano. Dunque è possibile un passo indietro prima del voto alla Camera sulla sfiducia personale in calendario per giovedì prossimo. E prima dell’udienza del processo Antonveneta-Bpi di lunedì nel quale è accusato di appropriazione indebita e ricettazione. Anche se in serata lo stesso ministro al Decentramento ha smentito l´ipotesi: «Non ho mai parlato di passi indietro».
Te ne vai di già? lunga conversazione ieri del ministro Brancher con Berlusconi. Di che hanno parlato? Secondo i giornali, delle sue dimissioni.
Alle elezioni amministrative che si sono tenute domenica 31 maggio – oltre alle regionali – e in alcuni comuni anche la mattina di lunedì primo giugno, ha votato il 64,94 per cento degli elettori e delle elettrici (alle regionali il 53,90). Sono andati al voto più di mille comuni, compresi 17 capoluoghi di provincia. In diverse città non c’è ancora un vincitore e si andrà al ballottaggio il prossimo 14 giugno. – CENTROSINISTRA+CENTRODESTRA – Agrigento (spoglio al 96 per cento) Calogero Firetto (59,01): ha 50 anni, è laureato in Economia e commercio, è deputato regionale dell’Udc e è stato sindaco a Porto Empedocle. Era sostenuto da un’alleanza formata da Pd, Ncd e Udc.
Chi ha vinto le elezioni comunali. Nella maggior parte dei comuni capoluogo di provincia si andrà al ballottaggio, Venezia compresa.
Tradizionalmente impersonali e poco confortevoli, le preoccupazioni portate dalla pandemia stanno spingendo a riprogettarne gli spazi per renderli più accoglienti È quello alla fondatrice di Theranos, Elizabeth Holmes, che promise un sistema rivoluzionario per le analisi del sangue che non ha mai funzionato
Rimanere con le cinture allacciate. L'economista Nouriel Roubini spiega che i guai dell'Europa e dell'euro dureranno ancora.
E insomma, che cos’è la satira? Quando successe tutta la storia della figuraccia di The Onion durante la cerimonia degli Oscar [il sito satirico aveva scritto un tweet offensivo nei confronti dell’attrice di nove anni Quvenzhané Wallis, ndr] il mio amico Jonathan sfogò con me la sua frustrazione nei confronti del termine e dei suoi abusi; lui stesso fa il comico dilettante ed era arrivato alla conclusione che “la satira” non è una cosa, e che quando la gente usa una qualsiasi variante della frase «Beh, è chiaramente satira» sta dicendo una cosa senza senso. Non c’è niente di chiaro sulla satira, mi annunciò – con lungo e convincente approfondimento – e questo dato è centrale per capire che cosa sia (o piuttosto che cosa non sia). Perché quello che la satira non è, è: un genere. Romanzi, tragedie, sonetti, film horror, musical e così via sono tutti generi che si possono identificare come tali facendo attenzione a una serie piuttosto limitata di aspetti formali che li identificano, cose che possono essere più o meno considerate oggettive (un romanzo è lungo, frutto della fantasia, scritto in prosa narrativa e così via). Ma come regola di base, se sembra anche solo un po’ un sonetto, allora è un sonetto. Se sembra una tragedia, è una tragedia. Eccetera.
Cosa non è la satira. Non è mai "chiaramente satira", spiega il blogger americano Aaron Bady riflettendo su un tweet offensivo che ha imposto delle scuse.
La più bizzarra tra le norme contenute nelle bozze di manovra economica che circolano tra tecnici e giornalisti in questi giorni è un incrocio tra un tentativo di stimolare l’agricoltura al Sud e un incentivo alla natalità: il governo intende offrire un terreno agricolo di proprietà pubblica alle famiglie che nel corso dei prossimi tre anni avranno il loro terzo figlio. La proposta è comparsa nell’ultima bozza della legge di bilancio, composta da 115 articoli e diffusa negli ultimi giorni. Il testo dovrebbe essere oramai completo e arrivare in Parlamento per essere discusso nei prossimi giorni (a quel punto avremo a disposizione un testo pubblico e non ci dovremo più basare sulle “bozze” che circolano informalmente).
La bizzarra proposta per dare terreni agricoli a chi fa figli. È una norma contenuta in una bozza della manovra economica del governo: potrebbe finire in niente, ma online circolano molte battute.
Ieri sera Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi, candidati al ballottaggio delle primarie del centrosinistra, sono stati ospiti di Fabio Fazio a Che tempo che fa. I due sono stati intervistati per 18 minuti ciascuno, separatamente, e si confronteranno direttamente mercoledì sera su Raiuno in un dibattito moderato da Monica Maggioni.
Bersani e Renzi a Che tempo che fa. I video delle due interviste di ieri da Fabio Fazio, a proposito di primarie, ILVA, Vendola e il futuro.
Gangs of London – la nuova serie Sky Original, da questa sera su Sky e in streaming su NOW TV – inizia con un uomo che pende legato a testa in giù da un grattacielo di Londra e poco dopo cosparso di benzina. Ad averlo fatto legare e a versargli addosso la benzina è Sean Wallace, il figlio del più importante e temuto gangster di Londra. Sean è lì perché qualcuno ha ucciso suo padre e lui deve prenderne il posto. Per capire chi ha ucciso Finn Wallace e perché, e per vedere le tante e grandi conseguenze di quell’omicidio, ci sono più di otto ore divise in nove episodi. Il primo è lungo 90 minuti – un film, praticamente – e oltre che su Sky e su NOW TV si potrà guardare gratuitamente, anche per i non abbonati, sul canale YouTube di Sky, dalle 21.15, e poi per 48 ore.
Arriva “Gangs of London”. La nuova serie Sky Original: ci sono un omicidio, la tentata ascesa di un nuovo capo e la fine di un equilibrio tra diversi gruppi di criminalità organizzata.
Alessio Pennasilico, espero di sicurezza informatica, questa sera (martedì) alle 20:50 racconta ai partecipanti del progetto didattico condiviso Oilproject il mondo assai variegato e complesso degli hacker, sfatando i tanti miti e spiegando le differenze tra i buoni e i cattivi. Per partecipare e inviare le domande, basta inserire il vostro nome nel campo qui sotto e fare clic sul tasto “Entra”.
Gli hacker sono buoni o cattivi? lo spiega un esperto informatico nella nuova lezione "condivisa" del progetto didattico Oilproject.
Tra i temi del reportage di oggi del bravo Mauro Scrobogna, fotografo parlamentare, ci sono l’intimità tra Tremonti e Berlusconi, le fatiche di concentrazione del ministro Frattini, e i rituali omaggi di alcune deputate nei confronti del PresdelCons. Ma su questo punto abbiamo oggi bisogno di aiuto da parte dei lettori del Post, che le nostre ricerche non ci hanno permesso di individuare dalle chiome alcune di loro: e già che ci siete, aiutateci anche a riconoscere il deputato che implora Berlusconi. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto di mercoledì alla Camera. Le foto del dibattito alla Camera, su cui oggi abbiamo bisogno della consulenza dei solutori più che abili.
Dal pomeriggio di domenica 15 dicembre l’aeroporto di Catania-Fontanarossa, in Sicilia, è chiuso a causa di una delle numerose eruzioni dell’Etna degli ultimi tempi. È da circa un mese, infatti, che l’emissione di cenere lavica del vulcano sta creando diversi problemi, tra cui quelli legati al traffico aereo, specialmente nella Sicilia sud-occidentale. I disagi sono cresciuti per la contemporanea chiusura dell’aeroporto di Comiso, a 15 chilometri da Ragusa, sempre per motivi precauzionali legati all’eruzione dell’Etna. Stando a quanto si legge dal bollettino dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è in corso una «vivace attività stromboliana al Nuovo Cratere di Sud-Est dell’Etna, accompagnata dall’emissione di una colata di lava in direzione della Valle del Bove, e la formazione di una nube eruttiva diluita che contiene modeste quantità di materiale piroclastico». Il vulcanologo dell’INGV Boris Behnche ha scritto che in questo momento l’Etna è in una fase di pura attività sommitale (ovvero le sue eruzioni avvengono in sommità), che produce fortissimi boati amplificati dalle condizioni meteo attuali, come la direzione del vento.
Un mese di Etna. Fotografie spettacolari dalla Sicilia, tra lava, boati, piogge di detriti e aeroporti chiusi.
Le persone morte a causa terremoto in Emilia sono diventate 27 in seguito al decesso avvenuto ieri di Martina Aldi, una trentottenne di Finale Emilia ricoverata da circa dieci giorni all’ospedale di Baggiovara (Modena). Era incinta di pochi mesi al momento della forte scossa di terremoto dello scorso 29 maggio in Emilia: aveva avuto un malore e perso il bambino. Poi era entrata in coma, senza più uscirne. La notte tra martedì e mercoledì è stata relativamente tranquilla nelle zone dell’Emilia interessate dal terremoto. Stando ai dati diffusi dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), si sono verificate una decina di nuove scosse di lieve e bassa entità, che in alcuni casi sono state percepite dalla popolazione. L’evento sismico più importante nella notte si è verificato alle 23:47 con magnitudo 2.9 a una notevole profondità: 24,3 chilometri. La scossa si è verificata nella provincia di Modena tra i comuni di Carpi, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Novi di Modena, San Possidonio e San Prospero. Molti di questi comuni erano stati duramente colpiti dai terremoti del 20 e del 29 maggio scorsi. Intorno alle 3:26 di notte c’è stata un’altra scossa di magnitudo 2.8 più superficiale a 4,9 chilometri di profondità rilevata sostanzialmente nella stessa zona dagli strumenti dell’INGV.
Terremoto in Emilia, le notizie di oggi. Le persone morte a causa delle scosse sono 27, mentre ieri il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, ha visitato le zone più colpite promettendo "impegno totale" da parte del governo.
Da martedì 1 settembre Google ha cambiato il suo logo, quello che ogni giorno centinaia di milioni di persone vedono usando internet: lo aveva già fatto altre volte in passato, ma in questo caso il cambiamento è stato molto più evidente, e di conseguenza molto discusso. Google ha spiegato che il suo nuovo logo è stato creato per introdurre “un nuovo linguaggio visivo”, capace di adattarsi ad ogni tipo di schermo (anche quelli più piccoli di certi smartphone) e a ognuna delle molte applicazioni di Google. Il nuovo logo è una semplificazione del precedente e data la sua familiarità ha generato discussioni e molti commenti online, tra coloro a cui è piaciuto o no. La principale e più articolata critica al nuovo logo di Google è stata pubblicata sul New Yorker, dove Sarah Larson ha definito la vecchia grafica “l’ultima vittima” di una esasperata tendenza alla ricerca della modernità e della semplicità. “Il vecchio logo aveva un rassicurante richiamo al passato”, ha scritto il New Yorker; quello nuovo evoca invece “i magneti per frigoriferi usati dai bambini, le patatine fritte di McDonald’s e il Comic Sans”, ovvero il famigerato font reputato da anni il prodotto più brutto della storia del lettering digitale.
Contro il nuovo logo di Google. C'è un dibattito, che credevate? E gira soprattutto intorno a un tema secolare del design: grazie o niente grazie?.
È morto a 83 anni l’attore statunitense Ned Beatty, che aveva recitato in oltre 150 film, compresi Un tranquillo weekend di paura, Nashville, Tutti gli uomini del presidente, Quinto potere e Superman. Ebbe i suoi ruoli migliori negli anni Settanta, spesso secondari ma altrettanto spesso memorabili, che resero molto famosa la sua faccia, ben più del nome. Beatty, che non è parente di Warren, era nato il 6 luglio 1937 a Louisville, in Kentucky, e si fece notare cantando nel coro della sua chiesa, attività per la quale ricevette anche una borsa di studio. Preferiva però recitare: non si laureò, e fece l’attore di teatro per diversi anni, fino al suo esordio al cinema, che arrivò proprio nel 1972 con Un tranquillo weekend di paura. La nota scena dello stupro di cui è vittima nel film gli rimase attaccata professionalmente e personalmente: una volta raccontò che la gente per strada gli urlava ancora la battuta «strilla come un maiale» per strada.
È morto a 83 anni l’attore Ned Beatty.
I ministri degli esteri di 195 paesi, riuniti a Parigi per la conferenza sul clima Cop21, hanno approvato in serata un accordo per limitare le emissioni inquinanti. Qui c’è il testo ufficiale dell’accordo. La bozza finale del testo, che era stata approvata nelle prime ore di stamattina dopo una lunga notte di trattative, è disponibile qui. Reuters scrive che poco dopo l’annuncio dell’accordo sono state lette delle piccole modifiche apportate alla bozza finale, ma per ora i giornali internazionali non hanno scritto di cambiamenti rilevanti. La bozza è stata discussa per tutta la giornata dai paesi interessati. Molti giornali hanno definito “storico” l’accordo di oggi. Una delle cose notevoli è che l’accordo è stato approvato da alcuni di quei paesi che si pensava si sarebbero opposti con più energia a una limitazione delle emissioni: Cina, India, Arabia Saudita e gli altri paesi produttori di petrolio. In seguito all’annuncio dell’accordo da parte del ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, nel salone della Conferenza c’è stato un lungo applauso.
A Parigi c’è un accordo sul clima, infine. È arrivato dopo lunghe trattative e un voto finale in serata: si parla di un accordo "storico", che prevede nuovi limiti e meccanismi di controllo per le emissioni.
Il regista neozelandese Taika Waititi dirigerà un nuovo film della saga di Star Wars. Waititi, che di recente ha vinto il premio Oscar per la migliore sceneggiatura con il film Jojo Rabbit, aveva già girato l’episodio finale della serie tv The Mandalorian, ambientata nell’universo di Star Wars e andata in onda in esclusiva su Disney+. Il nuovo film sarà scritto da Waititi insieme a Krysty Wilson-Cairns, sceneggiatrice tra le altre cose di 1917. È stato inoltre annunciato che Leslye Headland (creatrice della serie di Netflix Russian Doll) realizzerà una nuova serie ambientata nell’universo di Star Wars per Disney+. Questa nuova serie si aggiungerà alla seconda stagione di The Mandalorian, al momento in post produzione, e ad altri due progetti annunciati nei mesi scorsi: uno basato su Cassian Andor, personaggio del film Rogue One interpretato da Diego Luna, e uno sul personaggio di Obi-Wan Kenobi, con Ewan McGregor.
Taika Waititi dirigerà un nuovo film di Star Wars.
Ieri Silvio Berlusconi si è presentato in aula al tribunale di Milano, partecipando a un’udienza sul cosiddetto processo Mediatrade. L’udienza preliminare relativa a quel caso è stata aggiornata al 4 aprile, due giorni prima della data in cui il tribunale ha fissato la prima udienza di un altro processo, ben più delicato per il premier: quello inerente alle accuse di concussione e utilizzo della prostituzione minorile. Malgrado l’enfasi e l’attesa che si sono concentrate attorno a questa data – “segnata in rosso nei media di tutto il mondo”, si legge oggi su Repubblica – con ogni probabilità dal punto di vista giudiziario il 6 aprile non accadrà niente di eclatante. Ieri i legali del premier hanno avuto un colloquio con il presidente della quarta sezione penale, Giulia Turri, che presiederà l’udienza del 6 aprile. Questa, riferisce il Corriere della Sera, ha confermato ai legali del premier una cosa già nota da tempo: quella del 6 aprile sarà una cosiddetta “udienza filtro”, un’udienza di smistamento che servirà al Tribunale per sondare il livello di complessità del procedimento, fissare un calendario, permettere alle parti di presentare le rispettive prove e aggiornarsi ad altra data. Lo stesso Berlusconi non sarà presente, e questo probabilmente basterà a evitare la concentrazione di giornalisti, curiosi, sostenitori e oppositori del premier che ieri hanno affollato gli spazi adiacenti al tribunale di Milano.
Il 6 aprile non succederà niente. Meglio abbassare le aspettative in vista dell'inizio del processo Ruby.
Dalla mezzanotte di ieri per molti locali pubblici italiani è obbligatorio avere l’etilometro (o “precursore”) così da permettere ai clienti di misurare il tasso alcolico. Cerchiamo di capire meglio cos’è, quali modelli sono più adatti e quanto costano. Che cos’è l’etilometro? Un apparecchio di rilevazione del tasso alcolemico attraverso cui è possibile conoscere lo stato di idoneità alla guida.
Cos’è l’etilometro obbligatorio. Dissapore spiega le nuove norme in vigore da oggi.
«Le varianti nascono come reazione al vaccino» è una bufala che circola molto tra i “no vax” Diversi militanti dell'organizzazione neofascista si sono presentati appoggiando il candidato del centrodestra, perlopiù con la Lega
Chi sono “i poteri forti” in Italia. Non ci sono, scrive Ferruccio De Bortoli sul Corriere della Sera: c'è solo "una congerie caotica di ingessature corporative".
Il modello precompilato del 730 per la dichiarazione dei redditi è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate da oggi, martedì 5 maggio. Il 730 precompilato è, ovviamente, già compilato in tutte le sue voci, ma si può modificare e integrare con spese e oneri diversi da quelli che troverete una volta effettuato l’accesso; è uno strumento utile per dichiarare il proprio reddito senza passare dal commercialista o dal CAF (Centro Assistenza Fiscale), e possono utilizzarlo lavoratori dipendenti e pensionati. Se invece non siete lavoratori dipendenti ma autonomi dovrete compilare il modello Redditi Persone Fisiche, meglio noto con il suo vecchio nome di modello unificato compensativo (Uni.Co.). Il modello 730 precompilato contiene nuovi dati, oltre a tutti quelli già considerati negli anni scorsi: il sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate comunica che «sono più numerose le informazioni sulle spese sanitarie» e che sono più complete le informazioni relative ai contributi dei lavoratori domestici.
Il modello precompilato 730 è disponibile da oggi. Le dichiarazioni si potranno inviare solo a partire da metà maggio e il termine ultimo per farlo è stato posticipato.
Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, è tra gli esperti italiani che più hanno avuto a che fare con il coronavirus, e ha avuto un importante ruolo in alcune delle tempestive ed efficaci decisioni prese negli ultimi mesi dal Veneto. Il 22 aprile è stato intervistato dal sito Business Insider e parlando di tamponi ha detto: In altre regioni si pensa che il tampone serva solo a fare la diagnosi. In realtà, se arriva una persona che sta male, da sette-otto giorni, con tutta la sintomatologia canonica e il quadro radiologico, il tampone non c’è nemmeno bisogno di farlo: dovrebbero farlo invece tutte le persone con cui la persona è entrata in contatto. È, insomma, essenzialmente una questione di decisioni strategiche.
A cosa servono i tamponi, secondo Andrea Crisanti. Secondo il microbiologo al centro del "modello Veneto" andrebbero fatti ai contatti dei contagiati, anche se non hanno sintomi.
Già dopo poche settimane di pandemia, nel 2020, si capì che tutto il settore della musica dal vivo sarebbe stato tra quelli che più avrebbero fatto fatica a ripartire. L’impressione fu confermata, sia per evidenti incompatibilità dei concerti con il distanziamento fisico, sia perché il settore ha ricevuto generalmente meno attenzione rispetto ad altri, come il cinema o il teatro, e ha goduto di meno deroghe che sono state per esempio garantite alle messe. Un anno dopo, la musica del vivo continua a fare fatica a organizzare il suo futuro, ma molte cose si stanno muovendo nonostante le prospettive incerte e le normative in evoluzione. Anche se continuano a esserci comparti che non riescono a immaginarsi con un pubblico seduto e distanziato, anche se i conti di grandi locali e palazzetti non tornano con capienze di poche centinaia di spettatori, e anche se i concerti richiedono una pianificazione e gestione più imponente di altri settori, gli addetti ai lavori per la prima volta da molto tempo sono moderatamente ottimisti su quello che potrebbe succedere in estate, e soprattutto di quello che seguirà dall’autunno in poi.
Che prospettive ha la musica dal vivo. Anche in Italia si torna a parlare di concerti, con un sacco di difficoltà e timori, ma per la prima volta da oltre un anno con cauto ottimismo.
Il presidente della Banca Mondiale, il 58enne statunitense Robert Zoellick, ha annunciato il 15 febbraio scorso che non si ricandiderà per un altro mandato. Si è aperta dunque la questione della sua successione: il mandato di Zoellich scade il 30 giugno ma il suo successore dovrà essere scelto entro il prossimo 22 aprile, tra meno di due mesi. La Banca Mondiale è un’istituzione internazionale che ha 187 paesi membri ed è stata creata nel 1945, il cui scopo è sostenere i paesi economici in via di sviluppo – al contrario del Fondo Monetario Internazionale, che si occupa dei paesi in crisi economica – garantendo prestiti a tasso agevolato, finanziando la costruzione di infrastrutture, programmi per la riduzione della povertà e per l’istruzione. La Banca Mondiale ha 10mila dipendenti ed elargisce in prestiti circa 45 miliardi di euro all’anno. Una regola convenzionale e non scritta vuole che il presidente della Banca Mondiale sia americano, e così è da sempre, così come il presidente del Fondo Monetario Internazionale (FMI) sia europeo. D’altra parte la Banca Mondiale ha sede a Washington, è nata dagli accordi di Bretton Woods e soprattutto, ancora oggi, gli Stati Uniti sono il paese che contribuisce con la quota più alta al suo finanziamento, garantendo il 16 per cento dei fondi. Seguono, nell’ordine, il Giappone (con il 6,84%), la Cina (4,42%), Germania (4%), Regno Unito e Francia (entrambi con il 3,75%), India (2,91%), Russia (2,77%), Arabia Saudita (2,77%) e Italia (2,64%).
Chi guiderà la Banca Mondiale? entro aprile si dovrà scegliere il successore di Zoellick: sarà quasi sicuramente un altro statunitense, come tradizione, ma i paesi emergenti non ci stanno.
La Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia federale statunitense che si occupa di farmaci, ha autorizzato il primo test rapido fai-da-te per il coronavirus, da utilizzare in casa e senza la necessità dell’assistenza di un operatore sanitario. L’approvazione di emergenza ha riguardato un kit prodotto dall’azienda californiana Lucira Health e potrebbe portare, nelle prossime settimane, all’autorizzazione di altri prodotti simili negli Stati Uniti. Soluzioni di questo tipo potrebbero contribuire a ridurre il carico di lavoro per i laboratori, ma secondo diversi esperti devono essere impiegati con cautela perché talvolta forniscono risultati meno affidabili. Da qualche tempo la loro sperimentazione è stata avviata anche da alcune regioni italiane, con esiti da valutare.
Gli Stati Uniti hanno autorizzato un primo test fai-da-te per il coronavirus. Potrebbe semplificare la ricerca dei casi positivi, ma ci sono dubbi sulla sua affidabilità; anche in Italia sono in corso alcune sperimentazioni.
Cinque anni fa, il 6 luglio 2016, in Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti uscì Pokémon Go, il primo videogioco per smartphone dedicato ai Pokémon. Il gioco, che in Italia arrivò il 15 luglio, sfruttava la realtà aumentata e permetteva ai suoi tanti giocatori di girare per il mondo reale a caccia di quegli strani animaletti noti come Pokémon. In parte perché si basava sul più grande media franchise al mondo e in parte perché permetteva di giocare all’aperto, il gioco fu da subito un grandissimo successo e un rilevante fenomeno culturale che Niantic, la società californiana che l’ha sviluppato, continua a cavalcare con grande profitto. Perché sì, moltissime persone continuano a giocarci. Ciononostante, Niantic – che già prima di Pokémon Go si era dedicata con buon successo alla realtà aumentata videoludica – sta guardando oltre, nei videogiochi ma non solo. Per provare a raccogliere i frutti di qualcosa che iniziò a seminare ormai vent’anni fa.
Dove vuole andare l’azienda di Pokémon Go. A cinque anni dall'uscita del suo più grande successo, Niantic ha in serbo diversi altri giochi in realtà aumentata, e non solo.
Nell’ottobre del 2014 Epson, uno dei più grandi produttori di stampanti del mondo insieme a Hewlett-Packard, Canon e Brother, ha messo in vendita una nuova serie di stampanti per uso domestico che se usate in modo “normale” non hanno bisogno di nuovo inchiostro per almeno due anni. Le stampanti della nuova linea, che si chiama EcoTank, non hanno le cartucce di inchiostro usa e getta comuni su molte stampanti, ma dei piccoli serbatoi che vanno riempiti di inchiostro quando occorre: le dimensioni dei serbatoi, tuttavia, fanno sì che si svuotino molto lentamente. Il Wall Street Journal ne ha pubblicato ieri una lunga recensione, spiegandone pregi e difetti. Il punto di forza delle nuove stampanti EcoTank, spiega il Wall Street Journal, è naturalmente il fatto che l’inchiostro dura così tanto che ci si dimentica di doversene occupare ed è quindi molto raro che si resti senza inchiostro a metà di una stampa. Con le EcoTank si possono stampare 35 pagine in bianco e nero e 60 a colori ogni settimana per due anni, prima di finire l’inchiostro. Terminato l’inchiostro bisogna comprare dei nuovi flaconi per riempire nuovamente i serbatoi. I flaconi, da 70 ml, costano circa 10 euro l’uno se si comprano direttamente da Epson. Wilson Rothman, del Wall Street Journal, dice tra le altre cose che per chi è abituato a maneggiare le cartucce della stampante, versare un intero flacone nei serbatoi delle EcoTank è anche una cosa piuttosto piacevole. Visto che le testine di stampa prodotte da Epson per le sue stampanti sono meccaniche e non termiche, non c’è rischio che si rovinino e debbano essere sostituite prima che l’inchiostro finisca.
Le stampanti di Epson con l’inchiostro che dura anni. Il Wall Street Journal ha recensito le nuove stampanti che risolvono il problema delle cartucce (ma che non sono convenienti per tutti).
Ieri, giovedì 14 novembre, a Porta a Porta è andata in onda un’intervista a Giulia Maria Ligresti, figlia del noto imprenditore Salvatore Ligresti, che ha raccontato che il periodo della carcerazione è stato molto duro e che ha pensato «di non farcela». Giulia Maria Ligresti era stata incarcerata a luglio con il padre e la sorella con l’accusa di falso in bilancio aggravato e manipolazione del mercato in relazione al caso FonSAI, per poi essere rilasciata il 28 agosto. Ligresti si è anche detta molto dispiaciuta per le polemiche sul coinvolgimento del ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri nella sua vicenda. Venerdì si è tornato a parlare molto del caso dopo un articolo sulla prima pagina di Repubblica intitolato “Le bugie della Cancellieri”, che basandosi sui tabulati telefonici ricostruisce l’intreccio di telefonate tra il ministro e la famiglia Ligresti in modo diverso da quanto riferito da Cancellieri in Parlamento, il 5 novembre scorso.
L’intervista di Giulia Ligresti a Porta a Porta. Ha raccontato dell'esperienza in carcere e si è detta molto dispiaciuta per le polemiche sul coinvolgimento del ministro Cancellieri.
Al Comic Con, una delle più importanti convention annuali su cinema e fumetti, è stato presentato il primo trailer di Thor, il film basato sull’omonimo personaggio a fumetti (a sua volta ispirato al Dio del Tuono vichingo) e diretto da Kenneth Branagh. Per chi conosce il regista irlandese, la scelta è quantomeno particolare: Branagh è infatti noto soprattutto per i suoi adattamenti cinematografici dei lavori di Shakespeare e altri film di certo non avvicinabili a una produzione hollywoodiana tratta da un personaggio della Marvel. Natalie Portman ha commentato così la decisione di recitare nel film: «Ho solo pensato fosse un’idea davvero strana che Kenneth Branagh lo dirigesse, così mi sono detta: ‘Kenneth Branagh che fa Thor è superstrano, devo farlo’»
Thor, di Kenneth Branagh. È stato presentato il trailer del film sul personaggio dei fumetti Marvel, ispirato al Dio del Tuono vichingo.
Dogman – il film di Matteo Garrone ispirato alla storia del canaro della Magliana – è stato scelto come candidato italiano all’Oscar per il miglior film in lingua straniera. Dogman è stato presentato al festival di Cannes, dove la gran parte dei critici lo ha giudicato un film sopra la media, ottimamente recitato, con diversi approcci interessanti e non comuni e con una notevole fotografia. “Dogman” sta piacendo
“Dogman” è il candidato italiano all’Oscar per il miglior film straniero.
Tra le foto di animali fotogenici della settimana spiccano per la loro capigliatura le teste di un barbone a un concorso per cani, in una posa da star, e di un lama in una fattoria, in una posa da lama. Ma non passa inosservata nemmeno questa mucca con un copricapo floreale. Poi ci sono un cane sulle spalle del suo umano, e un animale milanese: la nutria dei Navigli. Restando in tema di roditori, potrebbe sorprendervi questo ratto addestrato a rilevare la presenza di mine in Cambogia, premiato per il suo lavoro. Per finire con i soli nomi meno comuni: due pudo e un iperodonte boreale. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly Beasts. Una nutria a Milano, pinguini di Humboldt e cani pettinati, tra gli animali da fotografare in settimana.
Dario Di Vico ha raccontato sul Corriere della Sera tutti i guai economici della città di Parma, dove due istituzioni cittadine si trovano in gravi difficoltà finanziarie. Il comune, mettendo assieme i debiti delle varie aziende municipali, potrebbe infatti avere tra i 600 e i 700 milioni di euro di debito. La squadra di calcio della città, il Parma – che ha nuovamente cambiato proprietario poche settimane fa e ora rischia nuovamente il fallimento – domenica non disputerà la partita di campionato perché la società non ha i soldi per garantire gli standard minimi di sicurezza al Tardini, lo stadio di Parma. Il caso Parma si potrebbe sintetizzare così: c’era una volta una ricca città di provincia che aspirava ad essere «une petite Capitale» e che invece per l’insipienza delle sue classi dirigenti si è ritrovata, nel giro di un lustro, in bolletta. La squadra di calcio che pure aveva addirittura scalato i vertici europei vincendo una Coppa Uefa non ha nemmeno i soldi per pagare gli steward per una normalissima partita di campionato, l’aeroporto rischia di venir chiuso perché non ci sono i 2,5 milioni l’anno per farlo funzionare, il debito del Comune viaggia comunque tra i 600 e i 700 milioni e per di più il sindaco Federico Pizzarotti, figlio di una rivolta popolare che aveva portato nelle urne i Cinque Stelle al potere, lancia un disperato avviso ai cittadini perché Parma è in mano agli spacciatori.
La crisi di Parma. Dario Di Vico racconta sul Corriere la difficile situazione della città emiliana, dalla squadra di calcio in crisi al comune pieno di debiti.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
Le nuove regole sui contributi all’editoria. Domani il governo esaminerà una nuova proposta: i finanziamenti saranno erogati sulla base delle copie vendute.
Ogni giorno centinaia di milioni di persone in giro per il mondo guardano online almeno un video caricato su YouTube, uno dei più grandi siti per la condivisione di video al mondo che ha da poco compiuto 10 anni e che dal 2006 è di proprietà di Google. Il suo sito è conosciutissimo, così come la grafica del suo player che può essere inserito in qualsiasi altro posto del web: eppure nonostante l’enorme successo e la grande quantità di visualizzazioni, YouTube continua a rendere poco o niente. Cifre ufficiali non ce ne sono, perché Google di solito diffonde periodicamente solo dati generici su tutte le sue attività, ma secondo alcune fonti interne consultate di recente dal Wall Street Journal nel 2014 YouTube avrebbe generato ricavi per circa 4 miliardi di dollari, uno in più rispetto all’anno precedente. Il problema è che il sito ha spese enormi e, sempre secondo le stesse fonti, “chiude a malapena in pareggio”. Molti utenti, pochi ricavi I dati indicano che nel 2014 YouTube ha portato il 6 per cento dei ricavi totali di Google, che ne ottiene la maggior parte attraverso i suoi sistemi per fare pubblicità online, nonostante l’enorme quantità di utenti che lo utilizzano ogni giorno. Altri siti molto visitati, come Facebook, riescono a fare molto meglio, in proporzione: il social network ha per esempio avuto ricavi per 12,5 miliardi di dollari nel 2014, guadagnando 2,9 miliardi di dollari. Il risultato molto buono è stato ottenuto in parte proprio grazie ai video, che sono mostrati direttamente all’interno del sito e con una impostazione predefinita per essere riprodotti automaticamente. La loro costante diffusione su Facebook potrebbe mettere ulteriormente in difficoltà YouTube, che fatica soprattutto ad attirare utenti sul suo sito.
YouTube rende poco. Il più famoso servizio di condivisione di video online "chiude a malapena in pareggio" e Google non ha ancora le idee chiare su cosa farne e come aumentare i ricavi.
Il New Yorker ha lanciato mercoledì 15 maggio un nuovo sistema per dare la possibilità a chiunque voglia farlo di inviare alla redazione informazioni e documenti in modo completamente anonimo. Si chiama Strongbox, ed è una cosa a metà fra Dropbox e il sistema di cifratura dei dati che utilizza Wikileaks. La piattaforma su cui si basa, DeadDrop, è stata progettata da Aaron Swartz, il giovane e apprezzato informatico che si suicidò l’11 gennaio 2013. Il tema della protezione delle fonti giornalistiche è molto attuale negli Stati Uniti, a causa del recente caso dell’intercettazione di venti linee telefoniche dell’Associated Press da parte del governo. Come funziona Dopo essersi registrati al servizio e navigando attraverso Tor, un sistema che garantisce all’utente di non lasciare traccia delle proprie azioni su Internet e nel computer che si sta utilizzando, i file vengono caricati in un server separato dagli altri di Condé Nast, la società editrice del New Yorker, e vengono secretati con un codice generato in maniera casuale. La redazione, una volta ricevuti i file, li scarica tramite una connessione protetta e li mette su una penna USB, la quale viene inserita in un secondo computer non connesso a Internet e che ogni volta che viene avviato ricrea il sistema operativo. A questo punto viene inserita una seconda penna USB che contiene una serie di codici di decrittazione generati da un algoritmo: sempre diversi, ma complementari alla prima codifica. Nel caso in cui i giornalisti vogliano comunicare con la fonte, possono inviare un messaggio alla casella associata all’utente con una procedura simile.
Il New Yorker e le fonti anonime. Il magazine americano ha lanciato un sistema per garantire l'anonimato di chi vuole inviare file e documenti: lo ha progettato Aaron Swartz, il giovane informatico suicida.
Stamattina alcuni celebri video musicali di YouTube sono stati violati da due hacker noti come Prosox e Kuroi’sh. I due sono riusciti a cambiare il titolo e l’immagine in evidenza di moltissimi video di VEVO, la sezione di YouTube che promuove le canzoni di artisti come Drake e Shakira e brani come “Despacito”. Proprio il video di “Despacito”, che ha più di 5 miliardi di visualizzazioni, è stato rimosso e al momento non è disponibile. Sembra che sotto ad alcuni video, i due hacker siano riusciti a far comparire la scritta “Palestina libera”. NEW: ⚡ Vevo's @YouTube account hacked; attacker just changed the title and thumbnail of #Despacito Song, the most-viewed YouTube video with over 5 billion views.
Alcuni celebri video musicali su YouTube sono stati hackerati.
Negli ultimi giorni in alcune città statunitensi sono state abbattute statue di Cristoforo Colombo, l’esploratore genovese che nel 1492 approdò in quella che è attualmente l’isola di San Salvador, nell’arcipelago delle Bahamas, dando inizio alla conquista europea delle Americhe. Le statue di Colombo sono state abbattute a Richmond in Virginia e a Minneapolis in Minnesota, mentre altre a Boston e a Miami sono state vandalizzate, insieme a quelle di schiavisti, generali sudisti e politici associati più o meno direttamente al passato coloniale e razzista dei paesi occidentali. Una statua di Cristoforo Colombo decapitata, a Boston. (Tim Bradbury/Getty Images)
Perché vengono abbattute le statue di Cristoforo Colombo. Storia del mito e del dibattito intorno all'esploratore genovese, simbolo identitario per qualcuno, di colonialismo e razzismo per molti altri.
Lo scorso venerdì 25 maggio l'”aiutante di camera” di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, è stato arrestato dalle autorità vaticane con l’accusa di aver diffuso documenti riservati che riguardano le massime gerarchie ecclesiastiche. La notizia è stata ripresa dai giornali di tutto il mondo, che sono tornati a occuparsi del Vaticano, dei suoi giochi di potere (veri o presunti che siano) e dell’attuale pontefice, ritenuto da diversi commentatori ormai incapace di mantenere il pieno controllo su quanto avviene tra le mura vaticane. Benché sia grande meno di mezzo chilometro quadrato, il Vaticano rappresenta centinaia di milioni di fedeli in tutto il mondo, che spesso ignorano come sia organizzato e come funzioni lo Stato dove vive il loro primo punto di riferimento, il papa. Abbiamo messo insieme una guida minima per farsi un’idea su cosa siano oggi lo Stato della Città del Vaticano e di riflesso la Santa Sede. Stato della Città del Vaticano È il più piccolo stato indipendente del mondo, ha una estensione di 0,44 chilometri quadrati e conta meno di mille abitanti. I suoi confini sono delineati dalle mura pontificie e in piazza San Pietro dalla fascia di travertino che è l’ideale prosecuzione delle due ali del colonnato del Bernini. Il Vaticano ha anche giurisdizione su alcuni altri territori esterni ai confini dello stato e che godono del diritto di “extraterritorialità”, un po’ come avviene con le ambasciate dei paesi in giro per il mondo. Lo Stato della Città del Vaticano, per come lo conosciamo oggi, è nato nel 1929 in seguito al Trattato Lateranense con l’Italia, che lo ha riconosciuto come Ente sovrano di diritto pubblico internazionale.
Come funziona il Vaticano. Chi fa le leggi? E chi giudica i cittadini? E che cosa dicono i Patti Lateranensi? Una guida per capire come vanno le cose in una monarchia assoluta elettiva.
Francesco Schettino, l’ex comandante della Costa Concordia, è stato licenziato per giusta causa da Costa Crociere, la società che possiede la nave da crociera che si arenò a poche decine di metri dalle coste dell’Isola del Giglio il 13 gennaio 2012. Nel naufragio morirono 32 persone e Schettino è accusato di essere stato uno dei principali responsabili del disastro, che si verificò quando si decise di far passare la grande nave a pochi metri dall’isola per effettuare un “inchino”, un saluto ravvicinato ai suoi abitanti. Dal giorno dell’incidente i magistrati stanno cercando di ricostruire come andarono le cose al Giglio e diverse squadre sono al lavoro per mettere in sicurezza, e recuperare, il relitto della Costa Concordia. Sono passati quasi nove mesi e ci sono ancora molti punti in sospeso in una vicenda che ha avuto un enorme seguito mediatico in tutto il mondo, e che ha rischiato di distruggere la reputazione di Costa Crociere. Il licenziamento Come spiega oggi Marco Preve su Repubblica, i legali di Francesco Schettino hanno già impugnato il licenziamento annunciato da Costa Crociere, chiedendo una valutazione della vicenda al giudice del lavoro. La società ha fatto sapere che il licenziamento era stato formalizzato alla fine di luglio e che in seguito Schettino ha deciso di impugnarlo. Per l’ex comandante si tratta di un passaggio delicato: una sentenza a suo favore da parte del giudice del lavoro potrebbe dare nuovi elementi a sostegno della difesa di Schettino nel processo, ben più importante, sul naufragio; se invece la sentenza dovesse confermare la legittimità del licenziamento per giusta causa, i legali di Schettino avrebbero qualche appiglio in meno per la difesa del loro cliente.
E la Costa Concordia? nove mesi dopo la nave è ancora lì, Schettino è stato licenziato, l'equipaggio è stato premiato, l'inchiesta va avanti e gli affari di Costa Crociere non vanno male.
Su WhatsApp ora si possono taggare altri contatti in una chat di gruppo. Basta digitare la @ prima del nome della persona da taggare, come già si fa su Facebook, Twitter e Slack. La nuova opzione è già disponibile, senza bisogno di aggiornamenti, sulle versioni dell’app per iOS e Android, mentre sulla versione Desktop arriverà tra qualche tempo. Una volta scritta la @, sullo schermo compare l’elenco dei nomi di tutti i partecipanti alla chat, tra i quali si può selezionare la persona che si vuole taggare, e a cui arriverà il messaggio. In un unico messaggio si possono taggare più contatti, e anche utenti che non sono salvati nella propria rubrica ma fanno parte della chat di gruppo in cui si sta scrivendo.
Ora su WhatsApp si possono taggare i contatti nelle chat di gruppo. E chi è stato taggato riceverà la notifica anche se aveva silenziato quella chat.
È morto Bernardo Provenzano, considerato il capo dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra, aveva 83 anni ed era in carcere dall’aprile del 2006, quando era stato arrestato dopo una latitanza durata 43 anni, durante la quale era stato condannato in contumacia a tre ergastoli. Da tempo Provenzano era malato ed era stato ricoverato a inizio aprile all’ospedale San Paolo di Milano, dove è morto oggi. Provenzano era nato a Corleone, in provincia di Palermo, il 31 gennaio del 1933 da una famiglia di agricoltori, aveva lasciato la scuola dopo la seconda elementare e aveva cominciato a lavorare come bracciante insieme al padre. Da giovanissimo iniziò una serie di attività illegali, come il furto di bestiame, e si legò alla cosca mafiosa locale gestita da Luciano Liggio. Il 10 settembre del 1963 venne denunciato per l’omicidio del mafioso Francesco Paolo Streva e anche per associazione per delinquere e porto abusivo di armi. Fu allora che cominciò la sua lunga latitanza. Secondo le dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia Provenzano diventò uno dei capi delle famiglie di Corleone nel 1974, dopo l’arresto di Liggio, insieme a Salvatore Riina, detto Totò.
È morto Bernardo Provenzano. Considerato il capo di Cosa nostra, aveva 83 anni, da 10 era in carcere ed era malato da tempo.
Lo studio milanese H-57, “una cosa che somiglia molto a un’agenzia di pubblicità, a uno studio di design e a un laboratorio sperimentale”, ha realizzato una serie di immagini che sintetizzano graficamente le canzoni più famose di Elio e le Storie Tese e che racchiudono tutti i simboli chiave dell’immaginario del gruppo: ci sono il dirigibile marrone, la cazzuola, la bandiera bulgara e i bonghi, tra gli altri. Le immagini più votate sul sito ufficiale di Elio e le Storie Tese diventeranno le nuove t-shirt ufficiali del gruppo. Nella lista manca “La canzone mononota”, che effettivamente non ha bisogno di essere sintetizzata ulteriormente.
Elio e le Storie Tese per chi ha fretta. Le canzoni più famose degli Elii in 12 "sintesi grafiche".
Negli ultimi mesi la situazione relativa all’epidemia di ebola in Africa è molto migliorata rispetto a un anno fa. Ci sono comunque ancora alcune cautele nel dichiarare ufficialmente l’emergenza finita, ma la diminuzione del numero di pazienti sta permettendo alle strutture sanitarie di occuparsi con maggior cura e attenzione di chi è ancora malato, riducendo ulteriormente i rischi di contagio. All’inizio della settimana in Sierra Leone è stata festeggiata la dimissione dell’ultima paziente guarita da ebola nel paese, e per la prima volta in più di un anno non ci sono più persone in Sierra Leone in cura per ebola e nessun nuovo caso confermato della malattia. Martedì 25 agosto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha fatto partire il conteggio dei 42 giorni necessari per dichiarare ufficialmente finita l’epidemia nel paese, dove si era registrato il numero più alto di contagi. Grazie agli sforzi compiuti soprattutto lo scorso anno per affrontare il picco dell’emergenza, la Sierra Leone ha a disposizione un numero ormai sufficiente di posti in ospedale e in altre strutture mediche attrezzate per isolare eventuali nuovi pazienti, evitando che si possano verificare contagi con la facilità con cui erano accaduti nel 2014.
Buone notizie sull’epidemia di ebola. La Sierra Leone ha dimesso il suo ultimo paziente, il numero dei contagi continua a diminuire in tutta l'Africa occidentale.
Esimere qualcuno dal fare qualcosa può voler dire liberarlo da un obbligo, un’imposizione, un vincolo, un dovere; sottrarlo a un compito, una mansione, un pericolo; risparmiargli una fatica o un fastidio; sgravarlo del peso di una responsabilità. Tre pronti sinonimi di esimere sono dispensare, esonerare, esentare. Quest’ultimo è legato a esimere da un rapporto più stretto: è un derivato di esente, la cui origine è il latino exemptus (“tratto fuori”), participio passato del verbo (eximere) da cui si è sviluppato esimere. Il latino eximere, composto di ex (“da, fuori”) ed emere (“trarre, prendere”), è da intendere, in senso proprio o letterale, come “prendere da”, “prendere da parte (o in disparte)”; la gamma dei suoi significati comprendeva “estrarre”, “separare”, “rimuovere”, “cancellare”, e la sua ampiezza di senso era dunque notevole: procedeva dalla positività di una liberazione (da un tributo, un assedio, una condizione di prigionia, ecc.) alla negatività di un’esclusione.
Cosa vuol dire “esimere”. Non significa né dare né pretendere, come pensano certi: significa liberare qualcuno da un obbligo o una responsabilità.
Sabato 16 febbraio a New York è iniziata l’American International Toy Fair, una delle più grandi e importanti fiere di giocattoli al mondo organizzata dalla Toy Industry Association, associazione statunitense che mette insieme i principali produttori di giocattoli. La fiera non è aperta al pubblico e possono parteciparvi solamente addetti ai lavori e giornalisti, anche se sono spesso organizzati eventi di contorno aperti ai semplici visitatori. La Toy Fair è l’occasione per i produttori per mostrare le loro novità per il 2019, ma anche prototipi e altre iniziative legate al mondo dei giocattoli. La prima Toy Fair fu organizzata nel febbraio del 1903: all’epoca le aziende partecipanti erano appena 10, contro le migliaia che espongono oggi i loro prodotti negli stand. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto della grande fiera di giocattoli a New York. È appena iniziata l'American International Toy Fair, una delle più grandi e importanti esposizioni del settore al mondo.
Subito dopo la fine della notte degli Oscar 2018 Barry Jenkins, il regista di Moonlight, ha scritto: «Wow wow wow. Immaginate se fra cinque anni voi e i vostri due migliori amici vinceste il più importante premio per la cosa che più vi piace e a cui avete scelto di dedicare la vostra vita». Si riferiva a Guillermo del Toro, Alfonso Cuarón e Alejandro González Iñárritu: sono messicani, sono nati nella prima metà degli anni Sessanta, sono amici, fanno i registi e hanno vinto quattro degli ultimi cinque Oscar per la Miglior regia. Cuarón nel 2014, per Gravity; Inarritu nel 2015 e nel 2016, per Birdman e The Revenant; del Toro quest’anno, per La forma dell’acqua. Three amigos. Five years. Nine Oscars. One love for cinema ? pic.twitter.com/ibBymUsjxh
Tre amici che fanno film. Come hanno fatto i messicani Guillermo del Toro, Alfonso Cuarón e Alejandro González Iñárritu a vincere quattro degli ultimi cinque Oscar per la Miglior regia.
La vistosa presa di distanza dell’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini dal PdL e da Silvio Berlusconi si è fatta notare e ha generato impressioni da abbandono della nave, meraviglie e diffusi sarcasmi. Adesso si dice che Berlusconi stia cercando di recuperarlo, e una chance potrebbe essere persino quella di rimettere in discussione la ricandidatura di Letizia Moratti a sindaco di Milano – Albertini è stato molto critico sulla sua gestione – per ritirare in ballo il suo predecessore. Che d’altronde va alludendo a un suo rinnovato interesse per la città da settimane, e concedendo interviste con grande assiduità. Ma, se come è più probabile, Albertini volesse candidarsi contro Moratti, i guai per Berlusconi raddoppierebbero: a livello nazionale, un abbandono del PdL che fa notizia, e a livello locale, il rischio di perdere le elezioni milanesi. Nel frattempo, nessuno parla più dell’imbarazzante caso dell’assenza del Ministro dello Sviluppo Economico: come ogni caso imbarazzante italiano, dopo un po’ viene digerito. Dalle dimissioni di Claudio Scajola sono passati cento giorni, e la precipitazione che sembrava portare alla nomina di Romani si è estinta: l’interim è sempre di Silvio Berlusconi, che ha ben altro a cui pensare, pare.
Il governo cadrà senza ministro dell’Industria? il posto di Scajola è vacante da cento giorni: l'Unità oggi ipotizza che Berlusconi voglia usarlo per riacciuffare Albertini.
Il Centro Carabinieri Subacquei di Genova ha da poco diffuso un nuovo video che mostra lo stato e le condizioni del relitto della Costa Concordia, la nave da crociera di Costa Crociere che naufragò a poca distanza dalle coste dell’Isola del Giglio (Toscana) il 13 gennaio 2012 causando la morte di 32 persone. Nel video sono visibili le parti esterne della nave, raddrizzata lo scorso settembre con un’impegnativa operazione per fare galleggiare il relitto e trasportarlo via dal Giglio. Oltre agli esterni, i sommozzatori hanno visitato anche alcuni interni della Concordia: si vedono diversi arredi e numerosi ambienti della nave, compreso un bar e una parte della grande sala in cui venivano organizzati spettacoli a bordo. È rimasto sostanzialmente tutto fermo al gennaio del 2012, quando in poche ore la nave si piegò su un fianco fino ad affondare parzialmente.
Dentro la Costa Concordia. Un nuovo video diffuso dai carabinieri mostra in alta definizione gli esterni e gli interni – il bar, la lobby, le sale – del relitto della nave da crociera.