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La cantante austriaca Conchita Wurst ha detto di essere positiva al virus dell’HIV. Wurst, che ha 29 anni, era diventata famosa nel 2014 dopo aver vinto l’Eurovision Song Contest. Ha detto di essere positiva al virus dell’HIV in un messaggio pubblicato su Instagram, spiegando anche che è in cura da tempo e che il virus è sotto controllo. Wurst ha anche spiegato che non avrebbe voluto divulgare la notizia, ma che un suo ex fidanzato la aveva minacciata di farlo al posto suo. heute ist der tag gekommen, mich für den rest meines lebens von einem damoklesschwert zu befreien: ich bin seit vielen jahren hiv-positiv. das ist für die öffentlichkeit eigentlich irrelevant, aber ein ex-freund droht mir, mit dieser privaten information an die öffentlichkeit zu gehen, und ich gebe auch in zukunft niemandem das recht, mir angst zu machen und mein leben derart zu beeinflussen. seit ich die diagnose erhalten habe, bin ich in medizinischer behandlung, und seit vielen jahren unterbrechungsfrei unter der nachweisgrenze, damit also nicht in der lage, den virus weiter zu geben. ich wollte aus mehreren gründen bisher nicht damit an die öffentlichkeit gehen, nur zwei davon will ich hier nennen: der wichtigste war mir meine familie, die seit dem ersten tag bescheid weiss und mich bedingungslos unterstützt hat. ihnen hätte ich die aufmerksamkeit für den hiv-status ihres sohnes, enkels und bruders gerne erspart. genauso wissen meine freunde seit geraumer zeit bescheid und gehen in einer unbefangenheit damit um, die ich jeder und jedem betroffenen wünschen würde. zweitens ist es eine information, die meiner meinung nach hauptsächlich für diejenigen menschen von relevanz ist, mit denen sexueller kontakt infrage kommt. coming out ist besser als von dritten geoutet zu werden. ich hoffe, mut zu machen und einen weiteren schritt zu setzen gegen die stigmatisierung von menschen, die sich durch ihr eigenes verhalten oder aber unverschuldet mit hiv infiziert haben. an meine fans: die information über meinen hiv-status mag neu für euch sein – mein status ist es nicht! es geht mir gesundheitlich gut, und ich bin stärker, motivierter und befreiter denn je. danke für eure unterstützung!
La cantante austriaca Conchita Wurst ha detto di essere positiva al virus dell’HIV.
Apple ha presentato il nuovo iPad Air e il nuovo iPad mini, la cui ultima versione era stata lanciata nel 2015. Lo schermo del nuovo iPad Air è di 10,5 pollici, mentre le dimensioni dell’iPad mini rimangono fisse a 7,9 pollici. Entrambi i modelli supportano la Smart Keyboard di Apple e possono essere utilizzati insieme ad Apple Pencil, lo stilo per scrivere e disegnare sullo schermo del tablet. Hanno un sensore per le impronte digitali per sbloccarlo più facilmente e un’autonomia di utilizzo intorno alle 10 ore. L’iPad Air è disponibile nelle colorazioni argento, grigio siderale e oro, ed è in vendita al prezzo di partenza di 569 euro per il modello da 64 GB con WiFi e da 709 euro per il modello con antenna per la rete cellulare. Mentre l’iPad mini, anch’esso disponibile nelle tre colorazioni, è in vendita a partire da 459 euro per il modello da 64 GB con WiFi e 599 euro per il modello con antenna per la rete cellulare. Apple Pencil può essere acquistata separatamente al prezzo di 99 euro. pic.twitter.com/Iqz1MHTg1p
Apple ha presentato il nuovo iPad Air e il nuovo iPad mini.
Da oggi, 5 agosto, si potrà utilizzare anche in Italia Instagram Reels, la nuova funzionalità del popolare social network con cui si possono realizzare, modificare e condividere brevi video in una sezione dedicata del social network. La nuova funzione, che nelle prossime ore verrà gradualmente integrata nell’app sia per telefoni con sistema operativo iOS che Android, punta a essere l’alternativa di Instagram all’app TikTok, di cui riprende molte delle caratteristiche. Oltre che in Italia Instagram Reels da oggi sarà disponibile in più di 50 paesi, tra cui gli Stati Uniti, dove da diversi giorni si sta parlando dell’intenzione di Trump di vietare TikTok e della possibile acquisizione da parte di Microsoft. La funzione negli scorsi mesi era stata invece resa disponibile in fase di test solo in alcuni paesi, tra cui Brasile, Francia e Germania.
Instagram Reels è disponibile anche in Italia. È una nuova funzione che permette di creare e modificare i video, e ricorda molto TikTok.
Il pinguino imperatore “Happy Feet”, trovato sulla spiaggia di Peka Peka in Nuova Zelanda il 20 giugno scorso, tra pochi giorni partirà per tornare a casa. Lo staff dello zoo di Wellington che si occupa del pinguino ha dichiarato che Happy Feet verrà imbarcato il 29 agosto sulla nave di ricerca Tangaroa, e verrà liberato nelle acque dell’Oceano Antartico a circa quattro giorni di nuoto dalla costa antartica.
Il ritorno del pinguino che si era perso. Le ultime su Happy Feet, che a fine mese torna in Antartide dalla Nuova Zelanda dov'era arrivato per errore.
Da alcuni giorni nell’editoria europea è in corso un dibattito che riguarda la poeta 22enne afroamericana Amanda Gorman, diventata famosa dopo aver letto la poesia The Hill We Climb alla cerimonia di insediamento di Joe Biden. Stavolta però non si discute della potenza della sua esibizione né del suo gusto nel vestire, ma delle persone scelte per tradurre all’estero la sua poesia, che uscirà ovunque a fine marzo. Nei Paesi Bassi e in Spagna, infatti, i traduttori scelti originariamente sono poi stati sostituiti – nel primo caso per un ritiro spontaneo, nel secondo su decisione della casa editrice – dopo critiche e discussioni riguardo all’opportunità di scegliere una persona bianca per tradurre un testo così specificamente legato alle questioni razziali e all’identità afroamericana, come quello di Gorman. – Leggi anche: Chi è Amanda Gorman, la poeta dell’insediamento
I problemi con i traduttori europei di Amanda Gorman. Quelli scelti originariamente nei Paesi Bassi e in Spagna, bianchi, sono stati sostituiti dopo le proteste di chi pensa debba occuparsene una persona nera.
Il Pd ritira il sostegno in Sicilia al governo di Rosario Crocetta. La direzione ha votato a maggioranza la relazione del segretario regionale Giuseppe Lupo; soltanto sette i voti contrari. Con questo voto, il partito chiede ai quattro assessori che lo rappresenta in giunta di dimettersi: si tratta di Luca Bianchi (Economia), Nelli Scilabra (Formazione), Mariella Lobello (Ambiente) e Nino Bartolotta (Infratrutture). Chi non lo farà rimarrà a titolo personale e sarà deferito ai garanti del partito. Tutti i dirigenti hanno attaccato il presidente della Regione, assente per stare vicino ai suoi uomini della scorta rimasti feriti nel grave incidente stradale di sabato, ‘colpevole’ di non volere acconsentire al rimpasto chiesto a gran voce dal Pd. Tra i più duri il deputato regionale Antonello Cracolici che nel suo intervento spiega: “non nascondo di provare una certa sofferenza in questa discussione. Si è sviluppata una divaricazione alimentata e sostenuta da alcuni ‘tifosi’ affinchè si determinasse il punto di rottura”. Poi l’attacco frontale a Crocetta: “io non penso che il Pd si assuma la responsabilita’ di rompere con il suo presidente, ma è il presidente Crocetta che si è assunto la grave responsabilità di denigrare e di deridere il suo partito. Raramente si è visto qualcuno che con pervicacia fa di tutto per separare il Pd dai suoi elettori. Crocetta ha pensato di affrontare i problemi della Regione con una deriva personalistica”. E ha criticato il governatore per “la valanga di insulti” nei confronti del Pd. Poi, Cracolici ha ribadito che il rimpasto “non è una questione di poltrone. Qualcuno vorrebbe far credere che io o il segretario Giuseppe Lupo volessimo una poltrona d’assessore. Ma non è così. Crocetta non ha la patente morale per dare la patente a nessuno. In questa regione fa tutto lui, decide chi è il buono o chi è il cattivo. Tutto con la logica di provare a mettere le persone contro”. Il senatore de ‘Il Megafono’ Giuseppe Lumia tenta di gettare acqua sul fuoco e di fare da ‘mediatore’, rispondendo al segretario Giuseppe Lupo che poco prima aveva lanciato un aut aut dicendo: “chi sta nel Megafono non può stare nel Pd”. (continua a leggere su RaiNews24)
Il PD ritirerà l’appoggio alla giunta siciliana di Rosario Crocetta. Con un voto a maggioranza la direzione del partito ha chiesto ai suoi assessori di dimettersi.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
Telecom Italia e Mondadori insieme per gli ebook. Le due società presentano oggi la loro offerta per i libri in formato elettronico con uno store online e nuovi reader.
Due ultrà interisti sono stati arrestati per aver partecipato agli scontri avvenuti il 26 dicembre prima di Inter-Napoli in cui era morto Daniele Belardinelli, un ultrà del Varese, tifoseria gemellata con quella interista. Gli arrestati sono Nino Ciccarelli, storico capo della curva dell’Inter e fondatore del gruppo ultras “Vikings”, e Alessandro Martinoli, ultrà del Varese e componente del gruppo “Blood & Honour”. Nelle scorse settimane erano stati arrestati altri quattro ultrà interisti. Ciccarelli, scrive il Corriere, era stato «condannato a 12 anni di carcere per vari reati e attualmente sottoposto a cinque anni di Daspo».
Altri due ultrà sono stati arrestati per gli scontri avvenuti prima di Inter-Napoli.
A un anno dalla presentazione del primo prototipo della sua automobile che si guida da sola, Google ha annunciato che questa estate inizierà i test su strada delle sue auto all’esterno del circuito di prova utilizzato finora a Mountain View, la città della California dove Google ha la sua sede. Le automobili che saranno usate per la sperimentazione sono un’evoluzione del modello dello scorso anno e funzionano utilizzando i sistemi di guida automatica che l’azienda statunitense sperimenta da anni, su normali automobili di serie. Finora sono stati coperti circa 1,6 milioni di chilometri per testare i vari sensori che permettono all’auto di capire dove si trova, in che direzione muoversi e soprattutto come comportarsi in mezzo al traffico, o a un semaforo. I prototipi che circoleranno in California potranno raggiungere al massimo la velocità di 40 chilometri orari e avranno sempre a bordo almeno una persona, che potrà intervenire nel caso qualcosa vada storto. Nelle intenzioni di Google in futuro le auto che si guidano da sole non avranno alcun tipo di comando, ma per la fase di test è previsto che ogni prototipo abbia volante e pedali.
Google inizierà i test su strada della sua auto che si guida da sola. I prototipi che circoleranno in California potranno raggiungere al massimo i 40 chilometri orari.
Alphabet, la holding che detiene la proprietà di Google, ha concluso il suo ultimo trimestre superando le aspettative degli analisti, con ricavi intorno ai 26,24 miliardi di dollari rispetto ai 25,55 miliardi di dollari previsti. La sola divisione di Google che si occupa di pubblicità, la più redditizia per l’azienda, ha fatto registrare un aumento del 24 per cento. Per quanto riguarda i profitti, Alphabet ha fornito due diversi dati: uno è pari a 3,2 miliardi di dollari e comprende la multa da 5 miliardi di dollari dell’Unione Europea per Android, mentre l’altro è pari a 8,2 miliardi di dollari. Google ha annunciato di volere fare appello contro la decisione della Commissione Europea: i dati dimostrano comunque che anche se dovesse corrispondere la cifra non ci sarebbe un particolare impatto sulle finanze dell’azienda.
Nel suo ultimo trimestre Alphabet ha superato le previsioni con 26,24 miliardi di ricavi.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 5.193 casi positivi da coronavirus e 57 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 4.664 (48 in meno di ieri), di cui 547 nei reparti di terapia intensiva (1 La storia di uno dei delitti più noti e violenti degli anni Settanta, al centro del film tratto da “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati
Il comunicato della banca Arner. I dipendenti della banca al centro del caso Antigua firmano (per nome di battesimo) una pagina a pagamento sul Corriere della Sera.
Un uomo è morto mentre si trovava in barca in Croazia: si chiamava Eugenio Vinci, aveva 57 anni ed era un imprenditore di Sant’Agata Militello (Messina). Secondo le prime informazioni avrebbe perso i sensi e cadendo avrebbe sbattuto la testa sulla vasca da bagno. Sembra che l’incidente sia stato provocato da una intossicazione, ma non è chiaro di che tipo: due bambini che erano con lui, di cinque e undici anni, sono stati ricoverati in rianimazione all’ospedale di Spalato. Il Corriere della Sera scrive che presentano «gravi sintomi da avvelenamento». Al momento l’ipotesi più accreditata è che le persone sulla barca abbiano inalato gas di scarico rilasciati dai bocchettoni dell’aria condizionata o dai water. In un primo momento era circolata la notizia che l’intossicazione fosse di origine alimentare. Sulla barca era presente anche l’ex senatore Bruno Mancuso, attuale sindaco di Sant’Agata Militello. Nel frattempo è stata aperta un’inchiesta e sul corpo di Vinci verrà effettuata un’autopsia.
Un imprenditore siciliano è morto mentre si trovava in barca in Croazia.
C’erano molte storie che precedevano il 7 settembre 1979 in cui uscì il 45 giri, e ci sarebbero state molte storie che lo avrebbero seguito. Quel giorno è la strozzatura della clessidra, quarant’anni fa. La storia più grande è che anche se le cose vanno avanti per strappi, sfumature, passi avanti e indietro, accidenti, c’era un mondo fino alla fine degli anni Settanta, e ce ne sarebbe stato un altro dopo: per dire, internet c’era già, prima del 7 settembre 1979, ma cominciammo a saperlo poco dopo.
Questo tempo è cominciato con “Video killed the radio star”. Storia di una canzone, di quello che era successo prima e quello che successe dopo il giorno in cui uscì, 40 anni fa oggi.
Domenica in piazza Duomo a Milano il centrosinistra ha riunito migliaia di persone per ascoltare i discorsi di Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola, Bruno Tabacci, Romano Prodi e Umberto Ambrosoli. Bersani è candidato alla presidenza del Consiglio, Ambrosoli è candidato alla presidenza della Lombardia. L’iniziativa è stata introdotta dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Bersani ha ironizzato sul fatto che nessuna delle altre tre principali coalizioni in campo ha il coraggio di mostrare “la foto di gruppo”, e mettere sullo stesso palco Monti, Casini e Fini, oppure Berlusconi, Maroni e Storace. Prodi ha promesso che stavolta il centrosinistra resterà unito, perché “ha imparato dagli errori del passato” e perché guidato da persone diverse. Il discorso di Bersani
La manifestazione del centrosinistra a Milano. Foto e video dell'affollata iniziativa di domenica in piazza Duomo, con Bersani, Vendola, Prodi, Ambrosoli, Tabacci.
Il governo italiano ha annunciato che Eugenio Gaudio, medico ed ex rettore dell’università Sapienza di Roma, sarà il nuovo commissario alla Sanità in Calabria. Il governo ha annunciato un ruolo in Calabria anche per Gino Strada, medico e fondatore della nota ong sanitaria Emergency, che nei giorni scorsi il Movimento 5 Stelle aveva proposto come commissario: dopo il comunicato del governo, Strada ha confermato la sua disponibilità ma ha precisato che «dobbiamo ancora definire per che cosa e in quali termini», e che finora «non esiste» alcun accordo per lavorare insieme a Gaudio. Gli ultimi due commissari alla sanità in Calabria, Saverio Cotticelli e Giuseppe Zuccatelli, si sono dimessi entrambi nelle ultime settimane in seguito ad altrettanti casi mediatici. – Leggi anche: Da dove viene il disastro della sanità in Calabria
L’ex rettore dell’università Sapienza Eugenio Gaudio sarà il nuovo commissario alla Sanità in Calabria.
Da dicembre dell’anno scorso in alcuni settori produttivi scarseggiano i microchip, i componenti necessari per il funzionamento di computer, smartphone e praticamente ogni apparecchio elettronico: i principali produttori globali faticano a stare al passo con la domanda del mercato, che è aumentata a causa di vari fenomeni tra cui la pandemia da coronavirus e la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti. Per ora questa carenza globale di microchip (o soltanto chip) ha colpito quasi esclusivamente il settore automobilistico, dove sono essenziali per il funzionamento di moltissimi elementi non meccanici di un’automobile, dal computer di bordo ai sensori di parcheggio. Ma pochi giorni fa Samsung, l’azienda tecnologica sudcoreana che tra le altre cose è uno dei più grandi produttori di microchip del mondo, ha fatto sapere che i problemi di fornitura potrebbero interessare la produzione di altri apparecchi, come per esempio computer e console. Lo stesso hanno fatto Qualcomm, un’azienda americana che progetta microchip per smartphone e vari device, e altri.
Non abbiamo abbastanza microchip. La produzione non riesce a stare dietro alla domanda: per ora ci sono problemi nel settore automobilistico, ma potrebbero espandersi.
Martedì 8 gennaio il presidente della Repubblica ha firmato un decreto legge approvato dal governo per evitare il fallimento di Carige, una banca genovese da tempo in grave crisi. Diversi esponenti del governo – tra cui il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli – hanno sostenuto che il decreto legge per Carige sia molto diverso dal “decreto salvabanche” del governo Gentiloni, che il Movimento 5 Stelle aveva duramente criticato. Confrontando i due testi, scrive però il Sole 24 Ore, questa diversità non si nota, anzi: il decreto su Carige sembra essere stato copiato parola per parola dal decreto del 2016. I testi messi a confronto sono quello del decreto del 2016. Il testo del decreto Carige è appena stato firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per valutarne i contenuti c’è una via semplice. Basta leggere il testo del Dl 237/2016, quello approvato dall’allora neonato governo Gentiloni per i salvataggi di Mps, Pop Vicenza e Veneto Banca. La bozza del nuovo decreto è identica in ogni dettaglio, dalle regole sulle garanzie dello Stato fino ai meccanismi, con burden sharing, per la nazionalizzazione.
Il decreto per salvare Carige è identico al decreto sulle banche del governo Gentiloni. Identico parola per parola, come se fosse stato ricopiato: lo mostra il Sole 24 Ore, che ha confrontato i testi.
Gira da qualche giorno in rete e soprattutto su Facebook un testo con alcune misure che il presidente francese François Hollande avrebbe preso per contenere la spesa pubblica e combattere gli sprechi delle amministrazioni locali: e il suo successo tra i lettori italiani si deve al paragone con il nostro paese, dove simili misure sono lontane da essere prese. Ma il fatto è che sono lontane da essere prese anche in Francia: secondo diverse ricerche, tra cui quella di Wired, il testo – che potrebbe essere stato pubblicato per la prima volta mercoledì scorso sul blog Libero Pensiero – è privo di qualunque fondamento: In queste ore gira su Facebook un testo che elenca tutti i provvedimenti presi dal Presidente francese François Hollande nei suoi primi neanche sessanta giorni di Governo. Leggiamo che Hollande avrebbe ” abolito il concetto di scudo fiscale [definito “ socialmente immorale”, nda]”, avrebbe ” emanato un urgente decreto presidenziale stabilendo un’aliquota del 75% di aumento nella tassazione per tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro all’anno”, avrebbe ” decurtato del 25% lo stipendio di tutti i funzionari governativi, del 32% di tutti i parlamentari, e del 40% di tutti gli alti dirigenti statali che guadagnano più di 800 mila euro all’anno” e con i soldi risparmiati avrebbe ” assunto 59.870 laureati disoccupati”, “varato [con quei soldi, nda] un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole elementari”, ” istituito un fondo garanzia welfare che attribuisce a donne mamme single in condizioni finanziarie disagiate uno stipendio garantito mensile per la durata di cinque anni” e molto altro (in calce il testo completo).
I tagli di Hollande sono una bufala. Un testo di grande successo tra gli utenti italiani di Facebook cita come modello le riduzioni di costi già avviate dal nuovo presidente francese: ma non sono vere.
Vine è un’applicazione per smartphone creata da Twitter: permette di girare con facilità video che possono durare al massimo sei secondi – ma non dev’essere necessariamente un’unica ripresa – e diffonderli sui social network. Esiste dal gennaio del 2013 e per molti mesi è stata usata solo da una nicchia, finché non ha trovato la sua strada per il successo: i video sportivi, del calcio in particolare. Durante i Mondiali di calcio, come spiega Davide Coppo sul sito di Undici, l’uso e la notorietà di Vine sono esplosi: tanti spettatori dei Mondiali riprendono i video col loro smartphone direttamente dalla televisione e li mettono online. La FIFA li fa rimuovere nel giro di poche ore, ma altrove anche le squadre e le istituzioni iniziano a fare degli esperimenti. Il filmato inizia con il pallone che ha già terminato la parabola discendente ed è praticamente già attaccato al petto di James Rodríguez nel controllo propedeutico alla girata e al tiro al volo di sinistro che finisce sotto la traversa di Fernando Muslera. Dura tutto cinque secondi. Il sesto e ultimo secondo è un primo piano di James che corre verso il fondo del campo per esultare con i compagni di squadra, e poi più nulla, anzi, poi di nuovo: il pallone che ha già terminato la parabola discendente ed è praticamente già attaccato al petto di James Rodríguez, e così via. Il gol più bello, diciamo balisticamente, del Mondiale brasiliano è fruibile da un computer fisso o portatile, da un tablet o da uno smartphone in qualsiasi momento perché è un Vine. Tutti i gol del Mondiale brasiliano sono diventati Vine. Oltre a loro, oltre ai gol, anche altri momenti: David Luiz che dopo la partita persa dal Brasile 7-1 contro la Germania piange con gli occhi lucidi e cerca di balbettare delle scuse che però rimangono inintelligibili, perché i 6 secondi di limite tagliano le parole appena pronunciate; o lo stesso James Rodríguez che, tornato in Colombia,balla sul palco allestito per la Selección colombiana insieme a Pablo Armero un ritmo latino con due ragazze; l’arbitro canadese Joe Fletcher nel tunnel degli spogliatoi con le squadre cilena e spagnola prima di entrare in campo, protagonista del più classico “handshake fail” con il delegato Fifa Tony Baffour.
I Mondiali di Vine. Come siamo finiti a guardare il calcio spezzettato, tagliato e incollato in loop da 6 secondi.
In Australia il cancro al collo dell’utero potrebbe essere eliminato entro i prossimi 20 anni: un risultato storico reso possibile da un programma molto diffuso di vaccinazioni contro il papilloma virus (HPV). La previsione è stata pubblicata in un articolo sulla rivista scientifica Lancet: è basata sull’andamento delle vaccinazioni e su quello statistico delle persone che sviluppano forme di tumore a causa dell’HPV. Entro il 2028, dice lo studio, i casi di cancro al collo dell’utero dovrebbero interessare meno di 4 donne ogni 100mila all’anno, con un’ulteriore riduzione nel decennio successivo tale da rendere la malattia non più un problema di salute pubblica. Agli attuali ritmi, entro il 2066 meno di una donna all’anno dovrebbe ricevere una diagnosi di tumore al collo dell’utero in Australia. Il papilloma virus è molto comune e si trasmette per via sessuale: nella maggior parte dei casi è innocuo, ma alcuni suoi ceppi possono causare lo sviluppo di tumori, in particolare al collo dell’utero, se le infezioni non vengono trattate adeguatamente. Il vaccino contro l’HPV è stato introdotto una decina di anni fa e viene somministrato a partire dall’undicesimo anno di età: la sua efficacia diminuisce infatti man mano che s’invecchia, ma ultimamente ne viene comunque consigliato l’impiego anche nelle donne con età compresa tra i 26 e i 45 anni. Vaccinarsi non è del tutto inutile anche per le ragazze che hanno già avuto rapporti sessuali, perché in futuro potrebbero infettarsi con un tipo di HPV contenuto nel vaccino. Alcuni ginecologi consigliano di effettuare la vaccinazione anche se si è risultate positive al Pap test: questo perché secondo alcuni studi il vaccino potrebbe aiutare comunque l’organismo a tenere sotto controllo il virus.
L’Australia potrebbe presto eliminare il cancro al collo dell’utero, grazie ai vaccini. La campagna vaccinale avviata 10 anni fa contro il papilloma virus sta portando ottimi risultati nella prevenzione.
Your Name. (così, con il punto alla fine) è un film d’animazione giapponese proiettato nei cinema italiani (precisamente questi) dal 23 al 25 gennaio. Your Name. – scritto e diretto da Makoto Shinkai – è stato apprezzato da critici e spettatori: è il film d’animazione giapponese che nella storia ha incassato di più nel mondo (e ancora deve arrivare negli Stati Uniti); in Giappone, dove è uscito ad agosto, è stato il film più visto del 2016, contando anche i film stranieri. Your Name. racconta una storia particolare e complicata. I protagonisti del film sono un ragazzo e una ragazza: lei (Mitsuha) vive in una zona rurale e sogna la vita di città: frustrata dalla vita di provincia, esprime il desiderio di essere “un bel ragazzo di Tokyo, nella prossima vita”. Lui (Taki) invece vive a Tokyo. Un giorno i due si svegliano e si rendono conto di essersi scambiati i corpi; quando capiscono che cosa sta succedendo, per aiutarsi a non avere comportamenti strani nei momenti di scambio, che si ripete più volte, comunicano tra loro lasciandosi bigliettini, messaggi nel telefono e scritte sul corpo. Oltre allo scambio di corpi, nel film ci sono viaggi nel tempo (più o meno) e si parla anche di un disastro naturale immaginario.
“Your Name.”, l’anime giapponese dai maggiori incassi di sempre. In Italia è al cinema fino al 25 gennaio, ma ha avuto molto successo e il suo regista viene paragonato a Miyazaki.
Domenica 28 maggio ci sarà uno sciopero dei piloti e dei controllori di volo iscritti ai sindacati CUB Trasporti, USB, Confael e Assovolo: lo sciopero riguarderà i voli di molte tratte nazionali e internazionali e durerà dalle 10 alle 18 (qui c’è una lista dei voli cancellati). Saranno previste come al solito delle fasce di garanzia in cui gli aerei voleranno regolarmente dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21. In aggiunta a questo sciopero ci saranno anche delle agitazioni a carattere locale indette da RSA Enav che coinvolgeranno gli aeroporti di Padova, Pescara e Ancona dalle 13 alle 17. È attivo numero verde 800650055 per verifica stato del volo, riprotezioni e rimborsi. Tutte le info https://t.co/TsVGIqgd68 pic.twitter.com/qfbSVDzMI3
Lo sciopero dei voli di Alitalia di domenica 28 maggio. Durerà 8 ore e riguarderà molte tratte nazionali e internazionali: i voli cancellati e le cose utili da sapere.
Dal 6 gennaio Netflix – la società che offre film e serie tv di in streaming on demand attraverso il suo sito e la sua app – è disponibile in quasi ogni paese del mondo: fino all’altroieri era disponibile in 60 stati, da ieri ne ha aggiunti altri 130, tra cui l’India, la Russia, l’Indonesia, la Corea del Sud e la Nigeria. L’annuncio dell’espansione di Netflix è stato dato dal suo CEO e co-fondatore Reed Hastings durante il Consumer Electronics Show (CES) di Las Vegas, una delle più importanti fiere di aggeggi tecnologici al mondo. «Oggi siete testimoni della nascita di un nuovo network globale di tv su internet», ha detto Hastings. «Con il suo lancio, i clienti di tutto il mondo – da Singapore a San Pietroburgo, da San Francisco a San Paolo – potranno vedere le stesse cose in simultanea. L’attesa è finita. Con l’aiuto di internet stiamo dando ai clienti la possibilità di vedere qualsiasi cosa, in qualunque momento, da qualsiasi dispositivo».
Netflix ora c’è in quasi tutto il mondo. Da ieri è attivo in 130 nuovi paesi, con conseguenze su lingue e catalogo: restano fuori la Cina, la Corea del Nord, la Siria e la Crimea.
Venerdì il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza con cui Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta vengono confermate “aree rosse”, quelle a maggior rischio di contagio e in cui sono previste le misure più restrittive, e Puglia e Sicilia “aree arancioni”. La nuova ordinanza ha validità immediata, sarà in vigore fino al 3 dicembre e si è resa necessaria perché oggi scadeva quella del 5 novembre che aveva istituito le aree rosse e arancioni. Ad oggi fanno parte della zona rossa anche Toscana, Campania e Alto Adige, oltre all’Abruzzo che ha deciso autonomamente di inasprire le misure di prevenzione. Sono classificate invece come “aree arancioni” anche Liguria, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Basilicata.
Il ministro Speranza ha firmato un’ordinanza con cui ha confermato le attuali aree rosse.
La 20th Century Fox ha diffuso il primo trailer ufficiale del film Life of Pi, diretto da Ang Lee. Il film è il riadattamento cinematografico del libro di Yann Martel Life of Pi (Vita di Pi, nella versione italiana). Parla di un ragazzo indiano, Pi, che è l’unico a sopravvivere al naufragio di una nave e si trova su una scialuppa insieme a una iena, una zebra, un orangotango e una tigre del Bengala. Il cast comprende Shravanthi Sainath, Tabu, Adil Hussain, Irrfan Khan, Gerard Depardieu e Tobey Maguire.
Il primo trailer di Vita di Pi – Life of Pi. Il film, diretto da Ang Lee, uscirà negli Stati Uniti il 21 dicembre.
È morto a Cesena Raoul Casadei, il musicista romagnolo soprannominato “re del liscio”. Aveva 83 anni e dal 2 marzo era ricoverato all’ospedale Bufalini di Cesena perché malato di COVID-19. Casadei faceva parte di una famiglia di musicisti: suo zio, Secondo Casadei, era l’autore della celebre “Romagna mia” e nel 1928 aveva fondato l’Orchestra Casadei, la più nota orchestra di liscio. Raoul Casadei ci entrò alla fine degli anni Cinquanta e alla morte dello zio, nel 1971, ne prese la guida.
È morto Raoul Casadei. Aveva 83 anni ed era il più celebre musicista di liscio.
Da diversi anni il governo argentino manipola il prezzo dei Big Mac, il più famoso panino della catena di fast food McDonald’s. Non si tratta di una leggenda metropolitana e le prove sono parecchie. Ad esempio: dal 2011 ad oggi, nonostante un’inflazione ufficiale del 10 per cento (e una reale più che doppia), il prezzo di un Big Mac è rimasto sempre 20 peso. Un’altra prova è che i McDonald’s in Argentina non vendono Big Mac. O meglio, fanno di tutto per cercare di non venderli: non sono segnalati nei menù più in vista dei vari ristoranti e non ricevono alcun tipo di pubblicità. Tutti gli altri panini di McDonald’s, anche quelli più piccoli, costano da un terzo al doppio più del Big Mac. In altre parole, il prezzo dei Big Mac è inferiore al suo costo di produzione e per questo motivo la società cerca di non venderli. Diversi giornali, sia argentini che internazionali, hanno cercato di spiegare quest’anomalia. La risposta che hanno dato più o meno tutti è la stessa: il governo ha imposto a McDonald’s di tenere basso il prezzo dei Big Mac per fare una bella figura sull'”indice Big Mac“, che il settimanale Economist pubblica ogni anno per confrontare le economie mondiali (questa settimana è uscito quello per il 2014).
I Big Mac e i guai dell’Argentina. I problemi di questi giorni della moneta e dell'inflazione c'entrano anche con i creativi trucchi del governo per occultarli.
Nell’ultima settimana il settimanale tedesco Der Spiegel e il quotidiano britannico Guardian hanno pubblicato nuovi dettagli tratti dai documenti trafugati da Edward Snowden. In questi documenti ci sarebbero le prove che la NSA ha spiato le sedi diplomatiche dell’Unione Europea e di diversi paesi membri dell’unione. Diversi leader europei hanno protestato e chiesto chiarimenti agli Stati Uniti. In particolare, la Francia ha dichiarato che avrebbe intralciato i negoziati per l’accordo sul libero scambio commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti, una minaccia che è stata appoggiata da vari commentatori e altri politici (pochi giorni dopo è arrivata la notizia che la Francia ha deciso di desistere dalla sua minaccia). I negoziati sono ancora nelle loro prime fasi e dureranno ancora molto a lungo, ma l’accordo ha una grande importanza economica per entrambe le aree interessate. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama li ha definiti, durante il G8 in Irlanda, «il più accordo commerciale bilaterale della storia».
Il più grande accordo commerciale di sempre. Obama ha chiamato così l'accordo tra USA e UE che riguarderà di tutto, dagli OGM ai film francesi: i negoziati cominceranno lunedì prossimo (e dureranno parecchio).
Numerosi esponenti dell’industria editoriale americana – editori, distributori, agenti letterari, autori, librai indipendenti – hanno firmato una petizione, pubblicata il 14 marzo nella versione cartacea della rivista Publishers Weekly, per chiedere al presidente Barack Obama e al Congresso americano di togliere l’embargo dai libri e dai materiali educativi prodotti a Cuba. La richiesta è stata sottoscritta da un gruppo di 40 professionisti del settore che dall’11 al 21 febbraio 2016 sono stati all’Avana per partecipare alla Fiera del Libro cubana: in due giorni di incontri i delegati statunitensi hanno parlato con i rappresentanti dell’Istituto del Libro cubano, del Ministero della Cultura, dell’Associazione degli scrittori cubani, oltre che con autori, editori e studiosi. Tra i firmatari ci sono i grandi gruppi editoriali Penguin Random House, Hachette e Simon & Schuster, l’Associazione dei Librai Americani e la Authors Guild, la più importante associazione di autori degli Stati Uniti. Nella petizione si legge che l’embargo sui libri è contrario alla libertà d’espresssione. Nel gennaio del 2015 l’amministrazione Obama ha eliminato alcune restrizioni agli scambi commerciali tra gli Stati Uniti e Cuba, ma i provvedimenti presi da allora non riguardano il settore editoriale. Infatti, spiega un articolo del Wall Street Journal, le nuove regole consentono di importare solo materiale informativo.
L’embargo americano contro i libri usciti a Cuba sta per finire? gli editori cubani non possono venderli negli Stati Uniti e viceversa, ma il danno principale delle restrizioni è la scarsità di carta, che impone tirature ridotte.
A partire dal 15 giugno del 2017 nell’Unione Europea non ci saranno più costi aggiuntivi per telefonate, SMS e dati scaricati in roaming. Questo significa che ogni cittadino con un contratto telefonico di una società europea pagherà all’estero le stesse cifre che paga nel suo paese di provenienza per telefonare, mandare messaggi e navigare su Internet (forse con qualche limite, bisognerà attendere i dettagli). La fine del roaming è stata decisa in seguito a un compromesso raggiunto dalla Commissione Europea con il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione europea, dopo anni di trattative, incontri, rinvii e ripensamenti. L’accordo è definitivo e sarà ratificato nei prossimi mesi dal Parlamento e dal Consiglio: in seguito saranno diffuse le linee guida che dovranno seguire gli operatori telefonici. Anche se con grandi difficoltà, negli ultimi anni la Commissione Europea si è data da fare per ridurre il costo del roaming tra i paesi dell’Unione. I prezzi per le chiamate, gli SMS e la navigazione dati all’estero sono diminuiti dell’80 per cento rispetto al 2007. Particolare attenzione è stata dedicata al costo dei download, con una riduzione che in otto anni è stata del 91 per cento per i clienti dei vari operatori.
Il roaming nell’UE finirà il 15 giugno 2017. Ora è ufficiale: chiamate, SMS e dati costeranno come nel proprio paese di provenienza.
Che Thelonious Monk non sarebbe stato uno qualsiasi lo si sarebbe potuto immaginare già il 10 ottobre 1917, cento anni fa, quando nacque a Rocky Mount, North Carolina, e i suoi genitori decisero di dargli quel nome che sembrava fatto per finire sulle locandine dei concerti. Si trasferì molto piccolo a New York, la città in cui a partire dalla fine degli anni Quaranta, insieme a un pugno di altri musicisti afroamericani, inventò il be bop, il movimento musicale che ribaltò il jazz per come lo si conosceva e senza il quale non avremmo avuto molte delle cose che ascoltiamo oggi. Ma a differenza dei suoi colleghi Charlie Parker, Dizzy Gillespie e Miles Davis, Monk evitò sempre le celebrazioni e i divismi di cui poteva essere protagonista un jazzista in quegli anni, occasione più unica che rara di ascesa sociale per un afroamericano in quegli anni. Il suo carattere schivo, da uomo dietro le quinte, rispecchiava il suo reale ruolo di mentore e maestro dei musicisti più giovani, ribelli e fotografati: il risultato fu che la sua figura assunse già quand’era in vita contorni misteriosi e da santone, rafforzati dai suoi comportamenti bizzarri, dal suo proverbiale cappello che sembrava più un copricapo da sciamano, e dalla sua presunta malattia mentale. Ma anche senza protagonismi e senza una vita sopra le righe, il suo nome dice jazz anche a chi di jazz non sa nulla, ma sa che Thelonious Monk era uno leggendario, lui e il suo nome da predestinato.
A Thelonious Monk bastava il nome. Storia e musica di uno dei più grandi pianisti jazz di sempre, che nacque cento anni fa e fu unico in ogni cosa che fece.
Burt Lancaster è stato uno dei più grandi divi americani del secondo dopoguerra, di quella che comunemente viene chiamata “l’epoca d’oro di Hollywood”: bellissimo e con un gran fisico, nell’arco della sua carriera – cominciata relativamente tardi – recitò in quasi ottanta film, passando dai primi ruoli di giovane atletico e prestante a personaggi sempre più impegnativi e diversi. Nacque a New York il 2 novembre 1913 e soltanto a 32 anni, dopo aver fatto l’acrobata in un circo per oltre dieci anni, venne notato da un agente che gli fece avere il primo contratto con una casa di produzione di Hollywood. Dopo qualche anno di ruoli da “duro”, stereotipati e poco convincenti, riuscì a farsi notare interpretando ruoli sempre più impegnativi e drammatici, fino a fondare una società di produzione, la Norma Productions, per avere la possibilità di realizzare in autonomia i copioni che gli piacevano di più. Vinse l’unico Oscar della sua carriera per il film Il figlio di Giuda, anche se venne nominato altre tre volte come miglior attore: la prima per il film Da qui all’eternità, con Debora Kerr (con cui fu protagonista di uno dei baci cinematografici più espliciti della storia), la seconda per L’uomo di Alcatraz (1962) e la terza per l’interpretazione in Atlantic City, USA (1980). Fu grande amico di Luchino Visconti, per cui interpretò prima il ruolo del principe di Salina nel film Il Gattopardo e poi, nel 1974, il film Gruppo di famiglia in un interno. Morì a Century City il 20 ottobre 1994 a causa di un ictus. Lo storico del cinema americano David Thomson scrisse di lui: “Coraggioso, vigoroso, bello e di grande versatilità, Lancaster non si è mai arreso, nel suo immacolato splendore, orgoglioso di essere un attore cinematografico. E ha continuato la sua scalata, sopravvivendo, persistendo, sempre in condizioni difficili. È una delle grandi star di tutti i tempi, forse l’ultima”.
20 fotografie di Burt Lancaster. Il bellissimo attore statunitense morto il 20 ottobre di vent'anni fa era "una delle grandi star di tutti i tempi, forse l'ultima".
Domenica 12 ottobre, a solo un mese dalla nomina, Enrico Cavatorta si è dimesso da amministratore delegato di Luxottica, azienda italiana che è oggi il più grande produttore mondiale di lenti e occhiali – controlla tra gli altri i marchi Ray-Ban, Oakley e Persol – fondata e presieduta da Leonardo Del Vecchio, 79 anni. Del Vecchio è anche la persona che controlla la Delfin S.a.r.l., società titolare del 61,35 per cento del capitale sociale di Luxottica. Il giorno dopo l’annuncio delle dimissioni di Cavatorta, i titoli di Luxottica sono crollati in Borsa perdendo il 9,23 per cento (l’azione ha chiuso a 37,29 euro contro i 40,81 di venerdì 10 ottobre). Il gruppo ha quindi convocato d’urgenza un consiglio di amministrazione, che si è concluso nella tarda serata di ieri e in cui è stato deciso di trasferire temporaneamente tutte le deleghe allo stesso Del Vecchio. I problemi a Luxottica – spesso citata come azienda-modello per i suoi risultati industriali e la gestione dei lavoratori – sono cominciati ufficialmente lo scorso agosto, con le dimissioni – dopo dieci anni e per «obiettivi non condivisi» – dell’amministratore delegato Andrea Guerra. Le dimissioni di Guerra avevano aperto la strada a un cambiamento nella struttura aziendale: il primo settembre 2014 era stato annunciato che la gestione sarebbe stata assunta da due amministratori delegati, il primo responsabile dei mercati e il secondo responsabile dell’azienda e degli aspetti finanziari. Enrico Cavatorta era stato scelto per questo secondo ruolo, assumendo però temporaneamente – fino a nuova nomina dell’altro amministratore delegato – anche le funzioni del primo (al momento delle dimissioni era quindi di fatto l’unico amministratore delegato).
Il caso Luxottica. Il più grande produttore mondiale di occhiali è arrivato al terzo amministratore delegato in tre mesi e va molto male in Borsa: i giornali cercano di ricostruirne ragioni industriali e familiari.
Gentilissimo Sindaco. Un giorno di molti anni fa, più di quindici ormai, la mia FIAT Ritmo 1300 fuse il motore. Per fortuna il malanno fatale le capitò proprio mentre stavo parcheggiando sotto casa, in Via Valenza a Milano. Essendo a quel tempo lo scrivente un dottorando di ricerca senza borsa e conducendo vita disordinata benché morigerata, la decisione più ovvia fu quella di rinviare il problema: dove trovare il mezzo milione di lire necessario per celebrare un funerale per la vecchia Ritmo? Tra il carro attrezzi e la rottamazione tanta era la cifra, assolutamente fuori dalla mia portata. Un lungo viaggio in Inghilterra fece il resto: la FIAT Ritmo si trasformò in una di quelle auto fecondate da foglie morte, arrugginite dalla Val Padana, impolverate dal tempo che inesorabile le passava sopra. A unica giustificazione del suo stato, un cartello con la scritta GUASTA (in realtà avevo aggiunto tra parentesi le parole PER SEMPRE, non volendo arrivare a scrivere MORTA e volendo al tempo stesso dare una indicazione chiara del tipo di guasto che l’affliggeva: quello eterno). E col tempo passavano le multe. Ogni santa settimana la mia Ritmo incassava una multa per lavaggio della strada. Ricorda, sindaco? Una volta c’era il lavaggio della strada. Chi se ne scordava si beccava la multa. Ne presi 50 prima che mio padre, venuto a conoscenza della disinvolta condotta automobilistica del figlio primogenito, rimediasse alla situazione. Quelle multe non le ho mai pagate. Un po’ perché mi parevano segno di sadico perseverare da parte dell’autorità (perché non rimuoverla e farmi pagare solo una multa, tanto più che c’era il cartello GUASTA PER SEMPRE? Perché non mettersi in contatto con me?) un po’ perché mentre cresceva il mio potere d’acquisto, tra more e contro more cresceva anche l’ammontare della multa, in un inseguimento senza fine. Ad oggi credo che il mio debito ammonti a circa 16.000 euro.
Sedicimila euro per un voto. La strategia Moratti di sanatorie e regalie non attacca con tutti.
I pipistrelli sono animali speciali per molte ragioni: sono mammiferi che volano, “vedono” grazie alle loro orecchie, sono dei grandi consumatori di zanzare e dormono appesi a testa in giù. Hanno anche un’altra caratteristica, che potrebbe renderveli meno simpatici: sono i mammiferi che portano e trasmettono il maggior numero di virus che possono infettare anche le persone. Gli scienziati lo sospettavano da tempo, e ora uno studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista Nature lo ha dimostrato. Un gruppo di ricercatori dell’organizzazione EcoHealth Alliance ha messo insieme la lista di tutti i virus conosciuti che infettano sia gli esseri umani che gli altri mammiferi (sono quasi 600 e si trovano in circa 750 specie), creando un grande database nel corso di sei anni. Dall’analisi del database è emerso che i pipistrelli – seguiti da primati e roditori – sono gli animali da cui più di frequente avviene il cosiddetto spillover, cioè il passaggio di un patogeno da una specie a un’altra. In questi grafici dello studio di Nature le regioni in rosso sono quelle in cui è più probabile che si sia sviluppato un nuovo virus trasmissibile agli esseri umani; il grafico “d” riguarda solo quelli originati nei pipistrelli:
I pipistrelli sono animali speciali e pericolosi. Perché sono i mammiferi con le più alte probabilità di diffondere nuovi virus tra gli esseri umani, ha scoperto un nuovo studio.
Erin Moran, attrice statunitense nota soprattutto per aver interpretato Joanie Cunningham in Happy Days, è morta sabato a 56 anni nella sua casa di Harrison County, in Indiana. Le cause della morte sono ancora sconosciute. Insieme a Henry Winkler, Marion Ross, Tom Bosley, e Anson Williams, Moran ha fatto parte del cast di Happy Days dall’inizio della serie, nel 1974, alla fine, nel 1984. Joanie – sorella minore di Richie e Chuck, e figlia di Howard e Marion – era chiamata “Sottiletta” da Fonzie, per il suo aspetto esile. In inglese il suo soprannome era in realtà “Shortcake” (il nome di un dolcetto). Moran era nata nel 1960 a Burbank, in California, e aveva iniziato a recitare a sei anni nel telefilm Daktari. Nel 1982, poco prima che Happy Days finisse, Moran recitò anche in uno spin off della serie, incentrato sul personaggio di Joanie e intitolato Joanie Loves Chachi: ma la serie si concluse presto, nel 1983. Cunningham non partecipò insieme alle altre star di Happy Days Henry Winkler, Ron Howard e Scott Baio alla reunion negli episodi della serie Arrested Development diffusi da Netflix nel 2013. Moran ha recitato anche in qualche episodio di Love Boat e in un episodio di La signora in giallo, ma è ricordata praticamente solo per aver interpretato Joanie Cunningham.
È morta Erin Moran, Joanie Cunningham in “Happy Days”. Aveva 56 anni e divenne famosa interpretando la sorella minore di Richie, recitando in tutte le stagioni della serie.
Nelle ultime ore è emersa una certa confusione su come debbano funzionare i controlli dei “Green Pass”: alcune formulazioni non troppo chiare delle leggi con cui sono stati introdotti sembravano attribuire anche ai ristoratori o ai proprietari dei locali la responsabilità di controllare i documenti di identità di chi li esibisce, per verificarne l’autenticità; ma recenti dichiarazioni della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese indicano invece che non spetta a loro, perché non essendo pubblici ufficiali non possono obbligare le persone a mostrare un documento. Quei controlli quindi spettano solo agli agenti delle forze dell’ordine durante eventuali controlli a campione, ha specificato Lamorgese. Questo ha fatto emergere dei dubbi sull’efficacia dello strumento del “Green Pass”, la cui autenticità – il fatto cioè che appartenga davvero alla persona che lo esibisce – potrebbe rimanere molto spesso non verificata. Ma è un problema che si è presentato nello stesso modo in Francia, per esempio, dove è stato risolto analogamente (cioè esentando gli esercenti dai controlli sui documenti).
La questione dei controlli dei documenti insieme al “Green Pass”. Dopo giorni di confusione, la ministra Lamorgese ha detto che non spetta agli esercenti verificare l'identità di chi esibisce il certificato.
Il 25 febbraio si è tenuta a Roma la conferenza di presentazione del partito nato dalla fuoriuscita di alcuni membri della minoranza del Partito Democratico (PD): il nome completo della nuova formazione è Articolo 1 – Movimento democratici e progressisti, ma sui giornali già lo si abbrevia con Democratici e Progressisti, o addirittura con MDP o DP (una sigla piuttosto buffa: dopotutto è il contrario di PD). All’assemblea di presentazione hanno parlato Roberto Speranza, deputato che nel PD faceva parte della minoranza cosiddetta “bersaniana”, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il deputato Arturo Scotto. Scotto è stato eletto con Sinistra Ecologia Libertà (SEL) e inizialmente si era candidato alla segreteria del partito che ne ha preso il posto, Sinistra Italiana (SI): poi però qualche giorno fa ha annunciato che avrebbe lasciato il gruppo di SI insieme ad altri parlamentari per entrare nella formazione politica dei fuoriusciti dal PD. Durante e dopo l’assemblea, i giornali hanno cercato di capire qualcosa in più sulle intenzioni e le prossime battaglie del nuovo partito. All’assemblea non erano presenti né l’ex segretario del PD Pierluigi Bersani, né Massimo D’Alema: il primo era a Piacenza per il finesettimana, il secondo ad Assisi dove ha partecipato a una cena con molti politici umbri, usciti dal PD in passato o in procinto di farlo. Tutti i quotidiani hanno notato le assenze di Bersani e D’Alema: l’ipotesi del Corriere della Sera è che non ci fossero per lasciare che fossero politici più giovani a rappresentare il nuovo partito. All’assemblea c’erano però anche l’ex segretario della CGIL Guglielmo Epifani, il senatore bersaniano Miguel Gotor, il deputato Nico Stumpo, e l’ex responsabile organizzativo del PD Davide Zoggia. Tra gli ex membri di SEL presenti all’assemblea invece c’erano il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio e Alfredo D’Attorre (che fino al novembre 2015 era nel PD). C’era anche Stefano Fassina, uscito dal PD nel giugno del 2015 e da allora deputato di SEL e ora di Sinistra Italiana: rimarrà in SI, ma ha partecipato all’assemblea perché pensa che il suo partito dovrà collaborare con la nuova formazione politica.
Cosa faranno ora i fuoriusciti dal PD. Ieri hanno fondato un nuovo partito che si chiama "Democratici e progressisti", e per prima cosa si impegneranno per il Sì al referendum sui voucher (e in Parlamento?).
Il vice primo ministro russo, Dmitry Rogozin, ha ammesso che la Russia ha perso un satellite da circa 38 milioni di euro (2,6 miliardi di rubli) a causa di un grave errore di programmazione, dovuto a una disattenzione umana. Il Meteor-M era stato lanciato alla fine di novembre su un razzo Soyuz-2, insieme ad altri satelliti più piccoli, dalla nuova base spaziale (cosmodromo) di Vostochny, ma per un errore i tecnici avevano programmato il lancio con le coordinate di Baikonur, la base spaziale in Kazakistan che la Russia utilizza da decenni per i suoi lanci. Il razzo aveva quindi le informazioni sbagliate e dopo il lancio non ha seguito una traiettoria adeguata per la messa in orbita del Meteor-M e degli altri satelliti. Vostochny si trova nell’oblast dell’Amur, la regione più orientale della Russia e dista circa 5mila chilometri dalla base di lancio di Baikonur. Rogozin ha detto che: “Il razzo era stato programmato come se dovesse partire da Baikonur. Non hanno usato le giuste coordinate”.
La Russia ha perso un satellite da 38 milioni di euro perché ha confuso le coordinate di lancio tra due sue basi spaziali.
Mercoledì 26 ottobre Microsoft ha organizzato un evento a New York per presentare le ultime novità intorno a Windows 10, che saranno disponibili in primavera, e Surface Studio, il suo primo computer desktop interamente progettato e sviluppato dai suoi progettisti. Microsoft ha anche annunciato un aggiornamento per Surface Book, il suo ibrido tra portatile e tablet presentato l’anno scorso, e una nuova serie di visori per la realtà virtuale che potranno funzionare direttamente su Windows 10. Le prime impressioni sui nuovi prodotti sono state molto positive, soprattutto sui siti di tecnologia, dove in molti hanno notato che la strategia commerciale di Microsoft inizia a essere molto simile a quella portata avanti da anni da Apple, per lo meno nel settore dell’elettronica di consumo (buona parte dei ricavi di Microsoft derivano dai servizi per le aziende e dai sistemi cloud). Windows 10 Creators Update Microsoft sta lavorando a un nuovo grande aggiornamento per Windows 10, l’ultima versione del suo sistema operativo, dopo quello diffuso in estate. Si chiama “Creators Update” e, come suggerisce il nome, contiene diverse novità che riguardano la possibilità di fare cose creative con il sistema operativo e i suoi programmi. L’aggiornamento sarà disponibile a partire dalla prossima primavera, ma l’anteprima mostrata a New York ha dato una buona idea sui suoi contenuti.
Microsoft ci vuole più creativi. Tutte le cose nuove presentate a New York, tra cui il prossimo aggiornamento di Windows 10, con Paint 3D, un computer molto potente e una strana manopola.
La decisione dell’Accademia Svedese di assegnare il premio Nobel per la letteratura 2019 allo scrittore austriaco Peter Handke sta ricevendo molte critiche, non per il valore delle sue opere letterarie ma per via delle sue prese di posizione a proposito della guerra nell’ex Jugoslavia negli anni Novanta. Handke, che per parte di madre è di origine slovena, manifestò infatti in diverse occasioni la propria simpatia per Slobodan Milošević, ex presidente della Serbia e della Jugoslavia, morto in attesa di essere giudicato dal Tribunale penale internazionale per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità, e prese in generale le parti dell’esercito serbo, responsabile durante le guerre jugoslave di tremendi e documentati massacri e operazioni di pulizia etnica. In particolare, Handke sostenne che il massacro di Srebrenica – in cui furono uccisi più di ottomila bosniaci musulmani – non fosse mai avvenuto, per poi paragonarlo ad altri atti di violenza molto meno gravi compiuti dai bosniaci contro i serbi. A un certo punto, Handke paragonò i serbi agli ebrei durante la Seconda guerra mondiale, affermazione che successivamente ritrattò. Infine, sostenne che le uccisioni avvenute a Sarajevo durante l’assedio della città, portato avanti dai serbi e dai loro alleati dal 1992 al 1995, fossero state inscenate per diffamare i serbi. Altre grosse critiche gli furono poi rivolte nel 2006, quando tenne un discorso al funerale di Milošević.
Le critiche al premio Nobel a Peter Handke. Diversi intellettuali e politici stanno protestando perché durante e dopo le guerre jugoslave difese Slobodan Milosevic e minimizzò i massacri compiuti dai serbi.
Per l’anniversario dei 150 anni dalla nascita di Luigi Pirandello, avvenuta il 28 giugno del 1867, il fotografo Federico Scarchilli ha realizzato un progetto fotografico sulla sua casa-studio romana, oggi sede dell’Istituto Studi Pirandelliani. Scarchilli ha voluto fotografare alcuni luoghi simbolici per la vita di Pirandello, spostandosi tra la Sicilia e Roma. Qui ha scattato moltissime foto nelle quali viene mostrato molto del materiale conservato nella casa, che si trova nel quartiere Nomentano, una zona di Roma molto verde vicina a Villa Torlonia, che negli anni Venti fu la residenza ufficiale di Benito Mussolini. Pirandello ci abitò dal 1933 – dopo aver vissuto a Berlino e Parigi – fino a quando morì, nel 1936. Tra le cose fotografate ci sono molti libri, dei duemila libri conservati, oggetti di uso quotidiano come la macchina da scrivere portatile, l’abito della Reale accademia d’Italia, l’attestato per l’assegnazione del Premio Nobel e il calendario, aperto al 9 dicembre 1936 con un appunto del figlio Stefano, “Sempre a letto”. Pirandello morì il giorno dopo, a 69 anni.
Benvenuti nella casa di Pirandello. Foto dal minuzioso catalogo realizzato per i 150 anni della sua nascita: poltrone, spade, cilindri e macchine da scrivere.
Un gruppo di ricercatori del Cleveland Museum of Natural History, negli Stati Uniti, ha annunciato di avere scoperto una nuova specie antenata della nostra nel nord dell’Etiopia, che visse nello stesso periodo di tempo della specie cui apparteneva l’ominide che chiamiamo “Lucy” (Australopithecus afarensis): la nuova specie è stata chiamata Australopithecus deyiremeda, dai termini della lingua afar “deyi” che significa “vicino” e “remeda” che vuole dire “parente”. Secondo Yohannes Haille-Selassie e il suo gruppo di ricercatori, che hanno pubblicato i risultati della loro scoperta sulla rivista scientifica Nature, la specie visse tra i 3,5 e i 3,3 milioni di anni fa, quindi un periodo di tempo che si sovrappone a quello della specie di Lucy che si pensa visse tra i 3,7 e i 3 milioni di anni fa. La nuova scoperta suggerisce che oltre a quella di Lucy, più di 3 milioni di anni fa in Africa ci fossero altre specie di ominidi, cioè di specie più vicine alla nostra rispetto a quelle dei primati. Per chi si occupa dello studio dell’evoluzione umana è un dato importante, ma per ora insufficiente per rispondere alla domanda delle domande: da quale specie originò la nostra e attraverso quale processo? Negli ultimi decenni sono stati raccolti diversi indizi sulle caratteristiche e l’epoca in cui vissero gli ominidi che più ci somigliavano e la scoperta di Lucy 40 anni fa fu fondamentale per mettere ordine, seppure senza dare risposte definitive.
È stato scoperto un nuovo antenato della nostra specie? secondo un gruppo di ricercatori visse tra i 3,5 e i 3,3 milioni di anni fa in Africa, ma non tutti sono convinti della scoperta.
Al termine del loro incontro di martedì scorso a Parigi, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno presentato il loro piano per affrontare gli effetti della crisi economica, offrendo maggiore stabilità agli Stati che adottano l’euro e a quei paesi europei che sono più a rischio a causa del loro forte indebitamento. Come era prevedibile, i due leader non hanno annunciato grandi novità da proporre ai loro partner europei, ma in compenso hanno detto di voler presentare entro fine settembre una proposta comune per tassare le transazioni finanziarie. Merkel e Sarkozy non hanno dato ulteriori dettagli su questa idea, accolta molto freddamente dai mercati, ed esperti e analisti si stanno interrogando sulla sua utilità tirando fuori il tema ricorrente della Tobin Tax. Cambio Per capire che cos’è la Tobin Tax dobbiamo fare qualche passo indietro e partire dal concetto di tasso di cambio, cui siamo un po’ meno abituati da quando usiamo l’euro. Ogni nazione o gruppo di nazioni emette valuta (i soldi) o decide di adottarne una di un altro paese. Le valute sono diverse tra loro quindi, per esempio, al tasso di cambio attuale una sterlina inglese vale 1,65 dollari. Il tasso di cambio può essere visto come il valore della valuta di un paese in rapporto al valore di quella di un altro Stato. I tassi di cambio oggi sono sostanzialmente determinati dal foreign exchange market (Forex), il più grosso mercato del mondo per valore delle transazioni che comprende principalmente gli scambi tra grandi istituzioni bancarie e mercati finanziari.
Che cos’è la Tobin Tax? l'ha inventata quest'uomo, che ha vinto il premio Nobel, e potrebbe essere la soluzione a molti problemi: una guida per capire di cosa si sta parlando.
Domenica scorsa una motovedetta libica ha sparato contro un peschereccio di Mazara del Vallo in Sicilia che non si era fermato a un alt. A bordo della motovedetta c’erano anche sei finanzieri italiani: l’imbarcazione era una delle sei che l’Italia aveva consegnato alla Libia nell’ambito del trattato di “amiciza” stretto tra i due governi. La Libia ha poi chiesto scusa e il nostro ministro dell’interno Roberto Maroni ha dichiarato che «probabilmente l’avevano scambiato per una nave con clandestini». Il Secolo d’Italia prova a spiegare che l’attacco viene da lontano, partendo dal 19 ottobre 1973, il giorno in cui la Libia rivendicò il Golfo della Sirte come territorio nazionale anche oltre il limite dei 22,2 km dalla costa dello standard internazionale.
La linea della morte. Il Secolo racconta la lunga storia delle contese territoriali acquatiche con la Libia.
Una delle abilità di Kubrick era la capacità di costruire l’atmosfera dei suoi film attraverso la somma di particolari, di scene anche brevi o in cui accade poco, ma che si fanno ricordare per lo sguardo dell’attore, per un suo gesto, per il tipo di inquadratura. Gustaf Mantel ha selezionato quelle microscene, con sguardi, battiti di palpebre, respiri, movimenti della testa (ma anche piegamenti ed esercizi) e le ha trasformate in bellissime GIF, che raccontano molto bene la filmografia di Kubrick da Lolita a Full Metal Jacket (senza Barry Lyndon, però).
Le GIF animate dei film di Kubrick. Le migliori sequenze da Lolita a Full Metal Jacket, bombette di Arancia meccanica comprese.
Mercoledì 20 maggio lo scrittore italiano Erri De Luca, 65 anni, era a Torino per partecipare a un’udienza del processo di primo grado in cui è accusato di istigazione a delinquere. De Luca è da molti anni uno dei personaggi più noti ad aver preso posizione netta a favore degli attivisti No TAV, che contestano i cantieri dell’Alta Velocità della Val di Susa in Piemonte (e ultimamente si è anche avvicinato molto al Movimento 5 Stelle). Come racconta Marco Imarisio sul Corriere della Sera, l’udienza si è tenuta in un clima piuttosto tranquillo (era anche il giorno del compleanno di De Luca): «sia imputato che magistrati hanno scelto il profilo basso, con il primo che ci ha tenuto molto a minimizzare il peso delle sue parole. Meglio un paladino assolto di un paladino condannato, come ha detto all’uscita il suo avvocato.» Nel giugno del 2014 De Luca era stato rinviato a giudizio per alcune frasi che aveva detto. In un’intervista del settembre del 2013 allo Huffington Post, per esempio, aveva detto che la TAV andava «sabotata» (De Luca anche ieri si è difeso dicendo che «il verbo sabotare secondo il vocabolario della lingua italiana ha numerosi significati»). Nei mesi seguenti De Luca è stato difeso pubblicamente da diversi scrittori e personaggi pubblici.
L’interrogatorio di Erri De Luca. Si è tenuto mercoledì nel tribunale di Torino, e secondo il racconto del Corriere è stato assai più tranquillo delle polemiche intorno.
In Jacuzia (una regione della Russia che si trova nella Siberia orientale) sono stati ritrovati nel permafrost i resti in ottimo stato di conservazione di due cuccioli di leone delle caverne (Panthera spelaea, una specie estinta di grande felino vissuta nel Pleistocene superiore). Il ritrovamento risale a qualche anno fa (il primo è stato ritrovato nel 2017, il secondo nel 2018), ma se ne sta parlando in questi giorni perché lo studio dei ricercatori che si sono occupati delle prime analisi sui due cuccioli è stato pubblicato all’inizio di agosto sulla rivista scientifica Quaternary.
Come è fatto un cucciolo di leone di 28mila anni. È stato trovato nel permafrost in Siberia, vicino a un suo simile ancora più antico.
Massimo Gramellini ha scritto oggi sulla Stampa di una scelta molto discussa fatta da Michele Emiliano, membro del Partito Democratico, ex magistrato, ex sindaco di Bari e, dal 31 maggio 2015, presidente della Puglia. Pochi giorni fa Emiliano ha nominato come addetta stampa – che si occuperà del suo nuovo incarico da presidente di regione – la sua compagna: Elena Laterza. Laterza ha 37 anni, è una giornalista professionista ed è portavoce di Emiliano dal 2004, da quando lui ha iniziato la sua carriera politica. Emiliano aveva commentato la sua decisione in un tweet, poi rimosso, in cui aveva scritto: «Non cambio il miglior addetto stampa che abbia mai avuto e che lavora per me da 11 anni solo perché ci siamo innamorati. Non sarebbe giusto». Laterza aveva detto: «Il mio lavoro è sotto gli occhi di tutti ormai da undici anni. Non intendo buttare a mare la mia vita professionale». La decisione di Emiliano è stata criticata da molti, nonostante sia legittima da un punto di vista legale. Gramellini critica la scelta di Emiliano dicendo che “esistono molte cose legittime che però non sono opportune” e parlando di un “fastidioso” “principio della diversità morale”, in base alla quale certi esponenti del Partito Democratico, “specie se provenienti dal mondo della magistratura”, fanno cose che se fatte da esponenti di altri partiti (Gramellini cita Berlusconi) riterrebbero sbagliate.
Michele Emiliano e la differenza tra legittimità e opportunità. Massimo Gramellini sulla decisione del nuovo presidente della Puglia di scegliere la sua compagna come addetta stampa.
Martedì 14 luglio per la prima volta una sonda spaziale – New Horizons della NASA – ha compiuto un volo ravvicinato del pianeta nano Plutone, scattando alcune fotografie che permetteranno di comprendere meglio le sue caratteristiche e più in genere il modo in cui si è evoluto il nostro sistema solare. La missione spaziale finora è stata un successo e, per coincidenza, è avvenuta praticamente a 50 anni esatti da un altro importante risultato ottenuto dalla NASA nella storia dell’esplorazione spaziale. Il 15 luglio di 50 anni fa la sonda Mariner 4 fu la prima a scattare fotografie a distanza ravvicinata di Marte, il pianeta che per millenni aveva ispirato miti e storie fantastiche sulla possibilità di trovare la vita fuori dalla Terra. Le foto di Mariner 4 spensero molto dell’entusiasmo su Marte, mostrando un pianeta brullo e apparentemente privo di vita, molto diverso da quanto era stato ipotizzato dagli scienziati ancora nei primi anni Sessanta. Mariner 4 La missione fu autorizzata nel 1962 nell’ambito del programma Mariner, un piano per l’esplorazione spaziale avviato dalla NASA e che prevedeva l’utilizzo di sonde con caratteristiche simili per esplorare il nostro sistema solare, con particolare attenzione nei riguardi di Venere, Mercurio e Marte. Mariner 4 aveva la forma di prisma a base ottagonale, con un diametro di 1,27 metri ed era alimentato attraverso quattro grandi pannelli solari, mentre per gli spostamenti faceva affidamento su un piccolo razzo a propellente liquido. Iniziò il suo viaggio verso Marte il 28 novembre del 1964, a qualche giorno di distanza dalla fallita missione Mariner 3, e raggiunse il pianeta nel luglio dell’anno seguente, dopo avere viaggiato per più di 200 milioni di chilometri.
Le prime foto di Marte da vicino, 50 anni fa. Furono scattate dalla sonda Mariner 4 della NASA: la missione fu un successo ma deluse chi sperava di trovare vita sul pianeta.
Nelle ultime settimane i principali quotidiani italiani sono tornati a parlare dei problemi di Roma e del suo sindaco, Ignazio Marino. Il comune di Roma sta attraversando un momento molto difficile e Marino viene spesso viene attaccato anche per episodi nei quali c’entra poco o con motivazioni abbastanza pretestuose, come le improbabili polemiche sulla sua automobile Panda (è capitato anche che Marino abbia involontariamente aiutato i suoi critici con un atteggiamento non proprio conciliante). Tuttavia Roma è davvero una città con gravi problemi e al momento sono tre le principali questioni che Marino sta cercando di gestire: i problemi nei trasporti pubblici, la situazione dei rifiuti e le divisioni all’interno della sua stessa maggioranza. I trasporti Lo scorso venerdì, nel corso di una conferenza stampa in cui non ha accettato domande, Marino ha detto che ATAC, l’azienda municipale che si occupa di trasporto pubblico, è arrivata oramai al fallimento. Il piano di risanamento cominciato all’inizio del suo mandato, ha detto il sindaco, è fallito e ora c’è bisogno di aumentare i capitali della società per evitare la bancarotta. Per farlo Marino ha detto che cercherà dei partner privati a cui però sarà venduta solo una quota di minoranza della società. Diversi commentatori hanno fatto notare come sia molto improbabile trovare un privato disposto a investire in ATAC senza alcuna possibilità di influenzarne la gestione – che, a quanto pare, non è molto efficiente.
I tre problemi di Ignazio Marino. Il criticato sindaco di Roma sta cercando di gestire il problema dei trasporti pubblici, quello dei rifiuti e quello delle divisioni all'interno della sua stessa maggioranza.
Ieri, quando in Italia era sera, l’attore americano Eddie Murphy ha deciso di rinunciare alla conduzione della prossima edizione degli Oscar, i più importanti premi del cinema americano. Murphy era stato scelto dal produttore esecutivo della cerimonia, il regista Brett Ratner, grande amico dell’attore (con cui ha girato Tower Heist, di prossima uscita) e noto tra le altre cose per avere una certa propensione a dire la cosa sbagliata al momento sbagliato. L’incarico di produrre gli Oscar era stato offerto a Ratner direttamente dall’Academy, che da mesi stava lavorando al progetto della serata. Ma qualche giorno fa, alla conferenza stampa per la presentazione di Tower Heist, parlando del lavoro con gli attori ha detto che «le prove sono per i froci». La battuta di Ratner ha scatenato polemiche e critiche da parte delle associazioni per la difesa dei diritti degli omosessuali, che hanno chiesto il suo allontanamento dalla cerimonia deli Oscar. Nonostante non sia mai arrivato un “licenziamento” ufficiale, due giorni fa Brett Ratner ha deciso spontaneamente di rinunciare all’incarico, scusandosi per quanto detto e spiegando che le sue affermazioni omofobe non dovevano in alcun modo essere collegate all’Academy e ai suoi membri.
Perché Eddie Murphy non condurrà gli Oscar. Ha rinunciato dopo le dimissioni del produttore esecutivo della cerimonia, che era stato accusato di omofobia.
Una persona è morta e altre 15 sono state infettate dal batterio della legionella a Busto Arsizio, in provincia di Varese; la notizia è stata data dall’assessore al Welfare della regione Lombardia, Giulio Gallera. La Regione ha fatto sapere che le autorità sanitarie hanno realizzato prelievi di acqua dalle case in cui vivono le persone infettate, hanno controllato gli acquedotti e le torri di raffreddamento e stanno attuando gli accertamenti igienici e sanitari previsti dai protocolli di sicurezza. Per precauzione hanno anche eseguito l’iperclorazione dell’acqua, che consiste nel purificare l’acqua dai batteri attraverso un trattamento chimico a base di cloro. Il Corriere della Sera scrive che la persona deceduta è un uomo di 78 anni con diverse patologie pregresse e che i primi casi dovrebbero risalire ad agosto. La vicesindaca Manuela Maffioli – scrive sempre il Corriere – ha detto che l’infezione riguarderebbe una «zona circoscritta della città».
Sono stati accertati 16 casi di legionella a Busto Arsizio, una persona è morta.
Giovedì pomeriggio la dirigenza della Regione Lazio ha annunciato di essere riuscita a recuperare un backup (cioè una copia di sicurezza) dei dati del database regionale, bloccati dopo aver subìto un grave attacco hacker che pochi giorni fa ne aveva interrotto tutte le attività digitali, compreso il sistema di prenotazione e di gestione della campagna di vaccinazione contro il coronavirus. Il backup dovrebbe consentire di ripristinare i dati e di riavviare gran parte delle attività, anche se la dinamica di come è avvenuto il recupero non è ancora del tutto chiara. – Leggi anche: Sei risposte sull’attacco informatico alla Regione Lazio
La Regione Lazio ha trovato un backup. Ha detto di aver recuperato i suoi dati dopo il grave attacco informatico di qualche giorno fa, che aveva compromesso tutti i servizi digitali.
L’accordo tra Grecia e creditori privati sulla ristrutturazione del debito sembra più vicino. Secondo diverse fonti dell’Institute of International Finance (IIF, che rappresenta circa 450 istituzioni private) e della Commissione Europea raggiunte dalle agenzie di stampa, sarebbe imminente un’intesa da 100 miliardi di perdite nominali sul valore dei bond greci, con una svalutazione del 65-70 per cento dell’investimento da parte dei creditori (banche e fondi di investimento, tra gli altri), per far sì che la Grecia non fallisca. Numeri che erano circolati anche nei giorni scorsi a cui ora però si aggiunge un ulteriore particolare su cui Europa, Fondo Monetario Internazionale (FMI) e creditori privati guidati dal presidente dell’IIF, Charles Dallara, hanno discusso a lungo. Si tratta del tasso di interesse dei nuovi titoli di stato greci che sostituiranno i vecchi, a tasso agevolato. Sino a pochi giorni fa, i creditori erano arrivati a offrire un tasso medio del 4 per cento circa (3,5 per quelli a breve termine, 4,6 per quelli a lungo termine). Ora, invece, sembra che i creditori abbiano accettato un tasso ancora più basso, «intorno al 3,7 per cento», anche se la Grecia vuole scendere sotto quota 3,5. Il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, il finlandese Olli Rehn, ha confermato ieri che «l’accordo è molto vicino», mentre il neopremier greco Lucas Papademos ha assicurato che «la Grecia non fallirà». Tuttavia, diversi osservatori, come l’Istituto per l’economia mondiale di Kiel, sono ancora molto pessimisti e credono che tutto questo non basterà.
La Grecia si salva? l'accordo con i creditori privati è più vicino, ma secondo il Financial Times la Germania starebbe spingendo per una soluzione radicale.
Per la giornata di venerdì 20 dicembre la Protezione Civile ha diramato un’allerta rossa per rischio idrogeologico su tutta la Liguria, a causa delle piogge abbondanti e delle possibili mareggiate. Sulla zona di Ponente l’allerta durerà dalle 8 alle 21, mentre sul Levante dalle 21 a mezzanotte. Le scuole rimarranno chiuse in tutti i comuni, e si fermeranno anche i lavori nei porti di Genova e Savona, per lo sciopero per la sicurezza dei lavoratori dichiarato in relazione al maltempo. In via precauzionale sarà chiuso anche il tratto dell’A6 tra Savona e Altare crollato il 24 novembre a causa di una frana. Sarà inoltre ridotta la velocità su alcune tratte ferroviarie regionali, e sono stati previsti bus nelle stazioni di Genova, Savona, Imperia e La Spezia per l’eventuale attivazione di servizi sostitutivi.
Oggi le scuole della Liguria e il tratto dell’A6 crollato a novembre rimarranno chiusi a causa del maltempo.
22.00. Questa è la versione del video della gazzarra in aula trasmessa dal Tg della 7, in cui si vede meglio lo scontro tra gli onorevoli Stefano Dambruoso (Scelta Civica) e Loredana Lupo (M5S). Lupo ha detto, riferendosi a Dambruoso: «Mi ha colpito in faccia e mi ha fatto saltare anche una lentina». Dambruoso invece ha detto ai giornalisti: «Escludo assolutamente lo schiaffo, al massimo un contatto fisico per bloccare una aggressione alla presidente Boldrini».
Boldrini ha adottato la “tagliola”. E ha così permesso l'approvazione del decreto sull'IMU, con grandi e vivaci proteste delle opposizioni.
Il Museo del Design di Londra ha pubblicato i 76 progetti candidati per il miglior Design del 2015. La lista va dall’architettura alla moda, dal design del prodotto al design digitale, dalla grafica ai trasporti, e comprende progetti di alto livello come l’auto che si guida da sola di Google, la campagna di un supermercato francese per ridurre lo spreco di cibo vendendo anche gli ortaggi brutti e deformi e le nuove banconote norvegesi. Quest’anno, come segnala il Museo in un comunicato stampa, molti dei progetti candidati condividono «il desiderio di applicare le nuove tecnologie per risolvere problemi diffusi da molto tempo». Tra i progetti in gara c’è Moocall, un gadget irlandese che avvisa gli allevatori quando le mucche iniziano il travaglio. Dato che premi come questo possono sembrare riduttivi e soggettivi come gli Oscar per il cinema, è una bella novità che un importante istituto del design trovi una soluzione a un problema molto tecnico, sconosciuto alla gente comune ma che avrebbe conseguenze enormi per tutti gli allevatori del pianeta.
Moocall, un’invenzione per mucche. Uno dei progetti candidati per un importante premio del Museo del Design di Londra potrebbe migliorare la vita agli allevatori di tutto il mondo (e ai loro animali, soprattutto).
Tinder, la popolare applicazione per smartphone per permettere a due persone di conoscersi ed eventualmente incontrarsi, ha aggiunto una nuova opzione che si chiama “Super Like” e che serve per manifestare più esplicitamente l’interesse per una persona facendo scorrere la sua foto profilo verso l’alto. Finora i gesti consentiti su Tinder erano solamente due: scorrere verso sinistra per scartare qualcuno (“Nope”) e verso destra per esprimere invece un interesse (“Like”), che se reciproco avrebbe portato a un “Match” e quindi alla possibilità di avviare una conversazione. Il sistema non consentiva però alla persona verso cui c’era un interesse di venirne a conoscenza, a meno che questo non fosse reciproco: con il “Super Like” invece vedrà una stella e una cornice azzurre intorno al profilo della persona che ha espresso l’apprezzamento. Quelli di Tinder dicono che in questo modo i “Match” diventano più frequenti e che ci sono quindi più probabilità di mettersi in contatto con una persona a cui si è interessati. L’opzione era stata sperimentata nelle settimane scorse in Australia e, stando ai primi dati raccolti da Tinder, gli utenti hanno tre volte le possibilità di trovare un “Match” rispetto a prima, mentre le conversazioni durano in media il 70 per cento in più.
Il nuovo “Super Like” di Tinder. Serve per esprimere ulteriore interesse per una persona e per farglielo sapere, anche se non fosse reciproco.
La capacità di riconoscere e ricordare centinaia di facce è stata fondamentale per lo sviluppo delle nostre abilità sociali, e per la stessa evoluzione della nostra specie. Riusciamo a distinguere una faccia conosciuta nel bel mezzo di un posto affollato, o ricordarci istantaneamente di qualcuno che non vedevamo da un sacco di tempo e che pensavamo di avere dimenticato. Questa caratteristica incuriosisce da tempo i ricercatori, che non sono ancora riusciti a spiegare come faccia il cervello a riconoscere e a ricordarsi i volti delle persone che incontriamo. Un nuovo studio realizzato sui macachi (Macaca mulatta), da poco pubblicato sulla rivista scientifica Cell, offre qualche nuovo elemento e sostegno alle teorie formulate finora sul tema. Negli anni i ricercatori hanno elaborato diverse teorie che possono essere raggruppate in due grandi insiemi: da un lato c’è chi teorizza che nel cervello esistano specifiche cellule (neuroni) ciascuna delle quali è dedicata al riconoscimento di una persona, dall’altro chi ritiene che siano gruppi di neuroni che lavorano insieme per riconoscere le facce e associare un volto a una persona. Attraverso la risonanza magnetica funzionale, un esame non invasivo per vedere quali parti del cervello si attivano quando si svolge un particolare compito, in passato è stato possibile identificare alcune aree nel lobo temporale (l’area sotto le tempie) in cui sono concentrate queste cellule “faccia selettive”, ma finora non era stato possibile comprenderne il funzionamento.
Abbiamo scoperto qualcosa di più su come riconosciamo le facce. Due ricercatori hanno tracciato l'attività dei neuroni quando ci troviamo davanti qualcuno (a meno che non abbiate la prosopagnosia, certo).
La decisione di oggi dell’agenzia Standard & Poor’s di abbassare il rating sul debito italiano, facendolo passare da A+ ad A, insieme alle nuove preoccupanti notizie provenienti dalla Grecia, rappresentano gli ennesimi segnali del progressivo peggioramento dell’economia europea. I principali indicatori indicano che una nuova fase di recessione sta colpendo le economie più avanzate, con incertezze sui mercati comparabili a quelle del 2008. Questa volta i rischi di una crisi economica e finanziaria sono molto peggiori perché non interessano solamente il settore privato, ma anche i governi a rischio di insolvenza (il famoso “default”) che potrebbero fallire nel ripagare i loro debiti. Partendo da queste considerazioni, il noto e autorevole economista americano nato in Turchia Nouriel Roubini ha elencato su Slate otto misure che potrebbero aiutarci a prevenire una nuova Grande Depressione. 1. Austerità Dobbiamo prendere atto del fatto che le politiche di austerità, necessarie per evitare un deragliamento del sistema fiscale, hanno un impatto negativo sulla produzione. Per questo motivo i paesi della periferia dell’eurozona, come Grecia e Portogallo, devono per forza adottarle, mentre i paesi ancora in grado di dare stimoli all’economia per il breve periodo dovrebbero rimandarle. Parliamo di Stati Uniti, Regno Unito e Germania, il centro dell’eurozona, e del Giappone. Si dovrebbero anche creare nuovi sistemi di finanziamento delle opere pubbliche.
Otto misure per evitare la Depressione. Le proposte dell'economista Nouriel Roubini, alcune piuttosto drastiche, per uscire da questo pantano ed evitare guai peggiori.
Roger Deakins, 68 anni, ha vinto stanotte l’Oscar per la Miglior fotografia per il film Blade Runner 2049. Deakins è considerato uno dei migliori direttori della fotografia di sempre e prima di quest’anno aveva ricevuto 13 nomination senza mai vincere un Oscar. Parlando della fotografia di Blade Runner 2049, Adam Epstein ha scritto su Quartz che «ogni inquadratura del film meriterebbe di stare in una galleria d’arte» e tanti critici hanno ammirato forme, luci e colori di ogni scena, notando in particolare come, nonostante la bizzarria e la ricercatezza di certe immagini, il film sia comunque molto realista. Da ragazzo, Deakins voleva fare il pittore. Invece ha studiato graphic design. Poi si è appassionato di fotografia (nel senso delle fotografie), ha fatto il cameraman per alcuni documentari ed è diventato direttore della fotografia, cioè la persona della troupe a più stretto contatto con il regista, che decide con lui cosa inquadrare, come, con che luce, da che punto e con quali movimenti.
Roger Deakins ha vinto un Oscar, finalmente. Era stato candidato 13 volte senza mai vincere: stanotte ce l'ha fatta, per la fotografia di "Blade Runner 2049".
Nelle ultime ore diversi siti di news italiani hanno scritto che in un discorso tenuto oggi a Genova Papa Francesco ha citato una delle più famose canzoni italiane degli ultimi tempi, “Andiamo a comandare” di Fabio Rovazzi. Al Papa viene attribuita la frase «Andiamo a missionare», che però non compare né nella trascrizione ufficiale del discorso, né nel video dell’incontro (tenuto al Santuario della Madonna della Guardia con un gruppo di giovani). Il Papa inoltre non cita mai esplicitamente il nome di Rovazzi o il titolo della canzone. Ciò nonostante, la notizia è stata ripresa dall’ANSA che ha chiesto un commento anche allo stesso Rovazzi, che prendendola per buona ha detto: «non avrei mai potuto immaginare che il papa potesse fare riferimento a una mia canzone». In realtà sembra che sia stato equivocato un pezzo del discorso in cui il Papa usa spesso il verbo “missionare”, che non esiste in italiano ma sembra un calco dello spagnolo misionar (cioè “fare attività da missionario”). Nei due pezzi del discorso che più si avvicinano all’espressione di Rovazzi, il Papa dice (a proposito dell’idea di “missione” che deve avere un cattolico):
Non è proprio vero che “il Papa ha citato Rovazzi”. In un discorso ai giovani di Genova ha usato delle espressioni che ricordano il ritornello della canzone, ma probabilmente sono un calco linguistico dallo spagnolo.
Potreste avere un nuovo parametro su cui basare le vostre preoccupazioni, nel caso vi ritrovaste davanti a un coccodrillo poco amichevole. Uno studio di un gruppo di ricercatori del Royal Veterinary College di Londra e pubblicato sulla rivista Scientific Reports ha scoperto che diverse specie di coccodrilli possono andare al galoppo, cioè l’andatura animale più veloce, che può avere dinamiche differenti ma che nel caso dei coccodrilli prevede dei balzi in avanti sospinti dalle due zampe posteriori. In realtà era già noto che due specie di coccodrilli potessero farlo, ma lo studio ha scoperto che sono in tutto otto: tra queste non ci sono i caimani e gli alligatori, due specie che appartengono sempre all’ordine dei Crocodylia, ma alla famiglia degli Alligatoridi. Loro possono andare soltanto al trotto, cioè appoggiando le zampe opposte (in diagonale) simultaneamente.
I coccodrilli possono andare al galoppo. E voi ora avete un'altra cosa di cui preoccuparvi.
Qualche giorno prima che gli Oscar del 2016 venissero assegnati, il giornalista statunitense di Bloomberg Kyle Stock scriveva: «Hollywood non è brava a tenersi i segreti. Negli ultimi anni alcune delle sue star più famose hanno visto le loro foto private pubblicate su Internet, e pochi mesi dopo Sony Pictures ha subìto un grave attacco hacker che ha causato una piccola crisi diplomatica. A dicembre chiunque avesse voluto vedere The Revenant, candidato all’Oscar per il miglior film, poteva trovarne facilmente una versione diffusa su internet pochi giorni prima che il film uscisse al cinema. Come mai allora i nomi dei vincitori dell’Oscar non trapelano mai in anticipo? Perché l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’organizzazione che assegna i premi Oscar, diffida comprensibilmente dei computer. Quando si tratta di votare, l’Academy fa le cose all’antica». Non è mai successo che il nome del vincitore di un premio Oscar trapelasse al pubblico prima dell’apertura delle varie buste, che avviene rigorosamente la sera della cerimonia di premiazione (che quest’anno si tiene nella notte fra domenica 26 e lunedì 27 febbraio). Nemmeno l’Academy ha la possibilità di maneggiare le schede con i voti, sia quelle ricevute online che quelle cartacee: vengono consegnate direttamente alla PricewaterhouseCoopers (PwC), società specializzata in servizi professionali di revisione di bilancio, consulenza legale e fiscale che si occupa anche della revisione dei conti dell’Academy. Una volta arrivate a PwC, le schede vengono gestite da un gruppo che non supera le sei persone, e le 24 categorie premiate sono divise in modo che solo due persone del gruppo abbiano il quadro completo di chi ha vinto: da tre anni sono Martha Ruiz e Brian Cullinan, della sede di Los Angeles di PwC, i quali hanno il compito di contare i voti dei circa 6.300 membri aventi diritto.
Le uniche due persone che sanno già chi ha vinto l’Oscar. Sono due dipendenti di una grossa società di consulenza incaricata del conteggio dei voti, e ogni anno per qualche giorno sono gli unici a conoscere tutti i nomi dei vincitori.
Da giorni i giornali finanziari parlano del successo di Adidas, che per la seconda volta in meno di tre mesi ha aggiustato al rialzo le sue previsioni sugli utili per il 2016, grazie ai buoni risultati di vendite degli ultimi mesi e in vista di quelle legate agli Europei di calcio che si terranno in estate: passeranno, si aspetta, dal 10-12 per cento previsto al 15-18. Gli esperti sottolineano come si stia avvicinando sempre di più ai risultati di Nike, l’azienda più forte nel settore e prima in termini di fatturato ma che quest’anno, secondo gli esperti, sarà probabilmente inferiore alle previsioni. Le due aziende stanno anche perseguendo strategie diverse: Nike rimane forte nelle aree in cui ha sempre investito, Adidas sta sperimentando nuovi mercati, come quello di abiti e scarpe più ricercate. Emma Thomasson spiega su Reuters che le vendite sono aumentate perché Adidas ha investito non solo nel marketing ma anche nei prodotti, rilanciando alcune delle sue scarpe più famose come le Super Star e le Stan Smith. Queste ultime in particolare vanno molto bene e sono ancora apprezzate nel mondo della moda. Un’altra ragione del successo sono le collaborazioni con i musicisti Kanye West e Pharrell Williams. West disegna da qualche stagione la linea Yeezy di Adidas: sfila alla settimana della moda di New York e per ora è sempre piaciuta molto, mentre Pharrell è stato testimonial della linea Supercolor, le scarpe da ginnastica disponibili in tantissime sfumature di colore.
Com’è che Adidas se la può battere con Nike. Cresce sempre di più per vendite e fatturato, sperimenta in nuovi settori e collabora con personaggi famosi come Kanye West.
Il magazine di viaggi HotelClub ha fatto rappresentare all’illustratore Marcus Oakley alcuni modi di dire particolari e caratteristici di alcune lingue. Molti hanno a che fare con gli animali: per esempio l’espressione portoghese “dare da mangiare il pan di Spagna all’asino”, l’equivalente dell’italiano “perle ai porci” (cioè dare una cosa di grande valore a una persona che non è in grado di apprezzarla). Ancora: “farsi uscire una rana dalla bocca” in finlandese significa dire una cosa inappropriata. E anche “In bocca al lupo”, esplicitato nel disegno di un omino e di un lupo con la bocca spalancata, sembra un’espressione più bizzarra di quanto ci rendiamo conto. .single-post-new article figure.split-gal-el .photo-container .arrow::after{content:' FOTO'} #gallery-5{margin:auto}#gallery-5 .gallery-item{float:left;margin-top:10px;text-align:center;width:20%}#gallery-5 img{border:2px solid #cfcfcf}#gallery-5 .gallery-caption{margin-left:0} Giapponese Finlandese Russo Polacco Italiano Spagnolo Tedesco Portoghese Danese Francese
Modi di dire nel mondo, disegnati. Ogni lingua ha le sue bizzarre metafore, come il nostro "in bocca al lupo": è bene conoscerle, se non volete che vi esca una rana dalla bocca.
Un frammento di roccia con alcune linee rosse sopra, ritrovato in una grotta in Sudafrica, potrebbe essere il più antico esempio di disegno umano, secondo un articolo pubblicato su Nature dagli archeologi che l’hanno ritrovato. Il frammento di roccia, lungo meno di cinque centimetri, presenta nove sottili linee rosse, e si pensa risalga a 73mila anni fa: è cioè 30mila anni più vecchio di quelli che erano finora ritenuti i più antichi disegni astratti umani al mondo, e 10mila anni più vecchio delle più vecchie pitture rupestri dei Neanderthal a noi note. Il disegno astratto è stato con ogni probabilità realizzato da un Homo sapiens, cioè dalla nostra specie, e non da qualche altro tipo di ominide, perché nella grotta di Blombos – circa 300 chilometri a est di Città del Capo – sono stati ritrovati soltanto reperti riconducibili a questa specie come denti, strumenti d’osso, punte di lance, incisioni e piccoli manufatti.
Il più antico disegno realizzato dall’uomo. Nove linee rosse su un pezzetto di roccia, in Sudafrica: lo ha trovato un archeologo italiano, fu probabilmente tracciato dall'Homo sapiens 73mila anni fa.
Facebook ha presentato Rooms, una nuova applicazione che serve per creare forum di discussione su qualsiasi argomento e all’interno dei quali è possibile intervenire utilizzando pseudonimi e comunque un’identità diversa da quella del proprio profilo sul social network. Proprio su questo aspetto si erano concentrati nelle settimane scorse diversi siti di tecnologia, dopo un primo articolo pubblicato in tema dal New York Times, ipotizzando che Facebook stesse provando a costruire una nuova app per favorire comunicazioni anonime e volatili – il cosiddetto “web temporaneo” – e fare concorrenza a Snapchat. In realtà in questo caso le anticipazioni erano piuttosto fuori strada: la cosa rilevante di Rooms non è infatti l’anonimato, ma la possibilità di creare piccoli gruppi di discussione sui temi più disparati; ed è importante anche il suo essere totalmente scollegata da Facebook, con cui almeno per ora non condividerà informazioni. Rooms per ora esiste solo per gli iPhone, è in inglese e può essere scaricata solamente negli Stati Uniti, anche se è probabile che in tempi relativamente brevi sia messa a disposizione di altri paesi, Italia compresa. Dopo averla installata, l’app dà le indicazioni per costruire una stanza e diverse possibilità di personalizzazione. Bisogna decidere il nome da dare alla discussione, il set di colori da usare per la grafica, un’immagine che descriva efficacemente l’argomento scelto, il set di emoji che si possono utilizzare e l’icona e il testo da utilizzare per il proprio tasto “Mi piace” personalizzato.
“Rooms”, i forum di Facebook. Com'è fatta la nuova applicazione di Facebook: serve per creare stanze su qualsiasi argomento e discutere senza usare la propria identità.
Isao Takahata, famoso regista giapponesi di film di animazione, è morto a 82 anni. Takahata – che aveva lavorato sia per il cinema che per la televisione – era molto conosciuto per Una tomba per le lucciole del 1988 (sulla storia di due orfani durante la Seconda guerra mondiale) e per La storia della principessa splendente, che gli era valso una nomination ai premi Oscar nel 2014. Takahata era inoltre famoso per aver fondato nel 1985 insieme a Hayao Miyazaki il famoso Studio Ghibli, una delle più importanti case di produzione cinematografiche di film di animazione. Takahata era nato nel 1935 nella provincia di Mie, in Giappone. Nel 1959, dopo essersi laureato a Tokyo in letteratura francese, Takahata aveva iniziato a lavorare come aiuto regista nel prestigioso studio di animazione Toei, dove aveva ottenuto i suoi primi successi e dove era iniziata la collaborazione con Hayao Miyazaki, che sarebbe diventato il più conosciuto autore di film di animazione giapponesi. Nel 1985, per avere maggiori margini creativi nel loro lavoro, Takahata e Miyazaki fondarono un loro studio di produzione, lo Studio Ghibli, che negli anni successivi avrebbe prodotto i più famosi film di Miyazaki e Takahata.
È morto a 82 anni il regista giapponese Isao Takahata. Era famoso per i suoi film di animazione e per aver fondato lo Studio Ghibli insieme a Hayao Miyazaki.
Alcuni esperti di fotografia dicono che una buona foto deve, più che “catturare un momento”, saper raccontare una storia e sintetizzare più cose in una sola immagine, un po’ come facevano certi quadri. Una foto scattata la notte di Capodanno a Manchester, in Inghilterra, sembra esserci riuscita perfettamente: per questo circolata moltissimo sui social network e su alcuni siti di news britannici. La foto è iniziata a circolare dopo che l’ha condivisa Roland Hughes, produttore per il sito di BBC. Mostra, nell’ordine e ben composte: un incrocio tra due strade di Manchester, alcune auto forse ferme in coda, alcuni passanti che osservano una scena e in primo piano la scena vera e propria, composta da poliziotti e un paio di individui probabilmente ubriachi. I sospetti ubriachi sono due: il primo è fotogenicamente accasciato in mezzo all’incrocio, rivolto verso la macchina fotografica, con una birra ancora in mano; il secondo è anche lui a terra, mentre due poliziotti cercano di immobilizzarlo. Vicino a lui c’è una donna, che probabilmente lo conosce: ce l’ha con qualcuno, ma non si capisce se con l’uomo a terra (“Stronzo!”) o con i poliziotti (“Lasciatelo!”) . La scena è – come direbbe un critico – molto “plastica”: ed è anche buona sintesi di quello che può essere un Capodanno.
La foto di Capodanno che sembra un quadro. È stata scattata stanotte a Manchester, sembra finta ma è vera (e ovviamente è già diventata un meme).
Qualche giorno fa è uscito un "MTV unplugged" di Liam Gallagher, tra molte attenzioni perché un concerto degli Oasis della stessa serie nel 1996 era stato uno dei punti più bassi della lunga catastrofe tra i due fratelli Gallagher. Questo è stato registrato l'estate scorsa, ed è una specie di tardiva pezza vent'anni dopo, venuta bene. Oggi quarant'anni fa uscì The game, il disco dei Queen con Another one bites the dust (che fu piuttosto una cosa, allora, diversa), Save me e Play the game. Oggi è anche il giorno della strage di Roskilde, venti anni fa. Ho trovato una già vecchia cosa personale su De Gregori, che nel frattempo ho reincontrato, con anziana cordialità di entrambi. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Un’altra canzone di Billy Joel. Su quando arriva il momento di darsi una regolata, e ok, ma sai che c'è? La sregolatezza non era niente male.
19.31. I finiani sono 35, Fini non vota quindi 34. Granata e Tremaglia hanno votato no, forse pure Barbareschi (Menia si è astenuto, ma è poi intervenuto per dire di non aver fatto in tempo, e che avrebbe votato sì). Questo vuol dire che la maggioranza senza finiani ha 310 voti, non 316. La Russa dice che comunque non rischia, perché una parte di Futuro e Libertà – le cosiddette “colombe” – non voterebbe mai la sfiducia al governo. Quindi siamo dove eravamo stamattina, in pratica: per avere la fiducia Berlusconi deve mettersi d’accordo con i finiani o con i cespugli. Fine della faticosa giornata parlamentare. 19.28. Presenti 620. Votanti 617, astenuti 3, favorevoli, 342, no 275. La Camera vota la fiducia al governo.
Cos’è successo alla Camera. Il governo ottiene la fiducia, in qualche modo: la cronaca di questa convulsa giornata parlamentare.
È da diversi anni che Steven Spielberg ha in mente un film biografico sul sedicesimo presidente degli Stati Uniti, il primo repubblicano, Abraham Lincoln. Spielberg, impegnato contemporaneamente su diversi progetti (War Horse e The adventure of Tin-Tin: the secret of the unicorn sono in postproduzione, Robopocalypse in preproduzione, Interstellar è solo stato annunciato), ha dichiarato personalmente, insieme all’amministratore delegato della DreamWorks Stacey Snider, che le riprese del film inizieranno l’anno prossimo e che l’uscita è prevista per la fine del 2012. Fino a pochi mesi fa si pensava che a interpretare il ruolo del presidente che liberò i neri d’America dalla schiavitù sarebbe stato Liam Neeson; con l’abbandono del progetto da parte dell’attore si era pensato a un’interruzione definitiva dei lavori del film. Spielberg ha smentito queste voci e ha detto che Lincoln sarà interpretato da Daniel Day-Lewis, doppio premio Oscar nel 1990 per il Il mio piede sinistro di Jim Sheridan e nel 2008 per Il petroliere di Paul Thomas Anderson.
Il film di Spielberg su Lincoln. È in progetto da anni, il presidente sarà interpretato da Daniel Day Lewis.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito trentadue “onorificenze al Merito della Repubblica Italiana” a cittadine e cittadini che «si sono distinti per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel soccorso, nella cooperazione internazionale, nella tutela dei minori, nella promozione della cultura e della legalità, per le attività in favore della coesione sociale, dell’integrazione, della ricerca e della tutela dell’ambiente» (PDF). Sono importanti riconoscimenti da parte dello Stato che vengono assegnati su iniziativa del presidente della Repubblica (“motu proprio” come si dice in gergo), per premiare persone e iniziative che giudica lodevoli. Le onorificenze non sono attribuite con una cadenza fissa, ed è la quinta volta che Mattarella decide di assegnarle nel corso del mese di dicembre. L’Ordine al merito è suddiviso in cinque categorie, dalla più prestigiosa a scendere: Cavaliere di Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale e Cavaliere. Quest’anno sono stati assegnati undici titoli di Commendatore, 12 titoli di Ufficiale e 9 titoli da Cavaliere.
Le 32 persone premiate da Mattarella perché “esempio” di civiltà. Ci sono anche un imprenditore che ha fatto un contratto indeterminato a una donna incinta e una preside di Scampia.
Brooke Shields è nata il 31 maggio 1965 a New York: non aveva neanche un anno quando sua madre Teri Shields, un’attrice poco conosciuta, iniziò a farla posare davanti ai fotografi per alcune pubblicità. Nel giro di breve tempo cominciò a essere considerata “la bambina più bella d’America”. A dieci anni posò nuda in una delle foto più controverse della storia recente: qualche anno più tardi Shields iniziò una disputa legale con il pubblicitario della foto, Garry Gross, ma perse la causa. A undici anni cominciò a recitare, e a tredici fece la parte di una giovanissima prostituta in Pretty Baby del regista francese Louis Malle: anche in questo caso la sua interpretazione provocò diverse polemiche, per via del suo ruolo e per via di alcune scene di nudo. Grazie soprattutto alle sue fotografie, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta Shields diventò una vera e propria icona, una supermodella, nonostante avesse appena quindici anni. Nel 1981 fu la protagonista della famosa campagna pubblicitaria di Calvin Klein, in cui recitava uno degli slogan più conosciuti del mondo della moda: «”Vuoi sapere cosa c’è tra me e i miei Calvin? Niente» (e di nuovo ci furono polemiche). Nello stesso periodo partecipò a quello che probabilmente è il suo film più famoso, Laguna Blu di Randal Kleiser, in cui interpretava un’adolescente che naufraga su un’isola deserta insieme a un coetaneo. In quel periodo della sua carriera Shields promuoveva campagne contro il sesso prematrimoniale e il fumo e insieme faceva scalpore per le sue campagne pubblicitarie considerate eccessive per una ragazza minorenne. All’inizio degli anni Ottanta abbandonò la sua carriera di attrice e modella per dedicarsi allo studio, iscrivendosi all’università di Princeton, dove si laureò in letteratura francese.
I 50 anni di Brooke Shields. E ne sentiamo parlare da almeno quaranta: ha iniziato prestissimo a fare la modella e poi ha provato a reinventarsi, senza grande successo.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
La Lacoste dei padri. Giorgio Vasta si chiede su Repubblica se i quarantenni italiani siano ancora in tempo a costruire una cultura loro.
In Italia ci sono 33mila metri cubi di rifiuti radioattivi che vanno custoditi in sicurezza almeno per i prossimi 300 anni, il tempo necessario a far calare la radioattività fino a valori trascurabili. Altri 45mila metri cubi saranno prodotti nei prossimi anni, non da centrali nucleari che in Italia sono in dismissione dopo il referendum del 1987, ma da settori come la medicina, l’industria e la ricerca. Per custodire i rifiuti nucleari sarà costruito un unico grande deposito nazionale, dove verranno portate le scorie attualmente stoccate nei venti depositi che si trovano in Italia e quelle che negli ultimi anni sono state portate in Francia e nel Regno Unito. Nella notte tra il 4 e il 5 gennaio è stata pubblicata la mappa delle 67 aree potenzialmente idonee ad ospitare il nuovo deposito. Se ne parla da quasi vent’anni e la mappa è pronta dal 2015, ma finora era sempre rimasta coperta da segreto. Il 30 dicembre Sogin, la società di stato che ha il compito di smantellare gli impianti nucleari e gestire i rifiuti radioattivi, ha ottenuto dal governo l’autorizzazione a pubblicare la mappa e anche moltissime altre informazioni sul sito Depositonazionale.it, dove si trovano anche i documenti per capire cosa è stato deciso finora e cosa succederà nei prossimi mesi.
Dove mettere le scorie nucleari italiane. In un solo grande deposito nazionale che ospiterà 95mila metri cubi di rifiuti radioattivi, ma non è facile decidere dove costruirlo.
È passato un mese e mezzo dall’uscita di Avengers: Endgame e in giro per i cinema di tutto il mondo il film ha ormai incassato la maggior parte dei soldi che poteva incassare. È ancora in decine di paesi e nel primo weekend di giugno ha incassato, nel mondo, circa 16 milioni di dollari. Per diverse settimane si era pensato che Endgame potesse diventare il film con i maggiori incassi nella storia del cinema, ma ora è invece davvero molto difficile che accada: Endgame è infatti al secondo posto e al primo posto continua a esserci Avatar, diretto da James Cameron. Nella classifica dei film con i più alti incassi nella storia del cinema (fatta in termini assoluti, senza tenere conto dell’inflazione) Endgame è comunque riuscito ad arrivare a poche decine di milioni di dollari da Avatar e, già a maggio, a prendere il secondo posto che era di Titanic, altro film di Cameron. È quindi il caso di rivederla, questa classifica. Anche perché ne avevamo fatta una simile nel 2017, ma nel frattempo sono cambiate molte posizioni: il film che ora è al 20° posto due anni fa era al 14°.
I film che hanno incassato di più nella storia del cinema. La classifica è cambiata molto negli ultimi anni, ma per ora nemmeno "Avengers: Endgame" ha superato "Avatar".
Nel prossimo gennaio, tra il 18 e il 20 del mese, i lavoratori della fabbrica FIAT di Mirafiori si esprimeranno in un referendum sul loro nuovo contratto, proposto dalla FIAT e molto controverso per via del precedente accordo di Pomigliano, della recente decisione di FIAT di uscire da Confindustria e le grandi critiche della CGIL, che giudica l’approccio dell’azienda «un ritorno agli anni Cinquanta». Oggi su Repubblica Paolo Griseri riassume i punti fondamentali del contratto di Mirafiori, sottoscritto dall’azienda e dai sindacati metalmeccanici di CISL e UIL. L’accordo si può leggere integralmente qui (pdf). Scenario Il nuovo contratto si applicherà a una nuova società composta in joint venture tra FIAT e Chrysler, che nascerà nel 2012. In caso di entrata in vigore dell’accordo, FIAT confermerà e aumenterà ulteriormente gli investimenti nella storica fabbrica di Mirafiori, che arriveranno a un miliardo di euro.
Cosa c’è nell’accordo di Mirafiori. Un referendum tra i lavoratori è previsto a gennaio, l'accordo dovrebbe entrare in vigore nel 2012: di cosa parliamo.
Sette miliardi di anni fa, due buchi neri entrarono in collisione tra loro producendo un gigantesco scontro. Le tracce di quell’evento, avvenuto a miliardi di chilometri di distanza dalla Terra, sono state rivelate di recente da un gruppo di ricercatori e offrono nuovi spunti e interrogativi sui buchi neri, gli oggetti più affascinanti e per molti versi misteriosi dell’Universo. Uno dei due buchi neri aveva una massa circa 66 volte quella del nostro Sole, mentre l’altro era ancora più massiccio e si stima avesse circa 85 volte la massa della nostra stella. Si avvicinarono inesorabili avvitandosi l’uno sull’altro, fino a fondersi insieme liberando una colossale quantità di energia che iniziò ad attraversare l’Universo e che sarebbe stata poi rivelata dagli astrofisici dei nostri giorni. Da quell’immenso incidente nacque un nuovo buco nero, ancora più grande e con una massa stimata in circa 142 volte quella del nostro Sole. Nel caso in cui a questo punto ve lo stiate chiedendo: il Sole ha una massa di 2mila miliardi di miliardi di miliardi di chilogrammi, da sola costituisce il 99,9 per cento circa di quella complessiva del nostro sistema solare.
Il più grande scontro tra buchi neri mai scoperto. Il loro turbolento incontro 7 miliardi di anni fa produsse un buco nero ancora più grande, ma non è la parte più strana e sorprendente di questa storia.
Il mese scorso cinque quadri attribuiti al dittatore nazista Adolf Hitler, che erano stati messi in vendita a un’asta a Norimberga, in Germania, sono rimasti invenduti: la notizia era stata ripresa da diversi giornali internazionali, che avevano avuto modo di occuparsi del tema curioso e ricorrente delle opere dipinte dal più noto genocida della storia. Il New York Times ha però raccontato quello che sta dietro il mercato dei quadri di Hitler, con tutti i suoi dubbi etici, le polemiche e il rischio di falsi. Tra i quadri messi in vendita a Norimberga dalla casa d’asta Weidler c’era “Villaggio su un lago di montagna”, un acquerello che partiva da 45mila euro: prima dell’asta, la proprietaria Kathrin Weidler ha letto un messaggio per assolversi preventivamente dalle responsabilità morali della vendita. Christopher F. Schuetze, il giornalista del New York Times che era lì, ha raccontato che nessuno ha alzato la paletta per fare un’offerta, «forse per la presenza dei giornalisti nella stanza, per la valutazione così alta, o per i dubbi sull’autenticità del quadro».
Lo strano mercato dei quadri di Hitler. C'è chi li paga migliaia di euro, e secondo le case d'asta non tutti gli acquirenti sono nazisti: ma molti di quelli in circolazione sono dei falsi.
Tra le cose più lette sul Post questa settimana c’è un test di logica che riguarda un bizzarro terzetto e un compleanno: il test viene dalle Olimpiadi di Matematica a Singapore e abbiamo provato a farlo anche in redazione (con risultati molto diversi, in effetti). Una società finanziaria si è occupata di fare una specie di classifica dei passaporti più potenti e più deboli del mondo: li ha messi in ordine sulla base del numero di paesi che è possibile visitare usando un passaporto, senza necessità di richiedere in anticipo il visto o di pagare per averlo una volta arrivati sul posto. Nella parte alta della classifica ci sono diversi paesi industrializzati (ed europei, chiaramente), mentre tra i passaporti meno desiderabili ci sono quelli di alcuni paesi africani e dei Territori Palestinesi. E poi, che può sempre essere utile per il pranzo della domenica: le 20 ricette più cercate su Giallo Zafferano. – L’indovinello del compleanno, di cui tutti parlano Viene dalle Olimpiadi di Matematica a Singapore, riguarda un bizzarro terzetto e un compleanno, e non è per niente facile, in effetti
Sunday Post. Un test di logica per niente facile, le ricette più cercate su Giallo Zafferano e il design del porno, tra le cose più lette sul Post questa settimana.
Per un’europeista convinta i motivi per non rallegrarsi sono tanti in questo periodo. Ma dover sentire il proprio Ministro degli Interni domandarsi se “ha senso rimanere in Europa?”, che riecheggia quel “meglio divisi” pronunciato il giorno prima dal Presidente del Consiglio, solo per aver subìto un rovescio annunciato, è davvero sconcertante. Sarà stata pure una reazione dettata da confusione e rabbia ma non si può per anni essere, più che euroscettici, dei veri e propri eurofobici che chiamano l’Europa “forcolandia” e opporsi non dico al processo d’integrazione ma a qualsiasi ipotesi di maggiore coesione delle politiche europee, per poi piagnucolare perché nessuno ti da retta. Cosa vuol dire, poi, uscire dall’Europa? Uscire dall’Euro? Dal mercato unico? Dalla politica agricola comune? Dai benefici dei fondi strutturali? Finora l’interesse nazionale ha sempre coinciso con l’interesse europeo e l’Unione è tuttora il caposaldo della presenza italiana sulla scena internazionale. Cosa vogliono i Berlusconi, i Bossi, i Maroni, i Calderoli? Uscire dall’Europa per tornare ad essere un piccolo paese autarchico, antistorico, incapace di vedere che oltre il proprio naso c’è un mondo che corre e che dell’Italia, per non parlare della Padania, può certamente fare a meno?
Emma Bonino sulla crisi dell’Europa. Emma Bonino sulla crisi dell'Europa e l'irrilevanza dell'Italia (per non parlare della Padania).
L’animale più curioso della settimana è un axolotl (o assolotto), una salamandra messicana in grado di rigenerare parti del suo corpo: è in grado di rigenerare anche fino a cinque volte consecutive arti e organi integralmente amputati. Quello in foto è intero, nel caso ve lo steste chiedendo. Poi ci sono un’ape su un fiore sì, ma di carciofo, la coda di un leopardo delle nevi ed elefanti ripresi dall’alto mentre si riposano dopo essersi allontanati da una riserva. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly Beasts. Un axolotl, un branco di elefanti e animali dal dottore, tra le foto bestiali della settimana.
Facebook ha avviato la sperimentazione di alcuni nuovi strumenti per contrastare la proliferazione di notizie false e bufale sul suo social network. I test interesseranno diversi milioni di iscritti, soprattutto negli Stati Uniti, ma non è ancora chiaro quando saranno messi a disposizione di tutti gli 1,8 miliardi di persone che utilizzano Facebook. Da un mese circa, il social network è al centro di un ampio dibattito sulla facilità con cui si diffondono le notizie false online, che secondo diversi osservatori avrebbero favorito la vittoria di Donald Trump alle presidenziali negli Stati Uniti e in generale alterato la percezione della realtà di milioni di persone. Facebook non è certamente l’unico servizio online ad avere tra gli effetti collaterali la diffusione di bufale – anche Google, Twitter, YouTube e gli stessi giornalisti fanno la loro parte – ma è comunque il più grande e utilizzato social network al mondo, e per questo è finito al centro della discussione sulle notizie false. Adam Mosseri, responsabile della sezione Notizie (“News Feed”) di Facebook, quella dove appaiono i post dei propri amici e delle Pagine cui si è iscritti, ha spiegato che il social network non intende diventare “arbitro della verità” e che il tema va affrontato con molte cautele. Facebook si trova in una posizione complicata: da un lato ha la necessità di ridurre la diffusione di notizie false al suo interno, ma dall’altro ha sempre sostenuto di essere un luogo dove tutti sono liberi di condividere ciò che desiderano e di vedere contenuti senza particolari limitazioni e censure (pornografia e violenza a parte). Trovare il giusto equilibrio tra le due esigenze non è semplice, considerando anche il fatto che Facebook rifiuta da sempre di definirsi “media company”, come potrebbe essere un’organizzazione che raccoglie notizie e produce informazione, sostenendo di essere solamente una piattaforma che permette la circolazione di contenuti prodotti da altri.
Facebook contro le notizie false (ma stavolta sul serio?). Ha annunciato nuovi strumenti e soluzioni sperimentali per ridurre la diffusione di bufale sul suo social network, sempre che funzioni.
Il Tg5 ha trasmesso nell’edizione delle ore 20.00 un video registrato all’interno della cabina di comando della Costa Concordia un’ora dopo l’impatto della contro lo scoglio. Sono le 22.32 di venerdì 13 gennaio, la nave si è inclinata già di 12 gradi, ma nessuno ha ancora dato l’ordine evacuazione. Sono diverse le voci registrate nel video: «I motori non ci stanno proprio… stanno andando al diavolo». E poi: «Praticamente ci sta uno squarcio e l’acqua viene giù…». Qualcuno chiede «Stiamo scarrocciando a terra, quanti metri abbiamo?». «Cento metri», è la risposta. «Aspettiamo che scarrocciamo un altro poco in acque più basse, poi diamo fondo all’ancora e vediamo…». Le immagini iniziali trasmesse dal video (già acquisito dalla procura di Grosseto) si riferiscono alle ore 22.15: l’equipaggio parla dei danni alla nave. Alle 22.25 si vede Schettino al telefono, ma non si sa con chi sta parlando né si sente quello che sta dicendo. Poi, una voce: «I passeggeri stanno entrando da soli nelle lance…» e un’altra che risponde: «Vabbuò».
Il nuovo video del naufragio della Costa Concordia. Le immagini e le voci (compresa quella del capitano Francesco Schettino) nella cabina di comando, dopo un'ora dall'impatto della nave con lo scoglio.
Il Foglio di sabato scorso ha ospitato – nella sua settimanale sezione di articoli lunghi – una vivace riflessione in forma di “conversazione da balcone” tra due suoi giornalisti (Michele Masneri e Andrea Minuz) sul rapporto tra Milano e Roma, in parte rinnovato e in parte storicamente immutabile: lo spunto è la frase dell’assessore milanese Maran diffusa due settimane fa nella documentazione giudiziaria delle indagini sul nuovo stadio della Roma. Siamo qui, su un balcone romano, un lombardo (Michele Masneri) e un romano (Andrea Minuz) a discettare su questa frase fondamentale, “A Milano non si usa”, udita e intercettata nelle ultime settimane, in una questione di presunta, tentata ruberia calcistico-immobiliare. Anzi esportazione di un sistema romano (la mazzetta immobiliare) nella città-stato meneghina. Mentre planano gabbiani-tigre, andiamo con ordine. Tentiamo bilanci. Michele Masneri: Intanto va detto che ‘A Milano non si usa’ potrebbe essere in fondo una frase da inserire nel motto o articolo 1 della nuova costituzione materiale e formale della Terza Repubblica. Altro che ‘fondata sul lavoro’. Una mia vecchia idea era “da giovane sono stato azzurro di sci”, che rende meglio il carattere nazionale. Però di sicuro ormai che Milano è capitale di tutto, della moda, dell’arte, del design, ormai anche del pianoforte e della fotografia e della cucina, è tempo di fare un bilancio della antica rivalità Milano-Roma: di come sono cambiati gli equilibri. Partendo da personaggi e linguaggi da commedia all’Italiana. Prego professore, è campo suo. Andrea Minuz: Allora, di là c’è il golden boy del Pd milanese, uno che entra in consiglio comunale a venticinque anni, faccia pulita, onesta, molto ecosostenibile, fa le battaglie per il car sharing, l’illuminazione pubblica a led, le “città resilienti”. Di qua, abbiamo gli emissari del gruppo immobiliare che ha trasformato Roma Sud in Dubai (Torrino, Euroma2, le Torri) e che ora punta dritto sullo stadio della “maggica”. Forse provano a piazzargli il solito appartamento, forse no, forse ammiccano, comunque ammiccano male, “un po’ alla Tecnocasa”, come dicono nelle intercettazioni, commentando con un filo di vergogna la trasferta milanese. Sembra tutto un problema di “toni”. Il romano che scherza, allude, sottintende, cerca la sponda, la butta lì facile-facile, il milanese che non si scioglie. L’eterno malinteso dei “modi”. Insomma, più che altro non si capiscono. Anche perché Maran li avrà guardati con la faccia che ha, una faccia che “a Roma non si usa”. Poi come dice uno dei Parnasi, “noi ci siamo andati a prova’, ma lì è proprio un altro mondo”. MM: Casomai poi Maran doveva dire ‘a Milano non usa’. Che è molto più milanese.
Due chiacchiere su Milano e Roma. La conversazione da balcone tra Michele Masneri e Andrea Minuz, sul Foglio, intorno a un'intercettazione che resterà, ai luoghi comuni fondati, e allo stadio della Roma (a Milano).
Oggi inizia a Palermo, in Sicilia, un’importante conferenza internazionale sulla Libia, a cui parteciperanno diversi gruppi che combattono la guerra libica e i rappresentanti di una decina di paesi. L’obiettivo della conferenza non è mettere fine al conflitto – obiettivo considerato oggi troppo complicato e irrealistico – ma fare passi avanti nella stabilizzazione e unificazione del paese, che continua a essere diviso in due: l’ovest, sotto il controllo del governo riconosciuto internazionalmente dall’ONU e appoggiato dall’Italia, e l’est, dove a governare sono le forze fedeli al generale Khalifa Haftar, sostenuto da Egitto, Russia ed Emirati Arabi Uniti, e appoggiato in maniera sempre più esplicita dalla Francia. Una mappa aggiornata della Libia: i territori controllati dal governo riconosciuto internazionalmente e appoggiato dall’Italia sono indicati in viola; quelli controllati da Khalifa Haftar sono indicati in rosso; quelli sotto il controllo di tribù tuareg sono indicati in rosa (Liveuamap)
A Palermo inizia la conferenza sulla Libia. È un appuntamento su cui il governo di Giuseppe Conte ha investito molto, ma potrebbe rivelarsi un mezzo fallimento per la scarsa partecipazione di quelli che contano.
Gli azionisti di Nuovo Trasporto Viaggiatori (NTV), la società dei treni ad alta velocità Italo, hanno accettato l’offerta di acquisto arrivata pochi giorni fa da parte del fondo di investimenti americano Global Infrastructures Partners (GIP). La decisione è stata presa mercoledì a tarda sera, dopo cinque ore di consiglio di amministrazione. L’offerta di GIP, intanto, era stata ritoccata verso l’alto arrivando a circa 2 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti i circa 400 milioni di euro di debiti della società di cui i nuovi acquirenti si faranno carico. La chiusura dell’operazione di vendita dipenderà anche dall’approvazione da parte dell’antitrust. La decisione di vendere interromperà di fatto il processo di quotazione in borsa della società, di cui si parlava da diversi mesi e su cui ieri si erano espressi positivamente anche Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda, ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico. Il Sole 24 Ore scrive che fino all’ultimo il consiglio di amministrazione di NTV era indeciso sulla decisione finale, ma che l’aumento dell’offerta da parte di GIP ha convinto gli azionisti della società. NTV – che esiste dal 2006 ed è l’unica società privata di treni ad alta velocità in Europa – è controllata tra gli altri dal gruppo Generali e da Intesa Sanpaolo, ma hanno quote di minoranza anche l’amministratore delegato Flavio Cattaneo e il presidente e fondatore della società Luca Cordero di Montezemolo. Dopo un periodo di crisi, negli ultimi anni è tornata ad avere bilanci in attivo.
La società dei treni Italo sarà venduta a un fondo americano. Gli azionisti di NTV hanno accettato l'offerta di circa 2 miliardi di euro del fondo Global Infrastructures Partners.
Più di 100 persone sono bloccate da ore nel porto di Villa San Giovanni, il comune nei pressi di Reggio Calabria da cui partono i traghetti per la Sicilia. All’inizio erano solo 80, arrivate lunedì dal Nord Italia, ma nel corso della giornata di martedì ne sono arrivate molte altre, fino a un massimo di 230 persone. Nella serata di martedì un centinaio di persone – famiglie con bambini, donne incinte e anziani – sono state autorizzate a partire con il traghetto delle 22, lasciando però a terra tutte le altre in attesa di autorizzazione da parte delle autorità siciliane. Le persone bloccate sono formalmente residenti in Sicilia ma vivono e lavorano in altre regioni d’Italia: stanno tornando nei propri comuni di residenza in seguito al decreto, firmato domenica dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che impone la chiusura di tutte le “attività produttive non necessarie” al fine di contrastare la diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2). Finora dall’inizio dell’emergenza sono tornate in Sicilia almeno 40mila persone, che si sono registrate sull’apposita piattaforma della regione, ma secondo l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ci sarebbero anche casi di persone rientrate senza segnalare il proprio arrivo. In tutto i casi di contagio registrati nella regione sono stati 846, di cui quasi 300 nella provincia di Catania, mentre i decessi sono stati 20. Il sindaco di Modica, un comune in provincia di Ragusa, ha detto che ieri nella sua città è arrivata da Milano una donna positiva al coronavirus, che ha viaggiato in aereo verso Catania e poi in taxi verso Modica, dove è stata ricoverata in gravi condizioni e poi denunciata.
Ci sono più di 100 persone bloccate in Calabria, in attesa di andare in Sicilia. Sono persone residenti in Sicilia che lavorano in altre regioni d'Italia, ma le autorità siciliane vorrebbero che fossero messe in quarantena in Calabria.
Mercoledì 6 giugno il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato un progetto di legge regionale che anticipa di un mese l’inizio dei saldi in Lombardia – anche se diversi negozi sembrano non averne tenuto conto – che in tutte le altre regioni italiane inizieranno il 7 luglio, il primo sabato del mese (tranne che in Friuli, Molise e Basilicata dove iniziano il lunedì precedente, 2 luglio). Nello specifico, la legge regionale lombarda sospende per un anno il divieto alle “vendite promozionali” un mese prima dell’inizio ufficiale dei saldi: tocca quindi uno dei moltissimi divieti e regolamenti che disciplinano i saldi. La loro nascita in Italia è una storia interessante, che è stata raccontata qualche mese fa in una pubblicazione firmata da Silvio Boccalatte dell’Istituto Bruno Leoni, un centro studi con sede a Torino che promuove idee molto liberali nella politica italiana.
Storia dei saldi. Sono nati durante il fascismo, e nella loro storia c'entrano anche le riforme costituzionali.
Nel mondo ci sono oltre tre miliardi di utenti internet e quasi cinque miliardi di dispositivi tra computer, smartphone e tablet che si sono connessi nel 2015. Quasi il 50 per cento del traffico della rete è passato attraverso una CDN. CDN è l’acronimo di Content Delivery Network, ovvero: Rete di distribuzione del contenuto. Questo video spiega cosa fa una CDN e cosa fa Akamai, la CDN con più server al mondo.
Com’è che riuscite a vedere questo video. Grazie ai servizi offerti dalle "CDN" e dai player online: ecco cosa fanno Akamai e Meride.
Diversi giornali europei, tra cui il britannico Guardian, il belga La Soir e il tedesco Süddeutsche Zeitung, hanno pubblicato inchieste approfondite riguardanti alcuni accordi fiscali concessi dal governo del Lussemburgo a diverse società straniere, tra cui Pepsi, IKEA e FedEx. Stando ai dati riportati, queste società – e altre – hanno pagato sui profitti trasferiti in Lussemburgo aliquote molto basse, anche inferiori all’1 per cento: come specificato in tutte le inchieste non si tratta di accordi illegali in Lussemburgo, ma rimangono comunque controversi per come sono differenti e vantaggiosi rispetto alla situazione in altri paesi europei. Come scrive il Guardian, «le rivelazioni imbarazzeranno il nuovo presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, che è stato primo ministro del Lussemburgo tra il 1995 e il 2013» (le inchieste riguardano gli accordi fiscali conclusi tra il 2002 e il 2010). I documenti su cui si sono basate le inchieste sono stati rivelati dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), una rete di 185 giornalisti di 65 paesi diversi che si è occupata anche in passato di casi di corruzione e crimini transazionali (sono sue le grosse inchieste sui paradisi fiscali nel mondo dell’aprile 2013 – il cosiddetto caso “Offshoreleaks” – e su quelli in cui sarebbero coinvolti politici cinesi del gennaio 2014). Il Sole 24 Ore ha sintetizzato le inchieste dei giornali europei: per la versione lunga ci sono i siti linkati. Documenti riservati, pubblicati da un consorzio di giornali, hanno rivelato oggi giovedì 6 novembre che il Granducato del Lussemburgo ha concesso negli ultimi 10 anni generosi accordi fiscali a una lunga lista di multinazionali. In un momento di ristrettezze finanziarie e crisi economica, la vicenda rischia di provocare clamore, e soprattutto di gettare una ombra sul nuovo presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, primo ministro del piccolo paese dal 1995 al 2013.
Gli accordi fiscali segreti del Lussemburgo. Il Sole 24 Ore ha sintetizzato l'inchiesta internazionale sulle concessioni fiscali molto favorevoli del governo lussemburghese alle grandi multinazionali.
Nella città vecchia di Bucarest, la capitale della Romania, è stato inaugurato il 5 maggio il Museo del kitsch: ad accogliere i visitatori all’ingresso c’è una copia del David di Michelangelo con al collo una collana dorata e un grosso ciondolo a forma di dollaro, dorato anche lui. All’interno dell’esposizione, manichini di Dracula e di donne vestite con gli abiti tipici della comunità rom si alternano a rivisitazioni di immagini religiose (tra cui un crocefisso illuminato a led), copie di riviste non più in stampa che riportano in prima pagina notizie fantasiose più che false (“Gli extraterrestri rubano l’energia elettrica”), e molti riferimenti al periodo comunista, riproducendo quello che i romeni hanno visto nelle loro case per anni. Anche per questo, ha spiegato il proprietario della mostra Cristian Lica, i romeni hanno diritto a un biglietto d’ingresso ridotto (20 lei, corrispondenti a 4,39 euro, contro 30, 6,58 euro, per il prezzo pieno) rispetto a visitatori di altre nazionalità. «Il Kitsch» ha detto Lica al Washington Post, «è una forma di espressione. È arte fallita. Alcuni di questi oggetti sono cliché ripetitivi, come la copia della Monnalisa. Altri sono kitsch creativo».
Le foto del Museo del kitsch di Bucarest. Arazzi improbabili, soprammobili in vetro, crocifissi led e altri oggetti che vi attrarranno e respingeranno contemporaneamente.
Il vaccino contro il coronavirus sviluppato presso lo Jenner Institute di Oxford (Regno Unito) è considerato uno dei più promettenti, tra i tanti in fase di studio e sperimentazione in giro per il mondo. Ora i ricercatori che lo stanno realizzando vorrebbero accorciare il periodo necessario per verificarne la sicurezza e l’efficacia, facendo ricorso a una soluzione con implicazioni etiche non indifferenti: infettare direttamente individui sani con il coronavirus, col rischio di sviluppare una malattia per la quale oggi non esiste una cura, per valutare la capacità del vaccino di proteggerli. Adrian Hill, direttore dello Jenner Institute, è tra i 125 sottoscrittori di una lettera aperta indirizzata a Francis Collins, direttore dei National Institues of Health (l’agenzia del governo degli Stati Uniti dedicata alla ricerca biomedica), per chiedere che sia presa in considerazione la possibilità di organizzare test su gruppi di volontari sani da infettare con il coronavirus, in modo da avere più dati sulle potenzialità dei vaccini che decine di laboratori stanno sviluppando in tutto il mondo. La lettera, diffusa sul sito dell’iniziativa “1Day Sooner”, ha attirato molta attenzione nella comunità scientifica e tra i responsabili delle istituzioni sanitarie, che dovrebbero approvare e tenere sotto controllo iniziative di questo tipo.
È giusto infettare persone sane per testare un vaccino contro il coronavirus? ricercatori e premi Nobel propongono di farlo su gruppi di volontari per accorciare i tempi: non sarebbe la prima volta, ma l'iniziativa pone diversi problemi etici.
Alex Majoli © Daria Birang Dal 4 al 10 giugno Milano sarà piena di incontri, mostre e workshop sulla fotografia, in occasione della seconda edizione di Milano Photo Week. Tanti incontri saranno a Palazzo Reale, dove sono organizzate quattro mostre – tra cui In piena Luce. Nove fotografi interpretano i Musei Vaticani– e diversi incontri: i più attesi (e quindi probabilmente affollati) sono quelli con i fotografi Alex Majoli (mercoledì 6) e Lise Sarfati (giovedì 7) e Armin Linke (venerdì 8). Il weekend invece, sempre a Palazzo Reale, ci saranno tre incontri organizzati da Internazionale con altrettanti fotografi (Davide Monteleone, Newsha Tavakolian e Nicola Lo Calzo) che parleranno con esperti e giornalisti della rivista.
Una settimana per gli appassionati di fotografia a Milano. Dal 4 al 10 giugno ci saranno decine di mostre, incontri e eventi nell'ambito della Milano Photo Week.
«Dream big dreams!», Sogna in grande!, è l’augurio che Kyrstin Lavelle ha ricevuto insieme all’autografo del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che gliel’ha firmato mentre si trova alle Hawaii con la famiglia per le vacanze natalizie (e dove si rilassa giocando a golf in maniche e corte e pantaloncini). Parole che si adattano bene ad altri personaggi che valeva la pena fotografare questa settimana: da Woody Allen, che si esibisce con il clarinetto e un’orchestra jazz all’università di Los Angeles, a Bea Santiago, una ragazza filippina di 22 anni eletta Miss International 2013, che si scatta una foto insieme al presidente Benigno Aquino III. Poi ci sono l’aria sognante e spartana del presidente dell’Uruguay José Pepe Mujica – in sandali e caviglie grassocce ben in vista – e un attore che impersona Mao Zedong per i festeggiamenti dei 120 anni della sua nascita. E il principe Harry che si è fatto crescere una barba molto rossiccia. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
«Sogna in grande». L'ha scritto Obama sul quaderno di una ragazzina, si associa bene alle persone che valeva la pena fotografare questa settimana: Woody Allen col clarinetto e l'informale presidente dell'Uruguay.
La procura di Ancona ha ordinato all’unità per la tutela forestale dei Carabinieri di fare degli accertamenti in una struttura per l’allevamento di suini di Senigallia, in provincia di Ancona. Gli accertamenti sono stati disposti dopo che la procura aveva ricevuto un video girato dall’organizzazione Essere Animali che denunciava gravi maltrattamenti subiti dai maiali. Sky Tg24 scrive che gli agenti hanno sequestrato alcuni strumenti che potrebbero essere stati usati per compiere violenze sugli animali, oltre che diversi corpi di suini. La struttura si occupa dell’allevamento di suini destinati alla produzione di prosciutti. Essere Animali ha pubblicato sul proprio sito un comunicato in cui spiega che le immagini sono state registrate con una telecamera nascosta da una persona «infiltrata» nella struttura. L’organizzazione denuncia il reato di uccisione e maltrattamento di animali, oltre che diverse violazioni alle norme che regolano la protezione dei suini e il loro abbattimento; chiede inoltre la revoca delle autorizzazioni e la chiusura dell’allevamento, anche con una petizione.
Un video sui maltrattamenti subiti dai maiali in un allevamento di Senigallia ha portato a un’operazione dei Carabinieri.
Le morti di persone famose sono ormai qualcosa di particolare della nostra esistenza online: condivise rapidamente sui social network, ricordate con un lutto collettivo talvolta rituale ma comunque sentito – fino a quando non diventa tutto talmente ripetitivo da farci l’abitudine, da rendere la serie di tweet, post, messaggi e pensieri il pezzo di una routine. Anche per questo motivo, molti di noi troveranno nelle foto e nelle storie di chi è morto nel 2015 persone in fretta dimenticate. Quest’anno sono morti, tra gli altri, un re, tanti musicisti, qualche grande attore e persone che con le loro intuizioni ci hanno migliorato la vita o l’hanno resa meno complicata. È morto un grande matematico, è morta una famosa stilista, grandi statisti e un pilota di Formula 1. Come diciamo ormai da tempo, tra un anno forse avremo del tutto dimenticato molti di loro: ma quello che hanno lasciato, nel bene e nel male, ci circonderà ancora per molto.
Senza di te. Quelli che non ci saranno più nel 2016, ma che fino al 2015 si erano fatti notare.