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La discussione sulla manovra economica che si è tenuta ieri al Senato è finita solo verso le 3 di notte, con l’approvazione della legge. Sono state ore piuttosto movimentate, sia per via dell’incertezza che avvolgeva la legge – il testo, lungo quasi duecento pagine, è stato reso disponibile solo in serata – sia per le varie manifestazioni di protesta delle opposizioni, che hanno accusato il governo di aver messo ai voti un testo lunghissimo senza dare il tempo per studiarlo. Durante il dibattito in aula si sono visti cartelli, grida, chiacchiere concitate, capannelli di persone, occhiaie e caffè: il solito, insomma. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto della notte in Senato a discutere la manovra. Fra cartelli, occhiaie, risatine, gesti plateali e capannelli: il solito, insomma.
Dmitry Rogozin, il vice primo ministro del governo russo incaricato di sovrintendere l’industria della difesa, racconta spesso storie e aneddoti sul periodo trascorso come ambasciatore alla NATO. Tra i suoi preferiti, racconta in un articolo Der Spiegel, c’è una battuta che giura di aver sentito più volte ripetere dai suoi colleghi occidentali: «In questi giorni gli ottimisti imparano l’inglese, i pessimisti il cinese e i realisti imparano a usare un AK-47». L’AK-47 è il fucile d’assalto realizzato nel 1947 da Michail Timofeevič Kalašnikov, militare nell’Armata Rossa dell’Unione Sovietica. Nonostante sia una delle armi più diffuse al mondo, l’industria che lo produce è in crisi e ci sono incertezze sul suo futuro. Di recente Rogozin ha visitato la fabbrica della Izhmash nella città di Izhevsk sui monti Urali. Ai lavoratori, preoccupati per le sorti del loro lavoro, ha riferito che l’AK-47 è molto utilizzato anche dall’esercito americano (anche se di solito il Congresso degli Stati Uniti preferisce acquistare le armi di fabbricazione nazionale) e che l’anno scorso le vendite tra i collezionisti privati sono aumentate del 50 per cento. Ma le parole del vice ministro sono il sintomo di una crisi iniziata ormai da qualche anno.
Il Kalashnikov in crisi. La società che produce l'AK-47 ha seri problemi economici: mancano nuove commesse dell'esercito russo e le imitazioni a basso prezzo sono sempre più diffuse.
A Sigmund Freud, neurologo e leggendario fondatore della psicanalisi, è dedicato il doodle di Google di oggi. Al posto del classico logo, nella pagina principale del motore di ricerca c’è un disegno che ricorda Freud in occasione del 160esimo anniversario della sua nascita. Con i suoi studi, le sue ricerche e il suo lavoro sui pazienti, Sigmund Freud ha dato un contributo fondamentale alla psicologia, introducendo tecniche e concetti utilizzati ancora oggi e molto discussi, soprattutto dai sostenitori delle altre innumerevoli scuole di psicologia. Sigismund Schlomo Freud, che poi cambiò il suo nome in Sigmund Freud, nacque il 6 maggio del 1856 a Freiberg, città che faceva parte dell’Impero austriaco all’epoca e che ora è nella Repubblica Ceca. Si laureò in medicina nel 1881 e negli anni seguenti lavorò prima come ricercatore, poi come neurologo in ospedale, studiando i pazienti con nevrosi di vario tipo. Diventato docente universitario, elaborò il concetto di psicoanalisi verso la fine dell’Ottocento, e continuò a lavorarvi aggiungendo elementi e teorie nei decenni successivi, diventando molto famoso all’estero, e attirandosi critiche da parte dei detrattori e dei sostenitori di un’impostazione più ortodossa della psicologia. Di origini ebraiche, Freud morì a Londra nel settembre del 1939, dopo l’esilio volontario dall’Austria in seguito all’affermarsi del regime Nazista.
Sigmund Freud emerge dal doodle di Google. Il neurologo austriaco considerato il fondatore della psicoanalisi è ricordato sul motore di ricerca nel 160esimo anniversario della sua nascita.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
Catricalà e la riforma del CSM. Il sottosegretario ha scritto a Repubblica per spiegare che cosa è successo con la contestata - e già ritirata - bozza di riforma della magistratura.
La sede di Google a Londra è stata progettata dal gruppo di architetti londinesi Penson. Gli uffici si trovano in zona Covent Garden nel palazzo St. Giles, disegnato dall’architetto italiano Renzo Piano, e occupano una superficie di circa 15.000 metri quadrati. L’anno scorso era stata inaugurata sempre a Londra la sede di Google engineers, progettata sempre dal gruppo Penson, ma con un diverso design e diverse funzionalità. Come al solito Google ha deciso di aggiungere alle normali stanze di lavoro luoghi per la ricreazione e il tempo libero dei propri dipendenti. Ci sono una palestra, un bar, aree relax, un luogo dove le persone possono far asciugare i vestiti dopo essere arrivati in ufficio con la bici e aree all’aperto, in stile giardino segreto, dove si può coltivare un piccolo orto personale.
Gli uffici di Google a Londra. Sono meno futuristici degli altri, ma per i dipendenti ci sono una palestra e un giardino in cui coltivare ortaggi.
Mercoledì 28 maggio Apple ha annunciato la sua acquisizione più grande di sempre: per 3 miliardi di dollari comprerà Beats, la società che produce cuffie per ascoltare musica e che gestisce un servizio per ascoltare canzoni in streaming. La notizia era stata ampiamente anticipata dal Financial Times a inizio maggio, ma non c’erano state conferme ufficiali da parte di Apple o dei responsabili di Beats. Sull’accordo tra le due società sono circolati un sacco di articoli e analisi, e in molti si chiedono quanto possa rivelarsi vantaggiosa per Apple un’acquisizione di questo tipo. Beats è conosciuta soprattutto per le sue cuffie e per i suoi celebri cofondatori ma Apple sembra essere più che altro interessata al servizio per la musica in streaming, che esiste da pochi mesi e ha già ottenuto risultati importanti. Da dove arriva Beats Beats Electronics fu fondata nel 2006 da Dr. Dre (André Romell Young), rapper e produttore discografico statunitense considerato tra i più importanti nel mondo dell’hip hop, e da Jimmy Iovine, imprenditore e discografico. La loro idea era realizzare cuffie e casse acustiche di buona qualità, con un design essenziale e facilmente identificabile con il marchio della società. Le prime cuffie, le “Beats by Dr. Dre Studio”, furono messe in vendita verso la fine del 2008 ed ebbero un buon successo, soprattutto grazie al sostegno di diversi cantanti e ad accordi commerciali per mostrarle in video musicali e per realizzarne versioni in tema con lo stile di alcuni artisti.
Perché Apple ha comprato Beats. La più grande acquisizione di sempre per Apple non si deve solo alle famose cuffie ma soprattutto a Beats Music, servizio di musica in streaming con playlist "di qualità".
Lunedì, nella sua newsletter, il segretario del PD Matteo Renzi ha scritto: «Dai tempo al tempo e si scopre che la revisione della spesa in tre anni ha prodotto quasi 30 miliardi di euro di risparmio: altro che spending review inutile». Negli stessi minuti, la pagina Facebook Matteo Renzi News riprendeva la stessa notizia, scrivendo che tra il 2014 e il 2017, grazie alla “lotta agli sprechi”, erano stati recuperati “30 miliardi di euro”.
Il grande equivoco della spending review. È cosa voglia dire "tagliare" le spese: perché spesso quello che si fa è solo dar loro un nome diverso.
Questa sera andrà in scena nel teatro antico di Epidauro il Riccardo III di Shakespeare, interpretato da Kevin Spacey e diretto da Sam Mendes. I due avevano già lavorato insieme al cinema dodici anni fa in American Beatuy, per cui Spacey aveva vinto l’Oscar come miglior attore, Mendes come miglior regista, il film come miglior film. L’opera ha debuttato a Londra lo scorso 18 giugno ed è stata apprezzata dalla maggior parte dei critici, che hanno lodato l’interpretazione di Spacey e l’ambientazione contemporanea voluta da Mendes. Il critico teatrale del Guardian Michael Billington ha scritto che “Sam Mendes ha realizzato un allestimento contemporaneo di chiara bellezza in cui il protagonista diventa l’archetipo del dittatore. L’allestimento contemporaneo ci ricorda come i dittatori cercano delle vie per legittimare il loro potere e diventano degli abili manipolatori della stampa”. Le allusioni al regime di Gheddafi – nonché a molti altri – sono chiaramente volute, ma secondo Billington il vero pregio dell’opera sta nella sua capacità di “comprendere la solitudine”.
Il Riccardo III di Kevin Spacey a Epidauro. Le foto della messa in scena shakespeariana diretta da Sam Mendes che a ottobre dovrebbe arrivare a Napoli.
Stile libero – la collana di Einaudi con la costa gialla – ha vent’anni. Dal 1996 il modo di fare libri, venderli, leggerli e parlarne è cambiato. Pagine culturali dei giornali e critici avevano ancora il potere di decretare l’appartenenza di uno scrittore alla comunità letteraria e i libri occupavano, forse per l’ultima volta, il centro della cultura italiana. Era un secolo fa: Internet era agli inizi, i costi di stampa alti e i libri elettronici nemmeno immaginabili. La distinzione classica tra cultura alta, media e bassa formulata da Dwight MacDonald nel 1962 e ribadita due anni dopo da Umberto Eco in Apocalittici e integrati era ancora un muro invalicabile, per quanto scricchiolante. La narrativa di genere era considerata una forma di intrattenimento leggero, non letteratura, ed era raro che un editore chiedesse un libro a un comico, un calciatore, un attore o un cantante. Ma tutto ribolliva. Le categorie editoriali facevano sempre più fatica a contenere un cambiamento di cui, ovunque si vedevano i segni. La raccolta di battute Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano di Matteo Molinari, Gino&Michele, stampato da Einaudi nel 1991 in piccola tiratura, era stato un successo strabiliante, ma le polemiche erano state tali che l’anno successivo il libro uscì per Baldini&Castoldi, una vecchia casa editrice che non pubblicava dal 1940 e che fu resuscitata per l’occasione. A Quelli della notte di Arbore Roberto D’Agostino aveva straparlato dell’Insostenibile leggerezza dell’essere di Kundera trasformandolo in un bestseller, il primo di Adelphi. Nel 1987 Mondadori aveva pubblicato il libro gonfiabile di D’Agostino, non a caso un non-libro. La distinzione tra libri di qualità e libri televisivi, cioè di massa, la barriera tra letteratura e intrattenimento reggeva ancora. Nessun editore era ancora riuscito a capire come scardinare i confini tra alto e basso senza mettersi a fare libri di plastica. Stile libero appare in questo contesto.
Storia di Stile libero, che ha 20 anni. La collana di Einaudi che ha lanciato i cannibali, Ammaniti, Lucarelli e De Cataldo nacque nel 1996, e il mondo era abbastanza diverso.
Merck, Sanofi e GSK sono tra i più grandi produttori di vaccini al mondo, ma nessuna delle tre aziende farmaceutiche nell’ultimo anno è riuscita a sviluppare e fare autorizzare un vaccino contro il coronavirus, facendosi superare da Pfizer-BioNTech e da aziende emergenti come Moderna, che finora aveva una frazione del loro fatturato. Sanofi e GSK sono in evidente ritardo nella sperimentazione dei vaccini, mentre Merck ha di recente rinunciato alla produzione di una propria soluzione contro il coronavirus. Come segnala un lungo articolo del Financial Times, un anno di pandemia ha cambiato radicalmente il mercato dei vaccini e gli equilibri tra i principali produttori. Ancora a inizio del 2020 il settore era dominato da Merck, Sanofi, GSK e Pfizer, aziende farmaceutiche di grandi dimensioni e con una lunga esperienza nella produzione di vaccini contro diverse malattie compresa l’influenza stagionale. Un anno dopo, solo Pfizer ha un vaccino contro il coronavirus, sviluppato con l’azienda tedesca di biotecnologie BioNTech, mentre le altre tre società sono pressoché assenti.
I più grandi produttori di vaccini, senza vaccino. Sanofi e GSK non hanno ancora un vaccino contro il coronavirus pronto, mentre Merck ci ha rinunciato: cosa è andato storto?.
La novità che ha attirato più attenzione dei nuovi iPhone X, presentati la settimana scorsa da Apple in un atteso evento a Cupertino (San Francisco), è il sistema di riconoscimento automatico del viso “Face ID” per sbloccare lo smartphone senza dovere utilizzare il classico codice numerico (pin) o le proprie impronte digitali. Consapevoli della scarsa affidabilità dei sistemi per riconoscere la propria faccia sui dispositivi della concorrenza, in molti si sono chiesti se Face ID sia effettivamente pratico e soprattutto efficace per tenere al sicuro i propri messaggi, video, fotografie e altri dati. Per capire qualcosa di più sul nuovo sistema, TechCrunch ha sentito Craig Federighi, vicepresidente della divisione software di Apple, ottenendo informazioni molto interessanti sull’approccio seguito dall’azienda per offrire una nuova soluzione pratica e sicura, che un giorno potrebbe portare alla fine delle password. Da dove arriva Face ID A pochi giorni dall’evento della scorsa settimana, il Wall Street Journal aveva pubblicato un articolo che anticipava l’imminente introduzione di Face ID sull’iPhone X, il nuovo modello degli smartphone di Apple sensibilmente diverso dai suoi predecessori e con uno schermo che ricopre quasi interamente la parte frontale del telefono, senza lasciare spazio per il tasto “Home” e il suo sensore per le impronte digitali (“Touch ID”). L’articolo spiegava che Apple aveva provato per qualche mese a inserire il Touch ID sotto lo schermo, ma che non essendoci riuscita per tempo aveva abbandonato questa soluzione dedicandosi allo sviluppo di un sistema di riconoscimento facciale, evitando di spostare il sensore per le impronte digitali sul retro dello smartphone come hanno fatto in questi ultimi anni numerosi produttori, a cominciare proprio da Samsung con i suoi Galaxy.
Gli iPhone X vogliono uccidere le password. Face ID è la novità più interessante dei nuovi telefoni di Apple e potrebbe essere il primo passo verso un mondo di oggetti che imparano a riconoscerci da soli, dalla faccia.
Gli allagamenti e le frane che hanno causato la morte di sedici persone in Sardegna, per le piogge copiose e i forti venti, sono state tra le cose più lette della settimana, con una serie di foto che mostrano molto bene l’entità dei danni. Ci sono poi due articoli contraddistinti dal colore: una bella e lunga storia che racconta l’origine dell’associazione del colore rosa con il genere femminile e l’uomo con l’ombrello nero, cioè la storia dell’uomo che compare nel video più famoso sull’assassinio del presidente americano John F. Kennedy. Ci sono poi articoli pieni di belle foto, sull’edificio 5 Pointz di New York, considerato il tempio dei graffiti, che è stato infine pitturato di bianco, e quelle del concorso fotografico del National Geographic. – Le foto dell’alluvione in Sardegna Soprattutto di Olbia, una delle zone messe peggio dopo gli allagamenti e le frane che hanno causato la morte di 16 persone
Sunday Post. Gli allagamenti e le frane in Sardegna, lo speciale sull'assassinio di John F. Kennedy 50 anni fa e tante belle foto, tra le cose più viste della settimana.
Grandi aziende come Facebook, Sony, Samsung, Google e HTC stanno investendo molto denaro e risorse per lo sviluppo dei caschi per la realtà virtuale: gli affari da mettersi in testa con un visore per entrare in mondi virtuali in cui ritrovarsi con gli amici, navigare su Internet, guardare un film o giocare ai videogiochi. Il grande interesse dei produttori è stato finora bilanciato da un certo scetticismo di esperti e analisti, dovuto soprattutto alla lenta crescita delle vendite e allo scarso coinvolgimento dei clienti. Mark Zuckerberg, il CEO di Facebook, è convinto che i visori per la realtà virtuale potrebbero ripetere il successo senza precedenti degli smartphone – i “videofonini” furono accolti da altrettanto iniziale scetticismo – e per questo nel 2014 ha acquisito Oculus, la società specializzata nella realizzazione dei visori e considerata da molti una delle più promettenti sul mercato. Gli sforzi fatti finora, che hanno previsto investimenti da centinaia di milioni di dollari, non hanno però portato a grandi risultati. L’unica azienda a fare eccezione è Sony, che con sua stessa sorpresa ha venduto in pochi mesi più visori per la realtà virtuale del previsto. Quando Sony Interactive Entertainment, la divisione di Sony che si occupa dei videogiochi, iniziò a progettare un visore, il suo capo Even Andrew House era piuttosto scettico sulla possibilità di cavarne un granché in breve tempo. Come ha spiegato al New York Times, si diede da fare per ridurre gli entusiasmi del settore vendite e invitarli a essere molto cauti, anche alla luce degli scarsi affari fatti dai concorrenti. Ora che sono passati alcuni mesi dalla messa in vendita del PlayStation VR, House si è dovuto ricredere e ha riconosciuto di essere stato fin troppo cauto. A circa quattro mesi dalla commercializzazione, Sony ha annunciato di avere venduto 915mila visori, avvicinandosi al traguardo del milione di caschi per la realtà virtuale che aveva previsto di vendere entro metà aprile. Le vendite sono andate molto meglio del previsto, con un’alta domanda soprattutto in Giappone, dove Sony ha la sua sede principale e con una clientela tradizionalmente molto interessata alle novità tecnologiche e ai videogiochi.
I visori per la realtà virtuale non stanno vendendo molto. Prezzi alti e pochi contenuti di qualità frenano la domanda, fatta eccezione per un inatteso successo di Sony.
Il tribunale di Milano ha deciso che le accuse a Marco Cappato per il suicidio di Fabiano Antoniani, noto anche come DJ Fabo, dovranno essere valutate dalla Corte Costituzionale, alla quale ha rinviato il caso. La richiesta era stata avanzata dalla pm Tiziana Siciliano, che aveva sollevato la legittimità costituzionale del reato di aiuto al suicidio, che prevede una pena fra i 6 e i 12 anni di carcere. Antoniani è diventato da circa un anno il simbolo della lotta per l’approvazione di una legge sull’eutanasia e sul testamento biologico in Italia. Antoniani, che dopo un incidente in auto era diventato cieco e quasi completamente paralizzato, aveva effettuato la procedura di suicidio assistito il 27 febbraio 2017 nella clinica svizzera dell’associazione Dignitas, dato che in Italia è tuttora illegale. Cappato, storico leader dei Radicali di Milano e promotore della campagna “Eutanasia legale”, si era impegnato per soddisfare la sua richiesta e lo aveva accompagnato in auto in Svizzera.
Il tribunale di Milano ha rinviato alla Corte Costituzionale le accuse a Marco Cappato per il suicidio assistito di Fabiano Antoniani.
Nelle prime ore di giovedì la nave della ong Open Arms con a bordo 146 migranti è arrivata al largo delle coste di Lampedusa, dopo che ieri pomeriggio una sentenza del TAR del Lazio le aveva permesso di entrare in acque italiane superando un divieto di ingresso emesso dal governo. Al momento la nave è ferma: su Twitter l’ong ha fatto sapere di non aver ricevuto l’autorizzazione per entrare in porto. «La fine è vicina», ha scritto Open Arms, ma non è chiaro quando potrà sbloccarsi lo stallo. La situazione a bordo è molto complicata, dopo 14 giorni di navigazione: alcuni medici dell’Ordine di Malta fatti salire a bordo hanno raccontato a Repubblica che a bordo sono finiti gli antibiotici, «e molti migranti che presentano ferite da armi da fuoco malcurate presentano evidenti infezioni». Il risveglio sulla #openarms in viaggio verso Lampedusa pic.twitter.com/x8ABlreS6s
La nave Open Arms è davanti a Lampedusa. Grazie alla sentenza del TAR del Lazio di ieri ha potuto entrare in acque italiane, ma al momento non ha ricevuto l'autorizzazione a sbarcare.
Due importanti case di produzione di Hollywood – Plan B e Annapurna Pictures – hanno comprato i diritti necessari per fare un film sull’inchiesta del New York Times che ha raccontato per la prima volta le accuse di abusi sessuali contro Harvey Weinstein, l’ex produttore cinematografico accusato di stupro e molestie da decine di donne. Il film, se sarà effettivamente prodotto, racconterà il lavoro delle giornaliste Jodi Kantor e Megan Twohey, i cui articoli sono stati poi premiati con un Pulitzer. Plan B è la casa di produzione co-fondata da Brad Pitt, che ha prodotto tra gli altri 12 anni schiavo e Moonlight. Annapurna Pictures ha invece prodotto, tra i molti altri film, Zero Dark Thirty e Il filo nascosto. Come ha scritto Variety, al momento non sono noti i nomi di registi o sceneggiatori che potrebbero occuparsi del film.
Due importanti case di produzione di Hollywood hanno comprato i diritti per fare un film sull’inchiesta del New York Times su Harvey Weinstein.
Nella sua prima intervista data a un giornale internazionale, il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha annunciato che già dall’anno prossimo entreranno in vigore le riduzioni fiscali chieste della Lega e una qualche forma di “reddito minimo” come chiesto dal Movimento 5 Stelle. Questi obiettivi, ha spiegato il ministro all’agenzia Bloomberg, saranno ottenuti «senza discontinuità con gli obiettivi di bilancio fissati dai governi precedenti. La discontinuità con il passato non sarà sul livello di deficit, ma nel mix di politiche che metteremo in atto». Tria ha anche detto che «nessuno vuole lasciare l’euro», cercando di smentire le voci che continuano a circolare sulle intenzioni del nuovo governo. Fin dal suo insediamento Giovanni Tria è indicato come uno dei ministri più moderati e prudenti del governo. L’intervista di oggi a Bloomberg, come le sue dichiarazioni quotidiane, sembrano calibrate per accontentare sia i suoi alleati di governo, che chiedono l’approvazione di misure incisive – e quindi costose – da presentare ai loro elettori, sia i mercati e gli osservatori internazionali, che temono che l’Italia non sia in grado di sostenere un significativo aumento di deficit, specialmente se la crescita economica dovesse rallentare.
La prudenza di Giovanni Tria. In un'intervista a Bloomberg il ministro dell'Economia ha ripreso alcune promesse elettorali di M5S e Lega, precisando però che non aumenterà il deficit.
Sette persone sono state arrestate a Taranto, in Puglia, nell’ambito di un’inchiesta sull’ampliamento di una discarica a Grottaglie: i reati contestati sono quelli di corruzione e turbata libertà degli incanti (si definisce “incanto” la vendita pubblica di beni o di appalti al migliore offerente). Tra gli arrestati c’è anche Martino Tamburrano, presidente della provincia di Taranto dal 2014 al 2018, eletto con Forza Italia. Secondo l’accusa Tamburrano avrebbe ricevuto tangenti da parte di Pasquale Lonoce, un imprenditore che opera nel settore dello smaltimento e della gestione dei rifiuti, per ampliare la discarica, ormai colma, dopo che nell’agosto del 2017 la provincia di Taranto aveva respinto una richiesta di ampliamento. Secondo gli inquirenti, Tamburrano avrebbe ricevuto un’auto del valore di 50mila euro e altri contributi in denaro che avrebbe poi utilizzato per finanziare la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2018 di sua moglie, Maria Francavilla, candidata al Senato con Forza Italia, ma non eletta. In cambio Tamburrano si sarebbe attivato per nominare un nuovo comitato tecnico e un dirigente del settore Ambiente compiacente. Insieme a Tamburrano e Lonoce sono stati arrestati l’ex dirigente della provincia Lorenzo Natile e il procuratore speciale della società di Lonoce e gestore della discarica di Grottaglie, Roberto Venuti. Sono stati invece disposti gli arresti domiciliari per la figlia di Lonoce, Rosalba, per Federico Cangialosi, ex presidente di Amiu (l’azienda che si occupa della gestione dei rifiuti a Taranto), e per l’ex dirigente di Amiu Mimmo Natuzzi.
A Taranto sono state arrestate sette persone, tra cui l’ex presidente della provincia, nell’ambito di un’inchiesta sull’ampliamento di una discarica.
A due settimane di distanza dalla sospensione della licenza Android per Huawei, Google sta lavorando per convincere il governo degli Stati Uniti a rivedere le sue decisioni sull’azienda tecnologica cinese, uno dei suoi più importanti clienti per la distribuzione del sistema operativo per smartphone. Secondo alcune fonti consultate dal Financial Times, diversi manager di Google stanno provando a convincere l’amministrazione Trump a evitare una completa messa al bando di Huawei, che potrebbe portare a numerose e impreviste conseguenze per la stessa sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Dopo avere accusato per mesi Huawei di fare spionaggio per conto del governo cinese, senza però portare prove concrete, a fine maggio il governo degli Stati Uniti ha imposto ulteriori restrizioni, costringendo le società statunitensi a interrompere buona parte dei loro rapporti commerciali con l’azienda cinese, il secondo più grande produttore di smartphone al mondo. Le limitazioni hanno reso necessaria la sospensione della licenza Android, che consentiva a Huawei di installare sui suoi smartphone la versione del sistema operativo curata direttamente da Google e che dà accesso a buona parte dei suoi servizi, compreso lo store dal quale scaricare le applicazioni.
Cosa sta facendo Google per il guaio Huawei. Il Financial Times racconta di pressioni sul governo statunitense per evitare la messa al bando completa, perché una versione alternativa di Android sarebbe meno sicura.
Molti bambini desiderano diventare archeologi una volta cresciuti, e ad alcuni viene detto che è meglio cambiare ambizione perché è già stato scoperto tutto quello che conta. In realtà il lavoro degli archeologi non è affatto finito, e alcune delle più recenti tecnologie hanno fatto nascere una branca dell’archeologica fino a poco tempo fa impensabile, e che potrebbe aiutare a scoprire i reperti più nascosti: è la cosiddetta “archeologia satellitare”, cioè la ricerca di nuovi siti archeologici fatta osservando le foto scattate dai satelliti. Anche se è ancora un metodo di ricerca sperimentale, l’archeologia “satellitare” può essere l’occasione per diventare archeologi per chiunque abbia lasciato perdere i propri sogni di infanzia – magari ispirati dai film di Indiana Jones o dalla serie tv Relic Hunter – e abbia un computer e una connessione a internet: da qualche settimana infatti esiste un sito, GlobalXplorer, dove dopo essersi registrati e aver visto un breve tutorial si può collaborare gratuitamente con un gruppo di archeologi per trovare siti archeologici in Perù. Per farlo è sufficiente osservare le fotografie presenti sulla piattaforma e segnalare quelle in cui sembrano esserci i segni di un possibile sito archeologico. Secondo gli archeologi di GlobalXplorer, solo l’un per cento dei siti archeologici del mondo è stato trovato.
Volete giocare a fare l’archeologo? potete provarci con GlobalXplorer, un sito che permette di esaminare fotografie satellitari alla ricerca di siti archeologici in Perù (e aiutare degli archeologi veri).
Questa settimana le persone meritevoli da fotografare sono state molte, ma il primo della lista è il presidente russo Vladimir Putin, che si immerge nelle acque gelide del lago Seliger per celebrare l’Epifania ortodossa. A Roma c’era Roger Waters dei Pink Floyd per presentare la mostra a loro dedicata, con Virginia Raggi, intanto questi due abituiamoci, o rassegniamoci, a vederli spesso insieme ovunque. E poi: Catherine Deneuve, Lady Gaga a Milano, Hugh Jackman tra i coriandoli e Will Ferrel con un vombato, ma di peluche. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Catherine Deneuve, Lady Gaga, Hugh Jackman e Will Ferrel con un vombato di peluche, tra quelli da fotografare in settimana.
Clara Schumann, compositrice e pianista tedesca, è la protagonista del doodle del Google di oggi. Al posto del classico logo, nella pagina principale del motore di ricerca c’è un disegno che mostra Schumann alla tastiera di un pianoforte, con un gruppo di bambini, per ricordare i 193 anni della sua nascita e il suo ruolo nella musica del diciannovesimo secolo. Clara Josephine Wieck (sarebbe diventata Schumann dopo il matrimonio) nacque a Lipsia in Germania il 13 settembre del 1819. Quando aveva quattro anni, i suoi genitori si separarono: lei rimase con il padre, che le fece coltivare il suo spiccato talento per la musica. A otto anni Clara tenne un piccolo concerto nell’abitazione del direttore della casa di cura per malati psichiatrici che sorgeva nei pressi della città. Lì incontro un altro giovane pianista, Robert Schumann, che aveva diciassette anni. Il ragazzo rimase molto colpito dall’esibizione di Clara e ottenne il permesso dalla madre di interrompere gli studi in legge, così da poter frequentare con assiduità casa Wieck e ricevere lezioni di piano insieme con la giovane pianista. Schumann, che sarebbe poi diventato uno dei più importanti compositori del periodo romantico tedesco, si trasferì per un anno nella casa di Clara. I due divennero buoni amici e qualche anno più tardi, nel 1840, si sposarono.
Chi era Clara Schumann. La pianista e compositrice tedesca è la protagonista del doodle di Google di oggi per ricordare i 193 anni della sua nascita.
Da questa settimana è possibile per gli utenti che usano iOS – il sistema operativo di Apple per dispostivi mobili – modificare e silenziare le icone sulla barra di navigazione dell’app di Facebook, e nei prossimi giorni la funzione sarà estesa anche a tutti gli utenti Android. La funzione era richiesta da molto tempo, poiché non essendo personalizzabile la barra segnalava notifiche spesso ininfluenti per l’utente o che riguardavano sezioni non particolarmente utilizzate come quella dei video, che si chiama Watch, oppure Marketplace, dove si vendono gli oggetti usati. La funzione che permette di modificare la barra o silenziarne le notifiche si attiva tenendo premuto il dito su una delle icone: facendolo, si apre un menu con il quale si possono silenziare le notifiche di quella specifica icona oppure la si può eliminare dalla barra, che si trova in basso nella versione iOS dell’app o in alto in quella di Android. Per aggiungere o togliere elementi nella barra, invece, bisogna aprire il menu cliccando l’icona con le tre linee, aprire la sezione “Impostazione e privacy”, cliccare su “Impostazioni” e infine andare su “Barra dei collegamenti rapidi”, dove si possono disattivare quelli che non ci interessano e attivarne altri.
L’app di Facebook ora permette di personalizzare e silenziare la barra delle notifiche. Era una funzione molto richiesta: per ora è disponibile per gli utenti iOS e per alcuni utenti Android.
Dal 24 ottobre al 26 novembre a Bologna si terrà la decima edizione del Bologna Jazz Festival, con appuntamenti quotidiani in tutta la città che prevedono la partecipazione di centosettanta artisti impegnati in concerti, incontri, proiezioni e mostre. Per promuovere l’edizione di quest’anno sono state utilizzate delle illustrazioni della fumettista e illustratrice Vanna Vinci che ritraggono i musicisti che suoneranno durante il festival (tra cui Brad Mehldau, Ron Carter, Enrico Rava, Kenny Garrett, Terence Blanchard, Mark Turner) e che rappresentano un modo più inventivo del solito di far pubblicità a un evento del genere. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I bei poster del Bologna Jazz Festival. Li ha disegnati l'illustratrice Vanna Vinci, sono più originali e inventivi di quelli che siamo abituati a vedere per eventi del genere.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato oggi la legge sulla legittima difesa che potrà quindi essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ed entrare definitivamente in vigore. Oltre a firmare la legge, Mattarella ha anche inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato in cui fa alcune considerazioni generali sulla legge e, soprattutto, fa notare la presenza di due errori formali nel testo. Nella lettera, Matterella ribadisce che la nuova legge «non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini». Più nello specifico, Mattarella scrive che per considerare legittima la difesa deve sempre esserci un’aggressione in corso e quindi la “necessità” di difendersi da un pericolo in atto: nessuna legge può abolire questo principio, perché sarebbe contrario alla Costituzione.
Mattarella ha trovato alcuni errori nella legge sulla legittima difesa. Dopo un mese di attesa il presidente della Repubblica l'ha infine promulgata, ma ha avuto qualcosa da ridire in una lettera alle Camere.
Marco Ansaldo ha intervistato oggi su Repubblica Karen L. King, la storica della Harvard Divinity School che ha rivelato ieri l’esistenza di un frammento di papiro che contiene una frase mai apparsa nelle Sacre Scritture e che fa riferimento a un vangelo sconosciuto che la studiosa ha chiamato “Vangelo della moglie di Gesù”. La tradizione cristiana ha sempre sostenuto che Gesù non fosse sposato (o, come San Paolo, che fosse sposato alla Chiesa). Il grande valore del frammento, spiega la studiosa, non è quello di provare che Gesù fosse sposato, ma quello di ricordarci che già tra i primi cristiani c’erano idee diverse sulla vita di Gesù. Ben prima, dunque, dei vari concilii religiosi e prima che venisse deciso (in precisi momenti storici) che cosa fosse canonico e che cosa non lo fosse, con tutte le note conseguenze sul ruolo delle donne all’interno della Chiesa.
Ancora sulla moglie di Gesù. Karen L. King, la storica che ha diffuso il papiro, ha parlato a Repubblica della sua ricerca e di quello che, per ora, possiamo concluderne.
Su La Lettura di domenica scorsa, Francesco Cevasco ha raccontato la storia di “Cantacronache”, un progetto degli anni ‘50 promosso da Italo Calvino e da un gruppo di intellettuali torinesi con l’obiettivo di proporre canzoni che si occupassero della realtà, a differenza di quel che ritenevano facesse la canzone italiana dell’epoca a Sanremo. Primo maggio 1958. Italo Calvino fa il suo esordio come «cantautore». Ma cantautore per davvero. E aveva pure la voce da baritono, finto baritono, quello da troppe sigarette. Al corteo della Cgil a Torino gli altoparlanti gracchiano la canzone Dove vola l’avvoltoio, scritta da Calvino, musicata da Sergio Liberovici. È una canzone con i partigiani buoni, o perlomeno dalla parte giusta, e i nazisti-avvoltoi cattivi. E contro la guerra. E per dire che non era, quella «canzonetta», una divagazione ludica di un già grande scrittore (aveva ormai pubblicato Il barone rampante e Il visconte dimezzato) leggete il confronto tra i versi del più grande cantautore italiano, Fabrizio De André, e quelli di Calvino.
Quando Calvino fece il cantautore. La storia del progetto "Cantacronache" e della scrittura della Guerra di Piero prima della Guerra di Piero.
Autostrade per l’Italia, la società che gestisce le autostrade italiane, ha annunciato che gli aumenti dei pedaggi che dovevano entrare in vigore domenica 15 settembre sono stati rinviati di due mesi, quindi a metà novembre. Autostrade ha fatto sapere di averlo deciso «in considerazione degli inviti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti». L’aumento delle tariffe – che secondo Altroconsumo riguarda circa il 90 per cento delle tratte, in misura variabile – sarebbe dovuto entrare in vigore già a luglio ma era stato sospeso «con l’obiettivo di favorire gli spostamenti degli italiani verso le mete di vacanza», aveva detto Autostrade.
L’aumento dei pedaggi delle autostrade è stato rinviato a novembre.
Il consigliere del comune di Roma Enrico Stefàno, membro della maggioranza del Movimento 5 Stelle, ha scritto un lungo post su Facebook criticando duramente la scelta della sindaca Virginia Raggi di candidarsi per un secondo mandato alla guida della città. Secondo Stefàno il problema non è tanto la ricandidatura, quanto i modi con cui è arrivata: senza un dibattito interno al M5S locale e nazionale, senza una votazione per scegliere un’eventuale candidata o candidato migliore, senza una discussione su cosa abbia funzionato e cosa no durante i cinque anni in cui Raggi è stata sindaca. «Tanto per dirne una da oltre due anni siamo senza Assessori ai rifiuti», ha scritto Stefàno. Riguardo a quello che ha definito il «merito» della questione, ovvero il giudizio su quanto fatto dalla sindaca, Stefàno ha scritto:
Non tutti nel M5S romano sono contenti della ricandidatura di Virginia Raggi. Il consigliere comunale Enrico Stefàno ha criticato duramente la scelta del partito.
Il Tribunale di Milano ha deciso il sequestro di 120 immobili di proprietà dell’imprenditore della logistica Giancarlo Bolondi, accusato di frode, riciclaggio e sfruttamento del lavoro. Dice Repubblica che i sequestri, eseguiti dalla Guardia di Finanza, riguardano proprietà che si trovano a Milano, Lodi, Brescia, Torino, Genova. Bolondi, che ha 63 anni e vive in Svizzera, è accusato di aver gestito tra il 2012 e il 2018 un giro di cooperative e consorzi per fornire manodopera a costo molto basso, sfruttando i lavoratori. In particolare, scrivono i giornali, Bolondi è accusato di aver usato una società con sede in Romania per fare contratti a lavoratori che vivevano in Italia, in modo da pagarli molto meno di quanto previsto dalle leggi italiane.
Il Tribunale di Milano ha deciso il sequestro di 120 immobili di proprietà dell’imprenditore della logistica Giancarlo Bolondi, accusato di frode, riciclaggio e sfruttamento.
La scadenza “naturale” di questa legislatura (la sedicesima della Repubblica) attualmente guidata da Mario Monti, è il 29 aprile 2013. Ma negli ultimi giorni i giornali danno largo spazio all’ipotesi che si vada ad elezioni anticipate, anche se di poco: alcuni partiti che sostengono il governo, soprattutto PdL e UdC, stanno trattando da tempo per il voto anticipato, facendo pressione sul Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che, tra l’altro, finirà il proprio mandato il 15 maggio prossimo. PdL e l’UdC hanno chiesto infatti di anticipare le elezioni politiche e di accorparle nello stesso giorno in cui si dovrebbe votare in Lombardia, Lazio e Molise, che hanno sciolto in anticipo i Consigli regionali. Le elezioni regionali Il ministero degli Interni aveva deciso all’inizio della settimana che il voto regionale si sarebbe dovuto svolgere in tutte e tre le regioni il 10 e 11 febbraio 2013, anche se il Consiglio dei Ministri non ha approvato, fino a oggi, la proposta del ministro Anna Maria Cancellieri.
Il punto sulle elezioni anticipate. Ieri Napolitano ha scritto che per le elezioni politiche si potrebbe votare il 10 marzo: ma prima bisogna approvare la legge di stabilità (e la legge elettorale?).
Nel pomeriggio di oggi, venerdì 8 giugno, un autobus ha preso fuoco nel centro di Roma: in piazza Pio XI, vicino al Vaticano. Nessuna delle persone a bordo si è ferita e i vigili del fuoco hanno spento le fiamme. Un mese fa, l’8 maggio, aveva preso fuoco un altro autobus, sempre nel centro di Roma, in via del Tritone. E c’erano già stati dei precedenti, probabilmente a causa del troppo uso dei mezzi e della loro cattiva manutenzione.
A Roma ha preso fuoco un altro autobus.
Maria Gaetana Agnesi è ricordata nel doodle di oggi di Google: fu una matematica e benefattrice milanese del Settecento, ed era nata il 16 maggio di 296 anni fa. Al posto del classico logo, nella pagina principale del motore di ricerca ci sono un disegno che mostra il viso di Maria Gaetana Agnesi e un’animazione che fa riferimento alla versiera, la curva che Agnesi descrisse nelle sue “Istituzioni Analitiche ad uso della Gioventù”, un trattato che pubblicò nel 1748 a trent’anni per mettere ordine tra gli studi e le ricerche sul calcolo infinitesimale, la base dell’analisi matematica con applicazioni nella fisica e in numerosi altri ambiti scientifici. Maria Gaetana Agnesi è l’ultima di una serie di donne straordinarie cui Goodle ha dedicato il proprio doodle nei primi mesi del 2014. Tra le tante mostrate nelle pagine di Google in diversi paesi del mondo ci sono la scrittrice argentina Victoria Ocampo, l’attrice britannica Audrey Hepburn, la scrittrice e filosofa francese Simone de Beauvoir e la matematica russa Sofia Kovalevskaya.
Maria Gaetana Agnesi nel doodle di Google. E le altre donne che Google ha ricordato finora nel 2014.
Questa notte il Consiglio dei ministri ha approvato la cosiddetta “legge di stabilità” introducendo anche un provvedimento per la tassazione delle transazioni finanziarie, ispirato alla Tobin Tax. La Tobin Tax è un meccanismo proposto dall’economista americano James Tobin nel 1972 (professore di Mario Monti a Yale) per dare maggiore equilibrio ai mercati e disincentivare le operazioni speculative. Oggi, per Tobin Tax si intende la tassazione delle transazioni finanziarie (TTF) che si applica a chi opera sui mercati. Della Tobin Tax-TTF si discute da molto tempo, tanto che Mario Monti, in un suo intervento, ne ha parlato paragonandola – come fece lo stesso Tobin – al mostro di Loch Ness: nel dibattito politico ed economico «si vede, poi scompare, poi dopo un po’ riappare». Da ieri però quella di una sua introduzione, in almeno parte dell’Europa, sembra essere una prospettiva più vicina e concreta.
Si torna a parlare di Tobin Tax. Da ieri, anche grazie alla decisione dell'Italia, la tassa sulle transazioni finanziarie sembra essere una prospettiva più vicina e concreta, almeno in parte dell'Europa.
C’è un uomo seduto all’inizio della rambla di Barcellona, da solo, l’unica compagnia che ha è una foglia di platano. L’uomo non ha nessuna voglia di scrivere e nessun desiderio di vivere come tutti gli altri, perché il mondo che lo circonda è un mondo finto, opportunista e meschino. Quel mondo, dove l’apparire prevale sull’essere, è popolato da una civiltà ossessionata dal falso problema di fare bella figura e da quello vero di sopravvivere. L’uomo seduto all’inizio della rambla è il protagonista del nuovo libro di Aldo Busi, “El especialista de Barcelona”, pubblicato da Dalai editore e tra i dodici finalisti del Premio Strega. In occasione della rinnovata collaborazione tra il Festival Caffeina Cultura e il Premio Strega, ne pubblichiamo le prime pagine.
El especialista de Barcelona. Le prime pagine del nuovo libro di Aldo Busi, dove un uomo, che non ha voglia di scrivere e di vivere come gli altri, racconta la sua storia.
21,54. L’ANSA descrive il contenuto delle carte dell’accusa contro il tesoriere della Lega Francesco Belsito: si parla di soldi pubblici gestiti «nella più completa opacità» da almeno otto anni. Sono sotto indagine gli investimenti in Tanzania e Cipro e i rendiconti elettorali sospettati di essere stati “truccati”. Dice l’Ansa: “come emerge da una serie di intercettazioni riportate in un’informativa del Noe, Belsito avrebbe anche usato soldi pubblici per contribuire alle spese per gli svaghi dei figli del Senatur, ma anche in parte per la moglie di Bossi e per Rosi Mauro (non sono indagati): cene, alberghi e viaggi. E la ristrutturazione della villa di famiglia a Gemonio. In un’intercettazione, infatti, si sente dire che quelle spese vanno a finanziare «i costi della famiglia»”. Aggiornamento 20,59. Francesco Belsito si è dimesso dall’incarico di tesoriere della Lega Nord. Un’agenzia ANSA riferisce questo:
Il tesoriere della Lega si è dimesso. Francesco Belsito è indagato per riciclaggio, appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato, anche per la storia degli investimenti in Tanzania: lo accusano di aver destinato dei soldi alla famiglia Bossi.
Scatman Crothers è probabile che ve lo ricordiate soprattutto per uno dei suoi ultimi film: era lo chef Dick Halloran in Shining, quello che come Danny aveva la “luccicanza”, e che alla fine viene massacrato da Jack. Ma Crothers arrivò a Shining avendo già fatto la maggior parte delle cose che fece nella sua carriera: era stato la voce di Scat Cat nella versione originale degli Aristogatti, lo spazzino Louie nella sitcom di NBC Chico and the Man, e aveva suonato, ballato e cantato in un sacco di band jazz. Morì di polmonite il 22 novembre 1986, trent’anni fa. Crothers nacque in Indiana nel 1910, chiamandosi Benjamin Sherman. Il nome con cui diventò famoso era un soprannome che gli avevano dato quando lavorava alla radio, negli anni Trenta. Iniziò suonando la batteria e la chitarra in diverse band di jazz, finché fondò la sua e negli anni Quaranta cominciò a girare gli Stati Uniti. Più tardi si accorse di essere bravo a cantare lo scat, uno stile di canto jazz che non prevede frasi di senso compiuto, ma sillabe e suoni pronunciati ritmicamente. I suoi primi film li fece negli anni Cinquanta, e furono soprattutto commedie musicali: in mezzo fece però anche film di avventura, di guerra e gialli, sempre recitando in parti secondarie. Nel 1970 fu scelto per doppiare Scat Cat, uno dei protagonisti degli Aristogatti, il gatto trombettista migliore amico di Romeo (Thomas, nell’originale). E Crothers fu quindi una delle voci principali di “Everybody wants to be a cat”, una delle canzoni dei film di animazione Disney più famose di sempre, tradotta in italiano come “Tutti quanti voglion fare il jazz”.
Lo sapete chi è Scatman Crothers. Lo sapete anche se non lo sapete: morì oggi 30 anni fa, ve lo ricordate per “Shining” e forse anche per gli “Aristogatti”.
Nel Mediterraneo c’è un’altra situazione complicata – e finora irrisolta – che sta coinvolgendo una nave militare statunitense e 40 migranti soccorsi durante un naufragio. Mercoledì la Us Navy Trenton si è imbattuta in un naufragio: senza che l’operazione fosse coordinata da qualcuno, è intervenuta e ha caricato a bordo 40 persone e 12 cadaveri. Dopo aver avvertito le guardie costiere di Italia e Libia, l’equipaggio della Trenton si è messo in contatto con la nave della ong tedesca Sea Watch, che però ha risposto di non poter caricare a bordo i cadaveri, perché sprovvista di celle frigorifere, e nemmeno i superstiti, perché non ha assicurazioni dall’Italia di poter approdare in un porto sicuro che non sia più lontano di 36 ore di navigazione. Sea Watch non vorrebbe di fatto ripetere quello che è successo alla nave Aquarius, che sta navigando lentamente verso il porto di Valencia, ma le autorità italiane dicono che il caso non è di loro competenza, visto che i soccorsi ai 40 migranti non sono stati coordinati dall’Italia. Salvini può davvero chiudere i porti ai migranti?
40 migranti sono stati soccorsi da una nave militare statunitense, che però ora non sa che farne.
Il dibattito sul Ponte sullo Stretto di Messina esiste praticamente da quando esiste l’Italia unita: i primi progetti risalgono alla seconda metà dell’Ottocento. Negli ultimi vent’anni la discussione è riaffiorata tutte le volte che l’Italia è stata governata dal centrodestra, perché Silvio Berlusconi ha sempre giudicato l’opera con favore per le conseguenze che avrebbe nell’economia del Sud e nel collegamento della Sicilia con la penisola; e tra il 2005 e il 2011 si era anche fatto qualche passo concreto – una gara d’appalto fu vinta da Impregilo – prima che la fine del governo Berlusconi sospendesse ogni altro passo avanti. La questione è tornata attuale negli ultimi tempi: prima il Nuovo Centro Destra, alleato del PD al governo, ha proposto e fatto approvare alla Camera una mozione che invita il governo a realizzare un ponte ferroviario tra Sicilia e Calabria; poi Matteo Renzi, presidente del Consiglio e segretario del PD, ha detto a Bruno Vespa che il Ponte «si farà», dopo aver però completato le altre infrastrutture che servono alle regioni coinvolte. Mercoledì scorso Francesco Forte – 86 anni, docente universitario, editorialista, già politico socialista e più volte ministro durante la Prima Repubblica – ha elencato sul Foglio una serie di argomenti a favore della costruzione del Ponte, ripercorrendo le discussioni parlamentari degli ultimi trent’anni sul tema, ma sorvolando o quasi sulle molte obiezioni che negli anni sono state mosse al progetto e alle difficoltà concrete – burocratiche, legali, ambientali, criminali – che probabilmente incontrerebbe.
Le ragioni a favore del Ponte. Le elenca con qualche ottimismo Francesco Forte sul Foglio, ma è una discussione che va avanti praticamente da quando esiste l'Italia unita.
Oggi intorno a mezzogiorno è arrivato alla sede dell’Istituto Superiore di Sanità, a Roma, il furgone che ha portato in Italia le prime 47mila dosi del vaccino contro il coronavirus prodotto dall’azienda statunitense Moderna. Il vaccino di Moderna era stato autorizzato quattro giorni fa dall’Agenzia Italiana per il Farmaco, dopo che lo scorso 6 gennaio la Commissione Europea ne aveva autorizzato l’utilizzo. Secondo quanto ha scritto ANSA, ora le dosi del vaccino potrebbero essere distribuite «tra le regioni virtuose, che smaltiscono più rapidamente le dosi». Il vaccino di Moderna prevede due somministrazioni a distanza di 28 giorni e potrà essere somministrato ai maggiori di 18 anni.
All’Istituto Superiore di Sanità di Roma sono arrivate le prime 47mila dosi del vaccino di Moderna.
Giovedì 30 aprile l’ISTAT ha pubblicato i dati sul lavoro di marzo: si tratti di numeri importanti perché mostrano per la prima volta l’andamento del mercato del lavoro dopo l’entrata in vigore del Jobs Act, i cui decreti attuativi sono stati approvati proprio nei primi giorni di marzo. Se si guardano solo i numeri diffusi dall’ISTAT, non ci sono buone notizie: a marzo la disoccupazione è aumentata dello 0,3 per cento, arrivando al 13 per cento. Il numero degli occupati, cioè delle persone che lavorano, è sceso a 22,195 milioni, 59 mila in meno rispetto a febbraio, quando erano calati di altri 50 mila rispetto a gennaio. In tutto, dal dicembre 2014 al marzo 2015 gli occupati sono calati di 100 mila unità. Dopo un mese dalla sua entrata in vigore, il Jobs Act non ha prodotto un aumento dei posti di lavoro. Anche un’altra norma introdotta dal governo lo scorso gennaio non sembra aver portato finora a un aumento dell’occupazione. Si tratta della decontribuzione che permette ai datori di lavoro di non pagare i contributi ai nuovi assunti per i primi tre anni. Sul sito LaVoce.info, il principale blog di economia italiano, il professor Pietro Garibaldi ha spiegato che gli esperti avevano già previsto gli scarsi effetti che avrebbe avuto il Jobs Act sul numero degli occupati e sulla disoccupazione.
Gli ultimi dati sul lavoro in Italia. Mostrano cosa succede con il Jobs Act in vigore: non sono buoni - la disoccupazione è cresciuta - ma non includono considerazioni più generali sulla qualità del lavoro.
Nel mondo della moda i boicottaggi non sono una cosa rara e se vengono gestiti con un po’ di attenzione – chiedendo scusa e ritirando i prodotti che li hanno causati – solitamente rientrano nel giro di qualche settimana. Quello di Dolce & Gabbana in Cina però continua a distanza di due mesi dal motivo che lo aveva fatto iniziare: tre video pubblicitari percepiti come razzisti e i commenti offensivi dello stilista Stefano Gabbana, seguiti da scuse goffe e poco convincenti da parte sua e di Domenico Dolce, l’altro fondatore del marchio. In particolare, i video mostravano una ragazza cinese in abito da sera che cercava di mangiare tre tipici piatti italiani – pizza, spaghetti e un cannolo siciliano – con un paio di bacchette, tra molte difficoltà; in uno dei video, a un certo punto, una voce maschile fuori campo ironizzava sul cannolo chiedendo “è troppo grande per te?”. Dopo le polemiche che ne erano seguite, Gabbana aveva scritto in un messaggio privato su Instagram, poi reso pubblico, cose come «la Cina è un paese di merda» e «Cina Ignorante Mafia sporca puzzolente». Tra mille proteste venne cancellata una costosissima sfilata organizzata da D&G a Shanghai e i principali rivenditori online cinesi ritirarono i prodotti dell’azienda. Il sito di moda Business of Fashion scrive che ancora oggi in Cina i rivenditori online, come TMall, JD.com e gli occidentali Net-a-Porter e Farfetch, non offrono articoli di Dolce & Gabbana. A dicembre su Weibo, il principale social network cinese, D&G è stata nominata il 97 per cento di volte in meno rispetto alla media dei quattro mesi precedenti mentre negli ultimi due anni e fino allo scorso novembre D&G era l’azienda di lusso più nominata su Weibo: secondo la società di ricerca Gartner L2 generava il 41 per cento di engagement nella categoria. Ancora adesso il profilo Instagram del marchio è pieno di commenti offensivi mentre le poche celebrità che ancora ne indossano gli abiti vengono insultate sui social. La scorsa settimana alcune foto su WeChat, un servizio simile a WhatsApp ma con molte più funzioni, mostravano i negozi di D&G a Shanghai e a Hong Kong con dentro soltanto i dipendenti, mentre lunedì le scuse pubblicate su Weibo dalla modella cinese protagonista del video sono state accolte da molti con durezza.
Il boicottaggio di D&G in Cina continua. Il marchio italiano ha fatto un errore "mai visto", non ha saputo arginarlo e ne sta ancora pagando le conseguenze.
Che tutta la storia delle contestazioni e le richieste di dimissioni al ministro dei Beni e delle Attività culturali, Sandro Bondi, avesse anche un piano di lettura umano, oltre che politico, lo avevamo scritto già lo scorso novembre, quando parlavamo di una “psicomozione di sfiducia”. Nel corso dei mesi passati da ministro, infatti, Bondi ha sempre anteposto la sua personalità ai suoi ruoli, difendendo tenacemente il lavoro della maggioranza e di Silvio Berlusconi, esibendo la propria umiltà, mettendo sul piatto della discussione pubblica tutti i propri dolori e insicurezze. I suoi colleghi lo avevano difeso come si difende il compagno di classe più debole, preso di mira ingiustamente. Bondi stesso aveva commentato la mozione di sfiducia nei suo confronti definendola “un’angosciosa mortificazione e un sentimento di profonda tristezza”. Bondi è sopravvissuto al voto di fiducia, qualche settimana fa, ma questo non ha restituito stabilità e regolarità al suo lavoro. Recentemente si è detto nuovamente disponibile a dimettersi. Oggi Mattia Feltri sulla Stampa si occupa della questione e racconta che Bondi non si fa vedere negli uffici del ministero da quasi due mesi. Di più: da un mese Berlusconi “ha sulla scrivania la lettera di dimissioni di Bondi”, che sperava fossero accettate lunedì.
Bondi, il ministro scomparso. Mattia Feltri racconta lo "strazio" e lo "squasso psicologico" di Bondi, che non si fa vedere al ministero da quasi due mesi.
Venerdì pomeriggio Alex Zanardi ha avuto un incidente stradale nei pressi di Siena, mentre stava partecipando in handbike a una corsa a staffetta. Subito dopo l’incidente Zanardi è stato trasportato in elicottero al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, dove ha subìto un intervento neurochirurgico a causa dei diversi traumi cranici. L’intervento è durato tre ore. Alle 10.20 di sabato l’ospedale ha diffuso un comunicato sulle sue condizioni dopo l’intervento: è ricoverato in terapia intensiva e «ha parametri emodinamici e metabolici stabili. È intubato e supportato da ventilazione artificiale mentre resta grave il quadro neurologico». Alle 12.30 è arrivato poi un altro comunicato, che ribadisce le condizioni stabili di Zanardi e definisce il danno cerebrale come «importante».
Cosa sappiamo sull’incidente di Alex Zanardi. Venerdì pomeriggio è stato coinvolto in uno scontro con un camion: ora è in condizioni stabili ma l'ospedale dice che «resta grave il quadro neurologico».
La vita moderna è nata in città: persone arrivate da posti lontani ammassate in piccoli spazi, il lavoro in fabbrica e nelle botteghe, qualche soldo in più, il tempo libero, la frenesia e l’alienazione. Le città sono posti segnati dalla rottura dei ritmi naturali della campagna, resa possibile dalle nuove tecnologie, come quelle che permisero di allungare il giorno illuminando strade, aziende e case anche di sera, fino a notte fonda. I primi tredici lampioni a gas vennero installati a Londra nel 1807, le prime lampade elettriche illuminarono invece New York, nel 1882: le strade diventarono più sicure, si poteva lavorare, leggere, divertirsi e fare cose più a lungo. La storia, lo sviluppo, la vita delle città è imprescindibile dalle loro luci: i lampioni sfocati lungo le strade bagnate dalla pioggia di Londra, le lampadine solitarie dei baracchini che vendono cibo in strada a New York, i neon colorati dei casino di Las Vegas, e le insegne brillanti e bilingui di Hong Kong. E poi ancora le torri e i grattacieli luminosi di Shanghai, lo skyline ordinato di Tokyo con alle spalle il monte Fuji, le fitte lucine di una favela brasiliana e le vetrine dei negozi del centro.
Le luci delle città. I lampioni di Londra, i neon a Las Vegas, le insegne luminose di Hong Kong, che hanno cambiato le nostre vite più di quanto pensiamo.
Da oltre un anno e mezzo un’anomalia imbarazzante grava sul mercato radiofonico italiano: il consorzio Audiradio che gestiva le rilevazione dei dati sugli ascolti si è spaccato dopo una serie di fallimenti tecnici sulla credibilità di tali dati, e quindi dal 2010 non ci sono informazioni utili sul successo o meno di questa o quella radio, di questo o quel programma. Faticosamente e lentamente è stato riorganizzato il sistema – ancora con polemiche e dissensi – e oggi la società Eurisko ha pubblicato i primi dati “Radio Monitor” rilevati con il nuovo corso.
I nuovi dati “audiradio” di Eurisko. Dopo la débacle del precedente sistema di rilevazione, oggi sono state pubblicate le prime indagini sugli ascolti delle radio: stravince RTL, Radio Rai va maluccio.
Come sa bene chi vive vicino agli aeroporti, gli aerei di linea in fase di decollo sono molto rumorosi, e per questo motivo ci sono leggi che impongono di non superare limiti di rumorosità, espressi in decibel (dB). L’inquinamento acustico non riguarda comunque solo l’esterno degli aeroplani, ma anche il loro interno, e molto varia a seconda del punto in cui ci si trova nella cabina. Gli aerei sono inevitabilmente rumorosi, ma come spiega Scott McCarteny sul Wall Street Journal, la quantità di frastuono che sentiamo mentre siamo in volo dipende spesso dalle decisioni dei costruttori e delle compagnie aeree. Prima di proseguire, fate play per rendere più realistica l’esperienza con Post Airlines
Il rumore dell’aereo, dentro. Perché VRRRRR anche VRRRRR all'interno VRRRRR gli aerei VRRRRR sono così VRRRRR rumorosi VRRRRRRRRRR.
Oggi al Senato è cominciata la discussione sulla nuova legge sulla cittadinanza che se verrà approvata introdurrà nel nostro paese una forma di ius soli temperato, il principio per cui la cittadinanza di un certo paese spetta a chi è nato in quel paese. Durante la discussione, alcuni senatori della Lega Nord – contrari alla riforma – hanno inscenato delle proteste dentro e fuori dall’aula del Senato. La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli è stata colpita nel corso della protesta ed è stata medicata nell’infermeria del Senato. Un senatore della Lega, Raffaele Volpi, è stato espulso. La nuova legge sulla cittadinanza era già stata approvata dalla Camera nell’ottobre del 2015, ma era rimasta ferma per molti mesi prima di essere nuovamente messa in calendario al Senato. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto di oggi al Senato. E dell'animata protesta di alcuni senatori della Lega durante la discussione sullo ius soli.
19.12 – Durante le operazioni di ricerca del tardo pomeriggio, i sommozzatori all’interno della Costa Concordia sono riusciti a identificare la posizione della cabina del comandante, Francesco Schettino. I sommozzatori non sono però riusciti a entrare e saranno necessari nuovi tentativi. L’obiettivo è ottenere materiali e documenti che potrebbero rivelarsi importanti per le indagini. 18.28 – Adnkronos dice che i sommozzatori avrebbero individuato il punto esatto in cui la Costa Concordia è andata contro gli scogli.
Costa Concordia, arriva il brutto tempo. Sono riprese le ricerche a bordo delle 21 persone ancora disperse, le autorità hanno da poco identificato altri due corpi (liveblog).
Domenica 2 aprile si è concluso il voto nei circoli degli iscritti del Partito Democratico, e cioè la prima fase del congresso per eleggere un nuovo segretario del partito. Non ci sono ancora i dati ufficiali, ma i comitati dei tre candidati concordano nel dire che abbia vinto Matteo Renzi, segretario uscente ed ex presidente del Consiglio. Al secondo posto è arrivato il ministro della Giustizia Andrea Orlando, mentre il presidente della Puglia Michele Emiliano dovrebbe aver superato di poco il 5 per cento dei voti, quota minima per accedere alla seconda fase del congresso aperta a tutti gli elettori e le elettrici: le cosiddette “primarie”. L’ordine di arrivo dei candidati non è dunque in discussione; non ci sono ancora dati ufficiali invece sulle percentuali di ciascuno e la quota degli iscritti che hanno votato. Oggi, lunedì 3 aprile, la commissione che ha controllato l’andamento del voto dovrebbe comunicare i risultati ufficiali. I principali giornali dicono che secondo gli ultimi dati forniti dal comitato di Matteo Renzi, lo stesso Renzi avrebbe raggiunto il 68 per cento dei consensi, Orlando il 25 e Emiliano circa il 6. Il comitato di Andrea Orlando dice che Renzi è intorno al 62 per cento, Orlando vicino al 30 e Emiliano all’8. Dati molto simili a questi ultimi sono stati comunicati dal comitato di Emiliano. Qualche ora fa YouTrend ha pubblicato una proiezione sul risultato basata su 100 mila voti.
Matteo Renzi ha vinto la prima fase del congresso del PD. Non ci sono ancora i dati ufficiali, ma l'ex segretario è arrivato nettamente al primo posto: seguono Andrea Orlando e Michele Emiliano con una percentuale piuttosto bassa.
Da ieri è in corso una discussione tra il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio e il ministero dell’Economia, intorno a un dato finito nella relazione tecnica che ha accompagnato il cosiddetto “decreto dignità”, il provvedimento del governo entrato ufficialmente in vigore sabato che contiene una serie di interventi in particolare sul lavoro. Il dato al centro della polemica è quello che prevede che il decreto farà perdere 8mila posti di lavoro all’anno per 10 anni, per un totale di 80mila posti di lavoro: Di Maio lo ha smentito, suggerendo implicitamente che sia stato inserito dopo non meglio specificate pressioni delle “lobby”. Dopo che era sembrato evidente che tra Di Maio e il ministro dell’Economia Giovanni Tria ci fossero delle tensioni, domenica pomeriggio i due hanno diffuso un comunicato congiunto smentendo che ci siano in ballo delle accuse reciproche e apparentemente attribuendo le responsabilità all’altro istituto coinvolto nella polemica, l’INPS. Il comunicato aggiunge poi che la stima degli 8mila posti, che secondo molti osservatori è effettivamente strana per come prevede con previsione un fenomeno che sembra piuttosto difficile da quantificare con tale anticipo, è «priva di basi scientifiche» e «discutibile» secondo il ministero dell’Economia.
Cos’è questa storia tra Di Maio e il ministero dell’Economia. C'entra una stima sugli 8mila posti di lavoro che si perderanno con il decreto dignità, che il ministro del Lavoro ha motivato parlando di “lobby”.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 13.114 nuovi casi positivi da coronavirus e 246 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 21.401 (532 in più di ieri), di cui 2.289 nei reparti di terapia intensiva (58 in più di ieri) e 19.112 negli altri reparti (474 in più di ieri). Sono stati analizzati 99.127 tamponi molecolari e 71.506 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 12,7 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,7 per cento. Nella giornata di domenica i contagi registrati erano stati 17.455 e i morti 192. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Emilia-Romagna (2.597), Lombardia (2.135), Campania (1.896), Piemonte (1.155) e Lazio (1.044).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, lunedì 1 marzo.
Dopo mesi di trattative tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, lunedì sera il Consiglio dei ministri ha approvato una modifica dei cosiddetti “decreti sicurezza“, le due leggi estremamente restrittive sull’immigrazione e l’integrazione e nei confronti di varie forme di ordine pubblico fortemente volute dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, approvate tra il 2018 e il 2019. La modifica era stata promessa più volte dal Partito Democratico e chiesta tra gli altri anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aveva segnalato al parlamento diversi problemi con i decreti e chiesto un nuovo intervento legislativo. Le modifiche riguardano gli articoli 131-bis e 588 del codice penale e intervengono innanzitutto sulle dure regole che erano state imposte alle navi delle ONG impegnate nelle operazioni di soccorso dei migranti nel Mediterraneo. In base ai decreti sicurezza il governo aveva il potere di impedire l’ingresso nelle acque territoriali italiane a navi accusate di violare le leggi italiane sull’immigrazione, con multe che potevano arrivare fino a 1 milione di euro e confisca della nave. Il provvedimento del governo non elimina le multe per le ONG ma prevede che il divieto di ingresso nelle acque territoriali si applicherà solo se le navi impegnate nei soccorsi non avranno comunicato alle autorità italiane e a quelle del paese di appartenenza le loro operazioni; le multe massime non potranno superare i 50mila euro e sono state eliminate le sanzioni amministrative che erano state introdotte, compresa la confisca della nave. È rimasto, per chi violerà il divieto di ingresso, il rischio di reclusione fino a 2 anni «nel caso in cui ricorrano i motivi di ordine e sicurezza pubblica o di violazione delle norme sul traffico di migranti via mare».
I decreti sicurezza sono stati cambiati. È stata reintrodotta di fatto la “protezione umanitaria” per i richiedenti asilo, e sono state ridotte le multe per le ONG che soccorrono i migranti in mare.
Alex Iwobi, calciatore ventenne dell’Arsenal, ha raccontato che prima delle sue prime partite con la squadra era solito studiare la rosa avversaria per vedere quali giocatori sarebbero stati i suoi diretti avversari, sulla sua fascia del campo. Nella maggior parte dei casi erano giocatori contro i quali non aveva mai giocato: lo staff dell’Arsenal era preparato per aiutare Iwobi a studiare l’avversario, ma lui preferiva provare a ricordare quanto quei giocatori fossero forti a FIFA, il più famoso e venduto videogioco di calcio al mondo. Iwobi è solo uno dei molti giocatori professionisti appassionati di FIFA: lo stesso Lionel Messi nelle giovanili ci giocava per ore senza fermarsi, ha raccontato il suo compagno Victor Vázquez. Andrea Pirlo ha detto una volta che la PlayStation è la più grande invenzione dell’uomo dopo la ruota. Zlatan Ibrahimovic ha raccontato che da ragazzo giocava anche per dieci ore di fila ai videogiochi, mentre prima di ogni stagione il difensore del Chelsea John Terry organizzava dei tornei di Pro Evolution Soccer (PES) – il principale concorrente di FIFA – con i compagni di squadra a casa sua. Sono moltissimi i calciatori che usano FIFA per rilassarsi mentre sono in ritiro (il centrocampista del Manchester United Paul Pogba gioca invece a Football Manager, il videogioco in cui si deve allenare e gestire una squadra, e non ci si gioca direttamente). C’è chi è arrivato a sostenere che lo stile di gioco virtuale di FIFA abbia influenzato quello di alcuni giocatori. Ibrahimovic ha detto di avere «spesso notato soluzioni nel gioco che poi ho sfruttato nel mondo reale», e anche il difensore Matt Hummels e lo stesso Iwobi credono che ci sia un legame tra il gioco di certi calciatori e quello che hanno imparato nei videogiochi. FIFA è entrato da anni nei discorsi sul calcio, non solo in quelli tra amici ma anche in quelli ai massimi livelli: nel 2012 l’ex terzino inglese Gary Neville disse che il difensore brasiliano David Luiz sembrava «comandato da un ragazzino di 10 anni alla PlayStation» (ora ha cambiato idea, grazie ad Antonio Conte), mentre Pirlo paragonò le istruzioni di Pep Guardiola alle sue squadre al controllo che si ha su una squadra alla PlayStation. In un altro famoso e discusso paragone, l’allenatore dell’Arsenal Arsene Wenger si riferì a Messi descrivendolo come «un giocatore da PlayStation». Xavi, uno dei centrocampisti migliori degli ultimi decenni, qualche anno fa descrisse così il suo modo di giocare a un giornalista:
Il mondo dietro i videogiochi FIFA. Come un gioco che all'inizio non doveva neanche esistere ha cambiato il modo in cui pensiamo il calcio (non solo per noi mortali: anche per i calciatori più forti).
Quando nel febbraio del 2016 Diego Piacentini fu nominato commissario per il digitale dal governo Renzi, molti esperti del settore si dissero ottimisti per la nomina di un manager dai riconosciuti successi, ma confermarono i dubbi sull’effettiva possibilità di cambiare le cose nell’annoso e irrisolto processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione. In due anni di lavoro l’ex manager di Amazon – tra i più stretti collaboratori del CEO Jeff Bezos – ha ottenuto risultati importanti nel programmare e gestire il cosiddetto “piano per la digitalizzazione”, che si sta ora concretizzando nella scommessa più importante di tutte: creare un’app della pubblica amministrazione che funzioni sul serio, un unico ambiente digitale in cui raccogliere e gestire tutti i propri rapporti con anagrafe, sistema sanitario nazionale e quant’altro. L’app si chiama IO, esiste già ed è stata presentata ufficialmente per la prima volta martedì, in vista della sua sperimentazione nei prossimi mesi con un numero ristretto di amministrazioni, prima di finire sugli smartphone di tutti noi. IO è frutto del lavoro del Team per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio con la collaborazione dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). L’applicazione è una sorta di hub che raccoglie e mantiene organizzate le informazioni provenienti dai sistemi digitali già in funzione delle singole amministrazioni. L’idea, che Piacentini aveva spiegato estesamente un anno fa al momento del varo del piano triennale, è rendere omogenea e coerente nel funzionamento l’offerta della pubblica amministrazione, evitando che ogni ente faccia di testa propria con portali molto diversi tra loro, regole di funzionamento arbitrarie e impossibilità di mettere in condivisione i dati necessari tra enti diversi.
Forse è la volta buona per i servizi della pubblica amministrazione in digitale. Il Team per la Trasformazione Digitale ha presentato un'app molto promettente per i servizi pubblici, una cosa che potrebbe migliorarci la vita.
Dalla fine della scorsa settimana i giornali italiani dedicano ampio spazio al cosiddetto “caso Cancellieri”, la vicenda che riguarda il ministro della Giustizia e un suo interessamento nei confronti della famiglia Ligresti. L’intervento in estate di Cancellieri avrebbe contribuito alla scarcerazione di Giulia Maria Ligresti. Diversi esponenti politici di opposizione hanno richiesto le dimissioni del ministro, che dice invece di avere agito seguendo i doveri imposti dal suo mandato e di essere pronto a riferire in Parlamento per chiarire ogni dubbio. Per chi era distratto o vuole recuperare, di seguito tutte le cose da sapere. 1. Giulia Maria Ligresti era sotto custodia cautelare in carcere (quella che chiamiamo carcerazione preventiva, in attesa di giudizio) da metà luglio, nell’ambito delle indagini della procura di Torino su Fondiaria-SAI, che avevano portato ad altre sei misure di custodia cautelare. La vicenda riguarda il finanziere e imprenditore Salvatore Ligresti, padre di Giulia Maria, altri due suoi figli e tre ex dirigenti della società. L’accusa per tutti era di false comunicazioni sociali e riguardava il bilancio del 2010 di FonSAI: secondo l’accusa avrebbero nascosto la mancanza di circa 600 milioni di euro delle riserve assicurative della società. Per i pm avrebbero comunicato notizie false sul bilancio dell’azienda per evitare conseguenze negative per il titolo in borsa.
Il caso Cancellieri in 5 punti. Guida minima – per chi era distratto e vuole mettersi in pari – su quello che è successo negli ultimi giorni al ministro della Giustizia.
Chi ha visto Shining ricorda la scena del triciclo con un po’ di ansia e paura. Danny Lloyd, ripensando a quella scena, prova un po’ di malinconia e fastidio. Oggi Lloyd è un uomo di 45 anni, ma nel 1980 interpretò Danny Torrance: il bambino del triciclo in quello che sarebbe diventato uno dei film più famosi della storia del cinema. Quel triciclo gli piaceva così tanto che un membro della troupe gli disse che, finite le riprese, glielo avrebbero lasciato, ma non lo fece. «Ho aspettato e aspettato, ma non me l’hanno mai dato», ha raccontato a Cath Clarke del Guardian, in una rara intervista in cui ha accettato di parlare di quel periodo, oggi che ha smesso di recitare e si occupa d’altro.
Il bambino di Shining ha 45 anni e insegna biologia. Ha recitato solo in quel film e si ricorda che gli avevano promesso in dono il triciclo, ma non glielo diedero mai.
Oggi a Roma la FIOM, il sindacato dei metalmeccanici che fa capo alla CGIL, manifesta a difesa dell’articolo 18 e per riaffermare l’importanza del contratto nazionale di lavoro di categoria, da diversi mesi non più adottato da Fiat. Maurizio Landini, il segretario generale del sindacato, ha spiegato che questi due temi sono alla base della protesta di oggi, accompagnata da otto ore di sciopero. Alla manifestazione partecipano anche gli aderenti ai movimenti No TAV, cosa che ha spinto diversi membri del Partito Democratico – tra questi i membri della segreteria nazionale Matteo Orfini e Stefano Fassina – a rinunciare alla partecipazione nei giorni scorsi. In piazza ci sono comunque altri esponenti del PD, tra cui Pippo Civati e Vincenzo Vita. Il corteo è partito questa mattina alle 9.30 da piazza della Repubblica e ha successivamente raggiunto piazza San Giovanni, dove si terrà il comizio conclusivo di Landini (il comizio si potrà vedere in streaming qui). Oltre all’articolo 18 e al contratto nazionale di lavoro, la FIOM preme [pdf] per una estensione delle politiche tese ad aumentare l’occupazione, per l’adozione di nuovi ammortizzatori sociali, per un nuovo piano di investimenti pubblici e privati che intervenga sull’attuale piano di sviluppo. Il documento che ha convocato la manifestazione definisce tra l’altro “non accettabili e sbagliate le scelte del Governo italiano”. Landini si è rivolto direttamente a Sergio Marchionne, l’amministratore delegato di Fiat, chiedendogli che “si renda disponibile a riaprire una trattativa vera, come non ha fatto in quest’anno e mezzo, e a fare gli investimenti concreti per lavorare in Italia”. Secondo FIAT oggi il 9,1 per cento dei propri dipendenti del primo turno ha aderito allo sciopero. Al corteo partecipano anche il presidente della Regione Puglia e leader di Sinistra, ecologia e libertà, Nichi Vendola, l’esponente del PD Antonio Bassolino e diversi membri dell’Italia dei Valori.
Le foto della manifestazione della FIOM a Roma. Il corteo di oggi per l'articolo 18, contro la TAV e contro il governo.
Un tempo questa sarebbe stata una domenica da restarsene a casa a guardare la tv, senza mettere piede fuori neanche per una pizza: oggi è il 27, i soldi arrivano domani ormai, e quelli del mese scorso ce li siamo bell’e spesi. Ma viviamo in un sistema che ha rivoluzionato il mondo del lavoro, tra precariati, part-time, multicollaborazioni: quindi chissà che non vi sia arrivato il bonifico venerdì, e oggi vi stiate godendo il weekend a Lisbona, o a Cattolica. Ma se invece siete lì a contenere le spese in attesa che arrivi domani, ecco che viene in soccorso della vostra oziosa domenica l’abituale rassegna del meglio del Post che vi foste persi questa settimana. Poi dalle 16 arrivano le prime partitone del mondiale, e chi s’è visto s’è visto. E quindi passiamo subito agli articoli più letti della settimana.
Sunday Post. Il meglio della settimana in cui l'Italia è stata ridimensionata anche nel calcio.
Martedì 20 gennaio è stato pubblicato il bando per la realizzazione dei padiglioni identificati da una primula dove verranno somministrati i vaccini alla popolazione nella terza e nella quarta fase della campagna vaccinale. La primula è il simbolo scelto per la comunicazione del piano vaccini ed è stato ideato dall’architetto Stefano Boeri. «È un messaggio di fiducia e di serenità», ha spiegato il commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, durante la conferenza stampa di presentazione, il 13 dicembre 2020. Già allora ci furono critiche sull’opportunità di investire soldi pubblici in nuovi padiglioni e non sfruttare gli spazi già a disposizione di aziende sanitarie e comuni – ospedali, palestre, teatri – come avvenuto più volte negli ultimi mesi per le campagne di screening. Le stesse critiche sono state confermate anche dopo la pubblicazione del bando: molti addetti ai lavori hanno iniziato a esprimere perplessità in merito alle caratteristiche tecniche dei padiglioni, ai tempi stringenti e ai requisiti necessari per partecipare alla gara.
Come funzioneranno i “centri primula” del piano vaccini. Si potranno vaccinare solo sei persone contemporaneamente, ed è uno degli aspetti più criticati insieme a tempi, costi e requisiti.
Domenica sera durante il programma di Rai Tre Gazebo è stato trasmesso un servizio realizzato da Diego Bianchi, in arte Zoro, su Tor Sapienza, il quartiere nella periferia est di Roma dove negli ultimi giorni ci sono stati scontri e diversi momenti di tensione intorno a un centro di accoglienza per rifugiati politici. Il video di Zoro racconta la giornata successiva al secondo tentativo di assalto al centro di accoglienza gestito dalla cooperativa sociale “Il Sorriso” da parte di alcuni residenti (si vedono i vetri rotti dopo il lancio di oggetti contro il palazzo, ma anche alcuni locali danneggiati all’interno del centro) e il momento in cui gli operatori della cooperativa sociale comunicano ai 36 rifugiati politici – tutti minorenni – la decisione di spostarli in un altro centro per motivi di sicurezza.
Il video di Zoro a Tor Sapienza, Roma. Un pezzo di quello che è successo negli ultimi giorni: le proteste dei residenti, i rifugiati cacciati dal centro di accoglienza, la visita movimentata del sindaco Marino.
Lo sciopero del trasporto pubblico locale di Milano previsto per domani, mercoledì 24 giugno, è stato rinviato. La Confederazione Unitaria di Base Trasporti (CUB trasporti) che aveva indetto uno sciopero dei dipendenti di ATM, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico di Milano, ha accolto l’invito del prefetto di Milano a rinviare lo sciopero. Non è ancora stata scelta una data per il nuovo sciopero. La richiesta del prefetto è stata probabilmente motivata dalla volontà di garantire i servizi di trasporto pubblico nei giorni di Expo. Quello di mercoledì 24 sarebbe stato il terzo sciopero indetto dal sindacato CUB per i dipendenti ATM negli ultimi due mesi, dopo quelli del 15 maggio e dell’11 giugno: negli altri due casi lo sciopero era stato poi annullato per decisione del prefetto di Milano, che aveva precettato i lavoratori per evitare rallentamenti e disagi ai viaggiatori durante Expo. Il nuovo sciopero era stato indetto con le stesse motivazioni dei due precedenti: per protestare contro l’accordo straordinario di lavoro per i mesi di Expo, che prevede una diversa distribuzione dei giorni di riposo nell’arco dei sei mesi di durata dell’esposizione, e che è stato firmato dagli altri sindacati ma non da CUB.
Lo sciopero dei mezzi pubblici ATM di mercoledì 24 giugno a Milano è stato rinviato. La CUB Trasporti ha accolto l'invito del prefetto di Milano, non è ancora stata scelta una nuova data.
Il 5 giugno Davide Casaleggio ha annunciato la sua uscita dal Movimento 5 Stelle, di cui era tra i soci fondatori. In un post sul Blog delle Stelle, l’organo ufficiale del Movimento 5 Stelle, ha motivato la sua decisione dicendo che «Questo non è più il Movimento e sono certo non lo avrebbe più riconosciuto nemmeno mio padre». Casaleggio è amministratore delegato dell’Associazione Rousseau, fondata dal padre Gianroberto, che possiede l’omonima piattaforma online per le votazioni del M5S. Lunedì 7 giugno, in un’intervista alla Stampa, Casaleggio ha parlato della sua uscita dal M5S, sostenendo che negli ultimi mesi il partito avrebbe violato «così tante regole e princìpi di democrazia interna e di rispetto delle decisioni degli iscritti da rendere impossibile per noi continuare un percorso condiviso». Casaleggio ha anche parlato molto criticamente di come il M5S sia cambiato rispetto alle elezioni del 2018, quando risultò il partito più votato, con il 33 per cento delle preferenze:
Perché Davide Casaleggio ha lasciato il M5S. Lo ha spiegato in un'intervista alla Stampa, parlando in modo molto critico di come il partito sarebbe cambiato negli ultimi anni.
Scotts Miracle-Gro è una delle più grandi multinazionali statunitensi specializzate nella vendita di prodotti per le coltivazioni e il giardinaggio. La società è diventata famosa principalmente grazie ai propri diserbanti, ma un particolare tipo di erba potrebbe invece fare la fortuna dell’azienda nei prossimi anni. Jim Hagedorn, amministratore delegato di Scotts, ha deciso di investire nella creazione di prodotti per facilitare la coltivazione della marijuana, il cui utilizzo a scopi terapeutici è diventato legale in numerose aree degli Stati Uniti, spiegano oggi sul Wall Street Journal. «Il mio obiettivo è il mercato dell’erba. Non c’è nessun buon motivo per cui non dovremmo occuparcene» ha dichiarato Hagedorn. La marijuana potrebbe essere una buona soluzione per rimettere in moto gli affari, rallentati ancora dagli effetti della crisi economica. Le vendite di Scotts dipendono per circa i due terzi dalla grande distribuzione, ma negli ultimi anni i grandi rivenditori come Depot e Wal-Mart non hanno costruito molti nuovi negozi, condizionando la crescita della società. Secondo Hagedorn, le nicchie del mercato, come quella della coltivazione della marijuana per scopi terapeutici, potrebbero tornare utili in questo periodo e consentirebbero a Scotts di differenziare le proprie vendite, riducendo la dipendenza dalla grande distribuzione.
L’industria della marijuana. Una multinazionale statunitense vuole lanciare una nuova linea di prodotti per la coltivazione dell'erba per scopi terapeutici.
Silvio Berlusconi è stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano per accertamenti dopo che il 2 settembre era risultato positivo al coronavirus. Ieri in collegamento a un congresso del partito a Genova aggiornando sulle sue condizioni l’ex presidente del Consiglio aveva detto: «Non ho più febbre, non ho più dolori, e volevo rassicurarvi: sto abbastanza bene e continuo a lavorare. Parteciperò in tutti i modi possibili anche alla campagna elettorale in corso». Nel pomeriggio di venerdì Alberto Zangrillo, direttore delle rianimazione generale dell’ospedale San Raffaele di Milano e suo medico personale, ha spiegato che il 2 settembre Berlusconi, dopo essere risultato positivo al tampone, non aveva mostrato sintomi, ma il 3 settembre in seguito a un’ulteriore visita medica era stato riscontrato un «blando coinvolgimento polmonare» e per questo è stato ritenuto opportuno un approfondimento diagnostico.
Silvio Berlusconi è stato ricoverato in ospedale. A scopo precauzionale, dopo che il 2 settembre era risultato positivo al coronavirus.
Lunedì 22 febbraio è iniziato il Mobile World Congress 2016, la più importante fiera dell’elettronica al mondo dedicata ai cellulari durante la quale i principali produttori di smartphone presentano le loro ultime novità. Il Mobile World Congress si svolge a Barcellona, in Spagna. Samsung ha organizzato un vento speciale domenica 21, approfittando dell’arrivo di tutti i partecipanti, in cui ha presentato i suoi nuovi modelli di smartphone: i Galaxy S7 e S7 Edge. I nuovi Galaxy S7 hanno molte cose in comune con i predecessori, ma Samsung ha lavorato per risolvere problemi come la scarsa durata della batteria e l’impossibilità di estendere la memoria dei dispositivi, che avevano portato a critiche da parte degli utenti. I modelli di quest’anno ripartono quindi da qualche errore e avranno il compito difficile di risollevare le vendite e fare recuperare spazi di mercato a Samsung nei confronti della concorrenza.
Guida ai nuovi Samsung Galaxy S7 e S7 Edge. Come sono fatti e cosa fanno i nuovi smartphone presentati a Barcellona, che faranno concorrenza agli iPhone (più batteria!).
Il cantautore americano James Taylor è stato ospite al programma Che tempo che fa su Rai 3 domenica sera, dove ha suonato due suoi vecchi classici, Sweet Baby James e Fire and Rain. Taylor è in Italia per promuovere le date del suo tour che che inizia il 6 marzo e passerà da Napoli, Catania, Lucca, Brescia, Milano, Torino, Bologna, Padova e Roma.
James Taylor a Che tempo che fa. Fa sempre quelle quattro canzoni lì (quelle del disco bianco) ma è sempre un piacere.
Domenica 16 febbraio si voterà in Sardegna per eleggere il nuovo presidente della Regione e il Consiglio regionale. Saranno le prime elezioni importanti del 2014 in Italia, ma non daranno molte indicazioni sull’aria che tira a livello nazionale, considerato che si tratta di elezioni con temi e problemi di scala locale, come hanno mostrato queste settimane di campagna elettorale. Le basi La Sardegna è la seconda isola più grande del Mediterraneo, ha una superficie di 24mila chilometri quadrati e conta 1,6 milioni di abitanti, che vivono in otto province. È la terza regione per estensione e l’undicesima per il numero di abitanti. È una regione a statuto speciale e, come prevede la Costituzione, ha diverse autonomie in campo amministrativo. Il Consiglio regionale è l’organo legislativo locale, l’equivalente del Parlamento per l’Italia, ed è attualmente composto da 80 consiglieri (saranno ridotti a 60 con le nuove elezioni), che si riuniscono periodicamente a Cagliari, il capoluogo di regione.
Le elezioni in Sardegna. Si vota domenica, ci sono tre candidati principali, e un annoso litigio tra gli elettori del centrosinistra che si rinnova anche qui.
Domani, 5 ottobre, verrà annunciato il vincitore del premio Nobel per la letteratura del 2017. Assegnarlo il primo giovedì dopo la consegna dei Nobel per la Fisica e la Chimica è la tradizione, anche se a volte – come l’anno scorso, quando è stato assegnato un premio di cui si è parlato a lungo per varie vicissitudini – non viene rispettata. Il premio Nobel per la letteratura viene assegnato all’autore che «nel campo della letteratura mondiale si sia maggiormente distinto per le sue opere in una direzione ideale». Ogni anno vengono proposte decine di candidati dai membri dell’Accademia Svedese, dai docenti di letteratura delle principali università del mondo e dai presidenti di importanti istituzioni linguistiche, entro il primo febbraio. In primavera viene creata una lista preliminare con 15/20 nomi, e una successiva selezione porta a cinque nomi. Tra questi a ottobre viene scelto il vincitore del Nobel per la letteratura, che riceve un premio di circa 875mila euro durante la cerimonia prevista per dicembre.
Chi vincerà il Nobel per la letteratura? tra le donne papabili c'è solo Margaret Atwood, mentre il più probabile vincitore sembra uno scrittore keniano: ma c'è anche un italiano.
Sabato 7 luglio in molte regioni d’Italia inizieranno i saldi estivi 2018, le vendite a prezzi scontati nel settore commerciale dell’abbigliamento. Ci sono solo due eccezioni: la Sicilia, dove sono stati anticipati a domenica 1 luglio, e il Trentino-Alto Adige, dove le province di Trento e Bolzano hanno regolamentato i saldi in modo diverso. Cambierà invece da regione a regione la loro durata: nella maggior parte dei casi i saldi termineranno a fine agosto, in Liguria dureranno solo un mese e mezzo e in Friuli Venezia Giulia continueranno fino al 30 settembre.
Manca poco all’inizio dei saldi estivi. A parte in Sicilia e in Trentino, dove sono già cominciati: le cose da sapere, regione per regione.
Un operaio è morto in un incidente in un deposito di blocchi di marmo a Marina di Carrara, una frazione della città di Carrara, in Toscana. L’operaio è morto per un arresto cardiaco dopo essere stato schiacciato da un blocco di marmo: i tentativi di rianimazione sono andati avanti per oltre 30 minuti, senza successo. L’operaio – scrive il Tirreno – aveva 40 anni e aveva iniziato a lavorare nel deposito solo pochi giorni fa. Inoltre, dice sempre il Tirreno, aveva un contratto della durata di 6 giorni complessivi. A Marina di Carrara si trovano i grandi depositi dove vengono portati i blocchi di marmo estratti nelle famose cave del marmo di Carrara, distanti solo pochi chilometri.
Un operaio è morto in un incidente in un deposito di blocchi di marmo a Carrara, in Toscana.
Google aggiungerà un tasto “Compra” nella versione per smartphone della sua pagina dei risultati, per acquistare prodotti direttamente dal motore di ricerca. La notizia non è ancora ufficiale ma è stata data dal Wall Street Journal, che ha di solito fonti molto informate. La nuova funzione sarà attivata negli Stati Uniti entro qualche settimana e in seguito potrebbe essere estesa ad altri paesi. Il sistema potrebbe fare concorrenza diretta ai principali venditori di prodotti online, a partire da Amazon ed eBay. Il tasto “Compra” sarà mostrato sia nelle pagine dei risultati che nella sezione di Google Shopping, dove vengono già segnalati prodotti che si possono acquistare attraverso diversi rivenditori online. Sarà presente solo nei link sponsorizzati, cioè quelli per cui le aziende pagano per avere maggiore visibilità, mentre non sarà mostrato tra i classici risultati basati sugli algoritmi che fanno funzionare il motore di ricerca. Cliccando sul tasto “Compra” si finirà in una sezione a parte, contenente ulteriori informazioni sul prodotto che si vuole acquistare, su chi lo vende e sulle opzioni di pagamento e di spedizione. Da quella pagina sarà possibile impostare alcune opzioni, come il colore o altre caratteristiche del prodotto, prima di procedere con l’acquisto.
Su Google ci sarà un tasto “Compra”. Per acquistare i prodotti direttamente dal motore di ricerca con il proprio smartphone (ma solo dagli annunci pubblicitari).
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è andato in Iraq per incontrare le più alte cariche dello stato e discutere della preoccupante avanzata dei miliziani dello Stato Islamico. A Baghdad ha incontrato il presidente Fuad Masum, il primo ministro uscente Nouri al-Maliki e il primo ministro incaricato Haider al-Abadi, mentre a Erbil – capitale del Kurdistan iracheno – ha incontrato il presidente del governo regionale curdo Mas’ud Barzani e il primo ministro curdo Nechervan Barzani. Riferendosi alla presidenza italiana dell’Unione Europea per il semestre in corso, Renzi ha anche detto: «Se qualcuno pensasse che davanti ai massacri l’Europa volta le spalle e pensa solo allo spread, beh, quel qualcuno ha sbagliato previsione. Oppure ha sbagliato semestre». Renzi ha aggiunto che «l’Europa deve essere nei posti come in Iraq dove la democrazia è messa in pericolo». Nel frattempo le commissioni Esteri e Difesa del Senato e della Camera hanno approvato l’invio di armi ai soldati curdi per contrastare lo Stato Islamico: rispettivamente con 27 voti a favore e 4 contrari, e con 56 favorevoli e 13 contrari. Oggi in Iraq è arrivato anche il sesto aereo di aiuti umanitari inviato dall’Italia.
Le foto di Matteo Renzi in Iraq. Ha incontrato le principali cariche dello stato irachene e curde, e ribadito l'impegno dell'Italia e dell'Europa a difendere il paese dall'avanzata dello Stato Islamico.
Jeff Bezos lascerà il posto di CEO di Amazon (l’equivalente del nostro amministratore delegato) nella seconda metà del 2021: lo ha annunciato martedì l’azienda, indicando in Andy Jassy il suo successore. Jassy è attualmente il CEO di Amazon Web Services, la società di Amazon dedicata alla fornitura di sistemi di cloud computing. Bezos ha 57 anni ed è il fondatore di Amazon, con cui è diventato uno degli uomini più ricchi del mondo e il personaggio più noto e simbolico delle rivoluzioni digitali di questi decenni, trasformando l’iniziale successo del sito di e-commerce in uno sviluppo esteso di servizi digitali e progetti tecnologici innovativi che hanno messo Amazon nel ristretto gruppo – Apple, Facebook, Google – delle grandissime aziende digitali che oggi governano vite ed economie di miliardi di persone.
Jeff Bezos lascerà quest’anno la guida di Amazon. L'azienda ha comunicato che resterà presidente del consiglio d'amministrazione e che il nuovo CEO sarà Andy Jassy.
Durante il lockdown, gli italiani hanno praticamente esaurito il lievito nei supermercati, hanno comprato il 76 per cento di camomilla in più rispetto all’anno precedente e hanno acquistato molto più vino, soprattutto sui siti specializzati online. Uno dei siti più frequentati è stato per esempio quello di Tannico, probabilmente il più importante e fornito, dove nelle ultime tre settimane di marzo gli acquisti sono aumentati del 100 per cento. Anche nella cosiddetta grande distribuzione (la GDO, cioè i grandi negozi al dettaglio, dai 200 metri quadri in su) le vendite di vino sono aumentate: del 7,9 per cento in volume e del 6,9 per cento in valore, secondo dati di Vinitaly e della società di analisi di mercato Iri calcolati dal primo gennaio al 19 aprile. Questa percentuale tiene conto della crescita, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dell’8,8 per cento delle vendite di vino in cartone e del 36,8 per cento di quelle dei Bag in Box, un nuovo tipo di formato in cartone che permette di conservare meglio il vino.
Passato e futuro del vino in cartone. Dal Tavernello, nato nel 1983, ai vini di buona qualità del Nord Europa, passando per l'aumento di vendite durante il lockdown.
Domani, martedì 14 luglio, scadranno le misure di contenimento dell’epidemia da coronavirus previste dall’ultimo provvedimento del governo dell’11 giugno. Entro domani quindi, secondo quanto anticipato dai giornali, il governo approverà un nuovo Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) che prorogherà le regole finora in vigore. Il provvedimento dovrebbe confermare fino al 31 luglio quasi tutte le misure restrittive previste dall’ultimo Dpcm, come l’uso della mascherina nei luoghi chiusi, e in tutte le situazioni in cui non è possibile rispettare la distanza di un metro, e il rispetto dei protocolli di sicurezza all’interno delle attività commerciali e produttive. Fino alla fine del mese di luglio saranno ancora vietati gli assembramenti, ci sarà l’obbligo della misurazione della temperatura all’ingresso dei centri commerciali e sarà punito penalmente chi violi la quarantena obbligatoria. Inoltre non potranno ancora riaprire le sale da ballo e le discoteche al chiuso, così come le fiere e i congressi, a meno di decisioni prese dalle singole regioni. Nel nuovo decreto dovrebbe essere inserita anche la proroga del divieto d’ingresso per chi ha soggiornato negli ultimi 14 giorni in 13 paesi (Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia ed Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana) previsto dall’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, lo scorso 10 luglio. Sarà lo stesso ministro speranza a illustrare il contenuto del nuovo Dpcm alla Camera entro il 14 luglio.
Sta per arrivare un nuovo Dpcm. Entro domani il governo approverà un nuovo decreto che prorogherà le misure restrittive finora in vigore per contenere l'epidemia da coronavirus.
La storia del logo di Google, il più usato motore di ricerca del mondo, si è arricchita martedì di un nuovo capitolo con l’inattesa presentazione di un nuovo design. La società statunitense ha spiegato di aver cambiato la grafica del logo per introdurre “un nuovo linguaggio visivo”, ma il nuovo logo ha anche lo scopo più pratico di funzionare meglio sugli schermi più piccoli, per esempio quelli degli smartphone e dei tablet. Inoltre, ha spiegato il Guardian, il nuovo font (molto semplice e senza grazie) è più “leggero” e dovrebbe permettere di caricare la pagina più velocemente. Con le immagini qui sotto potete ripercorre la storia del logo di Google partendo dal primo utilizzato da quando è andato online per la prima volta, il 4 settembre 1998. Dal 1998 a oggi Google ha cambiato il suo logo diverse volte, anche se l’essenza è rimasta sempre la stessa: la scritta “Google” con ogni lettera in un diverso colore (in ordine: blu, rosso, giallo, blu, verde e rosso).
Com’è cambiato il logo di Google, la storia dal 1998 a oggi. Tutti quelli che ci sono stati prima di quello nuovo, anche prima che Google diventasse ufficialmente Google.
Secondo il quotidiano Repubblica, Apple ha concordato con il fisco italiano il pagamento di 318 milioni di euro per mettere fine alla lunga contesa con l’Agenzia delle Entrate circa il pagamento delle tasse per le vendite effettuate in Italia. La notizia non è ancora stata confermata ufficialmente né da Apple né dall’Agenzia delle Entrate, ma non sono nemmeno arrivate smentite (come sarebbe successo nel caso fosse stata infondata). Il Corriere della Sera dice di avere ricevuto una conferma da parte di un portavoce dell’Agenzia delle Entrate. Apple era stata accusata di aver venduto i propri prodotti in Italia emettendo fatture in Irlanda, dove la tassazione è stata a lungo più favorevole. Questa pratica è stata seguita da anni da tutte le principali aziende tecnologiche e di Internet del mondo, da Google a Facebook, grazie ad alcune controverse direttive europee che permettono di sfruttare il mercato dell’Unione Europea concentrando le attività fiscali in un unico stato membro. Scrive Repubblica che negli ultimi sette anni i ricavi italiani di Apple “non hanno mai superato i 30 milioni di euro, a fronte di vendite che invece avrebbero sistematicamente sfondato la soglia del miliardo di euro”. Se la notizia dell’accordo fosse confermata, Apple sarebbe la prima grande azienda statunitense a scendere a patti con il fisco italiano.
L’accordo tra Apple e il fisco italiano. L'ha annunciato Repubblica stamattina, ripresa poi dalla stampa di mezzo mondo senza smentite: è il primo accordo del genere in Italia per una grande azienda statunitense.
Rizzoli ha pubblicato il libro L’infinito tra parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges di Marco Malvaldi, scrittore, chimico e ex ricercatore all’Università di Pisa, noto soprattutto come autore di diversi gialli di successo della serie del BarLume; ma anche di Le regole del gioco, una raccolta di saggi in cui si occupa della relazione fra scienza e eventi sportivi. In L’infinito tra parentesi Malvaldi apre ogni capitolo con la citazione di testi di grandi poeti che contengono elementi in qualche modo legati alla scienza, e li utilizza come spunti per raccontare la storia di alcune grandi scoperte scientifiche, mostrando come due mondi che spesso sono considerati distanti abbiano invece molti punti di contatto, unendo così il ragionamento razionale e l’emozione, che può essere suscitata dalla lettura di una poesia o dal completamento di una dimostrazione scientifica. Il libro inizia con un popolare aneddoto scientifico che Malvaldi usa per suggerire ai lettori che il cervello possa essere usato per cose diverse, diverse come la poesia e la scienza. ***
Come si misura l’altezza di un grattacielo con un barometro. Marco Malvaldi usa un popolare aneddoto scientifico per introdurre le riflessioni su scienza e poesia del suo nuovo libro.
Claire Handscombe ha un problema di concentrazione online. Come molti frequentatori del web, clicca sui link che trova sui social network, ne legge alcune righe, cerca le parole attraenti, e poi si stufa e passa alla pagina successiva, dalla quale probabilmente si distrarrà altrettanto. «Ci dedico qualche secondo – neanche minuti – e poi sono già da un’altra parte», dice Handscombe, che ha 35 anni e una laurea in scrittura creativa alla American University. Ma non è solo una cosa online: Handscombe si accorge di avere lo stesso comportamento con i romanzi. «È come se i tuoi occhi passassero sopra le parole ma non stai davvero assorbendo quello che dicono. Quando me ne rendo conto, devo tornare indietro e ricominciare da capo». Per i neuroscienziati cognitivi, quel che succede a Handscombe è oggetto di grande interesse e allarme crescente. Gli umani, avvisano, sembrano sviluppare cervelli digitali con nuovi circuiti per scorrere e filtrare la corrente di informazioni online. Questo tipo alternativo di lettura sta entrando in competizione con i circuiti di lettura profonda sviluppati nel corso di diversi millenni. «Ho paura che il modo superficiale con cui leggiamo durante il giorno ci influenzi quando dobbiamo invece leggere con elaborazioni più approfondite», dice Maryanne Wolf, una neuroscienziata cognitiva della Tufts University che ha scritto “Proust and the Squid: The Story and Science of the Reading Brain”.
Non leggiamo più come un tempo. Non leggiamo "meno", anzi: ma leggiamo proprio in un altro modo, spiega il Washington Post: e ne fanno le spese i libri.
Le Canzoni è la newsletter serale che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. L’indomani – il martedì, mercoledì e venerdì – la pubblichiamo sul Post, ci si iscrive qui. Donatella Versace ha raccontato del buffo incidente per cui invitò a suonare alle sfilate milanesi, nel 2001, la band dei Blue, per sbaglio: aveva chiesto i Blur. Il 4 giugno esce un nuovo disco dei James: intanto hanno pubblicato anche questa, non delle loro migliori ma ricade nel meccanismo-Duran-Duran di cui parlavamo ieri (strofa stressante per farvi sospirare di sollievo al refrain). Nota di metodo per nuovi arrivati: quando metto un link sul nome di una band o di un musicista, rimanda alla volta che abbiamo usato una sua canzone in questa newsletter. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone dei Mott The Hoople. Che svoltò loro la carriera, e tutto grazie a David Bowie.
Google ha da poco diffuso una nuova applicazione che si chiama FotoScan e che serve per eseguire una scansione delle fotografie utilizzando il proprio smartphone, al posto di un costoso e poco pratico scanner. L’app utilizza vari sistemi di “fotografia computazionale” per migliorare la resa delle foto, risolvendo per esempio il problema dei riflessi sulla carta lucida delle stampe fotografiche, che finora aveva reso impossibile fotografarle in buona qualità con il proprio smartphone. L’idea è utilizzare FotoScan per digitalizzare le vecchie fotografie, prima che si rovinino definitivamente a causa del passare del tempo, che le fa stingere o ingiallire. L’app può essere inoltre utilizzata nei musei, dove consentito, per scattare foto migliori dei quadri e delle altre opere d’arte appese alle pareti. Come si usa FotoScan Dopo avere scaricato l’applicazione, disponibile per Android e iOS, è sufficiente inquadrare la stampa di una fotografia con il proprio smartphone e scattare una foto, senza preoccuparsi di eventuali riflessi di luce. FotoScan utilizza lo scatto come immagine di riferimento, poi chiede di orientare il telefono in modo da inquadrare quattro punti creati virtualmente nell’inquadratura, che permettono di scattare ulteriori immagini della stampa con diverse inclinazioni per sfuggire ai riflessi (un po’ come facciamo normalmente quando osserviamo qualcosa e incliniamo la testa per vedere le parti coperte dai riflessi). L’app confronta l’immagine di partenza con le successive e infine ricostruisce la foto escludendo le aree con riflessi, poi automaticamente ritaglia la fotografia e la raddrizza.
Come funziona FotoScan, l’app di Google per scansionare le foto. È una buona alternativa agli scanner: sfrutta sistemi di fotografia computazionale per escludere i riflessi dalle stampe fotografiche.
Il 12 aprile comincerà su HBO la quinta stagione della serie tv Game of Thrones (Trono di Spade, in Italia). Negli Stati Uniti le ultime due puntate della quarta stagione verranno trasmesse in 150 sale cinema IMAX. In coda al video promozionale che pubblicizza l’evento sono stati inseriti due secondi tratti dalla quinta stagione: si vede Tyrion Lannister e si può fare qualche ipotesi, ma non molto di più.
Un frammento della quinta stagione di Game of Thrones, per chi è molto impaziente. Dura due secondi – quindi calma! – e si vede Tyrion Lannister: la serie ricomincia il 12 aprile.
Fiat Chrysler Automobiles (FCA) ha chiuso in calo dell’1,5% alla borsa di Milano, nella prima giornata di mercati aperti dopo le notizie della sostituzione di Sergio Marchionne come amministratore delegato del gruppo, per via delle sue gravi condizioni di salute («irreversibili», secondo i giornali). Exor, la holding di proprietà della famiglia Agnelli, ha perso il 3,2%. Ferrari e CNH Industrial (la società che produce macchine agricole), entrambe parte del gruppo Exor, hanno chiuso perdendo rispettivamente l’1,7% e il 4,9%. Complessivamente il gruppo FCA ha perso 2,3 miliardi di euro di capitalizzazione. A influire sull’andamento negativo ci sono state anche le dimissioni di Alfredo Altavilla, responsabile della divisione europea di FCA.
Fiat Chrysler Automobiles ha chiuso in calo dell’1,5% alla borsa di Milano.
Mohammad Reza Domiri Ganji è un fotografo e studente di fisica di 23 anni di Mazandaran, nel nord dell’Iran, appassionato di fotografia panoramica e d’architettura – e ha realizzato una serie di fotografie dei più spettacolari edifici religiosi del suo paese. Grazie all’uso del grandangolo, Mohammad riesce a rappresentare bene forme, dettagli e di moschee, bagni e palazzi storici: archi e colonne perfettamente simmetrici e mosaici e vetrate che giocano con la luce creando effetti molto particolari. Queste fotografie rappresentano un’eccezionale e rara testimonianza dell’Iran anche per la difficoltà di fotografare questi luoghi, a causa di diverse restrizioni o del loro normale affollamento. Le altre foto di Mohammad Reza Domiri Ganji si possono vedere sul suo sito. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le moschee colorate dell’Iran. Forme, dettagli, colori e luci fotografati dal giovane Mohammad Reza Domiri Ganji.
È stato diffuso ieri il primo teaser trailer di Lincoln, il film girato da Steven Spielberg sulla vita di Abraham Lincoln, presidente degli Stati Uniti dal 1861 al 1865. Lincoln, che era repubblicano, è noto tra le molte altre cose per aver guidato il paese con successo durante la Guerra civile e per avere messo fine alla schiavitù. Nel film, Lincoln è interpretato da Daniel Day Lewis. Il cast comprende anche Joseph Gordon-Levitt, Sally Field e Tommy Lee Jones. Il film è tratto da un’acclamata biografia di Lincoln uscita nel 2005, dal titolo Team of Rivals, scritta dallo storico Doris Kearns Goodwin. Il film uscirà il 16 novembre negli Stati Uniti.
Il primo teaser trailer di Lincoln. Il film di Steven Spielberg uscirà negli Stati Uniti il 16 novembre.
Poche settimane fa il comune di Verona ha deciso di intitolare una via a uno storico leader della destra radicale italiana, Giorgio Almirante, morto nel 1988, ex dirigente del regime fascista e collaborazionista dei nazisti, divenuto nel dopoguerra fondatore del Movimento Sociale Italiano (MSI). In Italia esistono già diverse vie e piazze Almirante, ma la notizia ha causato particolari polemiche poiché lo stesso consiglio comunale di Verona ha votato pochi giorni dopo per dare la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti. Segre ha detto che le due scelte del comune di Verona sono incompatibili. «La città di Verona, democraticamente, faccia una scelta e decida ciò che vuole, ma non può fare due scelte che sono antitetiche l’una all’altra», ha scritto Segre.
Chi era Giorgio Almirante. Il leader politico di estrema destra che durante la guerra fu un collaborazionista dei nazisti e a cui il comune di Verona vuole dedicare una strada.
Vocalis Health è una startup israelo-statunitense, sviluppa sistemi di riconoscimento vocale e si è posta un obiettivo piuttosto ambizioso: riconoscere le persone malate di COVID-19 dal modo in cui parlano. Il sistema potrebbe semplificare le diagnosi della malattia (che nelle sue fasi iniziali ha sintomi che possono essere confusi con l’influenza o altri problemi respiratori) ed è solo uno degli sviluppi più recenti delle soluzioni per riconoscere automaticamente problemi di salute tramite il tono della propria voce. Il settore è in piena espansione e potrebbe portare un giorno ad avere assistenti vocali, come Siri o Alexa, in grado di rilevare la presenza di particolari malattie nei loro interlocutori. Voce e COVID-19 Come racconta Nature in un lungo articolo dedicato al tema, qualche tempo fa gli sviluppatori di Vocalis avevano realizzato un’applicazione per smartphone in grado di rilevare affezioni croniche polmonari – come le ostruzioni bronchiali – attraverso l’analisi della voce degli utenti. Partendo da quell’esperienza, hanno realizzato un’app sperimentale chiedendo a individui risultati positivi al coronavirus di partecipare, registrando la loro voce una volta al giorno seguendo le indicazioni sullo schermo (descrivere una fotografia, oppure contare da 50 a 70).
Il giorno in cui Siri ci dirà se siamo malati. Sfruttando sistemi di intelligenza artificiale, ricercatori e startup stanno sviluppando applicazioni sempre più raffinate per la diagnostica vocale, con qualche implicazione per la privacy.
La Corte di Cassazione, a sezioni unite, ha deciso che gli studenti non potranno consumare nelle mense scolastiche pasti preparati a casa, ribaltando una precedente sentenza della Corte di Appello e chiudendo un caso iniziato nel 2013. Era iniziato tutto quando un gruppo di famiglie di Torino, insoddisfatte per la qualità del cibo e il prezzo della mensa della scuola primaria dei loro figli, aveva avviato una causa legale contro il Comune e il ministero dell’Istruzione (MIUR) per vedersi riconosciuto il diritto di dare ai loro figli un pranzo preparato a casa, che loro potessero consumare insieme a tutti gli altri. La posizione del comune era che chi non voleva usufruire della mensa doveva andare a prendere i propri figli, farli mangiare a casa e poi riportarli a scuola e il tribunale, in primo grado, aveva stabilito che aveva ragione il comune e che dunque non era possibile portare a scuola il pranzo da casa, precisando che il tempo trascorso in mensa faceva parte dell’offerta didattica e formativa.
La Cassazione ha deciso che gli studenti non potranno consumare nelle mense scolastiche pasti preparati a casa.
Nelle prossime settimane Google permetterà di rimuovere dai risultati delle proprie ricerche foto personali di nudo o dal contenuto sessuale pubblicate senza autorizzazione. È una misura studiata per cercare di risolvere in parte il problema del “revenge porn”, cioè la diffusione online di immagini private allo scopo di umiliare la persona – spesso una ragazza – per i motivi più vari (solitamente in seguito a una relazione finita). Amit Singhal, vicepresidente della divisione del motore di ricerca di Google, ha spiegato in un post di un blog di Google che nelle prossime settimane verrà reso disponibile un modulo da compilare per chiedere di rimuovere dai risultati di Google immagini personali «di nudo, o sessualmente esplicite» pubblicate senza il proprio consenso. Non è ancora chiaro quali informazioni sarà necessario dare a Google per chiedere la rimozione delle immagini. In passato anche altri social network come Twitter e Reddit hanno preso misure contro il “revenge porn”, ma quella di Google è finora la più dura. Scrive Singhal: «Si tratta di una misura dai confini ben precisi, simile a quella che abbiamo già adottato per rimuovere informazioni altamente personali come il numero del proprio conto in banca. Sappiamo di non poter risolvere il problema del “revenge porn” – non possiamo rimuovere quelle immagini da Internet, ovviamente – ma speriamo che la rimozione di queste immagini dalle nostre ricerche possa dare una mano.»
Google contro il “revenge porn”. Nelle prossime settimane fornirà un modulo per nascondere dalle ricerche foto sessualmente esplicite diffuse senza autorizzazione.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 9.789 casi positivi da coronavirus e 358 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 30.922 (86 in più di ieri), di cui 3.593 nei reparti di terapia intensiva (8 in più di ieri) e 27.329 negli altri reparti (78 in più di ieri). Sono stati analizzati 92.873 tamponi molecolari e 97.762 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 10,2 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,3 per cento. Nella giornata di domenica i contagi registrati erano stati 15.746 e i morti 331. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Campania (1.386), Emilia-Romagna (1.151), Sicilia (1.110), Lazio (1.057), Lombardia (997).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, lunedì 12 aprile.
Nel 2005 a qualcuno venne in mente di chiedere ai principali produttori di Hollywood quali fossero le sceneggiature e i soggetti – cioè le idee per i film – più belli che avevano letto durante l’anno, e che ancora non erano diventati film e nemmeno avevano iniziato il percorso per diventarlo (con i finanziamenti necessari, un regista, un cast e delle riprese). L’esito di quel sondaggio fu usato per compilare la cosiddetta “Black List“: la lista delle belle storie che ancora non erano diventate film. Da allora quella lista è diventata piuttosto famosa nel cinema, e ne hanno fatto parte le storie che poi sono diventate Argo, Il discorso del re, The Millionaire, Manchester by the Sea e Arrival. Quest’anno la “Black List” è stata fatta chiedendo a 250 professionisti quali fossero secondo loro le storie scritte o pensate nel 2016 che meritavano di diventare film. Ognuno di loro poteva nominarne al massimo dieci. Nelle pagine seguenti ci sono le dieci che hanno ricevuto più voti, con molti pari merito. Ce n’è una sulla storia dell’Universo, una su una giovane Madonna (la cantante), una su Rosemary Kennedy e una su una donna che si sveglia senza memoria in una cella criogenica da cui non riesce a uscire.
Belle storie che ancora non sono film. Ma lo diventeranno, probabilmente: fanno parte di un'annuale classifica di cui nel tempo hanno fatto parte "Argo", "Il discorso del re" e "The Millionaire".
Erano circa le tre del pomeriggio locali quando il 26 ottobre 1881, a Tombstone, Arizona, ebbe luogo una sparatoria tra nove uomini armati. Tre furono uccisi, tre feriti e rimase illeso il futuro sceriffo Wyatt Earp. I trenta colpi furono sparati vicino a un recinto di cavalli, l’O.K. Corral, e nel secolo successivo divenne il più noto e leggendario scontro a fuoco della storia del West, celebrato in particolare da due famosi film: Sfida Infernale del 1946 e Sfida all’OK Corral del 1957. Durò circa trenta secondi e furono sparati altrettanti colpi, ma le tensioni tra i due gruppi coinvolti, tutori della legge e cowboys, andavano avanti da tempo. Non ne seppe quasi nulla nessuno per i primi cinquant’anni e poi, grazie a una biografia romanzata di Wyatt Earp, divenne patrimonio della cultura popolare.
La sfida all’O.K. Corral, 130 anni fa. La più famosa sparatoria della storia del West avvenne in Arizona il 26 ottobre 1861: trenta colpi in trenta secondi, e due grandi film che la raccontarono.
In Italia, le contestazioni operaie e studentesche di quello che chiamiamo Sessantotto iniziarono in realtà due anni prima, nel 1966, quando un gruppo di studenti occupò la facoltà di Sociologia dell’università di Trento. Le occupazioni universitarie diventarono la norma due anni più tardi e fu una di queste a causare la cosiddetta “battaglia di Valle Giulia”, uno scontro che coinvolse centinaia fra studenti e poliziotti avvenuto cinquant’anni fa e che restò impresso nell’immaginario collettivo grazie soprattutto a una poesia di Pier Paolo Pasolini e a una canzone che divenne l’inno dei “sessantottini”. (un gruppo di poliziotti davanti alla facoltà di Architettura della Sapienza di Roma a Valle Giulia, 1968)
La “battaglia” di valle Giulia ha cinquant’anni. Fu il primo vero scontro fra studenti e poliziotti, avvenne a Roma e ci furono più di 100 feriti.
Trovare qualcosa senza sapere bene dove cercare non è semplice, e se non è nemmeno certo che quella cosa esista diventa ancora più complicato. Lo sanno bene Michael Brown e Konstantin Batygin, due astronomi piuttosto convinti che i pianeti del nostro sistema solare non siano gli otto che studiamo a scuola, ma nove. Pensano che l’esistenza del nono pianeta aiuterebbe a spiegare alcune stranezze nelle orbite degli oggetti spaziali nella parte più remota della nostra casa nella galassia, eppure le loro ricerche sono state inconcludenti e messe in discussione da altri studi. Il più recente, pubblicato poche settimane fa, ritiene che l’ambiziosa ipotesi di Brown e Batygin su un mondo ignoto e mai visto nella periferia del nostro sistema solare sia derivata da un banale errore statistico, qui sulla Terra. Il mistero però rimane: né sostenitori né critici hanno una risposta definitiva.
La ricerca di un pianeta che forse non c’è. Un nono pianeta oltre agli otto già conosciuti aiuterebbe a spiegare qualche stranezza ai confini del nostro sistema solare, ma nessuno riesce a trovarlo.
Se non riesci a prevenire e fermare il cambiamento climatico, tanto vale studiare qualche soluzione per conviverci al meglio, magari cercando di domare la natura. La geoingegneria si occupa di questo e, secondo i suoi sostenitori, potrebbe offrire l’unica alternativa praticabile per superare il problema del surriscaldamento globale. L’idea è contrastata da molti scienziati, che ritengono da scriteriati cercare di domare la natura con interventi che interesserebbero il nostro pianeta su larga scala, ma il dibattito va ormai avanti da diversi anni e questa settimana l’Economist cerca di tirare le fila, facendo il punto sull’intricata questione a pochi giorni dalla fine della conferenza di Nagoya della Convenzione per la Diversità Biologica. Molte persone ritengono queste idee immorali, o una distrazione per chi cerca di far produrre alla gente meno anidride carbonica e c’è chi teme che queste idee possano portare a conseguenze inattese, tanto per cominciare. È stata questa la forza dell’opposizione che ha condizionato l’agenda di Nagoya. Ma quella forza è anche il riflesso del fatto che molti scienziati ora iniziano a prendere seriamente l’idea della geoingegneria. Nel corso degli ultimi anni le ricerche nel campo sono aumentate considerevolmente. Quello che a volte viene chiamato “piano B” sembra prendere forma nei laboratori e potrebbe presto uscire dai centri di ricerca.
La geoingegneria ha senso? l'Economist fa il punto sulla scienza che vuole salvare la terra governando la terra.
Philip Glass, straordinario ed eclettico musicista e compositore newyorkese (“ha cambiato il panorama della musica americana“), compie oggi 75 anni e per l’occasione presenta una sua nuova sinfonia – la “Numero 9” – in una serata speciale alla Carnegie Hall di New York. Il New York Times ha raccontato ieri della sua festa di compleanno anticipata in un famoso locale del Greenwich Village (con Lou Reed e Laurie Anderson, Paul Simon, i soliti amici) e della intensissima sequenza di impegni che lo attende nei prossimi mesi in tutto il mondo (tra cui l’esecuzione della sua decima sinfonia, che si dice abbia già composto per scongiurare la leggenda per cui molti grandi compositori moderni non supererebbero la nona). Il sito della radio americana NPR ha messo oggi online il Primo Movimento della Nona sinfonia, in anteprima.
La festa di compleanno di Philip Glass. Oggi ha 75 anni e presenta la sua nuova sinfonia alla Carnegie Hall: ma il primo movimento si può ascoltare online (insieme ad altre meraviglie passate).
Molti paesi in provincia di Como sono isolati in seguito a frane e allagamenti che si sono verificati a partire da domenica, a causa delle piogge molto intense cadute negli ultimi giorni nella zona. La strada provinciale Lariana (SP 583), che mette in comunicazione Como e Lecco, non è percorribile in diversi punti così come la strada statale Regina (SS 340), chiusa da martedì mattina. Altre interruzioni del traffico interessano la Val d’Intelvi e alcune strade verso la Svizzera.
I gravi danni del maltempo in provincia di Como. Numerosi paesi sono isolati a causa delle forti piogge degli ultimi giorni che hanno portato frane e allagamenti.
Jeff Mitchell, fotografo dell’agenzia Getty Images, ha vinto il premio “Nikon UK Press Photographer of the Year”, durante gli UK Picture Editor Guild Awards, tra i più importanti premi fotografici britannici. Mitchell, che ha vinto anche il premio come “Fotografo di news dell’anno” e quello per la categoria “Photo Essay”, è stato premiato per i suoi reportage sulle proteste in Ucraina e sul referendum per l’indipendenza in Scozia. Parlando della sua esperienza in Ucraina e dei giorni delle proteste in piazza Indipendenza a Kiev, Mitchell ha detto: «Quello a cui ho assistito quella sera e nei giorni successivi è stato incredibile. Si stava combattendo una battaglia, con i manifestanti che provavano a riconquistare parti della piazza che avevano perso in favore della polizia pochi giorni prima. Era una totale guerra di trincea nel cuore di una città europea, erano state costruite dappertutto barricate con pneumatici in fiamme usati come schermi di fumo. Era un tentativo di rispondere alla polizia che usava i proiettili sui manifestanti». Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le belle fotografie di Jeff Mitchell. Il fotografo di Getty ha vinto un importante premio britannico per i suoi reportage sulle proteste in Ucraina e il referendum in Scozia.
Fa freddo, infine. In molti posti d’Italia. In certi nevica, persino. Buffo che le stagioni si comportino sempre allo stesso modo (salvo pretese variazioni di cui non si accorge nessuno) irrispettosamente delle nostre convinzioni che grandi sconvolgimenti stiano avvenendo. Alla neve non gliene frega niente delle crisi economiche, delle elezioni di metà mandato, dell’emergenza rifiuti, di Ruby e neanche dell’espulsione di Totti. Vabbè, vogliamo passare la domenica a parlare del tempo fingendo di fare riflessioni di ampi orizzonti? O c’è qualcosa che vi possiamo suggerire di leggere nell’attesa della puntata di Report (ambientale, stasera)? Gli articoli più letti sul Post questa settimana sono stati questi.
Sunday Post. La neve se ne frega, di voi e di noi e di Francesco Totti.