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Il ministero dell’Economia ha deciso di premiare con la menzione di “contribuenti solidali” persone e aziende che hanno scelto di pagare le tasse nel periodo del lockdown anche se potevano rinviare la scadenza del pagamento di almeno quattro mesi. A marzo e aprile, il governo ha approvato una serie di decreti legge per aiutare aziende e professionisti durante la prima chiusura totale che ha impedito a molte persone di lavorare. L’epidemia da coronavirus, infatti, ha bloccato interi settori dell’economia: soprattutto il turismo, che è ancora fermo, ma anche il commercio al dettaglio, la ristorazione, le attività culturali e quelle legate all’intrattenimento, i trasporti e la logistica.
Chi poteva rinviare le tasse, e le ha pagate lo stesso. Sono i "contribuenti solidali" che non hanno usufruito del rinvio delle scadenze concesso dal governo: alcuni di loro raccontano perché.
L’edizione francese di Slate ha pubblicato un lungo articolo sui farmaci che dovrebbero curare la mancanza di desiderio sessuale nelle donne, che negli Stati Uniti sono stati autorizzati e messi in commercio da qualche anno, spiegando come la loro approvazione sia avvenuta nonostante studi poco convincenti, basati su criteri discutibili e dai risultati insoddisfacenti. Più in generale, la diffusione di questi farmaci – chiamati impropriamente “Viagra delle donne”, ci torniamo – è avvenuta all’interno di una tendenza a medicalizzare e a strumentalizzare la sessualità femminile: tendenza portata avanti dalle case farmaceutiche produttrici di quegli stessi farmaci, a prescindere da come funziona il desiderio femminile.
I farmaci per il desiderio sessuale delle donne. Negli Stati Uniti sono legali da qualche anno, benché secondo alcuni funzionino poco e strumentalizzino la sessualità femminile.
Possono essere passati alcuni anni dall’ultima volta che ve ne hanno comprato uno e vi hanno legato al polso il suo cordino, ma non bisogna per forza essere bambini per avere diritto a un palloncino: si usano in tutto il mondo perché non esiste una festa, una manifestazione e tanto meno una convention negli Stati Uniti – che sia dei Democratici o dei Repubblicani – senza un congruo numero di palloncini fatti volare in aria o cadere dal soffitto. Su quelli gonfiati a elio ci sono poi diverse linee di pensiero: il trauma infantile di alcuni per esserselo fatto scappare, o il piacere liberatorio di altri, nell’averlo visto volare via. Qui trovate una raccolta di palloncini colorati in ogni parte del mondo, e degli adulti e dei bambini che se li godono. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Me lo compri un palloncino? foto di bolle d'aria chiuse nella plastica, scattate prima che scoppiassero o volassero chissà dove.
Da quattro giorni sono in corso le ricerche di Iuschra Gazi, una bambina di 12 anni che risulta dispersa in provincia di Brescia. Gazi, figlia di genitori originari del Pakistan, è affetta da autismo e giovedì 19 luglio si è persa sull’altopiano di Cariadeghe, nel territorio del comune di Serle, in provincia di Brescia. Si trovava lì per una gita organizzata dalla FOBAP, la Fondazione bresciana Assistenza psicodisabili. Le operazioni sono rese particolarmente difficili da una serie di ragioni. Per prima cosa, l’area in cui si è persa Gazi è piena di boschi e ci sono anche pericolosi crepacci e molte grotte: i giornali parlano di «22 chilometri di grotte in parte esplorabili», alcune censite e altre no, in cui la ragazza potrebbe essere andata per cercare rifugio per il maltempo di questi giorni. In gran parte dell’area in cui Gazi risulta dispersa la ricezione dei telefoni cellulari è inoltre scarsa o assente. Un altro problema, ha raccontato SkyTg24, è che a causa della sua condizione la bambina di solito non risponde agli estranei. Repubblica ha scritto: «Molti nei telefoni [dei soccorritori] hanno un messaggio vocale registrato da Midliton per la figlia. Vengono anche diffuse le musiche dei cartoni preferiti da Iuschra, nella speranza di attirare la sua attenzione».
Il caso della bambina scomparsa a Serle, vicino a Brescia. Da mercoledì si cerca Iuschra Gazi: ha 12 anni, è affetta da autismo e si è persa in un'area boschiva piena di grotte.
McDondald’s e Yum, la società americana che controlla Kentucky Fried Chicken e altri fast food, si sono scusate con i loro clienti cinesi per avere distribuito nei loro ristoranti prodotti di scarsa qualità, a causa di un fornitore che si è scoperto trattare carni scadute e mal conservate in Cina. L’azienda è Shanghai Husi Food, di proprietà di OSI Group, una holding statunitense con circa 60 stabilimenti in giro per il mondo in cui si lavorano le carni per numerose catene di ristoranti e di fast food. L’impianto in cui sono state rilevate le irregolarità è stato chiuso dalle autorità cinesi domenica 20 luglio, dopo che un’inchiesta televisiva aveva mostrato alcuni dipendenti che usavano carni scadute o raccoglievano scarti caduti sul pavimento come ingredienti per le diverse preparazioni. Il problema sembrava essere limitato ai soli ristoranti di McDonald’s e di Yum in Cina, ma dopo ulteriori verifiche si è scoperto che anche altre catene avevano utilizzato in passato le carni provenienti da quello stabilimento. La statunitense Starbucks ha confermato di avere venduto in alcune sue caffetterie in Cina panini a base di pollo realizzati con le carni lavorate da Shanghai Husi Food, anche se le due società non hanno mai avuto rapporti commerciali diretti e le forniture erano derivate da accordi con un’altra azienda. Tutti i prodotti sospetti sono stati rimossi dalle caffetterie, in attesa di ulteriori verifiche.
Le carni scadute nei fast food in Cina. McDonald’s e altre catene hanno dovuto intervenire e scusarsi dopo la rivelazione che un grande fornitore usava carne scaduta e mal conservata.
Fino al 29 gennaio lo spazio espositivo dell’UniCredit Pavilion di Milano ospita la mostra “LOOK AT ME! Da Nadar a Gursky: il ritratto fotografico nella Collezione d’Arte UniCredit”, che espone 170 lavori sul tema del ritratto realizzati dalla fine dell’Ottocento a oggi. La mostra si divide in sei sezioni tematiche che esplorano il tema principale in diversi modi: “Il volto della società” e “L’individuo e la massa”, che parlano del rapporto tra la figura e l’ambiente circostante, con i lavori di fotografi come Henri Cartier-Bresson, Weegee e Luigi Ghirri; “L’artista come modello” e “Hall of fame”, che mostrano una serie di ritratti di artisti, politici e intellettuali del XX secolo, affrontando il tema della rappresentazione delle persone famose, con lavori di Nadar e di Man Ray; infine nelle sezioni “Il ritratto del corpo” e “La messa in scena” vengono presentati ritratti posati in studio che raccontano “una società che vuole inventare la persona o il mondo che la circonda”: in questa sezione sono esposte le opere di E. J. Bellocq, Gerhard Richter e Diane Arbus, tra gli altri.
Guardami. È in corso a Milano una mostra sulla storia del ritratto fotografico dall'800 a oggi, con opere di grandi artisti come Henri Cartier-Bresson, Diane Arbus e Man Ray.
Mercoledì sera l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha lanciato in orbita un innovativo satellite che nei prossimi anni dovrebbe aiutare a migliorare la precisione delle previsioni meteo in tutto il mondo. Il satellite si chiama Aeolus – cioè Eolo, come il dio greco del vento – ed è stato lanciato dallo spazioporto dell’ESA a Kourou, nella Guyana francese, alle 21.20 locali (le 23.20 europee). Come suggerisce il suo nome, lo scopo di Aeolus sarà monitorare i venti che attraversano l’Europa e il mondo con una nuova tecnologia laser agli ultravioletti: sarà il primo satellite dedicato esclusivamente alla schedatura dei venti, e secondo il corrispondente scientifico di BBC, Jonathan Amos, il suo scopo sarà «creare la più completa mappa dei venti che attraversano la Terra».
Avremo un meteo più preciso, grazie all’Europa. È stato lanciato in orbita Aeolus, un satellite dell'Agenzia Spaziale Europea che monitorerà il vento con una tecnologia mai usata prima.
Francesco Giavazzi, economista ed editorialista del Corriere della Sera, pubblica oggi in prima pagina un articolo dedicato più alla politica e in particolare a Venezia, città dove ha insegnato e con cui mantiene intensi rapporti. La ricostruzione di Giavazzi delle presunte manovre di imprenditoria, politica e classi dirigenti veneziane, per mantenere il modello di corruzione e spreco di soldi pubblici che aveva portato a una scandalosa inchiesta l’anno passato, è severissima. Le primarie del Partito democratico per il sindaco di Venezia sono la dimostrazione che in Italia il consenso politico continua a poter essere acquistato. Con la differenza che ora comprarlo costa non più di qualche spicciolo: quanto necessario per organizzare poche migliaia di cittadini e spedirli a votare alle primarie del Pd. Decapitate dall’inchiesta sul Mose, le imprese che negli scorsi vent’anni, grazie a leggi ad hoc, hanno sottratto ai contribuenti 2,3 miliardi di euro (cifra documentata in Corruzione a norma di legge, Rizzoli 2015) sono rapidamente risorte e stanno per vincere di nuovo.La politica sembra non aver capito nulla. O meglio: io spero che non abbia capito nulla perché la drammatica alternativa è che ancora una volta essa sia connivente, come lo fu in passato quando approvò le leggi che hanno consentito che il Mose si trasformasse in un «furto legale» ai danni dei contribuenti. Mentre Matteo Renzi commissariava i lavori in Laguna, le imprese che da quei lavori hanno lucrato i 2,3 miliardi si sono già spostate su un’altra partita: il grande porto off-shore che vogliono costruire con denaro pubblico in mezzo all’Adriatico. Costo previsto, poco più di 2 miliardi di euro. Per realizzare quell’inutile ma ricchissimo progetto serve una politica debole e un sindaco che non si opponga agli interessi delle imprese in campo. Un sindaco che nei fatti non impedisca il sacco di Venezia.
Il “sacco di Venezia”. L'economista Francesco Giavazzi chiama così sul Corriere le manovre di cui accusa politica e imprenditoria intorno all'elezione del nuovo sindaco dopo gli scandali del 2014.
Il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione (Nuovo Centro Destra) è indagato dalla procura di Catania per questioni legate alla complessa inchiesta giudiziaria “Mondo di mezzo” o “Mafia Capitale”. Castiglione è indagato per turbativa d’asta sull’appalto per la gestione del “CARA” di Mineo, Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo del comune di Mineo, in provincia di Catania, su cui si sono concentrate alcune indagini di “Mafia Capitale”. I pm sono arrivati alla struttura CARA di Mineo indagando su Luca Odevaine, vice capo di gabinetto della giunta di Walter Veltroni, già arrestato lo scorso dicembre insieme ad altre 36 persone nell’inchiesta romana. Su Odevaine sono state formulate nuove accuse: secondo i pm aveva «rapporti di natura corruttiva con esponenti del gruppo imprenditoriale La Cascina», cooperativa vicina a Comunione e liberazione. Odevaine avrebbe ricevuto tangenti per favorire l’assegnazione di una gara al CARA di Mineo (10 mila euro prima e 20 mila dopo l’assegnazione della gara). Nelle decine di intercettazioni raccolte in cui Odevaine parla dell’aggiudicazione dell’appalto per il CARA di Mineo viene citato anche Castiglione.
Perché il sottosegretario Castiglione è indagato. È accusato di turbativa d’asta sull’appalto per la gestione del centro di accoglienza per richiedenti asilo in provincia di Catania.
Quando Amanda Kleinman ha deciso di reagire erano già settimane che gli insulti e le minacce violente le comparivano sullo schermo. Kleinman allora ha scorso le centinaia di messaggi aggressivi che aveva ricevuto, cercando quello che l’aveva disturbata di più. Dall’inizio del cosiddetto “Pizzagate” – la teoria del complotto falsa diventata virale che collegava Hillary Clinton a un’inesistente rete di pedofili che usava come base una pizzeria di Washington – i suoi account online erano sommersi. Anche Kleinman era stata definita una pedofila, solo perché il suo gruppo musicale si era esibito al ristorante al centro delle accuse false. I complottisti avevano pubblicato il suo indirizzo, avevano mandato dei messaggi al suo datore di lavoro e l’avevano minacciata usando parole così vili da non poter essere riportate nemmeno con un eufemismo. Aveva chiamato la polizia, parlato con i media e si era sfogata sui social network: ora era arrivato il momento di fare la spia con le madri dei suoi molestatori. Con un clic è arrivata sul profilo Facebook del più vile dei suoi molestatori. Un altro clic e stava guardando chi erano i suoi amici. Pochi minuti dopo ha trovato la donna che stava cercando. «Cara Lamia», le ha scritto Kleinman, «volevo sapere se per caso ha un figlio che si chiama John». Per le persone che vengono prese di mira dai troll di internet, spesso la cosa più frustrante è l’assenza di una soluzione chiara. Se contrattacchi parlando pubblicamente della tua situazione, è probabile che ti stia rendendo un bersaglio ancora più grande. Se te ne stai tranquillo nella speranza che gli stalker online passino oltre, potresti avere o dare la sensazione di aver permesso che ti mettessero a tacere. Kleinman si era stancata di essere nella situazione in cui avrebbe avuto la peggio in ogni caso. «Non ho mai conosciuto John e mi dispiace moltissimo», ha scritto alla madre del troll, «le sto raccontando tutto questo solo nel caso in cui sia suo figlio. Se è così forse dovrebbe parlargli».
Come rispondere ai troll su internet? forse un modo non c'è: bloccarli non è una soluzione, stare zitti somiglia a dargliela vinta, ragionarci è complicato, rivolgersi alle autorità o ai social network spesso non porta da nessuna parte.
Gli attivisti e i sostenitori del Movimento 5 Stelle di Milano hanno scelto Patrizia Bedori come loro candidata sindaca per le elezioni comunali del prossimo aprile. Bedori è stata scelta con delle elezioni primarie, le cui votazioni si sono svolte domenica 8 novembre e a cui potevano partecipare solo gli iscritti al M5S residenti a Milano: c’erano in tutto 8 candidati (7 uomini e una donna), ma non sono stati diffusi i dati sui voti raccolti da ognuno di loro, né quelli dei voti raccolti da Patrizia Bedori. Anche il numero dei votanti non è stato reso noto: secondo Repubblica hanno partecipato alcune centinaia di persone, ma il Movimento 5 Stelle non ha confermato il dato. Alle elezioni comunali del 2011 il Movimento 5 Stelle aveva raccolto il 3,43 per cento dei voti. Patrizia Bedori ha 52 anni, è disoccupata ed è già consigliera di Zona 3 per il Movimento 5 Stelle (le Zone sono le municipalità in cui è diviso il comune di Milano: Zona 3 corrisponde più o meno ai quartieri di Lambrate e Città Studi). Spiega Repubblica che Bedori – che è iscritta al blog di Beppe Grillo dal 2007 e fa parte del M5S dal 2009– è diplomata in comunicazioni visive e ha lavorato in pubblicità e come direttore commerciale di un’azienda di arredamento fino al 2003, quando si è licenziata per la nascita di suo figlio. Parlando agli attivisti del Movimento 5 Stelle dopo la vittoria delle primarie, Bedori ha detto: «Sono orgogliosa di far parte di questa bellissima comunità, voglio cambiare questa città, la voce va data ai cittadini».
La candidata sindaca del M5S a Milano. Si chiama Patrizia Bedori e ha 52 anni: è stata scelta con le primarie, ma sui voti raccolti e l'affluenza si sa molto poco.
Oltre alla notizia falsa sulle 500mila schede precompilate trovate in Sicilia, in queste ore è circolata un’altra bufala legata alla campagna elettorale e alle elezioni politiche: quella secondo cui il segretario del Partito Democratico (PD) Matteo Renzi avrebbe definito gli animalisti «cerebrolesi». È una vecchia notizia falsa che circolò per la prima volta nell’agosto del 2016, e fatta nuovamente circolare su Facebook sotto forma di screenshot.
La bufala su Renzi e gli animalisti. Negli ultimi giorni su Facebook è circolato uno screenshot con una vecchia notizia falsa secondo cui Renzi avrebbe offeso gli animalisti.
Ieri a Hollywood Aaron Sorkin ha presentato alla stampa la sua nuova serie tv “The Newsroom”, che negli Stati Uniti verrà trasmessa da HBO a partire dal 24 giugno (vi avevamo mostrato il trailer). A Cabourg, in Francia, si tiene annualmente un festival del cinema romantico: quest’anno è stata premiata Vanessa Paradis, in presenza di Sophie Marceau. Il Festival del Cinema di Los Angeles invece non ha un tema così specifico, ma le feste che seguono le proiezioni sono comunque parecchio frequentate. Al suo arrivo ai MuchMusic Video Awards Katy Perry è stata accolta da un gruppo di inquietantissime bambine, e si è esibita poi in grandi ali di farfalla. Joan Baez, a Fez, in Marocco, era meno appariscente. Per il resto molte altre donne in trasferta: Aung San Suu Kyi a Dublino, premiata da Amnesty International; Julia Gillard e Christina Kirchner al G20 in Messico; Segolene Royal alla Rochelle; Shakira a Danzica a guardare la partita del suo fidanzato Gerard Piqué, calciatore spagnolo. Gli uomini sono pochi, ma ben rappresentati: non ci crede nessuno che Sting abbia davvero 60 anni.
Kreesha Turner e altri. Katy Perry e un gruppo di bambine inquietanti, Aaron Sorkin e Sting, tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana.
Oggi è morto nella sua casa di Milano il giornalista e scrittore Giorgio Bocca. Era nato a Cuneo il 28 agosto 1920. Repubblica lo ricorda come “uno dei fondatori” del quotidiano, e gli dedica un lungo ritratto di Fabrizio Ravelli. Nel dicembre 2010 era stato ospite alla trasmissione Le invasioni barbariche.
Chi era Giorgio Bocca. L'intervista di un anno fa, alle Invasioni Barbariche, al giornalista e scrittore morto oggi a 91 anni.
Tre racconti inediti attribuiti allo scrittore americano Jerome David Salinger sono stati pubblicati su internet e secondo lo studioso Kenneth Slawenski – autore di una biografia sul leggendario scrittore americano autore del “Giovane Holden” in cui era stata annunciata l’esistenza di racconti inediti – sono autentici. In una mail inviata al sito BuzzFeed, ha scritto: «Ho delle perplessità sulla questione dell’etica (o della mancanza di etica) che c’è nel pubblicare le storie di Salinger, ma queste sembrano essere vere trascrizioni degli originali e corrispondono con le mie copie»
Tre racconti inediti di Salinger sono online. I manoscritti erano destinati a consultazioni riservate in due biblioteche, ma sono arrivati oggi su internet.
JamesMTitus è un appassionato di gatti, ha 24 anni e vive in Nuova Zelanda, ma non è un utente di Twitter come tutti gli altri. È un bot, un sistema automatico di risposta, creato per testare la reazione degli iscritti al social network e verificare se sia possibile influenzare il funzionamento e le dinamiche di una rete costituita da milioni di iscritti che ogni giorno interagiscono tra loro. L’esperimento è stato organizzato dal Web Ecology Project, un gruppo di ricerca di Boston che da tempo analizza i social network per comprendere in maniera approfondita le dinamiche sociali che si formano al loro interno. L’organizzazione ha chiesto a tre gruppi di programmare alcuni “social bot” – delle false identità – in grado di imitare la conversazione e poi hanno scelto 500 utenti reali sul social network, la maggior parte dei quali condividevano una passione per i gatti. I neozelandesi hanno equipaggiato JamesMTitus con una serie di risposte generiche («Oh, è molto interessante questa cosa, dimmi qualcosa di più in merito») e lo hanno progettato per testare sistematicamente delle parti del network per i messaggi che ottenevano il maggior numero di risposte, e poi contattare le persone maggiormente reattive.
Impostori su Twitter. Le ricerche sulle possibilità di influenzare le opinioni sui social network con messaggi automatici.
Il 7 marzo il governo ha deciso di sciogliere l’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria per infiltrazioni della ‘ndrangheta su proposta del prefetto della città, Michele di Bari. L’Organo di direzione generale dell’azienda è stato sospeso e la gestione provvisoria dell’ente è stata affidata a una commissione straordinaria. Da mesi in Calabria si parlava dei problemi finanziari dell’Azienda sanitaria provinciale, che ha debiti per 200 milioni di euro. Lo scioglimento dell’ASP di Reggio Calabria per infiltrazioni mafiose conferma il quadro che ho descritto giorni fa. Il governo non fa un passo indietro e continua il suo impegno per cambiare radicalmente la sanità calabrese a dispetto di chi si avvantaggia di questa situazione. pic.twitter.com/NIaPDA2NNr
Il governo ha sciolto l’Azienda sanitaria di Reggio Calabria per infiltrazioni della ‘ndrangheta.
Giovedì 20 marzo la procura di Milano ha arrestato due persone e ha deciso i domiciliari per altre otto nel corso di un’inchiesta su presunte irregolarità nella gestione degli appalti da parte di Infrastrutture Lombardia, una società della Regione Lombardia che si occupa di fare consulenze alla regione e di realizzare infrastrutture, tra cui anche quelle che riguardano EXPO 2015. Sono indagate complessivamente trenta persone. Tra i due arrestati, che al momento si trovano in carcere, c’è Antonio Giulio Rognoni, direttore generale di Infrastrutture Lombardia. Gli altri sono in gran parte professionisti che hanno ricevuto consulenze o altri incarichi dalla società. Gli indagati sono accusati di un totale di 68 capi d’accusa, tra cui associazione a delinquere, truffa aggravata, falso e turbativa d’asta. Tra gli appalti che sono stati assegnati irregolarmente, secondo i magistrati, c’è ad esempio una gara per assegnare una serie di consulenze legali dal valore complessivo di 1,2 milioni di euro.
L’inchiesta su Infrastrutture Lombardia. Due persone sono arrestate e altre 8 sono ai domiciliari in un'inchiesta che riguarda anche i lavori per Expo 2015.
Nel 2016 le persone residenti in Italia erano 60 milioni e 579mila, 86mila in meno rispetto al 2015, in cui già erano stati stimati 179mila residenti in meno rispetto al 2014. Tra i residenti, i cittadini italiani sono 55 milioni e 551mila, mentre il restante 8,3 per cento sono stranieri. Sono alcuni dei dati pubblicati oggi dall’ISTAT nel rapporto “indicatori demografici“, una statistica annuale che raccoglie le più importanti stime sulla situazione della popolazione italiana. Il calo nel numero dei residenti nel 2016 è il secondo più grande di sempre dopo quello del 2015: l’anno scorso sono nate ancora meno persone di quelle che erano nate l’anno prima, ma sono state di meno anche le morti. Il calo della popolazione non riguarda tutte le regioni: nelle due regioni più popolose, Lazio e Lombardia, il numero di residenti è aumentato, rispettivamente dell’1,3 e dell’1,1 per cento. La regione in cui si è avuto il calo maggiore nel numero di residenti è la Basilicata, dove è diminuito del 5,7 per cento. Di seguito cinque numeri per capire un po’ meglio cosa sta succedendo alla popolazione italiana. (ISTAT)
Quanti siamo, come siamo. Cosa dicono i nuovi dati ISTAT sulla popolazione italiana (che ci sono sempre più italiani di seconda generazione, per esempio).
“Arthur” era una commedia del 1981 con Dudley Moore, Liza Minnelli e John Gielgoud, sulle eccentricità di un miliardario viziato e alcolizzato che alla vigilia del matrimonio si innamora di una cameriera. Ebbe allora un discreto successo, e un mediocre seguito nel 1988. A giorni ne esce un poco promettente remake con Russell Brand, Helen Mirren e Greta Gerwig, in cui più interessante pare la colonna sonora. Il blog Vulture del New York Magazine spiega che comprenderà una cover della vecchia canzone del film (allora cantata da Christopher Cross) eseguita da Fitz and the Tantrums, due canzoni di Ben Gibbard dei Death Cab for Cutie e una nuova collaborazione tra il produttore/dj/celebrity Mark Ronson e il cantante australiano Daniel Merryweather, che Vulture anticipa in streaming: “A little bit better”.
La colonna sonora del nuovo “Arthur”. In streaming la nuova collaborazione di Mark Ronson e Daniel Merriweather.
La forma di donazione del rene che ci è più familiare, perché la fa qualcuno che conosciamo o perché ne leggiamo sui giornali, è quella in cui una persona dona un rene a un parente o a un amico con il quale è compatibile. Senza un rene si può condurre una vita quasi uguale a prima, senza due reni si conduce invece una vita molto difficile e più breve della media. Proprio per questa grande differenza tra la vita da donatori di un rene e quella di chi è in attesa di una donazione – donatore e ricevente devono essere compatibili – ci sono persone che scelgono di sottoporsi all’asportazione dell’organo per donarlo “alla collettività”, cioè a una persona sconosciuta. Uno di loro, Dylan Matthews, ha raccontato la sua storia su Vox, oltre che in un video. Matthews ha partecipato a una catena di donazioni, un protocollo che è stato ripetuto diverse volte negli Stati Uniti e un paio di volte anche in Italia, dove la donazione di un rene a uno sconosciuto è chiamata “donazione samaritana”, ed è regolata dal ministero della Salute. Può succedere, infatti, che una persona abbia bisogna di un rene, ma che l’amico o il parente che accetta di donarglielo non sia compatibile. In questi casi si può aspettare che un’altra coppia di persone sia nella stessa situazione, e se tra di loro sono compatibili si procede a una donazione “cross over”.
Avete mai pensato di donare un rene a uno sconosciuto? a voi non serve poi così tanto, ma può cambiare la vita di chi lo riceve: lo ha fatto un giornalista di Vox, e lo ha raccontato.
Da anni ci si interroga su come le piattaforme di streaming abbiano cambiato le nostre abitudini musicali, e di conseguenza la musica: dalle playlist che possono decretare la fortuna di canzoni insospettabili al rinnovato successo della musica vecchia e di catalogo, dalle truffe per gonfiare gli ascolti dei dischi fino all’accorciarsi delle canzoni per venire incontro al lasso di tempo medio di attenzione, sempre più breve. Mentre è arrivato TikTok a scombinare ulteriormente le cose, portando canzoni nate quasi per scherzo in una cameretta a battere il record della classifica di Billboard, Pitchfork ha osservato una nuova conseguenza dello streaming sulla musica: i dischi spezzettati. L’anno scorso il cantautore americano Bill Callahan, uno dei più apprezzati e stimati nel filone del country alternativo e del folk contemporaneo, ha pubblicato il suo ultimo disco, Shepherd in a Sheepskin Vest, scegliendo un metodo di distribuzione insolito. Il disco fisico è uscito il 14 giugno, ma nelle tre settimane precedenti erano usciti negli store digitali e in streaming i primi tre lati del doppio vinile, cioè le prime sedici canzoni, sulle venti totali. «Dalla mia stessa esperienza so che con lo streaming è facile farsi tentare e – anche se ti sta piacendo una canzone – chiedersi cosa c’è dopo, e “skippare”. Quindi abbiamo voluto pubblicare il disco con calma» ha spiegato Callahan.
Avremo sempre più dischi “spezzettati”? ci stanno provando alcuni artisti, per venire incontro alla velocità con cui lo streaming ci ha abituato a consumare e dimenticare la nuova musica.
Il 14 agosto si è chiuso il bando per il piano straordinario di assunzioni previsto dalla riforma della scuola approvata dal Parlamento nelle scorse settimane e proposta dal governo Renzi, per cui sono arrivate oltre 71 mila domande: un piano massiccio e in controtendenza con decenni di tagli alle risorse e al personale della scuola, che il governo ha difeso e presentato come una delle misure principali introdotte con la riforma. Nel frattempo, però, sempre più insegnanti si stanno lamentando – parlando, con toni piuttosto forti, di “deportazione” – del modo in cui verranno distribuite le cattedre, che costringerà alcuni di loro a doversi spostare in un’altra regione: gran parte dei docenti precari si trova infatti nel Sud Italia, mentre le cattedre disponibili indicano che gli insegnanti servono di più al Nord. Secondo il sindacato ANIEF dovranno spostarsi dal sud al nord circa 15 mila persone, un docente su cinque. Roberta Carlini, già giornalista del Manifesto, spiega su Internazionale come funziona il piano di assunzioni, cercando di fare chiarezza tra le critiche più o meno legittime degli insegnanti e le decisioni del governo.
Gli insegnanti e le accuse di “deportazione”. Perché si discute del piano straordinario di assunzioni previsto dalla riforma della scuola, che porterà circa 15mila docenti precari a cambiare regione.
L’imprenditore statunitense Elon Musk ha sempre detto di voler rendere il genere umano una “specie multiplanetaria”: dare la possibilità, a chi lo desidera, di lasciare la Terra e stabilirsi su un altro pianeta per colonizzarlo, come secoli fa fecero gli europei in America. Ieri Musk – che è la persona vivente più simile a Tony Stark e tra molte altre cose è CEO di SpaceX, tra le più importanti compagnie private spaziali statunitensi – è salito sul palco del 67esimo International Astronautical Congress a Guadalajara, in Messico, per tenere una presentazione che a molti ha ricordato gli eventi organizzati dalle grandi aziende tecnologiche per mostrare i loro nuovi prodotti, prima tra tutte Apple. Invece di annunciare uno smartphone o un computer di ultima generazione, però, Musk ha presentato al mondo un nuovo veicolo di trasporto spaziale alto più di 100 metri e il suo piano per colonizzare il nostro Sistema solare, iniziando con la costruzione di una colonia su Marte entro i prossimi 40-100 anni. Per una specie che non si è mai spinta oltre l’orbita lunare, è un obiettivo senza precedenti e complicatissimo da realizzare, ma secondo Musk non è impossibile: e dice che è l’unico scopo per cui ha messo insieme la sua fortuna economica. Per alcuni, invece, è semplicemente una follia. Premessa Nelle prossime righe leggerete di viaggi interplanetari, di razzi giganteschi, di astronavi che fanno rifornimento in orbita e molte altre cose da libri di fantascienza. In passato ci sono già stati annunci di questo tipo da parte di società e personaggi in cerca di visibilità o poco raccomandabili, che in molti casi si sono rivelati per ciò che erano: trovate pubblicitarie o grandi truffe. SpaceX invece è una società che esiste davvero: porta regolarmente cose nello Spazio, impiega più di 4mila persone, ha contratti in corso con la NASA e conti in ordine. Il piano di Musk va preso con la giusta dose di scetticismo, ma nel suo essere incredibile è a oggi la cosa più concreta e articolata mai presentata per portare esseri umani su altri mondi.
Il piano di Elon Musk per colonizzare Marte. L'imprenditore americano capo di SpaceX vuole trasformarci in una "specie multiplanetaria", e ieri ha descritto un progetto da far girare la testa: può funzionare?.
Il SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence, Ricerca di Intelligenza Extraterrestre) è un programma scientifico statunitense ideato negli anni Sessanta dall’astronomo Frank Drake e dedicato alla ricerca di vite extraterrestri nell’universo. Si tratta di un’organizzazione no-profit nata ufficialmente nel 1974 e che ha sede a Mountain View, in California. Il suo laboratorio ad Hat Creek, come scrive il New York Times, è stato attivo fino ai primi mesi del 2011, quando il programma ATA (Allen Telescope Array) per ascoltare voci e rumori di vite extraterrestri, realizzato in collaborazione con il Laboratorio radioastronomico dell’Università di Berkeley, è stato interrotto per mancanza di fondi. Il SETI ha ricevuto fondi pubblici dagli Stati Uniti per studiare le possibili voci degli extraterrestri fino al 1993, quando il Congresso ha tagliato il progetto di ricerca di vite aliene su mille stelle vicine. Da allora il SETI ha dovuto procurarsi autonomamente il denaro per proseguire i suoi studi. Dopo lo stop avvenuto all’inizio del 2011, lo scorso dicembre, il laboratorio del SETI a Hat Creek è tornato a funzionare grazie a vari finanziamenti ricevuti da privati, tra cui 220mila dollari raccolti grazie a una specifica campagna sul web. Ora, tra l’altro, sembra molto vicino un accordo con l’aeronautica militare statunitense, che dovrebbe contribuire alle spese del centro: ammontano a circa 1,5 milioni all’anno, a cui si deve aggiungere un altro milione in retribuzioni agli scienziati. In cambio l’aeronautica utilizzerebbe i telescopi del SETI per tracciare il movimento dei satelliti e dei detriti spaziali.
Il rilancio del SETI. Il progetto scientifico americano per la ricerca di forme di vita dell'universo, sospeso per mancanza di fondi, ha trovato nuove risorse (grazie a Internet).
Oggi alle 18 sarà inaugurata a Reggio Emilia la manifestazione internazionale Fotografia Europea, promossa dal 2006 dal Comune e dedicata alla fotografia come strumento di riflessione sul mondo contemporaneo. L’evento comprende conferenze, incontri e numerose mostre che ruotano ogni anno attorno a un tema diverso e attuale. Quello di quest’anno è Vedere. Uno sguardo infinito, e prende come punto di partenza le opere di Luigi Ghirri, uno dei più grandi fotografi italiani del Novecento, nato a Scandiano (in provincia di Reggio Emilia) nel 1943 e morto a Roncocesi nel 1992. Per l’occasione è stata allestita ai Chiostri di San Pietro la retrospettiva a lui dedicata Pensare per immagini, che espone 300 sue fotografie, oltre a una ricca selezione di cartoline, libri, riviste e dischi. La mostra è suddivisa in tre sezioni tematiche – Icone, Paesaggi, Architetture – ed è accompagnata da citazioni del fotografo, che aiutano il pubblico a comprendere meglio il suo lavoro. Oltre a quella di Ghirri, il festival organizza molte altre mostre: dalle riflessioni sul libro fotografico di Adam Broomberg e Oliver Chanarin, alle immagini di moda di Sarah Moon, alle creazioni di Silvia Camporesi, Paolo Simonazzi e Andrea Ferrari. Alla manifestazione partecipa quest’anno anche la famosa agenzia fotografica internazionale Magnum Photos, che ha curato la retrospettiva di Herbert List, con un centinaio di opere.
La mostra di Luigi Ghirri a Reggio Emilia. Le immagini meravigliose di uno dei più grandi fotografi italiani del Novecento, esposte da oggi durante una manifestazione internazionale.
È stato arrestato a João Pessoa, nel nordest del Brasile, Rocco Morabito, uno dei più importanti capi della ‘ndrangheta calabrese, inserito dal ministero dell’Interno italiano nell’elenco dei latitanti più pericolosi. Morabito ha 54 anni ed è originario di Africo, in provincia di Reggio Calabria. Deve scontare in Italia una condanna definitiva a 30 anni di carcere per associazione di stampo mafioso e traffico di droga, e prima dell’arresto era considerato il più importante latitante italiano dopo Matteo Messina Denaro. Morabito era già stato arrestato: nel settembre 2017 era stato fermato dalla polizia uruguaiana in un hotel della capitale Montevideo, dopo una latitanza di 23 anni. Secondo le indagini di allora, in quel periodo Morabito viveva a Punta del Este, una delle più note località turistiche del paese. Nel marzo 2019 l’Uruguay aveva autorizzato l’estradizione in Italia, ma poco prima che potesse avvenire Morabito era riuscito a evadere da una terrazza del carcere di Montevideo dov’era detenuto. Dopo la sua fuga, scrive il Corriere della Sera, erano stati indagati 15 poliziotti per averne favorito l’evasione.
È stato arrestato Rocco Morabito, uno dei principali capi della ‘ndrangheta. È stato fermato in Brasile, era considerato il più importante latitante italiano dopo Matteo Messina Denaro.
Ogni edizione delle Olimpiadi passa alla storia per le imprese sportive e i record degli atleti e, meno spesso, per disordini e imprevisti. Con ogni probabilità queste Olimpiadi passeranno alla storia anche come le prime in cui i social network, e soprattutto Twitter, abbiano avuto un ruolo significativo in più di un episodio, complice la loro grande diffusione anche tra gli atleti in gara. Di norma gli atleti usano i social network per ricevere – e ritwittare, spesso – complimenti e incoraggiamenti da parte dei tifosi, per esprimere pareri sulle loro gare e quelle dei loro colleghi, per pubblicare foto di allenamenti e momenti di vita privata. In alcuni casi però i tweet sono andati al di là degli eventi olimpici e hanno creato qualche problema. Anche per questo il CIO (Comitato Internazionale Olimpico) aveva promosso una rete, The Olympics Athletics Hub, per connettere gli atleti e i propri follower, ponendo limitazioni e regole che sono state inoltrate a tutti i paesi partecipanti. Il CIO ha scritto in un regolamento che «i tweet devono essere in prima persona, in un formato stile diario e non giornalistico – ovvero non devono riportare fatti su concorrenti o commenti sulle attività degli altri partecipanti o persone accreditate, o rivelare nessuna informazione confidenziale o privata in relazione ad altre persone e all’organizzazione».
Le Olimpiadi e Twitter. Otto storie di proteste, prese in giro, errori, polemiche e razzismo che sono passate dalla più grande novità concreta di questa edizione dei Giochi.
L’Aventino è uno dei sette colli su cui la tradizione vuole che sia stata costruita Roma. Aventino, Campidoglio, Celio, Esquilino, Palatino, Quirinale, Viminale, è una delle liste ipotizzate: che uno non se li ricorda mai (un’altra volta facciamo i re). Oggi sull’Aventino ci sono belle case e deliziose passeggiate da fare: per i romani è un posto, un colle, appunto. Per i non romani l’Aventino è più conosciuto per l’uso che si fa del suo nome come sinonimo di pacifica protesta secessionista. Per via di accadimenti storici che risalgono all’epoca romana – le proteste dei plebei che si ritiravano dalla città – citati come precedente quando nel 1924 un gruppo di deputati italiani abbandonò i lavori del Parlamento riunendosi separatamente (in una sala detta da allora Sala dell’Aventino) per protestare contro l’omicidio dell’onorevole Giacomo Matteotti compiuto dai fascisti.
Editoriale – L’Aventino è un colle. La spinta insurrezionale all'interno del PD è rientrata nei ranghi, sconfitta sul campo.
Mentre a Torino è in corso il processo sul controverso trattamento “Stamina” – che secondo i suoi ideatori sarebbe stato a base di cellule staminali e in grado di curare malattie gravi e invalidanti per le quali non esistono cure – il Senato ha concluso la sua indagine conoscitiva sulla vicenda. Come spiega la staminologa e senatrice a vita Elena Cattaneo, che segue da tempo il caso, la fine dell’indagine è il primo passo verso la creazione di nuove norme per evitare che in futuro si possano ripetere vicende come quella di Stamina. Cattaneo ricorda comunque che le regole per evitare che la vicenda Stamina proseguisse per anni esistevano già e che semmai è mancata la capacità di utilizzarle in modo appropriato, anche a causa di una mancata volontà da parte della magistratura di “approfondire i minimi presupposti medico-scientifici, ma anche di accertare i requisiti regolatori già presenti nelle norme italiane”. Davide Vannoni, il fondatore di Stamina, il suo più stretto collaboratore Mario Andolina e molte altre persone coinvolte nella vicenda hanno chiesto durante il processo di Torino di patteggiare la pena. Dall’esito dell’indagine conoscitiva, dalle audizioni dei Nas e dell’Aifa ma anche di altri soggetti, dal lavoro prezioso di alcune testate giornalistiche e di alcuni mezzi televisivi ma anche dagli interventi dell’attuale ministro della Salute, emerge chiaramente quel che Stamina non è. Non è un metodo, non è una terapia, non è una cura, non è compassione, non è un testo tecnico-scientifico, non è una sperimentazione clinica, non è una preparazione di staminali e tantomeno di staminali convertite in neuroni. È invece l’affascinamento per una parola vuota che è la storpiatura di una parola vera, che è stata irresponsabilmente tradotta nell’iniezione intratecale in adulti e bambini. È una vicenda che ha investito il potere esecutivo, legislativo, giudiziario, coinvolgendo i media, la comunità scientifica, che si è intrecciata con la sensibilità dei cittadini, ingenerando false aspettative di aiuto nei confronti di persone colpite da malattie attualmente inguaribili e sulle quali la ricerca mondiale continua il suo serio lavoro. Stamina è anche un tentativo di frode brevettuale, un tentativo di frode commerciale, l’abuso dello stato di malattia, il tradimento del senso d’umanità.
Stamina non si deve ripetere. Mentre il processo per il controverso trattamento continua, la staminologa e senatrice a vita Elena Cattaneo chiede "come sia potuta succedere una simile follia".
Da sabato 6 e fino a martedì 9 ottobre i sostenitori e le sostenitrici di Potere al Popolo (PaP) potranno votare online per stabilire lo statuto del proprio movimento: una delle due proposte è però rimasta senza i suoi autori, cioè Rifondazione Comunista, che ha di conseguenza invitato i suoi iscritti a non partecipare al voto. Il punto principale del contrasto ha a che fare proprio con la forma che dovrebbe avere Potere al Popolo nel futuro: se debba cioè essere un “soggetto unico” o se debba mantenere l’attuale struttura di coalizione di partiti e associazioni già esistenti, e che hanno scelto inizialmente di aderirvi. Da tutto questo dipenderanno le scelte future del movimento, compresa se e come presentarsi alle elezioni europee del 2019. Potere al Popolo è nata come lista per le elezioni politiche dello scorso marzo, senza costituirsi come un partito: da subito è stata creata un’associazione per presentare la lista ma era stato già annunciato (come indicato nel manifesto) che la lista sarebbe stata uno strumento per dare vita a un soggetto politico più ampio. Al momento della sua formazione Potere al Popolo era composto e sostenuto principalmente – ma non solo – da Rifondazione Comunista e dal gruppo di attivisti che fa riferimento all’ex Ospedale psichiatrico giudiziario di Napoli (l’ex Opg Je so’ pazzo) tra cui ci sono la portavoce Viola Carofalo e altri movimenti anticapitalisti come Eurostop. Alle elezioni del 4 marzo la lista di PaP ottenne l’1,13 per cento alla Camera e l’1,06 per cento al Senato, venendo votata da circa 300.000 persone e non eleggendo alcun parlamentare.
C’è una scissione dentro Potere al Popolo. Rifondazione Comunista ha chiesto di boicottare il voto in corso per decidere tra due bozze di statuto, mettendosi fuori dalla lista che prese l'1 per cento alle elezioni.
Landed è un’installazione realizzata dall’artista australiano Ian Strange in occasione della Biennale d’arte australiana di Adelaide, la più importante esposizione d’arte contemporanea del paese, in corso dal primo marzo all’11 maggio. Si tratta di una casa, costruita su modello delle tipiche abitazioni australiane del 1920, che sembra caduta dal cielo e piombata davanti alla Art Gallery of South Australia, dove si svolge la biennale. L’edificio, completamente nero, contrasta con l’architettura neoclassica del museo. Strange – che ha usato come modello la sua casa d’infanzia – spiega che «l’opera allude anche in modo giocoso e diretto al Mago di Oz e all’improvvisa comparsa della cultura occidentale in Australia». Altre foto di Landed si possono guardare sul sito di Strange, dove si trovano anche altri suoi progetti, in particolare Suburban – esposto alla National Gallery of Victoria nel 2013 – e Final Act, in mostra fino al 23 marzo al Canterbury Museum, Christchurch, in Nuova Zelanda. Ian Strange si può seguire anche su Facebook e Twitter.
Una casa piovuta dal cielo ad Adelaide. Le foto dell'installazione realizzata dall'artista Ian Strange per la Biennale d'arte australiana.
Il consiglio di amministrazione di Nuovo Trasporto Viaggiatori, la società proprietaria dei treni Italo, ha nominato Luca Cordero di Montezemolo presidente della società e Flavio Cattaneo nuovo amministratore delegato. Montezemolo è stato tra i fondatori di NTV, di cui è stato presidente dalla sua fondazione nel 2006 al 2012. Cattaneo era già stato amministratore delegato di NTV dal febbraio 2015 al marzo 2016. L’attuale presidente, Andrea Faragalli Zenobi, ha comunicato oggi la sua intenzione di dimettersi dall’incarico per ragioni personali. Le dimissioni saranno effettive a partire dal prossimo 30 settembre. Dopo alcuni anni di crisi, nel 2016 NTV ha chiuso il suo primo bilancio in attivo.
Luca Cordero di Montezemolo e Flavio Cattaneo sono stati nominati presidente e amministratore delegato di NTV.
Alla chiusura del G20 di Brisbane, in Australia, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto che le sanzioni internazionali stanno avendo un effetto “devastante” sull’economia russa. Questa settimana, l’agenzia di stampa Bloomberg ha pubblicato un grafico che sembra confermare le parole di Obama. Negli ultimi mesi la borsa russa ha perso così tanto valore che oggi vale meno di Apple. Apple Now Worth More Than Entire Russian Stock Market http://t.co/Djm7hqXz6S
Il grafico che mostra come Apple oggi vale più dell’intera borsa russa. E non di poco, circa 120 miliardi in più: c'entrano le sanzioni, la pessima situazione economica del paese e il fatto che Apple vale proprio tanto.
Oggi il Wall Street Journal, in un articolo di Alessandra Galloni e Giovanni Legorano, scrive di un “prestito nascosto” di circa 2 miliardi di euro che il Monte dei Paschi di Siena avrebbe ottenuto dalla Banca d’Italia per aiutare i suoi conti in difficoltà alla fine del 2011. Nello stesso periodo, i dirigenti di MPS continuavano a descrivere la situazione di liquidità della banca come solida e non preoccupante. Il Wall Street Journal dice di basarsi su informazioni fornite da funzionari della Banca d’Italia e da “persone al corrente dell’accordo”, che finora non era stato reso pubblico. Il prestito venne concluso a ottobre del 2011 e in quel periodo MPS aveva esaurito le sue possibilità di ottenere prestiti dalla Banca Centrale Europea. Ormai dalla fine del 2007, però, stava facendo i conti con il problematico acquisto di Antonveneta, una banca comprata a oltre 10 miliardi di euro per il cui acquisto la Fondazione che controllava MPS era stata costretta a indebitarsi pesantemente.
Un “prestito nascosto” a MPS? lo fece nel 2011 la Banca d'Italia, dice il Wall Street Journal, mentre allo stesso tempo il Monte dei Paschi rassicurava sulle sue condizioni.
Negli ultimi tre anni la società di moda Saint Laurent ha raddoppiato il proprio fatturato. Il sito Business of Fashion ha attribuito il merito al nuovo direttore creativo: il designer franco-tunisino Hedi Slimane, che dal 2012 dirige la linea femminile del brand. Le vendite nel 2011 avevano ricavi per 353 milioni di euro, mentre il fatturato del 2014 è raddoppiato fino a 707 milioni di euro, come spiega anche il sito Fashionista. A spiegare questo successo nell’articolo di Business of Fashion, sono i responsabili di alcuni grandi magazzini internazionali, come Barneys New York, Lane Crawford (Cina), Selfridges (Londra) e di un portale di e-commerce, MyTheresa.com, che confermano l’incremento delle proprie vendite dei prodotti firmati Saint Laurent. L’aumento riguarda soprattutto i capi di abbigliamento mentre fino a tre anni fa, prima dell’arrivo di Slimane, erano piuttosto gli accessori a far ottenere i maggiori incassi. Il brand francese Yves Saint Laurent è stato fondato nel 1960 dallo stilista Yves Saint Laurent assieme al suo socio e compagno Pierre Bergé. Dalla metà degli anni Cinquanta Saint Laurent aveva lavorato da Christian Dior, sostituendolo per qualche anno alla sua morte. In poco tempo il successo di Yves Saint Laurent Rive Gauche, che era il nome completo della società, diventò mondiale investendo su una serie di novità che cambiarono il repertorio del vestiario femminile: lo smoking da donna, la giacca sahariana, il blazer, le stampe animalier. Saint Laurent fu il primo stilista a far sfilare sulle sue passerelle una modella di colore. Le sue collezioni spesso si ispiravano all’arte, di cui Saint Laurent era un grande estimatore: lui e Pierre Bergé hanno costruito negli anni una enorme collezione di opere d’arte. Nel 1999 Yves Saint Laurent fu acquistata da Gucci, che all’epoca era già controllata per il 42% dalla multinazionale Kering. Oggi la holding francese detiene il cento per cento delle quote del marchio. Negli anni in cui Gucci acquisì Yves Saint Laurent, lo stilista disegnava la linea di Haute Couture, mentre il prêt à porter fu affidato allo stilista Tom Ford. Nel 2002, quando il fondatore lasciò definitivamente la sua azienda per ragioni d’età (morì nel 2008 per un tumore al cervello, a 71 anni), la direzione artistica venne affidata all’italiano Stefano Pilati, che disegnò le collezioni fino al 2012, anno in cui fu sostituito da Hedi Slimane.
Il successo di Saint Laurent. In tre anni con il nuovo direttore creativo Hedi Slimane il leggendario brand di moda ha raddoppiato i suoi ricavi (e perduto il suo "Yves").
Glen Campbell, musicista americano popolare soprattutto nella musica country ma con frequenti inclinazioni verso il rock e il pop, è morto martedì a Nashville, a 81 anni, “dopo una lunga e coraggiosa battaglia” contro il morbo di Alzheimer, ha comunicato la famiglia. Campbell aveva avuto grandi popolarità, anche con un suo show televisivo, in particolare negli anni Sessanta e Settanta, quando aveva registrato con enormi successi canzoni come “Gentle on my mind”, “By the time I get to Phoenix”, “Galveston” e “Rhinestone cowboy”. In tutta la sua carriera (all’inizio della quale aveva suonato con la band dei Beach Boys) aveva pubblicato più di settanta dischi, vendendone un numero stimato di 45 milioni di copie. Campbell aveva anche recitato in diversi film (tra cui Il “Grinta” con John Wayne) e aveva annunciato pubblicamente la sua malattia nel 2011, con un ultimo tour di saluto al suo pubblico di ben 150 date in oltre un anno.
È morto il cantante country Glen Campbell. Aveva 81 anni, aveva venduto 45 milioni di dischi e cantato la versione più famosa di "Gentle on my mind".
Martedì scorso, la Commissione Giustizia del Senato aveva approvato un emendamento presentato dal senatore Felice Casson del PD che modificava l’articolo 414 del codice penale, quello che riguarda l’istigazione a delinquere. La norma, presentata da tutti i gruppi e votata a maggioranza, prevede un aggravio di pena del 50 per cento «se l’istigazione o l’apologia riguarda delitti di terrorismo, crimini di genocidio, crimini contro l’umanità o crimini di guerra. La stessa pena si applica a chi nega l’esistenza di crimini di genocidio o contro l’umanità». Mercoledì 16 ottobre, giorno del settantesimo anniversario del rastrellamento del Ghetto di Roma, il presidente del Senato Piero Grasso aveva inoltre chiesto che la Commissione Giustizia approvasse direttamente un disegno di legge che avrebbe previsto una pena per «chi nega l’esistenza di crimini di genocidio o contro l’umanità»; ma poiché il regolamento del Senato prevede che il presidente possa assegnare la sede deliberante solo se non c’è la contrarietà di un gruppo «che abbia forza sufficiente», la decisione è stata rinviata all’analisi dell’aula per iniziativa di alcuni senatori del Movimento 5 Stelle e di Enrico Buemi del PD. Buemi ha poi detto che «la fretta con cui si voleva procedere senza neppure convocare la riunione dei capigruppo offende la memoria delle vittime dell’Olocausto»
Breve storia del negazionismo. E perché se ne parla tanto in questi giorni.
Il 14 agosto 2015 compie 70 anni Steve Martin, attore e comico statunitense che ebbe un massimo di popolarità internazionale con alcuni film di successo tra gli anni Ottanta e Novanta, ma la cui carriera e notorietà americane durano ininterrottamente da più di quarant’anni: nel 2013 ha ricevuto un premio Oscar onorario (e nella sua carriera cinque nomination per i Golden Globe). Comunque, per chi non lo ha così ben presente, ci sono queste foto, e una dritta: è quello che ha sempre avuto i capelli bianchi, da quando aveva poco più di trent’anni, e questo ha reso la sua faccia riconoscibilissima, dandogli un’impressione di maturità che per contraddizione ne ha costruito l’immagine particolare di comico e battutista. E se invece volete sapere in quali film potete averlo visto, ecco: Il mistero del cadavere scomparso (1982), spiritosissima e inventiva parodia di film hard-boiled piena di gag memorabili; Ho sposato un fantasma (1984), giudicata in genere la sua commedia migliore; I tre amigos (1986), non un capolavoro ma era di John Landis e allora se ne parlò; La piccola bottega degli orrori (1986), bizzarra storia con un suo culto, allora, in cui Martin era il formidabile dentista; Roxanne (1987), in cui riusciva a funzionare anche come protagonista di una storia d’amore con Daryl Hannah (l’adattamento da Cyrano era suo, e fu assai premiato); Parenti, amici e tanti guai (1989), commediola piacevole di Ron Howard e musica di Randy Newman; Il padre della sposa (1991), remake in cui lui faceva la parte già di Spencer Tracy; Grand Canyon (1991), film altmaniano di Lawrence Kasdan, più ambizioso dei precedenti e con un ruolo più “serio” per Martin; La pantera rosa 1 e 2 (2006 e 2009), i remake un po’ inutili dell’inarrivabile precedente con Peter Sellers, ma di grande successo.
Finalmente ha 70 anni, Steve Martin. Sembrava li avesse da un pezzo, per via dei capelli bianchi precoci: informazioni varie per ricordarselo o apprezzarlo ancora.
Rupert Murdoch, il magnate australiano proprietario di News Corp. la società che tra i tanti controlla il Wall Street Journal e la Fox, si è messo al lavoro per creare il primo quotidiano concepito esclusivamente per iPad. Il nuovo giornale si chiamerà The Daily e secondo numerosi analisti sarà realizzato in collaborazione con Apple, interessata a offrire sul proprio App Store una applicazione innovativa per l’informazione, così da dimostrare la possibilità di creare prodotti editoriali solo per iPad e non semplici derivazioni delle pubblicazioni già disponibili su altro supporto, come carta e internet. Al momento le informazioni sul progetto sono poche, ma alcuni dettagli sembrano suggerire un impegno su larga scala di News Corp. e una conferma della visione di Murdoch dell’editoria digitale, che dovrà mantenersi non solo grazie alla pubblicità, ma anche ai contenuti a pagamento. Dallo scorso luglio, l’edizione online del britannico Times, controllato da News Corp., può essere consultata solo in abbonamento o con il pagamento di una sterlina per un singolo numero del giornale. Il Daily dovrebbe prevedere un modello di business simile, ma con un costo molto più basso intorno al dollaro a settimana.
Cosa sappiamo del Daily, giornale solo per iPad. Rupert Murdoch e Steve Jobs lavorano al primo quotidiano leggibile solo su tablet: sarà pronto nel 2011.
Il 12 novembre del 1989, 25 anni fa oggi, l’allora segretario del PCI Achille Occhetto, pronunciò a Bologna le frasi che aprirono la strada al passaggio dal Partito Comunista Italiano (PCI, sciolto nel 1991) al Partito Democratico della Sinistra (PDS). Era un periodo storico in cui i partiti contavano molto, così come le strutture e le lunghe discussioni al loro interno: quel momento fu chiamato la “svolta della Bolognina”, tra poco vedremo perché. Fu un momento molto importante per la storia della sinistra in Italia e, dunque, per la politica italiana in generale perché segnò la fine della storia del più grande partito comunista dell’Europa occidentale. Il contesto Il Partito Comunista Italiano (PCI) nacque nel gennaio del 1921 a Livorno come Partito Comunista d’Italia. Durante la Seconda guerra mondiale (con Palmiro Togliatti) diventò un importante partito nazionale, promuovendo e organizzando la Resistenza contro i tedeschi e il fascismo. Nel 1947 Alcide De Gasperi (fondatore della Democrazia Cristiana, ultimo presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia e primo della Repubblica Italiana) decise di estromettere le sinistre dal governo e il PCI passò all’opposizione, rimanendo fedele alle direttive politiche generali dell’Unione Sovietica ma sviluppando nel tempo una politica sempre più autonoma. Questo avvenne soprattutto negli anni Settanta e Ottanta, soprattutto durante la segreteria di Enrico Berlinguer che promosse il cosiddetto compromesso storico ,convinto che la rivoluzione comunista dovesse diventare «un processo interno allo sviluppo della democrazia».
Cosa fu la “svolta della Bolognina”. Il 12 novembre di 25 anni fa Achille Occhetto pronunciò le frasi che portarono alla fine del Partito Comunista Italiano.
Martedì Salesforce, una grande compagnia americana di cloud con sede a San Francisco, ha annunciato che comprerà Slack, la famosa app di chat per le aziende. Salesforce pagherà, un po’ in contanti e un po’ in azioni, 27,7 miliardi di dollari. È uno degli affari più grossi degli ultimi anni, e il più importante nel settore del cloud da molto tempo. L’acquisto di Slack è anche la più grande acquisizione mai fatta da Marc Benioff, il cofondatore e ceo di Salesforce, che da tempo cerca di trasformare la sua azienda in un concorrente pericoloso per le grandi compagnie della Silicon Valley, come Amazon, Google e Microsoft. Soprattutto quest’ultima, che ha molti servizi orientati al business, è un avversario diretto sia di Salesforce sia di Slack (ci torniamo). Salesforce è già una multinazionale molto grande, le cui entrate nel 2019 ammontavano a 16 miliardi di dollari. Le entrate di Microsoft nello stesso anno, però, sono state 143 miliardi.
Cos’è Salesforce e perché ha comprato Slack. L'azienda di cloud di San Francisco ha speso molti soldi per comprare una famosa app di chat: una mossa necessaria per resistere a Microsoft.
Durante la trasmissione Le invasioni barbariche di ieri sera, il sindaco di Bari Michele Emiliano ha raccontato le sue difficili ultime settimane, dopo un recente caso giudiziario che lo ha visto indirettamente coinvolto per i suoi rapporti con un importante gruppo imprenditoriale barese, quello dei Degennaro. Emiliano ha parlato della famosa vicenda del regalo di una cassetta di pesce – che conteneva le celebri cozze pelose, di cui il sindaco ha lodato le qualità gastronomiche – ricevuto dai Degennaro il 23 dicembre 2007. Emiliano, come aveva fatto nei giorni scorsi, è tornato a definire “un errore politico” dovuto anche alla sua “testardaggine” la nomina di Annabella Degennaro, 26 anni al momento della nomina, ad assessore alla “città turistica e commerciale”, alle politiche del lavoro e allo “sportello unico alle imprese”, tra le altre cose. Annabella Degennaro è figlia di Vito Degennaro, uno dei quattro fratelli a capo dell’azienda di famiglia, che è tra gli indagati dell’inchiesta. Emiliano ha difeso la sua scelta in base alla competenza della ragazza, ha detto che era l’unica donna che la sua coalizione elettorale gli avesse proposto come assessore e che si è “intestardito” personalmente nel volerla nominare, una scelta dettata dal fatto che la ragazza “aveva un curriculum di ferro”.
Emiliano alle Invasioni barbariche. Il sindaco di Bari ha parlato ieri sera dei suoi rapporti con il gruppo Degennaro e della celebre storia delle cozze pelose (sono buonissime, dice).
Kris Gilbert punta uno strano aggeggio verso una busta di polvere bianca e pochi secondi dopo scopre le caratteristiche della sostanza contenuta nel nylon. Kris è un sergente di Polk County (Florida, USA) e ha da poco avviato la sperimentazione di uno scanner di nuova generazione per rilevare le sostanze stupefacenti in meno di un minuto, senza la necessità di dover usare un kit per le analisi chimiche. Il dispositivo può riconoscere un centinaio di diversi composti chimici e potrebbe presto rivoluzionare le indagini sul campo delle forze di polizia. Il segreto del nuovo scanner è un particolare raggio laser che sfrutta un fenomeno fisico scoperto dal nobel per la fisica C. V. Raman negli anni Venti. Il fascio di luce inviato dal dispositivo viene assorbito dagli oggetti colpiti, mentre una piccola porzione della luce laser viene diffusa con una frequenza più bassa o più alta di quella originaria emessa dallo scanner. Ogni sostanza risponde diversamente, fornendo una propria “impronta” che può essere rilevata dal sistema per riconoscere le caratteristiche chimiche dell’elemento analizzato.
Uno scanner in tasca per riconoscere qualsiasi cosa. I nuovi scanner laser per identificare la composizione delle sostanze sono tascabili e meno costosi. Negli Stati Uniti alcuni modelli sono già sperimentati dalle forze di polizia.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, ci si iscrive qui. Matt Berninger che fa Distant Axis da questo suo benedetto disco che ormai arriva questa settimana. Di Angel Olsen parlo meglio presto: oggi dico solo che è una cantautrice americana trentatreenne che ha da poco pubblicato un disco molto apprezzato come i precedenti (a me non fa impazzire, confesso: lei brava ma le mancano le canzoni forti) e che malgrado questo ieri ha messo su Instagram un'altra canzone nuova, di 11 minuti (questa bella pure per me), dicendo lei stessa che non è proprio una cosa furba da fare, di solito. C'è un liberi tutti rispetto alle tradizionali programmazioni discografiche che è stato assai accelerato dallo sconvolgimento di quest'anno. La settimana scorsa è morto il più grande cantante iraniano che non avevate mai sentito nominare. L'ultimo direttore di Q, amato mensile di musica britannico che ha chiuso il mese scorso, ha raccontato su Twitter della "grossa somma" data al giornale da parte di Paul Heaton (degli Housemartins e Beautiful South). Heaton ha risposto, ringraziando per il premio creato apposta per questo. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone della Cinematic Orchestra. Ok, "quella canzone", la solita: ma magari non sapevate di chi fosse.
Il sito statunitense Slate ha deciso di intervenire nel vecchio e vasto dibattito che da molti anni mette contro ciclisti e pedoni di moltissime città del mondo. L’animosità che fino a poco tempo fa era prerogativa solo degli automobilisti – insulti, gestacci, eccetera – da tempo ha tracimato anche tra le persone che si muovono nelle grandi città senza prendere la macchina, spesso anche perché si contendono spazi identici o vicini. Slate si è rivolto a due donne, cittadine di New York, “rappresentanti” delle due fazioni, in modo da stabilire 10 grandi regole generali da rispettare affinché sia possibile una convivenza pacifica: Aisha, autista di metropolitana, ha rappresentato il gruppo dei pedoni; Laura, pendolare in bicicletta tra i quartieri di Brooklyn e Lower Manhattan, ha rappresentato quella dei ciclisti. Le regole si possono sintetizzare in “stai attento”, “dai la precedenza quando devi” e “non fare il cretino”. E valgono anche per molte altre città del mondo, a volerle adottare.
Decalogo per una tregua tra ciclisti e pedoni. Lo ha stilato Slate, può riassumersi in tre grandi massime: stai attento, dai la precedenza e non fare il cretino.
La casa editrice Fazi Editore ha inaugurato una nuova collana di libri digitali: si chiama “One Euro“, gli ebook sono scaricabili appunto al costo di un euro, in italiano e in inglese, e sono scritti da economisti, esperti di politica, relazioni internazionali e finanza. L’obiettivo della collana è fornire ai lettore gli strumenti per comprendere le relazioni internazionali contemporanee e la crisi finanziaria, economica e politica. Il primo libro di “One Euro” è scritto dal fondatore della casa editrice Elido Fazi e si intitola La terza guerra mondiale? La verità sulle banche, Monti e l’euro. Il libro analizza le cause dell’attuale crisi economica globale mescolandole a parti del racconto autobiografico dell’autore, con una scrittura molto efficace e chiara: e spiegando anche le economie in crescita della Cina e dell’India. Fazi ha 60 anni, si è laureato in Economia alla Sapienza di Roma, ha lavorato come manager dell’Economist Group e nel 1994 ha fondato la casa editrice. Oltre all’editore e all’economista fa anche il traduttore e lo scrittore.
L’euro, il mondo e “Barry”. Un capitolo del libro di Elido Fazi sulla sua vita e sulla "terza guerra mondiale", che inaugura la collana di ebook (a un euro) della sua casa editrice.
Quando il 27 gennaio del 2010 Steve Jobs presentò la prima versione di iPad, spiegò che il nuovo tablet di Apple avrebbe funzionato anche come un iPod e avrebbe consentito di riscoprire la propria libreria musicale grazie a nuovi menu ed effetti grafici. Nonostante le promesse, il sistema per ascoltare la musica sugli iPad si è rivelato del tutto simile a quello già impiegato sugli iPhone e gli iPod Touch, e forse anche per questo – oltre che, ovviamente, per le dimensioni dell’oggetto – non sono in molti a utilizzare il tablet di Apple per ascoltare la musica. Quelli di Bloom, un gruppo di ricerca e sviluppo di nuovi sistemi per mostrare dati e informazioni in formato digitale in forma creativa, hanno deciso di creare Planetary, un’applicazione che cerca di innovare il modo di consultazione e ascolto della tua libreria musicale. Come suggerisce il nome, l’applicazione costruisce una galassia di pianeti e lune in un ambiente virtuale sfruttando l’elenco di canzoni che hai caricato nel tuo iPad. La galassia può essere esplorata attraverso lo schermo touchscreen e ti consente di trovare e riscoprire le tue canzoni volando da un sistema planetario all’altro.
La musica su iPad con Planetary. Un'applicazione fa diventare la tua libreria musicale una galassia fatta di pianeti e stelle, cioè album e canzoni.
Sabato 23 gennaio ci sono state le premiazioni dei Producers Guild Awards, i premi assegnati dalla Producers Guild of America (PGA), il sindacato dei produttori cinematografici e televisivi americani. I PGA Awards sono considerati un buon indicatore di quello che succederà agli Oscar: negli ultimi otto anni infatti il film che ha vinto il premio come miglior film ai PGA ha ricevuto anche l’Oscar per la stessa categoria (nel 2013 vennero premiati insieme 12 anni schiavo e Gravity: l’Oscar lo vinse il primo). Quest’anno il premio è stato vinto – un po’ a sorpresa – da The Big Short – La grande scommessa, il film di Adam McKay con Brad Pitt, Christian Bale, Steve Carrell e Ryan Gosling sulla crisi finanziaria del 2008. Dopo il risultato ai PGA ora diversi bookmaker considerano The Big Short – La grande scommessa come il favorito per la vittoria degli Oscar, davanti agli altri film che si pensava avessero maggiori possibilità di vincerlo, come Il caso Spotlight, Revenant – Redivivo e The Martian – Sopravvissuto. Gli altri film candidati al PGA come miglior film erano Il ponte delle spie, Brooklyn, Mad Max: Fury Road, Il caso Spotlight, Revenant – Redivivo, The Martian – Sopravvissuto, Straight Outta Compton, Sicario e Ex Machina.
Chi ha vinto i Producers Guild Awards. Sono i premi assegnati dal sindacato dei produttori cinematografici e televisivi americani: da otto anni chi li vince poi vince l'Oscar.
Il 12 maggio uscirà in Italia Money Monster – L’altra faccia del denaro il nuovo film di Jodie Foster da regista, con George Clooney, Julia Roberts, Jack O’Connell e Dominic West. Money Monster non è il primo film di Jodie Foster da regista – nel 2011 ha diretto la commedia Mr Beaver e negli ultimi anni anche alcune puntate delle serie tv Orange is The New Black e House of Cards – ma è il suo primo film drammatico e di una certa complessità narrativa. Il film è costato circa 30 milioni di dollari e uscirà in tutto il mondo nei prossimi giorni. La trama Money Monster è un thriller che racconta la storia di Lee Gates (George Clooney), esperto di finanza e conduttore di un programma televisivo di consigli finanziari chiamato “Money Monster”, che viene preso in ostaggio durante una diretta della sua trasmissione da un uomo (Kyle Budwell, interpretato da Jack O’Connell) che ha perso tutti i suoi soldi dopo aver seguito i consigli dati da Gates nella sua trasmissione. Julia Roberts interpreta invece la produttrice di “Money Monster”, che per tutta la durata del sequestro rimane in contatto con Gates e cerca di aiutarlo a salvarsi la vita. Il sottotitolo originale del film è Not every consipracy is a theory e allude a un ulteriore svolgimento della trama del film: Kyle Budwell sostiene di aver perso tutti i suoi soldi per via di una sorta di grande complotto su cui si regge la finanza mondiale; Gates, inizialmente scettico, si trova progressivamente coinvolto nel cercare una risposta per le teorie di Budwell fino a convincersi della loro verità.
Una scena di “Money Monster”. È il nuovo film di Jodie Foster da regista, con George Clooney sequestrato in uno studio televisivo da un complottista.
Lunedì sera la stazione della metropolitana di Roma di Colli Albani, sulla linea A, è stata chiusa dopo essersi allagata per le forti piogge. Nel tardo pomeriggio la città è infatti stata colpita da un violento temporale, accompagnato da venti intensi: i tombini ostruiti dalle foglie hanno causato un allagamento di alcune strade e dei locali della fermata della metropolitana. Sono stati riportati danni anche in quelle di San Giovanni e di Subaugusta, dove sono stati chiusi però soltanto alcuni ingressi. #info #atac – METRO A: chiusa stazione Colli Albani per danni da maltempo #Roma
A Roma la stazione della metropolitana Colli Albani è stata chiusa dopo essersi allagata per le forti piogge.
Google ha riempito un vuoto vistoso su Google Maps, pubblicando per la prima volta una mappa della Corea del Nord. Le vie, le strade e buona parte delle città non erano praticamente esistite fino a ora sul servizio per ottenere informazioni geografiche e indicazioni stradali. Il motivo è in larga misura dovuto all’estrema chiusura del regime nordcoreano, che difficilmente consente a persone esterne di visitare il paese e ancor meno di censire le sue infrastrutture, si tratti di strade, ferrovie o di altri sistemi. Come spiegano sul blog ufficiale di Google Maps, le nuove mappe sono state realizzate grazie al contributo di centinaia di persone, che attraverso il sistema Google Map Maker hanno segnalato nomi delle strade e la collocazione di particolari punti di interesse. Lo hanno fatto per anni e, raccolta una mole ritenuta sufficiente di informazioni, quelli di Google hanno infine deciso di pubblicare una prima versione delle mappe per la Corea del Nord.
La Corea del Nord vista dall’alto. Google ha pubblicato per la prima volta una mappa dettagliata del paese, con nuove foto satellitari più definite di Pyongyang (molto grigio).
Google ha reso l’eliminazione automatica dei dati di navigazione – introdotta più di un anno fa – predefinita per i nuovi utenti: prima di mercoledì 24 giugno la funzione doveva essere attivata manualmente, mentre ora sarà già attiva per tutti i nuovi utenti e per chi attiva per la prima volta la cronologia delle posizioni. Sundar Pichai, capo della società che controlla Google e tutti i suoi prodotti, ne ha parlato in un post in cui spiega come funziona: per tutti i nuovi utenti, l’impostazione predefinita prevede che i dati di navigazione vengano eliminati dopo un anno e mezzo, mentre prima i dati rimanevano in possesso di Google finché non era l’utente a eliminarli. Si può anche cambiare manualmente l’impostazione e scegliere che i dati vengano eliminati dopo tre mesi, ma in ogni caso per poter attivare la funzione bisogna avere la cronologia delle posizioni attiva. Tutto questo è valido solamente per i nuovi utenti o per quelli che attivano la cronologia delle posizioni per la prima volta: i vecchi utenti che avevano già la cronologia delle posizioni attiva, invece, dovranno attivare manualmente l’eliminazione automatica dei dati (qui), sempre scegliendo se mantenerli per un anno e mezzo o per tre mesi.
Google ha introdotto una nuova funzione a tutela della privacy. La cancellazione automatica dei dati, introdotta un anno fa, ora sarà predefinita per tutti i nuovi utenti.
IMDb (cioè Internet Movie Database) è il più grande sito al mondo sul cinema: esiste dal 1990 e dal 1998 è di Amazon. Ha più di 250 milioni di visitatori unici al mese, è strapieno di informazioni di ogni tipo sui film (e da un po’ di tempo anche sulle serie tv) e permette ai suoi utenti registrati – che a gennaio erano circa 70 milioni – di dare un voto a ogni film, da 1 a 10. Una delle cose più vistate su IMDb è la Top 250, la classifica dei migliori 250 film di sempre secondo i voti dei suoi moltissimi iscritti. Partendo da questa classifica – e prendendo spunti dal sito che documenta com’è cambiata dal 1996 a oggi – abbiamo raccolto un po’ di dati interessanti e curiosi sui film che ne fanno parte. Com’è la classifica ora, quanti film italiani ci sono e quali c’erano fino a un po’ di tempo fa, chi sono i registi con più film, quanti film sono passati dalla classifica, com’era la classifica nel 1996, nel 2000 o 10 anni fa. Quali sono i migliori film per genere, qual è quello più lungo o vecchio, o quello con più voti totali. Poi, alla fine, c’è anche qualcosina sulla classifica opposta: la Bottom 100, quella dei peggiori film di sempre.
15 cose sulla classifica dei migliori film di IMDb. Il film italiano messo meglio, la classifica di 10 e 20 anni fa, il miglior film noir e molte altre cose curiose o interessanti (compresi i film più brutti).
Nel mondo della moda è l’evento dell’anno, paragonabile per sfarzo soltanto ai premi Oscar: è il Met Gala, la serata di beneficenza che inaugura la mostra annuale del Costume Institute del Metropolitan Museum di New York, che viene organizzata sempre il primo lunedì di maggio e si è tenuta quindi ieri. Il Met Gala è anche la più dispendiosa e scenografica delle feste a tema, visto che gli ospiti sono invitati a vestirsi prendendo spunto dall’argomento della mostra, quest’anno dedicata agli abiti del Vaticano e della Chiesa e a come hanno influenzato la moda: attori, modelle, cantanti e le celebrities che contano, quasi tutte presenti all’evento, hanno fatto sfoggio di aureole, veli e strascichi da madonne, pizzi scuri, broccati rossi cardinalizi, fino alle ali indossate da Katy Perry e alla veste papale di Rihanna, un abito corto con corsetto e strascico di Maison Margiela, tiara, cavigliera di perle e crocifisso al petto. Sono piaciute anche Kate Bosworth con un abito delicato corredato da velo, la modella Rose Huntington-Whiteley, Emilia Clarke ricoperta di angioletti in Dolce&Gabbana e Blake Lively in porpora e broccato argentato; per chi apprezza un gusto più appariscente c’erano le rapper Cardi B, Nicki Minaj e Kim Kardashian, fasciata in un abito d’oro di Versace. Gli uomini a questo giro non si sono impegnati molto, nota il Guardian, a parte qualche eccezione come l’attore Jared Leto, il direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele, e Chadwick Boseman, il protagonista di Black Panther, in abito e mantello bianco con croci ricamate sopra. Gli ospiti erano più di 600, tutti scelti da Anna Wintour, la direttrice di Vogue americano e a capo della serata. Un biglietto costava 30 mila dollari (circa 25 mila euro) e un tavolo 275 mila dollari (230 mila euro); il ricavato va al Costume Institute, l’unico centro del Met a finanziarsi da solo. Ovviamente non tutti pagano e spesso le aziende di moda o la stessa Wintour invitano celebrità e nuovi stilisti al loro tavolo. Nel 2017 il ricavato fu di 12 milioni di dollari, circa 10 milioni di euro.
Le foto del Met Gala, meglio degli Oscar. È la festa di moda dell'anno e il tema erano gli abiti del Vaticano, con veli da Madonna, aureole ovunque e Rihanna vestita da papa.
Nelle ultime due settimane è circolato moltissimo online il video di uno scimpanzé che utilizza uno smartphone, apparentemente per consultare Instagram. Dopo essere stato condiviso dal profilo @therealtarzann, raccogliendo circa 2 milioni di visualizzazioni, il video è stato ripreso e pubblicato su molti siti di notizie, contribuendo ulteriormente alla sua diffusione. Diversi etologi – gli studiosi dei comportamenti animali – hanno però criticato la diffusione del video e la spettacolarizzazione dello scimpanzé. Jane Goodall, famosa naturalista che ha dedicato buona parte della propria vita allo studio degli scimpanzé, ha invitato attraverso il suo istituto a non condividere il video, a rimuoverlo dai social network e a mantenere comportamenti più rispettosi per non nuocere agli animali selvatici, a cominciare dai primati non umani.
Perché quel video dello scimpanzé con uno smartphone è pericoloso. È stato visto milioni di volte, ma la famosa etologa Jane Goodall dice che non rispetta l'animale e invita tutti a smettere di condividerlo.
iHeart è uno street artist che realizza opere con la tecnica dello stencil a Vancouver, in Canada: i soggetti delle sue opere sono soprattutto bambini, ma iHeart fa anche graffiti con semplici scritte. Spesso iHeart esplora il rapporto tra la tecnologia e i bambini, e il suo stile ricorda molto quello di Banksy, tanto che in passato alcune opere di iHeart sono state attribuite erroneamente a Banksy: nel marzo del 2014 la pagina Facebook non ufficiale di Banksy aveva diffuso la foto di un’opera di iHeart con l’hashtag #NotBanksy, che è stata condivisa oltre 14 mila volte. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I graffiti di iHeart. Uno street artist realizza per le strade di Vancouver stencil che parlano soprattutto del rapporto tra i bambini e la tecnologia, molto simili a quelli di Banksy.
L’ultimo numero dell’Espresso contiene un lungo reportage di Fabrizio Gatti sul CARA (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia, in Puglia. Gatti – come già aveva fatto altre volte in passato – si è finto un richiedente asilo e ha trascorso una settimana nel centro di Borgo Mezzanone, documentando pessime condizioni igieniche e un diffuso sistema di criminalità, fra sfruttamento della prostituzione e del lavoro e contrabbando di vari beni. L’inchiesta è stata ripresa da altri giornali – fra cui Repubblica, nell’editoriale della domenica di Eugenio Scalfari – e ha portato all’apertura di un’indagine della prefettura di Foggia richiesta dal ministero degli Interni Angelino Alfano. La vicenda di Borgo Mezzanone non è isolata: la Puglia, una delle regioni più coinvolte e messe in difficoltà dagli sbarchi dei migranti dal Nord Africa, ospita decine di centri di accoglienza – alcuni in precarie condizioni da molti anni – oltre a diversi “ghetti” in cui vivono i migranti usciti dal sistema di accoglienza e costretti a lavorare in nero come braccianti per sopravvivere. Nemmeno la cooperativa che gestisce il CARA di Borgo Mezzanone è un nome nuovo: è la Senis Hospes, una cooperativa cattolica nota per gestire diversi centri di accoglienza del sud Italia e legata a La Cascina, una cooperativa vicina a Comunione e Liberazione e coinvolta nelle vicende di Mafia Capitale.
Come si vive in un centro di accoglienza per richiedenti asilo. Lo ha raccontato Fabrizio Gatti sull'Espresso, che si è finto migrante a Foggia e ci ha passato una settimana, e ora c'è un'inchiesta.
Questa settimana esce Sinister, di Scott Derrickson, con Ethan Hawke che interpreta Ellison Oswalt, uno scrittore caduto nell’anonimato che si trasferisce con tutta la famiglia in campagna, in una casa dove è avvenuto un terribile omicidio e dove ritrova dei video che testimoniano la tragedia, dai quali decide di prendere spunto per scrivere un nuovo romanzo. La frode, del regista esordiente Nicholas Jarecki, è un film con Richard Gere, Susan Sarandon e la modella e attrice francese Laetitia Casta, che racconta la storia di un potente uomo d’affari che dietro il successo e l’apparente felicità familiare nasconde una relazione con una giovane amante e il pericolo imminente della bancarotta. La colonna sonora del film è di Cliff Martinez, lo stesso di Drive di Nicolas Winding Refn e di Spring Breakers di Harmony Korine. Dead Man Down – Il sapore della vendetta è il primo film in inglese di Niels Arden Oplev, il regista danese di Uomini che odiano le donne, con Colin Farrell e Noomi Rapace: è la storia di un mafioso di New York che incontra sulla sua strada una misteriosa donna, con cui condivide una serie di segreti.
I film della settimana. Uno con Richard Gere e Laetitia Casta, uno con Colin Farrell e una storia ambientata nella Germania divisa, tra gli altri: tutti i trailer.
Charlemagne è la rubrica settimanale dell’Economist che si occupa di affari europei. Questa settimana è dedicata a Mario Monti e il suo contenuto è degno di nota: soltanto il catenaccio parla già di Monti come “l’uomo che ha cambiato la politica italiana ed europea”, mentre le prime righe paragonano Monti a Lucio Quinzio Cincinnato, il politico romano che secondo le ricostruzioni fu richiamato all’attività pubblica dopo essere andato in pensione. L’Economist ricostruisce brevemente l’arrivo di Monti nella politica italiana dopo la fine del governo Berlusconi e riassume così il seguito. In tre mesi ha salvato l’Italia dalla catastrofe. Tagli alla spesa, aumenti delle tasse e una riforma delle pensioni – più una campagna di alto profilo mediatico contro l’evasione fiscale – hanno rimesso le finanze pubbliche italiane sulla giusta strada, verso il pareggio di bilancio nel prossimo anno e, se tutto andrà bene, verso la riduzione del colossale debito pubblico. Allo scopo di stimolare la crescita economica, Monti vuole liberalizzare le professioni e semplificare la burocrazia. Il prossimo obiettivo è ancora più complicata: riformare lo sclerotico e dualista mercato del lavoro italiano.
L’Economist elogia Monti. "L'uomo che ha cambiato la politica italiana ed europea", scrive il numero di questa settimana, e spiega perché.
Il 21 aprile di 81 anni fa, il mostro di Loch Ness finì sulla prima pagina di un quotidiano britannico in una foto che poi si rivelò una truffa e che contribuì enormemente alla fama della leggenda sull’animale misterioso che secondo il mito abita le acque scure e profonde del lago in Scozia. La fotografia più celebre del mostro di Loch Ness (tra altre più maldestre e ugualmente false circolate nel tempo) fu pubblicata il 21 aprile 1934 sul Daily Mail, uno dei principali tabloid inglesi, e scattata pochi giorni prima da Robert Kenneth Wilson, un ginecologo. L’immagine era molto sgranata e mostrava nell’acqua del lago quelli che sembravano essere il collo e la testa di un animale, subito associato con “Nessie”, il nome con cui già veniva e tutt’ora viene chiamato il mostro che si racconta viva in quel lago. La fotografia – ce n’era anche un’altra, ancora meno nitida – fu descritta dal Daily Mail come la Surgeon Photograph (“la foto del chirurgo”) perché Wilson – che comunque non era un chirurgo – non voleva che le fosse associato il suo nome. Malgrado i dettagli contenuti nel racconto, alcuni esperti hanno contestato questa versione, chiedendosi in particolare come mai non fosse stata rivelata prima, se l’obiettivo era di umiliare il Daily Mail.
La foto del mostro di Loch Ness. La storia dell'immagine più famosa del leggendario mostro di Loch Ness, scattata 81 anni fa: c'entrano un sottomarino giocattolo, una vendetta e un giornale.
Martedì 25 agosto la Commissione per la Certificazione Regionale dell’Africa, un organismo indipendente internazionale che aveva ricevuto un mandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha annunciato che l’ultimo ceppo del virus della poliomielite che si trova in natura è stato eradicato in Africa. La poliomielite è una malattia che ha condizionato l’esistenza dell’umanità per millenni, con grandi epidemie che interessavano soprattutto i bambini e portavano a forme permanenti di paralisi. L’eradicazione del virus è stata ottenuta grazie ai vaccini e a uno sforzo globale che dura da più di 30 anni. Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha parlato di «un risultato incredibile». Africa has been declared free of polio today.
In Africa è stata eradicata la poliomielite selvaggia. È una grande notizia, ma ci sono ragioni per non abbassare l'attenzione soprattutto in Africa.
Mark Vidler è un dj e produttore musicale inglese che lavora da anni a remix e mashup di canzoni di artisti e gruppi molto popolari – Beatles, Who, Rolling Stones, Bruce Springsteen, Madonna, Oasis, Arcade Fire – creando nuove vecchie canzoni che suonano gradevoli e, in alcuni casi, belle quasi quanto gli originali presi singolarmente. Ha da poco reso disponibile sul suo sito – “Go Home Productions” è il suo alter ego – il download gratuito in mp3 di una nuova collezione di mash-up, che stanno riscuotendo un discreto successo soprattutto tra gli appassionati del genere. In pratica Vidler sceglie due canzoni e utilizza una delle due come base strumentale per la linea melodica vocale dell’altra: che uno proprio non penserebbe possa stare su quella base strumentale, e invece sì, e lo scopre solo ascoltandole insieme in questo modo qui. Un buon esempio è My Paperback Sharona, un mashup tra Paperback Writer dei Beatles e My Sharona dei The Knack, contenuto dell’ultima collezione rilasciata su Go Home Productions.
I mash-up di Mark Vidler. "Paperback Writer" e "My Sharona" suonate insieme, per esempio: oppure Madonna e gli Who, Arcade Fire e Carl Douglas, negli apprezzati lavori di un produttore inglese.
Nel Regno Unito è stato autorizzato un test clinico nel quale persone sane saranno infettate con il coronavirus per studiarne meglio le caratteristiche e gli effetti sull’organismo. La sperimentazione inizierà tra un mese circa ed è la prima nel suo genere legata all’attuale coronavirus e alla pandemia in corso. Lo svolgimento di test di questo tipo era stato più volte proposto nel 2020, con iniziative e petizioni per indurre le autorità sanitarie ad autorizzarlo, in modo da comprendere più velocemente alcune caratteristiche della COVID-19 e del virus che la causa. La sperimentazione riguarderà 90 individui selezionati tra centinaia di candidati volontari, e con un’eta compresa tra i 18 e i 30 anni. Saranno esposti a quantità variabili di coronavirus a seconda dei casi e poi tenuti sotto controllo per le settimane seguenti dai ricercatori, in ambienti controllati e con le precauzioni necessarie per evitare contagi non programmati e altri eventuali imprevisti.
90 volontari saranno infettati col coronavirus. La sperimentazione è stata autorizzata nel Regno Unito: studierà il virus e il modo in cui si trasmette, con qualche rischio.
Paramount Pictures ha diffuso il primo trailer di Zoolander 2, il nuovo film di Ben Stiller. Zoolander 2 è il sequel di Zoolander: la sua produzione era stata annunciata nel marzo 2015 con un’improvvisata di Ben Stiller e del suo coprotagonista Owen Wilson durante una sfilata di Valentino. Come Zoolander anche il nuovo film racconterà della vita dei due supermodelli Zoolander e Hansel. Il nuovo trailer non presenta scene del film, ma una lunga introduzione in cui una voce robotica che sembra essere quella dello scienziato Stephen Hawking racconta la nascita dell’Universo e dell’Uomo, dal Big Bang fino ai giorni nostri, e fino a un uomo in grado di chiedersi «Se Dio esiste, come mai ha creato le persone brutte?». Il film uscirà nel febbraio 2016 negli Stati Uniti e nel cast ci saranno anche Olivia Munn, Will Ferrell e Penelope Cruz. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il primo trailer di Zoolander 2. Con Zoolander che pone una domanda filosofica sull'origine della vita a una voce robotica alla Stephen Hawking.
Si fa fatica a credere che il martin pescatore “con i baffi” – il “mustached kingfisher”, in inglese – sia un vero uccello. Per prima cosa assomiglia a un buffo pupazzo, più che a un uccello. Per seconda cosa, lo si può trovare solo nella nebbiolina di alcune isole molto lontane e difficili da raggiungere, un po’ come fosse il Pokemon Articuno, un grosso volatile dalle piume azzurre. Il principale motivo per cui si fa fatica a credere che il martin pescatore con i baffi esista davvero è che un maschio di questa specie non era mai stato fotografato, erano state catturate solo due femmine. Il sito birdlife.org descriveva il martin pescatore con i baffi come “bellissimo ma molto enigmatico”: “è stato visto pochissime volte, e non ci sono elementi per descrivere il piumaggio maschile”. Ora gli elementi ci sono: la scorsa settimana una squadra guidata da Chris Filardi – direttore del Pacific Program del Centro per la Conservazione e la Biodiversità dell’American Museum of Natural History – ha identificato e fotografato il primo maschio di martin pescatore con i baffi. È successo una mattina di qualche giorno fa, mentre la squadra stava monitorando la biodiversità delle foreste che si trovano sulle montagne della “Sky Island” di Guadalcanal, un’isola delle Isole Salomone, che sono uno stato e si trovano nell’Oceano Pacifico, a est dell’Australia. Mentre Filardi si trovava in quelle foreste ha sentito un chiaro e riconoscibile “ko-ko-ko-kokokokokokokoko-kiew”. Poco dopo Filardi ha visto qualcosa passargli davanti: era il martin pescatore, con i suoi baffi in tutto il loro splendore.
Le prime foto del martin pescatore con i baffi. È un uccello rarissimo ed è stato fotografato per la prima volta nella foresta di una sperduta isola del Pacifico, da un ricercatore che lo cercava da 20 anni.
La regina Elisabetta II e Angelina Jolie che le fa l’inchinino sono al primo posto tra le foto inevitabili di questa settimana, seguite a ruota dal santo patrono del Post (davvero non sapete ancora chi è?). Per chi ha già nostalgia di True Detective c’è Michelle Monaghan che presenta il suo nuovo film, per chi ce l’ha per The Wire ci sono Sonja Sohn e Michael K. Williams – cioè la detective Kima Greggs e Omar Little – e per i più nostalgici di tutti c’è Martin Sheen – il presidente Josiah Bartlet di West Wing – a un evento di campagna elettorale dei Democratici a Chicago. Christina Hendricks riesce a cavarsela con un copricapo che sarebbe imbarazzante per chiunque altro, Ken Follett suona il basso pentatonico a Francoforte, Angela Merkel riceve un cesto di mele dalle “regine delle mele” e l’ex regina Sofia di Spagna manda un bacio all’ex re – ma tuttora consorte – Juan Carlos. La foto che vi farà commuovere più di tutte però è l’abbraccio tra Jefferson Ruck e Thomas Topovski, una delle prime coppie gay che si sono sposate in Nevada, dopo che i matrimoni omosessuali sono diventati legali il 9 ottobre. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Angelina Jolie diventata "Gran Dama", Hugh Grant con la faccia da Hugh Grant, ex re ed ex regine tra chi valeva la pena fotografare questa settimana.
Sarà inaugurata domani, mercoledì 6 marzo, la mostra White Women/Sleepless Nights/Big Nudes al Palazzo delle Esposizioni di Roma. La mostra raccoglie 200 fotografie incluse nei primi volumi a stampa pubblicati da Helmut Newton. Il titolo dell’esposizione richiama i principali lavori di Newton. In White Women (1976) Newton porta il nudo nella moda. La donna di Newton è una decisa, il fotografo la rappresenta in maniera rivoluzionaria per il ruolo che assume anche all’interno della società mediatica occidentale. Sleepless Nights (1978), uscito due anni dopo, è un libro dal carattere fortemente retrospettivo: mette insieme in un’unica pubblicazione i lavori realizzati dal fotografo per diversi magazine. Big Nudes (1981) è il suo libro più famoso, per il quale Newton diventa un protagonista della fotografia della seconda metà del Novecento.
5 fotografie di Helmut Newton. Dalla mostra White Women/Sleepless Nights/Big Nudes, che apre domani al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
È uscito oggi il primo libro di Francesco Costa, giornalista e peraltro vicedirettore del Post. Il libro si intitola Questa è l’America. «Ci sono molti posti del mondo di cui sappiamo meno che degli Stati Uniti d’America», scrive Costa all’inizio del libro, «ma non ci sono posti con un divario più ampio degli Stati Uniti tra quello che crediamo di sapere e quello che sappiamo effettivamente». A causa della gigantesca influenza statunitense nei nostri consumi e nella nostra cultura, infatti, «pensiamo di conoscere bene l’America quando in realtà, nella gran parte dei casi, la nostra idea è un impasto di luoghi comuni e poche informazioni concrete», mescolate al nostro «tifo politico locale». Il libro – frutto di anni di attività giornalistica e viaggi sul campo che Costa ha raccontato attraverso la newsletter e il podcast Da Costa a Costa – prova a colmare questo divario attraverso alcune storie che permettono di conoscere un po’ meglio le persone che abitano il più potente paese del mondo, rispondendo ad alcune frequenti domande sull’America e sugli americani: perché questo assurdo sistema sanitario? Perché non vogliono liberarsi delle armi? Qual è il segreto e il costo del predominio economico degli Stati Uniti? Come si arriva ad avere alla presidenza Barack Obama e Donald Trump nel giro di pochi anni? Pubblichiamo di seguito un estratto del primo capitolo del libro, che affronta una delle grandi storie americane contemporanee meno raccontate e comprese: l’abuso dei farmaci antidolorifici e le sue enormi conseguenze.
Questa è l’America. Come comincia il primo libro di Francesco Costa, peraltro vicedirettore del Post, su un paese che conosciamo meno di quanto pensiamo.
Nel comunicato finale dell’ultimo consiglio permanente, la CEI, ovvero l’assemblea dei vescovi italiani, ha ammesso la possibilità durante il messale di scambiarsi il segno della pace attraverso lo sguardo anziché la consueta stretta di mano per limitare la diffusione dei contagi di coronavirus. Il comunicato chiarisce che a causa della pandemia, «non apparendo opportuno nel contesto liturgico sostituire la stretta di mano o l’abbraccio con il toccarsi con i gomiti, può essere sufficiente e più significativo guardarsi negli occhi e augurarsi il dono della pace, accompagnandolo con un semplice inchino del capo». Da domenica 14 febbraio, pertanto, all’invito “Scambiatevi il dono della pace” verrà ripristinato «un gesto con il quale ci si scambia il dono della pace, guardandosi negli occhi o facendo un inchino del capo». Il comunicato ha inoltre chiarito che qualora necessario «si potrà ribadire che non è possibile darsi la mano» e che «prendere “contatto visivo” con il proprio vicino, augurando “La pace sia con te” può essere un modo sobrio ed efficace per recuperare un gesto rituale».
La CEI ha detto che durante la messa ci si potrà scambiare il segno della pace guardandosi negli occhi.
Andrei Dmitrievich Sakharov morì il 14 dicembre di 30 anni fa, dopo avere dedicato buona parte della propria vita alla ricerca scientifica e all’attivismo, soprattutto per la promozione delle libertà civili nell’Unione Sovietica. Proprio per le sue attività da dissidente subì persecuzioni da parte del regime sovietico, che lo riteneva un pericolo per la stabilità del paese. Sakharov fu premiato con il Nobel per la Pace nel 1975 e dal 1988 il Parlamento Europeo assegna ogni anno un premio, che porta il suo nome, alle persone e alle organizzazioni che si battono per la libertà e i diritti umani. Sakharov era nato a Mosca il 21 maggio del 1921, in una famiglia con un ruolo rilevante nella storia della Russia. Il padre, Dmitri Ivanovich, era professore di fisica all’università e figlio di un importante notabile dell’Impero Russo, che si era tra le altre cose battuto per l’abolizione della pena di morte (la sua storia sarebbe in seguito diventata fonte di grande ispirazione per Sakharov). La madre, Yekaterina Alekseyevna Sakharova, era la pronipote di Alexey Semenovich Sofiano, un importante comandante dell’esercito. La religione non aveva un grande ruolo nella famiglia e già da adolescente Sakharov capì che non faceva per lui: si dichiarò ateo, anche se in seguito avrebbe sostenuto di credere in una sorta di “principio guida”, che va oltre le leggi della fisica.
Andrei Sakharov, fisico e attivista. La storia di uno dei più famosi scienziati e dissidenti nella storia dell'Unione Sovietica, morto 30 anni fa, che pagò duramente la sua opposizione al regime.
Il 14 novembre qualcosa è esploso nella regione di Sverdlovsk in Russia, a circa 1500 chilometri a est di Mosca. Non sono molto sicuro di che cosa fosse, ma i video circolati finora sono abbastanza impressionanti.
L’esplosione vista in cielo in Russia. I video sono piuttosto impressionanti, ma non è ancora chiaro se sia stata causata da una meteora o da qualcosa esploso a terra.
Tra quando nacque, esattamente cento anni fa, e quando divenne famosissimo come attore hollywoodiano, ad Anthony Quinn ne erano già successe parecchie: era nato in Messico da una madre messicana e un padre irlandese, era cresciuto tra il Texas e Los Angeles dove suo padre aveva fatto il cameraman, aveva fatto il pugile e aveva studiato architettura con Frank Lloyd Wright, nientemeno. Il quale gli consigliò di accettare un lavoro da attore. Cominciò col cinema a vent’anni ma solo dai quaranta in poi diventò famosissimo come interprete di una serie di ruoli che ci si chiede se sarebbero potuti esistere senza di lui: alto, robusto, volto epico, da dopoViva Zapata! (con cui vinse un Oscar: il secondo lo prese nel 1956 per Brama di Vivere) ebbe anche un rapporto intensissimo col cinema italiano che in quegli anni Cinquanta era molto al centro del mondo. Tra gli altri, fu un celeberrimo Zampanò nella Strada di Federico Fellini. Per due decenni fece moltissimi film ogni anno, tra cui I cannoni di Navarone, Lawrence D’Arabia, Zorba il greco. Ancora negli anni Ottanta fu tra i protagonisti di film diversamente memorabili: Il leone del deserto, Revenge con Kevin Costner, Jungle Fever di Spike Lee.
Anthony Quinn era nato un secolo fa. Studiava architettura con Frank Lloyd Wright, il quale gli disse "meglio se fai l'attore".
Nel crollo del ponte Morandi di Genova sono morte almeno 39 e i soccorsi sono ancora in corso nella giornata di oggi. Il disastro, uno dei più gravi di questo tipo tra quelli avvenuti in Italia negli ultimi anni, ha subito provocato polemiche tra le forze politiche, ma le informazioni che abbiamo sulle cause del crollo e le responsabilità del disastro sono ancora poche e frammentarie. Abbiamo raccolto quello che sappiamo sul crollo del viadotto, che era stato costruito alla fine degli anni Sessanta a Nord della città di Genova e dei cui problemi si parlava da molto tempo. Perché il ponte è caduto? Non lo sappiamo e probabilmente rimarrà una questione discussa ancora a lungo, almeno fino a quando non saranno completati studi ed esami sulla struttura crollata. Alcune ipotesi, però, circolate soprattutto nelle prime ore dopo il disastro, sono già state escluse. Ad esempio, diversi ingegneri hanno escluso che il ponte possa essere crollato per la forte pioggia che cadeva ieri mattina o a causa di un fulmine (quest’ultima è un’ipotesi fatta anche da alcuni dirigenti della società che gestiva il ponte in seguito ad alcune testimonianze che avevano riferito di un forte flash vicino al ponte poco prima del crollo).
Cinque risposte sul disastro di Genova. Cosa sappiamo e cosa non sappiamo: dalle causa del crollo del ponte Morandi a chi aveva la responsabilità di mantenerlo in piedi.
Il giurista e avvocato italiano Guido Rossi è morto oggi all’età di 86 anni. Rossi, nato a Milano nel 1931, fu presidente della CONSOB, della Montedison e di Telecom Italia. Fu uno dei legali della banca olandese ABN-AMRO e di Cesare Geronzi nei processi Cirio e Parmalat. Nel 1987 fu eletto senatore per la Sinistra Indipendente. Divenne particolarmente noto nel 2006 quando venne nominato commissario straordinario della FIGC in seguito allo scandalo di “calciopoli”. La sua nomina alla FIGC fu particolarmente criticata quando la commissione da lui presieduta assegnò lo Scudetto della stagione 2005/2006 all’Inter in seguito alle penalizzazioni inflitte alla Juventus e al Milan. A Rossi — noto per essere tifoso dell’Inter — fu contestato il ruolo che ebbe in precedenza in Telecom Italia nel periodo in cui il presidente dell’azienda era Marco Tronchetti Provera (a sua volta presidente di Pirelli, principale sponsor dell’Inter) e soprattutto la sua presenza nel CdA dell’Inter dal 1995 al 1999.
È morto Guido Rossi, ex presidente di Consob e Telecom.
Le cose cambiano è il nome della nuova serie di incontri online sull’attualità organizzati dal festival Pensavo Peccioli in collaborazione col Post, dal 29 ottobre al 3 dicembre. Gli incontri sono quattro (il primo è stato con Michela Murgia) e vogliono discutere del cambiamento in diversi grandi campi contemporanei: i rapporti tra donne e uomini, la politica, la giustizia, la televisione. Per ciascuno di questi Le cose cambiano ha invitato ospiti e esperti e protagonisti: la scrittrice Michela Murgia, la vicepresidente dell’Emilia-Romagna Elly Schlein, l’ex magistrato Gherardo Colombo, il direttore della 7 Andrea Salerno. Per parlare del mondo fuori che continua a cambiare, nonostante il nostro essere chiusi dentro. Venerdì 20 novembre alle 21 Luca Sofri parla con Elly Schlein. Il prossimo incontro sarà il 26 novembre, con Andrea Salerno; il primo, con Michela Murgia, lo trovate qui.
Le cose cambiano, con Elly Schlein. Una conversazione online su cosa sta succedendo alla politica tra Luca Sofri e la vicepresidente dell'Emilia-Romagna, stasera.
Fabio Rovazzi ha 22 anni e fino a qualche mese fa era considerato uno YouTuber, o una “Facebook star”: una persona diventata famosa pubblicando video su internet. Da qualche mese però Fabio Rovazzi è anche l’autore di una delle canzoni che girano di più per certe radio: si intitola “Andiamo a comandare” e ha permesso a Rovazzi di essere il primo in Italia a ottenere un disco d’oro (25mila copie vendute) solo grazie alle riproduzioni in streaming; qualche giorno fa Rovazzi ha ottenuto anche il disco di platino. Non è un problema se non lo avete mai sentito nominare, ognuno sta dentro la sua bolla: ma la bolla di Fabio Rovazzi comincia ad avere dimensioni consistenti, come mostra la storia della sua canzone: inoltre Rovazzi ha quasi 300mila “mi piace” su Facebook, 226mila follower su Instagram, è molto attivo su Snapchat ed è uno degli artisti di Newtopia, la casa discografica di Fedez e J-Ax. Rovazzi ha fatto una delle “canzoni dell’estate” – il videoclip su YouTube è stato visto 28 milioni di volte – per quanto, come dice anche lui, non sia un cantante.
Fabio Rovazzi spiegato ai principianti. È il primo italiano a vincere il disco d'oro con una canzone solo grazie agli streaming, e non è un cantante.
Il nuovo guru di Google non è un tizio con la barba lunga, le briciole di hot dog sulla maglietta, gli occhiali di plastica e l’aria stralunata. Guru è un “bot”, un servizio automatico che puoi aggiungere alla tua chat di Gmail per ottenere al volo informazioni sul meteo, sulla tua squadra di calcio preferita, sull’altitudine del monte Everest e compagnia bella. Il servizio è stato da poco messo a disposizione degli utenti e fa parte di uno degli esperimenti dei Google Labs, l’area della società che si occupa di provare e sperimentare nuove cose per il Web. Per usare Google Talk Guru è sufficiente aggiungere il contatto [email protected] alla propria chat su Gmail. Dall’area della chat selezioni l’icona con il triangolino verso il basso che fa aprire il menu del servizio, poi selezioni col mouse la voce “Aggiungi contatto” e nella finestra che appare inserisci l’indirizzo di posta elettronica del Guru. Pochi istanti dopo, vedrai comparire Guru nell’elenco dei tuoi contatti online e potrai iniziare a chiacchierare con lui.
Il guru di Google. Lo aggiungi alla chat di Gmail e gli chiedi le cose, se capisce risponde.
Tra le metafore che si usano nei corsi di scrittura c’è quella del muscolo: scrivere bene non è solo questione di talento, ma anche di esercizio, perché è come se ci fosse un muscolo fatto apposta che deve essere stimolato e allenato per funzionare al meglio. E non è mai troppo tardi per scoprire questo muscolo e imparare a usarlo. Per questo alla Holden, la scuola di scrittura di Torino fondata da Alessandro Baricco, ci sono corsi di scrittura anche per chi ha più di 30 anni e nella vita, fino a questo momento, ha fatto altre cose. Si chiamano Over30 e sono due: Scrivere è pensato soprattutto per chi vorrebbe mettersi al lavoro su un romanzo o un racconto, mentre Storytelling è dedicato alla scrittura per il mondo della comunicazione, dell’arte e della pubblicità, dato che di storie ce ne sono molte anche fuori dalla letteratura.
Si può imparare a scrivere bene anche da grandi. Alla Scuola Holden di Torino ci sono due corsi di scrittura per chi ha più di 30 anni e nella vita finora ha fatto altre cose.
Muji, la catena di abbigliamento e oggettistica giapponese più nota in occidente, ha messo un piede nel mercato delle applicazioni per iPad. L’azienda che ha fatto di uno stile anonimo e minimale il suo business ha presentato ben tre applicazioni per il tablet di Apple: un’agenda gratuita (Calendar), un organizer per viaggi anche questo gratuito (Muji to Go) e un’applicazione per prendere appunti con la tastiera o le dita, questa a pagamento (Muji Notebook). Si tratta di software di buon livello, addirittura notevole per quanto riguarda il Notebook: quest’ultimo infatti offre la possibilità di inserire anche pdf e immagini, e annotarle convertendone poi la grafia in testo elettronico. La decisione da parte di Muji di sbarcare su iPad fa parte di una più ampia strategia di rinnovamento del marchio. Ma non può mancare anche il sospetto che in realtà negli uffici della casa madre di Toshima (uno dei 23 quartieri di Tokyo) ci sia stata ammirazione unita a una punta di invidia per il lavoro fatto intanto da Uniqlo, l’altro grande marchio del retail per abbigliamento casual e sempre più per accessori e oggettistica.
Muji e Uniqlo su iPad. Le due società giapponesi di abbigliamento e oggettistica si buttano sulle applicazioni per il tablet.
Il nuovo libro di Roberto Alajmo – scrittore palermitano di cui il Post già presentò i due libri precedenti – si chiama “Il primo amore non si scorda mai, anche volendo“, ed è pubblicato da Mondadori. È una raccolta di memorie infantili e adolescenziali, intervallate da elenchi di elementi essenziali di contorno di un’infanzia degli anni Sessanta: giocattoli, giornalini e cartoni animati, calcio e calciatori, e “robe da mangiare”. Ascaretto Il pralinato dell’Eldorado si chiama Moreno. La pubblicità è un cartone animato di Cocco Bill.
Repertorio delle robe da mangiare. Una delle liste-madeleines del nuovo libro di Roberto Alajmo: dal Don Bairo ai Paperon Dollars passando per i formaggini Ramek.
La procura di Torino ha chiuso l’inchiesta per falso ideologico sulla lista “Pensionati per Cota”, presentata in Piemonte alle ultime elezioni regionali, concludendo che diciotto firme false su diciannove erano false: tutte apposte da Michele Giovine, capolista e autore della della diciannovesima firma. La perizia grafologica, alcuni errori grossolani, l’accertamento sulle persone anziane che hanno disconosciuto firme e candidature e gli interrogatori dei due indagati (che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere) portano infatti la procura a ritenere di avere raccolto in poco più di un mese tutte le prove necessarie. Ora il Tar, che deve decidere il 1° luglio su questo e altri ricorsi, potrebbe chiedere l’acquisizione degli atti dell’inchiesta penale prima di pronunciarsi sull’eventuale annullamento delle elezioni.
Cosa succede in Piemonte. Una lista a sostegno di Cota presentata con diciotto firme false su diciannove, il TAR si esprimerà il 1° luglio sull'annullamento del voto.
Sabato è stato diffuso online il primo trailer di Mood Indigo, il nuovo film del regista francese Michel Gondry (Se mi lasci ti cancello, L’arte del sogno). Il film, il cui titolo è un omaggio a un famoso pezzo di Duke Ellington, è tratto dal romanzo L’Ecume des jours (La schiuma dei giorni) di Boris Vian e ha nel cast Audrey Tautou, Roman Duris, Gad Elmaleh e Omar Sy. L’uscita in Francia è prevista per il 24 aprile 2013.
Il primo trailer del nuovo film di Michel Gondry. Si chiama Mood Indigo, come una canzone di Duke Ellington, e uscirà in Francia ad aprile.
Ramy Shehata e Adam El Hamami, i due ragazzi di origine egiziana che contribuirono a sventare il dirottamento di uno scuolabus che trasportava 51 tra bambini e ragazzini, hanno ricevuto oggi la cittadinanza italiana per meriti speciali. La cerimonia si è svolta nel comune di Crema, la città dove i due vanno a scuola, alla presenza della sindaca Stefania Bonaldi. Repubblica scrive che la cerimonia «è stata l’ultimo atto formale dopo la deliberazione del Consiglio dei ministri, il decreto del Presidente della Repubblica del 14 giugno, e la richiesta ufficiale dei genitori di trascrizione dell’atto avvenuta due settimane fa». Lo scorso 20 marzo, Ramy Shehata e Adam El Hamami erano su un autobus, poi sequestrato e incendiato dal suo autista. Tutte le persone a bordo si erano potute salvare senza che nessuno si facesse male anche perché i due ragazzi, insieme a un terzo compagno, erano riusciti a telefonare al 112 e ai genitori senza farsi scoprire dal sequestratore.
Adam El Hamami e Ramy Shehata, i due ragazzi che contribuirono a sventare il dirottamento dell’autobus a San Donato Milanese, sono diventati cittadini italiani.
Andrea Dini, proprietario della società Dama S.p.A. e cognato del presidente della Lombardia Attilio Fontana, è indagato dalla procura di Milano per la storia della fornitura di camici ottenuta senza appalto, raccontata il mese scorso dalla trasmissione Report. L’ipotesi di reato è di “turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente”, ed è indagato anche il direttore generale di Aria, la centrale acquisti della Lombardia, Filippo Bongiovanni. Mercoledì la Guardia di Finanza ha acquisito i documenti della Regione relativi all’operazione. – Leggi anche: La storia dei camici forniti alla Lombardia dall’azienda del cognato di Fontana
Andrea Dini, cognato del presidente della Lombardia Attilio Fontana, è indagato per la storia della fornitura di camici alla regione.
19.00 – Anche oggi i tecnici delle società Smit Salvage e Neri hanno proseguito le attività di rimozione del carburante, mentre la nave con il carico di “acque nere” recuperate dal relitto è partita per Livorno, dove avverrà lo smaltimento. L’ente per la protezione ambientale e le autorità non hanno registrato movimenti significativi dello scafo né anomalie nelle acque circostanti. Domani Franco Gabrielli arriverà al Giglio per incontrare nuovamente gli abitanti e aggiornarlo sullo stato delle operazioni. ***
Costa Concordia, le ultime notizie. Gabrielli torna al Giglio domani, le "acque nere" sono state rimosse, prosegue l'aspiramento del carburante.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 7.409 casi positivi da coronavirus e 45 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 3.402 (75 in più di ieri), di cui 369 nei reparti di terapia intensiva (17 in più di ieri) e 3.033 negli altri reparti (58 in più di ieri). Sono stati analizzati 95.634 tamponi molecolari e 129.852 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 7,34 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,30 per cento. Nella giornata di giovedì i contagi registrati erano stati 7.259 e i morti 30. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Sicilia (1.101), Toscana (819), Veneto (771), Lombardia (661), Emilia-Romagna (656).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, venerdì 13 agosto.
Si è conclusa la settimana della moda donna di Parigi, che si è tenuta dall’1 al 9 marzo: tra le settimane della moda è quella più lunga, perché oltre alle storiche case di moda francesi sfilano, per una questione di visibilità e prestigio, anche marchi che hanno sede in altri paesi. Parigi è infatti la città in cui è nata la moda e, insieme a Milano, quella più frequentata da buyer (che scelgono i vestiti da vendere nei negozi) e giornalisti di settore. L’evento più atteso è stato il debutto dello stilista Demna Gvasalia, alla sua prima collezione da direttore artistico di Balenciaga: la sfilata è piaciuta molto alla stampa, come abbiamo raccontato qui. Si è parlato parecchio anche di alcune collezioni scenografiche come quelle di Comme des Garçons e di Juanya Watanabe: come spiega Robin Givhan sul Washington Post, vestiti così estrosi e difficili da capire sono una forma d’arte che spinge a riflettere e suscita emozioni. Come da tradizione, erano presenti a Parigi i marchi più conosciuti della moda francese e alcuni italiani: è qui infatti che Valentino, Miu Miu e Giambattista Valli presentano da sempre i loro abiti.
Le sfilate di cui si è parlato a Parigi. I soliti Valentino, Chanel e Dior, insieme a un marchio poco conosciuto che ha proposto modelle non più giovani con in testa corone di rami dorati.
È uscita una nuova biografia di J.D. Salinger, a un anno dalla sua morte. Si intitola J. D. Salinger: A Life, è pubblicata da Random House e scritta da Kenneth Slawenski, creatore del sito DeadCaulfields.com. La nuova biografia è opera di un appassionato più che di un critico letterario, ed è stata lodata per aver aggiunto nuovi dettagli alla vita di Salinger, cercando di spiegare il rapporto tra il carattere di Salinger e le sue opere. Altri critici invece l’hanno accusata di essere eccessivamente parziale, di sorvolare sugli aspetti negativi della personalità di Salinger e di essere poco precisa. Inoltre in occasione dell’anniversario della morte, il 27 gennaio l’Università britannica dell’Est Anglia ha messo a disposizione del pubblico 50 lettere di Salinger scritte a macchina e quattro cartoline scritte a mano tra l’ottobre del 1986 e il gennaio del 2002. Le lettere sono indirizzate a Donald Hartog, un amico conosciuto a Vienna nel 1938 quando Salinger aveva 18 anni. I due iniziarono a scriversi durante la Seconda guerra mondiale, poi il rapporto si interruppe e riprese negli anni Ottanta. Le prime lettere andarono distrutte: Hartog le bruciò prima di un trasloco, sostenendo che “questo ragazzo non sarebbe andato da nessuna parte”.
11 cose su Salinger per impallinati. A un anno dalla sua morte sono uscite una nuova biografia e 50 lettere indirizzate a un amico.
Ieri, mercoledì 29 febbraio, i responsabili di Facebook hanno organizzato presso il Museo di storia naturale di New York la prima Marketing Conference nella storia del social network. Durante l’incontro, cui hanno partecipato diverse centinaia di persone, sono state illustrate le principali novità per chi pubblica annunci pubblicitari su Facebook e per chi vuole promuovere il proprio marchio e la propria società sulle pagine del sito, che raccoglie ormai più di 850 milioni di iscritti. Per i singoli utenti le cose non cambieranno molto rispetto a come funzionavano prima, ma come spiegano su Mashable alcune novità potrebbero comunque modificare il rapporto tra iscritti e inserzionisti su Facebook. Le novità annunciate riguardano i diversi sistemi e formati di annunci pubblicitari presenti sul social network da quelli che appaiono nella colonna a destra della homepage (1) alle pubblicità nel rullo della pagina principale (2), passando per gli annunci nella versione mobile di Facebook (3) a quelli che appaiono quando ci si scollega dal social network con un log-out (4). Molti di questi sistemi erano in realtà attivi e visibili sul sito già da diverso tempo, ma con funzioni diverse da quelle che sono state annunciate ieri. Durante l’incontro è stato presentato anche un altro strumento, “Offerte” (“Offers”), che servirà alle aziende per offrire sconti e altre promozioni commerciali attraverso le loro pagine.
Come cambia la pubblicità su Facebook. Quali sono le novità presentate ieri a New York: riguardano sia gli inserzionisti che gli utenti.
Sabato il ministero dell’Istruzione ha annunciato la sospensione di tutte le gite scolastiche in Italia e all’estero con effetto immediato, per precauzione contro la diffusione del nuovo coronavirus (SARS-CoV-2), che ha fatto registrare diverse decine di nuovi contagi negli ultimi giorni nel Nord Italia. Il ministero ha specificato che si parla di tutte le «uscite didattiche e dei viaggi di istruzione delle scuole». – Leggi anche: Le ultime notizie sul nuovo coronavirus in Italia
Il ministero dell’Istruzione ha sospeso tutte le gite scolastiche in Italia e all’estero.
Il senatore della Lega Roberto Calderoli è stato condannato a 18 mesi di carcere per gli insulti razzisti che rivolse nel luglio del 2013 all’allora ministro alle Pari opportunità Cécile Kyenge. Calderoli è stato condannato per diffamazione con l’aggravante del razzismo per aver paragonato l’ex ministro a un orango nel corso di un comizio a Treviglio, vicino Milano. «Abbiamo vinto un’altra volta», ha scritto su Facebook Kyenge, oggi europarlamentare del PD: «Il razzismo la paga cara». Nel corso del comizio Calderoli si era rivolto con disprezzo e termini ingiuriosi nei confronti dell’allora ministro del governo Letta:
Roberto Calderoli è stato condannato a 18 mesi di carcere per gli insulti razzisti a Cécile Kyenge.
Le associazioni che si occupano di commercio elettronico in Europa hanno deciso di fare fronte comune per contrastare una nuova proposta di direttiva [pdf] del Parlamento europeo, che intende cambiare alcune delle norme che regolano la vendita dei prodotti online. Le nuove regole, dicono le associazioni di categoria, farebbero aumentare i costi di spedizione portandoli oltre i 15 miliardi di Euro, dai 5,7 miliardi attuali. Per come è scritto ora, l’articolo 22A della proposta obbliga di fatto i proprietari dei siti di ecommerce a consegnare i loro prodotti in tutti gli Stati membri dell’Unione.
L’Unione Europea vuole limitare l’ecommerce? una serie di nuove regole complica la vita a chi vuole vendere online, grande o piccolo.
Il gruppo del lusso francese LVMH ha acquistato l’azienda del settore alberghiero Belmond per 3,2 miliardi di dollari (poco più di 2,5 miliardi di euro). Belmond possiede decine di hotel di lusso in tutto il mondo, di cui molti in Italia, e il treno Orient Express: tra gli hotel in Italia ci sono il Cipriani di Venezia, il Caruso di Ravello e lo Splendido di Portofino. Belmond è un’azienda inglese fondata nel 1976 con il nome Orient-Express Hotels, e il primo hotel acquistato fu proprio il Cipriani di Venezia. Il Sole 24 Ore scrive che «il valore dell’operazione valorizza il gruppo quotato alla Borsa di New York per 3,2 miliardi di dollari. L’offerta preliminare è stata formalizzata al valore di 25 dollari per azione (quindi 2,6 miliardi cash), con un premio di sette dollari sul prezzo del titolo alla chiusura di giovedì 13 dicembre in Borsa». LVMH controlla già molte aziende di moda come Louis Vuitton, Bulgari, Fendi, Givenchy, Kenzo e Loro Piana, di orologi come TAG Heuer, di alcolici come Moët & Chandon, di cosmetici come Sephora e di editoria come Les Échos e Le Parisien. Esclusa l’acquisizione delle ultime azioni di Christian Dior che non possedeva, effettuata nel 2017, quella di Belmond è la più grande acquisizione da parte di LVMH da quando nel 2016 comprò il gruppo tedesco Rimowa per 640 milioni di euro.
Il gruppo del lusso francese LVMH ha comprato l’azienda alberghiera Belmond per 3,2 miliardi di dollari.
Ogni giorno su Netflix arrivano nuovi film, serie e programmi tv, e ogni mese Netflix comunica la maggior parte dei nuovi arrivi delle quattro settimane seguenti. Motivo per cui ogni mese potete trovare qui l’elenco dei nuovi arrivi, con i video e un po’ di informazioni per capire se possono fare al caso vostro. Già oggi si inizia con un film italiano sul calcio di periferia e con un paio di vecchi film di Paolo Sorrentino. Più avanti arriveranno la serie di fantascienza Away, una serie tedesca su una donna che fa discorsi ai funerali e un film in cui Millie Bobby Brown è la sorella di Sherlock Holmes. – Leggi anche: Tenet, spiegato
Le novità di settembre su Netflix. La serie di fantascienza "Away", due film di Sorrentino e uno con Millie Bobby Brown che fa la sorella di Sherlock Holmes.
Le informazioni diffuse dai giornali sul triplo omicidio nel paese di Motta Visconti, in Lombardia, sono un’aggiunta terribile alla terribile storia di un uomo che uccide la moglie e i due bambini: sulla confessione e sui modi di quella strage ha scritto su Repubblica Adriano Sofri. Benchè la scena del crimine fosse meticolosamente costruita in modo da far pensare a una rapina “andata a male”, come si dice, era inverosimile che dei rapinatori si prendessero la briga di uccidere un bambino di venti mesi, che non avrebbe potuto testimoniare contro di loro. Questa ragionevole osservazione, pressoché universalmente avanzata, ha una conseguenza: che se è inverosimile che dei rapinatori sgozzino, oltre a una giovane madre e alla figlioletta di cinque anni, il piccolo di venti mesi, è verosimile che lo faccia il loro uomo, marito e padre. Da lui non era ragionevole aspettarsi che risparmiasse nessuno: doveva liberarsi della sua famiglia, dunque di sua moglie e delle due creature che da lei erano venute e con lei dovevano andare. Logica e morale hanno il loro banco di prova in fatti di cronaca nerissima come questo: non è del tutto vero dunque che siano incomprensibili, inconcepibili, pazzeschi.
Pensieri su Motta Visconti. Adriano Sofri sulla terribile storia della famiglia sterminata nel paese "che, come ogni altro, non meritava di farsi un nome così".
Lunedì a Cancùn, in Messico, si è aperta la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Nonostante gli allarmi sul futuro del pianeta abbiano ormai convinto anche i più scettici, le aspettative su quello che uscirà da questo nuovo incontro sono vicine allo zero. Il vertice di Copenaghen dell’anno scorso sancì un primo fallimento delle speranze di una politica globale sul cambiamento climatico. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il presidente della Cina Wen Jiabao – leader dei due paesi maggiori produttori di emissioni inquinanti – siglarono un accordo che si limitò a ribadire genericamente l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura mondiale sotto i due gradi centigradi, ma non indicò nessuno strumento per raggiungerlo.
Un altro inutile vertice sul clima, a Cancùn. Lunedì si è aperta la conferenza dell'ONU sui cambiamenti climatici, con la certezza che anche quest'anno non porterà a nulla.
Rocketman, il film che racconta la vita e la carriera del musicista britannico Elton John, è stato vietato a Samoa, uno stato che comprende le isole più occidentali dell’arcipelago delle Samoa, nell’Oceano Pacifico. L’autorità che regola la distribuzione dei film ha fatto sapere che il film «non si accorda con le tradizioni locali e la dottrina cristiana». Secondo le leggi samoane, scrive BBC News, avere rapporti omosessuali è illegale e punibile con una pena massima a sette anni di carcere. Nelle scorse settimane si era saputo che in Russia Rocketman era stato distribuito senza le scene che fanno riferimento all’omosessualità. I distributori russi avrebbero deciso di tagliare il film sulla base della cosiddetta legge “contro la propaganda gay”, che esiste nel paese dal 2013 e che vieta la promozione tra i minori di relazioni “non tradizionali”, nonostante la visione fosse già vietata ai minori di 18 anni.
“Rocketman”, il film sulla vita di Elton John, è stato vietato a Samoa per via delle scene che mostrano rapporti omosessuali.
Come aveva anticipato nei giorni scorsi il suo CEO, Tim Cook, Apple ha presentato in tribunale una mozione per opporsi alla richiesta dei giudici di fornire un accesso secondario a un iPhone 5C, trovato dall’FBI durante le indagini sulla strage di San Bernardino (California) dello scorso anno e che, secondo gli agenti, potrebbe contenere informazioni preziose per comprendere meglio la storia dei due terroristi autori dell’assalto. I dati sono criptati sul telefono e l’FBI non conosce la password di accesso, per questo motivo ha chiesto una via alternativa per accedervi; Apple si è rifiutata di fornirla sia per motivi tecnici sia perché teme che possa costituire un pericoloso precedente per la sicurezza e la riservatezza dei suoi milioni di clienti. Cosa c’è nella mozione La mozione mette in evidenza i temi su cui Tim Cook è tornato più volte negli ultimi giorni, prima con una lettera aperta e in seguito in una intervista: «Non si tratta di un caso isolato di un iPhone. Piuttosto, questo è un caso sul Dipartimento di Giustizia (DOJ) e sull’FBI che stanno cercando di avere, attraverso i tribunali, un potere pericoloso che il Congresso e il popolo americano hanno finora negato: la possibilità di obbligare aziende come Apple a mettere a rischio la sicurezza e la privacy di centinaia di milioni di individui in tutto il mondo”. Il documento ricorda che nel 2015 il Congresso non è riuscito ad approvare una serie di aggiornamenti al Communications Assistance for Law Enforcement Act (CALEA), che tra le altre cose norma i rapporti tra lo stato federale e le aziende coinvolte nelle telecomunicazioni: di conseguenza, avendo lasciato la legge così com’è, Congresso e governo non hanno dato i poteri aggiuntivi che ora l’FBI cerca di attribuirsi tramite i tribunali.
Apple ha fatto ricorso in tribunale contro l’FBI. Sostiene che la richiesta del governo di fornire i dati di un iPhone mette "a rischio la sicurezza e la privacy di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo".
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 177 nuovi casi di contagio da coronavirus (il numero più basso dall’inizio della rilevazione), secondo i dati diffusi giovedì dalla Protezione Civile, e 88 morti. Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono 338, 15 in meno rispetto a ieri. I tamponi totali processati a oggi sono 4.049.544, 49.953 più di ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” sono 957, per un totale di 161.895. In Lombardia sono stati registrati 84 nuovi casi di contagio. Il bilancio lombardo continua a essere di gran lunga il peggiore d’Italia e ammonta complessivamente a 89.526 casi di contagio e 16.021 morti. Nella provincia di Milano i nuovi casi di contagio accertati oggi sono stati 31 (ieri 37), di cui 16 a Milano (ieri 14).
Le notizie di giovedì sul coronavirus in Italia. Sono stati comunicati 177 nuovi casi positivi, il numero più basso dall'inizio della rilevazione, e 88 i morti nelle ultime 24 ore. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 338.