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È morto a 84 anni l’attore Nino Castelnuovo, celebre per avere interpretato Renzo Tramaglino nello sceneggiato televisivo tratto dai Promessi Sposi nel 1967, e che era rimasto per decenni nella cultura popolare come l’uomo che saltava la staccionata nella celebre pubblicità dell’olio Cuore. Nato a Lecco nel 1936, Castelnuovo aveva iniziato a lavorare in teatro negli anni Cinquanta, e dopo alcuni ruoli secondari in film per il cinema e il successo nei Promessi Sposi aveva recitato in diverse altre produzioni televisive e, tra gli altri, nel film Il paziente inglese del 1996.
È morto a 84 anni l’attore Nino Castelnuovo, Renzo nei “Promessi Sposi” del 1967 e l’uomo che saltava la staccionata nello spot dell’olio Cuore.
Facebook sta raggiungendo i 600 milioni di iscritti ed è una minaccia sempre più concreta per molte grandi società del web. Il social network, da poco valutato intorno ai 50 miliardi di dollari, è un concorrente ingombrante e sta sottraendo investimenti pubblicitari a siti online come MySpace e ad aziende da tempo in rete come Yahoo. Facebook potrebbe anche diventare un concorrente di PayPal per i pagamenti online e sta condizionando, nel bene e nel male, la competizione tra Apple e Google nel campo degli smartphone. Infine, il social network in piena espansione è continuamente alla ricerca dei migliori ingegneri ed è disposto a pagarli profumatamente per sottrarli ad altre grandi società come Microsoft e Google. Secondo Geoffrey A. Flower, che oggi sul Wall Street Journal dedica un articolo all’invadenza di Facebook, le grandi società della Silicon Valley dovrebbero iniziare a ripensare il loro rapporto con il social network e decidere se trattarlo amichevolmente, per il traffico e le opportunità che porta online, o come un nemico per le risorse che assorbe e rende proprie. Chiunque decida di avviare un’attività online di un certo rilievo e di ottenere l’attenzione delle fasce più giovani di utenti deve fare i conti con Facebook, spiegano gli esperti di investimenti consultati da Flower. Ma non è detto che sottostare alle condizioni del social network impedisca di fare affari. Basta pensare al campo dei videogiochi online rivoluzionato da Facebook e al successo di alcuni giochi come FarmVille, utilizzato ogni giorno da diversi milioni di iscritti al social network.
La piovra Facebook. Qui un giorno sarà tutto social network e la concorrenza inizia a preoccuparsi, scrive il Wall Street Journal.
Guadagnare attenzione e interesse da parte dell’opinione pubblica e dei giornali quando la maggioranza di governo si prende a schiaffi da giorni non è una cosa semplice, al di là delle negligenze e delle inadeguatezze dell’opposizione. E bisogna dire anzi che, nonostante rimangano alcuni momenti di black out, il Partito Democratico stia provando adesso a reagire: a organizzare qualcosa, invece che stare a guardare, e mettere in campo un progetto nell’eventualità probabile che la legislatura si concluda anticipatamente. La prima mossa è stata quella annunciata da Bersani, la “campagna porta a porta” che farà sicuramente felici gli innumerevoli opinionisti – da bar e da redazione – secondo cui il PD deve stare “fra la gente”, nel famigerato “territorio”. In realtà in Italia non esiste un partito radicato in modo territorialmente più capillare del Partito Democratico, e spesso dietro l’invito a “stare tra la gente” si nasconde la richiesta di dire un po’ di più le cose che alla gente piace sentire. Insomma: buona l’iniziativa, non fosse altro per l’idea di dinamismo e attività che se ne deriva, ora bisogna sperare che la gente gradisca quello che gli esponenti del PD hanno da dire loro.
“Una alleanza costituzionale”. Franceschini intervistato da Repubblica descrive i programmi del PD per il prossimo futuro, incappando in qualche contraddizione.
La Commissione Europea ha stabilito ieri che Sky Italia potrà aumentare la propria presenza sul digitale terrestre nel nostro paese. La decisione apre nuovi scenari per la televisione italiana e riduce i confini tra le tradizionali emittenti televisive generaliste, come RAI e Mediaset, e le loro varianti per la TV a pagamento, come Mediaset Premium. Per potersi aggiudicare le frequenze sul digitale terrestre Sky dovrà comunque sottostare ad alcune regole, che derivano sostanzialmente dagli impegni che la società assunse alcuni anni fa quando iniziò le trasmissioni in Italia. Nell’aprile del 2003, la società di Rupert Murdoch News Corporation (Newscorp) ottenne dalla Commissione Europea l’autorizzazione per acquisire il controllo di Telepiù Spa e Stream Spa, le due piattaforme per la televisione satellitare esistenti all’epoca in Italia. Dalla fusione delle due società nacque così Sky Italia, una azienda controllata interamente da Newscorp e dalla forte presenza sul mercato, poiché di fatto agiva senza concorrenti nel campo del satellitare. Per attenuare il predominio della società, le autorità europee decisero di imporre alcune limitazioni per consentire alle altre emittenti di non essere schiacciate dalla concorrenza.
Perché Mediaset ce l’ha tanto con Sky. L'UE autorizza Murdoch ad aprire nuovi canali sul digitale terrestre, la concorrenza - e il governo - promettono battaglia.
Un articolo pubblicato oggi da Repubblica ha raccontato un’aggressione avvenuta il giorno di Pasqua in un bar della periferia di Roma, in via Salvatore Barzilai. Per l’aggressione sono state denunciate due persone che secondo l’articolo di Repubblica fanno parte del clan malavitoso dei Casamonica, di cui si era già parlato molto sui giornali nel 2015 per lo sfarzoso funerale di Vittorio Casamonica. Le due persone sono accusate di aver picchiato una donna disabile (la cui prognosi per le ferite è stata di 30 giorni) e il proprietario del bar (che ha invece ricevuto una prognosi di 8 giorni) e di aver danneggiato il locale. Secondo l’articolo di Repubblica, l’aggressione sarebbe iniziata quando i due uomini hanno preteso di essere serviti prima degli altri clienti in fila. La donna sarebbe stata picchiata per aver protestato, mentre il barista è stato picchiato in un secondo momento, quando gli altri clienti avevano già lasciato il locale.
Il video dell’aggressione in un bar di Roma nel giorno di Pasqua. Lo ha pubblicato Repubblica, che oggi ha raccontato la storia.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. Il 23 ottobre esce il disco nuovo di Jeff Tweedy, amato leader della band americana dei Wilco: c'è un ritratto su di lui sul Wall Street Journal. Mariah Carey ha pubblicato una specie di autobiografia e per la promozione ha raccontato su Twitter di quando cantò lateralmente in un disco di rock "alternative", con breve pezzo di canzone. Comunque adesso arriva Natale, la stagione di Mariah Carey. Faye Webster è una cantautrice di Atlanta che l'anno scorso aveva fatto un disco non male, e ora ha fatto uscire una canzone promettente per un nuovo disco. Ricky Gervais ha annunciato la terza stagione di After life, e c'è da essere molto contenti: così contenti che citerò di nuovo la scena iniziale con quella canzone, di cui abbiamo parlato anche nel sabato del Post a Faenza. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Skeeter Davis. Che è la fine del mondo.
Otto delle più grandi società al mondo attive su Internet si sono unite in un progetto per proporre al governo degli Stati Uniti nuove regole e tutele per i loro clienti, dopo le rivelazioni degli ultimi mesi sulle operazioni di sorveglianza delle comunicazioni online da parte dei servizi segreti. Twitter, Facebook, Google, Apple, LinkedIn, AOL, Yahoo e Microsoft hanno pubblicato una lettera aperta indirizzata al presidente Barack Obama e ai membri del Congresso, pubblicata lunedì con pagine a pagamento acquistate sui principali giornali nazionali statunitensi. Per fare conoscere l’iniziativa è stato anche attivato il sito “ReformGovernmentSurveillance.com” (da poco online, potreste non riuscire ancora a collegarvi). Si tratta dell’iniziativa più grande e coordinata fino a ora messa insieme dopo lo scandalo sulla sorveglianza delle comunicazioni da parte della National Security Agency (NSA), resa possibile dalle informazioni fornite dall’ex collaboratore dell’intelligence Edward Snowden. Le società partecipanti vogliono nuove regole, ma soprattutto garanzie sul fatto che i loro dati siano utilizzati dalle autorità solo in particolari circostanze e con più tutele per i loro clienti, che sono poi i miliardi di persone che ogni giorno condividono cose sui social network, ne cercano altre sui motori di ricerca e si scambiano messaggi di posta elettronica e in chat su Skype (che è controllata da Microsoft).
I grandi di Internet e la riforma dell’NSA. Twitter, Facebook, Google, Apple, LinkedIn, AOL, Yahoo e Microsoft si sono unite per chiedere al governo USA di cambiare le norme sul controllo delle comunicazioni online.
Chi da ieri monitora le offerte del Prime Day di Amazon potrebbe aver notato che tra i prodotti più promossi – è addirittura disegnata nelle illustrazioni dedicate alla giornata, e si vede nell’immagine in testa dell’articolo del Post sugli sconti – c’è una pentola a pressione elettrica che fa varie cose: si chiama Instant Pot e Amazon la promuove molto perché nelle passate edizioni di Prime Day e Black Friday è stato uno dei prodotti più venduti negli Stati Uniti e se ne è parlato tantissimo. Il Prime Day di questi giorni è la prima occasione in cui viene proposta davvero: a 80 euro, 50 in meno rispetto al prezzo di listino. Da dove arriva la Instant Pot L’Instant Pot è contemporaneamente una pentola a pressione elettrica, una slow cooker (cioè uno di quegli aggeggi per cuocere le cose molto lentamente per ottenere effetti di cottura particolari, un tempo realizzabili solo nei ristoranti: in pratica l’opposto di una pentola a pressione), una macchina cuociriso e una yogurtiera. La sua principale attrattiva è che ci mette molto poco a cuocere cose per cui normalmente serve molto tempo, caratteristica generale delle pentole a pressione, avendo vari sistemi di sicurezza e un’interfaccia molto facile da usare (anche se non immediatamente intuitiva) per cui viene usata anche da quelle persone (nella redazione del Post ce ne sono) che non usano le pentole a pressione normali perché non si fidano abbastanza della loro capacità di evitare esplosioni.
Cos’è e come funziona la Instant Pot. Uno dei prodotti in offerta per il Prime Day è questa macchina per cucinare che da qualche anno va molto di moda negli Stati Uniti.
Dopo 4 giorni, il sito Butac.it (BufaleUnTantoAlChilo) è stato dissequestrato ed è nuovamente online. Nella mattina di venerdì 6 aprile era stato sottoposto a sequestro preventivo da parte della procura di Bologna, in seguito a una querela per diffamazione per un articolo pubblicato due anni e mezzo fa, nel quale erano segnalate dichiarazioni di un oncologo che promuoveva la “medicina olistica”, pratica senza fondamento scientifico. Il sequestro dell’intero sito, e non del solo articolo, aveva portato a numerose critiche sui social network per una decisione ritenuta sproporzionata. Ora è il solo articolo a essere sotto sequestro preventivo. BufaleUnTantoAlChilo si occupa di segnalare e spiegare le notizie false che circolano spesso online. In questi anni ha ottenuto un buon seguito, soprattutto attraverso i social network, e in alcuni casi ha anche collaborato con la Polizia Postale con la segnalazione di tentativi di truffe online.
Il sito BufaleUnTantoAlChilo è tornato online dopo 4 giorni di sequestro preventivo.
A partire da oggi, Facebook sperimenterà in Australia la rimozione del conteggio dei “Mi piace” sotto i post dei singoli utenti, applicando le stesse regole che ha iniziato a testare alcuni mesi fa su Instagram. Il numero dei “Mi piace” continuerà a essere visibile solamente all’autore del post, ma in una sezione separata e meno accessibile. Tutti gli altri utenti non vedranno invece il conteggio, ma – come su Instagram – potranno comunque accedere a un elenco di tutte le persone che hanno messo “Mi piace”. Negli ultimi anni diverse ricerche hanno esplorato e analizzato gli effetti dei social network sui loro utenti, con particolare attenzione alle dinamiche che si formano dietro la visualizzazione dei “Mi piace”. È emerso che in molti casi gli utenti tendono a essere più frustrati e scontenti, vedendo il numero di apprezzamenti sugli altri post, soprattutto se fanno un uso passivo del social network e non partecipano molto alle discussioni. Il meccanismo fa percepire la propria vita come meno varia e interessante rispetto a chi riceve molti “Mi piace” e altre reazioni, compresi i commenti.
Anche Facebook ha iniziato a nascondere i “Mi piace”. Per ora il test riguarda solo l'Australia, ma potrebbe essere esteso ad altri paesi come avviene da qualche tempo su Instagram.
Vincenzo Latronico è un giovane scrittore milanese, il Post ha pubblicato una parte del suo ultimo romanzo La cospirazione delle colombe, e un suo articolo sull’Albania. Domenica, l’inserto culturale La lettura del Corriere della Sera, ha ospitato una sua lunga riflessione sui libri digitali e sul suo rapporto con lo scaricarli gratis, assai rara dentro la discussione generale sul futuro dei libri ma più concreta e lucida di molte altre. Lo vedo arrivare. Anche se lo nego, lo vedo arrivare. Quando me lo chiedevano, fino a un annetto fa, negavo: e ne ero convinto. Talvolta nego ancora, ma so di mentire. Nella prefazione a Mattatoio N. 5, Kurt Vonnegut racconta che il suo capoufficio rideva dei suoi sforzi di scrivere un romanzo contro la guerra. «Sa cosa rispondo quando uno mi dice che sta scrivendo un libro contro la guerra?», ironizzava. «Dico: perché non scrive un libro contro i ghiacciai, allora?». Ecco: avrei voluto scrivere un articolo contro la pirateria degli ebook; però continuo a pensare ai ghiacciai. Oggi è il 22 dicembre, mi sono svegliato presto. Ho finito un articolo che dovevo consegnare verso metà mattinata, e per completarlo ho dovuto rileggere pezzi de I miti greci, di Robert Graves. Nel pomeriggio sono andato avanti con una traduzione; adesso sono le sette, e se non stessi scrivendo questa cosa probabilmente andrei avanti a leggere Sandman, di Neil Gaiman, fino ad uscire, più tardi. Tutto questo non sarebbe rilevante, se non fosse che ho letto entrambi i testi in ebook. Ma neppure questo, in fondo, sarebbe rilevante, se non fosse che entrambi li ho scaricati gratuitamente da un archivio cosiddetto «pirata». È una cosa che faccio sempre più spesso da quando ho un iPad — e ancora di più da quando ho scoperto un sito che archivia praticamente qualunque cosa esca o sia uscita di recente in lingua inglese. È di questo che vorrei parlare.
Le ragioni per cui scarico i libri pirata. Vincenzo Latronico, scrittore, parla degli ebooks e della pirateria, pensando al futuro e non al passato: è uno dei primi.
Ti siedi comodo sul divano, accendi il tuo iPad e leggi i contenuti condivisi dai tuoi amici sui social network all’interno di una specie di rivista personalizzata, un magazine che cambia in continuazione sulla base delle tue preferenze e degli argomenti più importanti della giornata. Flipboard funziona così e si dice che possa cambiare radicalmente l’utilizzo dei social network per scoprire nuovi contenuti come testi, immagini e video. Questa nuova applicazione per iPad è disponibile da ieri, ma sembra essere destinata ad avere un successo simile a quello di Pulse, il programma per il tablet Apple che concentra in un’unica pagina i contenuti pubblicati da diversi quotidiani online. Flipboard è stata accolta molto positivamente da All Things Digital – il riverito sito di tecnologia del Wall Street Journal – ed è stata recensita con grande eccitazione anche da Robert Scoble, che ha pubblicato sul proprio blog una lunga intervista al suo creatore Mike McCue. Il risultato di tutta questa attenzione è che gli utenti che scaricano Flipboard stanno ricevendo oggi un messaggio che dice che l’applicazione non può sincronizzare perché “over capacity”.
Flipboard trasforma i social network in una rivista. L'applicazione per iPad analizza i contenuti condivisi dai propri amici e li propone in un magazine dinamico.
Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile, i contagi totali registrati dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 in Italia sono stati 128.948, 4.316 in più di ieri. I morti totali sono saliti a 15.887, un incremento di 535 rispetto a ieri (è l’aumento più basso dal 19 marzo a oggi). I nuovi pazienti “guariti o dimessi” registrati sono 819, per un totale di 21.815. Le persone attualmente positive sono 91.246 (ieri erano 88.274) e quelle ricoverate in terapia intensiva sono 3977, 17 in meno rispetto a ieri. In Lombardia, la regione più colpita, i morti registrati nelle ultime 24 ore sono stati 249, portando il totale a 8.905. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 1317, 9 in meno rispetto a ieri.
Le notizie di domenica sul coronavirus in Italia. Rispetto a ieri ci sono stati 525 morti, il dato più basso da due settimane: i casi totali registrati sono 128.948.
Il 4 dicembre ricorrono trent’anni dalla prima proiezione di Reds, gran filmone americano sulla rivoluzione russa con cast hollywoodiano: Warren Beatty regista e protagonista, Diane Keaton, Jack Nicholson, Gene Hackman, Maureen Stapleton. Oltre tre ore di film, epica, passione, avventura, dramma, amore, tutte quelle cose che una voce tonante elencava una volta nei trailer dei film americani, ma applicate su una storia con delle implicazioni ideologiche notevoli e anomale per un film del genere negli Stati Uniti degli anni Ottanta. Ne ha scritto su Doppiozero Giacomo Giossi. L’elezione alla presidenza degli Stati Uniti di Ronald Reagan, rappresentante della destra repubblicana, segnerà la diffusione in tutto il mondo occidentale dell’ideologia ultra liberista i cui guasti sono alla base della crisi economica attuale. Quelli di Reagan, è il caso di dirlo, furono gli otto anni che sconvolsero il mondo. Reagan era stato preceduto dall’inconsistente Carter, e prima ancora da Ford e dal poco raccomandabile Nixon, tuttavia il risveglio quella mattina per l’America liberal e dissidente fu traumatico. Quelli erano ancora gli anni di John Lennon e Yoko Ono, della New Hollywood e di film come Manhattan in cui Woody Allen metteva in scena esplicitamente un rapporto di coppia tra un maturo intellettuale ed una ragazza minorenne (impensabile anche oggi), e infiniti potrebbero essere gli esempi di vivacità culturale, di lotta sociale, di attenzione alle minoranze che in quegli anni scorrevano nelle vene della, seppur conservatrice, società americana. Con Reagan il colpo sarebbe stato letale perché non solo i reazionari restavano saldamente al potere, ma perché la sua politica da ex attore western s’impadroniva dell’immaginario e della forza comunicativa degli Stati Uniti. Il cinema fatto di eroi fragili e dolenti nato con Gregory Peck e in particolar modo con Marlon Brando e proseguito con Al Pacino, Robert De Niro e Jack Nicholson cedeva il passo a quello muscolare e nella retorica sostanzialmente fascista di Arnold Schwarzenegger, Kurt Russell, Sylvester Stallone fino a Bruce Willis e ai più scadenti emuli televisivi. L’America, si diceva, era cambiata senza che New York se ne fosse accorta. Tuttavia ci fu chi riuscì a opporsi giocando sullo stesso campo di Reagan e a proporre un’alternativa che tuttavia i democratici non seppero, o non vollero, cogliere. Il terreno fu ancora una volta il cinema e la sfida fu lanciata da uno degli attori allora più in vista di Hollywood: Warren Beatty.
I trent’anni di Reds. Gran filmone americano sulla rivoluzione comunista, correte a rivederlo o godetevi le immagini qui e il racconto di Doppiozero.
La Cassazione ha confermato la condanna a sei anni di reclusione per Roberto Spada, l’uomo che nel novembre del 2017 diede una testata al giornalista della Rai Daniele Piervincenzi a Ostia, vicino a Roma. La Cassazione ha accolto le richieste del procuratore generale, respingendo l’appello di Spada e confermando l’aggravante del metodo mafioso. Spada fa parte di una nota famiglia di Ostia che alcuni chiamano “clan” e i cui componenti sono stati più volte condannati per reati come estorsione e minacce con l’aggravante del metodo mafioso. Il video della testata a Piervincenzi e dell’aggressione, che coinvolse anche il cameraman, erano girati moltissimo online e in televisione, e avevano attirato molte attenzioni sugli Spada e su Ostia. Al momento Spada si trova in carcere a Tolmezzo, in provincia di Udine, dopo essere stato condannato all’ergastolo in un altro processo per due omicidi.
La Cassazione ha confermato la condanna a sei anni per Roberto Spada, che nel 2017 diede una testata a un giornalista della Rai.
Il Consiglio dei ministri del secondo governo di Giuseppe Conte, sostenuto da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, ha nominato 42 sottosegretari, fra cui 10 con la carica di viceministro: il M5S ne avrà 21, il PD 18, Liberi e Uguali 2, mentre un sottosegretario è andato al MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero). Sottosegretari e viceministri sono le persone che lavorano più a stretto contatto con i ministri, solitamente occupandosi di questioni specifiche su cui hanno specifiche deleghe. Fra i 42 nominati, alcuni provengono dal precedente governo: su tutti Manlio Di Stefano agli Esteri, Laura Castelli all’Economia e Carlo Sibilia all’Interno. Tra viceministri e sottosegretari, 5 persone sono state nominate al ministero degli esteri guidato da Luigi Di Maio e 5 all’Economia con Roberto Gualtieri. Andrea Martella del PD, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, avrà la delega all’editoria: ruolo molto rilevante sul mondo dell’informazione. Rispetto al precedente governo, che era sostenuto dalla Lega e dal M5S, è raddoppiato il numero delle donne: fra ministri e sottosegretari nel governo precedente erano soltanto 11, oggi sono 22. Secondo il Corriere della Sera il giuramento dei nuovi sottosegretari e viceministri è stato fissato per lunedì 16 settembre.
I sottosegretari del secondo governo Conte. Ci sono molte più donne rispetto al primo, e il M5S ha confermato diverse persone del governo precedente.
Facebook sta iniziando a sperimentare un sistema di notifiche per la visualizzazione degli inviti agli eventi. In pratica, una volta creato un evento su Facebook e mandati agli amici degli inviti a partecipare, sarà possibile controllare se gli invitati hanno visto l’invito e le successive modifiche fatte all’invito. In questo modo, secondo Facebook, sarà più facile coordinarsi tra le persone che partecipano all’evento senza dover chiamare chi non ha confermato né la propria partecipazione né la propria assenza (non ci si troverà più a chiedersi “ma l’ha visto l’invito?”). Negli ultimi anni Facebook ha reso disponibili notifiche simili sia su Messenger (dove si può vedere a che ora la persona con cui stiamo parlando ha visualizzato la conversazione) sia su WhatsApp (che prevede la doppia spunta blu per segnalare che un messaggio è stato visualizzato).
Facebook permetterà di sapere chi ha visto l’invito a un evento, anche se non ha risposto. È una nuova funzione e potrà usarla solo chi ha organizzato l'evento: funziona più o meno come le spunte blu di WhatsApp.
Il governo della Repubblica Ceca ha ridato la cittadinanza allo scrittore Milan Kundera, a cui era stata tolta dal regime comunista cecoslovacco nel 1979. Dal 1975 Kundera vive in Francia, dove si trasferì per via dei suoi dissidi con il partito comunista cecoslovacco, dal quale era stato espulso due volte nel 1950 e nel 1970, dopo aver criticato prima le politiche culturali del partito, e poi la repressione delle rivolte della “primavera di Praga”. Kundera ha 90 anni ed è il più importante scrittore ceco di sempre, autore di romanzi come L’insostenibile leggerezza dell’essere e frequentemente citato come possibile vincitore del premio Nobel per la letteratura. Negli ultimi anni ha condotto una vita riservata, senza parlare ai giornalisti e tornando saltuariamente in Repubblica Ceca in incognito. Nel novembre del 2018 il primo ministro ceco Andrej Babiš aveva detto di aver incontrato Kundera e sua moglie a Parigi, e che avevano accettato la restituzione della cittadinanza, che è avvenuta poi ufficialmente la scorsa settimana. «Era di buon umore, ha preso il documento e ha detto grazie» ha raccontato l’ambasciatore ceco in Francia Petr Drulák.
La Repubblica Ceca ha ridato la cittadinanza allo scrittore Milan Kundera, a cui era stata ritirata nel 1979.
Per gli afroamericani non era facile viaggiare negli Stati Uniti durante gli anni della Segregazione: in particolare fino al 1965 furono in vigore le cosiddette leggi Jim Crow, leggi statali che prevedevano per gli afroamericani lo status di separati ma uguali, e che di fatto sancivano nei posti pubblici la separazione tra bianchi e neri, che avevano accesso limitato a ristoranti, alberghi e ospedali. Tra il 1936 e il 1964 vennero pubblicati i Negro Motorist Green Books, particolari guide turistiche che indicavano alberghi, ristoranti, locali e modi di viaggiare sicuri per i neri, che avrebbero potuto evitare discriminazioni e situazioni sgradevoli. Nell’introduzione ai Green Books il loro editore Victor H. Green spiega che l’obiettivo era di “dare al viaggiatore nero le informazioni di cui ha bisogno per non incappare in difficoltà, imbarazzi e rendere il viaggio più piacevole”. I disagi variavano molto da stato a stato ed erano maggiori in quelli del Sud, storicamente più razzisti. In molte zone per esempio era tollerata la violenza verso i neri e in altre potevano accedere solo ad alcune stazioni di servizio per fare benzina, mentre i ristoranti e gli hotel gli rifiutavano una stanza e i servizi igienici. Le abitudini locali aggravavano la situazione: per esempio nella regione del delta del Mississippi era proibito ai neri superare in macchina i bianchi perché la polvere che sollevavano non sporcasse la loro auto.
Le guide turistiche per afroamericani durante la segregazione. Furono pubblicate fino agli anni Sessanta e indicavano locali, hotel e modi per viaggiare sicuri ed evitare pericoli e discriminazioni.
Dimenticativi l’etichetta con i valori nutrizionali, l’elenco degli ingredienti e il benestare degli esperti: secondo un nuovo studio le persone che fanno la spesa valutano un alimento come salutare solo quando costa di più. Lo studio, che verrà pubblicato prossimamente sul Journal of Consumer Research, è l’ultima prova di come il nostro cervello possa remare contro di noi quando si tratta di scegliere alimenti salutari. I ricercatori sostengono che il modo in cui associamo inconsciamente il costo alla salute – che definiscono come “l’intuizione salutare=costoso” – può spingere le persone non soltanto a spendere più soldi ma anche a fare scelte non informate senza rendersene conto. «Spesso ci chiediamo come i clienti elaborino le informazioni riguardo a cosa dovrebbero mangiare», ha detto Kelly Haws, professoressa di marketing alla Vanderbilt University e coautrice del nuovo studio, «la verità è che diamo loro una tonnellata di informazioni e che non riescono a elaborarle tutte». Haws e altri ricercatori che si occupano di economia comportamentale hanno un nome per questo fenomeno: euristica. In sostanza, l’euristica descrive qualsiasi tipo di scorciatoia mentale che usiamo per semplificare le nostre decisioni. Invece di valutare consapevolmente tutte le informazioni di cui disponiamo riguardo a un prodotto – la quantità di calorie, gli ingredienti, la marca, la posizione nel negozio – il nostro cervello si affida a delle semplici supposizioni, come per esempio la convinzione che gli alimenti salutari costino sempre di più. Queste supposizioni possono essere profondamente sbagliate, soprattutto se applicate a una serie troppo ampia di situazioni. Quando si tratta di alimentazione ricorriamo diffusamente a queste supposizioni: secondo uno studio del 2013 pubblicato dalla rivista scientifica Appetite, alla base della maggior parte delle nostre scelte alimentari c’è l’euristica, e non una decisione razionale. Considerando la sua diffusione, ha detto Haws, la supposizione euristica secondo cui “salutare è uguale a costoso” può avere profonde implicazioni sulle scelte dei clienti e, per estensione, sulla salute pubblica, soprattutto considerando che sembra essere molto convincente per i consumatori che ne dipendono.
Come capiamo se un cibo è più sano di un altro. Con un criterio sbagliato, secondo un nuovo studio: tendiamo a pensare che se una cosa costa tanto sia anche salutare.
Sei anni fa, il 17 febbraio del 2009, Walter Veltroni diede le dimissioni da segretario del Partito Democratico. Fu un momento piuttosto complicato e forse anche un po’ drammatico, politicamente: Veltroni era stato il primo segretario nazionale del Partito Democratico, la sua gestione era stata piena di aspettative e speranze e aveva prodotto alle elezioni politiche del 2008 un risultato allo stesso tempo molto significativo (il 33 per cento, il secondo miglior risultato del PD nella sua storia e tuttora il migliore alle elezioni politiche) e una sconfitta netta (Berlusconi vinse e andò al governo con una salda maggioranza parlamentare). A Veltroni succedette Dario Franceschini, all’epoca suo vice, e fu un trauma nel trauma: per la prima volta un partito erede della storia della sinistra italiana e del PCI fu guidato da un politico di formazione e passato democristiano. L’inizio della storia Walter Veltroni era stato eletto sindaco di Roma nel 2001 ed era stato rieletto largamente nel 2006. Dal maggio del 2007 era entrato a far parte del Comitato nazionale del nascente Partito Democratico e già allora era considerato il più accreditato e spendibile come leader del partito che stava nascendo. Il 27 giugno Veltroni annunciò la sua candidatura dal “Lingotto” di Torino, in un discorso di cui si parlò molto per gli anni seguenti e a cui tuttora si fa rifermento come “discorso del Lingotto”. Quasi tutto l’establishment del partito si schierò dalla sua parte, anche alcuni suoi storici rivali, e alle primarie del 14 ottobre del 2007 Veltroni fu eletto con le primarie primo segretario nazionale del PD. Votarono più di 3 milioni e 500 mila persone, secondo i dati diffusi dagli organizzatori: Veltroni ottenne 2.667.000 voti (il 75,8 per cento) seguito da Rosy Bindi (12,9 per cento) e Enrico Letta (11,1 per cento).
Le dimissioni di Veltroni, sei anni fa. La storia di un momento complicato e politicamente drammatico della storia del PD: la volta che il suo primo segretario si dimise dopo solo sedici mesi, il 17 febbraio 2009.
L’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è caduto poco dopo aver tenuto un comizio a Genova a sostengo di Giovanni Toti, il candidato presidente di Forza Italia alle prossime elezioni regionali della Liguria. Subito dopo la fine del suo discorso, Berlusconi è inciampato in un predellino su cui era salito per tenere il comizio. Si è comunque rialzato immediatamente, e scherzando ha spiegato che il predellino era stato messo dalla «sinistra». Le prossime elezioni regionali in Liguria si terranno il 31 maggio. Giovanni Toti è il principale candidato del centrodestra, essendo sostenuto oltre che da Forza Italia anche dalla Lega Nord e da Fratelli d’Italia.
Il video di Berlusconi che inciampa dopo un comizio. È successo a Genova alla fine di un comizio a sostegno di Giovanni Toti: Berlusconi è inciampato nel predellino su cui era salito per tenere il discorso.
Nel 2004, un poster del 1965 del concerto dei Beatles allo Shea Stadium di New York è stato venduto all’asta per 69.000 dollari; pochi mesi dopo un altro poster dei Beatles (sempre allo Shea Stadium, ma del concerto del 1966) è stato battuto per 132.000 dollari. Il critico musicale Dave Simpson si occupa sul Guardian della grande espansione del commercio di poster musicali negli ultimi anni. Ci sono parecchi fattori che concorrono a stabilire il prezzo di un poster: la band o l’artista, la sede del concerto, e poi anche la scarsità del “pezzo” e il modo in cui è stato fatto. Per esempio, una locandina per il concerto di Nick Cave del 2006 al Bridgewater Hall di Manchester, fatto a mano dall’artista di Portland Emek e in cui ogni dettaglio rimanda a una diversa canzone di Cave, è stato venduto per circa 600 euro, dieci volte il suo prezzo iniziale. Alcuni poster di Elvis e dei Beatles continuano a superare le migliaia di euro nelle aste, e così anche quelli disegnati negli anni Sessanta da Rick Griffin per i Grateful Dead, ma non sono solo i grandi classici a raggiungere cifre considerevoli. Un poster disegnato dall’artista di Chicago Rob Jones, autore di gran parte delle locandine dei White Stripes, è stato venduto su eBay per più di 1.800 euro. La sera del concerto, nel 2003, ne costava meno di venti.
Il grande mercato dei poster musicali. Un investimento sicuro contro la crisi, dice un critico musicale del Guardian.
L’azienda italiana per la fornitura di elettricità e gas, ENEL, ha annunciato che acquisirà Enel Green Power, che si occupa delle energie rinnovabili. ENEL ha pubblicato un comunicato sul proprio sito mercoledì 18 novembre. L’acquisizione dovrebbe essere completata entro la fine di marzo 2016, prima dovrà essere approvata da un’assemblea straordinaria degli azionisti prevista per l’11 gennaio: le azioni di Enel Green Power verrano levate dal listino di borsa e reintegrate in ENEL. Gli azionisti Enel Green Power riceveranno 0,486 azioni ENEL per ogni azione Enel Green Power, al momento – scrive Bloomberg – ENEL possiede già il 69 per cento di Enel Green Power. ENEL emetterà 770,6 milioni di nuove azioni alla fine dell’operazione. Il Ministero dell’Economia, che è già azionista di maggioranza della società, diventerà proprietario del 23,6 per cento del totale, una quota leggermente inferiore a quella attuale (25 per cento circa). Enel Green Power era stata creata come “sussidiaria” di ENEL nel 2008, nel 2010 era stata quotata nella borsa di Milano e in quella di Madrid. Nei primi nove mesi del 2015 i ricavi di Enel Green Power sono cresciuti dell’8 per cento fino a 2,2 miliardi di euro, grazie ad un aumento di vendite in America Latina e Nord America.
ENEL acquisirà Enel Green Power, cosa cambia per gli azionisti. La multinazionale di gas e elettricità lo ha comunicato stamattina: i dettagli.
L’11 gennaio è stata inaugurata ad Amburgo, in Germania, l’Elbphilharmonie, la “Filarmonica dell’Elba”. L’Elbphilharmonie è un grande auditorium progettato dal famoso studio di architetti svizzero Herzog & de Meuron: ha due sale da concerto – una da circa 2.000 posti, l’altra da 550 – e comprende anche un hotel da quasi 250 camere, 44 appartamenti e alcuni spazi esterni, con vista sul fiume Elba. I lavori per la costruzione dell’Elbphilharmonie iniziarono nel 2007, quando si pensava sarebbero finiti entro il 2010, con un costo totale di circa 700 milioni di euro. I lavori hanno però avuto evidenti ritardi e sono costati circa il 10 per cento in più del previsto. Per l’inaugurazione dell’Elbphilharmonie sono stati fatti giochi di luci all’esterno della struttura e della sua caratteristica cresta e all’interno c’è stato il concerto di inaugurazione in cui Thomas Hengelbrock ha diretto la NDR Elbphilharmonie Orchester. Il 14 gennaio all’Elbphilharmonie ci sarà invece Riccardo Muti, che dirigerà la Chicago Symphony Orchestra. L’inaugurazione dell’Elbphilharmonie è uno dei motivi per cui Amburgo è stata scelta dal New York Times come uno dei posti da visitare nel 2017.
Le foto della nuova Elbphilharmonie di Amburgo. Il grande auditorium è stato inaugurato mercoledì: dentro c'è stato il primo concerto, fuori uno spettacolo di luci.
L’anno scorso la patologia chiamata “disposofobia” è entrata assiduamente nei racconti dei giornali americani, grazie alla pubblicazione del libro di E. L. Doctorow “Homer & Langley” (uscirà in Italia per Mondadori il mese prossimo) che romanza la pazzesca storia dei fratelli Collyer, morti sepolti nella propria casa, travolti dalle proprie cose accumulate negli anni. La disposofobia è appunto l’attitudine malata a conservare e raccogliere oggetti e la difficoltà a liberarsene. I casi, hanno raccontato i media americani sono molto frequenti e poco raccontati, e oltre a mostrare i sintomi di problemi psicologici gravi, possono creare pericoli per la salute e la vita di chi ne è soggetto. Il sito del New York Times è tornato a parlarne in questi giorni, apprezzando i programmi televisivi che quest’anno hanno dato maggiore attenzione al problema.
Disposofobia, due anziani salvati in Illinois. Sono stati trovati seppelliti da cataste di oggetti e immondizia, come nell'ultimo romanzo di E.L. Doctorow.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica della Francia, nel secondo trimestre del 2015 l’economia francese è rimasta ferma. Gli esperti avevano previsto una moderata crescita dello 0,2 per cento, ma i primi calcoli ufficiali mostrano invece che è cresciuta dello 0 per cento. Un rallentamento era atteso rispetto ai dati del primo trimestre, ma i risultati così negativi sono stati una sorpresa anche per gli esperti. Quelli francesi sono i dati che preoccupano di più in tutta l’eurozona, che nel suo complesso non se la sta passando troppo bene: l’Italia nel primo trimestre è cresciuta solo dello 0,2 per cento e la Germania considera un successo la sua crescita dello 0,4 per cento. I 19 paesi che hanno adottato l’euro sono cresciuti complessivamente dello 0,3 per cento. È dall’elezione di François Hollande nel 2012 che l’economia francese è stabilmente in stagnazione. I dati del primo trimestre di quest’anno, frutto soprattutto di un aumento dei consumi interni, avevano fatto sperare in una ripresa della crescita, ma la crisi greca e i timori per il futuro hanno fatto contrarre nuovamente la domanda interna e quindi la crescita. Secondo Tom Rogers, un economista intervistato da Bloomberg News, «la stagnazione in Francia e la quasi stagnazione in Italia mostrano come le famiglie e le imprese siano ancora profondamente preoccupate per il futuro». La mancanza di crescita è particolarmente grave in questo momento storico perché non permette di riassorbire la disoccupazione che è al 10,4 per cento in Francia e al 12,4 in Italia.
L’economia francese non cresce più. È in stagnazione dall'elezione di François Hollande nel 2012 e anche i dati dell'ultimo trimestre non sono buoni: è un segnale preoccupante per tutta l'Europa.
L’Economist di questa settimana si occupa con un breve articolo delle strade italiane, di chi le percorre in auto e della progressiva introduzione del nuovo Codice della strada nel nostro paese. Le nuove norme sono accolte con favore dalla rivista britannica, che non risparmia però le critiche sull’attuale condotta degli automobilisti italiani: Anarchia, scarsa conoscenza della legge o semplice convinzione che le regole sono un optional: il comportamento degli italiani alla guida è un mosaico molto colorato e preoccupante. Funzionari del governo senza cinture di sicurezza; auto della Polizia che passano con il rosso; auto parcheggiate sulle strisce pedonali; telefoni cellulari incollati alle orecchie di chi guida e una diffusa tendenza ad andare veloce su tutte le strade da quelle di campagna alle autostrade: questa è l’anarchia della strada in Italia.
Noi al volante, secondo l’Economist. Il ritratto impietoso della rivista britannica sulle nostre abitudini alla guida in attesa del nuovo Codice della strada.
Nella notte tra martedì e mercoledì a Venezia c’è stata una straordinaria acqua alta, che ha sommerso ampie zone della città, raggiungendo un livello massimo di 187 centimetri e avvicinandosi ai livelli di quella più alta mai registrata, i 194 centimetri dell’alluvione del 1966. L’acqua alta – che viene definita tale quando il livello del mare supera gli 80 centimetri – è un fenomeno ricorrente nella storia di Venezia, ma i dati disponibili mostrano come negli ultimi anni sia diventata sempre più frequente. Cos’è l’acqua alta, innanzitutto La marea, il moto di oscillazione del livello delle acque marine, è influenzata da due fattori: quello meteorologico e quello astronomico. Normalmente a Venezia il contributo più significativo alle maree è dato dal fattore astronomico, cioè l’attrazione della Luna e secondariamente anche del Sole che ciclicamente e regolarmente fanno alzare e abbassare il livello delle acque, ma a volte a questo si aggiungono fattori meteorologici, come forti piogge e vento di scirocco proveniente dal basso Adriatico. Oltre a questi due fattori, ci sono altre due condizioni che hanno un effetto sul fenomeno dell’acqua alta: l’abbassamento del livello del suolo e l’innalzamento del livello del mare.
Quanto è frequente l’acqua alta a Venezia. C'è sempre stata ma negli ultimi anni avviene molto più spesso, anche a causa del riscaldamento globale.
Come ogni anno dal 1990 il Sole 24 Ore ha pubblicato una classifica delle province italiane in base alla qualità della vita, giunta ormai alla sua trentesima edizione. Rispetto agli scorsi anni, gli indicatori di cui si è tenuto conto per stilare la classifica del 2019 sono passati da 42 a 90, divisi in sei macroaree: “Ricchezza e Consumi”, “Ambiente e Servizi”, “Giustizia e Sicurezza”, “Affari e Lavoro”, “Demografia e Società”, “Cultura e Tempo libero”. Tra i nuovi fattori che sono stati presi in esame quest’anno c’è stato anche un indice del clima, i valori di indebitamento delle famiglie, le violenze sessuali e le estorsioni denunciate dalla popolazione. Come già nella classifica del 2018, al primo posto c’è la provincia di Milano, seguita ancora da quella di Bolzano. Ha perso invece il terzo posto Aosta, sorpassata da Trento, che lo scorso anno era quinta. Sale di 17 posizioni la provincia di Monza e Brianza, che si classifica sesta, mentre Verona ne guadagna sette e arriva al settimo posto. Migliorano molto anche Venezia e Parma, che salgono rispettivamente di 25 e 19 posizioni. Migliora di tre posizioni rispetto allo scorso anno anche Roma, che però resta lontana dalle 10 migliori province, al 18esimo posto.
Le province dove si vive meglio in Italia. Milano è al primo posto per il secondo anno consecutivo, nella classifica del Sole 24 Ore: ma quello che si nota di più è ancora il grosso divario tra Nord e Sud.
Patrick Kingsley è considerato uno dei migliori giornalisti internazionali che si occupano di immigrazione. Per la sezione dedicata ai libri del Guardian – il giornale per cui lavora – ha messo insieme una lista di 10 libri della storia della letteratura che raccontano di quelli che hanno lasciato – più o meno costretti – il loro paese per cercare rifugio in un altro. Dopo aver lavorato nella redazione del Cairo del Guardian, Kingsley, che ha 26 anni, ha viaggiato in 17 paesi per seguire i tanti viaggi dei migranti lungo la cosiddetta “rotta balcanica”, ed è uno dei giornalisti che si è occupato più a lungo del tema. Alla fine del 2015 ha vinto il premio come miglior giornalista di esteri ai British Journalism Awards per il reportage The Journey, che racconta il viaggio di un gruppo di migranti dalla Siria alla Svezia. A maggio del 2016 ha pubblicato per la casa editrice Guardian Faber il libro The New Odissey, che spiega da dove vengono i migranti, come si spostano e perché continuano a cercare di raggiungere l’Europa. Alcuni dei libri scelti da Kingsley sono grandi classici, altri sono più recenti e non sono pubblicati in italiano. Kingsley spiega che nelle opere letterarie più antiche i profughi erano spesso eroi, profeti e salvatori, mentre nei romanzi e nei saggi più recenti, ispirati alle grandi migrazioni di profughi del Novecento, i migranti sono descritti come persone comuni, costrette ad abbandonare la quotidianità delle loro vite a causa delle guerre. Eneide di Virgilio Kingsley ha intitolato il suo saggio ispirandosi all’Odissea di Omero ma avrebbe preferito prendere come spunto l’Eneide; ha rinunciato perché non è abbastanza noto al pubblico anglosassone. Come i siriani di oggi, Enea è un profugo che dal Medio Oriente si sposta in Europa a causa di una guerra.
I 10 libri da leggere sui migranti. Li ha scelti Patrick Kingsley, giornalista del Guardian tra i maggiori esperti di immigrazione.
Soltanto tre delle dieci ong che operano nel Mediterraneo centrale per soccorrere i migranti che partono dalla Libia hanno accettato di firmare il codice messo a punto dal ministero degli Interni e che prevede una serie di regole e di limitazioni al loro operato. La principale organizzazione a non aver firmato è Medici senza frontiere (MSF), che sul suo sito ha pubblicato una lettera per spiegare la sua posizione. Ad aver firmato sono state Save the children, MOAS e Proactiva open arms. Il ministro dell’Interno ha fatto sapere che le ong che non hanno firmato subiranno conseguenze come ulteriori controlli della Guardia di finanza sulla sicurezza delle loro navi e sui rapporti di lavoro tra equipaggi e ong che li hanno assunti. Il quotidiano Repubblica ha definito l’incontro con le ong e la mancata firma di sette di loro “un mezzo flop”. I punti più controversi dell’accordo sono due. Il codice stabilisce il divieto di trasbordo su altre navi dei migranti soccorsi, tranne in casi di emergenza. Significa che le navi delle ong che operano a ridosso della costa libica dovrebbero tornare indietro fino ai porti siciliani dopo ogni operazione di soccorso, riducendo molto il loro tempo di permanenza sotto costa e quindi, potenzialmente, mettendo a rischio le vite di molte persone. Come ha spiegato al Corriere della Sera Gabriele Eminente, direttore di MSF: «Limitando i trasbordi si fa crescere il numero di viaggi, il che rende le missioni economicamente meno sostenibili soprattutto per le ong più piccole. E si rallentano le operazioni di soccorso, quando i minuti possono fare la differenza tra la vita e la morte».
Il “codice delle ong” è finito male. Soltanto tre su dieci hanno firmato il protocollo del ministero dell'Interno, mentre le altre – tra cui Medici Senza Frontiere – dicono che continueranno a operare normalmente.
Immaginate di vivere in un paese che ha deciso da anni di dismettere le sue centrali nucleari. Purtroppo per voi, però, abitate al confine con un altro paese in cui invece ce ne sono diverse che sono ancora attive, nonostante la loro chiusura fosse prevista anni fa, e in cui periodicamente si scoprono nuovi malfunzionamenti. Il paese a cui abitate vicino, inoltre, è un posto che a causa degli storici conflitti fra autorità statali e locali non ha mai funzionato bene. Se foste in una situazione del genere potreste comprendere le preoccupazioni del governo della Germania per le centrali nucleari che si trovano in Belgio.
La Germania è preoccupata per una centrale nucleare del Belgio. È vicina al confine, molto vecchia e con qualche crepa, ma il Belgio dice che va tutto bene e le leggi europee non permettono granché.
Il 28 ottobre uscirà in Regno Unito – il 5 novembre in Italia – Spectre, il nuovo film di James Bond diretto da Sam Mendes, con Daniel Craig, Monica Bellucci, Lea Seydoux e Christoph Waltz. Le informazioni generali del film sono piuttosto note – dal cast alle immagini sul set alla trama – e sono stati diffusi due trailer. Non si sa ancora nulla però della colonna sonora del film, se non che è già stata registrata, come ha detto ai primi di luglio il regista Mendes alla BBC: «È fantastica, sono entusiasta. Non dovrete aspettare a lungo». La musica è stata sempre una componente piuttosto rilevante dei film di 007, e i titoli di coda vengono solitamente accompagnati da una canzone eseguita da cantanti famosi e di successo, come Nancy Sinatra, Paul McCarney, Adele e Madonna. Per questo c’è molta curiosità sull’interprete della canzone principale – la cosiddetta theme song – e le parole di Mendes non hanno fatto che alimentare voci e pettegolezzi: si è parlato di Ed Sheeran, Paloma Faith, Noel Gallagher, Adele e Sam Smith. Quest’ultimo ha però smentito di avere a che fare col film: «La gente è convinta che la stia facendo io, ma non ho idea di quel che sta succedendo. Ho sentito che l’avrebbe registrata Ellie Goulding, quel che è certo è che non sono io».
Di chi sarà la canzone del prossimo 007? ellie Goulding era data quasi per certa ma ora si parla molto dei Radiohead.
Il 12 maggio migliaia di computer di tutto il mondo, tra cui alcuni usati da agenzie governative e dal sistema sanitario britannico, sono stati attaccati da un malware, un software che rende possibile controllare a distanza un dispositivo all’insaputa del suo proprietario. Secondo l’Europol l’attacco ha colpito più di 200mila persone in 150 paesi, tra cui Stati Uniti, India, Cina e Italia: i più colpiti sono stati Russia e Regno Unito. Il malware in questione è chiamato in gergo ransomware, cioè un programma che blocca l’accesso a un computer e offre al suo proprietario la restituzione dei propri dati in cambio di un riscatto: in questo caso gli autori dell’attacco, ancora sconosciuti, hanno chiesto 300 dollari (275 euro) da pagare con carta di credito o bitcoin per ciascun computer bloccato entro un certo periodo di tempo. Se non si paga (o anche se si paga, la cosa non è chiara), tutti i dati del computer vengono cancellati. Il malware, chiamato WanaCrypt0r 2.0 o WannaCry, sfrutta una falla di un protocollo per la gestione condivisa dei file nei sistemi operativi Windows, battezzata EternalBlue. Sembra che in origine sia stato creato dalla National Security Agency (NSA), l’agenzia per la sicurezza nazionale statunitense, e sia successivamente finito nelle mani di un gruppo di hacker. WannaCry sfrutta una falla nota da tempo: lo scorso marzo Microsoft ha diffuso un aggiornamento per rimediare (se vi serve qui ci sono le istruzioni su come ottenerlo), ma tutti i computer che non sono stati aggiornati sono rimasti vulnerabili. In particolare, quelli su cui è installato Windows XP non avevano difese, dato che l’aggiornamento di Microsoft non è compatibile con questo vecchio sistema operativo. Il 13 maggio Microsoft ha reso disponibile anche un rimedio per i sistemi che aveva smesso di aggiornare (come XP), che è una cosa senza precedenti, dovuta all’estensione dell’attacco. Secondo gli esperti di sicurezza informatica un nuovo attacco potrebbe essere imminente e per questo consigliano di tenere sempre aggiornati i sistemi operativi dei propri dispositivi.
L’esteso attacco informatico con “riscatto”. Un malware diffuso via email ha tenuto in ostaggio i dati di 200mila computer in tutto il mondo, causando disagi a ospedali, ministeri e aziende.
Secondo una nuova inchiesta della procura di Reggio Calabria, Antonio Scopelliti, il giudice ucciso il 9 agosto del 1991, fu assassinato per ordine di Cosa Nostra, la mafia siciliana, e a eseguire l’omicidio furono uomini della ‘ndrangheta, la mafia calabrese. Scopelliti fu ucciso con due colpi di fucile vicino a Villa San Giovanni, un paese in provincia di Reggio Calabria, mentre stava lavorando al cosiddetto “maxiprocesso” contro Cosa Nostra. Il suo omicidio è rimasto senza colpevoli per oltre 27 anni. Le novità sul caso sono arrivate grazie a un collaboratore di giustizia siciliano le cui dichiarazioni hanno permesso alla procura di Reggio Calabria di indagare 17 persone affiliate a Cosa Nostra e alla ‘ndrangheta. La tesi dei giudici è che Scopelliti sia stato ucciso da un’alleanza tra la mafia siciliana e le organizzazioni criminali calabresi. A ordinare l’omicidio sarebbe stato Totò Riina, all’epoca capo di Cosa Nostra, preoccupato che il lavoro di Scopelliti potesse portare alle condanne dei capi mafiosi coinvolti nel processo. Scopelliti era un magistrato di grande esperienza e prima dell’omicidio aveva già rappresentato l’accusa in numerosi processi per mafia e terrorismo, come il primo processo Moro, quello sul sequestro della nave Achille Lauro e quelli sulle stragi di Piazza Fontana e del Rapido 904.
Le novità sull’assassinio del giudice Scopelliti. L'omicidio di uno dei più importanti giudici antimafia è rimasto insoluto per più di 27 anni: ora un collaboratore di giustizia sostiene che ci fu un'alleanza tra Cosa Nostra e la 'ndrangheta.
Nascosto sotto lo spesso strato di ghiaccio che avvolge Encelado, la sesta luna per dimensioni del pianeta Saturno, c’è un oceano di acqua che potrebbe essere adatto a ospitare la vita, per come la conosciamo, spiega un gruppo di ricercatori sull’ultimo numero della rivista scientifica Science. L’oceano di Encelado raggiunge una profondità di 10mila metri e si trova al di sotto di uno strato di ghiaccio molto consistente, una crosta con uno spessore variabile tra i 30 e i 40 chilometri. Il fondale dell’oceano è di tipo roccioso, cosa che rende probabile l’esistenza di reazioni chimiche anche complesse, essenziali per la vita. La ricerca su Encelado è stata coordinata da Luciano Iess del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell’Università La Sapienza di Roma e ha coinvolto diversi centri di ricerca statunitensi e l’Università di Bologna. In precedenza altri ricercatori avevano ipotizzato che la luna di Saturno potesse ospitare dell’acqua allo stato liquido al suo interno, basandosi su alcune immagini e rilevazioni effettuate dalla sonda Cassini della NASA, lanciata nel 1997 per studiare il sistema di Saturno (insieme con il lander Huygens dell’ESA).
C’è un oceano sotto Encelado. Sotto la sua spessa crosta di ghiaccio, la luna di Saturno ha una enorme massa d'acqua allo stato liquido forse adatta a ospitare la vita, dice una nuova ricerca.
Il giornalista e blogger del Post Fabrizio Ravelli ha scritto un articolo su Repubblica in cui ricorda com’era la vita quotidiana a Milano durante i cosiddetti “Anni di Piombo”, quando le Brigate Rosse e altri gruppi armati di sinistra radicale commettevano rapimenti e omicidi quasi ogni settimana. Il racconto parte dal recente ritrovamento al Policlinico di Milano di alcuni documenti nascosti circa trent’anni fa dai brigatisti milanesi in un controsoffitto dell’ospedale. Che da un controsoffitto del Policlinico spuntino fuori vecchie carte della Brigate rosse non è cosa che possa eccitare più di tanto l’interesse degli storici, o riattizzare paure sociali. Ma la memoria di quegli anni, per quanto appannata nella gran parte degli italiani, è capace di far sanguinare vecchie ferite. Chi ha avuto familiari ammazzati o feriti non può dimenticare, e vedrà forse con una sorta di fastidio luttuoso riemergere i segni di un’epoca tremenda. Per tutti gli altri, spettatori smemorati, vale la pena di uno sforzo evocativo: voi forse non sapete che cos’erano quegli anni.
Com’era Milano delle BR. Fabrizio Ravelli rinfresca la memoria su un periodo lontano, dopo il ritrovamento di vecchi documenti.
All’interno della vasta e confusa discussione sul ddl Cirinnà e le unioni civili, negli ultimi giorni si è rinvigorita quella sulla stepchild adoption: la possibilità che il genitore non biologico adotti il figlio, naturale o adottivo, del partner. Il ddl Cirinnà prevede un’estensione della stepchild adoption – già prevista per le coppie eterosessuali – anche alle coppie omosessuali e questo ha portato molti a discutere dei presunti problemi causati alla crescita dei bambini dal vivere con due genitori dello stesso sesso. Tra mercoledì 3 e giovedì 4 febbraio, diversi giornali italiani si sono occupati della cosa: Repubblica, per esempio, ha parlato di “Esperti divisi” e il Giornale, riprendendo una vaga dichiarazione del presidente della Società italiana di Pediatria ha titolato “Adozioni gay, i pediatri «possibili danni ai figli»”. Che gli “esperti siano divisi” tuttavia è un’imprecisione: gli esperti, nel mondo, sono infatti in gran parte d’accordo sul fatto che non ci siano problemi a crescere in una famiglia omogenitoriale. La New Yorker Columbia University ha analizzato lo sviluppo dei figli nelle famiglie gay: su 77 studi accademici internazionali considerati in base a una serie di criteri, 73 hanno concluso che i figli di coppie omosessuali non si sviluppano in maniera diversa dai bambini cresciuti in famiglie eterosessuali. I 4 studi rimanenti non sarebbero attendibili perché hanno preso in considerazione casi di bambini di genitori separati.
Cosa dicono gli studi sui figli delle coppie gay. Nel loro complesso le ricerche stabiliscono un consenso accademico schiacciante sul fatto che avere genitori omosessuali non danneggi i bambini.
Da ieri i giornali italiani si occupano delle note spese di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera del Movimento Cinque Stelle e uno degli esponenti più conosciuti del partito di Beppe Grillo. Di Maio ha rendicontato 108 mila euro in quasi tre anni per attività politica sul territorio, molto più di tutti gli altri parlamentari del partito: secondo alcuni sono troppi soldi rispetto alle spese dei suoi colleghi, secondo altri sono troppi perché sconfessano alcuni dei principi originari del Movimento Cinque Stelle, che fare politica non costa niente e che c’è una “casta” che fa politica per guadagnarci. La storia delle note spese di Di Maio (nonostante alcuni giornali ne avessero già parlato mesi fa) è stata tirata fuori da un blog che si chiama Supernova e che è curato da Marco Canestrari e Nicola Biondo, due ex attivisti del Movimento che ora seguono in modo molto critico le vicende del partito: il primo è uno sviluppatore informatico che dal 2007 al 2010 ha lavorato alla Casaleggio Associati occupandosi tra le altre cose, per il blog di Beppe Grillo, della comunicazione con i MeetUp locali, il secondo dall’aprile del 2013 al luglio del 2014 ha diretto l’ufficio comunicazione M5S alla Camera. Supernova è anche il titolo dell’inchiesta giornalistica sul Movimento 5 Stelle che i due autori vogliono pubblicare grazie a un finanziamento in crowdfunding e di cui dallo scorso settembre sono disponibili, per chi ha versato almeno 5 euro, l’introduzione e i primi tre capitoli.
Cos’è la storia delle note spese di Di Maio. È il parlamentare del Movimento 5 Stelle che ha speso di più negli ultimi 3 anni per eventi sul territorio e se ne sta parlando per via di un blog di ex militanti del partito.
È difficile pensare a una busta di plastica come a un oggetto di moda, con cui fare qualcosa di diverso che infilarci le cose comprate al supermercato o in un negozio, ma c’è un posto in cui in una versione più spessa della classica busta di plastica, laccata e colorata, è stata considerata a lungo bella e desiderabile, e in parte lo è ancora: in Ucraina le paketi, paket al singolare, spiccavano con i loro colori brillanti rispetto agli scialbi vestiti dell’Unione Sovietica, e da allora sono ancora amate e popolari tanto che in molti ne utilizzano almeno una, racconta Liana Statenstein su Vogue. Pray for fashion
La moda delle buste di plastica. In Ucraina quelle spesse e colorate sono state viste per anni come simbolo di lusso e benessere; ora si cominciano a vedere anche altrove.
La Corte costituzionale ha dichiarato la illegittimità della mediazione obbligatoria in alcune cause civili e commerciali, che era stata decisa nel 2010 e che aveva incontrato da subito le critiche degli avvocati (oltre che il parere negativo della Commissione giustizia del Senato). La questione era stata sottoposta all’esame della Corte costituzionale proprio per un ricorso dell’Ordine degli avvocati di Milano. Nel 2010 il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha introdotto con un decreto legislativo (Dlgs 4 marzo 2010, n.28) l’obbligo di ricorrere alla mediazione tra le parti per una serie di cause civili e commerciali: in particolare quelle che riguardano liti di condominio, contratti con banche e assicurazioni, successioni ereditarie, risarcimento dei danni da circolazione stradale, da colpa medica e da diffamazione. In altre parole, è un nuovo sistema introdotto nel nostro ordinamento giudiziario per trovare un’alternativa più rapida e meno costosa alle cause in tribunale, simile a quello che esiste in molti altri paesi europei.
La mediazione obbligatoria è incostituzionale. Lo ha stabilito ieri la Consulta, risolvendo una questione molto controversa che riguardava le cause civili.
David Slater è un fotografo professionista appassionato soprattutto di animali selvatici. Naruto invece è un macaco di 6 anni che vive in Indonesia, sull’isola di Sulawesi. Nel 2011 Slater andò a Sulawesi per fotografare la specie di macachi a cui Naruto appartiene: i cinopitechi. Naruto si avvicinò alla strumentazione di Slater, prese una delle sue fotocamere e iniziò a scattarsi delle fotografie. La maggior parte erano immagini confuse e sfocate, ma più tardi Slater notò che tra quelle foto ce n’erano alcune molto nitide, compreso un ormai piuttosto famoso selfie che fu pubblicato su diversi giornali e siti, facendo conoscere il fotografo in giro per il mondo. La fotocamera era di Slater, la foto – l’atto di “scattare” premendo un pulsante e quello di “scegliere” dove indirizzare la fotocamera – era invece di Naruto. Da qui è nata una domanda: «Se una scimmia fa una foto, di chi è la foto?». La domanda se la fece, tra gli altri, anche Wikipedia, che pubblicò la foto del macaco Naruto, catalogandola come libera dai diritti perché non era stata scattata da una persona, che può quindi rivendicarci sopra dei diritti d’autore. La foto è ancora su Wikipedia, che al tempo spiegò:
La questione del copyright sul selfie della scimmia sta continuando. Forse vi ricordate la storia: se una scimmia fa una foto, di chi è la foto? Una recente causa legale di un'associazione animalista ha riaperto la questione.
Giovedì 26 febbraio l’International Federation of Phonographic Industry (IFPI), un’organizzazione con sede a Londra che rappresenta gli interessi dell’industria discografica mondiale («l’ONU dell’industria musicale», come la definisce Rolling Stone), ha detto che a partire dall’estate 2015 i dischi usciranno di venerdì. Oggi il giorno della settimana in cui iniziano le vendite dei nuovi dischi cambia da paese a paese: negli Stati Uniti (e in Italia) è tradizionalmente il martedì, nel Regno Unito il lunedì. L’IFPI ha spiegato che la scelta del venerdì è il risultato di mesi di discussioni con i rappresentanti delle etichette discografiche, dei rivenditori e degli artisti. Il venerdì è stato scelto come giorno migliore anche in un sondaggio fatto tra gli acquirenti di dischi. Una delle ragioni più importanti che hanno portato l’IFPI ha scegliere il venerdì è che spesso i nuovi dischi vengono distribuiti negli Stati Uniti diversi giorni prima che nel resto del mondo: questo fa sì che molti non americani decidano di scaricare il disco illegalmente, per averlo subito. Persone che magari sarebbero state anche disposte a comprarlo. Frances Moore, capo dell’IFPI, ha scritto: «Gli appassionati di musica oggi vivono nel mondo digitale. Il loro amore per la musica non riconosce i confini nazionali. Vogliono la musica quando è disponibile su internet, non quando sarà distribuita nel loro paese». Secondo L’IFPI, con l’unificazione del giorno di uscita dei dischi la pirateria musicale diminuirà, e le vendite aumenteranno: le ricerche dicono che i giorni dei weekend sono quelli in cui i negozi fisici e online vendono di più e in cui le persone usano più attivamente i social network. L’IFPI ha anche spiegato che un unico giorno di uscita per tutto il mondo «è un’opportunità per risvegliare l’eccitazione e l’attesa per la nuova musica dappertutto». La decisione dell’IFPI è stata sostenuta, tra gli altri, da iTunes (il più importante servizio per l’acquisto di musica online) e Spotify (tra i più diffusi servizi di streaming musicale).
Il nuovo giorno per l’uscita dei dischi. L'IFPI, una specie di ONU dell'industria musicale, ha deciso che da quest'estate sarà il venerdì, in tutto il mondo.
Su Repubblica di oggi c’è una lettera di Laura Boldrini sulla cosiddetta “ghigliottina”, adottata mercoledì scorso per interrompere l’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle alla Camera e convertire in legge il decreto sull’IMU e sulla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia poche ore prima della scadenza obbligatoria. Nella sua lettera il presidente della Camera fa riferimento a un precedente articolo dell’editorialista Barbara Spinelli in cui si commentava, tra le altre cose, la “rivolta dei 5 Stelle” e si definiva la scelta della “ghigliottina” come un gesto che ha “decapitato il dibattito” e come un “ennesimo segno del sisma: i parlamenti sono d’ingombro, e negati”. Boldrini torna a spiegare le motivazioni che l’hanno portata a quella decisione, a ribadire che il lavoro del Parlamento non può consistere “quasi totalmente” nell’esame dei decreti legge e, infine, che si è trattato di una misura “del tutto eccezionale”. Caro direttore, ho letto con attenzione l’articolo di ieri di Barbara Spinelli. Il ruolo istituzionale non mi consente di esprimere la mia opinione sulle considerazioni di carattere politico e di motivare così i punti di consenso e di dissenso.
La lettera di Laura Boldrini sulla “ghigliottina”. La presidente della Camera torna a spigare le sue motivazioni e a dire che "si è trattato di una misura del tutto eccezionale".
L’articolo di copertina dell’Economist, questa settimana, torna ad occuparsi delle politiche dell’Unione Europea e critica le lentezze e le indecisioni dei suoi leader. Il momento non è casuale: mercoledì 22 maggio si è riunito a Bruxelles il Consiglio europeo, la riunione dei capi di stato e di governo dell’UE. Il tema principale di discussione è stato l’energia, oltre al quale si è parlato anche di politica fiscale e di contrasto all’evasione. L’Economist nota che è finita la lunga serie di incontri europei “decisivi” e che la sensazione di urgenza e rischio imminente sembra passata, ma questo atteggiamento è profondamente sbagliato: «Sfortunatamente, l’idea che l’euro sia un problema già alle spalle è un’illusione. In realtà i leader europei camminano nel sonno attraverso una terra desolata, dal punto di vista economico».
“I sonnambuli”. L'articolo di copertina dell'Economist di questa settimana dice che i leader europei fanno male a pensare che il peggio sia passato.
Aggiornamento del 22 giugno 2015 Eddy Cue, responsabile dei servizi Internet di Apple, ha annunciato che gli artisti saranno pagati anche per le canzoni ascoltate nei tre mesi di prova gratuita di Apple Music, il nuovo sistema di Apple per ascoltare musica in streaming che sarà lanciato entro la fine di giugno. Inizialmente la società non aveva intenzione di pagare gli artisti per la fase di prova gratuita, decisione che aveva portato a diverse proteste. #AppleMusic will pay artist for streaming, even during customer’s free trial period
La lettera di Taylor Swift contro Apple, che ha risposto. La società ha accettato le richieste della celebre cantante statunitense e pagherà gli artisti anche per il periodo di prova gratuita di Apple Music.
Dal 7 marzo, la vigilia della Giornata internazionale della donna, davanti al famoso toro di Wall Street, una statua che negli anni è diventata uno dei simboli di New York, c’è un’altra statua: è a pochi metri dal muso del toro e rappresenta una bambina che non ne ha paura. La nuova statua era stata messa con un permesso temporaneo della città di New York, ma il permesso è stato via via rinnovato perché intanto la nuova statua era a sua volta diventata molto popolare e apprezzata per il suo significato femminista. Ora però lo scultore Arturo Di Modica, che 30 anni fa realizzò la statua del toro, ha chiesto la rimozione di “Fearless Girl”, spiegando con buoni argomenti che stravolge il significato della sua opera. “Fearless Girl”, è stata realizzata dalla scultrice Kristen Visbal su commissione della società pubblicitaria McCann e della società di investimenti State Street Global Advisors (SSGA) per la Giornata internazionale della donna all’interno di una campagna di SSGA per invitare più aziende ad affidare cariche importanti alle donne. Inizialmente McCann aveva ottenuto dalla città di New York un permesso di una settimana per fare stare “Fearless Girl” davanti al toro di Di Modica, ma la statua è ancora lì e Di Modica vuole che sia spostata altrove perché secondo lui la sua presenza cambia il significato della sua opera: ha anche accusato SSGA di aver violato il copyright della statua del toro dato che l’ha sfruttata per dare un significato alla “Fearless Girl” e la Città di New York per aver permesso l’installazione della statua della bambina senza il suo consenso.
Dobbiamo stare dalla parte del toro? lo scultore Arturo Di Modica, autore del famoso "Charging Bull" di Wall Street, vuole che la statua della bambina senza paura sia rimossa, perché cambia il significato della sua opera.
Il 15 febbraio il liceale californiano Joshua Holz ha twittato un video che ha ricevuto più di 290 mila retweet: si tratta di un montaggio di diverse clip in cui un suo compagno di scuola, Daniel, cammina indossando diversi vestiti e paia scarpe. Non succede nulla di particolarmente divertente, si vedono semplicemente Daniel con i diversi vestiti mentre una voce fuori campo – quella di Holz – commenta con entusiasmo “Damn Daniel” e “Damn Daniel, back at it again with the white Vans!” (cioè “Accidenti, Daniel” e “Accidenti Daniel, di nuovo con quelle Vans bianche!”). Il video è diventato un meme, tanto che alcune persone che avevano messo in vendita su eBay scarpe simili a quelle indossate da Daniel hanno rinominato i loro annunci chiamandole “Damn Daniels White Vans”, “le Vans bianche di Damn Daniel”. Gli annunci hanno ricevuto numerose offerte che in alcuni casi sono arrivate a 300 mila dollari. Il regolamento di eBay vieta di fare offerte per scherzo, o di proporre cifre che non si ha intenzione di pagare (anche se ci sono delle eccezioni, quelle che riguardano la compravendita di case e automobili), ma il sito di aste online non ha modo di verificare che gli utenti comprino poi effettivamente gli oggetti per cui hanno fatto un’offerta.
Perché un paio di Vans usate ha ricevuto un’offerta da più di 300 mila dollari su eBay. Per via di "Damn Daniel", un nuovo meme nato dal video di un ragazzo californiano che commenta vestiti e scarpe di un amico e che è stato ritwittato quasi 300 mila volte.
Il mensile americano Harper’s Bazaar ha pubblicato una lista di atteggiamenti molto frequenti tra gli utenti di Instagram – popolarissimo social network per la condivisione di fotografie – in cui è facile riconoscere proprie piccole debolezze, vanità e trucchi. L’abbiamo un po’ adattata e arricchita. Se pensavate di essere gli unici, o che non si notasse, ecco: si notava. 1. Il selfie mentre non vi vede nessuno Voi cercate di scattarvi un selfie in un posto pubblico senza farvi notare troppo. E invece vi hanno visto, non vi diranno niente, o faranno un sorriso compiacente, che è ancora più imbarazzante.
13 cose che fate su Instagram. Per avere una manciata di like su una foto, pensando non si notasse.
Sono state annunciate le 40 immagini finaliste del Comedy Wildlife Photography Awards, un concorso che premia le foto di animali più divertenti. Nella selezione di quest’anno trovate orsi disperati o che giocano a nascondino, cervi mimetici e goffi pinguini, e vi chiederete cosa abbia preso alla sprovvista questa lontra o cosa abbia fatto ridere queste due zebre. Il concorso è stato fondato da due fotografi professionisti e appassionati ambientalisti, Paul Joynson-Hicks e Tom Sullam, con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della conservazione della fauna selvatica e dell’ambiente in modo leggero e positivo. Annunciando i finalisti infatti i due fondatori si sono raccomandati di ricordare alcune piccole azioni quotidiane per aiutare il nostro pianeta, come fare acquisti responsabili e usare prodotti riciclabili, o stare attenti a non sprecare acqua in casa con docce lunghissime. Al concorso può partecipare chiunque abbia da mostrare immagini divertenti sugli animali. I vincitori saranno annunciati il 13 novembre.
AnimaLOL. Le foto finaliste dei Comedy Wildlife Photography Awards: animali che fanno ridere, in pratica.
Negli ultimi giorni l’account Twitter di Adelphi aveva incuriosito alcuni lettori twittando un paio di immagini insieme alla scritta «(spoiler)» e «(spoiler, parte 2)». Le immagini sono fotografie di un campionario di colori in cui è facile riconoscere alcune delle tonalità di vecchie edizioni della casa editrice, e varie persone avevano ipotizzato che le immagini preannunciassero l’uscita di un nuovo libro o di una nuova collana. In realtà anticipavano qualcos’altro: l’annuale campagna di sconti su tutto il catalogo di Adelphi. È cominciata oggi e durerà fino al 15 febbraio. In linea con la nuova legge in materia, gli sconti saranno del 20 per cento e non riguarderanno i libri usciti negli ultimi sei mesi. Per quanto riguarda i soli ebook, ci saranno degli sconti del 50 per cento su alcuni titoli, secondo questo calendario. (spoiler) pic.twitter.com/FkFDo7KQPY
C’è uno sconto del 20 per cento su (quasi) tutti i libri di Adelphi. Abbiamo messo insieme una lista di grandi scrittori da scoprire o rileggere, per chi pensa di fare scorte.
Miracolo a De Havre, di un bravissimo regista finlandese molto amato dalla critica, sembra essere l’unica sicurezza cinematografica della settimana: per il resto c’è Anche se è amore non si vede, di Ficarra e Picone, nelle sale già da mercoledì; Tower Heist, un leggero film d’azione con Eddie Murphy e Ben Stiller, diretto da quello che doveva produrre gli Oscar; e il secondo film di Happy Feet, che non sembra intenzionato ad avvicinarsi alla gradevolezza del primo. Ultimamente sono di gran moda i film su pugili ed ex pugili, ma Real Steel non sembra avere lo spessore drammatico dei suoi recenti predecessori. Da segnalare anche il film-documentario sugli Inti Illimani, che probabilmente uscirà per pochissimi giorni e in pochissime sale. Regista: Salvatore Ficarra, Valentino Picone Attori: Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Ambra Angiolini, Diane Fleri, Sascha Zacharias
I film del weekend. C'è un bellissimo film di un regista finlandese; per il resto, a meno di particolari passioni, potete restare a casa.
L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha dovuto compiere una manovra di emergenza per evitare che Aeolus, uno dei suoi satelliti per l’osservazione della Terra, si scontrasse con Starlink 44, uno dei satelliti sperimentali della compagnia spaziale statunitense SpaceX per trasmettere Internet dall’orbita terrestre. La manovra è stata eseguita su segnalazione della Difesa degli Stati Uniti, che si occupa di tenere sotto controllo il traffico orbitale. Aeolus e Starlink 44 erano su due orbite che si intersecavano, con il rischio di collisione pari a 1 a 1.000, circa dieci volte più alto rispetto alla soglia minima per la quale si rende necessaria una manovra di evasione. Aeolus aveva occupato l’orbita circa nove mesi prima dell’arrivo di Starlink 44, che quindi non avrebbe dovuto occuparne una che rischia di interferire con il satellite dell’ESA. Nonostante ciò SpaceX non ha collaborato per spostare Starlink 44, rendendo necessaria la manovra da parte dell’ESA. Al momento non è chiaro perché SpaceX abbia declinato di collaborare per risolvere il problema, ma potrebbe essere dovuto a motivi tecnici: i satelliti di Starlink sono piccoli ed economici, con un sistema di propulsione elettrico che reagisce più lentamente, rispetto a quelli chimici a bordo dei satelliti più grandi come Aeolus, che costa svariati milioni di euro ed è inserito in un programma di osservazioni da quasi mezzo miliardo di euro.
Un satellite dell’ESA ha dovuto compiere una manovra di emergenza per evitare di scontrarsi con un satellite di SpaceX.
Il Super Bowl non è un evento soltanto per gli appassionati di sport, ma anche per chi si interessa e lavora nella pubblicità. Trasmettere uno spot durante il Super Bowl è costosissimo e solo pochi marchi se lo possono permettere; garantisce una visibilità enorme e spesso le aziende fanno a gara a inventarsi spot divertenti e originali per stupire il pubblico. Dopo lo spot con Eminem dell’anno scorso, quest’anno Chrylser ha realizzato uno spot con Clint Eastwood centrato sul fatto che anche gli Stati Uniti si trovano nell’intervallo, come i giocatori ieri sera, e ora sta per cominciare il riscatto, con il secondo tempo. Anche Volkswagen si richiama allo spot dello scorso Super Bowl, quello di gran successo del bambino vestito da Darth Vader, che fa da cornice alla storia di un cane in sovrappeso. Apprezzati anche quello della Honda con Matthew Broderick e con un sacco di citazioni dei film anni Ottanta, e quello della Coca Cola, dove orsi polari giocano una inconsapevole partita di football usando una bottiglia al posto della palla. Tutti gli spot del Super Bowl 2012 si possono vedere qui. – Volkswagen, The Dog Strikes Back
I 10 migliori spot del Super Bowl. Clint Eastwood per Chrysler, dopo Eminem l'anno scorso, e poi un cane in sovrappeso per Volkwagen, citazioni anni Ottanta e orsi polari.
Dal 17 maggio fino al 30 settembre la galleria PaciArte contemporary di Brescia ospita la mostra AMERICA ’70 – La fotografia tra sogno e realtà, che riunisce alcuni dei più importanti artisti americani che rivoluzionarono la fotografia negli anni Settanta. Tra gli artisti esposti ci sono Jerry Uelsmann, Sandy Skoglund, William Klein, Joel Meyerowitz, Larry Clark, Arthur Tress, Leslie Krims, Duane Michals, Lee Friedlander e molti altri fotografi riconosciuti a livello internazionale, partendo dalla lista stilata da John Szarkowski che negli anni Settanta creò – diventandone poi direttore – il dipartimento di fotografia del MoMA (Museum of Modern Art) di New York. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La fotografia americana in mostra a Brescia. Alla galleria PaciArte contemporary, fino al prossimo 30 settembre.
Dal 2 al 14 febbraio i menu happy meal (cioè quelli destinati ai bambini) di McDonald’s avranno come sorpresa un libro al posto dei soliti giocatoli. L’iniziativa è limitata agli Stati Uniti e i libri distribuiti sono quattro, tutti destinati ai bambini: Paddington di Michael Bond, e tre titoli dedicati a San Valentino, Clark the Shark Takes Heart di Bruce Hale con le illustrazioni di Guy Francis, Happy Valentine’s Day, Mouse! di Laura Numeroff e Felicia Bond, Pete the Cat: Valentine’s Day Is Cool di Kimberly e James Dean. https://twitter.com/McDonalds/status/694589060770336768
McDonald’s regalerà libri anziché giochi negli happy meal. Soltanto negli Stati Uniti e fino al 15 febbraio, con l'obiettivo di promuovere la lettura tra i bambini.
Chissà se lo vivono come un ripiego, o come un orgoglio, i divi del cinema che nessuno ha invitato a Venezia quest’anno ma sono arrivati non molto lontano, a Deauville in Normandia, per il festival del cinema di laggiù. Probabilmente la seconda, che se lo possono permettere: quest’anno ci sono Francis Ford Coppola, Bill Murray, Chiara Mastroianni, Shirley MacLaine, Abel Ferrara e altre facce che valeva la pena fotografare. Ma tra quelle che ci sono passate sotto gli occhi questa settimana Deauville è solo un pezzetto, e nella scelta ci sono rugbisti neozelandesi, politici africani, presidenti russi, tenniste americane, miss ceche, Fonzie, e un’immagine d’annata in cui ci siamo imbattuti guardando quelle di Venezia. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Intanto, a Deauville. Le persone che valeva la pena di fotografare questa settimana, dall'altro festival del cinema e in giro per il mondo.
Negli ultimi giorni i quotidiani italiani si sono occupati molto di una polemica che si è sviluppata attorno agli indirizzi mail dei parlamentari del Movimento 5 Stelle (M5S) e a un server esterno gestito dai suoi deputati. Secondo due articoli pubblicati dal Foglio, molti parlamentari del M5S temevano che i loro indirizzi mail fossero “sorvegliati” dai dirigenti del partito; e temevano che un server esterno gestito dai deputati fosse controllato dalla società a cui fa capo il fondatore del M5S Gianroberto Casaleggio. Gli articoli sono stati scritti da Salvatore Merlo, che da molti anni si occupa di politica per il Foglio, e contengono diverse testimonianze di parlamentari espulsi o usciti dai gruppi di Senato e Camera del M5S: all’inizio del suo articolo più recente Merlo avverte però che «questa storia la conoscono tutti i parlamentari, e tutti gli ex parlamentari, del Movimento cinque stelle». Beppe Grillo ha risposto agli articoli del Foglio in un breve post, negando tutte le accuse e sostenendo che gli articoli fossero stati pubblicati per gettare «fango» sul M5S in vista delle prossime elezioni amministrative (che si terranno in molte importanti città fra aprile e giugno). Per il momento nessun giornale ha corroborato o rafforzato le accuse del Foglio.
L’intricata vicenda delle mail del M5S. Due articoli del Foglio accusano Gianroberto Casaleggio di aver sorvegliato un server gestito autonomamente dai deputati del M5S.
Il 1976, a differenza del 1975, ha prodotto un numero spropositato di bravi calciatori, soprattutto in rapporto agli attori: quest’anno ce ne sono appena un paio davvero di primissimo piano – e almeno tre diventati celebri per un solo film e poi quasi spariti. In compenso ci sono Francesco Totti, Alessandro Nesta, Álvaro Recoba, Ronaldo e Clarence Seedorf, solo per citare i più famosi fra quelli che hanno giocato in Italia. Non sono gli unici sportivi nella lista: sono compresi anche il leggendario quarterback di football americano Peyton Manning – che ha appena vinto il Super Bowl coi Denver Broncos – il pugile ucraino ex campione dei pesi massimi Volodymyr Klyčko e due fortissimi giocatori di NBA ancora in attività. Nel gruppo misto ci sono anche il fondatore di Twitter, un recente vincitore del premio Italo Calvino e un musicista legato alla lontana a Star Wars. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La classe del 1976. Lista di persone notevoli che quest'anno ci hanno fatto o ci faranno dire: ma ha già 40 anni?.
Martedì 13 agosto i funzionari dello zoo di Taipei hanno fatto rincontrare un panda femmina nato da un mese con la madre. Il panda era stato separato dalla madre dopo la nascita, dice Associated Press, e tenuto in una gabbia separata, per paura che la madre potesse ucciderlo o mangiarlo. Il video mostra che non è successo niente del genere.
Un panda e sua madre a Taipei – video. Il loro incontro dopo un mese di separazione in un video di Associated Press.
Sabato 15 giugno, dopo una riunione durata più di 5 ore, il Consiglio dei ministri ha approvato il Decreto Fare, un lungo documento che contiene più di 80 interventi di semplificazione e stimolo all’economia. Nessuna delle decisioni ha un impatto particolarmente significativo, rispetto ai temi più dibattuti nelle ultime settimane – nel decreto non si accenna all’IMU e all’IVA che a luglio aumenterà dal 21 al 22 per cento – ma si tratta di numerosi piccoli interventi. Quelli più significativi riguardano le infrastrutture. Sarà creato un fondo di 2 miliardi per aprire alcuni nuovi cantieri che erano già in fase di avvio, utilizzando fondi già stanziati per altri cantieri, come la TAV. Equitalia non potrà più pignorare la prima casa, a meno che non sia un’abitazione di lusso, e avrà forti limitazioni nel pignorare anche capannoni e macchinari industriali. Il decreto prevede anche numerosi interventi nell’ambito del processo civile. Ritorna la “mediazione obbligatoria” – già introdotta e bocciata dalla Corte Costituzionale – mentre i tribunali civili saranno rinforzati da 400 nuovi magistrati onorari. ***
Il “decreto fare” del governo Letta. Contiene tante cose ma non parla dei temi più discussi delle ultime settimane: IMU e IVA.
Robert William Fogel è uno storico ed economista americano nato nel 1926. Fin dall’inizio della sua carriera accademica, si è interessato ad un approccio negli studi storici che si stava diffondendo nelle università americane nei primi anni Sessanta: quello basato sulla raccolta di una grande quantità di dati, che venivano poi rielaborati in modo da trarne statistiche, percentuali, definizioni di andamenti storici di lungo periodo, un approccio chiamato “cliometria” (da Clio, la musa della storia nella mitologia greca). Oltre a essere stato uno dei primi a dedicarsi a questo genere di studi, che avrà tanto successo negli Stati Uniti da essere chiamato anche “nuova storia economica”, Fogel è stato anche uno dei migliori nel proprio campo. Nel 1993 ha ricevuto il premio Nobel per l’economia «per aver rinnovato le ricerche di storia economica tramite l’applicazione di teorie economiche e metodi quantitativi, per spiegare i cambiamenti economici e istituzionali». Se nelle facoltà di Storia, oggi, è possibile dare un esame di statistica, questo si deve soprattutto alla fortuna del metodo seguito da Fogel. Il prossimo mese, l’anziano professore (insieme a Roderick Floud, Bernard Harris e Sok Chul Hong) pubblicherà per la Cambridge University Press un volume che riassume i risultati di decenni di studi da parte sua e dei suoi collaboratori, dal titolo «The Changing Body: Health, Nutrition, and Human Development in the Western World Since 1700». L’assunto principale è che a partire dal 1700 il corpo umano sia cambiato molto profondamente e molto rapidamente nella forma e nella longevità, più di quanto si fosse modificato in molti millenni prima di allora. Una “evoluzione” come quella di cui parla Darwin, ma avvenuta in un lasso di tempo molto breve. Le cause del cambiamento sono il miglioramento nella produzione del cibo e delle tecniche sanitarie.
Come la tecnica cambia il corpo umano. Il premio Nobel Robert Fogel spiega nel suo nuovo libro perché siamo diventati più alti e longevi in così poco tempo.
Oggi alla Camera il governo porrà la questione di fiducia sul testo della manovra. Il voto finale è previsto per venerdì alle 19.30, ma già in mattinata ci saranno le dichiarazioni di voto e il voto sul maxiemendamento. Oggi proseguirà la discussione in aula, e dopo quanto successo ieri – e stanotte: la Lega ha fatto ostruzionismo quasi fino all’alba – non sono da escludere altre proteste nei confronti del governo Monti.
La manovra alla Camera. Ultimo giorno di lavori prima della fiducia, la Lega continua a fare ostruzionismo: la diretta in streaming.
La madre di Loris Stival Veronica Panarello è accusata di omicidio aggravato e occultamento di cadavere in relazione alla morte del figlio Loris ed è stata sottoposta a fermo dai magistrati nella notte tra lunedì e martedì. Loris Stival aveva otto anni ed è stato trovato morto lo scorso 29 novembre poco distante da Santa Croce Camerina in provincia di Ragusa: è una vicenda di cui programmi televisivi e giornali si stanno occupando da diversi giorni. Il provvedimento dei magistrati riguardo la madre è stato emesso dopo un lungo interrogatorio durato circa sei ore nel pomeriggio di lunedì. Panarello è stata interrogata nuovamente per cinque ore nella mattina di martedì nella questura di Ragusa, che si sta occupando della morte di Loris Stival: ha confermato la sua versione, dicendo di non avere avuto un ruolo nella morte del figlio. Al termine dell’interrogatorio gli esperti della Polizia Scientifica hanno sottoposto Panarello a un prelievo di DNA, per confrontarlo con quello presente su alcuni reperti raccolti nelle indagini. Panarello sarà trasferita nel carcere di piazza Lanza, a Catania. Non ci sono molti altri dettagli ufficiali sulla decisione degli inquirenti, ma il fatto che Veronica Panarello sia a oggi l’unica persona fermata sembra confermare che per chi sta conducendo le indagini non ci siano stati complici, almeno allo stato attuale delle conoscenze. Durante l’interrogatorio Panarello non sarebbe riuscita a spiegare le molte cose che non tornano sulla sua versione di quanto accadde la mattina del 29 novembre, prima della scomparsa di Loris Stival. Inizialmente Panarello aveva spiegato di avere portato come d’abitudine il figlio a scuola in auto, e di averlo lasciato a un incrocio a una cinquantina di metri dal cancello d’ingresso. Ma le verifiche effettuate osservando i filmati di varie telecamere di sicurezza a Santa Croce Camerina hanno smentito questa versione: l’automobile di Panarello, per esempio, non fu mai ripresa nella zona della scuola quella mattina. Un’altra telecamera riprese invece il ritorno a casa di Stival, ma Panarello spiegò di non avere avuto più notizie del figlio dopo averlo lasciato a scuola.
L’indagine sulla madre di Loris Stival. Veronica Panarello è accusata di omicidio aggravato e occultamento di cadavere: durante gli interrogatori ha negato un suo coinvolgimento nella morte del figlio.
Il 16 settembre Salvatore Martello, neoeletto sindaco di Lampedusa, ha proposto di chiudere l’hotspot dell’isola, uno di quei centri usato per l’identificazione dei migranti subito dopo il loro arrivo in Italia. Parlando con diversi giornali e agenzie, Martello ha detto che il centro è “inutile” e che i migranti creano problemi di ordine pubblico sull’isola, che è il territorio italiano più facilmente raggiungibile dalla Tunisia. «Dovrebbero stare all’interno del centro, invece sono in mezzo alle strade che passeggiano, si ubriacano e fanno quello che vogliono», ha detto Martello. È un approccio completamente differente da quello della precedente sindaca Giusi Nicolini, apprezzata e riconosciuta per la sua attenzione all’integrazione. Le accuse di Martello sono piuttosto gravi: il sindaco ha spiegato che «i bar sono pieni di tunisini che si ubriacano e molestano le donne» e che «per due volte un fruttivendolo che si trova davanti alla stazione dei carabinieri ha subito il furto di fiaschi di vino. Ci sono furti continui nelle botteghe di abbigliamento e di alimentari, molestie nei confronti dei turisti». Secondo Martello, i problemi sarebbero causati da circa 180 migranti tunisini temporaneamente ospiti dello hotspot.
A Lampedusa sono cambiate un po’ di cose. Il nuovo sindaco si è lamentato dei migranti presenti sull'isola e ha proposto di chiudere lo hotspot.
L’altro giorno ho ricevuto un SMS che mi ha fatto capire una cosa importante sul galateo moderno e i sistemi di controllo vocale dei dispositivi tecnologici, e quanto fossi stata maleducata senza nemmeno rendermene conto. Ero tornata a casa da Las Vegas con un volo notturno, avevo le mani piene di bagagli e non avevo voglia di appoggiare tutto a terra per rispondere al messaggio. Così ho fatto quello di solito faccio a casa, quando ho le mani insaponate o sporche di farina: con voce chiara e un po’ perentoria, ho detto: «Ehi, Siri…». La donna di fronte a me si è girata immediatamente e ha aperto la bocca come per rispondere, salvo poi fermarsi. Aveva lo sguardo perplesso e quasi offeso. Parlavo con lei? Stavo davvero impartendo un ordine a un perfetto estraneo? L’episodio mi ha fatto riflettere. Mentre siamo alla ricerca di nuovi metodi per controllare i nostri dispositivi tecnologici, sta diventando evidente che alcuni di essi sono più adatti a essere usati in pubblico, mentre sarebbe meglio limitarne altri a un uso più privato. Per me il controllo vocale – che sta diventando una funzione importante in moltissimi dispositivi – rientra senza dubbio nella seconda categoria: è meglio usarlo quando si è da soli con il proprio telefono. In fondo, se detestiamo quando la persona che mentre cena con noi se ne sta ricurva su uno schermo, non sarebbe forse molto peggio se fosse impegnata in una conversazione totalmente diversa senza di noi? Vi è mai capitato di avere una mezza conversazione con qualcuno, per poi scoprire che stava parlando al telefono con il bluetooth o l’auricolare? Ritrovarsi in mezzo a una conversazione tra una persona e il suo assistente inanimato è la stessa cosa, solo peggiore. E non sono l’unica a pensarla così.
Usare Siri in pubblico è da maleducati? dipende dal contesto: ma se una cosa vi metterebbe in imbarazzo tra colleghi, meglio evitare di farla tra sconosciuti.
L’azienda statunitense di processori grafici Nvidia ha annunciato acquisterà ARM, azienda che progetta chip, dalla società giapponese SoftBank per 40 miliardi di dollari (circa 33 miliardi e mezzo di euro). I chip di ARM sono installati su innumerevoli tipi di smartphone, pc e console per videogame, ma sono anche utilizzati nella robotica avanzata. ARM continuerà ad avere sede nel Regno Unito ed opererà come una divisione di Nvidia. L’amministratore delegato di Nvidia Jensen Huang ha detto che la priorità dopo l’acquisizione per la sua azienda sarà quella di «diffondere la tecnologia Nvidia attraverso la grande rete di ARM». SoftBank aveva acquistato Arm nel 2016 per 31 miliardi di dollari (circa 26 miliardi di euro). Nvidia pagherà a SoftBank 21,5 miliardi di dollari in azioni (quasi 18 miliaedi di euro) e 12 miliardi di dollari in contanti (circa dieci miliardi di euro), inclusi 2 miliardi di euro alla firma. L’accordo prevede che SoftBank acquisisca una partecipazione in Nvidia compresa tra il 6,7% e l’8,1%.
Nvidia acquisterà ARM, azienda che progetta chip, per più di 33 miliardi di euro.
La necessità di prendere decisioni ci spinge da sempre a tentare di prevedere il futuro. Conoscere in anticipo i possibili scenari futuri e gli effetti delle nostre possibili scelte in ognuno di essi ci permette infatti di decidere con relativa sicurezza, convinti di stare facendo la scelta migliore. Per fare quello che molto tempo fa era affidato ad aruspici, cartomanti e astrologi, oggi esistono fortunatamente strumenti ben più precisi e sicuri, che però la pandemia ha almeno in parte messo in crisi. Uno dei campi in cui questa improvvisa incertezza appare maggiore è l’economia: prevedere come evolveranno grandezze macroeconomiche come l’occupazione e l’inflazione si sta rivelando ancora più difficile che in passato. Tanto che, come ha scritto Vox dopo aver sentito le opinioni di diversi esperti che queste previsioni le fanno per lavoro, «chiunque dica di sapere esattamente cosa succederà all’economia mente». Il problema è che strumenti come l’analisi delle serie storiche (cioè serie di dati distribuiti in ordine di tempo) e più in generale i modelli che tentano di spiegare i fenomeni in base all’osservazione delle interazioni tra fatti avvenuti in passato smettono di funzionare quando il presente diventa improvvisamente diversissimo dal passato. E quindi non si può partire dal presupposto che quelle interazioni tra fatti siano ancora valide come prima e continueranno a esserlo nel futuro, perlomeno a breve termine. Proprio come succede, per esempio, in una pandemia globale.
Nessuno sa cosa succederà all’economia. La pandemia ha reso il presente troppo diverso dal passato, e i tradizionali strumenti predittivi non funzionano più per fenomeni come inflazione e occupazione.
Facebook sta lavorando a uno strumento che permetterà ai suoi iscritti statunitensi di scoprire se negli ultimi due anni siano stati esposti, o meno, alla propaganda del governo russo e ai suoi tentativi di condizionare le elezioni presidenziali del 2016. Il social network ha spiegato che, per motivi tecnici, il sistema non sarà messo a disposizione di tutti i 140 milioni di utenti che potrebbero avere visto contenuti promossi dalla Russia: potranno utilizzarlo solo le persone che, senza saperlo, seguirono profili o pagine riconducibili al governo russo. Il sistema dovrebbe consentire a Facebook di dimostrare la propria intenzione di prendere seriamente il problema, per tranquillizzare l’opinione pubblica e il Congresso degli Stati Uniti, i cui membri sono stati molto critici nei confronti del social network accusandolo di non avere fatto abbastanza per fermare la propaganda russa durante la campagna elettorale delle scorse presidenziali. Secondo le stime di Facebook, nei due anni intorno alle elezioni del 2016, almeno 29 milioni di utenti statunitensi hanno visto direttamente contenuti prodotti dall’Agenzia di ricerca per Internet, un’organizzazione nota per essere sostenuta dal governo russo. Inoltre, almeno 140 milioni di utenti, tra iscritti a Facebook e Instagram, hanno visto almeno un contenuto prodotto probabilmente da account creati appositamente dai troll russi per diffondere false informazioni e condizionare le elezioni.
Facebook sta lavorando a uno strumento per capire se si è stati oggetto della propaganda russa sul social network.
Vladimiro Polchi su Repubblica ha raccontato come funzionano in pratica i rimpatri forzati dei migranti irregolari arrivati in Italia, a partire dal rimpatrio di 29 tunisini avvenuto lo scorso maggio e che richiese l’impiego di 74 persone tra agenti di polizia, funzionari e medici, e il noleggio di un aereo apposta da parte del governo italiano. Il piano di volo è da Fiumicino a Hammamet, con scali a Lampedusa e Palermo. L’aereo è un charter della Bulgarian Air affittato dal Viminale. I tunisini da espellere sono 29 e 74 gli accompagnatori: un funzionario della polizia di Stato, un medico, un infermiere, due delegati del Garante nazionale dei detenuti, 69 agenti di scorta non armati e in borghese. Fascette in velcro legano i polsi dei passeggeri. E poi: perquisizioni, carabinieri in tenuta anti-sommossa, riprese video delle operazioni, audizioni di due funzionari del consolato tunisino. Una spesa stimata in 115mila euro. Così il 19 maggio scorso sono stati riportati a Hammamet 29 migranti irregolari. Un rimpatrio forzato-tipo, raccontato in dettaglio da un rapporto del Garante dei diritti dei detenuti, che ben fotografa le difficoltà della macchina delle espulsioni.
Come funziona, in pratica, un rimpatrio forzato. Anche per pochi immigrati ci vogliono decine di persone – tra agenti, medici e funzionari – e un aereo apposta, racconta Repubblica.
Tra le migliori sigle dei telefilm degli anni Novanta ci sono quelle dei programmi con cui sono cresciute almeno due generazioni di persone: che dopo anni ancora se le ricordano, le sanno a memoria e sghignazzano quando le ascoltano, mentre oggi magari hanno gusti più sofisticati in termini di serialità televisiva. Quelle che seguono sono dieci tra le più famose – le migliori? – e alcune di queste sono ancora citate e ricordate proprio in quanto sigle, al di là degli episodi che introducevano: quella di Willy il principe di Bel Air, per esempio, oppure il balletto intorno alla fontana di Friends.
Le sigle dei telefilm degli anni Novanta. Un video da lacrimoni nostalgici per almeno due generazioni, e alzate il volume.
Ieri si è conclusa a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, la 2012 World Conference on International Telecommunications (WCIT), un’importante conferenza voluta dall’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU) delle Nazioni Unite che secondo le premesse e alcuni osservatori avrebbe potuto cambiare il modo in cui è organizzata e gestita Internet: in particolare, come riorganizzare il controllo da parte dei governi mondiali sulla Rete. Il documento Il documento che stabilisce come le reti dovrebbero funzionare a livello nazionale e internazionale, cioè le Regole internazionali per le telecomunicazioni (ITRs) dell’ITU, risale al 1988: in base al regolamento, l’introduzione di nuove regole, necessarie per i cambiamenti che ci sono stati in tutti questi anni, diventano effettive solo se sono recepite dai singoli ordinamenti nazionali. Uno dei problemi della riunione è stata la contrapposizione tra due blocchi di paesi: da una parte Russia, Iran e Cina, dall’altra parte Stati Uniti, Regno Unito e Canada.
La conferenza per “non cambiare Internet”. Si è conclusa ieri a Dubai una riunione internazionale voluta dall'ONU, su cui c'erano molte aspettative: ma non è stato raggiunto praticamente nessun accordo.
Oggi a Venezia è stato uno di quei giorni in cui c’era una persona decisamente più fotografata delle altre: è Natalie Portman, al Festival per parlare di Vox Lux, che è in concorso e in cui recita: «Mi è piaciuto molto recitare il ruolo della popstar. Il personaggio era scritto davvero bene e il film è un ritratto della nostra società, un intreccio tra cultura pop e violenza», ha detto. Al Festival oggi si è parlato anche di Opera senza autore, film in concorso diretto dal tedesco Florian Henckel von Donnersmarck, noto soprattutto per aver diretto Le vite degli altri. Un altro interessante film di oggi è Monrovia, Indiana, presentato fuori concorso. L’ha diretto Frederick Wiseman (autore del molto apprezzato Ex Libris – The New York Public Library) e parla di una città statunitense del Midwest; il regista ha detto: «Cercare di comprendere perché Trump avesse vinto le elezioni era uno dei motivi per cui ho fatto questo documentario, ma non era l’unico motivo». Vox Lux è diretto da Brady Corbet, che ha trent’anni e ha già diretto The Childhood of a Leader – L’infanzia di un capo. Parla dell’ascesa della protagonista «dalle ceneri di un’immensa tragedia nazionale a superstar pop». Oltre a Portman, ci recita anche Jude Law. Le canzoni del film sono state fatte dalla cantante Sia.
Le foto di martedì a Venezia. Alla prima di "Vox Lux" c'è stato un incidente con l'abito di Raffey Cassidy, ma poi tutto si è sistemato anche grazie all'aiuto di Natalie Portman.
In piena pandemia, con gli ospedali sovraffollati per l’assistenza ai malati di COVID-19 e con il personale e i posti letto che scarseggiano, anche in Italia si sta complicando l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), già di norma problematico per l’alto numero di obiettori di coscienza. Nella riorganizzazione generale, e nell’assenza di linee guida nazionali, alcuni ospedali hanno ridotto gli accessi all’interruzione volontaria di gravidanza e molte strutture hanno sospeso oppure trasferito il servizio, senza darne una chiara comunicazione. A causa delle limitazioni negli spostamenti, molte donne hanno difficoltà a mettersi alla ricerca e a trovare in tempo i consultori attivi e i servizi ospedalieri aperti per interrompere una gravidanza. Questa difficoltà in certi casi è accentuata dalla paura di andare in ospedale.
L’aborto, in questi giorni. È diventato ancora più complicato: ogni ospedale ha deciso da sé come riorganizzarsi, spesso sospendendo per prima la procedura che invece avrebbe senso potenziare.
Periodicamente sulle pagine culturali dei giornali si legge dei problemi delle librerie e di come l’acquisto di libri online e varie caratteristiche del mercato editoriale contemporaneo rendano difficile portare avanti un negozio che vende libri. Spesso si dice che il principale problema delle librerie è Amazon, altre volte i prezzi e l’IVA dei libri, altre ancora il gran numero di libri che le case editrici pubblicano ogni anno. In un lungo e interessante articolo pubblicato sul sito di Internazionale, lo scrittore Claudio Morici ha fatto un’analisi della situazione per quanto riguarda le librerie di Roma, che dal 2007 al 2017 sono diventate 223 in meno. Confrontando dati e testimonianze di librai e altri esperti del settore, Morici ha tratto alcune conclusioni più approfondite del solito e riflettuto su quale possa essere il futuro delle librerie quando smettono di essere negozi profittevoli.
Perché a Roma in dieci anni hanno chiuso 200 librerie? lo scrittore Claudio Morici ha fatto un'indagine – pubblicata su Internazionale – per capire se la colpa è di Amazon o se c'entra qualcos'altro.
Sta per iniziare il primo weekend nei cinema di Loro 1, il film di Paolo Sorrentino che racconta un pezzo della vita di Silvio Berlusconi, quello subito dopo il 2006 (Loro 2, nei cinema dal 10 maggio, arriverà fino al 2010). Il film è interessante almeno per due motivi: perché parla di Berlusconi e di tanti altri personaggi delle cronache degli ultimi anni, e perché è un film di uno dei più apprezzati registi italiani. Negli ultimi giorni molti critici cinematografici italiani hanno visto e commentato il film. A molti non è piaciuto. Ma ci sono opinioni e motivi diversi e, in qualche caso, opinioni sospese in attesa di vedere Loro 2. Partendo invece da qualcuno a cui è piaciuto, ed è piaciuto davvero tanto, Gianmaria Tammaro ha scritto sulla Stampa di aver molto apprezzato sia Toni Servillo, che interpreta Berlusconi e arriva in scena dopo un’ora di film, che il film nel suo complesso:
Cosa pensano i critici italiani di “Loro 1”. La prima parte del film di Sorrentino su Berlusconi non è piaciuta, nella maggior parte dei casi.
Venerdì sera il segretario del Partito Democratico Maurizio Martina, nominato formalmente la scorsa settimana, ha annunciato i nomi dei nuovi membri della segreteria nazionale del partito. Tra le nomine non c’è quella di vicesegretario, e ce ne sono alcune sulle quali si è discusso più di altre: i cosiddetti “renziani”, secondo i giornali, volevano Teresa Bellanova proprio come vicesegretario, mentre alcuni membri del partito, tra cui l’ex ministro Carlo Calenda, hanno criticato la nomina di Francesco Boccia alle Imprese. Gianni Cuperlo, ex presidente del PD e candidato alla segreteria, è stato nominato alle Riforme. • Matteo Mauri – coordinatore della Segreteria • Pietro Barbieri – Welfare e Terzo Settore • Teresa Bellanova – Mezzogiorno • Francesco Boccia – Imprese • Gianni Cuperlo – Riforme, alleanze, partecipazione • Gianni Dal Moro – Organizzazione • Stella Bianchi – Agenda 2030 e sostenibilità • Chiara Gribaudo – Lavoro e Professioni • Marianna Madia – Comunicazione • Andrea Martella – Infrastrutture e trasporti • Tommaso Nannicini – Progetto Partito e Forum Nazionale • Lia Quartapelle – Esteri e Cooperazione • Matteo Ricci – Enti locali e Autonomie • Marina Sereni – Diritto alla Salute • Mila Spicola – Contrasto povertà educativa
La nuova segreteria del Partito Democratico. Ci sono tra gli altri Gianni Cuperlo, Marianna Madia e Francesco Boccia, e non è stato previsto un vicesegretario.
Apre oggi a Reggio Emilia il Festival di Fotografia Europea. Il Festival, alla settima edizione, ha un rapporto stretto con la città. Le mostre sono distribuite tra 250 sedi istituzionali e molti altri luoghi pubblici e privati: chiostri, vicoli, negozi e case. Al momento dell’acquisto del biglietto, a ogni visitatore viene data una mappa che gli permette di orientarsi tra tutte le esibizioni e conoscere Reggio Emilia mentre si sposta dall’una all’altra. Ogni anno gli autori che partecipano al Festival sono chiamati a proporre lavori su temi specifici: quello di questa edizione è “Vita comune. Immagini per la cittadinanza”. Tra gli autori di rilievo quest’anno ci sono Peter Bialobrzeski, Pierre Bourdieu, Philip Townsend e gli italiani Federico Patellani, e Massimo Vitali. Una delle mostre è dedicata a Henri Cartier-Bresson.
Il Festival di Fotografia Europea a Reggio Emilia. Apre oggi e dura fino al 24 giugno.
Questo Sunday Post è per voi che passato Ferragosto siete tornati a casa o state tornando casa, e oggi passerete la giornata a pensare che lunedì si ricomincia a lavorare e per andare in ferie se ne riparla l’anno prossimo. Siete un sacco, dicono in tv: il “contro esodo”. Non è facile. Magari avete pure passato la giornata in macchina o in aeroporto. A casa c’è il frigo vuoto e fuori un caldo bestiale. Intanto i vostri amici sono ancora in vacanza e la città è semideserta. Cosa vorrete fare? In giro ci siete solo voi. La vostra fortuna è che ci siamo anche noi e siccome in vacanza vi siete giustamente dedicati ad altro, qui c’è la consueta selezione delle cose migliori che forse vi siete persi. Questa settimana gli articoli più letti sul Post sono stati:
Sunday Post. Il meglio del Post di questa settimana, per consolare chi torna a casa e domani va a lavorare.
Gustav Mahler era nato in Boemia quando la Boemia era parte dell’Impero Austriaco, nel 1860 (i luoghi dove crebbe oggi sono nella Repubblica Ceca). La sua famiglia era ebrea di lingua tedesca, una minoranza in Boemia. Fu uno dei più grandi compositori degli scorsi due secoli, e di sempre – a cavallo tra la tradizione della musica classica e la sua modernità novecentesca – ma soprattutto un grandissimo direttore d’orchestra. Mahler morì a Vienna il 18 maggio 1911, per una forma di endocardite batterica, dopo un lungo viaggio da Parigi – dove era stato già ricoverato – a New York: vi aveva tenuto il suo ultimo concerto alla Carnegie Hall, già molto malato. L’estate precedente aveva finito il movimento Adagio della sua Decima sinfonia, sinfonia di cui non concluse mai l’orchestrazione completa, e che è da allora considerato da storici e appassionati il suo addio.
Gustav Mahler (1860-1911). Un secolo fa morì il compositore boemo, e l'occasione è buona per godersi il suo Adagio più famoso.
Google sta lavorando per realizzare un nuovo sistema per distribuire giornali e riviste sui tablet che utilizzano Android, il sistema operativo che la società del motore di ricerca sta cercando di trasferire anche sulle tavolette elettroniche dopo il successo ottenuto con gli smartphone. Secondo Russell Adams e Jessica E. Vascellaro, che sulle pagine del Wall Street Journal si sono occupati dell’argomento con un lungo articolo, alcuni responsabili di Google avrebbero già avviato i primi contatti con grandi editori come Time Warner, Condé Nast e Hearst Corporation per poter distribuire i loro contenuti attraverso una nuova edicola virtuale. Il nuovo sistema che la società del motore di ricerca sta progettando dovrebbe seguire un modello simile a quello adottato fino a ora da Apple per l’iPad, con applicazioni che consentano ai lettori di scaricare e leggere le nuove edizioni delle riviste e dei quotidiani direttamente sui tablet con Android. Questa soluzione potrebbe consentire a Google di recuperare terreno nei confronti della società di Steve Jobs, che fino a ora ha potuto offrire molti contenuti editoriali in un regime di sostanziale monopolio a causa di una concorrenza ancora molto debole.
L’edicola digitale di Google. Il Wall Street Journal spiega i piani del motore di ricerca per la vendita di giornali e riviste sui tablet con Android.
Il prossimo venerdì 8 marzo è stato indetto uno sciopero nazionale e generale dai sindacati CUB (Confederazione Unitaria di base), USB (Unione Sindacale di Base) e SGB (Sindacato Generale di Base), della durata di 24 ore. Tra i motivi dello sciopero ci sono anche la violenza sulle donne – venerdì sarà la Festa della donna – e la discriminazione di genere. Allo sciopero ha aderito anche il movimento femminista Non una di meno. Sul sito del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è possibile consultare la durata degli scioperi delle varie categorie di lavoratori nel settore, in aggiornamento. Lo sciopero nel settore dei trasporti è quello che causa i disagi più trasversali, ma oltre a questo ci saranno anche altri due importanti settori coinvolti: sarà sciopero nazionale per tutti i dipendenti della sanità pubblica e del settore scolastico.
Venerdì 8 marzo ci sarà uno sciopero generale nazionale. Coinvolgerà i mezzi di trasporto, le scuole, le strutture sanitarie e non solo, e durerà l'intera giornata.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 18.938 casi positivi da coronavirus e 718 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 31.749 (765 in meno di ieri), di cui 3.603 nei reparti di terapia intensiva (60 in meno di ieri) e 28.146 negli altri reparti (705 in meno di ieri). Sono stati analizzati 215.504 tamponi molecolari e 147.469 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata dell’8,3 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,7 per cento. Nella giornata di giovedì i contagi registrati erano stati 17.221 e i morti 487. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (3.289), Campania (2.225), Piemonte (1.798), Puglia (1.791) e Sicilia (1.505).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, venerdì 9 aprile.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha deciso che la protezione della denominazione “Aceto Balsamico di Modena” non si può estendere anche all’utilizzo dei singoli termini non geografici “aceto” e “balsamico”. In sostanza, quindi, anche un’azienda che non produce aceto balsamico a Modena può produrre e commercializzare in Europa un prodotto chiamato “aceto balsamico”, a patto che non includa nel nome nessun riferimento geografico. La sentenza della Corte di Giustizia arriva in seguito a un contenzioso nato dal ricorso di un’azienda tedesca (La Balema), che commercializzava prodotti a base di aceto proveniente da vini del Baden (Germania), utilizzando il termine “balsamico”. Il Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena aveva chiesto all’azienda di cessare l’utilizzo di quella denominazione, ma l’azienda tedesca aveva fatto ricorso alla Corte federale di giustizia tedesca, che aveva a sua volta richiesto alla Corte di Giustizia europea di esprimersi sul tema.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha deciso che non solo l’aceto balsamico di Modena si può chiamare “aceto balsamico”.
Da un paio di settimane, l’astronauta italiano Paolo Nespoli è al lavoro sulla Stazione Spaziale Internazionale a circa 350 chilometri di distanza da noi, qui sulla Terra. Nespoli partecipa alla missione MagISStra e nel corso dei prossimi sei mesi svolgerà test ed esperimenti per conto della NASA e dell’ESA, l’agenzia spaziale europea. Nel poco tempo libero concesso a bordo, Nespoli si diverte a fotografare la Terra da un osservatorio privilegiato e a condividere le sue fotografie su Flickr. Per rendere più coinvolgente l’iniziativa, l’astronauta chiede a chi frequenta il suo album fotografico di indovinare le città e i luoghi che fotografa dall’alto. Tocca aguzzare la vista e conoscere un po’ di geografia, ma anche sbirciare su Google Maps può andare benissimo lo stesso.
Qualcuno ci osserva. Questa è Milano vista dallo spazio e quel puntino lì è chiaramente la redazione del Post: le nuove foto dell'astronauta Paolo Nespoli.
L’edizione statunitense del magazine Vanity Fair, che esce una volta al mese, ha diffuso la copertina del numero di giugno, dedicata al nuovo film della saga cinematografica di Star Wars. Sulla copertina sono presenti due personaggi della “vecchia” trilogia – Han Solo e Chewbacca, interpretati dagli attori Harrison Ford e Peter Mayhew – e due personaggi che compariranno per la prima volta nel nuovo film, interpretati da John Boyega e Daisy Ridley. Il titolo principale (“The Empire reboots”) richiama il titolo del secondo film della vecchia trilogia, L’Impero colpisce ancora (The Empire Strikes Back, in inglese). Star Wars: Il risveglio della Forza uscirà nei cinema italiani il 16 dicembre (qui il secondo trailer, uscito il mese scorso, spiegato bene).
La copertina di Vanity Fair col cast di Star Wars. Il numero di giugno dell'edizione statunitense avrà in copertina Harrison Ford, Chewbacca e due giovani attori del nuovo film.
L’attore americano Kevin Spacey è stato eliminato dal nuovo film di Ridley Scott Tutti i soldi del mondo, le cui riprese erano state completate e che dovrebbe uscire a fine dicembre. Tutte le scene con Spacey – che interpretava il ricchissimo petroliere americano Jean Paul Getty –verranno girate nuovamente dall’attore Christopher Plummer. La notizia è stata confermata da Ridley Scott e da Sony, che sta producendo il film. Poche settimane fa, Kevin Spacey è stato accusato di un episodio di molestie sessuali avvenute nel 1986, da un attore che allora aveva 14 anni. Dopo di lui, diversi altri uomini hanno raccontato cose simili. Ieri, la ex presentatrice tv americana Heather Unruh ha raccontato in una conferenza stampa che Spacey nell’estate del 2016 aveva molestato suo figlio 18enne. Ha detto che Spacey lo aveva fatto ubriacare e poi aveva messo una mano nei suoi pantaloni per toccargli i genitali. Le notizie sul conto di Spacey avevano già portato alla cancellazione della sesta stagione della serie tv di Netflix House of Cards.
Kevin Spacey è stato cancellato dal nuovo film di Ridley Scott “Tutti i soldi del mondo”. Tutte le sue scene verranno girate nuovamente con l'attore Christopher Plummer.
I Paesi Bassi hanno annunciato di aver comprato il 12,8 per cento delle azioni di Air France-KLM, una delle più grandi compagnie aeree del mondo nata nel 2004 dalla fusione della francese Air France e dell’olandese KLM. La Francia ha reagito all’acquisto delle azioni dicendo che la compagnia deve rimanere libera da «interferenze statali», nonostante la stessa Francia possegga il 14,3 per cento delle azioni della società. «Con l’acquisto di queste azioni, il governo olandese vuole essere in grado di influenzare direttamente lo sviluppo futuro di Air France-KLM, in modo da assicurare al meglio l’interesse pubblico olandese» ha detto il ministro delle Finanze dei Paesi Bassi Wopke Hoekstra durante una conferenza stampa a l’Aia.
I Paesi Bassi hanno comprato il 12,8 per cento delle azioni di Air France-KLM.
La Stampa di mercoledì dedica una pagina intera a un articolo di Fabio Martini sulla possibilità – remota, auspicata pubblicamente da molti, temuta segretamente da molti altri, ma sospesa nell’aria intorno – che il nuovo presidente della Repubblica italiana sia Emma Bonino (a una donna pensa anche Massimo Gramellini, sempre oggi sulla Stampa, e di Bonino parla esplicitamente Michele Serra su Repubblica). Sul momento quel fuori onda spiazzò tutti. I resocontisti del Senato fecero finta di non aver sentito. Oggi, quel precedente prende sapore. È il 20 giugno 2012, Emma Bonino ha appena concluso un intervento nell’aula di palazzo Madama, pronunciandosi a favore della richiesta di arresto per il senatore del Pd Luigi Lusi, ma al tempo stesso scagliandosi contro «l’assenza dello Stato di diritto», «una giustizia al collasso», «l’abuso della carcerazione preventiva». Dallo scranno più alto il presidente del Senato Renato Schifani, non essendosi accorto che il microfono si era riacceso, commenta: «Brava!». Resterà l’ultimo, importante intervento di Emma Bonino in un’aula parlamentare, ma l’apprezzamento di un notabile berlusconiano e quello dei senatori di tutti i gruppi parlamentari – dal Pd al Pdl rappresenta uno dei segnali meno noti che potrebbero lanciare la Bonino nella corsa verso il Quirinale.
«Un’impresa quasi impossibile». La Stampa dedica una pagina all'ipotesi - piena di ostacoli, ma anche di sostenitori - che il successore di Napolitano sia Emma Bonino.
Il Corriere della Sera di mercoledì affianca alle cronache sulle manifestazioni contro la riforma della scuola del governo Renzi un commento di Marco Imarisio sul “riflesso condizionato” per cui ogni potere – in questo caso quello dei dirigenti scolastici – implichi imbrogli, nepotismi e corruzioni inevitabili, riflesso che prevale sulla ricerca di contrappesi e correttivi nei confronti del potere, tipici delle democrazie. Sono tutti uguali, rubano tutti alla stessa maniera. Il riflesso condizionato scatta a ogni occasione, che sia l’assemblea di condominio o il dibattito sulle riforme di Stato, senza mai concedere il beneficio del dubbio e dell’onestà altrui. Non c’è stato politico, docente, sindacalista contrario alla «Buona scuola» e alla sue novità che nel contestare l’eventuale eccesso di potere dei presidi non abbia sentito il dovere di lanciare severi moniti sulla minaccia incombente del familismo, dei favori agli amici degli amici o alle fidanzate di turno, e naturalmente della corruzione, spettro che in questo Paese viene evocato in qualunque contesto e quasi sempre con ottime ragioni. Il timore di un ruolo troppo importante dato ai dirigenti scolastici, ovvero a singole persone, ha fatto emergere una mancanza di fiducia che ovviamente trascende le loro funzioni.
Quello che siamo diventati. La diffidenza della scuola sul troppo potere ai presidi racconta un circolo vizioso senza soluzione, spiega Marco Imarisio.
Ieri era girato in rete un video di Berlusconi che votava al suo seggio e scherzava con la scrutatrice addetta a seguire il suo voto, rimproverandola di non sorridere (lo aveva già fatto al primo turno). Oggi lei si è presa una rivincita mostrando la foto qui sotto, e la storia sta facendo il giro della rete (e non solo: Giovanni Floris ci ha aperto la puntata di Ballarò): nella foto, lo diciamo per colmo di didascalia, la scrutatrice in piazza del Duomo durante i festeggiamenti per Giuliano Pisapia.
La scrutatrice che non sorrideva a Berlusconi. Ora sorride: un'altra storia di elezioni e internet.
Laura Puppato, candidata alle primarie del centrosinistra, ha risposto sul suo blog alle sei domande sulla scienza pubblicate la settimana scorsa da un gruppo di giornalisti scientifici, divulgatori e blogger sul sito della rivista Le Scienze. L’iniziativa è nata in seguito al dibattito televisivo tra i cinque candidati alle primarie del centrosinistra, dopo aver notato che durante il confronto non erano stati affrontati direttamente temi legati alla scienza e alla ricerca. Puppato ha risposto dicendo, tra le altre cose, di essere contraria agli OGM e di vedere con favore le terapie omeopatiche. Anche Nichi Vendola ha inviato le proprie risposte a Le Scienze: saranno pubblicate nei prossimi giorni sul sito della rivista. Mancano ancora le risposte di Bruno Tabacci, Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi. 1. Quali politiche intende perseguire per il rilancio della ricerca in Italia, sia di base sia applicata, e quali provvedimenti concreti intende promuovere a favore dei ricercatori più giovani?
Laura Puppato e la scienza. Ha detto di essere contraria agli OGM e di vedere positivamente l'omeopatia, al questionario della rivista Le Scienze.
Fininvest, la società finanziaria della famiglia Berlusconi, ha venduto la sua quota di partecipazione nel gruppo Mediobanca, corrispondente a circa il 2 per cento del capitale della società, per circa 174 milioni di euro. Mediobanca è la principale banca d’affari italiana, e Fininvest aveva delle quote dal 2007. Per il momento le partecipazioni di Fininvest sono state acquisite da Unicredit, che dovrebbe agire come mediatore per rivenderle a qualcun altro: ancora non ci sono conferme ufficiali su chi le comprerà, ma diversi giornali, tra cui il Corriere della Sera, scrivono che è probabile che lo faccia Leonardo Del Vecchio attraverso la sua società finanziaria Delfin. Del Vecchio è il fondatore di Luxottica e uno degli uomini più ricchi d’Italia, e Delfin è già azionista di maggioranza di Mediobanca con il 13,2 per cento delle quote. Lo scorso agosto la Banca Centrale Europea aveva dato il permesso a Delfin di acquisire fino al 20 per cento delle quote di Mediobanca, dopo mesi in cui Delfin aveva manifestato la sua volontà di aumentare le sue quote, suscitando l’opposizione dei manager di Mediobanca che non volevano la presenza di un azionista così forte da essere in grado di condizionarli. A fine maggio 2020 Delfin aveva circa il 9 per cento delle quote di Mediobanca, oggi ne ha il 13,2 per cento: se acquisisse il 2 per cento di Fininvest arriverebbe al 15,2 per cento.
Fininvest ha venduto la sua quota di partecipazione in Mediobanca.
Attorno a mezzogiorno e mezza di oggi, l’account di Twitter del Corriere della Sera ha cominciato a inviare a brevissimi intervalli di tempo una grande quantità di gruppi contemporanei di tweet, a decine, tempestando le timeline dei suoi follower per un quarto d’ora. Non è chiaro cosa sia accaduto: i tweet con la stessa notizia sono comparsi spesso in coppia, con un lancio leggermente diverso. Il problema è probabilmente dovuto a un guasto nel sistema automatico o di programmazione che gestisce l’account. Il Corriere della Sera ha circa 750mila follower – ne ha persi più di mille durante questo problema – ed è il terzo account più seguito fra i giornali italiani cartacei, dopo quello di Repubblica e quello della Gazzetta dello Sport.. Poco prima dell’una, l’account ha twittato le proprie scuse scrivendo di un «problema tecnico». Avrete notato il problema tecnico sui tweet di @corriereit: spiacenti, adesso è risolto. Grazie per la pazienza!
Il guaio di Corriere.it con Twitter. Per un quarto d'ora ha pubblicato ininterrottamente decine e decine di tweet, perdendo rapidamente oltre mille follower.
È un'antologia che raccoglie reportage e saggi scritti dall'autore di "L'avversario" e di "Limonov" negli ultimi 25 anni; in Italia uscirà nel 2017 La Stampa ha chiesto a ristoranti, commercianti e altri business in città se gli affari siano aiutati o limitati da Expo
Cosa dirà domani Steve Jobs? wired fa il solito giro delle solite attese per il solito evento Apple.
Se da una parte può suonare delirante (ma anche sintomatico di un modo assai volatile e commerciale di intendere i progetti politici) l’idea di cambiare nome a un partito ogni tre anni, è anche indiscutibile che pochi nomi di partito meriterebbero di essere seppelliti rapidamente quanto “Popolo delle Libertà”, una formula priva di senso logico e linguistico che non si capisce da cosa sia nata se non dalla giustapposizione di un “po-” davanti all’antico nome del Polo delle Libertà di guzzantiana memoria. E così, mentre circolano anticipazioni contraddittorie (prima si è parlato di un inusitatamente sobrio e congruo “Popolari“, poi si è ripassati a un più sbilenco “Italia”), al Post – dove la solidarietà con le sorti del maggiore partito di centrodestra è solitamente assai debole – abbiamo provato a fare un nuovo sforzo di imparzialità e a metterci nei panni di chi lavori alla comunicazione del PdL, ammesso che ci sia. Nella concitazione del battesimo di Futuro e Libertà ci vantiamo di avere dato una mano per scongiurare formule ben peggiori con la collaborazione dei lettori. E quindi vi chiamiamo di nuovo a un wikisforzo creativo, introducendolo con una manciata di proposte formulate dai redattori del Post (serie, che a fare gli spiritosi son bravi tutti). È un pezzo di Italia, quello di cui si parla: prendiamocelo sulle spalle e proviamo a migliorare anche quello. Quando Berlusconi non ci sarà più, il nome resterà.
Un nuovo nome per il PdL. Troviamoglielo noi, con Futuro e Libertà funzionò.
Aggiornamento del 9 agosto 2012 Telecom Italia ha annunciato oggi, giovedì 9 agosto 2012, di aver venduto il 100 per cento della società controllata Matrix a Libero, azienda sotto il controllo di Weather Investment Sarl, per un valore di impresa di 88 milioni di euro. Telecom Italia, in coerenza con la politica di valorizzazione degli asset non strategici, ha deciso di cedere la società. Tale operazione è stata avviata dopo un processo di “internalizzazione” di alcune attività captive come lo sviluppo e la gestione delle piattaforme interne. La cessione di Matrix concorrerà al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dell’indebitamento finanziario netto del Gruppo per l’anno 2012.
Virgilio cambia proprietà. 16 anni fa fu protagonista del primo boom italiano del web: ora Telecom Italia sta concordando la cessione della società Matrix all'imprenditore egiziano Sawiris, presidente del CdA di Wind.
Il 21 maggio 2017 sul network americano Showtime comincerà la terza stagione di Twin Peaks, la storica serie tv creata da David Lynch e Mark Frost e andata in onda per due stagioni tra il 1990 e il 1991. In Italia la nuova stagione di Twin Peaks sarà trasmessa da Sky Atlantic a partire dal 26 maggio. Sull’importanza e l’influenza di Twin Peaks nella storia delle serie televisive si sono scritti libri interi: a volerla fare breve, è stata la serie che ha cambiato il modo di fare le serie, e anche quello di guardarle. Per questo il suo ritorno dopo 25 anni – sarà scritta e diretta di nuovo da Lynch e Frost – sarà uno degli eventi più importanti dell’anno per la cultura pop internazionale. Si scriveranno centinaia di articoli, nasceranno infinite discussioni sui social network, ed è probabile che il vostro ufficio o i vostri amici si divideranno tra chi ne parlerà il giorno dopo e chi no. Twin Peaks però è una serie andata in onda moltissimi anni fa e con una trama molto complicata, fatta di misteri e vicende intricate quasi “alla Beautiful”, soprattutto nella seconda stagione, che gode di una pessima fama tra gli appassionati a causa di una lunga serie di episodi – che non furono scritti da Lynch – obiettivamente noiosi. E ci sono tantissimi personaggi, tutti con storie particolari e contributi diversi alla trama. Abbiamo raccolto di seguito i principali, per un ripasso utile a chi ha visto le prime due stagioni di Twin Peaks da un po’ di tempo e teme di non essere preparatissimo per ricominciare: perché la maggior parte torneranno nella terza, anche se non se ne sa praticamente nulla. Da qui in avanti ci sono tantissimi spoiler, anche belli grossi: regolatevi voi.
Tutti i personaggi di Twin Peaks. Un ripasso enciclopedico delle molte facce e storie della serie, per prepararsi in vista del suo ritorno a maggio.
Sul Corriere della Sera, il costituzionalista Michele Ainis discute della scelta del presidente della Repubblica Napolitano di nominare due commissioni di dieci membri per formulare delle proposte programmatiche utili a favorire un futuro governo: ovvero l’ultimo sviluppo della crisi politica, non del tutto chiaro nei suoi diversi aspetti e implicazioni. Per Ainis si tratta di una proposta eccentrica, ma funzionale allo scopo: prendere tempo. Diceva Craxi: quando un problema non ha soluzioni, si nomina una bella commissione. Siccome il nostro problema è doppio (non c’è accordo sul governo, né sul nuovo capo dello Stato), ieri Napolitano di commissioni ne ha nominate due. Una trovata eccentrica, senza precedenti. Ma anche un po’ paradossale: dopo un giro estenuante di consultazioni, ne usciamo battezzando un organismo consultivo. Dove per giunta le parti si rovesciano, come in una pièce pirandelliana. Perché i partiti da consultati si trasformeranno in consultanti, e perché il loro consulente avrà casa al Quirinale, sotto lo stesso tetto del Grande Consultatore. Eppure il pasticcio ci difende da un bisticcio, quello ingaggiato da tre minoranze armate. Che alternative c’erano? Primo: le dimissioni di Napolitano. Avrebbero accorciato i tempi per eleggere il suo successore, ma intanto avremmo perso l’unico timone istituzionale che ci resta, consegnando all’esterno l’immagine di un Paese spaesato. Secondo: un governo tecnico. Peccato che un governo così reclami il sostegno del capo dello Stato, specie quando muove i primi passi; e Napolitano è ai suoi ultimi passi. Peccato che i partiti, chi più chi meno, avessero già fatto sapere di non volerne sapere. Peccato infine che tale soluzione, dopo il suo ineluttabile naufragio, ci avrebbe fatto galleggiare in mare aperto. Senza carte di riserva sul governo, senza un presidente di riserva fino a maggio inoltrato. Ecco allora a cosa serve l’espediente: a prolungare la fase di decantazione, sperando che i saggi inducano i partiti alla saggezza.
A cosa servono i 10 nomi. A prendere tempo, scrive Michele Ainis, ed è la soluzione migliore.