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La città di Londra ha approvato la costruzione di un nuovo grattacielo che una volta completato sarà alto circa 290 metri, il secondo edificio più alto dell’Europa occidentale dopo The Shard, altro grattacielo londinese che con la sua antenna raggiunge i 310 metri di altezza. Il nuovo grattacielo per ora si chiama 1 Undershaft, come il nome della via nel distretto finanziario dove sarà costruito, ed è stato progettato dall’architetto Eric Parry per conto della società Aroland Holdings, con sede a Singapore. Il progetto prevede la realizzazione di una terrazza accessibile al pubblico e di un ristorante sulla sommità del grattacielo, che sarà il più alto di tutta Londra. Per fare spazio al nuovo grattacielo è stata approvata la demolizione dell’Aviva Tower, un altro edificio da tempo presente nella zona. La costruzione di 1 Undershaft sarà terminata nei primi anni Venti, ma per ora non sono state date molte altre informazioni sui tempi. Inizialmente il nuovo grattacielo doveva essere alto quanto The Shard, ma si è in seguito resa necessaria una revisione del progetto, per restrizioni dovute all’accessibilità dello spazio aereo di Londra. Le modifiche hanno portato all’approvazione definitiva della costruzione ieri, lunedì 28 novembre, con un voto atteso da parte del comitato di sviluppo della City, che con questa decisione ha voluto dimostrare che a Londra si continuano a fare affari e investimenti anche dopo il referendum su Brexit.
Costruiscono un nuovo grattacielo a Londra. 1 Undershaft sarà il secondo edificio più alto dell'Europa occidentale dopo The Shard, che si trova sempre in città.
Durante lo scorso fine settimana molti giornali e siti hanno ripreso la storia di Suvir Mirchandani, uno studente di 14 anni di Pittsburgh (Pennsylvania) che ha fatto uno studio sul consumo di inchiostro da parte della pubblica amministrazione degli Stati Uniti. Mirchandani sostiene che utilizzando il carattere tipografico Garamond si potrebbero risparmiare ogni anno centinaia di milioni di dollari (Carlo Pizzati ne ha parlato, con le dovute cautele, sul suo blog qui sul Post). Per arrivare a questa conclusione, Mirchandani ha confrontato quattro diversi e diffusissimi caratteri tipografici – il Times New Roman, il Garamond, il Comic Sans e il Century Gothic – sostenendo infine che per stampare il più leggero e delicato Garamond è necessario in media il 24 per cento di inchiostro in meno. Considerato l’alto costo delle cartucce delle stampanti, Mirchandani ha concluso che adottando in tutti i documenti questo carattere tipografico, la pubblica amministrazione degli Stati Uniti potrebbe risparmiare 467 milioni di dollari all’anno. Come spiega John Brownlee su Fast Company, le cose non stanno esattamente così. Nel fare la sua ricerca, innanzitutto, Mirchandani ha fatto confusione nel misurare le dimensioni del Garamond e degli altri caratteri tipografici. Questi sono tradizionalmente misurati in “punti”, e ogni punto corrisponde a 1/72esimo di un pollice. Viene quindi da pensare che quando si stampa qualcosa a 12 punti, le lettere risultanti siano sempre alte 1/6 di un pollice sulla pagina, ma non è così.
Il Garamond fa davvero risparmiare? uno studente statunitense ha proposto di cambiare font sui documenti governativi per ridurre la spesa di inchiostro, facendo parlare molto di sé: ma i suoi conti non tornano.
L’attuale situazione politica italiana è molto incerta o poco incerta? Bella domanda. Le elezioni politiche del 4 marzo hanno creato un Parlamento in cui nessun partito o coalizione ha la maggioranza assoluta, cosa che in teoria apre molti scenari possibili e in pratica finora nessuno. Ma era un risultato scontato: tutti sapevano che sarebbe andata a finire così, compresi i giornali, che però salvo poche eccezioni hanno raccontato la campagna elettorale senza tenerne conto, come rimuovendolo. Dal voto del 4 marzo sono passati 57 giorni e l’Italia non ha ancora né una maggioranza né un governo, né sa dove andarla a cercare. Di nuovo, però, anche questo non è niente che non fosse ampiamente prevedibile e previsto, visto che i partiti che dovrebbero allearsi tra loro hanno passato gli ultimi anni a darsi letteralmente dei mafiosi, ladri, criminali, assassini, despoti, imbecilli, eccetera. Bisognerebbe essere cauti e realisti, nel raccontare questa situazione bloccata e senza colpi di scena, ma le prime pagine dei giornali durante questi 57 giorni – e abbiamo guardato solo quelle, per non esagerare – non hanno saputo cedere a quelle rare abitudini dell’informazione contemporanea che sono la cautela e il realismo. Oltre che dare le notizie (ovvero vaghe e ondivaghe dichiarazioni di questo o quel leader, intanto che non succedeva niente) hanno avanzato – e presentato come decise, inevitabili, imminenti – continue ipotesi che notizie in realtà non erano, contraddicendosi a vicenda lo stesso giorno o addirittura contraddicendo se stessi nello spazio di poche ore, ed esaurendo più volte tutte le combinazioni di scenari possibili. Perché sia successo, potete immaginarlo: l’abitudine di pubblicare sedicenti retroscena senza alcuna verifica, la voglia di scrivere qualcosa di forte anche quando non ce ne sono le basi, la dipendenza dal titolo a effetto, la tentazione di non limitarsi a raccontare cosa sia successo bensì a dare per scontato cosa succederà (“verso il governo”, cosa vuol dire? E “Verso il voto”? E il centrodestra, quante volte si è “strappato”?).
57 giorni di governi fatti e disfatti. Il duro lavoro del titolista da prima pagina in tempi di crisi politica insuperabile: due mesi di colpi di scena mentre non succedeva quasi niente.
Stanley Donen, regista leggendario di commedie e musical americani degli anni Cinquanta e Sessanta, è morto venerdì a 94 anni a Manhattan. I suoi film rimasti più popolari fino a oggi sono senz’altro i musical Cantando sotto la pioggia e Sette spose per sette fratelli, ma aveva diretto anche Sciarada con Audrey Hepburn e Cary Grant, Indiscreto, Baciala per me, È sempre bel tempo, Cenerentola a Parigi e molte altre commedie di grande successo con attori come Gene Kelly, Fred Astaire ed Elizabeth Taylor (con la quale ebbe una relazione). «Per un periodo, Donen fu l’esempio dello Hollywood style», aveva scritto il New Yorker in un ritratto che gli aveva dedicato. Non aveva mai vinto un premio Oscar fino a quello onorario ricevuto nel 1998: e nel 2004 aveva anche ricevuto il premio alla carriera alla Biennale del Cinema di Venezia. Donen si era sposato cinque volte, l’ultima con l’attrice Elaine May, ed era considerato l’ultimo regista vivente della cosiddetta “età d’oro di Hollywood”.
È morto Stanley Donen. Aveva 94 anni, era stato regista di film celeberrimi come "Singin' in the rain", "Sette spose per sette fratelli", "Sciarada".
A seconda dei punti di vista, il presidente statunitense Barack Obama potrebbe essere stato un salvatore dell’economia o aver ottenuto i peggiori risultati di sempre. Una volta messi insieme tutti gli elementi del suo operato in economia, però, come si posizionano davvero i suoi risultati rispetto a quelli degli altri presidenti americani a partire dalla Seconda guerra mondiale? È una domanda importante in vista delle elezioni presidenziali del 2016: gli elettori americani devono sapere in quali casi le politiche economiche di Obama possono essere associate a dei successi – e se è possibile farlo, in generale – e dove è necessario cambiare rotta. I detrattori di Obama sottolineano il basso tasso di crescita del PIL statunitense e l’aumento del debito registrati durante i suoi mandati. I suoi sostenitori evidenziano invece il calo della disoccupazione e del deficit pubblico, e la crescita del mercato azionario. Nel mio libro The President as Economist: Scoring Economic Performance from Harry Truman to Obama ho usato questi e altri 12 indicatori per assegnare un “punteggio” a tutti i presidenti americani, da Truman in avanti. Il punteggio massimo è 100; zero è il valore medio; i punteggi negativi sono quelli sotto la media.
Come se l’è cavata Obama in economia? non male, racconta su Bloomberg un economista che ha assegnato un punteggio a tutti i presidenti americani dal Dopoguerra.
Il ministero della Cultura, dei media e dello sport del Regno Unito ha di recente pubblicato un rapporto indipendente sulle biblioteche pubbliche, proponendo diverse soluzioni per rilanciare il loro utilizzo da parte dei cittadini e renderle più rilevanti per le comunità, soprattutto nelle città più piccole. La proposta che più ha fatto discutere, e che ha ottenuto molti titoli sui giornali britannici, è trasformare gli ambienti delle biblioteche in modo che siano più simili a caffetterie, dove oltre a leggere o prendere in prestito un libro si possa bere una tazza di caffè o tè, navigare facilmente su Internet tramite il WiFi e avere spazi per conversare e confrontarsi con altri lettori. Questa soluzione, dice il rapporto, potrebbe contribuire a salvare molte biblioteche con investimenti contenuti, dando un aiuto molto più concreto rispetto agli impegni generici assunti ciclicamente da politici o organizzazioni culturali di vario tipo. Come ricorda il Guardian, la proposta di rinnovare e rendere più appetibile l’offerta delle biblioteche – caffè compreso – si scontra con i tagli decisi dal governo britannico negli ultimi anni per la gestione delle biblioteche stesse. Gli scarsi fondi hanno portato alla riduzione del personale e in molti casi a una sensibile riduzione del numero di ore di apertura. Nonostante questo, si stima che ancora un terzo della popolazione utilizzi regolarmente le biblioteche nel Regno Unito e che nelle aree più povere, dove ci sono quindi meno alternative per attività culturali, un cittadino britannico su due sia un frequentatore assiduo delle biblioteche.
Come salvare le biblioteche. Bisogna trasformarle in caffetterie e renderle più accoglienti per incontrarsi e accedere a Internet, propone un rapporto commissionato dal governo britannico.
Sul blog Cyberteologia Antonio Spadaro, prete gesuita e direttore della rivista La Civiltà Cattolica, ha raccontato e spiegato una complicata storia di notizie false su Internet e trolling che lo ha coinvolto suo malgrado e che ha a che fare con degli organizzati gruppi di cattolici che ce l’hanno con papa Francesco e che sono molto attivi online. Spadaro è stato accusato di aver offeso uno dei quattro cardinali conservatori che recentemente hanno espresso una critica contro papa Francesco nella forma di una serie di dubbi sulla sua esortazione apostolica sulla famiglia Amoris Laetitia. I quattro cardinali sono Walter Brandmüller, Raymond L. Burke (patrono dell’Ordine di Malta) e gli arcivescovi emeriti di Bologna e di Colonia, Carlo Caffarra e Joachim Meisner. Spadaro – che ha posizioni diverse a quelle degli ambienti cattolici più conservatori e ha definito Amoris Laetitia un documento molto importante – è stato accusato di aver paragonato uno dei quattro cardinali a un personaggio negativo di Il Signore degli Anelli, Grima Vermilinguo, per via di un suo tweet. Su Cyberteologia Spadaro ha spiegato come in realtà l’accusa nascesse dall’interpretazione sbagliata di un suo tweet e come poi questa falsa interpretazione si sia diffusa tra vari siti cattolici, prima americani e poi anche italiani, passando per il New York Times. Per Spadaro questa storia è emblematica di come alcuni gruppi cattolici critici verso il papa e molto attivi su Internet adottino le cattive abitudini tipiche di chi diffonde notizie false e di cui si è molto parlato recentemente.
Le notizie false contro papa Francesco. Il direttore di La Civiltà Cattolica Antonio Spadaro ha raccontato come si diffondano negli ambienti dei cattolici più conservatori, replicando sui social network le complicate contese vaticane.
Un giorno i miei figli mi chiederanno dov’ero e cosa stavo facendo quando gli Stati Uniti hanno eletto il loro primo presidente nero. Potrei dire ai miei bambini – del tutto ipotetici; chiamiamoli Kermit e Hussein – che in quel momento ero a casa e che, come centinaia di milioni di altri americani, stavo guardando la televisione. Questa sarebbe una risposta da politico, come a dire formalmente corretta ma imprecisa rispetto a tutta una serie di dettagli importanti. Ma visto che Kermit e Hussein meritano una risposta particolareggiata e onesta, gli dirò che il 4 novembre del 2008 loro padre viveva a Tallinn, in Estonia, dove le ore conclusive del giorno delle elezioni americane corrispondevano alla fredda mattina color salmone del 5 novembre, e che le mie intenzioni quel giorno erano di guardare CNN International finché non fosse stato proclamato un vincitore. Dovrò poi raccontare a Kermit e Hussein quant’altro è successo in quel 4 novembre 2008. Il videogioco postapocalittico Fallout 3 era stato ufficialmente rilasciato sul mercato europeo il 30 ottobre, ma non ve n’era traccia in Estonia. Da diverse settimane la Bethesda Softworks, l’azienda sviluppatrice di Fallout 3, pubblicava online una serie di video promozionali, che io mi ero guardato e riguardato con avidità porno-feticista. Avevo lasciato detto al miglior negozio di videogiochi di Tallinn: «chiamatemi appena vi arriva Fallout 3». Nel tardo pomeriggio del 4 novembre, il telefono finalmente ha squillato. Quando ho inserito il gioco nel lettore della mia Xbox 360, in America mancavano due ore alla chiusura dei primi seggi. Un’ora di Fallout 3, mi sono detto. Forse due. Assolutamente non più di tre. Sette ore dopo, stordito e con gli occhi gonfi, ho spento la Xbox 360 e mi sono sintonizzato sulla CNN, solo per scoprire che era già terminato il discorso di accettazione.
Perché i videogiochi sono importanti. Il primo capitolo del libro di Tom Bissell, "Voglia di vincere", parla di quando vinse Obama e lui stava giocando a Fallout.
Venerdì il presidente del Piemonte Alberto Cirio ha firmato un’ordinanza regionale con nuove restrizioni per cercare di fermare l’aumento di casi di coronavirus. Sarà in vigore dal 18 ottobre al 13 novembre, e prevede il divieto di vendita di alcolici – anche da asporto – dopo le 21 in tutte le attività commerciali, escluso il servizio di consumazione al tavolo nei ristoranti, che però dovranno tenere un registro delle presenze di tutti i clienti. L’ordinanza prevede inoltre la chiusura notturna, da mezzanotte alle 5 del mattino, di tutte le attività commerciali al dettaglio, escluse le farmacie. Dal 18 ottobre tutte le strutture residenziali socio-assistenziali saranno obbligate a iscriversi alla piattaforma regionale di monitoraggio Covid e ad aggiornare con regolarità i propri dati. Al momento solo 500 strutture su un totale di 700 comunicano i dati attraverso la piattaforma.
In Piemonte dal 18 ottobre sarà vietata la vendita di alcolici dopo le 21.
Il referendum costituzionale si voterà oggi in tutta Italia: i seggi sono stati aperti alle 7 e chiuderanno alle 23. Gli elettori potranno decidere se approvare o respingere la riforma della Costituzione approvata dal Parlamento e proposta dal governo di Matteo Renzi (che ha promesso che lascerà il suo incarico, nel caso la riforma venga respinta). Non è previsto un quorum, quindi il risultato del referendum sarà valido indipendentemente da quante persone andranno a votare. Se la maggioranza voterà Sì, la riforma sarà approvata. Se la maggioranza voterà No, sarà respinta. Alle 12, l’affluenza ai seggi è stata appena superiore al 20 per cento. A partire da questi dati sarà difficile immaginare quella finale, ma al momento sembra che supererà il 50 per cento degli aventi diritto. Stime difficili perché siamo a dicembre, ma con tutta probabilità l'affluenza finale al #referendumcostituzionale supererà ampiamente il 50%
Oggi si vota, finalmente. Sono stati aperti i seggi per il referendum costituzionale, chiuderanno alle 23: alle 12 l'affluenza è stata di poco sopra al 20 per cento.
Antoni Gaudí, nato nel 1852 e morto il 10 giugno di 90 anni fa, è stato un grande architetto spagnolo, il massimo esponente del cosiddetto modernismo catalano. Gaudì è uno di quelli che è riuscito letteralmente a cambiare faccia a una città: molte delle opere di Gaudí – conosciuto anche come l’architetto di Dio – si trovano infatti a Barcellona, e sono tra le cose più caratteristiche, apprezzate e visitate della città. La più più importante – la Sagrada Familia – è talmente imponente e visionaria che deve ancora essere finita, ma ci siamo vicini: i lavori sono durati così tanto per la sua complessità e ambizione, ma anche per le volte che Gaudí cambio idea. Dall’altro lato, però, sembra che Gaudi a un certo punto disse, parlando della lentezza del progetto: «Il mio committente, Dio, non ha fretta». Antoni Gaudí i Cornet È il suo nome intero, usato molto raramente. Gaudí nacque il 25 giugno del 1852 nella provincia di Tarragona, oggi nella comunità autonoma della Catalogna. La famiglia era originaria del sud della Francia e si era spostata nella Catalogna nel Diciassettesimo secolo. Fin da giovane ebbe problemi di salute, con dolori persistenti dovuti ai reumatismi. Poco dopo l’adolescenza divenne vegetariano, convinto che il cambiamento di alimentazione gli avrebbe giovato. Gaudí era anche molto riservato e introverso. La sua faccia era questa. Gaudí nel 1878 (Wikimedia)
Quante ne ha fatte Gaudí. Le case e le cose per cui è famoso l'architetto Antoni Gaudí, morto novant'anni fa; tra cui quella maestosa in costruzione da 130 anni.
Amelia Earhart, aviatrice statunitense, è la protagonista del doodle di Google di oggi. Al posto del solito logo, nella pagina principale del motore di ricerca c’è un disegno che rappresenta Earhart mentre sale a bordo di un monomotore, per ricordare i 115 anni della sua nascita e il ruolo che ebbe nella storia dell’aviazione mondiale. Amelia Mary Earhart nacque ad Atchison, in Kansas (Stati Uniti), il 24 luglio del 1897 da una famiglia molto conosciuta in città. Il nonno materno, Alfred Gideon Otis, era stato un giudice federale e successivamente responsabile della Atchison Savings Bank. Earhart aveva una sorella di poco più grande con la quale trascorse l’infanzia: giocavano di continuo all’aperto ed erano sempre pronte a esplorare il vicinato e a inventarsi nuove avventure. Collezionavano vermi, farfalle notturne e ranocchie, ma a Earhart interessava più di tutto il volo già da bambina.
Chi era Amelia Earhart. La pioniera statunitense dell'aviazione è la protagonista del doodle di Google di oggi per ricordare i 115 anni della sua nascita.
Il 20 novembre è uscito in tutto il mondo 25, il nuovo disco di Adele; il terzo, dopo 19 e 21 (in tutti e tre i casi, il numero è l’età che Adele aveva quando ha iniziato a lavorare alle canzoni). Non è ancora passata una settimana dalla sua uscita e 25 ha già venduto circa due milioni e mezzo di copie negli Stati Uniti: è diventato il disco che nella storia ha venduto più copie nella sua prima settimana in America (il mercato musicale più grande). C’è solo da vedere quanto meglio farà di No Strings Attached degli NSYNC, che nella sua prima settimana aveva venduto nel 2000 circa 2 milioni e 400mila copie. Nel 2000 esisteva Napster ma non esistevano però Spotify, Apple Music e tutti i servizi legali – gratis o a pagamento – per l’ascolto di musica in streaming che non prevedono l’acquisto di un disco. Il record di Adele si spiega anche con il fatto che – per scelta sua e della sua casa discografica – 25 non è disponibile su Spotify, su Apple Music e molti altri servizi simili. Chi ha voluto ascoltare il disco in modo legale ha dovuto comprarlo. John Seabrook ha scritto sul New Yorker che l’assenza di 25 dai software per l’ascolto di musica in streaming è, economicamente, un grande vantaggio per Adele e per la sua casa discografica, la Columbia, di proprietà della Sony: guadagnerebbero anche grazie agli ascolti in streaming, ma di meno. Seabrook scrive che per l’industria discografica il successo di 25 è un ritorno alla fine degli anni Novanta, un periodo di grandi guadagni, precedente all’arrivo della musica in streaming e di Napster, creato nel 1999. Il problema, spiega Seabrook, è che pochissimi artisti possono permettersi di snobbare lo streaming, diffondere i loro dischi in modo “tradizionale” e venderne comunque molti. Una è Adele, l’altra è Taylor Swift: due cantanti che, non a caso, hanno entrambe scelto di non mettere la loro musica su Spotify.
Adele e la musica in streaming. Il suo nuovo disco sta vendendo tantissimo anche perché non è su Spotify o altri servizi simili: è una scelta che paga solo nel breve termine, spiega il New Yorker.
Nella sua ultima puntata del 2014 la trasmissione di RaiTre Report è tornata a occuparsi dei prodotti di lusso con una breve inchiesta dedicata a Gucci, una delle più grandi e famose case di moda italiane, dalla fine degli anni Novanta sotto il controllo della holding multinazionale francese Kering. Il servizio – realizzato da Sabrina Giannini, che già in passato si era occupata del settore (per esempio di Moncler) – ha mostrato le condizioni in cui lavorano alcuni laboratori in Toscana, dove sono cucite le borse che poi Gucci vende nei suoi negozi in tutto il mondo. Una borsa che in negozio costa oltre 800 euro, ha mostrato Report, viene realizzata nei laboratori a meno di 30 euro: una cifra che in molti casi è appena sufficiente per coprire le spese degli imprenditori che ottengono quindi bassissimi margini di guadagno, almeno stando alla versione presentata da Giannini. L’inchiesta si è occupata in particolare di un laboratorio gestito da un imprenditore che ha deciso di autodenunciarsi, per fare conoscere le condizioni in cui lavora. Report ha seguito per circa cinque mesi il laboratorio, ottenendo informazioni da un suo “socio occulto” cinese che farebbe da intermediario per trovare manodopera dalla Cina a basso costo, facendo lavorare gli operai molte più ore di quelle che vengono segnate per i loro part-time in azienda.
Gucci se l’è presa con Report. Per un servizio sui laboratori in cui sono prodotte le sue borse in Toscana: secondo la trasmissione ci lavora personale sottopagato a fronte di alti ricarichi sui prodotti finiti.
Wikipedia, la più conosciuta e consultata enciclopedia online al mondo, ha diffuso le statistiche sulle sue pagine più visitate nel 2015 in diversi paesi del mondo, tra i quali l’Italia. Diciassette delle prime trenta pagine della classifica italiana sono legate a serie tv: al primo posto c’è Il trono di spade, seguito da Grey’s Anatomy e The Walking Dead. La quarta voce è quella dell’Italia. All’ottavo posto c’è il primo film (o meglio, la prima saga cinematografica), ed è ovviamente Guerre stellari. La prima pagina di una persona nella classifica è quella del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre la prima pagina di sport è quella della Juventus. C’è anche la pagina di Expo 2015, al ventesimo posto, e la pagina di Wikipedia su Wikipedia, al ventottesimo. (in corsivo, dopo il nome della pagina, il numero di visualizzazioni nel 2015)
Le 30 pagine più visitate su Wikipedia nel 2015 in Italia. Ci sono soprattutto serie tv (TANTE serie tv), poche persone e anche la pagina di Wikipedia su Wikipedia.
I ricercatori di Breakthrough Listen non hanno captato segnali che indichino un’origine aliena dell’asteroide interstellare Oumuamua, in transito in questi giorni nel nostro sistema solare. Il primo set di dati ottenuti con il radiotelescopio di Green Bank in Virginia non indica la presenza di “segnali artificiali”, ma i responsabili dell’iniziativa hanno comunque spiegato che saranno necessari ancora giorni per completare la raccolta e l’analisi delle informazioni ottenute finora. La prima serie di osservazioni è stata condotta tra le 21:45 di mercoledì 13 dicembre e le 3:45 del mattino del giovedì successivo, utilizzando diverse frequenze. Almeno 90 Terabyte di informazioni sono stati raccolti in appena un paio d’ore di osservazioni, quindi la mole dei dati da analizzare è enorme e richiederà giorni per essere completata. La bizzarra ipotesi che l’asteroide Oumuamua potesse essere un’astronave aliena era stata molto discussa negli ultimi giorni e, benché fosse improbabile, ha comunque consentito di far conoscere i vari programmi per la ricerca di segnali alieni provenienti dallo Spazio. Alcuni ricercatori si chiedono se questo asteroide interstellare sia un’astronave aliena
A quanto pare l’asteroide interstellare Oumuamua è proprio un asteroide.
A Milano sta per partire un progetto di educazione sessuale dedicato ai ragazzi di origine peruviana che frequentano i gruppi di danza caporales. L’idea è partita dalla presidente dell’associazione Arci Caporales Santos, Maria del Rosario Montalvo, che, preoccupata per alcuni schemi di comportamento ricorrenti fra i giovani danzatori, ha cercato consiglio per quelli che frequentano il suo gruppo. Il ballo caporales nacque come neo-folklore in Bolivia negli anni Settanta, e a Milano si pensa che a praticarlo siano circa 200 giovani. «Per i ragazzi, cresciuti in Italia o arrivati qui a 12, 13 o 14 anni, è un modo per recuperare o incontrare per la prima volta un pezzetto della loro cultura d’origine, e per i genitori è un modo per stare tranquilli, per sapere dove sono e chi frequentano, e che sono impegnati in una cosa bella», racconta Massimo Modesti, il pedagogista interculturale che sta coltivando questo progetto fin dall’inizio. «Anzi, a me, che sono appassionato di arte e di forme espressive, sembrava di vedere nei gruppi caporales soltanto aspetti positivi, basti pensare al fatto che si ritiene che siano stati spesso i gruppi di danza, attirando i giovani, a contribuire a svuotare di peruviani le gang latine di cui tanto si parlava a Milano negli anni Novanta». Come lo stesso Modesti ha scoperto incontrando per la prima volta durante un’esibizione in piazza un altro gruppo, la Fraternidad Artistica Sambos Illimani, che è una confraternita internazionale, i gruppi di danza hanno in effetti strutture simili a quelle delle pandillas, le bande armate molto gerarchizzate, e anche loro usano divise, slogan, rituali, incanalando però le energie dei ragazzi in modo diverso e meno pericoloso.
L’educazione sessuale tra i ragazzi di origine peruviana. Se ne occupa a Milano un pedagogista interculturale, che spiega problemi e differenze con altre comunità.
In una città in cui i nuovi edifici appariscenti diventano posti superati nel giro di qualche mese, il famosissimo hotel di lusso Waldorf Astoria di New York è sopravvissuto per 85 anni. I nuovi arrivati come il Baccarat e il Park Hyatt hanno un senso del lusso più elegante e moderno; alcuni alberghi classici come il St. Regis, con il suo amato King Cole Bar, attirano frotte di esponenti dell’alta società; ma il fascino senza tempo del Waldorf Astoria si deve a qualcosa di diverso: il mistero. Per quale motivo durante il loro mandato tutti i presidenti americani, a partire da Herbert Hoover fino a Obama, hanno scelto questo hotel nonostante la miriade di opzioni più moderne nel raggio di dieci isolati? L’insalata Walford fu davvero creata nell’hotel? E qual è la storia dietro lo strano atrio a due ingressi con l’orologio dorato nel mezzo? Queste domande circolano da un po’ di tempo, ma c’è anche tutto un mondo di segreti politici e misteri della cultura pop di cui forse non avete mai sentito parlare. In occasione dell’85esimo anniversario del Waldorf Astoria, Bloomberg ha fatto un giro esclusivo nell’hotel più affascinante del mondo per svelarne i segreti meno conosciuti.
Storie sul Waldorf Astoria. Una giornalista di Bloomberg ha fatto un giro nel famosissimo hotel di New York per raccontarne segreti e curiosità, dalla stazione ferroviaria sotterranea agli ingressi nascosti.
Una serie di sfortunati eventi è la nuova serie di Netflix: tutti i suoi otto episodi – della durata di circa 50 minuti l’uno – sono disponibili online da venerdì 13 gennaio (data scelta non a caso). Una serie di sfortunati eventi è un adattamento dell’omonima serie di racconti per ragazzi di Daniel Handler, che li scrisse però usando lo pseudonimo di Lemony Snicket. I libri della serie sono 13, pubblicati tra il 1999 e il 2006: sono stati tutti tradotti in italiano e pubblicati da Salani. Oltre a quei 13 libri ce ne sono altri che sono in qualche modo collegati a Una serie di sfortunati eventi, ma non sono stati pubblicati in Italia. Da quella storia è già stato tratto un film: nel 2004, con Jim Carrey che interpretava il ruolo del conte Olaf. Nella serie di Netflix il conte Olaf è invece interpretato da Neil Patrick Harris, cioè Barney di How I Met Your Mother. La storia di Una serie di sfortunati eventi è semplice nelle premesse ma – come suggerisce il titolo – complicata nelle evoluzioni: parla di tre orfani che devono vivere insieme a un tutore cattivo – il conte Olaf – che vuole ucciderli per ottenere la loro eredità. Nel frattempo, scrive Netflix, gli orfani devono anche “affrontare peripezie di ogni genere”.
Parlano molto bene di “Una serie di sfortunati eventi”. I critici hanno definito la nuova serie tv di Netflix «ciò che accadrebbe se Wes Anderson e Tim Burton decidessero di fare insieme una serie tv».
Sabato scorso il coordinamento di Articolo 1 – MDP, il partito formato dai dirigenti usciti dal PD all’inizio del 2017, ha annunciato la sua fuoriuscita da Liberi e Uguali, la lista-coalizione messa in piedi prima delle ultime elezioni politiche. «Vogliamo rimetterci in discussione in un campo nuovo», scrivono i coordinatori del partito guidati dal segretario Roberto Speranza: «Vogliamo costruire una nuova forza della sinistra italiana e, allo stesso tempo, offrire il nostro contributo per riorganizzare, in modo plurale, il campo dell’alternativa alla destra in Italia e in Europa». La decisione, presa a meno di un anno dalla fondazione di Liberi e Uguali, dopo sconfitte elettorali e molti abbandoni e defezioni, segna la fine dell’ennesimo progetto attorno al quale la sinistra italiana ha provato a riunirsi; oppure, sostengono altri, l’inevitabile fine di un cartello elettorale che non ha mai avuto la forma di un partito e voleva soltanto provare a portare i partiti che ne facevano parte oltre la soglia di sbarramento. La causa ultima del fallimento di questo progetto è stato lo scontro e poi la separazione delle sue due componenti principali: i fuoriusciti del PD, come Pierluigi Bersani e il segretario di Articolo 1-MDP Roberto Speranza, e il partito Sinistra Italiana, il gruppo che discende da SEL di Nichi Vendola e che oggi è guidato da Nicola Fratoianni. I primi vorrebbero riavvicinarsi – se non proprio rientrare – al Partito Democratico, soprattutto se il prossimo congresso dovesse essere vinto da Nicola Zingaretti (presidente del Lazio e politicamente vicino a molti dei fuoriusciti di Articolo 1-MDP). In altre parole, come ha riassunto il giornalista parlamentare Ettore Maria Colombo sul suo blog: «Il nucleo duro dei bersaniani vuole riconnettersi – sentimentalmente e politicamente – con un PD che torna a rimettere la barra a sinistra mentre non vuole saperne proprio di finire in una ridotta della sinistra radicale».
Liberi e Uguali non esiste più. A meno di un anno dalla sua fondazione, l'alleanza guidata da Pietro Grasso si è definitivamente sfaldata.
«Per la precisione alle 17.45, al Palazzo dei congressi dell’Eur, sulle note di una curiosa Rapsodia europea che riunisce le note di tutti gli inni nazionali, la Democrazia Cristiana dopo mezzo secolo è uscita di scena». Così Repubblica descriveva il 26 luglio del 1993 la fine della Democrazia Cristiana, il partito che aveva governato l’Italia ininterrottamente fin dal Dopoguerra. Quel giorno di 25 anni fa l’ultimo segretario della DC, l’ex sindaco di Brescia Mino Martinazzoli, aveva messo ai voti la sua relazione conclusiva dopo tre giorni trascorsi nell’Assemblea costituente della DC, l’organo incaricato di rigenerare il partito duramente colpito dagli scandali, dalle inchieste della magistratura e da un crollo dei consensi che appariva inarrestabile. «L’Assemblea», era scritto nel documento, «decide di dar vita al nuovo soggetto politico di ispirazione cristiana e popolare, destinato ad aprire la terza fase della presenza dei cattolici democratici nella storia d’Italia». La relazione assegnava pieni poteri al segretario per mettere in atto il processo di trasformazione che avrebbe portato all’azzeramento del tesserati e a quello di tutte le cariche di partito. Il cambiamento più grande e simbolico però sarebbe stato nel nome: la Democrazia Cristiana sarebbe scomparsa per lasciare il posto al Partito Popolare Italiano. La relazione venne votata da tutti i 500 delegati presenti. Ci fu un solo voto contrario.
Il giorno in cui finì la DC. Venticinque anni fa il partito che aveva governato l'Italia dalla fine della guerra decise che era arrivato il momento di sciogliersi.
Nel 2015 c’è stato un piccolo ma interessante caso nel campo dell’editoria grafica: sono stati ristampati i manuali d’identità grafica – cioè quei libroni che raccoglievano tutte le grafiche tipiche di una data azienda, dal logo ai font dei comunicati – prodotti in passato soprattutto da grandi aziende pubbliche come la NASA o le ferrovie inglesi. I manuali d’identità grafica venivano prodotti perlopiù negli anni Sessanta e Settanta: i grafici aziendali disegnavano tutto secondo un’idea coerente e continua, dal logo ai font utilizzati per campagne pubblicitarie o comunicazioni, fino ai cartelli stradali o la segnaletica della metropolitana o delle stazioni. Questi libri sono quindi considerati una specie di enciclopedia storica da chi studia e lavora con la grafica. Le nuove riedizioni dei libri sono stati ripubblicate principalmente grazie a campagne di raccolte fondi su Kickstarter. Hanno però venduto un numero inaspettato di copie per un prodotto così di nicchia: cosa che suggerisce che non siano stati solamente gli addetti ai lavori di grafica e design ad apprezzarli.
Il successo dei vecchi manuali di identità grafica. Cioè i libroni prodotti in passato da grandi aziende e contenenti loghi, font e linee guida di grafica: in molti li stanno riscoprendo e ristampando, con buon successo.
È morto a 86 anni l’attore statunitense Danny Aiello, noto per aver recitato in molti film famosi, interpretando spesso il ruolo dell’italoamericano. Aiello era nato il 20 giugno 1933 a Manhattan, New York, in una famiglia di origine italoamericana. La sua carriera nel cinema era cominciata negli anni Settanta, ottenendo piccole parti in vari film, tra cui Il padrino – Parte II. Negli anni Ottanta aveva recitato in C’era una volta in America di Sergio Leone, e in due film di Woody Allen, La rosa purpurea del Cairo e Radio Days. La sua interpretazione più famosa fu però quella del pizzaiolo italoamericano Sal nel film del 1989 Fa’ la cosa giusta di Spike Lee, per cui ottenne anche una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista.
È morto l’attore Danny Aiello, aveva 86 anni.
Dalla scorsa settimana quasi 400 aeroplani Boeing 737 MAX sono a terra, in seguito al grave incidente del volo Ethiopian Airlines 302 (ET302), precipitato in Etiopia poco dopo il decollo causando la morte di 157 persone. Buona parte delle compagnie aeree e delle autorità per la sicurezza del volo hanno deciso di sospendere l’utilizzo dei 737 MAX nelle loro diverse configurazioni, in attesa di chiarire le cause dell’incidente, che ha molte similitudini con quello del volo Lion Air avvenuto lo scorso ottobre in Indonesia. Ci sono soprattutto dubbi sul ruolo della Federal Aviation Administration (FAA), l’agenzia governativa che negli Stati Uniti si occupa dell’aviazione civile, e su come gestì il processo di approvazione dei nuovi Boeing poi messi in commercio. Stando alle dichiarazioni fornite finora dal ministero dei Trasporti dell’Etiopia, i dati recuperati dalla scatola nera del Boeing 737 MAX 8 precipitato indicano diverse somiglianze con quelli del volo Indonesian Lion Air 610, caduto lo scorso ottobre con 189 persone a bordo. Il modello dell’aereo era lo stesso e si sospetta che i due incidenti siano stati causati dal malfunzionamento di uno dei sistemi di controllo automatico dell’assetto di volo, che avrebbe portato i due aerei ad abbassare il muso ripetutamente compromettendo la fase di salita in quota di crociera subito dopo il decollo.
A che punto sono le indagini sui Boeing 737 MAX. Ci sono dubbi sul processo che portò alla certificazione negli Stati Uniti dei modelli caduti in Indonesia e in Etiopia, intanto ne restano a terra quasi 400.
È uscito da poco – per l’editore Sassi – Art Parks, un libro sui parchi d’arte americani. Il libro è curato da Francesca Cigola, che è architetto e saggista. Cigola si interessa di architettura industriale e paesaggio, vive e lavora a New York: Art Parks è il risultato di tre anni di ricerche sull’identità del paesaggio americano. Il libro, uscito anche in edizione americana per la Princeton Architectural Press, è diviso in tre grandi capitoli, che raccontano numerosi giardini e parchi d’arte diffusi un po’ ovunque negli Stati Uniti e anche in altre parti del mondo: negli ultimi anni il grande successo per gli sculpture park o sculpture garden ha attirato visitatori e curiosità. Il parco d’arte ha qualcosa a che vedere con la Land Art e con l’idea che un’opera d’arte possa essere inserita e costruita in un luogo preciso, spesso naturale. Paesaggio e opere sono pensati e progettati reciprocamente, creando una vera e propria struttura paesaggistica destinata a ospitare en plein air sculture d’arte contemporanea a grande scala, pensata per essere accessibile al pubblico, spesso invitato a interagire con le opere. Allo stesso tempo il parco è un parco: preserva l’ambiente naturale, è sostenibile..single-post-new article figure.split-gal-el .photo-container .arrow::after{content:' FOTO'} #gallery-5{margin:auto}#gallery-5 .gallery-item{float:left;margin-top:10px;text-align:center;width:20%}#gallery-5 img{border:2px solid #cfcfcf}#gallery-5 .gallery-caption{margin-left:0}
Parchi d’arte americani. Cioè opere d'arte coi parchi intorno: belle fotografie da un libro che racconta i più famosi degli Stati Uniti.
Nel parco zoologico di Parigi sono nati due giaguari, il 7 luglio scorso a sei ore di distanza. La madre si chiama Simara; i cuccioli, entrambi femmine, Lenca e Aloha, sono stati mostrati per la prima volta oggi, venerdì 24 agosto, ai visitatori dello zoo. Le immagini scattate dai fotografi li mostrano mentre si aggirano tra paglia e foglie o vengono trasportati in giro dalla madre che li tiene con la bocca per la collottola. I giaguari sono mammiferi carnivori che in cattività possono vivere più di 20 anni; in natura si trovano nell’America centrale e meridionale; le femmine pesano fino a 70 chili, i maschi superano di poco il quintale. Il mantello viene spesso confuso con quello del leopardo, perché in entrambi è “a rosette”: quelle del leopardo sono più piccole e vicine tra loro, quelle del giaguaro sono più grandi e hanno all’interno, che ha una sfumatura più scura, altre macchioline. Nello zoo di Parigi sono nati anche tre rari piccoli di fosa, che erano già stati mostrati al pubblico lo scorso giugno: sono due maschi e una femmina, chiamati Telo, Mahani e Sakani. I fosa (Cryptoprocta ferox) sono mammiferi carnivori originari del Madagascar, simili a piccoli puma.
Piccoli giaguari a Parigi. Sono nati il 7 luglio e sono stati mostrati oggi per la prima volta ai visitatori dello zoo: le foto.
È morto a 94 anni il giornalista e scrittore Arrigo Levi. A dare la notizia è stata La Stampa, giornale che Levi diresse dal 1973 al 1978. Arrigo Levi era nato a Modena nel 1926, ma a causa delle leggi razziali contro gli ebrei la sua famiglia fu costretta all’esilio in Sud America. A Buenos Aires nel 1943 iniziò la sua carriera giornalistica scrivendo per L’Italia libera, giornale del Partito d’Azione. Negli anni ’60, Levi fu inviato a Mosca prima per il Corriere della Sera e poi per Il Giorno, e nel 1966 arrivò alla Rai dove fino al 1968 condusse il telegiornale. Nel 1969, Levi diventò inviato della Stampa e quattro anni più tardi fu nominato direttore del giornale (nel 1977 le Brigate Rosse uccisero il suo vicedirettore Carlo Casalegno).
È morto a 94 anni il giornalista Arrigo Levi.
I libri fotografici su New York sono un genere di particolare successo, che mostrino la città nel presente o nel passato, che siano il lavoro di fotografi emergenti o prestigiosi. Tra questi ultimi c’è sicuramente Weegee, il più famoso fotoreporter di cronaca nera nella New York degli anni Trenta e Quaranta del Novecento, che ha ritratto la città in centinaia di scatti: molti saranno pubblicati nella Guida di Weegee a New York, che uscirà il 30 marzo per la casa editrice Prestel. Le immagini, in bianco e nero, mostrano una città con poco traffico, pochi manifesti pubblicitari e molto fascino. La guida di Weegee – che per ora è soltanto in inglese, con il titolo The Weegee Guide to New York: Roaming the City with its Greatest Tabloid Photographer – è divisa in 11 sezioni, ognuna dedicata a un quartiere di New York. Le fotografie sono accompagnate da mappe, precise indicazioni e dettagliate descrizioni del punto esatto in cui Weegee si trovava al momento dello scatto. Le indicazioni sono così precise che Mark Lennihan, fotografo dell’International Center of Photography – che conserva oltre 20.000 fotografie di Weegee – ha fotografato la città com’è ora, pochi giorni fa, posizionandosi nello stesso punto.
La New York di Weegee, 70 anni dopo. Un libro raccoglie le immagini del famoso fotografo di cronaca nera e le affianca ad altre scattate ai giorni nostri dalla stessa esatta posizione.
Il 4 febbraio del 2000, vent’anni fa oggi, uscì un videogioco che permetteva di costruirsi una casa e arredarla, di avere sonno, appetito, fare figli, mangiare, farsi una carriera, portare fuori la spazzatura, fare la pipì e morire. Era The Sims, un simulatore di vita che – in realtà senza fare niente di granché diverso da quello che molte sitcom facevano da decenni – diede il via a una serie che cambiò il mondo dei videogiochi e che, a suo modo, anticipò diverse cose degli anni che sarebbero arrivati. Il tutto vendendo circa 200 milioni di copie, diventando il videogioco più venduto per diversi anni consecutivi e uno di quelli con maggiore successo nella storia. In tutto, si stima, incassò cinque miliardi di dollari. The Sims fu sviluppato dalla Maxis e distribuito dalla Electronic Arts, ma l’idea e la maggior parte del lavoro furono di Will Wright, lo sviluppatore che aveva creato e sviluppato SimCity, altro storico videogioco, in quel caso di simulazione gestionale di un’intera città.
Vent’anni fa uscì “The Sims”. Storia e fortune del videogioco che prima di tutti gli altri simulò la vita quotidiana: morte, stipendi e pipì compresi.
In un’intervista al Corriere della Sera l’amministratore delegato di Fiera Milano Corrado Peraboni ha presentato un progetto per organizzare una nuova fiera libraria a Milano con la collaborazione dell’Associazione Italiana Editori (AIE). La particolarità del progetto, approvato all’unanimità dal Cda di Fiera Milano – che gestisce i più grossi eventi in città – prevede che la fiera si svolga nella prima metà di maggio, quando di solito si tiene il Salone del Libro di Torino, la più importante fiera libraria italiana. Nelle ultime settimane si è parlato molto del futuro del Salone del libro di Torino, mettendolo sostanzialmente in dubbio a causa degli arresti all’interno della fondazione che lo organizza e sul ruolo della stessa AIE nell’organizzazione. Tra le altre cose si era anche parlato di un eventuale trasferimento del Salone a Milano, ma poi il sindaco di Torino Chiara Appendino e il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino avevano confermato che l’edizione del Salone del 2017, la trentesima, si terrà a Torino. Non è ancora chiaro cosa farà l’AIE, che pur essendo fra i fondatori del Salone non ha avuto un ruolo predominante nella sua organizzazione e vorrebbe partecipare maggiormente: per questo potrebbe decidere di aderire alla proposta di Fiera Milano, città dove hanno sede molte delle più importanti case editrici che fanno parte dell’AIE. Del progetto di Fiera Milano non si sa ancora moltissimo: Peraboni detto che avrà un nome italiano contenente le parole “libro” e “Milano”, e che avrà numeri di partecipanti ed espositori «simili a quelli del Salone di Torino».
Ci sarà un “Salone del libro” anche a Milano? è una proposta dell'amministratore delegato di Fiera Milano, che l'ha esposta al Corriere della Sera: dovrebbe tenersi nello stesso periodo del Salone di Torino.
ISBN edizioni ha pubblicato il libro di Jorge Valdano Le undici virtù del leader. Il calcio come scuola di vita, tradotto da Pierpaolo Marchetti. Valdano, ex calciatore argentino campione del mondo nel 1986, è stato poi allenatore e dirigente del Real Madrid, e in questo libro sfrutta le sue conoscenze del mondo del calcio per descrivere quelle che secondo lui sono le undici virtù fondamentali a distinguere un leader, sia nello sport che in qualunque altra professione. In questo capitolo Valdano affronta lo stile che deve mantenere un leader per essere unanimemente riconosciuto come tale. ***
Lo stile è una pioggerellina. Un capitolo del libro di Jorge Valdano, grande ex calciatore e dirigente del Real Madrid, sulle virtù che deve avere un leader (non solo nel calcio).
Giovedì 30 novembre verranno inaugurati una parte del parco pubblico e il nuovo centro commerciale di CityLife, il progetto di riqualificazione della Fiera Campionaria nel quartiere del Portello, nella zona nord ovest di Milano. I lavori non sono ancora terminati e per questo il cantiere sta lavorando a ritmi straordinari, secondo il Corriere della Sera 20 ore al giorno. Il progetto è stato disegnato da tre architetti molto famosi: Arata Isozaki, Daniel Libeskind e Zaha Hadid. Oltre alle tre torri che prendono il nome dai tre architetti, il progetto prevede molte altre cose, tra cui un parco cittadino, che una volta terminato sarà il terzo della città per grandezza, dopo Parco Sempione e i giardini pubblici di Porta Venezia. L’area pedonale complessiva sarà tra le più grandi d’Europa, perché le auto circoleranno e potranno essere parcheggiate soltanto nei piani interrati. Nel progetto è anche prevista la realizzazione di un museo d’arte contemporanea e di una pista ciclabile e pedonale, che collegherà CityLife al parco Sempione da un lato, e dall’altro alle colline artificiali dell’area Portello.
Giovedì verrà inaugurato il centro commerciale di CityLife, a Milano. È stato progettato da Zaha Hadid, e aprirà insieme a un pezzo di parco: ma i lavori sono indietro.
Vuoi leggere la versione breve? Clicca qui. A 60 giorni dalle elezioni politiche, lunedì sera la situazione si è finalmente sbloccata. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha annunciato che nominerà un “governo neutrale, di garanzia” nel tentativo di superare la crisi politica e approvare una legge di stabilità che eviti l’aumento automatico da 12,5 miliardi di euro dell’IVA e delle accise che scatterà nel 2019. Il “governo neutrale” di Mattarella, però, prima ancora di nascere e avere un capo e dei ministri ha già la vita molto difficile. Soltanto il PD e alcune formazioni minori hanno annunciato che gli voteranno la fiducia, mentre centrodestra e Movimento 5 Stelle hanno annunciato che voteranno contro e, con l’eccezione di Forza Italia, hanno tutti chiesto elezioni anticipate alla prima data utile, indicata da molti come il 22 luglio.
Cosa succede ora, spiegato bene. Tra oggi e domani sarà nominato un "governo neutrale" che cercherà di arrivare fino a dicembre e approvare la legge di stabilità, ma sarà molto difficile.
Ieri pomeriggio – in Italia era tarda serata – il sito della rivista statunitense Mother Jones ha pubblicato alcuni video registrati da una telecamera nascosta durante una cena di raccolta fondi per Mitt Romney. Durante una conversazione, il candidato repubblicano dice che «c’è un 47 per cento di persone che voteranno per il presidente in qualsiasi caso», precisando che quello stesso 47 per cento sta dalla parte di Barack Obama «perché dipende dal governo»: si tratta secondo Romney di «gente che non paga le imposte federali sul reddito». Per questo, sostiene il candidato repubblicano, lui non si occuperà di queste persone. (Romney registrato di nascosto)
Davvero metà degli americani non paga imposte sul reddito? sì, ma le cose non stanno come le ha raccontate Romney nel video filmato a sua insaputa.
L’attrice americana Uma Thurman ha raccontato al New York Times la storia del suo rapporto con il produttore cinematografico Harvey Weinstein e di quello con il regista Quentin Tarantino, dicendo che il primo la aggredì sessualmente durante la produzione di Kill Bill: Volume 1 (2003) e che il secondo ebbe dei comportamenti scorretti nei suoi confronti – non di natura sessuale – sul set di Kill Bill: Volume 2 (2004). La casa di produzione Miramax, di proprietà di Weinstein e di suo fratello, distribuì sia Kill Bill sia Pulp Fiction (1994), il primo film diretto da Tarantino in cui recitò Thurman. Su Weinstein, Thurman ha raccontato che lo conobbe bene dopo il successo di Pulp Fiction e che si incontrarono più volte prima che lui la aggredisse. Come nei casi di molte altre donne che a partire dallo scorso ottobre lo hanno accusato di molestie sessuali, accadde in una stanza d’albergo, il Savoy Hotel di Londra: «Mi spinse a terra e cercò di mettersi sopra di me e di svestirsi. Fece molte cose sgradevoli, ma non insistette più di tanto e non mi costrinse. Mi sentivo come un animale che si contorce per liberarsi, come una lucertola». Successivamente Thurman minacciò Weinstein di raccontare dell’aggressione, ma, secondo Ilona Herman, un’amica dell’attrice che la accompagnò all’incontro con il produttore, lui la minacciò di rovinarle la carriera. Lo stesso Weinstein ha confermato in parte quanto raccontato da Thurman al New York Times, ma ha negato le minacce.
Uma Thurman ha raccontato al New York Times di essere stata aggredita sessualmente da Harvey Weinstein.
Il 6 febbraio 1952, sessant’anni fa, la principessa Elisabetta di Windsor diventò la regina Elisabetta II. L’ascesa al trono avvenne dopo la morte del padre, re Giorgio VI. Elisabetta si trovava in viaggio Kenya con il marito, il principe Filippo, che le annunciò la morte del padre. Il viaggio fu interrotto e i due fecero ritorno nel Regno Unito. Elisabetta aveva 26 anni e fu il primo monarca britannico dal 1801 a trovarsi fuori dal Regno Unito al momento dell’ascesa al trono. Dopo un periodo di lutto, la cerimonia di incoronazione si svolse il 2 giugno del 1953 all’abbazia di Westminster. La regina Elisabetta, tra le molte altre cose, è uno dei monarchi che ha viaggiato di più al mondo: nel 1953 ha visitato per sei mesi l’Australia, la Nuova Zelanda e le Isole Fiji. Negli anni successivi ha viaggiato negli Stati Uniti, in Canada, India, Pakistan e numerosi altri paesi del Commonwealth. Elisabetta II si è sempre tenuta fuori dalla vita politica del Regno Unito, anche oltre quanto prescritto dalla prassi, ed è sempre stata molto apprezzata dai cittadini britannici: la sua popolarità ha conosciuto un momento di crisi soltanto nel 1997, quando dopo la morte di Diana Spencer il suo atteggiamento venne giudicato eccessivamente freddo e distaccato. Il suo regno è secondo soltanto a quello della regina Vittoria, che regnò per 64 anni.
Sessant’anni da regina. Le foto del regno di Elisabetta II, dal 6 febbraio 1952 a ieri.
Sui giornali di oggi trova ancora molto spazio la notizia dell’operazione che la procura di Roma e la Guardia di Finanza hanno chiamato “Labirinto” e che lunedì 4 luglio ha portato all’arresto di 24 persone (dodici sono in carcere e dodici ai domiciliari), a cinque misure interdittive e a sequestri pari a circa 1,2 milioni di euro. C’è qualche novità e soprattutto vengono raccontate le possibili conseguenze politiche dell’inchiesta, visto che coinvolge direttamente alcuni esponenti politici del Nuovo Centro Destra, il partito di Angelino Alfano che è ministro dell’Interno del governo Renzi. NCD ha diversi problemi che potrebbero avere delle conseguenze sul governo stesso. L’inchiesta, in breve Le persone coinvolte nell’indagine sono circa 50. Al centro del presunto sistema c’erano in particolare due persone: il consulente Alberto Orsini, che aveva un ufficio a Roma vicino al Parlamento, e Raffaele Pizza, detto “Lino”, fratello di Giuseppe, ex sottosegretario all’Istruzione quando Silvio Berlusconi era presidente del Consiglio. Giuseppe Pizza risulta indagato e attualmente «ricopre l’incarico politico di collaboratore dell’Ufficio Stampa e Comunicazione presso il Ministero degli Interni, conferito con decreto del 15 maggio 2014»; è indagato anche Antonio Marotta, avvocato penalista, deputato di NCD e ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura.
Le novità sull’inchiesta “Labirinto”. E i problemi politici del Nuovo Centro Destra e di Angelino Alfano, e dunque anche del governo di Matteo Renzi.
Mentre i suoi contenuti sono ancora oggetto di dibattito all’interno della maggioranza, e ogni giorno c’è una novità su questo o quello, la manovra economica d’emergenza si trova in questo momento all’esame della commissione Bilancio del Senato. È lì da due giorni e alcune cose sono già state modificate, mentre altre lo saranno nei prossimi giorni. Il Corriere della Sera oggi ha una pagina che fa un completo punto della situazione. Cosa è rimasto, per ora – i tagli ai ministeri, 6 miliardi di euro nel 2012 e 2,5 miliardi nel 2013 – 350 uffici dirigenziali dell’amministrazione centrale – su 3.500 – saranno tagliati entro il 31 marzo 2012 – se entro il 30 settembre 2012 non sarà stata ridotta la spesa sociale e assistenziale per 4 miliardi nel 2012, per 16 miliardi nel 2013 e per 20 miliardi nel 2014, scatterà una cosiddetta “clausola di salvaguardia”: cioè un taglio del 5 per cento nel 2012 e del 20 per cento nel 2013 di tutte le agevolazioni fiscali (anche tramite aumento dell’IVA) – è anticipato al 2012 il patto di stabilità interno: le amministrazioni locali dovranno risparmiare 4,2 miliardi nel 2012 e 3,2 nel 2013 (gli importi sono stati ridotti) – aumento dell’età pensionabile delle donne del settore privato da 60 a 65 anni nel periodo 2016-2028 – aumento delle sanzioni penali, fino al carcere, per gli evasori fiscali – dimezzate le multe per le imprese che non utilizzano i contanti – stretta sulle società di comodo usate per intestare fittiziamente case e beni di lusso
A che punto è la manovra. Uno schema per punti dal Corriere della Sera, per capirci qualcosa: cosa è stato cancellato, cosa è stato inserito, cosa è rimasto.
In concorso ieri a Cannes sono stati presentati due film di cui si è parlato un po’ meno di quelli dei giorni scorsi. Il primo, Le Passé, di Asghar Farhadi, parla di un uomo iraniano e del suo incontro con la moglie francese da cui si sta separando. Nel cast c’è Berenice Bejo che era stata candidata all’Oscar per The Artist. Il secondo film in concorso è A touch of sin, di Jia Zhangke, quattro storie ambientate in quattro diverse regioni della Cina, in quattro diverse epoche. Per la sezione Un Certain Regard è stato presentato Miele di Valeria Golino, che in Italia abbiamo già visto, e L’inconnu du Lac di Alain Guiraudie. Per la Quinzaine des Realisateurs, invece, sono stati proiettati Un voyager di Marcel Ophlus, The selfish giant di Clio Barnard e Le demantelement di Sebastien Pilote.
Cannes, il terzo giorno. Sono arrivati Berenice Bejo, Marion Cotillard e Colin Firth, tra gli altri: le foto.
Lunedì 9 novembre l’azienda farmaceutica statunitense Pfizer ha annunciato che il vaccino sperimentale contro il coronavirus che sta sviluppando, in collaborazione con la tedesca BioNTech, ha dato risultati sopra le aspettative, rivelandosi più efficace di quanto atteso. Nonostante la fase 3 della sperimentazione sia ancora in corso, e la cautela è d’obbligo, la notizia segna un importante progresso nelle sperimentazioni dei vaccini per contenere la pandemia. L’annuncio di Pfizer non ha avuto però solo l’effetto di rincuorare chi aspetta un vaccino contro il coronavirus, ma anche ripercussioni sui mercati azionari di tutto il mondo, con tutte le principali Borse mondiali che hanno chiuso la giornata in forte rialzo.
La Borsa ha preso molto bene la notizia del vaccino di Pfizer. Ne hanno beneficiato soprattutto i titoli che erano stati penalizzati dalla pandemia, come il settore aereo e quello del turismo, scrive oggi Il Sole 24 Ore.
Tra gli svantaggi dei lunghi viaggi in aereo – subito prima dei sedili stretti e della difficile gestione degli spazi sul vassoio con il cibo– c’è il jet lag: il malessere pisco-fisico dovuto ai viaggi tra paesi che si trovano a longitudini molto diverse e che quindi hanno marcate differenze nei fusi orari. A volte fa venire tantissimo sonno, altre volte fa sentire un po’ rintronati e al tempo stesso incapaci di addormentarsi. “Lag” in inglese vuol dire “sfasamento” e “jet” spiega l’origine della sensazione: prima dell’arrivo dei voli lunghi con jet veloci era impossibile attraversare in poche ore tanti fusi orari e il problema praticamente non esisteva. Nella sua rubrica scientifica “Trilobites”, il New York Times ha risposto a una domanda che si sono chiesti tutti quelli che i viaggi intercontinentali li fanno piuttosto di frequente (e che può tornare utile anche a chi è meno esperto, ma ugualmente interessato): «Perché il jet leg si fa sentire di più quando si viaggia da ovest verso est?». In teoria, i cambiamenti per il nostro ritmo circadiano – il meccanismo che ha un ruolo determinante nel regolare i nostri momenti di sonno e di veglia – sono simili, che si vada da Roma a New York o da New York a Roma; nella pratica andando verso est è però più probabile dover mettere in conto un paio di giorni un po’ complicati. Il New York Times ha scritto che «non è ancora chiaro perché ci si sente così, ma alcuni ricercatori hanno sviluppato un modello che imita il comportamento di alcune particolari cellule che nel nostro organismo “tengono il tempo”». Questo modello sta offrendo alcune spiegazioni matematiche al dilemma dei viaggi in aereo verso oriente.
Perché il jet lag si sente di più quando si va verso est. È colpa del nostro orologio biologico, che sta nell'ipotalamo e dura un po' più di 24 ore: motivo per cui allungare le giornate ci riesce più facile che accorciarle.
Martedì 12 agosto è morta nel suo appartamento nell’Upper West Side di New York, a 89 anni, la leggendaria attrice statunitense Lauren Bacall. Bacall fu una delle grandi star degli anni Quaranta e Cinquanta, famosa per la bellezza statuaria, la voce roca e la relazione – sul lavoro e nella vita – con l’altro grande protagonista di Hollywood dell’epoca, Humphrey Bogart. Era nata nel Bronx, a New York, col nome di Betty Perske, e fu cresciuta dalla madre single dopo il divorzio dei genitori, entrambi ebrei. Studiò in scuole private pagate dalla famiglia della madre ma quando poteva saltava le lezioni per andare al cinema, a guardare i film del suo idolo Betty Davis. Terminati gli studi iniziò a recitare in piccole parti e lavorare come modella, finendo sulla copertina di Harper’s Bazaar, un’importante rivista femminile dell’epoca, dove fu notata dalla moglie del regista Howard Hawks. Da quel momento la sua vita cambiò: Hawks le fece un provino e la scritturò con la promessa di farla diventare una grande star. Le fece anche cambiare il suo nome in Lauren Bacall (il cognome da nubile della madre), anche se lei preferì sempre farsi chiamare Betty dagli amici. Bacall esordì quindi a 19 anni in Acque del Sud, considerato il capolavoro di Hawks, dove incontrò Humphrey Bogart, che allora aveva 44 anni ed era sposato con la terza moglie, l’attrice Mayo Methot. Nel giro di un anno Bogart divorziò e i due si sposarono: ebbero due figli, restarono insieme fino alla morte di lui nel 1957, e furono una delle coppie più celebri di Hollywood.
Le foto di Lauren Bacall. Aveva 89 anni ed era una delle più leggendarie attrici di Hollywood, famosa per il matrimonio con Humphrey Bogart e per uno sguardo particolare.
Nel corso del tempo Facebook ha introdotto numerose nuove funzionalità, che in molti casi hanno semplificato il modo di interagire con i propri amici e di condividere contenuti, ma che al tempo stesso hanno reso meno semplice capire chi può vedere cosa delle nostre attività sul social network. Quelli di Facebook ci hanno pensato per un po’ e ieri hanno annunciato l’imminente introduzione di alcune nuove modifiche al modo in cui funziona il loro sito, novità che dovrebbero consentire alle sue centinaia di milioni di iscritti di organizzare ancora meglio la loro privacy online. Controlli sui profili Il proprio profilo è sicuramente la cosa più personale su Facebook ed è opportuno che consenta di controllare facilmente che cosa ci finisce sopra e in che modo. Fino a ora le impostazioni sui contenuti da rendere visibili o meno, come le preferenze per certi gruppi musicali o programmi televisivi, erano affondate nella sezione dei controlli per la privacy. Grazie alla nuova modifica ci sarà un menu a tendina per ogni elemento pubblicato sul proprio profilo che consentirà di rendere i singoli contenuti visibili a tutti, solo agli amici o a un gruppo personalizzato di contatti.
Le nuove impostazioni di Facebook. Come cambiano le opzioni per condividere i messaggi, taggare gli amici e sapere chi vede cosa del tuo profilo.
Ingannare una macchina della verità è piuttosto semplice: bastano un paio di trucchi che si possono imparare in due minuti. Ne ha raccontati alcuni Malia Wollan che sul poligrafo – il nome tecnico della macchina della verità – ha scritto un articolo per il New York Times. Quella alla base del poligrafo è considerato da molti esperti una pseudoscienza e anche le ricerche più generose dicono che la macchina della verità ha soltanto una probabilità di poco superiore al pura causalità di individuare una bugia. Un po’ di storia Fino a un’epoca piuttosto recente – e in alcuni casi anche ai nostri giorni – il metodo principale usato dagli essere umani per individuare i bugiardi, soprattutto in ambito giudiziario, era la tortura. Verso la fine del Settecento una serie di filosofi e pensatori cominciarono a mettere in dubbio la legittimità, e anche l’utilità, di cercare di scoprire la verità utilizzando ferri roventi e tenaglie. Sparita la tortura delle aule di tribunali, almeno ufficialmente, gli scienziati cercarono di inventare nuovi metodi per distinguere i bugiardi. Nel corso dell’Ottocento, grazie ai progressi della medicina, si scoprì che mentire spesso provoca uno stress che è in qualche misura misurabile da appositi strumenti. Alcuni scienziati cominciarono a creare strumenti in grado di misurare il battito cardiaco o la pressione sanguigna durante un interrogatorio.
Come ingannare la macchina della verità. È piuttosto semplice, basta manipolare il proprio cervello provocando reazioni intense o di calma a seconda delle domande a cui bisogna rispondere.
Lunedì 19 luglio il Comitato Promotore dei Referendum per l’acqua pubblica ha consegnato oltre un milione e quattrocentomila firme alla Corte di Cassazione, a sostegno della richiesta di effettuare tre referendum la prossima primavera. I quesiti referendari mirano ad abrogare vari passaggi del decreto Ronchi, che nel 2008 ha aperto ai privati la possibilità di concorrere e partecipare ai servizi pubblici locali che distribuiscono l’acqua sul territorio. La campagna referendaria ha generato un certo dibattito, e la quantità di firme raccolte lascia pensare che il tema raccoglierà sempre più attenzioni da qui alla prossima primavera. Fino a questo momento si sono formati tre fronti, tra chi si è già fatto un’idea della questione. Il primo fronte è quello dei favorevoli sia agli obiettivi della campagna referendaria che all’utilizzo dello strumento: in breve, la linea del comitato promotore.
Il referendum sull’acqua fa acqua? consegnate le firme per i tre referendum sulla gestione dell'acqua, cresce il fronte dei perplessi.
Giovedì 10 settembre è cominciata la 40esima edizione del Toronto International Film Festival, uno degli eventi di cinema più importanti del mondo. Durerà fino a domenica 20 settembre e saranno proiettati 399 film da 71 paesi: tra questi ce ne sono sette italiani, tra cui Mia madre di Nanni Moretti, Youth di Paolo Sorrentino e Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio. Al Toronto Film Festival vengono presentati ogni anno sia grosse produzioni con ambizioni da Oscar sia film indipendenti: tra i film internazionali più attesi quest’anno c’è The Martian di Ridley Scott, con Matt Damon, Jessica Chastain, Chiwetel Ejiofor e Jeff Daniels, che racconta di un astronauta che rimane bloccato su Marte dopo una missione spaziale e che deve sopravvivere in attesa dei soccorsi. Un altro film di cui si parla bene è Trumbo, con Bryan Cranston – l’attore protagonista di Breaking Bad – che racconta di uno sceneggiatore americano negli anni del maccartismo. In questi primi giorni è stato proiettato Youth di Paolo Sorrentino, che era a Toronto insieme a diversi membri del cast. I più fotografati, comunque, sono stati George Clooney e Sandra Bullock, rispettivamente produttore e protagonista di Our brand is crisis, che racconta la storia vera di come una consulente politica americana aiutò un politico boliviano a vincere le elezioni del 2002. Come già era successo a Venezia, uno dei film che ha attirato più attenzioni è stato The Danish Girl, con Eddie Redmayne e Alicia Vikander. Il film racconta della prima persona al mondo ad essere identificata come transessuale e la prima a sottoporsi ad un intervento chirurgico per cambiare sesso. Altri film da tenere d’occhio sono High rise, thriller distopico britannico con Tom Hiddleston, e Truth, film drammatico con Cate Blanchett e Robert Redford.
Le prime foto del Toronto Film Festival. È già arrivata tantissima gente famosa – Jake Gyllenhaal, Rachel McAdams a Johnny Depp, tra gli altri (e George Clooney ha spiegato come piangono gli attori).
La Federazione dei Verdi, presieduta da Angelo Bonelli, si prepara a fondare un nuovo «soggetto politico» con «un’assemblea programmatica e statutaria» prevista il 13 e 14 ottobre. L’idea è un partito organizzato alla francese e con i contenuti dei tedeschi. Basterà per portare a casa più di un 2-3 per cento alle prossime elezioni? In un articolo sulla Lettura del Corriere della Sera di ieri Giuseppe Sarcina si chiede perchè, nonostante la “cultura ecologista” si sia diffusa anche in Italia, il movimento ambientalista non si sia mai trasformato in una forza politica solida. C’è stato un tempo, non molti anni fa, in cui gli ambientalisti erano interlocutori obbligati degli industriali. Alla fine degli anni Ottanta partecipavano alle assemblee di Fiat e Montedison, facendo sudare con lunghe liste di domande tignose manager come Cesare Romiti. Chicco Testa e Giovanna Melandri, per esempio, cominciarono così.
L’insuccesso degli ambientalisti. Giuseppe Sarcina spiega sulla Lettura perché in Italia la storia degli ecologisti è rimasta minoritaria, tirando in ballo anche il caso Ilva.
Wired ha pubblicato un breve documentario sul fumettista romano Zerocalcare e sul suo mondo fuori dai disegni, in contemporanea all’uscita del numero di novembre della rivista, di cui Zerocalcare ha disegnato la copertina e a cui ha contribuito con un racconto sul suo “mondo ideale”. Nel documentario Zerocalcare racconta da dove nasce il suo soprannome, parla del quartiere romano dove vive, Rebibbia, della musica che ascolta e dei posti in cui è cresciuto. Nella seconda parte parla del problema della casa a Roma (l’argomento del suo racconto su Wired) e dei movimenti dedicati alla risoluzione di questo problema, e parla di case ed edifici occupati insieme a chi se ne cura. E poi c’è il famoso Amico Supplì, dal vivo.
Zerocalcare fuori dai fumetti. Un breve documentario di Wired sulla vita a Rebibbia, il problema della casa a Roma e l'Amico Supplì (dal vivo).
A meno che non abbiate deciso di ascoltare i consigli di qualche esperto, è probabile che vi laviate i capelli troppo spesso. Nonostante la tricologia di ognuno sia unica e richieda una pulizia diversa, chi lavora tutti i giorni con i capelli consiglia di lavarli con lo shampoo con una frequenza piuttosto bassa: una volta ogni tre-quattro giorni, con pareri più isolati che sostengono che vadano lavati ancora meno e altri che dicono che invece è meglio farlo più spesso. I capelli diventano grassi per il formarsi degli oli prodotti dalle ghiandole sebacee del cuoio capelluto: questi oli permettono allo sporco di attaccarsi ai capelli, e infatti gli shampoo servono a pulirli via. Oggi ci laviamo i capelli molto più spesso rispetto al secolo scorso: nel 1908 il New York Times pubblicò un articolo per consigliare alle donne di lavarli una volta ogni due settimane, invece che una volta al mese come era comune. C’è ancora chi sostiene regimi con una frequenza simile, insieme ad altri che dicono sia necessario lavarli ogni giorno: la maggior parte degli esperti, però, dice che l’ideale è una via di mezzo, e che dipende molto dal tipo di capelli.
Quanto spesso dovremmo lavarci i capelli? dipende molto dal tipo di capelli, ma è comunque probabile che lo facciate troppo spesso.
Nella notte di lunedì 13 gennaio, Twitter ha annunciato senza particolare clamore il ridisegno del suo sito, quello accessibile attraverso browser. La nuova versione ricorda molto la grafica già adottata da tempo per TweetDeck, l’applicazione che offre diverse opzioni aggiuntive per gestire e programmare i propri tweet. L’impostazione della pagina rimane su due colonne, ma in quella più stretta di sinistra è stata inserita l’immagine di copertina del proprio account, oltre all’avatar che già compariva nella versione precedente nella colonna centrale. La fascia in alto è stata rivista e alleggerita: da nera è diventata bianca e con un design piatto e più semplice. Sono state modificate anche le icone mostrate nella timeline, quelle che indicano i retweet e l’aggiunta di un tweet nei preferiti.
Il nuovo sito di Twitter. La versione per browser ha cambiato grafica, ora è più leggera e piatta come su TweetDeck e sulle applicazioni.
Da tempo ormai la pubblicità di cui si discute di più, quella al centro delle notizie e delle conversazioni, è soprattutto quella online: che sia prima di un video di YouTube, tra una foto e l’altra su Instagram o nei post dei cosiddetti influencer, o che faccia discutere per la sua pervasività e personalizzazione. Come ha scritto Recode, «viviamo nell’era delle cose targhettizzate, che ti seguono su diversi browser, su diverse piattaforme e in giro per le città». Questo non vuol dire però che le pubblicità più vecchie di tutte – quelle sui cartelloni e sui manifesti pubblicitari, che stanno ferme e si fanno vedere da chiunque passi loro davanti – non esistano più, anzi. Le pubblicità che in gergo si chiamano out-of-home (fuori-di-casa, perché è lì che si vedono) sono un settore addirittura in crescita, a livello mondiale. Secondo i dati della società di analisi Zenith, quest’anno nel mondo le pubblicità out-of-home (che comprendono qualsiasi pubblicità all’aperto, sui mezzi di trasporto o in luoghi pubblici) raggiungeranno un giro d’affari di 38 miliardi di dollari, il tre per cento in più rispetto al 2017 e il 35 per cento in più rispetto al 2010, quando Instagram aveva appena iniziato a esistere. A livello mondiale, il settore delle pubblicità out-of-home è – esclusa la pubblicità su internet – quello che sta crescendo di più, mentre continua ad andar male la pubblicità sui giornali o in tv: ci stanno investendo società come McDonald’s, Chevrolet e Coca-Cola, ma anche società di internet come Facebook, Apple e Netflix. Pensate, se vi capita di girare per una grande città, ai grandi manifesti che mostrano come fanno le foto gli iPhone o la nuova serie di Netflix, e che a volte avvolgono interi palazzi; oppure alle campagne nelle stazioni dei treni o della metropolitana.
La pubblicità fuori. Il settore dei manifesti pubblicitari – e dei pannelli luminosi, e degli schermi digitali – cresce da anni, in controtendenza, e sta anche tentando di rinnovarsi.
Angela Lansbury, attrice britannica poi naturalizzata statunitense, è nata il 16 ottobre 1925 e oggi è il suo compleanno. Lansbury ha avuto una lunghissima carriera – oltre 70 anni – nel teatro, nel cinema e nella televisione, ma è soprattutto famosa per un personaggio popolarissimo che ha interpretato dal 1984 al 1996: quello di Jessica Fletcher, la scrittrice e detective protagonista della serie televisiva La signora in giallo (Murder, She Wrote, in inglese), ambientata principalmente nel paese immaginario di Cabot Cove. Nella sua carriera Lansbury è stata però anche un’apprezzata attrice cinematografica: ha recitato – tra gli altri – con Ingrid Bergman, Spencer Tracy, Liz Taylor, Katherine Hepburn e Frank Sinatra e nel 2014 ha vinto un Premio Oscar alla carriera. Negli anni Lansbury ha recitato in alcuni importanti e molto apprezzati film: Va’ e uccidi, del 1962; Pomi d’ottone e manici di scopa, del 1971 e La più grande storia mai raccontata, del 1965. La carriera da attrice di Lansbury iniziò quando aveva 17 anni e, arrivata a New York dall’Inghilterra per fuggire dalla guerra, diventò un’attrice di musical. Prima di vincere l’Oscar alla carriera Lansbury è stata nominata per tre volte all’Oscar – la prima a 18 anni, per il film Angoscia di Geroge Cuckor – e ha vinto 6 Golden Globe. Dopo essersi lasciata con il suo primo marito, Lansbury sposò nel 1949 l’attore e produttore Peter Shaw, morto nel 2003.
Tutto quello che ha fatto Angela Lansbury. Ha lavorato con grandissimi attori, ha recitato in film e musical, ha vinto un Oscar alla carriera: e poi è la "Signora in Giallo", certo.
La moschea di Nasir al-Mulk si trova a Shiraz, in Iran, ed è particolarmente famosa per le vetrate colorate, che proiettano la luce naturale all’interno illuminando con moltissime sfumature la sala da preghiera. La moschea è arricchita dai tradizionali elementi decorativi, dalle intricate geometrie delle cupole, dagli intarsi delle nicchie e dai tappeti persiani, ed è anche soprannominata la “moschea rosa” per le piastrelle rosate al suo interno. Fu costruita tra il 1876 e il 1888 sotto la dinastia Qajar, che governò la Persia dal 1781 al 1925. Al momento è curata da una fondazione privata, che si occupa di conservarla e restaurarla. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto di una moschea speciale in Iran. La moschea di Nasir al-Mulk si trova in Iran ed è famosa sopratutto per le luci colorate, filtrate all'interno dalle sue vetrate.
Due persone sono state arrestate, in seguito a un’indagine della Digos di Palermo, con l’accusa di istigazione e auto-addestramento al terrorismo. Si tratta di un italiano di 25 anni nato a Palermo e residente da alcuni mesi a Bernareggio, in provincia di Monza e Brianza, e di un 18enne marocchino residente a Cerano, in provincia di Novara. Secondo l’accusa, l’italiano, che si era convertito all’Islam e si faceva chiamare Yusuf, aveva conosciuto il marocchino su Internet, e quest’ultimo lo avrebbe spinto a radicalizzarsi sempre di più. Dalle intercettazioni è emerso che i due studiavano tecniche di guerriglia, parlavano di come addestrarsi alla guerra santa e discutevano della possibilità di partire per la Siria per combattere al fianco dei miliziani dell’Isis. Negli ultimi mesi l’italiano avrebbe anche avuto rapporti via Internet con una jihadista che vive negli Stati Uniti, che gli forniva indicazioni riservate sulle zone dove opera l’Isis; gli inquirenti stanno ancora cercando di identificare la donna. Nel provvedimento d’arresto i magistrati dicono che i due sarebbero dei “lupi solitari” che «intraprendono il jihad senza una ben precisa e chiara organizzazione ma spinti e motivati solo dal crescente odio verso i kuffar, parola araba che indica, attraverso una grande varietà di sfumature, la persona che non crede nel Dio islamico».
Un uomo palermitano e uno marocchino sono stati arrestati con l’accusa di istigazione e auto-addestramento al terrorismo.
Prosegue all’Area 35 di Via Vigevano a Milano – uno spazio espositivo in zona Navigli – Hungry Eyes, una rassegna fotografica in quattro mostre diverse organizzata da “Cortona On The Move”, il festival internazionale di fotografia che si tiene ogni anno dal 2011 a Cortona, in Toscana. Dopo la prima mostra, dedicata al fotografo americano William Albert Allard, verrà inaugurata giovedì 2 luglio la mostra fotografica Land Inc. di TerraProject, un gruppo di documentaristi – tra cui Michele Borzoni, Simone Donati, Pietro Paolini Michele Borzoni e Rocco Rorandelli – che hanno fotografato in Brasile, a Dubai, in Etiopia, in Indonesia e nelle Filippine. Land Inc. resterà esposta fino al 1 settembre, con ingresso gratuito: le immagini mostrano gli effetti dei cambiamenti nelle strategie di investimento di governi e investitori privati, che da anni acquistano su larga scala terreni in paesi in via di sviluppo. A causa di questa pratica – definita land grabbing dai critici – molti contadini e indigeni hanno lasciato le loro terre. Dal 3 al 29 settembre sarà esposto “Overwhelmed by the Atmosphere of Kindness. Podlaskie“, il lavoro di Tomasz Tomaszewski che ha fotografato la regione polacca Podlaskie. L’ultima mostra, dal 1 al 30 ottobre, si chiama Taking my time ed è una retrospettiva sul lavoro del fotografo americano Joel Meyerowitz.
La seconda mostra di Cortona On The Move a Milano. "Land Inc." inizia giovedì 2 luglio e racconta il problema del "land grabbing" nei paesi in via di sviluppo.
Ieri notte prima di andare a dormire mi sono reso conto che le notizie sul debutto del nuovo giornale per iPad lanciato da NewsCorp, la società editoriale di Rupert Murdoch, mi erano passate intorno tutta la giornata eppure non avevo ancora avuto il tempo di capire come fosse fatto, questo “Daily” tanto atteso come apripista di una nuova era per i giornali. Così mi sono infilato sotto le coperte, ho scaricato il giornale di ieri e l’ho letto a letto: come facciamo ormai con i giornali, no? Anche questa novità infatti non è più tanto una novità, e quindi mi sono messo in cerca di quali potessero altre cose stupefacenti del Daily: e ve lo dico subito, non le ho trovate. È un giornale. Però non è proprio un giornale qualsiasi.
Una notte col Daily. Abbiamo provato il giornale per iPad di Murdoch, e, beh, è un...
Alberto Perino, storico leader del movimento No Tav che si oppone alla costruzione del treno ad alta velocità in Val di Susa, ha scritto una mail ai comitati No Tav in cui ha criticato il Movimento 5 Stelle accusandolo di non aver fatto ancora niente di concreto per bloccare i cantieri, nonostante la sua nota contrarietà alla realizzazione dell’opera. Nella mail, il cui contenuto è stato pubblicato da Repubblica e poi confermato da Perino stesso più tardi, si legge che: «I Si Tav e Telt fanno i fatti, vanno avanti e lanciano gli appalti. I Cinque stelle continuano a fare sterili proclami invece di fare atti amministrativi» (Telt è la società francese che si sta occupando degli scavi dei tunnel per la Torino-Lione); e poi: «E pensare che di cartucce da sparare ne avrebbero tantissime per bloccare gli ingranaggi della grande opera. Basta volerlo fare. Ma per non disturbare il manovratore (Telt e Lega) queste cose non vengono fatte da chi è stato mandato a Roma per bloccare la Tav». Infine, riporta Repubblica, la mail dice: «I nostri tecnici hanno suggerito molti modi (per fermare la Tav, ndr), ma loro niente. Attendono i risultati dell’analisi costi benefici. Poi quando questa sarà conclusa vedranno cosa fare, se saranno ancora al governo e se esisteranno ancora. In che mani ci siamo messi».
Uno dei leader del movimento No Tav non è contentissimo del M5S. «In che mani ci siamo messi», ha scritto Alberto Perino in una mail ai comitati No Tav.
Di solito le pubblicità – in tv o su internet – danno fastidio: se possibile le si evita. Soprattutto su YouTube, dove dopo pochi secondi è possibile saltarle e andare direttamente al video che si vuole guardare. Ci sono però pubblicità fatte così bene da riuscire a far dimenticare a gran parte di chi è su YouTube che era andato su YouTube per vedere un video, non la pubblicità che lo precede. In occasione dei Cannes Lions, il festival internazionale della creatività, Google – che controlla YouTube – ha fatto la lista delle 10 pubblicità più viste al mondo tra marzo 2015 e aprile 2016: «È determinata sulla base dei segnali di gradimento più significativi espressi dagli utenti su YouTube, tra cui il numero di visualizzazioni di ciascuna pubblicità, il tempo di visualizzazione e il rapporto tra visualizzazioni organiche e visualizzazioni a pagamento». Tra le pubblicità in classifica ci sono Lionel Messi, i Pokémon, i Minions, degli orsi che parlano, due giovani Jedi e un Puppymonkeybaby: o vi farà ridere o diventerà il protagonista dei vostri peggiori incubi. 10. I Pokémon per il Super Bowl È una pubblicità fatta per celebrare i 20 anni dei Pokémon e il tema è «I can do that», ce la posso fare. Dura poco più di un minuto e alla fine si vedono alcuni dei più famosi Pokémon, e ovviamente c’è anche Pikachu.
10 pubblicità di YouTube che vale la pena vedere. Almeno in base ai gusti della maggioranza: sono quelle più viste da marzo 2015 ad aprile 2016, e ce ne sono di davvero strane.
In un’intervista al quotidiano Libero, la ministra per le Regioni Erika Stefani ha accusato i suoi colleghi del Movimento 5 Stelle di aver rallentato il percorso che dovrebbe portare a garantire maggiore autonomia alle tre regioni del Nord che ne hanno fatto richiesta in base all’articolo 116 della Costituzione: Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto (queste ultime due tramite un referendum consultivo nell’ottobre 2017). Il governo e la stessa Stefani avevano assicurato nei mesi scorsi che un primo decreto legge sull’autonomia regionale sarebbe stato approvato entro la fine dell’anno. Il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini lo aveva ripetuto anche ieri. Oggi però, con il governo impegnato a cercare di approvare entro la fine del 2018 la manovra economica, oltre che i decreti legge per reddito di cittadinanza e quota cento, sembra sempre più difficile che le promesse di Stefani e Salvini possano essere mantenute.
Che fine ha fatto l’autonomia per le regioni del Nord. L'avevano chiesta Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, il governo l'aveva promessa entro l'autunno, ma ora è tutto fermo.
Il primo settembre del 2011 in Italia è entrata in vigore la legge 27 luglio 2011, n.128 meglio conosciuta come “legge contro gli sconti sui libri“. La sua approvazione da parte del Parlamento fece molto discutere perché secondo molti il provvedimento, promosso dal senatore Ricardo Levi (Partito Democratico), avrebbe penalizzato i lettori con l’intenzione di difendere l’interesse di alcuni editori e in parte dei librai. Il punto principale stabilito dalla Legge 128 è che non si possono effettuare sconti superiori al 15 per cento sul prezzo di copertina dei libri. Il provvedimento stabilisce anche limiti per le “vendite per corrispondenza”, in sostanza quelle su Internet, e ha posto dei limiti a molti distributori a partire da Amazon, che negli ultimi mesi si è industriata per trovare sistemi che consentissero di vendere libri scontati sfruttando le poche e contorte eccezioni previste dalle nuove norme. Non a caso, al momento della sua definitiva approvazione, la legge fu definita anche “anti-Amazon”. Il 25 settembre, a oltre un anno dall’entrata in vigore della Legge 128, l’Associazione degli Editori (AIE) ha organizzato presso la Camera dei Deputati un incontro per fare il punto sull’efficacia delle nuove norme. Durante il convegno è stato presentato uno studio, realizzato in collaborazione con la società di rilevazione Nielsen. Dalla ricerca è emerso che il mercato dei libri continua a essere in crisi: una sua crisi assai ampia e strutturale, di cui è difficile trovare le relazioni (positive o negative) con l’approvazione delle legge.
Come va il mercato dei libri? male, e lo dicono i numeri: l'associazione degli editori ha presentato alcuni dati, a un anno dall'entrata in vigore della legge sugli sconti.
Nel terremoto di lunedì 21 agosto a Ischia, isola in provincia di Napoli, tra i dispersi di Casamicciola, uno dei comuni più colpiti, c’erano tre fratelli di 7 mesi, undici e sette anni che al momento della scossa e del crollo della palazzina di tre piani in cui abitavano si trovavano a letto. Dopo circa 7 ore i vigili del fuoco hanno estratto dalle macerie il neonato, che sta bene. #22ago 4:00 #Ischia, miracolo #vigilidelfuoco: estratto in vita il neonato dalle macerie di #casamicciola pic.twitter.com/LTfeaAHyL8
Il video del bambino di 7 mesi salvato dai vigili del fuoco a Ischia. Dopo circa 7 ore dalla scossa che ha provocato crolli e danneggiamenti a Casamicciola.
In Corea del Sud gli inquirenti che si stanno occupando del caso di tangenti e corruzione che ha portato all’impeachment della presidente, Park Geun-hye, hanno chiesto l’arresto di Lee Jae-yong, vicepresidente di Samsung Electonics e di fatto il capo di Samsung Group, la più grande azienda di tutto il paese. La notizia sta facendo discutere molto, soprattutto investitori e analisti, perché Lee si stava preparando da anni a ereditare la società di famiglia dal padre, Lee Kun-hee, che aveva lasciato Samsung nel 2008 per uno scandalo sulla gestione di alcuni fondi illeciti, tornando poi al controllo dell’azienda nel 2010: a causa di un attacco di cuore nel 2014 e di condizioni di salute piuttosto precarie, negli ultimi anni buona parte della gestione aziendale è già passata al figlio Lee Jae-yong, che ha 48 anni. Un portavoce degli inquirenti ha detto che Lee è accusato di appropriazione indebita e di avere mentito sotto giuramento nel corso di un’udienza parlamentare, organizzata proprio per indagare il suo coinvolgimento in un giro di tangenti. Samsung è sospettata di avere dato l’equivalente di 34 milioni di euro (43 miliardi di won) a Choi Soon-sil, conoscenza di vecchia data della presidente Park, per avere l’appoggio del governo nel passaggio di potere all’interno dell’azienda. La richiesta di arresto è stata formulata nelle prime ore di lunedì, ma dovrà essere convalidata da un tribunale in un’udienza in programma per mercoledì prossimo, 18 gennaio.
Il capo di Samsung rischia l’arresto. In Corea del Sud è stata emessa una richiesta di arresto contro Lee Jae-yong, accusato di avere comprato con tangenti l'appoggio del governo.
I concerti sono riti sociali bellissimi ma complessi. Per un paio d’ore circa – quattro nel caso di Bruce Springsteen – i concerti mettono una accanto all’altra persone che in realtà hanno due sole cose in comune: aver speso dei soldi per essere lì e voler ascoltare chi canta o suona. L’ovvia conseguenza è che chiunque va a un concerto vorrebbe gustarselo nel migliore dei modi possibili. Nel migliore dei mondi possibili avremmo tutti lo stesso comportamento e ci godremmo tutti ogni concerto. Nella realtà ognuno ha invece il suo modo di gustarsi il suo concerto, e spesso capita che la cosa crei problemi agli altri. Dopo aver letto un articolo del Wall Street Journal su come non ci si deve comportare ai concerti, abbiamo provato a mettere insieme una lista – un po’ ragionata, un po’ emotiva – di cose da non fare ai concerti. Alcune sono PROPRIO-NO, su altre possiamo discutere. Alcune sono assolute e valgono anche allo stadio, alle manifestazioni di piazza, ovunque, altre invece sono specifiche per concerti: anche se – certo – un concerto di Marilyn Manson (in Italia a luglio, tra l’altro) e uno di Nek concedono, anzi richiedono, approcci diversi.
Cose che è meglio non fare ai concerti. Piccolo galateo per godersi lo spettacolo ed evitare di farsi odiare da chi avete vicino.
Apple ha annunciato lunedì sera i risultati del quarto trimestre (finito con settembre) e non sono soddisfacenti: i profitti sono calati da 8,2 miliardi di dollari a 7,5, malgrado i rilevanti risultati in termini di vendite dei propri iPhone (rispetto a un anno fa sono quasi identiche le vendite di iPad – mentre il mercato dei tablet è tendenzialmente in grande crescita – e calate le vendite di computer). Nel trimestre sono stati venduti 33,8 milioni di iPhone ma, in particolare, i guadagni dal mercato cinese sono cresciuti di appena il 6 per cento (per un totale di 5,7 miliardi), rispetto ad aspettative molto più alte create dall’ingresso nel mercato cinese dei due nuovi modelli di iPhone, 5C e 5S, il mese scorso: un anno fa, nel trimestre di confronto, in Cina non era stato ancora messo in vendita il precedente modello di iPhone, e questo faceva pensare a un aumento percentuale molto maggiore. Tim Cook, amministratore delegato di Apple, ha annunciato di aspettarsi per il prossimo trimestre «una stagione delle feste davvero grande» in termini di risultati: «sarà un Natale di iPad», ha aggiunto, riferendosi ai nuovi tablet presentati la settimana scorsa, in tempo per i consumi festivi (anche se i margini di guadagno sugli iPad sono minori di quelli sugli iPhone). Ma le insoddisfacenti vendite del modello più economico di iPhone, il 5C, fanno temere gli investitori che l’operazione per stare sul competitivo mercato degli smartphone a prezzi più accessibili sia stato un fallimento preoccupante per il futuro, soprattutto sul mercato cinese dove la concorrenza in questo campo è intensissima.
I risultati di Apple. I guadagni annunciati ieri hanno rallentato, soprattutto a causa dell'iPhone 5C e del mercato cinese.
Da fine maggio, il prezzo delle azioni della catena statunitense di sale cinematografiche AMC Entertainment Holdings (AMC) è salito repentinamente, passando da poco meno di 13 dollari a più di 62 dollari in pochi giorni. Una crescita altrettanto rapida ha interessato nello stesso periodo anche altri titoli azionari, come quello della società di rivendita di videogiochi usati GameStop e quello di Clean Energy Fuels Corp., un’impresa che produce combustibili da rifiuti organici. Le azioni di queste società sono tre fra le più popolari “meme stock” (azioni-meme), e l’improvvisa crescita del loro prezzo ha riportato, dopo qualche mese di disinteresse generale, l’attenzione dei media su questo tipo di titoli. Le meme stock sono azioni che a gennaio di quest’anno avevano guadagnato molta popolarità tra gli investitori non professionisti grazie a campagne nate su forum online come r/wallstreetbets, un canale dedicato agli investimenti con 10,5 milioni di iscritti sul social network Reddit. Su questo e altri forum simili, gruppi consistenti di utenti si mettono d’accordo per far salire il prezzo delle azioni di imprese quotate in borsa; a volte ci riescono, a volte no. L’obiettivo comunemente addotto dai creatori di queste campagne è di far salire le azioni di società da loro ritenute sottovalutate a causa di un’eccessiva speculazione al ribasso da parte di investitori professionisti o istituzionali.
Cosa sta succedendo alle “meme stock”. Cioè le azioni spinte al rialzo dai gruppi sui social network, che vanno di nuovo fortissimo: come AMC, che ha provato a trarne vantaggio.
I poliziotti della Squadra Mobile di Roma e quelli del commissariato Viminale, sempre a Roma, stanno applicando le misure cautelari interdittive decise da un giudice contro quattro dipendenti di Metro Roma e Atac, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico a Roma. I quattro sono accusati di reati come frode nelle pubbliche forniture e lesioni personali colpose aggravate, in relazione al crollo della scala mobile della fermata Repubblica della metropolitana di Roma, avvenuto lo scorso ottobre. Le misure cautelari interdittive, previste dagli articoli 287-290 del codice di procedura penale, comportano limitazioni all’esercizio di determinate attività, come per esempio le attività professionali. Il crollo si era verificato poco prima delle 20 e aveva coinvolto diversi tifosi russi del CSKA Mosca, che stavano andando allo stadio Olimpico a vedere la partita di Champions League della loro squadra contro la Roma. Nell’incidente erano state ferite 24 persone, di cui 2 in modo serio.
Sono state decise misure cautelari interdittive per quattro dipendenti dell’Atac e di Metro Roma per il caso della scala mobile crollata a Roma.
Tra scettici ed entusiasti, è in corso una discussione tra gli esperti di tecnologia sulla prospettiva di un mondo virtuale – o «un incubo distopico» – in cui faremo tutto Lo ha deciso una giudice della California, nell'ambito del processo tra Apple ed Epic Games
Twitter con il terremoto. Serena Danna riassume sul Corriere l'efficacia della distribuzione delle informazioni online durante le emergenze e i limiti della carenza di filtri e gerarchie.
L’Osservatorio di Greenwich – vicino a Londra, nel Regno Unito – ha annunciato i vincitori dell’edizione di quest’anno dell’Astronomy Photographer of the Year, il concorso aperto a fotografi professionisti e amatoriali che hanno realizzato foto del cielo, riprendendo pianeti, stelle e satelliti naturali. All’iniziativa partecipano ogni anno migliaia di fotografi da tutto il mondo, i cui lavori sono valutati e votati da una giuria che decide il vincitore assoluto, una serie di vincitori nelle singole categorie e alcune menzioni speciali. L’Astronomy Photographer of the Year 2014 è stato vinto da James Woodend del Regno Unito, che ha scattato una foto piuttosto spettacolare di un’aurora boreale osservata nella porzione di cielo che sovrasta il gigantesco ghiacciaio Vatnajökull in Islanda. Nella fotografia, le luci dell’aurora si riflettono nel lago formato dal disgelo delle propaggini del ghiacciaio. Oltre a vincere il primo premio, la fotografia è arrivata prima nella sezione “Terra e Spazio”.
I vincitori dell’Astronomy Photographer of the Year. Le foto spettacolari del concorso organizzato dall'Osservatorio di Greenwich, che premia le migliori immagini di stelle e pianeti.
La Brown University Library di Providence, negli Stati Uniti, ha diffuso online una serie di fotografie scattate nel 1858 da un fotografo sconosciuto che ritraggono alcuni veterani delle guerre napoleoniche: si tratta principalmente di uomini con un’età compresa fra i 70 e gli 80 anni, i cui nomi e le cui rispettive unità di appartenenza erano scritte dietro le stampe originali. La sconfitta finale di Napoleone fu la battaglia di Waterloo, nel 1815, ma anche dopo la sua morte i soldati superstiti del suo esercito, la cosiddetta Grande Armata, continuarono a venerarlo: ogni anno il 5 maggio, anniversario della morte di Napoleone, i veterani marciavano in alta uniforme a Parigi, in Place Vendôme, per rendere omaggio al loro imperatore. Queste fotografie probabilmente vennero scattate durante una di queste commemorazioni, nel 1858: tutti i veterani indossano infatti la medaglia di Sainte Hélène, creata da Napoleone III per ricompensare i 400 mila soldati ancora vivi nel 1857 che avevano combattuto a fianco di Napoleone durante le guerre dal 1792 al 1815. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Fotografie di veterani di guerra nel 1858. Mostrano gli ex soldati della Grande Armata, l'esercito di Napoleone, e non si sa chi le ha scattate.
Il fisico teorico Stephen Hawking sarà ospite del Glastonbury Festival of Contemporary Performing Arts, uno dei più importanti festival musicali del mondo, che si tiene ogni anno a Worthy Farm, nel Somerset inglese. L’edizione 2015 del festival di Glastonbury si terrà dal 24 al 28 giugno. Oltre alla musica, il festival di Glastonbury ospiterà come sempre spettacoli e eventi di vario tipo. All’interno dell’area in cui si svolge il festival – quasi quattro chilometri quadrati – c’è per esempio un’area riservata ai bambini e ai ragazzi sotto ai 12 anni di età, il Kidz Field. Stephen Hawking intratterrà il pubblico proprio dal palco del Kidz Field. Non è ancora stato comunicato cosa farà Stephen Hawking. Hawking è da sempre molto presente anche al di fuori dal mondo della scienza, e di recente ha già avuto modo di “occuparsi” anche di musica. Nell’aprile 2014 ha infatti registrato una cover di Galaxy Song, canzone contenuta nel film Monty Python – Il senso della vita. Alcune settimane fa ha anche detto la sua, da un punto di vista molto scientifico, sull’esistenza di un universo in cui il cantante Zayn Malik non ha lasciato gli One Direction, cosa invece successa in questo nostro universo.
Stephen Hawking sarà ospite del festival di Glastonbury. Che si terrà dal 24 al 28 giugno nel Somerset: Hawking intratterrà un pubblico di ragazzi sotto i 12 anni dal palco del Kidz Field.
Salento Moderno è un progetto e un libro fotografico, e raccoglie le stranezze architettoniche di alcune abitazioni nel sud del Salento: mostra case mono o bifamiliari costruite a partire dagli anni Cinquanta nella regione a sud di Lecce, nella zona tra Santa Maria di Leuca, Porto Cesareo e San Foca. Come spiega la presentazione del libro, in quella zona “l’edilizia si fonda su una solida tradizione artigianale che, in aperto contrasto con qualunque tendenza architettonica istituzionale, ha generato architetture eccentriche, libere, fluide. Indagando l’abitare privato e le sue relazioni con lo spazio pubblico, il volume apre una riflessione sul gusto, ne celebra la varietà e le capacità immaginative». Il libro, con foto di Emanuele Colombo, Allegra Martin e Antonio Ottomanelli, e testi degli architetti Matteo Poli e Antonio Russo, è stato pubblicato da Humboldt Books, e le foto si possono vedere anche sull’account Instagram del progetto.
Strambe case in Salento. Raccolte nel libro "Salento Moderno", mostrano quante scelte architettoniche insolite e colorate si possono trovare a sud di Lecce.
Negli ultimi giorni si sta discutendo di un litigio avvenuto tra il cantante italiano Fedez e il Ministro dei Beni e delle Attività culturali Dario Franceschini: in una conferenza stampa il primo ha accusato il secondo di essere in conflitto di interessi per quanto riguarda la regolamentazione della raccolta e della gestione dei diritti d’autore. In particolare, Fedez ha sostenuto che Michela Di Biase, moglie del ministro, si occupi per lavoro della gestione del patrimonio immobiliare della Società Italiana Autori Editori (la SIAE), che per una legge del 1941 ha il monopolio della gestione dei diritti degli artisti in Italia. La questione ha ottenuto molta visibilità perché è stata ripresa da Mattia Fantinati, parlamentare del Movimento 5 Stelle, e poi anche dal blog di Beppe Grillo. Da leggere: @Fedez smaschera il conflitto di interessi con la SIAE di Franceschini https://t.co/XkihwMOxTc pic.twitter.com/KZVaGAYMPM
Perché Fedez e Franceschini litigano. Il rapper sostiene che il ministro dei Beni culturali abbia un conflitto di interessi sulla questione dei diritti SIAE, per via di sua moglie: Franceschini l'ha definita una “calunnia”.
Francesco Gabbani ha vinto ieri il Festival di Sanremo con la canzone Occidentali’s Karma, arrivato davanti a Fiorella Mannoia ed Ermal Meta. In tutte le serate del Festival la canzone è stata accompagnata da una coreografia eseguita da Gabbani stesso e da un ballerino con un costume da gorilla (nella seconda esibizione anche lui indossava il costume da gorilla) che cita più o meno il verso del ritornello che dice “la scimmia nuda balla”. La canzone è stata scritta da Gabbani insieme al fratello Filippo, a Fabio Ilacqua e a Luca Chiaravalli, ed è inserita nel suo terzo disco, che uscirà ad aprile 2017. In un’intervista a Io Donna Gabbani ha definito la sua canzone «una sarcastica riflessione sul goffo tentativo di noi occidentali, talvolta oppressi da uno stile di vita votato all’apparenza e al consumismo sfrenato, di ricercare la serenità provando a cimentarsi nella pratica di discipline, filosofie o religioni tipicamente orientali. Salvo poi prendere consapevolezza che probabilmente delle culture altrui saremo sempre turisti». Essere o dover essere Il dubbio amletico Contemporaneo come l’uomo del neolitico. Nella tua gabbia 2×3 mettiti comodo. Intellettuali nei caffè Internettologi Soci onorari al gruppo dei selfisti anonimi. L’intelligenza è démodé Risposte facili Dilemmi inutili. AAA cercasi (cerca sì) Storie dal gran finale Sperasi (spera sì) Comunque vada panta rei And singing in the rain. Lezioni di Nirvana C’è il Buddha in fila indiana Per tutti un’ora d’aria, di gloria. La folla grida un mantra L’evoluzione inciampa La scimmia nuda balla Occidentali’s Karma. Occidentali’s Karma La scimmia nuda balla Occidentali’s Karma. Piovono gocce di Chanel Su corpi asettici Mettiti in salvo dall’odore dei tuoi simili. Tutti tuttologi col web Coca dei popoli Oppio dei poveri. AAA cercasi (cerca sì) Umanità virtuale Sex appeal (sex appeal) Comunque vada panta rei And singing in the rain. Lezioni di Nirvana C’è il Buddha in fila indiana Per tutti un’ora d’aria, di gloria. La folla grida un mantra L’evoluzione inciampa La scimmia nuda balla Occidentali’s Karma. Occidentali’s Karma La scimmia nuda balla Occidentali’s Karma. Quando la vita si distrae cadono gli uomini. Occidentali’s Karma Occidentali’s Karma La scimmia si rialza. Namasté Alé Lezioni di Nirvana C’è il Buddha in fila indiana Per tutti un’ora d’aria, di gloria. La folla grida un mantra L’evoluzione inciampa La scimmia nuda balla Occidentali’s Karma. Occidentali’s Karma La scimmia nuda balla Occidentali’s Karma
“Occidentali’s Karma”, la canzone di Francesco Gabbani che ha vinto Sanremo 2017. Il video e il testo di "Occidentali's Karma" di Francesco Gabbani, che ieri ha vinto il Festival di Sanremo.
I giornali di oggi hanno alcune informazioni in più sulle sette persone arrestate per la strage nella discoteca di Corinaldo del dicembre 2018, in cui, prima di un concerto del rapper Sfera Ebbasta, sei persone morirono schiacciate nella calca a causa di un momento di panico collettivo. Le persone arrestate venerdì notte dai carabinieri, scrivono i giornali citando l’ordine di arresto del gip di Ancona, sono Ugo Di Puorto, Raffaele Mormone, Badr Amouyah, Andrea Cavallari, Moez Akari e Souaid Haddada: sono tutti giovani uomini tra i 19 e i 22 anni residenti nella provincia di Modena e sono ritenuti parte di una banda che si dedicava a furti e rapine nelle discoteche della zona e di varie parti d’Italia. Alcuni di loro hanno precedenti penali per piccoli furti o risse. Oltre ai sei ragazzi è stato arrestato anche un uomo di 65 anni, proprietario di un “Compro oro”, con l’accusa di ricettazione. La procura di Ancona ritiene che il gruppo avesse un altro membro, Eros Amoruso, morto il 25 aprile scorso in un incidente automobilistico.
Le novità sugli arresti per la strage di Corinaldo. Secondo la procura le 7 persone arrestate facevano parte di una banda che rubava durante concerti e serate in discoteca, usando spesso lo spray urticante come diversivo.
Goffredo Fofi è un intellettuale e critico di 73 anni e tuttora molto attivo nella produzione di pensieri e opere costruttive sui destini del mondo, della cultura e dell’Italia, soprattutto attraverso la sua rivista “Lo Straniero”, la casa editrice “dell’Asino” e molti incontri pubblici in tutta Italia. Il suo sguardo severamente critico rispetto ai disastri contemporanei di questi ambiti è rimasto combattivo e lucido, a differenza di quello di molti suoi colleghi e coetanei che si sono rifugiati in generiche dichiarazioni nostalgiche e catastrofiste. Fofi ha una rubrica settimanale sull’Unità, e domenica scorsa l’ha dedicata al Dams, l’università bolognese dedicata alle arti contemporanee che è entrata nella storia italiana soprattutto per la costruzione di un grande luogo comune antropologico legato al cliché dello “studente del Dams”: e secondo Fofi non ci sarebbe stato molto altro, nei suoi quarant’anni di storia, se non fallimenti.
Fofi contro il Dams. Sull'Unità ha scritto che l'università bolognese e le sue imitazioni si sono rivelate un bluff, e sono seguite polemiche.
Col termine Bollywood – creato combinando il nome di Bombay (l’attuale Mumbai) col simbolo del cinema per eccellenza, Hollywood – viene comunemente indicata l’industria cinematografica indiana, soprattutto in Occidente. In realtà, a voler essere precisi, Bollywood è solo una parte dell’immenso panorama del cinema indiano, un genere: il cinema d’intrattenimento puro, in lingua hindi, in cui si tengono fermi alcuni canoni tradizionali e si dà molto spazio alla componente visiva (imponenti costruzioni sceniche, grandi coreografie, uso continuo di musiche) piuttosto che al linguaggio cinematografico, al fine di arrivare a un pubblico numerosissimo e vario – ogni giorno in India più di 13 milioni di persone vanno al cinema – e i cui sistemi culturali e valoriali possono mutare da una casta all’altra. In occasione del centenario dell’uscita del primo film interamente indiano e in hindi il sito della BBC ha raccolto 10 storie più o meno conosciute su quella che, oltre a essere una delle industrie cinematografiche più importanti del mondo, rappresenta uno dei punti di vista più interessanti per comprendere la complessità culturale dell’India.
Il centenario di Bollywood. La BBC ha raccolto 10 cose che non sapete su un preciso genere cinematografico indiano (e questa è la prima: non tutti i film indiani sono Bollywood).
Domenica 4 luglio il governo della Cina ha imposto all’azienda privata cinese Didi Global Inc. di rimuovere la propria app dagli store di applicazioni, a causa di alcuni problemi legati al modo in cui raccoglie i dati personali degli utenti. La società – che controlla il più grande servizio nel paese di automobili con autista, simile a Uber – aveva quotato in borsa una propria controllata negli Stati Uniti appena la settimana scorsa, ed è l’ultima delle grandi aziende tecnologiche cinesi a essere finita sotto l’attenzione dell’Agenzia per il cyberspazio della Cina, che effettua uno stretto controllo delle attività su Internet da parte delle aziende e dei singoli utenti in generale. Le autorità cinesi non hanno per ora fornito molti altri dettagli sui motivi che hanno portato alle nuove forti limitazioni per Didi, che può comunque continuare a fornire i propri servizi a circa 380 milioni di persone già iscritte in Cina. Nei giorni scorsi l’Agenzia aveva inoltre imposto all’azienda di sospendere le nuove iscrizioni al proprio servizio, bloccando di fatto le sue possibilità di crescita. La sospensione dagli store per le applicazioni è un ulteriore ostacolo, ma secondo gli analisti non dovrebbe cambiare molto la situazione rispetto a quella che si era venuta a creare alcuni giorni fa con il divieto per le nuove iscrizioni.
Il governo cinese contro Didi. L'app più usata in Cina per prenotare automobili con autista non può più essere scaricata: un nuovo segno delle iniziative per controllare le grandi aziende di Internet nel paese.
Tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta a Tirrenia, frazione di Pisa, c’erano gli studi cinematografici più importanti d’Italia, molto più importanti di Cinecittà. Prima che Roma diventasse conosciuta come l’Hollywood sul Tevere, c’era stata in Toscana una Hollywood sull’Arno: alla storia di quegli studios è dedicata la mostra “Tirrenia-Città del cinema. Pisorno-Cosmopolitan 1934-1969“, visitabile al Palazzo Blu di Pisa fino al 3 luglio. Pisorno è il primo nome degli Studios e deriva dall’unione delle parole Pisa e Livorno: pur essendo frazione di Pisa, Tirrenia è infatti più o meno a metà strada tra i due comuni. La mostra “Tirrenia-Città del cinema. Pisorno-Cosmopolitan 1934-1969” è curata dalla storica del cinema Giulia Carluccio ed è stata realizzata in collaborazione con il Museo del cinema di Torino. A Palazzo Blu ci sono costumi di scena, locandine, ritratti, macchinari, sceneggiature, spezzoni e immagini dei film girati negli studi di Tirrenia da cui negli anni sono passati Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Vittorio Gassman, Vittorio De Sica, Elio Petri e Sergio Corbucci.
La storia degli stabilimenti Pisorno. Per anni a Tirrenia ci sono stati degli studios di cinema che hanno fatto a gara con Cinecittà: una mostra a Palazzo Blu di Pisa ne racconta l'evoluzione.
Lo scorso 2 febbraio, Rupert Murdoch ha presentato la prima edizione del Daily, il primo giornale realizzato unicamente per gli iPad. Annunciato verso la fine del 2010, il quotidiano ha stimolato un ampio dibattito sul destino dell’editoria e sulle nuove opportunità offerte dai tablet come quello prodotto da Apple. Ma spesso si è discusso quasi unicamente dei massimi sistemi, trascurando di analizzare con la dovuta attenzione le sorti del progetto di News Corp. Analisti ed esperti non hanno del resto per le mani dati certi sul successo del Daily, perché comprensibilmente la società di Murdoch preferisce non dare ancora informazioni sulla diffusione del proprio prodotto e perché avere una stima precisa dei lettori effettivi del nuovo giornale non è un’impresa semplice. News Corp. ha per ora fornito informazioni molto vaghe, parlando di diverse centinaia di migliaia di download della propria applicazione. Un dato poco utile, perché non consente di capire quanti proprietari di iPad abbiano deciso di abbonarsi dopo i giorni di prova gratuita del giornale, che invia una nuova edizione ogni giorno al prezzo di 99 centesimi di dollaro a settimana. A metà marzo erano circolate voci non confermate di un numero estremamente esiguo di abbonamenti: appena cinquemila a fronte del grande sforzo editoriale messo in campo da Murdoch con un investimento stimato intorno ai 30 milioni di dollari.
Come se la passa il Daily. Sapete quante volte sono stati condivisi su Twitter, in due mesi, gli articoli del giornale per iPad di Murdoch?.
Lo scorso giugno Steve Jobs aveva presentato alla giunta di Cupertino, la cittadina della California dov’è cresciuto e che ospita il quartier generale di Apple, il progetto per un nuovo campus che l’azienda vuole costruire nella città. Sabato il comune di Cupertino ha reso pubblici maggiori dettagli sul progetto e i disegni ad alta risoluzione della pianta, del paesaggio circostante e della resa grafica. Il campus, chiamato Apple Campus 2, è un edificio a pianta circolare dalle pareti di vetro, con un giardino interno che si estende su un terreno di circa 70 ettari. Ha quattro piani, comprende un auditorium per mille persone che potrà ospitare le presentazioni dei nuovi prodotti e i grandi eventi dell’azienda, quasi tre ettari di strutture dedicate alla ricerca, una palestra, una tavola calda e un parcheggio sotterraneo. Verrà alimentato da una centrale indipendente, a gas, per non pesare sulla rete elettrica cittadina. L’edificio, che Steve Jobs ha descritto come “un’astronave”, potrà ospitare 13.000 persone e, se riceverà l’approvazione della giunta, dovrebbe essere terminato entro il 2015. Il comune di Cupertino sta considerando l’impatto ambientale dell’edificio e ha in programma ancora alcune audizioni pubbliche prima che il progetto venga approvato, anche se il sindaco della città Gilbert Wong ha detto che «non è possibile dire di no. Questa è veramente un’astronave sbarcata qui a Cupertino».
Il nuovo spaziale campus di Apple. Il comune di Cupertino ha pubblicato i disegni dell'edificio che Steve Jobs definisce "un'astronave" e che dovrebbe essere pronto nel 2015.
La missione spaziale Apollo 11 fu quella con cui gli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin raggiunsero la superficie lunare il 20 luglio del 1969 e vi camminarono sopra poche ore dopo, osservati da oltre 650 milioni di persone che seguirono la loro impresa in diretta televisiva. Il 50esimo anniversario dell’allunaggio sarà domani, sabato 20 luglio, ma ormai da settimane la NASA ha avviato iniziative e celebrazioni per ricordare uno degli eventi più importanti del Novecento, e dell’esistenza del genere umano. L’allunaggio della missione spaziale Apollo 11, in quell’estate di 50 anni fa, avvenne dopo 8 anni di preparazione, con l’impegno assunto nel 1961 dall’allora presidente statunitense John F. Kennedy di raggiungere la Luna “entro la fine di questo decennio”. Erano gli anni della Guerra fredda e il confronto con l’Unione Sovietica stava interessando anche le tecnologiche spaziali.
La missione spaziale Apollo 11. Un veloce ripasso sull'anniversario di cui parlano tutti, a cominciare da Google che l'ha anticipato di un giorno.
Lisa T. McElroy insegna alla Drexel University Thomas R. Kline School of Law, una nota università privata di Philadelphia, negli Stati Uniti. Due settimane fa è circolata la notizia che McElroy aveva inavvertitamente mandato ad alcuni suoi studenti una mail che conteneva un link a un video porno. Lei ne ha scritto sabato una riflessione sul Washington Post. Tre settimane fa, quando ho fatto sedere le mie figlie adolescenti per dare loro una cattiva notizia, ho detto: «Ragazze, devo dirvi una cosa molto grave». Mia figlia più piccola è sbiancata, ha fatto un gran respiro e poi mi ha chiesto se fossi malata. E in quel momento ho dovuto mentire: non sull’essere malata (grazie al cielo sono sana come un pesce) ma sullo stare bene sì. Eppure, avrei preferito annunciare un’imminente mastectomia piuttosto che spiegare quello che avevo da dire. «Tesoro, non sono malata. No, quello che ho da dirvi non è neanche lontanamente così grave».
Come sopravvivere a un’umiliazione pubblica. Una docente statunitense di legge ha mandato per sbaglio un link di un video porno ai suoi studenti, e ha raccontato quello che è successo dopo con una lettera pubblicata sul Washington Post.
Annie Lennox compie oggi 60 anni. Luca Sofri, peraltro direttore del Post, ha messo insieme una lista delle sue otto canzoni più belle come solista nel suo libro intitolato Playlist, per chi non le ha mai sentite e per chi le conosce, ma conosce meglio quelle degli Eurythmics. Annie Lennox (1954, Aberdeen, Scozia) È nata il giorno di Natale, in Scozia. Fece faville con gli Eurythmics, ovvero col socio Dave Stewart, e poi se ne andò sola. Con meno idee musicali, ma una gran voce, una gran personalità e un indimenticabile taglio di capelli tra il militare e il poco più. Viene da volerle bene, come a tutte le donne incazzate.
Otto canzoni di Annie Lennox. È nata il giorno di Natale, in Scozia: e oggi compie 60 anni.
Concita De Gregorio sul suo nuovo blog su Repubblica ha pubblicato la lettera ricevuta da Niccolo Argentieri, un insegnante del liceo Virgilio di Roma che racconta la situazione nella scuola: alcuni studenti stanno occupando la sede centrale dal 20 novembre mentre altri hanno iniziato un’autogestione con gli insegnanti in succursale. Argentieri ricorda che il lavoro dei professori di educare alla complessità si realizza molto bene nell’autogestione, contrariamente a quanto avviene nell’occupazione dove si gridano vuoti slogan e che rischia di trasformarsi in una «grottesca lotta di classe rovesciata». Mentre il presidente del Consiglio Mario Monti, in tv, accusa gli insegnanti italiani di essere scansafatica e corporativi (non vogliono fare due ore in piu, ha detto tra l’altro. Le ore sono sei, ma capisco sia un dettaglio) ricevo in quanto genitore la lettera di uno dei docenti del liceo Virgilio di Roma. Insegna matematica e fisica, si chiama Niccolo Argentieri. Al Virgilio gli studenti sono 1400. Una parte di loro come forma di protesta ha avviato un’autogestione insieme agli insegnanti, in succursale. Un’altra ha occupato, nella sede centrale. L’eterno scontro tra massimalismo e riformismo in tempi, però, molto mutati come questo insegnante spiega. Allego la lettera di Argentieri e il documento che ha intitolato Occupyvirgilio. Spero che abbia la massima diffusione, spero che arrivi anche a Monti, spero che prima o dopo qualcuno pensi a candidare gli insegnanti della scuola pubblica italiana al Nobel per la Pace. Per l’eroismo della categoria esercitato in condizioni avverse, cosi come si candidano al Nobel le ostetriche di Etiopia.
I licei occupati spiegati da un insegnante. Concita De Gregorio pubblica la lettera di un professore del Virgilio di Roma, che elogia l'autogestione e critica gli slogan e i rischi dell'occupazione.
L’economia dell’Australia è entrata nel suo 27esimo anno di crescita senza registrare mai una recessione, anche se l’incertezza sui consumi delle famiglie e sul commercio globale ha attenuato le prospettive di crescita futura. Nel primo trimestre del 2018 il PIL è aumentato dell’1 per cento, secondo i dati dell’Ufficio di statistica australiano, e ci si aspetta una crescita superiore al 3 per cento nel 2018 e nel 2019. Il principale fattore di accelerazione dell’economia nel primo trimestre sono state le esportazioni. La Reserve Bank of Australia ha mantenuto comunque i tassi di interesse stabili all’1,5 per cento in previsione di un graduale rialzo dell’inflazione.
L’economia dell’Australia cresce da 27 anni consecutivi.
Domenica 25 maggio la cantante americana Lana Del Rey ha diffuso su YouTube “Shades of Cool”, la seconda canzone tratta dal suo ultimo disco, Ultraviolence, che uscirà a giugno. Il 14 aprile era stato diffuso il primo singolo, “West Coast”. La canzone è stata prodotta da Rick Nowels, il compositore americano che aveva già lavorato con Lana Del Rey per altre canzoni, come la famosa “Summertime Sadness”.
“Shades of Cool”, la nuova canzone di Lana Del Rey. È la seconda tratta dal disco Ultraviolence, che uscirà a giugno.
Dopo due settimane di investigazione non se ne sa ancora praticamente nulla. Il 6 maggio scorso, nei due minuti tra le 14.46 e le 14.48, il Dow Jones americano è andato a picco del 10%, risalendo per poi finire la giornata a meno 4%. Un movimento folle e inspiegabile. Inizialmente si era addirittura pensato a un errore “fisico”, un agente di borsa che avrebbe inserito uno zero in più al momento di una vendita, causando così un improvviso ed eccessivo spostamento di denaro. Un’ipotesi poi scartata e sostituita dalle voci che si sarebbe invece trattato di un attacco terroristico per mezzo degli hacker: un’altra possibilità poi scartata. Il Washington Post scrive che la SEC — la commissione che supervisiona i mercati americani — sta continuando a difendere il proprio operato, spiegando che più di cento persone dello staff stanno lavorando giorno e notte, analizzando i milioni di scambi avvenuti quel giorno per capire quale sia la causa. Nei giorni scorsi sono state molte le proteste, partite anche da diversi senatori, che hanno chiesto chiarimenti su quanto è avvenuto:
Allora, chi ha fatto crollare Wall Street il 6 maggio? non-si-sa: i mercati americani andarono giù di 10 punti in due minuti, e ancora si indaga.
Ieri il Consiglio dei ministri ha comunicato di aver modificato per l’ennesima volta alcuni dei provvedimenti previsti dalla manovra finanziaria, che continua a subire ritocchi e cambiamenti sostanziali da quando era stata annunciata a metà agosto. I nuovi emendamenti saranno discussi oggi in Senato, dove il governo porrà il voto di fiducia per sveltire il passaggio del testo di legge e farlo arrivare alla Camera. Dopo giorni di esitazioni, il governo dice ora di voler fare in fretta e di essere quindi giustificato nell’utilizzare la fiducia, uno «strumento regolamentare necessitato per conseguire una celere conversione del decreto-legge, come impone la gravità del contesto internazionale di crisi finanziaria». Il voto di fiducia renderà più difficili le cose all’opposizione, che avrà meno tempo e poche occasioni per far approvare i propri emendamenti. L’esame della manovra era iniziato ieri in Senato dopo l’analisi della Commissione Bilancio e avrebbe probabilmente richiesto tutta la settimana per il voto finale. Salvo ulteriori cambiamenti di programma, i senatori voteranno la fiducia entro oggi nella seduta che si apre alle 9.30.
Che cosa succede oggi alla manovra. Il Senato vota la fiducia: con IVA al 21 per cento, contributo sopra i 300mila euro e adeguamento delle pensioni.
Il 21 maggio all’Hard Rock Café di Times Square, New York, la casa d’aste Julien’s Auction metterà in vendita alcuni oggetti personali o usati in concerto da alcuni musicisti leggendari. Ci sono, tra le altre cose: una lettera di due pagine scritta a mano da Kurt Cobain al produttore discografico David Geffen sulla possibilità di abbandonare i Nirvana a causa di un articolo di Vanity Fair del 1992, in cui si accusavano lui e la moglie, Courtney Love, di fare uso di droghe mentre lei era incinta (valore stimato tra i 20 mila e i 30 mila dollari, cioè più di 17/26 mila euro); la giacca di Freddie Mercury usata durante il Magic Tour dei Queen nel 1986 (valore stimato tra i 60 mila e gli 80 mila dollari, cioè più di 52/70 mila euro); 85 oggetti legati alla carriera di Elvis Presley e anche un guanto di Michael Jackson, un costume di Lady Gaga e uno di David Bowie. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Cimeli di leggende della musica, all’asta. Una giacca di Freddie Mercury, una chitarra rotta di Kurt Cobain e un costume di David Bowie, tra le altre cose.
Apple ha annunciato alcuni cambiamenti nel suo App Store – il negozio di applicazioni per iPhone e iPad – che potrebbero consentire agli sviluppatori di app di evitare in parte di pagare le commissioni tra il 15 e il 30 per cento imposte dall’azienda su tutte le transazioni. L’annuncio, che espande e precisa alcune concessioni già fatte a giugno, è frutto di un accordo giudiziario con un gruppo di sviluppatori che negli Stati Uniti aveva intentato una class action contro Apple per le sue pratiche sull’App Store, ma riguarderà tutti gli sviluppatori della piattaforma. Nella pratica, Apple consentirà agli sviluppatori di pubblicizzare tramite alcuni canali di comunicazione esterni alle loro app, come l’email, metodi di pagamento per gli acquisti nelle app alternativi a quelli che passano per Apple, e che sono sottoposti alle commissioni dell’azienda. Questa possibilità, finora, era vietata dalle regole dell’App Store. Gli sviluppatori in ogni caso continueranno a non poter proporre metodi di pagamento alternativi all’interno dell’app, pena l’esclusione dall’App Store.
Apple ha annunciato che concederà qualche libertà in più agli sviluppatori di app sul suo App Store.
Il Movimento 5 Stelle e la Lega stanno trattando accordi e condizioni per arrivare alla formazione di un governo politico, e dopo che mercoledì sera Silvio Berlusconi aveva dato una specie di assenso alla loro alleanza, una condizione che la Lega aveva definito necessaria. Nel primo giorno di trattative Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, e Matteo Salvini, segretario della Lega, hanno fatto sapere che sono stati fatti “passi avanti” nella formazione del governo. I due partiti hanno poi chiesto al presidente della Repubblica tempo fino a domenica per poter trattare su programmi e nomine. (function(d,s,id){var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0];if(d.getElementById(id))return;js=d.createElement(s);js.id=id;js.src='https://connect.facebook.net/en_US/sdk.js#xfbml=1&version=v3.0';fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}(document,'script','facebook-jssdk'));
Forse Lega e M5S stavolta ce la fanno. Dopo il comunicato "lasciapassare" di Berlusconi è cominciata la trattativa su programmi e persone, che durerà almeno fino a domenica.
Il gruppo alimentare americano Del Monte è stato acquistato per quattro miliardi di dollari da un consorzio di investitori guidati dal colosso del private equity Kohlberg Kravis Roberts (KKR). L’accordo prevede che KKR si accolli anche il debito di 1,3 miliardi di dollari dell’azienda. «Del Monte Foods Company e un gruppo di investitori guidati da Kohlberg Kravis Roberts, Vestar Capital Partners e Centerview Partners annunciano di avere siglato un accordo definitivo in base al quale gli investitori acquistano Del Monte al prezzo di 19 dollari ad azione», si legge nel comunicato diffuso questa mattina.
Del Monte venduta per quattro miliardi di dollari. Il gruppo alimentare americano è stato acquistato da un colosso del private equity, che si accollerà anche i suoi debiti.
L’Osservatorio Australe Europeo (ESO) ha annunciato la scoperta di un nuovo pianeta nel sistema stellare più vicino alla Terra. Il corpo celeste ha una massa stimata simile a quella del nostro ed è in orbita intorno a una delle stelle che costituiscono il sistema di Alfa Centauri. La scoperta è stata resa possibile grazie alle rilevazioni effettuate dallo strumento HARPS (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher), uno spettrografo di precisione installato dieci anni fa sul telescopio di 3,6 metri di diametro dell’ESO presso l’Osservatorio di La Silla, che si trova sulla montagna Cerro La Silla, nella parte meridionale del deserto di Atacama in Cile. La ricerca scientifica legata alla nuova scoperta, molto importante per gli astronomi, sarà pubblicata dalla rivista Nature questa settimana. Il pianeta si trova nel sistema di Alfa Centauri, una delle stelle più brillanti nel cielo australe, anche grazie alla sua relativa vicinanza al nostro sistema solare. La distanza tra noi e Alfa Centauri è di 4,3 anni luce, pari a circa 40.700 miliardi di chilometri. Nel cielo appare come una stella unica, ma in realtà il sistema è costituito da tre diversi corpi celesti: ci sono Alfa Centauri A e Alfa Centauri B, che sono simili al nostro Sole e orbitano l’una intorno all’altra, e c’è poi una stella rossa più distante e debole che si chiama Proxima Centauri.
Il nuovo pianeta dietro casa. È stato scoperto nel sistema di Alfa Centauri: ha una massa simile a quella della Terra ma è troppo caldo per ospitare la vita (per come la conosciamo, almeno).
Nielsen – una delle più importanti società di ricerche e monitoraggio di mercato al mondo – ha diffuso la classifica dei libri più venduti in Italia durante il mese di ottobre. Abbiamo già parlato dei meccanismi della costruzione delle classifiche: a causa dei particolari meccanismi della distribuzione e vendita dei libri è quasi impossibile sapere davvero quante persone hanno comprato un libro se non a distanza di mesi, o anni. Inoltre a realizzare le classifiche dei libri in Italia c’è un anche la GFK, un’altra società di monitoraggio che usa metodi e tempistiche diverse dalla Nielsen; per questo non è raro vedere classifiche diverse per lo stesso periodo di riferimento.
I libri più venduti in Italia a ottobre. Nei primi dieci posti della classifica Nielsen ci sono un fumetto, una fiaba, una saga fanfiction, molta narrativa e soltanto un saggio.
Intervistato dal direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli – un’intervista che ormai è quasi un genere letterario – il primo ministro Mario Monti ha raccontato le ragioni della sua “salita in campo”, una scelta che ha definito «giusta, ma non quella più utile per me». A fargli decidere per una sua partecipazione diretta alle elezioni sarebbero state le scelte di alleanza praticate negli ultimi mesi del suo governo dai due principali partiti della sua maggioranza. La domanda è una sola. Semplice. Perché ha deciso di «salire in politica»? Quali sono le vere ragioni di una scelta che chi scrive, pur conoscendola da molto tempo, mai avrebbe immaginato? Monti fa un grande sospiro. Siamo nel suo ufficio a Palazzo Chigi, in una piovosa mattinata romana. «Credo di aver fatto una cosa giusta, non quella più utile per me». Il racconto del presidente suddivide il suo periodo di governo in due parti. La prima, la più drammatica, con l’incubo quotidiano di restare senza i soldi per pagare gli stipendi pubblici («Quando incontravo Angela Merkel sapeva esattamente quanti titoli di Stato avevamo bisogno di vendere»). Poi i primi risultati, l’emergenza che si allontana. «Allora, pensavo che, dopo aver contribuito a salvare il Paese, restando al di sopra delle parti avrei svolto tranquillamente le mie funzioni di senatore a vita, in attesa che qualcuno, forse, mi chiamasse».
«Togliamo l’Italia agli incapaci». Mario Monti ha spiegato le ragioni della sua "salita in campo" in un'intervista con il direttore del Corriere della Sera (c'entrano le alleanze di PD e PdL, dice).
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha detto in un’intervista radiofonica che oggi partirà un ricorso del governo italiano per rimettere in discussione l’assegnazione dell’Agenzia Europea per i Medicinali (in inglese European Medicines Agency, abbreviata in EMA). Sala ha poi deciso di presentare un ricorso del Comune al Tribunale dell’Unione europea «indipendente da quello presentato dal governo italiano pur in garanzia del necessario coordinamento». Il ricorso per EMA partirà oggi stesso: sarà un percorso difficile, ma noi vogliamo provarci. L’Europa non può rischiare sulla salute dei cittadini Europei e aspettare che la sede di Amsterdam sia pronta oltre la scadenza #TG24Pomeriggio pic.twitter.com/0TtHzjqs4G
Milano ci riprova con l’Agenzia Europea per i Medicinali. Dopo la notizia sui ritardi di Amsterdam, Beppe Sala ha detto che il governo italiano presenterà ricorso per rimettere in discussione l’assegnazione dell'EMA.
London Floors è un progetto della tipografia online Pixartprinting realizzato in collaborazione con il fotografo tedesco Sebastian Erras. Erras ha mappato Londra fotografandone i pavimenti in diverse zone della città: è la terza e ultima serie di un progetto realizzato anche a Barcellona e Venezia. Le foto sono molto simili tra loro (e come tante di quelle che si vedono girare da anni sui social network): mostrano le scarpe stringate di Erras e diversi pavimenti di Londra, soprattutto mosaici. Ci sono musei famosi come il Victoria & Albert o la Tate Modern, ma anche cinema, bar e ristoranti. Le foto sono state scattate tra il 6 e il 10 giugno. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I pavimenti di Londra. Com'è la città se la si gira a testa in giù e si fotografa il meglio che si vede.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 5.372 nuovi casi di contagio da coronavirus e 28 decessi, per un totale di 343.770 casi e 36.111 morti dall’inizio della pandemia. Le persone attualmente ricoverate sono 4.473 (190 in più rispetto a ieri), di cui 387 nei reparti di terapia intensiva (29 in più di ieri). Sono stati inoltre analizzati 129.471 tamponi e testate 77.842 persone: è risultato positivo un tampone ogni 24. Il maggior numero di contagi è stato registrato in Lombardia (983). Seguono Campania (769), Veneto (595), Toscana (483), Piemonte (401), Lazio (387), Emilia-Romagna (276) e Puglia (249).
I dati sul coronavirus di oggi, venerdì 9 ottobre.
Giovedì Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, in qualità rispettivamente di ex presidente ed ex amministratore delegato della banca Monte dei Paschi di Siena, sono stati condannati in primo grado a sei anni di carcere dalla seconda sezione del tribunale di Milano per aggiotaggio, cioè per aver fatto investimenti conoscendo informazioni riservate sull’azienda, avvantaggiandosi in questo modo rispetto agli altri investitori, e per false comunicazioni sociali, per non aver comunicato correttamente ai soci la situazione della banca. Profumo e Viola sono stati condannati anche al pagamento di una multa di 2 milioni e mezzo di euro ciascuno. I giudici hanno ribaltato la richiesta del pm Stefano Civardi che aveva chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per il reato di aggiotaggio contestato a Profumo e Viola per i bilanci di Mps del 2012 e del primo semestre del 2015 e “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato” per le false comunicazioni sociali relative ai bilanci del 2013 e del 2014.
Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ex presidente ed ex amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena, sono stati condannati a sei anni di carcere.
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