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Sabato 23 settembre Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, ha parlato alla festa di Fratelli d’Italia a Roma dicendo che i circa 32 milioni di euro di aiuti alle zone del Centro Italia colpite dal terremoto non sono mai arrivati a destinazione: «Non un euro donato dagli italiani è finito ad Amatrice». Pirozzi, parlando poi con i giornalisti, ha detto che sulle donazioni «fino a oggi sono arrivati i soldi della solidarietà degli italiani, per il resto la gestione degli sms è stata una cosa scandalosa perché ad Amatrice e Accumoli non è arrivato niente e questo è stato un grande sbaglio perché genera nelle persone la convinzione che nulla è vero». Amatrice è stato uno dei paesi più colpiti dal terremoto del Centro Italia dell’agosto 2016. Dal giorno stesso del terremoto la Protezione Civile aveva attivato un numero per le donazioni via SMS, il 45500: mandando un SMS vuoto a questo numero si potevano cioè donare immediatamente 2 euro. Il sistema era già stato usato anche dopo il terremoto dell’Abruzzo e quello dell’Emilia e prevede il trasferimento gratuito dei fondi su un conto infruttifero aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato in favore della Protezione Civile che, dopo aver ricevuto l’autorizzazione del Comitato dei Garanti, è responsabile del trasferimento alle regioni (in questo caso Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo). Il Comitato dei Garanti è composto da otto membri scelti dai presidenti delle regioni Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria, dal Commissario straordinario per la ricostruzione, oltre che dal Dipartimento stesso con l’obiettivo di assicurare la supervisione alla gestione delle donazioni fatte dagli italiani in seguito al terremoto.
Qual è il problema – se c’è – con gli “SMS solidali” per i terremotati. Il sindaco di Amatrice ha detto che «non un euro donato dagli italiani» è finito alla sua città, la Protezione Civile che «nessun euro donato dagli italiani è sparito».
Questa settimana cominceranno gli esami di maturità, i penultimi a svolgersi secondo la classica modalità di tre prove scritte e un colloquio orale: dal 2019 l’esame cambierà a seguito delle innovazioni previste dalla riforma Buona Scuola, che per esempio prevede due sole prove scritte. Gli esami inizieranno mercoledì 21 con la prima prova di italiano, uguale per tutti indifferentemente dall’indirizzo degli studi. Ci sono quattro tipologie di tracce fra cui svolgere: analisi del testo, saggio breve o articolo di giornale, tema di attualità o tema storico. In questi giorni si parla molto dei possibili argomenti della prima prova, come al solito a partire da alcune ricorrenze: Pirandello è l’autore più considerato per l’analisi del testo (è nato 150 anni fa), le celebrazioni dello scorso marzo per il 60esimo anniversario dei Trattati di Roma potrebbe essere invece lo spunto per il tema di attualità.
Maturità 2017: le cose da sapere. Le date degli esami, le materie della seconda prova e le voci sulle tracce della prima prova: si inizia mercoledì.
Oggi pomeriggio si discuteranno alla Camera dei Deputati le mozioni sull’intervento militare in Libia presentate dai vari gruppi parlamentari: i testi saranno votati stasera stesso, se il dibattito dovesse andare spedito, oppure domattina. Il passaggio parlamentare si deve alla recente decisione del governo italiano di partecipare attivamente ai bombardamenti alleati in Libia, invece che limitarsi a fornire le basi e il sostegno militare come aveva fatto in passato. In questi giorni si è discusso molto della discussione e del voto di oggi soprattutto a causa della reazione della Lega Nord alla decisione del governo (di cui fa parte) di partecipare ai bombardamenti. Umberto Bossi ha detto di non essere d’accordo e ha detto che la Lega è pronta a togliere il sostegno al governo se questo non cambierà posizione. Quindi ha presentato una mozione che impegna il governo in sei punti:
Le mozioni sulla Libia alla Camera. I malumori tra PdL e Lega sembrano essere rientrati, la discussione comincia oggi pomeriggio.
Mercoledì 5 febbraio Twitter ha presentato la sua prima trimestrale di cassa da società quotata in borsa, dando diverse informazioni su come stanno andando le cose per i suoi conti. Twitter se la sta cavando bene, soprattutto per quanto riguarda i ricavi, ma il rallentamento nella sua crescita di iscritti e un loro minore interesse preoccupano gli analisti, che forse qualche mese fa avevano sovrastimato il valore della società durante il proprio debutto in borsa. Nonostante l’aumento dei ricavi, più che raddoppiati, Twitter continua a essere in perdita. Grazie alla pubblicità ha prodotto ricavi per 242,7 milioni di dollari, ma le grandi spese che deve sostenere per la gestione del servizio e il suo sviluppo sono state comunque superiori a quanti soldi è riuscita a portare in cassa. La perdita netta della società nel trimestre è stata di 511,5 milioni di dollari. Non è quindi possibile dire con certezza quando Twitter diventerà profittevole, ma l’azienda ha comunque annunciato che complessivamente nel 2014 intende avere ricavi per 1,15-1,2 miliardi di dollari, che dovrebbero aiutare a compensare le spese che deve sostenere.
Come se la sta cavando Twitter. La società ha presentato la sua prima trimestrale dopo la quotazione in borsa: continua a essere in perdita e la sua crescita rallenta, ma la pubblicità funziona e aumentano i ricavi.
Google cerca costantemente di rendere più facile l’utilizzo del suo motore di ricerca, per permetterci di trovare ciò che stiamo cercando nel minor tempo possibile. Negli anni è cambiato molto nel suo funzionamento, per darci informazioni direttamente dalla pagina di ricerca, senza bisogno di accedere ai siti che compaiano come risultati. Ora per esempio, potete vedere le condizioni meteo di una città, o convertire valori di valute diverse direttamente dalla pagina di ricerca. Oltre a questi trucchetti pratici nelle ricerche di tutti i giorni, Google ha anche una serie di trucchi meno utili ma divertenti, che cambiano la grafica della pagina di ricerca in modo strano e inaspettato quando cerchiamo certe parole o combinazioni di parole. Alcuni di questi sono in circolazione già da qualche tempo, altri invece sono più nuovi, il Guardian li ha messi insieme in una lista. Tempo fa al Post avevamo raccolto invece le altre scorciatoie utili per effettuare le ricerche in modo più veloce, la maggior parte sono ormai conosciuti ma potete ridare un’occhiata per vedere se ve ne è sfuggito qualcuno.
Altre cose che potete chiedere a Google. Per esempio: sapete che potete fare assomigliare la pagina di ricerca all'inizio di Star Wars? E che si può giocare a vecchi videogiochi degli anni Settanta?.
Tutti gli uomini di Victoria è il film della regista francese Justin Triet che arriva nei cinema italiani dal 25 gennaio, distribuito da Merlino. Il film è uscito in Francia nel 2016, e aprì la settimana della critica al Festival di Cannes dello stesso anno, piacendo molto alla critica internazionale, che l’hanno paragonato alle commedie della comica americana Amy Schumer. Per saperne qualcosa in più, il posto giusto in cui andare è questo. Il trailer italiano del film
“Tutti gli uomini di Victoria”, la scheda del film. Trama, attori e tutte le altre informazioni sul film che ha aperto la Settimana della Critica a Cannes nel 2016, che esce questa settimana in Italia.
Nelle foto di gente che valeva la pena fotografare questa settimana, ci sono diverse eccezioni al quadro complessivo. C’è l’eccezione di un italiano, l’eccezione di una ventenne, l’eccezione di una persona raffigurata due volte, l’eccezione di una coppia (ma lui non lo conosce nessuno, qui), l’eccezione di un morto nel 1998. Ci sono anche tre cappelli, un sigaro, due chitarre e tre paia di occhiali da sole. Il resto sono persone, più o meno famose. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Gente che ne ha viste. Tra quelli che valeva la pena fotografare questa settimana ci sono diverse facce stagionate ma anche una ragazza giovane che compie gli anni (e le manca un dente).
Contrariamente a quanto scritto dal New York Times, e poi ripreso dai principali giornali e siti d’informazione mondiali, l’imprenditore cinese Jack Ma non lascerà nei prossimi giorni la carica di presidente esecutivo di Alibaba, la grande società di e-commerce (ma non solo) di cui fu co-fondatore nel 1999. Il 7 settembre il New York Times aveva scritto che Ma, che compirà 54 anni proprio il 10 settembre, si sarebbe ritirato quel giorno per dedicarsi alla filantropia. Qualche giorno prima Ma stesso aveva raccontato a Bloomberg che si sarebbe ritirato “presto”, cosa che aveva reso plausibile la notizia data dal New York Times. Oggi però il South China Morning Post, di proprietà di Alibaba, ha smentito che Ma lascerà la carica di presidente e che il 10 settembre si limiterà a «svelare un piano di successione, parte di un piano di gestione di 10 anni». Il sito ha anche citato un portavoce di Ma, secondo cui «Ma resta presidente esecutivo della società». «L’articolo del New York Times è stato estrapolato dal contesto ed è di fatto sbagliato», ha aggiunto il portavoce.
Jack Ma non si ritira, almeno per il momento. Smentendo un articolo del New York Times, l'uomo più ricco della Cina ha detto che nei prossimi giorni non lascerà il suo posto di presidente esecutivo di Alibaba.
Il 19 aprile 1956, esattamente sessant’anni fa, si sposarono l’attrice Grace Kelly e il principe Ranieri III di Monaco. Fu uno dei matrimoni più famosi del Novecento – la stampa di allora lo definì appunto “il matrimonio del secolo” – fu trasmesso in diretta televisiva e visto da milioni di persone nel mondo. Lei era una delle attrici più famose e belle in circolazione, resa famosa da Mezzogiorno di Fuoco e dai film che fece con Alfred Hitchcock. Lui era sovrano di un piccolo principato che arrivava da una serie di scandali e stava cercando di recuperare credibilità internazionale. Per un trattato stretto con la Francia nel 1918 – e modificato solo nel 2002 – se il sovrano di Monaco non avesse generato eredi, il principato sarebbe stato annesso alla Francia. Ranieri e Kelly si erano conosciuti al festival di Cannes più o meno un anno prima di sposarsi. Per arrivare a Monaco per il matrimonio, lei partì dal molo 84 di New York in nave, il 4 aprile 1956, con cinquanta parenti, sei damigelle, 80 valigie e un sacco di giornalisti. Le cerimonie legate al matrimonio cominciarono il giorno prima, e la coppia incontrò le delegazioni di quaranta diversi paesi che volevano fare gli auguri. Si sposarono due volte, in realtà: la prima volta con rito civile, il 18 aprile, e fu questione di pochi minuti. Il giorno successivo si sposarono con rito religioso, nella cattedrale di San Nicola. I vestiti per entrambe le cerimonie li confezionarono gli atelier degli studios MGM, come regalo. Tra gli ospiti c’erano Cary Grant, Aristotle Onassis, Ava Gardner, Gloria Swanson e Conrad Hilton. Dopo il matrimonio Kelly smise di recitare, nonostante continuasse a essere tra le attrici più richieste al mondo. Morì nel 1982 in un incidente d’auto, mentre guidava la sua Rover di ritorno dalla tenuta di campagna di Roc Agel, in Francia, diretta verso Monaco. A bordo con lei c’era la figlia diciassettenne Stephanie, che sopravvisse: Kelly uscì di strada in una brutta curva nei pressi della cittadina di La Turbie, e morì il giorno dopo in ospedale.
Il matrimonio di Grace Kelly e il principe Ranieri, 60 anni fa. Le foto di quello che fu definito “il matrimonio del secolo”, tra il sovrano di un minuscolo principato e una delle attrici più belle e sfortunate che ci siano mai state.
Pochi giorni fa Gianni Dragoni ha pubblicato sul Sole 24 Ore la classifica degli stipendi dei top manager (amministratori delegati e presidenti) delle aziende italiane quotate in borsa e dell’andamento delle loro azioni. La crisi ha molto ridotto sia i rendimenti che i valori delle azioni, ma gli stipendi dei top manager sono comunque aumentati. La media delle loro retribuzioni nel 2010 era di 3 milioni di euro. Nel 2011 è passata a 3,5 milioni di euro. Questo tipo di classifiche viene pubblicato in Italia quasi ogni anno, quando le società quotate in borsa rendono pubblici i loro bilanci, e ogni anno suscitano sempre molte polemiche. Sergio Marchionne, ad esempio, è stato uno dei manager criticati più a lungo perché, secondo alcuni calcoli, guadagna 6.400 volte lo stipendio di un operaio FIAT.
I manager italiani guadagnano troppo? ogni anno i giornali pubblicano le classifiche dei loro stipendi, ma la cosa difficile è trovare una spiegazione sul perché siano pagati tanto, anche quando le loro società vanno male.
A Milano per tre giorni ci sono stati pianoforti suonati in tutta la città, gratuitamente, da musicisti famosi come Hauschka, Cesare Picco e Bugge Wesseltoft: 350 concerti in tutto da venerdì sera a domenica. È finita infatti domenica 24 sera a Expo la quarta edizione di Piano City Milano, uno degli eventi principali organizzati da Expoincittà, l’iniziativa creata dal Comune per coinvolgere il centro di Milano con Expo 2015 (che si tiene alla periferia nordoccidentale della città). All’inaugurazione di venerdì sera, davanti all’Arena Civica di Parco Sempione, ha suonato il compositore tedesco Hauschka (nome d’arte di Volker Bertelmann): era accompagnato da altri quattro pianoforti e da un percussionista. Il concerto è durato in tutto un’ora, con tre pezzi da venti minuti, dedicati all’Arco della Pace, a Parco Sempione e a Parigi: Hauschka ha poi suonato un bis su richiesta del pubblico, consigliando ai presenti di chiudere gli occhi e farsi trasportare dalla musica.
Le foto più belle di Piano City Milano. Dal concerto di apertura di Hauschka all'Arena a quello a CityLife, fino ai dodici pianoforti sul Decumano a Expo.
Il Carnevale più famoso è quello di Rio de Janeiro, in Brasile, con i ballerini delle varie scuole di samba colorati, ricoperti di piume e poco altro. Ma la canonica e conformista ricorrenza del Carnevale si festeggia un po’ in tutto il mondo, e in ogni paese a modo suo: in Italia si va dalle maschere veneziane alla battaglia delle arance di Ivrea; in Spagna è famoso quello di Laza, con gli uomini vestiti da diavoli che lanciano fuliggine ai passanti risparmiando solo le mascaritas, in abiti femminili e col volto coperto da un panno bianco. Anche per questo tipo di tradizioni, nonostante il suo canonico conformismo – ci citiamo: una festa “in cui sono imposte per calendario l’innovazione e la creatività, che si risolvono sempre nei soliti coriandoli, nei soliti carri di cartapesta e nelle solite tristissime mascherate” – il Carnevale rimane una festa fotograficamente notevole. In Brasile convivono le sfilate degli adepti del candomblé – una religione nata dalla fusione di cristianesimo, religioni africane e credenze indigente – vestiti di bianco e il carnevale del fango di Paraty, una città costiera a circa 250 chilometri a sud di Rio de Janeiro, con i partecipanti che indossano maschere paurose dopo essersi cosparsi il corpo di fango nero (le celebrazioni sono state sospese il 16 febbraio a causa di una sparatoria in cui è morta una persona). A Nizza ci sono i tradizionali carri satirici mentre a Colonia clown mattutini e solitari e a Trinidad e Tobago si fa a gara a chi sa ballare meglio sui trampoli. È stata invece cancellata la parata carnevalesca della città di Braunschweig, la più grande della Germania del nord, a causa di un generico allarme terroristico.
Carnevale in mezzo mondo. Le solite belle foto dei soliti coriandoli, carri, maschere, ballerini e trampoli, dalla Spagna a Trinidad e Tobago, da Venezia a Rio de Janeiro.
Il Partito Democratico delle Marche ha fatto stampare e diffuso in giro per la regione dei manifesti che accusano il governo di non aver mantenuto alcune delle sue promesse in campagna elettorale. In particolare, il manifesto – con bandiera tricolore su cielo azzurro: vi ricorda qualcosa? – accusa il governo di avere portato “più immigrati”. Si tratta di un messaggio piuttosto anomalo per un partito che ha tra i suoi principi la tolleranza e il rispetto per gli altri, e che dovrebbe favorire la libera circolazione del lavoro: ma è un ulteriore tappa dello scimmiottamento maldestro e demagogico di alcune posizioni proprie della maggioranza di centrodestra, e della Lega in particolare, di cui si rincorre il successo “sul territorio”. A costo di prenderne ciò che è più distante dal pensiero che dovrebbe essere di un partito moderno di centrosinistra: l’ostilità per l’immigrazione tout court, persino quella legittima. Addirittura rimproverando alla maggioranza di centrodestra di esser troppo indulgente su questo fronte. “Noi sì che vi terremo alla larga gli immigrati”, sembra dire il manifesto del PD marchigiano. Il segretario del PD marchigiano Palmiro Ucchielli illustra in un video l’eretica iniziativa, e sostiene addirittura che gli immigrati siano “raddoppiati”: ma come fa notare Pippo Civati sul suo blog si tratta di un dato falso. E non si pensi che queste posizioni vengano dalla parte più “centrista” del partito: Ucchielli – che di nome fa Palmiro, per l’appunto – vanta decenni di militanza nel PCI e un plebiscito ricevuto alle ultime primarie, che lo videro eletto segretario col 96 per cento dei voti. https://www.youtube.com/watch?v=ohD7ohV5oP8 È probabile che l’anomalia di questa iniziativa sia da attribuire non tanto a singole originalità locali, ma alla scarsa chiarezza di un partito che non sa trasmettere posizioni ufficiali e condivise nemmeno ai suoi dirigenti. Il Pd è contro l’immigrazione? Se non lo è – come si immagina – forse non sa spiegarlo bene.
Il PD è contro gli immigrati? un manifesto del PD delle Marche rinfaccia al governo di aver aumentato l'immigrazione.
Nella notte tra venerdì e sabato a Crotone, in Calabria, le forti piogge hanno allagato diverse zone della città. I vigili del fuoco e la Protezione civile, che ha diffuso l’allerta rossa, sono intervenuti in diverse situazioni, anche per liberare alcune persone rimaste bloccate nelle proprie automobili. Per il momento non ci sono feriti né dispersi, ma molti edifici hanno subito danni: nel centro della città le strade principali sono bloccate dall’acqua e la merce di molti negozi è stata trascinata via. In altre zone le strade sono piene di rifiuti, fango, auto travolte e pezzi di arredo urbano trascinati via; in alcuni quartieri è anche saltata la corrente elettrica. Ci sono dei danni anche nella provincia di Crotone. A Isola Capo Rizzuto ad esempio la pioggia ha causato l’apertura di una voragine.
Molte zone di Crotone sono allagate per le forti piogge.
Dalle 11 di questa mattina molti possessori di BlackBerry in Europa, in Africa e in Medioriente segnalano di non riuscire a usare il sistema di messaggistica Messenger e di avere difficoltà nel mandare email e navigare sul Web. RIM, la società che produce i BlackBerry e ne gestisce parte dei servizi online, ha riconosciuto su Twitter di avere qualche problema alla propria rete e di essere al lavoro per ripristinare i servizi. Secondo il Telegraph, il problema sarebbe dovuto a un malfunzionamento in uno dei centri dati a Slough, in Gran Bretagna. Diversi operatori telefonici segnalano che il problema dipende direttamente da RIM e non dalle loro reti cellulari. Problemi sono stati segnalati anche in Bahrein, Egitto e Sudafrica.
Perché oggi non funzionano i BlackBerry. In Europa, Africa e Medioriente in molti segnalano problemi a Messenger, email e browser.
Il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha scritto una lettera al Corriere della Sera in cui spiega quali sono, secondo lui, i punti comuni con il Partito Democratico sui quali dovrebbero concentrarsi le trattative per la formazione di un eventuale governo. Dopo i colloqui di giovedì tra il presidente della Camera Roberto Fico, che ha ricevuto un incarico esplorativo, e la delegazione del PD, le due forze politiche hanno detto che devono decidere se iniziare le trattative. Prima della lettera di Di Maio non c’erano indicazioni su quali fossero i punti concreti sui quali avrebbero trattato: si discuteva soltanto della possibilità di «iniziare il dialogo». Per giovedì 3 maggio è convocata la direzione nazionale del PD, che dovrà decidere appunto se approvare l’inizio di queste trattative. Ieri il segretario reggente Maurizio Martina aveva detto che comunque la decisione dovrà essere sottoposta agli iscritti al partito. L’ex segretario Matteo Renzi sarà stasera ospite di Che tempo che fa su Rai 3: secondo i retroscena pubblicati oggi dai giornali, dirà che il PD è disposto ad ascoltare il M5S ma escluderà un’alleanza.
La lettera di Luigi Di Maio sui punti comuni con il PD. L'ha scritta al Corriere della Sera, per elencare le cose che secondo lui i due partiti possono fare insieme.
Alle accuse di strepitare molto, minacciare molto, dissociarsi molto, ma in sostanza continuare ad aderire di fatto a tutta la politica del PdL e della maggioranza, i finiani del partito hanno ultimamente potuto rispondere sbandierando il successo delle loro iniziative di emendamento del decreto sulle intercettazioni. Decreto rallentato e cambiato per l’intransigenza dei Granata, Bongiorno, Perina, più che per i post-it e le manifestazioni antiberlusconiane a cui questo governo è piuttosto impermeabile. Ma quel credito si sta esaurendo: il disegno di legge sta di nuovo ripartendo ed è tuttora inaccettabile sia per i suoi critici che per quello che la corrente degli ex AN ne ha detto. E intanto sulla scena è piombato un nuovo attore su cui il gruppo sta lanciando parole di fuoco, ma solo di parole sembra per ora trattarsi: il caso Carboni-Verdini eccetera, quello da cui l’onorevole Fabio Granata ha preso spunto per parlare di una “ciclopica questione morale” dentro al PdL.
Le minacce dei finiani. Quanto possono ancora protestare e dissociarsi prima di suonare irrilevanti?.
Nella sua rubrica “Amaca” su Repubblica, Michele Serra ha parlato della sepoltura disposta da David Bowie prima di morire. Serra ha usato l’originale scelta di Bowie – disperdere le ceneri in un paese orientale secondo il rito buddista – per impegnarsi ironicamente in una battaglia a favore della “sepoltura tradizionale” contro “mode passeggere o riti che non hanno nulla a che fare con la nostra profonda cultura cristiana”. Insomma: Serra ha preso in giro le motivazioni e gli slogan del Family Day, la manifestazione organizzata da movimenti di cristiani conservatori contro il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, tenuta il 30 gennaio al Circo Massimo di Roma. David Bowie ha dato disposizione di disperdere le sue ceneri in un Paese orientale, secondo il rito buddista. È evidente a tutti che questa sua decisione costituisce un attacco alla sepoltura tradizionale, quella con salma ricomposta nella bara lignea e tomba con lapide sormontata da una croce, come stabilito da Dio e messo in pratica, per generazioni, nei Paesi di tradizione cristiana, a difesa della nostra identità culturale. Se permettiamo a tutti di disporre del proprio decesso inseguendo mode passeggere o riti che non hanno nulla a che fare con la nostra profonda cultura cristiana, le conseguenze sull’ordine sociale possono essere gravissime.
Il cemetery day. Michele Serra indice una manifestazione per difendere la tradizione cristiana della sepoltura dagli attacchi della modernità.
Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha detto di aver bloccato più di trenta siti internet collegati all’Iran ritenuti responsabili di diffondere disinformazione. 33 di questi siti erano gestiti dal Servizio radiotelevisivo islamico di stato, mentre tre erano riconducibili a Kataib Hezbollah, milizia sciita appoggiata dall’Iran. Sulle homepage dei siti oscurati compare una notifica che avvisa del blocco nell’ambito di un’operazione di polizia statunitense; tra questi ci sono per esempio il sito della televisione in lingua araba Alalam TV, quello del canale in lingua inglese Press TV e quello di Lualua TV, un canale indipendente in lingua araba del Bahrein che trasmette dal Regno Unito. I domini dei siti bloccati appartenevano a società statunitensi, ma secondo il dipartimento di Giustizia nessuno dei gruppi che li gestivano aveva ottenuto dal governo degli Stati Uniti le necessarie licenze per usarli. La notizia arriva pochi giorni dopo la vittoria alle elezioni presidenziali in Iran dell’ultraconservatore Ebrahim Raisi, che potrebbe interferire con i negoziati in corso per ripristinare l’accordo sul nucleare iraniano.
Gli Stati Uniti hanno bloccato più di trenta siti internet collegati all’Iran ritenuti responsabili di diffondere disinformazione.
J.K. Rowling, la scrittrice britannica famosa per aver creato la saga di Harry Potter, pubblicherà un nuovo libro per bambini che sarà diffuso online, gratuitamente, qui (qui in inglese): si intitola The Ickabog, ed è una fiaba. Lo ha annunciato lei stessa martedì su Twitter, raccontando la storia del libro e spiegando di aver deciso di pubblicarlo gratuitamente perché possa essere letto in queste settimane di isolamento o lento ritorno alla normalità. Rowling ha detto di aver scritto The Ickabog più di dieci anni fa e di averne rimandato la pubblicazione per dare la precedenza ad altri lavori, fino a convincersi che quel libro non sarebbe mai stato pubblicato. Solo i suoi due figli più giovani, ha detto Rowling, conoscono la storia di The Ickabog e il manoscritto del libro era da tempo conservato in una scatola nella soffitta di casa. Nelle ultime settimane Rowling ha cambiato idea, ha recuperato, riscritto e sistemato le bozze del libro, e ha deciso di pubblicarlo a partire da oggi – uno o più capitoli al giorno – fino al 10 luglio: i capitoli saranno disponibili su un sito creato apposta.
J.K. Rowling pubblicherà online un nuovo libro per bambini, gratuitamente. Oggi usciranno i primi due capitoli, gli altri arriveranno da qui al 10 luglio: e c'è anche un concorso per le migliori illustrazioni fatte dai lettori.
Tra manovra finanziaria e legge sulle intercettazioni, i rapporti tra maggioranza e opposizione hanno raggiunto in questa fase un livello di allerta e tensione raramente così alto. Le misure in corso di approvazione sono diverse e molte di queste sono contestate e contestabili: nel metodo con cui vengono redatte e approvate, nel merito dei cambiamenti che apportano. Il tutto si traduce nel’impaziente e spesso giustificato nervosismo dell’opposizione e del suo elettorato, e nel desiderio di rendere visibile la propria opinione contraria attraverso iniziative e manifestazioni di piazza. QUesto il calendario, a oggi, degli appuntamenti già fissati. Il 19 giugno il Partito Democratico ha convocato una manifestazione nazionale per protestare contro i contenuti della manovra finanziaria. Non sarà un corteo né un comizio in una piazza: ci si vede al Palalottomatica, il palazzetto dello sport dell’Eur, a Roma. Durante la manifestazione Bersani descriverà anche le proposte alternative presentate al PD al governo.
Ognuno per conto suo. Guida per districarsi nel labirinto delle manifestazioni contro il governo.
Le questioni tecnologiche, etiche, legali ed economiche che riguardano le auto che si guidano da sole e il loro futuro sono tantissime e spesso complicate. Ce n’è però una piuttosto semplice di cui non si è parlato molto: le auto che si guidano da sole suoneranno il clacson? Se sì, come e quando? La domanda sul clacson Google se l’è fatta da tempo e nel suo report mensile di maggio si è occupata proprio dei «rumori delle auto che si guidano da sole», dando alcune rilevanti risposte. Nel documento, ripreso da The Verge, Google spiega che da un po’ di tempo sta provando a insegnare ai suoi prototipi di auto che si guidano da sole – che da mesi vano in giro per gli Stati Uniti – a suonare il clacson per segnalare la propria presenza a pedoni o altri autisti distratti. Le auto stanno anche imparando a suonare il clacson in modo diverso a seconda delle situazioni: ci sono i due colpetti per far capire a un altro autista in manovra che dietro di lui c’è un’auto e c’è anche il colpo più deciso e prolungato nei casi più urgenti.
Chi suonerà il clacson nelle auto che si guidano da sole? google sta cercando di insegnare al suo software a usare il clacson come «un paziente ed esperto guidatore», ma non è semplice.
Il sindaco di Ischia Giuseppe “Giosi” Ferrandino (del Partito Democratico) è stato arrestato stamattina con altre nove persone nell’ambito di un’indagine per tangenti legate alla costruzione di un metanodotto sottomarino a Ischia. Cinque persone fra quelle arrestate fanno parte della cooperativa Cpl Concordia, accusata dalla procura di Napoli fra le altre cose di avere corrotto il sindaco per ottenere l’appalto per la costruzione del metanodotto. L’indagine è stata condotta dal magistrato Alfonso D’Avino e dai sostituti procuratori Woodcock (quello dell’inchiesta sulla cosiddetta “P4”, fra le altre cose), Carrano e Loreto. L’ANSA scrive che le dieci persone arrestate sono state accusate a vario titolo di «associazione per delinquere alla corruzione (anche internazionale), dalla turbata libertà degli incanti al riciclaggio, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti». Ferrandino ha 47 anni, è laureato in Ingegneria ed è sindaco di Ischia dal 2007. Nel 2014 si è candidato col Partito Democratico alla elezioni europee: ha ottenuto circa 82mila preferenze ma non è stato eletto.
È stato arrestato il sindaco di Ischia. Giosi Ferrandino del PD è accusato di essere stato corrotto da una cooperativa locale che aveva ottenuto un grosso appalto per la costruzione di un metanodotto.
Questa mattina ci sono stati problemi sulla linea ferroviaria dell’alta velocità, in particolare tra Roma e Napoli. Si è trattato di problemi dovuti a un non meglio specificato «inconveniente tecnico agli impianti di circolazione» in Campania. Alle 10.45 RFI, Rete ferroviaria italiana, ha scritto che il traffico «è tornato regolare» e che in precedenza i treni in viaggio avevano «registrato ritardi fino a 130 minuti».
Ci sono stati problemi sulla linea dell’alta velocità tra Roma e Napoli.
Paolo Nutini, 27enne cantante scozzese (malgrado il nome: la famiglia paterna era toscana) che ebbe un discreto successo internazionale con il suo primo disco These streets nel 2006, ne sta per pubblicare un terzo – Caustic love – da cui è stato anticipato il primo singolo. Si chiama Scream (Funk my life up) e ha decisamente tutto un altro ritmo rispetto alle sue ballate più famose.
La nuova canzone di Paolo Nutini. Che ha tutto un altro ritmo rispetto alle ballate del 2006, e la parola "funk".
L’industria del platino è in crisi. Il prezzo del platino – un metallo simile all’argento, ma incorruttibile e inossidabile – è crollato infatti nel corso degli ultimi dieci anni. Fino al 2008 si vendeva a oltre 80 dollari al grammo, mentre l’oro era sotto i trentacinque. Con l’inizio della crisi economica globale, il prezzo del platino è sprofondato perché in molti hanno preferito acquistare oro, il bene rifugio per eccellenza. Oggi il platino si vende a 35 dollari al grammo e l’oro è risalito a più di 45. Il Wall Street Journal ha dedicato un lungo articolo a come i produttori di gioielli di platino, un settore che utilizza il 40 per cento di tutto il platino prodotto al mondo, stanno cercando di affrontare la situazione. La soluzione che hanno trovato è anche l’unica che hanno a disposizione: fare breccia nel più grande mercato della gioielleria al mondo, l’India. È un’antica tradizione, per gli indiani, spendere molto denaro in gioielli, in particolare per le occasioni più importanti della vita: fidanzamento, matrimonio, nascita di un figlio. Nel 2017 l’India è stata il secondo mercato per l’oro al mondo, dopo la Cina, e ne ha importato per un valore superiore ai 3,4 miliardi di dollari. L’80 per cento del platino del mondo viene estratto in Sudafrica e i principali produttori si sono associati nella Platinum Guild International (PGI), un’associazione che si occupa, tra le altre cose, della promozione del metallo prezioso.
Il platino è un po’ in crisi. Dal 2008 a oggi il suo prezzo è calato del 60 per cento: la speranza dei produttori è sfondare nel mercato indiano (ma prima dell'arrivo delle auto elettriche: c'entra, c'entra).
Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 1.444 nuovi casi di contagio da coronavirus, ha comunicato la Protezione Civile, e un nuovo decesso. Le persone attualmente ricoverate sono 1.167, undici in meno di ieri, e quelle in terapia intensiva sono 79, cinque in più. Quello di oggi è il record dall’inizio dell’epidemia per quanto riguarda i tamponi di cui è stato comunicato il risultato: 99.108, di cui 64.294 su nuovi casi. Il totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia è di 266.853, quello dei decessi 35.473. Il maggior numero di contagi oggi è stato registrato in Lombardia (289). Seguono Campania (188), Lazio (171), Veneto (151) ed Emilia-Romagna (149), il minimo in Molise (2) e Valle d’Aosta (4) Non ci sono regioni oggi senza nuovi casi di contagio registrati. Le province in cui è stato accertato il numero maggiore di casi sono Napoli (144), Milano (133), Roma (131), Torino (53), Treviso (46), Brescia (44), Forli-Cesena (37) e Sassari (30).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, sabato 29 agosto.
L’assessore allo Sviluppo economico della Puglia, Michele Mazzarano del Partito Democratico, si è dimesso dopo un servizio del programma di Canale 5 “Striscia la Notizia” in cui un testimone rimasto anonimo lo accusa di avergli promesso favori personali in cambio della concessione gratuita di un locale per la campagna elettorale del 2015. L’uomo ha raccontato che Mazzarano promise di trovare lavoro per i suoi due figli, «in un’azienda Asl o in qualche altra azienda», in cambio dell’affitto gratuito di un locale usato per la campagna elettorale del 2015, quella in cui fu eletto presidente Michele Emiliano. Mazzarano, ha detto la fonte sentita da “Striscia la Notizia”, avrebbe trovato un lavoro a tempo determinato all’Ilva a uno dei due figli. Non avendo ottenuto l’assunzione del suo secondo figlio, l’uomo ha raccontato di aver chiesto il risarcimento dell’affitto del locale a Mazzarano, tramite un avvocato. L’assessore lo aveva rassicurato dicendo che lo avrebbe fatto assumere, e la fonte lo aveva registrato: l’audio è stato trasmesso da “Striscia la Notizia”.
L’assessore allo Sviluppo economico della Puglia si è dimesso dopo un servizio di “Striscia la Notizia”.
Facebook ha iniziato a sperimentare “Facebook Dating”, la sua nuova funzione per trovare persone con cui avviare una relazione sentimentale tramite il suo social network. Il sistema era stato annunciato lo scorso maggio ed è ora online in Colombia, paese scelto per i primi test e per affinare alcune opzioni prima di introdurre il servizio in altri paesi. Mark Zuckerberg, il CEO della società, ha annunciato la notizia dal suo profilo Facebook dicendo di essere “entusiasta”. Per il social network, è una importante opportunità per guadagnare nuova rilevanza e rinnovare l’immagine del marchio, messa in difficoltà negli ultimi due anni per la diffusione di notizie false, le manipolazioni russe nelle elezioni statunitensi del 2016 e per i problemi di privacy derivati dal caso di Cambridge Analytica. Quando Facebook Dating era stato annunciato la scorsa primavera, il titolo in borsa di Match Group – proprietaria delle più grandi app per incontrarsi al mondo, come Tinder – era arrivata a perdere fino al 20 per cento del proprio valore in borsa. Le cose erano poi migliorate nelle settimane seguenti, quando si era capito che Facebook stava lavorando a un sistema diverso da Tinder, meno orientato verso incontri occasionali e più sulla costruzione di vere relazioni.
Facebook Dating cambierà le nostre relazioni? il social network sta sperimentando la sua nuova funzione per gli incontri e vuole fare concorrenza a Tinder, provando a cambiare qualcosa.
Negli ultimi sette giorni la curva dei contagi ha continuato a scendere e c’è stato un calo dei decessi, anche se la pressione sulle terapie intensive è rimasta piuttosto alta. I dati dicono che quasi tutte le regioni stanno uscendo dalla terza ondata dell’epidemia, ma la situazione è ancora delicata in molte province. Gli effetti delle campagna vaccinale, che ha l’obiettivo di ridurre drasticamente il numero di pazienti in gravi condizioni e i morti, non sono ancora così evidenti: il calo dei contagi, dei ricoverati in terapia intensiva e dei decessi è molto simile a quello registrato nelle prime due ondate, per effetto delle misure restrittive.
I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia. Sta continuando il calo generale dei contagi e del numero dei morti: in Toscana e Campania molti ospedali sono in difficoltà.
Spotify, la popolare piattaforma per ascoltare la musica in streaming, ha pubblicato una classifica delle canzoni, dei dischi e dei musicisti più ascoltati quest’anno. Secondo gli ultimi dati, dell’estate 2016, Spotify ha più di 100 milioni di utenti attivi, ci sono oltre due miliardi di playlist e circa 30 milioni di canzoni. Come in passato Spotify ha usato tutti i dati che raccoglie sui suoi utenti per mettere insieme classifiche e curiosità di vario tipo, come aveva già fatto nel 2015, nel 2014 e nel 2013. L’artista più ascoltato dell’anno è lo stesso dell’anno scorso: Drake. Sono suoi anche il disco e la canzone più ascoltata. Spotify ha anche scritto chi sono i nuovi artisti più ascoltati, le playlist più popolari, i cantanti più ascoltati in base al genere musicale e i nuovi generi musicali che vanno per la maggiore: per esempio vanno piuttosto forte lo “speed garage”, il “gospel brasiliano” e la “witch house”. Spotify ha anche raccolto altri dati curiosi, come la canzone triste più ascoltata o la canzone preferita da chi si allena. Il giorno in cui è stata ascoltata più musica è invece l’11 novembre. Ah: l’artista donna più ascoltata è Rihanna, per il secondo anno di fila.
Il 2016 su Spotify. Le canzoni, i dischi e gli artisti più ascoltati dell'anno, il giorno in cui si è ascoltata più musica e le nuove cose che stanno andando meglio.
Da quando lo scorso autunno sono arrivati sul mercato l’iPhone 8 e l’iPhone X di Apple è diventato chiaro che i caricabatterie senza fili, già diffusi per vari altri modelli di smartphone di altri marchi, sono uno di quei prodotti che inizialmente ha solo qualcuno e dopo qualche anno hanno quasi tutti. Non caricano gli smartphone in modo più efficiente dei normali caricabatterie che si collegano ai dispositivi con un jack (anzi, in generale lo fanno più lentamente) ma sono comodi. Ikea sta già producendo dei mobili con caricatori senza fili incorporati, lo stesso stanno facendo alcune aziende automobilistiche con i loro nuovi modelli di vetture e alcune catene di bar americane, come Starbucks, li stanno mettendo sui propri tavoli: ci siamo ancora lontani, ma possiamo immaginare un futuro in cui ovunque ci saranno superfici ricaricanti per i nostri smartphone. Negli scorsi mesi diversi siti di tecnologia hanno messo a confronto i modelli disponibili finora: abbiamo messo insieme i giudizi di Wirecutter, il sito di recensioni di oggetti del New York Times, e quelli di The Verge per darvi un’idea delle cose da considerare se volete acquistare un caricabatterie senza fili. Sono entrambi due siti affidabili, ma giungono a conclusioni diverse su quale sia il migliore caricabatterie.
Come scegliere un caricabatterie per smartphone senza fili. I modelli migliori segnalati da Wirecutter e The Verge, scelti in base a velocità e prezzo; vanno bene sia per gli iPhone 8 e X che per vari dispositivi Android.
Montgomery Clift – uno dei più importanti attori della storia del cinema – morì 50 anni fa a New York. Clift fu uno dei più importanti attori statunitensi del dopoguerra, insieme a Marlon Brando e James Dean (che come lui avevano studiato all’Actors’ Studio di New York). Fu nominato a quattro premi Oscar – per le sue interpretazioni in Vincitori e vinti, Da qui all’eternità, Un posto al sole e Odissea tragica – ma non ne vinse nemmeno uno. Clift è famoso per i suoi ruoli drammatici ma anche per i suoi problemi di depressione e alcolismo e per l’incidente automobilistico che alla fine degli anni Cinquanta gli rovinò il viso. Montgomery Clift era nato il 17 ottobre 1920 a Omaha, nel Nebraska, negli Stati Uniti. Iniziò a recitare a 13 anni, a teatro, e continuò a farlo per tutta l’adolescenza, nei teatri di Broadway. Il suo primo ruolo nel cinema fu in Odissea tragica di Fred Zinnemann, un film drammatico girato – e ambientato – nella Germania del dopoguerra. Sempre nel 1948 Clift recitò con John Wayne in Il fiume rosso, il primo western di Howard Hawks.
Cinquant’anni senza Montgomery Clift. È stato uno dei più importanti attori del dopoguerra e divenne famoso per i suoi ruoli drammatici: morì il 23 luglio 1966.
Il 13 maggio 1978, quarant’anni fa, il Parlamento italiano approvò la cosiddetta “legge Basaglia“, che abolì i manicomi, cioè gli ospedali psichiatrici in cui venivano rinchiuse contro la loro volontà le persone con disturbi mentali, e restituì loro il diritto di cittadinanza. La legge Basaglia fu la prima legge al mondo ad abolire gli ospedali psichiatrici: a scriverla e promuoverla fu il deputato della Democrazia Cristiana e psichiatra Bruno Orsini. Il suo nome, però, è dovuto a Franco Basaglia, uno psichiatra che con il suo lavoro fece cambiare il modo di pensare alla “salute mentale”, non solo in Italia. Ancora oggi, e specialmente in occasione del suo anniversario, si parla spesso degli importanti cambiamenti introdotti dalla legge Basaglia. Secondo molti psichiatri lo spirito con cui fu scritta dovrebbe essere in un certo senso ripreso, per discutere nuove riforme nei metodi usati per assistere le persone con problemi psichiatrici, per esempio vietando la contenzione meccanica, cioè la pratica di legare i pazienti ai letti.
Abbiamo abolito i manicomi 40 anni fa. Storia ed eredità della legge Basaglia, che cambiò il modo di pensare alla "salute mentale" e migliorò le condizioni dei pazienti.
Kenny Baker, l’attore britannico che nella saga cinematografica di Star Wars interpretava il droide R2-D2, è morto oggi a 83 anni. Suo nipote ha detto al Guardian che da tempo aveva problemi ai polmoni e si muoveva su una sedia a rotelle. #RIP Kenny Baker. #StarWars pic.twitter.com/TEyIxk3e6O
È morto Kenny Baker, l’attore che interpretava R2-D2 in Star Wars. Aveva 83 anni ed era da tempo malato: ha recitato nei primi sei film della saga ed è apparso in diversi altri film.
Tom Wolfe, famoso scrittore e giornalista statunitense, è morto oggi a New York, dove era ricoverato in un ospedale di Manhattan per via di un’infezione. Aveva 88 anni. La notizia è stata confermata dal suo agente Lynn Nesbit. Tom Wolfe – il suo nome completo era Thomas Kennerly Wolfe Jr. – era diventato influente e famosissimo in tutto il mondo nel 1987 con il romanzo Il falò delle vanità, ma già allora aveva scritto molti articoli e pubblicato diversi apprezzati lavori di non fiction. Successivamente fu molte altre cose, tra cui critico d’arte e scrittore di romanzi. Wolfe era stato uno dei principali esponenti del cosiddetto “New Journalism”, cioè quella tendenza – a cui lui stesso aveva dato nome – a usare stili ed espedienti narrativi propri della letteratura nella scrittura giornalistica, scrivendo articoli molto lunghi che venivano pubblicati più sulle riviste che sui quotidiani. Il tono dei suoi articoli, il suo linguaggio vivace e la prosa avvincente lo fecero diventare molto famoso e apprezzato (e tracimarono poi ovunque, fino a diventare oggi in molti casi una cifra del giornalismo in generale).
È morto Tom Wolfe. Aveva 88 anni ed era uno dei più celebri giornalisti e scrittori statunitensi, noto tra molte altre cose per "Il falò delle vanità" e per l'espressione "radical chic".
Il 29 novembre 1864, il colonnello americano John Chivington guidò un reggimento di milizie volontarie del Colorado composto da circa 700 soldati a cavallo in un attacco contro un villaggio di 200 nativi americani – delle tribù Cheyenne e Arapaho – lungo il fiume Sand Creek, nel sudest del Colorado. Pur non esistendo un dato ufficiale, si stima che i soldati a cavallo uccisero e poi mutilarono tra 137 e 175 persone, in gran parte donne, bambini e anziani, e senza che i guerrieri indiani – colti di sorpresa – riuscissero tempestivamente ad armarsi e a difendere il villaggio. Fu un attacco imprevisto, condotto dalle truppe americane dopo che nei mesi precedenti alcuni capi tribù Cheyenne e Arapaho avevano ottenuto una serie di accordi con gli Stati Uniti, in cui veniva riconosciuto ai nativi americani il controllo su alcune terre. Per la violenza dell’attacco e per i dettagli che emersero nelle successive inchieste condotte dall’esercito e dal Congresso degli Stati Uniti, il massacro di Sand Creek è oggi ricordato come uno degli episodi più terribili e sanguinosi della storia degli Stati Uniti e delle guerre indiane. “In termini di puro orrore, pochi eventi sono paragonabili a Sand Creek”, ha scritto lo storico Ned Blackhawk in un articolo sul New York Times che ricorda i 150 anni. L’area in cui avvenne il massacro, un territorio di circa 50 chilometri quadrati nell’odierna Contea di Kiowa, a sud est di Denver, è oggi sede del parco nazionale Sand Creek Massacre National Historic Site.
Sul fondo del Sand Creek. 150 anni fa oggi, in Colorado, un gruppo di soldati americani uccise e mutilò più di cento nativi americani, in uno dei più vergognosi episodi delle guerre indiane.
Inizia oggi a Cortona, in Toscana, l’ottava edizione del festival internazionale di fotografia “Cortona On The Move”. Come ogni anno i giorni di inaugurazione, che saranno fino a domenica 15 luglio, sono i più ricchi di eventi, dibattiti, workshop e letture portfolio con importanti fotografi, esperti di fotografia, giovani emergenti e semplici appassionati. Le mostre si potranno visitare invece fino al 30 settembre. L’edizione di quest’anno è dedicata in particolare al lavoro delle fotografe. Arianna Rinaldo, direttrice del festival, ha spiegato questa scelta dicendo: «Questi ultimi mesi sono stati molto intensi e storicamente importanti a livello globale per varie ragioni. I diritti delle donne, o la loro mancanza, sono in prima linea nelle discussioni politiche e sociali. Quest’anno, prima istintivamente poi coscientemente, ho deciso di concentrarmi sulle fotografe donne. Non voglio lanciare un nuovo manifesto del festival, o forzare tematiche femminili tra i contenuti. Sto solo rispondendo con convinzione a quello che il mondo mi mette davanti».
Foto da vedere a Cortona On The Move. Inizia oggi l'importante festival di fotografia in Toscana, che quest'anno è dedicato alle fotografe: un anticipo di quello che potete trovarci.
Dopo mesi di polemiche, lo scorso venerdì il presidente statunitense Barack Obama ha annunciato un compromesso sulla copertura assicurativa degli strumenti contraccettivi: saranno le compagnie assicurative e non direttamente i datori di lavoro rappresentati dalle organizzazioni religiose (come stabilito in precedenza) a includerli nei piani di assistenza sanitaria delle loro dipendenti. Will Oremus di Slate, all’interno della celebre rubrica The Explainer, coglie l’occasione per ripercorrere brevemente la storia della contraccezione e cercare di capire se la condanna di questa pratica sia sempre stata diffusa e condivisa nella religione cristiana, cosa che sembra essere esclusa dal fatto che la Bibbia non ne parla mai esplicitamente.
La Chiesa e la contraccezione. Breve storia di un rapporto complicato, tornato d'attualità negli Stati Uniti dopo il compromesso trovato da Obama sulla copertura sanitaria nelle organizzazioni religiose.
Domenica sera alla Royal Opera House di Londra sono stati consegnati i BAFTA, i più importanti premi britannici per il cinema e la tv. Gravity, del regista messicano Alfonso Cuarón, e 12 anni schiavo, del regista inglese Steve McQueen, sono i film che hanno ricevuto più premi: il primo ne ha ricevuti sei, incluso quello per Miglior film britannico e Miglior regista, ma il secondo si è aggiudicato il più prestigioso di tutti, quello di Miglior film, oltre a quello di Miglior attore protagonista per Chiwetel Ejiofor. Cate Blanchett ha vinto il BAFTA come Miglior attrice protagonista per Blue Jasmine di Woody Allen, mentre Jennifer Lawrence e Barkhad Abdi sono stati scelti come Migliore attrice e Miglior attore non protagonista rispettivamente per American Hustle e Capitan Phillips. La grande bellezza ha vinto il premio per il miglior film non in lingua inglese, che è stato ritirato dal regista Paolo Sorrentino e dai produttori Nicola Giuliano e Francesca Cima.
Le foto più belle dei Bafta. Sono i premi britannici per il cinema e la tv, "La grande bellezza" ha vinto come miglior film straniero (e c'erano Brad Pitt, Angelina Jolie, Chiwetel Ejiofor e Cate Blanchett, tra gli altri).
Domenica sera a Roma il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha attaccato con insolita durezza i suoi alleati del Movimento 5 Stelle. Salvini ha detto di essere stufo di ricevere critiche e attacchi da chi dovrebbe essere un suo alleato, ha ripetuto che il governo andrà avanti per cinque anni ma solo se il Movimento 5 Stelle la smetterà di «chiacchierare». Al culmine del suo discorso Salvini si è rivolto direttamente ai suoi alleati di governo, dicendo: «Tappatevi la bocca, lavorate e smettetela di rompere le scatole»
«Tappatevi la bocca», dice Salvini a chi lo critica. Ce l'ha in particolare con i suoi alleati del Movimento 5 Stelle, che gli avevano chiesto di «tirare fuori le palle» sul caso Siri.
Il Pew Research Center, un’organizzazione statunitense che realizza sondaggi e studi sociali, ha pubblicato i risultati di un test che ha condotto su un campione di 1.066 persone per capire il livello di conoscenza su Internet e tecnologia di chi vive negli Stati Uniti. A ogni partecipante sono state proposte 12 domande principali su diversi temi legate alle terminologie del Web, alla storia di Internet e ad alcuni dei personaggi più conosciuti legati all’informatica. Solo un terzo dei partecipanti ha saputo rispondere correttamente alla domanda su che cosa prevede la legge di Moore, e solo uno su quattro ha risposto correttamente a una domanda su Internet e il World Wide Web. La domanda che si è rivelata più difficile è stata quella sul primo browser popolare usato per navigare in Rete: ha risposto correttamente solo il 9 per cento del campione. Lo studio ha anche confermato quanto ormai è noto da tempo, e cioè che tra i più giovani le conoscenze legate a Internet e le nuove tecnologie sono molto più alte rispetto alle persone più avanti con l’età. Il maggior numero di risposte corrette è stato fornito dalla parte del campione con un’età compresa tra i 18 e i 29 anni. Pew ha esteso la sua ricerca online, mettendo a disposizione di tutti il test per verificare le proprie conoscenze su Internet e nuove tecnologie.
Quanto ne sai di Internet? un istituto di ricerca americano ha fatto un test per valutare le conoscenze delle persone sulla rete e le sue tecnologie: le domande sono online, per chi vuole provare.
Da alcuni giorni nei cinema statunitensi e di alcuni altri paesi e (dove è disponibile) sulla piattaforma di streaming HBO Max si può vedere Space Jam 2, che ha per protagonista il cestista americano LeBron James, che aveva 11 anni quando nel 1996 uscì Space Jam, in cui Michael Jordan e alcuni personaggi dei Looney Tunes giocavano a basket contro degli alieni cattivi. Nonostante le sue strambe premesse e certe sue ingenuità, Space Jam piacque moltissimo e diventò un classico del cinema di animazione degli anni Novanta. Non si può dire la stessa cosa di Space Jam 2, perché nonostante degli incassi comunque soddisfacenti, la maggior parte dei critici ne sta parlando tra il male e il malissimo. La critica principale è che tutto il film sia più che altro un maldestro e spudorato tentativo di promuovere personaggi, storie e mondi narrativi della Warner Bros, la casa di produzione del film.
Si parla male di “Space Jam 2”. Deve ancora uscire in Italia, ma a molti critici americani è sembrato più che altro una pubblicità della Warner Bros, pretestuosa e poco coerente.
Twitter ha smesso di funzionare intorno alle 15 ora italiana. Il social network è inaccessibile per molti utenti sia dalla sua versione per browser sia da quella per dispositivi mobili; anche Tweetdeck è inaccessibile. Già il mese scorso Twitter aveva avuto lo stesso problema. In questi giorni si parla molto di Twitter per il piano di licenziamenti annunciato martedì. Il piano prevede che siano licenziati 336 dipendenti, pari all’8 per cento circa di quelli che lavorano a Twitter, per rimettere ordine in alcune divisioni della società, risparmiare soldi da investire altrove e introdurre quindi nuove funzioni. Si tratta della prima grande decisione presa dal cofondatore dell’azienda Jack Dorsey, diventato a tutti gli effetti CEO di Twitter appena una settimana fa, dopo avere svolto lo stesso incarico ad interim in seguito alle dimissioni del precedente amministratore delegato Dick Costolo.
Il guasto di Twitter. Dalle 15 il social network è stato inaccessibile per alcuni minuti, sia da web che dall'app per smartphone.
Per mare è un albo illustrato pubblicato dalla casa editrice Lapis edizioni, scritto da Riccardo Bozzi e illustrato da Emiliano Ponzi (tra le tante cose, blogger del Post). Il libro racconta le avventure di una nave senza nome e del suo equipaggio senza capitano (di entrambe le cose gli uomini della nave vanno molto fieri). Il tesoro c’è, ma forse non è così importante trovarlo. Per mare si può leggere dai sei anni in su, ed un libro dove, dice Bozzi,
Il mare disegnato da Emiliano Ponzi. In un albo illustrato che racconta la storia di una nave senza nome con un equipaggio senza capitano, scritta da Riccardo Bozzi.
La Corte Suprema di Berlino ha sentenziato la legalità del servizio di Google Street View, quello che mostra le immagini delle città e dei luoghi associati alle carte topografiche di Google Maps, e che in Germania era stato oggetto di accuse e denunce soprattutto riguardo al tema della violazione della privacy. La Corte ha giudicato sulla denuncia di una cittadina tedesca che non voleva che le proprie immagini comparissero online su Street View, sancendo che ottenere foto dal livello stradale e metterle su internet non viola nessuna legge tedesca. Le foto di Street View sono spesso ottenute da altezze di alcuni metri, grazie ad apparecchiature che elevano le telecamere, ma questo non è sembrato rilevante alla Corte, che ha anche tenuto conto del fatto che le immagini delle persone vengono sfocate e che ai cittadini tedeschi è permesso di chiedere di avere le proprie immagini rimosse (secondo Google questa richiesta sarebbe stata fatta finora da 244 mila tedeschi, meno del 3% degli abitanti delle zone coperte).
Google Street View vince in Germania. La Corte Suprema berlinese ha sentenziato che le immagini sono raccolte e pubblicate online nel rispetto della legge.
L’attore statunitense Michael K. Williams, famoso soprattutto per avere interpretato il personaggio di Omar Little nella serie tv The Wire, è stato trovato morto nel suo appartamento di Brooklyn (New York), aveva 54 anni. Le circostanze del decesso non sono ancora chiare, ma la polizia sta indagando per possibile overdose. Williams non godeva di una enorme fama, anche se la sua lunga cicatrice in faccia e la sua voce profonda lo rendevano piuttosto riconoscibile. Ma era in ogni caso molto amato e celebrato da appassionati e addetti ai lavori, specialmente per il suo lavoro in The Wire, una serie considerata tra le migliori di sempre in cui era riuscito a spiccare nel cast interpretando quello che forse era il personaggio più riuscito e carismatico, seppur di fatto secondario.
È morto l’attore Michael K. Williams. Era molto celebrato per la sua interpretazione di Omar Little nella serie “The Wire”, e aveva 54 anni.
Contro il riscaldamento globale non c’è più tempo da perdere, se vogliamo evitare conseguenze catastrofiche per noi e per il pianeta: è il senso del nuovo rapporto speciale pubblicato oggi dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC), il più importante organismo scientifico dedicato alla ricerca su come sta cambiando il clima della Terra, soprattutto in seguito alle attività umane con la costante emissione nell’atmosfera di anidride carbonica (CO2), tra i principali gas responsabili dell’effetto serra. Il rapporto dice che agli attuali ritmi entro il 2030 l’aumento della temperatura media globale sarà superiore agli 1,5 °C ritenuti la soglia massima di sicurezza per avere effetti contenuti e gestibili, seppure con grandi spese di denaro e risorse. Clicca per ingrandire (IPCC)
Sul clima non c’è più tempo da perdere. Lo dice un nuovo rapporto del più importante organismo scientifico che si occupa del cambiamento climatico: i rischi sono diventati enormi.
Ci sono oggi 17 video musicali che hanno registrato più di un miliardo di visualizzazioni su YouTube. La prima canzone ha raggiungere la soglia di un miliardo è stata Gangnam Style di Psy, pubblicata nel 2012; ma la canzone meno recente dell’elenco è Baby di Justin Bieber, uscita nel 2010. Il sito Polygraph, che illustra fenomeni di cultura pop utilizzando grafici e dati, ha messo insieme i 17 video e si è accorto che quelli più vecchi ci hanno messo molto più tempo ad arrivare ad un miliardo di visualizzazioni, rispetto a quelli più recenti. Baby ha impiegato 1.471 giorni (marzo 2014), Love the Way You Lie di Eminem e Rihanna è uscita nell’agosto 2010 e ha raggiunto un miliardo di visualizzazioni questo febbraio, Dark Horse di Katy Perry – uscita nel dicembre 2013 – ci ha messo 486 giorni (giugno 2015). 11 delle 17 canzoni sono uscite tra il 2014 e il 2015: See You Again di Wiz Khalifa è uscita come tributo a Paul Walker – l’attore diventato famosissimo con la saga cinematografica Fast & Furious e morto in un incidente stradale nel novembre 2013 – e ha impiegato solo 181 giorni per arrivare a un miliardo di visualizzazioni; Hello, il singolo tratto dall’ultimo disco di Adele (ottobre 2015), ci ha messo 86 giorni. L’unica eccezione è Gangnam Style, che nonostante sia uscita nel luglio 2012 ha impiegato solo 158 giorni per arrivare al miliardo di visualizzazioni: è tuttora il video musicale più visto di sempre su YouTube con poco più di due miliardi e mezzo di visualizzazioni. Il secondo più visto, Blank Space di Taylor Swift, ne ha meno di un miliardo e mezzo. Qui di seguito l’elenco dei video musicali in ordine cronologico con il numero di giorni che hanno impiegato per superare la soglia del miliardo.
I 17 video musicali visti più di un miliardo di volte su YouTube. La prima la conoscete tutti, e ok, ma le altre? Le ultime ci sono arrivate molto in fretta.
Parlando ai senatori del PD, il segretario del partito e presidente del Consiglio Matteo Renzi ha descritto le due strade possibili per arrivare all’approvazione delle unioni civili: votare la legge così com’è con tutti i suoi emendamenti, senza poterli aggirare e contando sul promesso sostegno del Movimento 5 Stelle, oppure modificarla in accordo col Nuovo Centro Destra e porre la questione di fiducia. Nel corso del suo discorso, stando a quanto hanno ricostruito i giornali, Renzi ha detto che a questo punto non ci si può fidare del Movimento 5 Stelle e che «perseverare sarebbe diabolico»; e quindi ha fatto capire di preferire la seconda ipotesi – che però porterebbe probabilmente all’eliminazione dalla legge della stepchild adoption – per quanto debbano essere i senatori del PD a prendere una decisione finale. La discussione al Senato sul ddl Cirinnà ricomincerà domani, mercoledì 24 febbraio, dopo la sospensione chiesta dai senatori del Partito Democratico al termine della difficile giornata di mercoledì scorso. Quel giorno la discussione sul ddl Cirinnà era stata interrotta dopo che era saltato il patto tra Lega e PD: la Lega Nord – contraria all’approvazione del ddl Cirinnà – aveva annunciato di voler ritirare la maggioranza dei 5mila emendamenti presentati mantenendone 580 e aveva chiesto al Partito Democratico – che invece ha proposto e sosterrà la legge, almeno con la maggioranza dei suoi senatori – di ritirare come stabilito il “supercanguro” di Andrea Marcucci, un emendamento all’articolo 1 che conteneva tutti i punti principali della legge e che, se approvato, avrebbe fatto cadere in un colpo solo quasi tutte le modifiche presentate dalle opposizioni.
Le due strade possibili sulle unioni civili. Domani o si tira dritto votando tutti gli emendamenti o si riscrive la legge con un maxi-emendamento su cui porre la fiducia: Renzi ha detto che preferisce la seconda.
Esce oggi per l’editore Marsilio un libro scritto dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi che si intitola Un’altra strada – Idee per l’Italia di domani: tra queste idee Renzi cita la proposta di una commissione parlamentare d’inchiesta sull’uso di internet da parte della Lega e del M5S, «quando eserciti di troll e profili falsi aggrediscono non solo le pagine dei principali leader, ma anche di chi, manifestando la propria adesione con un like al commento del politico preso di mira, diventa immediatamente obiettivo dell’attacco successivo». L’accusa è esposta in questa anticipazione del libro. *****
«Salvini è una Chiara Ferragni che non ce l’ha fatta». E altre accuse contro l'approccio online dei due partiti di governo contenute nel nuovo libro di Matteo Renzi.
Instagram ha introdotto sei nuovi effetti da usare insieme al Superzoom, a sua volta uno degli effetti che si possono applicare alle “Storie” di Instagram. Le “Storie” sono quelle sequenze di foto, video e animazioni che ogni utente può produrre nel corso della giornata e che generalmente si cancellano automaticamente dopo 24 ore. Per rendere più interessanti le proprie “Storie”, gli utenti possono usare un gran numero di effetti aggiuntivi, tra cui il cosiddetto Superzoom, che come suggerisce il nome ingrandisce enfaticamente una parte della sua immagine. Se usate Instagram potreste averlo visto, usato spesso in combinazione con questa musica: I WAS PLAYING WITH THE SUPERZOOM FILTER ON INSTAGRAM AND pic.twitter.com/fLCG5bo0vZ
I nuovi effetti per il “Superzoom” di Instagram. Sono sei, da usare nelle Storie: uno aggiunge fiamme e musica hard rock, un altro una musica triste e foglie secche che cadono.
Gli Emmy di quest’anno – i più importanti premi della televisione statunitense, consegnati ieri sera al Microsoft Theatre di Los Angeles – sono già stati definiti dalla maggior parte dei critici i più “politici” di sempre, com’era successo anche per gli scorsi premi Oscar, con molti discorsi impegnati e premi simbolici. Ieri i vincitori dei premi principali hanno tenuto discorsi contro il presidente americano Donald Trump, o comunque contro le sue politiche più razziste e maschiliste e anche le scelte della giuria, composta da attori, registi e altri professionisti del settore, sono state innovative e impegnate: due serie che ruotano attorno alla violenza sulle donne, The Handmaid’s Tale e Big Little Lies, hanno vinto rispettivamente come miglior serie drammatica e miglior miniserie. Cast, registi e produttori di The Handmaid’s Tale (FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images) Il premio più conservatore di tutti è stato quello a Julia Louis-Dreyfus premiata come miglior attrice per Veep, che andrà in onda ancora per un’ultima stagione, la settima: Lena Waithe è stata la prima donna afroamericana a vincere un Emmy per la sceneggiatura di una serie comedy, Donald Glover è stato il primo afroamericano e vincere un Emmy per la regia di una serie comica, Riz Ahmed è stato il primo attore di origine asiatica a vincere un Emmy per la recitazione per The Night of e Hulu è il primo sito di streaming a vincere un Emmy per una serie drammatica, cioè The Handmaid’s Tale, avendo battuto Netflix e Amazon. The Handmaid’s Tale ha vinto cinque premi, oltre a migliore serie drammatica è stata scelta anche per la miglior attrice protagonista, Elisabeth Moss, e non protagonista, Ann Dowd, mentre Big Little Lies ne ha vinti quattro, tra cui per la miglior attrice protagonista di una miniserie, andato a Nicole Kidman e per la miglior attrice non protagonista, andato a Laura Dern. È andato bene anche il Saturday Night Live, sempre più caustico contro la presidenza Trump, mentre hanno deluso le altre importanti serie tv della stagione, Westworld e Stranger Things, che hanno portato a casa solo un premio. L’elenco con tutti i finalisti e vincitori per esteso lo trovate qui, di seguito ci sono quelli più importanti.
Tutti i vincitori degli Emmy 2017. Sono stati i più impegnati e politici di sempre: "The Handmaid's Tale" e "Big Little Lies" hanno vinto più di tutti.
Sulla Stampa di domenica 5 aprile il politologo e storico Giovanni Orsina ritorna sulla dibattuta questione se l’indignazione sia una cosa positiva e soprattutto se serva a migliorare le cose verso la quale è rivolta, concludendo che non solo non le migliora, ma anzi rischia di peggiorarle. Orsina si riferisce soprattutto a quella che chiama «indignazione cosmica», e cioè l’atteggiamento di chi critica e si lamenta del mondo a prescindere, senza contatti con la realtà, e che «serve solo a soddisfare l’indignato, non il mondo». Orsina riflette anche sulla scarsa utilità dei paragoni con altri paesi europei più efficienti, come quelli scandinavi, e sull’atteggiamento ambiguo tenuto da Matteo Renzi verso questo sentimento, che è stato invece decisamente sfruttato a proprio vantaggio da altri leader politici. Questo è un articolo contro l’indignazione. Ma come, replicheranno gli indignati, con tutto quel che accade per cui è sacrosanto indignarsi, stai a vedere che ora il problema è l’indignazione! Con gli scandali che germogliano a cadenza mensile; la corruzione, secondo l’Ocse, al 90%; le inefficienze, i disservizi, gli esempi d’inciviltà che ci affliggono ogni giorno – come potremmo mai non indignarci? E poi l’indignazione serve a cambiare, dall’altro capo dell’indignazione c’è soltanto la rassegnazione, e meglio indignati che rassegnati. Bene, cari indignati: avete le vostre ragioni, naturalmente. Motivi per indignarsi, figuriamoci, non ne mancano proprio. Ed è vero pure che a certe condizioni l’indignazione serve a riformare. Il punto, però, è un altro. Ed è concreto, storico, non astratto: il problema non è l’indignazione in generale, ma l’indignazione che è venuta montando in Italia negli ultimi venticinque anni. Un’indignazione – per così dire – «cosmica», che da qualsiasi punto di vista la si osservi non rappresenta più una soluzione, ammesso pure che mai lo sia stata, un problema.
L’indignazione non serve a niente, anzi. O almeno un certo tipo di indignazione, quella che prescinde dalla realtà e che serve solo a soddisfare l'indignato, spiega Giovanni Orsina sulla Stampa.
Mercoledì 22 luglio il parlamento portoghese ha approvato una nuova legge molto restrittiva sull’aborto, reso legale in Portogallo solamente nel 2007 con un referendum. La nuova legge è stata proposta dal Partito Socialdemocratico – il partito di centrodestra attualmente al governo – ed è stata criticata da tutti i partiti di opposizione. Prevede l’introduzione di una “tassa” da pagare per l’interruzione volontaria della gravidanza – mentre in precedenza l’operazione veniva compiuta gratuitamente – e l’obbligo da parte della donna di consultare psicologi e assistenti sociali prima di decidere di abortire. La legge è stata fortemente contestata dalle associazioni per i diritti delle donne: secondo la parlamentare dei Verdi portoghesi Heloisa Apolonia, la nuova legge ha come scopo quello di «umiliare le donne portoghesi», mentre alcune attiviste hanno interrotto la sessione parlamentare durante la quale è stata approvata la legge urlando ripetutamente «vergogna». Negli anni il tema dell’aborto ha continuato a essere molto dibattuto in Portogallo, un paese a forte maggioranza cattolica. Già nel 2011 l’allora neoeletto primo ministro conservatore Pedro Passos Coelho disse durante un’intervista che la legge approvata nel 2007 era andata «un po’ troppo oltre» e che andava aggiustata. Non è ancora chiaro a quanto ammonterà la nuova tassa. Secondo l’attivista portoghese Ana Stanco la nuova norma «renderà nei fatti inefficiente» la legge del 2007: l’obbligo di seguire un percorso affiancati da psicologi e assistenti sociali renderà molto complicato procedere all’interruzione di una gravidanza entro le dieci settimane, limite già previsto dalla legge del 2007 e mantenuto.
Il Portogallo ha una nuova legge sull’aborto. Prevede l'obbligo per le donne che vogliono abortire di pagare una tassa e parlare con psicologi e assistenti sociali: è stata molto criticata ed è molto restrittiva.
Mentre il governo cerca di risparmiare soldi togliendoli a obiettivi assolutamente prioritari per il futuro dell’Italia – come scuola, ricerca, giustizia – molti propongono altri ambiti in cui operare dei risparmi costruttivi e ridurre le inefficienze pubbliche. Ma se i tagli alle province sono stati travolti da interessi intoccabili, se la riduzione del numero dei parlamentari è roba ancora da fantascienza e se le riduzioni delle spese militari vengono considerate “demagogie”, sono e amministrazioni locali – responsabili anch’esse di gravi e diffusi sprechi – a cominciare a dare qualche buon esempio. Le buone notizie di oggi – piccole, un inizio – riguardano Bologna e Palermo. Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna, in risposta alla catastrofica vicenda dell’ex sindaco bolognese Delbono, ha annunciato ieri una drastica stretta sulle spese per i viaggi degli amministratori.
I tagli giusti. A Bologna e Palermo due sagge scelte di piccolo risparmio da parte delle amministrazioni locali: continuare, prego.
L’Achatina Fulica è la chiocciola gigante originaria dell’Africa orientale inserita nell’elenco delle 100 specie aliene all’habitat in cui si trovano più dannose del mondo. Moltissimi esemplari di questa specie di chiocciole hanno invaso diversi paesi del Sudamerica e lo stato statunitense della Florida. Questa chiocciola di grandi dimensioni – può arrivare fino a 15 centimetri – ha la capacità di moltiplicarsi molto velocemente. Ha un guscio di colore marrone, ha una forma allungata ed è in grado di ricreare il proprio guscio se viene rotto senza danneggiare gli organi interni. Si tratta della chiocciola africana più diffusa del mondo e si nutre, in generale, di tutte le verdure. Questa chiocciola è un ermafrodita molto invasivo, soprattutto in un ambiente diverso da quello originario: la sua voracità, la sua riproduttività (può produrre da 80 a 200 uova al mese) e la sua adattabilità possono essere pericolosi per l’agricoltura locale causando infestazioni in breve tempo. Nella città colombiana di Buenaventura, dall’inizio dell’invasione due anni fa, ne sono state raccolte per più di 8mila chili. In Ecuador il problema è così diffuso che le chiocciole sono state trovate in più della metà delle 24 province in cui è suddiviso il paese, incluse le isole Galapagos. Oltre all’agricoltura hanno creato problemi anche nelle città invadendo i marciapiedi e staccando l’intonaco delle case. Achatina Fulica non è soltanto un parassita sgradevole: in alcune circostanze può anche uccidere.
Le chiocciole giganti che fanno danni in Sudamerica. In Colombia, in Ecuador - e pure in Florida - si fanno i conti con una specie che viene dall'Africa e può causare malattie mortali.
Per martedì 1º giugno è stato indetto uno sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale. Lo sciopero è stato convocato dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna a causa del mancato rinnovo del contratto nazionale di categoria. Allo sciopero potranno aderire tutte le aziende di trasporto pubblico locale d’Italia. A Milano il personale di ATM, l’azienda che gestisce le linee di superficie come bus e tram e le metropolitane, potrà scioperare dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio.
Martedì 1º giugno ci sarà uno sciopero nazionale del trasporto pubblico locale.
Sono passati pochi giorni dal quarantesimo anniversario della morte di Anna Magnani, una delle attrici italiane in assoluto più apprezzate e famose, nonché la più rappresentativa della cosiddetta “stagione neorealista” del cinema italiano. Lavorò con Rossellini, Visconti e Pasolini, nel 1956 vinse il premio Oscar come miglior attrice e sulla Walk of Fame di Los Angeles c’è una stella con il suo nome. Morì il 26 settembre del 1973 e la sua storia è ben raccontata nel libro “Nannarella“, scritto dal giornalista e autore televisivo Giancarlo Governi ed edito da Minimum Fax. Il libro ne racconta la vita e la carriera come un romanzo. Nell’estratto che segue, si raccontano le tragicomiche vicende dietro al film che l’ha resa famosa in tutto il mondo, Roma città aperta (Rossellini, 1945), girato senza soldi e senza mezzi in una Roma ancora devastata dalla guerra. «Io da anni urlavo quasi: ma è possibile che non si possa fare un film su una donna qualunque, che non sia bella, non sia giovane… d’accordo, allora ero giovane, comunque: perché, ripetevo, perché non un film su una donna della strada che non sia diva, falsa? Quando vennero a leggermi il copione di Roma città aperta, ci siamo, pensai, questo è meraviglioso. Senonché io a quell’epoca facevo la rivista e avevo un grosso successo. Proprio come Fabrizi, che recitava in altre cose.
Anna Magnani, attrice. Morì 40 anni fa: un libro di Minimum Fax racconta dal suo punto di vista la storia di come venne girato Roma città aperta – senza soldi, senza attrezzatura, senza Cinecittà.
Diogo Mainardi è uno scrittore e giornalista brasiliano – noto per il suo stile polemico soprattutto nei commenti politici e critici del governo Lula – che ha vissuto a lungo a Venezia dopo avere sposato un’italiana con cui ha avuto due bambini. Uno dei due, Tito, è nato con una paralisi cerebrale per un errore compiuto nell’ospedale di Venezia, al quale Mainardi ha fatto causa. Sulla storia di Tito e di quel che gli è successo Mainardi – che ha 51 anni – ha scritto un libro pubblicato in Brasile e da poco anche in Italia, tradotto da Tiziano Scarpa: La caduta. Questo è l’inizio della storia. 1 Tito ha una paralisi cerebrale.
Diogo e Tito Mainardi, e la caduta. Come inizia il bel libro sulla storia di Tito, nato a Venezia con una paralisi cerebrale per un errore dell'ospedale.
A gennaio, con una modifica applicata solo in Spagna, Facebook è riuscito a ficcarsi in un dibattito nazionale grazie all’inserimento di sole sei parole: una delle quali era “corrida”, tema a cui gli spagnoli sono effettivamente sensibili. Le parole incriminate sono state inserite nella finestra che si apre quando chiedi di rimuovere un post, e quindi fondamentalmente cercare di censurare un amico. Le sei parole aggiunte da Facebook erano contenute nell’opzione “È inappropriato, mi dà fastidio, o non mi piace”. Fra gli esempi di “inappropriato, fastidioso”, Facebook citava anche un passatempo millenario in Spagna: la corrida.
Facebook può davvero essere imparziale? anche se dice di tutelare solo la libertà di espressione e alcuni valori condivisi, di fatto impone una certa visione del mondo: giudicando inappropriata la corrida, per esempio.
Venerdì il presidente della Campania Vincenzo De Luca ha firmato una nuova ordinanza regionale che prevede da lunedì e fino al 14 novembre la chiusura delle scuole dell’infanzia, a causa dell’aumento dei casi di contagio da coronavirus (ieri in Campania i nuovi casi sono stati 3.103). Inizialmente l’ordinanza del 15 ottobre ne aveva previsto la chiusura, ma una successiva ordinanza del 16 aveva consentito che rimanessero aperte. L’ordinanza del 20 ottobre proroga al 14 novembre anche la chiusura delle scuole primarie e secondarie, “fatta eccezione per lo svolgimento delle attività destinate agli alunni affetti da disturbi dello spettro autistico e/o diversamente abili”. Inoltre almeno fino al 13 novembre in Campania sarà in vigore il divieto di spostamento dalle 23 alle 5, se non per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, d’urgenza o per motivi di salute. Gli spostamenti devono essere motivati attraverso un’autocertificazione. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, dimora o residenza.
In Campania da lunedì chiuderanno anche le scuole dell’infanzia.
Il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha firmato un’ordinanza che a partire da mercoledì 18 novembre includerà l’Abruzzo nelle cosiddette “zone rosse” decise dal governo nazionale per contenere la pandemia da coronavirus. Le “zone rosse” sono quelle dove il rischio di contagio è considerato più alto, e dove le restrizioni ai movimenti sono più severe. Le nuove restrizioni in Abruzzo rimarranno in vigore almeno fino al 3 dicembre. Ad oggi fanno parte della zona rossa diverse regioni italiane: Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Campania e Alto Adige. Nelle prossime ore il provvedimento di Marsilio sarà certificato con un’apposita ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza.
Da mercoledì 18 novembre anche l’Abruzzo diventerà “zona rossa”.
Nel linguaggio comune, l’accusa di essere dei pecoroni o un “branco di pecore” non è proprio un complimento: significa essere dei gregari indifesi o degli stupidi, persone facili da manipolare e inclini a seguire acriticamente le scelte della maggioranza. La radice di questo modo di dire deriva dai comportamenti molto sociali delle pecore, che le rendono facili da governare per il pastore. Ma secondo una serie di recenti studi, raccontati in un lungo articolo di BBC, le pecore non sono affatto stupide e indifese come vuole il luogo comune. Sono animali intelligenti, capaci di avere complesse interazioni sociali. Uno studio del 2001 realizzato da Keith Kendrick, ricercatore che oggi lavora all’Università della Scienza elettronica e della tecnologia in Cina, ha scoperto che le pecore sono in grado di riconoscere almeno 50 membri della loro specie per un periodo di due anni. Insomma, scrive Harriet Constable, la giornalista scientifica autrice dell’articolo: più a lungo di molti umani. Nel suo studio, Kendrick riuscì ad addestrare alcune pecore a distinguere i componenti di 25 coppie di loro simili, facendo in modo che la pecora associasse a uno dei membri della coppia una ricompensa sotto forma di cibo.
Pecorone a chi? forse dovremmo cambiare l'animale a cui paragoniamo le persone stupide e indifese: perché le pecore non sono così male, pare.
Alle 19 di mercoledì 23 novembre gli abbonati all’applicazione per iPad del quotidiano Repubblica hanno potuto scaricare e leggere il primo “numero” della nuova edizione serale e digitale del giornale, battezzata “Repubblica Sera”. L’originale invenzione editoriale sarà disponibile ogni giorno alle 19 e ospita contenuti non lineari (non c’è una ordinata successione di pagine) e di diverse tipologie: immagini, testi, audio, in impaginazioni sia tradizionali che più studiate per il supporto. Ecco una selezione di alcune delle “pagine” dell’edizione inaugurale. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Come è fatto Repubblica Sera. Le immagini del nuovo giornale per iPad inaugurato alle 19 di ieri.
La BBC ha raccolto le storie di dieci invenzioni la cui diffusione, o nascita, dobbiamo in qualche modo alla Prima guerra mondiale. Sono cose molto diverse tra loro, che oggi usiamo comunemente senza farci troppo caso e che hanno delle storie piuttosto interessanti: in molti casi dimostrano come spesso siano le situazioni di maggior difficoltà a spingere le persone a trovare soluzioni a problemi che altrimenti considereremmo secondari, in altri ci mostrano come alcune delle più importanti invenzioni siano frutto, in certa misura, della fortuna. Per esempio: l’acciaio inossidabile fu scoperto per caso in Inghilterra, mentre si cercava un nuovo materiale per i cannoni dell’esercito che si deformavano a causa dell’attrito dei proiettili sparati; le salsicce vegetariane, invece, furono inventate in Germania quando l’embargo di guerra rese impossibile reperire la carne. Dentro ogni foto, la storia dell’invenzione.
10 invenzioni che dobbiamo alla Prima guerra mondiale. L'ora legale, l'acciaio inossidabile, gli assorbenti, le salsicce vegetariane e le bustine del tè, tra le altre storie raccolte dalla BBC.
Il tradizionale concerto tra il primo e secondo tempo del quarantottesimo Super Bowl (potete leggere chi ha vinto qui) è stato affidato quest’anno al cantante americano Bruno Mars, che si è esibito al MetLife Stadium a East Rutherford, in New Jersey, per circa 12 minuti. Mars, con addosso una giacca luccicante, ha suonato la batteria e ha cantato alcune delle sue canzoni più famose: Billionaire, Locked Out of Heaven, Treasure e Give It Away dei Red Hot Chili Peppers, che sono saliti sul palco a petto nudo nonostante il freddo. Lo spettacolo si è concluso con Just the Way You Are e i fuochi d’artificio.
Lo show di Bruno Mars al Super Bowl. Ha cantato alcune delle sue canzoni più famose e a un certo punto sono saliti sul palco anche i Red Hot Chili Peppers (mezzi nudi).
Il tema della mancanza di un’adeguata preparazione della politica italiana rispetto a quelle degli altri paesi europei è antico, ricorrente e fondato, e vale anche se per preparazione intendiamo semplicemente un’istruzione media: la cultura di base, le cose che bisogna sapere per fare dignitosamente il lavoro di politico e rappresentante dei cittadini. Negli anni, il dibattito si è nutrito – e continuerà a farlo, chissà per quanto ancora – di tutta una casistica di episodi e precedenti: strafalcioni, esibizioni e rivendicazioni della propria mancanza di cultura, figuracce nazionali e internazionali. C’è stato, per fare uno degli esempi più celebri, il giochino – inquietante e demagogico insieme – con cui le Iene interrogavano i parlamentari e ne esibivano le ignoranze. Ma c’è un banco di prova più adeguato che ha a che fare con la competenza di base e non col nozionismo, perché non contiene alcuna trappola e perché contribuisce da solo a segnalare l’esistenza o la mancanza della volontà di capire le cose del mondo e di prepararsi ad affrontarlo, che per chi fa politica dovrebbero essere prioritarie: la conoscenza dell’inglese.
L’inglese dei politici italiani. Da Berlusconi a La Russa passando per Mastella e Rutelli: chi se la cava e chi meno.
Mercoledì 20 novembre la Camera ha discusso e votato una mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle nei confronti del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri. Presenti 562, votanti 552, astenuti 3, favorevoli 154, contrari 405: la mozione di sfiducia è stata respinta. Hanno votato contro i partiti che sostengono la maggioranza (PD, PdL e Scelta Civica), hanno votato contro i partiti dell’opposizione (SEL, M5S e Lega), con qualche intemperanza. L’opposizione accusa da settimane Cancellieri di essersi indebitamente interessata delle condizioni in carcere di un’amica di famiglia, creando nella pratica una disparità di trattamento rispetto ad altre persone detenute. Cancellieri ha sempre respinto questo tipo di accuse, ricordando di essersi occupata di decine di casi simili nel corso della sua permanenza al ministero e di non avere determinato nei fatti la scarcerazione di Giulia Maria Ligresti (qui trovate un riassunto delle puntate precedenti).
Cancellieri ha la fiducia della Camera. La mozione di sfiducia è stata respinta con 405 contrari, 154 favorevoli e 3 astenuti.
L’annuncio della vendita di Versace all’azienda statunitense Michael Kors ha fatto riparlare delle aziende italiane che negli ultimi anni sono state vendute a investitori stranieri, molte delle quali acquisite da Kering e LVMH, i due grossi gruppi del lusso francese. Nonostante gli immaginabili allarmismi del caso, i marchi fondati in Italia e tuttora controllati da italiani, spesso dalle famiglie dei fondatori, sono ancora molti: tra i più famosi ci sono Prada, Giorgio Armani, Salvatore Ferragamo, Etro, Dolce & Gabbana, Tod’s, Max Mara e Missoni, mentre Ermenegildo Zegna ha portato avanti l’operazione inversa di comprare un marchio straniero, lo statunitense Thom Browne. Abbiamo raccolto le principali aziende di moda vendute ad aziende e società straniere, specificando l’anno e il luogo di fondazione, da chi è stata acquistata, quando e per che cifra, se è stata resa nota. Di chi sono le più importanti aziende di moda
Chi si è comprato le aziende di moda italiane. Se ne riparla dopo la vendita di Versace allo statunitense Michael Kors: di chi è Valentino? E Gucci?.
Janell Burley Hofmann vive a Cape Code (Massachusetts, Stati Uniti) con marito e cinque figli. Si occupa di programmi per migliorare i rapporti famigliari e tiene un proprio blog personale, i cui post sono anche pubblicati sullo Huffington Post. Per Natale ha deciso di regalare un iPhone al figlio tredicenne Gregory. Il regalo però era accompagnato da un vero e proprio contratto di 18 punti che il figlio ha dovuto sottoscrivere per ricevere e potere utilizzare lo smartphone. La lettera, scritta in modo simile ai veri contratti di licenza d’uso di Apple, contiene alcuni punti piuttosto severi e tassativi (gli orari di utilizzo, la consegna notturna ai genitori, il divieto di cercare contenuti porno), ma è per il resto un invito a usare il nuovo telefono in modo responsabile e intelligente, senza dipendenza. Il testo originale, qui tradotto, si trova sul blog di Hofmann. Caro Gregory,
18 regole sull’uso di iPhone. Le ha scritte e imposte una madre americana al figlio tredicenne, come condizioni per regalarglielo a Natale.
Dopo essersi guardato intorno con attenzione, Michael R. Barratt si accorse di non riuscire a vedere bene le cose da vicino come gli era sempre riuscito, prima di raggiungere l’orbita terrestre e vivere sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). In poche settimane era diventato presbite e nonostante fosse un medico non riusciva a spiegarsi come fosse potuto succedere. Era il 2009 e tra gli altri ospiti della ISS in quel periodo c’era anche l’astronauta canadese Robert B. Thirsk, un altro medico che iniziava ad accusare gli stessi problemi del suo collega statunitense. Visto che c’era qualcosa che non andava con la loro salute, e considerato che erano entrambi medici, i due decisero di visitarsi a vicenda per capire che cosa stesse succedendo alla loro vista. Grazie ad alcuni semplici test, scoprirono di avere maturato un difetto simile alla presbiopia e altri inconvenienti, come un lieve rigonfiamento del nervo ottico e la presenza di alcune macchie nel campo visivo, probabilmente dovute a qualche problema alla retina. Comunicarono il loro problema al centro di controllo della NASA sulla Terra, che fece inviare con la prima spedizione di nuovo materiale verso la ISS alcuni strumenti diagnostici per fare una visita più approfondita. Barratt e Thirsk rilevarono uno schiacciamento dei bulbi oculari, probabilmente dovuto alla loro permanenza in un luogo a gravità quasi assente.
Non siamo fatti per lo Spazio. Quando ritornano sulla Terra, gli astronauti hanno spesso problemi alle ossa e agli occhi: la NASA continua a studiare le contromisure, anche in vista della possibile futura missione su Marte.
Quindici anni fa mi innamorai con ritardo di questo capolavoro di canzone romana e macabra cronaca nera, Lella. La BBC ha cambiato idea e ha deciso che all'ultima notte dei Proms i due classici patriottici i cui versi erano stati messi in discussione saranno cantati regolarmente, testo compreso (avevo spiegato la questione qui). Le leggo, eh, le mail che scrivete: a chi non rispondo, molte grazie qui, di tutto. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone degli Argent. Che ha intorno le storie di mille altre canzoni buone per le radio "nostalgia" (ovvero tutte le radio, ormai).
Un programma della rete televisiva statunitense PBS ha provato a ricostruire che fine abbia fatto una chitarra al centro di uno degli episodi più notevoli della storia del rock, trovando due versioni contrastanti tra i legali di Bob Dylan e una donna del New Jersey, che dice di avere ricevuto lo strumento in eredità dal padre. Il 25 luglio 1965 Bob Dylan si presentò sul palco del Newport Folk Festival, nel Rhode Island, Stati Uniti. Dylan era già diventato famoso, molto rapidamente, nei due anni precedenti: aveva pubblicato due dei suoi album più di successo, The Freewheelin’ Bob Dylan e The Times They Are a-Changin’, e solo cinque giorni prima era uscito il singolo “Like a Rolling Stone”. Già con quella canzone, e con alcune altre contenute nell’album uscito a marzo di quell’anno Bringing It All Back Home, era diventato chiaro che il cantautore si stava allontanando dal suono folk più tradizionale per avvicinarsi al rock: il che voleva dire anche passare dall’acustico all’amplificazione elettrica.
Che fine ha fatto la chitarra elettrica di Bob Dylan? non una qualsiasi, quella dello storico concerto del festival di Newport del 1965: ci sono versioni diverse.
Woodstock 50, il festival organizzato nel 50esimo anniversario del famoso festival di Woodstock, è stato ufficialmente annullato. L’evento si sarebbe dovuto tenere tra il 16 e il 18 agosto nel Maryland. Negli ultimi giorni diversi artisti avevano rinunciato a partecipare: Jay-Z, John Fogerty, Miley Cyrus, Santana, i Raconteurs e i Lumineers. Woodstock 50 era stato annunciato a inizio marzo, ma che ci fosse qualche problema lo si era già capito quando la vendita dei biglietti era stata rimandata per la mancanza di alcuni permessi necessari. Lo scorso aprile i principali finanziatori del concerto – che si sarebbe dovuto tenere ad Watkins Glen, nello stato di New York – avevano comunicato la cancellazione dell’evento parlando di problemi organizzativi. Poi erano stati trovati nuovi investitori e gli organizzatori avevano annunciato che Woodstock 50 si sarebbe fatto, ma ridimensionato e in una location diversa. La cancellazione definitiva, a poco più di due settimane dall’inizio, è stata decisa a seguito di nuovi problemi organizzativi e con i finanziatori.
Woodstock 50, il festival organizzato nel 50esimo anniversario del famoso festival di Woodstock, è stato annullato.
“Springsteen on Broadway”, la serie di concerti acustici che Bruce Springsteen sta facendo in un teatro di New York, è stata prolungata fino a fine giugno, dopo essere già stata prolungata fino a fine febbraio oltre la sua originale data finale del 26 novembre. I biglietti per i nuovi concerti saranno disponibili solo per le persone che si erano già registrate su Ticketmaster Verified Fan per comprare i biglietti, senza riuscirci. Non saranno possibili nuove registrazioni. Alcuni biglietti per i nuovi concerti saranno però messi in palio con una lotteria a partire dal 19 dicembre. Fino ad oggi tutti i concerti di “Springsteen on Broadway” sono stati sold out.
“Springsteen on Broadway”, la serie di concerti acustici di Bruce Springsteen a New York, è stata prolungata fino a fine giugno.
Da tre giorni a Roma c’è una certa agitazione per via dello sgombero di un palazzo occupato da migranti in via del Curtatone, nei pressi della stazione Termini. Il palazzo in questione era occupato dalla fine del 2013 e ci abitavano circa 800 persone, soprattutto rifugiati o richiedenti asilo provenienti da Eritrea ed Etiopia. Subito dopo lo sgombero di sabato 20, l’amministrazione comunale non ha offerto una soluzione alternativa ai residenti del palazzo: circa 150 di loro si erano quindi accampati nella vicina piazza dell’Indipendenza. Stamattina la polizia ha tentato di sgomberarli anche dalla piazza: al momento però i rifugiati «hanno iniziato una resistenza passiva per non lasciare il presidio», ha scritto Eleonora Camilli, giornalista di Redattore Sociale che da tempo si occupa dell’accoglienza dei migranti a Roma. La sindaca Virginia Raggi non ha ancora commentato la questione. Di fatto non si capisce cosa la città abbia intenzione di fare con queste persone, che in quanto rifugiati o richiedenti asilo hanno diritto a restare in Italia o ad attendere una decisione sulla loro domanda. Secondo il Sole 24 Ore – la cui sede romana si trova in piazza Indipendenza – il comune sta cercando «soluzioni alternative» per i rifugiati sgomberati. Per il momento a 107 persone, fra cui donne con bambini e anziani, è stata lasciata la possibilità di rimanere nel palazzo. Altre 20 persone sono state accolte da centri di accoglienza, secondo una nota del comune «a fronte di numerosi rifiuti» di altri ex residenti.
Cosa succede coi rifugiati a Roma. Tre giorni fa è stato sgomberato un palazzo occupato da eritrei ed etiopi, che sono rimasti letteralmente per strada: e ancora non è stata trovata una soluzione.
«La gente mi chiede perché sono così sincero con la stampa. Non ho una risposta. Mi sa che sono sincero con chiunque. Perché dovrei fermarmi davanti a un microfono? La maggior parte delle cose che dico sembrano balle. Ma sono vere, è questo il problema. Dicono che sono l’ultimo uomo onesto a Hollywood.» Charlie Sheen, figlio dell’attore Martin Sheen (e fratello dell’attore Emilio Estevez), rischia ormai di essere noto quasi più per i trascorsi turbolenti che per i ruoli cinematografici: ha un curriculum da alcolizzato, drogato e occasionalmente violento più lungo della sua filmografia. Attualmente è l’attore televisivo più pagato degli Stati Uniti per Due uomini e mezzo, sitcom della CBS che ha deciso una sospensione anticipata dopo le aspre critiche e gli insulti antisemiti che Sheen continuava a rivolgere pubblicamente al produttore (Chuck Lorre, lo stesso di The Big Bang Theory) e alla rete e per il palese disprezzo verso i fan, da lui definiti «idioti senz’anima». In passato Sheen non aveva mai trattenuto le eccessive manifestazioni di dissenso verso la serie, che andava in onda dal 2003 ed era la comedy più seguita dal pubblico americano, ma nell’ultimo periodo il livello degli insulti era passato dall’eccentrico al puramente denigratorio. La classica goccia, che ha portato il network alla decisione di cancellare improvvisamente uno show di successo, è stato il suo sfogo delirante in diretta radiofonica, in cui ha accusato Lorre di essere un censore, un incompetente, incapace di gestire la fama che Sheen gli avrebbe procurato. Tutti gli show di Lorre chiudono gli episodi con una “vanity card”, una breve dichiarazione scritta dal produttore che può contenere un aneddoto, una massima filosofica, un messaggio ai fan, solitamente a sfondo ironico: la vanity card di uno degli episodi di Due uomini e mezzo di febbraio era dedicata proprio a Charlie Sheen.
Tutti parlano di Charlie Sheen. Da giorni gli americani si appassionano agli eccessi e intemperanze dell'attore, che ora ha perso la custodia dei figli.
Domenica pomeriggio diverse zone del Lazio sono state interessate da forti temporali e trombe d’aria. A Roma e in vari paesi ci sono disagi alla circolazione e danni a edifici. Ci sono anche stati due morti: a Cesano, un comune a nord di Roma, un uomo di 64 anni è morto dopo che la sua auto è stata schiacciata da un albero; a Ladispoli, un paese fra Roma e Civitavecchia, un altro uomo, un indiano di 47 anni, è morto dopo essere stato colpito alla testa da un frammento di cornicione. A Ladispoli un altro uomo è in condizioni molto gravi dopo essere stato sbattuto contro una vetrina da una folata di vento. L’edizione di Roma del Corriere della Sera ha scritto di «numerosi» feriti a Ladispoli, mentre Repubblica scrive di «una decina di feriti». I vigili del fuoco hanno fatto sapere di aver compiuto duecento interventi fra Ladispoli, Cerveteri e Ceri. La situazione sembra particolarmente critica a Ladispoli: il Corriere della Sera scrive che la tromba d’aria «ha distrutto negozi e gazebo sulla spiaggia e nel centro abitato» e che sono crollati alberi e lampioni. La Croce Rossa ha allestito un centro d’accoglienza presso la palestra di via Bagnac dove si può restare a dormire. Le foto diffuse da ANSA mostrano auto schiacciate da alberi, pezzi di edifici per strada e un palazzo parzialmente danneggiato.
La tromba d’aria nel Lazio. Ha causato due morti e diversi feriti a Ladispoli e Cesano, a Roma ci sono stati allagamenti e diversi alberi caduti.
Negli ultimi tempi si è tornati a parlare della controversa “tassa sulle religioni” presente in Germania – come in altri paesi europei fra cui Danimarca e Svizzera – per via delle migliaia di persone che stanno abbandonando le varie chiese in seguito all’inasprimento dei metodi per pagarla (in tedesco è chiamata Kirchensteuer). In Germania, segnalare nella dichiarazione dei redditi la propria appartenenza alla religione – cattolica, protestante o ebraica – equivale ad autorizzare il pagamento di una ulteriore tassa pari all’8-9 per cento delle proprie imposte. Supponendo ad esempio che una data persona guadagni ogni anno 100mila euro e che ne paghi 30mila in tasse, la tassa aggiuntiva sulla religione ne porterà via altri 2400 o 2700, a seconda della regione in cui vengono pagate. In Italia viene applicata invece a livello nazionale una tassa sul reddito dello 0,8 per cento – il cosiddetto otto per mille – che ciascun cittadino decide se donare allo stato o a una delle chiese convenzionate presenti in Italia. Identificarsi come cattolico e non pagare la tassa fa scattare una procedura di infrazione nei propri confronti: è quello che è successo di recente al calciatore italiano Luca Toni, che secondo la Chiesa cattolica tedesca deve 1,7 milioni di euro di tasse non pagate durante le sue due ultime stagioni al Bayern Monaco fra il 2008 e il 2010 (Toni ha detto che non era stato informato della tassa dalla sua commercialista).
La “tassa sulle religioni” in Germania. Migliaia di fedeli nel 2014 hanno lasciato la chiesa cattolica e quella protestante per via dell'inasprimento di una tassa molto controversa.
Alek Sigley – uno studente australiano di letteratura nordcoreana all’Università Kim Il-sung di Pyongyang e fondatore dell’agenzia Tongil Tours, che organizza viaggi in Corea del Nord – ha raccontato come ci si veste in Corea del Nord su NK News, uno dei siti più informati e accurati su cose nordcoreane, a partire da tre riviste di moda. Sigley ha scritto di essere «recentemente venuto in possesso» di queste riviste, «che non si trovano nelle librerie di Pyongyang destinate ai turisti, come quelle negli hotel internazionali o specializzate in lingue straniere»: «si possono acquistare alle bancarelle lungo le strade, nelle stazioni della metro o in altri posti dove gli stranieri non vanno quasi mai». Per questo, precisa, mostrano in modo autentico alcuni aspetti della vita quotidiana in Corea del Nord, facendo emergere anche i cambiamenti degli ultimi anni: lo sviluppo dell’economia e di un ceto medio interessato a spendere in ristoranti, animali domestici, prodotti elettronici e vestiti. One piece dresses for the spring. From the North Korean women's fashion magazine featured in my latest blog post for @nknewsorg: https://t.co/k2zTolI86o
Come ci si veste in Corea del Nord. Raccontato a partire da tre riviste di moda: tailleur per le donne, completi per gli uomini e tessuti che si possono mangiare (in mancanza di cibo).
Tre carabinieri di Giugliano, in provincia di Napoli, sono stati arrestati per aver fabbricato le prove contro un uomo ghanese di 37 anni, accusato ingiustamente di essere un terrorista islamico. Secondo le ricostruzioni dell’accusa, i tre carabinieri avevano messo nella casa dell’uomo alcune armi e un finto piano per compiere un attentato: progettavano di arrestarlo e ricevere così un encomio ufficiale, cosa che avrebbe giovato alla loro carriera. I tre sono stati fermati con le accuse di falso ideologico, calunnia, detenzione e porto illegale di armi clandestine. Secondo alcune intercettazioni citate dai giornali, non sarebbe stata la prima volta che i tre provavano a incastrare qualcuno attribuendogli la volontà di fare un attentato. Il caso è iniziato il 25 giugno, quando Munkail Kailu Osman, che lavora nei campi alla periferia di Napoli e ha un regolare permesso di soggiorno, è stato aggredito in casa da tre carabinieri, due marescialli e un appuntato. «Sono arrivati nel primo pomeriggio», ha raccontato al Corriere del Mezzogiorno, «mi hanno mostrato delle pistole e un Corano. Io ero con alcuni amici, ho detto subito: non sono miei. Ma mi hanno portato via ugualmente». Parlando con Repubblica, Osman ha raccontato che in quei momenti un carabiniere gli ha anche augurato di morire in carcere, dicendo: «Mò che è arrivato Salvini e Renzi non ci sta, ti dobbiamo fare un culo così».
Tre carabinieri hanno cercato di incastrare per terrorismo un uomo ghanese. Lo hanno aggredito, gli hanno messo in casa armi e testi in arabo per far credere che appartenesse all'ISIS, ma sono stati scoperti.
La Carta di Milano è un documento realizzato nei mesi precedenti a Expo che elenca diritti e impegni che i cittadini e le imprese possono sottoscrivere per trovare un modo di risolvere il problema del cibo e della malnutrizione in alcune parti del mondo. È un manifesto collettivo che cerca di sensibilizzare le persone sul tema alla base di Expo – “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” – per cercare di educare ogni cittadino a evitare gli sprechi di ogni giorno. È conservata a Expo, nel Palazzo Italia, e si può consultare e firmare sul posto ma anche online, sul sito. Questo documento è stato scritto con la partecipazione di più di 5mila persone, durante gli appuntamenti di “Expo delle Idee”, cioè incontri tra esperti e cittadini in cui i partecipanti si sono divisi in vari “tavoli” tematici per approfondire tutti i temi di Expo, in particolare quello sullo sviluppo equo, sulla sostenibilità nel futuro, sulla cultura del cibo, sull’agricoltura per un futuro sostenibile e sulla città del futuro. Hanno poi contribuito anche personaggi come papa Francesco, l’ex presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, la politica birmana premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, il celebre oncologo Umberto Veronesi e molti altri.
Che cos’è la Carta di Milano. L'elenco di diritti e di impegni per un mondo più sostenibile, sarà ciò che resta di Expo e sarà consegnata alle Nazioni Unite.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 5.193 casi positivi da coronavirus e 57 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 4.664 (48 in meno di ieri), di cui 547 nei reparti di terapia intensiva (1 La storia di uno dei delitti più noti e violenti degli anni Settanta, al centro del film tratto da “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati
C’è peccato e peccato. La Stampa osserva come in Italia per cancellare uno scandalo basta tirarne fuori un altro.
Lo scorso 28 marzo intorno alle 13 e 30 c’è stata una forte esplosione a Livorno. Un serbatoio di solvente, nella zona del porto, è esploso, uccidendo i due operai che si trovavano al suo interno. Meno di una settimana dopo, il primo aprile, il giorno di Pasqua, c’è stata un’altra esplosione, questa volta in un serbatoio di mangime in provincia di Bergamo. Due operai che stavano lavorando nell’azienda sono morti. Il 4 aprile, altri due operai sono morti a Crotone, in Calabria, schiacciati dal muro che stavano cercando di mettere in sicurezza. Questa serie di incidenti che ha impressionato l’opinione pubblica è arrivata poche settimane dopo la pubblicazione degli ultimi dati ufficiali degli incidenti sul lavoro in Italia: nel 2017, per la prima volta da più un decennio, il numero di incidenti mortali è tornato ad aumentare. I numeri «Con la ripresa economica, sono tornati ad aumentare infortuni e morti sul lavoro e, secondo i dati INAIL, il trend, che per quasi 10 anni ha registrato una lieve ma costante diminuzione, sembra essersi arrestato», ha spiegato la settimana scorsa Franco Bettoni, presidente dell’Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro. I numeri a cui si riferisce Bettoni sono quelli pubblicati all’inizio dell’anno, che mostrano per la prima volta un incremento nel numero di morti sul lavoro: nel 2017 ce ne sono stati più di tre al giorno, per un totale di 1.115, un aumento del 1,1 per cento rispetto al 2016. Significa che l’anno scorso sono morte sul lavoro 11 persone in più rispetto al 2016.
C’è un’emergenza incidenti sul lavoro? per la prima volta in dieci anni il numero di incidenti in Italia è tornato ad aumentare, ma a guardare bene le statistiche si trovano dati inaspettati.
Negli ultimi mesi il Sole si sta comportando in modo lievemente diverso da quanto previsto dagli astronomi, sulla base di come sono andate le cose sulla nostra stella da quando la studiamo. Non è nulla di preoccupante, ma il cambiamento potrebbe avere qualche ripercussione anche per noi sulla Terra, a circa 148 milioni di chilometri dalle turbolente attività solari. In un articolo sul Wall Street Journal, il giornalista scientifico Robert Lee Hotz spiega che nell’ultimo periodo il Sole ha prodotto circa la metà di macchie solari rispetto al solito e che i suoi due poli magnetici sono fuori sincrono da un pezzo. Girando su se stesso, il Sole produce una quantità enorme di campi magnetici molto potenti. Le macchie solari, che spesso raggiungono un diametro superiore a quello della Terra, si verificano nei punti in cui è più intensa l’attività magnetica e dai quali si scatenano violentissime tempeste solari. Questi eventi proiettano particelle cariche per milioni di chilometri nello spazio circostante e non è raro che queste raggiungano la Terra, causando diversi problemi soprattutto ai satelliti e ai sistemi per le telecomunicazioni. Anche per questo motivo il Sole viene tenuto sotto stretta sorveglianza, perché conoscendo l’andamento dei suoi cicli è possibile attrezzarsi nel caso di eventi particolarmente invasivi.
Il Sole non è più quello di una volta. Da qualche mese si comporta in modo strano: la sua attività è meno intensa del previsto e la cosa torna poco agli astronomi.
Con quasi 10 milioni di visitatori nel 2019 e fino a 40mila ingressi al giorno, il Louvre di Parigi è il museo più visitato al mondo. Come tutti gli spazi culturali e i musei parigini, da fine ottobre il Louvre è chiuso per via delle restrizioni introdotte per contenere la diffusione del coronavirus: e questo sta dando a curatori e restauratori l’opportunità di prendersi più cura delle opere d’arte e di fare qualche miglioramento nelle sale del celebre museo. La scorsa settimana la giornalista del New York Times Liz Alderman ha visitato il Louvre e ha raccontato cosa sta succedendo a porte chiuse, in attesa che il museo possa riaprire. Quella degli ultimi mesi è la chiusura più lunga del Louvre dalla Seconda guerra mondiale. Durante il secondo lockdown, introdotto in Francia a fine ottobre, il museo aveva puntato molto sui tour virtuali, che consentono di ammirare le migliaia di opere esposte attraverso internet, e ha lanciato sui social media l’hashtag #LouvreChezVous (il Louvre a casa tua) per mantenere coinvolti i visitatori anche da lontano. In queste settimane, però, la direzione del museo sta approfittando proprio dell’assenza delle migliaia di persone che solitamente affollano le sale per fare un po’ di pulizie e portare avanti alcuni progetti di rinnovamento e abbellimento che sarebbe molto difficile completare a museo aperto.
Il Louvre sta facendo le pulizie. La chiusura per via del lockdown è un'opportunità per fare lavori e restauri che coi turisti sarebbe difficile completare.
La “Momo Challenge” è un fenomeno di internet che qualcuno considera una pericolosa sfida tra adolescenti, e che è soltanto una di quelle cose di internet che diventano qualcosa solo perché ne parla in modo più minaccioso e allarmista del necessario. In Italia se ne sta parlando poco, molto meno che nel Regno Unito e negli Stati Uniti, e potrebbe darsi che stiate per scoprire solo ora cos’è; col rischio che questo articolo diventi l’ennesimo che, nel parlare della “Momo Challenge” per dire che è una bufala, finisce comunque per parlare e far parlare della “Momo Challenge”. La “Momo Challenge” (o il “Momo Game”, come lo chiama qualcuno) è praticamente la stessa cosa di quello che due anni fa era stato “Blue Whale“: un fenomeno virale dalle origini incerte e dalla rapidissima crescita, che crea molto più panico del necessario. Funziona così: c’è un’immagine paurosa di una specie di donna-uccello. Si racconta quindi che su internet (soprattutto su WhatsApp) ci siano utenti che usano quell’immagine sul loro profilo e contattano altri adolescenti per sfidarli a una serie di prove. Nessuno spiega in cosa consisterebbero queste prove, ma qualcuno dice che le più estreme potrebbero portare alla morte, in certi casi alla morte per un suicidio indotto.
Cos’è la “Momo Challenge”. Guida minima a un allarmista fenomeno virale basato su quasi niente, come fu per "Blue Whale".
I 62 migranti che erano stati soccorsi ieri dal rimorchiatore italiano Asso 25 sono sbarcati nel porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa. La nave ha ricevuto il permesso di sbarcare dal governo italiano, che da mesi nega la disponibilità dei porti italiani a chi soccorre in mare i migranti, dopo che la Chiesa cattolica italiana si era impegnata a ospitare i migranti nelle proprie strutture. Secondo Repubblica, le persone soccorse dalla Asso 25 sono le stesse che erano state avvistate mercoledì in grande difficoltà al largo delle coste libiche.
I 62 migranti soccorsi dal rimorchiatore italiano Asso 25 sono sbarcati a Pozzallo.
Il 12 luglio ci sarà il “Prime Day” di Amazon, un’iniziativa promozionale durante la quale a partire da mezzanotte e per tutto il giorno si potranno acquistare centinaia di prodotti con offerte di vario tipo, contenuti nel catalogo delle cose che Amazon vende online. Quello di quest’anno è il secondo “Prime Day” dopo quello dell’anno scorso, organizzato per celebrare i vent’anni dell’azienda. Per usufruire delle offerte del “Prime Day” bisogna essere abbonati a Prime, l’abbonamento annuale di Amazon che permette di avere consegne gratuite e altri servizi aggiuntivi e costa 19,99 euro all’anno, oppure essere iscritti al periodo di prova gratuita di Prime, che dura 30 giorni. Il servizio Prime permette di avere consegne entro un giorno senza costi aggiuntivi su circa un milione di prodotti in 6mila comuni italiani. In alcune città dà anche la possibilità di avere uno sconto del 50 per cento sull’opzione per ricevere l’ordine il giorno stesso in cui è stato effettuato. Inoltre mette a disposizione degli utenti uno spazio di archiviazione illimitato per le fotografie.
Domani è l’Amazon Prime Day. Per 24 ore gli iscritti al programma Prime di Amazon potranno usufruire di offerte speciali e prezzi scontati.
Fra i film usciti questa settimana, quello più atteso è probabilmente Foxcatcher, candidato fra le altre cose al premio per la miglior regia agli ultimi premi Oscar. Il film è ispirato a una vicenda realmente accaduta: racconta la storia di Mark Schultz, medaglia d’oro nella lotta libera nel 1984 alle Olimpiadi di Los Angeles e due volte campione del mondo, e del suo complicato rapporto con John Eleuthère du Pont, appartenente a una delle famiglie più ricche degli Stati Uniti e diventato a un certo punto sponsor delle sue attività sportive e del resto del team di lotta libera degli Stati Uniti. Il film è piaciuto moltissimo ai critici, soprattutto per Steve Carell che recita la parte di du Pont (è stato anche candidato come miglior attore protagonista), ma nonostante le sue cinque nomination non ha vinto nessun Oscar. Cenerentola è un remake recitato del celebre film d’animazione Disney del 1950. Il regista è il gallese Kenneth Branagh, noto per aver diretto di recente il primo film di Thor e Jack Ryan – L’imitazione, e per aver recitato nella saga cinematografica di Harry Potter nel ruolo del professor Gilderoy Allock. Blackhat è il nuovo film del regista di film d’azione Michael Mann (ha diretto fra gli altri L’ultimo dei Mohicani e Collateral). Il protagonista è Chris Hemsworth, noto per interpretare la parte di Thor nella recente saga cinematografica Marvel. Suite francese parla della storia d’amore fra una ragazza francese e un soldato tedesco durante la Seconda guerra mondiale, ed è basato su un romanzo della scrittrice Irène Némirovsky. Io sono Mateusz è un film polacco di Maciej Pieprzyca sulla storia di un ragazzo disabile, di cui non erano note le capacità intellettive e comunicative. Cloro è un film del regista italiano Lamberto Sanfelice su una ragazza adolescente con una famiglia problematica, che pratica il nuoto sincronizzato.
I film del weekend. Escono soprattutto Foxcatcher e il nuovo film di Michael Mann: tutti i trailer.
Geert Van Poelvoorde, l’amministratore delegato di ArcelorMittal Europa, la società che gestisce l’acciaieria ILVA di Taranto, ha detto oggi che l’impianto potrebbe chiudere a settembre per via di una norma contenuta nel cosiddetto “decreto crescita”, attualmente in discussione al Parlamento. Van Poelvoorde sostiene che il decreto contenga l’abolizione dell’immunità penale garantita ad ArcelorMittal Europa sulle eventuali violazioni realizzate dall’ILVA prima del termine del piano ambientale, che dovrebbe definitivamente mettere in regola l’impianto. «Il governo continua a dirci di non preoccuparci, che troverà una soluzione, ma finora non c’è niente. Quindi il 6 settembre [data in cui dovrebbe entrare in vigore la legge, ndr] l’impianto chiuderà. Abbiamo ancora due mesi, spero che il Governo trovi una soluzione, siamo aperti a discutere», ha detto Van Poelvoorde, secondo cui senza l’immunità l’azienda non può gestire ILVA in maniera efficiente.
L’amministratore delegato della società che gestisce l’ILVA ha detto che l’impianto potrebbe chiudere a causa di una misura contenuta nel “decreto crescita”.
Tre video degli ultimi tre interventi di ieri – prima di quello di Matteo Renzi – all’iniziativa di ieri alla stazione Leopolda di Firenze. Quelli del regista Fausto Brizzi, dell’imprenditore Giorgio Gori e dell’economista Luigi Zingales. Fausto Brizzi
Ieri alla Leopolda. I video degli interventi di Fausto Brizzi, Giorgio Gori e Luigi Zingales.
Lunedì 23 dicembre il presidente del Consiglio Enrico Letta terrà la tradizionale conferenza stampa di fine anno, organizzata dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti (qui l’ordine sorteggiato delle domande). Sempre oggi il governo, reduce da un weekend molto impegnativo, chiederà la fiducia sia alla Camera sia al Senato. La diretta comincerà alle 12.
La conferenza stampa di fine anno di Enrico Letta in streaming. La diretta inizierà alle 12, nel giorno in cui il governo chiede la fiducia alla Camera e al Senato.
Sul Foglio di sabato 30 maggio Marianna Rizzini ha scritto un lungo articolo lamentandosi dell’eccessivo “buonismo” dei cartoni animati più popolari degli ultimi anni, prendendosela in particolare con Peppa Pig: un cartone animato britannico creato undici anni fa e incentrato su una pacifica famiglia di maialini umanoidi. Secondo Rizzini la qualità di Peppa Pig è molto inferiore ai cartoni animati che andavano più in voga venti o trent’anni fa: e cioè i due cartoni animati giapponesi Lady Oscar e Candy Candy, entrambi andati in onda in Giappone per la prima volta circa quarant’anni fa e replicati per anni dalle televisioni italiane. Secondo Rizzini, Peppa Pig «non soffre, non lotta, non ha amici dispettosi. Se va male, si sporca di fango o si dimentica di mettere a posto qualcosa, ma tanto nessuno la rimprovera». Tutto il contrario di quanto accadeva in Lady Oscar e Candy Candy, che secondo Rizzini erano più complessi e raccontavano di temi come «la paura di crescere, il terrore di perdere i genitori, i confitti interiori nascenti, il senso di inadeguatezza, le pulsioni contraddittorie che si affacciano verso la fine dell’infanzia, l’angoscia della solitudine e dell’inconoscibile, la soddisfazione del risultato».
Ah, i cartoni animati di una volta. Marianna Rizzini si lamenta sul Foglio della mosceria di Peppa Pig rimpiangendo la «favola che non ti risparmia niente», come Lady Oscar o Candy Candy.
Fino alla notte tra il 21 e il 22 febbraio all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo non c’era stato alcun caso accertato di coronavirus. In Italia la prima persona risultata positiva al test era stata ricoverata il giorno prima a Codogno, in provincia di Lodi: era il cosiddetto “paziente 1”. I medici di Bergamo, così come quelli della stragrande maggioranza degli ospedali lombardi, erano stati avvisati della possibilità dell’arrivo di persone infette. Per individuarle, le direzioni sanitarie avevano stabilito alcuni criteri: il paziente doveva mostrare particolari sintomi, come febbre e difficoltà respiratorie, e doveva avere fatto di recente un viaggio in Cina, o avere avuto contatti con qualcuno tornato da poco dalla Cina. L’ipotesi di un focolaio italiano ancora non c’era, e quella di un’epidemia non era presa sul serio praticamente da nessuno.
«Ci aspettavamo l’alta marea, è arrivato uno tsunami». Come l'arrivo del coronavirus ha travolto gli ospedali della Lombardia, e creato un'emergenza che nessuno un mese fa nemmeno ipotizzava.
Il Garante della privacy, l’autorità italiana per la protezione dei dati personali, ha multato per 2,5 milioni di euro la società di consegna a domicilio di cibo Deliveroo per aver trattato in maniera poco trasparente i dati di circa 8mila fattorini, i cosiddetti rider. L’autorità ha detto che in seguito ad alcuni accertamenti sono emerse «numerose e gravi violazioni della normativa privacy europea e nazionale, dello Statuto dei lavoratori e della recente normativa a tutela di chi lavora con le piattaforme digitali». La sanzione riguarda sia gli algoritmi utilizzati nella piattaforma per la gestione del lavoro dei rider, che servono per esempio per prenotare i turni di lavoro e per l’assegnazione degli ordini, sia il «minuzioso controllo sulla prestazione lavorativa dei rider attraverso la continua geolocalizzazione del loro dispositivo», che secondo il Garante «va ben oltre quanto necessario per assegnare l’ordine». Per regolarizzare la sua posizione Deliveroo dovrà adeguarsi alle norme sul trattamento dei dati dei lavoratori e fornire loro informazioni precise sui sistemi utilizzati entro 60 giorni, e intervenire sugli algoritmi entro 90 giorni.
Il Garante della privacy ha multato Deliveroo per 2,5 milioni di euro per aver trattato in maniera poco trasparente i dati di circa 8mila rider.
Un importante meccanismo di Hubble, il telescopio in orbita intorno alla Terra dal 1990, ha smesso di funzionare e potrebbe condizionare le future attività e osservazioni del più famoso osservatorio spaziale. Lo strumento, un giroscopio, serve per puntare Hubble verso le aree da osservare e fargli mantenere la stessa posizione per lunghi periodi di tempo, utili per le osservazioni degli oggetti spaziali più remoti. Hubble è dotato di sei giroscopi e ha bisogno di almeno tre di loro per funzionare al meglio. Sono usati molto spesso per riorientare il telescopio e si usurano facilmente, tanto che già nel 2009 fu necessaria una missione di servizio, nella quale gli astronauti dello Space Shuttle sostituirono tutti e sei i giroscopi per garantire più a lungo il funzionamento di Hubble. Built with multiple redundancies, Hubble had six new gyros installed during Servicing Mission-4 in 2009. Hubble usually uses three gyros at a time for maximum efficiency, but can continue to make scientific observations with even just one gyro.
Un importante strumento di Hubble ha smesso di funzionare.
A New York erano quasi le nove del mattino di domenica scorsa quando i responsabili di Wikileaks si accorsero che qualcosa non stava funzionando nel loro sito web, a pochi minuti dalla diffusione dei documenti confidenziali delle ambasciate statunitensi. Una enorme mole di richieste al secondo, dovuta a un probabile attacco informatico, stava mettendo a dura prova i sistemi per portarli al limite delle loro prestazioni e mandarli in tilt. Qualche minuto dopo, Wikileaks.org collassò e il sito web divenne irraggiungibile per circa un’ora. Per Assange e i suoi collaboratori era l’inizio di una settimana che si sarebbe rivelata molto difficile. Sotto attacco Secondo Wikileaks, l’attacco subìto domenica era orientato a sabotare la pubblicazione diretta dei documenti, diffusi comunque da numerosi quotidiani come lo statunitense New York Times e il britannico Guardian, che hanno deciso di collaborare con l’organizzazione di Assange. A distanza di una settimana non è ancora del tutto chiaro quale sia stata l’origine dell’attacco che ha mandato offline Wikileaks. Un hacker, the Jester (th3j35t3r), ha rivendicato con un messaggio su Twitter l’attacco, scrivendo di avere agito per evitare che il sito web mettesse «in pericolo le vite dei nostri soldati, “altre istituzioni” e le relazioni internazionali».
La settimana molto incasinata del sito di Wikileaks. L'elenco delle ritorsioni e delle conseguenze della pubblicazione dei documenti riservati, dagli attacchi informatici alla fuga di Amazon e PayPal, passando per la morte del dominio.
La NASA ha annunciato Dragonfly, una nuova missione spaziale per esplorare Titano, il più grande satellite naturale del pianeta Saturno. A differenza dei robot automatici inviati finora su Marte, Dragonfly sarà una di via di mezzo tra un normale lander e un drone: lungo e largo 3 metri, sarà dotato di 8 rotori che gli consentiranno di coprire in tempi brevi maggiori distanze sulla superficie di Titano. I balzi di Dragonfly saranno facilitati dalla scarsa gravità di Titano, pari a circa un settimo di quella terrestre; l’atmosfera è inoltre quattro volte più densa di quella sulla Terra. Il lancio di Dragonfly è previsto per il 2026 e il suo arrivo su Titano per il 2034. Porterà con sé numerosi strumenti, che saranno impiegati per analizzare la composizione chimica del suolo e dell’atmosfera del satellite naturale, alla ricerca di indizi sull’eventuale presenza di forme di vita per come le conosciamo oggi, o per lo meno di condizioni favorevoli per farle sviluppare. Titano incuriosisce da tempo i ricercatori, che finora si erano dovuti accontentare della immagini fornite da alcune sonde di passaggio e dal lander Huygens dell’Agenzia Spaziale Europea, che ne aveva attraversato l’atmosfera raccogliendo numerosi dati.
La NASA invierà un lander-drone su Titano. Sorvolerà la luna più grande di Saturno, alla ricerca di indizi sulla vita in mondi lontani dal nostro: partirà nel 2026.