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Giovedì Domenico Chiaro, procuratore di Lodi, ha annunciato che ci sono altri 11 indagati per l’incidente al treno Frecciarossa deragliato in provincia di Lodi il 6 febbraio, nel quale sono morti un macchinista e un altro ferroviere. Per l’incidente erano già indagati cinque operai e la società Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). I nuovi indagati sono sei dipendenti di Alstom Ferroviaria e cinque di Rfi: tra loro c’è anche l’amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile. Repubblica scrive che nel registro degli indagati è stata iscritta anche la stessa Alstom Ferroviaria.
Altre 11 persone sono indagate per l’incidente al Frecciarossa a Lodi.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 5.696 casi positivi da coronavirus e 15 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 1.868 (68 in più di ieri), di cui 183 nei reparti di terapia intensiva (6 in meno di ieri) e 1.685 negli altri reparti (74 in più di ieri). Sono stati analizzati 122.532 tamponi molecolari e 125.940 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 4,63 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,02 per cento. Nella giornata di martedì i contagi registrati erano stati 4.519 e i morti 24. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lazio (772), Lombardia (720), Toscana (661), Sicilia (627), Veneto (544).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, mercoledì 28 luglio.
Da circa un anno i principali operatori telefonici del mondo sono al lavoro per installare le nuove reti 5G, che consentiranno di scambiarsi dati molto più velocemente su smartphone, computer e numerosi altri dispositivi. Il 5G è una delle innovazioni tecnologiche più importanti degli ultimi tempi e – come era avvenuto in passato con il 4G e ancora prima con gli altri sistemi cellulari – viene osteggiata con campagne e iniziative da chi sostiene che le onde radio siano nocive per la salute. In anni e anni di ricerche, gli scienziati non hanno mai trovato prove convincenti per sostenere queste tesi: ciò non ha impedito a chi sostiene la pericolosità delle onde radio dei cellulari e del WiFi di ottenere un ampio seguito, come ha raccontato un recente articolo del New York Times. Alcune delle teorie più diffuse sulla presunta pericolosità delle onde radio nelle telecomunicazioni furono espresse circa vent’anni fa da Bill P. Curry, un consulente ed esperto di fisica, che aveva ricevuto da un consiglio scolastico in Florida la richiesta di verificare se l’installazione di reti wireless nelle aule potesse comportare qualche rischio per la salute degli studenti. Curry raccontò di avere studiato la faccenda e di essere arrivato a una conclusione piuttosto netta: nel suo rapporto scrisse che quel tipo di tecnologia sarebbe stata “probabilmente un serio pericolo per la salute”.
Il 5G fa male? la costruzione delle nuove reti cellulari ha riacceso l'attenzione di gruppi e associazioni che ne sostengono la pericolosità, su basi scientifiche molto precarie o infondate.
Esattamente un mese fa, lo scorso 9 giugno, decine di migranti provenienti da Sudan e Eritrea sono rimasti bloccati a Ventimiglia, in Liguria, senza poter attraversare il confine con la Francia. Erano circa cinquanta, poi sono diventati centinaia, distribuiti tra la stazione e gli scogli, protetti da tende e assistiti dalla Croce Rossa e da volontari locali. Ora sono tornati a essere cinquanta, dopo che la maggior parte di loro ha cominciato ad andarsene: precisamente da quando, racconta Marco Imarisio sul Corriere della Sera da Ventimiglia, «raccolti intorno alla radio» hanno capito «che dal vertice europeo non sarebbe arrivato niente di buono per loro. Quelli che restano sono i più disperati tra i disperati». Nell’Europa al contrario di Ibrahim la Svezia e la Norvegia stanno a sud. Il ragazzo sudanese indica i due Stati, dei quali ha intuito forma e nome. Io e la mia famiglia vogliamo andare qui, dice. Sophie, la gentile pensionata di Mentone che dà ripetizioni volontarie di geografia ai migranti, prende la cartina e la gira. Nord, quello è il nord, gli risponde, indicando con il dito un punto oltre il confine alto di Ponte San Luigi. E per farsi capire si stringe le braccia, simulando brividi di freddo.
I migranti ancora a Ventimiglia. I più «disperati tra i disperati sono ancora lì», racconta Marco Imarisio sul Corriere della Sera: e l'attenzione di tutti nel frattempo si è spostata altrove.
Alla terza serata del Festival di Sanremo, questa sera, parteciperanno anche Luca e Paolo, cioè i comici Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, che nel 2011 hanno condotto insieme a Gianni Morandi, Belén Rodríguez ed Elisabetta Canalis. Entrambi genovesi, Luca e Paolo si conobbero e cominciarono a lavorare insieme nel 1991, inizialmente all’interno del gruppo cabarettistico Cavalli Marci, per poi continuare insieme e avere una carriera di grande successo in televisione, a teatro, e al cinema (hanno fatto nove film). Una delle cose per cui sono più famosi, probabilmente, è il programma comico Camera Cafè, andato in onda su Mediaset per diversi anni e incentrato tutto sui personaggi di un anonimo ufficio che si incontravano davanti alla macchinetta del caffè. L’altra è la conduzione del programma Le Iene dal 2001 al 2011, ma chi li segue dagli inizi è affezionato a un programma di MTV in cui giravano l’Europa a bordo di un carro funebre, MTV Trip. Ciro, il figlio di Target Il primo programma televisivo a cui Luca e Paolo parteciparono era Ciro, il figlio di Target, andato in onda tra il 1997 e il 1999 su Italia 1. All’epoca lavoravano ancora con i Cavalli Marci, che si occupavano della maggior parte dei pezzi comici del programma, in cui c’erano anche Luciana Littizzetto ed Enrico Bertolino. Con Ciro, la terza edizione del programma, andata in onda con un titolo più breve nel 1999, Luca e Paolo iniziarono a lavorare da soli.
10 cose che hanno fatto Luca e Paolo, a Sanremo e prima ancora. Da quando si sono conosciuti nel 1991 sono stati Cavalli Marci, hanno viaggiato per l'Europa su un carro funebre, hanno fatto nove film, "Le Iene" e "Camera Cafè".
Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera racconta del processo in corso contro Maurizio Gasparri, politico di Forza Italia e vicepresidente del Senato, per via di un messaggio inviato su Twitter a un docente universitario, Riccardo Puglisi, che è anche dirigente del movimento politico di Corrado Passera “Italia Unica”. Gasparri da tempo è particolarmente attivo e rumoroso su Twitter, dove non è raro che si esprima con parole particolarmente forti, per usare un eufemismo (“il peggior account Twitter italiano”, ha scritto Wired). Occhio a non far slittare la frizione verbale quando si discute animatamente su Twitter. Perché per una leggerezza, digitata in un attimo, si rischia di finire dritti a processo in Tribunale se una Procura, come ora quella di Pavia in un caso che riguarda il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, ritiene di poter contestare in via analogica anche ai 140 caratteri sul social network la tipicità invece del reato di «ingiuria»: quello che punisce (con la reclusione fino a 6 mesi o con 516 euro di multa) chi offende l’onore o il decoro di una persona presente, o lo fa «mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni diretti alla persona offesa». In assenza di specifica giurisprudenza sul tema (e anzi forse con indirette indicazioni contrarie in una Cassazione che trattava però di diffamazione su Facebook), si annuncia dunque giuridicamente interessante il processo che il 21 settembre vedrà comparire in aula davanti al Giudice di pace pavese Gasparri, citato a giudizio dal vice procuratore onorario Laura Nicolini dopo la querela sporta dall’avvocato Carlo Melzi d’Eril contro il parlamentare di Forza Italia per conto di Riccardo Puglisi, ricercatore di Economia alla facoltà di Scienze Politiche di Pavia e oggi nella direzione nazionale di «Italia Unica», il movimento politico di Corrado Passera.
Il processo contro @gasparripdl. Il tribunale di Pavia sta processando Maurizio Gasparri per ingiuria, per via di una cosa che ha scritto sul suo rumoroso account Twitter.
Con la fine del 2020 si è conclusa anche la prima fase sperimentale del “cashback di Stato”, l’iniziativa che prevede rimborsi a chi fa acquisti tramite bancomat e carte di credito nei negozi fisici (e non online). Questa prima fase è stata chiamata «Extra Cashback di Natale», un’operazione iniziata l’8 dicembre e che si è conclusa il 31 dicembre, prevedendo rimborsi del 10 per cento sui pagamenti elettronici effettuati nei negozi fisici, con un minimo di 10 pagamenti, un rimborso massimo di 15 euro per pagamento e un rimborso totale di 150 euro a persona. L’iniziativa è nata nell’ambito di un piano più ampio, chiamato «Italia Cashless», che ha l’obiettivo di favorire la diffusione dei pagamenti elettronici e digitali, aumentare il livello di digitalizzazione del paese e consentire il recupero dell’evasione fiscale. Su quest’ultimo punto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha insistito ancora mercoledì, quando ha detto che il cashback e altre «misure sui pagamenti digitali» «ci faranno recuperare risorse». L’iniziativa, inoltre, è stata presentata anche come un incentivo ai consumi e un aiuto alle famiglie in un periodo di difficoltà economica provocato dalla pandemia.
Cosa succede con il cashback nel 2021. Un primo bilancio del "cashback di Natale", quando arriveranno i primi bonifici, e quali sono le novità adesso che si conclude la sperimentazione.
Una delle opere più importanti e famose di Dario Fo – che è morto oggi a 90 anni a Milano, dove viveva e dove da quasi due settimane era ricoverato all’ospedale Sacco per un problema respiratorio – è “Mistero buffo”, che fu portata in scena per la prima volta nel 1969. Fo era l’unico attore in scena e recitava – rielaborandoli – testi antichi in un linguaggio teatrale che mescolava lingue e dialetti. Questo linguaggio inventato si chiama grammelot ed è fatto di onomatopee e parole prive di significato che imitano il ritmo e l’intonazione di linguaggi esistenti: nel caso di Fo era una mescolanza dei dialetti della pianura padana. Si fa prima ad ascoltarlo che a spiegarlo. Nel 1997 Fo vinse il Nobel per la letteratura con la motivazione: «perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi». Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
“Mistero buffo”, lo spettacolo più famoso di Dario Fo. Oltre due ore di monologo recitato in grammelot, che si possono vedere su YouTube.
La scorsa settimana ha fatto molto discutere la pubblicazione di una ricerca sui rischi per la salute che comporta il consumo di alcol, raccontata da molti siti e giornali con titoli piuttosto allarmistici sul fatto che non ci sia una quantità di “alcol” sicura per la salute. Le cose sono più complesse e articolate di così, come ha provato a spiegare il medico Aaron E. Carroll sul New York Times, cercando di fare un po’ di chiarezza ripartendo dai fatti e da cosa dice davvero la ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Lancet. Lo studio non è il frutto di un lavoro sperimentale sul campo, ma è una analisi basata sulle osservazioni e i dati raccolti da diverse ricerche condotte negli ultimi anni sugli effetti dell’alcol sul nostro organismo. In questo senso, è probabilmente la più grande analisi mai condotta per arrivare a stimare il rischio di soffrire di 23 distinti problemi di salute, riconducibili al consumo di alcolici. Parliamo di “rischio”, quindi dell’esistenza di una sorgente di pericolo (l’alcol) e delle possibilità che questa possa trasformarsi in un danno (le 23 malattie). Semplificando, un rischio non implica necessariamente che si produca una conseguenza, ma la sua valutazione è importante per ridurre la possibilità di un danno.
Quindi meglio non bere mai più alcol? qualche considerazione sul discusso studio sugli alcolici e il loro consumo pubblicata sul New York Times, per bevitori preoccupati e astemi incuriositi.
Intorno alle 23 di martedì sera una nave mercantile lunga 239 metri – la Jolly Nero – ha colpito la Torre Piloti al Molo Giano del Porto di Genova, una moderna struttura di controllo del porto costruita nel 1996. Nel crollo è finita in mare gran parte della struttura insieme alle persone che vi si trovavano in quel momento, che si calcola fossero probabilmente tredici. I soccorsi immediati hanno trovato tre persone morte in mare e quattro ferite che sono state ricoverate in ospedale. Altre sei persone sono tuttora disperse e vigili del fuoco, sommozzatori e altri operatori dell’emergenza stanno lavorando nella notte per cercarle. Non ci sono ancora informazioni sulle ragioni dell’incidente, la procura di Genova ha aperto un’inchiesta.
Genova, il disastro al porto. Una nave mercantile è andata a sbattere contro il molo, facendo crollare la torre piloti: ci sono almeno tre morti.
La leggenda dice che nel 1971 i Pink Floyd fecero così tanto rumore durante un concerto al Crystal Palace di Londra da uccidere con le loro canzoni i pesci in un lago nelle vicinanze. La storia è quasi sicuramente falsa, ma la possibilità di uccidere dei pesci con dei rumori forti non lo è per niente: è quello che fa una nuova specie di gamberi dalle chele rosa scoperta di recente. In modo appropriato, i ricercatori che hanno scoperto la specie – Sammy De Grave dell’Oxford University Museum of Natural History, Arthur Anker della Universidade Federal de Goiás in Brasile e Kristin Hultgren della Seattle University – l’hanno chiamata come il gruppo di Roger Waters. La nuova specie di gambero pistolero – lo Synalpheus pinkfloydi – è stata presentata mercoledì scorso sulla rivista Zootaxa. Dalla sua colorazione fino al nome appena coniato, il crostaceo ha un sacco di caratteristiche notevoli. La cosa più eccezionale, però, è il suo potente impianto acustico, che usa come arma. A differenza degli Who o dei Dinosaur Jr., al nuovo gambero non serve una serie di amplificatori Marshall per far saltare qualche timpano: ha solo bisogno della sua unica chela allargata, che emana un bagliore tra il rosso e il rosa dando al crostaceo un’aria particolarmente minacciosa, considerando che il resto del suo corpo è marroncino opaco. Facendo scattare la sua grande chela, il gambero Pink Floyd altera rapidamente la pressione idraulica intorno a sé, creando delle bolle di vapore nell’acqua. Quando implodono, queste bolle producono «uno dei suoni più forti in tutto l’oceano, abbastanza potente da stordire o addirittura uccidere un piccolo pesce», secondo un comunicato stampa della Oxford University.
Hanno scoperto un nuovo gambero e gli hanno dato un nome ispirato ai Pink Floyd. Ha una grossa chela rosa ed è in grado di generare un suono così forte da uccidere altri pesci, come in quella leggenda metropolitana sulla band di Roger Waters.
La scorsa settimana, le autorità sanitarie del Giappone hanno segnalato il caso di una donna a Osaka risultata positiva al coronavirus (SARS-Cov-2) per una seconda volta, settimane dopo essersi ripresa da una precedente infezione ed essere stata dimessa dall’ospedale. La notizia è circolata molto perché potrebbe indicare una caratteristica che ancora non conosciamo del nuovo virus, ma diversi ricercatori sono molto cauti e ritengono improbabile che si possa contrarre il coronavirus due volte in così poco tempo. Comprendere meglio queste dinamiche è comunque essenziale per ridurre il rischio di nuovi contagi e per studiare nuovi trattamenti, farmaci e vaccini. Stando alle informazioni fornite dai media giapponesi, la paziente aveva manifestato sintomi lievi da COVID-19 – la malattia causa dal coronavirus – all’inizio dello scorso gennaio. Dopo un breve ricovero, era stata dimessa dall’ospedale il primo febbraio, quando i sintomi erano scomparsi e sembrava essere guarita. Mercoledì 26 febbraio è risultata nuovamente positiva al coronavirus, dopo essersi presentata in ospedale per un forte mal di gola e dolori al petto (nei casi più gravi la COVID-19 causa una polmonite atipica).
Ci si può ammalare più di una volta di COVID-19? il caso di una paziente giapponese apparentemente guarita che ha manifestato nuovamente i sintomi dopo settimane sta facendo sorgere qualche dubbio.
Il futuro di Tesla, l’azienda statunitense che produce automobili elettriche, dipende da una nuova enorme tenda montata all’esterno del suo stabilimento a Fremont, in California, dove saranno montate auto per raggiungere ritmi più alti di produzione e mantenere le promesse di consegna con i clienti. Tesla è da mesi alla ricerca di nuovi sistemi e soluzioni per produrre più Model 3, il suo primo modello di automobile elettrica per il mercato di massa. Il CEO di Tesla, Elon Musk, aveva promesso di produrne a migliaia ogni settimana, ma le cose sono andate diversamente e finora dallo stabilimento di Fremont sono uscite in media solo 750 auto alla settimana. I ritardi nelle consegne e le difficoltà alle catene di montaggio stanno costando grandi quantità di denaro a Tesla, che deve affrontare parallelamente numerose speculazioni sul suo titolo in borsa.
Il futuro di Tesla dipende da una tenda. È enorme ed è stata costruita all'esterno dello stabilimento dell'azienda in California per aumentare la produzione delle sue auto elettriche, in grande ritardo.
Domenica c’è stata la cerimonia di premiazione dei SAG Awards, cioè i premi del cinema assegnati dalla Screen Actors Guild, il più importante sindacato di attori di Hollywood, e considerato una tappa importante nella stagione che si conclude con i premi Oscar a febbraio. Parasite del sudcoreano Bong Joon-ho ha vinto il premio principale, assegnato al film con il miglior cast: i SAG Awards infatti non premiano i film ma gli attori. È la prima volta che a vincere il premio è un film non in lingua inglese. Joaquin Phoenix ha vinto il premio per il migliore attore per Joker e Renée Zellweger quello per la migliore attrice per Judy. Brad Pitt e Laura Dern hanno vinto quelli come migliori attore e attrice non protagonista, rispettivamente per C’era una volta… a Hollywood e Storia di un matrimonio. A Robert De Niro è stato assegnato un premio alla carriera.
Le foto e i vincitori dei SAG Awards 2020. “Parasite” ha vinto per il miglior cast ai premi del sindacato degli attori, mentre le singole interpretazioni premiate sono state le stesse dei Golden Globe.
Poco dopo le 15 di oggi, sabato 26 agosto, diversi utenti hanno scritto – soprattutto su Twitter – di avere avuto problemi con Facebook e Instagram (che da qualche anno è di proprietà di Facebook). I problemi sono stati segnalati in Italia ma anche in altri paesi del mondo, soprattutto America del nord e Australia. Nelle ore successive le segnalazioni di problemi sono diminuite. Facebook non ha ancora diffuso nessuna comunicazione ufficiale a riguardo. Facebook is having issues since 09:17 AM ESThttps://t.co/YbrNS7dpo9RT if you're also affected #facebookdown pic.twitter.com/100pKSW6SM
Ieri pomeriggio Facebook e Instagram hanno avuto dei problemi. Se ne sono lamentati un po' in tutto il mondo, Facebook non ha ancora dato una spiegazione ufficiale.
Virginia Raggi ha annunciato mercoledì di aver sostituito l’assessore al bilancio Andrea Mazzillo. Al suo posto arriverà l’ex assessore al bilancio del comune di Livorno, Gianni Lemmetti, che aveva comunicato ieri mattina le sue dimissioni dalla giunta del comune toscano. Lemmetti è il terzo assessore al Bilancio nominato nella giunta di Raggi in poco più di un anno (il quarto, se si considera anche la nomina annunciata ma non formalizzata di Raffaele De Dominicis). Da circa un mese Mazzillo era considerato “in bilico”, nonostante avesse l’incarico più delicato di tutta la giunta, dopo quello del sindaco. Alla fine di luglio, aveva duramente criticato la sindaca, dicendo al vicedirettore di Repubblica Sergio Rizzo: «Qui serve una svolta, continuando così andiamo a sbattere. Va a sbattere tutta la città». Al Messaggero aveva dichiarato di essere contrario agli “assessori pendolari”, cioè i manager, provenienti soprattutto dal Nord Italia, scelti da Raggi per riempire i vuoti nella giunta causati dalle numerose dimissioni di assessori e manager. Dopo i commenti sui giornali, Raggi aveva risposto duramente a Mazzillo che si era subito scusato.
Virginia Raggi ha sostituito l’assessore al Bilancio del Comune di Roma Andrea Mazzillo con Gianni Lemmetti.
Io da piccolo non ero certo quello che sognava il grande matrimonio in stile hollywoodiano con migliaia di invitati (né tantomeno, come alcuni potrebbero pensare, che sarei stato quello in abito bianco con tanto di chilometrico velo e strascico). Eppure quando si ama una persona, da cosi tanto tempo e cosi appassionatamente, giunge il momento di assumersi le proprie responsabilità. E spesso le responsabilità ti prendono quasi per caso, quando meno te lo aspetti. L’idea iniziale era quella di fare un matrimonio simbolico a Las Vegas, durante un lungo viaggio negli Stati Uniti. I figli della mia migliore amica di 16 e 11 anni avevano già organizzato tutto: dalla cappella fino agli anelli. L’unica indecisione era se sposarci vestiti da Elvis o meno. Ma ovviamente sarebbe stato un matrimonio finto, perche il Nevada, come la maggior parte degli stati americani, non riconosce il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Matteo e Matteo, legalmente sposati altrove. Il racconto e le foto dei due bolognesi che hanno avuto il matrimonio riconosciuto dallo stato di New York.
Una delle convinzioni su cui poggia il mondo occidentale è che il sesso faccia vendere: è una regola applicata per anni nella pubblicità, nei giornali, nella tv, nei libri e ovviamente nella moda, che ha sempre proposto donne con vestiti sensuali e pubblicità erotiche al limite del porno. Negli ultimi anni però, perlomeno nella moda femminile, le cose stanno cambiando. La moda recente promuove l’immagine di donne che non si vestono per piacere ed essere sexy ma per sentirsi a proprio agio; così come gli stilisti di maggior successo, per esempio Gucci, Balenciaga, Praga e Vetements, non sono interessati a inseguire la sensualità nelle loro collezioni. Non che pizzi, scollature e shorts miscoscopici non si vedano più – soprattutto tra le adolescenti – ma gli abiti che si trovano nei negozi sono diventati più larghi, lunghi e coprenti, la figura del corpo è fluida e quasi infagottata, vanno sempre più di moda lo stile androgino e lo streetwear – rilassato, pieno di sneaker, felpe e pantaloni comodi – e gli stilisti più innovativi lavorano sulla mescolanza dei generi, come fa John Galliano da Maison Margiela.
La moda non è più sexy. Gli abiti sono sempre più lunghi, larghi e coprenti, e gli stilisti all'avanguardia disegnano collezioni eccentriche, sportive, poco sensuali.
Su Repubblica di martedì 13 maggio Roberto Saviano si chiede quanti titoli di giornali sarebbero stati dedicati a Gennaro De Tommaso – il tifoso del Napoli che aveva discusso con le forze dell’ordine prima dell’inizio della finale di Coppa Italia (quello con la maglietta “Speziale libero”, per capirci) – se non fosse stato conosciuto con il soprannome di “Genny ‘a carogna”. E spiega perché nel mondo criminale gli appellativi, spesso ridicoli e feroci, siano così diffusi e così importanti: «decifrarli – dice Saviano – è una strada maestra per conoscere la realtà del nostro paese». Se Genny ‘a carogna fosse stato soltanto Gennaro De Tommaso, quanti titoli avrebbero fatto i giornali su di lui? Privo del suo truce soprannome avrebbe suscitato lo stesso clamore? Certo, i giornali avrebbero scritto quel tanto che bastava a riportare la notizia. Si sarebbero senza dubbio descritte nel dettaglio la sua funzione e le sue parentele, ma è quell’epiteto portato come una bandiera ad aver moltiplicato la sua sinistra fama.
I soprannomi dei criminali. 'A carogna, 'o Lemon, Pavesino, e gli altri nomignoli che fanno felici i giornali, elencati da Roberto Saviano.
Dal 25 ottobre al primo novembre si tiene a Pechino l’edizione primavera/estate della China Fashion Week, la settimana della moda, una manifestazione che si svolge due volte ogni anno (alla fine di marzo e alla fine di ottobre) dal 1997. L’edizione in corso in questi giorni è suddivisa in una quarantina di eventi. Il mercato della moda cinese è in grande espansione negli ultimi anni e sta sviluppando una propria scena centrata soprattutto attorno a Shangai. Da due anni la China Fashion Week è sponsorizzata da Mercedes-Benz, il che testimonia la crescita dell’importanza del mercato cinese: Mercedes-Benz è infatti lo sponsor della settimana della moda di New York, una delle maggiori al mondo insieme a quelle di Londra, Milano e Parigi. Un’altra caratteristica delle ultime edizioni è che cresce lo spazio riservato agli stilisti cinesi e asiatici, mentre in precedenza i lavori presentati erano quasi tutti di stilisti europei. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La moda a Pechino. Piante sulle spalle e vestiti con gli aculei, tra le foto della settimana della moda in corso in Cina.
Decine di sostenitori dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi e dei Fratelli Musulmani hanno manifestato davanti alla Farnesina a Roma, la sede del ministero degli Esteri italiano, contro la repressione dei manifestanti egiziani da parte dell’esercito, avvenuta nei giorni scorsi al Cairo e in altre città del paese. I manifestanti hanno simulato il massacro di mercoledì, gettandosi a terra dopo aver fatto partire il suono registrato degli spari. Hanno anche pregato mentre molti sventolavano bandiere egiziane e italiane, fotografie di Morsi e cartelli con slogan contro l’esercito egiziano. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La manifestazione egiziana a Roma – foto. Decine di sostenitori di Morsi hanno manifestato davanti alla Farnesina contro la repressione dell'esercito.
UGG indica in tutto il mondo una famosa marca statunitense di stivali di montone imbottiti, fondata negli anni Settanta e diventata molto popolare dagli anni Novanta; in Australia invece “ugg” è la parola comunemente usata per indicare questo tipo di stivaletto, che venne inventato nel paese negli anni Venti per proteggersi dal freddo, indipendentemente quindi dall’azienda che lo produce. Il risultato è una battaglia legale intrapresa dall’azienda californiana Deckers Outdoor Corporation, che nel 1999 comprò la UGG, contro Australian Leather, un’azienda di Sydney che rivendica il diritto di realizzare ed esportare gli ugg, presentandoli come un prodotto tipico australiano. Il caso va avanti da un anno e in Australia è diventato una questione di orgoglio nazionale: è stato anche portato in Parlamento dal senatore Nick Xenophon, che ha spiegato che «se i francesi possono proteggere la parola “champagne”, i portoghesi la parola “porto”, gli spagnoli la parola “sherry” e i greci la parola “feta”, non vedo perché gli australiani non possano farlo con la parola “ugg”». La storia degli ugg uscì dai confini australiani negli anni Sessanta e Settanta, quando erano utilizzati dai surfisti per tenere i piedi al caldo dopo aver fatto surf. Alcuni di loro li portarono con sé quando andavano a fare surf in California, dove diventarono sempre più richiesti. Non è chiaro chi fu il primo a renderli popolari, dato che l’idea è stata rivendicata da più di uno di loro: il New York Times scrive che l’americano Corky Carroll li scoprì in Australia e iniziò a venderli negli Stati Uniti; l’australiano Shane Stedmanha, che registrò il marchio UGH-BOOTS nel 1971 in Australia, ha rivendicato più volte di averli inventati; infine Brian Smith, notando che erano sempre più richiesti, registrò il marchio UGG nel 1978 a Santa Monica. Questi ultimi sono gli UGG di cui parliamo ora: si diffusero rapidamente tra i surfisti di mezzo mondo, e diventarono popolari anche tra le donne dopo che Oprah Winfrey ne parlò più volte nei suoi programmi; a inizio Duemila sembrava che una ragazza su due ne possedesse almeno un paio.
Gli ugg sono un prodotto tipico australiano o una marca di scarpe? c'è una battaglia legale tra l'azienda americana che li esporta in tutto il mondo e i produttori del paese in cui furono inventati.
Fino alle 21 di questa sera, domenica 15 marzo, continuerà lo sciopero dei treni cominciato alle 21 di sabato 14 marzo. Lo sciopero di sabato e domenica, hanno scritto Trenitalia e Trenord sul loro sito, potrebbe causare cancellazioni e ritardi dei treni. Non sono previste fasce garantite, perché lo sciopero è stato indetto per un giorno festivo. Lo sciopero dei treni è stato indetto dai sindacati CAT e USB_Lavoro Privato. La compagnia NTV dei treni Italo non ha comunicato variazioni al suo servizio regolare. Trenitalia Le Frecce circoleranno regolarmente, dice il sito di Trenitalia, mentre i treni regionali potranno subire cancellazioni o variazioni di orario. Il collegamento tra Roma Termini e l’aeroporto di Fiumicino sarà garantito con il servizio “Leonardo Express” o con autobus sostitutivi. Il sito di Trenitalia riporta anche alcune variazioni per i treni InterCity a lunga percorrenza previsti sia per sabato che per domenica: si possono vedere qui.
Lo sciopero dei treni di sabato 14 e domenica 15 marzo. Durerà fino a stasera alle 21, coinvolge i treni di Trenitalia e Trenord, ma non le Frecce.
Le candele profumate vanno sempre più di moda e ultimamente compaiono un po’ in tutte le case, in colorazioni e aromi tanto tradizionali quanto strampalati: nel 2015 soltanto negli Stati Uniti le vendite hanno prodotto un giro d’affari di 1,8 miliardi di dollari (circa 1,6 miliardi di euro). Aziende che producono candele molto costose (fino a 400 euro) – come la francese Diptyque e l’inglese Jo Malone – vanno sempre meglio, ma negli Stati Uniti il 46 per cento delle candele vendute appartiene alla stessa marca, decisamente più economica, un po’ meno raffinata, e famosa in tutto il mondo: Yankee Candle. La rivista Racked ha raccontato in un lungo articolo la storia e le ragioni del successo di Yankee Candle, che nel 2015 ha fatturato più di 752 milioni di euro e i cui prodotti sono diventati degli oggetti da collezione. Yankee Candle produce candele in diversi formati; le più riconoscibili sono contenute in vasetti di vetro di tre diverse grandezze. Le candele più piccole costano circa 12 euro e bruciano dalle 25 alle 40 ore, quelle più grandi costano circa 30 euro e durano dalle 110 alle 150 ore. I profumi disponibili sono tantissimi e variano a seconda dell’anno, perché molti sono stagionali – venduti solo intorno a Natale o Halloween – o in edizione limitata. Alcuni ricordano l’odore di alcuni cibi, come la candela Mmm, Bacon! che profuma di bacon.
Perché tutti comprano le Yankee Candle. È la più grande azienda al mondo di candele profumate e ne produce più di 200 milioni all'anno: non sono le più costose ma sono diventate oggetti da collezione.
Oggi Andrea Romano sul Sole 24 Ore si occupa di una vicenda di politica locale a suo modo significativa e illuminante. Spesso si dice – come premette lo stesso Romano – che la chiave per il rinnovamento della politica nazionale sia la valorizzazione delle esperienze fatte “sul territorio”, dove per “territorio” si intende la politica locale. È anche vero però, e questa storia ne è esempio, che a volte dalla politica locale vengono fuori delle storie di malcostumi e torbidità che hanno pochi rivali sul panorama nazionale: sul territorio, “al riparo dagli sguardi dei media nazionali e fuori dal raggio d’azione di partiti sempre più deboli si producono episodi di familismo e trasformismo che raccontano più di un intero saggio di politologia”. Siamo a Roma, precisamente nel municipio I: il centro storico della Capitale, casa di 120 mila persone, storicamente governato dal centrosinistra. Il valore simbolico e politico dell’area fa sì che il presidente del primo municipio viene soprannominato il “minisindaco”, tale è l’importanza dell’area che si trova ad amministrare. Alle comunali del 2008, però, il PDL guadagna parecchio terreno e fa diventare indispensabile per il PD un’alleanza con l’UDC. Il presidente della giunta è Orlando Corsetti, già presidente del municipio III nelle legislature precedenti.
Se volete sapere perché poi gli italiani non vanno a votare. Andate a Roma, municipio Roma centro: troverete una giunta di trasformisti e il malcostume della politica locale.
Atlantia, la società controllata dalla famiglia Benetton che gestisce in concessione la gran parte delle autostrade italiane, ha scritto una lettera al ministero dello Sviluppo economico in cui minaccia di ritirarsi dalla cordata di imprese impegnate nel salvataggio di Alitalia se il governo proseguirà nella procedura di revoca delle sue concessioni autostradali, più volte promessa e minacciata dal Movimento 5 Stelle. Tra i primi a rispondere alla società c’è stato il viceministro dello Sviluppo economico del Movimento 5 Stelle Stefano Buffagni, che ha detto che il governo «non si farà ricattare». La partecipazione di Atlantia è uno degli elementi fondamentali del salvataggio di Alitalia, la compagnia aerea che da oltre un decennio si dibatte in una difficile crisi apparentemente senza soluzione. La società dei Benetton dovrebbe essere – alla pari di Ferrovie dello Stato – il nuovo principale azionista della compagnia aerea, acquistandone circa il 35 per cento delle quote. Il restante 30 per cento circa dovrebbe essere diviso a metà tra il ministero dell’Economia e la compagnia aerea statunitense Delta Airlines (con cui però sono sorte nuove difficoltà negli ultimi giorni).
Atlantia si fa sentire su Alitalia. La società della famiglia Benetton dice che non parteciperà al salvataggio della compagnia aerea se le concessioni autostradali saranno revocate.
Una delle foto di animali più notevoli della settimana è stata scattata ad un tonno rosso al Tokyo Sea Life Park di Tokyo, in Giappone: è l’unico rimasto vivo dei 69 tonni presenti nella vasca a novembre. I ricercatori dell’acquario non sono ancora riusciti a capire le cause della morte dei tonni, e per ora si sono fatte ipotesi su problemi legati all’inquinamento acustico e ai cambi dell’illuminazione, o all’alimentazione dei pesci. In una foto scattata a Islamabad, in Pakistan, si vedono dei musicisti cavalcare dei cammelli in una parata militare, mentre in un’altra bella foto che arriva dallo zoo di Knoxville, in Tennessee, c’è uno scimpanzé molto incuriosito da un giornaletto di Star Wars. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly Beasts. Uno scimpanzè incuriosito da un giornaletto di Star Wars e un cane con i rasta, tra le foto di animali migliori della settimana.
Da qualche giorno sui social network e su vari siti internet circolano notizie piuttosto allarmanti circa l’imminente schianto sulla Terra di una Progress – una capsula da trasporto russa – che potrebbe causare gravi danni e che quindi lascia “in apprensione tutto il pianeta”. La notizia in sé è vera, ma il rischio legato alla caduta della navicella spaziale è stato ingigantito enormemente, considerato che secondo tutti i principali esperti di volo orbitale e le più importanti agenzie spaziali del mondo non c’è nulla da temere per il rientro nell’atmosfera della capsula. La capsula Progress M-27M (Progress 59 per la NASA) è stata lanciata nello spazio il 28 aprile scorso e la sua missione era raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale per portare cibo, ossigeno, acqua, pezzi di ricambio e altro materiale ai sei astronauti a bordo. Dopo avere raggiunto l’orbita terrestre bassa, e prima di separarsi dal razzo che la stava spingendo, la capsula ha smesso di inviare dati a terra. In seguito è stato possibile scoprire che la Progress si era separata dal razzo ma che era finita fuori controllo.
Sta per cadere sulla Terra una capsula spaziale, ma non moriremo tutti. Molte notizie che si leggono in giro sono ingigantite: la Progress russa fuori controllo si sbriciolerà contro l'atmosfera.
Avatar di James Cameron è tornato a essere il film con i maggiori incassi nella storia del cinema, riprendendo il posto che dall’estate del 2019 era stato di Avengers: Endgame, il 22esimo film dell’Universo cinematografico Marvel. Il sorpasso di Avatar, che uscì nel 2009, è avvenuto perché da qualche giorno il film è tornato nei cinema cinesi, incassando fin qui circa 9 milioni di dollari. Sono poco più di quelli che lo distanziavano da Avengers: Endgame, che continua a essere fermo a 2 miliardi e 797 milioni di dollari di incassi totali. – Leggi anche: I film che hanno incassato di più nel 2020
“Avatar” è di nuovo il film che ha incassato di più nella storia del cinema.
Dal 7 marzo a oggi, nella casa di riposo di Quinzano d’Oglio, in provincia di Brescia, sono morte 33 persone. Ufficialmente solo una di queste è morta di COVID-19: la prima, a cui è stato fatto il tampone dopo il decesso in ospedale. Gli altri 32 ospiti sono morti nella struttura, perché non è stato possibile fare arrivare l’ambulanza. «Non sono stupito, è una condizione molto frequente da queste parti», spiega Luca Laffranchi, che presiede la RSA, la sigla che identifica le residenze sanitarie assistenziali. Normalmente in quella di Quinzano d’Oglio, che ha 80 posti letto, muoiono uno o due ospiti al mese. «Le RSA non sono ospedali», ha detto al Post Laffranchi, «e non sono sicuramente ospedali con reparti di malattie infettive. Non abbiamo nessun tipo di barriera che possa isolare il malato dal non malato. Il contatto tra operatori e ospiti è stretto, le persone vanno imboccate, lavate. Abbiamo usato quello che avevamo, e all’inizio mancavano addirittura i sovracamici e le mascherine per il personale, che abbiamo poi recuperato con grandissima difficoltà».
Cosa sta succedendo nelle case di riposo. In Lombardia gli ospiti si ammalano e muoiono molto più del normale, e a pochissimi viene fatto il tampone.
The OA è una serie tv di otto episodi, su Netflix dal 16 dicembre. Ci è arrivata pochi giorni dopo che il suo trailer è stato messo online a sorpresa: si sapeva che era in lavorazione ma non c’erano molte informazioni a riguardo e non ci si aspettava che la serie sarebbe stata disponibile così presto. The OA è stata creata da Brit Marling e Zal Batmanglij (il regista di The East, in cui Marling è co-sceneggiatrice e attrice protagonista) ed è molto, molto strana. Le premesse sono da thriller psicologico, gli sviluppi sono incasinati, strambi e variegati. The OA è così strana che molti critici hanno scritto di essersi trovati in difficoltà nel recensirla. Netflix ha scritto che The OA «offre agli spettatori un’esperienza unica, che reinventa il formato narrativo di lunga durata». Qui sotto trovate cose da sapere per decidere se vederla o no, SENZA SPOILER. Anche perché come capirete leggendo o guardandola, sarebbe una serie piuttosto difficile da spoilerare. Brit Marling oltre che co-creatrice è anche la protagonista di The OA: interpreta Prairie Johnson, una ragazza cieca che dopo sette anni torna nel paese in cui era cresciuta, dopo aver riottenuto la vista. Non si sa cosa sia successo nel frattempo e lei non ha nessuna intenzione di parlarne; quando accenna delle risposte dice cose strane, che sembrano non avere senso. Prairie dice di chiamarsi “The OA” (PA in italiano): rifiuta però di spiegare il perché. Il primo episodio dura circa 70 minuti. Per darvi l’idea della stranezza della serie, gli episodi non hanno una durata fissa: l’ultimo episodio dura 50 minuti e il sesto 31. Tra l’altro il primo episodio inizia con delle sgranate riprese fatte da un cellulare, in verticale; i titoli di testa ci sono, ma non quando ve li aspettereste. Se invece siete curiosi di sapere qual è il film di cui si parla nel primo episodio è Delitto per delitto, un famoso film del 1951 di Alfred Hitchcock. Il titolo originale è Strangers on a Train.
I critici non sanno come prendere “The OA”. È la nuova serie di Netflix, di sicuro una delle più strane: anche quelli che lo fanno di lavoro hanno avuto difficoltà nel giudicarla.
– Le più belle canzoni di Lucio Dalla In un suo modo peculiare e notevolissimo, oltre ad avere lasciato alla musica italiana e alle nostre vite una ricchezza che ci sarà preziosa per sempre, Lucio Dalla è stato anche un personaggio familiare a tutti noi nel suo aspetto fisico, la sua faccia, i suoi occhiali, i suoi cappelli e persino la sua altezza, con cui Dalla si è sempre divertito e ne ha fatto spettacolo. Ed è commovente, oggi che è morto tre giorni prima del suo compleanno raccontato da una canzone nota a tutti, non solo sentire ancora le sue canzoni, ma anche guardarsi le foto di tutta la storia.
Le più belle foto di Lucio Dalla. Avrebbe avuto 69 anni domenica.
Sei anni fa il giornalista statunitense Joshua Foer raccontò in un libro, molto interessante e divertente, come riuscì a competere contro i più grandi campioni di memoria al mondo: con la sua esperienza personale dimostrò che in poco tempo – e con un po’ di costanza nell’esercitarsi – si possono apprendere le tecniche usate per mandare a memoria molte informazioni in pochi minuti, come un numero lungo centinaia di cifre o l’ordine esatto di un mazzo di carte appena mescolato. Ora una ricerca condotta presso la Radboud Universiteit Nijmegen (Paesi Bassi) ha dimostrato – con metodi più scientifici e test su un maggior numero di persone – come la capacità di ricordare molte informazioni possa essere alla portata di tutti o quasi, e non dipenda da un particolare dono in possesso di pochi. Lo studio è stato pubblicato a inizio marzo sulla rivista scientifica Neuron e ha raccolto molto interesse, non solo per i suoi risultati che confermano teorie e studi precedenti, ma anche per il modo in cui è stata condotta e il numero di persone coinvolte. Martin Dresler, che ha guidato la ricerca, ha sottoposto decine di volontari a test per confrontare il funzionamento del loro cervello con quelli dei campioni di memoria, come quelli sfidati qualche anno fa da Foer. Dresler ha notato che nel cervello di questi atleti della memoria si attivano connessioni molto particolari, ma che sono sufficienti poche settimane di allenamento per attivarle. Con un po’ di esercizio la capacità può essere acquisita e non ci sono particolari differenze con i campioni, salvo il loro maggiore allenamento rispetto a chi ha iniziato da poco.
La scienza di ricordare tutto. Una nuova ricerca ha osservato che il cervello dei campioni di memoria non è diverso da quello degli altri: funziona diversamente, e si può imparare come.
Il governo francese e Facebook hanno annunciato una collaborazione per analizzare e ridurre la diffusione dei messaggi d’odio online, diffusi spesso attraverso il social network. L’accordo è stato reso pubblico dal presidente francese, Emmanuel Macron, e in seguito è stato confermato da Nick Clegg, ex vice primo ministro del Regno Unito e da qualche settimana vicepresidente per gli Affari globali e la comunicazione di Facebook. Per ora non sono stati forniti molti altri dettagli sulla collaborazione. A partire dal 2019, personale del governo francese sarà affiancato ai moderatori di Facebook, in modo da indagare sui modi in cui l’azienda tratta i casi di molestie e messaggi d’odio diffusi attraverso il suo social network. Il programma dovrebbe durare almeno sei mesi e consentirà al governo di verificare come Facebook tratta casi molto diversi tra loro, dalle discriminazioni di genere e delle minoranze ai messaggi contro specifici gruppi di persone e religioni.
Facebook collaborerà col governo francese. Dal 2019 personale del governo francese affiancherà i moderatori di Facebook, per capire come migliorare il controllo dei messaggi d'odio sul social network.
Dopo l’acqua alta straordinaria che la scorsa settimana ha sommerso l’intera città di Venezia e le altre isole della laguna come non capitava da 53 anni, causando danni per centinaia di milioni di euro, il livello della marea è rientrato nella media stagionale. Proprio in questi primi giorni di ripresa, la città festeggia anche la Madonna della Salute, una ricorrenza molto sentita dai veneziani: si ricorda la fine simbolica dell’epidemia di peste che decimò la popolazione tra il 1630 e il 1631. Nonostante l’acqua alta abbia provocato la cancellazione di oltre il trenta per cento delle prenotazioni alberghiere per il prossimo mese, l’abbassamento della marea e la festa della Madonna della Salute dovrebbero far ripartire il flusso turistico interrotto nei giorni scorsi. Ma la città è ancora fragile e l’acqua alta durerà ancora per giorni: prima di andarci si devono sapere alcune cose.
Si può andare a Venezia in questi giorni? l'abbassamento della marea e la festa della Madonna della Salute stanno riportando la normalità, ma l'acqua alta durerà ancora per giorni: prima di andarci si devono sapere alcune cose.
Henryk Ross è stato un fotografo ebreo che ha documentato la vita nel ghetto di Lodz, il più grande tra quelli occupati dai nazisti dopo quello di Varsavia, in Polonia. Quando nel 1940 i nazisti crearono il ghetto, Ross fu obbligato a lavorare per loro: doveva scattare le fotografie per i documenti identificativi degli ebrei e le immagini di propaganda che ne attestavano la vita ordinata e controllata. Contemporaneamente Ross fece di nascosto e in grande pericolo migliaia di foto non autorizzate e le sotterrò perché non venissero trovate. Quando nel 1945 il ghetto venne liberato le recuperò: sono una parte importante del racconto della vita nel ghetto, e fino al 30 luglio duecento di loro saranno esposte al Museum of Fine Arts di Boston.
Foto dal ghetto di Lodz, nascoste e poi recuperate. Scattate di nascosto dal fotografo ebreo Henryk Ross per raccontare come si viveva nella città polacca occupata dai nazisti.
Intervistato durante il programma di Rai Uno Domenica In, il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha spiegato che i problemi nella consegna dei vaccini di Pfizer dovrebbero provocare un ritardo di circa quattro settimane nell’inizio della campagna vaccinale per chi ha più di 80 anni, e di sei o otto settimane per il resto della popolazione. Sileri ha detto però che le dosi di vaccino che l’Italia otterrà nelle prossime settimane dovrebbero bastare per completare nei termini previsti la vaccinazione con prima e seconda dose del personale sanitario e degli ospiti delle RSA. Sileri ha spiegato che i ritardi non riguarderanno solo l’Italia, ma tutta Europa e in realtà «tutto il mondo», visto che i contratti di fornitura sono sottoscritti a livello europeo, e i problemi produttivi hanno comportando tagli e ritardi per tutti. Le nuove stime sui tempi della vaccinazione dipendono non tanto dai ritardi nelle consegne di Pfizer emersi negli ultimi giorni, quanto i nuovi annunci sui problemi di Astrazeneca, che alla fine si prevede consegnerà in Italia solo 3,4 milioni di dosi nel primo trimestre del 2021: il piano vaccinale originale era stato organizzato prevedendone oltre 16 milioni, ma anche considerando i ritardi nell’autorizzazione vuol dire comunque che ne arriveranno meno della metà.
La campagna vaccinale subirà un ritardo di almeno un mese. Lo ha detto il vice ministro della Salute, attribuendo le responsabilità alle consegne ridotte del vaccino Pfizer e ai ritardi di quello di AstraZeneca.
Ogni anno Google compone una lista delle cose più cercate sul suo motore di ricerca, nel mondo e nei singoli paesi. Non è una lista delle cose più cercate in assoluto, perché ce ne sono alcune che non calano mai e se venissero considerate sarebbero sempre in cima a ogni classifica: le previsioni del tempo, per dirne una, oppure i risultati delle partite di calcio (termini di ricerca come “Champions League” hanno dei picchi costanti durante l’anno). Per questo motivo, Google mette insieme queste liste inserendo i termini di ricerca che in quest’anno hanno avuto una crescita rilevante rispetto all’anno precedente. Di seguito abbiamo messo insieme le liste delle cose più cercate in Italia, mentre qui potete trovare quelle più cercate nel mondo. — Leggi anche: Google manipola i suoi algoritmi più di quanto crediamo
Il 2019 nelle ricerche su Google. Molto Sanremo, come era prevedibile, il significato di Machu Picchu e i "navigator".
Il giudice per le indagini preliminari di Roma ha respinto la richiesta di archiviazione per Tiziano Renzi, padre di Matteo Renzi che è accusato di traffico di influenze illecite all’interno dell’inchiesta Consip, la complicata vicenda giudiziaria partita da una sospetta di fuga di notizie. Il giudice ha anche respinto la richiesta di archiviazione di altri nove indagati, tra i quali l’ex ministro dello Sport Luca Lotti, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio.
Il gip di Roma ha respinto la richiesta di archiviazione per Tiziano Renzi e Luca Lotti, nell’ambito del caso Consip.
Sta girando in questi giorni sui social network una vignetta razzista e anti-italiana originariamente pubblicata sul quotidiano di New Orleans The Mascot nel 1888. La vignetta si intitola “Per quanto riguarda gli italiani” e mostra alcune scene di vita degli immigrati italiani a New Orleans e alcuni consigli su come liberarsi di loro: arrestandoli e uccidendoli.
La vignetta razzista anti-italiana del 1888. Fu pubblicata da un giornale americano e racconta storie e pregiudizi che ci sono familiari.
Michael Hastings è morto il 18 giugno 2013 in un incidente d’auto a Los Angeles: aveva 33 anni ed era considerato negli Stati Uniti uno dei migliori giornalisti della sua generazione. Ottenne notorietà internazionale nel 2010, quando un suo reportage pubblicato su Rolling Stone portò alla rimozione del generale Stanley McChrystal dal comando delle forze armate statunitensi in Afghanistan: Hastings dimostrò come anche un giornalista embedded (al seguito delle truppe, autorizzato dai vertici militari) potesse tirar fuori notizie importanti dal suo lavoro tra i soldati, in quell’occasione superando il termine temporale che doveva trascorrere con le truppe – anche grazie al blocco dei voli causato dalla nube del vulcano islandese Eyjafjallajökull – e raccogliendo abilmente una grande quantità di racconti, opinioni e giudizi informali in cui emergevano le opinioni particolarmente critiche di McChrystal nei confronti della Casa Bianca. Ma di Hastings si era parlato molto già qualche anno prima, quando era corrispondente di Newsweek. Nel 2005, a 25 anni, era già inviato in Iraq: la sua fidanzata di allora, la giornalista Andrea Parhamovich, lo raggiunse negli ultimi mesi del suo viaggio e restò uccisa in un attentato. Hastings raccontò poi quella storia in un libro, “I Lost My Love in Baghdad: A Modern War Story”. Da due anni Michael Hastings lavorava per Buzzfeed, per il quale aveva seguito le ultime elezioni presidenziali statunitensi – memorabile un suo lungo articolo sulla vita degli inviati al seguito delle campagne elettorali e la loro suddivisione “castale” – e si era occupato, tra le altre cose, degli scandali che hanno coinvolto il generale David Petraeus.
10 consigli per giovani giornalisti, da Michael Hastings. Cioè il giornalista statunitense morto a 33 anni in un incidente d'auto a Los Angeles: era considerato tra i più bravi e promettenti della sua generazione.
Domenica scorsa Michael Arrington, il responsabile del sito di informazione TechCrunch, aveva ipotizzato in un articolo che Facebook stesse lavorando alla realizzazione di un proprio smartphone o di un nuovo sistema operativo per telefoni cellulari. La notizia era stata ripresa da numerosi siti e il social network era corso ai ripari smentendo le affermazioni di Arrington. A distanza di qualche giorno, il CEO di Facebook – Mark Zuckerberg – ha deciso di concedere un’intervista a TechCrunch per spiegare quali siano gli effettivi piani della società per il Web in mobilità. Facebook non intende realizzare un proprio telefono cellulare e al momento non è nemmeno al lavoro per la realizzazione di un sistema operativo per smartphone paragonabile ad Android (Google), iOS (Apple), Symbian (Nokia) o Windows Phone (Microsoft). La società è interessata a tutte queste piattaforme e si sta dunque concentrando sulla realizzazione di applicazioni sempre più evolute per rendere più semplice e immediato l’utilizzo di Facebook attraverso i telefonini.
La versione di Zuckerberg sullo smartphone “di Facebook”. Il CEO conferma di voler migliorare la versione mobile del social network lavorando con i produttori di cellulari.
Calvin Klein è uno dei marchi di moda più famosi al mondo, fondato nel 1968 e oggi conosciuto soprattutto per i jeans, la biancheria intima e le famose mutande con l’elastico firmato. La sede di Calvin Klein è a New York, dove sfila anche la collezione donna disegnata dallo stilista brasiliano Francisco Costa, mentre la linea uomo sfila a Milano e dal 2004 è realizzata dallo stilista italiano Italo Zucchelli. Da anni i giornali parlano dell’ottimo lavoro fatto da Zucchelli a Calvin Klein, che è riuscito a rispettare l’essenza del marchio – fatto di abiti sportivi dalle linee minimaliste e sensuali – innovandolo grazie alla sperimentazione tecnica e all’introduzione di nuovi tessuti. Lo stilista Calvin Klein oggi ha 73 anni ma non lavora più nell’azienda, che ha venduto nel 2003 alla Phillips-Van Heusen Corporation, una holding di moda che controlla tra gli altri anche Tommy Hilfiger. È stato lo stesso Klein ad assumere e a formare Costa e Zucchelli, e fino al 2006 è in qualche modo intervenuto nelle collezioni che hanno disegnato. Di origini ungheresi, Klein frequentò il New York’s Fashion Institute of Technology, ma non si laureò mai. Cominciò a disegnare vestiti per alcune boutique di New York e poi fondò l’azienda, caratterizzata da linee essenziali e pulite e ispirata all’abbigliamento sportivo.
Lo stilista italiano che fa andare bene Calvin Klein. Italo Zucchelli disegna la linea uomo dal 2004, mantenendo l'essenza del marchio e innovandolo insieme.
Con l’introduzione di Disney+ e Apple TV+, il processo di frammentazione dei servizi di streaming disponibili negli Stati Uniti – e presto anche in Italia – è arrivato al suo apice: chi vuole vedere tutte le serie più discusse del momento, ora come ora, deve sottoscrivere tra i sei e i sette abbonamenti, per un totale di oltre 60 dollari al mese e di circa 730 all’anno. Una cifra paragonabile all’abbonamento completo a una pay tv satellitare, compresa di sport e programmi di intrattenimento (ma comunque priva di molti altri prodotti). La dispersione dell’offerta degli streaming video, e l’accumularsi dei costi per i singoli abbonamenti, stanno facendo discutere della possibilità che torni davvero in auge la pirateria online, che negli ultimi anni era drasticamente diminuita proprio per via della praticità e della relativa economicità dei servizi di streaming. Ipotizzando che uno spettatore volesse vedere Stranger Things, Fleabag, Succession, The Handsmaid’s Tale, The Mandalorian e The Morning Show, sei serie tra le più apprezzate e commentate degli ultimi mesi, dovrebbe abbonarsi negli Stati Uniti a Netflix, Amazon Prime Video, HBO Now, Hulu, Disney+ e Apple TV+. In Italia le serie che negli Stati Uniti sono trasmesse da HBO Now finiscono generalmente su Sky, che ha il suo servizio di streaming Now TV, a un prezzo simile (15 euro al mese). The Handsmaid’s Tale è invece trasmessa da Tim Vision, che al di fuori delle molte offerte e pacchetti costa 5 euro al mese. Disney+ invece non è disponibile in Italia, per cui The Mandalorian non si può ancora vedere. Ma la situazione non è molto diversa da quella americana.
Tutti questi servizi di streaming stanno facendo tornare la pirateria? non che se ne sia mai andata, ma con la diffusione di Netflix le condivisioni di torrent erano molto diminuite: ora le cose stanno cambiando.
Secondo i dati diffusi domenica dalla Protezione civile, i contagi totali registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 in Italia sono stati 97.689: 5.217 in più rispetto a ieri, quando erano aumentati di 5.974. Le morti registrate oggi sono state 756 (ieri erano state 889), portando il totale a 10.779. I nuovi guariti registrati sono 646, per un totale di 13.030. Le persone attualmente positive sono 73.880 (ieri erano 70.065), quelle ricoverate in terapia intensiva sono 3.906 (ieri erano 3.856), quelle ricoverate con sintomi sono 27.386. Leggendo questi dati bisogna tenere presente la differenza tra il numero delle persone attualmente positive e il numero complessivo dei contagiati, che vengono entrambi comunicati quotidianamente dalla Protezione Civile e possono generare qualche confusione. Per farla molto breve, il primo numero si riferisce solo all’aumento delle persone che sono in quel dato giorno “positive al coronavirus”, e quindi non comprende chi lo è stato ma non lo è più, cioè le persone guarite e le persone morte. Il secondo numero invece indica il totale delle tre categorie di persone, ovvero tutti coloro che sono stati contagiati finora (se vuoi approfondire, ne abbiamo scritto qui).
Le notizie di domenica sul coronavirus in Italia. I casi confermati dall'inizio dell'epidemia sono 97.689, da ieri sono morte altre 756 persone.
Il 19 marzo l’Italia è diventata il paese al mondo col più alto numero di persone ufficialmente morte avendo contratto la COVID-19, la malattia causata dal nuovo coronavirus. In Italia la regione più colpita è stata la Lombardia, e in Lombardia nessuna provincia è stata più colpita di quella di Bergamo. Lungo la valle del fiume Serio, che dalle Alpi Orobie scende verso la città, è difficile trovare una famiglia che non registri almeno un lutto, e i morti sono così tanti che le autorità sanitarie non riescono a tenerne il conto. Mentre i reparti di terapia intensiva sono al collasso e la malattia svuota silenziosamente le case di riposo, le persone muoiono nelle loro abitazioni senza mai essere riuscite a vedere un medico e i convogli militari fanno la spola con i forni crematori di altre regioni. Il Post ha parlato con una dozzina di medici, operatori sanitari e abitanti della valle per ricostruire cosa è accaduto in Val Seriana, e come sia stato possibile che le cose siano arrivate sino a questo punto. Quello che è emerso è una catena di errori umani e sottovalutazioni che, uniti al caso e alla sfortuna, hanno contribuito a trasformare questo territorio nel cuore mondiale della pandemia.
Il disastro in Val Seriana. Come sfortuna, sottovalutazioni ed errori hanno contribuito a creare in provincia di Bergamo il peggior focolaio di coronavirus in Italia e forse nel mondo.
13.45 – La Camera ha confermato la fiducia al governo sulla conversione in legge del decreto sulle carceri. I voti favorevoli sono stati 420, i voti contrari sono stati 78, gli astenuti 35. Il voto finale sul provvedimento si terrà la settimana prossima, il decreto deve essere convertito entro il 20 febbraio. Tra i partiti maggiori, Lega e Italia dei Valori hanno votato contro la fiducia, i deputati di Popolo e Territorio si sono astenuti, PD, PdL e Terzo Polo hanno votato a favore. Il decreto prevede il ricorso prima agli arresti domiciliari, poi alle camere di sicurezza e solo infine al carcere per gli arrestati in flagranza per reati di competenza del giudice monocratico (con l’esclusione di furto in appartamento, scippo, rapina ed estorsione semplici) ed entro le 48 ore dal fermo, in attesa dell’udienza di convalida; il prolungamento da 12 a 18 mesi del fine pena che si può scontare ai domiciliari, e la chiusura, entro il 31 marzo del 2013, degli Ospedali psichiatrici giudiziari. ***
La Camera vota la fiducia sulle carceri. La fiducia al governo passa con 420 voti favorevoli: che cosa c'è nel decreto.
La sabbia è una di quelle risorse naturali che ci aspettiamo non finisca mai, come l’acqua: la Terra è in gran parte coperta dagli oceani e ci sono grandi porzioni del pianeta coperte dai deserti. Eppure le cose non sono così semplici, né per l’acqua né per la sabbia, che anzi alla fine dei conti è abbastanza rara, almeno quella che serve per costruire infrastrutture o produrre degli oggetti. La sabbia, o meglio tutti i tipi di aggregati naturali (tra cui anche la ghiaia e l’argilla) sono la seconda risorsa naturale più sfruttata al mondo dopo l’acqua. Nel 2014 il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente ha pubblicato un rapporto intitolato Sand, Rarer Than One Thinks, cioè “Sabbia: più rara di quanto si potrebbe pensare”, per segnalare che la quantità di sabbia e ghiaia che ogni anno viene ricavata dalle miniere e dai fondali marini è eccessiva rispetto alla velocità con cui si formano in natura. La sabbia usata nelle costruzioni serve per produrre il calcestruzzo – ne costituisce l’80 per cento – e l’asfalto – il 94 per cento – e viene usata anche nelle fondamenta delle strutture fatte di calcestruzzo e asfalto, quindi strade, edifici e parcheggi, tra gli altri. L’aumento della domanda di sabbia è avvenuto in gran parte per via della crescita nel settore edilizio in Cina e in India. Attualmente un quinto delle importazioni mondiali di sabbia avvengono nella sola Cina e dal 2012 al 2016 il paese ha usato più sabbia di quanta ne sia stata usata dagli Stati Uniti nell’ultimo secolo, secondo lo scienziato Pascal Peduzzi, direttore di una delle divisioni del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Nel 2004 l’American Geological Institute ha stimato che negli Stati Uniti per costruire un tratto di corsia autostradale lungo un chilometro e mezzo vengono usate 38mila tonnellate di sabbia: le autorità cinesi hanno detto che entro il 2030 sperano di completare la costruzione di una rete stradale lunga più di 260mila chilometri. In India la sabbia è così richiesta e rara che viene ricavata illegalmente dai letti dei fiumi e da altri ambienti naturali e poi venduta da gruppi criminali.
Stiamo finendo la sabbia. Non quella dei deserti, ma quella che usiamo per costruire strade e palazzi, e produrre finestre e smartphone.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 927 casi positivi da coronavirus e 10 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 2.355 (129 in meno di ieri), di cui 328 nei reparti di terapia intensiva (16 in meno di ieri) e 2.027 negli altri reparti (113 in meno di ieri). Sono stati analizzati 82.676 tamponi molecolari e 105.515 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 0,7 per cento, mentre quella dei test antigenici dello -0,28 per cento. Nella giornata di mercoledì i contagi registrati erano stati 951 e i morti 30. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (155), Sicilia (119), Campania (112), Lazio (97) e Toscana (73).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, giovedì 24 giugno.
A leggere i tantissimi “totoministri” che si sono ripetuti sui quotidiani nei lunghi giorni delle trattative per il governo, colpiva soprattutto una cosa: che i nomi cambiavano, andavano e venivano ogni giorno, e ogni giornale aveva il suo, ma una casella ha ospitato invece, sempre e ovunque, la stessa faccia. Quella di Alfonso Bonafede, che ieri è stato in effetti riconfermato come ministro della Giustizia. Malgrado Bonafede non avesse grandi titoli – salvo una laurea in legge – per quella carica, e non si sia fatto particolarmente apprezzare nel ruolo, la sua conferma – basata sulle sue relazioni molto strette con Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, che fu suo professore e di cui si dice sia stato Bonafede a tirare fuori il nome la prima volta per la presidenza del Consiglio – non è mai stata in discussione, e il Partito Democratico a quella non si è mai opposto. Sul cedimento da parte del Partito Democratico – che ha tra i suoi attuali dirigenti che hanno gestito la trattativa Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia piuttosto stimato – di questo importante settore della vita del paese, cedimento con ricadute sostanziali, scrive oggi sul Foglio Sergio Soave.
La resa del PD sulla Giustizia. Un tema così importante per i progressisti è stato lasciato all'approccio giustizialista del M5S e di Alfonso Bonafede, scrive Sergio Soave sul Foglio.
Mercoledì sera è stato depositato in commissione Affari costituzionali della Camera il testo della riforma della legge elettorale, sottoscritto da Partito Democratico, Forza Italia e Nuovo Centrodestra. La legge elettorale è un sistema proporzionale “corretto”, chiamato dalla stampa “Italicum”, in cui i seggi si attribuiscono su base nazionale. Gli eletti vengono scelti sulla base di circa 120 collegi all’interno del quale ogni partito o coalizione presenterà una breve lista di candidati. La legge prevede una serie di sbarramenti e assegna un premio di maggioranza a chi ottiene più voti, purché siano almeno il 35 per cento dei voti validi del totale nazionale: nel caso in cui nessuno raggiunga il 35 per cento, le due coalizioni o partiti non coalizzati più votati vanno al ballottaggio. Queste sono le cose essenziali da sapere, ma la lettura del testo integrale permette di scoprirne altre, interessanti, e aggiungere dettagli a quelle che sappiamo. 1. La legge elettorale del Senato La legge elettorale riguarda sia la Camera che il Senato, e funziona più o meno allo stesso modo in entrambe le camere: stessi sbarramenti, stesso premio di maggioranza assegnato su base nazionale e stesse norme sul ballottaggio. La Costituzione però prescrive (articolo 57) che il Senato sia eletto su base regionale, al contrario della Camera su base circoscrizionale. La nuova legge elettorale prevede che ai fini della distribuzione dei seggi al Senato si tenga conto del totale regionale, e non di quello nazionale, ma rimane teoricamente un rischio di incostituzionalità: d’altra parte però l’accordo politico tra i partiti promotori della legge elettorale prevede l’abolizione del Senato in quanto camera elettiva. Nelle intenzioni dei proponenti, quindi, il problema non si porrà (anche se la riforma del Senato richiede più tempo dell’approvazione della legge elettorale, trattandosi di una modifica costituzionale).
10 cose sulla nuova legge elettorale. Niente candidature multiple, parità di genere obbligatoria, le liste saranno molto corte e sulla scheda ci saranno i nomi dei candidati.
Il mercato dei libri fa pensare agli scrittori, cioè a uomini e donne fatti a forma di scrittore che passano le loro giornate a inventare storie e a scrivere romanzi e racconti, che poi gli editori pubblicheranno. Intorno a loro, incontrastati protagonisti del mercato, si accalca un gruppo di semi abusivi, in posizione defilata per quanto rumorosa, composto da cuochi, cantanti, sportivi, youtuber, cioè da persone che vendono libri perché hanno una notorietà tale da interessare al pubblico. Per capire se è vero, e quale sia la realtà del mercato, abbiamo preso la classifica GFK dei libri più venduti in una settimana qualsiasi – quella da lunedì 9 a sabato 14 maggio 2016 – e analizzato le prime 200 posizioni dividendole per identità o mestiere degli autori, oltre che per genere di libro. I primi 200 libri venduti dal 9 al 14 maggio hanno venduto complessivamente 256.453 copie per un ricavo di 3 milioni 795 mila 674 euro (e un costo medio a copia di 14,8 euro). La metà sono libri di non scrittori Quasi la metà dei libri in classifica – precisamente 92 su 200 per 99.616 copie vendute e 1.411.637 euro di ricavi – non sono stati scritti da scrittori professionisti, ma da cantanti, giornalisti televisivi, youtuber, attrici, cuochi, oppure sono stati assemblati dagli editori, sono raccolte di fiabe, libri per bambini pieni di stick da incollare, o sono firmati da papa Francesco, che con 6 titoli nei primi 200 rappresenta una categoria editoriale indipendente.
Chi scrive i libri che si vendono in Italia. Per metà sono scrittori professionisti, per metà youtuber, maestri di vita, persone famose e il Papa.
Lunedì 13 gennaio la trasmissione di RaiTre Presa Diretta, condotta da Riccardo Iacona, si è occupata di Stamina, il trattamento molto controverso che secondo i suoi promotori è a base di cellule staminali e che sarebbe in grado di curare un’ampia serie di malattie gravi e invalidanti, come la sclerosi laterale amiotrofica. Dopo un lungo periodo di relativo silenzio, negli ultimi mesi il caso è stato molto presente sui quotidiani nazionali, che hanno dedicato articoli e inchieste su Stamina, sul suo ideatore Davide Vannoni e sulle vicende giudiziarie che lo stanno riguardando. Presa Diretta ha raccontato la storia dall’inizio, ha intervistato alcuni pazienti adulti sottoposti al trattamento e che non hanno provato alcun giovamento, ha mostrato le carte dei rapporti e delle inchieste e messo in evidenza le responsabilità politiche della vicenda, che hanno portato alla somministrazione del trattamento in alcune strutture sanitarie pubbliche, come gli Spedali Civili di Brescia. Iacona ha anche intervistato Vannoni, che ha difeso a modo suo Stamina e le alte cifre – si parla di decine di migliaia di euro – richieste ad alcune pazienti per procedere al trattamento.
Il caso Stamina a “Presa Diretta”. Il video della puntata integrale che ha ricostruito la storia del controverso trattamento, con dati sulla sua presunta efficacia e sulle vicende giudiziarie del suo ideatore Vannoni.
Lo scorso ottobre il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, fu coinvolto in un episodio singolare: il capo della sua scorta lo aveva accompagnato fino alla soglia del suo appartamento e poi, sceso per le scale, si era imbattuto in uno sconosciuto armato di una pistola. Questo gli aveva puntato l’arma addosso e aveva premuto il grilletto, ma il colpo non era partito. L’agente allora lo aveva messo in fuga sparando in alto con l’arma di ordinanza. Seguirono giorni di solidarietà al giornalista e polemiche politiche, anche perché diversi dettagli della dinamica non risultavano chiari e non si riuscivano a trovare altri testimoni che non fossero lo stesso caposcorta. A un certo punto il Corriere della Sera scrisse: “tra i poliziotti circola uno strano convincimento: che l’agente di tutela del direttore di Libero si sia inventato tutto”. Tale circostanza sarebbe stata avvalorata da un precedente episodio che aveva visto protagonista lo stesso agente: un’aggressione sventata, anche quella piuttosto misteriosa, cui era seguita una promozione.
“Nei guai il caposcorta di Belpietro”. Il Giornale scrive in prima pagina che per i pm l'attentato dello scorso ottobre al direttore di Libero "sarebbe solo una montatura".
È morto l’attore Carlo Delle Piane, aveva 83 anni: lo ha comunicato la moglie, la cantante Anna Crispino. Delle Piane, che aveva iniziato a lavorare nel cinema già da adolescente, aveva recitato in più di 100 film. Negli anni, lavorò con Totò, Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Vittorio De Sica, Aldo Fabrizi e Mario Monicelli. Il regista con il quale aveva collaborato di più è però Pupi Avati: tra gli anni Settanta e i primi Duemila aveva recitato in più di dieci suoi film. L’ultimo film in cui aveva recitato Delle Piane è Chi salverà le rose?, del 2017; il primo era stato Cuore di Duilio Coletti, nel 1947. Delle Piane era nato a Roma nel 1936 e parlando del suo primo film disse, come riporta Repubblica: «Ero alle medie al Pio XI di Roma e lì arrivarono gli assistenti del regista Duilio Coletti che cercavano tra gli alunni i ragazzi per il film Cuore. Io, che ero sempre all’ultimo banco e non andavo troppo bene a scuola, non capivo chi fossero, pensavo che stessero per interrogarmi e quasi mi nascondevo. Ma fui scelto, anche se allora sembravo un extraterrestre piccolo e con le gambe sottili sottili. Da allora mi ritrovai a lavorare con grandi artisti, ma non davo loro importanza, per me il cinema era un modo per non andare a scuola e mettermi qualche soldo in tasca».
È morto l’attore Carlo Delle Piane. Aveva 83 anni e aveva recitato con Totò, Alberto Sordi e Vittorio Gassman, e per alcuni dei più grandi registi italiani.
Il 30 luglio scorso il famoso imprenditore statunitense Elon Musk aveva promesso che entro la fine di agosto avrebbe svelato un nuovo dispositivo che mostra “l’attivazione in tempo reale dei neuroni” nel cervello progettato da Neuralink, la sua azienda che si occupa di ricerca e sviluppo nel campo dei sistemi per far dialogare direttamente il nostro cervello con i computer. Musk ha mantenuto la promessa alla fine della scorsa settimana, nel corso di una conferenza stampa cui ha partecipato Gertrude, una scrofa apparentemente in salute e piuttosto collaborativa. La conferenza stampa di Neuralink era attesa, non solo per le anticipazioni fornite da Musk nelle settimane scorse, ma anche perché le attività di ricerca condotte dall’azienda sono ritenute promettenti, e possono contare su finanziamenti solidi. Musk è CEO della compagnia spaziale SpaceX e della società automobilistica Tesla, tra le altre cose, e ritiene che i risultati raggiunti da Neuralink possano un giorno portare benefici alle sue altre numerose attività commerciali.
Elon Musk scommette molto su questo maiale. La sua società Neuralink ha mostrato un nuovo impianto che si collega al cervello per farlo dialogare con un computer, annunciando piani piuttosto fantascientifici.
Il nuovo e probabilmente ultimo trailer di Star Wars: Il risveglio della Forza è stato diffuso da poche ore, ma è già una delle cose più commentate online degli ultimi mesi: e del resto era atteso dallo scorso aprile, quando era stato diffuso il primo trailer vero e proprio del settimo film della saga cinematografica di fantascienza. Il nuovo film è ambientato a trent’anni di distanza dagli eventi di Star Wars: Il ritorno dello Jedi e mette insieme diversi personaggi della trilogia classica con nuovi protagonisti. Anche se moltissime cose non sono ancora chiare sulla trama, il trailer dà comunque qualche indizio interessante. Se non avete mai visto un solo film di Star Wars e volete farlo non andate oltre: ci sono diversi spoiler, avvisati.
L’ultimo trailer di “Star Wars”, spiegato bene. Tutte le cose da sapere e che si intuiscono sulla trama del nuovo film di Guerre Stellari, tra buoni, cattivi e vecchie conoscenze.
Stanchi di vedere la Germania correre in soccorso dei paesi che adottano l’euro in difficoltà economica, diversi esponenti politici tedeschi iniziano ad auspicare un’uscita della Grecia dalla moneta unica. Una simile operazione sarebbe senza precedenti e, come spiega Charles Forelle sul Wall Street Journal di oggi, sarebbe molto difficile da mettere in pratica. L’adozione dell’euro era stata progettata come un processo irrevocabile e i trattati dell’Unione Europea non contengono norme specifiche per permettere a un paese di abbandonarlo. Una rettifica dei trattati potrebbe richiedere molti anni e un parere unanime, compreso quello dei paesi che rischierebbero di essere espulsi. Questo significa che la Grecia non può essere estromessa contro la sua volontà.
Dall’euro non si esce. I trattati europei non hanno norme specifiche per abbandonare la moneta unica e per la Grecia sarebbe un enorme azzardo, dice il Wall Street Journal.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato le nuove ordinanze con cui stabilisce le zone di rischio di diffusione della pandemia da coronavirus a cui saranno assegnate le regioni italiane a partire da domenica 24 gennaio. Quelle firmate oggi riguardano principalmente la Lombardia e la Sardegna, che da domenica saranno in zona arancione. La Lombardia era precedentemente in zona rossa per via di un errore nei dati trasmessi dalla Regione all’Istituto Superiore di Sanità, poi rettificato. La Sardegna invece era in zona gialla ma secondo gli ultimi dati è esposta a un rischio superiore rispetto all’ultima valutazione. Il ministero ha anche confermato che Calabria, Veneto ed Emilia-Romagna rimarranno in zona arancione dopo che era scaduta l’ordinanza che le riguardava.
Da domenica Lombardia e Sardegna saranno in zona arancione. Lo ha deciso il ministero della Salute: in Sardegna è aumentato il rischio di diffusione del coronavirus, in Lombardia c'era stato un errore sui dati del contagio.
Il trombettista Dizzy Gillespie non è passato alla storia come il più geniale dei jazzisti che inventarono il bebop, merito che venne attribuito più al pianista Thelonious Monk; né è ritenuto il più virtuoso, come solitamente viene descritto il sassofonista Charlie Parker. La sua attitudine da intrattenitore, il suo talento per farsi amare da chiunque non appena illuminato da un riflettore, le sue guance rigonfie che lo facevano sembrare una caricatura, le trombe storte, lo hanno reso un personaggio per certi versi meno poetico e drammatico di gente come Miles Davis o Bud Powell. Ma queste stesse caratteristiche lo resero una figura unica e completa come nessun’altra: come scrisse il New York Times nel suo necrologio, Gillespie «sembrò riassumere tutte le possibilità dell’arte popolare americana». Fu una figura chiave in quel movimento negli anni Quaranta che si mise in testa di sostituire l’ormai stanca musica swing con un tipo di jazz più attuale, emancipato, più adatto alle esigenze e alle esperienze degli afroamericani delle grandi città americane. Anni dopo, non essendogli bastato aver contribuito a cambiare la musica una volta, Gillespie lo fece di nuovo, diventando uno dei primi a mischiare il jazz con i suoni e i ritmi della musica africana e latina. Nacque il 21 ottobre 1917 a Cheraw, South Carolina, e oggi avrebbe compiuto 100 anni.
Dizzy Gillespie voleva fare tutto. Uno dei più grandi trombettisti jazz di sempre nacque 100 anni fa, e «sembrò riassumere tutte le possibilità dell'arte popolare americana».
Carlo Gabardini, l’attore milanese noto soprattutto per il personaggio di Olmo Ghesizzi in Camera Café, ha scritto una bella lettera su Repubblica in seguito al suicidio del ragazzo romano di 21 anni, avvenuto nella notte tra sabato e domenica, che era stato più volte maltrattato in quanto gay. Gabardini si rivolge a un ipotetico «ragazzo gay, o bisex, o indeciso o boh» per spiegargli che «essere gay è bellissimo» e che l’identità sessuale non deve essere mai «un motivo per deprimersi, farsi del male, uccidersi». Caro ragazzo gay, o bisex, o indeciso o boh, la vita è durissima, spesso è uno schifo, ma la propria identità sessuale non può mai essere un motivo per deprimersi, farsi del male, uccidersi. Scusami se ti scrivo, ma io ho bisogno di dirti una cosa: essere gay è bellissimo. Non è una colpa, non è un atteggiamento che uno sceglie, è normale tanto quanto non esserlo. Ma la cosa che nessuno dice mai è che essere gay è anche bellissimo. Poi a me sta bene che chi pensa che l’omofobia sia il problema, lotti per combattere l’omofobia, foss’anche solo per un motivo simbolico e per accendere i riflettori sulla questione. Ma se tu finalmente ti convinci di essere nella tua squadra del cuore, la più splendente perché meglio definisce i tuoi gusti sessuali, beh, allora che ti frega che — quasi sempre per invidia — quelli di altre squadre ti prendano in giro? Se sono dell’Inter e un milanista mi urla «nerazzurro di merda» io me ne faccio un vanto e magari gli rispondo pure «dimmi, pallosissimo etero!». Poi, ovvio, se vuole menarmi e magari sono pure più di uno, scappo, e se mi fanno del male o anche solo minacciano di farmelo, sporgo denuncia. E non sto dicendo che bisogna subire passivamente, però la questione è che non mi lascio deprimere o far venire dei dubbi, non mi lascio convincere che quello sbagliato sono io, che quindi debba punirmi e possibilmente strapparmi di dosso questa brutta cosa o ammazzarmi. Ma neanche per sogno. E sai perché? Perché essere gay è bellissimo, c’è da metterselo in testa. E poi, rimanendo in metafora, se capisci che fai parte di una squadra, capisci anche — ed è importantissimo — che non sei da solo.
Carlo Gabardini: «Essere gay è bellissimo». La bella lettera scritta dall'attore Carlo Gabardini dopo il suicidio di un ragazzino maltrattato perché omosessuale.
Stamattina Silvio Berlusconi è stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano dove è stato operato per un’occlusione intestinale. L’intervento è stato «risolutivo», ha fatto sapere attraverso una nota diffusa in serata; verrà dimesso nei prossimi giorni. Il San Raffaele è l’ospedale dove tre anni fa Berlusconi era stato sottoposto a un intervento per un malore causato da uno scompenso cardiaco. Alle 14 di oggi avrebbe dovuto tenere una conferenza stampa a Villa Gernetto per la presentazione dei candidati di Forza Italia alle elezioni europee, che però ha saltato.
Silvio Berlusconi è stato operato all’ospedale San Raffaele di Milano per occlusione intestinale.
Il 14 gennaio 1954 Joe DiMaggio, leggendario giocatore di baseball dei New York Yankees, sposò Marilyn Monroe al Municipio di San Francisco, in California. All’epoca DiMaggio aveva smesso di giocare da tre anni, Monroe era già un’attrice molto celebre: erano già usciti gran parte dei film per cui diventò famosa, e proprio in quell’anno sarebbe uscito “Quando la moglie è in vacanza” (quello della scena in cui la gonna del vestito bianco di Marilyn Monroe si solleva al passaggio del treno della metropolitana, per capirci). Monroe e DiMaggio si erano conosciuti due anni prima: Monroe era stata sposata con James Dougherty dal 1942 al 1946, DiMaggio veniva da un precedente matrimonio con un’altra attrice – Dorothy Arnold, sposata nel 1939 – da cui aveva divorziato nel 1943 e da cui aveva avuto un figlio, Joe DiMaggio Jr. Il matrimonio tra Monroe e DiMaggio durò soltanto nove mesi: si lasciarono il 5 ottobre, e a lungo si parlò della gelosia di lui come uno dei motivi della separazione. Rimasero in ottimi rapporti.
Marilyn Monroe e Joe Di Maggio, 60 anni fa. Si sposarono il 14 gennaio 1954: durò solo 9 mesi ma quando Marilyn morì fu noto a tutti che tra loro non era propriamente finita.
Litigio sopra le righe, e anche sopra il sopra le righe, a Ballarò martedì sera. Discutendo del caso Scajola, su cui erano già intervenuti Matteo Renzi, Fabio Granata e Maurizio Lupi, il vicedirettore del Giornale Alessandro Sallusti ha attaccato Massimo D’Alema, anche lui in studio, paragonando quanto riguarda Scajola alla vicenda chiamata allora dal Giornale “Affittopoli” in cui Massimo d’Alema fu accusato per il pagamento di un affitto a equo canone. “Ma vada a farsi fottere”, ha risposto a un certo punto Massimo D’Alema, “lei è un bugiardo e un mascalzone!”. E dopo aver improvvisamente alzato la voce, “Lei adesso non parla più!”. E ancora, riferendosi al ruolo di Sallusti nel quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi:
“Vada a farsi fottere”. D'Alema perde le staffe a Ballarò contro le velenose accuse del vicedirettore del Giornale (video).
Nel 1991 il vulcano Pinatubo nelle Filippine produsse una gigantesca eruzione, la seconda più grande del XX secolo, rilasciando nell’atmosfera una grande quantità di fumo e polveri, con conseguenze per l’intero Pianeta. I gas e le polveri oscurarono il cielo: ostacolando in parte i raggi solari fecero diminuire per qualche settimana la temperatura globale di circa mezzo grado Celsius. Secondo i sostenitori della “geoingegneria solare” potremmo ottenere un effetto simile artificialmente, riducendo le conseguenze del riscaldamento globale. La proposta circola da anni e ha sempre ricevuto critiche, soprattutto per la sua scarsa praticità, ma ora una nuova ricerca scientifica ipotizza che a certe condizioni potrebbe funzionare, e con meno effetti negativi secondari rispetto a quanto prospettato finora. Tenere sotto controllo il riscaldamento globale è la più grande sfida che l’umanità abbia davanti. Le alte quantità di anidride carbonica (CO2) prodotte dalle attività umane hanno contribuito a fare aumentare il cosiddetto “effetto serra”, che impedisce alla Terra di disperdere a sufficienza il calore oltre l’atmosfera, dove la CO2 e altri gas fanno da ostacolo. Con l’Accordo di Parigi, il patto internazionale sul clima più importante degli ultimi anni, i governi del mondo si sono impegnati a mantenere al di sotto dei 2 °C l’aumento della temperatura, rispetto ai livelli pre-industriali, e con un obiettivo ottimale di non superare gli 1,5 °C. I termini dell’Accordo sono stati giudicati troppo ottimistici, considerato che la temperatura globale media è già aumentata di circa 1 °C rispetto ai livelli pre-industriali e che le emissioni di CO2 stanno continuando ad aumentare.
E se oscurassimo il Sole contro il riscaldamento globale? la geoingegneria solare propone di riempire l'atmosfera di polveri per schermare i raggi solari, ma non sembra una grande idea.
È passata ormai più di una settimana da quando è uscito More Life, l’ultimo disco del rapper canadese Drake, arrivato a meno di un anno da Views, che aveva avuto uno straordinario successo commerciale ma non era piaciuto granché ai critici. La prima cosa da sapere su More Life è che non è un vero disco, o meglio non è stato presentato così: Drake ha detto che è una playlist, e più precisamente «una playlist che offra una raccolta di canzoni che diventino la colonna sonora della tua vita». Non è quindi neanche un mixtape, come vengono chiamati nell’hip hop le raccolte di canzoni pubblicate spesso con meno sforzi dei dischi veri e propri, e a volte per scopi promozionali più che commerciali. Ma sono tutte distinzioni piuttosto fluide, e More Life probabilmente complicherà le cose. Intanto ha stabilito il record di disco (ok, playlist) più ascoltato di sempre sui servizi in streaming negli Stati Uniti in una sola settimana: 385 milioni di volte.
E quindi com’è il nuovo disco di Drake? che non è un disco ma una playlist lo saprete già, ma “More Life” sta comunque macinando record e soprattutto sta piacendo molto.
Nella notte tra domenica 25 e lunedì 26 agosto, quando in Italia saranno le tre del mattino, il canale MTV trasmetterà gli MTV Video Music Awards (VMAs), la manifestazione organizzata dal canale televisivo in cui vengono assegnati i premi per i migliori video musicali dell’ultimo anno di diverse categorie. L’evento si terrà al Barclays Center, nel quartiere di Brooklyn, a New York. Oltre all’assegnazione dei premi, la cosa più attesa della serata è sicuramente l’esibizione di alcuni dei cantanti più importanti che hanno pubblicato dischi nell’ultimo anno: chi aspetta di ascoltare gli N’Sync, l’ex gruppo di Justin Timberlake riunito per l’occasione, e chi Lady Gaga o Miley Cirus. Inoltre, scrive il Washington Post, sul palco canteranno anche Kanye West e Taylor Swift, ognuno con la propria canzone. Il fatto che si esibiscano entrambi non accade dall’edizione del 2009, quando furono al centro di una situazione molto discussa e diventata un vero e proprio meme. Nella serata del 2009, era il 13 settembre, Taylor Swift si trovava sul palco per ricevere il premio per il miglior video musicale femminile. Durante il suo discorso il rapper americano Kanye West salì sul palco, le tolse il microfono di mano e iniziò a contestare l’assegnazione del premio, sostenendo che dovesse essere dato a Beyoncé, per la canzone Single Ladies (Put A Ring On It): «Taylor sono davvero felice per te, ma il video di Beyoncé è tra i migliori di tutti i tempi».
Il possibile incontro tra Kanye West e Taylor Swift. Questa sera, durante la cerimonia degli MTV Video Music Award: nel 2009 furono al centro di un caso diventato un vero e proprio meme.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui. Emiliano tra voi mi ha segnalato che il mio disagio con la definizione di "trombettiere" di cui parlavo ieri fosse piuttosto comprensibile, considerato che il termine adeguato sarebbe trombettista: che è vero, anche se ancora qualcosa di goffo rimane - ho molti amici trombettisti! - in una formulazione che allude a una trombetta. Solo che le alternative sono peggio ancora, dice Treccani. Il compleanno è molto dispari, ma il disco lo merita: un articolo recupera i 19 anni di O di Damien Rice. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Anna B Savage. Anche se non parliamo di canzoni da canticchiare sotto la doccia.
I contagi da coronavirus totali registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia in Italia, secondo gli ultimi dati diffusi oggi dalla Protezione Civile, sono 214.457. Ci sono 1.444 casi registrati in più di ieri. I morti sono 29.684, un incremento di 369 rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” sono 8.014, per un totale di 93.245. Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono 1.333, 94 in meno di ieri. Si registrano 6.939 attualmente positivi in meno, per un totale di 91.528. Per la prima volta i “dimessi o guariti” superano gli attualmente positivi. In Lombardia, la regione più colpita, i casi positivi totali sono oggi 79.369 (764 in più rispetto a ieri) e i morti registrati nelle ultime 24 ore sono stati 222. Le persone al momento in terapia intensiva sono 480, 29 in meno rispetto a ieri. I “guariti o dimessi” sono 33.005, 5.881 in più di ieri, ma la regione Lombardia precisa che il numero così alto di guariti, rispetto a ieri, è dovuto a un aggiornamento del dato e fa riferimento a guariti nelle giornate precedenti e non solo ieri. Questo dato si ripercuote quindi anche su quello nazionale non solo dei “guariti o dimessi”, ma anche su quello degli attualmente positivi.
Le notizie di mercoledì sul coronavirus in Italia. I casi di contagio rilevati sono 1.444 in più di ieri, mentre i morti sono 369 in più.
Ieri 8 febbraio a Los Angeles, in California, la casa di moda Tommy Hilfiger ha presentato la sua seconda collezione, dopo quella di settembre 2016, in collaborazione con la modella Gigi Hadid, Tommy x Gigi. Entrambe fanno parte del tentativo nuovo e deciso di rilanciare il marchio negli Stati Uniti: Gigi Hadid è una delle modelle più conosciute e ricercate degli ultimi anni, famosissima tra adolescenti e ventenni e seguitissima soprattutto su Instagram, dove ha più di 29 milioni di followers. I capi che hanno sfilato ieri sono quelli della collezione primaverile e sono stati messi in vendita durante la sfilata, che si poteva seguire in diretta sul sito del marchio salvando e comprando i vestiti desiderati: è la cosiddetta strategia del “see-now, buy-now”, che permette di sfruttare al meglio l’attenzione e l’interesse per i capi che sfilano in passerella. Ci sono lunghi vestiti estivi un po’ bohémien, costumi con fantasie che richiamano la bandiera statunitense, e i classici colori del marchio, rosso, bianco e blu. All’evento c’erano anche Lady Gaga, Kris Jenner, la modella Bella Hadid (sorella di Gigi) e la cantante Fergie, che si è esibita dopo la sfilata. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto della sfilata di Tommy Hilfiger con Gigi Hadid. A Los Angeles è stata presentata la seconda collaborazione tra il marchio e la modella: c'erano anche Lady Gaga, Fergie e Bella Hadid.
Mercoledì 24 luglio il governo Letta ha deciso di porre il voto di fiducia sulla conversione in legge del cosiddetto decreto del “Fare”, dopo che le varie componenti dell’opposizione, e in particolare il Movimento 5 Stelle, avevano presentato più di 800 emendamenti alla legge, con l’intenzione di prolungare il più possibile il dibattito parlamentare e quindi di far ritardare o rinviarne l’approvazione: vari esponenti del M5S avevano poi dichiarato che anche al Senato, dove la legge deve essere approvata entro il 20 agosto, avevano intenzione di fare ostruzionismo. Nella notte fra giovedì e venerdì i deputati del M5S hanno effettivamente tenuto vari discorsi, prolungando la seduta per tutta la notte. L’ostruzionismo è una pratica parlamentare che consiste nel tentare di bloccare l’approvazione di una legge mediante azioni di disturbo che ritardano o impediscono il voto – spesso discorsi molto lunghi o assenze estese dall’aula per far mancare il numero legale. Non è chiaro quale sia stata la prima azione ostruzionistica nell’epoca moderna, ma la pratica cominciò a diffondersi nei parlamenti europei nella seconda metà del diciannovesimo secolo: nei paesi in cui si parla inglese è nota con il termine filibustering e negli Stati Uniti veniva utilizzata già a partire dal 1841. Uno dei primi, eclatanti casi di ostruzionismo nell’epoca parlamentare fu quello di alcuni deputati irlandesi che, nel tentativo di attirare l’attenzione sui problemi del proprio paese, nel 1877 disturbarono l’approvazione al parlamento inglese di una legge riguardante il Sudafrica (che allora faceva parte del Commonwealth, l’organizzazione in cui erano compresi i paesi che facevano parte dell’Impero), facendo discorsi lunghi diverse ore e ritardando per giorni l’approvazione della legge.
Breve storia dell’ostruzionismo. Com'è cominciato, in che modo viene regolamentato e cosa successe nella notte fra il 10 e l'11 febbraio 1980 alla Camera.
Free Solo stanotte ha vinto l’Oscar per il miglior documentario: gli altri candidati erano Hale County this morning, this evening; Minding the gap; Of fathers and sons e RBG. Il documentario vincitore racconta una scalata in “free solo” (cioè slegato, senza corde o protezioni) fatta nel giugno 2017 da Alex Honnold. Free Solo è in alcuni cinema italiani dal 19 febbraio ed è prodotto da National Geographic. È stato diretto dalla documentarista Elisabeth Chai Vasarhelyi e dal fotografo e regista Jimmy Chin. La via scalata da Honnold si chiama Freerider ed è già molto difficile da scalare normalmente, assicurati con le corde. È una parete alta circa 900 metri e Honnold ci mise circa quattro ore per percorrerla tutta. Dopo che ci riuscì il New York Times scrisse che la sua impresa «avrebbe dovuto essere celebrata come uno dei più grandi traguardi atletici di ogni tipo, di sempre».
“Free Solo”, che ha vinto l’Oscar per il miglior documentario. Racconta come l'americano Alex Honnold ha scalato senza corde e imbragature una parete di circa 900 metri nel parco di Yosemite, in California.
Il gup del tribunale di Rieti ha rinviato a giudizio sei persone per il crollo di una palazzina di Amatrice avvenuto a causa del terremoto nel Centro Italia del 2016: l’edificio, costruito nell’ambito del progetto di edilizia residenziale pubblica INA-Casa, si trovava in piazza Augusto Sagnotti, e nel crollo morirono sette persone. Tra le persone rinviate a giudizio c’è Sergio Pirozzi, ex sindaco di Amatrice ora consigliere regionale con Fratelli d’Italia. Gli altri sono il progettista e direttore dei lavori, tre tecnici del Genio civile e il comandante dei Vigili urbani di Amatrice. Secondo l’accusa, i lavori di ristrutturazione sulla palazzina fatti nel 2009 non rispettarono le norme antisismiche.
Sei persone sono state rinviate a giudizio per il crollo di una palazzina di Amatrice nel terremoto del 2016: tra di loro c’è l’ex sindaco Sergio Pirozzi.
A diverse ore dalla chiusura del termine per presentare le candidature alle primarie del Movimento 5 Stelle per scegliere il candidato presidente del Consiglio alle prossime elezioni, sono stati diffusi i nomi degli altri sette candidati che potranno essere scelti dagli iscritti del partito. Il candidato principale, come si sapeva ormai da qualche giorno è Luigi Di Maio, ma oltre a lui ci sono anche Vincenzo Cicchetti, Elena Fattori, Andrea Davide Frallicciardi, Domenico Ispirato, Gianmarco Novi, Nadia Piseddu e Marco Zordan. I nomi sono stati pubblicato sul blog di Beppe Grillo, dove è specificato che si tratta di una lista “provvisoria” e che fino a domani pomeriggio potranno essere presentati documenti integrativi da parte dei candidati esclusi. Di Maio è da anni indicato come il naturale candidato presidente del Consiglio del partito ed è fortemente appoggiato da Beppe Grillo e dalla Casaleggio Associati. L’altro leader del Movimento e alleato di Di Maio, Alessandro Di Battista, ha fatto sapere poche ore fa di non volersi candidare.
Ci sono 8 candidati alle primarie del M5S. Ma l'unico di cui avete sentito parlare è Luigi Di Maio.
Nelle prossime settimane Twitter cambierà le sue regole di utilizzo, nella speranza di ridurre gli abusi e le molestie sul social network. La notizia non è ancora ufficiale, ma Wired ha ottenuto una copia di un’email interna inviata dal CEO di Twitter, Jack Dorsey, al Trust and Safety Council dell’azienda. Il concetto di “nudità non consensuale” (immagini e video pubblicati senza il permesso delle persone ritratte) è stato esteso per comprendere le immagini ottenute con telecamere nascoste: se pubblicate, comporteranno la rimozione dei tweet e provvedimenti più severi per i proprietari degli account che le hanno diffuse. Invece di ricevere una sospensione temporanea, chi pubblica questi contenuti sarà da subito sospeso in modo permanente. Sono previsti provvedimenti anche per chi fa proposte sessuali non richieste, con la possibilità di segnalare tweet di questo tipo anche se non si è direttamente coinvolti. Dorsey ha anche spiegato che Twitter sta lavorando per prendere provvedimenti più severi nei confronti di gruppi di violenti, tweet che elogiano la violenza e nei quali sono utilizzati simboli e messaggi d’odio.
Twitter sospenderà da subito e in modo permanente gli account che pubblicano “nudità non consensuale”.
Tra le cose più viste sul Post questa settimana c’è la storia delle foto rubate a Jennifer Lawrence ed altre attrici, oltre a quella del tizio che ha fatto finta di essere il ladro ed è finito in grossi guai. Poi una stroncatura di Matteo Renzi da parte della direttrice dell’Huffington Post italiano, Lucia Annunziata, e il dibattito sui sedili reclinabili degli aerei. Per gli appassionati di tonno in scatola c’è un lungo articolo che racconta come funziona il mercato di uno degli alimenti più universali che ci siano (e che noi italiano consumiamo tantissimo). Infine, parecchie belle foto: dall’India, dai parchi naturali americani (ma con protagonisti insoliti) e quelle dell’addestramento di un battaglione dell’esercito israeliano composto quasi esclusivamente da donne. – Bisogna prepararsi a una guerra in Europa? “La domanda suona un po’ paranoica e scioccamente apocalittica”, scrive Anne Appleabum sul Washington Post: ma spiega perché è il caso di farsela
Sunday Post. Una stroncatura di Matteo Renzi, la storia del tonno in scatola e persone insospettabili che compiono 50 anni, tra le cose più viste sul Post questa settimana.
I consigli di amministrazione di Mediaset e Mediaset España hanno deciso di proporre ai propri azionisti la fusione delle due società con Mediaset Investment NV, una holding con sede legale nei Paesi Bassi che sarà rinominata MFE – Mediaforeurope NV. La holding sarà quotata alle borse di Milano e a Madrid: Mediaset avrà sempre sede fiscale in Italia e Mediaset España in Spagna. La decisione ha a che vedere con la recente acquisizione di quasi il 10 per cento del gruppo radiotelevisivo tedesco Prosiebensat.1 Media e la conseguente espansione degli affari di Mediaset nel mercato europeo. Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, lo ha spiegato dicendo: «Abbiamo il desiderio di una nuova casa per un broadcaster paneuropeo, nessuna delocalizzazione, tutte le attività rimangono in Italia e Spagna, cosi come la sede fiscale. Sede in Olanda perché lì le regole fanno sì che una società che affronta un cambiamento possa avere una stabilità di azionariato». Con la fusione Fininvest avrà il 35,43 per cento di MFE, ma più del 50 per cento dei diritti di voto.
Mediaset vuole spostare la sede legale nei Paesi Bassi.
Nel corso della settimana che comincia lunedì 8 febbraio rimangono in vigore le ultime ordinanze relative alle restrizioni disposte nelle regioni italiane per contenere la pandemia da coronavirus, firmate il 29 gennaio dal ministro della Salute, Roberto Speranza, e valide fino al 15 di febbraio. Ci sono però alcune novità che entreranno in vigore a partire da lunedì. Quasi tutte le regioni italiane sono in “zona gialla”, mentre Umbria, Puglia, Sicilia e provincia autonoma di Bolzano sono in “zona arancione” (in quest’ultima saranno in vigore da lunedì misure più restrittive per contenere il contagio). Lunedì invece la regione Sardegna passa dalla “zona arancione” a quella “gialla”, dopo la scadenza dell’ordinanza firmata il 23 gennaio dal ministro della Salute.
Il colore delle regioni non cambia, tranne che in Sardegna. Che da lunedì torna "gialla", mentre in quattro regioni sono state decise delle "zone rosse" limitate ad alcuni comuni.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ieri ha rimbrottato l’onorevole Bianconi del PdL che lo aveva accusato di “tradire la Costituzione”, dicendogli che per i presidenti che tradiscono la Costituzione esiste una fattispecie ben precisa, creata dall’articolo 90 della Carta, e quindi Bianconi farebbe bene – anzi: «avrebbe il dovere» – di avvalersene. Sui giornali di oggi Bianconi fa marcia indietro, dice che Napolitano ha esagerato e che ha colpito lui per mandare un messaggio a Berlusconi. Rimane l’ennesima vuota polemica estiva – ve l’abbiamo detto come funziona: ogni mattina comincia uno diverso, tutti gli rispondono e si arriva stancamente alla sera – e un promemoria sul fatto che la nostra Costituzione prevede la possibilità di sfiduciare il presidente della Repubblica. Paolo Cacace sul Messaggero di oggi racconta di quando qualcuno ci ha provato, a mettere sotto accusa il Presidente. Cominciamo dall’articolo 90 della Costituzione, che regola la materia.
Impeachment, le volte che ci hanno provato. La storia di un articolo della Costituzione mai utilizzato ma spesso usato come arma di minaccia politica.
Un gruppo di hacker lo scorso anno si è intromesso più volte nei sistemi della società che gestisce il Nasdaq Stock Market, il mercato borsistico elettronico degli Stati Uniti. Le autorità sono da mesi alla ricerca degli autori di queste effrazioni il cui scopo non è ancora del tutto noto, spiega oggi Devlin Barrett sul Wall Street Journal. Le indagini hanno consentito di rilevare gli ingressi non autorizzati, ma non le azioni che sarebbero state compiute una volta all’interno del sistema informatico. Al momento si sa solo che gli attacchi non avrebbero colpito la parte della rete sulla quale vengono materialmente gestite le contrattazioni del Nasdaq. Gli inquirenti stanno considerando una serie di possibili motivi, inclusi il furto di segreti industriali, il guadagno di denaro da attività illecite e un piano per danneggiare i mercati finanziari negli Stati Uniti. «Fino a ora sembra che gli autori degli attacchi si siano semplicemente guardati intorno» ha confidato a Barrett un esperto coinvolto nello studio degli attacchi condotti contro il Nasdaq. L’indagine è stata avviata dai Servizi Segreti, che ora stanno collaborando con l’FBI per identificare gli autori delle violazioni al sistema informatico.
Il Nasdaq sotto attacco. I servizi segreti americani indagano su una serie di violazioni dei sistemi informatici della società, accaduti lungo tutto l'anno scorso.
Negli ultimi giorni si sta parlando molto online della Freedom of Panorama, “Libertà di panorama”, cioè la possibilità di fotografare e condividere liberamente immagini di edifici e monumenti di una data città, con una certa enfasi allarmista da parte di alcuni giornali. Ma è vero che Wikipedia sta portando avanti sul proprio sito una campagna in sua difesa – il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales ha anche pubblicato un articolo sul Guardian sul tema – e diverse associazioni di fotografi stanno facendo lo stesso. Si è tornati a parlare della Freedom of Panorama – un’espressione nota da anni agli esperti di diritto d’autore – a causa di un imminente voto del Parlamento Europeo sulla vicenda. il 9 luglio il Parlamento si esprimerà su una relazione che raccomanda il divieto di pubblicare foto a scopo commerciale di edifici o monumenti pubblici coperti dal diritto d’autore, a meno di ottenere l’autorizzazione da chi ne detiene i diritti. Attenzione però: se anche il Parlamento Europeo approvasse la relazione, i suoi contenuti non saranno vincolanti. Spetterà alla Commissione Europea decidere se proporre o meno leggi sullo stesso tema (e molto probabilmente non lo farà). E soprattutto, malgrado alcuni articoli equivoci, è da escludere che venga impedito alle persone di fare delle foto ai luoghi aperti e pubblici e pubblicarle sui social network.
Sarà vietato fotografare edifici e monumenti? ovviamente no, nonostante una certa enfasi allarmista sulla "libertà di panorama": ma il Parlamento europeo discuterà una norma su certi casi specifici.
Come aveva annunciato alla fine del 2012, la compagnia aerea Singapore Airlines il 23 novembre ha interrotto il servizio sulla propria rotta Newark-Singapore, la più lunga al mondo di un volo passeggeri non-stop, quindi senza scali intermedi. La modifica ha fatto parte di un progressivo aggiustamento delle rotte della compagnia, che ha ridotto molti voli a lungo raggio e cancellato a ottobre un’altra rotta a lungo raggio verso gli Stati Uniti, tra Los Angeles e Singapore. Il Newark-Singapore era in servizio dal 28 giugno 2004, copriva una distanza di quasi 15.350 chilometri e impiegava 18 ore e 50 minuti per completare il viaggio. La classe più bassa offerta dal volo era la business, quindi niente economy, e i prezzi per un singolo posto oscillavano tra i 6mila e gli 11mila dollari. Anche a causa dell’aumento del costo del carburante, che sta complicando la vita a buona parte delle compagnie aeree, il Newark-Singapore era diventato non più sostenibile economicamente ed è quindi stato sostituito con altre soluzione che prevedono tappe intermedie.
I 10 voli più lunghi del mondo. Il più lungo di tutti è stato appena interrotto, ora la distanza maggiore coperta con una sola rotta è 13.804 chilometri: dall'Australia a dove?.
Dall’8 all’11 gennaio si è tenuta a Londra la London Collections Men, ovvero la settimana della moda maschile inglese, in cui sono state presentate le collezioni di stilisti e marchi britannici – e alcuni stranieri – per l’autunno/inverno 2016-17. La settimana di Londra apre ogni anno la stagione delle sfilate maschili ed è seguita da Pitti Uomo a Firenze, da Milano Moda Uomo, dalla Settimana della moda maschile di Parigi e poi – novità dell’anno scorso – da quella di New York. Le collezioni di cui si è parlato di più sono quelle di Alexander McQueen, disegnata da Sarah Burton, e J.W. Anderson (disegnata da Jonathan Anderson) che, come ha spiegato Rebecca Gonsalves sull’Independent, si sono entrambi ispirati al mondo animale: McQueen alle farfalle e Anderson alle lumache. Sono girate molto anche le foto dei modelli di McQueen con una particolare spilla da balia inserita in bocca che sembra trafigga la guancia (stessa cosa per i modelli del marchio SEAN SUEN, che avevano anche finti tatuaggi disegnati nel backstage).
Le foto della moda uomo a Londra. Che ha aperto come ogni anno la stagione delle sfilate: c'erano modelli con finti tatuaggi e spille da balia in faccia, lumache, farfalle e le solite creazioni pop di Moschino.
Ieri pomeriggio il Senato ha approvato un emendamento al cosiddetto disegno di legge “salva Sallusti” (3491), che sostanzialmente riafferma la possibilità per i giornalisti di essere condannati a un anno di carcere, come pena nel caso in cui siano incorsi nel reato di diffamazione. L’approvazione dell’emendamento ha fatto molto discutere perché la nuova legge era in discussione proprio per evitare ai giornalisti la pena del carcere, già prevista nelle attuali norme che regolano il reato di diffamazione. “Salva Sallusti” In seguito alla condanna definitiva a un anno e quattro mesi di reclusione per il direttore del Giornale Allesandro Sallusti, all’epoca dei fatti direttore responsabile di Libero e a oggi non ancora incarcerato, nelle ultime settimane diversi esponenti politici avevano proposto di rivedere le regole sulla diffamazione, eliminando il carcere dalle pene previste per questo tipo di reato. I principali partiti si erano impegnati ad approvare una nuova legge così da allineare l’Italia alla maggior parte degli altri paesi europei, dove non è previsto che un giornalista possa finire in carcere per i contenuti di un suo articolo. Dopo riunioni, lavori di commissione e difficili mediazioni era stata approvata una prima bozza, criticata ugualmente da molti osservatori perché contenente altre norme legate alle modalità di rettifica delle notizie di non semplice applicazione, soprattutto su Internet.
La legge “salva Sallusti” è saltata? l'approvazione di un emendamento di Lega Nord e API in Senato ha reintrodotto il carcere per i giornalisti, e forse la storia si chiuderà qui.
John Mighton da ragazzo aveva due caratteristiche, una molto rara e una invece piuttosto comune: gli piaceva molto la matematica, e però a scuola coi numeri non andava bene. Invece di lasciare perdere dopo i primi magri risultati, riuscì a superare le sue difficoltà e proseguì gli studi fino a ottenere un dottorato in matematica all’Università di Toronto. Da allora si è impegnato per elaborare un metodo di apprendimento alternativo per l’insegnamento scolastico della matematica, attraverso l’organizzazione no-profit JUMP Math. “Jump” sta per “Junior Undiscovered Math Prodigies”, una sigla altrettanto ottimista del libro di Mighton pubblicato nel 2007, “The End of Ignorance”, che spiega la filosofia del suo metodo e le differenze dall’approccio tradizionale all’insegnamento. È stato consulente del film di Gus Van Sant Will Hunting, girato in parte a Toronto, in cui recita anche in una piccola parte. Oggi il metodo JUMP è usato da circa 65.000 studenti tra i sei e i quattordici anni in classe, e da diverse migliaia a casa. Stando alle prime ricerche, ottiene risultati notevoli dopo pochi mesi di utilizzo. Il New York Times si è occupato la scorsa settimana del suo successo. Un team di ricercatori ha diviso in due gruppi circa trecento studenti di undici anni in diverse scuole dell’Ontario.
La matematica per tutti. JUMP, un metodo di apprendimento innovativo, sta ottenendo risultati incoraggianti tra gli studenti canadesi.
Enrico Letta si dimetterà domani da presidente del Consiglio, annuncia un comunicato di Palazzo Chigi: «A seguito delle decisioni assunte oggi dalla Direzione nazionale del Partito Democratico, ho informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della mia volontà di recarmi domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio dei ministri»
Enrico Letta si dimette venerdì. Ha deciso così dopo il voto della direzione del PD, che ha chiesto un nuovo governo.
È una vecchia tradizione del Post. Benché alla qualità delle foto ci teniamo molto, come si sa, e non vogliamo far perdere tempo a nessuno con gallery insulse e che non mantengono ciò che promettono, per altre raccolte fotografiche non abbiamo inventato niente: le foto del giorno, le foto di sport, i reportage fotografici, i progetti artistici. Invece le foto di animali (“le bestie”, come le chiamiamo affettuosamente qui da noi) sono un’idea che avemmo subito, più di sette anni fa, per ricostruire l’ammirazione spettacolare per le immagini della natura che un tempo fu degli album di figurine, e poi dei documentari naturalistici, e ora è un po’ meno frequente: anche se le vite e il mondo hanno reso più facile andare a vederli davvero, gli animali. Così, facciamo questa rubrica ogni settimana, da guardare con i bambini o facendosi bambini, di meraviglie fotogeniche animali: e alla fine dell’anno ne raccogliamo il meglio. Buon anno, bestie.
35 gran foto di animali del 2017. Le fotografie zoologiche più belle dell'anno, con qualche umano di contorno.
Quindi è così che potrebbero finire le cose per Pirate Bay: due dei suoi fondatori in prigione, i suoi uffici perquisiti, il suo sito offline. Il noto sito per la condivisione di file, lanciato nel 2003 e che a un certo punto contava 22 milioni di iscritti, potrebbe non riprendersi più. Il suo declino è cominciato anni fa, ma ha subito un’accelerazione nelle ultime settimane, e ha trovato una possibile fine martedì. Martedì, infatti, è stato il giorno in cui la polizia svedese ha fatto una «retata su una serie di server a Stoccolma», come riferito dalla stessa polizia. Fredrik Ingblad, un magistrato svedese che si occupa di casi relativi alla condivisione illecita dei file online, ha detto che la perquisizione è stata eseguita «nell’ambito di un’indagine nei confronti di Pirate Bay e delle persone che gestiscono il sito. Ho assunto la decisione di richiedere un mandato di perquisizione per questo posto perché abbiamo trovato prove che sia stato usato da Pirate Bay». I dettagli sulla perquisizione sono ancora poco chiari.
Il declino di Pirate Bay. Uno dei più famosi siti di torrent e file sharing è offline da due giorni e non è chiaro se riaprirà: ma è solo l'ultimo episodio di una storia di arresti, perquisizioni e fughe.
Il caso Fiat è diventato argomento di riflessioni, opinioni e dibattiti rapidamente nei giorni scorsi, forse prima che le persone avessero gli strumenti e le informazioni per giudicare saggiamente. È successo così che molti siano rimasti spaesati e in cerca di chiarezza – in rete si registrano tantissime richieste di lettura del testo integrale dell’accordo, o di sue sintesi affidabili – e che molti altri abbiano invece preso posizioni senza avere tutti i pezzi della questione. Repubblica ospita oggi un lungo editoriale del direttore Ezio Mauro che affronta la questione da lontano, senza entrare nei dettagli dell’accordo ma definendo il contesto in un modo che rende le opinioni certe meno certe, e spiega che la questione Fiat è sintomo di cose più grandi, a cominciare dalla mancanza di leadership e autorevolezza delle classi dirigenti italiane, politiche e non. Due, tre cose sulla Fiat e il Paese prima che si conoscano i risultati del referendum di Mirafiori. Prima, per ragionare fuori dall’orgia ideologica di chi si schiera sempre con il vincitore e di chi pensa che i canoni della modernità e del progresso – oggi – sono sanciti dal rapporto di forza. Il voto e la sfida di Torino non disegneranno un nuovo modello di governance per l’Italia, come sperano coloro che oggi attendono da Marchionne quel che per un quindicennio ha promesso Berlusconi, senza mai mantenere. Soprattutto non daranno il via né simbolicamente né concretamente – purtroppo – ad una fase generale di crescita del Paese. Il significato della partita di Mirafiori è un altro, e va chiamato col suo nome: la ridefinizione, dopo tanti anni, del rapporto tra capitale e lavoro. Un manager che è lui stesso transnazionale, che ha spostato il baricentro della Fiat da Torino a Detroit, ha liberato la famiglia proprietaria dal vincolo centenario con l’automobile ma anche dalla responsabilità verso il Paese, ha deciso un assemblaggio multinazionale dei prodotti che cambierà per sempre la fisionomia e la natura dell’automobile italiana, cambia a questo punto anche le regole del gioco. Se devo vendere nel mercato globale – dice Marchionne all’operaio – devo produrre al costo e alle condizioni di quel mercato, e se in Italia le condizioni e i costi sono diversi devono adeguarsi: solo così io investirò a Mirafiori, altrimenti andrò in Canada. Dammi dunque il tuo lavoro secondo le mie necessità, in cambio ti darò più salario e il posto. Non c’è altro perché il posto, in tempi di crisi e di esclusione sociale, diventa la suprema garanzia e ne assorbe ogni altra. Anzi, perché l’investimento sia redditizio, ho bisogno di un controllo totale della produzione, via dunque i diritti (lo sciopero, la rappresentanza) perché sono una variabile indipendente, che rompe il modello di controllo: questo è il nuovo diritto-dovere in cui si esercita la libertà d’impresa. Le ragioni di Marchionne sono quelle della globalizzazione. Ma ci sono anche le ragioni degli altri, che sono le ragioni di tutti, perché chiamano in causa addirittura la democrazia. Noi vediamo che in questo schema il rapporto tra capitale e lavoro si semplifica perché perde ogni cornice, si rinchiude nella fabbrica, smarrisce ogni valenza nazionale, dunque simbolica, quindi politica. Separato dai diritti, il lavoro torna ad essere semplice prestazione, merce. Ma insieme con i diritti, il lavoro diventava un elemento di dignità e di emancipazione (concetti più ampi del solo, indispensabile salario), dunque di cittadinanza, dando un senso alla Costituzione che lo pone a fondamento della Repubblica proprio per queste ragioni, intendendo in sostanza che senza libertà materiale – nel senso più largo ma anche più concreto del termine – non c’è libertà politica.
Il cambiamento che non c’è. Una bella e addolorata analisi di Ezio Mauro sul caso Fiat e su come dovremmo giudicarlo.
È morto a 78 anni Alfredo Cerruti, noto principalmente per essere stato il cantante degli Squallor, gruppo di rock demenziale molto famoso negli anni Settanta. Era nato a Napoli nel 1942, e aveva iniziato la sua carriera facendo il produttore discografico negli anni Sessanta alla CBS. Poi nel 1971 aveva fondato insieme a Daniele Pace, Giancarlo Bigazzi e Totò Savio gli Squallor, che con i loro testi demenziali e provocatori ottennero un certo successo negli anni Settanta e Ottanta. Cerruti fu anche personaggio e autore televisivo, famoso per le collaborazioni con Nino Frassica e Renzo Arbore in diversi programmi, tra cui Indietro tutta!.
È morto Alfredo Cerruti, autore televisivo e cantante degli Squallor.
Nell’elenco dei dispositivi medici pubblicato dal ministero della Salute è stato inserito un nuovo test rapido antigenico per l’autodiagnosi del coronavirus, che consente a chiunque di eseguire il test in autonomia senza doversi rivolgere all’azienda sanitaria o a un laboratorio privato. Il test rapido sarà in commercio a partire dalla prima settimana di maggio e potrà essere acquistato nelle farmacie e nei negozi che decideranno di distribuirlo. Al momento non sono state date molte informazioni sul prezzo di vendita: secondo il Corriere della Sera sarà tra 6 e 8 euro. Il test rapido è prodotto da un’azienda cinese, la Xiamen Boson Biotech, ed è stato importato in Europa da Technomed GmbH, un’azienda che da 40 anni si occupa di tecnologia medica e che ha sede a Graz, in Austria. Insieme al tampone molecolare, il più diffuso e affidabile, e al test sierologico, che serve per rilevare la presenza di anticorpi, il test rapido antigenico è uno dei test che abbiamo imparato a conoscere nell’ultimo anno.
Come funziona il test rapido che ci si può fare da soli. Sarà disponibile nei negozi dall'inizio di maggio e richiede una serie di accorgimenti per evitare di comprometterne l'esito.
Papa Francesco sta visitando i paesi più colpiti dal terremoto che a fine agosto ha interessato diverse zone del Centro Italia. La visita di Papa Francesco è arrivata quasi a sorpresa: nei giorni successivi al terremoto aveva detto di voler visitare le zone colpite, ma non aveva annunciato una data precisa. Il Corriere della Sera ha scritto che «gli stessi vescovi delle due diocesi colpite, Rieti e Ascoli, hanno avuto la conferma solo al mattino [di oggi]». Il Papa è stato ad Amatrice, in provincia di Rieti, dove ha visitato la struttura provvisoria che ospita la scuola e il centro della città, e più tardi ha visitato anche Accumoli e Arquata del Tronto. Alla scuola di Amatrice il Papa ha salutato i bambini e poi ha tenuto un breve discorso fuori dalla struttura. Parlando da un piccolo microfono, il Papa ha detto: «la mia visita forse crea più ingombro che aiuto. Non volevo dare fastidio, per questo ho lasciato passare un po’ di tempo […]. Dal primo momento ho sentito che dovevo venire qui. Semplicemente per dire che vi sono vicino, che vi sono vicino, niente di più, e che prego, prego per voi. Vicinanza e preghiera, questa è la mia offerta a voi». Poco dopo il discorso, Papa Francesco ha visitato il centro di Amatrice, dove è stato fotografato mentre si aggirava fra le macerie degli edifici.
Le foto del Papa ad Amatrice. Papa Francesco si è presentato un po' a sorpresa alla struttura provvisoria che ospita la scuola distrutta dal terremoto: è stato anche ad Accumoli e Arquata del Tronto.
Il 3 agosto del 1936 Jesse Owens vinse la medaglia d’oro nei 100 metri durante il secondo giorno delle Olimpiadi di Berlino. All’epoca aveva 23 anni – nacque il 12 settembre 1913 – era figlio di un povero agricoltore nero del sud degli Stati Uniti e aveva nove fratelli. Secondo la leggenda, dopo la sua vittoria Adolf Hitler abbandonò lo stadio infuriato senza stringergli la mano. Owens vinse altre tre medaglie d’oro nel corso dei giochi, mettendo in imbarazzo i nazisti e le loro idee sulla superiorità della razza ariana. In realtà le cose andarono piuttosto diversamente. La storia delle Olimpiadi di Berlino Le Olimpiadi di Berlino del 1936 furono organizzate come una grande celebrazione del regime nazista. Miliardi di marchi dell’epoca vennero spesi per creare o ristrutturare stadi e palazzi e mettere in piede colossali coreografie che mettessero in mostra la potenza della Germania nazista. Anche nella preparazione degli atleti venne messa molta cura. Il successo sportivo alle Olimpiadi sarebbe servito alla propaganda per confermare le tesi naziste sulla superiorità della razza ariana.
Jesse Owens e Berlino 1936. La storia del grande atleta che divenne famoso per un incidente con Hitler che in realtà non avvenne mai.
Nella puntata di Porta a Porta di mercoledì 16 novembre è andato in onda un servizio sui cinque ministri del governo Berlusconi uscente – tutte donne – e sui loro ultimi momenti prima di traslocare via dai loro uffici. Fino a qui nulla di strano, se non fosse che le domande della giornalista, le risposte degli ex ministri, la musica di sottofondo e i quadri di Michela Vittoria Brambilla ne fanno un capolavoro di comicità involontaria, che da giorni circola con grandi sghignazzi su blog e social network. Il servizio è andato in onda alla fine della puntata.
Porta a Porta e il trasloco degli ex ministri. Uno struggente servizio sta girando parecchio per i social network, capolavoro di comicità involontaria.
Questa settimana si è parlato con una certa insistenza della possibilità di produrre in Italia vaccini contro il coronavirus, per alleviare la carenza di dosi disponibili provocata tra le altre cose dalla difficoltà e dai ritardi nella produzione riscontrati dalle aziende dei tre finora autorizzati: Pfizer-BioNTech, AstraZeneca e Moderna. La Commissione Europea si è data come obiettivo l’autosufficienza nella produzione, come ha detto il commissario per il Commercio interno Thierry Breton, da poco nominato a capo di una task force sui vaccini, e il governo italiano di Mario Draghi sta lavorando per individuare in che modo il settore dell’industria farmaceutica italiana possa contribuire a un aumento della capacità produttiva. Giovedì si sono incontrati Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, e Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, l’associazione di categoria che riunisce le principali imprese farmaceutiche che operano in Italia, oltre a Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) e al commissario straordinario Domenico Arcuri. L’idea, raccontata dallo stesso Scaccabarozzi in numerose interviste precedenti all’incontro, è di avviare la produzione di vaccini già autorizzati, su licenza delle aziende che detengono i brevetti, in stabilimenti sul territorio italiano. Questi stabilimenti dovrebbero appartenere ad aziende che hanno già la tecnologia necessaria per avviare la produzione in tempi ragionevoli, o che comunque siano in grado di riconvertire i processi industriali in poco tempo.
Possiamo produrre i vaccini per il coronavirus in Italia? dipende cosa si intende per “produrre”, e in ogni caso forse sarebbe meglio muoversi a livello europeo.
Nel 2016 in Turchia l’artista e giornalista curda Zehra Doğan fu arrestata dopo aver pubblicato su internet alcuni post in cui denunciava le violenze del regime turco contro il popolo curdo. In particolare, un suo disegno di Nusaybin (una città turca a maggioranza curda) in macerie e con le bandiere turche che sventolavano sui palazzi divenne virale e fu soprannominato “Guernica curda”, con riferimento al famoso quadro di Picasso che ritrae gli orrori della guerra civile spagnola. Per quell’opera, Doğan fu condannata a quasi tre anni di carcere, che scontò senza smettere di dipingere con i materiali che aveva a disposizione in cella. In quegli anni ricevette solidarietà da organizzazioni internazionali come Amnesty International, e l’artista britannico Banksy le dedicò un murale a New York. Zehra Doğan è uscita di prigione a febbraio del 2019: la sua storia e quella di altre donne e ragazze detenute nelle carceri turche hanno ispirato il romanzo per ragazzi (dagli 11 anni in su) Zehra – La ragazza che dipingeva la guerra della giornalista e autrice italiana Antonella De Biasi, uscito a giugno per Mondadori. La protagonista del libro si chiama Zehra, è curda, ha 12 anni e la sua storia riprende in parte quella di Zehra Doğan: come lei, viene arrestata e in carcere organizza una mostra delle sue opere.
Si può finire in carcere per un disegno? è quello che si chiede la protagonista di "Zehra - La ragazza che dipingeva la guerra", romanzo per ragazzi ispirato alla storia vera dell'artista e giornalista curda Zehra Doğan.
Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato un aggiornamento delle sue previsioni di crescita del prodotto interno lordo mondiale per il 2012. Il Fondo Monetario Internazionale, fondato nel 1945 e con sede a Washington, negli Stati Uniti, ha abbassato la stima di crescita globale dal 4 per cento (stima del settembre 2011) al 3,3 per cento. Il FMI ha detto che la revisione al ribasso si deve principalmente alla crisi dell’area dell’euro, che nel 2012 potrebbe nel complesso affrontare una “leggera recessione”. I dati sono stati ben riassunti ieri da un grafico sull’Economist. I dati erano accompagnati da un rapporto sul fisco che oggi lo stesso Economist definisce “inquietanti”, raccogliendo gli argomenti che erano già stati esposti nei mesi scorsi da molti economisti, tra cui Paul Krugman. Il rapporto mostra, tra le altre cose, che il 2011 è stato un ottimo anno per gli avversari del deficit e del debito. Le economie dei paesi avanzati hanno ridotto i deficit di bilancio dell’uno per cento del prodotto interno lordo. Si prevede che l’anno prossimo i deficit si riducano almeno di un altro punto percentuale. Il problema è che questa riduzione non sta avvenendo a fronte di un miglioramento delle condizioni economiche del paese, e quindi di un allargamento della base imponibile, bensì le sue cause sono quasi esclusivamente due: tagli alla spesa, aumenti delle tasse. È quello che hanno fatto, tra gli altri, Francia, Spagna e Italia.
Le conseguenze perverse dell’austerità. I dati del Fondo Monetario Internazionale, osserva l'Economist, mostrano come politiche fiscali troppo rigorose facciano aumentare gli spread invece che ridurli.
La diretta video della discussione alla Camera sulla mozione di fiducia al secondo governo guidato da Giuseppe Conte, iniziata alle 11, è trasmessa sui canali ufficiali della Camera dei Deputati (e si può vedere anche qui sotto). Il programma prevede un discorso di Conte, gli interventi di diversi parlamentari, la replica del presidente del Consiglio e il voto di fiducia. Domani il governo chiederà la fiducia in Senato. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il voto di fiducia al secondo governo Conte alla Camera, in streaming. Conte farà un discorso alle 11, poi ci saranno gli interventi dei deputati e quindi il voto di fiducia.
Su richiesta dell’Autorità garante per la concorrenza, il Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza ha avviato una serie di controlli nelle sedi principali di Tim, Vodafone, Wind e degli altri operatori telefonici fissi e mobili attivi in Italia. Le informazioni sono ancora generiche, ma si parla di ispezioni legate al discusso tema della fatturazione mensile delle bollette, divenuta obbligatoria al posto di quella a 4 settimane. Al termine delle ispezioni, l’Autorità potrebbe avviare ulteriori verifiche per sospette violazioni delle leggi sulla concorrenza, organizzate per attenuare il cambiamento nella gestione delle bollette. Osservatori e associazioni per i consumatori hanno contestato in queste settimane le scelte degli operatori, che passando alle bollette mensili hanno aumentato le tariffe, più o meno tutti con modalità simili.
La Guardia di Finanza sta eseguendo ispezioni nelle sedi degli operatori telefonici, forse per la vicenda delle bollette a 28 giorni.
Café Society, il nuovo film di Woody Allen, uscirà in Italia il 29 settembre dopo essere stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes. Café Society è il primo film che Allen gira in digitale ed è una commedia con una storia romantica tra il protagonista Bobby Dorfman, interpretato da Jesse Eisenberg, e una ragazza di nome Vonnie, interpretata da Kristen Stewart. La storia raccontata nel film si svolge negli anni Trenta tra New York e Hollywood. Bobby Dorfman è il figlio più piccolo di una famiglia di origine ebraica: sua sorella è una maestra ed è sposata, suo fratello è un gangster e lui non vuole lavorare nella gioielleria di suo padre. Per questo si trasferisce in California per lavorare con suo zio Phil, che fa l’agente per gli artisti del mondo del cinema. Tra gli attori che fanno parte del cast ci sono anche Steve Carell e Blake Lively.
Una scena di “Café Society”, il nuovo film di Woody Allen. Uscirà il 29 settembre in Italia e secondo i critici è come molti ultimi film di Allen: non un capolavoro, ma si guarda volentieri.