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Durante gli ultimi anni del regime di Nicolae Ceaușescu in Romania, migliaia di film stranieri vietati dalla censura – in particolare americani – circolarono clandestinamente nel paese in videocassette VHS: i pochi che potevano permettersi un videoregistratore creavano cinema improvvisati per le persone del vicinato, spesso facendo pagare un biglietto di ingresso e offrendo semi di girasole tostati (non c’erano i popcorn). Moltissimi conobbero le grandi star di Hollywood attraverso quelle videocassette di contrabbando, e presto si accorsero di una caratteristica curiosa: erano tutti doppiati dalla stessa voce femminile. Un breve documentario pubblicato nella sezione Op-Docs del sito del New York Times ha intervistato molte persone che vivevano in Romania in quegli anni, e si è occupato della doppiatrice divenuta familiare per molti rumeni guadagnandosi il soprannome di “la voce” o “la voce dei film”.
Videocassette contro il comunismo. La storia di Irina Margareta Nistor, che ha doppiato da sola migliaia di film americani che circolavano clandestinamente durante il regime di Ceausescu.
Da ormai quindici anni il motore di ricerca Google è solito celebrare anniversari, feste o ricorrenze speciali mettendo sulla propria homepage un “doodle” (che vuol dire “scarabocchio”), ovvero una versione modificata del proprio logo, che richiami graficamente l’evento da celebrare. Il primo doodle di Google venne creato dai suoi fondatori Larry Page e Sergey Brin il 30 agosto 1998, in onore del festival di Burning Man che si svolge ogni anno in Nevada: da allora si cominciò ad utilizzarli per celebrare festività familiari, feste religiose o nazionali e gli anniversari di nascita e morte di molti e diversi personaggi. L’anno passato il Post raccolse una parte di quei doodle che compaiono solo sulle pagine locali di determinate nazioni, ma non su quelle italiane del motore di ricerca: sono belli, vari, e raccontano pezzi della storia e delle culture di quei posti. Ne vengono prodotti di nuovi ogni giorno, e questa è una nuova selezione dei mesi passati.
I doodle degli altri 2014. Una nuova raccolta delle grafiche scelte da Google per celebrare eventi, persone, anniversari in altri paesi e da noi no (ci sono molte storie).
La Camera ha approvato l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano dell’università di Cambridge, scomparso il 25 gennaio 2016 mentre stava lavorando in Egitto a una tesi di dottorato sui sindacati del paese. La proposta, avanzata da Leu, è stata approvata con 379 voti a favore e 54 astenuti: solo il gruppo di Forza Italia ha deciso di non partecipare al voto, dopo la bocciatura di un proprio emendamento. La Commissione sarà composta da 20 deputati e avrà il compito di «raccogliere tutti gli elementi utili per l’identificazione dei responsabili della morte di Giulio Regeni nonché delle circostanze del suo assassinio».
La Camera ha approvato l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni.
WhatsApp ha annunciato di avere ridotto il numero di chat e persone cui si possono inoltrare contemporaneamente i messaggi, con l’obiettivo di ridurre la diffusione di notizie false. La decisione è stata assunta in seguito ad alcuni casi di cronaca, avvenuti soprattutto nei paesi asiatici, dove la diffusione di informazioni false tramite WhatsApp aveva portato a violenze e ad alcuni casi di omicidio. La società di Whatsapp, che è di proprietà di Facebook, era stata duramente criticata negli ultimi mesi soprattutto per come l’app era stata utilizzata per diffondere voci incontrollate su persone che rapivano bambini per poi venderne gli organi. Alcuni messaggi includevano foto di corpi smembrati o volantini falsi della polizia. Notizie di questo tipo avevano portato a pestaggi soprattutto contro stranieri, sospettati di essere colpevoli, in India e nel Myanmar contro la popolazione rohingya.
L’invio di massa dei messaggi su WhatsApp sarà molto limitato. Si passa da 250 a 20 persone, mentre in India al massimo 5, sperando che serva a ridurre la diffusione di notizie false che hanno portato a violenze.
Il medico italiano di Emergency Fabrizio Pulvirenti che aveva contratto il virus ebola è stato dimesso dall’Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, dove era stato ricoverato lo scorso 25 novembre. In oltre un mese di ricovero, il paziente è stato sottoposto a trattamenti di vario tipo per superare la febbre molto alta e le altre complicazioni causate da ebola. Il contagio era avvenuto in Sierra Leone, dove il medico lavorava presso il Centro per malati gestito da Emergency. Pulvirenti ha spiegato che “dopo i primi giorni durante i quali cercavo di analizzare ogni sintomo in modo sistematico e scientifico c’è stato il momento in cui la luce della coscienza si è spenta, poi un buco di due settimane di cui non ricordo praticamente nulla.” Ha poi ringraziato tutto il personale medico dell’Istituto. Ha spiegato che è “impossibile ricostruire il momento del contagio”, perché anche se si seguono le procedure può avvenire in qualsiasi momento anche per la minima distrazione. Pulvirenti ha detto che dopo un ulteriore periodo di convalescenza potrebbe tornare in Sierra Leone “per completare ciò che ho incominciato”.
Il medico italiano è guarito da ebola. Lo ha confermato l'Istituto Nazionale per le malattie infettive che ha disposto le dimissioni del medico di Emergency Fabrizio Pulvirenti, ricoverato da oltre un mese.
Durante una delle sessioni del congresso del Sindacato autonomo di polizia (SAP) organizzato al Grand Hotel di Rimini, i delegati dell’organizzazione hanno dedicato un applauso di diversi minuti a tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la morte di Federico Aldrovandi, avvenuta a Ferrara nel 2005 durante un controllo di polizia. Gli applausi sono stati indirizzati verso Paolo Forlani, Luca Pollastri ed Enzo Pontani, mentre entravano nella sala in cui si stava tenendo una delle riunioni del sindacato. La quarta persona condannata, Monica Segatto, non era invece presente. La vicenda è stata duramente criticata da Patrizia Moretti, la madre di Aldrovandi che per anni si è battuta per fare conoscere la storia di suo figlio e del processo per la sua morte, e da diversi membri delle istituzioni a partire dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Federico Aldrovandi, un ragazzo di 18 anni, la notte del 25 settembre 2005 stava rincasando a Ferrara dopo avere trascorso la serata con alcuni amici in un locale di Bologna. Fu fermato da Pontani e Pollastri, di pattuglia su una volante, che successivamente lo avrebbero descritto come “invasato e violento, in evidente stato di agitazione”; poco dopo i due agenti furono raggiunti da Forlani e Segatto. Ci fu uno scontro molto violento, un paio di manganelli si spezzarono, Aldrovandi fu spinto e trattenuto a terra, cosa che con le gravi ferite contribuì a causarne la morte per “asfissia da posizione”. Gli agenti chiamarono un’ambulanza, ma il personale di soccorso dopo alcuni tentativi di rianimazione non poté fare altro che constatare la morte del ragazzo per “arresto cardio-respiratorio e trauma cranico facciale”.
Gli applausi agli agenti del caso Aldrovandi. Un sindacato della polizia ha accolto molto calorosamente gli agenti condannati per avere ucciso un ragazzo a Ferrara; Renzi ha telefonato alla madre parlando di "vicenda indegna".
Matthew McConaughey è un popolare attore americano, di grande successo negli ultimi anni, un cui tratto accessorio è la difficoltà nel pronunciare il suo nome, soprattutto per i non anglofoni. E il suo nome capita spesso: da qualche anno è diventato uno degli attori più pagati e popolari di Hollywood. In realtà non è un nome così difficile da pronunciare se sapete di dover ignorare circa metà delle lettere che lo compongono. Il suo nome suona più o meno “m-con-a-i”, oppure, in alfabeto fonetico “məˈkɒnəheɪ”. Se avete ancora dei dubbi potete ascoltare la pronuncia esatta qui sotto.
Matthew McConaughey, la cosa più importante da sapere. Come accidenti si pronuncia: e altre cose da sapere su uno degli attori più popolari di questi anni, protagonista di una "rinascita".
Alcuni fossili ritrovati in Marocco potrebbero cambiare le nostre conoscenze e ipotesi sulle origini del genere umano, soprattutto per quanto riguarda la datazione della comparsa degli Homo sapiens, la specie cui apparteniamo. Finora i nostri fossili più antichi risalivano a 195mila anni fa, cosa che aveva fatto ipotizzare che i primi H. sapiens avessero iniziato a popolare l’Africa orientale in quel periodo. I fossili trovati in Marocco risalgono invece a circa 300mila anni fa e potrebbero quindi portare a una revisione delle ipotesi su come ci siamo sviluppati. La scoperta, spiegata in due articoli pubblicati sulla rivista scientifica Nature (uno e due), sta facendo discutere i paleoantropologi e non tutti sono convinti che sia sufficiente per retrodatare le origini di un’intera specie. Per farsi un’idea dell’importanza della nuova scoperta è necessario un piccolo riassunto delle cose successe negli ultimi milioni di anni. Gli attuali parenti in vita più prossimi agli H. sapiens sono gli scimpanzé e i bonobo, con i quali condividemmo un antenato comune nella nostra storia evolutiva. Secondo le ipotesi più affermate e condivise, questo antenato comune (del quale non abbiamo mai trovato tracce) visse circa sei milioni di anni fa e portò all’evoluzione di specie diverse di primati, compresi gli ominini, una sottofamiglia che comprende oltre all’uomo le specie che gli sono più vicine (gorilla, bonobo e scimpanzé).
Questi fossili potrebbero riscrivere la storia della specie umana. Sono stati trovati in Marocco e risalgono a 300mila anni fa: molto prima di quando pensavamo avessero avuto origine gli Homo sapiens in Africa.
La catena di abbigliamento svedese H&M ha riportato un calo dei profitti nell’ultimo trimestre del 2018, per la sesta volta consecutiva (quindi, un anno e mezzo). Si parla di 482 milioni di dollari, 420 milioni di euro; un anno fa, nello stesso periodo, il profitto era stato di 543 milioni di dollari, 474 milioni di euro. H&M sta attraversando un periodo complicato: il 2018 è stato il terzo anno consecutivo con profitti in calo, anche a causa della concorrenza di marchi come Asos, Primark e soprattutto quelli di Inditex, il gruppo che controlla Zara e che è la più grande catena di abbigliamento al mondo. H&M sta cercando di riprendersi investendo nella logistica, nell’apertura di nuovi negozi e nel rafforzamento dell’offerta online, tra cui l’apertura di tre nuovi centri per fare consegne più veloci. Programma di aprire 175 nuovi punti vendita nel 2019, di cui la metà di COS, Monki, &Other Stories e Weekday, quattro marchi che fanno parte del gruppo: la strategia ricorda quella di Inditex, che ha sezionato il mercato offrendo a ogni segmento una linea di abbigliamento specifica. H&M ha anche assunto come consulente per l’analisi dei dati e per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale Christopher Wylie, diventato famoso per aver rivelato quasi un anno fa il funzionamento di Cambridge Analytica
I profitti di H&M sono ancora in calo. Per il sesto trimestre consecutivo: la grande catena di abbigliamento ha risposto aprendo nuovi negozi e puntando sull'online.
Da ieri forti piogge continuano a cadere in Puglia, in particolare nella zona del Gargano e nel sud della regione, in provincia di Lecce. Venerdì un uomo di 65 anni è morto in provincia di Foggia quando la sua auto è stata travolta dall’acqua e dal fango. Stamattina tre linee ferroviarie regionali sono state interrotte a causa degli allagamenti: Lecce-Brindisi, Foggia-Potenza e quella che collega Barletta con la cittadina di Spinazzola. Diversi giornali locali parlano di danni ai campi e alle strade locali. La stazione di Ostuni, in provincia di Brindisi, è completamente allagata. Qui e qui potete seguire gli aggiornamenti sullo stato della linea ferroviaria. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto dei danni causati dal maltempo in Puglia. Ieri una persona è morta quando la sua auto è stata travolta dall'acqua e dal fango, ci sono danni a linee ferroviarie, strade e campi.
Il governo australiano ha presentato mercoledì in Parlamento un disegno di legge che obbliga le piattaforme internet come Google e Facebook a pagare editori e giornali per i contenuti giornalistici che diffondono. La legge potrebbe essere approvata all’inizio dell’anno prossimo, ed è la prima al mondo a prevedere in maniera così generale questo tipo di risarcimento. L’idea di base è che le entrate pubblicitarie che le piattaforme digitali ottengono grazie alla diffusione di contenuti giornalistici dovrebbero essere condivise con chi quei contenuti giornalistici li scrive. Secondo gli editori e il governo australiani, questo per ora non avviene, perché il mercato della pubblicità online favorisce in maniera sproporzionata le grandi piattaforme: di 100 dollari spesi in pubblicità su internet, ha detto il ministro del Tesoro Josh Frydenberg, 53 vanno a Google, 28 a Facebook e 19 a tutti gli altri. Negli ultimi anni le entrate di Google e Facebook sono aumentate in maniera vistosa, mentre le entrate pubblicitarie dei giornali collassavano: soltanto in Australia centinaia di testate sono state costrette a chiudere e circa 3.000 giornalisti hanno perso il lavoro. Inoltre le news, sostengono gli editori, hanno un ruolo importante per le piattaforme: senza di esse, Google e Facebook sarebbero molto più poveri di contenuti e meno attrattivi per gli utenti.
Come l’Australia vuole imporre a Google e Facebook di pagare i giornali. Il governo ha presentato un disegno di legge: se approvato, per la prima volta le piattaforme pagherebbero per le news che diffondono.
Vittorio Arrigoni, attivista filopalestinese, blogger e collaboratore del Manifesto, è stato ucciso questa notte a Gaza, poche ore dopo essere stato rapito. La notizia del rapimento è arrivata quando in Italia erano da poco passate le 19. Stando a quello che si sa, Arrigoni è stato rapito da un gruppo islamico salafita, che ha diffuso su Internet un video che mostrava l’attivista bendato e con tracce di sangue sul volto. Il testo in arabo che accompagnava le immagini è stato tradotto da PeaceReporter.
L’assassinio di Vittorio Arrigoni. Le poche cose che sappiamo: l'attivista italiano è stato rapito e ucciso da un gruppo salafita nemico di Hamas e vicino ad Al Qaida.
La Corte di Appello di Milano ha confermato la condanna a un anno nei confronti di Roberto Maroni, ex ministro ed ex presidente della Lombardia accusato di aver fatto assumere una sua ex collaboratrice a Eupolis, una società controllata dalla regione che si occupa di formazione. Così come era successo nel processo di primo grado, poi, Maroni è stato assolto dall’accusa di aver commesso un reato chiedendo che la società Expo 2015 pagasse un viaggio in Giappone a un’altra sua collaboratrice. La Corte di Appello ha confermato anche le condanne nei confronti di Andrea Gibelli, allora segretario generale della regione (10 mesi e 20 giorni), e dell’ex capo della segreteria di Maroni Giacomo Ciriello (1 anno).
La Corte di Appello di Milano ha confermato una precedente condanna a un anno per Roberto Maroni.
Raoul Minetti, docente di materie economiche all’università del Michigan, spiega oggi sul sito di ItaliaFutura perché il principale pericolo per la ripresa economica è il credit crunch, cioè la contrazione dell’offerta di denaro in prestito da parte delle banche. Ci sono dei precedenti storici in materia, e non sono confortanti. Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ne ha parlato nel suo primo discorso al convegno Assiom-Forex; il Sole 24 Ore gli ha dedicato un preoccupato speciale di più di quattro pagine nei giorni scorsi. Uno spettro si aggira per l’economia italiana. Il suo nome, credit crunch (“stretta del credito”) è rimasto per lo più ignoto al grande pubblico fino a questa crisi, ma è una vecchia conoscenza degli economisti.
Che cos’è il “credit crunch”. E perché può strozzare la ripresa economica in Italia più che in altri paesi, come accadde negli anni Novanta ai paesi dell'Europa del Nord.
I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato per tutta la giornata del 22 marzo uno sciopero di tutta la filiera logistica e di distribuzione di Amazon in Italia. Lo sciopero è stato deciso dopo che si è interrotta la trattativa per la contrattazione di secondo livello, cioè quella che riguarda la singola azienda su materie più pertinenti al suo lavoro, e che in questo caso riguardava la filiera di Amazon. Secondo i sindacati, l’interruzione della trattativa sarebbe dovuta all’indisponibilità dell’associazione dei datori di lavoro, Assoespressi, su alcuni temi. Tra questi ci sono i carichi e i ritmi di lavoro imposti, la riduzione dell’orario di lavoro dei driver, la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato e il rispetto di norme su salute e sicurezza. I sindacati hanno definito «inaccettabile» il comportamento di Amazon, che manifesterebbe «l’indisponibilità cronica ad un confronto con le rappresentanze dei lavoratori».
Il 22 marzo in Italia ci sarà uno sciopero di tutta la filiera di distribuzione di Amazon.
Da queste parti di neve non se ne sta vedendo molta, a differenza del Regno Unito, dove le temperature sono scese fino a -12°C e la neve è scesa abbondantemente su pecore, vacche Highlander e cammelli (che cosa ci fanno i cammelli in Regno Unito non lo sappiamo). Tra le foto di animali che abbiamo scelto questa settimana ce ne sono due con gabbiani che mangiano: uno divide un pasto con un piccione, altri incombono su un uomo che pesca nel ghiaccio a Vaasa, in Finlandia. Il nome di animale che imparerete oggi è “conuro del sole”: prima di guardare provate a indovinare di che si tratta. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly beasts. Un cucciolo di giaguaro bruno, antilopi indiane che saltano e cervi da copertina tra le foto di animali più belle della settimana.
Dal 3 aprile al 7 luglio il museo Martin-Gropius Bau di Berlino ospiterà la mostra Evidence, dedicata all’artista cinese Ai Weiwei. È la più grande mostra delle sue opere – appositamente realizzate o esposte in Germania per la prima volta – e si sviluppa in 18 stanze su tremila metri quadrati. Ai Weiwei è nato a Pechino nel 1957 ed è considerato tra i più importanti artisti in attività. Oltre che fotografo, architetto e scultore, è anche un attivista per i diritti umani, molto critico con il governo cinese. Ha indagato e denunciato la corruzione e la scarsità di materiali con cui erano state costruite le cosiddette “scuole tofu”, che crollarono durante il terremoto in Sichuan del 2008 causando la morte di migliaia di studenti. Il 3 aprile 2011 venne arrestato senza alcuna accusa formale e detenuto in carcere per 81 giorni: un’esperienza raccontata nell’installazione 81, che riproduce la cella. Dopo la scarcerazione Weiwei è tornato a lavorare nel suo studio in periferia di Pechino; ha il permesso di viaggiare in Cina – dov’è tenuto d’occhio da agenti segreti in borghese – ma gli è stato ritirato il passaporto. Qualche giorno fa Weiwei ha pubblicato online un video in cui chiede alle autorità cinesi di restituirglielo e concedergli di andare in Germania per l’inaugurazione della mostra, ma per il momento non ha ottenuto il permesso di lasciare il paese.
La mostra di Ai Weiwei a Berlino. È la più grande dedicata al famoso artista cinese, si estende su 3.000 metri quadrati: c'è anche la riproduzione della cella in cui fu detenuto per 81 giorni.
Rick D. Husband era uno di quei bambini che da grande voleva fare l’astronauta. Ma a differenza di milioni di altri ragazzini in giro per il mondo, Husband da adulto astronauta lo divenne sul serio. Texano di Amarillo, città di canzoni country e della Route 66, a 45 anni era salito a bordo dello Shuttle Columbia per la sua seconda missione da comandante. Era metà gennaio del 2003 ed era partito con un lancio, che aveva creduto perfetto, insieme con sei altri astronauti dal Kennedy Space Center della NASA in Florida. Tutti e sette condussero con successo la loro missione, la STS-107, senza immaginare che quel capolavoro di tecnologia che era la navicella che li ospitava, di lì a qualche giorno, il primo febbraio di dieci anni fa, sarebbe diventata anche la causa della loro morte, filmata e vista da milioni di persone in tutto il mondo. Il Columbia era il secondo Shuttle a essere stato costruito dalla NASA e il primo ad avere compiuto un volo spaziale completo con la missione STS-1 nell’aprile del 1981. A inizio 2003 aveva portato e riportato dall’orbita 27 diversi equipaggi nel corso di altrettante missioni e il 16 gennaio era pronto sulla rampa di lancio per portarne un ventottesimo. La missione non era però iniziata sotto i migliori auspici, diciamo: a causa di diversi problemi tecnici e disguidi il lancio era stato progressivamente rimandato. La NASA lo aveva messo in programma per l’11 gennaio del 2001 ma la data fu spostata in avanti per ben 18 volte, cosa che si era rivelata alquanto frustrante per i responsabili della missione e i membri dell’equipaggio.
Il disastro del Columbia. La storia e le foto dello Shuttle che il primo febbraio del 2003 si disintegrò sopra il Texas, con sette persone a bordo, e che cosa fu ad andare storto.
Quando si parla di design italiano si pensa spesso a certi oggetti in circolazione da molto tempo: per esempio, la vecchia Fiat 500, la lampada Arco di Achille Castiglioni o la moka Bialetti. Se ci si sforza di pensare a oggetti sempre molto famosi più recenti, può venire in mente lo spremiagrumi disegnato per Alessi da Philippe Stark nel 1990, ma poche altre cose con meno storia: sembra che a un certo punto le aziende italiane che si occupano di design non siano più riuscite a creare prodotti facilmente riconoscibili e memorabili. Alla questione ha dedicato una riflessione la critica di design Chiara Alessi – tra l’altro bisnipote di Alfonso Bialetti, inventore della moka, e di Giovanni Alessi Anghini, fondatore di Alessi – in un libro di poco più di cento pagine ma ricco di considerazioni interessanti, di cui pubblichiamo l’introduzione. ***
Che fine hanno fatto le “icone” del design italiano. Durante il Novecento moltissimi prodotti di aziende italiane sono diventati noti e riconoscibili in tutto il mondo, e oggi non succede più: un libro prova a spiegare perché.
Tra i film di maggiore successo usciti al cinema nelle ultime settimane c’è The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, che racconta la storia pazzesca ed esagerata di Jordan Belfort, che negli anni Novanta si inventò il modo di fare un sacco di soldi grazie alla vendita delle “penny stocks”, azioni di poco valore di piccole società, con sistemi fraudolenti. Il film, che ha come protagonista Leonardo DiCaprio, è stato candidato a cinque premi Oscar e ha ricevuto critiche molto positive, nonostante sia stato al centro di numerose polemiche per alcune scene ritenute immorali, l’uso costante di droghe e l’utilizzo di alcuni animali, tra cui uno scimpanzé. The Wolf of Wall Street racconta la storia di Jordan Belfort, o meglio: è proprio Jordan Belfort a raccontare la sua storia durante tutto il film. Grazie a questo espediente, Scorsese ha potuto prendersi diverse licenze e trascurare in alcuni passaggi la realtà: fin dalle prime scene allo spettatore viene chiaramente fatto capire che sullo schermo vedrà la storia di Belfort vista da Belfort, e che quindi dovrà fare una tara alle cose che sente e che vede. In questo modo Scorsese ha anche risolto il problema di dovere basare tutto il film sul libro scritto da Belfort (quello vero), l’unica fonte completa e di parte sulla sua storia.
“The Wolf of Wall Street”, la storia vera. Come andò davvero la storia (pazzesca) del broker Jordan Belfort, raccontata nel film di Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio candidato a 5 premi Oscar.
Walter Molino è stato uno dei più importanti illustratori italiani: nacque a Reggio Emilia il 5 novembre 1915 – cento anni fa – e morì a Milano nel 1997. Molino esordì giovanissimo pubblicando vignette su quotidiani e settimanali, a partire dal giornale Libro e moschetto quando era ancora quindicenne; negli anni Trenta collaborò con Il Monello, L’Intrepido, Giovinetto, e poi negli anni successivi sui principali giornali satirici come il Marc’Aurelio, il Bertoldo e il Candido di Giovannino Guareschi. Nel 1941 iniziò a realizzare le copertine della Domenica del Corriere, il supplemento illustrato del Corriere della Sera, sostituendo il pittore Achille Beltrame, in un’epoca in cui non c’erano ancora i fotoreporter e i grandi fatti di cronaca venivano raccontati attraverso le tavole illustrate: Molino continuò a realizzare le sue copertine romanzate e suggestive per trent’anni, diventando celebre per il suo stile ricco di particolari e di movimento. Nel secondo dopoguerra collaborò con la rivista Grand Hotel, realizzandone il logo, le copertine e alcuni romanzi sentimentali a fumetti, dedicandosi poi alla pittura e realizzando una ricca serie di caricature di personaggi famosi dello spettacolo e dello sport.
Il centenario di Walter Molino. Uno dei più importanti illustratori italiani nacque il 5 novembre 1915: è un buon motivo per riguardare i suoi lavori.
I giornali di oggi dedicano molto spazio a una lista di nomi contenuti nella cosiddetta “lista Falciani”, un elenco di persone e società titolari di conti correnti in Svizzera, molte delle quali sono sotto inchiesta a Roma per omessa o incompleta dichiarazione fiscale. Per ragioni perfettamente comprensibili, le attenzioni dei giornalisti e dei lettori si concentrano sull’elenco dei nomi, e quindi fanno l’elenco dei personaggi pubblici presenti nella lista. Che è un passatempo che ha un suo fascino pruriginoso ma non rende giustizia alla storia cinematografica di questa lista, che si chiama “lista Falciani” perché Hervé Falciani è il nome della persona che l’ha prodotta. Hervé Falciani È nato a Montecarlo nel 1972. Ha doppia nazionalità, francese e italiana, ed è un esperto di informatica. Dal 1994 al 2001 lavora nel reparto sicurezza del casinò di Montecarlo. Nel 2002 è stato assunto della filiale svizzera di HSBC, uno dei più grandi gruppi bancari al mondo, con sede a Londra. Federico Fubini ha scritto sul Corriere della Sera che Falciani “svolgeva un’attività fra le poche in crescita in questi anni di crisi: setacciava milioni di dati riservati sulla clientela, in cerca di informazioni commercialmente utili”. Sul suo computer, in sostanza, finiscono i dati personali di 100.000 clienti della banca svizzera. Falciani dice che il suo compito era “sperimentare nuovi sistemi informatici” e che per questo “facevo il back-up dei modelli sul portatile aziendale”. Qui le versioni divergono: da una parte il racconto che Falciani fa di quello che è successo, dall’altra quello di una donna che si chiama Georgina Mikhael.
Da dove arriva la lista dei conti in Svizzera. La "lista Falciani" prende il nome dall'uomo che ha consegnato i dati alla Francia al termine di una storia da film di spionaggio.
Un pullman che trasportava i ragazzi di una gita scolastica ungherese ha avuto un incidente sull’autostrada A4, vicino a San Martino Buon Albergo, in corrispondenza dell’uscita Verona Est: almeno 16 persone sono morte, hanno detto i Vigili del Fuoco, e altre 39 sono rimaste ferite, 13 di queste in modo grave. Secondo quanto scrivono i giornali, i ragazzi a bordo del pullman avevano tra i 14 e i 18 anni, e frequentavano il liceo Szinyei Merse Pál di Budapest: il bus stava passando per il Nord Italia sulla via del ritorno verso l’Ungheria, dopo essere stato in una località montana della Francia. Dalle prime ricostruzioni, sembra che il pullman si sia schiantato contro un pilone intorno alla mezzanotte. Dopo l’incidente, il pullman ha preso fuoco. Judit Timaffy, console generale ungherese, ha spiegato che molti ragazzi sono stati salvati da un professore che li ha aiutati a scendere dal pullman, e che ora è ricoverato con gravi ustioni alla schiena.
16 morti in un incidente a un pullman a Verona. Stava viaggiando sull'autostrada A4, trasportando degli studenti ungheresi di ritorno da una gita scolastica: ci sono anche 39 feriti.
Venerdì scorso, al termine delle consultazioni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto che avrebbe atteso “alcuni giorni” prima di decidere come risolvere lo stallo che si è formato dopo le elezioni del 4 marzo, che non sono riuscite a produrre una maggioranza autonoma in grado di sostenere un governo. Secondo i giornali di questi giorni, la soluzione che Mattarella deciderà di adottare è probabilmente quella di affidare a una figura politica o istituzionale il compito di svolgere, al posto suo, delle nuove consultazioni, più informali e quindi, forse, più adatte a trovare quella maggioranza che al momento sembra mancare. Questa pratica, nel gergo politico, si chiama “mandato esplorativo”. Non esistono definizioni ufficiali di “mandato esplorativo” e l’espressione non è contenuta all’interno di leggi o regolamenti (e tanto meno nella Costituzione). Il sito del governo gli dedica appena poche righe: «Anche se non espressamente previsto dalla Costituzione, il conferimento dell’incarico può essere preceduto da un mandato esplorativo che si rende necessario quando le consultazioni non abbiano dato indicazioni significative». L’Enciclopedia Treccani lo definisce «l’incarico che il capo dello stato affida a un uomo politico per una prima indagine sulla possibilità di formare il governo».
Che cos’è il mandato esplorativo? è quello che nei prossimi giorni il presidente della Repubblica potrebbe assegnare a un leader politico o a un'alta carica istituzionale per cercare di sbloccare la situazione.
Felix Baumgartner ha attraversato la Manica planando in caduta libera, e si è lanciato con un paracadute sia dal più alto grattacielo del mondo, il Taipei 101 a Taiwan, sia dalla mano destra della statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro. Queste imprese lo hanno consacrato campione e recordman di BASE jumping, sport estremo, vietato in diversi stati, che consiste nel buttarsi nel vuoto da superfici naturali o artificiali (BASE da Buildings, edifici; Antennas, antenne; Span, ponti; Earth, Terra). Ma, a quanto pare, a Baumgartner queste imprese non bastano. Fearless Felix — Felix senza paura, come lo chiamano i suoi fan — vuole diventare il primo uomo a superare la barriera del suono, buttandosi da un’altitudine di 23 miglia. Poco più di 37 chilometri. Per capirci, gli aerei viaggiano tra i 9 e 12. Arrivato nella stratosfera, l’austriaco si getterà da una mongolfiera e, secondo le sue stime, raggiungerà in mezzo minuto i 1.100 chilometri orari, arrivando poi a rompere la barriera del suono. Non è ancora chiaro cosa succederà al suo corpo in quel preciso momento. Baumgartner spera di riuscire a rimanere conscio per tutta la discesa, senza incappare nei problemi di stabilità che sono quasi costati la vita a Joe Kittinger, l’uomo che nel 1960 ha fissato a 31 chilometri il record d’altitudine che Baumgartner vuole battere.
L’uomo che abbatterà il muro del suono. Presentata la tuta con cui Felix Baumgartner si butterà da 37 km, superando la velocità del suono.
La Corte d’Assise di Roma ha condannato a 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale due carabinieri imputati nel processo bis per la morte di Stefano Cucchi, il ragazzo romano trovato morto il 22 ottobre del 2009 in una stanza del reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, dove era ricoverato da quattro giorni dopo essere stato arrestato. I due carabinieri condannati sono Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, che erano stati accusati del pestaggio di Cucchi dal loro collega Francesco Tedesco. Di Bernardo e D’Alessandro sono stati anche interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. È una sentenza importantissima nella lunga storia processuale per la morte di Stefano Cucchi, perché conferma i pestaggi che Cucchi subì dopo essere stato arrestato e identifica dei colpevoli, dopo che un primo processo era finito nel 2013 con l’assoluzione di tre agenti di polizia penitenziaria. I due carabinieri Di Bernardo e D'Alessandro sono stati condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale. I dettagli sul caso #Cucchi ➡ https://t.co/7dR6yM8ZMp pic.twitter.com/OOXSALf2Tu
Le condanne per la morte di Stefano Cucchi. Due carabinieri sono stati condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale, alla fine di una lunga e controversa vicenda processuale.
Martedì sera la deputata del Movimento 5 Stelle Giulia Sarti ha annunciato le sue dimissioni da presidente della commissione Giustizia della Camera e l’autosospensione dal partito per il caso dei suoi mancati versamenti al fondo dei parlamentari del M5s per il microcredito. Sarti, che era stata accusata dalla trasmissione tv Le Iene di non aver versato al fondo quanto avrebbe dovuto, si era difesa accusando il suo ex fidanzato dei mancati versamenti: martedì però la procura di Rimini ha chiesto l’archiviazione della denuncia, accusando di fatto Sarti di essere stata responsabile dei mancati versamenti e di aver denunciato il suo ex fidanzato per salvarsi la reputazione. La storia era cominciata poco prima delle elezioni politiche del 2018, quando un servizio delle Iene aveva accusato diversi parlamentari del M5S di aver imbrogliato per non versare quanto avevano promesso di fare al famoso fondo per il microcredito. I versamenti non erano un obbligo di legge, ma una promessa elettorale del Movimento 5 Stelle, i cui parlamentari avevano detto di voler “restituire” all’Italia parte dei loro stipendi (da loro considerati troppo alti) tramite un fondo gestito dal ministero del Lavoro con lo scopo di aiutare le piccole imprese in difficoltà.
Giulia Sarti si era inventata tutto? la deputata del M5S aveva accusato il suo ex fidanzato per l'imbroglio sui versamenti al partito: la procura di Rimini dice che lo ha fatto per salvarsi la reputazione.
Il 14 gennaio è iniziata a Berlino la settimana della moda, nota anche come Mercedes-Benz Fashion Week dal nome del principale sponsor. Le sfilate, che si tengono davanti alla porta di Brandeburgo, termineranno il 19 gennaio e sono dedicate alle collezioni femminili del prossimo autunno e inverno. L’evento è nato nel 2007, è ancora piuttosto recente ma sta crescendo rapidamente, attirando soprattutto giovani stilisti internazionali. Come per tutte le sfilate, anche per quelle berlinesi la riuscita non si limita agli abiti, ma ha bisogno di moltissimi altri elementi come le scenografie, le luci, la musica, e del lavoro di artisti e artigiani. Le foto mostrano gli ultimi ritocchi alla pettinatura e al trucco delle modelle, le prove e i momenti prima di scendere in passerella, giusto il tempo di controllare la posta sullo smartphone o scattarsi un selfie. E poi ricevere gli applausi del pubblico, fatto di stilisti, giornalisti, appassionati di moda e colleghe, come Georgia May Jagger, figlia della supermodella Jerry Hall e di Mick Jagger. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La moda a Berlino. Non le solite foto di sfilate, ma tutto quello che c'è attorno.
Esiste una corrente di pensiero che nega l’esistenza del fenomeno del riscaldamento globale o, meglio, che nega che dietro ai cambiamenti climatici ci sia la nostra mano: la Terra ha da sempre vissuto dei cicli, e un possibile riscaldamento sarebbe solo uno di questi cicli. Intanto però i fenomeni meteorologici estremi continuano ad aumentare, e di conseguenza anche le domande. Quest’estate diverse alluvioni hanno colpito parti degli Stati Uniti e — in maniera ben più drammatica — il Pakistan, causando 20 milioni di sfollati. Dall’altra parte del globo, la Russia sta affrontando uno dei periodi di siccità più gravi degli ultimi 130 anni, che sta portando a centinaia di incendi nelle foreste del paese. Il New York Times ha quindi chiesto a diversi scienziati opinioni su quanto stia succedendo, per capire se questo è in qualche modo legato al riscaldamento globale o no. In sintesi, la risposta più comune è: probabile, ma non lo si può dire per certo.
Cosa sta succedendo al mondo. Alluvioni e siccità sempre più intense: hanno o non hanno a che fare con il riscaldamento globale?.
La “Noche de San Juan” (o “Verbena de San Juan”, la notte di San Giovanni) è una festa molto antica e sentita in Spagna, che si celebra nella notte tra il 23 e il 24 giugno per festeggiare il solstizio d’estate (che cade in realtà il 21 giugno) e l’inizio della stagione estiva. In molte città spagnole migliaia di persone si sono riunite per strada e sulle spiagge per tutta la notte, per mangiare, assistere agli spettacoli di fuochi artificiali e ballare intorno ai falò, che solitamente si preparano dando fuoco a mobili e oggetti vecchi. A San Pedro Manrique, un piccolo paese del nord della Spagna, si è celebrato l’antichissimo rito del “paso del fuego” che consiste nel camminare a piedi nudi su delle braci incandescenti. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La notte di San Juan in Spagna. Cioè la festa di san Giovanni, una delle feste più popolari con cui si celebra l'arrivo dell'estate.
Questa mattina, in provincia di Vibo Valentia, in Calabria, è stato arrestato dalla polizia il boss della ‘ndrangheta Domenico Crea, latitante dal 2015. Crea, che ha 37 anni, era a capo di una cosca mafiosa operante a Rizziconi e nelle zone limitrofe, e collegata con la potente cosca della famiglia Alvaro di Sinopoli. Era ricercato dal 2015 quando fu condannato in primo grado dal tribunale di Palmi a 15 anni di carcere per associazione mafiosa e estorsione. Da allora Crea era stato destinatario di numerosi provvedimenti restrittivi per associazione mafiosa ed estorsione ed era stato condannato in via definitiva a 21 anni di carcere. Crea è stato arrestato a Santa Domenica di Ricadi, in provincia di Vibo Valentia, in un’operazione condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria con l’appoggio del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine e della squadra mobile di Vibo Valentia.
È stato arrestato il boss della ‘ndrangheta Domenico Crea: era latitante dal 2015.
Nella sua rubrica su Repubblica di domenica Michele Serra ha parlato del referendum costituzionale del 4 dicembre, spiegando perché è contrario a prescindere da come andrà a finire. Serra dice che solo una minoranza di italiani voterà dopo essersi fatti un’idea sul testo della riforma: chi voterà Sì lo farà per sostenere il governo Renzi, chi voterà No lo farà per il motivo opposto. Serra dice di essere in realtà ostile in generale a molti referendum, perché chiedono a tutti di esprimersi su temi complessi normalmente riservati agli esperti. «Sarebbe bello leggere un progetto congiunto di riforma con le firme in calce di D’Alema, Brunetta, Grillo e Salvini», notava ieri con incontrovertibile perfidia il costituzionalista Michele Ainis. Significando che il vero problema del fronte del No è che il fronte del No non esiste, esistono una moltitudine di No sparsi, vigorosi ma sparsi. Così come non esiste un’opposizione, esistono parecchie opposizioni e basta scrivere in sequenza il nome dei rispettivi leader per capire che nessuna alleanza di governo, tra loro è neppure lontanamente immaginabile.
Abbasso il referendum. Comunque vada sarà peggio, scrive Michele Serra nell'Amaca di oggi.
Giovedì 20 settembre verrà inaugurata la mostra Mario Giacomelli: Da un caos all’altro alla galleria Forma Meravigli di Milano, in occasione della sua riapertura dopo alcuni mesi di chiusura. La mostra durerà fino al 18 novembre ed espone le foto che il fotografo marchigiano ha scattato alla sua regione d’origine e diverse fotografie astratte.
Paesaggi e fotografie astratte di Mario Giacomelli. In bianco e nero, e in mostra alla Galleria Forma Meravigli di Milano fino al 18 novembre.
In molti, leggendo le notizie e osservando le immagini dello sgombero forzato dei rifugiati e richiedenti asilo da Piazza Indipendenza a Roma, si sono chiesti come fosse stato possibile arrivare a quel punto. L’intervento della polizia, e in particolare l’utilizzo di idranti e manganelli, poteva essere evitato? Comune e Regione avevano offerto un’alternativa alle persone sgomberate? Nell’immediato Il caso di questi giorni era iniziato con lo sgombero di un palazzo in via Curtatone, nei pressi della stazione Termini di Roma. Il palazzo era occupato dalla fine del 2013, e ci vivevano fra gli 800 e i 1.000 migranti, soprattutto rifugiati e richiedenti asilo provenienti da Eritrea ed Etiopia. Lo sgombero si era reso necessario, secondo il prefetto di Roma Paola Basilone «perché c’era una denuncia dei proprietari e perché c’erano stati diversi provvedimenti di sequestro mai ottemperati», ha detto al Corriere della Sera.
Lo sgombero dei rifugiati a Roma si poteva evitare? come siamo arrivati agli scontri di ieri, fra le soluzioni alternative proposte dal Comune e la decisione di usare gli idranti da parte della polizia.
Mercoledì 14 ottobre il maltempo e le forti piogge nel centro Italia hanno causato la morte di cinque persone e numerosi allagamenti. Un uomo è morto a Paliano, in provincia di Frosinone, mentre si trovava in un’auto che è finita dentro una voragine. Altre due persone che si trovavano a bordo con lui sono invece riuscite a mettersi in salvo.
Le notizie sul brutto tempo in Italia. Le forti piogge e le frane hanno causato la morte di cinque persone in Abruzzo, in Campania e nel Lazio: a Benevento è esondato il fiume Calore.
Nei giorni scorsi, in Francia, sono entrate in vigore le restrizioni decise dal governo per contrastare un nuovo aumento di contagi da coronavirus, soprattutto a causa della diffusione della variante delta. Le restrizioni prevedono che l’ingresso in diversi luoghi pubblici e privati sia riservato alle persone che possiedono un certificato COVID-19, che siano cioè completamente vaccinate o risultate negative al virus. Il vaccino è stato inoltre reso obbligatorio per alcune categorie. Misure simili – anche se meno severe e senza alcun obbligo vaccinale – sono state approvate giovedì anche in Italia: l’accesso a determinati luoghi o eventi è stato cioè vincolato a un criterio medico attestato dal cosiddetto “green pass”. In Francia, le questioni dell’obbligo di vaccino per alcune categorie e delle restrizioni per chi non ha il cosiddetto “pass sanitario” sono state discusse dalla politica e a livello giuridico (sulle restrizioni del governo è intervenuto anche il Consiglio di Stato). E al di là delle argomentazioni che, in modo irragionevole ed estremista, hanno invocato una «dittatura dei vaccini», un «colpo di stato sanitario» o hanno fatto confronti tra il pass e il regime dell’apartheid o tra il vaccino e il veleno Zyklon B usato nei campi di sterminio nazista, i dubbi, le domande e le preoccupazioni legate a questo tipo di restrizioni hanno sollevato diverse questioni etiche e filosofiche.
La morale du Green Pass. In Francia il dibattito sulle limitazioni per i non vaccinati è stato molto articolato: e forse può tornare utile anche qui.
Sui giornali di oggi si parla molto della storia dell’orsa KJ2, uccisa sabato sera in Trentino dopo essere stata catturata dagli agenti del Corpo forestale provinciale perché ritenuta pericolosa per l’uomo. L’ordine di cattura e abbattimento era stato dato dal presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi, dopo che un uomo era stato aggredito dall’orsa il 22 luglio durante una passeggiata nei pressi del Lago di Lamar: molti gruppi animalisti hanno tuttavia criticato Rossi dicendo che non era necessario uccidere l’orsa, mentre lui ha spiegato che bisognava farlo «per garantire la sicurezza delle persone». Dopo l’aggressione del 22 luglio l’orsa chiamata con il nome in codice KJ2 – un esemplare di 14 anni e 133 chili di peso – era stata catturata agli inizi di agosto usando delle trappole e delle esche. Dopo la cattura, all’orsa era stato messo un radiocollare e le erano stati fatti dei prelievi di pelo e sangue per capire se si trattasse davvero dell’esemplare che aveva aggredito l’uomo qualche giorno prima. Nell’attesa dell’esito degli esami, come prevedono le normative per la gestione degli animali protetti, l’orsa era stata rimessa in libertà: è stata poi nuovamente catturata usando il radiocollare quando c’è stata la certezza che fosse stata lei ad aggredire l’uomo a fine luglio, ed è stata poi abbattuta sabato sera a Trento.
La storia dell’orsa uccisa in Trentino. Aveva aggredito due persone negli ultimi anni: secondo il presidente della provincia di Trento abbatterla era la cosa giusta da fare.
Nel sudovest dell’Australia, a circa 300 chilometri da Perth, c’è un fiume, il Vasse, il cui ecosistema è stato devastato dai pesci rossi: “una delle specie acquatiche più invasive del mondo”. Iniziò tutto una ventina d’anni fa, quando probabilmente qualcuno buttò un paio di piccoli e innocenti pesci rossi nel fiume, lungo poco più di 30 chilometri. Come ha scritto il New York Times, «quei pesci rossi crebbero, nuotarono verso valle, devastarono l’acqua ovunque andarono e si riprodussero a più non posso. Non ci misero molto a conquistare l’intero fiume». Del problema del fiume Vasse si stanno occupando dal 2003 i ricercatori della Murdoch University di Perth, la capitale dell’Australia Occidentale: stanno cercando di tracciare i pesci rossi, controllarne l’aumento e studiarne le caratteristiche, anche catturandoli e «congelandoli fino a farli morire, per studiarli in laboratorio». Intanto i pesci rossi del fiume Vasse continuano a cavarsela alla grande: alcuni sono lunghi 40 centimetri e pesano quasi due chili. Sono quindi più grandi e pesanti di alcuni degli acquari usati per contenerli in cattività.
I temibilissimi pesci rossi. Se liberati in natura crescono fino a 40 centimetri per due chili di peso, si riproducono fino a infestare i corsi d'acqua e smettono di essere rossi.
Il 26 maggio, a una settimana dall’ultimo episodio dell’ultima stagione di Game of Thrones, HBO trasmetterà il documentario Game of Thrones: The Last Watch. Durerà due ore, sarà diretto da Jeanie Finlay e sarà una sorta di lungo dietro le quinte dell’ultima stagione, che sarà composta da sei episodi, per una durata complessiva di 432 minuti, con un ultimo episodio della durata di circa 90 minuti. “Game of Thrones” fino a qui
Una settimana dopo la fine di “Game of Thrones” HBO trasmetterà un documentario di due ore sulla serie.
Ciao. Omaggio all’Italia è il nuovo libro del fotografo peruviano Mario Testino, uno dei più importanti fotografi di moda contemporanei, pubblicato dalla casa editrice Taschen. Raccoglie 140 fotografie inedite a colori e in bianco e nero, scattate in Italia in vent’anni. Il libro è suddiviso in tre parti. La prima, “In giro”, risale alla metà degli anni Settanta, quando Testino era appena arrivato in Italia, e racconta strade, quartieri popolari, feste religiose, i mosaici del Foro Italico a Roma e le ville patrizie. La seconda, “Alla moda”, è dedicata alla fotografia di moda e racconta le sfilate, le modelle, gli stilisti e i protagonisti degli anni Ottanta e Novanta di Milano: Gianni e Donatella Versace, Valentino Garavani, Carla e Franca Sozzani, Monica Bellucci e Dolce & Gabbana. L’ultima, “Al mare”, racconta le vacanze, le spiagge, la bella vita, «il senso di benessere che l’Italia mi ha sempre trasmesso», come ha spiegato Testino stesso in un video in cui presenta il libro.
“Ciao”, il libro sull’Italia di Mario Testino. Raccoglie 140 immagini scattate in 20 anni da uno dei più importanti fotografi di moda contemporanei: stilisti, sfilate, spiagge, ville e quartieri popolari.
L’attore, regista e sceneggiatore Casey Affleck – fratello del più famoso Ben Affleck – ha vinto questa notte il premio Oscar per il miglior attore protagonista, per la sua interpretazione in Manchester by the Sea, apprezzato film di Kenneth Lonergan. Nelle scorse settimane Affleck ha vinto anche il Golden Globe e il premio BAFTA, per lo stesso film. Prima di Manchester by the Sea, che ha vinto anche l’Oscar come migliore sceneggiatura originale ed è considerato uno dei film più belli del 2016, Affleck era però per la maggior parte delle persone soltanto il-fratello-sfigato-di-Ben-Affleck. Chi non segue con particolare interesse e approfondimento le cose del cinema probabilmente sa ben poco di Casey Affleck, che però non salta fuori dal nulla: recita dagli anni Novanta, ha avuto tra i suoi registi Gus Van Sant, Steven Soderbergh e Christopher Nolan, ha diretto un atipico documentario (Joaquin Phoenix – Io sono qui!, nel 2010), ed era persino già stato candidato all’Oscar: nel 2008 come Miglior attore non protagonista per il western L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (lo vinse Javier Bardem per Non è un paese per vecchi).
Che storia ha Casey Affleck. Ha vinto l'Oscar come Miglior attore, dopo essere stato per anni il fratello meno noto di Ben ed essere conosciuto anche per un'accusa di molestie sessuali.
Ingolfare la perdite di petrolio nel golfo con le palline da golf. Non si tratta di uno scioglilingua, ma della nuova strategia messa a punto da BP per cercare di arrestare la fuoriuscita di petrolio dal pozzo rimasto scoperto al largo della Louisiana in seguito all’affondamento della piattaforma petrolifera. L’idea è semplice ed è stata già utilizzata in altre occasioni: intasare i tubi del dispositivo di sicurezza di contenimento del petrolio, che non sta funzionando da settimane, con rifiuti di vario genere e palline da golf. La speranza è che una volta ostruito, il condotto possa essere ulteriormente trattato per porre fine alla fuoriuscita del greggio. Una tecnica simile fu adottata durante la prima guerra del Golfo (quello dell’Iraq) per arrestare il flusso di petrolio dai pozzi incendiati dalle truppe irachene. Un’operazione complessa da realizzare in superficie, figurarsi a quasi 1500 metri di profondità nel mare.
Salvare il golfo col golf. Ennesimo tentativo: BP cercherà di tappare la falla da cui esce il petrolio con rifiuti e palline da golf.
Siamo abituati a vedere i tatuaggi come qualcosa di stabile e permanente, pressoché immutabile nel tempo, ma ora una ricerca suggerisce che siano al centro di un processo di cambiamenti senza fine: uno sforzo continuo e senza risultati del nostro organismo per sbarazzarsene. I cristalli d’inchiostro iniettati negli strati (derma) sotto la superficie della pelle sono costantemente accerchiati e ingoiati da particolari cellule, che poi li rigurgitano facendo ricominciare da capo il processo. Almeno questa è la conclusione di un interessante studio condotto da un gruppo di ricerca dell’Università di Marsiglia, in Francia, di recente pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Experimental Medicine (JEM). I ricercatori stavano studiando le cellule di alcuni topi per un altro progetto, quando hanno notato la particolare attività di alcuni macrofagi, le cellule del sistema immunitario che hanno la capacità di inglobare (“fagocitare”, da qui il nome) particelle estranee, confinarle nelle loro membrane cellulari e infine distruggerle. Osservandoli al microscopio, si sono accorti che stavano assorbendo i pigmenti prodotti dalla melanina che dà la colorazione ai topi. Si sono quindi chiesti se lo stesso processo potesse avvenire anche con i tatuaggi, cioè con un colorante proveniente dall’esterno.
Ci sono cellule che mangiano, rigurgitano e rimangiano i tatuaggi. Un gruppo di ricercatori ha scoperto – per caso – che i macrofagi sono centrali nel rendere permanenti i tatuaggi.
L’azienda farmaceutica AstraZeneca ha fatto sapere di aver messo in pausa i test globali del suo vaccino sperimentale contro il coronavirus, dopo che uno dei partecipanti aveva mostrato i segni di una sospetta reazione avversa. AstraZeneca, società britannico-svedese, da aprile aveva avviato una collaborazione con l’Oxford Vaccine Group dell’Università di Oxford, e il suo vaccino è considerato tra i più promettenti. La pausa – che potrebbe durare anche pochi giorni ed è stata decisa in forma precauzionale e su iniziativa dell’azienda – va considerata come una normale fase nella sperimentazione di un vaccino, un procedimento che a volte richiede anni per essere completato. AstraZeneca è una delle nove aziende il cui vaccino è arrivato alla cosiddetta “fase 3” della sperimentazione su volontari, che finora ha riguardato almeno 30mila persone tra Stati Uniti, Brasile, Sudafrica, India e Regno Unito. Come succede in questi casi, già durante la fase di sperimentazione AstraZeneca aveva garantito la vendita di 100 milioni di dosi al Regno Unito e altri 400 milioni a Paesi Bassi, Germania, Francia e Italia, che a giugno hanno appositamente formato una “Alleanza per un vaccino inclusivo” (IVA).
AstraZeneca ha messo in pausa i suoi test su un vaccino contro il coronavirus. La "fase 3" della sperimentazione è stata sospesa per una sospetta reazione avversa in un paziente: che è normale, durante i test, ma anche la ragione per cui non è il caso di avere fretta.
La nuova “flat tax” per le partite IVA, contenuta nella legge di bilancio appena approvata, consentirà a chi ha redditi elevati di avere grossi sconti fiscali e, secondo molti esperti, produrrà un fortissimo incentivo a praticare elusione o addirittura evasione fiscale per ottenere ulteriori sconti. Di fatto, con il nuovo sistema, i professionisti e autonomi che guadagnano fino a 100 mila euro l’anno accederanno a un sistema di sconti fiscali che permetterà loro di pagare meno tasse rispetto a chi guadagna meno di loro ma ha stipendi da dipendente. Inoltre, sfruttando una serie di meccanismi di elusione fiscale, potranno riuscire a ottenere sconti molto significativi anche sui redditi superiori ai centomila euro. Cominciamo dall’inizio. Il nuovo sistema riguarda le persone fisiche con partite IVA: professionisti, piccoli artigiani e altre figure autonome. “Flat tax”, cioè tassa piatta, indica che queste figure non saranno tassate tramite il sistema ad aliquote progressive dell’IRPEF (quello dei dipendenti, per intendersi) ma in base ad un’aliquota unica, finché resteranno entro un certo limite di fatturato annuale.
Come funzionerà quindi la “flat tax” per le partite IVA. Doveva servire a far pagare meno ai piccoli contribuenti, ma grazie a un meccanismo particolare rischia di provocare guai e sarà sfruttata anche da chi guadagna più di 100 mila euro l'anno.
Il Circolo dei lettori di Torino è un posto speciale per le persone che amano leggere non solo perché nei suoi spazi ospita ogni mese molti incontri con scrittori e intellettuali italiani e stranieri, ma anche perché, tra le altre cose, organizza tantissimi “gruppi di lettura”. Sono cicli di incontri settimanali o mensili in cui un piccolo gruppo di persone si ritrova per parlare di un certo libro, dell’opera di uno specifico autore, oppure di diversi libri legati dallo stesso tema: un esperto conduce il dibattito e tutti possono dire la loro. Spesso per chi ama molto leggere non è facile trovare altre persone di cui parlare delle proprie letture: ogni anno escono molti più libri che film nuovi, e poi per leggerli serve più tempo, quindi bisogna essere fortunati per trovare qualcuno con cui condividere impressioni e opinioni sullo stesso libro, soprattutto faccia a faccia e non sui social network. I gruppi del Circolo dimostrano poi che una volta che si è trovato qualcuno ce lo si tiene stretto. «Il gruppo di persone che ha cominciato a seguirmi all’inizio con Bobbio è ancora il nucleo fondamentale di questo gruppo del mercoledì», dice Jacopo Rosatelli, professore di storia e filosofia nei licei, riferendosi al gruppo di lettura che conduce ormai da cinque anni.
Qualcuno che ha letto il tuo stesso libro. I gruppi di lettura del Circolo dei Lettori servono a quello: a condividere e discutere dei libri che conosciamo con altri che li conoscono.
Sul Corriere della Sera di oggi, il vicedirettore Federico Fubini racconta che in una particolare categoria di titoli di stato l’Italia sta ottenendo risultati peggiori della Grecia. Ieri sera, infatti, i titoli di stato italiani in scadenza nel marzo 2019 offrivano un rendimento pari allo 0,79 per cento, mentre gli equivalenti greci rendevano lo 0,75 per cento. Il rendimento è l’interesse chiesto dall’investitore in cambio dell’acquisto del titolo di stato: più alto è l’interesse chiesto, più significa che l’investimento è percepito come rischioso. I dati scoperti da Fubini indicano che nel breve termine la Grecia inizia a essere percepita da alcuni investitori come un investimento meno rischioso dell’Italia, dove evidentemente sono attese molte turbolenze nei prossimi mesi. È dalle trattative per la formazione del governo Conte che sui titoli di stato italiani ci sono pressioni dei mercati, e anche per questo si è tornati a parlare di spread, il differenziale di rendimento tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi. Se il fatto che i titoli di stato della Germania rendano meno di quelli italiani è una certezza –il differenziale sta aumentando anche oggi – è una novità assoluta che accada anche con quelli greci.
Grecia > Italia. Il rendimento dei titoli di stato italiani a 9 mesi ha superato quello dei titoli greci: significa che nel breve termine l'Italia è percepita come più a rischio della Grecia, spiega Federico Fubini.
Il 12 agosto nello zoo di Berlino è nato un elefante asiatico: si chiama Anchali, è alto poco meno di un metro e pesa 160 chili. Suo padre si chiama Victor e la madre Pang Pha, che fu donata allo zoo di Berlino dal governo thailandese nel 1987. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
È nato un elefante nello zoo di Berlino. Ha tre giorni e pesa 160 chili.
Da venerdì proseguono le indagini sull’omicidio di un carabiniere avvenuto a Roma nelle prime ore della giornata. Il carabiniere si chiamava Mario Cerciello Rega, aveva 35 anni e si era appena sposato. Della vicenda si è parlato parecchio per almeno due motivi: perché l’omicidio è avvenuto durante un’operazione nel centro di Roma, e perché al principio sembrava fossero coinvolte alcune persone identificate come «nordafricane». L’indagine ha però poi avuto diversi sviluppi, e sabato tutti i giornali hanno scritto che l’omicidio di Rega è stato confessato da un ragazzo statunitense che si trovava a Roma in vacanza, la cui identità non è stata rivelata. La vicenda però ha diversi punti oscuri, che nemmeno alcuni video circolati online per ora hanno aiutato a chiarire.
Cosa si sa sul carabiniere ucciso a Roma. I giornali hanno provato a ricostruire l'intricata vicenda che ha portato all'accoltellamento di Mario Cerciello Rega, nel centro della città.
Secondo nuovi documenti presentati nell’ambito di un causa intentata nei confronti di Facebook da un piccolo gruppo di inserzionisti di pubblicità in California, il social network avrebbe volutamente gonfiato per più di un anno il tempo medio trascorso dagli utenti a guardare le inserzioni video a pagamento. La causa risale al 2016, quando David Fischer, vice-presidente della sezione Business e Marketing di Facebook, ammise in un post che a causa di un errore tecnico il numero di visualizzazioni delle inserzioni video era stato stimato molto maggiore di quanto lo fosse effettivamente. Ora però Facebook è accusata di aver gonfiato enormemente i dati e di averlo fatto consciamente almeno per un anno, provocando grossi danni economici a chi intanto pagava per farsi pubblicità. L’errore del 2016 e gli sviluppi recenti Secondo un’inchiesta pubblicata dal Wall Street Journal poco dopo le ammissioni di Fischer, a causa di un errore Facebook aveva gonfiato del 60/80 per cento i numeri delle inserzioni pubblicitarie per due anni. Poco dopo, un gruppo di inserzionisti pubblicitari che aveva pagato per pubblicità su Facebook fece causa al social network sostenendo che quell’errore avesse penalizzato loro e tanti altri inserzionisti in giro per il mondo. Con una serie di nuovi documenti processuali resi pubblici martedì 16 ottobre, però, gli inserzionisti sostengono che potrebbe essersi trattato di frode: secondo i querelanti, infatti, Facebook avrebbe saputo dell’errore per più di un anno, e non l’avrebbe comunicato fino al settembre 2016, ingannando quanti in quel periodo continuarono a pagare per farsi pubblicità sul social network.
Ci sono novità sugli errori di Facebook con i video. Nuovi documenti suggeriscono che Facebook sapesse che i numeri dei video visti dai suoi utenti erano gonfiati, ma che non disse niente per più di un anno.
Little Brown and Company, la casa editrice che pubblicherà The Casual Vacancy, il primo romanzo di J.K.Rowling dopo quelli su Harry Potter, ha diffuso stamattina l’immagine di copertina del libro. Il romanzo, destinato questa volta a un pubblico adulto, si apre con l’improvvisa morte del quarantenne Barry Fairweather, e delle sue conseguenze sulla vita della piccola città di Pagford, pacifica soltanto in apparenza.
La copertina di The Casual Vacancy, il primo romanzo di J.K. Rowling dopo Harry Potter. Il libro uscirà il 27 settembre, ma è già in prevendita su Amazon.
Da qualche settimana, a proposito del dibattito su fake news e post-truth politics, mi gira in testa una domanda, che si è quasi trasformata in una tesi: c’è un legame fra la trascuratezza con cui si affronta l’”accertamento dei testi” e la crisi che le discipline filologiche hanno conosciuto in Occidente negli ultimi ottant’anni? Nei seguenti paragrafi 1-3 cerco di articolare questo punto. Chi non è interessato allo spiegone teorico può saltare al paragrafo 4, dove analizzo la diffusione di una bufala online. La crisi della filologia 1. Quando Roland Barthes celebra la «morte dell’autore» (1967), di fatto mette in discussione il senso stesso della filologia, intesa come disciplina che si dà come ultimo scopo l’accertamento del testo originale, cioè di una forma del testo il più possibile «vicina all’ultima volontà dell’autore» (come recitano i manuali universitari). Comunque la si pensi, bisogna prendere atto che rinunciare a un approccio filologico significa prescindere da una serie di problemi primitivi ma non secondari circa il testo che stiamo leggendo: com’è giunto fino a noi? Che cosa è attribuibile a uno stadio più antico ed eventualmente “originario” (che possiamo riferire o meno a un’entità chiamata “autore”) e che cosa invece è stato modificato progressivamente dai copisti e dagli scoliasti (oppure dagli stampatori, dai ghost writers, dagli editor)? Soprattutto, rinunciare alla filologia significa mettere da parte un assunto fondamentale, che è un modo di vedere le cose: il testo che ci viene trasmesso non è un dato ma un processo.
I filologi e le “fake news”. Uno studioso di filologia spiega perché con la "post verità" c'entri la crisi della materia, a partire da Rignano sul Membro.
Il 14 febbraio sarà disponibile su Netflix la seconda stagione di House of Cards, la serie tv che racconta la storia di Frank Underwood, un politico interpretato da Kevin Spacey che vuole vendicarsi del presidente degli Stati Uniti per non aver ottenuto la nomina a segretario di Stato. La serie tv, in cui recita anche Robin Wright, è una delle più attese e promettenti di quest’anno (non preoccupatevi, non ci sono spoiler). Il trailer della seconda stagione
“House of Cards” per principianti. Le cose da sapere su una delle serie tv più attese dell'anno, che ricomincia domani: ma "ricomincia" è un'espressione imprecisa.
È la settimana delle zucche, visto che si avvicina Halloween. A Hannover, in Germania, due procioni hanno la testa infilata dentro una zucca per cercare del cibo. Anche allo zoo di Dvůr Králové nad Labem, in Repubblica Ceca, si è pensato di dare delle zucche agli animali ospitati (in questo caso però sono i lemuri). Tra le foto di animali migliori della settimana ce n’è qualcuna piuttosto bizzarra: è il caso dell’elefante Mo Mo, che in un giardino zoologico in Birmania festeggia il suo 61esimo compleanno con un cappello delle grandi occasioni legato attorno alla testa. E poi ci sono i cuccioli di leone bianco in Polonia, e le gru al tramonto vicino alle paludi di Linum in Germania. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly Beasts. Elefanti con il cappellino da festa, cuccioli di leone bianco in Polonia e un sacco di zucche di Halloween, tra le foto di animali più belle della settimana.
Un giudice di Madrid ha emesso un’ordinanza per far sospendere a Uber tutte le sue attività in Spagna. La decisione del giudice spagnolo segue quella assunta da diverse altre amministrazioni locali in giro per il mondo, che vogliono limitare il servizio in diretta concorrenza con il sistema più tradizionale dei taxi con relativa licenza. Uber offre un servizio alternativo ai taxi, mettendo in comunicazione su una applicazione per smartphone autisti di auto private con i clienti. La società che la gestisce ha sede negli Stati Uniti: decide le tariffe e trattiene per sé una percentuale al momento del pagamento delle corse, che avviene attraverso la stessa applicazione. L’ordinanza è stata emessa martedì a Madrid in seguito a una richiesta dell’associazione dei tassisti della città, che aveva chiesto ai magistrati una sospensione cautelare del servizio in attesa di una causa legale vera e propria che l’organizzazione vuole intentare contro Uber. Il giudice ha accettato la richiesta, spiegando che gli autisti che offrono il loro servizio attraverso l’applicazione sono sprovvisti di autorizzazioni ufficiali e che di conseguenza fanno concorrenza sleale ai tassisti, che per poter lavorare devono essere autorizzati dalle autorità locali e possedere una licenza, di solito molto costosa.
La Spagna ha sospeso Uber. Un giudice di Madrid ha accolto le richieste dell'associazione dei tassisti, che vuole fare causa all'azienda statunitense per concorrenza sleale.
Emanuele Trevi sul Corriere della Sera di mercoledì 27 novembre ha spiegato perché la “festa della laicità” che si celebra in Francia il 9 dicembre non va irrisa e andrebbe invece presa particolarmente sul serio, soprattutto se si considera che l’Italia è un posto in cui “concezioni metafisiche del tutto opinabili intervengono a ledere diritti fondamentali che riguardano il rapporto dell’individuo con tutti i nodi che prima o poi vengono al pettine”. Come tante idee nobili e degne di rispetto, anche la Festa della Laicità che si celebra in Francia il 9 dicembre rischia di attirarsi qualche sonora pernacchia. La stessa idea di una festa, infatti, evoca in qualche maniera la personificazione di una virtù astratta, e dunque la creazione di una nuova divinità. Un malinteso ricorrente nella storia francese: fin dai banchi di scuola abbiamo imparato a sorridere del culto della Ragione che i giacobini intendevano sostituire alla vecchia fede, nemica del progresso e complice della tirannia. Un vero laico non può che storcere il naso. A sostituire una religione con un’altra si rischia solo di far rimpiangere amaramente quella che è stata spodestata. Mille volte meglio le vecchie, care monache di un nuovo ordine di sacerdotesse del materialismo, del disincanto, della geometria! E allora, bisognerà cercare di spiegare bene in cosa consiste, ridotta all’essenziale, la questione della laicità, e perché si tratta di una cosa talmente importante che agli occhi di molti, non solo francesi, la stessa qualità della nostra vita ne viene coinvolta.
La democrazia è solo laica. Emanuele Trevi spiega sul Corriere che i francesi lo sanno, e noi sembra di no.
Il gatto Sphynx, finito in diverse gallery di animali del Post e non solo, è una razza di gatto molto particolare, che ha come sua principale caratteristica quella di essere senza pelo. Nemmeno uno. Per questo è chiamato anche “gatto nudo”. Ne abbiamo un esemplare tra le foto migliori di animali di questa settimana, ritratto mentre viene baciato dal suo proprietario a un concorso di bellezza per gatti a Vilnius, in Lituania. Vi piace? Noi non ne siamo sicuri. Nel caso c’è anche altro: un pulcino di kiwi mentre esce dal guscio, un pompiere che prova ad afferrare una gallina e un operatore di uno zoo che tenta di prendere un pellicano, per esempio. Se non siete appassionati di piume, guardate gli occhi del cane che sta per essere impiegato in un’esercitazione militare della NATO a Oppdal, Norvegia: ma quanto sono azzurri?
Weekly Beasts. Un rugoso gatto Sphynx che bacia il suo proprietario, un pellicano che non è dell'idea di farsi prendere e due occhi di cane che più azzurri di così non si può.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 262 nuovi casi di contagio da coronavirus e 49 morti, secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile. I casi totali sono 238.275, 262 in più rispetto a venerdì. Le persone attualmente ricoverate nei reparti di terapia intensiva sono 152, 9 in meno rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” sono 546, per un totale di 182.453. #LNews #coronavirus @GiulioGallera : “Dei 165 positivi di oggi (87 debolmente positivi), 102 riguardano tamponi eseguiti a seguito di positività ai test sierologici, 4 sono riferiti a operatori socio sanitari”. Ulteriori approfondimenti ????????https://t.co/5esKKdwhCW pic.twitter.com/9JZraLCKSr
Le notizie di sabato sul coronavirus in Italia. Nelle ultime 24 ore i nuovi casi sono 262, e i morti 45: la Lombardia continua a essere la regione coi dati peggiori.
Slack, servizio online per chat di lavoro, non funziona da alcune ore in tutto il mondo. Slack è un servizio usato principalmente in grandi società, uffici e redazioni di giornali. Ha cominciato a dare problemi nella mattina di mercoledì 27 giugno, mentre è diventato completamente inutilizzabile dalle 14 circa di mercoledì, ora italiana. I problemi sono stati confermati da Slack, con diversi messaggi su Twitter. We're investigating connectivity issues for all workspaces, thanks for your patience, we'll have updates shortly. https://t.co/uQIDJzyLSV
Slack, servizio online per chat di lavoro, non funziona da alcune ore in tutto il mondo.
Alle 16:16 di oggi (ora italiana), la capsula Crew Dragon di SpaceX ha completato il suo attracco alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS): è la prima volta nella storia che una compagnia spaziale privata trasporta due astronauti in orbita e fino alla ISS, per conto della NASA. Crew Dragon era partita dalla Terra sabato sera alle 21:22 (ora italiana) da Cape Canaveral, in Florida, avviando la prima missione spaziale con astronauti dal suolo degli Stati Uniti dal pensionamento degli Space Shuttle, avvenuto nel 2011. Da allora, la NASA aveva potuto trasportare i propri astronauti in orbita solo tramite le Soyuz dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, spendendo circa 80 milioni di dollari per ogni astronauta. Dopo il lancio di sabato, gli astronauti Bob Behnken e Doug Hurley hanno viaggiato per circa 19 ore a bordo di Crew Dragon per raggiungere la stessa orbita della ISS, e avviare l’avvicinamento alla Stazione. L’intera manovra di attracco è stata gestita in automatico dalla capsula, ma Behnken e Hurley hanno comunque avuto l’opportunità di pilotare l’astronave per qualche minuto, per testarne le capacità al suo volo inaugurale con esseri umani a bordo.
SpaceX ha portato i suoi primi due astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale. Crew Dragon ha completato l'attracco, dopo il primo volo spaziale con astronauti della storia da parte di una compagnia privata.
Amazon ha comunicato che entro luglio chiuderà il “marketplace” del suo sito cinese: significa che non saranno più disponibili articoli di rivenditori terzi, ma continueranno a essere disponibili quelli venduti direttamente da Amazon. In questi anni Amazon ha molto sofferto la concorrenza dei giganti tecnologici cinesi, come Alibaba, che di fatto controllano l’80 per cento dell’e-commerce nel paese.
Entro luglio non ci saranno più rivenditori terzi sul sito cinese di Amazon.
Fino al 19 luglio 2015 le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia ospitano la mostra Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso, realizzata con la collaborazione del Comune di Pavia e la Johannesburg Art Gallery, uno dei più importanti musei d’arte dell’Africa. La mostra presenta oltre sessanta opere – tra olii, acquerelli e grafiche – di alcuni dei principali protagonisti della scena artistica internazionale del XIX e del XX secolo, tra cui Edgar Degas, Vincent Van Gogh, Paul Gauguin, Pablo Picasso, Francis Bacon, Roy Lichtenstein, Andy Warhol e molti altri. Aperta al pubblico nel 1910, la Johannesburg Art Gallery presenta una collezione di altissima qualità dal punto di vista artistico e ha una storia molto interessante: la sua apertura fu merito di Lady Florence Phillips (1863-1940), moglie di un magnate dell’industria mineraria, che convinse suo marito e altri imprenditori a investire nel progetto, convinta che Johannesburg dovesse avere un museo. Lady Phillips rappresenta ancora oggi una figura fondamentale in Sudafrica per il suo impegno nella promozione della cultura nel paese. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Degas, Picasso e Van Gogh in mostra a Pavia. Fino al 19 luglio: oltre 60 opere dei più importanti artisti del XIX e XX secolo provenienti dalla Johannesburg Art Gallery.
La Brianza, regione geografica del nord della Lombardia, è diventata di grande attualità per i media da qualche giorno, e i lettori si sono abituati a vedere molti titoli a lei dedicati senza sapere in molti casi esattamente dove collocarla. La ragione di tante attenzioni è il nuovo film di Paolo Virzì, Il capitale umano, che un po’ pretestuosamente è stato indicato dai giornali come una critica alla Brianza stessa (oggi sulla Stampa in prima pagina un imprenditore brianzolo dice però di non averla vista, nel film, la Brianza), benché il paese della storia – Ornate Brianza – non esista e benché il film sia stato girato in diversi luoghi della Lombardia che non sono in Brianza.
Dov’è la Brianza. Che da giorni ne leggiamo ovunque per via del film di Virzì, ma un sacco di italiani non sa se sia a Monza, Como, Varese o dove.
Venerdì mattina il sindacalista italiano di origine marocchina Adil Belakhdim è stato investito e ucciso da un camion mentre stava partecipando a un presidio di lavoratori davanti alla sede logistica di LIDL a Biandrate, in provincia di Novara. Non è chiaro se l’autista del camion si sia accorto di aver investito l’uomo, ma dopo essersi allontanato dal magazzino è stato bloccato in autostrada dai carabinieri, che lo hanno poi interrogato alla caserma di Novara. Nel pomeriggio è stata diffusa la notizia che il conducente, un italiano di 25 anni, è stato arrestato con l’accusa di omicidio stradale, resistenza e omissione di soccorso. Belakhdim aveva 37 anni, era il coordinatore dei SI Cobas di Novara e stava manifestando assieme a una ventina di addetti alla logistica del magazzino davanti ai cancelli dell’azienda. Secondo le testimonianze dei presenti citate da Repubblica, i lavoratori avrebbero avuto una discussione con l’autista del camion perché il presidio bloccava il passaggio dei mezzi. A quel punto, l’autista avrebbe forzato il blocco, travolgendo e trascinando per una decina di metri Belakhdim, uccidendolo. Al contempo avrebbe urtato anche altre due persone che sono state trasportate in ospedale in condizioni non gravi.
Cosa sappiamo del sindacalista morto durante un presidio nel novarese. Si chiamava Adil Belakhdim ed è stato investito da un camion mentre partecipava a un'azione sindacale davanti alla sede logistica di LIDL.
Cary Joji Fukunaga – regista che ha diretto Maniac, Beasts of No Nation e la prima stagione di True Detective – è stato scelto per dirigere il prossimo film su James Bond, il 25°: le riprese inizieranno nel marzo 2019 e il film dovrebbe uscire nel febbraio 2020. Fukunaga prende il posto del regista britannico Danny Boyle – famoso soprattutto per The Millionaire e Trainspotting – che ad agosto aveva abbandonato la produzione del film per “differenze creative”. Il protagonista del film sarà sempre Daniel Craig, l’attore che ha interpretato James Bond negli ultimi quattro film della serie. Michael G. Wilson, Barbara Broccoli and Daniel Craig announced today that #Bond25 will begin filming at Pinewood Studios on 4 March 2019 under the helm of director, Cary Joji Fukunaga with a worldwide release date of 14 February 2020. (1/2) pic.twitter.com/Oyzt826sXd
Cary Fukunaga dirigerà il prossimo film su James Bond.
Bill Gates ha letto The Rational Optimist: How Prosperity Evolves, il libro del giornalista e divulgatore scientifico Matt Ridley, e sul Wall Street Journal ha spiegato in un lungo articolo perché alcune teorie non gli sono proprio piaciute. Del lavoro di Ridley avevamo parlato lo scorso maggio qui sul Post, illustrandovi i contenuti principali del libro che fonde in un unico racconto antropologia, psicologia, genetica, economia e teorie matematiche nel tentativo di trovare l’unico grande motore che ha portato alla nostra evoluzione nel corso della storia. Nella sua recensione sul Journal, cui è poi seguita una replica dell’autore del libro, Bill Gates riconosce a Ridley la capacità di aver fuso insieme teorie e materie anche molto diverse tra loro, mettendo per esempio in evidenza la propensione naturale della nostra specie allo scambio e alla condivisione, elementi fondamentali per l’evoluzione anche culturale. Il cofondatore di Microsoft critica però due particolari passaggi del libro in cui Ridley sostiene la necessità di cambiare il nostro approccio nei confronti di alcune tematiche come il riscaldamento globale o la povertà in Africa.
Bill Gates contro l’ottimismo. Sul Wall Street Journal critica il libro di Matt Ridley, che immagina un mondo in cui "le cose vanno per il verso giusto".
Whirlpool, multinazionale specializzata nella produzione di elettrodomestici, ha detto che cederà il suo stabilimento di Napoli, in cui lavorano 420 dipendenti. La decisione è stata annunciata al termine di una riunione avvenuta a Roma tra i vertici dell’azienda e i sindacati Fim, Fiom e Uilm. I sindacati hanno definito la scelta di Whirlpool inaccettabile, sostenendo che abbia intenzione di licenziare tutti i dipendenti dello stabilimento: «c’è un piano industriale, siglato circa 6 mesi fa insieme al governo, che prevede investimenti e rilancio di tutti i siti, Napoli compreso», dice un comunicato del segretario della Fim Cisl Alessandra Damiani. Lo scorso 25 ottobre Whirlpool aveva raggiunto un accordo con il ministero dello Sviluppo economico sul nuovo piano industriale 2019-2021 e si era impegnata a investire 250 milioni di euro in Italia. L’azienda ha però deciso di riconvertire e vendere lo stabilimento di Napoli perché più costoso e meno efficiente degli altri. I sindacati hanno annunciato uno sciopero di 8 ore in tutti gli stabilimenti dell’azienda in Italia e hanno convocato per il prossimo 4 giugno un incontro con il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, per chiedere che il governo faccia rispettare l’accordo raggiunto a ottobre.
Whirlpool ha detto che cederà lo stabilimento di Napoli, i sindacati sostengono che verranno licenziati tutti i dipendenti.
Mercoledì 8 marzo, Giornata internazionale della donna, in più di trenta paesi del mondo ci sarà uno sciopero delle donne organizzato da Women’s March, il movimento americano responsabile delle proteste contro il presidente Donald Trump dello scorso 21 gennaio, e da tanti altri gruppi di tutto il mondo, tra cui l’italiano Non una di meno, che già aveva organizzato una manifestazione il 26 novembre scorso in parte ispirata alla faccenda del “Fertility Day”. Lo sciopero dell’8 marzo avrà modalità un po’ diverse nei vari paesi, ma l’idea di fondo è la stessa: servirà per protestare contro le forme di disuguaglianza tra uomini e donne tuttora presenti nel mondo. Le donne non lavoreranno per un giorno e non faranno acquisti, in modo da rendere evidente il valore del loro lavoro e anche quello del loro ruolo di consumatrici. Lo sciopero è in parte ispirato dal grande successo delle manifestazioni del 21 gennaio – ce ne sono state in tutto il mondo, in solidarietà alle proteste americane – in parte da una sempre maggiore sensibilità alle questioni dell’uguaglianza di genere ancora irrisolte, come il cosiddetto “gender wage gap“, cioè il divario tra gli stipendi di uomini e donne, e l’accesso alle operazioni di interruzione di gravidanza.
Lo sciopero delle donne l’8 marzo, spiegato. In Italia sarà soprattutto contro la violenza sulle donne, ma anche per chiedere un migliore accesso all'interruzione di gravidanza e politiche più eque per i migranti.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
Un paese di atei deboli. Una nuova indagine mostra che gli italiani sono un popolo di credenti pigri e da tradizione, atei "di fatto".
Oggi ad Amatrice e nelle altre zone interessate dal terremoto di magnitudo 6 di mercoledì 24 agosto si è continuato a lavorare tra le macerie, per sgomberare le vie di accesso agli edifici danneggiati, mettere in sicurezza alcuni palazzi e per cercare ancora eventuali persone rimaste tra i detriti dei crolli. Nel suo ultimo bilancio provvisorio la Protezione Civile ha annunciato che le persone morte a causa del terremoto sono almeno 284, ma le stime potrebbero cambiare ancora nelle prossime ore. Le persone ferite, in parte già curate e dimesse dagli ospedali, sono state quasi 400. Alle 6:28 di questa mattina ad Amatrice c’è stata una nuova scossa di terremoto di magnitudo 4.8, che ha causato ulteriori crolli in uno dei comuni già danneggiati più seriamente dal sisma di mercoledì. Non ci sono stati feriti tra i vigili del fuoco e gli altri soccorritori che da più di due giorni lavorano tra le macerie per cercare persone e mettere in sicurezza la zona.
Terremoto: si lavora ancora tra le macerie. Una nuova scossa di magnitudo 4.8 ha causato altri crolli ad Amatrice, il governo ha stanziato un primo fondo da 50 milioni, i morti sono almeno 284.
Il Corriere della Sera di oggi ha in prima pagina la notizia di alcune nuove analisi del DNA intorno al famoso “delitto di Garlasco”, che secondo la difesa potrebbero scagionare Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio di Chiara Poggi del 2007, dopo due assoluzioni e vicende processuali lunghe e complicate. L’articolo, firmato da Andrea Galli e Cesare Giuzzi, è basato sulle informazioni fornite da Elisabetta Ligabò, la madre di Stasi, che ha raccontato gli ultimi sviluppi sui test condotti dai periti della famiglia su alcune tracce di DNA, che era stato trovato sotto le unghie di Poggi, ma che almeno inizialmente non aveva portato alla chiara identificazione di un profilo compatibile. Le nuove analisi di parte dicono che le tracce sotto le unghie non sono utilizzabili “per identificare un singolo oggetto ma, piuttosto, una famiglia”, identifica cioè “tutti i soggetti maschi appartenenti al medesimo nucleo familiare”. Ligabò ha spiegato al Corriere che sulle basi di questi sviluppi cercherà di ottenere una revisione del processo. Il profilo del Dna trovato e «isolato» sotto le unghie di Chiara Poggi non appartiene all’ex fidanzato Alberto Stasi, all’epoca studente universitario della Bocconi, ma a una persona di sesso maschile, probabilmente un giovane che potrebbe anche gravitare nel vecchio «giro» di amicizie oppure di conoscenze della 26enne uccisa la mattina del 13 agosto 2007 a Garlasco, un paese di diecimila abitanti in provincia di Pavia, nella villetta al civico 8 di via Pascoli. A nove anni dall’omicidio e a un anno dalla condanna definitiva, successiva a due assoluzioni, che aveva portato l’oggi 33enne Stasi a costituirsi nel carcere di Bollate, sua madre Elisabetta Ligabò condivide con il Corrierela rivelazione-choc. Una rivelazione che trova fondamento nei risultati di laboratorio, condotti da un noto genetista su incarico degli avvocati dello studio Giarda che si sono affidati a una società di investigazioni di Milano. Una rivelazione che, alla luce delle potentissime novità, dovrà ora ricevere conferma dalle indagini di polizia giudiziaria e dalla probabile riapertura del caso.
Si riapre il caso Garlasco? la madre di Alberto Stasi, condannato per l'omicidio di Chiara Poggi del 2007, ha detto al Corriere che da nuove analisi il DNA non corrisponde a quello di suo figlio.
Oggi la pagina principale di Wikipedia in lingua italiana ha un grande banner in testa in cui si informano gli utenti di alcune modifiche legislative in discussione al Parlamento che danneggerebbero l’enciclopedia. Gentili lettori, ancora una volta l’indipendenza di Wikipedia è sotto minaccia. In queste ore il Senato italiano sta discutendo un disegno di legge in materia di diffamazione (DDL n. 3491) che, se approvato, potrebbe imporre a ogni sito web (ivi compresa Wikipedia) la rettifica o la cancellazione dei propri contenuti dietro semplice richiesta di chi li ritenesse lesivi della propria immagine o anche della propria privacy, e prevede la condanna penale e sanzioni pecuniarie fino a 100.000 euro in caso di mancata rimozione. Simili iniziative non sono nuove, ma stavolta la loro approvazione sembra imminente. […] L’edizione in lingua italiana ha quasi un milione di voci, che ricevono 16 milioni di visite ogni giorno, ma questa norma potrebbe oscurarle per sempre.
Wikipedia italiana protesta di nuovo. Un avviso dice che le nuove norme sulla diffamazione - cosiddette "salva Sallusti" - mettono a rischio l'esistenza futura dell'enciclopedia online.
Province (in neretto i risultati capovolti rispetto alle elezioni precedenti) Il centrosinistra ha vinto a Pavia, Macerata, Trieste, Mantova. Il centrodestra ha vinto a Reggio Calabria, Vercelli. Nel primo turno tre province erano andate al centrosinistra (tutte confermate) e due al centrodestra (una ribaltata). Totale: 7 a 4 per il centrosinistra (7 a 4 il precedente) Comuni capoluogo (in neretto i risultati capovolti rispetto alle elezioni precedenti) Il centrosinistra ha vinto a Milano, Cagliari, Trieste, Novara, Crotone, Pordenone, Rimini, Grosseto, Napoli. Il centrodestra ha vinto a Cosenza, Iglesias, Rovigo, Varese. Totale col primo turno: 22 a 8 per il centrosinistra (era 20 a 9, più un indipendente).
Tutti i risultati, in ordine. Chi ha vinto dove, e il bilancio complessivo.
Gli aggiornamenti sul caso delle vacanze di Roberto Formigoni, presidente della regione Lombardia, si trovano oggi praticamente su tutti i giornali italiani. Il caso, in breve, è questo: il cosiddetto “faccendiere” Pierangelo Daccò è stato arrestato lo scorso novembre ed è indagato per appropriazione indebita e intestazione fittizia di beni. Daccò faceva l’intermediario sia per il San Raffaele che per la Fondazione Maugeri e andava in vacanza con Roberto Formigoni. Il punto è: chi pagava? Formigoni ha sempre detto che si trattava di “vacanze di gruppo”, quindi uno pagava i voli per tutti, un altro pagava il ristorante per tutti, un altro pagava i souvenir per tutti, eccetera. Oggi il Corriere della Sera, Repubblica e l’Espresso pubblicano le spese sulle carte di credito di Daccò relativamente a un soggiorno ai Caraibi nel Capodanno del 2009 (in quello che Repubblica definisce “il resort più caro al mondo”). Formigoni ha detto di non avere ancora avuto tempo per cercare le sue ricevute relativamente a quella vacanza – trattandosi di cifre molto grosse, non dovrebbe aver pagato in contanti – e ha detto che bisogna fidarsi della «parola del presidente». Formigoni ha anche detto di non avere avuto contatti diretti con Daccò, trovandosi ieri smentito da una lettera al Corriere di Carla Vites, moglie di Alberto Simone, ex assessore lombardo anche lui arrestato. Questo è l’articolo sul Corriere di oggi di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella.
Formigoni ai Caraibi. Gli aggiornamenti sul caso Daccò si concentrano sul Capodanno del 2009 e su chi pagò i voli e il soggiorno nel "resort più caro al mondo".
Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che proroga fino al 25 febbraio il divieto di spostarsi tra le regioni incluse nella zona gialla (cioè dove la situazione epidemiologica è considerata meno grave). Se non fosse stato approvato, dal 16 febbraio gli spostamenti tra le zone gialle sarebbero tornati a essere consentiti, così come prevedeva il precedente decreto legge, firmato a gennaio. Gli spostamenti saranno comunque consentiti nei casi di comprovati motivi di lavoro, salute o necessità. Nelle zone arancioni e nelle zone rosse, quelle con la situazione epidemiologica peggiore, lo spostamento tra regioni resta invece vietato fino al 5 marzo, con le stesse eccezioni previste per le zone gialle.
Gli spostamenti tra le regioni gialle saranno vietati fino al 25 febbraio. Lo ha deciso il governo: nelle zone arancioni e rosse il divieto resterà valido fino al 5 marzo.
Le previsioni meteo per domani, domenica 8 luglio, dicono che tutto sommato sarà una bella giornata: i temporali, dove ci saranno, saranno «locali» e «sporadici», la nuvolosità finirà per diradarsi, gli «addensamenti compatti» saranno inconvenienti in un cielo generalmente limpido. Il mattino sarà sereno o poco nuvoloso ovunque; ci sarà un’intensificazione delle nuvole in tarda mattinata e alcuni temporali isolati sulle Alpi, che comunque riguarderanno solo chi si troverà nei pressi del confine. Dal pomeriggio andrà meglio, e al massimo ci sarà qualche velatura.
Le previsioni meteo per domani, domenica 8 luglio. Dove pioverà e dove no, che è la cosa che interessa a tutti.
Dal 13 dicembre 2015 al 28 febbraio 2016 il Kunsthalle Rockstock (il museo di arte contemporanea di Rostock, in Germania) ospita una retrospettiva del fotografo britannico Rankin. L’esposizione si chiama Less is more (in italiano, “meno è meglio”) e mette in mostra i lavori del fotografo a partire dagli anni Novanta, soprattutto quelli pubblicati sulla rivista di moda londinese Dazed & Confused, che ha fondato nel 1991 insieme a Jefferson Hack. Nel museo c’è anche una stanza destinata all’esposizione di una fotografia di nudo installata su tre pareti, con un’altezza di sette metri. Rankin è conosciuto per il suo stile provocatorio, applicato soprattutto a fotografie di moda e di pubblicità: ha scattato molti nudi – modelle che indossavano maschere di politici o in mezzo a manichini di negozi, per esempio – e, tra quelle più famose, l’immagine di una ragazza che ammicca all’obiettivo con una maglietta con scritto “ho solo 13 anni”.
Le foto di Rankin in mostra in Germania. L'esposizione è aperta fino a febbraio, se volete vedere le immagini del grande fotografo di moda inglese: oppure trovate qualche foto qui.
La National Security Agency (NSA), l’agenzia degli Stati Uniti che si occupa di spionaggio delle telecomunicazioni, ha spiato e raccolto materiale sulle comunicazioni di almeno tre presidenti francesi tra il 2006 e il 2012. La notizia è stata data da WikiLeaks, l’organizzazione coordinata da Julian Assange, e aggiunge nuovi dettagli sull’estensione dei programmi di controllo gestiti dalla NSA in giro per il mondo, rivelati per la prima volta nel 2013 grazie ai dati forniti dall’ex collaboratore dell’agenzia Edward Snowden. I presidenti francesi sorvegliati dalla NSA sono Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e l’attuale presidente François Hollande. La notizia non è stata confermata dal governo degli Stati Uniti, com’è naturale. Il governo francese ha organizzato per oggi un incontro del proprio Consiglio di difesa per valutare le informazioni diffuse online. I documenti di WikiLeaks WikiLeaks ha iniziato a pubblicare una serie di rapporti che erano stati preparati dalla NSA per aggiornare il governo degli Stati Uniti sulle attività, le posizioni politiche e le iniziative dei presidenti francesi, soprattutto nell’ambito della politica estera. Le informazioni sono state riprese e messe in ordine dal quotidiano francese Liberation, che ha dedicato molto spazio alla vicenda. In un documento risalente al 2012 si parla delle posizioni di Hollande su una possibile uscita della Grecia dall’area dell’euro, a causa della sua profonda crisi economica, tema discusso con il cancelliere tedesco Angela Merkel. In un altro rapporto del 2011 si fa invece riferimento a una possibile iniziativa di Sarkozy in politica estera, che aveva l’obiettivo di riavviare i negoziati di pace tra Israele e Palestina, se necessario escludendo gli Stati Uniti.
La NSA ha spiato tre presidenti francesi. WikiLeaks ha pubblicato documenti su un ampio piano di sorveglianza dello spionaggio statunitense che ha riguardato Chirac, Sarkozy e Hollande.
Honda, Hyundai e Toyota sono i principali produttori di automobili a batterie al mondo, e pensano che un giorno tutti guideremo automobili alimentate a idrogeno: o almeno lo sperano per i loro affari. Il problema è che le tecnologie per l’auto a idrogeno sono ancora costose, poco diffuse e da sviluppare, per essere pienamente sostenibili. Per questo motivo, in attesa di tempi migliori, le tre case automobilistiche hanno deciso di concentrare i loro investimenti nelle auto ibride elettriche plug-in (PHEV), le cui batterie possono essere caricate attraverso una presa per la corrente elettrica e non solo tramite il motore a combustione interna. Automobili di questo tipo sono considerate più versatili e in alcune circostanze più economiche: un buon compromesso in attesa di soluzioni più radicali come l’alimentazione esclusivamente a idrogeno. Nelle classiche auto ibride elettriche ci sono due motori: uno a combustione interna e uno elettrico. Il primo, oltre a generare il movimento, carica le batterie per il secondo: in alcuni modelli, come la Prius di Toyota, il motore elettrico può funzionare da solo escludendo quello a combustione; in altre auto si attiva per dare più potenza a quello tradizionale. Per rendere più efficiente il sistema, alcune automobili trasformano inoltre l’energia delle frenate in energia elettrica, consentendo di ridurre ulteriormente il consumo di benzina. Fino a qualche anno fa il circuito delle auto ibride elettriche era chiuso: la carica delle batterie avveniva internamente e senza la possibilità di collegarle ad altre fonti per accumulare energia. Le cose sono cambiate con l’introduzione delle PHEV, che permettono ai loro proprietari di collegarle a una presa elettrica per caricare le batterie, rendendo meno costosa la ricarica rispetto a quella basata sulla benzina che fa muovere il motore a combustione.
Le auto ibride elettriche col filo. Toyota, Hyundai e Honda stanno investendo nelle macchine che si caricano attaccandole a una presa, in attesa delle tecnologie all'idrogeno.
Brian Chesky, amministratore delegato e co-fondatore di Airbnb, la popolare piattaforma per gli affitti a breve termine di stanze e appartamenti privati, ha annunciato che 1.900 dei 7.500 dipendenti dell’azienda saranno licenziati. L’11 maggio sarà il loro ultimo giorno di lavoro. La pandemia da coronavirus (SARS-CoV-2) ha avuto un grosso impatto sul settore dei viaggi e del turismo, e quindi anche sugli affari di Airbnb. Chesky ha detto: «Le previsioni per quest’anno dicono che i guadagni saranno meno della metà di quelli del 2019». I licenziamenti riguarderanno dipendenti di diversi paesi: quelli americani riceveranno una buonuscita di 14 settimane di stipendio con l’aggiunta di una settimana di stipendio per ogni anno lavorato da Airbnb; riceveranno anche dodici mesi di assicurazione sanitaria.
Airbnb ha annunciato che licenzierà 1.900 persone, un quarto dei suoi dipendenti.
Coca Cola Company ha recentemente aperto la sua nuova sede a Londra, al numero 1 di Wimpole Street, dopo averne avuta un’altra per 15 anni nel quartiere di Hammersmith. I nuovi uffici, che si trovano in un edificio completato nel 1912 dall’architetto John Belcher (un esempio di architettura barocca edoardiana) e che occupa una superficie di 66mila metri quadrati, sono stati completamente riprogettati dallo studio di architettura MoreySmith e ospiteranno circa 300 dipendenti provenienti da tutta Europa. La nuova sede è stata definita “una celebrazione del patrimonio di Coca Cola e del suo posto nella cultura popolare” e lo si può vedere da parte dell’arredamento, con decine di memorabilia del marchio e uno schermo a LED che occupa un’intera parete composto da 5.000 bottiglie riciclate, oltre a un bar, una caffetteria e una terrazza panoramica. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La nuova sede di Coca Cola a Londra. In un vecchio edificio edoardiano, riprogettato per celebrare il marchio della società e "il suo posto nella cultura popolare".
La Corte di Appello di Torino ha confermato una sentenza del 2017 che aveva stabilito la presenza di un “nesso di causalità” tra l’utilizzo dei telefoni cellulari e una particolare forma di tumore. La conferma in Appello non ha particolari precedenti in tutto il mondo e – come avvenuto due anni fa – sta facendo discutere perché finora non è mai stato dimostrato scientificamente, e in modo incontrovertibile, che le onde radio emesse dai cellulari possano causare tumori. Lo stesso Istituto Superiore di Sanità nell’estate del 2019 ha pubblicato un nuovo rapporto nel quale dice che: “In base alle evidenze epidemiologiche attuali, l’uso del cellulare non risulta associato all’incidenza di neoplasie nelle aree più esposte alle radiofrequenze durante le chiamate vocali”. L’annuncio della decisione in Appello è stato comunicato dagli avvocati Renato Ambrosio e Stefano Bertone, che per lo studio legale torinese Ambrosio e Commodo seguono da tempo la vicenda di Roberto Romeo, un ex dipendente di Telecom Italia che lavorava come responsabile di una squadra di tecnici, incaricata di riparare i guasti sulla rete telefonica. Nel 2017 aveva spiegato che durante i turni di lavoro faceva un uso continuo del cellulare per coordinare il suo gruppo di lavoro, restando tra le 4 e le 5 ore al telefono ogni giorno, per circa 15 anni.
La nuova sentenza su cellulari e tumori. La Corte d'Appello di Torino ha confermato la sentenza su un “nesso di causalità” tra telefonini e tumori, benché non ci siano prove scientifiche.
Addentrarsi nelle pagine dei giornali di oggi vuol dire rassegnarsi a una prolungata immersione in decine di pagine piene di cose già raccontate ieri, lunghe smentite dei protagonisti delle vicende, retroscena di colore e dubbia veridicità, qualche raro elemento di novità. Allora abbiamo deciso di fare un servizio al pubblico: le abbiamo lette noi, quelle pagine, così che non dobbiate per forza farlo voi. E scremando le cose superflue, questo è quello che c’è di nuovo sul cosiddetto “caso Ruby”, che intanto ha cambiato nome. In tutto questo casino, di tre cose siamo ragionevolmente certi. La prima è che questa ragazza – che si chiama Karima, ha 17 anni ed è marocchina – è stata effettivamente ad Arcore a casa di Berlusconi. La seconda cosa è che la ragazza ha ricevuto dal premier regali e denaro in contanti: il Corriere dice 5000 euro ogni sera, e fa notare che si tratta di cifre superiori a quelle che Patrizia D’Addario riceveva quando si prostituiva per Berlusconi. Repubblica parla addirittura di un’auto, un’Audi. La terza cosa è la “rete di protezione” che si è manifestata il 27 maggio, quando la ragazza è finita in Questura per furto ed è uscita, nel corso della notte, affidata a Nicole Minetti, igienista dentale del premier e consigliere regionale in Lombardia.
Il caso Ruby diventa caso Karima. Il vero nome e gli altri aggiornamenti sulla storia della minorenne marocchina.
Da martedì 16 gennaio si potranno inviare le domande d’iscrizione alle scuole per l’anno scolastico 2018/2019. Da qualche anno le iscrizioni alle classi prime delle elementari (scuola primaria), delle medie (scuola secondaria di primo grado) e delle superiori (scuola secondaria di secondo grado) vanno compilate online: lo aveva stabilito nel 2012 la legge n.135, che ha abolito la procedura cartacea. Tra le strutture statali, la procedura è rimasta uguale al passato soltanto per la scuola dell’infanzia, per cui bisogna ancora presentare alle scuole l’iscrizione cartacea classica. È possibile l’iscrizione online anche in alcune scuole paritarie: prima di fare l’accesso sul sito del Ministero, però, bisogna chiedere alla scuola dove ci si vuole iscrivere se ha aderito al programma oppure se è rimasta alla vecchia registrazione. Anche alcuni Centri di formazione professionale delle regioni hanno aderito: sono quelli presenti in Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana e Veneto.
Le iscrizioni online alle scuole: tutte le informazioni. Dal 9 gennaio ci si può registrare sul portale del Ministero dell'istruzione, mentre dal 16 si potrà procedere con l’iscrizione vera e propria: le cose da sapere.
La maggior parte degli attori da fotografare questa settimana erano tutti in pochi posti: la prima mondiale di Avengers: Infinity War a Los Angeles, il CinemaCon di Las Vegas e il Tribeca Film Festival di New York, dove si sono visti da Robert Downey Junior a Leonardo DiCaprio fino a Isabella Rossellini. La foto dei quattro presidenti americani e delle quattro first lady è quella di cui si è parlato di più, ma vale la pena vedere anche questa di Trump che pianta un albero con una pala dorata (e queste altre in compagnia di Macron). Ci sono prove evidenti dell’amore fraterno e materno dalla famiglia britannica (le avete viste le foto del cosiddetto royal baby, no?), ma a noi piace anche il modo in cui Angela Merkel guarda un robot. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Questa settimana valeva la pena fotografare Leonardo DiCaprio, Serena Williams con le sorelle Hadid, e i tatuaggi di Scarlett Johansson, tra gli altri.
Secondo il sito di tecnologia TechCrunch, Instagram introdurrà una nuova funzione che permetterà agli utenti di pubblicare su più profili la stessa foto. Questa novità sarà particolarmente utile a tutte quelle persone che gestiscono più account (che siano nano o finti infulencer) che così non dovranno più uscire da un profilo e accedere a un altro per pubblicare la stessa foto. Dopo aver scelto la foto da pubblicare, sotto all’opzione di geolocalizzazione comparirà una lista degli account che si gestiscono: basterà spuntare la casella a fianco di ognuno per selezionare quelli su cui si vuole postare la foto. Un portavoce di Instagram, contattato da TechCrunch, ha confermato che questa nuova funzione verrà introdotta gradualmente in tutto il mondo, ma per ora solo sui sistemi operativi iOS. Non ci sono state conferme per quanto riguarda Android e la possibilità che in futuro riguardi anche le stories.
Su Instagram si potranno pubblicare le proprie foto su più profili. La nuova funzione verrà introdotta a breve, ma inizialmente solo sui sistemi operativi iOS.
Dopo la pubblicazione dei verbali di interrogatorio da parte dei magistrati di Brescia che conducono un’inchiesta, da ieri si parla di nuovo dei rapporti tra Silvio Berlusconi e Ferdinando Esposito, pubblico ministero a Milano e figlio del giudice Antonio Esposito che aveva presieduto il collegio della Corte suprema per il “processo Mediaset“. Il primo agosto del 2013 la Cassazione aveva confermato a Berlusconi la condanna in via definitiva a 4 anni di reclusione per evasione fiscale: tre anni erano stati cancellati grazie all’indulto del 2006, mentre l’anno che restava Berlusconi l’ha scontato in affidamento ai servizi sociali nel centro anziani di Cesano Boscone (ha terminato lo scorso 6 marzo). La notizia che Berlusconi e il figlio del giudice che l’aveva condannato nel processo Mediaset avessero avuto dei rapporti, e che ci fossero anche state delle visite ad Arcore e dei regali, era emersa da una vicenda che con il caso Mediaset non c’entra nulla. I procuratori di Brescia Silvia Bonardi e Tommaso Buonanno avevano accusato Ferdinando Esposito (nel frattempo trasferito in via cautelare in servizio al Tribunale di Torino) di due ipotesi di “tentata induzione indebita” e di ipotesi di “tentata estorsione”. La storia riguarda l’affitto di una casa: Ferdinando Esposito avrebbe cercato di spingere un avvocato – prima suo amico e oggi suo principale accusatore – a subentrare, con l’immobiliare amministrata da una terza persona, nell’affitto di 32 mila euro annui di un attico dove il pm viveva da tempo vicino al Duomo. Il tutto, secondo l’accusa, facendo delle pressioni indebite. Allora, più di un anno fa, l’accusatore di Esposito aveva anche raccontato di visite di Esposito a casa di Berlusconi, confermate dallo stesso Esposito, e di cui quindi era arrivata notizia ai quotidiani.
I giudici Esposito e Silvio Berlusconi. L'incredibile storia del pm Ferdinando Esposito che andava a chiedere favori a Berlusconi mentre suo padre Antonio lo condannava nel processo Mediaset.
Pinterest pagherà 22,5 milioni di dollari (circa 18,5 milioni di euro) per chiudere una causa per discriminazione di genere che era stata intentata ad agosto dalla sua ex direttrice operativa, Françoise Brougher, che aveva accusato la società anche di ritorsione e licenziamento illecito. L’accordo prevede che 20 milioni di dollari vengano pagati a Brougher e che gli altri 2,5 siano donati ad associazioni benefiche che promuovono l’avanzamento delle donne e delle minoranze sottorappresentate nell’industria tecnologica. È uno dei più grandi risarcimenti di sempre annunciati pubblicamente per discriminazione di genere, come ha sottolineato l’avvocato di Brougher.
Uno dei più grandi risarcimenti di sempre per discriminazione di genere. Pinterest pagherà 22,5 milioni di dollari per chiudere una causa intentata dalla sua ex direttrice operativa.
Esce oggi, pubblicato da Mattioli 1885, La classica faccia da pugile, un libro che raccoglie due racconti di Jack London sulla boxe, Una bistecca e Il messicano. Jack London, nato a San Francisco nel 1876 e celebre autore di Zanna Bianca, Il richiamo della foresta, I ricordi di un bevitore, e Il tallone di ferro (per citare solo i più conosciuti) conosceva bene il mondo della boxe. Oltre ad essere lui stesso un pugile dilettante, aveva ottenuto fortuna come cronista sportivo (dopo aver lavorato come strillone di giornali, cacciatore di foche, corrispondente di guerra, agente assicurativo, contadino e cercatore d’oro), firmando noti reportages sui principali incontri di boxe dell’epoca.
La classica faccia da pugile. Due bei racconti sulla boxe di Jack London escono in italiano.
La cosa che si sentiva spesso dire prima dell’approvazione dei matrimoni gay, in Italia come all’estero, è che tra cinquant’anni quelli che li avversavano sarebbero stati giudicati con stupore e indignazione, come si fa ora con chi in passato era contrario ai matrimoni misti, tra bianchi e neri. E forse tra 20 anni guarderemo alle foto delle prime nozze gay con gli stessi occhi con cui ora sfogliamo questo reportage di Grey Villet sui coniugi Loving: la prima coppia mista – lui bianco lei nera – a sposarsi negli Stati Uniti, nonostante all’epoca, era il 1958, i matrimoni tra bianchi e neri fossero vietati dalla legge in 17 stati americani. E fu proprio la loro storia a far cancellare quelle leggi, esattamente 50 anni fa.
«Dica in tribunale che amo mia moglie». La storia dei Loving, che si sposarono – lui bianco lei nera – quando i matrimoni misti erano vietati, e di come un servizio fotografico su di loro aiutò a cambiare le cose.
Il 23 luglio del 1993, 25 anni fa, il cadavere dell’imprenditore Raul Gardini venne trovato all’interno della sua abitazione di Milano. Gardini era uno dei più famosi manager italiani e aveva guidato Montedison, il secondo più grande gruppo privato del paese. L’indagine successiva stabilì che Gardini si fosse suicidato poiché temeva di essere presto coinvolto nelle inchieste di Tangentopoli. Gardini fu uno degli imprenditori italiani più celebri e discussi tra gli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta. Un anno prima della sua morte il “Moro di Venezia” – un’imbarcazione che sponsorizzava, guidata dallo skipper Paul Cayard e con lo stesso Gardini a bordo come timoniere aggiunto – aveva vinto la Louis Vuitton Cup; migliaia di persone erano scese in strada quando Gardini aveva portato la coppa a sfilare per le strade della sua città, Ravenna. Ma Gardini fu anche un personaggio ambiguo, coinvolto in accuse di tangenti e nel mondo spesso torbido delle relazioni tra politica e grande impresa.
La morte di Raul Gardini, 25 anni fa. Fu un imprenditore spregiudicato, vinse la Louis Vuitton Cup e si suicidò quando i giornali scrissero che il suo arresto era "imminente".
Dopo la recente reunion dei suoi sei protagonisti, si è tornati a parlare di Friends – che andò in onda per 236 episodi divisi in 10 stagioni tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila – e delle tante e varie forme del suo successo. Descritta come «l’archetipo della sitcom ottimista anni Novanta», Friends si guadagnò subito un grande numero di estimatori e col tempo ne ha guadagnati molti di nuovi, spesso tra chi da paesi non anglofoni iniziò a guardarla in inglese, magari in streaming o (almeno all’inizio) anche in DVD. A questo proposito il New York Times ha ricordato in questi giorni che Friends sembra avere anche il merito di aver insegnato l’inglese a molti. «È un fenomeno che iniziò già negli anni Novanta» ha scritto il New York Times «ed è sopravvissuto anche nelle successive generazioni: giovani per i quali l’inglese non è la prima lingua sembrano gradire molto la possibilità di imparare l’inglese con questa sitcom».
“Friends” va benissimo per imparare l’inglese. Perché è parlato facile, ambientato in un contesto semplice e con temi chiari e piuttosto universali, ma forse ve ne eravate già accorti da soli.
TomR35 è un utente di YouTube e un giorno ha deciso di caricare sul portale per la condivisione dei video uno spezzone della serie televisiva Mad Men. Il video ha riscosso un buon successo e, a differenza di quanto sarebbe potuto accadere un tempo, la casa di produzione della serie TV ha deciso di non richiedere la rimozione del contenuto dal sito per violazione del copyright. In cambio di questa concessione, YouTube divide con i produttori di Mad Men i ricavi derivanti dagli annunci pubblicitari pubblicati sul video. Circa un terzo dei due miliardi di filmati con pubblicità visualizzati su YouTube ogni settimana ha le medesime caratteristiche dello spezzone caricato da TomR35. Il portale utilizza alcuni sofisticati sistemi per riconoscere i filmati che violano il diritto d’autore, in genere confrontandoli con gli originali e i dati forniti dai produttori di contenuti. Chi detiene il copyright può poi decidere se far rimuovere i video, lasciarli dove sono o stringere un accordo commerciale per guadagnarci qualcosa con la pubblicità insieme a YouTube.
YouTube comincia a fare soldi. Grazie agli accordi sulla pubblicità, molte case di produzione non richiedono più la rimozione dei video che violano il copyright.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui. Oggi 90 anni fa il Congresso degli Stati Uniti sancì che l'inno nazionale diventasse quello, gran canzone, che era una musica inglese settecentesca su cui era stato messo un testo del 1814 che celebrava una battaglia a Baltimora contro gli inglesi stessi. In questo contesto la versione più famosa sarebbe quella di Jimi Hendrix, ma la sappiamo tutti, e quindi aggiungiamo Billy Joel che fa sempre il suo lavoro (anche perché è una delle cose su cui steccano quasi tutti sempre, per le ragioni spiegate qui). Please rise. Vent'anni fa in questi giorni scrivevo del Buddha Bar, vedi la vita. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Daniele Silvestri. Per attenuare la sua percepibile assenza dal Festival (ma un salto lo fa).
Su Repubblica di oggi c’è un articolo di Corrado Zunino che accusa l’ex ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, indipendente ma considerato vicino alla Lega, di aver fatto circa 80 spostamenti legati a impegni privati oppure non giustificati da appuntamenti istituzionali – e comunque quasi sempre tra Roma e la Lombardia, dove vive – con i soldi pubblici. Bussetti, dice Repubblica, viaggiò decine di volte in treno e soprattutto in aereo per tornare dalla sede del ministero a Roma in Lombardia, facendosi rimborsare i biglietti spacciando gli impegni privati come missioni legate al proprio incarico istituzionale. Per i ministri e i parlamentari che lavorano a Roma è prevista la diaria, una specie di rimborso spese per gli spostamenti per tornare a casa, in aggiunta ai soldi dello stipendio: ammonta a 3.500 euro al mese. I rimborsi per le missioni, invece, sono degli “extra” riservati a eventi che rientrano nelle funzioni ministeriali o parlamentari. Inserendo gli spostamenti privati tra le missioni, si percepisce interamente la diaria senza spenderne una parte per quegli spostamenti. Secondo Repubblica, in tutto Bussetti ha ricevuto 25.456,24 euro di rimborsi per missioni non giustificate.
Le missioni che non lo erano dell’ex ministro Bussetti. Un articolo di Repubblica dice che l'ex ministro dell'Istruzione si fece rimborsare decine di spostamenti privati spacciandoli per impegni istituzionali.
Negli ultimi mesi il sistema di prenotazione online di Ticketmaster, una società statunitense che si occupa delle vendita di biglietti online per spettacoli e concerti, sta avendo molti problemi a causa dei cosiddetti bot, programmi informatici creati in questo caso per acquistare grandi quantità di biglietti non appena diventano disponibili su Internet. Questi programmi sono utilizzati da gruppi di speculatori che successivamente rivendono i biglietti acquistati a un prezzo più alto, guadagnandoci sulla differenza. Una recente stima di Ticketmaster ha rilevato che i bot sono stati utilizzati per comprare più del 60 per cento dei posti per alcuni spettacoli americani molto importanti, per i quali i biglietti andarono esauriti in pochi minuti. I biglietti vengono poi venduti singolarmente su alcuni siti di vendita e scambio di biglietti fra fan come Stubhub, di cui Ebay è proprietario, oppure TicketNow, che fa parte del gruppo Live Nation. Non è chiaro però in quale modo venga rivenduta il resto della grande quantità di biglietti acquistati dai bot. Il problema in realtà va avanti già da alcuni anni. Nel 2011 Ticketmaster assunse John Carnahan, un esperto di sicurezza informatica che aveva lavorato per Yahoo, per trovare una soluzione. Fu elaborato un software in grado di individuare in tempo reale gli utenti “sospetti” presenti sul sito: più rapido e preciso nei clic è un utente e più probabilità ci sono che sia un bot. Il programma rallenta le sessioni online degli utenti sospetti e dà la precedenza a quelli che riconosce come reali e umani. Recentemente sul sito di Ticketmaster si è scoperto, per esempio, che gli utenti sospetti stavano inoltrando un numero di richieste di prenotazione 600 volte superiore a quello di utenti certamente umani.
I biglietti dei concerti comprati dai bot. I siti americani che vendono biglietti online alle prese con i software che li acquistano automaticamente in poco tempo, per rivenderli a prezzi più alti.
Anche in Italia i corsi di scrittura creativa e di storytelling, cioè dell’arte di costruire storie per comunicare prodotti culturali e non, sono sempre più richiesti. Quello più nuovo è alla Libera università di lingue e comunicazione IULM di Milano: è un master di primo livello in Arti del racconto, dura un anno, e tra gli insegnanti ha i vincitori del premio Strega Walter Siti, Paolo Giordano e Francesco Piccolo o altri scrittori stimati e famosi come Antonio Scurati. Lo scopo del master è formare persone che possano lavorare nell’editoria, nel giornalismo, nel cinema o nella produzione televisiva, quindi scrittori, giornalisti, video makers, sceneggiatori, story editor, autori televisivi e assistenti alla produzione, ad esempio. È il primo corso universitario che propone un’offerta didattica complessiva per tutti questi campi insieme ed è aperto a chiunque abbia una laurea triennale o quinquennale di qualsiasi tipo. La prima edizione del master inizierà a gennaio 2017 e si concluderà il novembre successivo: prevede un periodo di lezioni frontali, teoriche e pratiche, seguito da uno stage formativo in un’azienda. Il master nasce da un’idea di Gianni Canova, professore di Storia del cinema e Filmologia e preside della Facoltà di Comunicazione, Relazioni pubbliche e Pubblicità dello IULM, e dello stesso Antonio Scurati, che insegna allo IULM dal 2008.
Il corso di Arti del Racconto dello IULM. Dove si insegna a scrivere romanzi e sceneggiature, ma anche film e serie tv; con Antonio Scurati, Massimo Gramellini, Matteo Garrone.
Matt Berninger dei National ha pubblicato una canzone nuova. Un disco intero uscirà a ottobre, prodotto da Booker T. Jones nientemeno (una cosa che ha fatto Booker T. Jones, su tutte). È morto Mory Kanté, responsabile di un tormentone insopportabile, ma non gliene vogliamo (so che non mi crederete ma non mi perdonerei di tacervelo: io non mi spiego di possedere questo). Norah Jones è un po' noiosa, se chiedete a me, ma ha fatto l'imbattibile I'll be seeing you, aggiungendosi a tutti gli altri. Oggi compie 70 anni Bernie Taupin. So che sapete bene chi sia Bernie Taupin, voialtri. Al minimo, avete visto il film. Tra tutte, linko questa solo perché vado matto per questa scena di quell'altro film (assai più bello). - I have to go home. - You are home. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di David Gray. Una canzone pessimista sul mondo o ottimista su come io e te teniamo duro, o forse entrambe le cose.
Basel Al Maqosui è un pittore, fotografo e video-maker palestinese di 42 anni. Negli ultimi giorni sono circolati su internet alcuni collage che ha realizzato sovrapponendo sulle fotografie della distruzione provocata a Gaza dai bombardamenti israeliani, i ritagli di personaggi dei quadri di artisti famosi come Pablo Picasso, Paul Cézanne e Claude Monet. I lavori – che mostrano, tra gli altri, una donna palestinese con un figlio in braccio affiancata a una simile composizione di Picasso, e un’altra donna vicino a una famiglia triste e infreddolita, dipinta sempre dall’artista spagnolo – raccontano con efficacia la sofferenza e la difficile situazione nelle zone devastate di Gaza. Maqosui, che ha cinque figli, ha vinto numerosi premi ed è tra i fondatori di Windows From Gaza, un centro culturale che organizza corsi per bambini ed è anche una delle poche gallerie espositive della Striscia di Gaza, dove ogni tipo di espressione artistica e indipendente deve fare i conti con il governo di Hamas e l’estremismo islamico. Altre fotografie di Maqosui si possono guardare qui e su Flickr.
Abitanti di Gaza come personaggi di Picasso. Un artista palestinese ha sovrapposto le fotografie della devastazione provocata dalle bombe ai quadri di artisti come Picasso, Cézanne e Monet.
L’entrata in vigore della nuova tassa sui turisti a Venezia è stata rimandata a gennaio 2020. Lo ha deciso il comune di Venezia a causa di problemi tecnici legati alla riscossione del nuovo contributo: dovranno pagarlo tutti i turisti che arriveranno in città con mezzi di trasporto non privati e i gestori dei mezzi di trasporto dovranno poi versarla al comune. La nuova tassa, il cosiddetto “contributo di sbarco”, era stata approvata dal Consiglio comunale dopo che la legge di bilancio per il 2019 aveva dato anche a Venezia la possibilità di farlo (mentre esisteva già per altre località turistiche). Inizialmente il comune aveva deciso di farla entrare in vigore a partire dall’1 settembre. Per saperne di più, puoi leggere qui ??
L’entrata in vigore della nuova tassa sui turisti a Venezia è stata rimandata a gennaio 2020.