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Se siete di quelli a cui capitano momenti o giornate di felicità, o anche solo di serenità, malgrado l’aria tetra che grava sul mondo, sulle cose intorno, su quello che succede, malgrado tutto questo vi abbatta e ne siate consapevoli, se vi succede di essere rapiti da qualcosa di bello, e vi sentite pure un po’ in colpa, beh, l’aveva scritto Giorgio Gaber per tutti (sempre insieme a Sandro Luporini), quasi quarant’anni fa. Da solo lungo l’autostrada Alle prime luci del mattino A volte spengo anche la radio E lascio il mio cuore incollato al finestrino Lo so del mondo e anche del resto Lo so che tutto va in rovina Ma di mattina quando la gente dorme Col suo normale malumore Mi può bastare un niente Forse un piccolo bagliore Un’aria già vissuta Un paesaggio che ne so E sto bene Io sto bene come uno che si sogna Non lo so se mi conviene Ma sto bene che vergogna Io sto bene Proprio ora proprio qui Non è mica colpa mia Se mi capita cosi È come un’illogica allegria Di cui non so il motivo Non so che cosa sia È come se improvvisamente Mi fossi preso il diritto Di vivere il presente Io sto bene Quest’illogica allegria Proprio ora proprio qui Da solo Lungo l’autostrada Alle prime luci del mattino
È come un’illogica allegria. Per chi sa del mondo e anche del resto, ma certe mattine sta come Giorgio Gaber.
A sud del centro di Milano, a tre fermate di metro gialla dal Duomo, ci sono i Bagni Misteriosi, la cosa nuova dell’estate scorsa a Milano, dove se avevi intorno ai trent’anni toccava andare almeno una volta. Lì accanto c’è il Teatro Franco Parenti, dove a fine gennaio è stato in scena Migliore, un monologo che fa prima ridere e poi pensare, mentre ancora ridi: è stato scritto da Mattia Torre e lo recita Valerio Mastandrea. È del 2005, ma il Parenti sta dedicando una «personale» a Torre: a marzo e maggio ci saranno altri due suoi spettacoli. A fine gennaio ai Bagni Misteriosi c’è una pista di pattinaggio e non tantissimi circa-trentenni che ci pattinano sopra. Nelle sere dei monologhi di Mastandrea il Parenti è invece sempre pieno. I circa-trentenni sono in stragrande minoranza. Il rapporto donne/uomini non è di due a uno, ma ci si avvicina. Ci sono tante coppie, molti maglioni e poche cravatte e, qualche minuto prima dell’inizio del monologo, un discreto trambusto: gente che fuma, fuori; dentro, gente che vaga, chiacchiera e ordina di fretta una cosa al bar. Poi, al suono del campanello, gli inviti per far sì che chi aveva il biglietto lo usasse per andare al suo posto si sono fatti più insistenti e tutti ci sono andati, ai loro posti.
Si gioca come si vive. Una giornata con Valerio Mastandrea a Milano a parlare di cinema, di Roma, e vedere il suo spettacolo vecchio e attuale.
Bird Photographer of the Year, concorso fotografico britannico che premia le migliori fotografie di uccelli, ha pubblicato una selezione delle foto finaliste di quest’anno. Il vincitore del concorso, giunto alla sua sesta edizione, verrà annunciato il prossimo primo settembre e riceverà un premio in denaro da 5mila sterline (poco meno di 6mila euro). In tutto hanno partecipato al concorso più di 22mila fotografi, provenienti da 73 paesi diversi. Qui di seguito ci sono alcune delle foto finaliste. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto di uccelli più belle dell’anno. Una selezione di quelle arrivate in finale al concorso "Bird Photographer of the Year", tutte bellissime.
Oggi diversi presidenti di provincia hanno annunciato le loro dimissioni. Ad Asti Maria Teresa Armosino (PdL) ha detto di essersi dimessa davanti all’«impossibilità manifesta da parte degli amministratori delle Province di far valere le ragioni del territorio, vista l’evidente volontà di non tener conto delle funzioni e dei servizi svolti dalla Provincia» da parte del governo, che ha deciso per l’accorpamento e la soppressione di diverse province.
La fuga dei presidenti di provincia. Solo oggi si sono dimessi in tre, e quello di Milano quasi: ufficialmente per protesta contro Monti, ma c'è una questione di candidabilità in Parlamento.
Il 24 gennaio Apple mise in vendita il primo computer chiamato Macintosh, che sarebbe diventato per i 30 anni successivi e con l’abbreviazione di “Mac” il suo prodotto più celebre, anche con i successi di iPod e iPhone e iPad di vent’anni dopo. Prima, Apple aveva già fatto dei computer che erano stati gli antenati del Macintosh; dopo, fece i Macintosh, e cambiò la sua storia (e non solo la sua) occupando un pezzo delle rivoluzioni di questi decenni e non c’è bisogno di raccontare di nuovo come. Praticamente c’è stato, prima e dopo il 24 gennaio 1984, un mondo senza i computer Apple e uno con i computer Apple. E c’è stata, dopo, una vivace e intensa evoluzione degli stessi Macintosh, che sono cambiati tantissimo per partire dallo scatolotto del 1984 allo schermo superpiatto che sono ora: per non dire di quello che c’è dentro e quello che fanno. Nel frattempo, la loro presenza anche nella cultura popolare e nell’estetica quotidiana è dilagata, e un modo di vederlo è riassumerla attraverso l’ormai ricchissima carriera cinematografica dei Mac, usati e mostrati in moltissimi film un po’ per coolness, un po’ per ragioni commerciali, un po’ per dire agli spettatori “questo è un film di questi tempi” (salvo diventare datati rapidamente). Sono trent’anni esatti che, tra le altre cose, vediamo Mac al cinema e nelle serie TV. Il 24 gennaio 1984 Steve Jobs aveva presentato così il Macintosh.
30 anni di Macintosh, al cinema. Apple mise in vendita oggi, nel 1984, il primo scatolotto con questo nome: da allora è cambiato molto ma ha avuto anche un'intensa carriera cinematografica.
Oggi sono stati annunciati i candidati ai Golden Globe 2021, cioè i premi televisivi e cinematografici che vengono assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association, un’associazione di giornalisti che si occupano di cinema e televisione in paesi soprattutto diversi dagli Stati Uniti. I Golden Globe sono assegnati ai migliori film, serie tv, registi, attori, sceneggiature e canzoni. I premi sono divisi in base al genere del film o della serie tv e le categorie sono 25: 14 per il cinema e 11 per la televisione. Solitamente la cerimonia dei Golden Globe si tiene a inizio gennaio, ma a causa della pandemia da coronavirus quest’anno è stata rimandata al 28 febbraio e verrà trasmessa su NBC: a presentare la serata ci saranno le attrici e comiche Amy Poehler e Tina Fey, che avevano già condotto l’edizione del 2015. A votare per i Golden Globe sono un po’ meno di cento giurati, e nell’ambiente del cinema i premi sono considerati un’anticipazione di come potranno andare gli Oscar, la cui cerimonia è stata a sua volta rimandata al prossimo 25 aprile.
Golden Globe 2021: tutte le nomination. Tra i film con più nomination ci sono "Mank" e "Il processo ai Chicago 7", mentre tra le serie è andata molto bene "The Crown".
Su Repubblica di oggi Michela Marzano – deputata del cosiddetto “gruppo misto”, scrittrice e filosofa – scrive in modo molto critico di Bruciare tutto, il nuovo romanzo dello scrittore Walter Siti, 69 anni, premio Strega nel 2013, il cui protagonista è un prete pedofilo. Marzano giudica “scandalistico” il tono e il taglio del libro di Siti – “un’operazione editoriale il cui cinismo appare così evidente” – non tanto per la scelta di parlare di pedofilia quanto per come il tema viene affrontato nello sviluppo della storia. L’articolo di Marzano anticipa una parte importante dello sviluppo della storia di Bruciare tutto. Il protagonista dell’ultimo romanzo di Walter Siti, “Bruciare tutto” (Rizzoli), è un prete pedofilo. E anche se l’unico rapporto sessuale completo che ha vissuto con un bambino risale a molti anni prima, quando ancora non aveva preso i voti, don Leo non può fare a meno di pensare al sesso ogni volta che vede un bimbo. Don Leo prega, digiuna, combatte una lotta di cui cerca di non far trapelare nulla all’esterno. Ma l’ossessione è più forte di qualunque cosa, fede compresa – “Dio è amore: sì, ma che tipo di amore? Dio non lecca, non bacia, non ha un corpo da penetrare e da cui essere penetrati”. L’ossessione non passa e non passano certi ricordi come quello dettagliato e lungo svariate pagine di un vecchio sacerdote che gli racconta le delizie della carne dei bambini: “Se vuoi fartelo succhiare ricorda che ci sono degli shampoo alla fragola, al lampone e al cioccolato”. Questo orrore c’è nel libro. E se possibile anche peggio: ci sono le visite sui siti clandestini del deep web e vengono riportati commenti disumani come quello di un pedofilo sulla foto del piccolo Aylan morto riverso sulla spiaggia (“però, seducente questo Aylan col culetto all’insù – qualcuno può postare una foto di quando il papà gli ha tolto i calzoncini?”).
Uno scrittore può scrivere di tutto? michela Marzano attacca il nuovo romanzo di Walter Siti che racconta e assolve un prete pedofilo.
L’artista Eleanor Macnair ha ricreato con il pongo dieci grandi immagini scattate da altrettanti fotografi di Magnum, una delle tante iniziative in occasione dei 70 anni dell’agenzia fotografica. Ci sono immagini che probabilmente avrete già visto, come quella scattata da Martin Parr a due bambini che mangiano il gelato o quella del passaggio del feretro di Robert Kennedy di Paul Fusco, ma anche altre più o meno conosciute di Chris Steele-Perkins, Elliott Erwitt, Thomas Dworzak e Alessandra Sanguinetti. I lavori di Macnair si possono acquistare qui. Le foto fanno parte di un progetto più ampio, Photographs Rendered in Play-Doh, iniziato da Macnair nel 2013 (nel 2014 è diventato anche un libro): Macnair crea e condivide i suoi lavori sul suo sito e su Instagram per invogliare a guardare fotografie famosissime a cui siamo abituati in modo nuovo e più attento, e per farle conoscere agli altri. Dentro ogni lavoro trovate il link alla fotografia originale a cui si ispira.
Grandi foto rifatte con il pongo. È così che l'artista Eleanor Macnair ha ricreato i lavori di Elliott Erwitt, Paul Fusco, Martin Parr e altri fotografi dell'agenzia Magnum.
Punch è un sito statunitense che raccoglie storie, aneddoti e consigli su vino, cocktail e superalcolici. Recentemente ha aperto la rubrica “House Wine”: uscirà una volta al mese e segnalerà i migliori vini in circolazione che si possono comprare con meno di 25 dollari (circa 22 euro), più o meno quanto vengono pagati due o tre cocktail al bar in una grande città. Per quella cifra, spiegano a Punch, «potete bere di tutto: un eccellente Beaujolais di Clos de la Roilette, un Carricante siciliano o un eccentrico Pineau d’Aunis di Domaine de Montrieux, nella regione della Loira». Non c’è che l’imbarazzo della scelta, dicono: ma bisogna saper scegliere. A ogni articolo parteciperà un gruppo di sommelier, venditori, scrittori e appassionati, che assaggeranno bendati dodici vini diversi; alla fine verranno segnalati nella rubrica soltanto quelli che «consiglieremmo con tutto il cuore». Il primo articolo di House Wine propone sei vini, quattro bianchi e due rossi, provenienti da Francia, Italia e Cile.
Sei ottimi vini a meno di 20 euro. Li ha selezionati un sito specializzato statunitense: 4 bianchi e 2 rossi, soprattutto francesi ma anche italiani.
Il direttore della Stampa Maurizio Molinari fa culminare domenica in un editoriale severissimo una successione di delusioni e critiche nei confronti dell’amministrazione della città di Torino, di cui la Stampa è da sempre il giornale e un’istituzione. L’articolo è in prima pagina ed è la sintesi di una sensazione di declino vissuta da Torino in questi anni, maggiormente frustrante perché segue gli anni di orgoglio e ammirazioni del decennio precedente e perché si mette in relazione con i recenti successi della città di Milano, che sembra averle rubato la scena, Fiera del Libro a parte. Scrive Molinari: Andate in Barriera di Milano e ad Aurora e troverete il degrado intatto, se non peggiorato, passeggiate lungo i Murazzi o al Valentino e vi troverete soli, o male accompagnati. Per non parlare di un sistema di trasporto pubblico inadeguato, illuminazione carente, semafori incapaci di funzionare e marciapiedi dissestati, con tanto di indicazioni stradali che tendono a legittimarli o delle file per la carta d’identità o l’abbonamento al bus. Nella città del Nord che doveva essere la vetrina di Grillo e Di Maio le difficoltà per i cittadini non sono diminuite, non c’è stata alcuna svolta su sicurezza e qualità della vita mentre ad aumentare è stata la sensazione di essere guidati da una forza politica che davanti alle opportunità preferisce indietreggiare e perdere anziché gareggiare e costruire.
Torino riguarda tutti gli italiani. Il direttore della Stampa descrive il declino cittadino, attacca l'amministrazione e chiede aiuto al resto del paese.
Il cimitero è un posto strano e suggestivo in cui incontrare una volpe: quella che vedete nella raccolta di foto di animali scelte questa settimana si è fatta vedere a Bath, in Regno Unito, dove sebbene il numero complessivo delle volpi sia in calo, è aumentata moltissimo la loro diffusione nelle città. Il rapporto volpi-uomini è una a 300. Sull’isola di Hokkaido, in Giappone, hanno invece trovato un modo per allenare i cavalli anche in inverno, utilizzandoli per fare le consegne tra fattorie. Per chi ancora avesse problemi con quel genere di animali, vi segnaliamo la presenza di un pipistrello e di una lontra, che in quanto a pucciosità non hanno molto da invidiare al tamandua dello zoo di Dresda. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly beasts. Gufi assonati, cavalli nella neve e fenicotteri-non-rosa, tra le migliori foto di animali di questa settimana.
Facebook ha apportato alcune modifiche al News Feed, cioè il flusso di post e contenuti che appare ai suoi iscritti, e al modo in cui quei contenuti vengono selezionati rispetto ad altri. Il News Feed di Facebook è oggetto da mesi di cambiamenti importanti, che hanno anche generato confusione e preoccupazione tra utenti e gestori di pagine in tutto il mondo. Con questo aggiornamento, dice Facebook, sarà ridotta la circolazione di spam e contenuti che vogliono “fregare” il lettore. ***
Facebook contro i trucchi. I post e le pagine che cercano di ingannare i lettori e li invitano a fare “mi piace” avranno sempre meno spazio, dice il social network.
Cat Stevens è un celebre cantautore londinese di origini greche (il suo vero nome è Steven Demetre Georgiou) che ebbe una grande popolarità nei primi anni Settanta, a cui seguì – alla fine di quel decennio – la sua decisione di convertirsi all’Islam e abbandonare la musica da professionista, prendendo il nome di Yusuf Islam. È tornato a suonare in pubblico e incidere dischi negli anni Novanta, ma sempre grazie ai suoi successi passati: i suoi vecchi dischi continuano a vendere copie e a essere trasmessi dalle radio. Martedì sera è stato a Sanremo e ha cantato “Peace train”, “€œMaybe there’€™s world”€, “€œAll you need is love” e “Father and son” (qui invece dieci sue belle canzoni scelte da Luca Sofri, il peraltro direttore del Post).
I video di Cat Stevens a Sanremo. Ha cantato "Peace train", "€œMaybe there'€™s world"€, "€œAll you need is love" e "Father and son".
Tim Harford, sul Financial Times, racconta la storia di un libro in vendita su Amazon che per una strana coincidenza è arrivato a costare 23 milioni di dollari. La morale dell’aneddoto è che la trasparenza sui prezzi (cioè la possibilità che hanno produttori e consumatori di confrontare istantaneamente i prezzi di un prodotto) potrebbe non essere sempre così conveniente per noi consumatori, come pensiamo di solito. La storia di Harford comincia quando un giovane ricercatore di biologia provò a comprare una copia di The making of a fly, un libro di biologia evoluzionistica ormai fuori catalogo (ma non tanto vecchio da aver un valore). Su Amazon il giovane ricercatore trovò 15 copie usate del libro a prezzi ragionevoli e due copie nuove (vendute da due diversi utenti di Amazon) la più economica delle quali costava 1.730.045,91 dollari. Più 3 dollari e 99 centesimi per le spese di spedizione.
Un libro da 23 milioni di dollari. Come la storia del prezzo di un paio di libri su Amazon ci può insegnare che la trasparenza sui prezzi non è il miglior amico dei consumatori.
Masques è un progetto realizzato nel 2011 da Marie Rime, una studentessa svizzera di fotografia di 24 anni, che raccoglie ritratti di donne col viso coperto da maschere fatte di scacchi, pedine, carte, fiches e altri elementi di giochi da tavola e d’azzardo. Le maschere sono ispirate all’arte tribale: sono geometriche, simmetriche ed estremamente elaborate. Iniziata come progetto scolastico, la serie è diventata una riflessione sull’idea del potere: «c’è l’idea di gioco come messa in scena. Ho cercato di esprimere il mio interesse per i rapporti tra i giocatori. Come si influenzano tra loro? Stavano cercando di sedurre, disturbare o intimidire i loro antagonisti? Ma ora penso che siano tutte queste cose insieme». Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Maschere fatte di carte – foto. Marie Rime fotografa donne col volto coperto da scacchi, fiches e pedine da gioco.
Secondo Christine Harris, ricercatrice e docente di psicologia all’Università della California, il solletico è «uno dei fenomeni più misteriosi che esistano». Harris sa di cosa parla: ha pubblicato sei studi di ricerca sul solletico, ed è una degli esperti citati dalla giornalista scientifica Jenny Marder in un articolo “contro il solletico” uscito qualche giorno fa sul New York Times. Perché ci sono tante persone adulte, si è chiesta Marder, che ricordano con disagio il solletico subìto da bambini? Può essere che il solletico non sia sempre e per tutti così divertente come sembra? Già migliaia di anni fa, Platone attribuì a Socrate l’affermazione che il solletico porta più dolore che piacere, e oggi esistono diversi studi che dimostrano e spiegano questa sensazione. Naturalmente non è sempre così: alcuni bambini sono genuinamente contenti di farsi solleticare, soprattutto entro certi limiti, e sono i primi a cercare questo momento di contatto giocoso con gli adulti. Il problema è che per sapere quando è il caso di fermarsi non basta affidarsi alle loro espressioni: durante il solletico la risata è solo un riflesso nervoso, e può nascondere anche un forte disagio.
Attenti, col solletico. Se gestito nel modo sbagliato può diventare fastidioso e doloroso, dicono gli esperti: anche quando i bambini ridono.
Dici nebbia e ti viene in mente quella che “agli irti colli piovigginando sale” di Carducci (sì, non è di Fiorello), o i “banchi di nebbia” che da settembre a maggio Onda Verde racconta alla radio o ancora una serie infinita di proverbi regionali sulla nebbia, che se è bassa lascia bel tempo e via discorrendo. La nebbia ammorbidisce i paesaggi, mette quelli che ci vedono bene e i miopi sullo stesso piano, ed è un formidabile stimolo per la nostra memoria visiva. Grazie ai ricordi possiamo ricostruire un posto che è stato temporaneamente ingoiato da una nuvola di minuscole goccioline d’acqua, riconoscendo la torre Eiffel senza vederla tutta, o la cupola del Campidoglio a Washington. A volte, invece, c’è nebbia in un posto sconosciuto e spazio solo per l’immaginazione. Salvo non siate un pilota che deve atterrare a Malpensa. Nel sommario, “Acque e terre” di Salvatore Quasimodo.
Dove sei? "Un po' di sole, una raggera d'angelo, e poi la nebbia; e gli alberi, e noi fatti d'aria al mattino": foto nebbiose dal mondo.
Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera critica le nomine da parte del governo Renzi di alcuni sottosegretari: quella di Antonio Gentile, innanzitutto, al centro di una discussa telefonata, e quella di Cosimo Ferri e Enrico Costa. Queste nomine secondo Ferrarella denunciano il «vero nodo» della questione: «e cioè l’assenza nel premier, almeno sinora, di una idea di giustizia». Con La grande bellezza agli Oscar siamo applauditi, ma con «la grande ipocrisia» siamo imbattibili: tutti a impallinare il neosottosegretario alle Infrastrutture, senatore Gentile, al quale il direttore de l’Ora della Calabria aveva ricondotto le pressioni intermediate dallo stampatore del quotidiano per bloccare la pubblicazione di una notizia sul figlio indagato del senatore calabrese.
Cosa non va con i sottosegretari. Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera critica alcune nomine del nuovo governo Renzi, al quale mancherebbe «una idea di giustizia».
Con la giornata di oggi, a Venezia si chiudono le proiezioni dei film in concorso, e si cominciano a fare pronostici per i premi. L’ultimo film presentato è stato Un giorno speciale di Francesca Comencini, che racconta della giornata di due personaggi: una ragazza che deve incontrare un politico che le dovrebbe dare una spinta nel mondo dello spettacolo, e l’autista incaricato di accompagnarla all’appuntamento. L’altro film in concorso di oggi era Passion, di Brian De Palma, sul rapporto morboso tra due donne interpretate da Rachel McAdams e Noomi Rapace. Fuori concorso invece è stato presentato Forgotten, di Alex Schimdt, sull’incontro tra due donne che passavano l’estate insieme quando erano bambine.
L’ultimo giorno di Venezia. Le foto di ieri: e ora, pronostici su chi vince.
Il fondatore e CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha detto che si prenderà due mesi di paternità per la nascita di sua figlia. Zuckerberg è sposato dal 2012 con Priscilla Chan, una dottoressa che ha incontrato quando ancora frequentava Harvard da studente. Zuckerberg non ha precisato quando nascerà sua figlia, né se i due mesi di paternità saranno consecutivi. L’annuncio di Zuckerberg ha fatto chiedere a diversi siti di tecnologia se il suo posto nel frattempo sarà preso da qualcuno o se rimarrà vacante. Zuckerberg ha precisato che i dipendenti che lavorano per Facebook negli Stati Uniti possono prendersi fino a 4 mesi di maternità o paternità in un anno. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Mark Zuckerberg si prenderà due mesi di paternità. Lo ha annunciato sulla sua pagina Facebook, non chiarendo però se nel frattempo il suo posto verrà preso da qualcun altro.
Venerdì verso le otto di sera un aereo della compagnia Air Italy partito da Olbia e diretto a Roma ha fatto un atterraggio d’emergenza pochi minuti dopo il decollo, in seguito alla segnalazione dei passeggeri di fumo in cabina. I giornali hanno raccolto le testimonianze di alcuni passeggeri a bordo, che hanno raccontato che il fumo si era diffuso in tutta la cabina provocando malori e crisi di panico. L’aereo è atterrato senza problemi; un bambino è rimasto intossicato.
Venerdì sera un aereo di Air Italy partito da Olbia e diretto a Roma ha fatto un atterraggio d’emergenza subito dopo il decollo.
Un gruppo di medici e ricercatori che lavorano in Lombardia ha pubblicato una prima indagine sulle caratteristiche e gli esiti di quasi 1.600 ricoveri nelle unità di terapia intensiva, effettuati nelle ultime settimane negli ospedali lombardi a causa delle infezioni da coronavirus. Lo studio, uno dei più completi finora diffusi sui casi della Lombardia, è stato pubblicato sulla rivista scientifica JAMA e mostra quanto la COVID-19 comporti lunghi periodi di degenza nelle terapie intensive, con un’incidenza piuttosto alta dei decessi soprattutto tra i pazienti più a rischio (anziani e con precedenti malattie). Nell’80 per cento dei casi circa la COVID-19 causa sintomi piuttosto lievi, come febbre e tosse secca, che possono essere trattati a casa con i comuni farmaci da banco. Il restante 20 per cento manifesta invece sintomi più seri, soprattutto ai polmoni, che possono rendere necessario il ricovero in ospedale. Nei casi più gravi si fa ricorso all’intubazione nelle unità di terapia intensiva, per aiutare i pazienti a respirare meglio e ad affrontare i sintomi della malattia, in attesa che il sistema immunitario impari a riconoscere e a sconfiggere il coronavirus.
Il nuovo studio su coronavirus e terapie intensive in Lombardia. È il più completo diffuso finora: tra i 1.600 casi gravi esaminati un paziente su quattro è morto dopo il ricovero, e i tempi di degenza per chi sopravvive sono spesso lunghi.
L’ex direttore della sala stampa del Vaticano, divenuto assai popolare in quel ruolo durante lo scorso papato, oggi scrive per Repubblica un commento sull’aria che tira in Italia e sulla questione intercettazioni, parlando tra molte cautele di “pulsione giustizialista molto forte”, di “sputtanamento” e cita precedenti storici di nuove leggi tese a “rinnovare e adattare la giurisprudenza alla nuova situazione barbarica”. L’intervento di Joaquín Navarro-Valls nel dibattito pubblico italiano è un fatto relativamente inedito, se si escludono quelli direttamente collegati ai temi che hanno a che fare con la Chiesa. Da quando ha lasciato l’incarico di direttore della sala stampa del Vaticano, dopo il primo anno di papato di Joseph Ratzinger, non si ricordano interventi di Navarro-Valls che avessero come tema l’Italia e non il Vaticano o il cattolicesimo. Quindi la sola presenza dell’editoriale di oggi su Repubblica è già di suo una piccola notizia. Le sue ragioni sono enunciate nelle prime righe dell’articolo.
L’Italia secondo Navarro-Valls. L'ex direttore della sala stampa vaticana su Repubblica definisce una barbarie lo "sputtanamento" delle intercettazioni e parla dell'aria che tira e delle "pulsioni giustizialiste".
Nel corso di una riunione straordinaria il consiglio di amministrazione di FCA, la società discendente dell’azienda nota come FIAT, ha deciso la rimozione di Sergio Marchionne dalla carica di CEO, che deteneva dal 2009. Marchionne sarà sostituito dal manager inglese Mike Manley. La notizia non è ancora ufficiale ma è stata confermata da tutti i principali giornali italiani compresa La Stampa, controllata dagli stessi proprietari di FCA. Marchionne, considerato fra i manager più capaci nel settore delle automobili, aveva già annunciato che si sarebbe dimesso nel 2019 ma alcuni problemi di salute di cui soffre hanno accelerato i tempi, come dice il comunicato ufficiale FCA.
FCA ha un nuovo capo. Si chiama Mike Manley, e ha sostituito Sergio Marchionne, che ha gravi problemi di salute.
Dal cinema California di San Jose (Stati Uniti), martedì Apple ha presentato l’atteso iPad Mini, la nuova versione del suo tablet di dimensioni ridotte rispetto al modello tradizionale. Tim Cook, l’amministratore delegato della società, e il dirigente Phil Schiller hanno mostrato le caratteristiche del nuovo dispositivo: schermo da 7,9 pollici, dimensioni contenute, cornice più piccola intorno allo schermo e fotocamera da 5 megapixel. Il nuovo modello sarà prenotabile a partire dal prossimo 2 novembre e la versione base, con solo WiFi, sarà venduta al prezzo di 329 dollari. Nel corso dell’evento Apple, sono state presentate anche le nuove serie di MacBook Pro da 13 pollici, con retina display, iPad (4ª generazione) e Mac Mini. Apple ha rinnovato i suoi iMac, cosa che non accadeva da tempo, con una versione molto più sottile della precedente. Abbiamo messo insieme le principali cose da sapere sulle notizie da San Jose, e ve le raccontiamo per immagini.
Il nuovo iPad Mini, e tutto il resto. L'attesa versione ridotta del tablet è stata presentata ieri da Apple, insieme con i nuovi MacBook, iMac, iPad e Mac Mini: il racconto per immagini.
Il 12 giugno tornerà in edicola L’Uomo Vogue, il maschile del gruppo editoriale Condé Nast che era stato chiuso a luglio 2017 insieme ad altre tre testate, Vogue Bambini, Vogue sposa e Vogue gioiello. Da mensile – com’era sempre stato dalla creazione, nel 1967 – uscirà due volte all’anno, a giugno e ottobre, e sarà disponibile anche in inglese. Il prossimo numero sarà presentato dal direttore di Vogue Italia Emanuele Farneti durante Pitti Uomo, uno degli eventi di moda maschile più importanti dell’anno, che si tiene a Firenze. La rivista sarà diretta da Farneti insieme a Andrea Tenerani, responsabile moda di GQ, e Alan Prada, vice-direttore di Vogue Italia. Per il rilancio sono state realizzate cinque copertine che hanno per protagonisti il musicista Pharrell Williams e i modelli Rogier Bosschaart, Alton Mason, Kobe Delgado e Aiden Andrews. ?Breaking News? L’Uomo Vogue is back! #luomoisback On Newsstands June 12th! The relaunch issue ? #Contemporary by Brigitte Lacombe @brigittelacombe featuring Pharrell Williams @pharrell wearing @giorgioarmani styled by Michael Philouze @michael_philouze Cover full credits ✨ Editor in chief @efarneti Creative director @thomasperssonstudio Deputy editor in chief @mralanprada Fashion director @andreatenerani Barber – @staycaked Production – @mushloostu Location – @milk
La rivista maschile “L’Uomo Vogue” torna dopo un anno di chiusura, come semestrale.
Martedì 19 gennaio è morto Ettore Scola, uno dei più importanti e famosi registi italiani. Aveva 84 anni e da domenica scorsa era ricoverato in coma al Policlinico di Roma. Scola è considerato uno dei maestri della commedia all’italiana, genere per il quale era diventato molto popolare anche fuori dall’Italia, in particolare in Francia. Aveva iniziato come attore e sceneggiatore per poi diventare regista nel 1964 dopo essere stato convinto dall’amico Vittorio Gassman. In tutto Scola ha diretto 39 film, sceneggiandone molti di più: alcuni sono famosissimi, altri lo sono meno. Qui ne abbiamo scelti 8, tra quelli più famosi e tra quelli meno: per chi non conosce la sua cinematografia o per chi invece lo ha sempre apprezzato e vuole riguardarsene qualcuno. Girato da Scola nel 1968 e scritto insieme al duo di sceneggiatori “Age&Scarpelli” (Agenore Incrocci e Furio Scarpelli), racconta la storia di un ricco e annoiato romano, interpretato da Alberto Sordi, che parte per l’Angola alla ricerca del cognato, interpretato da Nino Manfredi, di cui non riceve notizie da più di tre anni. Il cognato, si scoprirà è diventato una sorta di stregone per una tribù locale. Durante il viaggio il personaggio interpretato da Sordi farà nuove esperienze e cambierà tanto da prendere in considerazione di restare in Africa.
8 film di Ettore Scola. Scelti per chi ne ha solo sentito parlare o per chi li conosce tutti, ma se li rivedrebbe volentieri.
Oggi compie ottant’anni una delle città più giovani d’Italia: il 18 dicembre 1932 veniva infatti fondata Littoria, che sarebbe diventata dopo qualche anno l’attuale Latina, una delle quasi 150 città fondate in Italia nel corso degli anni Trenta. Latina si trova in Lazio nell’Agro Pontino, un territorio compreso fra i Monti Lepini e gli Ausoni, il Mar Tirreno e il promontorio del Circeo, chiamato così dopo la bonifica agraria delle paludi effettuata negli anni Trenta dal governo fascista. Prima della bonifica il territorio era occupato da vaste paludi in cui si riproduceva la zanzara anofele, che causava la diffusione della malaria.
Gli ottant’anni di Latina. Martedì era il compleanno di uno dei comuni più giovani di Italia, inaugurato nel 1932 con un discorso dal balcone di avete-capito-chi.
Ieri pomeriggio è morto Pino Caruso, attore e comico siciliano. Aveva 84 anni ed era malato da tempo. I funerali si svolgeranno domani. Caruso aveva iniziato la sua carriera a Palermo, la sua città, recitando spesso in teatro. Nel 1965 si trasferì a Roma dove iniziò a lavorare per il Bagaglino, la compagnia di varietà fondata da Pier Francesco Pingitore e Mario Castellacci. Negli anni Settanta arrivò in Rai dove condusse diversi spettacoli: nel 1979 con Ornella Vanoni in Due di noi, nel 1981 con Milva in Palcoscenico. Recitò anche per il cinema in almeno trenta film, ma abbandonò mai il teatro. Negli ultimi anni si era dedicato anche alla scrittura: dal 2014 al 2017 pubblicò tre raccolte di aforismi.
È morto l’attore e comico siciliano Pino Caruso: aveva 84 anni.
Il 17 aprile è stata inaugurata alla Tate Modern di Londra la mostra Henri Matisse: The Cut-Outs, che raccoglie per la prima volta 130 “cut-outs” realizzati dal grande pittore francese. I cut-outs sono dei collage che Matisse iniziò a realizzare nell’ultima parte della sua vita, dal 1937 al 1954, quando una malattia aveva limitato la sua mobilità fisica: invece di usare i pennelli, iniziò quindi ad utilizzare forbici e carta, per creare delle opere molto colorate che si ispiravano ai moltissimi viaggi fatti in giro per il mondo. La mostra è aperta fino al 7 settembre e da ottobre sarà ospitata al MoMA di New York. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I cut-outs di Matisse in mostra a Londra. Alla Tate Modern, fino al prossimo 7 settembre.
Dopo un inizio folgorante, Chatroulette — il sito che via webcam permette di stare faccia a faccia con persone sconosciute da ogni parte del mondo — sta velocemente perdendo utenti e popolarità. Il motivo principale non sembra però essere la modalità casuale del rapporto tra le persone, piuttosto l’altissima quantità di uomini nudi cui quali ci si può imbattere. Per questa ragione in molti, scrive il New York Times, stanno cercando di replicare la stessa dinamica sociale di Chatroulette, eliminando però i contenuti osceni. TextSlide È stato sviluppato da un ventisettenne di San Francisco, Matt Hunter, ed è una versione testuale di Chatroulette: permette di interagire via chat con utenti casuali e quindi sconosciuti. Per proteggere la privacy Hunter ha deciso di lasciar mostrare solo il nome e il numero identificativo della città da cui ci si sta connettendo, un modo per rompere il ghiaccio.
I nuovi Chatroulette. Nascono altri siti per mettersi in contatto con sconosciuti, tentando di tenere alla larga i pervertiti.
Oggi alle 18 alla galleria Bel Vedere di Milano verrà inaugurata la mostra fotografica Prima Visione 2017 — I fotografi e Milano. Come accade ogni anno dal 2006, la galleria mette in mostra foto di Milano scattate da fotografi milanesi o che durante lo scorso anno sono passati in città. Saranno esposte le immagini di 47 autori, nella quali la città viene ricostruita con un equilibrio nuovo rispetto al passato recente: molti lavori di costruzione sono terminati, e alcuni quartieri hanno acquisito nuove fisionomie ormai diventate familiari nell’immaginario della città. La scelta dei fotografi invitati ad esporre viene fatta dal 2010 in collaborazione con l’associazione dei photoeditor italiani G.R.I.N.; in questa edizione saranno esposte anche due autori segnalati da MilanoMeravigli, un premio fotografico permanente dedicato a Milano e promosso da Fondazione Forma e G.R.I.N. La mostra potrà essere visitata fino al 24 febbraio.
Milano in mostra a Milano. Otto foto dalla mostra fotografica collettiva "Prima Visione", che inizia oggi.
Qual è stata la prima cosa a cui avete pensato quando questa mattina Google vi ha severamente ricordato che mancavano poche ore alla fine dell’estate? Che arriveranno venti freddi, giornate corte e buie, caloriferi accesi e dita gelate? O avete fantasticato sui fuochi nei caminetti, i maglioni di lana, i colori nei parchi degli alberi ingialliti? Il mondo si divide, come in moltissime altre cose, tra quelli che si chiuderanno in casa per giorni – la prima fase dell’elaborazione del trauma è il rifiuto – e quelli che cominceranno anche ad accatastare legna da ardere pur non avendo un camino. Per tutti e due i gruppi, abbiamo raccolto qui un po’ di buoni motivi per iniziare bene la stagione, un po’ di consigli per non esserne spaventati e un paio di cose belle da sapere: per esempio, lo sapete perché in inglese l’autunno ha due nomi? Come dite? Come è andata da queste parti questa mattina? Così, circa.
9 ragioni per essere contenti dell’autunno. Dalle foto bellissime che scatterete alle serie tv che ricominciano, per esempio: e anche pioggia e raffreddore si possono superare indenni, se uno sa come muoversi.
Oggi il “Corriere della Sera” pubblica una lettera del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, sull’inquinamento indirizzata al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. L’analisi del ministro dell’Ambiente Corrado Clini sul protrarsi dello sforamento dei livelli di inquinamento che sta colpendo gran parte del Nord del Paese, conferma che la decisione presa per Milano è quella giusta: era necessario fare un passo indietro per poterne fare davvero uno in avanti. Ed è quello che noi proporremo nell’incontro previsto oggi in Provincia tra i 134 sindaci dell’area metropolitana per decidere interventi allargati e condivisi, che risulteranno certamente più efficaci di un provvedimento deciso da un singolo comune. Sono certo che solo insieme potremo affrontare quel nemico spietato che è l’inquinamento. Fermare solo Milano non sarebbe stato sufficiente.
Come risolvere il problema dello smog? in una lettera inviata al nuovo ministro dell'Ambiente, Giuliano Pisapia rilancia la proposta di affrontare il problema oltre i confini delle città.
Ieri, durante un incontro con la Federazione delle chiese evangeliche al Quirinale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dichiarato: «Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un’autentica follia, un’assurdità. I bambini hanno questa aspirazione». Le parole di Napolitano sono state accolte con favore dal ministro alla Cooperazione Internazionale e all’Integrazione Andrea Riccardi («Senza questi ragazzi il nostro Paese sarebbe decisamente più vecchio e avrebbe minore capacità di sviluppo»), dal Partito Democratico e anche da quelle associazioni (prima fra tutte Rete G2) che da anni si battono per la cittadinanza dei minori. Di tutt’altro avviso, come prevedibile, sono stati Lega Nord e PdL. Roberto Castelli ha parlato di «esternazioni al limite della costituzionalità», Roberto Calderoli si è dichiarato pronto a fare «le barricate in Parlamento e nelle piazze» e Ignazio La Russa ha spiegato che «la cittadinanza è estranea all’emergenza economica» e «che così si fa cadere il governo». Le parole di Napolitano hanno riaperto la discussione pubblica su un tema di cui si parla poco, nonostante sia cruciale nella definizione dell’Italia del futuro: l’attribuzione della cittadinanza. “Ius sanguinis” e “Ius soli” Esistono tradizionalmente due sistemi di trasmissione della cittadinanza alla nascita. Uno viene chiamato “ius soli”, il diritto che si acquisisce per nascita su un territorio e indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori, secondo cui chi nasce in una nazione è cittadino di quella nazione. Il sistema storicamente è stato adottato soprattutto da quei Paesi che sono stati interessati da una forte immigrazione e che possiedono un’ampia superficie territoriale (Canada, Stati Uniti, Brasile, Argentina). L’altro è lo “ius sanguinis”, il diritto di sangue, secondo cui la cittadinanza si trasmette dai genitori ai figli, al di là del luogo in cui questi nascono. Il sistema si ritrova, a tutela dei discendenti, soprattutto in quegli Stati che hanno una storia di emigrazione: tra questi, anche l’Italia. Attualmente, la maggior parte degli Stati europei adotta lo «ius sanguinis» ma con norme meno rigide che in Italia.
La cittadinanza di chi nasce in Italia. Napolitano ha riaperto la questione: come funziona in Italia e in Europa, come si propone di cambiare approccio.
Aggiornamento: il nuovo episodio non è ancora disponibile nel catalogo italiano di Netflix. Domenica 12 aprile uscirà su Netflix un nuovo episodio speciale del documentario Tiger King, uno degli show televisivi di maggiore successo mondiale di questo periodo che racconta la bizzarra e violenta storia del proprietario di uno zoo privato di grossi felini dell’Oklahoma, del suo staff e di altri appassionati. L’episodio si chiama “Tikerg King and I” e sarà condotto dal comico Joel McHale: conterrà alcune interviste ai protagonisti del documentario, che racconteranno cos’è successo nelle loro vite dopo l’uscita della serie.
Domenica uscirà un nuovo episodio speciale del documentario di Netflix “Tiger King”.
La Mammal Society è un’organizzazione britannica che si occupa di storia naturale, con l’obiettivo di promuovere la protezione e la tutela dei mammiferi, soprattutto del Regno Unito. Nell’autunno del 2012, l’istituzione ha indetto il Mammal Photographer of the Year 2013, un concorso fotografico a tema naturalistico per raccontare la vita degli animali, il loro comportamento e gli equilibri ambientali – spesso molto delicati – in cui vivono. Il premio era dedicato ai fotografi amatoriali e le selezioni, delle centinaia di foto ricevute, sono terminate a fine gennaio 2013. Il concorso della Mammal Society è stato vinto da Roy Rimmer con una foto di un ratto sospeso per aria mentre compie un salto. Secondo i giudici, la fotografia aiuta a rendere meno spaventosi questi animali, spesso temuti più di quanto non sia la loro effettiva pericolosità. Il secondo posto è andato a Julie Milne per la sua fotografia di una volpe che lecca il vetro di una finestra. Soprattutto nel Regno Unito negli ultimi tempi i mezzi di comunicazione si sono occupati di casi di attacchi subiti da alcune persone da parte di questi animali. La foto, dicono i giudici, contribuisce in un certo senso a superare i pregiudizi sulle volpi e a ricordare che sono lontani parenti dei cani che molti tengono in casa. Gary Cox ha vinto il terzo posto con la foto di un topolino che tiene una mora in bocca. Altri premi sono andati per le categorie dei fotografi sotto i 18 anni, mentre altri fotografi hanno ricevuto elogi finendo nella classifica delle 15 fotografie migliori, che vi proponiamo nella galleria fotografica.
15 gran foto di animali (britannici). Volpi urbane, foche che se la ridono, ratti e scoiattoli sospesi per aria nelle migliori foto del concorso della Mammal Society.
Dal 22 maggio all’8 giugno si tiene a Sydney, in Australia, la settima edizione del Vivid, il famoso festival ideato da Brian Eno nel 2009 dedicato alle luci durante il quale gli edifici più importanti di Sydney vengono illuminati con proiezioni ideate e realizzate da artisti locali e internazionali. Uno dei progetti di quest’anno interessa la famosissima Opera House di Sydney, il simbolo della manifestazione, ed è stato realizzato da Universal Everything, un collettivo formato nel 2004 che include designers, programmatori, musicisti e artisti con base in Inghilterra, che ha realizzato progetti per Apple, Chanel, Nokia e per le Olimpiadi di Londra 2012, tra gli altri. Per il progetto del Vivid, che si chiama Living Mural e unisce disegno, architettura e immagine in movimento, Universal Everything ha commissionato animazioni fatte a mano a 22 differenti artisti provenienti da tutto il mondo: è stato creato così un “racconto visuale” (la facciata dell’Opera House è usata come una tela) composto da sequenze di 30 secondi, ognuna descritta da una parola chiave – rise, fall, bounce, climb (salita, discesa, rimbalzo, scalata) – e accompagnata da una colonna sonora. Gli artisti coinvolti provengono da Stati Uniti, Argentina, Francia, Israele, Russia, Nuova Zelanda, Taiwan e Giappone e hanno lavorato per 4 mesi tra progettazione e realizzazione dei video.
La Sydney Opera House illuminata in modo speciale. Uno dei posti più "iconici" del mondo illuminato da artisti internazionali per il festival di luci "Vivid".
Si è concluso il processo di primo grado sulla presunta “trattativa tra stato e mafia“, in corso da cinque anni a Palermo: sono stati condannati vari politici, alti funzionari dello stato e boss mafiosi. Fra gli altri, l’ex senatore di Forza Italia Marcello dell’Utri, già in carcere dal 2014, è stato condannato a 12 anni di carcere, e la stessa pena è stata decisa per l’ex comandante del ROS Mario Mori e l’ex colonnello Giuseppe De Donno. Il boss mafioso Leoluca Bagarella, in carcere dal 1995, è stato condannato ad altri 28 anni di carcere. L’ex super-testimone Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo condannato per associazione mafiosa, ha ricevuto una condanna a 8 anni. È stato invece assolto l’ex ministro degli Interni Nicola Mancino. Ciancimino era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e calunnia nei confronti dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. Mancino era accusato di falsa testimonianza. Tutti gli altri erano accusati di violenza a corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato.
Le condanne per la “trattativa” stato-mafia. Politici e alti funzionari dello Stato accusati di avere trattato con la mafia, fra cui Marcello dell'Utri e Mario Mori, sono stati condannati a diversi anni di carcere.
Due mesi fa esatti, il 26 febbraio 2013, cercavamo con fatica di orientarci tra i risultati elettorali più incerti della storia recente del paese. Due mesi dopo un governo ancora non c’è, anche se ormai dovrebbe essere questione di poco: l’acrobatica, drammatica e storica rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica ha sbloccato la situazione e posto di fatto le basi per un’alleanza tra due delle forze che alle elezioni avevano ottenuto più o meno un terzo ciascuno dei voti. Le principali agenzie di stampa italiane oggi hanno raccolto dallo staff di Enrico Letta la notizia, non confermata, per cui il presidente del Consiglio incaricato avrebbe intenzione di sciogliere la riserva domani, sabato, giurare, presentare il governo e presentarsi lunedì alla Camera dei Deputati per chiedere la fiducia. In ogni caso siamo rimasti due mesi senza un governo, e il sistema istituzionale italiano è costruito perché all’assenza del governo corrisponda un allargamento e un rafforzamento dei poteri del presidente della Repubblica. Altro tema di cui si è molto discusso, anche perché quello stesso capo dello Stato – che già era stato determinante nella risoluzione di un’altra crisi politica, quella da cui nacque il governo Monti – è stato addirittura rieletto, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana.
Tutti al Quirinale. Nei due mesi esatti trascorsi dalle elezioni politiche, il protagonismo della presidenza della Repubblica è stato un fenomeno anche fotografico.
Lunedì i film presentati in concorso al festival di Venezia sono stati L’evenement, adattamento della regista francese Audrey Diwan dell’omonimo romanzo di Annie Ernaux, e La caja del venezuelano Lorenzo Vigas. Un po’ di facce note si sono però viste alla presentazione di La scuola cattolica di Stefano Mordini, presentato fuori concorso. È l’adattamento cinematografico del romanzo di Edoardo Albinati che vinse il Premio Strega nel 2016: parla di una scuola maschile gestita da preti e quasi ossessionata dal decoro e frequentata da una certa borghesia romana cattolica, intersecandosi al caso di cronaca noto come il “massacro del Circeo”: due dei ragazzi colpevoli erano infatti stati studenti di quella scuola. A presentarlo c’erano il regista Stefano Mordini con Benedetta Porcaroli, Valentina Cervi, Valeria Golino e Jasmine Trinca. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto di lunedì a Venezia. È stato il giorno di “L’evenement”, di “La caja” e del film tratto dal romanzo di Edoardo Albinati che vinse lo Strega nel 2016.
Questa mattina, nella città inglese di Hull (Kingston upon Hull, ma tutti la chiamano Hull), più di tremila persone completamente dipinte in quattro diverse tonalità di blu si sono radunate in centro per farsi fotografare nude da Spencer Tunick, fotografo statunitense specializzato nella fotografia artistica di persone nude, arruolate spesso in grandi numeri per set in ambientazioni urbane o ambientali. Le foto sono state commissionate dalla Ferens Art Gallery di Hull per celebrare la nomina della città a capitale britannica della cultura del 2017 (Hull è pure la città degli Housemartins e degli Everything but the girl, come sanno i fans). Per realizzare quest’opera Tunick ha preso in considerazione il rapporto fra Hull e il mare: la città infatti si estende sulla sponda sinistra del fiume Humber, a pochi chilometri dalla sua foce e dalla costa orientale dell’Inghilterra. Per l’occasione, le strade del centro di Hull sono state chiuse al traffico dalla mezzanotte di venerdì fino alle dieci del giorno seguente. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I nudi blu nel centro di Hull. Un sacco di persone hanno fatto "il mare" questa mattina all'alba nel centro della città inglese per la performance dell'artista americano Spencer Tunick.
Il Comune di Milano ha istituito un blocco parziale del traffico di 10 giorni. Il blocco è stato annunciato come misura del Protocollo antismog a causa dell’alto livello di PM10 nell’aria, uno dei principali agenti inquinanti atmosferici. Il blocco delle auto è iniziato lunedì 1 febbraio e durerà 10 giorni ma riguarderà solo i veicoli Euro 3. L’orario in cui vige il blocco di circolazione poi cambia a seconda che il veicolo sia commerciale o meno: nel primo caso inizierà alle 7.30 del mattino e durerà fino alle 10; nel secondo caso inizierà un’ora dopo, alle 8.30 e durerà fino alle 18. Oltre al blocco del traffico, il Protocollo antismog prevede anche di diminuire la temperatura massima consentita negli immobili di un grado, da 20 a 19, e la durata massima di ore in cui possono rimanere accessi gli impianti, da 14 a 12 ore. Da settimane Milano ha problemi di eccessivo inquinamento: alla fine di dicembre c’era stato un blocco totale del traffico per tre giorni in seguito ai livelli altissimi di PM10.
Quanto dura il blocco del traffico a Milano. È iniziato lunedì, ma è parziale: riguarda solo certi tipi di veicoli, con orari diversi a seconda che siano commerciali o meno.
Ieri Microsoft ha annunciato a sorpresa che lunedì prossimo organizzerà un proprio evento speciale a Los Angeles, per fare “un importante annuncio”. La società informatica solitamente pianifica con largo anticipo le proprie presentazioni e da diverse ore esperti, analisti e investitori si chiedono quale possa essere la novità. Negli ultimi mesi Microsoft si è data da fare soprattuto per mettere a punto Windows 8, l’ultima versione del suo sistema operativo che dovrebbe essere pronta per l’autunno. Il nuovo Windows è molto diverso dalle versioni precedenti ed è fatto per adattarsi meglio ai touchscreen dei tablet. E proprio secondo le voci circolate nelle ultime ore, la società sarebbe al lavoro per realizzare un proprio tablet con cui sfidare l’iPad di Apple e le altre tavolette basate su Android, il sistema operativo di Google. (Il 2012 delle nuvole e dei tablet)
Microsoft farà un suo tablet? la società ha organizzato a sorpresa un evento speciale per lunedì: molti si chiedono se ci sarà il grande annuncio per sfidare l'iPad.
Giovedì 20 agosto si è svolto a Roma il funerale di Vittorio Casamonica, nella chiesa di San Giovanni Bosco nella periferia sud della città, vicino via Tuscolana. Vittorio Casamonica aveva 65 anni ed era un membro della famiglia Casamonica, molto ricca e molto nota a Roma per essere stata coinvolta in diversi casi di criminalità organizzata. Il funerale è stato molto appariscente: c’era una carrozza nera trainata da sei cavalli neri, sui muri della chiesa c’erano alcuni manifesti che ritraevano Vittorio Casamonica e lo definivano “re di Roma” e hanno partecipato molte persone. Prima della cerimonia una banda ha suonato la colonna sonora del film Il Padrino; dopo un elicottero ha lanciato sulla folla dei petali di rose.
I funerali molto appariscenti di Vittorio Casamonica. Una storia che farà riparlare dell'influenza e del potere della criminalità organizzata a Roma.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati comunicati dal ministero della Salute 159 nuovi casi di contagio da coronavirus, per un totale di 248.229. I morti totali registrati sono 35.166, 12 in più rispetto a ieri. Le persone attualmente ricoverate per la COVID-19 nei reparti di terapia intensiva sono 41 (1 in meno di ieri) e quelle in altri reparti sono 734 (26 in più di ieri). I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono stati 24.036, per un totale di 6.940.801 tamponi effettuati e 4.131.535 casi testati. Il maggior numero di contagi oggi è stato in Emilia-Romagna: 34. Seguono Lombardia (25), Veneto (22), Lazio (15) e Piemonte (13). Le uniche regioni in cui oggi non sono stati registrati casi di contagio sono Friuli Venezia Giulia, Marche, Calabria, Valle d’Aosta e Basilicata.
I dati di oggi, lunedì 3 agosto, sul coronavirus in Italia.
Il Black Friday arriverà tra meno di due settimane, il 27 novembre, e quest’anno i negozi online si aspettano di aumentare le vendite ancora più del solito dato che a causa della pandemia molte spese finora erano state rimandate. Anche per questo tanti siti di e-commerce (Amazon in primis) avevano iniziato a proporre sconti legati al Black Friday già da fine ottobre e molti andranno avanti almeno fino al 30 novembre, il cosiddetto Cyber Monday. La maggiore propensione alle spese che potrebbe essere diffusa quest’autunno in risposta ai risparmi della primavera, dovuti alle restrizioni agli spostamenti del primo lockdown e alla generale insicurezza legata alla pandemia da coronavirus, è stata definita dagli esperti di marketing revenge spending, letteralmente “spese per rivincita”. Da un altro punto di vista: ancora di più rispetto al solito potremmo essere spinti a fare acquisti impulsivi, attratti da prezzi apparentemente convenienti. Per questo abbiamo rimesso insieme qualche consiglio per arrivare preparati al Black Friday, non farsi fregare da certe offerte e sapere come individuare quelle davvero interessanti.
Perché il Black Friday è ancora più ovunque. I siti di e-commerce prevedono che in queste settimane e anche dopo il 27 novembre spenderemo di più per via della pandemia: i soliti consigli utili per individuare gli sconti convenienti.
Matteo Renzi, presidente del Consiglio e segretario del PD, è stato intervistato domenica sera da Fabio Fazio durante il programma Che tempo che fa. Renzi ha fatto un punto su questo suo primo anno a capo del governo, ha parlato dell’imminente elezione di un nuovo presidente della Repubblica e ha parlato della scelta di candidare Roma a organizzare le Olimpiadi del 2024 nonostante le molte inchieste in corso sulla corruzione negli appalti pubblici, a Roma e in altre parti d’Italia.
Matteo Renzi a “Che tempo che fa” – video. Cosa ha detto il capo del governo sul primo anno a Palazzo Chigi, sulla corruzione a Roma e sul nuovo presidente della Repubblica.
Oggi un bitcoin, cioè un’unità della più popolare criptovaluta al mondo, vale 14.600 dollari. Cinque anni fa, ne valeva circa 13: significa che il suo valore è aumentato di oltre 1.100 volte. Ma l’aumento esponenziale del valore dei bitcoin non è stato graduale, come ha dimostrato il recente nuovo interesse dei media internazionali: soltanto un anno fa, infatti, un bitcoin valeva circa 850 dollari. Ha superato i 2.000 dollari soltanto a maggio, e fino a un mese fa era sotto i 9.000 dollari: dopo aver sfiorato i 20mila dollari, ha subito un crollo tra giovedì e venerdì, arrivando a poco più di 12mila dollari. È stato il più grave crollo della valuta in tre anni, arrivato dopo il più grande picco di sempre. Da diverse settimane, quindi, si è tornati a parlare moltissimo di Bitcoin (la maiuscola si usa solitamente per indicare il sistema, la minuscola per la valuta): di cosa sono, di come funzionano, del loro utilizzo, di quanto sia rischioso investirci e di quanto durerà questo aumento di valore. Ne abbiamo scritto molto sul Post in questi anni, ma abbiamo deciso di raccogliere un po’ di risposte a queste domande in un posto solo: questo.
I bitcoin spiegati bene. Per chi ha resistito finora senza saperne niente, e comincia a rendersi conto che deve rimediare.
Il prossimo 20 e 21 settembre ci saranno le elezioni in sette regioni per il rinnovo dei presidenti e delle giunte regionali, e da diverse settimane si discute in particolare della situazione della Puglia, dove il candidato del centrosinistra, il presidente uscente del PD Michele Emiliano, potrebbe allargare la sua coalizione – già oggi molto ampia – anche a parte del Movimento 5 Stelle. La trattativa è ancora in corso, stando a quanto raccontano i giornali, ma il Movimento 5 Stelle al momento ha già una candidata e le ipotesi di un sostegno a Emiliano sono state smentite da Vito Crimi, capo politico ad interim del partito dalle dimissioni di Luigi Di Maio. Le liste andranno presentate il 20 agosto. La candidata del Movimento 5 Stelle in Puglia è, come nel 2015, Antonella Laricchia, ma una parte del Movimento sarebbe disposta a ritirare la sua candidatura per sostenere Emiliano. Il deputato del M5S eletto a Bari Paolo Lattanzio, per esempio, ha detto: «Io credo che alle regionali dobbiamo replicare lo schema del governo nazionale. Se M5S non farà un accordo con Emiliano, non mi resterà altra strada che lasciare il Movimento». Laricchia ha replicato: «Non faremo nessuna alleanza con Emiliano e Fitto. Da mesi, il PD pugliese è ossessionato da Antonella Laricchia e dal M5S Puglia e chiede, con insistenza e in maniera oscura, un’alleanza elettorale, utile solo a loro, non al M5S e non, soprattutto, ai pugliesi». All’interno del PD hanno lavorato a favore di un accordo soprattutto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, e il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, entrambi vicini a Emiliano e in buoni rapporti con il Movimento.
Le movimentate elezioni in Puglia. Il presidente uscente, Michele Emiliano, sta cercando di allargare la sua già ampia coalizione convincendo il Movimento 5 Stelle a sostenerlo.
Facebook ha aggiunto alcuni miglioramenti alla sua app di messaggistica istantanea, Facebook Messenger, relativamente alla funzione di segnalare la propria posizione e mostrare i luoghi sulle mappe all’interno della chat. Adesso è possibile cercare ristoranti, negozi e cose simili direttamente dall’app di Messenger e condividere in chat la loro posizione con uno o più contatti Facebook. Si può condividere un punto sulla mappa anche se non ci sono negozi o ristoranti, semplicemente selezionandolo, e si può indicare la propria posizione nella chat per mostrare quanto si è lontani dal luogo indicato. Per esempio: se avete un appuntamento potete mostrare ai vostri contatti quanto ancora vi manca per arrivare. Nella galleria fotografica sono mostrate le indicazioni per condividere mappe e posizione.
Condividere le mappe su Facebook Messenger. Da ora si può segnalare la propria posizione o quella di un qualsiasi altro luogo direttamente dall'app di Facebook, e condividerla con gli amici.
James Coburn aveva una faccia, un sorriso, un ghigno, che ci poteva fare qualunque cosa: e nei settanta film che ha fatto c’erano buoni e cattivi, e metà e metà. Il cattivo di Sciarada con Cary Grant e Audrey Hepburn (dove c’era un manipolo di cattivi) è memorabile per fascino glaciale da manuale; il buono di Giù la testa di Sergio Leone è uno dei grandi eroi fragili del cinema degli anni Settanta, che la sa più lunga di tutti ma ha un vecchio tormento dentro, e la delusione dell’ex rivoluzionario. Coburn era nato in Nebraska nel 1928 e oggi compirebbe 90 anni, se fosse vivo. Morì di un infarto nel 2002. È uno di quei grandi attori hollywoodiani a cui non dettero mai un Oscar quando se lo meritava e per metterci una pezza glielo diedero a tempo scaduto quando aveva 71 anni, nel 1999, per un film di Paul Schrader piuttosto dimenticato, Affliction. Tra quelli non dimenticati, invece, ci sono I magnifici sette, Pat Garrett e Billy the Kid, La grande fuga, La croce di ferro.
Due o tre cose su James Coburn. Perché oggi avrebbe compiuto 90 anni, e per avere una scusa per mostrare le sue foto.
Ieri durante un’asta a Denver è stata venduta quella che si crede essere l’unica fotografia esistente di Billy the Kid, leggendario fuorilegge statunitense di fine Ottocento. Gli organizzatori dell’asta pensavano di poter vendere la fotografia tra i 300.000 e i 400.00 euro ma il ritratto è stata venduto per ben 2,3 milioni di dollari a William Koch, un collezionista privato. “Fotografia” non è un termine del tutto preciso: si tratta in realtà di un ferrotipo, una primordiale tecnica basata sull’impressione dell’immagine su lastre di metallo. Il ferrotipo di Billy the Kid è stato scattato tra il 1879 e il 1880 a Fort Sumner, in quello che oggi è il New Mexico. Billy the Kid è in piedi, ha un cappello sgualcito ed è vestito a strati. A destra ha una carabina Winchester, a sinistra un revolver Colt nella fondina. I ferrotipi mostrano le immagini come allo specchio, e per questa ragione a lungo si è pensato che Billy the Kid fosse mancino: da qui, infatti, il titolo del film con Paul Newman sulla sua storia, The Left Handed Gun (tradotto in italiano come Furia selvaggia).
La foto di Billy the Kid venduta per 2,3 milioni di dollari. È l'unica immagine del leggendario fuorilegge del Far West, impressa su ferro con una vecchia tecnica fotografica.
È uscito per BAO Publishing Chanbara – La via del samurai, un libro che raccoglie le storie La redenzione del samurai e I fiori del massacro, realizzate da Roberto Recchioni (testi e haiku) e Andrea Accardi (disegni) e apparse nella collana Le storie della Sergio Bonelli Editore. Le due storie del libro, presentato in anteprima all’ultima edizione del Lucca Comics and Games, sono state realizzate per la prima volta a colori − Stefano Simeone ha colorato La redenzione del samurai mentre Luca Bertelè I fiori del massacro − e sono accompagnate nel ricco volume da 256 pagine da extra, materiali preparatori e bozzetti inediti. “Chanbara” significa “combattimento con la spada” e nel cinema indica il genere dei film di cappa e spada ambientati nel Giappone medievale: le due storie del libro raccontano di valorosi samurai costretti a combattere per il proprio onore nel Giappone feudale, tra immaginario e rigorosa ricostruzione storica. Roberto Recchioni (1974) è uno sceneggiatore, disegnatore, giornalista e scrittore, e attualmente collabora con la Sergio Bonelli Editore in veste di curatore di Dylan Dog e di creatore della serie Orfani; Andrea Accardi (1968) è un fumettista e ha collaborato con le principali case editrici italiane. Il libro sarà presentato dagli autori venerdì 9 dicembre al Circolo dei lettori di Torino.
Un po’ di tavole di “Chanbara – La via del samurai”. Il nuovo libro di BAO Publishing che raccoglie due storie di samurai realizzate da Roberto Recchioni e Andrea Accardi.
Claudio Scajola si dimise da ministro dello Sviluppo Economico il 4 maggio del 2010, dieci mesi fa. Nelle settimane precedenti era ormai diventato palese a tutti che la sua casa romana era stata in cospicua parte pagata da un imprenditore, Diego Anemone, che era implicato in un’inchiesta su appalti e favori concessi dalla Protezione Civile. Scajola aveva negato da subito il pagamento, venendo progressivamente smentito e giungendo fino a sostenere che la casa potesse essere stata pagata a propria insaputa, versione che aggiunse derisioni alle accuse che gli erano state mosse ormai anche dai giornali vicini al centrodestra. “Le mie dimissioni potranno permettere al governo di portare avanti il lavoro importantissimo che io avevo contribuito a svolgere per il bene dell’Italia”
Il caso Scajola. Non avremmo pensato, dieci mesi fa, di fare ancora un titolo così.
Facebook ha bloccato la condivisione dai siti di notizie in Australia, in risposta a una nuova e discussa legge che impone alle grandi aziende di Internet di rimborsare gli editori per l’utilizzo dei loro contenuti. Nei mesi scorsi, i responsabili del social network si erano duramente opposti alla nuova legge, sostenendo che avrebbe ridotto la possibilità per i propri iscritti di informarsi e di essere informati. La società aveva inoltre annunciato che non avrebbe pagato, mentre Google nelle ultime settimane ha scelto di stringere accordi con gli editori australiani per evitare di dover rimuovere una parte consistente dei propri risultati di ricerca. Da anni gli editori dei giornali chiedono compensazioni sostenendo che le aziende come Facebook e Google sfruttino i loro contenuti, sia per avere più utenti sia per far rendere i loro sistemi pubblicitari, senza offrire qualcosa in cambio. Le società di Internet hanno sempre respinto questo assunto, sostenendo che i rimandi agli articoli dei siti di news nei risultati di ricerca o nelle anteprime sui social network contribuiscano a dare visibilità ai giornali e a portare un maggior numero di utenti sui loro siti.
Facebook ha bloccato la condivisione di notizie in Australia. Contro la proposta di legge che impone alle società di Internet di pagare gli editori per i link e le anteprime verso i loro articoli.
Intorno e dentro al “Cluster del caffè” – uno spazio comune a più paesi, curato dall’azienda Illy, che ha il compito di raccontare il prodotto, l’arte e la cultura legate al caffè e l’innovazione futura nel settore – i visitatori di Expo 2015 possono osservare una serie di ingrandimenti di fotografie in bianco e nero, scattate apposta per l’Esposizione dal grande fotografo brasiliano Sebastião Salgado. Salgado ha viaggiato dal 2002 al 2014 in dieci paesi per raccogliere le fotografie esposte, che raccontano – come dice il titolo della mostra – il processo che avviene “Dalla terra alla tazzina”: le foto arrivano dalle piantagioni in Brasile, India, Indonesia, Etiopia, Guatemala, Colombia, Cina, Costa Rica, El Salvador e Tanzania, e mostrano le piantagioni di caffè, ma anche i volti delle persone che si occupano della raccolta e della lavorazione. Una selezione delle stesse fotografie sarà in mostra anche a Venezia, dal 6 maggio al 27 settembre 2015, in Piazza San Marco. Il libro “Profumo di Sogno” contiene l’intero lavoro di Salgado.
Le foto di Sebastião Salgado a Expo. Sono esposte dentro e di fianco al Cluster del Caffè e raccontano il viaggio "Dalla terra alla tazzina".
Twitter ha messo a disposizione una nuova opzione per creare cronologie (timeline) di tweet personalizzate, che possono essere condivise con i propri contatti ed essere inserite sulle pagine web. L’idea è dare uno strumento in più a chi usa Twitter per mettere ordine tra le conversazioni o isolare contenuti rilevanti su un determinato argomento, evitando che il flusso continuo di nuovi tweet nella classica timeline ne faccia rapidamente perdere le tracce. Il nuovo strumento è stato messo a disposizione degli sviluppatori, quelli che fanno le applicazioni, e può già essere utilizzato da chi invia e legge tweet attraverso TweetDeck, l’applicazione con opzioni avanzate per organizzare meglio i tweet e ricevere notifiche quando ne vengono pubblicati di nuovi.
Le timeline personalizzate su Twitter. A che cosa serve e come si usa la nuova opzione per raccogliere i tweet, per ora solo su TweetDeck.
Lunedì 24 febbraio il governo Renzi affronterà il suo primo passaggio parlamentare, chiedendo la fiducia dopo il giuramento dei ministri avvenuto sabato 22 febbraio al Quirinale alla presenza del presidente Napolitano. Si inizierà con il Senato nel pomeriggio di lunedì, mentre la Camera voterà il giorno seguente. Ottenuta la fiducia, il presidente del Consiglio Matteo Renzi e i suoi ministri potranno avviare la loro attività di governo vera e propria. Regole L’articolo 94 della Costituzione prevede che il governo si presenti alla Camere “entro dieci giorni dalla sua formazione” per ottenere la fiducia. Il voto avviene “per appello nominale” con una mozione che deve essere discussa e motivata sia al Senato sia alla Camera. La fiducia viene chiesta naturalmente a governo già formato sulla base delle consultazioni effettuate nei giorni precedenti dal presidente della Repubblica, e successivamente dal presidente del Consiglio incaricato.
Governo Renzi, cosa succede oggi. A partire dalle 14 il presidente del Consiglio espone il suo programma e chiede la fiducia al Senato: quali sono i numeri.
Tra il 2009 e il 2011, Vodafone Italia scoprì la presenza di alcune falle di sicurezza in alcuni sistemi Huawei utilizzati per la sua rete. Non è chiaro se la vulnerabilità fosse stata inserita di proposito da Huawei per creare un accesso secondario (backdoor), come ipotizza un’inchiesta di Bloomberg, o se fosse semplicemente il frutto di un errore di progettazione, come sostengono Huawei, Vodafone e diversi esperti informatici. Il problema fu risolto intervenendo sui sistemi esistenti, senza che fosse necessario sostituirli. La notizia diffusa dall’inchiesta di Bloomberg, e in parte smentita da Vodafone, porterà probabilmente nuovi problemi a Huawei, grande azienda privata cinese che produce smartphone e strumentazioni per le reti telefoniche. La società è accusata dal governo degli Stati Uniti di inserire nei suoi apparati sistemi che consentono al governo cinese di spiare gli altri paesi. Huawei nega da sempre queste circostanze e finora negli Stati Uniti non sono state prodotte prove concrete per dimostrarlo. Huawei è uno dei principali fornitori delle più importanti compagnie telefoniche del mondo (fuori dagli Stati Uniti) e le sue strumentazioni sono impiegate per la costruzione del 5G, la nuova generazione di reti cellulari per la trasmissione dei dati.
Vodafone Italia ebbe problemi di sicurezza per via di Huawei. Lo ha raccontato un'inchiesta di Bloomberg, ma non è chiaro se le falle fossero volute per poter spiare i dati scambiati sulla rete o un semplice errore.
Aggiornamento del 12 luglio. L’azienda torinese Bolaffi ha comprato per 390 mila dollari all’asta di Christie’s il raro modello di Apple I. ***
Com’era fatto l’Apple I. Il primo raro computer della società, ideato da Jobs e Wozniak, è all'all'asta da Christie's: parte da una base di 300mila dollari, nel 1976 ne costava 666,66.
Nel suo ultimo trimestre Snap, la società che ha la proprietà dell’applicazione Snapchat, ha prodotto ricavi per 207,9 milioni di dollari, molto al di sotto dei 235,5 milioni di dollari previsti dagli analisti. L’azienda ha deluso anche per quanto riguarda il numero di utenti che quotidianamente utilizzano Snapchat: 178 milioni invece dei 180,5 milioni previsti da diverse società di analisi. Snap ha inoltre avuto perdite nette per 443,2 milioni di dollari e ha ammesso di non avere avuto molta fortuna con i suoi Spectacles, gli occhiali da sole con fotocamera incorporata, che dopo un successo iniziale sono rimasti invenduti con un valore di magazzino da assorbire intorno ai 39,9 milioni di dollari. I dati poco incoraggianti hanno portato il titolo di Snap a perdere fino al 22 per cento nella seduta di borsa di ieri negli Stati Uniti, con una chiusura a -17 per cento. Presentando gli ultimi dati finanziari, il CEO di Snap – Evan Spiegel – ha spiegato che presto Snapachat sarà rifatta quasi completamente per rendere più semplice e intuitivo il suo utilizzo. L’applicazione da più di un anno soffre la diretta concorrenza di Instagram, di proprietà di Facebook, che ha ripreso e in alcuni casi copiato le funzionalità di Snapchat, ottenendo un notevole successo con le sue Storie.
Snap ha mancato le previsioni di crescita e ora promette un rifacimento di Snapchat.
Il primo novembre verrà inaugurata al Rijksmuseum di Amsterdam la mostra Modern Times. Photography in the 20th Century. Resterà aperta fino all’11 gennaio 2015, ed espone per la prima volta 400 immagini tra le oltre 20mila fotografie del XX secolo che il museo colleziona dal 1994. Le fotografie più vecchie risalgono alla fine dell’Ottocento e comprendono, per esempio, gli studi sul movimento di un cavallo al galoppo realizzati nel 1887 dall’inglese Eadweard Muybridge, oltre ai primi scatti dell’olandese George Hendrik Breitner. Quelle più recenti sono del 2013: un reportage della fotografa olandese Viviane Sassen. La mostra racconta l’evolversi e il ruolo della fotografia nel Novecento: l’imporsi come forma d’arte, la nascita del fotogiornalismo di guerra, i documenti e i reportage, l’importanza nel mondo della moda e della pubblicità. Tra i capolavori ci sono il ritratto di Peggy Guggenheim fatto da Man Ray e quello della tuffatrice olimpica Marjorie Gestring realizzato dal tedesco-statunitense John Gutmann, il ponte Transbordeur di Marsiglia fotografato dall’ungherese László Moholy-Nagy, e rari scatti di Joel Meyerowitz, Robert Capa, Lewis Hine e Bill Brandt. Molte fotografie sono state acquisite con il sostegno dello studio legale di Amsterdam Baker & McKenzie e sono particolarmente preziose perché rappresentano l’unico originale conosciuto di un’immagine. La mostra sarà ospitata nelle nove stanze dell’ala Philips Wing, appena ristrutturata dallo studio spagnolo Cruz y Ortiz.
La fotografia del Novecento ad Amsterdam. Il bellissimo Rijksmuseum espone per la prima volta 400 fotografie dalla sua collezione, che comprende rare opere di Man Ray, Robert Capa e Lewis Hine.
©Julie Blackmon, courtesy Robert Mann Gallery Various formats – Archival pigment print/ Galleria ROBERT MANN Oggi giovedì 8 novembre inizia la 22esima edizione di Paris Photo, una delle più importanti fiere di fotografia al mondo, che si tiene al Grand Palais di Parigi fino all’11 novembre e che quest’anno si presenta con una sezione dedicata alla fotografia erotica e un percorso sulla fotografia femminile, oltre ai soliti incontri, mostre ed eventi.
Cosa c’è da vedere a Paris Photo. Cioè una delle più importanti fiere di fotografia al mondo, che si tiene al Grand Palais di Parigi fino all'11 novembre.
A partire da lunedì in buona parte dell’Italia è iniziata una graduale riduzione delle restrizioni applicate negli ultimi mesi per rallentare la diffusione del coronavirus. Il cosiddetto “decreto riaperture” prevede soprattutto che possano riaprire bar e ristoranti al pubblico, a patto che il servizio sia effettuato all’esterno, ma non modifica gli orari del coprifuoco, che rimane quindi in vigore dalle 22 alle 5 del mattino. La decisione, che potrebbe essere rivista tra alcune settimane, ha portato a numerose polemiche e a un duro confronto nella maggioranza di governo, alimentato soprattutto da Matteo Salvini che vorrebbe toglierlo, o almeno farlo cominciare più tardi. Il dibattito politico, però, ha perlopiù trascurato le evidenze scientifiche accumulate in questi mesi e che possono aiutare a rispondere a una domanda che in molti si erano già fatti lo scorso autunno: il coprifuoco è davvero utile contro la pandemia?
Quanto è efficace il coprifuoco? è in vigore da mesi in Italia e in altri paesi ma tuttora è molto difficile valutarne gli effetti sui contagi, spiegano i ricercatori.
Lunedì è morto Mark Hollis, musicista britannico ammirato, e fondatore e leader della band dei Talk Talk, che ebbe un grande successo internazionale negli anni Ottanta con un disco in particolare, e poi si fece ricordare per essersi indirizzata verso progetti più creativi e sperimentali. Nel suo libro Playlist, la musica è cambiata Luca Sofri, peraltro direttore del Post, aveva scelto queste canzoni dei Talk Talk. Talk Talk (1981-1991, Londra, Inghilterra) Ricordati quasi solo per una coppia di singoli che spopolarono nella prima metà degli anni Ottanta, i Talk Talk hanno avuto una storia assai più originale di molti loro colleghi sbucati dalla new wave inglese. Erano tre, più uno che si faceva vedere meno, ed ebbero il coraggio di fregarsene di ripetere il primo successo, gettando nella disperazione i discografici e spingendosi sempre di più verso creatività musicali nuove e sregolate, e molto affascinanti. Ora non ci sono più, e ciascuno di loro fa serenamente le sue cose.
Otto canzoni dei Talk Talk. Dalle prime che fecero il botto a quelle più creative, oggi che è morto Mark Hollis, leader e ispiratore della band.
Aleksej Stachanov è stato un minatore sovietico: morì nel novembre 1977 e nacque il 3 gennaio 1906, 110 anni fa. Durante la sua vita Stachanov diventò un simbolo dell’Unione Sovietica, finì su una copertina del Time, diede il nome a due città sovietiche e a un movimento sull’organizzazione del lavoro – il cosiddetto stakanovismo – ma soprattutto, per estensione, una parola ancora in uso in molte lingue tra cui l’italiano: la si usa, spesso in modo ironico, per riferirsi all’eccessivo zelo nello svolgimento particolarmente intenso e prolungato di un lavoro. Stachanov nacque a Lugovaja, una città della Russia occidentale: era figlio di contadini e nei suoi primi anni di vita fece sia il contadino che il pastore, studiando alcuni anni nella scuola locale. Nel 1927 Stachanov – che parlando della sua gioventù si definì scarsamente educato – iniziò a lavorare in una miniera di carbone dell’Ucraina orientale. L’Unione Sovietica esisteva dal 1922 e Stalin – che nel 1924 aveva preso il posto di Lenin – puntava molto sull’industria (mineraria, ma non solo) per trasformarla da uno stato con un’economia agricola a una potenza industriale.
Da dove arriva la parola “stakanovista”? dal nome di un minatore russo che nacque oggi 110 anni fa, e che negli Trenta divenne il lavoratore-modello dell'URSS (finendo persino sulla copertina di Time).
La World Photography Organisation – un’importante organizzazione internazionale di fotografia – ha annunciato i vincitori del concorso Open dei Sony World Photography Awards, cioè quello riservato ai fotografi dilettanti e ai semplici appassionati all’interno del rilevante premio annuale di fotografia. La sezione Open è divisa in dieci diverse categorie – tra cui lo still life, i ritratti, la natura – ed è una delle quattro sezioni che compongono il premio, insieme a quella per i fotografi professionisti (che a sua volta ha dieci categorie), a “Youth” per ragazzi e ragazze dai 12 ai 19 anni e allo Student Focus, aperto agli studenti di fotografia di tutto il mondo. Sempre oggi sono stati annunciati i 63 vincitori dei premi nazionali, cioè un fotografo per ogni paese in competizione. Li trovate tutti qui, questo è quello per l’Italia, vinto da Caterina Bruzzone con una foto scattata a Valenza.
I dilettanti che hanno vinto i Sony Awards. Cioè quelli della categoria Open, riservata agli appassionati di fotografia, di uno dei più importanti concorsi di fotografia al mondo.
Il 25 aprile di sessant’anni fa, James Watson e Francis Crick pubblicarono sulla rivista scientifica Nature una ricerca fondamentale, spiegando per la prima volta un modello accurato della struttura del DNA. Quello studio, insieme a quello di altri ricercatori, è considerato un punto di svolta essenziale nella storia della biologia moderna. In occasione di questo importante anniversario, vi raccontiamo per immagini 10 cose note, e meno note, del codice che – tutto sommato – ha permesso anche al Post di esistere. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Dieci cose sul DNA. Sessant'anni fa fu pubblicato lo studio che cambiò per sempre il modo di studiare la biologia, a partire dal pus (e con l'aiuto dell'LSD, forse).
Il 26 marzo è morto lo scrittore statunitense Jim Harrison: aveva 78 anni. Harrison, autore di quasi 40 opere tra romanzi, raccolte di poesie e di saggi, era nato in Michigan ma viveva in Arizona. I suoi saggi e articoli sono stati pubblicati in numerose riviste americane, tra cui il New Yorker, Esquire, Sports Illustrated, Rolling Stone, Playboy e la New York Times Book Review. Harrison ha pubblicato anche un’autobiografia (Off to the Side, 2002) e un libro per bambini (The Boy Who Ran to the Woods, 2000). Le opere principali di Harrison sono state paragonate a quelle di Ernest Hemingway e William Faulkner: molti suoi personaggi provengono da contesti rurali e cercano di adattarsi alla vita nei contesti civilizzati pur mantenendo un legame con il loro ambiente d’origine. Nel 1988 è stata pubblicata la sua intervistata alla Paris Review: la numero 104 della famosa serie The Art of Fiction. In Italia Jim Harrison era noto soprattutto per essere l’autore di Vento di passioni, il racconto del 1979 da cui è stato tratto l’omonimo film del 1994 con Anthony Hopkins e Brad Pitt. Hopkins interpreta il colonnello Ludlow, un uomo che ha deciso di crescere da solo i suoi tre figli all’inizio del Novecento; Brad Pitt è uno dei tre figli di Ludlow, Tristan, coinvolto in un triangolo amoroso con il fratello Alfred. Il film ha un punteggio di 7,5 su Internet Movie Database.
È morto lo scrittore Jim Harrison. È conosciuto soprattutto per "Vento di passioni"; i suoi libri ricordano per tematiche e personaggi quelli di Ernest Hemingway e William Faulkner.
Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, ha annunciato le proprie dimissioni dall’incarico: non sarà più a guida dell’Istituto a partire dall’inizio del prossimo anno. Ricciardi ha comunicato le sue intenzioni con una lettera alla ministra della Sanità, Giulia Grillo, dicendo di aver rinunciato agli ultimi sei mesi del suo mandato e di voler tornare a insegnare presso l’Università Cattolica di Roma. Ricciardi era stato nominato circa quatto anni e mezzo fa dall’allora ministra della Sanità, Beatrice Lorenzin, diventando uno dei suoi principali consiglieri per le politiche sanitarie. Ricciardi negli ultimi mesi non aveva condiviso le posizioni del nuovo governo sui vaccini e sulle politiche per limitare l’assistenza sanitaria ai migranti. Ora l’Istituto sarà commissariato per l’ordinaria amministrazione, in attesa della scelta del suo prossimo presidente. Presidente @WRicciardi lascia guida @istsupsan: oggi l'Ente è solido e stimato a livello mondiale, posso tornare ai miei impegni accademici e a dedicarmi maggiormente a rappresentare modello di #sanitàpubblica italiano nelle sedi internazionali https://t.co/DPnQrGZJmj pic.twitter.com/E9iNlUTKvS
A fine anno Walter Ricciardi si dimetterà da presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
I contagi da coronavirus totali registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia in Italia, secondo gli ultimi dati diffusi oggi dalla Protezione Civile, sono 210.717, 1.389 in più di ieri. I morti sono 28.884, un incremento di 174 rispetto a ieri. Sia per quanto riguarda i nuovi casi di contagio che per quanto riguarda i morti, si tratta dei numeri più bassi dal 10 marzo. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” registrati sono 1.740, per un totale di 81.654. Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono 1.501. Oggi sono stati conteggiati i risultati di 44.935 tamponi. In Lombardia, la regione più colpita, i casi positivi totali sono oggi 77.528 (526 in più rispetto a ieri) e i morti registrati nelle ultime 24 ore sono stati 42. Le persone al momento in terapia intensiva sono 532, 13 in meno rispetto a ieri. Come ieri, anche oggi, la provincia con più contagi registrati non è lombarda: a Torino sono stati rilevati 191 nuovi casi, mentre a Milano 118.
Le notizie di domenica sul coronavirus. I casi di contagio rilevati sono 1.389 in più di ieri, mentre i morti sono 174 in più.
Tra quelli da fotografare rilassati in vacanza, questa settimana ci sono Zlatan Ibrahimovic felice su un gommone a Saint Tropez, e la coppia Salvini-Isoardi, in montagna a Ponte di Legno. Gli altri invece si davano da fare a rispettare impegni di lavoro: Clint Eastwood era a Venezia a girare un film, Emma Stone una serie tv a New York, ma con la faccia di chi vorrebbe essere altrove. I politici tedeschi sono in campagna elettorale: Martin Schulz che calcia un pallone, mentre qualcuno usa un’asta dei selfie con Angela Merkel. Ah, pensate di esservi abituati agli attori di Game of Thrones senza trucco e costumi? Forse questa foto di Gilly vi farà cambiare idea. E poi piccoli attori crescono, e ci sanno fare davanti ai fotografi. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Zlatan Ibrahimovic, Clint Eastwood a Venezia e Catwoman, tra quelli che valeva la pena fotografare questa settimana.
La casa editrice Giunti ha da poco pubblicato “Arte di Regime”, un libro di immagini molto eterogenee interamente dedicato al ruolo dell’arte nei totalitarismi più noti del Novecento, a cavallo tra le due guerre mondiali. Il volume – curato da Maria Adriana Giusti – contiene centinaia di immagini che offrono una prospettiva storica riguardo il rapporto e le interdipendenze tra le dittature (nazismo, stalinismo, fascismo) e i diversi ambiti dell’arte, dalla pittura all’architettura. Si tratta di rapporti da tempo ampiamente trattati e illustrati dalla letteratura: l’utilizzo dell’arte per fini quasi sempre propagandistici non ha impedito che nel corso degli anni le opere di artisti come la regista, attrice e fotografa tedesca Leni Riefenstahl venissero considerati e apprezzati per il loro valore estetico. In altri casi, come quello del pittore russo Kazimir Malevič, l’identità artistica dell’autore si legò a movimenti artistici più ampi, che dei totalitarismi condividevano in gran parte dei casi la celebrazione della mitologia del progresso delle avanguardie. Come emerge dalle diverse immagini contenute nel volume, dal punto di vista iconografico dittature storicamente molto differenti furono accomunate dalla predilezione per alcuni scenari e alcune immagini ricorrenti. Molte correnti artistiche di quegli anni svilupparono la poetica della velocità, l’elogio del lavoro e dell’attività fisica: il documentario del 1935 di Leni Riefenstahl, Trionfo della volontà, è tuttora considerato una delle più importanti opere cinematografiche di sempre.
L’arte nei regimi totalitari. Fotografie, manifesti e cartoline usati nelle dittature del Novecento, raccolti in un volume pubblicato dall'editore Giunti.
Ieri nel corso di una presentazione a Hong Kong, Google e Samsung hanno presentato Galaxy Nexus, il loro nuovo smartphone. Il telefono è il primo a utilizzare Android 4.0, per gli amici Ice Cream Sandwich (ICS), l’ultima versione del sistema operativo per cellulari progettata da Google e destinata a sfidare principalmente iOS di Apple nel settore sempre più competitivo degli smartphone e dei tablet. Galaxy Nexus Grazie alla collaborazione con il team che si occupa di Android, Samsung dice di aver progettato un telefono che si adatta al meglio al nuovo sistema operativo. Un particolare cui tengono molto i responsabili di Google, che da tempo insistono con i produttori sulla necessità di realizzare dispositivi altamente compatibili con Android così da far esprimere tutte le sue potenzialità.
Il nuovo telefono di Google. Si chiama Galaxy Nexus, lo produce Samsung e funziona grazie al nuovo Android, un biscotto gelato.
Dopo ogni puntata di X Factor riproponiamo tutte le canzoni originali delle cover cantate dai concorrenti del programma. Quest’anno X Factor va in onda su SkyUno, ieri è stata trasmessa la quinta puntata, che andrà in onda in replica – e in chiaro – domenica alle 19 su Cielo. Qui gli episodi precedenti. Vasco Rossi, Sally
X Factor, le canzoni vere. Le cover della quinta puntata, da The Alan Parsons Project a Elisa, da Carmen Consoli agli Everything but the girl.
Questa mattina, su ordine del gip di Roma Costantina de Robbio, la polizia ha arrestato quattro persone – tutti cittadini tunisini – a Latina e Caserta. Sono sospettate di far parte della rete di contatti che aveva in Italia Anis Amri, l’uomo che nel dicembre 2016 uccise 12 persone investendole con un camion a Berlino, e sono state arrestate con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione dei documenti e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata anche a Abdel Salem Napulsi, palestinese arrestato lo scorso ottobre e che si trova ancora in carcere per sospetta attività con finalità di terrorismo. Secondo Repubblica sono state anche perquisite 10 case tra Roma e Latina e l’operazione di polizia è ancora in corso.
A Latina e Caserta sono state arrestate quattro persone sospettate di terrorismo. Avrebbero fatto parte della rete di contatti di Anis Amri, l'attentatore del mercatino di Berlino poi ucciso in Italia.
Uno psicologo del traffico è uno psicologo che si occupa di studiare i comportamenti delle persone nelle strade, quando camminano a piedi e quando sono alla guida di un veicolo. Negli anni Cinquanta Karl Peglau era il migliore psicologo del traffico della Germania Est. La commissione per il traffico di Berlino gli aveva affidato il compito di trovare una soluzione ai numerosi incidenti tra macchine e pedoni che avvenivano all’epoca. Tra il 1955 e il 1960, infatti, in Germania Est più di 10mila pedoni erano stati uccisi in incidenti stradali. Karl Peglau studiò il problema per alcuni anni e il 13 ottobre del 1961 – esattamente cinquant’anni fa – presentò alla commissione la sua soluzione: l’Ampelmännchen, cioè l’omino dei semafori che per molti turisti è diventato ora uno dei simboli della Germania nonché della cosiddetta “Ostalgie”, la nostalgia di alcuni tedeschi per lo stile di vita della DDR. Peglau aveva concluso dalle sue ricerche che la maggior parte degli incidenti era dovuta al fatto che i pedoni dovessero seguire le indicazioni degli stessi semafori delle macchine. Le luci dei semafori, inoltre, erano troppo piccole e deboli se paragonate a quelle delle pubblicità luminose, mentre i loro colori rischiavano di non essere distinti dai daltonici (cioè da circa il 10 per cento delle persone). Insomma, i semafori dell’epoca aumentavano il pericolo di incidenti anziché diminuirli. Peglau propose allora di creare segnali più chiari. Per esempio, un omino rosso con le braccia aperte e le gambe unite avrebbe suggerito in modo chiaro di fermarsi, mentre un omino verde in movimento avrebbe fatto capire ai pedoni quando potevano attraversare la strada. Peglau aveva anche consigliato di aggiungere agli omini il naso, le dita, le orecchie e la bocca per umanizzarli ancora di più e generare il giusto comportamento dei pedoni attraverso l’immedesimazione. I nuovi semafori dovevano anche essere più grandi e dotati di luci migliori.
L’omino dei semafori di Berlino. La storia dell'Ampelmännchen, che oggi compie cinquant'anni.
Benché mi piaccia pensare di essere giudicata per la mia intelligenza, la verità è che la cosa più memorabile sul mio conto sembra essere che faccio il bagno nella vasca ogni giorno. La gente non se ne capacita. Lì per lì fanno come se niente fosse, poi però anni dopo, quando propongo ai miei amici di ordinare una pizza piuttosto che un sushi, loro mi rispondono: «ah, certo, tu preferisci il bagno alla doccia». Sono davvero colpita da quanto sembri rilevante. Prendete per esempio questo articolo di Deadspin della scorsa settimana, intitolato “Fare il bagno è da sudici”. La loro tesi vi è probabilmente nota, ma nel caso vi serva un po’ di contesto, ecco: «nessun adulto dovrebbe preferire il bagno alla doccia, quando si parla di igiene personale». Alla domanda «Si può uscire puliti da un bagno nella vasca?», la risposta dell’autore è «Penso di sì», ma è il massimo a cui può arrivare: «Sono steso in una bara bianca e corta. Non è una cosa che mi rilassa». Non sto tentando di convincervi che il bagno sia meglio della doccia, so che non funzionerebbe. La sola idea di poter intervenire su una routine radicata per migliaia di persone è ridicola. Ma lasciatemi spiegare perché il bagno nella vasca è di fatto superiore alla doccia, e poi potete anche ricominciare a sfottermi.
“Vasca o doccia?”. Uno dei più antichi e ridicolizzati temi di dibattito da ombrellone, ripreso e argomentato con passione da una giornalista di Slate.
A partire dal 2020 Apple rimpiazzerà i processori di Intel con propri chip all’interno dei suoi computer Mac. La notizia non è ufficiale, ma è stata diffusa da Bloomberg, solitamente bene informata sui progetti di Apple. Il cambiamento dovrebbe avvenire a cominciare dai portatili MacBook da 12 pollici, per essere poi applicato agli altri modelli di computer. Apple utilizza processori Intel da 13 anni circa, dopo che Steve Jobs decise di abbandonare i PowerPC realizzati in collaborazione con IBM. È probabile che alcuni Mac mantengano comunque i microprocessori di Intel ancora a lungo, soprattutto nel caso dei modelli più potenti come i Mac Pro. Bloomberg stima che Apple contribuisca al 5 per cento circa del fatturato annuale di Intel. La notizia, diffusa nella tarda giornata di lunedì, ha fatto perdere in borsa fino al 6 per cento a Intel.
Dal 2020 Apple inizierà a usare suoi processori al posto di quelli Intel, dice Bloomberg.
In età adulta il nostro cervello non produce nuovi neuroni, almeno secondo una nuova ricerca scientifica da poco pubblicata e coordinata da Arturo Alvarez-Buylla dell’Università della California, San Francisco. Il risultato è molto discusso e ha portato nuovi elementi a un dibattito che dura ormai da decenni, tra gli scienziati: da una parte ci sono quelli che ritengono che i neuroni continuino a formarsi anche negli esseri umani adulti, dall’altra quelli che sostengono che una volta terminato lo sviluppo non se ne generino di nuovi. È un confronto interessante, non solo perché riguarda il modo stesso in cui si organizza il nostro cervello, ma anche perché offre una buona dimostrazione di come funzioni la ricerca scientifica, con studi ed esperimenti che si contraddicono tra loro e contribuiscono pian piano a capire come funzionano davvero le cose. 90 anni di discussioni Per farsi un’idea di quanto sia lunga questa storia, possiamo tornare indietro fino al 1928. All’epoca Santiago Ramón Cajal, considerato uno dei padri della moderna neuroscienza, scrisse nei suoi studi: “Da adulti i centri nervosi sono sostanzialmente fissi, finiti e immutabili”. I ricercatori hanno fatto loro queste conclusioni per anni, orientando le loro ricerche per trovare conferme sul fatto che la neurogenesi – la formazione di nuove cellule nervose – avvenga solo dal momento in cui siamo un semplice embrione fino all’adolescenza. Complici i progressi degli strumenti per compiere le analisi, negli anni Ottanta diversi ricercatori hanno notato stranezze che hanno messo in dubbio le certezze di Cajal e colleghi di inizio Novecento.
Il nostro cervello produce nuovi neuroni? da quasi 90 anni i ricercatori cercano di capire se negli umani adulti si producano nuove cellule: ora un nuovo studio lo esclude, ma se ne discute molto.
Venticinque anni fa, il 14 febbraio 1991, il giorno di San Valentino, uscì negli Stati Uniti Il silenzio degli innocenti (The Silence of the Lambs, in inglese): i protagonisti erano Clarice Starling (Jodie Foster) e Hannibal Lecter (Anthony Hopkins), che quindi in un certo senso oggi festeggiano il loro anniversario come coppia cinematografica. Il silenzio degli innocenti fu diretto Johathan Demme, e la sceneggiatura fu scritta da Ted Tally adattando un romanzo di Thomas Harris. Agli Oscar del 1992 Il silenzio degli innocenti vinse cinque premi: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, migliore attrice protagonista e miglior sceneggiatura non originale. Nella storia del cinema solo altri due film sono riusciti a vincere questi cinque premi: Accadde una notte e Qualcuno volò sul nido del cuculo. Il silenzio degli innocenti è considerato un classico e uno dei miglior thriller della storia del cinema, anche perché è rimasto nella cultura popolare e ha condizionato il modo in cui sono fatti i film. La trama è piuttosto semplice: Starling è una recluta dell’FBI che per indagare su uno spietato serial killer (Buffalo Bill) viene mandata a parlare con un altro serial killer (Lecter) che è in prigione da alcuni anni. L’FBI pensa che Lecter – che oltre a essere uno spietato cannibale è anche un intelligentissimo psichiatra – possa dare informazioni utili per trovare Buffalo Bill. L’FBI manda Starling perché in quel momento non c’è altra soluzione: Lecter si è rifiutato di parlare con ogni altro agente scelto in precedenza.
“Il silenzio degli innocenti” ha 25 anni. È famoso per la sua locandina, per il modo in cui furono girate alcune scene e soprattutto per Hannibal Lecter: uscì il giorno di San Valentino del 1991.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 5.193 casi positivi da coronavirus e 57 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 4.664 (48 in meno di ieri), di cui 547 nei reparti di terapia intensiva (1 La storia di uno dei delitti più noti e violenti degli anni Settanta, al centro del film tratto da “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati
Sulla Lega Saviano si è sbagliato? alcune contestazioni di fatto al racconto di "Vieni via con me", raccolte da Fabio Chiusi.
All’inizio del Novecento c’era un quartiere di Tulsa, un’importante città americana dello stato dell’Oklahoma, dove il tenore di vita era particolarmente alto. Si chiamava Greenwood e ci vivevano più di diecimila persone afroamericane che gestivano e frequentavano fiorenti attività commerciali, un fatto anomalo per gli Stati Uniti di quell’epoca, in cui negli stati del Sud i quartieri a maggioranza nera erano di solito i più poveri. Greenwood invece era così ricco che il noto intellettuale afroamericano Booker T. Washington l’aveva definita “Negro Wall Street”. Nell’arco di un solo giorno di cento anni fa, il 31 maggio 1921, la prosperità che la comunità di Greenwood era riuscita a costruirsi fu distrutta in un episodio rimasto per decenni ignorato dalla memoria collettiva statunitense, e riscoperto solo di recente anche grazie alle testimonianze, a una commissione statale e all’interesse suscitato da alcuni prodotti culturali come la serie Watchmen del 2019, ambientata proprio a Tulsa.
A lungo non si parlò del massacro di Tulsa. La storia di quello che successe in Oklahoma il 31 maggio 1921, quando una folla inferocita di bianchi uccise centinaia di afroamericani e distrusse un intero quartiere.
Il Foglio di venerdì ospitava un articolo di Annalena Benini sulle madri-perfette incrociate alla fine dell’anno alle recite e ai saggi dei figli, sulla loro grande menzogna e sulla conseguente difficoltà nell’imitarle anche a partire dalla cosa più semplice: comprare e usare la macchina per fare il pane in casa. Arrivata davanti all’ingresso del teatro le ho viste, riunite in piccoli gruppi, l’aria euforica e sicura di chi non ha scordato niente, e i fiori in mano. Io non avevo fiori (per le bambine alla fine del saggio? Per ringraziare le maestre di danza? O erano regali dei mariti, dei fidanzati, degli amanti?) e in mano stringevo solo un biglietto trovato sul parabrezza del motorino: ma come parcheggi merda merda merda merda.
Il ritorno delle madri perfette. Annalena Benini sulle madri che si incrociano alle recite dei figli e sulla loro grande menzogna.
La sera di martedì 28 agosto cento migranti che erano a bordo della nave Diciotti, la nave militare italiana che per giorni era stata bloccata nel porto di Catania dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, sono arrivati su due pullman in un centro di accoglienza di Rocca di Papa, a sud a Roma. Ad accoglierli, dopo più di dieci ore di viaggio da Messina, i migranti hanno trovato sia i militanti neofascisti e della destra estrema contrari al loro arrivo, sia un gruppo di persone, alcune delle quali legate a collettivi e associazioni locali, con cartelli che davano loro il benvenuto. Il primo pullman con i migranti è arrivato alle dieci e mezzo di sera. Già da qualche ora davanti alla struttura “Mondo migliore” – che attualmente ospita 270 persone, che ha 600 posti letto e accoglierà i migranti della Diciotti per pochi giorni, prima che vengano distribuiti nelle diocesi che hanno dato la disponibilità – erano presenti due differenti presidi, non è chiaro se autorizzati entrambi o meno. Da una parte c’era un gruppo composto dai militanti di CasaPound, di Forza Nuova e di Fratelli d’Italia, e da movimenti cosiddetti “sovranisti” e anti-immigrazione. Tra loro c’erano anche Davide Di Stefano, responsabile romano di CasaPound Italia e Luca Marsella, candidato per CasaPound nel 2017 nel municipio di Ostia.
Cosa è successo ieri a Rocca di Papa. Davanti al centro di accoglienza dove sono arrivati 100 migranti sbarcati dalla Diciotti c'erano un gruppo di militanti della destra estrema e alcune persone con i cartelli "Welcome".
Secondo i principali giornali economici internazionali, Corrado Sciolla, il capo della divisione europea di BT – la più grande società di telecomunicazione britannica, già conosciuta come British Telecom – si dimetterà a breve in seguito a uno scandalo che ha coinvolto la divisione italiana della società. Secondo un’indagine interna, condotta con l’aiuto della società di revisione KPMG, BT Italia per anni ha truccato i conti per gonfiare i suoi guadagni. Lo scandalo ha costretto BT a tagliare di 530 milioni di sterline (circa 620 milioni di euro) il valore della sua divisione italiana. Da ieri il titolo di BT, quotato alla borsa di Londra, ha perso circa il 20 per cento del suo valore. BT Italia ha circa 80 mila clienti nel nostro paese, soprattutto imprese, e nel giugno del 2016 ha vinto un importante appalto per fornire servizi internet alla pubblica amministrazione. I primi sospetti contro la divisione italiana erano emersi la scorsa estate e l’indagine interna è iniziata a ottobre. Da allora la società ha sospeso diversi manager che hanno poi lasciato l’azienda, tra gli altri l’ex CEO Gianluca Cimini e l’ex COO Stefania Truzzoli. Martedì la procura di Milano ha annunciato di aver aperto un’inchiesta sul caso.
Lo scandalo di BT in Italia. Secondo un'indagine interna, la divisione italiana del grande gruppo di telecomunicazione britannico per anni ha truccato i suoi conti.
Starwalls è un popolare e consolidato sito che da diversi anni raccoglie e mostra le foto di varie forme di scrittura creativa pubblica, diciamo, ovvero soprattutto scritte sui muri ma anche altre immagini di messaggi scoperti in giro. Dalle sue raccolte quest’anno è stato anche pubblicato un libro, ma il sito continua ad aggiornarsi, e i suoi messaggi ad aggiornarsi con i tempi. Ne abbiamo raccolti alcuni dei più recenti: tra i quali diversi sono molto contemporanei, riferendosi a un tempo di social network, o di Pokemon. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Ti vedo scritta su tutti i muri. Ultime cose dal sito "Starwalls", che raccoglie brevi forme di grande letteratura pubblica.
Oggi allo spazio Hangar Bicocca di Milano sarà inaugurata un’installazione che si intitola On Space Time Foam, fa parte di un più ampio progetto che si chiama Cloud-Cities ed è opera dell’artista argentino Tomás Saraceno. Il titolo fa riferimento a un’espressione che in fisica serve a indicare delle particelle subatomiche in rapido movimento. Saraceno racconta di aver pensato a cosa fare solo una volta arrivato sul posto: le sue opere sono spesso site-specific, cioè pensate per un luogo specifico. L’opera è composta da tre strati trasparenti di plastica sui quali i visitatori possono camminare a più livelli. L’installazione è gigantesca – la superficie complessiva è di 1200 m², sollevata a 20 metri d’altezza – ma quello che colpisce di più è la relazione che si crea tra un piano e l’altro, e quello che succede ai visitatori una volta che interagiscono con essa.
La bolla di Tomás Saraceno. Le foto della bella e grande installazione camminabile che apre oggi all'Hangar Bicocca di Milano.
Nel mondo della tecnologia e dei suoi appassionati la parola frictionless – letteralmente “senza attrito” – si usa da qualche anno per sintetizzare l’idea in base alla quale l’uso di un prodotto o servizio tecnologico debba essere il più semplice, facile e veloce possibile. Eliminare l’attrito vuol dire, per esempio, rendere un’interfaccia più essenziale, comprensibile e rapida, ridurre i passaggi per registrarsi a un sito, semplificare le ricerche su un browser o far sì che anche persone inesperte sappiano installare e usare qualcosa di tecnologico. Il giornalista Kevin Roose si è chiesto però sul New York Times se a furia di eliminare l’attrito la tecnologia non sia diventata troppo facile e quindi meno controllabile per gli utenti. Roose sostiene che «nell’ultimo decennio l’eliminazione dell’attrito è diventata un’ossessione per il settore tecnologico» e la necessità di eliminare questo attrito «è stata presa come se fosse il Vangelo da molte delle più grandi società al mondo». Roose spiega che uno dei primi grandi momenti nella sfida all’attrito fu nel 2011, quando Mark Zuckerberg spiegò che Facebook avrebbe reso più semplice e naturale la possibilità di condividere le proprie attività, e che l’avrebbe fatto permettendo a servizi esterni di raccogliere e pubblicare informazioni su quanto ogni utente avesse corso, su cosa avesse mangiato, su dove fosse stato o su che musica avesse ascoltato. Fino a quel momento le app chiedevano ogni volta il permesso dell’utente per pubblicare informazioni sul suo profilo di Facebook. Zuckerberg disse invece: «D’ora in poi, sarà un’esperienza frictionless». Lo scopo dichiarato era rendere più facile le cose per gli utenti; il motivo implicito era far sì che gli utenti condividessero più cose possibili su Facebook.
La tecnologia è diventata troppo semplice. L'ossessione di rendere "frictionless", senza attrito, app e servizi online ha fatto qualche danno, scrive il New York Times.
I magistrati che indagano sulla scalata al gruppo Parmalat da parte della società francese SocGen e su un presunto reato di aggiotaggio legato a quell’operazione, hanno contestato a una dirigente di SocGen, Patrizia Micucci, una telefonata il cui contenuto è nell’invito a comparire, oggi diffuso dall’Ansa: nella conversazione Micucci informa il direttore generale di Intesa Sanpaolo Gaetano Micciché dell’imminente lancio dell’OPA, 18 minuti prima che questa sia pubblica. Micucci dovrebbe essere interrogata dal pubblico ministero Eugenio Fusco con altri indagati tra cui suo marito Eugenio Cané – coinvolto nel giro di informazioni in quanto manager di Intesa Sanpaolo – il 15 dicembre, salvo rinvii. Nella telefonata Micciché spiega a Micucci, dopo aver ricevuto la notizia riservata sul prezzo per azione Parmalat, che sta per entrare «in una riunione (…) con Passera, Nagel e Ghizzoni, quindi ti volevo solamente dire se nel caso in cui tu avessi dei messaggi?». E Micucci annuncia: «Allora te lo dico subito il messaggio? Allora? Lui è disponibile a fare quella roba lì, però stamattina abbiamo lanciato l’Opa», al prezzo di «due e sessanta».
L’inchiesta per insider trading su Parmalat scopre cose nuove. Il direttore generale di Intesa Sanpaolo fu avvisato con 18 minuti di anticipo del lancio dell'OPA e del prezzo delle azioni, mentre entrava in una riunione con Passera.
Qualche ora fa Juno – la sonda spaziale della NASA che dal 5 luglio è nell’orbita di Giove – ha trasmesso le sue prime foto scattate al pianeta, il più grande del sistema solare, di cui sappiamo pochino. È per esempio la prima volta che abbiamo immagini così definite del polo nord di Giove e delle aurore che ci sono al polo sud. Scott Bolton, capo dei ricercatori della missione Juno, ha detto: «Non abbiamo mai visto o immaginato nulla di simile nel sistema solare. È più blu di altre parti del pianeta e ci sono moltissime tempeste». Le foto sono state scattate da una distanza di circa 78.000 chilometri e perché Juno potesse arrivare a farle c’è voluto molto tempo: partì il 5 agosto del 2011 da Cape Canaveral, in Florida, e per arrivare vicino a Giove ha seguito un percorso piuttosto tortuoso, sfruttando le spinte orbitali di altri pianeti: nel complesso ha viaggiato per circa 2,8 miliardi di chilometri. Il costo complessivo della missione è intorno agli 1,13 miliardi di dollari e la sua durata prevista è di 78 mesi dal lancio. Giove è enorme: ci vorrebbero 11 pianeti come il nostro messi in fila per coprire il diametro di Giove, e ne servirebbero 300 per ottenere la stessa massa. A differenza della Terra, però, Giove non è roccioso, ma è una colossale palla di gas formata per lo più da idrogeno ed elio. Le sue dimensioni e la sua composizione ci dicono che fu il primo pianeta a formarsi nel Sistema solare. Nel farlo inglobò gli avanzi dei gas che avevano costituto il Sole, la stella intorno cui orbitano tutti i pianeti del Sistema. Mentre la Terra impiega circa un anno per compiere un’orbita completa intorno al Sole, Giove ne impiega 12; in compenso gira velocissimo su se stesso: un giorno da quelle parti dura appena 10 ore.
Le nuove foto scattate da Juno a Giove. La sonda spaziale ha trasmesso le prime foto del polo nord del pianeta, belle come ce le si immagina.
Da oggi, lunedì 28 giugno, non sarà più obbligatorio indossare la mascherina all’aperto nelle regioni in zona bianca (ovvero tutte, sempre a partire da oggi). L’obbligo rimarrà in vigore solo in Campania, che ha deciso di mantenere la regola precedente sia al chiuso che all’aperto. Sarà comunque necessario indossarla nelle situazioni in cui non è possibile mantenere il distanziamento fisico e si dovrà portarla sempre con sé. Continuerà inoltre a essere obbligatoria nei negozi e negli altri ambienti al chiuso, mentre nei ristoranti e nei locali rimarranno le regole attuali, cioè la possibilità di non indossarla solo mentre si è seduti al tavolo.
Da oggi niente più mascherine all’aperto. Sono obbligatorie solo nelle situazioni in cui non è possibile mantenere il distanziamento fisico e negli ambienti al chiuso.
Nella notte tra sabato e domenica una bambina di Trento di quattro anni è morta all’ospedale di Brescia dopo aver contratto una forma aggressiva di malaria. La bambina e i suoi familiari non erano stati in paesi dove questa malattia è endemica e per questa ragione si sta cercando di capire come sia stato possibile che la bambina si sia ammalata. La ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha detto che una delle ipotesi è che la bambina abbia contratto la malaria all’ospedale Santa Chiara di Trento, dove era stata ricoverata in precedenza (non per la malaria). I problemi erano cominciati il 13 agosto: la bambina era stata male perché affetta da diabete mentre si trovava in vacanza con i genitori a Bibione, in provincia di Venezia. Inizialmente era stata curata a Portogruaro, poi dal 16 al 21 agosto era stata ricoverata all’ospedale di Trento. Il 31 agosto le erano stati prescritti degli antibiotici per una faringite sempre a Trento e i medici dell’ospedale si erano accorti della malaria; a quel punto la bambina era stata portata a Brescia, dove c’è un reparto per le malattie tropicali. Paolo Bordon, direttore generale dell’Apss (Azienda provinciale dei servizi sanitari) del Trentino, ha detto ai giornali che il 21 agosto, quando ancora la bambina si trovava all’ospedale di Trento per il diabete, «è arrivata in ospedale una famiglia del Burkina Faso, di ritorno da un viaggio nel paese d’origine, con due bambini con la malaria».
Una bambina di Trento di 4 anni è morta di malaria. E non si sa bene come abbia fatto a prenderla.
Il sindaco uscente di Firenze, Dario Nardella, è stato rieletto nelle elezioni amministrative di domenica. Lo scrutinio è iniziato alle 14 e sono state scrutinate 300 sezioni su 360: nei dati reali Nardella è già molto avanti, vicino al 58 per cento, e anche le proiezioni lo danno sicuro della vittoria al primo turno. Lo stesso Nardella ha detto parlando a Sky TG24: «Possiamo essere ragionevolmente sicuri di vincere al primo turno». Prima di fare il sindaco di Firenze, Nardella è stato il vicesindaco di Matteo Renzi tra il 2009 e il 2014. Gli altri candidati sono molto staccati rispetto a Nardella: i dati parziali dicono che Ubaldo Bocci, che era il suo principale sfidante e candidato del centrodestra, è al 24,76 per cento; Roberto De Blasi, candidato del Movimento 5 Stelle, è al 6,55 per cento; Antonella Bundu (indipendente, sostenuta da 3 liste di sinistra radicale) è al 7,3 per cento. In effetti anche i risultati delle elezioni europee a Firenze sono andati bene per il PD: è stato di gran lunga il partito più votato (43,70 per cento), mentre il secondo partito è la Lega con il 20,26 per cento e il terzo il Movimento 5 Stelle con appena il 9,75 per cento. L’affluenza è stata al 68,07 per cento dei votanti, in linea con la media nazionale che è del 68,01 per cento.
Dario Nardella ha vinto le elezioni comunali di Firenze. Il sindaco uscente del centrosinistra è molto avanti, e la sua vittoria al primo turno è ormai sicura.
La notizia del suicidio di una ragazza di 14 anni a Cittadella, in provincia di Padova, che secondo le prime ricostruzioni era stata insultata e derisa su internet per la sua depressione e le sue inclinazioni autolesionistiche e suicide, ha svegliato il ciclico e quasi sempre superficiale e sterile dibattito sui “pericoli di internet” con molti rituali commenti sui quotidiani. Il sito del magazine Wired ha preferito provare a capire cosa dicono i dati dei suicidi tra i giovani in Italia, almeno quelli disponibili. La presunta esplosione di suicidi legata al cyberbullismo non ha alcun supporto scientifico. Così come non esisteva un boom di suicidi causati dalla crisi economica. “Ogni anno in Italia si verificano circa tremila casi di suicidio, con punte di quasi quattromila casi nei primi anni Novanta”, ci aveva raccontatoStefano Marchetti, responsabile dell’ultima indagine dell’Istat su suicidi e tentativi di suicidio in Italia, relativa all’anno 2010: “Ogni gesto estremo, come quelli che le cronache recenti raccontano, nasconde una tragedia umana e impone il massimo rispetto. Ma è difficile affermare che vi sia un aumento statisticamente significativo dei suicidi dovuto alla crisi economica. Temo che si stiamo facendo affermazioni forti, senza robuste evidenze scientifiche”.
I dati sui suicidi tra i giovani, dopo internet. Non sono aumentati, anzi: lo spiega Wired suggerendo di discutere dei fatti e dei problemi degli adolescenti, senza assolversi dando le colpe alla Rete.
Nel tratto di mare che separa il Giappone dalla Corea del Sud c’è un’isola grande poco meno di un chilometro quadrato su cui alle donne è tradizionalmente proibito mettere piede per motivi religiosi. Se ne sta parlando perché un comitato dell’UNESCO, il Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti (ICOMOS), ha da poco raccomandato di inserirla nella lista dei siti patrimonio dell’umanità. L’isola si chiama Okinoshima e rientra nel territorio amministrato dalla città di Munakata, che a sua volta si trova a Kyushu, la più meridionale delle quattro isole più grandi che formano il Giappone. L’accesso all’isola è proibito alle donne perché è la sede di un kami, cioè uno “spirito”, una specie di divinità secondo la religione shintoista, il principale culto giapponese; l’intera isola è considerata un santuario. La cosa buffa è che alle donne è proibito accedere all’isola anche se la divinità a cui è intitolato il tempio Okitsu (quello nella foto qui sotto) è una dea, la dea del mare Tagorihime. L’UNESCO deciderà se includere Okinoshima nella lista dei siti patrimonio dell’umanità a luglio.
L’isola dove non sono ammesse le donne. Per motivi religiosi, dato che ospita un santuario shintoista: si trova in Giappone ed è candidata a entrare nella lista dei siti patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Venerdì 20 marzo l’INPS ha pubblicato una circolare applicativa di un decreto ministeriale che allunga di quattro mesi l’età alla quale si potrà usufruire della pensione di vecchiaia: dal gennaio 2016, quando il provvedimento entrerà in vigore, gli uomini potranno andare in pensione a 66 anni e sette mesi e le donne che lavorano nel settore privato a 65 anni e sette mesi. Le lavoratrici autonome, che andavano già in pensione a 64 anni e nove mesi, andranno in pensione ora a 66 anni e un mese. Si allungherà anche la quantità di anni in cui è necessario aver lavorato per ottenere la pensione anticipata, prima che scatti quella di vecchiaia: 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. L’aumento dell’età pensionabile è una decisione che deriva da un provvedimento del 2010, preso dall’allora governo Berlusconi, che rendeva obbligatorio revisionare ogni tre anni l’età della pensione di vecchiaia tenendo conto dell’aumento delle aspettative di vita degli italiani. Dal 2018 entreranno in vigore le nuove regole della riforma Fornero e l’adeguamento dovrà essere fatto ogni due anni. L’età pensionabile era stata adeguata alle nuove aspettative di vita già nel 2013. Con l’aumento deciso per il prossimo gennaio ha portato in tutto ad un innalzamento dell’età pensionabile di sette mesi.
Si alza l’età pensionabile. Di qualche mese, per tutti i lavoratori: si tratta di un adeguamento automatico sulle aspettative di vita, entrerà in vigore nel 2016.
Negli ultimi anni la festa della modella Heidi Klum è diventata uno degli eventi mondani più attesi della settimana di Halloween: questa volta lei si è vestita da principessa Fiona del film d’animazione Shrek, e tra i suoi invitati c’erano la modella Bella Hadid, il cantante The Weeknd, lo stilista Zac Posen e una ex Spice Girls che si è vestita da un’altra ex Spice Girls. Per il resto, Justin Trudeau ha accompagnato il figlio a fare dolcetto-scherzetto per Ottawa vestito da Sherlock Holmes e i coniugi Trump hanno accolto con un cesto pieno di dolci i bambini alla Casa Bianca. Poi valeva la pena fotografare la prima ministra neozelandese Jacinda Ardern alle prese con un gigantesco bouquet di fiori; il sorriso di Paolo Virzì; la duchessa di Cambridge che gioca a tennis; e le magliette di Jimmy Kimmel e Matt Damon, da mettere tra amici. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Valeva la pena fotografare tutti quelli in costume da Halloween – Heidi Klum e Justin Trudeau, per esempio – e poi Paolo Virzì, Keira Knightley e Jacinda Ardern, tra quelli non travestiti.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
Università: tutto o niente? anche Irene Tinagli trova del buono e del cattivo nella riforma: e accusa il PD di non averci lavorato abbastanza.