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Oggi, sulla Stampa, Luca Barbareschi ha pubblicato un avviso a pagamento per chiedere scusa alla sua ex compagna di partito Catia Polidori. Dopo la votazione della fiducia delle camere al governo di Silvio Berlusconi, il 14 dicembre 2010, Luca Barbareschi – che all’epoca era deputato di Futuro e Libertà per l’Italia, il partito fondato da Gianfranco Fini nel 2010 dopo aver lasciato il PdL – attaccò Polidori per aver votato a favore del governo nonostante la sua appartenenza a FLI. Barbareschi disse: «La Polidori è stata minacciata per le sue aziende. Le hanno detto che le chiudevano le sue aziende.»
Luca Barbareschi si è scusato con Catia Polidori. Con un avviso a pagamento sulla Stampa: l'aveva accusata nel 2010 di aver votato la fiducia al governo Berlusconi per tutelare gli interessi del CEPU.
Dovremmo fare più cose da soli partendo dall’andare al cinema, sostiene Hayley Schueneman sul sito The Cut. L’autrice dell’articolo ne è convinta da quando, a 14 anni, andò a guardare The Aviator – il film di Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio – con un’amica che, non condividendo il suo entusiasmo per il film, si addormentò presto e si fece venire a prendere dalla madre a metà. «Così finii il film e tornai a casa a piedi. Decisi seduta stante che il miglior modo per guardare un film era da soli». Per quanto guardare un film sia «un’esperienza solitaria», scrive Schueneman, spesso si decide di andare al cinema in compagnia, anche al punto di fare compromessi rispetto al film che si vorrebbe vedere, pur sapendo che durante la visione del film non si potrà chiacchierare: di fatto, si starà comunque da soli. Schueneman nota che c’è persino chi sceglie di andare al cinema come primo appuntamento: «è un’idea tremenda, davvero orribile. Ditemi se vi siete mai divertiti a guardare un film con una persona di cui sapete circa 14 cose, che si riducono a chi sono i suoi fratelli e a che cibi preferisce».
Il modo migliore per andare al cinema: da soli. Come sostiene una giornalista di The Cut, che spiega anche quali sono i posti e gli snack migliori.
Lunedì il ministero degli Esteri tunisino ha convocato l’ambasciatore italiano, dopo che nella giornata di ieri il ministro degli Interni Matteo Salvini aveva detto che la Tunisia «esporta galeotti». I una nota, il ministero degli Esteri della Tunisia ha detto di essere «profondamente stupito» dalle parole di Salvini, che non riflettono «la cooperazione tra i due paesi nel campo della gestione dell’immigrazione e indicano una conoscenza incompleta dei vari meccanismi di coordinamento esistenti tra i servizi tunisini e italiani». In visita all’hotspot per migranti di Pozzallo, in Sicilia, Salvini aveva detto a proposito della Tunisia: «mi sembra un paese libero, democratico, dove non ci sono guerre, epidemie, carestie e pestilenze, che non sta esportando dei gentiluomini, che mi sembra che spesso e volentieri esporti dei galeotti».
Il ministero degli Esteri tunisino ha convocato l’ambasciatore italiano, dopo che Salvini aveva detto che il paese «esporta galeotti».
Mercoledì 30 settembre è scaduto il termine che Mondadori e RCS, due delle più grandi società editrici in Italia, si erano date per accordarsi sulla cessione della divisione RCS Libri a Mondadori. Sull’edizione di oggi di Repubblica, Giovanni Pons ha spiegato che alcuni guai sono sorti proprio giovedì: il problema principale è che Mondadori teme che l’acquisto di RCS Libri – che comprende importanti case editrici fra cui Rizzoli, Fabbri e Sonzogno – possa comportare una multa dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (la cosiddetta “Antitrust”). Se Mondadori acquistasse RCS Libri arriverebbe infatti a possedere quasi il 40 per cento del mercato: a fare da concorrenza rimarrebbero soltanto gruppi di piccoli e medie dimensioni, con limitate possibilità economiche. Temendo una multa, Mondadori ha chiesto a RCS di poter pagare i 135 milioni di euro pattuiti per l’accordo solamente dopo una eventuale decisione dell’Antitrust. RCS invece, che ha da tempo grossi problemi economici, vuole ottenere subito i soldi della cessione e ha chiesto a Mondadori di assumersi la responsabilità per eventuali conseguenze presso l’Antitrust. In un comunicato diffuso l’1 ottobre, RCS ha detto che ci sono «punti ancora aperti» ma che il CdA «ha dato mandato all’amministratore delegato di verificare la possibilità di finalizzare entro i prossimi giorni l’operazione».
A che punto è l’affare Mondadori-Rizzoli. Le trattative per la creazione di un unico enorme editore si sono bloccate per il timore di una multa dell'Antitrust, ma riprenderanno nei prossimi giorni.
Ogni anno decine di migliaia di persone partecipano ai colloqui organizzati dalle grandi aziende tecnologiche e di internet della Silicon Valley, negli Stati Uniti, con la speranza di ottenere un posto di lavoro e nuove opportunità per la loro carriera. Tra le aziende più ambite per cui lavorare ci sono Facebook, Google e Apple. I meccanismi di selezione non sono sempre molto chiari e ogni azienda ha strategie diverse per scegliere i nuovi dipendenti, basandosi su colloqui, test e prove di altro tipo. Come Google, anche Apple è conosciuta per proporre domande creative e un po’ spiazzanti durante i colloqui. TIME ne ha selezionate alcune, tra le più diffuse e curiose che vengono spesso proposte a chi sta cercando lavoro nell’azienda informatica più ricca al mondo. 1. Spiega a un bambino di 8 anni che cos’è un modem/router e quali sono le sue funzioni. (domanda rivolta ai candidati a un posto da consulente).
Come farsi assumere da Apple. Sapendo rispondere a domande come queste – talvolta strane e spiazzanti – che può capitare di sentirsi rivolgere ai colloqui di lavoro.
Fin da quando uscirono i primi libri, e come in ogni saga fantasy che si rispetti, le intricate vicende di Game of Thrones sono state molto discusse dai lettori, e il formato stesso della narrazione – divisa in decine di vicende separate sia nel tempo sia nello spazio, raccontate ognuna dal punto di vista di un unico personaggio – ha incoraggiato la nascita di teorie variamente plausibili su cosa deve ancora succedere. La cosa ha raggiunto una nuova dimensione con l’arrivo della serie tv, ormai diventata una delle più popolari di tutti i tempi: dopo ogni puntata, migliaia di appassionati discutono ogni settimana di intrecci, personaggi, rivelazioni e soprattutto nuove teorie. Mashable ha raggruppato le dieci teorie che in questi mesi stanno circolando di più, classificandole dalla meno plausibile a quelle ormai date per certe. Occhio, ci sono spoiler per chi non è in pari con la programmazione statunitense. Jon Snow e Meera Reed sono gemelli La teoria nasce dal fatto che Ned Stark, il presunto padre di Jon Snow, e Howland Reed, il padre di Meera, sono gli unici due cavalieri che sopravvivono alla battaglia della Tower of Joy, importantissima per le vicende della saga (qui c’è un utile riassunto del perché). Semplificando molto: dopo che i Sette Regni di Westeros, cioè l’ambientazione principale dei libri, sono stati governati per circa 300 anni dalla dinastia dei Targaryen, una ribellione condotta da Robert Baratheon e Ned Stark rovescia re Aerys II, chiamato “il re Folle” per le sue decisioni senza senso. La ribellione era iniziata con il rapimento di Lyanna Stark, sorella di Ned e promessa sposa di Robert, da parte di Rhaegar, il figlio di Aerys. Dopo l’uccisione di Aerys e Rhaegar durante la ribellione, Ned Stark e altri cavalieri compiono una missione per liberare Lyanna: alla Tower of Joy sconfiggono tre cavalieri rimasti fedeli ad Aerys – è la scena che abbiamo visto in una delle visioni di Bran, nella terza puntata della sesta stagione – e corrono a salvare Lyanna, che però muore poco dopo. I fan dei libri da anni teorizzano che Lyanna sia morta partorendo Jon Snow, che Ned Stark ha sempre detto essere suo figlio, ma che in realtà sarebbe figlio di Rhaegar: a questa teoria si aggiunge quella di Meera, che però si basa solo su una certa somiglianza fisica fra i due attori – Kit Harington e Ellie Kendrick – e sull’ipotesi che Meera potesse ottenere un ruolo più rilevante dopo la morte di Jon Snow, cosa che però non è avvenuta.
Le 10 teorie più popolari su Game of Thrones. Alcune sono in giro da anni, altre sono state proposte solo dopo gli ultimi episodi (chi ha detto Bran?).
Nelle ultime settimane, tre città californiane hanno dichiarato fallimento e nei prossimi mesi altri centri urbani potrebbero fare la stessa fine. Le cause sono principalmente dovute alla crisi economica e al grande stato di indebitamento della California, vecchio e annoso problema dovuto alle grandi spese che sostiene ogni anno lo Stato. Nei dieci anni tra il 1998 e il 2008, la spesa è passata dal 56 a 131 miliardi di dollari, a fronte di entrate in sensibile riduzione e che non possono compensare il grande esborso di denaro. Tra il 2007 e il 2008 i ricavi per lo Stato sono passati da 100 miliardi di dollari a 85 miliardi, principalmente per il minore apporto di denaro proveniente da tasse e imposte.
Le città fallite in California. Sono tre soltanto negli ultimi tempi, una è la più grande mai fallita negli Stati Uniti: non è solo colpa della crisi economica.
Una scena ricorrente dei film d’azione ambientati in paesi tropicali prevede che il protagonista rimanga bloccato in una pozza di sabbie mobili nel mezzo della giungla. È prassi che chi è con lui riesca miracolosamente a non cascarci dentro, e che subito gli dica di non muoversi e di rimanere calmo, altrimenti sarà risucchiato. Di solito il protagonista si salva aggrappandosi a un bastone o a una corda (o a un serpente) lanciatogli dal suo amico, che lo tira fuori. Slate nel 2010 pubblicò addirittura una specie di archeologia delle sabbie mobili nella storia del cinema e nella cultura popolare americana, identificando negli anni Sessanta il picco di fascinazione per questo fenomeno (all’epoca addirittura un film su 35 conteneva delle sabbie mobili). Negli anni diversi scienziati e ricercatori hanno provato a studiare il fenomeno delle sabbie mobili, per cercare di capire se effettivamente sia possibile che “risucchino” una persona: e tutti dicono che no, non può succedere. Le sabbie mobili sono masse di sabbia piene d’acqua. L’acqua provoca una riduzione nell’attrito tra i granelli di sabbia: per questo il terreno non sostiene il peso di un corpo, sopra una certa densità, e quindi quel corpo sprofonda. Si trovano soprattutto in corrispondenza delle foci a delta dei fiumi, e spesso contengono, oltre a sabbia e acqua, argilla e sale. Claudia Hammond ha raccolto su BBC i progressi negli studi scientifici che si sono occupati di sabbie mobili. Daniel Bonn, un fisico esperto di dinamica dei fluidi dell’università di Amsterdam, raccolse dei campioni di sabbie mobili mentre si trovava in Iran, dopo aver visto dei cartelli che mettevano in guardia del pericolo i turisti vicino a un lago. Tornato nel suo laboratorio, ricreò delle sabbie mobili a partire dal campione e provò ad appoggiarci sopra delle palle di alluminio, quindi con una densità superiore a quella del corpo umano. Per simulare i movimenti di una persona in stato di panico, scosse il contenitore nel quale aveva ricreato le sabbie mobili. Le palle non affondarono: sprofondarono un po’, ma poi la sabbia tornò a mischiarsi con l’acqua e i corpi tornarono in superficie. Bonn provò con altri corpi, scoprendo che quando questi avevano una densità uguale a quella del corpo umano non sprofondavano mai del tutto, ma solo per metà. Il motivo, aveva spiegato la squadra di Bonn in uno studio pubblicato su Nature nel 2005, è che le sabbie mobili hanno una densità di circa due grammi per millilitro, mentre il corpo umano ha una densità di circa un grammo per millilitro.
Dobbiamo dirvi una cosa sulle sabbie mobili. Quella classica scena presente in una montagna di film d'azione dal punto di vista scientifico non sta in piedi.
Sul Corriere della Sera di oggi, Paolo Conti critica il Partito Democratico per le recenti proteste – arrivate fra gli altri dai vicesegretari Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini, e dal deputato del PD e membro della Commissione vigilanza RAI Michele Anzaldi – che ha avanzato contro la gestione della RAI e la direzione di alcuni suoi programmi politici. Secondo Conti negli ultimi anni il PD ha partecipato attivamente alla “lottizzazione” degli organi dirigenti della RAI. L’attuale dirigente generale è Antonio Campo dell’Orto, considerato molto vicino al segretario del PD e presidente del Consiglio Matteo Renzi, e anche la presidente Monica Maggioni è considerata vicina a Renzi. Conti scrive che al posto di invocare riforme e una RAI “libera dai partiti”, «occorrerebbe semplicemente votare (in Vigilanza) i vertici della Rai e poi lasciare che l’autonomia aziendale faccia il proprio corso». Se, in Italia, ti capita di detestare qualcuno, esiste un formidabile strumento per dimostrare il tuo odio: batterti perché il tuo nemico venga nominato ai vertici della Rai. Trascorse appena quarantott’ore di auguri, applausi e untuose lusinghe, gli apparirà l’inferno. Non solo la fila di questuanti e di sedicenti geni incompresi ed emarginati dalle precedenti gestioni. Soprattutto comincerà a farsi sentire quella politica che, fino al giorno prima, ha gridato «giù le mani dalla Rai», uno dei più ipocriti e corrotti luoghi comuni della nostra vita pubblica dai tempi della riforma del lontano 1975, anno in cui cominciò la lottizzazione (neologismo di Alberto Ronchey) della tv pubblica. Prima le piccole avvisaglie, poi i primi distinguo, infine le risse e le urla scomposte.
Il PD che non vuole i partiti nella RAI, a parte il PD. Paolo Conti sulla assurda pretesa del partito di governo di dirsi vittima della Rai che ha costruito.
Il film più importante di quelli usciti nella sale italiane tra mercoledì e oggi è certamente The Tree of Life, il nuovo film di Terrence Malick, di cui in giro si sentono commenti diametralmente opposti: è un capolavoro, è terribile. Nel caso dell’ennesimo capitolo dei Pirati dei caraibi, invece, le recensioni sono unanimi: è terribile. The Tree of Life Regia: Terrence Malick Attori: Brad Pitt, Sean Penn, Fiona Shaw, Jessica Chastain, Hunter McCracken, Kari Matchett, Dalip Singh, Joanna Going, Jackson Hurst, Lisa Marie Newmyer, Crystal Mantecon, Jennifer Sipes
I film del weekend. Ci sono The Tree of Life, il nuovo film di Terrence Malick, e l'ennesimo famigerato Pirati dei Caraibi.
Oggi è il secondo giorno dell’assemblea nazionale del Partito Democratico. I lavori si tengono presso la Nuova Fiera di Roma e li potete seguire qui sul Post grazie allo streaming di YouDem.
L’assemblea del PD in streaming. La diretta dei lavori dell'assemblea nazionale via Youdem.
Alle 4.59 (ora italiana) del mattino di ieri, lunedì 23 gennaio, le strumentazioni del Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA hanno rilevato una nuova intensa eruzione solare. Il fenomeno si è originato in una zona del Sole molto attiva in questo periodo e secondo gli esperti dovrebbe causare la tempesta solare più intensa degli ultimi sette anni. Oltre che dallo SDO, l’eruzione è stata rilevata e osservata anche dai sistemi del Solar Heliospheric Observatory (SOHO) e dalla missione SOlar TErrestrial RElations Observatory (STEREO).
La tempesta solare più intensa degli ultimi 7 anni. Le foto e il video della NASA del brillamento che si è verificato ieri sulla superficie del Sole.
Nove persone, tra funzionari e dirigenti di comune, questura e prefettura di Torino, sono state rinviate a giudizio con l’accusa di omicidio e disastro colposi, per gli incidenti avvenuti in piazza San Carlo il 3 giugno 2017, durante la trasmissione su un maxischermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Tra i nove imputati, che hanno scelto di essere processati con rito ordinario, ci sono il viceprefetto di Torino Roberto Dosio e i dirigenti di polizia Alberto Bonzano e Michele Mollo: il processo inizierà in Corte d’assise il prossimo 25 giugno. La sindaca Chiara Appendino, l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana e l’allora questore di Torino Angelo Sanna hanno invece scelto il rito abbreviato: la prima udienza del loro processo è prevista a fine febbraio. Il processo in cui sono coinvolti gli imputati riguarda le presunte lacune nelle misure di sicurezza adottate nell’organizzazione della manifestazione. Quella sera alcuni ragazzi appartenenti a una banda criminale usarono dello spray al peperoncino durante un tentativo di rapina, provocando il caos tra la folla di tifosi juventini riunita in piazza San Carlo. Nella ressa che si creò in seguito due donne rimasero schiacciate, riportando ferite gravi: Erika Pioletti, 38enne di Domodossola che morì pochi giorni dopo l’incidente e Marisa Amato, che rimase tetraplegica e che è morta nel gennaio dell’anno scorso.
Nove persone, tra funzionari e dirigenti di comune, questura e prefettura di Torino, sono state rinviate a giudizio per gli incidenti di piazza San Carlo del 2017.
L’Enac – l’Ente nazionale per l’aviazione civile – si è impegnato a consegnare entro la fine di gennaio al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti una relazione sul futuro degli scali italiani: il Piano nazionale aeroporti. Sostanzialmente servirà a rafforzare i più grossi e strategici e a tagliare quelli inefficienti a carico del pubblico. La questione pare sia seguita direttamente da Corrado Passera. Il ministro, nella sua prima audizione alla Camera, ha detto chiaramente che l’Italia non può permettersi di avere un aeroporto in ogni provincia: ha voluto mettere in chiaro che userà il piano come base, ma che si terrà le mani libere per gli interventi. Non è invece ancora chiaro quale sarà lo strumento che sarà usato dal governo, né quali saranno i tempi per l’attuazione concreta del piano: al ministero, così come all’Enac, raccontano poco, «a causa dell’imminenza della consegna della relazione». Ma intanto l’Enac ha sospeso il rinnovo della concessione per alcuni aeroporti, «in attesa delle decisioni del governo in tema di sistema aeroportuale».
Il nuovo piano aeroporti. Le prospettive dei diversi scali italiani alla vigilia della presentazione del progetto che indica quali saranno sovvenzionati e quali no.
Dopo un lungo incontro convocato dalla prefettura di Sassari, i rappresentanti degli allevatori e quelli degli industriali sardi hanno infine raggiunto un accordo sul prezzo del latte di capra e pecora, da settimane al centro di duri scontri e proteste. È stato fissato provvisoriamente a 0,74 euro al litro, a partire da marzo e per i mesi successivi. È stato però previsto che a novembre sia calcolato un conguaglio sulla base del prezzo medio del formaggio pecorino romano alla Borsa di Milano, nel periodo tra novembre 2018 e 2019. In pratica, se il prezzo del pecorino romano sarà di 6 euro al chilo, il prezzo del latte sardo sarà calcolato a 0,72 euro al litro: ma potrà salire fino a 1,02 euro al litro se il prezzo del pecorino romano sarà di 8,50 euro al chilo. Da settimane gli allevatori sardi protestavano perché il prezzo del latte di capra e di pecora era sceso sotto i 60 centesimi al litro. Finora i molti incontri con gli industriali che producono il formaggio non avevano portato a risultati.
Gli allevatori e gli industriali sardi hanno infine raggiunto un accordo sul prezzo del latte, fissato a 0,74 euro al litro.
Blooks: The Art of Books That Aren’t è una mostra in corso al Grolier Club di New York che raccoglie i cosiddetti “blooks”: sculture, portaoggetti e pezzi d’arredamento con la forma e l’aspetto di un libro che in realtà sono tutt’altro e non hanno dentro neanche una pagina. Il termine deriva dalla crasi tra le parole inglesi “book look”, ovvero “a forma di libro” e fu coniato da Mindell Dubansky, dalla cui collezione privata provengono tutti i 130 blooks in esposizione. La mostra è stata inaugurata il 25 gennaio e resterà aperta fino al 12 marzo. Oltre a coniare il termine, Dubansky iniziò a collezionare i blooks più di vent’anni fa. Il primo – che si può vedere anche nella mostra – lo comprò in una bancarella del mercato delle pulci di Manhattan: si trattava della scultura di un libro ricavata da un blocco di antracite (un tipo di carbone fossile) realizzato in ricordo di un minatore della Pennsylvania morto nel 1987 all’età di 22 anni. Da quel momento in poi Dubansky ha accumulato oltre 600 blooks di forme, materiali ed epoche diverse. Ha anche fatto un approfondito lavoro di ricerca per scoprire la storia di ogni singolo blooks: non è chiaro quando quando iniziarono a essere fabbricati ma già nel medioevo alcune reliquie avevano la forma di un libro. I blooks inoltre sono perlopiù americani, ma ce ne sono anche dalla Cina, dal Giappone e ovviamente dall’Europa.
Libri che non lo erano. I cosiddetti "blooks", che sembrano libri ma non lo sono: accendini, scatole da cucito, portasigarette e mobili, in mostra a New York.
Dave Brubeck, grande pianista e compositore jazz, è morto oggi a Norwalk, in Connecticut, per un attacco cardiaco. Domani avrebbe compiuto 92 anni. Brubeck ha continuato a comporre e a suonare dal vivo fino ad oggi: l’ultimo concerto era in programma per il 12 dicembre a Grenoble, in Francia. Di seguito, quasi tutte le copertine dei suoi moltissimi dischi. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le copertine dei dischi di Dave Brubeck. Tantissimi, da Jazz at Oberlin a Time Out a quasi tutti gli altri.
Giovedì sera il governo ha approvato il decreto legge che introduce l’estensione del bonus IRPEF, i famosi e discussi “80 euro” approvati dal governo Renzi nel 2014. Il provvedimento prevede un aumento del bonus da 80 a 100 euro per coloro che guadagnano fino a 26.600 euro lordi, mentre coloro che guadagnano fino a 28mila lordi ed erano esclusi dal precedente bonus otterranno per la prima volta un bonus da 100 euro. Il decreto introduce anche nuove detrazioni fiscali per coloro che guadagnano tra 28mila e i 40mila euro: queste detrazioni caleranno mano a mano che aumenta il reddito. Chi guadagna fino a 35mila euro l’anno, per esempio, avrà una detrazione da 80 euro al mese, mentre sopra i 40mila la detrazione sarà azzerata. Circa l’80 per cento dei contribuenti italiani dichiara un reddito inferiore a 28mila euro l’anno (la cifra massima alla quale si ha diritto al bonus per intero), mentre il 90 per cento dichiara di guadagnarne meno di 40mila. Il bonus e le detrazioni saranno percepite comunque solo dai lavoratori dipendenti, ed entreranno in vigore da luglio. Con questo sistema, scrive il governo nel comunicato con cui annuncia la misura, i beneficiari del bonus IRPEF passeranno da 11,7 a 16 milioni.
Gli 80 euro diventano 100. E col voto di uno dei partiti che più li avevano criticati: da luglio altri 4 milioni di lavoratori dipendenti usufruiranno di nuovi tagli o detrazioni alle tasse sul lavoro.
Oggi a Monza il Partito Democratico organizza “Grand’Italia“, la sua Conferenza nazionale per il lavoro autonomo e la micro e piccola impresa. I lavori dell’incontro saranno aperti da Stefano Fassina, il responsabile dell’economia e del lavoro del PD al centro di un forte scontro interno al partito. La corrente dei Liberal ha chiesto la dimissioni di Fassina, tassativamente contrario all’introduzione di una imposta patrimoniale e alle idee del giuslavorista e parlamentare del Partito Democratico Pietro Ichino sulla riforma del mondo del lavoro. Nella giornata interverrà anche il vicesegretario del PD, Enrico Letta, e Pier Luigi Bersani con un intervento conclusivo intorno alle 17. Potete seguire i lavori di Grand’Italia qui sul Post in diretta streaming, grazie a YouDem.
Il lavoro secondo il PD. La diretta streaming di Grand'Italia, la conferenza sul lavoro autonomo e la micro e piccola impresa.
È morta Sandra Verusio, molto nota negli ambienti romani per gli incontri che organizzava con personaggi famosi, soprattutto della politica, nel salotto del suo attico a Roma. Amica di Giovanni Spadolini, si era appassionata alla politica e aveva creato numerosi contatti e rapporti, alla base degli incontri che organizzava soprattutto con esponenti di sinistra. Di solito nel suo salotto venivano invitati alcuni personaggi di spicco della politica e giornalisti, con i quali discutere dei temi dell’attualità.
È morta Sandra Verusio, famosa per i suoi incontri da “salotti romani”.
«Le varianti nascono come reazione al vaccino» è una bufala che circola molto tra i “no vax” Diversi militanti dell'organizzazione neofascista si sono presentati appoggiando il candidato del centrodestra, perlopiù con la Lega
La moltiplicazione dei gruppi consiliari lombardi. Ne sono nati cinque nuovi in pochissimi giorni, scrive il Corriere della Sera, probabilmente per evitare di raccogliere le firme per le prossime elezioni.
Ritorno al Futuro – Parte II (Back to the Future II, in inglese) è stato il film di cui ieri si è più parlato: il 21 ottobre 2015 è infatti il giorno in cui i due protagonisti dei film – Marty e “Doc” – arrivano nel futuro, ed è stato festeggiato da tutti i fan della saga di Ritorno al Futuro che lo hanno chiamato il “Ritorno al Futuro Day“. Oggi, il giorno dopo il “Ritorno al Futuro Day“, il canale televisivo Italia 1 trasmette in un’unica serata l’intera trilogia, a partire dalle 19.25. Ritorno al Futuro è una trilogia di fantascienza molto famosa diretta dal regista statunitense Robert Zemeckis, che ne scrisse anche la sceneggiatura insieme a Bob Gale. Il primo film è uscito più di trent’anni fa, il 3 luglio del 1985; il secondo film è uscito nel 1989 e il terzo film è uscito nel 1990. In occasione del Ritorno al Futuro Day molti cinema italiani – qui la lista completa – trasmettono oggi un versione inedita di 235 minuti dei primi due film della trilogia Ritorno al Futuro: vedendo il primo film della saga subito prima di quello ambientato nel 2015 si potranno meglio capire e apprezzare i moltissimi riferimenti tra un film e l’altro. Molte aziende e organizzazioni hanno fatto qualcosa per festeggiare il Ritorno al Futuro Day: principalmente a scopo promozionale, ma qualcuno anche solo per divertimento come il quotidiano statunitense USA Today che ha stampato l’edizione di oggi con una prima pagine identica a quella che compare nel film. Per chi non avesse mai visto i film, il canale YouTube Burger Fiction li ha riassunti tutti e tre in un video che dura poco più di un minuto, per rimettersi in paro.
Il giorno di “Ritorno al Futuro”. Il 21 ottobre 2015 alle 16.29 i protagonisti di "Ritorno al Futuro" arrivano nel futuro: le cose da sapere sulla trilogia, oggi che Italia 1 la trasmette.
L’11 settembre uscirà negli Stati Uniti e in diversi paesi europei The Visit, il nuovo film horror del 45enne regista statunitense di origine indiana M. Night Shyamalan, noto perlopiù per aver scritto e diretto Il sesto senso nel 1999. The Visit racconta la storia di una ragazza e un ragazzo che visitano per qualche giorno i propri nonni, che abitano in una casa sperduta negli Stati Uniti, salvo poi scoprire che hanno delle abitudini piuttosto inquietanti. Il film è stato parzialmente girato con uno stile da documentario e ha un budget di soli cinque milioni di dollari. Finora Shyamalan ha avuto una carriera molto particolare: dopo aver diretto diversi film horror e di fantascienza di successo – fra cui The Village, Signs e Il sesto senso – è stato considerato da molti come uno dei registi più talentuosi del genere, ed è stato anche soprannominato da Newsweek “il nuovo Spielberg”. Dalla metà degli anni Duemila ad oggi, però, Shyamalan ha realizzato solo film considerati unanimemente brutti: è quindi una notizia che i critici stiano parlando bene di The Visit, lodato sia per il suo lato “horror”, giudicato piuttosto convincente, sia per quello comico. Secondo il New York Times, The Visit potrebbe far ottenere a Shyamalan «un ritorno piuttosto sorprendente nel mondo del cinema, o almeno far pensare a un possibile ritorno». In Italia The Visit uscirà il 23 novembre.
Cosa si dice di “The Visit”, il nuovo film di M. Night Shyamalan. Che non è male: ed è una notizia, visto che dopo "Il sesto senso" il regista indiano ha fatto quasi solo film brutti e fallimentari.
Dalla notte di domenica è disponibile anche in Italia “The Bells” (“Le Campane”), il quinto e penultimo episodio dell’ottava stagione e dell’intera serie di Game of Thrones. È durato 78 minuti e – così come i precedenti due e il prossimo – è stato scritto da David Benioff e D. B. Weiss, i due creatori della serie. L’ha diretto Miguel Sapochnik, già regista del terzo episodio di questa stagione, quello della buia battaglia tra vivi e morti. In genere, gli episodi diretti da Sapochnik e i penultimi episodi delle stagioni di Game of Thrones hanno sempre avuto molta azione e pochi dialoghi. È stato così anche questa volta e tra poco ne parliamo, elaborando lutti, raccontando svolte e provando a capire perché è successo quel che è successo e cosa potrebbe succedere, ora che è successo. Da qui in poi, SPOILER.
10 cose sull’ultimo episodio di Game of Thrones. Immagini, video, gif, teorie, riassunti e spiegazioni sul penultimo episodio dell'ultima stagione.
Da giorni in diverse zone dell’Alto Adige sta nevicando con grande intensità, creando disagi a decine di migliaia di persone. Venerdì la neve è scesa anche in zone a bassa quota, mentre nei paesi intorno ai duemila metri ci sono ingenti quantità di neve, che ha raggiunto livelli compresi fra 1,2 e 1,5 metri. Diverse valli sono rimaste isolate per le cattive condizioni delle strade e delle ferrovie, mentre il rischio di valanghe in tutta la regione è salito al livello 4 su una scala che arriva al 5. Sabato mattina un tratto dell’autostrada fra Bolzano e il passo del Brennero è stata chiusa perché sulla strada sono caduti alcuni cavi dell’elettricità, e in tutto il tratto le corsie sono piene di neve. Alle 8.35 una valanga ha colpito alcune case in Val Martello, a ovest di Bolzano: alcune case sono state leggermente danneggiata e sono in corso le ricerche di eventuali dispersi.
In Alto Adige ci sono grossi problemi con la neve. Sta scendendo da giorni, in anticipo rispetto al solito, e ha bloccato l'accesso a intere valli e un pezzo di autostrada.
La sfilata di giovedì di Moschino – per la presentazione della collezione primavera/estate 2016 durante la settimana della moda di Milano – è stata definita lo spettacolo pop che ci si aspettava dal direttore creativo della casa di moda, Jeremy Scott. Quest’anno il set della sfilata è stato pensato come un cantiere stradale – c’era pure una specie di autolavaggio – con tantissimi cartelli e segnaletica stradale, colori abbaglianti e vestiti con gonne che richiamano le spazzole del carwash. Alla fine di maggio era stata annunciata la chiusura della seconda linea del brand Moschino, Moschino Cheap & Chic, la linea rivolta a un pubblico più giovane e caratterizzata da prezzi più bassi rispetto alla linea principale. La scelta faceva parte del processo di rilancio del brand Moschino, la cui linea principale sta diventando più pop e giovanile da quando nell’ottobre 2013 lo stilista americano Jeremy Scott è stato nominato direttore creativo.
Le foto della sfilata di Moschino. È stata un grande spettacolo pop, come ci si aspettava dal direttore creativo Jeremy Scott.
A un mese dagli ultimi incontri per parlare di legge elettorale e di riforme istituzionali, ieri Alfano, Bersani e Casini si sono nuovamente incontrati e hanno detto di avere raggiunto un accordo sulle riforme da approvare da qui alla fine della legislatura. Da qualche giorno circolavano timori e inviti a prendere subito un’iniziativa, perché ci siano i tempi tecnici per varare le riforme entro la primavera del 2013. Oltre ai leader dei tre partiti, all’incontro di ieri hanno partecipato anche Gaetano Quagliariello, Ignazio La Russa, Luciano Violante, Ferdinando Adornato e Italo Bocchino. E alla fine l’accordo sarebbe stato raggiunto sui punti seguenti: anche questi da prendere con molta cautela e molte molle, perché poche discussioni in questi anni si sono rivelate inconcludenti quanto quelle su riforme istituzionali e legge elettorale, ma comunque da registrare perché indice quanto meno della sintonia verbale dei tre principali partiti italiani. Le riforme istituzionali
Gli accordi sulle riforme in 8 punti. Come cambieranno il Parlamento, il governo e la legge elettorale, a fidarsi di quanto deciso ieri da Alfano, Bersani e Casini.
Dal 14 al 17 giugno si è tenuta a Firenze Pitti Uomo 90, la più grande fiera di abbigliamento maschile, arrivata alla novantesima edizione. Pitti Uomo è dedicata al cosiddetto “pronto moda maschile”, i capi pronti più rapidamente per la prossima stagione. Contrariamente alle più spettacolari sfilate delle settimane della moda internazionali, non ha per protagonisti gli stilisti più importanti ma i marchi di abbigliamento e i loro prodotti pensati per il mercato. Viene organizzata due volte l’anno, a giugno e gennaio, dalla società Pitti Immagine, e ospita aziende italiane e internazionali che presentano alla stampa e ai compratori le collezioni per l’anno successivo. Nei quattro giorni in cui si svolge la fiera, vengono organizzati in tutta Firenze anche eventi collaterali, sfilate e installazioni da parte di stilisti e aziende di abbigliamento maschile. Pitti Uomo si tiene subito prima della settimana della moda maschile di Milano e, secondo gli addetti ai lavori, la sta superando per la qualità della ricerca e la presenza di marchi innovativi. Qui trovate una guida alle parole più usate dai giornali in questi giorni per commentare e descrivere la fiera, se vi chiedete cosa sia un pied de poule o un cache-col. Fausto Puglisi Nonostante Pitti si occupi di abbigliamento maschile, ogni anno ospita anche uno stilista che fa abiti da donna. Quest’anno è toccato allo stilista Fausto Puglisi, diventato famoso negli ultimi tre anni e considerato dal New York Times uno dei nuovi nomi della moda italiana da tenere d’occhio. Puglisi è stato molto promosso dagli stilisti Dolce & Gabbana, e dal 2013 sfila a Milano con la sua linea dopo aver lavorato come direttore creativo del marchio francese Emanuel Ungaro. Puglisi andò negli Stati Uniti a 22 anni dove divenne il costumista di Whitney Houston e l’assistente del fotografo David LaChapelle. A Pitti, oltre a presentare la collezione cruise donna 2017, ha anche presentato la sua prima collezione maschile a un evento alla stazione Leopolda di Firenze, una vecchia stazione ferroviaria in disuso. Oltre ai modelli professionisti hanno sfilato anche tredici calcianti del Calcio storico fiorentino e sei detenuti del carcere di Sollicciano, un quartiere di Firenze: tutti molto muscolosi, spesso tatuati, con piercing e orecchini. La collezione è ispirata ai lottatori greco-romani, con molti bermuda, t-shirt e pantaloni in pelle con borchie e applicazioni dorate. Le magliette avevano grandi scritte con il nome dello stilista o il sole, simbolo del marchio. I modelli, che sono rimasti in piedi su grandi cubi neri davanti a una grata di ferro, avevano anche giacche da motociclista o lunghe casacche che ricordavano le vestaglie da camera. Puglisi girava tra i giornalisti per spiegare la collezione mentre in sottofondo c’erano musiche siciliane remixate in chiave contemporanea. (ANSA/MAURIZIO DEGL’INNOCENTI)
Le 6 cose più interessanti di Pitti Uomo. Cioè la più importante fiera di abbigliamento maschile: le collezioni più apprezzate, la mostra fotografica di Karl Lagerfeld e gli stilisti emergenti da seguire.
Il 23 novembre Mercatone Uno, catena italiana della grande distribuzione di mobili, ha sospeso l’attività dopo due fallimenti e diversi anni di gestione commissariale. I 1.333 dipendenti sono senza lavoro, ma potranno accedere a 12 mesi di cassa integrazione straordinaria per «cessazione di attività», misura ripristinata nel decreto Genova del 2019, dopo la sua contestata abolizione nel Jobs Act di Matteo Renzi. La storia di Mercatone Uno ha a che fare non solo con la crisi economica e con quella del settore dei mobili a basso costo che non siano Ikea, ma anche con le scelte politiche fatte dai governi Renzi, Gentiloni e dal primo governo Conte, e da Carlo Calenda e Luigi Di Maio al ministero dello Sviluppo economico. Così sostengono lavoratori, sindacati e creditori.
Mercatone Uno è definitivamente fallito. L'attività della nota catena di mobili si è interrotta dopo una discreta serie di acquisizioni, amministrazioni straordinarie e inchieste penali.
Google, il motore di ricerca più utilizzato al mondo, è il protagonista del doodle di Google di oggi. La società ha deciso di autocelebrarsi per festeggiare il proprio quattordicesimo compleanno, sostituendo il tradizionale logo con il disegno di una torta con due file di sette candeline. Stabilire con precisione la data del compleanno di Google non è semplice e gli stessi cofondatori del motore di ricerca, Larry Page e Sergey Brin, ci hanno rinunciato da tempo, spiegando che Google compie gli anni quando al team in California viene voglia di mangiarsi una fetta di torta. O almeno, questa era la spiegazione pubblicata fino a qualche tempo fa nelle FAQ sulla storia della società, ma dopo la pubblicazione della nuova cronologia ufficiale è sparita.
Google compie gli anni. Il motore di ricerca è il protagonista del doodle autocelebrativo di oggi, per ricordare i 14 anni della società.
Nell’elenco di cose da ricordare del 2020 ci sono anche alcuni edifici e progetti architettonici, completati negli ultimi 12 mesi. La maggior parte è stata realizzata da grandi studi, come OMA e Snøhetta, e i progetti erano stati presentati anni fa e inaugurati quest’anno per via dei tempi di costruzione. In alcuni casi la data di ultimazione è slittata, come per esempio per la Central Park Tower di New York, progettata da Adrian Smith + Gordon Gill: i lavori furono interrotti in primavera a causa del coronavirus e sarà pronta nel 2021; sarà il secondo grattacielo più alto degli Stati Uniti dopo il One World Trade Center. Anche se non sono progetti all’avanguardia – Opus venne per esempio presentato dall’architetta Zaha Hadid nel 2007 – raccontano comunque qualcosa del nostro tempo: stiamo ancora costruendo grattacieli lussuosi e spettacolari e stiamo anche facendo passi avanti verso edifici sostenibili, come la Powerhouse Telemark di Snøhetta, ricoperto di pannelli fotovoltaici per produrre energia elettrica. E poi ci sono piazze che diventano piscine pubbliche a Taiwan, scuole materne incastrate nelle vecchie corti di Pechino e il progetto che ha vinto la prima edizione del premio italiano di architettura.
Le migliori architetture dell’anno. Una scuola a Pechino, una villetta familiare a Londra, grattacieli americani e una piscina urbana a Taiwan, tra gli altri.
Negli ultimi giorni si è parlato frequentemente – anche se con molta imprecisione – di una legge di iniziativa popolare per modificare le norme sulla legittima difesa (su cui un’altra riforma proposta dalla Lega Nord è già in discussione alla Camera). La legge di iniziativa popolare in questione è promossa dall’Italia dei Valori, il cui nome è quindi tornato sulle pagine dei giornali nazionali dopo qualche anno di assenza. L’Italia dei Valori è un partito fondato dall’ex magistrato Antonio Di Pietro nel 1998, rimasto popolare e votato da un pezzo significativo dell’elettorato almeno fino al 2010, collocato nel centrosinistra ma con idee e toni “anti-casta” e giustizialiste poi raccolti da movimenti di altro orientamento, come la Lega Nord o il Movimento 5 Stelle: dopo è praticamente scomparso dal dibattito politico nazionale, anche a causa di vari problemi interni. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, quindi, l’Italia dei Valori esiste ancora: oggi ha un segretario nazionale – che non è più Di Pietro, che nel “nuovo” partito non ha nemmeno una carica onoraria – vari dirigenti nazionali e almeno un responsabile in ogni regione italiana. Nonostante alle ultime elezioni politiche non sia riuscita a superare lo sbarramento per eleggere dei parlamentari, l’Italia dei Valori a oggi ha un deputato e due senatori (tutti fuoriusciti da altri partiti). Dopo moltissime vicissitudini interne ha anche cambiato parzialmente linea politica, ottenendo però pochissimi risultati: a differenza di Di Pietro, la nuova dirigenza è molto più disponibile a trovare accordi e compromessi col centrosinistra e in particolare col Partito Democratico, di cui sostiene praticamente ovunque i candidati a cariche regionali o locali.
L’Italia dei Valori esiste. Dopo l'implosione del 2012 oggi ha un nuovo segretario, una linea più morbida e con tre parlamentari (eh?) sostiene Renzi.
Il tribunale di Roma ha revocato l’ordinanza con la quale lo scorso 7 aprile aveva chiesto la sospensione su tutto il territorio nazionale dei servizi di Uber, il servizio di trasporto privato a metà tra il taxi e il noleggio di auto con autista. La sentenza riguarda Uber Black, il servizio di autonoleggio attivo a Roma e a Milano: l’ordinanza dello scorso 7 aprile, che prevedeva l’interruzione di Uber Black entro dieci giorni, era stata poi sospesa una settimana dopo, in attesa della pronuncia definitiva del tribunale di Roma e il servizio di Uber Black non era di fatto mai stato sospeso. Uber Pop – il servizio in cui gli autisti non sono professionisti e che è molto diffuso all’estero, continua invece ad essere bloccato in Italia: ma la sua sospensione è cominciata due anni fa non ha a che fare con il procedimento giudiziario che ha coinvolto Uber Black. Uber ha diffuso un comunicato in cui dice: «Siamo davvero felici di poter annunciare a tutte le persone e agli oltre mille autisti partner di Uber che potranno continuare ad utilizzare la nostra applicazione in Italia. Ora più che mai è forte l’esigenza di aggiornare la normativa datata ancora in vigore, così da consentire alle nuove tecnologie di migliorare la vita dei cittadini e la mobilità delle città». Ansa scrive che il tribunale di Roma ha deciso di attuare la decisione del Parlamento di sospendere per tutto il 2017 alcune norme della legge sui taxi e sul noleggio con autista, con un emendamento firmato dalla senatrice del PD Linda Lanzillotta e inserito nel cosiddetto “decreto milleproroghe”, sul quale avevano protestato duramente i tassisti.
Uber può continuare a esistere in Italia. Lo ha deciso il tribunale di Roma, revocando l'ordinanza con cui aveva sospeso i servizi in tutto il paese.
Per trovare la luce in fondo al tunnel bisogna prima trovare il tunnel. A fine Ottocento alcuni scienziati osservarono che se una rana viene gettata in una pentola d’acqua bollente, i suoi riflessi la spingeranno a saltar fuori. Se invece la stessa rana viene immersa in una pentola d’acqua fredda sotto la quale viene acceso un fuoco lento, essa si intorpidirà lentamente, non si renderà conto di quel che succede e farà una brutta fine.
La rana italiana. Marco Simoni ha scritto un libro sulle prospettive e le opportunità che abbiamo di cavarcela, se proviamo a capire come stanno le cose.
Il direttore del Post, che c’ha un’età, dice che Kathleen Turner era molto bella e anche molto sexy e in redazione ci fidiamo (anche per farlo smettere, che poi ha cominciato a elencare titoli di film): ora sembra un’energica signora con l’aria di ambasciatore all’ONU. Altre ragazze più giovani sono venute meglio (ma ci hanno anche lavorato di più, come peraltro Ed Miliband), mentre Jennifer Lopez non appare convintissima. Ma ci sono anche degli uomini – tra cui un affascinante Andrea Pirlo, malgrado gli occhi chiusi – e persino Justin Bieber, per abbassare l’età media dei fotografati in giro per il mondo che questa settimana valeva la pena fotografare. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Cosa non va, Jennifer? sguardi preoccupati, dita puntate, occhi chiusi ma anche molti sorrisi, tra quelli che valeva la pena fotografare questa settimana.
Fiat Chrysler Automobiles (FCA) produrrà un nuovo modello di Jeep a Detroit, negli Stati Uniti: lo dice il New York Times, che scrive che l’azienda riconvertirà l’impianto di Mack Avenue, inattivo dal 2012 e in precedenza utilizzato per la produzione di motori. La Jeep avrà sette posti, più grande di quelle finora in commercio: la sua riconversione dovrebbe comportare l’assunzione di circa 1.800 lavoratori. La decisione di FCA, non ancora confermata, è particolarmente rilevante per la situazione che sta vivendo in questo periodo la produzione di automobili negli Stati Uniti. È infatti di pochi giorni fa la decisione di General Motors di tagliare 15mila posti di lavoro nel Nord America e di chiudere cinque impianti, di cui uno proprio a Detroit.
FCA produrrà un nuovo modello di Jeep a Detroit, secondo il New York Times.
A Saqqara, la grande necropoli egizia poco distante dal Cairo, sulla parete di una piccola tomba c’è una decorazione poco conosciuta, ma di grande importanza storica: è la prima testimonianza mai disegnata di una circoncisione, risalente a più di 4.300 anni fa. Il bassorilievo fa parte della tomba di Ankhamahor, un importante funzionario e sacerdote egizio vissuto durante la VI Dinastia: un adulto seduto a terra taglia il prepuzio (il lembo terminale di pelle del pene) di un uomo assistito da un’altra persona, che sembra coprirgli gli occhi e assisterlo nella dolorosa e al tempo stesso importante cerimonia (per altri però è una depilazione rituale). Gli egittologi non hanno chiarito completamente quale fosse lo scopo della circoncisione tra gli egizi, ma si pensa che la pratica servisse per certificare il passaggio all’età adulta nelle classi sociali più alte e che fosse eseguita durante una cerimonia pubblica. La circoncisione esisteva sicuramente ancora prima di sei millenni fa, e ancora oggi è praticata in molte parti del mondo per motivi tradizionali e religiosi, o perché si pensa che possa portare a qualche vantaggio dal punto di vista igienico, secondo un luogo comune piuttosto affermato. Il prepuzio Per farsi un’idea di eventuali vantaggi o svantaggi della circoncisione occorre un breve ripasso di anatomia. Il corpo del pene, la parte cilindrica per intenderci, è sormontato dal glande, una struttura tondeggiante altamente innervata e quindi sensibile. Il glande è ricoperto e protetto dal prepuzio, una parte di pelle (piega cutanea, per fare quelli precisi) che è l’ideale prosecuzione della cute che ricopre il corpo del pene. Il prepuzio ricopre quasi completamente il glande, lasciando libero il meato urinario, la fessurina sulla punta del pene da cui esce la pipì e, durante l’orgasmo, lo sperma. In condizioni normali, il prepuzio è un po’ l’hoodie del pene: un cappuccio mobile, che può essere ritratto.
Un pene circonciso è davvero più igienico? è un luogo comune molto diffuso, ma scientificamente molto dibattuto: basta lavarsi, comunque.
Ieri a partire dalle nove di sera, ora italiana, chi si trovava in buona parte dell’Europa, dell’Africa occidentale, dell’Asia centrale e dell’America del Sud ha potuto osservare una meravigliosa eclissi lunare totale, cielo nuvoloso permettendo. Astronomi, fotografi e semplici appassionati hanno visto la Luna colorarsi lentamente di rosso, sparire nel cono d’ombra formato dalla Terra e poi riapparire gradualmente all’orizzonte. Le eclissi lunari totali si verificano quando la Luna passa attraverso l’ombra della Terra, che oscura così il nostro satellite naturale. Perché il fenomeno si verifichi la Luna deve essere in fase di luna piena e Sole, Terra e Luna si trovano allineati in questo ordine. In una prima fase la Luna appare in penombra, poi si colora di rosso e successivamente sparisce completamente nell’ombra.
L’eclissi lunare totale nel mondo. Le foto della Luna che ieri sera è diventata rossa, prima di sparire per qualche minuto all'orizzonte.
Giovedì sera Meat Loaf ha tenuto un concerto insieme ad altri artisti per sostenere la candidatura di Mitt Romney. Meat Loaf (letteralmente “polpettone”), il cui vero nome è Michael Lee Aday, ha raggiunto il successo mondiale nel 1977 con l’album Bat Out of Hell, che ha venduto nel mondo più di 43 milioni di copie. Ha avuto un notevole successo anche come attore: è apparso in oltre cinquanta film e spettacoli televisivi, tra cui The Rocky Horror Picture Show, Roadie – La via del rock e Fight Club. Meat Loaf durante il concerto ha detto allo stadio di Defiance, in Ohio, che è la prima volta che decide di sostenere pubblicamente un candidato e che quelle del 6 novembre saranno le elezioni più importanti della storia degli Stati Uniti. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il concerto di Meat Loaf per Mitt Romney. Le foto del concerto di ieri sera allo stadio di Defiance, in Ohio.
Quando un giornalista viene ucciso mentre sta facendo il suo mestiere, di solito è raro trovare un colpevole. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti, una ONG con sede a New York, su quasi 1.200 giornalisti uccisi dal 1992 a oggi, soltanto nel 14 per cento dei casi gli assassini sono stati puniti. Il caso di Andrea Rocchelli, un fotografo di Pavia ucciso nel 2014 durante un bombardamento in Ucraina orientale, sembrava destinato a confermare questa statistica, ma in un rivolgimento più unico che raro lo Stato italiano ritiene di aver trovato un colpevole. Lo scorso luglio Vitaly Markiv, un sergente della Guardia Nazionale ucraina con doppio passaporto italo-ucraino, è stato condannato dal tribunale di Pavia a 24 anni di carcere per l’omicidio di Rocchelli e del suo interprete, il cittadino russo ed ex dissidente sovietico Andrej Mironov. Markiv si è sempre dichiarato innocente e la sua condanna, arrivata in un periodo in cui la giustizia italiana è stata spesso criticata per aver compiuto gravi errori, ha suscitato reazioni contrastanti. Il governo e l’opinione pubblica ucraini, affiancati da numerosi giornalisti e da diversi esponenti dei Radicali Italiani e di +Europa, sostengono che la sentenza sia basata soltanto su prove indiziarie, e che il processo si sia svolto in un clima inquinato dalla propaganda russa. Per altri, come la FNSI, il sindacato italiano dei giornalisti, che si è costituita parte civile, il processo è stato invece un caso di giustizia esemplare che ha dimostrato come non sempre gli assassini dei giornalisti riescono a farla franca. Alle accuse di essere influenzati dalla propaganda russa, la grande stampa e una parte della sinistra italiana hanno risposto accusando a loro volta Markiv di essere un estremista e un nazionalista, e lo stato ucraino di essere sostenuto da gruppi neofascisti. La pubblicazione delle motivazioni della sentenza, lo scorso ottobre, ha ricordato a tutti che il processo non si è svolto per giudicare le ragioni del conflitto ucraino, ma per indagare sulle circostanze della morte di un fotografo di 30 anni e per decidere sul futuro di un altro ragazzo oggi suo coetaneo.
Lo strano caso di Vitaly Markiv. Come un discusso articolo del Corriere ha portato alla condanna a 24 anni di carcere di un soldato italo-ucraino per l'omicidio di un giornalista, Andrea Rocchelli.
Alle prossime elezioni europee si presenta una lista che si chiama “Scelta Europea” e che comprende tre partiti: Scelta Civica, Centro Democratico e Fare per fermare il declino. La cosa particolare è che soltanto un anno fa, alle elezioni politiche, questi tre partiti si presentavano come avversari e facevano parte di tre coalizioni diverse. Alberto D’Argenio su Repubblica sintetizza cosa è accaduto in questi mesi, dalla doppia scissione di Scelta Civica alla formazione dei Popolari per l’Italia, fino ad arrivare a questi giorni. Il centro della politica italiana, uno spazio politico polverizzato che tutti dichiarano di voler ricompattare ma che tra scissioni, litigi e ambizioni di egemonia nei fatti resta frammentato. Alle europee la terra di mezzo tra Pd e Forza Italia – Grillo è altra cosa – sarà territorio di scontro tra una miriade di soggetti. Frutto di scissioni, risse e piccole vendette. Tutte maturate in quella che fu la Scelta civica di Mario Monti. Dalla cui “esplosione” sono nati tre partiti e due gruppi parlamentari: Scelta Civica, appunto, Udc e Popolari per l’Italia.
Il piccolo centro. La storia delle scissioni infinite di quelli che una volta volevano essere "il terzo polo", da Casini a Monti, da Scelta Civica ai Popolari per l'Italia.
Stanno circolando sui social network delle false liste di farmaci da non utilizzare, che non hanno nulla a che fare con quelli contenenti ranitidina che il 23 settembre l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) aveva vietato di utilizzare. Per questo motivo l’AIFA ha diffuso un comunicato per invitare i consumatori a diffidarne: «L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) informa che nelle ultime ore sui social network si stanno diffondendo liste di farmaci che nulla hanno a che vedere con quelli oggetto dei provvedimenti restrittivi disposti nei giorni scorsi che riguardano esclusivamente farmaci contenenti ranitidina», si legge. La decisione dell’AIFA era arrivata dopo che nei giorni scorsi in alcuni lotti di medicinali a base di ranitidina prodotti in India dalla Saraca Laboratories LTD erano state trovate tracce di N-nitrosodimetilammina, una sostanza considerata «probabilmente cangerogena» dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sulla base di studi condotti su animali.
Sui social network circolano finte liste di farmaci vietati. Lo ha detto l’Agenzia Italiana del Farmaco, specificando che i farmaci che ha vietato di utilizzare sono solo quelli contenenti ranitidina.
Sarah Vaughan, leggendaria cantante jazz americana, nacque il 27 marzo di 90 anni fa a Newark, New Jersey. Ebbe diversi soprannomi, (“Sassy”, soprattutto), un’estensione vocale che andava dal soprano a baritono (il suo collega Billy Eckstine disse di lei che «escludendo la musica lirica» Sarah possedeva «il più bel suono che io abbia mai ascoltato da una voce umana»), e una incredibile capacità di improvvisazione. Con Billie Holiday e Ella Fitzgerald fu una delle cantanti più celebri del jazz e del bebop. Dopo aver studiato organo e canto in una chiesa battista della sua città, nel 1942 Sarah Vaughan vinse un concorso all’Apollo Theater di Harlem, venne notata da Billy Eckstine, che era già cantante di grande fama, e si unì all’orchestra diretta da Earl Hines. Nel 1945 lasciò la band e cominciò la sua carriera da solista che fu di immediato successo e molto fortunata. Vaughan incise dischi con Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Tadd Dameron, Max Roach, Tony Scott, Miles Davis, Ernie Wilkins e Count Basie, insomma con i più grandi musicisti e compositori jazz dell’epoca e di sempre.
Sarah Vaughan, che avrebbe 90 anni. Video, foto e qualcosa da sapere su una delle più grandi cantanti jazz di sempre, che era nata oggi.
Il sergente degli alpini Carmelo Lo Manto è stato condannato a 1 anno e 6 mesi di carcere dal Tribunale militare di Verona per gli insulti razzisti a un suo superiore di origini marocchine, il maggiore Karim Akalay Bensellam. Lo Manto era stato denunciato da Bensellam dopo la fine di un altro processo, in cui Bensellam era stato assolto dall’accusa di aggressione ai danni di Lo Manto. Dopo l’assoluzione, aveva spiegato Bensellam, Lo Manto aveva cominciato ad insultarlo pubblicamente e in modo razzista, una circostanza confermata da diversi testimoni durante il processo a Verona. La pena decisa dal Tribunale è stata molto severa e più alta di quella di 4 mesi chiesta dalla procura; gli avvocati di Lo Manto hanno annunciato che faranno ricorso. Karim Akalay Bensellam è l’unico ufficiale degli alpini di origini marocchine e ora lavora ad Aosta.
Un sergente degli alpini è stato condannato a 1 anno e 6 mesi di carcere per gli insulti razzisti a un suo superiore di origini marocchine.
Il cantante britannico Michael Kiwanuka ha vinto il Mercury Prize, un importante premio assegnato annualmente al miglior album di artisti britannici o irlandesi, con il disco folk-soul Kiwanuka, uscito nel novembre 2019. Era la terza volta che Kiwanuka veniva inserito nella lista dei possibili vincitori: era già stato nominato per i suoi due precedenti dischi, Home Again (2012) e Love & Hate (2016). Kiwanuka, 33 anni, è nato a Londra da genitori ugandesi arrivati nel Regno Unito per scappare dal regime di Idi Amin, presidente ugandese durante gli anni Settanta e considerato uno dei despoti più crudeli di sempre.
Il cantante britannico Michael Kiwanuka ha vinto il Mercury Prize con il disco “Kiwanuka”.
Il quotidiano Domani ha pubblicato un video che mostra le violenze compiute nell’aprile del 2020 dagli agenti di polizia nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, per le quali lunedì i carabinieri di Caserta hanno eseguito 52 misure cautelari nei confronti di agenti della polizia penitenziaria e dirigenti carcerari coinvolti. I fatti risalgono al 6 aprile del 2020, quando nel “reparto Nilo” del carcere ci fu una rivolta dei detenuti in seguito alla notizia di un caso di positività al coronavirus nella struttura. La rivolta terminò quella notte stessa, ma il giorno successivo secondo la Procura alcuni agenti misero in atto perquisizioni punitive e ritorsioni.
Il quotidiano “Domani” ha pubblicato un video che mostra le violenze della polizia nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Venerdì 7 aprile la celebre cantante folk americana Joan Baez è stata inserita nella Rock & Roll Hall of Fame, un riconoscimento dedicato ad artisti che hanno avuto una particolare influenza nella storia della musica rock, ma non solo. Quella che trovate di seguito è la traduzione del discorso di Baez durante la cerimonia annuale a New York. È un enorme piacere accettare stasera questo premio prestigioso e molto figo. Ringrazio la Hall of Fame per questo riconoscimento unico. Un ringraziamento speciale va al mio manager, Mark Spector, per aver fatto sì che la mia carriera rimanesse visibile, possibile e vibrante. So che sto parlando a molti giovani che, senza questo ingresso nella Rock & Roll Hall of Fame, non avrebbero idea di chi sono. Mia nipote non ne aveva idea fino a quando non l’ho portata nel backstage a un concerto di Taylor Swift, dove si è fatta un selfie, ha avuto un autografo, una maglietta e trovato un rinnovato rispetto per sua nonna.
Il discorso di Joan Baez alla Rock & Roll Hall of Fame. La famosissima cantante folk americana è entrata a farne parte venerdì, e ne ha approfittato per ripercorrere la sua carriera partendo da sua nipote e Taylor Swift.
La Polizia di Stato ha detto che martedì sera Digos e Ros dei Carabinieri hanno arrestato un uomo sospettato di essere coinvolto nell’attentato al Museo del Bardo, a Tunisi, compiuto da due estremisti islamisti lo scorso 18 marzo in cui sono morte 24 persone. L’arresto, ha detto la Polizia di Stato, è avvenuto a Gaggiano, un piccolo comune a sud-ovest di Milano. L’uomo arrestato è un cittadino marocchino, ha 22 anni e si chiama Abdel Majid Touil. Si conferma quello che abbiamo sempre detto: allerta in #Italia è altissima, il nostro sistema di controllo lo ha dimostrato. #Statopiùforte
Un uomo è stato arrestato vicino a Milano per l’attentato al museo a Tunisi. È un cittadino marocchino, a febbraio era arrivato in Sicilia su un barcone: era ricercato dalle autorità tunisine.
Due giorni fa è stato approvato dalla commissione Giustizia della Camera un disegno di legge contro l’omotransfobia e la misoginia, presentato dalla maggioranza composta da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Dovesse essere approvato dalla Camera e dal Senato, l’articolo principale della legge estenderà le protezioni attualmente in vigore per le etnie e l’orientamento religioso – previste dalla cosiddetta legge Mancino del 1993 – all’orientamento sessuale: punirà infatti col carcere chi commette violenza o incita a commettere violenza nei confronti di un’altra persona sulla base dell’orientamento sessuale. Ancora oggi l’Italia è uno dei pochi paesi europei a non avere una legge che protegga adeguatamente le persone della comunità LGBTQ+, una sigla che indica persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender e altri orientamenti. Sul tema non esistono studi o dati da fonti istituzionali, ma da tempo l’Arcigay – la principale associazione italiana per i diritti degli omosessuali – segnala un aumento delle segnalazioni dei casi di violenza.
Cosa prevede la legge contro l’omotransfobia. Sarà esaminata dalla Camera nei prossimi giorni e a meno di sorprese – dopo anni di tentativi – dovrebbe essere approvata.
In un articolo sulla Stampa di oggi, Jacopo Iacoboni scrive che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, ha presentato una denuncia alla procura di Firenze contro la proprietaria di un account Twitter che pubblica quasi esclusivamente cose a favore del Movimento 5 Stelle, con l’accusa di avere diffuso alcuni tweet “che delineano ipotesi di reati come calunnia e diffamazione”. Iacoboni ha visto alcuni documenti sulla vicenda e racconta che le attività dell’account Twitter sono piuttosto sospette, e che non si possono escludere legami di qualche tipo con una rete di altri account “di propaganda” del M5S che diffondono bufale e notizie false. Beatrice Di Maio è una star del web pro M5S. Si muove nel territorio della propaganda pesante, che in tanti Paesi – per esempio la Russia di Putin, assai connessa al web italiano filo M5S – dilaga. Nella sua attività, Beatrice si è lasciata sfuggire alcuni tweet che delineano ipotesi di reati come calunnia e diffamazione; o vilipendio alla presidenza della Repubblica. È stata denunciata alla Procura di Firenze dal sottosegretario a Palazzo Chigi Luca Lotti, come provano alcuni documenti. Ma chi è esattamente Beatrice Di Maio, e ha qualcosa a che fare con la Casaleggio o la comunicazione ufficiale M5S?
C’è un’inchiesta contro un profilo Twitter vicino al Movimento 5 Stelle? lo scrive la Stampa, secondo cui un sottosegretario ha denunciato un account per "ipotesi di reati come calunnia e diffamazione".
Da qualche mese si parla con più concretezza della possibilità che Apple voglia creare e produrre un’automobile elettrica, che potrebbe fare concorrenza a diverse case automobilistiche e alla stessa Google, che da anni lavora a un progetto molto ambizioso di auto che si guidano da sole. Tra i primi a dare la notizia a febbraio c’era stato il Wall Street Journal, che ora è tornato sull’argomento dando alcuni nuovi dettagli sui piani di Apple. Secondo le fonti consultate dal Wall Street Journal, la nuova automobile elettrica potrebbe essere pronta per il 2019, ma non è chiaro se sarà messa in vendita nello stesso anno. Tre anni per creare praticamente da zero un’automobile sono molto pochi e diversi analisti sono scettici sulla possibilità che Apple possa farcela in così poco tempo, per giunta in un settore in cui non ha esperienza. Il Wall Street Journal dice che Apple ha condotto analisi interne e indagini di mercato di vario tipo per valutare la fattibilità del suo progetto: nel farlo, alcuni suoi rappresentanti si sono anche incontrati con le autorità della California – dove ha sede la società – per avere chiarimenti su come funzionano le leggi dello stato per quanto riguarda i test su strada delle automobili che si guidano da sole. Gli incontri sono avvenuti ad agosto e sono documentati in una serie di email, ottenute dal Wall Street Journal dagli enti pubblici consultati da Apple, come previsto dalle leggi sulla trasparenza. Lo scorso maggio, invece, alcuni dirigenti della società si sono incontrati con i gestori della GoMentum Station, un’ex area militare a est di San Francisco che viene utilizzata da diversi produttori per testare le loro auto che si guidano da sole. Apple ha manifestato interesse per utilizzare la struttura in futuro.
Qualche informazione in più sull’auto di Apple. Il Wall Street Journal ha scoperto tempi e dettagli del progetto "Titan" di Apple, per produrre un'auto elettrica entro il 2019.
Domenica si è riunita l’assemblea nazionale del Partito Democratico – cioè una specie di parlamento interno al PD, e la riunione del partito a cui partecipano più persone, elette in larga parte con le ultime primarie – all’hotel Parco dei Principi di Roma. Le dimissioni di Matteo Renzi da segretario del partito sono state ufficializzate e si è aperto formalmente il congresso del PD, che terminerà entro quattro mesi con le primarie per la scelta del nuovo segretario. Da giorni si parlava, con concretezze maggiori del solito, della possibilità che la minoranza del partito o almeno una sua parte lasciasse il PD. In particolare si aspettava di sapere cosa avrebbero deciso Enrico Rossi, presidente della Toscana, Michele Emiliano, presidente della Puglia, e Roberto Speranza, deputato della parte cosiddetta “bersaniana” della minoranza del partito, che tutti e tre avevano annunciato nei mesi scorsi la volontà di candidarsi alla segreteria del partito, e con loro Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema, due storici dirigenti della sinistra italiana tra i più critici nei confronti di Renzi. Nonostante sia Rossi che Emiliano che Speranza fino a poco tempo fa chiedevano a Renzi di indire il congresso il prima possibile – soprattutto quando sembrava che Renzi volesse portare il paese alle elezioni politiche prima della scadenza naturale del suo mandato di segretario – tutti e tre negli ultimi giorni hanno chiesto di non anticipare il congresso rispetto all’autunno, quando si sarebbe dovuto tenere se Renzi non si fosse dimesso da segretario, ufficialmente per il timore che si finisca per indebolire il governo Gentiloni.
Cosa è successo domenica nel PD. Un punto della situazione per chi era distratto: cosa è stato detto alla riunione dell'assemblea del partito e cosa succede adesso.
Fino al 6 aprile la Galleria Carla Sozzani di Milano ospiterà la mostra Arthur Elgort. The Big Portrait, dedicata al fotografo di moda statunitense Arthur Elgort, considerato uno dei più rivoluzionari e innovativi degli anni Settanta. Elgort – nato a New York nel 1940 – fece parlare di sé per la prima volta quando, nel 1971, pubblicò le sue prime fotografie sull’edizione britannica di Vogue, la rivista di riferimento per la moda nel mondo. Le sue fotografie rinnovavano completamente il modo in cui venivano realizzati all’epoca i servizi di moda, con le ragazze che posavano in modo artificiale negli studi: le sue modelle erano invece ritratte in pose spontanee, all’aperto e alla luce naturale, in strada, in piscina o in spiaggia. Come ha spiegato lo stesso Elgort, che divenne presto uno dei più fotografi più imitati, «alcuni dei miei scatti migliori li ho fatti mentre non stavo lavorando: le modelle si stavano preparando, c’era gente in strada, quei piccoli momenti tra un servizio e l’altro. È quando riesci a mostrare le persone come sono realmente e guardare cosa c’è sotto. Sono quei momenti in cui non si può proprio fingere».
Le foto di Arthur Elgort, che cambiarono la moda. Negli anni Settanta grazie alle sue immagini – esposte a Milano in questi giorni – si passò dai ritratti artificiosi a pose più spontanee.
23.10 – Dice il candidato sconfitto Salvatore Scalzo: «La proclamazione da parte dell’ufficio elettorale centrale mi sembra una decisione inopportuna perchè, da un lato, si segnalano e si verbalizzano gravissime irregolarità in una sezione e che non hanno precedenti nella storia di questa città, e dall’altro si considerano i voti della stessa nel computo finale. Posso comprendere che la Commissione, che tra l’altro ha svolto un lavoro di controllo molto positivo ed apprezzabile, abbia voluto lasciare ad una seconda fase tutti i controlli e gli accertamenti di rilevanza penale che riguardano le accertate irregolarità del voto. Ma ritengo, come tutte le forze politiche che oggi si sono presentate in Prefettura, che proprio quelle accertate irregolarità, unite ad altre diffuse e preoccupanti anomalie presenti in diverse sezioni ed unite ancora ad un’inchiesta in corso sulla compravendita di voti, avrebbero dovuto spingere la Commissione a non chiudere con la proclamazione. Oggi il sindaco Abramo si ritrova in una situazione di legittimità e trasparenza democratica ridotte e sotto il peso di ombre che non fanno bene nè alla sua futura amministrazione, nè alla nostra città. Da parte nostra c’è l’intenzione di procedere ai ricorsi necessari e successivi nella consapevolezza che la battaglia per il voto libero e la democrazia sia un obbligo nei confronti della città tutta». Aggiornamento 22.09 – L’Ufficio elettorale centrale ha dichiarato Abramo sindaco di Catanzaro, a conclusione dello scrutinio delle tre sezioni che erano rimaste aperte e della verifica dei verbali delle altre 87 sezioni. «Abbiamo trasmesso la dichiarazione di proclamazione di Abramo avendo superato la maggioranza assoluta dei voti, fissata a 28.673. Abramo ne ha avuti 28.803, 130 sopra il 50%».
Il centrosinistra chiede l’annullamento del voto a Catanzaro. Il testo dell'esposto presentato dopo la verifica di irregolarità e col conteggio dei voti tuttora sospeso: ma in serata l'ufficio elettorale dichiara vincitore e sindaco Sergio Abramo.
Scott Hutchison, cantante della band scozzese dei Frightened Rabbit, è stato trovato morto giovedì vicino a South Queensferry, poco a ovest di Edimburgo. Aveva 36 anni, e il suo corpo è stato ritrovato circa un giorno dopo la sua scomparsa: gli altri membri della band, chiedendo aiuto nelle ricerche, avevano detto che poteva essere in uno stato mentale “fragile”. La polizia non ha ancora chiarito le cause della morte, che però ha detto non essere sospetta. Hutchison non si era più visto dal mattino di mercoledì, quando era uscito da un hotel di South Queensferry dopo aver scritto due tweet criptici e un po’ allarmanti. Aveva scritto di non riuscire a vivere essendo buono con le persone che amava, e di soffrirlo. «Ora sono andato. Grazie.», aveva concluso.
Scott Hutchison, cantante della band scozzese dei Frightened Rabbit, è stato trovato morto.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: online sul Post c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Alison Moyet. Che je fa, a una canzone degli anni Ottanta, ribaltare l'arrangiamento.
Anche quest’anno il settimanale britannico Economist ha pubblicato “What if?” (“Cosa accadrebbe se?”), un’apprezzata serie di articoli in cui i redattori della rivista provano a immaginare come sarà il futuro, basandosi sulle conoscenze attuali dei fatti e dei loro andamenti in diversi campi. Quest’anno le ipotesi sono concentrate sui temi legati alla salute, con elementi fantasiosi e altri più rigorosi e basati sulle evidenze scientifiche attualmente disponibili. Tra gli articoli pubblicati si toccano i temi del riscaldamento globale, il potenziale dei farmaci basati su RNA messaggero e la possibilità di selezionare e allevare scimmie sulla Luna. Caldo (2041) Nell’estate del 2041 una persistente ondata di caldo sta interessando parte dell’India da tre settimane, con temperature fino a 50 °C e centinaia di morti. Nella città di Chennai affacciata sul Golfo del Bengala quasi 18mila persone sono morte a causa delle alte temperature e dell’umidità, mentre più a nord a Hyderabad i morti sono stati appena 26, grazie alle lungimiranti politiche seguite negli anni precedenti per mantenere più freschi palazzi e infrastrutture.
Il futuro visto dall’Economist. Che cosa accadrebbe se colonizzassimo la Luna con le scimmie? Se un'intelligenza artificiale vincesse il premio Nobel? Se l'mRNA ci rendesse più intelligenti e atletici?.
L’ultima serie tv dei Marvel Studios è molto diversa da quello a cui aveva abituato la casa di produzione da cui sono usciti i più famosi e visti film di supereroi degli ultimi vent’anni. È uscita a partire dal 15 gennaio sulla piattaforma di streaming di Disney, proprietaria di Marvel, e si chiama WandaVision. Ma al posto degli arcinemici spaziali e degli spettacolari effetti speciali tipici dei film degli Avengers, è una specie di sitcom ambientata in un quartiere residenziale della provincia americana. O meglio: è quello che sembra dalle prime puntate (ne sono uscite tre, finora). WandaVision è una miniserie, cioè una serie tv con un numero predeterminato e limitato di episodi (in questo caso nove, di mezz’ora ciascuno), ed è la prima sui supereroi di Marvel a essere distribuita da Disney+. Per ora si possono guardare i primi tre episodi, ognuno dei quali dura un po’ più di 30 minuti. A differenza di quanto succede su Netflix, Disney+ renderà disponibile una nuova puntata alla settimana.
Una serie Marvel diversa dalle altre. Nei primi episodi di "WandaVision" non ci sono supercattivi e combattimenti spaziali, e i protagonisti vivono in una specie di vecchia sitcom.
Una cosa l’abbiamo capita, a questo punto: se c’è qualcuno che nel centrodestra vuole mettere in crisi il Pdl e il governo, magari portandolo alle elezioni anticipate, quello non è Gianfranco Fini. Già durante la direzione nazionale del Pdl di giovedì scorso, i fuochi d’artificio erano arrivati soprattutto a causa dell’ira di Berlusconi, piuttosto che delle critiche puntuali del presidente della camera. Dal giorno dopo, poi, le dichiarazioni più battagliere non sono arrivate dal fronte dei finiani – praticamente silenziati, tranne qualche eccezione – bensì dagli esponenti del Pdl e soprattutto della Lega, che in più di un’occasione hanno sbandierato la rottura dell’alleanza e le elezioni anticipate in caso di altre frizioni e ripensamenti sul federalismo.
La retromarcia su Roma. Dopo i fuochi d'artificio di giovedì, i finiani fanno marcia indietro. Il presidente della camera rassicura: non è in discussione la nostra permanenza nel Pdl.
Il solstizio d’estate è il momento preciso in cui inizia la stagione estiva, che dura fino al successivo equinozio d’autunno. È un momento preciso, e non un intero giorno: in Italia è stato questa notte, a mezzanotte e trentaquattro minuti. Il giorno in cui cade il solstizio d’estate è quello con più ore di luce dell’anno – così come il giorno in cui avviene quello d’inverno è quello che ne ha meno. A differenza dei solstizi, gli equinozi corrispondono con l’inizio dell’autunno e della primavera: nei due giorni di equinozio le ore di luce e quelle di buio sono uguali (anche se non è sempre così, per una serie di variabili). Equinozi e solstizi sono tra gli eventi astronomici più semplici da notare sulla Terra, e probabilmente anche per questo motivo sono entrati nella tradizione di moltissime culture, dove sono utilizzati per determinare, un poco a spanne, il cambiamento delle stagioni.
Che cos’è il solstizio d’estate? è un momento preciso determinato dalla posizione della Terra intorno al Sole, e segna l'inizio dell'estate.
Il Corriere della Sera racconta la storia delle numerose esondazioni del Seveso a Milano – l’ultima delle quali è avvenuta ieri – e dei diversi progetti pensati, iniziati e mai conclusi per risolvere il problema. A partire da quello contenuto in un decreto del 1951 firmato dall’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. In principio fu un decreto legge. Firmato l’11 aprile del 1951 dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi era il «piano regolatore» delle acque a nord di Milano. Perché le esondazioni c’erano già allora e già allora ci si era posto il problema di trovare una soluzione. Eccola, nel decreto: creare una sorta di ombrello a nord della città, per proteggerla dall’afflusso di acque dei fiumi Lambro, Olona e Seveso e da tutte le piogge che scendono da un triangolo di 1200 chilometri quadrati di terre della Brianza, del Varesotto e del Comasco e si incanalano tutte qui. Il decreto prevedeva di costruire un canale di nord-ovest, uno scolmatore di nord est, uno del Seveso. I tecnici avevano messo in guardia i politici. L’ingegner Antonio Columbo, vice capo dell’ufficio tecnico comunale negli anni ‘60, aveva scritto che la situazione avrebbe solo potuto peggiorare: i «disboscamenti delle brughiere», «l’estendersi delle zone edificate e pavimentate» e «lo svilupparsi delle reti di fognatura», stavano già determinando «un più rapido e copioso afflusso di acque nei fiumi, colatori e canali».
La storia di Milano allagata. Il Corriere della Sera racconta com'è che da decenni il Seveso crea problemi in città.
È morto a Roma l’ematologo Franco Mandelli, fondatore nel 1969 dell’Associazione italiana contro le leucemie (AIL) e da allora suo presidente. Aveva 87 anni. L’annuncio della morte è stato dato dall’AIL su Facebook. Nella sua lunga carriera Mandelli aveva fatto ricerca sulla cura delle leucemie e dei linfomi; in particolare si è occupato dei linfomi Hodgkin, che colpiscono le cellule linfoidi, o linfociti, cioè le cellule che si occupano di contrastare le infezioni. Dal 2011 era professore emerito di Ematologia all’Università Sapienza di Roma.
È morto a 87 anni Franco Mandelli, il presidente dell’Associazione italiana contro le leucemie (AIL).
Negli Stati Uniti l’arresto dell’uomo che era entrato armato nella pizzeria Comet di Washington, nella speranza di smascherare l’inesistente rete di pedofili del Partito Democratico americano al centro del cosiddetto “Pizzagate”, ha fatto diventare le notizie false una delle prime cose di cui preoccuparsi nella strana nuova era di Donald Trump. “Notizie false” è il termine con cui oggi molti giornalisti definiscono le storie inventate che circolano su Internet, molte delle quali nate su siti russi e dell’est Europa. Il caso della pizzeria ha spinto molti di loro a concludere che la diffusione di voci false online sia una minaccia alla repubblica.
Ok, le bufale, ma poi c’è anche l’informazione tradizionale. Nonostante la tendenza a prendersela con i siti specializzati in notizie false, i giornali sono corresponsabili della disinformazione, scrive Barton Swaim sul Washington Post.
Da ieri pomeriggio campeggia sui siti di news un nuovo nome introdotto nella già ricca onomastica della politica italiana, il “Polo della Nazione”. Da quando Silvio Berlusconi si inerpicò sul famoso predellino a Piazza San Babila e presentò in modo che apparve allora estemporaneo il “Popolo delle Libertà” siamo abituati a essere meno scettici sui battesimi che sembrano estemporanei. E quindi, benché l’annuncio di ieri tra Fini e Casini non sia nuovo e benché la dichiarazione suoni come un modo di riprendere la scena da parte degli sconfitti del giorno prima, forse è il caso di cominciare a segnare sulla rubrica anche “Polo della Nazione”. A dare all’intesa un profilo di ufficialità ci pensa già il Secolo stamattina, scrivendo in prima pagina:
Cos’è questo “Polo della Nazione”. Casini e Fini hanno davvero creato una nuova coalizione di centrodestra, o una effimera trovata di comunicazione?.
Il Kindiefest è un incontro che si tiene a Brooklyn ogni anno, con dibattiti, performance e concerti. Dura tre giorni, ed è nato per avere un luogo d’incontro in cui discutere e scambiarsi idee sul mercato e la distribuzione della musica indipendente per bambini. Se istintivamente vi sono venute in mente le canzoncine noiose e ripetitive tipiche delle feste di compleanno dei 3enni, state sbagliando. La “kindie music” (il nome del genere musicale, un mix tra kinder — bambino — e indie — indipendente) è diventato un mercato rispettato, con canzoni pop dalle tematiche che coinvolgono direttamente i bambini: testi più seri sul bullismo o il divorzio dei genitori, testi più leggeri come un nuovo taglio di capelli, senza sdolcinatezze gratuite né accondiscendenze.
Musica indie per bambini. Non ci sono solo stucchevoli prodottini da teenager: il mercato della musica anti-Disney si sta allargando.
Qualche giorno fa sono stati assegnati i premi annuali del British Journal of Photography. La fotografia vincitrice del premio più importante — quello alla singola immagine — è stata scattata dalla sudafricana Michelle Sank, e ritrae un uomo addormentato in un parco di Durban, in Sudafrica. «Più la guardo e più diventa potente» ha detto uno dei giudici Nick Galvin, che gestisce gli archivi londinesi della Magnum, storica agenzia fotografica tra le più importanti al mondo. La motivazione ufficiale dell’assegnazione del premio definisce lo scatto “surreale e disturbante”, ma quasi tutti i commentatori del sito non hanno apprezzato la scelta, definendola “uno scherzo” e attaccando duramente i giudici.
Foto che vincono premi. Gli scatti vincitori di due concorsi internazionali sono stati criticati da commentatori e addetti ai lavori.
Un articolo di Business Of Fashion (BOF) spiega come molti marchi e negozi di abbigliamento, soprattutto americani, stiano integrando la loro offerta con collezioni per matrimoni e abiti da sposa a basso costo, per fornire un’alternativa alle sempre più persone che vogliono spendere meno e non vedono più il matrimonio necessariamente come una cerimonia costosa e sfarzosissima. Fino a qualche anno fa al momento di sposarsi era considerato inevitabile acquistare in boutique specializzate l’abito da sposa, spendendo moltissimo: soprattutto per un abito poco funzionale e da usare auspicabilmente una volta nella vita. BOF scrive che secondo una società di ricerca del settore, The Wedding Report, nel 2014 negli Stati Uniti le spese per i matrimoni – comprensive di fiori, cibo e tutto quello che sta intorno all’aspetto festoso dell’evento – sono state in media 26.444 dollari a matrimonio (poco più di 24 mila euro), in aumento rispetto ai 25.656 dollari del 2012 (circa 23.500 euro). Tuttavia il 50 per cento delle spose del campione in esame ha detto di aver speso meno di 500 dollari per il proprio abito, cioè grossomodo meno di 455 euro. Secondo un altro studio pubblicato da David’s Bridal, la più grande catena che vende abiti da sposa degli Stati Uniti, il 50 per cento delle future spose considera una priorità spendere meno di 800 dollari per il loro vestito e il 54 per cento delle donne ritiene che non sia importante chi ne sia lo stilista.
Gli abiti da sposa low-cost avranno successo? li offrono sempre più marchi e negozi di abbigliamento: c'entra anche com'è cambiato il matrimonio negli ultimi anni.
A una settimana dai 35 arresti disposti dalla procura di Venezia per corruzione e presunte tangenti intorno ai lavori del MOSE, l’ambizioso e costoso progetto per mettere in sicurezza la laguna dall’acqua alta, circolano nuovi elementi e soprattutto molti nomi di persone che sembrano essere coinvolte direttamente o indirettamente nella vicenda. Oltre a citare il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, agli arresti domiciliari, e l’ex governatore del Veneto ora parlamentare di Forza Italia Giancarlo Galan, per il quale c’è una richiesta di arresto su cui si dovrà esprimere la Camera, i documenti dell’inchiesta hanno riferimenti a politici, imprenditori e funzionari dello stato di vario livello. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone non indagate, di cui si parla in seguito alle dichiarazioni rese ai magistrati dai principali protagonisti della vicenda giudiziaria come Giovanni Mazzacurati, per lungo tempo presidente del Consorzio Venezia Nuova, il gruppo composto da grandi imprese di costruzioni, cooperative e piccole aziende locali cui sono affidati la costruzione del MOSE e tutti gli altri interventi necessari per tutelare Venezia dal problema ricorrente dell’acqua alta. Altri nomi sono stati fatti dai collaboratori più stretti di Mazzacurati, come Roberto Pravatà, ex vicedirettore generale del Consorzio Venezia Nuova, che ha tenuto i conti in una sorta di diario, secretato dai magistrati, del presunto sistema di tangenti.
Tutti i nomi dell’inchiesta sul Mose. Dopo Galan e Orsoni gli interrogati accusano Matteoli ma citano anche entrambi i Letta: cosa c’è di concreto e cosa di molto vago.
L’ora legale scatta stanotte, cioè quella tra sabato 24 e domenica 25 marzo, e più precisamente alle 2 di notte, momento in cui bisognerà spostare le lancette dell’orologio – come si dice, come se qualcuno lo facesse davvero di notte – un’ora avanti, posizionandole sulle 3. Il cambio dell’ora di stanotte è perciò quello per il quale si dorme un’ora di meno: ma è anche vero che da domani farà buio un’ora più tardi la sera, quindi ne vale la pena. Molti orologi digitali o quelli degli smartphone dovrebbero invece adattarsi da soli al nuovo orario. L’ora legale rimpiazza l’ora solare, e tra le altre cose fa risparmiare sull’energia sfruttando un minore uso dell’illuminazione elettrica: esiste in Italia dal 1916 e fu adottata mentre il paese era impegnata nella Prima guerra mondiale. L’invenzione dell’ora legale è spesso attribuita all’inventore statunitense Benjamin Franklin, che nel 1784 scrisse una lettera satirica pubblicata su un giornale di Parigi, nella quale suggeriva scherzosamente ai parigini di alzarsi più presto al mattino per sfruttare la luce solare e risparmiare sul costo delle candele. Abolita nel 1920, nei decenni successivi l’ora legale fu più volte introdotta, sospesa, abolita e reintrodotta. Fu poi definitivamente ripristinata nel 1966, durante un periodo di crisi energetica in cui serviva sfruttare meglio la luce del sole nel tardo pomeriggio e alla sera. Dal 1966 al 1980 l’ora legale restò in vigore per quattro mesi all’anno (da maggio a settembre). È dal 1981 che ha cominciato a essere introdotta l’ultima domenica di marzo. Nel 1996 è stato introdotto un ulteriore prolungamento di un mese, concordato a livello europeo, e il ritorno all’ora solare è stato fissato l’ultima domenica di ottobre.
Stanotte inizia l’ora legale. È quello per il quale si dorme un’ora di meno: ma è anche vero che da domani farà buio un’ora più tardi la sera, quindi ne vale la pena.
Business of Fashion – uno dei più autorevoli siti online dedicati alla moda – ha pubblicato un articolo della giornalista Robin Mellery-Pratt che spiega perché in Italia non esiste un’azienda-madre che aggrega altri brand di moda, contrariamente a quanto accade nel resto del mondo per esempio con le holding di lusso francesi LVMH, Kering e la svizzera Richemont. La cosa è piuttosto insolita visto il peso economico di molte aziende di moda italiane: almeno nove superano il miliardo di euro di fatturato l’anno (Armani, Prada, Gucci, Bottega Veneta, Dolce & Gabbana, Fendi, Max Mara, Bulgari, Zegna) a cui si aggiungeranno presto, secondo la rivista, anche Valentino, Versace e Salvatore Ferragamo. Queste tre grandi multinazionali controllano moltissime aziende di beni di lusso, tra cui marchi di vestiti, accessori e gioielli. La più grande è la francese LVMH, nata dalla fusione tra l’azienda di pelletteria Louis Vuitton e la Moët Hennessy, specializzata in alcolici. Ha un fatturato annuo di circa 30,6 miliardi di euro e, tra gli altri, possiede i marchi italiani Fendi, Emilio Pucci, Loro Piana e Bulgari. Segue la svizzera Richemont, che ha un fatturato di 10,4 miliardi di euro, non ha mai acquisito marchi italiani (l’unica eccezione è Officine Panerai, marchio produttore di orologi che è stato fondato a Firenze e ha il suo quartiere generale in Italia, ma la produzione in Svizzera) ed è la proprietaria di Cartier. Kering è stata fondata dal francese François Pinault, e controlla Gucci e alcune aziende italiane come come Bottega Veneta, Brioni e Sergio Rossi, per un fatturato annuo di circa 10 miliardi di euro.
Perché non esiste una LVMH italiana? cioè una grossa azienda di lusso che ne possiede molte altre: per esempio perché i marchi italiane sono troppo recenti e non producono accessori.
Il Guardian ha raccolto in una serie di articoli racconti e testimonianze di persone che lavorano a enormi tour o concerti musicali, per raccontare il grande processo organizzativo dietro alle due ore di concerto sperimentate dal pubblico. Dave Simpson, il critico musicale del Guardian, ha parlato con gestori di stadi e palazzetti, addetti alla sicurezza, promoter, e soprattutto con responsabili della messa in scena e show designer. Queste ultime due figure, in particolare, sono i veri responsabili di tutto ciò che succede a un concerto di un grosso tour, canzoni escluse: robot enormi che compaiono sul palco, fuochi d’artificio colorati, luci intermittenti che si accendono e spengono seguendo il ritmo della batteria. Simpson ha intervistato Chris Vaughan, responsabile della messa in scena che ha lavorato fra gli altri coi Black Sabbath e i Manic Street Preachers, e Rob Sinclair, show designer di Peter Gabriel e dei Queen: gli hanno raccontato un po’ di cose che hanno imparato durante la loro carriera e cosa può andare storto in caso di lavoro poco accurato. Come funziona un mega-tour, perché sono importanti Per i musicisti già piuttosto conosciuti, negli ultimi dieci anni c’è stato un cambiamento piuttosto radicale riguardo la propria principale fonte di guadagno. Fino a pochi anni fa un musicista otteneva la maggior parte dei propri soldi vendendo dischi: i concerti e i tour servivano principalmente a “promuovere” un disco in uscita – e infatti iniziavano anche settimane prima della messa in vendita nei negozi – oppure “aprire” nuovi mercati suonando in posti lontani ed esotici (è il motivo per cui fra fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta i Kiss fecero diversi tour in Giappone e Australia, per esempio).
Come si organizza un mega-tour musicale. Storie di concerti enormi, raccontate da chi ci lavora: dalla creazione delle scenografie alle cose che possono andare storte (come la volta che gli U2 restarono bloccati dentro a un limone gigante).
Da oggi è aperto al pubblico Dismaland, il “parco dei divertimenti” creato dall’artista Banksy su una spiaggia abbandonata e solitamente deserta di Weston-super-Mare, una località balneare nel Somerset, in Gran Bretagna.Il nome Dismaland è un evidente riferimento al parco divertimento Disneyland: ma “dismal” in inglese vuol dire tetro, fosco. Dismaland sarà aperto fino al 27 settembre e l’ingresso costerà tre sterline: vi si potranno vedere diverse opere di Banksy e di decine di altri importanti artisti mondiali contemporanei. Il Guardian, che ieri ha intervistato Banksy, ha pubblicato una mappa che mostra e spiega le principali “attrazioni” di Dismaland:
I primi video girati a Dismaland. Si vedono le principali "attrazioni" e opere d'arte del parco di "divertimenti" creato da Banksy e aperto oggi.
Dopo che voci sulla sua imminente dismissione giravano in rete da qualche settimana, martedì la società Dada che gestisce la popolare piattaforma per blog Splinder ha annunciato che Splinder sarà chiuso il 31 gennaio prossimo, e i suoi servizi interrotti. Significa che decine di migliaia di blog – al 2008 risultavano 400 mila blogger su Splinder, anche se probabilmente diminuiti da allora – non esisteranno più tra due mesi, e moltissimi utenti stanno cercando di attrezzarsi per faticosi e complessi traslochi su altre piattaforme. Splinder fu creato nel 2001 da un gruppo italiano a cui partecipò Andrea Santagata, oggi responsabile di Banzai Media (il gruppo Banzai partecipa anche alla società che edita il Post, ndr), a cui abbiamo chiesto di raccontarcene la storia e spiegare cosa sia successo dopo. Come nacque Splinder? Eravamo un gruppo di amici al bar. Marco (Palombi) Francesco (Delfino) e Paolo (Werbrouck) di Tipic, avevano sviluppato un embrione di piattaforma di creazione blog su base Drupal. Fabio (Cabula) ed io seguivamo la sera per passione Bloggando, un sito che recensiva i blog italiani, allora ben 900 (fra cui quello di Luca Sofri, il peraltro direttore del Post). Una sera ci siamo incontrati insieme per un aperitivo ed è nata l’idea di Splinder: un sistema facile, in italiano, per creare e gestire il proprio blog. Marco si è inventato il nome e faceva girare il gruppetto, Fabio e io abbiamo progettato usability e funzionalità, Paolino ha scritto tutto il codice.
Banzai si offre di salvare Splinder. Andrea Santagata, che partecipò alla nascita della piattaforma, ne racconta la storia e propone una via d'uscita per gli utenti.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
Un altro trailer della settima stagione di Dexter. Comincia il 30 settembre negli Stati Uniti.
La Fair Labor Association, associazione non profit promossa da Bill Clinton nel 1999 per migliorare i controlli nelle fabbriche e assicurare un corretto rispetto delle norme e della sicurezza dei lavoratori, ha annunciato ieri i risultati dei controlli effettuati su iniziativa di Apple – e dopo varie inchieste giornalistiche – sulle condizioni di lavoro nelle fabbriche delle aziende fornitrici, comprese la Foxconn a Shenzhen e Chengdu, in Cina. L’inchiesta si è basata in parte sui questionari compilati da 35.000 lavoratori tra quelli che costruiscono i componenti di iPod, iPhone e iPad, e in parte su visite dirette da parte degli ispettori dell’associazione. La Fair Labor Association (FLA) ha detto di aver trovato almeno 50 violazioni di norme e policy, molte di queste già segnalate dalle verifiche interne condotte personalmente da Apple. Durante alcuni periodi nell’ultimo anno, i lavoratori delle fabbriche Foxconn hanno lavorato in media per più di 60 ore alla settimana e a volte anche per 11 giorni consecutivi, superando gli standard della FLA e quelli stessi dichiarati da Apple. Per diversi mesi l’anno scorso la maggioranza dei lavoratori ha superato la soglia massima mensile di ore di straordinario, 36. E spesso queste ore non sono state adeguatamente remunerate.
L’inchiesta sui fornitori di Apple. La Fair Labor Association ha concluso la sua indagine nelle contestate fabbriche cinesi della Foxconn, documentando abusi e irregolarità.
Martedì 3 settembre uscirà Salinger, l’ultima delle molte biografie su Jerome David Salinger, il leggendario scrittore americano autore del “Giovane Holden”, famoso per non aver pubblicato più nulla dal 1965 e per essersi ritirato dalla vita pubblica dai primi anni Sessanta fino alla morte nel 2010. Da giorni ne stanno parlando tutti i media del mondo, soprattutto perché nel libro ci sono dei riferimenti precisi a diversi scritti inediti di Salinger che dovrebbero essere pubblicati «a partire da un periodo compreso fra il 2015 e il 2020», rispettando alcune indicazioni che Salinger avrebbe lasciato prima di morire. Il libro è stato scritto da David Shields e Shane Salerno, gli stessi che tempo fa avevano annunciato di aver realizzato un documentario sullo scrittore, che uscirà il 6 settembre dopo essere stato acquistato e prodotto dal famoso produttore americano Harvey Weinstein. Non è chiaro se ci saranno differenze fra i contenuti del film e quelli del libro. Nel corso degli anni l’atteggiamento solitario di Salinger ha generato una grandissima curiosità nei suoi confronti, cresciuta al crescere della sua celebre ostinazione: si sapeva dove viveva – in una piccola cittadina del New Hampshire, Cornish, dove ciclicamente sfuggiva alle visite di reporter e fans – cosa faceva (scriveva più o meno tutto il giorno) e poco più. La figura dello scrittore famoso ritiratosi dopo un solo romanzo di grandissimo successo si adattava perfettamente a diventare un cliché, del quale i media e biografi non autorizzati hanno scritto per anni (e basta consultare l’archivio del New York Times per farsene un’idea) raccogliendo mozziconi di informazioni nella sua vita, su cui Salinger era molto discreto già quando pubblicava.
Alzate l’architrave. Pare si debba far posto a nuovi libri di J.D. Salinger, stando a una attesa e discussa nuova biografia (con film misterioso).
Colin O’Brien ha fotografato Londra e la vita dei londinesi dal 1948, quando aveva otto anni. Nel suo libro London Life ha raccolto una serie di foto che raccontano i cambiamenti della città: per esempio gli ultimi giorni di servizio di autobus e tram, o di cinema e negozi prima che chiudessero e venissero sostituiti da qualcos’altro. Ci sono Covent Garden quand’era un mercato ortofrutticolo, l’ultimo giorno in cui si poté fumare nei luoghi pubblici e l’ultimo in cui l’Arsenal giocò nello stadio di Highbury. Tutte le fotografie sono state scattate in bianco e nero. O’Brien è morto ad agosto di quest’anno, aveva 76 anni. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La Londra che non c’è più. Le immagini in bianco e nero di Colin O'Brien mostrano quanto è cambiata la città negli ultimi settant'anni.
Fredric Brandt non ci ha messo molto a riconoscersi in uno dei personaggi di Unbreakable Kimmy Schmidt, la nuova serie tv ideata da Tina Fey – la comica americana famosa tra le altre cose per la sua imitazione di Sarah Palin al Saturday Night Live, e già autrice e protagonista della serie tv 30 Rock – prodotta da Netflix. La somiglianza era impressionante: i capelli biondo platino, la fronte luccicante, gli zigomi tirati, la pelle liscia, persino il cognome, “Grant”. Fredric Brandt, un dermatologo esperto di botox che è stato in grado di ringiovanire star come Madonna, si è ucciso domenica mattina nella sua villa di Miami. Aveva 65 anni.
Fredric Brandt, una serie tv e un suicidio. Un famoso "chirurgo delle star" si è ucciso due giorni fa: i suoi amici dicono che c'entra anche la nuova serie tv di Tina Fey che lo prendeva in giro.
Lacoste, la famosa azienda francese di abbigliamento sportivo ed elegante, ha deciso di emanciparsi dall’indumento che l’ha resa famosa nel mondo: la polo. Fu lo stesso René Lacoste, fondatore dell’azienda e prima celebre tennista, a inventarla negli anni Venti e renderla popolare: stanco degli scomodi vestiti che si indossavano per giocare a tennis – camicie a manica lunga, giacca e cravatta – disegnò una più comoda maglietta che manteneva però il colletto e i bottoni di una camicia, e la indossò per la prima volta nel Grand Slam di New York, uno dei più importanti tornei di tennis al mondo, del 1926. L’anno seguente inventò il piccolo logo che la rese riconoscibile in tutto il mondo: un piccolo coccodrillo verde sul petto a sinistra, a richiamare il suo soprannome, Le Crocodile. In 85 anni di storia, Lacoste è diventato uno dei marchi più apprezzati e di successo al mondo, ma negli ultimi tempi la sua immagine è un po’ stagnante e ripetitiva, e fa fatica ad attirare i clienti più giovani: per questo, scrive il sito di moda Business of Fashion, sta cercando di cambiare la sua immagine e i suoi prodotti. In particolare Lacoste vuole allontanarsi dall’identità di marchio sportivo per proporre abiti contemporanei e adatti alla vita di ogni giorno. Il compito è stato affidato alla nuova direttrice creativa Louise Trotter, che il 5 marzo ha presentato la sua prima collezione alla Settimana della moda di Parigi. Trotter ha 44 anni ed è considerata tra le stiliste più interessanti della moda britannica, dove si è guadagnata il soprannome di “Queen of Clean“, per il minimalismo e la pulizia delle linee dei suoi vestiti. Dopo aver disegnato la moda femminile da Gap, Calvin Klein e Tommy Hilfiger è stata direttrice creativa del britannico Joseph, che ha trasformato da marchio con un’offerta basilare a un’offerta per donne in cerca di abiti eleganti e dai tagli accurati.
Lacoste è annoiata da polo e coccodrilli. L'azienda di moda francese vuole sganciarsi dalle cose che l'hanno resa famosa e rinnovarsi puntando su scarpe, borse e una nuova stilista.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 3.224 casi positivi da coronavirus e 166 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 9.880 (452 in meno di ieri), di cui 1.323 nei reparti di terapia intensiva (59 in meno di ieri) e 8.557 negli altri reparti (393 in meno di ieri). Sono stati analizzati 122.229 tamponi molecolari e 130.417 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 2,4 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,2 per cento. Nella giornata di lunedì i contagi registrati erano stati 2.486 e i morti 110. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (505), Campania (410), Sicilia (372), Puglia (314) e Lazio (308).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, martedì 25 maggio.
Nella sua rubrica quotidiana su Repubblica, Michele Serra scrive delle dimissioni del ministro Lupi, ma soprattutto di alcune reazioni che genera e che gli sembrano appartenere agli stessi comportamenti contestati al ministro: l’essere poco “morali” e figli della stessa mancanza di civiltà, se non addirittura di umanità. A monte delle beghe tecnico-legali, Lupi doveva dimettersi per ragioni basiche di etica (pubblica e privata) che rendono quel gesto quasi automatico. Così come è automatico, in circostanze analoghe, snocciolare gli infiniti esempi di ministri inglesi o tedeschi che hanno levato il disturbo anche per molto meno. E questo è il punto A. Poi c’è un punto B. E sono certi commenti politici, certi titoli di giornale, certi schiamazzi internautici a leggere i quali pare che “i Lupi”, intesi come famiglia, siano tal quali i Soprano. Un’associazione criminale. Una schiatta di mascalzoni. Mi chiedo quando avremo la fortuna di unire, nei giudizi sulle persone e specialmente sui politici, severità e misura. Sentimento del diritto e umanità.
Morale è avere rispetto. Michele Serra si chiede se riusciremo a unire "severità e misura" nei giudizi e le "ola" sui colpevoli caduti.
Nelle ultime settimane i responsabili di Twitter hanno iniziato a guardarsi intorno per valutare la possibilità di vendere la società a un buon compratore. Stando a quanto rivela oggi il Wall Street Journal, le consultazioni avrebbero anche interessato Facebook e Google, determinati e esplorare la possibilità di entrare in possesso del social network, per ora poco redditizio, ma molto promettente e con diverse centinaia di milioni di iscritti. Le offerte per ora ricevute da Twitter sembrano essere molto generose. Si parla di una cifra tra gli otto e i dieci miliardi di dollari per la cessione della società, ma stando al quotidiano statunitense il primo giro di confronti con i possibili compratori non avrebbe portato da nessuna parte.
Twitter non è in vendita, ma ci pensa. Il Wall Street Journal rivela che Google e Facebook sarebbero pronti a sborsare fino a 10 miliardi di dollari per l'acquisizione.
Lo scorso giugno è stato il mese di giugno più caldo mai registrato: secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA, l’agenzia federale statunitense che si occupa di meteo e clima) la temperatura media in tutto il mondo è stata di 1,7 gradi Fahrenheit (pari a 0,9 gradi centigradi) superiore alla temperatura media registrata a giugno nel Ventesimo secolo. A giugno 2019 la temperatura media in tutto il mondo è stata infatti di 16,4 gradi centigradi. Il caldo è stato particolarmente intenso in alcune zone dell’Europa, della Russia, del Canada e del Sud America. La NOAA ha detto anche che nove dei dieci mesi di giugno più caldi da quando si iniziò a registrarli, nel 1880, sono avvenuti negli ultimi nove anni; l’ultimo record era del giugno 2016. L’aumento di temperature è uno degli effetti del cambiamento climatico: in Italia, per esempio, il 2018 era stato stato l’anno più caldo mai registrato dal 1800, secondo i dati rilevati e analizzati dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). L’anomalia è stata di 1,58 °C sopra la media, rispetto al periodo di riferimento dal 1971 al 2000.
Il mese scorso è stato il giugno più caldo mai registrato.
Il comune di Roma ha annunciato che le scuole e gli asili nido della città resteranno chiusi anche domani, martedì 27 febbraio, a causa della neve, o meglio: a causa del rischio che si formi il ghiaccio sulle strade. Il comunicato con cui è stata annunciata la chiusura delle scuole anche per domani dice che «il provvedimento si è reso necessario dopo i bollettini diffusi oggi dalla Protezione civile regionale: previste gelate molto intense e un forte abbassamento della temperatura che proseguiranno anche nella giornata di domani». Maltempo: Campidoglio, domani scuole e nidi chiusi. Firmata ordinanzaResteranno chiuse anche domani, martedì 27 febbraio, le scuole di ogni ordine e grado, compresi gli asili nido, sul territorio di Roma. È quanto previsto in un’ordinanza sindacale firmata oggi. pic.twitter.com/LtKrWacVcA
A Roma le scuole saranno chiuse anche domani, martedì 27 febbraio, a causa della neve.
Oggi il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso ha partecipato a una conferenza stampa insieme a Pier Luigi Bersani per annunciare la sua intenzione di candidarsi alle prossime elezioni con il Partito Democratico. Ieri Grasso ha presentato al Consiglio Superiore della Magistratura la richiesta di aspettativa per potersi candidare e ha anche presentato la domanda di pensionamento anticipato a partire dal 28 febbraio: sarebbe potuto restare in servizio fino al gennaio del 2020. Altri tre magistrati hanno presentato al CSM la richiesta di aspettativa per motivi elettorali, nelle ultime settimane: Antonio Ingroia e Stefano Amore, che l’hanno già ottenuta, e Stefano Dambruoso. Il CSM si riunirà nuovamente il 7 gennaio. Pietro Grasso è nato a Licata, in provincia di Agrigento, il primo maggio del 1945: ha quindi 67 anni. Ha iniziato la sua carriera in magistratura nel 1969, diventando pretore a Barrafranca, in provincia di Enna, dove è rimasto fino al 1972 quando è diventato sostituto procuratore al Tribunale di Palermo. Qui dalla dalla metà degli anni Settanta ha seguito indagini sulla criminalità organizzata e sull’amministrazione pubblica e ha anche guidato l’inchiesta sull’omicidio del presidente della Sicilia Piersanti Mattarella, avvenuto nel 1980. Nel 1984 è stato giudice a latere (cioè uno dei due giudici che siedono a fianco del presidente e formano insieme a lui il collegio giudicante) del presidente Alfonso Giordano nel maxiprocesso a Cosa Nostra in cui erano imputate circa 400 persone per reati legati alla criminalità organizzata. Insieme a Giordano, Grasso è stato anche l’estensore della sentenza, di circa ottomila pagine, che ha assegnato 19 ergastoli. Dopo la fine del maxiprocesso è stato nominato consulente della Commissione antimafia e nel 1991 è stato chiamato da Giovanni Falcone come consigliere alla Direzione affari penali del Ministero di grazia e giustizia. Dopo l’assassinio di Giovanni Falcone, ne ha preso il posto nella Commissione Centrale per i programmi di protezione di testimoni e collaboratori di giustizia.
Chi è Pietro Grasso. E che cosa pensava delle riforme della giustizia proposte da Berlusconi e della lotta alla mafia del suo governo, ora che sappiamo sarà candidato col PD.
È morta a 92 anni la scrittrice statunitense Mary Higgins Clark: lo ha comunicato il suo editore. Higgins Clark era un’autrice particolarmente prolifica, i cui libri gialli vendevano spesso diversi milioni di copie. Ebbe una vita piuttosto complicata e scrisse il suo primo romanzo – Dove sono i bambini? – nel 1975, dopo i quarant’anni. Ne scrisse poi più di 50, quasi tutti gialli, tradotti in molti casi in decine di lingue e con diversi adattamenti televisivi e al cinema. Il suo editore italiano era Sperling & Kupfer.
È morta a 92 anni la scrittrice statunitense Mary Higgins Clark.
Domenica 28 febbraio c’è stata la sfilata di Missoni alla Milano Moda Donna, la settimana della moda italiana dedicata alla collezione autunno/inverno 2016. La sfilata è piaciuta molto alla stampa: Vogue America ha per esempio scritto che è stata una delle migliori collezioni di sempre disegnate da Angela Missoni. La stilista ha usato molta maglieria, come da tradizione nell’azienda, ma è riuscita a proporre look divertenti, sexy e senza una stagionalità precisa. C’erano completi in maglia a righe o a zig zag, la fantasia per cui Missoni è più famosa, vestiti lunghi portati con sciarpe e stole che arrivavano al pavimento, e giacchini pieni di frange. Con questa collezione Missoni ha rievocato lo stile degli anni Settanta, il periodo di maggior successo del marchio. La collezione di Missoni per l’autunno/inverno 2016
Come va Missoni, 3 anni dopo la morte del fondatore. È diretta dalla figlia Angela, che ha appena presentato una delle sue collezioni più apprezzate; ma hanno un ruolo importante anche sua madre Rosita e la figlia Margherita.
Lo scorso fine settimana l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha invitato i governi a non diffondere il concetto di “patente di immunità”, chiarendo che a oggi non ci sono prove scientifiche chiare per sostenere che si diventi immuni al coronavirus dopo avere superato l’infezione. Queste “patenti” dovrebbero consentire di identificare chi ha già avuto il virus e che potrebbe quindi tornare ad avere una vita attiva sia socialmente sia lavorativamente, senza comportare ulteriori rischi per i nuovi contagi. L’idea è stata molto promossa anche in Italia da alcuni esponenti politici, come il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, ma proprio come ha spiegato l’OMS è un messaggio rischioso che sembra ignorare la domanda più grande di questa pandemia: si diventa immuni al coronavirus? Dalla risposta a questa domanda deriveranno moltissime decisioni e sviluppi dell’attuale emergenza sanitaria. Non solo perché la capacità di diventare immuni farà si che la malattia sia meno presente tra la popolazione, man mano che molte persone contrarranno il coronavirus, ma anche perché consentirà di capire se e quanto potremo fare affidamento sui vaccini per raggiungere un buon livello di immunizzazione.
Si diventa immuni al coronavirus? è la domanda delle domande: non c'è ancora una risposta definitiva, ma iniziano a esserci i primi indizi.
Un modo facile per capire se un libro ha successo è cercarlo tra le classifiche di vendita pubblicate ogni settimana, di solito la domenica, su riviste e inserti culturali. Aiutano a farsi un’idea di cosa si stia vendendo e leggendo di più in quel momento, e contribuiscono a far conoscere e quindi vendere un libro. Come spiega la giornalista e scrittrice Caterina Bonvicini sull’ultimo numero dell’Espresso, però, il modo di leggere le classifiche sta cambiando: le prime posizioni danno un’idea limitata del mercato letterario, che negli ultimi anni si è trasformato molto grazie alle vendite online e all’amplificarsi della disponibilità di catalogo. Editori e agenti letterari tengono d’occhio soprattutto le posizioni di mezzo, in cerca di titoli che magari vendono poco sul momento ma continuano a farlo, i cosiddetti longseller, non finendo nella top ten ma conquistando lentamente migliaia di copie vendute. Bonvicini ricorda che la misura del successo di ogni libro è diversa, e può essere sia commerciale che letteraria; così come sono diversi e in evoluzione i modi per ottenerlo e per raggiungere il pubblico che potrebbe garantirlo: social network, pubblicità sui giornali e visibilità negli spazi espositivi delle librerie, che però costano caro.
Un altro modo di leggere le classifiche dei libri. Caterina Bonvicini spiega sull'Espresso che contano le posizioni di mezzo, e i libri che magari vendono poco ma a lungo.
Da alcune settimane il governo sta trattando con le regioni per approvare un provvedimento che sarebbe il primo del suo genere: ridurre del 30 per cento il numero di slot machine in Italia. Al momento la trattativa è ancora in corso, ma l’obiettivo del governo è chiudere entro il 15 dicembre e inserire la norma nella legge di bilancio. Fino a oggi il numero di licenze per slot machine non ha fatto che aumentare ogni anno, tanto che l’Italia è arrivata ad avere uno dei settori del gioco d’azzardo più grandi al mondo per valore assoluto, dietro soltanto Giappone, Stati Uniti e Cina. Se consideriamo la spesa pro-capite nel gioco d’azzardo legale, quindi, l’Italia è probabilmente tra i primi posti al mondo. Una norma per ridurre il numero di slot machine era stata inserita la prima volta nella legge di bilancio del 2015, ma non aveva prodotto effetti immediati. La riduzione avrebbe dovuto concludersi nel 2019, mentre nel corso del 2015 il numero di licenze è continuato ad aumentare. Lo scorso settembre la vicenda ha avuto un’improvvisa accelerazione quando il presidente del Consiglio Renzi ha annunciato che intendeva anticipare il taglio dal 2019 al 2017. Poche settimane dopo il governo ha iniziato una trattativa con la conferenza Stato-regioni, in cui è rappresentato dal sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta (PD).
Renzi fa sul serio sul gioco d’azzardo? il governo sta trattando per eliminare un terzo delle slot machine: sarebbe la prima norma del genere in un paese che ha dati assurdi sul gioco d'azzardo.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 1.394 casi positivi da coronavirus e 13 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 1.377 (37 in meno di ieri), di cui 180 nei reparti di terapia intensiva (0 in meno di ieri) e 1.197 negli altri reparti (37 in meno di ieri). Sono stati analizzati 86.371 tamponi molecolari e 88.481 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata dell’1,49 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,12 per cento. Nella giornata di mercoledì i contagi registrati erano stati 1.007 e i morti 14. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Sicilia (219), Lombardia (215), Campania (162), Veneto (149) e Lazio (112).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, giovedì 8 luglio.
Herbert D. Kleber, lo psichiatra americano esperto sull’abuso di sostanze stupefacenti ricordato dal doodle di Google di oggi, morì circa un anno fa, il 5 ottobre 2018, a 84 anni. Dal 1968 al 1989 diresse l’unità sulla dipendenza da droghe dell’Università di Yale, per due anni e mezzo lavorò per l’amministrazione di George H. W. Bush, per ridurre il consumo di sostanze psicotrope e nel 1992 fondò insieme a Marian Fischman, ricercatrice e sua seconda moglie, la Substance Abuse Division della Columbia University di New York, uno dei centri più importanti per lo studio e la cura delle dipendenze. Kleber era considerato uno dei più importanti esperti nel campo del trattamento delle dipendenze, che fu tra i primi ricercatori a studiare. Il suo interessamento per la materia arrivo un po’ per caso: nel 1964, a 30 anni, fu chiamato a prestare servizio nell’esercito. Era appena diventato medico e quindi si propose per lavorare nell’Ufficio per la salute pubblica, aspettandosi di finire a fare ricerca. Le cose però andarono diversamente perché fu mandato a lavorare nell’ospedale carcerario di Lexington, in Kentucky, noto per il trattamento delle dipendenze: vi erano detenute migliaia di persone dipendenti da droghe tra cui, a un certo punto, il trombettista jazz Chet Baker e lo scrittore William S. Burroughs.
Chi era Herbert D. Kleber. Lo psichiatra protagonista del doodle di Google di oggi fu uno dei più importanti ricercatori nel settore del trattamento delle dipendenze da droghe.
Il lander Schiaparelli è precipitato su Marte lo scorso 19 ottobre e probabilmente si è distrutto a causa dell’impatto ad alta velocità sul suolo marziano. Lo ha comunicato l’Agenzia Spaziale Europea nella serata di oggi, dopo avere completato una prima analisi dei dati sulla sua missione ExoMars, realizzata in collaborazione con l’agenzia spaziale russa Roscosmos. Oltre a Schiaparelli, ExoMars comprende la sonda TGO, da quasi tre giorni regolarmente in orbita intorno a Marte. Saranno necessari ancora giorni per comprendere nel dettaglio che cosa sia andato storto nell’atterraggio di Schiaparelli, ma le prime informazioni confermano quanto era stato ipotizzato in seguito all’impossibilità di mettersi in contatto con il lander. Che cosa è successo a Schiaparelli Finora sapevamo che Schiaparelli aveva inviato dati, raccolti da TGO, nei primi minuti dopo il suo ingresso nell’atmosfera marziana, e che poi aveva smesso di comunicare senza dare informazioni sul suo atterraggio. L’ESA sta ancora analizzando i dati ricevuti da TGO, ma nel frattempo ha potuto studiare un’immagine del suolo marziano scattata dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA, che il 20 ottobre ha sorvolato il Meridiani Planum, la grande area pianeggiante scelta per l’atterraggio di Schiaparelli. L’immagine non ha una grande risoluzione – un pixel equivale all’incirca a 6 metri – ma mette comunque in evidenza un paio di differenze rispetto a un’altra fotografia scattata da MRO nel maggio scorso.
Schiaparelli è precipitato su Marte. Il 19 ottobre qualcosa è andato storto negli ultimi secondi dell'atterraggio: il lander è caduto per 2-4mila metri e ha sbattuto sul suolo marziano a 300 chilometri orari, ha detto oggi l'ESA.
Una forma di cancro al seno che coinvolge i dotti galattofori (i canali dove passa il latte nella mammella) e che è considerata meno grave delle altre potrebbe essere curata in modi meno invasivi degli attuali, dice una nuova ampia ricerca scientifica basata sullo studio di oltre 100mila casi di tumore negli ultimi 20 anni. I risultati dell’indagine sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of the American Medical Association (JAMA) Oncology e dicono che le donne operate per rimuovere il carcinoma duttale in situ (DCIS) non hanno meno probabilità di morire di cancro al seno rispetto alla media complessiva delle donne. Lo studio ha inoltre messo in evidenza che in certi casi le probabilità erano più alte in alcune pazienti, soprattutto in presenza di trattamenti indirizzati verso la mammella sinistra. I risultati della ricerca stanno facendo discutere perché riguardano un tema molto delicato in ambito medico, circa la corretta definizione di DCIS. Questa condizione viene di solito definita come una “precancerosi” e un tumore allo stadio zero, quindi a basso rischio, ma potenzialmente dannoso nel caso di una sua evoluzione. Semplificando, con DCIS si indica la presenza di cellule cancerogene atipiche nei canali che portano il latte all’interno della mammella: la parola “in situ” indica che quel tipo di cellule è confinato alla zona interessata e che non si è infiltrato in altri tessuti diventando quindi più pericoloso. Per alcuni oncologi si tratta a tutti gli effetti di un tumore, per altri è un precursore del cancro, mentre per altri ancora è un fattore di rischio. In molti casi, i tumori in situ restano dove sono e non coinvolgono altri tessuti.
Le terapie per alcune forme di cancro al seno sono troppo invasive? una nuova ampia ricerca dice che le operazioni per "carcinoma duttale in situ" – cos'è? – non riducono le probabilità di morire.
Alcuni giornali tedeschi hanno pubblicato in questi giorni una lunga inchiesta, ripresa anche dai giornali internazionali, su quello che è stato definito il più grande scandalo fiscale nella storia della Germania dal dopoguerra a oggi. La vicenda è molto complicata ma, riassume BBC, coinvolge un gruppo internazionale di banchieri, avvocati e consulenti che sfruttando alcune disfunzioni del sistema fiscale tedesco, con pratiche che i tribunali dovranno ora decidere se siano state illegali, sono riusciti a evadere le tasse per circa 32 miliardi di euro (la cifra non è ufficiale, ma è stata calcolata da alcuni esperti). Il settimanale Die Zeit ha fatto notare che la somma sottratta sarebbe stata più che sufficiente a coprire il costo della gestione dei rifugiati accolti in Germania per un anno intero. La storia è iniziata nel giugno del 2011 ed è stata scoperta solo grazie a una giovane dipendente dell’Agenzia federale delle entrate della Germania, che ha scelto di restare anonima («non sono un’eroina, ho solo fatto il mio lavoro», ha spiegato). La funzionaria, da poco assunta, si era insospettita per una richiesta di rimborsi insolitamente alta arrivata da un fondo pensione statunitense. In soli due mesi il richiedente, cioè il fondo, aveva acquistato titoli tedeschi per un valore di 6,4 miliardi di euro, che aveva rivenduto poco dopo avanzando la domanda di restituzione di imposte pari a quasi 54 milioni di euro. Il fondo, nonostante le cifre molto alte di cui si stava parlando, aveva un solo beneficiario, e questo aveva spinto la funzionaria a fare delle ricerche e a inviare al fondo una lunga lista di domande. In quello stesso momento, scrive Die Zeit, alcuni «banchieri, broker, consulenti e investitori sono entrati nel panico, in tutto il mondo: a New York, a Londra e Basilea, a Monaco di Baviera, a Francoforte e a Neumarkt».
C’è un enorme scandalo fiscale in Germania. Il più grande dal dopoguerra, dicono da quelle parti: un gruppo di banchieri e avvocati avrebbe sottratto allo stato 31,8 miliardi di euro.
Apple potrebbe presentare il prossimo 23 ottobre una versione più piccola e rivista dell’iPad, cioè l’iPad mini, secondo una fonte che è a conoscenza del piano, scrive l’agenzia di stampa Reuters. In questo modo anticiperebbe di qualche giorno la presentazione del nuovo tablet di Microsoft, che avverrà (e questo è sicuro) il 26 ottobre. Anche il blog di tecnologia AllThingsD, solitamente ben informato, aveva dato oggi la data del 23 ottobre, aggiungendo però che ci potrebbe anche essere la possibilità che l’iPad mini venga presentato verso la fine dell’anno per problemi di produzione. Ma si tratta di un’ipotesi più lontana. Apple come sempre non ha dato commenti. (Che si dice del nuovo iPad mini)
Le ultime sull’iPad mini. Fonti di solito affidabili dicono che sarà presentato il 23 ottobre, tre giorni prima del nuovo tablet Microsoft.
Dal 27 giugno anche in Italia è possibile abbonarsi a Storytel, una piattaforma online che offre un servizio di abbonamento simile a quello di Netflix, ma per gli audiolibri. Storytel esiste dal 2005 ed è svedese, ma non è il primo servizio di questo genere che arriva in Italia: già da due anni ci si può abbonare ad Audible, una piattaforma analoga che appartiene ad Amazon. Gli audiolibri invece esistono da molto più tempo, anche se per anni non hanno avuto grande successo. All’estero gli audiolibri funzionano. Negli Stati Uniti, secondo l’associazione degli editori che li pubblicano, nel 2017 sono stati venduti 2,5 miliardi di dollari (2,1 miliardi di euro) di audiolibri, il 22,7 per cento in più rispetto al 2016, e l’anno scorso è stato il quarto anno consecutivo in cui le vendite sono cresciute di più del 10 per cento. In Svezia il mercato dei libri, fino al 2015 in declino, ha ricominciato a crescere proprio a partire dagli audiolibri: per questo, nonostante il paese abbia poco più di 10 milioni di abitanti, ha almeno tre servizi di abbonamento agli audiolibri e Storytel in particolare ha potuto espandersi in altri dodici paesi arrivando a 350 dipendenti e acquisire Norstedts, la più antica casa editrice svedese.
Avete mai provato un audiolibro? da quasi un mese ad Audible si è aggiunto Storytel: un confronto tra le offerte dei due principali servizi di libri da ascoltare in streaming.
Il 10 maggio il bisonte è diventato il mammifero nazionale degli Stati Uniti grazie alla National Bison Legacy Act, una legge firmata da Barack Obama e votata sia dai Democratici che dai Repubblicani. Cristián Samper – il presidente della Wildlife Conservation Society, un ente a sostegno della legge – ha detto che il bisonte è «un’icona che rappresenta i più grandi ideali dell’America: unità, resilienza, paesaggi e comunità sane». Il bisonte è il primo mammifero a diventare simbolo nazionale degli Stati Uniti e si aggiunge all’aquila calva, simbolo del paese dal 1782. Il bisonte è il più grande mammifero del Nordamerica: un esemplare adulto può arrivare a pesare una tonnellata. Il New York Times ha spiegato che nonostante il suo peso il bisonte è un animale piuttosto veloce: può infatti raggiungere i 55 chilometri all’ora. In passato nel Nord America c’erano alcune decine di milioni di bisonti, «dalle foreste dell’Alaska alle praterie del Messico». La caccia, l’introduzione delle armi, dei cavalli, delle mucche (che portarono malattie) e l’aumento di popolazione nell’habitat del bisonte portarono gli animali a essere circa un migliaio alla fine dell’Ottocento. Il Washington Post ha scritto che oggi i bisonti vivono in ogni stato degli Stati Uniti: si stima che oggi ci siano circa 20mila bisonti allo stato brado e secondo un censimento del 2012 ce ne sono circa 160mila in fattorie e ranch.
Il bisonte è diventato il mammifero nazionale degli Stati Uniti. Lo ha deciso una legge firmata da Barack Obama e votata sia dai Repubblicani che dai Democratici.
Dopo la notizia della morte del cantante George Michael avvenuta il 25 dicembre, molte persone hanno cominciato a ricordare la sua generosità, raccontando delle molte organizzazioni di beneficenza che aveva sostenuto e delle singole persone che aveva cercato di aiutare nel corso della sua vita. Spesso senza pubblicizzarlo, nel corso della sua carriera Michael ha fatto molte donazioni, ha finanziato iniziative benefiche di vario genere e ha sostenuto cause e persone a cui si era avvicinato per qualche caso della vita. Ad esempio, ha più volte tenuto da parte biglietti dei suoi concerti per il personale del Servizio sanitario nazionale (NHS) del Regno Unito, come forma di ringraziamento per le cure ricevute da sua madre, malata di tumore e morta nel 1997, mentre in più di un’occasione – spesso chiedendo che non venisse detto a nessuno – ha donato soldi a sconosciuti in difficoltà che aveva incontrato per caso. His support for the LGBTQ community, the NHS and the miners marked George Michael out as an activist as well as a great artist. pic.twitter.com/tsKNp22Lr7
La generosità segreta di George Michael. Nella sua vita ha fatto molta beneficenza e ha donato soldi a sconosciuti in difficoltà, spesso chiedendo di non dirlo a nessuno.
Durante la campagna elettorale per diventare sindaco di Napoli, Luigi De Magistris proponeva questa soluzione al problema dei rifiuti: niente inceneritori – “vecchie tecnologie che avvelenano l’ambiente” – e raccolta differenziata da portare al 66 per cento nel giro di pochi mesi. “Là dove si realizza il porta a porta”, si legge nel programma elettorale di De Magistris, i napoletani si comportano come e meglio di molti”. I dati confortano questa tesi: in questo momento a Napoli la raccolta differenziata copre solo il 20 per cento dei rifiuti ma nei quartieri dove è arrivo il porta a porta la percentuale arriva effettivamente sopra il 65 per cento. Non ci sono però impianti di compostaggio, e De Magistris ha promesso di costruirne uno. Il neo sindaco di Napoli ha affrontato tempestivamente la questione, dedicando ai rifiuti la sua prima delibera dopo l’insediamento, nominando un nuovo consiglio di amministrazione di ASIA, l’azienda municipalizzata che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. De Magistris si è impegnato a raddoppiare l’estensione della raccolta differenziata in città nel giro di 90 giorni. Rimane però la risoluzione dei problemi immediati. In questo momento per le strade di Napoli ci sono 2.400 tonnellate di rifiuti non raccolti, 10.000 se si tiene conto dell’intera provincia. Il 17 giugno, dopo una riunione d’emergenza convocata in prefettura con Asl, Agenzia regionale ambiente, Regione Campania e Provincia di Napoli, il sindaco di Napoli aveva detto: «In quattro-cinque giorni la città e la provincia di Napoli saranno liberate dalla spazzatura». I quattro-cinque giorni scadono tra oggi e domani e la situazione è lontana dall’essere risolta.
De Magistris e i rifiuti di Napoli. Oggi scadono i cinque giorni che il neo-sindaco si era dato per ripulire la città, ma i rifiuti sono ancora per le strade.