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Il vincitore del premio Nobel per la Pace sarà annunciato venerdì alle 11 da Thorbjørn Jagland, il presidente del Comitato norvegese per i Nobel, a Oslo in Norvegia. Il vincitore riceverà in premio circa 975mila euro. Come ogni anno, l’annuncio è molto atteso e come da tradizione c’è grande segretezza intorno al nome del vincitore. Si sa solamente che le candidature presentate quest’anno sono state 278, ma per avere la lista ufficiale dei nomi sarà necessario attendere 50 anni, cioè il periodo deciso dal Comitato prima che possano essere diffuse informazioni sui nominati. Annualmente, il Comitato per il Nobel per la Pace invita organizzazioni e istituzioni di vario tipo a proporre le candidature, tra le quali sceglierà poi il vincitore attraverso una serie di consultazioni e votazioni interne. Sulla base delle dichiarazioni fornite da alcuni dei proponenti, il Peace Research Institute Oslo (PRIO) – una organizzazione indipendente da quella dei Nobel – ha diffuso una lista con le candidature certe di quest’anno.
Chi vincerà il Nobel per la Pace? malala in ritardo? Snowden facendo arrabbiare gli USA? Il Papa (sarebbe il primo)? Previsioni e quotazioni, nell'attesa.
Scritto da Aaron Sorkin (The West Wing, Codice d’Onore), diretto da David Fincher (Zodiac, Fight Club, Seven), The Social Network è arrivato nelle sale italiane due settimane fa e, pur colpendo lo spettatore con una trama avvincente e un’ottima sceneggiatura, non manca di far sorgere qualche dubbio sull’attendibilità di quanto raccontato. Il sottotitolo recita “non arrivi a 500 milioni di amici senza farti qualche nemico”, alludendo da un lato all’incredibile numero di iscritti a Facebook, di cui il film racconta la creazione, e dall’altro alle controversie legali seguite alla sua fondazione. Le pretese di realismo sono evidenti: vengono usati (quasi) sempre nomi veri, la successione dei fatti è abbastanza attinente alla realtà, sono spesso citati documenti legali. Il film contiene anche una serie di minuzie che sembrano piazzate lì per stupire e coinvolgere lo spettatore, che spesso sono realmente accadute. Davvero Mark Zuckerberg andava in giro in ciabatte anche in inverno? Sean Parker è stato arrestato per possesso di cocaina in compagnia di una giovane stagista? È effettivamente iniziato tutto da una brutta rottura con una ragazza? Cerchiamo, per quanto possibile, di fare un po’ di chiarezza. Criticato da più parti per l’imprecisione e la parzialità dei fatti narrati, in un’intervista a Groucho Reviews Aaron Sorkin spiega il processo di ricerca, facendo sempre presente che, per quanto il film racconti una storia vera, pur sempre di un racconto si tratta.
Cosa c’è di vero e di falso nel film su Facebook. "The Social Network" piace, ma lascia qualche domanda: Zuckerberg è davvero così bastardo? E sul serio gira sempre in ciabatte?.
La prossima serie televisiva italiana prodotta da Netflix sarà ambientata nel paese di Curon in Venosta, uno degli ultimi centri abitati italiani nel Sud Tirolo prima del confine austriaco. Curon – in tedesco Graun – conta poco più di duemila abitanti, al 97 per cento di madrelingua tedesca secondo un censimento condotto nel 2011 dalla provincia di Bolzano. Il paese è famoso principalmente per trovarsi lungo la via Claudia Augusta e per il suo antico campanile che spunta dalle acque del lago artificiale di Resia. Il campanile è l’unico edificio rimasto in piedi del vecchio centro abitato, sommerso interamente – e volutamente – dalle acque del lago negli anni Cinquanta. La distruzione della vecchia Curon, oltre ad aver creato un luogo caratteristico e unico nel suo genere, rimane un esempio del modo in cui, a cavallo tra il ventennio fascista e il dopoguerra, i grandi gruppi industriali italiani sfruttarono il bacino idroelettrico delle Alpi per sostenere la modernizzazione del paese. I modi arroganti e invadenti con cui le autorità dell’epoca si imposero nei confronti degli abitanti – raggirati, ignorati e maltrattati – furono sotto molti aspetti simili a quelli che pochi anni dopo, al confine tra Veneto e Friuli, causarono il disastro del Vajont.
La storia di Curon, il paese sommerso. Nel 1950 la costruzione della diga di Resia comportò la distruzione di un piccolo paese sudtirolese: rimase in piedi soltanto il suo antico campanile, che da allora spunta dalle acque.
Il 3 giugno 1998, vent’anni fa, la libreria IBS andò online e dopo 35 minuti vendette il suo primo libro di carta: era una copia di La concessione del telefono di Andrea Camilleri e la comprò un italiano residente a Fremont, in California. Da allora la più grande libreria online italiana ha venduto più di 34 milioni di libri di carta e più di 3 milioni di ebook. Nell’ultimo anno più di un milione di persone ha fatto acquisti sul sito, che ha avuto più di 65 milioni di visite. Ogni giorno IBS riceve ottomila ordini e fa partire dai suoi magazzini, che hanno sede ad Assago, vicino a Milano, 25mila prodotti. IBS non vende solo libri, ma anche tutte le altre cose che si possono trovare nelle grandi librerie come prodotti da cartoleria e Blu-ray. Ai libri però si deve oltre il 70 per cento del suo fatturato lordo del 2017, che è stato pari a 110 milioni di euro (contando anche i ricavi di libraccio.it, di cui è socio unico). Il fatturato è aumentato del 13 per cento dal 2017 al 2016: è un risultato che supera la tendenza del mercato dei libri online in generale, dato che secondo i dati dell’Associazione Italiana Editori (AIE) la percentuale di libri acquistati su internet in Italia è cresciuta del 4,8 per cento dal 2016 al 2017, arrivando al 21,3 per cento del totale.
Vent’anni fa IBS ha venduto il suo primo libro. Oggi è diventata la più grande libreria online italiana, e sta lavorando per venderne sempre di più.
Per la sua storica rubrica “36 ore”, in cui consiglia un itinerario in una città del mondo per chi ha solo un weekend, il New York Times è tornato a Roma. Ci era già stato nel 2015, e come allora sono state escluse dalla lista di consigli le attrazioni principali della città: è una guida pensata per stranieri e soprattutto americani, ma può essere utile anche a chi di Roma non è molto esperto, ma ha a disposizione un giorno o due dopo aver già visto le cose che vedono tutti. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Consigli per americani a Roma. I nuovi posti finiti nella rubrica “36 ore” del New York Times, pensati per stranieri ma forse buoni anche per qualcuno di noi.
Il freddo molto intenso che stiamo vivendo in questi giorni è causato, almeno in parte, da cosa sta succedendo a migliaia di chilometri più a nord da noi, dove si sta registrando un inverno artico più caldo del solito. L’anomalia è tale da preoccupare diversi ricercatori, che stanno cercando di capire se le temperature polari sopra la media di questo periodo siano un caso o se – come ipotizzano in molti – siano legate a meccanismi più grandi relativi al cambiamento climatico. I dati per ora sono preliminari, ma comunque poco incoraggianti. La stazione meteorologica di Capo Morris Jesup in Groenlandia, circa 700 chilometri a sud del Polo Nord, la scorsa settimana ha registrato per quasi 24 ore una temperatura sopra gli 0 °C, con una massima che ha raggiunto i 6,1 °C sabato 24 febbraio, prima di tornare a livelli più bassi. Il picco di sabato è stato di circa 7 gradi superiore rispetto alle massime che si registrano solitamente in questo periodo dell’anno. È inoltre il terzo anno di fila in cui sono registrate massime più alte del normale nell’inverno artico, il periodo polare più freddo. Le variazioni tra anno e anno sono comuni e dovute a numerosi fattori, ma il fatto che siano state registrate per tre volte di fila pone molte domande sullo stato di salute del Polo Nord e più in generale del nostro pianeta.
Mentre qui fa un gran freddo, il Polo Nord è più caldo. E forse le cose sono collegate: la temperatura massima intorno all'Artico è molto superiore alla media, mentre i ghiacci sono sempre meno estesi.
Secondo l’analisi costi-benefici commissionata dal governo Conte, costruire la cosiddetta TAV – cioè la linea ferroviaria ad alta-velocità che nell’ambito di una più ampia rete ferroviaria europea collegherebbe Torino e Lione – potrebbe causare perdite nette allo Stato tra i 6 e gli 8 miliardi di euro. La relazione è stata firmata da cinque dei sei esperti nominati dal governo, mentre non ha firmato Pierluigi Coppola, docente di Ingegneria all’università di Tor Vergata, che era stato nominato dal precedente ministro dei Trasporti. Costi e benefici sono calcolati per il primo trentennio di attività della linea, cioè nel periodo di tempo che intercorre tra la conclusione dei lavori, prevista per il 2030, fino al 2059. Insieme alla relazione è stato pubblicato anche un documento “tecnico giuridico” di cui si è occupata l’avvocatura dello Stato, secondo cui bloccare la TAV costerebbe fino a 4,2 miliardi di euro, una cifra considerata “massima”: sono costi lordi, cioè che non considerano i risparmi che deriverebbero dal non proseguire l’opera. L’avvocatura avverte che a causa dei «molteplici profili evidenziati» nell’analisi costi-benefici, il fatto cioè che non sia possibile identificare un’unica cifra come “costo” della prosecuzione dei lavori, non è possibile «determinare in maniera netta i costi in caso di scioglimento».
Cosa dice l’analisi del governo sulla TAV. Sostiene che costruire la linea ad alta velocità causerà perdite fino a 8 miliardi di euro, soprattutto per minori introiti da pedaggi autostradali e accise sui carburanti.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
Si è ucciso Mario Monicelli. Si è gettato dalla finestra dell'ospedale dove era ricoverato, aveva 95 anni.
Martedì 28 febbraio una troupe di CorriereTV a Chianocco (Torino) ha ripreso il confronto tra un manifestante e un carabiniere, col primo a provocare e irridere il secondo, che restava impassibile. Il video ha circolato moltissimo online, è stato mostrato da giornali e telegiornali, se ne sono scritti decine di articoli. Oggi Paolo Griseri e Carlo Bonini su Repubblica raccontano chi sono i due protagonisti del video.
Il manifestante e il carabiniere. Repubblica racconta chi sono i protagonisti del video della Val di Susa più visto online in questi giorni.
Martedì il Senato ha discusso e successivamente votato la fiducia al governo Letta. Dopo il dibattito in aula, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha tenuto un discorso in cui ha detto, tra le altre cose, che il governo è stato caricato di «aspettative eccessive» e che è un progetto molto fragile e difficoltoso, nato in un momento di emergenza. Letta ha aggiunto che «sulla paura del mescolarsi e la grande coalizione, occorre fare scelte senza paura, che individua invece un’identità debole». Ha infine concluso dicendo che «avrei voluto anch’io essere oggi in un governo diverso, ma dobbiamo fare i conti con la realtà».
Letta sul suo governo. Nel suo discorso in Senato, il presidente del Consiglio ha parlato di «aspettative eccessive» e della necessità di fare scelte «senza paura».
Matteo Renzi ha fatto vedere in televisione, la scorsa settimana, il primo fac-simile della scheda per il referendum costituzionale che si terrà il prossimo 4 dicembre. Agli elettori italiani viene chiesto di approvare o respingere la riforma costituzionale del governo Renzi, che prevede un significativo cambiamento del Senato e una serie di altre modifiche al funzionamento dello Stato. Il referendum è senza quorum: significa che non ci sarà bisogno di un numero minimo di votanti per considerarne valido l’esito. Il testo del quesito che sarà sottoposto agli elettori è abbastanza lungo e complicato ed è stato criticato da alcuni perché ritenuto implicitamente favorevole al sì. Ecco una breve spiegazione di cosa significa quello che è scritto nella scheda e del perché ha suscitato tante polemiche (qui invece trovate una sintesi della riforma e qui la risposta ad alcune domande più tecniche). Fra pochi minuti su La7 a "Otto e mezzo" con Lilli Gruber, Marco Travaglio e…la scheda elettorale pic.twitter.com/mOK1vq3nHJ
Referendum: il quesito scritto sulla scheda, spiegato bene. Qual è il significato della domanda che ci verrà posta il 4 dicembre e soprattutto chi l'ha formulata, tema che ha creato qualche discussione.
Il presidente del Lazio Nicola Zingaretti è il nuovo segretario del Partito Democratico. La sua vittoria alle primarie di domenica era largamente attesa ma è stata più ampia del previsto, mentre c’è stata una partecipazione degli elettori molto maggiore di quanto ipotizzato alla vigilia dagli stessi dirigenti del partito (forse proprio per tenere basse le aspettative). Abbiamo raccolto cinque cose interessanti su questo voto e sull’immediato futuro del PD e del suo nuovo segretario. L’affluenza è andata bene ma non benissimo Secondo le stime preliminari fornite dal partito sono andati a votare per le primarie tra gli 1,7 e gli 1,8 milioni di persone. È un risultato molto superiore alle aspettative (si parlava di un milione di votanti) ma che comunque – se confermato – sarebbe il risultato più basso nella storia delle primarie del Partito Democratico. Nel 2007, quando fu eletto segretario Walter Veltroni, votarono 3,5 milioni di persone; nel 2009, quando vinse Pier Luigi Bersani, i votanti furono 3,1 milioni (stesso numero per le primarie di coalizione che si tennero nel 2012); furono 2,8 nel 2013, quando vinse Matteo Renzi. Per trovare un numero così basso di elettori dobbiamo arrivare alle primarie del 2017, quando Renzi vinse di nuovo, portando a votare 1,8 milioni di elettori.
Cinque cose sulle primarie del PD. Com'è andata davvero l'affluenza, dove Zingaretti è andato bene e dove è andato meno bene, quali saranno le sue prime mosse.
Ashley Graham, una modella che porta la taglia 48-50, è la prima modella plus size ad apparire sulla copertina della Swimsuit Issue di Sports Illustrated, la più importante rivista sportiva degli Stati Uniti. Negli ultimi due anni Sports Illustrated ha iniziato a dare più spazio a forme di bellezza diverse dai soliti canoni della moda. Si tratta di una tendenza sempre più diffusa nelle riviste americane – tra cui anche Vogue e Vanity Fair – che hanno iniziato a pubblicare immagini di persone che finora sono apparse raramente sulle loro pagine: non bianche, non giovani, non magre. Il numero di Sports Illustrated di questa settimana è il cosiddetto Swimsuit Issue, ed è dedicato ai costumi da bagno da donna della prossima stagione. Le protagoniste dell’edizione speciale sono cinque modelle che cambiano ogni anno: le cosiddette rookie (“esordiente” in inglese), che compaiono per la prima volta sulla rivista. Ogni giorno della settimana precedente l’uscita dell’edizione speciale il sito di Sports Illustrated ha rivelato il nome di una di loro: la prima, Barbara Palvin, è stata annunciata lunedì 8 febbraio, mentre martedì è stata la volta di Ashley Graham. Le altre modelle che sono state scelte sono Bo Krsmanovic, Sofia Resing e Tanya Mityushina. Il Swimsuit Issue avrà tre diverse copertine e sulle altre due compariranno Hailey Clauson e Ronda Rousey, che sono già comparse sulla rivista.
La prima modella plus size sulla copertina di Sports Illustrated. Si chiama Ashley Graham, porta la taglia 48-50 e comparirà nell'edizione speciale della più famosa rivista sportiva americana.
Giovedì 7 luglio alle 15 c’è stata la prima seduta dell’Assemblea Capitolina, cioè il Consiglio comunale di Roma. Virginia Raggi, nuovo sindaco del M5S di Roma, eletta lo scorso giugno, ha presentato la sua giunta, cioè i nuovi assessori di Roma. La giunta di Raggi era particolarmente attesa, perché è arrivata dopo molte trattative e contrasti interni al M5S di Roma, almeno secondo le ricostruzioni pubblicate dai principali giornali. I nuovi sindaci di Torino e Milano, Chiara Appendino del M5S e Beppe Sala del PD, hanno comunicato la loro giunta diversi giorni fa. Nei giorni scorsi si era discusso in particolare della nomina (la prima ufficiale) del consigliere comunale Daniele Frongia a capo di gabinetto del sindaco e quella del dirigente comunale Raffaele Marra a suo vice. La nomina di Frongia a capo di gabinetto sembrava presentare un problema: la legge Severino (quella che si occupa delle incandidabilità) stabilisce anche che chi ha detenuto cariche politiche nei due anni precedenti non possa ricoprire incarichi “amministrativi di vertice”. Ma Raggi ha chiesto un parere all’Anac che ha detto che la suddetta legge Severino non si applica alla carica di capo di gabinetto. Frongia è stato comunque nominato vicesindaco, e come capo di gabinetto è stata scelta Daniela Morgante. I giornali hanno scritto anche di cambiamenti nella giunta arrivati solo ieri, e in effetti le liste ufficiose pubblicate nei giorni scorsi sono diverse da quella ufficiale: l’ex rugbista Andrea Lo Cicero era indicato come assessore allo Sport (la cui delega è andata a Frongia), e l’ex consigliere comunale Enrico Stefàno era indicato come assessore ai Trasporti (carica affidata invece a Linda Meleo). Daniele Frongia: vicesindaco e assessore alla Qualità della vita, Accessibilità e Sport Frongia è un consigliere comunale del Movimento 5 Stelle eletto per la prima volta nel 2013 e rieletto alle ultime elezioni. È considerato uno dei più stretti collaboratori di Raggi, ma anche un suo amico personale: Frongia guidava la macchina con cui Raggi è arrivata per la prima volta al Campidoglio, il palazzo che ospita il sindaco della città. È nato nel 1973 a Roma e si è laureato in Statistica alla Sapienza: ha tenuto dei corsi universitari su internet e analisi di dati ed è stato ricercatore all’Istat. È anche un blogger e ha scritto il libro “E io Pago”, pubblicato da Chiarelettere, un’inchiesta su presunti sprechi nell’amministrazione romana.
Chi sono gli assessori della giunta Raggi. Sono stati presentati oggi alla prima riunione del Consiglio comunale di Roma, dopo diversi giorni di incertezze e attese: sono quasi tutti tecnici.
Faber-Castell è una delle aziende più importanti al mondo nella produzione di matite, pastelli, penne e materiale di cancelleria. Realizza anche prodotti particolarmente pregiati e una sua linea di penne è stata impiegata per firmare la prima Costituzione Europea il 29 ottobre 2004. Domani l’azienda festeggerà 250 anni di attività e per l’occasione sono state organizzate numerose celebrazioni e messi in commercio dei prodotti di lusso in edizioni limitate. Nel 1761 l’ebanista Kaspar Faber aprì una piccola fabbrica di matite a Stein, un paesino vicino a Norimberga. Kaspar inventò la matita Bleyweißstifte, la prima con la grafite rivestita in legno. Gli affari migliorarono sotto la gestione di Anton Wilhelm Faber, il figlio di Kaspar, ma la generazione successiva non fu molto fortunata e l’impresa conobbe un periodo di declino. La situazione cambiò nel 1839 quando l’azienda venne ereditata da Lothar von Faber. Lothar aveva studiato in Francia e in Inghilterra e aveva fatto esperienza lavorando in alcune banche. In pochi anni riuscì a trasformare la piccola azienda a conduzione familiare in una grande impresa che esportava i suoi prodotti in tutta Europa e perfino negli Stati Uniti. Lothar migliorò notevolmente la qualità delle matite e delle penne, ampliò la gamma di prodotti e inventò la prima matita esagonale su cui fece imprimere il marchio Faber. Nacque così la prima marca di matite al mondo. Lothar inaugurò le prime filiali a New York, Londra e Parigi e acquistò una delle migliori riserve di grafite in Russia, che gli permise di migliorare ancora di più la qualità delle matite Faber.
La Faber-Castell compie 250 anni. La storia di una delle più importanti aziende produttrici di matite e penne al mondo.
Il tribunale del lavoro di Milano ha stabilito che un bambino affetto da autismo dovrà essere mantenuto a vita con un assegno bimestrale pagato dal ministero della Salute, che ha presentato appello contro questa decisione tramite l’Avvocatura Distrettuale dello Stato. La notizia del provvedimento è stata diffusa sull’edizione di martedì di Repubblica con un articolo secondo cui, tra le altre cose, il ministero della Salute non avrebbe fatto ricorso: il ministero stesso ha smentito con un comunicato e ha confermato di aver presentato appello. Al bambino nel 2006 era stato iniettato il vaccino esavalente: il magistrato che si è occupato del caso ha reputato che sia stata “acclarata la sussistenza del nesso causale tra tale vaccinazione e la malattia”. La decisione del giudice sta facendo molto discutere sia in ambiente giuridico sia in ambito accademico, perché fino a oggi nessuna ricerca scientifica ha mai dimostrato una correlazione tra vaccinazioni e autismo. Il tema è discusso da anni e considerata l’assenza di prove è ormai considerato una leggenda metropolitana: molte delle convinzioni errate sull’argomento da parte dell’opinione pubblica derivano da uno studio scientifico pubblicato nel 1998 sulla vaccinazione trivalente, poi ritirato perché scorretto e fraudolento.
Un’altra sentenza su autismo e vaccini. Un giudice ha condannato il ministero della Salute a mantenere a vita un bambino autistico, ritenendo che la malattia fu "probabilmente" causata dal vaccino esavalente.
Un autore Baldini&Castoldi come me, nella seconda metà degli anni Novanta, non poteva astenersi dal mostrarsi, di tanto in tanto, in video. Passasse per le interviste a Videomusic con Elisa Jane Satta, o quelle condotte sulle reti maggiori dai volti nuovi Sveva Sagramola e Daria Bignardi; passasse per la radio e anche per le interviste incrociate sulla carta stampata con Vasco Rossi; i miei detrattori – categoria che nasce e si sviluppa insieme agli aficionados, secondo l’accettabile costante D= – stigmatizzarono però con vigore la partecipazione del sottoscritto al Tappeto volante di Luciano Rispoli. Probabilmente ignoravano che ero un suo fan sin dai tempi di Parola mia, e che il Rispoli era un signore d’una ­genti­lezza squisita, pari solo alla determinazione con la quale Melba Ruffo mi colmava il calice di bollicine ad ogni break pubblicitario. Verso la fine della trasmissione, ormai ebbro, ero pronto a sdraiarmi sul tappeto volante col signor Luciano e tutte le sue amiche, per canticchiare inebetito L’uselin de la comare. Se ero così a mio agio in televisione, argomentavano i detrattori da casa, significava che ero uno schifoso autore nazionalpopolare. Io solo conoscevo la verità: benché rifiutassi con tutte le mie forze un destino da giovane tuttologo alla Pierluigi Diaco, una sottile linea marrone era stata superata. A quel punto, potevo persino andare a fare l’uomo misterioso nell’Harem di Catherine Spaak. Vi andai, infatti.
La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio – Episodio 10. Quando Brizzi andò ad Harem, sedato, addomesticato.
Oggi Skype ha diffuso la nuova versione del suo programma per telefonare ed effettuare videochiamate attraverso Internet. Questa nuova edizione, è la quinta, integra al proprio interno molte funzionalità di Facebook, come era stato anticipato a fine settembre da Kara Swisher sul Wall Street Journal. La nuova integrazione con il social network è stata curata molto e permette di utilizzare la chat e vedere gli aggiornamenti di stato dei propri amici su Facebook. L’impostazione grafica del programma è stata rivista e alleggerita per offrire comandi più chiari e far capire meglio agli utenti le nuove funzionalità messe a disposizione da Skype. Facebook ha una propria sezione dedicata e divisa in due parti. Una consente di visualizzare l’elenco dei propri amici come in una comune rubrica: ci sono i numeri di telefono, la possibilità di mandare sms, di iniziare una chat o di avviare una chiamata tramite Skype se anche il proprio amico utilizza il programma. L’altra sezione è invece il “News Feed” di Facebook, ovvero il flusso di informazioni sulle attività dei propri amici visibile nella homepage del social network.
Skype e Facebook cominciano a fare cose insieme. Il programma per telefonare attraverso Internet ha una nuova sezione per i contatti e le attività dei propri amici sul social network.
Ogni anno, a novembre, la campagna di sensibilizzazione “Movember” (da moustache, che significa “baffi”, e november), dedicata alla salute maschile, invita milioni di uomini a farsi crescere i baffi. Quest’anno Billie, una marca di rasoi americana nota per le sue pubblicità in cui – diversamente da quello che succede di solito – sono mostrati peli femminili, ha diffuso uno spot che invita anche le donne a fare lo stesso, dato che anche alle donne crescono peli sopra il labbro superiore. La depilazione femminile è ormai un’abitudine talmente diffusa che ci comportiamo come se i peli non siano mai esistiti e ci stupiamo quando qualcuno li mette in mostra. Non vale solo per le pubblicità: quando una donna si presenta in pubblico non depilata, il suo comportamento viene considerato un gesto trasgressivo anziché una scelta come tante. Nel 2013 Instagram cancellò l’account della fotografa Petra Collins perché aveva pubblicato una foto in cui si vedevano i suoi peli pubici, come se questi fossero in qualche modo offensivi per gli utenti. Tutto questo mentre i peli maschili vengono considerati da sempre una cosa normale, nel privato e nel pubblico. Allo stesso tempo però qualcosa sta cambiando e nella cultura popolare sta cominciando a spuntare una visione più positiva dei peli femminili, anche se molto timidamente. Ma è possibile cambiare ideali estetici così radicati?
Storia e fortuna della depilazione. Per chi si chiede se passerà mai di moda.
Tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana ci sono alcuni famosi inglesi che indossano, in situazioni diverse, quelli che non sono propriamente i loro abiti: il principe Carlo in camice e cappellino bianchi in visita in una fabbrica di cioccolato nel Dorset, la duchessa di Cambridge Kate Middleton in tuta e caschetto prima di una discesa in corda e il sindaco di Londra con un casco da operaio (ma lui, come sappiamo, non fa testo). A New York c’è stata la prima di The Big Short, dove c’erano alcuni attori del notevolissimo cast del film, tra cui Brad Pitt (con nuovo taglio di capelli e occhialetti azzurri) e Ryan Gosling. A Londra, infine, c’è stata la cerimonia dei British Fashion Awards e si sono viste moltissime celebrities tra cui David e Victoria Beckham, Rita Ora, Georgia May Jagger, Liv Tyler e Stella McCartney. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Ed Sheeran con Kylie Minogue, Barack Obama con Barbra Streisand e molti caschetti in testa, tra quelli che valeva la pena fotografare questa settimana.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
Ruby, come si è saputo. Il Corriere della Sera racconta la relazione di servizio degli agenti presenti in questura il 27 maggio.
Stamattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riferito alla Camera sulla crisi politica interna innescata dall’uscita di Italia Viva dal governo. Al termine della discussione il governo ha posto un voto di fiducia sul discorso di Conte: la fiducia è stata approvata con 321 voti, appena 6 in più della soglia della maggioranza assoluta, necessaria per governare con una certa tranquillità. Domani il governo sottoporrà la stessa questione di fiducia anche al Senato, dove i numeri sono molto più in bilico. Il Post sta seguendo la giornata con un liveblog, che trovate qui sotto. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera. Con 321 voti, 6 sopra la soglia per la maggioranza assoluta, mentre domani la chiederà al Senato.
Venerdì 29 novembre ci sarà uno sciopero generale nazionale: è stato organizzato dal sindacato USB (Unione Sindacale di Base) e riguarderà tutte le categorie di lavoratori, pubblici e privati. Oltre allo sciopero è stata organizzata una manifestazione a Taranto, dato che il sindacato intende protestare contro la gestione dello stabilimento ex ILVA e richiedere «un intervento pubblico nell’industria e nelle infrastrutture». Ex Ilva, no ai ricatti: il 29 novembre sciopero generale, liberiamo Taranto dai veleni: Utilizzando il ricatto del lavoro questa classe dirigente incapace e liquidatoria, vorrebbero continuare a regalare miliardi di soldi pubblici ad aziende… https://t.co/rqpa2GBNsH pic.twitter.com/QhCRwJdZrr
Lo sciopero generale nazionale di venerdì 29 novembre. È stato organizzato per protestare contro la gestione dell'ex ILVA: non saranno interessati il trasporto aereo e i trasporti di Roma e Milano.
Venerdì sera è morta la prima persona per il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) in Italia: è un uomo di 78 anni, ricoverato da una decina giorni a Schiavonia (Padova) poi risultato positivo al test per il nuovo coronavirus e trasferito all’ospedale di Padova. La notizia è stata confermata all’ANSA dal presidente della regione Veneto, Luca Zaia. A circa un giorno di distanza dalla notizia dei primi contagi in Italia, che si sono concentrati in Lombardia e Veneto, le persone in cui è stato accertato il nuovo coronavirus sono 16 (compreso l’uomo morto a Padova). Al momento non è chiaro come l’uomo abbia contratto il coronavirus: secondo il Mattino di Padova non era stato in Cina di recente e viveva da tempo a Vo’ Euganeo, un paese di tremila abitanti a circa 20 chilometri da Padova. Anche il secondo contagiato vive a Vo’ Euganeo: è un uomo di 68 che sempre secondo il Mattino di Padova frequentava due locali in cui andava anche l’uomo di 78 anni morto per il coronavirus.
È morta la prima persona per il nuovo coronavirus in Italia. È un uomo di 78 anni, fra le due persone contagiate in provincia di Padova.
Philip Roth, uno dei più grandi scrittori statunitensi di sempre, è morto martedì notte a Manhattan, a 85 anni. Lascia 31 libri, di cui 27 romanzi, numerose interviste e una lettera aperta a Wikipedia, una moltitudine di frasi e parole di cui molte memorabili, in cui ha raccontato del perché scrive e del perché ha deciso a un certo punto di non farlo più; della famiglia, dell’identità americana, del sesso come mai nessuno aveva fatto prima, e di come la vita sia un gioco dalla posta altissima che incredibilmente si vince ogni giorno, finché a un certo punto un giorno non più. Ne abbiamo raccolte alcune, senza pretendere però che siano rappresentative della sua produzione. Se non vi bastano potete leggere come iniziano alcuni dei suoi libri più famosi: ma finirete per comprarne almeno uno. 1) «Scavo una buca e la illumino tutta con una torcia»
Le cose che diceva Philip Roth. Una raccolta di frasi – sulla famiglia, l'amore, la letteratura – del grande scrittore americano, morto a 85 anni.
Un recente articolo pubblicato dal sito di BBC ha provato a spiegare in breve perché le donne incinte hanno le cosiddette “voglie”, citando studi e opinioni di alcuni esperti. Le voglie sono quel fenomeno, in genere associato alla gravidanza, che Treccani definisce «di natura neurovegetativa» e che «consiste nel desiderio, per lo più ripetuto, di cibi o di sostanze particolari». Secondo la sintesi fatta da BBC, le voglie sono qualcosa di psicologico e culturale: perché cambiano da una cultura all’altra e perché non sembrano esserci ragioni prettamente biologiche per cui in certi momenti, durante la gravidanza, si senta il bisogno – o la voglia – di certi alimenti. L’articolo parte da uno studio del 2014 secondo il quale non in tutte le culture esiste il concetto di “voglie”, e con il cambiare delle culture cambia anche l’oggetto alimentare delle voglie: in Giappone, per esempio, sembra che vada piuttosto forte il riso. Altri studi hanno mostrato inoltre che tra gli alimenti al centro delle diverse voglie non sembrano esserci «specifiche sostanze nutritive utili alla gravidanza». Un altro studio ancora suggerisce che «le donne incinte che dicono di avere le voglie tendano a guadagnare più peso di quanto sia considerato giusto durante una gravidanza».
Perché le donne incinte hanno le voglie. Non per ragioni biochimiche ma, a quanto pare, per ragioni psicologiche e culturali.
È stata arrestata a Roma Ida Marandola, direttrice generale del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), ente di ricerca sulle filiere agroalimentari vigilato dal Ministero delle politiche agricole. Per Marandola e per un altro funzionario dell’ente sono stati disposti gli arresti domiciliari, con l’accusa di peculato, abuso d’ufficio e falso. Il Gip ha anche disposto il sequestro di beni per 8 milioni di euro. Secondo l’accusa Marandola, nel corso della scelta della nuova sede dell’ente, avrebbe indicato un numero di dipendenti superiore a quello reale, potendo così scegliere l’immobile sul mercato privato, senza dover ricorrere a quelli demaniali a disposizione. La direttrice avrebbe anche alterato i contratti con le ditte di trasloco per non superare le soglie oltre le quali è previsto il ricorso a una gara pubblica, potendo così scegliere personalmente a chi affidare i servizi. Agli indagati è stato contestato anche di non aver ridotto il canone di locazione di due immobili, come previsto dalla spending review, cosa che avrebbe consentito il risparmio di circa 700mila euro. Infine sarebbero stati commessi abusi sia nella procedura di stabilizzazione di alcuni lavoratori precari che nel pagamento di prestazioni professionali a due collaboratori che, in realtà, non avevano mai lavorato per il CREA.
È stata arrestata la direttrice del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.
La Festa della Repubblica italiana viene celebrata ogni anno il 2 giugno, in occasione dell’anniversario del referendum con il quale, tra il 2 e il 3 giugno 1946, gli italiani votarono per scegliere la forma istituzionale dello Stato tra repubblica e monarchia, dopo la fine del regime fascista a lungo appoggiato dalla famiglia regnante. I risultati ufficiali di quel voto, che per la prima volta nella storia italiana avvenne a suffragio universale, furono annunciati il 18 giugno 1946: 12.718.641 di italiani avevano votato a favore della repubblica, 10.718.502 a favore della monarchia e 1.498.136 avevano votato scheda bianca o nulla. In seguito a questi risultati, il 18 giugno 1946, la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la nascita della Repubblica Italiana. Ma la Festa della Repubblica fu fissata più tardi nel giorno del referendum, nel quale la repubblica era stata scelta dalla maggioranza degli italiani. Nel nord Italia la repubblica vinse in quasi tutti i centri urbani principali, mentre al sud il voto fu quasi ovunque prevalente per la monarchia (a Napoli 900 mila voti per la monarchia contro neppure 250 mila per la repubblica; a Palermo quasi 600 mila contro 380 mila); a Roma i voti per la monarchia furono più di quelli per la repubblica, di poco (circa 30 mila schede).
Perché la Festa della Repubblica è proprio il 2 giugno. In ricordo del referendum tenuto nel 1946 tra repubblica e monarchia, il più importante della storia d'Italia (ma a un certo punto spostammo la festa).
The Dark Knight Rises è il terzo film su Batman girato da Christopher Nolan e uscirà nelle sale cinematografiche nel luglio del prossimo anno. Per dare qualche informazione sul nuovo episodio, che dovrebbe chiudere la trilogia inizia con Batman Begins e proseguita con The Dark Knight (Il cavaliere oscuro), Warner Bros ha da poco messo online il sito ufficiale del film con una interessante campagna promozionale che invita gli utenti a scoprire alcuni indizi per ottenere qualche anteprima sul nuovo lavoro di Nolan. La ricerca inizia, naturalmente, visitando il sito ufficiale del film, ma se non avete voglia di lambiccarvi il cervello vi spieghiamo cosa si sono inventati quelli della Warner. Il sito web si presenta con una pagina completamente nera con un effetto sonoro abbastanza inquietante in sottofondo. Un utente ha analizzato lo spettro sonoro del file audio al computer e ha scoperto che conteneva la parola “thefirerises”.
Gli indizi sui social network per Batman. Il Post vi racconta come arrivare alla prima immagine ufficiale dell'atteso The Dark Knight Rises di Nolan.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
Il piacere di alzarsi con iPad. Marco Belpoliti sulla Stampa supera il tabù del confronto tra giornali di carta e digitali.
Jim Lovell guardò fuori dal finestrino e notò del gas che stava fuoriuscendo dall’astronave che lo avrebbe dovuto portare sulla Luna. In pochi istanti capì che per Apollo 13 non ci sarebbe stato nessun allunaggio: la missione principale era finita pochi minuti prima, quando con i suoi due compagni di viaggio aveva sentito il rumore sordo di un’esplosione a bordo. Lo aveva comunicato al centro di controllo sulla Terra con un essenziale “Houston, abbiamo avuto un problema”, ignaro che quella frase sarebbe diventata una delle più conosciute nella storia delle esplorazioni spaziali. Era il 14 aprile di cinquant’anni fa e la NASA stava per affrontare un’emergenza senza precedenti. L’obiettivo della missione Apollo 13 era diventato uno solo: riportare i suoi tre astronauti vivi sulla Terra il prima possibile. Viaggi sulla Luna Il lancio di Apollo 13 nella primavera del 1970 non aveva suscitato un particolare interesse da parte del pubblico: era passato quasi un anno dalla grande impresa del primo allunaggio di Neil Armstrong e Buzz Aldrin nell’estate del 1969 con Apollo 11, cui era seguita una seconda missione, altrettanto di successo, nell’autunno dello stesso anno con Apollo 12.
Un fallimento che fu un successo. 50 anni fa la NASA compì un'impresa straordinaria per salvare la vita degli astronauti di Apollo 13: iniziò con la frase che conosciamo tutti (anche se nel modo sbagliato).
Ieri il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha incontrato alla Casa Bianca gli amministratori delegati (CEO) delle più grandi e importanti aziende tecnologiche statunitensi per discutere la digitalizzazione del governo, delle agenzie governative e più in generale della burocrazia. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il CEO di Apple, Tim Cook, quello di Microsoft, Satya Nadella, quello di Amazon, Jeff Bezos, e gli amministratori di altre grandi aziende come Akamai, Intel, Adobe e Accenture. Era stato anche invitato il cofondatore e CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, che però ha declinato l’invito spiegando diplomaticamente di avere già altri impegni in programma. Anche Elon Musk, CEO di Tesla, non ha partecipato all’incontro. I capi delle più grandi aziende tecnologiche statunitensi avevano già incontrato Trump alla fine dello scorso anno, quando era già stato eletto presidente, ma non era entrato ancora in carica. Da allora i rapporti con i CEO, soprattutto quelli della Silicon Valley, si sono complicati in seguito ad alcune decisioni assunte da Trump, come le limitazioni per chi arriva in territorio statunitense da alcuni paesi a maggioranza musulmana e la scelta di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima. In più occasioni, Cook, Bezos, Nadella e gli altri hanno espresso le loro critiche e perplessità nei confronti del presidente su queste politiche. Nonostante le tensioni dei mesi scorsi, l’incontro di ieri è stato sostanzialmente cordiale, anche se le espressioni di alcuni CEO non nascondevano un certo imbarazzo.
Che faccia fare con Trump, parte seconda. I capi delle più grandi aziende tecnologiche statunitensi hanno incontrato il presidente alla Casa Bianca, con qualche visibile imbarazzo.
La premiazione dei film dell’anno da parte dell’Academy hollywoodiana è un raro esempio di premio in cui gli standard di qualità e successo presso il grande pubblico sono entrambi abbastanza alti (con eccezioni, certo), a differenza di altri casi nei settori più vari: dal premio Strega ai Grammys a Sanremo al Nobel per la pace, eccetera. Insomma è una delle occasioni in cui ci si può riconoscere o meno con le scelte senza dovere indignarsi o sentirsi estranei. E anche al Post, dove seguiamo il cinema da appassionati pur nella consapevolezza che siamo tutti allenatori della nazionale e critici cinematografici, ci disponiamo a passare la nottata a vedere come andrà stavolta, pur mantenendo solide riserve su alcune delle scelte degli anni passati. Così, abbiamo deciso di prendere posizione, dire da che parte stiamo, e avere degli auspici della cui realizzazione essere contenti o del cui fallimento rammaricarci. Il miglioramento del mondo va perseguito in ogni angolino, e per restare solo al passato recente un anno in cui vince Chicago, Titanic o il Signore degli Anelli non è uguale a un anno di The Departed, The millionaire o Crash. Questi sono dunque gli endorsement del Post sulle categorie principali (scelti all’interno delle nomination), vada come vada.
Gli Oscar del Post. Odiamo gli indifferenti, e prendiamo posizione, in senso proprio e figurato.
Dopo un mese di chiacchiere, dichiarazioni, retroscena e complottismi di ogni sorta, cambi di partito e conferenze stampa improvvisate, dopo l’apertura di un’inchiesta sull’ipotesi di corruzione dei parlamentari che hanno cambiato partito, dopo un infinito tira e molla di aperture e chiusure, di falchi e colombe, siamo arrivati al 13 dicembre. Nelle prossime 48 ore si deciderà la sorte del governo Berlusconi. Di cosa parliamo Si è arrivati a questo punto dopo la decisione di Futuro e Libertà di ritirare la sua delegazione dal governo, dopo che Berlusconi aveva rifiutato la loro proposta di chiudere questo esecutivo e aprire una nuova fase alleandosi con l’UdC. Partito Demcoratico e Italia dei Valori hanno presentato una mozione di sfiducia, la stessa cosa è stata fatta due settimane fa dalle forze del cosiddetto “terzo polo”: Futuro e Libertà, UdC, Movimento per l’Autonomia e Alleanza per l’Italia. Il PdL ha risposto presentando al Senato una mozione di sostegno all’attività del governo. Entrambe le aule voteranno domani, ma i lavori cominciano oggi.
Si comincia. Guida alle giornate politiche di oggi e domani: le cose da sapere.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
È crollato un ponte a Manciano, tre morti. Tre tecnici dell'ENEL sono morti in provincia di Grosseto a causa del maltempo.
Il New York Times ha pubblicato oggi un’inchiesta che sostiene che negli ultimi 30 anni il produttore cinematografico americano Harvey Weinstein, tra le altre cose vincitore di un Oscar al miglior film per Shakespeare in Love nel 1999, avrebbe ricevuto diverse denunce per molestie sessuali. Molte delle donne che lo hanno accusato erano giovani dipendenti che lavoravano nelle sue case di produzione cinematografica, la Winstein Company e la Miramax. Secondo il New York Times, Weinstein avrebbe raggiunto un accordo con almeno otto donne che lo avevano accusato di molestie: tra loro «una giovane assistente a New York nel 1990, un’attrice nel 1997, un’assistente a Londra nel 1998, una modella italiana nel 2015» e Lauren O’Connor, un’assistente di Weinstein. Sentito dal New York Times giovedì pomeriggio, Weinstein ha detto: «Il modo in cui mi sono comportato in passato con le mie colleghe ha provocato molto dolore e me ne scuso sinceramente. Sto cercando di migliorare, so di avere ancora molta strada da fare». Weinstein ha aggiunto che si sta facendo aiutare da un terapista e di avere intenzione di prendersi un periodo di pausa dal lavoro per risolvere il suo problema. Né lui né i suoi avvocati hanno voluto commentare la richiesta di maggiori chiarimenti del New York Times sugli accordi raggiunti negli anni con le donne che avevano fatto denuncia.
L’inchiesta del New York Times che accusa Harvey Weinstein di molestie sessuali. Negli ultimi 30 anni il noto produttore cinematografico americano avrebbe molestato diverse donne, sue attuali ed ex dipendenti.
Venerdì scorso il servizio meteorologico giapponese ha annunciato l’inizio della fioritura dei ciliegi, detti sakura, a Tokyo, Kyoto, Osaka e altre città centro meridionali dell’isola di Honshu. Durante il weekend migliaia di persone hanno visitato i parchi e hanno organizzato feste e picnic sotto gli alberi fioriti. La fioritura viene solitamente raggiunta nel giro di una settimana e i fiori iniziano a cadere circa una settimana dopo. Forte vento e pioggia possono diminuire il tempo della fioritura. Ogni anno il servizio meteorologico giapponese pubblica un bollettino che indica con precisione l’inizio della fioritura dei ciliegi nelle varie zone del Giappone: nelle isole meridionali di Okinawa inizia già a gennaio, arriva a Tokyo e Kyoto a fine marzo inizio aprile e qualche settimana dopo a Hokkaido, nel nord. La tradizione di organizzare gli hanami, cioè i picnic sotto i sakura, è molto antica e secondo la tradizione risale al periodo Nara nell’VIII secolo d.C. Inizialmente era praticata soltanto dall’Imperatore e dai suoi funzionari, in seguito si diffuse anche tra i samurai e dal periodo Edo in poi (cioè dal XVII secolo) alla gente comune.
Le foto dei ciliegi in fiore in Giappone. Migliaia di persone hanno affollato i parchi di Kyoto, Tokyo e Osaka per ammirarli, fotografarli e organizzare picnic.
Pensare che l’Oscar per il miglior film vada al miglior film è quantomeno riduttivo. Per cominciare, perché nessuno sa dire cosa renda migliore un film: si fa fatica a mettersi d’accordo parlandone in due, figurarsi in ottomila (cioè il numero di chi vota per gli Oscar). Ma soprattutto perché gli Oscar sono una gara che – oltre alla fama e alla gloria – porta diversi guadagni economici e d’immagine a chi li vince: quindi chi è dietro un film candidato all’Oscar, in particolare all’Oscar per il miglior film, fa una intensa attività promozionale per vincere il premio. Nella teoria è facile: devi convincere qualche migliaio di professionisti del cinema che il tuo film sia migliore degli altri. Nella pratica è un lavoro lungo, complicato e costoso. Quest’anno si è parlato in particolare della campagna di Netflix per provare a far vincere l’Oscar per il miglior film a Roma, del regista messicano Alfonso Cuarón: se vincesse sarebbe il primo film straniero a riuscirci, e soprattutto sarebbe il primo di Netflix. Ma ci arriviamo tra un po’. Prima parliamo più nel concreto di quel che ha fatto Netflix in questi mesi.
Netflix e l’Oscar. Leggetene oggi, perché potrebbe essere la cosa di cui tutti parleranno domani.
Il finale di Birdman ha portato a qualche grattacapo e molte ipotesi: la scena ha conquistato quelli a cui il film è piaciuto molto, mentre ha lasciato perplessi i suoi detrattori. In origine era però prevista una fine alternativa: la scena finale con Michael Keaton ed Emma Stone non era scolpita nella pietra. In una intervista con The Q & A Podcast, il co-sceneggiatore Alexander Dinelaris ha rivelato il piano che in origine aveva in mente il regista Iñárritu per creare una mise en abyme nella scena finale del film, cioè dare l’idea allo spettatore di qualcosa di concatenato e infinito. La camera avrebbe dovuto continuare a muoversi, come già accaduto in tutto il resto del film, e sarebbe dovuta tornare nelle quinte del teatro, tra i corridoi già visti durante il film e fino al camerino dove avremmo visto Johnny Depp seduto davanti allo specchio mentre si aggiusta la parrucca di Riggan Thomson, con il poster dei Pirati dei Caraibi 5 sullo sfondo. Si sarebbe poi sentita la voce di Jack Sparrow dire: “Che cazzo ci facciamo qui, amico?”. Sarebbe stata una satira del suo stesso loop infinito.
L’altro finale di “Birdman”. Alla scena che ha lasciato molti affascinati e altri perplessi ne sarebbe dovuta seguire un'altra sorprendente, che però Iñárritu ha scartato perché «pessima».
Lunedì, a distanza di oltre sei mesi dalle ultime lezioni in presenza, riapriranno le scuole della maggior parte delle regioni italiane, con la messa in pratica delle linee guida e dei protocolli decisi dal governo nelle scorse settimane, dopo mesi di preoccupazioni e discussioni legate alla pandemia da coronavirus. Le lezioni però non ricominceranno lunedì in tutta Italia: in Friuli Venezia Giulia riprenderanno mercoledì, in Sardegna martedì 22 settembre e in Puglia, Calabria, Basilicata, Abruzzo e Campania soltanto mercoledì 24 (il governatore campano Vincenzo De Luca, in realtà, ha detto di non essere sicuro nemmeno di questa data). Le lezioni erano poi ricominciate già la scorsa settimana in provincia di Bolzano. Ma da giorni si accumulano le critiche e gli avvertimenti che segnalano che una buona parte delle scuole non è in realtà pronta per ricominciare. I problemi sono tanti: uno dei più noti è che gran parte dei banchi monoposto per favorire il distanziamento fisico voluti dal ministero dell’Istruzione, e acquistati e distribuiti dal commissario straordinario Domenico Arcuri, non sono ancora arrivati. Non è chiaro quanti dei 2,5 milioni di banchi previsti siano già stati consegnati, ma siamo nell’ordine di alcune migliaia e sappiamo che si andrà avanti con le consegne almeno per tutto ottobre. Nel frattempo, le scuole dovranno organizzarsi diversamente.
Ricomincia la scuola, non tutta. A sei mesi dalle ultime lezioni in presenza, riaprono gli istituti di gran parte d'Italia, tra ritardi, preoccupazioni e cose che mancano.
Berlusconi monopolizza le aperture di oggi: gran parte sono dedicate al suo attivismo televisivo di ieri. Su due quotidiani si dà molto risalto alla stroncatura di Bersani da parte di Paolo Villaggio. Alcuni giornali di centrodestra annunciano che Calderoli sta preparando un “colpo a sorpresa” per la campagna elettorale milanese. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le prime pagine di oggi. Berlusconi in TV, Paolo Villaggio stronca Bersani, Calderoli e il "colpo a sorpresa".
Rei Kawakubo è una stilista giapponese fondatrice dell’azienda Comme des Garçons. È solitamente restia a farsi intervistare e fotografare (l’ultimo suo ritratto ufficiale è del 2005) ma nell’ultimo mese ha rilasciato due interviste, una alla rivista di moda e pop art Interview e una al Guardian, per spiegare il suo lavoro dal punto di vista creativo ed economico e soprattutto per smentire le voci di un suo ritiro. Ne aveva scritto in particolare Vogue America a marzo, sostenendo che la collezione per la sfilata di Comme des Garçons per l’autunno/inverno 2015/2016 sarebbe stata l’ultima disegnata da Kawakubo. Kawakubo invece non solo ha disegnato anche la collezione successiva, presentata all’inizio di ottobre a Parigi, ma ha anche chiarito al Guardian che, nonostante abbia 72 anni, non pensa ancora di ritirarsi. A Interview, che le chiedeva se avesse un ultimo obiettivo, ha risposto: «Non c’è nessuna fine e nessun obiettivo. Fino a quando provo a fare qualcosa che non è mai esistito prima, una fine è fuori questione».
Le due rare interviste di Rei Kawakubo. La stilista giapponese, fondatrice di Comme des Garçons e famosa per lo stile chic-trasandato, ha smentito le voci di un suo imminente ritiro.
La pagina 4 della Stampa di stamattina è occupata da una grande pubblicità di Eataly, la catena di alimentari per appassionati di gastronomia e prelibatezze naturali che dopo avere aperto un primo grande negozio a Torino è ora anche a Milano, Bologna, Genova, Asti, e altri luoghi d’Italia, e anche a New York ed è diventato un’istituzione e un luogo/logo di culto e moda per il consumismo “informato”. La pubblicità di oggi sulla Stampa riprende esplicitamente le polemiche sulla pubblicità di Ikea che aveva come oggetto una coppia gay, che la società svedese non esitava a definire “famiglia”, offrendole i suoi prodotti. Una campagna “normale” in un luogo normale, ma che in Italia aveva generato le proteste persino di un sottosegretario (e di altri improvvidi), consegnando a Ikea un’ulteriore consenso da parte dei suoi numerosi clienti. Adesso è Eataly a invitare una “famiglia” composta da due donne che si tengono per mano: ed è esemplare come i temi che dovrebbero essere portati avanti da una politica progressista trovino invece la loro più vistosa rappresentazione nelle iniziative di due società commerciali, tra obiettivi etici ed economici (tra l’altro Eataly annuncia l’apertura dei suoi negozi per il Primo Maggio) che probabilmente si saldano.
Eataly come Ikea sui gay. La catena italiana di gastronomie pubblica una campagna sulle "famiglie" (e apre il Primo Maggio).
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l'indomani, ci si iscrive qui. Se posso dire la mia su ieri: Lady Gaga che canta l'inno, sette; Jennifer Lopez cinque proprio per rispetto (Woody Guthrie si sta ancora rivoltando: queste cose lasciamole fare a chi le sa fare); Garth Brooks non classificato. Poi stanotte c'è lo show di Tom Hanks con anche Springsteen (credo si veda qui). Roger Waters ha rifatto forse la sua canzone più bella di tutte (lo so, competizione pazzesca), che sta tra quelle che un giorno appariranno più sotto in questa newsletter, ma non resisto a mostrarvi questo spoiler, intanto. Take heed of the dream 40 anni fa ieri uscì What's going on di Marvin Gaye, di bellezza suprema (la quarta canzone più bella di sempre secondo Rolling Stone nel 2004). Ispirata da una storia di violenza della polizia americana, peraltro. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Philip Glass. Di detriti fluttuanti nel cielo, dopo il lancio e l'esplosione di un razzo spaziale.
Martedì 25 febbraio il governo Renzi ha ottenuto la fiducia alla Camera con 378 favorevoli, 220 contrari, un astenuto. Dal punto di vista fotografico ci sono stati due momenti particolarmente interessanti e cercati: il ritorno in aula di Bersani dopo il grave malore di gennaio, e quello dell’ex presidente del Consiglio Enrico Letta. E poi il solito: facce sonnacchiose qua e là, qualcuno che ascolta attento, qualcun altro che gioca con l’iPad. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto di martedì alla Camera. Bersani applaudito e abbracciato, "L'arte di correre" di Haruki Murakami sul banco di Renzi, qualcuno si stiracchia e qualcun altro gioca con l'iPad.
Giovedì 22 agosto uscirà il nuovo numero di IL, il magazine del Sole 24 Ore, che questo mese è dedicato alle serie tv. Il direttore Christian Rocca ne ha anticipato sul suo blog il contenuto. La copertina l’avere vista. C’e Keri Russell, la protagonista di The Americans. Il titolo è “La televisione è la nuova letteratura”. Lo spieghiamo dentro, ma è già abbastanza intuitivo. La cover story è di 51 pagine. Ventitré scrittori raccontano (in lungo) la loro serie preferita. Sono Alessandro Piperno, Emanuele Trevi, Claudio Carabba, Antonio Pascale, Elena Stancanelli, Camilla Baresani, Guia Soncini, Chiara Gamberale, Leo Colombati, Michele Dalai, Veronica Raimo, Annalena Benini, Chiara Valerio, Matteo Bordone, Simona Siri, Paola Peduzzi, Tim Small, Arnaldo Greco, Filippo Sensi, Christian Raimo, Violetta Bellocchio, Arianna Bonazzi, Francesco Pacifico.
Il nuovo numero di IL. Un po' di pagine del numero di settembre del magazine del Sole 24 Ore, a tema serie tv.
C’è qualcosa di strano nell’economia globale, che va avanti almeno dal 2007: la crescita economica è lenta, i mercati finanziari sono volatili e i responsabili delle politiche economiche sono spesso disorientati. Noi tendiamo a focalizzarci sul problema del momento: volta per volta la crisi dei mutui subprime, la crisi dell’euro, il rallentamento dell’economia cinese e il crollo del prezzo del petrolio. Di sicuro però questi avvenimenti sono collegati tra loro: quali sono gli anelli di congiunzione? Da qualche tempo ho iniziato a delineare dei possibili scenari, otto dei quali sono elencati sotto. Non pretendo che rappresentino un elenco esauriente, ma nell’insieme forniscono un quadro della situazione se non chiaro, almeno interessante. Nel 2007 è cominciata una crisi internazionale causata dalla diffusione di crediti inesigibili – mutui che non sono stati ripagati dalle persone a cui erano stati concessi, in sostanza – che ha iniziato ad assumere proporzioni preoccupanti nel 2008. L’economia globale ne sta ancora affrontando le conseguenze. Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff tracciano i contorni essenziali delle crisi finanziarie nel libro This Time Is Different: Eight Centuries of Financial Folly (“Questa volta è diverso: otto secoli di follia finanziaria”): crisi di questo tipo si ripresentano occasionalmente nel corso della storia e comportano sempre delle conseguenze a livello economico. Questa crisi è stata particolarmente grande e quindi le conseguenze sono particolarmente lunghe e dolorose.
Otto scenari sulla crisi economica globale. Bloomberg tenta di mettere ordine in una situazione complicata da spinte contraddittorie, e confusa dalla nostra tentazione di focalizzarci solo sul problema-del-momento.
Toblerone, la celebre barra di cioccolato svizzero, cesserà la produzione della versione da 150 grammi che era stata introdotta nel Regno Unito a fine 2016 riducendo il peso di quella da 170 grammi: per farlo erano stati allargati gli spazi tra le piramidi di cioccolato che costituiscono la barra. La decisione era stata presa per contenere i costi legati all’aumento di prezzo delle materie prime: Mondelez International, la multinazionale che possiede Toblerone, aveva annunciato che sarebbe stata una misura temporanea. La misura provocò proteste dai consumatori, e si era parlato a lungo di una sua possibile estensione anche ad altri mercati. Venerdì Mondelez ha detto che la produzione della barra da 150 grammi verrà interrotta; il suo posto sarà preso da una versione da 200 grammi che riprenderà la distanza originaria tra i triangoli di cioccolato: il peso aumenterà del 33 per cento e il costo probabilmente del 200 per cento, passando nel Regno Unito da una a tre sterline, scrive il Guardian. L’azienda ha specificato che le decisione non è stata presa per un calo delle vendite, dato che la versione più leggera aveva venduto di più, ma per ripristinare la forma tradizionale del Toblerone. Resterà invece la versione da 360 grammi, introdotta nel 2016 come alternativa a quella da 400 grammi, oltre a quella da 100 grammi.
Il Toblerone tornerà come prima. Dopo che nel 2016 la forma di quello in vendita nel Regno Unito era stata cambiata per contenere i costi.
Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio, ministro e capo politico del Movimento 5 Stelle, ha pubblicato lunedì un messaggio ai “gilet gialli” francesi, movimento anti-governativo inizialmente nato per protestare contro l’aumento delle tasse sul carburante e sfociato poi in manifestazioni anche molto violente. Di Maio ha scritto sul blog del M5S un post intitolato «Gilet gialli, non mollate!», in cui ha espresso l’appoggio del suo partito verso il movimento e ha criticato le politiche del presidente francese Emmanuel Macron. Secondo Di Maio, quello dei gilet gialli «è lo stesso spirito che ha animato il MoVimento 5 Stelle e migliaia di italiani fin dal 4 ottobre del 2009»; per questo ha offerto al movimento francese l’uso di “Rousseau“, la piattaforma online degli iscritti del M5S. Di Maio ha poi concluso il suo messaggio scrivendo:
Luigi Di Maio: «Gilet gialli, non mollate!». Il capo politico del M5S ha espresso il suo appoggio al movimento di protesta francese, facendo arrabbiare il governo di Macron.
La ministra della Salute in Spagna, María Luisa Carcedo, vuole cambiare il modo in cui sono trattati i prodotti omeopatici nell’Unione Europea, così che non siano più chiamati “medicinali” dei prodotti che non hanno dimostrato di esserlo. Il tema è dibattuto da anni, ma le recenti dichiarazioni dei governi della Germania e della Francia – due paesi tra i principali consumatori di omeopatici – potrebbero offrire a Carcedo e al governo spagnolo l’opportunità per cambiare la legge europea che dal 2001 classifica i prodotti omeopatici come “medicinali”. Efficacia e omeopatia La stragrande maggioranza degli scienziati concorda sul fatto che l’omeopatia sia sostanzialmente inutile per trattare e curare le malattie, come dimostrato da numerose ricerche scientifiche che non sono mai riuscite a dimostrare i presunti effetti benefici degli omeopatici. Nel 2015, il National Health and Medical Research Council, il più importante istituto australiano di ricerca medica, ha definito l’omeopatia inefficace per il trattamento di qualsiasi patologia, aggiungendo che in alcune circostanze il ricorso a questa forma alternativa possa mettere a rischio la salute delle persone, che tendono a ritardare o a escludere il ricorso a trattamenti dall’efficacia dimostrata per trattare le loro malattie.
Il piano della Spagna contro l’omeopatia. La ministra della Salute non vuole che i prodotti omeopatici siano chiamati "medicinali", se ne discute anche in Francia e Germania: c'è da cambiare una legge europea.
The Library, A World History, pubblicato dalla casa editrice Thames & Hudson, è un libro che racconta attraverso splendide fotografie com’è cambiato il modo di concepire e realizzare le biblioteche dall’antichità ai giorni nostri. Il libro è realizzato dall’architetto James Campbell – professore emerito in Architettura e storia dell’arte al Queens’ College di Cambridge – e da Will Pryce, tra i più importanti fotografi di interni e opere architettoniche. Negli ultimi tre anni Campbell e Price hanno fotografato e raccolto informazioni su 84 biblioteche in 21 paesi diversi, realizzando una sorta di catalogo delle più importanti biblioteche al mondo: pubbliche, private, universitarie. Il libro mostra come le biblioteche non siano soltanto edifici in cui vengono conservati o collezionati i libri, bensì opere d’arte complesse che uniscono architettura, pittura, design e scultura. Il modo in cui sono state progettate nel corso dei secoli e nei vari paesi riflette gli interessi, le priorità e le preoccupazioni delle società che le hanno progettate: da quel che resta della biblioteca di Celso – la biblioteca antica meglio conservata, costruita in Turchia nel 135 d.C. – a quella di LiYuan, a due ore da Pechino, terminata nel 2011, la cui facciata è completamente rivestita di rami.
Storia fotografica delle biblioteche. 10 immagini fantastiche da un libro che mostra come sono cambiati negli ultimi duemila anni gli edifici in cui conserviamo e collezioniamo i libri.
Il commento di Luciano Gallino in prima pagina su Repubblica parte da un dato di fatto: la sentenza di reintegro dei tre operai della Fiom licenziati con scelta giudicata “antisindacale” era ampiamente prevedibile. E allora perché Sergio Marchionne e i suoi collaboratori – non certo degli sprovveduti, dice Gallino – hanno compiuto quella che scelta “che portava dritto contro un muro”? Il quesito è d’obbligo, perché rispetto alla questione dei licenziati di Melfi i rischi cui Fiat va incontro sul piano giuridico ed economico con il piano di Pomigliano e ciò che vi ruota attorno sono molto più grandi. Il piano presentato ai sindacati nel maggio scorso ha fatto sorgere seri dubbi circa la possibilità che limiti il diritto di sciopero, e perfino il diritto di ammalarsi, giacché nel caso che la percentuale di assenteismo «sia significativamente superiore alla media» l’azienda – la sola a decidere quanti punti o decimi di punto siano significativi – si considera libera dall’obbligo di pagare le quote di malattia. Nelle discussioni seguite alla presentazione del piano l’ad Fiat si è poi più volte riferito alla possibilità che l’azienda fuoriesca dal contratto nazionale dei metalmeccanici. Infine è spuntato il progetto di costituire una nuova società, la quale rileva gli impianti di Pomigliano e assume soltanto i lavoratori che accettano l’organizzazione del lavoro e i vincoli comportamentali del piano di maggio. Quanto basta per mobilitare folle di giudici del lavoro, avvocati, e lavoratori che per anni faranno causa all’azienda.
In cerca di una scusa. Luciano Gallino su Repubblica sostiene che la sentenza di ieri contro Fiat sia una vittoria di Fiat.
La Corte Costituzionale ha stabilito che la legge approvata dalla regione Lombardia nel 2015 relativa agli spazi per le moschee e altri luoghi religiosi viola la Costituzione, perché non garantisce la libertà di culto prevista dall’articolo 19. La legge, chiamata anche “legge anti-moschee”, era stata voluta dalla giunta regionale di centrodestra, ma poi il Tar della Lombardia aveva sollevato dubbi sulla sua costituzionalità. La Corte ha annullato due disposizioni contenute nella norma. La prima poneva come condizione per l’apertura di un nuovo luogo di culto l’esistenza di un piano per le attrezzature religiose (PAR), cioè di una mappa completa e meticolosa di tutti i luoghi di interesse religioso all’interno del comune intenzionato ad aprire il nuovo luogo di culto. La seconda prevedeva invece che il PAR, cioè il piano per le attrezzature religiose, potesse essere adottato solo insieme al piano di governo del territorio (PGT, più conosciuto con il suo vecchio nome: piano regolatore). Secondo la Corte, «questa necessaria contestualità e il carattere del tutto discrezionale del potere del Comune di procedere alla formazione del PGT rendevano assolutamente incerta e aleatoria la possibilità di realizzare nuovi luoghi di culto».
La “legge anti-moschee” della Lombardia è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, perché non garantisce la libertà di culto.
Nell’Ottocento i bambini nati prematuri – quelli particolarmente piccoli, malati o che sembravano privi di energia – erano definiti “deboli”: molti medici credevano che fossero feti espulsi naturalmente perché non in grado di sopravvivere. All’epoca negli ospedali statunitensi, ma anche altrove, non c’erano reparti neonatali per occuparsi di loro. Literary Hub ha raccontato la storia poco nota di come l’incubatrice diventò popolare negli Stati Uniti, soprattutto grazie a un medico che forse non era un medico: è ambientata principalmente a Coney Island, il quartiere di Brooklyn famoso per i suoi luna park. La prima incubatrice della storia fu costruita da un ostetrico francese, Stéphan Tarnier, sul modello di un incubatore di polli che aveva visto in uno zoo. Il suo progetto non era molto diverso dai metodi casalinghi già utilizzati dalle madri, come infilare bottiglie piene di acqua calda sotto le coperte attorno al neonato. Il fatto stesso che qualcuno cominciasse a occuparsi della mortalità dei neonati, però, fu un grande cambiamento culturale. La cura neonatale fino ad allora semplicemente non esisteva: tenere un neonato vivo, indipendentemente dalla sua salute, era responsabilità della madre.
La strana storia di come le incubatrici diventarono popolari negli Stati Uniti. Grazie a un medico che forse non era un medico e alla sua esibizione di bambini prematuri in un luna park di Coney Island.
Negli ultimi anni hanno cominciato a diffondersi anche in Italia le cosiddette “benzine premium”. Si tratta di un tipo di carburante con un numero di ottano superiore a quello che si trova nelle benzine normali: in genere intorno ai 100, contro i 95 delle benzine normali. La benzina premium viene pubblicizzata come un carburante che garantisce migliori prestazioni, ma, come ha spiegato di recente un’inchiesta del New York Times insieme a numerosi studi di associazioni per la tutela dei consumatori, comprese alcune italiane, questo tipo di carburante non garantisce performance migliori, a meno di non possedere un’automobile molto particolare. Per farla semplice, il numero di ottano indica la resistenza alla detonazione di un certo carburante. All’interno di un motore a scoppio è molto importante che il carburante inizi la combustione in un momento preciso. In particolare, se la combustione avviene troppo presto, a lungo termine il motore può avere dei problemi anche gravi, come la foratura dei pistoni. Il numero di ottano era particolarmente importante in passato, quando i motori delle automobili non erano standardizzati e ognuno otteneva le migliori prestazioni a un numero di ottano differente. Il New York Times, per esempio, ricorda che negli anni Sessanta una catena di distributori americana forniva ai suoi clienti otto tipi di benzina diversa.
La benzina “premium” serve a qualcosa? negli ultimi anni è arrivata anche in Italia: in teoria garantisce prestazioni migliori, ma solo se guidate certe auto.
Come ogni anno, il ministero dell’Istruzione ha pubblicato uno studio sui risultati degli esami di stato dell’ultimo anno scolastico: e mostra, come da molti anni, un evidente divario tra i voti ricevuti dagli studenti del Nord Italia e quelli del Sud, che sono decisamente più alti. I dati sono stati accompagnati dalle solite polemiche, con politici e opinionisti che accusano i professori meridionali di essere lassisti e troppo generosi. Marco Bollettino, che insegna matematica in una scuola secondaria (le vecchie superiori) ed è sindaco di Parella (un piccolo comune in Piemonte), ha confrontato i dati su noiseFromAmeriKa per capire le ragioni di questa discrepanza. Bollettino sottolinea, per esempio, che nei test INVALSI e in quelli OCSE – che sono standardizzati e permettono una valutazione dei risultati piuttosto obiettiva – sono gli studenti del Sud ad andare peggio, mentre quelli del Nord sono sopra la media italiana; ne deriva tra le altre cose una critica ai metodi di valutazione della maturità, che dipendono troppo dalle decisioni dei professori. Ogni anno alla pubblicazione del report del Miur sugli esiti degli Esami di Stato si ripropone la stessa litania: le agenzie di stampa rilanciano la notizia rimarcando il record di “super meritevoli” nelle regioni meridionali, i governatori leghisti delle regioni del nord protestano citando i risultati dei test INVALSI e sui social si scatenano i commenti con le spiegazioni più fantasiose. Ma perché gli studenti del Sud ottengono voti più alti?
Perché gli studenti del Sud vanno meglio alla maturità? il sito "noiseFromAmeriKa" ha cercato di capire, dati alla mano, se ha ragione chi accusa i professori meridionali di essere più lassisti di quelli del Nord.
Giovanni Svampa, noto a tutti come Nanni Svampa, è morto sabato a 79 anni: era stato un famoso cantante di canzoni in dialetto milanese e uno dei primi cabarettisti italiani con il quartetto “I gufi”, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Svampa era nato a Milano e si era laureato all’università Bocconi, dopo il servizio di leva, nei primi anni Sessanta, aveva cominciato a tradurre e cantare in dialetto milanese le canzoni di Georges Brassens e aveva cominciato ad esibirsi anche con “I gufi”, un quartetto che faceva spettacoli di musica e cabaret. “I gufi” furono tra i primi ad esibirsi al famoso Derby, il locale di Milano in cui in quegli stessi anni cominciarono a lavorare Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, tra gli altri. Svampa è morto a Varese, dove viveva da molti anni.
Nanni Svampa è morto sabato, aveva 79 anni.
Se la stagione che è già arrivata ci mette davanti agli occhi molti più ombrelli, in teoria dovrebbe invece ridurre la presenza delle biciclette, nel panorama quotidiano: a continuare a usare la bicicletta, col freddo e la pioggia, è una cospicua quota di indomiti, entusiasti o costretti (che a sua volta comprende un assai più ridotto sottoinsieme di indomiti in bicicletta e con l’ombrello). Ma le stagioni, si sa, non sono uguali per tutti, e in altri posti del mondo le biciclette godono tuttora di belle e calde giornate, e così dalle agenzie fotografiche in queste ultime settimane sono passate al vaglio del Post le più diverse e belle foto di velocipedi (quella parola che usano i redattori quando gli sembra di avere ripetuto troppe volte biciclette, prima di arrendersi a “le due ruote”) scattate in tutto il mondo. Belle da vedere. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
L’autunno delle biciclette. Le foto più belle di gente che attraversa la neve, che cade, che guada, che combatte, che scoiattola, pedalando.
Da 15 anni J. Craig Venter voleva creare una forma di vita artificiale e alla fine ce l’ha fatta. Insieme al suo team di ricerca, Venter ha realizzato un corredo genetico sintetico in laboratorio e lo ha sostituito a quello naturale di un batterio. Il microorganismo alimentato dal nuovo DNA ha iniziato a replicarsi dando vita a una nuova serie di proteine. L’importante risultato ottenuto da Venter è stato svelato dall’Economist e dalla rivista scientifica Science, che da qualche ora hanno rivelato lo scoop dopo giorni di misteriose anticipazioni. La scoperta apre nuova frontiere per la scienza e la filosofia e pone l’uomo come creatore stesso della vita, una responsabilità non indifferente. Il genoma (il patrimonio genetico) artificiale è stato realizzato nei laboratori del J. Craig Venter Institute (JCVI) di Rockville, Maryland, e di San Diego, California. L’opera di ricerca e sperimentazione ha richiesto molti anni, l’investimento di almeno 40 milioni di dollari e lo sforzo di una ventina di ricercatori, che hanno lavorato per un decennio al progetto. Tutto è partito da una semplice domanda: sono davvero tutti indispensabili i geni costituiti attraverso le istruzioni del DNA? Per scoprirlo Venter e colleghi hanno selezionato un batterio, una forma di vita relativamente semplice, chiamato Mycoplasma genitalium. Dopo una attenta analisi, nel 1995 i ricercatori hanno identificato le 600mila basi del corredo genetico del batterio. Ciò ha consentito di identificare 500 geni e di scoprire che un centinaio di questi poteva essere rimosso senza creare particolari problemi alla cellula.
La vita artificiale: ecco cos’hanno fatto. Così sono arrivati alla creazione del primo organismo vivente che non esiste in natura.
Il sito Hopes & Fears ha raccontato in un articolo intitolato “La sottovalutata arte dei mobili nei videogiochi” la storia di come negli ultimi decenni i mobili e l’arredamento dei videogiochi sono cambiati e migliorati grazie alle nuove tecnologie a disposizione dei grafici e di una speciale attenzione da parte degli sviluppatori. Hopes & Fears spiega che il design d’interni dei videogiochi esiste da decenni ma è sempre passato in secondo piano: l’arredamento serve per dare contesto e aumentare il realismo ma non è quasi mai diretto protagonista della storia: «gli animatori spesso passano ore a realizzare le increspature di un cuscino, ma è improbabile che i giocatori abbiano il tempo di farci caso». Negli ultimi anni la grafica dei videogiochi ha raggiunto un livello tale di dettaglio che ha richiesto agli animatori e ai disegnatori un impegno sempre maggiore che, in alcuni casi è stato notato e apprezzato anche dai giocatori. I mobili che arredano i videogiochi stanno ora permettendo di «fornire un contesto reale ai mondi virtuali di cui fanno parte». Hopes & Fears ha citato l’esempio di Kate Craig, un’artista di ambienti che ha collaborato alla realizzazione di Gone Home, un videogioco per PC del 2013, interamente ambientato in una casa, che il giocatore deve esplorare in prima persona interpretando una ragazza che torna nella casa in cui vive con i suoi genitori e la trova vuota.
I migliori esempi di arredamento nei videogiochi. Ci facciamo poco caso, ma spesso sono pieni di mobili e oggetti d'arredamento: un sito statunitense ha raccolto i casi più interessanti degli ultimi anni.
Il costumista italiano Piero Tosi è stato scelto dal “Consiglio dei Governatori” della Academy of Motion Picture Arts and Sciences – l’organizzazione americana che attribuisce i premi Oscar per il cinema – per ricevere uno degli “Honorary Awards” di quest’anno, quelli che sono comunemente generalizzati come “Oscar alla carriera” e che vengono consegnati per “contributo eccezionale al cinema” in una speciale cerimonia a Novembre. Insieme a Tosi, quest’anno saranno premiati anche gli attori Angela Lansbury e Steve Martin (è stata anche selezionata Angelina Jolie per il “Jean Hersholt Humanitarian Award”, per il suo impegno umanitario). Piero Tosi ha 86 anni, è fiorentino, ed è stato nominato per un premio Oscar cinque volte senza vincere mai. Ha lavorato molto con Visconti, ma anche con tanti altri grandissimi registi del cinema italiano: tra i tanti film per cui ha creato i costumi ci sono Bellissima, Senso, Rocco e i suoi fratelli, Le notti bianche, Il portiere di notte. Oltre ai cinque per cui finora era stato riconosciuto dall’Academy, senza poi ottenere il premio.
L’Oscar onorario a Piero Tosi. Il costumista dei film di Luchino Visconti sarà premiato quest'anno: aveva avuto cinque nomination senza vincere mai.
Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile, i contagi totali registrati dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 in Italia sono stati 124.632, 4.805 in più di ieri. I morti totali sono saliti a 15.362, un incremento di 681 rispetto a ieri (ieri i nuovi morti annunciati erano stati 766). I nuovi pazienti “guariti o dimessi” registrati sono 1.238, per un totale di 20.996. Le persone attualmente positive sono 88.274 (ieri erano 85.388) e quelle ricoverate in terapia intensiva sono 3.994, 74 in meno rispetto a ieri. In Lombardia, la regione più colpita, i morti registrati nelle ultime 24 ore sono stati 345, portando il totale a 8656. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 1.326, 55 in meno rispetto a ieri.
Le notizie di sabato sul coronavirus in Italia. I contagi registrati dall'inizio dell'epidemia sono stati 124.632, rispetto a ieri ci sono stati 681 morti, portando il bilancio totale a 15.362.
L’Antitrust ha aperto contro Trenitalia due diversi procedimenti, uno riguardo il rimborso dei biglietti in caso di ritardo dei treni, l’altro in merito alle multe di Trenitalia per chi è senza biglietto. Il primo procedimento ha determinato la variazione della policy di Trenitalia – entro marzo 2015 – riguardo i rimborsi: la novità più rilevante è che sarà possibile ottenerli per ritardi superiori a 30 minuti, mentre adesso questo limite di tolleranza è di un’ora. Oltre al rimborso si otterrà anche un bonus sull’acquisto di biglietti per viaggi successivi. Il secondo procedimento ha portato a una multa di un milione di euro per “pratica commerciale scorretta”. La multa si riferisce alle pratiche di Trenitalia, ritenute illegittime, in caso di sanzioni ai passeggeri che non hanno il biglietto: Trenitalia ha annunciato ricorso al TAR. Antitrust è il nome abbreviato con cui si indica comunemente l’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Come cambiano i rimborsi su Trenitalia. L'Antitrust ha deciso che dovranno cambiare le regole – ora basteranno 30 minuti di ritardo, per esempio – e che le multe per chi è senza biglietto sono troppo alte.
Questa notte la rete TIM ha funzionato male per diverse ore in tutta l’Italia, con utenti che hanno detto di avere avuto problemi sia alle connessioni internet che alle linee telefoniche fisse e mobili. Downdetector, sito che raccoglie le segnalazioni degli utenti riguardo a malfunzionamenti di questo tipo, mostra che il guasto alla rete di TIM è iniziato verso le 2 di notte ed è proseguito fino alle prime ore del mattino, quando la situazione sembra essersi gradualmente ristabilita. Molti utenti hanno segnalato i disservizi di TIM su Twitter, utilizzando l’hashtag #timdown: alcuni hanno scritto di non riuscire neanche a contattare i servizi di assistenza di TIM ai numeri 119 e 187, né a utilizzare l’app MyTim. TIM ha detto che i problemi hanno invece riguardato solo la navigazione internet e che sono stati risolti dopo 3 ore.
Questa notte la rete TIM ha funzionato male per diverse ore.
Ettore Gotti Tedeschi si è dimesso oggi dalla presidenza dello IOR, l’istituto di credito che ha sede in Vaticano. La decisione è stata presa dopo il voto unanime di sfiducia nei suoi confronti del Consiglio di Sovrintendenza, l’organismo composto da cinque laici che è responsabile dell’amministrazione e gestione dell’Istituto, della vigilanza e della supervisione delle attività sul piano finanziario, economico ed operativo. Per ora sarà il vicepresidente Ronald Hermann Schmitz a sostituire Ettore Gotti Tedeschi, in attesa di nuove decisioni. In un comunicato della Sala Stampa vaticana, si legge:
Perché il capo dello IOR si è dimesso. Ettore Gotti Tedeschi è stato sfiduciato dalla banca vaticana: "non ha svolto funzioni di primaria importanza per il suo ufficio".
Facebook, Instagram e WhatsApp sono stati inutilizzabili per tre ore, più o meno dalle 12.30 di domenica: erano down sia attraverso i browser che le app per smartphone. Moltissimi utenti avevano segnalato il guasto pubblicando su Twitter messaggi con gli hashtag #facebookdown, #instagramdown e #whatsappdown. Sia Instagram che WhatsApp sono servizi controllati da Facebook, che durante le tre ore aveva fatto sapere soltanto di essere a conoscenza del malfunzionamento e di stare lavorando per risolverlo. Il guasto ha coinvolto anche Messenger, il servizio di messaggistica di Facebook. Lo scorso 13 marzo c’era stato un problema simile e per diverse ore Facebook, Instagram e Whatsapp non avevano funzionato per molti utenti: in quel caso Facebook aveva spiegato il malfunzionamento parlando della conseguenza di una «modifica nella configurazione dei server».
Il guasto di Facebook, Instagram e WhatsApp. Per tre ore sono stati irraggiungibili e inutilizzabili in mezzo mondo.
Oggi a partire dalle 9 al CERN di Ginevra si tiene un seminario per comunicare gli ultimi aggiornamenti sulla ricerca del bosone di Higgs, l’unica particella del cosiddetto “modello standard” la cui esistenza deve essere ancora dimostrata. Lo studio viene condotto da anni dai responsabili degli esperimenti ATLAS e CMS.
La diretta dal CERN sul bosone di Higgs. Lo streaming del seminario di aggiornamento sugli esperimenti per dimostrare l'esistenza della particella.
Martedì la casa rifugio per le donne vittime di violenza Lucha y Siesta di Roma ha ricevuto una lettera dal Tribunale fallimentare della città che annuncia che il 15 settembre l’edificio che ospita la casa sarà sgomberato. La palazzina, che si trova in zona Cinecittà, è di proprietà di ATAC, l’azienda del trasporto pubblico romano che sta affrontando un piano di risanamento deciso dal Tribunale. Fino al 2008 era abbandonata: da allora è stata usata per dare un alloggio sicuro alle donne che hanno bisogno di aiuto per allontanarsi da una situazione di violenza e ai loro figli. Oggi nella casa vivono 15 donne e 7 bambini: dal Comune di Roma non sono state diffuse comunicazioni riguardo a possibili sistemazioni alternative per queste persone. La consigliera regionale del Lazio Marta Bonafoni, della Lista Civica Zingaretti, ha criticato il Comune di Roma e ATAC per lo sgombero annunciato, chiedendo alla sindaca di Roma Virginia Raggi di impedirlo. L’Italia è tra i firmatari della cosiddetta Convenzione di Istanbul del 2011, il testo più avanzato contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, ma non ha ancora applicato alcune delle raccomandazioni della Convenzione, tra cui quella sul numero minimo di posti letto in case rifugio per numero di abitanti: nel 2015 in Italia, secondo un rapporto della rete europea di associazioni contro la violenza sulle donne Wave, ne mancavano più di 5mila rispetto a quelli raccomandati.
La casa rifugio per donne vittime di violenza Lucha y Siesta di Roma sarà sgomberata il 15 settembre.
Mercoledì scorso il Senato ha approvato quasi all’unanimità – unici astenuti i senatori radicali – un disegno di legge sulla “Nuova disciplina del prezzo dei libri” promosso da Ricardo Levi, senatore del PD. La legge stabilisce che non si possano applicare ai libri sconti superiori al 15 per cento del loro prezzo. Soltanto in occasioni di speciali “campagne promozionali”, da effettuarsi per un periodo non superiore a un mese e comunque mai a dicembre, gli sconti possono arrivare al 20 per cento: ma in quelle occasioni, se vogliono, i librai possono sottrarsi all’applicazione degli sconti. I libri venduti “per corrispondenza”, cioè su Internet, non possono essere scontati per più del 20 per cento. La legge arriverà alla Camera nelle prossime settimane, dove anche quest’ultimo tetto dovrebbe essere portato al 15 per cento. Le contraddizioni plateali di questa iniziativa sono due. Una è quella tra un intervento proibizionista come questo e tutte le chiacchiere – anche quelle molto bipartisan – sulla necessità di riformare in senso liberale le leggi di questo paese. Ovvero tra la retorica della “rivoluzione liberale” di cui il centrodestra si riempie la bocca da anni – l’ultima volta pochi giorni fa, con la proposta di modifica degli articoli della Costituzione sulla libertà d’impresa – e un intervento smaccatamente statalista e regolamentatorio. Tra le liberalizzazioni e le “riforme a costo zero” promosse dal PD per sbloccare l’economia e incentivare i consumi, e un intervento che evidentemente imbriglia ulteriormente il mercato e avvantaggia tutti meno che i consumatori. Come ha detto nel suo intervento il senatore radicale Perduca:
La legge contro gli sconti sui libri. Per difendere gli interessi di editori e librai, il Senato ha approvato una norma che pagheranno i lettori.
Circa 500mila caselle di PEC (posta elettronica certificata) sono state violate in un grave attacco informatico, con rischi per molti utenti anche della pubblica amministrazione. La comunicazione dell’attacco è stata data dal responsabile della sicurezza informatica del governo, Roberto Baldoni, che ha preferito non fornire troppi dettagli, considerato che le informazioni non sono molte e che le indagini sono ancora in corso. L’attacco informatico è iniziato il 12 novembre scorso e sembra sia provenuto dall’estero. I servizi del gestore della PEC interessato sono stati bloccati e sono stati sospesi numerosi account, in attesa di modificare per lo meno le password di accesso alle caselle di posta elettronica. Repubblica spiega che il problema ha coinvolto almeno 98mila utenti “tra magistrati, militari e funzionari del Cisr, il Comitato Interministeriale per la sicurezza della Repubblica che comprende appunto i ministeri della Giustizia, degli Interni, della Difesa, degli Esteri, dell’Economia e dello Sviluppo Economico, la stessa Presidenza del consiglio dei ministri e dell’Autorità delegata”.
Un gestore di PEC italiano ha ricevuto un attacco informatico. Sono stati rubati i dati di circa 500mila caselle di posta elettronica certificata, causando gravi disservizi a migliaia di uffici pubblici e tribunali.
Domenica 21 settembre compie ottant’anni Leonard Cohen, uno dei cantautori più celebri, influenti e stimati della storia della musica, oltre che poeta, scrittore e compositore. Qui ci sono dieci sue canzoni scelte da Luca Sofri, peraltro direttore del Post, nel libro Playlist, la musica è cambiata. Leonard Cohen (1934, Montreal, Canada) Leonard Cohen ha sempre avuto quell’aria seria e severa, che ha contribuito alla costruzione del suo mito. Canadese, cantautore di culto pazzesco e di riferimento per tutta una generazione di allievi, anche italiani (soprattutto De Gregori e De André), ha fatto una decina di canzoni formidabili nel giro di pochi anni tra il 1967 e il 1971 e poi ha continuato a fare dischi eccellenti per quarant’anni, con quella sua voce seria e severa.
Dieci canzoni di Leonard Cohen. Da riascoltare oggi: le ha scelte il peraltro direttore del Post nel suo libro "Playlist".
Eventi delle dimensioni del terremoto e dello tsunami in Giappone, nella storia dell’ultimo secolo, hanno sempre avuto grandi e imprevedibili ricadute su una miriade di altre questioni. Oggi le attenzioni di tutti sono giustamente riservate all’emergenza nucleare e ai soccorsi delle popolazioni colpite dal disastro. Stanotte a questi temi si è aggiunto anche quello della botta all’economia giapponese, coi dati allarmanti dell’indice Nikkei: che non è un problema paragonabile a quello che sta accadendo in queste ore, ma di certo avrà pesanti conseguenze sul futuro del paese e anche sull’economia mondiale. Le cronache di questi giorni ci dicono anche delle proteste contro il nucleare in molti paesi del mondo, della decisione di Angela Merkel di sospendere le operazioni in alcune centrali più vecchie. Nelle prossime settimane sicuramente sentiremo di altre storie di altri angoli del mondo condizionati in un modo o nell’altro da quello che sta accadendo in Giappone. Una di queste storie riguarderà probabilmente l’Italia. Il prossimo 12 e 13 giugno in Italia si terranno quattro referendum, promossi dall’Italia dei Valori e da alcuni movimenti. Uno propone l’abrogazione della legge sul legittimo impedimento, già mutilata dalla recente sentenza della Corte Costituzionale; due propongono l’abrogazione delle leggi sull’affidamento della gestione dell’acqua pubblica a soggetti privati; uno propone l’abrogazione della legge che prevede la realizzazione di centrali nucleari in Italia. Fino a pochi giorni fa, il destino di questi referendum era praticamente certo: negli ultimi quindici anni, infatti, su 24 referendum abrogativi svolti, tutti e 24 non hanno superato il quorum e sono stati quindi non validi. Oltre alla conclamata disaffezione degli italiani verso questo strumento, l’allargamento della base elettorale ai cittadini residenti all’estero ha reso particolarmente complicato il raggiungimento del quorum, specie se i maggiori partiti dell’arco politico rifiutano di fare campagna e suggeriscono agli elettori di astenersi, come è avvenuto in molte delle ultime consultazioni.
I referendum italiani resuscitati dal Giappone? l'emergenza nucleare potrebbe dare una spinta decisiva ai referendum di giugno, con imprevedibili conseguenze politiche.
Questa settimana il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato le nuove stime sull’economia mondiale. Per la prima volta il Prodotto Interno Lordo (PIL) della Cina, se misurato in base alla parità di potere d’acquisto, è diventato il più grande del mondo. Il settimanale Economist ha pubblicato un grafico che comprende le stime del PIL a parità di potere d’acquisto delle più importanti nazioni del mondo negli ultimi duemila anni. Il grafico mostra come il primo posto è una specie di “riconquista” di un primato che la Cina ha detenuto per gran parte della sua storia (e c’è da notare che fino al 1.500 al terzo posto c’era anche l’Italia).
L’economia della Cina rispetto a quella del mondo, negli ultimi 2000 anni. È tornata a essere la più grande se misurata in base alla parità di potere d'acquisto, dice un grafico dell'Economist: un posto che ha occupato per quasi tutta la sua storia.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 29.907 nuovi casi positivi da coronavirus e 208 morti a causa del Covid-19. Le persone attualmente ricoverate sono 20.841 (1.032 in più rispetto a ieri), di cui 1.939 nei reparti di terapia intensiva (96 in più di ieri) e 18.902 ricoverate con sintomi (936 in più di ieri). Sono stati analizzati 183.457 tamponi e testate 117.478 persone. È risultato positivo il 16,3 per cento dei tamponi di cui è stato comunicato il referto. Ieri i contagi registrati erano stati 31.756, i decessi 297. !function(){"use strict";window.addEventListener("message",(function(a){if(void 0!==a.data["datawrapper-height"])for(var e in a.data["datawrapper-height"]){var t=document.getElementById("datawrapper-chart-"+e)||document.querySelector("iframe[src*='"+e+"']");t&&(t.style.height=a.data["datawrapper-height"][e]+"px")}}))}();
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, domenica 1 novembre.
Borsa Italiana, la società che gestisce il mercato finanziario italiano e a cui ci si riferisce generalmente con il nome di Piazza Affari, è stata ceduta dal London Stock Exchange – che la possedeva dal 2007 – a Euronext, gruppo che controlla tra le altre le borse di Parigi, Amsterdam e Bruxelles. L’offerta finale è stata di 4,325 miliardi di euro a cui si aggiungerà un’ulteriore somma calcolata sulla base dei ricavi di Borsa Italiana da qui a quando sarà formalizzata la cessione, prevista entro i primi sei mesi del 2021. Prima ci devono essere un po’ di passaggi formali e autorizzazioni, su cui però non ci si aspettano sorprese. Insieme a Euronext – “in cordata”, come si dice in questi casi – hanno presentato l’offerta anche il gruppo bancario Intesa Sanpaolo e Cassa Depositi e Prestiti, la controllata del ministero dell’Economia. L’intero mercato finanziario italiano – dal 1998 le borse locali sono accorpate sotto Borsa Italiana – smetterà quindi di essere parte di una società britannica, andando a formare quella che diventerà la più grande piazza di quotazione azionaria d’Europa. Euronext infatti controlla già le borse di Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Oslo, Dublino e Lisbona e conterà oltre 1.800 società quotate per un valore complessivo di 4.400 miliardi di euro in capitalizzazione di mercato (cioè il valore complessivo delle singole azioni). Come spiega il Sole 24 Ore, all’acquisizione di Borsa Italiana erano interessate anche Deutsche Börs e della borsa di Zurigo (SIX).
La Borsa Italiana cambia proprietà. Dal London Stock Exchange passerà al consorzio Euronext, in un'operazione a cui partecipa anche Cassa Depositi e Prestiti (e non per caso).
Lo storico settimanale britannico di musica New Musical Express – NME, come è noto da decenni nel Regno Unito – sospenderà la pubblicazione della sua edizione cartacea dopo 66 anni. Il sito NME.com resterà invece attivo e pubblicherà in una nuova sezione alcuni dei contenuti che prima erano solo sulla versione cartacea. NME aveva già cambiato il suo modello di business nel 2015, diventando una rivista gratuita completamente finanziata dalla pubblicità. Il numero dei lettori della rivista cartacea è effettivamente tornato a crescere negli ultimi due anni, passando da 15.000 a 30.000, ma non è bastato a compensare il calo dei profitti pubblicitari. È possibile che la decisione comporterà una riduzione del numero dei dipendenti della rivista, ma non sono ancora state prese decisioni.
NME, famoso settimanale musicale britannico, non avrà più un’edizione cartacea.
Domenica la consigliera regionale anziana Rosetta D’Amelio, del PD, ha annunciato che d’accordo con il presidente eletto della regione Campania Vincenzo De Luca il consiglio regionale convocato per lunedì è stato rimandato. Quella di lunedì sarebbe stata la prima riunione del nuovo consiglio uscito dalle ultime elezioni: tra le altre cose, all’ordine del giorno ci sarebbe dovuta essere la nomina di una giunta e di un vicepresidente. Il problema è che De Luca è stato sospeso dal presidente del Consiglio Matteo Renzi a causa della cosiddetta legge Severino, che impone la sospensione per 18 mesi a tutti gli amministratori locali condannati in primo grado per una serie di reati (De Luca è stato condannato in primo grado per abuso d’ufficio). Alla prossima riunione del consiglio regionale, quindi, al presidente De Luca sarà ufficialmente notificata la sospensione dalla carica. Il presidente non ha ancora nominato una giunta, quindi la regione è senza un governo e senza un vice che potrebbe sostituire De Luca. È una situazione senza precedenti e un pasticcio burocratico di cui non sono chiare le conseguenze. Le opposizioni in consiglio regionale chiedono che De Luca si presenti, si faccia sospendere e quindi che vengano indette nuove elezioni. Il consiglio regionale dovrà riunirsi per legge entro il prossimo 12 luglio e nessuno ha una chiara idea di che cosa accadrà se per quella data De Luca sarà ancora oggetto della sospensione.
Vincenzo De Luca non si insedierà lunedì. Il primo consiglio regionale è stato rimandato, la Campania è senza una giunta e nessuno ha capito cosa succederà adesso.
Come gli animali dei giorni nostri – esseri umani compresi – anche i dinosauri dovevano fare i conti con molti parassiti, compresi i pidocchi. Un gruppo di paleontologi in Cina ne ha identificati alcuni in due fossili di ambra risalenti a circa 100 milioni di anni fa, in un periodo antecedente rispetto agli altri fossili di parassiti di questo tipo scoperti da altri ricercatori. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications, dovrebbe aiutare i paleontologi a collocare meglio l’evoluzione di alcuni parassiti nella lunga scala temporale in cui vissero i dinosauri, nel Giurassico e nel Cretacico tra 201 e 66 milioni di anni fa. Gli uccelli che popolano il nostro pianeta sono imparentati con i dinosauri, e proprio come i loro antenati sono spesso tormentati da parassiti di vario tipo. Tra questi ci sono alcune specie di pidocchi, che si nutrono delle parti più sottili e morbide delle loro piume. Sono minuscoli, hanno zampe adatte per rimanere saldamente attaccati ai loro ospiti, senza lasciargli molte possibilità di liberarsene, e possiedono mandibole molto resistenti per masticare le piume.
Anche i dinosauri avevano i pidocchi. In due frammenti di ambra ne sono stati trovati di risalenti a 100 milioni di anni fa.
Star Wars: Il Risveglio della Forza, l’atteso nuovo film della saga di Star Wars, sarà nei cinema italiani a partire da oggi, mercoledì 16 dicembre. Per celebrare l’uscita del film, Google nelle ultime settimane ha avviato diverse iniziative cui ora si è aggiunto Lightsaber Escape, un videogioco con i personaggi e le ambientazioni di Star Wars che può essere giocato su Chrome, il browser realizzato dall’azienda. Lo scopo del gioco è sconfiggere diversi personaggi utilizzando una spada laser che viene controllata impugnando il proprio smartphone come se fosse l’elsa dell’arma. Il gioco è molto coinvolgente e non richiede particolari abilità, almeno inizialmente.
Il videogioco di Google per usare lo smartphone come una spada laser di Star Wars. Basta avere Google Chrome installato sul computer e sperare che la Forza eccetera eccetera.
Messi da parte i problemi sulla privacy, almeno al momento, Facebook sfodera una nuova funzionalità in forma sperimentale. Il servizio si chiama Facebook Questions e, come suggerisce il nome, consente agli iscritti del social network di rivolgere domande e ottenere risposte dalla propria cerchia di amici. Il sistema ricorda da vicino servizi simili che esistono già in rete, come Yahoo Answers, ma potrebbe decollare rapidamente grazie alle diverse centinaia di milioni di utenti che ogni giorno affollano le pagine di Facebook. Secondo i responsabili del social network, la nuova opzione segnerà la prossima evoluzione di Facebook così come è avvenuto negli anni scorsi con l’introduzione dei servizi per le foto e per la gestione degli eventi. Le informazioni ufficiali sul servizio non sono ancora molte, ma chi lo desidera può iscriversi alla fase di test per sperimentare il nuovo meccanismo, raccontano quelli di Facebook.
La risposta è nel Facebook. Mentre si allenta l'assedio sulla privacy, il social network lavora a una prossima evoluzione: domande e risposte tipo Yahoo Answers.
Sono state annunciate oggi le cinque canzoni candidate all’Oscar, insieme a tutte le altre nomination in vista della cerimonia del prossimo 10 febbraio. Nessuna fa parte di film candidati come miglior film, e nessuna ha avuto finora un grande successo. Ci sono però un grande pianista pop, Elton John, e un famoso compositore di colonne sonore, Randy Newman. La competizione al momento sembra piuttosto aperta.
Le canzoni candidate all’Oscar. Ci sono Elton John e Randy Newman, e si possono ascoltare tutte su YouTube.
Questa mattina la Guardia di Finanza di Pavia ha posto agli arresti domiciliari un appuntato, Fabio Diana, in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip presso il Tribunale di Milano. Lo comunica il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Pavia. L’accusa riguarda “una serie di accessi abusivi alle banche dati in uso al Corpo, che configura la violazione dell’articolo 615 ter del codice penale, reato per cui è competente la Procura della Repubblica di Milano”. Fabio Diana è accusato di aver eseguito – tra il gennaio 2008 e l’ottobre 2009, e non per motivi di servizio – “numerose interrogazioni a terminale, passando poi le informazioni riservate a terze persone”. Nel dettaglio, Diana è accusato di aver avuto accesso agli archivi e aver girato le informazioni sui redditi a un giornalista di Panorama, Giacomo Amadori. Amadori è il giornalista di cui si è parlato la settimana scorsa per via delle minacce che aveva ricevuto da Rinaldo Arpisella, portavoce di Emma Marcegaglia, durante un suo lavoro di inchiesta riguardo l’azienda di famiglia della presidente di Confindustria. Stando a quanto dicono le agenzie di stampa, l’appuntato della Guardia di Finanza avrebbe girato ad Amadori informazioni sui redditi di Antonio Di Pietro, Luigi De Magistris, Beppe Grillo, Marco Travaglio, Gioacchino Genchi e Patrizia D’Addario, tutti noti oppositori del premier. Poi anche vari membri della famiglia Agnelli e il giudice Raimondo Mesiano, quello responsabile della sentenza di risarcimento da parte della Fininvest alla Cir di De Benedetti e oggetto di un bizzarro pedinamento televisivo su Canale 5.
Giornali e procure, altro giro. Un finanziere è accusato di aver passato a un giornalista di Panorama informazioni sui redditi di vari personaggi pubblici.
Il 22 giugno del 2000 Microsoft riunì alcune centinaia di giornalisti e analisti nella sua sede di Redmond, nello stato di Washington (Stati Uniti) per mostrare quella che aveva definito la propria “visione del futuro”. Steve Ballmer era stato nominato da poco nuovo amministratore della società – anche se il suo cofondatore Bill Gates avrebbe mantenuto un ruolo operativo ancora per qualche anno – e aveva il compito di dimostrare ai clienti, ai partner e agli investitori che Microsoft aveva chiari progetti sulle sue priorità. Come racconta Dina Bass su Bloomberg, durante l’evento di 13 anni fa fu anche mostrato un video che illustrava un’ampia serie di nuove tecnologie e concept immaginate dagli sviluppatori di Microsoft e che si sarebbero dovute tradurre in prodotti concreti negli anni seguenti. Il progetto orbitava intorno a “.NET”, una serie di servizi basati sul Web che avrebbero reso più semplice l’accesso ai contenuti e la loro condivisione attraverso molti dispositivi: televisori, computer, telefoni cellulari e tablet. Tra le idee c’erano sistemi per condividere le foto con gli amici, per controllare il computer con comandi vocali e per conoscere la propria posizione e quella dei propri amici, in anni in cui Facebook, Twitter e i servizi cloud per come li intendiamo oggi ancora non esistevano.
La Microsoft che non è mai stata. Un video del 2000 mostra la ricca serie di innovazioni che la società aveva immaginato e che si è poi persa per strada, facendosi battere dalla concorrenza.
Nel tardo pomeriggio di venerdì 15 febbraio, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato al palazzo del Quirinale l’ambasciatore francese Christian Masset, appena rientrato in Italia dopo il suo richiamo a Parigi avvenuto il 7 febbraio scorso per il duro confronto tra il governo italiano e quello francese. Il richiamo aveva aperto un caso diplomatico tra Italia e Francia e aveva portato a nuove polemiche tra i due vicepresidenti del Consiglio, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, e il presidente francese Emmanuel Macron. Masset ha consegnato a Mattarella una lettera inviata da Macron, con l’invito a compiere una visita di stato in Francia e: “Il presidente Mattarella ha cordialmente accettato l’invito”. Il Presidente #Mattarella ha ricevuto al #Quirinale l’Ambasciatore di #Francia in Italia Christian Masset che gli ha consegnato una lettera del Presidente #Macron di invito a compiere una visita di Stato in Francia. Il Presidente Mattarella ha cordialmente accettato l’invito pic.twitter.com/5u6Jawb04g
Mattarella ha incontrato al Quirinale l’ambasciatore francese appena rientrato in Italia.
Domenica 26 i Coldplay metteranno in vendita online l’EP Every Teardrop Is a Waterfall di cui è già stata anticipata la canzone che dà il titolo alla raccolta, e che ne comprende altre due, due specie di lati B: “Major Minus” e “Moving to Mars”. Giovedì sera la band ha messo su YouTube la prima, per venerdì è annunciata la seconda. A noi pare si potesse tranquillamente aspettare ancora un po’, ma vedete voi.
Un’altra nuova canzone dei Coldplay. Online la seconda delle tre contenute nell'EP che esce domenica, ma non spingete.
Il giudice federale di una corte di appello statunitense si è espresso a favore della fusione dell’azienda telefonica AT&T con l’azienda di telecomunicazioni Time Warner, ora nota come WarnerMedia. A favore della fusione, di cui si parla da anni, si era già espresso un giudice lo scorso giugno, alla fine di un processo per verificare se l’accordo ponesse problemi di concorrenza sleale nel settore delle pay-TV, come indicato dal dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Il dipartimento di Giustizia però aveva fatto appello alla decisione, ma anche la sentenza di oggi ha dato ragione a WarnerMedia. È uno dei più grandi produttori di film, serie tv e altri contenuti televisivi al mondo: detiene tra gli altri le proprietà di CNN, HBO e Warner Bros.
Una corte di appello statunitense si è espressa a favore della fusione tra AT&T e Time Warner.
Questa sera alle 21.15 comincerà su Sky Atlantic la terza stagione di Gomorra, la serie basata sull’omonimo romanzo di Roberto Saviano, che parla delle lotte tra diversi clan di narcotrafficanti di Napoli e in particolare di Secondigliano, quartiere a nord della città. La seconda stagione era finita con un gran colpo di scena: la morte di un personaggio centrale che ha liberato quindi molto spazio per gli altri, nella terza. Ma prima di tutto bisogna rinfrescarsi la memoria su tutti gli omicidi, le rese dei conti, gli accordi saltati e le alleanze tradite nella seconda stagione. Da qui in avanti, ovviamente, è pieno di spoiler. Per chi ha proprio solo tre minuti, abbiamo preparato questo video. Ma è meglio ripassare anche la versione lunga.
A che punto eravamo rimasti con “Gomorra”? un ripasso di dove avevamo lasciato i vari personaggi – quelli ancora in vita, perlomeno – in vista dell'inizio della terza stagione, stasera.
Negli Stati Uniti una delle cose più belle dei concerti delle band rock spesso non sono i concerti ma i poster che li accompagnano. C’è una consolidata tradizione di locandine bellissime e molto curate graficamente, che va avanti da decenni e che negli ultimi anni si è ravvivata soprattutto per merito delle band indie rock. Qui ne avevamo raccolte 60, bellissime. La raffinatezza delle locandine dei concerti è un fenomeno soprattutto americano: in Italia capita molto meno di vedere poster che meritino attenzione, se non nel caso di qualche concerto più underground. La casa editrice Regan Arts ha pubblicato OMG Posters: A Decade of Rock Art, un libro che raccoglie più di 400 locandine di concerti scelte da Mitch Putnam, che ha fondato uno dei più apprezzati siti del settore, OMGPosters.com. I poster del libro sono edizioni limitate riprodotte in non più di 100 esemplari, e pubblicizzano i concerti delle più famose band internazionali che hanno dedicato attenzioni particolari ai loro poster, come i National, i Black Keys, Jack White, i Tame Impala, i Vampire Weekend. Nel libro ci sono anche delle interviste ad alcuni dei principali artisti di locandine in circolazione, come Kevin Tong, Mike Mitchell e quelli del DKNG Studios.
Un librone di poster di concerti. Raccoglie più di 400 esempi di una forma d'arte che qui da noi vediamo poco, ma che fa parte dell'estetica di molte band che ascoltiamo.
Sight & Sound è la rivista cinematografica britannica pubblicata dal British Film Institute – illustre istituzione dedicata allo studio e alla promozione del cinema – che dal 1952 ogni dieci anni pubblica un sondaggio fatto tra critici cinematografici di tutto il mondo per stabilire la lista dei migliori film di tutti i tempi e valutare quali, nonostante l’evoluzione del pensiero critico, riescano a resistere nel tempo. Tra le numerose classifiche cinematografiche, è una delle più qualificate e autorevoli. Dal 1992 alla prima lista ne è stata affiancata una seconda con le preferenze espresse da importanti registi. Nella prima classifica del 1952 il vincitore fu Ladri di biciclette, film di Vittorio De Sica del 1948. Da lì in poi Quarto Potere (Citizen Kane) è sempre stato al primo posto. Fino a ieri: nell’edizione appena pubblicata del 2012, infatti, e dopo cinquant’anni, 846 critici hanno votato a maggioranza La donna che visse due volte (Vertigo) di Alfred Hitchcock, film del 1958 interpretato da James Stewart e Kim Novak.
I 10 film migliori di sempre (per i prossimi 10 anni). Non una classifica qualsiasi: quella del British Film Institute, che si fa ogni dieci anni e che per la prima volta in mezzo secolo non è più guidata da "Quarto potere".
Negli ultimi mesi moltissimi account su Facebook hanno pubblicato dei minacciosi avvisi legali teoricamente contro l’utilizzo dei propri dati da parte di “qualsiasi governo, struttura governativa o privata”. Paolo Attivissimo spiega perché, come prevedibile, si tratta di avvisi dal valore inesistente: conta quello che dicono le leggi e, soprattutto, contano le condizioni di contratto che ogni utente di Facebook ha sottoscritto al momento dell’iscrizione. Numerosi lettori mi hanno segnalato che su Facebook sta spopolando questo messaggio di stato che dovrebbe, secondo qualche strana logica, proteggere contro le violazioni della privacy.
Gli avvisi per la privacy su Facebook non servono a niente. Paolo Attivissimo spiega perché pubblicare minacciosi messaggi di diffida, come fanno in molti, è inutile.
Negli ultimi giorni i proprietari dei modelli più recenti di iPhone hanno ricevuto una notifica per aggiornare i loro telefoni, portandoli alla versione 13.7 di iOS, il loro sistema operativo. Nelle informazioni per l’aggiornamento c’è scritto che la nuova versione “ti consente di attivare il sistema di notifiche di esposizione al COVID-19 senza la necessità di scaricare un’app”. Il messaggio ha portato a qualche confusione e ha indotto alcuni utenti a pensare che non sia più necessaria Immuni. Non è così: l’applicazione sviluppata per conto del governo per il tracciamento dei contatti contro la diffusione del coronavirus serve ancora. Una decina di giorni fa Apple e Google avevano annunciato di avere aggiornato il loro sistema per il tracciamento dei contatti tramite smartphone, aggiungendo nuove funzionalità che avrebbero consentito ai governi di attivare questa funzione nei loro paesi senza la necessità di provvedere allo sviluppo e alla gestione di un’applicazione separata. La modifica era stata decisa soprattutto per risolvere alcuni problemi negli Stati Uniti, dove finora pochi stati hanno provveduto a un’app per il tracciamento delle esposizioni al coronavirus, senza coordinarsi con gli altri e rendendo quindi difficile il rilevamento di eventuali contatti tra uno stato e l’altro.
Immuni serve ancora, anche a chi ha aggiornato il suo iPhone. L'ultimo aggiornamento del sistema operativo sta confondendo le idee ad alcuni circa la necessità di mantenere o scaricare l'app.
Tra poche ore Apple presenterà le proprie novità nel corso di un evento speciale, che si terrà presso lo Yerba Buena Center of Arts di San Francisco alle 19 (negli Stati Uniti saranno le 10 del mattino). Chi possiede un Mac o un iPhone, iPad o iPod Touch potrà seguire la diretta in streaming attraverso il sito Apple, mentre il Post seguirà la presentazione per l’Europa da Londra. Come è ormai abitudine, la società statunitense non ha fornito alcun dettaglio sulle novità che saranno presentate dal palco dello Yerba Buena, così tocca affidarsi alle indiscrezioni e alle voci che circolano online per formulare qualche ipotesi. L’unica certezza sembra essere il tema dell’evento: la musica, ma potrebbero esserci altre sorprese. Molto Probabile
L’evento Apple di oggi. Il Post seguirà da Londra la probabile presentazione dei nuovi iPod e della novità sulla musica.
L’amministrazione statunitense di Donald Trump ha vietato ai cittadini statunitensi di vendere o comprare il petro, la criptovaluta inaugurata poche settimane fa dal Venezuela. La decisione è stata presa con un ordine esecutivo firmato oggi dal presidente statunitense Donald Trump, ed è quindi già in vigore. Il petro – che per alcuni suoi aspetti è simile alle criptovalute più famose, come i Bitcoin – era considerato da molti esperti uno stratagemma del Venezuela per aggirare le sanzioni internazionali che limitano molto gli investimenti esterni nel paese. Con un’altra decisione, oggi gli Stati Uniti hanno anche imposto nuove sanzioni contro quattro cittadini venezuelani accusati di corruzione.
Gli Stati Uniti hanno vietato l’uso del petro, la criptovaluta del Venezuela.
Una quindicenne è morta questa mattina investita da un treno nella stazione di Torino Porta Susa. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe inciampata e caduta nella sede dei binari, mentre stava arrivando un treno regionale diretto a Milano. Era insieme ad alcuni compagni di classe accompagnati dai loro professori, in attesa di prendere il treno per raggiungere Vercelli, dove studiava in un liceo musicale. L’incidente ha causato l’interruzione di buona parte dei servizi ferroviari nella stazione di Torino Porta Susa, con ripercussioni sul traffico ferroviario verso Milano.
Una quindicenne è morta investita da un treno nella stazione di Torino Porta Susa.
A volte, si dice, una foto vale più di mille parole. Poi ci sono volte in cui il valore della foto diventa quello di mille metafore. In questo caso, metafore e significati sono di stringentissima attualità. Quello che vedete in questa foto può raccontare il successo planetario di un gadget stravenduto o anche il precipitoso cambiamento dei tempi e delle nostre vite: un iPad nell’aula del Senato. Oppure, può raccontare che per mettersi a maneggiare l’informazione e le sue delicatezze bisogna conoscerla e sapere anche come gestirla. E se si vuole gestirla, trovandosela tra le mani, bisogna sapere come muoversi e non guardarla con risentimento. La legge approvata ieri al Senato dimostra che il ministro Alfano e i suoi colleghi su questo sono ancora indietro: non sarebbe da meravigliarsi se l’iPad nella foto finisse per terra con lo schermo spaccato, un giorno di questi.
L’informazione, va saputa maneggiare. Di chi sono queste mani? Di qualcuno che non sa bene come prendere un oggetto delicato e finirà per fare guai.
Dal 25 febbraio 2019 nel comune di Milano entrerà in vigore il provvedimento “Area B“, che vieterà la circolazione ai veicoli più inquinanti nella grande area che circonda il centro storico della città, che si chiama “Area C”. L'”Area B” comprenderà il 72 per cento di tutto il territorio comunale e sarà la più grande ZTL (zona a traffico limitato) d’Italia. Nell'”Area B” non potranno più circolare dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 i veicoli diesel Euro 0, 1, 2 e 3, i veicoli alimentati a benzina Euro 0, i veicoli a doppia alimentazione gasolio-GPL e gasolio-metano Euro 0, 1, 2, e i veicoli ingombranti superiori a 12 metri di lunghezza. La mappa di Milano con l’”Area B” indicata in rosso e l'”Area C” in verde, mostrata sul sito del Comune di Milano
Come funziona la nuova “Area B” di Milano. Dal prossimo 25 febbraio non potranno circolare le auto con i motori più inquinanti, ma sono stati previsti alcuni giorni di deroga.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui. È morta a 103 anni Vera Lynn, ne avevamo parlato qui un paio di mesi fa, da chiusi in casa. C'è una nuova canzone di Duffy. Paul Simon vecchietto che fa ancora meravigliosamente Homeward bound: "Tonight I'll sing my song again". Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone dei Grandaddy. La bellezza dei suoni ricchi e delle composizioni non tradizionali, e la nostalgia di luoghi tradizionali.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 5.193 casi positivi da coronavirus e 57 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 4.664 (48 in meno di ieri), di cui 547 nei reparti di terapia intensiva (1 La storia di uno dei delitti più noti e violenti degli anni Settanta, al centro del film tratto da “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati
Legge elettorale: come non deve essere. Michele Ainis elenca quattro errori da cui guardarsi nel dibattito su un sistema migliore.
Il mare è dentro di lui. La scena clou della vita di Bill Viola (New York 1951) è l’annegamento mancato che visse all’età di 7 anni, quando la mano di uno zio tirò su la testa del bambino – recalcitrante – dal mondo dei pesci e dei coralli, come nella prima scena di Mare dentro di Amenábar. Non vi è dubbio che la simbiosi dell’arte di Viola con l’elemento acqua derivi da quell’episodio, e rappresenti il filo rosso di una carriera folgorante che si sdipana dai primi esperimenti degli anni Settanta (da Syracuse a Firenze a New York) fino ai Water Portraits del 2013 (altrimenti noti come i “Sognatori”, attori immersi in una piscina d’acqua in plexiglas). Diverse mostre, da Tokyo a New York, da Roma a Brema, lo hanno consacrato ormai a livello planetario come il massimo videoartista vivente: ma la mostra aperta di recente al Grand Palais è significativa per almeno tre motivi: è la prima mostra di videoarte in quell’augusta sede espositiva; è la più grande personale di Viola mai realizzata (20 video, allestiti peraltro con ammirevole ritmo e sapienza); offre un bilancio preciso, anche se un po’ tendenzioso, di 40 anni di carriera.
Intorno a Bill Viola. Filippomaria Pontani è stato a vedere la mostra del "massimo videoartista vivente" al Grand Palais di Parigi.
In un’intervista a Repubblica, il docente di Biologia dei sistemi della Temple University di Philadelphia Enrico Bucci ha spiegato che le sue osservazioni e i suoi studi sull’epidemia di coronavirus (SARS-CoV-2) in Italia sono molto complicati a causa dell’inaffidabilità dei dati ufficiali sul numero dei contagi. I tamponi in Italia sono eseguiti con modalità disomogenee e con criteri diversi a seconda delle regioni: in Lombardia – la regione più colpita – i numeri sono totalmente scollati dalla realtà, ha detto Bucci, e farsi un’idea sull’andamento del contagio è molto difficile. «L’unica cosa certa è che i dati in arrivo dalla Lombardia sono ormai inutilizzabili. C’è un effetto saturazione che li falsa. Per chi, come me, fa questo tipo di analisi è meglio non prenderli in considerazione e concentrarsi sulle altre zone d’Italia. (…)
«I numeri della Lombardia non significano più nulla». Lo ha detto a Repubblica il biologo Enrico Bucci, commentando lo scollamento dalla realtà del numero di contagi da coronavirus accertati.