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Il sito dell’Espresso ha messo online oggi altri tre documenti dell’ambasciata americana a Roma dedicati all’Italia. Ecco cosa dicono di interessante nelle citazioni originali, senza sintesi nostre o interpretazioni accessorie e arbitrarie. Sono tutti e tre del 2009, quindi bisogna sapere che l’ambasciatore non è più Richard Spogli, autore di molte analisi che suggerivano all’amministrazione americana di dare fiducia a Silvio Berlusconi malgrado i dubbi sui suoi atteggiamenti poco ortodossi e sui suoi legami con la Russia. Il nuovo ambasciatore è David Thorne e le valutazioni, soprattutto quelle dell’incaricato d’affari dell’ambasciata Elizabeth Dibble, suonano meno coinvolte e più concrete. Il primo documento, del giugno 2009, è firmato proprio da Dibble e fornisce al presidente Obama una descrizione di ciò che lo attende al G8 dell’Aquila. Questa è la sintesi iniziale dei dubbi che sono poi sollevati più estesamente nel testo: | Wikileaks sull’Italia, i documenti del 2009. I rapporti della famosa signora Dibble sono più delle attente e imparziali analisi che delle accuse. |
Domenica 17 aprile il referendum cosiddetto “sulle trivelle” non è riuscito a raggiungere il quorum. Sono andati a votare il 32,15 per cento degli aventi diritto e quindi non sono state abrogate le norme che permettono di estendere le concessioni estrattive di idrocarburi entro le 12 miglia fino ad esaurimento dei giacimenti. Proprio nelle ultime settimane sono stati presentati alla Corte di Cassazione dieci nuovi referendum, tra cui uno che riguarda di nuovo le estrazioni di idrocarburi: di nuovo “le trivelle”, insomma. Le richieste saranno esaminate dalla Corte Costituzionale, che dovrà decidere se i quesiti sono legittimi e possono essere accolti. Nel frattempo i promotori avranno tre mesi di tempo per raccogliere le 500 mila firme necessarie perché le richieste vengano accolte. Se entrambe queste condizioni saranno soddisfatte, i quesiti saranno votati in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2017. Abbiamo riassunto e spiegato i vari quesiti, raggruppandoli per il tema. | I prossimi referendum. Dieci nuovi quesiti sono stati depositati nelle ultime settimane, ora i promotori hanno tre mesi per raccogliere le firme: c'è un po' di tutto (e di nuovo le trivelle). |
Un mese e mezzo dopo la condanna dell’inviato delle “Iene” Luigi Pelazza per violenza privata nei confronti della giornalista Guia Soncini, il Corriere della Sera ha pubblicato le motivazioni della sentenza del tribunale di Milano. Pelazza era stato condannato a 2 mesi di carcere, convertiti su sua richiesta in 15mila euro di multa. La condanna si riferisce a fatti del 2015, quando Pelazza si introdusse nel cortile del palazzo di Soncini con l’obiettivo di intervistarla, facendole domande in maniera insistente e impedendole di entrare nella sua abitazione. La difesa di Pelazza aveva invocato il diritto di cronaca, ma secondo il tribunale non si poteva accogliere, perché il diritto di cronaca può esimere da «eventuali reati commessi con la diffusione della notizia», ma non da «quelli compiuti al fine di procacciarsi la notizia». Secondo la giudice, se così non fosse, «anche reati come furto o rapina o reati contro l’integrità fisica» potrebbero non essere puniti o ricevere attenuanti «se compiuti al fine di procacciarsi notizie utili e rilevanti». | Le motivazioni alla sentenza di condanna dell’inviato delle “Iene” Luigi Pelazza, nel caso legato alla giornalista Guia Soncini. |
Tredici migranti sono scesi oggi pomeriggio dalla Diciotti, la nave militare italiana che da cinque giorni è bloccata nel porto di Catania per decisione del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Mercoledì erano stati fatti scendere i 27 minori non accompagnati che si trovavano a bordo. Oggi, secondo le prime informazioni, sono sbarcate sette donne e sei uomini per quelle che i giornali chiamano «ragioni sanitarie». Le donne sbarcate hanno subito violenze sessuali, mentre fra gli uomini ci sono due casi di sospetta tubercolosi e due di polmonite. La decisione è stata presa dall’Ufficio di sanità marittima di Catania, che si occupa di prevenzione sanitaria su merci e persone in transito nel porto. In serata, Salvini ha fatto sapere che nelle prossime ore sbarcheranno tutti gli altri migranti a bordo della nave. Stamattina erano saliti a bordo per un controllo sia gli ispettori del ministero della Salute sia il personale dell’Ufficio di sanità marittima, che secondo il Corriere della Sera hanno anche portato «materassini, tappetini, tende e materiale per l’igiene intima» ai passeggeri della nave. In origine i medici dell’Ufficio di sanità marittima avevano consigliato di far sbarcare 17 persone, ma sembra che cinque donne si siano rifiutate di scendere perché volevano farlo insieme ai loro compagni. | Altri 13 migranti sono scesi dalla Diciotti. Lo aveva deciso l'Ufficio di sanità marittima di Catania, citando motivi di salute: Salvini dice che nelle prossime ore scenderanno tutti gli altri. |
Nel raccontare la storia della famiglia reale britannica e di tutte le cose che le girano intorno, la quarta stagione della serie The Crown – disponibile su Netflix dal 15 novembre – inizia dalla fine degli anni Settanta e arriva fino all’inizio degli anni Novanta, concentrandosi molto su Diana Spencer e Margaret Thatcher e sul loro rapporto con la regina Elisabetta II. Tra le tante storie vere raccontate dentro la quarta stagione di The Crown, ne abbiamo scelte alcune, per approfondire meglio cosa successe davvero. La lettura è consigliata a chi ha già visto la serie e ha qualche curiosità, a chi la sta guardando e non teme di rovinarsi l’esperienza sapendo come è finita la guerra delle Falkland, o a chi vuole sapere qualcosa in più di questo pezzo di storia della famiglia reale britannica. La morte di Lord Mountbatten Nato nel 1900, negli anni Quaranta Louis Francis Albert Victor Nicholas Mountbatten (anche noto come “Dickie”) fu l’ultimo viceré dell’India e il primo governatore dell’India indipendente. Nella serie si fa spesso riferimento al suo ruolo nella fine del dominio britannico in India, anche se lui si limitò – affrettandola – a gestire la transizione di poteri. | Cosa c’è di vero e cosa no nella quarta stagione di “The Crown”. Come andò davvero tra la regina e Margaret Thatcher, e le storie di Lord Mountbatten e gli altri personaggi della serie di Netflix. |
La società oBike Italia – nata dopo il fallimento di oBike, con sede a Singapore – ha sospeso a Roma e in molte altre città d’Italia il suo servizio di “bike sharing a flusso libero” (cioè le biciclette in multi-proprietà): qualche bici è ancora in giro per la città, ma la società incaricata le sta ritirando. Roma ha quindi di fatto perso l’unico servizio di bike sharing che le restava, diventando così – di nuovo – l’unica grande capitale dell’Unione Europea senza un servizio di bike sharing, né pubblico né privato, né con stazioni né free floating (cioè “a flusso libero”). Non esistono altre grandi capitali europee paragonabili a Roma che siano nella sua stessa situazione; e molte capitali più piccole e meno importanti stanno messe meglio. Anche senza andare all’estero, Roma è un esempio negativo già in Italia, dove ci sono quasi 300 comuni che offrono una qualche forma di bike sharing, per un totale di circa 40mila biciclette. Solo a Milano ce ne sono circa 5mila disponibili nelle stazioni (un quinto delle quali elettriche) e più di 10mila offerte da servizi in free floating. Oltre a Roma, l’unica grande città italiana a non avere un servizio di bike sharing è Napoli; a Napoli è però stata approvata una recente delibera per il bike sharing a flusso libero, che a pieno regime dovrebbe riguardare seimila biciclette. | L’unica grande capitale europea senza bike sharing. È Roma, e dopo anni di tentativi e fallimenti non ci sono grandi piani per cambiare le cose. |
Da diversi giorni i giornali si occupano molto dell’albero di Natale che il comune di Roma ha installato in piazza Venezia, nel centro della città, per celebrare il periodo delle feste. L’albero è piuttosto brutto e spelacchiato ed è stato preso molto in giro: da qualche giorno è anche attivo su Twitter un account-parodia che finge di parlare a nome dell’albero, chiamandolo Spelacchio, nome che è stato adottato anche dai giornali. A causa della bruttezza dell’albero di Natale, il comune di Roma è stato criticato e sbeffeggiato: per averlo scelto male e per non essere riuscito a tenerlo in buone condizioni fino a Natale, causando un danno di immagine alla città. Non è la prima volta che l’amministrazione di Virginia Raggi, eletta col Movimento 5 Stelle, viene criticata per questo motivo: l’anno scorso fu accusata di avere risparmiato sugli addobbi dell’albero e fu costretta ad aggiungerne a metà dicembre. | Il vero problema dell’albero di Natale di Roma non è che è spelacchiato. O meglio, anche quello, certo: ma la vera storia riguarda quanto è costato e come è stato appaltato dal comune. |
Domenica 26 ottobre al TCL Chinese Theatre di Hollywood si è tenuta la prima di Interstellar, il nuovo film scritto, diretto e prodotto da Christopher Nolan (quello di Memento, Inception, l’ultima trilogia di Batman, eccetera). Il film uscirà negli Stati Uniti a partire dal 5 novembre e in Italia dal 6 novembre. La trama di Interstellar non è ancora molto chiara, ma si sa che il protagonista, Matthew McConaughey, è un astronauta che deve partire per un viaggio spaziale attraverso un portale interdimensionale per salvare il mondo, sconvolto da drastici cambiamenti climatici. Alla prima c’era tutto il cast del film, che è notevole: oltre a Matthew McConaughey, accompagnato da sua moglie Camila Alves, c’erano Jessica Chastain, Anne Hathaway, Wes Bentley e i giovani Mackenzie Foy e Timothée Chalamet (che alcuni riconosceranno dopo averlo visto in Homeland). Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie. | Le foto della prima di “Interstellar”. Il nuovo film di Christopher Nolan con Matthew McConaughey, Jessica Chastain e Anne Hathaway, che uscirà in Italia il prossimo 6 novembre. |
Dal 2 al 4 marzo la casa di Lucio Dalla in via D’Azeglio 15, a Bologna, verrà aperta al pubblico per ricordare il cantautore a tre anni dalla morte, avvenuta il primo marzo del 2012 Montreux, in Svizzera. All’inaugurazione hanno partecipato alcuni amici di Dalla, tra cui Gianni Morandi, Gigi D’Alessio, Renzo Arbore, Alessandro Haber e Walter Veltroni. Erano presenti anche il sindaco di Bologna Virginio Merola e il ministro alle Attività culturali Dario Franceschini. I biglietti per visitare la casa – che è particolarmente bella, piena di opere d’arte e ricordi di Dalla – erano 622 e sono stati venduti in tre ore. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie. | La casa di Lucio Dalla aperta al pubblico. Per tre giorni, per ricordarlo a tre anni dalla morte: all'inaugurazione c'erano molti suoi amici, tra cui Renzo Arbore, Gianni Morandi e Walter Veltroni. |
Sabato 25 ottobre ha riaperto dopo cinque anni di chiusura il Musée Picasso, la galleria d’arte di Parigi dedicata all’artista spagnolo Pablo Picasso. L’edificio che ospita il Museo Picasso, ossia l’Hôtel Salé nel quartiere Marais, è rimasto chiuso per alcuni lavori di manutenzione e rinnovamento della struttura, di cui si è a lungo discusso principalmente per la cifra che è stata investita nei lavori (56 milioni di euro) e per dei rallentamenti determinati da vicende burocratiche. Durante la cerimonia di riapertura, il presidente francese François Hollande ha definito il Museo Picasso “uno dei più belli e affascinanti” al mondo. Il Museo Picasso – aperto per la prima volta nel 1985 – ospita una delle più importanti collezioni di Picasso al mondo, per genere e numero di opere raccolte (oltre 5 mila, tra dipinti, disegni, sculture, fotografie e altre opere). In seguito ai lavori di ristrutturazione il museo è diventato grande più del doppio rispetto a prima, dopo che settori del palazzo precedentemente utilizzati come uffici e scantinati sono stati trasformati in spazi di esposizione. I lavori di ammodernamento ed espansione sono stati diretti dall’architetto francese Jean-François Bodin. «È cambiato tutto e non è cambiato niente», ha detto il direttore del museo, Laurent Le Bon, riferendosi al fatto che l’impianto del palazzo è rimasto sostanzialmente immutato, e rassicurando quindi la parte di pubblico che avrebbe potuto non gradire eventuali stravolgimenti nella ristrutturazione del palazzo (un edificio storico del XVII secolo, molto noto a Parigi). | La riapertura del Museo Picasso a Parigi. Ospita una delle più grandi collezioni al mondo di opere di Picasso – oltre 5mila – ed è rimasto chiuso a lungo per dei lavori di ristrutturazione, rallentati da una serie di imprevisti. |
Il progetto Mars One prevede di mandare una colonia di uomini su Marte a partire dal 2025. In molti pensano che sia irrealistico, ma gli organizzatori stanno arruolando potenziali pionieri per il pianeta: volontari disposti a prendere parte a un viaggio storico, di sola andata, senza speranza di tornare. Questa è la timeline del viaggio: molto ambiziosa, per alcuni troppo. | Un viaggio per Marte, sola andata. Un'infografica racconta l'ambizioso e forse irrealizzabile progetto per colonizzare Marte a partire dal 2025, per il quale si stanno reclutando i volontari. |
Il capo di una delle più importanti società spaziali tedesche, la OHB-System, è stato rimosso dal suo incarico in seguito ad alcune rivelazioni pubblicate nei cable di Wikileaks. Durante un incontro con alcuni diplomatici americani a Berlino nell’ottobre del 2009, Berry Smutny avrebbe detto che il programma Galileo dell’Unione Europea è una stupidaggine: «Penso che il programma Galileo sia un’idea stupida, utile solo per gli interessi militari della Francia». La notizia è stata diffusa la settimana scorsa dal quotidiano norvegese Aftenposten. «Il progetto Galileo è destinato al fallimento», si legge ancora nei documenti «dovrà essere molto ridimensionato se vorrà sopravvivere». Smutny aveva subito negato di avere mai fatto affermazioni del genere, ma oggi il consiglio di amministrazione della OHB-System ha deciso all’unanimità di rimuoverlo dall’incarico. | La prima vittima del cablegate. Il capo di una delle più importanti società spaziali tedesche è stato licenziato, tradito da Wikileaks. |
Da quando è stato in grado di usare strumenti, l’uomo si è sempre aiutato con rappresentazioni grafiche per spiegare le cose che lo circondavano. Abbiamo usato segni e disegni per mappare la Terra, per cercare di dare un ordine all’idea di quel che c’è nell’aldilà, per organizzare concettualmente il mondo naturale, per rendere leggibile la musica, per ricostruire come è fatto il corpo umano e anche per rendere più concretamente comprensibili concetti astratti come la coscienza. È questo il tema di 100 Diagrams That Changed the World, del giornalista Scott Christianson. Il libro racconta l’evoluzione degli schemi e dei disegni come strumento per la comprensione del mondo, dalla stele di Rosetta (la lastra di pietra con inscrizioni in geroglifico, demotico e greco) all’uomo vitruviano di Leonardo, passando per il primo microprocessore interamente contenuto in un solo circuito integrato messo in commercio e per il primo abbozzo che spiegava ciò che sarebbe stata Internet. | 100 “disegni” che cambiarono il mondo. Sono raccolti in un libro, dalla pesantissima stele di Rosetta al microprocessore, passando per il primo abbozzo che immaginò Internet. |
Tra gli articoli più letti sul Post, questa settimana, ci sono parecchie foto. Come quelle delle venti librerie più belle del mondo secondo Flavorwire. O come le più belle foto sportive del 2012, secondo noi del Post. Sempre in tema di foto, ci sono quelle che accompagnano la storia dell’isola di Hashima, in Giappone: un’isola di cemento, completamente abbandonata, che ha ispirato una delle ambientazioni più particolari dell’ultimo film di 007. Poi un articolo che ha fatto parecchio discutere: le 18 regole imposte da una madre americana per usare l’iPhone regalato al figlio. Infine la morte del netbook e il perché questo sia un bene per tutti e un grafico dell’Economist che mostra la classifica dei paesi che cresceranno di più e di meno nel 2013. – Le 20 librerie più belle del mondo Le ha scelte Flavorwire nel suo articolo più letto del 2012: architetture contemporanee e moderniste, teatri, stazioni e chiese trasformate in negozi di libri (due in Italia). | Sunday Post. Le librerie più belle del mondo, madri severe che regalano iPhone e isole di cemento, tra le cose più lette sul Post questa settimana. |
John Coltrane cominciò a entrare nell’affollato giro del jazz di New York alla fine degli anni Quaranta, quando Charlie Parker era nel suo periodo migliore, ed era il leader indiscusso del be-bop, lo stile di jazz che si suonava allora nei locali della Cinquantaduesima strada di Manhattan. Coltrane cominciò presto a suonare con i migliori jazzisti del momento, da Miles Davis a Dizzy Gillespie, ma in quegli anni quando qualche gruppo aveva bisogno di uno che suonasse il sax tenore, il suo strumento, chiamava Sonny Rollins. Ci mise qualche anno, ma alla fine Coltrane gli rubò il posto: era la metà degli anni Cinquanta, Parker era morto e con lui il be-bop. Il jazz aveva iniziato a cambiare molto velocemente, e non c’era mai stato così tanto spazio per sperimentare: Coltrane ebbe la fortuna di raggiungere l’apice della sua breve carriera nel periodo migliore possibile. In dieci anni, tra il 1955 e il 1965, fece delle cose che lo hanno fatto diventare uno dei due-tre migliori di sempre: qualcuno lo mette davanti a tutti, qualcuno dietro Davis e Parker. Qualcuno, poi, ci ha costruito attorno una religione (ma vera, con una chiesa e tutto il resto). Nacque il 23 settembre 1926, e se non fosse morto a 40 anni di cancro al fegato, oggi ne compirebbe 90. | L’inarrivabile John Coltrane. Per qualcuno è stato uno dei più grandi sassofonisti di sempre, per altri IL più grande: quelli a cui non bastava ci costruirono intorno una religione. |
Poco prima di salire su un aereo molte persone pubblicano la foto della loro carta d’imbarco sui social network, per far sapere agli amici di essere in partenza o per condividere la storia del loro viaggio che sta iniziando. È una pratica piuttosto diffusa, soprattutto su Instagram, applicazione fatta apposta per condividere fotografie, dove viene spesso associata all’immagine l’hashtag #boardingpass per rendere più facilmente rintracciabili le foto di questo tipo, anche da chi non segue il proprio profilo. Il problema è che sulle carte d’imbarco non sono solo riportati nome e cognome del viaggiatore e numero del volo, ma anche codici numerici che possono essere utilizzati per ottenere altre informazioni sulla persona che ha scattato la fotografia, con poche semplici ricerche online. Il problema della scarsa sicurezza delle carte d’imbarco è noto da tempo e ciclicamente ci sono discussioni – che coinvolgono soprattutto compagnie aeree e le autorità che controllano l’aviazione civile – sull’opportunità di cambiarle ed esporre meno i viaggiatori a potenziali violazioni della loro privacy. Il tema è stato riportato di attualità da un articolo pubblicato sul blog di Kaspersky Lab, una delle più grandi aziende produttrici di sistemi antivirus e di sicurezza informatica, che ha spiegato come funziona il sistema dei biglietti aerei e le sue falle di sicurezza. | Meglio non condividere la foto del vostro biglietto aereo. I codici stampati sulla carta d'imbarco possono essere usati per risalire facilmente ai dati personali di chi viaggia, dicono gli esperti di sicurezza. |
L’amministratore delegato di Telecom Italia Amos Genish è stato sfiduciato durante un consiglio di amministrazione straordinario con 10 voti a 5. Le deleghe sono state assegnate ad interim al presidente della società Fulvio Conti. Il nuovo amministratore delegato dovrebbe essere scelto durante il cda convocato per il prossimo 18 novembre. Il Sole 24 Ore scrive che Genish «ha pagato la svalutazione da 2 miliardi sugli avviamenti Telecom, che hanno mandato in rosso i conti dei primi nove mesi per 800 milioni, svalutazione dovuta alla previsione di flussi di cassa in calo. Ma la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, all’indomani della discesa in campo del governo a favore di una rete unica con Open Fiber, sarebbe stata la dichiarazione rilasciata da Genish lunedì che condizionava l’operazione al mantenimento in capo a Telecom del controllo della rete». | Il consiglio di amministrazione di Telecom Italia ha sfiduciato l’amministratore delegato Amos Genish. |
Il 21 febbraio i 6.687 membri votanti dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences hanno consegnato – via posta o via internet – i loro voti per gli Oscar: la cerimonia di premiazione si terrà nella notte tra domenica e lunedì. I giurati sono professionisti dei vari settori del cinema e, a parte qualche eccezione, ognuno ha votato per ogni categoria. Nel frattempo, da settimane gli esperti di cinema e di premi del cinema (esistono anche loro) studiano, analizzano, chiedono e provano a prevedere chi vincerà gli Oscar, e così fanno anche le principali agenzie di scommesse. Negli Stati Uniti ci sono decine di giornalisti il cui incarico principale è occuparsi di premi cinematografici e nel 2015 uno di loro, Steve Pond, disse al New York Times: «È folle. Passi un sacco di tempo a scrivere di una cosa che dura tre ore e mezza e assegna 24 statuette, e quando finisce pensi: “Ci ho passato gli ultimi sei mesi di vita”». Grazie all’impegno degli oscarologi le previsioni si sono fatte piuttosto precise, nonostante le difficoltà di capire i gusti cinematografici di migliaia di sconosciuti. Abbiamo confrontato gli articoli dei più autorevoli esperti (soprattutto quelli di Variety e Hollywood Reporter), le quote di SNAI (la più importante agenzia italiana di scommesse, che se sbaglia le previsioni ci rimette, e quindi tende a sbagliare raramente) e di FiveThirtyEight, il famoso sito di analisi di dati e previsioni statistiche del giornalista Nate Silver. | And the Oscar forse goes to. Cosa prevedono la statistica e gli esperti – esistono degli esperti – sui vincitori degli Oscar di quest'anno, che si assegnano domenica. |
Il New York Times ha raccontato pochi giorni fa la storia di una fotografia di Gustav Mahler, compositore e direttore d’orchestra austriaco, che una volta apparteneva ad Arnold Schoenberg, compositore austriaco tra i più importanti del Novecento e ideatore della musica dodecafonica, e che scomparve poi dal suo studio. Lo scorso luglio, i familiari di Arnold Schoenberg vennero contattati da un uomo di Los Angeles, Cliff Fraser, che si offrì di vendere loro “quella” foto di Gustav Mahler per una cifra pari a circa 350 mila euro. La foto di Mahler, su cui c’è scritta anche una citazione musicale sulla Seconda Sinfonia (detta “Resurrezione”) da lui composta e la sua firma, è la stessa che la famiglia Schoenberg stava cercando da anni. | La foto scomparsa di Gustav Mahler. Che apparteneva ad Arnold Schoenberg, suo allievo: è finita nella casa di un uomo di Los Angeles, che l'ha offerta alla famiglia del compositore per 350mila euro. |
Lunedì 21 luglio la casa di produzione Fandango ha diffuso il trailer del primo film scritto, diretto ed interpretato da Diego Bianchi, più noto come Zoro, che si intitola “Arance e martello”. Il film, che verrà presentato al prossimo festival del Cinema di Venezia e distribuito nei cinema a partire dal 5 settembre, è ambientato a Roma e racconta la mobilitazione di alcuni venditori di un mercato rionale per evitare che il mercato venga chiuso. | Il trailer del primo film di Zoro. Si chiama "Arance e martello" e sarà presentato al prossimo festival del Cinema di Venezia. |
Le guerre al kebab e l’arroccata difesa dei piatti fatti-come-una-volta non tengono conto del fatto che quasi tutto quello che mangiamo e che consideriamo casalingo è il risultato di ingredienti importati (spesso da pochi secoli, come le patate e il mais) o di contaminazioni con altre cucine (come la carbonara, che pare non essere romana ma americana). Negli Stati Uniti alcuni dei piatti nazionali sono l’evoluzione di ricette importate dagli immigrati o appartenenti ad altre cucine ma che poi hanno preso una strada tutta loro, favorita da nuovi incroci, dall’industrializzazione, dai grandi mercati o dall’inventiva di uno chef. I giornalisti Tim Carman e Shelly Tan del Washington Post hanno scelto quattro di questi piatti e ne hanno raccontato la storia: sono il gumo, il chile con queso, i California roll e gli Spaghetti and meatballs. Spaghetti and meatballs, cioè spaghetti con polpette È il piatto italoamericano per eccellenza: molti americani sono convinti che si mangi abitualmente in Italia, dove invece non è nelle abitudini e nei consumi tradizionali. È il risultato dell’arrivo negli Stati Uniti, tra fine Ottocento e inizio Novecento, di milioni di migranti dal Sud Italia (accolti spesso in modo poco piacevole, come mostra questa vignetta del 1888), di come adattarono la loro cucina agli ingredienti e ai gusti locali e delle conseguenze dell’avanzata industria alimentare americana. | Quattro piatti “tipici” degli Stati Uniti. Li ha scelti il Washington Post, a dimostrazione che "tipico" può voler dire tante cose: i California roll, per esempio, o gli spaghetti con le polpette. |
(Roberto Monaldo / LaPresse) (Roberto Monaldo / LaPresse) | La protesta di Roma cresce. Il gruppo di manifestanti in via Nazionale è aumentato di numero e ha cominciato ad accamparsi. |
Martedì scorso la Camera dei deputati ha approvato all’unanimità una mozione parlamentare che, senza nessun valore vincolante e in mezzo a molte altre voci, cita in un breve passaggio la possibilità di creare dei titoli di stato di piccolo taglio, detti “minibot”, come strumento di pagamento dei debiti e dei crediti della pubblica amministrazione. Di per sé è una notizia che potrebbe non dire molto, ma se ne parla da giorni per diversi motivi: i minibot infatti sono un vecchio cavallo di battaglia di Claudio Borghi, principale consigliere economico della Lega, che li ha sempre descritti come lo strumento da usare per prepararsi all’uscita dall’euro; in secondo luogo la mozione è stata approvata con i voti, tra gli altri, di Partito Democratico e +Europa, a quanto si capisce per via di un’incomprensione. Cos’è una mozione parlamentare La prima cosa da chiarire è che una mozione parlamentare è uno strumento con cui una delle due camere dà un indirizzo al governo, di fatto suggerendogli di legiferare in un certo senso o di comportarsi in un certo modo. Non ha però nessun valore vincolante, quindi concretamente i minibot non sono più vicini oggi di ieri. | Cos’è questa storia dei “minibot”, da capo. Cosa sono, quali sono le critiche, cosa dice la mozione parlamentare che li ha riportati in auge e perché il PD l'ha votata (pentendosene). |
Aggiornamento 17.20 – Il tribunale di Napoli ha giudicato Antonio Iovine e Francesco Bidognetti, boss dei Casalesi, non colpevoli di minacce «aggravate dalla finalità mafiosa» contro lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista Rosaria Capacchione, oggi senatrice del PD. Per le minacce è stato condannato l’avvocato Michele Santonastaso, con pena sospesa. Vittoria a metà. Riconosciute minacce camorriste fatte da Santonastaso. Assolti i boss, guappi di cartone, nascosti dietro il loro avvocato. | Assolti i boss accusati di minacce a Saviano. I boss dei casalesi Iovine e Bidognetti sono stati giudicati innocenti, il loro avvocato è stato condannato a un anno. |
Le borse in gomma coloratissime che negli ultimi tempi avrete visto ovunque – probabilmente ne possedete già una – si chiamano O bag e sono realizzate del marchio italiano Full Spot. L’azienda, nata nel 2009 a Padova, era inizialmente specializzata negli O clock, orologi sempre coloratissimi e in gomma, con cassa e cinturino intercambiabili, al costo di 19 euro l’uno. Nel 2011 Full Spot iniziò a fabbricare anche le borse, mantenendo centrale l’idea di personalizzarle il più possibile con componenti e accessori sostituibili. Cinque anni dopo, le O bag sono esportate in più di 50 paesi, Full Spot ha un fatturato di circa 20 milioni di euro l’anno, e progetta di aprire in Italia e all’estero nuovi negozi monomarca. Full Spot, fondata a Padova da Michele Zanella e altri soci, iniziò ad avere un certo successo abbastanza presto, quando nel 2010 presentò gli O clock al Salone del Mobile di Milano, l’importante fiera internazionale dedicata all’arredo e al design. Partecipò allora anche ad altre manifestazioni simili a Parigi, Berlino, Tokyo, Las Vegas e Sidney. Nel 2011 iniziò a produrre le O bag: sono tutte in gomma eva (un tipo di gomma resistente e lavabile) e si possono personalizzare secondo i propri gusti, scegliendo colori, manici e accessori, che variano in base alla stagione. Una versione base costa circa 75 euro, ma il prezzo aumenta con accessori più pregiati, come il bordo in vera pelliccia, che costa da solo 80 euro. | Storia e successo delle O bag. Cioè le coloratissime borse di gomma che vedete ovunque: sono nate 4 anni fa e sono prodotte da un marchio italiano. |
Questa settimana sono stati annunciati i vincitori degli iPhone Photography Awards, un concorso fotografico che dal 2007 premia le migliori fotografie realizzate utilizzando la fotocamera degli iPhone di Apple. All’edizione di quest’anno hanno partecipato fotografi da 54 paesi, tra i quali sono stati selezionati tre vincitori assoluti più una serie di vincitori per le singole categorie come “Animali”, “Panorama”, “Persone” e “Paesaggi”. Il primo premio è stato assegnato allo statunitense Julio Lucas per la sua foto di un panorama glaciale, mentre il secondo posto è stato assegnato allo spagnolo Jose Luis Barcia Fernandez per una foto in bianco e nero di un uomo di passaggio per strada. Il terzo premio è andato alla statunitense Jill Missner, per la sua fotografia di un cane dalmata sulla neve. | I vincitori dei 2014 iPhone Photography Awards. Cioè i premi per le migliori fotografie scattate con gli iPhone: ce ne sono di sorprendenti (e forse guardandole vi sentirete molto scarsi). |
Michele Sindona era un banchiere e criminale siciliano processato e condannato nel 1979 per essere stato, tra le altre cose, il mandante dell’omicidio di Giorgio Ambrosoli, un avvocato milanese che aveva indagato sulla Banca Privata Italiana scoprendo che Sindona aveva commesso irregolarità e falsi in bilancio. Michele Sindona aveva legami con la mafia siciliana e americana. Lo scrittore siciliano Vincenzo Consolo scrisse sul Corriere della Sera un ritratto di Michele Sindona che lo presentava così: | Chi era Michele Sindona. La storia dell'avvocato siciliano legato alla mafia italiana che fu il mandante dell'omicidio di Giorgio Ambrosoli e che morì in carcere due giorni dopo la condanna. |
Come ogni anno dal 2012, il 6 gennaio 2016 è stato diffuso su Twitter un nuovo indizio iniziale per la competizione “Cicada 3301″, un complicato enigma online – una sorta di grande caccia al tesoro segreta, portata avanti principalmente su Internet – che negli anni scorsi ha coinvolto decine di persone in tutto il mondo. Non è chiaro chi organizzi l’enigma, che è sempre molto impegnativo, né cosa ottenga chi lo risolve. Ogni anno la competizione inizia da un tweet diffuso da un account misterioso, che dà il via a una serie di indovinelli perlopiù crittografati di difficile risoluzione. Negli anni è stato soprannominato “Cicada” (“cicala”, in italiano) perché gli insetti avevano una parte molto importante nella risoluzione del primo enigma, nel 2012. Alla maggior parte delle persone che arriva alla soluzione viene mostrato un messaggio degli organizzatori, che dicono che altri sono arrivati prima e lo scopo della competizione è già stato raggiunto. Quest’anno la competizione è iniziata con un link che rimanda a un’immagine contenente una scritta, che però è andata offline dopo qualche giorno. | C’è un nuovo enigma “Cicada 3301”. È stato diffuso su Twitter qualche giorno fa, come da tradizione dal 2012: e nessuno è ancora riuscito a capire chi ci sia dietro. |
Per molti di quelli che la guardarono, ma anche per chi era un adolescente in quegli anni e ne sentiva solo parlare, la serie tv Dawson’s Creek è fortemente associata alla canzone “I Don’t Want to Wait”: scritta, composta e cantata dalla statunitense Paula Cole. Chiunque però abbia guardato o guardi ora Dawson’s Creek (le cui 6 stagioni sono sia Netflix sia su Amazon Prime Video) ha sentito al suo posto un’altra canzone: “Run Like Mad”, della canadese Jann Arden. Chi a fine anni Novanta si occupò di gestire i diritti musicali di Dawson’s Creek, infatti, non si sarebbe mai immaginato (o quantomeno non se ne curò) che vent’anni dopo sarebbe stata ancora vista, tantomeno “in streaming”. E per quanto Dawson’s Creek e la sua sigla rappresentino l’esempio più evidente, nella serialità televisiva non mancano casi simili. Come ha raccontato il New York Times, le serie che non suonano più come una volta sono diverse, sia nella sigla sia per altre canzoni che includevano. È un problema comune a Scrubs, X-Files e Felicity, per esempio. E, più in generale, in molte serie di fine anni Novanta e primi anni Duemila, e spesso in serie che pur avendo avuto grande successo partirono magari senza eccessive ambizioni o prospettive. | Certe serie tv non suonano più come una volta. Sui servizi di streaming "Dawson's Creek" ha una sigla diversa, perché 25 anni fa non si immaginavano sarebbe stata ancora vista: e non è la sola. |
Oggi c’è uno sciopero nazionale che riguarda soprattutto i trasporti e i mezzi pubblici . Lo sciopero che oggi sta creando problemi ai trasporti e ai mezzi pubblici un po’ in tutta Italia è parte di uno sciopero generale che riguarda tutti i servizi pubblici (uffici, scuole, ospedali eccetera) ed è stato indetto dai sindacati Cub, Si-Cobas, Usi-Ait e Sbmè che protestano “contro la guerra e la politica economica e sociale del governo Renzi”. Lo sciopero dei trasporti ha quindi una durata di 24 ore, ci sono però differenze tra città e città. A Roma, per esempio, lo sciopero dura di meno grazie all’intervento del Prefetto Franco Gabrielli, la durata dello sciopero è stata ridotta a quattro ore. Le informazioni e i link utili per lo sciopero di oggi | Oggi è il giorno dello sciopero dei trasporti. È iniziato alle 21 e finirà alle 21 di stasera (con alcune eccezioni): ci potrebbero essere problemi per chi vola con British Airways e per chi viaggia con Trenitalia, Italo e Trenord (e non solo). |
Il rito di addobbare l’albero di Natale può essere uno dei momenti più belli o più snervanti dell’anno, a seconda che facciate prevalere lo spirito natalizio, rilassato e collaborativo o lo sfinimento per le lucine da districare, gli accostamenti di colori delle palline che cozzano tra loro, i litigi per gli spazi lasciati tra un giro di festoni e l’altro. Per rendere il tutto più efficiente potete provare a organizzarvi almeno con le lucine, stabilendo in anticipo quante ve ne serviranno per illuminare il vostro albero nel modo migliore possibile. Esperti, riviste, aziende hanno le loro teorie su quale sia la regola da seguire per ottenere l’equilibrio perfetto tra macchie di verde e luci. Il sito Vox riporta per esempio quella del Lowe’s, grosso rivenditore statunitense di mobili ed elettrodomestici, che consiglia «100 lucine per ogni 45 centimetri di altezza dell’albero», proprio come la rivista femminile Real Simple; secondo la rivista Better Homes & Gardens, una delle più vendute degli Stati Uniti, la proporzione ideale è invece di 100 luci ogni 30 centimetri. Il matematico Troy Henderson, professore alla University of Mobile’s College of Arts and Sciences in Alabama, ha messo a punto un sistema matematico per calcolare la proporzione perfetta. Paragonando un albero di Natale a un cono, si serve del concetto matematico di elica conica. Per capire cosa significa, immaginate di arrotolare un nastro a partire dalla cima dell’albero fino alla base: il nastro è l’elica conica. Henderson ha fatto l’esempio di un «albero di Natale largo un metro alla base e alto 2,5 metri. Se si usano 22 metri di lucine, la distanza tra un giro e l’altro risulta di 18 centimetri. Quindi se iniziamo ad avvolgere le luci secondo un modello a elica conica partendo dal basso e distanziando un giro e dall’altro di 18 centimetri di altezza, i fili termineranno precisamente in cima all’albero». | Il metodo matematico per addobbare l’albero. Vi permette di scoprire quante lucine e quante palline vi serviranno o quanti giri di festoni potete fare conoscendone la lunghezza. |
TikTok, il social network di brevi video spesso accompagnati da musica e popolarissimo tra gli adolescenti, sta preparando un’estesa attività di lobbying con i governi e le istituzioni europee, ha raccontato un articolo di Politico. Il social network, controllato da una società cinese e molto raccontato dai giornali negli ultimi mesi, vuole infatti evitare quanto successo negli Stati Uniti, dove il governo ha da poco aperto un’indagine per decidere se sia una minaccia per la sicurezza nazionale. Pochi mesi prima, gli Stati Uniti avevano deciso una multa di diversi milioni di dollari per TikTok, che finora è stato poco considerato dalle autorità europee ma «le cose stanno per cambiare», scrive Politico. I governi occidentali da anni sono molto sulla difensiva nei confronti delle grandi società cinesi, preoccupati da tutta una lunga serie di fattori: dalla possibilità che sottraggano fette di mercato alle aziende europee o americane a quella che raccolgano informazioni sensibili utili al governo, notoriamente coinvolto negli affari delle società cinesi. È quello che per esempio è successo con Huawei, colosso delle telecomunicazioni contro il quale diversi governi occidentali hanno avviato un boicottaggio. | TikTok vuole fare sul serio in Europa. Il social network cinese di grande successo sta assumendo consulenti e dirigenti per adattarsi alle leggi comunitarie, e soprattutto per influenzarle. |
Jamie Lee Curtis compie oggi sessant’anni e ne sono passati quaranta da quando recitò nel suo primo film: l’horror Halloween. Era figlia di due noti attori – Tony Curtis e Janet Leigh, la protagonista di Psycho – ed era bella e brava. Sembrava destinata a una lunga e fortunata carriera, ma è stato così solo in parte. Negli anni Ottanta e nei primi Novanta ebbe diversi ruoli importanti e apprezzati; ma da almeno vent’anni non ha nessun ruolo al livello dei suoi migliori. Anche perché per qualche anno, dopo il 2004, decise di smettere di recitare. Di recente ci ha comunque riprovato con un altro Halloween: il suo quinto, ognuno in un decennio diverso, l’undicesimo della serie. Ma è probabile la conosciate anche per Una poltrona per due, True Lies o Un pesce di nome Wanda. I migliori film di Curtis si possono dividere in tre grandi categorie: horror, thriller d’azione e commedie. Tra gli horror ci sono, oltre agli Halloween, anche Blue Steel – Bersaglio mortale e Non entrare in quella casa. Sono film, perlopiù all’inizio della sua carriera, grazie ai quali si iniziò a parlare di lei come di «scream queen», “la regina dell’urlo”; un nome (derivato da «screen queen», la regina dello schermo) dato negli anni alle attrici note soprattutto per film horror. | Jamie Lee Curtis ha 60 anni. Ha recitato in "Halloween", "Una poltrona per due", "Un pesce di nome Wanda" e "True Lies"; ma è da un po' che la si vede poco. |
Domani a Roma è previsto uno sciopero di alcune linee dei mezzi pubblici: sono quelle del consorzio Tpl Roma, che gestisce decine di linee di autobus in periferia. Lo sciopero durerà dalle 8.30 fino alla fine del servizio: è prevista una fascia di garanzia dalle 17 alle 20. I servizi di ATAC, la principale azienda del trasporto pubblico attiva a Roma, saranno invece regolari. Secondo Roma Today, le linee interessate dallo sciopero di domani saranno queste: 08, 011, 013, 013D, 017, 018, 022, 023, 024, 025, 027, 028, 030, 031, 032, 033, 035, 036, 037, 039, 040, 041, 042, 048, 049, 051, 053, 054, 055, 056, 057, 059, 066, 074, 078, 081, 086, 088, 135, 146, 213, 218, 226, 235, 314, 339, 340, 343, 344, 349, 404, 437, 441, 444, 445, 447, 502, 503, 505, 541, 543, 546, 548, 552, 555, 557, 657, 660, 663, 665, 701, 702, 710, 711, 721, 763, 764, 767, 771, 777, 778, 787, 789, 808, 889, 892, 907, 908, 912, 982, 985, 992, 993, 998 e 999, C1 e C19. | Lunedì a Roma ci sarà uno sciopero di alcune linee di mezzi pubblici. Quelle del consorzio Roma Tpl, che gestisce vari bus in periferia: quelle di ATAC saranno invece regolari. |
Oggi, mercoledì 11 aprile, ci sarà uno sciopero dei trasporti a Torino: durerà 4 ore e avrà modalità diverse a seconda dei mezzi coinvolti. Lo sciopero è stato proclamato dal sindacato Usb e riguarderà il personale di GTT, l’azienda che si occupa dei trasporti pubblici nella città. Potrebbero esserci modifiche alla circolazione o interruzioni nel servizio di autobus, tram, linea metropolitana e servizio metropolitano ferroviario (oltre che degli sportelli GTT per i clienti). GTT ha pubblicato sul proprio sito gli orari in cui non viene garantita la circolazione dei mezzi pubblici: | Oggi c’è uno sciopero dei mezzi pubblici GTT a Torino. Riguarderà bus, tram, treni locali e metro e durerà 4 ore: le cose utili da sapere. |
La paranza dei bambini, il film italiano tratto dal libro di Roberto Saviano, ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura al Festival del cinema di Berlino. Il film racconta la storia di alcuni adolescenti del Rione Sanità a Napoli che, con la violenza e le armi, cercano di costruirsi una ricchezza e ottenere il controllo di alcune zone. L’Orso d’oro, il premio più importante, è stato invece assegnato al film Synonymes dell’israeliano Nadav Lapid. Come migliore attrice è stata premiata Yong Mei e come migliore attore Wan Jingchun, entrambi protagonistidi di So Long, My Son, film del regista cinese Wang Xiaoshuai. | “La paranza dei bambini” tratto dal libro di Roberto Saviano ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura al Festival del cinema di Berlino. |
Nelle ultime ore in buona parte del nord-ovest dell’Italia ha smesso di piovere, cosa che ha permesso di gestire meglio le attività di soccorso e di pulizia dal fango delle aree interessate dalle alluvioni in Liguria e nel basso Piemonte. La situazione più complicata resta in parte della Toscana, dove alcuni temporali intensi hanno portato all’esondazione di torrenti, a nuovi allagamenti e alla morte di due persone. Grosseto – Toscana Nel pomeriggio di martedì 14 ottobre una forte perturbazione ha portato piogge copiose nella zona meridionale della provincia di Grosseto, che hanno causato la fuoriuscita dagli argini di alcuni torrenti e inondazioni in diversi paesi. Due sorelle, una di 65 e una di 69 anni, sono state trovate morte nell’auto su cui stavano viaggiando: secondo le ricostruzioni sarebbe stata travolta dall’acqua e spostata a circa 60 metri di distanza dalla strada. Altri veicoli sono rimasti bloccati lungo alcune strade provinciali, compresa un’ambulanza che stava effettuando un trasporto di soccorso. I disagi più grandi sono stati registrati intorno al torrente Elsa, un affluente dell’Albegna, la cui esondazione ha causato l’allagamento di terreni agricoli e di alcune abitazioni. | Pioggia e alluvioni, la situazione. Due persone sono morte in provincia di Grosseto, un'altra a Trieste; a Genova, in Piemonte e a Parma si lavora per ripulire le strade dal fango. |
La prossima volta che andate al supermercato, soffermatevi a lungo al banco delle banane. Questo perché le banane per come le conosciamo potranno scomparire nel giro di qualche anno. Questa catastrofe però potrebbe spingere i biologi a inventarsi un nuovo tipo di banana, prodotta sinteticamente per rimpiazzare la specie che rischia di scomparire. Questa nuova banana avrebbe lo stesso gusto e sembianze di una banana, e avrebbe più o meno lo stesso DNA: con l’unica differenza che verrebbe assemblata da un gruppo di scienziati. Questa banana geneticamente modificata avrebbe del materiale genetico progettato o modificato per comportarsi in maniera differente da come fa adesso. Ma torniamo indietro un secondo. Perché mai qualcuno dovrebbe mettersi a inventare dal nulla una nuova specie di banana? Tutto è nato da una ricerca della Wageningen University, un istituto di ricerca olandese, che sostiene che la diffusione di un fungo noto come “malattia di Panama” eliminerà tutta la specie Cavendish, cioè il 99 per cento delle banane in tutto il mondo (già in passato un’altra malattia ha rischiato di eliminare completamente un’altra specie di banana, la Gros Michel). Al momento le Cavendish non hanno difese contro la malattia di Panama e il fungo si sta dimostrando resistente ai pesticidi: il problema dunque è molto grave. | C’è una soluzione alla moria delle banane? più di una, in realtà: ma dato che riguardano modificazioni genetiche hanno implicazioni etiche piuttosto rilevanti. |
Le forze che sostengono il secondo governo Conte, con l’eccezione di LeU, hanno presentato alla Camera una proposta di legge elettorale proporzionale che, nelle prossime settimane, diventerà la base su cui inizierà il dibattito sulla riforma dell’attuale legge. Tra le forze di opposizione, la Lega ha già dichiarato di essere contraria e ha da tempo annunciato che intende portare avanti la sua proposta di legge: un maggioritario puro. Qui potete trovare il testo completo della proposta di legge presentata oggi da Giuseppe Brescia, del Movimento 5 Stelle. La proposta presentata dalla maggioranza alla Camera (e che alcuni parlamentari e giornalisti hanno già ribattezzato “Germanicum”, per via di una superficiale somiglianza con la legge tedesca) è un proporzionale puro. Significa che ogni lista eleggerà un numero di deputati e senatori all’incirca proporzionale al numero di voti raccolti. Da tempo si discuteva dell’intenzione dell’attuale maggioranza di presentare una legge elettorale proporzionale. | La maggioranza ha presentato una proposta di legge elettorale. Prevede un sistema proporzionale e sarà la base per le discussioni delle prossime settimane: piace al PD e al Movimento 5 Stelle, ma LeU non è d'accordo. |
A causa dell’orario in cui è arrivato il risultato definitivo, tutt’ora difficile da leggere, le elezioni italiane appaiono sulle prime pagine di solo alcuni giornali internazionali (e con letture a volte parziali). I titoli si dividono tra l’avanzata di Grillo e il ritorno di Berlusconi, la deriva antieuropea e l’ingovernabilità. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie. | Le elezioni italiane sulle prime pagine dei giornali internazionali. «Ingovernabilità», «rottura» e «antipolitica», sono le parole più usate nei titoli. |
Domenica la banca d’investimento Goldman Sachs ha annunciato che non finanzierà più società che si occupano dell’estrazione e della ricerca di petrolio nel mar Glaciale Artico e che non investirà in miniere di carbone per la produzione di energia elettrica, da nessuna parte nel mondo. È la prima banca americana a imporsi un limite del genere nel settore dei combustibili fossili, il cui utilizzo è tra le principali cause del cambiamento climatico. La banca che più di tutte finanzia le attività di ricerca e di estrazione di petrolio nell’Artico è l’americana JP Morgan Chase. In un comunicato Goldman Sachs ha «riconosciuto» il consenso della comunità scientifica sulle cause della crisi climatica e ha detto che si impegnerà per aiutare i propri clienti a valutare l’impatto ambientale degli investimenti. La decisione è stata lodata da gruppi ambientalisti, anche se molti hanno detto che si tratta solo di un primo passo, dato che non sembra che Goldman Sachs sia intenzionata a smettere del tutto di occuparsi di petrolio. Secondo il Guardian peraltro le motivazioni della banca dietro la decisione di non investire più nel settore nella regione artica non hanno a che vedere con preoccupazioni ambientaliste: già nel 2017 uno degli esperti di risorse naturali della banca aveva detto che conveniva di più investire nei giacimenti del Texas e del New Mexico, dove l’estrazione di petrolio è meno costosa e più semplice. | Goldman Sachs non finanzierà più l’estrazione e la ricerca di petrolio nell’Artico. |
Per diversi decenni, Robert Altman ha raccontato nel mondo e in America che c’era un’altra America. Usare il termine “America” generalizzando è sempre superficiale e pigro, e appunto Altman sembrava voler bilanciare le superficialità e le generalizzazioni chiamando “America” delle altre cose e mostrando quante Americhe diverse ci siano, compresa quella che così è diventata un’America altmaniana. A volte più di sinistra, certo, cosa che alla maggior parte dei cinefili è sempre piaciuta, ma anche più complicata e faticosa, senza essere meno americana, e i suoi film meno hollywoodiani. E soprattutto, meno divertenti: che quando complichi le cose il rischio è sempre diventare noioso, se non serio. I film di Altman sono divertenti, nel senso in cui gli americani dicono “entertainment”. Altman ha fatto – elenchiamo in ordine sparso – MASH, Nashville, Il lungo addio, Un matrimonio, I protagonisti, America Oggi, California poker, I compari, per dirne alcuni. È stato un grandissimo creatore di personaggi “normali” e particolarissimi, grazie anche a uno straordinario rapporto con gli attori che lasciava spesso improvvisare. Ma anche un regista di grande tecnica e padronanza del ruolo, coi dialoghi, con le luci, con la musica, con tutto: uno che sapeva fare i film, e li voleva fare come sapeva e come pensava giusto. I film di Altman sono tutti film di Altman, anche quelli di un periodo intermedio in cui il loro livello e successo si abbassarono: poi ebbe una resurrezione quasi letteraria con un nuovo ciclo di grandi cose quando aveva già quasi settant’anni. Lo hanno nominato cinque volte all’Oscar e glielo hanno infine dato alla carriera poco prima che morisse, nel 2006 (ma lui, nel discorso, raccontò di avere avuto trapiantato il cuore di una trentenne, e di aspettarsi di vivere ancora quarant’anni). Ma aveva vinto i premi maggiori a Cannes, a Venezia, e a Berlino. | Il grandissimo Robert Altman. Era nato novant'anni fa oggi, e sapeva fare il cinema: se non vi viene voglia di tornare a vedere i suoi film, almeno godetevi quando gli diedero l'Oscar. |
«Mi sono perso», dice Felix Nartey. Ha 26 anni, lavora in banca ed è il “community manager” della sezione ghanese di Wikipedia. Lo dice guardando perplesso un cartello che indica, in alto verso sinistra, il bar-ristorante-albergo “Centrale” e, più avanti ma nella stessa direzione, l’Alimentari Virgi: “pane, salumi, formaggi”. Sta pensando di andare da quella parte, ma sbaglia: deve andare dall’altra parte, verso il luogo da cui sta per parlare Jimmy Wales, il co-fondatore di Wikipedia. Quello il cui faccione chiede donazioni su ogni pagina di Wikipedia per qualche mese. Il luogo da cui Wales sta per parlare è la palestra di Esino Lario, un paese di 765 abitanti, 40 circa per chilometro quadrato, che ha ospitato Wikimania 2016, battendo la concorrenza di Manila, la capitale delle Filippine, che ha una densità di 40 mila abitanti circa per chilometro quadrato. Esino Lario è un comune della provincia di Lecco. Per arrivarci da Milano ci vogliono un po’ meno di due ore di macchina. L’ultima mezz’ora la si passa su una strada in salita che parte da Varenna – uno dei comuni più turistici del lago di Como – e dopo 12 chilometri di tornanti e gran vista sul lago arriva ai circa 900 metri d’altezza di Esino Lario. Fino a qualche giorno fa, Esino Lario la conoscevano soprattutto i ciclisti – quella per arrivarci è una salita pedalabile, faticosa ma non impossibile – e quelli a cui piace camminare in montagna: è uno dei punti migliori per chi vuole «salire in Grigna», la montagna di 2.410 metri che sta tra il lago di Como e la Valsassina ed è diventata famosa grazie a gente come Walter Bonatti. Dalla secondo metà di giugno Esino – gli abitanti tendono per comodità a togliere il “Lario” – è diventato qualcos’altro: ha ospitato Wikimania, il più grande evento mondiale di Wikimedia, l’organizzazione internazionale di cui fa parte Wikipedia, l’enciclopedia libera e collettiva che è da anni tra i siti più visitati al mondo. | Esino Lario ha fatto “Modifica”. La bella e strana storia del piccolo paesino in provincia di Lecco che pochi giorni fa ha ospitato il più importante evento e raduno al mondo su Wikipedia. |
Il 20 marzo di quindici anni fa i soldati statunitensi invasero l’Iraq per destituire l’allora presidente iracheno Saddam Hussein e instaurare a Baghdad un regime amico, che fosse alleato degli Stati Uniti. Dal punto di vista militare e nel breve periodo, quell’operazione fu un successo: nel giro di poche settimane Hussein fu deposto e le principali città irachene finirono sotto il controllo delle forze della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Nel caos che seguì l’invasione, però, il Museo Nazionale di Baghdad fu saccheggiato. Dal museo furono rubati circa 15 mila reperti: di questi, circa 7 mila sono stati recuperati e restituiti, ma 8 mila ancora non si sa dove siano. I numeri si riferiscono solo ai beni catalogati e sottratti dal museo, mentre la portata reale del saccheggio resta tutt’ora sconosciuta: dopo l’invasione, infatti, migliaia di altri reperti furono prelevati direttamente dai siti archeologici e i siti stessi vennero irrimediabilmente danneggiati. L’Atlantic, per l’anniversario dell’invasione, ha scritto un lungo articolo in cui sostiene come sia incredibilmente facile acquistare i tesori archeologici dell’Iraq per poche decine di dollari, online. | I reperti archeologici rubati durante l’invasione dell’Iraq sono in vendita per pochi soldi. Secondo l'Atlantic è un mercato in piena espansione e difficile da fermare: il patrimonio culturale del paese è stato compromesso e c'entrano i saccheggi ma anche gli Stati Uniti. |
Nella laguna veneziana, pochi uomini su una piccola isola sono stati in grado, negli ultimi tre secoli, di salvare un’antica storia nazionale. Lontani, quasi appartati, hanno prodotto, per il proprio popolo, una rinascita artistica, letteraria e sociale in qualche modo paragonabile all’opera dei grandi umanisti, pittori e scultori del Rinascimento italiano. La storia inizia nel Vicino Oriente, a Sebaste dove nel 1676 era nato Mechitar: al centro della Turchia di oggi. Il suo nome di battesimo era in realtà Manuk, ovvero “bambino”, ma entrato in monastero, appena adolescente, lo aveva cambiato in Mechitar (“consolatore”). La vita monastica nella Chiesa armena apostolica non aveva però impedito a Mechitar di avvicinarsi a missionari cattolici e allo stesso tempo di rendersi conto del lento declino culturale in cui si trovava il monachesimo armeno. L’istituzione monastica cristiana era stata in passato il fondamento della crescita culturale, letteraria e sociale del popolo armeno. Gli armeni erano diventati cristiani, ufficialmente, all’inizio del IV secolo, nell’anno 301, a seguito del battesimo di re Tiridate III da parte di San Gregorio Illuminatore. Circa un secolo dopo, nel 404 o 405, il monaco Mesrop Mashtots aveva inventato l’alfabeto armeno e avviato così una straordinaria produzione letteraria che avrebbe percorso il medioevo. All’epoca di Mechitar, però, come accennato, la crisi culturale del monachesimo armeno coincideva dunque anche con una profonda decadenza culturale dell’intera nazione, in gran parte sotto la dominazione ottomana. L’obiettivo di Mechitar, quando nel 1700 fondò a Costantinopoli, appena ventiquattrenne, la sua Congregazione armena cattolica (originariamente basata sulla Regola di Sant’Antonio Abate e più tardi su quella di San Benedetto), era dunque restituire al popolo una figura di monaco in grado di risvegliare una coscienza nazionale attraverso la funzione educativa, quasi accademica, dell’antico monaco-dottore, conosciuto in armeno come vardapet. | L’isola degli Armeni a Venezia. Storia di San Lazzaro, dove il monaco Mechitar ricostruì trecento anni fa una cultura in pericolo. |
ArcelorMittal, azienda multinazionale franco-indiana dell’acciaio, ha detto al governo italiano che per proseguire il suo investimento nell’acciaieria ILVA intende licenziare metà degli attuali dipendenti, che sono poco più di 10 mila. In caso contrario la società proseguirà il percorso legale che ha già avviato per sciogliere il contratto che la obbliga ad acquistare la più grande acciaieria d’Europa, l’ex ILVA appunto, che si trova a Taranto. In un incontro durato tre ore, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha provato a persuadere la società a tornare sui suoi passi e ha offerto il ripristino dello “scudo penale”, la norma che protegge proprietari e dirigenti dell’azienda dal rischio di essere coinvolti in cause per i problemi ambientali e di sicurezza creati dalle gestioni precedenti dell’impianto. Lo scudo penale era stato fortemente depotenziato pochi giorni fa dal Parlamento e questa decisione, inizialmente, era sembrata la principale ragione dietro la decisione di ArcelorMittal (qui abbiamo spiegato tutta la questione). | Il problema dell’ILVA non è solo lo “scudo penale”. Nell'incontro con il governo i nuovi proprietari dell'ILVA dicono che per proseguire il loro investimento vogliono licenziare metà dei dipendenti della grande acciaieria di Taranto. |
Quello delle verdure “brutte” è da molti anni un problema per gli agricoltori, che devono selezionare la frutta e gli ortaggi da vendere ai supermercati e ai negozi in base anche al fattore estetico: quella che si presenta imperfetta, infatti, non viene acquistata o viene scartata dopo l’acquisto dai rivenditori, che la ritengono non attraente per i clienti. Negli anni Ottanta negli Stati Uniti questo era uno dei motivi per cui il settore della coltivazione delle carote non andava bene economicamente: più di metà dei raccolti degli agricoltori veniva scartato e non arrivava sugli scaffali dei supermercati perché considerato brutto. Nel 1986 Mike Yurosek, un agricoltore californiano, decise di trovare una soluzione al problema delle carote brutte: cominciò intagliandole e modellandole con un pelapatate per renderle più proporzionate e lineari, ma si rese presto conto che era un procedimento troppo laborioso. Allora acquistò un taglia fagiolini industriale, con il quale riuscì a tagliare le carote in pezzi di dimensioni di circa cinque centimetri. Mandò a Vons, una catena di fruttivendoli locali, una cassa di carote tagliate insieme a quelle normali, avvertendoli: «Vi mando delle carote per vedere cosa ne pensate». «Il giorno dopo mi chiamarono e mi dissero: “Vogliamo solo quelle”», ha raccontato in un’intervista a USA Today nel 2004. L’anno seguente le baby carote inventate da Yuroseek avevano già conquistato un’importante fetta del mercato e molti altri agricoltori avevano iniziato a produrle, fino a costringere anche i più grandi produttori degli Stati Uniti a farlo. «Quando capimmo che non era una moda passeggera, che era una cosa reale, siamo saliti tutti sul carro. Quest’idea rivoluzionò l’intero settore della coltivazione delle carote», spiegò il direttore di una delle più grandi aziende americane che coltivano carote al Chicago Sun Times nel 1998. Nel 1987 il consumo nazionale di carote era cresciuto del 30 per cento, secondo i dati del ministero dell’Agricoltura americano, e nel 1997 ogni americano mangiava circa 6 chili di carote all’anno: il 117 per cento in più rispetto a dieci anni prima. | Come si fanno le “baby carote”? tagliando delle carote più grandi, in sintesi: ma sono quelle che altrimenti sarebbero buttate perché considerate "brutte". |
I Medici, la serie tv che racconta in forma romanzata l’ascesa al potere della famiglia che governò Firenze per trecento anni, andrà in onda questa sera su Rai 1, dalle 21.15. A essere trasmessi saranno il terzo e il quarto episodio. Le prime due puntate sono andate in onda martedì 18 ottobre e hanno avuto un grande successo di pubblico, con oltre 7 milioni e mezzo di spettatori in una serata dove in televisione si poteva vedere in chiaro anche la partita di Champions League tra Lione e Juventus. Anche le nuove puntate della serie saranno trasmesse in alta definizione su Rai 1 HD (canale 501 del digitale terrestre): la versione che andrà in onda è quella doppiata in italiano, ma chi ha una televisione abbastanza recente potrà vederla in lingua originale, con i sottotitoli (nella serie anche gli attori italiani recitano in inglese). | “I Medici”, le imprecisioni storiche della serie. I primi due episodi della serie tv di Rai 1 hanno ricevuto qualche critica per le numerose inesattezze sulla storia della famiglia che governò Firenze per trecento anni. |
Lo scrittore americano Jonathan Safran Foer ha detto che nell’autunno del 2016 uscirà il suo nuovo romanzo, il primo dopo il successo di Molto forte, incredibilmente vicino (2005), che in Italia ha venduto quasi 200 mila copie. Il nuovo libro si intitola Here I am (in italiano si può tradurre con “Eccomi”, ma il titolo ufficiale non è stato ancora deciso), e in Italia sarà pubblicato in contemporanea con gli Stati Uniti dalla casa editrice Guanda, come i precedenti libri di Foer. Della trama non si sa ancora molto ma le tematiche principali riprendono quelle dei due romanzi precedenti, Molto forte, incredibilmente vicino e Ogni cosa è illuminata (2002): i rapporti familiari in situazioni tragiche, l’identità e la cultura ebraica. Il titolo stesso del libro è un riferimento a uno dei brani più importanti della Torah: secondo la Genesi infatti, “Eccomi” è la risposta di Abramo alla richiesta di Dio di sacrificare il figlio Isacco. Il romanzo è ambientato a Washington DC, negli Stati Uniti, in epoca contemporanea, e i protagonisti sono una famiglia ebrea americana: una coppia in crisi matrimoniale e i suoi tre figli. Mentre la famiglia sembra sfaldarsi progressivamente, arrivano da Israele alcuni parenti per partecipare al bar mitzvah di uno dei figli. La storia diventa tragica quando un forte terremoto colpisce il Medio Oriente e Israele viene invaso. La storia – secondo il New York Times – potrebbe anche avere tratti autobiografici visto la recente separazione di Foer dalla moglie Nicole Krauss, anch’essa scrittrice, con cui ha avuto due figli. | In autunno uscirà il nuovo romanzo di Jonathan Safran Foer. Si intitolerà "Here I am": è il primo dopo il successo di "Molto forte incredibilmente vicino", uscito nel 2005. |
Stanno per concludersi le operazioni per riportare a galla la Costa Concordia, la nave da crociera che nel gennaio del 2012 fece naufragio a poca distanza dalle coste dell’Isola del Giglio causando la morte di 32 persone. Entro questo fine settimana la nave dovrà essere sollevata di quattordici metri rispetto a quando era adagiata sul fondale, condizione necessaria perché possa essere trasportata nel porto di Genova, nel quale verrà smantellata. Finora la nave è stata sollevata di circa quattro metri: nella mattinata di sabato 19 dovrà quindi essere sollevata di altri dieci metri. La Costa Concordia da tempo galleggia grazie a una serie di trenta cassoni che nei mesi scorsi sono stati applicati lungo i suoi fianchi: i cassoni, alti fino a 33 metri, prima di queste operazioni erano pieni di acqua, che faceva da zavorra per mantenere ferma e stabile la nave sul fondale. Vuotando i cassoni attraverso il pompaggio di aria compressa, la struttura è diventata più leggera e ha permesso alla nave di iniziare a galleggiare. Spiega il Tirreno che «Costa Crociere continua a ripetere che – condizioni meteo permettendo – la partenza del relitto per lunedì “resta un obiettivo”». La Costa Concordia sarà trainata da due navi e seguita da un convoglio di altri otto mezzi navali. Dopo che la nave verrà trasportata fuori dal Giglio, però, i complicati lavori per sistemare il fondale dell’isola proseguiranno per circa un anno e mezzo, come racconta Jennifer Meletti su Repubblica. | La pulizia sul fondale della Concordia. Decine di sommozzatori lavoreranno nei prossimi mesi per rimuovere tutto quello che la nave si lascerà dietro al Giglio, racconta Jenner Meletti su Repubblica. |
Il 9 maggio di 40 anni fa il cadavere di Aldo Moro, il presidente della Democrazia Cristiana rapito dalle Brigate Rosse, venne ritrovato in via Caetani, a Roma. Moro aveva passato gli ultimi 55 giorni della sua vita in prigionia in una palazzina in via Camillo Montalcini 8. Le strade e i luoghi in cui avvennero i fatti, dal rapimento al ritrovamento del suo cadavere, sono al centro di questo lavoro del fotografo romano Luca Dammicco, che li ha fotografati a 40 anni di distanza nel progetto Senza uscita. Via Angelo Brunetti – Nella notte tra il 15 e il 16 marzo due brigatisti bucano le gomme del furgone da lavoro di Antonio Spiriticchio, che tutte le mattine vende fiori all’angolo tra via Stresa e via Mario Fani e che rischierebbe così di trovarsi sulla linea di tiro e di intralciare l’azione. Senza uscita – Luca Dammicco | Le strade del caso Moro, fotografate. La storia del rapimento e dell'uccisione del presidente della DC raccontata con le foto dei luoghi in cui si è svolta, 40 anni dopo. |
Il Tribunale di appello del lavoro di Londra ha stabilito che Uber, il servizio di noleggio di auto con autista diffuso in molte grandi città del mondo, deve riconoscere a due dei suoi autisti parte dei diritti di un lavoratore dipendente: un salario minimo, ferie e riposi retribuiti. La società ha sempre sostenuto che i suoi guidatori sono dei lavoratori autonomi. Lo scorso anno due autisti del Regno Unito, appoggiati dai sindacati del settore, avevano invece fatto causa a Uber contestando di essere dei lavoratori autonomi puri e avevano vinto. Uber aveva presentato ricorso, ma ora in appello è stata confermata la sentenza di primo grado. I due autisti rientrano cioè in una fattispecie giuridica che è a metà tra quella di un lavoratore autonomo e quella di un lavoratore dipendente e che gode comunque di parte dei diritti del lavoro dipendente. La sentenza di appello si basa sul fatto che è la società a fissare tempi e luoghi del lavoro e che i conducenti sono tenuti a coprire l’80 per cento dei servizi che vengono loro richiesti. La decisione del Tribunale di appello del lavoro di Londra potrebbe avere delle conseguenze nel Regno Unito: molti altri conducenti potrebbero cioè decidere di fare causa alla società. | Uber ha perso il ricorso in una causa di lavoro nel Regno Unito. |
Quando nel 1993 Sumner Redstone decise di acquistare la Paramount, pensava di aver fatto l’affare della vita. Dopo aver lottato per mesi con Barry Diller, che della Paramount era stato amministratore delegato tra gli anni Settanta e Ottanta, riuscì ad aggiudicarsi la casa di produzione cinematografica per circa 10 miliardi di dollari. Redstone possedeva già Viacom, una grande azienda che all’epoca comprendeva network televisivi come MTV e VH1, ma il suo più grande desiderio era entrare nel mondo del cinema, e per farlo decise di comprare quella che all’epoca era una delle più grandi case cinematografiche di Hollywood. Quando completò l’acquisizione, racconta il New York Times, andò dalla moglie, Phyllis, e le disse: «Non dire più che non ti regalo niente per il tuo compleanno». La Paramount prima di Redstone | Paramount vuole tornare quella di un tempo. Una delle più grandi case cinematografiche di Hollywood viene da un lungo periodo di crisi, errori e irrilevanza, ma ora qualcosa sta cambiando. |
Giovedì 7 aprile l’ex ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi è stata interrogata dalla procura di Potenza nell’inchiesta sull’estrazione del petrolio in Basilicata. Guidi non è indagata, ma è stata sentita dai magistrati in qualità di persona informata dei fatti. A condurre l’interrogatorio sono stati il procuratore capo Luigi Gay, il procuratore aggiunto Francesco Basentini e il procuratore sostituto Laura Triassi, che hanno sentito Guidi per circa tre ore: il contenuto della conversazione tra gli inquirenti e l’ex ministro è protetto da segreto. Dopo il colloquio con i procuratori, Guidi ha detto: «Vorrei ringraziare i magistrati per avermi dato la possibilità in tempi brevi di chiarire questa vicenda così spiacevole per me. Ho risposto a tutte le domande. Dal punto di vista giuridico ho appreso definitivamente di essere persona offesa». Secondo quanto scrive Repubblica, la procura di Potenza «giudica verosimile» la tesi secondo la quale Guidi sarebbe stata raggirata «da una lobby che ha provato a tagliarla fuori dalle decisioni strategiche». Scrivono sempre i giornali che Guidi ha deciso di rispondere alle domande sul suo compagno Gianluca Gemelli, indagato dalla procura di Potenza, nonostante per legge avesse la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere (dal momento che Gemelli è il suo convivente e padre di suo figlio). Negli ultimi giorni infatti secondo le ricostruzioni dei giornali, basate su conversazioni con conoscenti di Guidi, l’ex ministro avrebbe cambiato strategia nei confronti di Gemelli, scegliendo di prenderne le distanze. | Il caso Guidi si sta ingarbugliando. Cerchiamo di capire meglio le presunte pressioni ricevute dal ministro Delrio per favorire gli interessi del compagno di Guidi, raccontate dai giornali di oggi. |
Le prime ricostruzioni ufficiali sulla morte del carabiniere Mario Cerciello Rega arrivano dall’ordinanza con cui la giudice per le indagini preliminari (gip) di Roma, Chiara Gallo, ha convalidato l’arresto dei due statunitensi accusati dell’omicidio, e dalla conferenza stampa di martedì in cui procura e carabinieri hanno aggiornato sullo stato delle indagini in corso. La ricostruzione di Gallo è basata sulle testimonianze raccolte tra venerdì e domenica, sui risultati dell’autopsia sul corpo di Cerciello Rega e sugli altri documenti disponibili (video e registrazioni di telefonate). La ricostruzione di procura e carabinieri – che hanno deciso di parlare al pubblico insieme, benché abbiano ruoli diversi a questo punto della storia – si basa verosimilmente sugli stessi elementi, ma non è stata mediata dall’analisi di un giudice (che ha un ruolo di garanzia). Non è quindi detto che queste ricostruzioni siano corrette – sarà il processo a stabilire come sono andate le cose – e in alcuni passaggi cozzano tra loro: offrono però la prima ricostruzione completa che prova a mettere in ordine le cose dall’inizio alla fine, e quella con il minor numero di “buchi”. La vicenda, per quel che ne sappiamo oggi, è andata così. Giovedì sera due giovani statunitensi, Gabriel Christian Natale-Hjorth e Finnegan Lee Elder, in Italia per turismo, hanno deciso di comprare della cocaina. Il loro albergo era nella zona di piazza Cavour e loro si sono spostati nel vicino quartiere di Trastevere, molto trafficato e noto per la vita notturna e i locali. In piazza Trilussa hanno incontrato Sergio Brugiatelli, un 47enne romano con piccoli precedenti che i giornali descrivono come un “broker del piccolo spaccio” e un “mediatore” degli spacciatori. Brugiatelli ha raccontato di essere stato avvicinato dai due intorno alle 23.30 e la sua versione sembra essere stata confermata da un’altra persona, un cittadino egiziano identificato come Meddi. Brugiatelli ha raccontato di aver spiegato ai due statunitensi di non avere droga ma di essere in grado di portarli da uno spacciatore. Un video mostra i tre insieme, probabilmente intorno a quest’ora. | La prima ricostruzione ufficiale della morte del carabiniere a Roma. È quella fatta dalla gip di Roma, dai carabinieri e dalla procura, in base alle testimonianze raccolte fin qui: ma lascia ancora dubbi e non è detto che sia definitiva. |
Silvio Berlusconi era uno dei pochi che mancavano, alla ricca collezione di autoscatti con smartphone – o “selfie“, termine assai di moda da un anno a questa parte – di leader politici mondiali (il più famoso resta quello sudafricano che si disse avere molto irritato Michelle Obama). Ma il giorno di pasquetta Licia Ronzulli – deputata europea di Forza Italia candidata alla rielezione il prossimo maggio – ha diffuso su Twitter una foto che mostra lei stessa, Silvio Berlusconi e la sua fidanzata Francesca Pascale, e un uovo di Pasqua. Ronzulli ha pubblicato su Twitter anche un’altra foto di Berlusconi, “al lavoro”. #pasquetta in famiglia! Con il grande #Presidente #berlusconi & Francy ! pic.twitter.com/WSIGan4tWg | Il selfie di Silvio Berlusconi. Con fidanzata, uovo di pasqua, ed europarlamentare di Forza Italia. |
Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre è morta nella sua casa di Certosa di Pavia la fumettista e illustratrice Grazia Nidasio, autrice tra le altre cose dei fumetti di Valentina Mela Verde e di Stefi. Nidasio aveva 87 anni. La sua carriera di disegnatrice era cominciata negli anni Sessanta al Corriere dei Piccoli, la prima rivista settimanale di fumetti italiana. Dal 1968 al 1976, prima sul Corriere dei Piccoli e poi sul Corriere dei Ragazzi, pubblicò le storie di Valentina Mela Verde di cui quelle di Stefi furono uno spin-off, pubblicato sul Corriere dei Piccoli dal 1976 al 1992. Nidasio sceneggiò molti cartoni animati e sigle per Rai e Mediaset e illustrò moltissimi romanzi per ragazzi, tra cui quelli di Astrid Lindgren per Salani. Nel 1987 vinse il premio Andersen, il più importante riconoscimento italiano nel campo della letteratura per ragazzi, come migliore autrice; nel 2001 le fu assegnato anche una menzione speciale alla carriera dagli organizzatori del premio. | È morta la fumettista Grazia Nidasio, aveva 87 anni. Era l'autrice dei fumetti di "Valentina Mela Verde" e di "Stefi", oltre che l'illustratrice di tantissimi romanzi per ragazzi. |
Dal 20 maggio al 20 giugno i libri della casa editrice il Saggiatore sono scontati del 20 per cento, in libreria e nei negozi online. Ogni anno le case editrici possono fare una campagna di sconti fino al 25 per cento per un mese – eccetto dicembre, che è quello in cui si vendono più libri per i regali di Natale – in base alla legge Levi sui libri del 2011. È quindi una buona occasione per comprare qualche grande classico, come i saggi di Lévi-Strauss e Simone de Beauvoir, o portarsi a casa tutti i libri, o quasi, di Joan Didion. Il Saggiatore fu fondata nel 1958 da Alberto Mondadori, figlio di Arnoldo, ed è dedicata in particolare alla saggistica. Ha pubblicato nel tempo autori come Jean-Paul Sartre, Carl Gustav Jung, Margaret Mead, Erich Fromm, Allen Ginsberg, Bernard-Henri Lévy, oltre a opere a metà strada tra la narrativa e la non-fiction, come i recenti Sabbie Bianche di Geoff Dyer e Città sola di Olivia Laing. Quelli che seguono sono un po’ di consigli su come orientarsi nell’enorme catalogo, come già avevamo fatto per Adelphi ed Einaudi. | Ci sono sconti sui libri del Saggiatore. 14 dritte per approfittarne: i saggi immancabili, un'intervista di Susan Sontag, i successi più recenti e i viaggi di Geoff Dyer. |
Negli ultimi giorni, soprattutto nel Nordamerica, si parla molto di Ashley Madison, il social network usato dalle persone sposate per mettersi in contatto tra loro e cominciare una relazione extraconiugale. Se ne riparla perché a metà luglio il sito di Ashley Madison ha subìto un pesante attacco informatico che, stando alle prime ricostruzioni, avrebbe permesso a un gruppo di hacker di entrare in possesso delle credenziali di accesso di milioni di iscritti al servizio, con molti problemi per la tutela della privacy. Ashley Madison ha confermato di avere subìto l’attacco e a inizio settimana ha annunciato di avere chiuso le falle di sicurezza nei suoi sistemi. La portata del danno per l’azienda e per i suoi clienti è ancora difficile da quantificare. Che cos’è Ashley Madison Il sito di Ashley Madison esiste dal 2001, quando fu fondato in Canada dall’azienda Avid Life Media come servizio di incontri online. Per il marchio sono stati scelti banalmente due nomi di donna molto popolari tra Canada e Stati Uniti, pensando che in questo modo il sito potesse risultare più familiare e in grado di attirare più iscrizioni. Negli anni seguenti il servizio si è evoluto e ha assunto diverse caratteristiche simili ai più tradizionali social network. Ashley Madison mette da subito le cose in chiaro nella sua pagina di benvenuto: “La vita è breve. Concediti un’avventura”, specificando che il servizio è per maggiorenni e che si tratta “dell’agenzia di incontri al di fuori del matrimonio più conosciuta”. Oltre al Nordamerica, il servizio è attivo in molti altri paesi del mondo, compresa l’Italia, mentre è stato bandito a Shanghai (Cina) perché contrario ai valori della famiglia e perché promuove l’adulterio. | Cos’è Ashley Madison, il “sito per adulteri”. Se ne sta parlando molto in America dopo che un gruppo di hacker ha detto di avere sottratto le informazioni personali di milioni di iscritti. |
A Milano c’è la maggiore comunità cinese in Italia (oltre 25mila persone in tutta la provincia) e anche l’unico vero quartiere italiano chiamato “Chinatown”, come avviene in molte altre città non cinesi del mondo: le altre due comunità maggiori sono quella di Prato, dove la comunità ha un’estensione più diffusa, e quella di Roma dove è più presente in un popoloso quartiere multietnico – l’Esquilino – senza però che sia nata una frequenza familiare del nome di “Chinatown”. A Milano invece è chiamato da tempo Chinatown il quartiere che si trova a ridosso del centro storico di Milano, verso nordovest, conosciuto comunemente anche come “Zona Sarpi” (“in Paolo Sarpi”, secondo la consuetudine milanese di definire le vie senza dire “via”). Le strade principali che definiscono il quartiere sono Via Paolo Sarpi, Via Canonica e Via Bramante: qui si trova il centro culturale e commerciale della comunità cinese a Milano, che fu il primo insediamento di cinesi provenienti dalla provincia di Zhejiang nel 1920. | Chinatown è cambiata. Il quartiere di "Paolo Sarpi" non è più solo la zona della maggior comunità cinese italiana. |
Secondo un nuovo studio, alcuni scienziati sono vicini a scoprire in che modo Timothy Ray Brown, l’unico essere umano conosciuto a essere guarito da una infezione da HIV, sia sopravvissuto al virus. Sebbene lo studio non fornisca una risposta definitiva alla domanda, permette di escludere una delle ipotesi circolate più a lungo sul tema. Quello di Brown rimane tra i casi più studiati nella storia dell’AIDS: lui è statunitense ma per un po’ di tempo ha vissuto a Berlino (è noto ai ricercatori col nome di “paziente di Berlino”). Nel 2006, dopo aver vissuto col virus per 11 anni e aver controllato l’infezione con farmaci antiretrovirali – che cioè tengono la quantità di virus presente nel corpo al di sotto di una certa soglia – gli fu diagnosticata una forma acuta di leucemia mieloide (malattia non collegata con il virus dell’HIV). La chemioterapia non riuscì a curarlo, e l’anno successivo Brown ricevette il primo di due trapianti di midollo – una cura comune per casi del genere – e sospese gli antiretrovirali. Di solito, quando i malati di AIDS smettono di prendere questo tipo di farmaci, la presenza del virus nel loro organismo aumenta notevolmente nel giro di poche settimane. Eppure, gli scienziati che nel corso degli ultimi anni hanno studiato il sangue di Brown hanno trovato solo poche tracce del virus, che oltretutto sembra non essere più in grado di moltiplicarsi. | Come è guarito dall’HIV il paziente di Berlino? timothy Ray Brown è l'unica persona conosciuta ad avere sconfitto il virus che causa l'AIDS e potrebbe essere la chiave per trovare una cura alla malattia. |
Debbie Harry compie 70 anni il primo luglio 2015: Debbie Harry o “Blondie”, come molti la conoscono per via della voluta confusione tra il suo e il nome della sua band con cui divenne famosa negli anni Settanta e Ottanta. Ancora adesso, alcuni loro pezzi degli anni Settanta sono suonati e ballati nei locali di tutto il mondo, e alcune invenzioni di rap e discomusic sono campionate e usate in molte altre composizioni. Lei è di Miami, ha frequentato tutto quello che succedeva a New York in quegli anni ruggenti, e per i meno anziani di voi queste sono le canzoni dei Blondie che Luca Sofri, peraltro direttore del Post, scelse per il suo libro Playlist, La musica è cambiata. Blondie (1974, NewYork,NY) Diciamocelo: senza una bionda come Debbie Harry e un nome come Blondie, probabilmente non ce l’avrebbero fatta. Ma se lo meritarono, di fare il botto con una manciata di canzoni. Erano partiti quasi punk, si sistemarono sulla new wave, spopolarono con la discomusic, si divertirono col reggae e col rap, e si esaurirono con un pop povero di idee. Ma, per un periodo, provarono a essere i Velvet Underground degli anni Ottanta. | 7 canzoni dei Blondie. Debbie Harry compie oggi 70 anni, e ancora nei locali di tutto il mondo si ballano le sue cose che fecero il botto negli anni Settanta. |
Claudio Bravo Camus, a cui Google dedica il doodle di oggi, era un pittore cileno nato nel 1936 e morto nel 2011. Era un artista iperrealista: i suoi dipinti, a prima vista, potrebbero sembrare fotografie per il modo precisissimo in cui riproducono la realtà, in modo simile alla tecnica del trompe l’oeil. Il doodle ricorda in particolare le sue opere dedicate agli oggetti impacchettati che cominciò a dipingere all’inizio degli anni Sessanta, quando il pittore viveva in Spagna, dove lavorava principalmente come ritrattista. "Las dos amigas" © Claudio Bravo Camus per #DonneInArte #DonneAmiche @alecoscino pic.twitter.com/ccbDXgswp4 | Chi era Claudio Bravo Camus. Il pittore cileno ricordato dal doodle di Google di oggi era famoso per i suoi quadri "iperrealisti", cioè per le sue immagini dipinte che sembrano fotografie. |
Se l’avete guardata tutta, è probabile che la serie documentaria di Netflix Wild Wild Country, quella dedicata alla storia del predicatore indiano Bhagwan Shree Rajneesh, detto Osho, e della comunità che fondò nella contea di Wasco, in Oregon, vi abbia incuriosito moltissimo spingendovi a cercare su Google alcune risposte che la serie non fornisce. Tra le persone che l’hanno fatto c’è l’autrice televisiva e radiofonica Roberta Lippi, che ha anche intervistato un seguace di Osho e una residente di Portland che aveva 18 anni quando Osho arrivò in Oregon. Le interviste e il risultato delle indagini di Lippi fatte su giornali e documenti dell’epoca sono raccolti nell’ebook Wild Wild Sheela, pubblicato da Imprimatur: il sottotitolo è Le cento cose che Wild Wild Country non vi ha detto e state cercando su Google. Pubblichiamo cinque di queste cose, nel libro ce ne sono molte di più: se non avete guardato la serie e volete farlo, sappiate che contengono spoiler. *** | Cinque cose che non sapete sulla storia di “Wild Wild Country”. Cioè sul documentario su Osho: raccontate dall'autrice televisiva Roberta Lippi, che ne ha messe insieme cento in un ebook. |
L’ex terrorista italiano Cesare Battisti, che era stato arrestato lo scorso 13 gennaio dopo una latitanza durata quasi quarant’anni tra la Francia e il Sud America, ha ammesso i quattro omicidi per i quali era stato condannato. Lo ha detto oggi Francesco Greco, procuratore capo di Milano, rendendo conto di un interrogatorio avvenuto nel weekend. Battisti non aveva mai ammesso gli omicidi prima d’ora. Secondo Greco, Battisti avrebbe detto: «Mi rendo conto del male che ho fatto e mi viene da chiedere scusa ai familiari delle vittime», aggiungendo che le sue azioni erano state compiute nell’ambito di «una guerra giusta». Greco ha spiegato che Battisti non ha detto di essere pentito, e si è rifiutato di fare i nomi di altri complici. «Non si parla di collaborazione con la giustizia, si tratta di importantissime ammissioni, senza chiamare in causa altri protagonisti di quegli eventi», ha detto il procuratore aggiunto Alberto Nobili. Oltre agli omicidi, secondo la procura Battisti ha ammesso anche i tre ferimenti e le varie rapine per cui era stato condannato negli anni. | Cesare Battisti ha ammesso gli omicidi per cui era stato condannato. Lo ha detto la procura di Milano, dopo avere interrogato l'ex terrorista arrestato a gennaio dopo quasi 40 anni di latitanza. |
Il Partito Democratico ha annunciato che ricorrerà a un massiccio uso dei codici QR sui suoi manifesti e sulla sua “comunicazione”. Il codice QR è un codice a matrice che permette – una volta riconosciuto da cellulari e smartphone – di avere accesso a una serie di contenuti multimediali collegati al prodotto su cui era posto il codice. Una specie di codice a barre ma che contiene molte più informazioni e molto più versatili: già usato da alcuni giornale e sistemi di informazione, ma su cui gli esperti dissentono rispetto alle prospettive. Per alcuni diverrà uno standard usato dappertutto, per altri sarà superato molto presto. Di fatto, benché esista e se ne parli da anni, non è finora decollato. Camminando per strada quando vedrete i nostri manifesti da oggi ci sarà da un lato un quadrato nero fatto da punti linee e quadrati. Lo stesso per volantini e brochure che il PD distribuirà sulle nostre proposte. Non si tratta di un cambio di simbolo del PD né di un errore di stampa, ma del QR Code, l’erede del codice a barre e siamo il primo partito ad utilizzarlo. Tutta la comunicazione del Partito Democratico verrà da oggi integrata con i simboli QRCode. | Decodificare il PD. Il Partito Democratico "è il primo Partito politico a utilizzare i QR Code". |
Il libro come il panda: a rischio d’estinzione. Il libro minacciato dalla fine della carta, dei lettori. Il libro che, anticiclico per vocazione, recupera, tiene, stupisce. Chi negli ultimi vent’anni ha avuto modo di frequentare la Fiera del libro di Francoforte, l’ha vista assottigliarsi edizione dopo edizione, metro quadro dopo metro quadro. Eppure, nonostante le perdite ingenti, l’assedio di media più veloci e sgargianti, le annate di magra con poche scoperte a rompere l’orizzonte del conformismo editoriale più vieto, i libri resistono, l’editoria resiste: perde pezzi, cambia orizzonti e linguaggi, si distilla in picchi ammirevoli di cura e qualità. Per capire come è fatta, da dove viene e dove è diretta serve una mappa aggiornata, che dia conto di tutto ciò che di costitutivo e vitale fermenta e si agita nelle viscere di un settore tutt’altro che immune da cambiamenti. L’editoria ha tante facce, tanti modi quanti sono gli editori là fuori. E il lavoro editoriale è in realtà un arcipelago di mestieri, vecchi e nuovi, complementari e molto diversi tra loro. Imparare a leggere l’editoria come fosse, appunto, una mappa, è il necessario preludio alla domanda che ogni aspirante editor, grafico, redattore, product manager eccetera dovrebbe farsi: non già “cosa può fare l’editoria per me” (la risposta rischia di essere: poco), ma “cosa posso fare io per l’editoria.” Quali competenze si annunciano indispensabili al suo sviluppo futuro? | È un lavoro bellissimo e qualcuno deve pur farlo. Sull’editoria circolano notizie contraddittorie, tutte vere. |
La seconda prova scritta della maturità per i licei classici di quest’anno è una traduzione, dal greco, di un testo di Luciano di Samosata, nato intorno al 120 dopo Cristo in un antico paese nei pressi dell’odierna Samsa, nel sud della Turchia. La versione dal greco di Luciano per il liceo classico è tratta dal saggio “Περὶ τοῦ μὴ ῥᾳδίως πιστεύειν Διαβολῇ” (“Del non credere facilmente alla calunnia”), e ha un titolo orientativo deciso dal ministero dell’Istruzione: “L’ignoranza acceca gli uomini”. | La traduzione di Luciano, la versione dal greco della maturità. Il testo è "L'ignoranza acceca gli uomini" ed è tratto dal saggio "Del non credere facilmente alla calunnia" dello scrittore greco. |
Oggi, lunedì 16 novembre, sono 120 anni dalla nascita di Eliška Junková, pilota automobilistica cecoslovacca, considerata una delle più grandi donne nella storia delle corse automobilistiche. Il 120° anniversario della sua nascita viene celebrato con un doodle, l’immagine che di tanto in tanto compare su Google al posto del logo del motore di ricerca. Junková era nata Olomouc, oggi nella Repubblica Ceca, nel 1900. È stata una delle prime donne a prendere la patente di guida in Cecoslovacchia. Partecipò alla Targa Florio in Italia, una delle più antiche corse automobilistiche al mondo, la più antica tuttora disputata, nel 1927 e 1928, quando arrivò quinta con la sua Bugatti T35B, e partecipò anche alla progettazione del circuito Jan Masaryk di Brno, tuttora in uso. Morì a Praga il 5 gennaio 1994. | Eliška Junková: chi era la protagonista del doodle di oggi. È considerata una delle più grandi donne nella storia delle corse automobilistiche: nacque il 16 novembre di 120 anni fa. |
Le decisioni di risparmio economico prese ieri dal governo hanno un loro linguaggio politico-giornalistico ineludibile: si tratta di una “manovra”, ed è stata “varata”, benché su molti suoi punti la concretezza dell’attuazione sia tutta da verificare. Ma venendo al contenuto, il Corriere elenca in dieci punti gli elementi fondamentali della manovra che è stata varata dal Governo, e i loro destinatari: 1 – Gli evasori fiscali (è significativo che in Italia siano considerati alla stregua di una categoria vittima di tagli) | I tagli del governo in dieci punti. Il Corriere della Sera spiega in cosa consiste la "manovra varata" ieri. |
Antonio Potenza, sindaco leghista di Apricena, in provincia di Foggia, è stato arrestato nel corso di un’indagine per appalti truccati. Potenza ora si trova agli arresti domiciliari. Insieme a lui sono stati fermati un altro amministratore locale e un imprenditore. Altre 12 persone, tra funzionari e privati, sono state sottoposte a misure interdittive. Le indagini sono iniziate in seguito alla denuncia di alcune irregolarità nell’assegnazione di un appalto. Secondo gli investigatori, Potenza avrebbe truccato l’assegnazione di commesse pubbliche per favorire un imprenditore a lui vicino. L’ANSA scrive che «nel corso delle indagini sono stati accertati reati di natura fiscale, fatturazione per operazioni inesistenti, false dichiarazioni di redditi. I militari avrebbero anche accertato un episodio di concussione». | Il sindaco leghista di Apricena, in provincia di Foggia, è stato arrestato. |
Julien Malland è un artista che vive e lavora a Parigi, dove è nato nel 1972: ha iniziato a dipingere murales a metà degli anni Novanta con il nome d’arte “Seth”. Nel 2003 Seth ha cominciato a girare il mondo, collaborando anche con artisti di strada locali: dovunque vada disegna personaggi semplici, soprattutto bambini, inseriti nel contesto e nella cultura in cui si trovano. Negli anni ha realizzato murales in moltissimi posti del mondo, tra cui la Francia, il Vietnam, la Polinesia Francese e anche l’Italia, a Roma e ad Arezzo. Seth ha spiegato che i suoi lavori «definiscono una cultura ibrida tra espressione moderna e rappresentazione tradizionale», anche per come cerca di collaborare con gli street artist locali o imparare le loro tecniche tradizionali e disegnare i personaggi inserendoli nella cultura del paese in cui si trova. | I murales di Seth nelle città del mondo. Un artista francese fa dei grandi disegni in molti paesi del mondo, Italia compresa, integrandoli col contesto. |
Oggi, sul Corriere della Sera, lo scrittore Vincenzo Latronico commenta la notizia del suicidio di Aaron Swartz, il programmatore e attivista che è morto l’11 gennaio 2013 a New York, e la mette in prospettiva: non importa tanto che cosa significa l’attività e la storia di Swartz oggi ma che cosa significherà tra qualche anno, quando alcune sue battaglie potrebbero essere diritti acquisiti e, in un certo senso, scontati. C’è un luogo comune cinematografico in cui un adulto mostra a un bambino una figura del passato, un martire, un eroe, un perseguitato per una causa nel frattempo vinta e assorbita dalla coscienza comune. Magari non si trattava neanche di un attivista: solo di qualcuno che aveva sofferto perché la società non era ancora quella che sarebbe stata poi: un libero pensatore, un resistente, un criminale qualunque. «Sai chi è?», chiede il primo, indicando una statua o una fotografia. «Mai sentito», risponde il bambino. | Aaron Swartz sarà importante. Vincenzo Latronico spiega sul Corriere della Sera perché le battaglie dell'attivista suicidatosi una settimana fa avranno vinto quando saranno dimenticate. |
Nei primi tre mesi dell’epidemia da coronavirus, ospedali e ambulatori di tutta Italia hanno sospeso le attività che potevano essere rimandate senza rischi per la salute dei pazienti, per alleggerire il carico di lavoro degli operatori sanitari e soprattutto per evitare il rischio di contagio. Superata la fase più acuta dell’emergenza, con gli ospedali che anche nelle zone più colpite sono tornati ad avere le terapie intensive sotto controllo e hanno allestito separazioni più efficaci per i pazienti malati di COVID-19 e tutti gli altri, si sta ponendo il problema di come recuperare quelle visite, quei ricoveri e quegli interventi che sono stati rimandati nelle ultime dodici settimane. A cui, ovviamente, si aggiungeranno quelli ordinari previsti per i prossimi mesi, appesantendo in modo preoccupante un sistema sanitario già caratterizzato da lunghissime liste di attesa e ampiamente sottofinanziato. Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di Roma, aveva stimato che entro la fine di giugno sarebbero stati rimandati circa un milione di ricoveri in tutta Italia, di cui circa una metà per interventi chirurgici, e gli altri per terapie e trattamenti farmacologici. A questi vanno poi aggiunte le visite ambulatoriali, che in parte sono state sostituite da consulenze telefoniche o in videoconferenza, ma quando non era possibile sono state rinviate. | Ora negli ospedali bisogna pensare a tutto il resto. Negli ultimi tre mesi in Italia centinaia di migliaia di visite, ricoveri e interventi sono stati rinviati, e adesso occorre trovare un modo di smaltire gli arretrati: non sarà semplice. |
I nuovi iPhone 7 e Apple Watch Series 2 sono stati presentati mercoledì da Apple nel corso di un atteso evento speciale, organizzato presso il Bill Graham Civic Center di San Francisco, in California. Molte delle caratteristiche dei nuovi smartphone erano state anticipate dai siti di tecnologia nelle ultime settimane: iPhone 7 è esteticamente molto simile al suo predecessore, iPhone 6s, ma ha un processore più potente e una telecamera con una maggiore definizione, inoltre per la prima volta è impermeabile e resistente alla polvere. Apple ha anche aggiornato i suoi smartwatch, con un’edizione che ha chiamato Apple Watch Series 2: sono molto simili all’edizione precedente, ma sono impermeabili (quindi ci si può nuotare) e hanno il GPS per tenere traccia dei propri spostamenti quando ci si allena. Nelle prossime settimane, il CEO di Apple, Tim Cook, avrà il compito non semplice di convincere gli utenti a passare al nuovo iPhone 7, riuscendo a convincere sulle novità al suo interno, anche se all’esterno è rimasto uguale all’iPhone 6s, che a sua volta era uguale al precedente iPhone 6, presentato ormai nel 2014. Come sono fatti i nuovi iPhone 7 e Apple Watch, per immagini | iPhone 7, le cose da sapere. È stato presentato mercoledì da Apple a San Francisco, insieme alla nuova edizione degli Apple Watch: le foto. |
Alcuni migranti che si trovavano a bordo della nave Open Arms, gestita dall’omonima ong spagnola, si sono tuffati in mare nel tentativo di lasciare la nave sulla quale si trovano da 19 giorni e che al momento è nelle acque di Lampedusa in attesa di ricevere l’autorizzazione a sbarcare. Nel corso della mattina si era prima parlato di 9 migranti e, in seguito, di altri 5, che per il momento non sembrano essere stati recuperati. I primi 9 migranti sono stati recuperati dalla Guardia Costiera e riportati a bordo. Già il 18 agosto altri 5 migranti si erano tuffati in mare, e anche in quel caso erano stati riportati a bordo della Open Arms. Questa notte, invece, 8 migranti erano stati fatti sbarcare per ragioni sanitarie. La Open Arms si trova da giovedì scorso a poche decine di metri dal porto di Lampedusa, ma non ha ricevuto l’autorizzazione a far sbarcare i migranti a bordo. Il governo spagnolo aveva detto nei giorni scorsi di voler accogliere la nave nel porto di Minorca, nelle Baleari, ma la ong aveva rifiutato la proposta, proponendo di far sbarcare i migranti in Italia per poi trasferirli in Spagna in aereo. Lunedì il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli aveva dato la disponibilità del governo italiano a trasferire i migranti in Spagna a bordo di una nave della Guardia Costiera, a patto che la Spagna togliesse la sua bandiera dalla nave della ong. | Altri migranti della Open Arms si sono tuffati in mare e sono stati poi riportati a bordo. |
Il Secolo si è affrettato giovedì sera – anticipando sul sito un articolo pubblicato sul quotidiano stamattina – a negare che abbia fondamento la lettura del video di Gianfranco Fini diffuso ieri come una “marcia indietro” da parte di Fini. Questo infatti è quello che hanno sostenuto molti parlamentari del PdL – le cui dichiarazioni sono elencate dal Secolo – con compiaciute allusioni al ridimensionamento che il messaggio comporterebbe nei confronti dei cosiddetti “falchi” in Futuro e Libertà. Ma il Secolo – che indubbiamente ai “falchi” è vicino, ma che non è mai stato contraddetto da Fini nelle sue posizioni – scrive che non c’è stata “nessuna apertura”, e che quella del PdL è una deliberata “strategia dell’equivoco” atta a seminare zizzania e riguadagnare credito contro l’ex alleato dipingendolo come incerto e disposto a trattare. Che l’equivoco ci sia stato, che sia stato costruito dal PdL o che le parole di Fini sul “senso di responsabilità” siano state ambigue e mal costruite (tutto il video, malgrado la musica di Morricone, non è apparso un formidabile progetto di comunicazione), fatto sta che quella lettura è diffusa anche su tutti i quotidiani di oggi, che trovano nel lungo e generico testo del messaggio una sola notizia, quella di una maggiore “cautela” e dell’assenza di una nuova richiesta di dimissioni per Silvio Berlusconi. Il tema del giorno sui giornali è quindi l’ipotesi di una maggiore disponibilità a trattare sulla sopravvivenza di questo governo o di un suo duplicato. Ma il Secolo, appunto, nega. | “Nessuna apertura”. Il Secolo nega che il video di Fini di ieri sia una marcia indietro, e parla di un "equivoco". |
Gibson, una delle più famose aziende americane di chitarre elettriche, ha fatto ricorso al capitolo 11 del Codice fallimentare degli Stati Uniti, che consente ai debitori di ottenere agevolazioni per ripagare i propri debiti. Gibson ha spiegato che non chiuderà né smetterà di produrre chitarre elettriche, ma che riorganizzerà la società smantellando la divisione che produce cuffie, casse e altri accessori elettronici. Tornerà a concentrarsi sulla sua attività originale, quella delle chitarre elettriche e dei componenti audio professionali, che è stata finora più stabile. Il controllo della società passerà ai debitori, che rileveranno tra le altre le quote del CEO Henry Juszkiewicz, che ne detiene il 39 per cento e comprò l’azienda nel 1986. Gibson ha almeno 150 milioni di dollari di debiti, che secondo CNN e Bloomberg potrebbero arrivare fino a 500 milioni. Ha però trovato accordi con i creditori per restituire circa il 69 per cento dei propri debiti, attraverso un piano definito dal capitolo 11. A non funzionare per l’azienda sono stati soprattutto alcuni grossi investimenti recenti, come quello che ha portato all’acquisizione della divisione audio di Philips nel 2014, per 135 milioni. Gibson non produrrà più componenti audio a marchio Philips, ma oltre alle chitarre manterrà le proprie linee di casse audio per professionisti. | Gibson ha dichiarato fallimento. La storica azienda di chitarre elettriche continuerà a produrre strumenti musicali, ma abbandonerà altri progetti e cambierà proprietà. |
Massimo Ciancimino è il figlio di Vito Ciancimino, il sindaco di Palermo all’inizio degli anni ’70 condannato per mafia e morto nel 2002. Dall’aprile del 2007 a oggi, Massimo Ciancimino è stato sottoposto a diversi interrogatori nell’ambito delle inchieste aperte dalle procure di Palermo e Caltanissetta sul periodo delle stragi di Cosa Nostra tra il 1992 e il 1993. In queste deposizioni Ciancimino ha fatto più volte il nome di un famigerato “Signor Franco” — altre volte chiamato “Carlo” — un uomo fin dagli anni ’70 molto vicino al padre Vito, che sarebbe stato uno dei protagonisti, se non il protagonista assoluto, dei presunti rapporti tra Stato e mafia. Finora, Massimo Ciancimino — all’inizio delle udienze giudicato attendibile, in seguito ritenuto invece inattendibile nel processo contro Marcello Dell’Utri — non aveva mai saputo dare agli inquirenti le informazioni necessarie per risalire all’identità del Signor Franco, un uomo che secondo lui sarebbe stato un membro di altissimo rango dei servizi segreti italiani, e che oltre a essere coinvolto in prima persona nelle stragi degli anni ’90 avrebbe protetto sia Vito Ciancimino sia la latitanza del boss Bernardo Provenzanoe. Ciancimino figlio ha sostenuto di esserne stato avvicinato e averne ricevuto consigli di lasciare la Sicilia e non parlare con i magistrati. Ciancimino ha anche più volte citato un altro misterioso personaggio legato alle vicende di suo padre chiamandolo “Faccia da mostro”. | L’inafferrabile Signor Franco. Si parla di nuovo dell'uomo misterioso al centro dei rapporti tra Stato e mafia secondo Massimo Ciancimino. |
Mercoledì 13 agosto sono stati assegnate le “medaglie Fields”, un premio che si assegna ogni quattro anni dal 1936 ai migliori matematici che hanno meno di 40 anni. La sua importanza è comparabile a quella del premio Nobel, che non viene assegnato per la matematica. Quest’anno, per la prima volta nella storia, una medaglia Fields è stata vinta da una donna: si chiama Maryam Mirzakhani, ha 37 anni e insegna a Stanford, un’università privata della California considerata fra le migliori al mondo. Secondo un comunicato della International Mathematical Union, che organizza il convegno durante il quale vengono assegnate le medaglie Fields, Mirzakhani ha vinto grazie ai suoi studi riguardo «la dinamica e la geometria delle superfici di Riemann, e i loro moduli spaces». Secondo Slate, significa più meno che Mirzakhani si occupa di «problemi astratti relativi a oggetti non Euclidei come, per esempio, la forma di un pretzel». | La prima donna a vincere una medaglia Fields. Si chiama Maryam Mirzakhani ed è una scienziata iraniana: ha vinto il premio considerato l'equivalente del Nobel per la matematica. |
Lunedì la polizia greca ha detto di aver ritrovato un quadro di Pablo Picasso rubato nel 2012 durante una rapina alla Pinacoteca nazionale di Atene. Il quadro, un volto di donna, era stato donato dall’artista alla Pinacoteca nel 1949, come segno di gratitudine per la resistenza della Grecia alla Germania nazista. Durante il furto del 2012, oltre al quadro di Picasso, era stato rubato anche un quadro di Piet Mondrian, anch’esso ritrovato dalla polizia greca. L’agenzia di stampa Reuters, citando una fonte della polizia anonimo, ha scritto che un uomo greco è stato arrestato dopo il ritrovamento delle opere d’arte. | La polizia greca ha ritrovato un quadro di Picasso rubato nel 2012. |
Durante un incontro a Sydney, il fondatore e CEO di Twitter Jack Dorsey ha risposto a una domanda sulla famosa foto che mostrava lo scotch sulla fotocamera del computer del fondatore di Facebook Mark Zuckerberg. Dorsey ha detto: Non ho un laptop. Faccio tutto con lo smartphone. Per me è importante, perché spengo le notifiche e uso un’applicazione alla volta. Ho solo un’app aperta, e posso davvero concentrarmi su quello che è davanti a me invece che su tutte le cose che mi arriverebbero se usassi un laptop. | Il capo di Twitter non ha un computer. Jack Dorsey ha raccontato che usa solo lo smartphone, che lo aiuta a concentrarsi meglio. |
Nei prossimi anni la California sarà uno dei laboratori più importanti per testare politiche e soluzioni contro il riscaldamento globale, che potrebbero essere imitate nel resto degli Stati Uniti e all’estero. Nonostante il presidente Donald Trump abbia deciso di abbandonare l’accordo di Parigi, il più importante trattato sul clima sottoscritto da quasi tutti i paesi del mondo, governatori e sindaci statunitensi hanno annunciato che proseguiranno le loro politiche per ridurre le emissioni, con iniziative autonome e ignorando la decisione assunta da Trump a livello federale. Tra questi, la California è lo stato ad avere preso gli impegni più consistenti, dando seguito alle decisioni già assunte negli ultimi dieci anni per inquinare di meno e ridurre la produzione di anidride carbonica (la CO2 è tra i principali responsabili dell’effetto serra). Questa settimana il governatore della California, il Democratico Jerry Brown, ha firmato una legge che estende le regole già in corso per il cosiddetto “cap and trade”, il sistema che consente alle aziende di comprare e vendere “buoni” per le emissioni inquinanti (un po’ come avviene nel mercato delle emissioni previsto nel protocollo di Kyoto, ma ci arriviamo dopo). I piani di Brown sono comunque molto più ambiziosi e prevedono interventi per quanto riguarda i mezzi di trasporto, l’organizzazione degli spazi urbani e gli allevamenti, che contribuiscono enormemente alla produzione di gas serra. Il governo della California proverà un po’ di tutto, con la consapevolezza che alcune iniziative potranno rivelarsi efficaci e altre completamente fallimentari. L’obiettivo è non perdere tempo, investire in nuove soluzioni e – per quanto possibile – provare a trarne qualche profitto, oltre ai benefici ambientali. Da queste esperienze potrebbero derivare politiche più incisive contro il riscaldamento globale in altre parti degli Stati Uniti e del mondo. | La California salverà il mondo? grazie alle sue ambiziose iniziative per l'ambiente sta diventando un gigantesco laboratorio per capire cosa funziona e cosa no contro il riscaldamento globale. |
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato una direttiva che dispone la declassificazione del segreto di Stato degli atti sulla Loggia P2 e sull’organizzazione Gladio. Lo ha deciso lunedì, quarantunesimo anniversario della strage terroristica più terribile che abbia colpito l’Italia, quella del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, le cui vicende, tra le altre cose, sono strettamente intrecciate con le trame messe in atto dalla loggia massonica P2 e con la storia dell’organizzazione Gladio. La decisione presa da Draghi è importante, anche in considerazione della rilevanza nella storia italiana recente delle due organizzazioni coinvolte. Nonostante questo, le speranze che possa portare a rivelazioni di peso sono limitate: finora le svolte principali in casi come quello della strage di Bologna sono avvenute nel corso delle indagini e dei processi, e non grazie alle desecretazioni. Parte del problema sta nel modo in cui le desecretazioni sono fatte, in maniera a volte confusa, spesso parziale e sempre sotto la supervisione dei servizi segreti. | Draghi ha rimosso il segreto di Stato su P2 e Gladio. Sono due organizzazioni coinvolte in alcuni degli eventi più terribili della storia recente d'Italia, ma sono improbabili grandi rivelazioni. |
La vicenda della cessione di TIM, la società conosciuta fino a due anni fa come Telecom Italia, cioè la principale azienda di telecomunicazioni in Italia, ha avuto negli ultimi giorni un colpo di scena. Ieri sera la Cassa Depositi e Prestiti (CDP), cioè la società finanziaria del ministero dell’Economia, ha annunciato che nella prossima settimana raccoglierà fino al 5 per cento delle azioni di TIM. Secondo gli analisti l’ingresso di un’azienda istituzionale come CDP fra gli azionisti accelera il processo che dovrebbe portare allo scorporo della rete telefonica dalla società principale, una misura che da diversi anni viene suggerita a TIM per gestire meglio la rete, uno dei suoi asset più preziosi (nonché strategico per gli interessi nazionali). Si era capito che stava iniziando una nuova fase all’inizio di marzo, quando il fondo di investimenti Elliott – già famoso in Italia per avere prestato 303 milioni di euro all’imprenditore cinese Yonghong Li e avergli permesso di fatto di acquistare il Milan – ha acquistato rapidamente circa il 5 per cento delle azioni e proposto un cambio ai vertici dell’azienda, controllata al 23,94 per cento dalla società francese Vivendi. | C’è un colpo di scena nel caso TIM. La Cassa Depositi e Prestiti, cioè il governo, ha annunciato che sta per acquistare il 5 per cento delle azioni, con uno scopo ben preciso. |
In piedi campeggiatori, camperisti e campanari! Oggi è il 2 febbraio e, come molti lettori del Post ormai avranno imparato, si celebra il Giorno della marmotta. È una tradizione americana resa famosa in tutto il mondo grazie al film Ricomincio da capo (Groundhog Day) del 1993, che raccoglie numerosi e devoti cultori compresi il peraltro direttore e la redazione del Post: riguarda una marmotta di nome Phil, residente a Punxsutawney, in Pennsylvania, ed esperta di previsioni del tempo. Secondo la tradizione locale, infatti, la marmotta viene fatta uscire dalla sua tana la mattina del 2 febbraio: se vede la sua ombra e rientra nella sua tana, perché la giornata è soleggiata, l’inverno durerà altre sei settimane. Se invece rimane fuori, perché non vede l’ombra, l’inverno finirà prima. Non serve che vi spieghiamo che non c’è nessuna logica scientifica, ma che è un gran carrozzone tipicamente americano divertente da seguire. Phil ha fatto il suo pronostico su quando finirà l’inverno quando in Pennsylvania erano le 7 del mattino, cioè alle 13 italiane: non ha visto la sua ombra, quindi l’inverno finirà presto. | Oggi è il Giorno della marmotta. A Punxsutawney, Pennsylvania, Phil la marmotta ha fatto il suo pronostico: sarà un anno di primavera precoce. |
La prossima settimana uscirà il primo numero di K – Linkiesta Fiction, la nuova rivista di letteratura de Linkiesta, curata dalla scrittrice Nadia Terranova, finalista al premio Strega 2019 con Addio Fantasmi. Il volume, di 320 pagine, è dedicato al sesso e raccoglie i racconti inediti di 19 autori italiani, tra cui Jonathan Bazzi, Teresa Ciabatti, Benedetta Cibrario, Dacia Maraini, Letizia Muratori, Valeria Parrella e Marco Rossari, e due anteprime di romanzi: dell’americano Don Winslow e della nordirlandese Maggie O’Farrell, che usciranno a breve in Italia. Il libro è disegnato dall’art director Giovanni Cavalleri ed è accompagnato dalle fotografie di Stefania Zanetti, da un’illustrazione di Maria Corte e da un saggio introduttivo di Nadia Terranova. | Com’è K, la rivista letteraria de Linkiesta. È diretta dalla scrittrice Nadia Terranova, il primo numero è dedicato al sesso e raccoglie racconti inediti di 19 autori italiani e le anteprime dei romanzi di due stranieri. |
Il “Black Friday”, cioè il “venerdì Nero”, è oggi, ed è una specie di anticipo dei saldi, all’americana. Il Black Friday è infatti la tradizionale giornata di sconti nata negli Stati Uniti, dove si tiene il giorno dopo la festa del Ringraziamento. Così come la festa del Ringraziamento anche il giorno del Black Friday cambia di anno in anno: questa volta ricorre il 25 novembre, mentre lo scorso anno era per esempio il 27. È tradizione, specialmente negli Stati Uniti, che per il Black Friday i negozi facciano dei notevoli saldi sui prodotti in vendita. Questa tradizione viene ripresa da alcuni anni anche in diversi negozi di paesi europei. In Italia il Black Friday ha iniziato ad essere popolare solo negli ultimi anni: specialmente sui siti di e-commerce come Amazon, che propongono per l’occasione sconti e offerte che a volte durano solo poche ore. Negli Stati Uniti in molti dormono addirittura nei sacchi a pelo davanti ai negozi già dalla notte precedente, accalcandosi poi all’entrata per poter comprare i prodotti più scontati (più o meno come capita periodicamente davanti agli Apple Store quando iniziano le vendite dei nuovi iPhone). Secondo una versione della storia, il nome “Black Friday” deriverebbe proprio dalla ressa e dalle code interminabili che si formano fuori dai negozi delle catene più importanti: “venerdì nero” fu una delle espressioni utilizzate dalla polizia di Philadelphia, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, per descrivere il traffico e gli ingorghi pazzeschi che si creavano in occasione delle vendite seguenti il giorno del Ringraziamento. | Il Black Friday e le sue offerte, oggi. Cose da sapere sul perché oggi ci sono grandi promozioni e saldi: è una di quelle cose americane che però si sta diffondendo anche in Italia (e sapete che c'è anche il Cyber Monday?). |
Il 25 agosto il New Yorker – una delle riviste più famose e autorevoli del mondo, considerata uno dei simboli del mondo culturale americano di sinistra – ha pubblicato un lungo articolo su Vandana Shiva, un’attivista indiana molto popolare conosciuta – anche in Italia – per le sue battaglie contro la coltivazione di vegetali geneticamente modificati e contro la globalizzazione. L’articolo è stato scritto da Michael Specter, un giornalista americano che tra le altre cose è stato capo della redazione di Mosca del New York Times e di quella a New York del Washington Post e ha generato molte discussioni, repliche e polemiche: di fatto se ne parla ancora, oltre un mese dopo. L’articolo di Specter – che si era già occupato in passato di biotecnologie e OGM – critica molto Shiva e le sue campagne contro gli OGM, mettendo in discussione molte sue dichiarazioni e smentendo molti dati che Shiva usa per sostenere le sue posizioni. Dopo la pubblicazione dell’articolo, che è stato ripreso e commentato su diversi siti specializzati, Shiva ha risposto a Specter con un’altrettanto lunga risposta, in cui a sua volta contesta diverse cose scritte nell’articolo. In Italia il quotidiano il Foglio si è occupato estesamente della questione, dedicando diversi articoli alla storia – e schierandosi decisamente dalla parte del New Yorker: questa attenzione particolare del Foglio si deve anche al fatto che Shiva collaborerà con Expo 2015 in qualità di Ambassador: farà parte quindi dei personaggi famosi che faranno da “portavoce del messaggio dell’evento” (il tema dell’esposizione infatti è “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”). In vista di Expo 2015 Shiva collaborerà anche con l’università di Milano-Bicocca, «nell’ambito del cluster che all’interno dello spazio espositivo di Expo 2015 sarà dedicato al riso». Dopo la lettera di Shiva, il direttore del New Yorker David Remnick le ha scritto una mail privata, che però poi ha deciso di rendere pubblica: nella mail Remnick difende il lavoro di Specter, rispondendo a molte delle obiezioni di Shiva. | Il New Yorker contro Vandana Shiva. Un lungo articolo molto critico con l'attivista indiana e la sua lotta agli OGM ha provocato lettere di risposta e contro-risposta, e dopo un mese ancora se ne parla. |
L’azienda automobilistica francese Renault ha detto di avere le prove che l’ex amministratore delegato della società, Carlos Ghosn, utilizzò i fondi aziendali per fini personali. Secondo le indagini condotte da Renaul, Ghosn – che è in prigione in Giappone con l’accusa di avere trattenuto per sé alcuni fondi aziendali quando era a capo dell’azienda automobilistica Nissan – avrebbe utilizzato, per fini personali, 50mila euro che l’azienda aveva donato in beneficenza alla reggia di Versailles. Una fonte vicina alle indagini ha riferito a CNN che quei fondi sarebbero stati utilizzati da Ghosn per organizzare il suo matrimonio nell’ottobre del 2016. | Renault ha detto di avere le prove che l’ex amministratore delegato, Carlos Ghosn, utilizzò fondi aziendali per fini personali. |
Nella notte tra giovedì e venerdì due fratelli di 10 e 13 anni sono morti durante un incendio nell’appartamento in cui vivevano, nel centro storico di Messina, e che secondo Repubblica si è propagato in altri due appartamenti dello stesso stabile. ANSA scrive che la prima ad accorgersi dell’incendio è stata una vicina di casa, che ha chiamato i vigili del fuoco. Per Repubblica, tutti i condomini sono stati allertati intorno alle 4 del mattino, ed è stato chiesto loro di lasciare le proprie case. Oltre ai due ragazzi non ci sono altri morti: il padre e la madre sono riusciti a lasciare l’edificio prima dell’arrivo dei vigili del fuoco, insieme ai due figli più piccoli, di 8 e 6 anni, e un cugino e vicino di casa. Le cause dell’incendio non sono ancora state accertate. Sempre secondo la ricostruzione di Repubblica, sarebbe stato originato da una presa elettrica difettosa, e si sarebbe propagato con grande velocità nei soppalchi e pavimenti di legno dell’appartamento. | Due fratelli di 10 e 13 anni sono morti in un incendio a Messina. |
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia | Renzi e la visita ad Arcore. Il sindaco di Firenze spiega su Facebook perché ha visto il presidente del consiglio. |
Il sito soldipubblici.gov.it, che serve per consultare le spese della pubblica amministrazione, è stato messo online nella sera di domenica e annunciato in televisione dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso della trasmissione Che Tempo Che Fa. Il servizio era stato annunciato dal governo nei mesi scorsi e permette di consultare i dati dei pagamenti di regioni (spese sanitarie comprese), province e comuni. Nei prossimi mesi il sito sarà arricchito con ulteriori dati che riguardano le unioni di comuni, le università, le singole strutture sanitarie e le camere di commercio. Il progetto prevede anche che siano inseriti i pagamenti effettuati dai ministeri, in modo da comprendere in un unico sito tutte le spese delle amministrazioni pubbliche: per farlo sarà necessario ancora qualche mese di lavoro. Cos’è soldipubblici.gov.it Le spese della pubblica amministrazione sono una delle voci più consistenti nel bilancio dello stato, nonché uno dei temi più discussi dagli amministratori locali. L’idea alla base di soldipubblici.gov.it è dare a tutti la possibilità di consultare le spese della pubblica amministrazione, rendendo al tempo stesso più evidenti le differenze tra le diverse amministrazioni e facilitando il confronto tra chi è più o meno bravo e accorto quando si tratta di spendere denaro che appartiene alla collettività. | Che cos’è soldipubblici.gov.it. E come si usa il nuovo sito del governo per consultare i pagamenti effettuati da regioni, province e comuni fino all'ultimo centesimo (o quasi). |
Il Corriere della Sera ha pubblicato la lettera inviata da un ex imprenditore ad Antonio Crispino, giornalista che si è occupato molto di carceri nei mesi scorsi (e il Post ha ripreso più volte i suoi lavori). L’uomo racconta di essere stato arrestato dopo un processo in contumacia per un difetto di notifica e scarcerato dopo 42 giorni, dopo che il tribunale si accorse dell’errore: e racconta com’è vivere in 15 metri quadri insieme ad altre otto persone, oltre a molte altre cose concrete. Gentile redazione del Corriere, egregio dr Crispino, | 42 giorni in carcere. La lettera e il racconto di un uomo detenuto per errore, pubblicata dal Corriere. |
Faye Dunaway, attrice, nacque in Florida il 14 gennaio di 80 anni fa. Iniziò a essere attrice già nei primi anni Sessanta, a Broadway, dopo essere cresciuta qua e là tra Europa e Stati Uniti per seguire il padre militare e dopo aver studiato recitazione a Boston e a New York. Fu da subito molto difficile non accorgersi che, oltre al talento, aveva anche una rara bellezza e un viso fuori dal comune, con quel suo taglio di occhi e quel suo naso. E fu subito chiaro anche a lei che il suo primo nome – Dorothy – faceva un po’ troppo Hollywood degli anni Trenta, e che era solo d’intralcio alla musicalità dei suoni creati dal suo secondo nome e dal suo cognome: Faye Dunaway, appunto. Un nome così perfetto che sembra inventato. Il suo debutto cinematografico fu in E venne la notte, ma il film che svoltò la carriera – uscito pochi mesi dopo il primo – fu senza alcun dubbio Gangster Story, in cui lei era Bonnie Parker e Warren Beatty era Clyde Barrow e insieme rapinavano banche. | E pure Faye Dunaway ha 80 anni. Fu Bonnie Parker in "Gangster Story", e basterebbe già questo, ma – soprattutto tra gli anni Sessanta e Settanta – fu anche tante altre donne. |
Peter Handke è lo scrittore che ha vinto il premio Nobel per la letteratura 2019, mentre la scrittrice polacca Olga Tokarczuk ha vinto quello del 2018. Il nome di Handke non era tra quelli di cui si era parlato di più negli ultimi giorni come possibili candidati su cui scommettere, ma è comparso nelle liste di questo genere sul Nobel varie volte negli ultimi anni. Lo ha vinto, nelle parole dei membri dell’Accademia di Svezia, «per il suo lavoro influente che con abilità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana». Handke ha 76 anni, è austriaco ed è uno dei più noti e affermati autori di lingua tedesca al mondo, peraltro anche molto prolifico. È principalmente un romanziere ma ha scritto anche poesie, tra cui quella che viene letta nel film Il cielo sopra Berlino (1987), e sceneggiature, tra cui quella del famoso film di Wim Wenders e del suo sequel, Così lontano così vicino (1993). In Italia è stato pubblicato da vari editori – negli ultimi anni soprattutto da Guanda – mentre il suo editore tedesco è la prestigiosa Suhrkamp. Il suo libro più recente uscito in italiano è La storia della matita, un’autobiografia incentrata sul suo lavoro di scrittore. | Chi è Peter Handke, che ha vinto il premio Nobel per la letteratura 2019. È un romanziere austriaco di 76 anni; tra le altre cose è l'autore della poesia del film "Il cielo sopra Berlino", di cui scrisse la sceneggiatura insieme a Wim Wenders. |
Ieri e oggi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è in visita in Friuli-Venezia Giulia. Il quotidiano locale Il Messaggero Veneto titolava ieri “Porzûs, la riconciliazione”, riferendosi al fatto che una delle tappe del viaggio di Napolitano è stata nei luoghi dove è avvenuto uno degli episodi più controversi della Resistenza, l’uccisione di un gruppo di partigiani della Brigata Osoppo da parte di un gruppo di partigiani del partito comunista, nel febbraio del 1945. Il cosiddetto “eccidio di Porzûs” ha una storia complicata e diversi punti poco chiari. A pochi chilometri dal confine con la Slovenia, in provincia di Udine, ci sono alcune zone che da molti secoli hanno una forte presenza slava, la cosiddetta “Slavia veneta”. Durante le ultime fasi della Seconda guerra mondiale, nella zona c’erano gruppi armati formati da persone di etnia slovena, in collegamento con i partigiani di Tito, che avevano formato un esercito ben strutturato per la liberazione della futura Jugoslavia. Tito aveva fatto capire chiaramente, e da diversi mesi, di considerare la zona parte della Jugoslavia. | Cosa fu l’eccidio di Porzûs. Ieri Napolitano è andato in Friuli e ha ricordato un episodio quasi dimenticato della Resistenza, quando un gruppo di partigiani uccise un altro gruppo di partigiani. |
Da sabato scorso sono in corso a Villa Pamphilj, a Roma, gli “Stati generali dell’economia”, una serie di incontri organizzati dal governo tra lo stesso governo, istituzioni internazionali, sindacati e associazioni di categoria, per discutere il rilancio economico dell’Italia dopo la pandemia. Gli “Stati generali” sono stati fortemente voluti dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma hanno prodotto scontri e divisioni sia con le opposizioni che all’interno della stessa maggioranza. Gli “Stati generali” si chiamano ufficialmente “Progettiamo il rilancio” e dureranno fino al 21 giugno. Sono iniziati sabato 13, quando il presidente del Consiglio e i ministri hanno incontrato in teleconferenza i vertici delle istituzioni europee, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea. Lunedì il governo ha ricevuto i sindacati e il commissario Vittorio Colao, per ascoltare il suo piano di rilancio. Oggi si stanno tenendo gli incontri con le associazioni dei commercianti, mentre domani sarà il turno di Confindustria. L’agenda dei prossimi giorni non è ancora disponibile sulle pagine ufficiali del governo. | E quindi questi “Stati generali”? giuseppe Conte li ha voluti per parlare di come rilanciare l'economia italiana, ma per il momento gli incontri hanno prodotto soprattutto polemiche e divisioni. |
Le “primarie” della Lega Nord si terranno il prossimo 14 maggio, mentre il Congresso federale del partito sarà il 21 maggio: lo ha deciso il Consiglio federale del partito riunito a Milano lunedì 10 aprile su proposta del segretario Matteo Salvini. ANSA e diversi altri giornali scrivono che il regolamento e le modalità per il congresso sono state approvate dall’intero consiglio con l’unico voto contrario del presidente e fondatore Umberto Bossi, che da tempo ha rapporti complicati con Salvini. Salvini è segretario da tre anni e il suo mandato è scaduto il 16 dicembre. In una nota ufficiale della Lega si dice che a sostegno dei candidati segretari potranno «firmare tutti i militanti che abbiano un anno di anzianità. Ogni militante avrà la possibilità di esprimere una preferenza e si potrà votare in ogni sezione del movimento. I candidati che avranno raggiunto il sostegno di almeno mille militanti possono proporsi per la carica di segretario federale». In sostanza le “primarie” sono aperte solo a chi è iscritto al partito da almeno un anno: l’esito delle primarie sarà confermato al congresso e così sarà rinnovato l’intero Consiglio federale del partito. «Anche in caso di candidato unico per la segreteria il congresso si terrà comunque domenica 21 maggio». Sul sito della Lega non c’è però alcun riferimento al congresso o alle due bozze dei regolamenti che i giornali dicono che sono state presentate durante l’ultimo consiglio. Una viene descritta come molto favorevole a Salvini, l’altra invece avrebbe l’obiettivo di ridurne il potere e l’influenza sull’intero partito: e avrebbe prevalso la seconda. | Le primarie e il congresso della Lega. Cosa sta succedendo dentro il partito, quali sono le principali correnti e chi potrebbe sfidare Matteo Salvini il mese prossimo. |
Ieri la Lega ha diffuso online il bilancio del partito per il 2018, e in molti hanno notato una stranezza: alla voce dei debiti è indicata una voce generica che indica una somma di circa 18,5 milioni di euro, etichettata come “altri debiti”. Il partito di Matteo Salvini però era stato condannato l’anno scorso a pagare 49 milioni per l’ormai famosa storia dei rimborsi illeciti del periodo tra il 2008 e il 2010. La discrepanza tra le due cifre è sembrata strana, ma è stata spiegata subito da chi se ne intende di contabilità: non c’è niente di anomalo o losco, e dipende tutto dalle modalità particolari con cui la Lega restituirà il debito allo Stato. Il partito di Salvini, infatti, ha ottenuto di poter pagare i 49 milioni in rate annuali da circa 600mila euro, per oltre 70 anni, senza interessi: questo ha perciò permesso alla Lega di iscrivere il debito a bilancio utilizzando lo strumento della “attualizzazione del debito”. È una comune funzione matematica applicata in contabilità che permette di stabilire quanto valga oggi un capitale che ha una scadenza futura, sia che debba essere riscosso sia che debba essere versato. Questa funzione si basa su un principio intuitivo: il modo più semplice per capirla è pensare che 1.000 euro ricevuti tra un anno valgono di meno di 1.000 oggi, perché non sono immediatamente disponibili per essere investiti o spesi. Per rendere la somma ricevuta tra un anno equivalente ai 1.000 euro di oggi bisogna aumentarla, quindi. Se la somma da ripagare tra un anno è fissata a 1.000 euro, di conseguenza, il suo equivalente attuale è più basso. | Cos’è questa storia dei 49 milioni della Lega diventati 18. Se ne parla dopo la pubblicazione del bilancio, ma non c'è niente di losco: dipende dalle condizioni con cui verrà ripagato il debito. |
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