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Questo articolo è un approfondimento legato al reportage “In Puglia con i migranti si ricomincia“, che mette insieme storie su un sistema che ogni estate rischia di collassare e racconta come la situazione stia tornando critica, nonostante non si possa davvero definire “emergenza” un fenomeno con cui facciamo i conti da decenni. Leggi l’articolo qui. ***
Cosa succede a un migrante che arriva in Italia. Hotspot, hub regionali, CAS e SPRAR: una breve guida per orientarsi tra sigle incomprensibili e procedure macchinose.
Lo Huffington Post italiano ha preso i tre sistemi elettorali proposti il 2 gennaio da Matteo Renzi ai partiti politici per cambiare rapidamente la legge elettorale esistente, e ha spiegato come funzionano e chi si avvantaggerebbe dell’introduzione di uno o dell’altro. Il sistema ‘ispanico’. Come dice la parola stessa, ‘vige’ in Spagna. Si basa su collegi provinciali (mediamente ‘piccoli’ per numero di elettori ivi compresi) e liste bloccate (la media è di sei candidati). E’ un sistema proporzionale corretto che produce effetti maggioritari. Come spiega il professor Stefano Ceccanti (Università La Sapienza), che ne è tra i maggiori conoscitori e cultori, “premia i partiti grandi (come potrebbero essere il Pd da un lato, Forza Italia dall’altro, ndr.) e quelli che hanno un consenso concentrato in certe aree geografiche come sono, in Spagna, il partito basco e i partiti catalani in Catalogna (in Italia, in teoria, la Lega, ndr.). Penalizza, invece, i partiti piccoli e i partiti di medio peso, soprattutto se privi di radicamento territoriale (in Italia, NCD di Alfano, SC di Monti, forse M5S di Grillo, ndr.). “Importante sapere – nota ancora Ceccanti – se la Consulta boccerà in toto o solo in parte la possibilità di mettere, nel sistema elettorale, le cd. liste ‘bloccate’, tipiche del sistema spagnolo, divieto che potrebbe essere aggirato introducendo la preferenza unica o doppia di genere”. Il sistema ‘ispanico’ piace, e molto, a Forza Italia (Denis Verdini) come al suo ex omologo nel Pd di Bersani (Migliavacca) e alla Lega, non piace affatto a NCD, SC, Popolari (Casini-Mauro), M5S, SEL.
I tre sistemi elettorali di Renzi. Chi ci guadagna e chi ci perde con ognuno, spiegato sullo Huffington Post.
Nella notte tra venerdì 12 e sabato 13 settembre, in conseguenza di una potente tempesta geomagnetica che ha interessato la Terra, è stato possibile osservare alcune spettacolari aurore boreali in diverse regioni dell’emisfero settentrionale, sia nel nord Europa che nel nord America. Numerose fotografie del fenomeno sono state scattate da osservatori e appassionati negli Stati Uniti, in Canada, in Norvegia, in Finlandia, e sono state raccolte dal sito SpaceWeather. In genere questo fenomeno è ben visibile nelle zone artiche, ma nel caso di intensa attività solare è facilmente osservabile anche in zone lontane dai poli. L’aurora boreale è un effetto ottico dell’atmosfera terrestre che si verifica a causa dell’interazione di alcune particelle cariche (protoni ed elettroni), trasportate dal vento solare, con la fascia dell’atmosfera che si chiama ionosfera. Le particelle eccitano gli atomi dell’atmosfera, che successivamente perdono l’energia accumulata sotto forma di luce con varie lunghezze d’onda. E proprio in questa fase l’aurora diventa visibile, ma in genere soltanto in prossimità dei poli magnetici della Terra.
Le foto spettacolari dell’aurora boreale. Dagli Stati Uniti, Canada, Norvegia e Finlandia, con dei colori incredibili che per una volta si sono visti anche in zone lontane dai poli.
La direzione nazionale del Partito Democratico ha stablito che le primarie per la scelta del prossimo segretario si svolgeranno il 3 marzo. Il prossimo 12 dicembre scadranno invece i termini per presentare le proprie candidature. Al momento i dirigenti del partito che hanno annunciato di volersi candidare sono sette. Negli ultimi giorni, infatti, Matteo Richetti ha ritirato la candidatura per sostenere l’ex segretario Maurizio Martina, mentre ha annunciato di volersi candidare Maria Saladino, militante iscritta dal 2014 sostanzialmente sconosciuta fino ad oggi. Non è chiaro se tutti i sette candidati riusciranno a raccogliere le firme necessarie a presentare le rispettive candidature.
Le primarie del PD saranno il prossimo 3 marzo.
Joseph Antoine Ferdinand Plateau – fisico belga e inventore del fenachistoscopio – nacque il 14 ottobre di 218 anni fa. La sua invenzione fu tra i primi strumenti ottici a permettere di vedere immagini animate nella prima metà dell’Ottocento, circa 60 anni prima che i fratelli Louis e August Lumière perfezionassero il loro sistema di proiezione, realizzando il cinema per come lo conosciamo oggi. Fu grazie al lavoro di Plateau che divenne evidente la possibilità di creare l’illusione di immagini in movimento, mettendo velocemente in sequenza immagini fisse, un principio che era già stato esplorato da altri esperti di ottica nei decenni precedenti all’invenzione del fenachistoscopio, ma con soluzioni più rudimentali e meno pratiche. Joseph Antoine Ferdinand Plateau era nato a Bruxelles nel 1801, quando la città era sotto il dominio francese. Plateau era un tipo piuttosto sveglio: a sei anni sapeva già leggere, cosa che lo rendeva un bambino prodigio per l’epoca. A scuola si appassionò rapidamente alla fisica, incuriosito dagli esperimenti e dalle dimostrazioni in classe. Quattordicenne, Plateau perse sia la madre sia il padre, con conseguenze pesanti per la sua salute che richiesero diversi anni per essere superate. Nel 1840 si sposò e l’anno seguente ebbe un figlio.
Joseph Antoine Ferdinand Plateau e l’invenzione del fenachistoscopio. La storia del fisico belga che inventò l'antenato del cinema e che era nato il 14 ottobre di 218 anni fa.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
A pranzo con Saviano. Il Financial Times racconta l'uomo che vive in una "prigione di velluto".
Il 23 settembre del 1994, vent’anni fa, uscì al cinema Le ali della libertà (The Shawshank Redemption), un film diretto da Frank Darabont e tratto dal racconto di Stephen King Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank. Il film racconta la storia di un uomo (Tim Robbins) condannato ingiustamente a due ergastoli per l’uccisione della moglie e del suo amante, e della sua permanenza in carcere: il narratore della storia è Ellis Boyd Redding detto Red (Morgan Freeman), un ergastolano che controlla il contrabbando all’interno del carcere, con cui il protagonista diventa molto amico. Poi succedono un sacco di cose ma non ve le diciamo, magari siete tra i due o tre che non l’hanno visto. Le ali della libertà è considerato uno dei film più amati di sempre dal pubblico: alla sua uscita negli Stati Uniti non incassò moltissimo – com’era successo prima a quasi tutti i film sullo stesso tema: la fuga da un carcere – ma col tempo ha trovato un seguito sempre più vasto e, tra le altre cose, è diventato il film più votato dagli utenti del sito di cinema IMDb (Internet Movie Database), con più di un milione di votanti e una media del 9,3/10.
I 25 film più votati su IMDb. Il primo in classifica probabilmente lo avete visto tutti, ma degli altri forse ve ne manca qualcuno.
Roberto Gualtieri è il nuovo ministro dell’Economia del secondo governo guidato da Giuseppe Conte, che sarà sostenuto dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle e giurerà ufficialmente domani. Gualtieri ha 53 anni ed è un parlamentare europeo del Partito Democratico. È piuttosto sconosciuto al pubblico di giornali e tv, ma al Parlamento Europeo è uno dei parlamentari più autorevoli e rispettati, tanto che il sito specializzato Vote Watch Europe lo aveva messo al terzo posto dei parlamentari europei più influenti della legislatura che si è conclusa a maggio. Gualtieri è nato a Roma e negli ultimi anni si è diviso fra Roma, Bruxelles e Strasburgo. È professore di Storia contemporanea all’università La Sapienza di Roma. Ex vicedirettore dell’Istituto Gramsci, ha fatto parte delle varie incarnazioni della sinistra negli anni Novanta e poi nei primi anni Duemila, prima di entrare nel PD al momento della sua fondazione. Fra il 2001 e il 2006 era membro della segreteria di Roma dei Democratici di Sinistra, uno dei due partiti predecessori del PD, e fece parte della commissione che scrisse il manifesto fondativo del partito. Nel 2009 fu eletto al Parlamento Europeo nella circoscrizione dell’Italia centrale, e da allora è stato rieletto altre due volte, nel 2014 e nel 2019.
Chi è Roberto Gualtieri, il nuovo ministro dell’Economia. È un rispettato parlamentare europeo del Partito Democratico, esperto di banche e finanza ed esplicitamente contrario alle misure di austerità economica.
Apple sta lavorando a una propria carta di credito in collaborazione con Goldman Sachs, una delle più importanti e ricche banche d’investimenti degli Stati Uniti. La notizia non è ufficiale, ma è stata diffusa da Wall Street Journal e New York Times, sulla base di alcune loro fonti interne. La nuova carta funzionerà con il sistema Apple Pay, per pagare direttamente con gli iPhone, e dovrebbe essere disponibile già a partire dai primi mesi del prossimo anno. Negli ultimi tempi Goldman Sachs aveva del resto dato segnali di essere molto interessata al settore delle carte di credito, con l’acquisizione della startup Credit, che si occupa proprio di sistemi innovativi per i pagamenti con le carte. Al momento non è chiaro se la nuova carta di credito sarà disponibile solo negli Stati Uniti o a livello mondiale.
Apple e Goldman Sachs stanno lavorando insieme a una nuova carta di credito.
Un gruppo di ricerca dell’azienda farmaceutica americana Abbott ha scoperto un nuovo ceppo di HIV, il virus che causa l’AIDS: non succedeva da 19 anni. Il nuovo ceppo, di cui i ricercatori hanno parlato in un articolo pubblicato sul Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes, è stato chiamato HIV-1 gruppo M sottotipo L. È molto raro e può essere rilevato dai test attualmente prodotti da Abbott, ha spiegato la ricercatrice Mary Rodgers. Questi test vengono usati per analizzare il 60 per cento delle riserve mondiali di sangue.
È stato scoperto un nuovo ceppo del virus HIV.
Stasera comincia su Sky Atlantic la quinta stagione di House of Cards, la famosa serie tv di Netflix sul presidente degli Stati Uniti interpretato da Kevin Spacey e sulla First Lady interpretata da Robin Wright. Negli Stati Uniti gli episodi usciranno tutti in una volta, come succede normalmente con Netflix: in Italia invece andrà in onda un episodio a settimana (gli episodi della serie sono 13) su Sky Atlantic. House of Cards è una delle serie tv più popolari, premiate e apprezzate degli ultimi anni: è scritta da Beau Willimon e racconta le vicende di Frank Underwood, uno scaltro politico americano interpretato da Spacey, che all’inizio della serie vuole vendicarsi del presidente degli Stati Uniti per non aver ottenuto la nomina a segretario di Stato. L’altro personaggio principale della serie è Claire Underwood (Wright) che interpreta la moglie di Frank Underwood, con la quale ha un rapporto di grandi tensioni e allo stesso tempo grandi complicità. House of Cards si basa su un’omonima miniserie televisiva trasmessa nel 1990 da BBC, a sua volta adattamento di un romanzo scritto da Michael Dobbs, ex membro del partito conservatore britannico. House of Cards è insomma una serie tv di politica, strategie e complotti, ma la trama ruota attorno a molti dei principali temi politici della nostra epoca: il ruolo delle intelligence e delle lobby, i rapporti tra politica e media, l’evoluzione del giornalismo.
A che punto eravamo con “House of Cards”. Ricomincia oggi la serie sul presidente Frank Underwood, che avevamo lasciato come al solito in mezzo a un sacco di guai: facile che ve li siate scordati.
Tra le molte possibilità che i registi e i loro direttori della fotografia hanno per inquadrare quello che succede nei film, c’è quella di far vedere solo le sagome dei personaggi, mostrandone la silhouette. La maggior parte delle volte questa scelta si ottiene mettendo personaggi in controluce. Si mette qualcosa di abbastanza luminoso alle spalle di quello che si vuole illuminare in controluce (come la luna di E.T. l’extra-terrestre) e si mette quello che si vuole illuminare in controluce tra la cinepresa e la fonte luminosa. Teoria a parte, la storia del cinema è piena di famose inquadrature in controluce. Prendendo spunto da una lista pubblicata su Imgur, un sito di GIF e immagini di ogni tipo, ne abbiamo scelte 25: alcune sono molto famose, alcune molto belle, altre ancora sono molto significative (non si vede la faccia dei protagonisti, ma si capisce comunque da che film arrivano). (Dentro ogni foto c’è il titolo del film: in alcune inquadrature non si vede la faccia dei protagonisti, ma si può provare a indovinare, non è così difficile)
25 inquadrature in controluce. Alcune delle più belle o famose della storia del cinema, tra cui quelle di "Via col vento", "Blade Runner" e "Fight Club".
«Whatever it takes» è la frase più famosa di Mario Draghi, nuovamente molto citata e ricordata dopo che Draghi ha accettato l’incarico di formare un nuovo governo, mercoledì. È una frase che fu pronunciata il 26 luglio del 2012 durante un forum di investitori a Londra, nel mezzo della profonda crisi economica che aveva colpito l’Europa. Draghi, che allora era presidente della BCE, disse in inglese che la BCE avrebbe fatto «whatever it takes», «tutto il necessario» per salvare l’euro: «All’interno del nostro mandato, la BCE è pronta a fare tutto quel che è necessario per preservare l’euro. E credetemi, sarà abbastanza»
«Whatever it takes». Storia della frase più famosa di Mario Draghi, pronunciata nel 2012, nel momento peggiore della crisi economica in Europa.
Gran parte della gente famosa da fotografare è passata per Venezia, dove sono in corso gli ultimi giorni del festival del cinema, ma ci sono state anche altre occasioni in giro per il mondo: il festival del cinema americano di Deauville, con Robert Pattinson, Antonio Banderas e Laura Dern; il Toronto Film Festival, che è iniziato ieri e dove si sono visti Grace Jones e Shia LaBeouf; e la settimana della moda di New York, con Kim Kardashian e Kate Bosworth tra il pubblico, Gigi Hadid e LeBron James in passerella. Nella categoria di persone che fanno cose diverse da quelle per cui le conosciamo c’è anche Cristiano Ronaldo, deejay. Settembre: mese di inizi, a partire dal primo giorno scuola, anche se sei il principe George. E com’è bello cantare, abbracciati in compagnia come Brian McKnight, Smokey Robinson e Sharon Stone, o da soli a squarciagola, come Gwendoline Christie. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Chi canta a squarciagola, Angela Merkel incoronata da un lampadario e il principe George al suo primo giorno di scuola, tra quelli da fotografare in settimana.
Quelli del Cornell’s Creative Machines Lab, il laboratorio che si occupa della progettazione e della sperimentazione di nuovi sistemi e macchinari della Cornell University (New York), hanno provato a vedere che cosa succede se si mettono due chatbot uno davanti all’altro e si avvia una conversazione (e fra tre righe spieghiamo anche cosa sia un chatbot). I due sistemi hanno interagito meglio di quanto si potesse prevedere, ma hanno comunque dato vita a una conversazione a tratti sconclusionata e priva di particolari contenuti. Da ascensore, quasi, e dopo una sbornia.
La conversazione tra sordi. Come si comportano due chatbot quando chiacchierano tra di loro? Cosa si dicono? E soprattutto, cosa sono?.
La nota band degli Elio e le Storie Tese hanno suonato vestiti come i membri della celebre band hard rock dei Kiss durante l’ultima serata del Festival di Sanremo 2016, che si è concluso sabato 13 febbraio. I Kiss sono una delle più famose band di hard rock della storia, diventata famosa negli anni Ottanta per canzoni come Detroit Rock City, Heaven’s on Fire e Rock and Roll All Nite: oltre che per la loro musica, sono molto famosi per i vistosi costumi di scena, che prevedono delle imponenti armature, strumenti a forma di asce e i volti truccati con disegni in bianco e nero.
Sanremo, il video di Elio e le Storie Tese che suonano vestiti come i Kiss. L'hanno fatto durante la loro esibizione finale al Festival della musica italiana, come già altre volte in passato: e Gene Simmons ha molto apprezzato.
Quasi due mesi fa sul Post abbiamo fatto un punto della situazione su quello che dicevano i sondaggi riguardo le intenzioni di voto degli italiani, tema d’attualità da quando si discute della possibilità che si verifichi una fine repentina della legislatura e quindi si vada a elezioni anticipate. Due mesi dopo, siamo ancora qui. Le elezioni non ci sono ancora state, sebbene ciclicamente si continui a parlarne. Rispetto a quanto rilevato allora, l’unico cambiamento di qualche sostanza pare essere l’indebolimento del PdL, che perde in media due punti percentuali e sembra trovarsi sotto il 30 per cento. Dall’altro lato non sembra muoversi molto, eccetto che anche il PD sembra aver perso qualcosina. Ora, si tratta di numeri che indicano, forse, semplicemente delle tendenze. Vanno presi con doppie e triple molle, ma possono aiutare a spiegare alcune delle decisioni e dei toni dei leader politici italiani. Credibili o no, volatili o no, questi sono i numeri che hanno visto nelle ultime settimane.
Cosa dicono i sondaggi, intanto. L'aria che tira secondo le rilevazioni sulle intenzioni di voto dell'ultimo mese.
In un recente e freddo sabato mattina il sole era appena sorto quando all’ambulatorio generale del Policlinico di Milano, a meno di un chilometro dal Duomo, ottanta persone si sono messe in fila per sottoporsi al test del tampone per rilevare la presenza di coronavirus. Nessuna di loro aveva un appuntamento, e molti erano usciti di casa violando le norme previste dalla regione Lombardia per le persone che hanno avuto un contatto stretto con un positivo. Nel corso della giornata le persone sarebbero diventate trecento. Altre trecento si sono presentate il lunedì successivo, e duecentottanta nel martedì seguente, per un totale di quasi mille persone – in un solo ospedale, e nel giro di pochi giorni – sfuggite ai percorsi stabiliti dalle autorità sanitarie. Diverse di queste persone cercavano probabilmente di affrettare i tempi per ottenere un tampone – cioè il cosiddetto test molecolare, ancora oggi il più affidabile per individuare il coronavirus – e togliersi così il dubbio di essere stati contagiati. Altre erano probabilmente spaventate, confuse o esasperate dalla trafila necessaria per sottoporsi al test da un paio di settimane, cioè da quando i numeri della pandemia hanno iniziato a peggiorare sensibilmente.
Le vie del tampone sono infinite. Esistono decine di modi diversi per accedere al test molecolare del coronavirus, ma spesso si rimane appesi alla sensibilità e all'efficienza di altre persone: ed è un problema.
Fiat Chrysler Automobile (FCA) ha annunciato che entro fine anno fornirà alcune migliaia di automobili a Waymo, la società di Alphabet che si occupa della progettazione e dello sviluppo delle auto che si guidano da sole. Le due aziende non hanno fornito molti altri dettagli sui termini dell’accordo, che prevede comunque una consistente fornitura di minivan Chrysler Pacifica. La versione ibrida di questi veicoli viene venduta a un prezzo intorno ai 40mila dollari, quindi considerato che si parla di “migliaia” di automobili, il patto potrebbe essere da svariate decine di milioni di dollari. Waymo utilizza già da un paio di anni circa 600 minivan di FCA per sperimentare i suoi sistemi di guida automatica, compreso il recente programma pilota avviato in Arizona. L’accordo non prevede un’esclusiva, ma le due aziende sembrano avere trovato un buon equilibrio ed essere soddisfatte della loro collaborazione. Il CEO di FCA, Sergio Marchionne, ha scritto nel comunicato che: “La nostra partnership con Waymo continua a crescere e a rafforzarsi; questo è solo l’ultimo dei segni che indicano il nostro impegno in campo tecnologico”. Finora le Pacifica sono state testate in almeno 25 città negli Stati Uniti, per lo più in California, con progetti su piccola scala o più ambiziosi come quello di Phoenix, dove sono iniziati i test con volontari. I piani di Waymo non sono ancora completamente chiari: da un lato l’azienda mira a produrre tecnologie da vendere poi in licenza ai tradizionali produttori di automobili, dall’altro è impegnata in progetti per offrire servizi di trasporto automatico nelle grandi città.
FCA venderà migliaia di automobili a Waymo, la società delle auto che si guidano da sole.
La barca a vela Alex della rete di associazioni Mediterranea è bloccata da giovedì nei pressi delle acque territoriali italiane con a bordo decine di migranti soccorsi al largo della Libia. La situazione si è parzialmente sbloccata nel pomeriggio di oggi: 13 persone – donne, bambini e loro intere famiglie – sono state trasferite sulle imbarcazioni della Guardia Costiera e sono partite verso Malta. Altre 41 persone rimaste a bordo dovrebbero fare la stessa cosa – i governi di Italia e Malta hanno annunciato un accordo – ma alle 18 di venerdì le navi italiane non avevano ancora raggiunto la barca Alex. Ecco la Alex #Mediterranea, bloccata in acqua internazionali per tutto il giorno sotto il sole a picco.
I migranti soccorsi da una barca a vela. La piccola nave Alex dell'organizzazione Mediterranea ha salvato 54 persone al largo della Libia: alcune sono in viaggio verso Malta, le altre aspettano ancora a bordo.
Questa mattina circa quindici agenti della Guardia di Finanza hanno avviato una serie di controlli presso il Consiglio regionale del Piemonte. L’operazione ha l’obiettivo di verificare come sono utilizzati i fondi concessi dalla Regione ai gruppi consiliari e come funziona il meccanismo dei rimborsi, e delle autocertificazioni. Nei giorni scorsi la procura di Torino aveva avviato un’indagine conoscitiva sui conti del Consiglio regionale. I controlli servono per verificare se ci siano inesattezze nei resoconti di spesa dei singoli consiglieri, soprattutto per quanto riguarda le missioni e le trasferte. In questo caso i consiglieri ricevono rimborsi chilometrici. Il capogruppo consiliare del Partito Democratico in Piemonte, Aldo Reschigna, ha spiegato che l’arrivo della Finanza è un «passaggio scontato e inevitabile, vista l’apertura del fascicolo» da parte della Procura. I finanzieri hanno per ora controllato gli uffici consiliari in Regione di Popolo della Libertà e Partito Democratico. Ai responsabili dei gruppi avrebbero anche chiesto di produrre altri documenti entro i prossimi giorni.
L’inchiesta alla Regione Piemonte. La Finanza ha fatto controlli al consiglio regionale dopo che la Procura ha avviato un'indagine sui rimborsi spese: la Regione ha pubblicato tutti i dati relativi.
Per festeggiare i 30 anni della piramide del Louvre di Parigi, ufficialmente inaugurata il 29 marzo del 1989, l’artista francese JR ha realizzato un’enorme installazione servendosi di 2.000 strisce di carta e dell’aiuto di oltre 400 volontari, che per tre giorni le hanno incollate tutto intorno alla piramide. Ne è uscita un’illusione ottica che, se osservata dall’alto, dà l’impressione che il Louvre stia sprofondando in un abisso.
La piramide del Louvre sembra sprofondata, grazie a questa installazione. L'ha realizzata l'artista francese JR per festeggiare i 30 anni dell'opera.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 5.193 casi positivi da coronavirus e 57 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 4.664 (48 in meno di ieri), di cui 547 nei reparti di terapia intensiva (1 La storia di uno dei delitti più noti e violenti degli anni Settanta, al centro del film tratto da “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati
Perché Arpisella era intercettato. Gli inquirenti controllavano le telefonate del portavoce di Emma Marcegaglia per via di un'indagine sullo smaltimento dei rifiuti, spiega il Corriere.
Nei giorni scorsi l’attore Hugh Grant è andato a fare un po’ di campagna elettorale porta a porta per la candidata liberaldemocratica Luciana Berger in vista delle elezioni britanniche del prossimo 12 dicembre: chi è fan di Love Actually (la commedia romantica natalizia in cui Grant interpreta il primo ministro britannico) non potrà fare a meno di pensarci trovandolo in questa foto. Rimanendo sempre in tema di elezioni britanniche, tra le persone che valeva la pena fotografare c’è anche Jeremy Corbyn che indossa una giacca con un dettaglio che potrebbe sfuggirvi: al posto delle tradizionali righe da gessato ha la scritta “For the many not the few”, il principale slogan del partito laburista da quando ne è lui alla guida. Poi Giorgio Armani e Julia Roberts, il cast di Piccole Donne, David Beckham con un completo diciamo non esattamente sobrio e Melania Trump all’accensione dell’albero di Natale a Washington. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Il cast di "Piccole Donne", Hugh Grant che fa campagna elettorale, Giorgio Armani e Julia Roberts, tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana.
Lo scorso 10 gennaio è fallito il tentativo di riportare a terra un razzo di SpaceX che era stato utilizzato per trasportare una capsula da trasporto sulla Stazione Spaziale Internazionale: il razzo era un Falcon 9. SpaceX è una società spaziale privata statunitense, il cui fondatore e amministratore delegato è Elon Musk, famoso anche per essere stato cofondatore di PayPal, il popolare servizio di pagamenti online. Il Falcon 9 è un modello di razzo sviluppato da SpaceX per essere quasi completamente riutilizzabile. Sabato 10 gennaio il tentativo di fare atterrare il razzo su una piattaforma nell’Oceano Atlantico – normalmente i razzi vengono lasciati cadere nel mare – è andato male, e il razzo è esploso. SpaceX ha diffuso venerdì 16 gennaio un Vine dell’incidente.
Il video dell’esplosione del razzo di SpaceX. Le immagini notevoli di un atterraggio andato male su una piattaforma nell'Oceano (si parla comunque di un gran risultato).
Sta per iniziare uno dei due momenti dell’anno più importanti per la moda italiana, quando dal 20 al 26 febbraio le aziende italiane presenteranno alla settimana della moda di Milano le collezioni per l’autunno/inverno 2018-2019. Ci saranno 64 sfilate per un totale di 156 collezioni, che saranno vagliate da esperti, giornalisti e compratori internazionali. Questo periodo è quindi anche una buona occasione per capire come va economicamente la moda italiana, e quali sono le aziende che fatturano di più. Secondo i dati raccolti dalla Camera nazionale della moda italiana (CNMI) gli ultimi due anni sono stati positivi, con un aumento di fatturato iniziato nel 2016: in quell’anno i ricavi complessivi della moda (tessile, pelletterie, abbigliamento e calzature) sono stati di 63 miliardi di euro; se si considerano anche i settori collegati, come la gioielleria, la bigiotteria, la cosmesi e gli occhiali, si arriva a 84 miliardi di euro. I dati del 2017 non sono definitivi, ma secondo le stime della CNMI le vendite della sola moda saranno di 65 miliardi di euro. Nel 2016 le vendite all’estero hanno coperto 48 miliardi di euro, diventati 50 nel 2017, soprattutto grazie all’aumento di esportazioni, in particolare tra i paesi extra-europei, in Russia (+12,8 per cento), in Cina (+13,5 per cento) e in Corea del Sud (+12,8 per cento); sono invece leggermente calate in Giappone (-0,3 per cento) e negli Stati Uniti (-1,3 per cento). Le imprese italiane che si occupano di moda sono circa 60mila, 67 mila tenendo conto dei settori collegati, e impiegano quasi 570 mila persone.
Le 10 aziende di moda italiane più grandi. Molte sono storiche, altre di lusso, e poi ci sono alcune catene più accessibili: provate a dirle voi.
Nicolas Jandrian è un regista, direttore creativo, graphic designer e fotografo che vive a Los Angeles. Uno dei suoi ultimi progetti si intitola “Shanghai Night”: si tratta di una serie fotografie scattate di notte a Shanghai, in Cina, per mostrare i contrasti tra la luce delle strade principali, con i ristoranti, i grattacieli, i negozi, e il buio delle strade di periferia e dei quartieri meno commerciali, con i vicoli che sembrano abbandonati, fatiscenti e avvolti nella nebbia. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Shanghai di notte. Il contrasto tra la luce dei quartieri commerciali e il buio e la nebbia delle strade più periferiche, fotografato da Nicolas Jandrian.
Google+, il social network del motore di ricerca, è online da 42 giorni e si stima abbia superato i 25 milioni di iscritti mantenendo buoni ritmi di crescita. Il social network ha anche raccolto numerose recensioni positive e ora ci si chiede come farà Google a mantenere alta l’attenzione sul nuovo prodotto, inducendo un maggior numero di persone a iscriversi e a sperimentare le sue funzionalità, rubando magari un po’ di utenti e di traffico a Facebook e a Twitter. Le funzioni offerte da Google+ sono simili a quelle degli altri social network, ma alcune sono state fino a ora trascurate o rese poco evidenti. Partendo da questo presupposto, quelli di Mashable hanno messo insieme dieci suggerimenti per usare Google+, idee che proseguono idealmente le dieci dritte che vi avevamo dato un mese fa per iniziare a prendere dimestichezza con il social network.
Dieci nuove dritte su Google+. Come tenere d'occhio chi si iscrive, taggare le fotografie, fare videochat in alta definizione e far sapere che cosa ti piace.
È iniziato dicembre, e questo vuol dire che pian piano i siti saranno infestati da liste di fine anno: tanto vale cominciare in anticipo, per diluire un po’. Queste sono le serie scelte dai critici televisivi del New York Times, e quindi di una certa autorevolezza, in mezzo alla marea di elenchi che vi passeranno davanti nelle prossime settimane. James Poniewozik, il capo dei critici televisivi, ha scelto le migliori serie dell’anno in generale; Mike Hale ha scelto le migliori serie non americane; e Margaret Lyons ha scelto le migliori che sono iniziate quest’anno. Alcune tornano più volte, e quindi qualcosa vorrà dire, e la maggior parte sono distribuite anche in Italia, sulle varie piattaforme.
Le migliori serie tv del 2018, secondo il New York Times. Divise tra le migliori in assoluto, le migliori non americane e le migliori iniziate quest'anno.
Mercoledì 19 marzo il canale YouTube di Sony Pictures Italia ha pubblicato il trailer italiano di The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro, il secondo episodio della saga cinematografica tratta dal celebre personaggio a fumetti della Marvel e cominciata nel 2012 (che non c’entra con la trilogia diretta da Sam Raimi tra il 2002 e il 2007). Il regista è Marc Webb e l’Uomo Ragno è interpretato da Andrew Garfield, come per l’episodio precedente. Del cast fanno parte anche Emma Stone, Jamie Foxx, Dane DeHaan e Paul Giamatti. Il film uscirà in Italia il 23 aprile.
Il nuovo trailer italiano di “The Amazing Spider-Man 2”. Uscirà in Italia il 23 aprile: è il sequel del film del 2012 con Andrew Garfield nel ruolo dell'Uomo Ragno.
Ieri alla Camera dei Deputati lo scrittore Antonio Pennacchi ha presentato una lista per le amministrative che si chiama “Pennacchi per Latina – Futuro e Libertà”. Pennacchi aveva proposto alle forze politiche della sua città di fare una “grande coalizione” dai finiani alla sinistra per sconfiggere la destra che storicamente governa il comune laziale. La proposta non è stata accolta ma Pennacchi ha deciso di mettere comunque il suo nome sulla lista di Futuro e Libertà, il cui capolista è Fabio Granata. Pennacchi comunque non è candidato né a sindaco né a consigliere comunale.
Fasciocomunisti. La conferenza stampa-show di Antonio Pennacchi alla presentazione della sua lista con Futuro e Libertà a Latina.
Il 3 febbraio del 2019 si è svolta la 53ª edizione del SuperBowl, la finale del campionato di football americano, la cui diretta televisiva è stata seguita da più di 98 milioni di spettatori negli Stati Uniti. Come ogni anno, le aziende di tutto il mondo si sono contese gli ambitissimi spazi pubblicitari dei vari momenti di pausa della partita e tra le pubblicità che sono state trasmesse ce n’è stata una di cui si parla ancora a distanza di mesi. La pubblicità è stata realizzata dalla multinazionale Anheuser-Busch InBev, produttrice della birra Budweiser, per promuovere la birra Bud Light, una versione più leggera della classica lager. La pubblicità è ambientata in una sorta di Medioevo, dove a ogni marchio di birra è associato un castello. Un giorno nel castello di Budweiser arriva un carico di sciroppo di mais ma il signore del castello specifica che la Bud Light non è prodotta con quell’ingrediente, a differenza delle birra Miller Lite e Coors Light, e che quindi quel carico deve essere arrivato per errore. Così i cavalieri di Budweiser vanno prima al castello di Miller e poi a quello di Coors per consegnare a loro il barile. La pubblicità termina con lo slogan “Bud Light, realizzata senza sciroppo di mais”.
Budweiser e MillerCoors litigano da mesi per lo sciroppo di mais. Tutto è cominciato con una pubblicità trasmessa durante il SuperBowl, ma ora è diventata una storia di spionaggio industriale.
Lunedì Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, ma anche responsabile del piano operativo per la distribuzione dei vaccini in Italia, è intervenuto in audizione alle commissioni bilancio di Camera e Senato per spiegare le modalità con cui verrà distribuito il vaccino contro il coronavirus in Italia una volta che sarà disponibile. Arcuri ha detto che il piano prevede che ci dovrà essere «un punto di somministrazione e forse di conservazione del vaccino ogni 20-30mila cittadini» e ha ricordato che alcuni vaccini che sono in fase di sperimentazione devono essere «somministrati due volte per ogni individuo». Il commissario ha spiegato che il piano, che è in fase di preparazione, prevede inoltre «il coinvolgimento delle amministrazioni regionali e comunali» e dovrà tenere conto «delle scelte del parlamento sulle categorie che avranno la priorità nella somministrazione», considerando quattro variabili per ogni vaccino: «la temperatura, la modalità distribuzione delle case produttrici, la tipologia di conservazione e la modalità di somministrazione».
Cosa si sa del piano italiano per i vaccini contro il coronavirus. Il commissario Arcuri ha spiegato come avverrà la distribuzione, ma metà delle regioni a quanto pare sono in ritardo.
Aliberti Editore ha pubblicato Club Bilderberg, gli uomini che comandano il mondo di Domenico Moro. In questo estratto Moro ricostruisce la storia del Bilderberg, e la composizione dei suoi organismi dirigenti. ***
La storia del gruppo Bilderberg. L’organizzazione delle élites internazionali nel libro Club Bilderberg.
Toni Morrison – il cui vero nome è Chloe Ardelia Wofford – è una scrittrice ed editor afroamericana molto ammirata, che ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 1993. Il suo romanzo più conosciuto è Amatissima (pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer nel 1996) con cui ha vinto il Premio Pulitzer nel 1983: ha lavorato per quasi vent’anni come editor alla Random House, una delle case editrici più importanti al mondo. Il sito Vulture ha raccontato che lo scorso 2 ottobre alla festa annuale del New Yorker – il famoso settimanale americano -, Morrison ha descritto il modo assai critico in cui legge il New York Times, come se fosse un manoscritto da rivedere: corregge la copia con una matita, cancellando parole e aggiungendo possibili varianti. Morrison ha parlato della manipolazione della lingua e delle parole fatta dai giornali: «Loro non scrivono Il dipartimento del Tesoro, scrivono Obama. La lingua viene manipolata e stravolta in maniera tale che il messaggio sia ricevuto nonostante le parole non siano precise. Mi ricordo quando il New York Times ha cominciato a usare sempre il verbo “provare”. Tal dei tali “prova a”. Nessuno fa più niente». Morrison ha detto che il New York Times non è l’unico a scrivere così: “Conosco la differenza tra la storia come arriva al pubblico e quello che in realtà sta succedendo, e questo vale sia per la stampa che per la televisione”.
Toni Morrison contro il New York Times. Ma non solo il New York Times: che la scrittrice ha raccontato di leggere con la matita per le correzioni.
L’ultimo grande terremoto in Italia – prima di quello che ha colpito il centro Italia nella notte tra il 23 e il 24 agosto – è stato quello dell’Emilia di quattro anni fa. Il 20 e il 29 maggio 2012 parte dell’Emilia-Romagna fu colpita da terremoti che causarono la morte di 28 persone, il ferimento di altre 350 e danni a molti edifici, tra cui abitazioni private, fabbriche, scuole, ospedali e chiese. Migliaia di persone dovettero lasciare le proprie case. L’area colpita rientra nel territorio di molti comuni delle province di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara all’interno della cosiddetta “Bassa”, la zona a nord dei capoluoghi lungo la via Emilia. Anche alcuni comuni in provincia di Mantova, in Lombardia, e di Rovigo, in Veneto, subirono dei danni. La prima grande scossa, quella del 20 maggio, fu di magnitudo 5.9 con epicentro vicino a Finale Emilia, in provincia di Modena; la più forte del 29 maggio fu invece di magnitudo 5.8 con epicentro nei pressi di Medolla e Cavezzo, altri due comuni modenesi. In totale i comuni colpiti in modo considerevole furono 54 in Emilia-Romagna. Nei 33 più colpiti secondo la regione – 7 in provincia di Reggio Emilia, 14 in provincia di Modena, 5 in provincia di Bologna, 7 in provincia di Ferrara – risiedono circa 550mila persone. L’area è densamente popolata (ci abita più di un milione di persone) e molto industrializzata: vi si produce circa il 2 per cento del PIL nazionale. In particolare la zona di Mirandola, in provincia di Modena, è specializzata da anni nel settore biomedicale: ci sono circa un centinaio di aziende del settore, di varie dimensioni, tra cui anche sei multinazionali.
La situazione in Emilia, quattro anni dopo. A che punto è la ricostruzione degli edifici danneggiati dal terremoto del 2012 che colpì le province di Modena, Ferrara, Reggio Emilia e Bologna.
Il prossimo 12 dicembre sarà il 150esimo anniversario della nascita di Edvard Munch, uno dei maggiori vanti della cultura e della storia della Norvegia. Tra le mostre previste in tutto il mondo in occasione della ricorrenza c’è anche quella che si tiene dal 6 novembre 2013 al 27 aprile 2014 al Palazzo Ducale di Genova. La mostra di Genova espone 80 opere di Munch divise in 8 sezioni, dedicate, tra le altre, ai suoi lavori giovanili, agli autoritratti, al simbolismo e ai ritratti delle donne della sua famiglia (le opere sono oli, tempere, pastelli, litografie, xilografie). Tra le opere esposte ci sono anche due serigrafie dell'”Urlo”, il dipinto più famoso di Munch, che quest’anno compie 120 anni (un po’ di cose sull’Urlo di Munch si possono leggere qui). La mostra espone anche 6 opere realizzate da Andy Warhol e ispirate a Munch. Come hanno spiegato gli stessi organizzatori, non è stato semplice mettere insieme una mostra con le opere di Munch, perché queste sono conservate nella quasi totalità in pochissimi musei norvegesi o appartengono a un numero molto ristretto di collezionisti, che se ne privano con molta difficoltà. La mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE; è curata da Marc Restellini, tra le altre cose direttore della Pinacoteca di Parigi. Restellini, che già nel 2010 si era occupato della mostra parigina Edvard Munch ou l’Anti-Cri, ha descritto così Munch:
Edvard Munch a Genova. Le foto della mostra che espone 80 opere dell'artista norvegese nato 150 anni fa, che ha aperto il 6 novembre.
Nelle ultime due settimane sui media italiani si è parlato molto di come alcune mascherine FFP2 con certificazione di conformità europea CE, quella che dovrebbe garantire l’efficacia dei dispositivi medici e per la protezione individuale, non rispetterebbero i criteri della classificazione FFP2 e non proteggerebbero le persone come ci si sarebbe aspettato. I dubbi sull’efficacia di alcune mascherine, in particolare quelle con marchio CE2163, sono nati da una denuncia anonima e sono stati molto ripresi sui giornali e in televisione, specie dopo che mascherine con quel marchio erano state distribuite dalla Rai durante il Festival di Sanremo. Le polemiche hanno coinvolto alcune aziende italiane e internazionali, ma per ora non hanno generato provvedimenti ufficiali né da parte delle autorità europee né da quelle italiane, anche se secondo i giornali italiani sono in corso delle indagini e non è escluso che potranno essere emessi provvedimenti in futuro.
La storia delle presunte mascherine contraffatte, dall’inizio. Negli ultimi giorni si è parlato molto di codici CE e di certificati falsificati: è una vicenda complicata, e non ci sono molte certezze.
Il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, è stato intervistato per un’ora online da Gianni Riotta, Matteo Bordone, Massimo Razzi, Francesco Cundari, Filippo Sensi (più noto in rete come Nomfup), Tonia Mastrobuoni. L’intervista è stata organizzata e trasmessa online in streaming da Youdem, e moderata dal direttore Chiara Geloni.
Bersani intervistato online. Il video del segretario del PD che risponde alle domande di Matteo Bordone, Gianni Riotta e Filippo Sensi (cioè Nomfup), tra gli altri.
In Canada moltissime persone si lamentano del fatto che il burro non si scioglie più a temperatura ambiente, ma ha bisogno di temperature più alte. Le tantissime segnalazioni sui social network hanno creato un dibattito che ha coinvolto giornalisti ed esperti alimentari, ma le ragioni non sono ancora chiare. Secondo qualcuno la causa sarebbe l’aumento di olio di palma nel mangime per le mucche da latte. Il cosiddetto “buttergate” – lo scandalo del burro – è iniziato il 5 febbraio con un tweet dell’autrice canadese di libri di cucina Julie Van Rosendaal: «c’è qualcosa di strano nel nostro burro e scoprirò cosa. Avete notato che non si scioglie più a temperatura ambiente? Lo trovate acquoso? Gommoso?» Si ritrovò con più di 200 tweet di risposte che confermavano i suoi dubbi: il burro non era più morbido, spalmabile e burroso come prima.
In Canada il burro non si scioglie come dovrebbe. Nel paese è in corso un piccolo “buttergate”, e sembra c'entri l'olio di palma e l'aumento della domanda durante la pandemia.
Clarabelle Rodriguez voleva un nuovo paio di occhiali da sole, così lo scorso luglio decise di acquistarne uno di marca su internet risparmiando se possibile qualche soldo, senza immaginare che la sua storia avrebbe indotto il più grande motore di ricerca del mondo a cambiare in parte il proprio funzionamento. Clarabelle inserì nel campo di ricerca di Google la sua marca preferita di occhiali da sole e, nella pagina dei risultati, trovò nella prima posizione dopo i link sponsorizzati un sito web per l’ecommerce chiamato DecorMyEyes.com. Lo store sembrava affidabile e i prezzi erano vantaggiosi, tanto da convincere Rodriguez a comprare anche delle lenti a contatto oltre agli occhiali per una cifra complessiva pari a 361,97 dollari. Ma il giorno dopo iniziarono i guai. Un certo Tony Russo della società la contattò al telefono per avvisarla che la marca di lenti a contatto che aveva richiesto non era più disponibile e che avrebbe dovuto scegliere un altro marchio. «Gli dissi che non volevo un’altra marca – spiegò poi Clarabelle al New York Times – e chiesi un rimborso. Tony divenne scortese, decisamente odioso. “Che problema sarà mai? Scelga un’altra marca!”» Quando alcuni giorni dopo arrivò l’ordine, Clarabelle scoprì che gli occhiali inviati dal sito di ecommerce erano contraffatti e che le erano stati addebitati sulla carta di credito 487 dollari, dunque una spesa aggiuntiva di 125 dollari.
La pubblicità negativa su internet aiuta il business. La truffa online che ha costretto Google a cambiare gli algoritmi.
Daniel Terna è un fotografo di Brooklyn, negli Stati Uniti, che nel 2007 ha trascorso sei mesi in Israele. Gli elementi che lo hanno colpito di più nell’architettura del paese, ha raccontato in un’intervista a Slate, sono i rifugi antimissile. È dal 1951, praticamente dalla nascita dello stato di Israele, che in tutto il paese ogni costruzione deve essere dotata per legge di un rifugio a prova di bomba. Durante la sua visita, Terna ha scoperto che questi rifugi sono spesso lasciati aperti, in modo che possano essere utilizzati da chiunque in caso di attacco improvviso. Grazie a questo fatto, Terna ha potuto visitarne e fotografarne parecchi, da quelli costruiti vicino a un parco giochi, con pareti dipinte con personaggi dei cartoni animati, a quelli che contengono un intero studio per dentisti. Sono luoghi silenziosi e deserti, ha spiegato il fotografo, dove non filtrano i rumori dell’esterno e l’unica cosa che si può sentire è il ronzio delle luci al neon. Paradossalmente, ha raccontato, nonostante i rifugi siano costruiti per la guerra «sono i posti più pacifici che ho visto in Israele». Con queste foto, Terna ha realizzato un progetto fotografico che sarà in mostra a New York e poi a Los Angeles. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I rifugi israeliani, visti da vicino. Daniel Terna ha fotografo i rifugi sotterranei costruiti in Israele per proteggere la popolazione da bombe e missili (sono «i posti più tranquilli» del paese, ha raccontato).
Claudio Giunta, storico e insegnante di letteratura e versatile autore di saggi su soggetti diversi, ha pubblicato un libro intitolato Come non scrivere (Utet) che raccoglie e mette in ordine i corsi di “non scrittura” tenuti all’Università di Trento, “nella convinzione che, come dico agli studenti, non si possa insegnare davvero a scrivere ma si possa almeno dire cosa è meglio non fare quando si scrive”. Questo è uno dei capitoli iniziali, dedicato a una delle più diffuse inclinazioni alla cattiva scrittura e alle antiche responsabilità della scuola nel suo perpetuarsi. *****
Come non scrivere. Impariamo a scrivere "scendere" invece di "discendere", "arrivare" invece di "giungere", "andare" invece di "recarsi": la guida di Claudio Giunta.
Mercoledì 18 marzo si è tenuta alla Torre di Londra la prima della quinta stagione di Game of Thrones (Trono di Spade in Italia), la popolare serie tv trasmessa da HBO e ispirata alla saga scritta da George R.R. Martin. All’evento hanno partecipato molti attori del cast, tra cui Charles Dance (Tywin Lannister), Kit Harington (Jon Snow), Sophie Turner (Sansa Stark), Gwendoline Christie (Brienne di Tarth), e Nikolaj Coster-Waldau (Jaime Lannister), oltre ad alcuni che compariranno dalla quinta stagione, come Nell Tiger Free, che interpreterà Myrcella Baratheon, e Jonathan Pryce, che sarà High Sparrow. La quinta stagione della serie sarà trasmessa negli Stati Uniti dal 12 aprile; in Italia la si potrà seguire in contemporanea su Sky Atlantic HD. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La presentazione della quinta stagione di Game of Thrones – Foto. Si è tenuta alla Torre di Londra: c'erano tra gli altri Sophie Turner, Kit Harington, e Nikolaj Coster-Waldau (cioè Sansa Stark, Jon Snow e Jaime Lannister).
Cinquant’anni fa, nel 1964, quando non erano ancora all’apice della loro popolarità ma ci stavano arrivando, i Beatles pubblicarono il loro terzo disco, “A Hard Day’s Night”: faceva da colonna sonora a un omonimo film distribuito nell’estate del 1964 (in Italia con il titolo Tutti per uno), che racconta il successo del gruppo fin dalle sue prime esibizioni dal vivo. Gran parte delle cose per cui i Beatles divennero una leggenda doveva ancora avvenire; ma come qualsiasi cosa fatta dai Beatles, anche “A Hard Day’s Night” fu nei decenni seguenti oggetto di numerose pubblicazioni. L’attenzione dei fan, e in particolare dei musicisti appassionati alle cose del gruppo, si è per anni concentrata soprattutto intorno ai primi tre secondi della canzone di apertura del disco, l’omonima A Hard Day’s Night. È una delle canzoni dei Beatles più popolari e più suonate di sempre, sia da grandi musicisti che da strimpellatori da spiaggia di mezzo mondo, e si apre con un accordo comunemente definito “stridente”. Quelli che si trovano a scriverne, per farsi intendere, lo descrivono con espressioni tipo “clang” (in inglese: suono metallico) o onomatopee originali tipo “Chaaaaaang!” o “UAAAM!”.
L’accordo misterioso dei Beatles. Quello stridente con cui inizia “A Hard Day's Night”, avete presente? Per anni nessuno riuscì a capire che note fossero e riprodurlo, tra musicisti e anche matematici.
I sindacati dei lavoratori dei trasporti Filt Cgil, Uiltrasporti, Sla Cisal e Ugl Viabilità e Logistica hanno proclamato uno sciopero nazionale per il 9 e 10 agosto del personale delle autostrade. Domenica 9 lo scioperò riguarderà gli addetti alla riscossione dei pedaggi ai caselli (dalle 2 alle 6, dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22), mentre lunedì 9 si fermerà il personale tecnico amministrativo, secondo quanto riferiscono i sindacati, «nelle ultime 4 ore del proprio turno». Lo sciopero è stato proclamato «a seguito delle relazioni sindacali critiche ed in alcuni casi addirittura inesistenti con le associazioni datoriali Fise Acap e Federreti e con le dirigenze aziendali dei concessionari, che rischiano di mettere a repentaglio la tenuta del contratto nazionale».
Il 9 e il 10 agosto ci sarà uno sciopero dei lavoratori delle autostrade.
La sottrazione e pubblicazione delle fotografie private di diverse attrici, per lo più statunitensi come Jennifer Lawrence, in cui compaiono nude o mentre fanno sesso, ha dato nuovi elementi al dibattito che dura da anni sull’effettiva possibilità per ogni persona che utilizza Internet di proteggere efficacemente la propria privacy. A quanto pare, le foto rubate sono state ottenute entrando illecitamente in alcuni account dei servizi per salvare i propri file online, come iCloud di Apple, e averli a disposizione su più dispositivi connessi alla rete. Non è ancora chiaro se la violazione degli account sia stata resa possibile grazie ad alcune falle – Apple ha detto di non averne trovato indizi – o per insufficiente protezione degli account da parte delle persone interessate. Il caso delle foto rubate ha costituito comunque una conferma, per certi un’epifania, del fatto che insieme alla comodità e alle grandi opportunità offerte, l’uso i servizi “cloud” (quelli che offrono il salvataggio di file su computer esterni accessibili via internet) comporta qualche rischio del quale è meglio essere consapevoli. La vicenda ha dimostrato, per esempio, che non tutti sanno dove vadano a finire le loro foto poco dopo essere state scattate sui loro smartphone e che in molti non sono consapevoli della funzione per caricarle automaticamente online. La scarsa conoscenza non è dovuta solo alla disattenzione degli utenti, ma in molti casi alla scarsa trasparenza di chi gestisce i servizi cloud, che non dà informazioni complete sul loro funzionamento e imposta come predefinite alcune opzioni, senza avvisi chiari per chi li utilizza.
Come non mettere le proprie foto su iCloud. E su tutti gli altri servizi del genere, se vi siete spaventati: sugli apparecchi Apple, Android o Windows.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
La vita di un operaio albanese risarcita meno. Il tribunale di Torino ha ritenuto che le cifre per le famiglie vadano adeguate al costo della vita locale.
Quando Ben Kingsley diventò Ben Kingsley aveva già trentacinque anni: fu in quel periodo che cambiò il suo nome – alla nascita era Krishna Pandit Bhanji – pensando che la sua professione di attore sarebbe stata più facile. Ma quando Ben Kingsley diventò Ben Kingsley per il mondo, di anni ne aveva quasi cinquanta: la sua carriera è stata infatti assai particolare, a rivederla oggi che compie settant’anni, col cinema arrivato molto tardi, ma quando è arrivato è arrivato col botto. Ben Kingsley è nato in Inghilterra, nello Yorkshire, il 31 dicembre 1943. I suoi avevano genealogie assai ricche e internazionali, e il suo nome ha a che fare con la famiglia di suo padre, tra Zanzibar e l’India. È cresciuto a Manchester e ha cominciato presto a recitare in teatro, con discreto successo, continuando a farlo fino a quasi cinquant’anni, con un paio di occasioni minori in tv e al cinema. Poi, nel 1982, fu scelto da Richard Attenborough per la parte principale dell’ambiziosa ed epica biografia di Gandhi al cinema – il film si chiama Gandhi, appunto – che ebbe un enorme successo e gli cambiò la vita, a cominciare dall’Oscar che ottenne per quel ruolo: oltre a far chiedere a tutti, allora, dove fosse stato fino a quel momento Ben Kingsley. La sua bravura, il personaggio di Gandhi, la sua formazione teatrale, l’età e la faccia di quello che la sa lunga, lo hanno reso da allora immediatamente ammirato e legato a personaggi acuti e saggi – spesso comprimari del protagonista – per quanto sia poi riuscito a frequentare anche ruoli più leggeri.
Ben Kingsley ha 70 anni. Ma ha cominciato tardi a essere Ben Kingsley per tutti noi, quindi è come se ne avesse 50.
Domenica 4 luglio il governo della Cina ha imposto all’azienda privata cinese Didi Global Inc. di rimuovere la propria app dagli store di applicazioni, a causa di alcuni problemi legati al modo in cui raccoglie i dati personali degli utenti. La società – che controlla il più grande servizio nel paese di automobili con autista, simile a Uber – aveva quotato in borsa una propria controllata negli Stati Uniti appena la settimana scorsa, ed è l’ultima delle grandi aziende tecnologiche cinesi a essere finita sotto l’attenzione dell’Agenzia per il cyberspazio della Cina, che effettua uno stretto controllo delle attività su Internet da parte delle aziende e dei singoli utenti in generale. Le autorità cinesi non hanno per ora fornito molti altri dettagli sui motivi che hanno portato alle nuove forti limitazioni per Didi, che può comunque continuare a fornire i propri servizi a circa 380 milioni di persone già iscritte in Cina. Nei giorni scorsi l’Agenzia aveva inoltre imposto all’azienda di sospendere le nuove iscrizioni al proprio servizio, bloccando di fatto le sue possibilità di crescita. La sospensione dagli store per le applicazioni è un ulteriore ostacolo, ma secondo gli analisti non dovrebbe cambiare molto la situazione rispetto a quella che si era venuta a creare alcuni giorni fa con il divieto per le nuove iscrizioni.
Il governo cinese contro Didi. L'app più usata in Cina per prenotare automobili con autista non può più essere scaricata: un nuovo segno delle iniziative per controllare le grandi aziende di Internet nel paese.
Nel 2015 Yahoo ha messo a punto e utilizzato, su richiesta delle agenzie di intelligence statunitensi, un software per ricercare alcuni dati nelle mail in arrivo di tutti i suoi account. La notizia è stata pubblicata da Reuters dopo un’inchiesta del giornalista Joseph Menn, che cita come fonti due ex dipendenti dell’azienda e una terza persona informata dei fatti. Menn scrive che Yahoo ha passato al setaccio centinaia di migliaia di email dei suoi account, non è ancora chiaro se su richiesta dell’FBI o della National Security Agency (NSA), l’agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Le sue fonti non hanno indicato che tipo di informazioni ricercassero le agenzie, se si trattasse per esempio di una frase in una email o di un allegato, e Menn non ha potuto stabilire se Yahoo abbia consegnato alcune informazioni alle agenzie e quante, e se le agenzie d’intelligence abbiano fatto la stessa richiesta ad altre aziende che forniscono account email, come Alphabet, la società che controlla Google, e Microsoft. Ha provato a contattarle ma non ha ricevuto alcun commento. In passato, come rivelato dalle informazioni diffuse da Edward Snowden, le aziende telefoniche e informatiche statunitensi – Google, Microsoft, Yahoo e Facebook, tra le altre – consegnarono alcuni dati sui loro clienti alle agenzie di intelligence, ma finora non si era a conoscenza di un programma e di una direttiva del governo per analizzare in tempo reale i messaggi di tutti gli utenti.
Yahoo ha sorvegliato i suoi utenti. Dal 2015 e su richiesta delle agenzie di intelligence statunitensi, scrive Reuters in un'inchiesta.
Ivan Scalfarotto, vicepresidente del Partito Democratico (e collaboratore del Post), ha organizzato un weekend di riunioni politiche ed eventi pubblici ad Acquapendente (in provincia di Viterbo), che il sito ufficiale presenta così: Changes sarà un’occasione per fare politica guardando alle cose che ci sono da fare nel (e per il) nostro paese con una prospettiva panoramica: tralasciando per una volta l’urgenza del dettaglio e discutendo del quadro nel suo insieme. Parlando del cambiamento come metodo e anche delle cose da cambiare. Una conversazione intorno al fuoco di cui ciascuno e tutti siano i protagonisti. Un luogo di riflessione e di discussione per mettere insieme idee, proposte e materiali per incoraggiare gli italiani a mettersi in gioco. E l’Italia, a credere di più in se stessa.
Changes, la festa del cambiamento. È cominciata la diretta sul Post degli eventi del convegno di Acquapendente organizzato da Ivan Scalfarotto.
Vi è mai capitato di usare il vostro smartphone da sdraiati a pancia in su, perdere la presa e farvi cadere il telefono in faccia? Potete ammetterlo, succede a molti. Forse è una delle ragioni – insieme alle aumentate dimensioni dei telefoni – per cui negli ultimi anni si sono diffusi alcuni accessori per smartphone che servono a impugnarli meglio: sono pomelli ripiegabili, anelli o elastici da attaccare sul retro del proprio smartphone o della sua cover. Vincendo il pregiudizio secondo cui sarebbero oggetti goffi, poco belli da vedere e quindi un po’ sfigati, una redattrice del Post ne ha provati due per capire se siano davvero utili e capire come sceglierne uno tra i tanti tipi esistenti. PopSocket La prima impugnatura che ha provato è PopSocket, un pomello telescopico da attaccare sul retro dello smartphone, che inizialmente era stato ideato per avvolgere il cavo delle cuffie. “Telescopico” nel senso che mentre si tiene il telefono in tasca lo si schiaccia in modo da non ingombrare, o meglio da ingombrare poco: come le altre impugnature, il PopSocket impedisce al telefono a cui è attaccato di poggiare direttamente su un piano, ma questo non per forza è uno svantaggio, dato che ripiegandolo solo parzialmente può fare anche da leggio.
Abbiamo provato due cosi per impugnare il telefono. E non rischiare di farlo cadere, per terra o sulla nostra faccia mentre leggiamo sdraiati.
La regina Elisabetta II è arrivata poco dopo mezzogiorno all’aeroporto Ciampino di Roma, assieme al marito Filippo, duca di Edimburgo. La Regina, che non visitava l’Italia da 14 anni, è stata ricevuta al Quirinale dal presidente Giorgio Napolitano verso le 13, mentre alle 15.30 si è incontrata con papa Francesco in Vaticano. Per la Regina è la quarta visita a Roma (la prima fu nel 1962) e uno dei due viaggi all’estero in programma nel 2014 (l’altro sarà in Francia, in occasione del D-Day). Nonostante le necessarie misure di sicurezza adottate, la mobilitazione delle forze dell’ordine a Roma è stata molto inferiore rispetto a quella predisposta la scorsa settimana per la visita ufficiale del presidente statunitense Barack Obama. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto della regina Elisabetta in Italia. È stata ricevuta dal presidente Napolitano al Quirinale, e poi da papa Francesco in Vaticano.
È morto a 92 anni lo scrittore e giornalista francese Jean d’Ormesson: ha avuto una crisi cardiaca nella notte tra lunedì 4 e martedì 5 dicembre. Lo ha dichiarato la sua famiglia all’agenzia di stampa Agence France Presse. Jean d’O, come era conosciuto, tra le altre cose è stato alto funzionario della commissione culturale dell’Unesco, membro dal 1973 dell’Académie français e direttore del quotidiano conservatore Le Figaro. Nel 2015 la sua opera è entrata nella prestigiosa Bibliothèque de la Pléiade, edita da Gallimard. Tra i suoi libri più famosi ci sono: La gloria dell’Impero, A Dio piacendo e Il romanzo dell’ebreo errante.
È morto a 92 anni lo scrittore e giornalista francese Jean d’Ormesson.
Sedici persone sono morte in Sardegna a causa del ciclone che lunedì ha portato sull’isola piogge copiose e venti molto forti. Le province maggiormente interessate sono quelle di Olbia-Tempio, Nuoro e di Oristano, dove si sono verificate le esondazioni di diversi fiumi e torrenti, con conseguenti inondazioni di paesi e città. Le persone evacuate dalle loro case sono oltre 2700. Il governo ha annunciato lo stanziamento di 20 milioni di euro per gestire l’emergenza e ci sono centinaia di volontari e di persone delle forze dell’ordine al lavoro per dare soccorso e riparo agli sfollati. Il primo ministro Enrico Letta ha detto che per la ricostruzione non ci saranno i vincoli del Patto di Stabilità. Centinaia di abitazioni sono rimaste per ore senza corrente elettrica e in alcuni casi isolate a causa dei danni alla rete stradale. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto dell’alluvione in Sardegna. Soprattutto di Olbia, una delle zone messe peggio dopo gli allagamenti e le frane che hanno causato la morte di 16 persone.
A partire dal 9 maggio fino al 22 novembre 2015 ai Giardini della Biennale e all’Arsenale di Venezia sarà aperta al pubblico la 56esima Esposizione Internazionale d’Arte organizzata dalla Biennale di Venezia, uno degli eventi più importanti per il mondo artistico internazionale: l’edizione di quest’anno si intitola All the World’s Futures ed è stata curata dal critico d’arte e scrittore nigeriano Okwui Enwezor, direttore della Haus der Kunst di Monaco di Baviera. All the World’s Futures formerà un unico percorso espositivo che si articolerà dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale, con 136 artisti esposti dei quali 89 presenti per la prima volta, provenienti da 53 paesi. Cinque paesi sono presenti per la prima volta con un loro padiglione: Grenada, Mauritius, Mongolia, Repubblica del Mozambico e Repubblica delle Seychelles, mentre partecipa per la seconda volta il Vaticano, con una mostra che verrà allestita nelle Sale d’Armi, uno spazio restaurato per diventare sede espositiva permanente della Biennale. Il Padiglione dedicato all’Italia, all’Arsenale, si intitola Codice Italia, è stato curato da Vincenzo Trione e presenta quindici artisti tra cui Jannis Kounellis, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Paolo Gioli, Aldo Tambellini, Alis/Filliol, Francesco Barocco, Nicola Samorì e Vanessa Beecroft.
Foto dalla Biennale di Venezia. Le opere e le installazioni esposte durante uno degli eventi artistici più importanti del mondo, aperto al pubblico dal 9 maggio fino al 22 novembre 2015.
Dal 9 settembre al 7 dicembre la linea B della metropolitana di Roma chiuderà alle 21 tutti i giorni e per cinque weekend tra settembre e ottobre, nel tratto che va da Laurentina a Castro Pretorio. Il motivo è la prosecuzione dei complicati lavori della metro C, in particolare della tratta tra San Giovanni e Fori Imperiali, al termine dei quali sarà possibile lo scambio tra metro C e metro B a Colosseo. Alle 21 partirà l’ultimo treno che va da capolinea a capolinea, mentre da quell’orario in poi rimarrà regolare solo il servizio tra Castro Pretorio e Rebibbia e tra Castro Pretorio e Jonio; i weekend di chiusura, sempre tra Castro Pretorio e Laurentina, saranno gli ultimi due di settembre, i primi due di ottobre e quello del 26-27 ottobre. Durante queste chiusure il servizio sarà sostituito dalle linee bus MB, le quali percorreranno lo stesso tragitto della metro.
La metro B di Roma cambierà orari dal 9 settembre al 7 dicembre, e chiuderà parzialmente per cinque weekend.
Aggiornamento delle 11,28. Cristina Di Censo, giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, ha disposto il giudizio immediato nei confronti di Silvio Berlusconi per i reati di concussione e prostituzione minorile. Il processo inizierà il 6 aprile davanti ai giudici della quarta sezione penale, tre donne: Carmen D’Elia, Orsola De Cristofaro e Giulia Turri. ***
Il processo a Berlusconi comincia il 6 aprile. Il gip ha accolto la richiesta di giudizio immediato per concussione e prostituzione minorile: il collegio è composto da tre donne.
Da circa due anni e mezzo è sempre più frequente veder girare persone con sneaker bianche ai piedi: è talmente una moda che non ha coinvolto solo le vendite delle aziende di abbigliamento sportivo ma anche le case di alta moda, come Gucci, Saint Laurent e Tom Ford, che le hanno incluse nelle loro collezioni. Tra i modelli più comuni ci sono le Stan Smith di Adidas (90 euro nella versione base) che hanno preso il posto delle Converse All Star bianche (89 euro nella versione bassa). Stan Smith, l’ex tennista a cui sono dedicate le sneaker di Adidas dal 1971 (anche se il modello esiste dal 1963), ha detto al Wall Street Journal di essere stupito dal successo delle scarpe bianche: pensava che sarebbe durato quanto il suo contratto di cinque anni con Adidas e ha aggiunto che «da tennista non mi interessava il loro aspetto. Ora però è una scarpa alla moda e alle persone questo importa». La moda delle scarpe da ginnastica bianche è iniziata con il successo delle Stan Smith, a sua volta arrivato grazie a una campagna di marketing particolarmente riuscita. Nel 2011 Adidas smise la produzione del modello, ma furono in tanti a chiedere che fosse rimesso in vendita, cosa che l’azienda fece nel 2014. Il ritorno delle scarpe fu annunciato sui social network e con una serie di video finendo per creare molte aspettative, aumentate dal fatto che per tre anni le scarpe erano state fuori mercato. Un’immagine che potrebbe aver aumentato il successo delle Stan Smith è una fotografia della supermodella Gisele Bündchen, completamente nuda se non per un paio di Stan Smith indossate con dei calzini bianchi, pubblicata sull’edizione francese di Vogue, nel numero di novembre 2013, quindi nel periodo in cui le scarpe non erano in commercio.
Perché mai le sneaker bianche vanno di moda? grazie a una campagna pubblicitaria di Adidas molto riuscita, nonostante si sporchino subito e siano complicate da pulire.
Poste Italiane, la società di proprietà del ministero dell’Economia che gestisce il servizio postale in Italia, ha annunciato che da martedì 3 luglio aumenteranno le tariffe per le spedizioni di molti tipi di lettere o pacchi. Le tariffe per l’invio della posta variano a seconda del tipo di spedizione (ordinaria o raccomandata, per esempio) e del peso del plico o del pacco. Dal 3 luglio una spedizione in posta ordinaria (o “posta4”) fino a 20 grammi costerà 1,10 euro al posto degli attuali 95 centesimi, una raccomandata dello stesso peso costerà 5,40 euro anziché 5 e l’avviso di ricezione per spedizioni in Italia 1,10 euro anziché 0,95. Poste Italiane ha detto che verrà anche ridefinita la divisione in scaglioni dei pacchi secondo il loro peso: per un pacco da zero a 5 chili si pagherà 9 euro, da 5 a 10 chili 11 euro, da 10 a 20 chili 15 euro.
Poste Italiane aumenterà i prezzi per spedire lettere e pacchi.
Inizia oggi l’ottava edizione di Mia Photo Fair (Milan Image Art Fair), la fiera dedicata alla fotografia d’arte di Milano che si potrà visitare fino al 12 marzo a The Mall, nel quartiere di Porta Nuova. La fiera è dedicata a fotografie di autori italiani e internazionali, affermati o emergenti, ed è un’occasione non solo per guardare le foto ma anche per comprarle a prezzi – come spiegava la photoeditor Renata Ferri qualche anno fa – che vanno “dall’accessibile al capogiro con spregiudicata destrezza”. Si possono visitare gli stand di 130 espositori, tra cui 90 gallerie (e 37 dall’estero, il doppio rispetto alla scorsa edizione).
Cosa trovate a Mia Photo Fair 2018. Cioè la fiera dedicata alla fotografia d’arte di Milano, con foto da guardare e comprare fino al 12 marzo.
Per la prima volta nella storia moderna di Roma, martedì il bilancio di previsione del comune – il documento che delinea entrate e spese per i prossimi tre anni – è stato bocciato dall’Organo di Revisione Economico-Finanziario (OREF), l’ufficio indipendente che ha l’incarico di esaminare i conti degli enti locali. Secondo l’OREF, nel documento del comune le spese future sono state sottovalutate, mentre sono state sopravvalutate una serie di entrate. Adesso la giunta dovrà elaborare un nuovo bilancio che, a questo punto, sarà approvato nei primi mesi del prossimo anno. Un mese fa la sindaca di Roma, Virginia Raggi, aveva celebrato come un successo il fatto che il bilancio fosse stato approvato prima della fine dell’anno. Noi approviamo schema di bilancio nei termini di legge invece Renzi taglia risorse: https://t.co/J3FERtm0Hr
Roma deve rifare il suo bilancio. Quello presentato dalla giunta Raggi aveva tutti i conti sballati, ha detto l'organismo indipendente che esamina i conti degli enti locali: non era mai successo prima.
Cosa racconta di noi la foto che usiamo per il profilo di Facebook? Da tempo circolano una serie di battute sull’abitudine che molte ragazze hanno di scattarsi autoritratti presi dall’alto, tendendo il braccio sopra la testa, con l’unico effetto di deformare completamente i lineamenti nel tentativo di sembrare più carine: ma il problema è molto più articolato di così. Avete scelto una foto di gruppo o siete da soli? Siete ritratti mentre baciate il vostro fidanzato o vostra moglie? Mostrate il dito medio? Nella foto compaiono i vostri addominali scolpiti o è un taglio molto stretto sugli occhi? FastCompany ha elaborato una divertente infografica che spiega come interpretare le foto dei vostri contatti: un volto inclinato di 15° appartiene a una persona che ama il divertimento, se non è inquadrata la fronte potrebbe trattarsi di qualcuno che tenta di nascondere un’incipiente calvizie, se compare solo un occhio il soggetto è timido o ha un grosso naso aquilino. Qui trovate l’infografica completa: l’autore, Doogie Horner, ci tiene a puntualizzare che «nel 2% dei casi, il taglio e l’angolazione della foto sono dovuti a ubriachezza, pigrizia o completa mancanza di talento artistico, e non si riflettono affatto sul carattere del soggetto.»
L’arte della foto sul profilo di Facebook. Un'infografica tenta di trovare un senso al modo in cui gli utenti illustrano le loro pagine.
Il progressivo diffondersi dei lettori per ebook, i libri in formato elettronico, sta offrendo una grande opportunità per le case editrici per capire meglio quali sono i gusti e le abitudini dei loro lettori. Kindle (Amazon), iPad, iPhone (Apple), Nook (Barnes & Noble) e altri sistemi Android raccolgono informazioni su come vengono letti gli ebook, dal tempo impiegato per leggere una pagina, un capitolo o un intero romanzo alle parole che vengono cercate con più frequenza sui dizionari. E ancora: le pagine in cui vengono inserite le annotazioni e i termini cercati dagli utenti per trovare e acquistare nuovi ebook negli store online. Come spiega Alexandra Alter in un lungo articolo sul Wall Street Journal, alcuni rivenditori e case editrici hanno iniziato ad analizzare con più attenzione questa enorme mole di dati, ottenendo dettagli e informazioni che un tempo sarebbe stato impossibile mettere insieme così facilmente. Per decenni, il mercato dei libri ha mantenuto sostanzialmente lo stesso sistema per valutare gusti e abitudini dei lettori, ricollegando il loro livello di soddisfazione a quello delle vendite effettuate e delle recensioni. Ma ora le cose stanno cambiando. La catena statunitense di librerie Barnes & Noble, che detiene circa il 30 per cento del mercato degli ebook con il suo lettore Nook, ha iniziato a studiare il comportamento dei suoi clienti quando acquistano e leggono i libri elettronici che distribuisce. Le informazioni vengono poi diffuse agli editori, che possono così conoscere meglio i gusti dei lettori e i tempi migliori per pubblicare nuovi volumi.
Le cose che sanno gli ebook. Quando abbandoni un libro, quanto hai letto velocemente, quali frasi ti sono piaciute: gli editori hanno informazioni impensabili fino a qualche anno fa.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 7.925 nuovi casi positivi da coronavirus e 329 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 22.512 (201 in più di ieri), di cui 2.252 nei reparti di terapia intensiva (37 in più di ieri) e 20.260 negli altri reparti (164 in più di ieri). Sono stati analizzati in totale 75.751 tamponi molecolari e 66.668 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 10,1 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,4 per cento. Nella giornata di domenica i contagi registrati erano stati 11.252 e i morti 237. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (1.093), Emilia-Romagna (1.051), Campania (994), Sicilia (766) e Lazio (717).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, lunedì 1 febbraio.
In un editoriale pubblicato oggi sul Corriere della Sera, il direttore Ferruccio De Bortoli critica – con toni piuttosto forti e irritati per il suo consueto – il programma del Movimento 5 Stelle che, secondo lui, ha alcuni punti condivisibili, ma per il resto «è una straordinaria scorciatoia alla povertà». Secondo De Bortoli c’è bisogno di mettere rapidamente insieme un governo di forze politiche «responsabili», magari guidato da un giovane o da una donna, per fare le poche riforme di cui il paese ha bisogno prima di tornare a votare. Grande è la confusione sotto il cielo invernale del Paese. E irresistibile la tendenza a trasformare un dramma in farsa. L’ampiezza del fenomeno Grillo non era stata prevista. Anche da noi, ammettiamolo. Ma questo soccorso ai vincitori, che non esclude grandi imprenditori e raffinati intellettuali, e il tentativo disperato del Pd di rivalutarli, all’improvviso, come costole della sinistra, ha qualcosa di patetico, di surreale. Il modello Sicilia (sic), che ha associato il Movimento 5 Stelle all’incerta presidenza Crocetta, ha avuto per ora un solo risultato: l’opposizione al radar americano di Niscemi, gettando alle ortiche accordi internazionali. Inutile parlarne.
“Poche riforme vere e coraggiose”. Ferruccio De Bortoli usa toni piuttosto duri per criticare il programma del Movimento 5 Stelle e dice che c'è bisogno di fare in fretta un governo "responsabile".
Oggi compie gli anni Vanessa Redgrave, grandissima attrice inglese (è nata nel 1937 nei pressi di Londra, a Greenwich, quella del popolare meridiano), con un lunghissimo curriculum teatrale (molto Shakespeare) e cinematografico: una carriera che ha superato il mezzo secolo. “La più grande attrice vivente” secondo Arthur Miller, è figlia di due famosi attori inglesi (la sua nascita fu annunciata in scena da Laurence Olivier) e ha vinto quasi tutti i grandi premi cinematografici e teatrali internazionali. Tra i suoi film più famosi – di genere assai diverso – ci sono Blow-up, Assassinio sull’Orient-Express, Giulia (ci ha vinto l’Oscar), I Bostoniani, Mrs. Dalloway, e collaborazioni con diversi grandi registi (era anche in Mission Impossible di De Palma). Nel 2011 è stata in Coriolano (uscito in questi giorni) di Ralph Fiennes e Anonymous di Roland Emmerich.
Vanessa Redgrave, straordinaria. Non ha mai smesso un momento di esserlo: come si vede dalle foto.
Matilde Gioli è un’attrice e modella di 26 anni e, da ora, anche conduttrice televisiva. Gioli è infatti la co-conduttrice – i tradizionalisti la chiamerebbero “valletta” – di Fabio Fazio nelle prime puntate della nuova edizione del Rischiatutto, il leggendario quiz televisivo degli anni Settanta. Le due puntate speciali vanno in onda giovedì 21 e venerdì 22 aprile, le altre invece in autunno. Nel Rischiatutto originale il conduttore era Mike Bongiorno e la valletta era Sabina Ciuffini, che oggi ha 65 anni e allora era al suo primo importante ruolo televisivo: divenne famosissima grazie al programma. Annunciando la scelta di Gioli come co-conduttrice Fazio ha detto: «Sabina rappresentava l’emancipazione e la libertà delle donne: abbiamo puntato su una bella e brava attrice che oggi interpreta questo ideale». La valletta del @Rischiatutto il 21 e il 22 aprile sarà… @MatildeGioli pic.twitter.com/RckvTEE5Ln
Chi è Matilde Gioli, che stasera è a “Rischiatutto”. Cose minime da sapere per chi la noterà in tv: recita da un paio d'anni, prima studiava filosofia.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha bloccato la proposta di acquisto di Qualcomm da parte della rivale Broadcom con sede a Singapore, citando motivi di “sicurezza nazionale”. Secondo Trump, la proposta da 140 miliardi di dollari “minaccia la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”, posizione fermamente respinta da Broadcom. Qualcomm stava già cercando di resistere alla proposta di acquisto non richiesta. Entrambe le società sono impegnate nella progettazione e nella produzione di microprocessori e altri componenti per computer e reti informatiche. Qualcomm è tra i più grandi produttori di processori per smartphone. Un’acquisizione avrebbe portato alla creazione del terzo più grande produttore di microchip dopo la statunitense Intel e la sudcoreana Samsung. Sarebbe stata inoltre la più grande acquisizione nella storia del settore, considerata l’entità della proposta. Molti osservatori hanno fatto notare come la decisione di Trump sia più legata al protezionismo commerciale, tema caro al presidente, che a effettive preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale.
Trump ha bloccato la proposta di acquisto di Broadcom da 140 miliardi di dollari per Qualcomm, citando motivi di sicurezza nazionale.
Mercoledì il valore delle azioni di Netflix è cresciuto del 10 per cento dopo che l’azienda ha diffuso i dati sui suoi ricavi relativi al trimestre luglio-settembre. I suoi ultimi risultati sono stati in parte superiori alle aspettative, in parte inferiori: negli Stati Uniti c’è stato un aumento del numero degli abbonati minore del previsto (517mila effettivi contro gli 802mila previsti) che non è stato compensato dall’aumento degli abbonati all’estero maggiore del previsto (6,26 milioni contro i 6,05 previsti). Nel precedente trimestre negli Stati Uniti il numero degli abbonati era diminuito: non era mai successo prima. Per il nuovo trimestre Neflix si aspetta di ottenere 7,6 milioni di nuovi abbonati in tutto il mondo; l’anno scorso nello stesso periodo ne aveva ottenuti 8,8 milioni. In passato Netflix prevedeva di aumentare il numero di nuovi abbonati annuali ogni anno, ma ora fa previsioni diverse per via dell’aumento della competizione nel settore dello streaming di film e serie tv e dell’aumento dei prezzi.
Nell’ultimo trimestre Netflix ha guadagnato più del previsto, ma non ha raccolto molti nuovi abbonati.
Venerdì, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha nominato Fabrizio Curcio nuovo capo della Protezione Civile, dipartimento che dipende dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e che si occupa della gestione di situazioni di crisi ed emergenza. Curcio, nato nel 1966, era già stato capo della Protezione Civile tra il 2015 e il 2107 – quando si era dimesso per ragioni personali – e dal 2019 dirigeva Casa Italia, il dipartimento del governo creato per promuovere la messa in sicurezza del paese dai rischi collegati ai disastri naturali. Curcio è considerato un dirigente molto esperto di strutture legate alla gestione di emergenze. È laureato in ingegneria e per molti anni aveva lavorato come funzionario per i Vigili del Fuoco, coordinando tra le altre cose le operazioni durante il Giubileo del 2000 a Roma. Nel 2007 era entrato nella Protezione Civile come responsabile della segreteria, chiamato dall’allora capo dipartimento Guido Bertolaso, e l’anno successivo era diventato capo dell’ufficio Gestione emergenze, uno dei più importanti del dipartimento, mantenendo l’incarico anche dopo che Bertolaso era stato sostituito da Franco Gabrielli.
Chi è Fabrizio Curcio, nuovo capo della Protezione Civile. È un funzionario con grande esperienza nella gestione di situazioni di emergenza ed era già stato capo della Protezione Civile tra il 2015 e il 2017.
Thomas L. Friedman, famoso editorialista statunitense che abitualmente si occupa di esteri per il New York Times, ha intervistato Laszlo Bock, il vicepresidente delle risorse umane di Google, riguardo gli originali metodi di assunzione di Google – da sempre molto discussi e recentemente presi in giro nel film di Shawn Levy The Internship (Gli stagisti, in Italia), nel quale Owen Wilson e Vince Vaughn vengono scelti per uno stage da Google pur non avendo nessuna competenza informatica. Friedman era infatti rimasto incuriosito da un’intervista data da Bock al New York Times nel giugno del 2013, nella quale aveva detto che «la G.P.A. [la media voti di uno studente] è un criterio inutile per l’assunzione, come inutili sono anche i risultati dei vari test. Abbiamo scoperto che non ci dicono un bel nulla» e che «la percentuale di persone senza esperienza nei college a Google è aumentata nel corso del tempo» (Bock ha comunque spiegato che «poiché molti lavori a Google richiedono conoscenze matematiche, informatiche e la capacità di programmare», saper fare queste cose è comunque un vantaggio). Friedman ha quindi chiesto a Bock in che modo una persona può sperare di trovare un posto di lavoro a Google: Bock gli ha descritto cinque qualità che l’azienda richiede nelle persone che assume.
5 cose che Google cerca in un suo dipendente. Nessuna di queste ha a che fare con le competenze informatiche o i voti presi all'università: per esempio la capacità di cambiare idea.
La festa del Natale si chiama così perché i cristiani il 25 dicembre celebrano la nascita di Gesù Cristo, ma per quel che ne sappiamo non si tratta di un vero anniversario. Le fonti storiche sulla vita di Gesù, cioè i Vangeli, non danno informazioni che permettano di capire in che mese dell’anno nacque, e nemmeno l’anno di nascita è nominato. Sappiamo però che anche prima della nascita di Gesù in questo periodo dell’anno si faceva festa: già da secoli diverse culture organizzavano delle celebrazioni a dicembre e alla fine si scelse il 25 dicembre come data simbolica per ricordare la sua nascita per “cristianizzare” le feste pagane che si celebravano nell’Impero Romano, i Saturnali e la festa del cosiddetto “Sole Invitto”. – Leggi anche: 20 tradizioni natalizie, dal mondo
Perché il Natale è proprio oggi. Gesù non nacque il 25 dicembre – per quel che ne sappiamo – ma in questo periodo si celebravano feste importanti degli antichi romani.
La più grande forza – in realtà l’unica ragione della sua visibilità e della sua candidatura – del candidato sindaco del centrosinistra a Milano, Giuseppe Sala, è quella di aver gestito EXPO 2015, una manifestazione considerata da molti un grande successo, e una dimostrazione delle sue capacità applicabili anche nella gestione dell’amministrazione milanese. Per la stessa ragione i suoi critici e avversari hanno cercato di attaccarlo proprio sulla gestione di Expo, accusandolo di mancanza di trasparenza nel comunicare i dati sull’evento e di non aver ancora pubblicato il documento più importante, quello che dovrebbe sancire i risultati della sua intera gestione dell’esposizione universale: il bilancio del 2015. La questione del bilancio L’importanza politica del bilancio di EXPO è diventata chiara sin dai primi giorni della campagna elettorale per le primarie del centrosinistra. Il bilancio è stato uno dei principali elementi su cui Sala è stato attaccato durante i confronti con gli altri candidati. Il 20 gennaio, ad esempio, Pierfrancesco Majorino ha chiesto a Sala di mostrare i documenti, in maniera piuttosto brusca. «Caccia i bilanci», ha detto Majorino durante il confronto. Sala ha risposto più volte affermando che il bilancio sarebbe stato pronto prima delle elezioni, tra marzo e aprile, il periodo in cui di solito tutte le società depositano i documenti contabili relativi all’anno precedente. A marzo ha ripetuto ancora: «Il bilancio uscirà ad aprile quando io sarò in piena campagna elettorale».
Giuseppe Sala e il bilancio di EXPO. Il documento ufficiale continua a non essere pubblicato, e i suoi avversari lo attaccano per questo: ma in generale la gestione per cui è stato candidato è considerata un successo.
Giovedì 6 marzo ha generato grande eccitazione online un lungo articolo di Newsweek in cui si annunciava, con un certo compiacimento, di avere trovato il principale inventore di Bitcoin, la valuta virtuale più diffusa, conosciuta e discussa al mondo (abbiamo raccontato che cos’è qui e a che cosa serve qui). L’articolo è il pezzo di copertina della rivista, che dopo 15 mesi di riorganizzazione e diverse traversie finanziarie questa settimana è tornata a essere stampata su carta – oltre a esistere online – e racconta attraverso numerose testimonianze la storia di Dorian Prentice Satoshi Nakamoto, un ingegnere di origini giapponesi che da anni vive in California, negli Stati Uniti. Confrontando le informazioni sulla sua vita e le poche informazioni circolate sul principale ispiratore di Bitcoin, di cui si sa solo che si chiama “Satoshi Nakamoto”, la rivista ha concluso che i due Nakamoto siano con ogni probabilità la stessa persona, con un patrimonio di valuta virtuale che si stima abbia un valore intorno ai 400 milioni di dollari. A poche ore dalla pubblicazione online dell’articolo, il Nakamoto trovato da Newsweek ha però smentito categoricamente di avere qualcosa a che fare con Bitcoin alla Associated Press. Prima di arrivare alla smentita di Nakamoto, è opportuno vedere che cosa dice l’articolo di Newsweek. La sua autrice, Leah McGrath Goodman, racconta di essere risalita a quello che ritiene essere l’artefice di Bitcoin dopo due mesi di indagini, ricerche e numerose interviste, che l’hanno portata a escludere che Satoshi Nakamoto potesse essere uno pseudonimo, come ipotizzato da molti negli ultimi anni. Cercando tra gli elenchi dei cittadini stranieri naturalizzati negli Stati Uniti, Goodman ha trovato una possibile corrispondenza e ha iniziato a indagare su Dorian Price Satoshi Nakamoto. Ha scoperto che è un appassionato di trenini elettrici e da uno dei suoi fornitori ha ottenuto un indirizzo email per contattarlo.
Newsweek ha trovato l’inventore di Bitcoin? l'articolo di copertina dell'ultimo numero – il primo su carta dopo 15 mesi – sostiene di sì, dopo due mesi di indagini, ma l'interessato dice di non averne mai sentito parlare.
Einaudi ha pubblicato il libro M. Una metronovela di Stefano Bartezzaghi, giornalista, scrittore, esperto di parole e linguaggio. Bartezzaghi alterna nel libro, nel quale ogni capitolo è intitolato con il nome di una fermata della metropolitana di Milano, la descrizione della città e della sua metropolitana con episodi e ricordi personali, divagazioni linguistiche, intervallate da scene di una “metronovela” intitolata Chuck & Dem, che Bartezzaghi vorrebbe vedere sugli schermi della metropolitana milanese al posto delle pubblicità trasmesse a un volume troppo alto. In questo estratto, il paragrafo dedicato alla stazione Garibaldi.
Le storie dietro alla “M”. Il nuovo libro di Stefano Bartezzaghi, un viaggio sentimentale a Milano attraverso le fermate della sua metropolitana.
È stato diffuso il programma dell’edizione di quest’anno del Festivaletteratura di Mantova, una delle più apprezzate e partecipate manifestazioni culturali attorno ai libri in Italia: lo trovate qui. Il festival si terrà da mercoledì 4 settembre a domenica 8 settembre. Tra i più di 350 autori che parteciperanno al festival ci saranno come sempre molti ospiti internazionali, per esempio il premio Nobel nigeriano Wole Soyinka, Ian McEwan, Margaret Atwood, gli americani Dave Eggers, Jonathan Safran Foer e Colson Whitehead, la scozzese Ali Smith e l’israeliano Abraham B. Yehoshua. La vendita dei biglietti per gli eventi a pagamento – che sono solo una parte, ma consistente – non è ancora cominciata: inizierà il 28 agosto alle 9 per i sostenitori del festival (cioè i tesserati dell’associazione Filofestival) e il 30 agosto alle 9 per tutti gli altri. Per gli eventi con gli autori stranieri più noti conviene acquistare i biglietti in anticipo.
È uscito il programma del Festivaletteratura di Mantova 2019.
È in libreria Chirù, il nuovo romanzo di Michela Murgia, un libro molto atteso che esce a sei anni dal grande successo di Accabadora. Chirù è ambientato ai nostri giorni e racconta il rapporto tra Eleonora, un’attrice di successo di 38 anni, e Chirù un ragazzo di 18 che sogna di fare l’artista e il musicista. Rispetto ad Accabadora – che era ambientato nella Sardegna degli anni Cinquanta e raccontava il rapporto tra una bambina, Maria, e l’anziana donna che l’aveva presa come figlia, Tzia Bonaria Urrai – in Chirù la prospettiva viene ribaltata: non è più quella di una bambina incuriosita e insieme spaventata dai comportamenti della donna che le fa da madre, ma quello di una donna incuriosita e insieme spaventata dai comportamenti di un ragazzo che ha poco meno della metà dei suoi anni. I due protagonisti si ritrovano uniti in un legame in cui le gerarchie tra maestra e allievo, e adottante e adottato, si ribaltano di continuo, e l’amore appare come una lotta di sottomissione e dominio. Il romanzo non è diviso in capitoli ma in lezioni, diciassette, e un “compimento finale”. In epigrafe c’è una frase di Federico Garcia Lorca a Salvador Dalì: «Ti ricordo sempre. Ti ricordo troppo. Figlio mio, devo pensarti bruttissimo per non amarti di piú». Michela Murgia è nata a Cabras, in Sardegna, nel 1972, prima di fare la scrittrice, ha fatto studi teologici, la cameriera e la portiera di albergo. Il suo primo libro – Il mondo deve sapere, pubblicato da Isbn nel 2006 – era il diario di una venditrice telefonica di aspirapolveri Kirby, lavoro che Michela Murgia all’epoca svolgeva davvero. Paolo Virzì ne trasse il film Tutta la vita davanti, del 2008, con Sabrina Ferilli, Isabella Ragonese, Elio Germano e Valerio Mastandrea.
Chirù, il nuovo romanzo di Michela Murgia. È il primo dopo il successo di "Accabadora", nel 2009, e racconta la storia tra un'attrice di successo di 38 anni e un ragazzo di 18 che sogna di fare l'artista.
I Samsung Galaxy S6 e Galaxy S6 Edge sono stati presentati da Samsung domenica sera a Barcellona, in Spagna, nel corso di un evento speciale in vista dell’apertura del Mobile World Congress, la più importante fiera dell’elettronica dedicata ai cellulari che inizia ufficialmente oggi. I due nuovi smartphone sono un’occasione importante per Samsung, che nell’ultimo anno ha venduto meno telefoni del previsto, subendo la concorrenza di Apple e i successi delle ultime generazioni dei suoi iPhone. Samsung è ripartita da zero, ripensando i suoi telefoni soprattutto per quanto riguarda il design: i nuovi Galaxy però ricordano molto alcuni concorrenti, a partire proprio dagli iPhone. • Il Samsung Galaxy S6 e il Galaxy S6 Edge hanno un design totalmente rivisto rispetto al Galaxy precedente: sono meno “plasticosi” e più rifiniti con pannelli di vetro (Gorilla Glass, tra i più resistenti disponibili) nella parte frontale e in quella posteriore, che si incastrano sui bordi di metallo; il S6 Edge ha uno schermo più arrotondato e che prosegue sui lati.
I nuovi Samsung Galaxy S6. Come sono fatti i due telefoni presentati da Samsung: meno "plasticosi" dei precedenti, faranno concorrenza agli iPhone 6 (somigliandogli molto).
Uscire per fare sport, andare a correre o in bicicletta è uno dei vari dilemmi generati dalle restrizioni decise dal governo per limitare la diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2). Già pochi giorni fa il governo aveva pubblicato alcune domande e risposte con cui chiariva alcuni aspetti, e poi anche il ministero della Salute negli ultimi giorni ha comunicato alcuni chiarimenti. Secondo il governo fare sport rientra tra le attività consentite, purché si rispetti la distanza minima tra le persone di 1 metro. Per svolgerle, si può andare nei parchi e nei giardini pubblici, ma non in gruppo per evitare assembramenti: in caso di violazioni ripetute, dice il governo, si può «incorrere in sanzioni» oppure il parco pubblico in questione può essere chiuso al pubblico. Sia che si voglia andare a correre, andare in bicicletta o fare una camminata, in caso di controlli potrebbe essere necessario fornire un’autocertificazione (trovate il modulo qui).
Quindi si può fare sport con le restrizioni per il coronavirus? sì, ma il ministero della Salute ha chiarito alcuni aspetti: non si può uscire dal territorio del proprio domicilio in bicicletta, per esempio.
Napolislam è un documentario di 75 minuti del regista Ernesto Pagano, che studia l’Islam da anni e ha vissuto tre anni in Egitto: il film racconta le vite di dieci napoletani che hanno deciso di convertirsi all’Islam. Il documentario – girato dopo gli attentati di Parigi del gennaio 2015 – è passato a giugno per alcuni cinema italiani; il 25 novembre era previsto che tornasse in altre sale del circuito Uci Cinemas ma la sua programmazione fu annullata in seguito agli attentati, sempre a Parigi, del 13 novembre. Alle 21.10 di venerdì sera il canale Sky Arte HD (visibile sui canali 120 e 400 di Sky) ha trasmesso in anteprima televisiva il documentario, che nel 2015 ha vinto il Biografilm Italia Award. A luglio Roberto Saviano ha parlato di Napolislam in un articolo scritto per Repubblica, “Pregare il Corano a Napoli: le storie di dieci convertiti“:
Cos’è “Napolislam”. È un documentario che racconta la conversione all'Islam di 10 napoletani, doveva uscire a novembre al cinema ma fu fermato dopo gli attentati di Parigi.
Indiewire è un famoso sito statunitense sul cinema indipendente: come ogni anno ha scelto le 20 migliori locandine di film uscite negli ultimi 12 mesi. Le locandine scelte sono tutte di film usciti al cinema nel 2015 o distribuite nel corso dell’anno – anche se il film uscirà nel 2016 – e fanno parte del materiale ufficiale diffuso dalle case di produzione. Quello che rende bella la classifica di Indiewire è che prende in considerazioni molti film piccoli e che quindi, anche nel marketing, possono essere più originali e osare più dei film che escono con grandi produzioni. Nella classifica di quest’anno ci sono moltissimi film di cui si è poco sentito parlare e che magari in Italia non sono del tutto usciti, ma ci sono eccezioni: per esempio i primi due film in classifica. Ci sono anche alcuni famosi filmoni come The Martian e The Revenant, per esempio.
Le locandine di film più belle del 2015. Le ha scelte Indiewire: ci sono un paio di filmoni e poi tanti che forse non avete mai sentito e che vi verrà voglia di vedere.
Una società specializzata nel marketing sui social network chiamata Jerry Media è da alcune settimane al centro di una polemica per la sua abitudine a rubare i contenuti e le battute di comici e di normali utenti di internet, e per il ruolo avuto nella promozione del Fyre Festival, un grosso festival musicale di lusso che si era rivelato essere un guaio organizzativo e un’enorme truffa. Jerry Media, conosciuta soprattutto per il popolare account di Instagram “FuckJerry”, è al centro di molte attenzioni soprattutto dopo l’uscita quasi simultanea di due documentari sul Fyre Festival, uno di Netflix e uno di Hulu: e il modo in cui questi due documentari hanno scelto di raccontare la vicenda è a sua volta un pezzo della storia. Cos’è Jerry Media Jerry Media nacque nel 2011 come un normale account su Tumblr e Instagram, e pian piano iniziò a guadagnare migliaia di follower pubblicando immagini comiche e battute. Fin da subito si caratterizzò per un approccio usato da moltissimi popolari account sui social network: rubare i meme e gli altri contenuti senza citarne gli autori. Nel giro di qualche anno, il fondatore Elliot Tebele riuscì a ottenere i primi contratti per curare le campagne promozionali su Instagram di alcune grosse società: iniziò nel 2013 con Burger King, e da lì in poi Jerry Media ha lavorato per società e marchi come HBO, MTV e Hallmark. Oggi Jerry Media ha vari account molto seguiti – il principale ha 14 milioni di follower – e una ventina di dipendenti. Nel 2016 un suo rappresentante disse a Forbes che per i dodici mesi successivi stimavano un fatturato tra gli 1,5 e i 3 milioni di dollari. Tra le altre cose, oggi FuckJerry rappresenta l’account Instagram che pubblicò la foto di un uovo che raccolse oltre 50 milioni di mi piace, per cercare di monetizzarlo.
Una storia di meme rubati e festival disastrosi. Due documentari sulla truffa del Fyre Festival hanno generato una campagna contro un grande account americano che ha fatto fortuna pubblicando contenuti altrui.
È in corso in questi giorni a Milano il festival che si chiama “A seminar la buona pianta“, dedicato alla natura e all’ambiente vegetale: il festival si è spostato quest’anno dal Trentino a Milano, affidando al suo nome adesso anche un gioco di parole tra botanica e topografia, dal momento che i suoi eventi – mostre, corsi, spettacoli, passeggiate, incontri – si svolgono in posti e percorsi diffusi sulla cartina della città e in rapporto coi suoi luoghi verdi e costruiti. Sabato alla Sala Napoleonica del Palazzo di Brera ci sarà l’anteprima dello spettacolo con Lella Costa “Sotto di noi il diluvio“: un’opera sulla storia di Milano e dell’acqua di Milano, con musiche di Fabio Vecchi e un testo di Michele Serra, di cui questo è un estratto. Chissà, il rombo profondo delle fabbriche di Sesto San Giovanni, come si ripercuoteva nelle viscere di Lombardia, dentro e lungo la falda freatica, in quei limi e quelle ghiaie sommerse. Fino a dove arrivava, per le sue vie sotterranee, impercepibile in superficie, quella musica? Fino a dove si spingeva il rumore della fabbrica? A ridosso delle Alpi? Agli argini del Po? E lungo il grande fiume si scaricava a mare anche il frastuono?
Sotto Milano il diluvio. Il testo di Michele Serra sulla storia delle acque milanesi che sarà presentato in uno spettacolo con Lella Costa al Festival sulla "Buona Pianta".
La procura di Pescara ha chiesto il rinvio a giudizio per le 25 persone indagate nell’inchiesta sull’Hotel Rigopiano di Farindola, che il 18 gennaio del 2017 fu semidistrutto da una valanga di neve che si era staccata per via di una scossa di terremoto e in cui i soccorsi arrivarono con grave ritardo. Ventinove persone morirono sepolte tra le macerie dell’hotel. Tra le persone per cui la procura ha chiesto il processo ci sono ci sono l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, il presidente della provincia di Pescara Antonio Di Marco, il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e la società che gestiva l’hotel, la Gran Sasso Spa & Beauty.
La procura di Pescara ha chiesto il rinvio a giudizio per i 25 indagati nell’inchiesta sull’Hotel Rigopiano.
Quando Elisa Bettineschi si è proposta come volontaria per la sperimentazione del vaccino ReiThera, un anno fa, non si sarebbe aspettata di finire in un limbo: nonostante sia stata vaccinata con doppia dose, e nonostante l’ottima risposta anticorpale, non può ottenere il Green Pass che dal 6 agosto sarà indispensabile per accedere ai ristoranti al chiuso, al cinema, al teatro, in palestra, ai musei, nelle sagre, negli stadi, ai congressi e ai concerti. Nella stessa situazione ci sono quasi mille persone che hanno partecipato alle due fasi della sperimentazione del cosiddetto vaccino italiano, non ancora riconosciuto dalle autorità sanitarie perché, appunto, sperimentale. Bettineschi, 34 anni, di Vicenza, è stata tra le novanta persone che hanno preso parte alla fase uno. Ha ricevuto la prima dose il 7 ottobre al Centro Ricerche Cliniche di Verona e dopo il richiamo è stata sottoposta a una decina di controlli per verificare il livello di anticorpi. «L’ultimo è stato a marzo, quando mi hanno confermato di avere ancora un’ottima risposta anticorpale», dice. «È andato tutto bene, fino a quando non è uscita la notizia del Green Pass».
Nel limbo del vaccino ReiThera. I mille volontari che hanno aderito alla sperimentazione del "vaccino italiano" non possono ricevere il Green Pass, e ora si trovano in una situazione anomala e complicata.
Nel tardo pomeriggio di martedì 23 aprile (in Italia era notte), Apple ha diffuso i dati sul proprio secondo trimestre fiscale, annunciando ricavi per 43,6 miliardi di dollari, superiori alle migliori previsioni degli analisti. La società ha però registrato per la prima volta in dieci anni una sensibile riduzione dell’utile netto (meno 18 per cento), che si è fermato a 9,5 miliardi di dollari. Nello stesso periodo dello scorso anno, l’utile netto era stato pari a 11,6 miliardi di dollari. Il dato per il momento non preoccupa più di tanto gli analisti e gli investitori, soprattutto perché le vendite dei dispositivi Apple continuano a essere alte. La società ha annunciato di avere venduto nell’ultimo trimestre 37,4 milioni di nuovi iPhone, 2,3 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2012. Lo smartphone continua quindi a vendere bene, anche se ci si aspettava una crescita maggiore nelle vendite, considerato che il modello più recente di iPhone è stato presentato solo in autunno. Sempre nel suo secondo trimestre Apple ha venduto 11,8 milioni di iPad, un aumento del 151 per cento rispetto allo stesso periodo del 2012. In questo caso le maggiori vendite sono probabilmente dovute al nuovo iPad Mini, presentato sempre in autunno, che ha dato più possibilità di scelta con un dispositivo meno costoso rispetto all’iPad tradizionale.
Come se la cava Apple. Per la prima volta in 10 anni l'utile netto della società è in calo, ma le vendite di iPhone e iPad continuano ad aumentare.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 18.020 nuovi casi positivi da coronavirus e 414 morti a causa della COVID-19, la malattia causata dal virus. Attualmente i ricoverati sono 25.745 (133 in più di ieri), di cui 2.587 nei reparti di terapia intensiva (16 in più di ieri) e 23.291 negli altri reparti (117 in più di ieri). Sono stati analizzati in tutto 121.275 tamponi. È risultato positivo il 14,9 per cento dei tamponi di cui è stato comunicato il referto. Ieri i contagi registrati erano stati 20.331 e i morti 548.
I dati sul coronavirus di oggi, giovedì 7 gennaio.
A inizio aprile il Wall Street Journal si era occupato di una particolare categoria di persone, quelle che dormono poco per natura, spiegando che sono tra l’uno e il tre percento della popolazione e che hanno bisogno di poche ore per ricaricarsi e sentirsi riposate. Venerdì il New York Times è tornato sull’argomento con un articolo di Maggie Jones che spiega gli ultimi progressi raggiunti dalla ricerca sulla quantità di ore che dovremmo dormire per sentirci riposati. Fino a una quindicina di anni fa si riteneva che quattro o cinque ore di sonno al giorno fossero sufficienti per non avere difficoltà cognitive durante la giornata. Si pensava anche che il corpo si abituasse in poco tempo a dormire poco, senza soffrire di particolari svantaggi. Queste teorie erano basate su ricerche che utilizzavano soggetti che non venivano seguiti per tutto il giorno, e che quindi forse recuperavano parte del sonno dopo i test dei ricercatori a casa con un sonnellino o qualche tazza di caffè.
Quante ore di sonno ci servono? un articolo del New York Times spiega che se ne dormiamo meno di otto cominciamo a perderci dei pezzi, anche se non ce ne accorgiamo.
La prossima primavera si concluderà il primo mandato di Franco Bernabè da amministratore delegato di Telecom, carica che ricopre dal 2007. La questione della sua riconferma non dovrebbe essere oggetto di discussione, eppure nei giorni scorsi sono tornate a circolare alcuni voci su una sua possibile sostituzione: qualcuno ha addirittura fatto il nome di Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit, come suo possibile successore. I giornali di ieri hanno registrato le smentite dei diretti interessati, anche perché sia Mediobanca che Intesa Sanpaolo – influenti azionisti di Telecom – hanno confermato la loro soddisfazione nei confronti di Bernabé (al contrario di Generali, cioè Cesare Geronzi, che secondo Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera di ieri auspicherebbe una sua sostituzione).
L’aria che tira a Telecom. Il mandato di Bernabé scade in primavera ma sarà rinnovato, nonostante i dissidi col governo.
Cosa sta succedendo in Italia, erano prevedibili i risultati elettorali recenti? «Non c’è dubbio che quello che è accaduto in queste settimane, come spesso accade, in parte è merito dell’opposizione, ma in parte è andato oltre i nostri meriti e oltre le nostre attese. Si è messo in movimento qualcosa, penso soprattutto soprattutto ai giovani, che sono stati protagonisti della campagna elettorale e della campagna referendaria molto al di là di quello che ci si poteva aspettare. Io non credo che c’entri solo Berlusconi. C’entra anche lui, perché si è superato un limite di tollerabilità, ed è scattato un sentimento di riscossa civile, di indignazione, che è un sentimento salutare. Ma io credo che ci sia qualcos’altro, fenomeni più generali. Noi siamo un paese dove si oscilla tra il provincialismo e l’estremo cosmopolitismo. Nel senso che siamo un paese in comunicazione con il mondo, e nel mondo comincia a esserci un sentimento nuovo, perché una lunga stagione di liberismo privato, di dominio dell’economia, e tutti questi valori, che sono stati non solo una forma di governo ma, si direbbe con un linguaggio tranchant, un’egemonia, sono entrati profondamenti in crisi. E quindi le società occidentali sono scosse da una ventata culturale nuova che arriva anche in Italia, ed è un grande fatto positivo. Io non penso che la società italiana sia statica o che bisogni semplicemente affidarsi alla manovra politica: questa è una caricatura. Noi dobbiamo sapere interpretare il nostro cambiamento. Oggi questo paese è in movimento ed è in movimento verso una coscienza civile più avanzata. E il cambiamento politico che noi dobbiamo preparare, perché è urgente che ci sia un’altra guida politica nel paese, deve sapersi collegare a questa realtà.» Secondo te il mondo lo cambiano più i leader, gli individui, o i popoli e le “masse” come si diceva prima? «La mia cultura tende a pensare che sono i movimenti collettivi quelli che determinano i cambiamenti più profondi, più duraturi. Naturalmente la politica oggi è fortemente personalizzata, e ci vogliono leader in grado di interpretare questi movimenti collettivi: però un leader che non sia l’espressione di un movimento di fondo della società è un finto leader, e alla fine non produce nulla al di là delle sue fortune personali. Un leader che produce un cambiamento profondo nella società è la forma della leadership più moderna e più democratica. Quindi, sul tema della leadership io penso che si debba discutere e che dica delle cose molto sagge Pier Luigi Bersani quando dice “Noi dobbiamo ricostruire una dimensione collettiva dell’agire politico”. Un leader è il leader non perché scrive il suo nome sulla scheda al posto di un simbolo di partito. Un leader è il leader quando uno vede il simbolo di un partito e immediatamente sa chi c’è dietro, non c’è bisogno di scriverlo sopra. Questa forma esteriore della leadership, questa forma di personalizzazione che ha finito per cancellare la dimensione collettiva della politica, secondo me è dannosa.»
D’Alema: «Vorrei dire una cosa a Nichi». D'Alema parla delle primarie, di Alfano segretario del PdL, di Montezemolo, della propria antipatia - negandola - e di quando disegnò una svastica.
La definizione di vacanza studio trae in inganno due diverse (e in questo caso opposte) categorie di persone: da una parte i genitori, spaventati dai costi troppo onerosi per qualcosa che contiene la minacciosa parola “vacanza”, dall’altro i ragazzi, insospettiti invece dalla prospettiva di infettare l’inebriante assaggio di indipendenza con lezioni e compiti, in un periodo solitamente consacrato alla nullafacenza. Quest’anno EF, la rete più nota di scuole di lingua all’estero, per la sua nuova campagna “Live the Language” ha scelto di accostare ai soliti depliant che celano, tra garanzie di apprendimento e di divertimento, il temuto listino prezzi, una serie di quattro video che pubblicizzano quattro delle mete più importanti: Barcellona per lo spagnolo, Londra per l’inglese, Parigi per il francese e Pechino per il cinese. I video, realizzati in collaborazione dal regista Gustav Johansson, dal direttore della fotografia Niklas Johansson e dall’art director svedese Albin Holmqvist, che si è occupato dell’aspetto tipografico, lavorano soprattutto sul rendere attraente, irrinunciabile e “cool” l’idea di partire: piacevolissimi da guardare anche se non si ha alcuna intenzione di fare una vacanza studio, se una vacanza studio la si ha già fatta, se si è stati in una di queste mete, indipendentemente da studio o viaggi organizzati, da giovani o da vecchi. Ma anche se volete solo vedere un ottimo esempio di combinazione tra video e tipografia.
I nuovi spot di EF sulle vacanze studio. Quattro bei video combinano musica, immagini e tipografia per promuovere le vacanze-studio all'estero.
Giovedì la Stampa ha dedicato il suo titolo di apertura alla questione degli F-35, il costoso programma di aeronautica militare che è già stato diverse volte al centro delle cronache italiane. Ci sono tre motivi principali per cui si è tornato a parlarne: le conclusioni dei deputati del Partito Democratico nella commissione Difesa della Camera, la promessa da parte del governo di un risparmio di alcuni miliardi nel settore militare e alcune dichiarazioni del ministro della Difesa Roberta Pinotti, che durante la trasmissione Le Invasioni Barbariche ha spiegato che «oggi noi abbiamo sospeso, diciamo, il pagamento delle tranches», in attesa del termine dell’indagine conoscitiva del Parlamento sui programmi della difesa. Pinotti ha comunque aggiunto che «è sbagliato parlare solo degli F-35» perché è necessaria una revisione complessiva dei programmi della difesa. Pochi giorni prima, in una intervista con SkyTg24, aveva detto che il programma sugli F-35 aveva bisogno di una «razionalizzazione». Le posizioni del governo e dei quattro ministri della difesa che si sono succeduti negli ultimi tre anni sono state piuttosto diverse: a febbraio 2012 Giampaolo Di Paola, il ministro della Difesa del governo Monti già capo di stato maggiore tra il 2004 e il 2008, fece calare la commessa italiana da 131 aerei a 90; il ministro Mauro nel successivo governo Letta sembrò suggerire, a giugno del 2013, che si potesse tornare a comprarne 131. Da parte sua, Matteo Renzi ha detto questa settimana che nel settore della difesa sono possibili risparmi per circa tre miliardi, anche se non è chiaro quanto di questa cifra debba provenire dal programma sugli F-35 e quanto invece da altre iniziative come la vendita di alcune caserme (stimate in quasi quattrocento).
Perché si riparla di F-35. Il governo ha sospeso i pagamenti, il ministro della Difesa sembra volerli ridurre, i deputati del PD nella commissione Difesa hanno scritto un documento molto critico.
Martedì 8 gennaio il presidente della Repubblica ha firmato un decreto legge approvato dal governo per evitare il fallimento di Carige, una banca genovese da tempo in grave crisi. Diversi esponenti del governo – tra cui il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli – hanno sostenuto che il decreto legge per Carige sia molto diverso dal “decreto salvabanche” del governo Gentiloni, che il Movimento 5 Stelle aveva duramente criticato. Confrontando i due testi, scrive però il Sole 24 Ore, questa diversità non si nota, anzi: il decreto su Carige sembra essere stato copiato parola per parola dal decreto del 2016. I testi messi a confronto sono quello del decreto del 2016. Il testo del decreto Carige è appena stato firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per valutarne i contenuti c’è una via semplice. Basta leggere il testo del Dl 237/2016, quello approvato dall’allora neonato governo Gentiloni per i salvataggi di Mps, Pop Vicenza e Veneto Banca. La bozza del nuovo decreto è identica in ogni dettaglio, dalle regole sulle garanzie dello Stato fino ai meccanismi, con burden sharing, per la nazionalizzazione.
Il decreto per salvare Carige è identico al decreto sulle banche del governo Gentiloni. Identico parola per parola, come se fosse stato ricopiato: lo mostra il Sole 24 Ore, che ha confrontato i testi.
Facebook ha annunciato martedì pomeriggio un nuovo intervento nel suo sistema di gestione e visualizzazione dei post sui newsfeed degli utenti. Seguendo l’approccio già avviato da un anno di una selezione e un filtro maggiori nei contenuti visualizzati dagli utenti – che aveva cambiato gerarchie e modi in cui gli utenti vedono quello che pubblicano i loro amici e le pagine che seguono – il nuovo annuncio sembra voler limitare ulteriormente le opportunità per le pagine di diffondere dei link esterni a Facebook e proporre modi ulteriori per mantenere gli utenti dentro Facebook. Questo è l’annuncio di Facebook. L’obiettivo di ogni aggiornamento al feed delle news è quello di mostrare alla gente le storie più interessanti in cima al loro newsfeed e di visualizzarle nel miglior modo possibile. Noi compiamo regolarmente dei test per capire come rendere questa esperienza migliore. Attraverso i test, abbiamo scoperto che quando le persone vedono più aggiornamenti di stato su Facebook scrivono a loro volta più aggiornamenti di stato. Infatti, il nostro primo test in cui abbiamo mostrato più aggiornamenti di stato degli amici ha portato a una media di 9 milioni di aggiornamenti di stato scritti in più ogni giorno. Per questa ragione, abbiamo mostrato alle persone più aggiornamenti di stato di testo nel loro newsfeed.
Il nuovo aggiornamento di Facebook. Un ulteriore intervento nel modo in cui vengono mostrati i post complica ancora di più la vita ai gestori delle pagine (e confonde gli altri utenti).
Dall’8 aprile nei negozi italiani di IKEA, la multinazionale svedese dell’arredamento, ci sarà Art Photography, un’iniziativa fatta per promuovere – e vendere – le opere di alcuni artisti internazionali (e per evitare che tutti poi abbiano in casa quella stessa foto dei grattacieli e dei taxi di New York). Per alcune settimane sarà possibile comprare, pagandoli più o meno 10 euro, i poster delle fotografie realizzate da 11 artisti di tutto il mondo. «IKEA Art Event vuole mettere l’arte alla portata di tutti. Desideriamo che l’arte sia una componente naturale di ogni casa e per questo offriamo opere uniche ma, allo stesso tempo, convenienti», ha spiegato Henrik Most, Creative Leader di IKEA. Come ha fatto notare Buzzfeed, tra le opere che fanno parte di Art Photography ce ne sono di oggettivamente strane: in una ci sono dei pezzi di pane tenuti insieme da fiocchi, in un’altra c’è una bambina al telefono e sembra proprio una di quelle foto di stock disponibili nei siti che vendono immagini già pronte ai propri utenti.
Le nuove fotografie artistiche vendute da IKEA. Sono 11, costano poco e alcune sono un po' strambe: ma almeno così non comprate tutti quella stessa foto dei grattacieli di New York.
Sabato 21 settembre si è conclusa a Roma l’assemblea nazionale del Partito Democratico: si è deciso che le primarie per la scelta del segretario si terranno l’8 dicembre, ma su altre modifiche importanti allo statuto del partito ci sono stati litigi e divisioni che hanno portato prima a una sospensione dei lavori e poi al ritiro delle proposte di modifica. L’Assemblea nazionale – il massimo organismo democratico del partito nei periodi di tempo che separano un congresso da un altro – era iniziata venerdì 20 settembre e doveva fissare le regole e le date per lo svolgimento del congresso e delle primarie del Partito Democratico.
Le primarie PD saranno l’8 dicembre. Lo ha deciso oggi l'assemblea nazionale, prima di litigare sulle modifiche allo statuto: che cosa è successo e quali sono le questioni in ballo.
L’attore statunitense George Clooney e la sua compagna Amal Alamuddin si sono sposati sabato sera in una “cerimonia privata” all’hotel Aman, nel Palazzo Papadopoli sul Canal Grande, a Venezia. Tra gli ospiti delle nozze, le cui foto erano cominciate a circolare già nel pomeriggio di sabato, c’erano attori e celebrità come Bill Murray, Matt Damon, Bono Vox e Cindy Crawford. Secondo quanto riferito dai giornali che se ne stanno occupando, Clooney e Alamuddin dovrebbero sposarsi ufficialmente – con il rito civile – lunedì prossimo, in comune di Venezia. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il matrimonio di George Clooney e Amal Alamuddin. All'hotel Aman sul Canal Grande, a Venezia, con una cerimonia privata: il rito civile dovrebbe tenersi lunedì in Comune.
Apple ha acquisito Drive.ai, una startup che progetta sistemi per la guida autonoma dei veicoli con una valutazione intorno ai 200 milioni di dollari. La società, verso la quale avevano mostrato interesse diverse altre aziende, ha terminato le attività un paio di settimane fa e decine di suoi ingegneri e dipendenti sono state assunte da Apple. Il costo dell’acquisizione non è stato rivelato, ma Drive.ai era in difficoltà e alla ricerca di un acquirente da diversi mesi. L’operazione conferma l’interesse di Apple per i sistemi a guida autonoma, sui quali non ha mai fornito particolari dettagli. Negli scorsi anni si era parlato di un impegno più aggressivo e diretto da parte di Apple nel settore, ma l’azienda ha poi rivisto i propri piani e non è chiaro a quali nuovi progetti stia lavorando.
Apple ha acquisito Drive.ai, una startup per i sistemi di guida autonoma dei veicoli.