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Lo storico Lucio Villari spiega su Repubblica l’importanza di Shirley, il secondo – e meno noto – romanzo della scrittrice inglese Charlotte Brontë, nel descrivere in modo lucido e illuminante la rivoluzione industriale inglese e la nascita della lotta di classe a inizio Ottocento. Secondo Villari il romanzo è molto più calzante delle “patetiche descrizioni sociali” di Charles Dickens, e infatti venne citato dall’economista inglese William Henry Beveridge in epigrafe alla sua famosa relazione del 1942, che pose le basi della riforma dello stato sociale britannico nel Dopoguerra. La miseria genera l’odio”: è l’epigrafe scelta da Lord William Beveridge per presentare all’attenzione degli inglesi una “Relazione sulla piena occupazione in una società libera”. Il titolo diceva tutto. Dopo quello del 1942, mentre la guerra dilagava nel mondo, dedicato alla protezione e sicurezza sociale, era questo il secondo Piano Beveridge voluto dal governo conservatore di Winston Churchill per predisporre i programmi della ricostruzione postbellica, a cominciare dal lavoro e dall’occupazione. La prefazione di Beveridge alla Relazione aveva la data di giugno 1944, quando gli Alleati erano appena sbarcati in Normandia e liberato Roma. Ma nelle librerie di Londra arrivavano racchiusi in un volume di oltre seicento pagine, un messaggio di pace, di giustizia sociale e la speranza di un “futuro assolutamente nuovo. Nasceva infatti il Welfare State. «Debbo a mia moglie – scriveva Beveridge nella prefazione – la citazione che appare nel frontespizio. Essa è tratta da quello che Charlotte Brontë, nel secondo capitolo di Shirley, dice dei tessitori su telai a mano, i quali centoventicinque anni fa furono portati alla disoccupazione e ad una miserevole rivolta dall’introduzione dei telai meccanici per maglieria. È questo il mio testo fondamentale. Il male maggiore della disoccupazione non è fisico ma morale; non il bisogno che essa può generare, ma l’odio e il timore che alimenta. Così come il male maggiore della guerra attuale non è fisico ma spirituale: non le distruzioni delle città e l’uccisione delle persone, ma il pervertimento di tutto quello che costituisce la parte migliore dello spirito umano, per servire a scopi di distruzione, di odio, di crudeltà, di inganno e di vendetta».
Charlotte Brontë e la lotta di classe. Secondo lo storico Lucio Villari, "Shirley" – il suo romanzo meno famoso – racconta la rivoluzione industriale molto meglio di Charles Dickens.
La settima e penultima stagione di Game of Thrones è finita il 4 settembre, per chi l’ha vista in italiano su Sky Atlantic (per quelli che la guardavano in inglese una settimana prima). Continuiamo ad avere pochissime informazioni su quando arriverà l’ottava stagione, lunga solo sei episodi: la sceneggiatura c’è già, ma inizieranno a girare gli episodi tra qualche settimana. Ci metteranno otto-nove mesi per finirla, compresa la post-produzione, e potrebbe quindi essere trasmessa a fine 2018 o nel 2019. Mentre milioni di spettatori in tutto il mondo aspettano una data, una foto, un’informazione di qualche tipo, ci sono almeno una ventina di persone che si danno molto più da fare. Da qui in avanti parliamo di loro, degli SPOILER sulla settima stagione. Non sull’ottava: di quella non sappiano niente nemmeno noi.
La fabbrica degli spoiler di “Game of Thrones”. Un sito di appassionati sta cercando di capire cosa succederà nella prossima stagione, con tecniche già sperimentate da tempo.
Lo scorso 9 settembre i ghiacci dell’Artico hanno raggiunto la loro dimensione minima stagionale, ricoprendo circa 4,33 milioni di chilometri quadrati del Mar Glaciale Artico. Non si tratta di un record negativo, spiegano sull’Economist, ma le condizioni che hanno portato a questo risultato rimangono comunque anomale rispetto agli anni precedenti. Nel 2007 i ghiacci al loro minimo stagionale ricoprirono 4,17 chilometri quadrati di mare a causa di una combinazione insolita di diversi fattori come numerosi giorni di fila di tempo soleggiato, poche nuvole in cielo e correnti marine più calde. Condizioni che non si sono verificate quest’anno, eppure c’è solamente il 4 per cento in più di ghiaccio rispetto a quattro anni fa. (fonte: The Economist)
L’Artico senza il ghiaccio. Si sta sciogliendo più velocemente di quanto previsto: nel 2050 potrebbe non essercene più.
Aggiornamento delle 21.00 – Mercoledì 3 aprile, come anticipato dal Comune di Roma, sono iniziati i trasferimenti di alcune persone di etnia rom dalla struttura di accoglienza di Torre Maura. Il presidio dei residenti della zona, sostenuto dalla presenza dei militanti di estrema destra di CasaPound e Forza Nuova, è proseguito per tutto il giorno e quando il pulmino con nove persone ha lasciato il centro, è stato preso a calci e a pugni. Una ventina di residenti ha cantato l’inno d’Italia, ha fatto il saluto romano, ha sventolato bandiere tricolore e intonato lo slogan “Italia, fascismo, rivoluzione”. Nel frattempo, per i fatti di ieri sera, la procura di Roma ha aperto un’indagine per danneggiamenti e minacce con l’aggravante dell’odio razziale. ***
Le violente proteste di Torre Maura contro i rom. Sostenute dall'estrema destra e nate per l'arrivo di alcune famiglie in una struttura di accoglienza nella periferia di Roma.
Oggi è in corso uno sciopero del trasporto aereo della durata di 24 ore, organizzato dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo. Lo sciopero riguarda piloti e assistenti di volo di Alitalia, Blue Air e Blu Panorama, tecnici della manutenzione e personale di terra, nonché gli addetti alla gestione aeroportuale. Tra le motivazioni della sciopero sono citate la crisi di Alitalia, da due anni in amministrazione straordinaria, e le difficoltà del settore del trasporto aereo. #VuelingInforms A causa dello sciopero del settore del trasporto aereo in Italia 21/05 totalmente estranea a Vueling, i nostri voli potrebbero non operare come da programma. Controlla + info: https://t.co/nT3twZf8b9 Ci scusiamo per i disagi arrecati
Lo sciopero del trasporto aereo di oggi. Durerà 24 ore e tra i motivi dello sciopero c'è anche la crisi di Alitalia, che ha cancellato circa 300 voli.
L’incontro tra PD e M5S per discutere sulla legge elettorale, previsto per oggi alle 15, non si farà: lo ha comunicato Roberto Speranza, capogruppo del PD alla Camera. Il PD chiede prima al M5S “risposte formali” sul contenuto della lettera inviata al M5S qualche giorno fa, che poneva alcune questioni puntuali sul dibattito riguardo le riforme istituzionali. I dirigenti di PD e M5S si sono incontrati una prima volta alla fine di giugno. Loro, i grillini, continuano a dire che ci saranno. Ma a far sapere che l’incontro è stato cancellato è l’eurodeputata dem Alessandra Moretti (già presente al primo vertice con il M5S), che ad Affari italiani.it dichiara: “Mi è stato comunicato che oggi l’incontro non c’è. Non ho alcuna indicazione di rimanere a Roma, infatti sto partendo. Le ragioni non le conosco, ma l’incontro non c’è”.
L’incontro tra PD e M5S è saltato. Dovevano vedersi alle 15 per parlare di legge elettorale, ma il PD chiede prima "risposte formali" alle questioni di cui si era discusso nei giorni scorsi.
Dopo l’assoluzione definitiva di Silvio Berlusconi dalle accuse di concussione e prostituzione minorile del cosiddetto “caso Ruby”, Ezio Mauro – direttore del quotidiano Repubblica protagonista di anni di attacchi contro Berlusconi su questo e altri temi – ha scritto per l’edizione di giovedì del giornale uno dei suoi rari editoriali, in cui prende atto della sentenza e di quello che afferma, ne esalta il significato in termini di affidabilità della magistratura italiana, e ricorda invece le altre condanne giudiziarie ricevute da Berlusconi e la sua “esaurita vicenda politica”. Silvio Berlusconi non ha commesso i due reati del caso Ruby per cui era stato condannato a sette anni in primo grado, poi assolto in Appello. La concussione non esiste, dopo le modifiche introdotte dalla Severino, la prostituzione minorile nemmeno, perché manca la prova che l’imputato conoscesse l’età della ragazza. La vicenda giudiziaria è dunque chiusa, con la pronuncia della Cassazione che assolve in forma definitiva l’ex presidente del Consiglio. Si capisce la soddisfazione di Berlusconi e dei suoi seguaci dopo la fine di un incubo per due accuse infamanti per chiunque e insopportabili per un leader politico. Si capirebbe di più se si accompagnasse ad una riflessione: la “giustizia a orologeria” della magistratura italiana, una “metastasi” che agisce “a fini politici” è semplicemente una stupidaggine trasformata in arma ideologica.
“Silvio Berlusconi non ha commesso i due reati del caso Ruby”. Lo dice anche l'editoriale del direttore di Repubblica sulla sentenza di martedì, tra concessioni e rivendicazioni.
20.35. I dodici attivisti dovrebbero essere scarcerati stasera. ***
Il caso Green Hill. Saranno rilasciate le 12 persone fermate con l'accusa di avere liberato decine di beagle dall'unico allevamento italiano di cani da laboratorio.
Su eBay si vendono migliaia di libri usati a prezzi inverosimili. Vengono smerciati a stock, in pacchi e scatoloni, a numero o a peso. In alcuni casi si sanno i titoli, in altri no: l’acquisto è al buio. Si può comprare uno stock a 1 euro che comprende La filosofia dei Simpson, La nobile arte del cazzeggiare di John Perry, Il metodo del coccodrillo di Maurizio De Giovanni, Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire di Melissa P e 101 consigli per allenare la mente oppure si possono puntare 2,99 euro su un generico «pacco pieno zeppo di libri», o 9,99 sul «pacco sacro! stock + di 20kg libri religiosi relig. cattolica cristianesimo chiesa». Una serie di scatoloni che contengono «circa 40/60 libri 2° scelta in paccocelere3 pieno zeppo» costano 7 euro ciascuno. Ogni annuncio comporta un certo quantitativo di fatica, cioè di lavoro: i libri prima vanno scelti, poi impacchettati, fotografati, descritti, postati e, nel caso in cui si riesca a venderli, perfino portati in posta per la spedizione. Alla fine, se va bene, si incassa qualche euro. È difficile capire a chi convenga e pure chi siano gli acquirenti, o come stia in piedi questa economia, ma l’abbondanza di offerte e il tasso di ricambio degli annunci fa pensare che, in qualche modo, il meccanismo funzioni e si rigeneri. Come? I libri non sono merci deperibili, possono durare secoli, intanto però pesano e occupano spazio. Nel corso del Novecento, soprattutto della sua seconda, pacifica, metà, l’editoria si è fatta industriale, sono stati inventati i tascabili, l’alfabetizzazione e la scolarizzazione sono diventate di massa: lettori e libri sono aumentati, e non è ancora chiaro se siano stati i primi ad avere moltiplicato i secondi o le esigenze dell’industria editoriale ad avere aumentato i primi. La conclusione è che, oggi, a processo compiuto, le case private e i magazzini delle librerie traboccano di libri di cui, fatalmente e statisticamente, in molti vogliono liberarsi. L’Istat calcola che nel 2014 in Italia si sono pubblicati 61.966 titoli nuovi, 169 novità al giorno. Il ritmo è più o meno invariato da decenni. I libri si ammassano, ma distruggerne uno è ancora un tabù, e comunque il macero costa. La conseguenza è che i libri si mettono a girare.
Vendere e comprare libri su eBay conviene? è un mercato parallelo dell'usato e complementare al nuovo, dove i libri sono smerciati in pacchi al buio per pochi euro.
Venerdì sera l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha annunciato alcune revisioni al ribasso delle stime di rischio per i debiti sovrani europei. La più importante è la perdita della valutazione massima (AAA) da parte della Francia, mentre la valutazione dell’Italia è stata abbassata di due livelli, da A a BBB+. Anche l’Austria ha perso la tripla A, e dopo il declassamento dello scorso agosto ai danni degli Stati Uniti questi sono i quattordici paesi che conservano la valutazione massima da parte di Standard & Poor’s. La lista comprende anche due stati indipendenti molto piccoli (Liechtenstein e Lussemburgo) e Hong Kong. 1. Australia La sua economia è stata messa a dura prova dai danni delle alluvioni di un anno fa ma il paese è molto ricco di risorse naturali, ha un costo del lavoro basso e un altrettanto basso livello di disoccupazione. Il suo prodotto interno lordo nel 2010 è stato pari a 882,4 miliardi di dollari. Il suo debito pubblico nel 2010 è stato pari a soltanto il 22,4 per cento del PIL.
I quattordici eletti dello “AAA”. Dopo il declassamento di Francia e Austria, ecco quali paesi hanno ancora il rating massimo di Standard & Poor's.
La casa editrice Corraini ha vinto il Bologna Prize dell’area europea per il miglior editore per ragazzi dell’anno, durante la 51esima edizione della Fiera del Libro per ragazzi, in corso a Bologna dal 24 al 27 marzo. Il premio è realizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori (AIE) ed è stato assegnato da tutti gli editori che hanno partecipato alla fiera, a partire da alcune candidature selezionate dall’AIE e da altre istituzioni editoriali mondiali. La casa editrice Golden Baobab ha vinto il premio per l’Africa, Grimm Press Ltd. per l’Asia, Petra Ediciones per il Sud America, La Pastèque per il Nord America e Walker Books Australia per l’Oceania. I libri di Corraini – che ha sede a Mantova e gestisce librerie a Milano, Torino e Bologna – sono molti curati nella grafica e nelle illustrazioni, realizzati da artisti e designer italiani e stranieri; grazie alla collaborazione con Bruno Munari ha pubblicato anche molti libri d’artista per bambini. Alla fiera di Bologna ha presentato cinque nuovi titoli: Topolini ciechi ed altri numeri, del designer Ivan Chermayeff; I nostri anni 70. Libri per ragazzi in Italia; Cirque Calder; Questo è il formaggio di Andy Goodman nella collana 22 e Workman stencil di Taro Miura. Di seguito, 20 tra le più belle copertine di libri per ragazzi pubblicate da Corraini: dai Cappuccetti (verde, giallo e bianco) di Bruno Munari, agli Appunti di parole di Yocci, a L’orco che mangiava i bambini di Fausto Gilberti.
20 copertine di Corraini. Da Bruno Munari a Yocci: la casa editrice mantovana ha vinto il Bologna Prize come miglior editore di libri per ragazzi europeo.
Il 26 agosto di quarant’anni fa divenne papa Albino Luciani, con il nome di Giovanni Paolo I. Il conclave durò un solo giorno: al quarto scrutinio Luciani venne eletto «quasi all’unanimità», come disse lui stesso poco più tardi. Alle 19 di quel giorno, i fedeli riuniti in piazza San Pietro non videro però alzarsi dal comignolo della Sistina la fumata bianca, ma una densa fumata grigio-nera. Ci fu molta confusione, ma dopo qualche minuto il cardinale Pericle Felici si affacciò alla loggia centrale di San Pietro e lesse la formula: «Habemus Papam». Albino Luciani è, a oggi, l’ultimo papa italiano. Il suo pontificato è stato tra i più brevi nella storia della Chiesa cattolica: morì infatti dopo soli 33 giorni. Albino Luciani nacque a Forno di Canale – comune che ora si chiama Canale d’Agordo – il 17 ottobre 1912, nel bellunese. Entrò in seminario, fu ordinato diacono nel 1935 e poi presbitero. Il 27 febbraio del 1947 si laureò in teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma con una tesi piuttosto insolita, a quel tempo, su Antonio Rosmini, un prete filosofo che aveva scritto due opere che erano state messe all’Indice. Negli anni Quaranta e Cinquanta fece carriera nelle gerarchie della Chiesa, ma la proposta di nominarlo vescovo venne respinta due volte a causa delle sue condizioni di salute. Dopo che venne nominato papa Giovanni XXIII, più aperto rispetto al suo predecessore, Pio XII, il 15 dicembre del 1958 Albino Luciani fu promosso vescovo di Vittorio Veneto.
Il papa eletto con la fumata nera. Quarant'anni fa Albino Luciani diventò l'ultimo papa italiano, e rimase tale per soli 33 giorni.
Non sappiamo bene perché le persone, o almeno una parte, si bacino sulla bocca, anche se in inglese c’è addirittura una parola per definire la scienza dei baci: philematology, “filematologia”. Le poche certezze che abbiamo sull’argomento sono che gli esseri umani sono praticamente gli unici animali a baciarsi, almeno per le ragioni per cui lo fanno, e che hanno cominciato a farlo solo in certe culture e solo dopo decine di migliaia di anni. Sul perché lo facciano, invece, ci sono solo alcune teorie. Gli animali più vicini all’Homo sapiens, la specie a cui apparteniamo, sono gli scimpanzé (Pan troglodytes) e i bonobo (Pan paniscus): sia tra gli uni che tra gli altri i biologi hanno osservato dei baci sulla bocca. Inizialmente si pensava che i baci derivassero dall’uso di passare cibo già parzialmente masticato a un proprio simile, poi si sono prese in considerazione altre possibilità. Il primatologo olandese Frans de Waal, ricercatore alla Emory University di Atlanta e divulgatore scientifico, ha studiato il modo in cui gli scimpanzé si baciano e si abbracciano dopo aver risolto una controversia: per questi animali molto aggressivi i baci sono una forma di riconciliazione e sono più comuni tra esemplari maschi che femmine. Non c’entrano nulla con l’accoppiamento. I bonobo si baciano di più e spesso lo fanno con la lingua: anche nel loro caso i baci – e gli atti sessuali – sono un metodo per risolvere conflitti e per stringere legami, un po’ come quando le persone si stringono le mani.
Perché ci baciamo. Non ne sappiamo molto, nemmeno se c'entra più la cultura o l'evoluzione: probabilmente ha un ruolo la saliva e il fatto che non abbiamo un buon olfatto.
Quando ha iniziato a diffondersi l’ecommerce, le spedizioni gratuite sembravano un privilegio impensabile. Oggi le diamo per scontate, anche perché abbiamo imparato che non esistono davvero spedizioni gratuite: è un sistema per invitarci a comprare più cose, e quindi per fare guadagnare più soldi al venditore. Da qualche anno, uno dei servizi più importanti per i siti di ecommerce sono invece i resi gratuiti, cioè la possibilità di restituire un oggetto acquistato senza pagare: la offrono sempre più venditori e addirittura qualcuno la consiglia ai clienti, nonostante gli evidenti costi di gestione di un servizio di questo tipo. E per lo stesso motivo delle spedizioni gratuite. Quando i principali siti di ecommerce hanno iniziato a offrire la possibilità di restituire senza spese gli oggetti acquistati, non solo nei casi in cui fossero difettosi ma per qualsiasi motivo (anche nel semplice caso in cui l’oggetto non piacesse), non tutti i clienti ne hanno approfittato da subito. Matteo Bovio, portavoce di Zalando, la grande società tedesca specializzata nella vendita online di scarpe e abbigliamento, ha spiegato al Post che esiste ancora oggi, in molti clienti, una specie di blocco psicologico: dei focus group hanno dimostrato che per molte persone l’idea di restituire un oggetto è associata a un danno arrecato al venditore, o a una forma di vergogna per l’acquisto sbagliato. Ma le cose stanno cambiando, e sempre più persone usufruiscono della possibilità di cambiare le cose che comprano.
Come funzionano i resi gratuiti. Sono diventati essenziali nel business degli acquisti online e i rivenditori spesso li incoraggiano: ma gestirli non è semplice.
(VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images) (VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)
Il primo tweet del Papa. Il primo tweet di Papa Benedetto XVI è stato pubblicato su Twitter alle 11:28 di questa mattina. Il messaggio è stato diffuso inizialmente sull’account principale “@pontifex” in inglese, e successivamente sugli altri account nelle varie lingue, italiano compreso. Dear friends,.
Stasera in tv ci sono supercervelloni su Rai 1 e ballerini su TV8. Il caro vecchio Criminal Minds su Rai 4 e i programmi di approfondimento Kronos (su Rai 2) e Propaganda (su La7). Ci sono anche un paio di buoni film: Veloce come il vento su Rai 3 e Codice: Swordfish su Iris. Quando uscì un paio di anni fa non si parlò invece benissimo di Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick, stasera su Italia 1, ma la storia che racconta è bella. Potete leggerla qui in cinque minuti e stasera andare a fare altro. La vera storia di “Heart of the sea”
Cosa c’è stasera in TV? "Veloce come il vento", "Codice: Swordfish" e "Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick", se vi va di guardare un film.
È innegabile che una cosa sia davvero successa, di quelle roboantemente annunciate dai leader dell’UdC un anno e mezzo fa, in un convegno a Todi: la ricerca di nuove alleanze e il tentativo di creazione di un’aggregazione di centro più ampia ha avuto un’accelerazione e ha raggiunto tappe rilevanti del suo percorso con la creazione del cosiddetto terzo Polo. Ma è altrettanto innegabile che le contemporanee promesse di trasformare l’UdC in un’altra cosa, rispetto al partito erede di quel che è via via rimasto di pezzi della vecchia DC e sistema di gestione di piccoli poteri privo di articolate visioni politiche o progetti, si sia invece del tutto perso.
Il guaio con l’UdC. Siano vere o no le accuse sulla tangente di 200 mila euro per Casini, quel partito ha un problema forse irrisolvibile.
Da ieri il filone giudiziario della storia di Berlusconi e di certe sue criticate abitudini si è arricchito di un nuovo capitolo. Dopo la procura di Milano, che indaga su quanto è accaduto attorno a Karima El Marough detta Ruby, ieri si è saputo che pure la procura di Palermo sta indagando su un presunto giro di droga e prostituzione attorno ad alcune feste organizzate da esponenti del PdL. L’inchiesta di Palermo gira intorno a una donna che si chiama Perla Genovesi. Lei ha trentadue anni, è originaria di Parma ed è stata a lungo militante di Forza Italia. Tra il 2001 e il 2004 si è candidata alla presidenza del quartiere Pabo, a Parma, e al Comune di Fidenza. Ha lavorato in regione per sette mesi nel gruppo consiliare di Forza Italia. Nel 2005 ha fatto l’assistente parlamentare del senatore del PdL Enrico Pianetta, accompagnandolo anche durante un viaggio ufficiale in Brasile. Poi ha abbandonato la carriera politica a causa di una gravidanza.
Perla Genovesi e le feste del PdL. Riassunto del nuovo filone giudiziario delle inchieste sulle serate a casa del premier, di cui si parla da ieri sera.
C’è stato un terremoto a Catania oggi, di magnitudo 4.8, con epicentro in provincia, 2 chilometri a nord del comune di Viagrande, un paese di 8mila abitanti tra Catania e l’Etna. È stato alle 3.19 della notte tra martedì e mercoledì. Secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a solo 1 chilometro di profondità. Secondo la prefettura di Catania dieci persone sono rimaste ferite, in maniera non grave, e sono state portate in ambulanza al pronto soccorso. Altre 18 persone si sono invece presentate da sole in ospedale: la maggior parte ha ferite lievi, alcune erano sotto shock o avevano un attacco di panico. La scossa, la più forte registrata da quando è iniziata l’eruzione dell’Etna, il 24 dicembre, ha provocato danni ad edifici e strade: i danni maggiori si sono registrati a Fleri, una frazione del comune di Zafferana Etnea, anch’esso colpito, a Santa Venerina e nella zona di Acireale. A Fleri ci sono stati dei crolli di edifici e di muri e alcune persone sono state estratte dalle macerie. Per le strade ci sono stati danni ai lampioni e fughe di gas. La scossa ha danneggiato anche la chiesa di Pennisi, frazione di Acireale: sono crollati il campanile e la statua di Sant’Emidio. A Catania, invece, non ci sono stati danni.
Le ultime notizie sul terremoto a Catania. È successo mercoledì notte, aveva una magnitudo di 4.8: ci sono danni a diversi edifici e almeno dieci feriti.
Luigi Di Maio – ministro dello Sviluppo economico e capo politico del Movimento 5 Stelle – ha pubblicato un post su Facebook sul caso della nave Diciotti in cui spiega perché, a suo modo di vedere, «l’Unione Europea ha deciso di voltare le spalle all’Italia ancora una volta» e l’Italia deve quindi «prendersi in maniera unilaterale una riparazione». Di Maio ha minacciato di «tagliare i fondi che diamo all’Unione Europea», ma nel farlo ha citato una cifra sbagliata. Agli italiani non chiederemo un centesimo di più. Lo dico da capo politico del Movimento 5 Stelle, visto che la UE non rispetta i patti e non adempie ai suoi doveri, noi come forza politica non siamo più disposti a dargli i 20 miliardi all’anno che pretendono.
Di Maio non sa quanto l’Italia versa all’Unione Europea ogni anno. Ha citato una cifra sbagliata ed esagerata, e non è il primo a farlo.
Parte della famiglia reale inglese – il duca e la duchessa di Cambridge William e Kate con i figli George e Charlotte – è in visita in Canada, paese che fa parte della monarchia inglese e di cui William potrebbe diventare re. William e Kate, che avevano visitato per la prima volta il Canada nel 2011 pochi mesi dopo il loro matrimonio, sono arrivati sabato scorso con i loro due figli e c’è stato un primo incidente diplomatico quando il principe George non ha stretto la mano al primo ministro canadese Justin Trudeau (facendo nascere l’ennesimo meme che lo riguarda). Ieri, a Victoria, è stata organizzato un pomeriggio di giochi per le famiglie dei militari canadesi e hanno partecipato anche William e Kate con i loro due figli, che hanno 3 anni e 16 mesi. La famiglia reale inglese è stata molto fotografata, soprattutto perché è raro vederli tutti e quattro insieme mentre giocano con palloncini, bolle di sapone e coniglietti.
Foto di una festa con il principe George e la principessa Charlotte. A un evento organizzato ieri durante la visita ufficiale della famiglia reale in Canada, con bolle, palloncini e il principe George che fa il principe George.
Lunedì 20 maggio, l’amministratore delegato di Yahoo, Marissa Mayer, ha annunciato che la sua società ha raggiunto un accordo da circa 1,1 miliardi di dollari per acquisire Tumblr, il sistema usato da milioni di persone in tutto il mondo per gestire i loro “tumblelog”, piccoli blog usati per la condivisione di contenuti trovati in giro online e per la pubblicazione di post – di solito brevi ed essenziali – che a loro volta possono essere facilmente ricondivisi da altri utenti. Le voci sulla possibile acquisizione circolavano da giorni e si erano fatte più insistenti verso la fine della scorsa settimana. La notizia era stata data per certa dal Wall Street Journal, di solito molto bene informato su Yahoo, nel fine settimana. Tumblr Aggiungendo Tumblr all’elenco dei propri prodotti, Yahoo potrà colmare le sue mancanze nel settore dei social network, una delle cause del suo progressivo declino nel corso degli ultimi anni. La società non riesce da tempo a convincere gli utenti tra i 18 e i 24 anni a usare i propri servizi, una fascia di età molto importante soprattutto per quanto riguarda la vendita della pubblicità. Tumblr ha un pubblico molto giovane e si stima sia utilizzato mensilmente da oltre 100 milioni di persone, che pubblicano di continuo nuovi contenuti. Esiste dal 2007, e da allora sono stati pubblicati circa 50,6 miliardi di nuovi post. Inoltre il servizio è sempre stato in crescita, cosa che ha indotto diversi fondi di investimento a dare alla startup molti milioni di dollari.
Perché Yahoo ha comprato Tumblr. Vantaggi, sfide e rischi dell'acquisizione che è costata 1,1 miliardi di dollari.
L’azienda svedese di arredamento IKEA ha annunciato che non pubblicherà più il suo annuale catalogo cartaceo, una pubblicazione diventata un simbolo dell’azienda, nonché uno dei suoi principali strumenti di marketing. D’ora in poi il catalogo di IKEA sarà solamente digitale. IKEA, che è stata fondata in Svezia da Ingvar Kamprad nel 1943, ha pubblicato il suo primo catalogo annuale nel 1951 dopo che nel 1950 aveva iniziato a vendere mobili (prima era una società di ordini per corrispondenza).
IKEA non pubblicherà più il suo catalogo cartaceo. Dopo più di 70 anni, a causa dell'aumento delle vendite online.
Come ormai avrete imparato, ci sono delle notti, come quella appena trascorsa tra il 20 e il 21 marzo, in cui la luna appare un po’ più grande del solito. Accade perché il momento in cui si trova più vicina alla Terra nella sua orbita ellittica (perigeo) coincide con la luna piena. Il fenomeno può ripetersi più volte in un anno ma quella di ieri era una delle opportunità migliori per osservarlo, nuvole permettendo. La differenza è comunque contenuta e non è sempre facile coglierla a occhio nudo, visto che il diametro è di circa il 10-15% in più. Fotografie e osservazioni in periodi diversi dell’anno, con punti di riferimento fissi all’orizzonte (come palazzi, ponti o montagne) possono aiutarci a notare la differenza, o a enfatizzarla, come queste in cui appare dietro palazzi, alberi, croci e statue, per chi non ha alzato il naso ieri sera. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto della superluna. Dietro palazzi, alberi, croci e statue per chi non ha alzato il naso ieri sera.
Tra sabato e domenica ci sono stati grossi problemi legati al cattivo tempo in Piemonte e Liguria. Poco a nord di Savona è parzialmente crollato un viadotto dell’autostrada A6, a causa di una frana che ha travolto i piloni del ponte. Da domenica mattina nella zona di Sezzadio, in provincia di Alessandria, una donna è dispersa dopo l’esondazione del fiume Bormida provocata dalle intense piogge degli ultimi giorni. La donna, di 53 anni, si trovava insieme ad altre due persone in un’auto che è finita nel fiume in piena. Dei tre passeggeri dell’auto, i Vigili del Fuoco sono riusciti a recuperare un uomo e una donna, di 63 e 33 anni, mentre la terza persona non è ancora stata trovata. Sezzadio (AL) #24novembre 11:00, proseguono le ricerche della persona dispersa nel fiume Bormida. In corso ricognizione aerea con l’elicottero dei #vigilidelfuoco pic.twitter.com/FqBSV2APjD
Le alluvioni in Piemonte e Liguria. Una persona è dispersa in provincia di Alessandria a causa dell'esondazione del fiume Bormida, sulla A6 è crollato un viadotto.
Eurostat, ufficio statistico dell’Unione Europea, ha diffuso i dati sulle richieste di protezione internazionale presentate nei diversi paesi UE nel corso del 2018 (i cosiddetti “first-time asylum applicants for international protection“). Secondo Eurostat, nel 2018 le richieste sono state 580.800, l’11 per cento in meno di quelle presentate nel 2017 e meno della metà di quelle registrate nel 2015, l’anno dei record. Il paese europeo che ha ricevuto più richieste è stata la Germania (il 28 per cento del totale), seguito dalla Francia (11 per cento), dalla Spagna (9 per cento) e dall’Italia (8 per cento). La principale nazionalità dei richiedenti asilo è stata quella siriana (il 14 per cento del totale), come succede ogni anno dal 2013, seguita da quella afghana e quella irachena. In Italia tra il 2017 e il 2018 c’è stato un calo del 61 per cento delle richieste di protezione internazionale: si è passati dalle 126.550 richieste del 2017 alle 49.165 richieste del 2018. La principale nazionalità dei richiedenti protezione internazionale è stata quella pakistana (15 per cento del totale), seguita da quella nigeriana (10 per cento) e da quella bangladese (8 per cento).
Eurostat ha diffuso i dati del 2018 sui richiedenti protezione internazionale nei paesi dell’Unione Europea.
Dal 1977, quando gli regalarono una macchina fotografica Leica, fino al 2011, Richard Sandler ha scattato fotografie di strada tra Boston e New York: le immagini raccolte in questi 34 anni fanno ora parte del libro The Eyes of the city, pubblicato da PowerHouse Books. Nelle sue foto Sandler non solo mostra la città attraverso i suoi occhi, ma anche attraverso quelli delle persone che ci vivono e che spesso guardano dritti in camera. Sandler ha spiegato che la sua scelta di fare fotografie di strada è probabilmente dovuta alla frequenza con cui marinava la scuola da ragazzo, finendo per bighellonare in giro per New York. Nel 1977 decise di dedicarsi alla fotografia: in quegli anni viveva a Boston e fino a quel momento aveva lavorato come cuoco e agopuntore. Nel 1980 tornò a New York e si mise a fotografare per le strade il crimine e la diffusione della droga a Times Square, nell’East Village e ad Harlem, ma anche le signore impellicciate a passeggio per il centro. Negli ultimi anni si è dedicato soprattutto alla produzione di corti (tra i suoi film ci sono The Gods of Times Square, Brave New York e Radioactive City). Le sue fotografie sono esposte nelle collezioni permanenti della New York Public Library, del Brooklyn Museum e dello Houston Museum of Fine Art, tra gli altri. Le sue foto si possono vedere anche sul suo sito, qui.
Gli occhi della città. E di quelli che la vivono, che Richard Sandler ha fotografato per 34 anni, tra Boston e New York.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: online sul Post c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone dei Bon Iver. Anche solo per avere messo la parola "gnosi" in un verso (senza essere Battiato).
Da lunedì il Post pubblica in anteprima, a puntate, il graphic novel Lo Zen di Steve Jobs, che uscirà il 23 maggio in Italia per Rizzoli Etas. Quello di oggi è il terzo episodio, in tutto saranno sei. Il libro è un progetto in collaborazione tra la rivista Forbes e JESS3, un’agenzia di comunicazione che si occupa di web design, visualizzazione dati e social media strategy. Della scrittura si è occupato Caleb Melby, della redazione di Forbes, e delle illustrazioni il fondatore di JESS3, Jesse Thomas. La traduzione dall’inglese è di Giovanni Gladis Ubbiali.
Lo Zen di Steve Jobs: terza puntata. In anteprima sul Post il terzo episodio del graphic novel che racconta cosa c'entrano la meditazione e il buddismo con i prodotti Apple.
La ragione per cui abbiamo una bassa opinione di chi “predica bene e razzola male” è che ci fa credere di essere una persona virtuosa quando non lo è. È la conclusione a cui è giunto un gruppo di ricerca del dipartimento di psicologia dell’Università di Yale: gli ipocriti non ci piacciono non perché non fanno ciò che predicano, o perché non hanno la forza di volontà per vivere secondo i propri ideali e si comportano in modo sbagliato sapendo che è sbagliato, ma perché appaiono bravi e corretti senza esserlo. Lo spiegano sul New York Times le studentesse Jillian Jordan e Roseanna Sommers e il professore David Rand, tra i membri del gruppo di ricerca e autori di uno studio intitolato Why Do We Hate Hypocrites? Evidence for a Theory of False Signaling, cioè “Perché odiamo gli ipocriti? Prove per una teoria dei segnali falsi”. Lo studio è stato fatto grazie a quattro test sottoposti a centinaia di persone reclutate grazie ad Amazon Mechanical Turk, il servizio di Amazon che permette di proporsi per piccole e semplici mansioni da svolgere attraverso internet: i test chiedevano alle persone di esprimere un giudizio su situazioni tipo in cui qualcuno si comporta in modo ipocrita. Tutti attribuiscono un valore negativo all’ipocrisia ma, come scrivono Jordan, Sommers e Rand, l’avversione per l’ipocrisia «costituisce un enigma psicologico». Per spiegarlo gli studiosi fanno l’esempio di un collega che in ufficio invita tutti a sforzarsi per rispettare l’ambiente, per esempio accendendo le luci solo se necessario e stampando i documenti sempre su fronte e retro. Se scopriamo che questo collega a casa sua non segue i buoni consigli che dà in ufficio, tendiamo a pensare che questa persona non possa permettersi di darci delle indicazioni, anche se sono corrette. Il problema è che questo atteggiamento non è razionale. Se diamo importanza alla difesa dell’ambiente, dovremmo essere contenti che il nostro collega la promuova, a prescindere dalle sue azioni come singolo: «Dal punto di vista logico non c’è nulla di disonesto nell’atto di condannare un’azione che si compie».
Perché non ci piace chi “predica bene e razzola male”. Per un motivo irrazionale, dice uno studio dell'Università di Yale: perché chi predica bene ci fa sentire peggiori.
Il commissario per l’emergenza coronavirus in Italia Francesco Paolo Figliuolo ha detto che consentirà alle Regioni di organizzarsi per effettuare la somministrazione della seconda dose del vaccino anche ai turisti provenienti da altre Regioni che si trovano nei luoghi di vacanza. Intervistato da Radio 24, ha detto che la Conferenza delle Regioni gli ha chiesto di poter essere più flessibili e dare la facoltà di somministrare la seconda dose di vaccino alle persone che si trovano in vacanza, quindi lontane dalla propria Regione di residenza. La decisione è stata ufficializzata in una nota inviata alle Regioni, non ancora pubblicata sul sito ufficiale del governo, in cui si dice che sarà possibile redistribuire le dosi tra le Regioni, che però dovranno informare il Commissario con «congruo anticipo».
Le Regioni potranno organizzarsi per somministrare i vaccini ai turisti. Lo ha annunciato il commissario Figliuolo, che ha messo però alcuni paletti.
Quando morì Serge Gainsbourg era un sabato, il 2 marzo 1991, trent’anni fa. Il quotidiano Libération uscì soltanto il lunedì, con un titolo sulla resa dell’Iraq e una grossa, vecchia foto del cantante che aveva segnato il Novecento francese, con in bocca una delle decine di sigarette che fumava ogni giorno e che sono un pezzo della sua iconografia insieme alla barba trascurata e alla chioma spettinata. Di Gainsbourg, che nei decenni precedenti era stato uno dei personaggi più provocatori e imprevedibili d’Europa (e la concorrenza era agguerrita, diciamo), il presidente François Mitterrand disse che era stato «il nostro Baudelaire, il nostro Apollinaire» e che aveva «elevato la canzone allo stato dell’arte». Più che aver cambiato la musica pop francese, Gainsbourg era stato la musica pop francese, in modi che fuori dalla Francia non sono mai stati facili da capire. Gainsbourg era nato nel 1928 a Parigi in una famiglia di immigrati russi, aveva vissuto da ebreo in città durante l’occupazione nazista, poi aveva studiato arte all’accademia ma era finito ad aiutare il padre musicista nelle serate nei locali di cabaret. Ci aveva preso gusto e a partire dalla fine degli anni Cinquanta aveva iniziato a registrare canzoni, prima con scarso successo e via via ottenendo sempre più riconoscimenti.
Serge Gainsbourg e il suo mito. Fu il cantante francese più importante e influente del Novecento, ed è ancora al suo posto a trent'anni dalla morte.
Venerdì il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm con le norme per il contenimento dell’epidemia da coronavirus che saranno in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo 2021. Il decreto conferma il coprifuoco dalle ore 22 alle 5 di mattina, l’obbligo di usare la mascherina anche all’aperto e la chiusura di palestre, piscine e cinema. I musei potranno riaprire dal lunedì al venerdì solo nelle regioni in area gialla. Il governo ha invece inasprito le misure per quanto riguarda l’asporto nei bar: per evitare assembramenti fuori dai locali sarà consentito acquistare cibo e bevande d’asporto soltanto fino alle 18. Come aveva anticipato il ministro Speranza nel suo intervento alle Camere di mercoledì scorso, il Dpcm prevede la possibilità del passaggio delle regioni alla zona arancione o rossa in base ai nuovi criteri stabiliti dal decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri mercoledì 13 gennaio. Il Dpcm prevede inoltre che da lunedì 18 gennaio – salvo in area rossa – nelle scuole superiori di secondo gradi riprendano le lezioni in presenza almeno al 50 per cento e fino ad un massimo del 75 per cento delle ore di lezione. Per le scuole dell’infanzia, per le elementari e le medie (salvo in area rossa) la didattica continuerà a svolgersi integralmente in presenza. Le università dovranno predisporre dei «piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, da svolgersi a distanza o in presenza», che tengano conto «delle esigenze formative e dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria nel rispetto delle linee guida del Ministero dell’università e della ricerca».
Cosa dice il nuovo Dpcm. Sarà in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo e contiene le nuove regole su quali attività possono rimanere aperte, le cosiddette "aree bianche" e le visite nelle abitazioni private.
Dal prossimo anno Illy, azienda specializzata nella produzione di caffè con sede e stabilimento a Trieste, produrrà capsule compatibili con le macchine domestiche Nespresso. Le capsule saranno distribuite in aggiunta a quelle per le macchine da caffè di Illy. La decisione è stata presa dopo un accordo di licenza fatto con il gruppo tedesco Jab, che controlla la società olandese di caffè e tabacco Jde. Illy produrrà il caffè per la capsula e Jde, nel suo stabilimento francese, fabbricherà le capsule in alluminio per poi distribuirle in tutta Europa. In Italia invece la distribuzione sarà affidata alla stessa Illy. Massimo Pogliani, amministratore delegato di IllyCaffè, ha detto che la sua azienda resterà «al 100% familiare» ma che «con Jab dimostriamo che è possibile fare accordi con grandi player senza essere comprati».
Illy produrrà capsule del caffè compatibili con le macchine Nespresso.
Svetlana Aleksievic ha vinto il premio Nobel per la Letteratura 2015 “per le sue opere polifoniche, un monumento alla sofferenza e al coraggio del nostro tempo”. Svetlana Aleksievic è una giornalista bielorussa che ha raccontato i principali eventi dell’Unione Sovietica nel secondo dopoguerra, ed è stata costretta a lasciare la Bielorussia perché accusata dal regime di Aleksandr Lukašenko di collaborare con la CIA. I libri più importanti di Aleksievic pubblicati in Italia sono: Preghiera per Cernobyl’ ( edizioni E/O) a proposito del disastro nucleare in Ucraina, Ragazzi di zinco (edizioni E/O) che tratta invece il tema della guerra in Afghanistan e Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo (Bompiani), una raccolta di testimonianze dall’URSS. Aleksievic era la favorita secondo le quote del sito inglese di scommesse Ladbrokes, dove la sua vittoria era data 5 a 1. Nel 2014 il vincitore del premio Nobel per la letteratura è stato lo scrittore francese Patrick Modiano.
Svetlana Aleksievič ha vinto il premio Nobel per la Letteratura 2015. È una giornalista bielorussa che ha raccontato Chernobyl, l'Unione Sovietica e i paesi che ne facevano parte.
Fino al 19 febbraio 2017 la galleria Forma Meravigli di Milano ospiterà una mostra dedicata al libro The Americans (Gli Americani) di Robert Frank, definito dal New York Time Magazine “il più influente fotografo in vita”. The Americans è stato ed è tuttora uno dei progetti più importanti della storia della fotografia statunitense: raccoglie le foto scattate da Frank viaggiando in 48 stati a metà degli anni Cinquanta, con uno stile nuovo che cambiò il modo di vedere i reportage. Alla galleria Forma Meravigli di Milano verrà esposta la serie completa delle 83 fotografie che compongono il libro, che sarà anche acquistabile in un’edizione pubblicata da Contrasto. Nel 1955 Frank, su incoraggiamento del suo maestro Walker Evans, chiese una borsa di studio alla Fondazione Guggenheim: la ottenne e utilizzò il denaro per realizzare The Americans. Tra il 1955 e il 1956, a bordo di una Ford Business Coupe, fotografò le strade, i volti, le piazze, i bar e i negozi di 48 stati degli Stati Uniti, scattando più di 27 mila fotografie. Raccolse le migliori 83 in un libro pubblicato prima in Francia, nel 1958, e l’anno dopo negli Stati Uniti, con una prefazione dello scrittore Jack Kerouac, di cui Frank fu molto amico (come di altri esponenti della Beat Generation). Kerouac scrisse:
Gli americani di Robert Frank. Sono i protagonisti di uno dei libri che ha fatto la storia della fotografia del Novecento, ora in mostra a Milano.
Da domani 17 febbraio fino al 31 maggio, il museo MAN di Nuoro ospita una mostra sulla fotografa statunitense Berenice Abbott, una delle più conosciute del Novecento. Presenta una selezione di 82 immagini realizzate tra la metà degli anni Venti e i primi anni Sessanta, divise in tre sezioni che ne raccontano l’evoluzione dello stile: ritratti, New York e fotografie scientifiche. Abbott era nata a Springfield, in Ohio, nel 1898. Da ragazza si era trasferita al Village di New York, dove studiava scultura e per mantenersi posava da modella per artisti come Man Ray e Nikolas Muray. All’inizio degli Venti seguì Man Ray a Parigi, dove continuò a studiare arte e divenne assistente di Ray nel 1923. A questo periodo risalgono i ritratti che Abbott scattò ai protagonisti dell’avanguardia artistica e letteraria europea, tra cui Jean Cocteau, James Joice, Max Ernst e André Gide. In quegli anni Abbott aprì il proprio laboratorio di fotografia, frequentato da un circolo di intellettuali e artiste lesbiche, e nel 1926 espose i propri ritratti nella galleria “Le Sacre du Printemps”.
Ritratti e città di Berenice Abbott. Una mostra a Nuoro racconta l'evoluzione della fondamentale fotografa americana del Novecento.
Lynsey G., giornalista specializzata nell’industria pornografica e autrice del libro Watching Porn, ha scritto un lungo articolo su Glamour in cui ha raccontato un problema diffuso e poco discusso del settore dell’intrattenimento per adulti: il razzismo. Parlando con diverse attrici, addetti ai lavori ed esperti, Lynsey G. ha descritto i problemi di diseguaglianza salariale e stereotipizzazione che interessano gli attori afroamericani e asiatici del settore, che nonostante riguardi milioni e milioni di persone del mondo rimane oscuro ai più e molto poco raccontato sui media mainstream. L’episodio da cui parte l’articolo è una censura subita da Ana Foxxx, tra le più richieste e famose attrici porno afroamericane: quest’anno le è stato chiesto di presentare alcuni premi agli AVN Awards, spesso chiamati “gli Oscar del porno” e raccontati tra gli altri da David Foster Wallace in un suo famoso reportage. Foxxx è salita sul palco con un’acconciatura e un abito tipicamente africani, e ha alzato anche il pugno chiuso, nel saluto tradizionalmente associato alle battaglie per i diritti dei neri. Nel filmato che è stato realizzato sulla serata, però, la sua apparizione è stata tagliata: alle sue richieste di spiegazioni, l’organizzazione ha spiegato di aver dovuto rimuovere tutte le cose politiche della cerimonia. Foxxx ha raccontato la cosa in un post su Instagram, che poi ha dovuto rimuovere su richiesta degli AVN Awards, che le hanno garantito un incontro per discutere del problema. Non è stato produttivo, ha spiegato Foxxx a Glamour.
Il porno ha un problema di razzismo. I temi e i generi di questi anni rafforzano stereotipi vecchi e offensivi, con conseguenze dirette anche per gli attori.
Chiunque usi AdBlock – un popolare software che impedisce il caricamento delle pubblicità online – stamattina aprendo la prima pagina web della giornata ha letto un messaggio scritto da Michael Gundlach, il creatore del programma. Il messaggio riguarda l’adesione di AdBlock ad Acceptable Ads Program. In breve: d’ora in poi AdBlock non bloccherà più tutte le pubblicità ma, se l’utente lo vorrà, impedirà solo il caricamento di quelle ritenute fastidiose, lasciando visibili quelle utili, efficaci e “accettabili”. Per chi non usa e non ha mai usato AdBlock, serve forse un po’ di contesto: negli ultimi anni sono aumentate sempre di più, in numero e varietà di tipologie, le pubblicità su internet. Grazie a queste pubblicità molte imprese online di diversissimo tipo – tra loro c’è Il Post – tentano e a volte riescono ad avere un modello di business e dei ricavi. È indubbio però che in certi casi le pubblicità online rendano fastidiosa la navigazione e lento il caricamento delle pagine. Esistono quindi – e negli anni sono migliorati e cresciuti – molti servizi di “adblocking”, che permettono agli utenti di non caricare i contenuti pubblicitari nelle pagine che visitano. I servizi di “adblock” sono spesso mal visti da chi si fa pubblicità e chi da quelle pubblicità ricava guadagni economici. AdBlock è il più popolare software tra quelli di questo genere: la sua adesione all’Acceptable Ads Program – di cui esiste un “Manifesto“, disponibile e firmabile online – ha l’obiettivo di aprire un dialogo con chi si oppone ai servizi che permettono di bloccare le pubblicità, ed evitare che il desiderio di bloccare annunci invasivi e molesti danneggi anche le inserzioni più innocue e in ultima istanza i siti che così si garantiscono la loro sopravvivenza.
AdBlock mostrerà le pubblicità ritenute “accettabili”. Il più popolare software per bloccare le pubblicità online ha una nuova funzione per impedire il caricamento solo di quelle fastidiose e invasive.
Uno dei temi più ricorrenti nel dibattito politico, di suo già alquanto ripetitivo, è quello delle riforme istituzionali. In linea di principio tutti i principali esponenti politici concordano da anni sulla necessità di riorganizzare il modo in cui funzionano le nostre istituzioni, dal Parlamento ad alcuni enti amministrativi, ma in concreto non si è fatto nulla per tradurre nella pratica gli intenti più o meno buoni espressi da comitati, commissioni, gruppi di lavoro e parlamentari in ordine sparso. Le province esistono ancora, il bicameralismo perfetto con Camera e Senato che fanno le stesse cose anche e via discorrendo. Confidando di superare questo blocco cronico, il ministero delle Riforme ha di recente messo online un questionario, per coinvolgere i cittadini e sapere il loro parere sull’eterno tema delle riforme istituzionali. Prima della formazione del nuovo governo, nel lungo e incerto periodo seguito alle elezioni dello scorso febbraio, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva dato l’incarico ad alcuni esponenti politici ed esperti costituzionalisti di preparare un rapporto sulle riforme istituzionali necessarie per l’Italia. Dopo alcuni giorni di lavoro, il 30 marzo il gruppo di lavoro aveva consegnato una relazione finale, in cui elencava alcune possibili soluzioni per rivedere in parte il funzionamento del governo e del Parlamento, riformare i sistemi di democrazia diretta e le autonomie territoriali.
Il questionario online sulle riforme. Il governo ha messo in rete una "consultazione" in cui si può dire cosa si pensa di bicameralismo, province, presidenzialismo, nell'attesa che qualcuno se ne occupi.
A volte conservano i vestiti, i pezzi di maglietta o pantaloni che non sono stati tagliati e buttati via da dottori e infermieri. Raccontano più e più volte la loro storia ai pranzi di famiglia e poi anche su internet, dove condividono foto e articoli su altri che, come loro, sono sopravvissuti, o su altri che invece no. Il video di un turista colpito su una spiaggia brasiliana o quello del texano ucciso mentre era andato a correre. I 65 morti in Pakistan durante quattro giorni di tempeste. I sopravvissuti possono iniziare a ricostruire la possibile traiettoria della corrente elettrica – che scarica 200 milioni di volt e viaggia a un terzo della velocità della luce – solo mettendo insieme i resoconti dei testimoni, i vestiti bruciacchiati e la pelle ustionata.
Cosa succede quando ti colpisce un fulmine. Storie di persone a cui è successo e di altre che stanno provando a capirci qualcosa: molte cose ancora non le sappiamo.
E insomma: va bene che è domenica, va bene che siamo quasi in estate, va bene che fa bel tempo, va bene che ci sono i mondiali. Ma non penserete mica che non sia il caso di farsi un giro tra le cose migliori che abbiamo pubblicato questa settimana, vero? Se siete in spiaggia o in montagna e leggete con un iPad o un iPhone, potrebbe interessarvi il riassuntone sul nuovo iPhone 4 oppure la storia su come il New York Times stia facendo casino per via di un semplice feedreader per iPad. Se invece restate a casa, magari a guardare le partite, tenete il pc acceso e gettate un occhio ogni tanto sul nostro Speciale mondiali. Il computer vi servirà anche a guardare tutte le partite, se non avete Sky, usando uno dei vari siti che fornisce indirizzi per vedere gli incontri in streaming. Se volete vedere le partite su iPad, beh, per ora scordatevelo.
Sunday Post. I consueti consigli della domenica su quello che forse vi siete persi questa settimana.
Alessandro Mattinzoli, assessore allo Sviluppo Economico della Lombardia, è risultato positivo al coronavirus (SARS-CoV-2). Lo hanno comunicato in una nota il presidente della regione Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, aggiungendo che tutta la giunta si sottoporrà ai test di accertamento e che per questo sono stati costretti a rinviare la visita agli ospedali di Lodi, Codogno e Cremona. «Una volta ottenuti gli esiti – ha detto Gallera – attiveremo le procedure previste dai protocolli di Regione Lombardia, condivise con il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di sanità per i contatti diretti». Mercoledì scorso Fontana aveva detto che una sua collaboratrice era risultata positiva al coronavirus e per questo aveva deciso di mettersi in isolamento volontario, indossando la mascherina per evitare di contagiare le persone che lo circondano in attesa di essere sottoposto ai test. La Lombardia è la regione italiana dove è stato confermato il più alto numero di contagi (984 a domenica sera) e dove si trovano alcuni dei comuni della cosiddetta “zona rossa”, quella dei due focolai del virus.
Alessandro Mattinzoli, assessore allo Sviluppo Economico della Lombardia, è risultato positivo al coronavirus.
Chi oggi ha provato ad andare sull’Android Market, il negozio online di Google per la distribuzione delle applicazioni per il suo sistema operativo, ha notato che al posto del solito indirizzo si viene automaticamente dirottati in un nuovo portale che si chiama Google Play. Lo store da poco avviato da Google non ha nulla di diverso da quello precedente, ma nei paesi in cui sono già attivi altri servizi per la vendita di musica e libri costituisce un’importante novità perché raccoglie in un unico spazio sistemi che fino a ora erano tra loro separati. Google Play è stato annunciato da poche ore sul blog ufficiale della società, che vuole rendere più semplice la ricerca, il download e la sincronizzazione di musica, libri e video tra i propri dispositivi su cui viene usato un account Google. Come spiegano sul blog, con Google Play è possibile:
Che cos’è Google Play. Le cose da sapere sul nuovo sistema che raccoglie in un unico store i servizi per scaricare musica, film, applicazioni ed ebook.
Negli ultimi giorni si è parlato molto del caso di un batterio resistente agli antibiotici identificato per la prima volta negli Stati Uniti, su una paziente di 49 anni della Pennsylvania. Molti giornali hanno raccontato la notizia con toni allarmati e titoli come “Scoperto il batterio che resiste a tutti gli antibiotici”, “Il super batterio più forte degli antibiotici” e “Terrore per il super-batterio più forte di ogni antibiotico”, mentre domenica sera su RaiTre al tema ha accennato anche la trasmissione Report nell’ambito di un’inchiesta più ampia sugli antibiotici. La scoperta negli Stati Uniti non è da sottovalutare e solleva qualche preoccupazione, ma non nei termini sensazionalistici con cui è stata raccontata a volte negli ultimi giorni. Infezione da E. coli Sulla rivista scientifica Antimicrobial Agents and Chemotherapy un gruppo di ricercatori del Walter Reed National Military Medical Center (Maryland) ha scritto di avere identificato con certezza per la prima volta negli Stati Uniti un’infezione da batterio Escherichia coli (E. coli) in una paziente, resistente alle tradizionali terapie antibiotiche per fermarlo. La somministrazione della colistina, un antibiotico di ultima scelta quando gli altri falliscono, non ha portato a benefici e ha reso necessaria la somministrazione di altri farmaci e combinazioni di antibiotici per curare la paziente, che è poi riuscita a superare l’infezione.
Non è l’apocalisse degli antibiotici. La scoperta di un batterio "resistente agli antibiotici" di questi giorni era attesa ed è preoccupante, ma meno di come è stata raccontata.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 1.907 nuovi casi di contagio da coronavirus e 10 decessi, per un totale di 294.932 casi e 35.668 morti dall’inizio della pandemia. Le persone attualmente ricoverate sono 2.595 (35 in più di ieri), di cui 208 nei reparti di terapia intensiva (4 in meno di ieri). Sono state inoltre testate 60.015 persone, per un totale di 6.187.258 casi testati e 10.246.163 tamponi effettuati. Il maggior numero di contagi è stato registrato in Lombardia (224). Seguono Campania (208), Lazio (193), Sicilia (179), Veneto (176) e Liguria (158). Le province in cui è stato accertato il numero maggiore di casi sono Napoli (166), Roma (157), La Spezia (86), Milano (81), Bolzano (72), Palermo (70), Torino (67), Genova (52), Verona (49) e Treviso (46).
I dati sul coronavirus di oggi, venerdì 18 settembre.
La rivista statunitense Atlantic ha messo insieme una lista con i film più attesi del 2016, ordinati in base alla data di uscita. La lista dell’Atlantic, a differenza per esempio di quella pubblicata da riviste di settore come Cahiers du Cinéma, prende in considerazione film di largo consumo e molto attesi dal pubblico più vasto. Il primo è Zoolander 2, il sequel del famoso film demenziale del 2001 con Ben Stiller e Owen Wilson e che uscirà a febbraio, mentre l’ultimo è Passengers, un film di fantascienza di cui si sa ancora poco, tranne che ci saranno Jennifer Lawrence e Chris Pratt e che uscirà a fine dicembre. Nella lista ci sono tre film di animazione e quattro film di supereroi (due Marvel e due DC Comics), e naturalmente ci sono gli spinoff di Star Wars – Rogue One – e quello di Harry Potter Animali fantastici e dove trovarli. (dentro ogni foto, le informazioni su cast, trama e data di uscita del film)
I film più attesi del 2016. Li ha scelti l'Atlantic, ce ne sono quattro di supereroi, qualcuno di cui si sa ancora poco e naturalmente gli spinoff di Harry Potter e Star Wars.
Negli ultimi giorni una nuova serie di dati sul clima ha delineato una prospettiva scioccante, per quanto ormai familiare: gli esseri umani hanno profondamente alterato i sistemi con cui il pianeta garantisce agli esseri viventi condizioni accettabili, e il 2015 sarà sempre più probabilmente una specie di punto esclamativo, anche rispetto alle tendenze più recenti. Lunedì gli scienziati del servizio meteorologico britannico, il Met Office, hanno detto che alla fine dell’anno il nostro pianeta sarà stato in media un grado più caldo delle temperature dell’era precedente alla Rivoluzione industriale. È la prima volta che accade. Quel dato vuol dire che siamo a metà strada nel solcare una linea ben precisa: la soglia che secondo gli scienziati porta verso cambiamenti climatici “pericolosi” e che i leader mondiali si sono più volte impegnati a evitare. Una soglia infausta.
Il 2015 sarà l’anno più caldo mai registrato. Lo dicono sempre più analisi e dati, e le conseguenze le stiamo già vedendo.
La mattina del 24 marzo del 1999, 21 anni fa, un tir belga che trasportava farina e margarina si fermò più o meno in mezzo al tunnel che collega la Francia e l’Italia passando sotto al massiccio del Monte Bianco. Nel giro di pochi secondi, per ragioni su cui ci sono dubbi ancora oggi, il camion prese fuoco, dando inizio a un enorme incendio che disperse fumi tossici all’interno del traforo, portando la temperatura intorno ai 1.000 °C. Morirono 39 persone. Tra loro c’era Pierlucio Tinazzi, un dipendente della società che gestiva il tunnel soprannominato da tutti Spadino, che fu soffocato nel tentativo di soccorrere un camionista in difficoltà. Da quel giorno Tinazzi è diventato una specie di eroe per i motociclisti italiani ed europei, che fino all’anno scorso si ritrovavano ogni anno a centinaia per ricordarne il sacrificio. Ma le storie iniziali sulla morte di Tinazzi, che lo resero famoso in tutto il mondo, furono ampiamente esagerate dai primi resoconti giornalistici dell’accaduto. L’impresa di Tinazzi, morto davvero mentre cercava di salvare un’altra persona, assunse contorni leggendari: per anni si credette che avesse fatto avanti e indietro dal tunnel all’esterno portando in salvo una decina di persone, prima di morire in sella alla sua moto.
La vera storia del “motociclista eroe” nell’incendio del traforo del Monte Bianco. Il 24 marzo del 1999 Pierlucio "Spadino" Tinazzi morì cercando di salvare un camionista nel gravissimo incidente: ma la vicenda fu raccontata male e assunse contorni leggendari.
Anche oggi, così come da diversi giorni a questa parte, un buon numero di quotidiani italiani dedica l’apertura della sua prima pagina a quanto sta accadendo negli Stati Uniti. La Casa Bianca, i democratici e i repubblicani sono impegnati da settimane in una trattativa su una materia di centrale importanza – e hanno una scadenza, il 2 agosto, dopodomani, oltre la quale le conseguenze di un mancato accordo potrebbero farsi sentire ben oltre i confini del loro Paese. Di cosa parliamo Mettiamola semplice: ogni paese ha bisogno di soldi. Per pagare le proprie attività, gli stipendi ai propri dipendenti, i programmi di welfare, gli investimenti in infrastrutture, i programmi di assistenza sanitaria, eccetera eccetera. In teoria, questi soldi dovrebbero arrivare dalle entrate: in primo luogo dalle tasse. In pratica, però, di questi tempi e per la maggior parte dei casi, i soldi in entrata sono meno dei soldi in uscita. A fronte di questa situazione, di norma i governi prendono del denaro in prestito – da banche, fondi e investitori, attraverso i titoli – e quindi si indebitano. In Italia lo sappiamo bene, viste le dimensioni del nostro debito pubblico. Anche gli Stati Uniti hanno un debito pubblico di proporzioni non indifferenti. Negli Stati Uniti, però, per prendere denaro in prestito e indebitarsi il Governo ha bisogno dell’autorizzazione del Congresso. Fino al 1917, serviva un voto del Congresso per ogni prestito. Dal 1917 si è deciso per una pratica più agile: fissare un tetto massimo di indebitamento e permettere al Governo di muoversi come meglio crede all’interno di quel tetto. Se non fosse che negli anni, un po’ per l’inflazione e un po’ per la situazione dell’economia, quel tetto è stato superato più volte: tutti i presidenti americani da Truman in poi hanno visto salire il tetto del debito statunitense. Il Congresso ha alzato il tetto del debito 18 volte durante la presidenza Reagan, 8 volte durante la presidenza Clinton, 7 volte durante gli anni di George W. Bush e 3 volte fino a ora con Barack Obama alla Casa Bianca. Il tetto attuale sarà toccato dal Governo americano il 2 agosto, domani. Quindi bisogna alzarlo.
Gli Stati Uniti e il tetto del debito. Perché ne stiamo parlando da settimane: una guida per chi decida di capirlo oggi, a due giorni dalla famigerata scadenza del 2 agosto.
Dal 27 luglio sono entrate in vigore a Milano le nuove norme che regolano l’utilizzo dei cosiddetti micro-veicoli di mobilità elettrica: monopattini elettrici, segway e hoverboard, oltre ai classici skateboard. Le norme si erano rese necessarie sia per l’improvvisa diffusione di mezzi del genere in città, comune ad altre grandi città europee e statunitensi, e di società che permettono di noleggiarli per un breve periodo; sia per l’approvazione di uno specifico decreto ministeriale che i comuni sono tenuti a recepire. Le nuove regole però non sono chiarissime né particolarmente pubblicizzate, tanto che negli ultimi giorni a Milano sono state emesse diverse multe per i trasgressori. I monopattini elettrici disponibili a Milano sono gestiti da molte diverse società; a Roma sono disponibili da qualche mese e a Torino lo saranno fra agosto e settembre. Il risultato è che in moltissime grandi città, da Parigi a Los Angeles, questi mezzi ecologici sono diventati nel giro di pochi mesi parte integrante del paesaggio. Girando per il centro di queste città se ne vedono in continuazione, fermi sul marciapiede o sfrecciare per le strade. Questa rapida diffusione ha portato molti a chiedersi se siano sicuri, e come regolarne l’utilizzo dato che non sono previsti dal codice della strada.
Le nuove regole sui monopattini elettrici a Milano. Sono in vigore da qualche giorno e ne permettono un uso MOLTO limitato, in attesa che il comune installi decine di cartelli.
Aggiornamento. Francesco Rutelli ha accusato l’Espresso di essersi prestato a un’opera di “inquinamento e depistaggio” ordita dallo stesso Lusi, che avrebbe “certamente” fornito le informazioni oggetto dell’articolo. ***
Lusi e la fondazione di Rutelli. Secondo l'Espresso l'ex tesoriere della Margherita negli ultimi anni ha girato i soldi del partito - molti soldi - a una fondazione di Francesco Rutelli.
Da alcuni giorni sul vulcano Stromboli, nelle isole Eolie, si è aperta una nuova bocca da cui la lava scende direttamente in mare. L’eruzione è piuttosto abbondante e, per ragioni di sicurezza, le escursioni sul vulcano sono state sospese. Migliaia di turisti sono comunque arrivati a Stromboli per osservare l’eruzione dalle imbarcazioni in mare o dal resto dell’isola. Per il momento non sono stati segnalati pericoli per le abitazioni o per le 400 persone che vivono a Stromboli. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto dell’eruzione dello Stromboli. Sono piuttosto spettacolari: a 650 metri si è aperta una nuova bocca da cui la lava scende direttamente in mare.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
Un uomo solo al comando della fanga. Da un mese Zoro scrive per il Venerdì.
Facebook ha spiegato in un post sul suo blog di redazione alcune opzioni da poco introdotte nel “News Feed” – la sezione “Notizie”, cioè quella che appare appena si accede a Facebook. Le novità introdotte permetteranno agli utenti di modificare più semplicemente e rapidamente le cose che vogliono che vengano loro mostrate, e quelle che preferiscono non vedere o vedere meno spesso. Le nuove opzioni permetteranno di privilegiare alcune notizie su altre e, col tempo, di offrire una versione più personalizzata della sezione notizie. In sostanza, schiacciando un punto in alto a destra di ciascuna notizia mostrata sul proprio News Feed si potrà scegliere se smettere di seguire (“Unfollow”) un amico o una Pagina, o vedere meno spesso gli aggiornamenti di quell’amico o di quella Pagina. Questa scelta sarà reversibile in qualsiasi momento schiacciando il tasto “Re-follow”. Una sezione presente nelle impostazioni mostrerà infine le persone, le Pagine e i Gruppi che sono stati mostrati più spesso nelle ultime settimane, e sarà possibile fare anche direttamente da lì “Unfollow” di quelli che non si vogliono più seguire, o “Re-follow” di quelli che invece vogliamo di nuovo seguire (in questo è simile a Twitter).
Le modifiche di Facebook al “News Feed”. Permetteranno di smettere di seguire - o seguire meno - gli amici, le Pagine o i Gruppi: in Italia potrebbero arrivare nel giro di poche settimane.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un procedimento di inottemperanza nei confronti di Facebook perché non ha attuato quanto prescritto dall’AGCM in un provvedimento precedente del novembre 2018. Nel provvedimento l’AGCM aveva accertato una pratica commerciale scorretta di Facebook: non avrebbe informato in modo corretto i suoi utenti, al momento della registrazione, e avrebbe usato per finalità commerciali i dati raccolti su di loro. In questo modo, secondo AGCM, li avrebbe spinti a prendere una «decisione di natura commerciale che, altrimenti, non avrebbero preso». Il procedimento appena avviato può portare a una sanzione fino a 5 milioni di euro. Nel 2018 l’AGCM aveva già sanzionato Facebook per 5 milioni di euro, aveva vietato di continuare la pratica e aveva ingiunto una rettifica sulla homepage di Facebook Italia e sulla pagina personale di ogni utente registrato. Facebook ha rimosso lo slogan «è gratis e lo sarà per sempre» ma, secondo AGCM, non ha provveduto a informare con «chiarezza e immediatezza» sulla raccolta e sull’utilizzo di dati raccolti «con finalità remunerative»; infine, non ha pubblicato alcuna rettifica.
L’AGCM ha avviato un procedimento di inottemperanza contro Facebook che prevede una sanzione fino a 5 milioni di euro.
Apple ha in cassa circa 76,2 miliardi di dollari e per ora non sa che farsene. La società di Steve Jobs ha presentato martedì scorso i dati sull’ultimo trimestre, dicendo di aver aumentato del 15,8 per cento la quantità di denaro in cassa. 76,2 miliardi di dollari sono più del prodotto interno lordo di almeno 126 paesi del mondo, comprese nazioni come l’Ecuador, la Bulgaria, lo Sri Lanka e il Costa Rica, spiegano sul Wall Street Journal. La notizia è stata accolta positivamente dagli analisti finanziari, ma molti azionisti di Apple iniziano a chiedersi che cosa stia aspettando la società a dare qualche dividendo, specialmente se non ha idea di come spendere una simile cifra. Un portavoce della società ha replicato dicendo che i 76,2 miliardi fanno parte di un piano per il lungo periodo, utile per dare stabilità ad Apple. Malumori del genere erano emersi già lo scorso gennaio, quando Apple aveva in cassa 50 miliardi.
Apple ha un dilemma da 76 miliardi. La società ha in cassa un sacco di dollari, per ora non sa che farsene e gli azionisti reclamano dividendi.
A poche ore di distanza dalla nuova grande manifestazione contro il presidente egiziano Hosni Mubarak prevista per oggi, l’accesso a Internet è stato limitato e messo sotto controllo dalle autorità egiziane. Le prime segnalazioni sulla chiusura degli accessi alla Rete sono arrivate nel corso della notte appena passata da parte di singoli utenti e società che operano nel paese. Negli ultimi giorni i manifestanti avevano utilizzato i social network per condividere le immagini della protesta, organizzare nuove manifestazioni e coordinare la loro rivolta, seguendo uno schema molto simile a quello utilizzato in Tunisia dai manifestanti che hanno poi rovesciato il regime di Ben Ali. Le limitazioni al libero accesso a Internet sono state confermate anche all’esterno dell’Egitto da alcuni esperti di informatica, dagli operatori telefonici e dal portavoce del Dipartimento di Stato americano, che ha comunicato la notizia su Twitter: «Siamo preoccupati dal fatto che i servizi di comunicazione, compresi Internet, i social network e anche questo tweet siano bloccati in Egitto».
L’Egitto spegne Internet. Bloccati i quattro principali provider del paese, crollano gli accessi sui social network.
Francesco Gabbani ha vinto la selezione delle “nuove proposte” del Festival di Sanremo 2016, quello che da anni viene chiamato “concorso giovani”. Gabbani, che è un cantautore toscano di 33 anni, ha vinto con la canzone “Amen”. Oltre al premio della rassegna “nuove proposte”, Gabbani ha vinto anche il premio della critica “Mia Martini” per le nuove proposte. Quest’anno per la sezione “nuove proposte” c’erano in gara otto artisti: lo scorso anno la stessa gara era stata vinta da Giovanni Caccamo con “Ritornerò da te”.
Francesco Gabbani ha vinto tra le “nuove proposte” al Festival di Sanremo. Con la canzone "Amen", grazie alla quale Gabbani ha vinto anche il premio della critica "Mia Martini" per le nuove proposte.
Nel suo editoriale di oggi il direttore di Repubblica Mario Calabresi ha parlato della situazione del Comune di Roma in seguito all’arresto di Raffaele Marra, capo del personale del Comune e molto vicino al sindaco Virginia Raggi, e alle dimissioni del vicesindaco Daniele Frongia e del capo della segreteria Salvatore Romeo. Calabresi – che aveva fatto una lunga intervista a Raggi due mesi fa (quella dei frigoriferi) – rivendica che da tempo il suo giornale sostenga l’inadeguatezza della giunta Raggi, ricevendo continui attacchi dal Movimento 5 Stelle e dal Fatto Quotidiano. Oltre che al sindaco di Roma Calabresi si è rivolto anche a Maria Elena Boschi, che dopo la sconfitta del Sì al referendum costituzionale non ha dato le proprie dimissioni, accusandola, tanto quanto Raggi, di avere poco rispetto per i cittadini: I casi Muraro e Marra erano sotto gli occhi di tutti da mesi. Fin dai primi giorni è stato chiaro che si trattava di due persone inadatte a ricoprire incarichi di grande responsabilità in una giunta che voleva presentarsi all’insegna della discontinuità e della trasparenza. Da subito è stato chiaro che erano portatori di conflitti di interesse, di legami dubbi e opachi e che avevano un curriculum che doveva destare allarme.
«Ve l’avevamo detto». Il direttore di Repubblica si toglie diversi sassolini sulla questione Raggi, ma tira in ballo anche il Fatto e Maria Elena Boschi.
Inventario di alcune cose perdute è il nuovo libro di Judith Schalansky, scrittrice e designer tedesca famosa soprattutto per l’Atlante delle isole remote, un libro che ebbe molto successo e ispirò la moda degli atlanti su qualsiasi cosa usciti negli ultimi anni. Inventario di alcune cose perdute, appena pubblicato da Nottetempo, raccoglie dodici storie di cose smarrite o che non esistono più: l’ultimo esemplare della tigre del Caspio, impagliato e distrutto in un incendio; le lacune nelle poesie di Saffo; un atollo sprofondato durante un maremoto e cancellato dalle mappe solo 30 anni dopo; il primo film di Friedrich Wilhelm Murnau, disperso e mai andato in sala; i libri di Mani, fondatore del manicheismo, e poi ancora dipinti, biblioteche e lo scheletro di un presunto unicorno. Sono racconti di ricerche e ritrovamenti, perdite e conquiste, nella convinzione che «la distinzione tra presenza e assenza può essere marginale finché esiste la memoria». Schalansky, come per i suoi libri passati, ha curato anche la grafica dell’Inventario.
Inventario di alcune cose perdute. Il nuovo libro di Judith Schalansky raccoglie 12 storie di ville, isole, poesie, film e biblioteche smarrite, cercate e distrutte.
Lidl, la catena tedesca di supermercati di prodotti economici, ha un piano di espansione nel Regno Unito che prevede la costruzione di più di tremila case e di una scuola elementare. Le amministrazioni locali, spiega un articolo del Guardian, possono essere convinte a concedere i permessi per la costruzione di un nuovo supermercato se il progetto per farlo comprende anche lo sviluppo di strutture utili alla comunità. Costruendo case Lidl potrebbe riuscire a raggiungere il proprio obiettivo di aprire 50 nuovi supermercati in un anno. Lidl non è la prima catena di supermercati ad adottare la tattica di costruire case per poter fare nuovi supermercati nel Regno Unito: da anni lo fanno anche Tesco e Sainsbury’s, due catene britanniche che vendono prodotti più costosi. Tesco ad esempio ha costruito centinaia di appartamenti sopra ai suoi negozi di Woolwich, a sud-est di Londra, e Streatham, a sud-ovest della città. Sainsbury’s invece ha collaborato con una grossa società di costruzioni per realizzare 700 alloggi a Nine Elms, nel sud-ovest di Londra, vicino a Vauxhall, e si è da poco aggiudicato il permesso per un progetto da 683 alloggi a Redbridge, a est di Londra.
Nel Regno Unito Lidl vuole costruire case e scuole per poter fare nuovi supermercati. Usando una strategia già sperimentata da catene britanniche come Tesco cerca di ottenere i permessi per aprire nuovi punti vendita occupandosi del problema degli alloggi.
Il cavo per ricaricare lo smartphone, si sa, ha un difetto principale: lo perdi, te lo rubano, si rompe. Una quota ormai ingente del nostro tempo è dedicata a cercare dove diavolo abbiamo messo il cavo, o a sospettare di questo o quel collega o familiare. La soluzione per i più saggi e disposti ad accettare l’inevitabile è possedere più cavi di riserva, e fare in modo che siano riconoscibili. Entrambe le cose sono impraticabili con i cavi ufficiali delle case madri: uno, perché sono quelli che hanno tutti; due, perché costano molto. Se parliamo di iPhone, il cavo Apple costa 25 euro. Il problema è che molti hanno comprato cavi di sottomarche, una volta o l’altra, ed è stato un fallimento: spesso non funzionano da subito, spessissimo non funzionano dopo un po’ o al primo aggiornamento di sistema, altre volte si rompono molto presto (oppure capitano casi di cavi originali contraffatti, come quello estesamente svelato qui).
I migliori cavi caricabatterie per iPhone. Ovvero quelli buoni come gli originali Apple, che funzionano e durano, ma costano molto meno.
Per tutto il mese di agosto, in molte delle principali città degli Stati Uniti sarà esposta una selezione di 58 opere d’arte realizzate in due secoli di storia americana e provenienti dalle collezioni di cinque musei: l’Art Institute di Chicago, il Dallas Museum of Art, il Los Angeles County Museum of Art, la National Gallery of Art di Washington e il Whitney Museum of American Art di New York. L’iniziativa di chiama Art Everywhere e le opere sono mostrate in posti accessibili a tutti, grazie alla loro affissione su cartelloni lungo le strade cittadine e le autostrade, alle fermate di autobus e metropolitane, all’interno degli aeroporti e nei cinema prima delle proiezioni dei film. Il video con le 58 opere d’arte selezionate.
Le foto di “Art Everywhere” a New York. La grande iniziativa durerà tutto agosto per diffondere la conoscenza negli Stati Uniti di 58 opere d'arte selezionate tra quelle degli ultimi due secoli di storia americana.
Robert DePalma è un paleontologo di 37 anni e sostiene di avere scoperto le tracce del giorno esatto in cui un enorme asteroide cadde sulla Terra, uno degli eventi più catastrofici nella storia del nostro pianeta e che probabilmente causò l’estinzione dei dinosauri. La sua ricerca, da poco pubblicata sulla rivista scientifica PNAS, è stata ripresa dai giornali di tutto il mondo e sta facendo molto discutere, perché potrebbe essere la conferma che i paleontologi cercavano da decenni su cosa causò l’estinzione di buona parte degli organismi viventi della Terra circa 66 milioni di anni fa. La storia di DePalma e della sua scoperta è stata raccontata da Douglas Preston in un lungo articolo sul New Yorker, che aiuta a comprendere meglio la portata delle dichiarazioni del paleontologo e la loro importanza, senza tralasciare lo scetticismo di alcuni colleghi in un ambito della ricerca storicamente molto competitivo come quello della paleontologia.
Il giorno che morirono i dinosauri. Un ricercatore dice di avere trovato le tracce dirette del giorno in cui un grande asteroide cambiò per sempre il corso della storia della Terra, 66 milioni di anni fa.
Venerdì sera la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha firmato un’ordinanza riguardo agli esami di maturità: è stato deciso che le commissioni d’esame saranno composte da 6 membri interni, cioè da professori che hanno seguito gli studenti nel corso dell’anno scolastico, coordinati da un presidente esterno. «Gli studenti avranno un esame serio, vero, ma saranno valutati da chi ne conosce il percorso scolastico. Dobbiamo tenere conto di questo anno particolare», ha detto Azzolina. Ho firmato la prima ordinanza che riguarda gli Esami di Stato, abbiamo modificato la commissione: i 6 membri interni e il presidente esterno. Gli studenti avranno un esame serio, ma saranno valutati da chi ne conosce il percorso scolastico. #MaturitàVentiVenti #Lascuolanonsiferma
Le commissioni dell’esame di maturità saranno composte da 6 membri interni con un presidente esterno.
Capire chi sia dietro ai grandi attacchi informatici non è sempre facile, e richiede a volte mesi o anni di lavoro. Il caso della grande truffa informatica che il 15 luglio ha coinvolto alcuni degli account Twitter più seguiti del mondo sembra però essere stato risolto in poco più di 15 giorni, con l’arresto venerdì scorso di Graham Ivan Clark: un 17enne che si manteneva da alcuni anni con truffe online, accumulando una piccola fortuna. Parlando con chi lo aveva conosciuto e scavando tra le tracce della sua vita online, il New York Times ha provato a raccontare chi sia Clark e come da solo e senza particolari abilità informatiche sia riuscito a violare una delle più famose piattaforme online, mostrandone la grande fragilità. La truffa su Twitter era cominciata quando in Italia era la notte tra il 15 e il 16 luglio. Quando poche ore dopo era stata bloccata dagli esperti di sicurezza informatica del social network, aveva già fruttato ai suoi organizzatori circa 120.000 dollari. Decine di account tra i più seguiti al mondo – quelli di Barack Obama, Elon Musk, Jeff Bezos e Bill Gates, per esempio – avevano pubblicato messaggi che invitavano gli utenti a versare soldi su un conto, promettendo che quei soldi sarebbero stati donati in beneficenza e che chi li avesse inviati ne avrebbe ricevuti in cambio il doppio.
Il 17enne che ha hackerato Twitter. Chi è Graham Ivan Clark, arrestato venerdì scorso per l'enorme truffa organizzata a metà luglio.
La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di Amanda Knox, la ragazza statunitense accusata di aver ucciso la studentessa britannica Meredith Kercher a Perugia, nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2007, poi assolta da ogni accusa. La condanna è avvenuta per l’assenza di legali, di interpreti e di un trattamento dignitoso durante un interrogatorio che la polizia fece a Knox il 6 novembre 2007 dopo l’omicidio di Kercher. La corte ha stabilito che l’Italia violò il diritto alla difesa durante l’interrogatorio ma non ha riconosciuto prove di maltrattamenti. Il processo a Knox si concluse nel 2015 con l’assoluzione in Cassazione per Knox e Raffaele Sollecito, l’altra persona accusata dell’omicidio.
La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia sul caso Amanda Knox.
Sabato 17 maggio, per il quarto giorno di concorso al festival del cinema di Cannes, sono stati presentati due film. “Saint Laurent” è il primo film francese in gara, è diretto da Bertrand Bonello ed è un biopic sul celebre stilista, interpretato da Gaspard Ulliel. Del cast fanno parte anche Léa Seydoux, Louis Garrel, Aymeline Valade e Jérémie Renier. Il secondo film in concorso era “Relatos Salvajes” dell’argentino Damiàn Szifron, diviso in sei episodi, prodotto tra gli altri da Almodovar e liberamente ispirato alla serie tv “Storie incredibili”, ideata da Spielberg negli anni Ottanta. Per la sezione Un Certain Regard è stato presentato “The Disappearance of Eleanor Rigby” diretto da Ned Benson e con protagonisti Jessica Chastain e James McAvoy: il film racconta la storia d’amore di una coppia sposata di New York, raccontata dai punti di vista del marito e della moglie. Durante i photocall della giornata si sono visti gli attori di “The Salvation”, tra cui Eva Green e Mads Mikkelsen, Jennifer Lawrence e Julianne Moore per presentare “The Hunger Games: Mockingjay Part 1” e un bacio appassionato tra il regista del film “Feher Isten”, Kornel Mundruczo, e il cane Hagen, protagonista del film.
Cannes, il quarto giorno. È stato presentato "Saint Laurent", il primo film francese in concorso, c'erano Léa Seydoux, Freida Pinto, Jennifer Lawrence e Eva Green.
Cosa sarà è la serie di incontri online sull’”autunno che ci aspetta” organizzata dal festival Pensavo Peccioli, che avrebbe dovuto tenersi lo scorso marzo ed è stato rinviato a causa del coronavirus. Il Post è partner del progetto e ospiterà le dirette delle conversazioni in streaming ogni giorno: mercoledì alle 18,30 Riccardo Luna intervista Guido Crosetto.
Cosa sarà, con Guido Crosetto. Un appuntamento del festival online di cui il Post è partner, che durerà per tutto maggio con un ospite al giorno.
Nel 1989, mentre a Berlino crollava il muro e a Mosca si cominciava a temere seriamente per la tenuta del blocco comunista, in un parco di Addis Abeba si ergeva una statua di Vladimir Ulyanov Lenin, il primo e più importante leader comunista sovietico. Camminando per le vie dell’Africa Park, tra grandi alberi e prati seccati dal sole etiope, si poteva ammirare la figura imponente del rivoluzionario che aveva instaurato il regime sovietico più di settant’anni prima, con lo sguardo fiero rivolto a est, la mano sinistra sul bavero della giacca e le gambe divaricate e ben piantate. Nei pressi del monumento c’era un grosso edificio dell’ONU, una delle sedi della Commissione economica per l’Africa. La statua di Lenin all’Africa Park non c’è più, ma ancora oggi in vari posti del mondo che ebbero poco o nulla a che fare con l’Unione Sovietica ci sono statue che raffigurano Lenin: in Antartide, vicino al Polo Nord, in Europa occidentale e persino negli Stati Uniti, un paese dove il comunismo non ha mai goduto di grande popolarità. I motivi sono i più diversi. In parte c’entra il lavoro propagandistico e culturale che il regime sovietico riuscì a fare fuori dai propri confini durante la Guerra fredda, ma ha contribuito anche l’aura mitologica che circonda Lenin fin dalla sua morte, avvenuta nel 1924.
Lenin è ovunque. Dall'Antartide alle Svalbard, dagli Stati Uniti all'Emilia, il mondo è disseminato di busti e statue del leader sovietico, tutte con una storia dietro.
È morto all’età di 73 anni il giornalista Marcello Del Bosco, ex direttore di Radio Rai. Del Bosco, nato a Palermo nel 1946, lavorò per molti anni come giornalista all’Unità, di cui fu anche condirettore. Entrò poi in Rai, dove fu inviato di politica estera del GR1 e direttore della sede regionale siciliana. Nel 1991 fu nominato direttore del Televideo e successivamente direttore di Radio Rai, carica che mantenne fino al 2009.
È morto Marcello del Bosco, ex direttore di Radio Rai.
Il 22 ottobre del 1917 nacque l’attrice britannica Joan Fontaine, che oggi compie dunque 95 anni (è sorella minore dell’altra grandissima attrice Olivia de Havilland). Vinse un Oscar nel 1942 come miglior attrice e il suo nome è presente nella Hollywood Walk of Fame. Studiò recitazione con Max Reinhardt ed esordì nel cinema nel 1935. Da subito fu messa sotto contratto dalla RKO Pictures (Radio-Keith Orpheum Pictures), celebre casa di produzione e distribuzione cinematografica statunitense, recitando in molte commedie tutte però di scarso successo. La sua carriera ebbe inizio grazie all’interpretazione nel film tratto dal romanzo di Daphne du Maurier e diretto da Alfred Hitchcock Rebecca, la prima moglie. Il film uscì nel 1940 e Joan Fontaine ottenne una nomination all’Oscar, senza però vincere. Vi riuscì l’anno dopo, sempre come miglior attrice protagonista, per il suo ruolo nel film Il sospetto diretto da Hitchcock. Nella sua autobiografia del 1979 (No Bed of Roses, pubblicata da Berkley Publishing Group) scrisse che amò moltissimo lavorare con Hitchcock, ma che il suo film preferito fu Il fiore che non colsi girato nel 1943, diretto da Edmund Goulding e che le valse la terza e ultima nomination agli Oscar.
Joan Fontaine ha 95 anni. Recitò in "Rebecca, la prima moglie" di Alfred Hitchcock, vinse un Oscar nel 1942 e il suo nome è nella Hollywood Walk of Fame.
Fu un costruttore di bulloni ad acquistare la prima Xerox 914, la fotocopiatrice destinata a rivoluzionare la duplicazione dei documenti. Era un giorno di marzo del 1960 quando il macchinario fu portato in uno stabilimento della Pennsylvania. La Xerox 914 pesava la bellezza di 290 chili, aveva bisogno di un addetto per essere disimballata e poteva essere utilizzata solamente dagli impiegati che avevano seguito un corso apposta per poter fare le fotocopie, racconta Edward Tenner sull’Atlantic. Grazie alla qualità delle copie prodotte e alla crescente domanda di sistemi per riprodurre i documenti, la Xerox 914 conobbe in breve tempo un successo fulminante. La società proseguì la produzione del modello per 17 anni, un vero record: specie se confrontato con i tempi di vita media degli aggeggi tecnologici dei giorni nostri. La rivista Fortune definì la Xerox 914 «il prodotto di maggior successo mai prodotto e commercializzato in America».
Mezzo secolo di fotocopie. 50 anni fa debuttava sul mercato la Xerox 914 e il mondo delle fotocopiatrici non sarebbe più stato lo stesso.
Per il secondo anno consecutivo, il settimanale britannico Economist ha pubblicato “The World If”, una serie di articoli in cui i redattori del giornale provano a immaginare come sarà il futuro se si verificheranno alcuni ipotetici ma precisi scenari. Nel 2015, il primo anno di “The World If”, il settimanale aveva provato a immaginare come sarebbe stato il mondo in caso di vittoria di Hillary Clinton alle elezioni del 2016 e cosa sarebbe accaduto se fosse stato scoperto un asteroide in rotta di collisione con la terra. Quest’anno gli scenari ipotizzano una vittoria di Donald Trump, il collasso della Corea del Nord e un modo in cui leggi e regole vengono scritte dai computer.
Le previsioni dell’Economist sul futuro. Cosa accadrebbe se Trump vincesse le elezioni? Se gli oceani fossero trasparenti? Se le leggi venissero scritte dai computer?.
Rick Santorum è un noto politico americano repubblicano con velleità persino presidenziali che ha però un grosso e molto moderno problema di comunicazione. Se si cerca il suo nome su Google uno dei primi risultati che compaiono è il sito Spreadingsantorum.com, in cui il significato della parola Santorum viene spiegato così: La mistura schiumosa di olio lubrificante e materia fecale che a volte si produce come effetto collaterale del sesso anale.
Rick Santorum ha un problema con Google. Il "Google bombing" può diventare un guaio notevole nella comunicazione politica moderna (attenzione, questo articolo contiene le parole "sesso" e "anale").
Brad Pitt e il suo sorriso sornione non sono gli unici protagonisti del Celebripost di questa settimana: quasi a pari merito c’è il bacio graziosamente mandato da Uma Thurman, il saluto maori di Angela Merkel e il commissario della polizia di New York mentre sventola una bustina di origano per presentare le nuove regole sul possesso di marijuana, sotto lo sguardo perplesso del sindaco Bill de Blasio. Ci sono anche Debbie Harry dei Blondie, Sharon Osbourne al trucco, un fan molto fan di José Mourinho, e un cerotto patriottico. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Un bacio di Uma Thurman e un saluto maori di Angela Merkel, tra chi valeva la pena fotografare questa settimana.
Aggiornamento delle 17. I responsabili del centro di accoglienza ripreso nel video sono stati rimossi dal loro incarico. La Legacoop Sicilia – la lega regionale cooperative e mutue – ha anche chiesto alla cooperativa che gestisce il centro di accoglienza di avviare un’indagine per verificare cosa sia successo. «La commissione si avvarrà anche dell’apporto di professionisti esterni, per accertare al meglio disfunzioni e responsabilità», ha spiegato Legacoop, che ha anche chiesto che l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema dell’accoglienza dei migranti si mantenga alta anche in futuro, «per affrontare alla radice la questione». ***
Il video sulla “disinfestazione” a Lampedusa. È stato girato da uno dei migranti, l'ha trasmesso martedì sera il TG2 ed è circolato molto: i responsabili del centro di accoglienza sono stati rimossi dall'incarico.
Oltre a occuparsi di missioni spaziali ambiziose, come quelle molto conosciute su un pianeta che da sempre stimola l’immaginario collettivo come Marte, e di organizzare la vita degli astronauti che vivono in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale, la NASA da sempre dedica grandi attenzioni alla Terra, il luogo dove per noi tutto è cominciato. Con le sue strumentazioni e i suoi satelliti, l’ente spaziale statunitense osserva i cambiamenti del nostro pianeta, le sue evoluzioni e le sue proprietà fisiche, cercando anche di capire come l’attività dell’uomo abbia influito e stia influendo sulla sua esistenza. Le foto, realizzate per lo più dai satelliti in orbita, mostrano un pianeta con caratteristiche molto diverse tra loro, tra spettacolari viste sulla sterminata massa d’acqua degli oceani, ampie porzioni di territorio congelate come nel caso del recente gran freddo nel Nord America e città illuminate nel cuore della notte. Le immagini migliori sono periodicamente pubblicate dalla NASA sul suo sito Earth Observatory e, per essere da appena due settimane nel nuovo anno, ne sono già state diffuse di molte belle riferite al 2014. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La Terra dallo Spazio nel 2014. Le prime spettacolari foto dell'anno della NASA, tra il Nord America ghiacciato e vortici di plancton colorato sugli oceani.
Trenitalia ha modificato l’età massima per poter fruire della tariffa Young, che prevede prezzi scontati sui biglietti. Il limite è stato spostato da 26 a 30 anni. Questo genere di biglietti potrà essere acquistato dai possessori di CartaFreccia, il programma fedeltà gratuito per i clienti Trenitalia, che permette di accumulare punti a ogni acquisto e poi utilizzarli all’interno del catalogo premi di Trenitalia. Hai meno di 30 anni? Risparmia fino al 50% con la nuova offerta Young di #CartaFRECCIA. https://t.co/MJVI7tmVMT
Trenitalia ha alzato l’età massima della tariffa Young. Potranno usufruire degli sconti tutti i titolari CartaFreccia che hanno meno di 30 anni (prima erano 26).
Il governo italiano, rappresentato dal ministro dell’Interno Marco Minniti, ha firmato un accordo di collaborazione con dieci importanti associazioni islamiche attive in Italia. L’accordo, che si chiama “Patto nazionale per un islam italiano” (PDF), ha l’obiettivo di stabilire un percorso di integrazione e collaborazione fra le associazioni e lo Stato. Le associazioni si sono impegnate fra le altre cose a garantire la trasparenza dei propri fondi, a rendere i loro centri parzialmente aperti al pubblico e a combattere il radicalismo religioso; lo Stato invece si è impegnato a estendere alcune esperienze locali di integrazione su tutto il territorio nazionale, e a promuovere una conferenza dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) dedicata al tema delle moschee in Italia. Minniti ha definito la firma del patto «un atto che considero straordinario, un importante passaggio utile per la vita del nostro paese». L’accordo è stato il frutto del lavoro del Consiglio per i Rapporti con l’Islam italiano, un organo consultivo istituito nel gennaio 2016 dall’allora ministro Angelino Alfano a cui sono stati invitati esperti di Islam e rappresentanti delle principali associazioni islamiche. Il tavolo ha continuato a lavorare anche negli scorsi mesi e secondo gli accordi continuerà a farlo anche in futuro. Il Consiglio ha ereditato più o meno le stesse funzioni della vecchia Consulta per l’Islam italiano, istituita nel 2005 dal governo Berlusconi, che però era rimasta inattiva per anni. Tavoli del genere hanno l’obiettivo di concentrare gli sforzi delle autorità italiane sulle strategie di prevenzione della radicalizzazione e quelle per la de-radicalizzazione, che secondo diversi esperti di Islam in Italia praticamente non esistono.
L’accordo fra governo italiano e associazioni islamiche. È stato firmato ieri e prevede nuovi impegni e forme di collaborazione: vuole essere il primo passo per prevenire le radicalizzazioni.
Le autorità cinesi starebbero rendendo di proposito difficoltoso l’accesso ai servizi online offerti da Google come Gmail. L’accusa arriva dal motore di ricerca, che nelle ultime settimane dice di aver verificato la presenza di sistemi studiati apposta per complicare l’utilizzo del suo servizio di posta elettronica da parte degli utenti cinesi. I disguidi di questi giorni, hanno spiegato i responsabili di Google con un comunicato, non sono dovuti a problemi tecnici ma a un blocco imposto dal governo cinese. «Non c’è alcun problema da parte nostra; abbiamo ampiamente verificato. Questo è un blocco del governo, studiato apposta per far sembrare che il problema sia di Gmail» spiega il motore di ricerca nel suo comunicato. È probabile che la decisione di limitare l’accesso a Gmail in queste ultime settimane derivi dalla volontà delle autorità cinesi di intensificare ulteriormente il controllo sulla Rete, spiegano gli esperti.
La Cina blocca Gmail. Il servizio di posta in Cina funziona male e secondo Google è colpa delle autorità governative.
Codice Edizioni ha pubblicato il libro “Il bagnino e i samurai“, scritto dalla giornalista Daniela Minerva e dall’oncologo Silvio Monfardini, con una prefazione di Ignazio Marino (medico e attualmente sindaco di Roma). Nel libro, Minerva e Monfardini raccontano come la decisione di Montedison negli anni Novanta di cedere all’estero le aziende controllate nel settore farmaceutico abbia danneggiato la ricerca oncologica in Italia, sviluppatasi negli anni settanta soprattutto grazie all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, e la possibilità per l’Italia di avere un ruolo in un mercato che è rimasto estraneo alla crisi economica come quello farmaceutico. ***
L’occasione persa della farmaceutica. Il libro Il bagnino e i samurai racconta come andò la cessione delle aziende farmaceutiche di Montedison negli anni '90, e le conseguenze che paghiamo ancora oggi.
Nel luglio del ’94, con il Silvio ancora al governo, uscì il mio romanzetto d’esordio per l’editore Transeuropa. Il tradimento della Lega ai suoi danni andava forse maturando, quando mi segnalai all’attenzione del presentatore acculturato e rock di Videomusic Lerri Bolognesi. Lo feci scalando una struttura di tubi metallici col mio libro fra i denti, e l’inusitata impresa gli diede la curiosità necessaria per affrontare le pagine di Jack Frusciante è uscito dal gruppo. La storia dovette piacergli sul serio, se mi fece arrivare a stretto giro un invito per raggiungerlo, seppur brevemente, nel magico mondo della televisione. Ospite di una trasmissione! Seduto davanti alle telecamere! Io proprio io? E cosa dovevo fare? «O Brizzino, l’è la cosa più facile di questo mondo! Te scendi dal treno a Firenze, ti viene a prendere una vettura della signora Marcucci, e in un ette ti ritrovi al Ciocco. Lassù, poi, ce la si sbriga in fretta: ti siedi e parli con la conduttrice del tuo libro, e un po’ anche di questo, codesto e quello. È tutto dimolto semplice, vedrai.» Il mio editore Massimo Canalini era refrattario ai viaggi non indispensabili, e considerava gli studi del Ciocco, sprofondati nel verde della Garfagnana, troppo distanti dalla sua Ancona per mettersi in viaggio con me. Tuttavia, alla vigilia della mia trasmutazione alchemica in personaggio televisivo, mi bombardò al telefono di raccomandazioni: «Niente sigarette, mentre sei ripreso dalle telecamere! Parla della casa editrice, soprattutto! E, te supplico, mettiti una giacca!».
La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio – Episodio 8. Libro di Enrico Brizzi, ottava puntata (dopo un piccolo salto): "Jack Frusciante" arriva in tv.
Giovedì 15 ottobre a Pechino, la capitale della Cina, Angelababy ha avuto l’appuntamento lavorativo forse più difficile della sua carriera. Angelababy – una modella e attrice cinese di 26 anni famosissima in Cina, il cui vero nome è Angela Yeung – si trovava in un edificio di Pechino, circondato da una marea di fan e paparazzi che speravano di poterla intravedere. Dentro l’edificio l’atmosfera era molto più tesa: c’erano in ballo moltissimi soldi e Angelababy era seduta aspettando istruzioni. È stato in quel momento che un medico ha iniziato a picchiettarle ed esaminarle il viso. La scena, molto surreale, si è svolta per davvero e non era il provino per un nuovo film o serie tv. L’uomo davanti ad Angelababy non era il responsabile del casting, ma un chirurgo plastico incaricato di scoprire se la modella cinese avesse mai subìto un intervento di chirurgia plastica.
I cinesi hanno un’ossessione per la chirurgia plastica? il Washington Post ha raccontato il caso di una celebre attrice che da anni cerca di dimostrare che non ha subito interventi al viso (e forse ora ce l'ha fatta).
Pier Vittorio Tondelli morì il 16 dicembre 1991 a Correggio, il paese dove era nato il 14 settembre 1955, 36 anni prima. È sepolto nel cimitero di Canola, una frazione di Correggio, Reggio Emilia. A causare la sua morte fu un acronimo, AIDS, che venticinque anni fa faceva ancora paura e vergogna. La sua famiglia, cattolica, fece un comunicato per negare la notizia, e anche Tondelli, prima di morire, scelse di non dire la sua malattia. Pier Vittorio Tondelli morì di «polmonite bilaterale», come Michel Foucault era morto di «setticemia del sistema nervoso» e James Baldwin di «tumore alla pelle». (A ricordarlo è lo studioso di storia gay Giovanni Dall’Orto) Il suo primo romanzo Altri libertini – pubblicato da Feltrinelli nel gennaio 1980 e processato da un magistrato solerte per «atti di oscenità» in quanto «opera luridamente blasfema» – trasformò il libro in un caso letterario e fece di Tondelli uno scrittore-simbolo della letteratura omosessuale, identificazione a cui per tutta la sua vita ulteriore avrebbe tentato di sottrarsi. Tondelli fu certamente molto di più, ma la sua figura appartiene anche alla galleria dei grandi scrittori omosessuali del Novecento italiano. Se Testori, Arbasino e Pasolini avessero potuto concepire un figlio, forse sarebbe stato proprio Pier Vittorio Tondelli. Con Testori condivideva il cattolicesimo e il senso di colpa, di Arbasino aveva la mondanità e la curiosità per quello che si muoveva nel suo presente e, in qualche modo, l’allegria dello sguardo, da Pasolini non ereditò la rabbia nostalgica, ma la lucidità e la volontà di capire.
Perché è importante Pier Vittorio Tondelli. Divenne il simbolo della letteratura omosessuale, fece scandalo con il romanzo "Altri libertini" ma fu anche molto altro: morì a 36 anni, 25 anni fa.
All’inizio David Collins pensò che fosse il frutto della sua immaginazione: il bagno del Boeing 737-900 su cui stava volando da Los Angeles ad Atlanta sembrava più piccolo del solito. Collins ricorda di aver «dovuto fare un respiro profondo per riuscire a raggiungere la spazzatura e buttare l’asciugamani di carta», prima di iniziare ad analizzare il bagno con il suo occhio esperto. Secondo Collins – che lavora come perito nelle cause intentante contro parchi divertimento – il bagno era largo soltanto dai 71 agli 81 centimetri, circa il 20 per cento in meno rispetto agli standard sugli aerei. Collins ci aveva visto giusto: la scorsa estate Boeing ha trovato un modo per aggiungere fino a 14 posti in più su alcuni dei suoi aerei riducendo la dimensione dei bagni. E non è l’unico cambiamento spiacevole per i viaggiatori. Fatte salve un paio di eccezioni, i WC stanno diventando un ambiente privo di ogni comfort. Secondo Vee Vik, che viaggia spesso in aereo e ha fondato un sito di e-commerce che vende elettrodomestici per il bagno, le toilette grandi quanto un armadietto sono parte di un fenomeno più ampio: i bagni non stanno semplicemente diventando più stretti, ma «sono anche dotati di tecnologie di pulizia automatica e non è necessario fare manutenzione spesso come con i vecchi bagni», ha detto Vik. I clienti sembrano accettare di buon grado i cambiamenti, nella convinzione forse sbagliata che i bagni oggi siano meno sporchi o nocivi che in passato.
I bagni degli aerei sono sempre peggio. Sono sempre più piccoli e sporchi, non è una vostra impressione: è una strategia delle compagnie aeree e lamentarsi potrebbe migliorare le cose.
Dopo le numerose polemiche sui ritardi e le lentezze dei lavori per Expo, molte persone che vanno a visitarlo restano sorprese nel trovare tutto completato e in ordine: non ci sono cartacce in giro, tutti i padiglioni sono funzionanti e i problemi che si presentano vengono affrontati e risolti in tempi brevi. Nel complesso Expo sta funzionando bene ma è pur sempre uno spazio di un milione di metri quadri e qualche problema è inevitabile: per esempio gli inconvenienti tecnici e burocratici che probabilmente impediranno l’accesso alla base dell’Albero della Vita. L’Albero della Vita – che si trova di fianco a Palazzo Italia e di sera diventa l’attrazione principale dell’Esposizione, con il suo spettacolo di luci, musica e getti d’acqua – è formato da una struttura in legno e acciaio, alta 35 metri, ed è stato progettato dal direttore artistico di Palazzo Italia Marco Balich. L’idea iniziale era quella di permettere ai ragazzi sotto i 25 anni di accedere alla base dell’Albero, formata da una piattaforma appoggiata sull’acqua della Lake Arena, per registrare un videomessaggio di quindici secondi sull’argomento “Per me l’Italia è”, che sarebbe poi stato trasmesso in rete. Lo aveva detto ad aprile lo stesso Marco Balich alla conferenza stampa di presentazione, al teatro Piccolo di Milano: “Dobbiamo puntare sui giovani per poter cambiare il nostro futuro”.
I problemi dell’Albero della Vita. La base doveva essere accessibile ai ragazzi sotto i 25 anni ma a causa di problemi tecnici e legali non se ne farà probabilmente nulla.
Nel turbinio quotidiano di notizie che si succedono freneticamente, poche resistono sui social, sui siti e nella testa delle persone per più di qualche giorno. A New York però c’è una storia di cui si parla da due mesi, che sta montando sempre di più e sta facendo il giro del mondo: è quella della misteriosa anatra mandarina. È una specie diffusa in Cina, Giappone e Corea ma rara nel resto del mondo: negli Stati Uniti ci sono piccoli gruppi sparsi allo stato selvatico più un esemplare maschio avvistato il 10 ottobre scorso a Central Park. Due mesi dopo non si sa ancora come sia arrivato nel parco: potrebbe essere scappato da uno zoo locale o dalla casa di qualcuno nel vicino stato del New Jersey (a New York è vietato avere un’anatra come animale domestico); o potrebbe essere stato liberato dal suo proprietario. L’origine sconosciuta, la rarità e soprattutto la sua bellezza – per il piumaggio dai colori vivaci e per le ali a punta a forma di vela – hanno trasformato l’anatra nell’animale più chiacchierato e ricercato della città: decine di persone cercano ogni giorno di avvistarlo tra la radura e gli stagni mentre altre condividono e commentano sue foto e video online. Nell’ultimo mese, scrive il New York Times, l’anatra è diventata una celebrità internazionale ed è stata citata in un tweet anche dal People’s Daily China, il giornale ufficiale del Partito comunista cinese.
A New York c’è un’anatra di cui parlano tutti. È di una specie rara e due mesi fa è misteriosamente arrivata a Central Park: da allora è finita sui social, in tv e sulle magliette.
© Nikita Teryoshin Dal 26 settembre al 25 ottobre si terrà l’undicesima edizione del festival della Fotografia Etica di Lodi, con 22 mostre sparse tra Lodi e per la prima volta anche Codogno, dove il 20 febbraio venne registrato il primo caso accertato di contagio da coronavirus in Italia: nel cortile del Comune sarà raccontato l’impatto del virus nel mondo. Tra le immagini in mostra probabilmente in molti riconosceranno una delle foto che più è circolata nelle prime settimane di gestione dell’epidemia: è stata scattata dalla dottoressa Francesca Mangiatordi tra il 7 e l’8 marzo e mostra un’infermiera di Cremona in un momento di riposo.
Una buona ragione per andare a Lodi e Codogno. Inizia un mese ricco di mostre per il Festival della fotografia etica.
Inizia sabato 12 aprile a Rimini la prima edizione della Biennale del Disegno, una serie di mostre ed eventi promossi dal comune di Rimini e dai Musei Comunali, che continueranno fino al 8 giugno. Le mostre verranno ospitate in diversi spazi pubblici (palazzi, scuole, musei) e privati (gallerie, librerie e studi) e saranno tutte gratuite, fatta eccezione per quelle ospitate negli spazi di Castel Sisimondo. Dal 16 al 25 maggio, inoltre, all’interno della Biennale si terrà il Disegno Festival: dieci giorni di incontri, workshop, performance, presentazione di libri e rassegne video. Le mostre della Biennale si occuperanno, con un approccio sia storico che tematico, di aspetti diversi e complementari del disegno, cercando di mostrarne la centralità sia nel processo artistico che in quello architettonico. Come si può leggere nella presentazione della manifestazione, «che sia un appunto sommario o un dettagliato progetto, che cerchi un senso compiuto o sembri il frutto di ennesimi ripensamenti, il disegno può dirsi l’etimologia della lingua visiva».
La Biennale del Disegno, a Rimini. Alcune tra le oltre mille opere esposte da oggi, dagli schizzi di Fellini fino ai disegni preparatori di Gian Domenico Tiepolo.
Questo non è un editoriale. È una proposta di fermarsi un attimo e formulare un pensiero, cosa a cui ci sottrae spesso la nostra sempre crescente inclinazione a esporli i pensieri, prima ancora che si siano formati e articolati in modo un po’ solido. In questo caso il pensiero è una riflessione su come sia andato quest’anno per la politica italiana e quindi per l’Italia in generale: posto che l’Italia in generale è fatta (per fortuna, bisogna dire) di molte altre cose che le capitano e che capitano a tutti noi, che con la politica politicata non hanno a che fare. La tesi in discussione, su cui appunto formulare dei pensieri e discutere, è la seguente: che quest’anno sia stato buttato via, da tutta la classe dirigente della politica italiana, in modi diversi. Che sia stato buttato via da un governo che ha combinato pochissimo, che si è vantato di aver combinato alcune cose in realtà appena abbozzate, perché arrestare alcuni boss mafiosi o contenere la spesa pubblica sono eventualmente risultati totalmente inadeguati rispetto alla dimensione dei problemi, molto meno del minimo richiesto a un governo forte in tempi difficili. Questo è un governo che ha una maggioranza di ministeri dei quali gli italiani non conoscono un solo atto rilevante: un governo che non è capace, alla fine dell’anno, di consegnare ai bilanci niente che faccia più notizia della scissione nella sua maggioranza. Per tacere delle indiscutibili assenze di dignità del ruolo, percezione dei tempi, senso di responsabilità e qualità di governo dei suoi membri, perché qui parliamo di come è andato l’anno non di come vanno le cose su più ampi e famigerati scenari.
Un anno buttato. Che bilancio possiamo fare della storia politica di questo 2010 e su chi l'ha avuta in mano?.
Uno spettacolo teatrale allestito in occasione dei cinquant’anni di Abbey Road, l’ultimo disco registrato dai Beatles, mette in discussione la più consolidata versione sul perché la band più famosa della storia della musica si sciolse. Lo spettacolo, “Hornsey Road”, debutterà a Londra il 18 settembre ed è scritto da Mark Lewisohn, considerato praticamente all’unanimità il massimo esperto mondiale dei Beatles: o, come dice il Guardian, uno che probabilmente conosce i membri della band meglio di loro stessi. In particolare, lo spettacolo contiene una registrazione audio che risale all’8 settembre 1969, quando ormai i Beatles avevano suonato insieme per l’ultima volta e Abbey Road stava per uscire in tutto il mondo. Il batterista Ringo Starr era in ospedale per un problema intestinale, e gli altri tre membri della band – George Harrison, Paul McCartney e John Lennon – si riunirono al numero 3 di Savile Row, a Londra, nella sede della Apple Records, la loro etichetta discografica. «Ringo, non puoi essere qui, ma questo è per farti sentire di cosa discutiamo», disse Lennon accendendo il registratore.
Una versione un po’ diversa sullo scioglimento dei Beatles. La racconta il massimo esperto mondiale sulla band in un nuovo spettacolo teatrale, alleggerendo John Lennon di un po' di responsabilità.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini – ancora in carica finché non si insedierà un nuovo governo – ha firmato un decreto per vietare l’ingresso, il transito e la sosta nelle acque italiane della nave Mare Jonio, del progetto umanitario Mediterranea. Lo scrive ANSA, citando «fonti del Viminale». Questa mattina al largo della Libia la Mare Jonio aveva soccorso circa cento persone, tra cui 26 donne e almeno 22 bambini sotto i 10 anni. Pochi minuti prima che arrivasse la notizia della firma del divieto di ingresso da parte di Salvini, Mediterranea aveva spiegato che, per la prima volta in 14 mesi, la Guardia Costiera italiana aveva assunto il coordinamento del caso, chiedendo alle “autorità competenti” l’assegnazione di un porto sicuro. Le leggi internazionali impongono alle navi di salvare chi si trova in mare in difficoltà e portarlo verso il “porto sicuro” più vicino, che nel caso del Mediterraneo è molto spesso l’Italia. Non succedeva da oltre 14 mesi: l'ultima volta in cui il Centro di coordinamento dei soccorsi di Roma chiese l'assegnazione di un #portosicuro ad una nave ONG fu l'8 giugno 2018 con sbarco a Reggio Calabria di #SeaWatch3
Matteo Salvini ha vietato l’ingresso in Italia alla nave Mare Jonio, scrive ANSA.
La Diaz fu una rappresaglia scientifica alla figuraccia mondiale per le prese in giro dei black bloc. Un tentativo, maldestro, di rifarsi un’immagine e una verginità giocando sporco, picchiando a freddo, sbattendo a Bolzaneto ospiti indesiderati assolutamente innocenti. L’ex comandante del Primo reparto Mobile della Polizia di Roma, Vincenzo Canterini, ha pubblicato un libro – “Diaz“, scritto assieme a Gian Marco Chiocci e Simone Di Meo e pubblicato dall’editore Imprimatur del gruppo Aliberti – in cui ricostruisce la sua versione dell’azione di polizia contro la scuola Diaz al G8 di Genova del 2001. Per il tentativo di occultare le violenze compiute contro le persone che si trovavano ospitate nella scuola, la Corte di Cassazione ha di recente confermato le condanne nei confronti di alcuni importanti dirigenti di polizia tra cui lo stesso Canterini. Nel libro Canterini ripete alcune delle cose che ha raccontato durante i processi, in particolare lasciando capire che l’azione sia stata voluta dai vertici della polizia per ritorsione sui problemi che le forze di polizia avevano avuto nel contenere le proteste del G8, e attribuendo le violenze peggiori ai molti agenti coinvolti disordinatamente nell’irruzione, scagionando con questo i suoi uomini del “Settimo nucleo” antisommossa: «È mia intenzione parlare di chi e perché ha voluto a tutti i costi la Diaz, di chi ha coperto i veri massacratori della scuola, di chi e perché ha depistato sulle responsabilità alte, chi e perché ha scientificamente gettato fango sul Settimo (…) Erano bestie vili, da rintracciare e rinchiudere in gabbia. A cui nessuno ha però dato la caccia. Dal 2001 sono libere e impunite grazie anche a chi c’era ma in effetti non c’era, a chi comandava senza comandare, a quanti si trovavano lì per caso, per volontà superiore, per depistare, per randellarne uno ed educarne cento».
La Diaz di Canterini. Il capo del "Settimo nucleo antisommossa" di polizia, condannato per le violenze del G8, ha scritto in un libro la sua versione di come andò.
Sul Foglio di martedì Antonio Pascale usa lo spunto di una stramba polemica estiva sulle paternità del tiramisù (il dolce, cioè) per segnalare la ridicola ossessione italiana per le specificità alimentari locali e per la loro presunta intangibilità. Avete sentito dell’affaire Tiramisù. Il dolce da dessert, con apposito decreto, è stato inserito tra i Prodotti agroalimentari tradizionali (Pet). Il Ministero delle politiche agricole ha provveduto così a chiarire una querelle che si stava trascinando da qualche anno: la paternità della ricetta spetta al Friuli Venezia Giulia. La questione va presa sul serio perché il governatore del Veneto Luca Zaia ha minacciato di impugnare il decreto. Zaia è piccato e credo sia sbagliato sottovalutare la serietà della questione. È inutile smontare per esempio il prodotto e sostenere che va bene sicuramente sarà nato in un luogo preciso ma i singoli elementi che lo compongono non sono di quel luogo. Il mascarpone è originario della Lombardia, qui infatti veniva una volta prodotto artigianalmente e solo nei mesi invernali. E che i savoiardi sono piemontesi, che il caffè chissà da dove viene, e figuratevi il cacao. Nemmeno potete cavarvela dicendo che, va be’, tradizionale per modo di dire, in fondo le origini del dolce sono recenti, tra gli anni 50 e 70, quindi alla faccia dell’antica tradizione. Qui il problema è serio: i prodotti alimentari non sono più prodotti alimentari. Quando li mangi ti mangi una storia antica, spesso virata seppia. Gli antropologi lo dicono ogni volta: nei secoli alcuni cibi hanno assunto valori simbolici. Va bene, ma ora assistiamo a un’evoluzione del concetto di tipicità. Non c’è un politico che non lotti per il suo prodotto tipico, e quando lo trova non lo molla. Magari vai in giro e presenti un libro in un paese. Ma non c’è nessuno, sbuffi, maledici e l’organizzatore si scusa: “Stasera ci sono tre sagre”. Tre? Ma è un paese di mille abitanti. Sì, tre, una per ogni frazione, un prodotto tipico a testa.
Il tiramisù e i tipici batteri emiliani. Antonio Pascale prende in giro sul Foglio l'ossessione per la "specificità" dei cibi italiani, che generano una sagra ogni chilometro.
Giovedì scorso il regista Paul Thomas Anderson ha caricato su YouTube il video di un’esibizione molto ignorata di Elliott Smith, cantautore e musicista statunitense morto suicida nel 2003, durante una puntata pilota del Jon Brion Show girata nel 1999 (il programma non fu mai prodotto dalla rete musicale VH1, lo stesso Brion ne aveva messo online alcuni brani l’anno passato). Anderson fu il regista dell’esperimento. Durante i quaranta minuti di concerto, in versione acustica, Smith suonò e cantò le sue canzoni più famose. Tutto molto improvvisato, tanto che Smith ripete due volte l’intro di Bottle Up And Explode, perché insoddisfatto. Nella maggior parte delle canzoni, Smith è accompagnato alla chitarra dal conduttore e produttore musicale Jon Brion e dal pianista Brad Mehldau.
Il concerto inedito di Elliott Smith. Il regista Paul Thomas Anderson ha caricato su YouTube l'esibizione registrata per la puntata pilota di un programma tv che non si fece mai.
Raffaele Mauro si occupa di investimenti per il Web e tecnologie digitali e questa sera (mercoledì) alle 20:50 spiega ai partecipanti del progetto Oilproject che cos’è e che cosa fa la Singularity University raccontando la sua esperienza presso il programma formativo sponsorizzato da NASA, Google e altre istituzioni. Per partecipare e inviare le domande, basta inserire il vostro nome nel campo qui sotto e fare clic sul tasto “Entra”.
Una gita alla Singularity University. L'esperto di investimenti in nuove tecnologie Raffaele Mauro spiega su Oilproject che cos'è il programma formativo sponsorizzato da NASA e Google.
Fino al 19 luglio al de Young Museum di San Francisco sono esposte le fotografie della serie South of Market, della fotografa Janet Delaney, che raccoglie foto scattate a partire dalla fine degli anni Settanta a San Francisco, nel quartiere South of Market, conosciuto anche come SoMa, vicino a Chinatown. Delaney si trasferì a San Francisco nel 1978, in Lagton Street, per frequentare il San Francisco Art Institute, e si stabilì a South of Market perché era un quartiere centrale ed economico, dove la maggior parte degli abitanti erano “blue collar”, cioè membri della classe operaia: all’inizio degli anni Settanta era però stato deciso un grosso piano di riqualificazione urbana, che prevedeva tra le altre cose la costruzione di un centro congressi, il Moscone Center, dedicato al sindaco di San Francisco ucciso nel 1978, che venne inaugurato nel 1981. Delaney si rese conto di avere la possibilità di documentare un quartiere che presto sarebbe cambiato radicalmente, perdendo molte delle sue caratteristiche principali. Delaney ha spiegato: «La città si stava trasformando e i soldi erano il motore. Io ero fortemente contraria a quel tipo di sviluppo, che stava cacciando via le persone dal quartiere». Delaney perciò iniziò a fotografare le strade, i palazzi e la vita quotidiana degli abitanti di SoMa, dagli artisti ai fabbri, registrando spesso delle interviste che raccolse in un progetto fatto di 150 fotografie e di testi scritti.
Foto di una San Francisco che non c’è più. Janet Delaney ha fotografato alla fine degli anni Settanta il quartiere di SoMa e i suoi abitanti, prima che tutto cambiasse.
YouTube ha annunciato “Music Key”, il suo primo servizio a pagamento per ascoltare la musica e vedere i video delle canzoni senza essere costretti a visualizzare pubblicità prima della loro riproduzione. Nelle ultime settimane si era parlato della possibilità che il più grande portale al mondo di video stesse lavorando a qualcosa di simile, ma finora Google – che ne detiene la proprietà – non aveva dato informazioni ufficiali o conferme su un’opzione a pagamento. Oltre a Music Key, YouTube ha annunciato una serie di modifiche al suo sito, sempre pensate per rendere più semplice la ricerca dei video musicali e per rendere più immediato il loro ascolto. YouTube Music Key Per ora l’opzione in abbonamento pensata da YouTube funziona solo per inviti e coinvolge gli Stati Uniti e altri paesi europei compresa l’Italia. Il servizio sarà offerto gratuitamente a chi decide di iscriversi per alcuni mesi e poi dato in offerta a 7,99 euro al mese, al posto dei 9,99 euro che saranno richiesti in seguito. Terminata la fase beta, cioè quella di sperimentazione per verificare su un numero ristretto di persone il funzionamento del servizio, Music Key sarà aperto a tutti.
La nuova opzione a pagamento di YouTube. Si chiama Music Key e costa 9,99 euro al mese per vedere i video delle canzoni senza pubblicità, anche offline e sullo smartphone.