source
stringlengths
2
10.4k
target
stringlengths
10
369
Oggi a Milano c’è uno sciopero dei mezzi pubblici ATM, la società che gestisce il trasporto pubblico della città. Lo sciopero, proclamato dalle organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Faisa-Cisal, Orsa, Sama-Faisa e Cub Trasporti, durerà quattro ore, dalle 8.45 alle 12.45 e riguarderà tutto il personale di ATM, coinvolgendo autobus, tram e metropolitana. Lo sciopero arriva in una delle settimane più importanti e delicate per Milano, con il Salone del Mobile che farà arrivare in città moltissimi visitatori, motivo per cui il sindaco Beppe Sala ha cercato fino all’ultimo di evitare l’agitazione dei dipendenti di ATM. Per rimanere aggiornati sulla situazione del servizio dei trasporti consigliamo di visitare la pagina Twitter di ATM che darà tutte le informazioni in tempo reale. #sciopero: servizi #ATM regolari fino alle 8.45 e dalle 12.45 in poi. https://t.co/8vBJsS9JYC #Milano
Sciopero ATM a Milano di mercoledì 5 aprile: le cose da sapere. Durerà 4 ore, a partire dalle 8.45: le cose da sapere.
Giovedì 20 giugno si è tenuta al Grand Palais di Parigi “Karl for Ever”, una cerimonia in ricordo dello stilista Karl Lagerfeld – uno dei più influenti e probabilmente il più celebre dei nostri tempi, direttore creativo di Chanel negli ultimi 35 anni – morto il 19 febbraio scorso a 85 anni. Lagerfeld era stato sepolto in una cerimonia privata per pochi familiari e amici, su sua richiesta: «sono contro le commemorazioni e quel genere di roba», aveva detto una volta. «Devi scomparire, semplicemente. Odio i funerali. Non mi piace andarci e non capisco perché dovrei esporre qualcuno a una cosa così orribile». L’evento di ieri, a più di 4 mesi dalla morte, è stato il primo e unico importante omaggio pubblico, a cui hanno partecipato personaggi del mondo dell’arte, del cinema, della musica e della moda: le sue modelle più amate come Cara Delevingne, stilisti come Valentino Garavani e Ralph Lauren, presidenti e amministratori delegati come Bernard Arnault, fondatore del gruppo del lusso francese LVMH. La sede scelta, il Grand Palais, era il luogo in cui Lagerfeld faceva sfilare le sue collezioni per Chanel; era allestito con sue gigantografie mentre su un grande schermo scorrevano le sue celebri battute: «è importante fare, non aver fatto», per esempio.
L’unica cerimonia per ricordare lo stilista Karl Lagerfeld. A Parigi: hanno partecipato ballerini di tango, presidenti di aziende di moda, Tilda Swinton, Fanny Ardant, Cara Delevingne.
Il Quirinale ha diffuso alle 18 di sabato il seguente comunicato, in relazione ai gruppi di lavoro annunciati dal presidente Napolitano nel suodiscorso delle 13. C o m u n i c a t o
I nomi di Napolitano. Nei due "gruppi di lavoro" annunciati oggi ci sono Violante, Onida, Quagliarello e altre sette "personalità".
Wikileaks è tornato online dopo che, nella notte, l’azienda che gli forniva il dominio wikileaks.org ha deciso di metterlo fuori servizio per il timore di attacchi che avrebbero potuto “minacciare la stabilità” di oltre i 500mila altri siti dell’azienda, EveryDNS.net. Wikileaks è tornato online poco fa all’indirizzo wikileaks.ch (“ch” sta per Svizzera), che attualmente reindirizza a http://213.251.145.96/, e contiene sia tutti i documenti del Cablegate sia i vecchi rapporti delle guerre in Iraq e Afghanistan, più il video del Collateral Murder. Negli scorsi giorni il sito originale di Wikileaks aveva subito diversi attacchi, in seguito alla pubblicazione dei documenti riservati delle ambasciate americane.
Il trasloco di Wikileaks. L'azienda che forniva il dominio ha interrotto il servizio: il sito è da poco tornato online a un nuovo indirizzo.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto che quando qualche settimana fa aveva detto che c’erano «tutte le premesse per un bellissimo 2019 e per gli anni a venire», parlando dell’economia italiana, stava facendo una battuta. Rispondendo a un giornalista che gli chiedeva conto delle stime recentemente riviste al ribasso sulla crescita, prima del Consiglio europeo di Bruxelles, Conte ha detto: Io ho detto anno bellissimo come battuta a un suo collega che faceva una previsione molto pessimistica. È stata una battuta di reazione, ma mi sembra che in decine di altri discorsi sull’economia ho rappresentato la nostra politica economica che non può essere affidata a una battuta.
Conte dice che stava scherzando, quando ha parlato di «un bellissimo 2019». Il presidente del Consiglio ha dovuto ritrattare il suo entusiasmo sulla crescita dell'economia, dopo la recente approvazione del DEF.
Oggi al palazzo del Quirinale ci sarà il secondo giorno di consultazioni del presidente della Repubblica, che servirà per capire se è possibile formare una maggioranza parlamentare in grado di dare la fiducia a un nuovo governo. Il presidente Sergio Mattarella ha incontrato ieri le più alte cariche dello stato e i principali leader dei partiti politici. Oggi ha in programma le delegazioni dei partiti più grandi: PD, Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle (qui trovate il calendario dettagliato).
La diretta streaming delle consultazioni al Quirinale. Oggi Mattarella incontrerà i gruppi più grandi: PD, Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle.
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha stabilito che un farmaco utilizzato come pillola del giorno dopo, Norlevo, può essere acquistato in farmacia dalle maggiorenni senza ricetta. Mantiene invece l’obbligo della ricetta non ripetibile per le donne che hanno meno di 18 anni. Il provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 3 marzo e è entrato in vigore il giorno dopo. Nonostante la notizia abbia avuto in questi giorni molto spazio sui giornali, l’AIFA aveva già approvato nei mesi scorsi la vendita senza ricetta per le donne maggiorenni di altri due medicinali per la cosiddetta contraccezione d’emergenza, Stromalidan e Escapelle. Nel maggio del 2015 l’AIFA aveva approvato la vendita senza ricetta alle donne maggiorenni anche della pillola dei cinque giorni dopo, un contraccettivo di emergenza a base di ulipristal acetato conosciuto con il nome EllaOne e prodotto da una piccola casa farmaceutica francese, la HRA Pharma. La delibera dell’AIFA, che aveva eliminato anche l’obbligo di presentare un test di gravidanza, aveva recepito la decisione da parte della Commissione europea di consentire l’accesso a EllaOne direttamente in farmacia in tutti gli stati membri dell’Unione, sulla base del riconoscimento della sicurezza del contraccettivo anche senza prescrizione e della sua maggiore efficacia se usato entro le prime 24 ore dal rapporto sessuale.
Per le pillole del giorno dopo non serve la ricetta (ma non da oggi). Un nuovo farmaco ha ottenuto pochi giorni fa l'approvazione dell'AIFA, ma l'acquisto senza prescrizione era già possibile da mesi.
La “frenologia” è quella pseudoscienza secondo cui le funzioni psichiche di ogni individuo dipendono da particolari aree del cervello e dalla conformazione del cranio. È stata una disciplina molto in voga nella seconda metà dell’Ottocento, prima di essere completamente screditata, e fu usata per sviluppare teorie altrettanto screditate come quelle di Cesare Lombroso, le cui ricerche lo portarono a ritenere che un criminale era tale in virtù della sua conformazione fisica, per sua natura, e quindi era impossibile riabilitarlo e renderlo “innocuo” per la società. Nel 1902 Louis Allen Vaught pubblicò Vaught’s Practical Character Reader, un volume illustrato con cui voleva spiegare al pubblico i principi della frenologia e quindi come giudicare il valore di una persona a partire dai suoi tratti fisionomici. Nel Vaught elencava 40 tratti caratteriali delle persone e il modo in cui certe forme del cranio e del volto li rendevano manifesti.
Com’è fatto un libro sulla frenologia. Queste illustrazioni del 1902 spiegavano nel dettaglio a quali forme del cranio e del volto corrisponderebbero i tratti caratteriali delle persone.
Il Corriere della Sera pubblica oggi un’intervista al senatore del Movimento 5 Stelle Gianluigi Paragone, fatta da Alessandro Trocino. Paragone ha 47 anni e si è avvicinato al Movimento 5 Stelle dopo una carriera da giornalista e conduttore di talk show politici e programmi radiofonici. L’intervista è stata pubblicata sotto un articolo che parla di “processo a Di Maio” e di “leadership nel mirino”, e Paragone fa un’analisi della sconfitta usando parole piuttosto dure nei confronti di Luigi Di Maio, il capo politico del suo movimento. Colpa di Di Maio? «Abbiamo perso tutti, anche io. Ma il Movimento è passato dal noi all’io».
Gianluigi Paragone dice che Di Maio fa troppe cose insieme. «A 32 anni non puoi fare il capo della prima forza del Paese, il vicepremier, il ministro dello Sviluppo economico e il ministro del Lavoro».
C’è stato un tempo in cui il Post aderiva senza tentennamenti alla “mozione Flanagin”, dal nome di un giornalista americano contrario allo scambio di regali tra adulti. Poi ci siamo gradualmente addolciti e da qualche anno, quando arriva dicembre, ci spremiamo le meningi per dare qualche idea a chi i regali di Natale ama farli (o deve farli, un po’ costretto dalle circostanze). Quindi, ecco un regalo di Natale al giorno: per un mese, fino al 24 dicembre, vi suggeriamo un oggetto che si possa acquistare facilmente online e senza aspettare troppo. Uno solo al giorno, per non impegnarvi troppo: se può funzionare per qualcuno che conoscete, cliccate, comprate, e risolto. Se no ci riproviamo il giorno dopo. Un libro (piaciuto a un redattore del Post) In questo periodo dell’anno vengono pubblicate molte liste di consigli di lettura, un po’ per aiutare a fare i regali di Natale, un po’ perché tanti sono in ferie e quindi si pensa che abbiano più tempo per leggere. Non è semplice trovare un criterio sensato per costruire queste liste, perché sono destinate a un gruppo eterogeneo di persone: sia a quelle che leggono tanto e sono aggiornate sulle nuove uscite, sia a quelle che leggono poco e non sanno da che parte cominciare, sia a quelle che non leggono per niente, e cercano un’idea per un regalo apprezzato. L’unica regola che ci siamo dati in redazione è che siano libri – uno per redattore, tra quelli che ne avevano da consigliare – che ci sono piaciuti, anche se non sono stati pubblicati quest’anno.
Un regalo di Natale al giorno: -9. 17 libri letti e apprezzati dai redattori del Post, secondo cui potrebbero anche diventare un regalo di Natale gradito.
Mercoledì 22 novembre un uomo di 52 anni, Aloisio Francesco Rosario Giordano, è stato arrestato in provincia di Catanzaro per aver sequestrato, schiavizzato e violentato per anni una donna davanti ai figli nati da stupri. La notizia è stata ripresa dai principali quotidiani nazionali. Quello che non era emerso, però, è che circa vent’anni fa l’uomo era stato condannato per un reato quasi identico. Giordano era già stato condannato nel 1995 a cinque anni di carcere per vari reati tra cui sequestro di persona, violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni contro una donna che all’epoca aveva 23 anni. Scontò poco meno di cinque anni in prigione e uscì nel 1999: la pena gli fu ridotta di qualche mese per buona condotta. Lo ha raccontato al Post il capitano dei Carabinieri di Lamezia Terme Pietro Tribuzio, confermando che si tratta della stessa persona fermata nei giorni scorsi.
L’uomo arrestato in Calabria per avere schiavizzato una donna era già stato condannato per la stessa cosa. Nel 1995 aveva sequestrato e violentato per mesi una ragazza di 23 anni, con modalità simili a quelle raccontate in questi giorni.
The Hateful Eight è l’ottavo film di Quentin Tarantino, che è nei cinema dal 4 febbraio ed è uscito in due versioni diverse: una più lunga e dalla miglior qualità grafica e una “normale”: la storia e il finale però sono uguali tra le due versioni. Qualche decina di persone però può dire di aver visto un The Hateful Eight piuttosto diverso da quello che poi è finito nei cinema. Questa diversa versione è stata vista – o meglio: ascoltata – il 19 aprile 2014 in un teatro di Los Angeles: gli attori (alcuni dei quali sono poi finiti nel film) hanno letto e recitato dal palco una prima bozza di sceneggiatura di The Hateful Eight, che era finita online prima del tempo e contro il volere di Tarantino. La storia di quello che è successo alla sceneggiatura di The Hateful Eight è particolare e merita qualche riga per essere spiegata: Tarantino decise di fare il film – il suo secondo western dopo Django Unchained – nel 2013 e nel dicembre di quell’anno aveva già scritto la prima bozza della sceneggiatura. Quella bozza però passò per troppe mani e finì online (cercando bene, ancora la si trova). Tarantino la prese male, comprensibilmente, e disse di non voler più girare The Hateful Eight: decise però di fare una lettura pubblica della sceneggiatura – quella del 19 aprile a Los Angeles – e nient’altro. Poi cambiò idea – pare anche grazie alle forti insistenze di Samuel L. Jackson – e decise di girare The Hateful Eight riscrivendone parte della sceneggiatura.
L’altro finale di “The Hateful Eight”. La prima sceneggiatura del film – a cui Tarantino rinunciò dopo che era arrivata online – fu messa in scena a teatro una sera del 2014.
Dopo l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl – il 26 aprile 1986 – morirono decine di persone e più di 100mila dovettero lasciare le loro case. Oggi le case di quelle persone sono abbandonate. Le viti si arrampicano sui muri radioattivi delle vecchie fattorie e dai tetti rotti delle case entra la luce. In questo scenario post-apocalittico non vive nessuno. O meglio, nessun essere umano. Nell’area intorno a Chernobyl ci sono infatti molti animali: irsuti cinghiali selvaggi, alci dalle lunghe zampe e lupi che ululano. Dell’alto numero di animali intorno a Chernobyl ha parlato pochi giorni fa uno studio pubblicato su Current Biology: secondo lo studio nella “exclusion zone” – la “zona di alienazione”, l’area che circonda Chernobyl per un raggio di circa 30 chilometri – il numero di mammiferi è tanto alto quanto quello che si può trovare nella maggior parte dei parchi protetti della Bielorussia, e forse pure più alto. «Non è una novità: da quando nel 1986 gli esseri umani se ne sono andati gli animali hanno iniziato ad aumentare», ha spiegato Tom Hinton, esperto di radioecologia e coautore dello studio pubblicato su Current Biology. «È però sorprendente che gli animali siano aumentati persino in quella che è una delle aree più contaminate della Terra». In altre parole, sembra che per quanto riguarda gli animali le conseguenze del disastro di Chernobyl siano state compensate dall’assenza di esseri umani. «La cosa fa capire quanti danni facciamo di solito con la nostra presenza», ha detto Jim Smith, un altro coautore dello studio su Chernobyl, che è docente di scienza dell’ambiente all’università di Portsmouth, negli Stati Uniti. «Non è che le radiazioni non facciano male agli animali: semplicemente le persone fanno più male».
Il ritorno degli animali a Chernobyl. Ce ne sono sempre di più: non sono immuni alle radiazioni, ma l'assenza degli esseri umani dà loro nuovi spazi e opportunità.
Da qualche giorno la cronaca politica – cronaca politica è una parola grossa: diciamo i retroscena da Porto Rotondo e Ansedonia – racconta degli imminenti tentativi da parte di Silvio Berlusconi per spaccare Futuro e Libertà, portando dalla sua parte almeno alcuni tra i cosiddetti finiani moderati. Tra loro non figura certamente Fabio Granata, che si definisce lui stesso un falco ma prova sul suo sito a dare qualche consiglio semiserio a Berlusconi, partendo da un assunto effettivamente convincente: il presidente del consiglio è davvero sicuro di voler rincorrere i moderati? Berlusconi non ha una esattamente una tradizione di moderato, e anzi è sceso in politica definendosi in contrapposizione alla classe dirigente immobile della prima repubblica. Insomma, come scrive Granata, Berlusconi “non è mai stato moderato in niente”. Quindi pensi a recuperare i cosiddetti falchi, non i moderati. Il come lo spiega Granata.
“Recuperi anche me!”. Il finiano Granata suggerisce a Berlusconi cosa fare per recuperare i falchi di Futuro e Libertà, piuttosto che i moderati.
Giovedì 16 luglio la Camera ha approvato il rifinanziamento delle missioni militari internazionali, compresi gli interventi in Libia sui quali la maggioranza di governo si è divisa. Il testo è stato votato in due parti separate: il primo, che non comprendeva il finanziamento in Libia, è stato approvato con 453 voti favorevoli, nessuno contrario e 9 astenuti; il secondo, che riguardava la Libia, è passato con 401 sì, 23 no e un’astensione. Il centrodestra ha votato a favore, mentre i deputati di Italia Viva nell’ultima votazione sono usciti dall’Aula. Le divisioni nella maggioranza che sostiene il governo sono state causate dallo stanziamento di oltre 58 milioni di euro, già approvato dal Senato lo scorso 7 luglio, per la missione in Libia, di cui 10 andranno alla missione bilaterale di assistenza alla cosiddetta Guardia Costiera libica, compresa la formazione e l’addestramento, 3 milioni in più rispetto allo scorso anno. Dalla firma del controverso Memorandum d’intesa (PDF) di accordo Italia-Libia del 2017, che prevedeva un sostegno diretto alla Guardia Costiera libica, i fondi stanziati dall’Italia sono saliti a 22 milioni.
L’Italia ha confermato i fondi alla Libia. La risoluzione è passata alla Camera anche con i voti del centrodestra, ma la maggioranza si è divisa: secondo Matteo Orfini è stata «una delle pagine più nere del Partito Democratico».
La Guardia Costiera italiana ha soccorso 3.690 in 17 diverse operazioni avvenute nel Mediterraneo negli ultimi due giorni. Durante le operazioni di soccorso sono stati trovati almeno dieci corpi di migranti annegati. Un portavoce della Guardia Costiera ha detto che tutte le persone recuperate in mare saranno portate in Italia. All’operazione hanno partecipato anche navi della Marina francese. Secondo alcune stime, più di 1.500 persone sono morte cercando di raggiungere l’Italia nei primi quattro mesi del 2015, rispetto alle 96 che sono morte nello stesso periodo del 2014. Si calcola che diverse centinaia di migranti siano morti in un unico disastro avvenuto lo scorso 19 aprile poco a largo delle acque territoriali libiche. Dopo l’incidente, il Consiglio Europeo ha deciso di triplicare i fondi di cui dispone Triton, l’operazione di pattugliamento delle acque territoriali italiane promossa da Frontex, l’agenzia per la tutela dei confini dell’Unione Europea. Triton, con un bilancio di circa tre milioni di euro al mese, è un’operazione molto più ridotta rispetto a Mare Nostrum, l’operazione della Marina militare italiana terminata lo scorso ottobre che costava nove milioni di euro al mese. Mare Nostrum venne interrotta dall’attuale governo italiano, che riteneva fosse un’operazione troppo costosa. All’epoca, il Consiglio Europeo accettò di sostituirla con Triton, ma riducendo molto il budget rispetto a Mare Nostrum. Dopo la decisione del Consiglio europeo, il budget di Triton dovrebbe diventare pari a quello di Mare Nostrum.
La Guardia costiera italiana ha soccorso 3.690 migranti nel Mediterraneo. In 17 operazioni compiute tra venerdì e sabato, con il contributo anche di navi della Marina francese.
Il 25 aprile Zozo, il più grande rivenditore di abbigliamento online giapponese, ha annunciato il fallimento del suo ambizioso progetto che permetteva di acquistare online abiti su misura realizzati a distanza. Il sistema funzionava grazie alla Zozosuit, una tuta che, attraverso un’apposita applicazione, calcolava le dimensioni esatte di chi la indossava; a quel punto il cliente poteva comprare i vestiti che desiderava sul sito di Zozo, che aveva creato una linea apposita di camicie, jeans, magliette e completi basilare e mediamente economica. I capi venivano realizzati in base alle misure registrate con la tuta e inviati al cliente, in giro per il mondo. Dal 26 maggio la app, il sito e la tuta non saranno più disponibili negli oltre 70 paesi in cui erano presenti e sopravviveranno soltanto in Giappone, dove l’operazione sembra ancora funzionare. Nel resto del mondo, non è già più possibile creare un nuovo account, fare un nuovo ordine o richiedere una Zozosuit: verranno spediti solo gli ordini già confermati e chi ha un account potrà prendersi le misure fino al 26 maggio; dopo quella data l’azienda cancellerà tutti i dati dei suoi clienti. Da subito la Zozosuit aveva incuriosito esperti di moda e persone comuni e molti l’avevano presentata come un primo passo verso un nuovo modo di vendere e acquistare vestiti, anche perché era l’ultimo progetto di Yusaku Maezawa, un imprenditore diventato miliardario a partire da una piccola startup e che non ne aveva sbagliata una (sarà anche il primo astronauta non professionista a volare nello Spazio): com’è accaduto quindi che tutto si sia sgonfiato nel giro di un anno?
Il fallimento della Zozosuit. Il servizio di vendita di vestiti che si basava sulla tuta che misura il corpo di chi la indossa non sarà più disponibile se non in Giappone: cosa è andato storto?.
Il nuovo libro di Enrico Deaglio – “Il vile agguato“ (Feltrinelli) – è dedicato alle indagini sulla strage di via D’Amelio a Palermo in cui fu ucciso il magistrato Paolo Borsellino assieme a cinque agenti della sua scorta, il 19 luglio 1992. Il libro si conclude con una “succinta cronologia degli ultimi cinquantasei giorni di vita di Paolo Borsellino, compresi avvenimenti che avevano a che fare con lui, ma di cui non era a conoscenza”. Il Post ha pubblicato in sequenza, assieme al secondo capitolo del libro, la successione di quegli eventi, a vent’anni di distanza. 19 luglio, finalmente domenica Paolo Borsellino è nella villa al mare di Villagrazia di Carini. Si sveglia alle cinque, quando riceve una telefonata dalla figlia Fiammetta in vacanza a Bali, Indonesia. Risponde dettagliatamente a una professoressa di Padova che gli chiede: perché è diventano un giudice? Che cos’è la Dia? Che cos’è la superprocura? Esce in mare e si fa un bagno. Va a pranzo dal suo vecchio amico Peppe Tricoli, consigliere comunale dell’Msi. Fa un sonnellino, ma in realtà non dorme, fuma. Guarda in tv la tappa del Tour de France, perché è un appassionato di ciclismo. Alle 16.40 comunica a tutti che va a prendere la madre in via D’Amelio, il convoglio parte da Villagrazia e arriverà a destinazione circa venti minuti dopo.
L’ultimo giorno di Borsellino. Dal libro di Enrico Deaglio, il diario della giornata della strage di via D'Amelio, vent'anni fa oggi.
Mi rendo conto che articolare una risposta al pezzo di Filppo Zuliani (I numeri della Tav) così a ridosso degli scontri di Chiomonte sia molto complicato. Come valsusino mi sento indignato per quello che è capitato nei boschi della Maddalena, perché nel manifestare una contrarietà la violenza non deve essere né contemplata, né accettata e perché gli scontri non fanno altro che allontanare ancora di più il merito del problema dal dibattito politico e aumentare l’isolamento in cui la Valsusa si è cacciata. Detto questo, mi sembra comunque utile fornire un punto di vista differente da quello offerto da Zuliani, provando, proprio come ha fatto lui, a mettere sul piatto non slogan o frasi ideologiche ma dati e fatti. Tralasciando la parte dedicata ai video di Travaglio (per cui anche il sottoscritto non ha grande simpatia) e sulle dichiarazioni sulla legittimità o meno degli appalti, che neanche io condivido, mi vorrei soffermare sui numeri. Numeri che hanno un senso se vengono collocati nella storia ventennale della Tav in Valsusa. Negli ultimi trent’anni i valsusini hanno sperimentato la realizzazione di molte opere, più o meno “grandi” (l’ultima in ordine di tempo, l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia), con risultati finali lontani anni luce da una seria ipotesi di sviluppo “strutturato” dell’economia. Ci tengo anche a dire che la Valsusa non è mai stata “contro” la ferrovia, tant’è che convive da oltre 150 anni con un’importante linea internazionale: ma vista l’assenza di una buona politica infrastrutturale e di sviluppo del territorio e di fronte all’ipotesi di realizzazione di una linea ferroviaria aggiuntiva che avrebbe dovuto limitare i camion sull’autostrada appena costruita, i suoi cittadini e i suoi amministratori hanno cercato di capirne qualcosa di più.
La Tav vista dalla Valsusa. Il segretario di un circolo locale del PD risponde a Filippo Zuliani sui cantieri dell'Alta velocità.
L’attrice americana Scarlett Johansson ha deciso di lasciare la produzione del film Rub & Tug, un film in cui avrebbe dovuto interpretare un uomo transgender, dopo avere ricevuto molte critiche da attivisti e persone della comunità LGBT che contestavano il fatto che per il ruolo non fosse stato scelto un uomo transgender ma una donna cisgender, cioè che si identifica nel genere normalmente associato al suo sesso biologico. Nel film, Johansson avrebbe dovuto interpretare Dante “Tex” Gill, un criminale e uomo transgender morto nel 2003. Inizialmente aveva difeso la sua scelta, dicendo che in passato altri attori cisgender avevano interpretato persone transgender: ad esempio Jeffrey Tambor nella serie tv Transparent (dal 2014), Jared Leto in Dallas Buyers Club (2013) e Felicity Huffman in Transamerica (2005). Alla fine, dopo diversi giorni di critiche e discussioni sui social network, ha cambiato idea. Per ora non si sa se al posto di Johansson sarà scritturato un attore transgender.
Scarlett Johansson ha rinunciato a interpretare un uomo transgender. Doveva recitare in un film nel ruolo del criminale Dante "Tex" Gill, ma aveva ricevuto le critiche di chi avrebbe voluto al suo posto un attore transgender.
La casa automobilistica svedese Volvo sta sperimentando sistemi di guida automatica in diverse parti del mondo, compresa l’Australia, dove di recente ha scoperto però che i sistemi di bordo delle sue automobili faticano a riconoscere i canguri, perché si muovono diversamente rispetto agli altri animali. Tutte le principali aziende automobilistiche in questi anni sono impegnate nello sviluppo di auto che si guidano da sole, e i loro test portano spesso a scoprire cose che gli ingegneri non avevano previsto. Il sistema delle Volvo si è rivelato molto efficiente nel riconoscere ed evitare gli animali, come alci e renne, mentre continua a farsi trarre in inganno dai canguri. David Pickett, uno dei progettisti di Volvo Australia, ha spiegato che i saltelli che fanno i canguri per muoversi rendono inutilizzabile il sistema per la rilevazione degli animali: “Abbiamo notato che, quando sono a mezz’aria, i canguri per il software sono più distanti di quanto non siano in realtà quando sono a terra”. Il rilevatore individua quindi due distanze diverse a seconda dei casi e non riesce a dare al computer di bordo informazioni coerenti.
Le auto che si guidano da sole hanno problemi coi canguri. Se ne sono accorti quelli di Volvo in Australia, perché i canguri si muovono in modo diverso dagli altri animali.
Tre persone sono morte nel porto turistico di Loano, in provincia di Savona, a causa di un incendio che si è sviluppato a bordo di uno yacht, questa mattina intorno alle 5. L’imbarcazione era ormeggiata da circa sei mesi nella zona ed era utilizzata da quattro persone di origine tedesca: due donne e due uomini, stando alle informazioni raccolte dal Secolo XIX. Una donna di 50 anni circa è riuscita a salvarsi dall’incendio ed è stata soccorsa pochi minuti dopo; ora è ricoverata in stato di choc presso l’ospedale di Pietra Ligure. Le altre tre persone a bordo sono invece morte a causa delle fiamme e intossicate dal fumo: erano la sorella della donna soccorsa e i due compagni delle donne. (29dic-5:30) Intervento #vigilidelfuoco nel porto di #Loano (SV) per incendio imbarcazione da turismo. Fiamme spente, no persone coinvolte pic.twitter.com/wsjWPbXSgG
L’incendio di uno yacht a Loano. In provincia di Savona tre persone sono morte e una è rimasta lievemente intossicata questa mattina: le cause dell'incidente non sono ancora chiare.
Quattro multinazionali del tabacco hanno deciso di fare causa alla Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia governativa statunitense che regola le normative riguardo i prodotti alimentari e farmaceutici. Reynolds American Inc (che include i marchi Camel e Winston), Lorillard Inc, Liggett Group LLC e Commonwealth Brands Inc, tutte quante parte del Britain’s Imperial Tobacco Group Plc, il quarto gruppo nel mondo per la produzione di sigarette, vogliono ottenere l’annullamento per incostituzionalità del “Family Smoking Prevention and Tobacco Control Act” del 2009, che stabilisce che entro settembre 2012 tutti i pacchetti di sigarette dovranno avere degli avvisi sui rischi del fumo. Un cadavere, polmoni malati e denti marci sono solo alcune delle immagini destinate a cambiare il look dei pacchetti di sigarette prodotti negli Stati Uniti. I produttori di tabacco sostengono che con questa legge il governo viola la libertà di espressione riconosciuta dal primo emendamento della costituzione americana. «Non può che essere contro la Costituzione il potere del governo di ordinare a chi vende un prodotto assolutamente legale di metterlo in vendita coperto da parole e immagini che ne sconsigliano fortemente l’acquisto» ha dichiarato Floyd Abrams, un legale delle compagnie.
I produttori di sigarette contro la FDA. Quattro multinazionali del tabacco hanno fatto causa all'agenzia statunitense: non vogliono l'obbligo degli avvisi espliciti sui pacchetti.
La rivista l‘Espresso ha scritto oggi, nell’anticipazione di un articolo che sarà pubblicato sul numero in edicola il 21 aprile, di aver avuto accesso ad alcune registrazioni e trascrizioni in cui la sindaca di Roma Virginia Raggi chiede a Lorenzo Bagnacani, ex amministratore delegato e presidente di Ama, di portare in rosso il bilancio della società. Bagnacani non è più amministratore delegato di Ama dallo scorso febbraio, quando Raggi revocò l’intero Cda dell’azienda municipale che si occupa della raccolta dei rifiuti. L’articolo dell’Espresso è stato scritto da Emiliano Fittipaldi e le informazioni arrivano da un esposto in procura presentato da Bagnacani. Secondo l’Espresso, Bagnacani sostiene che Raggi «avrebbe esercitato pressioni indebite su di lui e sull’intero cda dell’azienda, finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell’Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali». Come spiega lo stesso Espresso, «la rilevanza penale della vicenda è ancora tutta da dimostrare».
L’Espresso scrive che Virginia Raggi fece pressioni per far chiudere in passivo il bilancio di Ama.
Martedì 1 gennaio 2019 è entrato in vigore in Italia il divieto di produrre e vendere cotton fioc con il bastoncino di plastica, che non siano quindi biodegradabili e compostabili. Il divieto era stato introdotto dalla legge di bilancio approvata nel dicembre del 2017. È la stessa legge che vieterà, a partire dal primo gennaio del 2020, l’uso nei prodotti cosmetici delle cosiddette microplastiche, particelle di diametro inferiore ai 5 millimetri normalmente usate nei prodotti cosmetici o per l’igiene personale ma che provocano diversi problemi dal punto di vista ambientale. L’Italia è il primo paese dell’Unione Europea a vietare la produzione e la vendita di cotton fioc in plastica, un divieto a cui da tempo sta lavorando anche l’Unione Europea. Lo scorso ottobre, infatti, il Parlamento Europeo ha chiesto di vietare la commercializzazione di numerosi prodotti di plastica usa e getta come appunto i cotton fioc, o i piatti da picnic, che sono tra le principali cause di inquinamento degli oceani e delle acque dolci di superficie. La proposta è stata approvata con 571 voti favorevoli e dovrà essere negoziata col Consiglio dell’Unione Europea, l’altro organo che detiene il potere legislativo: se tutto filerà liscio dovrebbe essere approvata definitivamente entro marzo 2019. I divieti veri e propri – se saranno approvati – entreranno in vigore nei paesi dell’Unione a partire dall’1 gennaio 2021.
Da oggi in Italia è vietato vendere cotton fioc di plastica. È il primo divieto del genere in Europa e servirà per limitare l'inquinamento di mari e oceani.
Un dipinto attribuito precedentemente a un pittore spagnolo di scuola caravaggesca che stava per essere messo all’asta per poche migliaia di euro potrebbe essere stato realizzato in realtà proprio da Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, e quindi potenzialmente valere decine di milioni di euro. Lo sostengono diversi critici d’arte, tanto che la casa d’aste ne ha sospeso la vendita in attesa di un giudizio definitivo: secondo una prima indagine del museo del Prado di Madrid ci sono «ragioni fondate» per dire che il dipinto sia proprio di Caravaggio. L’opera, un olio su tela, ritrae Cristo con una corona di spine ed è di proprietà di tre fratelli della famiglia Pérez de Castro, molto nota nel mondo dell’arte e della politica spagnola. Era stata inserita nel catalogo della casa d’aste di Madrid Ansorena, che aveva pianificato per l’8 aprile un’asta col prezzo di partenza di 1.500 euro. La “Coronación de espinas” – questo è il nome del dipinto – era stata attribuita al pittore José de Ribera, detto lo Spagnoletto, molto attivo a Napoli a inizio Seicento. I fratelli Pérez de Castro, che avevano ereditato il dipinto dal padre Antonio, non avevano idea che ci fossero dubbi sulla corretta attribuzione del dipinto.
Questo quadro messo all’asta per 1.500 euro è di Caravaggio? era stato attribuito a un pittore della sua scuola, ma secondo diversi esperti sarebbe del maestro e potrebbe valere decine di milioni.
Il presidente del Piemonte Alberto Cirio ha comunicato di avere superato l’infezione da coronavirus. Come ha spiegato lui stesso su Twitter, Cirio può dire di essere guarito in quanto ha «ricevuto l’esito del doppio tampone di verifica ed entrambi hanno dato esito negativo al coronavirus». Sono guarito. Ho appena ricevuto l’esito del doppio tampone di verifica ed entrambi hanno dato esito negativo al #coronavirus. Ve lo dico mentre mi preparo per correre all’Unità di crisi, perché l’unica priorità è continuare a #lottare.
Il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, non ha più il coronavirus.
La propaganda organizzata su Internet ha avuto un ruolo importante nel risultato elettorale ottenuto da Alternativa per la Germania (AfD), il partito di estrema destra xenofobo ed euroscettico. Per la prima volta 95 suoi rappresentanti faranno parte del Parlamento tedesco, diventando così il terzo partito dietro l’Unione Cristiano Democratica (CDU) di Angela Merkel e il Partito Socialdemocratico (SPD). L’AfD ha speso centinaia di migliaia di euro su Facebook, Google e Twitter per farsi pubblicità in campagna elettorale, creando siti e profili sui social network contro Angela Merkel e le sue politiche di accoglienza dei migranti. Sono state fatte circolare informazioni inesatte e bufale, che hanno portato nuovamente di attualità il grande dibattito sulle notizie false e il ruolo di Internet nel diffonderle con facilità e capillarmente. Ma le elezioni in Germania sono state anche la dimostrazione che le grandi aziende di Internet – preoccupate di ripetere gli errori del 2016 durante la campagna elettorale statunitense – hanno cambiato approcci e rafforzato i controlli per frenare la diffusione delle notizie false. Trovare il giusto equilibrio tra censura dei contenuti e libertà di espressione non è però semplice, e rischia di tradire la natura di Internet e di renderla un posto meno libero. L’AfD e Google Più degli altri partiti tedeschi, l’AfD ha sfruttato i social network per farsi pubblicità e fare propaganda contro Angela Merkel, seguendo una strategia molto aggressiva. I dirigenti del partito hanno assunto consulenti da Harris Media, una controversa agenzia pubblicitaria del Texas (Stati Uniti) che ha organizzato le campagne promozionali per Donald Trump, per l’associazione statunitense a favore dei proprietari di armi (NRA) e per il Front National durante le elezioni francesi. Tra le iniziative c’è stata la creazione di un sito espressamente contro Merkel, che l’accusa di essere una “spergiura” e di essere complice nell’assassinio di diverse persone. La sua fotografia, sovrapposta a quella della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche di Berlino, luogo dell’attentato terroristico del 19 dicembre 2016, suggerisce sue responsabilità dirette e del suo governo nella morte di 12 persone. Il sito indica di essere stato commissionato dall’AfD solamente in una pagina separata dal resto, dove viene indicato il nome del partito.
Indizi di una Internet meno libera. Le grandi aziende come Facebook e Google sono sempre meno "neutrali" con i contenuti online, che siano le bufale o le cose che non piacciono ai governi.
Alla fine di luglio, due mesi dopo le elezioni di Milano vinte al ballottaggio dal candidato del centrosinistra Giuseppe Sala, non tutte le commissioni del consiglio comunale si erano già insediate: in un recente e caldo pomeriggio a Palazzo Marino, davanti al teatro La Scala, è stato il turno della nuova commissione Cultura, convocata per scegliere presidente e vicepresidente. Una formalità, dato che le cariche vengono decise dai partiti prima delle sedute. In commissione erano presenti una ventina di consiglieri della maggioranza e sei dell’opposizione, raggruppati ciascuno in un gruppo di banchi alle due estremità dell’emiciclo. L’atmosfera era piuttosto rilassata, da pacche sulle spalle e complimenti sulle prime abbronzature. L’elezione del presidente è filata liscia: la maggioranza ha ricandidato – rieleggendola – Paola Bocci, 53enne consigliera comunale del Partito Democratico che già presiedeva la commissione nella scorsa legislatura. La situazione si è improvvisamente agitata quando si è discussa l’elezione del vicepresidente: la maggioranza di centrosinistra aveva deciso di candidare Sumaya Abdel Qader, 38enne consigliera comunale del PD, sociologa e attivista per i diritti delle donne musulmane, e decisamente la candidata di cui più si era parlato in campagna elettorale.
Milano e l’Islam. Storie concentriche di candidate controverse, moschee mai costruite e accuse di radicalizzazione, in una città dove parlarne è ancora molto delicato.
L’Oscar per il miglior attore è uno tra i più prestigiosi e attesi, come quello per il miglior film, la miglior attrice e il miglior regista. Finora il premio è stato consegnato a 78 attori (nel 1930 ci sono state due edizioni, ad aprile e novembre, mentre nel 1933 non fu consegnato alcun premio). L’ultimo vincitore è stato Eddie Redmayne per la sua parte in La teoria del tutto, mentre l’attore che ne ha ricevuti di più è Daniel Day-Lewis: per Il mio piede sinistro, Il petroliere e Lincoln. Questa raccolta fotografica li mostra tutti, dalle immagini composte e in bianco e nero di Clark Gable e Spencer Tracy fino alla smorfia allegra di Roberto Benigni, dagli occhiali da sole di Jack Nicholson alla commozione di Philip Seymour Hoffman. E poi c’è Russell Crowe, che sembra un po’ alticcio, e tiene l’oggettino sul tavolo. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Tutti gli attori che hanno vinto l’Oscar. Da Clark Gable a Sean Penn, dalla smorfia allegra di Roberto Benigni a Russell Crowe forse un po' alticcio: e quello che ne ha vinti più di tutti non è così scontato.
Le attrici statunitensi Angelina Jolie ed Elle Fanning sono a Tokyo, in Giappone, per presentare Maleficent. Il film è un remake del classico Disney La bella addormentata nel bosco, con Angelina Jolie nei panni della strega Malefica e Elle Fanning in quelli della principessa Aurora. Del cast fanno parte anche Sam Riley, Brenton Thwaites, Juno Temple e Sharlto Copley. Il film, costato 200 milioni di dollari, è il primo lavoro da regista di Robert Stromberg, supervisore agli effetti speciali vincitore dell’Oscar per le scenografie di Avatar e Alice in Wonderland. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La prima di “Maleficent” a Tokyo. Con Angelina Jolie ed Elle Fanning, che nel film sono la strega Malefica e la principessa Aurora.
Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2019, per la morte di Andrea Camilleri. *** Andrea Camilleri, tra i più famosi e amati scrittori italiani degli ultimi vent’anni, celebre per la sua fortunatissima serie di gialli sull’ispettore Montalbano e per il suo stile che mescolava italiano e siciliano, è morto alle 8.20 di oggi a Roma, dopo essere stato ricoverato lo scorso 17 giugno all’ospedale Santo Spirito per un arresto cardiaco. Aveva 93 anni. La morte è stata comunicata «con profondo cordoglio» dalla Asl Roma 1, che ha spiegato che «le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali».
Tutte le cose che ha fatto Andrea Camilleri. Era uno dei più noti e amati scrittori italiani contemporanei: la sua storia.
La 24 enne cantante statunitense Taylor Swift ha pubblicato mercoledì scorso una foto su Tumblr – la piattaforma di microblogging e condivisione di immagini – che è circolata moltissimo tra gli utenti ed è stata ripresa da diversi siti che si occupano di contenuti vari. È una storia divertente: nella fotografia Swift, che si è iscritta a Tumblr da poco, indossa una maglietta gialla con la scritta “no its becky”, che fa riferimento a una vicenda molto nota tra gli utilizzatori di Tumblr, soprattutto quelli statunitensi.
Taylor Swift e la maglietta “no its becky”. La cantante statunitense si è mostrata con una maglietta che riprende una vecchia storia divertente che circola da anni tra gli utenti di Tumblr.
Dal primo luglio i biglietti per i concerti nei posti con capienza superiore a 5.000 persone saranno venduti nominalmente: ciascuno, cioè, sarà associato al suo acquirente, che dovrà mostrare un documento all’ingresso per entrare. Lo ha deciso un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che ha recepito un emendamento alla legge di bilancio con lo scopo di contrastare il cosiddetto secondary ticketing, cioè il bagarinaggio online. Molti hanno criticato questa legge, in primo luogo i promoter e gli organizzatori di concerti, che in teoria sarebbero interessati a contrastare il secondary ticketing: il risultato saranno biglietti più costosi e code più lunghe, dicono. Il primo firmatario dell’emendamento che ha generato la nuova norma è Sergio Battelli, deputato del Movimento 5 Stelle, che ha parlato di «una vera norma 5 Stelle, che punta a tutelare gli utenti». Il secondary ticketing è in effetti una pratica diffusissima e che si prova a contrastare da tempo, senza troppa efficacia: i biglietti dei concerti, in pratica, vengono acquistati da persone o bot automatici che poi li rimettono in vendita su siti come Viagogo o Stubhub a prezzi maggiorati, spesso molto maggiorati. Il risultato è che i biglietti dei concerti spesso vengono esauriti pochi minuti dopo la messa in vendita, e l’unico modo per reperirli è spendere centinaia di euro: a volte non vengono rivenduti, per cui restano persino dei posti vuoti. Contro la pratica del secondary ticketing si sono espressi negli ultimi anni molti artisti e anche gli stessi organizzatori di concerti, e sono state approvate norme apposite: ma di fatto è una pratica che continua a esistere sotto la luce del sole, approfittando di una ampia zona grigia.
Arrivano i biglietti nominali per i concerti. Una nuova legge li rende obbligatori da luglio, per contrastare il bagarinaggio online: ma rivenditori e organizzatori sono scettici e un po' preoccupati.
L’estate addosso è il decimo film di Gabriele Muccino: sarebbe dovuto uscire il 15 settembre ma è in alcuni cinema già da oggi, per aderire all’iniziativa Cinema2Day che ogni secondo mercoledì del mese permetterà di pagare 2 euro i biglietti di molti film. L’estate addosso è scritto e diretto da Muccino e la colonna sonora è di Jovanotti, autore anche della canzone che ha lo stesso titolo del film ed era nell’album Lorenzo 2015 CC, uscito più di un anno fa. L’estate addosso è un film on the road girato tra Roma e l’America: a seconda dei siti e dei giornali che ne parlano è descritto come un film drammatico o una commedia. È un film che parla di un viaggio fatto dopo la maturità ed è il primo di Muccino in italiano dopo due in inglese, Quello che so sull’amore e Padri e figlie, del 2013 e del 2015. Nel cast di L’estate addosso ci sono attori giovani e non molto noti – Brando Pacitto, Matilda Anna Ingrid Lutz, Taylor Frey e Joseph Haro – e il film è costato circa 5 milioni di euro, molto meno dei precedenti di Muccino, che ha detto: «Avevo da tempo desiderio di realizzare un film piccolo, senza le responsabilità dei grandi budget, su un momento di importanti scelte esistenziali come quello che segue l’esame della maturità».
Cinque cose su “L’estate addosso”. È il nuovo film di Gabriele Muccino, nei cinema da oggi: parla di quattro adolescenti e di un viaggio dopo la maturità.
Lo scrittore e critico Marco Belpoliti ha raccontato su Repubblica il successo di un libro norvegese, che è stato un bestseller sia nei paesi scandinavi sia nel Regno Unito: è una specie di manuale su come si taglia la legna e come si fanno le cataste per l’inverno. Si intitola Norwegian wood. Il metodo scandinavo per tagliare, accatastare e scaldarsi con la legna e lo ha scritto un giornalista di nome Lars Mytting. In Italia è uscito l’11 ottobre, pubblicato da Utet; il titolo italiano è lo stesso di una famosa canzone dei Beatles e di un romanzo dello scrittore giapponese Haruki Murakami. Nel suo articolo Belpoliti spiega che Norwegian Wood non è un manuale new age: è un vero e proprio libro divulgativo sul tagliare la legna, che inizia con le indicazioni sul periodo dell’anno in cui abbattere gli alberi, prosegue con una rassegna degli attrezzi che servono per tagliare la legna, con le tecniche per organizzare una catasta e nella parte finale spiega come accendere un fuoco. Anche se non tagliate la legna, anche se non la accatastate per l’inverno, anche se non avete una stufa e abitate in zone temperate, irradiate dal sole tutto l’anno, questo libro è per voi. S’intitola come un romanzo di Murakami, come una canzone dei Beatles, “Norwegian Wood”. L’ha scritto un giornalista e narratore norvegese, Lars Mytting; è stato tradotto in dieci paesi. Perché? Perché è un manuale. Acqua. Perché parla di un’antica attività umana? Fuochino. Perché è un antimanuale? Fuochetto. Perché parla di una cosa che vi riguarda in ogni caso, sia vi apprestiate a farla oppure no? Fuoco!
Il successo del manuale su come tagliare la legna. Si chiama "Norwegian Wood" e, scrive Marco Belpoliti, funziona perché parla di gesti esistenziali, che insegnano qualcosa anche a chi nei boschi non ci va mai.
Il riso (Oryza sativa) rappresenta l’alimento più importante per miliardi di persone nel mondo, specialmente nei paesi asiatici in via di sviluppo. Il riso ha proprietà nutritive eccezionali, è il cereale più facilmente digeribile e assimilabile dall’uomo ma sfortunatamente difetta, nella parte commestibile, di carotenoidi, i precursori vegetali della vitamina A essenziali per l’organismo umano. La carenza di vitamina A può determinare deficit nella crescita, malformazioni ossee e causare ridotta funzionalità visiva notturna o la cecità totale nei bambini. Si stima che il deficit da vitamina A causi la morte di circa 10 milioni di bambini per anno. Il “golden rice” è un riso Ogm in cui, attraverso tecniche di ingegneria genetica, è stato introdotto il betacarotene nella parte edibile della pianta. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati per la prima volta sulla rivista specializzata Science nel 2000, successivamente, nel 2005, su Nature Biotechnology è stata messo a punto una seconda versione che contiene 23 volte più betacarotene del “golden rice” originario.
“Golden rice”: un Ogm può salvare milioni di vite. Dissapore spiega che il riso Ogm arricchito di betacarotene potrebbe limitare milioni di morti infantili per carenza di vitamina A.
La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l’Italia per avere rinnovato un regime carcerario durissimo e criticato – il cosiddetto “41 bis” – a Bernardo Provenzano, dal 23 marzo del 2016 fino alla morte avvenuta il 13 luglio 2016, mentre Provenzano, considerato il capo dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra, era ricoverato all’ospedale San Paolo di Milano. Secondo la Corte, l’Italia ha violato l’articolo 3 della Convenzione in cui si dice che «nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti» con il carcere duro; la Corte ha però affermato che la decisione di proseguire con la detenzione di Provenzano non ha leso i suoi diritti. Quando è morto, Provenzano aveva 83 anni ed era in carcere dall’aprile del 2006, quando era stato arrestato dopo una latitanza durata 43 anni, durante la quale era stato condannato in contumacia a tre ergastoli. Da tempo era malato e per questo la sua avvocata, Rosalba Di Gregorio, aveva chiesto la revoca del 41 bis (cioè del carcere duro) e la sospensione dell’esecuzione della pena, ma senza successo.
La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver continuato ad applicare il carcere duro su Bernardo Provenzano benché fosse malato.
Terminata la riunione con i vertici del Popolo della Libertà, nel tardo pomeriggio di ieri Silvio Berlusconi si è presentato davanti alle telecamere per esporre un nuovo lungo documento sul quale sarà basata la mozione di fiducia per contarsi in parlamento alla ripresa dei lavori di Camera e Senato. Il presidente del consiglio ha scelto questa volta toni pacati, cercando una riconciliazione con i finiani che hanno deciso di costituire gruppi autonomi in Parlamento. Per i parlamentari di Futuro e Libertà il documento è condivisibile, ma Fini attende i fatti: «Andrà verificato come queste intenzioni saranno tradotte nei singoli disegni di legge». Le intenzioni, anzi, i punti affrontati nel testo sono cinque: giustizia, Mezzogiorno, fisco, federalismo, sicurezza. Giustizia Berlusconi promette, ancora una volta, la riforma complessiva del nostro sistema giudiziario, con interventi sia sul fronte del processo civile che penale, così da consentire maggiori tutele e parità di trattamento tra accusa e difesa. Il piano carceri, che prevede soluzioni mirate a ridurre il sovraffollamento, andrà avanti anche se fino a ora si è mosso a rilento e l’obiettivo dei 17mila nuovi posti entro il 2012 sembra difficile da raggiungere. Nel documento ci sono poi riferimenti al processo breve e a una riforma costituzionale «a tutela delle alte cariche dello Stato già ora al Senato e che verrà approvata in tempi celeri anche alla Camera». La versione costituzionale del cosiddetto Lodo Alfano sarà però difficilmente pronta prima di dicembre, quando il legittimo impedimento potrebbe essere dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale. Berlusconi mira a una nuova legge ordinaria per accelerare i processi e non esclude un’altra riforma costituzionale per modificare la struttura del Consiglio Superiore della Magistratura, separando magistrati inquirenti da quelli giudicanti. Infine, per il presidente del consiglio l’attuale legge in discussione sulle intercettazioni non risolve i problemi e richiederà dunque altri provvedimenti. In pratica, per Berlusconi il Parlamento sta ormai lavorando su qualcosa di inutile che tanto andrà cambiato.
I cinque punti di Berlusconi. Il governo punta su giustizia, Mezzogiorno, fisco, federalismo e sicurezza per la fiducia, ma sono tutte promesse già viste.
Lunedì è morto a Roma a 80 anni il giornalista Aldo Forbice, che lavorò per quasi tutta la sua carriera in radio e televisione per la Rai, pur collaborando con diversi giornali. Divenne noto soprattutto per la conduzione del programma di Rai Radio 1 “Zapping”, dal 1994, anno di nascita della trasmissione, fino al 2012, quando fu sostituito da Giancarlo Loquenzi, che lo conduce ancora oggi. Forbice era originario di Catania, dove nacque nel 1940. Cominciò molto giovane a lavorare per l’Avanti!, l’ex quotidiano del partito socialista, e per tutta la sua carriera mantenne l’impegno e l’interesse verso i temi dei diritti dei lavoratori, scrivendo diversi libri sulla storia del movimento operaio e dei movimenti sindacali, tra i molti che pubblicò. Nel 1969 entrò in Rai, dove negli anni fu caporedattore del Tg1, direttore del Giornale Radio su Radio3 e autore e coordinatore di diversi programmi su Rai 2, fino alla conduzione di “Zapping” nel 1994. Collaborò con alcuni giornali, tra cui Il Messaggero, Il Resto del Carlino e Il Mondo. Vinse diversi premi per la sua attività giornalistica, ma anche per il suo impegno sui diritti civili, e fu organizzatore di molte campagne umanitarie.
È morto a 80 anni Aldo Forbice, giornalista e storico conduttore della trasmissione “Zapping” di Rai Radio 1.
Quando uscì Incontri ravvicinati del terzo tipo, il 16 novembre 1977, non era un momento facile per un film di fantascienza: soltanto cinque mesi prima era uscito il primo capitolo di quella che probabilmente è la saga più fortunata e di successo della storia del cinema. Allora non si poteva ancora sapere quale sarebbe stato il prolungato futuro di Guerre Stellari, ma molta gente in tutto il mondo fu subito ossessionata dal film: almeno negli Stati Uniti, era normale averlo visto quattro o cinque volte al cinema. Ma Incontri ravvicinati del terzo tipo, pur essendo a sua volta un film di fantascienza – a essere precisi quello dei due più propriamente di fantascienza – era completamente diverso. Questo gli permise di diventare un diretto e credibile rivale di Guerre Stellari, e di dividere il pubblico in appassionati dell’uno e dell’altro: divisione che seguiva anche le nascenti partigianerie per i registi Steven Spielberg e George Lucas, amici e quasi coetanei. Poi quello che successe dopo, e quale dei due diventò uno dei più redditizi prodotti culturali della storia dell’umanità, lo sappiamo: ma forse anche per questo Incontri ravvicinati del terzo tipo ha ancora oggi un fascino di film imperfetto e bellissimo, e ingiustamente un po’ trascurato in questo millennio dopo un periodo di gran culto. Ma è rimasto per esempio il film di fantascienza preferito dello scrittore Ray Bradbury: uno che di fantascienza ci capiva qualcosa.
Ci siamo dimenticati di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”? uno dei più bei film di fantascienza di sempre uscì 40 anni fa, poco dopo “Guerre Stellari”, e allora fu altrettanto importante.
Sheena McFeely è una donna sorda che con il marito Manny Johnson ha aperto un canale su YouTube per insegnare la lingua dei segni americana (American Sign Language, ASL) con vari video e l’aiuto delle due figlie: la prima ha l’udito, la seconda ha quattro anni ed è sorda dalla nascita. Il mese scorso il canale ha pubblicato un video in cui Shaylee, la figlia minore, interpreta con i segni una versione della celebre poesia natalizia “Twas the Night Before Christmas”. Slate ha riproposto il video mostrando immagine dopo immagine la «magistrale performance» di Shaylee, spiegando come la bambina riesca a interpretare attraverso i segni sia l’aspetto verbale del testo che gli aspetti non verbali, le cosiddette espressioni sovrasegmentali che per esempio indicano l’intonazione. Una cosa non facile, specie per una bambina di quattro anni – ma lei è molto brava e la poesia risulta così perfettamente comprensibile a tutti.
Il video della bambina bravissima con la lingua dei segni. Ha quattro anni: Slate ha spiegato perché ha interpretato "magistralmente" una poesia di Natale.
Gianni Pacinotti, meglio noto con lo pseudonimo di Gipi, è uno dei fumettisti italiani più importanti e conosciuti. Gipi, che è nato a Pisa nel 1963, nella sua carriera ha fatto moltissime cose diverse: ha girato tre film, ha disegnato illustrazioni per giornali e riviste, copertine di album musicali, e recentemente ha inventato un gioco di carte. Oltre a tutto questo (tra l’altro è anche un blogger del Post), Gipi ha realizzato molte copertine di libri, quasi tutti acquerelli disegnati a mano: tra i più importanti solo in questi giorni escono i libri di Rumiz e Giacomo Papi, per Feltrinelli ed Einaudi, e Michele Serra è di un mese fa. La bellezza e varietà dei disegni di Gipi è di certo una grande attrattiva per la scelta delle copertine – sempre una decisione difficile e impegnativa per autori ed editori -, ma c’è anche probabilmente un meccanismo che si alimenta e che viene apprezzato dai lettori (qualche anno fa, sembrava che tutti volessero usare i quadri di Jack Vettriano)
Tutti vogliono una copertina di Gipi. È il disegnatore più richiesto dalle case editrici e dagli autori negli ultimi tempi, come avrete notato.
Domenica i media di tutto il mondo hanno ricordato John Nash, il matematico statunitense e premio Nobel per l’Economia morto in un incidente stradale nel New Jersey (Stati Uniti) insieme alla moglie, e considerato uno dei più importanti matematici della storia del Novecento. Nash aveva 86 anni ed era soprattutto conosciuto per avere dato un contributo fondamentale alla cosiddetta “teoria dei giochi”, quella parte della matematica dedicata allo studio e all’analisi delle decisioni che ogni soggetto fa quando interagisce con altri per ottenere il massimo guadagno possibile, adottando diversi tipi di strategie e soluzioni, e non necessariamente per vincere. Le teorie di Nash furono in parte illustrate nel film A Beautiful Mind, che fu però criticato per non avere spiegato in modo sufficientemente chiaro in che cosa consista la teoria dei giochi, né quali siano stati i contributi di Nash alla sua evoluzione. Teoria dei giochi Il nome “teoria dei giochi” deriva dal libro Theory of Games and Economic Behavior, pubblicato nei primi anni Quaranta da John von Neumann e Oskar Morgenstern, che avevano provato a definire in termini matematici il modo in cui si comportano gli individui quando si trovano in una situazione che può portare alla spartizione o alla vincita di qualcosa. La teoria si applica quindi a un’infinità di scenari più o meno complessi, da una partita a scacchi a come si regolamenta un mercato per gli scambi economici. Semplificando: si applicano le regole della matematica per descrivere e in certa misura prevedere l’andamento di un gioco o di uno scenario reale.
Che cos’è la teoria dei giochi. Guida minima alla teoria matematica che descrive le scelte dei giocatori quando interagiscono tra loro, a cui lavorò John Nash.
Silvio Berlusconi ha scritto un messaggio su Facebook per ringraziare tutti quelli che gli hanno dimostrato stima e affetto dopo che è stata diffusa la notizia che l’ex PresdelCons dovrà sottoporsi a un’operazione al cuore. Berlusconi ha ringraziato anche i suoi avversari politici, e per ribadire il concetto ha scritto: «Che bella un’Italia così, in cui tutti si vogliono bene!»
«Che bella un’Italia così, in cui tutti si vogliono bene!». L'ex PresdelCons ha ringraziato tutti, ma proprio tutti, per avergli dimostrato affetto prima dell'operazione al cuore.
Nel pomeriggio di martedì 25 marzo (in Italia era notte), a Menlo Park in California Facebook ha annunciato di avere acquisito Oculus VR con un accordo da 2 miliardi di dollari. La società è specializzata nella produzione di sistemi per la realtà virtuale, e nell’ultimo anno ha fatto molto parlare di sé ricevendo critiche positive da parte di esperti e appassionati di videogiochi. Il patto prevede che Facebook paghi in denaro circa 400 milioni di dollari, mentre il resto per arrivare a 2 miliardi è costituito da una cessione di 23,1 milioni di azioni e da una serie di opzioni, a seconda di come andranno le cose per l’azienda acquisita nei prossimi anni. Com’è nato Oculus Rift Oculus VR sta progettando Oculus Rift, una specie di schermo da indossare davanti agli occhi e che riproduce un’ambientazione realistica, con la visuale che si sposta e orienta a seconda dei movimenti della testa. Semplificando, il dispositivo è una versione alleggerita e più comoda dei caschi che circolavano nelle sale giochi, soprattutto negli anni Novanta, e che di solito offrivano esperienze di realtà virtuale poco naturali e molto deludenti. E proprio le loro scarse prestazioni li hanno resi marginali, tanto da farli dimenticare e rallentare lo sviluppo di soluzioni davvero efficaci per la realtà virtuale.
Facebook e la realtà virtuale. Perché il più grande social network del mondo ha comprato la società "Oculus VR" per due miliardi di dollari? Un giorno lo useremo con questo coso davanti agli occhi?.
I giudici della Corte d’appello di Roma che lo scorso ottobre hanno assolto tutti gli imputati per la morte di Stefano Cucchi, il trentunenne romano che morì nel 2009 dopo essere stato arrestato dai carabinieri, hanno diffuso le motivazioni della loro sentenza: e scrivono che i pm dovrebbero valutare «la possibilità di svolgere nuove indagini per accertare eventuali responsabilità di persone diverse dagli agenti di polizia penitenziaria». I giudici, che hanno assolto agenti penitenziari, medici e infermieri scrivono, che «non può essere definita una astratta congettura l’ipotesi prospettata in primo grado, secondo cui l’azione violenta sarebbe stata commessa dai carabinieri che hanno avuto in custodia Cucchi dopo la perquisizione domiciliare» perché «già prima di arrivare in tribunale Cucchi aveva segni e disturbi che facevano pensare a un fatto traumatico avvenuto nel corso della notte». In primo grado solo i medici erano stati condannati per omicidio colposo (tranne uno).
Servono nuove indagini su Stefano Cucchi. Le motivazioni della discussa sentenza di assoluzione dello scorso ottobre invitano i pm a valutare l'ipotesi per cui «l’azione violenta sarebbe stata commessa dai carabinieri».
«Le varianti nascono come reazione al vaccino» è una bufala che circola molto tra i “no vax” Diversi militanti dell'organizzazione neofascista si sono presentati appoggiando il candidato del centrodestra, perlopiù con la Lega
Luca Sofri parla con Stefano Boeri (video). Il video integrale della conversazione.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
I vincitori del Travel Photographer of the Year. Tra le immagini premiate dall'importante concorso dedicato alla fotografia di viaggio ci sono una bufera di neve a New York, i pattern del deserto e un cucciolo di orso.
«Il fatto che faccio sesso con il regista potrebbe avere avuto un ruolo», disse una volta Frances McDormand all’intervistatore che le chiese come avesse avuto la sua parte in Fargo, il film dei fratelli Coen del 1996 in cui interpretava una poliziotta incinta, e per il quale vinse l’Oscar come migliore attrice protagonista. È un’uscita che dice più cose sulla simpatia di McDormand che sul suo talento, visto che la sua interpretazione in quel film fu apprezzatissima e la rese molto celebre, al di là del suo matrimonio con Joel Coen. In questi vent’anni ha fatto molte altre cose, è stata ancora molto simpatica a tutti, e oggi compie sessant’anni. Se è vero che il fatto che sia la moglie di Joel Coen è una delle prime cose che viene in mente quando si pensa a McDormand, lo è anche che l’hanno voluta per recitare moltissimi registi che non sono sposati con lei. Nacque il 23 giugno 1957 a Chicago, e fu adottata da un pastore protestante e da un’infermiera canadesi. Da piccola si spostò continuamente con la propria famiglia, per poi stabilirsi in Pennsylvania, dove si diplomò. Studiò recitazione, laureandosi alla Yale School of Drama, e nel 1984 fece il suo primo film: Blood Simple dei fratelli Coen, in cui interpretava Abby, la protagonista che viene pedinata dal marito e finisce in mezzo a uno dei classici intrighi violenti e comici alla-Coen. Lo stesso anno sposò Joel Coen, che la fece recitare nei suoi primi quattro film insieme al fratello, anche se con ruoli meno importanti (in Barton Fink fa soltanto la voce narrante).
Tutti vogliono bene a Frances McDormand. Compie oggi 60 anni, la conosciamo per i suoi personaggi burberi ma buoni e per suo marito: e a lei sembra stare benissimo così.
Ieri è stato pubblicato su YouTube uno spot elettorale di Sinistra Ecologia Libertà che sfrutta il gioco del momento su iPhone e Android, Ruzzle.
Lo spot di SEL che usa Ruzzle. "Tempo scaduto!".
Dopo che il brutto tempo del primo maggio ha guastato o ridimensionato i picnic, le grigliate e le prime gite al mare in più di mezza Italia, anche le previsioni meteo per domani hanno poco di rassicurante. Nel Nord Italia il cielo resterà nuvoloso tutto il giorno, con piogge deboli ma diffuse. Si prevedono precipitazioni soprattutto nel sud del Piemonte e nell’ovest della Liguria, e solo verso sera la situazione dovrebbe migliorare. Nel Centro Italia il tempo peggiore lo avrà la Sardegna: il meteo parla di rovesci e temporali, intensi ed estesi. Altrove ci saranno solo molte nubi, con qualche pioggia sulla Toscana e nel nord di Umbria, Lazio e Marche. Anche al Sud arriveranno le nuvole; in Sicilia pioverà, almeno in mattinata, e dopo un breve miglioramento ci saranno temporali pomeridiani sulla costa del Tirreno.
Le previsioni meteo per mercoledì 2 maggio. Guardate fuori dalla finestra: domani sarà peggio.
Lo scorso fine settimana c’è stato il 50esimo anniversario della prima messa in onda di Star Trek. È la prima serie TV che mi ricordo di aver guardato su un’emittente locale da bambino, sono sempre rimasto affezionato a tutto il franchise. Dal momento che ho delle opinioni forti sulla serie e sulle classifiche che hanno a che fare con la cultura pop, mi è sembrato giusto mettere insieme i dieci migliori episodi di Star Trek mai trasmessi. Per rendere le cose più difficili e controverse, ho scelto gli episodi dall’intero franchise (esclusa la serie a cartoni animati): Star Trek: La serie originale, Star Trek: The Next Generation, Star Trek: Deep Space Nine, Star Trek: Voyager e Star Trek: Enterprise. Spoiler: nessun episodio delle ultime due serie è entrato nei primi dieci, e, mettendo le mani avanti, confesso che probabilmente c’è una sproporzione a favore degli episodi in cui si parla di politica interplanetaria. Ecco i miei dieci migliori episodi di Star Trek, in ordine crescente.
I 10 migliori episodi di sempre di Star Trek. Li ha scelti Daniel W. Drezner sul Washington Post da tutte le varie serie della saga, per il cinquantesimo anniversario della prima messa in onda.
Fino al 31 ottobre 2016 i lettori di tutto il mondo possono partecipare a un concorso per vincere un libro al mese per tutta la vita. Il concorso, simile al gioco Win for Life, si chiama The Library of a Lifetime Prize Draw, ed è organizzato da una libreria indipendente di Londra, la Heywood Hill, che si trova nel quartiere di Mayfair. In inglese “draw” significa “sorteggio” ed è così che funziona: chiunque può partecipare compilando un modulo online; la persona che sarà sorteggiata vincerà un «libro pubblicato da poco in formato copertina rigida, scelto appositamente dai librai e consegnato in tutto il mondo, una volta al mese per tutta la vita». I libri non saranno scelti a caso, ma selezionati dai librai di Heywood Hill in base ai gusti del vincitore. Nel modulo si chiede di specificare nome, cognome e indirizzo email, e di segnalare il libro che ha significato di più nella propria vita tra quelli pubblicati in inglese (anche in traduzione) dal 1936, l’anno dell’apertura della Heywood Hill. La libreria ha infatti organizzato il concorso per festeggiare i suoi 80 anni: fu aperta il 3 agosto del 1936 da George Heywood Hill e da Anne Gathorne-Hardy, che poi divenne sua moglie. Vende sia libri nuovi che usati, e volumi di antiquariato, ed è sempre stata molto conosciuta tra gli scrittori britannici: John Le Carré ad esempio ci ha ambientato una scena del thriller La talpa. Durante la Seconda guerra mondiale ci lavorarono anche la scrittrice Nancy Mitford, autrice di L’amore in un clima freddo.
Come vincere un libro al mese per tutta la vita. Partecipando a un concorso aperto a tutti e organizzato dalla libreria di Londra Heywood Hill.
Agli Spedali Civili di Brescia sono iniziate ispezioni e indagini da parte dei Carabinieri e del ministero della Salute sulle morti di neonati avvenute nelle ultime settimane, e ritenute sospette per la loro frequenza e per alcuni precedenti legati a infezioni nel reparto di neonatologia dell’ospedale. Dopo i tre casi resi noti nei giorni scorsi, sabato 5 gennaio un altro bambino è morto poche ore dopo la nascita. Gli Spedali Civili hanno avviato un’indagine interna e ritengono che le quattro morti non possano essere ricondotte a un’unica causa, come quella di un’infezione comune. Nella mattina di lunedì 7 gennaio i NAS dei Carabinieri hanno analizzato le cartelle cliniche dei quattro neonati. La procura di Brescia ha aperto un’indagine per omicidio colposo, ma al momento non risultano esserci persone indagate. Intanto è stato diffuso un documento che riassume le informazioni finora raccolte sui quattro decessi.
I neonati morti agli Spedali Civili di Brescia. Sono iniziate le ispezioni per tre casi sospetti su quattro, che si sono verificati negli ultimi giorni nello stesso reparto.
Kriston Capps è un giornalista che si occupa di architettura: fa parte della redazione di CityLab, il magazine di urbanistica dell’Atlantic. Quando l’architetto Frank Gehry ha detto quest’anno ad alcuni giornalisti spagnoli che «il 98 per cento di tutti gli edifici progettati e costruiti oggi fa schifo» non stava criticando i suoi colleghi. Limitate quel “tutti” agli edifici dei paesi occidentali, oppure solo a quelli delle zone metropolitane, e vedrete che la maggior parte di essi non è progettata da gente che Gehry definirebbe “colleghi”: è l’architettura residenziale, quella responsabile della “materia oscura” dell’universo edilizio, le case che notiamo a malapena nonostante ci circondino.
I peggiori edifici del 2014. Stadi, musei che sembrano astronavi, un grattacielo molto famoso, una stazione di Calatrava e un progetto italiano, nell'impietosa lista compilata da Slate.
Mercoledì 30 ottobre gli abitanti della città norvegese di Rjukan, a circa 80 chilometri da Oslo, si sono ritrovati nella piazza principale del centro per inaugurare l’installazione di un sistema particolare di tre specchi che porterà più luce verso l’abitato. Rjukan è stata costruita all’inizio del secolo scorso in una valle piuttosto profonda: durante i sei mesi invernali, dove la luce del sole è già molto scarsa, le montagne che circondano la valle lasciano in ombra la città anche nelle ore centrali della giornata. Mercoledì la piazza principale di Rjukan si è illuminata per la prima volta grazie alla luce riflessa dagli specchi appena installati a 450 metri di altezza sopra la città. Un migliaio di persone (su circa 3300 abitanti), tra cui diversi bambini con di occhiali da sole, hanno applaudito e festeggiato l’arrivo dei primi raggi riflessi. I festeggiamenti sono proseguiti in maniere particolari e bizzarre: diverse persone si sono messe comode sulle sdraio portate per l’occasione, sorseggiando un cocktail; altri hanno giocato a beach volley su un campo di sabbia di fortuna; molti hanno sventolato bandierine norvegesi, e un gruppo locale ha suonato “Let the Sunshine In“, dal musical “Hair” del 1967.
Il sole d’inverno riflesso a Rjukan. Sopra la piccola città norvegese, quasi sempre al buio, sono stati installati tre specchi per riflettere i raggi solari, e gli abitanti hanno festeggiato molto.
Grazie all’operato di un sindaco che ha lavorato molto per prevenire l’esclusione sociale, mescolando le persone e facendole sentire al sicuro Le persone che attraversano la Manica partendo dalle coste francesi sono in aumento, e il Regno Unito minaccia di respingerle
USA, quanto contano i Tea Party. Meglio il dibattito kitsch che nessun dibattito, scrive Christian Rocca sul Sole 24 Ore.
WannaCry, il virus informatico (ransomware) che ha infettato oltre 200mila computer in tutto il mondo, contiene indizi che fanno pensare a un diretto coinvolgimento della Corea del Nord, almeno secondo alcune delle più grandi aziende specializzate nella sicurezza informatica. Gli analisti di Symantec e Kaspersky, insieme ad altri ricercatori indipendenti e di aziende come Google, hanno trovato diverse somiglianze tra una prima versione di WannaCry e il codice utilizzato nel 2015 da Lazarus, un gruppo di hacker ritenuto legato al governo della Corea del Nord, diventato famoso nel 2014 per l’attacco contro Sony Pictures per boicottare The Interview, il film comico che raccontava un’improbabile missione per uccidere il dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Le similitudini nel codice di WannaCry sono consistenti, dicono gli esperti, ma è ancora presto per affermare con certezza che il ransomware sia legato alla Corea del Nord. Non si può per esempio escludere che il codice di Lazarus sia stato riciclato da un’altra organizzazione di hacker, o che sia stato inserito volutamente per confondere chi sta indagando sull’origine del virus informatico. Kaspersky ha comunque notato che il codice riciclato non è più presente nelle nuove versioni di WannaCry, messe in circolazione negli ultimi giorni per tentare di eludere i sistemi antivirus, e che saranno necessarie altre indagini per capirci qualcosa. Nel 2016, per esempio, gli esperti di sicurezza impiegarono mesi prima di avere la certezza che un attacco informatico contro una banca del Bangladesh fosse stato condotto da Lazarus per tentare il furto di oltre 80 milioni di dollari.
La Corea del Nord c’entra con WannaCry? lo sospettano i principali esperti di sicurezza informatica, che hanno trovato somiglianze tra questo virus e alcuni creati da un altro gruppo di hacker.
Italia e Francia hanno trovato un accordo su come ripartire il capitale di STX France, la società che gestisce i cantieri del porto francese di Saint-Nazaire, la cui acquisizione era da mesi al centro di polemiche tra i due paesi. Nel gennaio 2016 Fincantieri – la principale società di costruzioni navale europea, controllata dal ministero dell’Economia italiano – aveva stretto un accordo per acquistare STX France, la società che gestisce i cantieri del porto francese di Saint-Nazaire, dopo che STX, la multinazionale coreana che controllava STX France, aveva dichiarato bancarotta. Fincantieri avrebbe dovuto acquistare il 66,6 per cento delle azioni della società ma il nuovo governo di Emmanuel Macron aveva esercitato la clausola di prelazione che gli consentiva di acquistare l’intero pacchetto delle azioni della società, di cui controllava già il 33,3 per cento. Questo perché il governo francese non voleva che Fincantieri avesse una quota di controllo su STX France: aveva proposto di condividerne il capitale azionario al 50 per cento ma il governo italiano aveva rifiutato. Il nuovo accordo, che è stato annunciato durante un incontro bilaterale tra il presidente Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni a Lione, prevede che Fincantieri ottenga il 51 per cento delle azioni con il prestito di 1 per cento da parte dello stato francese – che avrà in tutto il 34,34 per cento – così da detenere il controllo della società. La Francia potrà revocare il prestito se Fincantieri non rispetterà una serie di impegni e obiettivi industriali presi; in quel caso l’Italia potrà vendere il suo 50 per cento alla Francia. Il Consiglio d’amministrazione sarà composto da otto persone: quattro, tra cui presidente e amministratore delegato, saranno nominati da Fincantieri, due dalla Francia, uno da Naval Group, che detiene il 10 per cento delle azioni, e uno dai dipendenti. L’accordo durerà dodici anni.
Italia e Francia hanno trovato un accordo sui cantieri di Saint-Nazaire. Era saltato per la decisione del governo francese di nazionalizzare STX France, che doveva essere acquistata per due terzi dall'italiana Fincantieri.
Ci sono le magliette dei film – quelle con il titolo, la locandina, la faccia del protagonista, la frase che si farà ricordare – e ci sono le magliette nei film, quelle che indossano i personaggi. Trovare le prime è facile; le seconde a volte sono un po’ più complicate da rintracciare, specie se il film non è recente e famosissimo. Un po’ per personale necessità e un po’ perché ci andava di fare un’opera buona, abbiamo cercato e raccolto trenta magliette indossate dai personaggi di film: alcune sono famose – quelle di Pulp Fiction – e altre un po’ meno ma ci piacevano (quella di Bill Murray in Tutte le manie di Bob, per esempio). Alcune sono recenti – c’è quella di Harley Quinn in Suicide Squad – ma alcune hanno qualche decennio: la più vecchia la indossa Jean Seberg in Fino all’ultimo respiro, il film del 1960 di Jean-Luc Godard. Sono solo magliette, e solo dal cinema: per i cappotti, i cappelli e i maglioni, e per le magliette delle serie tv faremo, nel caso, prossimamente. Dentro ogni immagine c’è il link a un sito che vende la maglietta: facciamo che non compriamo tutti la stessa, però.
Le magliette nei film. Abbiamo raccolto le più famose o notevoli: e si possono anche comprare online.
I Canova, un gruppo indie pop italiano, si sono sciolti. Lo hanno comunicato sul loro profilo Instagram, spiegando che «un motivo vero e proprio non c’è» e aggiungendo: «Adesso c’è bisogno di un cambiamento nelle nostre vite». I Canova esistevano dal 2013 e avevano pubblicato due dischi: Avete ragione tutti nel 2016 e Vivi per sempre nel 2019. A febbraio si erano esibiti al Festival di Sanremo insieme alle Vibrazioni. I tre attuali membri del gruppo erano Matteo Mobrici, Fabio Brando e Gabriele Prina; nel settembre 2019 il bassista Federico Laidlaw aveva lasciato il gruppo. Il post su Instagram spiega anche che tutti i concerti in programma non si terranno e che «a partire dal 2 agosto tutte le informazioni relative a rimborsi o voucher sui biglietti saranno disponibili sui siti di Magellano e Ticketone».
I Canova, un gruppo indie pop italiano, si sono sciolti.
Il “Paradosso della Barbie” è un’espressione usata per la prima volta da Matthew Notowidigdo, un economista dell’Università di Chicago, per spiegare le notevoli variazioni di prezzo delle Barbie – la popolare bambola americana prodotta dalla Mattel dal 9 marzo del 1959 – in base al mestiere ricoperto dai vari modelli. Nella linea «Cosa posso diventare», le Barbie interpretano circa 130 mestieri diversi: dall’atleta all’infermiera all’insegnante. Le bambole sono praticamente identiche e si distinguono solo per la divisa indossata e gli accessori che cambiano da lavoro a lavoro, ma nonostante questo ci sono notevoli variazioni di prezzo. La maggior parte delle Barbie costa su Amazon 12,99 dollari, ma alcune – come la Barbie medico – costano quasi tre volte tanto, fino a 30 dollari. La ragione della variazione di costo non è ancora chiara – a meno che si pensi che un piccolo stetoscopio di plastica possa essere più costoso da produrre di uno stampino per i cupcake. Secondo Notowidigdo la variazione sfrutta la speranza dei genitori che le bambine vogliano fare da grandi il mestiere della Barbie che hanno scelto. In particolare, secondo lui le bambole più costose fanno i lavori che i genitori più ricchi – e quindi disposti a pagare di più – vorrebbero che facessero anche le loro figlie.
Il paradosso della Barbie. Perché la Barbie medico costa il triplo della Barbie pasticcera? Un economista ha una possibile risposta: c'entrano le aspirazioni dei genitori e il loro reddito.
Chi era abituato a usare un monitor in ufficio, potrebbe star pensando di comprarne uno per lavorare da casa, adesso che molti hanno ricominciato a farlo. Lavorare con uno schermo grande, anziché con quello di un computer portatile, torna molto utile in particolare a chi soffre di mal di schiena, disturbi posturali o affaticamento della vista. Il problema dei monitor è che sembrano tutti molto simili (almeno a chi di lavoro non fa il venditore o il produttore di monitor), soprattutto se li si guarda su un sito di e-commerce, dove a prima vista è difficile capire perfino che dimensioni abbiano. Per chi non ha esigenze professionali particolari e usa il computer per fare cose abbastanza elementari come ricerche su Google, analisi su fogli Excel e scambi di email, abbiamo messo insieme una breve guida all’acquisto. Ci sono alcuni modelli tra quelli meglio recensiti dai siti di tecnologia, ma anche tutto quello che c’è da sapere per scegliere un monitor autonomamente, nel caso vogliate approfittare degli sconti online di fine novembre.
Come scegliere un monitor. Per chi vuole lavorare comodo anche da casa, qualche dritta per riconoscere uno schermo adatto quando lo si incontra.
Da venerdì 6 novembre entreranno in vigore le nuove misure restrittive decise dal governo con l’ultimo DPCM (il decreto del presidente del Consiglio che sarà in vigore fino al 3 dicembre) per cercare di contenere la nuova diffusione del coronavirus. Le restrizioni prevedono la divisione dell’Italia in tre aree, a seconda della gravità della situazione epidemiologica locale: una rossa, una arancione e una gialla, dalla più grave alla meno grave. Le limitazioni maggiori saranno in Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, considerate “aree rosse”. Puglia e Sicilia sono state invece inserite in una fascia intermedia di rischio, la cosiddetta “area arancione”. Tutte le altre regioni sono considerate “aree gialle”, cioè zone del paese in cui il virus circola, ma in cui la situazione epidemiologica è considerata meno grave.
Cosa si può fare in Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta. Una guida alle restrizioni in vigore nelle "aree rosse" da venerdì 6 novembre.
Un tribunale tedesco ha bloccato temporaneamente la costruzione del primo stabilimento in Europa della casa automobilistica statunitense Tesla, per via del ricorso di un’organizzazione ambientalista che si è opposta al disboscamento di 91 ettari di bosco fuori Berlino dove dovrebbe sorgere. La costruzione dello stabilimento era stata annunciata lo scorso novembre da Elon Musk, fondatore e CEO di Tesla, società notoriamente specializzata nei veicoli elettrici. La fabbrica berlinese dovrebbe costruire auto e batterie elettriche dedicandosi inizialmente al Model Y SUV, un nuovo modello. La produzione iniziale stimata è di 150mila veicoli all’anno, che dovrebbero salire a 500mila a pieno regime. Lo stabilimento dovrebbe dare lavoro fino a 12mila persone, e nei piani di Tesla dovrebbe essere operativo da metà del 2021.
Il complicato inizio della prima fabbrica di Tesla in Europa. Dovrebbe sorgere a Berlino su un'area occupata in parte da un bosco, ma un tribunale ha sospeso i lavori dopo le proteste delle associazioni ambientaliste.
Google ha rimosso Viagogo, il noto sito di secondary ticketing – conosciuto in Italia come “bagarinaggio legale” – dagli annunci pubblicitari che compaiono in testa alle ricerche. La decisione è arrivata dopo le crescenti pressioni in questo senso e le esplicite richieste di alcune associazioni e alcuni deputati britannici. I link a Viagogo compaiono ancora nelle ricerche, ma non più nella sezione in testa riservata ai siti che hanno pagato per un’inserzione pubblicitaria: questi annunci sono spesso i risultati più cliccati dagli utenti, e compaiono spesso prima di quelli dei rivenditori ufficiali. La rimozione vale per tutto il mondo, a partire da oggi. Google ha motivato la scelta spiegando genericamente che Viagogo infrangeva i suoi regolamenti per gli inserzionisti. Da anni ormai aumentano le pressioni perché le autorità competenti e le società del settore dell’intrattenimento facciano qualcosa per bloccare il business del secondary ticketing, cioè la pratica di quelle società che comprano grandi quantità di biglietti per concerti ed eventi di vario tipo rivendendoli poi a prezzi maggiorati. Da alcuni giorni, nel Regno Unito, l’autorità competente sulla concorrenza ha avviato un’azione legale contro Viagogo.
Google ha rimosso il sito di “secondary ticketing” Viagogo dagli annunci che compaiono in testa alle ricerche.
Quartz ha segnalato, con un titolo terroristico, un interessante report: secondo una ricerca della società di sicurezza informatica Kaspersky Lab, l’”amnesia digitale” ci sta progressivamente asciugando il cervello. La ricerca è stata realizzata consultando 6mila adulti nei paesi dell’Europa occidentale e mille altre persone negli Stati Uniti, chiedendo cose come i numeri di telefono imparati a memoria e i sistemi che utilizzano quando hanno bisogno di ricordare qualche fatto. La metà degli statunitensi ha detto che preferisce cercare un’informazione online piuttosto che ricordarla, e il 29 per cento ha detto che comunque se la dimenticherebbe poco dopo averla appresa. Gli europei si sono rivelati altrettanto malmessi: il 36 per cento dice di gugolare-prima-e-pensare-dopo; il 24 per cento ha ammesso che probabilmente dimenticherebbe la cosa gugolata poco dopo avere chiuso il browser. Nel complesso, sono tutti risultati ossessionati con i loro smartphone: più del 40 per cento dice che il loro telefono contiene “qualsiasi cosa che occorre sapere”. Va bene, probabilmente non c’è bisogno di uno studio come questo o di una ricerca su larga scala per confermare un fenomeno che già conosciamo. Quante persone imparano ancora a memoria un numero di telefono? Quanti si orientano senza consultare Google Maps?
Google ci rende più smemorati, e va bene così. Non sappiamo più i numeri di telefono a memoria, e allora? Ricordiamo meno cose perché sappiamo dove andarle a cercare: siamo "esseri umani potenziati".
Julius Richard Petri, ricercatore e batteriologo tedesco, è il protagonista del doodle di Google di oggi. Al posto del tradizionale logo, nella pagina principale del motore di ricerca c’è una animazione che rappresenta la piastra di Petri, il sistema utilizzato in tutto il mondo per effettuare le colture cellulari, in occasione del 161esimo anniversario della nascita del suo ideatore. Nato il 31 maggio del 1852 a Barmen, in Germania, Julius Richard Petri studiò medicina presso l’Accademia per i medici militari dell’Imperatore Guglielmo, dove conseguì la laurea nel 1876. Proseguì gli studi alla facoltà di medicina della Charité a Berlino e prestò servizio più volte come medico militare fino ai primi anni Ottanta dell’Ottocento. Più o meno negli stessi anni, Petri divenne assistente di Robert Koch, grandissimo microbiologo che per i suoi studi sulla tubercolosi e sulla batteriologia sarebbe stato insignito nel 1905 del premio Nobel per la Medicina.
Julius Richard Petri e le sue piastre. Il microbiologo e medico tedesco è il protagonista del doodle di Google di oggi, per ricordare i 161 anni della sua nascita.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
La tv è un’altra cosa. Per Aldo Grasso la querelle su Fini e Bersani "Vieni via con me" consegna definitivamente il programma allo scontro politico.
Lo scorso 11 settembre la casa di moda Givenchy ha sfilato durante la New York Fashion Week, che si è appena chiusa, con grande interesse da parte della stampa e degli addetti ai lavori perché Givenchy ha sfilato per la prima volta a New York (solitamente lo fa a Parigi), perché è stata coinvolta l’artista Marina Abramovich che è solita far parlare dei suoi progetti (per questo stima di averci messo circa sei mesi), e poi perché il defilé è stato aperto al pubblico, 1200 persone che sono riuscite a prenotarsi online (nei primi due secondi della vendita c’erano già duemila richieste). Di solito alle sfilate possono accedere solo gli addetti ai lavori e su invito, e gli altri possono al massimo seguirle in streaming. Uno dei principali motivi del successo è lo stesso stilista, Riccardo Tisci. In un lungo profilo sul New York Times di giovedì è stato nominato “re” della settimana della moda di New York. Tisci ha 41 anni, è nato a Taranto e appena ha potuto si è trasferito a Londra, dove ha frequentato la Central Saint Martins, la più prestigiosa scuola di moda della città. È sempre vestito con una maglietta e dei pantaloni neri. Dice il New York Times:
La sfilata di cui si è parlato di più a New York, Givenchy. Perché era a New York, intanto; poi perché Riccardo Tisci va molto forte, perché era aperta al pubblico, e perché c'era Kim Kardashian, incinta.
L’europarlamentare Eleonora Forenza ha raccontato di essere stata aggredita a Bari da membri di CasaPound, il principale partito neofascista italiano. Forenza, eletta nel 2014 con il gruppo di sinistra L’altra Europa con Tsipras, ha raccontato che l’aggressione è avvenuta dopo una manifestazione organizzata in città contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Forenza ha spiegato di avere incontrato una donna eritrea che aveva paura a rientrare a casa perché nei pressi della zona «c’era mezza CasaPound». «Quando abbiamo visto che si muovevano nella nostra direzione ci hanno seguiti e mentre andavamo via hanno cominciato a colpirci, hanno messo dei guanti neri, con delle spranghe, delle cinghie». Secondo Repubblica nell’aggressione sono rimaste ferite due persone fra cui l’assistente dell’eurodeputata, Antonio Perillo.
L’europarlamentare Eleonora Forenza ha raccontato di essere stata aggredita a Bari da membri di CasaPound.
Sir Edward G. Hulton (1906-1988) fu un editore inglese di riviste il cui cognome è familiare a chiunque si occupi di fotogiornalismo, compresa la redazione del Post. Tra il 1938 e il 1957 pubblicò un magazine considerato l’equivalente britannico dell’americano Life per importanza e qualità nella scelta e pubblicazione di reportage fotografici, che si chiamava Picture Post. Il ricchissimo archivio delle immagini pubblicate e non pubblicate dal Picture Post venne raccolto da Hulton, classificato con sistemi allora all’avanguardia, e venduto alla BBC alla chiusura del magazine (in crisi di lettori, anche se parliamo ancora di alcune centinaia di migliaia). Dopo successive cessioni l’archivio Hulton fu acquisito dalla grande agenzia fotografica internazionale Getty, che con una immensa opera di digitalizzazione lo ha incorporato nel proprio archivio e nel proprio sito. L’anno scorso Getty ha pubblicato uno splendido servizio fotografico dedicato espressamente all’archivio Hulton. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto dell’archivio delle foto. Un bellissimo reportage tra gli scaffali e il lavoro dello Hulton Archive, una delle più ricche e illustri raccolte di immagini britanniche.
Il viceprefetto reggente dell’Ufficio distaccato della prefettura dell’Isola d’Elba Giovanni Daveti e un pregiudicato che appartiene a una nota famiglia della ‘ndrangheta attiva in Piemonte – ritenuto il mandante dell’omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia avvenuto nel 1983 – sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza di Livorno. Il Tirreno scrive che altre sette persone sono state messe agli arresti domiciliari. Tra le accuse ci sono: associazione a delinquere, porto abusivo di esplosivi, contrabbando di 9 tonnellate di sigarette, indebita compensazione di debiti tributari tramite fittizie compensazioni, illecita sottrazione al pagamento delle accise sugli alcolici, anche mediante falso in documenti pubblici informatici.
Il vice prefetto dell’Isola d’Elba è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Livorno.
I misteri di Harry Burdick è un libro illustrato curato dal disegnatore e scrittore di libri per bambini Chris Van Allsburg, pubblicato il 25 marzo dalla casa editrice Logos. Il libro sarà presentato alla Fiera del libro per ragazzi, che si terrà a Bologna dal 30 marzo al 2 aprile. I misteri di Harry Burdick, la cui versione originale è del 1984, nasce da una storia molto particolare. Nel 1953 Peter Wenders lavorava in una casa editrice per bambini a Chicago, quando una sera bussò alla sua porta un uomo: si presentò come Harris Burdick e gli consegnò 14 disegni. Ognuno era stato realizzato, spiegò Burdick, per uno dei 14 racconti che aveva scritto e che erano a loro volta accompagnati da numerose illustrazioni. Van Allsburg racconta nell’introduzione al libro che «Peter Wenders rimase affascinato da quei disegni e disse a Burdick che gli sarebbe piaciuto leggere i racconti il mattino dopo. Così Burdick lasciò a Wenders i quattordici disegni. Ma non tornò l’indomani. Né il giorno dopo. Di Harris Burdick non si seppe più nulla. Negli anni a venire Wenders provò a scoprire chi fosse quell’uomo e che cosa gli fosse accaduto, ma a nulla valsero i suoi sforzi. A tutt’oggi Burdick è una figura avvolta nel mistero”
La storia dei disegni senza storia. Un libro raccoglie 14 illustrazioni, una per ogni racconto di un autore misterioso, scomparso dopo averle consegnate a un editore di Chicago.
Martedì 24 gennaio, intorno a mezzogiorno, un elicottero del 118 è precipitato a Campo Felice, in provincia dell’Aquila: tutte e sei le persone a bordo sono morte. L’elicottero aveva appena soccorso uno sciatore che si era fatto male sulle piste di Campo Felice, e lo stava trasportando all’ospedale dell’Aquila: non sono ancora chiari i motivi dell’incidente, ma potrebbero avere influito le cattive condizioni meteo. L’elicottero era di modello AgustaWestland AW139 e non era stato utilizzato nei giorni scorsi nei soccorsi ai comuni colpiti dalle valanghe e dai terremoti nel Centro Italia. I rottami sono stati localizzati in un canalone vicino al comune di Casamaina, in una zona raggiungibile solo a piedi a un’altitudine di circa 1600 metri. Le persone morte nell’incidente sono il pilota, un infermiere, un membro del Soccorso alpino, un medico, un verricellista (cioè l’addetto alla carrucola dell’elicottero) e lo sciatore ferito. Il medico e il membro del Soccorso alpino negli scorsi giorni avevano lavorato insieme ai soccorritori dell’hotel Rigopiano, scrive il Corriere della Sera. L’elicottero era partito da Penne, aveva caricato lo sciatore ferito a Campo Felice ed era ripartito da pochi minuti quando è precipitato. L’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo ha aperto un’inchiesta sull’incidente, e stanno indagando anche i Carabinieri del comando provinciale dell’Aquila.
Un elicottero del 118 è precipitato in provincia dell’Aquila. Tutte e sei le persone a bordo sono morte: aveva appena soccorso uno sciatore ferito, non sono ancora chiare le cause dell'incidente.
Durante una conferenza stampa tenuta lunedì a Seul, in Corea del Sud, l’ex diplomatico nordcoreano Thae Yong-ho ha dato una notizia rilevante e inaspettata sul caso di Jo Song-gil, l’ex ambasciatore “reggente” nordcoreano in Italia che lo scorso novembre disertò sparendo nel nulla. Secondo Thae, la figlia 17enne di Jo non sarebbe riuscita a scappare insieme ai genitori: sarebbe stata immediatamente localizzata dalle autorità nordcoreane e riportata forzatamente in Corea del Nord, dove ora potrebbe subire ritorsioni e violenze per la diserzione del padre. Thae ha detto di averlo saputo da alcune sue fonti in Corea del Nord. La notizia del rientro in patria della ragazza è stata confermata dal ministero degli Esteri italiano, che però ha dato una versione diversa da quella raccontata da Thae. Nonostante siano passati diversi mesi dalla diserzione di Jo Song-gil, l’intera faccenda rimane ancora oggi molto oscura: non si sa dove siano Jo e sua moglie, se abbiano chiesto asilo politico a un paese terzo, o se si siano messi in contatto con il governo sudcoreano in cerca di aiuto. Non si sa nemmeno cosa sappia di tutta questa storia il governo italiano, che non ha mai chiarito l’accaduto o definito responsabilità particolari nonostante la storia lo riguardi da vicino.
Dov’è la figlia di Jo Song-gil? la storia del "rimpatrio forzato" della figlia minorenne dell'ex ambasciatore nordcoreano a Roma, che aveva disertato a novembre: sembra che sia stata riportata in Corea del Nord.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: online sul Post c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone dei Tindersticks. La cosa giusta per fissare un po' il soffitto prima di andare a dormire.
Alla fine di settembre, scrive Giovanni Cocconi su Europa, inizierà una imponente campagna di comunicazione di Matteo Renzi per proiettare i risultati della giunta del comune di Firenze a livello nazionale, in vista del congresso del Partito Democratico. Cocconi, che vive da quattro anni a Firenze, ha fatto un bilancio dell’amministrazione di Renzi, visto che si tratta dell’unica importante esperienza di governo che il sindaco ha alle spalle (se si esclude il mandato da presidente della provincia). Cocconi tocca diverse questioni – tra le altre, gli asili nido, piani di pedonalizzazione, trasporti pubblici, sostenibilità ambientale ed energetica – spiegando come negli ultimi cinque anni Firenze abbia sfruttato il brand di Renzi e viceversa. Vivo a Firenze da quattro anni. Questa estate la domanda che mi sono sentito rivolgere più spesso è stata: ma com’è Matteo Renzi sindaco? «La città non è cambiata» ha detto poche settimane fa l’ex inquilino di palazzo Vecchio, Leonardo Domenici. Non ho capito se fosse un complimento o una critica.
Com’è Renzi sindaco? giovanni Cocconi vive a Firenze da quattro anni e cerca di rispondere su Europa, visto che con il congresso del PD si ricomincerà a discuterne.
Il progresso tecnologico nell’agricoltura è uno dei fattori che hanno inciso di più nel miglioramento della qualità della vita degli esseri umani. Fino a un secolo fa il settore agricolo era quello che impiegava il maggior numero di lavoratori, mentre a partire dalla seconda metà del Novecento, con l’introduzione delle macchine, questi sono drasticamente diminuiti. Allo stesso tempo la resa dei terreni agricoli è aumentata, le condizioni di vita sono migliorate un po’ dappertutto e più persone hanno potuto così dedicarsi a lavori meno faticosi e logoranti, trovando nel frattempo nuovi metodi per ottimizzare ancora di più l’agricoltura: uno di questi, raccontato anche in un recente articolo dell’Economist, è la cosiddetta “vertical farm“, termine traducibile con “coltivazioni verticali”. È un tipo di coltivazione fatta al chiuso in una sorta di scaffale con più livelli, che può avere molte forme diverse. Le coltivazioni verticali non sono una cosa nuova: se ne parla da anni e l’idea è vecchia di decenni, ma sembra che il progresso tecnologico sia arrivato ora al punto da renderle un’alternativa valida all’agricoltura tradizionale. In sostanza questo tipo di coltivazione avviene in una grossa camera stagna, con un corridoio centrale e le strutture multi-livello ai lati. Gli strati sono in genere una dozzina e sono illuminati con luci artificiali colorate per favorire la crescita delle piante, le quali non crescono sulla terra ma direttamente immerse in una soluzione di acqua e minerali, talvolta con la presenza di materiale inorganico come argilla o fibra di cocco: è la tecnica idroponica, che permette di usare meno acqua rispetto all’agricoltura tradizionale. I vantaggi di questo metodo di coltivazione, quindi, sarebbero almeno tre, tutti legati alla sostenibilità: richiedono meno acqua delle colture tradizionali; dato che avvengono in una camera stagna, non vengono usati pesticidi; e infine non consumano suolo, quindi potrebbero aiutare a ridurre il suo impoverimento.
Si riparla di coltivazioni verticali. Ne ha scritto di recente l'Economist, ma non è ancora chiaro se questo modo di fare agricoltura sia veramente sostenibile oppure no.
Aggiornamento 7 novembre – È stata annunciata la composizione del cast di The Hateful Eight: Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demian Bichir, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern e Channing Tatum. ***
Cosa sappiamo del nuovo film di Tarantino. Si chiama "The Hateful Eight" e alla fine si farà, nonostante lui avesse detto il contrario: ora c'è anche un poster ufficiale.
Seph Lawless è lo pseudonimo di un fotografo statunitense, che preferisce però definirsi “artivist”, artista e attivista: i suoi reportage – che riguardano quasi sempre strutture, edifici e luoghi abbandonati, dismessi e decadenti – hanno, oltre a un valore artistico e estetico, una funzione di testimonianza. Con le sue fotografie Lawless cerca di raccontare la crisi economica negli Stati Uniti d’America attraverso i suoi simboli e il suo più recente reportage fotografico si concentra proprio su uno dei simboli americani: lo stadio. Lo stadio scelto da Lawless è il Rubber Bowl di Akron, una città di circa 200mila abitanti in Ohio, nel nordest degli Stati Uniti. Il nome dello stadio, Rubber Bowl, significa “Arena della Gomma”, perché proprio sulla gomma – in particolare sugli pneumatici – Akron ha costruito più di un secolo fa il suo successo industriale. La crisi dei primi anni del Duemila ha però messo in difficoltà l’economia di Akron; oggi la città si sta però riprendendo, scrive Newsweek, puntando sulla ricerca nel campo dei polimeri, macromolecole il cui studio offre molte applicazioni nell’industria della gomma. Dalla crisi, come mostrano le immagini di qui sotto, non si è invece ripreso il Rubber Bowl, chiuso nel 2008 e da allora mai più utilizzato.
Lo stadio abbandonato di Akron, Ohio. È chiuso dal 2008, lo ha fotografato Seph Lawless in una città famosa per l’industria della gomma e degli pneumatici.
Nel tardo pomeriggio di sabato 22 febbraio la popolare app di messaggistica per smartphone WhatsApp ha smesso di funzionare per circa tre ore e mezzo in tutto il mondo. Intorno alle 21.30 in Italia – quando il problema era in corso da più di un’ora, e dopo migliaia di segnalazioni degli utenti sui social network – la società ha annunciato tramite il suo account Twitter ufficiale di avere problemi ai server, confidando di riuscire a risolverlo in tempi rapidi. sorry we currently experiencing server issues. we hope to be back up and recovered shortly.
Perché WhatsApp non funzionava. Sabato il servizio è stato inutilizzabile per alcune ore: la società ha parlato di guasti ai server e in molti hanno pensato all'acquisto da parte di Facebook.
Nei giorni scorsi, mentre in Italia si sviluppava la crisi di governo da lui stesso innescata, il leader di Italia Viva Matteo Renzi è andato in Arabia Saudita per partecipare a una conferenza organizzata da un think tank controllato dalla monarchia locale. In un video che sta circolando online in queste ore lo si vede rivolgersi con toni molto cordiali a Mohammed bin Salman, principe ereditario del paese nonché suo leader di fatto, noto per governare con metodi estremamente autoritari e considerato dai servizi di intelligence internazionali il mandante dell’omicidio del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi. «È un grande piacere e un grande onore essere qui con il grande principe Mohammad bin Salman» dice Renzi, aggiungendo di ritenere che «l’Arabia Saudita possa essere il luogo per un nuovo Rinascimento». Matteo #Renzi, former Italian PM, the man who started Italy's government crisis.
Il video di Matteo Renzi che ringrazia il «grande» Mohammed bin Salman. L'ex presidente del Consiglio ha intervistato il leader autoritario dell'Arabia Saudita in una chiacchierata dai toni assai amichevoli.
Nel primo pomeriggio di martedì 2 maggio la polizia ha fatto una grande operazione alla Stazione Centrale di Milano, che ha portato al trasferimento in Questura di 52 immigrati, nessuno dei quali è poi stato denunciato. All’operazione hanno partecipato 300 poliziotti, alcuni mezzi blindati, squadre cinofile, agenti a cavallo e un elicottero. Prima dell’operazione le serrande che chiudono gli ingressi in piazza Duca d’Aosta della stazione della metropolitana Centrale sono state abbassate, e anche i cancelli che consentono l’accesso all’atrio della stazione sono stati chiusi. La stazione della metropolitana è rimasta aperta con l’accesso limitato agli altri ingressi, mentre chi doveva prendere il treno è dovuto passare dagli ingressi laterali, con disagi e rallentamenti. Gli agenti si sono avvicinati alla stazione chiudendo i tre lati di piazza Duca d’Aosta per impedire alle persone di scappare. Il motivo dell’operazione è che commercianti e residenti da un po’ di tempo denunciano una situazione di degrado della Stazione Centrale: soprattutto negli ultimi mesi sono aumentati i migranti che dormono intorno alla stazione, vicino alla quale si trova anche l’hub per migranti di via Sammartini. Una decina di giorni fa un migrante aveva avuto una breve colluttazione con un militare, in piazza Duca d’Aosta: ne era nato uno scontro tra un gruppo di migranti che aveva circondato alcuni soldati, tirando loro qualche oggetto, prima che intervenissero degli altri militari a disperdere la folla.
La grande operazione di polizia alla Stazione Centrale di Milano. 300 agenti, cani, cavalli, mezzi blindati e un elicottero = 52 migranti portati in Questura, nessuno denunciato.
La procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati l’ex amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo e altri diciannove manager della banca con sede in Italia e della banca inglese Barclays. L’accusa è di frode fiscale, un reato per cui è prevista una pena tra i 18 mesi e i sei anni di reclusione. Il tribunale di Milano ha anche ordinato il sequestro di 245 milioni di euro di UniCredit, che sarebbero l’equivalente di quanto evaso al fisco italiano attraverso le presunte operazioni illecite nel corso del 2007 e del 2008, su cui la procura indaga da diversi anni. La Guardia di Finanza ha bloccato la cifra dal conto corrente che Unicredit ha presso la Banca d’Italia. Alessandro Profumo è stato a capo di UniCredit, il gruppo bancario italiano tra i più grandi del mondo, dal 1998 al settembre 2010. (L’attuale amministratore delegato del gruppo è Federico Ghizzoni.) Profumo è considerato vicino al Partito Democratico, e negli ultimi mesi si è parlato di un suo coinvolgimento in politica. Tra gli altri indagati ci sono tre manager di Barclays, compreso il vicepresidente Rupack Chandra, e i responsabili di UniCredit della Direzione Programmazione-finanza-amministrazione, dell’area finanziaria e dell’area fiscale.
Perché UniCredit è sotto inchiesta. Alessandro Profumo è accusato insieme ad altri manager di aver organizzato grandi operazioni finanziarie per evadere il fisco.
Dal 9 giugno al primo novembre nei giardini della reggia di Versailles, la storica residenza della monarchia francese, poco fuori Parigi, sono esposte le installazioni di Anish Kapoor, famoso scultore britannico nato in India nel 1954 e che da anni vive a Londra. L’esposizione di Versailles segue quelle degli anni passati di Lee Ufan e Giuseppe Penone, ed è dedicata al trecentesimo anniversario della morte di Luigi XIV, il cosiddetto Re Sole. In occasione dell’evento – uno dei più importanti della stagione culturale estiva di Parigi – Kapoor ha anche lavorato a un’installazione dentro la Sala della Pallacorda, dove nel 1789 ebbe luogo il famoso “Giuramento della Pallacorda”, quando i rappresentanti del Terzo Stato giurarono di non sciogliersi finché non avessero deciso una Costituzione da dare alla Francia, qualche mese prima dello scoppio della Rivoluzione francese. La sala è quindi molto simbolica per la storia nazionale francese: l’opera di Kapoor è un muro sporco di sangue e brandelli di carne sparati da un cannone, che l’artista ha descritto come una riflessione sulla violenza contemporanea. Il giornale francese Journal du Dimanche ha pubblicato un’intervista in cui Kapoor ha descritto un’opera collocata nel giardino e intitolata Dirty Corner come «la vagina della regina»: è un grosso tunnel che si affaccia direttamente sul palazzo e ha sollevato qualche critica e polemica. Kapoor poi ha scritto una lettera al Guardian spiegando che non era quello il soggetto, ma François de Mazières, sindaco di destra di Versailles, ha scritto comunque su Twitter che Kappor ha fatto “uno scivolone”. Altri giornali e critici hanno apprezzato la provocazione, sostenendo che porterà ancora più pubblico alla mostra. Kapoor ha spiegato che le sue sculture installate nei giardini non hanno una semplice funzione decorativa, ma sono state pensate in relazione ai giardini, progettati dall’architetto André Le Nôtre: l’obiettivo di Kapoor era di «sovvertire l’equilibrio e accogliere il caos», il tutto però «preservando l’integrità di questo luogo storico».
Le monumentali installazioni di Anish Kapoor a Versailles. Le opere del famoso artista britannico sono in mostra da pochi giorni e già c'è qualche polemica, soprattutto su uno dei soggetti.
Venerdì 8 marzo Silvio Berlusconi non si è presentato al tribunale di Milano dove è in corso il processo sul caso Ruby, giustificando la propria assenza con due certificati medici nei quali si fa riferimento a un “grave disturbo della vista”. Considerata la mancata presenza di Berlusconi in aula, l’avvocato della difesa Niccolò Ghedini ha chiesto il rinvio del processo a nuova data. Il pubblico ministero, Ilda Boccassini, ha chiesto ai giudici di respingere la richiesta, ricordando che i problemi di salute di Berlusconi non potevano essere considerati un “legittimo impedimento assoluto”. Dopo avere visionato la documentazione medica prodotta dall’ospedale San Raffaele di Milano, dove è stato ricoverato Berlusconi e dove probabilmente resterà per la notte, il collegio dei giudici ha deciso di accogliere la richiesta di legittimo impedimento. Il processo sul caso Ruby è stato quindi rinviato al prossimo 11 marzo, cosa che ne ritarderà ulteriormente lo svolgimento già alquanto travagliato.
E che cos’è l’uveite? cioè la malattia agli occhi per cui Silvio Berlusconi è in ospedale (e non si è presentato al processo Ruby).
Il 19 ottobre scorso, gli astronomi del telescopio Pan STARRS alle Hawaii, usato per rilevare corpi celesti che potrebbero entrare in collisione con la Terra, hanno notato qualcosa di strano: un asteroide con una traiettoria molto singolare che suggeriva la sua provenienza da un luogo remoto, esterno al nostro sistema solare. Nei giorni seguenti, hanno tenuto d’occhio la strana roccia spaziale fino a trovare conferme alla loro teoria: stavano tracciando il primo asteroide interstellare mai osservato. Una rara opportunità, considerato che di solito questi oggetti esterni attraversano molto rapidamente il nostro sistema solare e sono praticamente impossibili da osservare. Asteroidi alla deriva Il nostro sistema solare ospita una miriade di asteroidi, ne sono stati catalogati più di 600mila, che si concentrano soprattutto nella Fascia principale, la porzione di Spazio tra i pianeti Marte e Giove. Unendosi insieme miliardi di anni fa avrebbero dovuto costituire nuovi pianeti, ma ciò non avvenne a causa delle forti perturbazioni gravitazionali di Giove, il pianeta più grande e ingombrante del sistema solare. Lo studio degli asteroidi è molto importante perché può fornire informazioni preziose per comprendere come si formò il nostro sistema solare, e di conseguenza studiare le dinamiche che portarono la Terra a essere ciò che conosciamo oggi. Gli astronomi ipotizzano da tempo che in orbita intorno ad altre stelle ci siano fasce di asteroidi e può accadere che, in seguito a collisioni o ad altri eventi, alcuni finiscano alla deriva e dopo un viaggio nello spazio interstellare attraversino altri sistemi solari.
Ci è venuto a trovare un asteroide interstellare. È il primo oggetto proveniente dall'esterno del sistema solare a essere osservato così chiaramente, ricorda un po' un'astronave aliena, ma non fatevi strane idee.
Sulla sua isola di North Dumpling, Dean Kamen rilascia i visti per i passaporti e stampa una propria valuta. Kamen è l’eccentrico inventore del Segway, il mezzo di trasporto personale su due ruote che avrebbe dovuto rivoluzionare il nostro modo di compiere i piccoli spostamenti in città ed è sempre rimasto in un limbo commerciale (messo di recente a rischio dalla morte del suo nuovo proprietario Jimi Heselden, in un incidente di Segway): vive su una piccola isola di ottomila metri quadrati al largo delle coste del Connecticut ed è il suo unico residente. North Dumpling non è formalmente uno stato a sé, ma Kamen possiede l’intera isola e dunque si comporta quasi come un presidente di un paese estero non legato agli Stati Uniti. Dean Kamen è nato il 5 aprile del 1951 a Rockville Centre, nello stato di New York. Ha frequentato l’università, ma non si è mai laureato. Oltre ad aver inventato il Segway, collabora da alcuni anni alla realizzazione di soluzioni per la depurazione dell’acqua e a nuovi sistemi per la produzione di energia elettrica senza produrre emissioni inquinanti. Kamen ha anche inventato un sistema mobile per la dialisi, una pompa per il rilascio graduale di insulina per i diabetici e una sedia a rotelle elettrica in grado di adattarsi e mantenersi in equilibrio anche su terreni scoscesi.
L’isola del dottor Kamen. L'inventore del Segway vive su un'isola del Connecticut tutta sua con un patto di non aggressione da parte degli Stati Uniti.
La nostra famiglia vive a Roma da 45 anni, io ne avevo tre quando arrivammo da Taranto, e mio padre – oggi ottantottenne – è stato un alto ufficiale delle forze armate, di sani principi morali, grandissima cultura ma con questa maledetta “fissazione” di non buttare via mai nulla, tantomeno le cose rotte o inutilizzabili. Io ho iniziato a percepire il disagio verso i 15 anni, dopo che, frequentando le case di altri ragazzi, mi resi conto che tutto quell’accantonamento di cianfrusaglie non era comune e sarebbe stato difficilmente giustificabile agli occhi di eventuali amici che avessero varcato la soglia di casa mia. Dovevo mentir loro quotidianamente e riuscivo a far spingere fino alla mia camera solo le persone con cui avevo più confidenza.
«Ho buttato via tutto». Il racconto di Giorgio Loré, che ha un padre che soffre di disposofobia, da decenni.
Fai quattro passi in una bella sera d’estate, si alza il vento e ti ritrovi in mezzo a un temporale. Che cosa fai per bagnarti il meno possibile fino al primo riparo disponibile? Corri o cammini? La questione è annosa, viene ciclicamente affrontata al bar e da tempo viene studiata dai ricercatori. Secondo un recente studio scientifico di Franco Bocci (Facoltà di Ingegneria dell’Università di Brescia), pubblicato sull’European Journal of Physics, per rispondere alla domanda occorre tenere in considerazione diverse variabili, tra cui la direzione del vento mentre piove e l’altezza della persona in cerca di un riparo. In linea di massima, ci si bagna meno se si corre il più veloce possibile, ma le cose possono cambiare se si ha il vento a favore o si è particolarmente alti e magri. La ricerca di Bocci è l’ultima di una lunga serie di studi scientifici sul problema. Se ne iniziò a parlare molto negli anni Settanta, quando diverse pubblicazioni che si occupavano di matematica proposero analisi e possibili soluzioni alla questione, che sembra semplice, ma pone numerosi interrogativi di tipo matematico. Nei decenni successivi l’argomento fu affrontato con maggiore rigore scientifico da alcuni ricercatori. Sempre un italiano, Alessandro De Angelis, dell’Istituto di Fisica dell’Università di Udine, nel 1987 pubblicò sull’European Journal of Physics un suo studio, dove concludeva che correre o camminare sotto la pioggia non facesse una grande differenza per bagnarsi meno.
Come ci si bagna meno sotto la pioggia. Una nuova ricerca scientifica prova a dare una risposta all'annosa questione: correre o camminare?.
Tra il 2007 e il 2008 Britney Spears, una delle più famose cantanti pop del 21esimo secolo, ebbe una grave crisi nervosa in seguito alla quale fu sottoposta a un trattamento sanitario obbligatorio. Fu uno dei momenti più raccontati dello show business di quegli anni, e le foto che i paparazzi scattarono a Spears in quei mesi, con i capelli rasati, trasportata in ambulanza o intenta a colpire un’auto con un ombrello, sono ancora oggi tristemente note. Da allora, Spears non ha più il controllo delle sue finanze: nonostante abbia superato quel periodo e sia stata ancora in tempi recenti una delle popstar che guadagnano di più al mondo, tutti i soldi che incassa sono gestiti – o meglio: lo erano fino a pochi mesi fa – da suo padre Jamie, col quale ha un rapporto notoriamente controverso. Una parte dei suoi fan si è appassionata particolarmente alla vicenda, dando vita a un movimento identificato dall’hashtag #FreeBritney che periodicamente entra tra le tendenze dei social network. Alcuni recenti articoli di testate americane, dal Los Angeles Magazine al Los Angeles Times, hanno raccontato la storia del gruppo spiegando quale sia di preciso la situazione legale del patrimonio di Spears.
Il movimento che vuole “liberare Britney Spears”. Dopo la sua celebre crisi del 2008 non ha più il controllo delle sue finanze, affidate al padre: molti fan chiedono che questa storia finisca.
Fare pubblicità occulta è divenuto un modo di dire quasi proverbiale che spesso viene riferito scherzosamente a situazioni non propriamente pertinenti alla situazione; ci sono, tuttavia, occasioni in cui la formula potrebbe essere appropriata: è il caso di ciò che fa la Rai nei propri talk show. Ne parla un articolo dell’Espresso, che racconta del vero e proprio listino che viene sottoposto ai diversi enti locali – regioni, province, amministrazioni locali – in cambio di un servizio agiografico che possa incentivare il turismo nei luoghi reclamizzati all’insaputa del telespettatore e con evidente calo di attendibilità da parte di programmi prsunti giornalistici o comunque di servizio pubblico.
La pubblicità occulta degli enti locali nelle trasmissioni Rai. Un tariffario stabilisce quanto comuni o regioni debbano pagare per comprare spazi nei diversi programmi.
L’agenzia spaziale giapponese Jaxa ha stabilito le date per avviare l’esplorazione della superficie dell’asteroide Ryugu con i suoi robot automatici (rover), trasportati dalla sonda Hayabusa-2 che ha raggiunto il corpo celeste lo scorso giugno a circa 300 milioni di chilometri da noi. Il 21 settembre, Hayabusa-2 rilascerà la capsula da trasporto Minerva II-1, che si depositerà sulla superficie dell’asteroide e dalla quale usciranno due robot: Rover 1A e Rover 1B. I due rover si sposteranno sulla superficie di Ryugu compiendo piccoli balzi e potranno scattare fotografie ed effettuare rilevazioni con i loro strumenti. Il 3 ottobre sarà il turno di Mascot, un lander (cioè un robot che resta fermo in un punto una volta atterrato) sviluppato dall’Agenzia spaziale tedesca e da quella francese (DLR e CNES). Mascot potrà scattare fotografie, rilevare il campo magnetico e analizzare la composizione dell’asteroide.
L’agenzia spaziale giapponese ha scelto le date per far atterrare i suoi robot sull’asteroide Ryugu.
Joan Baez è nata il 9 gennaio 1941 a New York, negli Stati Uniti: queste sono le sue otto canzoni che Luca Sofri, peraltro direttore del Post, ha scelto per il libro Playlist, la musica è cambiata. Joan Baez (1941, Staten Island, New York) Joan Baez, non è più tornata di moda. A differenza di molti altri suoi colleghi che il riflusso aveva non solo accantonato, ma persino irriso, e che poi sono tornati in auge presso le generazioni successive (oppure presso certi circoli snob, fino a occupare anche le playlist dei lounge bar), Joan Baez è ancora sepolta al suo posto e canticchiata da pochissimi intemerati nostalgici. Eppure aveva una voce favolosa e ha rifatto canzoni bellissime che sono diventate sue. Ci vorrà uno spot pubblicitario, forse.
Otto canzoni di Joan Baez. Una con una voce favolosa che ha rifatto canzoni bellissime che sono diventate sue, e che oggi compie 80 anni.
Oggi, giovedì 1 settembre, ha riaperto al pubblico la torre di Blackpool, nella contea inglese del Lancashire, dopo un programma di restauro durato dieci mesi e costato 20 milioni di sterline. La torre è stata progettata nel maggio del 1895, è alta 158 metri, è in metallo di colore rosso scuro ed è esplicitamente ispirata alla Torre Eiffel di Parigi. Il nuovo restauro ha trasformato un vecchio caffè che si trova all’interno della torre in un ristorante alla moda, mentre la vecchia tappezzeria rossa che circondava le pareti interne dell’edificio è stata sostituita con una dal design contemporaneo. La passeggiata che si trova in cima alla torre è stata ampliata con una terrazza dalle pareti di vetro, compreso il pavimento che si affaccia sulla costa, e nei giorni di bel tempo permette una vista che arriva fino a Manchester e l’Isola di Man. Tra le altre attrazioni c’è anche un luna park dell’orrore simile al Dungeon di Londra e un cinema 4D. Il consiglio che si occupa della gestione della torre ha calcolato che il restauro attirerà almeno 800.000 nuovi visitatori ogni anno, quasi il doppio degli attuali 500.000. Blackpool è una popolare località balneare: la torre e la spiaggia sono le sue attrazioni principali. Il 2010 è stato un anno particolarmente fortunato e più di 13.000.000 di turisti hanno visitato la città.
Riapre la torre di Blackpool. Le foto del monumento ispirato alla Torre Eiffel, riaperto al pubblico oggi dopo dieci mesi di restauro.
Gli analisti di YouTrend – società che produce ricerche politiche e demoscopiche – hanno cercato di capire se la situazione di stallo parlamentare successiva al voto del 4 marzo, che come prevedibile non ha dato la maggioranza assoluta dei seggi a nessun partito o coalizione, si deve ai meccanismi della legge elettorale con cui abbiamo votato, il Rosatellum. Dopo il voto, infatti, alcuni opinionisti e politici hanno sostenuto che il Rosatellum sia stato scritto con lo scopo di creare un Parlamento ingovernabile (se non addirittura proprio azzoppare il Movimento 5 Stelle). Come mostrano questi dati, non è così: la distribuzione tripolare del voto degli italiani – che era tale anche prima dell’approvazione della legge – non avrebbe prodotto maggioranze chiare con nessun sistema elettorale, proporzionale, maggioritario o misto, spagnolo, tedesco o inglese. Nonostante fosse data da mesi come il risultatopiù probabile delle elezioni, l’assenza di una maggioranza ha scatenato un coro di commenti da parte di molti osservatori, sia nel mondo della politica che in quello del giornalismo. Molti di questi commenti mettono nel mirino la nuova legge elettorale (il Rosatellum) e le forze politiche che l’hanno approvata: l’accusa è quella di aver prodotto uno “stallo programmato” approvando di proposito una legge elettorale che ostacolasse la formazione di una maggioranza. Queste considerazioni sono, va detto chiaramente fin da subito, di una superficialità sconcertante. Che lo stallo prodotto dalle elezioni di domenica scorsa sia dovuto al Rosatellum è una vera e propria bufala. Vediamo perché.
Non è colpa del Rosatellum. Con qualsiasi sistema elettorale le scelte di voto degli italiani non avrebbero creato una chiara maggioranza, come mostra questo studio di YouTrend.
Bill Gross ha 52 anni, è un uomo d’affari ed è solitamente descritto con la sbrigativa definizione “pioniere del web” per le sue numerose attività svolte nei primi anni di vita dei siti internet. Nel 1996, Gross fondò Idealab, un incubatore aziendale nato per aiutare le società a sviluppare le loro idee e a farle rendere sul mercato. Sopravvissuto agli sconquassi causati dal flop della new economy, Gross negli ultimi anni si è dato da fare e ha investito molte risorse nelle società nate intorno a Twitter attraverso la propria nuova azienda UberMedia. E proprio UberMedia starebbe per concludere un nuovo importante affare, che le consentirà di entrare a breve in possesso di TweetDeck, uno dei programmi più utilizzati per gestire e inviare i messaggi attraverso Twitter. La società di Gross spenderà 30 milioni di dollari in denaro e azioni per acquistare TweetDeck, che negli ultimi due anni è riuscita a ottenere 5 milioni di investimenti. La notizia dell’acquisizione è stata data da TechCrunch. L’accordo non sarebbe ancora del tutto formalizzato, ma le parti avrebbero già firmato alcuni patti di massima per dare il via libera al cambio di proprietà.
Il nuovo nido di TweetDeck. UberMedia potrebbe acquistare con 30 milioni di dollari il famoso programma per gestire i messaggi di Twitter.
Un tedesco va in Francia, decide di scaricare da Internet un film in roaming (succede quando la tua compagnia telefonica usa la rete di una delle società telefoniche del paese in cui ti trovi) e quando torna in Germania si ritrova con una bolletta da 46mila euro. Un ragazzo britannico passa un mese all’estero per studiare e riceve una bolletta per il roaming di 9mila euro. Sono solo due delle centinaia di casi segnalati dai clienti delle compagnie telefoniche europee, colpiti da conti salatissimi per la navigazione sul Web all’estero attraverso telefoni cellulari e chiavette per computer. I costi sono insostenibili e l’Unione Europea da tempo cerca di far scendere i prezzi e di tutelare maggiormente gli utenti che viaggiano, e comunicano, tra gli stati membri. A partire da oggi, per esempio, una nuova serie di regole consentirà di evitare le brutte sorprese che hanno sperimentato sul loro conto in banca numerosi abbonati. La novità più importante interessa la navigazione online in roaming: la norma europea prevede ora un tetto massimo di spesa per ogni utente superato il quale non si potrà continuare a navigare. La spesa massima predefinita è stata fissata a 50 euro, ma ogni cliente potrà scegliere insieme alla compagnia telefonica un tetto di spesa differente con un sistema che ricorda molto quello delle carte di credito, che oltre un certo limite di spesa mensile non possono essere utilizzate.
Meno rischi col roaming dati in giro per l’Europa. Un tetto massimo di spesa nelle nuove regole UE, per evitare brutte sorprese.