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Questa notte c’è stata la 76esima edizione dei Golden Globe, assegnati durante una cerimonia che si è tenuta al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills, a Los Angeles. I Golden Globe, a differenza degli Oscar, premiano anche le serie tv oltre ai film e sono considerati tra i premi più importanti del cinema americano. Inoltre ai Golden Globe non sono previsti i cosiddetti premi “tecnici” (montaggio, fotografia, trucco e costumi, per esempio) e, altra importante differenza, sono una specie di cena di gala, con tantissimi attori e registi seduti a grandi tavoli: è una situazione molto più distesa (e alcolica) della serata degli Oscar, che si tiene invece in un teatro davanti a un pubblico. Quest’anno i presentatori sono stati Andy Samberg e Sandra Oh, che ha vinto anche un premio. Durante la cerimonia – che si è svolta dalle 2 alle 5 della notte italiana – ci sono stati alcuni momenti notevoli o divertenti. Li trovate qui, visto che magari non avete tempo o voglia di rivedervi tre ore di cerimonia. Se invece potete e volete, la trovate su Sky Atlantic.
I migliori momenti dei Golden Globe 2019. Frasi, reazioni e momenti notevoli o divertenti, per chi non può o non vuole rivedersi tre ore di cerimonia di premiazione.
Martedì 8 aprile è iniziata a Milano la 53esima edizione del Salone del Mobile, uno dei più importanti eventi al mondo – forse il più importante – tra quelli dedicati all’arredamento, all’architettura e al design. Gli eventi espositivi del Salone del Mobile si tengono presso il polo di Rho della Fiera di Milano e, come di consueto, saranno aperti al pubblico solo nel fine settimana; negli altri giorni l’ingresso è riservato agli addetti ai lavori. Anche quest’anno, parallelamente al Salone del Mobile, si sta svolgendo in varie parti di Milano il Fuorisalone: una serie informale di feste, mostre, concerti, esibizioni artistiche ed eventi che ogni anno attira forse persino più attenzioni del Salone stesso. La maggior parte degli eventi del Fuorisalone si tengono in tre diverse zone di Milano, quella di via Tortona (storicamente la zona del design e della moda), quella del quartiere di Brera e quella di Lambrate, in spazi sia pubblici che privati. Tra i posti più belli coinvolti nelle esibizioni del Fuorisalone, come è successo spesso negli ultimi anni, c’è il cortile dell’Università degli Studi di Milano: un bellissimo chiostro rinascimentale in cui sono state posizionate diverse grandi installazioni come, per esempio, “Scale Infinite”: una scala di legno alta diversi metri che non porta da nessuna parte.
Le foto del Salone del Mobile di Milano. È iniziato martedì e come ogni anno è accompagnato dagli eventi informali del Fuorisalone: feste, mostre e concerti in alcuni dei posti più belli della città.
Mercoledì 24 giugno la nuova Darsena di Milano – riaperta dopo i lunghi lavori di risistemazione – ospiterà l’evento La Notte delle Lanterne, organizzato dall’Unione Buddhista Italiana e da Urbanzen Bpeace, che si occupa di eventi e flashmob in Italia. Le persone che parteciperanno all’evento – che inizia alle ore 21 e che finirà intorno alle 22.30 – potranno scrivere sulla carta biodegradabile delle lanterne un loro pensiero, poi le lanterne verranno appoggiate sull’acqua del Naviglio per illuminare tutto il canale. Attualmente sulla pagina Facebook della Notte delle Lanterne hanno confermato la partecipazione circa 64mila persone. L’iniziativa vuole unire la sensibilizzazione dei cittadini a una partecipazione attiva e consapevole della vita in città a uno dei simboli principali di Expo, cioè l’acqua. La festa delle Lanterne è una tradizione orientale, si festeggia sia in Cina – il quindicesimo giorno del primo mese dell’anno, cioè la prima notte di luna piena, che secondo una tradizione cinese dev’essere accompagnata da migliaia di lanterne colorate – che in Corea del Sud – la festa in onore della nascita di Buddha, avvenuta 2.559 anni fa e che si ricorda ogni anno nell’ottavo giorno del quarto mese lunare. Si è parlato di rendere l’evento un appuntamento annuale, secondo la riuscita o meno di questa prima edizione.
La Notte delle Lanterne, a Milano. Stasera alla nuova Darsena tantissime lanterne biodegradabili saranno accese e appoggiate sull'acqua del Naviglio.
Martedì 23 ottobre è stato inaugurato in Cina il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao, il ponte più grande al mondo che attraversi un tratto di mare. Comprese le strade di accesso, il ponte è lungo circa 55 chilometri: per la sua costruzione sono stati spesi l’equivalente di 17,5 miliardi di euro. Consentirà di ridurre i tempi di percorrenza tra tre importanti città costiere, ma i ritardi nella sua costruzione, gli alti costi di manutenzione e l’impatto ambientale sugli animali marini hanno portato a molti dubbi e polemiche sull’utilità del progetto. Il ponte collega tra loro tre delle più importanti città costiere nella Cina meridionale: Hong Kong, Macao e Zhuhai. Per circa 30 chilometri attraversa il delta del fiume delle Perle e, nella parte verso Hong Kong, si inabissa per quasi 7 chilometri per rendere possibile l’attraversamento delle grandi navi mercantili. Il tunnel sottomarino ha richiesto anni di lavoro e la costruzione di due isole artificiali, in corrispondenza dei punti dove il ponte si interrompe e la strada inizia a scendere sotto il livello del mare.
C’è un nuovo gigantesco ponte in Cina. Collega Macao con Hong Kong, è lungo 55 chilometri ed è costato 17,5 miliardi di euro, ma ci sono dubbi sulla sua sostenibilità.
Complice la stagione calda, a partire dalle prossime settimane le nostre città saranno attaccate da milioni di zanzare assetate di sangue, per lo più umano. Insetticidi, zampironi, zanzariere e altri sistemi creativi di sterminio, come le racchette elettrificate, si rivelano spesso insufficienti per tenerle alla larga. Quelli che dicono di saperla lunga, vi spiegheranno che l’unico buon deterrente per le zanzare sono i grandi acquazzoni estivi, che rendono estremamente difficile il volo per questi piccoli insetti. Forse in parte è vero, ma stando ai risultati di una recente ricerca scientifica sembra che nemmeno la pioggia riesca a fermare del tutto le zanzare e le loro battute di caccia. Insieme con i suoi colleghi del Georgia Institute of Technology (Stati Uniti), David Hu ha condotto alcune ricerche sugli effetti della pioggia sulle zanzare. Per farlo ha utilizzato videocamere ad alta velocità, in grado cioè di riprendere un grande numero di fotogrammi per secondo, permettendo così di realizzare filmati al rallentatore molto nitidi ed efficaci. Per studiare il volo delle zanzare sotto le gocce d’acqua, i ricercatori hanno costruito una sorta di scatola trasparente con un coperchio costituito da una rete. Le maglie della rete erano fitte a sufficienza da impedire alle zanzare nella scatola di scappare e al tempo stesso erano sufficientemente grandi da consentire alle gocce d’acqua di precipitare all’interno del contenitore.
Come le zanzare sopravvivono alla pioggia. Non ce ne libereremo mai: resistono all'impatto con gocce d'acqua 50 volte più pesanti di loro.
Le Canzoni è la newsletter serale che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. L’indomani – il martedì, mercoledì e venerdì – la pubblichiamo qui sul Post, ci si iscrive qui. Di Franco Battiato avevamo parlato per questa canzone qui; poi se ne volete delle altre sono qui; io lo conobbi con riconoscenza quando sostenne generosamente, come molti altri, le campagne per raccontare gli inganni sui processi che hanno riguardato la mia famiglia; poi fu una delle prime interviste, assai goffa e intimidita, che feci per un giornale; l'ultima volta lo vidi in un breve e bel concerto che fece cinque anni fa in un posto speciale, a Milano. Ma poi ce li avete tutti, i vostri ricordi con le canzoni di Battiato. Sabato Paul Weller ha fatto un concerto al Barbican Center di Londra (bellissimo posto di architettura brutalista), con l'orchestra della BBC e un po' di ospiti: pure Boy George a fare You're the best thing. Qui invece My ever changing moods, sempre dai tempi Style Council. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Stéphane Pompougnac. Se siete una di quelle persone speciali che sbattono nelle tazzine.
Decina di migliaia di anni fa, un gruppo di esseri umani attraversò Beringia, la striscia di terra che un tempo metteva in comunicazione la Siberia con il Nordamerica. I nativi dell’Alaska, i popoli indigeni del Canada e i nativi americani discendono da quegli antichi migranti, ma fino a poco tempo fa i ricercatori non avevano trovato molti indizi su quando e come si fossero spostati da un luogo all’altro, popolando il continente. Due nuove ricerche appena pubblicate sulla rivista scientifica Nature offrono nuovi indizi, ottenuti grazie all’analisi di alcuni antenati degli attuali nativi americani. A una ricerca ha lavorato Eske Willerslev, un genetista evolutivo presso l’Università di Copenhagen (Danimarca). Insieme ai suoi colleghi, ha analizzato il genoma dei resti di 34 individui, che a seconda dei casi vissero in Siberia, Beringia e Alaska in un arco di tempo compreso tra i 32mila e i 600 anni fa. Del campione hanno fatto parte due uomini vissuti nel nord estremo della Siberia, gli esseri umani più antichi mai ritrovati in quella porzione di territorio. Le loro tracce genetiche non hanno legami diretti con quelle degli altri 32 individui analizzati, un probabile indizio della fine della loro cultura circa 23mila anni fa, quando quella zona divenne troppo fredda per essere abitata stabilmente.
I primi esseri umani che popolarono il Nordamerica. Due nuove ricerche offrono qualche indizio in più su quando e come le popolazioni siberiane si trasferirono oltre lo stretto di Bering, popolando un nuovo continente.
«È stato, e resta, uno dei più grandi attori del cinema mondiale». Il regista Francesco Rosi ha definito così Gian Maria Volontè nel documentario biografico “Un attore contro”: lo stesso avevano detto di lui altri due registi come Orson Welles e Ingmar Bergman. È difficile dargli torto: Gian Maria Volonté è stato per oltre trent’anni l’attore impegnato del cinema italiano, riuscendo a fondere grandissime doti recitative, un’incredibile presenza scenica e una gran coerenza nella scelta dei film da interpretare. E ne ha fatti tanti: è stato il cattivo nei film di Sergio Leone (dove era ancora doppiato, com’era prassi all’epoca), il nobile decaduto nell'”Armata Brancaleone” di Monicelli e poi ha iniziato a interpretare film “impegnati”, facendo la vittima o il carnefice a seconda dei casi, sempre al centro di storie che cercavano di raccontare l’Italia di quegli anni. Volonté nacque a Milano il 9 aprile 1933, oggi avrebbe compiuto ottant’anni: di seguito 15 scene tratte dai suoi film più belli. Un uomo da bruciare (Valentino Orsini, Paolo e Vittorio Taviani – 1962)
15 film di Gian Maria Volonté. Oggi avrebbe compiuto ottant'anni uno dei più grandi attori italiani di sempre.
Stamattina sulle pagine del Corriere della Sera c’è un annuncio a pagamento della Nestlè: la più grande azienda alimentare del mondo cerca una ragazza che nel 1994 prese parte a uno spot dei Baci Perugina.
L’annuncio della Nestlé sul Corriere della Sera. L'azienda sta cercando una ragazza che apparve per pochi secondi in uno spot del 1994.
Giovedì 26 novembre alle 21.00 è iniziato uno sciopero nazionale del trasporto ferroviario. I sindacati che hanno organizzato lo sciopero sono CAT, CUB Trasporti e USB Lavoro Privato: vi possono aderire i dipendenti di Trenitalia, compresi quelli del settore Cargo, e quelli di Trenord. I dipendenti di NTV, la società che gestisce i treni Italo, non risultano aderenti allo sciopero tuttavia sul sito è stato pubblicato un elenco dei treni garantiti di oggi e domani. Lo sciopero continuerà fino alle 18.00 di venerdì 27 novembre, di seguito potete trovare l’elenco dei treni garantiti di Italo, quelli Trenord e quelli Trenitalia, oltre alle informazioni sull’offerta regionale. Tutte le frecce effettueranno servizio regolare, è scritto sul sito di Trenitalia. Per i treni regionali c’è una fascia di garanzia per i pendolari, dalle 6 alle 9 del mattino. L’altra fascia di garanzia sarebbe quella dalle 18 alle 21, ma lo sciopero sarà comunque terminato per quell’ora venerdì e non sarà ancora iniziato giovedì. Sono garantiti i treni partiti entro le 21 con arrivo a destinazione entro le 22.Qui si possono consultare le modifiche all’offerta dei treni regionali. Qui invece l’elenco dei treni garantiti di Trenord, che comunica che potrebbe essere coinvolto anche il servizio di collegamento da Milano all’aeroporto di Malpensa, Malpensa Express, ma sarà attivato un bus sostitutivo con partenza dalla stazione di Cadorna.
I treni garantiti e gli orari per lo sciopero dei treni di venerdì 27 novembre. I sindacati che lo hanno organizzato e le altre cose da sapere.
Apple ha rinviato la messa in vendita del suo assistente per la casa, HomePod. Era prevista per dicembre 2017, in tempo per il periodo di Natale, ma è stata rinviata ai primi mesi del 2018. Un portavoce di Apple ha spiegato a The Verge: «abbiamo bisogno di un po’ di tempo in più prima che sia pronto per i nostri clienti: inizieremo a spedirlo negli Stati Uniti, in Australia e nel Regno Unito». Non è ancora chiaro quando uscirà in Italia. HomePod sarà una cassa tutto-fare per la casa. È simile a Google Home e ad Amazon Echo, ma Apple dice che avrà una qualità audio superiore e un suono più forte.
Apple ha rinviato la messa in vendita del suo assistente per la casa, HomePod. Non saranno disponibili a dicembre, come l'azienda aveva annunciato in precedenza.
Giuseppe Salvaggiulo ha spiegato lunedì sulla Stampa l’avvio del progetto “Italia Nostra” dell’Agenzia del demanio, che prevede la concessione a privati, per un periodo fino a cinquant’anni, di immobili storici di proprietà dello Stato, in cambio della ristrutturazione e valorizzazione degli edifici. La procedura è stata avviata per 69 edifici, otto dei quali verranno messi sul mercato entro la fine del 2013. Fra gli immobili in lista, fra gli altri, ci sono il convento di San Domenico a Taranto, i caselli daziari all’Arco della Pace di Milano e l’intera isola di Poveglia, nella laguna di Venezia. Dal quattrocentesco castello di Gradisca al Real Polverificio borbonico di Scafati. Dalla gotica certosa di Pavia voluta da Gian Galeazzo Visconti come mausoleo di famiglia al liberty albergo Verbania sul lago Maggiore. Dal castello ducale di Agliè in Piemonte, il cui primo nucleo fortificato risale al XII secolo, alla caserma Vittorio Emanuele a Gaeta, con una chiesa di età angioina, a strapiombo sul mare. Dalle saline di Tarquinia al faro Colle dei Cappuccini di Ancona, edificato da Pio IX. Dalla colonia Umberto di Savoia sul lungomare di Senigallia al faro di San Domino alle Tremiti. Dopo anni di annunci e ritirate, l’idea di rivitalizzare in chiave turistica una parte del patrimonio storico-artistico italiano abbandonato prende forma. E la lettura del catalogo degli immobili redatto dall’Agenzia del demanio suscita due sentimenti: emozione perché è un racconto di storia patria, rabbia perché si tratta di gioielli abbandonati.
Il demanio affitterà 69 edifici storici ai privati. Ci sono palazzi, fari, dogane, e un'isola: una villa fiorentina è stata già ristrutturata e trasformata in un albergo.
Fino al 30 giugno 2013 il Los Angeles County Museum of Art (LACMA) ospita una grande mostra dedicata a Stanley Kubrick. Tra i documenti più interessanti ci sono i bozzetti e il poster che Saul Bass realizzò per Shining nel 1980. Sembra che Kubrick abbia scartato quasi trecento versioni del poster prima di decidere quella definitiva. Saul Bass, nato a New York nel 1920 e morto nel 1996, è considerato da molti il più importante graphic designer di sempre: è stato un progettista grafico, pubblicitario, fotografo, illustratore e regista, ideatore di centinaia di loghi e immagini per celebri aziende (tra cui Minolta, Kleenex, US Airways), ma soprattutto la persona che ha rivoluzionato il modo di realizzare le sequenze introduttive dei film, i cosiddetti titoli di testa, trasformandole in una vera e propria forma d’arte. Tutto il suo lavoro è caratterizzato da una grafica essenziale e da uno stile semplice, frutto dell’influenza del Costruttivismo e delle opere del Bauhaus, che però richiamano continuamente metafore e significati nascosti: Bass era capace di sintetizzare i concetti più vari con elementi facilmente decifrabili..single-post-new article figure.split-gal-el .photo-container .arrow::after{content:' FOTO'} #gallery-5{margin:auto}#gallery-5 .gallery-item{float:left;margin-top:10px;text-align:center;width:20%}#gallery-5 img{border:2px solid #cfcfcf}#gallery-5 .gallery-caption{margin-left:0} Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I lavori di Saul Bass. Una raccolta di leggendarie locandine e titoli di testa del grande graphic designer statunitense, a partire da Shining.
La National Security Agency (NSA), l’agenzia statunitense di spionaggio delle attività all’estero, e la sua omologa britannica GCHQ hanno sviluppato sistemi per spiare le attività svolte dai possessori di smartphone attraverso le loro applicazioni. In questo modo le due agenzie possono ottenere informazioni sui telefoni che si stanno usando e soprattutto sulla posizione, il genere e altre abitudini dei loro proprietari. Il sistema di raccolta dati è stato sviluppato per funzionare soprattutto sui più diffusi Android e iPhone, stando ai nuovi documenti riservati forniti da Edward Snowden, l’ex collaboratore della NSA che ha ottenuto asilo in Russia dopo avere diffuso numerose informazioni sul cosiddetto “datagate”, l’operazione di spionaggio su larga scala condotta per spiare le comunicazioni di centinaia di milioni di persone in giro per il mondo. Le notizie sui sistemi usati da NSA e GCHQ per ottenere informazioni dalle app sono state diffuse in una serie di articoli dal New York Times, dal Guardian e dal sito ProPublica. Stando ai documenti forniti da Snowden, le due agenzie hanno studiato e sviluppato soluzioni per sottrarre i dati che le applicazioni inviano normalmente tramite la rete a chi le ha realizzate per fornire particolari servizi, o raccogliere informazioni sui loro utilizzatori a scopi pubblicitari. Gli esempi riguardano nella maggior parte dei casi i sistemi Android, ma viene fatto intendere che le stesse soluzioni possono essere applicate su iPhone e altre piattaforme.
La NSA spia i dati raccolti dalle app. Le agenzie di spionaggio degli Stati Uniti e del Regno Unito raccolgono le informazioni condivise da molte applicazioni di successo, compreso Angry Birds.
Il 2 novembre 1973, 39 anni fa, una donna siciliana scrisse una lettera al marito, emigrato in Germania. La lettera, parte di un carteggio andato smarrito, finì poi tra le mani dello scrittore di Comiso Gesualdo Bufalino, il quale tentò di darne un’interpretazione. Sia la donna che il marito, infatti, erano analfabeti. Per questa ragione la donna, anziché rivolgersi ad uno scrivano come si faceva in questi casi, scelse di esprimersi con una serie di disegnini o pittogrammi, all’interno di un unico foglio bianco e a righe.
Una lettera d’amore, in Sicilia nel 1973. La storia della corrispondenza tra analfabeti raccontata da un foglio disegnato 39 anni fa e da Gesualdo Bufalino.
In molti si stanno chiedendo se ci saranno conseguenze – e quali saranno – per gli italiani che vivono o visitano il Regno Unito, in seguito ai risultati del referendum di giovedì in cui ha vinto la proposta di lasciare l’Unione Europea. Nel 2014 nel Regno Unito abitavano circa 500mila italiani, molti dei quali a Londra, e migliaia di turisti italiani visitano ogni anno soprattutto l’Inghilterra o la Scozia. Va detto innanzitutto che probabilmente non ci sarà nessuna conseguenza a breve termine: il Regno Unito impiegherà anni a completare l’uscita dall’Unione Europea, e dovrà negoziare moltissime condizioni relative ai permessi di soggiorno, al commercio e alla sanità. Possiamo comunque farci un’idea di cosa potrebbe succedere, almeno a grandi linee. Turismo Sembra improbabile che almeno a breve termine per visitare il Regno Unito ci sarà bisogno di un visto, come oggi ha precisato anche il Touring Club Italiano. Almeno per ora sarà sufficiente portare con sé la carta di identità. Successivamente dipenderà dai negoziati fra Regno Unito e Unione Europea, che per comodità potrebbero decidere di stipulare particolari accordi per cui per un soggiorno molto breve non sarà necessario il visto (in passato l’Unione Europea ha già stipulato alcuni accordi di questo tipo, per esempio con Israele).
Che conseguenze ci saranno per gli italiani dopo “Brexit”. A breve termine saranno poche: ma forse poi dovremo scordarci di andare in Erasmus a Londra, e in generale sarà più complicato trasferirsi lì.
Marco Alfieri ha raccontato sul Foglio di giovedì storia, funzionamenti e trasformazioni del sistema bancario italiano e del mestiere del bancario, dicendo che il nuovo modello universale e la fusione di finanza e tecnologia hanno escluso ciò che c’era di buono nel vecchio sistema, che molti accusavano di essere provinciale, frammentato e clientelare: la prossimità e la vicinanza con i clienti e il territorio. Un banchiere di lungo corso la chiama la sindrome “del bambino e dell’acqua sporca”. In Italia siamo campioni di specialità. Le cose non vanno bene? Serve riformarle? Si butta via tutto, si fa un bel falò e si passa con eccesso di zelo al modello opposto, salvo poi pentirsene (di solito quando è troppo tardi). Con le banche è andata esattamente così. Invece di far evolvere un sistema eccessivamente frazionato e superare clientelismi, bancocentrismo e opacità, si è deciso di usare la leva del rating, delle fusioni e del gigantismo come bacchetta magica e panacea di ogni male, scimmiottando modelli altrui e buttando via il bambino con l’acqua sporca, appunto. Somma illusione. Prendiamo gli ultimi dati sul credito alle imprese (fonte Bankitalia). Li ha messi in fila in modo intelligente Fabio Bolognini sul suo blog finanziario: “Dal 2010 è calato di quasi 90 miliardi, ma nello stesso periodo le sofferenze sulle imprese sono passate da 59 a 138 miliardi. Il credito buono è calato in media del 2 per cento, quello cattivo aumentato del 21 per cento all’anno. Non occorrono commenti. La percentuale delle sofferenze sulle imprese è passata nello stesso periodo dal 6,6 per cento al 17,2 per cento…”.
Cosa succede alle banche italiane. Marco Alfieri spiega sul Foglio storia e funzionamenti del sistema bancario, con molte perplessità.
Un po’ a sorpresa le persone più interessanti da fotografare questa settimana erano soprattutto politici, e alcune immagini raccontano un po’ di notizie della settimana. Ci sono la prima ministra scozzese Nicola Sturgeon che lavora sul divano, scalza, alla lettera da mandare a Theresa May per chiedere un secondo referendum per l’indipendenza della Scozia (ma niente a che vedere con questa foto di Kellyanne Conway); l’ex presidente della Corea del Sud Park Geun-hye diretta in tribunale per l’udienza sul mandato di arresto nei suoi confronti; e Donald Trump che firma una legge sulla responsabilità scolastica. Un po’ di attori erano al CinemaCon, il congresso annuale della più importante associazione statunitense di proprietari di sale cinematografiche: Zac Efron, Goldie Hawn e Jason Momoa (cioè Khal Drogo, per gli appassionati di Game Of Thrones). Gli italiani invece erano ai David di Donatello, che trovate qui. E poi valeva la pena fotografare Anne Hathaway, Scarlett Johansson, Cristiano Ronaldo vicino alla sua statua che non gli rende giustizia e Vladimir Putin su un’isola dell’Oceano Artico, con la faccia di chi vorrebbe essere ovunque tranne lì.
Celebripost. Questa settimana ci sono molte foto belle e inusuali di presidenti e primi ministri, mescolate a quelle di Anne Hathaway, Scarlett Johansson e Cristiano Ronaldo.
Oggi, mentre il Post era offline per via di un intervento di manutenzione programmato, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi è andato a visitare i luoghi colpiti dalle recenti alluvioni in Veneto, insieme al presidente della regione Luca Zaia, al capo della Protezione civile Guido Bertolaso e al ministro Umberto Bossi. Faceva parte della delegazione anche il presidente della regione Piemonte, Roberto Cota, per “portare la solidarietà del nord ovest”, racconta il Corriere della Sera, “colpito alcuni anni fa da un evento analogo”. Dopo un giro in elicottero, la delegazione si è spostata prima a Vicenza e poi a Padova, per un incontro in prefettura con i sindaci dai comuni coinvolti dal disastro. A Vicenza ci sono state le prime contestazioni, a opera di una ventina di persone, che hanno ritardato la partenza della delegazione governativa verso Padova, dove invece un centinaio di persone fin da mezzogiorno aveva bloccato il traffico e portato la polizia a schierare un cordone di uomini in difesa della prefettura. Poco prima delle 13 la situazione si è riscaldata, la polizia ha effettuato alcune cariche di alleggerimento e ha spezzato in due il corteo, che nel frattempo si era parecchio ingrossato: i giornali scrivono che era composto da “studenti universitari” e “esponenti dei centri sociali del nordest”.
Le contestazioni a Berlusconi a Padova. La spedizione del governo nei luoghi colpiti dalle alluvioni non ha ottenuto i risultati sperati.
Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica Italiana, è stato ospite domenica sera della trasmissione di Rai3 Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio. Napolitano, che ha 90 anni, è stato presidente della Repubblica dal maggio 2006 al febbraio 2015 – è stato il primo presidente a essere rieletto per un secondo mandato – e con Fazio ha parlato della fatica di avere ogni giorno qualche decisione importante da prendere e dei privilegi che ha ritrovato dopo le sue dimissioni e l’elezione di Sergio Mattarella, come quello di fare delle passeggiate con sua moglie a Villa Borghese, il grande parco di Roma. Napolitano ha anche parlato del suo nuovo libro Europa, Politica e Passione e di cosa voglia dire far parte dell’Europa oggi, e ha discusso anche il referendum sulla riforma costituzionale del prossimo autunno dicendo che in caso di bocciatura della riforma il presidente del Consiglio Matteo Renzi «si troverebbe in una posizione difficilmente sostenibile».
Il video di Giorgio Napolitano a Che tempo che fa. Ha parlato della sua vita dopo nove anni da presidente della Repubblica, del suo nuovo libro e della riforma costituzionale.
Il 20 gennaio 1978 uscì il primo singolo di Kate Bush, cantante inglese allora diciannovenne che con quella canzone ebbe un successo mondiale eccezionale che rimase la cosa più famosa di tutta la sua peraltro ricca e stimata carriera. Nel Regno Unito la canzone andò al primo posto in classifica per quattro settimane, e fu la prima volta nella storia che capitava a una cantautrice con una canzone propria. Ad aggiungersi ai primati e al fascino di Bush e della canzone ci furono la sua ispirazione al famoso romanzo Cime tempestose di Emily Brontë (con cui Bush condivide il giorno di nascita, 140 anni dopo) e le danze con cui Bush ne accompagnò le esecuzioni pubbliche e in video. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I 40 anni di “Cime tempestose”, quella di Kate Bush. Che rimane la sua cosa più famosa, un botto mondiale al primo colpo a 19 anni, malgrado una ricca carriera.
Il tribunale di Milano ha ordinato il sequestro preventivo, su richiesta della procura, di due servizi della trasmissione tv Le Iene che riguardavano le attività del medico e virologo Roberto Burioni. Lo hanno segnalato sia Le Iene, sul loro sito internet, sia Burioni, attraverso un post pubblicato sulla pagina Facebook del suo sito di divulgazione medica, Medical Facts. Il sequestro è avvenuto nell’ambito di una denuncia per diffamazione presentata da Burioni nei confronti delle Iene, che lo avevano accusato di vari conflitti di interessi. Non è la prima volta che Le Iene trasmettono servizi molto controversi su fatti scientifici, se non falsità vere e proprie: anni fa furono fra i principali sostenitori del cosiddetto “metodo Stamina”, un trattamento che secondo i suoi sostenitori conteneva “cellule staminali”, ma la cui presenza non è stata mai riscontrata nei test di laboratorio eseguiti in Italia e la cui efficacia non è mai stata provata da alcuna evidenza scientifica.
Il tribunale di Milano ha sequestrato i video di due servizi del programma “Le Iene” che riguardavano il virologo Roberto Burioni.
Chi segue una dieta vegana non solo non mangia la carne e il pesce, ma nemmeno qualsiasi prodotto di origine animale, come uova, latte e derivati. Le motivazioni per scegliere una dieta di questo tipo sono diverse e personali – c’è chi lo fa per un profondo animalismo, chi per ragioni ambientali o di salute – e per questo ci sono persone che pur definendosi vegane si comportano diversamente da altre: ad esempio mangiando il miele, usando oggetti di pelle se sono di seconda mano, o ancora mangiando ostriche, vongole e altri frutti di mare. Infatti, spiega un articolo di Munchies, secondo alcuni vegani la differenza tra questi organismi e le piante è talmente sottile da poter essere ignorata. Quelli che chiamiamo “frutti di mare” ovviamente non sono piante: dal punto di vista scientifico sono molluschi bivalvi, animali appartenenti allo stesso phylum dei polpi e delle seppie, ma molto meno intelligenti di questi lontani cugini, dato che non hanno un sistema nervoso centrale. Tutto quello che fanno è aprire e chiudere la propria conchiglia, spostarsi un po’ (a seconda delle specie) grazie a un piede e filtrare l’acqua marina nutrendosi del plancton che contiene. Secondo alcune interpretazioni, i loro movimenti non sono tanto diversi da quelli di una pianta carnivora, in quanto reazioni automatiche agli stimoli esterni. In realtà però non sappiamo se possano provare dolore o meno. Sono sicuramente vivi – come del resto le piante – ma non è certo che siano senzienti.
Ostriche e vongole possono far parte di una dieta vegana? secondo alcuni sì, dato che non ci sono prove che percepiscano il dolore e allevarle spesso non danneggia l'ambiente.
Marco Doria, sindaco di Genova a capo di una giunta di centrosinistra, ha annunciato che non si ricandiderà alla fine del suo mandato, che scadrà comunque tra qualche mese. Doria, che si era candidato con Sinistra Ecologia Libertà, aveva vinto le primarie del centrosinistra e ora fa parte di Sinistra Italiana, la sera di martedì 7 febbraio si era visto bocciare dal consiglio comunale una delibera che aveva a che fare con i criteri della fusione tra AMIU, la società controllata dal comune che gestisce la raccolta dei rifiuti, e IREN Ambiente Spa, una società per azioni multiservizi quotata in borsa. Di fatto la delibera avrebbe permesso l’ingresso di soci privati nell’azienda comunale. Contro la delibera aveva votato anche parte della maggioranza di centrosinistra. Dall’inizio AMIU Genova SpA è nata nel 1986 come Azienda municipalizzata di Igiene Urbana. Nel 2002 è diventata una società per azioni, controllata al cento per cento dal comune di Genova. Il gruppo gestisce l’intero ciclo dei rifiuti a Genova, ma anche in alcune zone della provincia: dalla raccolta al riciclo allo smaltimento. Nel 2014 era stato avviato un nuovo piano industriale che, per adeguarsi alle nuove normative in materia, prevedeva tra le altre cose un aumento della raccolta differenziata, la costruzione di nuovi impianti e l’adeguamento della discarica di monte Scarpino: Scarpino 1, cioè la discarica “storica” operativa dagli inizi degli anni Sessanta e poi chiusa definitivamente nel 1995, e Scarpino 2, avviata negli anni Novanta e chiusa nell’ottobre del 2014 a seguito di un’inchiesta per esaurimento dei volumi autorizzati che aveva avuto come conseguenza dover trasferire tonnellate di rifiuti da smaltire in Piemonte. Il piano industriale è stato avviato ma la crisi finanziaria di AMIU non rendeva possibile il completamento degli interventi necessari.
A Genova il sindaco Doria non si ricandida. Dopo molte proteste martedì il consiglio comunale aveva bocciato un'importante delibera sui rifiuti, anche col voto di parte della maggioranza di centrosinistra.
La sanguinosa repressione delle rivolte in Libia e la timidezza della condanna del governo italiano ha portato nuova attenzione sul tema dei rapporti tra il governo di Gheddafi e l’Italia. Durante tutta la giornata di ieri, Al Jazeera ha intervallato le ultime notizie da Tripoli e Bengasi con un servizio che spiegava l’importanza per l’Italia degli accordi con la Libia, soprattutto per quel che riguarda le forniture energetiche e il controllo dell’immigrazione clandestina. I rapporti tra l’Italia e la Libia hanno anche un altro volto: quello delle numerose partecipazioni azionarie libiche nelle aziende italiane, che hanno garantito al regime di Gheddafi una notevole influenza in alcune tra le più grandi e prestigiose società. Queste partecipazioni vengono realizzate attraverso i cosiddetti fondi sovrani. Cosa sono i fondi sovrani I fondi sovrani sono società controllate direttamente dai governi, utilizzati per investire le risorse ricavate da surplus di bilancio o riserve di valute estere. Dato che la gran parte dei paesi occidentali è soffocata dal debito, questi fondi esistono soprattutto nei paesi esportatori di petrolio e quindi dotati di grandi liquidità, e tra questi c’è indubbiamente la Libia. Al mondo ci sono 55 fondi sovrani di investimento: rappresentano per grandezza la sesta entità finanziaria mondiale. Per anni sono stati visti con molta diffidenza, visto che molti di questi sono piuttosto restii a divulgare informazioni sulle proprie attività, nonché in mano a governi autoritari e poco controllabili. Inoltre, non sempre gli investimenti dei fondi sovrani hanno scopi puramente commerciali: dato che sono controllati dai governi, spesso vengono utilizzati per stringere o facilitare rapporti bilaterali, per avere un ritorno in termini di immagine o aumentare la propria influenza su mercati strategici. Da qualche anno, però, sono stati praticamente sdoganati: soprattutto in Italia, soprattutto grazie all’amicizia dei governi italiani – questo di Berlusconi ma anche quelli di centrosinistra – con il dittatore libico.
Gli affari della Libia in Italia. I soldi libici investiti in aziende italiane, da Unicredit a Fiat a Mediobanca.
Google ha messo a disposizione su Street View, il suo sistema per vedere immagini panoramiche all’interno di Google Maps, una serie di fotografie a 360° del relitto della nave Mohawk (WPG-78) della Guardia costiera degli Stati Uniti, realizzate da Trident Global Imaging. L’imbarcazione fu varata il primo ottobre di ottant’anni fa e fu utilizzata durante la Seconda guerra mondiale nell’Atlantico. Dopo essere stata venduta alla Delaware Bay and River Pilots’ Association nel 1948 fu utilizzata come pilotina per circa trent’anni nel fiume Delaware. Divenne successivamente una nave museo e infine nel 2012 fu deciso di bonificarla e di utilizzare il relitto come barriera sottomarina al largo delle coste di Captiva Island, un’isola della Contea di Lee nella Florida sud-occidentale. L’operazione è stata realizzata in memoria dei reduci di guerra. Il relitto è lungo 50 metri e in meno di due anni è stato popolato da diverse specie marine, come si vede nelle fotografie. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il relitto della Mohawk su Street View. Le belle foto panoramiche del relitto affondato nel 2012 al largo della Florida, per costruire una barriera sottomarina in memoria dei reduci di guerra.
Ieri durante la puntata del programma Di Martedì, tra gli ospiti c’era Francesca Donato, presidente dell’associazione “€urexit” e candidata con la Lega alle elezioni europee di maggio. Tra le altre cose, Donato ha parlato di flat tax: un’imposta con aliquota unica, in cui la percentuale che viene pagata in tasse è fissa e non cresce con l’aumentare dell’imponibile. È una proposta che la Lega aveva fatto prima delle elezioni politiche del 2018 e su cui Matteo Salvini aveva molto insistito in campagna elettorale, ma che ora è più che altro una promessa vaga. Donato ha detto che la flat tax esiste anche in altri paesi e funziona e che non ci sono ragioni per cui non la si possa fare in Italia. A quel punto un altro ospite – Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico candidato alle europee nelle liste del PD – le ha chiesto di dirgli in quali altri paesi ci fosse la flat tax. Donato ha risposto: «L’Albania»
A chi ci ispiriamo per la flat tax? a "Di Martedì" la leghista Francesca Donato ha detto che c'è e funziona per esempio in Albania: Carlo Calenda l'ha presa in giro.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
Abbiate pietà dei Clash. Marco Imarisio ricorda che una delle più citate canzoni di questi giorni, "London calling", col clima festoso delle Olimpiadi ha ben poco a che fare.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 5.193 casi positivi da coronavirus e 57 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 4.664 (48 in meno di ieri), di cui 547 nei reparti di terapia intensiva (1 La storia di uno dei delitti più noti e violenti degli anni Settanta, al centro del film tratto da “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati
Al PD si lavora sul logo? lo sostiene Europa, oggi.
Oggi praticamente tutti i giornali mettono in prima pagina la prima tensione tra PD e PdL nella maggioranza di governo (che è nata solo ieri) sull’IMU, l’Imposta Municipale Unica, e sulle modalità di intervento sulla tassa. Durante il suo discorso di insediamento alla Camera, il nuovo presidente del Consiglio Enrico Letta ha annunciato che il pagamento della rata di giugno dell’IMU sarà sospeso, in attesa di un riordino generale della tassa «che dia ossigeno alle famiglie, soprattutto quelle meno abbienti». Con grande soddisfazione degli esponenti del PdL, che sull’abolizione dell’IMU aveva molto insistito sia in campagna elettorale che nelle trattative per la formazione del governo. Ma sulle intenzioni del governo Letta ci sono interpretazioni diverse: il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini ha infatti precisato immediatamente che l’imposta non verrà abolita del tutto e che ci sarà soltanto una proroga nel pagamento della rata di giugno. Il parere di Franceschini sembra essere condiviso all’interno del Partito Democratico, perché oggi il ministro per lo Sviluppo economico (e sindaco di Padova) Flavio Zanonato spiega in un’intervista con il Corriere che l’obbiettivo attuale è non far pagare la rata di giugno, mentre per l’abolizione totale dell’imposta mancano i soldi. L’idea del PD, riportano i giornali, sarebbe aumentare la fascia di chi è esente dall’imposta (attualmente la soglia per l’esenzione è a 200 euro più 50 per ogni figlio a carico con meno di 26 anni).
Cosa succede con l’IMU. Il governo Letta esiste da meno di 24 ore, ma PD e PdL fanno già annunci diversi sull'imposta sulla casa.
Fabrizio Barca, ministro uscente per la Coesione territoriale, ha diffuso oggi un documento intitolato “Un partito nuovo per un buon governo”, di cui ha parlato in tv negli ultimi giorni. Barca è stato descritto più volte dalla stampa come aspirante alla segreteria del Partito Democratico, che farà un congresso quest’anno, e lui ha confermato domenica a Lucia Annunziata di ambire a entrare nel suo gruppo dirigente. Il pieno e il vuoto, le cose fatte e quelle apprese della mia azione di governo per la “coesioneterritoriale” sono resi manifesti dai materiali raccolti nel sito www.coesioneterritoriale.gov.ite dal Rapporto di fine mandato. Questa stessa azione, ogni singola esperienza dei miei sedici mesi di lavoro, nel territorio e a Roma, suscita una secca conclusione politica: senza una “nuova forma partito” non si governa l’Italia. Ovunque si pone il problema di una nuova forma partito. In Italia questo obiettivo ha rilievo eurgenza straordinari di fronte alla sfiducia radicale e al risentimento che circonda i partiti, alla persistente incapacità di buon governo, alla crisi culturale, prima ancora che economica e sociale, che il paese attraversa. Queste pagine sono dedicate a sostenere questa conclusione e asuggerire la funzione e i tratti di una nuova forma partito che permetta il buon governo. Non mi riferirò a un partito in genere – per il quale, pure, larga parte delle considerazioni che svolgo paiono adatte – ma a un partito di sinistra, essendo questo ciò che mi preme. Prima di procedere, sono necessari tre caveat.
Il documento di Fabrizio Barca. Si chiama "Un partito nuovo per un buon governo", e sostiene in 55 pagine che "senza una nuova forma partito" l'Italia non può essere ben governata.
Come ogni anno a giugno, Forbes – la rivista statunitense di economia e finanza – ha pubblicato la classifica degli atleti più pagati degli ultimi 12 mesi. Si basa su stipendi, bonus e contratti di sponsorizzazione degli atleti dal primo giugno 2016 al primo giugno 2017 (senza togliere tasse o percentuali che si prendono gli agenti). Quest’anno al primo posto c’è Cristiano Ronaldo, attaccante portoghese del Real Madrid. Era primo anche l’anno scorso e negli ultimi 12 mesi ha guadagnato 83 milioni di euro, circa 12 in più rispetto a Lionel Messi (che è terzo) e circa 6 in più rispetto a LeBron James (che è secondo). È dal 1990 che Forbes stila questa classifica ed è la terza volta che al primo posto c’è un atleta di uno sport di squadra. Prima che succedesse per due anni di fila a Cristiano Ronaldo, era successo a Michael Jordan; e prima che se lo prendesse Cristiano Ronaldo, il primo posto era stato per 15 anni di uno tra il golfista Tiger Woods (che quest’anno è 17esimo) e il pugile Floyd Mayweather, che nel frattempo si è ritirato. La classifica mette in ordine i 100 più pagati – nessun italiano e nessuno calciatore che giochi in Serie A – e qui trovate i primi 25.
I 25 atleti più pagati del 2017. Il primo è Cristiano Ronaldo, come l'anno scorso: dietro di lui golfisti, cestisti e altri tre calciatori.
L’attore statunitense Dustin Hoffman è stato accusato dalla scrittrice Anna Graham Hunter di averla molestata sessualmente nel 1985, quanto la donna aveva 17 anni e lavorava come stagista sul set del film per la TV Morte di un commesso viaggiatore. All’epoca Hoffman aveva 48 anni. Anna Graham Hunter ha raccontato su Hollywood Reporter che Hoffman la toccò in modo molesto e parlò di sesso in modo inappropriato con lei. «Mi chiese di fargli un massaggio ai piedi il mio primo giorno sul set. Lo feci. Flirtava in modo inequivocabile, mi toccava il sedere, parlava di sesso davanti a me e altre persone. Una mattina andai nel suo camerino per prendere il suo ordine per la colazione; mi guardò e sorrise, prendendo tempo. Poi disse: “Prenderò un uovo sodo… e un clitoride alla coque” [in inglese c’è un gioco di parole, ndr]. Le persone attorno scoppiarono a ridere. Io me ne andai, senza dire nulla. Poi andai in bagno e piansi».
L’attore statunitense Dustin Hoffman è stato accusato di aver molestato una 17enne nel 1985.
Nel giro di pochi anni, il cantante inglese Harry Styles è passato dall’essere l’impeccabile e luccicante membro di una delle boy band più popolari del decennio a ricevere gli estasiati apprezzamenti della critica musicale e a suscitare un fascino irresistibile in un pubblico molto diverso da quello che lo aveva accompagnato nei primi anni della carriera. Diventato famoso negli One Direction grazie all’edizione britannica del talent show X Factor, oggi Styles vive in California, porta tanti tatuaggi, viene paragonato ai mostri sacri della musica inglese e ha perfino recitato nel film Dunkirk di Christopher Nolan. Ed è protagonista dell’articolo di copertina dell’ultimo numero di Rolling Stone, che ha pubblicato una lunga intervista del giornalista Rob Sheffield. Styles ha 25 anni, è molto bello e ha iniziato la sua carriera solista un paio di anni fa, dopo aver venduto decine di milioni di dischi con gli One Direction, a cui oggi si riferisce soltanto come «la band», o «la band in cui suonavo». Per anni Styles è stato come tanti altri divi adolescenziali, presentissimo nelle vite di milioni di ragazzini (in larghissima maggioranza ragazzine) e giocoforza in quelle dei loro genitori, ma considerato semplicemente «uno degli One Direction» dal resto del mondo, perlomeno dal resto del mondo al corrente della sua esistenza. Le cose cambiarono molto velocemente nel 2017, quando pubblicò il suo primo singolo da solista: “Sign of the Times”, una lunga ballad che piacque tantissimo, anche alla critica e al pubblico più raffinato.
Harry Styles, che ora piace anche agli altri. Una lunga intervista su Rolling Stone ha raccontato come l'ex membro degli One Direction sia diventato più adulto e “tridimensionale”, nel giro di pochi anni.
Nell’ultimo anno i principali social network – come Facebook, Twitter e Instagram – hanno avviato esperimenti per nascondere il conteggio dei “Mi piace” dai loro post, cercando di ridurre la dipendenza degli utenti da un sistema che gli stessi social hanno contribuito a creare, e che porta a voler misurare di continuo la propria popolarità e approvazione da parte di amici, conoscenti e perfetti sconosciuti. Come racconta Wired, i tentativi svolti finora non hanno riscosso molto successo e hanno portato alcuni social network a rivedere ulteriormente le loro intenzioni, nel timore di perdere iscritti o di farli interagire meno di frequente. A oggi non è inoltre completamente chiaro cosa sarebbe Internet senza i “Mi piace”. Instagram, di proprietà di Facebook, è stato uno dei primi social network a sperimentare la scomparsa dei “Mi piace”. In molte sue versioni, compresa quella italiana, per molti utenti il tasto per esprimere il proprio gradimento sotto a una fotografia è rimasto, ma è sparito il contatore per indicare il numero totale dei “Mi piace” ricevuti. Il conteggio è visibile ai soli proprietari del profilo, e solamente dopo aver aperto l’elenco completo degli apprezzamenti ricevuti.
Come sarebbe Internet senza i “Mi piace”? instagram, Facebook e altri social network vogliono nasconderli per evitare la corsa ai like e riportare l'attenzione sui contenuti, ma non è detto che ci riescano.
Il mensile Altreconomia organizza dalle 18 un dibattito sul tema “Costi sociali ed economici della corruzione”. Intervengono Marco Arnone, docente universitario, autore di “La corruzione costa. Effetti economici, istituzionali e sociali” (Vita e pensiero, 2005); Umberto Ambrosoli, avvocato penalista, opinionista del Corriere della Sera, possibile candidato sindaco a Milano; Gherardo Colombo, ex magistrato, famoso per aver condotto o contribuito a inchieste celebri quali la scoperta della loggia P2, l’omicidio di Giorgio Ambrosoli, Mani pulite, i processi Imi-Sir/Lodo Mondadori/Sme. Partecipano alla discussione anche Pietro Raitano, direttore del mensile Altreconomia, e Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico. Il dibattito si può vedere in streaming sul Post dalle 18, oltre che naturalmente sul sito di Altreconomia.
Il costo della corruzione. Dalle 18 in streaming il dibattito organizzato da Altreconomia con Marco Arnone, Umberto Ambrosoli e Gherardo Colombo.
Ogni giorno le cose che leggiamo su Internet, i messaggi e i dati che ci scambiamo, viaggiano nelle profondità degli oceani, dentro grandi e lunghissimi cavi che collegano i continenti. I cavi sottomarini per le telecomunicazioni più potenti sono 380 e si fanno carico della trasmissione intercontinentale del 95 per cento dei dati. Sono forse l’infrastruttura più importante di cui abbia mai disposto l’umanità nella sua storia: dalla trasmissione di quei dati non dipendono solamente le nostre GIF preferite, ma le economie, i sistemi burocratici e sanitari di interi paesi. Ai governi non sfugge l’importanza strategica dei cavi sottomarini e per questo osservano con grande attenzione le aziende che li costruiscono e li gestiscono, come la cinese Huawei, già accusata dagli Stati Uniti di spionaggio per conto della Cina approfittando dei suoi contratti per realizzare in giro per il mondo il 5G, la rete cellulare di prossima generazione. Huawei è conosciuta soprattutto per i suoi smartphone ma è molto attiva nell’intero settore delle telecomunicazioni, producendo e allestendo sistemi per le reti sia mobili sia via cavo. L’azienda è totalmente privata, ma secondo gli Stati Uniti mantiene stretti rapporti con il governo cinese, e potrebbe quindi essere costretta ad accogliere richieste per introdurre nelle reti che vende all’estero sistemi per fare spionaggio informatico.
Chi controllerà i nuovi cavi sottomarini di Internet. La "guerra commerciale" tra Stati Uniti e Cina riguarda anche i collegamenti essenziali per lo scambio dei dati tra i continenti, e in mezzo c'è di nuovo Huawei.
L’8 novembre uscirà Crazy Clown Time, il primo disco solista di David Lynch. Si può già ascoltare in streaming, però, grazie alla radio americana NPR. Lynch lavora da tempo con la musica: dal 1986 collabora con il compositore Angelo Badalamenti alla scrittura delle colonne sonore dei suoi film (quella di Inland Empire comprende due canzoni cantate da Lynch stesso). Nel 2009, poi, aveva partecipato al disco-progetto Dark Night of the Soul di Danger Mouse e di Mark Linkous con due canzoni, Star Eyes eDark night of the soul. Crazy Clown Time è il suo primo album da solista. È un disco pop elettronico, esce per Sunday Best Recordings, ed era stato anticipato da due singoli usciti a dicembre 2010, Good Day Today e I know.
Il disco di David Lynch in streaming. Si chiama Crazy Clown Time, uscirà l'8 novembre, si può già ascoltare online.
Alle 12 alla basilica di Santa Maria in Montesanto a Roma – conosciuta come Chiesa degli artisti – è iniziato il funerale di Bud Spencer, popolarissimo attore italiano il cui vero nome era Carlo Pedersoli, morto lunedì a 86 anni. Bud Spencer era diventato famosissimo soprattutto negli anni Sessanta e Settanta per una serie di film comici e spaghetti western assieme a Terence Hill (pseudonimo di Mario Girotti), che era presente alla cerimonia, insieme – tra gli altri – al regista Dario Argento, allo sceneggiatore Enrico Vanzina e all’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Molte persone si sono riunite fuori dalla chiesa e una banda ha suonato le musiche dei suoi film più famosi. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto del funerale di Bud Spencer. Si è tenuto oggi a Roma nella Chiesa degli artisti, c’erano Terence Hill e molti altri.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è a colloquio al Palazzo del Quirinale con Enrico Letta. Il nome di Letta è circolato molto nelle ultime ore come possibile capo del nuovo governo, che dovrebbe essere sostenuto da PD, PdL e Scelta Civica. Le dichiarazioni in diretta streaming dal Quirinale
Enrico Letta è da Napolitano. Il vicesegretario del PD verso l'incarico, è al palazzo del Quirinale a colloquio col Presidente: diretta.
Nella sua rubrica quotidiana in prima pagina sulla Stampa, Mattia Feltri commenta mercoledì alcune reazioni meravigliate (comprese quelle dei titoli di molti quotidiani dello stesso giorno) dalla sentenza che ha condannato un uomo che aveva sparato e ferito gravemente un ladro, in provincia di Brescia. La notte del 29 gennaio 2016 a Calcinatello (Brescia) il signor Giuseppe Chiarini fu svegliato da un gran botto. Si affacciò alla finestra e vide un gruppo di ragazzi che stavano caricando su un furgone il bancomat sradicato dal muro. Siccome chiamare i carabinieri gli sembrava troppo burocratico, ha imbracciato un fucile e sparato alcuni colpi. Per fortuna non è un cecchino, e ha colpito uno solo dei malviventi, un romeno di vent’anni e alla gamba. Ieri Chiarini ha patteggiato la pena per tentato omicidio a due anni e otto mesi, quattro mesi più alta di quella rimediata dal ragazzo romeno. È parsa una notizia sensazionale.
Tentato omicidio è più grave di furto, fine. Mattia Feltri commenta reazioni e titoli alla condanna di un uomo che aveva sparato a un ladro dalla finestra di casa.
Nelle ultime settimane sono stati dedicati molti articoli di giornale ad alcuni casi di meningite, concentrati per lo più in Toscana, contribuendo a far percepire da parte dell’opinione pubblica l’esistenza di un’emergenza legata alla malattia, che in realtà non c’è. Il ministero della Salute, le regioni e le altre autorità sanitarie tengono costantemente sotto controllo i casi di meningite e i dati che hanno raccolto finora dimostrano la necessità di particolari attenzioni in aree come la Toscana, dove i casi sono sopra la media nazionale da più di un anno, ma non certo un’epidemia fuori controllo come comunicato talvolta da titoli di articoli eccessivamente allarmistici. La meningite è un’infiammazione delle meningi, le membrane che avvolgono e proteggono il cervello (encefalo) e il midollo spinale. Ne esistono di forme più lievi, talvolta senza sintomi e che regrediscono da sole, e altre più gravi che devono essere trattate con farmaci per ridurre l’infiammazione e fermarne la causa. Senza un adeguato trattamento, l’infezione può interessare parti vitali del sistema nervoso centrale e nei casi più gravi portare alla morte.
Meningite, le cose da sapere. Come si trasmette, quali sono i sintomi, come si cura e come funzionano i vaccini: una guida per preoccupati (non c'è motivo).
L’agenzia fotografica Getty Images ha diffuso nuove foto delle opere d’arte rubate dai nazisti, ritrovate a Monaco nel 2011 e pubblicate sul sito gestito dal governo tedesco Lostart.de. I quadri sono stati ritrovati a casa del mercante d’arte Cornelius Gurlitt dalla polizia, che ha diffuso la notizia solo poche settimane fa perché altrimenti «le indagini sarebbero state compromesse e le opere messe a rischio». Si tratta in tutto di 1406 opere sequestrate durante la dittatura nazista a commercianti e collezionisti ebrei, per un valore stimato di oltre un miliardo di dollari. Tra le opere mostrate sul sito ci sono quadri di Marc Chagall, Henri Matisse, Otto Dix, Auguste Rodin, Edvard Munch. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto dei quadri ritrovati a Monaco. Un Matisse, uno Chagall, uno schizzo di Rodin e molte opere di artisti di Dresda, tra quelle sequestrate durante il nazismo.
Nella serata di lunedì 1 settembre, Apple ha rilasciato una breve comunicazione annunciando di essere al lavoro per verificare le notizie circa la violazione di alcuni account del suo servizio iCloud; la violazione avrebbe permesso di ottenere un numero cospicuo di foto private in cui si vedono diverse attrici famose nude o mentre fanno sesso, compresa Jennifer Lawrence, premio Oscar nel 2013 con il film “Il lato positivo”. Nelle 24 ore dalla diffusione online delle immagini Apple non aveva ancora commentato pubblicamente. Le immagini sono iniziate a circolare domenica su siti come 4chan e Reddit e molto rapidamente sono finite sui social network, portando molte delle persone coinvolte a smentire l’autenticità delle fotografie o ad annunciare iniziative legali contro chi le ha rubate e successivamente diffuse online. Le autorità degli Stati Uniti sono al lavoro per identificare l’autore o gli autori dell’attacco informatico, ma per ora non ci sono molte informazioni su come sia stata effettuata la violazione degli account delle attrici. Stando alle notizie diffuse fino a ora, e in attesa di ulteriori conferme, le fotografie sarebbero state ottenute grazie a una serie di attacchi informatici contro iCloud, il servizio di Apple che serve per salvare i propri file online in modo da averli sempre a disposizione sui dispositivi connessi a Internet. Salvo diversa impostazione da parte degli utenti, il sistema salva automaticamente una copia delle proprie foto scattate con iPhone e iPad in rete, per averne un backup e potervi accedere da Mac tramite il programma iPhoto. Chi ha condotto l’attacco ha quindi ottenuto in qualche modo l’accesso agli account di diverse attrici, ottenendo la possibilità di sottrarre le fotografie private e di metterle anonimamente online su alcuni siti di condivisione di immagini.
Come sono state rubate le foto delle attrici? esperti di sicurezza ed FBI stanno indagando sulla violazione degli account, compreso quello di Jennifer Lawrence: tra le ipotesi si parla di alcune falle in iCloud.
Nelle ultime ore di venerdì della settimana scorsa la nave Costa Concordia ha sbattuto in uno scoglio davanti all’isola del Giglio, nell’arcipelago Toscano, e ha cominciato ad imbarcare acqua. Le prime notizie di agenzia sono arrivate prima di mezzanotte nelle redazioni parlando di una generica “avaria” e spiegando che era in corso un’evacuazione dei passeggeri “senza particolari criticità”. In realtà le cose non stavano così, e la nave è affondata nelle ore successive, mentre i passeggeri venivano sbarcati: ma almeno 11 di loro sono morti nell’allagamento della nave. (Tutte le foto raccolte dal Post sul naufragio al Giglio)
Costa Concordia, una settimana di fotografie. Da sabato scorso il mare davanti al porto del Giglio è diventato un set straordinario.
Sabato 11 ottobre, in occasione della serata conclusiva del New York City International Film Festival, c’è stata la prima di Birdman (Birdman or The Unexpected Virtue of Ignorance), il film che lo scorso agosto aveva aperto la 71esima edizione del festival del cinema di Venezia. Il film – scritto, diretto e prodotto dal regista messicano Alejandro González Iñárritu (Babel, 21 grammi) – racconta la storia di un attore in pensione che decide di tornare sui palcoscenici di Broadway nel tentativo di recuperare la gloria e la fama. Del cast fanno parte, tra gli altri, Michael Keaton, Zach Galifianakis, Naomi Watts, Emma Stone e Edward Norton. Il film uscirà negli Stati Uniti il 17 ottobre e in Italia a febbraio 2015. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto della prima di “Birdman” a New York. Il nuovo film di Alejandro González Iñárritu con Michael Keaton, Emma Stone e Edward Norton, tra gli altri.
Da lunedì 11 gennaio il governo ha deciso che le regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Calabria, Veneto e Sicilia diventeranno “zona arancione” e dovranno pertanto rispettare le restrizioni stabilite dal decreto legge approvato lo scorso 3 dicembre per contrastare la diffusione della pandemia da coronavirus. Il resto d’Italia tornerà invece in un regime di zona gialla “rafforzata” (le regole della zona gialla “rafforzata” sono qui) fino al 15 gennaio, giorno in cui le regioni verranno di nuovo valutate e in cui scadono i decreti attualmente in vigore. La decisione è stata presa utilizzando i criteri stabiliti dal nuovo decreto legge entrato in vigore lo scorso 6 gennaio, con cui erano stati stabiliti nuovi parametri per valutare l’andamento epidemiologico. Le nuove misure sono entrate in vigore nel weekend del 9 e del 10 gennaio, in cui tutta l’Italia è stata in fascia arancione.
I nuovi colori delle regioni, da lunedì. Cinque regioni entreranno nella zona arancione, tutte le altre nella zona gialla "rafforzata": le cose da sapere.
La Corte d’Appello di Torino ha confermato le condanne per le persone che il 3 giugno del 2017, durante la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, causarono il panico in piazza San Carlo. L’appello ha confermato la sentenza di primo grado con una condanna a 10 anni di carcere per i reati di omicidio preterintenzionale, lesioni, furto e rapina. Le persone condannate appartenevano a una banda che la sera della partita usò dello spray al peperoncino durante un tentativo di rapina, provocando il caos tra la folla di tifosi juventini riunita in piazza San Carlo. Nella ressa che si creò in seguito, due donne rimasero schiacciate, riportando ferite gravi: Erika Pioletti, 38enne di Domodossola che morì pochi giorni dopo l’incidente; e Marisa Amato, che rimase tetraplegica e che è morta nel gennaio del 2019.
Le persone che causarono il panico in piazza San Carlo a Torino durante la finale di Champions League del 2017 sono state condannate anche in appello.
In una sentenza del 31 gennaio la Corte di Cassazione ha rifiutato il ricorso di un comune in provincia di Avellino che cercava di fare annullare la trascrizione di un matrimonio fra due donne celebrato in Francia. Già nel 2016 la Corte di Appello di Napoli aveva obbligato il comune in questione, quello di Santo Stefano del Sole, a trascrivere nei registri di stato civile il matrimonio fra Giuseppina La Delfa e Raphaelle Hoedts (Hoedts è francese, La Delfa ha doppia cittadinanza italiana e francese): il comune però si era opposto, e il caso era arrivato in Cassazione. È una sentenza molto importante: la Cassazione ha preso sostanzialmente una posizione a favore della trascrizione, e gli attivisti per i matrimoni gay sperano che in futuro arrivino altre sentenze di questo tipo. In Italia si parla da tempo della trascrizione nel registro civile di matrimoni celebrati all’estero. Nel 2014 l’allora sindaco di Roma Ignazio Marino aveva trascritto nei registri di stato civile i matrimoni celebrati all’estero di 16 coppie gay che ne avevano fatto richiesta al Comune. Era la prima volta che succedeva a Roma, ma la decisione di Marino seguiva una soluzione simile già adottata in passato a Milano e Bologna, in base a quel principio di reciprocità per cui due persone sposate in Spagna o in Regno Unito sono sposate anche in Italia, e viceversa (lo stesso mantenuto dalla Corte di Appello di Napoli, nel 2016, per il matrimonio di Avellino).
La Cassazione è a favore delle trascrizioni dei matrimoni gay. Ha respinto il ricorso di un comune in provincia di Avellino che non voleva trascrivere il matrimonio celebrato fra due donne in Francia.
Ogni anno la rivista finanziaria Forbes compila la lista delle persone più ricche del mondo, in ordine di patrimonio personale. Molti dei più grandi patrimoni in denaro del mondo però non appartengono a singole persone ma a famiglie, solitamente discendenti da imprenditori di grande successo, che nel tempo hanno continuato ad arricchirsi. Bloomberg ha messo in fila le 25 più ricche, andando a guardare i valori dei patrimoni netti aggiornati al 24 luglio. Sono state escluse, oltre ai patrimoni personali, quelli di prima generazione e quelli appartenenti a famiglie le cui fonti di ricchezza sono troppo diffuse o «opache» per essere valutate. In ogni foto si vede una o più delle persone che fanno parte di queste famiglie e nella didascalia c’è scritto da dove arrivano le loro fortune. In mezzo c’è una sola famiglia italiana. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le 25 famiglie più ricche del mondo. C'è una sola famiglia italiana e una sola famiglia reale; quella in cima alla lista discende da un fondatore di supermercati.
Tra le cose più lette sul Post di questa settimana ci sono compleanni e anniversari notevoli, e di ogni genere. Il 20 settembre Sophia Loren, probabilmente l’attrice italiana più famosa di sempre, ha compiuto 80 anni (oggi l’ha raggiunta anche un’altra popolarissima attrice, Brigitte Bardot). Il 21 settembre Malta ha festeggiato i 50 anni dall’indipendenza dal Regno Unito: e dalla sua storia vale la pena saperne qualcosa di più, perché è tra le più movimentate di tutto il Mediterraneo. Il 22 settembre di 10 anni fa, infine, iniziava Lost, la serie tv più famosa e seguita degli ultimi anni, quella che ha fatto provare ansia, impazienza e incredulità a milioni di persone, intrattenendole, facendole arrabbiare e occupando decine e decine di lunedì sera. Il Post ha raccolto una serie di cose per gli appassionati della serie – classifiche delle scene preferite, compilation pop dell’isola, cose così. – I 25 film più votati su IMDb Il primo in classifica uscì esattamente vent’anni fa e probabilmente lo avete visto tutti, ma degli altri forse ve ne manca qualcuno
Sunday Post. I dieci anni dall'inizio di Lost, un notevole discorso di Emma Watson sul femminismo e il nuovo Corriere della Sera, tra le cose più lette sul Post questa settimana.
Le emissioni di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera terrestre, dovute largamente alle attività umane, sono la principale causa del riscaldamento globale. Per questo motivo i trattati internazionali a difesa dell’ambiente – come l’Accordo di Parigi del 2015, sottoscritto da tutti i paesi del mondo tranne dagli Stati Uniti – impegnano i paesi sottoscrittori a ridurre sensibilmente le loro emissioni e al tempo stesso a trovare soluzioni per sottrarre la CO2 già presente nell’atmosfera, in modo da rallentare il riscaldamento del pianeta, ormai in corso e inevitabile. Il problema è che finora non sono stati trovati sistemi efficaci ed economicamente sostenibili per farlo. Ora un’azienda canadese dice di avere una soluzione che se applicata su larga scala potrebbe cambiare sensibilmente le cose, portando inoltre alla produzione di carburante ottenuto dall’anidride carbonica sottratta dall’aria combinata con idrogeno, estratto con fonti rinnovabili. Il sistema sembra promettente e potrebbe portare alla produzione di un combustibile ad alta resa, partendo dalle rinnovabili. In uno studio da poco pubblicato su Joule – rivista scientifica pubblicata dallo stesso editore della più nota Cell per le scoperte nel campo della biologia – l’esperto di clima David Keith dell’Università di Harvard (Stati Uniti) spiega insieme ai suoi colleghi i progressi raggiunti in questi anni da Carbon Engineering, l’azienda che ha contribuito a fondare e che è specializzata proprio nei sistemi per sottrarre CO2 dall’atmosfera e convertirla. La società esiste da nove anni circa e conta tra i suoi investitori personaggi noti e danarosi, come l’ex CEO di Microsoft, Bill Gates, impegnato con le sue fondazioni in opere benefiche e filantropiche.
Come produrre carburante contro il riscaldamento globale, partendo dall’aria. È l’ambizioso progetto di Carbon Engineering, che sta sperimentando un sistema per sottrarre anidride carbonica dall’atmosfera.
Il nuovo libro di Enrico Deaglio – “Il vile agguato“ (Feltrinelli) – è dedicato alle indagini sulla strage di via D’Amelio a Palermo in cui fu ucciso il magistrato Paolo Borsellino assieme a cinque agenti della sua scorta, il 19 luglio 1992. Il libro si conclude con una “succinta cronologia degli ultimi cinquantasei giorni di vita di Paolo Borsellino, compresi avvenimenti che avevano a che fare con lui, ma di cui non era a conoscenza”. Il Post pubblicherà in sequenza, assieme al secondo capitolo del libro, la successione di quegli eventi, a vent’anni di distanza. 1° luglio. La giornata fatale Paolo Borsellino si reca a Roma per interrogare Gaspare Mutolo, boss della famiglia di Partanna Mondello, molto vicino a Salvatore Riina. Killer, imprenditore, narcotrafficante, Mutolo si era già incontrato confidenzialmente con Giovanni Falcone non molto tempo prima del suo assassinio. Nel corso della giornata avviene, per lui, qualcosa di sconvolgente. Gaspare Mutolo è l’uomo che fa a Borsellino i nomi di Bruno Contrada, numero tre del Sisde, e di Domenico Signorino, magistrato della procura di Palermo (ha retto insieme ad Ayala l’accusa in Corte d’assise nel famoso maxiprocesso). Mutolo racconta di favori (appartamenti, donne) fatti al poliziotto e al magistrato dalla famiglia mafiosa dei Riccobono, in cambio del loro aiuto. Borsellino, che si ricorda ovviamente di tutte le confidenze di Giovanni Falcone, sta raccogliendo le prove per far arrestare Contrada e Signorino. Durante l’interrogatorio, Borsellino viene avvertito che il nuovo ministro dell’Interno, Nicola Mancino, appena insediato, lo vuole incontrare al Viminale. Borsellino dice a Mutolo: “Sospendiamo, torno fra mezz’ora”. Al Viminale però non incontra il ministro, ma il capo della polizia Vincenzo Parisi e – appunto – Bruno Contrada. Secondo il racconto di Mutolo, Borsellino torna sconvolto. “L’ho visto fumare e accendersi una seconda sigaretta.” Mi ha riferito che Contrada gli ha detto: “Chieda a Mutolo se ha bisogno di qualcosa…”, ma nessuno doveva sapere dell’interrogatorio. I due si lasciano e Borsellino riparte per Palermo.
Gli ultimi 56 giorni di Borsellino: 1° luglio 1992. Dal libro di Enrico Deaglio, la cronologia degli avvenimenti tra la strage di Capaci e quella di via D'Amelio.
I rappresentanti del Movimento 5 Stelle hanno incontrato il segretario del Partito Democratico e presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per confrontarsi sulla nuova legge elettorale e sulle riforme istituzionali. L’incontro è avvenuto nella sala della Commissione Esteri di Montecitorio ed è stato trasmesso in streaming, come era stato proposto nei giorni scorsi dal PD. Per il M5S erano presenti, tra gli altri, il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali e tra i firmatari della proposta di legge elettorale del Movimento. Durante l’incontro, tutto sommato cordiale e più costruttivo di quello tra Renzi e Beppe Grillo dello scorso febbraio, Di Maio ha spiegato che il M5S è disponibile a discutere di possibili modifiche e integrazioni per quanto riguarda la legge elettorale, a patto che si tengano in considerazione le proposte contenute nella bozza della legge del Movimento, decisa dopo una lunga consultazione online.
Cosa si sono detti PD e M5S. Matteo Renzi e i rappresentanti del M5S si sono incontrati, cordialmente, per discutere le loro idee sulla legge elettorale: difficilmente però si arriverà a qualcosa di concreto.
Il mio grosso grasso matrimonio greco 2 è nei cinema italiani dal 24 marzo e, come il titolo fa sottilmente intuire, è il sequel di Il mio grosso grasso matrimonio greco, un film del 2002 che costò appena 5 milioni di dollari e ne incassò circa 380. Il nuovo “grosso grasso matrimonio” è diretto da Kirk Jones, è costato 18 milioni di dollari e dal film del 2002 non ha ripreso solo il titolo: alcuni degli attori più importanti sono gli stessi di quelli del primo film ed è la stessa anche Nia Varlados, l’autrice di soggetto è sceneggiatura. Varlados – che è canadese ma è di origini greche – interpreta anche la protagonista dei due film: Fotoula “Toula” Portokalos. Toula vive a Chicago ma è di origine greca, cosa a cui la sua famiglia tiene moltissimo: il padre Gus (Michael Constantine) vuole per esempio che lei, che ha trent’anni, sposi un uomo greco. Toula si innamora però di un uomo che greco non è: si chiama Ian, insegna letteratura e nel film è interpretato da John Corbett. La famiglia di Toula all’inizio si oppone alla sua relazione ma poi, piano piano, accetta Ian e cerca di convertirlo alle usanze e alle tradizioni greche. Il film finisce bene e i due – come il titolo del film fa sottilmente intuire – finiscono per sposarsi e prepararsi per una vita insieme, felici e contenti.
E quindi hanno fatto “Il mio grosso grasso matrimonio greco 2”. È inutile che guardate da un'altra parte: il primo film nel 2002 costò 5 milioni di dollari e ne incassò quasi 400.
Il 2016 è stato un ottimo anno per l’industria dei diamanti: le vendite sono complessivamente aumentate di circa il 30 per cento. Ma un buon 2016 è arrivato dopo un pessimo 2015, quando il valore dei diamanti acquistati in tutto il mondo era calato del 35 per cento. Questa volatilità è uno dei numerosi segnali di un’industria che vive un momento di grande incertezza sul suo futuro. Il settore sarà ancora sostenuto per qualche anno dall’emergente classe media cinese, ma la concorrenza dei diamanti sintetici, il rischio di scoprire nuove miniere e soprattutto il «legame sempre più debole tra diamanti e promesse d’amore» – come l’Economist ha definito il principale asset dell’industria diamantifera – rischiano di mettere l’industria in una situazione molto difficile. L’industria dei diamanti intesa nel senso moderno ha una storia piuttosto recente. È nata nel corso del Ventesimo secolo e per parecchio tempo è stata sinonimo di De Beers, la società che per decenni è stata un quasi-monopolista dell’estrazione e della distribuzione dei diamanti in tutto il mondo. Nel 1902, alla morte del fondatore, il grande pioniere della colonizzazione britannica dell’Africa Cecil Rhodes, De Beers controllava il 90 per cento del mercato mondiale dei diamanti. Era un mercato remunerativo, ma abbastanza ridotto. La fortuna mondiale di De Beers arrivò negli anni Trenta, quando i nuovi proprietari della società, la famiglia Oppenheimer, iniziò una massiccia campagna pubblicitaria per trasformare i diamanti in uno status symbol a cui solo in pochi avrebbero potuto rinunciare.
Un diamante non è per sempre. Il legame tra diamanti e amore eterno, che ne ha sostenuto il mercato per decenni, è sempre meno sentito e questo potrebbe avere effetti catastrofici su tutto il settore.
È uscito il primo trailer dell’ottava stagione di Game of Thrones, che sarà anche l’ultima della serie fantasy più popolare di sempre. Sarà fatta di sei episodi, e comincerà il 14 aprile. Il trailer mostra tutti i personaggi principali rimasti vivi, a partire da Jon Snow e Daenerys Targaryem insieme ai due draghi, dando l’idea che si stiano tutti più o meno ricongiungendo in vista della battaglia finale contro gli Estranei. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il primo trailer dell’ultima stagione di “Game of Thrones”. Comincerà il 14 aprile, e sarà fatta di sei episodi.
Samantha Cristoforetti, l’astronauta italiana che dallo scorso novembre è in missione a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una foto di Milano e dei comuni vicini scattata dallo Spazio.
I led di Milano visti dallo spazio. In una foto di Samantha Cristoforetti si vede bene la luce prodotta dalle nuove lampade a led installate sulle strade di Milano.
Facebook ha presentato Facebook Groups, una nuova applicazione per Android e iOS che serve per usare e gestire in modo più semplice i gruppi cui si è iscritti. L’app è gratuita, può già essere scaricata dall’App Store e da Google Play ed esiste in una versione in italiano. I gruppi sono sempre stati poco accessibili all’interno dell’applicazione classica di Facebook per smartphone: dalla schermata principale si deve accedere al menu del proprio account, scorrere numerose voci fino a quella dei gruppi e infine scegliere in quale entrare per leggere gli ultimi aggiornamenti. Groups risolve il problema, mostrando da subito l’elenco dei gruppi cui si è iscritti e le ultime attività degli altri membri. Dopo l’installazione, basta avviare Groups e collegarlo al proprio account Facebook: in questo modo l’applicazione si aggiorna mostrando nella sua schermata principale una serie di icone. Ogni icona corrisponde a uno dei gruppi cui si è iscritti, un numero in alto a destra mostra se ci sono nuovi contenuti da vedere. Per non perdersi cose nuove dai gruppi cui si tiene di più, c’è la possibilità di attivare un servizio di notifiche, per ricevere avvisi sulle attività degli altri membri mentre si stanno facendo altre cose con lo smartphone.
Groups, l’app di Facebook per i gruppi. Come funziona la nuova app per smartphone che è una specie di Facebook in miniatura.
Negli ultimi mesi in India sono stati documentati oltre 35mila casi di mucormicosi (o malattia da fungo nero), un’infezione con un alto tasso di letalità causata da alcuni tipi di fungo, tra i malati di COVID-19 ricoverati in ospedale con sintomi gravi dovuti al coronavirus. Le autorità sanitarie indiane hanno parlato di un’epidemia dentro la pandemia, perché l’incidenza dei casi è aumentata notevolmente rispetto al normale, con i medici che faticano a trattare la malattia e al tempo stesso la COVID-19. Pericolose infezioni fungine sono state riscontrate in diversi pazienti anche nei paesi occidentali, dove ci sono comunque maggiori possibilità di diagnosi precoci per trattarle prima che causino seri danni. I funghi sono tra gli organismi più diffusi al mondo e vivono praticamente ovunque: nel terreno, nell’acqua, nell’aria e nel nostro organismo. Le difese immunitarie di cui disponiamo ci aiutano a tenere sotto controllo i loro tentativi di invasione, ma nel caso di problemi congeniti o in presenza di farmaci che riducono l’attività immunitaria può accadere che i funghi superino le difese e inizino a proliferare.
Le rischiose infezioni fungine tra i malati gravi di COVID-19. Stanno interessando migliaia di ricoverati negli ospedali indiani, ma alcune forme passano inosservate in Occidente.
Ferruccio Giromini ha raccontato su Pagina99 il successo dell’illustratrice, blogger e artista Keri Smith e del suo libro più famoso, Distruggi questo diario: uscito dieci anni fa negli Stati Uniti, ha venduto 3,6 milioni di copie in tutto il mondo, di cui 35 mila in Italia, dov’è stato pubblicato da Corraini nel febbraio 2015. Il libro è una sorta di manuale che invita alla creatività: ogni pagina è illustrata con scritte e immagini che chiedono al lettore di strapparla, bucarla, graffiarla, disegnarci o incollarci qualcosa. «Un nuovo fantasma si aggira anche per l’Europa, dal Canada da dove è partito. Ha nome Keri Smith ed è una giovane tutto pepe, che forse con un cognome così anonimo aveva bisogno di sentirsi in qualche modo speciale – e ci è riuscita benissimo. Illustratrice, blogger, artista, in pochi anni è diventata uno degli autori di libri (scrittore non è la parola più adatta, e vedremo perché) più venduti nel mondo. Dati alla mano: il suo best-best seller Distruggi questo diario (Wreck This Journal nell’edizione originale Penguin) a dieci anni dalla prima pubblicazione ha venduto 2,1 milioni di copie in Nordamerica e 3,6 milioni di copie altrove nel mondo (quasi 1 milione in Brasile, 800mila nel Regno Unito, 500mila in Germania, 350mila in Russia, 150mila in Spagna, oltre 100mila in Francia – e 35mila in Italia, in costante ascesa). E gli altri titoli – ne sforna più o meno uno all’anno – non sfigurano, uno tira l’altro.
Libri da distruggere. Pagina99 racconta il successo dei manuali creativi di Keri Smith, che invitano il lettore a graffiare, scarabocchiare, macchiare e bucarne le pagine.
Nella notte tra domenica e lunedì al Microsoft Theater di Los Angeles sono stati consegnati gli Emmy Awards, i più importanti premi della televisione americana, considerati gli “Oscar delle serie tv”. Fleabag e Game of Thrones hanno vinto i due premi più importanti, rispettivamente per la miglior comedy e la miglior serie drammatica, e le foto più belle della serata riflettono un po’ questa notizia, con Phoebe Waller-Bridge (che ha vinto anche come miglior attrice in una comedy e per la miglior sceneggiatura comica) e gli attori di GOT – Kit Harington, Emily Clarke, Sophie Turner, Maisie Williams e Gwendoline Christie – tra i più fotografati. Ma non mancano Jodie Comer, Julia Garner, Billy Porter, Kim Kardashian e Zendaya, insieme a chi si abbraccia e chi si mette in posa, come a ogni grande cerimonia di premiazione che si rispetti. Tutti i vincitori degli Emmy 2019
Le foto più belle degli Emmy. Phoebe Waller-Bridge, Jodie Comer e il cast di "Game of Thrones", tra i tanti invitati e premiati agli "Oscar delle serie tv".
Il 3 settembre del 1995 un informatico iraniano naturalizzato statunitense – Pierre Omidyar – fondò un servizio online che, dopo una serie di evoluzioni, sarebbe diventato eBay: oggi uno dei più grandi siti di aste al mondo per la vendita di qualsiasi cosa. La società nei suoi primi anni ebbe un enorme successo, sia in termini di popolarità sia economici, complice la cosiddetta “bolla delle dot-com”, la bolla speculativa che nella seconda metà degli anni Novanta portò molte aziende di Internet ad avere quotazioni esorbitanti. Quando la bolla scoppiò molte società fallirono ma non eBay, che riuscì a sostenere l’impatto della fine della speculazione e consolidare ulteriormente le sue attività. Come nacque eBay Omidyar voleva creare un servizio che permettesse di organizzare aste online per la vendita di particolari oggetti. La prima versione di eBay si chiamava Auction Web (“auction” in inglese vuol dire asta) ed era semplicemente una sottosezione del sito personale di Omidyar. Le possibilità offerte dal servizio, per quanto basilari, erano inedite per l’epoca. Grazie al passaparola online, l’interesse intorno al progetto crebbe notevolmente: a un certo punto il fornitore dello spazio online contattò Omidyar dicendogli che avrebbe dovuto passare a un contratto più costoso per mantenerlo, considerato il volume di traffico. Per compensare l’aumento dei costi per gestire il suo sito, Omidyar introdusse una commissione per chi utilizzava il suo servizio, idea che ancora oggi è alla base del sistema usato da eBay per mettere in contatto venditori e acquirenti, e per gestire le loro transazioni economiche.
Come va eBay. Il famoso sito per le aste online fu fondato oggi 20 anni fa: i media non ne parlano più tantissimo, ma i suoi affari vanno molto bene.
La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 15 persone indagate per i presunti illeciti legati alla cessione dei terreni su cui sarà costruito i nuovo stadio della Roma. Tra le persone per cui è stato chiesto il processo ci sono l’imprenditore Luca Parnasi e cinque suoi stretti collaboratori. Il pm Barbara Zuin e il procuratore aggiunto Paolo Ielo ipotizzano, a seconda delle posizioni, i reati di associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito.
La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di 15 persone nell’indagine sui terreni su cui sarà costruito il nuovo stadio della Roma.
Il Guardian ha messo insieme una lista di 10 libri utili per capire la società degli Stati Uniti negli anni Sessanta, il decennio delle campagne per i diritti civili e delle proteste studentesche, dell’assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy e di Martin Luther King, e degli inizi di musicisti e gruppi diventati famosi in tutto il mondo. La lista è stata realizzata dal giornalista scozzese Stuart Cosgrove, raccogliendo i libri che gli sono stati più utili per scrivere Detroit 67: the Year that Changed Soul. Il saggio racconta gli scontri e le proteste del 1967 a Detroit, in Michigan, contro la guerra in Vietnam e a favore dei diritti civili, e di come influenzarono la scena musicale locale, dominata dalla casa discografica Motown, che produceva tra gli altri le Supremes. La selezione di Cosgrove include un reportage di guerra che ha ispirato Apocalypse Now e Full Metal Jacket, i due più importanti film sul conflitto in Vietnam, la biografia del pugile Muhammad Ali, e un saggio di Tom Wolfe su uno scrittore che gira l’America facendosi di LSD e altri acidi. Alcuni libri sono stati tradotti in italiano, altri sono disponibili solo in inglese. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
10 saggi per capire gli Stati Uniti degli anni Sessanta. Scelti dal Guardian: parlano di case discografiche, scrittori che si fanno di LSD, reportage dal Vietnam e Muhammad Ali.
Nella notte tra mercoledì e giovedì due uomini – rispettivamente di 33 e 32 anni – sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco a Saviano, poco lontano da Napoli. Uno dei due è stato trovato all’interno dell’automobile su cui viaggiava, l’altro poco lontano, come se fosse riuscito a fuggire per alcuni metri prima di essere raggiunto dai suoi assassini. Nessuno dei due aveva gravi precedenti penali. Dall’inizio dell’anno dodici persone sono state uccise a Napoli, cinque soltanto negli ultimi giorni. Nel 2014, l’ultimo anno per cui sono disponibili i dati completi, in provincia di Napoli ci sono stati meno di cinquanta omicidi. Secondo la polizia le sparatorie degli ultimi giorni non sono collegate tra loro: non sarebbero quindi una guerra di clan, come quella costata decine di morti che avvenne nell’inverno tra il 2004 e il 2005 a Scampia tra il clan di Lauro e i cosiddetti Scissionisti. Le indagini sono solo all’inizio, ma secondo polizia e giornalisti gli ultimi casi di omicidi hanno soltanto due elementi in comune: sono quasi tutti legati alla lotta per il controllo del traffico di droga e sono stati compiuti da ragazzi molto giovani, qualcuno anche minorenne. «Qui la normale amministrazione è una guerra quotidiana legata alla droga e nutrita di omertà, combattuta da centauri non ancora maggiorenni», ha scritto pochi giorni fa Roberto Saviano su Repubblica.
Che sta succedendo a Napoli. Dall'inizio dell'anno ci sono stati dodici omicidi: la causa sembra essere lo scontro tra gruppi di giovani criminali, il ministro Alfano ha detto che manderà l'esercito.
Il Post ha chiesto un’intervista a Marco Patuano, dallo scorso aprile nuovo amministratore delegato di Telecom, e ci siamo accordati per una conversazione in diretta in streaming con il direttore Luca Sofri, trasmessa oggi alle 17 su questa pagina. Dalle 18,30, poi, Patuano replicherà un confronto con tutti attraverso Twitter. È possibile inviare domande già da venerdì su Twitter utilizzando la destinazione @MarcoPatuano e lo hashtag #twittertimeti.
Twitter intervista Marco Patuano. La prima intervista a un giornale del nuovo amministratore delegato di Telecom, e poi le risposte alle domande di tutti.
Matematica in pausa pranzo è il nuovo libro di Maurizio Codogno, divulgatore matematico e blogger del Post, pubblicato il 22 settembre dalla casa editrice Codice. Raccoglie quiz e aneddoti interessanti che mostrano come la matematica sia presente nella vita di tutti giorni e come conoscerla aiuti a cavarsela bene in molte le situazioni (tra cui impressionare gli amici). Tra i libri di Codogno ci sono Matematica in Relax e Matematica in pausa caffè, mentre sono usciti solo in formato ebook Matematica e infinito e Fantamatematica. In questo capitolo Codogno spiega da un punto di vista matematico come fa una notizia a diffondersi tutto d’un tratto fino a diventare LA notizia del momento, quella di cui tutti parlano.
Come un meme diventa un meme. Spiegato da Maurizio Codogno nel suo ultimo libro, "Matematica in pausa pranzo".
Lucca è una città a doppio fondo. Una specie di distillato del provincialismo italiano. Dove avviene tutto e il contrario di tutto. Una città bigotta ma trasgressiva, per dire. Una città bianca in una regione rossa. Una città dove la tradizione mercantile è molto radicata e consolidata. Basta entrare in un negozio per sentirsi davvero circondati di attenzione e cortesia. Lucca è una città che conserva. I negozi di un tempo, i bar per il tè della buona borghesia, come se fosse immutabile. Anche il sindaco di Lucca è immutabile. Si chiama Mauro Favilla, è stato eletto nel 2007 ma era già stato primo cittadino nel 1972 e poi nel 1985 e ancora nel 1988. Oggi ha 76 anni. Lucca è una città bellissima che a volte non riesce a nascondere le sue brutture, però. Accade anche in questi giorni ma la storia viene da lontano. Era il 2004 quando allo stadio di Porta Elisa debuttarono a suon di sprangate i “Bulldog 1998” un gruppo di supporter della squadra locale decisamente collocati a destra che, prima ancora di sostenere l’onore della Lucchese, iniziò a far pulizia della “marmaglia rossa” che infestava la loro stessa tifoseria, per ottenere il possesso completo della curva. Qualcuno racconta che già l’avere il comune concesso lo spazio per la presentazione di un libro sul gerarca Pavolini, il 25 aprile 2001, fu una prima occasione di aggregazione importante per il gruppo. Dopo anni di caccia ai “Fedayn” e ai “Tori Flesciati”, tifosi lucchesi di estrema sinistra, riuscirono nell’intento e iniziarono ad andare oltre, allargando le loro scorribande anche fuori dello stadio. Minacce e violenze commesse ai danni di giovani appartenenti all’area della sinistra antagonista, iniziati la notte di ferragosto del 2004 con l’aggressione a Edoardo Seghi, fino al pestaggio e all’accoltellamento di Emanuele Pardini, militante del centro sociale “Cantiere Resistente”, la notte del 23 febbraio 2007.
Il branco che insanguina Lucca. Da sei anni una banda di giovani ultras fascisti compie aggressioni in città: due settimane fa un ragazzo picchiato ha perso un occhio.
1933. Pugilato (s. m.) Madison Square Garden. È la sera del 29 giugno. Primo Carnera, di fronte a 31.753 spettatori paganti, manda al tappeto alla sesta ripresa, con un formidabile montante destro portato al mento, il campione del mondo dei pesi massimi, il bostoniano Jack Sharkey; «Carnera Knocks Out Sharkey; Wins the Title on 6th Round»: così il “New York Times” del giorno dopo. I giornali italiani riportano la notizia il 1° luglio, non tacendo sulle esternazioni in perfetto stile mammista (MAMMA [1957]) del gigantesco pugile e della sua emozionata genitrice:
Itabolario: Pugilato (1933). Quando Primo Carnera vinceva per il Duce, per l'Italia e per la mamma.
In finlandese “onkalo” significa “cavità, posto in cui nascondere le cose” ed è il del primo deposito permanente di scorie nucleari pensato per durare centomila anni. Lo stanno costruendo sull’isola di Olkiluoto, nell’ovest della Finlandia, in linea d’aria a poco più di 200 chilometri da Helsinki e quasi 300 da Stoccolma, in Svezia: sarà completamente sottoterra, le scorie saranno isolate a più di 450 metri sotto il livello del suolo e il costo stimato del progetto è 3,5 miliardi di euro. Gli aspetti più complicati del progetto, tuttavia, non sono quelli tecnici ma quelli culturali, per così dire: come facciamo a spiegare cosa c’è lì dentro agli umani che vivranno tra centomila anni? E come saranno gli umani di quell’epoca? Che lingua parleranno? Saranno più evoluti di noi o vivranno in una nuova età del bronzo? La centrale nucleare di Olkiluoto, in Finlandia, il 28 aprile 2016 (SAM KINGSLEY/AFP/Getty Images)
Cosa ci sarà tra centomila anni. Devono immaginarlo i progettisti di un deposito di scorie radioattive in Finlandia: come sarà il mondo? Come spieghiamo agli umani del futuro cosa c'è lì dentro?.
Denis Chuprikov, l’uomo che lo scorso gennaio aveva rubato un quadro dal valore di 900mila euro dalla galleria d’arte Tretyakov Gallery di Mosca, è stato condannato a tre anni di carcere. Il quadro si intitola Ai Petri. Crimea ed era stato realizzato nel 1908 dall’artista russo di origine greca Arkhip Kuindzhi. Chuprikov l’aveva levato dal muro, se l’era messo sotto braccio ed era uscito così, indisturbato. La polizia lo arrestò subito grazie alle telecamere di sorveglianza e ritrovò il quadro in un palazzo vicino alla galleria, dove Chuprikov confessò di averlo nascosto. Chuprikov si è dichiarato colpevole, ha chiesto scusa alla galleria ma ha detto che ricorrerà in appello.
L’uomo che aveva rubato un quadro da 900mila euro da una galleria di Mosca è stato condannato a 3 anni di carcere.
Dicono che gli uomini non capiscano le donne; dicono che le conoscano poco. Che ci siano pieghe dell’universo femminile che l’uomo non scoprirà mai. Falso. Paolo Cognetti, milanese, classe 1978, autore di documentari e scrittore di Sofia si veste sempre di nero – pubblicato da minimum Fax – l’universo femminile lo conosce eccome. In modo dettagliato, profondo, intenso, sorprendente. Il suo romanzo è una raccolta di dieci racconti autonomi che illustra trenta anni di vita di una donna speciale. Dall’infanzia passata in una famiglia borghese, all’adolescenza turbolenta fatta, tra le altre cose, di disturbi psicologici; dalla scoperta del sesso alla passione per il teatro; dalla trasformazione in adulto al bilancio di una vita. Un ritratto femminile indimenticabile: una donna inquieta, capace di sopravvivere alle proprie nevrosi e di sfruttare improvvisi attimi di illuminazione fino a trovare, faticosamente, la propria strada. “Sofia si veste sempre di nero” è tra i dodici finalisti del Premio Strega e, in occasione della rinnovata collaborazione con il Festival Caffeina Cultura, pubblichiamo il primo capitolo di questo libro avvincente, in cui ciascuno può trovare momenti di bellezza e di dolore, di ansia e di riscatto, di vita vissuta sulla propria pelle.
Sofia si veste sempre di nero. Il primo capitolo del libro di Paolo Cognetti, tra i 12 finalisti del Premio Strega per minimum fax: dieci racconti autonomi sui trent'anni di vita di una donna speciale.
La Costa Concordia è stata infine raddrizzata, dopo avere trascorso 611 giorni con il fianco destro sommerso e appoggiato alla scogliera dell’Isola del Giglio, dove naufragò il 13 gennaio del 2012. Le operazioni per riportare in assetto verticale il relitto erano iniziate nella mattina di lunedì 16 settembre e sono proseguite fino alle 4 del mattino di martedì, quando le operazioni principali sono state dichiarate concluse. Benché fosse uno dei passaggi più difficili, l’opera di rimozione della Costa Concordia non è ancora finita e saranno necessari mesi prima che possa essere trainata lontana dal Giglio per essere smantellata. – La rotazione della Costa Concordia ha richiesto più di 19 ore di lavoro, 7 in più delle 12 inizialmente previste dai tecnici del consorzio italo-statunitense che ha gestito i lavori. Il brutto tempo di domenica notte ha fatto tardare l’inizio del raddrizzamento e un problema nel pomeriggio con alcuni tiranti ha rallentato ulteriormente le operazioni.
Costa Concordia, e adesso? ora che è stato raddrizzato, che ne sarà del relitto? Quando lo spostano? Dove lo portano? Quanto sta costando?.
La foto delle oche è bellissima, sembra un quadro, ma è intristita dal destino che attende le sventurate modelle. Non che i polli afgani abbiano prospettive migliori. Ma se il campionato di cose paurose successe a un animale lo vince senz’altro l’ignaro rinoceronte che abbiamo raccontato i giorni scorsi, ce ne sono anche che si godono con maggior ottimismo momenti migliori: molti neonati, cavalli ammobiliati e lo yak nepalese, di grande autorevolezza. Tutto nelle migliori foto di animali arrivate al Post questa settimana. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Si sta come d’autunno. Le oche inglesi aspettano il loro brutto natale, ma va meglio ai koala, agli ippopotami e ai cebi olivacei: le più belle foto di animali della settimana.
Allo zoo di Washington il panda Bao Bao continua a essere seguito e fotografato da quando è nato, poco più di un anno fa, anche per le pose buffe che assume molto spesso di fronte a pubblico e fotografi (e anche questa settimana non è stato da meno). Tra le foto di animali più belle della settimana c’è anche una farfalla cobra appoggiata sulla fronte di una bambina al Giardino Botanico della Masaryk University di Brno, Repubblica Ceca. La farfalla cobra ha dei colori bellissimi: si chiama così per il particolare disegno sulle sue ali, che ricorda proprio i colori del cobra. Un pitone di 6 anni in uno zoo di Manila, nelle Filippine, ha invece la caratteristica opposta: è albino. Il pitone albino viene nutrito con delle galline due volte al mese e viene chiamato anche “pitone palla” per la sua abitudine ad acciambellarsi. Rimanendo in tema di colori bizzarri, lo zoo di Lipsia, in Germania, ospita il tapiro asiatico: il cucciolo del tapiro Laila è molto piccolo e ha il pelo maculato. Ed è uno spettacolo. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Colori bestiali. Farfalle cobra, pitoni albini e cuccioli di tapiri maculati, tra le foto di animali più belle della settimana.
A 320 milioni di chilometri da noi, la sonda spaziale giapponese Hayabusa-2 ha prelevato un campione dell’asteroide Ryugu, che sarà poi riportato sulla Terra per analizzarlo e permetterci di scoprire nuove cose sul Sistema solare e la sua storia. È la seconda volta nella storia delle esplorazioni spaziali che una sonda preleva materiale da un asteroide con l’obiettivo di trasportarlo poi sul nostro pianeta. L’Agenzia spaziale giapponese (JAXA) ha annunciato il successo dell’operazione, ma solo quando parte della sonda sarà tornata sulla Terra potremo essere certi che sia riuscita a recuperare materiale roccioso a sufficienza dall’asteroide per le analisi. Hayabusa-2 orbita intorno all’asteroide Ryugu dallo scorso giugno, quando lo ha raggiunto dopo avere percorso un lungo viaggio durato circa quattro anni. Nei primi mesi in compagnia del suo corpo celeste, la sonda ha scattato fotografie ed effettuato numerose rilevazioni, consentendo ai ricercatori giapponesi di identificare il punto più adatto per effettuare il prelievo di materiale. Ryugu ha una particolare forma simile a un diamante, per altri a una trottola, e ha un’ampiezza massima di 900 metri.
Questa sonda giapponese ha sparato contro un asteroide. Il colpo ha permesso ad Hayabusa-2 di recuperare polveri e piccoli detriti, che saranno riportati sulla Terra per analizzarli e scoprire nuove cose sul Sistema solare.
È morto Pierre Carniti, importante sindacalista della Cisl ed ex senatore del PSI; aveva 81 anni. Carniti era nato a Castellone, in provincia di Cremona, il 25 settembre del 1936. Era il nipote della poetessa Alda Merini, che nel 1953 aveva sposato suo zio, Ettore Carniti. Il nome francese gli fu dato dal padre antifascista contro l’ordine del regime di dare ai bambini nomi italiani. Negli anni Sessanta si impegnò nel sindacato milanese per ottenere la cosiddetta contrattazione articolata, nel 1970 divenne segretario della Fim, l’organizzazione dei metalmeccanici della Cisl, e dal 1979 al 1985 fu segretario generale della Cisl. In dissenso con la Cgil fu tra i sostenitori del cosiddetto “accordo di San Valentino” del 14 febbraio 1984, quando il governo Craxi tagliò 4 punti percentuali della scala mobile, il meccanismo di adeguamento degli stipendi all’inflazione. L’accordo portò a una spaccatura tra i sindacati e al referendum abrogativo promosso dal Partito comunista italiano di Enrico Berlinguer, che sancì l’appoggio alla scelta di Carniti. Pierre Carniti e Gianni De Michelis negli anni Ottanta (LaPresse Torino/Archivio storico)
È morto Pierre Carniti, ex segretario della Cisl.
A un certo punto, all’inizio del millennio, sembrò che i Radiohead fossero la rock band più importante del mondo. Erano di un posto vicino a Oxford, suonavano insieme dal liceo chiamandosi “On a friday”, e nel 1991 avevano ottenuto un contratto discografico importante e si erano dati un nuovo nome. Vennero ballate straordinarie, rivoluzionari cambi di direzione, sperimentazioni rock commercialmente incoscienti e commercialmente vincenti insieme. Fecero quelli che se ne fregavano del mercato e delle scadenze dei singoli radiofonici, e conquistarono gli addetti ai lavori e vendettero montagne di dischi rivoluzionari in cui si faticava a riconoscere qualcosa di familiare. Poi, con la stessa disinvoltura, non ne approfittarono, nel senso che fecero meno dischi, continuarono a concedersi poco, e il mondo tornò degli U2, che sapevano e volevano dominarlo. Ma intanto che i loro successivi dischi riscuotevano la passione di ancora molti affezionati fans, lo spaesamento di molti altri, e altri ancora si stufavano proprio, si radicava sempre di più la popolarità di una loro canzone, che diveniva – rivincita – quello che era stato “One” degli U2 fino a pochi anni prima: la ballata rock imbattibile e universale, numero uno.
I 20 anni di Creep dei Radiohead. Il 21 settembre 1992 pubblicarono il loro primo singolo e una delle più grandi canzoni rock di tutti i tempi, ma allora non lo capì quasi nessuno.
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di Fininvest, azienda di proprietà di Silvio Berlusconi, e ha confermato che deve risarcire la CIR, azienda di proprietà di Carlo De Benedetti, mettendo fine così alla disputa legale riguardo l’acquisto della casa editrice Mondadori nei primi anni Novanta. Secondo il procuratore generale il risarcimento doveva essere ridotto ma confermato: la Cassazione lo ha ridotto di 23 milioni, da 564 milioni di euro a 541. Fininvest ha già consegnato nel 2011 i soldi a CIR, che però li aveva congelati in attesa del parere della Cassazione. La vicenda iniziò alla fine degli anni Ottanta, quando Fininvest, CIR e un terzo gruppo guidato dalla famiglia di imprenditori Formenton controllavano ciascuno circa un terzo delle azioni della casa editrice Mondadori. Nel 1988 i Formenton avevano deciso di cedere la propria parte delle azioni: e De Benedetti li convinse a firmare un pre-contratto secondo il quale entro la fine del 1991 le loro azioni sarebbero passate al gruppo CIR. Nel 1989 i Formenton cambiarono idea e vendettero le proprie azioni a Fininvest; il 25 settembre 1990 Silvio Berlusconi diventò così presidente del gruppo Mondadori.
Fininvest deve risarcire CIR. Lo ha deciso la Cassazione, mettendo fine alla lunga disputa sul cosiddetto "lodo Mondadori": l'azienda di Berlusconi dovrà pagare 541 milioni di euro.
Big Little Lies fu una delle serie più apprezzate del 2017: piacque molto alla critica e vinse otto Emmy e quattro Golden Globe (dopo aver ricevuto rispettivamente 16 e 6 nomination). A voler essere precisi era però una miniserie, cioè una serie più breve e di una sola stagione: fu concepita per durare sette episodi e poi basta, nient’altro. Ma poi, visto il successo che ebbe, le cose cambiarono ed ecco quindi che questa sera arriva in Italia la seconda stagione di Big Little Lies, che non avrebbe dovuto esserci. I primi due episodi dei sette che compongono la seconda stagione saranno trasmessi questa sera su Sky Atlantic, dopo che negli Stati Uniti erano stati trasmessi il 9 e il 16 giugno. È quindi il caso di ripassare cosa successe nella prima, capire cosa è successo per far sì che ne arrivasse una seconda e infine cosa si dice di questa seconda stagione di Big Little Lies. La prima stagione (con SPOILER) Era tratta da un omonimo racconto dell’australiana Liane Moriarty, tradotto in Italia come Piccole grandi bugie. La diresse Jean-Marc Vallée, il regista di Dallas Buyers Club e Wild, e a occuparsi dell’adattamento per la TV fu David E. Kelley, uno degli sceneggiatori più famosi della televisione americana. La prima stagione era ambientata a Monterey, in California, e parlava di cinque donne che vivevano in una comunità ricca e in molti casi sembravano avere vite quasi perfette, ma che in realtà avevano grandi problemi. A interpretare le cinque donne erano Nicole Kidman, Reese Witherspoon, Laura Dern, Shailene Woodley e Zoë Kravitz.
Torna “Big Little Lies”. Non era nei piani ma poi la prima stagione è andata così bene che è successo: la seconda è stasera su Sky Atlantic e alle cinque protagoniste si aggiungerà Meryl Streep.
Domenica 21 giugno è morto a Roma a 90 anni Remo Remotti, poeta e attore italiano, ma anche pittore, scrittore, scultore, cantante e drammaturgo. Remotti era nato Roma a 16 novembre 1924 e aveva iniziato la carriera nel cinema negli anni Sessanta, dopo aver iniziato come pittore (alcune sue opere sono presenti alla GNAM, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma). Ha lavorato, tra gli altri, con Francis Ford Coppola, Marco Bellocchio, Nanni Moretti, Ettore Scola, i fratelli Taviani, Nanni Loy, Maurizio Nichetti, Carlo Mazzacurati, Antonello Salis e Carlo Verdone. L’ultimo film in cui ha recitato Remo Remotti è stato “Viva l’Italia” di Massimiliano Bruno, nel 2012. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
È morto Remo Remotti, poeta e attore romano. Aveva 90 anni. È stato, tra le altre cose, scultore e drammaturgo, e ha scritto "Mamma Roma Addio".
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
Chi è Valentino Valentini. Mattia Feltri sulla Stampa racconta "l'uomo più riservato del governo", il consigliere internazionale di Berlusconi, tramite fra lui e la Russia.
Alla fine di novembre in una rimessa agricola a Échiré, vicino Poitiers, nell’ovest della Francia, sono state ritrovate circa 60 auto d’epoca completamente abbandonate che saranno vendute dalla casa d’aste francese Artcurial il prossimo febbraio, a Parigi. Il responsabile del settore delle auto d’epoca in Artcurial, Matthieu Lamoure, ha definito piuttosto eccezionale la circostanza che così tante auto d’epoca vengano ritrovate tutte insieme nello stesso posto. Si tratta di una collezione privata appartenuta al proprietario di una società di trasporti francese, Roger Baillon, che da metà degli anni Cinquanta ai primi anni Sessanta acquistò decine di macchine – tra cui Bugatti, Maserati, Ferrari, Hispano-Suiza, Talbot-Lago e altre – prodotte tra i primi anni Trenta e gli anni Cinquanta. Negli anni Settanta Baillon contava di allestire un museo permanente dell’automobile. A causa di una serie di problemi economici, tuttavia, fu costretto a vendere circa 50 macchine della sua collezione. Baillon è morto circa dieci anni fa, racconta il New York Times, così come suo figlio Jacques, morto l’anno scorso: sono stati i figli di Jacques a decidere di vendere le decine di auto d’epoca rimaste parcheggiate per decenni nella tenuta dei Baillon, senza alcune manutenzione. Tra i pezzi più pregiati della collezione, ha detto Lamoure, c’è una Ferrari California una volta appartenuta all’attore francese Alain Delon, che fu fotografato in questa macchina insieme all’attrice Jane Fonda nel 1964 durante le riprese di un film: la valutazione approssimativa per questa macchina, secondo Artcurial, è di almeno 9,3 milioni di euro.
Le foto delle auto d’epoca ritrovate in Francia. Sono rimaste abbandonate per decenni in una proprietà di un collezionista morto dieci anni fa: saranno vendute all'asta a febbraio.
Aggiornamento delle 18:20 Mentre le consultazioni politiche proseguono per trovare una soluzione per il piano di salvataggio di Cipro, la Banca Centrale di Cipro ha annunciato che le banche nel paese saranno chiuse anche venerdì. — — —
Cipro, il giorno dopo il rifiuto. C'è il rischio che le banche «non possano più riaprire», dice il ministro tedesco dell'economia, dopo che il Parlamento ha respinto gli aiuti e il prelievo forzoso.
Per chiudere le frontiere e limitare il passaggio dei migranti attraverso i propri confini meridionali con Croazia, Serbia e Romania, il governo ungherese ha usato e userà diverse centinaia di chilometri di “nastro spinato”, una variante più recente del classico filo spinato generalmente formato da due fili metallici intrecciati con dei nodi di altro filo a formare delle spine. Il nastro spinato è molto più pericoloso del normale filo spinato ed è usato principalmente per installazioni militari. È costituito da un unico nastro d’acciaio arrotolato a cui vengono saldate delle lame affilate. Per realizzare le recinzioni il governo ungherese si è rivolto, tra gli altri, a Mutanox, un’azienda tedesca specializzata nella fabbricazione di recinzioni, che però ha rifiutato l’ordine (rinunciando a circa mezzo milione di euro) dicendosi contraria all’uso che ne fa il governo ungherese: perché potrebbe essere usato per ferire uomini, donne e bambini che non rappresentano alcun tipo di minaccia.
Storia e attualità del filo spinato. All'inizio serviva a proteggere i raccolti dagli animali, poi divenne usatissimo in guerra, ora viene usato per proteggere i confini: quelli ungheresi, per esempio.
Apple sta facendo forti pressioni sulle case discografiche per convincerle ad abbandonare i servizi musicali in streaming gratuiti, come per esempio Spotify, in vista del lancio del suo nuovo servizio per ascoltare la musica online che dovrebbe avvenire prima dell’estate. La notizia è stata data da The Verge, uno dei più importanti e seguiti siti di tecnologia, e secondo le sue fonti almeno due autorità giudiziarie statunitensi starebbero valutando le operazioni svolte da Apple nel settore musicale per eventuali sanzioni da imporre all’azienda. Il dipartimento di Giustizia avrebbe già sentito alcuni dirigenti delle principali case discografiche, mentre nelle ultime settimane anche la Federal Trade Commission (FTC), l’autorità antitrust, avrebbe avviato una serie di verifiche nei confronti di Apple. Da tempo si parla delle intenzioni di Apple di entrare direttamente nel mercato della musica in streaming, con un servizio per ascoltare canzoni in abbonamento al posto dell’attuale modello che prevede il loro acquisto e download tramite iTunes. Le voci in tal senso sono aumentate dal maggio del 2014 cioè da quando Apple ha acquisito Beats, la società che oltre a produrre cuffie gestisce un servizio per ascoltare le canzoni in streaming molto popolare negli Stati Uniti. Il mercato in questo settore è in crescita e molti utenti preferiscono pagare un abbonamento mensile per ascoltare tutte le canzoni che vogliono, al posto del sistema tradizionale dei download meno immediato e più macchinoso.
Apple contro Spotify gratis. Secondo The Verge, Apple vuole convincere le case discografiche ad abbandonare i servizi gratuiti di musica in streaming in vista del lancio del suo sistema per ascoltare canzoni online.
Due mesi fa Wikileaks — il sito diventato celebre per aver pubblicato diversi documenti e filmati riservati — ha postato “Collateral Murder”, il video di un’azione militare statunitense a Baghdad, del 2007, che ha portato alla morte di due membri dello staff dell’agenzia giornalistica Reuters e di un iracheno disarmato, oltre a ferite gravi a due bambini. Il caso ha fatto parlare molto di sé, sia per il contenuto — la facilità con la quale i soldati sparano sulla gente — sia per la modalità di diffusione. Wikileaks è stato spesso criticato per i modi oscuri al limite (a volte oltre) della legalità. Wired scrive che l’FBI, in collaborazione con l’esercito americano, ha ora arrestato Bradley Manning, un ventiduenne analista dell’intelligence sospettato di aver passato il video a Wikileaks. Manning, che è dislocato a Baghdad, aveva condiviso il proprio gesto con Adrian Lamo, un ex hacker che aveva conosciuto online. Il soldato aveva raccontato a Lamo di aver passato a Wikileaks anche altri tre documenti riservati: un video di un raid aereo in Afganistan, un rapporto del Pentagono sulla minaccia Wikileaks e un documento con la stesura di 260.000 comunicazioni tra diplomatici statunitensi.
Il Pentagono arresta la fonte di Wikileaks. Il soldato avrebbe passato al sito il video dell’omicidio di civili a Baghdad da parte dell'esercito statunitense.
Dopo esser stato distribuito di recente anche in Giappone, Frozen – il film della Walt Disney uscito a novembre negli Stati Uniti e ispirato alla favola La regina delle nevi, di Hans Christian Andersen – ha superato Toy Story 3, del 2010, e domenica 30 marzo è diventato il film di animazione con gli incassi maggiori di sempre: 1,07 miliardi di dollari (circa 780 milioni di euro). Nella scorsa cerimonia degli Oscar Frozen ha vinto il premio per il miglior film d’animazione e quello per la migliore canzone originale, “Let it Go”. Finora ha ottenuto 398 milioni di dollari negli Stati Uniti e 674 nel resto del mondo. Questo non significa che Frozen sia il film di animazione più visto di sempre, perché la classifica dei maggiori incassi non tiene conto dell’inflazione, e bisogna pur considerare che nelle prime 30 posizioni sono presenti film usciti negli ultimi 22 anni. Il terzo film in classifica, per esempio, è Il Re Leone, che uscì nel 1994 e ha incassato in totale più di 987 milioni di dollari. L’anno più rappresentato è il 2012, in cui uscirono ben sei film nella classifica dei primi 50 con i maggiori incassi (L’Era Glaciale 4, Madagascar 3, Brave, Ralph Spaccatutto, Hotel Transylvania e Lorax – Il guardiano della foresta).
I 20 film di animazione con i maggiori incassi. Frozen è al primo posto, al terzo continua a esserci un film di vent'anni fa.
Tutti i maggiori quotidiani pubblicano oggi ampi estratti dei verbali delle nuove dichiarazioni di Luigi Bisignani – si chiama “interrogatorio di garanzia” – rese ai pubblici ministeri lunedì scorso. Il Corriere della Sera ne racconta questo (qui invece le trascrizioni di Stampa e Repubblica). Minimizzare, questa è stata la sua linea. Cinque giorni fa, in poco più di un’ora di interrogatorio, Luigi Bisignani ha cercato di sminuire il proprio ruolo nelle relazioni con i politici e con i manager di Stato. Ma nella trascrizione del verbale si individuano numerosi segnali lanciati a chi con lui ha avuto relazioni in tutti questi anni. Accompagnato dai suoi avvocati Fabio Lattanzi e Gianpiero Pirolo, non si è sottratto ad alcuna domanda e ha tenuto a fare una precisazione: «Io sono una persona per bene, do soltanto consigli». Si comincia dai rapporti con Alfonso Papa, parlamentare del Pdl che il giudice chiede alla Camera di arrestare perché accusa entrambi di aver ricattato alcuni imprenditori. E Bisignani risponde: «Per me era fonte di notizie… Papa non era conosciuto solo da me, ma anche dai ministri con i quali aveva lavorato. Aveva questa ambizione di fare, di entrare in Parlamento e mi chiese se appunto io potevo dire a Verdini, coordinatore nazionale che è uno di quelli che compilava le liste… L’ultima parola è di Berlusconi. La prima parola è del Pdl della Campania, per cui il processo non è così semplice e perciò io parlai con Verdini… Lui mi disse quello che dicevano tutti in quel momento, che insomma avvocati e magistrati, soprattutto quando si parla tanto dei temi legati alla magistratura, ben vengano. Poi calcoli che Verdini era anche in buoni rapporti con Pera, che era uno di quelli che conosceva Papa. Pera, pare che sia stato Pera, cioè voglio dire non è che arriva Bisignani e dice mettete Papa nelle liste». E allora perché le chiedevano di parlare con Verdini? «Perché certamente ero in buoni rapporti con Verdini da molti anni… A Letta parlai io di Papa che peraltro lui conosceva… E Berlusconi aveva ricevuto anche altre segnalazioni».
Il nuovo interrogatorio di Bisignani. I giornali pubblicano i verbali delle dichiarazioni di lunedì scorso davanti ai pubblici ministeri.
Ci sono persone che appena escono di casa in una bella giornata di sole non possono fare a meno di starnutire, o che vanno in bagno nel cuore della notte, accendono la luce e ogni volta starnutiscono: succede sempre, anche quando non sono raffreddate o allergiche a qualcosa. È probabile che molte di loro non abbiano mai dato peso più di tanto alla cosa, né che sappiano di fare parte di un club che – a seconda delle ricerche – comprende tra il 15 e il 35 percento della popolazione mondiale. Quel club soffre di fotoptarmosi o starnuto riflesso fotico: nei paesi dove si parla inglese, la sindrome viene chiamata ACHOO (si legge “aciù”, come uno starnuto), dall’abbreviazione creativa della definizione “Autosomal dominant Comeplling Helio-Ophtalmic Outburst”. È una condizione ereditaria, dicono i ricercatori, che però a oggi non sono ancora riusciti a comprenderne fino in fondo le cause. La fotoptarmosi non sembra avere molto senso: di solito uno starnuto è indotto dalla presenza nelle vie respiratorie superiori di germi e altre sostanze, come polveri indesiderate che devono essere rapidamente espulse. La luce di per sé non costituisce in questo senso un pericolo, quindi la reazione è causata da qualcos’altro. Aristotele fu tra i primi a notare che alcune persone tendono a starnutire quando entrano in contatto con una fonte di luce intensa, come il sole, ma solo negli anni Cinquanta del Novecento iniziarono i primi studi approfonditi sul fenomeno. Grazie a queste ricerche si scoprì che la causa è un rapido lampo di luce: chi soffre di fotoptarmosi starnutisce se viene esposto all’improvviso a una fonte luminosa.
Perché la luce fa starnutire alcune persone? la fotoptarmosi – o "starnuto riflesso fotico" – riguarda centinaia di milioni di persone in tutto il mondo ed è un mistero per la ricerca.
Il giornalista Emilio Fede è stato arrestato ieri sera con l’accusa di essere evaso dagli arresti domiciliari mentre era a cena in un ristorante di Napoli con la moglie in occasione del suo 89esimo compleanno. Lo stesso Fede ha raccontato l’arresto all’Adnkronos: «È stata una cosa terrorizzante. Compivo gli anni e da Milano, con i domiciliari finiti, sono partito per trascorrere due giorni con mia moglie. Siamo andati al ristorante a mangiare una pizza io e lei, e lì sono arrivati i carabinieri, notificandomi gli arresti per il reato di evasione». Fede è stato quindi trasferito in albergo dove ora si trova agli arresti domiciliari in attesa della decisione del magistrato. Fede nel 2018 era stato condannato a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione nel processo noto come “Ruby bis“, che prende il nome dal soprannome di Karima el Marough e riguarda le “cene eleganti” organizzate nella casa di Arcore di Silvio Berlusconi. Fede ha scontato 7 mesi di domiciliari e deve completare la pena con 4 anni di servizi sociali.
Emilio Fede è stato arrestato per aver violato gli arresti domiciliari.
Durante un’interruzione pubblicitaria della trasmissione X Factor, nel Regno Unito, è andato in onda uno spot di 30 secondi con testo e solo voce che sembra anticipare una delle canzoni contenute nel prossimo e atteso album della cantautrice britannica Adele. La diffusione del video non è stata commentata né da Adele né dai produttori della cantante, ma da qualche settimana si parla della possibilità che il suo nuovo album sia diffuso tra poche settimane, a novembre. Le parole cantate nel breve spot – da una voce che sembra proprio quella di Adele – sono:
Questi sono i primi 30 secondi del nuovo disco di Adele? uno spot trasmesso nel Regno Unito potrebbe essere l'indizio più concreto sul suo nuovo e atteso album.
Uno dei più bei libri dell’ultimo decennio, e un caso editoriale italiano memorabile, sta tornando a far parlare di sé dopo dieci anni. È “La versione di Barney” di Mordecai Richler, da cui è stato tratto un film che verrà presentato in anteprima mondiale a Venezia dopodomani. Contemporaneamente, esce in Italia per Bompiani “Sulle strade di Barney“, il libro su Richler e sul suo romanzo scritto da Christian Rocca, che fu protagonista – da giornalista del Foglio – del successo italiano del libro. Gli abbiamo chiesto di raccontarcelo, quel successo. Quando uscì in Italia “La versione di Barney”? Alla fine del 2000, ma il successo è del 2001. Prima della folle campagna del Foglio non aveva superato la buona routine di simili libri Adelphi.
La versione di Barney, dieci anni dopo. La storia del successo italiano del formidabile romanzo di Mordecai Richler, mentre a Venezia si presenta il film.
Repubblica ha tradotto ieri un articolo del critico musicale Alex Ross uscito lo scorso novembre sul Guardian, a proposito del mancato successo popolare della musica “classica contemporanea”, laddove altre forme d’arte colta sono state rese con i decenni accessibili e divulgate ai grandi pubblici. Benché sia trascorso ormai un secolo da quando Alban Berg e Anton Webern riversarono sul mondo le loro aspre sonorità, i classici moderni sono considerati tuttora indigesti da buona parte del pubblico dei concerti. All’ultima stagione della New York Philharmonic, al momento dell’ esecuzione dei Tre pezzi per orchestra di Alban Berg decine di persone hanno lasciato la sala; e un gruppo altrettanto nutrito ha disertato Carnegie Hall quando la Filarmonica di Vienna ha affrontato le Variazioni per orchestra di Schoenberg. A volte basta anche il più blando dei regimi di musiche del XX secolo per suscitare uno stridor di denti chiaramente udibile. Persino una composizione che ha ben poco di atonale come la Serenata per tenore, corno e archi di Benjamin Britten, ascoltata al Lincoln Center nel 2009, non ha incontrato il gusto di un signore seduto dietro di me. Il quale, sentendo una voce gridare «bravo!» dall’ altra parte della sala, ha borbottato: «Scommetterei che è una posa». Ho resistito a stento alla tentazione di sbattergli contro la partitura tascabile che avevo in mano. Alcuni comportamenti di questo tipo si possono mettere sul conto della ben nota mancanza di buone maniere di alcuni sponsor di New York
Il marketing della musica colta. Il critico Alex Ross si chiede perché Pierre Boulez e John Cage non sono ancora diventati "pop", Alessandro Baricco cerca di rispondere.
21.00. Il punto serale del Giornale di Vicenza, che è online in versione “leggera” dopo aver avuto molte difficoltà tutto il giorno: “Con il leggero miglioramento delle condizioni atmosferiche il livello del Bacchiglione nel Vicentino sta cominciando a scendere così come l’acqua sta cominciando a defluire dalle strade. Alle 13, a Ponte degli Angeli, il Bacchiglione aveva raggiunto i 5 metri e 47 centimetri, alle 15 era sceso a 5 metri e 40 centimetri, alle 16.30 un altro lieve calo fino a 5 metri e 35 centimetri e alle 17.30 un ulteriore calo a 5 metri e 26 centimetri. Lo rende noto il Comune di Vicenza.” 20.59. I dispersi in Veneto risultano essere tre.
Gli allagamenti in Veneto, un disastro. Il Bacchiglione è straripato stamattina a Vicenza e in altre zone della regione, i video e le fotografie.
“Un grande paese” è il titolo del libro di Luca Sofri (il peraltro direttore del Post) che esce oggi, pubblicato da BUR Rizzoli, di cui anticipiamo la parte dell’introduzione che ne illustra le intenzioni. Così lo riassume la quarta di copertina: «”Un grande Paese” è la definizione che vorremmo poter dare dell’Italia, senza che ci scappi da ridere. È il futuro che vorremmo immaginare, il presente che invidiamo ad altre nazioni ma che non vediamo intorno a noi. Eppure, è il nostro modo di essere italiani, di sognare un grande Paese, di fare come se lo fosse, a disegnarlo e farlo diventare possibile: sono le nostre volontà e capacità di rendere condivise le cose di cui siamo fieri, quelle che ci sembrano giuste, quelle che ci sembrano belle. Come possiamo trasformare l’Italia da qualcosa a cui siamo affezionati in qualcosa di cui essere orgogliosi, almeno tra vent’anni, senza ricorrere ancora a Michelangelo e Domenico Modugno? “Ci sono le cose giuste e le cose sbagliate”, spiega Luca Sofri in questo libro: “e bisogna fare quelle giuste”. Rimettendo ognuno di noi al centro del problema, distinguendo tra il partire tutti uguali e l’arrivare tutti uguali, superando la pigrizia dell’”essere se stessi”. Con l’aiuto di Gobetti, Snoopy e Michael Jackson, Sofri indica una strada, che passa per la voglia di fare, la responsabilità di ognuno, la costruzione di un orgoglio e l’umiltà di accettare lezioni. Per avere “un grande Paese” tra vent’anni, ma cominciando a lavorarci subito, domattina, e anche sul presto». Questo libro non parla genericamente di «comportarsi bene», che pure sarebbe un programma ambizioso abbastanza da costruirci un partito intorno, figuriamoci un libro (ci hanno persino costruito una religione imbattibile, prima di incasinarla con i regolamenti attuativi). Ma parla di molte cose che girano intorno all’idea che il miglioramento di noi stessi (no, non è roba new age) e del mondo debba essere il motore che fa camminare le nostre vite, perché tutto il resto poi viene da lì. Essere felici, viene da lì. Rendere felici gli altri, viene da lì. E le due cose si aiutano a vicenda. Dovrei forse rassicurare i lettori che vedano in queste perentorie asserzioni un inquietante avvicinamento all’ideologia. L’ideologia è malfamata perché è diventata la mascheratura di interessi inconfessati e sinonimo di rigidità. Ma l’ideologia non è una cosa cattiva – vuol dire «sistema di idee» – se è fluida ed elastica abbastanza, curiosa e dubbiosa, e le idee del sistema sono buone.
Un grande paese. Esce oggi il libro di Luca Sofri, il peraltro direttore del Post: e costa solo dieci euro.
La città di Philadelphia, negli Stati Uniti, ha approvato una legge che da questa estate vieterà ai negozi di accettare solamente pagamenti con carta di credito ed elettronici, rendendo quindi obbligatoria l’accettazione dei contanti come opzione. Non è la prima città statunitense ad adottare questa soluzione, ma è la più grande ad averlo fatto negli ultimi tempi e la decisione si inserisce nell’ampio dibattito sull’evoluzione degli esercizi commerciali, con molte aziende che stanno sperimentando sistemi per rendere più rapidi e semplici i pagamenti, a scapito delle tradizionali transazioni con banconote e monete. La società più grande e importante che sta lavorando ai negozi senza cassa è Amazon con il suo servizio “Go”. In alcune città degli Stati Uniti, l’azienda ha aperto supermercati sperimentali dove è sufficiente avere un account Amazon, collegato alla propria carta di credito, per pagare la spesa.
Le leggi contro i negozi che non accettano contanti. Negli Stati Uniti diverse città sono contrarie ai posti dove si può pagare solo con le carte, e ne sta nascendo un acceso dibattito sul futuro del commercio.
A cinquant’anni dal lancio della prima Mustang – una celebre auto sportiva statunitense, tra i prodotti più venduti dell’industria automobilistica mondiale – Ford ha presentato il 5 dicembre la nuova serie di Mustang, che per la prima volta sarà venduta anche in Europa e Asia. La macchina è stata presentata in sei città di quattro continenti diversi (Dearborn, Michigan; Shanghai; Sydney; Barcellona; New York; Los Angeles) e Ford ha presentato due modelli, la Edge Concept e la Ka Concept. La macchina verrà venduta probabilmente a partire dalla fine del 2014, e non è ancora chiaro quanto costerà il modello base.
Le nuove Mustang. Ford ha presentato la nuova serie di una macchina leggendaria: sarà in vendita dalla fine del 2014, per la prima volta anche in Europa e Asia.
Made in Slums è una rassegna di mostre proposte dal Triennale Design Museum, che indagano e raccontano storie di design contemporaneo creato in luoghi speciali e particolari: le grandi baraccopoli del mondo. Una nuova mostra appartenente al progetto sarà inaugurata oggi: è dedicata allo slum di Mathare a Nairobi, una delle baraccopoli più grandi del Kenya. Conta circa 500.000 abitanti ed è sviluppata per un’area di circa 3km per 1,5km. La mostra, ideata dalla ong Liveinslums, presenta le fotografie di Filippo Romano e Francesco Giusti e indaga la capacità degli abitanti di autoprodursi gli oggetti di tutti i giorni. Dalle pentole agli attrezzi di lavoro, alla distillazione di un alcolico potentissimo, il Changaa, gli abitanti utilizzano materiali di riciclo.
Gli oggetti di una baraccopoli. Le fotografie dalla mostra allestita alla Triennale di Milano che racconta l'autoproduzione in una grande baraccopoli di Nairobi.