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Il video di “maggiore tendenza” del 2020 su YouTube è stato uno spettacolo di Dave Chappelle, uno dei più navigati e celebri comici americani che quest’anno ha avuto una visibilità particolare, soprattutto per come ha commentato le proteste estive di Black Lives Matter, contro il razzismo e la brutalità della polizia. Chappelle ha una lunga carriera ed è famoso negli Stati Uniti dagli anni Novanta, soprattutto per le tante cose che ha fatto in televisione: alcune delle quali sono tornate di recente alle cronache perché al centro di un’ingiustizia di compensi che ha messo in imbarazzo un paio di grandi network americani, denunciata proprio da Chappelle. Il titolo dello spettacolo di Chappelle finito in cima alla classifica di YouTube fa riferimento ai minuti e ai secondi che George Floyd passò sotto al ginocchio di un agente di polizia di Minneapolis, prima di morire soffocato, lo scorso 25 maggio. Chappelle fece il suo spettacolo in una fattoria nella campagna di Yellow Springs, Ohio, la piccola città in cui vive. Fu uno dei primi spettacoli tenuti dal vivo dopo la prima ondata dell’epidemia di COVID-19 negli Stati Uniti, e non fu davvero uno spettacolo comico. Chappelle aveva ripercorso vari episodi di violenza e omicidi della polizia contro gli afroamericani, riflettendo su cosa fosse, e soprattutto cosa non fosse, cambiato in questi anni.
Che storia ha Dave Chappelle. Il comico in cima alla classifica di YouTube è uno dei più celebrati negli Stati Uniti, tornato nel giro anni fa dopo una lunga pausa.
Certe abitudini sono alle spalle, ma da quando abbiamo scoperto, per caso, l’altra sera, che nel menù del risto-pizza sotto casa figurano ancora i Tortellini panna prosciutto e funghi e il Galestro capsula viola è scattata l’operazione nostalgia per gli anni ‘80. Così, dal carpaccio rucola e grana, all’amletica scelta tra Lancers e Mateus, abbiamo azzeccato un mezzo-bignamino di ottantitudine, traduzione: una lista di 10 cose che mangiavamo negli anni ‘80, e che un po’ ci mancano. Siccome quelli erano gli anni dell’individualismo (ca**i propri a pioggia) le nostre scelte possono non essere le vostre, per cui, aggiungete nei commenti i cibi degli anni ‘80 cui pensate con un filo di nostalgia. 1 – Cocktail di scampi | L’antipasto delle occasioni importanti includeva gamberi spesso congelati affogati in dosi elefantiache di salsa rosa, un modo elegante per definire una colesterolica combinazione di maionese e keciap. Ma ci sentivamo al centro del modo.
Cocktail di scampi!. Dieci cose che mangiavamo negli anni Ottanta, con sdegno e nostalgia.
Lo scorso 13 giugno, lo scrittore statunitense Dave Eggers è stato a Campi Bisenzio, comune in provincia di Firenze, per partecipare a uno dei progetti di “Porto delle Storie”, una scuola di scrittura che si ispira a quella fondata dallo stesso Eggers nel 2002 a San Francisco: 826 Valencia. Agli studenti che al “Porto delle Storie” frequentano i corsi di scrittura e giornalismo è stato chiesto di scrivere le quarte di copertina di alcuni libri di Eggers, senza però averli letti (qui qualche esempio): i loro lavori sono stati poi presentati a Eggers che li ha commentati e ha dato dei consigli ai ragazzi. Eggers divenne famoso in tutto il mondo con il romanzo pubblicato in Italia nel 2001 “L’opera struggente di un formidabile genio” un’autobiografia scritta dopo la morte dei genitori e nominata nel 2001 tra i finalisti del Premio Pulitzer: dopo ha pubblicato diversi altri romanzi conosciuti in tutto il mondo. Eggers è anche il fondatore di una celebre rivista letteraria e casa editrice, “McSweeney’s”, ed è stato autore per il cinema per i film “American Life” di Sam Mendes e “Nel paese delle creature selvagge” di Spike Jonze. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia, da Mondadori, è “Ologramma per il re”, che è stato inserito nella lista del New York Times dei dieci migliori libri usciti nel 2012 negli Stati Uniti.
Dave Eggers a Campi Bisenzio. Le foto dello scrittore americano – quello di McSweeney e dell’"Opera struggente di un formidabile genio" – in una scuola di scrittura in provincia di Firenze.
Nella storia della moda si conoscono l’origine e lo sviluppo di alcuni vestiti e accessori, come ad esempio i leggings, i fuseaux e le borse Birkin di Hermès. Altre volte è comunque difficile stabilire chi abbia inventato un certo capo di abbigliamento: è il caso del giubbotto bomber ricamato, ripreso da diverse case di moda nelle collezioni primavera-estate 2016. L’inventore del giubbotto bomber ricamato è rimasto anonimo, anche se le circostanze nelle quali nacque il prodotto sono note. Successe in Giappone alla fine della Seconda guerra mondiale: questo tipo di giubbotto faceva parte delle divise dei soldati americani, che iniziarono a farselo decorare dagli artigiani giapponesi prima di tornare negli Stati Uniti. Il nome giapponese del bomber ricamato è “sukajan“: Vogue ha scritto che secondo alcuni significa “felpa del dragone del cielo”, mentre secondo altri deriva dalla fusione del nome della città Yokosuka con la parola inglese “jumper” (cioè “felpa”) pronunciata con l’accento giapponese. I giubbotti sukajan erano nati dalla fusione del giubbotto americano portato dagli studenti di licei e università che praticano sport (il baseball, in particolare), le cosiddette “letter jackets“, con i ricami di classiche fantasie giapponesi, come i dragoni e le carpe. Si pensa che sia stato un soldato americano di stanza a Yokosuka – città nella Baia di Tokyo che è tuttora sede di un’importante base navale americana – ad avere per primo l’idea di farsi decorare il giubbotto da un artigiano giapponese. Molti altri soldati lo seguirono, sia in Giappone che negli anni successivi in Vietnam: così nel giro di pochi anni sui bomber dei militari comparvero delle immagini orientali, come le geisha e i fiori di ciliegio, insieme a simboli americani, come le aquile. Talvolta capitava che i soldati chiedessero ai sarti di ricamare le mappe dei territori conquistati.
La storia dell’invenzione del bomber ricamato. C'entrano un soldato americano e un artigiano giapponese: e se ne riparla ancora oggi, a 70 anni di distanza.
La crescente sensibilità per il cibo e per come viene realizzato si è portata dietro in tutta Europa un aumento dei locali che servono birra artigianale, cioè non prodotta con metodi industriali, e dei birrifici che la producono. Negli Stati Uniti, dove il consumo di birra artigianale ha preso piede diversi anni prima e oggi vale il 13 per cento del mercato complessivo della birra, l’espansione si è però fermata, e qualcuno ritiene che il mercato della birra artigianale abbia raggiunto il proprio picco. «C’è stata una piccola decelerazione», ha spiegato recentemente al Washington Post Bart Watson, capo economista della Brewers Association, che rappresenta gli interessi di 7.200 birrifici americani. «Quando hai a che fare con un’industria che fattura decine di miliardi di dollari, è difficile che ogni anno si cresca a doppia cifra», ha detto Watson. I dati gli danno ragione.
La birra artigianale ha raggiunto il picco? negli Stati Uniti forse sì, in Italia non lo sappiamo ancora: ma sicuramente c'è stato un rallentamento della crescita del mercato.
Viste da dentro, le settimane della moda sono una via di mezzo tra un vero circo e un’immersione in apnea che dura una settimana, governate da un senso di centralità e autoreferenzialità mitigato da rituali continui di autoironia compiaciuta. Tutto questo è attraversato dalla percezione di un grandissimo business, di una serie di rituali routinari, di una crisi che arriva anche in un mondo in cui la frase fatta “crisi è sinonimo di opportunità” non viene mai pronunciata. E tutto questo è infine avvolto in una straordinaria confezione di spettacolare cura estetica – con risultati i più vari e a volte raffinatissimi e a volte no – destinata a mostrarsi e replicarsi in tutto il mondo e per i mesi a venire su riviste e canali video, pagine e vetrine, e, occasionalmente, indosso a qualcuno. Di questa replica sono in gran parte responsabili i mai domi fotografi delle sfilate, che nell’ultima settimana – dopo Milano, la precedente – si sono spostati a Parigi per offrire alle agenzie mondiali migliaia di scatti: che sono poi le sfilate, viste invece da fuori. Non solo vestiti, né la storia di quello che c’è dietro, ma la fotografia di quello che c’è davanti. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La moda a Parigi. Le foto più belle mandate dai fotografi intorno alle passerelle questa settimana.
Sono stati annunciati i finalisti dei Comedy Pet Photography Awards, un concorso che premia le foto più buffe di animali domestici, cioè soprattutto di cani e di gatti in posizioni strane e con espressioni divertenti. Le foto sono state selezionate tra 2500 proposte e i vincitori saranno annunciati a settembre, divisi in 5 categorie: vincitore assoluto, junior photographer (sotto i 15 anni), ancients (più di 70 anni), animali che sembrano i loro proprietari e “Gone to the Dogs” (per le foto che ritraggono cani). Il concorso è stato organizzato dai fondatori del Comedy Wildlife Photography Awards, un altro concorso che ogni anno premia le immagini più divertenti di animali. Qui sotto trovate una selezione dei finalisti, tra cani che si godono l’aria dal finestrino, gatti che si credono Superman e altri in atteggiamenti molto umani. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Animali che non vogliono essere teneri. Le foto finaliste dei Comedy Pet Photography Awards: animali che fanno cose buffe, in pratica.
Alla Mostra del Cinema ho visto alcuni dei film in concorso (appartengo dunque alla prima delle due schiere individuate da Mereghetti). Per quel che ho visto, ho trovato una rassegna noiosetta, non priva di pellicole godibili ma talvolta incline, anche in alcuni titoli premiati, a stucchevoli “sperimentazioni” di scarsa presa, o a storielle di piccolo cabotaggio; del resto, dinanzi a una giuria presieduta dal più solerte e geniale de-strutturatore del “film serio”, Quentin Tarantino, era quasi naturale che al genere epico-storico fosse dedicato uno spazio modesto. Tuttavia, oltre all’assai apprezzato dramma cinese La fossa di Wang Bing, dedicato a un gruppo di prigionieri politici confinati per rieducazione nel deserto del Gobi negli anni ’60, due pellicole hanno avuto l’ardire di raccontare vicende personali calate all’interno di lunghi frammenti della “grande Storia”, in due ambiti cronologici e geografici assai diversi: intendo Miral di Julian Schnabel, che ripercorre la storia del conflitto israelo-palestinese, e Noi credevamo di Mario Martone, dedicato al nostro Risorgimento. Non ho la competenza per valutare questi prodotti sul piano strettamente artistico. Del primo si può facilmente additare (specie in confronto con film israeliani e libanesi meno ambiziosi ma forse proprio per questo più veri) la schematicità della vicenda, la scarsa profondità politica (a tratti: la banalità) con cui racconta l’annoso scontro fra le due popolazioni, e un certo compiacimento nell’indugiare sulla bellissima protagonista (Freida Pinto, star di Il milionario) o nell’uso dello sfocato e del dettaglio decorativo “astratto” quando viene rievocata la storia della madre – penso ai ciondoli d’oro della cintura che si dimenano nella danza del ventre, o alla barra del letto che sale e scende a tutto schermo mentre lei viene violentata dal padre. Si tratta di caratteristiche del resto in larga parte comprensibili per chi ponga mente alla carriera “principale” di Schnabel, che non è un regista di formazione ma un artista, aduso a raffinate creazioni quali anzitutto i Plate Paintings, acuti ritratti costruiti con frammenti di ceramica.
La storia nei film di Venezia. Cos'hanno in comune il film di Schnabel e quello di Martone, e altre storie di eroi.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 5.193 casi positivi da coronavirus e 57 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 4.664 (48 in meno di ieri), di cui 547 nei reparti di terapia intensiva (1 La storia di uno dei delitti più noti e violenti degli anni Settanta, al centro del film tratto da “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati
“Il PD non disturba”. Paolo Cosseddu analizza la campagna "porta per porta" lanciata da Bersani.
Katherine Pommerening sale in macchina e prima ancora di essersi allacciata la cintura ha già il telefono acceso in mano. Una ragazzina di tredici anni dopo un giorno di scuola, in terza media. Saluta la ragazza alla pari che si occupa di lei, che le chiede se è pronta per andare. Katherine non risponde, il suo pollice è già su Instagram. Sullo schermo del telefono c’è un meme; scorre la pagina e ne appare un altro, poi un altro ancora, poi Katherine chiude l’app. Apre BuzzFeed: c’è una storia su un politico, Katherine continua a scorrere e arriva a un articolo su Janet Jackson, e poi a uno degli articoli-lista di BuzzFeed. Katherine chiude il sito, e apre Instagram. Poi un’app sull’NBA. Spegne lo schermo. Lo riaccende. Apre Spotify. Poi un’app contapassi: ne ha fatti 7.427. Riapre Instagram. Apre Snapchat, e guarda un arcobaleno luccicante uscire dalla bocca di un suo amico. Poi uno YouTuber che fa smorfie verso la telecamera. Guarda un tutorial su come decorarsi le unghie. Sente il dosso del vialetto di casa e alza lo sguardo. Sono arrivate a casa. Sono passati dodici minuti. (Victoria Milko/The Washington Post)
Avere tredici anni. Una giornalista del Washington Post ha osservato le giornate di una ragazzina americana sul suo smartphone e si è fatta raccontare di cosa sono fatte.
Ieri Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo e mafioso Vito Ciancimino, nel corso di un interrogatorio a Caltanissetta ha tirato in mezzo Gianni De Gennaro, ex capo della polizia e oggi coordinatore dei servizi segreti, definendolo “uno dell’ambiente del signor Franco”, dove il misterioso “signor Franco” è secondo Ciancimino un uomo dei servizi segreti centrale nella presunta trattativa tra lo Stato e la mafia. De Gennaro ha querelato per calunnia Massimo Ciancimino. Oggi i giornali danno conto delle incomprensioni tra la procura di Caltanissetta e quella di Palermo, riguardo lo stesso Ciancimino. I primi indagano sulla trattativa, e reputano credibile il figlio dell’ex sindaco. I secondi indagano sulle stragi degli anni Novanta e, scrive Repubblica, “per le sue reticenze e per le sue contraddizioni manifestate durante l’interrogatorio avevano manifestato l’intenzione di indagarlo per calunnia”.
Possiamo fidarci di Massimo Ciancimino? i giornali tornano sulla questione dell'attendibilità del figlio dell'ex sindaco di Palermo, che ieri ha tirato in ballo Gianni De Gennaro.
Sabato 2 febbraio, intorno alle 20.40, un aereo con cinquanta persone a bordo (46 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio) ha avuto un incidente in fase di atterraggio ed è finito fuori pista all’aeroporto di Fiumicino: sono rimaste ferite sedici persone, di cui due in condizioni gravi, tra cui il copilota. L’aereo, un ATR 72 a elica, appartiene alla compagnia romena Carpatair che ha preso in subappalto da Alitalia le tratte Pisa-Roma e Ancona-Roma. Si tratta di una procedura regolare e diffusa, anche se poco conosciuta. Dopo quanto successo ieri, Alitalia ha deciso di riprendere la gestione della tratta Ancona-Roma, “congelando” il subappalto. Per quanto riguarda l’incidente, Alitalia ha spiegato in un comunicato che la causa è stata il forte vento: «nelle ultime fasi di avvicinamento sull’aeroporto», l’aereo «ha incontrato difficoltà nell’atterraggio che hanno provocato un’uscita di pista».
Il subappalto dei voli Alitalia. Sabato un aereo della Carpatair, una compagnia romena, è finito fuori pista durante l'atterraggio a Fiumicino: come funziona una pratica regolare ma poco nota.
“Raccontare” un libro è una specie di arte. I libri sono già un racconto, e l’idea è che li si legga: però c’è sempre stata una tentazione di semplificarli, spiegarli, accorciarli, darne un’idea, farli capire, suggerirli, in forme diverse, per ragioni di informazioni e divulgazione, o di promozione, o per fare diventare questo racconto del racconto un piacere a sua volta. Dal raccontare le storie di certi libri ai bambini, al riassumerli nelle recensioni, al trasformarli in film. Diciamo che ci sono molti modi di “ridurre” in dimensioni e impegno un libro (che poi volendo persino le traduzioni sono un racconto di un libro, e non il libro), coi pregi e i limiti delle divulgazioni riduttive. La promozione o la descrizione dei libri nei formati video brevi – televisivi o su internet – ha invece sempre stentato: i programmi tv che si occupano di libri – anche ai tempi in cui ebbero una maggiore popolarità, negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso – hanno sempre provato a produrre contenuti e servizi intorno al racconto dei libri, ma senza inventare formati convincenti. Su internet – dove il video ha trovato una sua nuova e ancor più ricca prosperità – si è a suo tempo reinvestito sulla formula dei booktrailer, chiamati così per affidare loro lo stesso obiettivo dei trailer dei film: dare un’idea di un libro in pochi minuti o meno ancora, e renderlo attraente. Ci sono stati occasionali buoni risultati e si è creato un formato, ma il rapporto tra costi e benefici è prevalentemente alto e poco proficuo: e i booktrailer sono rimasti un mezzo di promozione marginale, a corto di risorse per sperimentazioni e tentativi particolarmente innovativi, in assenza di risultati stimolanti.
I libri raccontati con le GIF. Come mettere insieme i più popolari linguaggi del web per riassumere e promuovere - a forza di immagini familiari - i romanzi famosi.
Il 18 luglio 2011 è morto all’età di 94 anni Alex Steinweiss, il graphic designer statunitense che ha inventato le copertine dei dischi in vinile. Fino agli anni Quaranta, infatti, le copertine dei dischi erano tutte uguali. Steinweiss fu il primo ad avere l’idea di personalizzarle con delle immagini artistiche, per illustrare e accompagnare la musica. Nel 1939 Steinweiss, che aveva 22 anni, venne assunto dall’etichetta discografica Columbia Records e propose subito di disegnare le nuove copertine in modo originale. «Il modo in cui vendevano i dischi era ridicolo», ha raccontato Steinweiss in un’intervista del 1990 riportata dal New York Times. «Le copertine erano di carta marrone, marroncina, o verde. Non erano attraenti, non ti facevano venire voglia di comprarle». Nonostante i primi dubbi legati a un incremento dei costi, la Columbia gli diede via libera e nel 1940 Steinweiss, in qualità di direttore artistico, disegnò la prima copertina illustrata. Si trattava di un 78 giri con una collezione di canzoni di Rodgers e Hart, e la copertina raffigurava il tendone di un teatro dai titoli illuminati stagliato sul fondo di un vinile. Il disegno era reso più acceso dal contrasto dei colori usati, il nero, il bianco e l’arancione. L’idea di Steinweiss ebbe un enorme successo e in pochi mesi la Columbia aumentò di ben otto volte le vendite di dischi.
L’uomo che ha inventato le copertine dei dischi. Si chiama Alex Steinweiss, ne ha fatte di bellissime.
Il comico statunitense Louis C.K., considerato da molti il più importante stand up comedian degli ultimi dieci anni, farà uno spettacolo al Teatro Nuovo di Milano il 15 luglio. È la prima volta che Louis C.K. fa uno spettacolo in Italia, e i biglietti sono già in vendita su TicketOne. Louis C.K., autore di diversi celebrati speciali di stand up comedy e della premiata serie televisiva Louie, fu accusato alla fine del 2017 di aver molestato alcune donne, accuse che ammise annunciando di volersi ritirare per un po’ dalla vita pubblica. Da diversi mesi in realtà è tornato a esibirsi negli Stati Uniti e in Europa, in spettacoli poco pubblicizzati e che hanno attirato le critiche di chi ritiene che la pausa professionale di Louis C.K. dovesse durare di più.
Il comico americano Louis C.K. farà uno spettacolo a Milano a luglio.
Nello zoo di Taigan nel sud della Crimea è nato un esemplare di “zonkey”, un raro incrocio tra una zebra e un asino. L’animale è stato chiamato Telegrafo: sulla testa e su buona parte del corpo ha il classico manto uniforme di un asino, mentre le gambe sono a strisce come quelle delle zebre. Il direttore dello zoo ha detto che da quando è nato, Telegrafo ha attirato moltissimi turisti ed è diventato l’animale più visto del parco zoologico. Lo “zonkey” è nato da una zebra che tendeva a starsene molto per i fatti suoi, per questo motivo uno zoologo aveva suggerito di trasferirla nel recinto di altri animali ungulati per farla socializzare. La zebra alla fine si è trovata bene con un asino, che è diventato il padre di Telegrafo. Non è del tutto chiaro perché i curatori dello zoo abbiano scelto di chiamare l’animale Telegrafo. Secondo il Guardian è stato chiamato così in onore di un giornale locale che ha la parola “telegrafo” nel nome della sua testata. Secondo un’altra versione, raccolta da RT, sarebbe stato chiamato così “perché le lunghe gambe dello ‘zonkey’ ricordano quelle dei pali del telegrafo”.
È nato uno “zonkey”, in Crimea – video. Cioè un incrocio tra una zebra e un asino (un animale molto raro).
Da martedì sui principali siti di tecnologia si discute molto di una nuova custodia presentata da Apple: un accessorio che serve per proteggere gli iPhone – dal 6 in poi – e al tempo stesso aumentare la loro autonomia, grazie a una batteria aggiuntiva inserita al suo interno. Se ne parla perché la “Smart Battery Case” costa molto di più rispetto a prodotti analoghi già in vendita da tempo e che fanno la stessa cosa, offrendo in alcuni casi anche una maggiore durata della carica. I detrattori hanno criticato anche la forma e l’aspetto della custodia, considerati un’ulteriore conferma del progressivo peggioramento di Apple nel settore del design, tradizionalmente uno dei suoi punti di forza. Infine c’è chi ritiene che Apple dovrebbe impegnarsi nel costruire smartphone con batterie che durano più a lungo, lasciando perdere scorciatoie di questo tipo. La Smart Battery Case porta comunque qualche novità rispetto alla concorrenza. Il suo materiale gommoso ricorda quello delle classiche cover per iPhone prodotte da Apple, fatta eccezione per la vistosa protuberanza nella parte posteriore, dove è stata inserita la batteria. Quando iPhone e custodia vengono messi insieme, il telefono riconosce l’accessorio e mostra per alcuni secondi la percentuale di carica disponibile nella batteria aggiuntiva. Lo stato delle due batterie viene indicato anche nel centro notifiche dello smartphone. La custodia ha una porta per la ricarica uguale a quella degli iPhone, e i due dispositivi si ricaricano nello stesso momento quando sono attaccati alla corrente (ci vuole un caricatore da 10W minimo).
Proprio Apple ha un problema col design? la sua nuova custodia con batteria per iPhone è stata molto criticata e secondo alcuni dimostra una minore attenzione ai dettagli rispetto al passato.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui: e qui ce ne sono alcune altre accessibili a tutti. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: invece qui sotto, online sul Post per gli abbonati, c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Antony and the Johnsons. Ragazze che volano e vanno in cielo.
Il 4 giugno è stato inaugurato a Los Angeles un nuovo Museo delle relazioni finite (Museum of broken Relationships), dopo quello quello aperto a Zagabria, in Croazia, nel 2010, da Olinka Vištica e Dražen Grubišić: entrambi espongono oggetti legati alla fine di una relazione. L’idea di replicarlo in California è venuta a John B. Quinn, dopo aver visitato l’originale. Ora il museo di Los Angeles espone 300 oggetti, ognuno accompagnato da un’etichetta che ne racconta la storia: ci sono rose di carta, modellini della torta nuziale, fotografie, libri, spazzole e cucchiai da cucina. Le relazioni finite non sono per forza storie d’amore ma anche con familiari, amici e colleghi, e chiunque può donare un oggetto al museo. Nel 2006 Vištica e Grubišić organizzarono una mostra itinerante in cui esponevano gli oggetti legati alla loro storia d’amore, un modo come un altro per cercare di superarla: la allestirono in molte città, tra cui Berlino, San Francisco, Singapore, Città del Capo e Istanbul, e in ognuna raccolsero cose donate da altre persone che volevano liberarsi dei ricordi. Alla fine ne accumularono così tante che decisero di esporli in una collezione permanente.
Oggetti dal museo delle relazioni finite di Los Angeles. È il secondo, dopo quello inaugurato a Zagabria nel 2010, dedicato a storie d'amore e d'amicizia che non ci sono più.
Sabato 26 giugno a Milano migliaia di persone hanno partecipato al Milano Pride, una manifestazione che si tiene ogni anno per chiedere più diritti per le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. La manifestazione è iniziata alle 3 di pomeriggio davanti alla stazione Centrale e si è conclusa qualche ora dopo in Piazza Oberdan: quest’anno il Milano Pride è stata anche un’occasione per festeggiare la storica decisione presa venerdì dalla Corte Suprema degli Stati Uniti che ha legalizzato i matrimoni gay in tutto il paese. Oggi per Milano hanno sfilato persone in costume con molti striscioni e palloncini. Quando la manifestazione è arrivata alla fine del suo percorso ci sono stati dei discorsi di rappresentati di organizzazioni per i diritti delle persone LGBT. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto del Milano Pride. Si è tenuta sabato l'edizione milanese della manifestazione annuale per i diritti delle persone LGBT: una grande festa con musica, carri e costumi.
Sulle prime pagine di alcuni giornali di oggi ci sono critiche nei confronti delle amministrazioni di Milano, Roma e altre città, accusate di avere preso decisioni inefficaci contro l’inquinamento atmosferico come il blocco totale o parziale della circolazione dei veicoli. Le accuse sono basate sui primi dati forniti dall’Agenzia regionale per l’ambiente (ARPA) della Lombardia e da quella del Lazio, che hanno segnalato un lieve aumento delle PM10 (gli inquinanti ritenuti più pericolosi per la salute) tra lunedì e martedì, i primi due giorni in cui sono stati attivi i blocchi. Libero, noto per fare titoli spesso sopra le righe, titola in prima pagina “Bei pirla. Fermano le auto, sale lo smog”, mentre il Tempo scrive “Il blocco del traffico fa aumentare lo smog”. Le cose sono naturalmente più complesse di così, ma riportano a una domanda ricorrente in questi casi: fermare il traffico per qualche giorno serve davvero a qualcosa? Come spiega Antonio Cianciullo di Repubblica, che da tempo si occupa di ambiente, in realtà il blocco della circolazione ha portato a qualche beneficio tangibile, se si analizzano in modo più accurato i dati:
Il blocco del traffico serve a qualcosa? qualche beneficio lo porta, se si guardano con attenzione i dati, ma per migliorare le cose servono soluzioni che non si fanno in un giorno.
Lunedì 19 marzo a Terzigno, in provincia di Napoli, una donna di 31 anni, Immacolata Villani, è stata uccisa dal marito – che aveva lasciato e già denunciato – davanti alla scuola dove aveva appena portato la figlia. L’assassino, Pasquale Vitiello, 36 anni, dopo aver sparato alla testa della donna con una pistola, era scappato sul suo scooter. È stato trovato morto questa mattina: molto probabilmente si è suicidato. Immacolata Villani, chiamata Imma, non viveva più con il marito da circa due settimane; secondo altri giornali, invece, pur convivendo i due erano separati in casa. Ieri mattina Imma Villani era arrivata davanti alla scuola elementare della figlia in macchina con una parente, perché aveva un braccio infortunato e non poteva guidare. Era scesa dall’auto, era entrata con la bambina nel cortile della scuola e dopo qualche minuto era uscita. Mentre stava per risalire sulla macchina (o era già salita e poi scesa di nuovo, non è ancora chiaro) un uomo – che i molti testimoni presenti avevano subito identificato come il marito Pasquale Vitiello – le si era avvicinato. Tra i due ci sarebbe stata una breve discussione, dopodiché Pasquale Vitiello ha aggredito fisicamente la donna e le ha sparato alla testa con una pistola. Imma Villani è morta sul colpo, mentre Pasquale Vitiello ha ripreso lo scooter grigio sul quale era arrivato ed è scappato.
La donna uccisa a Terzigno. Dal marito da cui si stava separando, che aveva già denunciato e che le ha sparato davanti alla scuola della figlia: stamattina l'uomo è stato trovato morto.
Lunedì 21 dicembre il ministero dell’Università e della Ricerca ha fissato la data di inizio della formazione in corsia per i medici specializzandi: sarà il 26 gennaio, quasi un mese in ritardo rispetto alla data inizialmente prevista dal bando, il 30 dicembre. Per gli oltre 14mila medici che inizieranno la specializzazione è una notizia molto importante, perché ora hanno qualche certezza in più sul loro futuro, ma c’è una nuova questione che sta facendo discutere: la decisione di far lavorare gli specializzandi alla campagna vaccinale senza una vera retribuzione. Il concorso e i ricorsi Il concorso per accedere ai posti di specializzazione ha avuto un’evoluzione intricata, con ricorsi e molti ritardi che hanno causato proteste da parte dei giovani medici. Con le notizie arrivate lunedì sembra che i problemi principali siano stati risolti.
La protesta dei medici specializzandi non è finita. Sbloccata la vicenda del concorso nazionale, ora criticano la decisione di retribuire il lavoro nella campagna vaccinale con quattro crediti formativi.
Il satellite UARS (Upper Atmosphere Research Satellite) sta per finire la sua vita nello spazio. Da sei anni sta percorrendo orbite sempre più strette intorno alla Terra, e nelle prossime ore entrerà nell’atmosfera terrestre, prendendo fuoco e distruggendosi in gran parte. Qualche detrito (pesante fino a 140 kg) potrà arrivare a colpire la superficie terrestre, ma visto che questa è ricoperta per il 75 per cento da acqua e che ampie zone sono poco o nulla popolate, la possibilità che i detriti colpiscano qualcuno è molto bassa. Un tweet sull’account Twitter della NASA, inviato oggi intorno alle 14.20 ora italiana, dice chiaramente: Le probabilità che tu (sì, dico proprio TU) verrai colpito oggi da un pezzo del satellite UARS sono una su parecchie migliaia di miliardi. Molto improbabile.
Satellite? Quale satellite? aggiornamenti sul rientro del satellite UARS e qualche dritta per seguirlo (è davvero molto difficile che cada in testa a qualcuno, ripete ancora la NASA).
A partire dal 7 gennaio, molti utenti di WhatsApp hanno cominciato a ricevere sui loro cellulari, all’apertura dell’app, un avviso che chiede di accettare «i nuovi termini» di utilizzo del servizio di messaggistica e l’informativa sulla privacy. L’avviso può essere rimosso, ma poi torna a un’apertura successiva, e dice chiaramente che chi non accetta non potrà più usare WhatsApp a partire dall’8 febbraio, giorno in cui i nuovi termini entrano in vigore. Quest’avviso ha creato un po’ di preoccupazione. Alcuni siti di news, anche in Italia, hanno scritto che Facebook, che possiede WhatsApp, si starebbe preparando a gravi violazioni della privacy degli utenti. Signal, una app di messaggistica concorrente e molto rispettosa della privacy (consigliata anche dall’imprenditore americano Elon Musk) è balzata in cima alle classifiche delle app più scaricate. Gran parte di questa preoccupazione, però, è frutto di un malinteso.
Bisogna preoccuparsi per le nuove regole sulla privacy di WhatsApp? se non eravate già preoccupati prima e se vivete nell'Unione Europea, no.
Ieri la Corte Costituzionale ha riscritto l’Italicum, la legge elettorale in vigore alla Camera. Il ballottaggio è stato bocciato, ma è stato mantenuto il premio di maggioranza ed è stato modificato il meccanismo delle pluricandidature. Oggi in Italia sono in vigore due leggi elettorali, entrambe frutto di interventi della Corte Costituzionale su leggi approvate dal Parlamento, risultate poi in parte incostituzionali. Nella sua sentenza di ieri, la Corte ha specificato che, con questo sistema, sarebbe possibile andare a votare immediatamente: ma come funzionerebbero, precisamente, delle eventuali elezioni regolate dalle leggi attualmente in vigore alla Camera e al Senato? Come funzionerebbe alla Camera Alla Camera, la legge uscita dalla riscrittura della Corte Costituzionale e quindi attualmente in vigore è un proporzionale con soglia di sbarramento al 3 per cento. Non sono previste coalizioni: la singola lista che raggiunge il 40 per cento dei voti ottiene un premio di maggioranza che gli garantisce 340 deputati, cioè una maggioranza di circa il 55 per cento. La legge divide l’Italia in 100 collegi plurinominali, che eleggono dai 3 ai 9 deputati l’uno, tranne i 9 collegi di Trentino Alto-Adige e Valle d’Aosta, che sono uninominali. La circoscrizione estero elegge altri 12 deputati con metodo proporzionale.
Come si voterebbe oggi. Come funzionano le leggi elettorali per Camera e Senato dopo la sentenza della Corte Costituzionale, e quali sarebbero i probabili risultati.
Non so cosa accadrà esattamente domani. Non potrò esserci stavolta. Perché lavoro. Niente Roma. Niente Padova. Che è la città in cui studio. Dove lavoro io siamo in molti giovani. Un numero considerevole. D’estate aumentano, com’è giusto. Lavoro a Gardaland. Mi sono pagato gli studi grazie a Prezzemolo. E con pagato gli studi intendo pagati. Tutti. Dall’appartamento ai libri, dagli spritz alle tasse universitarie. Tutto. I contratti sono ovviamente stagionali. Ma nessuno se ne lamenta, giustamente. Tutti gli studenti che vengono a lavorare d’estate (ma anche durante tutto il periodo dell’anno) gli va anche bene non avercelo indeterminato il contratto. E lì insomma siamo un po’. Non tutti son lì per pagarsi gli studi. Ma tutti lo considerano un posto di passaggio. «Io l’anno prossimo non ci torno», «sto cercando da un’altra parte», «sì, io son qua perché non ho trovato molto altro ma ho in ballo una serie di progetti che…». Ecco, d’estate girando nel parco durante la pausa, li vedi questi giovani. Ai baracchini, alle giostre, a vender panini, ad intrattenere “i gentili ospiti”. E un po’ un’idea te la fai. “È un mondo difficile: vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto”. Per molti, soprattutto per quelli che studiano, quello (Gardaland) è una specie di limbo. La fanno facile quelli che dicono “i giovani d’oggi non vogliono più far certi lavori, ai miei tempi si prendeva quello che c’era e si ringraziava il Signore, per il cibo in tavola”. Chi s’iscrive all’Università lo fa credendo che alla fine del percorso lo trovi un lavoro che ti piace o perlomeno nell’area di interesse che s’è scelto. Se mi iscrivo ad Ingegneria Informatica, vorrei lavorare in una azienda informatica, mica passare la vita a portar pizze. Solo che già lo sai, già lo sanno tutti quelli che sono lì, che ti sei iscritto e le possibilità non sono così alte, le probabilità non molte. Un po’ un terno al Lotto. Pochi vincono, le tue probabilità son basse ma se non compri il biglietto sta sicuro che non vinci nulla. E allora li vedi al bar, tra una birra, sigarette e risate, a far passare il tempo. E le persone che vedi son di due tipi. Quelli come muli: lavorano, studiano, si laureano tutto in tempo, tutto in perfetto orario e sincrono. Son quelli che dicono: “vabbè si vedrà, intanto finisco tutto il prima possibile che chi primo arriva meglio alloggia”. E si smazzano, e un posto, un risultato se lo meritano. Arrivati alla fine non solo se lo aspettano, ma lo pretendono. A questi si dovrebbe parlare di merito, che magari si vedono soffiare un posto da chi è raccomandato. Vai alla loro laurea e alla domanda «ed ora cosa farai?» si fan le solite battute, ci si ride sopra. «andrò a vender il culo», «eh, ma ora come ora è un mercato inflazionato», «pensavo di fare il taccheggiatore professionista», «metterò la spesa nelle borse», «spaccio, che lì c’è n’è sempre bisogno» e via discorrendo tra un dottore dottore dottore dal buso del cul! e una sorsata di birra. Arrivano prima, è vero ma anche arrivare prima non è abbastanza, spesso. Poi ci sono quelli che invece rimandano. Cercando di lasciare che quel periodo di studi, lavoro e cameretta-a-ventiquattr’anni duri il più possibile. Perché il futuro è incerto, e fa un po’ paura. Una sorta di “Better the Devil you know than the Devil you don’t”. Insomma una vita d’attesa. Un limbo. Il sentimento più palpabile, in ogni caso, è la confusione da schiaffo del soldato. Qualcuno t’ha colpito ma non sai chi. Ognuno contraddice quell’altro. È vero questo, no è vero quello, mi lasci parlare che io l’ho lasciata parlare, è inammissibile, bisogna indignarsi, condanniamo la violenza, bisogna pensare ai giovani. C’è chi se ne frega, perché tanto son tutti ladri, dovrebbero mettere le bombe a Montecitorio, andassero a casa. C’è chi sceglie una posizione e quella è. Si rifugia nel gruppo, perché l’ideologia è sempre accogliente per chi fa fatica a capire, per chi è confuso. C’è chi cerca di interpretare senza cadere in vecchie categorie che nulla hanno ormai a che fare con il 2011, o in facili slogan. Ma anche lì si scelgono posizioni più per necessità psicologica che altro. E nessuno ti convince tra i vari ospiti dei vari Talk Show. E più passa il tempo e meno ti convincono. E meno ti fidi.
«A Roma non ci sarò». Lo studente che aveva raccontato sul Post gli scontri di Roma racconta "i giovani" secondo lui.
Come proprietario di una piccola impresa nel progressista Massachusetts, John Ellis era naturalmente spinto a simpatizzare per l’appello nazionale rivolto agli inserzionisti a boicottare Breitbart News, il sito di informazione di estrema destra che ha stretti legami con il presidente statunitense Donald Trump. La cosa, però, ha portato Ellis a farsi domande su altri siti di destra, ancora più estremisti: chi ci metteva le pubblicità? Dopo qualche ricerca, internet gli ha dato una risposta inquietante: era lui. Su un sito di proprietà di Richard Spencer, uno dei leader dei nazionalisti bianchi americani, Ellis ha visto spuntare un annuncio della sua azienda ingegneristica, Optics for Hire, nonostante non avesse mai comprato consapevolmente quell’annuncio. Ellis era incappato su una sfaccettatura poco conosciuta del mondo in grande espansione della pubblicità online. Le aziende che sfruttano le ultime tecnologie nel settore della pubblicità su internet – messe a disposizione da Google, Yahoo e da importanti società concorrenti – trovano sempre più spesso i loro annunci vicino a contenuti politicamente estremisti e offensivi. Il motivo è che i network pubblicitari offerti da Google, Yahoo e altre società possono mostrare gli annunci su una grande quantità di siti terzi, sulla base delle ricerche degli utenti e della loro cronologia. Nonostante questo meccanismo garantisca agli inserzionisti una possibilità senza precedenti di raggiungere clienti che rientrano in un profilo circoscritto, limita sensibilmente la loro capacità di controllare dove finiscono le loro pubblicità. «Nessuno ha idea di dove finiscano i propri annunci», ha detto Ellis. E in alcuni casi, ha aggiunto, i network pubblicitari «guadagnano sull’odio».
Le pubblicità su internet finiscono dappertutto, ed è un problema. I sistemi che le gestiscono per conto delle aziende non sanno garantire che non finiscano su siti che promuovono odio o contenuti discriminatori e offensivi.
Guillermo del Toro, il regista di La forma dell’acqua, dirigerà un film d’animazione su Pinocchio per Netflix. Il film sarà girato con la tecnica dello stop motion – in cui si usa una particolare cinepresa, che impressiona un fotogramma alla volta – e sarà un musical. Oltre a dirigere il film, del Toro ne sarà anche sceneggiatore e produttore. Il film sarà ambientato in Italia negli anni Trenta del Novecento, nonostante Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi furono pubblicate a fine Ottocento. Del Toro ha detto: «Nessuna forma d’arte ha influenzato la mia vita e il mio lavoro più dell’animazione e a nessun personaggio mi sono sentito così legato come a Pinocchio». Del Toro – che ha già collaborato con Netflix per la serie Trollhunters – ha pubblicato su Twitter un’immagine dei primi studi grafici su come potrebbe essere il suo Pinocchio. Mark Gustafson (Fantastic Mr Fox), Patrick McHale (Over the Garden Wall), Guy @GuyDavisART and Pinocchio himself based on a design by @GrisGrimly. Here we go… pic.twitter.com/gRDaXY8VT9
Guillermo del Toro farà un film su Pinocchio per Netflix.
40 persone – tra medici e infermieri – sono state indagate a Ravenna dopo che una donna di 59 anni è morta per un presunto caso di “mucca pazza”: le cause della morte non sono però ancora state stabilite definitivamente, e quindi per ora si tratta ancora di un’ipotesi. Inizialmente i medici avevano diagnosticato alla donna una polmonite, ma in seguito alla morte, avvenuta il 5 maggio scorso, avevano individuato il morbo di Creutzfeldt-Jakob, che può essere contratto in vari modi, compresa l’ingestione di crude o poco cotte di carne bovina infetta da encefalopatia spongiforme bovina (BSE), meglio nota come “morbo della mucca pazza”. I familiari della donna hanno sporto denuncia contro l’ospedale e i pm hanno richiesto che venisse effettuata un’autopsia: se confermato, sarebbe il terzo caso di morte in Italia per il “morbo della mucca pazza” in due anni. La più grave epidemia di “mucca pazza” si era verificata tra il 1998 e il 2002, quando più di duecento persone morirono in tutto il mondo, soprattutto nel Regno Unito.
A Ravenna 40 persone sono indagate dopo la morte di una donna dovuta a un morbo che in certi casi può essere collegato alla “mucca pazza”.
Vasco Errani, 61enne esperto politico del Partito Democratico ed ex presidente regionale dell’Emilia-Romagna, è stato nominato Commissario straordinario per la ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto del Centro Italia. La nomina era stata annunciata nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio Matteo Renzi ma è stata ufficializzata solo oggi dal Consiglio dei ministri. Errani è considerato da molti una delle persone più qualificate per l’incarico di Commissario straordinario: dal 2012 al 2014 ha avuto lo stesso incarico per occuparsi della ricostruzione dopo il terremoto che ha interessato diversi comuni dell’Emilia-Romagna nel 2012. Oggi il processo di ricostruzione in Emilia è giudicato in modo molto positivo, cosa che non si può dire di simili processi in altre zone colpite da terremoti come l’Irpinia o l’Aquila. La nomina di Errani ha attirato però anche alcune polemiche: nel 2014 Errani si era dimesso da presidente della regione dopo essere stato condannato in appello a un anno di prigione per falso ideologico, con l’accusa di avere sviato le indagini su un finanziamento concesso dalla Regione Emilia-Romagna all’azienda agricola di suo fratello Giovanni. La vicenda si è comunque conclusa in maniera diversa: Errani è stato assolto nel secondo processo di appello, proprio poche settimane fa.
Da dove viene Vasco Errani. Storia del nuovo commissario per la ricostruzione dopo il terremoto, che ha avuto lo stesso incarico in Emilia, e del processo per cui alcuni lo criticano.
Il 31 marzo sono stati annunciati i 27 libri candidati alla 71esima edizione del Premio Strega, il premio letterario più prestigioso in Italia, organizzato e gestito dalla Fondazione Bellonci. Il premio viene assegnato ogni anno a un autore o autrice che abbia pubblicato un libro in Italia tra il primo aprile dell’anno precedente e il 31 marzo dell’anno in corso. Ciascuna delle 27 opere di narrativa presentate quest’anno è stata candidata da almeno due “Amici della domenica”, un gruppo di personalità del mondo della cultura di cui fanno parte scrittori e giornalisti, studiosi, artisti e registi di cinema e teatro. Tra i candidati presentati ieri, il Comitato direttivo (composto da Valeria Della Valle, Giuseppe D’Avino, Ernesto Ferrero, Simonetta Fiori, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Melania Mazzucco, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi e Giovanni Solimine) sceglierà dodici libri che comunicherà il 20 aprile, tra i quali verrà poi scelto il vincitore, che sarà annunciato il 6 luglio. Lo scorso anno il premio è stato vinto da Edoardo Albinati con La scuola cattolica.
I libri candidati al Premio Strega 2017. Sono ventisette, ma ci sarà un'ulteriore selezione il 20 aprile: il vincitore sarà annunciato il prossimo 6 luglio.
Da oggi saranno in circolazione le nuove banconote da 50 euro, che la Banca Centrale Europea (BCE) aveva presentato lo scorso 28 giugno, anche se saranno le singole banche nazionali a stamparle, come la Banca d’Italia. Negli ultimi anni la BCE aveva già rinnovato le banconote da 5 euro, 10 euro e 20 euro. Le nuove banconote da 50 euro sono molto simili alle vecchie, ma presentano una caratteristica innovativa che era stata usata per la prima volta per le banconote da 20 euro della serie “Europa”: se si guardano in controluce, la finestra che si trova nella parte superiore dell’ologramma mostra in trasparenza il ritratto di Europa, una figura della mitologia greca. Il ritratto di Europa si vede anche nella filigrana. Sul fronte della banconota c’è il “numero verde smeraldo”: quando viene mossa la banconota la cifra brillante cambia colore e passa dal verde smeraldo al blu scuro, producendo l’effetto di una luce che si sposta in senso verticale. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Come sono fatti i nuovi 50 euro, in circolazione da oggi. Sono molto simili alle banconote vecchie ma hanno dei disegni diversi, visibili in controluce, così sono più difficili da falsificare.
È in corso a Palazzo Chigi, a Roma, la conferenza stampa del governo sull’abolizione del Senato e sulla modifica del Titolo V della Costituzione, di cui ha discusso l’ultimo Consiglio dei ministri.
La conferenza stampa del governo in diretta. Sulle decisioni che riguardano la riforma del Senato e la modifica della Costituzione.
Lo scorso dicembre, dopo undici anni di lavori, è stato inaugurato un nuovo tratto dell’autostrada A1, conosciuta anche come Autostrada del Sole e che collega Milano e Napoli passando per Bologna, Firenze e Roma. Il tratto inaugurato si chiama Variante di valico, ed è un percorso alternativo che permette di aggirare il normale percorso tra Sasso Marconi, vicino a Bologna, e Barberino di Mugello, in provincia di Firenze, che fin dai primi anni dell’A1 (che fu inaugurata nel 1964) era cosinderato un “tappo”, un punto cioè con frequenti imbottigliamenti. La Variante di valico è lunga 32 chilometri e attraversa l’Appennino passando a una quota di 226 metri più bassa e consente in media di risparmiare dai 15 ai 20 minuti di tempo agli automobilisti e camionisti. Marco Imarisio, scrittore e giornalista del Corriere della Sera, è andato a vedere come vanno le cose negli Autogrill e nei ristoranti che vivevano grazie al traffico sull’A1 e che ora, con l’apertura della variante, hanno visto i propri affari crollare fino al 90 per cento. A mezzogiorno in punto passa una macchina. Venti minuti dopo, un’altra. Poi più niente. E comunque nessuno si ferma all’autogrill. Escono al casello, vanno a casa per mangiare, è tutta gente che sull’Appenino emiliano ci abita.
Cosa cambia quando si sposta un’autostrada. Marco Imarisio è andato a vedere come vanno gli affari di chi viveva grazie al traffico sull'A1 nel tratto dove è stata aperta la Variante di valico: molto male.
Oggi l’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) ha diffuso il suo rapporto annuale sulle fonti e i consumi energetici nel mondo, spiegando che entro il 2017 gli Stati Uniti diventeranno i più grandi produttori di petrolio al mondo, superando i maggiori attuali produttori come l’Arabia Saudita e la Russia. L’Agenzia è una organizzazione internazionale intergovernativa fondata dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) dopo la crisi energetica degli anni Settanta, e fino a ora non aveva mai prodotto previsioni così nette legate al futuro energetico degli Stati Uniti. Il rapporto sta facendo molto discutere e secondo diversi osservatori sovrastima le potenzialità effettive del paese nella produzione di petrolio. Il rapporto AIE dice che «gli Stati Uniti, che attualmente importano circa il 20 per cento del loro fabbisogno energetico, diventeranno del tutto autosufficienti in termini netti», con un notevole cambiamento degli attuali flussi commerciali di petrolio. I principali paesi esportatori dirotteranno parte delle loro forniture verso l’Asia, con probabili cambiamenti anche nei rapporti politici internazionali.
Gli Stati Uniti saranno i più grandi produttori di petrolio al mondo? lo dice oggi l'Agenzia internazionale dell'energia, dato che ne estraggono sempre di più e ne consumano sempre meno, ma circola qualche scetticismo.
Alle 13.17 di martedì c’è stato un terremoto di magnitudo 3.9 con epicentro vicino a Borgo Val di Taro, in provincia di Parma. L’ipocentro è stato individuato a circa 7 chilometri di profondità. Al momento non ci sono segnalazioni di danni. [DATI #RIVISTI] #terremoto ML 3.9 ore 13:17 IT del 13-08-2019 a 5 km SE Borgo Val di Taro (PR) Prof=7Km #INGV_22855201 https://t.co/l529Zou0g4
C’è stato un terremoto di magnitudo 3.9 con epicentro vicino a Borgo Val di Taro, in provincia di Parma.
Foxcatcher – Una storia americana – tra i film candidati all’Oscar 2015 e premiato a Cannes per la miglior regia – esce oggi al cinema in Italia. Racconta la storia vera di Mark Schultz, medaglia d’oro nella lotta libera nel 1984 alle Olimpiadi di Los Angeles e due volte campione del mondo, e del suo complicato rapporto con John Eleuthère du Pont, appartenente a una delle famiglie più ricche degli Stati Uniti e diventato sponsor delle attività sportive di Schultz e del resto del team di lotta libera degli Stati Uniti. Il film è piaciuto moltissimo ai critici, soprattutto per Steve Carell che recita la parte di du Pont, ma nonostante le sue cinque nomination non ha vinto nessun Oscar. La storia raccontata nel film è un adattamento dell’autobiografia di Schultz, ma è stata in parte modificata per rendere più coinvolgente il racconto e soprattutto comprimerlo in circa due ore. Attenzione: da qui un poi è tutto uno spoiler, se non avete visto il film e volete andarlo a vedere, tornate quando sarete usciti dal cinema.
“Foxcatcher”, come andò veramente. La gran storia dei lottatori americani Mark e Dave Schultz e del milionario John E. du Pont, raccontanta in un film con un irriconoscibile Steve Carell.
Ci sono editori che non danno anticipi, che riconoscono percentuali irrisorie o nulle sulle vendite, che propongono contratti per più libri in modo da legare l’autore a sé a vita, se va bene, o scaricarlo all’istante, se va male, esistono addirittura editori che si fanno pagare dagli autori, direttamente o indirettamente, imponendo per contratto un numero minimo, ma alto, di copie da acquistare così da coprire le spese e annullare il loro rischio. Stabilito che l’editoria è una selva oscura infestata da manigoldi e sfruttatori, in Italia esistono molti – per alcuni troppi – editori e alcuni sono seri: quando decidono di pubblicare un libro riconoscono a chi l’ha scritto anticipi accettabili – assumendosi, quindi, il famoso rischio di impresa – e percentuali congrue sulle vendite. Lo strumento che definisce nel dettaglio i loro rapporti è il contratto. La prima cosa da sapere è che l’editore non compra il libro e l’autore non lo vende. Il contratto che li lega regola, cioè, soltanto, la cessione dei diritti di stampa, pubblicazione e vendita di un libro per un periodo di tempo, che nel contratto è sempre indicato. Nei contratti di questo tipo l’autore è definito «il Proprietario» e agisce, oltre che per se stesso, per «eredi e aventi causa a qualsiasi titolo». Il rapporto che lega autori ed editori assomiglia, cioè, a quello tra il proprietario di un appartamento – in questo caso, lo scrittore – e l’affittuario – cioè l’editore. Come i contratti di affitto possono essere mediati da un agente immobiliare, così quelli editoriali in molti casi sono gestiti e trattati dall’agente letterario (qui si spiega cosa fa nel dettaglio) che trattiene all’autore una percentuale del 10 per cento o, in alcuni casi, del 20. La differenza è che a volte – anzi, spesso, nel caso di scrittori che abbiano già pubblicato e venduto – l’appartamento non esiste ancora. La cessione e l’acquisizione dei diritti possono riguardare, cioè, un libro che deve ancora essere scritto o addirittura concepito, indicato nel contratto con un titolo provvisorio – quasi sempre diversissimo da quello finale – a cui segue, immancabilmente, l’espressione piuttosto pomposa: «d’ora innanzi denominato “l’opera”».
Com’è fatto il contratto di un libro. Che percentuale guadagna un autore per ogni copia? I diritti della casa editrice quanto durano? E perché l'anticipo è così importante?.
“Crisi”: l’ha detto Italo Bocchino nel pomeriggio a Sky TG24, e verso le cinque le agenzie hanno battuto la dichiarazione. «Berlusconi nel momento in cui chiede le dimissioni del presidente della Camera rischia di aprire una crisi istituzionale senza precedenti di cui non sappiamo quali possano essere le conseguenze»
Mentre il mondo gira. Aggiornamento sulle petulanti beghe nella maggioranza di governo, che oggi usano la parola con la "c".
Sono state annunciate oggi al Samuel Goldwyn Theater di Beverly Hills le nomination agli Academy Awards 2013. La premiazione avverrà il 24 febbraio a Los Angeles e sarà condotta da Seth McFarlane, noto soprattutto per essere il creatore dei Griffin. Oggi le nomination sono state presentate da lui e dall’attrice Emma Stone. Di seguito le nomination, categoria per categoria, e poi una guida su come funzionano gli Oscar, come si fa a candidare un film e a entrare nella giuria. Il film ad aver ricevuto più nomination è Lincoln, con 12 candidature, tra cui il miglior regista per Steven Spielberg e il miglior attore protagonista per Daniel Day-Lewis, seguito da Vita di Pi, con 11 candidature, e da Les Miserables e Il lato positivo – Silver Linings Playbook, entrambi con 8 candidature. Il lato positivo – Silver Linings Playbook è il primo film a ricevere tutte le candidature più importanti (miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura e i premi per gli interpreti) da Reds, il film del 1981 diretto e interpretato da Warren Beatty. L’austriaco Amour ha ricevuto ben 5 nomination, tra cui quella per il miglior regista per Michael Haneke, alla sua prima candidatura, e quella per Emmanuelle Riva come migliore attrice protagonista, che diventa la più anziana nominata di sempre e concorrerà con Quvenzhané Wallis di Beasts of the Southern Wild, la più giovane nominata di sempre coi suoi nove anni di età.
Le nomination agli Oscar 2013. Lincoln è candidato a 12 premi, 11 per Vita di Pi, 8 per Argo, 5 per Django Unchained e Skyfall.
Il ministero dell’Interno ha chiarito alcune questioni emerse a seguito dell’ordinanza di domenica 22 marzo, che pone ulteriori restrizioni agli spostamenti, emanata dai ministeri della Salute e dell’Interno per contenere l’epidemia di coronavirus (SARS-CoV-2). L’ordinanza vieta di spostarsi dal proprio comune di residenza «salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute», quindi non per fare la spesa: una decisione che ha sollevato dubbi in particolare tra gli abitanti di piccoli paesi scarsamente forniti di supermercati o minimarket, dove spostarsi fuori dal proprio comune di residenza per fare la spesa è inevitabile. Lo stesso problema si presenta per chi abita fuori dai centri abitati. Martedì il ministero ha diramato una circolare a tutte le prefetture per chiarire loro l’attuazione dell’ordinanza, contenuta anche nel decreto del presidente del Consiglio. Secondo la circolare rimangono valide le disposizioni del decreto, ma aggiunge alle ragioni di «assoluta urgenza»: «Rientrano, ad esempio, in tale casistica, gli spostamenti per esigenze lavorative in mancanza, nel luogo di lavoro, di una dimora alternativa a quella abituale, o gli spostamenti per l’approvigionamento alimentare nel caso in cui il punto vendita più vicino e/o accessibile alla propria abitazione sia ubicato nel territorio di un altro comune».
Dove si può andare a fare la spesa? una nuova ordinanza proibisce di uscire dal proprio comune per andare al supermercato, ma una circolare chiarisce che si può fare se non ci sono alternative.
Michele Ainis, sul Corriere della Sera di domenica 19 luglio, ha scritto un lungo articolo per parlare del problema delle carceri in Italia: ci costano moltissimo (3 miliardi di euro l’anno), funzionano peggio di quelle degli altri paesi europei (il tasso di recidiva è molto alto) e continuano a violare i diritti dei detenuti (il sovraffollamento è ancora al 118 per cento). Ainis racconta la storia dell’intellettuale Giulio Salierno, che passò 13 anni in carcere per un omicidio del 1952 e ne uscì dopo essersi diplomato e laureato e come uno dei più importanti intellettuali del tempo, che si era dedicato per anni all’avanzamento dei diritti dei carcerati. Il carcere, dice Ainis, può dunque anche funzionare, ma non se usato come viene fatto in Italia per metterci «reietti, immigrati, tossicomani, poveri, tutto il caleidoscopio della marginalità sociale» senza che siano considerate pene alternative alla detenzione. Un atteggiamento, conclude Ainis, che esiste « per pressione dell’opinione pubblica e per la debolezza della politica. Infatti dopo Tangentopoli è montata un’onda giustizialista, che i nostri politici non hanno saputo governare». Le carceri italiane violano la Costituzione: non recuperano il detenuto, lo diseducano e la politica rincorre gli umori giustizialisti. Per i penitenziari spendiamo circa tre miliardi l’anno, più degli altri Paesi europei, ma con pessimi risultati.
Il problema degli abusi del carcere. Sono tanti, scrive Michele Ainis, per colpa di un'opinione pubblica ignorante e di una politica debole.
La domenica dopo Sanremo è sempre una domenica lieta perché ce la siamo levata, e sofferta perché realizziamo che ci sono strascichi domenicali. Ma è questione di un solo giorno ancora, poi sparisce davvero tutto come lacrime nella pioggia, ogni anno. Il Post ha fatto di tutto per dare al festival lo spazio che meritava, e intende proseguire. Buona domenica. I dieci articoli più letti sul Post questa settimana 1. Cos’è il giudice naturale, che qualcuno la faccia leggere a Cicchitto 2. La domanda che svela il bluff del PdL, che qualcuno a Cicchitto l’ha già fatta 3. Le 12 migliori canzoni di Vecchioni, e indovinate quale non c’è? 4. La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio – Episodio 11, quello ovvero in cui si parla di una vecchia truffa sanremese 5. I quattro tabù della sinistra, che Renzi piace e dispiace, ma interessa
Sunday Post. Liberi da Sanremo alfine, facciamo come se non fosse mai avvenuto.
La cantante statunitense Britney Spears ha chiesto che il padre Jamie cessi di essere il suo tutore legale in via definitiva, nell’ultimo sviluppo della nota e raccontata vicenda della gestione del suo patrimonio e di molti aspetti della sua vita personale. L’avvocato della cantante, Samuel D Ingham III, ha detto ai giudici che Spears desidera che al posto del padre sia nominata come tutrice e amministratrice legale Jodi Montgomery, che si occupava dei suoi affari personali già dal settembre del 2019, quando Jamie Spears aveva chiesto di essere esentato dalla tutela per via dei suoi problemi di salute. Al momento Jamie Spears mantiene il controllo sull’enorme patrimonio della figlia. Alla fine del 2008, quando Spears ebbe una grave crisi nervosa e fu sottoposta a un trattamento sanitario obbligatorio, un tribunale aveva assegnato a Jamie Spears la conservatorship, ovvero uno strumento legale americano, che solitamente si applica a persone anziane o disabili mentali: Spears fu nominato tutore legale della figlia assieme all’avvocato Andrew Wallet (che a sua volta si dimise nel 2019) e fino a un anno e mezzo fa si occupò sia del suo patrimonio che dei suoi affari personali.
Britney Spears ha chiesto che il padre Jamie cessi di essere il suo tutore legale in via definitiva.
Oggi Repubblica dedica un paginone intero a una rivelazione di Valter Lavitola, l’ultimo dei bizzarri personaggi balzati a improvvisa notorietà nell’ambito della storia di Gianfranco Fini e della casa di Montecarlo. E sono due notizie in una: la prima è un’email che fornirebbe un’ulteriore prova a sostegno della tesi per cui dietro le società offshore che acquistarono l’appartamento da AN ci sia Giancarlo Tulliani, che sarebbe quindi allo stesso tempo locatario e locatore; la seconda è la candida ammissione dello stesso Lavitola per cui Berlusconi avrebbe un ruolo tutt’altro che estraneo all’inchiesta del Giornale (solo qualche giorno fa in Senato il premier disse che i giornali vicini al centrodestra gli procurano più danni che vantaggi). La prima notizia è l’email, quindi. Il mittente è James Walfenzao, il rappresentante legale delle società offshore Printemps Ltd e Timara Ltd, che hanno acquistato l’appartamento: l’uomo dietro il quale si celano i reali proprietari della casa si Montecarlo. I destinatari sono Michael Gordon ed Evan Hermiston, fiduciari dei fondi delle due società. Si intuisce che i due avevano chiesto a Walfenzao qualche chiarimento riguardo quello che sta accadendo in Italia, e il 6 agosto Walfenzao risponde:
“Queste informazioni devi girarle a Sallusti”. Lavitola mostra nuove prove che la casa di Montecarlo è di Tulliani e rivela che Berlusconi non è estraneo all'inchiesta del Giornale.
È iniziata la scuola e noi della sezione bestiale del Post vogliamo fare del nostro meglio per essere ancora più istruttivi del solito. Per questo nella raccolta degli animali della settimana abbiamo infilato una paradisea minore (che in inglese si chiama più crudelmente lesser bird-of-paradise), un recurvirostra e un lama glama (ok, è solo il nome scientifico dell’arcinoto lama): tutti da imparare a memoria per la prossima settimana. Per gli insicuri ci sono le api, i cani, le renne, gli elefanti, una coppia di orsi e una volpe del deserto. La lezione è quasi finita, è ora di mettersi in fila – ordinata però, non tortuosa come quella della anatre, o da sbatterci la testa come fanno i lama – e uscire liberi, ad avventarsi sulla merenda come i golosissimi lemuri dalla coda ad anelli. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly Beasts. Lama glama, api, renne, elefanti e un fennec, nella raccolta bestiale della settimana.
Puma, l’azienda di abbigliamento sportivo, sta spendendo molti soldi per la sua collaborazione con la cantante pop americana Rihanna. Il sito Fashionista racconta che il 24 luglio l’azienda di abbigliamento sportivo ha comunicato i guadagni e le spese dei primi mesi del 2015, e sulle uscite c’è un aumento del 20,4 per cento, pari a circa 357milioni di euro che nel breve termine significano una perdita di 3,3 milioni di euro per il brand tedesco di proprietà della multinazionale francese Kering. Fashionista attribuisce queste spese soprattutto alla collaborazione di Puma con Rihanna (oltre che alla sponsorizzazione della squadra inglese Arsenal). A fine 2014 Rihanna ha firmato nella sede di Puma a Herzogenaurach, in Germania, un contratto come testimonial e come direttore creativo per la linea di abbigliamento femminile che uscirà nel 2016. Al momento della firma l’azienda non ha voluto dire quanti soldi avrebbe ricevuto Rihanna per questa collaborazione, ma i numeri usciti qualche settimana fa fanno capire che l’azienda deve credere molto in questo progetto. Del resto, come scriveva Paulina Szmydke su WWD, «l’iniziativa è l’ultima di una serie di sforzi che Puma sta compiendo per spingere le vendite e dare nuovo smalto all’immagine del brand». Nel 2013 le cose non si mettevano bene per Puma, visto che ormai da tre anni i suoi guadagni erano in forte calo e circolavano voci che Kering volesse venderla. Così il nuovo amministratore delegato Bjørn Gulden (arrivato nel luglio 2013) ha deciso per una ristrutturazione totale del marchio – ancora in corso – per riposizionarlo come brand sportivo di maggior livello, vista anche la forte competizione con Nike e Adidas, soprattutto sul piano dell’immagine. Il rilancio di Puma passa quindi attraverso l’aumento della distribuzione con l’apertura di nuovi negozi in India, Cina e Stati Uniti, il lancio di nuovi prodotti e l’investimento di molti soldi nell’immagine e nel marketing.
Cosa ci fa Puma con Rihanna. Quali sono le ragioni della scelta di un non sportivo come testimonial, ora che i conti mostrano quanto è costata.
La Commissione Europea ha multato Google per 2,4 miliardi di euro con l’accusa di avere creato e mantenuto una posizione dominante nel settore delle ricerche per lo shopping online, a danno della libera concorrenza e quindi delle persone. La multa è la più alta mai decisa dalla Unione Europea per un’azienda tecnologica e arriva dopo anni di indagini, coordinate dalla commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager. Google ha ora 90 giorni di tempo per interrompere le pratiche ritenute lesive della concorrenza, altrimenti riceverà ulteriori multe. Alphabet, la società proprietaria di Google, ha detto di “non essere d’accordo” con la decisione della Commissione e ha annunciato di valutare un appello, che potrebbe essere comunque un azzardo considerato che di solito la Corte europea è più incline a dare ragione all’Unione Europea. L’Unione Europea accusa Google di mostrare – nelle sue pagine dei risultati – link verso siti per gli acquisti online che pagano per essere messi in evidenza, senza dare spazi ad altri motori di ricerca dedicati esclusivamente allo shopping come Kelkoo. Secondo la Commissione, la dimostrazione più evidente è il pannello con le anteprime dei prodotti che Google mostra in testa alla sua pagina dei risultati quando si cerca uno specifico prodotto: se si cerca “pentola a pressione”, il motore di ricerca mostra una serie di anteprime con prezzi e caratteristiche che rimandano direttamente al sito del venditore. Per finire in quella posizione privilegiata, i venditori pagano Google come per i classici annunci pubblicitari mostrati in testa nella pagina dei risultati. I siti che offrono servizi analoghi, cioè che permettono di confrontare i prezzi di un prodotto tra diversi venditori, dicono di non essere messi in evidenza a sufficienza nelle pagine dei risultati e di subire la presenza del pannello con le anteprime, che porta gli utenti a non utilizzare o notare i loro servizi.
L’Unione Europea ha multato Google per 2,4 miliardi di euro. È la multa più alta di sempre per un'azienda tecnologica: l'accusa è aver danneggiato la libera concorrenza nelle ricerche per comprare cose online.
Da circa un anno l’utente Mario Wienerroither diffonde sul suo canale YouTube alcuni video intitolati “Musicless Musicvideo”, che nel tempo sono diventati popolari e hanno ottenuto centinaia di migliaia di visualizzazioni: si tratta di porzioni di video musicali molto noti ai quali Wienerroither ha alterato la traccia musicale sostituendola con una serie di effetti sonori buffi, più o meno appropriati rispetto alle azioni mostrate nel video. Non sono soltanto video musicali: ci sono anche sigle di serie televisive e parti di film. In un caso, intitolato “Silentless Movie”, Wienerroither ha fatto un’operazione inversa: ha aggiunto effetti sonori a un film muto (Nosferatu, diretto nel 1922 da Friedrich Wilhelm Murnau). Funziona tutto meglio, nel senso che fa tanto più ridere, se si conoscono bene i video originali (quelli con la musica). David Bowie & Mick Jagger – Dancing In The Street
Video musicali famosi, senza la musica. Un utente di YouTube pubblica parti di video e film molto noti a cui aggiunge buffi effetti sonori dopo aver modificato la traccia audio.
Da settimane ci si può spostare liberamente in Italia e hanno riaperto musei, stabilimenti balneari e alberghi: la stagione turistica estiva è cominciata tra molti cambiamenti, nelle abitudini di chi è in vacanza e nei servizi offerti da chi lavora nel settore. Le autorità ricordano periodicamente l’importanza di seguire i protocolli e le regole sanitarie, e per il momento i numeri quotidiani sui nuovi contagi rimangono più o meno stabili, ormai da circa un mese: ma vengono registrati ogni giorno tra le 100 e le 250 persone che hanno contratto il coronavirus, numeri che non consentono eccessivi rilassamenti e che ricordano che il virus sta ancora circolando, seppur in misura assai più contenuta rispetto ai mesi dell’emergenza. Tra le cose importanti da fare per chi andrà in vacanza in Italia, oltre a seguire le regole di distanziamento fisico e igiene che abbiamo imparato a conoscere, c’è un attento monitoraggio delle proprie condizioni di salute. Alla comparsa di sintomi compatibili con la COVID-19, infatti, è fondamentale avvisare il prima possibile le autorità sanitarie, in modo da accertare se si è infetti o no con l’apposito test.
Cosa fare se si hanno i sintomi della COVID-19 in vacanza. Bisogna avvertire le autorità locali, per valutare se occorre mettersi in isolamento e sottoporsi al test.
Sabato 15 dicembre nel casale di Santa Maria Nova a Roma, nel parco Archeologico dell’Appia Antica, si inaugura la mostra Un posto dove stare, con una serie di fotografie che Alessandro Imbriaco ha realizzato fra il 2007 e il 2011 sul tema dell’”abitare precario”. La mostra si potrà visitare fino al primo maggio 2019 e parla dell’occupazione abusiva degli spazi pubblici e privati nella città di Roma, tra cui un’area paludosa ai bordi dell’Aniene, l’ex salumificio Fiorucci sulla via Prenestina, il Casilino 900, un campo rom nella periferia sud, e la vecchia stazione dei filobus della Tuscolana, in via Lucio Sestio. Alessandro Imbriaco è nato a Salerno nel 1980 e i suoi lavori hanno ricevuto diversi premi, tra cui il Premio Ponchielli nel 2012 e il World Press Photo nel 2010 (per alcune delle foto in mostra della serie Casilino 900). Tra i progetti più conosciuti a cui ha lavorato c’è quello sui corpi di reato della mafia, realizzato con Tommaso Bonaventura e Fabio Severo.
Un posto dove stare. Le foto che Alessandro Imbriaco ha scattato sul tema dell'occupazione abusiva a Roma, in mostra al parco Archeologico dell'Appia Antica.
Sulla Stampa di lunedì Federico Geremicca commenta la capacità di Matteo Renzi di far convivere una carenza di risultati e successi reali del suo governo – in carica da cinque mesi – con la conservazione di un prolungato consenso da parte di cittadini ed elettori. Secondo Geremicca c’è una ragione, che è il prezioso capitale di Renzi a cui i suoi avversari non sanno avvicinarsi: ma non può durare ancora molto a lungo. Che la migliore notizia ricevuta nelle ultime settimane sia l’assoluzione in appello di Silvio Berlusconi – cioè del leader della coalizione che tenterà di batterlo alle prossime elezioni – la dice lunga su quanto si sia fatto agitato il mare intorno a Matteo Renzi. Lo sgradevole stop alla nomina di Federica Mogherini, gli ammonimenti del neo Commissario agli Affari economici Katainen, la drastica riduzione al ribasso della crescita del Pil ipotizzata da Bankitalia e il faticoso cammino in Parlamento della riforma del Senato, sono lì a confermare il momento di evidente difficoltà. In un quadro a tinte così fosche, altri premier e altri governi si sarebbero forse ritrovati a un passo dalla crisi: e invece nulla, per ora, sembra intaccare la popolarità e il consenso che circondano l’ex sindaco di Firenze, visto l’alto gradimento di cui continua a godere secondo ogni sondaggio. E’ come se accanto al mondo reale – quello segnato appunto dalle difficoltà di cui si diceva – Matteo Renzi fosse riuscito a costruirne, almeno in Italia, un altro virtuale: un pianeta fatto di ottimismo, di forza della volontà, di promesse di cambiamento, di fiducia nel futuro. Nella creazione di questa sorta di «pianeta parallelo», molto ha contato e conta l’abilità comunicativa del giovane premier. Ma c’è, naturalmente, dell’altro: e fingere di non vederlo potrebbe costituire il secondo errore capitale (il primo è stato la sottovalutazione del fenomeno-Renzi) degli stati maggiori dei partiti avversi al premier e degli stessi «malpancisti» all’interno del Pd. Se una fetta assai ampia di italiani – a dispetto delle difficoltà crescenti – continua ad aver fiducia e ad esprimere sostegno all’azione del Presidente del Consiglio, è perché ancora troppo vivo è il ricordo di quella che per comodità qui definiamo «la vecchia politica».
La rendita di Renzi. C'è un'immagine di novità e diversità che prevale sugli scarsi risultati finora, scrive sulla Stampa Federico Geremicca.
La prima cosa che si vede sono delle immagini in bianco e nero accompagnate da una contagiosa colonna sonora heavy metal. Viene schiacciato un pulsante, azionata una leva e c’è un manometro con un ago che sale. Poi si sente una voce maschile che dice, con un forte accento finlandese: «Benvenuti nel canale della pressa idraulica». Dall’inizio di ottobre 2015 Lauri Vuohensilta si diverte a frantumare in mille pezzi oggetti a caso. Ha polverizzato un’anatra di gomma, una grossa caramella dura, diversi frutti, un disco da hockey, una Barbie, delle auto di Lego, un decoder e una serie di altri strani oggetti. Frantumare gli oggetti è l’unica cosa che Vuohensilta fa sul suo canale YouTube, che in soli sette mesi ha raggiunto oltre 740mila iscritti e quasi 60 milioni di visualizzazioni. «Non mi aspettavo che diventasse così popolare in così poco tempo», ha raccontato Vuohensilta in un’intervista via Skype con il Washington Post, con un sorriso che metteva in risalto la distanza tra i suoi denti. «Pensavo ci sarebbero voluti più o meno tre anni per arrivarci». La cosa strana è che il video che ha reso il canale virale non è stato quello in cui si schiaccia in modo spettacolare una palla da bowling, o un’altra pressa idraulica. Il primo successo di Vuohensilta conferma un vecchio mito, in modo piuttosto notevole: non è possibile piegare a metà un foglio di carta più di sette volte. Dopo aver piegato un normale pezzo di carta a metà per cinque volte, Vuohensilta ha usato la sua pressa idraulica da 100 tonnellate per comprimere meglio le pieghe, ha quindi piegato con fatica il piccolo quadratino di carta per la settima volta e lo ha posizionato sotto la pressa, applicando una pressione di 300 bar. Inaspettatamente, il foglio di carta è andato in pezzi.
È impossibile piegare un foglio di carta più di 7 volte. E lo sappiamo grazie a uno dei più strani canali YouTube: quello in cui un ragazzo finlandese distrugge cose con la sua pressa idraulica.
Un dipinto di Vincent van Gogh, in italiano noto come “i Papaveri”, è stato rubato ieri in Egitto, al museo Mahmoud Khalil del Cairo. Poche ore dopo il ministro della cultura aveva affermato che le autorità erano già riuscite a ritrovare la tela, tagliata dalla cornice e rubata da due giovani turisti italiani, che nel frattempo si erano diretti in aeroporto: secondo le prime ricostruzioni, i due avevano detto di aver comprato al tela da un egiziano senza sapere che era stata rubata. L’affermazione si è rivelata però imprecisa e in tarda serata lo stesso ministro ha detto che il dipinto è ancora nelle mani dei ladri e che le ricerche continuano. Non si conoscono dettagli sull’identità e sulla sorte dei due italiani, a questo punto innocenti. Il quadro in questione avrebbe un valore di oltre 60 milioni di euro, e in passato è già stato rubato e ritrovato. Nel 1978 venne sottratto al museo Khalil e ritrovato soltanto due anni dopo, in circostanze finora non del tutto chiarite dalle autorità, che all’epoca dissero solo di aver avuto un’informazione da tre egiziani coinvolti nel furto e di averlo ritrovato in una non meglio specificata località del Kuwait.
Il van Gogh rubato due volte. Il quadro rubato ieri in Egitto non è ancora stato ritrovato, ed era già stato rubato nel 1970.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 17.083 nuovi casi positivi da coronavirus e 343 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 21.897 (496 in più di ieri), di cui 2.327 nei reparti di terapia intensiva (38 in più di ieri) e 19.570 negli altri reparti (458 in più di ieri). Sono stati analizzati 154.603 tamponi molecolari e 181.380 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 9,2 per cento, mentre quella dei test antigenici dell’1,6 per cento. Nella giornata di lunedì i contagi registrati erano stati 13.114 e i morti 246. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (3.762), Campania (2.046), Emilia-Romagna (2.040), Piemonte (1.609) e Veneto (1.228).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, martedì 2 marzo.
Matteo Orfini ha 40 anni ed è un deputato del Partito Democratico, eletto per la prima volta alla Camera alle elezioni del febbraio 2013 dopo aver vinto le primarie per i parlamentari organizzate dal PD. Questa mattina è stato eletto presidente del Partito Democratico dall’assemblea dei delegati eletti con le primarie dello scorso novembre; il precedente presidente era Gianni Cuperlo, prima di lui erano stati presidenti Rosy Bindi e Romano Prodi. Orfini ha studiato archeologia ma ha iniziato a fare politica molto presto, nel circolo PD “Mazzini” di Roma, di cui è stato segretario, e collaborando con Massimo D’Alema, sia alla fondazione Italianieuropei sia nel suo staff come portavoce. È romano ma tifa per il Milan; su Twitter è @orfini; ha un blog; gli piacciono i videogiochi di calcio.
Chi è Matteo Orfini, nuovo presidente del PD. Da dove viene e cosa pensa il 39enne deputato scelto dall'assemblea del partito a Roma.
Lo scorso settembre la Banca Centrale Europea ha introdotto la nuova versione delle banconote da dieci euro: di recente ha annunciato una specie di concorso di selfie sui sociali network per promuoverne la circolazione. In pratica, fino al 30 novembre, gli utenti di Twitter e Instagram potranno pubblicare sui loro account un selfie con una nuova banconota da dieci euro, usando l’hashtag #mynew10,: cinque di loro vinceranno un iPad mini dopo un sorteggio tra i partecipanti. Un articolo del regolamento (PDF) vieta esplicitamente la partecipazione al concorso per qualsiasi selfie che mostri la nuova banconota “in una situazione che possa pregiudicare la reputazione e l’onore della BCE”. Ciononostante alcuni siti hanno raccolto molte delle proposte che violano piuttosto chiaramente questo articolo. Molti utenti dei social network hanno usato il concorso dei selfie per esprimere – con vari gradi di originalità – la loro disapprovazione dell’iniziativa o frustrazione e rabbia contro l’euro, l’Europa e la politica in generale.
I selfie con la nuova banconota da 10 euro. La BCE ha proposto un concorso per favorire la circolazione dei nuovi dieci euro: diversi utenti Twitter e Instagram non hanno accolto l'iniziativa positivamente, diciamo.
C’era una volta Arrigo Cipriani, figlio di Giuseppe, il fondatore della dinastia che nel 1931 ha aperto l’Harry’s Bar di Venezia, ai cui tavoli si sono seduti re, principi, protagonisti della Storia e stelle dello spettacolo. Schietto, divertente e politicamente scorretto, Arrigo è una specie di Lorenzo de’ Medici dei ristoranti, che con la famiglia regna su un impero esteso da Venezia a New York con sconfinamenti in Argentina, a Londra e Singapore. Poi, a un bel momento, il perché e il percome ditecelo voi, tutto si è messo a girare storto. Fino all’asta di mobili e accessori dei locali newyorchesi indetta da per il prossimo 7 settembre dalla banca Capital One per ripianare un debito da 4 milioni di dollari. La commedia dei Cipriani si è trasformata in melodramma. Titolo: “Mio Dio come siamo caduti in basso”. Riassumiamo con l’aiuto del blog americano Eater.
Il melodramma dei Cipriani. A un bel momento, per la famiglia di ristoratori tutto si è messo a girare storto, scrive Dissapore.
Facebook inizierà a sperimentare l’inserimento di annunci pubblicitari nei video sul suo social network, condividendo i ricavi con chi li ha prodotti e pubblicati. La notizia non è ancora ufficiale, ma è stata diffusa da Peter Kafka di Recode, che di solito ha fonti molto affidabili all’interno di Facebook. Gli annunci pubblicitari saranno per lo più presenti nei video prodotti dalle Pagine e dovrebbero offrire una nuova importante fonte di ricavo, considerato che finora non era stato possibile inserire pubblicità al loro interno. Il formato scelto sarà quello del “mid-roll”: dopo minimo 20 secondi di riproduzione, i video con durata superiore a 90 secondi potranno mostrare annunci pubblicitari. Facebook dividerà i ricavi con chi li ha prodotti, dando loro il 55 per cento e trattenendo per sé il resto, con un meccanismo che ricalca quello utilizzato già da tempo da YouTube, che impiega numerosi formati pubblicitari per finanziare la sua piattaforma e offrire ricavi ai produttori. Da un paio di anni, Facebook ha incentivato moltissimo la produzione di video sul suo social network, offrendo ai gestori delle Pagine numerose soluzioni per realizzarli e caricarli facilmente. In molti casi, gli algoritmi della sezione Notizie (“News Feed”) privilegiano i video sugli altri contenuti, mettendoli più in vista e aumentando le probabilità che siano visti dagli utenti. I video su Facebook hanno inoltre la riproduzione automatica come impostazione predefinita, quindi si avviano da soli man mano che si scorre la sezione Notizie. Finora il social network non aveva però offerto molte possibilità di ricavare qualcosa dai video, con il CEO Mark Zuckerberg che aveva espressamente vietato l’utilizzo dei “pre-roll”, i brevi video promozionali che sono riprodotti prima del video vero e proprio.
Facebook sperimenterà le pubblicità in mezzo ai video. I "mid-roll" potranno essere utilizzati nei video dopo minimo 20 secondi di riproduzione e potrebbero essere una grande opportunità di ricavo, scrive Recode.
Oggi diversi presidenti di provincia hanno annunciato le loro dimissioni. Ad Asti Maria Teresa Armosino (PdL) ha detto di essersi dimessa davanti all’«impossibilità manifesta da parte degli amministratori delle Province di far valere le ragioni del territorio, vista l’evidente volontà di non tener conto delle funzioni e dei servizi svolti dalla Provincia» da parte del governo, che ha deciso per l’accorpamento e la soppressione di diverse province.
La fuga dei presidenti di provincia. Solo oggi si sono dimessi in tre, e quello di Milano quasi: ufficialmente per protesta contro Monti, ma c'è una questione di candidabilità in Parlamento.
Il 9 giugno 1993, dopo l’anteprima mondiale di Jurassic Park, il New York Times scrisse: «L’opinione prevalente è che stia tra il sufficiente e il buono. Praticamente ogni critico ha elogiato gli effetti speciali. Ma la storia e i personaggi sono stati chiaramente sacrificati a scapito di quegli effetti, della sorda colonna sonora di John Williams e dei momenti da spavento». Jay Scott, critico del Globe and Mail, scrisse: «È passabile divertimento per ragazzini. Ci sono un paio di scene che fanno venire i brividi e due o tre cose che emozionano. Ma non c’è poesia, c’è pochissima estasi, nessun rilevante sottotesto. Non c’è l’arte. Quando finisce il film, sparisce. Estinto». Non è stato così. Jurassic Park, diretto da Steven Spielberg, fu proiettato in Nordamerica su oltre tremila schermi, il 17 settembre arrivò in Italia e in pochi mesi divenne il film con i più alti incassi della storia del cinema (anche se qualche anno dopo fu superato da Titanic). Per produrlo si spesero tra i 60 e i 70 milioni di dollari e la promozione ne costò altri 60; in giro per il mondo il film incassò circa un miliardo, ed è praticamente impossibile calcolare i guadagni derivati da VHS, successivi proiezioni nei cinema, DVD, giocattoli, magliette, figurine e successivi film, videogiochi e prodotti di ogni tipo. Jurassic Park, uscito nei cinema 25 anni fa, è evidentemente rimasto e ha a suo modo segnato il cinema, la paleontologia e l’immagine che ci viene in mente quando qualcuno dice “dinosauro”.
“Jurassic Park” ha lasciato un segno. Uscì 25 anni fa e contribuì a cambiare il cinema, la paleontologia e la nostra idea di "dinosauro".
Nella parte californiana del deserto del Mojave, negli Stati Uniti, è da poco diventato operativo l’impianto solare di Ivanpah, la più grande centrale termica a concentrazione solare del mondo. A 65 chilometri di distanza da Las Vegas (che invece è nel Nevada), sono stati collocati circa 300mila specchi, ognuno dei quali è motorizzato e può cambiare il proprio orientamento, per riflettere i raggi solari verso una torre centrale che contiene acqua. I raggi concentrati sulla torre portano l’acqua a produrre vapore, che a sua volta fa muovere le turbine per la produzione dell’energia elettrica. Gli specchi hanno una altezza di 2 metri e sono larghi 3 metri, messi a cerchio intorno alla torre, alta 140 metri. Il complesso ha in tutto tre torri per la produzione di vapore da cui ottenere energia elettrica. Occupa circa 14 chilometri quadrati e nella sua costruzione ci sono stati alcuni ritardi, dovuti soprattutto alle preoccupazioni delle associazioni ambientaliste per il suo impatto sull’habitat circostante.
La più grande centrale solare del mondo. Le foto spettacolari dell'enorme impianto a concentrazione solare da poco inaugurato nel deserto del Mojave negli Stati Uniti: produce energia per rifornire 140mila case.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 5.193 casi positivi da coronavirus e 57 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 4.664 (48 in meno di ieri), di cui 547 nei reparti di terapia intensiva (1 La storia di uno dei delitti più noti e violenti degli anni Settanta, al centro del film tratto da “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati
“Due anni di governo”. L'Espresso ha ottenuto il libretto che il PdL invierà alle famiglie italiane a settembre con i-risultati-del-governo, e lo commenta punto per punto.
Dopo un’ispezione amministrativa, la Guarda Costiera ha fatto sapere che la nave Sea Watch 3 non potrà lasciare il porto di Catania, a causa di «una serie di non conformità» che hanno a che fare sia con «la sicurezza della navigazione» sia con «il rispetto della normativa in materia di tutela dell’ambiente marino». Fino a quando i problemi non verranno risolti la nave della ong tedesca non potrà ripartire. Il Comando generale della Capitaneria di Porto ha spiegato che la verifica è stata decisa per rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare e dopo che l’Olanda, lo stato di bandiera della nave, ne era stata informata. Giovedì 31 gennaio, a Catania, dalla Sea Watch 3 erano sbarcate le 47 persone che da giorni erano a bordo della nave dopo essere state soccorse nel mar Mediterraneo. Negli ultimi giorni alcuni esponenti del governo italiano avevano accusato lo staff della nave Sea Watch 3 di non avere rispettato «la legge del mare», raccontando però una versione dei fatti che non sembra corrispondere alla realtà.
La Sea Watch 3 non potrà lasciare il porto di Catania. La Guarda Costiera ha detto che ci sono «una serie di non conformità», dalla «sicurezza della navigazione» al «rispetto della normativa in materia di tutela dell'ambiente marino».
La giornalista e conduttrice tv Francesca Barra sta denunciando su Facebook i pesanti insulti che ha ricevuto negli ultimi giorni sui social network. Barra ha detto di aver denunciato per diffamazione due persone: quella che gestisce l’account di Twitter forever_ultimo, di cui conosce la vera identità, e un impiegato della Regione Basilicata. L’hanno minacciata di morte e offeso oltre a lei i suoi tre figli, avuti dalla precedente relazione con Marcello Molfino. Gli insulti sono rivolti a Barra e ai suoi figli – si leggono cose come “troie come queste vanno arse vive” e “che dio punisca te e poi i tuoi figli” –, e hanno iniziato ad arrivare in seguito alla notizia della sua separazione dal marito e della relazione da poco intrapresa con l’attore Claudio Santamaria.
Francesca Barra, Claudio Santamaria e l’odio online. Francesca Barra ha denunciato chi da giorni la insultava e minacciava lei e i figli sui social network per essersi separata e aver iniziato una relazione con l'attore.
Oggi è morto nel suo appartamento all’interno del complesso dell’ospedale San Raffaele don Luigi Verzè. Aveva 91 anni ed era nato a Illasi, in provincia di Verona. È stato il fondatore, nel 1969, dell’ospedale privato San Raffaele, costruito in una zona al confine tra i comuni di Milano e Segrate. Nel 1996 all’ospedale, che nel corso degli anni si è ampliato con diverse sedi anche fuori dell’Italia, si è aggiunta un’università privata, l’Università Vita-Salute San Raffaele, di cui don Verzè era rettore. Le sue posizioni in materia dottrinale e religiosa erano poco ortodosse e vicine a quelle dei credenti più “progressisti”: era favorevole al sacerdozio delle donne, alla comunione per i divorziati e alla procreazione assistita, vista la sua forte convinzione nelle capacità della scienza. In una lunga intervista alla Stampa del luglio 2010, don Verzè disse che “La scienza non la ferma nessuno, nemmeno la Chiesa”. Con le gerarchie ecclesiastiche aveva avuto rapporti difficili, venendo sospeso a divinis negli anni Settanta (ovvero ricevendo la proibizione di amministrare i sacramenti). Non aveva mai nascosto il suo appoggio all’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a cui era legato da un’amicizia pluridecennale.
È morto don Luigi Verzé. Aveva 91 anni, aveva fondato il più famoso ospedale privato italiano, era indagato per bancarotta fraudolenta: la storia era stata raccontata da Report.
00.33 – I video della polizia che irrompe in un bar alla ricerca dei no TAV. Dopo lo sgombero dell’autostrada A32, alcuni manifestanti sono scappati lungo la statale 25 e verso il centro del paese per sottrarsi alla nuvola di fumo provocata dai lacrimogeni. 00.25 – «Domani ci riprenderemo il presidio. Non ci fermeremo e alle 18 organizzeremo una serie di blocchi in tutta Italia». Lo ha annunciato il leader dei no TAV Alberto Perino durante l’assemblea dei manifestanti. La statale 25 è ancora bloccata all’altezza dello svincolo di Chianocco da un cordone di agenti e sulla strada si sta formando una lunga coda di tir in direzione Susa.
Gli scontri in Val di Susa. Le foto dello sgombero dell'autostrada A32: 11 persone tra le forze dell'ordine sono rimaste ferite e due troupe di giornalisti hanno subito delle aggressioni.
Sono passati cinque mesi dalle proteste degli allevatori sardi contro il crollo del prezzo del latte di capra e di pecora: se ne era parlato molto, lo scorso febbraio, perché in alcuni casi le proteste erano state particolarmente aggressive e vistose, con blocchi stradali, manifestazioni e minacce verso chi non protestava, e perché la questione del latte era diventata centrale anche per le elezioni regionali, poi vinte da Christian Solinas, di centrodestra e sostenuto dalla Lega. Durante la campagna elettorale, a seguito delle proteste, il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, entrambi leghisti, avevano incontrato a Roma una delegazione di pastori insieme a rappresentanti di consorzi, imprenditori, cooperative e industriali. Salvini aveva promesso che avrebbe trovato «una soluzione entro 48 ore per restituire dignità e lavoro ai sardi», e che non si sarebbe alzato dal tavolo delle trattative finché il prezzo del latte non fosse passato da 60 centesimi a 1 euro al litro. Non è successo.
Le promesse elettorali fatte ai pastori sardi non sono state mantenute. L'aumento del prezzo del latte a un euro al litro non c'è stato, e ora le proteste potrebbero ricominciare.
Sono state annunciate tutte le candidature all’86esima edizione degli Academy Awards, cioè i premi Oscar. I film con più candidature sono American Hustle e Gravity (10), seguiti da 12 anni schiavo (9), Dallas Buyers Club, Nebraska e Captain Phillips (6), The Wolf of Wall Street ed Her (5), Philomena (4). La grande bellezza, il film italiano diretto da Paolo Sorrentino vincitore del Golden Globe, è tra i candidati a Miglior film straniero. L’ultimo film italiano candidato all’Oscar fu La bestia nel cuore di Cristina Comencini, nel 2006; qui invece tutti gli italiani che hanno vinto un Oscar. I premi saranno assegnati a Los Angeles il 2 marzo 2014.
Le nomination agli Oscar 2014. La lista completa: "La grande bellezza" è candidata a miglior film straniero, "American Hustle" e "Gravity" hanno 10 nomination, "12 anni schiavo" ne ha 9.
Questa settimana gli iscritti al Movimento 5 Stelle hanno votato nel corso di un referendum online per bloccare o concedere l’autorizzazione a processare il ministro dell’Interno Matteo Salvini. I “no” all’autorizzazione hanno vinto con il 59 per cento. Nei giorni successivi però in molti si sono chiesti quanto siano davvero affidabili questi risultati e quanto sia stato sicuro per gli iscritti partecipare alla votazione. Le operazioni di voto infatti si sono svolte tra continui problemi tecnici e attacchi informatici, mentre non è chiaro chi abbia controllato davvero la regolarità del voto né come funziona realmente il sistema che le ha rese possibili: il famigerato “sistema operativo” Rousseau. Che cos’è Rousseau? Quello che il Movimento 5 Stelle chiama ampollosamente “sistema operativo” è in realtà un normalissimo sito internet con una sorta di “area riservata” a cui hanno accesso gli iscritti certificati del Movimento 5 Stelle. Questi iscritti possono partecipare a una serie di attività del partito, come suggerire proposte di legge e partecipare alla loro scrittura (un aspetto che sembra al momento passato in secondo piano: nessuna delle leggi approvate da quando il Movimento è al governo risulta elaborata dalla piattaforma Rousseau).
Come funziona Rousseau. Il sito internet dove gli iscritti al Movimento 5 Stelle hanno votato in maggioranza per non far processare Salvini è ritenuto poco sicuro e manipolabile.
Il braccialetto alla caviglia, o cavigliera, è tornato di moda: si è rivisto nelle collezioni di molti stilisti per la primavera/estate 2016, ma l’aveva già riproposto Nicolas Ghesquière, direttore creativo di Louis Vuitton, l’anno prima. Molti associano la cavigliera agli anni Novanta, quand’era assai comune, ma ha una storia molto più antica. La rivista di moda AnOther racconta che le prime cavigliere vennero ritrovate nelle tombe dei Sumeri e risalivano al V millennio a.C.: le donne le indossavano insieme a collane, anelli e orecchini. Erano portate anche nell’Antico Egitto, dove il materiale indicava lo status sociale: oro tra i nobili e benestanti, argento, ferro, pelle e fili di perline tra le classi meno ricche. In Europa si diffusero nell’età del Bronzo (tra il IV e il II millennio a.C.): ne sono state ritrovate lungo il Danubio, il Reno, le coste Atlantiche e in territorio alpino. Nella Grecia ellenistica e in Asia Minore erano un simbolo di ricchezza molto diffuso, a testimoniare la richiesta di beni di lusso di quella società.
Chi ha fatto tornare di moda la cavigliera. Portata soprattutto negli Novanta e ancora prima dagli hippy, è ricomparsa nelle sfilate l'anno scorso.
Viviana Mazza ha intervistato sul Corriere della Sera Rabab Al Mahdi, docente all’Università americana del Cairo che fu tutor in Egitto di Giulio Regeni, il ricercatore universitario italiano dell’Università di Cambridge ucciso al Cairo all’inizio del 2016 in circostanze ancora poco chiare. Al Mahdi ha risposto ad alcune domande riguardo alle accuse contenute in un articolo di Repubblica di giovedì scorso, che basandosi su un documento della procura di Roma ipotizzava che a indirizzare e commissionare le ricerche di Regeni fosse stata la sua tutor all’Università di Cambridge, la docente egiziana Maha Mahfouz Abdel Rahman. La tesi di Repubblica è che Rahman, che sembrerebbe aver proposto a Regeni di collaborare con Al Mahdi, fosse un’attivista interessata alla raccolta di materiale sui sindacati indipendenti egiziani. Secondo la ricostruzione principale, fu proprio questo tema particolare ad attirare l’attenzione e i sospetti dei servizi segreti egiziani, che per questo sequestrarono, torturarono e uccisero Regeni. Al Mahdi respinge le accuse di Repubblica: dice che fu Regeni a scegliere l’argomento e la sua tutor; che non ci furono altri studenti di Rahman ad avere problemi con le autorità egiziane per le ricerche sui sindacati; che non sa se Regeni abbia condiviso con Rahman il suo ultimo report sulle ricerche, ma che non c’è niente di sospetto; che chi ha formulato le accuse dimostra di non conoscere come funziona la ricerca accademica.
Le versione della tutor di Giulio Regeni al Cairo sulle accuse di Repubblica. Nega che lei o Maha Mahfouz Abdel Rahman abbiano responsabilità sulla morte del ricercatore italiano, rispondendo punto per punto.
Due giorni fa il tribunale di sorveglianza di Milano ha deciso la detenzione domiciliare per l’ex presidente della Lombardia Roberto Formigoni, condannato a 5 anni e 10 mesi per corruzione. Formigoni, che ha 72 anni, aveva ricevuto per anni regali e tangenti da parte di cliniche private della sanità lombarda in cambio di favori: è stato condannato in via definitiva lo scorso febbraio e ha trascorso cinque mesi nel carcere di Bollate, vicino Milano. Luigi Manconi, ex parlamentare, sociologo e attivista di lungo corso per i diritti umani, su Repubblica di oggi ha spiegato perché la notizia non dovrebbe suscitare alcuno scandalo: anzi. Si può difendere l’indifendibile (Roberto Formigoni) in nome della forza del diritto e dei principi del garantismo? Faticosamente, e forse contradditoriamente, penso di sì. Formigoni e io ci siamo francamente antipatici da decenni e, da quando ironizzai sull’abbigliamento coatto-pop di una fase della sua vita politica, mi ha tolto il saluto. Ma questo, va da sé, è il più irrilevante dei suoi pubblici peccati, sui quali giudicherà la sua coscienza e il suo Dio. Qui si parla d’altro. La prima considerazione è che il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza è perfettamente legittimo: previsto, cioè, dall’ordinamento giuridico e dal regolamento penitenziario. Per chi abbia superato i settant’anni è possibile, infatti, espiare la pena “nella propria abitazione o in altro luogo pubblico di cura, assistenza e accoglienza”.
Il “trattamento Formigoni”. Luigi Manconi spiega su Repubblica perché la detenzione domiciliare per una persona anziana è una buona cosa per tutti.
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha presentato le sue dimissioni al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un incontro al Quirinale nel tardo pomeriggio di sabato. Le dimissioni del governo in carica – come da prassi – sono arrivate dopo l’insediamento del nuovo Parlamento, quello eletto con il voto del 4 marzo: Mattarella le ha accettate, ma il governo resterà in carica “per il disbrigo degli affari correnti” fino alla formazione di un nuovo governo. Di fatto, l’attuale governo avrà pieni poteri fino a che Mattarella non firmerà le dimissioni del presidente del Consiglio. Nei prossimi giorni, Mattarella comincerà le consultazioni con i partiti rappresentati in Parlamento per arrivare alla formazione del prossimo governo. Dichiarazioni alla stampa del Segretario Generale del #Quirinale #Zampetti in seguito alle dimissioni del Presidente del Consiglio #GentiloniIl comunicato: https://t.co/9RfYJfEzyo pic.twitter.com/rzpVCRbMyF
Paolo Gentiloni si è dimesso da presidente del Consiglio. Ma resterà in carica "per il disbrigo degli affari correnti" fino a che non ci sarà un nuovo governo.
Nell’eccitazione del teso confronto in diretta tra Giovanni Floris e il Presidente del Consiglio durante la scorsa puntata di Ballarò si è perso di vista il merito di quello che Berlusconi ha sostenuto e contestato. E si è così soprasseduto sul fatto che il capo del Governo ha mentito in diretta televisiva su una questione grossa e sensibile come il disastro rifiuti a Napoli. Di più: che il capo del Governo è intervenuto a una trasmissione per dare dei bugiardi e dei “mistificatori” a dei giornalisti, che però avevano ragione. Ricapitoliamo. 1. Il 22 ottobre durante una conferenza stampa a Roma Berlusconi fa la prima promessa, quella dei “dieci giorni”:
Su Napoli Berlusconi ha mentito. Abbiamo fatto i conti e controllato i video: le promesse erano chiare e non sono state mantenute, e a Ballarò il PresdelCons ha detto il falso.
Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, è indagato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma che riguarda il suo ex capo della segreteria, Nello Mastursi, che si è dimesso due giorni fa. Tra gli indagati nella stessa inchiesta ci sono anche la giudice Anna Scognamiglio, relatrice dell’ordinanza con cui lo scorso luglio era stato accolto il ricorso di De Luca contro la sospensione prevista dalla legge Severino (grazie a quella sentenza De Luca si era potuto insediare come presidente), suo marito Guglielmo Manna, due infermieri dell’ospedale pediatrico Santobono-Pausilippon di Napoli e un dirigente politico di una lista di De Luca alle regionali, Giuseppe Vetrano. Le accuse, stando a quanto si sa al momento, sono rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione. L’inchiesta è stata avviata all’inizio di luglio dalla procura di Napoli, che poi per competenza territoriale ha inviato gli atti a Roma: è infatti la procura di Roma che si occupa delle vicende giudiziarie in cui sono coinvolti magistrati del distretto di Napoli. L’inchiesta, secondo quanto scrivono i giornali, è nata da un’intercettazione in cui Guglielmo Manna, poco prima che il verdetto di De Luca fosse depositato in cancelleria, avrebbe chiesto a Mastursi un’assunzione nel settore della sanità, parlando anche di un possibile intervento della moglie in una questione che interessava particolarmente a Mastursi stesso. Secondo l’accusa De Luca sarebbe stato quindi indotto a promettere l’assunzione di Manna in base al reato previsto dall’articolo 319 quater, comma primo e secondo introdotto dalla recente riforma che punisce, oltre al pubblico ufficiale che minaccia o abusa (in questo caso, la giudice) anche quello che un tempo veniva definito “concusso” (in questo caso, De Luca). Il Corriere precisa anche che Manna avrebbe chiesto a un amico di essere messo in contatto con Mastursi spiegando «di poter dare notizie sulla sentenza che entro qualche giorno sarebbe stata firmata da sua moglie».
Vincenzo De Luca è indagato. E insieme a lui il capo della sua segreteria (che si è dimesso) e la giudice relatrice dell'ordinanza con cui si era potuto insediare come presidente della Campania: cosa ne sappiamo.
Luigi Ferrarella ha raccontato sul Corriere della Sera la storia di Maurizio Minora, un professore di una scuola media di Milano che nel 2014 fu accusato di molestie sessuali e che poi ha passato 19 giorni nel carcere di San Vittore – «nel raggio degli arrestati per reati sessuali» – e 11 mesi agli arresti domiciliari. Minora insegnava arte ed era stato accusato da quattro studentesse di aver toccato il loro sedere e accarezzato le loro cosce. Si era sempre detto innocente. Ora è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste, e perché secondo i giudici Minora è stato oggetto di una «suggestione collettiva» basata su «voci incontrollate e destituite di ogni fondamento» e sul fatto che, come è scritto nella sentenza, Minora avesse «un atteggiamento fisico e affettuoso sia con i maschi sia con le femmine». Commentando la sentenza sul Corriere della Sera, Minora – che ora è in pensione – ha spiegato di aver passato un periodo molto difficile, e di avere evitato per diverso tempo relazioni con le donne: «avevo il terrore di ritrovarmi solo in ascensore con una donna, se vedevo arrivare una ragazza sul mio marciapiede, cambiavo strada. Ero stravolto».
La storia di un professore di Milano assolto dalle accuse di molestie sessuali. L'ha raccontata Luigi Ferrarella sul Corriere: secondo i giudici è stato oggetto di «una suggestione collettiva».
Se giocate molto ai videogiochi, o conoscete una persona che passa molto tempo giocando ai videogiochi (e soprattutto se è adolescente), avrete sicuramente sentito parlare di Discord; altrimenti, sapere cos’è può essere comunque utile. Discord è una piattaforma in forte crescita che già oggi coinvolge circa 250 milioni di utenti (tra cui molti bambini e adolescenti); la sua storia e le sue caratteristiche sono considerate esemplari della direzione che stanno prendendo Internet e i social network. Discord è sostanzialmente un’app per chattare, che si può usare su smartphone, tablet e pc. La sua particolarità è che è concepita per essere usata mentre si gioca ai videogiochi: con Discord gli utenti possono scriversi messaggi di testo, possono comunicare tra loro collegando il microfono oppure fare delle videochiamate, a gruppi. Discord, quindi, riunisce le principali funzionalità che sono utili ai giocatori: è uno strumento che permette di comunicare in tempo reale, fare videochat di gruppo ed è allo stesso tempo un forum. Ed è gratuito, a differenza di altri servizi simili come TeamSpeak. Sulla pagina iniziale di Discord, tramite cui si può scaricare l’app, si legge: «Smetti di pagare per i server di TeamSpeak o di preoccuparti di Skype. Semplificati la vita».
Il successo di Discord. È una piattaforma per chattare mentre si gioca ai videogiochi: sta causando qualche preoccupazione, perché è molto frequentata da adolescenti e dentro c'è un po' di tutto (nazisti compresi).
Venerdì 9 maggio è iniziato per Silvio Berlusconi l’affidamento ai servizi sociali presso il centro anziani “Sacra Famiglia” di Cesano Boscone, in provincia di Milano: Berlusconi deve scontare la condanna subita il primo agosto del 2013 per evasione fiscale nell’ambito del processo Mediaset, in cui era stato condannato in via definitiva a 4 anni di reclusione (tre anni erano stati cancellati grazie all’indulto del 2006). Lo scorso 15 aprile il Tribunale di sorveglianza di Milano aveva accolto la richiesta di Silvio Berlusconi – e della Procura – di scontare la propria pena (che avrà una durata solo formale di 12 mesi e durerà poco più di 10) in affidamento ai servizi sociali. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il primo giorno di servizi sociali di Silvio Berlusconi. Fotografie dal centro anziani “Sacra Famiglia” di Cesano Boscone, in provincia di Milano, dove sconterà la condanna per frode fiscale.
Massimo Ponzellini, presidente di Impregilo Spa ed ex presidente di Banca Popolare di Milano, è finito oggi agli arresti domiciliari assieme al collaboratore Antonio Cannalire (imprenditore nel settore delle slot machine) nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano su un finanziamento da 148 milioni di euro erogato da BPM alla società Atlantis/BPlus, collegata al clan mafioso di Nitto Santapaola. Le persone indagate sono in tutto sei, accusate a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione, appropriazione indebita, emissione di fatture per operazioni inesistenti e riciclaggio. Tra questi c’è anche l’ex direttore generale di BPM Enzo Chiesa e il deputato del PdL Marco Milanese, già ufficiale della Guardia di Finanza e consulente dell’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti. Secondo gli inquirenti, nel 2009 Ponzellini avrebbe erogato indebitamente dei finanziamenti in favore di diverse società, con il sostegno di una «associazione affaristica criminale» coltivata all’interno della Banca, dietro pagamento di tangenti per circa 5,7 milioni di euro. L’intermediario con gli imprenditori era il suo “braccio destro” Antonio Cannalire, al quale si sarebbe rivolto Francesco Corallo, figlio di Gaetano, esponente del clan mafioso siciliano di Nitto Santapaola. Per l’approvazione del finanziamento di 148 milioni ad Atlantis, società di videopoker facente capo a Corallo con ramificazioni offshore nelle Antille Olandesi, Ponzellini si sarebbe speso «personalmente in maniera del tutto anomala» e in violazione delle norme anti-riciclaggio.
L’arresto di Ponzellini. Di che cosa è accusato il capo di Impregilo e perché nell'ordinanza il gip cita anche La Russa, Romani, Santanché e Paolo Berlusconi.
In questi giorni e fino a circa metà aprile sarà visibile in cielo, nell’emisfero boreale (cioè il nostro), una cometa particolarmente luminosa che si chiama C/2011 L4 Pan-STARRS. Per osservarla serviranno, almeno nei primi giorni, binocolo o cannocchiale, che andranno puntati verso ovest subito dopo il tramonto. Apparirà molto bassa lungo l’orizzonte e si sposterà progressivamente verso nord. Nell’emisfero australe si è già fatta notare nei giorni scorsi. La cometa fu osservata per la prima volta nel giugno del 2011 grazie a una serie di immagini ottenute dal telescopio Pan-STARRS 1, installato in cima al vulcano Haleakala nell’arcipelago delle Hawaii. Ulteriori ricerche hanno consentito di identificare la cometa anche in immagini precedenti, che sono servite agli astronomi per fare previsioni più accurate sulle sue caratteristiche e sulla sua orbita.
Una cometa passa in cielo. Si chiama C/2011L4 Pan-STARRS, sarà visibile nei prossimi giorni con una lunghissima coda, prodotta dal suo passaggio ravvicinato al Sole.
L’aeroporto di Catania ha annunciato che a causa dell’emissione di cenere vulcanica dall’Etna tutti i voli di oggi potranno essere in ritardo perché due settori dello spazio aereo sono stati chiusi. Potranno atterrare solo quattro aeri ogni ora, mentre le partenze non saranno limitate, ma potranno comunque essere ritardate. Per avere informazioni precise sul proprio volo è necessario chiedere alla compagnia aerea di riferimento, mentre per gli aggiornamenti generici si può seguire il profilo Twitter dell’aeroporto. ‼️Aggiornamento #Etna venerdì 18 ottobre, ore 7:30. Causa emissione di cenere vulcanica in atmosfera, due settori dello spazio aereo sono chiusi.Tuti i voli potranno quindi essere soggetti a ritardi e disagi. Info con compagnie aeree. https://t.co/0UhJW0CVJO pic.twitter.com/JKwxdhoAgM
Oggi i voli diretti o in partenza dall’aeroporto di Catania potrebbero avere ritardi a causa di un’eruzione dell’Etna.
Giovedì pomeriggio l’ufficio di presidenza della Camera e il consiglio di presidenza del Senato hanno approvato l’abolizione dei vitalizi per i parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi – come quello di mafia o terrorismo, o reati contro la Pubblica Amministrazione – con pene superiori ai due anni. Verrà inoltre abolito il vitalizio – una specie di “pensione di anzianità” per parlamentari – per i condannati in via definitiva a reati minori, con pene superiori ai due anni e per cui la pena massima dev’essere superiore ai sei anni. La proposta di abolizione era contenuta in una petizione presentata dalle associazioni Libera e Gruppo Abele, che in tutto aveva raccolto più di 520mila firme. Sia alla Camera sia al Senato hanno votato a favore i parlamentari di Partito Democratico, SEL, Scelta Civica, Fratelli d’Italia e Lega Nord. Non hanno partecipato alla votazione i parlamentari di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle. La norma, contenuta in una delibera approvata dai due uffici, entrerà in vigore fra due mesi. #Senato approva delibera #stopvitalizi: un segnale forte, significativo e concreto dalle Istituzioni ai cittadini. Un bel segnale.
L’abolizione dei vitalizi per i parlamentari condannati. È stata decisa dagli uffici di presidenza di Camera e Senato: riguarda i condannati in via definitiva per reati gravi con pene superiori a due anni.
Fragole e altra frutta fresca, onde che si infrangono, pietre assolate su cui camminare: sono le fantasie estive ispirate dagli abiti della nuova collezione di Marimekko per Uniqlo, disponibile da oggi. Le stampe essenziali di Marimekko, storico marchio finlandese che ha fatto conoscere il design nordico nel mondo della moda, si accompagnano perfettamente con lo stile funzionale della giapponese Uniqlo e infatti la collezione è la terza collaborazione tra le due aziende. Gli abiti della collezione, per donne e bambini, si possono acquistare dal sito di Uniqlo. Oltre a gonne, pantaloncini, magliette e camicette, ci sono impermeabili per affrontare le piogge estive – che in Finlandia sono frequenti – ma anche borse e cappelli da spiaggia, ed espadrillas. La collezione è un’edizione limitata e i prezzi sono più accessibili di quelli di Marimekko.
Uniqlo porta di nuovo Marimekko in Italia. Da oggi si può acquistare la nuova collezione estiva con le stampe colorate del noto marchio finlandese, reso famoso da Jacqueline Kennedy.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 37.242 nuovi casi positivi al coronavirus e 699 morti a causa del COVID-19. Le persone attualmente ricoverate sono 37.705 (383 in più rispetto a ieri), di cui 3.748 nei reparti di terapia intensiva (36 in più di ieri) e 33.957 ricoverate con sintomi (347 in più di ieri). Sono stati analizzati 238.077 tamponi e testate 116.853 persone. È risultato positivo il 15,6 per cento dei tamponi di cui è stato comunicato il referto. Ieri i contagi registrati erano stati 36.176 e i decessi 653. – Leggi anche: La grande scommessa
I dati sul coronavirus di oggi, venerdì 20 novembre.
Martedì sera il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi ha concluso il secondo giro di consultazioni con i partiti, ed entro mercoledì pomeriggio incontrerà sindacati e associazioni di categoria. Al termine degli incontri però non dovrebbe tornare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sciogliere la riserva e accettare ufficialmente l’incarico da presidente del Consiglio: al momento osservatori e cronisti non mettono in discussione le altissime probabilità di successo del tentativo di Draghi di trovare una maggioranza, ma spiegano che a causa dei dissidi interni in alcuni partiti e di un approccio molto prudente dello stesso Draghi il nuovo governo potrebbe giurare fra sabato o domenica, o persino la settimana prossima. Se dopo la conferenza stampa di ieri sembra chiaro che il leader della Lega Matteo Salvini voglia decisamente entrare nel governo, e sia anche disposto a contraddire improvvisamente pezzi fondamentali della piattaforma politica costruita in questi anni, il Movimento 5 Stelle sembra più confuso. Dopo una iniziale ostilità – «il M5S non voterà un governo tecnico presieduto da Mario Draghi», aveva detto una settimana fa il reggente del partito Vito Crimi – la maggioranza del partito si era via via convinta a sostenere il nuovo governo, anche grazie al parere favorevole del fondatore Beppe Grillo, che ha guidato la delegazione del M5S ai due colloqui con Draghi.
La Lega spinge per entrare nel governo, il M5S prende tempo. Ma continuano a esserci poche indicazioni sulla composizione del probabile governo Draghi, e su quando potrebbe giurare.
Il Wall Street Journal dedica la seconda parte della sua inchiesta sulla protezione dei dati personali online alla storia di Internet Explorer 8, il browser di Microsoft, in cui l’attenzione alla privacy degli utenti è stata messa in secondo piano. Nel primo articolo il Wall Street Journal aveva mostrato la quantità di cookies e file che i siti che visitiamo disseminano nei nostri computer. I siti web creano sui computer questi file, che vengono poi utilizzati per tenere traccia dei nostri spostamenti in rete e conoscere i nostri gusti, così da poter offrire per esempio degli annunci pubblicitari calibrati sulle nostre preferenze. I programmi per navigare online (i browser) possono ridurre al minimo le nostre tracce e consentirci di scegliere quali informazioni rendere disponibili, ma alcuni produttori di software come Microsoft preferiscono nascondere le opzioni per la privacy per non dispiacere agli inserzionisti pubblicitari. Questa possibilità, spiega il Journal, fece nascere un confronto molto acceso tra i responsabili del progetto per il nuovo browser: da un lato c’erano alcuni sviluppatori convinti che un nuovo sistema contro i cookie potesse contribuire a migliorare la tutela della riservatezza degli utenti, mentre dall’altro c’erano numerosi dirigenti dell’azienda preoccupati di attirare le ire degli inserzionisti pubblicitari. Alla fine la spuntarono i dirigenti di Microsoft e il nuovo Internet Explorer fu studiato per rendere solamente opzionale il sistema per limitare l’utilizzo dei cookie e delle altre soluzioni per tracciare le attività di chi naviga online.
La volta che Microsoft tra utenti e inserzionisti, scelse i secondi. Un'inchiesta del Wall Street Journal: Internet Explorer 8 doveva offrire maggiori protezioni per la privacy, ma la società rinunciò.
Domenica il centrosinistra ha subìto una sconfitta storica in Basilicata, una regione dove governava da 24 anni e dove nel 2013 aveva vinto con il 60 per cento dei voti. Questa volta invece la coalizione guidata dal candidato presidente Carlo Trerotola ha raccolto poco più di metà dei voti di allora, circa il 33 per cento. Anche se si tratta di un risultato in leggero miglioramento rispetto alle elezioni politiche di un anno fa, secondo tutti gli osservatori è comunque un grave fallimento per la classe politica locale. Chi sembra non avere le idee chiare sulle ragioni della sconfitta è proprio Trerotola, che in un’intervista a Repubblica ha detto chiaramente che spiegare il risultato di domenica va oltre le sue competenze:
«Io sono farmacista». È l'analisi della sconfitta del candidato del centrosinistra battuto in Basilicata, Carlo Trerotola.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
Paola Caruso ha interrotto lo sciopero della fame. La giornalista del Corriere della Sera non mangiava da tre giorni.
È morta Nadia Toffa, conduttrice televisiva nota soprattutto per il suo lavoro alle Iene, famoso programma di Italia 1, che ha dato per primo la notizia. Toffa, che aveva 40 anni, era malata da tempo: nel dicembre del 2017 era stata ricoverata d’urgenza dopo essersi sentita male in una camera d’albergo, e a febbraio del 2018 aveva raccontato di avere avuto un tumore. «In questi mesi mi sono curata: prima ho fatto l’intervento, poi la chemioterapia e la radioterapia», aveva spiegato Nadia Toffa. «L’intervento ha tolto interamente il tumore, ma poteva esserci una piccola cellula rimasta e quindi ho seguito i consigli del medico e ho seguito le cure previste. Ora è tutto finito: il 6 febbraio ho finito la radio e la chemio». Successivamente Toffa era tornata a condurre le Iene, ma a ottobre del 2018 aveva raccontato in tv di aver avuto una ricaduta e di essere stata operata di nuovo.
La morte di Nadia Toffa. La nota conduttrice delle Iene aveva 40 anni ed era malata di cancro.
Fino al 20 settembre 2015 il centro espositivo Merano Arte a Merano ospita, in collaborazione con la Collezione Verbund di Vienna e a cura di Gabriele Schor, un’ampia selezione di opere di due tra le più importanti donne dell’arte contemporanea: Francesca Woodman e Birgit Jürgenssen. Francesca Woodman è stata un’importante fotografa statunitense e, nonostante la sua breve vita (morì suicida a 23 anni), una delle artiste più influenti del Ventesimo secolo: il suo lavoro si concentrava soprattutto sul suo corpo e su ciò che lo circondava, usando in gran parte esposizioni lunghe o la doppia esposizione, per creare un effetto di fusione tra il corpo e l’ambiente circostante. Birgit Jürgenssen, invece, è considerata una delle più importanti esponenti dell’avanguardia femminista degli anni Settanta: nel corso della sua carriera ha realizzato circa 3.000 opere tra fotografie, stampe, disegni, acquerelli, collage, dipinti e sculture. La maggior parte di queste opere ha come soggetto principale il corpo femminile, che appare mascherato e frammentato, come critica agli stereotipi sessuali e di genere.
Le foto di Francesca Woodman e Birgit Jürgenssen. I lavori di due tra le più importanti esponenti donne dell'arte contemporanea sono esposti a Merano fino al 20 settembre.
Coca Cola, la più grande azienda produttrice di bibite analcoliche al mondo, ha pubblicato i dati relativi alle vendite del secondo trimestre del 2016. I risultati sono stati inferiori alle stime degli analisti a causa del calo dei ricavi ottenuti all’estero, che hanno pesato più dei modesti miglioramenti di vendite registrati negli Stati Uniti. Le vendite di Coca Cola sono scese del 5,1 per cento, raggiungendo 11,5 miliardi di dollari (circa 10,3 miliardi di euro), ha detto l’azienda di Atlanta in un comunicato diffuso mercoledì 27 luglio. La media delle previsioni degli analisti era di 11,6 miliardi di dollari. I guadagni su ogni azione, invece, sono stati di 60 centesimi di dollaro, superiori alla media stimata dagli analisti di 58 centesimi.
Continua il brutto momento di Coca Cola. Le vendite continuano a calare in quasi tutto il mondo e la società sta puntando molto sulla diversificazione per uscire dalla crisi.
Repubblica ha raccolto tre brevi interviste ad altrettanti rapper italiani di seconda generazione: Tommy Kuti, Amir Issaa e Laïoung. La canzone di Tommy Kuti è in radio da qualche giorno: si intitola “#Afroitaliano”, ed è stata pubblicata con Universal in vista del disco che uscirà entro l’anno. Nel 2006 invece, molto prima di “#Afroitaliano”, usciva “Straniero nella mia nazione” di Amir Issaa, il rapper italo-egiziano anche autore del libro Vivo per questo, in uscita a giugno per Chiarelettere. È invece di Laïoung, nome d’arte dell’italo-sierraleonese Giuseppe Consoli, il disco Ave Cesare, appena pubblicato dalla Sony. Trattati come stranieri in casa loro. Sono gli italiani di seconda generazione, figli di coppie miste o di famiglie di immigrati della prima ora. Nati o cresciuti qui, hanno le cadenze dialettali delle diverse regioni d’Italia: ragazzi dalla pelle scura o dagli occhi a mandorla, dallo sguardo azzurro e dai capelli biondi dei paesi dell’Est Europa. A dargli la parola, a rivendicare con orgoglio un’appartenenza e anche il diritto alla cittadinanza, è sceso da qualche tempo in strada un esercito di rapper, salito poi sul palco, dopo aver occupato le mille vetrine del web. Si chiamano Tommy Kuti, Laïoung e la tripla R, Ghali, Maruego, tutti nel solco tracciato dai pionieri ormai quasi dieci anni fa, tra questi Amir Issaa. Da qualche giorno si ascolta in radio la nuova canzone-manifesto di questo movimento, che in dieci anni è diventato una delle realtà più importanti, e dalla vocazione internazionale, del rap italiano: l’ha scritta Tommy Kuti, 28 anni, arrivato in Italia dalla Nigeria quando aveva 2 anni. Si intitola # Afroitaliano e Kuti, che l’ha pubblicata con la major Universal, vi racconta la sua esperienza di ragazzo di seconda generazione cresciuto a Castiglione delle Stiviere, alle porte di Brescia, terra di Lega Nord: “Esulto quando segna Super Mario” canta Kuti, “non mangio la pasta senza Parmigiano/ ho la pelle scura, l’accento bresciano/ un cognome straniero e comunque italiano/ a volte mi sembra di esser qui per sbaglio/ Sanno poco di me, sono loro bersaglio/ ciò che ho passato loro non lo sanno/ e il mio passato mai lo capiranno/ Mi dai del negro, dell’immigrato/ il tuo pensiero è un po’ limitato/ Il mondo è cambiato, non è complicato/ “Afroitaliano” per te è un rompicapo”.
Rapper che raccontano le “seconde generazioni”. Rappresentate nell'articolo di Repubblica da nomi come Tommy Kuti, Amir Issaa e Laïoung, che puntano a coinvolgere e sradicare i pregiudizi.
Il 4 marzo si sono tenute in Italia le elezioni politiche. Ci vorrà un po’ prima di avere dei dati che abbia senso commentare, ma intanto ci sono gli exit poll: i risultati completi saranno pubblicati qui nel corso della notte. Alle 19 avevano votato il 58,42 per cento degli elettori; l’affluenza finale potrebbe essere compresa tra il 67 e il 70 per cento, come previsto qualche giorno fa dai sondaggisti. Sarebbe l’affluenza più bassa nella storia delle elezioni politiche in Italia: la precedente affluenza più bassa è stata del 75 per cento nelle elezioni del 2013. Sono anche arrivate le prime proiezioni di Opinio per la RAI, su un campione del 7 per cento. Sono stime simili a quelle di SWG: il PD è leggermente più alto e la Lega un filo più bassa.
Cronaca della giornata elettorale. Alle 19 avevano votato il 58,42 per cento degli elettori; l’affluenza finale potrebbe essere compresa tra il 67 e il 70 per cento.
Maurizio Cevenini era divenuto nel giro di poche settimane il probabile prossimo sindaco di Bologna, dopo che l’assenza o il ritiro di altre candidature del centrosinistra aveva fatto rimanere il suo nome l’unico possibile, malgrado diversi mugugni iniziali. Alle prossime primarie avrà un paio di concorrenti senza nessuna chance, e il centrodestra non è ancora riuscito a trovare un suo candidato, tra molti litigi e fallimenti. Lunedì però Cevenini ha avuto un malore ed è stato ricoverato in terapia intensiva per una “ischemia transitoria”. Le sue condizioni sono subito migliorate ma nei giorni successivi i medici hanno sempre più insistentemente lasciato capire che condizioni di fatica e stress non sono consigliabili e che potrebbero portare a nuovi problemi. E ieri il direttore sanitario dell’ospedale ha sconsigliato Cevenini di proseguire la campagna elettorale.
Il dilemma di Cevenini. Preoccupati per la sua salute, adesso i suoi sostenitori cominciano a chiedergli di ritirare la candidatura a sindaco di Bologna.
Un gruppo di lavoratori di Cinecittà, complesso romano di teatri di posa e studi cinematografici, ha occupato da due giorni parte degli stabilimenti, per protestare contro il piano industriale predisposto dalla Italian Entertainment Group, la società di Luigi Abete che gestisce Cinecittà Studios SPA. Alcuni operai si trovano su uno dei tetti dei locali e tre hanno minacciato lo sciopero della fame. Le manifestazioni dovrebbero durare in tutto cinque giorni: ieri sera i lavoratori hanno sparato della neve finta davanti all’ingresso degli studi. Il piano prevede l’esternalizzazione di alcune attività, il licenziamento di 20 lavoratori e il parziale trasferimento delle maestranze in un parco tematico di prossima costruzione. Gli occupanti chiedono di continuare a lavorare nel settore cinematografico e insieme con i sindacati accusano l’azienda di non avere un vero piano industriale e di volere di fatto trasformare Cinecittà in un centro ricreativo, con parcheggi, piscine e centri fitness, riducendo molto il settore cinematografico. Luigi Abete e la sua società gestiscono Cinecittà Studios dal 1997: i terreni però sono di proprietà dello Stato, prima del ministero del Tesoro, dal 2011 di Fintecna. I principali azionisti della società presieduta da Abete sono, oltre allo stesso Abete, Diego e Andrea Della Valle, Aurelio De Laurentiis e la famiglia Haggiag.
Le foto di Cinecittà occupata. Con tanto di neve artificiale: lavoratori e sindacati protestano contro il piano industriale dell'azienda che gestisce gli studi.
Si sono conclusi con tre condanne e un’assoluzione i due processi relativi alla vicenda di una maestra della provincia di Torino che nel 2018 era stata costretta alle dimissioni dopo la diffusione, senza il suo consenso, di sue foto intime e private. La donna, ventenne, aveva inoltrato le foto al suo fidanzato di allora, che le aveva diffuse in una chat di amici. Uno di questi era il padre di una bambina che frequentava l’asilo privato in cui insegnava la donna e che inoltrò le foto alla moglie: si diffusero così anche tra genitori e maestre. La preside dell’asilo aveva convinto l’insegnante a dimettersi per preservare il buon nome della scuola, dopo averla umiliata davanti alle altre maestre; aveva anche chiesto loro un qualsiasi pretesto per licenziarla. La preside è stata condannata a 13 mesi di reclusione per violenza privata e diffamazione. È stata condannata a un anno anche la madre della bambina, che aveva diffuso le foto ad alcune amiche e cercato di convincere l’insegnante a non denunciare l’ex fidanzato.
È stata condannata la preside che aveva costretto alle dimissioni un’insegnante dopo la diffusione di sue foto private.
Da oggi, giovedì 3 giugno, tutte le regioni possono iniziare a somministrare i vaccini contro il coronavirus a tutte le fasce d’età, come ha annunciato mercoledì il ministro della Salute, Roberto Speranza. Da oggi, inoltre, come già aveva anticipato Francesco Figliuolo, Commissario straordinario per l’emergenza COVID-19, possono iniziare le vaccinazioni interne alle aziende che decideranno di farlo. Ciononostante, spetta alle singole regioni decidere quando aprire le prenotazioni anche ai più giovani e quindi, come già è successo finora, le aperture avverranno in tempi e modi diversi da regione a regione.
Chi può vaccinarsi da oggi. Da giovedì le vaccinazioni sono aperte a tutte le fasce d'età, ma le regioni stanno andando in ordine sparso: le cose da sapere.
Per lui aveva una grande ammirazione e con lui condivideva il cognome senza avere alcuna parentela: Whitman. Uno è Walt, l’altro è George. George Whitman era anche il celebre fondatore della libreria parigina in lingua inglese “Shakespeare and Company” morto ieri all’età di 98 anni compiuti da due giorni. Della libreria, della sua storia, delle sue origini e della sua leggenda, si sa quasi tutto. La libreria era nata con il nome “Le Mistral” nel 1951. Ed era diventata “Shakespeare and Company” tredici anni dopo, nel 400esimo anniversario della nascita del Grande Bardo, prendendo il nome da un’altra celebre libreria parigina fondata da Sylvia Beach nel 1919 frequentata da Hemingway e Joyce e chiusa nel 1941. Si sa che, a sua volta, la “Shakespeare and Company” di George era divenuta il ritrovo preferito di tanti altri grandi nomi della letteratura anglosassone, dai poeti beat Burroughs, Corso e Ginsberg (è tutt’oggi gemellata con la City Lights voluta dall’amico Lawrence Ferlinghetti a San Francisco) a Henry Miller e Samuel Beckett. Il cinema, di recente, ne ha mostrato le celebri vetrine sulla Rive Gauche parigina: Woody Allen in “Midnight in Parsi” e Richard Linklater in “Prima del Tramonto” quando Ethan Hawke rivede Julie Delpy a cui aveva detto addio 9 anni e un film prima (in “Prima dell’Alba”).
George Whitman e la sua libreria. Aveva 98 anni ed è morto ieri: era il proprietario eccentrico e pittoresco della celebre libreria parigina “Shakespeare and Company”.