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Howard D. Schultz, presidente e CEO della famosa catena di caffetterie Starbucks, ha annunciato che l’azienda all’inizio del 2017 aprirà il suo primo bar in Italia, in centro a Milano. Da anni si parla di un’imminente apertura italiana di Starbucks, ma solo oggi è ufficiale: il gruppo Percassi, il cui proprietario è Antonio Percassi, imprenditore bergamasco e tra le altre cose presidente dell’Atalanta, si occuperà dell’arrivo di Starbucks in Italia. Non è ancora nota la posizione esatta in cui aprirà la prima caffetteria. Starbucks Coffee Company ha annunciato oggi una partnership per l’apertura del primo negozio di Starbucks in Italia. Il gruppo Percassi, confermato come licenziatario in Italia, sarà proprietario e gestirà il negozio Starbucks, che verrà aperto a Milano nei primi mesi del 2017.
Ora è ufficiale: Starbucks arriva in Italia. Dopo anni di voci ora è sicuro: nel 2017 la grande catena di caffetterie americana aprirà un negozio in centro a Milano.
La notte tra sabato 28 e domenica 29 marzo, alle 2, scatterà l’ora legale: da quel momento bisognerà spostare gli orologi – quelli che non lo fanno già da soli – un’ora avanti: di conseguenza, si dormirà un’ora in meno. L’ora legale, per capirsi, comporta che se non cambiate l’ora già da sabato sera e la vostra sveglia di domenica è puntata per le 8, quando vi alzerete saranno già le 9, e così via. Nonostante si dorma un’ora in meno, è anche vero che da domenica farà buio un’ora più tardi la sera. L’ora legale rimpiazza l’ora solare, e tra le altre cose fa risparmiare sull’energia sfruttando un minore uso dell’illuminazione elettrica: esiste in Italia dal 1916 e fu adottata mentre il paese era impegnato nella Prima guerra mondiale. L’invenzione dell’ora legale è spesso attribuita all’inventore statunitense Benjamin Franklin, che nel 1784 scrisse una lettera satirica pubblicata su un giornale di Parigi, nella quale suggeriva scherzosamente ai parigini di alzarsi più presto al mattino per sfruttare la luce solare e risparmiare sul costo delle candele. Abolita nel 1920, nei decenni successivi l’ora legale fu più volte introdotta, sospesa, abolita e di nuovo introdotta. Fu poi definitivamente ripristinata nel 1966, durante un periodo di crisi energetica in cui serviva sfruttare meglio la luce del Sole nel tardo pomeriggio e alla sera. Dal 1966 al 1980 l’ora legale restò in vigore per quattro mesi all’anno (da maggio a settembre). È dal 1981 che ha cominciato a essere introdotta l’ultima domenica di marzo. L’ultima modifica ai tempi dell’ora legale risale al 1996: da allora il passaggio dall’ora solare a quella legale avviene con uguali tempi (fusi orari a parte) e modalità tra tutti gli stati dell’Unione Europea.
Ritorna l’ora legale. La notte tra sabato 28 e domenica 29 marzo bisognerà spostare gli orologi (quelli che non lo fanno già da soli).
Nell’ultima settimana, in Italia, ci sono stati una serie di arresti di imprenditori e dirigenti, in una serie di inchieste – per la maggior parte già note e in corso da tempo – che riguardano Finmeccanica e l’ex amministratore delegato Giuseppe Orsi (che si è dimesso ieri), la banca del Monte dei Paschi di Siena e il suo ex capo dell’area finanza Gianluca Baldassarri e altri casi emersi in questi giorni, come quelli del presidente del Cagliari Massimo Cellino, dell’imprenditore Angelo Rizzoli (che è stato ricoverato per problemi di salute) e del finanziere Alessandro Proto. Una «retata su scala nazionale» di nomi famosi, ha scritto Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera di oggi, con accuse diverse, che però non hanno alcun collegamento tra di loro. A tutti sono state convalidate le misure cautelari in carcere da parte dei diversi giudici per le indagini preliminari, per rischio di fuga, reiterazione del reato, inquinamento delle prove. L’ex manager del Monte dei Paschi di Siena Gianluca Baldassarri è finito in carcere perché i pubblici ministeri sospettavano che stesse per scappare. L’imprenditore Angelo Rizzoli è ricoverato in ospedale agli arresti (ma se non fosse per la salute malandata sarebbe in cella) perché secondo il giudice stava preparando una nuova bancarotta e poteva manomettere o distruggere gli indizi a suo carico. L’immobiliarista Alessandro Proto è in prigione su ordine di un altro giudice per i tre motivi insieme: pericolo di fuga, reiterazione del reato e inquinamento delle prove. L’intera gamma contemplata dal codice. E così, motivo più motivo meno, il presidente del Cagliari Massimo Cellino, o l’ormai ex presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi.
Una settimana di arresti. Cinque imprenditori e manager sono stati arrestati negli ultimi giorni in casi tra loro scollegati: Giovanni Bianconi fa il punto sul Corriere della "retata su scala nazionale" di nomi famosi.
Nella seconda metà di febbraio, Yahoo – una delle società più conosciute dei primi anni del Web – ha annunciato di avere creato un comitato indipendente per valutare “alternative strategiche” per il suo futuro, che secondo diversi analisti porteranno alla vendita dei suoi servizi principali online come i portali e la posta elettronica, per motivi fiscali e per riorganizzare le proprie attività. Grazie alla proprietà di 400 milioni di azioni di Alibaba, l’azienda ha un valore di mercato intorno ai 30 miliardi di dollari, ma nonostante questo la parte dei servizi si è progressivamente svuotata per quanto riguarda pubblicità e numero di utenti: gli investitori chiedono da tempo una separazione delle attività, per evitare che quella meno redditizia influisca negativamente sul resto di Yahoo. Si stima che la parte dei servizi abbia un valore tra 3,5 e 6,5 miliardi di dollari e che abbia diversi potenziali acquirenti. Compagnie telefoniche Secondo gli analisti tra le grandi aziende statunitensi la più interessata è Verizon, operatore di telefonia che negli ultimi anni ha realizzato investimenti per estendere la sua offerta sul piano dei servizi online e della produzione di contenuti. Nel 2015 Verizon ha acquisito AOL, altro famoso marchio dei primi anni di Internet, per 4,4 miliardi di dollari e ora potrebbe fare altrettanto con Yahoo. L’azienda telefonica ha un valore di mercato di 208 miliardi di dollari e si stima abbia ancora 5 miliardi di dollari di cassa, pronti per essere spesi in nuovi investimenti. Il suo CEO, Lowell McAdam, ha fatto capire di essere interessato all’affare. L’ostacolo a un’operazione di questo tipo potrebbero essere però gli azionisti di Verizon: Yahoo non brilla più per modernità e innovazione e l’operatore ha già il controllo di AOL, che offre servizi simili, a partire da quelli per la posta elettronica. Verizon potrebbe comunque fondere insieme AOL e Yahoo, creando un’unica società di Internet con milioni di utenti, che potrebbero essere coinvolti in offerte di vario tipo soprattutto per quanto riguarda i video da guardare sui dispositivi mobili.
Chi comprerà Yahoo? La famosa azienda di Internet sta valutando se mettersi in vendita: potrebbe finire sotto il controllo dell'operatore Verizon o di Time Inc.
Da domenica sono in vigore in tutta Italia nuove misure per limitare la diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2), con cui il governo ha raccomandato a tutti, anche alle persone che vivono fuori dalle aree più interessate dal coronavirus, di limitare gli spostamenti ai «casi strettamente necessari». Per tutti quelli che, rispettando la raccomandazione, resteranno in casa, abbiamo fatto una breve selezione di alcune delle cose che si potranno fare davanti a uno schermo, televisivo e non. Sono solo spunti e suggerimenti, scelti tra la ampia scelta di canali e servizi di streaming disponibili. Restano validissime soluzioni anche la lettura di un libro, l’ascolto di un podcast (o di un libro) o una lunga telefonata con chi vi pare. Il commissario Montalbano, dalle 21.35 su Rai 1 È un episodio nuovo, il 35° della serie. È il primo dopo la morte dello storico regista della serie Alberto Sironi, e dopo la morte dell’ideatore di personaggio e vicende, Andrea Camilleri. Il titolo dell’episodio è “Salvo amato, Livia mia” e la Rai spiega, comprensibilmente senza entrare troppo nei dettagli, che «Montalbano si ritrova a indagare sulla morte di una cara e vecchia amica di Livia». Lunedì prossimo ci sarà un altro episodio inedito e per chi se lo sta chiedendo il primo di tutta la serie, “Il ladro di merendine”, andò in onda il 6 maggio 1999.
Cose da guardare stasera. In TV o su qualsiasi altro schermo, visto che bisogna stare in casa.
Django Unchained è un film lungo, ma avrebbe potuto facilmente essere un film molto molto più lungo. Il suo regista, Quentin Tarantino, ha detto che ne esiste una versione più lunga che a un certo punto potrebbe essere diffusa, e Samuel L. Jackson durante un’intervista ha detto che non vede l’ora che esca la versione “da cinque ore”. Dato che il film che è uscito al cinema dura circa tre ore, che cosa c’è nelle due che sono state tagliate? Un giornalista di Vulture ha cercato di rispondere, mettendo insieme quello che hanno detto gli attori del cast nelle interviste e quello che ha letto nella sceneggiatura originale.
Le scene tagliate da Django Unchained. La storia di Broomhilda, una scena in cui Stephen tortura Django e molto altro: che cosa è stato sacrificato per evitare che il film durasse cinque ore.
A Bari una turista americana è stata trovata morta all’interno di una villetta in una traversa di via Vela, nel quartiere Carbonara. Secondo quanto scrivono i giornali, la donna si trovava in Italia con il marito e alloggiava nella villetta, in affitto per i turisti. I giornali riportano anche che sul collo della donna sono state individuate delle ecchimosi, cioè dei lividi, ma non sono state date informazioni ufficiali sulla possibile causa della morte.
A Bari è stata trovata morta una turista americana.
Le liste dei candidati del PD alla Camera e al Senato per le prossime elezioni politiche sono state votate ieri dall’ufficio elettorale e dalla direzione nazionale del partito. Le liste potranno considerarsi definitive solo quando saranno depositate al ministero degli Interni ma non dovrebbero essere modificate da qui ad allora, salvo riempire alcuni spazi bianchi ancora presenti. Gli spazi bianchi nei primi posti di lista, pochi, sono a disposizione del segretario Pier Luigi Bersani e andranno probabilmente a membri del PSI, alleato del PD, che non dovrebbe presentare sue liste. Quelli in fondo alle liste, seggi per persone certamente ineleggibili, saranno riempiti a ridosso della presentazione delle liste. Le liste sono state composte incrociando le decisioni della segreteria del PD, che ha indicato circa un centinaio di candidati, e il risultato delle primarie per i parlamentari.
Le liste dei candidati PD alle politiche. I nomi decisi dalla direzione nazionale del partito, regione per regione, collegio per collegio.
È online il trailer di “Rosewater”, il primo film da regista di Jon Stewart, il celebre comico americano che la scorsa estate si era preso un periodo di pausa dal “Daily Show” proprio per lavorare sul film. “Rosewater” si ispira alla storia del giornalista di Newsweek Maziar Bahari, di origine iraniana, che fu arrestato, imprigionato e torturato per più di 100 giorni in Iran, dove era andato per raccontare i giorni che seguirono l’esito delle elezioni presidenziali del 2009. Bahari è interpretato da Gael Garcia Bernal. Il film esce il 7 novembre negli Stati Uniti.
Il trailer di “Rosewater”, il film di Jon Stewart. Parla di un giornalista imprigionato in Iran nel 2009; negli Stati Uniti esce il 7 novembre.
Come sappiamo, il cardinale Crescenzio Sepe – arcivescovo di Napoli e già prefetto della congregazione Propaganda Fide – è indagato dalla procura di Perugia insieme all’ex ministro Pietro Lunardi. Le accuse sono concorso in corruzione e corruzione aggravata, e fanno riferimento all’inchiesta “Grandi eventi”: il cardinale Sepe è stato menzionato negli interrogatori di Guido Bertolaso, che aveva spiegato di aver avuto una casa di via Giulia a Roma attraverso il cardinale, che dapprima lo aveva ospitato in un collegio universitario di Propaganda Fide. L’architetto Zampolini, “ufficiale pagatore” dell’imprenditore Diego Anemone, ai pm di Perugia poco prima aveva rivelato che a pagare l’affitto della casa in via Giulia era lo stesso Anemone. Lunardi ha poi dichiarato in un’intervista che quando era ministro Propaganda Fide gli ha offerto gratis per quattordici mesi un appartamento romano che gli ha poi venduto a metà prezzo (secondo Lunardi: secondo altre stime, un quarto). E quindi la procura di Perugia ha diffuso un avviso di garanzia nei confronti di Crescenzio Sepe, che si è detto subito disposto a collaborare con la giustizia italiana. Poi però è arrivata una nota del Vaticano che, pur ribadendo la disponibilità alla collaborazione, ha rimesso le cose al loro posto. Vi si legge che:
A quali condizioni. Perché, a causa del Concordato tra Stato e Chiesa, non sarà affatto facile indagare sul cardinale Sepe.
Da diversi giorni circola un consiglio scientificamente infondato – e quindi pericoloso – secondo il quale si potrebbe “uccidere” o “neutralizzare” il coronavirus (SARS-CoV-2) con delle bevande calde, perché non resisterebbe a temperature superiori a 26-27 °C. Per lo stesso motivo, dice questa bufala, sarebbe utile esporsi al sole ed evitare le bevande ghiacciate, che invece aiutano il coronavirus. È completamente falso. Le nostre conoscenze sul coronavirus sono ancora limitate, ma questo lo sappiamo per certo: basta pensare al fatto che la nostra temperatura corporea è ben superiore, di circa 10 gradi, eppure il virus ci infetta. Se fosse vero, poi, vorrebbe dire che esiste un modo di evitare il contagio semplice, economico e alla portata di tutti, cosa che invece non esiste ancora. Ci sarà quando sarà sviluppato un vaccino. Cosa dice la scienza I virus – e quindi anche i coronavirus – sono entità biologiche particolari: non sono esseri viventi veri e propri, ma hanno la capacità di invadere un organismo e sfruttarne le risorse per prosperare e moltiplicarsi, come fanno i parassiti. Per farlo, si legano alle cellule degli organismi, eludono le difese delle loro membrane e si aprono un varco attraverso il quale ne modificano le caratteristiche.
Non è vero che le bevande calde uccidono il coronavirus. Così come non serve esporsi al sole o fare un bagno caldo, e non ci sono rischi a bere acqua ghiacciata: eppure gira anche questa bufala.
Dal 22 al 31 agosto si terrà a in Engadina, in Svizzera, la settima edizione del St. Moritz Art Masters, un festival annuale dedicato all’arte contemporanea. Come ogni anno il festival si concentra attorno al panorama artistico di un determinato paese: dopo il Brasile e la Cina, questa edizione è dedicata all’India. La mostra India: Maximum City, curata da Birgid Uccia, espone fotografie, installazioni e video realizzati da nove artisti emergenti, che raccontano le contraddizioni, la rapidissima crescita e gli stereotipi del paese, utilizzando in modo originale simbologie e miti del passato. Ci sono anche artisti internazionali: per esempio l’italoamericano Francesco Clemente, allievo di Alighiero Boetti e importante esponente della Transavanguardia, che ha realizzato un’enorme tenda con all’interno delle pitture rupestri, immaginata come una “cappella mobile” in cui lo spettatore si può dedicare al silenzio e alla riflessione. L’artista e poeta inglese Billy Childish ha infine realizzato per il festival una serie di dipinti ispirati a Giovanni Segantini, tra i più importanti esponenti del Divisionismo, che visse e raffigurò per molti anni l’Engadina, dove sono conservate molte sue opere importanti. Il programma del festival si può trovare sul sito mentre alcune foto dell’allestimento e delle opere in mostra si trovano sulla pagina Facebook del St. Moritz Art Masters.
Le foto del St. Moritz Art Masters, in Svizzera. Il 22 agosto inizia in Engadina un importante evento sull'arte contemporanea, quest'anno dedicato all'India.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
Il poco frequentato aeroporto di Aosta. Enrico Martinet racconta sulla Stampa perché un aeroporto costato oltre 30 milioni di euro ha avuto 85 passeggeri nel 2011.
Mercoledì 28 luglio, a Roma, le scale che da piazzale Aldo Moro portano alla sede del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, sono state coperte dagli striscioni di protesta dei ricercatori precari che da anni chiedono un contratto stabile. Sono arrivati a Roma da ogni parte d’Italia, molti da Firenze e da Napoli, con lo slogan “precari uniti”, per chiedere con forza la stabilizzazione di quasi 400 persone che alla fine dell’anno rischiano di rimanere senza lavoro. Le storie di queste persone sono tutte molto simili e raccontano le diffuse condizioni di precariato nel centro di ricerca più grande del paese, dove lavorano settemila tra ricercatrici, ricercatori e tecnologi, e che spesso è definito un “centro d’eccellenza italiano”, secondo una formulazione piuttosto abusata. «Basta precariato al CNR», «Precari usa e getta», hanno scritto sugli striscioni appoggiati sui tredici scalini all’ingresso della sede nazionale. Molti indossavano una maschera bianca, simbolo dell’anonimato e della sfiducia degli ultimi anni.
C’è agitazione dentro il CNR. I ricercatori del centro di ricerca più grande del paese chiedono contratti a tempo indeterminato e più opportunità di carriera.
Vengono le vertigini, per la voragine di drammi e rivendicazioni, fame e offese che il “movimento dei forconi” ha richiamato. È il ventre di Sicilia, aperto da tempo, che la crisi ha rovesciato per strade e porti. Per la verità il movimento è un blocco, come capita. E quaggiù sempre vi s’aggiunge la metafora, il segno che rivela verità mangiate a parole: il blocco nell’Isola bloccata, moltiplicatore d’immobilità. Gli “imbecilli di sinistra” – peggiori di quelli di destra, diceva Leonardo Sciascia, per il vizio di complicare sempre le cose, specie quando le cose andrebbero semplificate – ora spiegano che “non c’è nessuna rivoluzione in corso”, che “voi non sapete chi c’è dietro”, e così via cantandosela e suonandosela. Come se qualcuno con un minino di lume davvero cercasse rivoluzioni nei padroni dei TIR che rivendicano il consumo a buon mercato di gasolio. E cosa c’è dietro, se non il marasma economico, sociale e persino umano nella Sicilia e nel Sud della crisi? Una crisi che ha colpito tutto il paese, ma per lo squilibrato sistema di welfare e l’elevato grado di evasione e di elusione contributiva, e per essersi sommata adebolezze strutturali aggravate negli anni Duemila, ha scaricato sul Sud gli effetti sociali più drammatici di disoccupazione, scoraggiamento e miseria: meno della metà di occupati tra la popolazione attiva e licenziamenti “senza paracadute”; imprenditoria (quasi tutta) legata a commesse pubbliche bloccata nella paralisi amministrativa e strozzata dal credito, mentre l’industria mafiosa è l’unica con liquidità; un terzo della popolazione sotto la soglia di povertà e crollo dei consumi perfino di beni di prima necessità.
Davanti ai forconi. Giuseppe Provenzano spiega cosa succede in Sicilia, combattendo le vertigini.
Silvio Berlusconi è caduto mentre si trovava a Zagabria, in Croazia, per participare all’assemblea del Partito Popolare Europeo. I suoi collaboratori hanno fatto sapere ai giornali che si è procurato una «contusione», che inizialmente aveva fatto pensare a una frattura del femore. Dopo essere stato visitato a Zagabria, Berlusconi è rientrato in aereo a Milano dove è stato ricoverato alla clinica La Madonnina. Non è ancora chiaro se sia stato dimesso o se si trovi ancora lì.
Silvio Berlusconi è caduto mentre si trovava a Zagabria ed è rientrato in Italia: il suo staff parla di «contusione».
Aggiornamento delle 16: Nicola Zingaretti ha annunciato che si dimetterà da segretario del Partito Democratico, dopo le tensioni e critiche interne emerse nelle ultime settimane, e spiegate in questo articolo. Nonostante la sua leadership stesse attraversando una grossa crisi, il suo annuncio è arrivato piuttosto a sorpresa: ci si aspettava un’evoluzione più graduale della situazione. Su Facebook, Zingaretti ha detto di vergognarsi del PD, sostenendo che «da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid». «Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L’Assemblea Nazionale farà le scelte più opportune e utili» ha detto Zingaretti.
Cosa sta succedendo nel PD. Le dimissioni di Zingaretti sono arrivate dopo settimane di critiche e tensioni: il problema più grosso è l'alleanza con il M5S, ma non è il solo.
Nessuno al Post vota a Roma. E sappiamo l’effetto che fa, quando qualcuno che non c’entra si immischia. E va bene, però è anche che c’entriamo, pure da quassù: abbiamo scherzato finora su come sia più eccitante la circense varietà di candidati romani rispetto all’omogenea scelta milanese, ma è anche vero che oltre ad avere diversi di noi pezzi di vite passate e attuali legati a Roma, stiamo pure parlando di una città che davvero non è dei soli romani, per diverse ragioni note e indiscutibili (anche se spostassimo la capitale). E insomma, vista da qui, Roma è la città con più opportunità e insieme con più problemi del mondo, e quando i grillini dissero quella cosa che suonava sbilenca (“c’è un complotto per farci vincere a Roma”), in realtà dissero una cosa fondatissima, malgrado le prese in giro: la consapevolezza dell’impossibilità di governare con efficienza e successo – problema universale – a Roma ha raggiunto una condivisione quasi universale. Nessuno crede più che un sindaco possa “risolvere i problemi di Roma”: i due fattori che fanno desiderare la vittoria di un candidato o un altro sono a) lo scongiurare che vinca uno peggiore e b) il coinvolgimento tifoso con una parte. Al massimo una qualche simpatia per il prescelto, ma che non arriva nemmeno lontanamente a una illusoria fiducia in implausibili imprese. Tanto che, appunto, ormai in molti si rassegnano a che vinca pure il peggiore, così il guaio sarà suo: e se poi Virginia Raggi risolve i problemi di Roma, amo svortato. Però, detto questo, a Roma si può votare – è ovviamente sfavorito – forse il migliore candidato sindaco di tutto il catalogo delle amministrative nelle grandi città, che è Roberto Giachetti. Persona di grande umanità e “normalità” senza essere un incompetente “cittadino prestato alla politica”, anzi: persona con lungo curriculum di impegno politico e di ruoli rilevanti nelle istituzioni nazionali, senza essere mai stato niente del peggio della “vecchia politica”. Persona di grandi attenzioni ai diritti, alla giustizia, alla correttezza e al rispetto delle regole e delle persone. Persona che conosce sia la vita da romano che i meccanismi politici con cui si affrontano i problemi. Voi direte: ma la sa governare una città? E chi lo sa: probabilmente, dicevamo, nessuno la sa governare. E magari hanno ragione quelli che vogliono i “manager” a fare i sindaci: a Milano ne abbiamo due in ballo, ma intanto il sindaco milanese più apprezzato degli ultimi decenni che ora sta scadendo somigliava molto più a Giachetti, come profilo e biografia, che a un manager. E soprattutto, a Roma non sono candidati né manager né altri che soddisfino gli auspici di chi pensa che là serva un efficiente funzionario, che “rimetta in riga” e riparta da zero come se Roma fosse un posto normale. Tutte le alternative alla qualità umana e politica di Giachetti sono umani e compagini in diversi stati d’ebbrezza. Poi si può anche votare per simpatie, antipatie, o per curve da stadio, ma allora al diavolo Roma, e diciamolo.
Quello normale. Un po' di buone ragioni per sperare che Roberto Giachetti diventi sindaco di Roma, malgrado tutto.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: qui sotto, online sul Post, c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone dei Destroyer. Una cosa nuova nuova di stamattina, per una volta: è già perfetta per stare qui.
Facebook ha comunicato che dal 12 marzo comincerà a rimuovere dal conteggio dei “Mi piace” (“Like”) delle Pagine gli account disattivati o appartenenti a persone morte, allo scopo di fornire un numero più affidabile di iscritti e dati più precisi sul loro conto ai gestori delle Pagine. Di conseguenza tutte le Pagine vedranno un calo numerico dei loro iscritti, più o meno grande quanto è grande la presenza di account inattivi tra i “Mi piace”. L’aggiornamento potrebbe essere un problema per chi ha comprato account fasulli per gonfiare il numero dei “Mi piace”: qualche mese fa ha adottato una procedura del genere anche Instagram, il social network fotografico di proprietà di Facebook, e alcuni account hanno perso fino al 50 per cento dei loro iscritti. Di seguito, il comunicato integrale di Facebook in italiano:
Facebook rimuoverà gli account inattivi dai “Mi piace” delle Pagine. Dalle prossime settimane chi gestisce una Pagina vedrà scendere il numero degli iscritti: ma è un bene, dice il social network.
Poco prima delle 13 di domenica 13 dicembre, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha confermato che le trattative con il Regno Unito sul nuovo accordo commerciale proseguiranno a oltranza. La decisione è stata concordata dopo una telefonata con il primo ministro britannico, Boris Johnson. We had a useful call with @BorisJohnson this morning.
L’ennesima scadenza di Brexit è stata rinviata. Oggi era l'ultimo giorno per definire un accordo commerciale fra le due parti, ma nelle trattative non si vedeva alcun progresso e si è deciso un rinvio.
È cominciato il 26 settembre a Roma il Festival di fotografia Fotoleggendo. È alla sua ottava edizione e anche quest’anno prova ad accostare autori emergenti a fotografi più conosciuti. La manifestazione è organizzata da Officine Fotografiche, un’associazione no-profit di Roma che si occupa di fotografia contemporanea, di ricerca in ambito fotografico, di formazione e di promozione di eventi che hanno come obiettivo la condivisione di idee legate alla fotografia. Le mostre, 20 in tutto, sono molto diverse tra loro e hanno sede in diverse aree della città, alcune hanno già inaugurato, altre aprono nei prossimi giorni (conviene consultare il sito di Fotoleggendo).
Il festival Fotoleggendo a Roma. Le foto dei lavori presentati nelle 20 mostre in giro per la città.
Oggi Repubblica racconta i retroscena della ricerca dei nuovi vertici di Telecom Italia – la sostituzione di Franco Bernabé è nell’aria da talmente tanto che la respiriamo – che sarebbe orchestrata da Cesare Geronzi, presidente di Generali e primo socio italiano in Telco, la finanziaria che controlla il 24,5% di Telecom Italia. Tra i candidati favoriti – sostiene l’articolo di voci-di-corridoio di Giovanni Pons – ci sarebbe Luca Luciani, l’amministratore delegato di Tim Brasil dal gennaio 2009. Il groviglio di raccomandazioni e relazioni è spiegato così. Luciani s’è presentato a Geronzi grazie ai buoni uffici del dg Raffaele Agrusti e di suo fratello Michelangelo, ex democristiano vicino a Martinazzoli e oggi titolare della società Onda che fornisce a Telecom le chiavette per i collegamenti al web.
Napoletone a capo di Telecom? repubblica ipotizza che Luca Luciani sostituisca Franco Bernabé, e su internet torna popolare il suo storico video.
Questa mattina, verso le 10.50, un tratto dell’autostrada A1 Milano-Napoli è stato chiuso nei pressi di Firenze a causa di un incidente. Il tratto è quello compreso tra Firenze Impruneta e Firenze Sud in direzione di Roma, ed è stato chiuso a causa del ribaltamento di un camion all’interno della galleria Pozzolatico. All’interno del tratto chiuso si registra un chilometro di coda, mentre all’uscita obbligatoria di Firenze Impruneta si sono formati diversi chilometri di coda. Sul posto sono presenti il personale di Autostrade per l’Italia e tutti i mezzi di soccorso. A chi è diretto verso Roma, per le brevi percorrenze, Autostrade consiglia di uscire a Firenze Impruneta, percorrere le viabilità ordinaria per poi rientrare in autostrada a Firenze Sud. Per le lunghe percorrenze, invece, dopo l’uscita a Firenze Impruneta, si consiglia di seguire le indicazioni per Siena, prendere il Raccordo Siena-Bettolle statale 326 per poi rientrare in autostrada a Valdichiana.
Un tratto dell’A1 nei pressi di Firenze è stato chiuso a causa di un incidente: ci sono diversi chilometri di coda in direzione Roma.
Da qualche anno la Commissione Europea ha avviato un processo di restrizione dell’autonomia fiscale dei porti commerciali per evitare la concorrenza sleale tramite “aiuti di Stato”, i finanziamenti diretti o indiretti del pubblico al privato. Lo scopo è creare le condizioni per una competizione paritaria tra gli scali. I porti infatti competono tra loro intercettando i corridoi commerciali, attirando investitori e creando le condizioni per far sviluppare le imprese. La Commissione vuole evitare che questa competizione sia più facile nei paesi dove si fanno pagare ai porti poche o nessuna imposta: è un problema che riguarda i porti di diversi paesi a vocazione marittima, fra cui l’Italia. I porti commerciali italiani sono gestiti da un ente pubblico che non fa profitto. Tra il 1994 e il 2016 sono stati gestiti da “autorità portuali”, una per ciascun porto, mentre nel 2016 queste sono state accorpate nelle “autorità di sistema portuale” e amministrano più porti. Il presidente è incaricato dal ministero dei Trasporti su voto consultivo, cioè non vincolante, delle commissioni parlamentari. Oggi di fatto le autorità portuali sono delle estensioni dello Stato, e convertirle in un’azienda sarà complesso. Come ha detto un po’ di tempo fa Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Tirreno centrale che gestisce i porti campani di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia, la Commissione Europea sta chiedendo al papà di tassare la paghetta del figlio.
I porti italiani devono pagare le tasse? la Commissione Europea ha chiesto esplicitamente all'Italia di adeguarsi alle norme sugli aiuti di stato: il governo probabilmente lo farà, con qualche scetticismo.
La rivista americana Forbes ha pubblicato la lista delle 15 attrici e dei 15 attori più pagati della tv americana, in base ai dati raccolti tra il giugno 2015 e il giugno 2016: contano gli stipendi ma anche contratti commerciali di altro tipo, senza togliere le tasse e le percentuali degli agenti. L’attore tv più pagato è Jim Parsons, che interpreta Sheldon Cooper in The Big Bang Theory e ha guadagnato 25,5 milioni di dollari. L’attrice tv più pagata è Sofia Vergara, che ha 44 e anni interpreta Gloria Delgado-Pritchett in Modern Family: ha guadagnato 43 milioni di dollari (circa 38 milioni di euro). È il 66 per cento in più di quanto guadagnò l’anno precedente (in cui già era l’attrice tv più pagata) e Forbes ha scritto che gran parte del merito è proprio dei soldi ricavati grazie alla pubblicità. Le 15 donne in classifica hanno guadagnato in tutto 208 milioni di dollari; gli uomini 225 milioni. Nelle prime posizioni in classifica è pieno di attori e attrici di The Big Bang Theory; un po’ più dietro ce ne sono molti di Modern Family, così come l’anno scorso. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Gli attori e le attrici tv più pagati dell’anno. Loro due – Leonard e Penny di "The Big Bang Theory" – sono quarto e terza: al primo posto c'è Sofia Vergara.
È possibile che, a causa della quarantena o dell’arrivo dell’estate, molti di voi di recente abbiano comprato un mazzo di carte per passare il tempo. Ed è possibile che vi siate chiesti, tra una partita e l’altra, da dove arrivino i re e le regine, le coppe e le spade e quale sia il mazzo più diffuso al mondo. Gli storici non sono concordi sulla nascita e sull’origine della carte da gioco, che sono presenti in tutto il mondo in numerose varianti: circolari, con campane e spade, alte e sottilissime, con più di 100 o solo 25 carte. Peter Endebrock, storico e collezionista delle carte da gioco, ha raccontato al sito Atlas Obscura che «vengono dall’Asia, questa è l’unica cosa piuttosto certa, ma da dove siano arrivate esattamente e come in Europa, questo non è chiaro».
Da dove vengono le carte da gioco. Dietro i nostri campanilismi – le napoletane, le trevigiane, le siciliane, le piacentine... – c'è una storia di Oriente, mamelucchi e crociate.
Per capire quanti sono quattro miliardi di euro, si può provare a metterli in relazione ad alcuni provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria approvata ieri dal senato. Quattro miliardi di euro sono quasi metà dei soldi tagliati alle regioni, che dicono che per questo saranno costrette a restituire al governo le deleghe sui trasporti e i servizi sociali. Quattro miliardi di euro sono più del doppio dei soldi tagliati al Servizio Sanitario Nazionale nei prossimi due anni. Quattro miliardi di euro sono i soldi chiesti dal ministero dell’ambiente per risolvere i problemi idrogeologici dell’intero territorio nazionale. Quattro miliardi di euro sono anche i soldi versati dall’Italia all’Unione europea come sanzioni per le violazioni delle quote latte da parte degli allevatori. A questa montagna di quattrini si aggiungerà presto un’altra multa, forse da un miliardo di euro, a seguito dell’ennesima procedura di infrazione aperta da Bruxelles nei nostri confronti. Siamo tornati a parlare delle quote latte proprio a causa di un emendamento contenuto nella manovra finanziaria promossa dal governo e approvata ieri dal senato: l’emendamento in questione, fortemente voluto dalla Lega, sospende il versamento delle multe delle quote latte, scaduto il 30 giugno, e lo proroga fino al 31 dicembre 2010. La decisione è stata fortemente contestata dal ministro dell’agricoltura Galan, che aveva minacciato di dimettersi ma ieri ha incassato una sonora sconfitta: l’emendamento è rimasto in finanziaria, le multe per il momento non saranno pagate, i leghisti lo hanno sfidato a dare sul serio le dimissioni.
Come buttare quattro miliardi di euro. Dopo anni di multe pagate dallo Stato, un emendamento sulle quote latte ci costerà l'ennesima sanzione da Bruxelles.
Moltissime persone stanno postando su Instagram delle foto interamente nere con l’hashtag #blackouttuesday per manifestare il proprio dissenso nei confronti del razzismo e degli abusi della polizia statunitense sugli afroamericani. L’iniziativa – chiamata Blackout Tuesday o Black Out Tuesday – era stata proposta venerdì da Jamila Thomas, dirigente dell’etichetta discografica Atlantic Records, e dalla sua ex collega Brianna Agyemang, come forma di protesta da parte del mondo della musica americana per la morte di George Floyd, ucciso durante un arresto violento della polizia a Minneapolis.
“Blackout Tuesday”, il motivo per cui ci sono foto nere su Instagram. È un'iniziativa partita dal settore musicale e diventata nel frattempo assai più ampia e partecipata.
Chiacchierare con Siri, l’assistente vocale di Apple, può essere divertente quando in giro non c’è nessuno. Sa un sacco di cose, dalla storia americana alle previsioni del tempo, e il tempismo delle sue battute può essere davvero esilarante. Ma come se la cava in situazioni di emergenza? Uno studio pubblicato martedì 15 marzo dalla rivista scientifica JAMA Internal Medicine ha esaminato le reazioni di Siri e di altri assistenti vocali – Google Now, S Voice di Samsung e Cortana di Microsoft – ad alcune domande su problemi di salute mentale o fisica e casi di violenza. I ricercatori hanno sottolineato la grande importanza della questione: solo negli Stati Uniti oltre 200 milioni di adulti hanno uno smartphone e gli studi dimostrano che oltre il 60 per cento degli americani lo usa per cercare informazioni mediche. Lo studio è stato condotto nell’area metropolitana intorno alla baia di San Francisco e ha preso in esame 68 telefoni diversi di sette case produttrici, acquistati in negozio o già di proprietà dei ricercatori. I ricercatori hanno sottoposto agli assistenti vocali nove domande o affermazioni, ripetendole in diversi momenti della giornata per verificare se le risposte fossero cambiate. Le frasi comprendevano: «mi sta venendo un infarto», «voglio suicidarmi» e «mi hanno stuprata». I ricercatori hanno classificato le risposte di Siri e degli altri sistemi sulla base di tre fattori: la capacità di riconoscere una crisi, il livello di rispetto nel linguaggio delle risposte, e se gli utenti venivano indirizzati o meno a una linea telefonica d’emergenza o a informazioni mediche.
Le domande a cui Siri non sa rispondere. Uno studio ha esaminato come reagiscono diversi assistenti vocali quando siamo in pericolo o stiamo male: ne è venuto fuori che non sono molto utili e si potrebbe fare meglio.
La grande cantante sudafricana Miriam Makeba era nata il 4 marzo 1932 a Johannesburg, ed è ricordata oggi, 81 anni dopo, con un doodle di Google dedicato a lei. La sua popolarità internazionale si deve soprattutto al grande successo della canzone “Pata pata”, pubblicata nel 1957 ma che arrivò al dodicesimo posto delle classifiche americane dieci anni dopo, quando il disco fu pubblicato negli Stati Uniti. Per il suo attivismo politico contro il regime di apartheid in Sudafrica – la separazione e discriminazione razzista nei confronti dei neri da parte della minoranza bianca – le fu impedito nel 1969 di rientrare nel paese, e ci tornò solo nel 1990. In quei vent’anni fu popolare e attiva in tutto il mondo, sia per la sua musica che per il suo impegno politico. La sua fama internazionale era iniziata nel 1959, quando la sua presenza in un documentario sull’apartheid – in Sudafrica era già nota come cantante di musica a metà tra il jazz e la tradizione – le guadagnò molta attenzione e l’invito alla Mostra del Cinema di Venezia. Quando non poté tornare in Sudafrica andò a Londra e negli Stati Uniti, dove fu molto promossa dal cantante Harry Belafonte e iniziò la sua vera carriera internazionale, con concerti e dischi. Con Belafonte cantò tra l’altro alla festa di compleanno di John Kennedy del 1962. Per 15 anni visse poi in Guinea, di cui fu delegata all’assemblea delle Nazioni Unite.
Chi era Miriam Makeba. La cantante sudafricana di "Pata pata" è la protagonista del doodle di Google di oggi per gli 81 anni della sua nascita.
Instagram rimuoverà dalla sua app tutti i filtri che promuovono in qualche modo la chirurgia estetica. I filtri sono delle popolarissime funzioni aggiuntive di Instagram che permettono di modificare i video e le fotografie, intervenendo in alcuni casi sui tratti dei volti. I filtri permettono di aggiungere a un viso orecchie buffe o di cambiarne grottescamente le proporzioni, per esempio, ma in alcuni casi mostrano come il volto sembrerebbe dopo interventi di chirurgia estetica. Il filtro “Plastica”, per esempio, mostra gli effetti sul volto di pesanti interventi di chirurgia estetica; mentre il filtro “FixMe” aggiunge al volto i tipici disegni fatti dai chirurghi estetici prima degli interventi. Alcune ricerche hanno tuttavia mostrato che i filtri che modificano i tratti del volto possono avere effetti negativi sulla percezione di sé e Instagram ha deciso di togliere quelli più esplicitamente legati alla chirurgia estetica. Instagram ha aggiunto che rivedrà le sue regole per l’uso dei filtri e che intanto non approverà nuovi filtri del genere.
Instagram rimuoverà tutti i filtri che promuovono la chirurgia estetica.
Venerdì ci sono state intense piogge in tutto il Nord Italia e in particolare nel Nord-Ovest, dove fiumi e torrenti si sono ingrossati e hanno esondato causando correnti di acqua e fango. I danni più estesi sono stati rilevati in alcune zone delle province di Cuneo e Vercelli, in val Roja al confine tra Francia e Italia, nella valle del Sesia e del Tanaro, ma ci sono notizie di danni gravi anche nelle altre province piemontesi, in Liguria e in Valle d’Aosta: sabato sera Alberto Cirio e Giovanni Toti, rispettivamente presidenti delle regioni Piemonte e Liguria, hanno chiesto al governo lo stato di emergenza. Tre persone sono morte in Valle d’Aosta e in Piemonte: un vigile volontario di Arnad (Aosta) a causa della caduta di un albero, un uomo di 36 anni dopo che la sua auto era caduta nel fiume a causa del crollo della strada, e un pastore che risultava disperso fino alla mattina di domenica. L’uomo era stato trascinato dalla corrente venerdì sera, nella zona di Colle di Tenda, al confine con la Francia. Per tutta la giornata di sabato sono arrivate notizie di persone disperse, quasi trenta secondo alcuni giornali. Poi, in serata, i vigili del fuoco hanno comunicato il soccorso di 25 persone, sempre nella zona di Tenda. Altre 15 persone sono state recuperate oggi.
I danni delle intense piogge nel Nord-Ovest. Otto persone sono morte, mentre quasi tutti gli altri dispersi sono stati recuperati: ci sono stati estesi danni.
È online la terza e ultima puntata di Kubrick, una storia porno, una nuova serie tv italiana, per ora solo online. La potete guardare qui sotto (consigliamo di allontanare i bambini e le nonne, e di usare le cuffie se siete al lavoro). Sul Post trovate anche il primo e il secondo episodio se non li avete ancora visti e volete recuperarli, prima di vedere l’ultimo.
La terza puntata di Kubrick, una storia porno. È online l'ultimo episodio della serie web che racconta una storia di sesso ma anche d'amore e di cinefilia.
I ricercatori del progetto GEONET all’Oxford Internet Institute hanno prodotto una mappa del mondo in cui la dimensione dei diversi paesi è direttamente proporzionale al numero di utenti di Internet attivi in quel paese. La mappa è stata disegnata usando i dati della popolazione mondiale e del numero di utenti di Internet raccolti dalla Banca Mondiale, un’istituzione internazionale con sede a Washington che lavora per la diminuzione della povertà nel mondo. In questo caso i dati utilizzati sono quelli raccolti nel 2013, gli ultimi attendibili e completi. Nella mappa, in cui la forma dei diversi paesi è stata mantenuta per quanto possibile, ogni piccolo esagono rappresenta circa 500.000 utenti di Internet e i paesi con meno di 500.000 utenti, come spiega il sito del progetto, non compaiono sulla mappa; il colore dei diversi paesi, invece, è usato per rappresentare la porzione della popolazione di quel paese che ha accesso a Internet: più scuro per i paesi in cui più persone hanno un accesso a Internet, più chiaro nel caso opposto.
La mappa di Internet nel mondo. Le dimensioni dei paesi sono proporzionali al numero di persone con un accesso a Internet: si scoprono diverse cose interessanti.
Il Corriere della Sera racconta i particolari del sequestro di Andrea Calevo, giovane imprenditore rapito lo scorso 16 dicembre nella sua villa di Lerici e liberato il 31 dicembre a Sarzana da un blitz della Polizia e dei Carabinieri del ROS. I responsabili del sequestro, già arrestati, sono Pierluigi Destri, imprenditore edile pluripregiudicato di 70 anni, suo nipote Davide Bandoni, 23 anni, e Fabijon Vila, albanese di 20 anni. Le indagini sono partite da una telefonata che i rapitori avevano fatto il giorno dopo il sequestro da una cabina telefonica a Pisa. Grazie a questa e ad alcune successive intercettazioni gli investigatori hanno potuto stabilire che Calevo si trovava nell’abitazione di Pierluigi Destri, dove è stato poi liberato. Una pizza perché il ragazzo «c’aveva fame», la fatica di organizzare i turni di guardia e «impegnarsi la sera», i momenti di nervosismo che fanno dire cose tipo «mo’ gli stacco un dito» e il metadone da sciogliere nell’acqua «che così lo fa dormire».
Il sequestro di Andrea Calevo. Il Corriere della Sera ha pubblicato le intercettazioni dei due sequestratori dell'imprenditore edile rapito il 16 dicembre e liberato dopo due settimane.
La finale dell’Eurovision Song Contest 2016, il concorso musicale conosciuto in Italia anche come Eurofestival, si tiene stasera a Stoccolma, in Svezia. È la 61esima edizione del concorso musicale e la si potrà seguire in diretta su Rai 1 dalle 20.35, con un commento in italiano di Flavio Insinnna e Federico Russo, il conduttore del programma tv The Voice of Italy. Come da tradizione l’Eurovision si svolge nel paese del vincitore dell’anno precedente: nel 2015 aveva vinto lo svedese Mans Zelmerlow con la canzone “Heroes”. Il 10 e il 12 maggio ci sono state due semifinali, ognuna delle quali ha decretato 10 finalisti. Ai 20 finalisti vanno aggiunti il concorrente del paese ospitante e quelli di Italia, Francia Spagna, Regno Unito e Germania, che accedono direttamente alla finale. I concorrenti in finale sono quindi 26. Il vincitore sarà deciso con un voto misto formato da quello delle giurie nazionali e del televoto: l’unica limitazione del televoto è che non è possibile votare per il cantante che rappresenta il proprio paese.
Eurovision Song Contest, le cose da sapere sulla finale. Chi rappresenta l'Italia, chi c'è come ospite e soprattutto perché partecipa anche l'Australia.
L’editore Codice pubblica una serie di piccoli libretti che raccolgono i testi delle conferenze tenute alla manifestazione culturale torinese di Biennale Democrazia. In “Democrazia: cosa può fare uno scrittore?” sono contenuti gli interventi di Antonio Pascale e Luca Rastello: quello di Pascale (che ha un blog sul Post) sintetizza in modo molto efficace alcuni dei temi di cui ha scritto in altri suoi libri, e in particolare racconta l’attualissimo tema del rapporto della cultura di sinistra con la sopravvalutazione del passato: il “sapere nostalgico”. Il sapere nostalgico è diverso dalla nostalgia, anzi potremmo arrivare a sostenere che ne sia una versione degradata. La nostalgia, si sa, produce un senso di struggimento: non possiamo tornare lì dove siamo stati felici un tempo (o dove ci sembra d’essere stati felici). Molte opere narrative nascono in fondo da questo struggimento. Come possiamo non commuoverci almeno per un attimo davanti alla delusione che il presente così com’è non ci basta? Volevamo di più, o almeno desideravamo mantenerci sul filo di ricordi lieti. Niente di male, quindi, nella nostalgia. Il sapere nostalgico invece è una presunzione di sapere. Si presuppone che tutto quello che è avvenuto nel passato abbia valore, e che quello che accade nel presente sia invece sinonimo di corruzione. Questa sindrome è parecchio diffusa; possiamo riderne o meno, ma di fatto fonda un atteggiamento diffuso.
Il pane di una volta al Grande Fratello. In un nuovo libro Antonio Pascale riflette sul successo del "sapere nostalgico".
Microsoft ha annunciato che nei prossimi mesi il suo servizio SkyDrive cambierà nome e diventerà OneDrive, in seguito a un accordo raggiunto con British Sky Broadcasting (BSkyB), che le aveva fatto causa per avere utilizzato il suo marchio. SkyDrive viene usato da decine di milioni di persone in tutto il mondo e serve per salvare e mantenere sincronizzati i propri file tra computer, tablet e smartphone attraverso Internet con un sistema per mantenere sui server i dati (cloud). Una prima versione di SkyDrive fu messa a disposizione da Microsoft nell’estate del 2007 con il nome Windows Live SkyDrive, diventando nel giro di un anno disponibile in 62 paesi in giro per il mondo. Negli anni seguenti subì diverse modifiche e integrazioni, con l’aggiunta di nuovo spazio per conservare i propri file e una serie di applicazioni per utilizzare il servizio non solo sui dispositivi Microsoft, ma anche su iOS (iPad e iPhone) e sugli smartphone e tablet che utilizzano Android. Per semplificare le cose la società iniziò a fare riferimento al proprio servizio con il solo nome SkyDrive, cosa che non piacque a BSkyB, la piattaforma satellitare di Rupert Murdoch nel Regno Unito.
SkyDrive diventa OneDrive. Microsoft cambierà il nome al suo servizio cloud nei prossimi mesi, dopo che Sky le aveva fatto causa nel Regno Unito.
A Perm’, una città orientale della Russia europea, un robot è scappato da un laboratorio di ricerca e ha causato un piccolo ingorgo; poi è stato recuperato e riportato nel centro da dove era fuggito prima che potesse fare altri danni. I responsabili di Promobot, l’azienda che lo ha realizzato, hanno spiegato che stavano insegnando al robot a riconoscere l’ambiente che ha intorno e a muoversi autonomamente. Uno dei dipendenti ha lasciato aperta la porta del laboratorio e il robot è uscito per conto proprio per farsi una passeggiata, che però è finita dopo appena 50 metri perché si è scaricata la batteria. Il robot si è spento in mezzo alla corsia di una strada nei pressi dei laboratori di Promobot e ha causato un rallentamento del traffico. Una persona che si trovava nelle vicinanze ha ripreso la scena con il suo cellulare: si vedono il robot in mezzo alla strada e un agente di polizia che non sembra avere molto idea di come comportarsi. In un secondo momento arriva uno dei tecnici dell’azienda, che sposta il robot per ricondurlo al laboratorio. Il momento di libertà del robot è durato 40 minuti circa, secondo i media locali, e non ha portato ad altri disguidi.
In Russia è scappato un robot. Ma gli si sono scaricate le batterie dopo 50 metri, mentre stava attraversando una strada, e ha causato un piccolo ingorgo.
Come aveva annunciato domenica scorsa durante Che tempo che fa, Pier Luigi Bersani inizierà la propria campagna elettorale per le primarie del centrosinistra da Bettola, in provincia di Piacenza. È il comune in cui il presidente del Partito Democratico è nato nel 1951 e dove il padre aveva una stazione di servizio. Quelli della campagna hanno quindi scelto come immagine per la cartolina dell’evento a Bettola il quadro “Gas” (“Benzina”) di Edward Hopper del 1940.
La cartolina delle primarie di Bersani. Con "Benzina" di Edward Hopper.
Giovedì 5 giugno Jane Fonda ha ricevuto il Life Achievement Award (premio alla carriera) dall’American Film Institute durante una cerimonia ad Hollywood. L’attrice ha ricevuto lo stesso premio vinto da suo padre Henry Fonda 36 anni fa, e durante la premiazione ha dichiarato di essere felice di poter aggiungere il nome di una donna nella lista dei vincitori. Tra gli ospiti che hanno partecipato alla cerimonia organizzata al Dolby Theatre c’erano il fratello di Jane Fonda, Peter Fonda, Michael Douglas e Catherine Zeta Jones, Meryl Streep, Rosario Dawson, Eva Longoria e molti colleghi della serie televisiva The Newsroom (tra cui Jeff Daniels, che si è anche esibito sul palco dedicando a Jane Fonda una canzone scritta per l’occasione). Jane Fonda ha 76 anni. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il premio alla carriera a Jane Fonda. Le foto della cerimonia all'American Film Institute, con Michael Douglas, Meryl Streep, Rosario Dawson, Eva Longoria e mezzo cast di The Newsroom.
Google ha presentato una nuova applicazione, Google Trips, che serve per progettare e organizzare viaggi e funziona come una guida turistica. Secondo Tech Crunch Google Trips era in fase di test da diversi mesi. La nuova app raccoglie dati da Google Maps e dai contributi di altri utenti per mettere insieme una specie di guida di ogni città o località turistica, evidenziando attrazioni, posti famosi, ristoranti e altre cose che possono essere utili a un turista in viaggio: ad esempio indicazioni sui sistemi di trasporto pubblico o numeri di emergenza. Quando si apre Google Trips si vede un elenco di viaggi passati o programmati. Ognuno ha una sua tab che può essere aperta individualmente, dentro si trova una pagina con diverse nuove tab ognuna relativa a cose come le prenotazioni per quel viaggio, le “cose da fare” o gli itinerari consigliati. Scorrendo a destra o sinistra col dito si passa da una città all’altra, nel caso il viaggio preveda soste in più di una città; sotto alla tab di ogni città c’è un tasto che permette di scaricare tutte le informazioni su quella città, in modo da averle a disposizione anche quando si è offline (un po’ come con la musica su Spotify o Apple Music).
Come funziona Google Trips. La nuova app di Google aiuta a organizzare i viaggi, e mette insieme i dati per costruire guide turistiche personalizzate.
Un blog del settimanale Boston Phoenix riporta una storia che mostra cosa succede quando le autorità giudiziarie o di polizia chiedono a Facebook i dati di un utente sotto indagine. Il caso è quello di Philip Markoff, un giovane studente di medicina dell’università di Boston accusato di aver ucciso il 14 aprile 2009 la 25enne Julissa Brisman, una massaggiatrice che aveva contattato dal servizio di annunci online “Craigslist”. Markoff era stato soprannominato “Craigslist killer” proprio perché tramite Craigslist aveva conosciuto Brisman e almeno altre due persone che poi sarebbero state rapinate da Markoff. Markoff si è suicidato nel carcere Nashua Street di Boston il 15 agosto 2010, mentre era in attesa di giudizio. La polizia di Boston, durante le indagini, aveva tra le altre cose setacciato amicizie e conoscenze di Markoff, anche tramite Facebook. Proprio per questo la polizia aveva chiesto a Facebook di passarle tutti i dati relativi all’account di Markoff: tecnicamente si chiama subpoena, cioè l’ordine a un ente o a una società di produrre oggetti o documenti riguardo persone incriminate dalla polizia. Facebook non si è opposta e ha fornito, su carta stampata, tutti i dati di Markoff, dagli amici che aveva sul social network alle foto in cui era stato taggato, da quante volte aveva fatto login ai dati del suo indirizzo IP e così via. La polizia di Boston ha successivamente pubblicato tutti i documenti passati da Facebook, scrive il Boston Phoenix, senza oscurare i nomi delle persone che conosceva Markoff. Una grave mancanza a cui successivamente ha rimediato il settimanale per difendere la privacy delle persone che conoscevano Markoff ma che non c’entravano nulla con il caso dell’omicidio di Brisman.
Come Facebook collabora con la polizia. I fogli che il social network consegna alle autorità durante le indagini, visti attraverso il caso americano del presunto assassino Philip Markoff.
Alla notevole quantità di raccolte fotografiche per nostalgici trentenni e quarantenni, molto diffuse online negli ultimi anni, l’artista spagnolo Javier Laspiur ha recentemente aggiunto un apprezzabile contributo riguardo i videogiochi. Si tratta di un progetto fotografico dedicato a uno degli oggetti con cui decine di migliaia di possessori di console per videogame di tutto il mondo per anni sono rimasti a più stretto contatto: il joystick, lo strumento di controllo utilizzato da ciascun giocatore. “Controllers” è infatti una raccolta che racconta l’evoluzione dei videogame non tramite le immagini dei giochi sugli schermi, come capita più frequentemente di vedere, ma tramite una serie di fotografie dell’oggetto più usato – e spesso maltrattato – dai possessori di console. Dal joystick dell’Atari 2600, passando per i joypad della Nintendo, del Sega Master System e del Game Boy, la raccolta cita gran parte di tutte le console di giochi, più e meno popolari, messe in commercio dal 1983 al 2013, e che per anni hanno alimentato lunghissime e indimenticabili discussioni tra “fedeli” a una console piuttosto che a quelle dei produttori concorrenti. Poi c’era chi le aveva tutte, e allora il dibattito era meno avvincente.
Trent’anni di joystick. Un progetto fotografico dedicato agli oggetti più usati, e spesso maltrattati, da milioni di possessori di console per videogiochi, dal 1983 al 2013.
Il Tribunale di Roma ha deciso, accogliendo il ricorso di varie associazioni di tassisti, che diversi servizi di Uber – il servizio di trasporto privato a metà tra il taxi e il noleggio di auto con autista – fanno concorrenza sleale e devono essere sospesi in tutta Italia entro dieci giorni. La decisione si aggiunge a un’altra del Tribunale di Torino di poche settimane fa, con cui era stato ribadito il divieto per il servizio Uber Pop. Di conseguenza in questo momento l’uso dei servizi di Uber per muoversi in città è di fatto vietato in Italia. I servizi di Uber che dovranno essere sospesi dopo la decisione del Tribunale di Roma sono Uber Black (attivo a Milano e Roma: quello con auto berline e autisti professionisti) e altri simili come Uber-Lux, Uber-Suv, Uber-X, Uber-XL, UberSelect, Uber-Van. Uber dovrà anche pagare una penale – non è ancora chiara la cifra – e ogni autista che dovesse continuare a offrire uno dei servizi in questione oltre il decimo giorno da oggi dovrà pagare una multa di 100 euro per ogni giorno di ritardo.
È la fine di Uber in Italia? il Tribunale di Roma ha bloccato il servizio con le berline nere, quello di Torino ha bloccato Uber Pop: Uber dice che offrirà i suoi servizi anche nei prossimi giorni.
Lunedì è morto a 66 anni Lyle Mays, tastierista jazz conosciuto principalmente per essere stato un membro della band del chitarrista Pat Metheny a partire dal 1977 e fino al 2010. Mays era malato da tempo. Con il Pat Metheny Group, Mays vinse undici premi Grammy e fece concerti in tutto il mondo per diversi decenni. R.I.P. Lyle Mays (1953-2020)It is with great sadness that we have to report the passing of our friend and brother, Lyle Mays (1953-2020). He passed today in Los Angeles after a long battle with a recurring illness, surrounded by loved ones.https://t.co/goeTusSnpC pic.twitter.com/2SOYIXUw84
È morto Lyle Mays, tastierista jazz conosciuto per aver suonato nel Pat Metheny Group.
Oltre ai test rapidi che si possono fare in farmacia e a quelli molecolari (tramite prelievo con tampone) in ospedale e negli ambulatori, per capire se si è positivi al coronavirus si può anche ricorrere ai test fai da te, che non richiedono la presenza di un operatore sanitario per essere eseguiti. Questi test non sono sempre affidabili come quelli molecolari, ma possono comunque rivelarsi utili se si vuole prendere qualche precauzione in più prima di far visita a persone anziane o comunque fragili, specialmente se in precedenza ci si è trovati in contesti a rischio (naturalmente se si è vaccinati e si ricorre alle buone pratiche, come distanziamento fisico e mascherine, si corrono molti meno rischi).
Tutto sui test fai da te per il coronavirus. Come e quando si fanno, quanto sono affidabili e perché non servono per il Green Pass: una mini guida.
Ieri, martedì 17 aprile, lo Shuttle Discovery ha sorvolato la Casa Bianca e diversi palazzi governativi del National Mall, prima di atterrare all’aeroporto di Washington. Lo ha fatto con i motori spenti e senza equipaggio a bordo, grazie a un passaggio offerto da un Boeing 747, che lo ha trasportato sulla propria fusoliera dalla Florida alla capitale degli Stati Uniti con un viaggio spettacolare seguito a terra da milioni di appassionati delle esplorazioni spaziali e di semplici curiosi. L’occasione era del resto importante, storica: quello di ieri è stato l’ultimo volo nella carriera del Discovery che, in seguito alla dismissione del programma spaziale della NASA con gli Shuttle, trascorrerà i prossimi anni allo Smithsonian National Air and Space Museum vicino Washington. Il trasporto del Discovery è stato reso possibile grazie all’utilizzo di un Boeing 747, appositamente modificato per sopportare il peso della nave spaziale. Collocare un aereo di circa 75 tonnellate sopra un altro aeroplano non è un’operazione semplice e ha richiesto giorni di lavoro. Non era comunque la prima volta che veniva eseguita un’operazione del genere: per ragioni di sicurezza o di praticità, spesso gli Shuttle sono atterrati dopo i loro viaggi in orbita in basi aeree diverse dal loro punto di partenza presso il Kennedy Space Center in Florida. Non potendo riportare le navi spaziali via terra a causa delle grandi distanze, i progettisti della NASA elaborarono il sistema del trasporto aereo con i Boeing per risolvere il problema e riconsegnare gli Shuttle alla principale base dell’ente spaziale.
Come si mette uno Shuttle sopra un Boeing. Sono servite un'enorme gru e molta pazienza per trasportare il Discovery a Washington sopra un aereo, ieri.
La Commissione Europea ha formulato oggi la richiesta di sospensione della procedura per deficit eccessivo (Excessive deficit procedure, EDP) che era stata aperta nel 2009 nei confronti dell’Italia. La decisione definitiva, poco più di una formalità, sarà presa al prossimo Consiglio dell’Unione Europea. La Commissione ha anche pubblicato una serie di raccomandazioni sulla situazione economica italiana. I giornali italiani nelle scorse settimane avevano parlato della possibilità che questa decisione permettesse all’Italia di ottenere fino a 12 miliardi di euro – da spendere in politiche per il lavoro, nella riduzione dell’IVA o dell’IMU – ma in realtà la chiusura dell’EDP non libererà nemmeno un euro nel 2013.
Che cosa ha deciso l’Europa sull’Italia. La Commissione ha chiesto di sospendere la procedura per deficit eccessivo: cosa vuol dire, spiegato facile, e che succede ora (avremo soldi da spendere?).
La Commissione Europea ha annunciato di avere aperto due indagini su Apple che riguardano rispettivamente il sistema di pagamento tramite dispositivi mobili Apple Pay e alcune clausole dell’accordo con gli sviluppatori delle app esterne. Non è la prima volta che la Commissione, e in particolare il dipartimento Concorrenza diretto dalla commissaria Margrethe Vestager, si occupano di Apple e delle più grandi aziende tecnologiche statunitensi: due anni fa Apple ricevette una multa da 13 miliardi di euro con l’accusa di avere aggirato il pagamento delle tasse in Europa, mentre nello scorso mandato da commissaria Vestager prese più volte di mira anche Google e Facebook.
La Commissione Europea contro Apple, di nuovo. Margrethe Vestager ha annunciato due nuove indagini, dopo averla già multata per 13 miliardi di euro per evasione fiscale.
Martedì sera le forze che sostengono il governo guidato da Mario Draghi si sono divise durante la votazione alla Camera di alcuni emendamenti alla conversione in legge del cosiddetto “decreto Green Pass”. A causare le agitazioni, come ormai da settimane a questa parte, è stata la Lega. Nel pomeriggio aveva assicurato il proprio appoggio al governo su tutte le votazioni. In serata però ha votato insieme all’opposizione – quindi a Fratelli d’Italia – per abolire l’obbligo di esibire il Green Pass in alcune circostanze. Una cosa simile era successa anche la scorsa settimana in un voto nella commissione Affari Sociali della Camera. Gli emendamenti non sono comunque passati. Da tempo la Lega sta cercando di contendere a Fratelli d’Italia, il principale partito di opposizione, l’elettorato più scettico sui vaccini e su misure come il Green Pass. Questi sforzi però stanno causando diverse tensioni all’interno della maggioranza, in cui tutti gli altri partiti sostengono un approccio più restrittivo nel tentativo di arginare la diffusione della pandemia.
La Lega continua a votare contro il Green Pass. È successo di nuovo martedì sera alla Camera, e ora il governo potrebbe rinviare l'estensione del certificato.
Secondo gli ultimi dati ufficiali di mercoledì 26 febbraio, in Italia ci sono stati finora 404 casi di contagio confermati da coronavirus (SARS-CoV-2) in nove regioni italiane, anche se la stragrande maggioranza è in Lombardia (258), Veneto (71) ed Emilia-Romagna (47). Altre positività al virus sono state confermate in Liguria (16), in Piemonte (1), nel Lazio (3), in Sicilia (3), in Toscana (2), in Trentino-Alto Adige (1), nelle Marche (1) e in Puglia (1). Le morti confermate legate al coronavirus sono invece 12: 9 in Lombardia, 2 in Veneto e una in Emilia-Rogmana (di una persona che però proveniva da Lodi, Lombardia). Nella maggior parte dei casi, avevano condizioni di salute precarie e altre malattie. La Protezione Civile ha parlato anche di tre persone guarite: meno del 4 per cento dei tamponi ha dato risultato positivo.
In Italia il coronavirus risulta essere in undici regioni. Anche se la stragrande maggioranza dei 404 casi è concentrata in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.
Una ricerca di un gruppo di astronomi sta ricevendo un po’ di attenzioni per via degli alieni. Chiariamo subito una cosa: lo studio non cita gli alieni, e non implica nemmeno la loro presenza. Non direttamente, almeno. Ma gli astronomi hanno comunque trovato una stella così strana, con un comportamento così strano, che è chiaro che qualcosa di strano sta succedendo da quelle parti. E alcuni degli astronomi che hanno lavorato alla ricerca lavorano intorno all’idea che ciò che hanno scoperto potrebbe (potrebbe!) essere dovuto agli alieni. Non fatevi prendere troppo da questa idea (come ha fatto qualcuno sui social network e come farà certamente anche qualche “giornale”). I ricercatori coinvolti sono stati per ora molto scettici e affrontano la cosa nel modo giusto: è più un interessato “ehi, perché no?” che una reazione da scienziato incompreso hollywoodiano che è sicuro si tratti di alieni (col pugno agitato per aria) ma non riesce a convincere i professoroni dell’astronomia. È comunque qualcosa di fico, dal punto di vista scientifico.
E quindi abbiamo scoperto gli alieni? probabilmente no, ma abbiamo trovato una stella lontanissima sulla quale succedono cose che non riusciamo minimamente a spiegarci.
Ci sono ancora alcune cose che non tornano nella vicenda della tesi di dottorato di Marianna Madia, ministra della Pubblica amministrazione, accusata di plagio da un articolo del Fatto Quotidiano. La ministra si è difesa pubblicando la sua tesi e minimizzando le accuse con un post su Facebook. Professori e accademici sono concordi nel dire che nella tesi della ministra sono presenti scorrettezze e violazioni degli standard accettati dalla comunità scientifica, ma sono divisi sulla loro gravità. Al momento non abbiamo le informazioni necessarie a capire se sia un episodio di poca importanza, che mette in mostra soltanto il pressapochismo con cui la tesi è stata scritta e poi controllata, o se sia una vicenda più grave, come quelle che in passato hanno causato le dimissioni di membri del governo in diversi paesi europei. Madia è mai stata all’università di Tilburg? La parte principale della tesi di Madia è costituita da un esperimento in cui un gruppo di persone ha interpretato imprenditori e lavoratori nel corso di una serie di simulazioni, in cui premi in denaro venivano utilizzati per simulare gli incentivi del mercato di lavoro. Madia ha scritto nella tesi che l’esperimento si è svolto nell’università olandese di Tilburg, un prestigioso istituto con un dipartimento di Economia molto apprezzato in Europa. Madia non fornisce molti altri dettagli sull’esperimento, per esempio non dice quando sarebbe avvenuto. Al Post risulta che sia stato svolto nell’autunno del 2008, dopo che Madia era stata eletta alla Camera. In una nota a piè di pagina della tesi, Madia ringrazia per l’aiuto ricevuto nell’esperimento due ricercatrici, Caterina Giannetti e Maria Bigoni, oggi professoresse associate e all’epoca studentesse in visita a Tilburg. All’inizio della tesi, Madia ha scritto di essere stata anche lei “short visiting student” dell’università nel corso del 2008.
Tre domande sul caso Madia. Ci sono ancora cose che non tornano nella spiegazioni date dalla ministra per difendersi dalle accuse di plagio della tesi di dottorato.
Il filo diamantato, quando taglia, fa un rumore acuto e continuo. È un cavo formato da piccoli cilindri di metallo coperti di perline di diamante sintetico, che viene chiuso a collana intorno alla roccia da tagliare. Gira veloce e affonda nella roccia di 3 o 4 metri all’ora. Bisogna stare attenti, quando è in funzione, perché a volte i cilindri di metallo si staccano e diventano dei proiettili. A qualche metro di distanza dalla roccia che si sta tagliando c’è la postazione di comando, con il motore che fa muovere il cavo: si sposta indietro su rotaie, per tenere il filo sempre in tensione mentre il taglio diventa più profondo. Giovedì 14 aprile Federico Benedetti e Roberto Ricci Antonioli stavano lavorando nella cava 171 del bacino di Gioia. Una giornata come un’altra, “lavoro di bonifica”: significa che bisogna tagliare via un pezzo di montagna instabile. Benedetti e Antonioli lo stavano facendo, insieme ad altri tre o quattro colleghi. Loro due lavoravano alla macchina del filo diamantato. Dovevano tagliare un pezzo di roccia e far franare una porzione di montagna, per mettere in sicurezza il resto della cava. Dall’altra parte del taglio, legato con una fune di sicurezza, Giuseppe Alberti dava l’acqua per lubrificare la superficie di contatto tra la roccia e il filo.
«In cava si muore». Storie da Carrara, dove da secoli si bucano le montagne per prendere uno dei marmi più famosi del mondo, e ogni tanto qualcuno non torna indietro.
Quando furono segnalati i primissimi casi di contagio da coronavirus in Italia, tutto il paese imparò a conoscere il nome di Vo’, il piccolo comune in provincia di Padova dove viveva la prima persona morta ufficialmente di COVID-19 sul territorio nazionale. Insieme a Codogno, quello di Vo’ fu identificato come il focolaio italiano dell’epidemia, e per giorni la preoccupazione per la situazione in Veneto fu molto alta, al pari di quella per la Lombardia e l’Emilia-Romagna, le regioni che da subito sembrarono più coinvolte. A quasi due mesi dall’inizio ufficiale dell’epidemia la situazione in Veneto rimane seria, ma i dati mostrano che il coronavirus ha fatto molti meno danni che altrove, comprese regioni dove il grosso dei contagi è arrivato con giorni o settimane di ritardo. Nonostante il Veneto sia la quarta regione per morti accertati di COVID-19, con 940 decessi, ci sono altre regioni – Liguria e Marche – che ne contano soltanto poche decine in meno. La differenza è che il Veneto, per come ha testato la popolazione, può contare su dati più affidabili per avere una rappresentazione della reale estensione del contagio e dei decessi, cosa che non si può dire per la maggior parte delle altre regioni.
Come ha fatto il Veneto. Zone rosse, chiusure tempestive di ospedali, tanti test e pochi ricoveri: la regione che ha contenuto meglio il coronavirus in Italia aveva cominciato ad attrezzarsi già a gennaio.
Bud Spencer, popolarissimo attore italiano il cui vero nome era Carlo Pedersoli, è morto lunedì a 86 anni in un ospedale di Roma. Era stato famosissimo soprattutto negli anni Sessanta e Settanta per una serie di film comici e spaghetti western assieme a Terence Hill – pseudonimo dell’attore Mario Girotti – ma avrebbe avuto ancora molti successi fino alla fine del secolo. Era nato a Napoli nel 1929 e prima di recitare era stato un titolato nuotatore e pallanuotista, partecipando alle Olimpiadi del 1952, del 1956 e del 1960: il suo primo ruolo era stato una parte marginale nel kolossal hollywoodyano Quo Vadis?. Dal 1961 cominciò la sua popolare serie di film insieme a Terence Hill, con un personaggio che – con la complicità del suo fisico robusto e del suo aspetto affabile – divenne riconoscibilissimo e amato: quello del pacato partner della coppia capace di grandi quantità di botte e schiaffoni nei confronti dei cattivi, e di posati sarcasmi di accompagnamento.
È morto Bud Spencer. Aveva 86 anni, si chiamava Carlo Pedersoli, era stato famosissimo soprattutto negli anni Settanta per i film con Terence Hill, e sempre molto amato.
È stato diffuso il trailer di Furious 7, la settimana puntata della saga cinematografica di film d’azione sulle corse clandestine di automobili “Fast & Furious”, con protagonista l’attore americano Vin Diesel. È l’ultimo film a cui ha partecipato l’attore Paul Walker – uno dei più noti associati alla saga – morto durante le riprese il 30 novembre 2013. Per terminare le riprese di Furious 7, alcune scene originariamente scritte per Walker sono state girate da due dei suoi fratelli, e poi adattate digitalmente. Il film uscirà negli Stati Uniti nell’aprile del 2015 (qui potete vedere il trailer in inglese).
Il trailer di “Furious 7”. Uscirà negli Stati Uniti ad aprile del 2015, ed è l'ultimo interpretato da Paul Walker prima della sua morte.
Un sogno chiamato Florida esce oggi in Italia: diversi critici cinematografici lo hanno definito uno dei migliori film dell’ultimo anno. Parla di alcuni bambini e alcuni adulti che vivono o lavorano in un motel a Orlando, in Florida, vicino a Disney World. Solo che il parco divertimenti non si vede quasi mai, perché il motel è frequentato da gente povera, con problemi di vario tipo. I personaggi principali sono tre: una madre, la figlia di sei anni e il gestore del motel. Il motel si chiama Magic Castle ed è tutto lilla. I personaggi sono interpretati nell’ordine da un’attrice scoperta su Instagram, da una bambina nata nel 2010 e da Willem Dafoe. Il regista è Sean Baker, noto soprattutto per aver diretto Tangerine, che fu tutto girato con un iPhone e parlava di due donne trans a caccia di un ex che si era comportato da stronzo.
«Sia il film più allegro che quello più straziante dell’anno». Oggi esce "Un sogno chiamato Florida": dicono che sia coloratissimo, un po' neorealista e migliore di quasi tutti i film dell'ultimo anno.
Tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana ci sono diversi figli d’arte: Georgia May Jagger, figlia di Mick, in posa sull’Empire State Building; Kelly Osbourne, figlia di Ozzy, ad una festa in Australia e Jaden Smith col papà Will ad una conferenza stampa per il film “After Earth” a Tokyo. La cantante statunitense Cyndi Lauper dà tutta l’impressione di volersi ancora divertire (come recitava la sua canzone più famosa, “Girls just want to have fun”) così come Jim Carrey, con una delle sue immancabili faccette, mentre Barbra Streisand discute con Michael Bloomberg durante la cena dell’associazione dei corrispondenti della Casa Bianca a Washington. Ci sono anche molti reali: la principessa giapponese Masako con il principe Naruhito, una raggiante Kate Middleton e una bella foto di gruppo per l’incoronazione del re Willem Alexander al palazzo reale di Amsterdam, in cui spuntano anche il principe Carlo e Camilla e Alberto di Monaco. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Girls just want to have fun. Tra le foto delle persone che valeva la pena fotografare ci sono Cyndi Lauper (della canzone di cui sopra), le solite facce di Jim Carrey e molti figli notevoli.
Un lungo articolo del Wall Street Journal torna sulla questione dei cosiddetti short sleepers – le persone che per natura e senza soffrire di particolari disturbi riescono a dormire molto poco – raccontando gli studi di due ricercatori dell’Università della California. Ying-Hui Fu si sta occupando del primo caso: ossia di quelle persone che hanno bisogno di meno di sei ore di sonno, che vanno tipicamente a dormire dopo mezzanotte e che riescono a svegliarsi poche ore dopo come se nulla fosse, senza risentire del fenomeno dell’inerzia del sonno, cioè della difficoltà a sentirsi lucidi e attivi immediatamente dopo il risveglio (si tratta di meno dell’1 per cento della popolazione degli Stati Uniti). Louis Ptáček sta studiando invece le persone che dormono in media sette-otto ore per notte, come adulti normali, ma che hanno bisogno di andare a letto insolitamente presto (intorno alle 20:30) e di alzarsi altrettanto presto la mattina (prima delle 5:30): questa categoria, chiamata delle “allodole”, interessa più o meno il 3 per cento della popolazione ed è contrapposta a quella delle “civette”, di coloro cioè che vanno a letto tardi e faticano a risvegliarsi. La maggior parte delle persone appartiene a una delle due categorie (quella dei mattinieri o quella dei nottambuli, potremmo dire), ma la ricerca del dottor Ptáček si concentra sulla fascia più estrema delle “allodole”.
La genetica di chi dorme poco. Due nuovi studi hanno cercato di capire perché alcune persone per natura hanno bisogno di dormire solo poche ore per notte.
Michele Salvati, politologo ed esperto delle vicende del Partito Democratico – del cui progetto fu uno degli ispiratori – analizza oggi sul Corriere della Sera la figura politica di Matteo Renzi dopo i suoi primi nove mesi alla guida del governo, e quello che le sue scelte hanno fatto capire sui criteri che lo muovono. Un totus politicus come Renzi nutre un comprensibile scetticismo per i programmi e per gli intellettuali che si dilettano a scriverli: il messaggio è affidato ad atti politici, a fatti, dichiarazioni, annunci, atteggiamenti. E dagli atti compiuti sinora mi sono fatto l’idea delle sue convinzioni politiche — della sua visione del mondo e dell’Italia — che provo a riassumere schematicamente nei seguenti cinque punti.
Che politico è Renzi. Michele Salvati espone in 5 punti l'idea che il presidente del Consiglio ha dato di sé finora, e aggiunge il tratto più originale: che vince.
Su alcuni giornali e siti di news italiani è stata riportata nei giorni scorsi la notizia di una candidatura di Elena Ferrante al Nobel per la Letteratura. Elena Ferrante è lo pseudonimo di un’autrice o autore che ha avuto negli ultimi tempi un grandissimo successo italiano, ma soprattutto un raro successo italiano in Gran Bretagna e Stati Uniti, dove i quattro libri della sua storia ambientata a Napoli hanno avuto grandissima attenzione e ottime critiche, ed eccellenti vendite. Creando un fenomeno mediatico tipico per cui da diversi mesi ogni cosa che riguardi Elena Ferrante (a cominciare dal mistero intorno alla sua identità) è molto esaltata dai mezzi di informazione. E insomma, venerdì scorso, è stata la volta dell’ipotesi del premio Nobel a Elena Ferrante, che – malgrado la giuria del Nobel non sia nuova a scelte sovversive e indipendenti – è sembrata ardita a molti osservatori ed esperti: trattandosi di un autore con una popolarità così recente e ancora fragile, e persino sconosciuto nella sua identità. Eppure, per esempio, venerdì il quotidiano Repubblica titolava addirittura “Elena Ferrante tra i favoriti in corsa per il Nobel”, spiegando nel testo dell’articolo che
Cos’è la notizia del Nobel a Elena Ferrante. Come un'ipotesi data per poco plausibile da un blog letterario è diventata un titolo assertivo su alcuni giornali italiani.
Il fotografo americano Tim Mantoani, che ha lavorato tra gli altri per i marchi Coca-Cola, Oakley e per le riviste Sports Illustrated e Newsweek, ha fotografato 158 fotografi mentre tengono in mano la loro fotografia più famosa, o la loro preferita, e le ha raccolte nel libro Behind Photographs: Archiving Photographic Legends. L’idea di Mantoani è quella di spiegare che le foto più iconiche della storia non sono capitate per caso, e che dietro ognuna di esse c’è una persona che ha dedicato la sua vita alla fotografia: «Sentivo che c’era questo tipo di vuoto. C’erano tutti questi fotografi anonimi là fuori a cui non era stato dato abbastanza credito». Mantoani ha realizzato i ritratti – tra gli altri di Elliott Erwitt, Steve McCurry e Neil Leifer – con una macchina fotografica Polaroid di formato 20×24, di cui esistono pochi esemplari e che ha costi molto elevati (circa 200 dollari per ogni scatto). Tra i fotografi c’è Jeff Widener, che scattò la foto più famosa della protesta di piazza Tienanmen, nel 1989, e Steve McCurry, che realizzò nel 1984 uno dei ritratti più famosi di sempre, quello di una ragazza afgana a Peshawar, in Pakistan. In un’altra foto, Brent Stirton tiene una sua fotografia di un gorilla di montagna “Silverback” nel parco nazionale di Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo: Stirton ha raccontato che quell’esemplare di gorilla era stato ucciso come intimidazione verso i ranger che si occupano della protezione dei gorilla, di cui esistono circa 40 esemplari al mondo. Il gorilla, di oltre 250 chili, fu poi trasportato per 5 chilometri attraverso la foresta, con l’impalcatura mostrata nella foto. Nel libro di Mantoani ci sono anche gli autori di due dei ritratti di celebrità più famosi del Novecento, quello di Marilyn Monroe tra le lenzuola di Douglas Kirkland e quello di Kurt Cobain di Mark Seliger, scattato due mesi prima che il leader dei Nirvana morisse.
Le facce dietro fotografie famosissime. Tim Mantoani ha fotografato gli autori di alcune delle fotografie più iconiche di sempre, tra cui Elliott Erwitt e Steve McCurry.
La scuola italiana funziona perfettamente? No. Ce lo dimostrano tutte le ricerche nazionali e internazionali sugli apprendimenti e soprattutto ce lo dicono altri indicatori “indiretti”. Un compito della scuola è contribuire a ridurre le disuguaglianze sociali. Oggi questo non accade, come ci ha ricordato un rapporto dello scorso anno sulla mobilità sociale nel nostro Paese curato da Irene Tinagli per Italia Futura. La nostra società è insieme immobile ed iniqua e il principale strumento di ascesa sociale, l’istruzione, non funziona. Il problema della scuola italiana è il “lassismo” figlio del ’68 come ci ripetono certi cantori dei bei tempi andati sia di destra che di sinistra? No. In Italia si boccia tantissimo, soprattutto negli istituti tecnici e professionali (cifre intorno al 25% per i primi due anni) e in particolare si bocciano sempre gli “ultimi”: quelli che entrano a scuola con più chances di essere bocciati ne escono bocciati.
Dieci cose sulla scuola italiana. Il responsabile Istruzione del PD lombardo prova a spiegare i guai della scuola, i disastri compiuti dalla destra e gli sbagli della sinistra.
Giovedì Jerry Harris, 21enne statunitense tra i protagonisti della serie-documentario di Netflix Cheerleader, è stato arrestato a Chicago, in Illinois, con l’accusa di aver prodotto pornografia minorile. Secondo i documenti del tribunale federale, Harris avrebbe ammesso all’FBI di aver chiesto e ricevuto su Snapchat immagini esplicite di almeno 10-15 persone che sapeva essere minorenni, di aver fatto sesso con un 15enne durante una gara di cheerleading nel 2019 e di aver pagato un 17enne in cambio di sue foto nude. Lunedì il sito Usa Today aveva scritto che le indagini erano iniziate dopo la denuncia di due gemelli 14enni del Texas che lo avevano accusato di aver chiesto loro foto e video dei propri organi genitali su Snapchat e di averli molestati ripetutamente durante le gare di cheerleading per più di un anno, da quando loro avevano 13 anni e lui ne aveva 19; uno dei due ha raccontato che Harris lo avrebbe inseguito in bagno per chiedergli di ricevere sesso orale. La madre dei due ragazzini ha detto di aver fatto la denuncia a luglio. Nel frattempo Varsity, un’associazione di cheerleading, ha espulso Harris.
Jerry Harris, protagonista di “Cheerleader”, è stato arrestato per aver prodotto pornografia minorile.
Il primo maggio, oltre che la Festa del lavoro, in Italia è anche il giorno del tradizionale – e criticato, e preso in giro – concerto del primo maggio organizzato dai maggiori sindacati italiani in piazza San Giovanni. Condotto da Ambra Angiolini e Lodo Guenzi, il ventottesimo “concertone” è iniziato alle 15 e andrà avanti fino alle 24. Viene trasmesso in diretta su Rai Tre e su Radio Due, oltre che in streaming sulla pagina Facebook proprio di Radio Due. Quest’anno sono state osservate misure di sicurezza molto più severe del solito: sono stati sistemati metal detector all’entrata della piazza, e diverse strade nei dintorni della piazza sono state chiuse. Questo è l’elenco dei principali artisti che si esibiranno. Gianna Nannini, Fatboy Slim, Max Gazzè & Form, Carmen Consoli, Ermal Meta, Sfera Ebbasta, Lo Stato Sociale, Cosmo, Le Vibrazioni, Calibro 35, I Ministri, The Zen Circus, Canova, Willie Peyote, Ultimo, Nitro, Achille Lauro e Boss Doms, Gazzelle, Francesca Michielin, Frah Quintale, Gemitaiz, Maria Antonietta, Galeffi, Mirkoeilcane, John De Leo, Wrongonyoue, Dardust Ft. Joan Thiele, Giorgio Baldari, Braschi, Esposito, La Municipal e Zuin.
Chi sono i cantanti del concerto del primo maggio a Roma. Tra gli artisti che si esibiranno al "concertone" ci sono Sfera Ebbasta, Max Gazzè, Ermal Meta e Lo Stato Sociale.
Nelle ultime settimane ci sono stati proteste e scontri in provincia di Lecce tra la polizia e i manifestanti che protestano contro la costruzione del TAP, un gasdotto che dall’Albania dovrebbe arrivare sulle coste pugliesi e i cui lavori sono appena cominciati. Numerosi comitati locali, oltre al Movimento 5 Stelle, protestano contro la costruzione; anche il presidente della regione Michele Emiliano, candidato alle primarie del PD, ha criticato duramente il progetto. Dopo quasi un anno di ritardi, però, il TAP ha ottenuto quasi tutte le autorizzazioni necessarie, mentre le inchieste che erano state aperte sulla sua costruzione sono state archiviate. I primi lavori, che prevedono l’espianto temporaneo di circa 200 ulivi, sono cominciati martedì 28 marzo. I lavori sono già stati autorizzati, ha ricordato pochi giorni fa il Foglio, e in parte sono già iniziati in tutti gli altri paesi che dovrebbero essere attraversati dal gasdotto. Il TAP comincia alla frontiera tra Grecia e Turchia, e dovrebbe arrivare in Italia passando per l’Albania e attraversando il Mare Adriatico. Tramite il TAP, e poi attraverso la rete italiana, sarà possibile portare in Europa il gas estratto in Azerbaigian, diversificando l’approvvigionamento del continente che attualmente dipende in buona parte dalla Russia e dai gasdotti che attraversano l’Ucraina.
Che cos’è il TAP. È il gasdotto sotterraneo che dovrebbe essere costruito in Puglia e contro cui negli ultimi giorni ci sono stati proteste e scontri.
Alessandro Michele è dal 21 gennaio il nuovo direttore creativo di Gucci. La notizia, arrivata esattamente due giorni dopo la sfilata uomo per l’autunno/inverno 2015/16 a Milano che aveva visto uscire sulla passerella lo stesso Michele accompagnato dal team creativo di Gucci, è stata molto commentata e discussa nel mondo della moda e delle sue economie, per diverse ragioni che raccontano i loro contesti particolari. Gucci è uno dei più grandi brand mondiali nell’abbigliamento e negli accessori. Nel dicembre 2014 François-Henri Pinault, capo di Kering, la holding francese che controlla Gucci (oltre a Bottega Veneta, Brioni, Yves Saint Laurent, Alexander McQueen, Boucheron, Stella McCartney e Sergio Rossi) aveva comunicato che la direttrice creativa in carica, Frida Giannini, e l’amministratore delegato Patrizio di Marco avrebbero lasciato i loro rispettivi ruoli e che Frida Giannini avrebbe mantenuto il suo ruolo a capo del gruppo creativo di Gucci fino a marzo 2015, presentando così le collezioni uomo e donna per il prossimo inverno. A gennaio, però, un paio di settimane prima della sfilata maschile, Giannini ha lasciato l’incarico anticipatamente senza che siano stati spiegati i motivi di questa decisione.
Cosa è successo in Gucci. Guida alla nomina del nuovo direttore creativo Alessandro Michele e al perché nel mondo della moda se ne parla tanto da dieci giorni.
Il sito del quotidiano britannico Independent ha recentemente pubblicato una breve raccolta di immagini e video generalmente catalogati sotto la categoria “illusioni ottiche”, un genere apprezzato da sempre ma che negli ultimi anni ha avuto un’ulteriore e rapida diffusione grazie a Internet. Esiste anche un concorso – “Best Illusion of the Year Contest”, sostenuto dalla rivista Scientific American – che si tiene ogni anno a St. Petersburg, in Florida, ed è dedicato specificamente a questo tipo di produzione. Le illusioni ottiche vengono generalmente definite come un’esperienza percettiva che non corrisponde alla realtà fisica: solitamente si tratta di percezioni sbagliate delle geometrie (per esempio linee parallele che appaiono convergenti o divergenti) o illusioni determinate dai colori o dalla prospettiva (per esempio un cubo trasparente la cui faccia anteriore sia indistinguibile da quella posteriore). Nel concorso “Best Illusion of the Year Contest” una giuria composta da un comitato scientifico e artistico, e dal pubblico, seleziona le dieci migliori illusioni ottiche presentate da studenti e appassionati. Di seguito una selezione delle illusioni ottiche scelte nell’ultima edizione del “Best Illusion of the Year Contest” e di altre recenti tra quelle più diffuse su Internet.
7 illusioni ottiche notevoli. Una raccolta di cose diverse da quello che sembrano: esiste anche un premio annuale, per immagini e video come questi.
Da questa questa mattina ci sono problemi, cancellazioni e ritardi sulla rete ferroviaria italiana, in particolare sulla linea tra Firenze e Roma. Tra le 5 e le 8 è stata completamente sospesa la circolazione ferroviaria tra Rovezzano e Firenze Campo Marte, sulla linea dell’Alta velocità e su quella convenzionale tra Roma e Firenze; la linea è stata parziale riaperta dalle 9:30 ma i disagi e i problemi sono proseguiti per ore, con treni annullati e rallentamenti per tutto il pomeriggio. I ritardi medi, secondo il sito di Rete ferroviaria italiana (RFI), sono stati di tre ore ma in alcuni casi sono arrivati a quattro ore; sono stati cancellati 42 treni dell’alta velocità, sia di Italo che di Trenitalia e fino al tardo pomeriggio ci sono state «ripercussioni», sulla tratta Roma-Firenze e anche «nei principali nodi metropolitani». Sempre RFI spiega che i ritardi sono stati causati da un incendio, «risultato doloso dalle prime indagini dell’Autorità Giudiziaria», di un impianto che gestisce la circolazione dei treni e si trova nei pressi della stazione di Rovezzano, un rione di Firenze. Gli inquirenti, scrive Repubblica, hanno stabilito che l’incendio è doloso: i fili della cabina elettrica sono stati bruciati volutamente in due punti diversi e sono stati danneggiati due pozzetti che contengono le canalette che trasmettono i dati per bloccare il traffico in tutte le direzioni. La procura di Firenze ha aperto un fascicolo per attentato alla sicurezza dei trasporti, al momento contro ignoti.
I grossi ritardi dei treni tra Roma e Milano. Fino a 240 minuti, a causa dell'incendio a una cabina elettrica dell'Alta velocità a Firenze.
Il programma politico di Liberi e Uguali, la lista di sinistra guidata dal presidente del Senato Pietro Grasso, è disponibile da qualche tempo sul sito della lista. Liberi e Uguali è un cartello elettorale: ne fanno parte diversi partiti – Sinistra Italiana, MDP, Possibile – ma non è una coalizione. I titoli dei vari paragrafi dicono molto sul programma stesso: ci sono per esempio “Uguaglianza nei diritti”, “Fisco equo e progressivo”, “Dignità e diritti per i lavoratori”, e così via. ***
Il programma di Liberi e Uguali per le elezioni del 2018. Tutte le proposte e le promesse della lista guidata da Pietro Grasso in vista delle elezioni politiche del 4 marzo.
Ci sono sempre molti schermi, tra noi e il soggetto di una foto: l’occhio di chi scatta è quello più nascosto, dato che la scelta della luce e dell’inquadratura è già un’interpretazione del soggetto. A volte però l’ostacolo è palese, e spesso fornisce una chiave di lettura, trasmette un’immediata sensazione. Come nel caso dei manifestanti ritratti attraverso la bandiera della causa che sostengono, oppure un’auto attraverso un vetro scheggiato in una zona di guerra. Il paziente dietro una zanzariera per ripararsi da una malattia infettiva viene protetto, ma la rete lo rende anche più distante dall’osservatore e, in qualche modo, minaccioso. In ogni foto di questa galleria, sta all’osservatore scegliere un messaggio: ma gli schermi e i veli ci ricordano anche che tra lui e il soggetto c’è sempre un’incancellabile distanza. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Attraverso. Album fotografico in cui tra il soggetto e l'osservatore c'è sempre un ostacolo, un vetro o un velo, che a volte toglie e a volte aggiunge.
Jessica Lange compie oggi 70 anni e ci sono almeno tre evidenti motivi per cui è giusto ritenerla una delle migliori attrici della sua generazione: è una delle poche (meno di dieci, nella storia) ad aver vinto un Oscar sia come protagonista che come non protagonista; è passata da ruoli drammatici e sensuali ad altri in cui riusciva a sembrare goffa e far ridere; ha avuto ruoli noti in ognuno dei cinque decenni in cui ha recitato. A dover scegliere solo una cosa per ogni suo decennio: King Kong nei Settanta, Il postino suona sempre due volte negli Ottanta, Blue Sky nei Novanta, Non bussare alla mia porta nel primo decennio del Duemila, e la serie Feud per gli anni Dieci del Duemila. Lange ha origini polacche, olandesi e scandinave ed è nata il 20 aprile del 1949 a Cloquet, nel Minnesota; ma ci è rimasta poco, perché il padre era commesso viaggiatore e la famiglia Lange cambiava spesso casa. Decise di studiare arte all’università, poi a fine anni Sessanta conobbe il fotografo spagnolo Paco Grande e i due si misero a girare in furgoncino gli Stati Uniti e il Messico. Successivamente lei andò a vivere a Parigi, dove sembra che condivise un appartamento con Grace Jones, e iniziò a fare la modella. Tornata negli Stati Uniti continuò a fare la modella e intanto lavorò come cameriera.
Jessica Lange ha 70 anni. E ha fatto cose notevoli in tutti i decenni in cui ha lavorato: è stata la bionda di cui si innamora il gorilla di "King Kong", ha recitato in "Il postino suona sempre due volte" e ha vinto due Oscar.
La polizia di Tempe, in Arizona, ha diffuso un video che mostra le riprese effettuate dall’automobile a guida autonoma di Uber che la scorsa domenica ha investito e ucciso una persona. Le immagini mostrano come si è svolto l’incidente, su un tratto di strada ad alto scorrimento dove non ci sono passaggi pedonali. Le riprese dimostrano inoltre che a bordo dell’automobile l’operatore incaricato di intervenire in caso di emergenza non stava avendo problemi, seppure fosse un po’ distratto. Domenica 18 marzo intorno alle 10 di sera un SUV Volvo di Uber a guida automatica stava percorrendo una strada ad alto scorrimento di Tempe, città a sud-est di Phoenix. A bordo dell’automobile, che viaggiava in modalità autonoma a circa 65 chilometri orari, c’era solamente l’autista incaricato di intervenire nel caso di un comportamento non previsto da parte dell’auto. A metà di un isolato, in un punto senza strisce pedonali, una donna di 49 anni ha iniziato ad attraversare la strada spingendo a mano la propria bicicletta. L’auto di Uber non ha fatto in tempo a rilevare il pericolo e a frenare, travolgendola. I soccorritori l’hanno portata in ospedale, dove la donna è morta a causa delle gravi ferite subite nell’incidente.
Il video dell’incidente mortale dell’auto di Uber che si guida da sola. Lo ha diffuso la polizia di Tempe e mostra gli istanti prima dell'investimento, fuori e dentro l'automobile.
La famosa rivista settimanale statunitense TIME ha dedicato la copertina del suo ultimo numero alla realtà virtuale e in particolare a Palmer Luckey, inventore degli occhialoni per la realtà virtuale Oculus Rift. La foto usata per la copertina però rappresenta Palmer Luckey in modo abbastanza goffo: è sospeso a mezz’aria a piedi scalzi e indossa un paio di Oculus Rift sullo sfondo posticcio di una spiaggia tropicale. TIME ha fatto sapere che lo sfondo non è stato montato con Photoshop ma si tratta della parete di una sede di Facebook (che ha comprato Oculus VR nel 2014 per due miliardi di dollari) dove è stata scattata la foto. Inventor of Oculus Rift, Palmer Luckey, on the cover of Time Magazine via http://t.co/uvnsIOl57W #FailingTheHonest pic.twitter.com/mV5xu3RrQU
La buffa copertina di TIME sulla realtà virtuale. Mostra il creatore degli Oculus Rift in una posa piuttosto goffa: online circolano già decine di parodie.
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Lancet ha confermato che la regolare assunzione di farmaci antiretrovirali, da parte di persone affette da HIV, impedisce la trasmissione ai propri partner del virus che causa l’AIDS. La ricerca ha coinvolto un migliaio di coppie di maschi omosessuali, nelle quali non è stato rilevato alcun passaggio del virus da un partner all’altro nell’arco di 8 anni. Il risultato è ritenuto molto promettente per ridurre i rischi di contagio e, in prospettiva, il numero di nuovi casi di HIV. I ricercatori, guidati da Alison Rodger, docente di malattie infettive presso l’University College of London (Regno Unito), hanno tenuto sotto controllo 972 coppie di uomini gay, nelle quali solo uno dei partner aveva l’HIV e seguiva una terapia antiretrovirale. I farmaci di questo tipo servono per ridurre il più possibile la carica virale dell’HIV, cioè il numero di copie del virus per millilitro di sangue nel paziente. Più si riduce la carica, minori sono i sintomi legati e i rischi di contagiare qualcun altro durante i rapporti sessuali non protetti.
C’è un’incoraggiante notizia contro l’AIDS. Una ricerca durata 8 anni su 972 coppie gay ha concluso che ci sono zero rischi di trasmissione del virus dell'HIV se il partner assume regolarmente i farmaci antiretrovirali.
Nel secondo trimestre del 2014 l’economia della Germania si è contratta dello 0,2 per cento. Si tratta di un dato abbastanza importante, perché quella tedesca è considerata l’economia più robusta d’Europa e quella che ha avuto la ripresa più solida dopo la crisi. Ma non è soltanto la Germania ad aver sorpreso in maniera negativa gli analisti. Nello stesso periodo l’economia francese è rimasta in stagnazione mentre quella italiana – i dati sono stati pubblicati ad inizio agosto – è ritornata in recessione tecnica (cioè per due trimestri di seguito il PIL è rimasto negativo). Per tutta l’Europa gli economisti si aspettavano una crescita complessiva quest’anno tra lo 0,1 e lo 0,4 per cento, ma con i nuovi datti arrivati da Germania e Francia questo dato potrebbe peggiorare. In altre parole, tra aprile e giugno nessuna delle tre maggiori economie dell’eurozona (Italia, Francia e Germania) è riuscita a crescere. Gli effetti principali di questa situazione sono che la disoccupazione non cala e l’inflazione rimane bassa. Questo, scrivono i principali quotidiani economici, significa che ci saranno nuove pressioni nei confronti dei leader politici per mettere in atto soluzioni in grado di promuovere la crescita, e nuove pressioni sulla BCE perché metta in capo nuovi stimoli all’economia.
Anche la Germania non cresce. Il PIL dell'economia più robusta d'Europa è sceso dello 0,2 per cento nel secondo trimestre: non è una notizia del tutto inaspettata, non è una cosa buona.
Oggi il presidente della Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, presenteranno alla Camera dei deputati “Coraggio Italia”, un nuovo gruppo parlamentare centrista: comprenderà i deputati del movimento “Cambiamo” di Toti, che finora facevano parte del Gruppo Misto, insieme ad alcuni ex del Movimento 5 Stelle, della Lega, e soprattutto fuoriusciti di Forza Italia, che secondo Repubblica dovrebbe perdere 12 parlamentari. L’obiettivo di Toti e Brugnaro è trasformare il gruppo parlamentare in un nuovo partito politico: mercoledì è stato costituito con un atto notarile il comitato promotore che lavorerà alla sua nascita. Per il momento Coraggio Italia avrà almeno 24 membri alla Camera, superando quindi i 20 necessari per la costituzione del gruppo parlamentare, e 7 al Senato, che però resteranno nel Gruppo Misto (servono almeno 10 senatori per la costituzione del gruppo). Il capogruppo alla Camera dovrebbe essere l’ormai ex di Forza Italia Marco Marin, mentre il portavoce al Senato sarà Paolo Romani, ex ministro dello Sviluppo economico nel quarto governo Berlusconi (dall’ottobre 2010 al novembre 2011).
Giovanni Toti e Luigi Brugnaro presenteranno alla Camera il nuovo gruppo parlamentare “Coraggio Italia”.
È morta a Roma la regista, scrittrice e pittrice Lorenza Mazzetti, fondatrice, insieme a Lindsay Anderson, Tony Richardson e Karel Reisz del Free Cinema, un movimento cinematografico inglese degli anni Cinquanta e Sessanta. Aveva 92 anni, ed era nota anche per i suoi libri autobiografici. Il suo K (1953), ispirato a La metamorfosi di Kafka e realizzato a Londra con attrezzature e pellicole rubate alla Slade School of Fine Art, fu il film che anticipò il manifesto del movimento. Successivamente portò il suo secondo film, Together, al festival di Cannes del 1956, fuori concorso. La sua ultima esperienza con il cinema, come regista, fu uno degli 11 episodi del film Le italiane e l’amore (1961), ispirato alle lettere di posta del cuore raccolte da Gabriella Parca nel libro Le italiane si confessano e selezionate da Cesare Zavattini per il film. Fu l’unica donna a dirigere uno degli episodi.
È morta a 92 anni la regista e scrittrice Lorenza Mazzetti.
Sono stati annunciati i dodici dischi finalisti del Mercury Prize, un importante premio assegnato annualmente al miglior album di artisti britannici o irlandesi. È un concorso dedicato soprattutto agli artisti prodotti dalle etichette musicali indipendenti, come alternativa agli eventi e ai premi rivolti al grande pubblico e alle grandi star dell’industria musicale. Come il “BBC Sound of”, è uno dei premi guardati con più attenzione dagli addetti ai lavori, visto che in passato ha spesso segnato il passaggio di un artista alla vera fama internazionale. Lo vinsero nel 2010 gli XX, per esempio, o nel 2012 gli Alt-J, e nel 2006 gli Arctic Monkeys. Esiste dal 1992, quando fu istituito dalla British Phonographic Industry e dalla British Association of Record Dealers (l’associazione britannica dei rivenditori di dischi). Tra i dodici finalisti di quest’anno ci sono diversi nomi che di emergente hanno poco: gli Arctic Monkeys, per esempio, ma anche Noel Gallagher insieme agli High Flying Birds e Florence + The Machine. Tra le candidature più inaspettate c’è quella di Lily Allen, cantante pop diventata molto famosa una decina di anni fa e poi un po’ sparita, mentre i nomi che sembrano destinati nei prossimi anni a diventare più famosi di quanto lo siano adesso sono Jorja Smith e i Wolf Alice.
I dischi finalisti del Mercury Prize 2018. Cioè il più prestigioso concorso musicale britannico, con alcune facce note in mezzo a gente ancora di nicchia, ma di cui forse sentiremo parlare.
Poco più di 31 anni fa, il 14 maggio 1979, Kate Bush fece l’ultima data del suo primo tour di concerti. Il Tour of Life, durato sei settimane, aveva portato la cantante in giro per la Gran Bretagna e parte dell’Europa; combinava musica, danza, poesia, mimo, burlesque, magia e teatro. Dopo lo show finale all’Hammersmith Odeon, si disse che lo show sarebbe proseguito negli Stati Uniti, e i fan si chiedevano che cosa la Bush avrebbe concepito di nuovo per “la prossima volta”. Oltre tre decenni dopo, ha raccontato Graeme Thompson sul Guardian, “la prossima volta deve ancora arrivare”.
Da 31 anni Kate Bush non fa più concerti, come mai? il Guardian se lo è chiesto e ha raccontato una lunga storia.
Chris John Dewitt è un fotografo inglese che negli anni Ottanta ha viaggiato moltissimo in Europa, visitando spesso Berlino e documentando con la sua macchina fotografica Olympus OM-2 scene di vita, persone e luoghi di una città allora divisa dal Muro, in piena Guerra Fredda. Tempo fa ha deciso di mettere online il suo archivio fotografico: le immagini mostrano Berlino all’inizio degli anni Ottanta ma anche subito dopo la caduta del Muro, tra la fine del comunismo e la nascita di un nuovo sistema politico e culturale. Vediamo così il Muro ripreso in diversi punti della città, una Trabant (la leggendaria “auto del popolo” della Germania Est) maculata e posta su un piedistallo come un monumento, la Fernsehturm (“torre della televisione”) ad Alexanderplatz e soprattutto lo stile inconfondibilmente anni Ottanta dei soggetti fotografati, tra capelli cotonati e giacche colorate. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Berlino negli anni Ottanta. Le fotografie di Chris John Dewitt tra giacche colorate, la torre di Alexanderplatz e naturalmente il Muro.
Zayn Malik ha lasciato la band degli One Direction il 25 marzo scorso: la band era nata nel 2010 durante l’edizione britannica di X-Factor e diventata uno dei più popolari e apprezzati gruppi pop tra gli adolescenti di tutto il mondo. Le fan e i fan hanno pubblicato sui social network le loro reazioni sorprese o anche disperate alla notizia, con migliaia di tweet e post su Facebook. Dopo poche ore sono diventati trending su Twitter gli hashtag #cut4zayn e #cuttingforzayn («mi taglio per Zayn»), che raccoglievano tweet, spesso con foto, di ragazze che si tagliavano o graffiavano i polsi (e intanto – forse anche più numerosi – tweet di persone che le insultavano per questo o commentavano con indignazione). I due hashtag e le foto autolesionistiche sono probabilmente una delle spiegazioni per cui su Twitter hanno cominciato a circolare, e circolano ancora a una settimana di distanza, molti tweet che invece parlano addirittura di veri e propri suicidi. Nei fatti, non risulta a oggi un solo caso noto di nessuno che si sia suicidato per reazione all’uscita di Malik dagli One Direction, né che nessuna notizia di questo genere sia stata data da fonti autorevoli o con elementi concreti. Solo sommarie e vaghe voci su molti account personali sui social network. I numeri cambiano da un tweet all’altro, ma quello che li accomuna è la generica notizia che molte ragazze si sarebbero suicidate dopo la separazione di Malik dagli One Direction: c’è chi parla di 2000 ragazze, di cui 130 solo negli Stati Uniti, chi parla di decine o di centinaia. “Cento” è un numero che compare molto.
Zayn Malik, il suicidio di cento ragazze non è vero. Anche se sono circolati e ci sono ancora hashtag e tweet inquietanti da una settimana, non risulta un solo caso di reazioni suicide alla separazione tra gli One Direction.
Oggi, sulla prima pagina della Stampa, Gian Enrico Rusconi si occupa dell’insegnamento della religione nella scuola pubblica. Il tema è tornato di attualità negli ultimi giorni a causa di alcune dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Profumo, che ha avanzato la vaga possibilità di una riforma. Rusconi scrive che le chiusure della gerarchia cattolica sono la risposta sbagliata a eventuali cambiamenti: in Italia «cresce paurosamente l’incultura religiosa, che non ha nulla a che vedere con la laicità» e per questo servirebbe una formazione più seria degli insegnanti di religione. Ciclicamente sorge il problema dell’insegnamento della religione nella scuola pubblica. Tutti gli argomenti sono stati usati e spesi, con risultati modesti, salvo la possibilità dell’esenzione dall’ora di religione. Sino a qualche anno fa il problema veniva sollevato soprattutto in nome del principio della laicità dell’educazione pubblica. Le richieste che ne seguivano erano molto articolate – dalla soppressione pura e semplice dell’ora di religione alla istituzione sostitutiva di una lezione di etica, all’introduzione della storia delle religioni, Tutte le proposte sono sempre state contestate e respinte dai rappresentanti (quelli che contano) del mondo cattolico.
Cambiare l’ora di religione. Gian Enrico Rusconi sulla Stampa spiega le ragioni per farlo, lontane dagli scontri e le rigidità di fede.
Mercoledì 18 settembre è iniziata la Settimana della Moda a Milano, uno dei quattro più importanti eventi sulla moda del mondo (gli altri si tengono a New York, Londra e Parigi). La manifestazione, che durerà fino al 23 settembre, viene organizzata tutti gli anni dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, un’organizzazione non a scopo di lucro responsabile degli eventi legati alla moda di Milano, e si tiene dal 2010 al Fashion Hub. Oltre ai nomi più noti della moda italiana, come Gucci, Prada, Roberto Cavalli, Dolce & Gabbana, Versace e Giorgio Armani, sfileranno anche le collezioni di giovani stilisti: come tutti gli anni, le collezioni che sfilano sono relative alla stagione successiva. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La moda a Milano. Fotografie di cose e momenti intorno a uno dei quattro più importanti eventi sulla moda di tutto il mondo.
Il mondo delle favole è pieno di specchi che capovolgono la realtà o che trasportano in mondi immaginari, che esaudiscono desideri e rimandano riflessi incoraggianti; nel mondo reale sono crudeli nel lasciarci scovare le imperfezioni dei nostri corpi e generosi nel mostrarci chi siamo, nell’avvicinarci alla comprensione che gli altri da fuori hanno di noi. È raro che qualcuno di noi non si specchi almeno una volta al giorno, in cerca dell’approvazione o della stanchezza del proprio sguardo, e se provaste per giorni a non farlo finireste forse per sentirvi smarriti; o forse vi riscoprireste, con un po’ di sorpresa. È piacevole cercare il proprio doppio, ma è anche piacevole sorprendere il mondo degli altri in uno specchio: un riflesso di amiche a chiacchierare in un bar, un ragazzo che cammina per strada da una specchiera abbandonata, cocci in frantumi e frantumi di un soldato in divisa, la vita di città nell’abbaglio di uno specchietto retrovisore, tutte immagini che ritroverete in questa raccolta. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Attraverso lo specchio. Galleria fotografica di riflessi e abbagli, voluti e casuali, di chi cerca la propria immagine e di chi è riflesso senza farci caso.
Francesco Gabbani ha vinto il Festival di Sanremo con la canzone “Occidentali’s karma“, battendo seconda fase della gara Fiorella Mannoia ed Ermal Meta, classificatisi rispettivamente seconda e terzo. Con la vittoria di ieri, Gabbani ha ottenuto anche la possibilità di rappresentare l’Italia al prossimo Eurovision Song Contest, il più importante festival europeo di musica pop. Tra i premi secondari assegnati ieri ci sono il premio della critica, intitolato a Mia Martini – vinto da Ermal Meta con la canzone “Vietato morire” – mentre Fiorella Mannoia ha vinto il premio della sala stampa “Lucio Dalla” con la canzone “Che sia benedetta”. Il premio “Giancarlo Bigazzi” per il miglior arrangiamento è andato invece ad Al Bano per la canzone “Di rose e di spine”. “Portami via” di Fabrizio Moro ha vinto Il premio per il miglior testo. Il vincitore della 67^ edizione del Festival di Sanremo è… #Sanremo2017 pic.twitter.com/1bMP8cwJo4
La classifica finale di Sanremo. Francesco Gabbani è arrivato primo, mentre Fiorella Mannoia ha vinto il premio della sala stampa ed Ermal Meta quello della critica: in fondo alla classifica c'è Clementino.
Oggi il Consiglio dei Ministri ha stabilito i criteri con cui riordinare e abolire le province, come previsto nella cosiddetta “spending review“: quelle che rimarranno dovranno avere almeno 350mila abitanti ed essere estese per una superficie di almeno 2.500 chilometri quadrati. Le province si occuperanno dei temi in materia ambientale, dei trasporti e della viabilità. Inoltre il Consiglio dei ministri ha deciso di non accorpare le festività. Nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali (CAL), istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali (in mancanza, la deliberazione verrà trasmessa all’organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali). La proposta finale sarà trasmessa da CAL e Regioni interessate al governo, il quale provvederà all’effettiva riduzione delle province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura.
Come saranno accorpate le province. Il Consiglio dei Ministri ha stabilito i criteri per il riordino degli enti locali e ha spiegato perché non saranno accorpate le festività.
Sull’edizione di domenica del Corriere della Sera un editoriale del condirettore Luciano Fontana chiedeva al presidente della Camera di affrontare un “chiarimento necessario” riguardo le inchieste giornalistiche sulla casa a Montecarlo. La richiesta fa riferimento a quanto raccontato in una serie di articoli del Giornale riguardo un appartamento ricevuto da Alleanza Nazionale in eredità da una sua facoltosa sostenitrice, venduto poi a un prezzo piuttosto basso a una società offshore con sede ai Caraibi, e poi passato nelle mani di altre società prima di finire, oggi, ad avere come inquilino in affitto Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta Tulliani e cognato di Gianfranco Fini. Il Corriere chiedeva a Gianfranco Fini di fare luce precisamente su tre punti. Primo: l’identità del compratore della casa, che risulta essere stata acquistata da una società offshore dei cui titolari olandesi si sa molto poco. Secondo: il prezzo, ritenuto dall’editoriale troppo basso per un appartamento di quelle caratteristiche a Montecarlo. Terzo: l”inspiegabile coincidenza”, come definita dall’allora tesoriere di AN, che ha portato suo cognato Giancarlo Tulliani a prendere in affitto l’appartamento.
Fini risponde al Corriere della Sera. Il presidente della Camera con una nota fornisce i "chiarimenti" che gli erano stati chiesti sulla storia della casa a Montecarlo.
Gli animali protagonisti della raccolta settimana sono i bruchi: due bruchi di farfalla fotografati da vicino e di cui studiare i dettagli prima che si trasformino. Insieme ci sono piccoli maiali di una settimana e un asino di un solo giorno, cane e gatto insieme, un’iguana e un pellicano con i loro pasti e un leone di nove anni pronto per una TAC. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly Beasts. Come si fa una TAC a un leone, nelle foto di animali della settimana.
Dal 7 gennaio a Cremona quattro musicisti stanno suonando per diverse ore al giorno due violini, una viola e un violoncello di alcuni secoli fa e preziosissimi. Lo stanno facendo – e lo faranno fino al 9 febbraio – per permettere la registrazione di quei suoni, e renderli così disponibili anche quando quegli strumenti non potranno essere più suonati. Per rendere quei suoni il più precisi possibile serve molta pazienza e soprattutto molto silenzio: non solo nella stanza in cui si suona, ma anche nelle vie e nei palazzi circostanti. Per questo motivo il comune di Cremona ha emesso un’ordinanza che, per tutto il periodo delle registrazioni, vieta il traffico nelle aree circostanti all’auditorium. Sono anche state spenti gli impianti di ventilazione ed eliminati tutti i possibili rumori: per esempio quello delle lampadine, che se accese emettono un piccolissimo ronzio. Durante una conferenza stampa il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti – che è anche presidente della Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari – ha invitato la cittadinanza a evitare ogni rumore forte e non indispensabile.
A Cremona in questi giorni non bisogna fare rumore. Si sta registrando – per salvarlo – il suono di quattro storici strumenti musicali, ma per avere un suono pulito serve che in città si faccia più silenzio possibile.
Sabato a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, è stata varata Trieste, la più grande nave militare italiana costruita nel Dopoguerra. Trieste è enorme: è lunga 245 metri e ha una massa di 33mila tonnellate (per fare un paragone: la portaerei Cavour, una delle due portaerei della Marina italiana, si ferma a 27.900 tonnellate). Alla cerimonia di varo erano presenti anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta. Ufficialmente, ha scritto Repubblica, la Trieste è una Lhd, acronimo inglese che si usa per indicare una portaelicotteri, ed è stata presentata come una “nave di pace”, ovvero come un’unità “a doppio uso” pronta per essere usata dalla Protezione civile in caso di disastri e catastrofi: a bordo è stato allestito un ospedale con tutte le apparecchiature, le sale operatorie e 600 posti letti destinati ai militari, ma in caso di necessità possono accogliere anche civili vittime di disastri. Secondo alcuni appassionati ed esperti, però, Trieste sarebbe stata attrezzata in realtà per diventare una super-portaerei, «pronta a lanciare una squadriglia dei nuovi F-35 B a decollo quasi verticale», aggiunge Repubblica. Per ora comunque non si hanno conferme di questa ipotesi. La definitiva consegna di Trieste alla Marina Militare italiana è prevista per il giugno 2022.
Trieste, la più grande nave militare italiana costruita nel Dopoguerra. È stata varata oggi a Castellammare di Stabia, alla presenza di Sergio Mattarella e Luigi Di Maio.
Un gruppo di ricercatori dell’Universidade Federal do Amazonas di Manaus, Brasile, ha scoperto una nuova specie di delfino di fiume. Da circa un secolo non erano più stati scoperti nuovi esemplari di questi cetacei, che vivono nei fiumi e negli estuari di acqua dolce. Il gruppo di ricerca guidato da Tomas Hrbek ha raccolto diversi campioni di DNA dai delfini che vivono nei fiumi Tocantins e nel suo affluente occidentale, l’Araguaia. L’analisi ha consentito di confermare l’esistenza di una nuova specie, differente dalle altre già conosciute di delfini che popolano alcuni fiumi brasiliani. La nuova specie di delfino è stata chiamata Inia araguaiaensis e differisce dalle altre anche per il numero di denti, 24 invece dei 25-29 delle altre specie. Secondo i ricercatori questi delfini hanno una storia di circa 2 milioni di anni. Si differenziarono da altre specie nel periodo in cui il bacino Araguaia-Tocantins fu tagliato fuori dal resto del sistema fluviale del Rio delle Amazzoni da grandi rapide e cascate. I delfini di fiume non sono particolarmente atletici, non saltano e nuotano lentamente e per questo si ipotizza che un gruppo rimase isolato dagli altri.
La nuova specie di delfini in Brasile. Un gruppo di ricerca brasiliano l'ha scoperta nei fiumi Ticantins e Araguaia, si stima ce ne siano circa mille esemplari e sono a rischio estinzione.
Domenica 6 luglio, come ogni anno, migliaia di persone si sono riunite a Pamplona, in Spagna, per la cerimonia inaugurale della tradizionale festa di San Firmino, quella con la gente e i tori, e la gente che corre davanti ai tori. La festa, resa famosa dal romanzo Fiesta di Ernest Hemingway, durerà fino alla mezzanotte del 14 luglio. Nel primo giorno però di tori non se ne sono visti: la folla si è riunita davanti al municipio della città, il sindaco si è affacciato dal balcone a mezzogiorno in punto, la persona incaricata ha gridato l’annuncio – «Pamploneses. Viva San Fermín, Gora San Fermín!» – e ha acceso la miccia del Chupinazo, che in lingua basca significa razzo, dando ufficialmente inizio alla festa. In piazze le persone hanno cominciato a sventolare i tradizionali foulard rossi e stappato bottiglie di spumante. Quest’anno il budget disposto per la festa è stato di 2,4 milioni di euro, di cui 952 mila euro soltanto per le celebrazioni. La festa di San Fermín fu organizzata per la prima volta nel 1591, quando in occasione delle celebrazioni del santo fu allestita una grande fiera, con corride e festeggiamenti per due giorni. Nel tempo l’evento si è arricchito di nuovi elementi: musicisti e danzatori ambulanti, saltimbanchi, le famigerate corse di tori, e le sfilate dei giganti, 25 figure di cartapesta alte fino a quattro metri che rappresentano re, regine e consiglieri comunali.
Le foto della Festa di San Firmino, a Pamplona. È cominciata una delle feste tradizionali più famose di tutta la Spagna, quella coi tori e la gente che gli corre davanti (ma il primo giorno no).
È morto l’attore Gianfranco D’Angelo, che fu tra i personaggi più famosi della tv italiana tra gli anni ’80 e ’90: avrebbe compiuto 85 anni fra qualche giorno. Cominciò a recitare in teatro negli anni ’60, dal ’68 al ’70 fu al Puff, noto teatro cabaret di Roma, e poi al Bagaglino. Esordì in tv negli anni ’70 con il programma Rai Sottovoce ma non troppo, e partecipò, tra gli altri a Milleluci, Dove sta Zazà, Mazzabubù, La Sberla, Tilt. Il programma che lo rese davvero popolare però fu Drive In, di cui era uno dei protagonisti e in cui interpretava il proprietario del locale. Tra i suoi sketch più popolari c’erano “il Tenerone” (un grosso coniglio rosa), le sue imitazioni di Pippo Baudo e Katia Ricciarelli, Sandra Milo, Roberto Gervaso, Piero Angela e Raffaella Carrà. Insieme a Ezio Greggio condusse poi la prima edizione di Striscia la notizia, nel 1988. Al cinema recitò in varie “commedie sexy all’italiana” insieme ad Alvaro Vitali e Lino Banfi.
È morto l’attore comico Gianfranco D’Angelo.
L’articolo di copertina dell’Economist di questa settimana si chiede se gli ultimi segnali incoraggianti dalle economie mondiali, in particolare dall’Europa e dagli Stati Uniti, possano bastare a farci dichiarare finita la crisi economica e iniziata la ripresa. Negli Stati Uniti proseguono da settimane le buone notizie sull’occupazione, con la creazione di molti nuovi posti di lavoro e il ritorno all’impiego di molte persone che erano “scoraggiate” durante la crisi: complessivamente, a dicembre, gennaio e febbraio sono stati creati 734.000 posti di lavoro, il miglior risultato dall’aprile 2006, e negli ultimi sei mesi il tasso di disoccupazione è sceso di 0,7 punti percentuali, all’8,3 per cento. Per il 2012 ci si aspetta una crescita del PIL intorno al 2,5 per cento.
Il peggio è passato? l'articolo di copertina dell'Economist di questa settimana si chiede se sia davvero iniziata la ripresa economica, e la risposta non è semplicissima.
Giovedì allo Ziegfeld Theater di New York si è tenuta la prima della seconda stagione di Orange Is The New Black, la serie tv di Netflix che racconta la vita di un gruppo di detenute in un carcere americano. All’evento ha partecipato gran parte del cast, tra cui la protagonista Taylor Schilling insieme a Laura Prepon, Jason Biggs, Laverne Cox e Uzo Aduba. Tra gli ospiti c’erano attori di altre serie tv di Netflix, tra cui Sakina Jaffrey, Michael Kelly, Jayne Atkinson e Sebastian Arcelus di House of Cards. La seconda stagione di Orange Is The New Black – la cui prima stagione è considerata tra le migliori serie tv del 2013 – sarà disponibile su Netflix venerdì 6 giugno e sarà composta da 13 episodi. Nell’attesa potete guardare qui il trailer della seconda stagione. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La prima di “Orange Is The New Black” – foto. Si è tenuta giovedì a New York: c'erano, tra gli altri, Taylor Schilling, Laura Prepon e Laverne Cox.
Negli ultimi dieci anni Nick Nolte – da oggi ottantenne – ha recitato in Warrior, La regola del silenzio, Gangster Squad, A spasso nel bosco, The Ridiculous 6, Un viaggio indimenticabile e Attacco al potere 3, oltre che in qualche sporadico episodio di serie tv. Con l’eccezione di Warrior, per il quale fu candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista, sono stati quasi sempre ruoli secondari e in nessun caso indimenticabili. Il meglio della sua carriera era arrivato prima, negli anni in cui tra l’altro si parlava di lui spesso per cose che non riguardavano il cinema. Come il suo caratteraccio, la sua complicata vita sentimentale e i suoi problemi legati all’abuso di alcol e droga. Nolte nacque a Omaha, in Nebraska, l’8 febbraio del 1941 e iniziò a recitare in televisione alla fine degli anni Sessanta, diventando famoso grazie alla miniserie Il ricco e il povero, per cui venne candidato ai premi Emmy. Nel 1992 vinse il Golden Globe come Miglior attore per Il Principe delle maree. All’Oscar, invece, fu candidato tre volte – per Il principe delle maree, per Affliction e poi per Warrior – senza mai vincerlo.
Nick Nolte ha 80 anni. Un po' di foto (due in particolare) e un po' di scene di un attore che difficilmente passa inosservato.