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1,101 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è il nome più conosciuto della linea Verde | Non venne trascurata l'organizzazione tattica della linea e fu applicato il metodo tedesco di "difesa in profondità" utilizzando un sistema di fasce fortificate in successione, profonde qualche chilometro, a seconda della conformazione del terreno. Questo sistema si rivelò molto utile a contenere gli attacchi alleati per molti mesi. Non a caso si parla infatti di Linea Gotica (Verde) I e II, proprio per distinguere la prima linea dalla seconda, posta mediamente circa una ventina di chilometri a nord della prima, ben organizzata e difesa nel settore adriatico e con un andamento vago nel settore appenninico dove verrà ricostruita di continuo dai tedeschi, sfruttando i lunghi tempi concessi dalla lenta avanzata alleata. |
1,102 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è il nome più conosciuto della linea Verde | I tedeschi battezzarono inizialmente questa linea con il nome di "Linea Gotica". Per volere dello stesso Adolf Hitler, che temeva le ripercussioni propagandistiche se il nemico avesse sfondato una linea dal nome così altisonante, si decise poi di ribattezzarla Linea Verde ("Grüne Linie"), anche se nella storia, e soprattutto in Italia, questa linea difensiva continuò ad esser conosciuta con il nome di "Gotica". |
1,103 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è il primo paese membro contro cui la Società delle Nazioni approvò sanzioni | Il 18 novembre il Regno d'Italia fu colpito dalle sanzioni economiche, approvate da 50 stati appartenenti alla Società delle Nazioni, con il solo voto contrario dell'Italia e l'astensione di Austria, Ungheria e Albania. Le sanzioni risultarono inefficaci perché numerosi Paesi, pur avendo votato la loro imposizione, continuarono a mantenere buoni rapporti con l'Italia, rifornendola di materie prime. Fu in questa fase che cominciò un progressivo avvicinamento tra la Germania di Adolf Hitler e l'Italia di Mussolini. Ciononostante la Germania proseguì la fornitura di armamenti al Negus ancora fino al 1936. La Spagna e la Jugoslavia, pur avendo votato le sanzioni comunicarono al Governo italiano che non avrebbero inteso rispettarne diverse clausole. Fu la prima volta nella storia che la Società delle Nazioni decretò delle sanzioni nei confronti di un paese membro. |
1,104 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è il primo paese membro contro cui la Società delle Nazioni approvò sanzioni | La prima volta che vennero imposte delle sanzioni economiche fu nel 1935 nei confronti del Regno d'Italia. la Società delle Nazioni decretò le sanzioni in seguito all'attacco italiano contro l'EtiopiaEnzo Biagi, Storia del fascismo, Vol 2, sadea-Della Volpe Editori, Firenze, stampa Milano, 1964, pag 289. |
1,105 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Con chi si fuse la FIL nel 1950 | Il 29 gennaio 1950, con il Congresso di Napoli, la FIL deliberò la fusione con la LCIGL; la decisione determinò tuttavia un'ulteriore spaccatura, in quanto solo la dirigenza della FIL confluì nella LCGIL, mentre la base fondò la UIL. |
1,106 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Con chi si fuse la FIL nel 1950 | Infine, il 30 aprile 1950, dopo aver assorbito una parte della FIL, la LCGIL assunse il nome, che ancor oggi conserva, di CISL. |
1,107 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Con chi si fuse la FIL nel 1950 | Gli americani presero a spingere per un'unione della LCGIL con la FIL al fine di creare un grande sindacato cattolico e moderato, filogovernativo da contrapporre alla CGIL. Il 29 gennaio 1950, durante il Congresso di Napoli, la FIL deliberò la fusione con la LCIGL, ma la decisione determinò un'ulteriore spaccatura per cui solo la dirigenza della FIL confluì nella LCGIL, la base invece diede vita all'UIL. |
1,108 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Con chi si fuse la FIL nel 1950 | Infine il 30 aprile 1950, avendo assorbito una parte della FIL, la LCGIL assunse il nome che ancor oggi conserva di CISL. |
1,109 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Con chi si fuse la FIL nel 1950 | Il 4 giugno 1949, nell’aula magna del liceo Visconti di Roma, repubblicani e socialdemocratici fondarono la Federazione Italiana dei Lavoratori (FIL). Nell'estate del 1949 uscirono dalla CGIL anche i socialisti autonomisti guidati da Italo Viglianesi, così come uscirono dal PSI guidati da Romita fondando nel dicembre 1949 il PSU. Ma il loro ingresso nella FIL fu ostacolato, poiché nel frattempo andava maturando nei vertici, sotto pressione americana, il progetto di fusione della FIL con i cattolici della LCGIL. Gli americani sia a livello di ambasciata che di AFL preferivano avere un unico forte sindacato moderato da opporre alla CGIL. Durante il suo primo ed ultimo congresso a Napoli dal 29 gennaio al 5 febbraio 1950, la FIL giunse a deliberare la fusione con la LCIGL tanto gradita agli americani, ma la decisione fu subito contestata sia nella sua legittimità formale (in quanto decisione autoritaria calata dall’alto) sia nel merito. |
1,110 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è il ruolo di Giolitti nei cosiddetti "anni roventi" | Come neo-presidente del Consiglio si trovò a dover affrontare, prima di tutto, l'ondata di diffuso malcontento che la politica crispina aveva provocato con l'aumento dei prezzi. Ed è questo primo confronto con le parti sociali che evidenzia la ventata di novità che Giolitti porta nel panorama politico dei cosiddetti "anni roventi": non più repressione autoritaria, bensì accettazione delle proteste e, quindi, degli scioperi purché non violenti né politici (possibilità, fra l'altro, secondo lui ancora piuttosto remota in quanto le agitazioni nascevano tutte da disagi di tipo economico). Come da lui stesso sottolineato in un discorso in Parlamento in merito allo scioglimento, in seguito ad uno sciopero, della Camera del lavoro di Genova, sono da temere massimamente le proteste violente e disorganiche, effetto di naturale degenerazione di pacifiche manifestazioni represse con la forza: «Io poi non temo mai le forze organizzate, temo assai più le forze disorganiche perché se su di quelle l'azione del governo si può esercitare legittimamente e utilmente, contro i moti inorganici non vi può essere che l'uso della forza». |
1,111 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è il sindacato italiano più antico | La Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) è il più antico sindacato italiano. |
1,112 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale impero è stato chiamato "duplice monarchia" | L'Impero austro-ungarico, o semplicemente Austria-Ungheria, intesa come K. u. K. Doppelmonarchie (Kaiserliche und Königliche Doppelmonarchie, in italiano: Duplice Monarchia Imperiale e Regia) o Donaumonarchie (Monarchia Danubiana), nacque nel 1867 con il cosiddetto Ausgleich (compromesso) tra la nobiltà ungherese e la monarchia asburgica inteso a riformare l'Impero austriaco nato nel 1804. In virtù di questa riforma costituzionale, l'impero austriaco divenne «monarchia austro-ungarica» che, sotto l'identico sovrano, riconosceva l'esistenza di due regni distinti e in condizioni di parità, per cui il Regno d'Ungheria si autogovernava e godeva di una sua politica autonoma in molti campi. Gli Asburgo (o Absburgo) erano, dunque, sia imperatori d'Austria sia re di Ungheria. Il nome completo dello stato era «I regni e le terre rappresentate nel concilio imperiale e le terre della Corona di Santo Stefano». Gli storici individuano questo compromesso col nome di Duplice Monarchia. |
1,113 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale impero è stato chiamato "duplice monarchia" | La creazione dell'Impero austro-ungarico con il compromesso del 1867 divise l'Impero austriaco in due stati tra loro indipendenti, ovvero l'impero d'Austria e il regno Ungheria. Solo l'esercito, gli affari esteri e le finanze dipendevano direttamente dall'Imperatore che riuniva nella sua persona le due sovranità. Fu proprio dopo la costituzione della duplice monarchia che vennero a crearsi nuove leggi sulla coscrizione che corrispondevano meglio ad una situazione statale composta da dieci nazionalità e cinque religioni differenti tra loro, con condizioni politiche ed economiche molto diverse. |
1,114 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale impero è stato chiamato "duplice monarchia" | L'Impero austro-ungarico o semplicemente Austria-Ungheria, noto come K. u. K. Doppelmonarchie (Imperiale e Regia Duplice Monarchia) o Donaumonarchie (Monarchia Danubiana), nacque nel 1867 con il cosiddetto Ausgleich (compromesso) tra la nobiltà ungherese e la monarchia asburgica inteso a riformare l'Impero Austriaco nato nel 1804. In virtù di questa riforma costituzionale, l'impero austriaco divenne «monarchia austro-ungarica» che, sotto l'identico sovrano, riconosceva l'esistenza di due regni distinti e in condizioni di parità, per cui il Regno d'Ungheria si autogovernava e godeva di una sua politica autonoma in molti campi. Gli Asburgo (o AbsburgoAsburgo o Absburgo - Sapere.it) erano, dunque, sia imperatori d'Austria sia re di Ungheria. Il nome completo dello stato era I regni e le terre rappresentate nel concilio imperiale e le terre della corona di Santo Stefano. Gli storici individuano questo compromesso col nome di Duplice Monarchia. |
1,115 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale impero è stato chiamato "duplice monarchia" | La duplice monarchia d'Austria-Ungheria è stata abolita nel 1918 al termine della prima guerra mondiale. Il pretendente al trono imperiale è attualmente Carlo d'Asburgo-Lorena, nipote di Carlo I d'Austria, l'ultimo imperatore. |
1,116 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale impero è stato chiamato "duplice monarchia" | L'Impero austro-ungarico si trovò a dibattere fra conservatorismo politico-sociale e il problema delle nazionalità. Trasformatosi nel 1867 nella duplice monarchia austro-ungherese, l'Impero dovette affrontare una complicata serie di problemi quali, principalmente, la disomogeneità socioculturale dei suoi territori, i conflitti politici ed ideologici fra conservatorismo tradizionale, liberalismo, cattolicesimo sociale, socialismo e le tensioni fra le nazionalità. La duplice monarchia si sostanziava in una politica estera, militare, finanziaria comune ma con una Costituzione ed amministrazioni separate. Retto dalla Costituzione del 1867, l'Impero non era diventato uno stato realmente unitario e parlamentare. Il parlamento rimase sempre troppo ricattabile dagli ambienti dell'alta burocrazia e dai militari. L'esigenza di sottrarre lo Stato e la vita civile alla pesante tutela ecclesiastica si fece sentire in modo particolarmente acuto sotto l'influenza della maggioranza liberale al parlamento, ma dopo che nel 1879 i conservatori di orientamento cattolico ripresero la maggioranza la laicizzazione venne in parte abrogata. La situazione dell'Austria-Ungheria alla fine del secolo ed agli inizi del Novecento era fortemente minata da conflitti nazionali. |
1,117 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale impero è stato chiamato "duplice monarchia" | Unione personale con l'Ungheria dal 1867 al 1918 (la doppia monarchia dell'Impero austro-ungarico) |
1,118 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale impero è stato chiamato "duplice monarchia" | Nel 1867 viene istituita la duplice monarchia austro-ungarica: nel nuovo Impero austro-ungarico Zara e il suo Regno, al contrario del Regno di Croazia e Slavonia, assegnato all'Ungheria, rimasero amministrativamente nell'orbita della parte austriaca della monarchia. In Dalmazia a causa delle politiche filocroate del governo austriaco, gli italiani rilevati nei censimenti, scendono in pochi decenni dal 30% al 2,8% (censimento del 1911, i cui risultati sono però contestati). |
1,119 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale incarico assunse Starace nel 1923 | Nel 1923 a Starace viene affidato l'incarico di creare la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN) di cui Starace sarebbe divenuto luogotenente generale. Nell'ottobre 1923 lasciò l'incarico di vicesegretario nazionale del partito per assumere quello di comandante della Milizia di Trieste. Alle elezioni politiche italiane del 1924 fu eletto deputato nel collegio di Sannicola, ma compresso nella sua regione d'origine da Caradonna e Crollalanza, aveva perso alla lunga la sua base locale e non era più molto radicato sul territorio. |
1,120 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale incarico assunse Starace nel 1923 | Nel 1923 a Starace viene affidato l'incarico di creare la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN) di cui Starace sarebbe divenuto luogotenente generale. Nell'ottobre 1923 lasciò l'incarico di vice-segretario nazionale del partito per assumere quello di comandante della Milizia di Trieste. |
1,121 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è la differenza tra "arditi d'italia" e "arditi del popolo" | Attivi anche come associazione combattentistica di reduci (Arditi d'Italia), e vicini al fascismo dal 1919 al 1945, nel 1921 subirono la scissione dell'ala sinistra e antifascista (costituita da sindacalisti rivoluzionari e socialisti), che unitasi a gruppi di comunisti, anarchici e operai delle formazioni di difesa proletaria, costituì l'associazione Arditi del Popolo, che si oppose attivamente allo squadrismo. |
1,122 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è la differenza tra "arditi d'italia" e "arditi del popolo" | La sezione romana dell'associazione Arditi d'Italia dette vita, in contrapposizione al forte ma non ancora consolidato movimento dello squadrismo fascista, agli Arditi del Popolo, gruppo paramilitare con connotazioni antifasciste che ebbe adesioni fra anarchici, comunisti, socialisti. I comunisti ne costituivano l'ala maggioritaria, erano presenti anche componenti repubblicane come ad esempio Vincenzo Baldazzi che fu uno dei capi, e talvolta, come nella difesa di Parma, anche militanti del Partito Popolare, come il consigliere Corazza ucciso a Parma dai fascisti negli scontri. |
1,123 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è l'alleanza militare opposta rispetto alla NATO | Il Patto di Varsavia oppure detto anche Trattato di Varsavia (ufficialmente, Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza) fu un'alleanza militare tra i paesi del Blocco Sovietico, nata come contrapposizione all'Alleanza del Patto Atlantico (più nota come NATO e fondata nel 1949). |
1,124 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è l'alleanza militare opposta rispetto alla NATO | 14 maggio – Varsavia: Albania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Polonia, Romania, Ungheria, Repubblica democratica tedesca e Unione Sovietica danno vita al Patto di Varsavia, alleanza militare difensiva opposta alla NATO |
1,125 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è l'alleanza militare opposta rispetto alla NATO | Questa misura era concepita in modo tale che se l'Unione Sovietica avesse lanciato un attacco contro uno qualsiasi dei paesi membri, questo sarebbe stato trattato da ciascun paese membro come un attacco diretto, ed era rivolta soprattutto a una temuta invasione sovietica dell'Europa occidentale. Le trattative si svolsero tra i firmatari del trattato di Bruxelles (Regno Unito, Francia e Benelux), Stati Uniti, Canada, Norvegia, Danimarca, Islanda, Portogallo ed Italia. L'Unione Sovietica protestò vivacemente, affermando la natura aggressiva nei suoi confronti del Patto. Da lì a pochi anni essa avrebbe dato vita ad un'Alleanza militare contrapposta alla NATO: il Patto di Varsavia. |
1,126 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è l'alleanza militare opposta rispetto alla NATO | Il Patto di Varsavia o Trattato di Varsavia (ufficialmente, Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza) fu un'alleanza militare tra i paesi del Blocco Sovietico, nata come contrapposizione all'Alleanza Atlantica (più nota come NATO e fondata nel 1949). |
1,127 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è l'alleanza militare opposta rispetto alla NATO | Il 14 maggio 1955, fu sottoscritto nel palazzo presidenziale il Patto di Varsavia. Un'alleanza militare tra i paesi del Blocco Sovietico, nata come contrapposizione alla NATO. |
1,128 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Chi definì Mussolini "uomo della Provvidenza" | Papa Pio XI, che otto anni prima aveva definito Mussolini «l'uomo della Provvidenza», nel 1937 aveva già scritto un'enciclica contro l'antisemitismo dei nazisti, la Mit brennender Sorge, che però si riferiva alla situazione in Germania e non citava l'Italia poiché non c'era ancora stato nulla di antisemita nella politica del regime fascista. Nel 1938-1939 egli affidò il progetto di un'ulteriore enciclica di condanna dell'antisemitismo al gesuita statunitense John LaFarge, ma tale progetto fu avocato a sé dal Superiore Generale della Compagnia di Gesù, che consegnò il testo dell'enciclica solo un anno dopo, poco prima che Pio XI morisse. Il successore papa Pio XII, già nunzio apostolico a Berlino, non la fece pubblicare, benché fosse stato egli stesso uno dei redattori della precedente enciclica di condanna del nazismo. |
1,129 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Chi definì Mussolini "uomo della Provvidenza" | Il 13 febbraio 1929, Pio XI, a due giorni dai Patti Lateranensi, tenne un discorso a Milano ad un'udienza concessa a professori e studenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che fece passare alla storia la definizione di Benito Mussolini come «uomo della Provvidenza» (mentre invece il Pontefice aveva indicato nel Capo del governo italiano un più neutrale "l'uomo che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare") : |
1,130 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Chi definì Mussolini "uomo della Provvidenza" | Il 13 febbraio 1929, Pio XI, a due giorni dai Patti Lateranensi, tenne un discorso a Milano ad un'udienza concessa a professori e studenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che fece passare alla storia la definizione di Benito Mussolini come «uomo della Provvidenza» (mentre invece il Pontefice aveva indicato nel Capo del governo italiano un più neutrale "l'uomo che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare") : |
1,131 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Chi definì Mussolini "uomo della Provvidenza" | All'indomani della firma dei Patti Lateranensi, Pio XI indicò Mussolini come un uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare, poi interpretato come L'uomo della Provvidenza; le parole esatte furonoVittorio Messori, La Provvidenza e il Concordato[ ], Corriere della Sera, 11 novembre 2005: |
1,132 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale legge elettorale era in vigore ai tempi delle elezioni del 1924 | Giunto al potere alla fine del 1922, Benito Mussolini manifestò subito la volontà di modificare il sistema elettorale per costituirsi una Camera favorevole e di indire nuove elezioni. La legge elettorale del 18 novembre 1923, n. 2444, meglio nota come legge Acerbo (dal nome del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giacomo Acerbo, che ne fu l'estensore materiale), rispose a questa esigenza introducendo un sistema che prevedeva l'introduzione nel territorio dello Stato del Collegio Unico nazionale attribuendo due terzi dei seggi alla lista che avesse riportato la maggioranza relativa (purché superiore al 25%), mentre l'altro terzo sarebbe stato ripartito proporzionalmente tra le altre liste di minoranza su base regionale e con criterio proporzionale. Questa normativa fu impiegata nelle elezioni politiche italiane del 1924. |
1,133 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale legge elettorale era in vigore ai tempi delle elezioni del 1924 | In vista delle elezioni del 6 aprile 1924 Mussolini fece approvare una nuova legge elettorale (cosiddetta "Legge Acerbo") che avrebbe dato i tre quinti dei seggi alla lista che avesse raccolto il 40% dei voti. La campagna elettorale si tenne in un clima di tensione senza precedenti con intimidazioni e pestaggi. Il listone guidato da Mussolini ottenne il 64,9% dei voti. |
1,134 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale legge elettorale era in vigore ai tempi delle elezioni del 1924 | In vista delle elezioni del 6 aprile 1924 Mussolini fece approvare una nuova legge elettorale (legge Acerbo) che avrebbe dato i due terzi dei seggi alla lista che avesse ottenuto la maggioranza con almeno il 25% dei voti. La campagna elettorale si tenne in un clima di tensione senza precedenti con intimidazioni e pestaggi. La Lista Nazionale guidata da Mussolini ottenne la maggioranza assoluta, con il 64,9% dei voti. Le Elezioni politiche italiane del 1924, come ha scritto lo storico e senatore comunista Francesco Renda, furono comunque "la prima e ultima legittimazione costituzionale del fascismo". |
1,135 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale legge elettorale era in vigore ai tempi delle elezioni del 1924 | Le elezioni politiche del 1924 si sono svolte il 6 aprile 1924. Avevano diritto di voto tutti i cittadini maggiorenni di sesso maschile. Furono le uniche elezioni disciplinate dalla cosiddetta "legge Acerbo" (n. 2444 del 18 novembre 1923), proporzionale con premio di maggioranza. |
1,136 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale legge elettorale era in vigore ai tempi delle elezioni del 1924 | Da primo ministro, i primi anni di Mussolini (1922-1925) furono caratterizzati da un governo di coalizione, composto da nazionalisti, liberali e popolari, che non assunse fino al delitto Matteotti veri e propri connotati dittatoriali. In politica interna Mussolini favorì la completa restaurazione dell'autorità statale e la soppressione dell'estrema sinistra, con l'inserimento dei fasci di combattimento nell'interno dell'esercito (fondazione nel gennaio 1923 della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale) e la progressiva identificazione del partito nello Stato. In politica economica e sociale vennero emanati provvedimenti che favorivano i ceti industriali e agrari (privatizzazioni, liberalizzazione degli affitti, smantellamento dei sindacati). Nel luglio 1923 venne approvata la legge Acerbo, una legge elettorale di tipo maggioritario, che assegnava due terzi dei seggi alla coalizione che avesse ottenuto almeno il 25% dei suffragi, regola puntualmente applicata nelle elezioni del 6 aprile 1924, nelle quali il "listone fascista" ottenne uno straordinario successo, agevolato anche da ingenti brogli, dalle violenze e dalle intimidazioni e rappresaglie contro gli oppositori. |
1,137 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale legge elettorale era in vigore ai tempi delle elezioni del 1924 | La legge 18 novembre 1923, n. 2444 - nota come Legge Acerbo (dal nome del deputato Giacomo Acerbo che redasse il testo) - fu una legge elettorale del Regno d'Italia, adottata dal Regno nelle elezioni politiche italiane del 1924. |
1,138 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale legge elettorale era in vigore ai tempi delle elezioni del 1924 | Tentativo legalitario di completare la presa di potere tramite le elezioni fu il varo della Legge Acerbo, con la quale Mussolini puntava ad ottenere un premio di maggioranza schiacciante e ad annullare le opposizioni di destra, centro e sinistra. Le successive elezioni, tenute il 6 aprile 1924 in un clima di feroce intimidazione da parte degli squadristi, fecero comunque ottenere al Listone (che faceva capo al PNF) il 64,9% dei voti, tali da rendere superfluo il premio di maggioranza. |
1,139 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale legge elettorale era in vigore ai tempi delle elezioni del 1924 | Alle elezioni politiche dell'aprile 1924, grazie alla "legge Acerbo", una nuova legge elettorale con premio di maggioranza voluta da Mussolini allo scopo di assicurare al PNF una forte maggioranza parlamentare, e all'impiego di "liste civetta", volte a drenare ulteriori voti, il PNF ottenne una netta maggioranza: tali risultati furono però duramente contestati dalle opposizioni, che denunciarono numerose irregolarità. In tale quadro, il deputato Giacomo Matteotti, dopo aver denunciato brogli in parlamento, venne ucciso da estremisti fascisti. La vicenda ebbe seguito il 3 gennaio 1925, quando Mussolini, con un discorso alla Camera dei deputati, dichiarò provocatoriamente di assumersi la responsabilità storica di quanto accaduto, promettendo di chiarire la situazione nei giorni immediatamente seguenti. |
1,140 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale legge elettorale era in vigore ai tempi delle elezioni del 1924 | Le elezioni politiche del 1924 si sono svolte il 6 aprile 1924. Avevano diritto di voto tutti i cittadini maggiorenni di sesso maschile. Furono le uniche elezioni disciplinate dalla cosiddetta "legge Acerbo" (n. 2444 del 18 novembre 1923), proporzionale con premio di maggioranza. |
1,141 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale legge elettorale era in vigore ai tempi delle elezioni del 1924 | Legge Acerbo (dal nome dell'omonimo deputato che redasse il testo)Paul Ginsborg, Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi, Torino, Einaudi, 1989, p.190 fu la legge elettorale italiana approvata il 18 novembre 1923 con il n. 2444 e adottata dal Regno d'Italia nelle elezioni del 1924. |
1,142 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale legge elettorale era in vigore ai tempi delle elezioni del 1924 | In vista delle elezioni del 6 aprile 1924 Mussolini fece approvare una nuova legge elettorale (c.d. "Legge Acerbo") che avrebbe dato i tre quinti dei seggi alla lista che avesse raccolto il 40% dei voti. La campagna elettorale si tenne in un clima di tensione senza precedenti con intimidazioni e pestaggi. Il listone guidato da Mussolini ottenne il 64,9% dei voti. |
1,143 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale legge elettorale era in vigore ai tempi delle elezioni del 1924 | L'approvazione di una legge elettorale maggioritaria, la legge Acerbo: in base ad essa, la forza politica che avesse ottenuto la maggioranza relativa dei voti (e almeno il 25%) avrebbe ottenuto i 2/3 dei seggi alla Camera. Tale formula elettorale trovò la sua applicazione nelle elezioni del 1924. |
1,144 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale linea fortificata passava da Cassino | Sfruttando la conformazione orografica della penisola italiana la X armata tedesca del feldmaresciallo Albert Kesselring si dispose lungo la catena appenninica e sui contrafforti che scendono verso l'Adriatico e il Tirreno. L'avanzata alleata lungo il Belpaese incontrò la tenace resistenza tedesca: i reparti britannici risaliti dalla Calabria e ricongiuntisi alla testa di ponte americana a Salerno entrarono a Napoli il 1º ottobre. Abbandonata l'ipotesi di uno sbarco alleato sulle coste orientali italiane, il principale teatro delle operazioni fu la fascia di territorio tra Napoli e Roma, dove l'Organizzazione Todt aveva eretto la linea Gustav. Quest'ultima era costituita da un insieme di punti fortificati che correvano dall'Adriatico al Tirreno (si estendeva dalla foce del Garigliano alla foce del fiume Sangro, a sud di Pescara, passando per Cassino) e tagliava in due l'Italia: a Nord di essa vi erano i tedeschi, a Sud gli Alleati. Le teste di ponte alleate a nord di Napoli non riuscirono a piegare i tedeschi asserragliati nell'abbazia di Montecassino. Inoltre le condizioni atmosferiche, la morfologia del terreno e il rallentamento delle operazioni provocato dai numerosi corsi d'acqua in piena impedirono agli Alleati di muovere rapidamente su Roma che, alla fine del 1943, restava ancora a più di 100 chilometri dalla linea del fronte. |
1,145 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale linea fortificata passava da Cassino | Nonostante i ripetuti insuccessi, la situazione critica venutasi a creare nella testa di ponte di Anzio spinse gli alti comandi alleati a organizzare, all'inizio di marzo 1944, un nuovo tentativo di sfondare la Linea Gustav e alleggerire la pressione tedesca contro le forze di Lucas; Alexander e Clark decisero di sferrare un terzo attacco nel settore di Cassino impiegando di nuovo il corpo d'armata di Freyberg. La pianificazione della cosiddetta operazione Dickens prevedeva di impiegare in massa i bombardieri alleati, che avrebbero sganciato oltre 1 000 tonnellate di bombe mentre un micidiale fuoco d'artiglieria avrebbe preceduto l'attacco della fanteria; Clark, preoccupato soprattutto per il settore di Anzio, era scettico sull'esito di questo attacco, Alexander e Freyberg ritennero invece che ci fossero buone possibilità di raggiungere la vittoria. |
1,146 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale linea fortificata passava da Cassino | Linea Gustav o linea Invernale è una linea fortificata difensiva approntata in Italia con disposizione di Hitler del 4 ottobre 1943 dall'organizzazione Todt durante la campagna d'Italia nella seconda guerra mondiale. Essa divideva in due la penisola italiana: a nord di essa vi erano i tedeschi, a sud gli Alleati e si estendeva dalla foce del fiume Garigliano, al confine tra Lazio e Campania, fino a Ortona comune costiero in provincia di Chieti, passando per Cassino, nel frusinate. |
1,147 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale linea fortificata passava da Cassino | Si posizionò con le sue truppe durante le battaglie di Cassino nella zona più vicina alla costa tirrenica della linea Gustav. |
1,148 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual è l'inquadramento storico in cui collocare i massacri delle Foibe | Il fenomeno dei massacri delle foibe è da inquadrare storicamente nell'ambito della secolare disputa fra italiani e popoli slavi per il possesso delle terre dell'Adriatico orientale, nelle lotte intestine fra i diversi popoli che vivevano in quell'area e nelle grandi ondate epurative jugoslave del dopoguerra, che colpirono centinaia di migliaia di persone in un paese nel quale, con il crollo della dittatura fascista, andava imponendosi quella di stampo filosovietico, con mire sui territori di diversi paesi confinanti. |
1,149 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale nazione organizzò la seconda coppa del mondo di calcio | L'8 ottobre del 1932, a Zurigo, la Federazione accolse la richiesta del governo Italiano e affidò l'organizzazione del secondo Campionato mondiale di calcio all'Italia. Mussolini sin dagli inizi del regime aveva promosso lo sport, e in particolare il gioco del calcio, anche a scopi propagandistici e nazionalistici: in un'Italia rurale e caratterizzata ancora dal campanilismo, il calcio era visto come strumento per favorire l'unità nazionale. Le città scelte per ospitare l'evento furono otto: Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste. L'altra candidata ad ospitare i mondiali fu la Svezia (quasi a compensare la mancata scelta, ad arbitrare la finale sarà proprio uno svedese, Eklind). |
1,150 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale nuova forma di colonialismo si sviluppò tra la fine del 1800 ed il 1914 | L'imperialismo si sviluppa come nuovo colonialismo tra il 1870 e il 1914, e consiste nell'azione da parte dei governi ad imporre la propria egemonia su altri paesi per sfruttarli dal punto di vista economico assumendone il pieno controllo monopolistico delle fonti energetiche ed esportazione soprattutto di capitali. |
1,151 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese africano divenne una nuova America per l'emigrazione italiana negli anni '30 | Molte furono le attività archeologiche: città romane scomparse (come Leptis Magna e Sabratha) furono riscoperte e si usò queste ricerche e il clamore a esse legato a scopo meramente propagandistico. Negli anni trenta la Libia italiana arrivò ad essere considerata la nuova "America" per l'emigrazione italiana. |
1,152 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese africano divenne una nuova America per l'emigrazione italiana negli anni '30 | Molte furono le attività archeologiche che portarono alla riscoperta di città romane scomparse come Leptis Magna e Sabratha. Negli anni trenta la Libia italiana arrivò ad essere considerata la "nuova America" per l'emigrazione italiana.[ ] |
1,153 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese africano divenne una nuova America per l'emigrazione italiana negli anni '30 | La Libia negli anni trenta era diventata l'"America" dell'emigrazione italiana sotto il fascismo, che vi voleva realizzare una comunità di mezzo milione di italiani. Molti villaggi furono creati per i coloni italiani, specialmente in Cirenaica, e tutta la Libia ebbe un notevole sviluppo economico con la costruzione di strade, ospedali, porti, piccole industrie ed infrastrutture varie. |
1,154 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese africano divenne una nuova America per l'emigrazione italiana negli anni '30 | Molte furono le attività archeologiche: città romane scomparse (come Leptis Magna e Sabratha) furono riscoperte e si usò queste ricerche e il clamore a esse legato a scopo meramente propagandistico. Negli anni trenta la Libia italiana arrivò ad essere considerata la nuova "America" per l'emigrazione italiana.[ ] |
1,155 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese era stato definito da Churchill il ventre molle d'Europa | Nonostante le proteste sovietiche per la decisione anglo-americana di sbarcare in Africa, rinunciando all'apertura del secondo fronte in Europa, che Churchill cercò di limitare con la promessa di utilizzare l'invasione del Nord Africa come trampolino di lancio per un attacco all'Italia, definito il «ventre molle» dell'Asse, l'8 novembre 1942 si mise in moto l'Operazione Torch con gli sbarchi alleati in Algeria e Marocco. Nel giro di qualche mese le forze alleate cominciarono a capovolgere la situazione sia in Africa che sul fronte orientale, mentre i bombardieri anglo-statunitensi colpivano sempre più duramente i centri industriali della Germania e del nord Italia. |
1,156 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese era stato definito da Churchill il ventre molle d'Europa | L'attacco all'Italia fu deciso da americani ed inglesi durante la Conferenza di Casablanca del 14 gennaio 1943 (a tal proposito, celebre rimase la definizione dell'Italia di Winston Churchill: «L'Italia è il ventre molle dell'Asse») e la pianificazione e l'organizzazione venne affidata al generale Dwight Eisenhower. In giugno gli inglesi sbarcarono nelle isole di Pantelleria e Lampedusa. Preceduto da intensi bombardamenti, il 10 luglio 1943 iniziò lo sbarco in Sicilia della VII armata americana del generale George Patton e dell'VIII armata inglese di Montgomery (rispettivamente nel golfo di Gela e in quello di Siracusa). |
1,157 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese era stato definito da Churchill il ventre molle d'Europa | Con la subitanea avanzata alleata in Calabria e gli sbarchi anfibi di Salerno e Taranto in concomitanza con l'Armistizio, il restante terzo del Paese fu rapidamente occupato dagli angloamericani. L'Italia fu perciò trasformata in larga parte in un campo di battaglia, usata dai due contendenti rispettivamente dal primo per la difesa del territorio e degli interessi strategici e politici del Terzo Reich, e dai secondi per attaccare l'Asse nel suo "ventre molle", attirando in Italia il maggior numero possibile di divisioni tedesche per sguarnire gli altri fronti. Il Paese fu così esposto ai rigori ed alle sciagure di ulteriori venti mesi di guerra, sottoposto alla duplice occupazione di truppe straniere spesso indifferenti alle condizioni della popolazione civile e al patrimonio artistico, industriale e infrastrutturale italiano. |
1,158 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese era stato definito da Churchill il ventre molle d'Europa | L'offensiva lanciata dagli Alleati nell'estate del 1943 contro il territorio italiano, quello che Winston Churchill aveva definito "il ventre molle d'Europa", non tardò ad aver successo, rendendo chiara l'inevitabilità della sconfitta e causando la caduta del regime fascista, insediato al potere da 21 anni per iniziativa del re Vittorio Emanuele III e da egli sempre sostenuto. |
1,159 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese era stato definito da Churchill il ventre molle d'Europa | 14 gennaio - Conferenza di Casablanca. Il presidente F.D. Roosevelt e il primo ministro Churchill decidono l'apertura del fronte europeo contro Hitler a partire dall'Italia meridionale, il "ventre molle d'Europa". Diverse sono le valutazioni e gli interessi in gioco tra Stati Uniti e Gran Bretagna, ma comune è la consapevolezza che l'invasione della Penisola avrebbe favorito la caduta del fascismo. Si accordano sul principio di resa incondizionata: a questa decisione si fanno risalire le prime ipotesi da parte di Re Vittorio Emanuele III di sostituire Benito Mussolini. |
1,160 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese era stato definito da Churchill il ventre molle d'Europa | L'offensiva lanciata dagli Alleati nell'estate del 1943 contro il territorio italiano, quello che Winston Churchill aveva definito "il ventre molle d'Europa", non tardò ad aver successo, rendendo chiara l'inevitabilità della sconfitta e causando la caduta del regime fascista, insediato al potere da 21 anni per iniziativa del re Vittorio Emanuele III e da egli sempre sostenuto. |
1,161 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese era stato definito da Churchill il ventre molle d'Europa | L'attacco all'Italia fu deciso da americani ed inglesi durante la Conferenza di Casablanca del 14 gennaio 1943 (a tal proposito, celebre rimase la definizione dell'Italia di Winston Churchill: «L'Italia è il ventre molle dell'Asse») e la pianificazione e l'organizzazione venne affidata al generale Dwight Eisenhower. |
1,162 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese era stato definito da Churchill il ventre molle d'Europa | Nella conferenza si discusse come gli Alleati occidentali potessero aiutare al meglio l'Unione Sovietica. Gli americani erano propensi ad aprire un Secondo Fronte in Francia ma i britannici non pensavano potesse essere un'opzione fattibile e Churchill propose di sviluppare un piano congiunto nel Teatro del Mediterraneo che conducesse ad un'invasione dell'Italia, il "ventre molle" dell'Asse. Furono raggiunti quindi degli accordi per cominciare i preparativi per l'invasione delle Colonie nordafricane della Francia di Vichy (Operazione Torch). Sommario delle campagne della seconda guerra mondiale [ ], NAVAL-HISTORY.NET Sezione "June 42". Una delle prime misure concrete prese da Roosevelt per facilitare questa strategia fu di nominare Dwight D. Eisenhower come Comandante in Capo delle Forze statunitensi sul Fronte occidentale, 25 giugno. |
1,163 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese era stato definito da Churchill il ventre molle d'Europa | Fin dal 23 dicembre, alcuni generali americani proposero la chiusura immediata del fronte africano per concentrarsi sulla operazione Round Up, temendo, a ragione, che un ulteriore prolungamento ed espansione delle operazioni nel Mediterraneo avrebbe compromesso le possibilità di aprire un "secondo fronte" in Europa, anche nel 1943. Del resto, Churchill, Brooke e i generali inglesi mantenevano grandi riserve sul piano Round Up, e ritenavano molto più opportuno sfruttare le vittorie africane per attaccare il churchilliano "ventre molle" dell'Asse, rappresentato dal debole alleato italianoAA.VV., Germany and the second world war, vol. VI, pp. 88-89.. |
1,164 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese era stato definito da Churchill il ventre molle d'Europa | L'attacco all'Italia fu deciso da americani ed inglesi durante la Conferenza di Casablanca del 14 gennaio 1943 (a tal proposito, celebre rimase la definizione dell'Italia di Winston Churchill: «L'Italia è il ventre molle dell'Asse») e la pianificazione e l'organizzazione venne affidata al generale Dwight Eisenhower. In giugno gli inglesi sbarcarono nelle isole di Pantelleria e Lampedusa. |
1,165 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese era stato definito da Churchill il ventre molle d'Europa | Il primo passo per la liberazione dell'Europa era conquistare il ventre molle d'Europa, l'Italia. Iniziata il 9 luglio 1943, l'Operazione Husky fu, all'epoca, la più vasta operazione anfibia mai realizzata. L'operazione, che prevedeva poi la conquista della Sicilia, fu un successo e il 17 agosto, gli Alleati controllavano l'isola. |
1,166 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese fu considerato la nuova America per l'emigrazione italiana | Molte furono le attività archeologiche che portarono alla riscoperta di città romane scomparse come Leptis Magna e Sabratha. Negli anni trenta la Libia italiana arrivò ad essere considerata la "nuova America" per l'emigrazione italiana. |
1,167 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese fu considerato la nuova America per l'emigrazione italiana | Molte furono le attività archeologiche: città romane scomparse (come Leptis Magna e Sabratha) furono riscoperte e si usò queste ricerche e il clamore a esse legato a scopo meramente propagandistico. Negli anni trenta la Libia italiana arrivò ad essere considerata la nuova "America" per l'emigrazione italiana. |
1,168 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese fu considerato la nuova America per l'emigrazione italiana | Molte furono le attività archeologiche che portarono alla riscoperta di città romane scomparse come Leptis Magna e Sabratha. Negli anni trenta la Libia italiana arrivò ad essere considerata la "nuova America" per l'emigrazione italiana.[ ] |
1,169 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale paese fu considerato la nuova America per l'emigrazione italiana | Molte furono le attività archeologiche: città romane scomparse (come Leptis Magna e Sabratha) furono riscoperte e si usò queste ricerche e il clamore a esse legato a scopo meramente propagandistico. Negli anni trenta la Libia italiana arrivò ad essere considerata la nuova "America" per l'emigrazione italiana.[ ] |
1,170 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale partito organizzò la marcia su Roma | La marcia su Roma fu una manifestazione armata organizzata dal Partito Nazionale Fascista (PNF), guidato da Benito Mussolini, il cui successo ebbe come conseguenza l'ascesa al potere del partito stesso in Italia ed il dissolvimento definitivo dello Stato liberale, già precedentemente in crisi. |
1,171 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Quale partito organizzò la marcia su Roma | Il 24 ottobre 1922 Napoli è stata teatro della grande adunanza di camicie Nere che fu l'atto preparatorio della Marcia su Roma. I dettagli della Marcia furono discussi e decisi dal Consiglio del partito Nazionale Fascista all'Hotel Vesuvio di via Partenope. |
1,172 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era il compito del comandante del XIV Panzerkorps in Sicilia | Il comandante del XIV Panzerkorps avrebbe dovuto consolidare, con l'aiuto delle truppe tedesche in arrivo, una linea difensiva davanti al massiccio dell'Etna e bloccare un'ulteriore avanzata alleata; il feldmaresciallo Kesselring riteneva tatticamente opportuno cedere terreno per salvaguardare le linee di comunicazione con il continente. Hube avrebbe avuto a disposizione le batterie anti-aeree pesanti. Kesselring era ottimista come sempre ma non condivideva le opinioni di Hitler che addirittura sperava di poter intrappolare in Sicilia le truppe alleate sbarcate tagliando le loro comunicazione via mare; il comandante superiore tedesco promise al generale Hube ulteriori rinforzi ma lo informò che stava prendendo in considerazione piani per una evacuazione generale; il compito del comandante del XIV Panzerkorps sarebbe stato quello di "rimandare il più a lungo possibile" la ritirata. |
1,173 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era il compito del comandante del XIV Panzerkorps in Sicilia | Già in precedenza il feldmaresciallo Kesselring aveva autorizzato, su ordine dell'OKW, il generale Hans Hube (comandante del 14º Panzerkorps) ad organizzare la ritirata delle sue forze (quattro divisioni) dalla Sicilia per ripiegare sul continente, manovra che Hube eseguì con grande abilità entro il 17 agosto (operazione Lehrgang). Quasi tutti i soldati tedeschi riuscirono, dopo aver condotto un'efficace ritirata combattuta, a passare lo stretto e anche gran parte del materiale pesante venne messo in salvo. Nei giorni seguenti il generale Hube schierò il 14º Panzerkorps, con la 16. Panzer-Division, la 15. Panzergrenadier-Division e la "Hermann Göring", nell'area della costa campana tra Napoli e Salerno, mentre la 1. Divisione paracadutisti copriva la Puglia e il generale Herr, alla guida del 76º Panzerkorps, assumeva la difesa della Calabria con una parte della 26. Panzer-Division e la 29. Panzergrenadier-Division, con l'ordine di condurre manovre ritardatrici in caso di un attacco alleato attraverso lo stretto. |
1,174 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Chi denunciò l'uso di armi chimiche sugli etiopi da parte dell'esercito italiano | Mussolini a più riprese approvò questo comportamento: il 19 gennaio scrisse di "impiegare tutti i mezzi di guerra - dico tutti - sia dall'alto come da terra"; il 4 febbraio ribadì al generale che lo autorizzava a "impiegare qualsiasi mezzo". Ancora il 29 marzo, alla vigilia della battaglia di Mai Ceu, il dittatore confermò l'autorizzazione a Badoglio "all'impiego di gas di qualunque specie e su qualunque scala". L'Imperatore d'Etiopia Hailé Selassié denunciò di fronte alla Società delle Nazioni l'uso da parte dell'esercito italiano di armi chimiche contro la popolazione etiope con queste parole nel suo discorso del 12 maggio 1936: |
1,175 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Chi denunciò l'uso di armi chimiche sugli etiopi da parte dell'esercito italiano | Al termine della conquista italiana Hailé Selassié sceglie l'esilio volontario dal suo Paese e si reca a Bath, in Gran Bretagna, dopo essere stato per qualche giorno a Gerusalemme. Quando, il 12 maggio, la Società delle Nazioni gli concesse la possibilità di tenere un discorso all'assemblea, l'Italia ritirò la propria delegazione. L'Imperatore etiopico, nel suo discorso tenuto in amarico (nonostante conoscesse il francese) denunciò l'uso da parte dell'esercito italiano di armi chimiche contro la popolazione etiope: |
1,176 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Chi denunciò l'uso di armi chimiche sugli etiopi da parte dell'esercito italiano | L'Imperatore d'Etiopia Hailé Selassié denunciò di fronte alla Società delle Nazioni l'uso da parte dell'esercito italiano di armi chimiche contro la popolazione etiope con queste parole nel suo discorso del 12 maggio 1936 : |
1,177 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era il contenuto delle dichiarazioni che fece Hitler alla radio il 20 febbraio 1934 | Costretto dagli eventi e con il consenso obtorto collo del presidente Miklas, Von Schuschnigg annunciò l'amnistia ai rivoltosi nazisti del 1934 ed il rimpasto di governo con l'ingresso dei tre ministri indicatigli da Hitler. Il 20 febbraio successivo Hitler dichiarava alla radio che i popoli di lingua tedesca non potevano rimanere a lungo separati dal popolo tedesco della Germania (il riferimento ad Austria ed a parte della Cecoslovacchia era evidente). Quattro giorni dopo Von Schuschnigg dichiarò che non avrebbe concesso altro alla Germania e che l'Austria sarebbe rimasta un paese libero ed indipendente. A tale discorso fecero eco violente manifestazioni di filonazisti austriaci in tutto il paese. |
1,178 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era il nomignolo di Galeazzo Ciano nei circoli mondani | Nei circoli mondani, Ciano era chiamato con il brutto nomignolo di «Gallo» e si lasciava andare a confidenze politiche assai riservate per strabiliare il suo uditorio tanto da meritarsi il titolo di «ministro chiacchierone». Salottiero, epicureo e godereccio e anche lussurioso reiterato, fisicamente si piaceva ed usava il suo fascino per sedurre le aristocratiche come le donne del popolo. La vita delle agiatezze e dei lussi lo ricaricava e la considerava un po' un «dopolavoro» meritato dove «ritemprare le forze e lo spirito per il lavoro di domani», un privilegio dorato del suo rango ma non era per lui certamente lo scopo primario della sua esistenza. Nel bene o nel male, altri erano i suoi obiettivi ed assai meno frivoli; altri ideali meno politici, gli furono inculcati con forza dal severo padre Costanzo, l'onore, l'amor di Patria e verso la famiglia erano tra questi. È strano come la figura di questo personaggio storico sia incentrata quasi più sulla sua vita privata che su quella politica. Un efficace ritratto di Galeazzo e della sua vita mondana si trova nel libro autobiografico Kaputt dello scrittore Curzio Malaparte. |
1,179 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era il partito di appartenenza di Leo Valiani | Il 29 marzo del 1945 costituì, con Leo Valiani per il Partito d'Azione ed Emilio Sereni per il PCI (supplente di Luigi Longo), un comitato militare insurrezionale in seno al CLNAI con lo scopo di preparare l'insurrezione di Milano e l'occupazione della città. Il 25 aprile 1945 fu lo stesso Pertini a proclamare alla radio lo sciopero generale insurrezionale della città: |
1,180 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era il partito di appartenenza di Leo Valiani | Il 29 marzo del 1945 costituì, con Leo Valiani per il Partito d'Azione ed Emilio Sereni per il PCI (supplente di Luigi Longo), un comitato militare insurrezionale in seno al CLNAI con lo scopo di preparare l'insurrezione di Milano e l'occupazione della città. Il 25 aprile 1945 fu lo stesso Pertini a proclamare alla radioCESP - Audio Audio dell'annuncio radiofonico lo sciopero generale insurrezionale della città: |
1,181 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era il ruolo di Pisenti nel governo Mussolini | Secondo Mussolini questi erano aspetti esclusivamente giuridici ma politicamente la questione era diversa e non ci si poteva fermare. Nei confronti del suo Guardasigilli si rivolse infatti in questa maniera: "Voi, Pisenti, vedete nel processo solo il lato giuridico. Giudicate, in altri termini, questa faccenda da giurista. Io devo vederla sotto il profilo politico! Le ragioni di Stato sommergono ogni altra contraria considerazione. E ormai bisogna andare fino in fondo". |
1,182 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era il ruolo di Pisenti nel governo Mussolini | Dopo l'armistizio dell'8 settembre trovò rifugio nel "Seminario Pontificio Lombardo", che godeva dell'extraterritorialità vaticana, ma nel dicembre del 1943 vi fu arrestato dalla banda Koch. Fu poi trasferito nel Carcere degli Scalzi a Verona. Come ricorda il giornalista Carlo Silvestri i tedeschi ne volevano la condanna a morte per l'attività politica e sindacale svolta dopo la caduta di MussoliniCarlo Silvestri, Mussolini Graziani e l'antifascismo, Longanesi, Milano, pag. 326 ma in suo favore si mosse il ministro Guardasigilli della RSI Piero Pisenti che esaminato il caso lo sottopose a Mussolini. Mussolini e Pisenti giunsero alla conclusione che contro Roveda non si sarebbe sporta denuncia e pertanto non sarebbe stato processatoCarlo Silvestri, Mussolini Graziani e l'antifascismo, Longanesi, Milano, pag. 327:Dalla lettera inviata da Piero Pisenti a Silvestri il 20 marzo 1944: "Dopo aver personalmente esaminato gli atti del fascicolo Roveda, ho esposto le mie conclusioni a Mussolini. le accuse che la polizia gli muove si riferiscono tutte, senza eccezione alcuna, all'attività sua nel campo politico e sindacale durante il periodo 25 luglio-8 settembre, quando cioè il fascismo era caduto e Mussolini non era più capo del Governo, soggetto di particolari diritti. Dunque niente è incriminabile e tutto si attiene ad una manifestazione di pensiero che deve essere riconosciuta lecita.... Concludendo: Mussolini s'è convinto e Roveda non sarà denunciato né quindi processato per quanto fece nei 45 giorni. Di altro non credo egli abbia a rispondere". Roveda fu mantenuto sotto custodia nel carcere di Verona che era gestito dalle autorità della RSI e non fu consegnato ai tedeschi. Fu liberato il 17 luglio 1944 da un gruppo di sei militanti dei GAP guidati dal comandante garibaldino Aldo Petacchi. Dopo essere riusciti a liberare Roveda, i partigiani dovettero impegnare un aspro scontro a fuoco contro i militari fascisti repubblicani durante il quale tutti vennero feriti e due, Lorenzo Fava e Danilo Pretto, furono uccisi. Nonostante queste perdite l'azione ebbe successo, i superstiti riuscirono a fuggire e Roveda venne trasferito prima a Milano e poi a TorinoP.Spriano, Storia del Partito comunista italiano, vol. V, pp. 379-380.. |
1,183 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era il ruolo di Stalin nel Partito Operaio Socialdemocratico Russo | Nativo della Georgia, di umili origini, visse un'avventurosa giovinezza come rivoluzionario socialista attivista, prima di assumere un ruolo importante di dirigente all'interno della fazione bolscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, guidata da Lenin. Capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, Stalin, strettamente fedele alle direttive di Lenin, divenne uno dei principali capi della Rivoluzione d'ottobre e del nuovo stato socialista: l'Unione Sovietica. Il suo ruolo e il suo potere politico crebbero durante la Guerra civile russa in cui svolse compiti politico-militari di grande importanza, entrando spesso in rivalità con Lev Trotzkij. |
1,184 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era il ruolo di Stalin nel Partito Operaio Socialdemocratico Russo | Nativo della Georgia, di umili origini, visse un'avventurosa giovinezza come rivoluzionario socialista di professione, prima di assumere un ruolo importante di dirigente all'interno della fazione bolscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, guidata da Lenin. Capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, Stalin, strettamente fedele alle direttive di Lenin, divenne uno dei principali capi della Rivoluzione d'ottobre e del nuovo stato socialista: l'Unione Sovietica. Il suo ruolo e il suo potere politico crebbero durante la Guerra civile russa in cui svolse compiti politico-militari di grande importanza, entrando spesso in rivalità con Lev Trockij. |
1,185 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era la sede del Regime di Wang Jingwei | Il Governo Wang Jingwei, noto ufficialmente come Repubblica di Cina, venne fondato il 29 marzo 1940 da Wang Jingwei, politico cinese che nel 1938 disertò il Kuomintang per proporre una trattativa con l'invasore giapponese; Jingwei assunse il ruolo di capo di Stato del governo cinese collaborazionista, il Governo Nazionale della Cina Riorganizzato, con sede a Nanchino. Per distinguerlo dall'omonima Repubblica di Cina governata da Chiang Kai-Shek, lo Stato era noto anche come Regime di Wang Jingwei (汪精衛政權), Governo Nazionalista di Nanchino (南京國民政府), Repubblica di Nanchino, Regime di Nanchino o Nuova Cina. |
1,186 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era la sede del Regime di Wang Jingwei | 1940 – Seconda guerra sino-giapponese: il Giappone dichiara Nanchino capitale del nuovo governo cinese formalmente controllato da Wang Jingwei |
1,187 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era la sede del Regime di Wang Jingwei | Durante la Seconda guerra sino-giapponese, il Giappone creò nei territori occupati, situati nella parte nord-orientale della Cina, un'amministrazione civile fedele alla causa nipponica, nota come Repubblica di Nanchino. Presidente del governo era il collaborazionista Wang Jingwei,New Perspectives on Chinese Collaboration :: JapanFocus che già negli ultimi mesi del 1938 aveva proposto di negoziare con i Giapponesi. Il suo governo nella Cina occupata iniziò il 30 marzo 1940, quando divenne Presidente dell'Esecutivo Yuan e Dirigente del Governo Nazionale (行政院長兼國民政府主席). Tra il 1940 e il 1943 continuò ad esprimere solidarietà alle Potenze dell'Asse, criticando l'imperialismo occidentale, il comunismo sovietico e il Kuomintang di Chiang Kai-Shek.Wang Jingwei. "Radio Address by Mr. Wang Jingwei, President of the Chinese Executive Yuan Broadcast on 24 June 1941" The Search for Modern China: A Documentary Collection. Cheng, Pei-Kai, Michael Lestz, and Jonathan D. Spence (Eds.). W.W. Norton and Company. (1999) pp. 330–331. ISBN 0-393-97372-7. Wang Jingwei morì prima della fine della guerra, nel 1944, e non subì quindi un processo per alto tradimento.Wang Ching-wei (Chinese revolutionary) - Britannica Online Encyclopedia |
1,188 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era la sede del Regime di Wang Jingwei | Pochi giorni dopo la caduta della città, il Governo Nazionale della Cina si trasferì nella città di Chungking (ora Chongqing) e riunì la resistenza Cinese. Nel 1940 un governo collaborazionista noto come "Repubblica di Nanchino" o "Repubblica Nazionale di Cina" guidato da Wang Jingwei fu stabilito a Nanchino come rivale del governo di Chiang Kai-Shek a Chongqing. Nel 1946, dopo la Resa del Giappone, il Kuomitang riportò la capitale a Nanchino. |
1,189 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era la sede del Regime di Wang Jingwei | Il Governo Wang Jingwei, noto ufficialmente come Repubblica di Cina, venne fondato il 29 marzo 1940 da Wang Jingwei, politico cinese che nel 1938 disertò il Kuomintang per proporre una trattativa con l'invasore giapponese; Jingwei assunse il ruolo di capo di Stato del governo cinese collaborazionista, il Governo Nazionale della Cina Riorganizzato, con sede a Nanchino. Per distinguerlo dall'omonima Repubblica di Cina governata da Chiang Kai-Shek, lo Stato era noto anche come Regime di Wang Jingwei (汪精衛政權), Governo Nazionalista di Nanchino (南京國民政府), Repubblica di Nanchino, Regime di Nanchino o Nuova Cina.Narangoa, Li; Cribb, R.B. (2003). Imperial Japan and national identities in Asia, 1895-1945. Routledge. ISBN 0700714820. |
1,190 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era la sede del Regime di Wang Jingwei | Il governo di Nanchino ebbe pochissima autonomia, e il suo ruolo principale fu quello di fungere da intermediario tra i militari giapponesi e i civili dei territori occupati. Il governo di Wang Jingwei autorizzò l'occupazione militare giapponese, riconobbe l'indipendenza del Manchukuo, firmò nel 1941 il Patto anticomintern e il 9 gennaio 1943 dichiarò guerra agli Stati Uniti e al Regno Unito. Replicò inoltre tutti i simboli della Repubblica di Cina governata dal Kuomintang, il partito nazionalista al potere nella Cina non occupata, inclusa la bandiera nazionale, in segno di sfida alla legittimità del governo di Chiang Kai-Shek. |
1,191 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era la sede del Regime di Wang Jingwei | La creazione della Repubblica di Nanchino, uno stato fantoccio nei territori cinesi occupati, non sortì praticamente alcun effetto né sul piano politico né su quello militare; tale stato, governato da una figura di spicco uscita dal Kuomintang, Wang Jingwei non ottenne alcun riconoscimento internazionale, al di fuori delle Potenze dell'Asse. |
1,192 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era la sede del Regime di Wang Jingwei | il Governo di Wang Jingwei dal 30 marzo 1940 al 1945, stabilito a Nanchino dai collaborazionisti sotto Wang Jingwei; |
1,193 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era la valuta ufficiale in Somalia fino al 1925 | Inizialmente in Somalia circolavano sia il tallero di Maria Teresa che la rupia indiana. Dal 1909 la moneta ufficiale fu la rupia somala, divisa in 100 bese, che rimpiazzò le precedenti. La rupia fu sostituita dalla lira somala durante il periodo di transizione dal 1º luglio 1925 e il 30 giugno 1926, al valore di 8 lire = 1 rupia.. Con l'annessione all'AOI, la moneta ufficiale per tutte le colonie del Corno d'Africa divenne la lira dell'Africa Orientale Italiana. |
1,194 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era la valuta ufficiale in Somalia fino al 1925 | Fino al 1º luglio 1925 in Somalia la valuta ufficiale era la rupia italiana d'argento, divisa in 100 bese di bronzo, che fino al 1º luglio 1927 poteva essere cambiata in 8 lire. |
1,195 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era la valuta ufficiale in Somalia fino al 1925 | Rupia italiana fu la moneta della Somalia Italiana fino al 1925 |
1,196 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era l'opinione di De Gasperi riguardo alla CECA | La situazione dell'Italia, invece, è meno ovvia. La nazione non primeggia nella produzione di quelle materie ed è assai distante dalla zona interessata dall'Accordo e confina soltanto con uno degli Stati membri (la Francia) ma in una regione completamente differente. Gli uomini politici del tempo, tuttavia, e fra essi Alcide De Gasperi, ritengono la futura CECA un ottimo sbocco per rinvigorire l'economia disastrosa italiana e reinserire l'Italia nelle situazioni politiche ed economiche internazionali, distaccandosi totalmente da altri stati, fra tutti il Regno Unito, che rifiutano in toto il progetto non ritenendolo conforme agli interessi e alle aspettative nazionali. |
1,197 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era l'opinione di Lev Tolstoj nei confronti del gesto di Bresci | Molti anarchici furono arrestati in tutta Italia, colpevoli di apologia di regicidio; tra coloro che celebrarono il regicidio vi furono un prete ed un farmacista savonese, immediatamente arrestati. A Bresci, infatti, erano stati dedicati feste e brindisi, tanto in Italia quanto a Paterson. La maggioranza degli anarchici, anche coloro che erano solitamente contrari alla violenza, plaudì all'azione di Bresci. Lev Tolstoj, anarchico cristiano nonviolento, non approvò il gesto in sé, ma ne comprese le motivazioni profonde: |
1,198 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era l'opinione di Umberto II riguardo la decisione di Mussolini di entrare in guerra | Il 29 maggio il duce annunciò ai vertici militari la sua decisione irrevocabile di entrare in guerra a fianco della Germania, nonostante i più fossero contrari e Umberto esprimesse al padre tutta la sua contrarietà: «Gli dissi che non si poteva andare avanti rassegnati verso la catastrofe, che bisognava fare qualche cosa». |
1,199 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Qual era l'opinione di Umberto II riguardo la decisione di Mussolini di entrare in guerra | Il 29 maggio il Duce annunciò ai vertici militari la sua decisione irrevocabile di entrare in guerra a fianco della Germania, nonostante i più fossero contrari e Umberto esprimesse al padre tutta la sua contrarietà: «Gli dissi che non si poteva andare avanti rassegnati verso la catastrofe, che bisognava fare qualche cosa»Cavicchioli, Umberto giudica suo padre, La Domenica del Corriere, aprile-agosto 1965.. |
1,200 | Storia italiana della prima metà del XX secolo | Chi divenne presidente del consiglio nel dicembre del 1909 | Nel dicembre del 1909 divenne presidente del consiglio Sidney Sonnino, di tendenze conservatrici. A lui succedette Luigi Luzzatti. |
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